His dark soul.

di _I_am_a_Directioner_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Story of my life. ***
Capitolo 2: *** La casa nel bosco. ***
Capitolo 3: *** Il fascino del ladro. ***
Capitolo 4: *** La preda. ***
Capitolo 5: *** Vero o falso? ***
Capitolo 6: *** Il protettore. ***
Capitolo 7: *** Nuovi incontri. ***
Capitolo 8: *** Il mostro. ***



Capitolo 1
*** Story of my life. ***


Il buoi è l'unica cosa che ricordo da tutta la vita.

Il nero è il mio colore, da quando sono nata.

Non ricordo quando e se è mai successo, di aver visto la luce. Non so neanche che aspetto abbia. Strano eh? No, per me, questa è la normalità.

Mi chiamo Hanna, ho 18 anni e questa è la mia storia.

Se siete abituati a leggere storielle con una ragazza perfetta, solare, e felice, beh questa storia non fa per voi. Io non sono per niente come le altre, io non so neanche chi sono.

So solo il mio nome, la mia età e ..basta.

Dovre iniziarvi a raccotare della mia famiglia, no? Ogni storia inizia così.

Preciso subito una cosa, io non ho una famiglia, io sono da sola.

Triste eh? No, secondo me, il destino, per me, ha in regalo molte più cose preziose di una bella famiglia felice, e magari, forse, non lo so, un giorno lo scoprirò.

Sono stata abbandonata, in una scalinata di una chiesa, quando avevo solo cinque mesi.

Non so chi siano i miei genitori, non so se siano vivi o morti, non so se ho fratelli.

Le suore mi presero con loro, dopo, all'età di sei anni, mi mandarono in un orfanotrofio, ero troppo ribelle e imbranata per loro.

Alcuni assistenti sociali provarono a farmi adottare, ma nessuna famiglia, voleva una bambina come me, nessuno voleva starmi vicino, neanche la mia compagnetta di stanza.

Una famiglia, un giorno mi venne a vedere, una vecchia coppia, che non potevano avere figli, mi presero con loro, per disperazione. E così, all'età di undici anni, andai a vivere con loro, in una nobilissima casa. In realtà, non so perché, due persone così ricche scelsero proprio me, con tutti i soldi che possedevano potevano prendersi bambini di ogni tipo.

Con loro passai ben sei anni, ma dopo la morte della moglie, il marito depresso si suicidó davanti i miei occhi, ed io terrorizzata, scappai via.

Da due anni, ormai viaggio senza sosta per tutta l'Inghilterra, non so neanche il posto in cui sia nata, quindi non so dove andare.

Sono una senza tetto, una ragazza di 18 anni che ha avuto poco, ma allo stesso tempo, tanto dalla vita, senza chiedere mai niente.

Sono triste? Sono triste per tutto quello che ho e che sto passando?No, il mio cuore regge molte cose, ormai sono abituata.

Il buio circonda me e la mia strada.

Il buio è l'unico colore che conosco.

Non so chi sono, non so dove sono.

L'unica cosa che so per certo, è che io, Hanna Spencer, non dipendo da nessuno.

Non possiedo nulla, non ho una famiglia, non ho amici, non ho neanche un cane con cui poter parlare, sono sola.

La mia anima è buia, spenta, ma sono viva. Dopo tutto, sono ancora viva e per questo, mi ritengo di essere molto fortunata.

Salve a tutti, e benvenuti dentro la storia della mia vita, mi chiamo Hanna Spencer, ho 18 anni e sono la ragazza da cui tutti vorrebbero scappare via.





 

Eccomi ancora una volta qui, con una nuova storia!
Forse, alcune di voi mi conoscono già, tramite la mia storia "
Il migliore amico di mio fratello" , se non l'avete mai letta, passate anche di là, mi farebbe molto piace! 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1388018 
Questo è solo l'inizio, ma spero che la storia sia seguita come quella.
Fatemi sapere se volete il nuovo capitolo!
Un bacio!

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Capitolo 2
*** La casa nel bosco. ***


Passeggiare in giro per la città,  in una calda giornata di agosto, non è l'ideale. 
Non so di preciso dove andrò oggi, forse andrò di là, o prenderò da quella parte, chi lo sa?
Essendo una senza tetto, non ho molte alternative. 
Il caldo mi soffoca e sono tutta sudata. Ho bisogno di ombra. Ho bisogno di acqua.
Per fortuna, la città di Londra è famosa per avere a disposizione, diverse fontanelle dove poter riempire la bottiglietta d'acqua. L'unica cosa che riesco ad ottenere gratis.
Vi starete chiedendo dove mangio, vero? Beh una o due volte alla settimana vado ad aiutare una nonnetta alla mensa per i poveri, e lì, ricevo qualche soldino per poter comprare qualcosa da mangiare.Non mi piace molto, andare in quel posto, anche se ho vissuto molta sofferenza, odio poter vedere così tante persone che soffrono.
Sono seduta sopra una panchina del parco, sotto i rami di una quercia.  Sono stanca e troppo disorientata. Viaggio da così tanto tempo che non so più dove poter andare.
Di giorno vago per la città,  la notte cerco di non ficcarmi in qualche strano circolo, cercando un posto sicuro dove poter restare per tutta la notte. Questa notte, la passerò qui, dentro il parco.
Noto da lontano il custode, è sera e ha le chiavi in mano, vaga per il parco, alla ricerca di qualche barbone, nascosto qui dentro per cacciarlo fuori. 
Non me, penso. Non questa sera che non so dove andare.
In silenzio e a passi decisi, mi nascondo dietro un cespuglio. Non deve vedermi.
Chiudo gli occhi, con la convinzione che così,  lui non mi possa vedere.
Come un falco che cerca la sua preda, Trevor, il guardiano, mi passa davanti, senza però vedermi.
Dopo aver finito il suo primo controllo, passa per il secondo giro, sono al sicuro, non mi ha vista.
Esce dal parco, chiude il cancello e va verso casa, il suo lavoro, qui, è finito.
Finalmente mi rilasso, mi siedo sotto la grande quercia al centro della città e mi stringo nel mio piccolo giubbotto, l'unica cosa confortante nella mia vita.
Per poche ore sono al sicuro, domani mattina, però,  dovrò svegliarmi presto, nascondermi e aspettare che Trevor apri di nuovo l'enorme cancello.
Non so con quale forza, riesco ad addormentarmi.

Il leggero venticello mattutino,  mi sveglia. 
Che ore sono?Rido, non ho un orologio,  non posso saperlo.
Il cancello è ancora chiuso per mia fortuna, così mi alzo dal mio "letto" e corro verso il mio nascondiglio, il cespuglio.
Come previsto, dopo circa venti o trenta minuti, Trevor si presenta a lavoro, apre il cancello ed io mentre lui gira, per assicurarsi che tutto sia come dovrebbe essere, io corro fuori.
Nuovo giorno, nuova avventura.
Percorro una delle strade più frequentate della città,  trovo una fontanella e mi bagno la faccia. Adesso va meglio!
Giro per il centro, le ragazze camminano in gruppo o con il proprio fidanzato, alla ricerca di qualcosa di nuovo da mettere. Entrano nei negozzi, guardano, disprezzano, e poi comprano.
Non ricordo più la prima volta che entrai dentro uno di questi negozi, forse all'età di 13 anni.
La cosa che mi colpisce di più,  è vedere genitori apprensivi che comprano palloncini o gelati ai propri figli. Chissà come deve essere avere dei genitori, avere una famiglia..
Sorrido, so che non potrò mai provare tutto questo, non posso neanche vedere un fil o un documentario su questo, non possiedo una tv, non possiedo una casa tutta mia.

Non so per quanto ho camminato, ore, tante ore, so solo che non conosco questo posto.
È una zona della citta, penso sia la periferia,  in cui io non sono mai stata. 
Di solito mi tengo alla larga da questi strani posti, sono misteriosi e non sai mai che gente ci puoi trovare, ma guardandomi bene, non sono nelle condizioni più adatte per poter giudicare una persona. La gente, il più delle volte, quando mi vede, stringe i figli a se e li allontana da me.
Faccio paura, faccio paura e le persone mi evitano.
Non sono una persona molto socievole, beh, per dirla tutta non amo molto parlare con le persone, sono timida e non so, quasi sempre, cosa dire. 
Non ho amici, e di certo, stando in città non li troverò,  nessuno mi vuole come amica.
Forse, se sono fortunata, qui ci sarà qualcuno che vorrà conoscermi.
Il mio aspetto inganna,  sono trasandata, magra, i capelli arruffati e le occhiaie, i vestiti vecchi, ma per fortuna puliti, un uomo ha donato, alla mensa dei poveri ha donato i vestiti della figlia, ormai troppo grande per indossarli e adesso li ho io;un jeans chiaro e stretto ma comodo, una maglietta maniche corte, nera, un piccolo giubbotto di tuta nero e delle tennis bianche. Insomma, non mi posso lamentare, non ho mai avuto, negli ultimi quattro anni un giubbotto di tutta!
Percorro una strada di dimensioni medie, poi essa finisce e si divide in due più piccole.
Quale prendere?Destra o sinistra? Ecco di dilemmi della mia vita;scegliere la propria strada non è sempre così facile.
Opto per quella più tranquilla e isolata, cammino per tipo mezz'ora prima di giungere sopra una piccola valle. Il posto è isolato, tranne per una vecchia casa di legno, nascosta tra gli alberi.
Chi abita qui?C'è qualcuno dentro quella casa?
Non sento rumori, non vedo nessuno e così mi avvicino, fino ad arrivare alla porta.
Non è chiusa a chiave, così la apro.
-C'è nessuno?-Dico sussurrando. 
La casa non è molto grande, un piccolo salotto, con una divano a due o tre posti verde, un tavolinetto di legno, che si abbina al pavimento e alle pareti di legno, e un piccolo mobiluccio che regge un televisione. Chiudo la porta alle mie spalle, è ormai buio fuori e fa fresco.
Dormirò qui questa notte, sembra essere una casa disabitata! 
Mi inoltro oltre il salotto, noto altre stanze, una camera da letto, contentente un letto matrimoniale non troppo grande, un tappeto verde, due piccoli comodini ai lati del letto, e per finire un armadio ed un comò, anche queste pareti sono di legno, come il resto delle camere.
Uscendo dalla camera da letto, alla sua destra trovo un'altra stanza, il bagno;piccolo ma comodo, possiede una vasca, domani farò un bagno!
Uscendo, trovo, dall'altra parte della casa una piccola cucina;tavolo al centro della stanza, alcuni piatti rotti per terra e altri sul marmo della cucina.
Perché mai ci sono dei piatti rotti?Non penso che questa casa sia abitata.
Il picco frigo, bianco, è vuoto. Beh anche per queata sera, cena a base di niente con niente, ottimo per tenersi leggeri!
È tardi e decido di andare a dormire, finalmente in un letto, in un letto vero.
Per mia fortuna il materasso è comodo e la piccola copertina è confortante, la sera fa sempre piu fresco ed io trovo confortante un po' di calore.
In poco tempo, mentre continuo a convincermi che non dovrei stare in questa casa, cado in un sonno profondo.

La mattina seguente faccio farica ad aprire gli occhi, a causa della luce che entra dalla piccola finestra, dalla parte sinistra della stanza.
Con la mano destra, mi strofino gli occhi. Accidenti che dormita!
Mentre vado per alzarmi, noto una fitta al polso sinistro, non riesco a muoverlo.
Che succede? Sembra che sia legata o qualcosa del genere.
Non riesco a capire e a vedere bene, la luce del sole non mi permette ancora di vedere tutta la stanza o per lo meno in mio polso.
Con la mano libera,  raggiungo il polso sinistro e con sorpresa e paura, noto che sono legata al letto, con delle manette.
Il cuore mi batte a mille, ho paura. In che guaio mi sono cacciata?
In che casa sono entrata? Forse di un poliziotto?Di solito sono loro ad avere le manette.
Mi agito sul letto, muovo con forza il polso, ma non riesco a liberarmi, ci deve essere una chiave, qui, in giro! Guardo sopra il comodino, ma non vedo nulla.  
Sento una risata.
Mi blocco di colpo e giro la testa verso la porta. Un ragazzo in penombra è appoggiato alla porta.
-Hai perso qualcosa?-Chiede con tono deciso.
-Tu..tu chi sei?-Oso dire, non riesco a vederlo. E se fosse un vecchio maniaco? E se fosse un uomo e non un ragazzo per come credo di aver visto?
-No, tu chi sei.-


La casa nel bosco. 

