My dear Albert

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 parte ***
Capitolo 2: *** 2 parte ***
Capitolo 3: *** 3 parte ***
Capitolo 4: *** 4 parte ***
Capitolo 5: *** Conclusioni ***



Capitolo 1
*** 1 parte ***


Il nuovo secolo è arrivato, e sono quasi quarant’anni che lui è morto, e io sono stanca, tanto stanca. Sono quarant’anni che il mio amato Albert, il caro Albert, è morto e io mi sento così impotente, specialmente ora che il secolo nuovo è iniziato e io sono un’anziana signora. Un’ anziana signora piena di acciacchi, di ricordi e di rimpianti, com’è giusto che sia.

Mio padre Edoardo di Kent seppe che sei stata una regina grazie ad una zingara che a Gibilterra gli lesse la mano. Vedo che hai molto sofferto ma il tuo prossimo matrimonio sarà felice e avrai una figlia che diventerà regina gli disse quella donna e la sua profezia si è avverata. Non ho mai conosciuto mio padre, morì che non avevo neppure un anno d’età ma mi amava e sapeva che sarei divenuta regina; morì una settimana prima di mio nonno, re Giorgio detto il Folle, mio nonno era così sprofondato nella follia che quasi non si accorse della morte di mio padre, il regno veniva amministrato da mio il Reggente, che si chiamava come mio nonno, lui lo ricordo bene, era un uomo grasso e vestito in maniera singolare, che sapeva cosa fosse Bello ed elegante e cosa non lo fosse.

Mio zio il Reggente detestava mia madre Viktoria, la odiava così tanto e lei lo ricambiava di cuore, la mia povera mamma, vorrei che le cose fossero andate meglio tra di noi, c’è sempre stato un abisso a dividerci e abbiamo tentato di porvi rimedio solamente poco prima che morisse.

Era tedesca ed era nata a Coburgo ed era già vedova quando sposò mio padre grazie ai buoni uffici di suo fratello Leopoldo, zio Leopoldo ha sempre avuto a cuore gli interessi della mamma e i miei. Non ho conosciuto bene mio fratello Karl ma ho amato molto mia sorella Fedora, ci siamo scritte per anni, Fedora era la mia unica amica anche se si sposò quando io avevo solo nove anni.

Ho avuto forse l’infanzia più solitaria che una bambina abbia mai avuto, sempre sola, l’unica mia amica dopo che Fedora mi lasciò era la mia bambinaia, la fedele Lethzen. Lethzen, la mia adorata baronessa Lethzen, quanto le ho voluto bene, per me è stata come una madre e come tale l’ho amata, separarmi da lei è stato uno degli addii più tristi della mia vita.

Mia madre Viktoria, lei non mi ha mai amato, per lei ero solo la prossima regina, l’erede da controllare e proteggere, non una figlia. quando aveva sposato mio padre aveva abbandonato al sua tranquilla posizione di vedova solo perché zio Leopoldo le aveva fatto balenare la possibilità di poter divenire un giorno regina d’Inghilterra, e credo che non gli abbia mai perdonato la morte del mio povero padre.

Si erano sposati quasi per caso ed erano rimasti in Germania per quasi un anno salvo tornare in Inghilterra perché l’erede doveva nascere in patria. Zio Leopoldo aveva perso la sua opportunità di accedere al trono quando mia cugina Charlotte morì di parto lasciandolo vedovo e inconsolabile, motivo per cui decise di puntare su mia madre.

La morte di mio padre vanificò in parte i suoi piani, ma poi decisero che sarei stata io la regina in quanto unica erede.

Che anni tristi e solitari ho trascorso nell’attesa, se mia madre non avesse rotto con i miei Il Reggente e poi con re Guglielmo mio zio, e tutto per colpa di quel malvagio Conroy. Quello che ho visto lo sappiamo solo noi tre, ma quel malvagio irlandese aveva traviato mia madre spingendola ad isolarsi e ad assumere atteggiamenti che ci tagliarono fuori dalla corte dove pure io avevo diritto a stare, non a Kensington che allora era uno dei palazzi più tristi della corona, umido e fatiscente.

Tutto cambiò quando dopo aver compiuto diciotto anni cinsi la corona, mio zio era morto serenamente nel sonno e io ero regina, regina d’Inghilterra, era il 20 giugno 1837 e io avevo compiuto diciotto anni da neppure un mese.

