Coffee shop

di shirylen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** perfect subject ***
Capitolo 2: *** Shutdown ***
Capitolo 3: *** fever ***
Capitolo 4: *** What... ***
Capitolo 5: *** Friend ***
Capitolo 6: *** scars ***
Capitolo 7: *** tears ***



Capitolo 1
*** perfect subject ***


Ero davanti alla porta dell’asilo, il cuore mi batteva fortissimo, il respiro era quasi bloccato.
Ma in fondo mi potevo giustificare, era il mio primo giorno di lavoro, sebbene fossimo a metà anno. 
Mi ritenevo davvero fortunato, siccome una delle maestre si era trasferita aveva lasciato un posto, che presi io che ero appena uscito dall’università.
“Vogliamo un po’ di gioventù” avevano detto.
Già, la gioventù.
Speravo solo di non combinare qualche cavolata.
Guardai l’ora. Ero arrivato un’ora in anticipo, ma era meglio così, avrei avuto qualche momento per me, per vedere l’ambiente lavorativo, e magari per conoscere i miei colleghi.
Presi un respiro profondo e aprii la porta. 
Appena varcai la soglia dell’edificio però, l’allegria prese il posto dell’agitazione.
La piscina delle palline, gli armadietti con su scritti i nomi di ogni bambino, i grembiuli appesi a destra, i tavolini con sopra il pongo, le macchinine, le bambole, fogli, i pastelli, i pennarelli. 
Amavo quell’ambiente, dove i bambini ricevevano cure e affetto.
Consideravo me stesso e i miei colleghi come dei secondi genitori, con i quali i piccoli avrebbero potuto confidarsi in ogni momento, eravamo i loro modelli, coloro che, insieme ai genitori, li dirigevano verso una certa strada.
E consideravo l’asilo una seconda casa,naturalmente, la metà dei bambini piangeva quando i genitori li portavano nell’edificio, ma era anche bellissimo far rispuntare loro il sorriso.
Era curioso il fatto che solo i bambini non si spaventassero del mio aspetto esteriore, (Se tutto si basasse sull’apparenza, allora sarei un killer. In effetti, non ho la faccia più dolce del mondo, ecco, specialmente gli occhi. Molte persone mi dicono che sembra quasi che vivano di volontà propria, dicendo a destra e manca "Ehy tu, combatti con me che ti spacco le ossa". Ma in fondo, non posso farci niente, sono nato così e sicuramente non voglio accorrere alla plastica facciale.), mentre la metà degli adulti mi giravano sempre a largo.
Ero convinto che questo fosse per via dell’animo dei bambini, non ancora condizionato da ciò che la gente diceva.
Lo stesso animo che amavo disegnare.
Oltre che ad animare i bambini, la mia seconda passione era sicuramente l’arte.
Amavo dipingere, immortalare ciò che io vedevo nei miei occhi, e farlo vedere a qualcun altro tramite i miei dipinti. 
Ma ciò che più amavo disegnare, erano i bambini.
Chiamatela pure deformazione professionale, se volete, ma la trovavo la cosa più bella del mondo.
I capelli ribelli, sempre per conto loro, il viso paffuto e liscio, perpetuamente sfumato di rosso sulle guance, le labbra piccole e rosee, il nasino arrotondato, qualche volta riempito di lentiggini.
Ma la cosa più bella di tutte erano gli occhi.
Quegli specchi dell’anima che riflettevano la meraviglia per ciò che si vede, come se ancora fosse la prima volta, ciò che gli adulti non riescono a vedere anche solo in un semplice iris.. ecco, amavo poter catturare quell’insieme di elementi in una tela.
Eppure non avevo ancora trovato il soggetto ideale.
Quello che rispecchiava la mia idea di perfetto (sia chiaro, non perfetto letteralmente, perché sono i piccoli difetti a formare la perfezione), non avevo ancora chiaro cosa volessi veramente...ma...mancava sempre ..quel qualcosa.
Sia chiaro, ogni persona aveva qualcosa che lo contraddistingueva, che lo rendeva speciale ed irripetibile, ma... io aspettavo la persona giusta.
Fremevo già a pensare che, da qualche parte del mondo, chissà dove, o quando, avrei dipinto i tratti di colui che sentivo essere la risposta a tutti i miei ideali, l’emozione di copiarlo con pennellate  a volte dolci e a volte passionali, e fermare il tempo...
Già, il tempo, che non voleva muoversi, erano passati appena dieci minuti, e restare per altri cinquanta a fremere dall’impazienza era impensabile.
Non c’era nessuno, a parte i due bidelli che mi salutarono solo frettolosamente, da questo ne dedussi che forse non avevano tempo per parlare, e di altri colleghi neanche l’ombra.
Allora decisi di andare nel bar che avevo notato poco prima.
In preda all’agitazione, quella mattina non avevo fatto colazione, e la mia pancia si era fatta sentire.
Forse un caffè e un cornetto l’avrebbe calmata.
Appena aprii la porta, però, andai quasi a sbattere con un altro ragazzo.
Alzai lo sguardo, e quasi non urlai per lo stupore .
-Himchan-ah*!!-
-Bang!!- lui mi guardò torvo -e ti ho detto di non aggiungere "ah" alla fine-
-E  tu dovresti chiamarmi hyung**-
-Certo certo, come no...- poi mi sorrise interrogativo -Che ci fai qua?-
-Sono stato assunto come maestro in questo asilo-
-Anche tu?-
-Come? Dopo l’università pure qui ti trovo? Oh povero me- scossi teatralmente la testa, in fondo Himchan era un tipo a posto.... Se solo mi chiamasse hyung!
-dove stavi andando?- 
-Al bar qui vicino-
-Ti ci accompagno!!-lui sorrise, io sbuffai.
-Se proprio vuoi-
Il bar era come me lo ero immaginato, pulito e in ordine, niente di eccessivo, ma molto accogliente, probabilmente avrei passato lì tutte le mattine prima del lavoro.
L’insegna, color panna e con le scritte marrone chiaro, abbinate al tema del bar, citava “Coffee shop” che originalità, ma infondo andava bene, era il titolo di una canzone dei miei cantanti preferiti, i B.A.P, perciò i punti in meno per la poca fantasia alla fine venivano ripagati.
Ci sedemmo ad un tavolo fuori, faceva molto caldo,e avere la brezza mattutina che soffiava delicata era la cosa migliore per non pensarci troppo.
-Pronto per il primo giorno?-
Himchan mi guardava ridendo sotto i baffi.
Mi venne voglia di prenderlo a pugni.
Mi conosceva abbastanza bene da sapere che, sotto quegli occhi assassini, si trovava un animo sensibile, e, soprattutto in questi casi, molto ansioso. Stavo sudando freddo e non riuscivo a smettere di muovermi, mentre lui sembrava calmo e tranquillo.
-Vai a farti fottere-
Lui in tutta in risposta rise. 
Un cameriere arrivò prima che ammazzassi Himchan.
-Prego, cosa desiderate prendere?-
Alzai lo sguardo, dopo aver sentito quella voce allegra e cristallina.
Il sole mi accecò un istante, ma quando la vista si abituò alla luce, trattenni il fiato.
Per la miseria

Era lui.
Avevo trovato il soggetto perfetto.
Aveva ancora tratti infantili sebbene il corpo fosse già quello di un uomo, aveva i capelli biondi e ricci, e...i suoi occhi.
Erano allegri, brillavano, erano ancora aperti al mondo, eppure...nascondevano qualcosa.
Qualcosa di misterioso, ma di intrigante.
E intanto mi ero perso in quelle due mezzelune sorridenti che già sognavo di dipingerle.
-Ehy!! Terra chiama Yongguk!-
Una mano passo davanti alla mia vista, riattivando le funzioni del mio cervello che si erano bloccate.
-Eh? Cosa?-
-Cosa desidera ordinare signore?- il mio soggetto perfetto mi rivolse un sorriso, divertito ma confuso dalla mia reazione.
-Ah! Sì...beh, mi porti un caffè macchiato, grazie-
Lo guardai per tutto il tempo, mi aveva davvero stregato, volevo conoscerlo, volevo guardarlo, scrutarlo, notare tutte le piccole imperfezioni della sua pelle che lo rendevano ancora più speciale.
 Che mi stava succedendo?
Ah, non ne avevo idea, la mia mente era solamente incentrata in lui.
Himchan mi dovette trascinare da lì e tirarmi due schiaffi per far sì che mi riprendessi veramente.
Ci dirigemmo verso l’asilo, mancavano pochi istanti all’arrivo dei genitori e dei bambini.
Sia Himchan che io eravamo impazienti e ansiosi, in fondo era il primo giorno di entrambi. Ci avevano spiegato che avevano assunto entrambi per via della nostra inesperienza.
Io ne fui piuttosto grato, effettivamente non sapevamo quasi cosa fare.
Più che per l’emozione che per altro, sia chiaro.
Iniziarono ad arrivare i primi bambini,come previsto, eravamo due fasci di nervi.
Ma appena vidi un visino di una bambina curioso della nostra presenza, ci illuminammo ed iniziammo a parlarle.
In fondo se avevamo scelto quel lavoro, non c’era cosa che calmasse di più dei bambini stessi.
Dopo il blocco iniziale, persi di vista il mio compagno di avventure.
Era come trovarsi in un colorificio (parlo per me, magari voi preferireste andare in un negozio pieno di vestiti, o in una pasticceria), i bambini erano la cosa più bella e tenera del mondo, il solo vederli mi faceva voglia di stritolarli di coccole. Mentre mi facevo conoscere da loro, li osservavo, uno ad uno. Ve ne erano alcuni davvero particolari, come una bambina dai bellissimi occhi nocciola chiaro, con la pelle pallida, costellata da lentiggini; un bambino molto estroverso, con il sorriso aperto a tutti, dal viso...particolare, decisamente interessante; ed infine un bambino con le labbra carnose, con un neo sotto l’occhio sinistro, che non mi rivolse la parola, e che quando gli rivolsi la parola, si nascose dietro la frangia per l'imbarazzo.
Passai le successive ore a giocare con i bambini, quasi ridiventando piccolo anche io, divertendomi un mondo quando per gioco volevamo “affogarmi” nella piscina, vedendoli delusi quando scoprirono che questo era impossibile dato che le palline arrivavano appena al ginocchio.
Ad un certo punto però, vidi che un bambino era in disparte, e allora decisi di andare da lui, quei piccoli non dovevano stare mai, da soli secondo la mia filosofia.
Mi sedetti nello sgabello di fronte al suo, e grazie alla vicinanza vidi che era il bambino del neo sotto l’occhio.
Era talmente concentrato a disegnare che non si accorse neanche della mia presenza.
-Ciao!! Cosa fai?-
Lui, quasi spaventandosi, mi guardò un momento, per poi, in preda all’imbarazzo, rivolgersi nuovamente al foglio, cercando di far finta di niente.
-Ma che bel prato fiorito!-
E dicevo sul serio.
Era verissimo lo stupore che era probabilmente stampato sulla faccia.
Quel bambino aveva davvero molto talento.
Usava dei tratti decisi, guidati dalla fantasia, facendomi vedere un prato colorato da una moltitudine di fiori, abilmente inventati e dalle forme più bizzarre, ciascuno di un colore diverso.
Era magnifico.
Nel mentre però, il bambino non aveva ancora parlato, perciò decisi di andare a passo calmo.
-Posso disegnare anche io?-
Il bambino mi guardò insicuro, per poi annuire nascondendo ancora il viso sotto la frangia, mentre continuava ad aggiungere particolari al suo disegno.
Allora presi anche io un foglio, e prendendo un pastello, iniziai a tracciare i contorni di una faccia, che mano a mano, prese le sembianze del bambino di fronte a me.
Non mi accorsi del tempo che passava, infatti avevo praticamente finito il disegno, quando sentii una mia collega, Minhee chiamarmi.
-Yongguk, potresti venire qui?-
Guardai la sua faccia, preoccupato, era visivamente nervosa, forse irritata, perciò mi affrettai a raggiungerla.
Che avessi fatto qualcosa di sbagliato? Di già?
-Ascolta...lascialo stare. Lui non ti risponderà-
-Perché mai?-
-Lui... si chiama Daehyun. E’ muto-
-Ah, poverino- Un macigno di compassione per il piccolo arrivò presto,ma c’era qualcosa che non andava.
-Già-
Ah...ecco cosa.
Mi girai di scatto verso la Minhee.
-Aspetta...Perché hai detto che bisogna lasciarlo stare?-
La donna mi guardò torva
-Beh, non sa comunicare con noi, non sa né parlare, né scrivere, che senso avrebbe parlare con un muro?-
-Invece ha senso!! Proprio perché non sa comunicare dobbiamo insegnagli come fare!!! Lo vede quanto é solo?-
Minhee mi guardò a lungo tempo, per poi ridere lievemente.
-Mi piaci Yongguk, e stato un bene assumere un ragazzo appena laureato, di solo ventisei anni. Cerca di conservare questo tuo spirito genuino il più possibile, non fartelo sporcare dai nostri cuori marci.-
-Sarà fatto-
Ritornai al tavolino. Dove Daehyun stava guardando rapito il mio disegno.
-Ti piace?- lui sobbalzo sorpreso, e poi annuì guardandomi con aria colpevole.
-Lo vuoi?-
Gli si illuminano gli occhi e annui energicamente. Il più grande rise sommessamente.
-E'  tutto tuo!-
Lui sorrise, poi, colto di nuovo dall'imbarazzo, si nascose ancora sotto la sua frangia per poi continuare a guardare quell’insieme di colori.
Sorrisi vedendo quella giovane promessa dell’arte, con il fuoco della passione negli occhi, e arruffandogli i capelli, mi sedetti di nuovo al tavolino, questa volta vicino a lui. Rimasi tutto il tempo con lui, coinvolgendo anche altri bambini.
Daehyun restò quasi tutto il tempo sepolto sotto i suoi capelli, in imbarazzo, ma qualche volta vidi un sorriso leggero sul suo tenero visino.
Si fecero presto le cinque, e poco alla volta i bambini se ne andarono. L’ultimo che rimase era Daehyun, che era ancora sul tavolo a disegnare, copiando infinite volte il mio disegno, con determinazione ammirabile.
Erano passati ormai dieci minuti da quando l’ultimo bambino se ne era andato, ma dei genitori di Daehyun neppure l’ombra.
Preoccupato, chiesi a Minhee, che non sembrava minimamente preoccupata
-ma a che ora passano a prendere Daehyun? Perché non arriva nessuno?-
-È normale. Junhong arriva sempre verso le cinque e mezza-
-Junhong?-
-Si, il fratello di Daehyun, è lui che lo viene a prendere-
-E i genitori?- 
-Sono in un’altra città. E comunque sia, Junhong é maggiorenne, perciò si occupa lui di Daehyun. Non chiedermi altro, perché più di così praticamente non so. -
-Grazie-
-Figurati-
Scoccate le cinque e mezza, ecco che, pochi minuti dopo, la porta si aprì, da cui si sentì una voce cristallina.
-Daehyun!!! Sono arrivato!!!- il bambino si alzò con il primo vero sorriso della giornata, e gli corse incontro.
Ma...un momento...quella voce....
Guardai il ragazzo alto sulla porta, chinato per vedere ciò che  il fratellino gli stava facendo vedere
 -Wow, che bello!”! L’hai fatto tu?-
Daehyun scosse la testa
- e chi allora?-
Il bambino prese un lembo di vestito, e condusse il ragazzo verso di me.  
Ma...un momento... non sarà forse....
 
