Siamo Noi a Scrivere Il Nostro Destino

di DioMagoPrescelto99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The wolf can't control me ***
Capitolo 2: *** Il Mio Piccolo Miracolo ***
Capitolo 3: *** Pronti per la Ribellione ***
Capitolo 4: *** Sei una Cacciatrice ***
Capitolo 5: *** La Fenice ***
Capitolo 6: *** Il Potere di Afrodite ***
Capitolo 7: *** Fuga per Hogwarts ***
Capitolo 8: *** Il Figlio Delle Tenebre ***
Capitolo 9: *** Divisa in Due ***
Capitolo 10: *** Tristi Ricordi ***



Capitolo 1
*** The wolf can't control me ***


Titolo:   The Wolf can’t control me
AU:   Teen Wolf!AU
Personaggi:   Hiccup, Stiles Stilinski, Derek Hale, Merida
Parings:   Mericcup
Rating:   Verde
N.A.:   adesso vi dico qualcosa riguardo la serie televisiva Teen Wolf per chi non la conoscesse.
In una città dove dei giovani ragazzi si ritrovano in un mondo esistente ma nascosto agli occhi delle persone comuni. A volte vi sono vitteme la quale non si spiega la vera causa di morte o meglio chi ha causato quella morte: tra graffi e morsi si è sempre retribuita la colpa agli animali ma solo pochi sapevano chi vi era dietro queste morti. tra lupi mannari in cerca di branchi per riuscire a proteggersi dai cacciatori (gli Argent il cui nome tradotto dal francese significa "Argento" da sempre detta l'arma mortale per i lupi mannari), che tra armi di vario tipo riuscivano a limitare i licantropi assassini presenti e quindi limitare i morti a causa di queste creature della notte. 



-    Sì, sei un lupo mannaro Hiccup - , gridò un uomo con muscoli ben piazzati, barba in viso e voce dura e forte come se stesse parlando con un altoparlante.
-    Non è possibile - , disse quasi sussurrando il ragazzo impaurito e incredulo di ciò che quell’uomo gli stava dicendo,
-    Si, Hiccup, mio zio Peter ti ha morso, e tu sei diventato uno di noi, un lupo mannaro - , dichiarò l’uomo toccando la spalla del moro che indietreggiò impaurito,
-    Lui, Peter, essendo un Alfa, ti ha trasformato per averti nel suo branco dato che ogni lupo ha un branco - , esclamò l’uomo avvicinandosi al ragazzo, che come prima indietreggiò impaurito.
-    Tu dovresti far parte del suo branco. Ma io ho ucciso Peter - , confessò l’uomo come se tutto fosse normale, come se per lui ciò che aveva fatto fosse normale.
-    Cosa hai fatto Derek? - , chiese il moro allontanandosi dall’assassino sempre più impaurito.
-    Siccome io ho ucciso Peter, ora sono io un Alfa! - , esclamò facendo diventare i suoi occhi da normale color chiaro, in occhi rossi fiammeggianti, più rossi del fuoco. A questa dimostrazione il ragazzino diciassettenne dai capelli mori cadde a terra dalla paura.
-    Ed essendo un Alfa mi serve un branco - , affermò Derek in aria confidenziale,
-    Cosa vuoi da me? - , domandò Hiccup rialzandosi dal pavimento.
-    Tu sei un Beta senza branco, ed io un Alfa che necessita di un branco. Quindi voglio che tu faccia parte del mio branco - , esclamò Derek avvicinandosi sempre di più all’esile ragazzino.
-    Ma io non sono un lupo mannaro! - , affermò il moro allontanandosi nuovamente da Derek,
-    Si che lo sei Hiccup - , affermò l’uomo,
-    NO! - , gridò il ragazzo con una voce rauca dura e forte che lui non aveva mai avuto, era una voce diversa dalla sua.
-    In questi giorni dopo aver ricevuto il morso ti sei sentito più forte? Più veloce? I tuoi sensi non si sono sviluppati? Soprattutto l’udito e l’olfatto. - , alla frase di Derek il ragazzino dagli occhi verdi come un prato in primavera e il viso disseminato di lentiggini, pensò a tutto ciò che Derek aveva appena detto. Tutto gli era successo. 
Questo portò il ragazzo a pensare che questa cosa fosse vera, ma non voleva crederci, si rifiutava di crederci.
-    No, mai successo - , esclamò mentendo,
-    Ok, puoi mentire quanto vuoi ma tu farai parte del mio branco e questo è un obbligo - , dichiarò Derek minacciosamente.
-    NO! Io non farò mai parte del tuo branco! - , gridò il ragazzo correndo via e ritornando a casa.


-    Ehi Hiccup, ieri non ti sei fatto vedere! Dovevi venire a casa mia? - , esclamò il migliore amico del moro, un ragazzo magrolino e dai capelli castani corti, quasi rasati.
-    Stiles, scusami, ieri avevo troppe cose per la testa, l’ho dimenticato. Anzi ho tutt’ora le stesse cose per la testa - , disse il moro più pensieroso di quanto lo fosse già normalmente.
-    Dimmi cosa pensa questa piccola testa - , disse battendo l’indice sulla tempia del suo amico assolto dai pensieri.
-    Se te lo dicessi non mi crederesti - , affermò Hiccup ritornando ai suoi pensieri.
-    Cercherò di crederti - , disse amichevolmente Stiles per dimostrare la sua amicizia all’amico pensieroso.
-    Eh va bene ora ti dico tutto - , esclamò il moro intento a sfogarsi con l’amico che con ansia attendeva la rivelazione del suo compagno.
-    Si tratta di Merida? - , chiese Stiles curioso sull’argomento,
-    Che c’entra ora Merida? - , domandò il moro al suo amico,
-    Beh so che tu sei attratto da lei - , disse Stiles incrociando le dita un po’ imbarazzato, anche perché sapeva che a Hiccup non piaceva parlare di questo argomento,
-    No, non è per Merida Argent, ma … ti sembrerà assurdo … - , cercò di dire Hiccup che quasi balbettava, perché a pensarci bene è una cosa troppo assurda per essere vera,
-    Continua - , dichiarò il castano curioso di sapere cosa tormentasse il suo miglior amico,
-    Una settimana fa, ero nel bosco di notte … - , cercò di raccontare Hic però bloccato dall’amico che esclamò:
-    Che ci facevi nel bosco di notte? - , sempre con il solito sorriso malizioso.
-    Non sono affari tuoi - , disse Hiccup intento a riprendere il racconto,
-    Dicevo, ero nel bosco e ad un tratto un grasso animale, un qualcosa, non so cosa ma ricordo solo che era nero e grosso, sbuca dal nulla e mi morde sul fianco, lasciandomi tramortito a terra - , 
-    Perché non me lo hai detto? - , domandò Stiles,
-    Perché non mi avresti creduto, il morso che quella notte sanguinava, la mattina seguente era scomparso, come se non avessi mai avuto quella ferita - , 
-    Mai pensato che hai sognato tutto? - , espose il castano intento a dare una spiegazione logica all’accaduto,
-    Sì, ci ho pensato, e sono andato avanti con questa idea. Ma poi ieri ho incontrato un uomo il cui nome è Derek. Mi ha detto che lui è un lupo mannaro e che quella creatura che mi ha morso era un altro licantropo alfa, e che avendomi morso, sono diventato un lupo mannaro beta. All’inizio non ci credevo ma poi mi ha detto che la trasformazione aumenta i sensi e anche la forza e la velocità. Beh, a me è successo tutto questo. Poi Derek ha detto che dovevo entrare nel suo branco ma io ho rifiutato e … - , 
-    Credi che io mi beva questa balla assurda. Dovevi inventarti una scusa migliore per giustificarti di non essere venuto da me ieri - , esclamò allontanandosi da Hiccup e camminando il più veloce possibile.
-    Vedi che dico sul serio - , rispose il lentigginoso inseguendolo,
-    Non ti credo, mi stai solo dicendo una balla assurda - , borbottò offeso,
-    Non so proprio come dimostrartelo - , esclamò il moro raggiungendolo.
-    Lasciami in pace - , gridò Stiles.
-    Bene bene bene, due novellini venuti nel nostro quartiere. Cosa dobbiamo fargli ragazzi? - , una voce proveniente da cinque ragazzacci dall’aria da bulli che venivano verso di noi.
-    Stiamo per andarcene - , affermò Stiles girandosi per tornare indietro,
-    No, voi non andate da nessuna parte - , esclamò un altro ragazzo bloccando il miglior amico del moro.
-    Ehi tu, lasciaci andare - , affermò Hiccup allontanando con una spinta il ragazzaccio che bloccava la strada al suo migliore amico,
-    Come hai osato? Tu mingherlino, che paura, no non voglio lasciarlo andare. Adesso che mi fai? - , disse lo stesso ragazzo bloccando Stiles di nuovo, usando un tono provocatorio.
-    HO DETTO LASCIALO ANDARE - , gridò Hiccup in aria minacciosa, cosa insolita perché era sempre stato un ragazzo socievole calmo e poco aggressivo, ma ora era tutto il contrario.
L’imposta di Hiccup generò una risata di gruppo ad eccezione di Stiles.
-    Adesso ti faccio vedere io - , disse un ragazzo sferrando un pugno allo stomaco di Stiles che cadde a terra tramortito.
Poi un altro pugno in direzione del viso disseminato di lentiggini di un Hiccup che prontamente bloccò con una sola mano a qualche centimetro di distanza dal suo naso.
-    Ma come...?  - , ansimò Stiles restando a terra e guardando la scena.
Tutti attaccarono l’esile ragazzo che poi non era poi così tanto esile come sembrava. 
Bloccò tutti gli attacchi uno dopo l’altro, poi qualche pugno e calcio e i cinque bulli erano a terra stremati e impauriti da ciò che quel ragazzino era riuscito a fare.
-    ANDATEVENE VIA! - , impose Hiccup gridando conto quei ragazzi che strisciavano a terra per allontanarsi. Hiccup era cambiato: le sue basette si erano allungate ed erano diventate più pelose e grosse, il suo viso lentigginoso ora aveva rughe di rabbia, i suoi occhi dal color verde bosco erano diventati di un giallo più luminoso che mai e le sue orecchie diventarono appuntite come quelle di un lupo. Ora aveva le unghia affilate lunghe di 3 centimetri in grado di tagliare di tutto. Anche i suoi denti erano cambiati, i suoi canini sia superiori che inferiori si allungarono e aguzzarono così tanto da esser in grado di staccare un bel pezzo di carne.
Si girò verso l’amico che era ancora a terra, e appena mostrò ciò che era diventato vide un sobbalzo di Stiles di paura. Hiccup subito voltò la testa verso il cielo dove il sole stava tramontando. Poi dopo qualche secondo aprì la bocca emettendo un rumoroso e lungo ruggito che echeggiava per tutta la città.
-    Adesso ti credo - , affermò Stiles ormai in piedi e convinto della storia del suo amico lentigginoso.
Hiccup cambiò nuovamente tornando al suo aspetto originario.
-    Non sei spaventato? - , domando il moro,
-    No, sei il mio miglior amico, io sono qui per aiutarti - , esclamò solidariamente.
-    Oggi è la notte di luna piena. Tra qualche ora perderò il controllo e non farò più differenza fra nessuno. Potrei uccidere qualcuno, potrei uccidere anche te - , esclamò Hiccup preoccupato.
-    Io ti aiuterò. L’ho visto in molti film, ti incatenerò per tutta la notte in camera tua, così domani non sarai un omicida e tornerai ad essere normale, spero - , propose il ragazzo in aiuto all’amico impaurito da ciò che potrebbe combinare.
-    Si perfetto, mio padre non è a casa, è a lavoro e mia madre beh come sai è scomparsa. Perciò abbiamo la casa tutta per noi - . 


-    TOGLIMI QUESTA CATENA - , gridava un Hiccup trasformato in un semi lupo e aggressivo per via dell’influenza della luna.
-    Non posso Hic - , diceva di rimando il povero Stiles che doveva sentire le urla del suo amico.
I rumori provocati da un Hiccup lupo svanirono. Ora vi era solo silenzio e niente altro. Il povero Stiles preoccupato da questo silenzio si fece coraggio ed entrò nella stanza del moro per controllare la situazione.
-    Hiccup stai bene? - , domandò entrando nella stanza. Non ebbe nessuna risposta. Hiccup era scappato dalla finestra.
Il giovane lupo mannaro vagava per le stradine di quella città in cerca di una preda. Con l’aspetto da semi lupo correva a quattro zampe per essere più veloce. Ed ora intento a gire l’angolo di una delle tante stradine, una ragazza sola passava per di lì intenta a tornare a casa. Hiccup aveva trovato la sua preda. Corse il più veloce possibile fino ad apparire di fronte l’innocente ragazza per guardarla meglio. La conosceva, conosceva i suoi riccioli rossi e i suoi occhi blu come il mare, era Merida. 
Non poteva ucciderla, lui l’amava. Dopo qualche secondo la ragazza reagì impaurita più che mai, sferrò un calcio ad Hiccup non sapendo che fosse il ragazzo che anche lei amava.
Ma il giovane licantropo sentì appena il colpo emettendo un sonoro ruggito. 
Mostrò gli artigli e avanzò per uccidere la ragazza che cadde a terra dalla paura. Ma gli artigli di Hiccup si fermarono qualche millimetro prima di sfiorare il viso della ragazza. 
Voleva fermarsi ma non ci riusciva, il lupo lo controllava. Se voleva salvarla doveva ritornare in se. Iniziò così una lotta interiore per riprendere il controllo e con un altro ruggito iniziò a tornare in se i peli arretrarono, gli artigli tornarono ad essere unghie, i denti aguzzi ritornarono ad essere denti normali e gli occhi gialli divennero del colore naturale del ragazzo. L’amore l’aveva fermato.
-    Il lupo non può controllarmi - .


