Captain Harlock the immortal space pirate

di Arvati77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un simbolo di libertà e speranza - parte 1 ***
Capitolo 2: *** Un simbolo di libertà e speranza - parte 2 ***
Capitolo 3: *** Via dall'Arcadia ***
Capitolo 4: *** Per la salvezza di Arreta - Parte 1 ***
Capitolo 5: *** Per la salvezza di Arreta - parte 2 ***
Capitolo 6: *** Pirati - Parte 1 ***
Capitolo 7: *** Pirati - parte 2 ***
Capitolo 8: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 1 ***
Capitolo 9: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 2 ***
Capitolo 10: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 3 ***
Capitolo 11: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 4 ***
Capitolo 12: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 5 ***
Capitolo 13: *** Una nuova speranza per il futuro - parte 6 ***
Capitolo 14: *** Tela di ragno - parte 1 ***
Capitolo 15: *** Tela di ragno - parte 2 ***
Capitolo 16: *** Tela di ragno - parte 3 ***
Capitolo 17: *** Tela di ragno - parte 4 ***
Capitolo 18: *** Tela di ragno - parte 5 ***
Capitolo 19: *** Tela di ragno - parte 6 ***
Capitolo 20: *** Tela di ragno - parte 7 ***
Capitolo 21: *** Tela di ragno - parte 8 ***
Capitolo 22: *** Tela di ragno - parte 9 ***
Capitolo 23: *** Tela di ragno - parte 10 ***
Capitolo 24: *** Tela di ragno - parte 11 ***
Capitolo 25: *** Tela di ragno - parte 12 ***
Capitolo 26: *** Tela di ragno - parte 13 ***



Capitolo 1
*** Un simbolo di libertà e speranza - parte 1 ***


Parte di questi personaggi non ci appartengono ma sono di proprietà di Shinji Aramaki, Harutoshi Fukui, e Leiji Matsumoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

UN SIMBOLO DI LIBERTA' E SPERANZA

Anno 2977. Gli esseri umani sono all'incirca cinquecento miliardi, disseminati in svariate colonie nell'universo, privi ormai di una patria perché la Terra già da tempo ha esaurito le sue risorse. Il tasso di natalità tuttavia sta calando drasticamente. C'è chi dice che la razza umana presto si estinguerà... Ma nonostante ciò il ritorno al pianeta di origine è impossibile. Dopo la conclusione della guerra di Come Home, scoppiata un secolo or sono a seguito di un movimento che auspicava il ritorno al pianeta madre, la Gaia Sanction, supremo organo di governo interplanetario, dichiarò la Terra un dominio inviolabile, rendendola per sempre inaccessibile a tutti e tramutandola in un simbolo a cui guardare con rispetto e ammirazione da lontano. La Gaia Sanction però ha da sempre un nemico, il ricercato numero uno, Codice S-00999, un pirata immortale che con la sua corazzata viaggia per l'universo contrastando lo strapotere della federazione in difesa della libertà che il genere umano sembra aver dimenticato...
Su una delle tante colonie disseminate nell'universo, all'interno di una modesta locanda d'improvviso un terremoto fa tremare ogni cosa. Poi, un boato, mentre nel cielo una nera nube disegna una scia oscura e minacciosa. No, non è un terremoto... è una corazzata... è l'Arcadia.
Spinti dal desiderio di essere arruolati, quattro individui salgono sulla nave pirata. Tra costoro, un ragazzo, di vent'anni o poco più: Yama. Un manipolo di soldati con divise corazzate si schiera davanti a loro. Che ci siano davvero degli esseri umani dietro quelle minacciose armature? La domanda di rito è:
"Cosa vi spinge a salire su questa nave?".
Uno alla volta i primi tre uomini vengono scartati, gettati nel vuoto: le loro risposte evidentemente non sono risultate abbastanza convincenti. Quando è il turno di Yama di parlare, il giovane ha un attimo di esitazione, distratto dalla figura che dall'alto domina e controlla la situazione. Harlock se ne sta immobile e scruta la scena impassibile, con il nero mantello che si muove come una bandiera al vento ed il fedele Tori (strano volatile dal nero piumaggio ed il lungo collo) sulla spalla. E' un'immagine imponente ed inquietante: i capelli scuri, la benda sull'occhio destro, la cicatrice che marca il viso dai forti chiaroscuri... Ecco il pirata centenario, il nemico numero uno della Gaia Sanction.
L'incertezza di Yama rischia di costargli un bel salto nel vuoto, ma dalle sue labbra d'istinto esce una parola: "Libertà!", e tanto gli basta per essere salvato. A caricarlo sulla nave, con un gesto rapido e deciso, è la bionda ed affascinante Key, ufficiale dell'Arcadia ed una delle tre presenze femminili a bordo, le cui parole suonano come un monito preciso per l'ultimo arrivato:
"Non dimenticare mai questa parola. Libertà è il vessillo di questa nave.".
Kira non è con il resto dell'equipaggio mentre tutto ciò accade. Lei se ne sta nascosta nell'ombra, accanto al capitano. E' la più giovane sull'Arcadia. Ha appena ventun anni. I lunghi capelli color miele, leggermente mossi e solo in parte raccolti dietro la testa, incorniciano il volto dai tratti delicati e femminili, sul quale spiccano due grandi occhi color verde-azzurro. Non sembrerebbe un soldato, o meglio un pirata, ed invece lo è, ed è in un certo senso il braccio destro dal capitano.
Harlock indugia un attimo ad osservare il giovane appena imbarcato, dopodiché si volta ed incarica Kira di occuparsi di lui. Forse è un rischio metterli vicini... o forse, chissà, è la sola via per la salvezza...
Il corpulento Yattaran, con i suoi buffi occhialetti tondi ed il suo classico piglio deciso, incita tutti a tornare ai propri posti e rivolgendosi direttamente a Key le fa notare che sarà lei responsabile del "novellino", dal momento che l'ha salvato.
"Mi occuperò io di lui. Ordini del capitano." è la pronta risposta di Kira, che con la sua camminata felina avanza a passi lenti fino a fermarsi davanti a Yama, salutandolo con uno spontaneo sorriso.
"Per una volta che posso stare con qualcuno della mia età!" continua provocatoria la ragazza, lanciando un'eloquente occhiata a Yatta, per poi tornare ad osservare il giovane che ha di fronte: i tratti proporzionati del viso, i capelli castani, scompigliati, sparsi sull'alta fronte, gli occhi color nocciola dall'intensa espressione...
Non è male, davvero. Stavolta ubbidire agli ordini non sarà poi così difficile! Anzi...
Yama ha appena il tempo di indossare la sua divisa che si trova nel bel mezzo di uno scontro con un incrociatore della Gaia Fleet e da Key viene spedito insieme a Kira alle postazioni di fuoco, mettendosi subito in luce per la sua abilità come artigliere.
Bardati con le loro tute blindate, i membri dell'Arcadia, guidati da Key, Yattaran e Kira, assaltano la nave nemica con l'intento di mettere insieme un buon bottino. Anche Yama partecipa all'assalto, ma con uno spirito ben diverso. Da solo si aggira guardingo per i corridoi. D'un tratto, un soldato della Gaia Fleet gli compare davanti e lo scaraventa a terra, ma invece di sparargli si complimenta con lui per essere riuscito ad infiltrarsi e gli impianta nell'occhio destro un rivelatore ad infrarossi a fissaggio retinico, che gli sarà fondamentale per adempiere al suo compito.
Conclusa la spedizione sulla nave della federazione e rientrati tutti alla base, Kira fa visitare l'Arcadia a Yama, spiegandogli le eccezionali proprietà di autoriparazione che essa possiede. Il giovane per un attimo si scorda della sua missione e con un certo interesse domanda a Kira come mai si trovi sulla nave di Harlock. Lei sorride rispondendo con un allusivo:
"E tu allora?".
Quando la ragazza sta per raccontare la sua storia, arriva Yattaran ad avvisarla che il capitano vuole vederla e lei si allontana indirizzando un eloquente suggerimento a Yama:
"Fatti dire da Yatta quello che volevi sapere. Lui è più bravo di me a raccontare certe cose.".
Yattaran prima di tutto illustra a Yama le infinite risorse del motore Dark Matter, un motore ad energia perpetua posizionato sulla sopraelevata della plancia, dove si trovano anche la regale seduta di Harlock, il timone e due postazioni di co-pilotaggio, ed azionato da Mime, l'ultima discendente del popolo dei Nibelunghi (l'unica razza aliena con cui gli uomini siano venuti a contatto), una creatura dall'apparenza evanescente, sottile e leggera, con i lunghi capelli lisci ed i grandi occhi dalla pupilla a fessura. Dopodiché il veterano ufficiale esaudisce la richiesta del "novellino" e gli racconta la storia di Kira...
Il padre di Kira fu per diversi anni un elemento di spicco dell'esercito della Gaia Sanction. Era entrato a farvi parte per inseguire quegli ideali di libertà e speranza che poi vide infranti proprio da chi reputava dovesse sostenerli, e compreso ciò giunse alla conclusione che il nemico numero uno della federazione era invece colui che quegli ideali stava a suo modo portando avanti. Abbandonò l'esercito quando la figlia era ancora una bambina, per ritirarsi su una colonia con la famiglia, ed auspicando un ritorno sulla Terra o comunque una nuova era di speranza per il genere umano, in segreto cercò un modo per mettersi in contatto con l'Arcadia. La madre di Kira era una donna dal carattere forte e determinato e con una particolare passione per i fiori, e sempre sostenne il marito nella sua ricerca mirata a restituire speranza e libertà all'umanità. Un giorno il tenace uomo, grazie alla sua determinazione ed all'estrema abilità con i sistemi informatici, riuscì finalmente ad infiltrarsi nel canale di comunicazione della nave pirata e per anni aiutò a distanza Harlock, inserendosi nei database della Gaia Sanction e dando perciò delle utili dritte al capitano.
Kira è cresciuta coltivando gli ideali dei suoi genitori. Suo padre le parlò chiaramente di Harlock e le insegnò ad usare computer ed altre tecnologie alla perfezione, spiegandole che se fosse successo qualcosa a lui, lei avrebbe dovuto distruggere tutto il suo lavoro, conservando se possibile i files principali, per poi mettersi in contatto con l'Arcadia.
Quando Kira aveva solo sedici anni, una delegazione dell'esercito si presentò a casa sua per convincere suo padre, reputato ormai una spia di Harlock, a collaborare con la Gaia Sanction. L'uomo e la moglie si opposero strenuamente e ne scaturì uno scontro in cui i due restarono uccisi. Kira vide morire i genitori davanti ai suoi occhi e riuscì per miracolo a sottrarsi ai soldati costringendoli a fuggire dando fuoco alla casa. Scampata alle fiamme, se ne andò portando con sé il computer del padre, grazie al quale trovò il modo di inserirsi nella rete dell'Arcadia ed inviare un SOS. Yatta riconobbe subito la fonte del messaggio di aiuto ed informò immediatamente Harlock, che senza esitare si arrischiò a scendere sulla colonia sicuro che il suo amico e collaboratore fosse nei guai. La nave atterrò su un monte sperduto e Kira vi salì, ricevendo l'accoglienza che ha ricevuto anche Yama, con tutto l'equipaggio munito di armi e divise corazzate schierato davanti a lei. Il capitano in persona le si avvicinò e, dopo aver appreso della morte dei suoi genitori, le chiese se aveva contattato l'Arcadia in cerca di protezione. Lei rispose che non era quello che le interessava ed alla successiva domanda del capitano: "Perché allora vuoi salire sull'Arcadia?", Kira pronunciò soltanto una parola: "Speranza...".
La ragazza fu così imbarcata sulla corazzata pirata e venne addestrata da Key e dallo stesso Harlock, che in qualche modo finì per affezionarsi a lei e, cogliendone le grandi doti strategiche, il coraggio e l'abilità coi sistemi informatici, via via cominciò quasi a considerarla il suo braccio destro, cosa questa di cui mai nessuno si è lamentato sulla nave. Anche perché Kira con la sua energia e la sua allegria è stata capace di conquistare un po' tutti a bordo.
Quello che però gli altri non sanno è che la ragazza col capitano parlò chiaro fin dall'inizio, rivelando solo a lui quali fossero le sue intenzioni. Gli confessò di essere a conoscenza della teoria dei nodi temporali (questa specie di cerniere, disseminate in vari punti dell'universo, che tengono unita la trama del tempo e dello spazio e che se infrante simultaneamente permetterebbero al flusso temporale di riavvolgersi riportando la Terra al suo periodo di splendore e consentendo di conseguenza agli esseri umani, ormai sulla via del declino, di farvi ritorno) e quello che lei desiderava, come lo desideravano i suoi genitori, era di poter rimettere piede sul pianeta d'origine, non necessariamente per restarci, ma semplicemente perché convinta di potervi trovare la risposta fondamentale che l'umanità intera stava cercando, magari senza saperlo. Kira era decisa a portare avanti delle precise ricerche mirate a capire la veridicità della teoria sostenuta da Harlock ed a scoprire cosa nascondessero i files criptati che aveva trovato nel computer di suo padre. Suo papà evidentemente sapeva ben più di ciò che le aveva detto e lei era determinata a conoscere la verità, benché consapevole che non le sarebbe stato facile decriptare quei files né tanto meno inserirsi nel database più remoto della Gaia Sanction per trarne tutte le informazioni riguardanti la guerra di Come Home ed i nodi temporali.
"Se capirò che tu per primo pensi di tradire ciò che tu e l'Arcadia rappresentate, cioè la libertà e la speranza, ti fermerò io stessa. E questo non per tradirti, ma per dimostrarti la mia lealtà.": così parlò la ragazza al capitano, e lui, colpito dalle sue schiette parole, accettò di lasciarle portare avanti la sua ricerca, mantenendola segreta al resto dell'equipaggio.
Tornando al presente, Harlock ha voluto vedere Kira per dirle di fare attenzione con Yama e di non abbassare mai la guardia. Forse è un po' pentito della sua scelta... La giovane ascolta con attenzione le raccomandazioni del capitano, dopodiché serenamente, senza la minima incertezza, a tono risponde:
"Se non ti fidi di lui, perché l'hai fato salire a bordo? Io ho scelto di credere in un pirata immortale al comando di una nave fantasma, perché non dovrei credere in un ragazzo che come tutti noi è in cerca di una strada da seguire e di una speranza per cui vivere?".
Kira non conosce la missione di Yama, non sa chi lui sia né da dove venga, ma in fondo non le importa: sente di potergli dar fiducia, e perché allora non dovrebbe farlo?
I giorni passano e Yama sa di doversi sbrigare a portare a termine il compito affidatogli. Un bel momento decide perciò di mettersi ad esplorare la nave per trovare quello che l'hanno mandato a cercare. Nella sua investigazione finisce nella sala del computer principale, il cuore dell'Arcadia, e qui scorge, non visto, il capitano. E' voltato di spalle, chinato accanto all'elaboratore centrale. E' solo. Ma, strano, sembra parlare con qualcuno, con un vecchio amico. Yama si guarda intorno, incerto sul da farsi, ma è costretto a porre fine alla sua ricerca nel momento in cui incrocia Mime, che gli rivolge un eloquente messaggio:
"Non sono qui... Il momento arriverà. Dovrai prendere una decisione.".
Il giovane si allontana di fretta e si incammina per un corridoio, finendo quasi senza accorgersene nella zona in cui ci sono le cabine dell'equipaggio. Perplesso si ferma davanti alla porta chiusa di una stanza, e quando questa di colpo si apre, Yama e Kira si ritrovano ad un passo l'uno dall'altra.
"Ehi, che fai da queste parti?" chiede lei piacevolmente sorpresa.
"Mi stavo guardando un po' intorno." risponde lui elusivo "Non è facile muoversi qua dentro.".
"Dai, entra un attimo che ti faccio vedere qualcosa." prosegue la ragazza, ed il giovane, benché un po' restio, spinto dalla curiosità accetta l'invito e varca la soglia della cabina, sentendo il rumore meccanico della porta che immediatamente si richiude.
Kira si mette a rovistare su un tavolo, girata di spalle, e prega Yama di togliersi i guanti (parte integrante delle divise di tutti, o quasi, sull'Arcadia). Lui non capisce il senso della richiesta ma non cerca spiegazioni e, memore della sua missione, porta una mano alla pistola. Potrebbe agire, adesso, sarebbe il momento giusto. Sì, dovrebbe agire, ma non ci riesce, e alla fine lascia l'arma nel fodero e si toglie i guanti, riponendoli sul letto. Kira si volta di nuovo verso di lui e sorridendo gli mostra dei disegni. Le piace disegnare, è la sua passione, e tra i soggetti che ha raffigurato più volte ci sono i suoi genitori, i membri dell'Arcadia, e tanti diversi tipi di fiori. Yama, piuttosto sorpreso, si sofferma ad osservare con particolare interesse uno dei disegni floreali e confessa con un malinconico sorriso che gli ricorda tanto i fiori di sua mamma.
"Allora, questo è tuo." afferma Kira, mentre prende il foglio dalle mani del giovane e glielo mette in tasca, accompagnando tale gesto con una sollecita raccomandazione:
"Tienilo sempre con te. Ti porterà fortuna.".
I due, seduti sul letto, si mettono a parlare della passione comune delle loro madri, finché ad un certo punto Kira, curiosa, chiede a Yama cosa lo tormenti, perché è evidente che si porta dentro un peso, e scherzando gli domanda se si tratti di una ragazza... Lui esita un attimo, ma alla fine ammette che in un certo senso è così.
"E' la tua ragazza?" chiede Kira.
"Siamo cresciuti insieme, è come una sorella per me." risponde sinceramente l'altro.
Kira non porta avanti oltre il discorso ma si avvicina a Yama, lo prende per mano e gli confessa che sua mamma le ha sempre ripetuto che tutte le persone trasmettono un'energia particolare e unica e se si riesce a coglierla si può capire chi si ha davanti.
"Io sento quello che hai dentro anche se non ti conosco molto." continua la ragazza "Chiudi gli occhi e lasciati andare. Lasciala scorrere, l'energia... la senti?".
Yama abbandona ogni difesa ed avverte un rassicurante calore diffondersi dalle sue mani fino a scaldargli il petto. I volti dei due giovani sono sempre più vicini, possono entrambi sentire sulla pelle il respiro l'uno dell'altra. Yama socchiude gli occhi, stringe a sé Kira e la bacia, non trovando in lei alcuna resistenza. Non c'è più modo di fermare quello che ormai ha preso il via, come un inarrestabile fiume in piena che tutto travolge. Non ci sono più missioni, né ruoli da rispettare, ma solo due creature che si cercano e si fondono l'una nell'altra guidate dalla forza più intima e vera che spinge ogni essere umano a vivere.
Intanto, nella stanza dell'astrolabio, Mime e Harlock bevono vino e parlano della situazione venutasi a creare. L'aliena esprime sinceramente la propria opinione e parlando di Yama si rivolge al capitano:
"Sai già tutto, vero? Perché l'hai reclutato a bordo? E perché l'hai affidato proprio a lei? E' un rischio, non credi? Come mettere la paglia vicino al fuoco. Sembra che tu stia aspettando qualcosa...".
"Un miracolo... non lo trovi buffo?" confessa Harlock, sorseggiando il suo vino.
"Io mi limito solo a constatare le cose." conclude Mime.
Chi è dunque Yama? La verità è che è stato mandato da suo fratello maggiore Ezra, il comandante supremo della Gaia Fleet, per uccidere Harlock e recuperare le bombe a vibrazione dimensionale che il pirata centenario ha rubato anni e anni or sono. Lui non avrebbe mai voluto fare il soldato. Da ragazzino sognava di fare il botanico, come sua madre, e di questo parlava spesso con la sua amica Nami, che gli è sempre stata cara come una sorella ed è ora molto preoccupata per lui e per il rischioso incarico che gli è stato affidato. Già, lui non voleva fare il soldato, ma poi, quell'incidente, quel maledetto incidente ha cambiato tutto...

Continua...

 

 

NOTE DELLE AUTRICI


CINZIA E MARTA: Un saluto a tutti gli amici che ci seguiranno in questa nostra prima avventura su efp.
CINZIA: Scrivere non è proprio il mio forte, anche se la fantasia non mi manca, pertanto colgo l'occasione di ringraziare Marta per aver controllato e sistemato, dove necessario, anche le mie parti. Scrivere una fanfiction in due è stato divertentissimo, anche perché io e Marta su queste cose abbiamo sempre avuto una grande affinità fin da bambine. È incredibile come siamo riuscite ad unire le parti scritte dall’una e dall'altra, prestando attenzione ai dettagli, ai ricordi ricorrenti ed agli intrecci degli eventi.
Siamo nate entrambe nel 1977 e i nostri ricordi d’infanzia sono permeati dai mitici cartoni animati degli anni '70 e '80, perciò quando è uscito il film di Capitan Harlock è stato impossibile non appassionarsi di nuovo! E da qui l'idea della fanfiction.
Spero vi possa piacere e che vi faccia divertire.
Le mie parti compariranno più avanti, quindi vi aspetto più in là nella storia per qualche aneddoto sui miei personaggi.
MARTA: Non volevo aggiungere molto a quello che già ha detto Cinzia. Volevo spendere solo due parole sul nuovo personaggio che ho inserito, Kira. E' stato il film diretto da Shinji Aramaki a ispirarmelo, e ci tengo a precisare che nella prima parte le citazioni esplicite e puntuali della pellicola sono volute e riportate con meticolosa cura. Sia il nuovo personaggio che gli eventi ad esso collegati non vogliono assolutamente stravolgere la storia di partenza (che infatti ho riportato con precisione)  ed anzi ho cercato di inserirli in modo che si adattassero perfettamente ad essa. E' questo infatti il punto d'origine di tutto ciò che accadrà in seguito. E non dimenticate di guardare i disegni che abbiamo fatto! Di seguito sono riportati i link per poterli vedere.
CINZIA E MARTA: Buona lettura!

CAPITAN HARLOCK
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YATTARAN
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YAMA E KIRA
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Capitolo 2
*** Un simbolo di libertà e speranza - parte 2 ***


Arriva il momento di installare la "novantanovesima", ovvero la penultima delle bombe che Harlock ha disseminato per il cosmo per poter sciogliere i nodi temporali. L'installazione va fatta su un pianeta decisamente ostile per la razza umana, il pianeta di Tokarga, e Yama si offre volontario per la missione. Key non è d'accordo ma il capitano è dell'opposto parere e manda Kira insieme al coraggioso giovane per adempiere al delicato compito. Dove sono nascoste le bombe? Grazie alla tecnica della mimetizzazione sono agganciate alla nave ma impossibili da vedere, e la cosa lascia non poco sorpreso Yama: non avrebbe mai potuto trovarle! Quali sono dunque le vere intenzioni di Harlock?
La navicella partita dall'Arcadia atterra sulla rocciosa superficie di Tokarga. Kira si accinge ad installare la bomba a vibrazione, e nel mentre illustra a Yama la teoria dei nodi temporali sostenuta da Harlock, ma gli confessa anche di avere alcune riserve in merito e svela ciò di cui sull'Arcadia nessuno è a conoscenza, a parte il capitano, manifestando la sua ferma volontà di portare avanti le ricerche del padre e se necessario di bloccare tutto quanto se dovesse scoprire che le cose non stanno come le è stato detto finora.
"Il senso di tutto è lì, sulla Terra, ne sono sicura." conclude Kira, mentre armeggia coi circuiti dell'ordigno esplosivo.
Improvvisamente la piattaforma su cui si trovano i due ragazzi viene malamente scossa dagli imprevisti movimenti del suolo sottostante, suolo che si rivela essere la schiena di un gigantesco e feroce mostro alieno, un Muldawd. Andarsene è impossibile, è troppo tardi, e Kira finirebbe diritta in una fossa di gas corrosivi ad alta pressione se non fosse per Yama, che prontamente la afferra frenando la sua caduta. Dopodiché il giovane, compiendo un gesto apparentemente insensato, dà un calcio alla ragazza, ma non lo fa per gettarla nel vuoto, bensì per permettere a Yatta di afferrarla con il braccio meccanico della navetta con cui è andato a soccorrerli. Kira si divincola, vuole ad ogni costo salvare Yama, ma suo malgrado lo vede cadere insieme alla navicella e alla bomba nella fossa dei gas senza poter far nulla. Yama si ritrova così aggrappato alla piattaforma, sospeso su una colata incandescente che diffonde sostanze tossiche nell'aria, e nella mente pensa che forse questa è la giusta punizione per ciò che ha provocato. Le immagini di quel giorno sono ancora chiare nella sua memoria: i fiori di sua madre stavano appassendo e lui, nel disperato tentativo di salvarli, compiendo un gesto avventato ed imprudente finì involontariamente per far esplodere la serra in cui si trovava insieme al fratello e a Nami. In quell'incidente Ezra perse l'uso delle gambe e Nami... Nami ora vive attaccata ad una macchina, completamente paralizzata, e si può manifestare solo con l'ologramma della sua proiezione mentale. Lui voleva soltanto salvare quei fiori ed invece ha fatto del male alle persone più care che gli erano rimaste.
"Sii le mie gambe Yama." gli disse allora Ezra "Cammina per me, corri per me, combatti per me. Questa sarà la tua punizione.".
Quando ormai la fine sembra vicina, a soccorrere il ragazzo interviene lo stesso Harlock, che forte della sua immortalità, frutto dell'energia della Dark Matter, si getta dall'Arcadia fin nella fossa infuocata e trascina Yama dentro la navicella, cercando poi di farla ripartire. Yama esce allora allo scoperto e sfodera la pistola, ben sapendo che comunque il capitano già sapeva, già aveva capito che lui fa parte della Gaia Fleet ed ha il compito di ucciderlo.
"C'è solamente una persona che può ordinarti una follia del genere. Te stesso, Yama.": le parole di Harlock colpiscono nel profondo il temerario giovane, che alla fine compie la sua scelta, abbandona la pistola ed aiuta il capitano a far ripartire la navetta incastrata tra le rocce.
"Hai detto di essere salito sull'Arcadia in cerca di libertà." afferma il pirata mentre fa ritorno sulla sua nave insieme a Yama "Ebbene, se è vero, devi combattere contro ciò che ti lega. E se poi vorrai ancora eliminarmi, allora spara pure. Tu forse potresti riuscire ad uccidermi.".
Quando la navicella fa ritorno sull'Arcadia, il capitano smonta per primo, e Kira nemmeno aspetta che Yama scenda, ma corre subito da lui, lo abbraccia forte e poi gli molla un sonoro ceffone rimproverandolo d'averla salvata mettendo a rischio la sua vita.
Fortunatamente tutto è andato per il meglio, ma quanto successo ha di sicuro lasciato il segno. Mentre cammina per i corridoi della nave, Yama si ritrova inevitabilmente a riflettere sulle parole di Harlock e su quelle di Kira, ed inizia a mettere in dubbio la propria scelta di campo. Sulla scia di una consapevolezza di colpo maturata, giura a se stesso di voler combattere contro le catene che lo imprigionano, quindi corre da Kira e, trovandola da sola sulla porta della sua cabina, la afferra per un braccio trascinandola nella stanza, ansioso di comunicarle la sua decisione.
"Hai scelto di credere nel capitano?" chiede lei sorridendo.
"Ho scelto di credere in te." risponde lui abbracciandola.
La novantanovesima è stata dunque installata. L'ultima bomba verrà posizionata a zero gradi di longitudine galattica e zero gradi di latitudine galattica, sulla Terra. Manca poco dunque alla fine della missione ed i membri dell'equipaggio dell'Arcadia pensano bene di festeggiare la vicina conclusione delle loro fatiche, riuniti tutti insieme nella grande sala della mensa. Kira e Yama fanno la loro comparsa a festa già iniziata e la ragazza, notando l'assenza del capitano, corre subito a chiamarlo. Harlock è nella stanza dell'astrolabio. Immobile come una statua guarda fuori dalla grande vetrata, con un'indecifrabile espressione dipinta in volto. Quando Kira gli chiede di unirsi ai festeggiamenti, lui tace.
"Forse non c'è niente da festeggiare?" insiste provocatoria la giovane.
Harlock la guarda severo e lei lo fissa con aria di sfida. Arriva Mime. Kira sorridendo rinnova il suo invito ad unirsi al brindisi per l'ormai prossima conclusione della missione, dopodiché se ne va. Harlock ha un dubbio: che Kira sappia la verità?
La ragazza si ricongiunge con il resto dell'equipaggio e per dar una sferzata di vita alla festa si scatena in un ballo piuttosto provocante coinvolgendo un po' tutti con la sua travolgente energia, perfino la restia Key ed il goffo Yatta. Ben presto anche Harlock e Mime si uniscono ai festeggiamenti. Il capitano osserva, accenna un sorriso e tace. Forse spera che Kira abbia scoperto ogni cosa...
Intanto, alla sede della Gaia Sanction, il pericoloso avvicinamento dell'Arcadia alla Terra, ovvero il pianeta azzurro, il dominio inviolabile, impensierisce non poco i Decani, che subito incaricano Ezra di fermarne l'avanzata. Per farlo il comandante chiede di poter utilizzare il Kaleido Star System, una micidiale arma che trasforma l'energia generata dall'esplosione delle stelle a neutroni in un raggio luminoso capace di spazzare via una galassia intera, ed i capi del governo lo autorizzano ad agire come meglio crede. Nami assiste alla video-comunicazione tra Ezra ed i potenti della federazione, ed inevitabilmente la sua preoccupazione per Yama aumenta: di lui non ci sono più notizie e suo fratello è pronto a sacrificarlo pur di fermare Harlock.
Dunque, la Gaia Fleet al gran completo scende in campo e guidata dalla Okeanos, la sua ammiraglia, ingaggia una battaglia senza tregua con l'Arcadia, ma quest'ultima alla fine ha la meglio, grazie ad un gioco di ologrammi che confonde il nemico ed alle importanti informazioni che Nami riesce a far arrivare a Yama collegandosi con il congegno che lui ha impiantato nell'occhio. Ezra ed il suo equipaggio vengono catturati ed imprigionati, mentre la Okeanos, gravemente danneggiata, viene agganciata all'Arcadia a dimostrazione che ci sono prigionieri a bordo.
Si avvicina il momento di installare l'ultima bomba. Yama è con suo fratello. Harlock è con Key, Yatta, Mime ed il resto dell'equipaggio in plancia. Kira si unisce loro dopo un po'. E' strana. E lo è perché ha scoperto la verità, la verità sulla Terra e sui nodi temporali. E' pronta a mantenere la parola data ma prima vuole che tutti sappiano come stanno le cose e ferma in piedi di fronte al capitano con rabbia gli ordina di parlare e raccontare la verità finora taciuta.
L'Arcadia entra nell'atmosfera terrestre e mentre dal ponte di comando appare a tutti la Terra come realmente è, ovvero non un pianeta azzurro bensì un pianeta avvolto completamente dalla materia oscura, Mime spiega ai presenti ciò di cui Kira sta parlando. Così come fa Ezra con Yama, raccontandogli come è nato il pirata centenario chiamato capitan Harlock.
Un secolo or sono scoppiò la guerra di Come Home e per porvi fine l'umanità si affidò alla Gaia Sanction, che proclamò la Terra un luogo sacro, un dominio inviolabile, onde evitare che gli esseri umani, ormai troppo numerosi per il pianeta a corto di risorse, provassero a rimettervi piede. In difesa della Terra vennero poste quattro corazzate classe Death Shadow, tra cui l'Arcadia capitanata da Harlock, navi dotate di motori a Dark Matter manovrati dagli ultimi discendenti del popolo dei Nibelunghi, la cui sopravvivenza era stata garantita grazie all'intervento di un geniale ufficiale ingegnere, Tochiro, il migliore amico di Harlock. Tuttavia la Gaia Sanction venne meno ai suoi principi e permise ai suoi dirigenti ed agli statisti delle varie colonie di insediarsi sulla Terra, compromesso questo necessario per far definitivamente cessare le ostilità. Scoperto il vile tradimento, Harlock si ribellò ed in uno scontro con le altre Death Shadow vide morire il suo amico scienziato. Furente decise di avvolgere la Terra con la Dark Matter per renderla davvero inaccessibile a tutti, ma così facendo, contrariamente al suo intento, intaccò il suolo terrestre fino a renderlo arido ed inospitale. Harlock stesso rimase contaminato dalla sostanza oscura ed insieme all'Arcadia rinacque come un pirata immortale e maledetto, legato per sempre alla sua nave ed al motore Dark Matter...
"Ma se sciogliamo i nodi temporali, che succederà allo spazio?!" domanda Yattaran incredulo.
E Mime prosegue:
"In questa sorta di bolla di sapone infinita che chiamiamo spazio, i nodi temporali sono luoghi che adempiono alla funzione di tappi. Togliendoli, tutto tornerà al nulla, per poi nascere... di nuovo.".
"Ricominciare... significava questo?!" esclama contrariato Yatta, celando dietro le sue ultime parole una latente accusa.
"Non c'è altra strada." replica Harlock, avvicinandosi al timone "In fin dei conti l'umanità è una fioca luce generatasi nello spazio che scomparirà senza comunicare perché è presente. Ricominciate.. sta dicendo la Terra. Ed è questo che voglio fare. E' l'espiazione che con il mio corpo, che non mi permette di morire, posso tentare di compiere.".
Il capitano dà poi a Key l'ordine di sganciare l'ultima bomba, ma... Nessuno si muove. Nessuno ubbidisce al comando. Perfino Mime in questo frangente manifesta apertamente il suo disaccordo:
"Harlock, è proprio accettando il destino che si può trovare una strada per vivere.".
Kira afferra la pistola e la punta contro il capitano, rivolgendosi a lui in tono secco e sprezzante:
"Fallo tu. Concludi tu la tua missione. Io porterò a termine la mia.".
Inaspettatamente l'Arcadia inizia a muoversi da sola, quasi fosse dotata di vita propria, mutando rotta per allontanarsi dalla Terra.
"Amico, perfino tu mi tradisci adesso?!" esclama Harlock, per poi azionare i comandi manuali sul timone.
Kira ripone la pistola nel fodero, fissa negli occhi il capitano e pronuncia parole che ancora racchiudono una tenue speranza:
"Scendi con me sulla Terra. Se dovessi essermi sbagliata, sgancerò io l'ultima bomba. Altrimenti ti fermerò."
Improvvisamente una voce giunge via radio dalla zona motori. Qualcuno ha liberato i prigionieri! Ed in un attimo i soldati della Gaia Fleet, armati, raggiungono il ponte di comando. Yama si fa largo tra di loro e Kira lo fissa incredula, quasi non lo riconoscesse più. Il giovane rivolge uno sguardo colmo di rancore ad Harlock, poi con occhi ben diversi guarda Kira e le porge una mano, spiegandole di aver raccontato a suo fratello di lei e delle ricerche che da tempo porta avanti strappandogli la promessa che le avrebbe permesso di lasciare l'Arcadia. Kira guarda Yama, poi il capitano, poi di nuovo Yama e senza incertezze confessa la sua decisione:
"La mia scelta l'ho fatta tanto tempo fa. Il mio posto è qui.".
Ezra prende il comando della situazione, sale in plancia e dichiara Harlock ed il suo equipaggio in arresto. Verranno giustiziati pubblicamente, sulla loro nave, per essere di esempio per tutti.
Tornato sulla colonia di Marte, sede della Gaia Sanction, Ezra incontra Nami, o meglio il suo ologramma mentale, nella serra dove il suo corpo immobile è custodito, e la rimprovera per averlo tradito, ammettendo sconsolato di aver sempre saputo che lei ha scelto Yama, l'ha scelto nonostante lui l'abbia sempre trattata solo e soltanto come una sorella. Nami capisce cosa tormenti Ezra, capisce che è lei, e non Yama, il peso che il giovane si porta dentro. Avrebbe voluto liberarlo dal suo odio ma ora non le resta che dirgli la verità fino in fondo:
"So che per Yama sono come una sorella, ma... mi dispiace Ezra, io non ti ho mai amato... Io amavo Yama.".
In uno scatto d'ira Ezra stacca la spina della macchina che tiene in vita Nami e con occhi malinconici osserva il suo ologramma dissolversi per sempre, ma nel momento in cui riferisce della morte della ragazza al fratello, a ben altra causa la imputa:
"Si è introdotta nel network dell'Arma per radiocomunicare con te. Questo ha impedito il corretto funzionamento dell'apparato che la teneva in vita... Una vera sfortuna.".
Così dicendo Ezra porge a Yama l'ultimo ricordo di Nami, un dispositivo che ne proietta l'immagine olografica a dimensioni ridotte (D.M.O. - dispositivo messaggio olografico), ma Yama d'istinto lo accusa di aver mentito e gli si scaglia contro, venendo subito bloccato da due soldati. Il D.M.O finisce a terra e si attiva, e mentre il giovane sconvolto crolla in ginocchio sul pavimento, davanti all'immagine della sua cara amica, gli cade dalla tasca dei pantaloni il disegno che Kira gli aveva regalato. L'ha tenuto con sé, non è riuscito a liberarsene. I suoi occhi si spostano dal volto sorridente di Nami a quel fiore disegnato. Ezra osserva un attimo la scena e con voce colma di rancore pronuncia parole dure e taglienti:
"Chissà come sarebbe rimasta delusa Nami sapendo che ti sei fatto prendere in giro in questo modo."
Ma nella mente di Yama ci sono solo le parole di Kira: è sulla Terra la risposta di tutto, è sulla Terra la nostra speranza.
Intanto Kira, imprigionata sull'Arcadia con il resto dell'equipaggio, se ne sta rannicchiata in un angolo, seduta sul pavimento della cella che condivide con altri suoi compagni. Key e Yatta discutono. Lei non partecipa. Qualcuno le chiede da quanto sapesse la verità e lei spiega di averla appena scoperta anche se da tempo porta avanti la sua ricerca. Yatta le domanda perché non abbia accettato di seguire Yama e salvarsi, e lei con gli occhi lucidi risponde che non avrebbe mai potuto tradire l'Arcadia e se stessa. Key le si siede accanto e la abbraccia, come una sorella: Harlock avrà anche commesso degli errori, però ha dato una famiglia ed una casa a chi una famiglia ed una casa non l'aveva più. Questo nessuno lo può negare.
Il momento dell'esecuzione si avvicina ed Ezra decide di incontrare di persona Harlock, quasi a voler ribadire la propria vittoria, o forse spinto dal desiderio di un diretto faccia a faccia con l'uomo che per un secolo ha minato il dominio della Gaia Sanction. Il pirata immortale che per tanto tempo ha imperversato nello spazio senza incontrare nessuno in grado di contrastarlo, è ora imprigionato sulla sua nave, incatenato al muro in una stanza blindata, debole ed inerme. Il capitano supremo della Gaia Fleet si rivolge al temibile nemico, ormai sconfitto, con superiorità e disprezzo:
"Sei piuttosto deperito... Come avevo previsto. Oggi a mezzogiorno tu e il tuo equipaggio verrete giustiziati. La maledizione che grava su di te può essere sciolta neutralizzando il motore a Dark Matter, fonte della tua immortalità... Lo hai sempre saputo. Perché non ti sei tolto la vita? Non mi dirai che pensavi davvero di poter attuare il tuo piano?".
E Harlock, se pur a fatica, risponde senza esitare:
"A volte bisogna affidarsi a qualcosa anche se si sa che è una semplice illusione. E' questo che fanno gli esseri umani."
"Non manca molto. Fra poco morirai. Così sarai libero." rimarca Ezra, per poi andarsene, piuttosto infastidito dalle parole del pirata spaziale, parole che l'hanno colpito nel profondo minando di colpo le sue certezze.
Manca poco alla fine, alla fine di tutto, ma qualcosa manda all'aria i piani della Gaia Sanction. Yama boicotta l'esecuzione, sale sull'Arcadia e ne libera l'equipaggio, spiegando di essere sceso sulla Terra e di aver capito che il capitano si era sbagliato, tutti si erano sbagliati, tutti tranne una persona. Il ragazzo porge di nuovo la mano a Kira e lei stavolta la prende e lo segue. Dietro di loro subito si muove Key, mentre Yattaran con il resto della ciurma al suo seguito si lancia alla riconquista della nave, invasa dai soldati della Gaia Fleet. Dopo aver liberato Mime, Yama, Key e Kira corrono da Harlock. Solo lui può far muovere l'Arcadia. Lui, il capitano, deve tornare alla guida della sua nave e del suo equipaggio. Ma spezzare le catene che lo immobilizzano non basta, perché altre invisibili gli impediscono di reagire. Il pirata immortale se ne sta immobile, seduto sul freddo pavimento di metallo. Ogni energia in lui sembra essersi spenta. E' debole e demotivato, come se si fosse già arreso. Key prova a scuoterlo e gli si rivolge con appassionata fermezza:
"Alzati, capitano... Tu forse hai sottratto all'umanità la sua patria tempo fa, però a noi hai dato un posto dove sentirsi a casa: questa nave. Non abbiamo altro, abbiamo solo te.".
E mentre anche Mime fa la sua comparsa, Yama porge ad Harlock un fiore, accompagnando tale gesto con delle significative parole:
"Questo fiore è sbocciato sulla Terra. Vuol dire che la Terra cerca di rinascere. Non siamo giunti alla fine. E' adesso che tutto inizia. Noi possiamo anche estinguerci, ma questo fiore e il mondo che ci ha generato risorgeranno ancora. E così faranno anche gli esseri umani. Di sicuro.".
Harlock prende tra le mani il candido fiore e, mentre una lacrima gli attraversa il viso, in lui rinasce la speranza:
"Un istante ripetuto nel tempo diventa eterno. E' questa la libertà...".
L'Arcadia finalmente riparte e fa rotta verso l'inviolabile dominio, cosa questa che mette subito in allarme i Decani e costringe Ezra a recuperare la Okeanos, ancora in fase di riparazione, per intervenire tempestivamente e fermare il temibile nemico.
L'obiettivo di Harlock ora sono i satelliti che proiettano l'ologramma della Terra azzurra: gli esseri umani devono vedere coi loro occhi la verità. E mentre i satelliti olografici vengono distrutti uno alla volta, nonostante il disperato tentativo di difesa della Gaia Fleet, Yatta e Kira si inseriscono nel sistema di comunicazione intergalattico della Gaia Sanction così da permettere a Yama di parlare a tutte le colonie e diffondere nell'intero universo il messaggio di speranza racchiuso in quel fiore raccolto sul pianeta natio ormai avvolto dalla materia oscura.
"Non dovete disperare. La Terra è ancora viva." afferma il giovane, al termine del suo discorso "La vita sta germogliando sul suolo che pareva essere morto. Si tratta di una vita effimera ma che vale moltissimo, perché un istante che si ripete diventa eterno. Non affidiamoci alle illusioni. E' guardando la verità in faccia che potremo compiere un primo vero passo in avanti. Noi non siamo soli. Anche se la nostra razza dovesse estinguersi, una nuova vita le succederebbe. Guardiamo al futuro fino all'ultimo istante perché ogni vita porta dentro di sé l'eternità.".
I Decani capiscono che bisogna assolutamente intervenire o l'ordine costituito crollerà, ed il Plenipotenziario, il capo assoluto della federazione, autorizza l'uso del Jovian Blaster, un'arma potentissima che utilizza il potere di Giove come un cannone al plasma di immane potenza. Informato della nuova strategia, Ezra riceve l'ordine di ritirare immediatamente la flotta, e nel momento in cui fa notare che colpendo l'Arcadia verrebbe distrutta anche la Terra, si rende conto che ai dirigenti della Gaia Sanction questo non interessa. Harlock deve morire, anche a costo di sacrificare la Terra. Il comandante supremo della Gaia Fleet non resta con le mani in mano, non ubbidisce al comando ricevuto ed affronta l'Arcadia speronandola in quello che sembra un ultimo disperato tentativo di abbordaggio.
I militari della Gaia Fleet ed i pirati di Harlock si fronteggiano a viso aperto. Nessuno vuole arrendersi, né da una parte né dall'altra. Nei corridoi delle due navi imperversa la battaglia. In tanto trambusto, Kira aiuta Yama a cercare il fratello, ma in uno scontro a fuoco viene colpita e dolorante si appoggia con la schiena alla parete, lasciando cadere la pistola. Yama senza esitare si pone in sua difesa e spara contro i nemici che si fanno avanti fino a quando la via non è di nuovo libera. E adesso, che fare? Kira non riesce a camminare e sprona il compagno a proseguire da solo: deve trovare Ezra e capire cosa sta succedendo, o potrebbe essere la fine per tutti. Lei tanto se la caverà, non è una sprovveduta, sa come difendersi, ed ha solo bisogno di un attimo di tempo per recuperare le forze. Yama è restio ad allontanarsi, eppure deve farlo e prima di andarsene abbraccia Kira, la bacia e finalmente le confessa di amarla. Sì, la ama, la ama da morire. Se ne è reso conto quando si è trovato a consegnare Harlock e l'Arcadia ad Ezra. In quel momento, solo una persona tra tutti desiderava salvare, una soltanto avrebbe voluto portare via con sé... Sì, la ama, la ama davvero, e solamente adesso riesce ad ammetterlo con se stesso, proprio adesso che deve abbandonarla.
Kira sorride ed accostandosi all'orecchio del compagno gli sussurra un dolcissimo "Ti amo", al quale aggiunge poi solo poche persuasive parole:
"Tu vai, non preoccuparti. Io ti raggiungerò. E' una promessa.".
Yama si rende conto di non poter agire altrimenti e decide di riprendere la sua ricerca. Di corsa si allontana, ma per un attimo, un fuggevole attimo, si ferma e si volta indietro, tentato di tornare suoi propri passi. Alla fine però volge di nuovo lo sguardo in avanti e prosegue lungo il corridoio, giungendo così all'inevitabile faccia a faccia con il fratello. Lo scontro tra i due è duro e segnato da vecchi rancori, soprattutto da parte di Ezra, che inveisce contro Yama facendo leva sul suo senso di colpa ed alla fine gli spara tradimento ferendolo al volto, e disattivando in tal modo il rivelatore ad infrarossi installato nel suo occhio destro.
In soccorso di Kira intanto giunge Harlock e la ragazza, recuperate le forze, nonostante la ferita insieme al capitano corre da Yama. I due arrivano appena in tempo per salvare il giovane tenuto sotto tiro dal fratello ed è Harlock a fermare Ezra sparandogli alla schiena. Kira immediatamente si precipita da Yama mentre il capitano, scoperti i piani della Gaia Sanction proprio grazie ad Ezra, ordina a Mime l'apertura del motore Dark Matter, così da far fuoriuscire la materia oscura per poter fronteggiare il Jovian Blaster.
"Harlock... sei sicuro, vero?" chiede l'aliena prima di adempiere al compito affidatole.
"Mi dispiace Mime... A te non..." risponde con velata malinconia il capitano.
"Non mi importa più. Nemmeno io mi sento triste... perché ho capito che estinguersi, nascere, tutto ciò che si connette all'eternità è vita."
Harlock dà il comando definitivo:
"Motore a Dark Matter: apertura.".
E Mime, fluttuando leggera nell'aria, si dissolve in una cascata di scintille di luce, mentre la materia oscura avvolge completamente la nave pirata che si fa incontro al potente fascio luminoso emesso dal Jovian Blaster.
L'onda d'urto del raggio proveniente da Giove scaraventa l'Arcadia sulla Terra. Yama inizia a capire il comportamento di Ezra, si rende conto che il suo intervento era mirato a togliere la Terra dalla linea di fuoco e ne ha la conferma quando gli chiede perché abbia speronato l'Arcadia.
"Volevo provare a vedere i fiori di Nami... che belli..." risponde con un fil di voce Ezra, per poi spegnersi con un sorriso tra le braccia del fratello.
Yama raggiunge quindi la plancia insieme a Kira e lei gli rimane accanto anche nel momento in cui lui e Harlock incrociano le armi. Finalmente Yama ha scelto. Sa da che parte stare. E Kira sarà al suo fianco.
Il capitano, detonatore alla mano, minaccia di sciogliere i nodi temporali, per impedire agli esseri umani di tentare un nuovo assalto alla Terra ora che sta per rinascere, e conclude il suo discorso rivolgendo a Yama un provocatorio invito:
"Tutta la Dark Matter è stata gettata all'esterno. Potresti riuscire a uccidermi... Spara."
"Se necessario." risponde il giovane, tenendo la pistola puntata sul capitano "Questo è il mondo che era di Nami, Ezra, e dei genitori di Kira...".
Harlock alla fine abbassa la spada e affida il detonatore delle bombe a vibrazione ai due ragazzi che ha di fronte, spiegando loro che se gli uomini dovessero provare a scatenare una nuova guerra di Come Home qualcuno dovrà sciogliere i nodi temporali. Quindi, sedendosi al posto di comando, chiama a sé Yama e gli dice che finché esisterà la razza umana, nell'universo ci sarà sempre bisogno di un simbolo di libertà e speranza, capitan Harlock dovrà vivere per sempre, perché anche le paure ancestrali sono attimi che si ripetono nel tempo...
E mentre l'equipaggio dell'Arcadia si riprende dal duro scontro col nemico e Mime riappare in plancia rigenerata dal potere della Dark Matter, Yama si mette al timone affiancato da Kira, pronto ora ad accogliere il compito che Harlock gli ha affidato.
… La vita continua, si ripete, evolve, ma gli esseri umani non cambieranno mai. Perché allora quell'uomo, quell'uomo, vuole ostinatamente andare ancora avanti? Semplicemente perché c'è sempre bisogno di qualcosa in cui credere e per cui lottare. Questo significa essere uomini, questo significa essere liberi...