*-ah dopo il nome è come dirlo.... affettuosamente (?) Qui Bang lo usa solo perché a Himchan da fastidio ;)
**Per chi non lo sapesse in Corea hyung si usa con le persone più grandi, in segno di rispetto.
ANGOLO AUTRICE
Anneyooooong^^
Oh mamma, sono riuscita a pubblicare il primo capitolooo TwT Non ci credo neanche io XD
E' la prima fanfiction sui B.A.P., e purtroppo per voi, probabilmente nemmeno l'ultima, chiedo perdono *si inchina*
Ok, non prendetemi a pentolate (?) please. So che molti di voi si immaginano Bang cattivo e scorbutico, ma... no, per me è puccioso ^^ Dai, ha un animo gentile, quando sorride poi *w* Ok basta, non devo pensare a quello XD Altrimenti chi asciuga la mia casa dalla bava? Dx
Spero che apprezzerete questa fanfction, farò il possibile e anche di più per dare sempre il meglio, e aggiornare puntualmente u.u
Grazie mille a chi è arrivato fin qui, e grazie ancora di più a chi la metterà (se qualcuno lo farà TwT) nelle seguite o nelle preferite, e grazie soprattutto a chi vorrà darmi un parere, per me sarebbe bello capire cosa va e cosa non va, o anche solo sapere se vi è piaciuta o no ^^
Io...allora....vado (fa come Daehyun che si nasconde sotto la frangia)
Alla prossima (s  -ma dov'è l'ondina su questo maledetto computerT^T, vabbuò- )
Sì, sono pazza^^
Shirylen (non chiedetemi da dove è uscito questo nome X'D ma di sicuro è molto meglio del mio O.o)

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Capitolo 2
*** Shutdown ***


Quella voce....dove l'avevo già sentita?
Dov'è che avevo avvertito quella scossa lungo la colonna vertebrale?
Appena il ragazzo davanti a me alzò lo sguardo e arrivò alla mia altezza, anzi, oltrepassandola (davvero, quanto era alto?), e osservai le sue guance, il suo naso, le sue labbra, i capelli, gli occhi, il cuore si fermò.
Era davvero l'essere perfetto quello che avevo davanti?
Lui mi sorrise, schiudendo leggermente gli occhi,riconoscendomi.
-Ma tu...sei il ragazzo del caffè vero? Piacere Hyung, sono Choi Junhong, il fratello di Daehyun-
Strinsi quella mano che avrei voluto dipingere.
Al contatto, la sua aveva tratti delicati, la pelle era vellutata, e non potei fare a meno di pensare a come sarebbe stato  anche solo sfiorare il suo volto perfetto.
-Bang Yongguk, uno dei nuovi maestri dell'asilo.-
Gli sorrisi anch'io, per poi sciogliere quella stretta. 
Lui si fece più serio e mi si avvicinò.
Lo sguardo era direzionato verso Daehyun, perciò ne dedussi che riguardava questo il suo cambiamento di espressione, tuttavia, quando sentii il suo respiro che solleticava la mia guancia sinistra, faticai a comprendere davvero le sue parole, troppo incentrato a saperlo vicino.
-E dimmi... come va Daehyun?-
Si scansò velocemente, e io ritornai a respirare, e soprattutto a pensare.
Mi chinai verso il piccolo e gli scompigliai i capelli, sorridendo al fratello maggiore.
-Benissimo, è un piccolo artista sai?- 
-Ah lo so, a casa praticamente fa solo quello.-
Quasi come conferma, proprio in quel momento il piccolo aveva preso un lembo della maglia al fratello, indicando il tavolino in muta richiesta di andare a continuare a sperimentare la sua indole artistica.
Appena si sedette, l'aria intorno a noi cambiò, in fondo, essendo che non eravamo più in presenza di un bambino, ora potevamo parlare con più serietà.
-Daehyun ha sempre trovato nel disegno una valvola di sfogo, sai, per il suo...problema.-
-Immagino...-
-Sai, gli piaci-
-Eh?-
- Tu piaci a Daehyun, non ha mai comunicato così liberamente con me con qualcuno appena conosciuto.-
-Probabilmente è per via del disegno, avresti dovuto vedere la sua faccia, era così felice!-
Lui mi rivolse un sorriso spento, si perse a fissare il fratello che ancora una volta copiava il mio disegno.
-Sai, non credo sia solo per quello, mio fratello non si compra con un regalo, è molto timido, è così spaventato dal mondo...-
Si girò verso di me avvicinandosi, con sguardo malinconico.
La sua voce era un sussurro.
-Effettivamente tu...gli somigli così...tanto...-
-Eh? Di chi parli?-
-Niente,niente, parlavo tra me e me.-  Lui si riscosse, e sorrise forzatamente.
Poi guardò l'orologio e sbarrò gli occhi.
-Cavolo quanto si è fatto tardi! Daehyun! Dobbiamo andare!-
Il fratellino si alzò, buttando con un broncio diversi fogli, evidentemente, non era ancora soddisfatto.
Il maggiore mi rivolse un ultimo sorriso, inchinandosi.
 -Grazie per il duro lavoro Hyung!-  e con questo se ne andò in un attimo.
Osservai la schiena del ragazzo  si allontanava, mano nella mano del fratellino e sorrisi a mia volta.
 
 
Pov Zelo
Aprii la porta del piccolo appartamento, accorgendomi che era già aperta.
-Youngjae hyung? Sei in casa?-
Sentii il lieve sfogliare di fogli in cucina, dove trovai il ragazzo appena chiamato che stava scrivendo con delle cuffie alle orecchie.
Appena mi vide se le tolse e mi indicò l'orologio.
-Hai visto che ore sono? Oggi non vai a lavoro?-
-Si si, ora vado, ci siamo fermati a parlare un momento col nuovo maestro di Daehyun-
Presi il mio cappotto appeso sulla sedia e mi diressi nuovamente alla porta.
-Spero di non fare tardi, voi comunque mangiate senza di me-
-ok-
-Grazie ancora hyung, e Dae, comportati bene!-
Chiusi la porta sospirando.
Ormai le uniche occasioni per stare con Daehyun erano quando andavo a prenderlo e quella corta mezz'ora prima che lo mandassi a dormire, neanche di mattina, dato che il primo turno alle sei.
Spesso ritardavo perché restavo ad accarezzare la testa di Daehyun e mi imbambolavo a fissarlo.
Fortuna che c'era Youngjae.
Era un mio carissimo amico d'infanzia, avevamo un rapporto meraviglioso, l'uno poteva contare sull'altro, però lui se andò in un'altra città.
Lo stesso giorno in cui mi trasferii in quella nuova casa con solo mio fratello, scoprii che era alla porta accanto.
Spiegandogli le varie circostanza per cui ero lì, si offrì di aiutarmi.
Alla fine, un legame forte quanto il nostro non si era rotto, sebbene non ci eravamo tenuti in contatto.
Youngjae era come un fratello maggiore, me lo ero sempre immaginato così, e lo stava anche dimostrando: svegliava Daehyun (perciò aveva la chiave di casa), lo portava all'asilo di mattina e stava con lui di pomeriggio fino a quando non rientravo a casa.
 Lui in cambio non voleva niente, a parte mangiare con noi di sera, e quando gli chiedevo come potesse fare tutto questo senza niente in cambio, lui diceva che la mia vita era una musa ispiratrice per i suoi libri, dato che era uno scrittore.
Gli ero immensamente grato e speravo che un giorno, in qualche modo sarei riuscito a ripagare tutto il suo altruismo.
Arrivai al locale, dove mi misi subito a lavorare.
Mi piaceva quell'ambiente, le persone con cui lavoravo erano gentili e disponibili.
Il direttore ad esempio, Joonmyun*, che mi aveva assunto nonostante la mia giovane età, senza fare domande in più sul perché un ragazzino avesse con sé un bambino da mantenere.
-Junhong! Vieni qui un attimo, ti devo parlare- andai in direzione di quella voce, sperando di non aver fatto niente di male, era stato infatti lo stesso Joonmyun a chiamare.
-Scusa se interrompo il tuo lavoro, ma vorrei parlarti di una cosa. Riguarda tuo fratello Daehyun-
A sentire il nome di mio fratello, mi drizzai di scatto, cosa poteva centrare lui?
-Un mio conoscente ha un figlio che ha il suo stesso problema... hanno trovato un dottore che, mano a mano, lo sta aiutando a migliorare-
Esisteva una cura per Daehyun?
Joonmyun mi sorrise e mi sporse un biglietto da visita.
-Qui ci sono tutti i recapiti di cui ha bisogno-
-Grazie infin-
-Tuttavia, c'è un problema. Conoscendo la tua situazione economica, le sedute e le varie ed eventuali medicine potrebbero rappresentare un ostacolo non facilmente sormontabile. Però potrei anticiparti lo stipendio.-
-La ringrazio, ma credo che anche lei sia conscio del fatto che se me li anticipaste, sarei in difficoltà in futuro, perciò mi chiedevo se... -
-Dimmi figliolo-
-Insomma, so che fa già molto per me, e per questo la ringrazio e mi scuso, ma questa è l'unica opzione che mi viene in mente, e... se si prolungasse l'orario lavorativo fino alla chiusura del locale a mezzanotte?-
-Ma....Junhong! Pensa anche a te! Non puoi lavorare per così tanto tempo! E poi non sarebbe neppure concesso!-
-Lo so...ma la prego, se c'è una cura per Daehyun, voglio fare il possibile-
Joonmyun mi guardò indeciso, per poi sospirare rassegnato.
 -E va bene...-
-Grazie mille signore!!-
Mi inchinai profondamente, cercando già di esprimere parte della mia gratitudine in quel gesto.
-Ad una condizione però, le pause saranno allungate e lo stipendio del nuovo orario sarà raddoppiato. E non cambierò idea-
-Ma...-
-Niente ma!-
-Io...grazie...grazie davvero!-
-Ed ora a lavoro!-
-Subito!-
 
 
Passarono diverse ore, quando trovai il tempo di avvisare a casa dell'accaduto.
Erano le nove, quindi io e Youngjae potemmo parlare con calma, e  gli spiegai tutto per filo e per segno.
-Daehyun non ne sarà felice. Anche oggi che non sei arrivato era arrabbiato. -
-Sì, quello sarà un problema...non potrò stare con lui più che un'ora scarsa al giorno, chissà come la prenderà...-
-Se gli darai tempo per digerire la notizia, si sistemerà tutto. Piuttosto, e tu? Riuscirai a reggere il peso di tutto questo?-
-Beh, ci proverò. Ti saluto, la pausa è finita.-
-Cerca di non stancarti troppo-
-Grazie ancora di tutto hyung.-
-Lo sai che ci sono sempre no?-
-Infatti, grazie-
-Non è niente,buon lavoro.-
E con quello si chiuse la chiamata e sospirai esausto.
Era già di per sé stancante il normale orario di lavoro, e avrei dovuto reggere altre tre ore.
Ma davvero, per Daehyun questo ed altro.
 