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Capitolo 2
*** 2 parte ***


Uno dei miei primi atti ufficiali come regina fu quello di rimuovere il mio letto dalla stanza di mia madre, ero regina e desidero essere indipendente, il secondo fu licenziare Conroy, avevo sofferto troppo a causa sua e non volevo più rivederlo, era stato l’uomo di fiducia di mio padre e … un consigliere di mia madre ed era troppo per uno come lui.

Fin da bambina era stato progettato il mio matrimonio con mio cugino Albert di Sassonia Coburgo Gotha, anche lui cugino di zio Leopoldo, e mi bastò incontrarlo la prima volta per decidere che lo avrei amato, Albert era così bello, alto, forte, il mio caro Albert era l’uomo più bello che avessi mai visto, anche se il caro lord Melbourne, primo ministro e mio mentore avrebbe preferito che sposassi mio cugino Giorgio di Cumberland ma fu sufficiente la vista di Albert per farmi mutare idea.

Alberto, il mio Albert, il caro Albert, quanto l’ho amato e quanto lo amo tuttora anche se sono passati quasi quarant’anni dall’ultima volta che lui era con me, e mi manca ogni giorno che passa sempre di più, come se fosse accaduto il giorno precedente.

Siamo stati così felici durante il nostro matrimonio, anche se lui talvolta si permetteva troppe libertà in politica dimenticando che io ero la regina e lui solamente il principe consorte, per fortuna glielo rammentavo sempre quando lui lo dimenticava.

Abbiamo avuto nove figli, la primogenita è nata dopo appena nove mesi di matrimonio impedendomi di gustare la felicità del matrimonio, una delle cose che più ho odiato del matrimonio sono le gravidanze e i parti, non ho mai capito cosa ci trovino le donne nei bambini, per me erano solo degli esseri che mi temevano lontana dal mio amato marito; lui invece adorò al primogenita, la mia povera Vicky che credo mi raggiungerà presto, le sgarberie di suo figlio Guglielmo e la mancanza del suo povero marito la stanno lentamente uccidendo.

Chi però mi ha dato più dispiaceri è stato il principe di Galles, il povero Bertie, ogni suo comportamento è indegno del nome che porta, era il nome di suo padre e lui lo disonora da decenni dandomi così tanti problemi, lo ha fatto morire, se il mio povero Albert è morto è anche colpa sua, lui potrà anche negarlo ma è vero. Se Albert non fosse andato in Irlanda per rimproverarlo non si sarebbe ammalato e non sarebbe morto, era così giovane quando morì e fu colpa soavemente di Bertie, lui e la sua scandalosa condotta.

Albert aveva sofferto così tanto quando da bambino lo separarono con la forza da sua madre a causa della condotta disdicevole di lei, motivo per cui impose a tutta la corte una sana moralità e un dignitoso decoro, qualità che ho cercato di inculcare nelle mie cameriere e negli inglesi, con scarsi risultati da una parte e meravigliosi dall’altra.

Nemmeno la moglie che Albert scelse per Bertie è riuscita a calmarlo, la povera Alessandra sopporta però con dignità, povera donna. Fu Vicky a suggerirci la danese e Albert approvò, mi sono sempre rimessa a lui per simili decisioni, ero la regina ma prima ancora ero la moglie di Albert.

Povera Vicky, eppure le abbiamo trovato un marito perfetto, è stata cos’ sfortunata a causa della malattia di lui e ora suo figlio, il mio primo nipote, l’imperatore Guglielmo è un fatuo, un villano e se fosse libero di perseguire i suoi sogni ci porterebbe tutti alla rovina. Albert fu così felice della sua nascita, ha sempre amato Vicky, forse più di me e questa è una cosa che trovo intollerabile, Albert doveva amare me, solo me, me, come io ho sempre amato lui.

Si è sempre occupato di tutto lui, perderlo è stato orrendo, che mi si rimproveri di evitare Londra e il Parlamento, non m’importa, non erano i luoghi che Albert amava e dunque non sono degni della mia attenzione.

Balmoral, Osborne House, Windsor, questi sono i luoghi che il caro Albert tanto amava ed è qui che devo rimanere come una moglie devota e amorevole, non nei luoghi che tanto detestava.

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Capitolo 3
*** 3 parte ***


Non ho mai amato il Parlamento e i ministri, l’unico a cui mi sia mai affidata senza riserve era l’ottimo Melbourne, gli altri sono solo bambini che litigano e fanno i cattivi, hanno avuto persino il coraggio di lamentarsi se li rimproveravo come quel crudele Gladstone che non ha fatto altro che ostacolarmi come se il mio parere non fosse poi così importante come lo era quello dei miei zii e del mio povero nonno prima che impazzisse.