N.A.: Spero vi sia piaciuta, è la prima volta che pubblico qualcosa. Sono sempre stato un tipo timido, ma questa volta ho voluto tentare. Spero di ricevere delle recensioni in modo da valutare il mio modo di scrivere e di invetare storie ... spero vi faccia sclerare cosa che faccio io in quasi tutte le belle one shot e fanfiction che leggo ( si sono pazzo xD ). Aspetto con ansia la prima recensione ... Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Il Mio Piccolo Miracolo ***


Titolo:   Il Mio Piccolo Miracolo 
AU:   Nessuno
Personaggi:   Rapunzel, Jack Frost, Merida, Hiccup
Parings:   Jackunzel e Mericcup
Rating:   Verde


-    Jack ho parlato con il medico, ha detto che non posso avere figli - , confessò una triste Rapunzel, appena rientrata a casa, al suo marito dalla pelle chiara e capelli color ghiaccio.
Rapunzel era triste, aveva sempre sognato di avere un bambino, un figlio a cui insegnare tutto ciò che conosceva, fargli amare la cultura e le varie arti e coccolarlo a più non posso. Ma lei non poteva avere figli, la sua sterilità aveva fatto svanire per sempre il suo più grande sogno dopo quello che aveva appena realizzato, fuggire dalla torre in cui era rinchiusa e trovare l’amore della sua vita.
-    Mi dispiace tanto Punzie, so quanto avresti voluto avere un bambino. Questa è la situazione, dobbiamo adattarci. Magari potremmo adottare un bambino - , propose Jack cercando di sollevare la ragazza dalla tristezza che provava.
-    No Jack, io voglio un bambino tutto mio - , disse quasi gridando per poi iniziare a singhiozzare. Jack l’abbracciò per consolarla, fu inutile, ma lui voleva vederla stare bene, non poteva sopportare di guardarla in quello stato.
-    Jack è tardi vai a lavoro - , esordì Rapunzel ricomponendosi,
-    Oggi non vado a lavoro resto con te a farti compagnia - , affermò Jack posando la sua mano sulla spalla di Rapunzel.
-    No, non preoccuparti per me, sto bene, vai a lavoro - , impose Punzie afferrando la giacca da lavoro di suo marito per poi porgergliela.
-    Sei sicura?  - , 
-    Sì, sicurissima - , esclamò scortandolo verso la porta per aprirla e farlo uscire,
-    Allora ci vediamo a pranzo - , 
-    Si, ciao - , concluse Rapunzel chiudendosi la porta alle spalle.
Passò solo qualche secondo dal chiudersi della porta che la bionda dai chilometrici capelli riscoppiò a piangere. Poggiò le sue mani agli occhi per coprire gli occhi colmi di lacrime, i singhiozzi si facevano sentire. Poi corse il più veloce possibile, salì in camera matrimoniale e si sdraiò sul letto, poi afferrò il cuscino bagnandolo di lacrime alternate con gridi soffocati.


-    Ehi Rapunzel ma sei incinta? - , domandò una sua cara amica di infanzia dai capelli ricci e rossi,
-    No, Merida, sto ingrassando, non posso aspettare un bambino, sono sterile - , confessò tristemente alla rossa che rattristì all’istante,
-    Mi dispiace - , disse quasi sentendosi in colpa,
-    Sono passati già cinque mesi da quando l’ho saputo, e ancora mi rattristisco - , gli occhi della bionda erano diventati gonfi e colmi di lacrime pronte ad uscire.
Merida non voleva vedere la sua amica in quelle condizioni, doveva cambiare discorso.
-    Beh mio marito ora è un meccanico - , esclamò per cambiare discorso,
-    Chi Hiccup? - , chiese Rapunzel asciugandosi gli occhi per non far calare le lacrime,
-    Si lui, sta facendo carriera, è bravo - , rispose elogiando il suo amato Hiccup.
-    Si io l’ho sempre saputo. Hic è sempre stato bravo in ciò, ha un talento naturale - , 
-    E tuo marito che fa nella vita? - , chiese Merida contenta di aver distratto la sua amica dalla tristezza del non poter avere figli. Sa quanto ci teneva ad avere un bambino, lo diceva sempre.
-    Mio marito lavora in una agenzia che costruisce giocattoli - , rispose quasi ridendo. Rideva perché era il lavoro giusto per Jack, a lui sono sempre piaciute queste cose.
-    Si il lavoro perfetto per lui - , esclamò la rossa scatenando una piccola risatina. Pensavano a quando erano piccole e a quando Jack faceva scherzi di ogni tipo a tutti.
-    Si ed è bravo. È arrivato alle più alte cariche di quell’agenzia - .
-    Ma tu e Hiccup … beh … avete pensato di avere figli? - , chiese Punzie un po’ imbarazzata,
-    Beh, no, è ancora presto, cioè ci diamo da fare ma non succede niente. Tu e Jack ci avete provato? - , domandò sperando che la sua amica non si rimetta a lacrimare.
-    Si, ma niente, non è mai successo niente - .
-    E il ciclo ce l’hai? - , domandò la rossa,
-    No, ma perché il medico mi ha dato delle medicine che lo ritardano - , disse mostrando il medicinale alla sua amica,
-    Beata te - , disse scatenando un’altra risatina fra le due.
“Drin Drin” la suoneria di un telefono risuonava per tutto il soggiorno della casa di Merida.
-    Il mio non è - , annunciò la rossa,
-    Infatti è il mio, aspetta che adesso rispondo - , disse la bionda mettendosi a rovistare nella borsa che aveva al suo fianco.
-    Pronto? - , 
-    Cosa mamma NO! - , esclamò con un tocco di dolore e un grido quasi soffocato.
Aveva ricevuto una brutta notizia, sua madre era in ospedale ed era grave. I suoi occhi nuovamente si  riempirono di lacrime pronte ad uscire per bagnare quel viso innocente.


-    Mamma! Che le è successo? - , domandò Rapunzel a suo padre appena entrò nella stanza dove sua madre era ricoverata. Vederla sdraiata sul lettino con una flebo al fianco collegata al braccio, fece scendere quelle lacrime che si erano create a casa di Merida e che si era trascinata nei suoi occhioni verdi per tutto il tragitto per arrivare in ospedale.
-    È malata Rapunzel - , dichiarò il padre abbassando il capo in segno di un immenso dolore,
-    Cos’ha? - , domandò la bionda avvicinandosi al lettino per afferrare la mano della madre e starle accanto.
-    Ha un cancro. Un cancro al cervello - , dichiarò  il padre con occhi lucidi pieni di lacrime. Voleva trattenersi dal piangere ma chi riesce a farlo in momenti del genere?
-    Cosa? O mamma perché? - , Rapunzel avvicinò il suo viso piangente al braccio della madre bagnandolo di lacrime.
-    Hanno detto che le resta poco da vivere. Potrebbe morire da un momento all’altro - , il padre disse questa frase facendo scendere sul suo volto distrutto le lacrime trattenute di un marito che sta per perdere sua moglie.
La frase del padre era come una fitta al cuore per Punzie. Aveva conosciuto da poco sua madre, la conosce solo da quando è fuggita da quella maledetta torre ed ora doveva vederla morire. Voleva averci passato più tempo insieme, in un certo senso si sentiva in colpa. Iniziava a pensare che se fosse scesa prima da quella torre l’avrebbe conosciuta prima e avrebbe potuto passare più tempo con lei. Ma non si può fare più niente, ormai è successo, il passato non può cambiare.
-    Punzie! - , gridò una voce maschile, una voce che Rapunzel conosceva benissimo. Era il suo amico Hiccup.
-    Hiccup perché? Perché sta succedendo? Perché mia madre? - , domandò la bionda in lacrime pur sapendo che il suo amico non poteva rispondere a ciò che aveva chiesto.
Hiccup non disse nient’altro, si avvicinò alla sua amica piangente abbracciandola per consolarla. Poi anche Merida entrò nella stanza precipitandosi ad abbracciare la sua amica distrutta dall’accaduto.
-    Punzie mi dispiace tanto - , affermò Jack appena entrò nella stanza per poi andare ad abbracciare sua moglie accovacciata vicino il lettino.
-    Non è ancora detta l’ultima - , esclamò Rapunzel sollevandosi e facendo staccare i suoi amici da quell’abbraccio di gruppo
-    Cosa vuoi fare piccola mia? - , domandò il padre alzandosi dalla sedia in cui era seduto,
-    Adesso vedrete - , disse la bionda facendo segno di allontanarsi. La ragazza afferrò i suoi chilometrici capelli e li mise intorno alla testa della madre. Poi cantò:

Fiore, dammi ascolto 
Se risplenderai 
Con i tuoi poteri 
Tu mi proteggerai 
Con la tua magia 
Tu mi aiuterai 
E non dirmi che 
Per me è tardi ormai 
E' tardi ormai
I capelli brillavano di una luce fortissima. Appena finì la canzone del fiore disciolse i capelli per vedere l’effetto.
-    Rapunzel? - , domandò  la madre quasi sussurrando,
-    Si madre? - ,
-    Il potere del fiore non può fare niente per il tumore al cervello. Mi dispiace - , le rivelò in lacrime. Non voleva perdere la figlia che aveva da poco ritrovato.
La frase della madre distrusse quell’aria di speranza che si era creata nella stanza. Tutti credevano che grazie ai capelli magici di Punzie tutto si sarebbe risolto, ma invece no.
-    Per quel poco che ti ho conosciuta sei stata e sei la figlia migliore del mondo. Realizza sempre i tuoi sogni, vivili, amali e avverali. Ti voglio tanto bene piccola mia e sappi che io resterò sempre al tuo fianco anche se non puoi vedermi - , disse la madre come se sapesse che da un momento all’altro dovesse morire. La frase della madre fece nuovamente piangere Rapunzel ormai rassegnata. 
-    O mio caro marito … - , Disse chiamando il padre di Punzie che si avvicinò al lettino per sentire sua moglie, - … non lasciare che la mia morte ti distrugga, ricordati che io ti amo tanto e ti amerò per sempre.
Una macchina collegata al filo della madre segnalava un lungo tratto verde. Il battito del cuore si era fermato. Il “Bip” della macchina risuonava in tutta la stanza. Punzie emise un urlo di frustrazione. Ma poi successe qualcosa. Rapunzel ebbe un forte dolore alla pancia, si ripiegava in due dal dolore.


-    Rapunzel, come stai? - , le chiese suo padre,
-    Dove sono? - , domandò la ragazza,
-    sei una stanza di ospedale, ti sei sentita male. Tra poco viene il dottore che ci dice cosa hai - , le rispose il padre.
-    E mamma? - , domandò,
sia Jack che il padre alla domanda rattristirono facendo piangere Punzie.
-    Allora, devo darle una notizia buona e una cattiva - , disse il dottore entrando nella stanza senza notare l’atmosfera triste che si era creata.
-    La cattiva è che uno dei due gemelli è morto. Ma la buona è che l’altro è sopravvissuto - , esclamò il medico attirando l’attenzione dei presenti.
-    Cosa io sono incinta? - , chiese,
il dottore annuì,
-    Ma non è possibile io sono sterile - , dichiarò la ragazza,
-    Si ma  in alcuni casi è possibile e lei era incinta di due gemelli di cui uno è morto - , 
Rapunzel era felice ma allo stesso tempo triste, avrebbe avuto il suo bambino ma ne ha perso uno e sua madre.
-    Non sapeva che era incinta? - , domandò il dottore,
-    No - , 
-    Bene lei è in dolce attesa da cinque mesi - , annunciò lasciando tutti sorpresi ed esaltati della notizia.

4 mesi dopo
-    Il parto è andato bene la bambina è sana. Ora puoi entrare - , disse il padre a Jack che era nella sala d’aspetto.
L’albino subito si precipitò nella sala da parto per vedere la sua bambina e l’amore della sua vita.
-    Ehi jack vedi quanto è bella . Ha i tuoi occhi - , per qualche secondo la bambina tra le braccia della giovane madre aprì i suoi dolci occhietti mostrando il loro blu mare identici a quelli del padre.
In questo periodo Rapunzel ne aveva passate tante ma ora era felice aveva realizzare il suo sogno. Poi stremata sussurrò:
-    Il mio piccolo miracolo - , 


N.A.: Bene rieccomi, finalmente ho superato la mia timidezza ( non ancora del tutto ). Ho voluto pubblicare questa storia perchè mi sembrava carina, ma non sta a me a giudicare. Aspetto una recensione ( spero di riceverla ) alla prossima ...

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Capitolo 3
*** Pronti per la Ribellione ***


Titolo:   Pronti per la ribellione
AU:   Nessuno
Personaggi:   Jack Frost, Rapunzel, Merida, Hiccup,
Parings:   Mericcup, Jackunzel
Rating:   Verde

N.T.: Un rigido e repressivo governo ormai era stato stabilito in una ampia parte del mondo, anche se una piccola parte di esso è riuscita a scampare a questo governo, ma pagando un caro prezzo: esclusione e miseria. Molte famiglie dei popoli aventi questo governo preferivano non fuggire per evitare proprio l'emarginazione e la povertà.
Ogni anno il governo richiamava tutti i sedicenni del paese per esaminarli e verificare il loro quoziente intellettivo e le loro capacità e controllare se fosse il tutto nella media e non pericoloso e quindi non in grado di causare rivolte. Se ciò non accadeva e i ragazzi risultavano maggiori rispetto la media, venivano uccisi e sepolti. Quando il governo fu fondato e i nuovi ragazzi esaminati, la maggior parte di loro aveva un'intelligenza superiore o caratteristiche in grado di poter creare ribellioni.
 Vi furono molte vittime e il numero della popolazione diminuiva. I ragazzi sopravvissuti procrearono cercando di non creare qualità di ribellioni e ragazzi intelligenti o per lo meno farle restare nella media.



Il giorno degli esami, in una casa della parte più povera della città, un ragazzo dai capelli castani quasi a caschetto, occhi verde come un prato in primavera e viso disseminato di lentiggini, era terrorizzato da tutto ciò che stava per avvenire da lì a poche ore. 
Al ragazzo il cui nome di nascita era Hiccup Horrendous Haddock III, piaceva molto la tecnologia e la conoscenza, era un ragazzo abbastanza intelligente e sapeva che queste sue qualità e passioni gli si sarebbero rivoltate contro al test. Sperava di non risultare maggiore rispetto la media … di risultare normale.

In una casa sulla parte più alta della montagna del paese, un ragazzo dal capelli bianchi come la neve attecchita al suolo, occhi color ghiaccio e pelle come quella di un albino, era terrorizzato da tutto ciò che stava per avvenire da lì a qualche ora.
Il ragazzo che risultava al nome di Jack Frost era il solito giocherellone a cui piace fare scherzi divertenti, non gli piaceva il modo di fare e le regole del governo, ma in fondo a chi piacevano? A nessuno. Cercava di distrarsi dal tutto giocando con la sorellina fuori casa. Sperava di non risultare maggiore rispetto la media … di risultare normale.

In una piccola casina nella zona più calda del paese, una giovane ragazza dai lunghi, quasi chilometrici capelli biondi trascinati per casa che incorniciavano un viso innocente e grandi occhi verdi, era terrorizzata da ciò che stava per avvenire da lì a qualche ora.
La ragazza chiamata Punzie dagli amici ma il cui vero nome era Rapunzel si distraeva dalla paura dell’esame, sfogando la sua abilità e creatività in uno dei suoi bellissimi quadri. Sperava di non risultare maggiore rispetto la media … di essere una ragazza normale.