*SPAZIO AUTRICE*
Per iniziarvi a far capire la storia, inizierò a pubblicare i primi capitoli più velocemente, spero che la storia vi piaccia.
Se siete curiosi, recensite! <3 
A presto! <3 

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Capitolo 3
*** Il fascino del ladro. ***


Sono bloccata, impaurita e legata ad un letto di uno sconosciuto. 
Voglio scappare. Voglio correre via da questo posto.
Solo ora mi accorgo che questo posto non è molto adatto ad una ragazza, buio, triste, spaventoso e isolato, troppo nascosto dagli alberi, troppo in cima ad una montagna. 
Non so chi mi ha dato la forza per entrare dentro questa orribile casa, forse la voglia di un posto al caldo o il bisogno si un tetto sopra la testa.
-Chi sei tu?-Ripete guardigno. 
Non rispondo, e se mi fa del male? 
-Lasciami andare, non ho fatto nulla di male e..-
-Ti sei intrufolata dentro casa mia, ti sei infilata dentro il mio letto e ci hai anche dormito.-
-Avevo bisogno di un posto sicuro dove poter passare la notte.-Cerco di giustificare la mia folle idea di rimanere qui per la notte. Che stupida. Che stupida che sono stata.
-Sai che quello che hai fatto è sbagliato?-Chiede e finalmente la luce si posa sul suo corpo, permettendomi così,  di rivelare la figura ai miei occhi.
È un ragazzo, giovane, penso abbia la mia età o poco più,  biondo, occhi azzurri, sembrerebbe un principe se non fosse per tutti quei tatuaggi. Indossa dei jeans neri, stretti ed una mahlietta nera. 
-Allora?-Insiste ed io ritorno alla nostra conversazione.
-Si..-Tengo la testa bassa, non so che dire. -Mi dispiace.- 
Viene verso il letto e si siede. 
-Non c'è mai nessuno, qui da questa parti, è una zona pericolosa, qualche strano individuo potrebbe farti del male.-Dice e un brivido percorre su tutto il mio corpo.
-Non capiterà! -Precipito a dire. -Appena uscita da questa casa, tornerò dal posto in cui sono venuta.- Cioè? Io non ho un posto. penso che, però,  qualsiasi stradina buia e isolata del centro città,  sia migliore di questo luogo.
-Aspetta, perché tutta questa fretta?-Chiede e il mio cuore perde qualche battito. -Adesso sei qui e sarebbe scortese da parte mia mandarti via.- Un leggero sorrisetto compare sulle sue labbra. 
-Davvero, ho già dato fin troppo disturbo, sarà meglio che vada.-Insisto e con lo sguardo cerco la chiave per aprire le manette.
-Cerchi queste?-Il ragazzo dalla personalità sostetta, si alza dal letto ed estrae dalla tasca del jeans un piccolo mazzo chi chiavi. 
Annuisco timidamente. -Si, per favore.-
Il ragazzo si avvicina a me, e con la mano destra mi sfiora il viso.
-Dammi alcune buone ragioni per cui io, dovrei liberare una piccola ladra, legata al mio letto.- Cosa? I miei occhi si spalancano e la bocca si apre leggermente per lo stupore.
Che cosa significa? Non vuole lasciarmi andare?
Cavolo Hanna, ma ilche diavolo di guaio ti sei cacciata?
Non potevo optare per l'altro sentiero? Non potevo rimanere dentro il parco, aspettare che Trevor finisse il turno e dormire sotto la mia amata quercia? 
-Io non sono una ladra.-Mi sento offesa, non ho rubato nulla.
-Ah no? Allora cosa sei?-Chiede divertito. -I ladri si approfittano delle cose altrui, e tu..-Mi indica.-..sei nel mio letto!- 
Ignoro il suo commento e cerco di cambiare discorso.
-I miei genitori potrebbero preoccuparsi.-Mento, e solo in questo momento mi pento di non avere amici o parenti, nessuno noterà la mia scomparsa.
-Beh, se sei finita fin qui, non penso che sia un problema per i tuoi. Sei scappata? I tuoi genitori ti hanno cacciato via di casa?-Scuoto la testa. 
Non ho genitori. Non ho una casa. Nessuno mi ha cacciato via. 
Sono scappata? Scappo sempre.
-Mi sono persa.-Ride.
-Sai, non so se tu ne sei a conoscenza,  ma hanno inventato,  negli ultimi anni, dei sistemi di comunicazione molto efficienti.  Hai mai sentito dire la parola "telefono"?-Mi sta prendendo in giro per caso?
-Si, ma non ne possiedo uno.- La mia voce esce fuori fin troppo infastidita. -L'ho perso.-Cerco di sembrare più dolce.
-Sei mezza testa. Non ricordi la strada di casa?-
-Non sono di qui.-Non appartengo a nessun luogo. -Mia..mia nonna è di Londra.-
-Capisco.-Sospira. 
Guarda l'orologio e si affretta ad uscire dalla stanza, mi lascia da sola.
-Ehii!-Lo chiamo, ma lui non mi risponde.
È andato via? È andato a lavoro?
Improvvisamente un pensiero cattivo mi invade la mente.
-Ti prego, non chiamare la polizia.-Urlo sperando che non sia troppo tardi.
Non ho mai avuto problemi con la legge, ma se mi trovano, potrebbero rinchiudermi, un'altra volta dentro chissà quale casa famiglia.
Non voglio ritornare in quel posto, non mi trattano bene.
Il ragazzo entra per la seconda volta sentro la stanza. 
-Ti garantisco che, la polizia è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento.- Cosa vuol dire?
Ha problemi con la legge? È stato beccato mentre rubava qualcosa? Ottimo, mi sono nascosta dentro la casa di un esperto ladro ricercato!
-Senti, io non vorrei disturbare i tuoi piani per la giornata,  se mi liberi da queste manettw, ti giuro che sparisco dalla tua vista in twmpo record. Non verrò più e non ti disturberó più,  per il resto della tua vita.- Mi affetto a dire ma lui non si decide a muoveri dalla sua poatazione.
-Non ho voglia di lasciarti andare.- Eh? Sbatto le palpebre per la confusione.
-Vorrei andare a casa.-
-Non pensi sia scortese entrare dentro casa di uno sconosciuto e andare via subito?-Chiede per poi sedersi sopra la poltrona vicino al letto, distende le gambe e appoggia i piedi sul letto, poco lontani dal mio corpo.
-Penso che non sia giusto distruggere i piani di una persona a cui tu hai già preso in prestito il suo letto.- Fingo un piccolo sorriso, ma in realtà vorrei urlare.
-Tranquilla, non capita molto spesso di avere ospiti da queste parti.- 
-I tuoi parenti non ti vengono mai a trovare?-Non so perché l'ho chiesto, certe volte non riesco a collegare il cervollo prima di parlare.
-Io non ho parenti.- Ah.
-E i tuoi amici, vengono?-Zitta Hanna, non sono affari tuoi!
-Non ho neanche quelli.-
Abbiamo due cose in comune, ottimo, mi sono trovata un ladro ricercato, senza famiglia e senza amici, come me, apparte per il suo lavoro. Io non ho mai rubato. 
Mi ricordo quando ero piccola, provai a rubare una caramella, ma poi prima di uscire, mi pentii subito e la riposai sopra lo scaffale.
-Sono un tipo..-
-Timido?-Lo interrompo.
Lui ride. -Una cosa simile.- Strano, non mi sembra una persona molto timida! 
-Capisco, beh mi dispiace molto per te, magari potresti provare ad uscire di più e a fare amicizia.-Ma perché sto dicendo questo? Io e la mia boccaccia!
-Oh ma io esco signorina..?-
-Oh ehm.. Hanna.-Per qualche istante penso sia meglio non dare il mio vero nome, ma poi penso che sia irrilevante. 
-Vede, io preferisco non dare nell'occhio,  sono un tipo molto solitario, amo il buio.- 
Ladro ricercato e solitario, un altro aggettivo da aggiungere alla mia lista.
Perché adesso mi da del lei? È anche pazzo?
Ladro ricercato, solitario e pazzo.
-Voglio togliere il disturbo.-Ti prego slegami. Vorrei piangere, ma scaccio via questo pensiero dalla testa, non amo essere vista mentre piango.
-Hanna, tu non disturbi.-
Ladro ricercato, solitario, pazzo e accogliente. 
-Ti ringrazio, ma ho anche io da fare qualcosa oggi.-Si, vagare per la città! 
Dovrei dargli del lei o posso continuare a parlare con lui come una persona della mia età? 
-Cancella i tuoi piani ragazzina, oggi non vai da nessuna parte!- 
Rido per il nervosismo. 
-È gentile da parte tua volermi qui ma ho davvero troppe cose da fare e poi, il mio ragazzo potrebbe preoccuparsi troppo, ed io, non vorrei mai una cosa del genere.-Hanna da quanto tempo mi nascondevi il ragazzo? Vorrei ridere per tutte le bugie che sto inventando, ma farei di tutto pur di uacire viva da questo posto.
Forse vuole rubare anche a me.
-Non possiedo soldi, per ora, come me.Non ho portato nulla.-
-Pensi ti voglia derubare? -Dice fingendosi offeso.
Se non fosse che me la sto facendo sotto, questa situazione sarebbe pure divertente e bizzarra da raccontare, già ma io a chi la racconto? Non conosco nessuno, tranne questo ragazzo.
Non avevo una conversazione così lunga con qualcuno da diversi anni ormai.
-N-No. Scherzi? Era solo un modo di dire.-Rido nervosa notando la sua espressione accigliata. -Potresti liberarmi, mi fa male il polso.-Mi lamento ma lui non si decide a liberarmi.
-Certo, ma aspetta un attimo.-Si alza dalla poltrona e va verso l'entrata,  sento un rumore di chiavi, poi qualcosa chiudersi.
Il ragazzo-ladro-accogliente-silitario, rientra denteo la camera da letto e mi libera, finalmente dalle manette. 
-Grazie.-Sospiro sollevata.
-Va meglio adesso?-Chiede guardandomi negli occhi.
I suoi occhi sono così belli!
Ladro, ricercato, solitario, pazzo, accogliente dagli occhi bellissimi.
-Si.-Dico timidamente. -Adesso io andrei...-Vado per uscire dalla camera da letto malui mi ferma bloccandomi il polso tra la sua grande mano.
-Resta a mangiare qui, con me.-Dice.
-No davvero, non fa niente, ma grazie lo stesso.-Gli sorrido.
-Non era una domanda la mia, ma un'affermazione. -
-No tranquillo, io...-
-Insisto.-Si, ho notato che insisti.
-E va bene, se ti rende felice.-Sorrido nervosa.
Non ricordo quanso è stata l'ultima volta che ho mangiato qualcosa di fresco e gustoso.
Non mi dispiace poter finalmente mangiare qualcosa, anche se avrei preferito una nonnetta tenera e coccolosa ad un individuo del genere.
Il ragazzo va verso la cucina, io lo seguo.
-Apparecchia!-Dice senza esistazioni.
Sono un ospite, ma annuisco e lascio perdere.
-I bicchieri sono là,  mentre i piatti e le posate nell'altro cassetto.- Vado verso i cassetti e noto che non possiede molte cose, pochi piatti, poche posate e giusto due bicchieri. Abiterá, secondo me, quasi sicuramente da solo.
Non ha una fidanzata? È bello, giovane e possiede dei muscoli niente male..Hanna!
Il ragazzo misterioso armeggia un po' con pentole, poi finalmente porta a tavola due piatti con dentro spaghetti al sugo. Cavolo sembrano davvero buoni.
-Come ti chiami?-Chiedo e lui alza la testa da sopra il suo piatto.
-Ne vuoi ancora?-Chiede vedendo il mio piatto già vuoto.
-No, grazie. - Si, ma non voglio essere indiscreta. -Allora?- Attiro un'altra volta la sua attenzione.
-Che c'è? -Porta il suo sguardo su di me ed io mi sento improvvisamente in imbarazzo.
-Come ti chiami?-
-Perche vuoi saperlo?-Chiede a sua volta.
-Beh..tu sai il mio nome ed io non so il tuo.-Mi giustifico.
-È fondamentale, per te, saperlo?-
Rettifico, ho davanti a me un ladro,ricercato, solitario, pazzo, accogliente, dagli occhi bellissimi e terribilmente scontroso.
-Non lo so, ma sono curiosa.-Non so che dire, perché non mi dice semplicemente il suo nome e basta. La mia, non è una domanda difficile o indiscreta!
-Se vuoi saperlo, beh allora te lo dirò!-Bene, visto non è poi così complicato.
-Visto che passeremo così tanto tempo insieme, mi sembra giusto che tu sappia qualcosa su di me.-
Cosa vuol dire che passeremo così tanto tempo insieme? Non capisco..
-Mi chiamo Niall Horan, e tu, piccola, ti sei appena cacciata in un terribile guaio.-
 