 
Erano ormai passate ben due settimane da quel giorno, e ormai ero un cadavere che si reggeva in piedi, ma cercavo di non darlo a vedere, avevo sempre gli occhi di Joonmyun che mi osservavano preoccupati e non volevo che cambiasse idea vedendomi stanco. Non pensavo fosse stato così pesante.
Intanto  Daehyun si stava lentamente allontanando da me.
Quando gli dissi che non sarei tornato di sera a dargli la buonanotte, lui si arrabbiò, e non mi degnò di uno sguardo per una settimana intera.
Nel mentre Yongguk, che aveva instaurato una sorta di buon rapporto con mio fratello, capì che qualcosa non andava tra di noi, e mi chiese spiegazioni.
Ma non volevo raccontargli di ciò che stava succedendo.
Per carità, sapevo benissimo che era una bravissima persona, ma mi era ancora troppo estranea per dire cose così private.
Chissà, forse, un giorno, ma era ancora troppo presto, perciò gli raccontai una bugia.
Ultimamente stavo mentendo un po' troppo.
Anche a  Daehyun.
Non avevo avuto il coraggio di dirgli che lo volevo portare da un dottore, lui odiava i dottori, lo faceva sentire diverso.
-Ehy Junhong! Stai bene? Ti vedo pallido oggi!-
Quello che aveva parlato era TaeHyung**, uno dei miei colleghi.
Era una persona singolare, un uomo dalle mille facce.
Per scommesse di chissà quale genere tra lui e JungGuk*** si ritrovava spesso a girare vestito e truccato da Joker continuando a borbottare "Why so serious" e a fare facce strane ed inquietanti; oppure vestito da fatina...o da coccinella, non l'ho mai capito, a distribuire cioccolatini da una parte e l'altra del locale.
-Sisi, sto bene-
Per l'appunto, in quei giorno stavo mentendo, davvero tanto.
 Il mio corpo non riusciva a reggere molto bene quel lavoro eccessivo, e da un po' di giorni faticavo ad alzarmi dal letto,  avevo caldo per poi subito dopo avere freddo, e il mal di testa era ormai diventato parte di me.
Avevo la febbre?
Ah, probabilmente, ma non volevo accorgermene.
Quel giorno in particolare, mi sentivo davvero male.
Ma era anche il giorno della prima seduta col dottore, perciò avevo preso un permesso, e il carico di lavoro sarebbe stato meno pesante.
Certo, rimaneva ancora la cosa più difficile, ovvero parlarne con Daehyun.
Mentre andavo a prendere prima dall'asilo, iniziò a piovere.
Fortunatamente avevo l'ombrello con me, anche se sentivo l'aria fredda penetrarmi nelle ossa.
Entrai nel grande edificio, ed il calore mi avvolse come in una coperta.
Mi si avvicinò Minhee una delle maestre, con il volto corrucciato dalla preoccupazione.
-Ehy Junhong, stai bene?-
-Si, tranquilla noona, ho solo un po' di mal di testa. -
-Ciao Junhong!-
Mi si avvicinò Yongguk, che mi chiese nuovamente se avessi qualcosa.
Si notava così tanto la mia condizione?
-Sono venuto a prendere Daehyun, ha una visita medica.-
-Capisco, Era con me poco fa, stavamo disegnando,  vieni ti faccio strada.-
Yongguk mi portò in una stanza lì vicino, dove il mio fratellino e altri bambini erano seduti al tavolo e stavano stendendo colore un po' nei fogli ma anche un po' ovunque.
Con rammarico notai che Dae, nonostante diversi bambini lo chiamavano, se ne stava nascosto dietro la sua frangia.
E così era ancora così timido eh?
-Daehyun, vieni qui! Tuo fratello ti deve parlare!-
Il piccolo arrivò vicino a me, guardandomi confuso, sicuramente si stava chiedendo perché fossi lì.
Mi feci coraggio e mi chinai fino ad arrivare alla sua altezza.
-Ascolta Daehyun, ora dobbiamo andare in un posto.-
Lui mi guardò confuso, in attesa di spiegazioni più dettagliate.
-Dobbiamo andare dal dottore-
Lui sbarrò gli occhi e si guardò intorno per capire se qualcuno oltre a Yongguk avesse sentito quella parola che per lui era un tabù.
Poi si voltò verso di me e mi guardò arrabbiato, con gli occhi pieni di lacrime e scosse la testa.
Mi veniva voglia di abbracciarlo, ma dovevo essere categorico.
-Dai  Daehyun, dobbiamo andare-
Gli presi delicatamente il piccolo braccio, ma lui lo scansò, e mentre ero ancora in confusione, se ne andò dalla stanza.
Io e Yongguk o seguimmo, e con mio orrore vidi che era diretto verso la porta, ancora socchiusa dopo il mio arrivo.
Sbarrai gli occhi.
No.
Fuori era pericoloso, c'erano le strade, i malintenzionati, quante volte glielo avevo detto? Eppure perché non se ne ricordava? Perché stava scomparendo dietro la porta?
Ci precipitammo fuori.
Avevo dimenticato la giacca fuori, e anche l'ombrello,  ma non era la cosa più importante in quel momento.
La pioggia mi stava entrando nelle ossa, e il mal di testa era aumentato.
Ma  quella era la cosa meno importante.
Daehyun era fuori, fuori!!
E se qualche macchina lo investiva?
Fortunatamente avevamo le gambe più lunghe noi, perciò la distanza veniva mano a mano accorciata.
In lontananza lo vedemmo svoltare a destra e gioì.
Se ricordavo bene era una zona residenziale senza un'altra uscita perciò saremmo riusciti a prenderlo.
Tutto d'un tratto però, il freddo mi avvolse ancora più di prima, la testa invece si infiammò, e iniziai a vedere sfocato.
Il fiato veniva a mancare, e mi diveniva sempre più difficile muovermi.
Vedevo Yongguk andare sempre più avanti, fino a quando mi accorsi che mi ero fermato.
Le  forze mi abbandonarono lentamente, e poi..il buio più completo.
L'unica cosa che ricordo era il rumore della pioggia che si infrangeva nell'asfalto e sul mio corpo inerme.
Basta, il mio corpo voleva riposare, non svegliarsi mai, e restare a dormire lì per sempre.
Shutdown...sorry...Daehyun.
 
 
*Joonmyun- Il vero nome di Suho, il leader degli exo k ^^
**Taehyun- Il vero nome di V, un componente dei BTS :D
*** JungGuk- Il vero nome di Jungkook un altro componente dei BTS XD
 
 
ANGOLO AUTRICE
Anneyong^^
In questo capitolo vediamo come Zelo si stia spezzando la schiena per il piccolo fratellino, che lo ricambia odiandolo -.- come sei cattivo Dae! Dai perdoniamolo, infondo è ancora un bambino u.u XD  e poi è brutto andare sempre a fare stupide visite mediche >< (ci sono giusto andata prima XD)
Ho iniziato ad aggiungere altre persone che non sono dei B.A.P. XD mano a mano mi sono accorta che li ho coinvolti tutti (e voi vi chiedete dove sia Jongup, ma fra poco arriva :).
Ok, LO SO che la parte di Taehyun/V non centra molto, ma
1) volevo descriverlo subito perché poi in qualche modo sarà presente nella storia (e anche Jungkook, probabilmente tutti i BTS che amo, e qualche membro degli EXO -probabilmente non tutti, sono troppi XD-)
2)Dai, non potevo non metterlo XD sono esplosi i polmoni quando l'ho visto vestito in quel tutu X'D lo amo *W* Il mio bias puccio puccio :3
ok, la smetto, altrimenti non riuscirei a fermarmi XD
Finisco con i ringraziamenti
Perché davvero, vi amo, grazie mille del sostegno ^^
Primo di tutti, ringrazio chi ha impiegato un po' del suo tempo per scrivere una recensione, mi ha fatto davvero piacere sapere le vostre opinioni.
Ovvero: Sydrah, Nicoletta92, Haley ARMY,nagisa_takashi ed exoxo4ever.
Poi ringrazio chi l'ha messa nelle preferite e nelle seguite, davvero, grazie mille TTWTT
Allora io vado, grazie ancora a chi è arrivato fin qua, e grazie a chi lo farà in futuro, magari con anche un piccola recensione :3
Bye bye
^^

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Capitolo 3
*** fever ***


POV YONGGUK
Svoltai a destra, dove poco prima c'era Daehyun.  Lo stavo raggiungendo, fortunatamente.
Eravamo entrati in un quartiere con una piccola piazza circondata di case, e l'unica uscita era quella dove eravamo passati noi.
Ero sollevato, sarebbe stato più semplice prenderlo, cosa che infatti, successe poco dopo. Lo presi per mano e lo portai sotto un gazebo, al coperto. Presi un fazzoletto e gli asciugai la faccia.
Il piccolo aveva il fiatone, sebbene avessimo corso per pochi minuti.
Ma era comprensibile, essendo un bambino di appena cinque anni, anzi, era stato pure molto resistente.
-Daehyun...-
Lui distolse lo sguardo, col piccolo labbro inferiore che tremava.
-Daehyun... perché sei scappato?-
Come se potesse rispondere.
-E' per tuo fratello...vero?-
Lui annuì impercettibilmente.
-Perché ti vuole portare dal dottore?-
La prima, piccola lacrima, solcò il suo viso, seguita da mille altre.
Presi ad asciugargli le guancie, mentre con la mano non impegnata accarezzavo i suoi capelli, per tranquillizzarlo.
-Sai, anche io vado dal dottore.-
Lui alzò la testa, con la sorpresa negli occhi.
-Anche la maestra Minhee, il maestro Himchan, tutti i tuoi compagni di classe, tuo fratello.-
Lui intanto sbarrava gli occhi, sempre di più.
-Ognuno di noi va dal dottore. Non è una cosa brutta, ma anzi, andarci significa che vogliamo aiutarci a migliorare la nostra salute. Tu vorresti parlare?-
A Daehyun si illuminarono gli occhi e annuì energicamente.
-Questo fanno i dottori, ti aiutano se vuoi fare qualcosa che per il momento non riesci a fare.-
Il piccolo pareva confuso, probabilmente non  l'aveva mai messa sotto quel punto di vista.
-Junhong non ti vuole far sentire diverso, anzi, sta cercando di fare il contrario, che dici, non pensi che se riuscissi a parlare, tutto sarebbe più facile?-
Lui annuì di nuovo, colpevole per aver smosso tutta quella polvere.
Gli scompigliai i capelli dolcemente e gli sorrisi, cosa che fece a sua volta.
-Che dici, andiamo a cercare Junhong?-
Lui annuì, ancora sorridendo, cosa che feci anche io cercando di trasmettergli serenità.
 Ma la verità era che ero in ansia.
Perché Junhong non era ancora arrivato?
Cercai di tranquillizzarmi, in fondo  era probabile che per colpa della pioggia non avesse visto Dae e perciò avesse  proseguito dritto.
-E ci facciamo una bella doccia calda, direi. Speriamo di non prenderci qualche accidente.-
Dapprima cercammo Junhong, poi però, accorgendoci che proseguendo per la strada dritta non c'era nessuno, tornammo indietro.
Pensai che probabilmente, non vedendo entrambi, si era precipitato di nuovo all'asilo per vedere se eravamo arrivati.
La pioggia era diventata davvero forte, dovevamo sbrigarci a rientrare, o saremmo congelati, perché oltre alle gocce che cadevano insistenti su di noi, si era aggiunto anche un vento gelido.
All'improvviso, vidi qualcosa sulla strada, sfocata dal muro di pioggia.
Perché avevo quel brutto presentimento?
Ah, ecco perché.
Era un corpo quello che giaceva sull'asfalto.
Corsi velocemente verso di lui per soccorrerlo.
Appena presi il suo braccio notai quanto scottasse.
La febbre era davvero alta.
Lo presi con cautela, quasi avendo paura che da un moment o all'altro questo si potesse spaccare.
Quando lo voltai e lo vidi in viso, il cuore mi si fermò.
Quello era...
-Junhong!-
Era bollente, non aveva meno di quaranta di febbre, dovevo portarlo all'ospedale?
Ma...
Un momento...
Io non avevo parlato...
Chi è che aveva detto il nome del ragazzo tra le mie braccia?
Mi girai da dove probabilmente era arrivata la voce
No.
Non è possibile...
 
 
POV ZELO
E' una casa quella?
Quelle colonne, quelle scale di marmo, quelle sculture.. dove le ho viste?
Ma questa....
E' casa mia...
L'immagine cambia, sono dentro casa.
Chi è quel bambino che corre?
Sono forse...io?
-Mamma, papà! Guardate cosa ho preso? -
E' una rana fra quelle piccole mani?
-Junhong! Dove eri finito? Hai lezione di piano! -
-Ma io...-
-Niente ma! L'istruttore ha già perso molto tempo a causa tua!!-
Il sogno cambia.
Il bambino è cresciuto, ora ha quattordici anni.
- Muoviti e vai a studiare! Perché non puoi essere come lui?-
-Non voglio! Ne ho abbastanza!! Perché  non posso giocare come gli altri miei compagni di classe? Sono il più bravo nella classe, perché devo ancora studiare?-
-Non compararti a quei vermi di infima società! Devi mirare in alto!-
-BASTA! Ora io me ne vado! Non me ne frega niente di questa famiglia!! Non sopport- Venne interrotto  con uno schiaffo.
Da quel giorno al ragazzo non è permesso andare fuori di casa, sempre chiuso in camera, costretto a studiare.  Insegnanti privati hanno sostituito la scuola pubblica, unica cosa che era concessa al ragazzo e realmente da lui voluta.
Ricordi quella stanza?
 
No, non la ricordo!!
 
Tu menti! Il tuo rifugio negli ultimi anni, quei muri impregnati di ricordi, di quelle lacrime che ogni giorno versavi...
E non ricordi questa sedia? Chi ci sedeva sempre?
 
Chi era quella persona su quella sedia?
 
Oh, non ricordi? Non ricordi il numero uno, la persona che ti ha sempre superato?
La persona che più odi al mondo?
 
