Elsa e Jack

di Arvati77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Pensieri taciuti ***
Capitolo 3: *** La fanciulla ritrovata ***
Capitolo 4: *** L'incontro ***
Capitolo 5: *** Il primo bacio ***
Capitolo 6: *** Il rifiuto ***
Capitolo 7: *** L'oscurità avanza ***
Capitolo 8: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 9: *** L'incantesimo ***
Capitolo 10: *** Il piano ***
Capitolo 11: *** Un nuovo Guardiano ***
Capitolo 12: *** Richieste di aiuto ***
Capitolo 13: *** La decisione ***
Capitolo 14: *** L'attacco ***
Capitolo 15: *** Il salvataggio ***
Capitolo 16: *** Un rientro vittorioso ***
Capitolo 17: *** Il ritorno della Regina ***
Capitolo 18: *** Legame eterno ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà della Walt Disney Pictures e della DreamWorks Animation skg. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

 

 

1 - UN INCONTRO INASPETTATO

Le festività natalizie sono passate da un pezzo e la primavera è ormai alle porte. Babbo Natale può finalmente tirare un sospiro di sollievo e prendersi un breve periodo di riposo con i suoi collaboratori. Chi invece è in pieno regime di lavoro è Calmoniglio, nella sua tana sono tutti in fermento per la preparazione delle uova di Pasqua. Chi non ha mai riposo è Dentolina che ogni notte con le sue fatine è alle prese con i bambini che han perso i dentini da latte e si aspettano l’indomani un soldino sotto il cuscino. Sandman, non è da meno e ad ogni calar del giorno si prepara a portare i sogni nella mente di ogni bambino dormiente.
E Jack?
Jack Frost passato l’inverno non ha molto da fare, giusto qualche ghiacciaio perenne e le eterne bianche distese dei poli su cui vegliare. Vagando da un posto all’altro si trova a soffermarsi sulla cima di un’alta montagna. Appollaiato sopra un costone sporgente, guarda incantato il paesaggio infinito distendersi fino all’orizzonte.

* * *

Tra i fiordi sottostanti, incastonato tra mare, valli e montagne, si trova il piccolo regno di Arrendelle, più che altro una tranquilla cittadina, quasi dimenticata dal mondo, legata fortemente alle sue tradizioni tanto da apparire fuori dal tempo. Sembrerebbe un posto dove non potrebbe mai accadere nulla di strano, se non fosse per quell’insolito fenomeno atmosferico che i cittadini hanno dovuto affrontare l’estate scorsa. L’inverno non voleva lasciare il passo alla bella stagione e la cosa più insolita era che a scatenare bufere, ghiaccio e neve era stata la Regina. Strana storia quella di Elsa e sua sorella Anna. Quando il Re e la Regina in viaggio su un veliero vennero inghiottiti dal mare, lasciarono sole le loro due figlie appena adolescenti. Elsa, la maggiore, divenne regina, e la principessa Anna non desiderava altro che trovare un rapporto con la sorella rimasta fino ad allora nascosta, in uno strano e apparentemente inspiegabile isolamento. Quella primavera tutti scoprirono a loro spese che la bellissima Regina nascondeva un segreto. Il suo tocco poteva gelare ogni cosa, con un gesto formare fiocchi di neve. La paura di far male alle persone care aveva annebbiato il cuore della giovane fanciulla e creato non poco scompiglio nel regno. Alla fine grazie ad Anna e l’amore che Elsa provava per la sorella, la primavera ricomparve nel regno e con essa la serenità perduta. Tutto è tornato alla normalità, se non meglio, e la gente ormai si è abituata alle insolite capacità della loro Sovrana.
Questa primavera sarà diversa, ormai Elsa ha accanto a sé una bella famiglia, una speciale famiglia! Sua sorella Anna con il futuro sposo di lei Kristoff, Olaf un simpatico pupazzo di neve a cui Elsa aveva dato vita, e l’inseparabile “amico” di Kristoff, la renna Sven.
L’insolito gruppetto si ritrova a camminare tra i boschi per una gioiosa scampagnata. Tra scherzi e giochi infantili, ridono e si divertono come non mai. Anche se il sole brilla in un cielo azzurro, palle di neve si infrangono contro i tronchi degli alberi, il manto erboso…e la faccia di Kristoff. Sì, Elsa ha dato il via ad una battaglia di neve fuori stagione e le loro grida divertite e le risate echeggiano nell’aria.

* * *

Sull’alta vetta della montagna, tra un silenzio irreale, il vento porta un lieve eco di risate. Solo il fine udito di una creatura non terrena può sentire il viaggiare dei suoni a una così lontana distanza. Jack incuriosito d’istinto cerca con lo sguardo verso il basso, e tra le punte dei pini, tra la fitta boscaglia, scorge un luccichio insolito. Sembra il bagliore della neve al sole, ma non può essere, lui è lì e non è certo opera sua. Cos’è allora? Il ragazzo scende dalla montagna trasportato dal vento e su scie di ghiaccio create dal tocco del suo magico bastone. Scivola veloce tra terreni scoscesi e alberi, fino ad arrivare nel mezzo del bosco, arrestando il suo cammino all’avvicinarsi delle voci sconosciute. Quindi scruta impaziente tra un albero e l’altro, e quando fa per girare attorno al tronco di una grossa quercia che gli copre la visuale, all’improvviso si ritrova ad un passo dal volto di una bella fanciulla. Elsa di tutta fretta stava correndo a nascondersi dietro a quell’albero intenta a proseguire i giochi con Anna e gli altri. Immobile, rigido come una stalattite Jack è a pochi centimetri dalla ragazza, tanto da poter sentire il respiro di lei sul volto, mentre lei è del tutto ignara dei due occhi sgranati che la stanno fissando. Jack è invisibile, solo chi crede nella sua esistenza può vederlo e non è certo quello il caso. Elsa esce dal suo nascondiglio creando tra le sue mani palle di neve che scaglia contro i rivali in gioco. Jack è sconvolto per ciò che ha visto, rimane impietrito per un bel po’, mentre gli sconosciuti si allontanano. Poi risvegliatosi dallo stupore si lascia cadere a terra su un soffice cumulo di neve comparso a fargli da cuscino.
Pochi metri più in là, dietro un fitto cespuglio di rovi, qualcuno ha osservato tutta la scena. Olaf si era nascosto lì per gioco, stringendo tra le braccia  la nuvoletta che di solito aleggia sopra la sua testa fioccando neve ed evitandogli lo spiacevole inconveniente di sciogliersi al sole. Sorpreso e meravigliato per la presenza dello strano ragazzo rimane in silenzio nel suo nascondiglio in attesa di vederlo andare via.
Nella mente di Jack appare prepotentemente l’immagine di Elsa che crea palle di neve. Non sa se credere in quello che ha visto. Qualcun altro oltre a lui è in grado di padroneggiare gli elementi dell’inverno. Deve capire, deve sapere. Così all’improvviso scatta in piedi e con lo sguardo cerca e ricerca la bella sconosciuta e i suoi amici, ma nulla, ormai non li sente più, scomparsi tra la fitta boscaglia. E allora scivola di nuovo via, facendo riapparire la scia di ghiaccio dal suo bastone, ritorna sui suoi passi, lontano chissà dove ...