Se volete che continuo, recensite! A presto! <3 

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Capitolo 4
*** La preda. ***


Mi sveglio per un forte dolore alla testa, dove sono? Non ricordo nulla.
La stanza è buia, solo un leggero spiraglio di luce entra, grazie alla finestra. Perché la finestra è bloccata con delle assi di legno? Legno..
Ora ricordo, sono dentro la casa di quel tipo, il ragazzo. 
La casa di legno si rivela un mistero ancora più grande, non ricordo di aver visto, durante il mio firo di perlustrazione,  questa stanza. Non ricordo di aver visto questa parte di casa così sfoglia.
La stanza non possiede nulla, è vuota ed io sono per terra, legata, ancora una volta.
Sono legata termosifone,  con una corda. Perché? 
Ricordo che dopo avermi slegata,  stavamo mangiando, pasta, della buona pasta.
Il panico si fa strada in me, cosa faccio? Devo andare via da qui.
Non sento rumori, forse lui è uscito.
Mi guardo intorno per vedere se trovo qualcosa con cui poter tagliare la fitta corda.Niente. Oltre me, in questa stanza, non c'è niente.
Frugo in tasca,  i miei jeans sono vuoti. Sono spacciata. 
Cosa faccio? Morirò? O forse il ragazzo chiederà il riscatto e poi mi lascerà libera.
L'unico problema, è che il riscatto non lo verrà mai nessuno a pagare, nessuno si accorgerà della mia assenza.
Un leggero rumore mi fa saltare in aria. E lui? Si, e sta entrando dentro la stanza.
-Ti sei svegliata, finalmente.-Accende la luce per poi ridere e guardarmi.
-Cosa mi hai fatto?-Le mie lacrime tentano di uscire, ma le blocco.
-Io?-Si indica. -Ti ho solo dato un colpo alla testa.-
-Perche? -Chiedo e ho paura della sua risposta.-Non ti ho fatto niente, e ti ho già chiesto scusa per ieri.- Niall, si appoggia alla porta e mi sorride.
-Hai dormito per tre giorni.-Dice sereno ed io eimango in silenzio per lo stupore. 
Come può essere? Ho davvero dormito per tutti questi giorni?
-Lasciami andare, ti prego.-Non so per quanto ancora riuscirò a mantenere la calma.
-Perché dovrei lasciarti andare?-Sorride. -Io mi sto divertendo così tanto e poi, come ti dicevo giorni fa, qui è molto raro che passi qualcuno per farmi visita, quindi ne devo approfittare,  non trovi?-Il ragazzo dagli occhi azzurri mi osserva, si avvicina e si siede accanto a me.
-Se vuoi un riscatto, beh ti avverto, la mia famiglia non disppne di molti soldi.-
-Tranquilla, non voglio soldi.-
-E allora cosa ci faccio io qui? Cosa vuoi da me?-Le domande escono dalla mia bocca in una velocità impressionante. 
-Vedi Hanna, io non sono molto per rispondere alle domande, anzi odio che qualcuno me ne faccia, ma se ti farà stare meglio, beh risponderò a qualcuna.-Appoggia la schiena al muro freddo ed io vorrei creare più distanza possibile da lui. -Sei qui, per un motivo. Non so ancora, di preciso cosa ne farò con te, ma di sicuro so che insieme ci divertiremo.-Porta la sua mano sulla mia guancia accarezzandola. Io mi sposto.
-Siamo permalose, eh?- 
-Se mi lascerai andare, io ti prometto che non dirò niente a nessuno.-Tento tutte le mie carte.
Anche quando non saprei a chi raccontare l'accaduto, la polizia mi direbbe che sono una pazza, le persone si limiterebbero a ridere di me e il guardiano,  Trevor, si preoccuperebbe solo ed esclusivamente del suo parco.
-Il punto è,  mia cara ragazza, che io non ti darò modo di uscire da qui dentro, neanche per tutto l'oro del mondo. A me basti tu.-Sorride e si alza.
-Non capisco.-Sono confusa,  perché non mi lascia andare e basta?
-Non devi, non importa cosa pensi o dici, qui, l'unica persona che conta, sono solo io.-
Il biondo si alza da terra e mi osserva.
Le lacrime scendono violente sul mio volto.
-Oh no, non piangere tesoro, non ti ho fatto ancora nulla di male.-La sua voce calma e divertita mi spaventa ancora di più.  
E se non fosse solo un ladro? Magari si tratta di una persona ancora più pericolosa.
Un maniaco? Uno psicopatico scappato da qualche centro?
-Chi sei tu?-Chiedo.
-Niall Horan, ti ho già risposto a queata domanda.-Si china alla mia altezza e mi asciuga le lacrime con le dita delle mani. 
-Non toccarmi!-Lo minaccio con lo sguardo.
Perché di tutte le cose mi doveva capitare proprio lui?
-Piccola, voglio precisare che qui, io sono il padrone. Il padrone del bosco, della casa e ora..di te.-
Padrone? 
Il terrore e la disperazione si fanno spazio sul mio viso.
-Non farmi del male, ti prego.-Sospira.
-Dipende da come ti comporti.-Sorride. -Qui esistono delle regole ben precise.-
Regole? Di cosa sta parlanso?
-Se sbagli, ti punisco. Semplice, no?-
-Chi sei tu?-Chiedo ancora, forse un mostro.
Chi rapirebbe mai una persona ferendola e lasciandola chiusa in una stanza buia e senza aria?
-Sei libera di definirmi come vuoi, per me non ci sono problemi.-Sorride.
-Non mi fido di te.-Dico d'istinto. 
Lui mi osserva per poi sorridere. Come può una persona così poco affidabile e sicura, avere un sorriso che ti toglie il fiato?
-E fai bene, nessuno si fida di me.- 
Ottimo, adesso che lo so, sto molto meglio!
-Senti, se sei ancora arrabbiato per il fatto che mi sono intrufolata dentro casa tua, senza permesso, beh io mi scuso, ancora.-Sono sconfitta e stanca. -Non era mia intenzione farti arrabbiare, ho solo cefcato un riparo per la notta, non sapevo dove antro andare e così,  salendo sopra questa valle, ho visto questa casa, mi sembrava abbandonata e così mi sono sdraiata sul tuo letto. Non voglio che ti arrabbi ancora, certo, non è staro molto carino da parte tua colpirmi alla testa e farmi perdere conoscenza per..quanti giorni è che sono stata a dormire?-Chiedo.
-Tre.-
-Ottimo, grazie. Però ti assicuro che questo sarà il nostro piccolo segreto. Non dirò nulla di te e di quello che hai fatto, appena uscirò.  Saro muta come un pesce e inoltre..-
-Zitta.-Sussurra.
-Inoltre potrei farmi perdonare preparandoti una pasto o qualcosa del genere, non sono molto brava a cucinare ma..-
-Zitta. Sta zitta!-Alza la voce e viene verso di me, con passo deciso.
Sussulto quando Niall si china verso di me e mi prende il volto tra le sue mani, lo stringe un po', provo un leggero dolore, ma non dico nulla.
Stupida me e stupida la mia brutta lingiaccia. Devo stare zitta, devo assecondarlo per poi uscire il prima possibile da qui.
-Non amo le persone chiacchierone,  odio il sentire parlare ina persona così tanto.-Le sue forti mani stringono la mia pelle e un leggero pizzichio inizia a farsi sentire per tutto il mio volto.
-Non ti ripeterò due volte le cose. Se ti sento blaterare così,  un'altra volta, non ci penserò piu di tanto prima di provocarti dolore, mi sono spiegato bene Han?- Annuisco leggermente.
Abbasso lo sguardo, lui mi lascia il volto e arrabbiato, esce dalla stanza, sbattendo con forza la porta alle sue spalle. Mi lascia da sola.

Tutto il pomeriggio mi passa a piangere. 
Fino a pochi giorni fa, quattro penso, non avevo dove stare non avevo amici e vagavo per la città di londra, adesso mi ritrovo prigioniera dentro ad una casa di un..non so come definirlo.
Non so chi sia questo ragazzo, di lui so poche cose, anzi, non so quasi nulla.
Si chiama Niall Horan, è giovane, penso abbia poco più della mia età. Non è di qui, il suo è un accento diverso dal nostro, forse irlandese? Non ha una famiglia. Non ha amici, è solo come me.
Abita da solo in questa casa sperduta nel bosco.
Ama avere il controllo. Odia le epesone logorroiche, ed io sono una di queste, specialmenge quando provo paura. È pieno di tatuaggi. I suoi occhi sono stupendi.
Azzurri, un collre che non gli si addice. 
È un tipo solitario, che non ama la polizia.
Forse ha qualche problema con la legge. Forse è un ladro. Forse è qualcosa di più pericoloso.
Mi ha rapita, mi ha legata e chiusa prigioniera dentro la sua casa.
Non so che fare se non piangere disperata.
Mi appoggio sulla parete fredda, la luce della stanza, proveniente dalla finestra, va sempre a diminuire. La sera sta arrivando e un altro giorno qui, passa.
Non ho più visto Niall per tutto il giorno, forse è staro arrestato mentre stava facendo un alteo dei suoi rapimenti o scippi, chi lo sa?
All'improvviso,  senza rendermene conto, mi ritrovo rannicchiata su di me, tremante. Ho freddo.
Verso tarda serata, Niall rientra dentro la camera.
Ha un piccolo vassoio in mano.
-Penso tu abbi fame, ti ho portato questo.-Dice poggiano un piatto e un bicchiere per terra. 
-Non ho fame.-Dico con la paura di non poter parlare.
-Beh te la farai venire amore.-Dice con pazienza sedendosi davanti a me a gambe incrociate. -Hai perso diverse calorie in queati giorni, devi riprenderti in forze.-
-Ho bisogno solo di essere liberata.-Sussurro, ho la gola secca.
-Questo non accadrà,  quindi, non pensarci e mangia.-
-N-no.-Niall sorride.
-Se non mangi da sola, sarò costretto io a darti da mangiare.-
-Non c'è bisogno che fongi interesse da parte mia, se poi mi maltratti.-
Il suo sguardo azzurro, incontra il mio marrone.
-Tesoro,  vedi il punto è che io voglio le mie prede, in ottima forma e tu sembri davvero una che non mangia da mesi.- In effetti ha ragione, non mangio molto da ormai troppo tempo.
Rifletto su una delle parole che ha usato nella frase di prima; "prede".
Adesso sono io la sua nuova preda?
Il cuore mi si ferma in gola.
-Lasciami andare, ti prego.-Piango.
È la prima volta che mi faccio vedere così da qualcuno, è imbarazzante.
-Mi dispiace piccola, ma non posso.-
-Perché? -Chiedo, se non parlo non lo saprò mai. Devo rischiare.
-Perche adesso tu sei mia!-Mia..
-
-Hai paura?-Chiede.
-Si.-
-Ne sono felice.-



 



Ecco a voi un nuovo capitolo! :D 
Spero che la storia vi stia piacendo, se è così RECENSITEEE! <3 
A presto ;) 

 

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Capitolo 5
*** Vero o falso? ***


Mi chiamo Hanna Spencer, ho 18 anni,  sono una senzatetto, non ho dei genitori, non ho degli amici, insomma,  non ho nessuno. Abito in diverse parti della città. 
Il mio lavoro è rimanere viva. 
Da diversi giorni ormai, la mia vita è cambiata, in peggio.  
Vagando per la città,  alla ricerca di un posto in cui poter passare la notte in tranquillità,  mi sono imbattuta in una casa, mi sembrava abbandonata, invece era solo vuota, in quel momento.
Ho dormito in un letto, non dormivo comoda da troppi anni ormai. La mattina seguente mi sono ritrovata ammanettata alla testata del letto. 
Adesso da giorni, sono prigioniera di un squilibrato ragazzo di città.  
La stanza in cui mi tiene prigioniera è fredda, buia, le finestre sono bloccate con delle travi di legno, a riempire questa stanza ci aono solo io, io e il termosifone a cui sono legata.
Ho paura. Ho freddo. Ho fame. Ho dolore.
Le lacrime scendono incessanti sul mio viso, non piangevo così dalla morte della mia madre adottiva,  questo però è peggio. 
Non so cosa ne sarà di me. Non so cosa lui abbia in mente. 
Non so niente.