 

 

NOTE DELLE AUTRICI


MARTA E CINZIA: Tanto per cominciare un grazie a tutti quelli che si sono soffermati a leggere la nostra storia ed a guardare i nostri disegni
MARTA: Qui si conclude la parte dedicata alla riscrittura del film di Shinji Aramaki e Harutoshi Fukui, e mi pare dovuto precisare che anche in questo pezzo ci sono citazioni precise tratte dalla pellicola. Da ora in poi preparatevi ad una serie di colpi di scena e vicende inedite che metteranno a dura prova Harlock e tutta la sua ciurma. Gente che va, gente che viene, nuovi personaggi e vecchie conoscenze riemerse dal passato... Insomma, annoiarsi sarà impossibile.
CINZIA: Chi di voi non ha mai visto in un film di fantascienza uno di quegli aggeggi che proiettano messaggi sotto forma di ologrammi? Chi di voi ha mai sentito dare un nome a questi strani marchingegni? (A parte il conosciutissimo R2D2 - C1P8 nella versione italiana - di Guerre Stellari). Se un nome esiste, noi non lo sapevamo, e visto che nominare ogni volta "dispositivo di messaggio olografico" sarebbe stata un po' lunga...e una seccatura...mi sono inventata la sigla "D.M.O.". Risbucherà fuori anche più avanti...
MARTA E CINZIA: Inanto vi salutiamo e vi lasciamo i link per i nostri disegni

KEY E KIRA
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MIME
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EZRA
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Capitolo 3
*** Via dall'Arcadia ***


VIA DALL'ARCADIA

Dopo un periodo relativamente tranquillo, a movimentare un po' la vita sull'Arcadia arriva un messaggio di SOS proveniente dalla colonia dove Kira abitava con la sua famiglia, lanciato da persone che lei conosceva bene, vecchi amici dei suoi genitori. La ragazza vorrebbe andare a verificare ma sulla nave tutti concordano con l'idea che si tratti di una trappola bella e buona. Anche Harlock è del medesimo parere e vieta perciò qualsiasi intervento.
Kira tuttavia non è tipo da rinunciare facilmente quando si mette in testa qualcosa e Yama la conosce troppo bene per non capire cosa possa avere in mente. Di certo lui non ha intenzione di lasciarla da sola, ma per lealtà verso il capitano, che tanta fiducia gli ha dimostrato, si sente in obbligo di parlargli chiaramente ed in un diretto faccia a faccia gli confessa che se Kira deciderà di trasgredire agli ordini e rispondere alla richiesta di aiuto, lui la seguirà. Harlock non si oppone, in un certo senso è sollevato nel sapere Yama al fianco di Kira, e alla fine gli raccomanda di badare a lei e tornare tutti e due sani e salvi.
Per mettere in atto il suo piano Kira aspetta un momento in cui buona parte dell'equipaggio sia a riposo. Sostituita la divisa con degli abiti civili, sale su una delle navicelle dell'Arcadia, ma non fa nemmeno in tempo ad azionare i comandi di accensione che qualcuno le capita alle spalle. Yama è deciso a seguirla ed invano lei prova a convincerlo a lasciarla andare da sola. I due alla fine all'insaputa di tutti, o quasi, si muovono insieme verso la colonia da cui proveniva l'SOS, e qui inevitabilmente Kira si ritrova a contatto col suo passato, tornando in posti che credeva non avrebbe mai più rivisto. E' tutto uguale e tutto diverso per lei. Prova una strana sensazione a calpestare di nuovo il suolo che l'ha vista bambina. Seguendo il segnale raccolto e la scia della memoria la ragazza raggiunge insieme al compagno la casa in cui abita una coppia di vecchi amici dei suoi genitori e dalla loro figlia viene a sapere che sono stati entrambi incarcerati con l'accusa di esser da tempo complici di Harlock, così come lo era stato il padre di Kira.
Ma come volevasi dimostrare questa è davvero una trappola. Kira e Yama si ritrovano circondati da militari della Gaia Sanction e vengono arrestati. Non da una persona qualunque però, bensì da qualcuno che entrambi conoscono. Si tratta di uno dei nuovi comandanti della Gaia Fleet, tale Adam. Alto, spalle larghe, capelli corti castano chiaro, occhi neri, volto dai tratti marcatamente mascolini, con passo fiero e deciso il giovane ufficiale della federazione avanza tra i suoi soldati. Yama l'aveva visto quando anche lui faceva parte della flotta della federazione. Per Kira invece è un vecchio e caro amico d'infanzia, il suo "primo amore", per così dire. I loro padri avevano fatto parte insieme dell'esercito della Gaia Sanction, ed a distanza di alcuni anni dal ritiro del genitore di Kira, anche quello di Adam accantonò la divisa. Adam, allora tredicenne, non lo perdonò mai per questo, e convinto che far parte della Gaia Fleet fosse l'unico modo per mantenere l'ordine e guidare l'umanità nella giusta direzione, entrò nell'esercito della Sanction a vent'anni, alcuni mesi prima che i genitori di Kira morissero, lasciando la colonia dove era cresciuto e di conseguenza anche Kira, ma promettendole che sarebbe tornato presto a prenderla per stare con lei.
Kira e Yama vengono portati sulla nuova ammiraglia della Gaia Fleet, la Selenia, mentre sull'Arcadia la loro prolungata assenza comincia a destare non poca preoccupazione. Yatta e Key vengono mandati in avanscoperta e, atterrati sulla colonia dove i compagni scomparsi si sono avventurati, trovano solo la loro navicella abbandonata. Facile intuire che i due temerari devono essere nei guai...
...Adam è deciso ad obbligare i suoi ostaggi a contattare Harlock per spingerlo ad uscire allo scoperto e con tale intento fa loro visita in cella. Dei soldati immobilizzano i due prigionieri, mentre il giovane comandante dell'ammiraglia li squadra con provocatorio sguardo.
"Allora hai preso tu il posto di Ezra?" esordisce Yama davanti al nuovo capitano della Gaia Fleet.
"A quanto pare..." risponde il diretto interessato "E pensare che io e te una volta eravamo dalla stessa parte.".
Kira si rivolge al suo vecchio amico:
"Non devi dare la caccia ad Harlock. Lui rappresenta tutto quello in cui anche tu hai sempre creduto. ".
Adam ribatte deciso:
"Harlock è solo un bandito! Sei cambiata Kira, non ti riconosco più.".
"Io sono la stessa... forse sei tu che sei cambiato." replica prontamente l'altra.
Adam fa allontanare le guardie che trattengono la ragazza e le si avvicina. Lei indietreggia fino a trovarsi con le spalle al muro ma con uno slancio improvviso si scaglia contro il comandante della Selenia nel vano tentativo di impossessarsi della sua pistola. Lui ovviamente la ferma e afferrandola per le braccia la immobilizza contro la parete. Tutto questo accade in pochi secondi... Yama prova a liberarsi dai soldati che lo tengono fermo ma si guadagna un paio di pugni nello stomaco che lo fanno piegare su se stesso.
"Avanti, contatta il tuo capitano e digli che se vuole rivedervi vivi deve consegnarsi a me.": con queste parole Adam apostrofa Kira e lei a muso duro gli risponde con un secco "Mai!".
"Lasciala stare!" grida Yama dopo essersi ripreso dai colpi subiti.
Adam lo trafigge con lo sguardo ed intuito il rapporto tra lui e Kira fa cenno ai suoi soldati di metterlo ko: forse così Kira cederà.
Conclusione? Adam se ne va senza aver ottenuto nulla, mentre Yama rimane a terra rannicchiato su se stesso, accudito da Kira, inginocchiata accanto a lui. Ma l'astuto giovane, nonostante i colpi subiti, è riuscito abilmente ad impossessarsi di una delle pistole dei soldati ed accasciandosi dolorante a terra l'ha nascosta sotto la giacca.
Approfittando di un momento di disattenzione delle guardie, Kira, dotata di ottima mira, con un colpo preciso centra il quadro che controlla le sbarre elettriche della cella. Lei e Yama sono dunque liberi. Ma come possono fuggire dall'ammiraglia della Gaia Fleet?
Per loro fortuna Harlock non ha intenzione di abbandonarli. Forse dovrebbe farlo, da buon capitano non dovrebbe mettere a rischio l'intero equipaggio per due elementi che in pratica hanno disubbidito ai suoi ordini, ma qualcosa lo spinge nell'opposta direzione e tutti sull'Arcadia sono del medesimo avviso. Quindi, proprio mentre i due prigionieri si liberano, l'Arcadia attacca la Selenia ed i membri della nave pirata con le loro tute blindate irrompono senza indugio. Yama e Kira fanno la loro parte e si oppongono con coraggio ai nemici per riunirsi ai compagni. Alla fine, fortunatamente, tutto l'equipaggio al completo fa ritorno sull'Arcadia, abbandonando l'ammiraglia della Gaia Fleet ed il suo capitano a leccarsi le ferite.
Come prima cosa bisogna rimettere in sesto Yama, piuttosto acciaccato, ma quanto successo non può cadere nel dimenticatoio tanto in fretta. E come volevasi dimostrare, mentre Kira e Yama sono in infermeria, un loro compagno va a chiamarli: devono andare sul ponte di comando, il capitano vuole vederli. Dopo aver medicato le ferite di Yama, Kira raggiunge insieme a lui la plancia, e qui trova non solo il capitano, ma l'equipaggio al completo ad attenderli. Tira una brutta aria. Il volto di Harlock è più cupo del solito. Kira sa che è per lei tutto questo, ma senza chinare la testa, fiera e sicura, si porta davanti al capitano, con Yama al proprio fianco. Harlock, in piedi, regale e severo, la squadra dall'alto in basso. E' arrabbiato? Deluso? La sua voce fende l'aria come una lama affilata:
"Non puoi ignorare i miei ordini e fare quello che vuoi. Con il tuo comportamento hai messo in pericolo te stessa e i tuoi compagni.".
Kira risponde senza esitare:
"Questa cosa riguardava me e il mio passato. Nessun altro avrebbe dovuto rimanere coinvolto. Non ho chiesto io a Yama di seguirmi. Ma questo tu lo sai, capitano, vero? Tu sapevi che mi avrebbe seguita, sapevi e non gliel'hai impedito. Tu l'hai messo in pericolo, lui e tutta l'Arcadia, quando hai deciso di venirci a riprendere.".
"Sei sempre un mio sottoposto. Non puoi parlarmi così!"
I toni si scaldano. Nessuno osa intervenire. Solo Yama si azzarda ad avvicinarsi a Kira sussurrandole di smetterla di provocare il capitano. Lei però non accetta il suggerimento e si scosta di scatto dal giovane, trafiggendolo con lo sguardo e rivolgendo poi lo stesso sguardo ad Harlock.
Silenzio. E' il capitano a riprendere la parola:
"Se le regole di questa nave non ti piacciono, nessuno ti obbliga a restare.".
Ciò detto il pirata fa pochi passi e si porta alle spalle di Kira. Yama reagisce d'istinto:
"Ma che stai dicendo, capitano?!".
Kira tace e si allontana. Cala il silenzio.
Rintanata nella sua stanza, la ragazza riflette. E' vero, ha messo in pericolo i suoi compagni, e per primo Yama, per far di testa sua. Altre volte aveva avuto dei confronti diretti col capitano, però mai come oggi. C'è qualcosa che non va, Kira lo sente... Forse sull'Arcadia davvero starebbero meglio senza di lei... e Yama? Il loro legame è molto forte, troppo forte... Yama ha un ruolo importante e lei non può rapirlo a questo ruolo e renderlo vulnerabile per via dei sentimenti che nutrono l'uno per l'altra. Allontanarsi sarebbe la scelta migliore. Per tutti. Anche per lei. L'Arcadia è diventata una casa, una porto sicuro e protetto. Kira non ha mai messo in dubbio la sua scelta, e nemmeno ora lo sta facendo... ma deve capire. Deve andare. Sarà sempre parte dell'Arcadia e l'Arcadia sarà sempre parte di lei. Ma ora non può restare... Yama però non la lascerà andare via. Bisogna trovare un modo. Convincerlo a parole sarebbe impossibile. Non resta che...
Proprio Yama raggiunge Kira nella sua stanza, trovandola intenta a raccogliere le sue cose.
"Che vuoi fare?" chiede il giovane con gli occhi sbarrati.
Kira non riesce a guardarlo in faccia: se lui le dicesse di restare, lei crollerebbe e non potrebbe più a portare a termine il suo intento.
"Mi spiace. Devo andarmene." afferma lapidaria la ragazza.
"Se non posso convincerti a rimanere, verrò con te." ribatte l'altro.
"Non puoi. Non ha senso."
Yama si avvicina e fa per abbracciare Kira ma lei gli sfugge dalle mani e chinando tristemente la testa traveste da verità una crudele bugia:
"Non puoi seguirmi. Non devi. Non c'è futuro per noi. Il tuo posto è qui, non con una persona che... che non ti ama come tu vorresti.".
Yama resta immobile, pietrificato. Non riesce a parlare. Non può credere a quello che ha appena sentito. Per prevenire qualsiasi obiezione, Kira rincara la dose:
"Tu mi piaci, ma non ti amo. Non riesco a dirti che passerei tutta la mia vita con te.".
Yama abbassa la testa, uno sdegnato sorriso dipinto sul suo volto. Poi, di colpo, rabbia e gelosia prendono il sopravvento in lui ed un dubbio si fa largo, un dubbio alimentato dal ricordo delle parole che una volta uscirono dalla bocca di Yattaran:
"Ragazzo, la verità è che tra Kira e il capitano c'è un rapporto particolare, fatto di fiducia e rispetto ma anche di scontri aperti. Il capitano ha preso a cuore le sorti di quella ragazza...".
"Sei innamorata del capitano? E' così?"
Alla rabbiosa domanda di Yama, Kira in un primo momento non sa che dire, ma poi laconica risponde con due rassegnate parole:
"Mi dispiace...".
Yama se ne va, scuro in volto. Kira, rimasta sola, si siede sul letto e, mentre una bruciante lacrima le attraversa il viso, tra sé pensa che ormai più nessuno le impedirà di andarsene...
Resta però un'ultima cosa da fare. Parlare con il capitano. Kira lo raggiunge nella stanza dell'astrolabio. E' solo. Che la stesse aspettando? E' voltato di spalle. Sta guardando fuori dalle grandi finestre l'universo che si distende a perdita d'occhio. Kira posa sul tavolo la sua cintura e la pistola. Il capitano si volta e lei con un disarmante sorriso gli parla:
"Devo andare via. Devo farlo per me... e per voi. Ora come ora sono un punto debole per l'Arcadia, per te e per Yama. Così non posso restare.".
Harlock le si avvicina e con voce rassicurante le promette che per lei ci sarà sempre posto sull'Arcadia, se mai dovesse decidere di tornare. Kira vince la commozione, ringrazia con un cenno del capo e poi chiede un ultimo favore:
"Mi imbarcherò su una nave merci. Nessuno mi chiederà chi sono e da dove vengo. Quelli vogliono solo gente che lavora.... avrei bisogno che Yatta mi portasse fino alla più vicina colonia dove fanno scalo i mercantili.".
"Come vuoi." conclude il capitano, con un velo di tristezza nella voce.
"Grazie di tutto.": con queste parola Kira si volta e si dirige alla porta.
La voce di Harlock però la blocca:
"E se ti chiedessi di restare?".
La giovane resta immobile, in silenzio. Harlock le si avvicina e fermo dietro di lei le posa le mani sulle spalle.
"Capitano..." gli sussurra la ragazza intenerita.
"Non è come capitano che ti chiedo di restare." continua lui, costringendola a voltarsi e guardarlo in viso.
Per un istante il pirata immortale torna uomo ed avvicina il suo volto a quello di Kira, sfiorandole le labbra, e lei con un flebile "Non posso...", posa un dolce bacio sulla sua guancia, un bacio colmo di affetto, gratitudine e... tristezza.
Harlock si allontana e recuperata la sua regale compostezza racchiude in un nome una logica domanda:
"E Yama?".
"Yama..." sospira malinconica Kira.
"Lui non ti lascerà andare via, lo sai." osserva il capitano.
"Non mi fermerà." rimarca rassegnata la giovane "Lui crede... gli ho fatto credere... non importa...".
In silenzio i due si salutano. Kira è decisa ad andarsene il prima possibile. Inutile aspettare ancora...
Presto arriva il momento della partenza. Kira lascia la sua divisa sul letto, ben piegata. Con uno zaino sulle spalle, poche cose con sé e tanti ricordi nel cuore abbandona la sua stanza. E quando fa per incamminarsi lungo il corridoio, si trova davanti Yama. Non una parola tra loro. Lui ha dentro tanta rabbia e la gelosia gli impedisce quasi di provare dolore. Lei soffre, da morire, ma abilmente maschera tale sofferenza facendosi scudo della certezza che la scelta fatta sia l'unica possibile. Yama fa pochi passi e si ferma un attimo alle spalle di Kira, stringendo nei pugni tutte le parole che non riesce a dire. Lei esista un istante e fa per voltarsi, ma alla fine riprende a camminare, ascoltando i passi dell'amato che si muovono nell'opposta direzione fino a sparire tra le lamiere della nave.
La ragazza raggiunge il ponte dell'hangar dove Yattaran la aspetta per portarla dove lei ha chiesto di andare. Ci sono tutti lì per salutarla, perfino Tori, che svolazza gracchiando tristemente. Sì, tutti, tranne una persona. Harlock e Mime osservano dall'alto la giovane che saluta quelli che per lei sono ormai una famiglia. Un abbraccio speciale è ovviamente per Key. Poi, un ultimo sguardo all'Arcadia, un silenzioso saluto al capitano e a Mime. Kira sale sulla navicella. Yatta la segue. E' ora di partire.
Da una delle grandi finestre della nave, Yama osserva la navicella allontanarsi, fino a sparire come un minuscolo puntino di luce nello spazio, e quando nei suoi occhi non rimangono che le stelle e i pianeti a specchiarsi, il giovane china la testa e si morde le labbra, confusa la mente e svuotato il cuore, solo un pensiero a dargli forza: l'Arcadia ha bisogno di lui, Harlock gli ha dato completamente fiducia. Questo solo conta. Altro non c'è. Non più...
Durante il breve tragitto verso la colonia dove Kira si imbarcherà, Yattaran chiede alla compagna cosa farà in futuro e come mai abbia deciso di lasciare l'Arcadia. Lei resta sul vago e Yatta non insiste oltre, anche se non può non rivolgerle un'inevitabile domanda:
"Cos'è successo con Yama?".
La ragazza sorride tristemente e coprendosi il viso con le mani nasconde le lacrime che incontrollate le scendono dagli occhi, pregando l'amico di non parlare a nessuno di quelle lacrime. Yatta la guarda con affetto e mettendole una mano sulla spalla le assicura che questo sarà il loro segreto.
La navicella infine atterra. L'ultimo addio, un abbraccio, e Yattaran commosso, con gli occhi lucidi, saluta la compagna con la speranza di poterla rivedere, prima o poi...
Kira si avventura sul suolo sconosciuto, un suolo arido e desolato come il suo cuore adesso. Ma la vita è più forte di tutto, quei fiori nati sulla Terra lo dimostrano. E con questa speranza Kira va incontro ad un futuro pieno di incognite dove la sua sola certezza è quello che si porta dentro. Decisa ad imbarcarsi su un mercantile, non le resta che sceglierne uno tra i tanti fermi nella sconfinata piana desertica che si distende davanti a lei. Nelle vicinanze c'è un locale dove gli equipaggi delle navi merci si fermano per rifocillarsi e distrarsi un po'. Di posti del genere se ne trovano diversi, sparsi sulle varie colonie. Kira si avvicina ad una delle navi. C'è qualcuno che sta uscendo. Una giovane donna. Capelli neri corti, un po' mascolina d'aspetto e nei modi. Ma ha uno sguardo rassicurante ed affabile, e Kira è abituata ad ascoltare l'istinto, perciò senza esitazioni le confessa le proprie intenzioni:
"Vorrei imbarcarmi."
La sconosciuta la squadra dall'alto in basso, domandandole se sia sicura di volerlo fare.
"Non ho molte altre possibilità. Voglio imbarcarmi, senza che nessuno mi chieda chi sono e da dove vengo.": risposta piuttosto chiara.
La sconosciuta si presenta:
"Io sono Asia. Ti porto dal capitano. In effetti stiamo cercando gente. Se il lavoro non ti spaventa potrai essere dei nostri. Come ti chiami?".
Kira esita un attimo e poi dalle labbra le esce il nome di sua madre: Cassie. Perché ha detto quel nome nemmeno lei lo sa. Per prudenza? Per nascondere la sua identità?... o forse soltanto perché il suo vero nome è rimasto sull'Arcadia, è parte dell'Arcadia, e adesso non ha più senso usarlo. Kira incontra quindi il capitano del mercantile e viene presa a bordo. E' tutto diverso. Tutto nuovo. Meglio così, sarà più facile non ricordare.

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA E MARTA: Eccoci qui di nuovo. Tranquilli che nonostante il cambio di nickname (da MartaIrene a Arvati77) siamo sempre noi, Marta e Cinzia!! E finalmente si entra nel vivo con le parti inedite...
MARTA: Per onor di cronaca volevo precisare che le parti scritte finora sono uscite dalla mia testolina, mentre quella che seguirà è scaturita dalla fantasia di Cinzia. Sì, perché dovete sapere che questa fanfiction è iniziata così. Sia io che Cinzia dopo aver visto il film di Capitan Harlock ci abbiamo fantasticato su, inizialmente ognuna per conto suo. Quando però ci siamo raccontate le storie che ci eravamo costruite nella testa, abbiamo notato che si potevano benissimo incastrare l’una nell’altra, e da qui è partito tutto. Dopo aver unito le vicende che avevamo ideato separatamente, abbiamo proseguito con altre due parti scritte insieme, a quattro mani, suddividendoci i personaggi in modo da non tralasciarne nessuno e facendo attenzione alla coerenza e unità del racconto nel suo complesso. Ci saranno infatti ricordi e richiami evidenti tra una parte e l'altra per dar una continuità logica e storica all'insieme.
Mi raccomando, fate attenzione ai dettagli, nulla è inserito a caso!
CINZIA: Piccola nota di colore. Per la prima stesura ci siamo scambiate le parti scritte tramite messaggi con WhatsApp... che follia!! XD
MARTA: Prima di darvi i link per le illustrazioni, volevo fare un'ultima precisazione. Non vi stupite se nei disegni delle prossime parti Yama non ha la benda sull'occhio come Harlock. Dopo un'attenta analisi dei fotogrammi del film io e Cinzia abbiamo preso atto che Yama di fatto non perde l'occhio quando Ezra gli spara al volto. Il gesto finale del capitano ha indubbiamente un valore simbolico, e noi ne abbiamo mantenuto il significato lasciando da parte il discorso della benda.
CINZIA E MARTA: Alla prossima…

ADAM
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YAMA E KIRA… E’ FINITA?
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Capitolo 4
*** Per la salvezza di Arreta - Parte 1 ***


PER LA SALVEZZA DI ARRETA

E' un giorno di festa su Arreta. Noa nella sua stanza si sta preparando all'evento. Guarda la sua immagine nel grande specchio, poi volge gli occhi fuori dalla finestra, soddisfatta della sua vita. Il sole splende, tutto sembra perfetto. All'improvviso, un'esplosione e del fumo in lontananza. Una guardia irrompe nella stanza gridando:
"Un attentato Maestà!".
Una corsa affannosa giù per le scale, lungo i corridoi, nel tentativo di scendere sempre più in basso. Passata la porta secondaria dell'hangar è pressoché impossibile avvicinarsi al modulo di emergenza. C'è però una nave merci, pronta a salpare in tutta fretta: il capitano non vuole farsi coinvolgere in guai non suoi. La guardia che scorta l'imperatrice le fa indossare il mantello della divisa e le indica di correre verso il mercantile prossimo a partire...
Noa si ritrova così rintanata nella stiva a guardare da un oblò il suo pianeta farsi sempre più piccolo. Il protocollo di fuga è saltato e lei non sa dove è diretta e chi l'aiuterà. L'importante è che non sia caduta nelle mani degli aggressori. E tutto per colpa di un dirigente corrotto della Gaia Sanction, il governatore Begum, che ha deciso di invadere Arreta per carpirne il segreto ed impossessarsi delle sue ricchezze e del suo potere.
E' lei la chiave di tutto... lei, l'imperatrice.
In un momento di sconforto Noa si chiede tra sé e sé che fine farà e prega perché qualcuno la possa aiutare. Ma chi potrà farlo? Chi potrà restituirla al suo pianeta? Chi potrà ridare ad Arreta la sua sovrana ed all'umanità la speranza?...
Sull'Arcadia Mime all'improvviso si sente irrequieta, ha come la sensazione che qualcosa non vada, che qualcuno stia chiedendo aiuto. Telepatia? Come spiegarlo agli altri, e al capitano? Dalla plancia l'aliena scruta il cielo come stesse cercando qualcosa. Niente... I rilevatori dell'Arcadia segnalano solo una nave merci talmente lontana che è impossibile da vedere ad occhio nudo. Eppure... Deve essere per forza là, su quel mercantile, l'origine della percezione di Mime. Harlock le si avvicina per chiederle cosa la preoccupi e lei accenna all'inspiegabile sensazione che ha avvertito. Non è suggestione. No... quel tipo di contatto è una vecchia caratteristica del suo popolo... Che non sia sola nell'universo?
La determinazione dell'aliena convince il capitano ad agire ed è così che l'Arcadia aggancia la nave merci con gli anchor cable e da lì parte l'assalto.
Dalla calma più totale di un viaggio tranquillo, all'improvviso Noa sente del gran trambusto: sirene che suonano, rumori dall'interno della nave e luci dall'esterno. Preoccupata si affaccia all'oblò per guardare. Una gigantesca nave nera, su cui sventola come un arcano emblema una bandiera lacera con un teschio, ha abbordato il mercantile.
"Pirati! Ci mancavano solo i pirati! E adesso?..." pensa tra sé la giovane, ma non le riesce nemmeno di terminare il pensiero che dei boati e dei forti scossoni fanno tremare tutta la nave.
Noa finisce col cadere a terra ed un brutto colpo alla testa le fa perdere il senso dell'orientamento, mentre la pila di casse davanti a lei le frana rovinosamente addosso. La malcapitata si ritrova sul pavimento con una caviglia dolorante, arrabbiata con sé stressa per non essere riuscita ad attivare i suoi bracciali ed alzare il campo magnetico di difesa. Non le rimane che ripararsi in un angolo e sperare...
Dall’Arcadia in piena fase di assalto Mime conferma le sue sensazioni:
"Harlock, sono sicura. E' sulla nave.".
Tutti i membri dell'equipaggio del mercantile, uno di fianco all'altro e con le mani dietro la nuca, vengono tenuti sott'occhio da Yama, Key e Yatta. Harlock e Mime passano davanti a loro ma l'aliena non percepisce più nulla.
"Avete ispezionato tutta la nave?" si informa il capitano.
"Manca solo la stiva." risponde prontamente Yattaran.
Harlock si addentra nel mercantile insieme a Mime, fino a raggiungere il magazzino. L'aliena resta sulla porta, lui entra.
Nel buio Noa è rannicchiata in un angolo tra le casse e la parete, completamente avvolta nel mantello, con il cappuccio a coprirle il viso. In attesa...
I passi di Harlock echeggiano nel silenzio. Poi, di colpo, il capitano si ferma e si volta a guardare in una precisa direzione, mentre la sua voce ferma e decisa echeggia nella stiva:
"Tu, esci fuori di lì!".
Nell'oscurità una sagoma si muove. Noa si alza emettendo un tintinnio metallico appena percettibile. Harlock fa per avvicinarsi ma qualcosa glielo impedisce. Un campo magnetico respinge tutte le parti metalliche del vestiario del pirata impedendogli di muoversi liberamente. Il capitano chiama a sé Mime, avvisandola dello scudo invisibile, e quando Noa vede l'aliena rimane sconvolta: sa chi ha davanti e non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe trovata faccia a faccia con una nibelunga di razza pura. Ancora viva?!
L'imperatrice, parlando in una lingua antica e non umana, cerca la conferma di ciò che in fondo già sa e di rimando Mime, dopo aver lanciato un'eloquente occhiata al capitano, ansiosa di sapere si rivolge alla sconosciuta nella sua stessa lingua e le chiede se tra loro due ci sia un legame. Appartengono dunque alla stessa razza? La risposta negativa di Noa incuriosisce sempre di più Harlock e Mime, ma non c'è tempo di fare salotto, bisogna ritornare sull'Arcadia il prima possibile. Noa non si fida e non sa che fare, ma il capitano le fa presente che non ha molte alternative e lei alla fine decide di muoversi. Facendo qualche passo zoppicante in avanti, la giovane si ferma sotto il debole riverbero di luce che filtra dall'oblò ed abbassa il cappuccio. Harlock e Mime scorgono finalmente il volto che si celava sotto il mantello e non possono che rimanere esterrefatti. Una strana creatura è davanti loro. I lunghi capelli lisci si attorcigliano sulle punte in riccioli ribelli ed il loro colore rosso fuoco contrasta in modo quasi violento con il pallore della pelle. Sul volto dai lineamenti sottili ed armoniosi sono incastonati, come gemme preziose, due occhi color ghiaccio, nei quali la nera pupilla risalta in maniera fin troppo evidente, dettaglio questo che risulterebbe piuttosto inquietante o addirittura spaventoso, se non fosse raddolcito dalla naturale espressione benevola dello sguardo. Sotto il mantello scuro si intravede un abito vistoso che denota la provenienza da un ceto sociale elevato, confermata dalla presenza di un ricco diadema tra i capelli.
Sembra irreale.
Perché una donna così si trova in una situazione del genere? Harlock la osserva curioso ed incredulo. Mime la scruta incerta. Le sue sembianze sono più umane che nibelunghe, ma si vede che non è una terrestre qualunque.
Noa annulla lo scudo magnetico e confessa di essersi ferita e di non poter camminare. Harlock la prende in braccio e seguito da Mime raggiunge il resto del suo equipaggio. Noa si copre il volto con il cappuccio. Non deve farsi vedere. Gli uomini del mercantile potrebbero riconoscerla e questo sarebbe un rischio per lei. Yatta incuriosito dall'inaspettato "bottino" lancia un'occhiata alla fanciulla in braccio al capitano e con un beffardo sorrisetto commenta soddisfatto:
"Ahhh! E questa stellina da quale parte dell'universo esce?".
Noa viene quindi imbarcata sull'Arcadia ed affidata alle cure di Key e Mime. Le viene consegnata una divisa ed assegnata una cabina. Ma il suo atteggiamento è tutt'altro che accondiscendente. Non si fida nemmeno di chi è accorso in suo aiuto e non ha intenzione di raccontare cosa le sia successo. Perché dovrebbe fidarsi? Si tratta pur sempre di pirati. Dalla padella nella brace! Di sicuro Noa ed Harlock hanno qualcosa in comune: l'estrema determinazione e la forte consapevolezza di ciò che è di vitale importanza. L'imperatrice di Arreta sa che il suo segreto è troppo grande, non può fidarsi di nessuno. Lei è da sola, si può fidare solo di se stessa.
Trascorsi alcuni giorni, Noa viene convocata nella stanza dell'astrolabio. Davanti a lei, Harlock e Mime. Il capitano con un cenno del capo la invita ad avvicinarsi. Lei, altera ed impassibile, muove qualche passo e si ferma in mezzo alla sala, tenendosi a debita distanza. Mime prova a rompere il ghiaccio:
"Non devi aver timore di noi. Parla, liberamente. Qui non sei in pericolo. Questa nave è una minaccia solo per chi mira a soffocare la libertà e la verità in nome di un presunto ordine precostituito. E di certo questo non è il tuo caso...".
Silenzio. Ed Harlock allora interviene deciso:
"Ti abbiamo aiutata. Ti abbiamo presa a bordo. Ora devi almeno dirci chi sei.".
Non c'è verso, Noa non parla e si limita a ripetere ostinatamente:
"Sono una mina vagante. Non sapete in quale guaio vi siete cacciati prendendomi a bordo.".
Già, un bel guaio. E siccome le sventure non viaggiano mai sole... La notizia dell'assalto pirata alla nave merci partita da Arreta si diffonde in fretta e con essa anche la curiosità riguardo alla clandestina presa in ostaggio da Harlock. Il corrotto governatore Begum, intuito che la clandestina altri non è che l'imperatrice, vuole ad ogni costo farsela consegnare, e sulla scorta di un avvistamento dall'Arcadia nei pressi di una colonia, avamposto commerciale, risalente a qualche tempo fa, i suoi uomini riescono a calcolare le coordinate spaziali da cui partire nella ricerca. Grazie a delle buone intuizioni ed un po' di fortuna, i soldati della Gaia Fleet agli ordini dell'infido governatore riescono ben presto a scovare l'Arcadia, che si ritrova perciò suo malgrado per l'ennesima volta faccia a faccia con un incrociatore della Sanction. Su ordine di Begum viene inviato ad Harlock un messaggio video intimidatorio: o consegnano l'ostaggio o verranno attaccati. Sulla nave pirata serpeggia un sospetto: perché la Gaia Sanction vuole Noa?
Yama a nome di tutti risponde al nemico ed a chiare lettere ribadisce che la persona prelevata ormai fa parte dell'equipaggio e non lascerà l'Arcadia per nessun motivo al mondo.
"Che sciocchezze ragazzo! E' dell'imperatrice di Arreta che state parlando!" ribatte il comandante della nave della Gaia Fleet.
Il tempo delle parole termina. E' evidente che non c'è modo di contrattare ed il vascello da guerra della federazione parte all'attacco. Harlock ovviamente non si tira indietro e di conseguenza scoppia una violenta battaglia. Le due navi finiscono con lo speronarsi a vicenda ed i pirati senza indugio invadono il campo nemico riuscendo alla fine ad avere la meglio. Tutti fortunatamente rientrano sull'Arcadia e navigando in-skip la corazzata fantasma si allontana avvolta dalla Dark Matter. Purtroppo però gioire della vittoria non è concesso: dallo scontro col nemico Yatta ne è uscito gravemente ferito. L'equipaggio preoccupato si fa intorno a lui. Noa, in disparte, lancia una fuggevole occhiata a Mime, quindi si avvicina al gruppo e si fa largo. Con un'indecifrabile espressione dipinta in volto confessa di essere in grado di salvare Yattaran e domanda poi a Key di togliergli la tuta blindata. Dopodiché si inginocchia accanto all'uomo riverso a terra, lo tranquillizza con voce rassicurante e gli promette che andrà tutto bene. Infine, chiude gli occhi e si concentra, una mano appoggiata sulla sua gamba, una sulla ferita dell'amico. Inaspettatamente la ferita si rimargina: Yatta è fuori pericolo ed a sorpresa si rialza addirittura in piedi. Noa si allontana dal gruppo con la mano sporca di sangue, barcolla e cade svenuta. Mime ed Harlock la soccorrono.
"Ma... cosa...? Mime, tu sai cos'è successo?" chiede stupito il capitano.
L'aliena annuisce e chiarisce la situazione:
"Non c'è stato nessun miracolo, ma solo un trasferimento di pura energia: Noa è come un catalizzatore, un tramite attraverso cui l'energia vitale può scorrere ed infondersi negli altri. Nel suo pianeta avrebbe tratto dal pianeta stesso l'energia, ma qui ha dovuto usare l'unica energia disponibile, la sua. Ha rischiato grosso, e se fosse andato storto qualcosa sarebbe potuta morire.".
Dopo quanto accaduto le cose iniziano a cambiare. Noa sembra acquisire fiducia nei suoi nuovi amici ed accortosi di ciò Harlock azzarda un ennesimo faccia a faccia con lei e le chiede nuovamente di raccontargli tutta la verità che la riguarda. Alla domanda del capitano la giovane esita un istante ma alla fine abbandona ogni indugio e parla con assoluta sincerità:
"E va bene, ti dirò ogni cosa. Io sono Noa, imperatrice della colonia di Arreta. So cosa si dice delle colonie, che sono in declino, ma il mio pianeta è un'eccezione. Arreta sta prosperando. E' un pianeta molto simile alla Terra e nel periodo della colonizzazione una delegazione dei Nibelunghi si è fermata a lungo da noi: ci hanno donato il loro sapere ed una parte di loro è rimasta sul pianeta. Alcuni degli abitanti di Arreta hanno una parte di DNA non umano. Io stessa non sono del tutto umana. In molti vorrebbero mettere le mani sulla nostra colonia, non rendendosi conto che è come afferrare una bolla di sapone. L'equilibrio è fragile, basta un nulla per rovinare il nostro operato, un invasore si troverebbe con niente in mano. Io sono la custode del pianeta. Io sono la chiave per possedere il trono. Il mio popolo ne è cosciente ed è con me in tutto per tutto. Siamo consapevoli della nostra fortuna e non vogliamo escludere gli altri esseri umani. Proprio per questo ho riunito una delegazione segreta di scienziati perché studi Arreta e trovi il modo di riprodurre il legame tra abitanti e pianeta che siamo riusciti ad ottenere noi. Una cosa del genere deve essere di tutti e la mia paura è che le nostre ricerche possano cadere in mano di persone senza scrupoli che vogliono speculare sulla ricerca. Il nostro sapere è la speranza delle colonie e la sopravvivenza della mia... Per noi Arreta non è una colonia ma la nostra casa, il nostro pianeta.".
Ad Harlock non sembra vero, un'altra strada gli si pone davanti, un'altra speranza che segue i suoi ideali. Come un cavalier servente davanti ad una dama il capitano promette di dedicare i suoi servigi e l'intera Arcadia all'importante missione. Noa deve tornare a regnare. Arreta deve essere liberata per il bene dell'intero genere umano.
Nei giorni che seguono Noa passa il suo tempo sulla nave a preparare l'attacco, dando tutte le informazioni del caso e facendosi voler bene dall'equipaggio. Perfino Tori l'ha presa in simpatia e spesso li si vede correre tra i corridoi, con l'uccellaccio nero che cerca di prendere il cibo che la ragazza tiene in mano a penzoloni. Yama e Key sono tuttavia convinti che Noa debba imparare qualche tecnica di difesa e per questo provano ad addestrarla, con scarso successo. Proprio durante un allenamento qualcosa di incredibile accade, a dimostrazione che l'imperatrice di Arreta non è esattamente una donna come le altre. Mentre Yama e Noa stanno simulando uno scontro con le spade, una delle lame si spezza e finisce per roteare sopra le loro teste. La ragazza con un gesto istintivo spinge l'amico lontano, mentre lei, ritrovandosi sulla traiettoria dell'affilata arma, si china su un ginocchio ed alza un braccio per difendersi. Key assiste inerme alla scena e temendo il peggio grida, facendo accorrere tutti quelli che si trovano nei paraggi. La lama continua la sua caduta ma non ferisce in alcun modo Noa ed inspiegabilmente segue i movimenti del suo braccio senza scalfirlo, per poi cadere a terra. La giovane, in ginocchio sul pavimento, tira un sospiro di sollievo, mentre coloro che sono stati testimoni dello straordinario evento si chiedono come tutto ciò sia stato possibile. Yatta per primo si avvicina a Noa per accertarsi che stia bene:
"Ehi, Stellina, tutto bene?".
E dopo di lui anche Yama, Key e gli altri le si fanno intorno.
Noa capisce che forse le armi non fanno per lei, e in fondo... le sue armi le ha già! Ai polsi, ed i sensori e le spie dei bracciali lampeggiano come a voler rispondere.
Il tempo scorre seguendo incessante il suo corso. Un giorno Harlock e Mime si ritrovano a parlare nella stanza dell'astrolabio, apparentemente distratti dai calici di vino che tengono in mano. Parlano di Noa.
"L'equipaggio si sta affezionando a lei... e anche a me piace." fa presente l'aliena.
E come potrebbe essere altrimenti? Noa proviene da un mondo diverso, fatto di sole, mari, monti, città, pieno di vita e movimento, e lei trasmette tutto questo. Loro invece vivono nel buio e freddo spazio. Se non fosse per le stelle cosa sarebbe lo spazio?...
"Girano voci... Molti sperano che tu le chieda di restare." insiste Mime.
"Non è possibile Mime e lo sai. Dai ordini per un banchetto con tutto l'equipaggio." afferma perentorio Harlock, chiudendo così il discorso.
Una festa d'addio, dunque. Perché no? Quale modo migliore per salutarsi prima dell'inevitabile distacco? Sarà di sicuro un bel ricordo, per tutti quanti... Immersa nei suoi pensieri, Noa percorre il corridoio che conduce alla sala della festa, ed incrociando Yama e Key si ferma un attimo a scambiare due parole. Ma le salta subito agli occhi che Yama è particolarmente taciturno e pensieroso: se ne sta in disparte, altrove con la testa.
"Che cos'ha?" domanda sottovoce Noa rivolgendosi a Key.
"Ah, beh... problemi di cuore..." risponde titubante l'interrogata.
"Davvero? E chi...?"
"Lei era... una di noi... ha lasciato l'Arcadia prima che ti incontrassimo."
Key tuttavia non sa se fa bene a raccontare questioni tanto private e per evitare il discorso si allontana di fretta con una scusa. Noa allora affianca Yama.
"Ehi, ciao! Hai un'aria così seria... Tutto bene?" esordisce la ragazza.
"Pensavo..." risponde con aria assente il giovane "Anche un po' di tempo fa abbiamo festeggiato, tutti insieme..."
"E manca qualcuno?" incalza l'altra "Vuoi parlarne?".
Forse Yama ha veramente bisogno di parlare con qualcuno di Kira, o forse è il modo di fare di Noa ad aprire i cuori. Qualunque sia il motivo, sta di fatto che il giovane alla fine si sfoga e manifesta sinceramente i propri sentimenti, chiudendo il discorso con un'amara considerazione:
"Mi ha preso in giro. Non mi ha mai amato...".
Noa osserva attentamente Yama e dal suo sguardo intuisce che quello che sta dicendo lui stesso non lo vuole credere. Ci sono tristezza e rabbia nei suoi occhi e nelle sue parole. Ma non rassegnazione, né odio. Lei d'altronde non è una sprovveduta e sa perfettamente che certe responsabilità comportano dei sacrifici. L'ha provato sulla propria pelle. Lo sa fin troppo bene.
"Ascolta, non hai mai avuto il dubbio che la verità sia un'altra?" interviene la ragazza "Le responsabilità possono portare a delle decisioni che a volte si scontrano con i sentimenti. Sembra brutto da dire, ma a volte per un bene più grande si rischia di ferire le persone che abbiamo vicino. Secondo me le cose non stanno come credi... Adesso però andiamo. Gli altri ci aspettano.".
Yama sembra più sollevato, il suo sguardo si rischiara e le sue labbra accennano un involontario sorriso: forse lui nemmeno se ne rende conto ma le parole di Noa hanno aperto una speranza nel suo cuore, una vaga speranza che ben presto diverrà una consapevolezza impossibile da zittire...
Durante il ricco banchetto, nella grande sala il vociare degli uomini si alterna con i silenzi della consumazione delle pietanze. Noa è in mezzo all'equipaggio, sorridente. Harlock, seduto al posto centrale della tavolata con Mime accanto, ad un certo punto si alza in piedi e richiede l'attenzione dei commensali.
"Un brindisi a Noa, imperatrice di Arreta! Che possa presto tornare sul trono..." afferma il capitano, sollevando il calice, ed aggiungendo poi a voce bassa, quasi parlasse tra sé e sé:
"... e che nessuno lo dimentichi...".
Dopo quelle parole appena sussurrate, ma ben udite da tutti, scende un silenzio imbarazzante nella sala. Noa si sente raggelare: era davvero il caso di enfatizzare la sua posizione? Harlock sembrava voler dire che lei non potrà essere mai un membro dell'Arcadia, anche se... in fondo questa è la verità, il capitano ha ragione: lei deve tornare a casa, non ha mai perso di vista i suoi doveri, anche se sull'Arcadia si sente bene e al sicuro. Ingoiando il nodo che le stringe la gola, Noa sfrutta tutte le sue capacità diplomatiche per affrontare la situazione. Si alza in piedi, solleva il bicchiere e rivolge ai presenti uno speciale brindisi:
"Al popolo di Arreta, che ritrovi presto la libertà! E un grazie a tutti voi per quello che state facendo per me e per il mio pianeta.".
L'imperatrice trafigge il capitano con occhi di ghiaccio, volgendo poi un sorriso tirato verso tutti. Segue un attimo di smarrimento generale, dopodiché, poco alla volta la tensione si scioglie. Noa torna a sorridere e scherzare, senza voltarsi più a guardare Harlock. Lui in silenzio osserva la scena per un po', quindi sempre in silenzio si alza ed esce dalla sala, seguito da Mime. Percorrendo il corridoio deserto, l'aliena non resiste ed interrompe il silenzio con una significativa frase:
"Ti ha tenuto testa egregiamente.".

…Continua…

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Eccoci arrivati anche alla mia parte! Spero vi abbia entusiasmato quanto gli altri capitoli. Noa è il mio nuovo personaggio nella storia. Lo so a cosa state pensando...la regina di un pianeta lontano, lontano... già visto! O pensate che può ricordare una vaga rivisitazione della regina Raflesia, personaggio della serie animata.
Giuro che non ho pensato a tutto questo quando Noa è entrata nella mia testa! Che dovesse essere imperatrice era inevitabile per la storia che avevo in mente. Per questo e per quello che ancora non posso svelare, volevo assolutamente che Noa fosse particolare nel ruolo e nell'aspetto. È un personaggio complesso e meno banale di quello che può sembrare.
Altra precisazione da fare è sul carattere di Harlock. Io ho cercato di tenere fede al film, ma è inevitabile che interagendo con gli altri personaggi in modo più inciso rispetto al film, esca la sua parte più romantica e cavalleresca che rispecchia maggiormente l'Harlock della serie animata. Ci sta comunque, visto che in realtà anche nel film questo aspetto esce secondo me, nella scena dove il nostro pirata versa una lacrima alla vista del fiore sbocciato sulla Terra. Insomma... cinico e distaccato sì, ma fino un certo punto!
Su Arreta per ora vi svelo solo che il pianeta, inteso come corpo celeste, esiste davvero.... ma adesso non posso aggiungere altro, a parte che il nome inventato è "a terra" scritto al contrario.... Sì lo ammetto è stato un momento di disperazione nella ricerca di un nome che mi convincesse... però, dai, concedetemelo, è una cosa simpatica! ;-)
MARTA: Dato che in questa parte io ho fatto soltanto da revisore del testo, non ho molto da dire. Ma visto che siamo in vena di aneddoti sui personaggi, allora vi racconto da dove è nato il nome Kira. Cercavo un nome che desse l’idea di forza, grinta, ma anche di femminilità. Un nome che ispirasse a momenti l’immagine di una tigre, e a momenti quella di una gattina. E il nome Kira mi è sembrato davvero appropriato al personaggio che mi ero inventata. Altro aneddoto divertente. Io e Cinzia avevamo il problema di dare un nome alla stanza che si vede nel film, quella in cui Harlock e Mime sono seduti a bere vino. Come chiamarla? Visto e considerato che da una parte si vede un astrolabio (per chi non lo conoscesse, è uno strumento di navigazione di forma sferica, nel fiml si vede bene!), ecco fatto: la sala (o stanza) dell'astrolabio.
E ora, spazio ai disegni, stavolta opera solo di Cinzia (si parla del suo personaggio!)
CINZIA E MARTA: Al prossimo capitolo!

 

NOA
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Capitolo 5
*** Per la salvezza di Arreta - parte 2 ***


Mancano poche ore alla guerra per Arreta. L'Arcadia in ferma navigazione e tutti i suoi abitanti a riposare prima dell'azione. Silenzio assoluto tra i corridoi, a parte qualche rumore meccanico proveniente dalla struttura della nave. La tensione e la paura giocano brutti scherzi e Noa si ritrova seduta sul letto a pensare. Si augura che tutto vada per il meglio e che non accada nulla di male ai suoi nuovi amici. Ma a questo ci dovrà pensare lei... Ha avuto di nuovo il solito incubo. Nei momenti di riposo da quando è lontana da Arreta, ha fatto sempre lo stesso sogno. Si trova nel centro della sala sacra del palazzo reale, punto di collegamento con il cuore vitale del pianeta, e viene di colpo avvolta da un'intensa luce. Poi, tutto bianco... e qui di regola si sveglia di soprassalto con un senso di angoscia addosso.
Noa si alza. E' ora per lei di riporre la divisa ed indossare nuovamente le sue vesti da imperatrice. Tornerà a casa nel ruolo e nella carica che le competono. Dimostrerà all'invasore che è lei la più forte... Uscita dalla cabina la giovane si mette a vagare per la nave senza una meta precisa. L'Arcadia, immersa in questo silenzio non silenzio, con le sue luci e le sue ombre, sembra davvero una nave fantasma. L'atmosfera potrebbe incutere soggezione e timore, ma non è così per Noa, non più, ora che a bordo sa di aver trovato degli alleati e soprattutto degli amici. Nel suo vagare silenzioso quasi senza accorgersene la ragazza si ritrova sul ponte di comando. Dalla grande vetrata, estasiata, contempla l'universo. Mime avanza alle sue spalle, muovendosi verso di lei, silenziosa come un fantasma. Se non fosse per il suo riflesso sul vetro Noa non si sarebbe mai accorta della sua presenza. Probabilmente viene dalla sopraelevata della plancia, dov'è collocato il potente motore Dark Matter.
L'aliena si ferma accanto all'imperatrice ed osserva insieme a lei lo spazio, senza dire nulla. Al loro primo incontro, per un momento Mime aveva sperato di aver trovato un suo simile, ma anche se non è esattamente così non riesce a definire una delusione l'incontro con la ragazza a sangue misto. Si sente in qualche modo vicina a lei.
Le due non scambiano uno sguardo fino a quando non è Noa a parlare:
"Puoi essere fiera del mio popolo: abbiamo messo in pratica gli insegnamenti dei tuoi avi nel migliore dei modi.".
Mime è convinta che l'imperatrice di Arreta non rappresenti una speranza solo per gli esseri umani e per un breve istante le due si tengono per mano quasi a volersi far forza l'un l'altra.
Presto Noa lascia la plancia e ricomincia a vagare assorta per i corridoi deserti, con mille pensieri in testa, tra cui uno malinconico per il capitano.
Harlock, nella sua stanza, seduto su una sedia, guarda lo spazio fuori dalla finestra e beve un bicchiere di vino concentrato in chissà quali riflessioni. D'un tratto Tori si mette a svolazzare e gracchiare facendo capire di voler uscire. Il capitano lo osserva un attimo chiedendosi cosa gli sia preso, dopodiché si alza e va ad aprire la porta. Tori esce come una scheggia ed Harlock, appoggiato allo stipite, si affaccia svogliatamente sul corridoio, ritrovandosi inaspettatamente di fronte Noa, splendida e luminosa nella sua regale veste. E' una sorpresa per entrambi questo strano incontro, e per pochi secondi, che appaiono interminabili, i due si fissano senza dire nulla. Quando Noa distoglie lo sguardo e fa per proseguire il suo cammino, in un battito di ciglia Harlock la afferra per un braccio e la trascina nella sua stanza.
La giovane si ritrova con le spalle alla porta, le braccia del capitano tese in avanti, una mano sullo stipite, l'altra sull'interruttore di apertura, e lei in mezzo, con il volto di lui vicinissimo ed il suo sguardo serio e profondo puntato addosso. Nel silenzio che la avvolge le sembra di sentire rimbombare i battiti del suo cuore, il fiato le manca, gli occhi sgranati fissi su di lui... e il pensiero... cosa sta succedendo? Cosa significa? L'espressione del capitano è completamente illeggibile...
Harlock continua a guardare Noa con aria serissima. Lei non osa muovere un muscolo. E ad un certo punto è lui a rompere il silenzio:
"Perdonami per le mie parole... alla festa...".
Sì, alla festa, quando l'ha fatta sentire una perfetta sconosciuta... La ragazza ha capito ma non ha la forza di aprir bocca né di distogliere gli occhi, e con espressione imbambolata continua a fissare il pirata, finché lui, con un gesto inaspettato, riduce la già poca distanza tra loro e la bacia.
Noa è esterrefatta. Harlock l'ha baciata... l'ha baciata! In cuor suo lei lo ha sempre desiderato, da quando si sono incontrati per la prima volta. Lui si allontana e si volta, il malinconico sguardo perso nel vuoto. Lei impietrita, con le spalle alla porta, lo fissa incredula.
"Scusami, non dovevo... "
Le parole del capitano scuotono la ragazza, che senza più timori parla liberamente aprendo il suo cuore:
"... mi hai baciata... Harlock, io sono l'imperatrice di Arreta, tu il comandante dall'Arcadia. Cosa credi che io possa volere? Non mi respingere ora, per il poco tempo che ci rimane, perché se lo facessi... lo rimpiangerei per tutta la vita.".
Noa rimira con occhi supplichevoli il pirata. Lui la ascolta in silenzio dandole le spalle e solo alle sue ultime parole si volta a guardarla, per poi allungare una mano verso di lei, lei che risponde al suo gesto facendo qualche passo nella sua direzione. Harlock le mette una mano sulla spalla e la guida fino al grande letto a baldacchino, per poi stringerla forte a sé baciandola appassionatamente...
...La nave un po' alla volta riprende vita. Harlock e Noa dormono sereni, l'uno accanto all'altra. Ad un certo punto il capitano si sveglia. Il ricordo del sogno scaturito dalla sua mente gli ha lasciato una sensazione di inquietudine. Harlock si sofferma a guardare Noa, piegata su un lato e rivolta verso di lui, con una mano appoggiata sul suo petto. La osserva... i lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino e la pelle candida come la luce di una stella. Sembra così delicata e fragile, eppure è tanto forte e determinata da essere la guida di un intero pianeta. È proprio singolare questa creatura a sangue misto. In più di cento anni lui non aveva mai incontrato nessuno di così particolare, a parte i Nibelunghi si intende. Sì, lei è davvero unica. Lui, un pirata immortale, lei, la regina a sangue misto: sono così all'opposto eppure in realtà così simili, entrambi unici e diversi rispetto ai comuni esseri umani. Forse per questo Harlock è così attratto da lei e per assurdo, dopo tanto tempo, anche se solo per un momento, si sente semplicemente un uomo e non una creatura immortale destinata a vagare nello spazio per l'eternità.
Noa inizia a destarsi e i suoi limpidi occhi incontrano lo sguardo del capitano. L'inquietudine riaffiora nel cuore del pirata:
"Noa, non è un sogno quello che era nella mia mente. Cos'è? Telepatia? Ti ho vista avvolta da una forte luce. Cosa vuole dire? Mi stai nascondendo qualcosa? Cosa farai in quella sala quando sarai a palazzo?".
Un po' perplessa, un po' malinconica, la ragazza non ha idea di cosa rispondere:
"Non lo so, giuro che non lo so".
Noa si accoccola tra le braccia di Harlock. Vorrebbe che il tempo si fermasse adesso. Alza lo sguardo e osserva i lineamenti del capitano. Chi è in realtà questo uomo misterioso? Sembrerebbe non avere nulla in comune con lei, ma in fondo sono entrambi due spiriti soli che si sono incontrati. Noa fissa nella mente quest'istante, lei e lui insieme, un "noi" che a breve sarà solo un dolce e malinconico ricordo... Un abbraccio ancora, un bacio, prima di tornare alla realtà ed all'imminente resa dei conti...
Il piano è questo. Bisogna raggiungere Arreta e far atterrare l'Arcadia in una vasta area dietro il palazzo reale, nel quale Noa deve irrompere per entrare nella sala sacra. Solo da qui infatti le sarà possibile attivare la barriera magnetica a protezione del pianeta. E' questa la loro unica salvezza: tutte le navi nemiche fuori dall'atmosfera di Arreta andranno in black out, non potranno avvicinarsi o attaccare. Sarà purtroppo inevitabile uno scontro diretto con i nemici già sbarcati, ma l'esercito imperiale e l'equipaggio di Harlock sono ben addestrati e possono avere la meglio. Una volta riconquistato il trono e fermato l'infame governatore Begum, l'imperatrice potrà denunciare l'accaduto alla Gaia Sanction. Con il fatto reso pubblico e la vergogna da esso suscitata, la federazione sarà obbligata a prendere provvedimenti e non potrà vantare alcuna pretesa sulla fiorente colonia.
...La tensione è palpabile nell'aria. L'equipaggio dall'Arcadia è concentrato e pronto all'azione. Ognuno sa perfettamente quale sia la propria mansione. Dalla grande vetrata del ponte di comando il piccolo pianeta azzurro, con le sue due lune, appare via via sempre più grande. Quanto somiglia alla Terra visto da lontano! Tutti rimangono incantati per qualche minuto ad osservare il magnifico spettacolo mentre la nostalgia della patria perduta si fa sempre più forte accompagnata da ricordi ormai sbiaditi. Noa sente che Arreta la sta chiamando, come una madre che chiama sua figlia, ed avverte dentro di sé una grande forza. Più si avvicina al pianeta più la sua energia entra in lei.
Mime attiva il motore Dark Matter a tutta potenza e l'Arcadia come un ariete fa breccia nella barricata delle navi nemiche, entrando nell'atmosfera di Arreta ed atterrando nel punto prestabilito. Noa, insieme ad Harlock, Key, Yama, Yatta ed altri pochi uomini, corre verso il palazzo, mentre il resto della ciurma resta a difesa della nave preparandosi ad intervenire in un secondo tempo.
L'imperatrice con passo sicuro guida il gruppo, attraversando strade secondarie e poco praticate, sfruttando passaggi nascosti, tra corridoi, scale, porte, sempre più in alto, e chiunque cerchi di fermarli viene eliminato. La sala sacra si trova sulla torre più alta del palazzo, torre altissima che sovrasta l'intera città con le sue enormi vetrate, come un faro, un punto di riferimento per tutti. L'ultima rampa di scale, un largo corridoio e, in fondo ad esso, un'enorme portale bianco a due battenti. Noa, fiera e determinata, cammina davanti a tutti. Nella mente di ciascuno cresce il pensiero della vittoria. L'imperatrice senza fermare il passo con un gesto secco delle braccia comanda all'imponente portale di aprirsi. I sensori dei suoi bracciali lampeggiano impazziti e lei, varcata la soglia della sala sacra, si volta di scatto e con una barriera magnetica ferma Harlock e gli altri. Il capitano e i suoi non possono muovere nemmeno un passo e con gli occhi sbarrati assistono inermi alla scena, non comprendendo il senso di un simile gesto. Harlock grida il nome dell'imperatrice, ma lei con lo sguardo affranto fa solo cenno di no con la testa e chiude gli alti battenti alle proprie spalle. Il campo magnetico sparisce e il capitano si scaglia contro l'imponente portale colpendolo con un pugno nel quale racchiude tutta la sua rabbia. Non altro si può fare. Bisogna solo rimanere a guardia della porta e attendere...
Nella capitale intanto la notizia del ritorno dell'imperatrice in brevissimo tempo si diffonde ovunque, con la velocità di un'onda anomala destinata ad infrangere qualsiasi ostacolo, e le guardie imperiali, che mai avevano perso la fiducia in lei, sono tutte pronte per la battaglia.
Noa deve affrettarsi ad innalzare la barriera: le navi nemiche potrebbero attaccare in qualsiasi momento e radere al suolo ogni cosa. La sala sacra ha una pianta circolare e le sue pareti sono costituite da immense vetrate. Al centro, un grande disegno sul pavimento composto da strani simboli. E qui si colloca Noa, nel centro esatto. I suoi bracciali lampeggiano ed emettono suoni metallici, mentre tutto intorno a lei, dal pavimento, sale una struttura, dei pannelli di comando. Non lo ha mai dovuto fare prima, ma sa che deve andare così. Lei è il tramite tra l'energia del pianeta e i suoi abitanti, Arreta le darà la sua forza. Noa appoggia le mani sui sensori di comando. Dalla torre si sprigiona una grande energia. Poi, un boato, ed una pioggia di vetri infranti ricade al suolo come una lucente cascata. L'energia sale verso il cielo e si allarga a creare un campo protettivo tutto intorno al pianeta. Sembra davvero un faro di speranza che irradia la sua luce benefica per vincere l'oscurità. Le navi fuori dall'atmosfera si trovano in completa avaria, niente più risponde ai comandi.
L'assordante rumore dell'esplosione lascia senza fiato Harlock e i suoi: cosa sta succedendo? Gli occhi di tutti sono puntati sul candido portale, ancora chiuso, intatto, inaccessibile barriera impossibile da superare. Che fare dunque? Ma il tempo di riflettere non c'è. Ecco infatti irrompere nella torre un gruppo di guerriglieri. E' questo il loro ultimo disperato tentativo di impossessarsi del pianeta. Non hanno più nulla da perdere e ciò li rende ancora più agguerriti e pericolosi. Alcuni degli uomini di Harlock si fanno incontro ai nemici mentre il capitano insieme a Yama, Yattaran e Key rimane a difesa della sala sacra. La battaglia imperversa. Nessun indugio, né da una parte né dall'altra. E quando gli spari cessano, gli invasori di Arreta giacciono al suolo esanimi.
Mentre i pirati dell'Arcadia presidiano la torre principale, anche le guardie imperiali guidate dal comandante supremo Duncan portano a termine la loro missione catturando ed imprigionando il governatore Begum. Non rimane che denunciare l'accaduto alla Gaia Sanction, cosa di cui si incarica prontamente il portavoce della casa imperiale.
Il pianeta è salvo. Ma che ne è dell'imperatrice?
Insieme ad alcuni dei suoi uomini, Duncan raggiunge i pirati in cima alla torre principale e si scambia un cenno di intesa con il loro capitano. Quindi senza incertezze si dirige verso il bianco portale della sala sacra e con un leggero tocco ne fa aprire i battenti. I pannelli di comando sono spariti e Noa giace sul pavimento. Harlock e il comandante delle guardie corrono da lei. Per fortuna è solo svenuta. Harlock la strige a sé e le sussurra:
"Noa è tutto finito. Arreta è libera.".
Sì, è tutto finito.
La Gaia Sanction non perde tempo e manda una delegazione di militari a prelevare Begum, con tante scuse per l'accaduto. La normalità nel regno viene ripristinata. L'imperatrice può finalmente tornare al suo fondamentale ruolo.
Riportato l'ordine nella colonia, Noa riesce a convincere Harlock e suoi a rimanere qualche giorno, desiderosa di mostrare loro le bellezze del pianeta, fornire informazioni sulle ricerche dei suoi scienziati e, allo scuro della Gaia Sanction, festeggiarli come eroi. E qualche giorno i pirati volentieri si trattengono su Arreta. Solo qualche giorno però... e presto arriva per l'Arcadia il momento di ripartire: mai è stata sulla terra ferma così a lungo...
Noa non immaginava che gli addii fossero tanto duri da affrontare.
"Harlock, se nel tuo peregrinare nell'universo dovessi incontrare le navi dei miei scienziati, proteggi la loro missione.": queste le ultime parole dell'imperatrice per il pirata dello spazio. Poi, un cenno di consenso, i saluti all'equipaggio e l'ultimo scambio di sguardi tra lei ed il capitano.
Noa dalla torre più alta del palazzo guarda la nave fantasma allontanarsi ed incrocia le braccia intorno al ventre, quasi a voler trattenere il dispiacere che sente crescerle dentro. Chissà se un giorno si rivedranno... chissà...