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un saluto a tutti.
Preparatevi ad una storia esclusivamente incentrata su Elsa e Jack (se non lo aveste capito....), anche se non mancheranno gli altri personaggi a noi cari che ritroveremo in scene simpatiche e divertenti. La storia parte dalla conclusione dei due film originali ed è ambientata ai giorni nostri. Per ovviare al piccolo dettaglio che il film di Frozen è ambientato nel passato, ho immaginato Arrendelle come un paese nordico isolato e ancora arroccato nelle sue tradizioni.
Un ringraziamento speciale a mia cugina Marta, che mi sprona sempre a seguire i miei sogni (e che mi permette di utilizzare il suo account per questi miei momenti di follia ^_^).
Vi anticipo che nel corso del racconto ogni tanto troverete dei disegni fatti da me....
A presto
Cinzia

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Capitolo 2
*** Pensieri taciuti ***


2 - PENSIERI TACIUTI

Nord nella sua stanza è alle prese con una valigia che non si vuol chiudere. Se ne andrà per qualche giorno in un’isoletta dei tropici a godersi una vera vacanza. Così Jack trova il possente omone, intento a sedersi sopra il suo bagaglio nella speranza che questo si chiuda.
“Jack! Ragazzo mio! Cosa porta te da queste parti? Non ne approfitti anche tu di questo periodo per farti una bella vacanza?” domanda Nord senza alzare lo sguardo puntato sulla sua insolita seduta.
“Ho una cosa urgente da raccontarti. Oggi in un bosco ho visto delle persone … c’era una ragazza che ha i miei stessi poteri! Ho visto materializzarsi palle di neve tra le sue mani!”
Jack guarda Nord ancora con lo sguardo meravigliato, ma lui dopo avergli lanciato una fugace occhiata, lo interrompe bruscamente borbottando:
“Beh, beh, beh! E’ impossibile caro ragazzo, solo a te Manny ha dato questi poteri.”.
“Ma l’ho vista! L’uomo della Luna non può essersi sbagliato?” sbotta Jack, infastidito dal non essere preso sul serio.
“Manny non sbaglia mai!” risponde secco Nord, fissando questa volta con aria seria il giovane guardiano.
In un angolo della stanza due folletti se la ridono, scimmiottando atteggiamenti da innamorati, prendono in giro Jack Frost, facendo intendere che probabilmente è in cerca di una ragazza. Quando il diretto interessato si accorge di loro li guarda con aria minacciosa e senza farsi notare da Nord, con un lieve gesto del suo bastone congela i due pestiferi esserini nell’intento di tenerli buoni per un po’.
“Di sicuro si tratta di rimasugli di neve che tra il fitto del bosco la primavera non ha ancora sciolto. Dammi retta ragazzo mio, hai bisogno di una vacanza!”: con queste parole il possente omone lo liquida dando un ultimo scossone alla valigia che finalmente decide di chiudersi.
Il giovane guardiano si allontana dalla stanza confuso e un po’ avvilito, mentre il suo vecchio amico lo osserva andare via con sguardo accigliato e lasciandosi sfuggire un profondo sospiro.


* * *


Arriva l’ora del tramonto all’orizzonte di Arrendelle. Elsa affacciata ad una balconata del palazzo, gomiti sulla balaustra e viso tra le mani, osserva malinconica verso il cortile dove Anna passeggia sotto braccio a Kristoff, avvolti da una romantica atmosfera. La giovane Regina è felice che la sorella abbia trovato l’amore della sua vita, ma non può non provare un pizzico di gelosia, vorrebbe anche lei avere qualcuno accanto. Chi potrebbe mai apprezzare una donna con le sue insolite capacità? Olaf fa capolino sulla balconata camminando a testa bassa e con aria pensierosa.
“Oh, Elsa! Cosa stai facendo?” chiede il pupazzo di neve tanto per fare conversazione.
“Niente di che … guardavo Anna e Kristoff passeggiare in cortile e stavo pensando che formano proprio una bella coppia …”.
Ma Olaf nota tra lo sguardo di Elsa un velo di malinconia e ben intuisce i pensieri di colei che lo ha creato. Dire o non dire ciò che lui ha potuto vedere nel bosco? Dire o non dire alla sua Regina che c’è qualcuno speciale come lei? In fondo che ne sa lui di quello spiritello del ghiaccio? Sì perché non sapendo chi fosse, Olaf ha decretato che non poteva che essere uno spiritello.
“Come mai quell’aria triste?” gli chiede la ragazza al suo fianco.
“No, niente, ero solo sopra pensiero …” così l’omino di neve nasconde i suoi pensieri, deciso ad aspettare altro tempo prima di rivelare il suo segreto.


* * *

Al Polo Nord, intanto, gli aiutanti di Babbo Natale non hanno altro di meglio da fare che spettegolare. I due folletti una volta scongelati dallo scherzetto di Jack Frost, non hanno aspettato un secondo prima di raccontare in giro quello che avevano udito. Di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, da folletto, a yeti, a renna, giunge il racconto della misteriosa fanciulla anche alle altre Leggende. Calmoniglio, Dentolina e Sandman sono d’accordo: il loro amico Jack Frost ha proprio bisogno di una vacanza!