Per fortuna ho avuto accanto a me per anni il mio fedele John Brown, il mio bravo scozzese. Senza di lui non avrei saputo come fare, era l’unico a darmi ragione e a sostenermi, era l’angelo che il mio caro Albert mi aveva mandato per confortarmi nella mia vedovanza, hanno detto così tante cose cattive su di noi senza comprendere che la nostra era un perfetta amicizia senza alcun secondo fine come tanti servitori ingrati e ministri rancorosi hanno osato pensare. È stato con lui che ho viaggiato per l’Europa tra cui visite a Coburgo per vedere i luoghi della giovinezza di Albert e poi per i matrimoni dei miei nipoti, sono così orgogliosa del matrimonio di Ducky, la figlia del mio povero Alfred morto da nemmeno un anno e dell’orgogliosa Maria Aleksandrovna che considera tuttora qualsiasi cosa sia russa migliore delle nostre, con il figlio della mia sventurata Alice, povera ragazza morta così giovane anche se ebbe l’arroganza di paragonare la sua felicità coniugale a quella che io e il mio caro Albert condividemmo, nessuno potrà mai essere felice come lo fummo noi due.

È stato un ottimo matrimonio, tutta l’Europa vi ha partecipato ma se avessi compreso le conseguenze forse non avrei approvato. La piccola Alix, la mia nipote preferita, colei che avevo scaleo per essere regina d’Inghilterra, la mia Sunny, decise in quel matrimonio di accettare la proposta dello zarevic Nicola e di sposarlo e per di più di convertirsi alla religione ortodossa. Non ho mai amato i russi, dai tempi in cui Nicola I venne a Londra, e sapere che si sono presi Elisabetta e Alice mi fa temere per il futuro, Alice non era preparata per sposare lo zar e ho paura della politica russa che ogni notte mi fa temere per entrambi e per le mie pronipoti, lo zar è debole, anche se educato e cortese, e il Paese è troppo grande e troppo barbaro per essere ben governato. Se solo lo zar Alessandro fosse vissuto un anno o due di più oggi non ci troveremo in questo pasticcio.

Persa Sunny pensai a chi potesse rimpiazzarla e ignorato lo sciocco disegno di Bertie che desiderava che il povero Eddie di Clarence sposasse Elena d’Orleans, la figlia del conte di Parigi, che la ragazza amasse Eddie è stato irrilevante quando suo padre si è opposto alla sua conversione e persino da Roma è stato fatto capire che una simile conversione era impossibile, per fortuna trovammo la figlia della mia cara cugina Mary di Cambridge che accettò di sacrificarsi per la patria. Se Eddie non fosse morto sarebbero stati una bellissima coppia, per fortuna mio nipote George di York era pronto a fare il suo dovere, lei è un po’ troppo alta per lui ma sono felici e questo basta.

Ho sistemato tutti i miei nipoti cercando di farli sposare tra loro tranne alcune lodevoli eccezioni, la mia povera Missy, e quando sarò di nuovo con Albert loro faranno il loro dovere.

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Capitolo 4
*** 4 parte ***


Sono rimasta sul trono per oltre sessant’anni, più a lungo di qualsiasi sovrano inglese, e sono stata incoronata imperatrice, imperatrice d’India da quell’abile mercante ebreo che era Disraeli, mi ha chiesto più di una volta di far partecipare Bertie al governo e questo prova quanto poco giudizio avesse quell’uomo. Il mio volto è il volto più conosciuto al mondo e abbiamo l’impero più grande e più prosperò che mai si vedrà sulla terra.

Abbiamo anche così tanta povertà, come scriveva il signor Dickens nei suoi libri ma la classe dirigente sta facendo il possibile, è colpa dei poveri che non vogliono farsi aiutare, non nostra.

Quello che mi preoccupa è questa guerra così sanguinosa contro i boeri che ci ha alienato le simpatie di mezza Europa, preferiscono quei cacciatori calvinisti a dei sani inglesi che sono solamente intenzionati a portare la civiltà in terre nuove, quanta ingratitudine ci riservano, un po’ come gli irlandesi che pretendono delle cose così inutili, perché preoccuparsi di questo quando hanno noi che li aiutiamo e li sosteniamo? Avrei dovuto comprendere che erano solo degli ingrati e delle sangusughe come sir John, anche lui era irlandese e ha rovinato la mia infanzia.