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Allora? Cosa vi avevo detto? Noa ha più cose in comune con Harlock di quanto non si potesse pensare... entrambi al comando, con privilegi, ma soprattutto oneri e doveri... e questo porta il loro destino a separarli (ma quanto sono belli e affascinanti insieme!).
Ad un personaggio forte e carismatico come Harlock, volevo affiancare un personaggio altrettanto carismatico, e chi meglio di una donna con il ruolo di Noa può capire l'animo del capitano!?
E adesso cosa accadrà?... E intanto Yama sta pensando ancora a Kira... All'Arcadia e tutto il suo equipaggio capiteranno altre rocambolesche avventure! Seguiteci gente... seguiteci!!!
MARTA: Che altro dire? Solo una precisazione: nell'interpretazione mia e di Cinzia della conclusione del film, abbiamo considerato per così dire ripristinata l'immortalità di Harlock nel momento in cui l'Arcadia riparte dalla Terra con il motore Dark Matter a pieno regime. Vi dico questo perché vi sevirà per capire i futuri sviluppi della storia... Una piccola anticipazione sulla prossima parte? Intanto, la storia torna in mano mia e... il titolo del pezzo che seguirà è “Pirati”. Che grande scoperta!! Penserete voi… ma badate che questo titolo è meno banale di quello che sembra. (PS: se vi va di leggere qualcosaltro scritto da me, fate un giro nella sezione Originali - Soprannaturale - Angeli e Demoni - "La leggenda dei sette").
CINZIA E MARTA: Grazie per l'attenzione che ci dedicate e se vi va fateci sapere cosa pensate del nostro lavoro. Ogni commento è sempre ben accetto!

 

 

HARLOCK E NOA
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Capitolo 6
*** Pirati - Parte 1 ***


PIRATI

La vita prosegue. Anche sull'Arcadia. E' tutto un po' più triste e silenzioso. E col passare dei giorni un inquietante presagio si fa largo... La Gaia Sanction ultimamente è piuttosto tranquilla, per così dire, come se la caccia ad Harlock fosse in stand by. Il capitano e tutto l'equipaggio sospettano che la federazione, o chi per essa, stia tramando qualcosa contro il suo nemico numero uno. Ma cosa?...
Sono trascorsi mesi dalla partenza di Kira. La sua cabina è vuota da allora e Yama non ha più avuto il coraggio di rimetterci piede. Un giorno però, passandoci davanti, trova la porta aperta e d'istinto si ferma. Il nudo materasso giace languidamente abbandonato sul letto. Non ci sono più i disegni sparsi sul tavolino di metallo, che quasi a cercare un sostegno contro la solitudine si appoggia alla parete, triste e desolato. Yama entra, si sdraia sul materasso, incrocia le braccia sulla fronte e lascia che le lacrime, finora trattenute, ignorate, soffocate, gli scorrano sulle guance sollevando il suo cuore dall'opprimente peso che quasi gli impediva di battere. Da quanto tempo Kira se ne è andata? Yama non lo sa, il tempo si è fermato per lui a quel giorno ed ora a farlo tornare a scorrere è un dubbio, un atroce dubbio, il dubbio di aver sbagliato tutto, di aver creduto vera una bugia, raccontata per portare avanti una scelta presa per il bene di tutti e non contro qualcuno. E con tale dubbio si affaccia anche una certezza: Kira non tornerà da sola, non lo farebbe neanche se lo desiderasse con tutta l'anima. Yama rimane immobile sul letto per un po', con gli occhi chiusi, a riflettere, e così lo vede Key, mentre per caso si trova a passare davanti alla stanza un tempo di Kira. Key non apre bocca, osserva un attimo e poi se ne va. Yama ha bisogno di stare da solo adesso... E nella solitudine il ragazzo matura una profonda consapevolezza. Sulla nave c'è una sola persona che può aiutarlo a far chiarezza per decidere cosa fare. Deve parlargli. Deve assolutamente parlare con il capitano...
C'è da dire che effettivamente qualcosa di strano sta succedendo. In giro per lo spazio c'è una corazzata che attacca indiscriminatamente tutte le navi, da quelle merci a quelle per il trasporto di persone, e l'equipaggio di questa nave pirata è a dir poco senza pietà, miete vittime a destra e a manca e fa razzie senza lasciar nulla al suo passaggio. E la voce che si sta diffondendo è che sia l'Arcadia questa nave, il cui capitano, inasprito da anni e anni di antagonismo con la Gaia Sanction, nell'ultimo periodo si sarebbe trasformato in un essere feroce ed impietoso. Questa voce giunge fin sul mercantile in cui viaggia Kira, e lei immediatamente capisce quanto una simile diceria sia assurda: Harlock ha contrastato sempre e solo la Gaia Sanction, saccheggiando le navi della federazione. Non è un assassino, un mostro. Qualcuno si sta spacciando per lui e forse la trama è ben più sottile di un mero furto di identità: la sensazione della ragazza è che si voglia offuscare l'immagine che l'Arcadia e il suo capitano hanno assunto per l'umanità, divenendo un simbolo di libertà e speranza. Sono pirati, sì, è vero, ma non sono feroci assassini che ammazzano gente innocente per rubare o solo per passatempo. Kira tiene ovviamente per sé i suoi pensieri, le ci è voluto del tempo per ambientarsi sul mercantile e fortunatamente nessuno sospetta chi lei sia, o meglio sia stata. Per tutti è Cassie. Niente più.
Sulla nave merci tuttavia comincia ad aleggiare lo spettro della paura. Il timore di un attacco della temuta corazzata pirata rende l'atmosfera tesa e nervosa. Dell'equipaggio fanno sì parte ex militari e mercenari, ma la maggior parte non è addestrata a maneggiare armi, e di armi per altro a bordo non ce ne sono molte. Giusto qualcosa, per difesa.... ma come contrastare la furia di uomini fatti per razziare e uccidere?
Come volevasi dimostrare, i timori generali si concretizzano ed un giorno la temuta corazzata pirata (brutta copia dell'Arcadia, a parere di Kira), appare sui radar del mercantile. L'attacco è imminente e scappare è impossibile. La nave merci è troppo lenta. Il capitano raduna l'equipaggio e cerca di preparare tutti all'inevitabile, suggerendo la resa piuttosto della morte. Qualcuno propone di tentare la fuga con il salto in-skip, ma ormai il nemico ha il suo obiettivo sui radar e di certo non mollerà l'osso. Kira non può tacere oltre e la sua vera natura esce allo scoperto attraverso poche incisive parole:
"Quella non è l'Arcadia. Quelli sono solo dei banditi. Ci uccideranno anche se ci consegnamo a loro."
"E tu come lo sai?" chiede Asia, compagna di stanza di Kira e divenuta col tempo sua amica.
La risposta è immediata:
"Il mio vero nome è Kira e prima di imbarcarmi su questa nave facevo parte dell'Arcadia. So che non è facile ma dovete fidarvi di me se volete cavarvela.".
Sconcerto e diffidenza si diffondono ma la determinazione di Kira convince il capitano a darle fiducia:
"Che cosa dobbiamo fare?".
"Ho imbarcato delle armi di nascosto quando ho saputo di quei
pirati."  spiega la ragazza "Non abbiamo molto tempo. Tra poco saranno qui. Andiamo a prendere le armi. Vi dirò come usarle. Loro sono addestrati, ma noi conosciamo la nostra nave, e soprattutto nessuno si aspetta una nostra reazione.".
Kira prende le redini della situazione e nell'arco di tempo in cui i pirati raggiungono la nave merci e la agganciano, lei riesce a dare all'equipaggio le informazioni fondamentali per difendersi e tendere un'imboscata al nemico. Non tutti ce la faranno probabilmente, ma l'importante è rispedire al mittente quella gentaglia.
I pirati assaltano il mercantile e, a sorpresa, inizialmente non incontrano nessuno sul loro cammino. La nave sembra deserta. Ma le indicazioni di Kira sono state ben recepite e l'equipaggio si oppone ai malfattori con coraggio e scaltrezza. Qualcuno purtroppo perde la vita nell'intento, ma anche tra i banditi ci sono molte perdite. Kira guida la resistenza con grinta e destrezza. Si aggira per i corridoi eliminando quanti più nemici possibile e giunge fin sul ponte di comando, dove uno dei pirati sta puntando una pistola contro il capitano del mercantile disarmato. Con un colpo secco e preciso la ragazza uccide il nemico ed i banditi alla fine si ritirano con la coda tra le gambe. Nonostante le perdite, la maggior parte dell'equipaggio della nave merci è salva e tutti ringraziano Kira per il suo fondamentale aiuto.
"Quei pirati avranno vita breve." rimarca la giovane "Non appena capiteranno per le mani di Harlock, saranno finiti.".
Anche alle orecchie di Harlock e i suoi arriva la notizia di questa nave pirata che sta seminando il terrore nello spazio spacciandosi per l'Arcadia. La situazione è critica. Yama sa che dovrebbe mettere da parte le questioni personali in questo momento, ma non può, non vuole, e decide perciò di essere completamente sincero con il capitano. Il significativo incontro tra i due avviene in plancia. A parte loro non c'è nessun altro nei paraggi. Yama si avvicina ad Harlock, al timone. Senza inutili preamboli confessa quello che gli ha detto Kira per spingerlo a lasciarla andare e sul volto del capitano scorge la conferma dei propri dubbi. Harlock ascolta attentamente, dopodiché esprime il proprio pensiero con poche eloquenti parole:
"Ho provato a fermarla. Non mi ha ascoltato. Lei non tornerà da sola. Solo tu puoi farla tornare. A te la scelta.".
Yama ha già deciso: deve trovare Kira, l'Arcadia ha bisogno di lei, lui ha bisogno di lei. Qualcosa però lo frena:
"Con quello che sta succedendo dovrei restare qui.".
Harlock tace e le sue labbra si piegano in un impercettibile sorriso. Yama ha capito e non ha più dubbi.
Un'altra partenza dunque sull'Arcadia, stavolta con la promessa di un ritorno. Key raccomanda a Yama di far attenzione e tornare presto, mentre Yatta gli spiega con precisione dove abbia lasciato Kira e gli porge un'immagine di lei ricostruita al computer: potrà essergli utile per chiedere in giro se qualcuno l'ha vista. E' come cercare in ago in un pagliaio, è vero, ed il cosmo è un pagliaio bello grande, ma ciò che spinge Yama è qualcosa di più forte dello spazio e del tempo e per questo tutti sull'Arcadia, nel salutarlo, sono sicuri che presto lo rivedranno, e non da solo.
Inizia così la ricerca del giovane e gli eventi che tutt'intorno stanno accadendo la trasformano in una corsa contro il tempo. E mentre Yama porta avanti con costanza e determinazione la sua investigazione per le colonie, Kira, ignara, prosegue la sua vita sulla nave merci, nonostante le sia ormai chiaro che ovunque si trovi lei è e sarà sempre un membro dell'Arcadia...
...In quello che sembra un giorno come tanti altri, mentre il mercantile è fermo su una colonia e quasi tutto l'equipaggio è a terra a bere e mangiare, Kira nella sua stanza, seduta sul letto, è intenta a disegnare. Asia la raggiunge per convincerla ad uscire e vedendola tanto assorta le si avvicina ed osserva incuriosita cosa stia facendo. E' il volto di un giovane quello che Kira sta ritraendo ed inevitabilmente Asia le pone una domanda:
"E' il tuo ragazzo quello?".
La diretta interessata accenna un sorriso, con gli occhi lucidi.
"Dai, esci un po'." continua l'altra, cambiando repentinamente discorso "Ci passiamo già tanto tempo qua dentro.".
"Ok, arrivo. Dammi solo un attimo." risponde Kira, riponendo il disegno.
Asia scende nuovamente dalla nave e mentre aspetta che la sua compagna si unisca a lei, vede avvicinarsi un ragazzo con un cappuccio in testa. Lo sconosciuto prende dalla tasca un foglio e mostra ad Asia l'immagine di Kira, chiedendole se la conosca. La giovane, sospettosa, dà un'occhiata sotto il cappuccio e nei lineamenti dello straniero riconosce il volto che la sua amica stava disegnando. Non è difficile per lei trarre le dovute conclusioni e decidere cosa fare.
E così, quando Kira sta per uscire dalla sua cabina, a sorpresa si trova di nuovo davanti Asia, che senza darle il tempo di parlare la informa che c'è una persona per lei... Pochi passi e Yama è dentro la stanza. Kira lo fissa con gli occhi sbarrati e di slancio gli getta le braccia al collo. Lui la stringe affondando il viso nei suoi capelli, e dopo averle sussurrato un dolcissimo: "Mi sei mancata...", la bacia con passione, avvolgendola come volesse divenire tutt'uno con lei. Asia se ne va, sorridendo intenerita e malinconica, sicura in cuor suo che presto dovrà dir addio alla sua amica ma ben lieta di saperla di nuovo felice. La vita sul mercantile non fa per Kira, lì dentro lei è come un animale in gabbia, è altrove il suo posto e bene l'ha dimostrato quando ha guidato l'intero equipaggio contro i pirati...
Kira vorrebbe rimanere tra le braccia di Yama per sempre e cerca i suoi baci, le sue carezze come fossero per lei una linfa vitale. Le è mancato così tanto... e con quello che gli ha detto prima di andarsene, lui è comunque venuto a cercarla, e chissà quanto ha girato per trovarla.
"Dopo quello che è successo non pensavo che mi volessi ancora..." osserva Kira, scostandosi di un passo dal compagno.
"Ho capito perché l'hai fatto." ammette lui "Ma adesso torna con me sull'Arcadia. Il tuo posto è lì. Me l'hai detto anche tu, una volta, ricordi?".
Kira sorride e di nuovo si rifugia tra le braccia di Yama, del suo Yama. Se questo momento non finisse mai... Il presente però chiama, ci sono questioni che necessitano di esser chiarite, e la ragazza, fattasi di colpo seria, racconta dello scontro con i pirati e delle conclusioni a cui è giunta:
"Non sono degli sbandati, dei mercenari raccolti qua e là. E' gente addestrata, sa come muoversi.".
"Come dei soldati..." intuisce giustamente Yama.
"Infatti." continua l'altra "E la loro nave è una vera corazzata e somiglia all'Arcadia. Ovviamente non ha un motore Dark Matter ma è davvero enorme e veloce.".
"Credi che c'entri la Gaia Sanction?"
"Credo di sì... non possono fermare Harlock e allora vogliono farlo apparire agli occhi di tutti come un mostro. Hanno paura di quello che lui rappresenta, soprattutto dopo che ha smascherato le loro bugie sulla Terra."
...E' giunta dunque l'ora di ripartire. Kira si appresta a lasciare il mercantile dove ha trascorso gli ultimi nove mesi, ma non può andarsene senza salutare il capitano ed il resto dell'equipaggio. A nome di tutti il comandante la ringrazia per il suo fondamentale aiuto e stringe la mano a Yama affidandogli un messaggio di stima nei confronti del capitano Harlock. Un grido unanime di esultanza si solleva dalla ciurma riunita, per rendere omaggio alla coraggiosa ragazza che li ha salvati. Asia abbraccia forte la sua amica, augurandole tanta fortuna, ed in tono scherzoso raccomanda a Yama di trattarla bene. Poi d'un tratto ecco farsi avanti l'addetto alle comunicazioni: ha qualcosa di importante da consegnare a Kira prima che se ne vada, un cip contenente una serie di utili informazioni sulla nave pirata che si spaccia per l'Arcadia.
"Mi hai insegnato un sacco di trucchi col computer," spiega l'uomo rivolgendosi alla giovane in procinto di partire "e io ho pensato di metterli in pratica in maniera utile.".
Alla fine Kira se ne va insieme a Yama e una volta salita sulla navetta che la riporterà sull'Arcadia trova la sua divisa perfettamente piegata, riposta sul sedile di destra.
"E' stata Key..." indovina la ragazza.
"Infatti." conferma Yama, rimettendosi la sua giacca e la cintura con il teschio.
Kira indossa di nuovo le sue vesti da pirata, si sente come se non le avesse mai smesse, e forse in fondo è così, anche se ha dovuto andarsene per capirlo. Poi si siede accanto a Yama e gli chiede come siano andati gli ultimi mesi sull'Arcadia. Lui le accenna brevemente alla battaglia in difesa del fiorente pianeta di Arreta ed in seguito le domanda come se la sia passata lei sul mercantile, pirati a parte. Poi, di punto in bianco, silenzio. Kira e Yama si guardano, e si sono già detti tutto...
L'Arcadia aspetta, si torna a casa.

…Continua…

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA: Ben ritrovati a tutti! Eccoci di nuovo qui. Ed ecco tornata anche Kira... Certo che il nostro Yama avrà il suo bel da fare a star dietro a una così! La storia si fa interessante, non vi pare? L'intreccio si arricchisce di importanti elementi e tutto ciò che sta accadendo in queste prime parti è solo il prologo di quelle che seguiranno. Già nel prossimo capitolo avremo un'altra riapparizione, dopo quella di Kira... e poi... Non vi dico altro. E un grazie a tutti quelli che ci seguono. Non ve ne pentirete!
CINZIA: Un saluto anche da me! Finalmente è tornata Kira e ora l'equipaggio dell'Arcadia è al completo! Pronti per nuove avventure!
Vi racconto un aneddoto... Non immaginavo che scrivere un racconto ambientato nel futuro e nello spazio fosse così difficile... ci avete mai pensato? Come descrivere il passare del tempo? Nello spazio non c'è il giorno, non c'è la notte e come può essere la vita su una astronave? Seguirà i ritmi lavorativi, quindi niente pranzi e cene, ma pasti che spezzano i tempi di lavoro. Non è facile scrivere evitando le parole che descrivono il normale passare del tempo che tutti viviamo.
Nella storia gli umani non vivono più sulla terra da più di 100 anni e le cose comuni che tutti conosciamo non esistono più...
Dura ehh?! Abbiamo cercato di immedesimarci nel racconto in pieno... spero che leggendo vi sentiate anche voi nello spazio insieme ai nostri pirati.
MARTA E CINZIA: E ora, spazio ai disegni, in attesa del prossimo capitolo!

KIRA/CASSIE
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...DI NUOVO INSIEME...
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Capitolo 7
*** Pirati - parte 2 ***


Quando Kira rimette piede sulla nave pirata, ad accoglierla subito arrivano Yatta e Key, mentre Tori svolazza qua e là come impazzito. Altri membri dell'equipaggio si fanno incontro ai due appena tornati, ma Kira ha qualcosa di importante da riferire al capitano: non c'è tempo da perdere. Dopo aver consegnato a Yattaran il cip con le informazioni sui banditi che imperversano per lo spazio, insieme a Yama la ragazza raggiunge la plancia e come se non se ne fosse mai andata racconta ad Harlock del suo scontro con quelli che si fanno passare per i pirati dell'Arcadia. Nessun particolare saluto tra Kira ed il capitano, nessun abbraccio, nessun banale "bentornata". Non hanno bisogno di parole o gesti plateali, si capiscono al volo, è stato così fin dall'inizio. E' un rapporto di stima e fiducia reciproca il loro, in cui i ruoli in un certo senso svaniscono. Mime osserva in distanza i tre sul ponte di comando: Harlock, Yama e Kira... ora l'Arcadia è di nuovo al completo.
La priorità adesso è scovare e fermare i banditi che ultimamente stanno seminando il terrore nello spazio. Questo è l'obiettivo. Ma un inatteso evento mette in difficoltà Harlock e la sua ciurma: a pochi giorni dal ritorno di Kira, la Selenia lancia un attacco a sorpresa all'Arcadia, cogliendo stranamente alla sprovvista il suo equipaggio.
"Ehi Kira, c'è il tuo amico che è venuto a salutarci!" scherza Yatta, pur dovendo ammettere che il nuovo comandante della Gaia Fleet è piuttosto in gamba.
Kira e Yama corrono alle postazioni di fuoco. Il capitano prende il comando. Mime spinge il motore a piena potenza. Ognuno è al proprio posto, pronto ad ogni evenienza. Bisogna difendersi e portare il nemico a scoprirsi. La battaglia scoppia violenta. I cannoni sparano da una parte e dall'altra. Aerei navalizzati si sganciano dalla Selenia e si lanciano contro la corazzata di Harlock. Nessuno indietreggia. Nessuno si ritira. Ma l'immortale Arcadia alla fine ha la meglio sulla flotta della Gaia Sanction e sperona la Selenia, agganciandola con l'ancora gravitazionale. Yatta, Key, Yama e Kira, insieme ai loro compagni, assaltano l'incrociatore e se ne impossessano, come già una volta era accaduto con la Okeanos di Ezra. E come allora capitano ed equipaggio dell'ammiraglia vengono rinchiusi nelle prigioni dell'Arcadia...
Kira è fermamente decisa a parlare con Adam per cercare di farlo ragionare: lui crede in ideali che la Sanction ha smarrito da tempo, deve solo rendersene conto. Forse, spiegandogli la situazione, capirà.
Il giovane comandante della Gaia Fleet, da solo nella sua cella, fissa il soffitto chiedendosi cosa ne sarà ora di lui e dei suoi uomini, e quando si trova inaspettatamente davanti la sua vecchia amica, rimane per un attimo imbambolato a guardarla. E' davvero bella, femminile e sensuale, ha l'aspetto di un angelo e la grinta di un soldato... o meglio, di un pirata...
"Stai sbagliando." esordisce Kira, entrando nella cella.
"Quello che state facendo è terribile." ribatte Adam "Non ti credevo capace di qualcosa del genere.".
"Non siamo stati noi ad assaltare tutte quelle navi. Qualcuno vuole farlo credere ma non è così."
Adam non sa più cosa pensare e la sua mente fa d'improvviso un salto indietro nel tempo:
"Sai, tre anni dopo esser entrato nell'esercito della Gaia Sanction sono tornato sulla colonia dove siamo cresciuti. Ero tornato a prenderti, come ti avevo promesso. Ma tu non c'eri e ho saputo solo allora che i tuoi genitori erano morti e la tua casa era stata distrutta da un incendio. Credevo che fossi morta anche tu...".
Kira è sorpresa da quello che ha appena sentito e si rende conto che Adam non è in fondo cambiato dal ragazzo con cui è cresciuta. Deve sapere. E' giusto che lui conosca la verità, che capisca perché i loro padri lasciarono un giorno l'esercito della Gaia Sanction. Non è la federazione la giusta guida che può condurre gli esseri umani ad un futuro di prosperità e pace. Forse è stata creata con queste intenzioni, ma alla fine è divenuta uno strumento interplanetario di repressione e controllo. Kira racconta della morte dei suoi genitori e di quello che dopo è accaduto. Adam ascolta e fatica a credere alle sue orecchie, ma agli occhi sinceri della sua cara amica non può non credere.
"Pensate davvero che ci sia la Gaia Sanction dietro quei pirati che si fanno passare per voi?" chiede alla fine il comandante della Selenia.
"Pensiamo di sì." risponde l'altra "Ma poco importa in fondo. Bisogna fermarli.".
"Non vorrete ucciderli tutti?"
"No, non siamo come loro. E poi così nessuno saprebbe la verità, che l'Arcadia e Harlock non c'entrano in questa brutta storia."
"Vi aiuterò. Ma ad un patto: consegnerete a me quei banditi, io li consegnerò alla Gaia Sanction e farò sapere a tutti che non è Harlock il colpevole di quello che sta succedendo."
Nel mentre Yama decide di raggiungere Kira per assicurarsi che vada tutto bene. Non è tranquillo sapendola da sola con Adam, e forse a muoverlo è più la gelosia che non la semplice prudenza, la sottile gelosia per un passato di cui lui non fa parte e che per certi versi gli da fastidio. A passi spediti il giovane arriva nella zona di reclusione della nave e si ferma davanti alla cella in cui si trova la sua compagna. Basta uno sguardo a Yama e Kira per intendersi, ed è così che il comandante della Selenia viene liberato e portato al cospetto di Harlock...
...I due capitani si squadrano severi. Si chiedono se possono davvero fidarsi l'uno dell'altro. Ma ora hanno un obiettivo comune, il resto non conta. Studiata una strategia, Harlock e Adam sanciscono l'accordo con una stretta di mano. Gli equipaggi di entrambe le parti attendono di sapere che fare. Il problema è che l'ammiraglia della Gaia Fleet è gravemente danneggiata. Per tornare a muoversi dev'essere riparata. Ma far scalo sulla colonia di Marte, sede della Sanction, è improponibile. Bisogna lasciare la Selenia da un'altra parte, sperando di trovare qualcuno in grado di sistemarla. Un suggerimento fondamentale arriva da Kira, che avendo viaggiato in lungo e in largo sul mercantile sa dove si potrebbe portare la nave a far riparare. Il primo problema dunque è risolto: l'ammiraglia viene lasciata in riparazione su una colonia e Adam la affida ad un manipolo dei suoi uomini, con l'ordine di non contrattare per nulla al mondo la Gaia Sanction o la missione contro i pirati rischierebbe di saltare. Insieme al resto dei suoi sottoposti (non molti in verità, essendo state numerose le perdite dopo lo scontro con Harlock) Adam rimane sull'Arcadia. Studiando il cip portato da Kira, Yattaran raccoglie molte utili informazioni sul nemico e tramite tali informazioni riesce a scoprire in che punto dell'universo si trovi ora.
Harlock dà l'ordine:
"Motore a Dark Matter. Tecnica nautica in-skip.".
E l'Arcadia si muove verso il nemico...
...Quando le due corazzate si trovano l'una di fronte all'altra, si squadrano come belve feroci pronte ad azzannarsi a vicenda. Nessuno apre il fuoco.
"Perché non attaccano?" si chiede Key.
"Forse sono morti di paura!" scherza Yatta.
La tensione è forte. Non sarà facile avere la meglio stavolta.
"Come ci muoviamo?" chiede Adam rivolgendosi ad Harlock, e lui deciso risponde:
"Quella corazzata è molto simile all'Arcadia... non credevo ne esistessero ancora. Non possiamo abbatterla sparandole addosso.".
"E' uno scontro diretto che vogliono." osserva Yama, incalzato da Kira:
"Sì, non c'è altro modo. E dovremo muoverci noi, loro non lo faranno.".
"Andiamo a prenderli." conclude Harlock, scambiandosi un cenno d'intesa con Yama e Adam.
L'Arcadia si muove per prima. Avvicinamento. Abbordaggio. Iter classico, fin troppo facile. E il difficile infatti arriva una volta a bordo della corazzata nemica. Bisogna dividersi per batterla a tappeto. E' un vero labirinto, una tela di ragno studiata per far cadere in trappola le vittime designate. Ed i membri del suo equipaggio sono furbi e addestrati, sanno come muoversi, sbucano dal nulla e sparano con precisione incredibile. Ma di fronte stavolta non hanno gente inesperta e le sorti dello scontro sono davvero incerte.
Yama e Kira si aggirano per l'inestricabile trama dei corridoi, eliminando tutti i nemici che si fanno loro incontro. Di punto in bianco però cadono in un'imboscata, lungo uno stretto corridoio delimitato da un lato da una parete metallica e dall'altro da una sottile ringhiera che si affaccia su uno strapiombo che finisce dritto nella sala dei motori. Non hanno modo di fuggire ma si difendono strenuamente ed alla fine hanno la meglio. Concluso lo scontro a fuoco e sgominati i nemici, Yama si accascia a terra: ha una brutta ferita alla gamba e sta perdendo molto sangue. Kira cerca di aiutarlo a rialzarsi ma lui la incita ad andarsene. Ovviamente lei non vuole: non lo abbandonerà mai. D'un tratto un brusco movimento dalla nave fa scivolare la ragazza verso lo strapiombo. Yama la afferra per una mano ma anche lui scivola sul pavimento metallico e riesce a frenare la caduta di entrambi aggrappandosi alla base della ringhiera. I due si ritrovano sospesi nel vuoto e purtroppo il giovane ferito è troppo debole per riuscire a mettere in salvo se stesso e la compagna.
"Lasciami andare." grida Kira.
"No! Non ti lascio cadere..." ribatte deciso l'altro, mentre la sua gamba continua a sanguinare.
Inaspettatamente in soccorso dei due malcapitati arriva Adam, che prontamente afferra Yama cercando di riportare lui e Kira al sicuro. Yama con un immane sforzo solleva il braccio con cui regge la ragazza quasi a voler dire di salvare prima lei. E Adam a questo punto ha un attimo di esitazione... Ma fortunatamente il provvidenziale intervento di Harlock risolve per il meglio la difficile situazione...
Il capitano dell'Arcadia strappa un brandello del suo mantello e lo lega intorno alla gamba ferita di Yama per frenare l'emorragia. Il giovane però fa fatica a camminare, sa benissimo che così non è d'aiuto a nessuno e perciò sprona gli altri a muoversi senza di lui:
"Dovete andare. Io me la caverò.".
"Dobbiamo trovare il ponte di comando." rimarca Harlock.
"Io non vado da nessuna parte." afferma risoluta Kira, arrivando addirittura a minacciare con la pistola Adam quando prova a farla allontanare dal compagno ferito.
E' lo stesso Yama a rimproverarla:
"Non puoi fare così. Tu questa gente l'hai già incontrata, sai meglio di noi come muoverti.".
Adam propone una soluzione:
"Con Yama resto io. Voi andate.".
Conclusione: Kira e il suo capitano corrono in cerca del ponte di comando mentre Adam aiuta Yama a camminare contrastando insieme a lui i nemici che si parano loro davanti.
Raggiunta la plancia, Kira e Harlock si imbattono nel comandante della corazzata. I due capitani si puntano contro le pistole, mentre Kira, alla quale si uniscono ben presto Key e Yatta, tiene lontani i pirati avversari che si fanno avanti.
"Per me forse è finita." afferma il capitano sconfitto "Ma tu sei condannato a passare l'eternità come un fuggiasco... non so a chi è andata peggio alla fine."
"Se vuoi pensarla così fai pure." ribatte prontamente Harlock "Ma la verità è che io per molto tempo sono stato davvero un fuggiasco, fuggivo da me stesso e dal senso di colpa che mi portavo dentro. Combattevo per la libertà ma non ero libero. Poi qualcuno mi ha ricordato cosa significano le parole libertà e speranza...".
Il pirata immortale lancia un'occhiata a Kira, in piedi accanto a lui, e a Yama, appena arrivato insieme ad Adam sul ponte di comando, dopodiché conclude:
"Mi hanno definito un pirata, uno spettro centenario... è vero, ma prima di tutto sono un uomo libero che lotta per quello in cui crede.".
Adam si scambia un cenno d'intesa con Harlock dopodiché dichiara il comandante nemico in arresto.
La battaglia è finita. L'ammiraglia della Gaia Fleet, rimessa a nuovo, raggiunge l'Arcadia per recuperare il suo capitano ed il resto dell'equipaggio e trainare la corazzata pirata che ha imperversato nello spazio verso la sede della Gaia Sanction. Prima di andarsene Adam ringrazia Harlock e la sua ciurma per l'aiuto e promette che racconterà a tutti quello che è successo, aggiungendo poi di aver preso la decisione di lasciare l'esercito.
"E che farai?" gli chiede Kira.
"Tornerò sulla colonia dove siamo cresciuti e vivrò lì. Ma piacerebbe lavorare come giornalista e diffondere il messaggio di libertà e speranza che ho imparato da voi."
Ciò detto Adam stringe la mano ad Harlock e poi a Yama, confessando a quest'ultimo di invidiarlo non poco per la persona che può avere accanto. Kira ricambia con un affettuoso sorriso lo sguardo ammirato che il vecchio amico le rivolge e con un forte abbraccio lo saluta, augurandogli tanta tanta fortuna.
Il capitano della Selenia alla fine se ne va insieme ai suoi uomini ed ognuno sull'Arcadia torna alle proprie mansioni. Kira accompagna Yama nella sua stanza per riposare: finché la ferita alla gamba non si sarà rimarginata, non deve fare sforzi inutili. Nel vedere i due allontanarsi fianco a fianco immancabilmente Yatta li apostrofa con una maliziosa battuta:
"Ehi voi! Ogni scusa è buona per starvene da soli!".
Kira si volta e risponde alla provocazione con una buffa linguaccia, mentre Key lancia un'occhiataccia all'impertinente amico spronandolo a tornare al suo posto invece di perder tempo in chiacchiere.
Una volta soli, Yama chiede alla compagna se non abbia mai pensato ad una vita normale, come quella che Adam avrebbe potuto offrirle. Lei di risposta lo sorprende con un appassionato bacio e poi gli domanda con vivo interesse di raccontarle un po' di quel pianeta bellissimo tanto simile alla Terra, il pianeta di Arreta, quel pianeta che lei spera un giorno di poter vedere con i suoi occhi...

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA: Bene amici! Che ve ne pare di quello che avete letto fin qui? Adesso preparatevi, state ben seduti e reggetevi forte che per arrivare al prossimo capitolo ci sarà da fare un bel salto temporale... Eh già, passeranno po' di anni per i nostri amati pirati e quando li ritroveremo saranno successe un bel po' di cose... Ma non temete, ve le racconteremo per filo e per segno. E ovviamente ve le illustreremo con i nostri disegni. Piccola precisazione: siamo state per un po' cambattute su come interpretare l'effetto della Dark Matter sull'equipaggio dell'Arcadia, Harlock e Mime a parte. Dal film si può pensare tanto che siano tutti contaminati quanto il contrario. Noi abbiamo optato per la seconda ipotesi, almeno fino a un ben preciso punto della storia... Il perché della mia precisazione lo scoprirete nel prossimo capitolo!
CINZIA: Se fin qui le parti mie e di Marta sono state una continua staffetta tra di noi, nei prossimi capitoli le parti dell'una e dell'altra si intrecciano e si fondono in un'unica trama. Non è stato semplice ma è stato di sicuro divertente, e ad un certo punto eravamo talmente dentro la storia che i nostri pezzi si incastarvano alla perfezione. E sappiate che già nel prossimo capitolo vi aspettano interessanti colpi di scena!!
MARTA E CINZIA: Grazie ancora a tutti quelli che ci leggono!

RITORNO SULL'ARCADIA
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KIRA E IL CAPITANO
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Capitolo 8
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 1 ***


UNA NUOVA SPERANZA PER IL FUTURO

... Nella cameretta il bambino continua a correre da una parte all'altra.
"Hann, vieni a dormire!"
"Mamma, mamma! Raccontami ancora la storia di capitan Harlock! Io da grande farò il pirata!"
"Ma Hann, se tu farai il pirata che ne sarà di Arreta? Tu sarai imperatore..."
"Ahhh... vero mamma... mmmhh... allora sarò un re-pirata!"
"Ah tesoro, sono messa proprio bene! Avanti, sotto le coperte... C'era una volta, o c'è ancora nello spazio, un pirata tutto nero..."
Le due lune spendono nel cielo stellato e nel chiarore debole della notte Noa guarda il suo Hann dormire. I capelli castano scuro un po' lunghi e scompigliati, gli occhi marroni e lo sguardo intenso: assomiglia in tutto a lui. Forse da lei ha preso solo quel colorito pallido, quella luce negli occhi e la grande gioia di vivere. Ma nascendo su Arreta come poteva essere diverso....

...

Anno 2999. Il governo della Gaia Sanction è in piena crisi. A seguito di un tentativo di colpo di stato, abilmente sventato dalla federazione, i membri più anziani del consiglio ed alcuni dei Decani si sono ritirati ad incarichi di secondo piano lasciando vacanti i loro posti negli organi principali di comando, e la recente morte del vecchio Plenipotenziario, il cui successore ancora non è stato scelto, ha destabilizzato ulteriormente la situazione. L'egemonia della Gaia Sanction vacilla e se da un lato questo significa per gli esseri umani una libertà riconquistata, anche se solo in parte, dall'altro tutto ciò ha provocato numerosi disordini. Solo poche colonie sono riuscite ad approfittare dell'inattesa autonomia per migliorare l'economia e le condizioni di vita di chi vi abita. La maggior parte, purtroppo, è allo sbando, incapace di gestirsi e sfruttare il momento a proprio favore. Per non parlare dei delinquenti che forti dell'indebolimento della federazione hanno iniziato a scorrazzare per il cosmo facendo razzie a destra e a manca. Ed in questo difficile momento, due fari che rischiarano le tenebre ancora resistono, nonostante tutto: la corazzata del capitano Harlock ed il fiorente pianeta di Arreta...
...Aisha è sul ponte di comando. Contempla estasiata l'universo. Sull'Arcadia domina un'irreale pace. Buona parte dell'equipaggio sta riposando. Aisha ora ha sedici anni, la stessa età di sua mamma quando è salita sull'Arcadia. Ma lei sull'Arcadia ci è nata. Ha capelli color miele leggermente mossi, lunghi fino alle spalle, gli occhi castani come quelli di suo padre ed i lineamenti del viso graziosi e proporzionati come quelli della madre. Ha un carattere forte e determinato, e nello stesso tempo romantico e sensibile, condito ovviamente con le inevitabili contraddizioni che l'adolescenza porta con sé. Ha dovuto imparare presto ad usare le armi, ma coltiva la passione per la poesia e spera un giorno di poter portare avanti gli ideali dell'Arcadia in maniera diversa. Cosa che anche i suoi genitori vorrebbero per lei. Dai membri dell'equipaggio ha sentito parlare di una colonia che prospera e cresce nonostante il degrado generale. Il pianeta di Arreta. Lei non l'ha mai visto... chissà se un giorno potrà vederlo... Kira raggiunge la plancia e si sofferma accanto ad Aisha a guardare il cosmo. Non sembrano madre e figlia, sembrerebbero più due sorelle. Il volto di Kira è stato solo lievemente toccato dallo scorrere del tempo, e così è anche per il resto dell'equipaggio. Dopo il passaggio sull'Arcadia dell'imperatrice di Arreta, la cui peculiare energia si è in un certo senso scontrata con quella della materia oscura, il motore Dark Matter ha subito un'alterazione ed ha iniziato a diffondere su tutti coloro che fanno parte della nave un potere simile a quello che esercita su Harlock. Non si tratta di rendere immortali come il capitano, semplicemente il processo di invecchiamento viene rallentato. Per Aisha ovviamente questo ancora non vale, lei cresce normalmente, è ancora troppo giovane perché il processo di rallentamento si inneschi. Succederà, ma fra qualche anno. Ovviamente basta lasciare l'Arcadia perché il tempo riprenda il suo naturale corso, ma per chi ne fa parte da tanto tempo andarsene è un'idea improponibile. E Kira lo sa più di tutti.
Madre e figlia in silenzio l'una accanto all'altra osservano le stelle.
"Mamma, tu non hai mai visto Arreta, vero?" chiede Aisha.
"No, purtroppo." ammette l'altra con un velo di tristezza nella voce.
"Chissà se è bella come dicono." continua la ragazza con occhi sognanti.
"Sì che lo è, e un giorno ci andremo insieme." risponde Yama, arrivato in silenzio alle spalle di Kira giusto in tempo per ascoltare la parole di Aisha.
"Ci andremo, è una promessa." continua il giovane avvolgendo l'amata con le braccia e rivolgendo un amorevole sorriso verso la figlia.
Yama si mette al timone e Kira, al suo fianco, si consulta con lui sulla rotta da seguire. Aisha si allontana e prima di lasciare il ponte si volta un attimo a guardare i suoi genitori... e sorride. E' fiera di essere loro figlia. Sono davvero uniti, e innamorati. A volte quando sono insieme sembrano ancora dei ragazzi di vent'anni, e questo non tanto per via del loro aspetto ben poco scalfito dal tempo. No, è dentro di loro la loro forza, nell'anima custodiscono ancora una disincantata fiducia e l'incrollabile voglia di vedere l'umanità giungere ad una rinascita, nonostante questa sembri ormai una speranza vana.
Lasciata la plancia, Aisha si incammina lungo un corridoio. L'Arcadia è la sua casa e tutti a modo loro le hanno insegnato qualcosa. L'hanno fatta ridere, sgridata, accudita... Anche il capitano, nonostante la sua apparente durezza, si è preso cura di lei, alla sua maniera. Quand'era piccola aveva un po' soggezione di lui, poi col tempo ha imparato a conoscerlo e gli si è affezionata. Sua mamma in fondo gliel'ha sempre detto:
"Non farti ingannare da quello che sembra, puoi imparare molto dal capitano. E, credimi, ha un cuore anche lui, nonostante faccia di tutto per nasconderlo.".
Sì, non ci si sta male sull'Arcadia... ma là fuori cosa ci sarà? Questo si chiede Aisha, certa in cuor suo che là fuori qualcosa la aspetta... chissà cosa però…
Mentre cammina per i corridoi della nave ad un certo punto la ragazza  incrocia il capitano, che subito le chiede dove stia andando.
"Da nessuna parte. Cammino." risponde lei tranquillamente.
Harlock si sofferma un attimo ad osservarla. Somiglia molto a Kira, ma di lei è più pacata e riflessiva. Anche se non meno ottimista e vitale.
Aisha sorride e si allontana. Il capitano la rimira con un velo di tenerezza nello sguardo ed una malinconia incalzante si impossessa del suo cuore. Aisha rappresenta qualcosa a cui lui ha rinunciato da tempo. Lei rappresenta l'amore, il futuro... lui per sé ha solo la sua solitudine, una solitudine che nessuna delle persone sull'Arcadia può colmare...
...E intanto, sul pianeta di Arreta...
Noa è piuttosto nervosa. Un'altra discussione con suo figlio, diciotto anni: ormai è grande e sarebbe il caso che si prendesse le sue responsabilità. E' davvero un ragazzo in gamba ed è cresciuto con la preparazione adeguata per poter essere un buon imperatore. Ma la sua indole irruente ed impetuosa lo rende assolutamente impossibile da trattenere. Se sapesse cosa sua madre ha dovuto affrontare in passato per il loro mondo, forse capirebbe quanto è importante il suo destino! Noa pensa che forse è anche colpa sua: ha cresciuto Hann nell'ammirazione di Harlock, alimentando in lui il desiderio di avventura... Non se l'è sentita di annullare del tutto il ricordo del pirata dello spazio. Le sembra in questo modo di aver dato a suo figlio almeno una vaga immagine di suo padre, anche se lui... entrambi... non sanno la verità. Per Noa il tempo non sembra essere passato, lei è ancora come l'aveva conosciuta Harlock. Sarà dovuto alla sua parte aliena, i Nibelunghi sono più longevi. Qualcosa però non va, è ammalata, ed il tempo ormai è il suo cruccio. Lei sa bene di non aver alternative: deve lasciarlo andare, deve lasciar andare il suo Hann. L'idea migliore che le è venuta in mente è quella di esaudire i suoi sogni. Gli permetterà di cercare l'Arcadia, consigliandogli di passare un po' di tempo sulla nave pirata e fare così le sue esperienze.
Sicura ormai sul da farsi, l'imperatrice giocherella con il D.M.O. tra le mani. E' nervosa. Non sa che dire. Che messaggio potrebbe mai registrare?...
"... 'Caro Capitano, ti ricordi di me? Sì beh, volevo dirti che quello che hai davanti è tuo figlio. Te lo mando perché tu possa metterlo in riga...' Oh santo cielo! Che gli dico?" pensa tra sé Noa, camminando nervosamente per la stanza. Non se la sente di mandare il figlio in incognito, allo sbaraglio. E' troppo rischioso! E se poi gli succedesse qualcosa? Lei non si potrebbe dar pace... e del suo popolo che ne sarebbe? Se solo non fosse così cocciuto!... La cosa più logica sarebbe parlare al capitano del ragazzo senza fare nessun riferimento al loro legame: magari vivendo insieme, fianco a fianco, alla verità ci arriveranno da soli... E se invece fosse meglio raccontare tutto apertamente? Qualcosa comunque Noa deve pur dire, e così alla fine registra il messaggio per Harlock, in qualche modo...
...Il momento della partenza si avvicina. Hann non sta più nella pelle, gli brillano gli occhi, mentre la madre lo guarda con apprensione. Dio se somiglia a suo padre! Le ultime raccomandazioni, la consegna del messaggio per il capitano e qualche indicazione su come provare a rintracciare l'Arcadia.
Su un'astronave dell'impero Hann parte quindi per la sua avventura e guardando il suo pianeta farsi piccolo piccolo giura a se stesso che farà in modo di convincere Harlock a salvare sua madre. Sì, lui la salverà, deve salvarla...
Come scovare l'Arcadia di preciso il temerario ragazzo non lo sa. Non sarà un'impresa facile, Noa l'ha avvisato. Potrebbe fermarsi su una colonia e aspettare che la corazzata pirata arrivi per reclutare gente. Sì, potrebbe... ma la sua intraprendenza lo spinge a muoversi. Hann si fa lasciare dalla nave imperiale su una colonia, nei pressi del luogo dove solitamente le navi di ogni genere fanno scalo. Anche questa sarà un'esperienza importante per lui, e magari viaggiando per il cosmo riuscirà ad incappare proprio nell'Arcadia. Hann nota alcuni uomini scendere da un grande mercantile e subito si fa loro incontro senza alcuna esitazione, chiedendo se per caso stiano cercando gente da imbarcare.
"Il lavoro qui sopra è duro, ragazzo." rimarca serio uno degli uomini.
"E allora? Non ho paura di lavorare." risponde deciso Hann "Insomma, avete bisogno di gente a bordo oppure no?".
Alla fine il ragazzo viene portato dal capitano e questi, colpito dalla sua grinta e dalla sua intraprendenza, decide di prenderlo con sé. Hann non sa di preciso dove lo porterà tutto questo, ma in mente ha chiaro un obiettivo: trovare l'Arcadia e Harlock, l'ha promesso a sua madre ed a se stesso. Non può fallire.
Ben presto il nuovo arrivato viene preso in simpatia da alcuni veterani del mercantile e tra un discorso e l'altro un bel giorno quasi senza accorgersene finisce col rivelare il suo desiderio di imbarcarsi sull'Arcadia. Fortuna vuole che anni or sono sulla nave merci salì una persona che proveniva dalle schiere di Harlock. Chi c'era allora non ha potuto dimenticare quella ragazza che praticamente da sola salvò la nave ed il suo equipaggio. E proprio quella ragazza prima di andarsene lasciò precise indicazioni su come rintracciare l'Arcadia in caso di bisogno. Così, informato del desiderio di Hann, il comandante del mercantile assecondando il proprio istinto decide di contattare la corazzata pirata: sarà poi Harlock a scegliere se prendere a bordo il volonteroso ragazzo oppure no.

 

...continua...

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA: E allora, che dite? Vi abbiamo sorpresi o già qualcosa vi eravate immaginati? Di sicuro è un sentiero impervio quello su cui ci siamo avventurate... siete curiosi di sapere come evolverà la storia? Continuate a seguirci come avete fatto finora e siamo sicure che non ne resterete delusi.
CINZIA: Siamo arrivati alla parte che preferisco! Adoro Hann e Aisha! Vivono in un futuro lontano e su una astronave, ma certe cose nella vita degli esseri umani sono immutabili... come i problemi adolescenziali!!!  XD
Spero che vi conquistino come hanno conquistato me!
MARTA E CINZIA: Un grazie di cuore a tutti quelli che ci leggono e ci dedicano del tempo con le loro recensioni. Al prossimo capitolo!!

