Bring me back

di roby_lia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It’s a brand new day ***
Capitolo 2: *** Forgotten who we first met ***
Capitolo 3: *** Into your soul let me breathe ***
Capitolo 4: *** I just don’t want to miss you tonight ***
Capitolo 5: *** These lines, the last endeavor to find the missing lifeline ***
Capitolo 6: *** Take me by the hand, I'm sure of who I am ***
Capitolo 7: *** As the world comes to an end, I’ll be here to hold your hand ***



Capitolo 1
*** It’s a brand new day ***


Per una miglior comprenzione è consigliabile leggere questo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2485780
L'avvertimento incest ovviamente è riferito solo al legame tra i personaggi nell'opera originale


Bring me back


It’s a brand new day

Un sorriso caldo. Occhi dolci. La sua risata mentre lo stringeva contro di sé.
La sua barba che gli pizzicava il collo e i baci fino a non aver più fiato in corpo.
No, non doveva ricordare, faceva troppo male.

Loki si agitò nel dormiveglia, stringendo con forza gli occhi mentre s’infossava di più nel cuscino, la testa che pulsava.
Lo squillo del telefono continuava insistente, ma lui lo ignorò, gli incubi sono sempre più forti.

Tony lo fissa senza espressione, il telefono in mano.
“è Steve. C’è stato un incidente”

Le coperte gli si erano aggrovigliate attorno alle gambe, mentre stringeva con forza il cuscino, cercando di contrastare i giramenti della testa.

“Thor?” la voce gli aveva tremato nonostante tutti i suoi sforzi.
La risposta invece era stata gelida come il ghiaccio.
“Non provare mai più a chiamarlo”
“No, Odino aspetta!”
“Devi lasciarlo in pace”
“Ho tutti i diritti di chiamarlo! Fammi parlare con lui… cazzo!!”
Aveva lanciato il cellulare contro la parete, cadendo sulle ginocchia e rannicchiandosi, cercando di reprimere la rabbia tanto quanto le lacrime.
 

Fu il suono del campanello che lo svegliò ore dopo.
Inizialmente non se ne rese nemmeno conto, perdendosi a fissare le chiazze di luce sulle coperte.
Loki non sopportava più il sole, gli ricordava troppo il modo in cui brillavano sui suoi capelli, la maniera in cui rendevano i suoi occhi azzurri più brillanti e-
Loki distolse di scatto lo sguardo, chiudendo con forza gli occhi.
Poi il suono si ripetè e lo fece tornare alla realtà.
Per un istante vagliò la dolce possibilità di far finta di nulla, ma il campanello suonò per la terza volta. Imprecando a denti stretti si alzò, passandosi una mano tra i capelli mentre con l’altra cercava di dare una forma alla felpa troppo grande che indossava.
Gli ci volle meno di un istate per rinunciarci, ma non credeva di doversi rendere particolarmente presentabile per urlare contro chiunque osasse disturbarlo alle quattro di pomeriggio.
Forse, in fondo, quella poteva essere quasi una giornata interessante.
Con il suo cipiglio più furioso aprì la porta. E si trovò davanti Thor.
 
Inizialmente si rifiutò di credere che fosse reale, ma nonostante ciò il suo stomaco si contrasse dolorosamente e i polmoni si dimenticarono di funzionare, mentre il suo nome gli scivolava involontariamente dalle labbra.
Thor sembrava quasi lo stesso. La barba leggermente sfatto di un paio di giorni, i capelli finalmente liberi dal taglio militare erano ricresciuti, anche se non lunghi come quando si erano incontrati per la prima volta.
Ma erano le differenze che facevano più male: l’espressione esitante con cui lo guardava, il sorriso incerto e la catenella con le piastrine al collo che risaltava rispetto alla maglietta rossa.
Quando era con lui, Thor le toglieva sempre, sapendo che a Loki dava fastidio vederle, sapendo che ricordavano troppo che era poco il tempo che avevano a disposizione per stare insieme.
 “Ehm… salve. Sei Loki giusto?” disse Thor dopo qualche istante d’imbarazzante silenzio.
“Come?- sussurrò Loki non riuscendo davvero a crederci. Poi scosse la testa e respirò a fondo, cercando di ritrovare la concentrazione- sì, sono io. Salve” sospirò a malincuore, abbassando lo sguardo a terra. Si rese conto in quel momento in che condizioni era: la felpa blu elettrico era sformata e troppo grande, gli arrivava quasi a mezza coscia, mentre era da giorni che i suoi capelli non vedevano nemmeno lontanamente un pettine.
Loki rialzò di scatto la testa, sentendo le guance scaldarsi, ed iniziò a parlare nello stesso momento dell’altro.
“Scusami, credo che dobbiamo parlarne con-“
“Non so se sei stato avvertito, ma ho perso-“
Si bloccarono entrambi guardandosi per un istante, poi Loki sospirò liberando una leggera risata che, per fortuna, Thor ricambiò.
“Entra pure- disse con un sorriso appena accennato, arretrando di un passo per fargli spazio- dammi un minuto e poi… parliamo”
L’altro annuì riconoscente “Grazie”
 

Dopo che Loki sparì in un’altra stanza, Thor respirò profondamente, passandosi una mano tra i cappelli chiari.
Forse aveva sbagliato ad andare lì. Forse aveva frainteso le cose tra di loro.
Dopotutto Loki non era sembrato molto entusiasta di vederlo.
E a lui nulla di ciò che lo circondava sembrava anche solo vagamente familiare.
Ma dopotutto all’inizio non aveva riconosciuto nemmeno suo padre.
Corrugando la fronte iniziò a guardarsi attorno con più attenzione, cercando qualche dettaglio che gli richiamasse qualcosa in mente.
La parte dedicata alla cucina aveva visto senza dubbio un tempo migliore, ma in quel momento il tavolo così come il lavello era occupato da piatti sporchi e confezioni finite di cibo d’asporto.
 L’altro lato della grande stanza aveva una parete intera occupata da una libreria, mentre la scaffalatura al di sotto della tv conteneva soprattutto cd.
Anche lì molti libri erano sparsi in giro, occupando il basso tavolino tra i due divani, tanto quanto il pavimento.
“Potevi accomodarti senza nessun problema” Loki gli sorrise leggermente imbarazzato.
Aveva indossato un paio di pantaloni di tuta ed una maglietta verde. I capelli erano stati tirati all’indietro, ed erano più lunghi di quando l’aveva visto in foto.
“Vuoi qualcosa da bere? Dovrei avere… acqua. O whiskey. Ma forse non è l’ora più adatta“
“Sto bene così, grazie- si affrettò a dire Thor- Mi dispiace se ti ho disturbato, prima ho provato a chiamarti ma non mi ha risposto nessuno”
“Tranquillo, nessun problema, anzi” Loki prese un respiro profondo, rifiutandosi ancora di ricambiare il suo sguardo.
Thor invece lo osservava quasi spudoratamente.
La memoria gli solleticava la mente, ma in quegli ultimi mesi quasi tutto gli faceva quell’effetto.
“Come stai?- riprese la parola l’altro dopo qualche istante di silenzio teso- sì, insomma a parte… l’amnesia” aggiunse con voce più bassa, indicandosi con l’indice una tempia.
Thor accennò un sorriso, “Io sto abbastanza bene, grazie. E per quanto riguarda l’amnesia bhe, ad essere sincero sono venuto qui proprio per questo”
Loki annuì, guardandolo di sottecchi “Spero di poterti aiutare. Vieni, siediti pure” lo invitò con un cenno del capo, recuperando dei libri appoggiati su un divano e mettendoli sotto il tavolino.
“Allora, cosa volevi sapere?”
“Se dico tutto come la prendi?” domandò in risposta Thor, con un sorriso speranzoso.
Loki si ritrovò inconsapevolmente a ricambiarlo e una fastidiosa sensazione di déjà-vu colpì Thor.
Il biondo scosse la testa “Allora, se non ho capito male noi siamo stati… insieme in questi ultimi anni”
Inizialmente Loki si limitò ad annuire, ma lo sguardo di Thor lo spinse ad approfondire la risposta “Sì è esatto. Quando tornavi o avevi giorni di licenza, noi bhe… passavamo il tempo insieme”
“Posso chiederti dove ci siamo incontrati?” continuò, osservandolo prendere un profondo respiro.
“In un locale, pochi mesi prima che tu venissi chiamato nell’esercito. Quella è stata una notte molto… interessante diciamo- raccontò il moro- e abbiamo continuato a vederci finchè non sei dovuto partire. Inizialmente ti addestravano a Washington, quindi potevamo vederci abbastanza spesso. Poi sei andato sempre più lontano, per finire all’altra parte del mondo” concluse, mentre il suo sorriso lentamente si spegneva.
“Però ci scrivevamo vero? Ho visto le tue lettere”
“Sì, era stata una tua idea. Visto che dove ti mandavano non sempre era facile avere una connessione, hai voluto continuare la nostra… storia in questo modo”
Dopo un instate di silenzio Loki si rialzò di scatto, iniziando a recuperare i vari libri sparsi per il salotto e mettendoli via.
“Scusami per il disordine, ma non sono mai riuscito a far stare sempre tutto nello stesso posto. Eri tu quello che-“
Thor lo osservò mentre si mordeva il labbro e serrava gli occhi, la mano ancora sollevata con un libro, a pochi centimetri dalla libreria in cui lo stava riponendo.
“Sinceramente l’ordine è l’ultimo dei miei pensieri in questo periodo”
Quelle parole sembrarono rilassare Loki, che accennò una risata tesa.
“Anzi mi dispiace non essere venuto da te prima ma… ho avuto dei problemi con mio padre” continuò il biondo, rabbuiandosi.
“Lo immagino. Ho provato più volte a chiamarti, ma mi ha risposto sempre Odino e ecco… io non gli sono mai andato a genio”
“Ti ho presentato mio padre?!”
“Sì certo, anche tua madre. Volevi festeggiare il Natale a casa tua, ma alla fine non è stata proprio una gran bella idea se devo essere sincero”
“Mi dispiace… che mio padre ti tratti così intendo. Ma avrei dovuto saperlo, è anche colpa sua se ci ho messo così tanto a ecco… scoprire di te. Di noi”
Loki corrugò la fronte “Cosa intendi?”
“Lui mi ha mentito. Quando sono tornato a casa da lui, e gli ho chiesto se stavo con qualcuno, mi ha risposto che stavo cercando di sistemare le cose con Jane, ma a quanto pare è una mia ex… giusto?”
Il moro annuì, continuando lentamente a mettere apposto i libri.
“Io bhe, in quel momento gli ho creduto, mi sono fidato perché credevo di poterlo fare, insomma era mio padre!... solo dopo mi sono reso conto che mi aveva ingannato. Pensa che non aveva nemmeno avvertito mia mamma”
“Frigga è tornata da Oslo?”
“Sì. Lei mi credeva ancora in missione, poi un pomeriggio ha chiamato e gli ho risposto io, così…- Thor lasciò sfumare la voce, abbassando lo sguardo- è stata lei ha parlarmi di te. È venuta a casa ed ha convinto mio padre a darmi tutto ciò che aveva nascosto: il mio cellulare, le tue lettere, le foto… anche se devo ammettere che più che convincerlo l’ha minacciato di ridurlo sul lastrico pretendendo un aumento degli alimenti” spiegò poi, facendo ridere Loki.
“Sì, sembra una cosa da lei”
Loki lo guardò per un istante in viso, prima di prendere un profondo respiro alzando il volto.
“Volevi chiedermi altro?” domandò incerto, riprendendo il suo posto sul divano.
“No, insomma… volevo solo chiederti di noi, della nostra storia, di questi ultimi anni”
Loki si strinse le spalle “Non so cos’altro potrei dirti… non è che venivi a cas- cioè, venivi qui molto spesso. Credo che ti sarebbe più utile sapere cos’hai fatto mentre eri via, forse. Noi non siamo stati poi così tanto insieme” cercò di spiegarsi, appoggiando i gomiti sulle gambe e fissandosi le mani, mentre una ciocca di capelli gli ricadeva sul viso, nascondendolo parzialmente allo sguardo di Thor.
“Ah, d’accordo allora. Io ti ringrazio per ciò che mi hai detto e bhe… allora vado” era sconcertato e deluso in un certo senso.
Si era aspettato di più da quell’incontro, aveva sperato che quel ragazzo che a quanto pare era così importate per lui riuscisse a far scattare qualcosa nella sua memoria.
Ma forse si era solo illuso, e quell’amore che a leggerlo sembrava quasi una favola in verità non era mai stato così importante per nessuno di loro due.
“Hai  preso una stanza in un hotel?” gli chiese Loki, mentre entrambi si alzavano.
“No, non ancora. Adesso mi metterò a cercarne una. Poi domani mattina torno a casa”
Il moro si morse il labbro “Se vuoi puoi restare qui” propose esitante.
“Credo di averti già disturbato abbastanza”
“No davvero! Spazio c’è n’è se vuoi. Quello dovrebbe essere un divano letto- gesticolò all’insegna dell’oggetto in questione-   possiamo ordinare una pizza e guardare un film. O uscire a bere qualcosa, come preferisci” Loki sentiva il cuore battere con forza nel suo petto. Non avrebbe sopportato di vederlo andarsene di nuovo.
“Io…”
“Davvero, nessun disturbo se vuoi restare qua”
Thor lo fissò ancora incerto per qualche istante, prima di annuire “Va bene allora, grazie”
L’altro sospirò sollevato, non riuscendo a trattenere un sorriso riconoscente “Grazie a te. Ora è meglio se vado a vedere se esiste ancora una cucina sotto quel casino. Tu fai pure come se fossi a casa tua”
Thor riuscì solo annuire, continuando a seguirlo con lo sguardo
Era bello quando sorrideva in quel modo. Voleva quasi dirglielo.
 
La serata stava andando molto meglio delle ultime che aveva avuto con Jane.
Loki gli aveva consigliato le pizze che mangiava di solito e gli aveva fatto scegliere tra i film che preferiva per guardarne uno insieme.
“Abbiamo mai parlato di cosa, insomma… avevamo qualche programma per adesso? Intendo una volta che fossi tornato”
Loki corrugò la fronte, distogliendo lo sguardo dallo schermo per recuperare l’ultimo trancio di pizza.
“Non proprio. Cioè, parlavamo solo di recuperare il tempo perso, magari viaggiare da qualche parte ma no, niente di davvero concreto” spiegò senza guardarlo.
“Perché mio padre continuava ad insistere che dovevo aiutarlo con l’azienda di famiglia, che la routin di un lavoro normale mi avrebbe aiutato. Ma non so, c’è qualcosa che non mi convince… perché stai ridendo?” domandò perplesso ma sentendo le sue labbra stirarsi automaticamente in un sorriso.
“Io...- Loki scosse la testa-  da quello che mi hai detto ti sei voluto arruolare proprio per evitarlo”
“Davvero?- Thor strinse i pugni, cercando di trattenere la rabbia- non dovrebbe sorprendermi dopo tutto quello che ha già fatto”
“Thor…”
“Io mi sono fidato di lui! Era tutto ciò che avevo e mi ha mentito!”
“Odino è fatto così. Vuole per te il meglio anche se questo non è ciò che vuoi”
Il biondo annuì lentamente, sospirando prima di guardarlo “è solo che mi dispiace. Anche se sentivo che c’era qualcosa che non andava, mi sono fidato, senza pensare che qualcuno poteva… davvero soffrire a causa mia. Davvero, mi dispiace”
Loki scrollò le spalle, trovando improvvisamente interessante il cartone della pizza “Non importa, tu non lo sapevi”
“Ma tu sì. Perché non sei mai venuto da me di persona?” domandò con esitazione, rendendosi conto della veridicità delle sue parole ed osservandolo mentre irrigidiva le spalle.
“Non sono mai stato coraggioso, Thor- rispose dopo qualche istante- e non mi sarei mai inflitto tutto questo”
“Questo cosa?”
“Questo- cerco di spiegare, indicando con un cenno del polso prima sé stesso e poi Thor- il modo in cui mi guardi senza riconoscermi” disse alla fine,  facendo spallucce per poi riportare l’attenzione allo schermo.









Note
Ecco, diciamo che se fosse per me non avrei mai reso pubblica questa roba, ma qualcuno mi ha costretto (e la colpevole si faccia avanti é.é)
La situazione e tutta la dinamica di ciò che è successo si farà più chiara già dal prossimo capitolo, immagino che questo inizio sia assai orrendo  dificile da capire ^^'''
Il titolo del capitolo, così come sarà per gli altri, è preso da una canzone, in questo caso Dr. Horrible's sing-along blog,  Brand new day http://www.youtube.com/watch?v=p7S9nYSHbik
Ringrazio chiunque sia mai riuscito ad arrivare fino in fondo e spero di avervi incuriosito abbastnaza da seguire i prossimi capitoli (speranza vana, lo so :D )

ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 2
*** Forgotten who we first met ***


Forgotten who we first met

Loki riusciva ad ignorare, con una facilità acquisita grazie ad anni di pratica, le urla di Tony dall’altro lato della porta.
Sapeva che aveva sbagliato, ma di certo non voleva che Stark glielo rinfacciasse ancora di più di quella pseudo coscienza che gli si agita sempre nel petto quando si parla di Thor.
Perché è quella la questione per cui Tony sta tentando di abbattere a suon si imprecazioni la porta del suo stesso laboratorio.
“Tu non puoi presentarti di nuovo qui dopo settimane che non ti fai nemmeno sentire e chiuderti nel mio laboratorio!! … almeno non senza dirmi cos’è successo!!! … eddai apri e prometto che non ti urlerò contro perché hai di nuovo mandato in palla Jarvis!... Loki!! Apri! Adesso! O dovrò ricorrere alla mia arma segreta!”
Loki continuava a girare su stesso, dandosi una spinta ogni volta che la sedia rallentava, e intanto fissava il soffitto.
Quando quella mattina si era alzato, l’ultima cosa che immaginava di vedere era Thor ancora beatamente addormentato sul divano.
Prima aveva volutamente ignorato i fatti del giorno prima, credendoli semplici allucinazioni per il poco sonno, il troppo alcool e una dieta tutt’altro che equilibrata.
Ma trovarsi un vichingo di due metri (con cui si intrattiene una pseudo relazione, si sentì in dovere d’aggiungere la sua pseudo coscienza) che dormiva come un bebè nel proprio salotto l’aveva leggermente destabilizzato.
E quindi era uscito di casa senza nemmeno fare colazione.
Forse dopotutto si era trattata di una semplice visione dovuta ai pochi zuccheri  (la sua pseudo coscienza si allea con la parte stupida del suo cervello, ennesima conseguenza della sua pseudo relazione con Thor, e si agitano con fare arcigno).
L’unico lato positivo di tutto quello era che, avendo lo stomaco vuoto non stava ricoprendo il laboratorio di vomito (cosa a cui il laboratorio era assai abituato invero).
Un bussare molto più gentile e contenuto lo fece accorgere al contempo che Tony aveva smesso di sbraitare come un assatanato ed era davvero ricorso all’arma segreta.
“Loki?”
L’interessato smise di far girare la sedia, cercando di mettere a fuoco la porta nonostante la stanza intorno a lui continuasse incurante la sua corsa.
“Ciao Bruce”
Uno scoppio di urla rapidamente soffocate gli fece capire che Tony stava ancora tentando di origliare e non aveva apprezzato che lui rispondesse solo a Bruce.
“è bello averti di nuovo qui. Sei allenato come sempre vedo. Direi che il prossimo progetto dovrebbe essere l’aggiornamento del sistema di Jarvis, Tony”
L’uomo mugugnò tra sé e sé, senza intervenire davvero.
Bruce tuttavia non lo badò a tornò a parlare con Loki “Allora, è successo qualcosa di grave che sei venuto qua?”
“Soprattutto visto che sono solo le sei di mattina!” rincarò la dose il padrone di casa.
Loki distolse lo sguardo dalla porta soffermandosi sull’idea di ricominciare ad ignorarli e riprendere a girare sulla sedia.
“Thor” disse alla fine, tenendo lo sguardo puntato sul tavolo.
“Ma dai?! Quello è il tuo problema da tipo qualche mese, senza prendere in considerazione tutti gli anni prima!” esplose Tony, probabilmente digrignando i denti. E molto probabilmente era solo la presenza di Bruce che gl’impediva di ricominciare a malmenare la porta.
“Thor cosa, Loki?” domandò invece gentilmente l’altro.
“è tornato”
Il silenzio oltre la porta durò per dei lunghi istanti “Intendi dire che…”
“è tornato. Ieri è venuto a casa. Non ha idea di chi io sia”
Questa volta il silenzio oltre la porta durò più a lungo “Loki, adesso dov’è Thor?”
“A casa. Stava dormendo quando me ne sono andato”
Dopo un istante Tony riprese ad urlare qualcosa su “…stupido che non sei altro, perché l’hai lasciato solo…” ma Loki aveva già ricominciato a girare.
 
