Richiamo dal Futuro

di Zeon97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un insolito giorno ***
Capitolo 2: *** Un duro inizio ***
Capitolo 3: *** Una lotta con il drago ***
Capitolo 4: *** Raven... ??? ***
Capitolo 5: *** Una nuova forza ***
Capitolo 6: *** Si riparte! ***
Capitolo 7: *** Sventura ad Hamel ***
Capitolo 8: *** Il vero potere ***
Capitolo 9: *** Il ritorno del diavolo rosso ***
Capitolo 10: *** Chiamata del destino ***



Capitolo 1
*** Un insolito giorno ***


In un lontano futuro, i Nasod presero il controllo dei demoni per potenziare le loro capacità; entrarono nelle città fino ad arrivare a Peita, facendo strage anche di donne e bambini. 
La situazione era incontrollabile; la squadra di ricerca dell'Eldrit era decisa ad affrontare la nuova minaccia. Quando ciò successe io ero ancora in fasce e, pochi minuti prima di partire nell'impresa, i miei genitori mi portarono nel capannone della veterana;

- Vanessa stiamo per partire, quindi ti scongiuro: occupati di lui - disse mio padre con fare frettoloso.
Perché proprio io? - chiese Vanessa essendo confusa.
- Sei una veterana della battaglia: in caso di pericolo siamo sicuri che sapresti proteggerlo; mi fido di te - rispose lui.

D'un tratto una capanna prese fuoco; un demone aveva scoccato una freccia infuocata ed un uomo aprì la tenda violentemente.

- Dobbiamo partire, SBRIGATEVI! - urlò l'uomo misterioso

Mia madre mi lasciò tra nelle braccia di Vanessa che non ebbe tempo di replicare, però, prima di uscire dalla tenda, lei d'un tratto si fermò e le disse con tono di voce basso

- Prenditi cura di lui. Promettimelo... - disse mia madre pronunciando queste parole come per chiedere l'ultimo desiderio.
- Va bene puoi stare tranquilla, ti prometto che mi prenderò cura di lui - rispose lei con tono deciso, stringendomi tra le braccia in modo da tranquillizzarla.

Mi guardò un'ultima volta prima di andarsene; mi baciò sulla fronte per poi uscire dal capannone.
Il team aspettò i demoni davanti all'entrata del campo militare. Dopo pochi minuti arrivarono e fu così che cominciò la guerra, però erano troppo forti; gli eroi, che hanno sconfitto il male in passato, perirono nel tentativo di fermarli. Nessuno poté fare nulla, ormai avevano conquistato Elios.
Quei mostri sterminarono gli umani e altre razze, i sopravissuti erano costretti a nascondersi nei tunnel scavati sotto terra; chi usciva dal nascondiglio o veniva scoperto, poteva considerarsi morto. La tecnologia di quei dannati era così avanzata che un essere vivente poteva essere rintracciato facilmente, per questo si cercava di scavare sempre più in fondo e sopratutto il più lontano possibile dai nascondigli precedentemente scoperti da quei mostri. Però più si andava a fondo, più aumentava la temperatura; le condizioni di vita andavano di male in peggio e per alcuni era talmente insopportabile da voler uscire dal proprio nascondiglio, preferendo la morte a quella tortura.

Passarono così gli anni. 
Vi ho detto che mia madre non mi aveva dato ancora un nome? Infatti Vanessa era stata così "premurosa" da chiamarmi Ivan, come il suo maestro.
Ero steso sul mio letto se così lo si poteva chiamare; era un blocco di legno dipinto di bianco giusto per aiutare a rendere verosimile l'idea di "letto". Una volta Vanessa mi disse che serviva anche a formare il mio carattere, ma invece ogni volta che ci dormivo la mattina dopo avevo la schiena piena di scheggie di legno! All'improvviso la porta della mia stanza si aprì violentemente.

- Ivan alzati, la colazione è pronta! - gridò la veterana.

Io ero perso nei miei pensieri, stavo a pancia in su con le mani dietro la testa e guardavo il soffitto. Feci un respiro lungo, ma lei si avvicinò: quell'atteggiamento da perplessa mi fece sudare freddo.

- Non è che ti stavi.... - sussurrò lei.

Per un momento non avevo capito cosa voleva presumere, ma dopo un paio di secondi avevo capito perfettamente cosa sospettava.

- Nonò, non stavo facendo nulla! - dissi imbarazzato e con il viso impallidito.
- Beh, lo spero. Comunque la colazione è pronta, se non vieni rimani a digiuno.
Va bene, dammi un momento che mi preparo - risposi con aria scocciata.
- Non stare troppo in bagno... - disse lei con tono malizioso.
E basta! Ti dico che non stavo facendo niente! - gridai cominciando ad arrabbiarmi.

Sembrava che le piacesse proprio tanto prendermi in giro perché poi Vanessa mi fece un sorriso, per me era un raro evento; infatti era sempre seria, forse perché il suo addestramento militare l'aveva resa così? Oppure avrà avuto anche lei delle delusioni nella vita... o forse lo faceva per gusto. Mi sono vestito e lavato velocemente per non farla aspettare troppo. Sono subito sceso e la colazione era ancora fumante, mi sono avvicinato e ho capito il motivo: il tutto era ben carbonizzato.

- Spero ti piaccia, la cuoca oggi era ammalata e ti ho preparato un bel piatto della mia specialità: biscotti poru - annunciò questo con aria fiera.

Provai a mangiare un "biscotto", ma sentivo di preferire i sassi, o meglio ancora stare a digiuno. Lei però, come vide la mia reazione di disgusto, diede un potente pugno sul tavolo.
A quel punto, intimidito, mi misi a mangiare il tutto con uno sforzo sovrumano senza esitare nemmeno per un secondo. 
Avevo finito, ma lei continuò a fissarmi, quindi mi misi a leccare il piatto come un animale.
Finalmente aveva smesso di minacciarmi con lo sguardo.

- Bene, ora vai a prepararti. Oggi ci alleneremo duramente!
Lo dici come fosse la prima volta... - dissi questo con fare da saputello.
- Mmh? - inarcò il sopracciglio.
N-Niente! - risposi intimidito per l'ennesima volta.

Andai velocemente nello spogliatoio per cambiarmi gli abiti perché non mi conveniva aggiungere altro. 
Raggiunto l'armadietto, tentai di aprirlo prima normalmente, poi prendendolo a pugni, ma era evidentemente incastrato.
Dopo un quarto d'ora arrivò Add, un ragazzo con un viso pallido che portava due occhi viola, capelli bianchi come i suoi vestiti che avevano anche delle rifiniture viola; chiunque, fissandolo negli occhi, si sentiva attraversato da un brivido in tutto il corpo dato che parevano essere malefici tanto quanto il suo sorriso, ma era tutta solo apparenza; lo conoscevo fin troppo bene dato che abbiamo condiviso entrambi l'infanzia da orfani. Le sue passioni erano l'informatica e la meccanica; ogni giorno si divorava un paio di libri abbastanza voluminosi fino a riuscire addirittura a costruirsi da solo tanti aggeggi tecnologici, mentre io subivo le peggiori torture da Vanessa.
Nel frattempo, ero arrivato al punto di mordere lo sportello in modo animalesco.

Ci penso io qui, ora spostati - disse Add, avanzando verso quel dannato coso di ferro in modo tranquillo.

D'un tratto tirò fuori dalla sua tasca, ne mise un pò con un pennello nelle fessure e riuscì ad aprirlo con estrema leggerezza. Rimasi stupito.
Lo ringraziai, ma lui non si era nemmeno girato essendosi avviato verso il suo laboratorio; era solito a dire l'ultima parola per terminare un discorso.
Pensai che era strano per un momento, ma poi mi ricordai di Vanessa.
Frugando nell'armadietto, trovai i miei abiti: una cannottiera rossa, pantaloncini bianchi e scarpe nere; poi c'erano anche il mio ciondolo a cuore con dentro le foto dei miei genitori e la mia spada.
Quello che mi faceva sentire più vicino a loro era proprio questo abbigliamento che mi motiva al rendere fondamentale ogni allenamento.
Ogni volta che impugnavo la spada pensavo ai miei genitori; hanno dato se stessi per proteggere gente che non conoscono perché pensavano fosse la cosa più giusta da fare, infatti potevano simboleggiare la speranza; io non potevo essere da meno: sarei diventato addirittura più forte di loro, avrei salvato Elios e riportato la pace!

Finito di prepararmi, andai nella palestra e vidi Vanessa: indossava un uniforme blu con un mantello bianco e aveva una spada in mano, insomma anche lei sapeva vestirsi bene. Lei, oltre ad essere la mia matrigna, era anche la mia maestra; quando si mette quella veste è un altra persona, sa essere davvero crudele nell'addestramento, ma se questo serve per poter essere al livello dei miei genitori, a me sta bene.

- Per prima cosa ti tolgo quel sorrisetto dalla faccia fai pulizia di questi manichini di legno - mi ordinò la veterana.

Niente di più facile.
Presi la mia spada e li distrussi tutti in meno di un minuto menando fendenti con molta destrezza.

Ormai non mi spaventa più questo allenamento - dissi con aria spavalda alla mia allenatrice
- Infatti non era nemmeno un riscaldamento, dovevi fare le pulizie e non hai ancora finito - disse questo impaziente.
Allora guarda questo - ancora non mi ero rassegnato nel voler fare bella figura.

Balzai in aria e gridai.

«Spada infuocata»

Quando infilai la spada nel terreno, quest'ultimo prese fuoco: era rimasto solo carbone.
Nonostante questo non sembrò affatto soddisfatta, anzi sembrava piuttosto spazientita e ciò mi fece perdere tutta la mia carica iniziale.

- Sto aspettando di vedere questo posto pulito - disse questo sempre con fare impaziente.

E fu così che mi misi a pulire con l'aspirapolvere, che umiliazione!
Dopo un paio d'ore tornai da Vanessa e vidi vicino a lei il maestro Lou; mi sembrò strano la sua presenza perché soleva allenarsi per conto suo, perciò potei pensare a due cose: o c'era qualcosa di importante da sapere oppure aveva intenzione di proporre alla veterana un appuntamento con lei, ma la prima opzione era quella più logica perché indossava la sua divisa invece dello smoking.

- Cambio di programma - disse di punto in bianco - il tuo allenamento è finito: è giunta l'ora del tuo esame e Lou sarà il tuo avversario. Se riuscirai a batterlo, ti rivelerò un progetto importante per tutti, ma anche per te particolarmente.

Quelle parole mi fecero pensare: 
Cos'è che mi aspetta?
Cosa volevano dire le sue parole? 
L'unico modo di scoprire la verità era affrontare l'esame e sconfiggere Lou; dovevo saperlo.


Dopo essermi preparato mentalmente per qualche secondo, mi misi in posizione di battaglia e anche lui fece lo stesso; Vanessa rimane a guardare in veste di arbitro.

- Cominciate!

Scattai immediatamente al fianco di Lou, gli diedi un calcio per stordirlo e provai a tirarli un fendente, ma lui parò il colpo.

- Tutto qui? - disse Lou ridacchiando.

Mi spinse indietro, balzò in aria e tentò di agganciarmi dall'alto con la spada, ma riuscì a parare il colpo in tempo; lui però cominciò ad attaccare sia con il corpo sia con la spada: era veramente forte e veloce.
Potevo e dovevo fare di meglio. Ingoiai la paura che stavo cominciando a provare e concentrai la mia forza in un pugno che gli sferrai: si formò palla di fuoco che esplose più volte.
Ebbi la mia occasione e lo attaccai più volte fino a sentire la sua stanchezza: era il momento di chiudere la partita! Colpì violentemente il terreno gridando.

«Geyser di fuoco»

Forse avevo esagerato perché i vestiti di Lou presero fuoco.
Rimase nudo e la sua spada era a pezzi. Poteva coprirsi con i cocci dell'arma rimasti e urlò

- Esame superato! - gridò Lou mentre correva verso l'uscita dato che Vanessa stava cercando di colpirlo con un fucile del quale non sapevo l'esistenza.

Finito l'inseguimento, Lou fu obbligato da tutti i sopravissuti a indossare un armatura sopra i vestiti pur di non farsi rivedere in giro nudo.
Vanessa mi ordinò di venire nel suo studio: era arrivato il momento di sapere tutto.

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Capitolo 2
*** Un duro inizio ***


Arrivai nel suo studio velocemente e, dato che ero in anticipo, guardai in giro.
Pensai che non era un granché come luogo: era una piccola stanza dove c'erano solo qualche ritratto e la sua scrivania con una pila di libri. Poco tempo dopo arrivò Vanessa, non si era fatta attendere molto come solevano fare le signore.

- Ivan, è giunto il momento di sapere tutto di quello che non ti ho detto e anche del progetto però non te lo dirò io, ma sarà un altra persona a farlo.

Quando disse quelle parole, si cominciò a sentire dei passi che si avvicinavano sempre di più alla stanza. La porta si aprì: era Add, chinò il capo per salutare e rivolse il suo sguardo a me.

Comincio col dirti che, da quando ti hanno affidato a Vanessa, i nostri migliori ingegneri iniziato a costruire un anello speciale che dovrebbe permettere a chi lo indossa di viaggiare nel tempo. Quando ho aderito anche io al progetto qualche anno fa, siamo riusciti a finirlo.
Vorremmo che tu tornassi indietro nel tempo per impedire che i Robot si impossessino dei demoni e per farlo tu devi cambiare la storia. Probabilmente nel corso del passato i tuoi genitori e gli altri del team hanno lasciato qualcosa in sospeso. Ti senti all'altezza del compito?
Se questo serve per impedire che tutto ciò accada... sono pronto a tutto.
- Sai, quello con Lou non era proprio un vero esame, ma più che altro volevo vedere l'efficacia dei miei allenamenti e posso considerarmi soddisfatta. Sono sicura che supererai brillantemente la missione.

Non avevo mai ricevuto tanti elogi in una volta da lei.
Mi resi conto che Vanessa aveva un cuore d'oro in fondo, e mi sentivo pronto a fare di tutto per lei; in quel preciso momento mi resi conto di volerle tanto bene nonostante tutti gli anni di vita militare che mi fece passare. 
Sentivo il desiderio di chiamarla "mamma", ma non volevo rischiare di rompere quel magico momento di affetto dato che avevo paura di risvegliare la bestia dentro di lei. Quegli attimi mi sono bastati.

- Partirai domani all'alba, intanto oggi termineremo i preparativi mentre tu ti riposerai.
- Non potrei partire oggi stesso?
Per viaggiare nel tempo devi usare molta energia e per arrivare integro devi essere in piena forma. Riposati.

