Non buttiamoci giù

di i suoi occhi verdi
(/viewuser.php?uid=582427)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 1

Londra, 31 Dicembre 2014

Non so ancora cosa mi ha spinto a fare questo drastico passo. Cammino velocemente per paura di essere assalito dai dubbi. Salgo le scale due gradini alla volta per fare più in fretta. La colpa e l’angoscia mi tormentano da anni ormai. Non posso più farcela. Ed è questo il motivo per cui sono salito fin qui, nella notte di Capodanno, attrezzato di scala e un pacchetto di sigarette: voglio farla finita. Finalmente raggiungo il tetto, l’aria gelida mi scompiglia i capelli e mi fa rabbrividire. Mi stringo ancora di più nel cappotto per riscaldarmi, o forse per farmi coraggio. Prendo la scala, che non fatto fatica a trasportare fin qui, a differenza dei miei pensieri che sembrano macigni. L’appoggio in modo tale da creare un passaggio tra il parapendio e il vuoto. Comincio a fare qualche passo incerto sui pioli, che tremano sotto il mio piede. Prendo una sigaretta dalla tasca dei pantaloni e l’accendo.
“Questa sarà l’ultima sigaretta che fumerò in vita mia” prometto mentalmente mentre l’odore di tabacco che esce dalla mia bocca mi entra nei polmoni, regalandomi un attimo di pace.
Chiudo gli occhi e allargo le braccia. Se non fossi in questa situazione direi che sto imitando Titanic. Sorrido e una consapevolezza mi avvolge. E’ ora. Guardo l’ orologio, mancano solamente 10 minuti a mezzanotte. Respiro profondamente e…
“Scusa! Ne hai ancora per molto?”
Mi volto di scatto alquanto imbarazzato e i miei occhi incontrano quelli nocciola da cerbiatto della ragazza che ha parlato. La osservo attentamente: i capelli mossi con le punte bionde le ricadono sulle spalle, circondata da una sciarpa rossa. Il suo naso è dello stesso colore, probabilmente per il freddo. La figura davanti a me è esile e alta, indossa un paio di tacchi e un lungo giubbotto ricopre quello che sembra un vestito da sera.
Rimango incantato da quelle labbra che si muovono come per parlare, ma io non sento alcun suono. Credo di essere rimasto imprigionato in una bolla, ma tranquilli ci pensa lei a scoppiarla.
“Devo prendere il numerino o cosa? Oh, mi senti?”
“C-cosa??” balbetto sorpreso.
“Si, beh, siamo qui per lo stesso motivo, no?”
“Ehm, credo proprio di si..” le rispondo timidamente grattandomi la testa.
“Comunque io sono Violetta, Violetta Castillo” dice lei allungando la mano verso di me.
“Leon, Leon Vargas”
Mi sorride, non è uno di quei sorrisi forzati che si fanno quando non conosci qualcuno ma vuoi sembrare cortese, no, uno di quei sorrisi sinceri che ti scaldano il cuore.
“SPOSTATEVI TUTTI!” grida una ragazza bionda “abbastanza” infuriata.
Comincia a correre come una pazza verso la morte certa, ma con un movimento fulmineo la trattengo rovinando a terra insieme a lei.
“LASCIAMI, LASCIAMI! BASTA! VOGLIO BUTTARMI DI SOTTO!”
“MA TI VUOI CALMARE?” ribatte Violetta irrittata “MI SPACCHI I TIMPANI!” dice massaggiandosi le orecchie.
“AH! FANTASTICO! ABBIAMO UNA BAMBOLINA QUI!
“Ragazze smettetela.”
“MA BAMBOLINA A CHI?! MA TI SEI VISTA? SEMBRI APPENA USCITA DA UN NIGHT CLUB!”
In effetti quello che dice Violetta è vero. Calze a rete, minigonna, tacchi a spillo e pelliccia bianca fanno proprio pensare a qualche locale.
X:”Ehi, ma la smettete! C’è qualcuno qui che sta cercando di suicidarsi!”
Tutti e tre ci voltiamo di scatto zittendoci.
Il ragazzo che abbiamo davanti sembra avere la nostra età, ha un ciuffo castano e occhi scuri, abbastanza alto e muscoloso.
X:”Qualcuno vuole una pizza?” dice con una tranquillità assoluta masticandone una fetta.
“Ah, comunque io sono Federico e voi?”
“Tanto vale presentarci, io sono Leon”
“Violetta”
“Kate Moss”
Tutti ci giriamo verso la bionda sgranando gli occhi. Della serie “Ma questa da dove esce?!”
“Ma per poi comuni mortali sono Ludmilla Ferro.” Dice balbettando nervosamente, deve essersi accorta dei mostri sguardi.
“E’ stato un piacere!” dico correndo verso le scale, ma vengo subito fermata da Violetta.
“Dove pensi di andare?!” mi chiede fissandomi negli occhi.
“Dio quanto è bella. Cioè Dio quanto stringe.” Pensai correggendomi immediatamente.
Ma chi me l’ ha fatto fare?
Eh poi non è colpa mia. Dovevano proprio decidere di uccidersi oggi?
Però potevo evitare di scegliere proprio la “Casa dei suicidi” e la “Notte dei suicidi” per farla finita.
Guardo il cielo e noto diversi fuochi d’artificio. E’ mezzanotte. L’inizio di un nuovo anno.
 