Sono così stanca, sono solo una vecchia signora che è sopravvissuta a quasi tutti i suoi figli e aspetta da oltre trent’anni di ricongiungersi con suo marito, sarebbe un peccato rovinare così questa riunione di famiglia con un funerale ma sono così stanca, so bene che Bertie distruggerà tutto quello che ho costruito ma l’unica cosa che desidero è rivedere il mio caro Albert.

Solo un momento per riposarsi, non chiedo altro, mio nipote il kaiser è così premuroso, forse troppo, la mia povera Vicky così malata non si fida di lui e nemmeno io, coinvolgerci in quella spedizione in Cina è stato un azzardo, Albert non avrebbe mai approvato, la Cina è così debole che prima o poi si distruggerà da sola, e noi abbiamo già Hong Kong, il vero problema è il Sud Africa e temo per Bertie e per l’Impero quando non ci sarò più, ma cosa m’improta della corona quando Albert mi attende da quasi quarant’anni?

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Capitolo 5
*** Conclusioni ***


Vittoria di Hannover, regina di Gran Bretagna e imperatrice d’India, ultima esponente della dinastia di Hannover, morì a Osborne House il 22 gennaio 1901 dopo sessantaquattro anni di regno, tra le braccia del nipote Guglielmo II di Germania.

Durante il suo regno l’Inghilterra divenne la potenza industriale e militare più potente al mondo arrivando ad occupare un quarto della superficie terreste e ad avere il controllo dei mari grazie alla sua marina.

Vittoria non si interessò mai molto al governo, preferendo delegare gran parte del potere ai suoi primi ministri; dalla morte del marito Albert di Sassonia Coburgo Gotha si isolò dal governo per oltre dieci anni preferendo abitare nei luoghi che erano stati cari al defunto marito e occupandosi della servitù e della famiglia.

Al di fuori della leggenda dai suoi diari emerge una donna frivola, divertente, poco colta e che in determinati momenti veniva colta da crisi di furore e di rabbia che sfogava principalmente sui familiari e sulla servitù.

 Il legame che la unì al gilly scozzese John Brown, in precedenza scudiero di Albert e poi sua guida durante i periodi trascorsi a Balmoral, non è mai stato chiarito ma alla sua morte la regina progettò una biografia dell’uomo, da cui venne dissuasa dai figli che avevano sempre trovato inopportuna l’influenza dello scozzese.

Albert fu forse l’unico uomo che esercitò un’influenza duratura su Vittoria che se ne innamorò a prima vista mentre lord Melbourne, sfortunato marito della celebre lady Caroline Lamb, fu visto dalla giovane regina come una figura paterna avendo perso Vittoria il padre quando aveva appena nove mesi come era già accaduto in precedenza ad Enrico VI.

La decisione di farle sposare Albert fu del loro comune zio Leopoldo di Sassonia primo re del Belgio il quale in gioventù era stato sposato con la principessa Charlotte del Galles, figlia di Giorgio IV, una politica familiare analoga fu poi proseguita da Albert e dopo la sua morte dalla Vittoria che adorava far sposare i propri nipoti tra loro.

Dei suoi figli solamente Leopoldo d’Albany manifestò i sintomi dell’emofilia che trasmise ai suoi discendenti mentre Vittoria imperatrice di Germania, Alice granduchessa d’Assia e Beatrice di Battenberg si dimostrarono portatrici sane trasmettendo la malattia ai loro discendenti sui troni di Germania, Russia e Spagna. La malattia sembra essersi generata da un mutamento genetico dei geni della sovrana sebbene sia stato ipotizzato che diversi membri della famiglia reale prima di lei potrebbero averne sofferto, mentre la porfiria, causa della pazzia di re Giorgio III, si trasmise al ramo tedesco tramite la principessa Elena e i suoi discendenti. Grazie ai matrimonio Vittoria è ormai nota come la nonna d’Europa e da lei discendono gran parte dei sovrani del Novecento, sia titolari che nominali.

 

 

Bibliografia

Anka Muhlstein. Victoria Regina,

Carolly Erickson: La piccola regina. Vittoria e il suo tempo

Greg King: L'ultima zarina.

Marina Minelli. 101 Storie di regine e principesse che non ti hanno mai raccontato,

Marina Minelli. Le regine e le principesse più malvagie della storia. Storie e segreti, perfidie e crudeltà delle signore al potere

Roberto Giardina: Complotto reale. L'ascesa dei Coburgo alla conquista d'Europa

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