 
Quella mattina Thor si era svegliato stranamente di buon umore rispetto i suoi ultimi risvegli.
Aveva sperato che Loki accettasse di fargli fare un giro per la città, magari fermandosi nei loro soliti posti.
Magari sarebbe anche riuscito a farlo di nuovo sorridere.
Aveva aspettato un paio d’ore prima di decidersi a bussare con esitazione alla camera di Loki, trovandola irrimediabilmente vuota.
Inizialmente aveva cercato di darsi una risposta logica, magari Loki aveva qualche impegno ed era dovuto uscire presto.
Poi si era reso conto che in quel caso gli avrebbe lasciato un biglietto o qualcosa del genere e la sua giornata era peggiorata all’improvviso.
Sapeva che avrebbe dovuto chiudere di nuovo la porta e magari andarsene, ma la tentazione di capire il suo starno ospite era troppo forte.
Il letto era più che sfatto, con metà delle coperte riverse a terra. L’armadio era aperto e c’erano vestiti buttati ovunque.
I due comodini, così come la scrivania e il largo rientro della finestra, erano occupati di libri e fogli, mentre quelli che occupavano il pavimento erano tutti strappati e rovinati.
Sembrava la camera di un folle.
Come in un sorta di trance, Thor fece qualche altro passo avanti, guardando incredulo tutto quello sfacelo.
Aveva capito che Loki non era un tipo ordinato, ma tutto quello dev’essere esagerato anche per i suoi standard.
E poi c’erano le pareti. La parte superiore di quella dietro il letto era completamente occupata da un tavolato di sughero su cui era appeso di tutto, da un mappamondo ad una carta celeste, post-it, cartoline e foto.
Thor si avvicinò con esitazione, sfiorando con le dita i fogli pieni di annotazioni. La sua scrittura gli era familiare. Probabilmente perché aveva letto più volte tutte le lettere che si erano scambiati, ma la parte meno razionale di Thor spera quasi che sia un segno di tutt’altro tipo.
Anche l’altra parete di fronte era occupata in parte da una libreria, appena sopra la scrivania, mentre nel resto imperversava una lavagna bianca, con diversi cancellini e pennarelli attaccati, insieme a delle calamite per tener fermi gli appunti vicino alle scritte corrispondenti.
Quella stanza era sconvolgente.
Soprattutto perché gli sembrava praticamente perfetta, tralasciando il troppo disordine sul pavimento.
Tutto quello era così tanto da Loki, e il saperlo gli fece mancare il fiato.
Oltre che ricordargli che Loki non c’era.
Il sorriso gli si spense sulle labbra.
Stava per voltarsi e lasciare la stanza, quando un riflesso colpì la sua attenzione.
Cercando di non pestare troppi fogli, si diresse verso la finestra aperta dove, a terra, erano state buttate delle foto.
Alcune erano strappate, altre accartocciate. Poche si erano salvate dal massacro.
Alcune le riconobbe, erano le stesse che sua madre gli aveva fatto vedere: lui e Loki con altre persone, loro due soli al mare, Loki ancora mezzo addormentato tra le coperte mentre lo guardava con un sorriso, lui con le guance gonfie mentre azzannava una brioche.
Ma la maggior parte gli erano sconosciute ed erano ridotte troppo male per riuscire a ricomporle.
Thor ne prese in mano una stranamente integra: Loki fissava l’obbiettivo guardando storto il fotografo ma con un sorriso sulle labbra, mentre lui rideva e teneva un braccio attorno alle sue spalle.
Sembravano molto felici.
La girò, cercandoci una qualche indicazione, un posto, una data magari, ma c’era solo una scritta di quattro righe.
Era la sua scrittura, si rese conto. Conosceva quelle frasi.
Se le era fatte tatuare poche settimane prima di perdere la memoria, o almeno così gli avevano detto.
Sapeva a cosa si riferivano, le aveva cercate su internet. Ma solo vederle scritte a mano gli fece tornare in mente che in verità, una parte di esse le aveva lette più e più volte in quell’ultimo periodo.
Loki lo scriveva sempre come saluto nelle sue lettere.
Never doubt.
Thor lasciò cadere la foto e uscì di corsa.
 
 
Loki riuscì a trovare il coraggio per tornare a casa solo nel pomeriggio.
Aprì con incertezza la porta, una parte di sé che sperava di trovarla vuota e abbandonata come solito (mentre l’altra sua parte lo sta ancora insultando per il comportamento infantile e poco ragionevole. Detto dalla sua parte più sentimentale tutto ciò assume un’aria stranamente ironica).
La scena che gli si presenta davanti agli occhi lo fa pentire immediatamente di essere tornato.
Tutto quello ha un’aria stramaledettamente familiare.
Lo sguardo serio di Thor, il modo in cui si passa una mano tra i capelli mentre ricontrolla di aver preso tutto, e il borsone pieno ai suoi piedi.
Basta quello per fargli venire la nausea.
“Spero che non ti dispiaccia, ma ho preso i vestiti che avevo lasciato qui. Credo di aver preso tutta la mia roba, casomai puoi mandarmi il resto, o chiamarmi, o farne quel che ti pare” sono le prime parole che Thor gli rivolge, senza nemmeno guardarlo in viso.
“Thor…”
“Mi dispiace di essere venuto ed averti disturbato. Io… ti ringrazio, ma ora è meglio se torno a casa” continuò come se non lo avesse nemmeno sentito.
Un’altra fitta colpisce Loki allo stomaco. Thor aveva sempre definito casa quell’appartamento. Gli piaceva il modo in cui quella parola suonava sulle sue labbra e gli piaceva che in quel dolce suono fosse compreso anche lui.
“Thor, mi dispiace per questa mattina, ma io…”
“Tu cosa? Dimmelo chiaramente Loki! Non è che ti leggo la mente dannazione!” la rabbia nel suo tono era una cosa insolita per Loki. Anche quando litigavano Thor cercava sempre di controllarsi, perché lo conosceva e sapeva come reagiva. Ma lui non era Thor, non quello di prima in ogni caso.
“è strano Thor. Noi… io ho aspettato questo momento, cioè… ho aspettato che tu tornassi, che potessimo davvero stare insieme… solo che adesso tutto e diverso, e io…” Loki smise di parlare , sospirando mentre incrociava le braccia la petto.
“Lo so, stamattina ho sbagliato, non avrei dovuto andarmene e mi dispiace. Capisco di aver rovinato tutto, ma sei sempre stato tu quello bravo nelle relazioni. Era grazie a te se la nostra storia funzionava” si strinse nelle spalle, cercando di trattenere la delusione.
“Credevo che una vera storia si costruisse in due” ribattè Thor, dopo qualche momento di silenzio.
Il tono più controllato convinse Loki a risollevare lo sguardo, con una piega dolceamara sulle labbra.
“Tieni, questo l’ho costruito oggi per te” riprese la parola Loki, allungando una mano verso l’altro.
Thor prese con esitazione la sfera nera con una superfice irregolare che Loki gli stava porgendo.
“è un proiettore” spiegò, notando lo sguardo confuso di Thor.
“Un proiettore?”
“Sì, basta che spingi qui” gli disse, mostrandogli il tasto nascosto.
Una sfera azzurrina si espanse, avvolgendoli, mentre dei riquadri colorati apparivano attorno a loro.
“è interattivo, si collega automaticamente ad ogni sistema disponibile. È una raccolta delle nostre foto. A te piaceva farne, dicevi che così non rischiavi di perdere nessun momento importate. Spero che ti possano essere utili dopotutto sono sempre parte del tuo passato. Ovviamente non sei obbligato a usarle come riferimento, insomma se vuoi cancellare tutto ciò che è successo e ricominciare da capo io ti capisco e-“
“è perfetto. Davvero, grazie- lo interruppe l’altro, continuando a guardare le immagini- e davvero, mi dispiace che adesso le cose non vadano bene tra di noi, solo che…” scrollò la testa.
“Non importa. Probabilmente la nostra era solo… una storia comoda per entrambi. A te andava bene non dover tornare a casa da tuo padre e io avevo una buona scusa per non dovermi impegnare in una relazione più impegnativa”  
“Capisco- mormorò asciutto Thor, abbassando lo sguardo sul suo borsone- allora credo che sia meglio se vado”
Loki serrò gli occhi, mentre il respiro gli si bloccava in gola.
“Se, ecco… ormai è tarsi per partire, se vuoi puoi fermarti anche sta notte”
“Non credo sia una buona idea”
“Tony e gli altri vorrebbero incontrarti per salutarti, mangiamo qualcosa fuori e se vuoi domani mattina parti con calma”
Loki riuscì a sostenere a fatica il suo sguardo: era così dannatamente diverso dal quello che l’aveva fatto innamorare.
“Sono… nostri amici?”
“Sì. Tony e Bruce lavorano con me. Poi c’è anche Steve, lui-“
“Il capitano Rogers?”
“Sì, ce l’hai presentato tu. È stato lui ad avvertirmi quando…”  Loki non trovò la voce per continuare.
“Potrei partire dopo averli incontrati. Non mi dispiace viaggiare di notte”
Loki sentì qualcosa spezzarsi.
 
 
Thor non sapeva nemmeno perché aveva accettato la proposta di Loki.
Forse per la curiosità di vedere gli altri.
Forse qualcosa nel viso di Loki, con gli occhi vuoti e il sorriso a pezzi.
Quella mattina aveva sperato di riuscire a vedere di nuovo il suo sorriso, di sentire la sua risata.
Invece adesso lo vedeva nascondere continuamente  l’espressione tesa e amareggiata dietro il bicchiere di birra. Dalle condizioni della cucina, aveva bevuto molto in quell’ultimo periodo.
“Allora Thor, come vanno le cose?”
Scosse la testa, cercando di riportare l’attenzione sugli altri “Sto… migliorando. Ma ci vuole tempo hanno detto. E nel frattempo ho dei divertentissimi giochi mnemonici per tenermi in allenamento” rispose, con una leggera risata alla fine.
“Oh certo, un piacevole passatempo” bofonchiò al suo fianco Loki, prima di prendere un’altra lunga sorsata.  Thor notò l’occhiata che Tony lanciò all’altro, ma Loki continuò a far finta di niente.
“Bhe, se ti serve qualcosa basta chiedere, non c’è nessun problema” disse alla fine Tony, appoggiandosi contro il muro.
Thor annuì, abbassando lo sguardo sulla sua birra “Vi ringrazio. Il fatto è che… è come avere costantemente una parola sulla punta della lingua. Ma per quanto ti sforzi non riesci a ricordare cosa volevi dire” cercò di spiegarsi, passandosi una mano tra i capelli. Erano cresciuti, ma poteva ancora sentire le cicatrici se passava le dita nel punto giusto.
“Sei stato fortunato non c’è che dire, insomma non tutti riescono a rimettersi così bene dopo aver subito danni neurologici del genere” aggiunse Bruce.
“Mi ci è voluto un po’ per riprendere il controllo, all’inizio avevo problemi d’equilibrio e di coordinazione. Non so quante volte ho tentato di bere attraverso il naso”  rivelò facendo ridere gli altri tre.
Solo Loki non partecipò, irrigidendo le spalle e finendo la sua birra.
“Io vado a prendere da bere, voi volete altro?” domandò cupo il moro, facendo per alzarsi dal suo posto, ma Steve lo precedette.
“Vado io. Thor, mi dai una mano?” si offrì, facendogli un cenno con la testa.
“Certo capitano” rispose, alzandosi anche lui e seguendolo al bancone.
“Solo Steve, Thor, te l’ho già detto” sorrise l’altro biondo, prima di ordinare un altro giro di birre.
“Sono rimasto sorpreso quando Loki mi ha detto che ci saresti stato anche tu”
Steve scrollò le spalle “Dopo quello che è successo con l’attacco… tu senza memoria, Bucky in coma, Robb, Charlie e Sam morti… già la squadra era praticamente dimezzata, in molti hanno sentito la necessità di cambiamento”
Thor annuì. Aveva letto il rapporto di quel giorno, dell’ordigno esplosivo che li aveva sorpresi. Per un secondo un lampo di dolore gli attraversò il cervello, per poi propagarsi lungo la schiena, dove altre cicatrici ricordavano cos’era successo.
“Allora, quanto ti fermi?” domandò poi Steve, cercando di sorridere.
“Pensavo di partire questa notte, dopo che abbiamo finito qua” rispose, vedendo Steve raggelarsi mentre stava per prendere le birre.
“Come sarebbe a dire?!” esclamò riportando lo sguardo su di lui.
Thor si strinse le spalle “Sì, io… ho già parlato con Loki, lui mi ha detto tutto e io… credo di non aver altro da fare a New York”
“Quindi dopo tutto quello che Loki ha sopportato per poter stare con te, tu... lo lasci di nuovo” la voce dell’altro era rigida di rabbia.
Anche Thor s’irrigidì, cercando di combattere il senso di accusa che sentiva “Non ho altro da fare.  Oggi speravo di poter passare del tempo insieme e credevo che lui mi avrebbe aiutato, invece ha passato la giornata via. È …è freddo e distaccato, non credo che mi voglia intorno. Penso che sia meglio per tutti e due se facciamo finta di nulla e andiamo avanti per le nostre strade”
“Ma è Loki! Lui ha un carattere… particolare, l’hai sempre detto anche tu, ma questo non ti ha mai impedito di stare con lui. Sapevi come comportarti con lui, sei l’unico a cui ha permesso di  vedere davvero chi è”
Thor scosse la testa, incrociando le braccia sul petto “E allora perché non c’era lui al mio fianco quando mi sono risvegliato senza avere idea di chi fossi?”
“Non chiedere”
“Ecco vedi, non…- Thor si blocco di scatto, mentre un brivido lo attraversava- dire* ” mormorò alla fine con occhi sgranati.
Steve annuì “Quando ti sei arruolato era ancora in vigore, e per evitare di venire congedato hai messo il nome di tuo padre invece che quello di Loki, da contattare se ti fosse successo qualcosa. Per questo l’ho dovuto avvertire io. Certo, adesso le cose sono cambiate, ma tu non hai mai messo il suo nome e lui… non voleva rischiare la tua carriera” il biondo fece un profondo respiro, prima di prendere il vassoio con le bottiglie.
“Ma fai come vuoi. Chiediti solo una cosa: questa situazione fa più male a te che non ti ricordi niente, o a lui, che ha conservato ogni istante passato insieme come un tesoro e adesso deve sopportare di essere trattato come un estraneo?”
 
“Non serviva che mi accompagnassi, hai un lungo viaggio da fare e-“
“Non importa, guidare di notte mi aiuta a concentrarmi. E poi ho lasciato il borsone nel tuo appartamento”
“Sì giusto” lo sentì bofonchiare più a sé stesso che in risposta a lui.
Thor guardò l’espressione tesa, gli occhi lucidi e le mani tremanti. Aveva bevuto davvero troppo.
Lo seguì incerto dentro l’appartamento, fermandosi vicino al suo bagaglio.
“Ti ringrazio Loki, davvero, di tutto. E mi dispiace dover andare ma-“
“Non importa” lo interruppe, passandosi i pugni sugli occhi. Era un gesto quasi infantile, ma che gli si adattava.
Lo guardò ancora, mentre si stringeva nelle braccia. Non voleva lasciarlo così. In verità non era più certo di volersene andarsene.
“Loki, io-“
“Aspetta un attimo” lo interruppe l’altro, sparendo nella sua stanza.
Quando tornò aveva un mazzo di lettere tra le mani.
“Tieni, queste servono più a te”
Thor le afferrò quasi per riflesso “Sono…”
“Le lettere che mi hai mandato sì”
“Loki, non posso accettarle, io no… non posso” protestò, cercando di restituirgliele.
Loki scosse la testa “Magari ti aiuteranno. Io… in questi mesi mi sono vietato anche solo di pensarle, o le avrei bruciate. E prima ridotte a brandelli microscopici. E poi me ne sarei pentito” si voltò di scatto, iniziando a cercare tra gli scaffali della cucina, per poi uscirne vittorioso con una bottiglia di scotch.
“Sapevo di avere ancora qualcosa di commestibile” ghignò soddisfatto.
Thor le guardò per un altro lungo istante “Posso farti ancora una domanda?”
“Certo”
“Cos’hai fatto quando hai saputo cosa mi era successo?”
Le mani di Loki ebbero uno spasimo più forte, che gli fece quasi perdere la presa sulla bottiglia. Quando lo guardò in viso sembrava essere impallidito, le occhiaie e i suoi occhi verdi che risaltavano ancora di più.
“Come?” domandò con un filo di voce.
“Sì, insomma, come hai reagito, cos’hai fatto”
“P-perché me lo chiedi?” chiese ancora, cercando nuovamente di versarsi da bere.
“Loki…-Thor lo fermò delicatamente, sottraendo la bottiglia dalla sua stretta incerta- non importa, scusami” le mani erano gelide tra le sue.
Loki gli rispose tenendo lo sguardo basso sulle loro mani che si sfioravano “All’inizio ho fatto finta di nulla. Ho continuato a lavorare, sono restato in laboratorio con Tony per settimane intere. Volevo solo continuare a lavorare e- la voce gli s’incrinò per un istante, mentre stringeva con forza gli occhi per impedire alle lacrime di scappare- credevo che mi sarebbe bastato. Ma poi Pepper, la… segretaria/baby-sitter/amministratore delegato delle Stark Industries ci ha letteralmente trascinato fuori dal laboratorio, spedendo me qua e Tony in Australia per lavoro”
Loki sospirò, scostandosi dalla sua presa leggera “Quando sono tornato qua ho trovato una tua lettera, devi avermela spedita poco prima dell’attacco. E quello è stato… mi ha fatto crollare”
Thor aspetto qualche altro istante, ma quando Loki non aggiunse altro concentrò la sua attenzione sull’ultima lettera della pila.
Era quella in condizioni peggiori, la carta era stata stropicciata più volte e poi appiattita nuovamente ed alcune parole erano sbavate.
Erano lacrime, si rese conto Thor, guardando l’inchiostro. Loki aveva pianto mentre la leggeva.
Distolse lo sguardo con la bocca secca, non volendo davvero credere a ciò che c’era scritto “Qui… qui dice che mi sarei fermato per altri due anni, anche se ti avevo promesso di tornare. Solo perché le cose non stavano andando bene laggiù” riuscì a leggere nonostante tutto. Forse questo spiegava perché si era fatto fare quel tatuaggio.
L’altro annuì, con un sorriso triste “In un caso o nell’altro non saremmo stati insieme Thor. Forse è un segno del destino. Ognuno per la sua strada e ricominciamo una nuova vita facendo finta di nulla, è la cosa migliore per entrambi”
Poi, com’era successo il giorno prima, iniziò freneticamente a cercare di riordinare la stanza, ma questa volta Thor non voleva credergli.
“Non è vero” gli disse, prendendolo per un braccio. Loki sobbalzò, ritirandosi di scatto. A Thor sembrava quasi terrorizzato, come se il suo tocco l’avesse bruciato, ma continuò.
“La nostra… quello che c’era tra di noi, non era qualcosa di pura comodità. Se avessi voluto una storia del genere sarei restato con Jane, starei tutt’ora con Jane! Tu non staresti così male se lo fosse, le nostre lettere non sarebbero così belle se lo fosse e io, io non voglio essere una persona del genere! Non mi sento uno del genere, non lo sono!!” forse aveva alzato troppo la voce, ma era stanco delle bugie.
“Thor, calmati-” cercò di dire Loki, ma lui non lo ascoltò.
“Sto cercando la verità, sto cercando di capire chi sono, ma è difficile se tutti quelli che mi conoscono meglio mi mentono!”
“Thor…” il ragazzo aveva serrato gli occhi, e si era avvolto le spalle con le mani, come se volesse tenere uniti i pezzi di sé stesso.
“Sono stanco delle bugie, fanno sempre soffrire qualcuno, fanno sempre soffrire te! E non capisco perché non riesci ad essere sincero con me, perché non mi dici che quello che c’era tra di noi era davvero come sembrava: bellissimo, praticamente impossibile, ma vero. Quindi mi dispiace, so che ti farà soffrire, ma ho bisogno di te. Ti prego”
Lo sguardo di Loki sembrava affaticato, come se non riuscisse davvero a mettere a fuoco la situazione. Doveva essere per le lacrime che stava trattenendo.
“Cosa stai dicendo?” sussurrò, con la voce roca come se avesse urlato.
“Che voglio restare”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Non chiedere, non dire (Don’t ask, don’t tell) è stata la politica dell’esercito americano nei confronti di gay/lesbiche/bisessuali fino al 2011/2012, che ufficialmente vietava di interessarsi sull’orientamento dei soldati, ma questo non ha impedito che venissero eseguite delle vere e proprie caccie alle streghe che portavano al licenziamento per chi venisse ritenuto “colpevole”
Note
Lo so è tutto così allegro, ma un po’ di angst ci vuole sempre e la pioggia continua di questi giorni aiuta a creare l’atmosfera u.u
Questa volta il titolo è preso da Battlefield, di Lea Michele http://www.youtube.com/watch?v=uSzB_z9Pngg
Vi ringrazio di cuore e se avete consigli sentitevi più che libere di esprimerli
 
Ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 3
*** Into your soul let me breathe ***


Into your soul let me breathe

Tutto in quella situazione gli sembrava semplicemente folle.
Non solo perché era iniziata in modo assurdo, con Loki diviso a metà tra la voglia di abbracciarlo o vomitargli addosso. Alla fine aveva prevalso il suo secondo istinto, probabilmente salvando qualsiasi cosa sarebbe iniziato tra lui e Thor ma facendogli passare il giorno dopo con il profondo desiderio che il suddetto Thor gli sparasse in testa pur di fermare il martello pneumatico che gli ballava il chachacha nel cervello
Ma perché a tutto questo si aggiungeva il fatto che la situazione era fin troppo familiare per lui.
Gli sembrava di essere tornato all’inizio delle loro storia, gli ricordava le prima volte che Thor ritornava senza che si fossero visti per mesi.
All’inizio c’era sempre quell’imbarazzo, quella tensione che lo faceva sussultare ogni volta che si sfioravano anche solo per sbaglio.
Serviva sempre un po’ di tempo per riuscire a ristabilire la solita complicità. Ci erano voluti mesi interi per riuscire a liberarsi da ogni incertezza quando stavano insieme, per riuscire ad assaporare davvero ogni istante disponibile.
Adesso dovevano ricominciare tutto.
E come se non bastasse tutto questo, si aggiungono anche gli ovviamente imbarazzanti problemi che non possono non esserci quando due (pseudo) sconosciuti condividono un appartamento (con un solo bagno, tanto per rallegrare ancora di più la situazione).
Perché Loki cercava davvero di non guardarlo troppo quando si cambia, o quando usciva con solo un asciugamano addosso dal bagno, o quando se lo trovava la mattina già sveglio e pimpante con un sorriso radioso in volto, e tentava davvero d’ignorare tutto quello (comprese quelle antipatiche farfalle che hanno preso ad albergare perennemente nel suo stomaco) ma è davvero troppo tempo che scappava da ogni contatto e doveva davvero ricordarsi ogni volta che quello che ha davanti agli occhi non è il suo Thor, o probabilmente gli si sarebbe già gettato addosso.
Quindi per tenere la mente (e le mani) occupate Loki fa ordine.
Ma proprio così come gli vengono idee geniali nel bel mezzo della notte, mentre persone normali sarebbero nel mondo dei sogni, anche l’ispirazione all’ordine viene in orari pressoché inumani, tipo le quattro di mattina.
Solo che, se cadi improvvisamente sul pavimento c’è il rischio che il tuo coinquilino si svegli all’improvviso correndo in camera tua in soli boxer.
Giusto per rendere vani tutti i tuoi sforzi.
“Cos’è successo?!”
“Io ehm…- sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di non fissare troppo quei dannati addominali perfetti- sono inciampato, tutto qua. Scusami per averti svegliato” riuscì a rispondere indicando la povera pila di libri incolpata del crimine.
“Stai… stai facendo ordine” osservò Thor, spostando lo sguardo sulla parete.
“Ehm sì, io sto… sì”
“Hai appeso l’immagine di un cervello, davvero?”  esclamò Thor, indicando il nuovo foglio, appena recuperato dal cestino in verità.
“Sì”
L’altro alzò un sopracciglio “Centra ecco, qualcosa con quello che mi è successo questo tuo interesse?”
“Oh no! Cioè, sì ma…- Loki corrugò la fronte, per poi prendere un profondo respiro- quello che ti è successo mi ha spinto ad interessarmi di più sul funzionamento del cervello, questo è vero. E poi ho continuato a studiarlo per curiosità, insomma il cervello è un qualcosa di straordinario! Non solo per la storia che ne utilizziamo solo una minima parte, ma per tutto il resto! L’attività celebrare arriva a produrre 12 watt di elettricità, saremmo in grado far funzionare una lampadina, ti rendi conto? E sapevi che praticamente tutti gli animali presentano dei cristalli di magnetite nel cervello? E possibile che sia grazie a quelli se animali migratori come gli uccelli e i pesci non si perdono durante i loro spostamenti, in qualche modo la magnetite deve rapportarsi al campo magnetico terrestre e funzionare da navigatore. Ma se questo è pratico in quegli animali, non si spiega la sua presenza in noi, o comunque in specie tipicamente non migratorie. Ed è una cosa semplicemente fantastica e- Loki si bloccò, rendendosi conto in quel momento che aveva iniziato a parlare gesticolando senza posa-… e questo immagino che non ti interessi. Scusami tanto, torna pure a dormire, io cercherò di fare meno casino”
Thor scosse la testa, fissandolo con un sopracciglio alzato, prima di scoppiare a ridere “Nessun problema. è fantastico davvero! Tutto questo è fantastico, tu sei fantastico! “
Loki lo fissò per qualche istante, non riuscendo a credere alle sue parole “Ehm grazie”
L’altro riportò lo sguardo su di lui, sorridendogli in quel modo che rendeva le simpatiche farfalle che avevano preso ad abitare nel suo stomaco ancora più esagitate del loro solito.
E soprattutto lo fece sorridere come solo lui sapeva fare.
“Immagino che… tu sappia anche qualcosa sulla memoria” riprese la parola Thor, guardandolo con quell’espressione incerta di speranzosa aspettativa che aveva quando si parlava del suo problema.
Loki annuì risoluto dopo un attimo d’esitazione “Sì, ho trovato qualcosa d’interessante che forse ti può aiutare”
Il biondo rilassò le spalle, regalandogli un altro sorriso “Bhe allora che ne dici se ne parliamo facendo colazione?” facendo un cenno in direzione della cucina che in quei giorni aveva riassunto un aspetto degno di tal nome (e stranamente erano solo le dieci di sera quando Loki era stato preso da un attacco compulsivo di ordine maniacale).
“Certo. È perfetto” rispose, cercando di trattenersi dal sorridere troppo.
Era l’effetto collaterale che Thor aveva su di lui (tralasciando una pseudo coscienza e l’originarsi di vari ed eventuali comportamenti altamente insoliti in quanto molto tendenti allo stupido e al sentimentale).
 
 
Due ore dopo Thor continuava a studiarlo.
Gli piaceva il modo in cui i suoi occhi brillavano d’interesse, e come gesticolava.
Gli piaceva vederlo bloccarsi nel bel mezzo di una frase e mordersi l’interno della guancia, cercando delle parole che siano comprensibili anche a lui.
Era bello, questo non avrebbe senso negarlo, solo che non riusciva a capire se gli piaceva anche in quel modo.
E soprattutto non riusciva a capire se gli piaceva per davvero o solo perché sapeva cosa c’è stato tra di loro, perché aveva le prove scritte di quanto lo amava.
Non gli sembrava giusto amarlo solo perché era quello il suo passato, sarebbe come sfruttarlo, diventerebbe davvero una relazione di comodità.
Loki si meritava di più, senza dubbio potrebbe puntare a meglio di uno che l’ha praticamente abbandonato per quattro anni.
Tempo, si ripeteva Thor, li hanno detto che sarà solo questione di tempo per la sua memoria e allora forse basterà solo un po’ di tempo in più anche per loro.
“E così la musica dovrebbe aiutarmi?”
“Sembrerebbe di sì, musica e ricordi potrebbero essere immagazzinati, per così dire,  insieme, quindi solleticando uno dovrebbe smuoversi anche l’altro. O almeno, così si ipotizza”
“Quindi credo di dover iniziare ad ascoltare musica, ho tipo ottant’anni  di canzoni da recuperare” rise, ma Loki corrugò la fronte.
“Ora che ci penso dovrei avere un tuo Ipod da qualche parte. Lo usavi soprattutto mentre andavi a correre, potrei provare a cercarlo. Da qualche parte dovrà pur essere”
Thor si fece subito più attento, ma non per i motivi che sembravano all’altro “Correre. Ecco cosa ci vuole. Ho proprio voglia di fare un po’ di movimento”
Loki fece spallucce “Buon divertimento”
“Dai, vieni anche ti, un po’ di movimento ti farà solo che bene” lo invitò, cercando di trattenere le risate all’occhiata storta che l’altro gli rivolse.
“Mi stai dando del grasso?” ringhiò.
“No, certo che no. Solo che immagino che tu ultimamente sia stato troppo preso per muoverti un po’”
“Invita pure Rogers, prometto che non sarò geloso della vostra relazione”
“Sono le sei, non voglio svegliarlo. Tu d’altro canto sei già sveglio, non hai niente da fare ed è un peccato avere Central Park dietro l’angolo e non andare mai a farsi una corsa” sostenne la sua proposta.
Loki incrociò le braccia con fare risoluto, appoggiandosi contro lo schienale “Io non corro Odinson”
Quasi a compensare i suoi gesti, Thor si spinse avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo e alzando le sopracciglia mentre sorrideva “Scommettiamo?”
 
“Ti odio, ti odio e ti odio. Sei stato perfido” si lamentò a gran voce Loki, mentre arrancava oltre la porta dell’appartamento per poi lasciarsi cadere di pancia sul divano.
“Non ti ricordavo così insensibile e con manie omicide verso chi cerca di aiutarti” continuò il discorso, incurante del fato che, con il viso mezzo sepolto tra i cuscini non è che le sue proteste si capissero molto bene.
Thor non riuscì a trattenersi dal ridere, stirando ancora un po’ le braccia “Dai, vai a farti una doccia. Dopo ti sentirai meglio”
“Una doccia? Per fare una doccia servono delle gambe, gambe che credo tu abbia venduto al commercio illegale di organi. Te ne pentirai, sappilo, avevo delle bellissime gambe io” ribattè con tono esausto e già mezzo addormentato.
Il biondo scosse la testa divertito, mentre toglieva le scarpe all’altro. Poi si sedette appoggiando le gambe di Loki sopra le sue ed iniziando a massaggiarli i polpacci, facendolo sospirare soddisfatto.
“Meglio?”
“Diamine sì, dovrei assumerti… ah no aspetta, è colpa tua se mi fa tutto così male. Mi dispiace informala, signor Odinson che lei è licenziato seduta stante”
“Ma che peccato, era il sogno della mia vita diventare massaggiatore di stinchi” rispose sorridendo.
“Ehi non puoi rispondere con sarcasmo al mio sarcasmo viste le gravi condizioni in cui mi trovo per colpa tua” ribattè Loki, finalmente girandosi sulla schiena e guardandolo imbronciato.
Thor alzò gli occhi al cielo “Per curiosità, fino a quando mi rinfaccerai questa corsa?”
“Probabilmente fino alla fine dei tempi”
“Bene, allora direi che puoi venire a correre tutti i giorni”
“EH?!?!”
“Se hai abbastanza fiato per rinfacciare qualcosa ne hai anche abbastanza per correre” disse sorridendogli, mentre l’altro rispose con un’espressione orripilata.
“Chi sei tu, mostro senza cuore e che ne hai fatto di Thor?!”  il suo tono era ironico, lo sapeva, eppure non potè evitare di rabbuiarsi alle sue parole.
“Davvero non sarebbe da me?” chiese improvvisamente serio, abbassando gli occhi sulle sue ginocchia, dov’erano ancora distese le gambe di Loki.
Lo sentì sospirare, mentre si metteva seduto, per poi sfiorargli delicatamente i capelli.
“Quando ritornavi non potevi mai fermarti troppo a lungo Thor, e passavamo il tempo in bhe, tutt’altro tipo di attività fisica se devo essere sincero” gli disse guardando in viso, con un leggero sorriso imbarazzato. Poi il suo sorriso si spense e anche il suo sguardo s’incupì.
“La verità è che non so cos’avremmo fatto una volta che tu fossi tornato in sede stabile. Non so se avremmo avuto una routin normale, non so neanche se la nostra storia avrebbe davvero funzionato perché non abbiamo mai avuto la possibilità di provarci davvero. Credo che avremmo scoperto tutto questo insieme, provandoci e vendendo cosa succedeva” cercò di spiegarsi, per poi scrollare le spalle e sospirare.
Thor guardò il suo viso per un istante, prima di appoggiare la mano sopra la sua “E potremmo ancora scoprirlo insieme?” gli chiese con un tono un po’ infantile, lo sapeva, ma che fece rilassare e sorridere Loki.
“Potremmo provarci, sì. Credo che… dobbiamo provarci”
Thor annuì “Allora, Loki Laufeyson, mi fate il grandissimo onore di venire a correre con me ogni mattina?”
Loki sospirò ancora, ma con un tono più melodrammatico e cercando di trattenere il sorriso “Potete ritenervi fortunato che la mia risposta sia affermativa e non dia ordine di tagliarvi la testa” concesse.
“Ah-ah! Non solo ho vinto la scommessa, ma ti ho anche convinto a correre ogni giorno! Sono davvero un mito!”
“Ma sta zitto” sbuffò Loki, tirandogli un cuscino in faccia prima di alzarsi.
Poi si stiracchiò e Thor si ritrovò a fissare come incantato l’elegante arco che la sua schiena formava e il lembo di pelle che la maglietta mise in risalto sollevandosi.
“Bene, vado a farmi quella famosa doccia. Ci vediamo dopo se riesco a sopravvivere e  non muoio annegato addormentandomi nella doccia”
“Uhm sì certo…” riuscì a rispondere Thor, con la bocca improvvisamente secca mentre non riusciva a distogliere lo sguardo  dalla figura dell’altro che lasciava la stanza.
 
 
Loki non stava dormendo. Stava solo riposando la mente (e il corpo, soprattutto il corpo) dalle fatiche della giornata.
La colpa era tutta di quel divano letto, perché non si può ignorare una postazione così comodo piazzata esattamente davanti alla televisione in una giornata faticosa com’era stata la sua.
Quindi Loki non si stava assolutamente addormentando guardando i cartoni animati, sotto lo sguardo sghignazzante di Thor che seduto al suo fianco leggeva la storia di un amore improbabile e piuttosto incomprensibile ad essere sincero.
Probabilmente lo squillo del cellulare lo salvò da tutte le conseguenze sicuramente catastrofiche che avrebbe avuto addormentarsi sul letto di Thor, con Thor in parte, e il profumo di Thor che lo avvolgeva. Perché lui non era il suo Thor, assolutamente no, era certamente maestoso come lui, lo faceva ridere come lui, eracaldocomeluie-
Il secondo squillo lo riscosse del tutto, convincendolo ad alzarsi e a recuperare il suo cellulare che si era preservato stranamente intatto durante tutti quei mesi probabilmente tramite qualche via miracolosa.
“Pronto?” rispose, trattenendo a stento uno sbadiglio solo perché Thor lo fissava con un irritante sorrisetto (da baci) da schiaffi.
“Loki?”
L’interessato corrugò la fronte, non potendo crederci “Frigga?!”
 “Sì, sono io. Volevo chiederti se… Thor è da te?”
“Sì, Thor è qua. Ha… ha deciso di restare per un po’ di tempo” rispose esitante, ricambiando lo sguardo dell’altro.
Dall’altro lato della cornetta la donna sospirò rincuorata “Bene. Io… so che non ne ho nessun diritto ma ti prego Loki, ti prego, raccontagli la verità come suo padre non è riuscito a fare. Raccontagli delle ombre tanto quanto della luce della vostra storia, le risate e i litigi. Se c’è qualcuno che può davvero aiutarlo quello sei tu”
 “Noi, ecco…- si schiarì la gola- ci stiamo già lavorando. Credo che ci voglia tempo, ma le cose stanno migliorando”
Se doveva essere del tutto sincero, le cose erano già migliorate.
Perché Thor era lì.
Era lì nonostante il modo sbagliato in cui l’aveva trattato nei primi giorni, era lì nonostante avesse sminuito la loro storia, era lì anche se ogni altra persona probabilmente si sarebbe già sentita offesa a morte dal suo carattere.
Ma Thor era lì, era restato, e questo lo rendeva un po’ più il suo Thor.
“Almeno spero” aggiunse velocemente, distogliendo lo sguardo dall’argomento del dialogo e dei suoi pensieri (per non parlare dei suoi ormoni).
Poteva sentire il sorriso che la donna gli stava rivolgendo, Frigga aveva sempre preso bene la loro relazione “Bene, ho chiamato solo per questo, scusate se vi ho disturbato. Volevo solo sapere se stava bene e ringraziarti anche, perché in tutti questi anni sei stato al suo fianco anche se non dev’essere stato facile, e adesso lo aiuti anche con l’amnesia… volevo davvero ringraziarti per averlo reso felice e per continuare a farlo. Immagino che dev’essere difficile per te”
“Sì, ma… ne vale la pena” rispose, ricambiando con un sorriso malinconico lo sguardo di Thor.
“Se vuoi te lo passo” aggiunse incerto, ponendo la stessa domanda all’altro con un cenno del capo.
 “Io…  non credo che in questo momento voglia avere nulla a che fare né con me né tantomeno con suo padre. Magari richiamerò un altro giorno”
“Certo, nessun problema”
Loki tenne lo sguardo fisso sul telefono per qualche istante prima di voltarsi verso l’altro.
“Era preoccupata per te”
“Sì, io… magari la richiamerò un altro giorno” rispose, senza guardarlo negli occhi.
Loki corrugò la fronte “Thor lo sai che non è colpa sua se Odino è, bhe, Odino”
“Sì certo è solo che…- sospirò, passandosi una mano tra i capelli- in questo momento non ho voglia di parlarne, io credo che andrò a fare un giro”
“D’accordo, ti accompagno”
“Non serve, grazie”
Loki scrollò le spalle “Se resto qua va a finire che mi addormento sul serio e poi sta notte non riesco a dormire, faccio casino e sveglio anche te. E poi non dicevi un’ora fa che devo fare più moto?” cercò di farlo sorridere.
Quando sorrideva andava tutto bene, andava tutto meglio, ma Thor continuava a non guardarlo e a tenere la mascella contratta.
“Scusa, ho bisogno di stare da solo” disse solamente, prima di uscire senza degnarlo di qualche spiegazione in più.
 