 
HEILA BELLA GENTE.
Sono tornata con questa nuova storia Leonettosa e Fedemillosa (?) tratta del libro e film “NON BUTTIAMOCI GIU”.
E’ da parecchio che mi vagava per la testa questa storia è l’ho buttata giù. Fatemi sapere cosa ne pensate e siate crudeli. Voglio capire se ho scritto una stronzata oppure no. <3
XOXO LA VOSTRA PAZZA.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

CAPITOLO 2

Londra, 1 Gennaio 2015

Certo che se un figo come lui si vuole suicidare deve avere dei grossi problemi. I suoi occhi verdi smeraldo mi scrutano da capo a piedi, mentre io stringo la presa per evitare che se ne vada. Il suo ciuffo castano viene spettinato dal vento, mentre io rimango incantata ad osservare ogni particolare del suo viso alla ricerca di un minimo difetto, ma inutilmente.
 
Ma, aspetta. Lo sto ancora guardando, stringendo la stretta da mezz’ora, consapevole che gli altri due pazzi ci stanno fissando?!
 
“Piccioncini, trovatevi una camera!”
Ecco, come non detto. La voce squillante di quell’oca mi entra nelle orecchie, facendosi che mi volti lasciando il braccio ormai viola di quel poveretto e abbassi lo sguardo imbarazzata.
“B-beh, insomma, perché volevate, beh, avete capito” dice Leon balbettando a tratti.
All’improvviso tutti si zittiscono, fissando il ragazzo che ha appena parlato. Capisco la loro situazione, io compresa sprofondo all’idea di raccontare la mia storia. Comincio a giocare nervosamente con i miei capelli mentre fisso il vuoto più totale davanti a me.
“Comincio io, visto che sono la SU-PER-NO-VA”
“Supermercato vorrai dire” sussurro causando lo sghignazzare del moro di fianco a me.
Mi siedo, appoggiando la schiena alla parete e vengo subito imitata da Leon.
Ora sono pronta ad ascoltare quella gallina.
La bionda di fronte a me si siede su un muretto, appoggia i gomiti sulle cosce mentre si tortura le mani.
Respira profondamente, ha pianto da poco, posso intuirlo dal trucco colato che si trova sulle guance.
Mi preparo ad una storia shoccante, piena di tristezza e lacrime, forse provo anche un po’ di pietà per lei.
“MARCO MI HA LASCIATO PER QUELLA TROIA DI FRANCESCA!”
Oh, Cristo.
Ok, non ero preparata a questo.
“OOK.”
Diciamo pure che non è proprio quello che mi aspettavo.
“Bene, continuo io” dice Federico appoggiando una mano sulla spalla di una Ludmilla disperata.
Prende un respiro profondo, chiude gli occhi, forse per trovare le parole giuste.
“Ho il cancro.”
Oh, cristo, la vendetta.
 “WOW, CHE FORZA!” starnazza la Ferro.
Mi porto una mano alla testa sbattendola con forza sulla fronte. Ma si può essere così stupidi?
“Senti amico, mi…” tenta di dire Leon ma viene subito bloccato dal moro.
“No,no niente mi dispiace e cose simili, ne ho sentiti fin troppi.” Dice Federico con amarezza mentre prende un’altra fetta di pizza e la ficca in bocca.
“Piuttosto te, qual è il motivo per cui hai scelto di buttarti di sotto?” dice indicando Leon con lo sguardo mentre mastica voracemente.
Subito dopo questa domanda vedo l’interessato fermarsi e sgranare gli occhi per poi guardare il cielo.
“Mia sorella è morta.”
Ok, niente di strano. Forse è l’unico normale?
“Per colpa mia..”
Oh, cristo, la vendetta parte 2.
Non ho parole per descrivere la malinconia nei suoi occhi. Continua a fissare gli ultimi fuochi d’artificio mentre i suoi occhi diventano lucidi.
Faccio solo una cosa: con timidezza gli afferro la mano per trasmettergli coraggio. Lui sembra sorpreso all’inizio, infatti fissa le nostre mani unite per poi contraccambiare la stretta.
“E tu? Perché una ragazza così bella vuole farla finita?” mi chiede quasi in un sussurro.
Mi irrigidisco di colpo.
No, non posso raccontare la mia vita ad un perfetto estraneo, anche se è lo sconosciuto più bello che abbia mai visto.
Stacco la mia mano, controvoglia e mi alzo di scatto.
“Violetta!” urla il moro cercando di seguirmi.
“No, statemi lontana, è meglio così.”
Comincio a correre giù dalle scale inciampando nei tacchi, che per la frustrazione butto a terra rompendoli.
Comincio a correre per le strade deserte di Londra, mentre piccole goccioline di pioggia si mescolano alle mie lacrime.
“Dove credi di andare?”
Mi sento aggrappare per il polso.
Una mano viscida che conosco fin troppo bene.
“Lasciami subito” ringhio tra i denti.
Tento di fare la dura ma in realtà sono terrorizzata.
“Ah, Vilu,Vilu, ti ho già detto che non mi piace quando mi dai ordini”
Schiaffo.
La guancia brucia sotto il suo tocco.
Mi trovo davanti al mio peggior incubo.
Mi trovo davanti a Diego Hernandez.