Non lo odio!!
 
Non lo odi? Ma lui ti ha abbandonato! Ti ha lasciato il peso intero di tutto!
 
Basta!
 
Non ricordi come ti guardava lui?
 
Basta! Ho detto basta!
 
Tua madre? Tuo padre?
 
Basta!BASTA!
 
Non ti ricordi come ti guardava Daehyun?
 
Bas...ta
 
Eri la loro delusione...
SEI la loro delusione...
Guarda i loro volti
 
no...
 
Non vedi come trasudano di odio e di scherno?
Sei solo un rifiuto
Un pezzo di scarto
BASTA!!! Ho detto basta!!!
 
Mi alzai di soprassalto, come se mi avessero dato la scossa, o come se mi avessero tirato un secchio di acqua gelata.
Ma forse questo era vero.
Mi sentivo bagnato, avevo freddo, come fredde erano le gocce che scivolavano lentamente sulla mia pelle.
Accorgendomi però del non piacevole odore, constatai che era solo sudore freddo.
Che sogno di merda, il peggiore per svegliarsi.
Soprattutto se poi era raggiunto da un martellante ed insopportabile mal di testa.
Mi ributtai sul letto, esausto.
 Non riuscivo a muovere gli occhi, talmente facevano male, le ossa sembravano a pezzi, la tosse, la difficoltà di respirare rendevano il mio corpo un inferno.
Sì, avevo decisamente la febbre.
Beh, in fondo, cosa mi aspettavo?
Muovendo lentamente la testa (sia mai che muovessi quegli occhi, troppo male), mi accorsi che quella non era assolutamente casa mia: troppo grande.
Aveva un non so che di rassicurante e di familiare.
Quel profumo...ero così buono, dove lo avevo già sentito?
-Vedo che ti sei svegliato-
Ah giusto, ecco dove.
Yongguk fece la sua entrata nella stanza, che era sicuramente di sua proprietà.
-Come stai?-
-Sto bene, grazie Hyung-
-Non mentire-
-No davvero, sto benissimo.-
-Se stai dicendo questo perché devi andare a lavoro è fatica sprecata. Chiedo scusa per la mia scortesia, ma mi sono preso la libertà di chiamare il locale per dire che stai male e che non puoi muoverti dal letto-
-TU COSA? Come ti sei permesso? Ora come faccio?! Non posso mancare!- ok, avevo alzato la voce e mi ero dimenticato di aggiungere hyung, ma ero davvero contrariato a ciò che aveva fatto.
-Perché scusa? C'era qualcosa di importante da fare oggi?-
-No niente affatto!! Ma come pensi che possa pagare l'affitto cavolo? E devo pure pagare le spese per lo specialista da cui dovevo andare oggi con Daehyun! E non l'ho neanche avvisato della nostra assenza! Cavolo! Come faccio? Sono nella merda! E dov'é Daehyun? Non si è fatto male vero?-
-Innanzitutto, calmati, non agitarti tanto, in questo stato non può farti sicuramente bene. Mi scuso ancora per l'invasione, ma ho visto il numero sul tuo cellulare di tale specialista, l'ho chiamato e ho fatto spostare l'appuntamento. Daehyun è di sotto con mia madre, al sicuro, non si è fatto male. Per quanto riguarda il turno di lavoro, sai, c'è una cosa che si chiama mutua.-
-...Cavolo, vero, me ne ero scordato... scusami Hyung- 
-Ma guarda te, com'è possibile? E' la benedizione dei lavoratori, insieme alle ferie! Dato che credo che questa febbre non passi prima di qualche giorno, sarai in mutua per quattro giorni. Se a quel punto starai ancora male, si può prolungare.-
-Grazie ancora, ma dimmi una cosa: come sta Daehyun ora? Nel senso: per la questione dello specialista da cui volevo farlo vedere-
-Bene, direi... prima gli ho parlato, e credo di averlo convinto.-
-Grazie mille-
-Però-
Tutto d'un tratto, Yongguk si fece serio.
-Però, avrei una cosa da chiederti.-
-Dimmi Hyung-
-Prima...quando ti abbiamo visto per terra svenuto e ti abbiamo soccorso... non ci eravamo accorti che eri tu.  Ebbene, quando Daehyun ti ha riconosciuto...lui ha...-
Prese un respiro profondo, come se mi stesse per confidare qualcosa di importante. Che fosse successo qualcosa di brutto?
-Lui ha detto il tuo nome.  Daehyun ha parlato. Vorrei sapere se...anche tu ne eri al corrente, Daehyun non era muto?-
Tirai un sospiro di sollievo.
E io che pensavo fosse successo qualcosa di grave.
 Risi lievemente, quanto il mio corpo poteva permettersi in quel stato, insomma.
-Daehyun è muto. Non fraintendermi, Hyung,  lui sa parlare. Ma semplicemente non lo vuole fare. La sua mente, il suo subconscio glielo impedisce. Questa forma particolare si chiama mutismo selettivo. -
-Capisco... mi spiace-
-già, anche a me.-
Il tempo passava, ma nessuno dei due pareva volere spezzare il silenzio che si era creato.
Alla fine Yongguk prese il fazzoletto che avevo in fronte, lo bagnò e me lo riposò sulla fronte.
Appena il panno fresco si poggiò sulla mia fronte, provai immediatamente sollievo.
-Grazie ancora di tutto Hyung...-
-Figurati-
-Mi potresti dire che ore sono?-
-Sono le otto di sera-
-Oh no! Youngjae sarà in casa ad aspettarci e si starà preoccupando!-
-Stai tranquillo, prima aveva chiamato al tuo cellulare, e nuovamente mi sono preso la libertà di raccontargli dell'accaduto. Piuttosto...-
Yongguk mi guardò storto
-Daehyun, il lavoro, Youngjae,lo specialista... non una volta che tu mi abbia chiesto qualcosa su di te. Per quanto hai dormito, quanta febbre hai, cosa è successo quando sei svenuto. Questo dimostra il tuo totale menefreghismo per te stesso. Dovresti curarti più di te stesso, non credi?-
Mi nascosi dietro quelle coperte tanto profumate.
Sapevo che aveva ragione, ma non risposi, più che altro perché non sapevo cosa dire in mia difesa.
 Avevo semplicemente poco tempo per pensare a me stesso.
Adesso che però me lo aveva fatto notare, morivo dalla voglia di sapere cosa era successo, ma rimasi in silenzio, perché mi vergognavo per quella curiosità.
Lui sospirò e mi guardò rassegnato.
-Ho parlato per un po' con tuo fratello, poi ti abbiamo cercato per un po', ma non trovandoti, siamo tornati indietro. Eri disteso sull'asfalto ad una centinaia di metri dall'asilo. Eri bollente, e bagnato fradicio, quindi ti ho portato a casa mia, vicina all'asilo-
Fece un attimo una pausa e si voltò chinandosi per prendere qualcosa sullo scaffale. Evidentemente non trovava quel che cercava, perché continuò a parlarmi sebbene mi fosse ancora di spalle.
-Ti ho lavato e ti ho prestato un mio pigiama, dato che i tuoi vestiti erano fradici. Dovrebbero essere più o meno della tua misura-
Guardai da sotto il letto la camicia rossa a quadri che avevo indosso. Me ne ero appena accorto, forse era anche per quello che sentivo il suo profumo da tutte le parti.
-Grazie mille Hyung-
-Niente.-
-Successivamente ho aiutato Daehyun a lavarsi e gli ho prestato dei vestiti miei di quando ero piccolo, sai, mia madre conserva tutto.-
Si rigirò ridendo, probabilmente non aveva trovato ciò che cercava e ci aveva rinunciato.
-non ridere quando li vedi, sono ridicoli, ma mia madre li aveva confezionato per me, ed è meglio non affrontare la sua furia, può essere una donna terribile a volte-
Sentii una fitta di invidia, ma questa se ne andò subito via. Dovevo essere felice per lui, per essere così fortunato. Eppure, non riuscii a non avere una voce un po'...tagliente.
-No...anche se per te sono ridicoli, è bello sapere che si sia impegnata per farti qualcosa con le proprie mani, dovresti essergliene grato Hyung.-
Lui mi guardò stupido, e poi mi sorrise di nuovo.
-Già, hai ragione. Comunque sia, hai dormito per ben quattro ore ed hai quaranta e mezzo di febbre. Non ti conviene muoverti, perciò questa notte starai qui.-
Stavo per controbattere, ma lui mi precedette
-E non accetto obiezioni.-
-Uff...grazie-
-Ora riposati. Abbiamo una camera per gli ospiti, Daehyun può dormire lì, perciò non preoccuparti.-
-E..tu, Hyung?-
-Nel divano, ovvio-
-N...non posso permetterlo!-
-Stai zitto e riposati, non muoverti da lì, fra dieci minuti vengo a portarti da mangiare.-
-Io grazie...e scusami Hyung...-
-Non è niente, ora calmati, non ti serve a niente agitarti.-
Mi bagnò di nuovo il panno e lo riposizionò sulla mia fronte.
I suoi indici si soffermarono sulle mie tempie, solleticandomele, e scese fin sulle guance.
Avvertii un brivido, e per questo mi mossi impercettibilmente .
Lui notò il piccolo movimento e si raddrizzò in fretta.
-Allora...io..vado-
-Si-
Seguii il suo profilo fino a quando non scomparì oltre la porta, e mi girai dall'altra parte del letto quando sentii questa sbattere.
 


ANGOLO AUTRICE
Ciaoooo uffi, volevo pubblicare il capitolo un po' prima, (in verità ce l'avevo pronto da martedì scorso, ma la connessione del wi-fi non andava T^T) ma ci sono stati dei problemi XD
Passando al capitolo... ta dah!!!! (It's B.A.P. XD scusate ma dovevo)
Daehyun non è totalmente muto, e cosa si nasconde dietro il sogno di Zelo? Boh boh, lo scoprirete solo leggendo questa...cosa.. che non so se posso chiamare fanfiction ><
Ringrazio ancora chi segue questa ff, chi l'ha messa nelle preferite, e in particolar modo chi l'ha recensita, ovvero Babomato, Sydrah, ShawolBlingers14 e Nicoletta92,   ciò mi rende un sacco felice, vi ringrazio molto ^^
E dato che ho un mal di testa abnorme vi saluto, grazie ancora a chi è arrivato sin qui ^^
Scusate eventuali ( e probabili XD) errori!!
Anneyong :D