In una grande casa, una ragazza dai cespugliosi ricci capelli color rosso fuoco quasi indomabili e occhi blu che ardevano anch’essi di un fuoco interiore, era terrorizzata ma soprattutto innervosita da questa legge del test, anche perché una delle sue abilità era ribellarsi ed essere coraggiosa nel farlo, e questo i capi non lo vogliono. Cercava di calmarsi e di non pensare a tutto ciò che stava per avvenire da lì a qualche ora.
La ragazza proveniente da una ricca famiglia, Merida Dun Broch, non usava le buone maniere insegnate dai genitori autoritari, o meglio dalla madre, infatti cercava sempre di fare a modo suo e di non essere detta cosa fare. Nonostante già sapesse che per lei era difficile risultare normale, la speranza è l’ultima a morire. Perciò sperava di non risultare maggiore rispetto la media … di risultare come sua madre voleva.
In quello stesso giorno i quattro, grandi amici fin da piccoli si sedettero insieme cercando di distrarsi a vicenda. Poi Merida, avvertendo i suoi cari amici, rivelò una cosa che il padre le aveva detto riguardo gli esami: se dei ragazzi stanno per essere uccisi gli esaminatori cancellano i ricordi dei familiari ai bambini, uno stupido modo per farli soffrire di meno. 
Ed ecco che da quattro varie stanze, degli esaminatori chiamarono i nomi dei quattro che entrarono ognuno in ogni stanza. Merida cercava si sembrare il più normale possibile e di domare la sua riccioluta chioma, Rapunzel si trascinava i suoi lunghi capelli raccogliendoli tra le braccia così da non lasciarli indietro. Jack cercò di pensare positivo e di sperare di tornare a casa dalla sua sorellina che lo aspettava a casa per giocare insieme. Mentre Hiccup evitava qualsiasi tipo di lettura ed evitare così l’aumentare della sua conoscenza.
I quattro dopo aver bevuto il liquido verdastro nel bicchiere situato su un tavolino si sedettero su una sedia con sopra un casco collegato a tanti fili a loro volta collegati ad una macchina elabora dati. Mentre gli esaminatori facevano domande e i quattro rispondevano, valutando il loro quoziente intellettivo, il casco che avevano in testa valutava le loro abilità e capacità verificando che le avessero nella media.
Dopo un paio di domande vi fu il totale silenzio la macchina elaborava e prendeva automaticamente la decisione di cancellare o preservare la memoria. Ma poi per i quattro tutto era più confuso non ricordavano niente dei loro familiari, non sapevano neanche chi erano loro stessi. Il tutto era smarrito nella loro mente, lasciandogli un vuoto non solo in testa ma anche nel cuore: non ricordavano le loro famiglie.
Tre dei quattro subito pensarono alla frase che Merida stessa aveva detto e anche la rossa ripensava a ciò che qualcuno le aveva detto riguardo a dimenticare la famiglia, ma non ricordava chi. Tutti diedero impulso al loro istinto, Merida sferrò un calcio dritto sul viso della sua esaminatrice facendola cadere e fuggì dalla stanza cercando di ritrovare i suoi amici, le uniche persone che ricordava. 
Hiccup si alzò immediatamente e caricò come un toro verso l’uomo che stava per ucciderlo stordendolo e fuggì dalla stanza cercando di ritrovare i suoi amici, le uniche persone che ricordava.
Jack si alzò dalla sedia e atterrando l’esaminatore corse via per fuggi da quel luogo, fuggì dalla stanza cercando di ritrovare i suoi amici, le uniche persone che ricordava.
La povera Punzie sapendo ciò che stava per succederle si mobilitò per scappare. Afferrò i suoi chilometrici capelli lanciandoli contro la sua esaminatrice sbalzandola e facendola battere contro la scrivania della stanza, fuggì dalla stanza cercando di ritrovare i suoi amici, le uniche persone che ricordava.
I quattro si ritrovarono nella sala d’attesa dove altri ragazzi li guardavano increduli. Gli sguardi dei quattro si incrociarono capendo che tutti erano risultati superiori alla media. Erano tutti intenti a fuggire, ma la povera ragazza dagli occhi innocenti era trattenuta da qualcosa, qualcosa la tratteneva dai suoi lunghi capelli. La sua esaminatrice la tirava verso di se sfruttando quei bellissimi capelli e tirandoli come fossero una corda. La ragazza spaventata e impaurita gridava il più forte possibile aiuto. Hic vedendo la sua migliore amica in quelle condizioni non ce la fece, le tagliò i capelli lasciandoglieli lunghi fino le scapole e liberandola dalla solida presa dell’esaminatrice.
Ormai liberi e ricongiunti riuscirono a fuggire e ad addentrarsi nella foresta dove al momento sarebbero rimasti al sicuro. Erano soli, quattro ragazzi soli in una foresta.
Passarono anni perché i quattro si abituassero alla vita latitante e dei boschi, dove dovevano procurarsi il cibo da soli e sopravvivere alla foresta e ai suoi pericoli.
Ma ormai non erano più soli, ma con un gran gruppo di persone ribellate al governo.
-    Dobbiamo rivoltare questo governo - , gridò una Merida ormai cresciuta, ma sempre con la sua chioma ribelle incontrollabile.
-    Se vogliamo rivoltarci dobbiamo essere uniti e reclutare nuove persone disposte ad aiutarci per questa causa. Noi dovevamo essere uccisi per le nostre abilità, Rapunzel è troppo istintiva e questo avrebbe potuto causare ribellioni. Merida ha troppo coraggio per i loro gusti, e il coraggio per loro è simbolo di rivolta. Jack è un burlone ed in più ha sempre pensato di rivoltare il governo e questo loro non lo accettano. Io, invece, sono troppo intelligente e capace per loro, e la troppa intelligenza è causa di ribellione - , affermò Hic guardando le persone che erano in loro ascolto.
-    Perciò dobbiamo ribellarci e cancellare questo stupido governo repressivo - , esclamò Jack quasi gridando.
-    Io sono con voi e lo sapete, ma noi siamo in pochi e loro hanno un esercito. Ci serviranno armi - , disse Rapunzel con un piccolo camaleonte sulla sua spalla destra che ogni tanto si mimetizzava con lo ciò che vi era dietro la ragazza.
-    Perciò se volete ribellarvi andate a prendere più armi possibili, ci vediamo domani qui, e vediamo quanto siamo organizzati - , concluse Jack chiudendo la seduta con una missione per tutti: prendere più armi possibili.
-    Ma Jack, loro possono andare in città a comprare le armi, noi no ti ricordo che siamo ricercati - , disse Punzie afferrandogli la mano. I due ora erano più che amici così come anche Hiccup e Merida che ripeterono il gesto degli altri due.
-    Punzie so io dove andare, voi seguitemi - , all’affermazione di Jack tutti annuirono e lo seguirono a coppie mano nella mano.
I quattro si fermarono di fronte una casetta nella periferia della città dove le guardie andavano raramente a perquisire. La casetta era piccolina e tutta fatta di legno appartenente probabilmente ad un contadino.
Jack si avvicinò seguito a coda dagli altri tre, e arrivato vicino la porta bussò il più forte possibile.
Un vecchio signore dalla barba bianca aprì chiedendo:
-    Chi siete e cosa volete - , 
-    Noi siamo Jack, Hiccup, Merida e Rapunzel - , rispose l’albino.
-    E cosa volete? - , continuò il vecchio,
-    Vorremmo che tu ci costruissi un’arma per ognuno di noi. So che … - , all’affermazione del ragazzo l’anziano signore chiuse la porta quasi con violenza, ma non del tutto, Jack aveva messo un piede per bloccarlo continuando la frase ancora incompleta:
-    So che tu sei il più abile e veloce, e poi so che Hiccup potrebbe aiutarti, a lui piace la tecnologia e la costruzione - , guardando l’amico dagli occhi verdi e convincendolo a farlo, anche se davvero a Hic piacerebbe farlo.
-    No, non lo farò … perché dovrei farlo? - , domandò ai ragazzi che non gli permettevano di chiudere la porta di casa sua.
-    Perché noi siamo riusciti a fuggire al governo, e so che suo figlio è morto per colpa loro. Noi vogliamo ribellarci e cambiare le regole per favore aiutaci - , chiese Jack pregando l’uomo che era rattristito a sentire nominare suo figlio morto essendo risultato superiore alla media.
-    Ma anche se vi aiuto, sapete che avete scarse probabilità di vincere questa ribellione - , affermò l’uomo.
-    Almeno facci tentare - , affermò l’albino lasciando qualche minuto di tempo permettendo all’uomo di riflettere. 
-    E va bene vi aiuto, vieni ragazzo costruiamo qualche arma buona per voi - , affermò il vecchietto chiamando Hic e scatenando una risata di soddisfazione in tutti e quattro i ragazzi.
-    Hic, noi andiamo a prendere da mangiare e fare da guardia al rifugio. Tra quanto torniamo? - , 
-    Potete tornare questa sera, che già ho qualcosa di pronto - , concluse il vecchio facendo entrare Hiccup in casa e lasciando i ragazzi soddisfatti.
Dopo tante ore di lavoro Hiccup e il signore erano pronti a presentare ai ragazzi le loro invenzioni di cui erano più che soddisfatti.
Quando, la rossa, l’albino e l’innocente ragazza tornarono alla casa del vecchietto, Hic era già fuori che attendeva i suoi amici impazientemente.
-    Non venivate più, abbiamo finito, correte qui - , gridò Hiccup facendo cenno di arrivare velocemente da lui e i tre rispettarono i comandi dell’amico.
-    Beh, dove sono le costruzioni? - , domandò Merida molto eccitata.
-    Adesso arrivano. Frank vieni con la prima arma - , grido all’interno della casa. Subito il signore il cui rispettivo nome era Frank uscì dalla casa con un bellissimo arco di metallo decorato con fiamme e frecce dello stesso materiale posizionate in una grande faretra.
Alla vista dell’arco tutti rimasero a bocca aperta, cercando di domandare per chi fosse la prima arma. Ma Hiccup subito intervenne prima di tutti afferrando l’arco e la faretra e donandoglielo a una Merida molto eccitata e contentissima di ciò che stava ricevendo:
-    Alla ragazza che amo di più al mondo. Questo è un potente arco che scaglia frecce di che pochi secondi dopo lo scoccare si infiammano, ma non è tutto, questa è una particolare faretra che ha l’abilità di creare frecce per riempire l’arco.
-    Oh grazie mille Hic - , esclamò la rossa afferrando la sua nuova arma e donando un caldissimo abbraccio al ragazzo.
-    Frank, la seconda arma - , grido ancora Hic mentre il signore tornava dentro a recuperare la seconda arma e uscendo tutti rimasero di stucco e stupiti da ciò che aveva in mano: una padella.
-    Alla mia migliore amica, Punzie è tutta tua - , affermò il ragazzo afferrandola dalle mani di Frank e donandola a Rapunzel.
-    Ma Hic, è una padella - , affermò Punzie ,
-    Si, ma non sai che cosa puoi farci? Quella padella può cambiare forma in qualsiasi arma vuoi fuorché le armi da sparo - , a questa frase tutti rimasero sbalorditi e increduli, mentre Rapunzel gridava dall’eccitazione trasformando la padella in una spada, poi una frusta e poi in un coltello e così via.
-    Ora l’arma per Jack - , gridò il ragazzo attendendo che Frank la prendesse da dentro casa.
L’uomo uscì dalla casa con un bastone che ad una estremità diventava tondo come un punto di domanda e incorniciato da una strana sostanza celeste color ghiaccio.
-    Questo è per te Jack - , affermò Hiccup donando il bastone nelle mani dell’amico che era rimasto sbalordito.
-    Cosa fa? - , domando con fretta di sapere le qualità di quest’arma.
-    Beh Jack vedi quella sostanza solida presente attorno al bastone? È una rarissima sostanza che applicata a dovere crea un gran potere. ora grazie al bastone sei in grado di controllare e creare la neve e il ghiaccio, contento? - , concluse quasi fiero di se.
-    Contentissimo Hic, grazie mille amico - , esclamò l’albino lanciando una scia di ghiaccio che colpì involontariamente il moro scaraventandolo a terra e provocando un gran risata comune.
-    Ma Hic, non hai fatto niente per te? - , domandò Merida.
-    Ah si adesso vi presento un mio nuovo amico. SDENTATO VIENI QUI - , gridò Hiccup chiamando qualcuno.
Dal retro della casa una grande forma si innalzava in aria con grosse ali nere pece, raggiungendo i ragazzi .
-    Ragazzi, lui è Sdentato, è il mio amico drago meccanico, fatto di vari circuiti, in grado di volare e sputare fuoco. In più lo abbiamo dotato di intelligenza e di un cip, per chiamarlo quando ne ho bisogno. È MAGNIFICO - , esclamò Hiccup andando ad accarezzare il metallico drago nero, che si muoveva alle carezze come un vero animale in carne ed ossa. I tre, vedendo il drago, rimasero stupiti e incuriositi dalla creatura meccanica ma anche dall’intelligenza di Hiccup e del signore che hanno creato armi simili.
-    Abbiamo finito. Grazie mille Frank, grazie per averci aiutati nella nostra battaglia - , ringraziò Jack.
-    Di niente ragazzi. Hic non dimentichi di dire qualcosa a Jack? - , concluse Frank entrando in casa.
-    Ah si Jack, il tuo bastone ti permette anche ti volare perché elimina la forza di gravità in torno a te. Questo avviene solo quando vuoi tu - , concluse Hiccup salutando l’uomo con un sonoro CIAO.
-    Che cosa fortissima - , esclamò a gran voce Jack, - andiamo al rifugio - .
Hiccup salì in groppa a Sdentato preparandosi a decollare:
-    Merida vuoi venire con me? - , chiese il moro,
-    Si arrivo Hic  - , 
-    Sono sicuro che Jack possa portare con se Punzie volando - .
E i quattro volarono al punto di ritrovo per prepararsi alla ribellione.



-    Ragazzi se vogliamo rovesciare questo governo dobbiamo cambiare i dati presenti sul computer principale nella sala di comando nel palazzo di controllo. Dobbiamo scortare Hiccup lì e poi al resto penserà lui - , espose Jack,
-    Sii! - , gridarono tutti contemporaneamente,
-    Allora nel palazzo ci sono ben 15 piani compreso il piano terra. Noi siamo 60 esclusi noi 4 che dobbiamo andare al 16° piano dove è situato il computer principale con tutte le regole del governo della nostra città, cambiarle e fare lo stesso anche con altre città - , disse Merida esponendo il piano da seguire,
-    Per ogni piano 4 di noi devono fermarsi per rallentare l’avanzare delle guardie e darmi tempo di modificare le regole di questo governo che saranno comunicate a tutti i robot guardia che saranno sotto il nostro controllo - , concluse Hiccup.
-    Bene ora siamo pronti! - , esclamò Rapunzel speranzosa di cancellare per sempre questo governo,
-    Allora andiamo! - , disse Merida alzando il suo arco al cielo,
-    Pronti per la ribellione - .



N.T.: spero che anche questa One shot vi sia piaciuta ... mi è dispiaciuto tagliare i capelli a Punzie T.T ma ho voluto farlo. L'idea della padella mi è piaciuta molto ed ho voluto scriverla proprio per questo così come anche uno Sdentato metallico era troppo figo/cucciolo. Spero di trovare delle recensioni ma soprattutto che abbiate trovato la storia carina ... beh allora alla prossima ...
 