 
HEILA BELLA GENTE!
Secondo capitolo della mia storia che a quanto vedo è piaciuta parecchio :D Non vedo l’ora di continuare ahahahahhaah però domani.
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito e l’hanno aggiunta alle preferite.
XOXO LA VOSTRA PAZZA.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 3

Londra, 1 Gennaio 2015

Vedo Leon buttarsi letteralmente dalle scale.
Si nota lontano un miglio che è cotto di Violetta.
Posso scorgere la preoccupazione nei suoi occhi e posso capirlo.
Chi non sarebbe angosciato nel lasciare che la ragazza amata vada in giro da sola per le strade di Londra, sotto la pioggia, la notte di Capodanno?
“Scommettiamo che quei due finiscono a letto prima di San Valentino?” dice improvvisamente la bionda porgendomi la mano.
“Accetto” dico fissandola negli occhi.
Dopotutto è una bella ragazza, i capelli biondi le arrivano a metà schiena. I suoi occhi nocciola, che mi osservano, trasmettono furbizia e un pizzico di malizia e gli angoli delle sue labbra così sottili sono piegati per formare un sorriso pieno di astuzia.
Mi rendo conto che le sto ancora stringendo la mano e imbarazzato la tolgo subito.
Mi siedo e prendo un’altra fetta di pizza per mascherare il mio disagio.
Ludmilla mi imita, accavallando le gambe.
Tiene sospesa una fetta di pizza, si gira di scatto e mi osserva.
“Tu non hai il cancro, vero?” dice per poi cominciare a masticare.
Io, che nel frattempo avevo bevuto un sorso di birra, lo sputo fuori per la sorpresa.
“CHE COSA?!” urlo girandomi verso di lei.
“Si, io sono un’esperta di bugie e sono un’ottima attrice. Noto subito se qualcuno sta fingendo.” Dice con una tranquillità sovrannaturale per poi stappare una lattina.
Ne beve un sorso e poi dice:” E tu sei un pessimo ballista, mi stupisco che Violetta e Leon non se ne siano accorti” mi sorride, il sorriso più dolce e stronzo del mondo.
Aspetta, che cosa sto dicendo,no, no.
“Si vede cosi tanto?”
“Non sai quanto.” Dice per poi fissarmi.
“E tu? Non credo che il motivo per cui sei salita fin qui sia la rottura con il tuo ragazzo.”
Alla mia affermazione alza gli occhi al cielo per poi rispondermi.
“In verità si, sono qui per il mio EX, ma è stata semplicemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.” Dice calcando bene sulla parola EX.
“Ah, capisco…”
In verità non ci sto capendo un bel niente.
“Ti è mai capitato di sentirti invisibile?”
“Che?” arriccio il naso dopo la strana domanda della Ferro.
“No, niente. Ti senti come se nessuno vedesse quello che c’è dentro di te, la vera te. Poi quando Marco mi ha insultata, dandomi della poco di buono, sono salita qui e..” dice per poi essere interrotta dai singhiozzi.
Mi parte il cuore vederla così. Non so perché ma l’abbraccio istintivamente. Lei affonda il viso nell’incavo del mio collo e si lascia cullare. La pioggia mi sta lavando da capo a piedi, ma non me ne importa niente.
Appena l’ho vista ho pensato:”Oddio, un’altra bionda senza cervello.”
Ma adesso che la sento qui tra le mie braccia e indifesa devo ricredermi. Se incontro quel figlio di buona madre che l’ha ridotta così giuro che gli spacco la faccia.
Ma perché sento il dovere di proteggerla? E soprattutto, perché il cuore mi sta letteralmente uscendo dal petto?
 
 
“Lasciami immediatamente.” Ripeto sempre più sicura di me stessa.
Un schiaffo e un altro ancora bruciano sulla mia pelle.
“HO DETTO LASCIAMI!” dico per poi morderlo sulla mano.
Diego come previsto lascia la presa e io ho una via di fuga.
Comincio a correre come una forsennata alla ricerca di qualcuno, ma non trovo nessuno.
Possibile che in una notte come questa le strade siano completamente deserte?
Mi guardo dietro scorgendo la figura alta e muscolosa di Diego. Comincio a imprecare e svolto l’angolo velocemente.
 “Eh, no, bambina. Tu resti qui con me.” Dice quell’essere disgustoso prendendomi per un braccio.
“AIUTO!” urlo.
Un pugno arriva alla mia pancia facendomi rivoltare lo stomaco.
“CHE STAI FACENDO?” urla una voce conosciuta.
“LEON!” dico contenta, forse c’è ancora speranza per me.
Il ragazzo tira un destro a Diego facendolo cadere a terra e liberandomi.
Mi butto tra le sue braccia, stringendo il suo cappotto in cerca di protezione. Non so il motivo ma mi sento sicura tra le sue braccia.
“Leon Vargas, quanto tempo.” Dice Diego con fare disprezzante.
“Hernandez.” Dice Leon tra i denti.
 