Niall entra con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
-Buongiorno piccola.-
Posa il vassoio con il cibo per terra, vicino alle mie gambe. 
-Mangia qualcosa, è buono e tu sei troppo magra.-Non voglio niente da lui, non voglio il suo cibo.
Non so neanche se è commestibile, magari dentro ci sarà del veleno ed io, di certo non voglio morire per colpa di un piatto cucinato da lui.
Non gli rispondo, non oso neanche guardarlo negli occhi.
Non parlo con lui, già da diversi giorni, forse se faccio così lui la smetterà di torturarmi, o forse mi risparmierà tutto questo dolore e mi ucciderà prima. Forse se lo fa, è meglio, almeno la smetterò di chiedermi perché sono nata, nessuno mi vuole, tranne questo ragazzo, per chissà quale ragionamento contorto e malato.
Ah si, ha detto di volermi vedere stare male, ma lui non sa che io, dentro, sono già morta.
-Non hai fame?-Chiede non vedendo nessun mio movimento.
Abbasso la testa, non voglio sentirlo, mi fa troppa paura anche quando non alza la voce con me.
-Devi mangiare qualcosa o non riuscirai a sopportare neanche il peso dell'aria. -
Rido leggermente.
-Io, qui, non ho aria.-Dico mentre alzo la testa per guardarlo.
Niall socchiude gli occhi.
-Vuoi che ti apra la finestra?-
-No, voglio che mi lasci libera!-Urlo e lui chiude gli occhi per qualche secondo.
Ho sbagliato, non dovevo urlare così con lui, forse, adesso, mi picchierá.
Mentre sto cercando le parole adatte per chiedere scusa, Niall riprende a parlare.
La sua voce è bassa e calma, e la cosa mi stupisce e spaventa allo stesso tempo.
-Ti ho già detto che non posso.-Si china alla mia altezza. -Non posso lasciarti andare, non ora che tu sai così tante cose su di me.-Cosa so su di lui? So solo come si chiama e di certo la polizia non crederebbe a me, ma al suo bel faccino da angelo, falso.
-So solo il tuo nome!-
-Oh beh, è già abbastanza.-Sorride.
Mi sento presa in giro,  cosa vuole provare? Dove vuole arrivare?
-Ti servo a qualcosa?-
Scuote la testa. I suoi occhi sono sempre fissi su di me.
-Allora perché non mi lasci andare?-Piango, mi ha già visto troppe volte piangere!
-Hanna, non rendere le cose ancora più difficili, ti ho già spiegato che non posso e poi, smetti di fare tutte queste domande o sarò costretto a punirti.-Sorride portando una mano sopra la mia guancia. -Sai un po' mi dispiace.-
Odio quando mi tocca, odio avere un qualsiasi contatto con questo individuo.
-Cosa ti dispiace?-Gli chiedo.
-Mi dispiace che sia stata proprio tu ad essere caduta nella mia trappola.-
-Quale trappola? Di cosa stai parlando?- Niall mi porta la sua mano alla bocca, io cerco di toglierla con la mia mano libera, ma non ci riesco, lui mi tiene ferma con entrambe le braccia.
-Ho detto di fare silenzio.-Sospira. -La prossima volta che fiati, ti punisco.-
Sorride e si siede molto vicino a me. 
-Ancora non so bene cosa farò con te. Ma se avrai pazienza,  lo scopriremo insieme!-
Mi osserva bene proma di liberarmi dalla sua presa.
-Ti concedo solo qualche domanda al giorno, se sbagli con me, beh allora sarà la fine per te, Hanna.-Mi accarezza i capelli mentre piango.
-Non piangere, non ti sto ancora facendo nulla, per il momento. Risparmia le lacrime per dopo amore.- Smette di toccarmi e mi esamina con lo sguardo.
Non parlo. Parlerò quando lui mi dirà di farlo, non voglio morire, non ho ancora avuto nulla dalla vita, solo dolore.
-Forza Hanna, raccontami di te, non penso che l'altro giorno, quando ci siamo conosciuti,  tu mi abbia detto la verità. -Cosa? Come fa a sapere che ho mentito?
-Hanna Spencer,  io ho molte doti nascoste, non mentirmi o io, lo scoprirò! -Sorride ed io ho ancora più paura, anzi terrore.
Come sa il mio cognome? Non gli ho detto questo piccolo particolare.
-Parla dolcezza, o ti farò jscire io stesso, le parole dalla bocca.-
Mi tremano le mani e i singhiozzi del mio pianto si fanno semprw più forti.
Niall mi accarezza i capelli per poi darmi un fazzoletto di carta. Cerco di asciugarmi le lacrime, anche se è inutile.
-M-mi chiamo Hanna Spencer...-Inizio e lui mi sorride.
-Brava piccola, continua.-
-Ho 18 anni..-Annuisce per poi apparire più dolce.
Cos'altro dire? Non so neanche io molto su me stessa.
-Mi hai detto che hai una famiglia, vero o falso?-Lo sa, non posso mentire.
-Falso.-
-Brava, mi piacciono le persone sincere. Continua!-
-Ho paura di te.-Ammetto ancora una volta.
-Lo so tesoro, è normale.-Mi sorride. -Hai una casa, vero o falso?-
Sta giocando. Sta giocando con me?
-Falso.-
-Ottimo, sei brava quando ti impegni.- Niall prende un pezzo di pane dal mio vassoio e lo divide in due, un pezzo per me ed uno per lui. Mi obbliga ad accettare, faccio come mi dice.
-Da quanto tempo vaghi per la città? -
-Da tutta una vita.-Annuosce, la sua espressione sembra quasi dispiaciuta, peccato che è solo un ottimo attore.
-Sei sola, vero o falso?-Non mi piace questo gioco.
-Vero.-
-Sei stata abbandonata da tua madre davanti ad un commento, triste come cosa.-Mai quanto quello che mi stai facendo, vorrei dire.
-Sei stata adottata, ma poi i tua madre adottiva è morta e tuo padre adottivo, si è suicidato davanti i tuoi occhi.-
-Come fai a sapere tutto questo su di me?-
-Attenta tesoro, qui le domande le faccio io.-Mi avverte con un'espressione dura. Rimango in silenzio.
-Non conosci i tuoi genitori biologici,  vero o falso?-
-Vero.-
-Mi dispiace piccola.-Mi accarezza il braccio.
-A cosa ti servono queste domande, se sai già tutto su di me e su la mia vita?-Deve smetterla, ne ho bisogno o impazziró.
Non ho mai parlato di queste cose con qualcuno e non sapevo fosse così doloroso.
-Voglio sapere se posso fidarmi di te.-Di me? Di sicuro sono io, qjella che non si può fidare di lui.
-Sei pazzo.-Dico prima di rendermi conto.
Niall si alza e ho paura sw mi colpisce un'altra volta. L'ultima volta sono stata svenuta per tre giorni,  e non so se questa volta, il mio corpo riuscirà a reggere un ulteriore colpo alla testa.
Sono debole, zono distrutta.
Certe volte le parole feriscono ancora di più delle alzate di mano.
Le parole ti buttano giù. 
-Non sono pazzo, sono solo un ragazzo che ha degli interessi fuori del normale.-Si acciglia.
-Non potresti guardare le partite di calcio o qualcosa di più normale?-Chiedo e lui mi osserva attento.
-Guardo le partite. Guardo le partite dopo aver fatto quello che mi piace.-
Niall si allontana da me e va verso la porta.
-Cosa ti piace? Cosa ti piace fare Niall?- È la prima volta che lo chiamo per nome e questo, lui lo nota. 
-Mi piace far male alle persone, mi piace vederle soffrire.-
Dice sorridente ed io non so più che altro dire.
Adesso so abbastanza, so troppo e questo mi uccide ancora di più. 
Niall si volta dandomi le spalle, inizia ad uscire dalla stanza.
-Sono in pericolo, vero o falso?- Chiedo.
Lui mi guarda e prima di chiudere la porta mi risponde -Vero.-
 



*Spazio Autrice+
Eccomi qui, con un nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento. 
Se siete curiosi, RECENSITEE ed io publicherò il nuovo capitolo! <3 


 

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Capitolo 6
*** Il protettore. ***


Silenzio, silenzio e solitudine.
Niall mi tiene prigioniera in questa stanza ed io pagherei con la mia stessa vita solo per poter respirare, un'altra volta, un po' d'aria fresca, anche solo per pochi minuti.
Basta, devo fare qualcosa, se non combatto, tutto questo, non sarà servito a nulla.
Decido di prendere l'elastico che tango dentro la tasca dei jeans per legare i capelli in una lunga coda. Mentre infilo la mano, estraggo l'elastico,  noto qualcosa di duro nel fondo della tasca.
Con fare veloce la prendo, la stringo nelle mie dita e la osservo. Una forcina!
Contenta, osservo l'oggetto appena trovato. Forse, con questa riuscirò a tagliare la corda.
Un rumore proveniente da dietro la porta, mi fa nascondere l'oggetto. 
-Buongiorno Hanna.-Niall mi sorride venendo verso di me. -Come stai oggi?-
Non rispondo. Odio dover parlare con lui. 
-Ti ho chiesto come stai oggi, ed esigo una risposta.- Socchiude gli occhi per poi piegarsi alla mia altezza. Mi prende il volto tra le mani. -Perché non vuoi parlare con me?-Sospira, sembra quasi, per non so quale motivo, dispiaciuto.
-Non sei il tipo di persona con cui mi piace parlare.-Dico solamente e lui sorride.
-A no?-
-No.-
Muove delicatamente la mano sulla mia pelle.
Perché, un minuto prima, la persona gentile e comprensiva e il minuto dopo lo stronzo ossessionato?Non ci sto più capendo nulla.
-Hanna, devi parlare con me, sai come la penso sulle persone disobbedienti. - Alzo il viso e lo guardo. Infondo se lo avrei incontrato per strada, non avrei mai immaginato che questo, bellissimo ragazzo, nascondesse un segreto così grande. 
-Non mi hai ancora detto chi sei tu.-Puntualizzo e lui ride. Ha una bella risata.
-Puoi definirmi come vuoi, non ci sono problemi per me.-
-Sei uno psicopatico?-Chiedo.
-No, non proprio. - Si porta una mano tra i capelli.
-Un ladro, un agente di polizia in incognito? -
-Io? Un poliziotto? -Sorride dolcemente. -Odio i poliziotti,  ti stanno sempre in giro. - 
Prima di parlare di nuovo, penso. Devo chiederglielo,  ne ho bisogno.
-Sei un maniaco o qualcosa del genere?-Mi guarda per qualche secondo senza dire nulla.
-Non ti nascondo che ho un debole per voi belle ragazze, ma non mi definirei proprio così. -
-Non fare il misterioso Horan, non serve a nulla!-Si alza in piedi e mi osserva.
-Come mi hai chiamato?-Chiede, io deglutisco. 
-Scusa..-Mi affretto a dire.
-Ragazzina, non ti permettere più a chiamarmi per cognome. Mi hai capito bene?-Urla ed io salto in aria per lo spavento, annuisco.
-Non sai neanche chi sono io. Non sai cosa sono capace di fare.-Si abbassa alla mia altezza e mi prende la coda tra la sua mano, la tira ed io urlo per il dolore.
-Posso farti molto male piccola, molto male.-Il suo sguardo è severo e la sua voce lenta.
-E tu potrai urlare quanto vuoi, ma non ti sentirà nessuno.-Continua.
-Ti prego, non farmi del male.-Piango.
-Dipende tutto da te amore, se fai la brava non ti tocco, ma se fai la cattiva, beh potresti ritrovarti dolorante in un angolo della stanza.-Annuisco sperando che la smetta e lo fa.
Molla la presa con i miei capelli, poi mi accarezza.
-Ti ho fatto tanto male?-Chiede.
-S-si.-
Ho paura, non so cosa pensare.
-Bene, voglio che tu, ti ricorda di me, per molto ma molto tempo.-Sorride.
-Vado a preparare qualcosa per la cena. Ci vediamo dopo!-Si allontana da me ed esce dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. 
Il tempo di riprendermi per l'accaduto,  riprendo la forcina dalla mia tasca e inizio il mio lavoro.
La corda è molto fitta ed io faccio fatica ad allentarla.
Dopo tanti tentativi,  la forcina si spezza ed io disperata mi abbandono per terra.
Non so come, mi addormento.