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Capitolo 4
*** Sei una Cacciatrice ***


Titolo:   Sei una Cacciatrice 
AU:   Teen Wolf!AU
Personaggi:   Merida, Rapunzel, Kate
Parings:   Nessuno
Rating:   Verde

N.A.:   adesso vi dico qualcosa riguardo la serie televisiva Teen Wolf per chi non la conoscesse.
In una città dove dei giovani ragazzi si ritrovano in un mondo esistente ma nascosto agli occhi delle persone comuni. A volte vi sono vittime la quale non si spiega la vera causa di morte o meglio chi ha causato quella morte: tra graffi e morsi si è sempre retribuita la colpa agli animali ma solo pochi sapevano chi vi era dietro queste morti. Tra lupi mannari in cerca di branchi per riuscire a proteggersi dai cacciatori (gli Argent il cui nome tradotto dal francese significa "Argento" da sempre detta l'arma mortale per i lupi mannari), che tra armi di vario tipo riuscivano a limitare i licantropi assassini presenti e quindi limitare i morti a causa di queste creature della notte. 


-    M-e-r-i-d-a  A-r-g-e-n-t! - , gridò la professoressa di storia appena notò la ragazza dormire sul banco della classe.
-    Si, professoressa? - , domandò la rossa strofinandosi gli occhi per riprendersi dal sonno in cui era immersa.
-    NON SI DORME IN CLASSE. Se hai sonno vai a casa, ma qui, durante la MIA lezione devi stare attenta - , continuò gridando la professoressa,
-    Mi scusi professoressa è che ieri notte non ho dormito - , affermò Merida per giustificarsi e non essere messa in punizione.
-    Bene, ora vai fuori - , esclamò indicando con il dito indice la porta della classe,
-    Ma … - , cercò di dire la rossa,
-    Niente ma. Fuori! - , disse sbattendo una mano sulla cattedra.
La ragazza raccolse tutte le sue cose e si avviò verso la classe pronta ad uscire, guardò la sua migliore amica seduta al banco di fianco il suo. La biondina seduta a quel banco prese le sue cose e seguì la sua amica.
-    Dove vai Rapunzel? - , domandò la professoressa,
-    Seguo Mer fuori dalla classe - , esclamò la ragazza dai grandi occhi verdi e innocenti,
-    Bene, anche tu non vuoi seguire la lezione. Fuori entrambe ORA - , urlò la professoressa arrabbiata.
Le due amiche fianco a fianco aprirono la porta pronte ad uscire ma ecco che qualcuno, un ragazzo presente in classe disse ad alta voce:
-    No, non uccidermi ti prego - , sfottendo la rossa che non sapeva il motivo di ciò.
Tutti i presenti in classe risero ad eccezione della professoressa e di Punzie.
-    Tutti in silenzio! E  voi due uscite! Mi avete già fatto perdere troppo tempo - , strillò la professoressa furibonda per il chiasso che si era creato.
-    Perché quel ragazzo ha detto quella cosa? - , domandò Merida appena uscì dalla classe,
-    Perché mentre dormivi dicevi quelle frasi. Stavi facendo un incubo - , 
-    Quindi gridavo? - , domandò la rossa mentre si faceva strada fra gli armadietti nei corridoi e arrossiva dalla vergogna assumendo un colorito simile a quello dei suoi capelli.
-    Si - , confessò Rapunzel,
-    Peccato che non era solo un incubo - , disse Merida mentre sentiva un brivido, un brivido di paura percorrergli la schiena. 
-    Cosa intendi dire? - , domandò la biondina aggiustando i suoi chilometrici capelli raccolti in una sola grande treccia con fiorellini di abbellimento,
-    Che sognavo ciò che mi è successo ieri notte! - , rivelò Merida che dal color rosso di vergogna passò a quello bianco latte di paura ricordando la notte prima cosa gli era successo.
-    Cosa ti è successo? - , chiese la biondina,
-    Ieri notte mentre tornavo a casa una figura con gli artigli mi ha attaccato e voleva uccidermi ma si è fermata mentre io ero a terra tremando dalla paura. Gli ho anche sferrato un calcio ma non ha mosso ciglio - , raccontò la rossa alla sua amica che faceva una faccia sbalordita e incredula allo stesso tempo,
-    Devi credermi Punzie - , esclamò la rossa scuotendo la biondina,
-    Ma hai visto chi era quella figura? - , per saperne di più e scoprire se era uno scherzo di pessimo gusto fatto da qualche ragazzino che si diverte a fare il burlone,
-    No, l’unica cosa che ho visto erano degli artigli affilati al posto delle unghie e credimi sono sicura che erano veri perché mi hanno sfiorato il viso - .


-    Ciao zia Kate da quanto tempo non ti vedevo - , disse Merida rientrando in casa e notando la donna seduta sul divano nel suo soggiorno e andando ad abbracciarla. Era sempre stata la sua zia preferita, l’unica che la capiva e appoggiava in tutto, forse anche perché erano quasi totalmente uguali, di carattere ovviamente di aspetto fisico erano completamente diverse: Kate aveva occhi scuri e capelli biondi quasi totalmente lisci mentre Merida rossa e riccia indomabile con occhi chiari.
-     Ciao Merida come va? Tutto bene? - , domandò la zia staccandosi dal solido abbraccio che la rossa le aveva dato.
-    Bene zia Kate e a te? - , rispose con un’altra domanda,
-    Benissimo visto che ora sono qui con la mia nipotina preferita - , esclamò scuotendo i capelli della rossa facendoli diventare più disordinati di quanto già lo erano.
-    Sono l’unica nipote che hai - , esclamò Merida sminuendo l’affermazione che Kate aveva appena fatto,
-    L’unica e anche la migliore - , aggiunse di ramando la zia.
-    Ti va di venire con me a fare un giro Mer? - , domandò la donna,
-    Si certo - , rispose la rossa lasciando libri e zaino sul tavolo per poi uscire con la zia.
Entrarono in auto e si avviarono verso una meta che solo Kate conosceva. Durante il tragitto nessuna delle due emise un solo fiato creando come un aria di leggero imbarazzo fra le due. L’auto della donna si fermò davanti una casetta sperduta in una parte periferica della città circondata dagli alberi.
-    Cosa ci facciamo qui? - , domandò Merida appena scese dalla macchina cercando di aggiustare i suoi ricci,
-    Lo vedrai Merida - , rispose la zia accennando un sorriso e incamminandosi verso la casetta. Merida seguì la zia per saperne di più e scoprire il motivo per il cui l’avesse portata lì.
Entrarono nella casetta grazie ad una chiave presente sotto il tappeto situato vicino la porta della casa.
-    Perché mi hai portata qui? - , chiese Merida, 
-    Tu sai che ogni famiglia ha un proprio segreto … - , disse scendendo delle scale che portavano ad un piano inferiore al piano terra,
-    Si e quindi? - , chiedeva sempre seguendo la zia in un lungo corridoio scuro illuminato solo da qualche lanterna,
-    Beh il nostro segreto di famiglia è un po’ diverso - , esclamò aprendo una porta chiusa con un lucchetto.
La stanza era scura con una sottile luce che permetteva di intravedere delle ombre e questo lasciò Merida sconvolta e scioccata. Vi era una figura umana legata ad una specie di croce.
Poi Kate accese la luce permettendo una visuale completa e chiara di tutto. Un ragazzo era legato alla croce e si dimenava per liberarsi dalle catene che lo tenevano legato. Aveva la testa chinata ma non per molto, appena Merida si avvicinò il ragazzo alzò la testa mostrandosi. Aveva le basette lunghe e pelose, rughe di rabbia, canini affilati e occhi gialli luminosi, e con un ruggito fece cadere la rossa a terra impaurita.
Ma il ruggito non durò per molto, una scarica elettrica lo colpì zittendolo. A causare la scarica erano fili elettrici collegati al fianco del ragazzo e questi fili erano collegati ad una macchina che creava corrente e che era stata azionata da Kate.
-    Zia lui cos’è? - , domandò Merida rialzandosi da terra,
-    Lui è un lupo mannaro Mer - , esclamò la zia come se tutto fosse normale. Subito a Merida venne in mente l’episodio che le era avvenuto la sera prima e di una figura con unghia affilate che l’ha attaccata.
-    E noi siamo cacciatori di lupi mannari, la nostra famiglia viene addestrata per ucciderli - , 
-    Cosa? - , domandò Merida spaventata dalla rivelazione appena fatta dalla zia,
-    Sei una Cacciatrice - .

 

N.A.: e rieccomi con un'altra one shot ... spero che anche questa vi piaccia. Io in realtà volevo fare una long su Teen Wolf ma ho deciso di non farla visto che ho già in programma di fare una long sul Campo Mezzosangue e poi seguita dalla long inspirata dalla one shot che ho pubblicato recentemente sulla ribellione. Perciò ho deciso di scrivere tante one shot su Teen Wolf che però hanno come un filo conduttore e che sarebbe come capitoli di una storia ma in realtà sono solo one shot ...
Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e seguono la mia raccolta. Ringrazio anche chi legge e non recensisce. Spero di trovare qualche recensione ... che dovevo dire? Bah! L'ho dimenticato ...
Allora alla prossima ...

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Capitolo 5
*** La Fenice ***


Titolo:   La Fenice
AU:   X-Men!AU
Personaggi:   Merida, Tempesta, Professor X, Ciclope, Nightcrawler, Magneto
Parings:   Nessuno
Ratings:   Verde


-    Sei tu Merida Dun Broch? - , 
-    Emh … si - , rispose la rossa, non sapendo da chi provenisse la domanda,
Ma appena finì di rispondere una creatura dal colore blu la toccò prendendola per braccio e la sollevò dalla panchina dove era seduta e puff … ero scomparsi, a loro si era sostituita da una nuvoletta di fumo blu dall’odore di zolfo che piano piano scompariva diventando sempre più chiara e trasparente.
I due riapparvero in una stanza, una stanza metallica. Merida era scossa, aveva lo stomaco scombussolato, era disorientata, e anche con le vertigini, quella strana creatura blu le aveva fatto qualcosa, ma cosa …
-    Che mi hai fatto? - , domandò Merida ancora traballante e disorientata ma pronta ad attaccare quella creatura
-    Io niente - , rispose l’umanoide,
-    E allora perché sto così male - , chiese la rossa quasi tornata in se e pronta a scatenare la sua furia.
-    E’ per via del teletrasporto - , le rispose la creatura parlando come se tutto fosse normale
-    Teletrasporto? - , continuò a chiedere Merida incredula, ma era vero, prima era seduta al parco, mentre ora si trovava in una stanza stretta e metallica dove solo una piccola finestra permetteva alla luce di entrare.
-    Si, teletrasporto Merida … ciao benvenuta - ,  disse un uomo seduto sulla sedia a rotelle, appena entrò nella stanza
-    - Ma … - , 
-    Adesso rispondo alle tue domande, so che ne hai molte - , disse l’uomo bloccando la frase della ragazza,
-    Già - , la rossa annuì sperando di ricevere risposte chiare e tonde.
-    Ok, allora iniziamo, Merida, io sono Charles e ora dovrò dirti una cosa che ti sembrerà surreale, ma tu devi credermi - , premesse l’uomo,
-    Ok, io sonno Merida ma vedo che già lo sai. E ora dimmi perché mi trovo qui- ,esclamò la rossa attendendo un risposta. Charles continuò chiedendo:
-    Allora Merida sai cosa significa mutazione? - , 
-    Emh … no - ,  rispose la ragazza chiedendosi cosa centrasse questo argomento,
-    Per mutazione si intende ogni modifica stabile ed ereditaria di materiale genetico - , risposero due ragazzi che erano appena entrati insieme a quella strana creatura blu che osservandola bene aveva tre lunghe dite sia alle mani che ai piedi ed in più una lunga coda biforcuta lunga più di mezzo metro. Dalla porta metallica quei ragazzi s’incamminarono verso la direzione di Charles. Si avvicinava una ragazza dalla pelle scura e capelli bianchi come il latte, indossava una tuta simile a quella della creatura solo che la sua era tutta nera e aveva un mantello lungo fino la sua caviglia lasciando spazio ai tacchi. Al fianco dalla ragazza vi era un ragazzo bellissimo, alto, muscoli ben piazzati, anche quest’ultimo aveva una tuta nera con lunghe strisce e maniche gialle, la cosa strana era che agli occhi portava degli strani occhiali a lente unica e lunga con una rotella sul lato.
-    Sa professore dopo tutte le volte che ce l’ha detto - , disse la ragazza africana con un sorriso piacevole,
-    Merida, loro sono miei due alunni - , 
-    Io sono Ororo Munroe, però a causa della mia mutazione mi faccio chiamare Tempesta - , disse la ragazza rivolgendosi a Merida sorridendo,
-    La tua mutazione? - , chiese Merida sbigottita e confusa su quello che aveva appena detto la ragazza dai folti capelli bianchi,
-    Si, come non lo sa? - , rispose Ororo rivolgendosi a Charles,
-    Stavo cercando di spiegarglielo Tempesta - , rispose Charles, per poi continuare la sua lunga spiegazione, - Allora Merida, la mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta Terra. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni qualche centinaio di millennio, l’evoluzione fa un balzo in avanti - , 
-    E quindi? Questo cosa c’entra? - , Chiese la rossa, chiedendosi il motivo di questa strana conversazione, che non le interessava più di tanto.
-    E quindi, scusami se te lo dico bruscamente, noi siamo mutanti, ovvero persone evolute, persone con un determinato gene che ci distingue dagli altri, dagli Homo Sapiens, e anche tu lo sei, hai ereditato il gene X da tua madre, anch’essa una mutante - , concluse Charles poggiando il dito indice e il medio uniti alla testa e massaggiandosi le meningi,
-    Cosa io? Mia madre? No non è possibile, non siamo mutanti, lei conosce mia madre? Non ci sto capendo niente … - , esclamò Merida spaventata ma allo stesso tempo incuriosita da ciò che Charles diceva anche perché parlava di sua madre scomparsa già da molti anni.
-    Merida so come ti senti … anche io ci sono passato, non preoccuparti, ti aiuteremo, ti aiuterò … per favore ragazzi potete uscire - , chiese Charles gentilmente agli altri ragazzi presenti nella stanza,
i tre uscirono dalla stanza sentendosi ingombranti in quel momento.
-    SI io conoscevo tua madre, eravamo grandi amici, manca anche a me … - , fece una pausa di ricordi che gli fecero salire malinconia, ma poi si riprese e continuò - … ah si Merida tua madre era una mutante, si hai capito bene e come ti ho detto tu hai ereditato il gene X da lei - , 
-    Come faceva a sapere che stavo per farle quella domanda? - , Chiese Merida spaventata perché Charles aveva risposto alla domanda che stava pensando prima ancora che lei la dicesse ad alta voce.
-    Come ti ho detto noi siamo mutanti, noi compresa te,  la mutazione comporta cambiamenti in coloro che l’hanno subita, e nel nostro caso cambiamenti molto “forti” come dite voi giovani adesso … - , la rossa accennò un sorriso a Charles, chiedendo per saperne di più su questa storia:
-    Quali cambiamenti? - , 
-    Beh, possiamo anche chiamarli “poteri” - , esclamò Charles,
-    Che genere di poteri? - , chiese la ragazza ormai sentendosi parte del discorso, 
-    Fai molte domande lo sai? - , Merida all’esclamazione dell’uomo abbassò lo sguardo sentendosi un po’ a disagio - … ma questo mi piace - , concluse la frase Charles sorridendo, mentre la rossa rialzava lo sguardo con un sorriso disegnato sulla bocca,
-    Beh adesso ti rispondo. Ogni mutante ha una particolarità specifica, ha un “potere” diverso dagli altri, anche se il gene viene tramandato da un mutante a suo figlio o figlia, il ragazzo o la ragazza può ereditare il potere del genitore o più debole o più forte, e questo è il tuo caso, hai ereditato il potere di tua madre - , 
-    Io ho poteri? Wow. Quale potere ho ereditato io? - , chiese la ragazza incuriosita più che mai,
-    Beh da quanto ho capito grazie a Cerebro, tu hai ereditato la telepatia - , rispose Charles,
-    La telepatia? Cerebro? - , 
-    Si Jean la telepatia, anche io possiedo questa capacità, siamo in pochi ad averla, e Cerebro è una macchina costruita da me e da un mio vecchio amico, poi te la mostro - , 
-    Quindi anche lei è come si definisce una persona che usa la telepatia? - , domandò una Merida molto incuriosita e interessata. Ora capiva perché avvolte le succedevano cose strane come sentire delle voci che non provenivano da persone che non stavano parlando affatto. 
-    Si, lo sono come lo sei tu, e il termine per definirci è telepatici . - , rispose Charles alla domanda della ragazza,
-    E cosa si può fare con la telepatia? - , chiese la rossa per saperne di più sul suo potere. Stava iniziando ad accettare e a credere di essere una mutante e questo le piaceva molto
-    Beh, puoi leggere i pensieri delle persone, provare le emozioni di altra gente e anche riuscire a controllare la mente di chiunque tu voglia, ma questo deve sempre essere usato a fin di bene - , rispose Charles per poi far capire che i loro poteri non devono essere usati per far del male alle persone innocenti,
-    Perciò io posso fare tutto questo? - , 
-    Si, comunque, tu hai anche un’altra capacità - , rispose Charles,
-    Un’altra capacità! Quale? - , chiese una Merida sbalordita ed eccitata più che mai,
-    Cerebro ha anche captato una forte telecinesi avanzata - , 
-    Cosa si può fare con la telecinesi? - , domandò Merida speranzosa di capire a fondo le sue capacità
-     Allora, la telecinesi è la capacità della mente di muovere, piegare e manipolare la materia, quindi puoi dedurre da sola cosa saresti capace di fare - .


