Broken Crown

di alix katlice
(/viewuser.php?uid=222085)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I – Rickon/Myrcella ***
Capitolo 2: *** II - Bran ***



Capitolo 1
*** I – Rickon/Myrcella ***


Note Autrice: Quasi di sicuro chi non ha letto la mia altra fan fiction su GoT si starà chiedendo "ma mi son perso qualche pezzo?", perché capisco che messa così di botto voi possiate capire poco o niente xD Quindi, prima di leggere questa raccolta (sarà una specie long-raccolta, diciamo) vi consiglio di leggere questa one-shot ( ~ the wolves are coming again ). [per chi l'ha letta, ho apportato un importante cambiamento alla trama; Myrcella vive!]
Se invece non ne avete voglia vi lascio qui sotto un piccolo pezzo che dovrebbe chiarirvi alcuni punti.
Per il resto delle note, sotto! Adesso vi lascio, un bacio e buona lettura :3
 
 

Bran aspetta diverse ore prima di entrare ad Approdo del Re dopo la vittoria -ore passate accanto a Sansa, mano nella mano, un silenzioso sostegno e silenziosi dubbi e paure.
Quando le sentinelle affermano che tutto è sicuro e c'è la calma, Bran e sua sorella si incamminano.
E ciò che trovano è l'Inferno: case bruciate, morti nelle strade, soldati in ogni angolo.
È facile dirigersi alla sala del Trono appena arrivano a palazzo: le porte spalancate, nessun altro rumore oltre agli ordini gridati fuori.
Mentre Rickon mira e rimira la propria spada, Bran e Sansa osservano i corpi dei Lannister riversi a terra, la testa di Jaime saccata dal corpo, le gole di Cersei, Tommen e Margaery brutalmente squarciate.
E si avvicinano, passo leggero, finché Rickon non si accorge della loro presenza e sorride: ed è peggio del solito, è il sorriso di un bambino che ha appena scartato un regalo trovando dentro il proprio giocattolo preferito.
« Li ha uccisi tutti » mormora Arya. 

- tratto da ~ the wolves are coming again







 

Dopo.



Crawl on my belly til the sun goes down
I'll never wear your broken crown
I took the rope and I fucked it all the way
In this twilight, how dare you speak of grace
.

- Broken Crown [Mumford & Sons]





 

Myrcella Baratheon -Lannister, corregge Rickon, un ghigno divertito e canzonatorio, è un piccolo ammasso di ossa e stracci ai suoi piedi.
Quando gli Stark hanno conquistato Approdo del Re, Myrcella Baratheon (Lannister!) è l'unica della famiglia reale ad esser stata risparmiata: il resto ora giace ai piedi del Trono di Spade, il loro sangue a macchiare il pavimento.
Sangue sporco, sangue marcio.
Myrcella è piccola, ai suoi piedi. Non piccola piccola, (quanti anni ha più di lui? Quattro?) ma piccola per ciò che ha ora -cioè nulla, piccola rispetto a ciò che prova, che dovrebbe provare -paura, terrore, non lo sa, Myrcella tiene lo sguardo alto senza espressione alcuna.
È piccola e non lo sa, perché tiene la testa maledettamente alta come una vera leonessa e aspetta il suo destino senza fiatare, guardandolo negli occhi come aveva fatto sua madre quando era morta.
E Rickon non ha intenzione di tenersela questa palla al piede sotto forma di ragazzina, non quando i suoi occhi sono così verdi e i suoi capelli così dorati, e grida Lannister! da tutti i pori. Ma poi ci ripensa, Rickon. Pensa alle urla di Cersei quando aveva visto la figlia trascinata ai suoi piedi come carne da macello, pensa a quanto sarebbe doloroso per lei veder soffrire la sua unica figlia.
E allora cambia idea. Con un cenno della mano, una smorfia crudele, ordina ai suoi soldati di prendere Myrcella Lannister e trascinarla via.