Quando apro gli occhi, mi ritrovo nello stesso letto in cui mi addormentai giorni fa. 
Sono sdraiata e coperta. Quando mi volto, vedo Niall accanto a me, dorme.
Perché mi ha portata qui? Mi ha toccata ed io non ricordo nulla? No, non credo.
Con mia grande sorpresa,  noto che non sono legata o ammanettata al letto.
Con movimenti delicati e silenziosi cerco di scendere dal letto.
Guardo Niall, per fortuna dorme ancora.
Vado verso la porta, è chiusa a chiave. Questo ragazzo pensa proprio a tutto, eh?
Cerco la chiave, non dovrà essere troppo lontano. Guardo sopra i comodini, dentro l'armadio, ma niente. Non la vedo.
Vado verso Niall, deve averla lui.
Guardo tra le sue mani, non è neanche lì.  
Sarà tra le sue tasche!  
Penso come fare, ma non ho molta scelta.
Con le mani che tremano, avvicino la mano alla sua tasca destra.
Mentre cerco, la mano di Niall avvolge il mio polso.
-Se volevi toccarmi, potevi benissimo dirlo e ti avrei accontentata.-Sorride aprendo gli occhi.
Indietreggio spaventata.
-Hai bisogno di qualche cosa?-Chiede ed io rimango in silenzio.
Sono grata di non essere più in quella stanza buia e vuota, ma perché sono qui? Perché Niall mi ha portata nella sua camera da letto?
-Vuoi la chiave?-Si mette a sedere sul letto. -Vuoi aprire la porta e fuggire via da me?-Il suo sguardo e triste e basso. -Non devi lasciarmi da solo, non è carino da parte tua.-
-Tu hai problemi, e devi essere aiutato.-Dico con il cuore in gola.
-Ti ho portata qui, nella mia stanza e ti ho fatta dormire nel mio letto, dovresti ringraziarmi. -Urla alzandosi, indietreggio fino ad andare a sbattere contro la porta.
Niall viene verso di me e mi inchioda, bloccandomi di scappare.
-Sei in trappola.-Dice, lo so. -Non puoi andare da nessuna parte.-
-Lasciami andare, ti prego.
Scuote la testa.
-Sei mia, non posso mandarti via.-
-Si che puoi, ti prego.-
-No.-Urla.
Piango, mi porto le mani in faccia, così da non poterlo guardare in faccia, cerco di proteggermi e creare più distanza possibile tra noi.
Niall avvolge le mie piccole mani, nella sua grande, e con l'altra mi accarezza il volto.
-Non farmi urlare, non è carino vederti piangere, sai? Hai dei bellissimi occhi.-Dice con voce bassa e gentile. 
Non riesce a capirlo perché io pianga? Non sa che mi fa paura? 
Io provo terrore quando sono con lui.
-I miei occhi non hanno nulla di speciale.-Dico e lo penso davvero, sono grandi, si, ma semplici, semplici occhi marroni. I suoi sono belli, belli e cattivi.
-Ti sbagli, ogni ragazza ha qualcosa di speciale, tu hai dei bei occhi.-Sorride. 
Cosa sta cercando di fare? Cerca di essermi amico o qualcosa del genere?
Resto in silenzio.
-Perché. .perché mi hai portata qui, nella tua stanza?-Chiedo, so che non vuole che faccia domande, ma ne ho il diritto, qui, si sta parlando di me e della mia vita.
-Sei curiosa miss Spencer. -Dice e poi appoggia la sua fronte alla mia.
Non voglio che si avvicina a me, non mi sento al sicuro quando sono con lui.
-Ti ho portata qui, perché,  da tuo protettore,  devo prendermi cura di te e di certo, quella stanza non era l'ideale per una ragazza. Troppo buia e isolata, vero?-Rimango a fissarlo.
Protettore? 
Come può definirsi tale, se è lui stesso a procurarmi tanto dolore sia fisico che mentale? 
Cosa è lui? Un ragazzo che scherza con le vite degli altri?
O un semplice protettore della sua preda?
-Ti terrò qui con me, in casa, ma se sbagli, ti rimando in quella stanza. Okay?-Annuisco, non mi conviene fare altro, per il momento.
-Hai fame?-Chiede allontanandosi da me, mi fa spostare ed apre la porta. 
-No..-
-Hai dormito ma non hai mangiato.Devi renderti forte!-
-A che serve rendermi forte, se poi tu, non mi lasci andare?-Niall mi guarda ma non mi risponde, riprende quello che stava facendo. 
Si porta le mani sotto il rubinetto e le lava. 
-Ti preparo qualcosa da mangiare.-Dice.
-Non c'è ne di bisogno.-Incrocio le mani al petto, non so perché,  ma mi sento in un certo senso nuda, come derubata di qualcosa.
-Devi mangiare Hanna, o non sopporterai nulla.-Sopportare? Cosa dovrei sopportare? Le sue violenze? No, non posso e non potrò sopportarle mai.
-Niall io..-
-Cosa vuoi mangiare?Carne?-Scherza?
-Non ho fame.-Ripeto con voce più alta. Lo odio.
-Piccola..-Niall si avvicina al tavolo da cucina e estrae un coltello dal cassetto, si avvicina a me, io indietreggio. 
Ecco, penso, ecco la mia fine.
-Non devi più alzare la voce con me, mi hai capito bene, o questo coltello.-Lo indica. -Entrerà a contatto con la tua bellissima pelle chiara.-Poggia la lama del coltello sulla mia guancia per poi scenderla fino al mio collo. -Chiaro?-
Annuisco.
-Non mi basta, devi dirlo a voce.-Insiste.
-S-si.-
-Bene.-Niall si allontana da me ed io finalmente respiro, un po'.
Il ragazzo davanti a me, prende delle pentole.
-Cucinerai tu, per me, questa sera.-Annuncia ed io lo guardo confusa.
-Io non sono molto brava..-Sussurro.
-Non preoccuparti, non sono di molte pretese..però se non mi piace, ti punisco.-Dice serio.
Deglutisco. Ho male alla testa.
Mi avvicino alla cucina, e inizio a mescolare alcuni ingredienti. 
Niall mi osserva, andando a sedersi al tavolo.
-Ti avverto, piccola..-Io gli do le spalle, socchiudo gli occhi e respiro attentamente aspettando un'altra minaccia da parte sua.-..io mangio per tre.-

Porto il suo piatto a tavola, finalmente è pronto.
Spero sia venuto buono, non voglio essere picchiata o accoltellato con il coltello di prima.
Mentre porto il piatto davanti alla sua faccia, tengo lo sguardo fisso sulle mie mani.
-Bene, sembra buono.-Dice.
Lo spero, lo spero bene, penso.
-E tu?-Chiede. -Dov'è la tua cena?-
-Io non ho fame.-Ripeto per l'ennesima volta. Ho solo nausea.
-Abbiamo già discusso su questo. Devi mangiare.-Il suo tono e duro e severo.
Niall si alza dal suo posto e va a prendere un altro piatto. 
Che fa? Vuole prendermi a colpi di piatto?
Si avvicina a me, ed io chiudo gli occhi. Ho paura.
Dopo qualche secondo non sento rumore.Apro gli occhi e mi volto, vedo Niall che si siede.
-Divideremo la mia cena, se mangio io, mangi anche tu!-Sono confusa.
Divide il cibo in due parti uguali, dopo avvicina una sedia alla sua e mi fa cenno di sedermi vicino a lui. Il suo sguardo è fisso su di me. 
Decido di fare come dice lui.
Mi siedo, ma sposto leggermente la sedia più lontana da lui.
Mi siedo. 
Niall, mi guarda e afferrando la mia sedia, mi avvicina a lui. 
Non posso scappare, vorrei dirgli.
-Mangia!-Dice iniziando a riempirsi la bocca.
Io lo guardo, devo mangiare ma non ne ho la voglia e la forza.
-Mangia.-Ripete, io sussulto e ne prendo un poco.
-E buono.-Dice. -Non è male.- Sorride ed io non posso fare a meno di ricambiare il sorriso, per questa sera, forse, sono salva.

Dopo cena, tolgo i piatti sporchi dalla tavola.
-Lava i piatti.-Dice ed io annuisco. Fare qualcosa, mi distoglie, per un po', dal pensare.
Vado verso il lavello e inizio a fare il mio "lavoro".
Niall va a guardare la tv, in salotto.
Per un momento, dopo che finisco di sciacquare gli ultimi piatti, mi asciugo le mani e mi guardo in giro. Sono sola e devo trovare un modo per scappare via.
Osservo attentamente tutta la cucina. 
Oltre la porta che collega questa parte di casa, al salotto, non ci sono vie d'uscita.  
Poi vedo la finestra..
Mi affretto verso essa, provo ad aprirla. È bloccata.
Pensa Hanna, pensa cosa fare.
Corro verso lo sportello delle posate, prendo un coltello, posso provare con questo a sbloccare la serratura, o almeno ci provo.
Provo, provo e ancora provo, è troppo resistente.
-Dai, ti prego..-Dico a denti stretti.
Niente.
Guardo bene, la porta è ancora chiusa e sento le voci provenienti dalla tv del salotto.
Non mi perdo e continuo a provare.
Finalmente la finestra si apre.
La alzo leggermente, scavalca ed esco.
Cado per terra, ma non mi importa, devo correre via da questo posto.
Mi rialzo,  e inizio a correre. Non so dove andare. Non so dove sono, è buio pesto.
Mi guardo indietro,  la casa è sempre piuttosto lontana, ma non troppo.
-CAZZO!-Un urlo mi fa bloccare, viene dalla casa, è Niall, adesso lo sa.
Devo andare via da qui, il più velocemente possibile, devo nascondermi e non voltarmi mai più indietro.  
Un rumore però mi fa voltare, Niall esce dalla casa sbattendo la porta d'ingresso. 
Troppi alberi, non mi fanno vedere la strada che mi portano in centro città.  
Decido di nascondermi dietro un cespuglio, mi butto a terra.
Niall raggiunge la parte di boschetto in cui sono io, è vicino al mio cespuglio, non mi vede.
-ESCI FUORI!-Urla.
Non mi muovo, non fiato.
-VIENI DENTRO CASA CON ME HANNA!-Non riesco neanche a piangere, ho il sangue gelato e il cuore in gola.
-NON TI FARÒ NULLA DI MALE, MA ESCI!-So che non è vero, so che mi tortura se esco allo scoperto. Niall odia essere preso in giro.
-HANNA!-Ti prego, fa che non mi veda.
-TI HO GIÀ AVVERTITA HANNA, ESCI FUORI E NESSUNO SI FARÀ DEL MALE.-Grida. -HANNA, NESSUNO TI FARÀ MALE, TE LO PROMETTO!- Non mi fido, non sono al sicuro con lui.
Io sono in pericolo con lui, è lui il mio pericolo.
Niall si porta le mani in testa, sembra disperato.
Inizia a camminare, poi scompare nel buio.
Finalmente respiro.
Mi alzo dal mio "nascondiglio" e mi volto dalla direzione opposta e cammino.
Un qualcosa mi blocca.
Penso sia la mia felpa che si sia impigliata in un ramo, poi noto che due forti braccia mi stanno tenendo stretta a se. 
La mia schiena aderisce al suo petto. I nostri respiri sono veloci per la corsa di prima.
-Piccola..-Sussurra tra i miei capelli.
Il mio cuore si ferma.
Pensavo che non mi avesse vista. No.
-Dove pensavi di andare?-Chiede stringendo mi ancora più forte.
Lasciami, ti prego, lasciami andare.
-Volevi fare una passeggiata al chiaro di luna?- La sua voce sembra calma, ma so che in realtà non lo è. 
-Perché non mi hai invitato? Ti avrei accompagnato volentieri.-Insiste.
-Volevo prendere un po- d'aria fresca.-Dico.
Lo sento ridere.
-Potevi semplicemente aprire la finestra, non credi?-
-No, non era lo stesso.-
Niall afferra le mie spalle e mi gira, siamo faccia a faccia e poi poggia la sua fronte alla mia.
-Non è carino da parte tua scappare, lo sai vero?-Chiede ed i suoi occhi sono freddi, fissi su di me.
-Lasciami, lasciami andare ora e non dirò nulla.-Dico.
-Mi stai dando un ultimatum?- 
-N-No.-Balbetto.
-Stai mentendo. -Lo sa.
-No.-Dico un po' più sicura di me.
-Non mi sembri sincera, ed io per questo ti punirò.-Mi prende la mano con la sua e mi strascina verso casa sua.Di nuovo.
-No, ti prego.-Dico.
-Mi dispiace amore, non dovevi sbagliare così con me.-
-Io..io ti chiedo scusa.-
Ride. Stringe di più la presa.
-Cosa ti credi?-Non mi guarda. -Non risolvi così con me.- Arriviamo alla casa e Niall mi porta dentro con se. 
Chiude la porta a chiave.
Mi butta sopra il divano, sussulto e il braccio mi fa male per la spinta.
-Niall..-Sussurro.
-NON CHIAMARMI, NON DIRE IL MIO NOME, NON GUARDARMI.-Urla.
-Hai detto che non..che non mi avresti fatto del male.-
Ride nervoso. -Ah si? Beh scherzavo.-Un brivido mi percorre per tutto il corpo, mi farà del male. 
Ne sono sicura.
-Ti supplico.-Ho il cuore in gola, mi manca l'aria. -Non lo farò più. -Dico.
Niall si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani.
-Sei nei guai amore.-Sussurra. -Stai per essere punita.-
Niall mi prende e mi trascina di nuovo, nella stanza vuota e buia.
-No..-Sussurro. -No!-
-Oh, no.. non spaventarti della camera amore, spaventati di me.-Dice e chiude la porta a chiave dietro di noi.
Adesso siamo chiusi entrambi nella camera vuota, la luce è accesa ma fa lo stesso paura.
-Preparati amore.-
Mi butto per terra, mi nascondo la faccia tra le mani, sto per morire, penso.
Non so cosa accadrà,  non so cosa mi farà, so solo che io, domani non vedrò la luce del sole.
 