 
HEILA BELLA GENTE!
Giuro che vi amo troppo.
Due capitoli e ben 5 recensioni e 3 commenti brevi. Sto impazzendo.
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la storia alle preferite e tutti quelli che l’hanno recensita.
Dedico il capitolo a Jortinosamenteleonetta, vilu y leon e ahiestare che seguono la storia fin dal primo capitolo.
Lascio a voi il commento del capitolo.
XOXO LA VOSTRA PAZZA.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 4

Londra, 1 Gennaio 2015

“Vattene subito.” Ringhio di nuovo tra i denti.
Diego Hernandez, l’essere più orribile che possa esistere sulla Terra, è proprio davanti a me.
“Perché dovrei? Hai la tra le braccia la mia donna, dovrei spaccarti la faccia.” Dice per poi mostrarmi un sorriso sghembo.
Violetta è impaurita, lo posso notare dal suo sguardo e dal tremare del suo corpo. Si è rifugiata dietro di me, come un cagnolino fa con il suo padrone e si è aggrappata alle mie spalle come se fossi la sua ancora di salvezza.
“Da quello che vedo, non credo che lei voglia esserlo, almeno non più.” Dico per poi stringere la mano della ragazza per trasmetterle sicurezza.
“Lei è mia.” Dice all’improvviso rivolgendomi uno sguardo carico di odio “Come d'altronde lo era Tatiana” dice per poi ridere di gusto.
“Ora ti faccio vedere io!” dico con l’intenzione di ucciderlo lentamente, ma vengo fermato da qualcosa, o meglio da qualcuno.
Violetta mi stringe la mano con forza per implorarmi di andarcene. Nei suoi occhi vedo scorrere parole che cerca di trasmettermi.
“Va tutto bene. Andrà tutto bene, stai calmo. Ci sono io qui ora.”
Come possono delle semplici pupille a dire tutto questo? Chiaro, non è solamente uno sguardo qualunque, ma quello di Violetta.
“Che c’è ora? Hai paura?”
Quella voce fastidiosa mi rimbomba nelle orecchie facendosi che mi volti infuriato più che mai.
 
No, non voglio dargli la soddisfazione di arrivare al suo obbiettivo: far scatenare il diavolo che c’è in me.
“Andiamocene” dico rivolgendo alla mora un sorriso.
Lei non risponde, semplicemente mi mostra i suoi denti perfetti e cominciamo a camminare, lasciando lì quell’idiota che continua a imprecare contro di noi che ci allontaniamo sempre di più mano nella mano.
A proposito, non mi dispiace questo contatto, anzi, mi piace sentire il calore trasmesso dall’intreccio delle nostre dita.
 
MA COSA MI STA SUCCEDENDO?
 
 
 
“AHAHHAHAHAHHA QUESTA ERA PESSIMA!” dico ridendo come una matta.
“Dai, ne ho un’altra. Ho un amico così vecchio che ha la bibbia autografata” dice Federico per poi fissarmi.
Io lo guardo e scoppio a ridere.
“Ok, è la battuta più cattiva che io abbia mai sentito” dico riprendendomi dal mio sclero momentaneo.
Tra una barzelletta e l’altra ho l’occasione di osservarlo.
La cresta castana scura, ora completamente afflosciata per l’acqua, era continuamente sistemata dalle mani del ragazzo, i suoi occhi sono scuri e le punte delle sue orecchie, simile a quelle di un folletto, sono rosse per il freddo.
Il suo sorriso manda il mio cuore in fiamme e le sue mani riscaldano le mie.
 
Ma una domanda mi ronza per la testa e per sbaglio, o fortuna, mi esce dalla bocca.
“Perché fai tutto questo?”
“Voglio renderti felice Ludmilla, una ragazza come te merita di stare bene”dice trasmettendomi una dolcezza infinita.
Già la felicità, siamo sicuri che io sappia cosa sia? Non mi sono mai sentita soddisfatta della mia vita, eppure  con lui mi sento diversa. Sarà questa sensazione ad essere la felicità?
Gli sorrido timidamente e le mie guance si tingono di rosso. Dannazione.
“Senti, ehm, ti va di andare a prenderci qualcosa, così per chiacchierare?”
“D’accordo, andiamo” dice per poi alzarsi e prendermi a braccetto.
Cominciamo a camminare ridendo come due pazzi fino a raggiungere uno dei miei bar preferiti: Jessy’s.
“Ma guarda chi si vede.”
“Cosa vuoi Marco??”dico con disprezzo verso la persona davanti a me.
“Volevo solamente ricordarti che ti ho appena mollato e tu sei già in giro con altri, troia.
“Questo non lo dovevo dire” dico furiosa ma allo stesso tempo sull’orlo del pianto. Le parole fanno male, anche dette da una persona come lui.
Lo prendo per il naso facendolo rovinare a terra.
“Sto sanguinando??!” dice tentando di alzarsi.
“Non ancora.” Dice Federico cominciando a tirargli pugni per poi finirlo buttandolo in un cassonetto li vicino. Io osservo la scena divertita per poi entrare nel pub, seguita dal primo ragazzo che mi ha difeso in vita mia.
 