« Cosa stai facendo? »
La voce di Bran non si sbilancia verso nessuna emozione; è perfettamente calma, non fa capire nulla di cosa stia provando.
Rickon sorride -il suo sorriso tutto denti. Fa solo questo, perché è divertito e perché suo fratello non può dire nulla, nulla, assolutamente nulla, perché se lui vuole tenersi Myrcella Lannister tutta per sè allora può farlo.
« Mi prendo il mio bottino di guerra » dichiara lui, mentre Myrcella non abbassa lo sguardo e continua a fissarlo in pieno volto.
Un manrovescio servirebbe, per farle capire cos'è l'obbedienza, ma il suo viso è decisamente troppo bello per essere rovinato.
Allora si abbassa e afferra una ciocca di capelli, avvicinandosela al viso senza curarsi di far piano.
« Anche coperta di sangue è bellissima, non trovi? »
Bran lo guarda, lo condanna, vuole farlo sentire in colpa: per cosa, poi?
« Non è un bottino, è una donna. »
Rickon ride. La situazione è fottutamente divertente, davvero, perché loro hanno appena compiuto una carneficina e suo fratello -quello buono, quello paziente, quello giusto, gli sta facendo una ramanzina per una ragazzina.
« Hai appena ammazzato centinaia e centinaia di innocenti, Bran. Perché ti preoccupi di chi invece è colpevole? » domanda, ed uno strattone ai capelli della ragazza la fa sbilanciare e cadere ai suoi piedi.
Ma non si piega, Myrcella. Myrcella pur di non piegarsi si spezzerebbe, e Rickon vuole vederla prostrata e implorante, prima di lasciarla morire.
Bran non ha finito, il suo sguardo lo grida a gran voce; ma a Rickon non importa.
Un cenno della testa verso il basso, una specie di inchino che sembra più uno schernimento, ed è fuori dalla sala.
 

tre settimane dopo...