Ccciao mie carissimi lettori.
Ecco a voi il muovo capitolo!
So che per ora la storia è solo al'inizio, ma spero di ricevere le vostre recensioni.
Se volete che continui, recensite.
E' ancora una prova, ma spero che sia di vostro gradimento.
Volevo chiedrvi di seguirmi anche nell'altra mia storia, si chiama " Il migliore amico di mio fratello"
Seguitemi anche su Watpad, io sono LuMoonrise <3 
Adeso vado, ma vi ricordo di recensire se volete sapere cosme procede la storia!
A presto!! <3 

 

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Capitolo 7
*** Nuovi incontri. ***


Mani legate, corpo pieno di lividi e graffi, occhi gonfi e cerchiati, bocca secca, paura.
Ieri sera sono stata gettata per terra, maltrattata,  uccisa moralmente, presa a schiaffi, ma la cosa peggiore,  e non sapere il motivo per cui tu debba sopportare tutto questo dolore.
Sono Hanna Spensere e solo una settimana fa, la mia era una vita noiosa, ero libera e senza una casa, ma adesso, sono prigioniera di un ragazzo che sa quasi tutto sulla mia vita.
Ho 18 anni e non ho mai avuto nulla di bello dalla vita, solo paura, delusione, freddo e buio.
Sono da sola, o almeno era così fino a poco tempo fa, non ho famiglia, non ho amici, ho solo un "Protettore" che mi uccide ogni giorno di più.
Il suo nome è Niall Horan,ma io lo chiamo il ragazzo dall'anima oscura.
 
La porta della "mia" stanza vuota, si apre, rivelando due ragazzi.
Chi sono loro? Sono persone buone, mi sono venute a salvare?
Alzo lentamente lo sguardo verso di loro, non mi sembrano poliziotti,  sono troppo giovani per esserlo, forse sono di passaggio.
Vogliono picchiarmi anche loro?
La porta si apre ancora di più e Niall entra con altri due ragazzi.
-È lei?-Chiede uno di loro, ha gli occhi verdi.
-Si.-Niall annuisce e viene verso di me.
-Non ha nulla di particolare.-Ride l'altro.
-Sta zitto Louis, lei è l'unica coraggiosa ad aver provato a fuggire, è divertente.-Mi sorride il mio protettore, è così che si definisce.
-Hai coraggio ragazza!-Un ragazzo, di nome Zayn, credo, si avvicina a me. -Niall, che intenzioni hai con lei?-Parlano di me come se io non ci fossi in quella stanza con loro.
-Ancora non lo so, ma penso che ..-
-Le farai fare la stessa fine di Emily?-Chiede il ragazzo appoggiato alla porta.
-Liam, smettila.-Niall si avvicina ancora di più a me e si china per accarezzare una parte della mia spalla arrossata.
Chi sono loro e cosa sono venuti a fare qui?
-Piccola, vorrei presentarti i miei amici.-Sorride. -I miei unici amici.-I ragazzi mi osservano ed io non posso fare altro se non rimanere immobile.
-Come ti chiami?-Mi chiede Liam, alzo lo sguardo verso di lui, ma non rispondo.
-Forza amore, non essere timida, puoi parlare con loro, non sono geloso.-Dice Niall scambiandosi un'occhiata con Harry.
-Hanna.-Dico semplicemente.
-È un bel nome.. Quanti anni hai?-Che fa? Non sa chi sono? Non sa della mia vita? Niall non li ha informati su tutto quello che ha scoperto su di me?
-Diciotto anni.- Liam sospira e si porta le mani nel fianchi.
-Niall, ha diciotto anni, è una bambina, ti rendi conto?- Udla Liam ed io non so che pensare.
-Senti, non fare il difficile, ho trovato lei dentro casa mia e l'ho presa, okay? E poi è maggiorenne!-
-Niall, lasciala andare. Forse sei ancora in tempo. -
-Stai scherzando?-Niall ride per poi riportare il suo sguardo su di me. -Ormai lei ed io abbiamo dei momenti trascorsi insieme, ci conosciamo bene e lei, sa di non potermi sfuggire. Vero piccola?-Mi accarezza la guancia per poi allontanarsi da me.
-Dobbiamo andare, ma io, ritorno verso l'ora di cena, non fare nulla di cui potresti pentirti.-Niall esce dalla stanza, seguito dei suoi amici.
Il buio ritorna, la solitudine e il senso di vuoto anche.
Chi sono quei ragazzi? Sono amici di Niall, ma Liam, lui mi sembra diverso.
Vuole che Niall mi lasci andare, perché? 
Chi è Emily? Liam ha nominato una ragazza, e quando l'ha fatto, lo sguardo di tutti, soprattutto quello di Niall è cambiato.
Ricorderò di chiedergli di lei più tardi.
Nel frattempo,  non posso fare altro che aspettare il suo ritorno.
 
Un rumore proveniente da dietro la porta mi fa sussultare. Niall è ritornato a casa?
La porta si apre rivelando un altro ragazzo, Liam.
-Non fiatare.-Mi dice avvicinandosi a me.
-Cosa vuoi fare?-Gli chiedo, non posso non fermare la mia curiosità vedendolo qui.
-Senti, io non ti conosco, non so chi sei e da dove vieni, ma so di certo che questo, non è un posto adatto ad una come te, quindi..-Si china alla mia altezza e mi guarda fisso negli occhi. -..ti prometto che troverò il modo di far cambiare idea al mio amico, non sarà facile, ma ci proverò.-
Sono senza parole, ma un piccolo sorriso compare sulle mie labbra.
-Come può essere un tuo amico?-Chiedo. -Tu non sembri come lui..-Liam mi sorride ed io mi sento serena, per un momento dopo tanto tempo.
-Niall, può sembrare un tipo strano ma..-Un tipo strano? Uno che ti tiene prigioniera dentro casa sua, ti picchia e ti lega è solo un tipo strano? -ma è un bravo ragazzo.-
-Certo.-Dico ironica.
-Hanna, mi devi promettere una cosa.-Liam mi prende il volto tra le mani ed io non posso fare altro se non guardarlo.
I suoi occhi mi sembrano dolci  sinceri, ma non mi fido troppo, pensavo lo stesso anche di Niall.
-Di cosa si tratta?-Chiedo. Non posso fare molto, sono legata.
-Non devi dire a nessuno di questa nostra conversazione, specialmente a Niall. Okay?-Annuisco, non avrei mai avuto intenzione di farlo.
-Perché lo fai?-Chiedo. È tutto così strano.
-Non lo so, ma spero che Niall cambi.-Liam si alza e veloce come il vento, esce dalla stanza senza più voltarsi indietro.
 
Niall ritorna a cas, da sola, penso sia tarda serata, il cielo è buio, o almeno è questo che riesco a vedere dalla piccola fessura della finestra.
-Hai fame?-Niall si avvicina a me e mi libera.
Ripenso alla conversazione che ho avuto con Liam, questo pomeriggio.
Vuole cambiare Niall, ma perché?  Perché non lo denuncia e basta?
Non penso sia possibile poter cambiare una persona così poco sana di mente.
-Hanna?
E poi quei ragazzi..Sono davvero amici di Niall o sono più come Liam?
Sono confusa e mi fa male la testa.
Liam mi sembra onesto e più ragionevole, devo fidarmi di lui? Di certo, so che Liam è più normale di Niall, ormai non mi resta molto da fare, se non aspettare..
-Dove diavolo hai la testa?-La voce di Niall mi riporta alla realtà,  alla dura e brutta realtà.  -Se sei ancora arrabbiata con me, per ieri sera, smettila.-Apre la porta della mia camera e mi fa uscire. -Non è colpa mia se hai disobbedito!-Niall va verso la cucina ed io lo seguo.
-Ho fame, cucina qualcosa di buono.-Ordina per poi andare verso il bagno.
-Io vado a fare una doccia, ma ti avverto..-I suoi occhi sono fissi su di me.-se ti azzardi un'altra volta a scappare, io ti punisco, e questa volta non mi limiterò solamente a picchiarti.-Esce dalla cucina chiudendo la porta, mi lascia da sola.
Questa volta, ha detto, che non si limiterà.  È capace di andare oltre? Si, penso proprio di si.
Niall è in grado di trovarmi, di essere più veloce di me, ed io non sono nelle condizioni più adatte per correre via da lui. Devo solo aspettare, aspettare e sperare nella mia libertà.
 
Mentre sono concentrata sui fornelli, due mani mi prendono per i fianchi.
-Che profumo.-Dice ed io sussulto.
-È pasta..-Spiego sperando che gli piaccia.
-So cosa c'è in quella pentola, io mi stavo riferendo ai tuoi capelli.-Cosa? Mi affretto a prendere un piatto, è strano come possa essere terribile un minuto prima e un minuto dopo sembrare quasi normale. -Prendi un piatto anche per te, mangi anche tu.-Dice ed io obbediscono,  in realtà ho anch'io un po' di fame.
Porto la cena a tavola e come al solito, Niall, avvicina la mia sedia alla sua.
-Sei una brava cuoca e in più questa sera, non hai provato a scappare.-Mi fa l'occhiolino ed io smetto di giardarlo, i suoi occhi mentono, i suoi occhi sono diversi dalla sua anima.
-Oggi, finalmente hai conosciuto i miei amici, contenta?-Niall continja a mangiare, mentre io faccio un po' di fatica prima di mandare giù il primo boccone.
Non rispondo, non ho voglia di parlare con lui e poi, mi conservo le poche domande che posso fargli, per dopo.
-Sei silenziosa, dovrei preoccuparmi?-Si acciglia ed io mi affretto a dire qualcosa, non voglio farlo arrabbiare, non voglio essere punita per niente.
-No.-
Il suo sguardo si addolcisce ed io con poca voglia, continuo a mangiare.
Dopo cena, lavo i pochi piatti utilizzati, Niall è swduto al tavolo della cucina e sta lavorando al computer,  forse non ci sta lavorando, forse è solo un passatempo per tenermi sott'occhio.
Finisco di sciacquare le ultime cose per poi asciugarmi le mani.
Mi fa male la schiena mentre cammino, e senza volerlo, un piccolo lamento mi esce dalle labbra.
Niall alza la testa dallo schermo acceso e mi osserva. -Tutto bene?-Chiede. Si, se tu mi lasciassi andare, direi proprio di si.
-Si.-Dico senza pensarci più di tanto, non vale la pena discutere con uno come lui.
-Fa vedere.-Niall si avvicina a me e prende mi sposta la maglietta,  alzandola, io mi allontano da lui il più possibile.
-Non toccarmi.-Dico con la voce che trema.
-Non voglio farti del male, voglio solo vedere se hai lividi.-Dice seccato.
-Non ne vedi già abbastanza sul resto del mio corpo?-Chiedo indicandone qualcuno sul braccio.
Lui si avvicina a me per poi andare a spegnere il computer. 
-Vieni.-Dice andando verso il salotto.
Lo seguo senza dire nulla.
-Ti va se guardiamo la tv?-Scherza? Vuole davvero vedere la televisione con me?
Voglio andare via da qui, da te, ecco cosa mi va.
Annuisco, almeno dopo tanti anni vedrò quello che succede nel mondo. Non guardo la tv, da troppi anni ormai, forae da quando avevo otto o dieci anni.
Niall si siede sul divano, io rimango alzata.
-Siediti vicino a me.-Dice accendendo la televisione.  Rimango ferma al mio posto.
-Ho detto, siediti vicino a me.-Ripete cercando di tenere la voce sottocontrollo.
Faccio come dice, mi siedo, ma il più lontana possibile.
Niall mi osserva per poi spingermi verso di lui, mi circonda le spalle con un suo braccio.
-Che fai?-Gli chiedo guardandolo male.
-Nulla.-I suoi occhi sono così belli, ma allo stesso tempo così cattivi.
Decide di guardare un film, un horror.  Io odio i film horror, anche se ultimamente,  penso che la mia vita sia proprio uno di questi.
 