 
HEILA BELLA GENTE.
Non smetterò mai di ringraziarvi per le 10 recensioni. Vi adoro giuro. Che dire? Credo che il capitolo si commenti da solo :D alla prossima.
XOXO LA VOSTRA PAZZA.
 
P.s.= La scena della lotta tra Federico e Marco l’ho presa da una puntata di glee.
A seguito il link: 
https://www.youtube.com/watch?v=EFopCXshIlM

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 5

Londra, 1 Gennaio 2015

Cammino tenendo un braccia intorno alla vita di Violetta, che sta tremando come una foglia.
“Hai freddo?”
“S-si, abbastanza.” Dice per poi stringersi ancora di più a me.
“Aspetta” dico per sfilarmi il cappotto e appoggiarglielo sulle spalle.
“Che stai facendo? No, no, ti riprendi il giubbotto. Non voglio che il signorino muoia di freddo.” Dice ridendo
“Non mi importa, tutto per una principessa.”
Lei arrossisce sorridendo per poi guardare verso il basso.
Ora che la guardo attentamente, noto un impronta di mano sulla guancia.
Maledetto Hernandez, se prova ancora ad avvicinarsi giuro che non vedrà un domani.
Tra una chiacchiera e l’altra raggiungiamo uno dei miei luoghi preferiti.
http://www.flickr.com/photos/djsosumi/3814140461/
“Amo questo posto” dice all’improvviso Violetta.
“Mi piace starmene qui, a rilassarmi, a leggere o semplicemente per pensare.” Dice per poi sedersi sulla panchina lì di fronte.
Io la osservò sbalordito: possibile che io e questa ragazza ci assomigliamo così tanto?
“Cosa centra un essere spregevole come Diego Hernandez  con una ragazza come te?” dico per poi fissarla negli occhi.
Lei si volta verso di me e guarda verso il basso. Noto che il luccichio nei suoi occhi è svanito non appena ho pronunciato il nome di quell’uomo.
“Tzt, tutta colpa di mia madre” dice sorridendo amaramente.
La guardo interrogativamente, forse mi sono sbagliato e non ho capito bene.
“Si, ti sembrerà strano, ma tutt’ora esistono i matrimoni combinati.”
“No, ne sono a conoscenza”
Ora è lei a guardarmi sbalordita.
Il verde e il marrone si mescolano dando vita ad un intreccio magico. Come la terra e l’erba, l’uno non può esistere pienamente senza l’altro, ecco come descriverei il mio stato d’animo in questo momento.
“Che succede con tua sorella?”sussurra accarezzandomi una guancia.
Questo contatto manda al diavolo tutte le mie incertezze.
“E c-come fai a conoscerlo?” dice titubante.
“Diciamo che prima di te, la sua preda era Tatiana.” Dico continuando ad avanzare a tentoni. Mi fa male parlare del mio passato.
“E io non sono riuscita a salvarla.” Dico amaramente mentre i miei occhi diventano lucidi “Ma riuscirò a far giustizia”
Violetta mi osserva, è in lacrime. Probabilmente anche lei deve subire tutto ciò che ha subito mia sorella.
La abbraccio spontaneamente e lei si accoccola tra le mie braccia.
“Ti aiuterò, te lo prometto.” Dice tra un singhiozzo e l’altro.
“Io ti proteggerò, sempre” dico per stringerla sempre di più a me.
Dopo un po’ il suo respiro si normalizza, insieme al mio cuore che sta andando letteralmente in orbita.
“Leon” dice guardandomi.
“Si?”
“Grazie”
Sorrido e guardo i primi raggi di sole del nuovo anno.
“Di niente”
Ora sono pienamente consapevole che questa ragazza mi ha intrappolato. Imprigionato in una rete indistruttibile chiamata amore.
 
 
“Ma cosa fai?!” dico guardandolo male.
Il ragazzo di fronte a me, infatti, ha la cannoccia del suo cocktail nella bocca e soffiando crea delle bollicine al suo interno.
“Così lo rendo più frizzante.” Dice con aria sofisticata.
Io scoppio a ridere come non facevo da parecchio tempo, Federico ha un strano effetto su di me.
“Signorina Ferro, deve venire con noi”
“Scusi lei sarebbe?”
“Non importa chi sono, l’importante è che mi manda suo padre”
“IO NON VERRO’ CON VOI, SOPRATTUTTO SE CENTRATE CON LUI”
“Signorina, non opponga resistenza”
“Ehi, ehi, ehi. Prima di tutto la lasci. Secondo se la costringete dovrò per forza venire con voi.” Dice Federico per farmi un occhiolino.
Mi sta salvando la pelle, di nuovo. Ma cosa vuole quell’uomo, dopo tutti questi anni?

 
Heila bella gente!
Scusatemi se ieri non sono riuscita ad aggiornare, ma ero completamente distrutta, tutt’ora lo sono. Devo ancora finire matematica, chimica e studiare grammatica! Che felicità! Ovviamente sono ironica. Voglio avvisarvi che non so se riuscirò ad aggiornare quotidianamente con il ritorno a scuola e soprattutto con il fatto che ci bombarderanno di verifiche, ma continuerò a fare tutto il possibile per portar avanti questa storia.
XOXO LA VOSTRA PAZZA. :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 6

Londra, 2 Gennaio 2015

Sono in macchina da ore e non ho la più pallida idea di dove stiamo andando.