 
Thor sospirò, guardando il suo riflesso nelle vetrine.
Si era comportato in modo idiota prima, lo sapeva. Sia sua madre che Loki stavano solo cercando di aiutarlo.
Eppure non aveva potuto non sentirsi irritato quando sua madre aveva chiamato. Gli aveva ricordato che le cose non erano apposto come sembravano a lui.
Un attimo prima stava per baciare Loki sulla fronte e sistemargli addosso una coperta per farlo riposare meglio e subito dopo un estraneo parlava con sua madre della sua situazione. Se prima tutto sembrava perfetto, normale perfino, poi si era ritrovato sbattuto in quella realtà ancora aliena.
Si era reso improvvisamente conto di non poterlo fare, perché non era giusto nei confronti di Loki comportarsi in un modo così intimo, in un certo senso, senza sapere cosa provava per lui, senza sapere perché voleva comportarsi così con lui.
Non sapeva ancora se era il Thor che Loki amava.
Thor fece un altro respiro profondo, cercando di capire come chiedergli scusa.
Non gli sembrava un tipo da fiori. Cioccolato forse? Nessuno rifiuterebbe mai del cioccolato.
 
Quando tornò all’appartamento, dopo un paio d’ore, dubitò che il posto fosse mai stato più pulito ed ordinato.
Loki lo accolse con un sorriso esitante, che gli faceva solo venir voglia di chinare la testa come un bambino e chiedergli scusa.
“Ancora un po’ e stavo per darti per disperso”
“Avevo bisogno di un po’ d’aria, per schiarirmi le idee”
“Ma certo, lo capisco, e mi dispiace di aver insistito. Dovevo capirlo- lo vide scuotere la testa e stringere i pugni, arrabbiato con sé stesso- e invece non ci sono riuscito”
Thor sospirò, passandosi una mano tra i capelli. L’aveva ferito. Di nuovo.
“Non importa, davvero. È colpa mia, ho reagita in maniera esagerata quando non ero arrabbiato né con tè né con Frigga, solo che in quel momento tutto mi era sembrato… non lo so, ero arrabbiato per tutto quello che era successo, perché non alla fine non sono migliorato così tanto come dovrei, perché ho paura che… ho paura” sospirò, stringendosi il ponte del naso tra le dita
“Ci vuole solo un po’ di tempo…”
“Un po’ quanto? E se non succederà mai? Come potrò sapere chi sono se non me lo ricordo? E che cosa succederebbe tra noi e-“
“Thor stai calmo- lo interruppe appoggiandogli una mano sulla spalla- vedrai che le cose andranno bene, e casomai noi… troveremo una soluzione”
Thor lo guardò in viso e gli bastò quello per aver voglia di sorridere.
Fece un respiro profondo, stringendogli delicatamente il polso “Ho preso dei cioccolatini. Non ho idea di quali gusti ti piacciano, ne quali piacciano a me in verità, così ho preso un po’ di tutto”
Il modo in cui i suoi occhi s’illuminavano quando rideva, rendeva tutta quella situazione improvvisamente sopportabile.
“è perfetto Thor, grazie”
E anche se faceva ancora male, non avrebbe voluto essere in nessun’altro posto al mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Tipo metà di questo capitolo non era nemmeno previsto, ma così è venuto e così resta.
Il prossimo aggiornamento subirà senza dubbio dei lunghi ritardi visto che questa settimana sono in campeggio e mi si stanno accavallando impegni su impegni (ma sì, decidiamo di andare all’università quando manca meno di un mese agli esami di ammissione, cosa c’è di più divertente nella vita?) ma cercherò di farmi viva entro un paio di settimane.
Il titolo è preso da Love is worth the fall  http://www.youtube.com/watch?v=4VifsNgP9wo
Ringrazio tutte quelle che seguono questa storia, e se volete farmi sapere cosa ne pensate o se avete critiche da farmi, siete le benvenute :)
 
Ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 4
*** I just don’t want to miss you tonight ***


I just don’t want to miss you tonight

Avere quella che può essere considerata anche solo lontanamente una routine sembra strano a Loki.
Lavorando con Tony si era abituato agli orari più improbabili che ci fossero, e a mangiare quando e cosa capitava.
Trovarsi improvvisamente ad avere qualcuno che lo aspetta quando torna a casa e che gli vieta di avvicinarsi di nuovo a qualcosa che assomigli anche solo lontanamente a “cibo da asporto” lo destabilizza non poco.
Eppure gli piace.
Gli piace la loro corsa mattutina, gli piacciono le ore passate a rispondere alle sue domande.
I pomeriggi alla Tower ormai li passa fissando con odio l’orologio che va sempre troppo piano, ma si impedisce di correre a casa perché sa che Thor ha bisogno di spazio (e tempo, come se non gliene avesse concesso già tanto).
Non aveva mai creduto che l’ordine potesse essere così rassicurante, ma si trova ad ammettere che potrebbe quasi piacergli.
Se solo Thor lo amasse di nuovo.
Se solo sapesse come allontanare i suoi incubi.
 
 
Il momento che Thor preferiva in assoluto era la sera. A volte uscivano, andavano in un bar, al cinema o semplicemente facevano un giro. Altre volte stavano in casa, ad ascoltare musica, vedere un film o ridere perché Loki sentiva l’improvvisa necessità di una mappa stellare fosforescente da attaccare al soffitto della sua camera.
Loki riusciva sempre a dare una nota di sorpresa alla sua giornata. Gli avevano consigliato qualcosa di tranquillo e abituale, secondo gli specialisti lo avrebbe senza dubbio aiutato, ma era quando Loki spazzava via la pace con una sola proposta seguita da un sorriso esaltato che si sentiva davvero bene. Si sentiva quasi riparato.
Ma in ogni caso, le loro serate finivano sedute sul divano letto, Loki quasi addormentato con il capo che pendeva pericolosamente verso la sua spalla e il palmo della mano rivolto verso l’alto, quasi un invito a prenderla.
Gli piacevano quei momenti perché se chiudeva gli occhi, il buio che lo accoglieva era famigliare e benvenuto, come la coperta di quando era bambino. Le loro mani che si sfioravano, i respiri che si tranquillizzavano, tutto sembrava semplicemente a suo posto.
Era quando si risvegliava nel cuore della notte, con immagini di sangue e senza nessuno vicino a lui che si sente di nuovo rotto in mille pezzi.
Allora l’unica cosa che poteva fare era alzarsi e andare nella sua camera dove lo trovava addormentato, la maggior parte delle volta con un libro ancora aperto e la luce accesa.
Allora gli si avvicinava, appoggiandogli il libro sul comodino e sistemandogli le coperte addosso. Poi lo guardava per qualche istante ancora prima di spegnere la luce, solo allora abbastanza tranquillo per tornare a dormire.
A volte invece, urlava così forte da svegliare Loki.
 
La voce sua voce riuscì a spezzare il manto che avvolgeva i suoi incubi di pece, facendogli aprire di scatto gli occhi.
“Thor!”
Prima ancora che riuscisse a rendersene conto, lo afferrò con forza per i polsi, per poi spingerlo contro il materasso, sovrastandolo con il suo corpo per impedirgli di sfuggire.
Gli ci vuole più di qualche istante per riconoscerlo davvero, per rendersi conto di ciò che stava facendo.
 “Loki…” mormorò con voce rauca e confusa.
“È tutto apposto Thor. Era solo un brutto sogno” cercò di tranquillizzarlo l’altro, sorridendogli leggermente e senza far nulla per liberarsi dalla sua stretta.
Lui annuì ancora incerto, prima di chiudere gli occhi e fare dei profondi respiri per tranquillizzarsi.
Si concentrò sulla sensazione della sua pelle sotto le dita, sul ritmo tranquillo del suo cuore che batteva.
Poteva sentirlo attraverso i polpastrelli.
Era un bel suono.
Rassicurante.
“Thor?”
“Sì?”
“Mi puoi lasciare? Stai stringendo troppo forte…”
Thor spalancò gli occhi, allontanandosi di scatto da lui come se si fosse scottato “Scusami! Mi dispiace, io non me n’ero accorto, i-io-” la voce gli usciva a scatti mentre continuava a guardarlo spaesato.
“Stai calmo, non è successo nulla” mormorò in risposta, riuscendo a mettersi seduto e sfiorandogli con esitazione i capelli, con una carezza che voleva essere rassicurante.
Thor, tuttavia, scosse la testa per poi alzarsi dal letto.
Sospirando, Loki lo imitò “Ti capita spesso?”
“Cosa?”
“Gl’incubi”
Thor irrigidì la mascella, per poi scrollare le spalle “Abbastanza. Stress post-traumatico, è abbastanza comune, soprattutto se in più si aggiunge quello che mi è successo. Almeno, questo è quello che mi hanno detto”
Lo vide annuire pensieroso, mentre si mordeva il labbro.
“Non… non mi succedeva prima?”
“No, o almeno, non quando tornavi. Se avevi incubi mentre eri in servizio non me ne hai mai parlato”
Thor sospirò di nuovo, passandosi una mano tra i capelli “A sentire loro comunque è una forma abbastanza lieve, quindi puoi stare tranquillo, non credo che inizierò a rompere tutto con una motosega perché non ho idea di dove mi trovo” cercò di sdrammatizzare con un sorriso non del tutto riuscito.
“Ma che peccato, ne sarebbe uscito proprio un bel video da mettere su Youtube- sbuffò Loki, alzando gli occhi al cielo- se vuoi ho qualcosa per aiutarti a dormire”
“Non serve, hanno già provato ad imbottirmi di farmaci ma non ha funzionato molto”
“Se vuoi possiamo cercare qualcosa di più forte. Bruce ha studiato medicina meglio di me, magari lui- “
Thor scosse la testa “Non serve, davvero. Di solito una volta svegliato riesco a riaddormentarmi velocemente e non faccio altri sogni. Mi dispiace solo di aver svegliato te”
Lo sguardo di Loki era tutto al di fuori che convinto “Thor francamente questa è l’unica cosa di cui devi preoccuparti, solo… se ci sono dei problemi possiamo parlarne” cercò di spiegarsi stringendosi le spalle.
“Non devi preoccuparti per me, io sto bene”
“Certo, tralasciando un’amnesia e un disturbo da stress post-traumatico. Oh, ma quest’ultimo è in forma leggero, quindi cosa vuoi che sia, no?!” esplicitò acidamente la situazione il moro, incrociando le braccia sul petto.
Thor ricambiò il suo sguardo arrabbiato con sconcerto “Non voglio esserti di troppo Loki. Già sto abitando a casa tua senza far niente, non voglio anche farti preoccupare più del dovuto”
Loki distolse lo sguardo, mordendosi il labbro “Io invece pensavo che funzionasse proprio così in una storia. Pensavo che bisognasse risolvere i problemi insieme, aiutarsi a vicenda e altra roba sentimentale di questo genere. Ma dopotutto i sentimenti non sono mai stati il mio campo d’eccellenza” finì con uno sbuffo, facendolo solo sembrare ancora di più un gatto a cui avessero tirato la coda.
 “Io, ecco… ti stai davvero preoccupando per me?” gli chiese, corrugando la fronte ma con un sorriso sulle labbra
“No guarda, mi diverto ad urlare contro agli idioti alle tre di mattina!” ringhiò Loki senza riuscire a trattenersi. Solo dopo notò l’espressione strana di Thor “Cos’hai?”
Dopo un altro istante, lui scoppiò a ridere sotto lo sguardo sempre più confuso di Loki.
“E adesso si può sapere che ho fatto di tanto divertente?” mugugnò offeso.
Il biondo scosse la testa, cercando di ricomporsi “Niente, assolutamente niente, è solo che…- risollevò lo sguardo, sorridendogli dolcemente- è bello. Che tu voglia prenderti cura di me”
L’altro assunse se possibile un’espressione ancora più arcigna “Io non voglio prendermi cura di te, non ho nessuna fottuta sindrome della crocerossina! Semplicemente non capisco perché, vista la situazione già fin troppo complicata in cui ci troviamo, almeno di un problema che possiamo risolvere facilmente non ne parli!”
“Loki credo che tu abbia frainteso! È ovvio che… dio, non ti sto dando della crocerossina! Quello che volevo dire- si sentiva le guance in fiamme e dove trattenersi dal ridere, perché tutto quello era così bello che non avrebbe mai più voluto smettere di sorridergli. Dovette fare più e più respiri profondi sotto lo sguardo scocciato del moro prima di riuscire a dire qualcosa ancora degno di essere definito così- Intendevo dire che è bello sapere che c’è qualcuno che si preoccupa per me e-”
“Non fare la vittima adesso” sbuffò Loki, la braccia saldamente incrociate sul petto.
Thor non riuscì a reprime del tutto il nuovo eccesso di risa “Mi puoi ascoltare per un attimo? - gli chiese appoggiandogli le mani sulle spalle- Il fatto è che… mio padre faceva finta di nulla, come se io fossi tornato volontariamente e non avessi nulla di meglio da fare che ascoltare i suoi consigli su come gestire al meglio la sua industria. Mia mamma bhe, faceva la mamma, quindi era giusto quel troppo apprensiva diciamo. Ma è bello quando qualcuno che non sono i tuoi genitori si preoccupa per te. È bello sapere di essere così importante per qualcuno che potrebbe tranquillamente decidere di cancellarti dalla sua vita e cercare qualcuno di migliore, soprattutto visto quello che ti ho fatto passare”
Sospirò scuotendo la testa, ma il sorriso non voleva andarsene “Scusami. In verità non c’era niente di cui ridere è solo… la trovo davvero una cosa molto bella. E ti ringrazio” aggiunse poi, sollevando una mano per sfiorargli la guancia.
“Oh” fu tutto quello che riuscì a dire inizialmente Loki come risposta, per poi arrossire tutto d’un tratto.
“Scusami tu, io ho esagerato. Non ho nessun diritto di dirti cosa devi fare e…  Diavolo che situazione stupida” si portò una mano alla bocca per coprire le risate.
“Vedi? Neanche tu riesci s smettere di ridere!” scherzo ancora Thor.
“Idiota” borbottò Loki, tirandogli un pugno sulla spalla.
Dopodiché scosse la testa, sospirando esasperato “Bene, ora che abbiamo fatto anche l’esperienza della litigata in piena notte direi che ci meritiamo un po’ di riposo”
Thor annuì, sorridendogli mentre gli augurava la buonanotte.
“Anche a te. E se c’è qualche problema bhe, sono qua” lo ricambiò lui, con un sorriso ancora imbarazzato.
Thor annuì, osservandolo sparire nella sua camera.
Il suono della sua risata lo accompagnò nel mondo dei sogni, dove Loki continuava a regalargli quel suo sorriso che illuminava i suoi occhi in un modo che Thor avrebbe potuto passare ore ad ammirare.
Almeno per quella notte.
 
 
 
Loki non credeva alle parole di Thor. Cioè, sì, gli credeva, ma non credeva che il problema di Thor si sarebbe risolto così facilmente.
Non aveva il coraggio di chiedergli altro (dio, al solo ricordo del modo invadente con cui aveva reagito si sarebbe preso a sberle, almeno avrebbe avuto una buona scusa per il colore improvvisamente acceso delle sue guance. Stupida vasodilatazione e ancora più stupida pseudo coscienza) ma aveva paura che se le cose fossero continuate così, non sarebbero finite bene. Soprattutto non per Thor.
Tuttavia è consapevole di dovergli lasciare il suo spazio, per questo si trattiene dall’alzarsi ogni volta che lo sente urlare nel cuore della notte.
È questione di pochi minuti, poi nella sua camera si apre uno spiraglio e Thor sguscia dentro. Non gli ha detto che sapeva che a volte veniva lì. Non gli ha detto che sapeva che i suoi sogni stavano solo peggiorando.
Thor gli ha chiesto fiducia e tempo, e lui glieli ha concessi. Gliene ha concessi così tanti in quegli anni che ormai è quasi un’abitudine.
E ne è un po’ spaventato, se deve essere sincero, perché cosa succederà se gli concede troppo tempo per poi rendersi conto di averlo sprecato, cosa succederà se scopre che la sua fiducia è mal riposta?
Prima non aveva dubbi, non su Thor, perché il modo in cui lo guardava gli faceva capire che tutto quello era importante anche per lui. Ma da quell’ultima lettera rimasta senza risposta sono cambiate fin troppe cose.
E adesso deve convincersi che gli basta quello sfiorarsi casuale, che potrà concedergli tutto il tempo di cui ha bisogno senza dubitarne mai. Si dice che basta concedergli fiducia, una cosa che Loki non ha mai fatto facilmente, una cosa che è riuscito a fare del tutto solo con lui.
E nel frattempo i giorni passano, Thor diventa sempre più silenzioso e le occhiaie che gli contornano gli occhi sempre più profonde.
 
“Cosa stai facendo?” la sua voce lo colse di sorpresa, rischiando di fargli cadere la tazza che stringeva tra le mani.
Lo sguardo che Thor gli rivolse dopo trasudava una colpevolezza mal celata “Loki! Cosa fai sveglio?”
“È quello che sto chiedendo a te”
L’altro abbassò lo sguardo, facendo un sorriso tirato “Niente, faccio solo un po’ di fatica ad addormentarmi. Non devi preoccuparti”
“E dimmi, da quando il caffè concilia il sonno?” domandò forse troppo acidamente.
Thor alzò le spalle, come se avesse appena incassato un colpo “Io… io ecco, non…” Loki lo osservò mentre si passava le mani sul viso e si tormentava la maglietta per dei lunghi istanti, prima d’intervenire.
Senza dir niente lo prese per mano e s’incamminò deciso verso la propria camera, afferrando mentre passava il piccolo proiettore che gli aveva costruito.
“Dai, distenditi” gli disse, senza voltarsi, mentre recuperava il libro malamente abbandonato e lo metteva sul comodino.
“Loki…” Thor lo fissava ancora con esitazione sulla soglia della stanza.
Sbuffò “Non fare il bambino Thor. Questo letto è abbastanza grande per dormirci in due, sai com’è li fanno apposta, e se l’unico modo per farti dormire tranquillo è stare vicini sopporterò stoicamente il tuo russare” era stato troppo freddo, ma era troppo tardi per la gentilezza.
Il biondo fece un sorriso mesto, avvicinandosi al letto “Russo davvero?”
“No, ma ci stava bene nella frase- ribatté Loki, regalandogli un’occhiata storta mentre si distendeva al suo fianco- E adesso dai, fammi qualche domanda sul tuo misterioso passato e vediamo cosa succede” gli disse infine, lasciando che la sfera irradiasse l’orami familiare luce azzurrina e liberando l’irritazione con un respiro rumoroso.
“Stai… parlando sul serio?” solo alla sua domanda si decise a voltarsi, incontrando finalmente i suoi occhi.
“No, in verità fa tutto parte di un piano malefico atto al buttarti giù dal letto mentre dormi come un bambino” gli rispose con serietà.
Dopo un istante Thor scoppiò a ridere e Loki poté imitarlo.
Gli piaceva quella situazione, gli ricordava quasi quella di prima, era un bizzarro misto di complicità, affetto e calore.
Per quel che lo riguardava era il sapore di casa.
Thor obbedì, ingrandendo una foto che li ritraeva in un bosco, iniziando come al solito a chiedergli di tutto su un normale pomeriggio di anni prima.
Dopo dieci minuti si era addormentato, il volto girato verso Loki, il sorriso sulle labbra e le loro mani che si sfioravano.
 