Erano circa le 20.00 e mi avviai per andare nella mia camera. Attraversai diverse gallerie, in fondo c'era la mia e quando arrivai la porta era aperta, invece del blocco di legno c'era un materasso con le coperte e sopra quest'ultime c'era una rivista della quale preferisco non parlarne. Probabilmente per la mia partenza Vanessa mi ha voluto dare il letto nuovo e Add, da buon intenditore, la rivista, ma non mi avrebbe sorpreso nemmeno il fatto che potesse provenire tutto da Vanessa.
Mi stesi sul materasso: era davvero morbido, però, anche se era morbido, non riuscivo ad addormentarmi essendo troppo in pensiero per la missione. 
Presi in mano il mio adorato ciondolo. Premuto il pulsante, il ciondolo si aprì di scatto e guardai a destra la foto di mio padre e a sinistra quella di mia madre: erano entrambi giovani ed io avrei finalmente avuto la mia occasione di conoscerli entrambi. Pensai a com'erano belli, le guardai a lungo e chiusi gli occhi tenendo in mano il ciondolo aperto. Il giorno dopo suonò la Vanessa (un modo per dire che lei entrò violentemente e si mise a urlare) e mi svegliai di soprassalto. Vanessa mi fece segno di seguirla; mi portò nel laboratorio dove Add era solito avviarsi.
Senza perdere tempo Add mi diede questo famoso anello.

C'é un timer preimpostato e quindi l'unica cosa che devi fare è concentrare la tua forza magica in esso. Ricordati che quando si illumina, vuol dire che stai cambiando qualche avvenimento importante!

Seguì alla lettera quello che mi disse di fare: mi concentrai facendo scorrere la mia energia e più aumentavo l'intensità, più si illuminava l'anello. Un momento prima di partire salutai tutti i presenti ovvero Add, Lou e Vanessa, la quale fece una smorfia di dispiacere, ma mi fece lo stesso un cenno di saluto e subito dopo il mio corpo sparì dalla stanza.
Il viaggio durò meno di un istante, ma Add aveva ragione che il teletrasporto mi avrebbe consumato le energie ed infatti mi reggevo in piedi a malapena. 
Esplorai il luogo: una foresta con tanta vegetazione e aria pulita. In vita mia non ho mai visto tanto verde e respirato un'aria così. Una mela mi cadde in testa e me la ritrovai in mano, guardai in alto e capì che ero sotto un albero, però in effetti avevo fame, quindi perché mai non avrei dovuto mangiarla? Era buona e croccante.
Ne volevo altre, quindi diedi un bel calcio all'albero e ne precipitarono una dozzina. 
A spuntino terminato, dormii sotto quell'albero.
Poche ore dopo mi svegliai, e, mentre aprivo gli occhi, vidi una figura sfocata davanti a me.

Chi sei tu? - chiesi confuso 
- Io sono lo spadaccino Elsword, tu invece?

Per un momento non ci credevo perché quello era il nome di mio padre ma, dopo averlo guardato meglio, capii che non mentiva.

Padre! - dissi gridando di gioia.
Padre? - chiese confuso lo spadaccino.

Ero tentato a dirli tutto ma riflettei un momento, se avessi rilevato la mia identità sicuramente non sarei riuscito a portare a compimento il mio obiettivo. Quindi mi alzai, mi ricomposi e parlai.

Scusa, ti ho confuso per un altra persona. Il mio nome è Ivan e sono uno spadaccino come te, piacere di conoscerti. Per caso sei solo?
No, ho altri 4 compagni di viaggio con me.

- Dove sei brutto nanetto? - si sentì in lontananza

Poco dopo arrivarono 4 persone. Sapevo già tutto di loro, ma, dato che dovevo rimanere nel ruolo, decisi di fare il finto tonto.

Sono loro i tuoi amici?
Esatto, la ragazzina con i capelli viola si chiama aisha, l'elfa è Rena, il tizio col braccio meccanico è Raven e il paladino con il bazooka è Chung - disse indicando ogni componente del gruppo.
E il nanetto con i capelli rossi è Elsword - aggiunse ironizzando la maghetta.
- Mi sono già presentato e comunque tappa sarai tu - rispose lo spadaccino come per dichiarare il suo desiderio di fare rissa.

Rena pietrificò con lo sguardo la maghetta prima che potesse replicare. 
Scrutando uno ad uno i componenti del team, riconobbi tra di loro mia madre, ma rimasi sempre dell'idea di non rilevare nulla e quindi dovevo inventarmi qualcosa per cercare di unirmi al team

Anche io cerco l'eldrit, mi hanno mandato da Sander per recuperarlo. Se non sbaglio anche voi siete cercatori dell'eldrit, potrei unirmi al gruppo? - dissi inventandomi tutto al momento.
Per me non ci sono problemi - rispose l'arciera.
Allora sei il benvenuto! - disse il paladino.

Raven non disse nulla. Capii che non aveva creduto ad una singola parola della mia storia ed infatti mi fisso in modo minaccioso, ma non mi feci intimorire.

La nostra prima tappa è Elder. Possiamo proseguire col viaggio, seguici Ivan.

Camminammo per ore, ogni tanto tentava di ostacolarci qualche Poru o scagnozzo, ma in un istante il team lo toglieva di mezzo per poi proseguire tranquillamente, quindi non serviva il mio intervento.

- Secondo me non dovremmo fidarci considerando che si è autoinvitato - disse Raven bisbigliando al resto del gruppo.
Nah, lui mi ispira fiducia e poi siamo in 5 contro 1. Cosa potrebbe fare?
- Io non mi fido
Dai basta borbottare, siamo arrivati!

Quando disse questo, si mise subito a correre verso la città come se stessero per chiudere i cancelli; era faticoso starle dietro.

- Siete arrivati, vi stavamo aspettando! Vi invito a sostare nel nostro Hotel per questa notte e poi domani potrete ripartire, vi va bene? - disse Hoffman accogliendoci calorosamente.

Certo! - rispose gioiosamente.
- Aspetta, mi sembra strano che ci voglia offrire una sosta nel suo hotel senza nemmeno conoscerci e senza volere nulla in cambio? - disse Raven.
Sei troppo sospettoso!

Senza aspettare altre repliche, Hoffman ci portò nella sala pranzo del suo ristorante e ci fece sedere in un tavolo.
Poi poco dopo venne una cameriera con i capelli biondi con un carrello pieno di cibo: sembrava tutto squisito.
Senza pensarci due volte, divorammo tutto, sopratutto io ed Elsword che sembravamo due porci mentre Raven non toccava cibo.

Dai Raven, mangia almeno un pesce cotto!
- Mi astengo. Ti consiglio di fare lo stesso se non vuoi metterti nei guai.

Finito di mangiare, ci portarono nelle nostre rispettive camere singole.

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Capitolo 3
*** Una lotta con il drago ***


Dopo aver fatto una lunga dormita, il giorno seguente ci svegliammo tutti e, dopo esserci preparati, ci ritrovammo al piano terra vicino alla cassa. Poco dopo arrivarono Hoffman e Aran e dissero.

- Spero vi sia piaciuto - disse Aran incrociando le braccia e con il sorriso sul viso.
E' stato fantastico, grazie! - esclamò Rena entusiasta.
- Siamo contenti che abbiate apprezzato, ma avremmo un favore da chiedervi - chiese Hoffman in modo indeciso.
- Di cosa si tratta?
- Un drago ci blocca il passaggio per besma e siamo disperati dato che l'unico modo per arrivarci è usare il ponte che attraversa l'abisso.
- Vi prego aiutateci, dopotutto vi abbiamo offerto ospitalità! - disse Aran quasi supplicando.
- Appunto, lo dicevo che non dovevamo fidarci - disse Raven seccamente.
Potete stare tranquillo perché lo sconfiggeremo!
Concordo
- Che ne sai tu? Non ti abbiamo mai visto muovere un dito nemmeno contro quei poru - disse Raven nervosamente.

Raven si stava scaldando e sembrava che volesse provocarmi, ma io mi limitai a guardarlo storto e questo lo fece innervosire ancora di più.

Calmatevi voi due - sentenziò Rena volendo fare da paciere.

Quando disse quella frase Raven si calmò all'istante.
Non capii come aveva fatto, però così almeno sono scampato da una rissa.
D'un tratto l'anello il mio anello si illuminò.
Voleva dire solo una cosa: avevo appena modificato un avvenimento della storia.
Gli altri se ne accorsero e mi fissarono, quindi usai la mia infallibile inventiva per fregarli con una scusa.

- Vedete, nel mio anello c'é un pezzo di diamante che ha rifratto la luce del sole - spiegai cercando di essere il più credibile possibile.
- Me lo regali? - chiese Hoffman che teneva lo sguardo incollato sulla mia mano ossessivamente.
No! - urlai per spegnere ogni sua speranza - Ragazzi possiamo andare ad uccidere il drago? - dissi cercando di uscire da quella situazione.

Scappai da quel ristorante e mi avviai verso l'abisso.
Pochi secondi dopo arrivarono gli altri. Prima di entrare, ognuno di noi tirò fuori la sua arma: Rena tirò fuori l'arco, Raven la sciabola, Aisha la bacchetta, Chung il bazooka, Elsword ed io tirammo entrambi la spada.
In quel momento ero felice di lottare in team con mio padre e mia madre, e, visto che quella era praticamente la prima volta che potevo dimostrare le mie capacità, avrei dato il massimo pur di dimostrarli la mia bravura.
Appena siamo entrati trovammo subito quel drago: era un enorme mucchio di ossa che, per qualche strano motivo, riusciva a sputare fuoco.

Non importa quanto sia grande, di lui tra poco ne rimarrà solo un orribile ricordo! - dissi fieramente.
Ben detto! - esaltò il paladino.

Iniziò la lotta, Raven fu il primo ad attaccarlo e venne subito respinto, poi Rena ed Aisha attaccarono a distanza mentre io ed Elsword lo attaccammo da vicino. Pur insistendo con la spada lui non si faceva nulla e quindi pure noi che attaccavamo da vicino fummo scaraventati verso una parete, ma da essa cominciò a rotolare un grosso macigno che stava per investire Rena.

- Attenta Rena! - gridò Raven a squarciagola mentre cercava disperatamente di buttarsi verso di lei.

Riuscì a salvarla.
Quando si resero conto di essere uno sopra l'altra, i due arrossirono, trovandosi casualmente abbracciati in quel momento.

I ringraziamenti li rimandiamo a più tardi, ora per favore dateci una mano! - dissi per cercare di ristabilire la concentrazione.

Riprendemmo a combattere, ma non bastavano i colpi normali: quel drago era troppo, ma davvero troppo grande e l'unica cosa che potevo fare era sfoderare il miei potere.

- E va bene! Ora vedremo chi fra noi due è più grande! - gridai puntando la spada verso di lui.

«Lama dell'apocalisse»

Feci fluire l'energia nella spada e di conseguenza questa divenne gigantesca.
Il resto del gruppo rimase a bocca aperta, ma in particolar modo Elsword che tentò pure lui di evocarla imitandomi ridicolmente.

Dannazione!

La maghetta si avvicino a lui.

Els - disse Aisha poggiando la mano sulla sua spalla per consolarlo - tu sei troppo stupìdo, non puoi farcela!

Feci prima un avanzata rotante con la lama lunga circa 9 metri e il drago indietreggiò di conseguenza: questa volta aveva accusato il colpo. Appena atterrai conficcai la spada nel terreno

«Spada infuocata»

Tutto il terreno prese fuoco, senza raggiungere il resto del gruppo. Le ossa del drago finirono in frantumi.
Ero riuscito a sistemarlo da solo, quindi potemmo tornare in Hotel per dare la bella notizia a Hoffman e Aran. Durante il viaggio di ritorno, Elsword continuò a chiedermi dove e come avevo imparato a combattere così, ma io continuai a mentirli dicendoli che ho fatto tutto da solo.

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Capitolo 4
*** Raven... ??? ***


Buio. Non avevo modo di capire dov'ero, e nemmeno ricordarmi come ci ero finito.
Provai a muovermi, ma il mio corpo non rispondeva. Provai a parlare, ma mi sentivo bloccato. Qualunque cosa facessi era inutile. Sotto i miei piedi, nelle mie mani, dietro la mia testa o dal resto del mio corpo non riuscivo a sentire nulla. Non avevo nemmeno la certezza in quale posizione il mio corpo si trovava, bastava pensare di essere testa in giù per farmi sentire le vertigini. Avevo paura, cominciai a sentire dolore nella pancia, ed inoltre l'agitazione velocizzò il ritmo respiratorio.
Mi sentivo davvero male. Dal momento che non potevo fare nulla, ed essendo consapevole del fatto che nessuno poteva aiutarmi, mi arresi all'idea di affrontare il mio destino a viso aperto, senza alcuna resistenza.
Chiusi gli occhi. Non avevo il coraggio di guardare quello che mi aspettava.
Il cuore batteva sempre più forte.

Pronunciai "Aiutatemi...." con un filo di voce impercettibile
Riaprii leggermente gli occhi: c'era un leggero fascio di luce che mi fece vedere un mobile e finalmente capì dove mi trovavo. Realizzai che ero in camera mia, sul comodino c'era una sveglia che segnava l'orario: erano ancora le 4 di notte. Mi sentii ancora un pò paralizzato, ma almeno sapevo di essere al sicuro. Erano passati circa due giorni da quando abbiamo... cioé da quando ho fatto fuori il drago. Decidemmo di sostare in una casa inabitata che era in buone condizioni, una pausa era d'obbligo prima di continuare il viaggio.
Ormai mi ero calmato e avevo sonno, quindi ripresi a dormire.


- VATTENE VIAAAAAAAAAA!!

Mi chiedevo chi stava strillando in questo modo, ma poi vidi passare velocemente Chung dalla porta di camera mia a petto nudo e con una gamba dei pantaloni strappata.

- Ti prego non farlo!!
- Non voglio farti niente di male! - disse lo spadaccino affannosamente e stringendo in mano la gamba mancante dei pantaloni del paladino - Vieni qui dai, non avere paura!

Subito dopo arrivò Aisha che, dopo aver visto la scena, si mise a ridere.

- Raven non mi molestare il povero Chung! - esclamò la maghetta ridendo di pancia.
- Ma noi ci amiamo! - dichiarò convinto lo spadaccino.
- Ma anche no! - disse il paladino con ancora più convinzione.

Rena uscì dalla sua camera e in quel momento vide quel quadretto abbastanza inquietante.

- Chung, perché hai i vestiti strappati? - chiese Rena confusa indicando la parte mancante dei pantaloni.

Successivamente si girò verso Raven, e iniziò ad agitarsi.

- Cosa ci fa Raven con quella stoffa in mano? Insomma, cosa sta succedendo qui?? - disse l'arciera spaventata e confusa allo stesso tempo.
- Non lo so!! - esclamò il paladino - Questa mattina me lo sono ritrovato in camera mia e... - la maghetta lo interruppe in quel momento con un cenno di mano mostrando anche in viso una espressione disgustata.
- Ti prego, non aggiungere altro.
- Cosa sta succedendo a Raven?
- Secondo la mia esperienza, sembrerebbe essere sotto l'effetto di qualche pozione o incantesimo - spiegò la maghetta, volendo rendersi utile cercando di formulare una diagnosi - e penso che si tratti proprio di una pozione d'amore!

