Giochi d'acqua e di famiglia

di Cheonefer86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acqua ***
Capitolo 2: *** Doccia ***
Capitolo 3: *** Fiume ***
Capitolo 4: *** Lago ***
Capitolo 5: *** Mare ***
Capitolo 6: *** Pioggia ***



Capitolo 1
*** Acqua ***


Rating: per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger, Sarah Snape
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus Snape assiste alla prima magia di sua figlia.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole/pagine: 656/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare”.

Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, anche se, ovviamente saranno spoiler per l’ultimo capitolo di quella raccolta.

 

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Acqua

 

Il viso paffuto della bimba era fisso su di lui, divertito, con i due piccoli incisivi che da soli svettavano sulle gengive altrimenti vuote: il dito sul quale erano affondati giorni prima se li ricordava benissimo, e ancora prudeva.

In un istante il sorriso sulle labbra della piccola si spense, sostituito da un’espressione stupita quando i suoi occhi si fissarono al padre, o meglio, al bicchiere che teneva tra le dita, alzandolo man mano che l’acqua scendeva nella gola.

La bambina prese ad agitare le corte braccia, anch’esse piuttosto paffute, verso il vetro.

«Questa marmocchia mangia troppo. Sicura che non sia figlia di Weasley?»

«Sì, effettivamente la somiglianza è moltissima: carnagione bianca come il latte, occhi nerissimi e un ghigno sarcastico e bastardo che le ho visto fare spesso. Hai ragione, è proprio la copia di Ron.»

Severus per tutta riposta grugnì indispettito, mentre la sua adorabile moglie sorrideva e l’altrettanto adorabile figlia aveva iniziato a battere i pugnetti sul tavolo con gli occhi sempre fissi al bicchiere che il mago aveva posato.

«Vuole che tu le dia il bicchiere.»

«Lo avevo capito. A quest’ora dovrebbe aver già iniziato a manifestare la sua magia, dovrebbe essere in grado di prenderselo da sola.»

«È figlia di un mago e di una strega, presto verranno fuori i suoi poteri, non devi preoccuparti di questo, nel frattempo, dalle quel bicchiere prima che inizi ad urlare e piagnucolare.»

Snape avvicinò il bicchiere alla figlia che subito lo afferrò iniziando a ridere: un ampio sorriso a due denti.

Le dita pienotte si strinsero al vetro, mentre Severus non le toglieva gli occhi di dosso, preoccupato e apprensivo come solo un padre poteva essere, ed Hermione armeggiava con quello che avrebbe dovuto essere il pranzo.

La piccola alzò le braccia, portandosi il bicchiere sopra la testa, Snape si mosse appena, ma la bambina rimase ferma in quella posizione finché una piccola goccia d’acqua non le cadde sulla fronte, facendola sussultare.

La bimba, però, non lasciò il bicchiere e si mise a fissarlo mentre il viso si piegava in una smorfia di delusione: avrebbe voluto dell’acqua proprio come quella che aveva visto entrare nella bocca del padre.

«Vuole che tu lo riempia.»

«Se lo faccio, si butterà tutta l’acqua addosso e finirà per farsi male col bicchiere.»

«È una bambina intelligente, non lo farà, ha solo sete, e poi ti basta fare attenzione.»

Severus non era molto convinto, l’ultima volta le aveva dato una piccola bottiglietta di plastica ed era finita a darsela sulla testa e c’era voluto tutto il giorno per riuscire a calmare i suoi pianti.

«Se non lo fai, si rimetterà a piangere, e dovresti saperlo che ci vogliono delle ore per calmarla.»

«Per questo, e per i capelli, siamo certi che è tua figlia,» ma Hermione a quelle parole ridacchiò, sapeva di essere una donna piagnucolona, ma a lei bastava l’abbraccio di suo marito per far scomparire ogni traccia d’inquietudine.

Severus non era ancora sicuro che fosse una buona idea, ma guardò gli occhi supplicanti di sua moglie e riempì il bicchiere d’acqua.

La figlia, quando vide tutto quel liquido trasparente muoversi all’interno del vetro, iniziò a ridere aprendo le labbra e mostrando quei due dentini che a detta di molti erano veramente adorabili, ma a detta di Snape erano solamente armi improprie nelle mani, o meglio, nella bocca di una marmocchia che si divertiva a conficcarli ovunque.