 
Quella fu la prima volta in settimane che riuscì a fare un sonno ininterrotto fino alla mattina.
E si sentiva talmente bene che strinse con più forza il corpo che aveva tra le braccia, inspirando a fondo l’odore della chioma corvina che aveva sotto il naso.
Lo sentì mugugnare e nascondersi contro il suo collo, mentre agitava le gambe intrecciate alle sue per cercare più calore.
Sorrise ad occhi chiusi, scostandosi quel tanto che bastava per appoggiargli le labbra sulla fronte.
La risposta fu uno sbadiglio e un morso giocoso sul collo.
Thor spalancò gli occhi all’improvviso, rendendosi conto di quello che stavano facendo.
E anche Loki sembrò ritornare improvvisamente alla realtà, forse per il suo improvviso irrigidimento, infatti sobbalzò per poi allontanarsi di scatto.
Ricambiò il suo sguardo con gli occhi spalancati, portandosi le mani sulla bocca mentre arrossiva “Scusami, io non… non mi ero reso conto, è- è” la voce gli tremava e Thor immaginò che nemmeno la sua sarebbe stata così tanto stabile.
L’aveva appena stretto a sé. L’aveva stretto a sé tutta la notte, poteva ancora sentire il suo calore del suo corpo premuto contro il proprio. Ed era fastidioso quell’improvviso vuoto.
Per questo scoppiò a ridere, imitato dall’altro che cercava ancora di nascondersi dietro le mani.
Thor si ritrovò ad osservarlo, con i capelli spettinati e negli occhi ancora qualche rimasuglio di sonno che ne addolciva lo sguardo.
E questa volta non provò paura quando dentro di sé desiderò poterlo vedere in quelle bellissime condizioni per ogni giorno della vita che gli restava.
 
I brutti sogni non sparirono del tutto, ma risvegliarsi con il confortante calore di Loki vicino rendeva tutto quello più sopportabile.
Quello e lo strano aroma di familiarità che si stava lentamente instaurando, il poterlo sfiorare con una scusa qualsiasi e sapere che non si sarebbe allontanato, la complicità e le risate, come se si conoscessero da sempre.
E Thor iniziava a domandarsi se poteva chiedergli qualcosa di più, se potevano passare ad una fase successiva, ma i ricordi non tornavano, non per davvero, e se a lui Loki stava iniziando a piacere sul serio non sapeva se l’altro si sarebbe accontentato di com’era o sperava ancora in una qualche guarigione miracolosa che riportasse indietro la persona che un tempo amava.  
 
“Oggi devo aver proprio esagerato” si lamentò Thor, continuando a far ruotare il braccio cercando di tirare il muscolo indolenzito.
“Ovvio, fai tanto il figo quando in verità inizi ad essere vecchio. Non dirmi che inizierai a lamentarti dei dolori ogni volta che sta per piovere?!” lo prese in giro Loki, regalandogli una finta faccia scandalizzata.
Lui sbuffò, sedendosi al suo fianco nel divano letto che ormai pasa più tempo come letto che come divano.
Loki quel giorno era tornato presto, borbottando una scusa su qualche “simulazione che Jarvis sta facendo e senza la quale non abbiamo nulla da fare in laboratorio”
Lui invece era andato in una palestra della zona, che aveva iniziato a frequentare un paio di giorni alla settimana. Ne aveva trovato il biglietto da visita tra delle vecchie carte che aveva lasciato lì.
Non gli era servita a molto, ma mantenersi in movimento lo aiutava a distrarsi.
“Certo che se sono così vecchio potresti anche farmelo un massaggio”
Senza distogliere lo sguardo dal libro che teneva tra le gambe incrociate, Loki alzò un sopracciglio “Vuoi davvero così poco bene ai tuoi nervi?”
“Ecco, considerala la tua seconda possibilità nel campo della fisioterapia”
Sorrise quando lo vide roteare gli occhi e mettere da parte il suo libro.
“Sei proprio una lagna, lasciatelo dire”
“Se basta per sentirti realizzato fai pure” rise in risposta.
Poi sentì il delicato tocco delle sua mani fredde sfiorargli la nuca ed un brivido gli attraversò la colonna vertebrale. Tuttavia Loki si ritrasse subito.
“Sappi che non ho idea di cosa sto facendo”
“Vorrà dire che tenterò la sorte”
Lo sentì di nuovo sbuffare, ma poi le sue dita sottili raggiunsero di nuovo le sue spalle, iniziando a toccarlo con esitazione.
Lui sospirò, sentendo la tensione sciogliersi, ma il piacere durò poco.
Già solo dopo pochi istanti infatti, Loki aveva preso a seguire con la punta delle dita i contorni dell’ultima cicatrice che si era procurato e che gli segnava parte del collo per poi risalirgli lungo il cranio, nascosta dai capelli.
“Non pensavo che fosse così estesa” il suo respiro era dolce contro la sua nuca, e la sensazione delle dita tra i capelli lo riscaldava in una maniera quasi inadatta.
“Poteva andare peggio”
“Davvero?”
Thor voltò il capo, solo per incontrare quello sguardo abbattuto e l’espressione disperata che avrebbe voluto cancellare a forza di baci. Ma Loki fu veloce a nasconderle dietro ad una maschera dal sorriso imbarazzato.
“Scusami, stavo solo pensando ad alta voce” cercò di allontanarsi, ma gli prese una mano, stringendolo dolcemente.
“No, va bene, puoi dirmi tutto ciò che pensi”
Le sue parole gli fecero accennare un sorriso, ma non ricambio il suo sguardo.
Solo dopo si accorse di cosa stava davvero guardando.
Le sue dita si spostavano leggere, come ali di una farfalla seguendo le scritte che aveva tatuato sul braccio.
“L’avevo fatto poco prima dell’attacco. Penso dopo averti spedito la lettera, visto quello che ti avevo scritto”
Lo sguardo che Loki gli rivolse era incerto, confuso.
“Tu sai cos’è?”
“Sì. Cioè, lo so in generale. È Shakespeare giusto? L’Amleto. L’ho cercato su internet. Ma non so cosa vuol dire per noi. Ho trovato una foto in camera tua, con dietro scritta questa frase. E anche nella prima lettera che ti ho lasciato. E poi tu, quando mi salutavi…”
“Never doubt” sospirò Loki, un sorriso malinconico mentre continua a sfiorare la scritta.
Poi scosse la testa, facendo un respiro profondo “Sì, sì hai ragione, è di Shakespeare, nella lettera che Amleto manda ad Ofelia”
“E cosa centra con noi? Non credo di essere uno che legge Shakespeare”
Loki rise “Tu no, ma io sì. Quel giorno, ecco… ci stavamo frequentando da un paio di settimane, e quella sera eravamo usciti con Tony, quindi puoi ben immaginare in che condizioni eravamo. Casa mia era la più vicina, così io e te siamo venuti qua. Noi, ecco- arrossì e distolse lo sguardo dai suoi occhi, ma il sorriso restava- ci stavamo baciando, e poi io ti ho spinto sul letto, solo che mi ero dimenticato di aver lasciato lì il libro. E tu ovviamente ci sei caduto sopra”
Era bello il modo in cui rideva, con cui ricordava con dolcezza e malinconia quei giorni alla fine non così tanto lontani.
“Poi invece che continuare ciò che avevamo iniziato, tu hai preso il libro e me l’hai dato chiedendomi di leggere. Io ho accettato ed è finito che ci siamo addormentati senza concludere niente” disse, scrollando le spalle.
Poi si morse il labbro e aggiunse “Era la prima volta che portavo qualcuno a casa mia. Ad essere sincero era anche la prima volta che dormivo e basta con qualcuno, senza averci prima fatto sesso. È stato bello” teneva lo sguardo sulla poesia che gli decorava il braccio.
“Poi sono dovuto partire e ti ho lasciato la lettera”
“Sì. Mi avevi detto di non aprirla finché tu non fossi partito- corrugò la fronte- era una cosa strana, mi sembrava di averti in parte anche se tu non c’eri”
“Doubt thou the stars are fire,
Doubt that the sun doth move,
Doubt truth to be a liar,
But never doubt I love”
Loki annuì.
“Mi avresti aspettato? Intendo dire, se tutto fosse andato bene, se dopo quei due anni sarei tornato da te. Mi avresti aspettato?”
Per un istante pensò che non gli avrebbe risposto.
Poi lo sentì sospirare “Non lo so. Probabilmente mi sarei arrabbiato, mi sarei rifiutato di parlarti ancora finché un giorno non ti saresti presentato a casa per parlarne faccia a faccia o roba del genere e non sarei riuscito a dirti di no. E due anni dopo mi avresti chiesto altro tempo. Quindi non lo so, davvero, non lo so”
“Loki…” lo chiamò solo per sentire il gusto del suo nome tra le labbra, mentre gli accarezzava lo zigomo.
Poi immerse le dita tra i suoi capelli, i loro volti che si facevano sempre più vicini senza che nessuno dei due dovesse farvi forza.
Poteva sentire il suo respiro sulle labbra, il modo in cui tratteneva il fiato ogni volta per qualche istante, incerto anche lui se arrendersi definitivamente e completare quella breve distanza.
Poi suonò il telefono.
Thor sentì i suoi muscoli tendersi irrigiditi sotto la mano con cui ancora lo stringeva.
Poi Loki si alzò di scatto e ogni possibilità sfumò.
“Si? ... davvero ha già finito? ... il palladio, sul serio? Avevo ragione io allora!!... Sì, arrivo subito!”
Loki chiuse la chiamata, sorridendo in modo smagliante con gli occhi che brillavano luminosi, iniziando a recuperare una felpa e le scarpe.
Thor fissava la scena ancora seduto sul letto, non riuscendo a credere che Loki potesse davvero far finta così facilmente che non si stessero per baciare giusto un istante prima.
“È fantastico, è assolutamente fantastico. Ci vediamo dopo” stava già per uscire di casa, quando il biondo si riscosse.
“Loki!”
“Sì?” gli chiese impaziente, la porta già aperta.
“Io…- la voce gli tremò d’incertezza, non sapendo nemmeno lui cosa voleva dire. Poi sospirò e gli sorrise- alla fine questa sera vuoi ancora andare al cinema o ti chiuderai in laboratorio con gli altri?”
L’altro corrugò la fronte, facendo una smorfia incerta “Oh ecco io… è una cosa davvero importante e io- “
“Divertiti” gli disse facendogli cenno con la testa senza smettere di sorridere.
“Grazie! Non starò via troppo, promesso!” urlò in risposta, mentre correva giù per le scale.
Finalmente solo, Thor poté lasciar spegnere il sorriso.
 
 
Nei giorni che passarono, Loki usò leggermente la scusa del lavoro per stare fuori casa il più a lungo possibile.
Non che lo facesse perché si erano quasi baciati. Non certo che no. Assolutamente no.
… forse un pochino.
Il fatto era che, se Tony non lo avesse chiamato, con molta probabilità avrebbe baciato sul serio Thor.
E non era certo che fosse la cosa migliore da fare.
Insomma, cosa pensava, che bastava un bacio per sistemare tutto?
Non erano in una favola, cose del genere non succedevano, e lui era già abbastanza incerto su come comportarsi con Thor senza dover aggiungere quell’incidente alla lista, grazie tante.
Ma la verità era che avrebbe davvero voluto baciarlo, lo desiderava in una maniera tanto dolorosa, perché gli era mancato così tanto da aver quasi dimenticato come ci si sentiva, com’era la sensazione delle sua pelle sotto le mani, il solletico dei suoi capelli e il suo tocco, che gli faceva perdere un battito ogni volta ma che andava bene così.
Loki voleva anche stare un po’ di più a casa, recuperare le uscite perse magari, ma ogni volta che ci pensava gli tornava in mente il loro non-bacio e doveva scappare.
Almeno finché Thor non rese impossibile la cosa.
 
Entrato in casa, trovò solo la forza di lasciarsi cadere sul divano-letto, chiedendosi vagamente perché non ne avesse mai usufruito prima. Era assolutamente divino.
“Ehi, ma buongiorno” la voce di Thor fu seguita da una sua mano tra i capelli.
Girò il viso, distendendo le labbra in un sorriso stanco “Scusami per ieri sera, ma Tony vuole tenere la musica così alta che finirà per assordare tutta la Tower”
“Tranquillo, non dovevo chiederti niente d’urgente”
Lui sbadigliò in risposta, girandosi tutto su un fianco e chiudendo gli occhi.
Sentì la leggera risata dell’altro, mentre gli toglieva le scarpe e la giacca per poi sistemargli sopra una coperta.
Poi gli sembrò di sentire un leggero bacio sulla fronte, ma probabilmente si era già addormentato e quello era solo un sogno.
 
Si risvegliò solo nel tardo pomeriggio, abbastanza in forze per farsi una doccia e mettersi alla caccia di qualcosa di commestibile.
“Senti, volevo chiederti…” iniziò il discorso Thor, mentre lui dedicava gran parte della sua attenzione alla scatola di corn-flakes al cioccolato.
“Sì?”
“So che forse non è il momento adatto, ma volevo provare ad andare alla casa al mare”
Loki corrugò la fronte, guardandolo in viso “Non penso ci siano problemi, dopotutto è dei tuoi genitori. Dovrebbe esserci il mazzo delle chiavi di là. Credo”
“Loki quello che intendo dire è che… vorrei che ci andassimo insieme”
Lui s’immobilizzò “Oh”
L’altro sospirò, passandosi una mano tra i capelli “Lo so che non è il momento migliore, siete presi da… qualunque cosa sia quello su cui state lavorando, però io… io vorrei davvero andarci”
Loki si morse il labbro, incerto su cosa rispondergli. Alla fine si strinse le spalle tornando a spiluccare i cereali “È solo che insieme ci siamo stati al massimo un paio di volte. Ci andavi molto di più da bambino. Magari dovresti chiamare Frigga e proporlo a lei, sono sicuro che ne sarebbe entusiasta”
Non lo guardò, ma sapeva il modo in cui lo stava guardando. Freddo ed estraneo.
“Sì certo. Non importa”
“Thor, davvero non è per il lavoro- si sentì in dovere di spiegargli- Certo abbiamo ancora da lavorare un sacco per diminuire in maniera utile il reattore Arch, ma sono più interessato a come si potrà impiegare dopo che a questa fase. È solo che…”
Non continuò vedendo l’altro alzarsi e uscire dalla stanza senza dire una parola.
Loki si diede dell’idiota, mollo la scatola di corn-flakes e lo seguì “è solo che non ho intenzione di fare surf!” disse, stringendo gli occhi e con la voglia di prendersi a sberle.
“Io… facevo surf?”
“Era impossibile tirarti fuori dall’acqua! E in più volevi che anch’io imparassi e, te lo dico già, sono del tutto negato quindi non provare nemmeno a chiedermelo. Hai già attentato alla mia vita negli anni passati, quindi sognatelo che ci riprovo”
“… allora ci andiamo davvero?”
“Per me non è un problema, anche se io e la sabbia non andiamo d’accordo”
Thor lo abbraccio d’istinto, uno di quei suoi abbracci da orso che sembrano volerti stringere talmente tanto da diventare un tutt’uno, e lo ringraziò.
Loki si diede dell’idiota due volte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Mi scuso per il ritardo ma è davvero un periodo così così ultimamente (e tanto per rendere le cose più facili l’ispirazione si dà alla macchia, ma quant’è simpatica -__-)
Spero di riuscire a fare aggiornamenti degni di questo nome, almeno per quanto riguarda i tempi, ma non prometto nulla.
La canzone questa volta è Iris, dei Goo goo dolls, erano secoli che volevo usarla, mi piace troppo! https://www.youtube.com/watch?v=birrtUbd-CY
Ringrazio chiunque sia riuscito ad arrivare fin quaggiù e spero di non deludervi. Se avete critiche ho consigli sarò felice di ascoltarli.
 
Ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 5
*** These lines, the last endeavor to find the missing lifeline ***


These lines, the last endeavor to find the missing lifeline

La casa era più grande di come l’aveva immaginata. Tuttavia gli piaceva, l’odore del mare sembrava portare anche quello dei ricordi, anche se non quelli che voleva davvero. Sapeva dove aveva inciso la sua altezza col passare di ogni estate, si ricordava il nascondiglio che al tempo pensava segreto per le caramelle, i pomeriggi interi passati in acqua e le serate a mangiare zucchero filato nel luna-park.
“Thor? Andiamo?”
Avevano passato i primi giorni a dare una sistemata alla casa. O meglio, lui li aveva passati così, Loki aveva deciso che la sua mania ossessivo-compulsiva (e sporadica. Molto sporadica) per l’ordine non si sentiva abbastanza stimolata e l’aveva lasciato affrontare da solo l’ardua impresa.
Gli piaceva tener impegnate le mani e la mente, lasciarsi assorbire dal lavoro, così quando Loki lo chiamava non riusciva nemmeno ad accorgersi che c’era qualcosa ancora da aggiustare tra loro.
Perché in quei momenti Loki era semplicemente Loki, e tutto andava bene.
“Allora?” lo richiamò ancora l’altro, appoggiato allo stipite della porta.
Thor scosse la testa “Sì, arrivo” gli sorrise mentre si alzava dal letto che aveva occupato da bambino.
“Ancora non capisco perché tutta questa mania di andare a fare un giro in città”
“Bhe, tu potrai anche vivere d’aria, ma io avrei anche bisogno di cibo ogni tanto, sai?” ribatté, facendolo sbuffare.
“Sì, ma hai già fatto la spesa l’altro giorno”
Thor lo fissò alzando un sopracciglio “Fammi indovinare, c’erano i cartoni animati in tv”
La risposta fu una linguaccia molto matura e un “Non infierire” sibilato con sguardo minaccioso.
Thor alzò le mani in segno di resa, cercando malamente di trattenere le risate.
 
Alla fine il compromesso risultò andare per almeno mezz’ora in una libreria, giusto per non far sembrare quel viaggio una cosa del tutto inutile. E ovviamente era severamente vietato mettere fretta. La mezz’ora si trascinò lentamente fino ud un’ora. Anche abbondante.
Ma in fondo Thor decise che un supplizio del genere poteva anche subirlo una volta ogni tanto, anche solo per vedere gli occhi di Loki brillare d’interesse per una trama particolarmente avvincente.
O per le loro mani così vicine da essere quasi strette una all’altra, o per…
Sì, senza dubbio avrebbe potuto sopportarlo se proprio fosse stato necessario. E magari qualche volta anche non.
“Sai, non capisco perché con tutte le diavolerie che tu e Tony inventate, vai ancora a caccia di libri alla vecchia maniera”
L’occhiata che Loki gli riservò lo fece pentire immediatamente delle sue parole.
“Vuoi davvero iniziare questa discussione da cui, lasciatelo dire, non ne uscirai incolume?”
Thor soppesò attentamente la minaccia “Hai ragione tu. Di qualunque cosa si tratti hai ragione tu. Ne sono più che certo”
L’altro sorrise diabolicamente “Esatto”
Continuano a camminare per la cittadina, senza avere una meta ben precisa in mente. Era bastato accennare vagamente qualcosa su una gelateria per convincere Loki a seguirlo.
“Senti, che ne dici se sta sera mangiamo fuori?”
“E la famosa spesa per cui mi hai trascinato qui a cosa servirebbe allora?”
Il biondo scrollò le spalle “Era così per dire. Solo un’idea”
“Bene perché sembrava quasi un appuntamento”
“E se lo fosse?” propose facendo finta di nulla, anche se il modo in cui il suo stomaco si strinse d’ansia sembrò essere decisamente in disaccordo.
Loki si blocca all’improvviso, ma lui non riesce nemmeno in tempo ad aprir bocca che iniziano gli spari.
 