* * *

Nei giorni seguenti Jack non riesce a dimenticare ciò che i suoi occhi sono sicuri di aver visto. Nessuno vuole credergli e così lui decide di provare a cercare la bella sconosciuta per conto suo. Ritorna sulla montagna su cui era stato quel giorno e scruta la vallata in cerca del brillante luccichio di neve al sole. Aspetta e aspetta, ma di bagliori tra il verde degli alberi proprio nulla.


* * *

Arriva il giorno di Pasqua e Calmoniglio ha passato tutta la notte a distribuire in giro per il mondo le sue belle uova colorate. E’ un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia, il sole sta per sorgere ma poco importa, lui non deluderà nessun bambino. Gli resta solo un posto da visitare.
”Ma che bel palazzo!” osserva il coniglio addentrandosi nell’ultimo giardino, mentre il sole ormai è alto in cielo e i bambini si preparano ad uscire all’aperto a caccia dei dolci “tesori” nascosti. Quindi posa le ultime uova facendo attenzione a non farsi notare, in tanti credono in lui e per questo può essere visto.
“Ma ciao!” è il saluto che gli arriva da un pupazzo di neve che saltellando gli si avvicina per poi chiedergli ancora:
“Sei un canguro?”
“No! Non sono un canguro! Sono il Coniglietto Pasquale!” gli risponde a tono ed offeso il guardiano peloso, grande e grosso, alto un metro e ottantacinque, per poi lasciarsi prendere dalla curiosità e chiedere a sua volta:
“E tu chi sei?”
“Io sono Olaf! Un pupazzo di neve!”
“Sì lo vedo. Cosa ci fai qui, non sai che è primavera?”
“Ma non è un problema per me, io ho la nuvoletta che mi ha regalato Elsa!” e indica sopra la sua testa la piccola nube che continua a far scendere fiocchi di neve.
“Chi è Elsa?” chiede ancora Calmoniglio.
“E’ lei!” gli risponde Olaf mentre indica un punto preciso del giardino dove la Regina cerca con i bambini le uova tra i cespugli.
“Per tutte le uova pasquali! Che mi venga un colpo!” esclama allibito il coniglio. Gli ci è voluto poco a capire, gli è bastato unire le due cose: un pupazzo di neve in primavera e una bella ragazza …
“Jack Frost aveva ragione!”

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

L'unica nota di rilievo per questo capitolo, riguarda i dialoghi di Nord. Non ero ubriaca quabdo li ho scritti! Nel film Nord ha l'accento russo e non parla con una grammatica corretta, e io ho cercato di restare il più fedele possibile ai personaggi.
Buona lettura
Cinzia

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Capitolo 3
*** La fanciulla ritrovata ***


3 - LA FANCIULLA RITROVATA

Il giorno di Pasqua sta per giungere al termine. Calmoniglio anche quest’anno si può ritenere soddisfatto del suo lavoro e verso sera corre veloce a chiamare Dentolina e Sandman per porre alla loro attenzione una questione urgente. Una volta riuniti nella tana del coniglio, il padrone di casa racconta dell’insolito incontro con il pupazzo di neve e di aver visto la fanciulla che Jack sta cercando.
“E adesso che si fa?” domanda che esce in coro dalle bocche di due di loro, mentre un grosso punto interrogativo di sabbia dorata spunta da sopra la testa di Sandman.
“Pensate che dovremmo dirglielo?” chiede Dentolina.
“Dire cosa? A chi? Di cosa parlate?” domanda agli amici Jack sbucato all’improvviso.
“Jack, cosa ci fai qui?” esclama Calmoniglio cominciando a sudare freddo.
“Sono passato a salutarti, volevo sapere com’ è andata la Pasqua, se i bambini sono stati contenti e se qualcuno ti aveva chiesto un autografo … ma vedo che anche gli altri hanno avuto la mia stessa idea … o per caso non mi volevate qui?”
Jack li fissa con sguardo accusatorio.
“Ma no! Cosa dici!?” farfugliano due degli accusati, mente Sandman fa ripetutamente cenno di “NO” con la testa.
“Non ci casco! Mi state nascondendo qualcosa … allora?...Dentolina? Sandy?...Calmoniglio?...” e il ragazzo fissa l’ultimo interpellato.
Dall’agitazione il Guardiano della Pasqua si mette a battere e battere freneticamente la zampa destra sul terreno, e ormai smascherato da quel tic, si decide a parlare:
“Beh, sai quella ragazza che stavi cercando … l’ho trovata.”
“Cosa!? Che Cosa!? E non volevi dirmelo!?” Jack cambia espressione e afferrando l’amico per le spalle lo guarda con occhi supplichevoli.
Prima che ci fosse amicizia, tra loro non scorreva buon sangue e comunque anche adesso il coniglio non si sarebbe mai aspettato di vedere il ragazzo pregarlo in quel modo. Ci deve tenere proprio tanto a rintracciare quella fanciulla. In fondo è da capire: Dentolina, Sandman e Calmoniglio sono da molto più tempo di lui dei Guardiani, quasi dagli albori di tempi lontani, ma Jack lo è diventato dopo quell’incidente che gli costò la vita, e da quando ha ritrovato i suoi ricordi dimenticati, custoditi da Dentolina, sa anche fin troppo bene che faceva parte del mondo della gente comune. A Calmoniglio non resta che raccontare tutto.