NOA E HANN
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YAMA, KIRA E AISHA
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Capitolo 9
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 2 ***


Quando Hann mette finalmente piede sull'imponente Arcadia, resta a bocca aperta. Una schiera di soldati con divise corazzate si dispiega davanti a lui, ma la cosa non lo spaventa affatto. In alto, sopra a tutti, avvolto da una luce irreale, il capitano, con il suo mantello nero e l'immancabile Tori sulla spalla, domina la situazione. Accanto a lui, un giovane, che Hann intuisce essere quel Yama di cui sua madre gli ha raccontato. Uno dei soldati corazzati si avvicina al ragazzo appena imbarcato ed una voce femminile gli rivolge una diretta domanda:
"Perché vuoi salire sull'Arcadia?".
"Per inseguire i miei sogni." risponde lui sicuro.
Il volto della persona che ha appena parlato si scopre. Con espressione severa ma rassicurante Kira osserva per un attimo Hann e poi, voltandosi verso Harlock e Yama, annuisce. Yatta e Key incitano tutti a darsi una mossa e rimettersi ai propri posti. Si riparte!
Aisha assiste alla scena di nascosto e rimane molto colpita dal nuovo arrivato, dal suo sguardo fiero, dalla sua determinazione. C'è qualcosa in lui, qualcosa di speciale... E poi, strano, le ricorda terribilmente il capitano... curiosa somiglianza... o solo suggestione?...
Harlock lascia il ponte dell'hangar e pensieroso si ritira nella stanza dell'astrolabio. Un'inspiegabile inquietudine lo assale. Chi è quel ragazzo? Perché si sente in qualche modo simile a lui? Quasi ci fosse un legame tra loro... è la prima volta che si sente così, e non se ne spiega il motivo...
Hann intanto raggiunge la sua cabina. Non è grande, ma accogliente. Sul letto c'è la sua divisa con impresso il simbolo del teschio. E' da quando era bambino che sogna di indossarla. D'istinto il ragazzo infila la mano destra nella tasca della giacca che ha ancora addosso e stringe tra le dita il D.M.O.. Dovrebbe andare dal capitano a consegnarlo. Che messaggio gli avrà affidato sua madre? Probabilmente avrà lasciato detto che lui è l'erede al trono di Arreta e che Harlock dovrebbe avere dei riguardi nei suoi confronti. Ma che senso avrebbe partire per quest'avventura per ritrovarsi ad esser trattato esattamente come a casa? No, per il momento lui vuole sentirsi un ragazzo qualunque. Racconterà la verità solo per sua madre, quando chiederà al capitano di... di...
Hann si cambia in fretta. Deve sbrigarsi: Yama lo aspetta sul ponte di comando per fargli visitare l'Arcadia. Indossata la divisa, come una furia si precipita fuori dalla cabina e si avventura lungo il corridoio che conduce in plancia, ma d'improvviso una voce femminile lo obbliga a fermarsi:
"Ehi, dove corri?!".
Hann si volta di scatto ed i suoi occhi si posano su Aisha, che a passi leggeri gli si sta avvicinando.
"Non ci siamo nemmeno presentati. Io sono Aisha. E tu sei Hann, giusto?" continua la ragazza.
Hann annuisce muovendo appena la testa e deglutisce a vuoto, mentre il respiro gli si blocca in gola. Strano per lui, ma non sa che dire. Non pensava di incontrate sull'Arcadia una creatura del genere... Aisha sorride ed Hann recupera l'uso della parola:
"Devo raggiungere la plancia. Mi stanno aspettando.".
"Immagino che mio papà ti farà visitare l'Arcadia." continua l'altra.
"Tuo papà?!" domanda sorpreso Hann.
"Sì, Yama è mio padre. Lui e Kira sono i miei genitori."
"Vuoi dire che tu sei nata qui?"
I due ragazzi iniziano così a chiacchierare. Hann non rivela le sue vere origini, ma confessa di credere fermamente in tutto ciò che Harlock e l'Arcadia rappresentano, perché è quello che gli ha sempre insegnato anche sua madre. Aisha invece parla della vita sulla nave, e tra un discorso e l'altro il tempo passa senza che nessuno se ne renda conto. Per caso Kira scorge in distanza la figlia che chiacchiera allegramente con il nuovo arrivato e sorride nell'assistere alla scena. Meno sorridente invece è Yama, che capita alle spalle della compagna piuttosto inquieto: è da quasi un'ora che aspetta Hann sul ponte di comando ma lui non s'è nemmeno fatto vedere. Kira indica i due ragazzi che discorrono sereni e rivolge a Yama un'allusiva domanda:
"Non ti ricordano qualcuno?".
Il giovane coglie al volo il chiaro riferimento:
"Dici che anche noi eravamo così quando ci siamo conosciuti?".
Kira annuisce ma Yama non sembra tranquillo:
"Non sappiamo niente di quel ragazzo."
"Non fare il padre apprensivo e geloso." ribatte l'altra in tono scherzoso, aggiungendo poi seriamente:
"Devi aver fiducia in nostra figlia. Sta crescendo, dobbiamo accettarlo. Farà le sue scelte, i suoi errori, ma è in gamba, intelligente e sensibile. Troverà la sua strada. Vedrai.".
...Col passare del tempo Hann manifesta apertamente la propria abilità come tecnico: le apparecchiature elettroniche ed i congegni meccanici, di qualsiasi tipo essi siano, non hanno segreti per lui. Fin da bambino coltiva questa passione, e quante ore ha trascorso sulle navi militari e mercantili di Arreta, a studiarne ogni minimo dettaglio, ogni più piccolo segreto! Questa sua propensione a bordo dell'Arcadia gli torna decisamente utile: di sicuro è un ottimo biglietto da visita ed un buon modo per ritagliarsi un proprio posto sulla nave pirata. Le giornate di Hann sono molto intense: oltre a venir erudito da Yatta sugli aspetti più tecnici dell'attività sull'Arcadia, viene addestrato all'uso delle armi da Yama, Kira e Key (lui a dire il vero le armi saprebbe già maneggiarle, frutto questo delle sua istruzione come successore al trono, ma finge di non saperle usare per non destar sospetti sulle sue origini). Ma tra tutti sulla nave, la persona con cui Hann si trova più a suo agio è Aisha, tant'è vero che non appena ha un attimo di tempo è da lei che corre, anche solo per scambiare due parole. Aisha è intelligente e sensibile, ha grinta da vendere ed un carattere già ben formato. E' schietta e diretta, dice sempre quello che pensa, e se c'è da discutere non si tira indietro. E poi, è davvero bella... Hann ci sta bene con lei e starle accanto lo fa sentire un po' meno solo...
Sulla scia di una naturale e spontanea affinità, dovuta non soltanto alla vicinanza di età, tra i due elementi più giovani dell'Arcadia si instaura ben presto un rapporto di complicità ed intesa, che appare evidente a tutti quanti sulla nave. In principio Yama, a differenza di Kira, non vede di buon occhio la cosa, ma poi riflettendoci su capisce che probabilmente Hann, catapultato di colpo in un mondo di sicuro diverso da quello in cui è cresciuto, deve aver trovato in Aisha un punto fermo dal quale partire per costruire la sua nuova vita. E' stato così anche per lui, quando è salito sull'Arcadia: se non fosse stato per Kira, chissà come sarebbero andate le cose.
E Harlock? Lui osserva, come sempre, senza manifestare apertamente i suoi pensieri. Anche perché, in fondo, cosa c'è da dire? Hann è semplicemente un nuovo membro dell'equipaggio. Eppure, il suo aspetto...
Il tempo scorre rapido ed Hann ha sempre più voglia di passare all'azione, di assistere ad un vero abbordaggio e di prendervi parte. Finora ne ha solo sentito parlare degli scontri con la Gaia Fleet o con altre navi pirata, che in questo ultimo periodo stanno davvero imperversando nello spazio. Ma di concreto ancora niente. E la nostalgia di casa comincia a farsi sentire...
Un giorno, parlando con Aisha, Hann si abbandona ai ricordi e racconta di quanto gli manchi il pianeta natio, con il suo cielo azzurro, i suoi prati verdi...
"Devi essere cresciuto in un bel posto." osserva con vivo interesse la ragazza "E come si chiama la tua colonia?".
"E' una colonia come le altre." risponde elusivo il diretto interessato, rendendosi conto di aver forse parlato un po' troppo.
"Sai..." continua Aisha con occhi ridenti "Io non l'ho mai visto, ma mi hanno detto che c'è un pianeta bellissimo, con due lune, dove ci sono fiori, laghi, alberi... Si chiama Arreta. Mio papà mi ha promesso che ci andremo, prima o poi, ma non so se potrà mantenere la sua promessa. Lui non può lasciare l'Arcadia, deve restare qui, con il capitano.".
"Se non ti ci porterà lui, ti ci porto io su Arreta." afferma d'istinto Hann, non sopportando l'idea di scorgere anche solo un velo di delusione negli occhi di Aisha.
Il discorso tra i due viene bruscamente interrotto dalle sirene che iniziano a risuonare nella nave.
"Siamo in fase di attacco." fa notare Aisha, smuovendo la curiosità e l'impazienza di Hann.
"Ehi, stai tranquillo." rimarca la ragazza, avendo ben inteso il significativo  sguardo del suo amico "Noi non andiamo se non ci dicono di andare.".
"E perché?" domanda perplesso e contrariato l'altro.
Intanto tutt'intorno si scatena un gran via vai. L'equipaggio si prepara all'assalto. La nave presa di mira appartiene alla Gaia Fleet. Da quando il governo della federazione è in crisi, chi detiene un qualsiasi potere militare spesso lo sfrutta a proprio favore, come appunto alcuni comandanti della Gaia Fleet, ed a farne le spese sono ovviamente le colonie più deboli. Questi elementi della flotta della Sanction sono, manco a dirlo, tra gli obiettivi preferiti di Harlock, soprattutto quando l'Arcadia necessita di rifornimenti.
Hann si guarda intorno, non gli piace star con le mani in mano. Perché non può intervenire? La sua impulsività gli impedisce di star fermo ed è così che l'irruente ragazzo decide di prender parte all'assalto. Quando il resto dell'equipaggio è già a bordo della nave nemica, anche Hann vi sale, senza nemmeno indossare la tuta blindata, e Aisha senza esitare lo segue, non sentendosela proprio di lasciarlo andar da solo. Sull'incrociatore della Gaia Fleet ovviamente i due si trovano ben presto faccia a faccia con dei soldati nemici, ma non si fanno spaventare e senza problemi si difendono. In tale frangente Aisha rimane molto colpita dall'abilità di Hann con le armi: dimostra una certa esperienza nel maneggiarle e questa non può derivargli solo dagli insegnamenti ricevuti sull'Arcadia... Aggirandosi per i corridoi, i due ragazzi scovano quasi per caso una porta nascosta che conduce ad un magazzino segreto dove sono stipate armi, divise, apparecchiature elettroniche e provviste. Bisogna avvisare gli altri della scoperta! Purtroppo però il comandante nemico è più furbo del previsto e con i suoi uomini riesce a cogliere di sorpresa i due giovani elementi dell'Arcadia, disarmandoli e mettendoli con le spalle al muro.
E adesso? Fortunatamente l'intervento di Yama, Kira e Yatta toglie dai guai Aisha e Hann ed una volta messi ko gli avversari e racimolato un ottimo bottino, l'equipaggio pirata al completo fa ritorno alla base.
Quanto accaduto non può tuttavia esser sottovalutato e sul ponte di comando Kira prova a far ragionare i due ragazzi sul loro comportamento irresponsabile:
"Anch'io ero abituata a far di testa mia e a mie spese ho capito che sbagliavo. Su questa nave non siete da soli e non potete comportarvi come se lo foste. Il comportamento di uno non può metter a rischio tutti gli altri.".
Yama tace. Se parlasse ora parlerebbe da genitore preoccupato, e invece lui ha un ruolo sull'Arcadia, un ruolo importante dal quale non può prescindere. Perciò preferisce restare zitto e lasciar trasparire soltanto dagli occhi il suo giustificato disappunto. Aisha, dispiaciuta, muove un passo verso il padre, socchiudendo le labbra come se volesse dirgli qualcosa, ma lui si volta e raggiunge il timone, dando indicazioni all'equipaggio sulla rotta da seguire. Hann, orgoglioso e testardo, non apre bocca ma non abbassa nemmeno per un secondo lo sguardo, quasi a voler ribadire la propria posizione.
Con un'espressione molto contrariata dipinta in volto Harlock compare in plancia ed ordina ai due più giovani membri della nave di seguirlo.
"Ahi Ahi... adesso se le sentiranno di santa ragione!" bisbiglia Yatta rivolgendosi a Key.
Il capitano ed i ragazzi entrano nella stanza dell'astrolabio ed Harlock abbandona subito il suo atteggiamento imperturbabile:
"Avete disobbedito ai miei ordini!...".
"La responsabilità è solo mia." confessa Hann interrompendo il capitano.
Aisha, ferma vicino alla porta, ascolta in silenzio, un po' intimorita dalla situazione venutasi creare. Harlock e Hann sembrano davanti ad uno specchio, quasi l'uno fosse l'immagine riflessa dell'altro, tanto sono simili, perfino nel modo di muoversi e di parlare.
I toni si alzano ed i due in mezzo alla stanza si sfidano ingaggiando un duello verbale, che raggiunge il suo culmine nell'affermazione più estrema che Harlock indirizza contro Hann:
"O stai alle mie regole o te ne vai dalla mia nave!".
Il ragazzo, ferito nell'orgoglio e profondamente offeso, con un gesto rabbioso prende dalla tasca il D.M.O. e lo getta ai pedi del pirata. Inaspettatamente il dispositivo si attiva ed appare l'ologramma dell'imperatrice Noa, che con fare un po' forzato chiede al capitano dell'Arcadia di prendersi cura di Hann.
Harlock fissa l'immagine stupito, non si sarebbe mai aspettato che questo ragazzo fosse collegato ad Arreta. Per nulla stupito invece è Hann, le parole della madre sono esattamente quelle che lui aveva immaginato, e voltandosi di spalle, proteso verso la porta, in tono sprezzante il ragazzo commenta tra i denti l'appello materno:
"Ecco perché non ho consegnato il messaggio...".
Qualche secondo di silenzio. La discussione sembra essere finita, lasciando Harlock e Aisha con mille domande scaturite dalla verità appena scoperta. D'un tratto però nella stanza echeggia di nuovo la voce dell'imperatrice, che con espressione malinconica, occhi lucidi e voce tremante si rivolge al capitano con poche sentite parole:
"Harlock... Hann è tuo figlio...".
Un tuffo al cuore ed Hann si volta di scatto a guardare l'uomo che soltanto ora ha scoperto essere suo padre. Tra di loro, l'immagine di Noa. Aisha, sempre in piedi vicino alla porta, non si è mossa di un millimetro, ha assistito a tutta la scena ed esterrefatta si copre la bocca con le mani, partecipe delle forti emozioni del momento.
Hann ed Harlock si guardano sconvolti, e solo poche incredule parole il ragazzo riesce a pronunciare:
"No, non è possibile!"
Dopodiché, il futuro imperatore di Arreta esce correndo dalla stanza con Aisha che lo segue preoccupata, mentre Harlock in silenzio si accascia sulla sua sedia fissando l'ologramma dell'unica donna che abbia mai amato.
Hann raggiunge la sua cabina e si butta sul letto con un braccio piegato a coprirgli il volto. Aisha lo osserva intenerita, indugiando un secondo sul ciglio della porta, poi a passi leggeri entra e si siede accanto a lui.
I due rimangono in silenzio per un po' ed è Aisha a prendere la parola per prima:
"Hann, perché non me l'hai detto? Di me ti puoi fidare. Non lo avrei raccontato a nessuno...".
Ancora silenzio.
"Hann, per favore, dì qualcosa..." continua la ragazza "Sai, stavo pensando che non devi avercela con tua mamma. Deve essere una donna eccezionale e chissà quanti sacrifici ha dovuto affrontare per via dell'importante ruolo che ha per Arreta. Pensa a quanto deve aver sofferto nel lasciare il capitano... Io un po' la capisco, perché... se tu dovessi andare via... quando andrai via... mi mancherai... davvero...".
Hann si mette a sedere sul letto e guardando negli occhi Aisha finalmente si decide a parlare:
"Perdonami... hai ragione. Non posso essere egoista.".
Ed a queste parole altre ne aggiunge, ma soltanto nei suoi pensieri:
"Ho bisogno di Harlock, deve fare una cosa per me, per mia madre...".
Con una rassicurante espressione Aisha guarda il ragazzo che le sta accanto e lui azzarda un abbraccio di ringraziamento. I loro volti si sfiorano, poi si scostano appena, e mentre gli occhi si incontrano, nel silenzio nasce un dolcissimo bacio.
Aisha resta per un attimo senza parole e fissa Hann quasi cercasse in lui la conferma di quanto accaduto. Non è stato un sogno... era tutto vero?!... Hann, da parte sua, non capisce se l'espressione imbambolata di Aisha sia frutto di stupore o se nasconda dell'altro. Che si sia offesa per quel bacio? Le guance della ragazza lentamente si tingono d'un leggero rossore ed un radioso sorriso appare sulle sue labbra ad illuminarle il viso. Hann è incantato da quella meravigliosa visione ed Aisha, come un timido cucciolo, si accoccola tra le sue braccia, sciogliendo in un sospiro tutte le parole che ora non riesce a dire.
Harlock, intanto, si sente come se si fosse appena risvegliato da un sogno e pensieroso si incammina per i corridoi fino ad arrivare nella sala del computer centrale.
"Amico mio, cosa devo fare?..."
Chinato davanti all'elaboratore principale, il capitano si confida con lo spirito del suo amico scomparso, divenuto dopo la sua morte l'anima dell'Arcadia, eternamente legato ad essa. Lui c'è sempre per Harlock, pronto ad accoglierne i pensieri e i dubbi, in questa forma incorporea ora così come faceva da vivo in passato.
Il capitano adesso sa che una parte di lui vive in un altro essere umano, non può rimanere indifferente. Un figlio... Strano per lui associare a se stesso questa parola. Non ci aveva mai pensato, neanche lontanamente. Ma comunque sia, alla fine di sicuro ogni cosa troverà il suo posto, ognuno troverà la sua strada...

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Allora, cosa vi dicevo? Hann e Aisha non sono adorabili?! Di sicuro la loro presenza sull'Arcadia creerà un bel po' di movimento a bordo! E l'avventura è solo all'inizio...
MARTA: E adesso, avete voglia di farvi un bel giretto sull'Arcadia? Già, perché dovete sapere che io e Cinzia abbiamo, per così dire, soprannominato la parte che seguirà "una camminata sull'Arcadia". Il perché lo scoprirete leggendo!
CINZIA E MARTA: E adesso, in attesa del prossimo capitolo, vi lasciamo in compagnia dei nostri disegni...

 

HANN
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AISHA
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf3428-1.jpg#gallery
HARLOCK E HANN...LA RIVELAZIONE...
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf3660.jpg#gallery

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Capitolo 10
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 3 ***


Dopo quanto accaduto gli equilibri sull'Arcadia sembrano saltati. C'è una strana atmosfera, tutti la percepiscono ma solo tre persone ne conoscono il motivo. A distanza di pochi giorni dall'ultimo assalto contro la Gaia Fleet, mentre Kira sta controllando alcune impostazioni del computer centrale, Aisha le compare alle spalle e lei voltandosi appena, intuito di cosa la figlia voglia parlarle, se ne esce con una significativa considerazione:
"Ti piace molto quel ragazzo, vero?".
"Sì... e poi, io credo in lui. Ha solo bisogno di tempo." risponde la ragazza.
Kira abbandona il suo lavoro e si volta verso Aisha spronandola a dar retta al suo istinto, come anche lei ha sempre fatto:
"Forse dovrei dirti di riflettere e di non lasciarti guidare troppo dalle emozioni, ma mia mamma mi ha sempre ripetuto il contrario e anch'io vorrei far lo stesso con te. Se senti di poterti fidare di Hann, devi farlo. Restagli vicino e aiutalo se ne dovesse aver bisogno.".
"Tu mamma dici così, ma..." interviene titubante l'altra.
"Non ti preoccupare di tuo padre. Lui non ce l'ha con Hann. Comunque ci penso io a fargli ricordare qualcosa che forse si è dimenticato."
Ciò detto Kira passa una mano tra i capelli della figlia e, dopo averla guardata allontanarsi di corsa, si incammina lungo il corridoio che conduce in plancia. Giunta nei pressi del ponte di comando, si imbatte non per caso in Yama e si sofferma a parlare con lui.
"Dov'è il capitano?" esordisce la giovane.
"Al timone..."  risponde l'altro pensieroso.
"Sta succedendo qualcosa. Te ne sei accorto anche tu." continua Kira, chiedendo poi al compagno di parlargli di Noa.
"Cosa vuoi sapere?" domanda perplesso Yama.
"Com'era, come si comportava sulla nave... non ne abbiamo mai parlato molto."
"Forse perché non c'è molto da dire. Quello che è successo te l'ho raccontato."
"Ma il capitano, con lei, com'era?"
Yama intuisce dall'espressione di Kira che le sta passando per la testa una precisa idea:
"Avanti, parla. Ti conosco. Dove vuoi arrivare?".
La diretta interessata sorride e con furbesca espressione risponde:
"Non ci credo che non ci hai pensato anche tu. Hann, l'hai visto? Non ti pare che lui e il capitano... si somiglino?".
Yama annuisce e Kira prosegue il suo discorso:
"Non ho intenzione di mettere il naso in questioni che non mi riguardano, indipendentemente da quello che penso. So solo che Hann ha bisogno di una guida in questo momento. Deve capire che via seguire.... non ti ricorda una persona?".
"Lo so. Hai ragione." ammette Yama accennando un sorriso "Quando sono arrivato sull'Arcadia tu e il capitano mi avete dato fiducia, e questo mi ha aiutato a prendere la mia decisione.".
Kira sfiora con la mano il viso del compagno e con un dolce bacio si congeda momentaneamente da lui, per poi muoversi verso la plancia, mentre Yama si incammina nell'opposta direzione.
Accanto al timone, regale ed imponente con il suo nero mantello, c'è Harlock. Kira lo osserva ed in silenzio gli si avvicina. Non c'è nessun altro al momento nei paraggi. Kira si ferma accanto al capitano e lui la guarda solo un attimo di sfuggita per poi tornare a contemplare il cosmo dalle grandi vetrate del ponte di comando. A rompere il silenzio ad un certo punto è lo stesso Harlock:
"Ricordi? Eri appena arrivata sull'Arcadia. Un giorno sono venuto qui e ti ho trovata da sola, seduta per terra. Quando ti ho chiesto cosa stavi facendo....".
"... non ti ho risposto... me lo ricordo." ammette Kira "Ti ho guardato e tu ti sei seduto vicino a me. E siamo rimasti così per un po', a guardare fuori...".
Silenzio. Di nuovo. Ed è Kira stavolta a spezzarlo:
"Che succede, capitano?".
"Credevo che niente mi avrebbe mai sorpreso." confessa l'interrogato con una crucciata espressione "E invece, adesso... non so che fare.".
"E' una cosa positiva." risponde sorridendo l'altra "Non ti chiederò spiegazioni. I dubbi, le incertezze ci fanno ricordare che siamo degli esseri umani, e non sempre per risolverli bisogna usare la testa.".
Harlock mette una mano sulla spalla della giovane al suo fianco e poi torna con lei a scrutare il cosmo. Gli sembra ancora più bello, adesso, ed al suo cospetto si sente un po' meno solo.
Hann intanto è impegnato nella sua nuova mansione: da qualche giorno infatti gli è stata affidata la manutenzione delle tute blindate. Con scrupolosa cura armeggia con uno di quei grossi esoscheletri: una vite da stringere, uno snodo da oliare. Ad un certo punto però si sofferma ad osservare il riflesso del suo volto sul vetro del grande occhio elettronico al centro dell'elmo. Come ha fatto a non capirlo prima? Lui in effetti somiglia molto al capitano. Nella sua mente riaffiorano i ricordi delle storie che sua madre gli raccontava del pirata immortale e, insieme ad essi, l'immagine del volto triste di lei, quelle rare volte che si era azzardato a chiederle di suo padre. Ora molte cose gli sono più chiare. I pochi accenni che aveva sentito dall'equipaggio sul breve soggiorno dell'imperatrice di Arreta sull'Arcadia e i suoi stessi ricordi gli danno un quadro discretamente chiaro di cosa sia accaduto in passato. Hann non pensa ad altro che a quel giorno, il giorno della rivelazione del segreto di sua madre. Non è in collera con lei, anzi, più ci pensa e più comprende il suo comportamento. Lui non immaginava, non sapeva tutto quello a cui lei aveva dovuto rinunciare per Arreta! L'amore di Noa per il pianeta e l'immensa responsabilità che ha dimostrato, lo fanno ora sentire un ragazzino viziato. È lei l'esempio da seguire. Arreta merita un successore alla sua altezza.
Hann, perso nei suoi pensieri, se ne sta fermo immobile davanti all'armatura da sistemare, con lo sguardo perso nel vuoto. E' l'ironico commento che gli giunge da dietro le spalle a riportarlo coi piedi per terra:
"Ehi, ti sei innamorato? Guarda che quella mica ti ricambia!".
Il ragazzo si volta un po' imbarazzato, ma il burlone si sta già incamminando da tutt'altra parte per svolgere le sue mansioni.
Hann riprende il lavoro, però la sua mente è ancora sommersa di pensieri. Deve parlare ad Harlock di Noa... e vuole chiarirsi con Aisha. Lei gli aveva confidato il suo desiderio di vedere Arreta e ora che sa chi è lui, chissà cosa penserà. Di certo non è arrabbiata, no... visto com'è andata tra loro... il loro primo bacio... ma lui vuole parlarle più apertamente e dirle tutto, deve farlo. Hann torna con la mente al bacio e si imbambola di nuovo davanti alla tuta blindata. Qualcun altro tuttavia lo interrompe nelle sue riflessioni. Yama gli si avvicina e richiama la sua attenzione con un semplice:
"Ehi, come va?".
Il ragazzo, colto alla sprovvista, si volta di scatto e rimane immobile a fissare la persona che ha davanti in attesa di capire le sue intenzioni.
"Tutto bene?" continua Yama, osservando la corazza che Hann stava sistemando.
"Tutto bene. Grazie." risponde l'interrogato con un certo distacco.
"Capisco come ti senti. Ci sono passato anch'io... e io ero salito sull'Arcadia come spia della Gaia Fleet."
"Davvero?! Questo non lo sapevo..."
Yama inizia a raccontare la sua storia. Hann lo ascolta attentamente ed un po' si sorprende nel vederlo così ben disposto nei suoi confronti. Credeva che non lo sopportasse e che ce l'avesse con lui, dopo quello che è capitato sulla nave della Gaia Fleet. Forse sono partiti entrambi col piede sbagliato e invece si somigliano più di quanto potessero immaginare. Yama stesso deve ammetterlo, in un certo senso si rispecchia in Hann, nella sua inquietudine, nella sua ricerca della giusta strada da seguire, e per questo nel concludere il suo discorso gli rivolge un significativo messaggio:
"Ascolta, non ti darò grandi consigli, ma una cosa voglio dirtela. Non aver mai paura di prendere una decisione, e se credi davvero in qualcosa fai l'impossibile per realizzarlo. Nessuno mai deve scegliere per te.".
Finché i due scambiano le ultime battute, in distanza Aisha li vede e stupita rimane a fissarli per un po', finché Hann non si accorge di lei e la saluta facendole un cenno con la mano. Yama osserva per un attimo lo scambio di sguardi tra i due ragazzi ed avendo intuito di essere di troppo, con una scusa si allontana, sotto gli occhi increduli della figlia. Un tantino preoccupata Aisha si avvicina ad Hann e gli chiede cosa lui e suo padre si siano detti. Non ci saranno guai in vista? Hann con un sorriso, in tono scherzoso, le risponde che hanno fatto discorsi da uomini. Poi con aria seria ed imbarazzata le fa presente che ha bisogno di parlarle ed inizia a raccontarle la sua storia, confessandole perché abbia sempre sognato di salire sull'Arcadia e concludendo  il suo discorso con delle sincere scuse:
"Mi dispiace, non volevo mentire, ma se avessi detto la verità fin dall'inizio mi avreste trattato in maniera diversa, e non era quello che volevo. E poi, beh, non avrei mai immaginato che il capitano fosse mio... mio padre".
Quanto gli fa strano dirlo!
"Sono il successore del trono di Arreta." continua il ragazzo "Aisha, devo tornare, non posso stare con voi. Mia madre sta male, non sopravviverà a lungo. Sono salito su questa nave anche per lei, per chiedere aiuto ad Harlock e Mime.".
Aisha è profondamente dispiaciuta per quello che ha appena sentito, è davvero una situazione difficile e purtroppo non ci sono molte soluzioni. Lei egoisticamente in cuor suo vorrebbe che Hann restasse, ma non proverebbe mai a chiedergli una cosa simile e stringendogli le mani cerca di fargli forza.
Il ragazzo tuttavia ha dell'altro nel cuore:
"Appena avrò parlato con Harlock probabilmente torneremo verso Arreta e avrai occasione di vedere il mio pianeta. Ti farò vedere il mare, le montagne e i prati in fiore. Vedrai cose che probabilmente non hai mai visto. Arreta è il pianeta più simile alla Terra... E se poi tu volessi rimanere con me, al mio fianco... ".
Aisha, incredula, fissa Hann con gli occhi sgranati. Il cuore inizia a batterle all'impazzata nel petto e nella sua mente si alternano l'incalzante desiderio di vedere Arreta e l'inevitabile paura di lasciare la sua casa, l'Arcadia. Hann la accarezza con lo sguardo e, rendendosi conto di cosa le stia passando ora per la testa, evita di farle pressioni:
"Non devi decidere adesso. Pensaci. Aspetta di vedere la mia casa e solo allora mi dirai... va bene?".
"Va bene..." risponde lei, annuendo col capo.
D'un tratto ad interrompere i due arriva Key, venuta a chiamare Aisha per farsi dar una mano a sbrigare alcune faccende. Aisha saluta Hann con un sorriso e mentre si allontana ripensa all'inattesa proposta ricevuta. Allora... anche Hann ci tiene a lei... ci tiene davvero. Con tutto quello che ha per la testa, le responsabilità, la preoccupazione per sua madre.... nonostante tutto un pensiero per lei ce l'ha sempre. La ragazza cammina ad un metro da terra e Key, incuriosita dalla sua aria sognante, le chiede divertita a cosa stia pensando.
"Penso che oggi è una bella giornata." risponde la diretta interessata con una malandrina espressione dipinta in volto, in un atteggiamento che tanto ricorda Kira quando aveva la sua stessa età.
Una volta rimasto solo, Hann ripone gli attrezzi da lavoro nella cassetta e tra sé pensa che ormai è arrivato per lui il momento di parlare con il capitano ed affrontare le responsabilità che la sua posizione comporta. E con tale consapevolezza nella mente e nel cuore si incammina deciso verso il ponte di comando.
Harlock è di nuovo solo in plancia, accanto al timone, assorto nei suoi pensieri. Mime, leggera e silenziosa, gli si avvicina e gli posa delicatamente una mano sul braccio. Uno sguardo fugace tra di loro. Non hanno bisogno di tante parole, si conoscono da più di cento anni, da quando lui l'ha salvata e lei, unica superstite del suo popolo, ha deciso di dedicare la sua vita al suo salvatore ed ai suoi ideali.
Mime sa bene che il suo comandante è in pensiero per qualcosa.
"Hann viene da Arreta..." confessa Harlock, rompendo il silenzio, come a voler confermare all'aliena le sue supposizioni non espresse.
"Cosa pensi di fare?" ribatte lei, per nulla sorpresa.
"Deve tornare a casa..."
Ma la risposta del capitano sembra nascondere qualcosa di più, così Mime gli pone la fatidica domanda:
"Hann è parte di te. Sei pronto ad affrontare la cosa?".
"Non può lasciarmi indifferente." ammette Harlock "Ma il ragazzo è un uomo ormai, ha la sua strada da percorrere, e questa strada non è sull'Arcadia. Lo sai che il pianeta di Arreta necessita sempre di una guida e lui è il successore dell'imperatrice... Però, c'è qualcosa che mi sfugge... Noa per diciotto anni non mi ha fatto sapere nulla. Conoscendola non credo che lo abbia mandato qui solo per farmelo incontrare.".
Il tempo ed il destino sembrano voler proprio condurre al momento dei chiarimenti, in questa significativa giornata. Hann arriva in plancia e vede Harlock che parla con Mime: quale occasione migliore per chiedere ad entrambi aiuto per sua madre!
"Vi devo parlare.": così dicendo il ragazzo si avvicina ed attira l'attenzione dei due accanto al timone.
"Quando sono salito sull'Arcadia," continua Hann "ho detto che volevo inseguire i miei sogni. E' vero. Mia madre mi ha cresciuto con la leggenda del pirata nero dello spazio. Volevo anch'io vivere le mie avventure, ma nessuno sa, neanche lei, che porto con me una missione.".
La tensione è palpabile nell'aria e il presagio di notizie non buone comincia ad affiorare. Hann prosegue il suo discorso:
"Mia madre sta morendo e i medici non sanno perché. Nessuno può aiutarla. Solo io potevo fare qualcosa: non potevo fare altro che venire a cercare te, il pirata immortale, e Mime, l'ultima dei Nibelunghi, dai quali mia madre ed io discendiamo. Sono pronto a salire sul trono. Continuerò l'operato di mia madre, ma non voglio che lei muoia. Harlock, portala via con te, rendila immortale.".
Hann si rende perfettamente conto di quanto sta chiedendo, ma ora che sa che il pirata immortale e l'imperatrice si sono amati, si augura di avere una possibilità in più.
Padre e figlio hanno lo sguardo fisso l'uno sull'altro. Il capitano pensa che davanti a sé non ha un ragazzo qualunque, bensì il suo ragazzo, e non può che essere fiero di lui. A questo pensiero il suo volto si illumina ed un lieve sorriso beffardo inarca le sue labbra. Appoggiando una mano sulla spalla di Hann, con tono deciso Harlock si rivolge a Mime dando l'ordine:
"Chiamiamo l'equipaggio a raccolta. Tutti ai propri posti! Facciamo rotta su Arreta. Immediatamente.".
Mentre i corridoi sono attraversati da un gran via vai di gente, Aisha curiosa fa capolino dalla sua cabina. Stava scrivendo, come fa di solito per rilassarsi, ma improvvisamente ha sentito un gran trambusto. Che succede? Sembrerebbe esserci una mobilitazione generale. Siamo sotto attacco? Eppure non c'è rumore di spari. I cannoni tacciono. Se almeno qualcuno le dicesse qualcosa... D'un tratto ecco arrivare Hann. Aisha lo fissa perplessa in attesa di spiegazioni e lui, serissimo, le chiede di tornare dentro la cabina per parlare in tranquillità. Seduti sul letto i due ragazzi fanno il punto della situazione. Hann spiega di aver parlato con il capitano e Mime di sua madre ed Aisha trae le dovute conclusioni:
"Allora, ci stiamo muovendo verso... Arreta.".
La ragazza sa bene cosa ciò significhi, non solo per Hann, Harlock e Noa. Anche per lei sta per arrivare il momento delle decisioni definitive. Cosa farà? Lascerà l'Arcadia, i suoi genitori, il mondo in cui è cresciuta, o lascerà andare Hann? I pensieri di Aisha emergono dai suoi limpidi occhi come parole sulle pagine di un libro aperto ed Hann bene comprende cosa si stia agitando dentro di lei. Ma non può dirle niente. Sta a lei scegliere. In un abbraccio Aisha cerca le risposte che ora le mancano e nel bacio, che di quell'abbraccio è l'inevitabile conclusione, scopre qualche certezza in più per poter decidere. Hann non vorrebbe allontanarsi da lei, vorrebbe stringerla, sentirla sua, ma non vuole rischiare di commettere sciocchezze e per evitare di perdere il controllo si alza in piedi intenzionato ad andarsene. Aisha lo ferma prendendolo per mano e lo prega di restare. Lui incerto la guarda negli occhi e quando prova a dirle qualcosa, a domandarle se sia sicura, lei delicatamente gli sfiora le labbra con le dita, per poi baciare quelle labbra con appassionata dolcezza. Il tempo delle parole è finito. Ed avvolti da un irreale silenzio, Hann e Aisha vivono questo momento che appartiene solo a loro, soltanto a loro ed a nessun altro...
Intanto in plancia il capitano impartisce ordini serrati e precisi all'equipaggio:
"Yama, al timone. Yatta, comunica le coordinate.".
"Ascensione retta 18h 52m 51,059s - declinazione +45° 20' 59,51...''
"Coordinate inserite capitano!" risponde Key.
"Mime, attivazione motore Dark Matter." continua il pirata dal posto di comando.
"Motore attivato, Harlock."
"Pronti al salto in-skip!"

...continua...

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA E MARTA: E rieccoci! Allora, la storia si fa interessante, no? Avete capito cosa intendiamo per "una camminata sull'Arcadia"? L'idea è stata semplicemente quella di far interagire i vari protagonisti facendoli incontrare lungo i corridoi della nave...
CINZIA: Una curiosità... Premetto che di astronomia non so assolutamente nulla e quando ho pensato ad Arreta mi sono chiesta se attualmente gli studiosi avessero scoperto un pianeta che fosse simile alla Terra. Per il racconto non avrei saputo cosa inventarmi e ho pensato che la realtà potesse essere una buona base di partenza. Così, cercando in internet, ho scoperto che l'anno scorso è stato scoperto un pianeta molto simile al nostro. Ovviamente è irraggiungibile, ma le coordinate e la distanza dalla Terra sono dati reali che ho ricavato dal sito. Ci sarebbe altro da dire, ma visto che presto i nostri eroi saranno su Arreta, lo riserbo per il prossimo capitolo.
MARTA: Angolo degli aneddoti. Io e Cinzia volevamo assolutamente fare dei disegni che raffigurassero Hann e Aisha insieme, ma dal momento che Hann è un personaggio di Cinzia e Aisha è stata ideata da me, non sapevamo come incastrare le cose. Un disegno a quattro mani era un po' complesso da realizzare. E non era nemmeno facile per una di noi disegnare il personaggio dell'altra. Alla fine, abbiamo escogitato degli stratagemmi per riuscire nel nostro intento. Il primo lo trovate qui di seguito.
MARTA E CINZIA: A prestissimo!

HANN E AISHA...
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf3596.jpg#gallery

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Capitolo 11
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 4 ***


L'Arcadia non può che raggiungere Arreta in navigazione in-skip... Kepler-69, o più comunemente negli ultimi secoli rinominata Arreta. È un gioco di parole se si inverte il nome, in omaggio alla Terra, visto la grande somiglianza tra i due pianeti. Il mondo di Noa, con la sua stella, Kepler, di tipo G come il Sole terrestre, e gli altri pianeti del suo sistema solare, sono situati nella costellazione del Cigno che dista 27.000 anni luce dalle coordinate 00 (ovvero la Terra). Per quanto Harlock con l'Arcadia si trovi al momento ad una distanza di gran lunga inferiore a questa, solo il salto in-skip può permettere di ridurre in maniera abnorme i tempi di navigazione.
...Quando il pianeta inizia ad essere visibile ad occhio nudo, anche se ancora come un puntino nell'universo, l'Arcadia rallenta il suo volo. D'un tratto però la strumentazione di bordo rileva la presenza di una nave che sembra seguire la loro stessa rotta. Che sia diretta verso Arreta?
Harlock ordina a Yattaran e Kira di provare ad intercettare eventuali comunicazioni. Yatta riferisce gli ultimi dati:
"Capitano, credo siano mercenari. Nessuna comunicazione. Dalle immagini dei sensori a lunga distanza sembrerebbe una corazzata e non appartiene di sicuro alla Gaia Fleet.".
Ma all'improvviso interviene Kira, piuttosto preoccupata:
"Capitano, un'altra nave! Dalla sua traiettoria sembra che sia partita da Arreta e si sta dirigendo verso di noi!".
"Yatta, come l'altra: visualizza l'immagine." comanda Harlock.
Hann, che nel frattempo ha raggiunto la plancia insieme ad Aisha, si avvicina a Yatta ed osservando l'immagine sul monitor esclama:
"Quella è la Starbridge! Deve essere partita da poco per una missione di colonizzazione!".
Harlock ha capito di cosa stia parlando il ragazzo e con l'aria di un guerriero mette in allerta i suoi:
"La Starbridge è in pericolo. I mercenari puntano su di loro!".
Il capitano impartisce ordini precisi per intervenire in soccorso della nave di Arreta, e mentre Kira prova a mettersi in comunicazione con il suo equipaggio, Hann fornisce alcuni dettagli non trascurabili per chiarire la situazione, palesando in tal modo le proprie origini:
"Su quella nave ci sono degli scienziati del mio pianeta. E' stata un'idea di mia madre: mettere insieme dei gruppi di studiosi che potessero comprendere l'origine dell'energia del pianeta per ricrearla anche sulle altre colonie. E' un progetto che risale a molti anni fa. Quella nave è di categoria Sky Whisper. E' un tipo di nave ideato su Arreta, che sfrutta il vento solare per alimentare il motore e far funzionare tutte le apparecchiature di bordo. Purtroppo però quelle navi sono lente, possono attivare il salto in-skip solo in rari casi e con una procedura complicata, e non sono dotate di molte armi. Il loro scopo è la ricerca, non la guerra!".
"Allora sono davvero nei guai..." osserva preoccupata Aisha.
"Ci sono!" esclama ad un certo punto Kira "Ho il contatto.".
E' Hann che si incarica di parlare col capitano della Starbridge, è un compito che compete a lui:
"Comandante, chi le parla è l'erede al trono di Arreta. Mi trovo sull'Arcadia. Non inviate richieste di aiuto sul pianeta. Vi aiuteremo noi. Non permetterò che scoppi una battaglia né che accada qualcosa a voi.".
La voce del ragazzo è ferma e sicura, nessuna incertezza, nessun dubbio. Ha lo stesso piglio severo di Harlock, lo stesso sguardo, la stessa determinazione. La verità dunque è uscita allo scoperto, o almeno una parte di essa, benché tutti, o quasi, ormai inizino ad intuire anche la parte che è stata taciuta. Ma nonostante un legittimo stupore nessuno sull'Arcadia fa domande o perde di vista l'obiettivo principale: salvare la Starbridge. Harlock e Yama si guardano e si scambiano un cenno d'intesa: hanno avuto entrambi la medesima idea. Yama dà l'ordine:
"Agganciamo la Starbridge e portiamola via da qui navigando in-skip.".
Detto fatto. La nave di Arreta viene ancorata all'Arcadia e salvata dall'imminente pericolo. Solo momentaneamente però. La minaccia dei mercenari ancora incombe. Anche la nave nemica infatti mette in atto il salto in-skip. Lo scontro sarà inevitabile. Bisogna studiare un piano... e in fretta.
Hann e Aisha discutono un attimo in disparte, quindi si avvicinano al capitano ed espongono a tutti l'idea che hanno avuto. Uno scambio di equipaggi. Così l'Arcadia si potrebbe allontanare con a bordo gli scienziati di Arreta mentre Harlock insieme a buona parte dei suoi attenderebbe al varco il nemico sulla Starbridge. Forse è un piano azzardato, ma al momento pare l'unico con cui si possa evitare un conflitto a fuoco che rischierebbe di danneggiare gravemente la nave di Arreta.
Non c'è tempo da perdere. L'equipaggio della Starbridge viene spostato in blocco sull'Arcadia, dove rimangono solo Aisha, Yatta, Mime e pochi altri, mentre il resto della ciurma, sotto la guida di Harlock, trasborda sulla nave degli scienziati. Come stabilito l'Arcadia si allontana quel tanto che le basta per essere al sicuro. Meglio non perdersi di vista, non si sa mai cosa potrebbe accadere.
Una volta sulla Starbridge, Hann ne illustra a tutti il funzionamento: solo lui è in grado di manovrarla ma gli occorre una mano. Le navi Sky Whisper utilizzano il vento stellare per ricavarne l'energia necessaria al loro funzionamento. Il vento stellare è un flusso di elettroni e protoni ad alta energia in grado di sfuggire alla gravità dell'astro che ne è l'origine. Può essere elettricamente carico o neutro e viene emesso dall'atmosfera superiore di una stella. Non è stato semplice trovar il modo di sfruttarlo per alimentare delle astronavi di grandi dimensioni ed il meccanismo di conversione è molto delicato e va maneggiato con cura. Ed anche la strumentazione di bordo è piuttosto particolare. Ci sono degli speciali alimentatori da attivare e disattivare a fasi alterne e dei comandi manuali che necessitano di estrema attenzione. Hann, affascinato dalla complessa tecnologia delle Sky Whisper, ne ha studiato il funzionamento fin nei minimi dettagli ed ora lo spiega a Kira e Yama perché lo aiutino a gestire la Starbridge. Ed oltre a ciò fornisce a tutti delle indicazioni sulla struttura della nave in modo che sia più facile muoversi al suo interno per Harlock e i suoi.
Ecco, la corazzata nemica fa la sua comparsa. Il momento dello scontro diretto è arrivato. La Starbridge viene speronata su un fianco. Imperversa il frastuono metallico degli arpioni per l'ancoraggio che penetrano nella fusoliera. I mercenari forzano l'ingresso principale ed entrano. A sbarrare loro la strada, nel corridoio che porta al centro della nave, Harlock, Key ed il resto degli uomini dell'Arcadia. Esplode un fuoco incrociato. Harlock con la spada trafigge i nemici che cadono a terra esanimi. Approfittando del gran trambusto scatenatosi in un attimo, uno dei mercenari riesce a superare la zona della battaglia e prosegue la sua corsa lungo un corridoio. Silenziosamente arriva in plancia e scorge tre persone ai posti di comando. Valuta la situazione, alza la sua pistola, la punta verso l'individuo nella postazione principale e guarda nel mirino. Non può sbagliare da quella distanza, e nessuno si è accorto di lui.
All'improvviso, il rumore di uno sparo echeggia nell'aria. Hann, Kira e Yama si voltano verso la porta. Key, in piedi in mezzo al passaggio tra il corridoio e la plancia, li guarda con aria soddisfatta e vittoriosa, mentre un uomo giace ai suoi piedi.
"Grazie Key." le dice Hann.
"Ragazzi, tranquilli, li abbiamo in pugno!" risponde lei orgogliosa.
Kira si scambia un'eloquente occhiata con Yama e subito lui, pistola alla mano, raggiunge Key per unirsi alla battaglia.
Lo scontro è davvero duro. Harlock e i suoi sono esperti ed astuti ma i nemici non sono da meno. Alla fine però è dei pirati dell'Arcadia la vittoria.
I mercenari superstiti, disarmati e legati, vengono tenuti sott'occhio da un uomo di Harlock, mentre il capitano raggiunge con gli altri la plancia e pensando ad alta voce manifesta apertamente le proprie perplessità:
"Bel piano, eravamo preparati. Ma è stato fin troppo facile...".
Key, insieme ad un paio di compagni, sale sulla nave nemica con l'incarico di ancorarla alla Starbridge e scortarla fino ad Arreta, con il suo equipaggio imprigionato a bordo, per consegnarla a Noa di modo che lei possa denunciare l'accaduto alla Gaia Sanction. Kira invece prova a contattare Yattaran per avvisare lui e gli altri del successo ottenuto. Sembra tutto finito. Ma Hann scorge qualcosa di strano sui radar. Un asteroide, forse? Sta puntando verso l'Arcadia, ma è molto distante e poi, di colpo, sparisce. Il ragazzo non ha nemmeno il tempo di condividere con gli altri i suoi dubbi che ecco dal nulla comparire un'altra nave, così vicina all'Arcadia che in un attimo la sperona violentemente squarciandola su un fianco. Kira, che nel frattempo era riuscita a contattate Yatta, sente solo un gran boato coprire la voce dell'amico. Poi, più nulla. Comunicazione interrotta. E la Starbridge purtroppo si muove molto lentamente, tanto più ora che l'attacco nemico l'ha danneggiata.
"Torniamo. Subito." ordina Harlock, palesemente turbato. Lui sa bene cosa sta accadendo. Questa è la tattica delle navi gemelle. E chi si trova adesso sull'Arcadia è in grave pericolo.
La tattica delle navi gemelle fu utilizzata per un breve periodo dalla Gaia Fleet, dopo la guerra di Come Home. Consiste nell'utilizzo di due navi, la nave madre, ovvero quella principale, e una nave ombra, identica per aspetto alla prima ma più piccola e leggera di struttura, dotata di particolari sensori in grado di confondere i radar facendola su di essi apparire come un asteroide. Questa seconda nave non è fatta per gli scontri a fuoco, ma punta diretta sulla nave avversaria per speronarla, tant'è vero che la sua prua corazzata è studiata per far breccia in qualsiasi tipo di carena ed il suo equipaggio è costituito dagli elementi più forti nello scontro corpo a corpo. La tattica in sé per sé è semplice: la nave ombra viene usata come diversivo all'inizio dell'attacco o può subentrare in un secondo tempo in caso di necessità. Ma se ben studiata nel suo insieme può risultare micidiale. Nonostante ciò fu presto abbandonata dalla Gaia Fleet perché comportava spesso molte perdite e finiva per risultare troppo dispendiosa. Strano vederla usare adesso da dei mercenari...
Anche Yatta è pienamente consapevole di quanto sta accadendo. Il nemico vuole la guerra?... E guerra sia! Non c'è il tempo di indossare le tute blindate. Il veterano ufficiale dell'Arcadia impartisce gli ordini ai pochi compagni con lui. La stessa Mime, allontanatasi dal motore Dark Matter, impugna la pistola. Lei, tutt'uno con l'Arcadia, eternamente legata ad essa ed al suo capitano, farà la sua parte in questo delicato momento. Yattaran raduna anche gli scienziati di Arreta sul ponte di comando, mette loro in mano delle armi ed a suo modo li esorta ad agire:
"Se sapete sparare, fatelo. Altrimenti, beh... imparate in fretta.".
Quindi si scambia un cenno d'intesa con Mime e volge un ultimo sguardo su Aisha... è così giovane, però ha preso molto dai suoi genitori, il coraggio, l'intelligenza, la ferma volontà di lottare per ciò che è giusto, e con le armi ci sa fare... Yatta le è affezionato e quasi quasi vorrebbe tenerla lontana dalla battaglia. Ma non avrebbe senso, c'è bisogno di lei e lei non si tirerebbe mai indietro.
I mercenari assaltano la nave. Basta indugi. E' ora di muoversi!
Pirati e scienziati combattono fianco a fianco, senza riserve: la posta in palio è veramente alta. L'Arcadia intanto inizia a muoversi da sola verso la Starbridge, quasi volesse riunirsi al suo capitano, nonostante l'attacco della nave ombra l'abbia gravemente lesionata e le occorra del tempo per rigenerarsi. E d'altronde sulla Starbridge tutti fremono per far ritorno sull'Arcadia: la preoccupazione per le persone rimaste a bordo è grande, bisogna sbrigarsi o potrebbe essere troppo tardi. Nella mente di Hann un pensiero domina su qualsiasi altro, e questo pensiero è rivolta ad Aisha: se dovesse succederle qualcosa, lui non se lo perdonerebbe mai...
I mercenari sono forti e spietati. Quale sia il loro obiettivo ancora non è chiaro. Catturare gli scienziati? O ucciderli? Non sono in cerca di un bottino... ci dev'essere dell'altro, ma poco importa ora. Bisogna fermarli. Questo solo conta.
Lo scontro si concentra principalmente in plancia: i pirati di Harlock non sono molti e se si separassero si renderebbero troppo vulnerabili. Mime, Yatta ed i pochi compagni con loro combattono strenuamente, ma anche i membri dell'equipaggio della Starbridge, benché non abituati a maneggiare le armi, se la cavano bene in questo inedito ruolo: dopotutto, c'è la loro vita in gioco. Ad un certo punto però uno degli scienziati rimane disarmato. Aisha se ne accorge e corre in suo aiuto. Una terribile fitta alla schiena frena per un attimo i suoi passi, ma non la ferma, e raggiunto l'uomo in pericolo la ragazza lo salva uccidendo il suo aggressore. Restituita la pistola allo scienziato, Aisha fa per muoversi verso il timone, ma si sente improvvisamente debolissima e guardando per terra si accorge che sta perdendo molto sangue. Gli spari non cessano. Lo scontro è violento e senza respiro. Non c'è tempo per fermarsi. Resistendo al dolore la ragazza si fa forza e si ributta nella mischia, ma i suoi riflessi sono rallentati e proprio mentre Harlock e gli altri fanno la loro comparsa, più che mai agguerriti, Aisha viene colpita all'addome e si accascia a terra sanguinante. Hann come una furia corre da lei, incurante dei nemici e degli spari. Yatta prontamente si pone a loro difesa. Kira e Yama urlano il nome della figlia e fanno per raggiungerla, ma dei mercenari sbarrano loro la strada. Harlock prende in mano le redini della situazione e guida i suoi uomini alla vittoria.
...Mentre i mercenari superstiti vengono scortati nelle prigioni dell'Arcadia, in plancia Hann, inginocchiato a terra, tiene tra la braccia Aisha, priva di sensi e gravemente ferita. E' così pallida, ed è flebile il suo respiro. Accanto a loro, Yama e Kira, stretti l'uno all'altra per farsi forza a vicenda. Yatta, Harlock, Mime e gli altri assistono impotenti alla scena. L'ufficiale medico, il Dottor Zero, afferma rassegnato che le condizioni della ragazza sono gravemente compromesse. Gli scienziati di Arreta, prima di tornare sulla Starbridge, provano a vedere se... magari... ma niente. Nemmeno loro possono nulla. Nessuno può far nulla... forse...
Hann non si arrende e tenta di fare ciò che sua madre anni fa fece per Yatta, guarendone le ferite canalizzando in lui la sua energia vitale. Con gli occhi chiusi si concentra, tenendo una mano sulla ferita che Aisha ha sull'addome. Deve salvarla. Deve riuscirci. Purtroppo però le sue condizioni sono davvero gravi, ha perso molto sangue ed è debole, troppo debole. Per poterla guarire occorre un'energia più grande di quella che Hann può ricavare da se stesso. Lui può solo tenerla in vita finché non avranno raggiunto Arreta. Sì, Arreta è l'unica salvezza per Aisha... Le vite in gioco adesso sono due...
Mime raggiunge il motore e lo attiva a piena potenza. Harlock si mette al timone, affiancato da Yama. Kira rimane accanto alla figlia mentre Hann con la sua energia la tiene in vita. Yatta reimposta le coordinate. Key, rimasta sulla nave nemica agganciata alla Starbridge per controllare i prigionieri, viene informata di quanto accaduto ed incaricata di riportare a terra la nave degli scienziati e quella dei mercenari, sfruttando la capacità di navigazione in-skip di quest'ultima. Rotta su Arreta!

...continua...

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Ritornando al mio commento del precedente capitolo, riguardo al pianeta di Arreta dicevo che ho preso spunto da un pianeta simile alla Terra scoperto l'anno scorso. Oltre alle coordinate anche le altre informazioni sono quelle reali: la costellazione di cui fa parte, il suo sole e il sistema di pianeti a cui appartiene. Di pura fantasia è la presenza delle due lune, forse cosa già vista e letta, ma l'idea mi piaceva... un pianeta simile alla Terra, quindi, ma non del tutto. E visto che dista anni luce da noi e non se ne sa ancora molto... chissà, magari ho indovinato e due lune ci sono davvero!
MARTA: Su questo capitolo vi racconto un po' di cosette. Per primo devo dirvi che scovare i nomi della astronavi è stata un'impresa e ho coinvolto anche il mio compagno nella cosa, in cerca di utili suggerimenti. Invece l'idea della navi alimentate dal vento stellare è solo ed esclusivamente mia (le notizie sul vento stellare le ho tratte da internet... mi è sembrato di tornare ai tempi della scuola, quando come compito a casa ti davano da fare delle ricerche sui più svariati argomenti, anche se "ai miei tempi" le ricerche le facevamo sui libri!). Altra mia invenzione è quella della tattica delle navi gemelle, della quale in principio avevo solo il nome (che mi suonava tanto bene!!). Ho dovuto pensarci un po', e poi... dalla mia testolina è uscito quello che avete letto.
CINZIA E MARTA: Per stavolta niente disegni, ma non temete, ce ne saranno ancora nei prossimi capitoli!