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Capitolo 4
*** What... ***


POV ZELO
L'orologio segnava le due di notte, eppure non avevo ancora chiuso occhio.
Se c'era una cosa che odiavo era proprio restare sveglio.
Anzi no:un'altra cosa l'avevo trovata.
Quel dannato letto!
Non potevo credere che un materasso potesse essere così scomodo!
Ma che aveva dentro quella trappola mortale?
 Le pietre come minimo! 
Mi ero messo nei più svariati modi, ma non si risolveva niente, neanche dando poderosi pugni, volendolo ammorbidire un po'.
Maledizione, chi è che aveva detto che chi ha la febbre dorme tutto il tempo?
Grandissima balla, anzi era quasi peggio, col passare tra freddo e caldo non ci si poteva rilassare.
Sbuffai per la frustrazione, e diedi un calcio alle coperte, pentendomene subito, quando sentii un  brivido freddo propagarsi in tutto il corpo, perciò subito dopo le riacciuffai e mi misi completamente sotto.
Se fossi stato a casa mia, conoscendo il sonno molto pesante di Daehyun, non mi sarei fatto problemi ad andare in soggiorno a canticchiare, così per passare il tempo. 
Ma purtroppo non ero a casa mia, e di sicuro non mi permettevo di disturbare qualcuno. 
In più,  arrivò anche la sete a rompermi. 
Ero indeciso: non avevo la minima voglia di alzarmi dal letto, inoltre non conoscevo che quella stanza non essendo ancora sceso, ma il mio corpo aveva il disperato bisogno di liquidi, e se fossi rimasto anche un solo altro minuto su quel materasso avrei potuto farlo a pezzettini con le mie stesse mani. 
Allora optai per un compromesso: presi tre coperte,  e avvolgendomi in queste, aprii la porta della camera armato della debole luce del cellulare.
Per mia gioia ritrovai le scale esattamente di fronte a me, e le scesi cercando di non fare rumore.
Quando poggiai il piede sul marmo freddo (perché come un'idiota mi ero dimenticata di mettermi le ciabatte), mi guardai intorno, notando che ero in un corridoio con  quattro stanze.
Avevo il 25% di possibilità,  magari avrei beccato la cucina al primo colpo. 
Ahahah, speraci Junhong, speraci.
Aprii la prima porta, ma la luce non mi permetteva di vedere che ambiente fosse. 
Allora, cercando di non sbattere contro niente, esplorai il posto, ma, dopo diversi minuti, inciampai contro qualcosa.
Serrai gli occhi in attesa dello scontro contro il pavimento.  
Cosa che non accadde.
Ero atterrato su qualcosa di...caldo. quando cercai di illumina,  mi resi conto che, cavolo, quello ero Yongguk. 
Mi scostai subito, rosso in viso, mentre la stanza veniva illuminata. 
Yongguk mi guardava con occhi socchiusi per via della luce, leggermente confuso.
-Che succede? Stai male?- 
-N-no niente affatto,  cercavo la cucina per bere un bicchiere d'acqua.-
-In soggiorno?-
-No! E che non la trovavo...-
Lui rise leggermente e mi scompigliò i capelli 
-Lo so, ti stavo solo prendendo in giro.-
-Ehy!-
-Che dici, ti andrebbe una tazza di tè? -
-Io...si grazie-
-Figurati, per così poco! Piuttosto, tu mettiti comodo e soprattutto copriti sti piedi, e poi non lamentarti se  la febbre non ti passa!-
Obbedii ai suoi ordini, e mi sedetti sul divano, osservando la grande stanza. 
Era curata in tutti i suoi dettagli, dandole quel calore a cui anch'io tanto agognavo. Un piccolo particolare attirò la mia attenzione, che di piccolo forse non aveva niente, dato che riempiva maggior parte dei muri della stanza.
Quadri, tantissimi quadri, di ogni tipo.
Alcuni erano paesaggi mozzafiato, altri erano ritratti, altri luoghi di fantasia. 
Inutile dire che, cavolo, mi avevano stregato.  
Fu per quello che, quando Yongguk mi porse la tazza fumante, la presi quasi senza pensarci, rivolgendo la mia attenzione ancora a quelli.
-Chi ha fatto quei capolavori? Di che artista si tratta?-
Yongguk si sedette vicino a me, ridendo.
-Oh, così mi lusinghi!-
Mi voltai di scatto, la mascella non tornava al suo posto e restava a penzoloni. 
Cosa???
-Li hai fatti tu??-
-Già- 
-Ma tu...sei... bravissimo-
Le sue guance si colorarono leggermente di rosso.
-Beh....grazie-
-Posso farti una domanda?- 
-Anche due-
-Perché non hai fatto il pittore? Voglio dire.... guardali!!!- dissi indicando i suoi quadri.
-Sai, molti me lo hanno già detto, ma penso che l'arte non potrà mai essere comprata né tanto meno commissionata... l'arte e libera, e non voglio rimanere schiavo del denaro per via della mia più grande passione.-
Lo guardai stupito per via delle sue parole.
-Il tuo ragionamento è. .. particolare, ma sai, credo proprio che tu abbia ragione-
Lui fece una faccia sconsolata.
-Ah, se solo tutti la pensassero come te!! Ho dovuto scavalcare mari e monti per diventare un maestro d'asilo!-
L'aria si riempì di risate.
-Ora è il tuo turno, cosa ti piace fare?-
In contrasto con il suo sorriso, io mi rattristai appena.
-Ballare e cantare-
-Wow! Che genere di musica?- 
-Beh... canto generalmente Rap,  invece ballo un po' di tutto... sai com'è... la coreografia che più mi ispira in quel momento...-
-Capisco... un giorno posso sentirti cantare? Oh, e voglio vederti anche ballare!!-
Il suo entusiasmo mi rallegrò, perciò gli sorrisi anche io.
-Mh....forse-
Iniziai a bere il te, che con il suo calore mi confortò parecchio. 
-Non riuscivi a dormire?-
-No...-
-Perché? - 
Ok, ammetto che l'idea di dirgli che era per colpa del suo fottuttissimo materasso mi sfiorò appena la mente, ma decisi che forse era meglio di no.  
Stavo per sparare una grossa balla quando lui mi bloccò con una mano a pochi centimetri dal mio viso.
-No! Aspetta, vediamo se indovino.... mmh. .. primo:sei preoccupato perché non hai ancora parlato con Daehyun e non sai come sta. Secondo: il mio materasso per te è un letto di spine, e non riuscivi a starci comodo; ho indovinato?-
-Chi sei tu? Patrick Jane? *-
-Ti pare? Semplicemente conoscendo il tuo totale menefreghismo per te stesso- disse guardandomi male- e sapendo che ti preoccupi sempre e solo degli altri, è semplice capire cosa pensi, e per quanto riguarda il letto. ... beh,  sentivo i tuoi sbuffi e le tue imprecazioni sin da qui, per non parlare di come tu lo abbia brutalmente preso a pugni...- finse di asciugarsi una lacrima,.
-scusa... beh... ecco.. non era mia intenz... no aspetta un momento!! Tu eri sveglio e non mi hai aiutato accendendomi, ad esempio la luce? 
Lui mi sorrise maligno, allora poggiai la tazza al tavolino di fronte a me e presi un cuscino dal divano.
-Sei uno stronzo.-e glielo lanciai.
A lui si in'inarcò ancora di più il sorriso, per poi prendere un cuscino a sua volta, iniziando a tirarmelo addosso.
-Ah si? Adesso di faccio vedere io!!!-
Ne presi un'altro e iniziammo a colpisci l'un l'altro senza pietà.
Quando però Yongguk mi lanciò un secondo cuscino,  per la sorpresa, persi l'equilibrio e caddi dal divano, sbattendo la testa sullo spigolo del tavolino, moltiplicando il dolore che già avevo prima.
-Yehet! Ho vinto io! Ehy, JunHong? -
Quando si sporse da divano e mi vide rannicchiato con la testa tra le mani impallidii. 
-Ehy,  tutto a posto?-
-La testa...-
Yongguk fu subito al mio fianco,  aiutandomi  a ritornare sul divano. 
Poi scomparí dalla porta, per tornare con del ghiaccio. 
-Cavolo, scusa, hai sbattuto contro il tavolo vero? Aspetta con del ghiaccio dovrebbe andare meglio... non sanguini vero?-
Yongguk si sporse per un sentire se avessi una emorragia, sebbene io mi sentissi abbastanza bene.
-Hyung,  è solo una botta, non ho niente.-
Lui parve arrabbiarsi, perché alzò la voce e mi si parò di fronte.
-Non è vero!! Già stavi male prima... poi questa  botta!! Mettici che peggiora le tue condizioni? E se hai un'emorragia int...- 
Yongguk si bloccò,  e beh, anche il mio cervello,  che aveva smesso di funzionare già da quanto aveva iniziato a parlare.
A quanto pare io me ne ero accorto prima.
Yongguk era a due millimetri da me.
I nostri nasi quasi si sfioravano, gli occhi erano incatenati.
Il suo respiro solleticava le mie labbra e un ciuffo dei suoi capelli accarezzavano la mia fronte. 
Restammo così per... non so dirlo con precisione, ma alla fine, Yongguk si rese conto della situazione e si scansò velocemente, voltandosi dall'altra parte.
Scommetto che era arrossito, come me d'altronde. 
Che cos' era quello... prima?
Perché ci eravamo fermati. .. perché mi ero incantato? 
Era la febbre, solo la febbre e quella botta che mi aveva intontito.
Lui si rigirò ancora un po' imbarazzato e mi porse il ghiaccio.
-Tieni-
-Grazie. ..-
Ciò che ne seguì fu un lungo ed imbarazzante silenzio, e come al solito,  Yongguk provò a risolvere la situazione di stallo.
-Stai meglio? -
-S-si, è solo una botta-
-Sicuro?-
-Si-
-Okay... però ora è meglio se vai a dormire...-
-Giusto- feci per alzarmi, ma un forte capogiro mi bloccò e quasi mi fece cadere, la febbre doveva essere aumentata di botto, perché iniziavo a stare davvero male.
Fortunatamente Yongguk mi prese prima di cadere.
-Ehy che hai?-
-Niente, solo un leggero capogiro...-
-Allora vedi che stai male? Forza, dormi qua, così almeno ti tengo sotto d'occhio, mi raccomando, se ti senti male chiamami.-
-Si...- dissi mentre lui prendeva le coperte e me le rimboccava.
Nessuno dei due osava guardare l'altro negli occhi, sarebbe stato decisamente troppo imbarazzante.
Iniziavo a sentire nuovamente freddo, più di prima, e la testa mi stava scoppiando. 
Sentii la voce ovattata di Yongguk che cercava un modo per andarsene, ancora visibilmente in imbarazzo.
-Io...vado un attimo...in cucina ok?-
Un'onda di panico mi avvolse, ricordavo perfettamente quella scena, era già successa una cosa simile... non doveva andarsene,  non doveva!
Presi un lembo del suo pigiama e lo serrai tra le dita. 
Lui si voltò, confuso.
-Resta....per favore...resta-
Una lacrima solcò la guancia,  per poi andare ad inumidire il labbro superiore. 
Yongguk,  colpito da tutto ciò,  si avvicinò a me.
-Ehy, sono qui, tranquillo, non vado via-
-Grazie Hyung...-
Mi addormentai senza nemmeno accorgermene, nel mezzo della frase, cullato dalla calda mano di Yongguk che mi accarezzava dolcemente la guancia come fosse una ninna nanna.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Anneyong^^
Ooook sono stradifretta!!
Fra due ore parto per andare in montagna e non ho ancora fatto le valigie XD
Alloooora, vi avviso che non so per quanto nonpubblicherò, perché in montagna non c'è connessione ;w, e sarò senza fanfiction ><
Se ritardo, per farmi perdonare, farò un doppio capitolo, tanto lì sui monti non ho niente da fare XD
Scusate gli errori e il capitolo di per sè molto corto DX
Ringrazio chi segue l storia e chi la recensisce: exoxo4ever, Sydrah, Bobomato e Nicoletta92
Grazie mille TTWTT
Vi saluto Anneyong:D

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Capitolo 5
*** Friend ***


Quel giorno mi svegliai alle dieci e mezza di mattina, per via del bussare della porta. Feci per alzarmi, ma una fitta alla testa mi bloccò. Anche gli occhi facevano male ad ogni loro insignificante movimento, perciò molto lentamente mossi la testa sul cuscino in direzione del rumore.
-Avanti-
La porta si aprì, ed entro una signora sui sessant'anni che portava un vassoio in mano. Mi ricordava stranamente qualcuno, ma non ci feci poi così caso.
-Ciao!-
-Buongiorno...- Lei mi guardò con finto disappunto.
-Non essere così formale per l'amor del cielo, so di essere vecchia, ma possiamo far finta di non notarlo?-
-Mi scusi...-
-E ciò include anche l'utilizzo del lei-
-Scusami-
La signora sorrise convinta. -Ecco, così va decisamente meglio-  
Mi prese la mano abbandonata sul letto e la strinse con dolcezza  -Piacere, sono la mamma di Yongguk, SunJung, tu sei JunHong, giusto?  Yongguk e da giorni non fa che parlare di te, avessi visto com'era preoccupato quando è arrivato con il piccolo Daehyun, e te sulle spalle, tutti completamente fradici.-
-Mi dispiace recare disturbo...-
-Ma quale disturbo! Non c'è problema! E poi se Yongguk si sta preoccupando degli altri é  un buon segno: vuol dire che sta maturando no? In fondo fra un mese si trasferirà e...- La voce le mancò ed iniziò a piangere. -Il mio piccolo Yongguk!! E' cresciuto così in fretta!! Ricordo ancora la volta in cui, non sapendo ancora nulla del mondo, ed incuriosito da tutto, mangiò una cacca di piccione , eppure ora è lui ad occuparsi dei bambini e fra poco mi lascerà per trasferirsi!- Si soffiò il naso, e parve "calmarsi". -Scusami....ma il tempo passa così velocemente....piuttosto, misuriamo la febbre-
Alla fine, la temperatura si era alzata, ed allora SunJung mi fece mangiare una brioche appena sfornata e bevvi un po' di latte, sotto la vigile attenzione della donna, che dopo avermi dato il bicchiere con la tachipirina, mi rimboccò le coperte.
Mi imbarazzai per quel gesto, nessuno prima d'ora lo aveva fatto, ma in un certo senso mi faceva sentire bene.
-Dormi, sai, questa è la miglior medicina.-
Effettivamente, le ore piccole della notte prima si facevano sentire, le palpebre si fecero immediatamente pesanti, e dopo pochi minuti mi addormentai.
 
POV YONGGUK
Dopo aver atteso che tutti i bambini fossero mano nella mano con i propri genitori, mi diressi a casa con Daehyun, che  corricchiava impaziente per parlare col fratello.  Gli avevo rivelato che mia madre mi aveva detto che, grazie alle diverse ore di sonno, a Junhong si era abbassata di molto la febbre, perciò Daehyun avrebbe potuto vederlo senza grossi rischi di contagio.
Quando aprii la porta di casa il piccolo ci si fiondò dentro cercando il fratello entrando in tutte le stanze. Lo presi per mano e lo condussi al piano di sopra, dove quella mattina avevo portato Junhong ancora addormentato, e quando raggiunsi la porta della mia camera, decisi di lasciarli ''parlare'' a quattr'occhi, perciò scesi al piano di sotto, dove raggiunsi mia madre.
 