* * *

Calata ormai la sera Jack Frost impaziente scende nella valle. Si addentra tra le vie di Arrendelle fino ad arrivare alle porte del palazzo. Si intrufola nel cortile trasportato dal vento ed agile si arrampica sulle mura sbirciando da una finestra all’altra.
Olaf e Sven sono nei paraggi. L’omino di neve accompagna la renna verso le stalle, ormai è giunta l’ora per tutti di andare a dormire, ma ad un certo punto ferma i suoi passi e fa cenno di guardare in alto al quadrupede bisbigliando:
“Lo vedi anche tu?”.
Sven annuisce con il capo ed entrambi si avvicinano alle mura.
“Pss, hey tu spiritello, che stai facendo?” chiede Olaf allo sconosciuto con la voce tra il bisbiglio e un tono forzatamente marcato, per non farsi sentire da altri ma cercando di attirare l’attenzione del ragazzo.
Jack abbassa lo sguardo e riconosce nel suo interlocutore la creatura di neve descritta da Calmoniglio. Per nulla spaventato dall’essere stato scoperto, il Guardiano si avvicina e meravigliato chiede:
“Ma tu mi vedi?”
“Certo, tutti e due ti vediamo! Perché non dovremmo?” risponde Olaf.
“ Ma allora sai che sono Jack Frost!” afferma speranzoso l’altro.
“No!” secca e deludente la definitiva risposta dell’omino di neve.
“Comunque io sono Olaf! E amo i caldi abbracci! … E la renna è Sven …” si presenta per educazione.
A questo punto il ragazzo si mette a pensare a voce alta:
“Io sono Jack Frost il Guardiano dell’Inverno. Se non sai chi sono non dovresti riuscire a vedermi, questa è la regola! Forse per voi è diverso …” e indicando prima uno e poi l’altro … “Tu sei un animale e tu sei una creatura fatta di neve, la materia su cui ho il dominio.”
“Se così dici, deve essere questo il motivo.” Commenta Olaf, per poi cambiare argomento “Io ti ho visto tempo fa nel bosco. Scommetto che stai cercando Elsa, ho capito sai perché sei qui, voi due avete qualcosa di molto speciale in comune.”
Jack annuisce, il piccoletto ha colto nel segno e con tono leggermente imbarazzato dà voce al suo desiderio:
“Vorrei tanto conoscerla …”.
Infine Olaf e Sven fissano entrambi una finestra in particolare, la finestra della stanza di Elsa, e così si congedano dal ragazzo, dandogli la possibilità di avverare il suo desiderio.


* * *

Sorretto da sinuose spirali di ghiaccio Jack raggiunge la finestra indicata, apre gli scuri, e con la fronte appoggiata al vetro posa lo sguardo su ogni angolo della stanza a mala pena illuminata dalla luce della luna piena. La ragazza sta dormendo … dopo averla tanto cercata ora che è lì non può lasciar perdere, ma come fare per manifestare la sua presenza? Poi all’improvviso un’idea …


* * *


Il vetro trema spinto dal vento ed alla fine il vecchio gancio cede lasciando che i due battenti della finestra si aprano facendo rumore, mentre la fredda aria da temporale si insinua nella stanza. Elsa si sveglia e con aria assonnata si alza per andare a chiudere. La lieve luce della luna che entra nella stanza fa brillare qualcosa nell’angolo in basso di un vetro, impossibile non notarlo. Elsa si china per osservare meglio e in controluce distingue chiaramente della brina, sembra un disegno, il volto di un ragazzo. Accarezza con le dita il vetro osservando incredula, ma forse è solo il frutto della sua immaginazione e convinta di questo si ricorica a letto.
Jack è deluso, la sua idea non ha funzionato, e fissa la finestra mettendo il broncio. Per quella sera niente! E’ andata! Ma si ripromette di riprovarci, tornerà ogni sera alla stessa ora e forse prima o poi riuscirà a farsi notare.

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Capitolo 4
*** L'incontro ***


4 - L’INCONTRO

La notte successiva Jack si ripresenta al palazzo reale di Arrendelle, osserva la finestra e vede all’interno una luce accesa.
“Bene! Questa volta è ancora sveglia.” Pensa tra sé e sé mentre le spirali di ghiaccio lo sollevano lungo la parete. Quindi appoggia le mani sul davanzale e sbuca appena con la testa a sbirciare nella stanza.
Elsa è affaccendata tra le sue cose, intenta a mettere un po’ a posto prima di andare a letto. D’un tratto sente un rumore alle sue spalle e voltandosi nota qualcosa. A passo spedito si avvicina alla finestra e osserva: dei graziosi decori di brina seguono il bordo del vetro ed in un angolo il disegno di un volto. Jack all’esterno ha gli occhi puntati sul viso turbato di lei, la osserva mentre apre la finestra, si affaccia fuori, si guarda attorno come per cercare qualcosa o qualcuno, per poi vederla di nuovo sparire dentro la stanza, scuri e finestre chiuse.
Il ragazzo sospira, di nuovo amareggiato:
“Pazienza, sarà per domani.”
E se ne va …
Elsa tira le coperte fin sul naso, non riesce prendere sonno… pensa a quanto sia strano quello che ha visto, è primavera la brina sul vetro non ha senso, e quei disegni poi, non è stata lei a farli. Che sia uno scherzo di qualcuno? No, non può essere che ci sia qualcuno come lei, anzi simile a lei … o qualcos’altro. Poi il sonno s’impossessa di lei e si addormenta … che Sandman sia nei paraggi?


* * *

Gli amici di Jack sono preoccupati. Questa faccenda di conoscere una mortale, se pur con misteriosi poteri come quelli di lui, a loro non sembra una buona idea. Invano provano a fargli cambiare opinione e a questo punto tutti sperano che Nord rientri presto dalle sue vacanze. Chissà che il grande capo non riesca a persuaderlo.
Tra tutti la più preoccupata è Dentolina, lei così dolce e sensibile non può rimanere indifferente alla situazione … e poi, diciamola tutta … è pure un po’ gelosa. La fatina ha sempre avuto un debole per Jack Frost!


* * *

E’ l’inizio di un’altra notte e il guardiano dell’inverno è di nuovo davanti la solita finestra del palazzo reale di Arrendelle. La Regina seduta sul letto sta per mettersi a dormire, quando ad un certo punto un pensiero le entra in testa. Osserva di sfuggita l’ora sulla sveglia sopra il comodino per poi voltarsi a fissare la finestra. Dopo pochi secondi vede comparire della brina sui vetri, a formare un bel disegno di montagne e boschi con delle persone che camminano su un sentiero.
Elsa si alza di scatto. Corre alla finestra e spalancandola si affaccia. Cercando con lo sguardo non si sa cosa, proferisce al vento queste parole:
“Chi c’è? Chi sei? Fatti vedere!”
“Ecco l’incantesimo perché tu possa vedermi. Hai creduto alla mia esistenza e mi hai cercato …” le sussurra Jack comparendo alla sua vista avvolto dalla luce di una splendida luna.
Elsa è meravigliata e sorpresa, si ritrova davanti un ragazzo dai capelli bianchi come la neve e gli occhi azzurri come un cielo limpido, lo sguardo vivace e intenso, e palesemente emozionato per il loro incontro.
Al di là di ogni aspettativa il giovane vola via all’improvviso, lasciando la ragazza con un fugace “A presto!” per poi sparire definitivamente nella notte.
Elsa rimane lì dov’è, impietrita. Non è neanche riuscita a pronunciare una parola. Ha visto bene i poteri e l’aspetto del ragazzo che non lasciano dubbi ad altre interpretazioni. Non è uno qualunque il giovane appena incontrato.