Con una mano giocherello nervosamente con i miei capelli biondi, mentre guardo verso il basso.
La mano di Federico prende all’improvviso la mia, trasmettendomi sicurezza.
Alzo lo sguardo un po’ perplessa, come per domandargli il motivo di quel gesto.

“Andrà tutto bene, vedrai.” Dice per poi abbracciarmi.

“Con me sei al sicuro” dice stringendo ancora di più le sue braccia intorno al mio esile corpo.

Sono alquanto confusa, la situazione che mi si presenta davanti è assai preoccupante, ma il moro mi trasmette serenità. Non so più cosa pensare.

L’auto si ferma bruscamente e un uomo apre la portiera di fianco a me.
Scendo un po’  titubante per poi osservare l’edificio.
Mio padre non è per niente cambiato, a precederlo c’è sempre il suo esibizionismo.
 
 
 
 
Sono accoccolata tra le braccia di Leon e da un po’ alcuni pensieri mi turbano.
“Violetta?”
“hmn, si?” dico rispondendo sbadigliando vistosamente.
“A cosa stai pensando?”
Cavoli, non pensavo che oltre ad un ragazzo stupendo fosse anche un veggente. Ok Violetta, cerca di essere sicura e ferma.
“Ehm, si, ehm, a n-niente!”
Come non detto.
“Violetta… A cosa stai pensando?”
Ma diamine! Come avrà fatto a scoprirmi?
Boh, forse per il fatto che hai dato una risposta degna di un balbuziente che si rispetti?
Zitta coscienza!
“Devo trovare un posto per dormire stanotte. Da Diego non se ne parla e nemmeno in strada. Sono piena di problemi.”
Oh, eccome.
“Beh, se vuoi puoi dormire da me” dice Leon
“Davvero?”
“Si, insomma, ho la camera di mia sorella e sono sicura che mia mamma non si farà problemi ad ospitarti”
“Grazie mille” dico per poi buttarmi tra le sue braccia.
“di niente” mi risponde lui con uno splendido sorriso.
No, aspetta, cosa?! No Violetta, tu non puoi assolutamente permetterti di innamorarti.
Peccato, che io lo sia già.
 
 
 
“Che vuole, signore?” dico rivolgendomi a quello che non si può definire un padre.
“Ludmilla, non mi dai un abbraccio, stellina mia?” dice con un tono di dolcezza.
“cosa vuoi, papà?” dico ancora più infastidita dal suo comportamento e tengo ben stretta mano di Federico.
“Ho bisogno di parlare con te, da sola.” Dice fermo per poi puntare i suoi occhi freddi sul moro.
“Ludmilla, io ti aspetto fuori.”
“No, no, tranquillo. Resta qua.” Disse speranzosa guardandolo negli occhi.
Lui di risposta mi prese la mano.
“Ludmilla.. tua madre..”
Girai la testa di scatto riducendo gli occhi ad una fessura.
“è morta”
Il silenzio che ne seguì, fu spezzato da un mio grido, un urlo disperato, come se volessi scomparire e non tornare mai più.
 

HOLA CHICAS!
Lo so scusatemi tantissimo, ma oltre a non avere ispirazione e tempo, la mia connessione in questi giorni è andata a farsi fottere, yeeh.
Comunque questo capitolo è cortissimo, ma vi prometto che d’ora in poi continuerò a scrivere capitoli più lunghi.
Recensite, Recensite, Recensite.
XOXO I SUOI OCCHI VERDI.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 7

Londra, 2 Gennaio 2015

Ludmilla è corsa fuori dalla villa piangendo. Io sono rimasto completamente paralizzato e continuo a fissare il padre con aria di rimprovero, poteva usare un modo più gentile per dare una notizia tanto dolorosa.
Sbuffo e comincio a seguire la bionda fuori dalla porta. La vedo su una panchina ad asciugarsi le lacrime.

“Ludmilla” dico per poi posare una mano sulla spalla della ragazza davanti a me.

Lei si gira, gli occhi rossi dal pianto e i capelli arruffati e bagnati dalle prime gocce di pioggia.

All’improvviso lei scoppia in una risata, non quelle reali, ma di quelle pazze, quelle che ti mettono paura.

La guardo interrogativamente.

“E’ stato facile ingannarlo, non è vero? Dopotutto sono una brava attrice”

Rimango scioccato dalle sue parole, ma decido di non prestarci molta attenzione.

“Ho dimenticato il giubbotto dentro, torno subito” dico per poi allontanarmi verso l’edificio.

Una volta dentro individuo la mia giacca dentro lo studio del padre.

La afferro e mi volto verso l’uscita.

“Prenditi cura di lei, fallo per me” mi dice con voce rotta dai singhiozzi.

“Certo, lo farò signore.” Dico riferendomi al proprietario della villa.

Esco di corsa, appena in tempo per vederla entrare in un taxi. Dove diavolo vorrà andare a quest’ora?
E per tenere fede alla promessa fatta pochi minuti prima decido di seguirla.
 