Mani delocate e morbide mi accarezzano i capelli e il viso, labbra carnose mi baciano la fronte, un odore familiare, ma non riconoscibile mi invade i sensi.
Apro gli occhi, sono su un letto, la stanza è al buio.
Mi muovo lentamente, sono coperta e sotto la mia testa ho un cuscino morbido e comodo.
Mi guardo intorno,  la sola cosa che vedo è la poca luce che entra dalla finestra e un piccolo comodino alla mia sinistra. Sopra ad esso c'è una lampa, la accendo. 
La luce delicata ma decisa, mi rivela un ragazzo biondo e bellissimo all mia finestra, è Niall, che dorme sereno accanto il mio corpo.
Perché mi ha portata qui? Ricordo che stavamo vedendo un film e..mi sarò addormentata.
Lo osservo mentre dorme, sembra così un bravo ragazzo, peccato che non lo è!
Vorrei trovare la forza di scappare, ma so che ha chiuso la porta a chiave.
Un bisogno di andare in bafno, mi fa svegliare Niall.
-Che c'è? -Dice ancora con gli occhi chiusi. Sembrerebbe quasi adorabile.
-Devo andare in bagno.-Spiego velocemente.
-Non puoi aspettare a domani mattina?-Chiede ed io non so se sta scherzando o e serio.
-No.-
Niall apre gli occhi e si lamente per la luce.
-Vai in bagno.-Mi da il permesso ed io scendo dal letto. -Se non torni entro due minuti ti vengo a cercare.-Mi da la chiave della porta ed io esco.
Vado in bagno e finalmente mi sento meglio. Guardo il piccolo orologio, sono le tre di notte.
Decido lo stesso di rinfrescarmi un po' le mani e la faccia.
Mi tolgo la maglietta, posandola sul marmo, per osservare il livido sulla schiena, è viola è fa male.
La porta del bagno si apre ed io mi spavento.
-Il bagno è occupato.-Dico coprendomi velocemente con le mani il corpo. Indosso il reggiseno ma odio lo stesso il fatto che lui mi possa guardare.
-I due minuti sono passati.-Dice serio.
-Non sono scappata, e questo dovrebbe renderti felice.-Il mio tono è acido ma lui non ci fa caso.
-Vuoi fare una doccia?-Chiede.-Sono le tre di mattina.-So che ore sono e si, vorrei fare una doccia se è possibile.
-Sto solo guardando..-
-Il livido?-Annuisco.Il suo sguardo diventa freddo, ancora di più,  poi si avvicina a me. -Lascia che dia un'occhiata. -Prende la maglietta tra le mie mani e osserva il mio petto, mi vorrei nascondere ma non me lo lascia permettere.
-Niente male Spencer. -Sorride malizioso ed io alzo gli occhi al cielo. -Stai attenta a quello che fai.-Dice minaccioso. Con un gesto veloce e deciso, Niall mi fa girare ler guardare la mia schiena.
-Piccola..-Sussurra. -È davvero grande.- E sei stato tu, vorrei aggiungere ma evito se no me ne farà degli altri. -Mi dispiace amore.- La sua voce è lenta e dolce.
-A me non sembri poi così tanto dispiaciuto.- Dico chiudendo velocemente gli occhi,  non dovevo dirlo, ora mi picchierá di nuovo, ne sono sicura.
Un leggero brivido mi percorre su tutta la schiena, non appena un materoale morbido e freddo mi tocca la pelle, Niall mi sta massaggiando la ferita con una pomata.
-Con questa dovresti stare meglio,-Dice ed io apro di nuovo gli occhi, annuisco. Perché lo fa?
Prima mi ferisce e poi mi guarisce?  Scherza?
Niall si avvicina al lavandino per sciacquarsi le mani, poi le asciuga e mi guarda.
-Metti la maglietta se non vuoi che ti scopi in bagno.-La sua minaccia mi fa sussultare,  afferro velocemente la mia maglietta e la indosso. -Che peccato, ci speravo.-Fa l'occhiolino per poi uscira dal bagno, aspetta sulla soglia della porta.
-Vieni a dormire,  farai domani la doccia.-Esco dal bagno e lo seguo in camera da letto.
Niall chiude la porta dietro di noi, a chiave.
Vado verso il letto e mi distendo, lui fa lo stesso. Mi copro con le coperte e mi gkro dalla parte opposta, così da non poterlo guardare.
Niall spegne la luce, così rimaniamo al buio, un'altra volta.
Non so bene cosa provo in questo momento, so che se sono con lui, sono al sicuro, ma so anche che con lui, io sono in pericolo.
 
La mattina seguente la luce del sole mi sveglia battendo sulla mia faccia, apro gli occhi e vedo, con mia sorpresa che Niall non è nel letto con me.
Sul mio cuscino trovo una specie di lettra-messaggio da parte sua, lo leggo:
 
"Sono fuori per lavoro, ma tu non preoccuparti,  torno a casa prima di cena.
Fai quello che ti pare, ma non scappare o ti troverò e rovineró a vita! A dopo.
Tuo Niall ;)"
 
Leggo altre due o tre volte quel messaggio prima di infilarmi in bagno per fare una doccia.
Finalmente l'acqua rinfresca il mio corpo e i miei pensieri, mi sembra quasi di sognare quando passo il sapone sui miei capelli.
Ripenso al biglietto "non scappare o ti troverò e rovineró a vita" e con questo cosa ha voluto dire?
Mi torturerá e poi mi ucciderà?
Il respiro mi si ferma ed io faccio fatica a riprendermi.
Esco dalla doccia e mi asciugo.
Metto a lavare i miei unici vestiti, ma nel frattempo vado verso l'armadio di Niall e ne prendo una maglietta, mi viene grande, e per fortuna,  riesce a coprirmi fino alle cosce, spero solo che Niall non si arrabbi per questo prestito.
Ritorno in bagno e asciugo i miei lunghi capelli neri.
 
Verso l'ora di pranzo, vado in cucina, accendo la tv e mi preparo qualcosa da mangiare.
Nel biglietto ha scritto che potevo fare quello che volevo, tranne scappare, auindi non vedo dove sia scritto che io non mi possa nutrire.
Mi faccio un panino, in cui metto di tutto. Ho fame e questo me la fa passare.
Non so come tornerà Niall a casa, questa sera, quindi meglio godermi il momento.
Dopo pranzo ritorno in salone, guardo la tv e mangio patatine, non mangiavo così da una vita, anzi, non mangiavo da una vita.
Guardo diversi film, uno più scemo dell'altro.
Dopo le nove e mezza di sera, decido di andare a dormire.
Mi butto sul letto e senza accorgermene,  mi addormento.
 
Due forti braccia mi avvolgono la vita, mi volto e vedo Niall sorridente.
-Scusa piccola, ma ho fatto tardi a lavoro.-Dice ed io lo guardo. -Hai mangiato?-Chiede.
-Si, grazie.-Mi volto dalla parte opposta e lo ignoro.
Lo sento ridere, io chiudo gli occhi e non ci faccio caso.
Lo sento muovere nel letto, poi una mano mi stringe la coscia.
Afferro il suo polso e lo trascino via. -Non toccarmi.-Dico severa.
-E tu perché indossi solo la mia maglietta?-Finalmente mi ricordo.
Non indosso nient'altro oltre la sua maglietta, sotto sono nuda, ho lasciato i vestiti, in bagno ad asciugare e.. un improvviso calore sulle mie guancie cresce.
-Ho lavato i miei vestiti e non avendo altro da poter mettere, ho preso jna tua maglietta.-Cerco di difendermi ma lui ne sembra felice.
-Ottimo, domani se ti va, andiamo a fare shopping. -Lo guardo confusa. -Che c'è?  Non ti piace girare per negozi? -
-Si, solo che..-Non so che dire,  non può uno come lui, un pazzo ladro rapitore, aiutarmi a fare dei giri in negozi. Non è normale!
-Non preoccuparti,  pagherò io i tuoi vestiti.-Dice e ai tpglie la maglietta.
-Che fai?-Chiedo ignorando la sua richiesta di pagare i miei acquisti.
-Non amo dormire vestito, quindi mi spoglio.-Dice ed io imbarazzata cerco di guardare da un'altra parte. Si toglie tutto, rimane in boxer.
Sposta il leggero lenzuolo e si stende vicino a me, troppo vicino per il mio gusto.
-Che hai fatto oggi?-Oso chiedere.
-Ti ho già detto, sono stato a lavorare.- Lavorare?
-Che lavoro fai?-La curiosità mi mangia viva.
Niall scuote la testa. -Nulla di importante. -
-Tipo?- Insisto. -Fai un altro lavoro oltre che ad essere un pazzo ladro rapitore?-
Niall mi guarda confuso per poi ridere.
-Non sono un pazzo ladro rapitore, io non ti rapita, ti ho solo trovata dentro casa mia e ti ho tenuta.-Sorride.
-Parli di me, come se fossi una cosa.-
-Ma tu sei una cosa, la mia cosa.-Sorride fiero di se.
Inorridita mi giro dall'altra parte e cerco di dormire.
-Spero che mi dirai, prima o poi, che lavoro fai.-Puntualizzo.
-Forse, un giorno.-
Niall si copre e si avvicina a me, io mi allontano, ma quando sto per cadere per te, lui mi afferra e stringe a se. -Non allontanarti da me.-Sussura.
Io rimango immobile e non dico niente.
-Domani ci divertiremo. -Dice ed io non ne sono poi così sicura.
-Ora dormi mia piccola Hanna, domani si esce da questa casa.-
Mi accarezza i capelli per poi cadere entrambi in un sonno profondo.


 
*Spazio autrice*
Nuovo capitolo!!!
Scusate se ci sono errori, ma non ho avuto iltempodi rileggere.
comunque sia spero vi sia piaciuto e se volete sapre il continuo, RECENSITE! ;D
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A presto ;) 

 
 

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Capitolo 8
*** Il mostro. ***


-Svegliati.-Una voce calma e bellissima, mi risveglia dal mio sonno.
 
Non ho voglia di aprire gli occhi, ma devo farlo. Non sono a casa mia, non sono libera di decidere quello che voglio o posso fare, ora dipendo da lui, quindi devo stare alle sue regole.
 
-Buongiorno piccola.-Niall è davanti a me e mi tende una mano per alzarmi, io non l'accento.
 
Mi alzo e a passo deciso vado verso la porta, mi fermo a guardarla, se lui non la apre, io non potrò uscire.
 
Niall ignora il mio disprezzo verso i suoi confronti e mi apre, io esco e mi chiudo in bagno.
 
Faccio una veloce doccia, sistemo i capelli in una lunga code e mi vesto, finalmente con i miei solito vestiti.
 
L'idea che Niall mi compri dei vestiti, non mi fa impazzire, ma se ci penso bene, lui mi tiene prigioniera, mi maltratta e se proprio deve fare qualcosa per me, beh, questo è il minimo.
 
Appena finisco in bagno, esco e andando verso Niall, gli restituisco la maglietta.
 
-Puoi tenerla, se ti piace.-Dice mangiando un biscotto.
 
-Non ne ho bisogno, grazie.-Mi siedo dall'altra parte del tavolo mentre lui mi osserva.
 
-Sei pronta per uscire?-Mi chiede studiando la mia espressione.
 
Annuisco. Sono felice di poter vivere qualche momento fuori da questa casa, finalmente respireró un po' d'aria fresca!
 
-Ottimo, ma prima dovresti sapere alcune cose.-Niall si alza per andare a bere un po' d'acqua.
 
Altre regole, penso.
 
-Io ti faccio uscire, ma se provi a parlare con qualcuno del nostro rapporto, ti punisco, se ti azzardi a scappare o ribellare, io ti punisco. Dipende da te quello che potrebbe succedere. Mi hai capito?-Annuisco, di che rapporto sta parlando? Adesso è così che viene chiamato tutto questo?
 
Quasi mi viene da ridere, ma cerco di trattenermi.
 
-Se qualcuno ti chiede di me, di noi, beh, tu mi presenterai come il tuo ragazzo.-
 
-Cosa? No!-Questo è veramente troppo.
 
-Vuoi rimanere tutti i giorni chiusa a casa?-Mi chiede severo. -Se è così,  dillo, ed io ti lego ancora una volta al mio letto, e questa volta nessuno mi fermerà dal spogliarti nuda.-La cattiveria nel suo sguardo e nella sua voce mi fanno tremare.
 
-Hanna, devi fare quello che ti dico io, se no non andremo mai d’accordo,  hai capito?-Chiede, va verso la porta dell'entrata ed io lo seguo, sono impaziente di uscire.
 
-Si, ho capito!- Fingo un sorriso ma lui rimane serio.
 