« Entra pure. »
Myrcella apre la porta e si infila silenziosamente dentro la stanza, quasi strisciando contro il muro; da quando sono arrivati a Grande Inverno (dopo tanto tempo passato a camminare, tanto che appena arrivata ha dormito per giorni senza che nessuno la svegliasse -cosa che l'ha resa oltremodo sospettosa) sono passate oramai tre settimane.
Tre settimane di nulla, se non si considerano alcune serve, che le hanno portato del cibo, e la sua stanza, una vera stanza, con un letto comodo e delle pellicce per tenersi al caldo, e dei vestiti.
Tutto questo Myrcella in un primo momento l'ha rifiutato, perché abbandonarsi alla convinzione che sarebbe strata trattata degnamente era un'idea oltremodo stupida, e lei non è stupida.
Non ha visto neppure il minore degli Stark -anzi, nessuno dei fratelli Stark a dirla tutta, nelle ultime tre settimane.
È stata la fitta allo stomaco che si è manifestata quando una servetta gli ha detto che Rickon Stark voleva vederla, a comunicarle che avrebbe preferito che la situazione precedente non cambiasse.
Ora rimane con le spalle al muro e le mani dalle dita che stringono la gonna del suo vestito, Rickon difronte a lei seduto su una sorta di panca.
Myrcella lancia una veloce occhiata alla stanza, semi vuota; oltre a loro due e alla panca sono presenti un catino pieno d'acqua piuttosto grande ed un' altra panca con sopra un telo di stoffa leggera.
Deglutisce, cercando di non rendere troppo evidente il suo crescente disagio.
« Puoi avvicinarti, non mordo » dice, sogghignando, il ragazzo.
È solo un ragazzo, si ripete per l'appunto Myrcella -non conta che l'ha visto squarciare la gola di sua madre con la facilità con cui si schiaccia un insetto, non conta nulla, non ha da aver paura.
Lei si avvicina, lentamente, mentre lui la osserva e non dice nulla; e poi d'improvviso Rickon Stark comincia a spogliarsi e Myrcella è avvolta da una sensazione di terrore che la immobilizza, quasi, non la fa respirare.
L'unica cosa di cui si rende conto è che non vuole diventare il giocattolino di quel ragazzo crudele, non vuole che lui la tocchi, non vuole nemmeno che le si avvicini in realtà. Ma rimane immobile, perfettamente immobile mentre lui si spoglia completamente e poi entra nel catino, voltandole le spalle.
Il rumore dell'acqua che viene smossa ed il sospiro di sollievo di Rickon Stark le dice di doversi spogliare anche lei; e non singhiozza, Myrcella, nessuna lacrima scorre sulle sue guance, solo una sorda paura e la consapevolezza che non vuole, ma che deve.
E già comincia a tirar giù una manica del suo vestito quando Rickon si volta, attirato dal rumore dei suoi passi che si sono avvicinati ancor di più al catino.
« Che stai facendo? » domanda, confuso e divertito.
Le dita di Myrcella si fermano, così come il battito del suo cuore -o almeno così le sembra, che batteva ad una velocità incredibile, prima.
« Mi sto togliendo i vestiti... » dichiara lei con incertezza.
« Ti ho detto ti spogliarti? »
La domanda la mette in difficoltà; lo ha semplicemente dato per scontato, non è rimasta a pensare più di tanto a cosa avrebbe voluto farle fare.
Lui ride. Myrcella vorrebbe tapparsi le orecchie.
« Sei proprio sciocca, eh? » le domanda, senza cattiveria.
Ed è talmente strano che Myrcella si smuove dal suo stato di immobilità, sgrana leggermente gli occhi.
« Vieni qui. »
Una parte di lei sa che non dovrebbe obbedire, o almeno che dovrebbe stare attenta; ma Rickon Stark ora è gentile, e assecondarlo sembra la cosa più giusta da fare.
Si china, raggiunge con il viso l'altezza di quello del ragazzo.
Riafferra una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi, Rickon Stark, ma stavolta li tocca con gentilezza e se ne gode l'odore senza risultare possessivo e crudele; lo è, invece, si ricorda Myrcella.
Ha sempre quella luce negli occhi che ha avuto quando ha tagliato la gola a sua madre; se lo ricorda e se lo ricorderà per sempre, ben impresso nella mente.
« Continui ad avere un buon odore, Lannister. Come fai? E sei anche sempre più bella. »
Non le piace il modo in cui le fa i complimenti; in realtà, neppure li vorrebbe. Ad Approdo del Re si crogiolava negli elogi delle sue dame, di sua madre, degli altri Lord; ma qui, a Grande Inverno, non li vuole.
Rickon Stark può anche tenersele le sue stupide paroline dolci.
« Sulla panca c'è una pezza di stoffa. Puoi prenderla? »
Lo asseconda, ancora. Myrcella è sempre più sospettosa -non sembra nemmeno Rickon Stark quello che la sta trattando così gentimente.
Si alza, prende la pezza e ritorna al suo posto, accanto a lui; nota che ha voltato la schiena verso di lei e giocherella con l'acqua, dita che si muovono veloci sulla superfice di essa.
« Ecco » mormora, porgendogliela.
« Lavami la schiena. »
Myrcella non capisce; non comprende, non riesce proprio a farlo: a che gioco sta giocando?
Immerge la pezza nell'acqua e poi la strizza sopra le sue spalle nude; sente un altro sospiro di soddisfazione e i suoi muscoli -ha delle spalle ben piazzate, si rilassano.
Passa l'acqua sulla schiena, poi sui capelli, ricci e di un marrone chiaro.
Ad un certo punto, quando oramai ha quasi finito di sciacquarlo, Rickon si alza all'improvviso e lei abbassa lo sguardo, perché non vuole dargli la soddisfazione di vederla arrossire -perchè è comunque il corpo nudo di un ragazzo e lei è sempre stata molto timida in quest'ambito.
E lui sorride ed ora lo riconosce, il Rickon Stark che ha trucidato la sua famiglia; gode del suo disagio e non fa nulla per alleviarlo, anzi, si muove lentamente e ci mette infiniti secondi per coprirsi con il telo di stoffa leggera.
« Sei stata brava, eh, Lannister? La serva che di solito lo fa è sempre così brusca. Magari potrei abituarmici a questo trattamento. »
E poi la lascia da sola nella stanza, ad aspettare che qualcuno la venga a prendere e la riporti nelle proprie stanze dove aspetterà (ancora) chissà quanto altro tempo prima di interagire con qualcuno che non siano le serve.