POV ZELO
Apprezzai molto il gesto di Yongguk, se eravamo solo noi due, Daehyun sarebbe riuscito ad esprimersi meglio. Quando sentii bussare, sapevo già che era mio fratello, me lo aspettavo. Lo vidi avanzare lievemente nascosto dalla sua frangia, mentre mi guardava con quei suoi occhioni insicuri.
Dae si posizionò sul bordo del letto, ma, dopo essermi seduto anche io, si avvicinò più a me (Naturalmente stavo indossando la mascherina).
Strofinai giocosamente il suo naso col mio, era una piccola tradizione che svolgevamo dopo aver litigato. Poi mi diede un bacetto sulla guancia e si accoccolò stretto stretto abbracciandomi. Awww ma quanto era puccio puccio il mio fratellino?
Rimanemmo così per tanto tempo. Era il nostro modo di comunicare, quello con cui Daehyun si trovava meglio .
Alla fine, mai me lo sarei aspettato, ma Daehyun iniziò a parlarmi. Già gli era difficile, figurarsi in un ambiente a lui sconosciuto.
Si stava sforzando davvero tanto...e ciò mi faceva sentire in colpa: chissà che colpo a vedermi steso per terra.
-Jun...oggi ho giocato con un bambino!-
La sorpresa fu tale che mi bloccai scioccato,e per lungo tempo non riuscii a parlare dalla gioia. Tale che quasi iniziai a piangere per la felicità.
-Dae...è meraviglioso!!-
-Vero? Lo penso anche io! Non mi sono mai divertito così tanto! Ha iniziato a parlarmi, ma io avevo paura di rispondere. Ma a differenza degli altri, lui è rimasto. Ha guardato il mio disegno e mi ha detto "Che bravo!! Come fai a disegnare così?" e da lì mi ha preso per mano e mi ha portato nella vasca della sabbia, dove mi ha chiesto di aiutarlo a costruire un castello di sabbia! Poi mi ha detto che da grandi faremo gli architetti, come suo padre, ma di castelli di sabbia per ospitare gli animali! E' il nostro sogno! E sai perché? Perché siamo migliori amici! Me lo ha detto lui!-
Troppo occupato dal suo entusiasmo, parlava scorrevolmente, era un miracolo, un miracolo!!
-Splendido! Vuoi invitarlo a giocare qualche volta?-
-Posso davvero?-
-Certo! Non vedo l'ora di conoscerlo!-
-Yay!! Grazie Jun!!!-
Daehyun mi parlò ancora per una decina di minuti di quel bambino, mi disse che aveva un neo sul naso, che aveva un magnifico sorriso, che lo aveva presentato ad altri bambini, a cui era riuscito a fare ciao ciao con la mano e  che tutti lo prendevano in giro perché assomigliava leggermente ad un topo, ma che lui ci scherzava su facendo finta di esserlo davvero.
-Ma secondo non è vero! Ah, si chiama Jongup!!-
Quasi non mi accorsi che aveva finito di parlare.
Ne ero rimasto sconvolto, basito: era davvero un cambiamento radicale. Non avevo mai visto Daehyun con le guancie rosse, gli occhi luccicanti e un sorriso magnifico sul viso.
Un po' ero invidioso di quel Jongup, che mi aveva rubato il mio Daedae, ma in fondo non era meglio così? Finalmente Daehyun aveva un amico! Un amico!! Avrebbe potuto giocare a nascondino con gli altri, fare castelli di sabbia, gare di biglie e anche fantasticare a fare i pirati! E alla fine, non riuscii a trattenere le lacrime.
Daehyun si rattristò - Perché sei triste? Non posso più invitare a casa Jongup?-
Io risi lievemente e lo abbracciai forte.
-Certo che puoi, te l'ho già detto, sono solo...tanto,tanto felice.-
-E perché allora piangi?-
-Perché si piange anche di felicità!-
-Capito...-
 
POV YONGGUK
Dopo circa un'oretta, i due fratelli giunsero in cucina, Daehyun attaccato alla maglia del maggiore, entrambi con un grande sorriso sul volto.
Probabilmente il piccolo aveva raccontato a Jonhong di Jongup. Lo sapevo che, un giorno o l'altro, Jongup si sarebbe accorto di Daehyun. Era sempre stato attirato da coloro che restavano per conto proprio, lui voleva coinvolgere tutti, far sorridere tutti.
-Yongguk, Sunjung, credo che di aver sfruttato già  abbastanza la vostra ospitalità, e vi ringrazio, ma ora direi che è ora di ritornare a casa.-
Mia mamma avanzò minacciosamente colpendo ripetutamente il mattarello sulla mano.
-Fino a quando non sarai perfettamente ristabilito, tu non ti muoverai da qui, prima dovrai passare sul mio cadavere! Nessuno può uscire da questa casa con anche solo una linea di febbre!! Sia chiaro!!-
-Ma...-
-Choi Junhong!-
-O-okay-
La faccia di mia madre si distese -immagino che i tuoi genitori siano preoccupati, li hai chiamati?-
Junhong si rabbuiò - io...sì-
Daehyun lo guardò confuso, tirando un lembo della camicia in una muta domanda, ma il maggiore scosse la testa.
-Se fosse possibile vorrei parlare con loro, questo è il tuo cellulare vero?- Indicò l'apparecchio sul tavolo e lo prese.
-SunJung non ce n'è bisogno!- Junhong cercò di fermarla prendendo il cellulare, ma mia madre lo evitò e aprì la rubrica.
-Dunque...Junmeon, Taehyung...-
-Mamma!!-
-Via via! E' solo una chiamata! Kyungsoo, Youngjae...aspetta, ma qui....- Alzò lo sguardo dal cellulare stupita ed incredula. -Non c'è nessun mamma o papà...-
Junhong guardava per terra, nascosto anche lui dalla frangia. In quel momento sembrava proprio suo fratello.
-Junhong...?-
-Io....- guardò il fratello -noi, non abbiamo i genitori-
Mia madre si portò una mano a coprire la bocca spalancata. -io...scusa, non immaginavo-
Junhong sorrise forzatamente -Figurati, non c'è problema-
Il silenzio si impadronì della stanza, tutti troppo imbarazzati per parlare. Ma alla fine, sentendosi in dovere di  farlo, Jonhong cercò di alleggerire l'atmosfera.
-Beh...si è fatto tardi non è vero? Sunjong, posso darti una mano a cucinare?-
 
POV JUNHONG
Fa freddo.
Tanto, tanto freddo. Mi guardo una mano, sento un lieve pizzicare dovuto al gelo.
La neve continua a scendere, e io la osservo cadere sul palmo sulla mia mano e sciogliersi in pochi istanti.
Sono anche io così?
La mia volontà si dissolve come una nuvola di fumo.
Sono inutile, un essere che vive la giornata, che non cambia mai niente nel corso della sua vita. Inciampo su un sasso e cado sulla neve fredda.
Rabbrividisco, ma alla fine, che importa? Quello è il mio ambiente naturale in fondo? Non è forse ciò a cui sono abituato? Non sento, ogni giorno, quel gelo nel mio cuore?
Mi alzo e ricomincio a camminare.
Dove?
Non lo so, talmente poche sono le volte in cui sono uscito da quella gabbia che conosco a malapena i miei vicini di casa.
La prima lacrima scende.
Mi sento terribilmente solo.
Ormai lui mi ha lasciato, se n’è andato, proprio come un fiocco di neve.  
Una cosa così bella non può durare così a lungo.
Ah, che ipocrita che sono! Mi sono paragonato pari a lui, non sono un bel fiocco di neve, no,  sono uno di quelli che si è unito alla poltiglia ed al fango, che viene ripetutamente calpestato.
Ecco, così va meglio, sembro più io no?
Il mio corpo si ferma, i miei occhi hanno notato un luccichio tra la neve. Mi chino ed afferro quello che si rivela essere un pezzo di vetro, e lo guardo in tutte le sue sfumature verdognole. Lo avvicino all’occhio e scruto il mondo attraverso quella lente, e vedo tutto deformato.
Ma penso che il vetro ha ragione: il mondo è confusione, caos.
Stringo il vetro in una mano, e lentamente inizia a penetrare la pelle.
All’iniziò fa male, ma sento anche una sorta di… piacere.
Come incantato, guardo le gocce di sangue che cadono nella neve, che si tinge cremisi. E alla fine la tentazione è troppa, mi arrotolo la manica della giacca e appoggio la lente sul mio polso. Inizio a premere, le prime gocce si fanno strada. Calco la presa, ed il vetro penetra ancora di più la carne.
Mantenendolo premuto, lo faccio scorrere per il braccio, che viene tagliato come se fosse burro.
Ed eccola, finalmente, la sensazione di calore, il momento in cui non si pensa più a nulla, ma solo al forte fischiare nelle orecchie. Lui non è morto, è ancora sul letto dell’ospedale a pensare ad una delle sue stupide barzellette.
Premo ancora più forte, la pelle inizia a dolere, dopo l’intorpidimento dovuto al freddo.
Alla fine la testa gira, le gambe si fanno molli. 
 Il buio sta finalmente per raggiungermi, dormirò per chissà quanto tempo, e chissà, forse anche per sempre.
In fondo, chi mai mi cercherebbe?
E mentre la mente si spegne, un baglio di consapevolezza mi fa pentire della mia pazzia, ma ormai è troppo tardo, ormai il sangue ha iniziato a sgorgare e non si fermerà.
Non avevo promesso che ci sarei stato per lui, sebbene fossi solo il pezzo di scarto? Stupido, sono uno stupido!!
-Dae…hyun-
 
Mi svegliai urlando e tremando. Ero fradicio, da capo a piedi. Ma quella era la mia ultima preoccupazione, perché ebbi appena il tempo di correre in bagno per rigettare tutto quello che avevo nello stomaco.
Passarono diversi minuti, mi ero appoggiavo al bordo del lavandino tra un rigetto e l’altro, cercando di sostenermi. In preda alla disperazione iniziai a piangere. Non potevo chiamare nessuno, non avevo nessuno, ma in fondo era sempre stato così. Mentre vomitavo quel poco che mi era rimasto, due mani presero i miei capelli raccogliendoli per non sporcarli.
-Ehy tutto bene?-
-Ti sembra che stia bene?-
-Hai ragione- Alla fine i conati si placarono, e Yongguk mi portò nel letto. Mi accarezzò la fronte imperlata di sudore fino a che mi riaddormentai.
E per la prima volta dopo secoli, riuscii a fare sogni tranquilli.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Chiedo umilmente perdono ;w;
Scusate, ma dall'ultimo aggiornamento non ho avuto tempo, tra montagna, campo scout e soprattutto i compiti ;w;
Spero che ancora qualcuno seguirà questa fanfiction, davvero scusateeee ><
Grazie a chi è arrivato fin qui, davvero <3
E finalmente Jongup ha fatto la sua comparsa, come un bambino sorridente e solare, yatta ^^.
Ringrazio ancora, chi l'ha letta, chi è arrivato fino a qui, e soprattutto chi l'ha recensita, ovvero Nicoletta92, ShawolBrlingers14 e Sydrah,  grazie ancora e mi scuso per non avere ancora risposto alle vostre recensioni, lo farò il  prima possibile^^
E ora debbo andare, ho da fare i compiti T^T
Bye bye <3
Ps, scusate gli errori ;)

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Capitolo 6
*** scars ***


POV YONGGUK
Passarono altri due giorni, era sabato, Junhong si era ristabilizzato, la temperatura non sorpassava la norma, dal giorno prima. Era per questo che il ragazzo voleva tornare a casa, ritenendo che ormai la sua presenza fosse un disturbo. Ma grazie all’insistenza di mia madre, lo convinse a fermarsi almeno fino a cena.
Il sole era caldo, con neanche un filo di vento. Perciò non ritenni “pericoloso” far uscire Junhong, volevo parlargli. In privato, se possibile. Perciò, dopo aver pranzato lo avvicinai.
-Ehi, Junhng, avrei una proposta da farti. -
-Si? Dimmi- Mi sentivo leggermente in imbarazzo, ed anche agitato, e scoprii in me un’esitazione che non avrei mai pensato di poter avere.
-Oggi è una bella giornata, e quindi pensavo che forse uscire all’aria aperta potrebbe aiutarti. C’è un parco vicino a qui, così non dovresti affaticarti troppo. Ti va? -
Lui sorrise -Si volentieri! Che ne dici Dae? -
Il piccolo annui, ma continuò a fissare il fratello negli occhi. Solo tramite lo sguardo, riuscirono a comprendersi.
-Ah, vuoi fare venire Jongup? Che bella idea Dae! Yongguk- hyung riusciresti a procurarti il suo numero di casa per favore? -
-Sì certo. -
Presi quindi la copia che avevo di tutti i contatti dei genitori dei bambini, tra cui c’era anche quello di Jongup.  Digitai il numero del telefono della madre (si sarebbe fidata di più se avesse parlato con uno dei maestri di suo figlio), mentre ancora sfogliavo con rinnovato interesse quel malloppo di schede. Non ci avevo mai fatto caso, in un momento in cui Junhong non guardava, lessi la scheda di Daehyun. Ciò che vidi mi colpii. Perché aveva detto cose non vere? 
Preferii restare zitto, ed aspettare il momento, in cui gli avrei parlato da solo. Di tutto.
-Pronto? -
-Pronto! Parlo con Haneul? -
-Si, sono io-
-Piacere, sono Bang Yongguk, il maestro d’asilo di Jongup. –
-Ah sì! Abbiamo parlato tre giorni fa se ricordo bene. E’ successo qualcosa? -
-No, niente affatto. Ho qui con me Junhong, il fratello e tutore di Daehyun, un amico di suo figlio, che vorrebbe invitarlo a giocare al parco vicino a casa mia. -
-Oh, Daehyun! E’ da ieri che non fa altro che parlare di lui! Aspetti un secondo che lo chiamo- Passò diverso tempo in cui sentii la voce della donna e di Jongup in lontananza. –Okay, a lui va bene, non ha idea di quanto sia felice! -
-Mi fa piacere! -
-Per quanto riguarda la sorveglianza...-
-Non si preoccupi, ci siamo io e Junhong! -
-Perfetto! Verso che ora lo faccio preparare? -
-Direi fra mezz’ora, va bene? -
-Certo, grazie! -
-Si figuri, grazie a lei-
Come detto, poco dopo eravamo davanti alla casa di Jongup, che intanto saltellava eccitato. Junhong aveva un grande sorriso di conseguenza, probabilmente il fratellino non aveva mai avuto un amico per via del suo problema, ed anche il fratello era felice per lui.