Niall apre la porta e usciamo.
 
Ci avviciniamo alla sua macchina, la apre, e mi chiude dentro.
 
-Non provare ad allontanarti da me.-Dice sedendosi in macchina vicino a me.
 
-Non lo farò. -Vorrei farlo ma voglio restare viva.
 
-Bene.-Niall accende il motore e partiamo.
 
La sua, è un'auto nera, sportiva, è grande e fa paura quasi quanto lui.
 
Per tutto il tragitto rimaniamo in silenzio ed io ripenso ancora a Liam e a quello che ci siamo detti.
 
Dopo circa venti minuti, arriviamo in centro, ha diversi giorni che, ormai, non passo più di qua. Mi manca viaggiare per la città,  mi manca il mio parco, con la mia quercia,  mi manca persino Trevor, il guardiano.
 
Niall mi apre la portiera della macchina e mi fa scendere, chiude lo sportello e mi prende per mano, io cerco di toglierla ma lui stringe ancora di più la presa.
 
-Non fare la bambina cattiva.-Mi avverte ed io decido di lasciar perdere.
 
Entriamo in diversi negozi, poi decido di provare qualcosa.
 
-Vorrei provare questi.-Dico indicando dei paia di jeans.
 
-Va bene.-Niall annuisce per poi accompagnarmi ai camerini. -Entro con te!-
 
-No!-Lui mi guarda male, ma decide di lasciar perdere.
 
Entro dentro i camerini, so bene che Niall mi starà controllando e la cosa mi da molto fastidio.
 
Provo i tre jeans che ho portato con me e solo due di essi vanno bene, Niall li compra per me.
 
Quando apre il suo portafoglio,  mi chiedo che lavoro faccia, per avere così tanti soldi.
 
Se è così ricco, perché non pagare delle donne che stanno con lui, invece di rapire ragazze povere e senza niente? Non lo capirò mai.
 
-Adesso andiamo a provare alcune magliette.-Dice trascinandomi fuori dal negozio, io lo seguo.
 
-Perché mi spendi soldi?-Chiedo e lui mi guarda per un secondo continuando a camminare alla mia sinistra, stringendo la mia mano.
 
È imbarazzante tutto questo.
 
-Ti da fastidio?-
 
-Si.-Ammetto.
 
-Perché? -
 
-Mi fa sembrare una prostituta a cui tu regali cose che per te non hanno nessun valore.-Spiego velocemente, non so perché lo faccio.
 
Lui ride. -Io e te non abbiamo mai fatto sesso. -Questo è vero, ma io mi sento così,  una ragazza poco si buono che vive in un certo senso, a spese del suo "Protettore".
 
-Se ti compro delle cose, non vuol dire che io ti stia pagando, è solo che mi va di farlo, tutto qui, chiaro?-
 
-Chiaro.-Niall mi sorride e poi entriamo dentro il secondo negozio.
 
Prendo delle magliette,  tutte di colori diverse, alcune a maniche corte, altre a canottiera, le provo, mentre Niall mi aspetta fuori dal camerino.
 
Decido di prenderne cinque, sono comode, fresche e profumano di nuovo.
 
Non vedevo così tanti vestiti da...da sempre.
 
Niall paga anche questi, poi usciamo e andiamo verso la macchina.
 
-Ritorniamo a casa?-Chiedo e lui scuote la testa.
 
-Continuiamo il nostro shopping. -Dice ed io rimango stordita.
 
-Ho già tutto.-Si, mi ha anche comprato un paio di pantofole per casa e un altro paio di scarpe per uscire, sono belle e comode.
 
-Ti mancano dei nuovi indumenti intimi.-Arrossisco mentre mi guarda.
 
Se non fosse un maniaco del controllo e del possesso, sarebbe anche un tipo okay, solo che non lo è proprio.
 
Dopo qualche minuto di macchina, arriviamo ad un negozio di intimo. Sono imbarazzata e non mi va che lui veda cosa mi compro.
 
-Devi entrare con me?-Chiedo fissandolo.
 
-C'è bisogno che lo chiedi? -
 
Sospiro.
 
-Che c'è? Non mi dirai che ti vergogni, vero?-Ride e il mio fastidio cresce ulteriormente.
 
-Preferisco che tu non veda cosa metto.-
 
Lui mi guarda e mi prende per la mano. -Prima o poi lo vedrò, che cambia?- Alla sua risposta spalanco gli occhi. Un cazzo. Lui non mi vedrà mai e poi mai!
 
Mi trascina dentro il negozio e sorride alla commessa.
 
-Allison!-La saluta.
 
-Horan, come mai da queste parti?-Gli chiede la ragazza dai capelli biondi guardandomi.
 
-Sono venuto a comprare qualcosa per la mia ragazza, sai, mi ha costretto. -Niall ride gentilmente alla ragazza per poi stringere ancora di più la presa sulla mia mano.
 
La sua ragazza? Io?
 
L'ho costretto?  Io.
 
Punto uno, io non sono la tua ragazza, ma semplicemente una ragazza che è stata rapita da te, testa di cetriolo che non sei altro, punto due, sei tu ad avermi costretto, io non ho più voce in capitolo neanche su cosa mangiare.
 
Decido di tenere questo piccolo ma grande dettaglio per me, più tardi gli parlerò.
 
Oggi mi sembra di buonumore!
 
-Hai già qualcosa in mente?-Chiede la ragazza, rivolgendosi a me per la prima volta da quando ho messo piede nel suo negozio.
 
-Oh ehm, io..-
 
-Lei è timida,  ma per fortuna so io cosa vuole.-Eh?
 
Davvero sa cosa voglio?
 
VOGLIO ANDARE VIA.
 
-Vuole qualcosa di comodo ma allo stesso tempo, sexy. -COSA?
 
-Perfetto, vado a prendere quello che ho in vetrina.-
 
La ragazza si allontana da noi ed io mi volto per guardare Niall,  ha un'espressione divertita.
 
-Tu!-Lo indico.
 
-Si?-Non mi degna di uno sguardo.
 
-Tu, devi smetterla di decidere per me, non voglio qualcosa di sexy, non lo voglio!-
 
-Tu no, ma io si.-Dice serio per poi andare verso la ragazza.
 
-Ti odio.-Sussurro un po' troppo forte e lui mi sente. Aiuto.
 
Niall mi lancia un'occhiata infuriata e infastidita, ma lascia perdere, per il momento..
 
-Provali.-Mi dice senza nessun sentimento.
 
-Vanno bene.-Non voglio provarli e poi sono anche stanca e distrutta moralmente.
 
-Provali.-Ripete, questa volta mi prende per mano e mi trascina dentro il camerino, entra con me.
 
-Dai.- I suoi occhi sono chiusi a fessura e le sue mani sono strette in due pugni lungo i fianchi.
 
-Esci.-Dico aspettando.
 
-No.-
 
-Cosa? Non proverò nulla con te qui dentro.-Niall mi guarda per poi emettere un lamento.
 
-Io esco, ma se non esci entro due minuti io..-
 
-Tu cosa? Mi picchi e mi leghi al tuo letto?- Dico sentendo la sua irritazione al limite, quasi scoppia.
 
-No, ti picchio, ti lego al mio letto e ti scopo senza pietà. -Esce dal camerino ed io mi affretto a cambiarmi.
 
Le sue parole rudi e senza emozioni, hanno provocato in me ancora più terrore e disgusto.
 
Finisco in fretta di sistemarmi ed esco, so che sono passati alcuni minuti in più,  ma non penso se ne sia accorto.
 
-Sei in ritardo.-Ahi.
 
-Non riuscivo ad allacciare il gancetto del reggiseno.-Dico intimidita.
 
-Potevi chiamarmi! -Certo, come no.
 
Niall si dirige verso la cassa per pagare ed io lo seguo.
 
Mentre aspetta il suo turno, io decido di andare a guardare le vetrine del negozio accanto.
 
Esco dal negozio e ammiro gli infiniti biscotti e torte che sono esposte.
 
Tanti colori sono davanti ai miei occhi, tante delizie che non potrò mai assaggiare. I prezzi sono troppo alti!
 
La porta del negozio, in cui sono uscita poco fa, sbatte e un Niall infuriato viene verso di me, con in mano il sacchetto degli ultimi acquisti.
 
Lo vedo avvicinarsi di corsa, poi afferra il mio polso e con uno strattone, violento, mi chiude dentro la sua auto, entrando poco dopo anche lui.
 
-CHE CAZZO TI È VENUTO IN MENTE DI FARE???-Urla infuriato.
 
Ma di cosa sta parlando?
 
-Senti, se ti riferisci al fatto che non volevo provare quelle cose io..-La voce piccola.
 
-NON MI FREGA UN BEL NIENTE DI QUELLO CHE VUOI O NON VUOI TU!-Ecco che ci risiamo, il Niall cattivo e senza pietà esce dal suo nascondiglio senza nessuna fatica.
 
-QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE NON TI DEVI ALLONTANARE DA ME?-Urla e alcune persone che passano per strada notano quello che sta succedendo.
 
Aiutatemi, vi prego. Ecco cosa vorrei urlare io.
 
Niall accende la macchina e parte, direzione? Inferno.
 
L'auto si ferma poco dopo in una zona desolata, voglio scappare.
 
Spegne il motore e si gira verso di me.
 
Ecco, penso, ecco la mia fine.
 
Addio mondo, addio alla famiglia che non ho mai avuto, addio alla luce del sole.
 
Abbasso lo sguardo, ma lui prendendomi il mento tra le dite, mi fa alzare la testa.
 
-Perché sei uscita dal negozio senza il mio permesso?-Adesso la sua voce è calma ma lo stesso infastidita e acida.
 
-Io pensavo di dare un'occhiata alla vetrina di quel negozio.-Mi giustifico,  mi giustifico troppo spesso ultimamente!
 
-Non puoi decidere tu!-Cerca di mantenere la calma ma non ci riesce.
 
-Neanche tu dovresti scegliere per me!-Il mio sdegno è evidente. Lo odio!
 
-SI!-Urla.
 
Io con gesto deciso, tolgo la cintura ed esco dalla sua auto, corro.
 
Non mi importa se mi uccide, ora, ma non voglio più restare un attimo in più con quell'essere senza pietà e senza sentimenti.
 
Passi più veloci dei miei, gambe più lunghe delle mie mi superano e mi bloccano, cado per terra e lui sopra di me.
 
Il suo peso, blocca tutti i miei movimenti, urlo.
 
-SEI UN MOSTRO!-
 
Niall si alza e mi porta su con lui, con facilità.
 
-SEI UN MOSTRO ORRIBILE!-Lo guardo negli occhi e lui sembra quasi sul punto di uccidermi.
 
-NON CHIAMARMI IN QUESTO MODO STRONZETTA!-Mi tira leggermente i capelli con la mano.
 
Mi lamento. Ho dolore, ho tanto male.
 
-Vuoi essere punita, per caso?-Chiede abbassando la voce notevolmente.
 
-Fai quello che vuoi, tanto, tu, mi punisci comunque.-Dico piangendo.
 
Lui scuote la testa. -Dipende da te!-
 
-No, Niall, dipende da cosa ti dice la tua testa malata!-Gli batto i pugni sul suo petto.
 
Lui, con un movimento veloce, mi colpisce la guancia.
 
Cado per terra.
 
-Un lurido mostro.-Sussurro.
 
Lui mi sente e si china ancora una volta alla mia altezza.
 
Mi circonda il collo con una delle sue grandi mani ed io faccio fatica a respirare.
 
-Prova a chiamarmi un'altra volta in questo modo e giuro che ti uccido!- Sussurra al mio orecchio.
 
Mi porta sulla sua auto, non ho forza, non posso combattere.
 
Per tutto il tragitto, nessuno dei due dice niente.
 
Il silenzio è ancora più straziante.
 
Arriviamo a casa, in quell'orribile casa di legno. Niall chiude la porta dietro di noi, a chiave.
 
Mi trascina verso la stanza buia.
 
Mi butta per terra, mi lega al termosifone.
 
I suoi occhi sono più scuri del solito, il suo respiro è irregolare.
 
Liam, dove sei? Penso.
 
Se verrà tra qualche giorno,mi troverai già morta o quasi sicuramente in fin di vita.
 
-Ti farò del male.- Sussurra al mio orecchio.
 
-Perché? -
 
-Perché ne ho bisogno.-


 
*Spazio autrice*
Scusate per il ritardo nel pubblicare, ma la scuola è sempre più impegnativa...
Per fotuna eccovi un nuovo capitolo.
Spero che vi piaccia.
Se siete curiosi, recensite ed io continuerò.
Va mando un bacio, a presto! 

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