La conversazione tra i due venne spezzata da un sonoro rutto di Elsword che voleva annunciare l'ora di fare la colazione.

- Maiale! Chi ti ha insegnato l'educazione?! - esclamò l'arciera adirata.
- E' il mio modo per fare i complimenti al cuoco - rispose lo spadaccino con naturalezza
- E poi ti sembra il momento di pensare a mangiare? Guarda come è ridotto il tuo compagno di squadra!
- Ma non è mica colpa mia - si giustificò Elsword - è il cibo che mi ha provocato.
- Aisha... - disse Rena, ormai rassegnata, avvicinandosi a testa bassa verso la maghetta per metterle la mano sulla spalla.
- Si, procedo subito.. - rispose la maghetta che sapeva già cosa fare in queste situazioni - Elsword, vieni qui fuori un attimo.
- Oh, vuoi portarmi fuori a mangiare qualche nuovo piatto? - chiese lo spadaccino innocentemente.
- Si... - rispose la maghetta avendo in faccia un sorriso sadico stile Yuno di Mirai Nikki- e vedrai che ti piacerà.

I due uscirono dalla casa: ci fu il totale silenzio. Poi cominciammo a sentire delle bastonate rumorose, ma così rumorose che credevamo di perdere l'udito, addirittura Raven coprì le orecchie di Chung il quale però preferiva diventare sordo che farsi aiutare da lui. Finora, mai avevamo pensato che un suono del genere potesse provenire da un bastone.
Dopo mezz'ora lo strazio cessò. Successivamente si sentì l'arrivo di un ambulanza in lontananza che, una volta arrivata, vedemmo scendere dei tizi per raccogliere "qualcosa" dal terreno per poi metterlo sulla barella che misero nel retro del veicolo.
Una volta che quella vettura ripartì, Aisha rientrò come se non fosse successo nulla. Tutti noi la guardammo, ma preferivamo seguire il suo esempio e continuare come nulla fosse successo. Una vittima era più che sufficiente.

- Esiste un antidoto?
- Mmh, non saprei. In genere l'effetto di una pozione sarebbe già sparito a quest'ora se fosse stato temporaneo, quindi deve durare finché non si verifica una determinata condizione.

- QUINDI COSA DOVREI FARE?!
- Sposami amore!!
- NON HO CHIESTO A TE! AISHA COSA DEVO FARE?! - chiese il paladino evidentemente sconvolto
- Devi esaudire la sua richiesta, sempre ammesso che sia questa la causa. - sentenziò la maghetta dopo aver esitato per qualche secondo
- Ahahaha, stai scherzando vero? - affermò il paladino in preda ad una crisi isterica - Dai lo so che nemmeno a voi può piacere l'idea, siete sicuramente entrambe cotte di lui! Quindi, perché non decidete tra voi chi delle due si deve fare avanti?

In risposta a questa affermazione, i visi delle due fanciulle divennero rossi per l'imbarazzo, anche se quello dell'arciera lo era decisamente.



- Ma lui vuole te.. - affermò l'arciera dispiaciuta.

Aisha si sentì in colpa, mentre il paladino rimase più inorridito dall'idea che dispiaciuto per l'amica.

- Quale può essere un altra causa?

Nella mia testa cominciai a sentire un sussurro che man mano diventava sempre più forte, ma non capivo cos'era finché non raggiunse il massimo volume insieme ad una luce abbagliante che mi fece perdere la vista

«Se il rapporto tra passato e presente non rimane costante, potrebbero verificarsi conseguenze terribili in entrambi i tempi»

Ripresi la vista poco a poco. Il cristallo contenuto nell'anello perse luminosità.
Non capii esattamente cosa era successo, ma quella voce mi fece capire la causa di questi assurdi cambiamenti: era solo colpa mia.

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Capitolo 5
*** Una nuova forza ***


Il gruppo discuse fino a tarda notte, perciò decise di rimandare al giorno dopo. 
Per tutta la giornata ero rimasto in camera mia. Avevo fame, tanta fame: dovevo andare in cucina a svuotare il frigorifero.
Una volta raggiunta la stanza, vidi sul tavolo i piatti vuoti dell’ultima cena. Avevo notato, però, che il mio non c’era.

- Oh scusa, ci eravamo dimenticati di te - sentì e mi spaventai al suono di quella voce improvvisa, ma sapevo già a chi apparteneva.

Fa niente - risposi io con calma
- Se vuoi ti preparo qualcosa - propose lo spadaccino usando sempre una voce alterata, come se cercasse di renderla più chiara e femminile.
No grazie, mangio qualcosa già preparato. Ci sediamo fuori?
- Se vuoi parlare un pò, per me va bene.

Presi un pò di frutta e della roba già preparata per poi raggiungere un tavolo all’aperto.
Cominciai a mangiare, ma in pochi minuti avevo già finito tutto.
Notai che Raven guardava il cielo: non c'era nulla a parte una luna che era una palla bianca in mezzo al blu che pareva fosse proprio la nostra presenza a darle compagnia. Avevo l’impressione che stessero conversando tramite gli occhi nell’assoluto silenzio.

- L’hai mai avuta la ragazza? - chiese lo spadaccino di punto in bianco prendendomi alla provvista.
C-Certo che no! - balbettai imbarazzato
- Allora hai avuto un ragazzo!
NO!! Non mi sono mai impegnato con qualcuna.

Si mise a ridere, ma non era una risata cattiva. Sembrava che stesse scherzando.

Mbeh sai, come madre ho avuto una che mi ha fatto fare la vita militare da quando ero piccolo.
- A me basta il mio Chung.
Avevi anche tu una ragazza? - Sapevo già chi era, ma volevo vedere la sua reazione.
- Mai avuta, la mia migliore amica è Seris che abita proprio qui vicino.

All'improvviso sentimmo avvicinarsi qualcuno.

- Parlavate di me? - chiese la ragazza misteriosa
- Oh, ciao Seris! - disse Raven - Questo ragazzo qui vicino si chiama Ivan.
- Piacere di conoscerti - disse Seris tendendomi la sua mano

Erano avvenuti davvero dei cambiamenti.
Era colpa mia.
Dopo aver realizzato questo, ero intento a risolvere in fretta la faccenda.

Raven, ma quello lì dietro è Chung?
- Dove???

Quando lui si allontanò abbastanza, ammazzai la ragazza a mani nude. Ero stato talmente tanto veloce che lui non se ne accorse, ma vide il corpo della ragazza appena si rigirò

- Cosa è successo?!
E’ passato qualcuno che assomigliava al tuo migliore amico.
- Che sia dannato!
Diamole almeno sepoltura…

Scavammo una fossa nelle vicinanze per seppellirla.
Quello che feci non era servito a nulla, avevo compiuto il mio primo omicidio senza pensarci due volte. Raven non era disperato come se avesse perso la sua fidanzata, anzi, sembrava non fregarsene proprio, ma cercava non farlo notare troppo abbassando il capo.

- E’ successo tanto fin troppo velocemente, andiamo a dormire.

Andammo subito nelle nostre stanze.

9.30. L’orologio segnava questa ora quando una lancia nasod spezzò il letto a metà.
Urlai spaventato.

- Oggi andrai in missione con me! - disse la misteriosa ragazza.

E tu da dove spunti fuori?

O almeno questo era quello che volevo chiedere, ma non feci in tempo nemmeno a guardare in faccia la mia rapitrice perché, una volta uscito fuori dalla casa, mi legò come un salame: non mi ero mai sentito così vulnerabile in vita mia.
Tutto avveniva troppo velocemente per poter capire qualcosa. Ero confuso. Qualsiasi tentativo di comunicazione con la rapitrice era inutile perché aveva cominciato a volare ad una velocità pazzesca per riuscire a farmi sentire.
Dopo un pò di tempo atterrammo vicino ad una stazione ferroviaria.
Naturalmente io feci la mia bellissima figura vomitando.
Poi mi resi conto di averlo fatto sui vestiti di qualcuno, quindi alzai lo sguardo e vidi la faccia dell’ultima persona che mi aspettavo di vedere.

Hai finito? - chiese lui freddamente.

Non era nelle soliti vesti che mi aspettavo di vedere. Aveva gli occhi igniettati di sangue, era più muscoloso, ma quello che mi inquietava più di tutto era quel senso di forza che emanava. Solo a guardarlo mi faceva paura. 
Tante domande di cui volevo avere la risposta, ma l’unica cosa che mi venne da dire era

Oh…. ehm - balbettai cercando di trovare le parole per formulare una domanda - sei proprio tu?
- E’ lui, ma nettamente più forte di prima - disse la ragazza misteriosa
Visto che prima mi hai letteralmente rapito, posso sapere cosa vuoi da me? Poi cosa ci fa qui Add? Pensavo fosse rimasto nel nostro tempo
- Lui è l’unico che può salvarti, e solo con i poteri da Time Tracer è possibile - sentenziò la ragazza misteriosa.

Udì un rumore in lontananza. Sembrava avvicinarsi

- Procedi Add - ordinò la ragazza.

Le dinamo di Add si allontanarono e si misero a ruotare intorno a noi tre.
Il rumore si avvicino sempre di più, e riuscì a capire da dove stava venendo perché vedevo degli alberi piegarsi in fila uno dopo l’altro, sembrava come se qualcuno volesse travolgere tutto ciò che gli passa davanti.
La nasod si mise al centro del cerchio formato dalle dinamo.

«Scudo Atomico»

Il terremoto ci aveva decisamente raggiunto e il terreno si stava sgretolando, ma lo scudo creato dalla ragazza nasod ci aveva protetto. Le dinamo si trovavano fuori dallo scudo e giravano così velocemente che sembrava impossibile distinguerle l’una dall’altra.

«Trasporto»

Una volta che il Tracer gridò questa frase lo scudo si allargò fino a dissolversi, permettendoci di vedere l’esterno.

Cosa è successo? -chiesi frastornato.
- Siamo nella dimensione alternativa, quella precedente si è disintegrata a causa dell’eccessivo disequilibrio tra passato e futuro.
In pratica ora esiste una sola realtà. Se verrà distrutta questa, non esisterà nè un passato, nè un presente e nemmeno un futuro.

Non esiste nessun’altra dimensione oltre a questa. Cosa altro poteva significare?

Dove sono i sopravvissuti? - chiesi cominciando a sentirmi spaventato
Non esistono.

Quella risposta mi fece rabbrividire. Sentivo brividi freddo, ma non era per il clima.

Dov'è Vanessa? - chiesi di nuovo trattenendo le lacrime negli occhi.

Non doveva dire quello che pensavo.
Con la sua consueta espressione che non lasciava trasparire nessuna risposta alzò lo sguardo fino a incrociare il mio, mi rispose.

Non esiste più.

Sapevo che non era un tipo da raccontare questo genere di frottole, ma il modo in cui ha detto una cosa del genere in quel modo fece saltare in me una molla di rabbia: mi avvicinai di scatto e lo presi per le spalle. Lo avrei ammazzato se non avesse giustificato quello che aveva detto.

Che razza di risposta sarebbe?!! - urlai.

Lui non fu da meno. Non ebbe bisogno di sforzarsi per immobilizzarmi con quelle dannate dinamo. Ora era lui nella posizione di vantaggio.

Secondo te perché sono venuto qui? Avrei dovuto lasciarti crepare in quella dimensione razza di ingrato - spiegò avvicinandosi con tutta calma sentendosi al sicuro.

Si susseguì un pugno con quest’ultima parola, ma quello che mi faceva più male era la verità che mi stava rivelando.
Ho lasciato che Vanessa morisse senza fare nulla. Mi sentivo un miserabile.
Volevo che quella sofferenza che provavo fra le botte che prendevo mi uccidesse.
Non riuscivo più a trattenermi. Gli occhi mi pulsavano.
Sentivo qualcosa scivolare sulle guance, solo allora mi resi conto che stavo piangendo.

- Voi umani piangete venendo a conoscenza della verità? Miserabili - disse la misteriosa ragazza.

Non solo il mio migliore amico mi stava picchiando, pure quella maledetta si stava immischiando dandomi del miserabile?
No.
Ha chiaramente detto voi umani, quindi non si era riferita solo a me, ma al genere umano.
E quindi anche alle persone che sono morte.
A coloro che non sono riuscito a proteggere.
A Vanessa.

Sono io il miserabile ad aver pianto in questo momento. Gli altri non hanno fatto nulla per meritarsi di essere etichettati come tali - sussurrai.

Non sentivo più dolore nonostante venissi pestato, perché stavo provando un sentimento ancora più forte.
La stavo odiando per quello che aveva detto, ma ancora di più me stesso per essere così debole.
Però prima mi sarei vendicato per quelle parole che aveva pronunciato.

Ora te la faccio pagare MALEDETTA!!

Le dinamo si squagliarono al contatto con il mio corpo, e così fui libero da quella presa.
Non pensai più ad Add, ma a quella tizia. Si stava preparando anche lei alla lotta.
Non avevo un arma, però mi serviva. Il desiderio di averla ha forgiato nel fuoco che emanavo una spada. 
Lei era agile: le lance nasod le permettevano di spingersi in aria con maggiore velocità per schivare il mio assalto.

«Attacco delle Sfere»

La ragazza scagliò una lancia nasod di grosse dimensioni verso di me.
In me c’era una grossa energia da sprigionare, e lo avrei fatto nel migliore dei modi.
Evocai un’altra spada come ho fatto con la prima, e intercettai la lancia bloccandola con le lame.
Era arrivato il momento di rispondere al colpo.

«Esplosione di Fiamme»

Gridando questa frase, feci uscire dal mio corpo una grande quantità di scintille di fuoco che distrussero la lancia.

«Lama dell'Apocalisse»

Le lame delle mie spade divennero gigantesche, ma stavolta parevano incandescenti.
Menai fendenti per cercare di colpirla, ma lei schivò i colpi bruciapelo finché non fu costretta a parare un fendente con le lance, senza successo. Esse si squagliarono e la ragazza misteriosa era rimasta senza armi utili per contrastarmi.

- A quanto pare è giunta la mia fine - bisbiglio rassegnata - non pensavo che sarebbe stato un umano a sconfiggermi.

L’avrei ammazzata da un momento all’altro, la sua sola esistenza mi irritava.

- Almeno abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, vero Add?
Già. Congratulazioni, Fire Blader.

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Capitolo 6
*** Si riparte! ***


Non stavo capendo cosa stava farneticando, però era strano il modo in cui si stessero comportando dovevo sentire delle spiegazioni.

Che significa tutto questo?? Mi avete preso in giro finora? - chiesi confuso.
No, ma abbiamo esagerato apposta per farti arrabbiare. Avevi del potere latente da sprigionare che serviva per la nostra missione.
Che missione sarebbe?
Che razza di domande, quella che ti è stata assegnata quando eravamo nel futuro non ricordi?
Certo, come potrei dimenticare…
- Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, quindi ora ti facciamo tornare là. Add… - si interruppe.
Subito signorina.
- Sono un Nasod… - sostenne lei.
Pardon Eve.