POV JUNHONG
Parlammo un po’ con la madre, mentre Jongup giocava a fare l’areo con Daehyun nel cortile. Dopo aver accordato l’orario di ritorno, e presi per mano i bambini (eravamo comunque vicino alla strada), ci incamminammo.
Yongguk ci condusse in piccole stradine sterrate, circondati dal bosco. Immaginai che quello fosse il posto dove andava a giocare da piccolo, perché sembrava immerso nei suoi ricordi, ed era il tipico posto dove si giocava a guardie e ladri o a nascondino.
Alla fine arrivammo al parchetto. Era un vasto giardino con molti fiori, con tre altalene, uno scivolo, ed altri giochi.
I due bambini, che fino a quel momento non avevano fatto altro che confabulare fra di loro (o almeno, Jongup parlava e Daehyun si faceva capire a gesti) corsero verso le altalene, mentre ridevano. E sebbene mio fratello non stesse emettendo quel suono, anche il suo solo timido imitare l’atto mi commosse, perché da tanto tempo non sentivo, anche solo nella mia mente, la sua risata felice che da piccolo rivolgeva a tutti. -
Io e Yongguk ci sedemmo su una panchina poco distante, vegliandoli da lontano.
Poco dopo, però, il maggiore si girò verso di me.
-Junhong, devo parlarti.- Lo guardai stupito. Era serio, dannatamente serio, che fosse successo qualcosa?
-Certo, dimmi tutto. –
-Forse mi sto intromettendo troppo nella tua vita, e per questo mi scuso. Ma la preoccupazione mi sta corrodendo. Lo so, sono praticamente uno sconosciuto per voi, ma davvero, se fosse possibile vorrei aiutarvi. Sia te che Daehyun. Tutti quegli incubi, i tuoi genitori...-
Lo bloccai, stando sulla difensiva. Odiavo parlare di loro. –Tu che ne sai dei miei genitori? -
-L’altro giorno dicevi che non avevate i genitori, però nella scheda delle informazioni di Daehyun che prima ho casualmente letto, risulta che sono ancora vivi e vegeti, e vivono appena a cento chilometri di distanza. Ma la cosa che più mi fa pensare di te...- prese delicatamente il mio polso sinistro e lo scoprì leggermente, rivelando le ormai vecchie cicatrici, purtroppo ancora ben visibili. –sono queste... perché lo hai fatto? -
Rimasi pietrificato, osservavo i suoi occhi preoccupati che fissavano i miei ansiosi ed indecisi. Vedendo la mia esitazione, sospirò.
-Sai, quando ero ancora piccolo, mio padre morì. Era malato da quando avevo memoria. Aveva un tumore all’intestino, ma era troppo tardi per curarlo. Quando esalò il suo ultimo respiro, avevo nove anni, e non riuscivo a capire perché, fra tutti, un uomo splendido come lui dovesse morire così presto. -
Yongguk sorrideva malinconico guardando il cielo.
Perché mi stava dicendo tutto questo?
-Ero arrabbiato, con lui, con il mondo. Non andai più a scuola, mi rifiutai di mangiare.
Non andavo più a vederlo, perché avevo paura di trovare un letto vuoto. Ma un giorno, qualcuno bussò alla mia porta, chiusa a chiave. Era mio padre. Minacciò di sfondarla, perciò fui costretto ad aprirgli. In fondo ero felice, perché se papà era lì voleva dire che stava meglio. Invece non era così. Supplicò l’ospedale di lasciarlo andare per parlare con me, mosse mari e monti ed alla fine convinse i dottori. Si sedette stancamente sul letto e mi mise a cavalluccio, abbracciandomi. Alla fine avevo capito che no, non era migliorato, anzi, il tumore era avanzato ancora di più, perciò mi misi a piangere, rendendomi conto di quanto fossi stato stupido a non andare a visitarlo ogni giorno, avevo sprecato un mese! Un mese in cui sarei potuto andare a vederlo! Lui mi consolò e mi strinse a se. “Che ci fai ancora qui? Devi vivere, giocare, fallo per più tempo possibile! Non sprecare la tua vita a crogiolarti nel dolore! E se è così forte, confidati con qualcuno, perché alla fine il peso di quel bagaglio si dividerà in due e sarà più leggero! E quando questo succederà a qualcun altro, tu avvicinalo, aiutalo, perché portare quel bagaglio insieme non farà che bene sia a te che a lui.” Mi disse questo. Quella stessa notte morì. Lui...lui era, è e resterà sempre il mio esempio, la mia roccia. Ed i suoi consigli non vanno assolutamente ignorati. Perciò, anche adesso, voglio seguire i suoi insegnamenti-
E mi guardò deciso. Quel messaggio ora era stato detto a me, Yongguk mi aveva confidato una parte della sua vita, ne parlava con leggerezza... avrei potuto anch’io parlarne con il sorriso sulle labbra fra sei anni?
Alla fine presi la mia decisione e sospirai
-va bene, va bene... hai vinto tu. -
Scostai il braccio ed abbassai la manica che rivelava il mio tormento interiore. Odiavo mostrare in giro quei segni. -È vero, in verità i nostri genitori sono ancora vivi... ma sinceramente, non hanno mai fatto niente per sembrare tali. Daehyun è diventato muto per colpa loro. Non so cosa gli abbiano fatto... in quel periodo non ero molto presente in quella casa, mi era molto difficile.
Mi accorsi di cosa gli avevano fatto quando, appena li vedeva, si zittiva e tremava, piangendo silenziosamente. Le cose però andarono peggiorando, e Daehyun perse progressivamente il coraggio di parlare con tutti, anche con me e....con me*.
Trattavano da schifo sia me che lui, così, non sopportando più quella situazione, quando compii la maggiore età, presi Daehyun e lo portai via da quell'inferno, perché altro non era. -
Rincordando quei momenti, inconsciamente le unghie della mano destra sorpassarono la manica sinistra della maglia ed iniziarono a graffiare lì dove già vi erano altre cicatrici. Accorgendomi di cosa stavo facendo, mi bloccai e serrai i pugni, avevo promesso, non dovevo più farlo. Le fissai, parzialmente nascoste dalla stoffa, ma comunque presenti. Li sfiorai con l’indice, solleticandole. Ricordavo il giorno di ogni taglio, ogni più piccolo pensiero negativo. E al solo riportare alla memoria ciò, iniziai a tremare.
No, non riuscivo, non potevo raccontargli tutto, non avrei retto. -Per il resto... e.... per queste- strinsi con la mano destra il polso sinistro -io... non me la sento di raccontarlo. Almeno, non adesso... e già stato difficile dire questo...scusa - come temevo la voce si inclinò e gli occhi si velarono di lacrime, che tentai subito di ricacciare indietro.
Yongguk si era accorto della mia situazione, e mi cinse protettivo la spalla con un braccio, mentre la mano libera si posò sulla mia guancia, asciugando delicatamente una piccola lacrima che era riuscita a cadere.
Mi parlò con un tono gentile e basso, la sua voce già per sé mi calmò.
-Ehi,  stai tranquillo. Non fa niente, mi hai raccontato già un mucchio di cose. Grazie per avere condiviso con me questo, il resto potrai parlamene successivamente. Non tenerti tutto dentro, sarebbe inutile. Ok? -
Io annuì soltanto.
-Solo più una cosa... scusa se forzo un po’ la mano, ma... tu... lo fai ancora?- disse riferendosi al polso, a quei tagli che al solo ricordo bruciavano nella mia mente..
-No..no. Un giorno mi sono reso conto che se avessi continuato così non sarei mai stato d'aiuto a Daehyun, stavo commettendo un enorme sbaglio.  E così ho smesso. -
Sebbene stessi guardando un due bambini giocare, sentivo gli occhi di Yongguk su di me.
Mi stupii quando sbuffò divertito, perciò mi girai guardandolo interrogativo. -Sai, tu mi stupisci. Sei una persona davvero particolare. Metti il benessere di tuo fratello davanti a tutto te stesso. Per quel che ne so, l'autolesionismo crea dipendenza quasi quanto la droga. Eppure tu, sei riuscito a cambiare, a smettere, solo per stare vicino tuo fratello. Deve essere stato difficile...-
-Chi ha mai detto che è stato facile? Molte volte mi sono trovato con la lametta in mano, ma il pensiero del sorriso di Daehyun mi convinceva ogni volta a buttare la lama nella pattumiera.-
-Sei una persona eccezionale-
-Ha, questo lo sapevo già benissimo! -scherzai io, mentre ricevetti una gomitata giocosa sul fianco. 
Yongguk aveva ragione, dopo aver raccontato anche solo una parte del mio passato, il mio cuore si era fatto molto più leggero.
 Alla fine, suo padre aveva assolutamente ragione, quel bagaglio, che per me era sempre stato dannatamente soffocante, portato in due era molto meno pesante. Guardai il maestro d’asilo, che sorrideva controllando i due bambini. Era lui, una persona eccezionale, gentile, generoso, attento a tutto e tutti, che si era accorto di ciò che probabilmente era sfuggito a molti. -Che ne dici, ci prendiamo un gelato? –
-Mh, volentieri, ma prima chiamiamo quei due, che altrimenti Dae non mi parlerà davvero più! -
-Hahah, ovviamente- urlò ai due il nuovo piano, e loro, sentendo la lieta notizia, si fiondarono direttamente al chiosco lì vicino.
-Yongguk-hyung....grazie-
L’altro rispose stringendomi leggermente una spalla, come per incoraggiarmi.
I bambini divorarono il loro gelato, finendolo in poco. Mentre io non avevo molto appetito, perché, pensandoci lucidamente, come aveva visto le cicatrici sul braccio Yongguk?
Avevo sempre avuto dei vestiti con le maniche lunghe...
Mosso dalla curiosità, mi avvicinai a lui e glielo chiedi, e Yongguk arrossì leggermente, dicendo che le aveva viste per caso.
Boh, anche adesso non l’ho proprio capito.
(*)-quel "a me" ripetuto due volte non è uno sbaglio, scoprirete andando avanti XD


ANGOLO AUTRICE
Ennesimo ritardo..  Scusatemi ancora ma i compiti più i vari impegni non mi hanno lasciato respiro. Solo dopo aver finito un cavolo di disegno che mi è costato minimo trenta ore di lavoro, sono riuscita a scrivere qualcosa. Scusate ancora ;w;
Eeeeee... si apre il concorso: dove ha visto Yongguk le cicatrici? Please non fate viaggiare troppo le vostre menti, o almeno, non scrivetelo nelle recensioni (che tuuuuutti scriveranno XD) ho un’immagine innocente (fino ad un certo punto; P) da mantenere duh u.u
Per il resto, non uccidetemi, dato che mi hanno riferito che lo avrebbero fatto se avessi fatto diventare Junhong un autolesionista. Mi volete bene lo stesso vero? ;w; (ANCHE IO MI ODIO E AVETE IL DIRITTO DI FARLO ANCHE VOI T^T)
E qui apro una parentesi: chi ha instangram...che cavolo di video carica Zelo??? X...D
Passo ai ringraziamenti, rivolti naturalmente a chi solo legge, ma soprattutto a chi recensisce :D Sydrah, exoxo4ever,Nicoletta92, ShawolBlingers14 e kiriren!!! Grazie grazie grazie vi amo :3
Ps... ho scoperto una bellissima applicazione a cui ormai sono dipendente, kakao talk, chi mai ce l’avesse e volesse parlare un po’ con me, giusto per fangirleggiare un po’ ;) è più che libero di contattarmi con un messaggio privato :D okay, mi diverto a parlare in inglese, ma se c’è qualcuno con cui parlare in italiano...perché no? XD (no, perché io, tra i 67 contatti che ho, di tutte le nazionalità, non c’ è nessun italiano XD)
Noooooow, vado che fra poco vado a corso di recitazione :D e devo rispondere ancora alle recensioni. coooon calma XD
Byeeee ricordatevi tutti che vi amo^^