 
 
“Thor? Thor posso entrare?” provò a chiamarlo bussando alla porta del bagno.
Inizialmente lui non aveva nemmeno capito cosa gli era successo. Aveva solo visto il lampo di panico attraversare i suoi occhi azzurri, prima che Thor traballasse sulle gambe guardandosi attorno spaesato.
Solo quando aveva sentito di nuovo i colpi di pistola aveva iniziato ad intuire cosa gli era preso all’altro.
Lì era molto più tranquillo di New York, e i rumori della sala giochi avevano rotto la pace pomeridiana all’improvviso.
“Thor…” aprì con esitazione la porta, sbirciando all’interno del bagno.
Thor gli dava la schiena, i pugni stretti attorno al bordo del lavandino mentre l’acqua continuava a scorrere.
“Ehi, va tutto bene?”
Le sue parole lo fecero scuotere. Dopo essersi passato altra acqua in viso, Thor prese un paio di salviette decidendosi a voltarsi.
“Sì, sì, è tutto apposto. Io… non so cosa sia successo, ero solo…” lasciò la voce sfumare, senza concludere le sue parole.
Loki respirò profondamente “Ti succedeva spesso? A New York, intendo” gli chiese appoggiandosi con la schiena al muro.
Thor scosse la testa “No. Cioè lì me l’aspettavo, quindi… mi sono solo fatto prendere alla sprovvista. Sto bene”
“Sì, certo”
“Non mi credi?”
“Credo che tu stia sottovalutando la situazione. Prima gli incubi, adesso questo… credo che tu dovresti parlarne con qualcuno che se ne intende più di me”
“Io sto bene!”
“Oh certo, è per questo che ancora non ricordi niente degli ultimi anni e hai creduto che ti sparassero addosso giusto dieci minuti fa”
“Senti, io sto bene, mi serve solo… solo…”
“Un po’ di tempo, giusto? Con te è sempre questo il problema”
“Cos’è ti sei stancato di aspettarmi?! Bhe, scusami tanto, forse ti sei sbagliato su di me e avresti dovuto trovartene subito un altro!”
Loki ricambiò con freddezza il suo sguardo un solo istante, prima di dargli le spalle ed uscire.
Sentì che lo chiamava, ma non ascoltò nemmeno le sue preghiere.
 
Ovviamente aveva iniziato a piovere. Una volta lui e Thor sarebbero usciti insieme, incuranti di tutti tranne dei fulmini che attraversavano il cielo e del vento che gonfiava le onde.
Era una cosa che gli piaceva di più, il modo in cui il tempo riuscisse sempre a sorprenderlo e a cambiare così velocemente.
“Loki!” si sorprende quando, tornato a casa, trova Thor in condizioni poco migliori delle sue.
“Io… ho provato a cercarti ma poi, i tuoni…” come obbedendo ad un ordine, la stanza fu illuminata da un lampo, seguito subito dopo dal tuono.
Thor strinse gli occhi, premendosi una mano sulla tempia “Mi fa venire mal di testa”
Loki continuava a guardarlo, il cappuccio ancora calato in testa e lo sguardo indifferente “Una volta ti piacevano le tempeste”
“Una volta non avevo avuto frammenti di metallo conficcati nel cervello” ribatté facendo un’altra smorfia.
Loki scrollò le spalle, appoggiandosi al tavolo mentre l’altro sospirava.
“Davvero mi piacevano i fulmini?”
“Sì, ci mettevamo sempre insieme a guardarli di solito”
Di solito era lui il primo a fermarsi a guardare lo spettacolo di luce fuori dalla finestra. Thor era veloce a raggiungerlo, abbracciandolo da dietro e appoggiando il mento sopra il suo capo. Stavano interi minuti in quella posizione, interrotti solo dal battere dei loro cuori e dai respiri trattenuti tra il fulmine e il tuono.
Poi o lui si agitava o Thor iniziava a fargli il solletico. La pace finiva, e si ritrovavano ad inseguirsi, baciarsi e toccarsi, con sempre la necessità di qualcosa che li rendesse ancora più vicini.
Un altro tuono, seguito dal respiro dolorante di Thor, lo fece tornare al presente.
Sbuffando si decise a recuperare una scatola di aspirine, che gli lanciò con malagrazia prima di andare a farsi una doccia bollente.
 
La cena che seguì, anche se più simile ad uno spuntino di mezzanotte, fu silenziosa. Anche Thor aveva seguito il suo esempio lavandosi e cambiando i vestiti bagnati. Forse domani riuscirà ad evitare che si lamenti anche per il raffreddore.
“Mi dispiace Loki” Thor che deve sempre aprir bocca per primo, non c’è mai una volta che possa godersi il silenzio e la tempesta.
“È solo che- “
“Ci ho provato- lo interruppe invece lui- Ho provato ad ignorare quello che c’era tra di noi, ho provato a cercare qualcun altro. L’ho fatto ogni volta che tu posticipavi il tuo ritorno, ogni volta che mi chiedevi altra pazienza e un altro anno. Non ha mai funzionato. Con chiunque ci provassi… non erano abbastanza. Non erano te. E quando me ne sono reso conto, quando ho capito che potere avevi su di me anche se c’era un intero oceano tra di noi… nessun’altro era mai riuscito a farmi accettare una cosa del genere” scrollò le spalle, prima di alzarsi ed uscire nella veranda, assaporando l’odore fresco della pioggia che ancora cadeva.
Thor lo seguì subito dopo “Senti, io sono solo… confuso. E ho paura Loki. Ho paura di quello che succederà se non riesco a ricordare, ho paura perché non riesco a capire chi sono e senza sapere questo non so come potrò andare avanti. Quando mia mamma mi ha parlato di te…ero convinto che sarebbe bastato vederti per far tornare tutto apposto. Ero convinto che fossi tu la chiave di tutto- poteva sentire il suo sguardo fisso sulla sua schiena, una distanza così piccola non era mai stata così incolmabile tra di loro- Mi avevano avvertito che recuperare del tutto sarebbe stato difficile, se non impossibile, ma ci speravo”
“La nostra era tutt’altro che una favola, Thor”
Il legno della veranda scricchiolava sotto ogni lento passo che Thor faceva per avvicinarsi a lui. Sapeva che doveva semplicemente fare un passo avanti e sparire di nuovo sotto la pioggia, ma prima di riuscire a rendere concreto quest’atto di salvezza, sentì le braccia di Thor che l’avvolgevano con esitazione.
E scappare dall’abbraccio di Thor era sempre stato troppo difficile per lui.
“Però era meravigliosa lo stesso no?” gli domandò, la fronte premuta contro la sua nuca e il respiro leggero che gli solleticava il collo.
Loki si morse il labbro, cercando d’impedirsi ogni movimento. Come faceva ad essere al contempo così estraneo per agire subito dopo in maniera così da Thor?
“Con i ricordi più vecchi è stato facile. Era come se fossero più forti, bastava un gesto minimo è subito sapevo qualcosa in più. È come… nessuno si ricorda di come ha imparata a camminare o a parlare, giusto? Semplicemente un giorno ti rendi conto di saperlo fare e non ti fai altri problemi. La stessa cosa è per questo, io so che c’è qualcos’altro ma non riesco ad andare oltre”
“Stai andando meglio di quello che credi” si sentì dire, riconoscendo a stento il proprio tono.
“Cosa intendi?”
“Questo- sospirò, appoggiando la testa alla sua spalla in modo da riuscire a vederlo in viso- lo facevi quando litigavamo, quando cercavi di farti perdonare. Sennò pensa al caffè”
“Il caffè?”
“Sì, me lo prepari ogni mattina proprio come lo bevo di solito anche se non ti ho mai detto come mi piace. E dubito che il tuo spirito d’osservazione sia migliorato molto in questi ultimi mesi”
“Stai dicendo… che quella roba che bevi ogni mattina è caffè? Io l’avrei definito zucchero allungato al caffè sinceramente”
Loki non riuscì a trattenersi dal ridere, tirandogli una gomitata “Ma stai zitto”
Tuttavia, ogni suo intento manesco andò in fumo quando sentì il petto dell’altro vibrare per il ridere contro la sua schiena. Non aveva mai creduto che gli sarebbe mancata anche una cosa così semplice.
Si rilassò contro di lui, chiudendo gli occhi.
“La memoria è una cosa molto complicata Thor. E anche se non riuscirai a ricordare del tutto… troveremo una soluzione” sospirò prima di girarsi nel suo abbraccio a nascondere il viso contro il suo collo.
Lui lo strinse con più forza a sé.
 “Inizio a capire perché mi piaceva tanto la pioggia”
 
 
 
Il giorno dopo era talmente splendido che Thor decise di vietare a Loki di passare tutto il tempo all’ombra come suo solito.
Loki riuscì a schivare i suoi attentati per tutto il giorno, ma alla sera l’acqua era così calda che nemmeno lui avrebbe potuto trovare qualcosa da ridire
“Sognatelo”
“Eddai! Basta che ti metti la crema solare”
“No grazie, poi si appiccica tutta la sabbia e mi dà fastidio”
“Ma è la stessa identica scusa per cui non vuoi venire a nuotare”
“Appunto. Io odio la sabbia”
Thor lo fissò con le sopracciglia alzate “Bene, allora non mi lasci altra scelta”
“Ma che- Thor!! Mettimi subito giù! Non osare! O giuro che- “ le sue minacce finirono con un sonoro splash. Seguito da altre imprecazioni.
“Se volevi morire bastava chiederlo!” gli urlò contro, prima di mirare alla sua giugulare.
 
Thor non sapeva da quanto tempo stavano giocando a rincorrersi e a spruzzarsi come se fossero dei bambini, ma senza dubbio avrebbe voluto andare avanti fino a non aver più fiato in corpo.
Gli piaceva poter avere una scusa per toccarlo, per stringerlo a se. Gli piaceva la sensazione delle loro pelli a contatto, il suo odore che si mischiava con la salsedine del mare.
Alla fine, senza sapere nemmeno lui come, si ritrovò disteso sopra Loki, con i suoi polsi tra le mani e il suo viso sorridente a pochi centimetri dalle sue labbra. E la voglia di baciarlo era così forte da fargli quasi male.
Anche Loki doveva averlo notato perché lentamente il suo sorriso diminuì.
“Dai, muoviti che sei pesante” gli ordinò, smettendo di guardarlo negli occhi.
E Thor vorrebbe quasi darglielo per davvero quel bacio, ma invece se lo lascia sfuggire tra le mani ancora una volta.
 
“Ti odio, ti odio, ti odio” mugugnò Loki, il volto affondato nel cuscino.
Thor si passò una mano tra i capelli, osservando contrito la schiena ustionata di Loki.
“Se tu ti fossi messo la crema…”
“Se un idiota non mi avesse trascinato in acqua!!” ringhiò il moro in risposta, con le poche energie residue che gli rimanevano.
“Almeno te la sei messa dopo la crema?”
Lo sbuffo semi-colpevole di Loki fu una risposta più che soddisfacente “Dopo mi sembra di essere tutto appiccicoso. Non voglio diventare una carta moschicida” si lagnò, cercando di assumere un tono abbastanza persuasivo.
Thor sbuffò per l’ennesima volta, prima di alzarsi in piedi e sparire per qualche istante in cucina.
“Questo dovrebbe farti sentire meglio, almeno per il momento” disse tornando a sedersi vicino a lui, per poi appoggiargli sulla schiena nuda i cubetti di ghiaccio avvolti nel canovaccio.
Il gemito di soddisfazione che Loki gli regalò lo prese totalmente alla sprovvista. Come poteva un essere umano fare un suono così perfetto?
E se a quello si aggiunge il fatto che l’altro sia mezzo nudo, abbia i capelli spettinati in una maniera divina e uno sguardo liquido e perso, Thor potrebbe quasi credere di star vivendo tutta un’altra situazione.
Poi ordina al suo sangue di tornare a circolare in luoghi dove è più necessario. Il cervello, magari.
“Ma dove sei stato per tutto questo tempo?” sospirò poi Loki, gli occhi chiusi e le guance così rosse da farlo sembrare quasi con la febbre alta.
Thor gli spostò i capelli dal viso con una carezza. Poi si chinò poggiandogli un bacio sulla guancia.
“Mi dispiace” mormorò in risposta, prima di darsi dell’idiota e andarsi a fare una doccia fredda.
Molto fredda.
 
I giorni passano quasi senza che lui se ne accorga. Tra le nuotate e Loki ce n’è fin troppo da tenerlo impegnato.
Dopocena hanno ricominciato ad uscire, per andare al luna park, camminare sulla spiaggia o anche solo per bere qualcosa.
La proposta di una cena aleggia ancora nella mente di Thor, ma il modo in cui Loki si sottrae ogni volta che sta per spingersi oltre un semplice abbraccio lo fa esitare ogni volta.
Quella sera c’era più confusione del solito al bar e lui forse aveva esagerato un poco con le birre. E la camicia leggermente aperta di Loki, quel tanto che serve per mettere in evidenza l’inizio della sua clavicola sembra una dichiarazione di guerra al suo autocontrollo.
Peccato che quella sera ci fosse anche qualcun altro che chiedeva la loro attenzione.
Le ragazze sembravano simpatiche (Sif, Sigyn, o qualche nome strano del genere) e avrebbero anche potuto piacergli. In un’altra vita.
E se quella bionda la smetteva di scherzare con Loki. E di toccargli il braccio. E di sfiorargli i capelli.
Tuttavia annegò l’irritazione in un altro bicchiere, finendo solo per cedere alle insistenze dell’altra di fare almeno un ballo.
Loki aveva riso, facendogli l’occhiolino mente veniva trascinato via.
Non era stata la confusione, né la musica troppo forte. Prima andava tutto bene, tralasciando un ballo indesiderato. O meglio, con una persona indesiderata.
Poi non riusciva più a trovare Loki con lo sguardo e l’aria non è più sufficiente per i suoi polmoni.
 
 
 
“Loki?! Sei qui?” Thor aprì la porta con talmente tanta forza da farla sbattere.
“Si può sapere cos’hai da urlare tanto?” gli chiese corrucciato, alzandosi dal divano.
Il biondo gli si precipitò addosso “È successo qualcosa? Perché te ne sei andato?”
“Thor, calmati, è tutto apposto”
Prima ancora che se ne rendesse conto, si ritrovò stretto a lui, i muscoli dell’altro che tremavano dalla tensione.
“Ehi, va tutto bene- mormorò, accarezzandogli i capelli- sta sera c’era quel film che volevo vedere. Tutto qui”
Piano piano il suo respiro si faceva più tranquillo contro la sua guancia “Potevi ricordarmelo. Non mi sarebbe dispiaciuto avere una scusa valida per tagliare la corda”
“Thor non devi per forza stare con me. Se hai voglia di stare fuori più a lungo non devi preoccuparti, lo sai che non mi piace la folla”
“Ma io non voglio stare fuori. Cioè, se non ci sei tu”
Loki sospirò, sciogliendo con tutta la delicatezza di cui disponeva l’abbraccio dell’altro “A questo proposito Thor…”
“Sì?”
“Ecco, io… stavo pensando di tornare a New York. Già domani se riesco”
Thor corrugò la fronte “Oh, d’accordo. Non è un problema”
“Io intendo… da solo, Thor”
“Come scusa?” il suo tono è talmente sbalordito e confuso, che Loki vorrebbe solo farsi perdonare a suon di baci
Invece fa un respiro profondo, premendosi per qualche istante le mani sul viso “Ascoltami, io credo che un po’ di tempo da solo potrebbe servirti”
“E per cosa?”
“Bhe, dici sempre che non sai cosa fare. Forse… - si bloccò, chiudendo gli occhi con forza mentre cercava le parole giuste- in tutto questo tempo, bene o male hai sempre avuto qualcuno attorno. Io credo che stare un po’ da solo potrà aiutarti, potrai decidere e pensare con tranquillità”
“E questa dove l’hai letta? In uno dei tuoi stupidi libri?!” sbottò esasperato, le spalle irrigidite per la rabbia.
“No, sai com’è, alcune persone riescono a pensare anche da sole! – sospirò, per poi scuotere la testa- non è un addio Thor. Puoi chiamarmi quando vuoi, puoi anche tornare a casa se vuoi. È solo una proposta. Prenditi un paio di giorni o quanto tempo ti serve per vedere davvero la situazione. Per decidere cosa vuoi fare, per… capire”
“D’accordo” rispose gelido, prima di dargli le spalle ed uscire di nuovo sbattendo la porta.
Per la prima volta dopo settimane Loki si addormentò da solo, cercando di convincersi che non aveva rovinato tutto.
 
 
 
“Thor”
Lui ignorò la sua voce, preparandosi per andare a correre incurante di Loki.
“Thor, io- “
“Buon viaggio. Divertiti”
Loki gli prese il braccio, trattenendolo malamente.
“Smettila di fare il bambino e ascoltami!”
“Non c’è niente da dire” ribatté gelido, prima di scostarlo con malagrazia.
“Bhe, allora ascoltami! Che diavolo, torno solo a New York, non vado dall’altra parte del mondo io
Quelle parole bastarono per bloccarlo “Questo è un colpo davvero basso” si arrese, girandosi verso di lui con un sorriso amaro.
“Lo so, sono la mia specialità- sospirò Loki in risposta, ma con un sorriso accennato- quello che voglio dire è… fai un tentativo. Provaci almeno un paio di giorni, se proprio non ci riesci puoi sempre tornare a casa. Secondo me è quello che ti serve”
Thor fece un respiro profondo, avvicinandolo per prendergli la mano “E io invece ti chiedo di non andare. A me servi tu, Loki, io… ho bisogno di te”
Lo osservò mentre si mordeva il labbro ed evitava il suo sguardo “Thor, io… io ti ho già detto tutto. Sai chi sei per i tuoi genitori, sai chi sei per me, ora credo che tu debba solo accettarlo. Perché credo che la verità sia che… tu sei sempre tu. Sei sempre stato tu, Thor” sospirò, stringendogli con più forza la mano.
“Non pensare alla ferita, non preoccuparti se non recuperi la memoria. Sei tu, è solo questo che devi sapere” aggiunse poi, appoggiando anche l’altra mano sopra la sua.
Thor annuì, per poi tirarlo leggermente verso di sé.
Forse lo prese di sorpresa. Forse anche lui lo voleva dopotutto.
Thor avrebbe voluto che tutto fosse più dolce, che non ci fosse ancora quel retrogusto malinconico della separazione, ma le labbra di Loki erano così morbide e le sue mani sul volto e tra i capelli così famigliari da far male.
Loki si staccò all’improvviso, con il respiro corto e senza forzare l’abbraccio con cui l’aveva circondato. Ma ancora non lo guardava negli occhi.
“Scrivimi quando arrivi, okay?” gli disse, dandogli un altro bacio leggero sull’angolo della bocca.
L’altro annuì, mentre si mordeva ancora le labbra. Gli occhi gli brillavano e i suoi sforzi non erano sufficienti a nascondere il sorriso che premeva per uscire.
Thor voleva solo baciarlo e baciarlo ancora. Invece sospira, seguendolo all’esterno e guardandolo andare via.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Uhm, sì, allora… mi scuso per il ritardo ma è un periodo complicato la sua parte, soprattutto se si decide di mettersi anche a recuperare serie tv (chi si è visto la nona stagione di Supernatural può capire come mi sento T.T)
 Il titolo è preso da Nemo, dei Nightwish https://www.youtube.com/watch?v=ROuYoe5Ns78
Il finale è più vicino di quanto pensassi, ancora un paio di capitoli :)
Ringrazio tutti quelli che leggono e continuano a seguire questa storia nonostante tutto.

ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 6
*** Take me by the hand, I'm sure of who I am ***


Take me by the hand, I’m sure of who I am

Dopo aver passato intere settimane in compagni di Loki, la sua improvvisa assenza è come un pugno nello stomaco.
Andare a correre e non dover adeguare il passo al suo, rientrare ed essere accolti solo dal silenzio.
Thor vorrebbe solo prendere in mano il telefono e chiamarlo.
L’unica cosa a cui riesce a pensare è il suo corpo premuto contro il proprio, le sue labbra che lo ricambiano e la sua pelle sotto le dita.
Sospira, stringendo il cellulare in mano ma vietandosi categoricamente di guardare se per caso gli ha scritto. Non ha intenzione di comportarsi come un adolescente. Ha cose migliori da fare lui. Come la doccia per esempio. Ha appena corso, ha bisogno di una doccia. Sì, assolutamente.
Non inizierà a pensare solo a lui e al fatto che l’ha baciato. Ok, è stato lui a baciarlo, però l’altro l’ha ricambiato. Con enfasi, si sente libero di aggiungere.
Prima ancora che se ne accorga le labbra gli si stirano in un sorriso, e diavolo, Loki gli mancava già così tanto da farlo sentire a corto di fiato.
Era così che si sentiva Loki ogni volta che lui partiva di nuovo? Come se ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in quella solitudine?
Scuote la testa, buttando il telefono sul divano prima di far fare la stessa fine anche alla maglietta che indossava e andare a farsi quella benedetta una doccia.
Era così strano entrare in bagno e non trovare il vetro appannato e l’acqua impostata su temperature adatte a cuocere un’aragosta.
Era strano uscire e non vederlo intento a leggere qualcosa, i capelli ancora bagnati che gl’incorniciavano il viso come un’aureola d’oscurità.
Era strano e faceva male, si rese conto passando le dita sul suo nome inciso sopra la piastrina di riconoscimento.
Non si era reso conto che da settimane non l’indossava più. Non gli serviva, gli bastava Loki per sapere chi era. E ora che l’ha lasciato andare, gli sembra di aver rinunciato ad una parte di sé.
 
 
 
Forse non avrebbe dovuto andarsene.
Forse avrebbe dovuto restare, come gli aveva chiesto.
Forse dovrebbe chiamarlo.
Loki sbuffò, passandosi le mani tra i capelli e tirando con forza.
No, non può farlo, è stato lui a dirgli di prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno e adesso non poteva mettergli fretta.
Però… il ricordo del suo bacio, del modo in cui gli accarezzava i fianchi e sfiorava la pelle, si fece prepotentemente spazio nella sua mente.
Però uffa.
“Smettila di fare l’ameba in preda ai rimorsi e renditi utile, perché sennò inizio ad urlarti dietro e nemmeno Bruce potrebbe dirmi che lo sto facendo a torto. Vero Bruce?”
L’altro scienziato si trovò costretto ad annuire “In effetti la voce della ragione sta iniziando a pendere prepotentemente dalla tua parte”
“Esatto! Perché io non abbandono fidanzati in preda all’amnesia a loro stessi”
“Tu non ce l’hai nemmeno il fidanzato” ribatté Loki, alzando gli occhi al cielo.
“Questo non centra, è più una questione di principio” ribatté piccato Tony, incrociando le braccia.
“Ma sta zitto” fu la sua loquace risposta, prima di afferrare dei fogli a caso messi sul tavolo dov’era seduto.
“Quando non c’è Thor sei intrattabile, quando c’è Thor sei intrattabile, si può sapere perché ti ho assunto?”
“Perché ti diverti a ficcare il naso nella sua vita privata” rispose Natasha al posto del diretto interessato, per poi fare una bolla con il chewing-gum che stava masticando.
“… giusta osservazione. Alla fin quindi ho tutti i diritti di urlarti contro. Sono sicuro di aver messo una clausola di questo tipo nel nostro contratto”
Loki si mi se in piedi, squadrando i due “Ma la volete finire? Non deve interessarvi cosa mi succede”
“Certo che deve, sennò cosa siamo qui a fare?”
“Mah, non lo so, inventare cose magari” ringhiò come risposta, agitando il pacco di carte che ancora teneva in mano.
“Oh sì, certo” rispose sarcastico Tony, roteando gli occhi.
Prima che Loki potesse ribattere, il suo telefono si mise a squillare.
“Ecco appunto, è Thor” sospirò.
“Bhe, che aspetti allora? Rispondi!”
Loki si passò una mano in viso, fissando per qualche istante ancora il cellulare prima di afferrarla con un sospiro.
“Ehi, ciao Thor. Come va?” ripose, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.
“Bene, è tutto apposto. Io ecco… sono a casa Loki”
“A casa?”
“Sì, cioè… da te”
“Ah, d’accordo”
“Speravo di trovarti qui, ad essere sincero”
“Lì? Oh, no, stiamo… lavorando sì, siamo presi dal reattore Arch, quindi ecco… sono stato alla Tower in questi giorni”
“E adesso pensavi di tornare? Potremmo uscire questa sera, se non sei troppo stanco”
“Uscire? Sta sera? Ecco… il fatto è che adesso siamo davvero presi, quindi magari… facciamo tra un paio di giorni? Forse dovremmo riuscire a trovare qualche ora e-“ il fiume di scuse assolutamente campate in aria fu brutalmente interrotto da Natasha, che gli strappò letteralmente il cellullare di mano.
“Thor? Ciao, sono Natasha, una vostra amica. Vuoi uscire sta sera, hai detto? È perfetto, stavamo giusto cercando una scusa per convincerli a farsi la doccia. Passiamo da te verso le nove e mezza, ti può andare bene? ... perfetto, a dopo” lo salutò, chiudendo la chiamata con un sorriso smagliante e restituire il cellulare al legittimo proprietario.
Loki boccheggiò per qualche secondo, fissando il telefono come se fosse tutta colpa sua.
“Perché diavolo l’hai fatto?!?! E adesso cosa dovrei fare io?!” esclamò, gettandolo sul tavolo per poi tirarsi all’indietro i capelli con le mani.
“Non mi sembra difficile. Per iniziare esci da questa stanza e usufruisci di una magnifica invenzione chiamata acqua calda. Poi, per quel che me ne importa, io ho fatto quel che doveva fare” spiegò angelicamente prima di girare su se stessa ed uscire dal laboratorio.
“Ah Tony, questo vale anche per te!”
 

 
Thor doveva ammettere che se lo aspettava.
Non sarebbe stato Loki se l’avesse trovato a casa appena tornato, e non sarebbe stato Loki se non lo avesse magistralmente ignorato mentre andavano al bar.
Thor sospirò scuotendo la testa, le labbra incurvate in un sorriso mentre lo osservava parlare animatamente con Tony e Bruce.
Loki è sempre Loki, ma se c’è una cosa in cui Thor è sicuro di cavarsela egregiamente è come riconquistarlo ogni volta.
“Spero che non vi dispiaccia, ma ve lo rubo per un po’” interruppe la discussione tra i tre, afferrando Loki per il braccio e tirandolo gentilmente indietro.
“Ciao eh?” gli disse poi, sorridendo.
“Sì, ciao. Ti ho salutato anche prima” fu la risposta, seguita da un’occhiata confusa.
Lui alzò le sopracciglia “Davvero? Ci hai messo così tanto impegno che non me ne sono accorto”
Loki ebbe almeno il buon gusto di arrossire, abbassando lo sguardo a terra.
Thor fece un profondo respiro. Era felice, nonostante tutto. Era di nuovo con Loki, questo bastava.
“Allora, come sono andate queste settimane?”
“Bene, sì bene. Non ho perso nessun dito quindi direi molto bene” fu la risposta, seguita da uno sfarfallio di dita per sottolineare la sua affermazione.
“E tu?” gli chiese poi.
“Sì, io… avevi ragione, credo che mi servisse un po’ di calma”
“Lo so. Io ho sempre ragione, dovresti averlo imparato ormai” gli sorrise, facendo spallucce.
Thor sospirò “Sono anche andato dai miei genitori. Dovevo sistemare le cose anche con loro”
“E ci sei riuscito?”
“Diciamo di sì. La situazione dovrebbe essere migliorata”
“Bene”
“Già”
Il silenzio cadde tra di loro, un silenzio pieno di tensione e non detti.
Thor sentiva la mano di Loki sfiorare la propria ad ogni passo. Per un istante gli sembrava quasi che gliel’avesse afferrata, ma poi Loki si portò di scatto la mano tra i capelli, stringendola a pugno.
“Allora, non mi chiedi nulla?” si decise a dire lui, dopo un respiro profondo
“Non so, cosa dovrei chiederti?” fu la risposta atona, mentre lo vedeva incurvava le spalle come se volesse farsi più piccolo per proteggersi da qualcosa.
“Hai davvero così paura di sapere cos’ho deciso?”
Nonostante i rumori della città, Thor poteva sentire il suo respiro controllato, come se si dovesse obbligare a farli.
Loki restò in silenzio per qualche altro istante. “Dovrei averne?” chiese alla fine, tenendo lo sguardo basso e stringendo i pugni.
“Non saprei- rispose lui, prendendolo per mano ed intrecciando le dita con le sue- cosa ne pensi di prendere un cane?”
Loki corrugò la fronte “Un cane?!”
“Sì. Che te ne pare come idea?”
“Bhe, ecco… tu hai sempre voluto un cane”
“Sì, e tu che ne pensi?”
“Io? Che centro io?”
“Come sarebbe a dire cosa centri tu? Ti ho appena chiesto se vuoi prendere un cane con me”
“Ma intendi… insieme
“Sì”
“Quindi noi…”
“Sì. Cioè, se ha te va bene”
“… sì certo, ma-“
Thor lo baciò interrompendo ogni altra cosa che poteva dire.
Finalmente poteva baciarlo, finalmente poteva stringerlo a sé, e non se lo sarebbe lasciato scappare per nulla al mondo.
“Ehi, vi date una mossa o andate direttamente a prendere una camera?”
Probabilmente Loki rispose con un gestaccio, prima di sollevare le braccia per circondargli il collo e baciarlo ancora e ancora.
 
Il bar non era troppo affollato per essere un venerdì sera. Le voci in sottofondo erano quasi una compagnia familiare, così come il rumore delle palle del biliardo e i trilli elettrici del flipper.
“Va tutto bene Thor?” gli chiese Loki, mentre tornava a sedersi al suo fianco.
Lui gli sorrise “Sì. Ho solo un po’ di mal di testa”
“Vuoi che andiamo a casa?”
“No, è tutto apposto. È solo stanchezza, non ti preoccupare” le sue parole non fecero sparire l’espressione incerta dal viso dell’altro, e Thor gli prese la mano.
“Davvero Loki, va tutto bene”
L’altro annuì lentamente, prima di portare lo sguardo sul suo bicchiere.
Thor continuava a tenergli la mano, disegnandoci sopra dei cerchi con il pollice.
“Qua è dove ci siamo incontrati, vero?”
Loki corrugò la fronte, riportando l’attenzione su di lui “No, non ci siamo visti qua per la prima volta”
“Invece sì. O almeno, qua è dove ti ho visto io la prima volta”
“Ma che stai dicendo?”
“Stavi giocando a flipper, mentre Tony continuava a parlarti immagino per distrarti e non farti battere il suo record. Quando sono entrato con i miei amici, tu hai anche sollevato lo sguardo, ma era come se per te fossi invisibile. Non è una cosa che mi capita spesso, di solito attiro l’attenzione ma non per te. Poco dopo tu e Tony siete usciti, e oi vi ho seguiti. Credo di non essere mai stato in tanti locali come quella notte. Alla fine mi hai degnato di uno sguardo, così mi sono avvicinato e…”
“E mi hai chiesto se ci conoscevamo perché avevo un’aria familiare. Sì, questo lo so, ma di quello che hai detto prima… non me ne hai mai parlato” rispose, fissandolo corrucciato.
Lui gli sorrise “Tranquillo, lo so io”
“Stai dicendo che…”
“Non ho recuperato la memoria se è questo che stai pensando.  Io semplicemente… lo so, e volevo dirtelo” cercò di spiegarsi, sospirando.
Loki lo guardò per un istante, poi si sporse verso di lui e lo baciò.
Thor sorrise, ricambiandolo “Andiamo a casa adesso?” propose, accarezzandogli il viso con la mano
“Assolutamente” fu la risposta, seguita da un morso leggero sulle labbra.
 
Era strano, dopo tante cose che sembravano solo vagamente familiari, trovare qualcosa che sentiva così proprio.
Ed erano ancora semplici baci!
Eppure riconosceva il corpo di Loki, riconosceva il modo in cui rispondeva al suo tocco.
Sapeva ancora come farlo star bene, sapeva il punto preciso tra il collo e la spalla dove baciarlo, sapeva che Loki si mordeva le labbra per non dargli troppa soddisfazione.
Sapeva che bastava il suo tocco per farlo impazzire, ma sentire per davvero quelle lunghe dita disegnarli il contorno dei muscoli era tutt’altra storia.
Lo sapeva, anche se non si ricordava di quando l’aveva imparato.
Quel baciarsi, quel toccarsi, quel cercarsi, sembrava un’abitudine tra di loro. Qualcosa di vecchio ma al contempo di nuovo.
“Thor” il suo nome sulla sua bocca era il suono più bello del mondo.
Tolse le labbra dal suo collo, per baciarlo ancora, poi fermandosi sopra di lui.
“Cosa c’è?” gli domandò Loki, fissandolo confuso.
Lui scosse la testa, continuando a guardarlo con un leggero sorriso sulle labbra “Niente”
Loki sollevò un sopracciglio “Sai, non è esattamente quello che uno vuole sentirsi dire in queste situazioni”
“Preferisci se ti dico che ti amo?”
Sentì i suoi muscoli irrigidirsi, mentre lui quasi smetteva di respirare, non sapendo cosa aspettarsi.
“Come?”
Lui sospirò “Lo so, in un certo senso è troppo presto, in un altro troppo tardi. Ma è la verità. Io ti amo”
Loki lo fissò con occhi sgranati per qualche istante, prima di distogliere lo sguardo e arrossire mordendosi il labbro.
“Se proprio dobbiamo prendere un cane, io voglio anche un gatto” sono le prime parole che disse.
Thor non riesce a non ridere, potendo finalmente respirare di nuovo. Alla fine allora, non aveva sbagliato tutto.
“Sai, questo non è esattamente quello che uno vuole sentirsi dire in queste situazioni” ammiccò, scuotendo la testa. Poi rotolò di lato, allungando una mano verso il comodino
Poi appoggiò sulle mani di Loki le sue piastrine di riconoscimento.
“No” fu la secca risposta, ancora prima di sentire la domanda.
“Davvero Loki, per me sarebbe importante se le avessi tu”
“No” ripeté l’altro scuotendo la testa con enfasi, mentre si metteva a sedere.
“Loki ti prego”
“Oh certo, così quando sarò io a perdere la memoria mi crederò una sottospecie di vichingo! No, grazie tante”
“Se è solo per questo puoi star tranquillo che ti salverò. Scommetto che i miei baci del vero amore funzionano, mica come i tuoi”
La risposta fu un pugno tutt’altro che amichevole “Non scherzare”
Thor rise, prendendogli le mani “Loki, sul serio. Non devi portarle, so che non ti piacciono, voglio solo che le abbia tu. Tutto qua”
Loki tenne lo sguardo fisso per qualche istante ancora sulle piastrine che aveva tra le mani, accarezzandone la scritta. Si voltò tornando ad appoggiarle sul comodino, prima di girarsi e guardarlo con sufficienza.
“Ora possiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti?”
“Con piacere” acconsentì con un sorriso e un bacio. E un altro, e un altro ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Questo capitolo era importante per me, quindi lo ammetto di essermela presa comoda con i tempi e me ne scuso, ma spero che ne sia valsa la pena.
Il titolo è preso da Warrior, di Beth Crowley https://www.youtube.com/watch?v=M4kNB30AwBY
Ormai è praticamente finita questa storia, il prossimo è solo un capitolo di chiusura che inizialmente non era nemmeno previsto, quindi voglio ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa storia e commentato.
Se volete farmi sapere cosa ne pensate o cosa vi aspettavate siete più che benvenuti :)

ciao ciao
roby_lia

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Capitolo 7
*** As the world comes to an end, I’ll be here to hold your hand ***


As the world comes to an end, I’ll be here to hold your hand

"Lo sai vero che questa probabilmente è l'idea peggiore che tu abbia mai avuto?" si sentì in dovere di specificare Loki, mentre il loro viaggio stava per finire e lui molto probabilmente si sarebbe trovato con una pallottola in testa non appena il vecchio orbo avesse sentito il rumore della loro auto.
Thor sbuffò "Per te ogni idea che non sia stata partorita dalla tua mente non è degna di essere presa in considerazione"
"Infatti la maggior parte delle volta chi ha ragione?"
"Senti, andrà tutto bene. Te lo prometto"
"Certo, hai detto così anche l'altra volta. Tanto quello che rischia di venir fucilato sul posto sono io, vero?" ma ormai era troppo tardi per spalancare la portiera e gettarsi trepidante contro il freddo abbraccio della neve, visto che Thor aveva già parcheggiato.
Il biondo si voltò verso di lui, sorridendogli esasperato "Loki davvero, non succederà niente"
"Oh certo"
L’altro sospirò, scuotendo la testa "Pensavo che alla fine ti andasse bene. Se non volevi venire bastava che me lo dicessi, sul serio"
"Certo, chi non vorrebbe passare le feste di Natale sperduti in mezzo al nulla invece che a New York?"
Thor non ribatté, ma l’espressione che aveva era più che sufficiente.
Loki respirò lentamente, guardando la villetta davanti a loro "Scusami. Mi va bene, davvero, sono solo un po' preoccupato. Di solito si vorrebbe fare una buona impressione con i genitori altrui, no?"
"Ma se mia madre già ti adora!"
"In compenso tuo padre mi odia a morte"
"Non ti preoccupare di lui. Ti difenderò io" fu la risposta che ricevette, seguita da un bacio dolcissimo.
Loki gli concesse un sorriso "Sai?"
"Cosa?"
"Se tuo padre mi spara a vista sarà solo colpa tua!" gli ringhiò contro, prima di aprire la portiera ed andare incontro al proprio destino.
 