«Distorsione»

Quando pronunciò quella frase, cominciai ad avere le vertigini. Sentivo lo stomaco sottosopra, ma non durò a lungo perché vomitai pochi secondi dopo; anche stavolta c’era qualcuno, ma mi stavo pentendo amaramente per averlo fatto proprio su quella persona.

Tu….
I-Io??
...devi…
S-SCUSAA!! Tutto, ma non voglio morire! Pietà!! Pulirò, sarò il tuo schiavo, ma ti prego di non uccidermi!!

Con una velocità inimmaginabile, presi una spugna e mi misi a pulire il vestito della maghetta che però pareva diverso da quello che indossava di solito.

Cambiato il guardaroba?

Una sberla in faccia non si fece attendere.

Non stare lì a fissare il mio vestito e pulisci, razza di feticista.
Sisi, però non sono un fet…
PULISCI VERME.

Mai ero stato così veloce nel muovere una spugna, mi sentivo come un geco nel momento in cui è in trappola, forse avrei dovuto staccarmi il braccio.

- Non pensarci nemmeno, honey. Lascia fare a me, tra ragazze ci aiutiamo sempre.

E’ decisamente peggiorato.

Grazie, Ravenina.

Quanto tempo ero stato via affinché siano cambiate così le cose? Un mese?
Alla fine dalle scale scese una persona che sembrava essere l’unica a rientrare nella normalità.

Ciao ragazzi…

Camminava con molta lentezza e sembrava non importargli di quello che stava succedendo. Era decisamente depressa.

Oh Rena...

La maghetta corse ad abbracciarla, ma non si accorse che andava ancora un pò sporca.

Oh scusa, vado a cambiarmi prima. Tenete d’occhio quel maniaco!

Detto questo salì in camera sua. Eravamo rimasti solo io, Raven e Rena, ma sentivo della tensione tra loro due, quindi decisi di salire in camera.

Aspetta che vengo con te
Non crederai veramente che io sia un maniaco, vero??
Non si sa mai

Non mi andava di discutere su ogni minima cosa, era successo abbastanza e mi sentivo stanco. Mi accompagnò in camera, entrai e…

*Clock*

Così stiamo più sicuri. Buonanotte.
R-Rena?? Non chiudermi qua dentro.

Nessuna risposta. Oltre alle pareti belle spesse che impediscono al suono di passare, si era già allontanata troppo per potermi sentire. L’unica cosa che potevo fare era dormire.
Guardai l’orologio: erano le 19.05 passate. Non crederanno veramente che io mi metta a dormire a quest’ora?

Mi stesi sul letto e presi una scatola di fazzoletti.

Ricerca di materiale in corso...

«Verme»

Troppo sadica.
Ricerca di materiale in corso...

«Oggi verrai in missione con me!»

E’ un robot
Ricerca di materiale in corso…

«Honey»

Semplicemente no.
Ricerca di materiale in corso…

«Aspetta che vengo con te»

Modifica in corso…

«A-Aspetta che vengo con te...»
«A-..ta vengo c.. te»

Perfetto.

Materiale stabilito. Preparazione completata, inizio…

«Allora sei veramente un maniaco»

Quella voce. Non potrebbe essere lui, impossibile…

Allora? Ho interrotto qualcosa?
Come hai fatto a seguirmi fin qua?
Ti sei scordato che sono un Time Tracer? Posso distorcere il tempo a mio piacimento e di conseguenza anche percorrere lunghe distanze in questo modo.
Mb-Mbeh che vuoi?
Domani devi dire alla squadra di smettere di poltrire perché vi aspetta una sorpresa al campo militare. Di nuovo buonanotte.

......

Il mattino dopo ~
Ero indeciso su come rivolgermi alla squadra per attirare l’attenzione perché sembrava che si stessero abituando talmente bene che non sarebbe stata una sorpresa se avessero deciso di ignorarmi per mantenere questa tranquillità, ma non potevo esitare; Ora che non c’è un futuro, non si tratta più di mantenere l’equilibrio, ma, se la storia non si fosse svolta secondo un verso preciso, anche questa dimensione sarebbe andata distrutta, quindi dovevo seguire ogni dritta che mi veniva imposta per evitare questo disastro.
Con questa convinzione, andai all’entrata di casa dato che avevo chiesto loro di riunirsi lì.
Di fronte a me avevo lo spadaccino Raven passato all’altra sponda; l’arciera Rena entrata in depressione; il paladino Chung che stava vivendo un incubo; la maghetta sadica Aisha, mia madre;
Poi ci doveva essere Elsword, mio padre, ma si trovava ancora in riabilitazione… non importa.
Quel momento di silenzio pareva eterno, nessuno era intenzionato a pronunciare una sillaba senza qualcuno che lo precedesse.
Presi l’iniziativa, anche perché ero stato io a chiamare tutti per dire qualcosa, quindi presi fiato e dissi:

Devo dire qualcosa di importante!

Ma dai. 
Nell’aria si percepiva una certa impazienza: fra mezze risatine e battute a bassa voce, mi veniva voglia di andarmene senza dire nient’altro, però non potevo farlo.

Ci aspetta un compito al campo militare, quindi dobbiamo partire subito.
Di che si tratta?

In effetti non ha specificato quel maledetto Add.

Non lo so ancora.
E come ne sei venuto a conoscenza?

Con questa domanda aveva cominciato a mettermi in difficoltà. Non potevo di certo mettermi a raccontare di un amico che proviene dal futuro.

Da un amico
Chi sarebbe?
Non lo so.
Che significa “non lo so”?
Significa che non lo so!
Un amico di cui non sai nemmeno il nome che ti ha dato questa informazione senza nemmeno dirti di cosa si tratta, come possiamo fidarci?

Su questo l’arciera aveva perfettamente ragione. Dovevo incoraggiarli in qualche modo, o trovare un incentivo, quindi tirai fuori l’asso nella manica.

Ragazzi, anche se non posso fornirvi tutte le spiegazioni, vi chiedo di fidarvi! Chung, non dirmi che ti sta piacendo questa situazione? Non vorresti fare qualcosa di più interessante che stare qui a rischiare di perdere la tua ver…
- Ha perfettamente ragione! Non possiamo stare qui senza fare nulla, siamo la squadra di ricerca dell’eldrit e non potremmo perdonarcelo se qualcuno perdesse le penne per la nostra pigrizia!!

Scacco matto. Sapevo che questo avrebbe funzionato.

Giusto.
- Bel discorso tesoro mio.
Nessuno ha chiesto il tuo parere!!!!
Hai perfettamente ragione, ma non possiamo aspettare che Elsword venga dimesso prima?
Chissene frega! Abbiamo cose più importanti a cui pensare.
Allora è deciso. Preparatevi perché tra poco si parte!

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Capitolo 7
*** Sventura ad Hamel ***


"Vi aspetta una sorpresa al campo militare" non mi bastava per essere pronto mentalmente a quello che trovai nella città.

Le lacrime caddero da sole. Non volevo pensare e nemmeno stare fermo qualche secondo di più per ragionare; il desiderio di buttarmi in avanti mi aveva persuaso completamente, quindi mi misi a correre a perdifiato.

«Mam...ma»

Sentivo il respiro mancare.
Strinsi quella figura più forte che potevo: quel calore per me era casa.

Stai lontano da me brutto maniaco!

Un ceffone non si fece attendere… questa si che era casa.

Il gruppo mi fissò con uno sguardo stranito in silenzio che venne presto spezzato da una domanda.

Ivan hai detto “mamma”, ho capito bene?
Veramente volevo dire solo “ma”, però ho balbettato.
Sei sicur..
COMUNQUE siamo venuti qui per scoprire che compito ci aspetta.

Voltai lo sguardo verso Vanessa dato che mi aspettavo una risposta da lei che pareva essere l’unica che potesse saperne qualcosa.
Sicuramente non ero nelle sue simpatie per quello che avevo fatto, perciò cercai di sembrare il più serio possibile.
Vanessa ci scrutò uno ad uno con occhi che avrebbero potuto congelare qualsiasi cosa a mio avviso e, una volta finito, prese parola.

Biondino.
S-si?
Perché non indossi le mutande?

Mi pietrificai davanti a quella domanda; il resto del gruppo fece lo stesso tranne Raven che sembrava tranquillo. Come ha fatto se aveva l’armatura addosso?

Non sono riuscito a trovarne nessun paio…

Disse ciò a bassa voce cercando di nascondere la discussione il più possibile.

Sono per caso quelle che stanno nel borsone del tuo amico con il braccio Nasod?

Il borsone di Raven aveva la cerniera leggermente aperta dalla quale era possibile intravederle.

SONO QUELLE! Ridammele subito!

Il paladino se le riprese immediatamente e si appartò dietro ad un albero per cambiarsi.

- NESSUNO SI AVVICINI

Pure volendo sarebbe mancato il tempo per farlo dato che ci mise pochi secondi a cambiarsi e questo mi turbò parecchio considerando che doveva togliersi l’armatura prima. Era meglio non fare domande perché sentivo che me ne sarei pentito sicuramente.

Vi invito a sostare nel mio capannone. Dovreste essere stanchi dopo aver viaggiato fin qua.

Detto questo ci fece segno di entrare. Notai subito che dentro era parecchio spazioso di quanto non lo fosse fuori, però era comunque diverso da come la ricordavo. La botola che doveva portare ai sotterranei non c’era mentre il resto della casa era ben pulito e ordinato. Insomma un ambiente accogliente!
D’un tratto ci raggiunse anche Chung. Ci fece accomodare su delle sedie intorno ad un tavolo, ci chiese cortesemente se desideravamo qualche bevanda per rinfrescarci; il resto del gruppo accettò volentieri mentre io rifiutai prontamente: non sanno ancora a cosa vanno incontro.
Passò mezz’ora circa. Dalla cucina si sentivano rumori vari tra cui colpi di coltello e forti suoni di bollitura che ci trasmise un gran senso di inquietudine. Era certo però che si stava impegnando a suo modo.
Dopo un pò di tempo lei arrivò con un vassoio con sopra le bevande da servire con un sorriso che sembrava solo a me avere un qualcosa di sadico.

E’ arrivato il rinfresco! Questo è per te Rena.

Le mise vicino un bicchiere con dentro un liquido verde scuro e qualcosa che galleggiava.

Ehm.. scusa ma avevo chiesto un bicchiere d’acqua…
Infatti questa è acqua, ma dato che mi sembrava troppo povero, ho voluto darle un pò di sapore mettendo del sale.
Si, va bene.

Nel momento in cui stava avvicinando il bicchiere alla bocca, si mise in bocca una polvere magica che le permise di non sentire il sapore di quello che stava bevendo. Scampato pericolo.

Eccoti la tazza di latte che avevi chiesto Aisha.


Dentro la tazza c’era un miscuglio di qualsiasi genere di roba indefinita, ma non si vedeva traccia di latte.

Ok grazie mille.

Quando Aisha avvicinò la tazza al muso ebbe un rigurgito. Appena Vanessa girò lo sguardo, la maghetta recitò a bassa voce un incantesimo per trasformare in latte normale il contenuto della tazza. Anche lei si era salvata.


Per te Raven invece il capuccino. Spero che ti piaccia l’ingrediente speciale che ci ho aggiunto.
- Grazie cara, lo prendo volentieri.

Coraggio Raven. Se non ce la fai tu non ce la fa nessuno!
Più o meno questo era il pensiero di tutti.


Senza esitare, prese la tazzina e cominciò a bere.
All’inizio sembrava tranquillo, ma poco dopo inizio a sudare incredibilmente. Poi si mise a masticare, e dal rumore che proveniva dalla sua bocca potevano essere sassi.
Era diventato tutto rosso. Gli era andato qualcosa di traverso e stava lottando per la vita.
Chiese poi con i gesti di andare in bagno, ma purtroppo Vanessa non capiva.
Si trovava in mezzo tra la vita e la morte. Doveva sopravvivere a quel sorso fatale, però nonostante gli sforzi non riusciva a ingoiare.
D’un tratto distese la faccia a peso morto sul tavolo.

Doveva essere veramente stanco.

Hai fatto del tuo meglio Raven…

Ora era il turno di Chung.


Ecco il tuo caffé macchiato.
Grazie per la tua gentilezza, ma sto bene così.
Insisto.
No grazie.
Bevi.
Ti scongiuro.
Non farmelo ripetere ancora.
Va bene...

Si mise a bere.
Non mostrò segni di disgusto e ciò sorprese i presenti.

E’ buono, ma mi ricorda il caffé normale. Cosa ci hai messo dentro?

Infatti ci ho messo dentro caffé normale, ma dato che lo hai chiesto macchiato ci ho aggiunto l’inchiostro.

Il paladino non disse nulla. Si alzò e tirò fuori la lingua davanti allo specchio. Vide la sua lingua tutta nera. Si sforzò a trattenere le lacrime.
Si sedette di nuovo sulla sua sedia senza aggiungere altro.

Ci è giunta notizia che molte persone ad Hamel stanno avendo una mutazione che li fa sembrare dei demoni. Dato che siamo stati in stretto contatto con loro a causa degli scambi commerciali prima ancora di venire a conoscenza di questo fatto, è quasi certo anche la nostra gente rischia la stessa sorte. Perciò vorrei chiedervi di investigare. Ci state?

Ci scambiammo gli sguardi. Non sembravano affatto delle menzogne, quindi senza pensarci troppo rispondemmo di si annuendo.

Vi ringrazio. Ora permettetemi di mostrarvi di cosa stavo parlando in prima persona.
Però non possiamo lasciare Raven qui da solo mentre dorme.
Vorrà dire che qualcuno dovrà tenerlo d’occhio. Che ne dici Chung?
Poi sarebbe lui quello in pericolo se si dovesse svegliare.
In questo caso sarà Rena a stare qui se sempre è d’accordo.
Se per voi non è un problema, allora ok.
Ora seguitemi.

Ci portò fuori dal capannone e ci fece strada. Arrivammo ad una prigione ed entrammo; dentro c’era poca luce e si vedevano a malapena i muri.
All’improvviso si sentì un urlo animalesco che pareva non essere non troppo lontano. Sentì un brivido di freddo che partiva dalle spalle e percorse la schiena.
Cosa dovevamo vedere non lo avevo ancora capito. La paura mi prese perché non avevo idea cosa si potesse trattare se quel verso non fosse appartenuto ad un animale.
Man mano che avanzavamo la luce diminuiva sempre più. D’un tratto il gruppo rallentò il passo in modo da non fare rumore; feci lo stesso.
Non sentivo più i passi del gruppo e l’illuminazione mancava, perciò avanzai dritto. Ad un certo punto andai a sbattere contro qualcosa. Era viscido e puzzava. Quella cosa si girò e mostrò i suoi occhi gialli. Stavo fissando gli occhi di un mostro.
Senza pensarci mi girai e corsi via, ma quell’essere mi rincorse. In quel momento non avevo una briciola di coraggio per affrontarlo perché mi faceva troppa paura.
Inciampai e caddi a terra. Ormai mi aveva raggiunto. Si mise sopra di me per bloccarmi e mi fissò guardò dritto in faccia: sentivo che per me era finita. 
Quel momento pareva eterno. Notai che aveva la forma del corpo di un umano, ma le parti del corpo erano tutt’altro. Era coperto di squame dalle quali usciva un liquido viscido ogni volta che prendeva fiato. Mi teneva fermi i polsi facendo pressione con le sue zampe munite di artigli.
Spalancò la bocca mostrando tutti i suoi denti appuntiti. Mancavano pochi attimi alla mia morte, però si fermò in quella posizione.
Vanessa lo stava strozzando con una corda. Ordinò a Chung e Aisha di legarli mani e piedi.
Ero salvo grazie a loro tre.