* * *

Gli aiutanti di Babbo Natale passano i giorni ad oziare, al suo ritorno si dovranno rimettere al  lavoro per i progetti dei nuovi giocattoli da produrre il prossimo inverno. Adesso che la Pasqua è passata da qualche giorno, anche Calmoniglio si può prendere un po’ di riposo. Dentolina ha sempre da fare, ma può contare sull’aiuto delle sue piccole fatine. E Sandman non ha problemi, per lui è un gioco da ragazzi far apparire i sogni. Le Leggende colgono l’occasione per passare un po’ più di tempo insieme, come si fa da buoni amici, ma Jack Frost non si fa quasi mai vedere e quando è in loro compagnia ha l’aria assente e distratta, come in questa giornata durante un pic-nik. Sandy scuote la testa in segno di rassegnazione, lanciando occhiate al coniglio e la fatina, mentre il ragazzo distratto spenna una povera margherita.


* * *

Anche per gli abitanti di Arrendelle la giornata passa tranquilla.
E’ ora di cena ormai e Anna è a tavola con il resto della famiglia. Ogni tanto lancia un’occhiata fugace alla sorella, la osserva per capire se c’è qualcosa che le sfugge. Da qualche giorno le sembra un po’ strana, ha la testa tra le nuvole e spesso la vede con lo sguardo assente a pensare chissà cosa. Anna comincia a domandarsi se la sorella non le nasconde qualche segreto.
Finita la cena e non ancora alzati dalle sedie, Elsa simula un poco regale sbadiglio, si scusa con i presenti e si congeda affermando di essere particolarmente stanca. Augura la buona notte ai suoi cari e si dirige verso la sua stanza. Anna lancia un’occhiata d’intesa a Kristoff che le risponde alzando le palle dubbioso: per quanto voglia bene alla futura cognata per lui è sempre stata un mistero.
Olaf segue la Regina lungo il corridoio e la ferma chiedendole:
“Hai visto quel ragazzo…Jack Frost?”.
Elsa si gira di scatto e gli risponde:
“E tu come fai a saperlo?”
“Lo conosco da qualche giorno” gli risponde con aria sorniona l’altro.
“Olaf, per favore, non dire niente a nessuno. Me lo prometti?” gli chiede la ragazza con un’espressione alla quale non si può dire di no!
“Va bene Elsa, ma fai attenzione…” gli risponde in tono accondiscendente il pupazzo di neve mentre si volta e ritorna da dove era venuto.
Elsa lo osserva per qualche secondo e tra sé e sé pensa:
“Fare attenzione per cosa?”
Poi entra nella sua stanza.
Olaf arriva in fondo al corridoio, ci ripensa e torna indietro:
“Mmm, meglio tenerla d’occhio … ho come la sensazione che ci saranno guai in vista.”

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Finalmente Jack è riuscito a farsi vedere da Elsa! Fin qui siamo in fase di pieno romanticismo, ma non aspettatevi che rimanga tutto tranquillo... Non vi anticipo nulla! Invece ho una sorpresa per voi: di seguito troverete il link per un disegno. E' di libera interpretazione, non richiama nessuna scena in particolare della storia, ma mi ispirava...
Ringrazio di cuore chi mi segue.
Cinzia

ELSA E JACK
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Capitolo 5
*** Il primo bacio ***


5 - IL PRIMO BACIO

Manca poco alla mezzanotte.
Elsa è nella sua stanza che pensa e ripensa, soffermandosi di tanto in tanto a leggere l’ora sull’orologio. Si domanda se anche questa notte le farà visita il misterioso ragazzo. Avrebbe tante domande da porgli. Ora ha collegato gli strani eventi delle ultime notti e ha capito che già da un po’ lui stava cercando un contatto con lei.
Quando la lancetta delle ore e dei minuti si abbracciano sulle dodici, su uno dei vetri della finestra compaiono arabeschi di ghiaccio. La fanciulla risponde al richiamo e posando un dito sulla superficie trasparente, decora allo stesso modo il vetro accanto, per poi aprire la finestra e invitare il ragazzo ad entrare nella stanza.
“Tu sei Jack Frost?!”
“E tu sei Elsa?!”
“Me lo ha detto Olaf …” precisa lei.
“Me lo ha detto Olaf …” dichiara la stessa cosa lui.
E i due ragazzi scoppiano a ridere.
“Ti va di fare due passi fuori?” chiede il Guardiano alla Regina.
Così i due sgattaiolano dalla finestra e vagando in una radura fuori dalla città, lontana da occhi indiscreti, si parlano raccontandosi l’uno dell’altra e mettendo alla prova, e a confronto, i reciproci poteri materializzando imponenti e meravigliose forme di ghiaccio e neve. Il tempo per i due ragazzi sembra essersi fermato. Lì nella radura l’immenso prato si confonde con il cielo stellato nel buio della notte. Solo il riverbero della luna a guidare i loro passi, a far risplendere come di luce propria i contorni di monumentali forme di ghiaccio e a dar vita ad evanescenti eteree creature nate dall’incorporea essenza della neve che si muovono nell’aria girando in tondo come in un carosello. Si sentono liberi i due giovani, liberi di essere ciò che sono e di condividere insieme lo stesso destino. Danzano insieme nell’aria sorretti dal vento.
A debita distanza due occhietti osservano incantati ciò che vedono. Olaf sdraiato a terra con il viso sorretto dalle sue manine legnose, ammira il magnifico spettacolo tra esclamazioni di stupore: “Ahh! … Ohh! Che spettacolo! Certo che sanno fare cose meravigliose quei due insieme!” All’improvviso però una strana sensazione lo pervade, costringendolo a guardarsi attorno, ma a parte lui e i due ragazzi, non c’è nessuno nella radura.
Tra le ombre scure della notte, dove la luce della luna non arriva, qualcosa si muove, striscia e osserva … soprattutto osserva …


* * *

All’alba di ogni giorno l’incantesimo di Sandman svanisce. Uomini, donne e bambini si svegliano pronti a proseguire le loro vite. Così anche per Jack ed Elsa l’incanto di quella notte deve finire. Fanno ritorno al palazzo rientrando da dove erano sgattaiolati via … dalla finestra … e lì la fanciulla trattiene ancora qualche minuto il ragazzo. I loro sguardi ancora persi l’uno in quello dell’altra. Elsa allunga una mano e posa le dita sul viso di Jack come per assicurarsi che non sia stato un sogno, lui le avvolge un braccio attorno alla vita stringendola delicatamente a sé per poi far incontrare le loro labbra in un dolce se pur appassionato bacio. Un ultimo saluto ancora e poi il ragazzo se ne va.