-    Merida, attenta! Magneto ci sta attaccando! - , esclamò Tempesta, che dal nome si capiva il suo potere: creare tempeste e controllare il tempo meteorologico. Perciò iniziava a scagliare fulmini contro Magneto che si difendeva con oggetti metallici. Si il suo potere era  quello di creare campi magnetici e di controllare il metalli.
Un tubo metallico uscì da sotto terra intrappolando Tempesta e tutti gli altri X-Men. Poi Magneto usando il suo potere sui metalli sollevò il Jet privato e si mobilitò a scagliarlo contro tutti i mutanti che ha catturato e quindi tutti gli X-Men.
Merida provò ad usare la telepatia per controllare la sua mente, ma non ci riuscì e era strano, era come se qualcosa la bloccasse e non le permettesse di entrare nella mente del mutante nemico.
Il Jet stava per scagliarsi contro gli X-men che si erano rassegnati. Merida doveva fare qualcosa, doveva fermare il Jet. Perciò si mise davanti agli intrappolati e iniziò ad usare la sua telecinesi fermando a malapena il jet controllato dai forti poteri di Magneto.
Ma Merida resisteva, non voleva che facessero del male ai suoi amici. Il potere avversario era troppo forte così da spingere la rossa allo stremo delle forza, ma lei non voleva mollare, lei DOVEVA fermarlo!
Merida aveva perso il controllo. Il suo potere ora la stava controllando. Gli occhi della ragazza dal suo naturale colore blu divennero rocco fuoco e attorno al suo corpo le fiamme la avvolgevano come creando una coperta di fuoco. Alle braccia si crearono come ali e ai piedi un fascio di fuoco arrivava a terra come una grande coda. Il Jet si disintegrò all’istante. Il potere di Merida era troppo forte e ora era uscito allo scoperto e nessuno poteva fermarlo. Charles sapeva che stesse succedendo, lo sapeva fin dal giorno in cui aveva incontrato questa ragazza, sapeva che il suo potere era illimitato perché dentro di lei vi era la più potente forza cosmica: LA FENICE.



N.A.: E rieccomi con un’altra One shot sugli X-Men ( gli adoro troppo ). In questa One shot Merida ha preso il posto di Jean ( hanno anche lo stesso colore di capelli ) e le ho dato i poteri dell’entità cosmica La Fenice. Spero che anche questa storia vi sia piaciuta, e spero anche di trovare qualche recensione per sapere cosa ne pensate del mio modo di scrive e di inventare storie. Ringrazio nuovamente le persone che mi seguono, leggono e recensiscono la mia raccolta, e ringrazio anche quelle che leggono solo. Beh ora vi saluto che devo andare a fare lezioni di inglese a mio fratello! Ma questo non vi importa! 
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Il Potere di Afrodite ***


Titolo:   Il Potere di Afrodite!
AU:   Percy Jackson!AU
Personaggi:   Hiccup, Merida, Rapunzel, Jack,
Parings:   Nessuno
Ratings:   Verde
N.A.:   Prima che leggiate questa one shot vi dico alcune cose da sapere riguardo questa magnifica saga scritta dallo zio Rick Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, e la saga di continua Eroi dell’Olimpo. Le cose da sapere per capire interamente le due saghe sono molte. Ma quella da sapere per capire questa one shot è solo una:
- Cosa sono i semidei ( o mezzosangue )? Come dice la parola stessa, sono per metà figli di comuni mortali e per metà figli di una divinità ( nel caso di questa One Shot, una divinità greca ).


-    Voi credete davvero che io, il Dio della tecnologia e della metallurgia, vi debba aiutare a salvare i vostri amici mezzosangue figli degli Dei che mi hanno gettato qui sull’isola di Lemnos - , disse Efesto, un omone grosso venti volte i quattro ragazzi situati su un ripiano per guardarlo negli occhi, con tono scocciato.
-    Voi non sapete cosa vuol dire, essere rifiutati dalla propria famiglia solo per il fatto di avere un brutto aspetto - , continuò nervoso e di conseguenza diede un colpo al terreno facendo tremare il pavimento.
-    Efesto … - , cercò di dire Hiccup ma bloccato dal Dio furibondo,
-    Voi evitereste una persona per il suo aspetto fisico? E poi ragazzino attento ai nomi e prima del mio nome mettici signor - , continuò 
-    No, signor Efesto, io non … - , fu sempre bloccato dall’omone, che poi faceva tanta pena, povero, stato gettato giù dall’Olimpo solo per il suo brutto aspetto, era una cosa molto ingiusta.
-    E secondo voi dopo quello che mi hanno fatto quei montati lassù io dovrei aiutare voi, loro figli, e farvi armi per salvare altri loro figli - , esclamò dandoli un sonoro NO come risposta.
-    Ma signor Efesto, grande e potente Dio della metallurgia e tecnologia, sono stati rapiti anche vostri figli - , esclamò Rapunzel sperando che dicendo questo il Dio Efesto cambi idea e li aiuti facendoli armi.
Merida si stava stufando, voleva aiutare i suoi fratellastri figli di Ares ma se quel bestione raggrinzito e egocentrico non si sbrigava ad accettare di aiutarli, lei avrebbe scatenato il putiferio.
-    Signor Efesto, non possiamo stare qui ad aspettare che lei si convinca e che metta da parte il suo egocentrismo. Quindi si muova a farci delle armi - , gridò una Merida nervosa e motivata da un fuoco interiore.
-    Signorina, come osi rivolgerti a me in questo modo, ragazzina presuntuosa … - , il Dio fabbro si fermò come per annusarla e disegnare sul suo viso una faccia disgustata e brutta più di quanto già lo fosse, - … figlia di Ares, dovevo capirlo dal tuo atteggiamento. Quel brutto mascalzone. Quanto detesto Ares, ha rubato mia moglie - , disse cattivante, provando risentimento verso il Dio della guerra,
-    Quel traditore che se ne va a spasso con mia moglie, ma ogni volta lo metto in ridicolo davanti a tutti, è l’unica parte divertente - , esclamò Irato e divertito allo stesso tempo Efesto. 
-    Sua moglie? Mettere in ridicolo? - , domandò Hiccup a bassa voce per non farsi sentire dal Dio in loro presenza,
-    Si ragazzino! Mia moglie Afrodite! Ares ci gioca nel letto con lei. Ovviamente lei mi ha sposato solo per detta di Zeus, lei preferisce i muscoli e la bellezza che l’intelligenza! Ma ogni volta che li becco faccio loro delle trappole per metterli in ridicolo davanti tutti gli altri Dei- , 
-    Afrodite ha detto che se ci costruisce delle armi adatte a noi, lei smetterà di tradirti! - , esclamò Jack per convincere l’omone,
-    Non vi credo! Lei non smetterà mai di tradirmi! - , gridò il Dio facendo tremare l’isola intera.
-    Non ci credi? Allora odora questo! - , disse Hiccup  lanciando un foulard rosa con fiori bianchi al Dio che lo afferrò immediatamente.
Poi lo stirò e lo annusò accuratamente per poi dire:
-    Questo è di mia moglie! Ma non le credo comunq … - , la sua foce si affievolì, diventando sempre più calma e rilassata. – vi costruirò le armi! - , poi concluse afferrando il suo incudine. Hiccup soddisfatto della sua trovata disse sussurrando agli amici:
-    La magia dell’amore ha funzionato! - .

 

N.A.:  Ciao a tutti spero che questa one shot vi sia piaciuta! Ma ora vorrei chiedere un piccolo favore a chiunque legge questa one shot, questa è tratta da un capitolo che scriverò nella long che sto scrivendo di Percy Jackson, perciò le recensioni sono ASPETTATISSIME, anche perché se vi piace scriverò la long e la pubblicherò, se no la lascerò come one shot. Va bene ora devo andare! Alla prossima …

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Capitolo 7
*** Fuga per Hogwarts ***


Titolo:   Fuga per Hogwarts
AU:   Hogwarts!AU
Personaggi:   Rapunzel
Parings:   Jackunzel
Ratings:   Verde


-    Madre guarda che lettera mi è arrivata! - , gridò una Rapunzel più felice di quanto lo fosse già di carattere suo, correva e saltellava per casa per la lettera che aveva appena ricevuto. In quella torre nessuna mandava mai lettere.
-    Vediamo - , disse Madre Gothel entrando nella stanza della ragazza per leggere la lettera. Il viso della donna si fece cupo, lì su quella torre sperduta e nascosta chi avrebbe potuto scrivere una lettera e soprattutto chi avrebbe spedito una lettera a Rapunzel.
-    È arrivata con un gufo! - , esclamò la ragazza colma di così tanta gioia da esplodere, 
-    Cosa? Non è possibile! - , disse la donna più cupa di prima.
-    Che dice? - , domandò Rapunzel prendendola dalle mani di Gothel,
Poi sempre entusiasta, al contrario della madre, la biondina lesse:

Cara signorina Rapunzel,
Siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio l’1 settembre. Restiamo in attesa della sua risposta via gufo.

Con ossequi:
Albus Percival Wulfric Brian Silente
Minerva McGranitt

 
A fine lettura la ragazza aveva un’aria scioccata e euforica: era una strega. Lei voleva andarci, voleva andare in questa scuola di magia dove le avrebbero insegnato a fare incantesimi e pozioni.
-    Posso andarci mamma? - , domandò pur sapendo la risposta della madre, 
-    È ovvio Rapunzel … - , disse creando un’atmosfera di felicità nella stanza e un gran sorriso sulla bocca di Punzie, non poteva credere che sua madre le aveva dato il permesso di uscire da quella torre, - … è ovvio che non puoi andarci - , tutto andò in frantumi, la felicità di Punzie si trasformò in tristezza e questo suo nuovo sogno spezzato.
-    Ma mamma … - , cercò di dire interrotta dalla donna con tono fermo e deciso,
-    Niente ma, non ci vai e basta - , impose strappando la lettera e il contenuto e bruciandola nel caminetto e poi concludendo con un – Sciò brutto gufo! - , e uscendo dalla stanza.
-    No aspetta vieni qui! - , disse Rapunzel bisbigliando al gufo che subito tornò indietro,
la biondina prese un pezzo di carta e ci scrisse velocemente la lettera di accettazione mandando così via il gufo.


Era notte e le stella brillavano in cielo con la luna piena che emanava più luce del solito. Madre Gothel dormiva e Rapunzel preparava i suoi bagagli, o meglio, il suo zainetto.
Poi afferrò il suo camaleonte e scese dalla torre usando il suo sistema di capelli.
Ormai era giù e poteva finalmente correre sull’erba ed essere libera, ma si sentiva in colpa, aveva disobbedito a sua madre.


-    Ehi ciao ragazzina - , disse un ragazzino dai capelli bianchi e gli occhi azzurri color ghiaccio. 
-    Ciao, chi sei? - , domandò la biondina ormai arrivata in città,
-    Oh io sono Jack Frost! - , disse porgendo una mano in avanti,
-    Io Rapunzel - , disse la ragazza stringendo la mano del ragazzo,
-    Dove sei diretta tutta sola? - , domandò,
-    Vado ad Hogwarts! - , esclamò quasi gridando, ma fu subito bloccata dal ragazzino che le sussurro:
-    Non si svela la magia ai babbani - .
-    Cosa sono i babbani? - ,
-    Sono persone che non hanno poteri magici, mentre noi due siamo maghi - , disse fiero di se e della sua conoscenza,
-    Ma perché sei tutta sola? - , continuò,
-    Perché mia madre non voleva mandarmi in quella scuola e quindi io sono scappata - , confessò la biondina rattristendo al pensiero di quanto fosse preoccupata sua madre e di quanto lei stessa fosse disobbediente,
-    Che forte! Anche io sono scappato, ma dall’orfanotrofio - , esclamò fiero ma anche triste. Rapunzel volle dire qualcosa per consolarlo ma non ne ebbe il tempo.
-    Dai seguimi, per andare ad Hogwarts bisogna fare spese - .