Sei stato il primo a fare conoscenza con l’essere di cui ti parlavo prima. Sappi che ad Hamel dovrai avere a che fare con centinaia o addirittura migliaia di questi. Te la senti ancora?

Non avevo la forza di rispondere. Volevo uscire da quell’ambiente opprimente per non subire un’altra aggressione del genere.

Ora usciamo.

Uscimmo da quel posto per tornare nella capanna.
Non trovammo né Raven né Rena nella sala da pranzo. Sicuramente saranno andati a dormire e la cosa migliore da fare era seguire il loro esempio.
Infatti Vanessa aveva due stanze libera ma una di queste era stata occupata, perciò ci diede le chiavi per l’altra stanza.

Facciamo così: io sto sul letto mentre tu e Chung dormirete a terra.
Perché proprio noi?
Avresti quindi il coraggio di far dormire una signorina sul pavimento?
Alla faccia della signorina…

Un aura maligna circondò la maghetta. Era pronta a colpire.

Hai per caso detto qualcosa piccolo insetto?

Chung mi tappò la bocca mettendoci una pezza.

Siamo onorati di cederti il letto, quindi fai con comodo! BUONA NOTTEEE!!

Aisha chiuse la porta a chiave. Ci aveva lasciati fuori dalla camera.

Dovremmo bussare…
Lascia stare. Ora dormiamo piuttosto che abbiamo trascorso troppe ore dentro quell’inferno e sono distrutto. Buona notte.

Si sedette e cercò di prendere sonno.

Buona notte...

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Una volta che Vanessa, Chung, Aisha e Ivan sono usciti dalla capanna, Rena rimase nel frattempo a vegliare su Raven mentre dorme. Lo guardò e si mise a parlare facendo finta di essere ascoltata da lui.

Chissà come siamo arrivati a questo punto… ultimamente me lo sto chiedendo spesso sai?

Ricordo ancora il momento in cui sei entrato a far parte del gruppo.

- Alla fine ho perso eh
A quanto pare si. Ora è decisamente finita; non potrai più tormentare gli innocenti.

Ridotto in ginocchio, guardasti verso il basso senza aggiungere un’altra parola.

Che ne dite di risparmiargli la vita? Sarebbe troppo crudele ucciderlo ridotto in questo stato. Mi sembra pentito delle sue azioni.
Rena, ti rendi conto che fino ad ora ha passato il tempo a far soffrire tantissime persone? Non penso proprio che uno come lui sappia cosa sia la pietà, quindi perché concedergliela?
Tu invece sai cosa sia? O pensi di poter giudicare le persone dall’alto così come stai facendo ora?
Non permetterti di confrontarmi a quest’essere. Tu sei un ritardato e devi stare zitto.
Sarò stupìdo quanto vuoi, ma tutti meritano una possibilità per rimediare ai propri peccati. Pensi il contrario?
… ma fai un pò come ti pare.


Sei stato un avversario valoroso. Sono certo che da tu ora vorrai fare del bene da ora in poi. Posso fidarmi?

Alzasti lo sguardo pronunciando quelle parole che confermavano la sentenza di Elsword.

- Permettetemi di seguirvi nel vostro viaggio. Vi sono debitore e farò del mio meglio per redimere le mie azioni malvagie.
Allora è deciso! Torniamo a Ruben per riferire la notizia a Lou.
Già che ci stai ritira l’attestato che certifica la tua stupìdìtà.

E così partimmo in viaggio insieme. All’inizio non dicevi mezza parola, ma all’arrivo di Ivan invece hai cominciato a parlare anche se per dubitare di lui. Dopo la prima missione però hai cambiato atteggiamento nei suoi confronti e hai cominciato a sopportarlo.
Il momento più bello è stato mi hai salvato dall’attacco del drago d’ossa.
Nel momento in cui ti sei preoccupato per me ti sentivo così vicino… da lì poi ho iniziato a provare un sentimento strano. Mi tormentava, ma mi rendeva allo stesso tempo felice… poi da lì ho capito che mi ero innamorata di te.
Avrei fatto di tutto pur di averti vicino. L’idea di trascorrere un periodo di relax in una casa insieme a te mi rendeva felice perché avrei avuto più possibilità di farti innamorare di me.
Il giorno dopo però è stato terribile… 


Chung, perché hai i vestiti strappati? Cosa ci fa Raven con quella stoffa in mano? Insomma, cosa sta succedendo qui??
Non lo so!! Questa mattina me lo sono ritrovato in camera mia e…

Aisha in quel momento lo interruppe con un cenno di mano e mostrando in viso una espressione disgustata.

Ti prego, non aggiungere altro.
Cosa sta succedendo a Raven?
Secondo la mia esperienza, sembrerebbe essere sotto l'effetto di qualche pozione o incantesimo e penso che si tratti proprio di una pozione d'amore!


Che poi si è capito che pozione d’amore non era.
Mi chiedo ancora cosa ti sia successo veramente e se potrai mai tornare normale… 


D'un tratto Raven cominciò a russare.


Penso proprio che non ti sveglierai fino a domani mattina. Penso sia meglio portarti in camera a riposare.

Rena prese le chiavi di una delle due stanze libere, prese Raven e lo stese sul letto.
Poi si avvicinò lentamente, lo baciò sulle labbra e gli sussurrò nell’orecchio.

Sei così dolce quando dormi.
Sappi che i miei sentimenti per te non sono cambiati, e aspetterò speranzosa quel giorno in cui mi ricambierai.

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Capitolo 8
*** Il vero potere ***


Mi svegliai e guardai alla mia destra: la porta era aperta. Era probabile che la maghetta fosse uscita, però non mi azzardai ad entrare dato che temevo che, se fosse stata ancora lì, non ne sarei uscito incolume.
Controllai alla mia sinistra dove c’era Chung che stava ancora dormendo. Dovevo svegliarlo.

- Hey Chung.

Non avevo ottenuto ancora nessuna reazione: era il momento di passare alle cattive.
Mi avvicinai con cautela al suo orecchio e gli sussurrai sensualmente.

- Sono Raven, honey.

Sussultò di colpo e si mise a gridare, però si accorse subito dopo che ero io.
I suoi occhi erano talmente rossi che potevano benissimo rispecchiare l’inferno.


Non potevi svegliarmi normalmente razza di…

D’un tratto il suono di una frase tuonò per tutta la casà.

SCENDETE VOI DUE

Era il caso di scendere. Non bisogna mai obiettare ad un ordine di Vanessa se si vuole rimanere vivi, quindi non la facemmo aspettare oltre.
Io e Chung scendemmo di corsa senza pensare alla colazione.
Era davanti ad una porta insieme al resto del gruppo con in viso un espressione che avrebbe meritato un premio per la capacità di mettere timore anche al più valoroso dei guerrieri.

- Adesso che siamo tutti qui mettiamo in chiaro subito una cosa. Ora come ora siete delle scartine, ma possiamo rimediare. Ognuno di voi ha un potere latente da scoprire, e sarà proprio grazie a quella forza che riuscirete a misurarvi ad armi pari con gli avversari più forti. Per prima cosa giudicherò le vostre capacità in modo da potervi indirizzare verso il giusto allenamento. Chi è il primo?

Feci un passo avanti, ma la veterana si girò di scatto verso di me e disse chiaramente.

- Ivan tu no. Ho già in mente l’allenamento da farti fare. Cominciamo dal biondino. Fatti avanti!

Il paladino avanzò verso di lei con fare indeciso; si fermò a due passi di distanza dalla veterana.

Te lo chiedo senza mezzi termini: sei maschio o femmina?
Maschio...
ALLORA DIMOSTRAMELO

Si tolse i gambali e rimase con i pantaloncini, ma era intenzionato a toglierseli. Rena era pronta a coprire gli occhi alla maghetta nel caso in cui se li sarebbe tolti veramente, mentre Raven era felice all’idea. Infatti proprio per questo motivo lasciò perdere e pensò ad un altro modo per dimostrare la sua mascolinità.

Te lo dimostrerò in una lotta. Ti sfido Vanessa.
Accetto volentieri. Seguimi così risolviamo la questione.

I due uscirono dalla casa e si incamminarono verso un prato dove pareva non esserci nessuno. Era il luogo perfetto.
I due sfidanti si misero in posa da battaglia.
Vanessa tirò fuori la sua spada che teneva con entrambe le mani. Era una lama pesante per la sua elevata lunghezza e larghezza; infatti la punta della lama toccava terra, però nonostante questo i suoi occhi rispecchiavano la determinazione che le permetteva di impugnare quell’arma.
Chung teneva il suo bazooka con entrambe le mani nello stesso modo di Vanessa, però pareva essere molto indeciso nella posa: ogni tanto lo teneva alzato e a volte lo appoggiava a terra in verticale.
Considerando le prime impressioni avrei potuto dire che avrebbe vinto Vanessa, ma la sfida era ancora tutta da vedere.

Ti concedo la prima mossa.

Il paladino si fiondo in avanti menando fendenti con il bazooka, ma la veterana li schivò facilmente.

Sei troppo lento.

Chung non demorse. Continuò ad attaccare senza lasciare il tempo per prendere fiato finché ad un certo punto la veterana dovette parare con la spada.

Avanti spara.
Come vuoi.

Accolse la richiesta. Punto il bazooka verso di lei e sparò.
Vanessa intercettò il colpo in modo da deviare la sua traiettoria.

- Non è ancora finita!

Attaccò menando fendenti e sparando con il bazooka, ma l’agilità in questa sfida era indispensabile.
Il paladino ad un certo punto si fermò e mise a terra la sua arma. Era stremato dalla stanchezza mentre Vanessa era in piena forma.

Ti arrendi?

Il tempo pareva essersi fermato davanti a quella richiesta.
Ne vale la pena? Sarebbe meglio arrendersi?
Queste erano le domande che si pose in quel momento a bassa voce.

Potrai essere agile quanto vuoi…

Di colpo il suo animo si infiammò. Riprese il bazooka e lo usò come propulsore sparando sul terreno per fiondarsi in avanti.
Il suo viso si trovava a pochi centimetri da quello di Vanessa; nell’espressione del paladino si poteva leggere la sua volontà di vincere.

...ma se non riesci a stare al mio passo...

Puntò il bazooka dritto al ventre della veterana. Dall’interno dell’arma era possibile vedere una luce intensa.

… NON RIUSCIRAI AD ABBATTERMI.

«Attacco a sorpresa»

Il colpo era esploso e Vanessa si ferì.
Era veramente arrabbiata.
Vanessa: … ora si fa sul serio.

«SWORD BREAKING»

La veterana tornò alla posizione di battaglia presa in partenza e concentrò le sue energie sull’arma. Il potere concentrato sull’arma era visibile come una luce di riflesso che percorse tutta la lama fino alla punta. Sollevò la spada e si mise a correre intorno al paladino, però quest’ultimo rimase fermo.

«ASSALTO»

Subito dopo aver percepito il suono di questa parola, una miriade di fendenti colpirono il paladino senza sosta. Quest’ultimo cadde a terra, ma si rialzò subito usando sempre il bazooka come propulsore per fare uno scatto all’indietro.
La veterana si buttò in avanti con una velocità impressionante, ma il paladino intercettò il colpo e lo bloccò. Ora era un confronto di forza dato che entrambi gli sfidanti erano intenzionati a spingere indietro l’altro.
Vanessa colpì il ginocchio del paladino con un calcio e li puntò la spada al collo. Il paladino posò a terra il bazooka ormai rassegnato dalla sconfitta. Lei sorrise.

- Dopotutto le apparenze ingannano. Non sei male ragazzo.

Il paladino rimase fermo inginocchiato a terra, con lo sguardo fisso nel vuoto e vulnerabile, come per chiedere il colpo di grazia. In quel momento per lui era veramente difficile digerire quella sconfitta e tutto dipendeva da come la veterana avrebbe risposto a quel comportamento.
Lei anche aspettava una risposta, però il paladino si era bloccato in quella posa. Quei secondi di silenzio sembravano non finire mai, finché non fu Vanessa a cedere.

Bene.

Rinfoderò la spada che stava puntando al suo collo e si girò di scatto puntando gli occhi verso di noi.
Vanessa: Il prossimo è pregato di farsi avanti.
Nel gruppo c’era tensione. Fra colpi di gomito e sussurri, alla fine qualcuno si decise a farsi avanti.

- Non puoi fare questo al mio honey. Preparati a subire una dolorosa lez.. - disse Raven prima di essere attaccato con un rapido fendente di Vanessa che parò prontamente con la sua lama.

In quel momento c’era un confronto di forza, ma poco dopo si allontanarono l’uno dall’altro per poi scontrarsi di nuovo.
La lotta proseguì con vari scambi di colpi, ma era evidente che Raven cercava di trattenersi nonostante stia facendo del suo meglio con la sua spada.

Ok basta così.

La veterana colpì lo stomaco dello spadaccino in modo fulmineo e lo atterrò.

Devi allenarti meglio con...
Raven si rialzò lanciando delle parole di sfida.
Raven: Due giorni e tornerò per la rivincita.

Nessuna risposta, ma solo uno scambio di sguardi. Lo spadaccino si allontanò dal gruppo.

- Aisha.
- Si?
Vieni con me. Ivan, Rena e Chung potete venire se volete.

Chung era rimasto in quello stato pietoso, però dato che non volevo lasciarlo abbandonato a se stesso, ero deciso di convincerlo a seguirci ad ogni costo, ma qualcuno mi precedette.

Hey Chung. Raven potrebbe sbucare in qualsiasi momento da ovunque.

Gli occhi del paladino tornarono a muoversi. Si alzò aiutandosi con il bazooka e ci raggiunse.
Cominciammo così a camminare nel luogo dove Vanessa aveva intenzione di portare la maghetta, ma non aveva accennato alle sue intenzioni.
Sarà per il suo allenamento? Era la cosa più fattibile dopotutto.

Non ci impiegammo molto.
Arrivammo davanti ad un tempio. C’erano quattro colonne e al centro un simbolo demoniaco.