Fu un attimo, un movimento rapido che Severus neppure vide, tantomeno Hermione, e il bicchiere si mosse verso di lui e una piccola esplosione d’acqua lo colpì in pieno volto, inzuppandogli ogni linea del viso.

«Adesso non hai più nulla di cui preoccuparti, tua figlia è decisamente una strega.»

«Un altro aspetto che ha preso dalla madre.»

Severus Snape si alzò dalla sedia e con un colpo di bacchetta eliminò ogni traccia di acqua che aveva addosso, e uscì dalla cucina, lasciando che le risate delle sue due deliziose donne svanissero. 

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Capitolo 2
*** Doccia ***


Rating: per tutti
Genere: commedia, romantico
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione,
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus soffre il caldo, ma sua moglie saprà come farlo sentire meglio.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole/pagine: 709/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot Un anno per amare.
Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Doccia

 

La festa era ormai finita e la piccola Sarah si era ormai addormentata, ma avevano preferito rimanere al Castello, nelle vecchie stanze di Severus nei sotterranei.

L’aria era davvero irrespirabile, la morsa del caldo aveva deciso di soffocare persino quell’angolo di Scozia, cosa assai inusuale per quel periodo.

Snape proprio non sopportava quel calore, invece la bambina, che in quello aveva preso fortunatamente dalla madre, si sentiva a proprio agio e dormiva placidamente nel letto che tante volte lo aveva ospitato.

Se non fosse stato abbastanza indecente – e impresentabile – sarebbe volentieri andato in giro nudo, ma non era proprio il caso di vagare per il castello coperto della sua sola pelle.

«Questo è un castello! Dovrebbero esserci fresca umidità e fresca ombra, com’è possibile che faccia questo dannato caldo?»

«Chiedi a Minerva se lancia un Incantesimo Rinfrescante su tutto il castello.»

«Ci ho già provato, mi ha risposto che sono ridicolo e che non fa così caldo come io sostengo. Impensabile!» ma Hermione lo guardò esattamente come lo aveva guardato la professoressa McGonagall, anche lei pensava che fosse solamente esagerato e che tutto quel caldo in realtà fosse un piacevole tepore.

Sarah continuava a dormire placidamente, addirittura russava, mentre lui camminava avanti e indietro cercando di fare un po’ di aria fresca con il suo stesso corpo, ma fu tutto inutile, si ritrovò più sudato di prima.

«Vieni con me, ho un’idea.» Hermione strinse una mano tra le sue e lo condusse nel bagno adiacente alla stanza da letto.

Severus sorrise, malizioso, quell’idea cominciava davvero a piacergli, sempre se sua moglie non avesse avuto intenzione di chiuderlo in bagno per non dover più sentire le sue lamentele.

A quel pensiero il sorriso scomparve, ma apparve di nuovo quando la giovane strega iniziò lentamente a slacciare ogni singolo bottone che chiudeva la camicia madida di sudore.

Quel contatto, però, non lo stava di certo aiutando, anzi, se possibile si sentiva ancora più accaldato di quanto non fosse prima di entrare lì dentro.

Sfilò con studiata calma la cintura e con altrettanta calma aprì i pantaloni di Severus che fece scivolare fino ai piedi nudi.

«La bambina potrebbe svegliarsi.»

«Sarah dorme profondamente e se dovesse svegliarsi, siamo entrambi qui» amava il sorriso di Hermione, la piega delle sue labbra e quella particolare sfumatura che scintillava su suoi occhi.

Severus non rispose, lasciò che la strega guidasse ogni suo senso e chiuse gli occhi quando lo spinse indietro, fin sotto la doccia che aveva preso a scrosciare, e lo spinse ancora finché non sentì l’acqua gelida scivolargli sulla pelle.

Sentire le mani della strega che gli carezzavano il corpo sotto quella pioggia fredda, era una sensazione bellissima, una sensazione che avrebbe voluto non finisse mai.

L’acqua gli scendeva su ogni linea di pelle, come un fiume che pian piano rompeva gli argini andando a bagnare la terra tutt’intorno.