* * *

Il primo bacio … ad Elsa pare che il cuore le debba uscire dal petto. Fino all’anno precedente aveva vissuto lontana da tutti, invece ora è circondata dall’affetto della gente, gli abbracci di Anna e adesso … l’amore. Ha incontrato un bellissimo giovane che oltretutto la comprende e la capisce perché è come lei. Cosa dirà Anna? Che diranno gli abitanti di Arrendelle? Jack non è un ragazzo come altri. Che ne sarà della loro storia? Poco importa ora, l’ha incontrato e sa di non poter più fare a meno di lui.


* * *

Il primo bacio … a Jack non pare vero. Dopo 317 anni di scorribande, giochi e mancanza assoluta di responsabilità, l’anno precedente ha trovato uno scopo nella vita. Adesso è un Guardiano dei bambini e ora ha incontrato lei, bella da togliere il fiato, capelli biondissimi e occhi azzurri, esile ed aggraziata come un fiocco di neve che danza nell’aria, ma soprattutto simile a lui. Cosa diranno gli altri Guardiani? Come potranno stare insieme? Poco importa ora, l’ha incontrata e non rinuncerà a lei. 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Scrivere questo capitolo è stato come fare un salto nel passato. Quali emozioni nuove fa nascere il primo bacio? La parte che mi è piaciuta di più scrivere è quella finale, quella dei pensieri dei due protagonisti: tanti dubbi, tante paure, e alla fine pensare solo che può andare così. L'amore nell'adolescenza ti scombina la vita ed ogni ostacolo sembra una montagna, perchè si è giovani ed inesperti, ma l'amore è l'amore ed è più forte delle paure...
Grazie ancora a tutti quelli che stanno leggendo la mia fanfiction!
A presto
Cinzia

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Capitolo 6
*** Il rifiuto ***


6 - IL RIFIUTO

Nel cielo risplende l’aurora boreale, segnale di raduno dei Guardiani. Babbo Natale è rientrato dalle vacanze … e ci sono guai in vista!
Quando Jack Frost raggiunge il quartier generale, Dentolina, Sandman e Calmoniglio sono già con Nord davanti il grande globo.
“Ci sono problemi?” domanda il ragazzo al gruppo impietrito ad osservarlo.
“Jack!” sussulta Dentolina portando le mani a coprirsi parte del viso in un gesto di stupore, copiata nel medesimo gesto da cinque fatine lì a suo seguito.
“Ma che hai fatto!” esclama Calmoniglio allibito.
Sandman a bocca aperta con un braccio teso gli punta il dito contro.
“Che cosa hai combinato!?” lo accusa Nord con mani sui fianchi e sguardo accigliato.
“Io? Che c’è? Non ho fatto niente.” Non capisce il Guardiano dell’Inverno che cosa ci sia in lui che non va.
Nord afferra per il cappello a punta il povero Din Don, il quale tiene in mano uno specchio che prontamente era andato a recuperare, e sorreggendo folletto e specchio, li piazza davanti il naso di Jack. In effetti qualcosa di strano c’è: tra i suoi candidi capelli spicca vistosa una ciocca castana, ma non sa assolutamente come possa essere capitato e il perché.
“Noi due faremo un discorsetto a tu per tu dopo.” Sentenzia Nord.
Ora c’è qualcosa di più urgente di cui parlare. Sul globo le luci che indicano i bambini sembrano essere tutte a posto, ma in un punto ben preciso, è comparso un alone nero. Un folletto arrampicatosi sulla grande sfera con straccio e sapone cerca di pulire la macchia, dovendo dopo poco arrendersi all’evidenza che di sporco non si tratta. Qualcosa di sinistro si sta per annunciare e le cinque Leggende, dopo un’attenta analisi, decidono sul da farsi. La zona in questione è da tenere sotto controllo. Bisogna indagare. Il volto di Jack si fa cupo nel vedere che il posto in questione non è molto distante da Arrendelle, ma il suo pensiero viene interrotto dalla voce tuonante di Nord:
“Adesso tu, ragazzo, segui me nel mio studio!”
Jack non pensa minimamente di protestare e zitto zitto segue l’omone nella stanza, anche se non ha ancora capito il perché.
“Un uccellino mi ha detto che stai frequentando una ragazza …”
“Un uccellino o una fatina!?” commenta sarcastico il Guardiano dell’Inverno.
“Jack non fare lo spiritoso, è una cosa seria!” sbotta l’uomo con aria cupa.
“E’ la ragazza di cui ti parlavo, esiste davvero! E’ come me! Cosa c’è di male?”
“Jack! Jack! Comunque è una mortale! Non va bene! Non va bene! … lo sento, in mia pancia!” e così dicendo Nord dimena una mano, come a voler mandare via una mosca, sulla ciocca castana del ragazzo.
“Tu la ami?” domanda poi, placando la voce e guardando con aria paterna il giovane, il quale, prendendo le parole più come un’accusa che come una domanda, non risponde e abbassa lo sguardo.
“Jack, ascolta: l’amore si vive in due, è una strada da percorrere insieme all’altro. Tu sei come i ghiacci perenni, lei è come neve che si scioglie al sole. Capisci?”
Ma per risposta il ragazzo se ne va. Con aria crucciata passa davanti agli altri Guardiani senza degnarli di uno sguardo, mentre questi lo osservano andare via senza dirgli nulla, non sapendo quale parola potrebbe essergli di conforto.