 
Io e Leon stiamo correndo come due matti sotto la pioggia.

E’ cominciata con poche goccioline per poi diventare un temporale.

Arriviamo sotto quello che penso sia il condominio di Leon.

Siamo letteralmente bagnati fradigi. Anche con il ciuffo afflosciato, resta comunque bellissimo.
Mi sorride e prende le chiavi dalla tasca e mi invita a salire le scale. Gli sorrido di rimando e avanzo.
Dopo ben sette piani di scale siamo arrivati. L’appartamento anche se piccolo è accogliente.

“Dormirai qui” dice per poi mostrarmi una graziosa stanzetta. Le pareti sono lilla, vi è una graziosa scrivania bianca e un letto con un morbido piumone viola.

 “Grazie mille, non so come avrei fatto” dico per poi abbracciarlo.

“Di nulla” dice per poi sorridermi “E’ un piacere aiutarti”
 
Mi ritrovo davanti ad una discoteca. Infatti, il mio inseguimento mi ha portato qua.
Entro e subito la musica assordante mi riempie le orecchie mentre l’odore pungente di alcool mi entra nelle narici.
Comincio a cercarla ovunque con lo sguardo.
Intorno a me ci sono molte ragazze troppo giovani per restare in un posto del genere. Se ne stanno attaccate a ragazzi di dieci anni più di loro cercando di sedurli. Che generazione di merda.
 
Girando la testa noto la capigliatura fluente della bionda che sta ballando con un ragazzo. Le mie vene pulsano e stringo i pugni.
Aspetta, quelle che provo è gelosia?
Non importa ora.
Mi avvicino velocemente scostando le persone che mi trovo davanti con un gesto violento del braccio.
“Ehi, bello smamma. Lei è mia.” Dico al ragazzino mettendomi in mezzo a loro due e guardandolo in cagnesco.
Lui sembra alquanto infastidito, ma lancia un’occhiata alla bionda facendole l’occhiolino.
Questo gesto mi manda in bestia, ma cerco di controllarmi. Ora la cosa più importante è portare Ludmilla fuori di qui.
“Ehi, ma che vuoi?!” dice urlandomi contro.
“Ora vieni con me” dico prendendola per un braccio.
“Ma lasciami in pace!” urla per poi liberarsi dalla mia presa e girandosi.
“LUDMILLA!”
Lei si blocca a pochi metri da me e abbassa lo sguardo.
Dopo qualche secondo si gira e mi abbraccia di slancio.
“Va tutto bene, ora ti porto via da qui” le dico per poi sentirla urlare e piangere fino a farle togliere il respiro. Mi si spezza il cuore vederla cosi, ma deve sfogarsi. Il dolore finalmente è uscito fuori.
 
 
 
Mi rigiro e rigiro nel letto, non riesco proprio a dormire.
Continuo a pensare a quegli occhi verdi magnetici e alle sue braccia muscolose che si stringono intorno al mio corpo.
Come se mi leggesse nel pensiero, sento la porta aprirsi e lo vedo in piedi con gli occhi chiusi.
“Leon cosa ci fai qui?” dico con la voce impastata dal sonno.
….
“Leon?” ripeto notando che non mi risponde.
Lui avanza e mi prende il viso tra le mani,baciandomi.
All’inizio, sorpresa, non rispondo, ma dopo pochi secondi chiudo gli occhi e mi godo il dolce bacio.
Se le mie ipotesi sono giuste, lui è sonnambulo e non ricorderà niente, ma non mi importa.
Assaggio le sue labbra morbide e la sua lingua cerca la mia.
Schiudo le labbra e il bacio da casto diventa passionale.

Dopo alcuni minuti ci stacchiamo e come è venuto ritorna in camera sua.

Mi tocco le labbra e arrossisco violentemente. E’ stato uno dei baci più belli della mia vita. Ho provato emozioni che con nessuno avevo provato. Mi stendo e gli angoli della mia bocca si piegano in un sorriso.

Se prima non riuscivo a dormire. Beh, figuriamoci ora.
 
HOLA CHICAS!
WAAAAAAAAA. Amo alla follia questo capitolo. Non so se essere più contenta per la gelosia di Federico o il bacio Leonetta. Voi cosa ne dite?
Leon si ricorderà del bacio?
Tra Ludmilla e Federico succederà qualcosa?
Eheheheheh io sto già progettando un altro capitolo.
Sono tornata dal mare ieri, ho acceso il computer e mi sono detta “DEVO AGGIORNAREEE!”.
Beh, mi stavo addormentando sul computer. Così per evitare di scrivere schifezze, ho rimandato ad oggi. Ho preso delle caramelle e mi sono guardata tantissime puntate di Gossip Girl. Muaahhahahahaha.
Colgo l’occasione di ringraziare tutte quelle che hanno aggiunto la storie nelle preferite, seguite o semplicemente la recensite.
Siete Fantastiche.
Alla prossima, i suoi occhi verdi.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 8

Londra, 3 Gennaio 2015

 
La sveglia suona, interrompendo quei pensieri che mi hanno perseguitato tutta la notte. Ho davvero baciato Violetta o era semplicemente frutto di una mia fantasia? Cosa diavolo ho bevuto ieri sera?! Guardo l’orologio davanti a me che con il suo ticchettio fastidioso continuava a tormentarmi: sono le sette e mezza. Dovrei alzarmi, ma poi cosa dirò a Violetta? E se lei non ricambiasse? Oh merda Leon, da quando sei diventato così insicuro di te stesso? Vargas che a paura di una ragazza? No, certo che no. O forse si? Che confusione.
 “Sarà meglio che prepari la colazione” penso tra me e me mentre mi dirigo in cucina.
 