- Rimanete tutti fermi. Aisha sali le scale e mettiti al centro del cerchio.
Che cosa vuoi fare?
Mi avevi detto di aver perso i tuoi poteri originale per colpa di un anello maledetto giusto? Ora avrai modo di avere un altro potere molto potente, ma molto pericoloso.
Se è pericoloso perché me lo fai fare senza chiedere il mio parere?
Considerando il tuo carattere sono certa che non avrai alcuna difficoltà.
Aspetta un attimo! E se diventasse malvagia?

Piombò il silenzio.

Impossibile.
Perché?
Ha già raggiunto i massimi livelli di sadicità.

La maghetta carbonizzò il paladino con la magia non appena concluse di parlare.

Lo farò.

Avanzò fino ad arrivare al centro del cerchio.
I disegni sul pavimento intorno a lei cominciarono a illuminarsi di viola e da questa luce un demone le comparve dinanzi. Era infinitamente grande e muscoloso.
Intorno ai due uno scudo di energia si era alzato. Nessuno poteva interferire.
Il demone iniziò a parlare. La sua voce era molto profonda e potente.

- Il mio nome è Angkor. Sei tu la maga che mi ha evocato?
Si.
- Quindi sei intenzionata ad avere i miei poteri.
Proprio così.
- Sono disposto a concederteli, però devi essere disposta a fare un contratto con me.
Facciamolo.

Un foglio e una penna comparvero dal nulla davanti alla maghetta.

- Firma qui.

Prese la penna e firmò. Il foglio si dissolse.
La luce del cerchio magico inondò la maghetta e il corpo di quest’ultima si illuminò.
Una volta che la luce scomparve era possibile vederla. Il suo aspetto era cambiato.

- Ecco fatto. Ora non è più possibile tornare indietro.
Spiegami perché sono mezza nuda. Ridammi i miei vestiti maniaco.
- Fa parte del contratto e, come ho detto prima, non è possibile modificarlo.

I nuovi vestiti della maghetta lasciavano molte parti del corpo scoperte.
A dire la verità non le stavano così male, però era evidente che andare in giro in quel modo sarebbe stato parecchio imbarazzante per lei.

Che razza di scusa sarebbe questa? E io dovrei andare in giro conciata così?
- In verità quell’abito lo avevo pensato per una maga con lineamenti maturi tipo quelli dell’arciera che sta con voi. Non mi sarei mai aspettato che sarebbe stata una maghetta con il petto di una tavola da surf a...

Un masso dalle grosse dimensioni venne lanciato dalla maghetta sul demone e colpì una parte molto sensibile del corpo maschile.
Angkor si piegò in due dal dolore.

Muori.

La maghetta era più arrabbiata che imbarazzata.

- Abbi pietà. Non colpirmi in quel modo.
L’avevo detto io. Nemmeno i demoni possono mettere in difficoltà il male in persona.

Un’altro masso di grosse dimensioni levitò sopra Chung.

Vuoi essere tu il prossimo?
Scherzavo! In realtà penso che tu sia una brava ragazza che non farebbe mai del male a nessuno!
- Lo penso pure io!
Bene. Andiamocene da qui.
- Vi seguo.

Il demone quando si spostò fece crollare una colonna.

- Oltre ad essere orrendo sei pure un peso morto. Ci sei solo di ostacolo, quindi vattene.
- Non posso. Fa parte del contratto.
Non puoi ridurre le tue dimensioni?
- Sono uno dei demoni più potenti. Pensi che non possa farlo?

Istantaneamente prese la forma di un pipistrello di piccole dimensioni e si attaccò alla punta del bastone della maghetta.


- Da qui posso potenziare i tuoi incantesimi e i tuoi attacchi.

Ora rimaneva solo Rena.

Penso di tornare al villaggio per fare rapporto alla Decana.
Per quanto starai via?
Credo non più di un giorno.

La maghetta abbraccio l’arciera, ma il bastone tocco il suo corpo.

- Abbraccia anche me e se vuoi possiamo fare il contratto così mollo questa bestia!

Nessuno aggiunse altro.
Aisha si avvicinò ad un albero e sul tronco grattò la punta del suo bastone dove vi era appoggiato il demone.

La mia bacchetta è molto sporca.
- Ti prego smettila, fa male!
Lo sporco non va via.

Si avvicinò ad una fontana e immerse la bacchetta.

Ora laviamo.
- Blub.. aff..go. A.. iuto.

Il demone perse i sensi.

Ok…. penso di dovermi avviare se mi voglio sbrigare. Aisha.
Si?
Prenditi cura di quei due per conto mio.

La faccia della maghetta si incupì. Rispose a quella richiesta con un largo sorriso e occhi sbarrati.

Sicuramente.

Che qualcuno ci salvi

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Capitolo 9
*** Il ritorno del diavolo rosso ***


Eravamo diretti verso la base, ma ad un certo punto fummo circondati da un’orda di zombie.

Non avevi detto che questi mostri stavano ad Hamel, Vanessa?
Hanno fatto più prima di quanto pensassi.

Quei esseri si stavano avvicinando. La streghetta ad un certo punto si fece avanti, esponendosi a loro.

In questo caso allora li affronteremo visto che non ci rimane altra scelta.

I suoi occhi sembravano essersi accesi; sprizzava energia.
Mise la mano che teneva la bacchetta dietro la sua schiena e con l’altra mirava ad uno di loro che si era avvicinato al nostro gruppo.

«Raggio al plasma»

Da un dito la streghetta sparò un raggio che colpì il mostro e lo trafisse. Dopodiché rimase immobile e il resto degli zombie fece lo stesso.
Lei si girò verso di noi e fece un gesto di vittoria puntando verso di noi il suo indice.

E’ stato facile.
Quel coso ha smesso di muoversi, ma non è nemmeno caduto a terra. Perché?
Forse sarà a causa del suo corpo rigido.

La streghetta si avvicinò al mostro che aveva colpito senza alcun timore.
Avvicinò lentamente la sua mano per toccarlo prestando attenzione. Dopo aver accertato si rivolse a noi.

E’ diventato un vero e proprio sasso.

Prima che potessimo tirare un respiro di sollievo il mostro riprese a muoversi e intrappolo la streghetta bloccandola in una presa.
Si mise a strillare.

- Aiutami Angkor!

Il pipistrello saltò dal bastone e morse la testa del mostro per distrarlo.
La streghetta riuscì a liberarsi, ma era ancora circondata da quell’orda. Era il momento di aiutarla.

Vanessa, Chung, dobbiamo aiutarla.
Andiamo!

Una lama spuntò fuori dalla spalla del paladino.

Che cos…

Il proprietario della lama era chiaramente visibile quando Chung cadde a terra privo di sensi.

Perché hai fatto questo Vanessa?

I tratti del suo viso erano cambiati: erano diventati chiari, rugosi e scarni tanto da poter intravedere l’osso.
Anche il colore dei suoi occhi era cambiato: le sue pupille erano dilatate ed erano iniettate di sangue.
Alla mia domanda rispose con un terrificante, largo sorriso.
Voleva dare il colpo di grazia al paladino. Dovevo salvare sia Aisha che Chung.
Ad entrambi rimaneva poco tempo a disposizione. Se fossi andato da Aisha, Vanessa avrebbe ucciso Chung, mentre se fossi andato da lui sarebbe morta Aisha.
Nella mia mente cercavo disperatamente una soluzione.
D’un tratto vidi qualcosa che stava roteando ad una velocità pazzesca e che si fiondo in mezzo all’orda di zombie facendosi strada verso la streghetta. Quando la raggiunse si fermò di colpo, provocando un’onda d’urto che fece indietreggiare i mostri che stavano vicino a lui.

«Fendente d’aria»

Trafisse lo zombie dove stava attaccato Angkor e lo lanciò in aria.
Alzò la spada in aria mirando nel punto dove stava per cadere il mostro.

«Lama dell’apocalisse»

La sua spada divenne gigantesca e maestosa.
Il mostro venne tagliato in due in quel nel momento stesso.

Sbrigati a salvare Chung.

La veterana si era distratta a causa dello spadaccino, ma stava per infliggere il colpo di grazia sul corpo inerme del paladino e io dovevo impedirlo, ma come? Avrei dovuto attaccarla, e se dovessi arrivare ad ucciderla?
Ero rimasto bloccato in questi mille dubbi che mi ronzavano nel giro di un secondo.
Sfoderai la mia lama e mi buttai in avanti per bloccare il colpo.

- Torna in te!

La guardai negli occhi: mi faceva paura.
Non riuscivo a dire altro
Gli occhi del paladino si riaprirono.
Sorrise.

Di cosa ridi?
G-Guarda un pò a chi è pun.tato il mio bazooka.

La bocca della sua arma mirava era mirato a Vanessa, dritto in faccia.
Da esso usciva una luce intensa e poi uno sparo.
La veterana era stata colpita in pieno, ma il rinculo del colpo mi fece cadere a terra.

Voi mostri non andrete da nessuna parte.

«Colpo titanico»

Tutti i mostri furono risucchiati in un punto e lo spadaccino colpì il mucchio menando dei velocissimi fendenti con la sua gigantesca spada.
Riuscì ad ammazzarli tutti in una volta in un modo incredibile.

Ora a noi due.
Non farlo!
Perché no? Non metterti in mezzo.
Possiamo salvarla in un’altro modo.
Come?
Non lo so…

La veterana intanto era fuggita.

L’hai fatta scappare. Potrebbe tornare in qualsiasi momento per finire il lavoro. Contento?

Aveva ragione, ma io non volevo che lei morisse.

H..ey, aiutatemi ad alzarmi.
Subito.

Tese la sua mano e aiutò il paladino ad alzarsi.
Successivamente trovammo anche Aisha per terra e la raggiungemmo.

E’ svenuta.
Scusa Els, ma come hai fatto a non accorgertene prima?
Ehm… come dire: ero impegnato.

In quel momento lo spadaccino poté osservare per la prima volta i nuovi abiti della streghetta che si erano anche un pò strappati e mostravano più parti nude del corpo.
Gli occhi di Elsword erano incollati a quella figura e Chung fece lo stesso.
Era ben chiaro quello che genere di cose potevano fare due maschi in una situazione simile.

- Non vi vergognate un pò? Chung, per essere ferito vedo che ne hai di energie per queste cose a quanto pare. - sussurrò Angkor rivelando la sua presenza.
... dobbiamo tornare indietro.
La porto io.
- Non fare cose strane alla mia compare.
Tranquillo.

Lo spadaccino si avvicinò per prenderla in braccio.

- Solleva la piegatura delle ginocchia. Non toccarle il sedere!
Certo.

Cominciammo ad incamminarci verso il campo.
Dopo un pò di strada la streghetta riaprì gli occhi.

Cos..

Si rese conto poi della situazione in cui si trovava.

Cosa sta succedendo?! Mettimi giù!!

Lo spadaccino appoggio i piedi di lei a terra, ma gridò per il dolore.

Non sforzarti.
Non mi devi dire cosa fare, capito?

Dopo un passo cadde, però Elsword la prese in tempo e per sbaglio le tocco il sedere.
Lo schiaffo da parte della streghetta non si fece attendere.

Maniaco.
Non lo ho fatto apposta. Lo giuro.
Dai la porto io.
Tu sei ferito. Lasciami fare.
Allora la porta Ivan. Dopotutto al momento è quello più in forma.
Se dice di potercela fare non vedo quale sia il problema.
Il problema è che quella che deve essere portata da questo individuo sono io.
Ancora meglio: così imparate a rispettarvi a vicenda. In guerra ci sono solo amici e nemici e l’individuo che dici di odiare è un tuo compagno di squadra che cerca di aiutarti se ancora non lo hai capito.
… se mi tocchi di nuovo il sedere ti stacco un orecchio.
... capito.

Dopo questo chiarimento riprendemmo a camminare.
Era sera quando riuscimmo ad arrivare a destinazione, ma non sapevamo dove andare dato che era rischioso restare nel capannone della veterana, però la fortuna a quanto pare non ci aveva ancora abbandonato: un cagnolino con una giacca bianca e cravatta venne in nostro aiuto.

- Il mio nome è Gral. Volete una tazza di tè?
No grazie, vorremmo trovare un posto dove alloggiare per questa notte.
- Questo lo avevo già capito vedendo la vostra amichetta dormire beatamente tra le braccia di quel ragazzo con i capelli rossi.

Lo spadaccino divenne rosso in faccia, ma cercò di non darlo a vedere.

- Potresti aiutarci?
-: Certo, ma ad una condizione.
Ovvero?
- Permettetemi di offrirvi una tazza di tè.
O-Ok.
- Entrate nella mia capanna.

Entrammo nella capanna della creatura. Era abbastanza stretta.

- Ecco a voi.

Ci mise davanti un vassoio con 4 tazzine con il tè.
Elsword mise giù la streghetta per prendere la tazzina.

Grazie mille.

Bevemmo il tè… era terribile. In quel momento mi era chiaro il motivo per cui Vanessa non riusciva ad offrirmi qualcosa di decente. Nessuno ha potuto insegnarglielo.

- La vostra amica gradisce?
Come puoi vedere sta riposando e non vorremmo disturbarla proprio ora che è tranquilla.
- In questo caso ecco a voi il mio permesso speciale per alloggiare nell’albergo gestito da Luriel.
Sicuro di volercelo dare?
- Tranquillo, tanto non posso usarlo.
Perché?
- Non è permesso l’ingresso agli animali.

Il paladino trattenne una risata.

O-Ok. Grazie mille. Ora dobbiamo proprio andare.

Uscimmo dalla capanna per andare nell’albergo.
Il cagnolino ci inseguì e urlò.

- Vi siete scordati la tazza di questo buonissimo tè per la vosta amica!!

Cominciammo a correre.

- LA TAZZA!!

La creatura ci lanciò la tazzina, ma non riuscì a colpirci.
Arrivammo all’albergo e Luriel ci accolse calorosamente.

- Benvenuti nel mio albergo!
Non eri già proprietaria di una banca?
- Certo che lo sono.
Ora che mi ci fai pensare ti ho vista gestire una banca in diverse città, ma come fai ad amministrarle tutte insieme?
- Io amministro solo questa.
E le altre?
- Ci pensano le mie sorelle.
… quante sorelle hai?

La ragazza tirò fuori dalla tasca una foto e ce la mostrò.

Luriel: Queste sono tutte le mie sorelle. Bella foto vero?

La foto era letteralmente piena di Luriel, o sarebbe meglio dire piena di cloni.
Il paladino rimase di sasso.

… una grande famiglia.
- Già. Cosa posso fare per voi?
Vorremmo passare qui la notte.

Misi il permesso datoci da Gral sul suo bancone.

- Certo. Attendete prego.

Prese un campanellino dal tavolo e lo fece suonare.
In poco tempo arrivarono due camerieri.

- Accompagnate i signori nelle loro stanze.

Elsword e Aisha furono accompagnati da un cameriere, mentre io e Chung dall’altro.
Io e Chung arrivammo nella nostra stanza: era una matrimoniale

Solo un’informazione: Elsword e Aisha stanno in camere separate?
- Anche loro hanno una matrimoniale.

Io e Chung ci guardammo straniti.