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Capitolo 12
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 5 ***


Kepler sta tramontando nell'emisfero della capitale. Presto il sole lascerà lo spazio alle stelle e le due lune saranno più visibili nel cielo. Noa nel suo studio è instancabilmente al lavoro, con la scrivania sommersa di carte, intenta a studiare documenti burocratici di ogni tipo. Il palazzo è per di più una cittadina. Tutti gli uffici amministrativi sono al suo interno. Ogni cosa è a portata dell'imperatrice. Oltre all'ala residenziale, Noa concentra le sue attività in tre stanze. Attorno alla torre, cuore del palazzo, sono collocati lo studio, la sala dei ricevimenti, dove vengono accolte le delegazioni delle cittadine del regno, e la sala di rappresentanza, ovvero la sala del trono, adibita alle manifestazioni ed alle feste.
All'improvviso Noa viene interrotta nel suo lavoro da una video chiamata che arriva sul suo computer. Il comandante supremo Duncan le comunica che l'Arcadia ha appena chiesto l'autorizzazione ad atterrare nella pista privata del palazzo, e lui sa bene cosa ciò significhi per l'imperatrice: il rientro di suo figlio ed il ritorno degli eroi di Arreta. Tuttavia il comandante ben si guarda dall'avvisare che in contemporanea altre due richieste di atterraggio sono state inviate: dalla Starbridge, che era da poco partita, e da una nave nemica messa sotto sequestro. Dev'essere accaduto qualcosa di grave, ma questo Duncan vuole appurarlo da solo prima di scatenare un allarme generale. Noa dà l'autorizzazione con un ordine secco, alzandosi di scatto dalla sedia, e corre poi veloce verso l'uscita.
Il rumore dei propulsori echeggia nell'aria mentre il suolo è scosso da forti vibrazioni. L'Arcadia è a terra. Noa si trova davanti l'immensa mole della nave che con la sua ombra oscura ancor più la già poca luce serale. L'equipaggio esce e l'imperatrice scorge Hann davanti a tutto il gruppo. Tiene in braccio una persona. Subito dietro di lui, Yama insieme ad una ragazza, e alle loro spalle, Harlock, seguito da Yatta e gli altri. Alla felicità di poter riabbracciare il figlio subentra in Noa la preoccupazione per ciò che può esser accaduto ed il suo sguardo si rabbuia. Arrivato ad un passo dalla madre, Hann la prega di salvare Aisha, ma constatando la gravità della situazione, Noa manifesta la sua impossibilità ad intervenire:
"Hann, è grave. Non posso. Non sono più in grado di farlo. Sai, a volte il destino... deve fare il suo corso".
Il secco "No!" del ragazzo rimbomba nell'aria sciogliendosi in una angosciosa eco.
Come può sua madre dire questo?! Lei che non si è mai arresa, mai. Proprio ora... rinuncia... Gli occhi disperati di tutti sono puntati su di loro, sull'imperatrice e su suo figlio.
Hann è pronto a tutto, non mollerà mai, perciò scansa Noa e si dirige verso il palazzo. Lei bene ne intuisce le intenzioni e d'istinto lo raggiunge, lo ferma e gli aggancia ai polsi i suoi speciali bracciali. Uno scambio di sguardi, e poi il ragazzo, con in braccio Aisha, riprende il suo cammino, o meglio la sua corsa. Yama, Kira e gli altri dell'Arcadia fanno per seguirli, ma Noa alza un braccio e sbarra loro la strada, affermando con voce decisa e rassicurante:
"Non preoccupatevi, la salverà!".
Davanti al candido portale della sala sacra, i sensori dei bracciali lampeggiano impazziti. La porta si spalanca e si richiude solo dopo che l'erede al trono è entrato. Raggiunto il centro della stanza, Hann ripone delicatamente Aisha nel mezzo del disegno concentrico sul pavimento e le parla anche se lei da tempo ha perso i sensi:
"Aisha, ti prego, resisti. Tra poco starai bene.".
Forse Hann è a se stesso che sta parlando, per farsi coraggio e trovare la forza per arrivare fino in fondo. Ha così poco tempo che si dovrà spingere al limite. Inginocchiato a terra, accanto ad Aisha, tira fuori un coltellino dalla tasca. Un taglio netto ed una riga rossa affiora dalla sua mano destra. Hann posa il palmo sulla ferita più profonda dell'esanime ragazza, alza lo sguardo per un secondo, poi chiude gli occhi e si concentra. Arreta gli darà la sua forza e con un atto d'amore, tramite il sangue, l'energia fluirà più velocemente. Nella mente è impressa l'ultima immagine vista prima di chiudere le palpebre... dalle vetrate della sala la vista era mozzafiato: le luci della capitale si distendevano fino alla linea dell'orizzonte e si confondevano con il blu della notte, mentre il cielo stellato sembrava far a gara con la città in splendore.
"Aisha deve vedere tutto questo!" pensa tra sé Hann sentendo l'energia scorrere inarrestabile.
Intanto, nel giardino, Noa non appare minimamente preoccupata. Anzi, fredda e distaccata fa presente che data la situazione non c'è tempo per i convenevoli. A questo si potrà provvedere domani. Quando anche Duncan ed il resto dell'equipaggio dell'Arcadia si sono riuniti al gruppo, l'imperatrice fa strada a tutti inoltrandosi nei corridoi del palazzo. Ad alcuni inservienti dà disposizioni affinché vengano preparate le stanze per gli ospiti. Poi si sofferma a guardare la bella ragazza che Yama tiene stretta a sé. Lei conosce fin troppo bene l'espressione dei loro sguardi, gli sguardi di due genitori preoccupati e, a pensarci bene, la ragazza ferita assomiglia ad entrambi.
"Tu devi essere Kira, vero?" domanda l'imperatrice, e la giovane le conferma con un cenno del capo, aggiungendo poi con un fil di voce:
"Aisha, è nostra figlia...".
Noa si lascia sfuggire un lieve sorriso, ripensando tra sé a quel lontano discorso fatto un giorno a Yama, e dopo aver assicurato ai presenti che avranno presto notizie di Aisha, insieme a Duncan, Yama e Kira si incammina verso la torre principale. Harlock rimane un secondo a fissare il gruppetto che si allontana, poi pensieroso si muove dalla parte opposta.
Lungo il corridoio Duncan fa rapporto all'imperatrice mettendola al corrente del sequestro della nave nemica e del rientro della Starbridge, senza tralasciare i dettagli avuti da Key in merito a quanto accaduto. Dopodiché se ne va in tutta fretta per adempiere alle sue mansioni.
Un ascensore. Pochi passi ancora. Noa, Kira e Yama si ritrovano davanti l'enorme portale della sala sacra.
"Aspetteremo i ragazzi qui." afferma la sovrana di Arreta, senza manifestare il minimo turbamento.
Il tempo sembra essersi fermato. Kira si domanda cosa stia accadendo dietro il bianco portale e, con questo interrogativo negli occhi, guarda prima Yama e poi Noa. Nessuno parla. Il silenzio scandisce i minuti. Quando finirà questa attesa? D'improvviso gli alti battenti della sala sacra si socchiudono e Noa li spalanca sfiorandoli appena. Al centro della stanza circolare, inginocchiato a terra, c'è Hann, e tra le sue braccia, Aisha, viva. Stretti l'uno all'altra sono immersi in un bacio che esclude qualsiasi cosa intorno a loro. Kira sorride ed appoggia la testa alla spalla di Yama. Lui le accarezza dolcemente il viso e con gli occhi lucidi guarda i due ragazzi in mezzo alla stanza. Noa osserva un attimo Hann e Aisha, poi si volta verso Yama e Kira e con un cenno li invita a seguirla. A volte le parole sono di troppo. Ed in questo caso lo sarebbero davvero. Hann ci è riuscito, ha salvato la sua Aisha. Lei è viva, e lui è pronto a regnare su Arreta.
Mentre si allontana dalla sala sacra insieme a Yama e Noa, Kira si rivolge all'imperatrice:
"Con tutto quello che è successo, non abbiamo nemmeno potuto scambiare due parole. Noi non ci siamo mai incontrate, ma ho sentito parlare molto bene di te e del tuo bellissimo pianeta".
"E' vero, non ci siamo mai incontrate." risponde Noa, regale nel suo incedere come nella sua voce "Non eri sull'Arcadia quando ci sono salita io. Non c'eri con il corpo, ma... in qualche modo eri presente, anche se nessuno, o quasi, mi ha fatto il tuo nome. Non ti avevo mai vista ma in un certo senso ti conoscevo già.".
Kira posa un amorevole sguardo su Yama e poi torna parlare con la sovrana di Arreta:
"Hann, adesso, prenderà il tuo posto?".
Noa annuisce.
"Sarebbe stato un buon pirata." continua l'altra "Ma sarà un grande imperatore.".
Noa e Kira si scambiano un'eloquente occhiata. Hanno fatto entrambe il medesimo pensiero e per ora scelgono di lasciarlo sospeso nel Limbo di un complice silenzio.
L'imperatrice scorta Yama e la sua compagna fin nella grande sala in cui tutto il resto dell'equipaggio dell'Arcadia è radunato per la cena. Lei non può trattenersi, ha molte faccende burocratiche da sbrigare, e dopo aver affidato i suoi ospiti al ciambellano, saluta e se ne va. Sulla porta incrocia Harlock, che sta rientrando dal giardino dove si è trattenuto un po' da solo, a pensare. I due si guardano di sfuggita. Non una parola. Né un sorriso. Niente. Ognuno procede per la sua strada. Noa abbandona la sala. Il capitano si riunisce alla sua ciurma. Kira osserva, riflette e tace. Ma viene di punto in bianco interrotta nei suoi pensieri da Key, che s'avvicina a lei e Yama per informarli di qualcosa che ha scoperto sulla nave dei mercenari. Si tratta di alcuni files di origine sconosciuta contenenti le istruzioni dettagliate per metter in pratica la tattica delle navi gemelle e numerose informazioni sulla Starbridge e su Arreta, Harlock e l'Arcadia. Chiunque li abbia creati sapeva bene cosa stava facendo ed aveva un preciso obiettivo in mente. Quale obiettivo però è ancora da vedere. Key vorrebbe riferire tutto al capitano ma non sa se questo sia il momento giusto. Kira e Yama si guardano ed è poi il giovane ad assumersi l'onere di parlare con Harlock, cosa che fa immediatamente: inutile aspettare.
Nel mentre Hann e Aisha fanno la loro comparsa nella sala della cena. I primi a correr loro incontro sono Key e Yatta, subito imitati da tutto il resto dell'equipaggio. Kira invece rimane in disparte e Mime, accanto a lei, le posa una mano sulla spalla, ben sapendo cosa le stia passando ora per la testa.
"Quei ragazzi sono il segno tangibile che c'è ancora speranza per l'umanità." osserva l'aliena, e Kira annuisce, rimirando la figlia con occhi colmi d'affetto.
Harlock intanto, informato da Yama sulle ultime novità, senza esitare comunica a tutti che l'Arcadia già l'indomani dovrà ripartire, dopodiché lancia una significativa occhiata ad Hann, un'occhiata che racchiude una promessa ed un impegno che il pirata vuole assolutamente mantenere prima di andarsene.
La notte distende le sue braccia sulla capitale avvolgendo ogni creatura vivente come una madre con i suoi figli. Ma la notte non sempre è portatrice di riposo e bei sogni. Talvolta è il momento in cui i pensieri si destano e fanno sentire la loro voce più forte che mai.
L'equipaggio dell'Arcadia, come voluto dall'imperatrice, viene ospitato per la notte nel grande palazzo imperiale. Nella stanza loro assegnata, prima di andar a dormire, Kira e Yama parlano degli ultimi accadimenti. Poi, di colpo, il giovane si zittisce e seduto sul letto, con un'espressione a metà fra preoccupazione e tristezza, si abbandona ad una spontanea considerazione:
"Non partirà con noi, vero? Resterà qui... con Hann.".
"Può essere. Sarà lei a decidere." risponde Kira, avendo ben inteso le parole del compagno.
Yama prosegue, con un velo di malinconia nella voce:
"Aisha in fondo ha già deciso. Lo sai anche tu. E poteva prendere una sola decisione.".
Poi, in un attimo, lo sguardo del giovane si illumina e mentre i suoi occhi si fondono in quelli dell'amata, dalle sue labbra escono parole colme di passione:
"Li hai visti anche tu insieme. Lei resterà perché ama quel ragazzo come io amo te. Potrei rinunciare a qualsiasi cosa, ma non potrei mai rinunciare a te. Tu sei troppo importante. Darei la mia vita per te.".
Kira è senza parole, e le sarebbe comunque impossibile parlare perché Yama la stringe forte a sé sorprendendola con un bacio che le toglie il respiro.
Intanto, nell'alloggio dell'imperatrice il letto è ancora perfettamente in ordine. Noa non si è ancora coricata e dalla finestra guarda il paesaggio immerso nella notte. Pensa al ritorno dell'Arcadia e del suo equipaggio su Arreta. Dentro di lei ne era così felice! Ma le circostanze drammatiche del loro rientro non le hanno dato modo di poterlo esprimere. E' passato così tanto tempo che non sa come comportarsi. Fare come se gli anni non fossero passati o rimanere distaccata, trattando tutti da semplici conoscenti? Che sciocca! Come possono essere dei semplici conoscenti! Sono gli eroi di Arreta. Sono venuti in suo soccorso e l'hanno aiutata a liberare il pianeta. Sull'Arcadia lei ha conosciuto Mime, con la quale sentiva e sente un legame di sangue, come fossero parenti. E poi, Harlock... Harlock... Noa non sa come affrontarlo e pensa che forse l'ha trattato con troppa freddezza. Lui a cosa starà pensando? E Hann ha scoperto che... Il pensiero dell'imperatrice si sposta su suo figlio. Si è innamorato, e lei ne è felice, ma chissà se quella ragazza deciderà di rimanere con lui su Arreta... Noa non vorrebbe mai che la storia si ripetesse, non vorrebbe che Hann rimanesse da solo... il suo bambino... il suo bambino è ormai cresciuto, è un uomo ed è pronto per regnare. Di colpo un senso di vuoto e solitudine la pervade. Si sente sola. Hann è tornato a casa e non si sono ancora dati un abbraccio. Noa esce silenziosa dalla stanza, si incammina lungo il corridoio e bussa a una porta.
"Madre!": Hann, con espressione sorpresa e imbarazzata, si affaccia appena dalla camera.
"Non abbiamo neanche avuto un minuto per noi." confessa Noa "Volevo salutarti per bene. Ben tornato a casa, tesoro!".
Madre e figlio si scambiano un affettuoso abbraccio ed il ragazzo sussurra uno spontaneo: "Mamma, ti voglio bene!".
Ecco ciò che Noa aveva bisogno di sentirsi dire, quelle parole l'hanno profondamente commossa... poi, d'improvviso, un pensiero balena in lei:
"Tesoro, non sei solo o sbaglio?"
Hann rimane ammutolito e si fa rosso in volto.
"Vi lascio soli..." conclude l'imperatrice, per poi tornarsene a passi veloci verso i suoi alloggi, sotto lo sguardo stupito del figlio, immobile sulla porta della stanza... Ah, i ragazzi!
In un'altra ala del palazzo, buttato sul letto in maniera scomposta, Yattaran non riesce prendere sonno. Pensa di soffrire il mal di terra ed è convinto che sarebbe stato meglio per lui rimanere a dormire nel suo letto sull'Arcadia. Che avventure! Mai un attimo di pace! Yatta rimugina su tutto quello che è accaduto e sul rientro rocambolesco ad Arreta. Gli è dispiaciuto molto che Noa non li abbia salutati per bene. Gli è rimasto in bocca un "Ciao Stellina, ci si rivede!", che avrebbe voluto dirle con tanto affetto. La Stellina gli ha salvato la vita... Poi ad un certo punto dei pensieri precisi prendono il sopravvento nella sua mente... Hann è figlio di Noa, ha diciotto anni, assomiglia al capitano... Hai capito il capitano! Ecco il perché di quell'aria strana sull'Arcadia! Beh, a Yatta in fondo la cosa non dispiace, anzi.... Quello che gli scoccia invece è non riuscir a chiuder occhio e tra un pensiero e l'altro non gli resta che rigirarsi nel letto strattonando le lenzuola e brontolando tra sé:
"Maledizione, dovevo rimanermene sulla nave!".
Qualcun altro fatica terribilmente a prender sonno. Aisha osserva intenerita Hann, placidamente addormentato accanto a lei. E' così sereno il suo volto... Lei invece proprio non riesce a chiudere gli occhi. Ha un'importante decisione da prendere e qualsiasi strada sceglierà dovrà dir addio a qualcuno che ama. Il suo passato ed il suo futuro si sono incrociati e lei ora deve capire qual è il presente che giorno per giorno vuole costruire e vivere. La ragazza si alza ed a passi leggeri si affaccia alla finestra. Davanti ai suoi occhi si distende un magnifico panorama. Le luci della capitale, le stelle, le due lune... e di giorno chissà com'è bello questo pianeta... è quello che lei ha sempre sognato di vedere. Ma viverci, come potrebbe essere? Lei di vita conosce solo quella sull'Arcadia. Curiosità, paura, entusiasmo, mille emozioni diverse si mescolano nel cuore di Aisha tanto da farle girare la testa obbligandola a sedersi. Si sente confusa, è vero, ma sente anche una grande energia dentro, l'energia di Arreta. Il pianeta le sta parlando e lei può sentirlo. Hann gliel'aveva detto, dopo averla salvata: lui ha potuto guarirla incanalando in lei l'energia di Arreta attraverso il suo sangue, ed in tal modo l'ha per così dire contaminata con il suo potere e la sua matrice nibelunga. Ma tutto ciò non la vincola in alcuna maniera a restare. E' libera di scegliere... Aisha sospira. Vorrebbe chiedere un consiglio a qualcuno ma non può, non deve. Se almeno potesse parlare con sua mamma... La mente della ragazza si concentra sui suoi genitori, sull'amore che li lega e su tutto quello che hanno passato per stare insieme. Anche lei ha trovato un amore così, così forte, così profondo... e questo amore è Hann. Aisha sorride. Ora ha deciso. Ha capito qual è il suo posto. Tutto ha senso finalmente...
In una diversa zona del palazzo, due porte adiacenti si aprono contemporaneamente. Un passo avanti e Mime ed Harlock si ritrovano a guardarsi nel corridoio.
"Un bicchiere di vino?"
"Sì."
Mime è preoccupata per Harlock. Scoprire l'esistenza di Hann e venire a sapere che Noa sta morendo: forse è troppo anche per l'uomo più forte e determinato dell'universo. Davanti a due calici di vino rosso, l'aliena dà voce ai pensieri del pirata:
"È cambiata... e la cosa non mi piace.... ripartirà con noi?".
"Vedremo..." risponde l'altro con sguardo assente.
Dalla finestra entra il riverbero di luce delle due lune che splendono nel cielo notturno. Arreta è il sogno che diventa realtà. Come si può non desiderare di rimanervi per sempre? Harlock se ne rende conto, ma... ma lui è una creatura a parte, non potrebbe mai fermarsi qui, né altrove. Lui appartiene all'Arcadia ed allo spazio, e dallo spazio veglierà in eterno sul pianeta, questo pianeta che è la speranza per l'umanità intera di una nuova rinascita...
Le ore corrono veloci, come i pensieri. Nel cuore della notte Key si sveglia di soprassalto. Sentendo dei passi fuori dalla stanza, sospettosa si affaccia sul corridoio e si trova davanti il comandate delle guardie imperiali.
"Ci sono problemi?" chiede gentilmente Duncan.
"No, tutto ok." risponde Key sorridendo "Dev'essere una deformazione professionale. Ho bisogno di aver sempre tutto sotto controllo.".
"A chi lo dici!" ribatte divertito l'altro.
Prende così il via una piacevole conversazione. Duncan racconta della vita su Arreta e Key di quella sull'Arcadia.
"Questo pianeta... somiglia così tanto alla Terra..." conclude la giovane sospirando.
"Ti piacerebbe restare?" le chiede il comandante.
"Sarebbe bello ma... la mia vita non è qui."
"Almeno spero che verrete ancora a trovarci."
Un sorriso ed un saluto amichevole. Poi Duncan riprende il giro di controllo e Key torna nella sua stanza per riposare. Tra poche ore l'Arcadia dovrà ripartire. E c'è un'importante missione da affrontare.

...continua...

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA: E con questa notte di riflessioni si chiude il penultimo capitolo di questa parte... E' il momento delle scelte definitive, per Noa, per Aisha, e ciò che loro decideranno inevitabilmente toccherà il destino di tutti quanti.
CINZIA: Non ho nulla in particolare da dire su questo capitolo, ma una cosa sola riguardo al disegno della sala sacra ci tengo a precisarla: tutte le linee curve, ellissi e cerchi, li ho fatti rigorosamente a mano. Niente curvilinea, niente cerchiografo o compasso. Il disegno non è un gran che... ma della mia manina salda ne vado fiera!
MARTA E CINZIA: Per ora vi salutiamo!!! Grazie a tutti e al prossimo capitolo

LA SALA SACRA
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YAMA E KIRA...DAREI LA MIA VITA PER TE...
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Capitolo 13
*** Una nuova speranza per il futuro - parte 6 ***


Una nuova alba si affaccia all'orizzonte. Un nuovo giorno, portatore di fondamentali decisioni.
Noa si è alzata di buon'ora, deve seguire i preparativi per la cerimonia di incoronazione del figlio e nel salone delle rappresentanze cammina avanti e indietro vicino al trono, farfugliando tra sé e sé il discorso che dovrà fare. Ad un certo punto si siede presa dalla stanchezza. Ultimamente le capita spesso. Seduta perfettamente composta sul trono, con le mani posate sulle gambe, chiude gli occhi. Sembra una statua.
"Madre..."
Noa apre gli occhi e si ritrova davanti Hann e Harlock con al seguito Mime, Aisha, Kira e Yama. Il capitano la osserva. E' bella come come sempre. Indossa un abito nero, lungo, da una spalla al fianco opposto una riga rossa obliqua ed in mezzo al petto lo stemma del regno: uno scudo con all'interno la rappresentazione stilizzata del pianeta e delle sue due lune. Certo è molto austera e castigata rispetto alle vesti sfavillanti e provocanti del loro primo incontro.
Hann prosegue il discorso:
"Abbiamo la possibilità di salvarti, madre. Io e Harlock siamo d'accordo, devi entrare a far parte dell'equipaggio dell'Arcadia. Mime ti renderà immortale.
Non ti devi preoccupare per Arreta. Io sono pronto a salire sul trono!".
Così dicendo il ragazzo lancia un'occhiata al capitano, come per chiedere la sua conferma, e lui, non distogliendo un minuto lo sguardo dall'imperatrice, fa un lieve cenno di assenso con la testa. Noa ha ascoltato in silenzio, senza un minimo movimento e nessuna espressione sul volto, ma dentro di sé è terribilmente contrariata. Come ha potuto suo figlio dire ad altri della sua condizione?! E poi... loro hanno deciso?! Hann di certo sa la verità. Padre e figlio si sono da poco ritrovati e già vogliono decidere per lei.
"No!" è la secca risposta di Noa.
"Madre! Preferisco saperti lontana nell'universo piuttosto che venirti a trovare davanti ad una tomba!" ribatte affranto il figlio.
"No! E il discorso si conclude qui." ribadisce Noa, per poi alzarsi ed incamminarsi verso una porta secondaria dietro il trono, lasciando i presenti impietriti.
Harlock poggia una mano sulla spalla di Hann, come a volerlo confortare, dopodiché si muove per seguire Noa.
Nel corridoio l'imperatrice cammina a passo deciso ed altrettanto decisa ammonisce il pirata:
"Harlock, puoi far a meno di seguirmi. Non cambierò idea!"
… non si è dimenticata del suono dei suoi passi...
Il capitano la raggiunge, la ferma e le si para davanti.
"Hann sa tutto, vero?" chiede lei.
"Sì, ma questa ora è una cosa risolta." afferma Harlock "Il punto adesso è un altro. Ti voglio sull'Arcadia. E non te lo sto chiedendo.".
"Non puoi darmi ordini!"
"Noa, ti stai arrendendo. Ti stai nascondendo dietro il fatto che Hann può sostituirti. Hai fatto tanto per questo pianeta, non puoi lasciare che le cose finiscano così. Noa, ti sto dando la possibilità di proseguire la tua missione di proteggere Arreta e vegliare su Hann."
"Harlock, non posso venire con te! Mi sono ammalata a causa dell'energia della Dark Matter. Quando sono salita sull'Arcadia, la mia matrice nibelunga ha canalizzato in me il potere della materia oscura, e questo è entrato in contrasto con la forza che porto dentro, la forza del mio pianeta. Sono energie opposte che si respingono. Se fossi stata di razza pura, umana o nibelunga, ciò non sarebbe successo. Ma così non è, e la mia parte umana è rimasta vittima dello scontro di forze che si è generato dentro di me."
"E Hann..."
"Oh, avanti! Avrei mai potuto mandarti Hann se non fossi stata sicura che non era in pericolo?! E' la parte di te che ha ereditato a renderlo immune."
"Mime può risolve il problema. Sa quello che deve fare."
Noa non riesce a guardare il volto di Harlock e sente gli occhi riempirsi di lacrime. Lui la afferra per le spalle, come a volerla scuotere, ripetendo un accorato:
"Allora è sì..."
"Sì..."
Le lacrime cominciano a solcare il viso dell'imperatrice ed il capitano la strige a sé, per poi abbandonarsi finalmente entrambi ad un lungo ed appassionato bacio. Noa è rimasta così tanto a lungo sola, sommersa dalle responsabilità, che non riusciva più ad essere se stessa con i suoi vecchi amici. Non sapeva neanche come comportarsi davanti ad Harlock, per il fatto di non avergli detto prima di Hann... E riguardo a loro... era passato tanto tempo. Noa quella notte di poco più di diciotto anni fa, gli aveva detto che non avrebbe preteso mai nulla da lui. Ora il muro delle paure che la imprigionava è sparito ed Harlock finalmente riconosce la donna che stringe tra le braccia...
La partenza dell'Arcadia viene inevitabilmente rimandata. Non di molto, giusto il tempo per poter adempiere a tutte le formalità e cerimonie che il momento impone. Colei che per tanti anni ha regnato su Arreta non può andarsene così, con un saluto veloce a tutti e fine. Ci sono delle tradizioni da rispettare, la successione al trono deve esser resa pubblica nella maniera adeguata. E poi c'è ancora qualcuno che deve prendere un'importante decisione, ed Hann vuole conoscere tale decisione prima di assumere il ruolo di imperatore, per sapere se questo ruolo da solo dovrà sostenerlo o con accanto la persona amata.
Noa si prepara per lasciare i posti in cui è cresciuta ed ha vissuto fino ad oggi. Tutto cambierà per lei, ma in fondo questo cambiamento non la spaventa, non più. Mentre nella sua stanza si guarda intorno per imprimerne il ricordo nella mente, quasi involontariamente si affaccia alla finestra e vede Hann e Aisha che passeggiano fianco a fianco nel grande parco del palazzo. Qualcuno d'un tratto bussa alla porta della camera. Si tratta di Kira, venuta non per caso a scambiare due parole con l'imperatrice.
"Pronta a partire?" esordisce la giovane "La vita sull'Arcadia non è male in fondo, e non ci si annoia mai.".
"Tu sulla nave ci sei da molto tempo?" le chiede con sincero interesse Noa.
"Da quando avevo sedici anni... l'età di Aisha... sai, lei... compirà diciassette anni tra poco.".
Noa fa cenno a Kira di guardare dalla finestra e gli occhi di entrambe si posano sui due ragazzi che camminano in giardino. Facile immaginare di cosa stiano parlando.
"Aisha, resterà?" domanda l'imperatrice con una sfumatura di preoccupazione nella voce.
"Non so cosa farà, non me l'ha detto." ammette Kira "Però so che ama profondamente Hann. E poi... ha sempre desiderato portare avanti gli ideali dell'Arcadia in un modo diverso. Su Arreta potrà farlo.".
Noa avverte il bisogno di confidarsi e si rende conto di aver accanto la persona giusta per farlo:
"Quando ho scoperto di aspettare un bambino, non riuscivo a crederci. Ero felice, ma anche un po' spaventata... Sai, crescere un figlio da sola, e per di più nella mia posizione, con tutti gli impegni, le responsabilità... Hann è la cosa più bella che la vita mi abbia dato.".
"Ti capisco bene." confessa Kira "Quando ho scoperto di essere incinta, beh... non sapevo come dirlo a Yama... e al capitano. Ho parlato prima con Key. Ero felice ma non sapevo come gestire la cosa. Un bambino?! Sull'Arcadia?! Quando l'ho detto a Yama, lui... non dimenticherò mai la sua faccia. Non capivo se era felice, arrabbiato, spaventato. Mi fissava con gli occhi sbarrati. Poi mi ha abbracciata e mi ha sussurrato  che mi amava, e allora ho capito che provava quello che stavo provando io. Il capitano, invece, quando gliel'ho detto mi ha guardata, mi ha messo una mano sulla spalla e ha sorriso.... è raro vederlo sorridere. E tu lo sai...".
Un ultimo sguardo fuori dalla finestra e poi Noa lascia la sua stanza insieme a Kira. Il momento della partenza si avvicina. Ed anche quello degli inevitabili addii.
Intanto, nell'immenso parco del palazzo, Hann e Aisha camminano tenendosi per mano, e per un po' restano così, senza parlare, a godere dei colori che li circondano: il verde dell'erba, l'azzurro del cielo, le variegate tinte dei fiori... Aisha è estasiata dal paesaggio, mentre Hann è incantato nel guardare lei. Ad un certo punto però il ragazzo rompe il silenzio:
"Presto l'Arcadia ripartirà... e tu?".
Aisha sa bene cosa dire e lo fa con la schietta semplicità che le appartiene:
"Ascolta. Io sono nata e cresciuta sull'Arcadia. Non ne so niente di cosa significhi vivere in un palazzo e regnare su un pianeta. Non so se questo tipo di vita fa per me. Ma so in cosa credo. Credo negli ideali dell'Arcadia, che sono gli stessi che portate avanti su Arreta. E poi, credo in te, Hann... e ti amo.".
"Allora, resti? Resti con me?" domanda incredulo Hann, e la risposta che gli giunge è un meraviglioso sorriso.
Yama in distanza scorge i due ragazzi abbracciati ed intuendo il significato di quell'abbraccio rimane un attimo ad osservarli con affetto e commozione. Harlock gli si avvicina e senza dir nulla si sofferma a guardare insieme a lui la scena. Per un istante il volto del capitano cambia espressione: non è più il volto impassibile del pirata immortale bensì quello di un padre che sta per dire addio al figlio appena ritrovato. Ma questa è la vita, e la vita è più forte di tutto. Harlock e Yama si scambiamo una complice occhiata e si allontanano, fianco a fianco, lasciandosi alle spalle il futuro che hanno sempre sognato racchiuso nell'abbraccio tra Hann e Aisha, i loro figli.
...L'intero pianeta è in festa. In poco tempo i motivi per festeggiare sono diventati tanti: la successione al trono, l'ufficializzazione del legame tra Hann e Aisha, l'omaggio all'imperatrice ed agli eroi di Arreta prossimi alla partenza. Le città sono un'esplosione di colori e si respirano ovunque allegria e voglia di vivere.
Mentre tutti si preparano per il grande evento serale dell'incoronazione del nuovo imperatore, Aisha decide di parlare con i suoi genitori. Non l'ha ancora fatto. Ha scelto da sola, senza rivolgersi nemmeno a sua madre. Un po' le dispiace, ma stavolta era tutto solo e soltanto nelle sue mani. Crescere significa anche questo. Yama e Kira sono sull'Arcadia, stanno verificando alcune impostazioni per l'ormai imminente partenza. Aisha li raggiunge.
"Scusatemi per non avervi detto niente prima..." inizia la ragazza.
"Avrei fatto così anch'io." ammette Kira guardando con occhi ridenti la figlia.
"Mi spiace lasciare l'Arcadia." continua Aisha "Mi mancherete... mi mancheranno tutti tantissimo, ma...".
Una pausa. La commozione prende il sopravvento. Yama allora interviene:
"Il tuo posto è qui, adesso. Tu e Hann farete grandi cose, insieme. Per Arreta, e non solo...".
Aisha abbraccia i genitori, e non può evitare di piangere. Anche a Kira sfugge qualche lacrima mentre Yama le trattiene per non rendere il momento più triste del dovuto. E poi, in fondo, questo non è un addio. E tutti e tre ne sono convinti...
Kepler lascia via via lo scenario alle due lune. Cala la notte. Ed è questa una notte speciale per Arreta. Il nuovo imperatore salirà al trono. L'evento è stato organizzato in pochissimo tempo da Noa ed i suoi ministri, ma la macchina burocratica del pianeta funziona alla perfezione e niente è stato tralasciato. L'immensa sala del trono è gremita di gente. Le delegazioni di tutte le città della colonia sono accorse per l'importante cerimonia e coloro che non possono assistere dal vivo allo speciale momento potranno farlo dai giganteschi schermi disseminati in ogni parte del pianeta, usati solitamente per trasmettere i proclami della casa reale. Anche l'equipaggio dell'Arcadia è radunato nella grande sala della cerimonia e stavolta tutti hanno abbandonato la divisa per indossare abiti più adatti all'occasione.
"Ma come si fa a stare con 'sta roba addosso." borbotta Yattaran sbuffando.
"E dai! Per una volta!" lo rimprovera benevolmente Key, divertita nel vederlo tanto impacciato in vesti inedite per lui.
Mancano all'appello solo Aisha, che farà la sua comparsa al fianco di Hann, ed il capitano. Yama l'ha lasciato sull'Arcadia. Verrà?
Per lo speciale evento Noa ha scelto di indossare lo sfarzoso abito che portava quando ha conosciuto Harlock, in omaggio al passato ed al futuro che esso ha generato. Ecco. Tutto è pronto. L'imperatrice fa la sua comparsa nella sala gremita. Tiene in mano i suoi bracciali e la sua corona. Dietro di lei, il trono... anzi, i troni, non più uno, ma due, come da tanto tempo non accadeva su Arreta. Il momento è solenne ed un irreale silenzio domina nell'intero pianeta. Harlock assiste alla cerimonia in un angolo nascosto della sala: tutto questo sfarzo non fa per lui, ma non poteva mancare. Lo deve a Noa, e ad Hann.
Il giovane erede al trono fa il suo ingresso. Elegante e fiero, in alta uniforme, si ferma davanti alla madre. Ai suoi polsi, degli alti bracciali dorati. Accanto a lui, bellissima ed un po' imbarazzata, Aisha, fasciata in un lungo e aderente abito blu cobalto con una profonda scollatura sulla schiena. La ragazza, intimorita dalla distesa di gente che ha davanti, lancia un'occhiata ai genitori e nei loro rassicuranti sguardi la sua inquietudine si dilegua. Noa porge ad Hann uno scudo con impresso lo stemma dell'impero, simbolo di quello che d'ora in poi sarà il suo compito: vegliare su Arreta e proteggere tutto ciò che essa rappresenta. Quindi, si porta davanti ad Aisha, le aggancia ai polsi i suoi bracciali e le posa sulla testa la corona: ora anche lei è parte del pianeta e questa è l'eredità che l'imperatrice vuole lasciarle. Un grido di esultanza si diffonde ovunque nella colonia in festa. Arreta ha i suoi nuovi sovrani e l'umanità una nuova speranza.
Hann scorge in distanza il padre. Uno sguardo tra loro. Un cenno d'intesa. Poi il pirata si volta e se ne va, avvolto nel suo nero mantello, mentre Hann, tenendo per mano Aisha, saluta la sua gente e ringrazia la madre per averlo reso degno di un ruolo così importante.
I festeggiamenti proseguono fino all'alba e nel mattino silenzioso, mentre il resto del pianeta si riposa, l'Arcadia ed il suo equipaggio si preparano a partire. Noa non ha più tempo e nella sua stanza sta sistemando le ultime cose prima di abbandonare definitivamente Arreta. Hann le ha lasciato un regalo. L'imperatrice osserva la grande scatola nera posta sul letto e lentamente toglie il coperchio... all'interno, ben ripiegato, un abito leggerissimo del colore azzurro ghiaccio dei suoi occhi, dal quale un dettaglio spicca ben visibile, il teschio emblema dell'Arcadia. Giusto il tempo di cambiarsi, che qualcuno bussa alla porta. E' Mime, venuta a prendere Noa per condurla verso l'uscita del palazzo e verso la sua nuova vita.
L'equipaggio al completo è all'esterno della corazzata pirata, vicino all'ingresso principale. Così ha voluto il capitano, per questioni di sicurezza. Sono tutti in attesa. Presto avranno un altro membro a bordo. Ed in una maniera decisamente insolita.
Harlock, Mime e Noa entrano nell'Arcadia e raggiungono il grande motore a Dark Matter.
"Sei pronta?" chiede il capitano a Noa, e lei gli risponde con un cenno del capo.
"Apertura del motore." ordina Harlock a Mime.
Un pulviscolo luminescente avvolge Noa, una forza misteriosa la fa fluttuare nell'aria mentre lei perde coscienza. Un lampo di luce, e il corpo della giovane sembra svanire nel nulla.
"Inversione di energia." è l'ordine del capitano.
Un altro lampo illumina l'intera plancia ed ecco riapparire Noa, con i capelli rosso fuoco mossi ancora dal campo energetico e gli occhi che riflettono la luce come fossero di cristallo. E' bellissima, sembra quasi irreale. Harlock osserva Mime e Noa e non può non notare quanto si somiglino, come se la Dark Matter avesse messo in risalto nella sovrana di Arreta la sua parte nibelunga.
I due lampi di luce provenienti dall'interno dell'Arcadia hanno lasciato tutte le persone fuori con il fiato sospeso. All'improvviso la fusoliera si apre. Per primi appaiono Harlock e Mime e, due passi scostandosi l'uno dall'altra, Noa si fa avanti in mezzo a loro.
Hann e Aisha stavano aspettando, insieme agli altri, tenendosi per mano. Appena la ragazza vede riapparire Noa, lascia delicatamente la mano del compagno. Lui si gira un attimo a guardarla, con gli occhi lucidi, e dolcemente le sorride, per poi correre incontro alla madre. Un forte abbraccio tra di loro e poche parole escono dalle labbra dell'imperatrice:
"Mi raccomando Hann. Veglierò su tutti voi dalle stelle.".
La tensione accumulatasi in pochissimo tempo altrettanto in fretta scompare, sostituita della voglia di salutarsi con il sorriso sulle labbra.
"Benvenuta a bordo Stellina!" urla Yattaran felice. Oh, finalmente lo ha detto!
Non è più tempo di indugiare. L'Arcadia deve levare le ancore, ed il suo equipaggio riparte recando con sé tante domande ed un mistero da risolvere. Delle risposte devono essere trovate a tutti i costi, ne va della loro incolumità, e non solo. Perché sulla nave dei mercenari sono stati trovati quei files contenenti informazioni su Harlock e Arreta? Chi si cela dietro l'attacco alla Starbridge? E solo la Starbridge era il bersaglio? L'Arcadia si è trovata nel posto giusto al momento giusto, o era tutto un piano architettato nei minimi dettagli?
Un po' alla volta la ciurma di Harlock, salutati i nuovi imperatori, sale sulla nave ed ognuno occupa il proprio posto, preparandosi alle manovre di decollo.
"Aisha, sai come contattarci. Fatevi sentire ogni tanto." si raccomanda Key.
"E vogliamo avere presto notizie dell'arrivo di un nipotino!" incalza Yattaran.
"Ma... Yatta!" esclama Aisha, arrossendo imbarazzata.
Mime non dice nulla e con un abbraccio si congeda dai due giovani sovrani. Dopodiché insieme a Yatta e Key sale anche lei sull'Arcadia.
Ormai sono quasi tutti a bordo. Solo il capitano, Noa, Yama e Kira si trattengono ancora un attimo all'esterno della nave. Il momento fatidico è arrivato. Aisha non nasconde la sua commozione e con un malinconico sorriso abbraccia Noa. Quindi guarda i suoi genitori e con gli occhi lucidi stringe forte prima suo padre e poi sua madre.
"A presto." sono le uniche parole che Kira riesce a pronunciare.
E in fondo, che si potrebbe dire adesso? Yama si limita a sorridere, ma gli si legge in volto che è fiero di sua figlia, come lo è del giovane che lei ha scelto di avere accanto.
Aisha volge per ultimo lo sguardo su Harlock e compiendo un gesto inatteso lo abbraccia di slancio, cogliendo tutti di sorpresa, lui per primo.
"Grazie..." sussurra poi la ragazza scostandosi dal capitano, che senza dir nulla le fa un cenno col capo, quasi a voler ricambiare quel "grazie" inaspettato sgorgato direttamente dal cuore.
Hann guarda con riconoscenza i genitori di Aisha. Kira non può fare a meno di abbracciarlo, mentre Yama gli porge la mano per una stretta calorosa, scambiandosi con lui un'occhiata di intesa. Sì, Aisha starà bene su Arreta, e sarà felice... Il ragazzo si sofferma poi ad osservare Noa ed Harlock, l'una vicino all'altro. Vuole imprimere la loro immagine nella mente. Quasi non gli sembra vero... da bambino non avrebbe mai immaginato di poter vedere sua madre e suo padre insieme.
"Arreta è in buone mani. Farò in modo che siate orgogliosi di me." afferma risoluto Hann, e Noa, stringendolo a sé, con fierezza materna rimarca:
"Lo so tesoro, sono sempre stata certa di questo.".
Hann e Harlock si fissano in silenzio e dopo un attimo di esitazione il ragazzo allunga una mano. E' il capitano a sorprendere tutti: con un gesto deciso tira a sé il figlio e lo avvolge poi in un forte abbraccio.
"Padre..." sussurra Hann, racchiudendo in tale parola mille e mille significati ed emozioni.
E' l'ora. I sovrani si allontanano. Presto i propulsori dell'Arcadia saranno accesi. Yama e Kira salgono a bordo. Dietro di loro, il capitano e Noa. La giovane indugia un attimo e rivolge un ultimo sguardo alla sua casa, al suo mondo, quel mondo a cui ha dato tutto e che ora deve lasciare. Harlock le sfiora la mano, risvegliandola dai suoi pensieri. Lei gli dona un lieve sorriso ed al suo fianco si addentra nella nave.
L'Arcadia decolla. Hann e Aisha la osservano allontanarsi finché di essa non rimane che un'oscura scia nel cielo. Quell'oscurità ha rischiarato le tenebre... I due giovani sovrani di Arreta si guardano e sorridono, dopodiché stretti l'uno all'altra varcano la soglia del palazzo imperiale.

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA E MARTA: E siamo arrivate alla fine di questa parte! Siete pronti per il seguito?! Un avvertimento: preparatevi a destreggiarvi tra le fitte maglie di una imprevedibile "Tela di ragno"...
Intanto vi lasciamo alcuni disegni. Speriamo vi piacciano!
A presto!!!

NOA L'IMPERATRICE
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kIRA E AISHA - LA CERIMONIA DI INCORONAZIONE
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HANN IL NUOVO IMPERATORE
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UN NUOVO MEMBRO DELL'ARCADIA
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf3437-1.jpg#gallery

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Capitolo 14
*** Tela di ragno - parte 1 ***


TELA DI RAGNO

La crisi della Gaia Sanction sembra veramente senza uscita, come se un morbo oscuro la stesse logorando dal suo interno. Trovare il nuovo Plenipotenziario si è rivelata  un'impresa più ardua del previsto e la reggenza temporanea è stata affidata al più anziano dei Decani. Tra i membri del Consiglio non si giunge ad un accordo e le tornate elettorali tenutesi finora non hanno attribuito a nessun candidato la maggioranza assoluta. Un dubbio serpeggia, insidioso ed inquietante: il colpo di stato apparentemente sventato anni or sono è davvero una pratica chiusa ed archiviata? O era piuttosto il preludio di ciò che adesso sta accadendo? Dietro alla Gaia Sanction evidentemente si nascondevano forze che soltanto ora stanno uscendo allo scoperto, forze che già da prima della guerra di Come Home avevano iniziato la loro opera, mirando ad acquisire un potere totalitario ed assoluto. E' un panorama fumoso e confuso quello che da tempo domina la scena politica, e se da un lato tutto ciò crea un senso di instabilità ed insicurezza, dall'altro permette a nuove fazioni di far sentire la loro voce. Tra i movimenti che maggiormente hanno preso piede negli ultimi anni c'è quello della Alma Gea. Nato come una corrente di pensiero ispirata agli ideali di libertà e speranza che Harlock ha fatto rinascere smascherando le bugie della Gaia Sanction, il movimento della Alma Gea si è diffuso rapidamente nelle varie colonie, sostenuto e portato avanti prima di tutto da uomini di cultura e giornalisti, e successivamente anche da importanti esponenti politici. Ora la Alma Gea ha assunto i connotati e la portata di un vero e proprio partito e conta all'interno della federazione un buon numero di sostenitori, ma ovviamente non è vista di buon occhio dai conservatori e deve guardarsi le spalle dagli acerrimi nemici che da tempo tentano di soffocarla e farla tacere...
...Le vicissitudini affrontate da Harlock e i suoi nell'ultimo ventennio recano con sé qualcosa di irrisolto. Direttamente o indirettamente pare esserci di mezzo il contrasto vecchio di oltre un secolo con la Gaia Sanction, ma l'istinto da guerriero di un pirata va ben oltre l'apparenza. Il capitano ed il suo equipaggio sono ripartiti da Arreta con qualcosa di più in mano, i files rinvenuti sulla nave dei mercenari contenenti informazioni sull'Arcadia e sul pianeta di Noa. A dire il vero la corazzata pirata e la vita dei suoi abitanti sono ancora un mistero per tutto l'universo. I dati trovati non sono altro che un mero elenco degli avvistamenti dell'Arcadia ed un'approssimativa lista dei membri dell'equipaggio, con qualche informazione riguardante il passato di alcuni di loro, atta a delineare delle semplici indicazioni caratteriali. Nulla di compromettente. I dati su Arreta invece già destano più preoccupazioni. Oltre ad informazioni geologiche e politiche, appare in evidenza l'interesse del nemico per la casa reale, soprattutto per la discendenza. Ciò purtroppo fa presagire che qualcuno che non dovrebbe sapere, sa... e questo potrebbe essere un punto debole per Harlock. Noa non ha mai rivelato a nessuno chi fosse il padre di Hann, come è stata ben attenta, tempo indietro, a non svelare l'intenzione di suo figlio di salire sull'Arcadia. Anche le origini di Aisha sono state nascoste dietro ad una falsa identità. Solo in pochi, fidati, sanno. Sì, sul pianeta Harlock e i suoi sono stati accolti ed acclamati come eroi, ma al popolo è stato detto solo quello che poteva sapere. L'unica cosa che rimane da fare è scoprire la provenienza di quei misteriosi files. E' il solo modo per trovare una traccia, per sapere la verità, nella speranza di arrivare a scoprire chi stia tramando nell'ombra.
Sull'Arcadia come sempre il tempo è scandito dalle mansioni e i turni di lavoro. Tutto sembra essere tornato alla normalità. Ma se è vero che la presenza di Hann sulla nave è stata breve e fugace come il passaggio di una meteora, è pur vero che l'assenza di Aisha si fa sentire ogni giorno di più. Sì, lei manca a tutti sull'Arcadia, ed a qualcuno in particolare. Mancano le sue risate cristalline, il suo sguardo curioso e limpido, mancano le sue domande talvolta così complesse e profonde da riuscire a spiazzarti, e mancano le sue risposte spontanee, immediate, e per questo disarmanti. Kira di tanto in tanto si sofferma davanti alla stanza appartenuta a sua figlia e se la immagina seduta sul letto, intenta a scrivere, immersa in quel mondo tutto suo che amava condividere con le persone a lei care. A momenti le sembra di sentire i suoi passi dietro le spalle, e voltandosi per un istante se la vede davanti, ansiosa di parlare. C'è sempre stato un bel rapporto tra loro, aperto, sincero. Kira ha saputo essere una madre attenta e severa, mai troppo apprensiva o dura, pronta al dialogo, disponibile e schietta. Non avrebbe in passato mai pensato di avere un figlio e all'inizio l'idea un po' la spaventava, ma quando si è ritrovata tra le braccia quel frugoletto paffuto, con le guance rosa e gli occhioni sgranati, si è resa conto che finalmente la sua vita aveva un senso. Un giorno Yama e Key, di ritorno dalla plancia, scorgono in distanza Kira ferma sulla porta della cabina ormai vuota, e scontato è il suggerimento di Key all'amico:
"Vai da lei.".
Yama si avvicina alla compagna, si ferma alle sue spalle, le avvolge la vita con le braccia e dolcemente le sussurra:
"Tutto bene?".
La giovane socchiude gli occhi e, bisbigliando un malinconico "...Sì...", volge appena il viso verso l'amato, che la bacia amorevole in fronte prima di abbandonarsi ad una sincera confessione:
"Manca anche a me... e tanto. A volte penso di esser stato troppo duro con lei, in certi momenti...".
"Mi ricordo le vostre discussioni." interviene sorridendo Kira "Aisha è testarda come te.".
"Perché, tu come sei?" rimarca Yama, per poi proseguire:
"Ho cercato di essere una guida per lei, un punto di riferimento.".
"E lo sei stato. Sei stato un padre meraviglioso... magari un po' troppo apprensivo a volte, ma ci sta, visto la vita che facciamo. Aisha è cresciuta bene e sono felice che abbia trovato la sua strada. Farà grandi cose, insieme ad Hann... però mi manca.".
Yama abbraccia forte la compagna e la bacia, quasi a voler scacciare dal suo cuore ogni tristezza. Ma in verità un po' triste lo è anche lui, e ci vorrà del tempo ad entrambi per abituarsi alla vita sull'Arcadia senza la loro Aisha...
Qualcun altro sta attraversando un delicato momento di passaggio, in cerca di un nuovo equilibrio. A Noa sembra tutto uguale e tutto diverso dalla sua prima esperienza con i pirati. Allora lei era un'ospite più che altro, e invece adesso deve trovare un suo ruolo, ma proviene da una vita talmente diversa da questa che le riesce difficile ambientarsi. Un giorno però qualcosa di significativo accade. Mentre Noa, chiusa nella sua cabina, rimugina tra sé sugli ultimi avvenimenti succedutisi tanto rapidamente, qualcuno bussa alla sua porta...
"Yatta! Hai bisogno?" chiede stupita la giovane.
"Ho una cosa per te." le confessa Yattaran, porgendole due bracciali d'acciaio dalla forma piatta e allungata "Avevo iniziato a realizzarli su Arreta con l'aiuto di Hann, ma sono riuscito a finirli solo adesso. Hanno alcune delle caratteristiche di quelli che portavi, possono amplificare le tue capacità. Sai, pensavo che chi ha un dono come il tuo, è un peccato che lo perda... insomma, fa parte di te! Anche se non sei più l'imperatrice di Arreta, non è che devi cambiare...".
Noa interrompe l'amico con un abbraccio inaspettato. Yatta ha colto nel segno, lei non sa più chi è, e forse il suo regalo la potrà aiutare.
I due insieme raggiungono quindi la plancia, e mentre il veterano ufficiale subito si mette al lavoro, Noa se ne resta in disparte ad osservare la scena: Yama al timone, Yatta e Key alle loro postazioni di co-pilotaggio, Kira alle prese con i radar di bordo, Mime accanto ad Harlock, seduto al suo posto di comando. Ognuno è intento a svolgere le proprie mansioni. Il capitano scorge Noa a poca distanza che, ferma in piedi, si guarda intorno, battendo nervosamente il tacco destro sul pavimento, mentre con la mano giocherella con il bracciale al suo polso sinistro. E proprio sui vistosi bracciali d'acciaio si concentra lo sguardo di Harlock, che immediatamente attira l'attenzione della giovane assorta con una fulminea domanda:
"E quelli?...".
Noa ha ben capito il senso della sottintesa accusa e prontamente risponde:
"Me li ha dati un amico. Sai, mi ha fatto notare che le mie capacità fanno parte di me. Sarebbe un peccato non usarle...".
Harlock ritorna a guardare davanti a sé, lanciando solo un'occhiata fugace verso Yatta, e lui evita accuratamente di voltarsi, facendo finta di nulla, come se la questione non lo riguardasse. Il silenzio del capitano lascia intendere che per il momento la cosa è di poco interesse e Noa si allontana nella speranza di trovare presto qualcosa da fare. La crisi della Gaia Sanction che si espande nell'universo e la ricerca della verità sugli eventi passati irrisolti, gravano sui pensieri dell'inquieta giovane quanto la sofferenza per la mancanza di un suo ruolo tra l'equipaggio. E la cosa sembra precipitare nel momento in cui d'improvviso all'orizzonte si affaccia un nefasto presagio...
In quello che dovrebbe essere un momento di silenzio e riposo per buona parte dell'equipaggio, d'un tratto un urlo inquietante echeggia nel corridoio su cui si affacciano le cabine. Key si sveglia di soprassalto, sorpresa dall'inconsueto rumore, e fa capolino dalla porta chiedendo d'istinto ad alta voce cosa stia accadendo, senza neanche preoccuparsi se ci sia qualcuno nei paraggi in grado di risponderle. Guardandosi un attimo intorno, vede Noa di spalle che cammina in mezzo al corridoio e, davanti a lei, Kira e Yama che la fissano con un'espressione preoccupata. Pochi altri sbucano dalle cabine ed osservano stupiti la scena.
"Ma insomma, si può sapere che succede?" insiste Key, iniziando ad innervosirsi.
Kira le fa cenno di guardare in alto, mentre Yama la ignora continuando a chiamare Noa senza avere da lei risposta. Key, alzando gli occhi, nota al di sopra della testa di Noa tre sfere sospese nell'aria, due piccoli satelliti che ruotano attorno ad una sfera ben più grande, ed osservando con più attenzione si rende conto che queste strane sfere sono composte da viti, bulloni e ferraglia di ogni genere.
"Oh cavolo! E quella roba da dove viene?" esclama Yatta, comparso all'improvviso dalla parte opposta del corridoio.
Yama rientra un attimo dentro la sua cabina e tramite l'interfono vicino alla porta contatta Harlock per avvisarlo che qualcosa di strano sta accadendo ed è il caso che lui li raggiunga immediatamente.
Pochi secondi e il capitano fa la sua comparsa, avanzando a passo spedito. Per primi vede Kira e Yama, di spalle, e solo quando loro si voltano verso di lui, il suo sguardo stupito si posa su Noa, avvolta in una bianca e corta veste, la pallida pelle accarezzata dai capelli rossi fuoco e gli occhi color ghiaccio sbarrati, dipinta sul suo volto un'assente espressione. Sopra di lei, le tre sfere sospese nel vuoto l'accompagnano ad ogni passo. Sembra uno spettro. Harlock la chiama e le si avvicina allungando una mano per toccarla, ma Kira lo ferma:
"Penso sia sonnambulismo... meglio lasciarla stare. Abbiamo provato a chiamarla ma non si sveglia.".
Harlock ritenta, ripete il nome della giovane e lei sembra finalmente reagire, ma dalle sue labbra escono solo poche parole:
"Arreta non c'è più..."
E in un secondo lo scompiglio si diffonde tra i presenti.
Noa sviene ed Harlock la sorregge con un braccio, mentre con l'altro alza il suo mantello sopra le loro teste. Le sfere collassano attratte dalla gravità e tutti di corsa rientrano nelle cabine onde evitare di essere colpiti dalla pioggia di metallo.
Kira e Yama si ritrovano dentro la loro stanza, lei con le spalle appoggiate alla porta e gli occhi spalancati sul compagno.
"Aisha..." è il nome che in un accorato sussurro la giovane pronuncia, sbiancando in volto.
Yama la guarda e, condividendo la sua intima preoccupazione, la prende per mano, la trascina fuori dalla cabina ed insieme a lei corre verso il computer per le comunicazioni.
Mentre Harlock si prende cura di Noa, anche Yattaran e Key si affacciano nuovamente sul corridoio e, osservando l'ammasso di ferraglia sul pavimento, Yatta ad alta voce si domanda tra sé e sé:
"E adesso chi raccoglie tutta 'sta roba?".
Kira corre, corre, e quasi sente mancarle il respiro. Non può essere vero... Arreta non può essere stata spazzata via, di punto in bianco, da chissà quale nefasto cataclisma... ma se invece fosse così? Se questa fosse la verità?... Anche Yama è profondamente in ansia, ma cerca di mascherarlo per non far preoccupare ancor più l'amata. E' così pallida, e dai suoi occhi traspare una terribile angoscia. Il corridoio pare non finire mai ed i secondi che scorrono nell'incertezza sono come aghi conficcati nel cuore. Finalmente, la plancia. Kira si mette subito al radio laser e cerca un contatto con Arreta. Strano, non riesce ad inserirsi nella rete di comunicazione del pianeta. Come mai tante interferenze?... Noa aveva dunque ragione? Dopo due tentativi andati a vuoto, l'ansia prende il sopravvento e Kira perde completamente il controllo della situazione, tanto da ritrovarsi immobile a fissare il monitor buio come fosse un oggetto a lei sconosciuto. Yama prontamente interviene e per fortuna riesce a stabilire un contatto con Arreta.
E' proprio la voce di Aisha che giunge alle orecchie dei due giovani angosciati ed entrambi si sentono di colpo rinascere nell'apprendere che nulla di grave è accaduto alla loro amata figlia.
"Che succede? Problemi?" si informa la ragazza, insospettita dall'inattesa chiamata.
"Volevamo solo sentirti." risponde Kira, con simulata naturalezza.
Dura poco la conversazione, ed Aisha saluta i genitori raccomandando loro di non preoccuparsi per lei, perché su Arreta sta bene ed è felice insieme ad Hann.
"Non ne dubitavo." conclude Yama, prima di congedarsi dalla figlia e chiudere la comunicazione.
Il giovane e la sua compagna fanno quindi ritorno dal capitano e lo incrociano nel corridoio, diretto in plancia.
"Allora?" chiede con voce cupa Harlock.
"Tutto a posto su Arreta." risponde Yama.
"E Noa?" domanda con vivo interesse Kira.
"Sta riposando nella sua stanza. L'ho lasciata con Key." afferma il capitano, scuro in volto, per poi allontanarsi in direzione del ponte di comando.
Non appena Mime lo vede arrivare, subito gli si fa incontro preoccupata, chiedendogli cosa sia successo, e lui in breve racconta l'accaduto.
"Per fortuna sembra essere stato solo un brutto incubo." commenta l'aliena, ma Harlock non pare della medesima opinione:
"Non è la prima volta che lei fa sogni premonitori, e la cosa mi preoccupa.".

 ...continua...

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Quando siamo arrivate a scrivere questa parte della storia, il mio commento con Marta è stato:"Povero Harlock, con tutte ste donne!"... Comunque non illudetevi, non è ancora tutto rose e fiori (e quando mai!?!). Gli equilibri a bordo dell'Arcadia, e non solo, sono tutti da rivedere. Il rapporto tra Harlock e Noa non è ancora definito e questo tra loro creerà non poche incomprensioni (considerando il caratterino che hanno tutti e due!!)...
MARTA: Nei capitoli precedenti vi avevo avvisati di fare attenzione ad ogni dettaglio, perchè niente è stato scritto a caso. Bene, in questa parte troveranno spiegazione molti degli eventi accaduti finora...
CINZIA E MARTA: A presto amici! E un grazie enorme a chi continua a seguirci!!!