-    Bene, questa è Diagon Alley dove noi maghi e streghe compriamo tutto il necessario per usare i nostri poteri - , disse afferrando la lista che davano con la lettera per Hogwarts,  e così si avviarono a fare spese.
-    Okay, prima andiamo a comperare i libri e le uniformi - , e così comprarono le prime cose mettendole in due differenti carrelli che li avevano regalato.
-    Adesso voglio un animale! - , esclamò gioioso Jack dirigendosi all’Emporio del Gufo e serraglio stregato.
-    Ad Hogwarts si possono portare tre tipi di animali: Gufi, Gatti o Rospi - , disse afferrando una Civetta bianca e piccolina, e la andò a pagare per portarla con se a scuola.
-    È un gufo da granaio, e lo chiamerò mmh … fammi pensare … ha detto anche che era femmina … perciò la chiamerò Dente da Latte! Ti piace come nome? -, la ragazza annuì contenta ed eccitata da questo magnifico posto, mentre la civetta muoveva la testa su e giù come in segno di approvazione.
-    E tu non compri nessun animale? - , continuò chiedendo alla biondina,
-    No ho già Pascal! Credo che me lo lasceranno portare … - , esclamò mostrando il piccolo camaleonte presente sulla sua spalla,
-    Per la luna, non lo avevo visto! - , disse mentre Pascal faceva una faccia offesa.


-    Bene Rapunzel, ora che abbiamo comprato i Calderoni,  tocca alla cosa che serve di più ad un mago per essere un mago: la bacchetta - , disse afferrando la mano della ragazza e portandola fino al negozio di bacchette da Olivander.
I due entrarono nel negozio eccitati più che mai. Un vecchietto il cui nome corrispondeva proprio a Olivander subito si avvicinò ai due dicendo:
-    Prima bacchetta vero? - , e i due annuirono.
Poi l’uomo afferrò un metro e si mise a prendere le misure del loro corpo. Appena finì subito ebbe in mente la bacchetta giusta per ognuno dei due.
Afferrò una scatola lunga e stretta e la aprì facendone fuoriuscire una bellissima bacchetta bianca con un manico intrecciato.
-    Legno di Tasso con nucleo di corda di cuore di Drago, provala! - , esclamò il vecchio donandola a Jack. Subito il ragazzo la afferrò, al suo tocco ci fu come un contatto fra i due: la bacchetta l’aveva scelto.
-    Bene uno è fatto, ora a te ragazzina … vediamo un po’ … ecco perfetta! - , esclamò afferrando un altro scatolo dalla quale uscì una bacchetta marroncino chiaro con alcune foglie di decorazione.
-    Legno di Noce con nucleo di crini di Unicorno, provala - , la biondina afferrò la bacchetta che subito la scelse. Provò una bellissima sensazione toccandola, ora era come se fossero una sola cosa.



N.A.: Salve a tutti e rieccomi con una nuova one shot con Rapunzel come protagonista che riceve una lettera per Hogwarts. L'ho sempre immaginato così ... spero vi sia piaciuta. Poi ho messo la citazione di Le cinque Leggende prendendo il nome che Jack ha dato alla fatina che lo seguiva per tutto il film: Dente da Latte ... all'inizio la civetta l’ho chiamata Bianca ma poi _Lullaby99_ mi ha dato l'idea per questo nome e l'ho scelto, grazie mille Semidea figlia di Pietro xD. Beh ora vado spero di trovare qualche recensione ... vi aspetto alla prossima ...

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Capitolo 8
*** Il Figlio Delle Tenebre ***


Titolo:   Il Figlio Delle Tenebre
AU:   CampHalfBlood!AU
Personaggi:   Hiccup, Rapunzel
Parings:   Nessuno
Ratings:   Verde
N.A.:   Prima che leggiate questa one shot vi dico alcune cose da sapere riguardo questa magnifica saga scritta dallo zio Rick, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, e la saga di continua Eroi dell’Olimpo. Le cose da sapere per capire interamente le due saghe sono molte.  Ma ora vi spiego le più semplici e significative:
- Cosa sono i semidei ( o mezzosangue )? Come dice la parola stessa, sono per metà figli di comuni mortali e per metà figli di una divinità ( nel caso di questa One Shot, una greca)
- Cos'è il Campo Mezzosangue? Il Campo Mezzosangue è una specie di campo estivo, l'unico posto in cui i semidei sono al sicuro, soprattutto protetti dall’albero di Talia. Ma questa one shot è ambientata prima che Talia venne trasformata in un albero perciò non vi è nessuna barriera di protezione quindi sono più vulnerabili agli attacchi.
- Al sicuro da cosa? Beh, se esistono le divinità dell'Olimpo, esistono anche le creature mitologiche di cui si parla nei poemi greci: Minotauri, manticore, ciclopi e di tutto e di più, che sono... assatanati di carne semidivina. Ecco da cosa vengono protetti. 



-    Ciao tu sei il nuovo arrivato, Hiccup se non sbaglio? - , domandò una biondina al giovane moro appena arrivato al campo mezzosangue,
-    Si, sono io perché? E tu chi sei? - , rispose con una domanda alla biondina dai lunghi, anzi chilometrici capelli che sembrava non avessero fine,
-    Oh, io sono Rapunzel figlia di Apollo, il Dio del sole e delle arti. Il tuo satiro è dovuto partire, perciò mi ha chiesto di farti fare il giro del campo, ma ora tra qualche minuto ci sarà la caccia alla bandiera, perciò poi ti mostrerò il campo - .
-    La caccia alla bandiera? - , chiese Hiccup confuso, 
-    Poi te lo spiegheranno. Ora vai alla casa undici, quella di Ermes! -, esclamò la ragazzina,
-    Io sono figlio di Ermes? - ,
-    Questo non lo so, ma gli indeterminati, ovvero quelli che il proprio genitore divino non gli ha riconosciuti, e tra questi ci sei tu, venite ospitati dalla casa di Ermes, Dio anche dei viaggiatori - , il moro annuì e si avvicinò alla casa indicata dalla biondina. Dentro vi era un gran affollamento, e questo ad Hic non piaceva.


-    Allora  potete muovervi liberamente per la foresta. L’unico confine che avete è il ruscello. Non oltrepassatelo! Sono concessi gli oggetti magici e potete disarmare i vostri avversari, a patto che non li feriate. Ah, e non potete legarli! E lo stendardo deve essere messo in bella vista, con solo due ragazzi a fare da guardia. Spero sia tutto chiaro! - , dichiarò il signor D., il direttore del campo per poi gridare:
-    Alle armi! - .
I tavoli si riempirono dell’equipaggiamento adatto all’attività, facendo saltellare dalla gioia ogni membro della squadra blu e spaventare ulteriormente Hiccup, si lui faceva parte della squadra blu insieme alla casa di Ermes, di Atena e di Apollo, mentre nella squadra avversaria, ovvero la rossa, faceva parte la casa di Ares, quella di Efesto e quella di Dionisio. Elmi, spade, lance, c’era di tutto e di più sui tavoli. Il moro fu aiutato dalla dolce e gentile Rapunzel che gli diceva come mettere tutti gli equipaggiamenti e come impugnare una spada.
Poi la capo casa di Atena spiegò la strategia, Hiccup si fidava ciecamente, visto che si trattava della figlia della dea della strategia militare.
-    Allora, mandiamo all’avanzata il nuovo arrivato … - , alla frase Hiccup si sentì a disagio, non voleva farlo, ma doveva, - … non preoccuparti ragazzino, non penseranno che tu sia in grado di prenderla, perciò ti sottovaluteranno, e manderanno in pochi, poi ci saranno altri dei nostri a coprirti le spalle così che tu posa prendere la bandiera … bene voi seguitemi e vi dico cosa fare, tutti in posizione! - .
Hiccup aveva paura, di sicuro avrebbe fallito!
Poi il tutto iniziò con un suono alla conchiglia che segnava l’inizio. Hic partì all’attacco, correndo per tutto il bosco a cercare la bandiera. Ed eccola lì, la bandiera rossa con il cinghiale impresso sopra di essa.
Corse a prenderla quando due ragazzoni si gettarono su di lui come tori attratti dal colore rosso, ma lui non aveva niente di rosso addosso e in questo caso era proprio per questo che lo attaccarono.
Si misero su di lui bloccandogli le gambe e lo presero a pugni nello stomaco e varianti di calci. Quando sarebbero arrivati i soccorsi?
Fortunatamente riuscì a liberarsi dalla presa del grosso figlio di Ares e da uno di Efesto. Si alzò sbandando ma riuscì a correre dolorante. Mentre stava tornando nel bosco incontrò altri dalla squadra rossa che lo strattonarono vicino la loro bandiera e si misero a picchiarlo gridando che era una nullità e che non avrebbe mai preso la loro bandiera, e in effetti era così, Hicup non ce l’avrebbe mai fatta.
Mentre incassava dolorosi calci e pugni dalla squadra rossa, notò la ragazza figlia di Atena, che aveva ideato la strategia, afferrare la bandiera avversaria e fare un sorriso compiaciuto e di vittoria. Lo aveva usato per distrarli.
Hiccup ebbe una stretta allo stomaco, non causato dai pugni, ma dalla rabbia che lo travolse impadronendosi del controllo. Gridò il più forte possibile e un grande cratere si aprì vicino a lui, facendo cadere alcuni componenti della squadra rossa e anche di quella blu, compresa la figlia di Atena. 
Tutti fissavano Hiccup increduli e stupefatti, riuscirono ad uscire dalla crepa e tutti si inginocchiarono alla sua presenza compresi quelli della casa di Ares.
Il moro si chiese come avesse fatto a fare una cosa del genere, ma ci era riuscito. Alzò lo sguardo e vide sulla sua testa un grosso teschio fatto di oscurità ma che si distingueva da quella presente nel cielo. Un’oscurità profonda e pura.
-    Sono figlio di Ade! - .


Il giorno dopo così come anche i successivi furono un incubo per Hiccup, o meglio giorni di solitudine. Tutti lo ignoravano oppure troncavano i discorsi durante il suo arrivo, nessuno voleva più neanche parlagli. Sia per paura, che perché era figlio di Ade, nessun Dio provava simpatia per Ade.
-    Ehi Hiccup come stai? - , domandò una voce che Hiccup conosceva, Rapunzel, 
-    Perché mi parli? Non mi evitate tutti? - , chiese il ragazzo alla biondina che prontamente e con un sorriso rispose,
-    Tu sei mio amico Hic, perché dovrei evitarti? - , Hiccup provò gran sollievo, anche dopo che Ade lo ha riconosciuto, lei era lì che ci parlava con tanto di sorriso. Punzie era una persona davvero meravigliosa.
-    Grazie Rapunzel, non credevo che anche dopo il mio riconoscimento, qualcuno mi avrebbe più rivolto la parola - , la biondina non disse niente si limitò solo ad abbracciarlo caldamente e questo era cento volte meglio delle parole.
-    Ragazzi ci stanno attaccando! - , gridò un ragazzo a tutto il campo rovinando l’abbraccio di conforto verso Hiccup,
-    Hiccup tu sei un semidio potente, ti prego aiutaci, puoi fermarli! - , pregò Rapunzel mentre il campo veniva attaccato e tutti intorno ai due si mobilitavano a contrattaccare,
-    Non lo so Punzie, questa è stata la settimana più brutta della mia vita, mi hanno ignorato e isolato solo perché sono figlio di Ade, e io dovrei aiutarli? - , affermò il moro allontanandosi lasciando la biondina quasi in lacrime.
L’attacco era massiccio, file di mostri oltrepassavano il campo attaccando giovani mezzosangue, molti resistevano ma era molto difficile, se qualcuno non sarebbe intervenuto, qui tutti ci avrebbero rimesso la pelle.
La dolce Rapunzel era lì, nella mischia, arrotolando i capelli ai piedi di un ciclope per farlo cadere, ma non fu così, il mostro afferrò la biondina prima che lei riuscisse ad attorcigliarglieli.
L’aveva in pugno e la stritolava facendole del male mentre disperatamente la biondina gridava aiuto.
Ma proprio mentre era sul punto di perdere i sensi e di lasciarsi andare ormai spacciata qualcuno la aiutò e quel qualcuno era Hiccup.
Migliaia di spiriti fuoriuscirono dal terreno attaccando il ciclope che mollò la presa, facendo cadere la ragazza fra le braccia di Hiccup, per poi essere inghiottito da uno squarcio creato dal moro nel terreno.
Tutti fissarono Hiccup che ignorò gli sguardi e si avviò al’attacco scatenando spiriti dall’oltretomba e creando fosse nel terreno e abbattendo uno ad uno i mostri che stavano attaccando.
Hiccup li aveva distrutti tutti salvando il campo mezzosangue e tutti i presenti.
-    Wow li hai uccisi tutti! - , esclamò Rapunzel andando ad abbracciarlo per poi sussurrargli un Grazie per avermi salvato.
Tutti poi gridarono in gruppo in festa:
-    Forza Hiccup figlio di Ade! - .

 

N.A.:  E rieccomi con un’altra CampHalfblood!AU le adoro troppo *^*. Bene spero vi sia piaciuta anche se Hiccup è figlio di Ade, ma fra gli altri tre miei amorini: Merida, Jack, Punzie non mi vedo nessuno nella casa numero 13 ovvero quella di Ade. L’unico fra i quattro che me lo vedo di più è Hiccup perciò … Bene spero di trovare qualche recensione lasciata da qualche buona anima … ringrazio ancora una volta coloro che leggono, recensiscono e seguono questa mia raccolta. A breve credo o meglio spero di pubblicare la mia long. Poi ringrazio anche i lettori silenziosi. Ma la persona che devo ringraziare di più fra tutte è la mia straordinaria amica (Semidea) _Lullaby99_ che mi ha dato il permesso di pubblicare questa one shot, la ringrazio tanto perchè è una bravissima persona … Bene ora vi lascio alla prossima …

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Capitolo 9
*** Divisa in Due ***


Titolo:   Divisa in Due
AU:   The Host!AU
Personaggi:   Merida, Rapunzel, Hiccup, Jack
Parings:   Mericcup, Jackunzel
Ratings:   Verde
N.A:   non credo debba dirvi qualcosa di più sul tema di questa one shot, perché ho detto tutto ciòche vi era da dire su The Host, un magnifico film ben fatto. Ora vi lascio alla lettura ci sentiamo al N.A. di fine capitolo.


La Terra è in pace. Non c’è fame. Non c’è violenza. L’ambiente è salvo. Onestà, cortesia e gentilezza sono praticate da tutti. Il nostro mondo non è mai stato così perfetto. Solo che non è più il nostro mondo. Siamo stati invasi da una specie aliena che adesso abita i corpi di quasi tutti gli esseri umani del pianeta. I pochi sopravvissuti sono in fuga.