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Capitolo 7
*** tears ***


~~La sera giunse presto, per la nostra partenza SunJung preparò una quantità di cibo sufficiente al fabbisogno giornaliero di dodici persone, e mentre Yongguk giocava con Daehyun, io la aiutavo a cucinare.
Sapevo che era ingiusto, ma avrei voluto che il tempo si fermasse: dal giorno dopo sarei ritornato alla solita vita.
Lavoro, lavoro e ancora lavoro.
E per l'ennesima volta mi chiesi il perché, perché io fra tutti dovevo caricarmi di un fardello simile. Non potevo andare a scuola, giocare ai videogames e uscire con gli amici come tutti gli altri?
-Junhong! Attento si stanno bruciando le carote!!- Mi riscossi dai miei pensieri, maledicendo me stesso.
E' vero, pensare fa male, maledettamente male. Non avrei risolto niente così.
-Si...scusami, rimedio subito-
Versai frettolosamente l'acqua, facendone cadere però la maggior parte fuori. Guardai quell'acqua che si estendeva sul marmo velocemente, e la maledissi, perché rappresentava la mia confusione interiore. Sentivo gli occhi di Sunjung puntati su di me, ma non osavo alzare lo sguardo.
-Yongguk, puoi venire un attimo a controllare il cibo? Io e Junhong andiamo un attimo sopra. -
-Come vuoi mamma. -
 Non riuscii a controbattere, neanche quando mi prese per mano e mi portò al primo piano, sino alla camera di Yongguk. Chiuse la porta e mi invitò a sedermi sul letto vicino a lei, e così feci.
Aspettò che parlassi, ma io non pronunciai parola. Quando le sembrò di aver atteso sin troppo, sospirò e mi prese delicatamente una mano.
-Mi dici che cos’hai? -
-...-
-Sai, sei proprio uguale a Yongguk quando fai così. Conosco i miei polli, e riesco a capire quando c'è qualcosa che non va. -
Mi presi il mio tempo per rispondere, perché in fondo neanche io sapevo chiaramente cosa mi turbasse. Scavai a fondo nella confusione della mia mente, fino a che non trovai una risposta.
-Io...ho paura. -
-Di cosa? -
-...-
-Daehyun? -
-Anche...io...lo trovo difficile da gestire. La mia...la nostra vita, è così traballante, è come...se fossimo appesi ad un filo. E la nebbia sotto non ci fa capire cosa succederebbe se cadessimo. Ma anche se ci fosse solo mezzo metro di altezza, Daehyun non ne uscirebbe distrutto? -
-Tutti noi abbiamo paura di cosa succederà, Oggi, domani, il prossimo mese: può succedere qualunque cosa. Anche in questo momento, potrebbe caderci un meteorite sulla testa! E' normale avere paura, pensi ch’io non ne abbia? La vita di tutti è appesa ad un filo, ma se uno cade, gli altri possono afferrarlo comunque! Perciò ti chiedo di affidarti a me a Yongguk per qualunque difficoltà a cui andrai incontro. Non contare solo su te stesso, o finirai come pochi giorni fa. Io ti riesco a capire. Quando è morto mio marito è stato difficile crescere Yongguk, ma con tanti sacrifici ce l'ho fatta, e puoi farcela anche tu. –
Mi abbracciò, e io ricambiai.
Mi pizzicavano gli occhi.
Nessuno si era mai preoccupato di me, e sentire quelle parole mi avevano scaldato dentro.
-Scusa se te lo chiedo... ma puoi fare finta...anche solo per un momento...di essere mia madre? -
Le parole mi scivolarono dalla bocca prima di poterle fermare, mi scostai subito arrossendo
-Scusa... io... non so cosa mi sia preso, non sentirti obblig-
Mi sentii tirare delicatamente verso il basso, e la mia testa si poggiò sulle cosce di Sunjung, che prese a passare la sua mano sui miei capelli, sulla mia guancia, per poi ritornare ai capelli, una carezza continua e materna.
Senza rendermene conto iniziai a piangere, le lacrime che bagnavano i pantaloni della mia mamma.
-Shh, piccolo, non piangere- Ma ciò non fece che peggiorare la situazione. Quel contatto, quella mano tiepida e leggera, era ciò a cui avevo agognato sin da piccolo e che non avevo mai provato.
Mi cantò una dolce melodia per calmarmi, e poco dopo mi addormentai, con il profumo della mia mamma, dolce e delicato, che riempiva i miei polmoni ad ogni respiro.


-Jun? Ehi Jun!! E' pronto!!-
Mi svegliai poco dopo, per quella voce, calda come quella mano che mi stava scuotendo leggermente la vita.
-Si...arrivo! -
La cena passò serenamente, come lo ero io in quel momento, dopo essermi sfogato con Sunjung, che mi ricordai di ringraziare quando l’abbracciai all'uscio di casa.
-Grazie ancora, di tutto-
-Niente Junhong, noi siamo sempre qui, ricordalo okay? -
-Si-


Portai Daehyun, che a malapena si reggeva in piedi, in casa e lo misi a letto. Dopo pochi secondi il piccolo si addormentò, in quel momento uscii di casa e mi diressi a suonare il campanello di due appartamenti vicino al nostro. Mi aveva chiamato tre volte ogni giorno, ed era il minimo avvisarlo del nostro arrivo.
Appena la porta si aprii sentii le mani di Yongjae che mi avvolgevano.
-Ciao Yongjae. -
Sentii la sua mano salire sino alla mia fronte. -Non hai più la febbre, fortunatamente- allentò l’abbraccio, tenendosi comunque vicino. -Come tu ho già detto un milione di volte al telefono, mi sono perfettamente ristabilito! -
Lui mi guardò a lungo per capire se mentivo.
-Sicuro?-
-certo!-
-Okay... ma sappi che ti tengo d'occhio!-
-Sì mamma. - Cercai di sdrammatizzare, ma lui mi guardò ancora più severamente. -Non sto scherzando. Lo sapevo che era una sciocchezza! Ancora mi chiedo come abbia potuto assecondarti. -
-Youngjae…-
-No, non chiedermelo. Non voglio vederti consumare giorno per giorno nella vana speranza che tutto si risolva. -
-Tutto si risolverà, Yongjae. –
-Sei uno sciocco!! Lo sai che le probabilità che Daehyun guarisca sono scarsissime??-
Sentendo questo inizia ad alzare la voce, fortuna che l appartamento di fianco era in vendita.
-Tu non capisci niente! Daehyun ce la farà sicuro! Mi ha parlato, per ben mezz'ora!  So che le possibilità sono minime, ma io voglio crederci, e crederci fino alla fine. E se questo mi consumerà... bene, lo farò per una delle persone che amo di più al mondo! - Alla fine alla collera si erano aggiunte le lacrime. 
Perché, maledizione, quel giorno non facevo altro? mi sentivo uno stupido sentimentalista
-Junhong. ...mi dispiace...non intendevo farti piangere…-
Asciugai le lacrime con la manica della giacca, scuotendo la testa.
-No,  non scusarti, non ne hai motivo. Sono solo io uno stupido sognatore. Ma voglio far vivere questo sogno anche a Daehyun, fino a quando saremo costretti a svegliarci. -
Sentii le braccia di Youngjae avvolgermi ancora una volta
-Anche io...anche che io voglio sognare. - mi posò un bacio sulla guancia, per poi allontanarsi. Prese un respiro, per poi sorridermi.
-Domani come al solito?-
Sorrisi anche io.
-Certo.-


Il giorno dopo fui ben accolto dai miei colleghi, tutti preoccupati per la mia condizione di salute.
 Cercai di rassicurarli, ma nonostante ciò continuarono a servire ai tavoli a me assegnati per non farmi stancare e continuarono così anche i giorni successivi. Ma per questi gesti non potevo fare a meno di sorridere: dopo quei giorni di riposo, mi sembrava che il lavoro fosse il peggiore degli inferni, e mi ero dimenticato che, alla fine, anche loro erano una mia piccola famiglia che si prendeva cura di me.
Dopo due giorni riuscì a chiedere a Suho di continuare con gli straordinari, promettendo di non esagerare. E così cercai di fare, anche perché non volevo più vedere la preoccupazione negli occhi di nessuno... specialmente in quelli di Daehyun e di Yongguk.
A proposito del maestro dell’asilo, il mio rapporto con lui si stringeva di giorno in giorno, sempre di più.  Prima di entrare a lavoro, veniva al caffè, alcune volte accompagnato da un suo collega, un certo Himchan.
Dopo aver bevuto il suo giornaliero caffè, restava li, a guardarmi con il suo sguardo preoccupato, e il più delle volte, quando non ero sommerso di ordinazioni, restavo a parlare con lui. Era una persona affascinante, mi ammaliava. E oramai, lo aspettavo ogni mattina con la stessa impazienza di un bambino che attende il giorno del suo primo compleanno. 
Anche quel giorno, quando lo vidi varcare la soglia, sorrisi inconsciamente, eppure quando me ne accorsi, non volli sopprimerlo. Andai subito da lui, e questa volta nessuno prese il lavoro per me.


-Come sta andando Daehyun? -
-Direi bene, Jongup sta cercando di aiutarlo ad integrarsi, piano a piano diventa meno timido...-
-Jongup... quando gli sono grato, come potrei ringraziarlo? -
-Data la sua golosità pari a quella di Daehyun, un bel pacchetto di caramelle è il miglior regalo! -
-Forse hai ragione... però poi come reagirà la madre trovandoselo pieno di carie? - Dissi ridendo, mentre Yongguk si univa a me.
 -Quello può essere un problema! Ah Junhong! Volevo chiederti...-
-Sì...? -
Fummo interrotti da Taehyung, che prese Yongguk sottobraccio trascinandolo verso l’ala interna del locale. Solo a metà strada si girò verso di me e sorrise –Te lo rubo solo un attimo, dobbiamo parlare con lui di una cosa! -
-No..aspetta! Perché...- Feci per raggiungerli, ma fui interrotto dalla voce di quattro clienti che chiedevano il loro ordine. Solo allora mi resi conto che ero rimasto da solo, gli altri camerieri erano praticamente scomparsi. Che diavolo??
-Ragazzo, la nostra ordinazione!!-
-Si arrivo subito signori!!-


Passarono altri sei giorni dallo “scherzo”. Gli straordinari mi affaticavano, ma almeno stavo racimolando una somma decente per la cura di mio fratello. E finalmente, riuscii a prenotare di nuovo la visita di Daehyun da quel dottore specializzato. Mi sentivo agitato. Ancora tre giorni e avrei saputo come aiutare mio fratello.


-Bravo Daehyun! Hai completato tutte e dodici le fatiche!! Sei un campione!! E ora vai pure a giocare nella stanza qui di fianco, io parlo ancora un momento con tuo fratello! -
Il dottore si rivelò essere un ragazzo abbastanza giovane, Siwon, bravissimo con i bambini era riuscito a far ridere lievemente Daehyun, e questo non era da tutti, soprattutto al primo incontro, ma dopo tutto mi sembrava anche molto professionale.
Aveva fatto fare dei piccoli esercizi a Daehyun, con entusiasmo e coinvolgimento.
Alla fine ero tranquillo, perché sembrava che in fondo tutto andasse bene.
Siwon chiuse la porta, e il suo sorriso si tramutò, divenne serio.
Che cosa significava?
-Siediti Junhong-
No, non prometteva niente di buono.
-Andrò direttamente al punto... cosa gli è successo da piccolo? -
La mia voce tremò-In che senso? -
 –Reagisce agli impulsi nervosi troppo negativamente, questo succede quando da piccoli si è avuto un trauma a lungo periodo... In parole povere...chi lo picchiava? -
Sentii gli occhi inumidirsi, voleva nascondere la realtà nei suoi ricordi, ma ricordava le grida che sentiva in quella casa bianca dal piano superiore, le grida di suo fratello che gli si insinuavano nelle orecchie.
-Junhong? -
-Lui...io non posso dirlo...-
-Non lo dirò a nessuno, stai tranquillo. -
-Lui...veniva picchiato da mio padre. -
Il dottore sospirò –Lo immaginavo... è stato questo il fatto scatenante. Ora dove abitate? Ancora con i vostri genitori? -
-No, ora abitiamo noi due insieme, i nostri genitori non potevano considerarsi tali, perciò...-
-Perciò ora sei tu che ti stai prendendo cura di lui. E dimmi...com’è strutturata la vostra giornata? -
Mi mise a disagio quella domanda, perché sentiva il senso di colpa che mi attanagliava ogni giorno diventare un unico, pesante blocco.
-Io...lavoro praticamente tutto il giorno, e raramente vedo Daehyun... prima riuscivo a prenderlo all’uscita dell’asilo, ma ora, per necessità, ho dovuto aumentare l’orario di lavoro...-
-E’ questo il problema. Daehyun ha bisogno di una persona che conosca e che gli stia accanto il più possibile, con cui riesca a parlare. Privargli questo lo sta danneggiando... ormai sta crescendo, e se non migliora in fretta potrebbe non farcela... attualmente sta rischiando di diventare completamente muto-
Fu una pugnalata al cuore.
-Lo so...lo so...ma non so come potrei...-
Mi presi la testa fra le mani. Come avrei fatto...
-Io che pensavo di aiutarlo invece non ha fatto che farlo peggiorare...merda! -
-Comprendo che è difficile la tua situazione, ma devi trovare la soluzione al più presto...-
Strinsi i pugni cercando di trattenere le lacrime.
-La prossima visita sarà fra un mese, nel frattempo cerca di mantenere rilassato Daehyun, non deve percepire alcuna situazione di ansia, in questo momento deve vivere in un’ambiente sereno. Coraggio. -
Fui capace solo di annuire, e strisciando i piedi andai verso la stanza dove c’era Daehyun.
Prima di aprirla, cercai di mostrarmi sorridente. Dovevo essere forte, per tutti e due.
E ingoiando le lacrime, aprii la porta con un sorriso.

 


Quella notte mi rigiravo e mi rigiravo ancora, non riuscendo a prendere sonno. Le preoccupazioni mi attanagliavano la gola, la mia mente vagava in modo confusionario, cercando una soluzione. Nel buio, sentii la voce di Daehyun che sussurrava
–Jongup! Jongup! Guarda un aereo! -
Mi raggomitolai su me stesso, trattenni i singhiozzi mentre le lacrime scendevano senza fermarsi. Lacrime di frustrazione, di tristezza, di disperazione, di smarrimento, di paura.
Quella voce, quella voce così bella e vellutata, una voce che forse non avrei più udito da lì a poco.

 

 

Angolo autriceeee
Okayyyyy ho pochissimo tempo XD mi sono persa a guardare la seconda parte del secondo film del signore degli anelli, ho scritto la fanfction, e devo ancora fare i compiti e studiare per la verifica /(-3-)/
Perdonate anche eventuali errori, lo controllerò in seguito :3
Ma i ringraziamenti per le recensioni (e per chi legge) ci devono sempre essere ^^
Grazie mille a :
Kiriren 
Exoxo4ever
Nicoletta92
ShawolBlingers14
Shydrah
Che anche se sono in  ritardo ogni volta ci sono sempre ( e spero anche questa volta ;)
Prima o poi riuscirò a rispondere XD
Okaaaay ora devo proprio andare Vi voglio una galassia di bene, mondo XD

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