Aveva ancora gli occhi chiusi e si accorse che anche sua moglie era ormai nuda, solo quando i suoi seni si spinsero contro il petto nudo: il suo corpo era caldo, un contrasto col freddo dell’acqua che lo fece tremare, un lungo brivido di piacere che gli salì lungo la spina dorsale.

Hermione lo baciò, con passione e la strinse a sé, con rabbia, come se quello fosse stato il loro ultimo bacio, ma sapeva perfettamente che ormai si appartenevano e il sapore delle loro labbra sarebbe stato uno solo fin quando avessero avuto vita nel petto.

Quel contatto gli era mancato, non poter sentire per lungo tempo il corpo della donna sotto le sue mani era stato una lenta tortura, ma in quel momento tutto scomparve, lì c’erano soltanto loro due, come se il loro amore fosse appena agli inizi.

C’erano loro due e l’acqua che aveva preso il sapore di entrambi, ampliando quegli aromi e rendendoli uno solo, come un’anima soltanto era quella che li legava.

E quella desiderata freschezza scivolò su di loro, sui loro corpi nudi e sulle loro pelli, su ogni linea che ormai conoscevano alla perfezione, ma che non erano mai stanchi di sfiorare.

«Va un po’ meglio?» gli chiese staccandosi dalle sue labbra.

«Dovrebbe fare caldo più spesso.»

E insieme risero mentre Severus la baciò di nuovo con l’acqua gelida che scendeva ancora suoi loro corpi nudi.

 

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Capitolo 3
*** Fiume ***


Rating: per tutti
Genere: commedia, romantico
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione,
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Hermione trascina fuori di casa – e dal letto – Severus e lo porta in un fiume, chissà per quale motivo.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole/pagine: 670/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot
Un anno per amare.
Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Fiume

 

«Il mio capo è un maledetto bastardo!» la voce di Hermione Granger rimbombava tutto intorno, perdendosi nell’aria fredda della notte.

«Epiteti veramente deliziosi, non c’è che dire.»

Severus era stato trascinato fuori dal suo letto e si era dovuto vestire in fretta e furia per seguire sua moglie chissà dove: stava sognando di essere da solo con lei, senza grida o pianti o pannolini che interrompessero la loro intimità e, come nella realtà, era stato interrotto sul più bello.

Inaudito!

«Sono stata anche fin troppo gentile, te l’assicuro! Quel rimbambito mi ha spedito qui, a quest’ora, come se fossi la sua serva!»

«Quel rimbambito ti vuole e si vendica in questo modo. Ti ho già detto che basta soltanto un tuo cenno e sarò ben lieto di scambiare qualche parola con lui.»

«Tu non scambieresti qualche parola con lui, probabilmente gli lanceresti una decina di maledizioni, e non voglio.»

«Come vuoi. Questo, però, non spiega il perché io sia qui, a quest’ora.»

«Avresti fatto andare tua moglie da sola in questa landa sperduta?»

Severus non rispose, si limitò ad afferrarla per un braccio poco prima che scivolasse sulla piccola discesa sconnessa che portava al fiume.

«Non mi piace quell’uomo e non mi piace come ti guarda» sputò Severus mentre ormai erano in piedi su alcune rocce che affioravano dall’acqua che le lambiva lente: fortunatamente in quella zona il fiume non era nient’altro che un piccolo ruscello che fluiva pigro.

«Non piace neanche a me, ma è il mio capo e quel posto mi serve. Ci serve.»

«Il Ministero ci elargisce una notevole quantità di galeoni per essere stati degli eroi, potresti anche non lavorare.»

Hermione si era già tolta le scarpe e aveva già immerso i piedi nell’acqua quando Severus aveva pronunciato quelle parole che l’avevano colpita come uno schiaffo in pieno volto, si voltò a guardarlo, allibita, mentre spalancava entrambi gli occhi.

«Io voglio lavorare. Non ho faticato fino ad ora per ritrovarmi a fare la casalinga, non che io abbia qualcosa contro le casalinghe.»

Severus sapeva che era una discussione inutile, sua moglie era testarda come e più di quanto lo fosse mai stato lui, e ogni volta che prendevano l’argomento, finiva che lei si arrabbiava e lui si rassegnava a dormire da solo.

D’altronde, lui voleva soltanto trascorre più tempo con sua moglie, tra i loro rispettivi lavori e la figlia, erano diventati quasi degli estranei.