 

[1549 parole]




 






Note dell'autrice (cioè io):
Allora! Io sapevo che sarei tornata a scrivere su GoT, ne ero certa!
Dunque, questo progetto prende ispirazione da una recensione all'altra mia fan fiction, dove fireslight sperava che Rickon tenesse in vita almeno Myrcella.
Questo, + la sansa/petyr che mi chiamava + l'incognita di chi avrebbe governato Westeros dopo la dipartita dei Lannister + il come hanno fatto quei disadattati a diventare re e regine + l'influenza delle cronache di narnia per la questione dei quattro fratelli che governano = questa cosa strana.
Ogni capitolo affronterà un diverso aspetto e diversi personaggi: questo per esempio è uno dei DOPO dedicati a Rickon and Myrcella :3
Il prossimo probabilmente sarà un DOPO ritornovendetta con soggetti Sansa e Petyr, oppure un PRIMA ritornovendetta con Arya e su come è tornata a Westeros da Essos...
Non so, devo vedere! Spero di non essere risultata sconclusionata, è che sono molto agitata perché è una fan fiction che sto progettando da un po' è che amo scrivere, quindi spero non sia troppo confusionaria e spero che vi piaccia!
Recensioni sono sempre gradite, anche negative (soprattutto negative, devo pur migliorare in qualche modo xD)
Okay, un bacione a tutti :*

Alice.
p.s: il banner come al solito l'ho fatto io, e spero non sia venuto tanto orribile xD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II - Bran ***


Note Autrice: Salve a tutti :3 Perdonate il ritardo, ma tengo moltissimo a questa fan fiction e voglio riuscire a produrre un lavoro accettabile, per cui ci ho messo parecchio a scrivere questo capitolo! Comunque, spero che vi piaccia e vi lascio alla lettura, con le altre mie note a fine testo (?) Baci :*
ps: il passo sotto riportato è uguale a quello del primo capitolo, ma semplicemente perché ci sarebbe stato un brutto spazio vuoto (e negli altri capitoli comunque inserirò altri passi, per ricordare alcuni avvenimenti precedenti, visto che ogni capitolo è da un punto di vista diverso D:) okay vi lascio e la smetto di complicare le cose.



 

Bran aspetta diverse ore prima di entrare ad Approdo del Re dopo la vittoria -ore passate accanto a Sansa, mano nella mano, un silenzioso sostegno e silenziosi dubbi e paure.
Quando le sentinelle affermano che tutto è sicuro e c'è la calma, Bran e sua sorella si incamminano.
E ciò che trovano è l'Inferno: case bruciate, morti nelle strade, soldati in ogni angolo.
È facile dirigersi alla sala del Trono appena arrivano a palazzo: le porte spalancate, nessun altro rumore oltre agli ordini gridati fuori.
Mentre Rickon mira e rimira la propria spada, Bran e Sansa osservano i corpi dei Lannister riversi a terra, la testa di Jaime saccata dal corpo, le gole di Cersei, Tommen e Margaery brutalmente squarciate.
E si avvicinano, passo leggero, finché Rickon non si accorge della loro presenza e sorride: ed è peggio del solito, è il sorriso di un bambino che ha appena scartato un regalo trovando dentro il proprio giocattolo preferito.
« Li ha uccisi tutti » mormora Arya. 

- tratto da ~ the wolves are coming again


 
 
 






 

Dopo.



Crawl on my belly til the sun goes down
I'll never wear your broken crown
I took the rope and I fucked it all the way
In this twilight, how dare you speak of grace
.

- Broken Crown [Mumford & Sons]




 



I ricordi sono come tante piccole lame infilate nella pelle: ogni volta che Bran si muove e guarda -guarda le mura di Grande Inverno e ricorda, il dolore si fa quasi lancinante.
Il ricordo che più lo fa soffrire è uno, uno solo, una sensazione che va e che viene, la consapevolezza che mai più potrà provarla; è la gioia, quella pura di un bambino, che lui ha perso troppo presto, quella che, per i primi anni dopo la sua caduta, gli è mancata come aria.