 

LE TRE SFERE
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Capitolo 15
*** Tela di ragno - parte 2 ***


Quando Noa si sveglia dalle sue ore di riposo, si ritrova da sola, nella sua cabina. Non sa che Key se ne è appena andata, così come ignora il trambusto che involontariamente ha provocato. Spaesata si guarda intorno. La mancanza del giorno e della notte nello spazio le crea ancora un po' di smarrimento. Che strano aprire gli occhi e non vedere i raggi del sole, sorridere a qualcuno ed augurargli buon giorno... Buon giorno dove? La giovane osserva lo spazio fuori dall'oblò e si sofferma sulla prima stella che il suo sguardo incontra.
"Buon giorno..." pensa tra sé e sé, dopodiché indossa la sua divisa e si incammina verso il ponte di comando.
Mentre percorre l'intricata trama di corridoi della nave, Noa si sorprende non poco che tutti quelli che incontra le chiedano se si senta bene. Arrivata in plancia poi, perfino Key le rivolge la medesima domanda, mentre Yatta la sottopone ad una specie di interrogatorio:
"Ciao Stellina! Non è che stai male?"
"... No..." risponde lei.
"Hai avuto incubi?"
"... No..."
"Sei sonnambula?"
"No! Ma che vi prende?!"
E' evidente che Noa non ricorda nulla di quanto accaduto. Harlock, seduto al posto di comando, con uno sguardo eloquente zittisce tutti facendo ben intendere che l'inconsapevolezza della giovane deve rimanere tale, dopodiché con voce ferma chiama Noa a rapporto. Lei gli si para davanti, nel tipico atteggiamento di chi sta aspettando degli ordini, e lui, senza scomporsi più di tanto, allungando una mano in avanti le comanda di consegnare i bracciali. Noa è sorpresa, si domanda il perché di tale richiesta e d'istinto nasconde le mani dietro la schiena, ma il capitano insiste e senza alzarsi si sporge in avanti allungando ancora di più il braccio verso di lei.
"Qui con noi non ne hai bisogno." sentenzia Harlock, non concedendo alcuna possibilità di replica.
"Io ne ho bisogno!" pensa tra sé Noa, ma non ha nessuna intenzione di discutere davanti a tutti, non è da lei, e sa bene che accettando di salire sull'Arcadia, ha accettato anche di stare agli ordini del capitano, perciò alla fine rassegnata consegna i due bracciali.
Mime interviene nel tentativo di rompere la tensione venutasi a creare e, allo scopo di alleviare l'evidente disagio di Noa, le propone di seguirla al motore Dark Matter per impararne l'utilizzo. La giovane tuttavia rifiuta la proposta: quello è il compito di Mime e lei non vuole invadere ancora di più i suoi spazi. L'aliena e il capitano sono amici e confidenti da più di un secolo e, per quanto le cose in questo senso non siano cambiate, inevitabilmente lei già si è intromessa abbastanza nel loro rapporto, non solo diventando ben più di una conoscenza per il pirata, ma dandogli addirittura un figlio.
Imbarazzata e frustrata dalla situazione, Noa decide di allontanarsi dal ponte di comando, prima di perdere del tutto il controllo. Tori, appollaiato sull'alto schienale della seduta del capitano, si alza in volo per seguirla lungo i corridoi e librandosi sopra la sua testa la supera, gracchiando come volesse indicarle la strada. D'un tratto la giovane si ferma davanti ad una porta e questa inaspettatamente si spalanca senza che lei abbia fatto nulla per aprirla. Tori se ne va e prosegue il suo volo, mentre Noa, spinta dalla curiosità, varca la soglia della buia stanza.
I tubi e i cavi elettrici che invadono il pavimento e le pareti sembrano grosse creature striscianti che convergono e si fondono in un gigantesco macchinario al centro dell'enorme sala.
"Quello è il computer centrale.": queste parole Noa sente pronunciare alla proprie spalle e non le è difficile riconoscere la voce che le ha parlato.
Kira l'ha seguita, e non l'ha fatto per mettere il naso in faccende non sue, bensì solo perché non poteva rimanere indifferente a quello che è accaduto in plancia. Lei più di tutti sa come ci si senta ad essere gli ultimi arrivati in un ambiente che non è il proprio. L'ha già vissuto, in passato, e non una volta sola, ed ora vorrebbe davvero offrire la sua amicizia ed il suo sostegno a chi evidentemente ne ha un gran bisogno. Kira entra nella stanza del computer centrale e, mentre sente la porta richiudersi alle sue spalle, si rivolge a Noa con una semplice domanda:
"Vuoi parlare?".
Noa non è abituata a condividere i propri pensieri, ma stavolta sente di potersi confidare liberamente, come già una volta su Arreta aveva fatto e proprio con la persona che ha adesso davanti:
"Ero abituata a lavorare incessantemente tutto il giorno ed ero io a dare ordini e a prendere decisioni. Avevo la responsabilità di un intero pianeta. Ora mi sento persa. Non so cosa ci faccio qui. Non so qual è il mio ruolo tra di voi... E poi... anche il mio rapporto con Harlock è complicato. Lui è il capitano, non potremo mai esprimere i nostri sentimenti apertamente. Ne sono sempre stata consapevole, ma... ho bisogno di lui e invece mi sento sola... Tu e Yama siete fortunati...".
Kira osserva il triste volto della giovane di fronte a lei, l'ha sempre vista austera ed imperturbabile e ora le fa tenerezza vederla tanto fragile. Così per aiutarla prova a darle un consiglio:
"Avevi la responsabilità di un intero pianeta, eri abituata a pensare agli altri più che a te stessa. Sei portata ad occuparti delle persone: perché non chiedi al Dottor Zero di prenderti come assistente? Prendi le distanze per un po' e forse anche il capitano avrà modo di fare chiarezza nei suoi sentimenti.".
Noa ha avuto occasione di incontrare il medico di bordo già la prima volta che è salita sull'Arcadia: aveva avuto bisogno di lui per via della sua ferita alla caviglia. Bene intuisce ora il motivo per cui Kira le ha suggerito di stare in infermeria: è un posto isolato, tanto che il Dottore, preso da studi e ricerche scientifiche, non lo si vede mai in giro per la nave, se non durante le sue incursioni in cucina, quando abbandona il suo "rifugio" per arraffare qualcosa di buono da mettere sotto i denti. Stare con lui significa isolarsi dal resto dell'equipaggio.
"Grazie del consiglio. Ci penserò un po' su." assicura Noa.
"Spero di esserti stata d'aiuto. E se hai bisogno, sai dove trovarmi.": con queste parole Kira si congeda e se ne va.
Noa, rimasta sola, riflette sul da farsi. Lentamente si lascia cadere a terra e appoggiata ad uno dei tanti tubi sul pavimento si abbandona ad un pianto liberatorio, fino ad addormentarsi.
Non molto tempo dopo Harlock fa il suo ingresso nella stanza del computer centrale, in cerca dei consigli del suo amico, e scorgendo la giovane assopita si rivolge a bassa voce alla sua coscienza virtuale:
"Che ci fa qui?... Cosa? Perché hai voluto incontrarla?... Tochiro, perché mi dici questo? Mai nessuno è salito sull'Arcadia contro la propria volontà e nessuno mai se ne è pentito.".
Il capitano osserva un attimo Noa, senza accorgersi delle lacrime che rigano le sue guance, e lasciando lo spirito del suo caro amico a vegliare su di lei, se ne va profondamente turbato, camminando come un'ombra per gli interminabili corridoi accompagnato solo dal rumore dei suoi passi...
I giorni passano e nulla di nuovo emerge riguardo all'origine dei files trovati sulla nave dei mercenari. Pare davvero non esserci soluzione. Perfino Yatta ad un certo punto si rassegna e getta la spugna. L'unica che proprio non vuole mollare è Kira, e fortunatamente la sua ostinata determinazione alla fine viene premiata. Sfruttando il programma utilizzato anni or sono per decriptare i files del padre, la scaltra giovane riesce ad individuare la provenienza di alcuni dei files dei mercenari, ed ovviamente subito condivide la sua fondamentale scoperta con il capitano ed il resto dell'equipaggio. A quanto pare, in tutta questa arcana faccenda è coinvolta la colonia di Marte, sede della Gaia Sanction. Che sia solo una coincidenza? O la federazione ha un ruolo di rilievo in ciò che è accaduto? Tutti riuniti in plancia, Harlock e i suoi discutono sul da farsi.
"Sempre colpa di quella gentaglia!" esclama Yatta alzando le braccia al cielo "Non ci liberemo mai di loro? Perché non ci lasciano in pace?!".
Key è piuttosto perplessa:
"Non so... Questa storia non mi convince... e se non ci fosse la Gaia Sanction dietro a quei mercenari?".
"Forse non c'entra nemmeno con quei pirati che abbiamo incontrato anni fa," incalza Kira "quelli che si spacciavano per noi...".
"Capitano, che ne pensi?" interviene Yama.
Harlock tace e fermo in piedi, accanto al timone, scruta il cielo dalle grandi vetrate del ponte di comando. Noa e Mime lo osservano in silenzio, senza scorgere alcuna particolare espressione sul suo volto. A cosa starà pensando? Vuole agire? Vuole aspettare? Ad un certo punto il capitano volge lo sguardo verso l'alto, quasi stesse aspettando da qualche invisibile presenza la risposta ad una domanda mai pronunciata, una domanda che preme sul suo cuore come un assillante dubbio. Key ha ragione, c'è qualcosa di strano. Il passato di colpo appare come un'inestricabile matassa di luci ed ombre, dove ciò che era stato dato per certo improvvisamente appare falso o sbagliato. L'immortale pirata centenario si sente prigioniero di una fitta rete di cui fino ad oggi aveva scorto solo in parte l'intricata e oscura trama. Cosa è stato dunque tralasciato? Cosa frainteso e mal interpretato? Dove si cela la chiave per aprire la porta alla verità?
D'un tratto la voce di uno degli ufficiali minori della nave rompe il silenzio:
"Capitano, qualcuno sta cercando un contatto con noi. Apriamo la comunicazione?".
"Prima controllate da dove arriva la richiesta." ordina perentorio Harlock.
E' Yattaran che subito si incarica di fare le dovute verifiche, ma nonostante la sua abilità in materia stavolta si trova davvero in difficoltà, e la cosa gli secca molto:
"Accidenti... non capisco. Deve essere una rete protetta. Non riesco a inserirmi.".
Qualcosa di strano appare poi, di punto in bianco, sul monitor, cogliendo di sorpresa il veterano ufficiale:
"E questo? Cos'è? Un messaggio in codice... Ecco, visualizzato. Vega?!? C'è scritto Vega... e cosa vuol dire? Bisogna rispondere inserendo una password per accedere alla rete... Ma che razza di storia è questa?!?".
Lo sguardo di Kira si illumina di colpo e dalle sue labbra esce d'istinto una parola: "Altair!".
"Ci mettiamo a parlare di stelle adesso?!" esclama Yatta.
"Fai come ti ha detto!" lo incita Key, alla cui voce fa eco quella di Harlock:
"Yatta, inserisci quella parola e apri la comunicazione.".
Yattaran, benché non del tutto convinto, esegue gli ordini, ed ecco che dal computer viene proietto l'ologramma tridimensionale della persona che ha contattato l'Arcadia.
"Ma pensa te!" commenta Yatta ad alta voce, fissando stupito l'immagine di quella che è una vecchia conoscenza per Harlock e i suoi.
"Sapevo che avresti capito, Kira." afferma sicuro Adam.
"Per tua fortuna ho buona memoria." risponde sorridendo la diretta interessata "E non ho dimenticato i nomi che ci eravamo dati da ragazzini...".
Yattaran lancia di sfuggita una provocatoria occhiata a Yama e questi di rimando lo fulmina con uno sguardo severo e preoccupato... C'è aria di tempesta!...
Harlock prende la parola, rivolgendosi direttamente ad Adam:
"Perché ci hai contattati?".
"So che della crisi della Gaia Sanction non vi importa molto, ma è della causa di questa crisi che dovreste preoccuparvi." risponde l'interrogato.
"Avanti, parla chiaro." interviene Yama, scuro in volto.
Kira squadra malamente il compagno, quasi a rimproverarlo del brusco tono usato, dopodiché si rivolge al suo vecchio amico spronandolo a raccontare quello che sa:
"Vai tranquillo, parla liberamente. Sei inserito in una rete schermata, protetta da qualsiasi possibile interferenza o intrusione.".
"Immaginavo." ammette l'altro "E comunque anch'io ho preso le mie precauzioni. Quello che vi devo dire non è di poco conto... Voi avete idea della situazione politica in cui ci troviamo?".
"Abbiamo sentito qualcosa sui nuovi partiti che sono nati nell'ultimo periodo."  confessa Key.
"Io faccio parte dell'Alma Gea da diversi anni." rivela Adam, per poi iniziare a raccontare le origini del movimento a cui appartiene e lo scopo con cui esso è nato: restituire libertà e dignità agli esseri umani disseminati nelle varie colonie.
"Capitano, ci hai aperto gli occhi e mostrato la strada," continua Adam "e in molti insieme a me hanno scelto di seguirla... Però ...".
Una pausa, e poi l'ex comandante della Gaia Fleet prosegue:
"C'è un altro partito che ultimamente sta raccogliendo molti consensi, la Renova Legacy. Si è affacciato di recente sulla scena politica, ma in pochi sanno che le sue origini risalgono a molto prima della guerra di Come Home. E' all'inizio del periodo della colonizzazione che tutto è cominciato, e da allora la Renova ha lavorato nell'ombra, diffondendosi a poco a poco in tutte le colonie. Si fanno passare per sostenitori del progresso e della libertà, invece mirano solo ad instaurare un governo accentratore e dispotico. I consensi li comprano, elargendo false promesse o denaro, mentre chi li contrasta viene messo a tacere...".
"Ancora non ci hai detto cosa dovremmo fare noi." sottolinea Yama.
"Voi ci siete in mezzo da tempo." spiega Adam "Siete un pericolo per la Renova Legacy. Non escludo che presto cerchino di liberarsi di voi, se già non ci hanno provato. Fino a poco tempo fa non avevamo prove di quanto vi ho detto, ma adesso finalmente qualcosa abbiamo in mano. La Alma Gea però è un movimento giovane, siamo vulnerabili sotto molti aspetti. Abbiamo bisogno di una mano per mettere insieme gli elementi che ancora ci mancano e unendo le forze potremo smascherare quella gente e restituire alla Gaia Sanction il senso vero per cui è nata. La Renova negli anni ha segretamente inserito alcuni dei suoi membri in tutte le sfere che gestiscono il potere politico, militare ed economico. Tutto questo deve cambiare.".
"Siamo con voi. Hai la mia parola." afferma senza esitazione Harlock.
"Grazie capitano." risponde Adam "Dovremo muoverci su più fronti. Per adesso abbiamo bisogno di qualcuno che rafforzi le nostre fila sulla colonia di Marte. La sede della Alma Gea è lì. Lo so che vi sto chiedendo molto, è un rischio per voi avventurarvi da quelle parti, ma non c'è altro modo.".
"Non preoccuparti." interviene decisa Kira "Tu devi solo dirci dove ti possiamo trovare. Non ci tireremo indietro.".
"Incontriamoci sul pianeta di Halpas." suggerisce l'altro "Non è mai stato colonizzato, la sua superficie è completamente desertica. Nessuno ci potrà vedere, e da lì poi partiremo alla volta di Marte, con delle navicelle della Gaia Fleet, così non attireremo l'attenzione.".
Raggiunto l'accordo, Adam si congeda, ringraziando ancora Harlock e i suoi per il loro fondamentale aiuto, e, chiusa la comunicazione, si apre inevitabilmente la discussione su chi raggiungerà Marte e chi invece resterà sull'Arcadia. Di sicuro anche lo spazio aperto sarà presto lo scenario di violenti scontri. Quando la verità sulla Renova Legacy verrà fuori, scoppierà il caos e bisognerà esser pronti all'azione. Non occorre molto tempo per giungere ad una decisione: Yama, insieme a Kira, Key ed altri otto compagni, si unirà ad Adam, mentre Harlock, Mime, Yatta ed il resto dell'equipaggio rimarranno sull'Arcadia, mantenendo costantemente contatti con il gruppo sbarcato. In tutto ciò, Noa per l'ennesima volta si sente messa da parte e d'istinto se ne esce con un'inaspettata richiesta:
"Capitano, posso andare con loro?".
Così dicendo la giovane posa gli occhi su Yama e Kira, per poi tornare a guardare Harlock in attesa di una risposta. E la risposta che le arriva dal pirata non è quella che lei desiderava:
"Tu resti qui.".
Noa non replica. Tace, lasciando che il suo silenzio parli per lei. Simulando una forzata indifferenza si volta e con passo fiero e regale si allontana, mentre alle sue spalle Harlock discute con Yama e gli altri sulla strategia migliore da seguire.
I prescelti per la missione di terra non hanno molto tempo per prepararsi. Poche, pochissime ore e poi dovranno lasciare le loro divise, e l'Arcadia, e chissà quando faranno ritorno. Fa un po' strano, a pensarci bene...
Mentre si sta cambiando in cabina insieme a Yama, Kira si accorge dello sguardo cupo e crucciato del compagno e ovviamente non manca di sottolineare la cosa:
"Che hai? E' da quando abbiamo parlato con Adam che hai quella faccia. E' per via di quello che ci ha detto o è proprio lui a darti sui nervi?".
"Pensavo a quello che dobbiamo fare." risponde il diretto interessato con falsa noncuranza.
Kira però insiste:
"Bugia. Non ci credo... non sarai geloso?".
"Dovrei?... Mi parevi molto contenta di sentirlo..."
"E allora? Che c'è di male? Anche se, sinceramente, avrei preferito risentirlo in circostanze ben diverse."
Silenzio. Yama finisce di vestirsi, senza nemmeno guardare in viso la compagna. Poi di colpo si volta verso di lei e dispiaciuto si scusa:
"E' vero, forse sono un po' geloso, ma... non volevo discutere... è che sono nervoso, e preoccupato.".
Kira gli si avvicina e dolcemente gli sussurra in un orecchio:
"Capisco... ma se ci mettiamo anche a litigare tra noi, è un bel guaio.".
Con un dolce bacio la giovane chiude la questione, dopodiché di fretta lascia la cabina dicendo di dover assolutamente parlare con il capitano prima di partire.
Harlock è in plancia, al posto di comando, affiancato da Mime. Kira si fa avanti e si ferma accanto a lui, indirizzandogli senza tanti giri di parole una precisa domanda:
"Ti ricordi quando, anni fa, me ne sono andata?".
Il capitano annuisce e la giovane prosegue:
"Ti dissi che dovevo andarmene perché ero diventata un punto debole per Yama, per te e per l'intera Arcadia.".
"Ricordo... Perché mi stai parlando adesso di questo?"
"Allora sono andata via perché era la cosa migliore per me e per tutti quanti. Tu avevi messo a rischio l'intero equipaggio per venirmi a recuperare, e Yama... pensavo che i sentimenti che ci univano lo avrebbero distolto dal suo importante ruolo. Io stessa avevo bisogno di allontanarmi per capire, per ritrovare qualcosa di me che mi sembrava di aver perso."
Kira guarda un attimo Mime, poi il capitano, e quest'ultimo la sprona a concludere il discorso.
"Quello che dovevo dire l'ho detto." ribadisce lei "Ora sta a te capire e decidere.".

 

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Speriamo vi faccia piacere il ritorno a sorpresa di Adam. Diteci un po', ve l'eravate immaginato? Dunque dunque... i nostri pirati si devono dividere. MMMhhhh, le cose si complicano... Di sicuro dinamiche inedite entreranno in gioco e non sarà facile per nessuno abituarsi alla nuova situazione. E questo vale sia per chi resta che per chi parte!
A prestissimo!!!!

KEY, YAMA, KIRA - MISSIONE SU MARTE
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Capitolo 16
*** Tela di ragno - parte 3 ***


Il momento della partenza arriva. L'equipaggio è tutto radunato sul ponte dell'hangar principale. Tori svolazza sulle teste del gruppo prossimo a lasciare la nave. Poi si posa sulla spalla di Yama, in segno di saluto, e china la testa verso Kira, in attesa di una carezza. Lei e Noa sono le sole da cui il nero volatile di tanto in tanto si lascia coccolare. Il capitano ed il suo degno erede si scambiano uno sguardo d'intesa. Le parole sarebbero superflue ora. Entrambi sanno cosa fare, conoscono il loro compito e sono pronti a portarlo a termine. Tori spicca di nuovo il volo e si allontana. Kira lo segue con gli occhi ed in lontananza, appartata in un angolo buio, scorge Noa. E' l'unica ad accorgersi di lei, ma non dice nulla. Non un cenno né una parola. Solo un leggero sorriso, rivolto a colei che di nascosto sta spiando la scena. Il gruppo capitanato da Yama sale sulla navicella. A pilotarla sarà Yattaran, che dopo aver lasciato i compagni su Halpas farà subito ritorno sull'Arcadia. Dunque, è l'ora. La missione ha inizio. Il futuro aspetta dietro l'angolo e per scoprirlo bisogna solo andargli incontro.
Noa si ritira nella sala dell'astrolabio. Il grande tavolo è sommerso da mappe stellari e fogli scritti. Due calici e una bottiglia sono abbandonati in un angolo e solo la debole luce di qualche candela illumina la stanza. La giovane, davanti alle ampie vetrate, guarda la navicella che, appena partita, si allontana sempre più in direzione di Halpas. Le dispiace non essere con Yama e gli altri, è sicura che le sue capacità diplomatiche sarebbero state utili per la spedizione su Marte.
Un rumore. La porta si apre. Harlock entra e, sorpreso dall'inaspettata presenza di Noa, si sofferma qualche secondo ad osservarla: la luce pulsante delle candele fa apparire i suoi lunghi capelli rossi come fiamme vive e la chiara divisa celeste contrasta non poco con il buio della stanza. Sembra un angelo avvolto dalle fiamme. La giovane si volta quel poco che basta per vedere il capitano e con aria imbronciata socchiude gli occhi come per mettere a fuoco la sua immagine.
Il solito silenzio tra loro. Nessuno dei due parla ma entrambi raggiungono il centro della sala, fermandosi ad un passo l'uno dall'altra. Noa alza un braccio, in un gesto minaccioso, pronta a mollare un sonoro ceffone al pirata, ma la sua mano si arresta in aria, mentre Harlock, impassibile, non si muove di un millimetro. La giovane lentamente abbassa il braccio, recuperando la sua regale compostezza, e con voce decisa rompe il silenzio:
"Perché mi hai voluta sull'Arcadia?".
"Hann..." accenna il capitano, ma, a sentire nominare il figlio, Noa lo interrompe bruscamente:
"Risposta sbagliata! Hann è su Arreta. Io sono qui! Perché?"
Harlock non risponde... e allora Noa prende la sua decisione:
"Mi affiancherò al Dottor Zero. Rimarrò il più possibile lontana da te. Non ti voglio più vedere.".
Così dicendo la giovane si incammina verso l'uscita, trafiggendo il capitano con una lapidaria frase:
"Ti affanni tanto a trattarmi come un tuo sottoposto, e invece mi stai solo allontanando.".
Lei varca la soglia della stanza, lui immobile la guarda andarsene. E la porta in un attimo si richiude separandoli...
Intanto, la navicella partita dall'Arcadia si dirige spedita verso il pianeta di Halpas. Kira  approfitta del breve tragitto per scambiare due parole con Yatta e sedendosi al suo fianco gli rivolge una sollecita raccomandazione:
"Stai vicino a Noa, e anche al capitano. Non avrei voluto allontanarmi in questo momento...".
"Con tutto quello che sta succedendo, non dovresti preoccuparti per loro." sottolinea serafico l'altro.
"Mi preoccupo per le persone a cui voglio bene. Ci sono cose che vengono prima delle missioni e dei ruoli prestabiliti."
"Hai ragione. Stai tranquilla, li tengo d'occhio io quei due. Tu avrai già il tuo bel da fare a tenere a bada Yama e Adam."
"Che intendi?"
"Non far finta di non capire..."
Il dialogo viene d'un tratto interrotto da Key:
"Ehi, voi due! Scusate se vi disturbo, ma fra quanto arriveremo su Halpas?".
"Tra poco, anzi, pochissimo." assicura Yatta.
E così è, infatti. La navetta ben presto atterra nel punto prestabilito, tra due spuntoni di roccia che spiccano nel bel mezzo della sconfinata distesa desertica che costituisce il suolo inospitale dell'ostico pianeta di Halpas. Kira si guarda intorno. Non c'è nulla, assolutamente nulla, ed a stento si scorge la linea dell'orizzonte, il cielo ha lo stesso colore della sabbia che si distende a perdita d'occhio.
"Bel posticino qui." commenta Key, seguita a ruota da Yatta:
"Perfetto per una bella vacanza!".
Ma ecco comparire in lontananza nel cielo due puntini luminosi, che mano a mano che s'avvicinano si rivelano essere due navicelle della Gaia Fleet.
"Il tuo amico sta arrivando!" esclama beffardo Yattaran, rivolgendosi a Kira, e lei immediatamente lo fulmina con lo sguardo, dandogli una giocosa sberletta sulla testa.
Dalle due navette della flotta della Sanction, appena atterrate, scendono Adam ed un altro individuo, un uomo alto, capelli castani leggermente lunghi sulla fronte, viso sottile, elegante e fiero nel portamento. Lo sconosciuto, che si presenta come Daniel, altri non è che un comandante della Gaia Fleet da tempo attivamente coinvolto nel partito della Alma Gea. Key si imbambola un attimo a fissarlo ed è Kira a svegliarla indirizzandole un'allusiva battuta:
"Non male l'amico di Adam, non ti pare?".
Purtroppo di tempo per scherzare o perdersi in chiacchiere non ce n'è, così come non c'è tempo per tanti convenevoli. Yatta deve tornare sull'Arcadia mentre gli altri devono muoversi verso la colonia di Marte.
"In bocca al lupo gente! Ci si vede presto.": con queste parole Yattaran saluta e se ne va.
E seguendo il suo esempio, anche le navette della Gaia Fleet, con a bordo i pirati dell'Arcadia, abbandonano di fretta il pianeta di Halpas. Yama ed i suoi compagni hanno modo in questo frangente di far la conoscenza con alcuni dei membri della Alma Gea, di ritorno da un giro di conferenze tenutesi in varie colonie per diffondere gli obiettivi e gli ideali che il partito da tempo porta avanti. Pirati, politici, militari e uomini di cultura si ritrovano uniti da uno strano gioco del destino e discorrendo scoprono di non essere in fondo tanto diversi, accomunati da un orizzonte comune che solo insieme possono raggiungere.
Key è salita sulla navicella pilotata da Daniel e seduta accanto a lui, mentre lo aiuta a verificare le coordinate spaziali da seguire, gli chiede come abbia conosciuto l'Alma Gea e da quanto ne faccia parte. Prende così il via un dialogo piacevole ed interessante, e c'è da dire che la cosa non dispiace affatto a Key, nonostante per lei, avvezza allo spazio ed alle battaglie, una situazione del genere sia piuttosto nuova.
Kira e Yama invece si trovano sull'altra navicella, insieme ad Adam, e discutono con lui e gli altri a bordo su come muoversi una volta arrivati su Marte. I pirati verranno ospitati in una grande villa colonica lontana dalla capitale, sperduta in una zona isolata, che la Alma Gea utilizzava per le sue riunioni nei suoi primi anni di vita, quando era più che altro un movimento di pensiero e non ancora una definita entità politica.
"Davvero non so come ringraziarvi." rimarca Adam rivolgendosi a Yama e compagni.
"Speriamo solo di poterti essere d'aiuto." fa notare Kira "Sai, la diplomazia non è proprio il nostro forte.".
"Devi sempre avere l'ultima parola?" interviene divertito Yama, guardando la compagna, e lei sorridendo gli strizza un occhio, apparendo col suo fare spontaneo e scanzonato una ragazzina piena di vita ed entusiasmo.
E Kira in effetti è ancora così. Gli anni e le vicissitudini passati non l'hanno cambiata, non l'hanno privata della sua energia, della speranza, dell'allegria. Adam quasi involontariamente si sofferma a guardarla: non è molto diversa da come l'aveva vista l'ultima volta, come se il tempo per lei non fosse trascorso. Anche se c'è una sfumatura più matura nel suo sguardo, e ciò la rende ancora più bella. Impossibile non rimanerne affascinati, rapiti... Yama si accorge degli occhi ammirati posati su Kira, ma fa finta di nulla, non commenta, non reagisce. Si limita ad osservare, soffocando la gelosia che gli cresce dentro ed annega i suoi pensieri, come un fiume impetuoso in procinto di sfociare in un mare in tempesta.
Le due navicelle della Gaia Fleet atterrano su Marte a notte fonda, in un'ampia piana rocciosa, e, una volta scesi i passeggeri, ripartono pilotate da due sottufficiali della federazione appartenenti anch'essi alla Alma Gea. Dei veicoli multiposto con motore a reazione fredda (particolari mezzi di trasporto che sfiorano il suolo senza toccarlo azionati da speciali turbine molto potenti e silenziose) attendono i pirati ed i membri della Alma Gea per condurli al luogo che li ospiterà nel loro soggiorno sul pianeta rosso e, giunti a destinazione, Adam suggerisce a tutti di andar a riposare. Inutile provare a studiare un piano d'azione se non si è completamente lucidi. Meglio dormire e riparlarne a mente fresca.
Il posto è davvero enorme, una costruzione su tre piani dalla struttura moderna ma perfettamente inserita nell'ambiente, che si dirama nel sottosuolo in una serie di tunnel e stanze nascoste. E mentre i membri della Alma Gea occupano i piani superiori, i pirati, onde evitare di essere scoperti, si sistemano nei locali sotterranei.
Yama e Kira entrano nella camera loro assegnata. E' piccola ed essenziale. Un letto, una sedia ed un tavolino. Niente altro. Non è poi così diversa dalle cabine dell'Arcadia. Non ci sono ovviamente finestre né alcun tipo di apertura sulle pareti in muratura. Il ricambio d'aria viene garantito da un impianto di aerazione che si snoda attraverso una rete di cunicoli e sfocia nelle stanze del sottosuolo in grandi bocchettoni chiusi da grate di metallo. Yama lascia il suo zaino in un angolo e si siede sul letto. Kira invece se ne sta in piedi, davanti alla porta, con lo sguardo fisso nel vuoto. Lentamente chiude gli occhi e china la testa. Yama la chiama, ma non ottenendo risposte le si avvicina e le posa una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione. Lei, rimanendo in silenzio, si accoccola tra le braccia del compagno e sospira.
"Che succede?" chiede premuroso il giovane, stringendo a sé l'amata.
"Non lo so." confessa lei socchiudendo gli occhi "Ho una strana sensazione... non mi piace per niente.".
"Forse sei solo stanca."
"No, non è questo..."
"Dai, ci penseremo domani. Siamo tutti un po' sottosopra. E' un bel cambiamento questo per noi. Dall'Arcadia alla colonia di Marte..."
Kira posa un disarmante sguardo sul compagno e con appassionata dolcezza gli sussurra uno struggente "Ti amo".
"Anch'io..." le risponde Yama, baciandola prima in fonte e poi sulle labbra.


...continua...






NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Giusto perché le cose semplici non ci piacciono, vediamo di complicare un po' la situazione anche su Marte, no? Non ci bastava averla incasinata abbastanza sull'Arcadia, con Noa e Harlock che da una parte vorrebbero star insieme e dall'altra non ci riescono. Adam a quanto pare non ha dimenticato Kira... Ok, non vi diciamo altro. Leggete e scoprirete i futuri sviluppi. E ce ne sarranno! Eccome se ce saranno...
A presto!!!

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Capitolo 17
*** Tela di ragno - parte 4 ***


La notte passa ed un nuovo giorno ha inizio. Kira e Yama si svegliano presto, quando ancora buona parte degli abitanti della grande casa è addormentata. Silenziosamente si incamminano per il corridoio, salgono le scale, raggiungono il piano terra ed escono per guardare l'astro diurno appena sorto. Key ha avuto la loro stessa idea e ferma sul ciglio del portone d'ingresso scruta l'orizzonte. Tra le alte formazioni rocciose che da un lato cingono la villa colonica, si insinua la luce solare creando sul suolo desertico che tutto intorno si distende ombre dai contorni irregolari. E' un panorama suggestivo, soprattutto per chi è abituato a vivere in ben più ristretti spazi, tra le pareti metalliche di una nave che viaggia nello spazio.
"Chissà per quanto resteremo qui?..." si domanda Key, continuando a guardare davanti a sé.
"Ti manca già l'Arcadia?" le chiede sorridendo Kira.
"E' tutto così strano..." continua pensierosa l'altra "Non sono abituata a muovermi in un posto del genere.".
"E' così per tutti noi." interviene Yama.
"Quello che mi preoccupa," spiega Key "non è di non riuscire ad abituarmi a stare qui. La mia paura è di starci bene...".
Silenzio. Ed i tre giovani, per un po', se ne stanno così, immobili, a guardare il surreale paesaggio, mentre dentro di loro similari speranze e differenti paure avanzano a passi lenti, come la luce del sole che mano a mano si impossessa del cielo e dell'intero pianeta.
Quando tutti nella villa si sono svegliati, Adam riunisce pirati e membri della Alma Gea in una grande sala e qui parte la discussione su come muoversi da ora in poi. Di tempo purtroppo non ce n'è molto. La Renova Legacy ha un obiettivo preciso: far eleggere come nuovo Plenipotenziario il suo elemento di maggior rilievo, Duke Harlington, già al momento investito dello strategico ruolo di Gran Cerimoniere della Gaia Sanction, una delle cariche più importanti nel governo della federazione. Se Harlington dovesse diventare il nuovo Plenipotenziario, la Renova non incontrerebbe più ostacoli ed avrebbe la legge dalla sua, ritrovandosi i suoi oppositori, tra cui la Alma Gea, costretti ad azioni di forza per tentare di spodestarla. Chi sul serio sostiene la libertà e l'autonomia delle colonie si troverebbe a dover agire come la Legacy ha fatto in passato, perché da un punto di vista politico sarebbe impossibile opporsi ad una dittatura travestita da democrazia. La Renova ha sostenitori e adepti in tutti i centri nevralgici del potere e negli ultimi anni si è inserita a piene mani anche nella gestione dei mezzi di informazione.
"Ma se avete delle prove di quello che sta succedendo," rimarca uno degli uomini dell'Arcadia "perché non denunciate tutto e smascherate quella gente?".
"Perché quella gente è furba." spiega Adam "E nell'ultimo periodo ha raggiunto un potere che noi da soli non possiamo contrastare. Gli altri partiti minori se ne sono già tirati fuori, o per paura o perché hanno deciso di allearsi col più forte. L'unica vera opposizione siamo noi, ma purtroppo delle prove concrete contro la Renova siamo riusciti a raccoglierle solo di recente... e comunque sono ancora troppo poche.".
"Avete bisogno di alleati..." interviene Yama, ed uno dei membri fondatori della Alma Gea fa eco alla sua voce:
"Infatti, è così. Già all'interno della Gaia Sanction abbiamo dei sostenitori. Alcuni degli iscritti al nostro partito fanno parte della Gaia Fleet e del governo della federazione. Ma non basta.".
Daniel prosegue il discorso:
"Sono due i fronti su cui dobbiamo muoverci. Da una parte, andare in cerca di testimonianze e prove che smascherino le macchinazioni della Renova. Dall'altra, trovare alleati influenti all'interno della Sanction, e non solo. Dobbiamo fare come ha fatto la Renova Legacy, inserendosi in tutti i centri principali del potere. Adesso siamo abbastanza forti anche noi per riuscirci. Ma il tempo è poco. Tra quattro mesi si terranno le elezioni per il nuovo Plenipotenziario. Sarà l'ultimo tentativo, dopo i tanti andati a vuoto. E la Legacy lì farà la sua mossa.".
Ma c'è dell'altro. La Renova negli anni ha assoldato schiere di mercenari e banditi spaziali che si occupassero, per così dire, del lavoro sporco, come eliminare testimoni scomodi o scatenare una situazione di caos utile alla stessa Legacy per agire indisturbata. Ed ecco che nelle menti di Yama e compagni si fa largo un pensiero, mentre tutto trova finalmente un senso: i mercenari che hanno attaccato la Starbridge, i pirati incontrati più di vent'anni fa, l'infido governatore Begum che ha invaso Arreta... Le oscure trame che da tempo imprigionano l'Arcadia, e non solo, in un attimo si dipanano. E probabilmente anche il secolare conflitto tra Harlock e la Gaia Sanction ha le sue origini nella Renova Legacy.
Una cosa è chiara: la Gaia Sanction era nata con un preciso scopo, salvaguardare la Terra ormai priva di risorse e mantenere un senso di appartenenza ed unità fra gli esseri umani disseminati nello spazio. Ma qualcosa ne ha contaminato il significato più vero e puro, tramutandola in un inconsapevole strumento di accentramento e controllo.
Per l'intera giornata i pirati ed i membri della Alma Gea discutono e si confrontano per studiare un efficace piano d'azione. Inevitabilmente sarà necessario dividersi. Qualcuno dovrà muoversi per le varie colonie e raccogliere gli elementi necessari per mettere la Renova Legacy con le spalle al muro. Altri rimarranno su Marte per intessere la rete di alleanze utile alla Alma Gea per incrementare la sua credibilità ed il suo impatto politico. Il nemico è potente, bisogna affrontarlo ad armi pari, nulla va tralasciato. Anche Harlock avrà un ruolo fondamentale in tutto questo: dovrà vigilare sullo spazio e tenere a bada i mercenari al servizio della Renova, provando magari a carpire loro qualche utile informazione.
Stabilito il piano d'azione, l'Arcadia viene tempestivamente contattata ed il capitano senza indugio garantisce la propria totale collaborazione. Non potrebbe essere altrimenti: anche lui, come tutti quanti, vuole che la verità venga a galla, qualunque sia il prezzo da pagare perché ciò sia possibile.
E quando le ombre della sera iniziano ad impossessarsi del cielo, si giunge ad un accordo sui nomi di chi partirà e di chi resterà su Marte. Sulla colonia, a parte i più importanti esponenti della Alma Gea, tra cui Daniel ed Adam, si fermeranno Key, Yama e Kira. Gli altri pirati, insieme ad alcuni militari della Gaia Fleet, si muoveranno tra le colonie su navicelle assolutamente anonime per diffondere il messaggio della Alma Gea e raccogliere le prove contro la Renova Legacy.
Yama un'idea già la avrebbe per riscuotere consensi tra le fila della federazione, ma prima di esporla ha bisogno di sapere una cosa:
"Qualcuno di voi ha notizie del senatore Amos Keeric?".
A rispondere è Adam:
"Si è ritirato dalla vita politica qualche anno fa.".
Yama prosegue:
"Io e mio fratello Ezra lo conoscevano bene. Era un amico dei nostri genitori. E' sempre stato un elemento importante nel governo della Gaia Sanction, la sua voce non è mai passata inosservata. E sono sicuro che è ancora così. E' una persona fidata, la sua onestà non è mai stata intaccata da niente e nessuno. Andrò a parlargli e gli spiegherò la situazione.".
"E' rischioso." obietta Daniel "Tanto più che il senatore Keeric vive nella capitale.".
Kira volge uno sguardo preoccupato verso il compagno ma non gli dice niente: lui ormai la sua decisione l'ha presa e non si tirerà indietro per nulla al mondo.
"Allora, organizziamo la cosa e appena saremo pronti andremo da Keeric." afferma deciso Adam, scambiandosi un cenno d'intesa con Yama.
Cala la notte ed il silenzio si impossessa della grande villa colonica dispersa nel roccioso paesaggio di Marte. Ma non tutti riescono a dormire. Kira sgattaiola fuori dalla camera, attenta a non svegliare Yama. Furtiva come una gatta si aggira nell'enorme casa, al buio, scorrendo con le mani sulle pareti. Da una parte si sente persa, in questo ambiente che non le appartiene, non più almeno, da molto tempo ormai. Ma dall'altra l'idea di stare sulla terra ferma per un po' non le spiace affatto. In effetti, anche se non l'ha mai detto a nessuno, le sarebbe piaciuto rimanere su Arreta per qualche giorno in più. E poi, su Arreta, c'è Aisha... La mente di Kira si concentra sul pensiero della figlia lontana, e mentre i ricordi nel suo cuore si trasformano in una dolce malinconia, i suoi occhi si posano stupiti sulla luce che filtra da sotto una porta. Qualcun altro questa notte non riesce a prendere sonno... La giovane curiosa entra nella stanza da cui proviene la luce e sorpresa vede Adam, seduto ad un tavolo, con la testa tra le mani nel tipico atteggiamento di chi è assalito da mille pensieri.
"Tutto bene?" domanda sottovoce Kira, sedendosi accanto all'amico, che lentamente si volta a guardarla, senza dire nulla.
Adam non è cambiato molto negli anni. Il tempo qualche traccia sul suo volto l'ha lasciata e tra le folte ciocche castane spuntano qua e là dei capelli argentati, ma il suo sguardo è ancora lo stesso, lo stesso che Kira ricordava, lo stesso che sempre su di lei si posa con amorevole ammirazione.
"A cosa pensi?" domanda la giovane con sollecita premura.
"A mio figlio." confessa Adam.
"Hai... un figlio?"
"Sì, ha quattordici anni, si chiama Elias. Vive con sua madre... Sai, io e lei non stiamo più insieme da un po'."
"E dove vivono?"
"Dove siamo cresciuti io e te. Anch'io vivo ancora lì, in teoria... è che ultimamente sono spesso in giro. E' da un bel po' che non vedo Elias..."
Kira guarda con affetto l'amico, gli mette una mano sulla spalla e si confida con lui:
"Anch'io e Yama, sai... abbiamo una figlia... si chiama Aisha.".
"E' sull'Arcadia adesso?" domanda Adam.
"No, non più. Lei ha scelto una strada diversa, insieme a un ragazzo meraviglioso. Si amano davvero tanto."
"Se ti assomiglia anche solo un po', non è strano che qualcuno abbia perso la testa per lei."
Kira sorride e con femminile grazia china leggermente la testa, senza distogliere gli occhi da Adam, e lui la rimira affascinato dal suo volto radioso, dal suo sguardo penetrante, dai suoi gesti spontanei.
"Toglimi una curiosità." continua poi l'uomo "Tu, Yama e gli altri non siete cambiati molto da come vi ricordavo. Sull'Arcadia per caso il tempo non passa?".
Kira esita un istante, ma, sicura di potersi fidare completamente del suo amico, alla fine gli racconta in breve di Noa, dell'alterazione del motore Dark Matter e del pianeta di Arreta. Adam ascolta attentamente e soprattutto la parte riguardante Arreta attira la sua attenzione. Lui della prospera colonia aveva già sentito parlare ma era convinto che quanto si diceva in giro non corrispondesse esattamente alla verità. Non gli pareva possibile che esistesse un pianeta così fiorente e ricco, ed invece ora viene a sapere che le cose stanno esattamente così.
"Grazie per quello che mi hai raccontato." sottolinea Adam quando la sua amica ha finito di parlare.
"Ti ho detto solo la verità." risponde Kira "E so che non la racconterai in giro.".
Con un abbraccio i due si salutano dandosi appuntamento per l'indomani mattina. C'è molto da fare. Meglio riposare, se possibile, almeno qualche ora.
Kira rientra in camera, attenta a non far rumore, ma non fa nemmeno in tempo a sedersi sul letto che la voce del compagno la sorprende con un'inevitabile domanda:
"Dov'eri finita?".
"Credevo che dormissi..." confessa stupita lei.
Yama è sveglio già da un po'. Ha sentito Kira sgattaiolare via e non vedendola tornare si è insospettito non poco. Senza aggiungere una parola il giovane si mette a sedere sul letto, in attesa della risposta alla propria domanda. Il buio nella stanza impedisce a Kira di scorgere il volto del compagno, ma non le è difficile intuire cosa gli stia passando per la testa, ed infastidita dalla tacita accusa che si sente puntata addosso, confessa di essere stata a chiacchierare un po' con Adam, quasi a ribadire una posizione che sente ora messa in dubbio. Il silenzio di sospensione che segue alle sue parole la irrita alquanto: dovrebbe giustificarsi per aver scambiato due parole con un amico?!
"Meglio dormire adesso." conclude Yama, per poi tornare a sdraiarsi dando le spalle alla compagna.
"Tutto a posto allora?" domanda Kira, rivolgendosi all'amato, o a se stessa forse.
"Per me sì..." risponde laconico il giovane, apparentemente tranquillo.

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA E MARTA: Dunque dunque... Ecco svelati un po' di elementi interessanti che introducono a quello che sarà l'evolversi degli eventi su Marte. Scusate se il nostro Capitano non ha molto spazio in questo capitolo, ma questa parte è strutturata così. Abbiamo dovuto gestire le vicende sulla terra ferma e nello spazio e di conseguenze a volte hanno più risalto certi personaggi rispetto ad altri. Ma non temete, nel prossimo capitolo si torna sull'Arcadia!
A presto amici!
PS: Ripostiamo il disegno che avevamo inserito la volta scorsa perché il link non era corretto...

ADAM E DANIEL
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Capitolo 18
*** Tela di ragno - parte 5 ***


I giorni che seguono vedono un gran fermento sia su Marte che nello spazio. L'Arcadia è in costante contatto con i membri dell'equipaggio sbarcati, e intanto tiene sotto controllo la situazione nel cosmo. L'Alma Gea porta avanti alla luce del sole la sua campagna politica per le prossime elezioni del Plenipotenziario, mentre di nascosto intesse la sua rete di alleanze raccogliendo consensi tra importanti esponenti della federazione ed insinuandosi in maniera capillare nei settori economico, militare e dell'informazione. Ciò tuttavia non mina la forza della Renova Legacy: per farla crollare è necessario poterne denunciare pubblicamente i misfatti accompagnando tale denuncia con prove e testimonianze. Ed in tale direzione si muovono coloro che, tra le fila dei pirati di Harlock e della Alma Gea, sono stati scelti per battere a tappeto le colonie dove la Legacy è più potente. Un aggancio fondamentale all'interno della Gaia Sanction, stando ai piani, sarà il senatore Amos Keeric, ma organizzare l'incontro tra lui e Yama senza essere scoperti non è facile. Un errore adesso sarebbe fatale. Da parte loro, Yama, Kira e Key collaborano attivamente con Adam, Daniel e gli altri. Studiano i dati inviati dall'Arcadia e dai compagni sparsi per le varie colonie, navigano sulla rete interplanetaria inserendosi in remoti database, incontrano in segreto gli esponenti dell'ambiente politico e militare della federazione che nutrono per il capitano Harlock rispetto ed ammirazione, in modo da garantire alla Alma Gea il loro sostegno.
Trascorsi un paio di mesi dall'arrivo su Marte, finalmente giunge il momento dell'incontro con il senatore Keeric. Yama sa bene come parlargli e cosa dirgli e Adam ha studiato un piano che riduca di molto i rischi per questo fatidico faccia a faccia. Il senatore è solito trascorrere un periodo lontano dalla capitale, in una modesta abitazione situata in una zona appartata e tranquilla della colonia. Vedovo e senza figli, capita che si ritiri nel suo solitario rifugio in compagnia del fratello e della famiglia di lui. Ma non stavolta, per fortuna.
Tutto è pronto ormai. Yama sta definendo con Adam gli ultimi dettagli prima di passare all'azione, ma Kira inaspettatamente si intromette nel loro discorso: non vuole lasciare il compagno da solo e chiede di poter andare con lui in caso avesse bisogno di aiuto.
"Meglio di no." afferma deciso Yama "Non ha senso rischiare in due.".
"Ma se ci fosse qualche imprevisto, tu da solo come faresti?!" obietta l'altra.
"Me la caverò. Non hai fiducia in me?"
"Non è questo il punto... sono preoccupata. Tutto qui."
Yama osserva intenerito la compagna: è davvero in pena per lui, ma non può seguirlo, muoversi in due sarebbe ancora più rischioso. Il giovane avvolge con un braccio l'amata e la stringe a sé, sussurrandole di star tranquilla e di fidarsi di lui, e lei gli sorride sforzandosi di mostrarsi serena. Adam si sofferma un attimo a guardarli ed un po' li invidia per il forte legame che li unisce, ma non è questo il tempo di perdersi in inutili riflessioni. E' ora di muoversi, non si può aspettare oltre.
A bordo di una silenziosa e veloce moto a sospensione aerea, impostate con precisione le coordinate fornitegli da Adam, Yama giunge in poco tempo nei pressi dell'abitazione del senatore Keeric, servendosi della complicità della notte per non essere scoperto da occhi indiscreti. Abbandonata la moto in un angolo nascosto, tra dei massicci spuntoni rocciosi, a piedi si spinge fin sul retro del piccolo modulo abitativo. Quindi, grazie ad un cip ideato da Kira manomette la serratura dell'accesso secondario e da qui entra, muovendosi con cautela senza fare alcun rumore.
Amos Keeric è solo, in salotto. Sta leggendo un libro, seduto su una poltrona. La stanza è rischiarata dalla calda luce di una lampada da tavolo. D'improvviso l'ignaro uomo si trova davanti un individuo incappucciato e lascia cadere il volume che teneva tra le mani, ma ciò che traspare dai suoi occhi non sono né paura né preoccupazione, bensì soltanto stupore. L'intruso lentamente si toglie il cappuccio e subito Keeric lo riconosce:
"Sei tu... proprio tu. Yama, il fratello di Ezra...".
Il giovane annuisce ed a chiare lettere richiede l'attenzione del senatore:
"Devo parlarle di una questione molto importante. Quello che le dirò cambierà tutto ciò in cui ha creduto finora. Spero di non sbagliare a fidarmi di lei.".
Keeric invita l'inatteso ospite a sedersi e con fare quasi paterno lo prega di parlare liberamente: qualunque cosa gli dirà, resterà tra loro.
"Prima di tutto però raccontami un po' di te." chiede con sincero interesse il senatore "Sei davvero passato dalla parte di Harlock?".
"E' così, e non me ne pento." ammette il diretto interessato.
"E fai bene. So che non dovrei dirlo, nella mia posizione, ma ho avuto sempre una certa simpatia per quel pirata... Ora invece spiegami perché sei venuto a cercarmi dopo tanti anni."
Yama inizia a raccontare quanto appreso riguardo alla Renova Legacy, evitando di svelare le sue fonti di informazione. Dopotutto, la prudenza non è mai troppa! Keeric ascolta senza mai intervenire ed a discorso concluso rimane qualche secondo in silenzio, a riflettere, per poi esprimere la propria opinione:
"Quello che dici mi stupisce fino a un certo punto e sinceramente un po' mi rincuora. Io ho sempre creduto fermamente nella Gaia Sanction e in ciò che essa avrebbe dovuto rappresentare, e ho abbandonato il mio incarico di governo deluso e amareggiato dal marcio che mi ero visto intorno. Sapere che dietro a quel marcio c'è una spiegazione diversa da quella che pensavo, e che la Gaia Sanction è stata manovrata e guidata in una direzione sbagliata da una forza politica ben diversa... beh, un po' mi solleva. Ora dimmi cosa posso fare e lo farò. Sono fuori dalla politica da qualche tempo, ma di voce in capitolo ne ho ancora.".
Yama ringrazia di cuore Keeric per l'aiuto e gli accenna alla Alma Gea ed al grande lavoro che i suoi membri stanno portando avanti per restituire un governo democratico e giusto alla federazione. Il maturo senatore, da parte sua, offre il proprio completo sostegno all'importante causa ed assicura che si metterà in gioco in prima persona per garantire al giovane partito protezione ed aiuto.
Un fondamentale alleato per l'Alma Gea è stato dunque trovato, ma le oscure trame della Renova Legacy seguono percorsi contorti ed imprevedibili, ed in tale oscurità si aggirano minacciosi gli spettri d'un passato che sta per mutare il proprio nome in presente...
Sull'Arcadia domina un'atmosfera tesa ed in costante fibrillazione da quando il gruppo di spedizione è partito. La corazzata al momento si trova ben nascosta al di fuori dal sistema solare, pronta ad intervenire in caso di difesa o attacco, e grazie alla sua complessa strumentazione tiene sotto controllo la situazione nello spazio. A forze ridotte, l'equipaggio rimasto a bordo si prodiga senza sosta nel sostituire i compagni assenti. Non c'è un attimo di riposo, per nessuno. In tale trambusto però il Dottor Zero e Noa sembrano vivere in un mondo a parte, chiusi tra il laboratorio e l'infermeria. Intenti ad analizzare spore e batteri recuperati da Yattaran durante l'atterraggio su Halpas, si curano ben poco di ciò che accade intorno a loro. Almeno fino al momento in cui Yatta si presenta in infermeria...
"Ciao. Cosa ci fai qui? Stai male?" chiede premurosa Noa all'amico.
"Io, beh, ecco... sì..." farfuglia lui, non sapendo da che parte iniziare il suo discorso.
"Allora vado a chiamare il dottore, è in cucina adesso."
"No! No! Ecco... io ti volevo parlare."
"È successo qualcosa su Marte?"
"No, sembrerebbe tutto a posto... per ora... Sai, da quando stai qui ti sei isolata, non ti sei più fatta vedere, non parli con nessuno... Ci manchi, a tutti... "
"Yatta, ho da fare, non ho tempo..." prova a giustificarsi Noa.
"Manchi a tutti... tutti..." insiste l'altro, alludendo ad una persona ben precisa.
Cala per un secondo uno strano silenzio, poi Noa si fa cupa in viso e confessa sinceramente:
"... ho bisogno di tempo...".
Il discorso tra i due viene di punto in bianco interrotto dal Dottor Zero, di ritorno dalla sua spedizione in cucina:
"Noa, visto che siamo poco distanti da una S.O.I., bisognerebbe andare a prendere del materiale per il laboratorio. E' merce difficile da reperire sulle navi su cui, per così dire, ci riforniamo.".
"D'accordo dottore. Io intanto andrò avanti qui." risponde la giovane.
"No Noa, non hai capito. Ho bisogno di te. E poi l'ultima volta ho litigato con dei commercianti, è meglio se per certe commissioni ci sei anche tu."
"Ma, dottore, il capitano non mi farà scendere dall'Arcadia!"
"E' solo un mercato! Ci penserò io a ottenere l'autorizzazione." conclude serafico Zero.
"Vi accompagnerò molto volentieri." interviene Yatta, a sostegno della proposta.
Le stazioni orbitali interplanetarie di libero scambio commerciale (S.O.I.), sono dei punti di stoccaggio delle merci, con annesso un enorme mercato. Sono solitamente situate nelle zone periferiche dei sistemi planetari, punti strategici, crocevia delle varie rotte spaziali. La S.O.I. del sistema solare è una piattaforma grande quanto una metropoli. Lungo tutto il suo perimetro esterno sono posizionati ponti di attracco per navi e navicelle, mentre al suo interno sono dislocati una miriade di corridoi, piazze e spazi comuni, sui quali si affacciano negozi e magazzini. Il brulicare di persone e il labirinto di strade, stradine e cunicoli possono disorientare un visitatore non esperto e perdersi può diventare un'esperienza inevitabile. Per questi motivi, e non solo, Harlock è restio ad autorizzare lo sbarco sulla stazione orbitale, ma il medico di bordo ha degli argomenti molto convincenti e così alla fine strappa al capitano un riluttante consenso. Zero e Noa, accompagnati da Yatta, si accingono quindi a partire con la navicella di servizio, tutti e tre vestiti con abiti civili di un anonimo color sabbia perfetti per passare assolutamente inosservati. Onde evitare inutili rischi, per nascondere le particolari caratteristiche fisiche di Noa, il Dottor Zero le fa indossare delle lenti a contatto di colore scuro e Mime, dopo averle rivolto delle prudenti raccomandazioni, le lega i capelli con un nastro, assicurandosi poi che il cappuccio della sua giacca le nasconda il più possibile il viso.
Dall'alto del ponte dell'hangar Harlock, con l'immancabile Tori sulla spalla, osserva i tre salire sulla navicella ed uno strano presentimento si fa largo in lui, accompagnato dall'inquietante certezza che lasciarli partire potrebbe rivelarsi un grossissimo errore...
Allontanarsi dall'Arcadia ed attraccare sulla stazione orbitale è la cosa più semplice da fare, ma una volta all'interno dell'immenso mercato la ressa di gente che si accalca in ogni angolo è quasi insopportabile. Il Dottor Zero raccomanda ai suoi due compagni di stare vicini per non perdersi di vista e, preoccupato per l'incolumità di Noa, la prega di rimanere tra lui e Yatta e di non allontanarsi per alcun motivo al mondo. I tre trascorrono alcune ore muovendosi incessantemente da un negozio all'altro, accerchiati dalla brulicante e rumorosa folla, finché ad un certo punto decidono di fermarsi in un locale per un pasto veloce e una breve sosta.
"Yattaran, mi sembri distratto." osserva Noa, rivolgendosi all'amico che continua a guardarsi intorno con aria circospetta.
"Ho come la sensazione di essere osservato." confessa il diretto interessato, ma la giovane sdrammatizza:
"Forse è perché non sei abituato a stare in mezzo a così tanta gente.".
"Cari miei, è ora di ritornare indietro." sentenzia Zero, tutto soddisfatto del pasto e degli acquisti fatti.
Lungo il tragitto di ritorno, all'improvviso Noa, davanti a un negozio di gioielli, viene afferrata per un braccio e trattenuta da una donna:
"Bella signora, guardi, guardi... prenda un gioiello, vengono dalla costellazione dell'Orsa maggiore...".
Noa non riesce a togliersi d'impiccio, i suoi ripetuti "No" vengono ignorati, e così Zero e Yatta sono costretti a discutere animatamente con l'ostinata commerciante, affiancata dal marito, mentre qualche curioso si ferma ad osservare la scena. Risolto il molesto intoppo, tutto ritorna alla normalità in pochi secondi, come se nulla fosse accaduto.
"Ma pensa te cosa ci tocca sopportare!" commenta seccato Yattaran, il cui fastidio di colpo si tramuta in viva preoccupazione:
"E Noa... dov'è?!".
Zero e Yatta si guardano intorno disperati, ma della loro compagna non c'è traccia.
"Il capitano mi ucciderà! Lei era sotto la mia responsabilità..." esclama l'ufficiale medico, mettendosi le mani tra i capelli.
"Era qui con noi, non può essersi allontanata senza dirci niente!" rimarca l'altro, investigando con gli occhi tra la folla che lo circonda.
E adesso? Chiedere aiuto alla vigilanza non è possibile, Harlock e i suoi dopotutto sono dei ricercati e non possono rivelare la loro presenza. Bisogna trovare Noa: dovrà pur essere da qualche parte. Ma prima c'è una cosa importante da fare. Yattaran si mette immediatamente in contatto con l'Arcadia tramite il dispositivo di comunicazione che ha portato con sé:
"Yatta ad Arcadia - Yatta ad Arcadia... Abbiamo un problema... Noa è sparita!".
"Che cosa hai detto?!" domanda incredula la voce dall'altra parte dell'apparecchio, per poi aggiungere con evidente agitazione:
"E adesso chi lo sente il capitano?!".
Subito dopo è Mime ad inserirsi nella conversazione per chiedere a Yatta cosa sia successo e, dopo aver ascoltato il veloce resoconto del compagno, l'aliena suggerisce di proseguire nella ricerca: Noa non può essere sparita nel nulla!
Zero e Yattaran ritornano sui loro passi e danno una descrizione dell'amica scomparsa a tutti i commercianti che incontrano, augurandosi che qualcuno l'abbia vista, mentre intanto sull'Arcadia Mime comunica ad Harlock la funesta notizia, alla quale lui sembra apparentemente non reagire, limitandosi a stringere i pugni in segno di disappunto e nervosismo forzatamente controllato, in attesa probabilmente di ricevere qualche nuova da Yatta e Zero. Il capitano ripensa al discorso che Kira gli aveva fatto poco prima della partenza per la missione su Marte e si domanda se la sparizione di Noa non sia in realtà un allontanamento volontario. Mime sembra leggergli nei pensieri ed esprime con fermezza il proprio punto di vista:
"Harlock, non può essersi allontanata di sua spontanea volontà, non è da lei un comportamento del genere. Dev'essere accaduto qualcosa, ne sono sicura.".
"Percepisci qualcosa su di lei?" domanda il capitano.
"No, purtroppo... per ora nulla..."
Doveva dare retta al suo istinto, non doveva lasciarli partire: ecco cosa pensa Harlock, e non si darà pace fino a quando Noa non tornerà, fino a quando tutti non saranno tornati. Perché doveva accadere anche questo? Perché in un momento tanto delicato per la missione?...
A Yatta qualcosa non torna. La discussione con i venditori di gioielli avvenuta prima della scomparsa di Noa gli sembra molto sospetta, l'imprevisto intoppo aveva un che di costruito. Gli era parso tutto strano fin dall'inizio e il suo fiuto gli dice che da quell'uomo e da quella donna potrà ricavare qualche utile informazione. I due pirati si fiondano quindi nel negozio davanti al quale tutto è successo e, prendendo per il collo il proprietario, gli intimano di parlare, di dire cosa ci sia dietro la sparizione della loro amica. L'uomo farfuglia di essere stato pagato da due loschi individui per quella messa in scena, ma che non sa nulla di più di questo.
Finalmente un fondamentale indizio affiora, ma purtroppo Yattaran e Zero non possono approfondire la questione, costretti a fuggire in tutta velocità per evitare la vigilanza messa in allerta dalle urla della moglie del commerciante. Una corsa tra la folla fino alla navetta e poi, via, lontano dalla S.O.I., obbligati i due pirati a tornare sull'Arcadia con un membro dell'equipaggio in meno.
Non appena rientrato sulla nave, Yattaran viene chiamato a rapporto dal capitano, e con gli occhi lucidi ed un nodo alla gola solo poche affrante parole riesce a pronunciare:
"Noa è stata rapita.".