* * *

Anna è preoccupata per la sorella che di giorno in giorno è sempre più distratta.
Sì, nei pensieri di Elsa non c’è altro che Jack e all’improvviso, come se i suoi pensieri avessero preso forma, fiocchi di neve le cadono sulla testa mentre si ritrova sola in una stanza. Lei alza lo sguardo e vede sul lampadario, a penzoloni con la testa in giù, Jack Frost che la osserva divertito.
“Che ci fai qui, in pieno giorno?!” gli dice osservandolo a naso in su.
“Tanto nessuno in primavera pensa a me, nessuno mi vedrà!” ribadisce lui ciondolando appeso per aria.
“Sì, ma se qualcuno mi sentisse parlare, mi darebbe della pazza! Avanti vieni giù!” bisbiglia la ragazza, mente il Guardiano le obbedisce.
Uno davanti all’altra i due si guardano con l’aria trasognata, poi all’improvviso Elsa nota la ciocca castana tra i candidi capelli di Jack e il suo viso si fa preoccupato mentre chiede spiegazioni:
“E questa?”
“Oh, non so. Me la sono ritrovata questa mattina …” risponde il ragazzo toccando con due dita la ciocca scura.
Ad Elsa non può non venire in mente quello che era accaduto ad Anna quando erano bambine, quando senza volerlo aveva ferito la sorella con i suoi poteri, e tra i capelli biondo rame di lei era comparsa una ciocca bianca. E’ un cattivo presagio. Elsa non riesce a non pensare che non sia un segno del destino e il panico la assale, terrorizzata all’idea che a Jack possa accadere qualcosa di male.
“Jack, devi andare via. Non puoi rimanere qui adesso!” e decisa lo spinge verso l’uscita.
“Torno sta notte.” Sussurra lui senza toglierle lo sguardo di dosso, mentre lei continua a ripetergli:
“Vai! Vai!”
Rimasta sola Elsa crolla in un pianto disperato. Jack non si rende conto, ha un animo ingenuo e spensierato di natura, e comunque non può sapere cosa quella ciocca castana possa significare. E’ apparsa dopo la sera del loro primo bacio, un contatto tra loro che deve aver dato il via a qualcosa … qualcosa di non buono. Elsa deve allontanarlo per il suo bene, ma come fare? Poi un’idea, sciocca forse, ma l’unica che lei si sente di affrontare. Sparire per un po’. In fondo loro due si conoscono da poco e forse non farsi trovare sarà un segno preciso, un messaggio chiaro per il ragazzo che lei non lo vuole più vedere.
La cascina di montagna, Elsa deve nascondersi là e attendere…

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Ho visto che molti di voi hanno inserito la mia storia nelle seguite, ricordate e preferite. Colgo l'occasione per ringraziarvi ancora.
Per ricambiare il vostro entusiasmo vedrò di fare un altro disegno da postare con i prossimi capitoli!
Cinzia

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Capitolo 7
*** L'oscurità avanza ***


7 - L’OSCURITA’ AVANZA

“Ktristoff! Kristoff! Guarda!”
Anna sconvolta sventola davanti il naso dell’amato una lettera di sua sorella, nella quale la avvisa che si sarebbe assentata dal palazzo per qualche giorno e la prega di occuparsi delle sue faccende e di non preoccuparsi.
“Anna, non agitarti. Elsa è capace di badare a se stessa. Avrà voglia di starsene un po’ per conto suo. Avanti! Non potete stare sempre assieme. Lei ha la sua vita … e anche noi.”
Così dicendo, Kristoff abbraccia Anna e le dà un bacio sulla fronte.
“Sarà …” borbotta la principessa con aria perplessa.
“Ma secondo me c’è sotto qualcosa!” conclude poi incrociando le braccia sul petto e tenendo il broncio, mentre il ragazzo alza lo sguardo al cielo in un gesto di rassegnazione.


* * *

“Olaf, non c’era bisogno che venissi con me.” Afferma Elsa mentre cammina nel bosco seguita dal pupazzo di neve. Ma niente da fare, il piccoletto non le dà retta e come un’ombra segue i suoi passi.
“Figurati se ti lascio da sola! E se ti succede qualcosa? Ci penso io a te!” commenta Olaf ad alta voce, parlando più a se stesso che alla Regina.
Sulla montagna una grande cascina è nascosta tra il fitto dei boschi. Molto tempo fa era la tenuta di caccia del Re, ma da diversi anni è diventata un semplice luogo di villeggiatura per la famiglia reale. Elsa si sta dirigendo lì e vi trascorrerà qualche giorno nella speranza che il suo piano funzioni e che al suo ritorno a palazzo Jack non venga più a cercarla.


* * *

Un’ombra. Qualcuno fuori nel buio, sbircia, guarda, cerca attraverso le finestre del palazzo. E’ Jack. Non troverà Elsa questa notte, e neanche quella dopo, e quella dopo ancora. Si addentrerà nel palazzo anche durante il giorno, ma dai suoi abitanti sentirà solo dire che la Regina se ne è andata.
Perché è andata via? Perché non gli ha detto nulla?
Dall’essere un ragazzo vivace e gioioso, ogni giorno che passa Jack Frost diventa sempre più ombroso e solitario.


* * *

Nord e gli atri guardiani sono preoccupati. La macchia sul globo è sempre più scura, sembra quasi un buco nero. Le ricerche per ora non hanno portato a nulla. Niente sembra minacciare l’incolumità di quei luoghi indicati sulla grande sfera.
Se non bastasse, Nord, Dentolina, Sandy e Calmoniglio sono anche preoccupati per Jack Frost. Quando Sandman lo avvolge con la sua sabbia d’oro, anche lui come tutti, si addentra nel mondo dei sogni. E da un po’ fa sempre lo stesso sogno: è in un luogo come tanti altri e all’improvviso viene catturato dalla voce di Elsa che lo chiama. La Regina gli appare con le braccia protese in avanti verso di lui, ma un’ombra nera la avvolge e la trascina via. Jack si sveglia di soprassalto. Non sono sogni mandati da Sandy i suoi … ma incubi!