Snape sospirò mentre entrava anche lui in acqua, dopo aver abbandonato gli stivali e il mantello sulla riva, si era tolto anche la lunga casacca, per evitare di bagnare anche quella.

S’inginocchiarono entrambi nel fiume, incastrandosi nella terra sottostante mentre l’acqua gli lambiva le cosce, stettero lì, immobili, in attesa delle loro prede: giacché era stato buttato dal letto, tanto valeva darle una mano e sbrigarsi a tornare a casa, forse la sua mente gli avrebbe permesso di finire quel sogno.

«Allora? Che cosa dobbiamo prendere?»

«Non sei tu l’esperto Pozionista?»

Snape inarcò entrambe le sopracciglia verso la luna che aveva reso il suo volto di un pallido argento.

«Certo, ma ci sono molte cose utili per svariate pozioni in questo fiume, non posso sapere qual è quella che serve a te.»

Hermione lo guardò divertita e, cercando di non perdere l’equilibrio, allungò il viso per posargli un delicato bacio sulla guancia: aveva dimenticato persino il sapore delle labbra di sua moglie.

«È un piccolo pesce dorato con delle striature rosso fuoco sulle pinne, striature che in questa particolare notte sotto questa particolare luna, emettono degli intensi bagliori: è quello il momento per prenderli, perché la loro carne ha una qualità migliore per essere utilizzata come ingrediente in una pozione che arresta l’avanzata delle infezioni causate da alcuni morsi.»

«Capito» e affondò entrambe le mani nell’acqua fresca che gli scivolava tra le dita.

Attesero che il pesciolino si facesse vivo, mentre l’acqua fresca gli solleticava la pelle con il suo lento fluire.

Se non fosse stato per ciò che erano venuti a fare, avrebbe potuto anche considerare quella notte addirittura romantica.

 

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Capitolo 4
*** Lago ***


Rating: per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger, Sarah Snape
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus crede di passare alcuni minuti solo con la sua Hermione, invece…

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole/pagine: 667/2


Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare”.

Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Lago

 

L'aria calda del giorno aveva lasciato il posto ad un fresco vento che spirava direttamente dal lago increspandolo appena, mentre andava a spegnersi sulla spiaggia resa una lama scintillante dalla luna piena che svettava nella notte.

La musica era alta, ma, tutto sommato, dovette ammettere che era piuttosto piacevole ascoltarla e stare a guardare studenti e professori che si muovevano seguendo il ritmo, alcuni meglio di altri, altri peggio di tutti.

Persino sua figlia era in mezzo alla folla che ballava con Ron dopo che lui si era categoricamente rifiutato di prendere parte attiva a quella danza.

Neppure sua moglie era riuscita a smuoverlo.

Mentre sorseggiava un po' di fresco vino bianco, Hermione si avvicinò, sorridendogli.

«Vieni con me.»

«Dove andiamo?»

«Lontano da qui, vieni. Sarah è ben sorvegliata, non preoccuparti» in realtà si preoccupava e come, ma doveva ammettere che quel ragazzo dalla testa infuocata era molto bravo con i bambini, anche se ancora non ne voleva di suoi.

Certo era che i figli degli altri si reggevano che per poco tempo, mentre i propri… come lo capiva e invidiava…

Si allontanarono verso un angolo del lago abbastanza distante per non essere visti e abbastanza vicino da poter udire la musica.

La strega, all'improvviso, si fermò a guardare il lago che si muoveva appena, pennellato d'argento che tremava come una piccola fiammella, anche Snape si mise a scrutare la distesa d'acqua, quella stoffa nera sfumata d'argento, ma quella vista, ormai, non lo riportava più nel suo oscuro passato.

«Balla con me, Severus.»

Il mago si voltò verso sua moglie e le sorrise prima di afferrarla e stringerla tra le braccia.

«Sapevo che la tua era soltanto vergogna di ballare davanti a tutti.»

Sorridevano entrambi quando iniziarono a muoversi, impacciati dalla fine sabbia.

La donna si bloccò un istante per togliersi le scarpe e invitò il mago a fare lo stesso sotto il suo sguardo curioso, tinto di lago senza luna.