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Non vi potete immaginare quanto mi sia divertita a scrivere la parte della S.O.I.! Per andare avanti con la storia come avevo in mente, dovevo far scendere Noa dall'Arcadia. Sapevo dove volevo andar a parare, ma non avevo chiaro come arrivarci. E poi, un'illuminazione! Ho rispolverato i ricordi di lettura di "Nel cosmo alla ricerca della vita" di Piero Angela, pubblicato nel 1980. La Stazione Spaziale Internazionale (iniziata a costruire nel 1998) allora era solo un'idea, e nel libro si parlava dei suoi prototipi e di navicelle per viaggi di lunga durata. Uno scambio di idee con Marta, che mi ha consigliato il nome e i termini più adatti, ed ecco la S.O.I.!!! E sbizzarrirsi nella descrizione è stato uno spasso...
MARTA: Diciamo che abbiamo fatto un bel miscuglio tra fantasia e realtà nella nostra fanfic (cosa che credo valga per tutti coloro che scrivono fanfiction di questo genere). Io ci ho messo del mio anche in questa parte, inventandomi dei futuristici mezzi di trasporto su Marte (come le moto a sospensione aerea...). Il resto l'hanno fatto i nostri pirati ed i loro alleati!
CINZIA E MARTA: Grazie di cuore a tutti! A presto!

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Capitolo 19
*** Tela di ragno - parte 6 ***


La notizia della sparizione di Noa per il momento non fuoriesce dalla nave, ma intanto gli equilibri sull'Arcadia sono inevitabilmente saltati, e per uno strano gioco del destino anche su Marte le cose si muovono in una simile direzione, se pur con modalità ed in un contesto molto diversi.
Dopo l'alleanza stretta col senatore Keeric, l'Alma Gea prosegue con costanza e scrupolosa cura nelle sue ricerche sui loschi traffici della Renova Legacy. E' evidente che di lavoro ce n'è per tutti, ma ciò non impedisce a questioni personali di affacciarsi di tanto in tanto, talvolta per alleggerire un po' l'atmosfera, talaltra invece perché smosse da un comprensibile bisogno di confidarsi e sfogarsi. E' così che un giorno, ritrovandosi da sole davanti al computer, Key e Kira si concedono un momento di pausa e chiacchierano un po', come erano solite fare sull'Arcadia.
"E con Daniel, come va?" esordisce Kira, con malandrina espressione "Avete lavorato molto insieme. Mi pare che andiate d'accordo.".
"Sì, ci troviamo bene insieme." ammette l'altra "Però... inutile farsi strane idee. Tanto, quando tutto sarà finito, ognuno andrà per la sua strada.".
"Non è detto. Le cose possono cambiare."
"A proposito di cambiamenti. Tu che hai? Ultimamente sei strana. Lo nascondi bene, ma si vede che hai qualcosa per la testa... e non me ne sono accorta solo io."
Kira abbandona la sua aria allegra e seriamente si rivolge all'amica:
"Parli di Yama? Ti ha detto qualcosa?".
"Solo un accenno, di sfuggita. Sai com'è fatto, non si confida facilmente."
"Cosa ti aspetti che ti dica? C'è così tanto da fare e il tempo è poco... e poi, non sono abituata a stare sulla terra ferma tanto a lungo."
Una pausa. E Key fissa la compagna facendole ben intendere, con il solo sguardo, di raccontare la verità, invece di girarci intorno. Kira allora si lascia andare ad una significativa confessione:
"Vedi, non so come spiegarlo, ma... io e Yama negli ultimi vent'anni abbiamo vissuto quasi in simbiosi. Ma noi non siamo una persona sola, siamo due persone diverse e distinte, e stare qui, in questo posto, in un contesto del tutto diverso da quello dell'Arcadia, ce l'ha fatto ricordare.".
"Se fosse così non ci sarebbe nulla di male." osserva Key "Ma non è che c'è dall'altro? Adam non c'entra niente?".
"Lui è... un amico..."
"Ok. Ascolta. Non voglio ficcare il naso nei tuoi affari, ma dammi retta: se Adam e questo posto ti hanno in qualche modo messa in confusione, dovresti cercare di far un po' di chiarezza, per te stessa e per chi ti è vicino. Devi capire dove vuoi stare e con chi, anche se dovrai prendere una decisione difficile che potrebbe ferire qualcuno."
Kira annuisce, comprende e condivide le parole della compagna. In effetti, deve ammetterlo: la lontananza di Aisha, il soggiorno obbligato su Marte, l'incontro con Adam, tutto questo l'ha scombussolata non poco ed ora in lei è forte il desiderio, il bisogno di ritrovare un equilibrio. Dove? Con chi? Domande queste dalle risposte apparentemente scontate, che forse adesso tanto scontate non lo sono più.
Per il momento comunque Kira preferisce tenere per sé le sue perplessità. Altre sono le priorità, e il tempo di sicuro la aiuterà a far chiarezza. Intanto, meglio occuparsi delle questioni più urgenti. C'è un'importante missione da portar a compimento, niente di personale deve interferire.
Il destino però a quanto pare ha dei programmi ben diversi, e a distanza di pochi giorni dalla chiacchierata con Key, Kira incappa in un altro confronto diretto, i cui risvolti saranno assolutamente imprevedibili...
E' mattina. Kira è intenta ad armeggiare con un computer che di punto in bianco ha smesso di funzionare. E' da sola, in una delle tante stanze della grande villa colonica. La porta alle sue spalle è socchiusa. D'un tratto, inaspettatamente, qualcuno entra, e la giovane, avvertendo dietro di sé una presenza, di scatto si volta, incrociando il penetrante sguardo di Adam. Perché la sta fissando così? Sembra quasi volerle, con gli occhi, arrivare fin nell'anima...
"Problemi?" domanda l'uomo, con un accattivante sorriso.
"Il computer mi ha piantata in asso." risponde la diretta interessata, fingendo un'indifferenza palesemente forzata.
"Prenditi una pausa allora." continua l'altro.
"Proprio tu mi dici di fare una pausa?! Ma se sei il primo che non si ferma un secondo!"
Adam sorride e Kira si imbambola un attimo a fissarlo. E' sempre stato un tipo affascinante, ma con gli anni lo è diventato ancora di più. Le sottili rughe intorno agli occhi, lo sguardo maturo, la leggera sfumatura argentata dei capelli... Kira guarda il suo vecchio amico come se non lo riconoscesse, come se davanti avesse un attraente sconosciuto dal quale non riesce a distogliere gli occhi.
"Non ti ho mai chiesto come ti trovi qui." se ne esce ad un certo punto Adam, spezzando lo strano silenzio di colpo creatosi "Stare sulla terra ferma per voi abituati a vivere sull'Arcadia non dev'essere facile.".
"Non è nemmeno tanto male..." risponde d'istinto Kira, mordendosi poi le labbra per le impulsive parole che le sono sfuggire.
"Non dirmi che ti piacerebbe fermarti qui." interviene l'altro con vivo interesse.
"Sai... ci ho pensato. La vita sull'Arcadia mi piace, è la mia vita, ma a volte mi va un po' stretta."
"Rimarresti qui?"
Colta alla sprovvista dall'inattesa domanda Kira si ammutolisce di colpo, e Adam insiste:
"Rimarresti... con me?"
Silenzio. Ed è proprio tale silenzio, non le parole finora pronunciate, a scatenare la reazione di chi, di nascosto, ha spiato il dialogo per capire dove esso avrebbe portato.
Yama entra nella stanza e con un'espressione tutt'altro che benevola squadra i due che ha di fronte. Kira muove due passi verso di lui ma poi si blocca, paralizzata dallo sguardo che ha puntato contro, uno sguardo da cui traspare un'accusa purtroppo non priva di fondamento. Kira non riesce a parlare. Strano per lei, ma stavolta è rimasta senza parole. E che potrebbe dire in fondo? Non può né smentire né confermare ciò che il silenzio di Yama in maniera eloquente esprime...
Ed è proprio Yama a parlare per primo, rivolgendosi direttamente alla compagna ed ignorando completamente Adam:
"Non sei obbligata a tornare sull'Arcadia. Quando tutto sarà finito, sarai libera di andare dove vorrai e con chi vorrai. Ma se deciderai di andartene, stavolta non potrai tornare indietro.".
"Aspetta un attimo..." prova a difendersi la giovane, ma la voce le si spegne in gola ed un assurdo senso di colpa le impedisce di aggiungere anche soltanto una sillaba.
"Prenditela con me se vuoi, non con lei." si intromette Adam "Kira non ha fatto niente. Sono stato io a chiederle di restare.".
"E lei non ha risposto..." sottolinea Yama, più rassegnato che arrabbiato, prima di voltarsi ed abbandonare la stanza.
Adam posa gli occhi su Kira, per capire dal suo viso cosa stia provando in questo momento, ma il suo sguardo è vuoto, privo di qualsiasi espressione, come se il suo cuore e la sua mente fossero sospesi nel nulla, lontani anni luce, dispersi in chissà quale remoto angolo dell'universo.
"Non volevo metterti in difficoltà." osserva dispiaciuto l'uomo, mettendo una mano sulla spalla dell'amica.
"Tranquillo, mi ci sono messa da sola..." commenta lei con un amareggiato sorriso.
"Non è successo niente di grave. Si sistemerà tutto, vedrai."
"Questo è sicuro... ma come?"
Con quest'ultima domanda Kira se ne va. Non ha più voglia di parlare, pensare, capire. Vuole dedicarsi solo e soltanto alla missione, almeno per un po', e per il resto della giornata lei e Yama non si incrociano una sola volta, come se più o meno volontariamente entrambi si stessero evitando. Solo alla sera, rientrando in camera, Kira incontra di nuovo il compagno e lo trova seduto sul letto, tra le mani il disegno che appena conosciuti proprio lei gli aveva regalato.
"E' passato tanto tempo..." afferma il giovane, senza distogliere gli occhi dal foglio.
"Non tantissimo però." rimarca l'altra, cercando con una battuta di stemperare l'atmosfera.
Yama si alza in piedi, ripone nella tasca dei pantaloni il disegno, afferra il suo zaino e con voce ferma si rivolge alla compagna:
"Prenditi tutto il tempo che ti serve. A questo punto me ne prenderò anch'io. Ma vista la situazione è meglio se mi sposto in un'altra camera. Non ha senso restare qui.".
"E questo cosa vorrebbe dire?" domanda tristemente l'altra.
"Niente per ora." conclude lapidario Yama, per poi uscire dalla stanza.
Rimasta sola, Kira si guarda intorno spaesata. Perché è scesa dall'Arcadia? Se fosse rimasta a bordo, tutto questo non sarebbe successo. Non si sentirebbe così confusa e frastornata adesso. Non rischierebbe di mandare all'aria il suo rapporto con Yama. Anche se forse ciò che sta accadendo doveva accadere e basta. Non è colpa di nessuno, anche se qualcuno inevitabilmente ne soffrirà... Ora comunque è  necessario accantonare questione personali e dedicarsi anima e corpo all'ormai prossima resa dei conti con la Renova Legacy. Solo quando tutto si sarà risolto, sempre che si risolva per il verso giusto, arriverà il momento delle decisioni definitive...

...continua...

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

MARTA E CINZIA: Crisi nera nella coppia Kira/Yama... Ci sta, dopo tanti anni passati sempre insieme. Voi che ne dite? In fondo è umano ogni tanto aver dei dubbi, delle incertezze. L'importante è che questi dubbi e queste incertezze non ci facciano perdere di vista le cose importanti. Li abbiamo inguaiati per bene i nostri pirati...
Anche stavolta niente disegni. Ci spiace, ma in quest'ultima parte di illustrazioni ce ne sono un po' di meno. Però ci auguriamo che la trama sia abbastanza avvincente da supplire alla carenza di immagini.
Alla prossima!!!

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Capitolo 20
*** Tela di ragno - parte 7 ***


Tornando a Noa. La giovane, dopo essere stata di forza prelevata dalla stazione orbitale, si risveglia su un freddo pavimento, tra le quattro pareti di una cella. Non capisce perché sia finita in un posto del genere, ma senza ombra di dubbio ne può dedurre di essere in una marea di guai. E' evidente che non si trova più sulla S.O.I. e, scrutando oltre le sbarre, non sentendo intorno a sé alcun rumore, Noa comprende che probabilmente è la sola rinchiusa in quel luogo buio. La paura lentamente la assale, anche perché lei sa bene che la sua immortalità è legata alla materia oscura, essenza dell'Arcadia, e al di fuori della corazzata nulla può proteggerla. La giovane si rannicchia in un angolo e cerca di ragionare. Di certo chi l'ha rapita ha bisogno di lei viva, altrimenti a quest'ora sarebbe già morta. Quindi non le resta che rendersi indispensabile, ma per fare la sua mossa deve attendere l'occasione giusta... I pensieri e le ipotesi corrono veloci nella sua mente, vagliando ogni possibilità, fino a quando davanti alla sua cella si presentano due uomini, annunciandole che il capitano della nave vuole vederla. Noa cammina tra i due sconosciuti, seguendoli docilmente. Sarebbe inutile e sciocco da parte sua ribellarsi ora che non può fare nulla, ed anche i suoi carcerieri sanno perfettamente che lei non ha alternative, tant'è vero che non l'hanno neppure legata per scortarla dal capitano.
Mentre cammina Noa si guarda intorno e si rende conto di essere all'interno di una corazzata, molto simile alla nave di Harlock per certi versi, molto diversa per altri. Arrivata in plancia i suoi passi si fermano, ed i suoi occhi si fissano sul potente motore Dark Matter, praticamente uguale a quello dell'Arcadia, se non fosse per il lato sinistro legato con cavi metallici e funi a sostegno di una parte della struttura, traccia evidente di un danno in qualche modo riparato. Davanti al pannello di controllo, tra le spirali sinuose di uno strano fumo, si intravede una figura. Noa concentra lo sguardo in quel punto e scorge il delinearsi, in modo più nitido, di una sagoma femminile del tutto simile ad una nibelunga. Ma il suo corpo non è reale. Sembra essere... un fantasma.
"Che c'è da guardare!" esclama infastidito uno degli uomini accanto alla prigioniera.
"Quella è Nina." precisa secco l'altro, facendo poi cenno alla giovane di proseguire.
Noa viene lasciata nel mezzo di una stanza poco illuminata. La porta si richiude alle sue spalle, mentre nel suo cuore si fa largo l'inquietante sensazione di non essere sola. C'è qualcun altro lì con lei. Dall'angolo più buio avanza un'imponente figura.
Noa rimane ferma, impassibile nel suo naturale portamento regale, mentre lo sconosciuto le cammina lentamente attorno e, come a seguire una spirale, le si avvicina sempre più.
"E così tu saresti la donna di Harlock, la regina dal sangue misto..." esordisce l'uomo, rivolgendosi alla prigioniera, ma lei non risponde in alcun modo alla provocazione.
"Togliti quelle ridicole lenti! Non fanno onore ai tuoi bellissimi occhi!"
Così dicendo il losco individuo allunga una mano e con un gesto secco abbassa il cappuccio di Noa e le sfila il nastro che lega i rossi capelli facendoli fluire sulla sua esile figura.
"Ti trovi sulla Phantom e io sono il capitano Valac!"
Noa tace e tra sé pensa:
"Ecco l'uomo che sa più del dovuto...".
Valac ha una corporatura imponente ma asciutta, lunghi capelli mossi biondo cenere e occhi scuri. Una placca metallica gli copre buona parte dello zigomo destro e il braccio sinistro è fatto completamente d'acciaio, segni evidenti di un passato tormentato. Sul pettorale della divisa, un simbolo da pirata: un teschio trafitto in verticale da una spada.
Il capitano della Phantom è ben diverso da Harlock. Se il secondo ha un carattere introverso ed autoritario, regale per certi versi nel suo atteggiamento, l'altro appare fin troppo teatrale e con il suo aspetto volutamente selvaggio incute un giustificato timore, così da far valere il proprio ruolo generando paura piuttosto che rispetto per la sua autorità.
"Cosa vuoi da me?" lo affronta Noa.
"Voglio Harlock. Voglio che soffra. Voglio distruggere tutto ciò a cui lui tiene!" afferma perentorio Valac.
Ma a queste parole Noa scoppia a ridere, innervosendo il suo aguzzino, e poi ribatte sicura e fiera:
"Se volevi usarmi per ricattare Harlock, hai sbagliato di grosso! Sono mesi che io e lui non ci parliamo. Vuoi davvero ferirlo? Lascia che io passi dalla tua parte. Sono stufa di stare ai suoi ordini! Io sono una regina e come tale voglio essere trattata. Non ci può essere affronto più grave per lui che vedermi passare dalla parte del nemico. Non getterà la spugna e io te lo servirò su un piatto d'argento!".
Sorpreso dalla proposta Valac riflette qualche secondo e con una luce maligna negli occhi accetta l'alleanza, indirizzando tuttavia un chiaro avvertimento alla sua nuova complice:
"Vedi di non fare il doppio gioco o te ne pentirai!"...
A Noa viene assegnata una stanza ampia e sontuosa. L'armadio è pieno di abiti provocanti da Dark Lady.
"Che cattivo gusto!" pensa tra sé la giovane sospirando rassegnata.
Ma in fondo anche questo fa parte del gioco, e Noa alla fine si ritrova quasi divertita ad immaginare quale vestito potrebbe dar più fastidio ad Harlock.
Colei che come prigioniera era giunta sulla Phantom, è ora libera di girare indisturbata sulla nave, in ogni ambiente lei desideri, e la sua alleanza con il capitano le fa acquisire in breve tempo un ruolo di rilevanza ed autorità, ruolo che comporta un atteggiamento di prevaricazione su tutti gli altri membri dell'equipaggio. Tutti, tranne uno. Nina, lo spettro alieno, non tollera minimamente la nuova arrivata, ritenendo di non potersi assolutamente fidare di lei. E da parte sua Noa considera la strana entità una presenza inquietante, perfida e subdola, sensazione questa che ben presto si rivela oltremodo fondata.
In un raro momento in cui nessuno è sul ponte di comando, Noa si aggira con aria indagatrice, fino ad arrivare nei pressi del motore Dark Matter, dove l'incontro -  scontro tra lei e Nina diventa inevitabile. Lo spirito della nibelunga si manifesta nella sua essenza incorporea ed il suo atteggiamento è palesemente ostile e minaccioso:
"Io lo so che sei una bugiarda. Puoi ingannare Valac ma non me. Tu ami Harlock!".
Noa non fa un gesto né dice nulla che possa confermare l'accusa rivoltale. Rimane immobile, impassibile, e fissa Nina che si allontana senza attendere una qualche risposta alle proprie avvelenate parole. Ma lo spettro non ha terminato di parlare e prima di svanire sentenzia con ferina crudeltà:
"Tu morirai e io prenderò il tuo corpo.".
Noa non si lascia intimorire e, rimasta sola, tra sé si ripete:
"Staremo a vedere Nina... staremo a vedere...".
Dunque, i giochi sono aperti e per Valac arriva ben presto il momento di fare la sua mossa decisiva. Uscirà allo scoperto e lo farà in modo plateale. Ed è così che all'equipaggio della Phantom giunge dal capitano il fatidico ordine:
"Preparatevi all'invio di un messaggio.".
Sull'Arcadia l'atmosfera è tesa e nervosa. La sparizione di Noa è stata davvero un duro colpo per tutti. Sono passate ormai tre settimane da quel nefasto giorno. Ogni equilibrio si è spezzato. E la priorità adesso qual'è? Harlock non ha intenzione di venir meno agli accordi presi con la Alma Gea, ma... Difficile capire che fare. E poi, come trovare Noa? Dove cercarla se neanche Mime riesce a percepire nulla?!
E' in questo clima di totale incertezza che arriva inaspettatamente sull'Arcadia una richiesta di contatto proveniente da una fonte diversa dal pianeta Marte. In un attimo si diffonde tra tutti a bordo la speranza di ricevere finalmente notizie da Noa, ma quando la comunicazione viene aperta, è l'ologramma del capitano della Phantom ad apparire agli occhi di Harlock e i suoi, annunciandosi con un saluto falsamente amichevole:
"Capitan Harlock! Chi non muore si rivede!".
Silenzio. E Valac  prosegue:
"Ma come, vecchio amico! Non ti ricordi di me? Eravamo colleghi quando facevamo parte della Gaia Fleet.".
Sorpreso dai ricordi di colpo riemersi nella sua mente, Harlock risponde:
"Capitano Maximilian O'Gallagher! Ti credevo morto...".
"Sono il capitano Valac ora, e a quanto puoi vedere non sei l'unico ad essere condannato all'immortalità dalla Dark Matter."
I due uomini furono insieme capitani delle corazzate Death Shadow della Gaia Sanction, ai tempi della guerra di Come Home. Quando Harlock si ribellò, Maximilian fu costretto ad attaccarlo, ma entrambi ebbero la peggio, finendo con le loro navi sulla Terra ormai avvolta dalla materia oscura. Nell'impatto il motore Dark Matter della Phantom subì dei gravi danni e l'aliena che lo manovrava morì. E proprio per colpa delle lesioni al motore, Nina, la nibelunga al servizio di Maximilian, poté rigenerare soltanto il suo spirito e non il suo corpo. Nel violento scontro il capitano O'Gallagher fu gravemente ferito al volto e perse il braccio sinistro, ed imputando ad Harlock la responsabilità di ciò che gli era accaduto, una volta rinato dalla materia oscura insieme alla sua nave, si mise a vagare per lo spazio come un pirata, assumendo il nome di Valac, con l'intento di tessere la sua trama per poter sedare un giorno la sua sete di vendetta.
"Cosa vuoi Valac?" domanda con voce tonante Harlock.
"Dichiararti guerra! Ma prima volevo presentarti la mia nuova alleata."
Così dicendo Valac allunga una braccio, in un gesto galante, come se stesse invitando qualcuno ad avvicinarsi. Noa avanza posando una mano su quella del malvagio pirata, si ferma accanto a lui e fissa in silenzio l'immagine olografica che proviene dall'Arcadia.
"Non è bellissima!" rimarca provocatorio Valac, mentre fa delicatamente scivolare tra le dita una ciocca di capelli della giovane al suo fianco.
Noa, immobile, continua a guardare davanti a sé. Sembrano di ghiaccio i suoi occhi ed un lieve sorriso maligno inarca appena le sue labbra.
Tutti sull'Arcadia sono atterriti, increduli davanti a quella scena assurda. Yattaran si volta verso il capitano e Mime, come se stesse cercando nei loro volti la conferma di quello che ha appena visto. Vorrebbe essersi sbagliato, vorrebbe che si trattasse di un falso miraggio, e invece...
"...Noa?..." pronuncia a stento Harlock, e la giovane, fredda e distaccata, finalmente apre bocca confessando le sue intenzioni:
"Valac vuole vendetta e io voglio l'Arcadia. Voglio il posto di comando... la tua nave sarà mia!".
Il capitano della Phantom con aria beffarda ghigna soddisfatto e prima di interrompere la comunicazione stringe il braccio d'acciaio attorno alla vita di Noa ed avvicinando il viso di lei al suo, la bacia sulle labbra...
Chiuso il contatto con l'Arcadia, Noa respinge con tutte le sue forze Valac, ma lui  non si sposta di un millimetro e lei, retrocedendo di qualche passo, gli punta contro un dito e senza alcun timore lo ammonisce:
"Non ci provare mai più! Ricorda che la nostra alleanza è solo una questione d'affari!".
Dopodiché la giovane se ne va indispettita e Valac, con un'espressione compiaciuta dipinta in volto ed una sinistra luce negli occhi, la osserva allontanarsi.
Sull'Arcadia intanto per qualche secondo nessuno ha il coraggio di dire nulla, fino a quando non è la voce di Harlock a scuotere l'equipaggio stordito ed incredulo:
"Yatta, intercetta il segnale della comunicazione. Voglio sapere dove si trova la Phantom. Da ora in poi voglio la nave sempre in assetto di attacco e difesa. Pronti alla guerra!".
Ciò detto il capitano si volta, deciso a lasciare il ponte di comando, ma Mime gli sbarra il cammino e posandogli una mano sul braccio, in gesto di conforto, gli dice con disincantata convinzione:
"Harlock, lo sai, Noa non può averci tradito. Deve avere architettato qualche piano. Non può essere...".
Il pirata replica con freddo distacco:
"Mime, non importa se lei sia passata o no dalla parte del nemico. Noa sa troppo su di noi ed è stata l'imperatrice di Arreta. Che lei sia nelle mani di Valac è un pericolo, sia per noi che per Arreta. Noa deve tornare sull'Arcadia.".
Mime non approva l'atteggiamento di Harlock ma non sa come ribattere alle sue dure parole. Ad intervenire è allora Yatta, che dopo aver deglutito a vuoto per trovare il coraggio di parlare, affronta a viso aperto il capitano:
"Noa è solo questo per te?!...".
Harlock lo ignora e con il suo portamento maestoso e fiero abbandona la plancia incamminandosi per uno dei corridoi della nave, scortato soltanto dai suoi pensieri. Deve ammetterlo, Noa è sempre riuscita a sorprenderlo. A sorprenderlo... già dal loro primo incontro... ed ha risvegliato in lui una nuova speranza quando gli ha raccontato la verità sul pianeta di Arreta. Per diciotto anni si è dovuto accontentare soltanto del ricordo di lei, per poi di nuovo vederla irrompere nella sua vita con la notizia dell'esistenza di loro figlio. È entrata a far parte del suo equipaggio e definitivamente del suo mondo, ma adesso sembra essere passata dalla parte del nemico. È assurdo! Ed ha avuto addirittura il coraggio di minacciarlo... Harlock entra nella stanza dell'astrolabio e varcata la soglia arresta il passo, soffermandosi un attimo con lo sguardo a fissare il vuoto. Quindi si muove verso il grande tavolo al centro della sala e si versa da bere. Sente la rabbia salirgli dentro. Il tremore delle candele accese crea bagliori di luce sul calice colmo di vino rosso. Uno sguardo all'iridescente gioco di riflessi ed Harlock rivede nella sua mente Noa tra le braccia di Valac. Un gesto di rabbia ed il calice, con il suo contenuto, finisce rovinosamente a terra. In passato il capitano aveva provato dolore per la perdita di un amico, il senso di colpa ed il rimorso per quello che era accaduto alla Terra, ma mai, mai aveva sentito un sentimento così incontrollabile. Rivuole Noa con sé. Vuole essere lui a baciarla sulle labbra, a prendere tra le mani i suoi capelli rosso fuoco... il fuoco... Harlock attento, la gelosia è un fuoco che ti brucia dentro...

 

...continua...

 

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Allora? Sorpresi? Ecco dove si trova Noa! E per un po' sarà alle prese con la perfida Nina e il temibile Maximilian O'Gallagher, alias Valac!
Nina da subito è stata chiara nella mia mente. Di Valac invece mi ero perfettamente immaginata che aspetto dovesse avere ma trovare il nome adatto al personaggio è stato un'impresa. Maximilian O'Gallagher, con un po' di ricerca è venuto fuori. Dal suono altisonante era adatto per un tipo eccentrico come doveva essere lui. Ma lo pseudonimo... ci ha fatto morire tutte e due! Chiedete a Marta! Per tre giorni l'ho fatta diventare matta, mi diceva a raffica nomi scovati da ogni dove,  ma nessuno mi suonava adatto. Fino a quando mi ha proposto Valac. Ed eccolo qui, il nuovo cattivo di turno pronto a punzecchiare per bene il nostro adorato capitano... e infatti che dire? Visto? Finalmente qualcuno è riuscito a farlo ingelosire!
Tenetevi pronti all'azione!
MARTA: Sì, lo ammetto, ho odiato Valac fin dall'inizio: mi ha fatto fare una faticaccia per trovare quel nome! Sapete da dove l'ho tirato fuori? Da un elenco di angeli caduti che avevo per le mani per scrivere un'altra storia (ovviamente non su capitan Harlock).
Nel prossimo capitolo ci trasferiamo di nuovo su Marte...
MARTA E CINZIA: Intanto godetevi un paio di disegni!

NINA
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NOA E VALAC
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Capitolo 21
*** Tela di ragno - parte 8 ***


Mentre sull'Arcadia la situazione precipita da un momento di inquieta attesa ad un imprevedibile e nefasto epilogo, su Marte, più passano i giorni, più l'attività della Alma Gea e dei suoi alleati si fa intensa e a momenti perfino frenetica. Un po' alla volta iniziano a rientrare coloro che erano stati mandati in giro per le colonie a raccogliere il materiale per smascherare la Renova Legacy e, mentre tale materiale viene studiato, l'azione politica mirata a minare il campo del temibile nemico procede apparentemente senza intoppi. La Alma Gea alle prossime elezioni presenterà un proprio candidato per la carica di Plenipotenziario, come già alle precedente votazioni aveva fatto, e stavolta confida di poter ottenere la vittoria e mettere definitivamente fuori gioco la Renova Legacy. Sempre che tutto proceda per il meglio. Già, perché un rischio c'è, e bello grosso. Il rischio che la Renova scopra i movimenti dei suoi più acerrimi avversari e, vedendosi in pericolo, reagisca mettendo in atto un colpo di stato militare. Cosa che per altro già è successa in un passato non lontano, anche se nessuno o quasi aveva allora ricollegato tale accadimento alla Legacy.
Kira è come tutti molto impegnata. Di tempo per riposare, e pensare, ne ha ben poco. La situazione tra lei, Adam e Yama è come sospesa. Si è instaurato tra loro rapporto di distaccata collaborazione, e apparentemente ora a legarli è soltanto l'obiettivo comune e niente altro. Kira soprattutto mantiene le distanze, e se Adam ogni tanto un qualche riavvicinamento con lei prova a cercarlo, opposto è il comportamento di Yama, che ben lungi dall'essere frutto di indifferenza, deriva piuttosto da una complessa commistione di rispetto e forzato autocontrollo. E' un fragile equilibrio quello su cui i tre si muovono, un equilibrio che perfino un leggero soffio di vento potrebbe spezzare. E figurarsi cosa può accadere se invece di un soffio di vento, è una violenta bufera a scatenarsi all'improvviso! Il punto è che ai pirati di stanza su Marte la notizia della sparizione di Noa e del suo apparente voltafaccia giunge quando ormai i giochi sembrano fatti. In quello che dovrebbe essere un giorno come gli altri, Kira intercetta una richiesta di contatto dall'Arcadia, e convinta si tratti della solita comunicazione di aggiornamento, tranquillamente si collega alla rete. Ma dalla voce incredula di Yatta le giunge una notizia assolutamente fuori da ogni previsione:
"Kira, è terribile... assurdo... sembra che Noa... lei... si è messa contro di noi... Non riesco a crederci.".
"E non farlo!" ribatte decisa l'altra, stupita ma non convinta da ciò che ha appena ascoltato.
Yatta riferisce quanto accaduto, dalla sparizione di Noa al video messaggio di lei e Valac insieme, e mentre l'uomo racconta, intorno a Kira si radunano Key, Yama e gli altri pirati al momento su Marte. Nessuno riesce a credere alle proprie orecchie e Kira ripete con incrollabile sicurezza che dietro al comportamento di Noa ci dev'essere dell'altro: lei non avrebbe mai tradito l'Arcadia, e soprattutto Harlock. E la determinazione dell'amica risolleva non poco Yatta, che quasi quasi in cuor suo stava cominciando a credere vero il tradimento di Noa.
"E... il capitano?" chiede con sollecitudine Key.
"Non lo so..." ammette Yattaran "Non fa avvicinare nessuno. Nemmeno Mime riesce a parlargli.".
Immediata è la reazione di Kira:
"Devo tornare. Torno sull'Arcadia.".
"Sì, è meglio se vai." la asseconda Yama, accompagnando le sue parole con un eloquente cenno d'approvazione.
Per un attimo, un brevissimo attimo, la distanza tra Yama e Kira si annulla e la profonda complicità tra loro riaffiora in uno sguardo d'intesa e reciproca fiducia, ma dura poco questo riavvicinamento, il tempo di un respiro. Kira chiude la comunicazione con Yattaran assicurandogli che rientrerà immediatamente sull'Arcadia: in questo momento c'è più bisogno di lei sulla nave che non su Marte.
La decisione è dunque presa. Inutile perdere tempo. Kira si dirige a passi spediti verso la sua stanza, seguita da Key, e mentre cammina per uno dei lunghi corridoi sotterranei della villa colonica, incrocia Adam, che vedendola tanto di corsa le domanda preoccupato se sia successo qualcosa di grave.
"Devo andarmene." risponde lei senza nemmeno fermarsi.
Una volta nella sua camera, la giovane raccoglie le poche cose che ha portato con sé  ed insieme a Key discute un attimo sulla complicata situazione.
"Mi spiace mollarvi così." confessa Kira "Ma devo tornare... per il capitano.".
"Non preoccuparti per noi." rimarca l'altra con voce ferma "Tu in questo momento forse sei l'unica, a parte Mime, che può avvicinarsi al capitano. Avete sempre avuto un legame molto forte. Tu gli sai tener testa e lui ti stima e ti rispetta... e ti vuole bene.".
"Il capitano per me è stato ed è più di una guida, un maestro, un padre... Lui e voi non siete la famiglia in cui sono nata, ma siete quella che ho scelto."
Key si commuove ed abbraccia la sua cara amica, raccomandandole di badare a se stessa e al capitano. Poi le assicura che parlerà con Daniel per chiedergli di accompagnarla sull'Arcadia con uno dei moduli di sevizio della Gaia Fleet. Quindi, un ultimo sguardo, le ultime reciproche raccomandazioni, e alla fine Key se ne va. Kira indugia un attimo nella camera, poi afferra il suo zaino e fa per uscire. Ma sulla porta incrocia Adam. E davanti a lui i suoi passi si fermano.
"Dove stai andando?" chiede l'uomo palesemente turbato.
Kira non risponde ed indietreggia. Adam allora entra nella stanza e richiude la porta alle proprie spalle, ripetendo la domanda fatta poc'anzi:
"Dove vai?".
"Devo tornare sull'Arcadia." confessa laconica la diretta interessata.
"Mi puoi dire cos'è successo?"
"Come faccio a spiegarti... ci sono dei problemi. Riguardano uno di noi... e poi è sbucato fuori un certo capitano Valac. Devo capire se c'entra con la Renova Legacy."
Kira si muove intenzionata ad uscire ma Adam la afferra per un braccio e guardandola dritto negli occhi in una sola parola racchiude una significativa domanda:
"Tornerai?".
Kira tace e con un gesto secco prova a liberarsi dalla mano che le stringe il polso, ma Adam non la lascia andare ed avvicinandola a sé le ripete con ostinata determinazione:
"Dimmi se tornerai.".
"Non abbiano tempo da perdere adesso dietro a questioni personali." ribatte l'altra decisa.
Adam molla la presa, ma Kira non si allontana da lui ed accarezzandogli con una mano il viso, dolcemente gli parla:
"Ascolta. Se non fosse successo quello che è successo non me ne sarei andata così. Ma devo farlo. Non sto scappando da te... o da Yama. Il mio capitano ha bisogno di me.".
"Gli sei molto legata." osserva Adam "Vi ho visti combattere fianco a fianco. Nemmeno Yama con lui ha il rapporto che hai tu.".
"E' una cosa diversa..."
Una breve pausa, e poi Kira conclude:
"Ora devo andare.".
La giovane accenna un sorriso ed a passi lenti raggiunge la porta, ma non fa nemmeno in tempo ad aprirla che Adam le arriva alle spalle, la afferra per le braccia costringendola a voltarsi, la immobilizza con la schiena ed i polsi contro la parete e alla fine la bacia con passione stringendosi a lei. Kira in un primo momento prova a divincolarsi ma poi si lascia andare a quel bacio inatteso, quel bacio che l'ha sorpresa, confusa ed irrimediabilmente catturata. E non reagisce neppure quando Adam si allontana da lei.
"Quando tutto sarà finito, mi dirai la tua decisione." afferma l'uomo con voce calda e carezzevole.
Kira annuisce, quasi involontariamente si sfiora le labbra con le dita e con sguardo assente ripete la frase che un attimo prima aveva pronunciato:
"Ora devo andare.".
Dopodiché, esce dalla stanza, leggera e silenziosa come un evanescente spirito. Adam invece non muove un solo passo, se ne resta immobile, in piedi, con lo sguardo puntato sulla porta aperta ed il cuore sospeso tra la speranza e la paura della risposta che gli potrà arrivare dalle amate labbra alle quali ha strappato un indimenticabile bacio...
Giunge la sera. Kira è pronta per partire. Con una navetta della Gaia Fleet Daniel la porterà fino all'Arcadia. Fuori ormai è buio. Nessuno li potrà vedere. L'ultimo saluto ai pirati che resteranno su Marte e ai membri della Alma Gea con cui è stato un piacere ed un onore collaborare. Una persona soltanto manca, ma la cosa non stupisce affatto Kira, sicura in cuor suo che quella persona non verrà a salutarla. Ma stavolta Kira si sbaglia e Yama fa la sua comparsa quando lei è già sulla porta, in procinto di andare.
"Buona fortuna." dice lui.
"Anche a voi." risponde lei.
Niente altro. Ma quelle parole apparentemente banali racchiudono ricordi, emozioni, speranze, paure... e una promessa, destinata al futuro, la promessa di una decisione che cela in sé il destino di tre persone. Kira posa un ultimo sguardo su Adam, poi su Yama, quindi con un fiducioso sorriso saluta e se ne va insieme a Daniel.
La sera muta il suo nome in notte. È l'ora del riposo, del meritato riposo per chi durante il giorno ha senza sosta lavorato. Yama è disteso sul letto, le mani dietro la testa, gli occhi puntati sul soffitto. Pensa a Kira. Non può evitarlo. Pensa a lei... e si sente solo. Già gli manca. Anche se ultimamente quasi non si parlavano, era comunque bello averla intorno, guardarla di nascosto, sentire i suoi passi e ascoltare la sua voce. Yama si chiede come sia riuscito a lasciarla andare, come abbia potuto trattenersi quando l'ha vista sulla porta ed ha incrociato di nuovo il suo sguardo. Avrebbe voluto fermarla. Avrebbe voluto prenderla tra le braccia e gridarle che la ama, la ama da morire e non rinuncerà mai a lei. Invece, l'ha guardata andarsene senza sapere quando e come la rivedrà. Il giovane si mette a sedere sul bordo del letto, e pensa. Ricorda. Non vuole perderla. Non vuole perdere la sua Kira. La sola idea di saperla insieme ad un altro lo fa impazzire. Ma non la obbligherà mai a rimanere con lui se non sarà lei a volerlo.
D'un tratto, qualcuno bussa alla porta della camera. Yama apre e a sorpresa si trova davanti Adam.
I due uomini, l'uno di fronte all'altro, si trafiggono con lo sguardo. Tra loro, un silenzio denso di contrastanti emozioni nel quale un nome emerge a chiare lettere.
A parlare per primo è Adam:
"Non mi piace fare le cose di nascosto. Voglio essere sincero con te.".
"E cosa dovresti dirmi che già non so?" ribatte l'altro con un beffardo sorriso.
"Niente, forse. Ma non ho intenzione di nascondermi."
"Avanti, parla."
L'atteggiamento di Yama è palesemente ostile, strette nei pugni rabbia e gelosia. Adam bene se ne accorge, ma senza abbassare gli occhi prosegue il suo discorso:
"Inutile girarci intorno. Sono innamorato di lei. Le ho chiesto di restare con me.".
"Forse non mi sono spiegato." rimarca l'altro in tono provocatorio "Devi dirmi qualcosa che non so?".
"Prima che partisse... l'ho baciata."
A questo punto Yama non si trattiene più. In uno scatto di rabbia, afferra Adam per la giacca, lo spinge con forza contro la parete e lo blocca con le spalle al muro.
"Se lei mi desse anche solo una possibilità, te la porterei via senza pensarci un attimo." insiste Adam "Se avessi potuto, l'avrei fatto già la prima volta che ci siamo incontrati.".
"Tu non porterai via niente a nessuno." afferma con voce infuocata Yama, per poi colpire con un pugno allo stomaco il suo rivale dichiarato.
Adam si piega su se stesso, ma non china la testa e guardando il giovane che ha di fronte compiaciuto commenta:
"Allora ci tieni a lei...".
Yama, sorpreso, spalanca gli occhi, mentre la rabbia in lui lentamente si spegne e dalle sue labbra escono parole dettate più dallo stupore che dalla gelosia:
"Cosa volevi dimostrare?".
"Volevo essere onesto con te." confessa l'interrogato, appoggiandosi con la schiena al muro "E volevo ricordarti quanto ci tieni a Kira.".
"Non ce n'era bisogno." ribatte infastidito il diretto interessato.
"Dici? A volte senza volere diamo per scontata la presenza di qualcuno solo perché ce l'abbiamo sempre vicino. "
"Non mi servono le tue lezioni... né i tuoi consigli."
"Ok. Va bene. Ma almeno adesso possiamo lottare ad armi pari... forse."
Ciò detto Adam se ne va, mentre Yama, fermo in piedi in mezzo alla stanza, ripensa alle parole appena sentite, consapevole che in fin dei conti in esse un fondo di verità c'è...

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Dunque dunque... La nostra Kira torna sull'Arcadia. Che ne pensate, alla fine da che parte pende l'ago della bilancia? Da quella di Yama o da quella di Adam? Intanto, c'è da vedere cosa succederà adesso, tanto su Marte quanto sull'Arcadia. Vi è mancato il gran Capitano in quest capitolo? Beh, non temete, tornerà da protagonista nel prossimo!!
Udite udite! Mancano cinque capitoli alla conclusione!! Ma ne devono succedere ancora di cose... Alla prossima settimana.

KIRA E ADAM
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Capitolo 22
*** Tela di ragno - parte 9 ***