Sai cosa significa questo vero..?
Grossi guai.



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Il cameriere portò Elsword che teneva in braccio la streghetta nella loro stanza.

- Ecco la vostra camera. Buon proseguimento di serata.
Proseguimento… ?

Il cameriere fece un sorrisino malizioso e diede un paio di gomitate allo spadaccino, però non aveva ancora capito cosa intendesse dire. Gli diede le chiavi e se ne andò.

Portiamola in stanza - pensò lo spadaccino.

Entrò in camera.

La luce poco bassa e il colore chiaro delle pareti rendeva il clima accogliente e riposante.
C’era anche un letto matrimoniale, e in questo Elsword stese la streghetta dormiente.

Dormendo tutta scoperta ti prenderai sicuramente un malanno.

Prese le coperte per rimboccarla.

Però dormire con questi vestiti strappati e sudici non le farà bene.

Fissò per un pò il corpo della maghetta.
Le toccò la mano, ma questa era fredda.

Penso sia il caso di toglierglieli… però…

Se non avesse niente sotto? Come si sarebbe comportato?
Furono questi i pensieri dello spadaccino.
Ad un certo punto smise di riflettere: per iniziare le tolse le scarpe e le calze; vide i suoi piedi piccoli e la pelle liscia delle gambe.

Ora viene il difficile…

Doveva toglierle il disopra e il coprigambe.
Ricominciò a pensare a cosa avrebbe fatto se non avesse niente sotto.
Vestiti di ricambio non ne aveva dopotutto.
Allungò le mani lentamente al disopra della maghetta tenendo gli occhi chiusi.
Mentre allungava in avanti le mani sentì qualcosa di morbido e liscio.
Poi sentì un grosso dolore sulla fronte, ai fianchi e alle braccia.
Tentò di muoversi e di aprire gli occhi, ma senza successo.
Era finito a testa in giù, bendato, con le mani legate e la mela in bocca.

So cambiarmi da sola, grazie.

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Nessuno di loro però si ricordò di andare a riprendere la bacchetta magica della streghetta, ma non c'era da preoccuparsi: Angkor era in buona compagnia.

- Vuoi una tazza di tè?
- No grazie. Mi riporti indietro?
- Torneranno, ma intanto vuoi una tazza di tè?!
- NO!!

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Capitolo 10
*** Chiamata del destino ***


Il giorno seguente non sembrò farsi attendere troppo; avevo ancora sonno.
Mi alzai normalmente e, vedendo Chung ancora addormentato, lo svegliai.

Alzati.
Dai ancora un pò…

Non ne voleva sapere di alzarsi.
Aveva bisogno della sua dose di spavento.

Tu sai chi è tornato.
Scherzi, vero? Non può essere tornato Rav...
Non pronunciare il suo nome.
Perché?
Potrebbe sentirti e salire…

Come se avessi pronunciato una frase magica, si sentì il rumore di qualcuno che saliva le scale…

Sta venendo a prenderti...
Aiutami ti prego!!
Sei un uomo?
Si!!!
Allora affronta il tuo destino…

Il rumore dei passi era diventato più intenso: era ormai arrivato.

Ti prenderà!!
Non sono un uomo. Aiutami, ti prego!!
Invece verrete tutti e due con me fuori di qui. Raven e Rena stanno tornando e dobbiamo trovarci pronti ad accoglierli.
Va bene...

Non parlammo oltre; dopo esserci preparati, uscimmo dalla camera e scendemmo in sala per fare colazione.
Qui incontrammo Elsword, parecchio malconcio.

Avete passato una bella nottata insieme? Vi siete divertiti?
Capitolo 9…
Come scusa?
Leggi la fine del capitolo 9. Non farmelo ripetere.

Arrivarono i camerieri con vassoi contenenti piatti e tazze.

Si mangia finalmente!

Lo spadaccino era pronto a divorare il piatto in modo animalesco, ma, vedendo l’espressione inquietante che la streghetta aveva assunto, rallentò improvvisamente e si mise a mangiare con le posate.
Una volta finito di mangiare, ci servirono delle tazze di té, ma qualcuno entrò di scatto nell’hotel.

- Metti giù quella tazzina Aisha!! - gridò Angkor
Perché dovrei ascoltarti?
- Bevi questa.

Prese la tazzina che aveva in mano Aisha e la gettò a terra rompendola, e posò la sua sul tavolo.

Se ci tieni tanto fa lo stesso.

La streghetta bevve un sorso, ma mostrò subito la sua espressione di disgusto.
Si alzò dalla sedia e prese il pipistrello, stringendo con le unghie.

Stai cercando di avvelenarmi brutta mosca obesa?
- Sono stato obbligato… lasciami.
Io ti ammazzo.

Anche lo spadaccino si alzò dalla sedia e si avvicinò ai due, interrompendo la lite che si stava svolgendo.

Dimmi una cosa Angkor: fine capitolo 9?
- Si..
Mi dispiace fratello. Aisha ti prego di perdonarlo per stavolta.

Lo spadaccino prese le mani della streghetta che stavano stringendo il pipistrello, cercando di allentare la presa.
Lei divenne tutta rossa in faccia nel giro di un secondo.

V-Va bene per questa volta.
Sicura di stare bene?

Preoccupato, lo spadaccino mise le mani sulle sue guance e avvicinò la sua fronte sul suo viso per toccare la sua, ma questo la fece arrossire ancora di più.

Scotti. Credo che tu abbia la febbre.
Sto b-bene. S-s-smettila!!
Io invece non credo proprio.

La streghetta si dimenò un pò per cercare di liberarsi, ma poi smise e si calmò.
Sembrava essersi arresa nel restare in quella situazione, però non per questo era triste, anzi pareva trovarsi davvero bene.
L’espressione di Aisha era rilassata e felice. I suoi occhi fissarono dritto quelli dello spadaccino, e per questi lui ne rimase come ipnotizzato.
Nessuna movimento, nessun rumore. Il tempo si era fermato per loro due.
Lo spadaccino stava iniziando ad arrossire, e il suo ritmo respiratorio stava aumentando.
Nessuno dei presenti avrebbe osato interrompere quel momento magico.
Nessuno tranne…

Stai tranquillo Elsword che lei non ha niente, anzi in questo momento sta più che bene. Parola mia.

Il suono di quelle parole sembrava aver destato i due.
Questi, però, non si erano accorti che i loro corpi stavano praticamente appiccicati, tenendosi mano nella mano.
La prima a reagire fu la streghetta, che chinò indietro il capo per dare una potente testata allo spadaccino.

Wow… ci eravate quasi. Se Rena non si fosse intromessa vi sareste messi a limonare.
Come se volessi mettermi con questo mentecatto!
Però lo stavi più che apprezzando. Sarete più fortunati nella prossima occasione.

La maghetta era circondata da un’aura malefica.

Chung…

Il paladino rimase intimidito.

S-si?
Lo sai che non devo arrabbiarmi perché altrimenti succederà qualcosa di brutto, vero?
Si!
Adesso stai rischiando di vincere un biglietto di sola andata per l’inferno...
Imploro perdono! Pietà!

All’improvviso fece la sua comparsa una nuova figura vagamente familiare.
Una parte dei capelli erano bianchi, mentre il braccio era metallico, o meglio era nasod.
Sarebbe bene definirlo come “il folle” per il suo nuovo aspetto e non poteva essere nessun’altro se non lui: Raven.

- Perché non chiedete al diretto interessato? Allora Elsword cosa ne pensi a riguardo?

Lo spadaccino, sentendosi interpellato, si girò verso il folle come per prepararsi a rispondere; il suo stomaco si mise a brontolare all’improvviso, provocando un rumore che rimbombò per tutta la sala.

Il mio stomaco ha parlato. Ho fame.

Rimasero tutti letteralmente paralizzati.
Nessuno sapeva cosa dire altro, ma quella più shockata era la streghetta che fu l’unica a reagire.

Mi da sui nervi… mi da sui nervi…

La streghetta si stava avvicinando in modo minaccioso allo spadaccino, ma Chung e Rena la bloccarono tenendola per le braccia.

Perdonalo Aisha, ancora non sa quello che dice!
ALLORA LASCIATEMI CHE GLI DO LA MEDICINA PER RIPIGLIARSI
Non possiamo lasciartelo fare altrimenti non sopravviverà per il giorno del suo matrimonio!!

La streghetta arrossì all’improvviso e rivolse il suo sguardo sognante verso il basso.

- Perché arrossisci in quel modo? Non mi pare che Chung abbia detto che ci sarai tu con Elsword sull’altare - spiegò il folle.

Aisha, sentendo questa frase, si girò verso il paladino e gli diede un calcio nella zona più sensibile del corpo maschile.
Chung cadde a terra dolorante.

Perché io… è Raven che ha parlato. Picchia lui.

La streghetta sgranò gli occhi. Guardando il folle, per la prima volta era visibilmente intimorita.
Non sapendo cosa fare, si inginocchiò a terra disperata.
Alzò la testa verso l’arciera con le lacrime agli occhi.

Rena…. uccidimi.
Non fare così. Els ne sarebbe triste.
Pure tu ti ci metti ora…

La streghetta si calmò nel giro di un istante e si rimise in piedi da sola come nulla fosse.

Ho bisogno di uscire.

Uscì dall’hotel.
Il silenzio era piombato tra di noi.

- Che sia il caso che qualcuno di noi la segua? - chiese il folle.
Magari portiamole anche qualche spuntino.
No ragazzi, lasciamole il tempo di cui ha bisogno.

Seguendo il consiglio dell’arciera, rimanemmo nell’hotel ad aspettare il ritorno di Aisha.
Ammazzammo il tempo in vari modi.
Chi scherzando…

Ho fame...
Amico mio, sarai sfortunato.
Perché?
Perché se sarà Aisha a cucinare per te, preferirai la dieta!

…. e chi discutendo.

- … e così morì Seris.
sicuro che sia stato il tuo migliore amico? C’era Ivan presente. Questo non ti fa venire qualche sospetto?
E’ successo tutto nel giro di un istante purtroppo.
- Spero per te che sia vero.
Tranquillo!

Dissi sorridendo.
Sentivo un’aura diversa provenire da lui: che sia guarito dal suo complesso per il paladino?
Il resto del tempo lo passai a riflettere.
L’atmosfera era piacevole: tutti erano impegnati a parlare tra di loro.
Il tempo sembrava essere trascorso così velocemente; non ho tenuto nemmeno conto di quanto tempo sia passato da quando sono venuto in quest’epoca.
Ho potuto imparare molte cose, e anche avuto il modo di conoscere i miei genitori da giovani.
Ecco cosa c’era di importante per me in questa missione; era questo il significato delle parole della veterana.
Ricordai dell’anello che mi fu dato prima di partire. Lo guardai: non si è illuminato da parecchio tempo.
Sarà perché il futuro da cui provengo sia stato cancellato, quindi questo oggetto non era altro che un ornamento, ma anche una delle poche cose che mi ero portato.

Saranno passate delle ore, però la streghetta non era ancora tornata.

Rena: Els, vai a cercarla.
Elsword: Okok

Anche lo spadaccino uscì dall’hotel.

Seguiamolo e vediamo cosa succede…

Uscimmo anche noi, ma ci imbattemmo immediatamente con lo spadaccino che era rimasto immobile e stava osservando qualcosa.
Sulla strada che portava fuori dal campo militare c’era un gatto nero che era seduto dinanzi a noi. Sembrava che ci stesse aspettando.

E’ solo un gatto. Come mai ti metti a fissarlo?
Credo che non sia un gatto comune. Ha l’aria di sapere il fatto suo come se fosse intelligente.

L’arciera diede una pacca sulla schiena dello spadaccino.

Non metterti a fare ragionamenti contorti. E’ intelligente come tutti gli esseri viventi, ma non penso che voglia dirti qualcosa.

Il gattino inarcò gli occhi.
Tirò fuori un artiglio da una sua zampa e si mise a grattare il pavimento: stava scrivendo qualcosa.
«Sono Luriel, la vostra amica Aisha mi ha trasformato in un gatto. Seguitemi per favore»
Senza darci il tempo di riflettere, si incamminò verso l’uscita della città.
Lo seguimmo senza rifletterci.
Trovammo la streghetta non molto distante dalla città. Era di schiena.

Tutto bene..?

Il paladino si avvicinò alla streghetta, ma il folle richiamò l’attenzione di lui immediatamente.

- Fermo!

Il paladino si fermò. Stava tendendo la mano sulla spalla della streghetta.

Qualcosa non va?

Fece questa domanda preoccupato.
Insistette più volte. La streghetta girò il suo occhio verso di noi: era agghiacciante.

Finalmente, va tutt…

Non ebbe tempo di finire la frase perché si ritrovò in faccia un pugno da parte di lei.
Essendosi girata, avemmo modo di guardarla in faccia: uno dei suoi due occhi era rossi e stava sorridendo in modo snaturale.

Sciocco, sto più che bene. Ora preoccupati per te stesso perché ora sarai cibo per il mio cucciolone.
Che stai dicendo? Siamo tuoi amici, torna in te!

- Risparmia il fiato. Non è in lei.

La streghetta alzo in alto il braccio destro e aprì la mano.

A me, Drabaki!

Si sentì un terremoto.
Divenne sempre più forte finché dal terreno non spunto un gigantesco serpente.
La streghetta si sedette sulla sua immensa testa, incrociando le gambe.

Aisha: Chi tra di voi sarà il suo antipasto?

Lo spadaccino si fece avanti.

Lo voglio io l’antipasto.
Veramente il piatto saresti tu.
E’ una cosa buona?
………

Il paladino si inginocchio a terra e si coprì la testa con le mani.

AISHA!!!!
- Cosa vuoi?
ALMENO E’ BUONO L’ANTIPASTO? HO FAME!

La streghetta rimase stupita da quelle parole.
Anche lei, come il paladino, si mise le mani sulla testa

Mi da sui nervi… mi da sui nervi...
COSAAAA? NON TI SENTO PERCHE’ PARLI TROPPO PIANO
DRABAKI, MANGIA QUEL RITARDATO.

«Freccia ghiacciata»

Una freccia colpì in pieno il serpentone, immobilizzandolo.

- Quindi ha conservato i suoi ricordi.

Quella voce era saltata fuori dal nulla.
Non apparteneva a nessuno del nostro gruppo; una misteriosa ragazza con i capelli neri era comparsa.

Comunque il mio nome è Ara.

Il paladino rimase letteralmente incantato dalla ragazza misteriosa.
Si avvicinò a lei, le prese la mano e gliela baciò.

Il mio nome è Chung...
Come sei gentile, vuoi essere mia amica?

Chung rimase pietrificato.
Infilò la testa dentro il suo bazooka e si avvicinò la mano al grilletto.
Lo fermai.

Voglio morire, lasciami!
Non adesso, ci servi!!

Il serpentone intanto aveva ripreso a muoversi.
Attaccò lo spadaccino.