La strega lo condusse nell'acqua che gli sfiorava appena i piedi nudi, pallidi nella notte illuminata dalla luna.

«Senti la musica nella sabbia e nell'acqua. Senti il ritmo scorrerti dentro, Severus.»

«Al momento sento e vedo solo te.»

Hermione rise mentre il mago la conduceva nell’acqua, spruzzando cristalli freschi tutto intorno, e rise quando Severus la sollevò verso la luna, per guardarla illuminata da quei raggi candidi che si riflettevano sulle sue iridi nere, brillanti d’amore per la donna che stringeva tra le mani.

Poi, all’improvviso, la sentì, sentì le vibrazioni della musica solleticargli i piedi immersi nel lago e riprese a muoversi abbracciando Hermione come se fosse la prima volta, percependo quei brividi salirgli lungo tutto il corpo e arrivare alla pelle della strega.

E lui avvertì quegli stessi brividi che avevano percorso il corpo di sua moglie per arrivare a lui, come due linee invisibili che mettevano in contatto le loro stesse anime.

E sotto quella luna le loro anime si toccavano e sfioravano la dolcezza di quella limpidezza che diffondeva il battito dei loro cuori come piccoli pesci che saltavano sulle onde.

«Papà, papà! Ti ho visto ballare! Adesso devi ballare anche con me!» una vocetta indispettita si avvicinò a passo svelto, facendo sorridere la strega e un po’ meno Snape al quale avevano appena rotto l’incanto di quel momento.

La corsa della bambina aveva alzato piccole colonne d'acqua, schizzando entrambi i suoi genitori, la sua indignazione era mal celata dalla risata che era nata spontanea sulla sua piccola bocca.

Severus l’afferrò e la sollevò in aria come aveva fatto pochi istanti prima con sua madre, e la fece roteare mentre l’acqua si muoveva intorno a loro e gocce di miele s’infrangevano sui loro vestiti.

In quel momento, però, niente aveva più importanza, si dimenticò di tutto, gli bastò stringere l’esile corpo di sua figlia e guardare gli occhi sorridenti di Hermione, per abbracciare in un attimo tutta la sua esistenza.

E la felicità di avere le donne della sua vita così vicine a sé, nell’acqua fresca del lago rischiarato dalla luna piena.

 

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Capitolo 5
*** Mare ***


Rating: per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Harry Potter, Ginny Weasley, Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus non aveva idea di come Harry lo avesse convinto ad andare al mare.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole/pagine: 680/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare” (la storia la potete trovare su
EFP oppure nel Gioco Creativo n°13 “Un anno di sorrisi per Severus (se scorrete nell’indice, dal 18 ottobre, trovate i vari capitoli)).

Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Mare

 

Mentre era sdraiato, cercando di non cuocersi al sole come un pollo arrosto, provò a ricordare come Harry Potter fosse riuscito a convincerlo a seguirlo in quella folle gita, ma il caldo gli aveva annebbiato ogni pensiero, anzi, sicuramente gli aveva fatto evaporare ogni libbra di cervello.

«È stato gentile da parte di Minerva tenerci i bambini, oggi.»

«Si sente un po’ come la loro nonna, ed io sono contenta che ne abbiano un’altra.»

Da quant’era che parlavano quelle due?

Aveva ormai perso il conto e non capiva tutte quelle chiacchiere: al mare non ci si andava per rilassarsi?

Oltre che per abbrustolirsi, ovvio.

Forse avrebbe addirittura preso fuoco, prima o poi, ne era assolutamente certo.

L’unica fortuna di quella giornata, era che i bambini erano rimasti a casa, per essere precisi, ad Hogwarts – “ma sempre di casa si tratta, alla fine”, pensò Snape – e Minerva McGonagall era stata così meravigliosa da prenderseli tutti per un’intera giornata.

Solo che faceva troppo caldo.

Lui era abituato al freddo e all’ombra dei Sotterranei e al vento fresco che soffiava quasi sempre nella loro piccola villetta, ma lì! Lì era troppo, troppo caldo e non c’era per niente abituato!

Sbuffò ripetutamente, ma tutto quello che ottenne furono le occhiatacce delle due donne e il respiro che era più caldo della sua pelle, mentre Harry lo guardava con assoluta comprensione.