-    Non correre! Noi vogliamo aiutarti! - , gridò una donna vestita di bianco con occhi non comuni per gli umani.
La ragazza inseguita continuava a correre in varie direzioni per seminare la donna e gli uomini al suo seguito anch’essi vestiti di bianco con quegli strani occhi.
La ragazza correva disperatamente mentre gli inseguitori le erano sempre più alle calcagna.
Era salita su un palazzo per poi entrare nella struttura e nascondersi per non essere trovata. La ragazza dai folti capelli rossi e ricci ora era nell’edificio a cercare rifugio, un nascondiglio per non farsi trovare. Anche quelle persone, se erano tali, entrarono nell’edificio dividendosi per cercare la ragazza.
La rossa era nascosta dietro un tavolo sperando che non la trovassero, pregando Dio che non la catturino.
-    Ehi tu! - , gridò ancora quella donna una volta localizzata la ragazza, e quest’ultima imprecò per la sua sfortuna.
-    Non mi avrete mai! Non troverete gli altri! Io non vi aiuterò a trovarli! - . 
Era circondata, non aveva via di fuga, l’unica sua arma era l’arco che le aveva regalato il padre, lo stringeva fra le sue mani, ma non poteva usarlo, aveva finito le frecce.
Non poteva farsi catturare, avrebbero inserito un’anima, come si facevano chiamare gli extraterrestri, nel suo corpo e così facendo avrebbero trovato il gruppo di sopravvissuti di cui faceva parte, avrebbero trovato, i suoi tre fratellini, suo padre e sua madre. Non poteva permetterlo!
Strinse saldamente l’arco nella sua mano destra e partì all’attacco! Menava colpi con le estremità dell’arco abbattendo gli inseguitori, tutti tranne quella donna, quella dannata donna, che schivava ogni colpo menandone altri a sua volta che invece andavano a segno.
Gli inseguitori si ripresero e circondarono nuovamente la rossa che si dimenava contro la donna che orami l’aveva bloccata.
Era spacciata e ormai catturata. Anche se fuggisse l’avrebbero presa comunque. Ma non poteva farsi prendere, avrebbero scoperto la sua famiglia.
Diede un colpo di testa alla donna abbattendola e aprendosi un varco verso l’unica via di fuga: una finestra. Ma quella finestra era al decimo piano.
Corse verso questa pronta a scagliarsi contro per rompere il vetro e cadere. Il suo fu un estremo atto di coraggio e di amore verso la sua famiglia, sacrificò se stessa per salvarli e si gettò dalla finestra iniziando a precipitare di sotto.
Una lacrima scese dal suo occhio, pensando che ne valeva la pena sacrificarsi per le persone che amava. Ora finalmente sarebbe stata in pace.
Lo schianto avvenne molto velocemente lasciando gli inseguitori alieni a bocca aperta per l’aver preferito morire che essere catturata da loro.


-    Non riesco a capacitarmi, che dopo una caduta del genere sia ancora viva - , disse la donna vestita di bianco ad un uomo anch’esso vestito dello stesso colore,
-    Non voleva morire, forse quello che pensava era di morire, ma non quello che voleva davvero, perciò anche se con tutte le ossa fratturate e lesioni ovunque è sopravvissuta. Come ben sai questa razza umana è molto diversa e più determinata dalle altre che abbiamo occupato - . La donna, annuì lanciando un occhiata alla ragazza, sdraiata su un lettino di metallo lucente, che la sera prima si era buttata da una finestra, la stessa rossa riccia che voleva morire, colma di graffi e lesioni.
L’uomo afferrò un oggetto di metallo lungo e spesso e aprendo la bocca della ragazza iniettò uno strano spray che guarì ogni ferita e taglio, poi messo al posto l’affare metallico afferrò un piccolo contenitore dello stesso materiale, e con un leggero tocco di mano il contenitore si aprì emanando una luce non comune, una luce spettacolare.
Con delicatezza poi prese quella luce, che pian piano assumeva forma e diventava ovale e con filamenti fatti anch’essi di luce che dolcemente entravano fra le mani dell’uomo che con la stessa dolcezza la accoglieva con delicatezza. Poi fece una piccola incisione al collo della ragazza scoperto a posta per quel taglio e pian piano avvicinò quell’essere di luce al taglio.
Prima i filamenti e poi tutto il resto entrarono nel collo della ragazza mantenendo sempre la stessa luminosità, fino ad arrivare al cervello ed impadronirsi del corpo.
La ragazza aprì gli occhi, ma non erano più i suoi occhi, erano come quelli della donna e dell’uomo in piedi di fronte a lei, occhi dello stesso colore della luce che emanava l’anima appena entrata nel suo corpo. Non era più la stessa ragazza!
-    Salve, mia giovane anima, come vorresti farti chiamare in questo corpo? - , domandò l’uomo fissando la rossa che spostava i numerosi ricci rossi dietro il capo per diminuire il fastidio che le provocavano.
-    Potete chiamarmi … RAPUNZEL! - . 


-    Rapunzel, ciao io sono Gothel. Come ben sai, noi anime da sempre invadiamo nuovi mondi per amalgamarci fra loro, occupando i loro corpi, e renderli perfetti, rendere il loro mondo perfetto. Bene qui, sulla Terra stiamo facendo la stessa cosa, e ormai abbiamo quasi occupato tutti gli abitanti di questo mondo. Ma ci sono dei sacchi di resistenza, che si nascondono e si ribellano a noi, e il corpo che tu ospiti è uno fra questi! Perciò vorrei sapere da te se puoi scavare nella memoria di questa ragazza e localizzare il nascondiglio dei fuggiaschi! - , disse la donna dai ricci capelli corvini.
-    Okay … allora … si chiamava Merida DunBroch e la sua famiglia è sfuggita alla prima invasione, rifugiandosi per strade, fossi e case abbandonate e già perquisite. Suo padre si chiamava Fergus DunBroch e aveva come moglie, ovvero la madre di Merida, Elinor DunBroch che aveva altri tre figli tutti più piccoli e gemelli - .
La donna la fissò attendendo la continua.
-    … poi mentre viaggiavano ed entravano nelle case ormai abbandonate o disabitate, Merida si ritrovò in una di queste a frugare per trovare cibo, ma presto capì che non era sola. Vi era un ragazzo che dopo un po’ di incomprensioni all’inizio, ci strinse amicizia, e anche molto di più: un bacio, era il suo fidanzato: Hic… - ,
<< NO! Non dirlo! >> gridò una voce, ma sembrava che solo Rapunzel potesse sentirla, era la vera Merida che si ribellava per riavere il proprio corpo.
Rapunzel cercando di bloccare la ribellione della rossa interiore si mise le mani alla testa provocando in Gothel un’espressione dubbiosa e preoccupata:
-    Oppone resistenza? - , Rapunzel annuì 
<< Ti prego non dirle il suo nome! Ti prego! >> gridava la voce della vera Merida nella sua mente ormai controllata da Rapunzel. 
-    … il suo fidanzato si chiama Hiccup Horrendous Haddock III e la sua famiglia è morta durante la prima invasione - . 
<< NO! NO! TI ODIO >> gridò la vera Merida a Rapunzel che non ne risentì.
<< Perché lo hai fatto? >> le gridava la voce di Merida nella testa, mentre l’anima Rapunzel si prendeva una pausa per riposare camminando per il corridoio del palazzo bianco in cui erano.
-    Noi anime dobbiamo farlo! Serve per la pace del mondo! Voi umani lo avete rovinato e vi stavate rovinando a vicenda e noi facciamo ciò per il benessere comune! - , rispose Rapunzel
<< Ma quale benessere!? Noi umani non siamo tutti uguali, non siamo come pensate voi! Sì, abbiamo fatto degli errori, ma sbagliando si impara e poi Hiccup non ha fatto nulla di male! Non meritava di essere scoperto e catturato! >>
-    Voi umani non siete buoni! Siete egoisti e non pensate comunemente! - .
<< Non tutti! Vedi … >>
Un immagine apparve nella mente dell’anima Rapunzel, un ricordo di Merida, un ricordo di gioia e felicità.
Merida e il suo fidanzato Hiccup abbracciarsi e coccolarsi mentre i tre fratellini li disturbavano giocandoci intorno, ma i due erano presi costantemente dalla felicità che provavano stando l’una nelle braccia con l’altra, in quel momento erano solo loro, era come se le invasioni non ci fossero state, come se non fosse successo nulla. E poi un bacio.
Il ricordo scomparve, Rapunzel era confusa. Nonostante fosse un’estranea, durante la visione aveva provato la stessa felicità del quadretto facendole suscitare dei dubiti riguardo gli umani. Forse davvero non erano tutti malvagi. Forse questa Merida che la ospita non era come gli stereotipi che le avevano dato su questa razza. Merida si era sacrificata, anche se non riuscendoci, ci aveva provato a non farli scoprire e farli restare nel rifugio
-    Rapunzel! - , gridò Gothel raggiunta la ragazza ancora sovrappensiero,
-    Si Gothel? - , 
-    Lo abbiamo trovato! Il ragazzo chiamato Hiccup, abbiamo già mandato un gruppo a prelevarlo! - . 
-    NO! - , gridò la ragazza. Il corpo ora era di nuovo sotto il controllo della vera Merida, Rapuzel non riusciva ad opporsi. Mise le mani alla gola di Gothel, ma la donna fu scaltra, liberandosi e iniettando un spray alla ragazza che svenne immediatamente.


-    Ciao Rapunzel! - , le disse Gothel appena la ragazza si svegliò,
-    Ciao Gothel, che è successo? - , le domandò la rossa per poi notare la faccia maligna della donna,
-    La tua ospite, Merida, ha ripreso il controllo del suo corpo perciò credo che tu sia un’anima debole e che non riusciresti a scoprire il rifugio. Perciò faremo un trasferimento! Un cambio di corpi, io entro in quello e tu in questo! - , concluse con un sorriso compiaciuto e poi uscì dalla stanza.
<< NO! Così li troverà tutti! Dobbiamo scappare e tu mi aiuterai! >> impose la Merida vera,
-    Io non ti aiuterò! Non posso andare contro la mia razza! - . 
<< Dai! Non puoi far morire tute quelle persone! Per favore! Non eri tu quella che voleva la pace? >> .
Questa frase fece dubitare Rapunzel su quello che stava per succedere. Non poteva permettere che gli amici di Merida venissero catturati, in fondo erano buoni da ciò che aveva visto mentre dormiva: visioni di gesti dell’aiutarsi a vicenda, essere sempre presenti l’uno per l’altra e l’aiutarsi anche in veri momenti di difficoltà. Ma non poteva tradire la sua razza, anche se reprimeva la razza umana  giudicandola vigliacca ed egoista, ma il tutto per il bene comune.
Non sapeva che fare, ma doveva decidere in fretta!
Stringeva i polsi facendo diventare le nocche bianche, era nervosa, era divisa ed era insicura.
C’era una sola cosa da fare: seguire il cuore! Anche se lei essendo un anima non aveva un vero cuore.
-    Da dove possiamo fuggire? - , domandò alla vera Merida dentro di se,
<< Oh grazie luci fatue! Usciamo dalla finestra! >> 
-    Sei pazza? Sono sei piani! - , 
<< Fidati di me! >> e grazie alla volontà di quest’ultima si mosse il piede in direzione della finestra.
Il secondo passo lo fece Rapunzel che aveva il controllo del corpo, perciò aprì la finestra e si buttò.
L’atterraggio fu molto bagnato visto che finì in una piscina. Una volta uscita camminò fino ad arrivare in strada.
<< Dobbiamo rubare un’auto! >> esclamò Merida,
-    Lascia fare a me! - , disse Rapunzel mettendosi in mezzo alla strada per fermare la macchina che stava venendo.
<< Che stai facendo? >> le chiese Merida, ma senza ricevere risposte.
-    Mi scusi signore può prestarmi la sua auto? Ne ho davvero bisogno! - , chiese all’uomo sceso dall’auto,
-    Si certo signorina! - , e con un sorriso le diede le chiavi della macchina.
-    Vedi! Noi anime siamo gentili e ci fidiamo degli altri - , disse Rapunzel.
<< Che strano! >>
E partirono verso il rifugio, verso la famiglia di Merida.
Guidavano insieme, strano a dirsi ma riuscivano a farlo. Il viaggio fu veloce ma sicuro visto che non vi era nessuno in quella strada, vi era il completo deserto.
Poi una gomma scoppiò seguita da un’altra e in men che non si dica si ritrovarono fuori strada capovolte e a testa in giù con un taglio sulla fronte.
Merida sapeva di essere vicina, sarebbe solo bastato uscire dall’auto e incamminarsi, ma quello era in problema: uscire dall’auto!
Il caldo le soffocava, il loro corpo comune era bloccato nell’auto capovolta e non avevano vie di fuga. Ormai erano spacciate, erano sole nel deserto senza nessuno che le possa aiutare.
L’afa si faceva sentire e tutto pian piano diventava offuscato fino a farle perdere i sensi.


-    Merida svegliati! - , una voce famigliare le risuonava per la testa. Era suo nonno che la chiamava.
-    Nonno Nord! Ci hai salvate - , disse la ragazza stesa su un lettino di ospedale. Ora non era più nella macchina, ma in una stanza apparentemente fatta di roccia illuminata da una luce appesa al soffitto.
-    Ci? - , disse nonno Nord.
La rossa aprì gli occhi, vi era il nonno, e anche la sua famiglia e … Hiccup. Inizialmente la guardarono con immensa gioia, ma questa si trasformò in odio.
-    Non è più Merida! - , aveva gridato la madre,
-    Lei, è una di loro adesso! - , aveva detto Hiccup avvicinandosi a Nord, l’omone dalla barba e dai folti capelli bianchi, a prima vista sarebbe sembrato Babbo Natale anche perché aveva una pancia abbastanza rotondetta.
-    Uccidiamola! - , aveva detto un ragazzo che fino a poco prima era rimasto in un angolo, aveva capelli bianchi come la brina e occhi color ghiaccio, era un vero e proprio albino, e si trascinava un bastone incurvato all’estremità superiore.
-    Io credo che dentro ci sia anche Merida, ha anche parlato al plurale! - , disse Nord non approvando la proposta di Jack, si chiamava così l’albino.
<< Si! Ci sono anche io  Hiccup! >> , aveva detto Merida, la vera Merida, ma nessuno poteva saperlo, nessuno poteva sentirla.
-    Si, Merida è ancora viva e oppone resistenza - , disse Rapunzel,
-    Non è vero, sta solo cercando di salvarsi la vita - .
-    Allora, qui non uccidiamo nessuno! Sono io il padrone di casa qui, e io decido cosa fare perciò lei può restare! - , detto questo Nord fece uscire tutti fuori, che sbruffarono e criticarono questa sua decisione, poi si rivolse al corpo di Merida e le disse:
-    Come ti chiami anima? - , 
-    Mi faccio chiamare Rapunzel! - . 
Nord la portò in giro per la sua “casa”, lui la chiamava così ma non era una vera e propria casa, era un intero sistema di gallerie ed enormi grotte sotto il terreno, ed era un ottimo nascondiglio ed in più era anche confortevole.