Ed è ora, mentre guarda un ricordo che pian piano sfuma sempre di più, che più gli manca quella gioia: perché Bran ormai è un uomo, ma dentro di sé vorrebbe non aver vissuto tutta quella violenza e disperazione, visto tutto quel sangue, udito tutte quelle urla.
« Hodor! » esclama Hodor, accanto a lui. Non ha la più pallida idea di ciò che vuole dirgli, ma il suo tono di voce è dolce; meglio rientrare, sembra dire.
« Sì, Hodor. Portami dentro. »


Parlare con suo fratello è sfiancante.
Fra tutte le stancanti attività a cui dovrebbe dedicarsi  questa è l'ultima che vorrebbe affrontare; il motivo è quello che comprende il fatto che Rickon da quando tutti loro sono tornati a Grande Inverno è diventato scostante e ancor più scorbutico di quanto prima già non fosse.
Bran è seduto (che gran novità) dietro l'enorme tavolata che sovrasta l'intera sala; Rickon è in piedi, e avrebbero già vissuto questa scena se non fosse per la presenza di Jojen.
È una costante, sempre presente; la sua mano delicatamente poggiata sul bracciolo del trono, poco distante dal gomito, gli ricorda la sua presenza, rende Bran più tranquillo, più concentrato, più pronto.
« Stamattina è arrivato un messaggero dalla Barriera » comunica Rickon, le braccia incrociate al petto ed un'espressione neutra in volto.
È strano. Ride sempre, Rickon, trova tutto così maledettamente divertente; ed ora?
Un veloce sguardo a Jojen, accanto a lui, e Bran parla.
Ora non ghigna, gli occhi non brillano.
« Stannis Baratheon... » il suo nome lo dice ad alta voce « ... è venuto a conoscenza della nostra piccola incursione ad Approdo del Re prima di quanto ci aspettassimo. »
Bran riesce a sentire il suo corpo irriggidirsi velocemente -anche le gambe lo farebbero, se potessero; Jojen accanto a lui sposta la mano sulla sua spalla, un veloce
movimento che non passerà di certo inosservato a Rickon, ma non importa.

La notizia è, senza risparmiarsi la cruda verità, una delle peggiori che potessero arrivare.
« Quindi ne deduco che il nostro Re ora avrà un serio problema a cui pensare incessantemente per le prossime ore » mormora il fratello minore, un movimento indispettito della testa e un espressione quasi disgustata alla parola Re che accompagnano il tutto.
« Sono quattro i Re e le Regine del Nord, ne abbiamo già parlato » dice, la stretta di Jojen che si fa man mano più forte via via che le parole vengono pronunciate.
« Non stavamo parlando di questo, Vostra Grazia, ma del fatto che Stannis Baratheon ha mandato un messaggero. Ciò significa che i Re e le Regine del Nord si troveranno presto con una corona nel fango e ricoperti di merda, se non si rimanderà indietro quel messaggero con la risposta che vogliono sentirsi dire. »
Mentre parla Rickon non si sbilancia verso alcun giudizio; riferisce, tenta di provocarlo, ma non giudica e non da nessun consiglio su cosa si dovrebbe fare secondo lui, su quale dovrebbe essere la decisione migliore.
Non è questo ciò che Bran ha sempre immaginato; mentre si trovava al Nord -la continua ricerca di una visione, falsa e ingannevole, ha sempre immaginato il ritorno a casa come lo svegliarsi da un incubo, il ritrovamento di suo fratello e delle sue sorelle come una gioia indescrivibile a parole e difficile persino ad immaginarla.
Non si aspettava il sorriso tutto denti di Rickon, la rabbia di Arya, i freddi calcoli di Sansa, il caldo sangue dei Lannister a macchiare le sue mani; non si aspettava nulla e neppure lo voleva.
È il calore di Jojen al suo fianco a risvegliarlo da quei pensieri, il sentimento di quella felicità (che quasi sentiva, che provava ad immaginare) svanito in pochi secondi.
« Convoca il messaggero, Rickon. Vogliamo sentire ciò che ha da dire » comanda, anche se le parole che questa sala sentirà di quì a poco sono facilmente immaginabili.