“Violetta! E’ pronta la colazione!” dico gridando dalla cucina immersa nel dolce profumo di pancakes ai mirtilli e di caffè.
“Ehi, bella dormigliona!” dico appoggiandomi allo stipite della  porta.
Non noto nessuna risposta da parte sua quindi mi appoggio al letto. Tolgo le coperte e rimango di sasso quando non vedo la sua figura esile rannicchiata s se stessa per proteggersi dal freddo, i suoi capelli biondi scompigliati e il suo viso sereno dormiente.
 
“Violetta! Dove sei?” dico abbastanza preoccupato aggirandomi per i corridori.
 
“Violetta andiamo! Odio gli scherzi!”
Mi aggiro per le stanze alla ricerca della ragazza, ma non la trovo da nessuna parte. Dove si sarà cacciata?!
 
Sento squillare il mio telefono e sospiro vedendo il nome “Vilu” apparire sullo schermo.
“Violetta! Grazie al cielo, ero preoccupato..”
“Leon” dice lei titubante, con la voce tremante.
“Mi devi a-aiutare, ti prego. Trovami” dice lei calcando sull’ultima parola.
 
“Violetta? Dove sei? Ti vengo subito a prendere.” Dico agitato prendendo la giacca di pelle nera e il casco della moto.
“Leon sono al…” la sua voce si interrompe lasciando spazio al TU-TU del telefono.
 
“Violetta! VIOLETTA! DANNAZIONE!” dico scaraventando il telefono a terra. Devo trovarla assolutamente. Al diavolo i pancakes e il caffè, che si brucino.
 
 
“OH, ECCO DOV’ERA IL TELEFONO, PICCOLA, INGENUA VIOLETTA.” Dice Diego prendendo il mio mento tra le mani.
 
“Il tuo fidanzatino piagnucolo non ti troverà mai. E tra poco sarai solo mia, Vilu.” Dice per poi baciarmi.
Sono schifata.
E’ uno di quei baci violenti che non danno spazio ai sentimenti, indicano solo possessione.
Serro le labbra. Non voglio baciare Diego. Non voglio essere toccata da lui. Voglio solo sentire le morbide mani di Leon sul mio viso, voglio sentire solo il suo sapore misto tra tabacco e menta sulla mia pelle e voglio sentire le sue labbra sfiorare le mie prima delicatamente e poi appassionatamente.
 
“Eh dai principessina, non farti corteggiare tanto” dice per poi guardarmi negli occhi.
 Mi viene quasi naturale sputargli il faccia per far notare il mio disgusto.
“Eh vabbene, Castillo” dice pulendosi la faccia con la manica della sua camicia.
“Ma sappi che ti farò mia, per sempre.” Mi sussurra nell’orecchio facendomi rabbrividire.
 
Si alza in piedi e avvicina alla porta. Sarebbe un buon momento per scappare se solo non avessi le mani legate al muro.
 
“LODOVICA! Pensaci tu!” dice per poi andarsene. Ho paura. Per favore Leon trovami.
 
 
“Dannazione Violetta rispondi!” gridò mentre scendo dalla mia moto.
 
Salgo il palazzo velocemente, riuscirò a trovarla ne sono certo.
 
“FEDERICO”
“oh, cazzo.” Esclamò vedendo il suo appartamento letteralmente disastrato.
 
“Oh, ehm, ti spiegheremo più tardi” dice indicando Ludmilla seduta sul divano. I suoi occhi sono cupi e tristi, il suo trucco è colato e ha occhiaie talmente profonde che sembra che non dormi da giorni.
“Ah, capisco.”
“Piuttosto a te cosa è successo?” dice Ludmilla alzandosi in piedi e affiancando Federico. La sua domanda mi scuote leggermente e mi ricorda che non abbiamo molto tempo.
 
“Violetta, l-l’hanno rapita. Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo sbrigarci.”
 
 
RAGAZZE QUI CI VUOLE UN APPLAUSO.
Sono riuscita ad aggiornare. #Ohmygooood
Sono stata troppo impegnata in quest’ultimo mese. Sono letteralmente distrutta. Possibile che dovevo scegliere proprio un liceo?! MAH.
Comunque come vi è sembrato il capitolo? Spero bello, perché non vedo l’ora di continuare.
 
P.S: HO INTENZIONE DI SCRIVERE UN’ALTRA STORIA. U.U
 
Chi è la misteriosa Lodovica?
Cosa succederà a Violetta?
Cosa è successo tra Fede e Ludmilla?
E soprattutto Leon salverà Violetta e le dirà che la ama?
 
ALLA PROSSIMA; I SUOI OCCHI VERDI.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2571656