Giorni Dopo
-    Ciao! - , aveva detto l’albino quello che voleva ucciderla,
la rossa non rispose, fece solo un cenno con la testa. Entrambi stavano falciando il grano per il raccolto. E sì, li vi era una montagna con un cratere che permetteva alla luce del sole di entrare, e con l’aiuto di specchi fissati proprio vicino a il cratere la luce era più forte e permetteva alle piante di crescere anche sotto terra.
-    Scusa per quello che ho detto, non sapevo che eri diversa, comunque mi chiamo Jack, Jack Frost! - , disse l’albino alla rossa, 
-    Non importa, io non porto rancore! Io invece sono Rapunzel - , 
<< Perché gli sorridi, stava cercando di ucciderti fino a pochi giorni fa >> aveva detto la Merida vera appena si accorse che il suo corpo aveva fatto un sorriso al ragazzo.
-    Va bene se ti chiamo Punzie? - , le chiese più confidenzialmente,
la ragazza annuì, a parte suo nonno, che in realtà non era suo nonno ma di Merida, questo ragazzo era l’unica persona che lì le rivolgeva la parola, forse ora erano amici, o qualcosa di più?


-    Ehi tu! - , aveva detto Hiccup, un ragazzo dai capelli mori, lentigginoso e con una piccola cicatrice sul mento,
<< Hiccup? >>
-    Ciao - , aveva risposto Rapunzel,
-    Allora … - , questa volta Hiccup non aveva uno sguardo nervoso, anzi più rilassato ma teso,
-    …  Nord è convinto che anche se tu, Rapunzel, occupi il suo corpo, Merida sia lì dentro a ribellarsi per riprendere il controllo di se … - , 
<< Si Hiccup, sono qui! >> gridava invano la Marida vera,
-    … io l’ho sognata, Merida mi manca, mi mancano le sue arrabbiature, i suoi abbracci, i suoi baci … mi manca tutta lei … - , aveva detto con aria malinconica e pian piano anche la vera Merida, iniziava a diventarlo,
<< Mi manchi anche tu Hiccup! >>
-    … perciò siccome questo è il suo corpo, è come se baciassi lei anche se infondo sei tu - , 
-    Cosa? - , riuscì a malapena a dire Rapunzel, bloccata dal bacio di Hiccup.
<< Cosa fai NO! >> gridava Merida dall’interno,
<< BASTA! >> e per un po’ riuscì a riprendere il controllo del suo corpo, quel poco che bastava per sferrare un pugno sul viso di Hiccup. Come aveva potuto baciare il suo corpo ma non controllato da lei, COME AVEVA POTUTO?!
-    M … Me … Merida sei tu! Allora è vero! Sei rinchiusa nel tuo corpo ma non puoi controllarlo. Sapevo che solo così avrei potuto capirlo, scusa - , disse il ragazzo portandosi una mano sul muso, dove il pugno lo aveva colpito,
-    Si, lei è dentro di me! - , disse Rapunzel,
<< Sciocco! >> aveva detto la vera Merida, ma con un’aria sollevata, e se avesse avuto il controllo del suo corpo avrebbe anche accennato un sorriso.
-    Ragazzi cosa succede? Ho sentito un forte rumore! - , era appena entrato Jack, che fissava Hiccup con la mano sulla bocca sanguinante,
-    Niente! - , disse Rapunzel, 
-    Ah … comunque Punzie, vuoi uscire a fare due passi con me? - , le domandò l’albino,
-    No! Lei non viene con te! - , disse Hiccup,
-    Lasciami andare - , così Rapunzel si fece spazio e uscì dalla stanza seguita da Jack.
i due camminarono per moto, Jack faceva strada a Punzie che lo seguiva cercando di capire dove volesse portarla.
Poi salirono come delle scale fino ad arrivare in superficie.
La ragazza rimase a bocca aperta, era da molto che non usciva ed ora era lì all’aria aperta.
I due si sedettero l’uno di fianco a l’altro a fissare il cielo disseminato di stelle che luccicavano attorno alla luna che era di uno splendore mai visto.
-    Ti piace? - , le chiese Jack,
-    Si, sono magnifiche! - , 
-    Mi piaci Rapunzel! - , improvvisamente disse questa frase, lasciando così sia Rapunzel si a Merida scioccate,
-    Anche tu mi piaci! - , esclamò d’un tratto Rapunzel,
<< COSA?! Non me lo avevi detto! >> disse Merida,
-    E c’è dell’altro … - , disse l’albino. 
Poi si avvicinò piano piano al viso della ragazza, ma questa lo fermò,
-    Scusami non posso! - , disse Rapunzel,
-    È per Merida vero? Non può per un po’ andarsene come in qualche altra stanza? - , 
<< Ti piacerebbe ah? >>
-    Merida ama da morire Hiccup - , disse poi Rapunzel,
il ragazzo si scurì, lui amava Rapunzel.
-    Ma ho dei sentimenti anche io! E so che tu mi piaci da morire! - , disse Rapunzel e pian piano si avvicinò alle labbra dell’albino, i loro nasi si toccarono e le loro bocche si sfiorarono e … Rapunzel tornò indietro, si fermò improvvisamente.
-    È difficile … - , disse la ragazza, - … tu ami questo corpo, tu non ami me! Se potessi stringere me tra le tue mani, saresti disgustato, mi calpesteresti - , concluse.
-    Non lo puoi sapere! - , affermò Jack per poi mettere una mano sulla guancia della ragazza e finalmente baciarla.
<< Rapunzel NO! È uno sbaglio! Non siete neanche dello stesso pianeta! Adesso ci penso io! >> 
Il bacio si staccò.
-    Strano abitare un corpo che non posso controllare - , affermò Punzie,
-    Andiamo? - , Jack si alzò e si incamminò verso l’entrata del rifugio, mentre Rapunzel faceva lo stesso e diceva alla Merida vera dentro di se:
-    Ti arrabbi se bacio un ragazzo che ami e anche se ne bacio uno che non ami. Che gran confusione! - .

 

N.A.:  beh spero di non aversi annoiati con questa one shot ambientata su questo film che ho rivisto pochi giorni fa in streaming, ed è davvero bellissimo, consiglio a tutti di vedere. Beh scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare (se importava a qualcuno) ma quella maledetta suola babbana disseminata di mostri, capitolini, cacciatori di draghi mi ha tenuto impegnato per molto, ma adesso eccomi qui e spero tanto  che questa cosina vi sia piaciuta. Spero di trovare qualche piccola recensione per sapere anche solo se vi è piaciuta o no. Ora vi lascio in pace al prossimo aggiornamento!! ;)

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Capitolo 10
*** Tristi Ricordi ***


Titolo:   Tristi Ricordi
AU:   Modern!AU
Personaggi:   Hiccup, Merida, Rapunzel, Jack
Parings:   Mericcup, Jackunzel
Rating:   Verde
N.A.:  Bene e rieccomi qui con questa one shot, vi dico già ora che sarà abbastanza angst, e che boh xD godetevi la lettura ci vediamo alle note d'autore di fine capitolo


-    Jack finalmente ti sei svegliato! - , Merida era lì davanti l’albino a guardarlo con un sorriso felice ma allo stesso tempo malinconico.
-    Jack che bello ti sei ripreso - , Hiccup lo abbracciò tanto forte da lasciarlo quasi senza fiato.
-    Dove sono? Cosa è successo? - , Jack era su un letto bianco in una stanza con una flebo al braccio e uno strano macchinario per osservare i battiti cardiaci.
-    Sei stato in coma per sei mesi dopo l’incidente - , la voce di Merida si fece più bassa e dal suo volto, che da sempre era forte e duro, scivolò giù una lacrima solcando il suo viso ormai triste e stressato.
Un ricordo travolse Jack:
Era all’orfanotrofio con Merida e Hiccup, che si tenevano mano nella mano, ormai fidanzati da tempo. Stavano discutendo della ragazza che da sempre piaceva a Jack, Rapunzel. 
-    Jack, fatti avanti cosa potrebbe mai succederti? - , Hiccup tentava di aiutarlo a dichiarare il suo amore per Rapunzel, la biondina che andava in classe con lui e che da sempre gli faceva sorrisi caldi e accoglienti.
-    E se mi dicesse di no? - , Jack era timido in questioni d’amore, era sempre stato un burlone di prima categoria aperto a tutti, ma quando si trattava d’amore era sempre stato più riservato.
-    Prendi come esempio me e Hiccup, noi eravamo solo amici prima che lui si dichiarasse - , Merida lanciò uno sguardo affettuoso al moro che gli strinse ancora di più la mano. Quei due si amavo, era sempre stato così, tutti avevano sempre cercato di farli stare insieme, ma loro non si decidevano a farlo. Finalmente ora avevano capito che erano fatti l’uno per l’altra
-    Come hai fatto a trovare il coraggio Hiccup? - , l’albino lo stava scongiurando, pregando con gli occhi di dirgli un modo sicuro per avere il giusto coraggio e dichiararsi.
-    Beh io non so come, ma mi è venuto spontaneo vedendola negli occhi, nei suoi magnifici occhi color mare, l’amo così tanto … - , Merida fece stoppare Hiccup di parlare e gli donò un bacio, erano troppo belli insieme, - … se ami davvero qualcuno i tuoi sentimenti escono fuori da soli - .

Poi il ricordo svanì riportandolo alla realtà.
-    Ricordo solo noi che abbiamo parlato di dichiararmi a Rapunzel - , al sentir nominare quel nome Hiccup e Merida assunsero un’espressione cupa e scura, Jack non li aveva mai visti così.
-    Jack Rapunzel è … - , la frase fu troncata dalla dottoressa appena entrata nella stanza,
-    Buongiorno Jack - , il sorriso della dottoressa era caldo e accogliente ma non riuscì a cambiare le espressioni cupe di Hiccup e Merida e Jack non ne sapeva il motivo.
 

-    Jack mia madre ha detto che la tua amnesia è momentanea e che presto riacquisterai la memoria perciò ti portiamo in alcuni posti in cui sei stato in questi giorni per velocizzare questo processo - , Hiccup gli fece un sorriso forzato, gli stava nascondendo qualcosa che non era ancora pronto a sapere.
I tre camminarono, andarono al campo di calcio, in sala giochi, in chiesa e anche all’orfanotrofio, tutti posti dove Jack era solito stare.
Poi prima del tramonto i tre andarono in spiaggia camminando scalzi sulla sabbia e ammirando il sole tramontare.
Un nuovo ricordo lo avvolse, un ricordo felice, un ricordo di amore.
Era in spiaggia con Rapunzel, i due passeggiavano e ammiravano il sole. Erano beati e felici come se in quel momento non esistesse nient’altro.
-    Rapunzel! - , Jack chiamò la ragazza, si era deciso, era il momento giusto, o la va o la spacca.
-    Si Jack? Non trovi che il tramonto sia una delle cose più belle al mondo? - , erano seduti sulla sabbia aspettando che il cielo scurisse e le stelle e la luna spuntassero in cielo.
-    Ma il tramonto non è bello quanto te! - , la biondina lo fissò arrossendo, e anche Jack per quanto fosse strano con la sua pelle albina arrossì.
-    Ti amo Rapunzel! - , ammise prendendola per mani, ora non vi era più il tramonto, il cielo, la sabbia, erano solo loro due e la profondità dei loro occhi.
-    Ti amo anche io Jack! - . la biondina pian piano si avvicinò fino a sfiorarsi il naso e le labbra e poi si baciarono, non vi erano più problemi, non vi era più niente di male, erano solo loro due INSIEME.
Jack si sentiva al settimo cielo, ora stava con la ragazza che amava e niente sarebbe potuto andare storto.

-    Ragazzi voglio vedere Rapunzel! - , gridò Jack con un grosso sorriso in volto, non vedeva l’ora di rincontrarla, di abbracciarla, di baciarla.
Hiccup e Merida, non dissero nulla, si guardarono negli occhi capendo che era il momento giusto.
I tre si avviarono con espressioni diverse in volto, uno di felicità e gli altri due di malinconia e tristezza, quasi trattenendo le lacrime.


-    È qui Rapunzel, mi dispiace Jack - , l’albino quasi tratteneva le lacrime, non poteva essere vero, non DOVEVA essere vero.
-    Per favore lasciatemi solo qualche momento - , gli amici capirono e dopo avergli dato una pacca sulla spalla lo lasciarono solo lì, sopra la tomba di Rapunzel.
Quella piccola foto della biondina era l’ultima cosa rimasta di lei insieme ad una valanga di ricordi del suo sorriso smagliante. Non poteva essere vero, Jack non poteva crederci, era in ginocchio sulla lapide piangendo lacrime di dolore, di malinconia, di rabbia.
Poi un ultimo ricordo lo avvolse, l’ultimo ricordo di quella magnifica ragazza, il ricordo de l’ultima volta che l'ha vista.
Erano insieme mano nella mano ad aspettare la circolare che doveva passare da un minuto all’altro.
-    Jack, stiamo facendo ritardo! - , andavano di fretta, avevano appuntamento con Hiccup e Merida in un’uscita a quattro ed erano già in ritardo
-    Si, ma calma, ci aspetteranno, tanto adesso arriva - , la rassicurò con un dolce sorriso.
La circolare finalmente arrivò ed entrambi salirono e si sedettero su due posti fiancheggianti tenendosi ancora mano nella mano a sfiorarsi le guancie e fissarsi negli occhi.
Il veicolo pubblico partì.
Poi mentre la circolare doveva svoltare a destra un camion perse il controllo e più veloce che mai si schiantò contro il veicolo pubblico facendola cadere di lato.
L’ultima cosa che ricordava di Rapunzel, era il suo sorriso spento, ormai senza vita al suo fianco ancora mano nella mano. Erano vicini ma ormai separati dalla morte.

 

N.A.:  Ciao a tutti popolo di EFP ed eccomi con l’ultima one shot di questa raccolta. Eh sì! Ho deciso di concluderla, anche perché sto scrivendo e pubblicando la mia long Elements. 
Questa storia avrei voluto scriverla prima ma poi ho pensato di farla per ultima come cosa differente dalle altre, ma anche simile in un certo senso. Sento che già mi mancherà questa raccolta e tutti voi che la recensivate. Mi mancherete tutti, non mi piace mai quando una cosa finisce così come tutti i libri che leggo, ma una cosa è belle se ha una fine, - cit. Viviana, e anche se a me piacciono le cose che continuano in un certo senso ha ragione.
Va bè non so più che dirvi spero che questa ultima one shot vi piaccia e se volete ci sentiamo sulla mia long Elements : ) . Ora vi lascio scusate che ho da studiare scienze T.T 
Allora ciaoooo ….


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