 

Il Guardiano della Notte di fronte a loro ha un qualcosa di inquietante e innaturale, che mette Bran a disagio, profondo disagio, che si insinua sotto la pelle e penetra nella mente e nelle ossa; sembra muoversi senza azzardare alcuno spostamento non necessario, parla con parole calcolate e moderate.
Quello che pensavano era vero: ciò che Stannis vuole è il via libera verso Approdo del Re.
Una richiesta ragionevole, se solo loro non avessero già promesso il Trono di Spade ad un'altra Regina.
Il messaggero è immobile, mentre aspetta una risposta.
Bran vorrebbe comandargli di uscire, prendere tempo, parlare con Jojen, ascoltare ciò che lui ha da dire (è importante Jojen per lui, la sua voce e i suoi consigli, la sua mente e il suo cuore).
Rickon non aiuta, come al solito. Giocherella con una catenina che tiene fra le dita, stravaccato sul suo trono; Bran lo scruta per qualche secondo prima di concentrarsi nuovamente sul problema, pensando di riuscire a schiarirsi le idee (da bambini non era così, si erano sempre sostenuti l'un l'altro.)
Ora invece ha solo voglia di chiudere gli occhi e abbandonarsi al buio.
« Mio Signore? » lo richiama il Guardiano, accennando un lieve inchino.
Che voglia congedarsi, finalmente?
« Penso che voglia una risposta » mormora Rickon, facendosi sentire solo da lui.
Jojen è andato, non è al suo fianco; è così che funziona, Bran lo ha accettato da tanto tempo: ci sono alcuni momenti (pochi, certo, ma ci sono) nei quali Jojen ha bisogno di stare da solo.
Ed anche se il suo bisogno sarebbe quello di trattenerlo accanto a sé, ordinargli di restare sempre e comunque, lo lascia andare.
Ora Jojen non c'è; ed è un momento critico, perché vorrebbe davvero tanto averlo qui.
La sala è in silenzio, Stannis Baratheon necessita di una risposta.

« Comunicate al vostro Re » la voce di Bran è alta, chiara « che il Trono di Spade appartiene solamente a Daenerys Targaryen, la sua legittima proprietaria. Il via libera verso Approdo del Re vi è stato negato. »
E il volto del messaggero ora è una maschera di freddezza, non l'immobilità inquietante di prima, ma una gelida rabbia: quella non è la risposta che si aspettava, non
è ciò che voleva il suo Re.

Non dice una parola, mentre si volta ed esce a passo spedito dalla Sala dei troni. La risposta alla loro richiesta è un no secco, senza possibilità di contrattazione, e
questo lo ha capito bene.

A suo fratello è tornato il sorriso.
« Complimenti, Bran » dice, alzandosi dal trono e abbandonando lì la catenina che prima teneva fra le mani « hai appena dato il via ad una guerra. »

 

 

[1'185 parole]




 



 
Note dell'autrice (cioè io):
Salve a tutti :3
Eccoci qua con il secondo capitolo! Scusate il ritardo, ma, come ho spiegato prima, ci tengo a fare un buon lavoro, quindi ho abbracciato il consiglio dei mei amicizii *grazie, se mi state leggendo!* e mi sono presa un po' di tempo per calcolare bene il tutto.
Dunque! Con questo capitolo volevo dare un attimo una paronamica sulla situazione *TRONO DI SPADE*: a chi andrà, ora?
Daenerys o Stannis? Chi aiuteranno gli Stak? Eh eh eh. ps: ad un certo punto accenno ad una promessa d'aiuto da parte degli Stark per la nostra Khaleesi
Bel quesito. Si scoprirà nei prossimi episodi.
Ho introdotto anche un po' della relazione che c'è fra Bran e Jojen (anche se non molto!). Sicuramente andando avanti verrà ampliata, li shippo troppo per lanciare solamente piccoli segnali e non approfondire xD
Bene, ora vi saluto e vi auguro buona continuazione.
Ci si legge al prossimo aggiornamento! Un bacio :*

Alice.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2864684