Kira si sta dirigendo verso l'Arcadia accompagnata da Daniel. L'astuto comandante della Gaia Fleet ha pensato, per confondere radar e satelliti di controllo, di seguire un percorso non lineare così da giungere a destinazione senza incappare in pericolosi intoppi. Il viaggio in questo modo risulta inevitabilmente un po' più lungo del previsto, nonostante il salto in-skip, ma meglio tardare un attimo che venire scoperti. Mentre si muovono per lo spazio, Kira e Daniel fanno il punto della situazione. Cosa è stato fatto, cosa resta da sistemare, come bisognerà muoversi d'ora in poi.
"Tu e i tuoi compagni ci avete aiutato molto." sottolinea ad un certo punto Daniel.
"Voi avete fatto la parte più difficile." precisa l'altra "Noi vi abbiamo solo dato una mano.".
Quando la navetta è abbastanza vicina all'Arcadia, Kira annuncia il suo prossimo arrivo inviando un messaggio criptato, al quale prontamente Yatta risponde. La navicella della Gaia Fleet viene fagocitata dalla grande bocca metallica della nave pirata e si ferma nell'enorme hangar principale. Lo sportello si apre e Kira scende. Subito le si fanno incontro Tori ed alcuni compagni, tra cui Yatta, mentre dietro di lei compare Daniel, che piuttosto spaesato si guarda intorno. Dell'Arcadia lui ne ha tanto sentito parlare e adesso che la può finalmente vedere si rende davvero conto di quanto sia imponente e maestosa nella sua struttura. Vi si respira una particolare atmosfera a bordo, impossibile non esserne affascinati e nel contempo intimoriti.
"Ehi, come va su Marte?" domanda Yatta rivolgendosi al comandante della Gaia Fleet.
"Tutto bene." risponde l'uomo "E qui?".
"Lasciamo perdere..." ammette sconsolato il veterano ufficiale di Harlock, scuotendo la testa.
Daniel non può trattenersi a lungo, deve tornare indietro al più presto, e con poche significative parole si congeda dai pirati:
"E' stato un onore per me avervi conosciuto. Portate i miei saluti al capitano.".
Già, il capitano. Kira subito ha notato la sua assenza. Strano per lui un comportamento del genere. Non appena la navetta della Gaia Fleet abbandona l'Arcadia, Kira si precipita in plancia, in cerca di Harlock, ma non lo trova nemmeno lì. Mime le si fa incontro. Uno scambio di sguardi tra loro. Poi gli occhi di entrambe si posano sulla regale seduta che troneggia solitaria sul ponte di comando. Kira non indugia oltre e si incammina per uno dei tanti corridoi della nave. I suoi passi si fermano davanti ad una porta chiusa. La mano sfiora il meccanismo di apertura. Un passo ancora. E la giovane varca la soglia della stanza dell'astrolabio. Fuori dalle immense vetrate, il cosmo con la sua miriade di stelle e pianeti. Al centro della stanza, il grande tavolo rettangolare e, seduto davanti ad esso, Harlock, con la testa tra le mani, sprofondate le dita tra i folti capelli castani. Kira gli si avvicina, senza dir nulla. Ferma in piedi al suo fianco lo osserva con malinconico affetto e posandogli una mano sulla spalla rompe il silenzio con una semplice ma fondamentale parola:
"Capitano.".
Harlock si muove, alza la testa e volge lo sguardo verso la giovane che gli è accanto.
"So cos'è successo." continua Kira "Ma non credo che Noa...".
"Non pronunciare quel nome." irrompe Harlock con voce rabbiosa, scattando in piedi.
Kira indietreggia intimorita, ma dura poco il suo sgomento e di certo non le toglie la parola:
"Noa non è passata dalla parte del nemico.".
"Ti ho detto di non nominarla."
"Noa è una di noi. Non puoi credere...."
"Basta!" ordina perentorio Harlock, battendo i pugni sul tavolo.
Kira non demorde:
"Tu conosci la verità. E ho l'impressione che sia questa verità a spaventarti.".
"Non sai quello che dici."
"Forse... ma allora aiutami tu, capitano. Aiutami a capire. Sì, tutti noi dobbiamo capire. Capire cosa sta succedendo. Capire chi è Valac e come mai è apparso proprio ora. Capire da che parte sta Noa... E non odiare il suo nome solo perché non vuoi ammettere di amare lei."
Harlock tace e recuperando la sua imponente compostezza si sofferma un attimo a scrutare il cosmo. Dopodiché si rivolge a Kira e dà l'ordine:
"Troviamo la Phantom. E' il momento di affrontare Valac.".
L'Arcadia si lancia dunque alla ricerca del capitano Valac, e intanto sulla terra ferma nuovi elementi iniziano a venir a galla. Ma il tempo sembra essersi purtroppo schierato dalla parte della Renova Legacy...
Daniel fa ritorno su Marte il giorno successivo alla sua partenza. È notte fonda quando arriva alla grande villa colonica. In teoria dovrebbero essere tutti a letto. Ma qualcuno di sveglio ancora c'è. E quando Daniel varca il portone d'ingresso, Key gli si fa incontro.
"Bentornato." esordisce sorridendo la giovane.
"Mi stavi aspettando?" domanda l'altro piacevolmente sorpreso.
"Sí... io... volevo essere sicura che fosse andato tutto bene... e che tornassi sano e salvo."
"E' da tanto che qualcuno non si preoccupa per me..."
Daniel fa pochi passi ed arriva così vicino a Key da poter quasi sentire i battiti del suo cuore, nell'irreale silenzio che domina ora nella villa assopita.
"La tua amica è arrivata a destinazione." continua l'uomo, sfiorando con una mano il viso della giovane di fronte a lui.
Key per un attimo si lascia andare, socchiude gli occhi e dolcemente posa la testa sul petto di Daniel, ma nella sua mente un inquietante dubbio aleggia da un po' ed è proprio tale dubbio a guastate il romantico momento.
"Devo dirti una cosa importante." afferma Key, visibilmente turbata, scostandosi di un passo.
"Che succede?" domanda Daniel rabbuiandosi in volto.
"Finché ti aspettavo ho lavorato un po' al computer. Cercavo di captare qualche comunicazione della Renova Legacy. Kira mi ha spiegato bene come fare. E qualcosa in effetti ho trovato..."
La giovane non prosegue oltre ma invita il capitano della Gaia Fleet a seguirla. I due si ritrovano così davanti al computer. Sul monitor è visualizzato uno strano messaggio in codice, il cui destinatario di sicuro non è sulla colonia di Marte. Key ha tentato di decifrarlo sfruttando un particolare programma, installato da Kira, ma solo poche parole è riuscita rendere comprensibili, poche parole dalle quali purtroppo si può intuire che la Legacy è vicina a scoprire il lavoro della Alma Gea.
"Manca più o meno un mese alle elezioni." osserva la giovane "La Renova adesso starà in allerta. Non sarà facile per noi muoverci senza attirare ancora di più la loro attenzione.".
"Ci stanno controllando." rimarca preoccupato Daniel "E ho paura che abbiano già capito anche troppo su di noi.".
"Non riusciranno a fermarci."
"Ma ci proveranno. Oppure tenteranno un atto di forza per conquistare il potere."
"Avviserò l'Arcadia perché stiano ancora più attenti d'ora in poi."
"E io intanto sveglio gli altri. Non mi piace per niente quello che sta succedendo..."
Dunque, a poco meno di un mese dalle elezioni del Plenipotenziario, questa è la situazione. Su Marte, la Alma Gea ed i suoi alleati stanno per compiere la mossa decisiva contro la Renova Legacy, ma devono far attenzione alle possibile contromosse dello scaltro nemico, pronto a tutto pur di portare a compimenti i suoi piani. Nello spazio, Harlock ed il suo equipaggio sono alla caccia di Valac e su di lui Kira sta raccogliendo una serie di informazioni, investigando nella rete interplanetaria di comunicazione ed archiviazione.
E intanto, sulla Phantom... Più il tempo passa più per Noa diventa difficile tenere i nervi saldi e sostenere la sua messinscena. Lei davvero non sa come potrà uscire dalla difficile situazione. Vorrebbe soltanto tornare sull'Arcadia, il prima possibile. Per salvarsi e prendere tempo ha dovuto mettere in piedi una farsa che implica conseguenze dolorose. Costretta dalle circostanze ha finito col mettere in discussione la sua lealtà verso Harlock. Sull'Arcadia avranno tutti creduto al suo tradimento e saranno terribilmente delusi e arrabbiati con lei. L'unica cosa che le resta da fare è cercare di sfruttare al meglio la situazione indagando su Valac. Il capitano della Phantom infatti sembra tramare ben più di una mera vendetta personale. Quali sono i suoi obiettivi? C'è solo Harlock nel suo mirino? Approfittando di un momento in cui tutti sulla nave sono occupati nelle loro misteriose e oscure faccende, radunati dal capitano nella stanza adibita alle riunioni, Noa si muove indisturbata per i corridoi e di nascosto riesce ad accedere ad uno dei computer del ponte di comando. Le dita battono rapide sulla tastiera e lo sguardo scorre veloce sul monitor. Finalmente, ecco visualizzarsi il giornale di bordo. Passando in rassegna le cartelle, grazie ad un propizio colpo di fortuna Noa incappa in una comunicazione registrata, scoprendo qualcosa che la lascia non poco sorpresa. Anche se forse c'era da aspettarselo... La conversazione in questione è avvenuta tra Valac ed il capo della Renova Legacy, il Gran Cerimoniere Duke Harlington. Il perfido pirata, da tempo fedele seguace della Renova, è stato incaricato di eliminare il candidato a Plenipotenziario della Alma Gea. Ma c'è dell'altro. Valac non vuole semplicemente togliere di mezzo Harlock per placare la sua sete di vendetta, ma deve farlo perché liberandosi di lui priverà proprio la Alma Gea un forte alleato. E per quanto riguarda il prezioso ostaggio... beh, lei è fonte di troppe informazioni anche agli occhi della Legacy.
Bisogna assolutamente inviare l'importante file all'Arcadia. Noa si affretta a cercare il contatto...
"Dai Yatta, rispondi!"
La connessione viene attivata, i dati confluiscono nella rete protetta dell'Arcadia e per pochi secondi Noa riesce ad inviare la sua immagine in video chiamata, ma è purtroppo costretta ad interrompere subito la comunicazione. Un rumore alle sue spalle l'ha messa in allerta. Dietro di lei però non c'è nessuno. La giovane si guarda un attimo intorno e poi con aria furtiva lascia la plancia, mentre strane scie sinuose di fumo si muovono contorte nell'aria...
Sull'Arcadia è Kira a ricevere sul computer il segnale proveniente dalla Phanotm e non appena riesce a visualizzare il messaggio il suo viso si illumina:
"Yatta corri! Vieni a vedere!".
L'immagine è un po' disturbata, ma è senza ombra di dubbio il volto di Noa quello che per pochi secondi appare sul monitor, ad introdurre il file contenete le prove per smascherare definitivamente la Renova Legacy.
"Capitano! Capitano! Noa è dei nostri! Sta fingendo!"
Yattaran urla come un matto e quasi rischia di inciampare mentre si lancia sulle scale che portano alla sopraelevata della plancia. Rosso in volto, in balia dell'agitazione, inchioda la sua corsa davanti ad Harlock, seduto al posto di comando, ed euforico continua a gridare:
"Capitano, Noa sta facendo il doppio gioco... E' dei nostri! E' dei nostri!".
Harlock accenna un lieve sorriso compiaciuto e senza perdere tempo decide la sua mossa:
"Kira, questa volta riusciamo a risalire alle coordinate della Phantom?".
"Ci puoi scommettere capitano!" risponde la giovane con sguardo fiero e combattivo.
Fino a questo momento era stato impossibile rintracciare la posizione della nave di Valac. A proteggerla c'è un campo magnetico che elude i radar e la sua rete di comunicazione è schermata ed inaccessibile. Noa, inviando il suo messaggio, ha aperto un varco nel canale criptato della Phantom e ciò ha permesso a Kira di attivare un modulo di ricerca impossibile da disattivare. Stavolta il nemico non potrà fuggire!
Mentre tutto ciò accade nello spazio aperto, nel medesimo tempo sulla colonia di Marte gli eventi collassano inesorabilmente.
Key, rintanata nelle stanze sotterranee della villa colonica insieme a Yama e gli altri compagni pirati, fa appena in tempo a ricevere dall'Arcadia la comunicazione del messaggio inviato da Noa, che di punto in bianco la corrente elettrica salta interrompendo bruscamente il collegamento. Rumori sospetti provengono dai piani superiori. Voci confuse, passi che si susseguono frenetici. Poi, uno sparo.
"Ci hanno scoperti!" afferma Yama, impugnando la pistola.
I pirati, aggirandosi nell'oscurità dei corridoi del sottosuolo, arrivano ad un'uscita secondaria e tramite una botola sbucano sul retro dell'abitazione, nascosto il segreto accesso da un massiccio gruppo di rocce. Dei militari della Gaia Fleet pattugliano la villa colonica, fucili alla mano. Che sta succedendo? Yama ed un paio di compagni decidono di muoversi, facendosi scudo delle rocce che da un lato cingono la costruzione. Davanti alla porta di ingresso principale c'è un gran via vai di soldati. Poi, d'un tratto, ecco venire avanti i membri della Alma Gea, tra cui Daniel e Adam, ammanettati come dei delinquenti. Uno dei militari si rivolge a Daniel, probabilmente per ottenere da lui una qualche informazione, ma l'uomo non risponde e viene colpito allo stomaco. Intanto un ufficiale esce dalla villa e scuotendo la testa riferisce qualcosa al suo comandante.
"Ci stanno cercando." intuisce Yama.
"Che si fa?" gli chiede uno dei compagni con lui.
"Torna da Key. Dobbiamo intervenire."
Detto fatto, i pirati escono allo scoperto e si scagliano contro i soldati nemici. Adam e Daniel vengono liberati per primi e subito impugnano le armi per dar man forte a Yama e gli altri.
"Mandate rinforzi!" comunica uno dei militari della Gaia Fleet attraverso un  trasmettitore.
"Leviamoci da qui." fa notare notare Key, avvicinandosi a Daniel.
"Non preoccuparti. Adesso ce ne andiamo." risponde lui sicuro.
E infatti ecco comparire nel cielo un modulo di emergenza della Gaia Fleet, che in breve atterra permettendo lo sbarco di un gruppo di soldati agli ordini di Daniel. Il provvidenziale intervento consente ai membri della Alma Gea ed ai pirati di avere la meglio sui nemici e di mettersi in salvo sulla navetta giunta in loro soccorso, che prontamente decolla con il suo speciale equipaggio a bordo.
"Cos'è successo?" domanda Yama, scuro in volto.
"Ci volevano arrestare." risponde Adam, alla cui voce si unisce quella di Daniel:
"La Renova Legacy voleva liberarsi di noi con la scusa che stavamo nascondendo dei ricercati.".
"E adesso?" interviene Key.
"La Renova ha scoperto quello che stiamo facendo." spiega uno dei membri della  Alma Gea "Si sono visti scoperti e ora... non hanno più niente da perdere. Molti ufficiali e militari dell'esercito della Gaia Sanction sono dalla loro parte. Tenteranno un colpo di stato militare.".
"Sentite un po' qui." se ne esce ad un certo punto uno dei pirati, intento ad armeggiare con il computer di bordo.
E purtroppo quello che l'uomo ha intercettato non è di certo di buon auspicio. Si tratta di una comunicazione di servizio, il cui significato è piuttosto eloquente. Proviene dal Gran Cerimoniere Duke Harlington, ed il messaggio è chiaro: sono le indicazioni precise per trovare il candidato al ruolo di Plenipotenziario della Alma Gea, al momento impegnato negli ultimi incontri pubblici con gli elettori in giro per le colonie.
"Manderò dei miei uomini a fargli da scorta." afferma risoluto Daniel, che subito con il radio laser invia l'ordine al suo primo ufficiale.
Yama e Key si incaricano quindi di mandare un messaggio d'avviso a tutti gli alleati della Alma Gea e senza perdere tempo si inseriscono nel canale protetto dell'Arcadia di modo da poterlo usare per diffondere il comunicato aggirando il rischio di essere intercettati. Yattaran e Kira ricevono la richiesta di collegamento e, informati delle ultime novità, aiutano i compagni nel loro intento. Il primo a rispondere all'appello è il senatore Keeric, che immediatamente si offre di nascondere il candidato della Alma Gea ed i membri più importanti del partito, svelando poi che la Gaia Sanction ed il suo esercito si sono praticamente spezzati in più fazioni: una parte cospicua è schierata con la Renova Legacy e ne sta supportando la violenta presa del potere; un'altra parte è in tutto per tutto con la Alma Gea, pronta ad intervenire per ristabilire la democrazia e la libertà; e per finire ci sono coloro che non sanno, o fingono di sapere, cosa sta accadendo. Keeric spiega inoltre che la Renova negli ultimi giorni ha compiuto delle vere e proprie retate a discapito di tutti quelli che potevano esserle di intralcio, sfruttando la connivenza o l'ignoranza degli organi di governo e militari della federazione. E' arrivato il momento di andare a parlare al cospetto del Consiglio della Gaia Sanction per smascherare pubblicamente la Legacy, preparandosi ovviamente all'inevitabile scontro che ne seguirà. Né lo spazio né la terra ferma verranno risparmiati dalla battaglia. La Renova è pronta ad instaurare uno stato di polizia, o per meglio dire, una dittatura militare.
Dunque, il piano d'azione è questo: una volta messo al sicuro il candidato a Plenipotenziario della Alma Gea, alcuni illustri esponenti del partito, insieme al senatore Keeric, si presenteranno davanti al Consiglio Plenario della federazione per denunciare la Renova Legacy. A guardare loro le spalle, i pirati capitanati da Yama, al cui fianco saranno schierati Adam, Daniel, membri dell'esercito e della Gaia Fleet, tutti uniti in difesa di ideali comuni.
"Rotta verso la capitale." ordina Daniel.
E la navicella si muove verso la meta prestabilita, piccola scheggia di luce nel mezzo di un cielo che sta diventando sempre più oscuro...
Gli eventi si susseguono ad un ritmo vertiginoso, come rocce che rotolano lungo un ripido pendio acquistando inesorabilmente velocità. Ma ai piedi del pendio, cosa ci sarà? Una verde pianura di speranza o un tetro abisso di paura e crudeltà?

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Bene bene! C'è un bel po' di movimento in questo capitolo. Si va dall'Arcadia a Marte per poi finire sulla Phantom e tornare su Marte... Beh, amici e amiche, ci avviciniamo alla conclusione... Mancano quattro capitoli!
MARTA: Di questa parte amo particolarmente il momento del dialogo tra Kira e il Capitano. C'è un legame molto forte tra loro, fatto di rispetto, affetto, lealtà, ma non privo di contrasti. Perché, ammettiamolo, tutti e due hanno una bella testa dura!
CINZIA E MARTA: Vi lasciamo con un disegno, dedicato a Key e Daniel. A presto!!

DANIEL E KEY
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Capitolo 23
*** Tela di ragno - parte 10 ***


Qualche ora dopo il suo fulmineo contatto con l'Arcadia, Noa viene raggiunta nella sua cabina da uno degli ufficiali maggiori della Phantom. Il capitano vuole parlarle, immediatamente. Se pur controvoglia, la giovane decide di ubbidire all'ordine, ben consapevole di non poter fare altrimenti, e così nel giro di pochi minuti si ritrova a varcare la soglia della stanza di Valac. La situazione non le piace affatto. La porta si richiude dietro di lei, mentre Valac, in piedi, la fissa con sguardo minaccioso, come un predatore che sta puntando la sua preda. Noa comincia ad avere paura, ma senza mostrare il minimo cedimento in tono sfrontato domanda:
"Cos'hai da guardarmi così!?".
"So cos'hai fatto. Ti avevo detto di non fare il doppio gioco!" ribatte l'altro con occhi infuocati.
Noa si sente raggelare. Adesso è davvero in trappola. Valac a passi lenti le si avvicina, mentre lei indietreggia cercando di mantenere la distanza tra loro. All'improvviso il capitano, con un gesto rapido e deciso, la afferra per le braccia, la getta sul letto e la immobilizza trattenendola per i polsi. Noa ha il cuore che batte all'impazzata. E' terrorizzata. Ed in balia del terrore, chiude gli occhi ed urla...
Nel frattempo sull'Arcadia l'adrenalina scorre nelle vene di tutti come un fiume in piena. Grazie alle coordinate rintracciate da Kira la corazzata nemica viene avvistata e senza esitare il capitano dà l'ordine di attaccare.
Yattaran incita i compagni:
"Forza ragazzi! Facciamo sentire alla nostra Stellina che siamo venuti a prenderla!".
E con un'ultima decisa manovra al timone, Harlock sperona la nave di Valac.
Un boato echeggia all'interno della Phantom, mentre l'impatto con l'Arcadia fa tremare ogni cosa. L'urlo di Noa viene sovrastato dal frastuono circostante. Per colpa del violento urto, Valac cade addosso alla sua vittima, quasi togliendole il fiato con il peso del suo corpo. Appena il tempo per entrambi di rendersi conto di cosa stia succedendo, che un uomo dell'equipaggio irrompe nella stanza dando l'annuncio dell'attacco dell'Arcadia, per poi dileguarsi in tutta fretta.
Lo sguardo di Valac è colmo d'ira. Il perfido pirata sfila dal fodero legato alla cintura un pugnale e, trattenendo a forza Noa, con un gesto secco le taglia una ciocca dei rossi capelli. Non soddisfatto le toglie un guanto e lentamente le fa scivolare sul palmo della mano la lama affilata, attendendo che il sangue scorra su di essa. La giovane grida terrorizza. Valac all'improvviso lascia la presa ed esce come un lampo dalla stanza, imprigionandovi all'interno il suo prezioso ostaggio.
Noa rimane immobile per qualche minuto. Ha bisogno di riprendere fiato. Non può fare a meno di piangere e sente pulsare il taglio sulla mano. Quando finalmente riesce a reagire, strappa un lembo del lenzuolo per fasciare la ferita e, mentre la paura piano piano la abbandona, un solo pensiero invade la sua mente:
"Harlock è qui!" .
Essendo ridotte le forze sull'Arcadia, i pirati di Harlock dovranno essere di gran lunga più astuti e letali del nemico. Nessuna esitazione. Nessuna incertezza. Il minimo sbaglio potrebbe costare molto caro. Il capitano stesso parteciperà in prima persona all'assalto, per affrontare Valac e chiudere la faccenda una volta per tutte, e per farlo si inoltrerà sulla nave nemica spalleggiato da Kira.
Armati e protetti dalle tute blindate, gli uomini di Harlock si addentrano nelle stanze e nei corridoi della Phantom passando dallo squarcio provocato dallo speronamento. Lo scontro coi nemici è immediato e violento, e mentre la battaglia imperversa, Harlock e Kira si aprono un varco decisi a portare a compimento il loro obiettivo. Nel mezzo del corridoio che porta in plancia, Valac li attende agguerrito. Il capitano della Phantom ormai non ha più nulla da perdere. Per colpa di quella donna che ha preso in ostaggio la sua missione per conto della Legacy è saltata e se non l'ha uccisa è stato solo perché precisi ordini giunti dall'alto gliel'hanno vietato. Ora comunque tutto questo non gli interessa più, il suo unico e solo scopo è vendicarsi di Harlock.
I due capitani si ritrovano l'uno di fronte all'altro, entrambi con la mano sul fodero della pistola, attenti ad ogni eventuale movimento dell'avversario. Kira, a debita distanza, controlla il corridoio, osservando di tanto in tanto i due nemici giurati, in trepida attesa del loro scontro finale. Solo uno dei due ne uscirà vittorioso. Harlock è lontano dall'Arcadia, fonte della sua immortalità, mentre il motore Dark Matter della Phantom è a potenza ridotta, gravemente lesionato dall'impatto con la corazzata nemica, e ciò inevitabilmente rende vulnerabile Valac. E proprio Valac rompe il silenzio, ansioso di provocare il suo rivale:
"Harlock... e così alla fine mi hai trovato! Non avrei immaginato che un uomo come te pensasse di farsi una famiglia... Il tuo ragazzo, come sta? Oh, beh, presto riceverà i saluti da una mia delegazione.".
Lo sguardo di Harlock diventa più scuro e minaccioso, la sua mano si stringe sull'impugnatura della pistola e, senza proferire parola, il capitano dell'Arcadia attende... attende il momento giusto.
Valac non demorde, vuole far saltare i nervi all'avversario, e pungendolo sul vivo nei suoi più intimi sentimenti, cerca di fargli perdere la concentrazione per poterlo trarre in errore. Certo di riuscir a scatenare la reazione sperata, con fare teatrale insiste:
"Se sei venuto per la tua donna, arrivi tardi. Giace sul mio letto intriso del suo sangue!".
E per avvalorare la sua affermazione, il malvagio pirata tende il braccio d'acciaio in avanti e, aprendo il palmo della mano, mostra il pugnale sporco di sangue e la ciocca di capelli rossi.
Un battito di cuore, un batter di ciglia, e i due nemici hanno già puntato le armi l'uno contro l'altro. Due spari, nello stesso istante, e le pistole finiscono a terra. Ma con un gesto veloce come un lampo Harlock impugna la sua spada e colpisce Valac, che cade esanime sul pavimento.
La Phantom è danneggiata irreparabilmente. Esplosioni si susseguono lungo i corridoi, mentre il vociare degli uomini dell'Arcadia, vittoriosi in battaglia, echeggia nella nave giungendo fino alle orecchie di Harlock e Kira. La giovane tira finalmente un sospiro di sollievo. Il suo capitano è il combattente più temibile in tutto l'universo e ancora una volta l'ha dimostrato. Ma a guardarlo ora, fermo in piedi in mezzo al corridoio, immobile davanti al pugnale insanguinato ed alla rossa ciocca che giacciono sul pavimento, sembra un uomo come tutti gli altri, con le sue debolezze e le sue fragilità. Kira è consapevole di non essere lì con lui per aiutarlo nella battaglia, altro è il suo compito adesso. Lei è l'unica che in questo momento possa sostenerlo. Lei sa, sa a cosa sta pensando il suo capitano, ed una bruciante lacrima le attraversa il viso... Devono andare... Devono... Ma se Noa fosse ancora viva? Rischiare per accertarsene? Harlock è incerto se proseguire lungo il corridoio oppure no... Che fare? Che dire? Kira esita un attimo. Dovrebbe davvero lasciare il suo capitano avventurarsi tra le fiamme ed il pericolo, rischiando di abbandonarlo in balia della disperazione alla vista di Noa senza vita? Tocca a lei decidere ora. Deve prende una decisione... anche per lui...
"Capitano. Dobbiamo andare."
Così dicendo Kira afferra delicatamente Harlock per un braccio, tirandolo verso di sé, e lui senza reagire si lascia guidare da lei e la segue lungo il corridoio, in direzione dell'uscita, incamminandosi dalla parte opposta rispetto a quella che il suo cuore avrebbe imboccato.
Noa intanto, rinchiusa nella stanza di Valac, pensa a un modo per riuscir a scappare. Guardandosi intorno nota in un angolo una sedia, d'istinto la afferra e con tutte le sue forze colpisce il quadro elettrico vicino alla porta, per poi forzare l'apertura di quest'ultima manualmente. Il frastuono delle esplosioni e l'acuto suono delle sirene d'allarme rimbombano lungo i corridoi che Noa percorre fino ad arrivare al ponte di comando, sul quale regnano desolazione e abbandono... o quasi... Nina, accanto al motore Dark Matter, attende la sua triste fine. Noa ne incontra lo sguardo e prova d'un tratto un senso di pietà nei suoi confronti, ma lo spettro alieno, assalito da rancore e rabbia, aggredisce la giovane scagliandole addosso, grazie al suo potere di telecinesi, i detriti metallici della nave distrutta. Per destino o per casualità, Noa, nel tentativo di proteggersi, indietreggia fino ad urtare una sfera di energia, la periferica di comando del motore, che uscendo dalla sua sede finisce sul pavimento e, condividendo la stessa sorte di Nina, insieme a lei si dissolve in scintille di luce.
Rimasta davvero sola, Noa si domanda se questa disavventura avrà mai fine. Non ha più tempo. La Phantom sembra inabissarsi tra le stelle. Dalla grande vetrata del ponte di comando la giovane vede l'Arcadia muoversi e, presa dal panico, si domanda perché se ne stiano andando lasciandola lì. Per trovare una via d'uscita, riprende la sua corsa lungo i corridoi, rallentando il passo quando scorge riverso a terra un corpo senza vita... è Valac! Di certo la sua dipartita è stata per mano di Harlock... Sul pavimento, accanto al cadavere, un pugnale insanguinato e una ciocca di capelli rossi... Noa ha capito: il capitano e i suoi compagni la credono morta!
La giovane ricomincia a correre e nella sua mente rivolge un disperato appello a Mime e agli amici pirati:
"Sono qui! Sono viva! Non andate via!".
Noa corre, corre verso lo squarcio aperto dall'Arcadia. Se proprio deve morire, morirà libera come un pirata, nello spazio, e non in quella trappola di metallo, non nel covo del nemico.
Intanto, sull'Arcadia, rientrati tutti alla base, nonostante la vittoria regna un pesante silenzio. I membri dell'equipaggio, radunati nell'hangar principale, si osservano l'un l'altro e Yatta, preso coraggio, chiede di Noa a Kira ed Harlock. E' Kira a rispondere scuotendo tristemente la testa, e quando ormai sembra essere questa l'immutabile realtà, fa la sua comparsa Mime, che con fare turbato cerca con lo sguardo la sua amica tra i presenti e non vedendola esprime il suo disappunto perdendo il suo consueto autocontrollo:
"Dov'è Noa? E' ancora sulla Phantom! L'ho sentita, mi sta chiamando!".
"Mime, sei sicura?" chiede Kira incredula, ed è un eloquente sguardo tra l'aliena e Harlock a dissipare in lei ogni dubbio:
"Capitano, andiamo! Non c'è tempo da perdere!".

...continua...

 

 

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Capitolo da cardiopalma, eh! Adrenalina a mille, sia per Noa che per il nostro amato Capitano. Vi è piaciuta la resa dei conti con Valac, dal sapore un po' western? Di cose ne sono successe parecchie e ancora ne devono capitare. Ormai i nodi vengono al pettine, ancora pochi capitoli e saprete come andrà a finire. Fiato sospeso fino in fondo!
MARTA E CINZIA: A prestissimo amici!!

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Capitolo 24
*** Tela di ragno - parte 11 ***


Harlock e Kira si precipitano verso un modulo di servizio, mentre Mime e il resto dell'equipaggio si rimettono di corsa alle loro postazioni. La navicella parte verso la Phantom e intanto Yatta con la sofisticata strumentazione a sua disposizione cerca tra le immagini della nave nemica una traccia della presenza di Noa. I potenti radar e i raggi a infrarossi rilevano una figura femminile che procede lungo un corridoio in direzione dello squarcio sulla fiancata.
"Ma che sta facendo?! E' impazzita!" grida Yattaran allibito "Se non è morta prima, ora morirà di certo!".
E così dicendo l'ufficiale si mette immediatamente in comunicazione con la navetta appena decollata:
"Capitano, l'ho trovata! Sta andando verso lo squarcio! Che vorrà fare? Senza la tuta spaziale e l'ossigeno morirà in pochi minuti!".
Harlock e Kira si scambiano un significativo sguardo, ed è poi la giovane a dar voce al loro comune timore:
"Si lancerà nel vuoto... E non avrà pochi minuti di vita, ma pochi secondi, quattordici secondi, o poco più forse, se la Dark Matter ha ancora qualche influsso su di lei...".
La navicella si avvicina alla lamiera lacerata della Phantom. Kira, ai comandi, riceve da Harlock le ultime disposizioni:
"Metti il casco della divisa spaziale e al mio segnale disattiva la gravità, l'erogazione di ossigeno in cabina e apri lo sportello".
Nel medesimo tempo Noa giunge davanti al suo ultimo ostacolo, una porta stagna che le sbarra il passaggio: al di là di essa, l'assenza di gravità, la mancanza di ossigeno, delle lamiere piegate e... lo spazio infinito. La giovane svuota completamente i polmoni perché la pressione interna dell'aria non li faccia collassare, afferra la maniglia per l'apertura manuale e tira...
Una spinta in avanti e i piedi di Noa non poggiano più sul pavimento. Il suo corpo galleggia senza peso verso lo spazio aperto. Attorno a lei, qualche detrito della Phantom, ormai alle sue spalle, mentre nei suoi occhi si riflettono le stelle e le costellazioni. I secondi passano inesorabili. Quando i suoi polmoni iniziano a chiederle aria, in un gesto istintivo Noa porta le mani davanti a naso e bocca, come a voler resistere ancora un po'. Ma poi si sente soffocare e i suoi occhi si chiudono arrendendosi ad una visione senza stelle, ad un sonno buio e silenzioso...
"Adesso!" è il fulmineo ordine di Harlock... Deve agire in fretta, ogni secondo che passa è un secondo che avanza verso la fine di Noa.
Kira esegue alla lettera quanto le è stato detto di fare. Lo sportello si apre. Il capitano si sporge verso l'esterno, aggrappandosi saldamente ad una maniglia all'interno della navicella e tendendo un braccio in avanti. Noa è lì, davanti a lui, ed Harlock la afferra per un polso tirandola verso di sé per poterla trascinare dentro la navetta. Rientrati i due, Kira prontamente aziona il comando di chiusura dello sportello e ripristina le normali funzioni ambientali. Il capitano cade a terra con Noa tra le braccia e senza perdere tempo la distende sul pavimento.
"Come sta?" domanda Kira preoccupata.
"Non respira..." risponde Harlock, mentre prova a rianimare la giovane svenuta, premendo le mani sul suo petto ed immettendole aria nei polmoni con la respirazione bocca a bocca.
I secondi passano... All'improvviso Noa inarca la schiena e prende fiato, mentre le sue guance e le labbra riprendono il loro naturale colore. Kira, alle prese con le manovre di rientro, si volta un attimo indietro e sospira sollevata nel rendersi conto che l'amica è finalmente fuori pericolo.
Harlock accarezza Noa con lo sguardo, abbandonandosi ad uno spontaneo sorriso. Delicatamente la solleva e la corica su una lunga panca sul fianco dell'abitacolo. Seduto accanto lei, la osserva tenendole tra le mani la mano fasciata. Noa è stravolta dalla brutta esperienza vissuta, ma per fortuna il suo respiro si normalizza sempre più e per un momento le sue palpebre si socchiudono. Harlock allora si china su di lei e con calda voce le dice:
"Noa... non lasciarmi mai più! Ti voglio sull'Arcadia perché non posso stare senza di te.".
Kira sente le parole del capitano e voltandosi appena, con discrezione, lo vede chino su Noa, con la guancia posata su quella di lei. Non sa cosa le stia sussurrando ora in un orecchio, ma le piace immaginare che le stia finalmente dichiarando il suo amore. La romantica scena risveglia di colpo nella giovane i ricordi di quanto accaduto negli ultimi mesi, e dalla felicità per l'amica ritrovata, il suo pensiero si sposta su Marte e sulle persone che si trovano ancora là...
"Torniamo sull'Arcadia... torniamo a casa..." bisbiglia tra sé Kira, mentre un nodo le stringe la gola ed una grande malinconia si impossessa di lei.
...Quando la navicella rientra nell'hangar principale dell'Arcadia, Noa scende sorretta da Harlock e Kira. Tutto l'equipaggio al completo è lì ad aspettarla. Mime è la prima che le si avvicina e senza dirle nulla le sfiora il viso con una mano. E' debole, molto debole, ma la Dark Matter le restituirà le energie e l'affetto degli amici farà il resto. Il primo a parlare è il Dottor Zero:
"Sono felice che sei tornata sana e salva.".
"Non farci più uno scherzo come questo. Capito Stellina!" interviene Yatta,  visibilmente commosso.
Tori svolazza sulle teste dei tre appena tornati, fino a posarsi sulla spalla del capitano. Harlock, sempre sorreggendo Noa, si dirige verso la plancia ed al suo seguito si muove tutto dell'equipaggio. Ognuno riprende il proprio posto. Davanti al potente motore Dark Matter, il capitano, Noa e Mime. Ad osservarli a poca distanza, Yattaran e Kira, e quest'ultima approfitta del momento di pausa per chiedere notizie del gruppo su Marte:
"Hai comunicato a Yama e gli altri che Noa è salva? C'è qualche novità?".
"A dire il vero..." risponde titubante Yatta, grattandosi nervosamente la testa "Io... ho provato... non riusciamo a stabilire nessun contatto con loro.".
Kira sbianca in viso e si ammutolisce.
"Tranquilla, vedrai che va tutto bene." cerca di sdrammatizzare Yatta.
Poi, d'un tratto, una voce giunge dalla parte inferiore della plancia:
"Capitano. C'è una richiesta di contatto da Arreta!".
"Apri la comunicazione." afferma deciso Harlock, mentre Noa, al suo fianco, tornata in forze grazie alla materia oscura, gli rivolge una logica domanda:
"Hann... non sa niente di quello che mi è successo, vero?".
"Niente." le risponde il capitano, sfiorandole il viso con una mano.
L'ologramma dei sovrani di Arreta si materializza in plancia. Entrambi hanno addosso i segni evidenti di una dura battaglia, ma le rassicuranti parole di Hann infondono in tutti fiducia e coraggio:
"Ci hanno attaccati, come avevamo previsto. Mercenari. Al servizio della Renova Legacy. Ma eravamo preparati. Li abbiamo sconfitti. E se ne verranno altri, li accoglieremo a braccia aperte. E voi? Come procede?".
"Stiamo facendo la nostra parte." risponde Kira.
"E per il resto?" domanda Harlock.
"Tutto secondo i piani." prosegue Hann "Abbiamo mandato alcuni dei nostri soldati migliori sulle colonie più a rischio e teniamo sotto controllo la situazione anche sulle altre. Ci sono focolai di guerriglia un po' dappertutto.".
"E su Marte?" chiede Aisha visibilmente preoccupata "Mamma, come mai sei tornata? Hai notizie di papà e degli altri?".
Kira tace un attimo e poi, sforzandosi di mostrarsi tranquilla, risponde:
"Adesso li raggiungeremo. Tutto bene.".
"Madre, come stai?" interviene Hann "E' da un po' che non ti sento... prima o poi spero che mi racconterete quello che non mi avete detto finora...".
Harlock rivolge un eloquente sguardo al figlio, dopodiché la conversazione si chiude, con un positivo messaggio da parte di Aisha:
"La prossima volta che ci sentiremo, sarà per festeggiare la pace ritrovata e la vittoria della Alma Gea.".
L'Arcadia fa quindi rotta verso Marte. Il capitano, al timone, con Noa al suo fianco, dispensa ordini precisi all'equipaggio. Ma Kira, dov'è? Harlock la cerca con lo sguardo e la vede allontanarsi dalla plancia, seguita da Tori che le vola intorno. Un cenno d'intesa tra lui e Noa, e la giovane a passi leggeri lascia il ponte di comando.
Kira, rintanata nella sala del computer centrale, osserva l'imponente elaboratore elettronico, il cuore dell'Arcadia, che con il suo rosso occhio luminoso sembra davvero un cuore pulsante. Appena arrivata sulla nave, le capitava spesso di soffermarsi davanti al grande computer, e talvolta si accoccolava tra i serpeggianti tubi che si snodano sul pavimento come tra le braccia di una madre. Poi di solito venivano a recuperarla o Key o il capitano... Proprio il capitano, al cospetto del gigantesco elaboratore, le raccontò un giorno del suo amico Tochiro, e a lei da allora ogni tanto sembra di avvertire lo spirito dello scienziato aleggiare tra le pareti metalliche della nave come un'anima errante.
"Mi hai seguita?" domanda Kira, senza voltarsi, avendo percepito una presenza alle proprie spalle.
"A quanto pare noi finiamo sempre qui a parlare." risponde Noa, portandosi di fianco alla compagna.
"Sono preoccupata per gli altri su Marte."
"Capisco... e poi?"
"Niente di... importante..."
Noa guarda in viso l'amica, pronta ad ascoltarne tanto le parole quanto i silenzi, e Kira alla fine decide di confidarsi, raccontando in breve quanto accaduto con Yama e Adam.
"Ma ti pare che con tutto quello che sta succedendo mi devo perdere dietro una cosa del genere?!" conclude Kira sbuffando.
"In questo ci assomigliamo." osserva Noa "Nemmeno a me piace avere dei dubbi, non sapere cosa fare...".
"Già... e poi, sai, quando anni fa ho lasciato l'Arcadia è stato davvero difficile per me, avevo paura... adesso invece l'idea di andarmene non mi spaventa più."
"Vedi, non è il luogo dove ci troviamo che conta, ma le persone che abbiamo vicino. Scegli con chi vuoi stare e capirai qual è il posto per te."
Le due giovani si scambiano un'ultima complice occhiata e poi insieme fanno ritorno in plancia. E' lì il loro posto in questo momento. Entrambe ne sono consapevoli, così come sono pronte ad affrontare le conseguenze delle scelte già fatte e di quelle che ancora restano da compiere.
Arrivate sul ponte di comando, Kira occupa la postazione di Key mentre Noa si avvicina ad Harlock. Yatta stranamente non c'è. Dove si sarà cacciato? Noa si guarda intorno in cerca dell'amico e quando lo vede ricomparire nota nelle sue mani i bracciali che tempo fa le aveva regalato. Che significa? Il veterano ufficiale si scambia uno sguardo con il capitano, dopodiché riconsegna i bracciali alla loro legittima proprietaria, accompagnato il suo gesto dalle significative parole di Harlock:
"Questi sono tuoi, Noa. Sono una parte di te. E nessuno ha il diritto di privartene. Nemmeno io.".
Noa sorride ed indossa i bracciali. Finalmente sa qual è il suo ruolo sull'Arcadia. E' di nuovo se stessa, in tutto e per tutto, e qualunque cosa le si presenterà in futuro la  affronterà come ha sempre fatto, con incrollabile fiducia e profonda consapevolezza.

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Su questo capitolo ho una particolare precisazione da fare. Quando ho iniziato a scrivere stavo per riportare un bel po' di castronerie... per fortuna mi sono domandata: cosa accadrebbe al nostro corpo se facessimo un giretto nello spazio senza tuta? E mi sono andata a documentare su internet. Ho scoperto che il cinema ci ha messo in testa un sacco di convinzioni a riguardo non corrette. Quindi quello che ho scritto, come il problema del collassamento dei polmoni o i tempi (secondi) di resistenza, sono informazioni prese da un blog. Nel sito parlavano anche del problema dei raggi solari e le temperature, ma faccio presente che nella storia la Phantom si trova al di fuori del sistema solare, pertanto non mi sono posta il problema. Scusate se ci dovesse essere qualche imperfezione, prendete la cosa così com'è, anche se ho cercato di essere credibile. Mi salvo comunque col fatto che Harlock e Noa sono contaminati dalla Dark Matter, quindi non sono esseri umani come gli altri.
Tornando a cose più terra terra (si fa per dire!!)... finalmente il nostro caro Capitano testone pare si sia deciso a dichiararsi, anche se non abbiamo la soddisfazione di sapere tutto quello che ha detto a Noa... Tipico di lui!
MARTA: Visto che non ci siamo dimenticate dei nostri cari Hann e Aisha? Com'è giusto che sia, anche loro stanno dando un importante contributo in questo delicato momento. La trama che abbiamo imbastito inizia a districarsi. Le cose sull'Arcadia, e soprattutto tra Harlock e Noa, si sono finalmente chiarite. Ora è su Marte che c'è da mettere un po' di ordine, in tutti i sensi. Pronti al rush finale?!

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Capitolo 25
*** Tela di ragno - parte 12 ***


Sulla colonia di Marte la battaglia imperversa, sia sulla terra ferma che nel cielo. Cos'è dunque successo? Bisogna fare un piccolo passo indietro nel tempo per capirlo. Dopo esser fuggiti ai militari della Gaia Fleet mandati dalla Renova Legacy, i membri della Alma Gea ed i pirati guidati da Yama non hanno avuto molto tempo per stabilire il piano d'azione. Così, mentre si scatenava lo scontro tra l'Arcadia e la Phantom ed Arreta veniva attaccata, anche su Marte la situazione evolveva molto in fretta. Questo era il programma: il candidato a Plenipotenziario della Alma Gea ed alcuni tra i più importanti esponenti del partito sarebbero stati scortati dagli uomini di Daniel in un posto sicuro, e intanto una delegazione accompagnata dal senatore Keeric sarebbe andata a parlare davanti al Consiglio Plenario della federazione, convocato in assemblea straordinaria proprio da Amos Keeric. E così infatti sono andate le cose... Ma la Renova Legacy non si è lasciata cogliere impreparata ed ha teso una trappola ai temerari che hanno osato sfidarla. Mentre Keeric ed i rappresentanti della Alma Gea esponevano le loro ragioni e la documentazione raccolta davanti ai Decani ed ai consiglieri della federazione, il palazzo sede della Gaia Sanction è stato letteralmente preso d'assalto dai militari al servizio della Renova ed il Gran Cerimoniere Duke Harlinghton, forte del supporto di importanti elementi della stessa federazione, ha dichiarato il Consiglio decaduto sciogliendolo definitivamente e facendo suo il ruolo di Reggente Plenipotenziario del governo interplanetario.
Le conseguenze del violento colpo di stato sono state immediate e questa è la situazione attuale. Focolai di battaglia che scoppiano a catena nelle colonie. A fomentarli, i mercenari alle dipendenze della Legacy, ai quali si oppongono gli organi di polizia locali supportati da uomini della Alma Gea e dai soldati mandati preventivamente da Arreta. Nei cieli di Marte e nello spazio, navi della Gaia Fleet contro navi della Gaia Fleet: uguali i mezzi, opposti gli obiettivi e le fazioni di appartenenza. E sulla terra ferma, asserragliati nell'immenso palazzo sede della Gaia Sanction, i militari fedeli alla Alma Gea capeggiati da Adam e Daniel, ed i pirati capitanati da Yama  affrontano a viso aperto l'esercito che la Legacy è riuscita a mettere insieme, mentre Duke Harlington, barricato con alcuni dei suoi uomini nella sala del Consiglio, tiene sotto tiro il senatore Keeric, la delegazione della Alma Gea ed i membri del governo che ancora non gli sono fedeli, minacciandoli di una morte sicura se non gli garantiranno il suo appoggio.
"Questa è una dittatura!" grida furente Amos Keeric, ma è subito costretto a zittirsi trovandosi una pistola puntata alla testa.
Nei corridoi e nelle stanze del palazzo della federazione la battaglia è violenta e senza respiro. Coloro che in un passato non lontano combattevano dalla stessa parte, si ritrovano ora su fronti opposti. Quelli che invece per lungo tempo sono stati nemici giurati, lottano fianco a fianco in difesa di comuni ideali. Non esiste più distinzione tra la Gaia Sanction ed i pirati spaziali. Non esistono più ruoli o definizioni per nessuno. Due sono gli schieramenti: da una parte l'Alma Gea, dall'altra la Renova Legacy. Luce ed oscurità si sono rivelate e le indecisioni non sono consentite: ogni singolo individuo deve scegliere per cosa combattere, per quale futuro, per quali valori. Yama, Key, Adam, Daniel e i loro compagni non si risparmiano e per sopperire alla loro inferiorità numerica rispetto agli agguerriti nemici, mettono in campo tutta la loro astuzia e talvolta magari anche una buona dose di sfrontatezza. Ad un certo punto però le cose sembrano volgere a favore della Renova. L'esercito della Legacy è forte e addestrato ed ha un'approfondita conoscenza del palazzo della Sanction, la cui complessa struttura sembra quella di un intricato labirinto fatto di alte torri, lunghi androni, sale immense e piccole stanze. La battaglia si snoda per tutto l'edificio, ma giunta al suo culmine si concentra soprattutto nell'imponente colonnato che cinge uno degli ampi corridoi esterni. Lo scontro a fuoco miete vittime da entrambe le parti, ed anche Adam finisce per essere colpito, crollando in ginocchio a terra con una profonda ferita alla gamba destra. Le cose si mettono davvero male per lui, ma qualcuno per fortuna giunge in suo soccorso: Yama gli si para davanti, elimina i nemici che lo stavano puntando e lo aiuta poi a rialzarsi porgendogli una mano. I due, in piedi, schiena contro schiena, fronteggiano insieme i militari della Legacy che continuano a sbucare ovunque come mosche. Qualunque antagonismo tra loro è adesso messo da parte, non ha senso di esistere in questo momento. Non amici, ma alleati, ecco cosa sono, pronti anche a dare la vita per ciò in cui credono e per le persone che amano.
Coraggio e determinazione però non bastano ad ottenere la vittoria e, avvicinandosi a Yama, Key stranamente si mostra pessimista sull'esito dello scontro:
"Così non ne veniamo fuori. Loro sono troppi... Che facciamo?".
D'un tratto, un boato echeggia nell'aria, mentre il suolo trema come scosso da un terremoto... Ed ecco irrompere nel palazzo della Gaia Sanction Harlock e i suoi pirati, mentre l'Arcadia, con la sua prua a teschio e la regale mole, domina la piazza frontestante l'edificio.
"Arrivano i nostri!" grida Yattaran, quasi a voler annunciare a Yama e gli altri il loro arrivo.
La sola a non esser sbarcata è Mime. Lei infatti ha un importante compito: deve tenere attivo il motore Dark Matter lasciando filtrare all'esterno una parte infinitesimale della materia oscura. Perché? Per far in modo che Noa possa catalizzarla su di sé e sfruttarla grazie ai suoi speciali bracciali.
I pirati si inoltrano nel palazzo eliminando i nemici che tentano di sbarrar loro il cammino. Harlock davanti a tutti, con Noa e Kira al suo fianco. Subito dietro, Yatta ed il resto dell'equipaggio. Il gruppo procede compatto per un po', dopodiché inizia a sfaldarsi per battere a tappeto ogni zona della complessa costruzione. Il capitano, Noa, Kira, Yattaran e pochi altri avanzano fino al colonnato dove la battaglia è più violenta. E qui Noa fa la sua mossa. Protetta dai compagni, disposti in cerchio intorno a lei, alza in alto le braccia, le incrocia facendo toccare tra loro i suoi bracciali ed attiva il campo magnetico di difesa concentrandolo sulle armi dei nemici. I militari della Renova Legacy si ritrovano di colpo disarmati e si guardano perplessi volgendo poi gli occhi sulle pistole ed i fucili che volteggiano nell'aria ammassati in una gigantesca sfera. Anche Adam, Daniel ed i soldati della Alma Gea osservano allibiti la scena, mentre Yama, Key e gli altri pirati si riuniscono ai compagni ed al loro capitano.
Sconfitto l'esercito di terra della Renova Legacy, la battaglia non può purtroppo considerarsi conclusa. Qualcosa ancora resta da fare per porvi davvero fine. Kira, Noa, Key, Yattaran ed un nutrito gruppo di pirati ritornano di corsa sull'Arcadia, ed a loro si unisce Daniel: dovranno dar man forte alle navi della Gaia Fleet che stanno combattendo nei cieli per la Alma Gea. Harlock, Yama e Adam invece si dirigono verso la sala del Consiglio, dove Duke Harlington è barricato con alcuni dei suoi uomini ed i suoi ostaggi...
L'Arcadia decolla. Mime al motore. Noa e Yatta ai posti di co-pilotaggio. Key, Kira, Daniel e gli altri alle postazioni di fuoco. Nello spazio distinguere le navi amiche da quella nemiche non è facile. A parte qualche nave di mercenari, le altre appartengono tutte alla Gaia Fleet. Ma c'è un trucco per identificarne l'appartenenza: nei vascelli della Alma Gea è installato un particolare sensore che emette uno speciale segnale, impossibile da captare se non se ne conosce l'esistenza. Informato da Daniel del singolare segno di riconoscimento, Yattaran prontamente identifica gli alleati e così i cannoni si puntano contro gli adepti della Renova.
Intanto, Harlock, Yama e Adam fanno irruzione nella sala del Consiglio ed il capitano dell'Arcadia prontamente punta la sua spada contro Duke Harlington, senza nemmeno dargli il tempo di reagire. Alcuni dei seguaci della Legacy presenti nel governo della federazione, vedendosi smascherati, tentano di abbandonare la sala, ma vengono subito fermati da Yama, Adam ed i soldati della Alma Gea. Altri affiliati della Renova negano disperatamente qualsiasi loro coinvolgimento, ma ormai la lista completa con i nomi dei membri del partito e dei suoi sostenitori è nelle mani della parte sana della Gaia Sanction. E' solo questione di tempo e coloro che per lungo tempo sono stati autori, mandanti o complici di crimini e losche trame, verranno puniti e reclusi nelle colonie di detenzione. Ovviamente anche la parte della Gaia Fleet che si era schierata con la Legacy è costretta alla resa, mentre le orde di mercenari che la Renova gestiva e controllava, ritornano di colpo ad essere ciò che per natura sono, ovvero predatori spaziali che minano la sicurezza delle colonie e di tutte le navi che attraversano il cosmo. Questo purtroppo è il prezzo da pagare per la libertà ritrovata. Luce ed ombra vanno sempre di pari passo, insieme esistono quasi fossero una realtà inscindibile.
Dopo che Duke Harlington ed i suoi uomini sono stati portati in manette fuori dalla sala del Consiglio, il senatore Keeric si avvicina ad Harlock e gli stringe la mano, in segno di stima, sotto gli sguardi stupiti dei Decani e dei membri del governo. Per un assurdo caso del destino, il nemico giurato della Gaia Sanction è colui che alla Sanction ha restituito il suo significato ed i suoi originari valori. Qualcuno tra i consiglieri si alza in piedi ed inizia a battere le mani, ed alla fine un applauso collettivo esplode come sincero ringraziamento verso coloro che hanno salvato la democrazia e la libertà.

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Che dire? Manca un solo capitolo! Qualcuno deve ancora prendere un'importante decisione. Kira rimarrà sull'Arcadia insieme a Yama o sceglierà una vita diversa al fianco di Adam? State attenti perché potremmo anche postare l'ultimo capitolo prima del previsto!!
A prestissimo!!!

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Capitolo 26
*** Tela di ragno - parte 13 ***


La notizia del trionfo della Alma Gea sulla colonia di Marte si diffonde in tempo reale via radiocomunicazione in tutte le colonie. Gli affiliati della Renova disseminati nell'universo vengono arrestati o si lanciano in una disperata fuga destinata ad aver vita breve. Sui pianeti che erano diventati gli scenari degli scontri più violenti tra le opposte fazioni, la resistenza della Legacy è più ostinata, ma la situazione è comunque sotto controllo, grazie anche al fondamentale aiuto dei soldati di Arreta.
In un comunicato universale, tramite la rete intergalattica della federazione, il senatore Keeric annuncia una nuova era per la Gaia Sanction e per l'umanità intera. Ci sarà ancora da combattere, ci sarà ancora chi vorrà soffocare la libertà, ma quanto accaduto ha dimostrato che una speranza di rinascere c'è davvero per gli esseri umani. Il messaggio del senatore viene proiettato in contemporanea in tutti i maxischermi posizionati nelle piazze principali delle varie colonie. L'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, vi assiste dalla grande piazza frontestante il palazzo sede della federazione, ed insieme ai pirati ci sono militari della Gaia Fleet, uomini della Alma Gea, gente comune. Noa si guarda intorno e sorride. Questo è quello che lei ed il suo popolo hanno sempre sognato. Un mondo unito al di là di qualsiasi differenza. E se anche questo mondo può essere assaporato soltanto per un breve istante, ha comunque un valore inestimabile... Il discorso di Amos Keeric si conclude con l'annuncio del suo ritorno sulla scena politica tra i Decani della Gaia Sanction e delle ormai prossime elezioni del nuovo Plenipotenziario: è ora di rimboccarsi le maniche e costruire nuove fondamenta per un futuro che non ripeta gli errori del passato...
...Si avvicina per l'Arcadia il momento di ripartire. Ma saliranno ancora tutti a bordo? E' l'ora delle scelte definitive e, per qualcuno, degli adii. Prima di muoversi verso la nave, mentre tutt'intorno la piazza pullula di gente esultante, Harlock rivolge un chiaro invito ai membri del suo equipaggio:
"L'Arcadia non terminerà mai il suo compito. Adesso dovremo occuparci dei mercenari che la Renova Legacy aveva alle sue dipendenze. Ma se qualcuno di voi desidera un futuro diverso da questo, è libero di andare.".
Alle parole del capitano rispondono tre dei pirati che sono stati di stanza su Marte. Trascorrendo diverso tempo sulla terra ferma, hanno riscoperto una vita che avevano dimenticato ed ora vorrebbero portare avanti gli ideali per cui hanno sempre lottato in maniera diversa. E magari, chissà, crearsi anche un famiglia... Un primo addio, dunque. Ma nessuno è triste in fondo. E per tre elementi che se ne vanno, uno nuovo si fa avanti. Daniel si avvicina ad Harlock e gli chiede di potersi imbarcare sull'Arcadia.
"Perché vuoi unirti a noi?" domanda il capitano.
"Perché è questo il futuro che voglio." risponde sicuro l'altro, posando una fuggevole occhiata su Key.
"E tu? Che farai?" chiede sottovoce Noa accostandosi all'orecchio di Kira.
"Presto lo saprai." afferma la diretta interessata, per poi muoversi in direzione di una precisa persona.
Yama, accanto ad Harlock, osserva Kira allontanarsi insieme ad Adam, e senza dir nulla abbandona il gruppo per dirigersi da solo verso l'Arcadia, al momento ferma in uno degli hangar della Gaia Fleet...
Adam e Kira raggiungono la grande terrazza posta sulla torre più alta del palazzo della federazione. Il paesaggio è meraviglioso, da togliere il fiato. La capitale, con i suoi lucenti palazzi dalle sottili guglie, sembra un gioiello incastonato tra le rosse formazioni rocciose che tutt'intorno la cingono e si stagliano contro il cielo azzurro come massicci guerrieri di terracotta. Kira respira a pieni polmoni e sorridendo si lascia andare ad una spontanea considerazione:
"E' davvero bello qui.".
"Hai ragione." rimarca Adam "Però io preferisco ancora la colonia dove siamo cresciuti.".
"Tornerai lì?"
"Sì, presto. Ho voglia di vedere mio figlio."
"Capisco... Anch'io spero di rivedere presto Aisha."
Un attimo di silenzio, e poi Adam prosegue:
"Arreta, com'è?".
"Un sogno." confessa Kira sospirando, per poi aggiungere con occhi ricolmi di fiducia:
"Sono sicura che c'è una speranza anche per le altre colonie. Ci vorrà del tempo, pazienza e lavoro... ma ce la faremo.".
"Sei sempre stata così. Piena di energia, ottimista... Non cambiare mai!"
"Cosa vuoi che cambi?! Con la testa dura che mi ritrovo!"
Di nuovo silenzio, e Kira di questo silenzio conosce bene il significato e la domanda in esso racchiusa. Sì, chiara in lei è la domanda ed altrettanto chiara è la risposta, ma stranamente le mancano le parole ed un velo di commozione annebbia il suo sguardo. Adam allora le si avvicina, la abbraccia forte e con vellutata voce le sussurra sulle labbra:
"E' inutile che ti chieda ancora di restare, vero?".
"Hai già capito..." risponde Kira in un respiro.
"Ho sperato fino all'ultimo che tu... Questo è un addio, immagino."
"E chi può dirlo?!"
Kira, con gli occhi lucidi, accenna un sorriso, mentre Adam prende il suo viso tra le mani e la bacia dolcemente in fronte. Un abbraccio ancora, un affettuoso saluto, e poi ognuno riprende la sua strada.
Kira si allontana, voltandosi un'ultima volta verso il caro amico prima di lasciare la terrazza. Adam, rimasto solo, osserva con sguardo malinconico il suggestivo panorama e pensa al figlio lontano: presto lo rivedrà, rivedrà il suo Elias. Ecco il motivo per andare avanti. Ecco da cosa ripartire...
Mentre il resto dell'equipaggio è ancora a terra, Yama se ne sta da solo sull'Arcadia, seduto al posto di comando, i gomiti sulle ginocchia, le braccia incrociate, gli occhi fissi sul pavimento. C'è un irreale silenzio che domina sulla nave deserta e nel silenzio ad un certo punto dei passi risuonano tra le pareti metalliche, dei passi inconfondibili alle orecchie di Yama. Con la sua sensuale camminata felina, Kira sale sulla sopraelevata della plancia, passa accanto a Yama, gli sfiora con una mano i capelli e procede poi fino a fermarsi davanti al timone, dando le spalle al compagno. Questi  solleva lentamente lo sguardo, si alza in piedi e fa pochi passi in avanti.
"Allora?" domanda il giovane, senza alcuna particolare sfumatura nella voce.
Kira si volta, prima con la testa, poi con tutto il corpo, dopodiché parla con estrema schiettezza:
"Mi sono sentita confusa, è inutile negarlo. Ho anche pensato a come potrebbe essere tornare vivere sulla terra ferma... Credo che potrebbe piacermi...".
Yama le si avvicina e, fermo ad un passo da lei, guardandola dritto negli occhi le chiede:
"Mi stai dicendo che vuoi lasciare l'Arcadia?".
"Io sto dicendo che le cose sono cambiate." ammette la giovane con fiera espressione "Ho capito che il mio posto non è più sull'Arcadia, come non è su Marte, né in un qualsiasi altro luogo nell'universo.".
Il volto di Kira si addolcisce e dalle sua labbra escono parole dense di passione:
"Vedi, io ho capito che il mio posto è dove sei tu... sempre se mi vuoi ancora...".
Yama socchiude un attimo gli occhi, scuote la testa e sorridendo si limita a rispondere:
"Tu mi farai diventare matto...".
Dopodiché, stringe a sé la compagna e la cattura in un lungo bacio intriso di emozioni, ricordi e speranze...
Il momento arriva e l'Arcadia salpa nuovamente per lo spazio. La Gaia Sanction non è più nel mirino di Harlock e i suoi. Ora da fermare ci sono i mercenari allo sbando dopo la disfatta della Renova Legacy. Il pirata immortale riprende il suo viaggio e la nera corazzata torna regina del cosmo, tracciando nel cielo una scia oscura a segnare il confine tra gli inganni del passato e la speranza del futuro che avanza.
... La vita continua, si ripete, evolve, e gli esseri umani, se davvero lo vogliono, possono cambiare, maturare e migliorarsi. Ecco perché quell'uomo, quell'uomo, continua ostinatamente ad andare avanti. Ecco perché altri hanno scelto di seguirlo. Un nuovo mondo si affaccia all'orizzonte. Ed a vegliare su di esso, una nave fantasma con un teschio come emblema, che nel suo eterno peregrinare per l'universo rammenta costantemente all'umanità intera che libertà e speranza non sono soltanto astratte parole, bensì concreti ideali per cui vale la pena lottare, morire, e soprattutto vivere...

 

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

MARTA E CINZIA: Ecco, siamo arrivate alla fine. Questa fanfiction realizzata a quattro mani si conclude qui. Un grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno seguite ed accompagnate in questo nostro ingresso nel mondo di Efp, e soprattutto nel fandom di Capitan Harlock, dove abbiamo conosciuto persone davvero eccezionali con cui condividere le nostre passioni. Grazie amici e amiche. Grazie!!!
MARTA: E giusto per darvi un'anticipazione, vi avviso che la sottoscritta tornerà prestissimo con una storia tutta nuova sempre ispirata al film Space Pirate Captain Harlock. Una fanfiction che stavolta ho scritto e illustrato da sola...
MARTA E CINZIA: Per salutarvi vi lasciamo gli ultimi due disegni! Grazie ancora!!!

YAMA
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YAMA E KIRA
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