“Maledetto te che mi hai trascinato qui per lamentarti come e più di me, e maledetto sia io per essermi fatto convincere!”

«Dovreste bere qualcosa» suggerì Severus alle due donne.

«Perché? Non abbiamo mica sete» spiegò Hermione per entrambe, in fondo avevano disparate bibite a portata di mano, se avessero voluto, gli bastava allungare il braccio e prenderle.

«Infatti, non mi riferivo alla sete, soltanto al vostro cianciare pettegolo che deve avervi asciugato la lingua.»

Harry si ritrovò a sghignazzare mentre le due donne, allibite, lo fissarono con sguardo truce, indispettite dal mago che le stava spudoratamente deridendo con il suo solito sarcasmo.

Il viso di Ginny assunse una sfumatura molto simile ai suoi capelli raccolti in uno chignon e, quando si arrabbiava, era meglio non stare sulla traiettoria delle sue fatture, soprattutto perché quel dannato costume non aveva tasche dove mettere la bacchetta.

«Io e Severus andiamo a fare una passeggiata» così dicendo, i due uomini sparirono, lasciando sole le due donne, prima che Ginny riuscisse ad afferrare la sua, di bacchetta.

«È strano vederti in queste vesti» gli disse Harry quando furono lontani, sulla battigia, con i piedi nudi accarezzati dall’acqua salata che si muoveva lenta sotto una leggera brezza.

«Non credo che questo straccetto possa essere considerato un abito» rispose, facendo sorridere il giovane mago, lui, invece, si sentiva veramente ridicolo, coperto solamente da un costume verde e argento che gli arrivava a metà cosce.

“Se non altro, la mia premurosa moglie ha scelto due colori normali, molto Serpeverde e non un rosso che acceca la vista come quello che ha Harry.”

L’acqua era calma, di un meraviglioso turchese e così trasparente che si potevano vedere i pesci nuotare intorno ai piedi, solleticando ogni linea di pelle: era una bella sensazione, e il fresco del mare pian piano fece sparire il calore che si era accumulato sul suo corpo.

«L’altro giorno ho visto Sarah dare un bacio sulla guancia a James.»

«Cosa?» quelle parole furono più fredde di una doccia gelata: non voleva assolutamente che sua figlia s’imparentasse con un Potter, e poi erano troppo piccoli per qualsiasi cosa!

L’avrebbe chiusa in casa fino a quando non fosse stata maggiorenne, poco ma sicuro!

«Anzi, veramente gliene ha concessi due o tre, non ricordo con precisione.»

A quelle parole, Severus perse l’equilibrio e cadde nell’acqua, inzuppandosi dalla testa ai piedi mentre Harry rideva sguaiatamente, senza nemmeno sforzarsi di trattenere le risa.

Snape si alzò, fradicio, lo squadrò malamente dalla testa ai piedi e poi si allontanò dalla riva: un bel bagno gli avrebbe spento tutto il furore che aveva accumulato, sperando che l’immagine di Sarah e James sull’altare, annegasse nell’acqua.

E poi era da tanto tempo che non faceva una bella nuotata.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Pioggia ***


Rating: per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger, Sarah Snape
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus è costretto ad uscire sotto la pioggia per andare a cercare le donne della sua vita.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole/pagine: 728/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare” (la storia la potete trovare su
EFP oppure nel Gioco Creativo n°13 “Un anno di sorrisi per Severus” (se scorrete nell’indice, dal 18 ottobre, trovate i vari capitoli)).

Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Pioggia

 

Quella domenica l’aria era umida e la pioggia cadeva in forti scrosci che rimbombavano in tutta la casa, l’unico rumore che si poteva udire nel silenzio che lambiva ogni parete.

Severus camminava avanti e indietro, visibilmente preoccupato per quel ritardo del tutto ingiustificato.

Sarebbero dovute andare un’oretta al parco, ma ne erano passate più di due e, oltretutto, pioveva, e pioveva piuttosto forte e si sentivano persino i clangori del temporale che si stava via via avvicinando.

“Razza d’incosciente! Dove diavolo siete andate?”

Snape sbuffò per l’ennesima volta, ormai aveva perso il conto di quanti erano stati i suoi lamenti e le numerose imprecazioni che aveva lanciato alla quiete della casa.