“Forse sarebbe meglio se lo lasciassi andare” tentò di dire con esitazione Thor.
“… Mamma! Sul serio, lo stai facendo diventare blu!”
“Oh quante storie. È colpa tua, se fossi più carino abbraccerei te e non dovrei ripiegare sul tuo fidanzato”
“Mamma!” protestò ancora Thor, passandosi le mani sul volto e desiderando immensamente una gigantesca voragine nelle vicinanze dove buttarsi.
“Sì, sì lo so, non devo metterti in imbarazzo, ma a cos’altro servono le madri magnifiche come me se non a questo? Quindi ora smettila di fare il geloso e vieni qui a farti abbracciare anche tu” lo rimproverò, sorridendo e allargando le braccia per accoglierlo.
Thor sbuffò obbedendo, per poi sorridere storto a Loki che rideva della scena.
Dopo arrivò Odino.
Loki s’irrigidì, mentre Thor espirava e allentava l’abbraccio su sua madre.
 “Padre” lo salutò senza tono, mettendosi al fianco di Loki e prendendolo per mano.
“Thor. Loki”
“Odino” lo salutò in risposta Loki, facendogli un cenno con il capo.
Coscienza e parte stupida del cervello di Loki. Ora che abbiamo fatto le presentazioni possiamo darcela a gambe prima di trovarci bucherellati dal cecchino che il vecchio barbagianni avrà assoldato e che di sicura ci ha già sotto mira?
Fu Thor che spezzò la tensione creatasi, schiarendosi la voce e tornando a voltarsi verso sua madre “Se la camera degli ospiti è già pronta porto su le nostre valige”
“Oh, no. Non è pronta”
“Va bene, intanto le porto dentro allora”
“No, quello che intendevo dire è che abbiamo sistemato la tua vecchia stanza, siamo riusciti a farci stare un letto matrimoniale” rispose angelica la donna.
Thor gelò sul posto “La mia stanza?”
“Sì certo. Ho anche trovato i vecchi album di foto. Avevo così tanta voglia di riguardarle. Magari tutti insieme” sorrise a Loki alzando un sopracciglio con fare eloquente.
“Mamma…” tentò di prevenire la catastrofe il biondo
“Salite le scale, seconda porta a destra” aggiunse invece serafica la donna, prima di tornare in cucina.
Thor e Loki si scambiarono un’occhiata, chi più traumatizzato chi più sull’esaltato.
Il biondo aprì la bocca, ma prima che potesse anche solo pensare a cosa dire Loki era già partito di scatto, salendo le scale ridendo, mentre Thor cercava di acciuffarlo prima che le cose peggiorassero ancora di più.
Senza riuscirci.
 
 
“La tua perfidia non ha mai fine, mamma”
“E la cosa non deve dispiacerti troppo, o non ti saresti innamorato di uno come Loki- ribatté la donna, spostando un altro scatolone- comunque sono felice che alla fine abbiate accettato di venire. È bello passare il Natale come un famiglia, no?”
Thor scrollò la testa “Più che bello direi strano. Insomma, è da quando avevo quattordici anni che non festeggiamo il Natale insieme”
“Ed è stata una cosa così brutta?”
“Bhe, festeggiare prima un Natale, per poi prendere subito un aereo e attraversare un oceano per festeggiarne un altro non è esattamente una cosa molto bella. Gli aeroporti a Natale sono ancora più tristi del solito”
“Ho cercato di far funzionare le cose a suo tempo, Thor. Ma tuo padre non ha reso le cose facili, e andarmene è stata l’unica scelta che avevo”
“Lo so mamma, e davvero va bene così. Anche tu avevi il diritto di essere felice. Vorrei solo che… vorrei che capisse che io sono felice con Loki, e lo accettasse. Dovrebbe essere felice che io sia felice, no?”
“Odino ha sempre voluto avere la ragione dalla sua parte, di qualsiasi cosa si parli- sospirò lei, per poi sorridere- allora, hai già deciso cosa vuoi fare una volta tornato a New York?”
“Non ancora. Non ci ho pensato. Per adesso voglio solo… recuperare il tempo con Loki. Essere a casa quando lui torna, fare tutto ciò che non abbiamo potuto fare per colpa mia. Credo di doverglielo”
“Senza dubbio. Però stai attento a non rendere l’amore che provi per lui un dovere. Non fare lo stesso errore di Odino”
Thor annuì solamente.
“Oh ma insomma, si può sapere dove diavolo ha messo le decorazioni tuo padre?!” sbuffò poi, le mani sui fianchi mentre squadrava con rabbia la soffitta.
 
 
“Thor?” Loki si spostò i capelli ancora umidi dal viso, guardandosi attorno. Stava per avventurarsi nel salotto, ma anche solo l’intravedere la cupa figura di Odino gli fece cambiare idea, ma non riuscì a portarsi a distanza di sicurezza abbastanza in fretta.
“È in soffitta, insieme a Frigga. Cercano gli addobbi natalizi”
“Ah, allora è meglio se vado a dargli una mano” aveva promesso a Thor che non avrebbe cercato lo scontro, e aveva tutte le intenzioni di farlo.
“Quanto credi che possa durare davvero?” ma Odino a quanto pare non era incline a collaborare.
Loki irrigidì le spalle, prendendo un profondo respiro e poi voltandosi verso l’uomo “Cosa?”
“La vostra storia. Pensi davvero che possa durare?”
“Bhe, in tutti questi anni l’abbiamo fatta funzionare”
“Certo, può essere fin troppo facile far funzionare una relazione con un oceano nel mezzo”
“Di solito è più difficile che altro” ribatté gelido.
Odino lo fissò in silenzio, studiandolo con l’unico occhio buono leggermente socchiuso.
“Tu ami il tuo lavoro, vero?”
“Se stai cercando di minacciarmi di farmi licenziare, sappi che non funzionerà”
“No certo. Nel campo è abbastanza risaputo che un terzo di ciò che sforna le Stark Industries hanno il tuo marchio- Odino tornò a girarsi verso il fuoco, sospirando- sai, anche Frigga ha sempre amato il suo lavoro. Aveva accettato di fermarsi solo per Thor, decidendo di occuparsi di lui e della casa. Ma appena è stato abbastanza grande, lei ha voluto ricominciare a lavorare, anche se non era necessario”
“Nessuno ci vedrebbe niente di male in una scelta del genere. Thor aveva dodici anni, era anche ora che iniziasse a diventare un po’ indipendente”
“E lo è diventato? Quante volte ti ha chiesto qualcosa in più, più tempo, più pazienza, senza curarsi veramente di ciò che volevi tu? E se allora lo assecondavi, cosa farai adesso quando ti chiederà troppo?”
Loki strinse la mascella, senza rispondergli per qualche istante “Dimentichi, Odino, che Thor non è te” sibilò, senza nascondere la rabbia prima di uscire dalla stanza e correre su per le scale.
 
Ma ovviamente Odino doveva avere anche qualcos’altro in mente. E quale giorni migliore che la mattina di Natale per mostrarlo?
Inizialmente Loki aveva cercato di essere positivo. In fondo si trattava solo della vecchia casa di famiglia, già in via di ristrutturazione grazie ad Odino.
Loki aveva sorriso dell’espressione incredula ma felice di Thor.
E poi gli offriva la giusta occasione per poter stare un po’ da soli. Certo, camminando in mezzo alla neve e a temperature tutt’altro che piacevoli, ma almeno non c’era l’occhiata inquisitoria di Odino che gli bruciava la nuca.
“Ci siamo quasi” mormorò Thor, i respiri che si condensavano in nuvolette per il freddo.
Loki socchiuse gli occhi, cercando di metter a fuoco la casa in che iniziava a stagliarsi in fondo alla strada.
“Ma quella non è una casa. È una sottospecie di villa!”
Thor scrollò le spalle, aumentando il passo per l’impazienza di arrivare “La costruì il mio trisnonno o qualcosa del genere, quando venne qua dalla Norvegia. Lo sai, a quei tempi le famiglie vivevano tutti insieme, quindi gli serviva spazio”
“Altro che spazio, loro se la prendevano proprio comoda”
L’altro sorrise “Mio padre ha sempre voluto avere la scusa buona per farla sistemare. Quand’ero piccolo mi diceva sempre che avrei abitato qui un giorno”
Loki sollevò il capo, per cercare d’intravedere qualcosa sotto tutte le impalcature e i teloni dei lavori.
“Sì, tu e quale esercito?”
“Come?”
“Intendo dire che… questo posto è davvero enorme”
“A mio padre sarebbe sempre piaciuto avere una famiglia numerosa, ma non sono riusciti ad avere altri figli oltre a me”
Loki s’irrigidì, corrugando la fronte “E anche tu lo vuoi?”
“Bhe, dev’essere bello avere sempre qualcuno intorno, con tutto il caos che ne consegue e- si bloccò vedendo l’espressione cupa dell’altro- Loki va tutto bene?”
“Certo- fu la gelida risposta- immagino che tu voglia ancora venire ad abitare qua” continuò stringendo gli occhi, ostile
“Bhe, non sarebbe male alla fine, non pensi?”
“Thor è… è troppo grande”
“Ma potresti avere tutto lo spazio che vuoi per i tuoi libri. E magari anche un laboratorio in stile scienziato pazzo”
Loki si morse un labbro, abbassando lo sguardo “A cosa mi serve un laboratorio quando lavoro da Tony?”
“Potresti lavorare per conto tuo”
“E venire a vivere qua, sperduti in mezzo al nulla? Rischiando di rimanere bloccati dalla neve ogni volta?”
“Non succede così spesso. E comunque qua sono attrezzati, se è per questo… non dirmi che non hai mai pensato di lasciare New York
“Io sono nato e cresciuto a New York Thor. C’è casa mia, ho un lavoro che mi piace, ho i miei amici”
“Sì, bhe, io sono cresciuto qua invece, e qua ho i miei di amici” ribatté nervoso l’altro.
Loki ricambiò il suo sguardo senza far trapelare nessuna emozione “Io non voglio andarmene da New York. Tu vuoi venire a vivere qui?”
Il biondo abbassò il capo, stringendo i pugni nelle tasche “New York doveva essere solo di passaggio per me. Lo sarebbe, se non fosse per te” Thor poté sentire il suo respiro spezzarsi per un istante, ma quando rialzò il capo Loki aveva già nascosto qualsiasi espressione.
“Bene, fantastico. Torniamo indietro? Non sento più le mani”
“Loki…” senza nemmeno ascoltarlo, il moro gli diede le spalle e s’incammino per la strada, cercando di non dare retta a quella che sembrava l’antipatica voce di Odino che prevedeva la loro fine.
 
 
Da quando erano tornati a New York le cose non erano andate molto bene.
Doveva essere il loro momento quello.
Avrebbero dovuto recuperare se non tutto almeno la gran parte.
Avrebbero dovuto prendere un cane e ovviamente anche un gatto.
Avrebbero dovuto iniziare a cercare qualche appartamento un po’ più grande, qualcosa che fosse per davvero solo loro. Non che a Thor dispiacesse dove stavano ora, ma erano già stretti di loro, se avessero dovuto aggiungersi anche i loro due nuovi coinquilini lo spazio vitale si sarebbe drasticamente ridotto.
Avrebbero dovuto fare tante cose in quel periodo invece Loki a malapena si faceva sfiorare.
Per questo fu sorpreso Thor, quando lo sentì rientrare che non erano nemmeno le quattro di pomeriggio.
“Loki! Sei tornato presto oggi” gli sorrise, lasciando cadere il telecomando e mettendosi a sedere sul divano letto. Loki non sembrava intenzionato a ridargli il suo aspetto da divano e Thor aveva uno sgradevole presentimento alla bocca dello stomaco che gli faceva intendere che gli sarebbe di nuovo servito presto.
Il moro annuì sbuffando, togliendosi la giacca per poi lasciarsi cadere di pancia al suo fianco.
“Tony ha tipo una cena di lavoro in cui Pepper l’ha incastrato, e finché a Bruce non passa la fissa per l’esoterismo e la smette di andarsene ogni due per tre in India o giù per di là, non è divertente stare in laboratorio da solo” sbadigliò.
Thor annuì, senza risospendere, lasciando la voce in televisione a riempire il silenzio tra loro, ma continuando a guardarlo.
Dopo qualche istante Loki sospirò, chiudendo gli occhi e avvicinandosi di più a lui, per sfregare il naso contro la sua spalla.
Thor sentì il peso immane che aveva sullo stomaco sciogliersi all’improvviso, mentre gli passava le braccia attorno alla vita e lo stringeva a sé, respirando a fondo il suo buon odore dei suoi capelli.
“Che ne dici se aboliamo il Natale per noi due?”
“Ti prego sì! O almeno il Natale con tuo padre” rise disperato Loki, alzando il viso per concedergli un sorriso malinconico.
Thor lo ricambiò, per poi tornare a sollevare lo sguardo al soffitto mentre l’altro nascondeva il viso nell’incavo del suo collo “Non capisco perché non può semplicemente accettarlo e deve sempre fare qualcosa che rovini tutto. È vero, forse questa volta abbiamo esagerato noi, però…”
“Lui ci ha dato una solida base d’appoggio, questo non si può negare”
“Però allo stesso tempo mi dispiace dovergli far passare il Natale da solo, capisci? È mio padre dopotutto, e immaginarlo solo, senza aver nemmeno messo gli addobbi…”
“Sinceramente, mettere le decorazioni da soli renderebbe tutto ancora più triste”
Thor rialzò il capo, corrugando la fronte mentre fissava l’altro “Tu mettevi le luci vero? Anche quando non venivo?”
“Bhe no. Ma se non venivi tu passavo il Natale alla Tower, quindi non illuminavo casa nostra ma illuminavo tutta la città- rispose scrollando le spalle per poi alzarsi sui gomiti- e comunque credo che prima o poi l’accetterà. Se proprio dobbiamo metterci a fare una gare a chi è più testardo, ho tutte le intenzioni di vincerla” aggiunse sorridendo smagliante.
Thor non riuscì a fare a meno di ridere, allungando il collo per scoccargli un bacio sulle labbra.
“Mi dispiace di essermela presa per una cosa così stupida”
Loki scosse il capo “A me no. Vuol dire che adesso abbiamo il tempo per fare litigate degne di questo nome, te ne rendi conto? Ho potuto tenerti il muso per giorni!”
“Sai… non sono sicuro che dovrei vederla come una cosa positiva”
“Allora vedila così: se litighiamo abbiamo sempre una buona scusa per fare la pace” propose malizioso Loki, avvolgendogli il collo con le braccia e baciandolo.
“Sì, direi che la questione può essere presa in considerazione” affermò, ricambiandolo.
 
 
“Posso osare chiedere che cosa stai facendo?” domandò dubbioso Thor, trovato Loki in piedi sul letto, intento ad attaccare dei grandi fogli alla parete.
“Mi sono fatto mandare le planimetrie della tua adorata casa. Pensavo che poteva essere una buona idea, potremmo iniziare a decidere cosa mettere dove”
“Le planimetrie della casa? E come le hai avute?”
“Oh, io e tuo padre abbiamo avuto una… civile chiacchierata, e gliele ho chieste”
“Tu, mio padre e civile chiacchierata nella stessa frase? Dovrei davvero crederti?”
“Perché, non ti fidi della mia parola?” ribatté con finto tono offeso.
In risposta Thor alzò le sopracciglia.
“… non sono volate minacce di morte, va bene? E se proprio devo essere sincero… tuo padre vuole occuparsi dei lavori, questo vuol dire che per ogni cosa che non va bene io avrò un’ottima scusa per lamentarmene, lo ammetto”
Thor lo guardò per un istante, prima di scoppiare a ridere “Questo è proprio il culmine delle tue buone cattive intenzioni”
Loki roteò gli occhi sbuffando, mentre finiva il suo lavoro “Pensavo che ne saresti stato felice”
“Lo sono. Non immagini quanto- mormorò dolce l’altro, raggiungendolo e posandogli un bacio sul collo- e ti ringrazio perché ti sforzi di sopportare anche mio padre. So che non è facile avere a che fare con lui”
“Come sarebbe a dire che non è facile? È una persona così amabile lui” ribatté ironico, sedendosi anche lui sul letto e alzando gli occhi alla parete, per poi sospirare.
“E questa è fatta. Ora non ci resta che cercare un appartamento più grande qua, o non potremmo mai starci anche con un cane”
“A questo proposito, forse ho un’idea”
“No ti prego, basta con le tue idee, hanno sempre la cattiva abitudine di ripercuotersi su di me. Non credo che potrò sopravvivere ad un’altra in così poco tempo dall’ultima”
“E smettila! Stavo pensando che l’appartamento qui a fianco non lo usano praticamente mai, io gli avrò visti sì e no una volta in tutti questi anni. E bhe… ho abbastanza soldi da parte, potrei comprarlo e poi abbattiamo i muri. Così abbiamo abbastanza spazio per tenere un cane, il divano letto di là può restare sempre aperto e non servirà più circumnavigarlo ogni volta, e tu avrai abbastanza spazio per i tuoi libri e carte. Ma al contempo resterà sempre il nostro primo appartamento”
“Sei… serio?”
“Perché no? Dell’altra casa vuole occuparsi Odino, l’hai sentito anche tu, vuole che sia il suo regalo per il mio ritorno. E comunque, almeno per un bel po’ sarà solo… la casa delle vacanze? Che te pare, credi di poter sopportare qualche settimana all’anno in mezzo al nulla? Quindi perché non sistemarci bene qua, nel frattempo. E per iniziare potremmo anche prendere il gatto che volevi”
“Sì ma, comprare l’appartamento, fare tutti i lavori…”
Thor corrugò la fronte, perplesso “Te l’ho detto, io ho abbastanza soldi da parte”
“Sì, non intendevo quello, se proprio ci servirà Tony mi paga una fortuna- sbuffò Loki, agitando le mani come per allontanare un pensiero fastidioso- è solo che è qualcosa di così… concreto. Reale. Lungo
Thor sorrise “Bhe, non so tu ma io non ho intenzione di andarmene tanto presto. Sempre se non mi vuoi sbattere fuori di casa, s’intende”
Loki ancora non gli rispondeva, limitandosi a fissarlo incerto.  Thor gli sorrise “Abbiamo tempo, Loki. Se abbiamo tempo per litigare, abbiamo tempo anche per questo”
Il moro si morse il labbro ancora per qualche istante, poi gli si gettò addosso, stringendosi forte a lui.
Thor rise, accarezzandogli la schiena e baciandogli i capelli “Andrà tutto bene, Loki. Farò in modo di non sbagliare più, farò andare tutto per il meglio” gli promise.
“Perché, potrebbe andare meglio di così?”
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio assolutamente non sentimentale ragazzo?!”
“Idiota” rise Loki, tirandogli un pugno scherzoso e con gli occhi che brillavano.
Anche Thor rise, rovesciandosi sopra di lui in modo da imprigionarlo e poterlo baciare, a lungo e profondamente.
Dopo Loki iniziò ad accarezzargli il viso con le punte delle sue dita fredde, e Thor chiuse gli occhi per godersi quel dolce contatto.
“Ti… io ti… amo. Io ti amo”
Il biondo riaprì gli occhi, fissandolo in silenzio per qualche altro istante “Ecco vedi? C’è sempre un margine di miglioramento”
“Stupido! Già non mi è facile parlare di queste cose, se in più tu fai anche l’idio-“
Thor lo baciò nuovamente, interrompendolo “Ti amo anch’io. Tantissimo. Va meglio così?”
“Mh, sai risultare più convincente se devo essere sincero”
“Buono a sapersi”
Lo baciò, e lo baciò ancora, e non smise di farlo per molto tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Mi scuso immensamente per il ritardo, ma è stato un periodo folle e ovviamente la mia già scarsa ispirazione decide di dichiarare sciopero >.<
Voglio ringraziare di cuore tutte voi che avete seguito questa mia follia e mi scuso se l’attesa non ne è valsa la pena, ma questa storia per quanto ci fossi affezionata mi ha fatto davvero dannare, indi per cui credo che sia arrivato il momento di prendermi una pausa e vedere che succede.
Il titolo del capitolo è preso da King and Lionheart di Of monster and men https://www.youtube.com/watch?v=N30sBDpUR1Q
Di nuovo grazie mille ha chi mi ha sostenuto nonostante tutto e spero di risentirci presto, nonostante tutto :)

ciao ciao
roby_lia

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