«Spirale esplosiva»

Drabaki virò a destra per evitare il colpo e attaccò lo spadaccino scattando in avanti, ma quest’ultimo uso la lama come scudo. Erano in una situazione dove dominava la forza.
Lo spadaccino stava cominciando a cedere, però il paladino intervenne.

«Sterminatore della terra»

Chung cominciò a menare con il bazooka il dragone girando su se stesso.
Seguendo un ordine di Aisha, il mostro indietreggio e si mise scattò verso il nostro gruppo tenendo la bocca aperta.
Aveva intenzione di divorarci.
Era vicinissimo.
Il folle si mise davanti a noi e drabaki lo stava per ingoiare per primo.
Raven si piegò a riccio

«Lamposfera»

Uscirono tanti spuntoni che trafissero varie parti della bocca del mostro.
Indietreggiò di nuovo lasciando dietro di sé un buco nero che aveva risucchiato tutti.
Aveva risucchiato tutti tranne me e Ara che, un momento prima, mi aveva portato nello stesso punto dello spadaccino, ovvero distante abbastanza da evitare l’attacco.

Ho un idea per farlo fuori. Els, devi prendere Aisha e portarla via da Drabaki.

«Lama dell’apocalisse»

Lo spadaccino evocò la sua maestosa lama gigante.

«Mulino a vento»

Roteando, riuscì a menare il serpentone in parecchie parti e, quando ad un certo punto si quest’ultimo si fermo stordito, Elsword ne approfittò per scavalcare il dorso di Drabaki per raggiungere la streghetta.
Non si era accorta della sua presenza finché lo spadaccino non la afferrò di spalle.

Lasciami maledetto!

La streghetta si dimenò per liberarsi dalla presa, però lo spadaccino non demorse.
Quando il serpentone ricominciò a muoversi, i due perserò l’equilibrio e inciamparono.
Lo spadaccino cadde sopra la streghetta centrando con le labbra le sue.
Entrambi arrossirono, ma in particolar modo la streghetta che si mise pure a piangere.

Se non si ferma non riusciranno mai a scendere.

La ragazza si espose al serpentone. Stava per affrontarlo.

«Cuneo di vento»
«Artiglio del rapace»
«Prendi questo»

Aveva concatenato tutti questi attacchi ed era pronta per caricare quello finale.
Cominciò a pronunciare qualcosa a bassa voce.

«Sparisci»

Roteando il bastone, creò delle onde di energia che lo fecero cadere a terra.
Approfittando dell’occasione, Elsword scese dal serpentone tenendo in braccio Aisha e la portò lontano da Drabaki.
Ara, però, era rimasta ancora esposta al serpentone, quindi lo spadaccino tornò indietro per aiutarla, ma la situazione degenerò: era stata inghiottita.

«Raggio al plasma»

Aisha sparò un raggio colpendo la bocca del mostro dalla quale cadde Ara.
Lo spadaccino fece in tempo per prenderla in braccio.
Per essere più precisi, un braccio teneva la schiena mentre l’altro teneva il sedere.
La ragazza era imbarazzata, ma questa volta lo era anche lo spadaccino.
Intanto Rena e Raven si erano liberati e ci raggiunsero.
Avevamo pensato tutti la stessa cosa: finirlo finché stava a terra con tutte le energie rimaste.
Cominciai io.

«Spada infuocata»

Rena.

«Cortina Sferica»

Raven.

«Pugno infernale»

Chung.

«Colpo del destino»

Aisha.

«Abisso del dio dei demoni»

Elsword.

«Colpo titanico»

Ara.

«Via infernale»

Il serpente cadde a terra, espirando il suo fiato per l’ultima volta.
Ne fummo tutti sollevati.

Ce l’abbiamo fatta!

Mentre il paladino faceva i salti di gioia, il folle e l’arciera stavano in disparte a parlare.
All’improvviso si baciarono.

Auguri amica mia, però Raven non era innamorato di Ch...
Finalmente avete trovato entrambi la felicità, siatene fieri!!! - disse per interrompere la streghetta.

Il paladino si avvicinò all’orecchio della streghetta.

Ti prego non ricordarglielo.
- Hey Chung.

Il paladinò si girò.

S-si?

Il folle schioccò un bacio a distanza e gli fece l’occhiolino.
Mentre il gruppo rideva, io ed Elsword stavamo in allerta dato che non eravamo troppo sicuri.
Ad un certo punto la streghetta si avvicinò allo spadaccino per parlargli, ma era evidentemente agitata dato che si stava girando i pollici e guardava in basso imbarazzata.

-: H-hey Els.
Si?
Ti volevo ringraziare per avermi salvata prima…

Lo aveva detto troppo velocemente oltre che a voce bassa.

Cosaaaa?
G-grazie.
Non ho capito!

D’un tratto si calmò e tornò ad avere l’espressione da assassina.

Aisha: Brutto idìota, il cervello lo hai lasciato nel cellophane? Ti volevo ringraziare per avermi salvata prima, razza di deficiente!
Chung: Sono sicuro che ti vorrebbe ringraziare anche per il bacio. Avessi visto te com’era contenta. Ha addirittura pianto!

La streghetta arrossì per l’ennesima volta.
Prese coraggio per dire qualcosa di importante.

Senti Els…
Dimmi.
ora che è tutto finito… ti andrebbe di uscire con…

D’un tratto spuntò la gothic che abbracciò lo spadaccino.

Esci con me. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvata, anzi...

La ghotic strinse ancora di più in modo da schiacciare il seno al petto dello spadaccino.

Forse il modo lo ho trovato ♥

La streghetta, vedendo quella scena, si mise in mezzo ai due.
Per prima cosa, diede una bastonata in testa allo spadaccino che cadde a terra

- Scusa amico! - disse Angkor con un filo di dispiacere.
Tranquillo, tanto ormai…
Come osi sedurlo con quelle cose oscene?
Queste…

Disse indicando il seno.

...sono le “cose” che definiscono una vera donna.
Quello è tutto grasso. Sembri una mucca.
Allora mostrami cosa hai di meglio per poterti definire una vera donna.
Ehm...

La streghetta guardò il suo corpo e si tasto il petto, ma senza successo.
Aisha si accasciò a terra disperata.
Si sentì di nuovo un terremoto, ma non proveniva dal Drabaki. Era un qualcosa che stava arrivando.
Da lontano intravedemmo un esercito di demoni guidato da Vanessa.

E’ tornata. Dobbiamo combattere di nuovo.

Quei demoni erano simili a quel mostro umanoide che ci mostrò Vanessa al campo. Avevano l’aria di essere fortissimi, e, se anche la veterana aveva intenzione di lottare, non ci sarebbe stato modo di poter affrontare un’altra battaglia dopo aver speso tutte le energia per terminare la precedente.

Ragazzi, avete già usato tutta la vostra forza per sconfiggere Drabaki. Non siete in grado di affrontare un esercito del genere.
Cosa dovremmo fare allora? Farci massacrare? Scappare?

Dovevo farmi venire in mente qualcosa.
Qualsiasi cosa; anche l’idea più folle.
Una follia che sapeva di speranza.

Angkor.
- Si?

Ero pronto per fare la mia richiesta.
Avevo paura, ma presi coraggio pensando al mio obiettivo.
Tesi la mia mano in direzione del pipistrello.

Vuoi formare un contratto con me?

Furono tutti sorpresi a quella richiesta, in particolar modo Aisha che prestò attenzione a quello che il demone aveva da dire.

- Mi dispiace ma non si può formare un secondo contratto. Sono legato a questa ragazza per tutta la vita.
Non si può fare proprio niente?

Il pipistrello esitò nel parlare, ma, vedendo la mia serietà, mi rispose.

- Ci sono due soluzioni. Muore Aisha e firmi tu il contratto, o mi offri la tua vita per un contratto temporaneo.
Vada per il contratto temporaneo.
- Offrire a me la tua vita equivale a morire. Ne sei sicuro?
Ormai ho preso la mia decisione.

Il pipistrello si stacco dal bastone della streghetta e volò sopra di me.

Aspetta.
- Ci hai ripensato?
Vorrei dire un’ultima cosa prima di procedere.
- Ti conviene sbrigarti perché non abbiamo molto tempo.
Farò in fretta.

Andai verso il gruppo.

Ragazzi vi devo dire una cosa importante.

Volsero il loro sguardo verso di me, pronti ad ascoltare.

Io in realtà provengo dal futuro. Ero venuto nel passato per assolvere al mio compito, ma, essendosi cancellata la mia dimensione d’origine, non ho più avuto un luogo a cui tornare e quindi nemmeno uno scopo per rimanere. Con voi mi sono divertito, ho imparato molte cose.... e ho avuto modo di conoscere i miei veri genitori, ovvero Elsword e Aisha.

Rimasero tutti sorpresi, soprattutto i due che avevo da poco nominato.
Volendo togliermi un peso di dosso, andai ad abbracciarli contemporaneamente.

Papà, mamma, vi voglio bene.

All’inizio rimasero fermi, ma poi mi sentii stringere la schiena: stavano entrambi ricambiando il mio l’abbraccio.

Non sei obbligato a farlo. Troveremo il modo di batterli.
Sai, da piccolo tu hai fatto lo stesso per me. Mi salvasti affidandomi alla persona che ritenevi fosse la migliore per me, mentre tu sei andato a morire in lotta insieme al resto della squadra.

In segno di determinazione, strinsi il pugno e sorrisi.

Questo è il mio modo per ricambiare il favore che mi hai fatto.

Rivolsi il mio sguardo verso la streghetta.

Mamma...

Mi tolsi il ciondolo nel quale c’era la foto che ritraeva i miei genitori e lo misi nella sua mano.

Questo tienilo tu come ricordo.

Mi allontanai da loro per andare da Angkor. La streghetta ad un certo punto si avvicinò a me e mi tirò per la maglietta.

Non farlo! Se è vero che sono tua madre, allora mi devi obbedire.

Cominciò a lacrimare.

… e non tirare fuori quel discorso sul ricambiare il favore con la tua stessa pelle. Mi mortifichi.

Rimasi commosso da quel tipo di atteggiamento.

Oh mamma… adesso posso dire di sentirmi realizzato. Ora posso dire veramente di aver parlato con mia madre faccia a faccia… ma questo rimane sempre un addio, però sai...

Rivolsi il mio sguardo al cielo tenendo gli occhi semichiusi.

... se mi fosse concessa un’altra vita, mi piacerebbe poter essere di nuovo vostro figlio.

La streghetta si accascio a terra, in lacrime.

Angkor, procedi.

Un cerchio viola con una stella in mezzo si formò intorno a me.
Il demone si trasformò assumendo le sue dimensioni originarie.
Dinanzi a me apparirono un foglio con delle scritte e una penna.

- Firma.
Se glielo fai firmare sappi che non te lo perdonerò mai! - urlò stravolta la streghetta.

Ignorai totalmente quelle parole e firmai, ponendo fine alla mia vita.
Il foglio scomparse; i disegni che mi circondavano si appiccicarono su di me e diventammo una cosa sola.
Sentii una forza troppo immensa per poter essere descritta con una parola.
In quel momento mi sentivo al pari di un dio.
Il demone prese le sembianze di una spada.

- Usami - disse il demone.

Presi la spada e mi fiondai verso la truppa.
Per prima cosa, bisogna distruggere il “cuore” dell’esercito, ovvero Vanessa.
Mi feci strada verso di lei menando velocissimi fendenti con entrambe le spade.
Stavo uccidendo quello stesso tipo di demoni che aveva terrorizzato me e la mia gente per anni.
Sentivo di essere la risposta di migliaia di preghiere brandendo quelle spade.
Quella era la forza richiamata dal futuro

«Ira esplosiva»

Un gigantesca cupola di fuoco travolse migliaia di demoni disintegrandoli insieme alla veterana.

- Ti rimane poco tempo a disposizione.

C’era ancora la maggior parte da eliminare.
Ispirandomi alla gothic, decisi di improvvisare la mia tecnica segreta.
Primo passo.

«Ingabbiamento di lame»

Dal terreno feci spuntare delle lame giganti per bloccare dentro l’intera truppa.Secondo passo.

«Spada infuocata»

La tecnica che già ho usato in precedenza, ma stavolta feci un balzo enorme e mi fiondai in mezzo a loro in avvitamento. Arrivato a terra, fiondai a terra entrambe le spade, provocando un onda di fiamme che travolse tutti.
Terzo passo.

«Kamikaze»

Feci esplodere le lame che tenevano intrappolati i demoni in modo da tenerli ancora più ammucchiati.
Per concludere, spesi tutte le mie energie per l’attacco finale.

«Richiamo Apocalittico»

Alzai la spada in aria.
Dalla lama uscirono vari fulmini che presero in pieno tutta la truppa.
Silenzio totale: erano morti tutti.
Mi accasciai anche io a terra: il mio corpo stava svanendo poco a poco.
Mi misi a pregare.
Pregai affinché io potessi avere una vita più felice con la speranza che, in un modo o nell’altro, questo mio desiderio si possa avverare.

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La squadra di ricerca dell’Eldrit tornò a Elder, dove fu celebrata una festa dedicata agli eroi che avevano salvato Elios.


- Un brindisi in onore della squadra di ricerca dell’Eldrit! - gridò Hoffman.

Brindarono tutti con le loro bevande.
Ci fu anche una banchetto dove vi sedevano vicini Elsword, Aisha e Chung.


Dovevamo dedicare un brindisi anche a Ivan.
Già… è stato lui a salvarci tutti.

La streghetta non voleva partecipare alla discussione. Infatti era girata dalla parte opposta ai due compagni.
Stava fissando pensierosa il suo bastone dove sedeva il demone Angkor.

- Arrivati a questo punto te lo devo dire: ho trasferito un pezzo del codice genetico di Ivan in te - spiegò il demone

La streghetta rimase stupita.

Questo vuol dire che…
- Esattamente.

La streghetta, con l’umore risollevato, accarezzò il suo grembo.
D’un tratto qualcuno le diede una pacca sulla spalla da dietro.

Mi raccomando. Fai un bel bambino con Elsword.

Lei sorrise.
Poi rifletté un momento.

Un attimo. Questo non vuol dire che io mi devo far mettere incinta da quell’idiota!! - disse rianimando tutta la sua sadicità assopita.

Ma se vi siete bac…

La sadica diede un pugno in faccia al paladino.

Quello è stato un incidente. A proposito: ora che è tutto finito...

Dal viso della streghetta spuntò un sorriso terribilmente inquietante insieme agli occhi sbarrati.
Prese in mano il bastone e si avvicinò a Chung lentamente.

… è tempo di insegnarti le buone maniere, preparati...
Amico… ci sono passato anch’io. Dopo pochi secondi non farà più male… - spiegò lo spadaccino all'amico per consolare l'amico.

Il paladino indietreggiò per un pò, ma poi cadde e fu raggiunto dalla sadica.
Era spaventato a morte.

C-che qualcuno mi aiuti!!

Si sentirono sia le urla di gioia dei cittadini sia i rumori delle ossa di Chung che si rompevano per il resto della serata.




 
Fine ~

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