Stanco di consumare il pavimento con le suole, prese il mantello, se lo appuntò alla gola e uscì sotto il cielo che aveva deciso di lacrimare piuttosto abbondantemente.

L’acqua gli scivolò in un attimo su tutto il corpo, bagnandogli i capelli e il viso, mentre anche i vestiti iniziarono ad inzupparsi ben presto.

“Complimenti, Severus, sarebbe stato chiedere troppo prendere un ombrello?”

Come aveva previsto, il parco era deserto, con numerose pozze trasparenti che s’increspavano sotto le gocce che rovinavano a terra e crepitavano sotto i piedi di Snape schizzando frenetici l’acqua.

Si guardò tutto intorno, ma non c’era traccia di nessuno, soltanto pioggia e pioggia che ormai gli stava ammollando persino le ossa, per non parlare di quella che aveva iniziato a penetrargli nelle scarpe!

Sicuramente avrebbe preso l’influenza, poco ma sicuro, e, altrettanto sicuro, era che Hermione avrebbe scontato quell’insensatezza prendendosi cura di lui giorno e notte.

A quel pensiero allettante, il mago sorrise, mentre l’acqua gli aveva ormai incollato i lunghi capelli al viso e, se avesse aperto la bocca, avrebbe persino bevuto.

«L’acqua piovana è un vero toccasana per le piante, le fa crescere forti e rigogliose» gli aveva detto sua madre quando era ancora un bambino e si perdeva insieme con lei a guardare le gocce di pioggia che scendevano lungo il vetro delle finestre.

Lui, però, era ormai cresciuto, e tutta quella pioggia non gli serviva di certo!

Se si fosse portato dietro l’ombrello, magari…

Snape uscì dal parco e prese a camminare lungo un viale alberato che conduceva al centro del piccolo paese dove abitavano, almeno gli alberi lo avrebbero riparato dalla pioggia che non aveva nessuna intenzione di cessare.

Sbuffò di nuovo e imprecò ancora, e continuava a farlo anche quando arrivò alla piazzetta desolata, dove soltanto la pioggia passeggiava tra i lastricati di pietra.

Scrutò ogni edificio che si affacciava su di essa, e con attenzione cercò due teste dai capelli arruffati che probabilmente se la stavano spassando mentre lui era in apprensione.

Ormai era zuppo fradicio e nei suoi piedi potevano esserci anche dei pesci per quanto ne sapeva e iniziava ad avere freddo, molto freddo.

“Ecco, l’influenza sta già arrivando!”

Era giunto nei pressi di una graziosa sala da tè, quando, finalmente, le vide.

Ridevano le sue due streghe, ridevano allegramente con delle tazze fumanti tra le dita, mentre lui era bagnato dalla testa ai piedi.

Entrò nel locale lasciando una scia di gocce d’acqua su tutto il pavimento e si diresse a passo spedito – e furioso – verso il tavolo in cui due splendidi sorrisi lo attendevano.

«Papà! Papà!» gridò divertita Sarah, ma l’uomo ignorò sua figlia per fissare con sguardo duro sua moglie.

«Non ti è venuto in mente di avvertire?»

«Scusa, Severus, hai ragione, ma Sarah voleva…»

«Voleva cosa?» la voce di Snape era severa, e aveva iniziato a tremare mentre sentiva l’acqua raggelarsi sulla sua pelle. «Ero in pensiero!»

«Papà è colpa mia, non te la prendere con mamma, volevo soltanto farti un regalo.»

Il viso della bambina divenne triste, ma si alzò per andare da suo padre e, così, all’improvviso, lo abbracciò, stringendo le sue esili braccia intorno alla vita di Severus.

«Scusa, papà,» ma Snape in quel momento sorrise, sorrise alla figlia e sorrise ad Hermione che aveva sul volto uno sguardo mortificato.

Prese in braccio Sarah e andò a sedersi vicino alla moglie alla quale diede un bacio sulle labbra per dissipare ogni preoccupazione.

«Bleah!» gridò la piccola, riuscendo, però, solamente a far ridere entrambi i suoi genitori.

Tutti e tre insieme rimasero seduti ad osservare le gocce che ad una ad una scendevano sulla vetrina del locale, mentre Sarah cercava di contarle e di afferrarle con le piccole dita.

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