* * *

Nei meandri della terra, in una caverna buia e silenziosa, qualcosa di più nero dell’oscurità di quel luogo, si muove, striscia e trama.
“Bene! Bene! Mio insidioso incubo. Hai fatto un buon lavoro.”
Pitch Black! L’Uomo Nero. Il nemico numero uno dei Guardiani tesse la sua vendetta dopo l’ultima sconfitta. Jack Frost doveva starsene in disparte, al di fuori delle parti, non curarsi della disputa tra lui e i protettori dei bambini. L’anno scorso l’Uomo Nero aveva un piano infallibile! Sandman era nelle sue mani e gli incubi erano ormai nelle menti di tutti i bambini del pianeta. Ma quel ragazzino insolente passò dalla parte del nemico e con l’aiuto di piccoli mocciosi sconfisse i suoi incubi, liberò l’Uomo dei Sogni e decretò la sua fine … apparente … al mondo c’è sempre un’anima in pena, una creatura sofferente ad alimentare il suo potere. Adesso c’è un’anima in pena in più, un’anima preziosa. Sì, Jack Frost ha commesso un passo falso, ora è debole e Pitch può sperare nella sua vendetta. Già gli incubi si sono insidiati nella mente del giovane Guardiano. Gli spettri neri lo hanno spiato e il Signore delle Tenebre sa qual’ è il suo punto debole, ora deve solo spingerlo nel baratro. Basta poco: fare in modo che quello sciocco ritorni tra le braccia della giovane donna e per lui sarà la fine.


* * *

Anna non si dà pace. Non è preoccupata per l’incolumità della sorella, ma di sicuro c’è qualcosa che non va. Di certo Elsa ha un segreto, perché non se ne sarebbe mai andata in quel modo, con solo una lettera e senza dire niente, se non ci fosse stato qualcosa che non voleva farle sapere. Che la Regina abbia eretto di nuovo il castello di ghiaccio sull’alta montagna del nord?
No, questa volta no, non sarebbe arrivata a tanto. Poi ad Anna viene in mente la cascina nel bosco. Ultimamente lei, Kristoff ed Elsa avevano ripreso ad utilizzarla.
“Kristoff, io provo a cercarla alla cascina.” Annuncia Anna al ragazzo, decisa a fare quello che le passa per la testa.
“Sei sicura Anna?” chiede lui, sapendo già quale risposta aspettarsi, per poi dettare le sue condizioni:
“Vengo con te. Andiamo. Partiamo con Sven.”

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un saluto a tutti. Aspettavate il disegno? Presto, presto... sto lavorando per voi...
Al prossimo capitolo.
Cinzia

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Capitolo 8
*** Di nuovo insieme ***


8 - DI NUOVO INSIEME

Anna arrivata alla cascina, entra in casa chiamando la sorella a gran voce.
“Anna, cosa ci fai qui?” esclama Elsa, sbucando da una stanza.
Le due ragazze si ritrovano nella sala e vengono raggiunte da Olaf e Kristoff.
“Tu, che ci fai qui?! Perché sei andata via? Torna a casa con me!” la principessa supplica e chiede spiegazioni.
“Non ora. Fra qualche giorno …” le risponde la sorella con aria amareggiata.
“Ma perché?!” le domanda Anna.
“A causa di lui, vero?” si intromette nella conversazione il pupazzo di neve.
“Ma Olaf! Silenzio!” lo ammonisce Elsa.
“Lui, chi?” domanda sconvolta Anna.
“Perché non lo vuoi più vedere?” insiste Olaf.
“Olaf, silenzio!” di nuovo Elsa.
“C’è di mezzo un ragazzo?” domanda Kristoff ad Olaf, ormai incuriosito dalla situazione.
“Non vuoi vedere chi???” chiede ancora più allibita Anna alzando la voce.
“Jack Frost!!!” urlano in coro con tono esasperato Elsa e Olaf verso Anna e Kristoff.
La baraonda si placa all’improvviso. Secondi di silenzio scorrono tra i quattro presenti.
“Jack Frost? Quel Jack Frost? Mi state prendendo in giro?” chiede Anna con aria mesta.
“No!” le risponde Olaf, con un’espressione come volesse dirle:
“Ma mi hai visto? Ti pare che non puoi credere anche in questo?”
E la principessa, intuito il senso di quello sguardo, inarca un sopracciglio come per ammettere l’evidenza. In effetti! Poi si rivolge di nuovo alla sorella:
“Perché non me lo hai detto?”
“Volevo, ma è una faccenda complicata.” Ammette l’altra con lo sguardo triste e perso nel vuoto.
A questo punto Anna non vuole più discutere, ormai quello che è fatto è fatto. Intuendo vagamente le problematiche della situazione non desidera infierire oltre e decide di concludere lì la discussione:
“Adesso basta. Sta notte ci dormiremo su e domani ne riparleremo con più calma.”
Olaf esce dalla cascina per lasciare i ragazzi tranquilli e se ne va nella stalla da Sven. Anna e Kristoff salgono nelle stanze per prepararsi alla loro permanenza nella casa, mente Elsa si accascia sul sofà frastornata sempre più dagli ultimi eventi.

* * *

E’ quasi giunta la sera, ma per gli animi irrequieti la giornata sembra non finire mai.

* * *

Jack Frost vaga senza meta, in quella che dovrebbe essere la zona indicata dalla macchia nera sul grande globo del quartier generale. Si arrampica di ramo in ramo con agilità guardandosi attorno. Ad un certo punto, nota qualcosa tra la boscaglia. Sembra un’ombra. Il Guardiano cerca di avvicinarsi alla presenza, fino a quando riesce a individuare di cosa si tratti: è un incubo, uno scagnozzo di Pitch Black. Parte un inseguimento tra i due: Jack è dietro al nemico dall’incorporea essenza. Veloci, sempre più veloci, fino a quando davanti loro appare una grande casa. L’incubo scivola dentro l’edificio da sotto la porta, attraversa il salotto per poi svignarsela scappando su dal camino.
Il Guardiano apre la porta d’ingresso nell’intento di proseguire l’inseguimento, ma si arresta di colpo. Davanti a sé, incredulo, vede Elsa. Gli sguardi dei due si incrociano subito, non una parola esce dalle loro labbra, sono le espressioni dei volti ad esprimere ciò che provano in quel momento.
Stupore, dispiacere, preoccupazione e l’orrenda sensazione di aver tradito la fiducia di Jack, pervade l’animo della ragazza che sa perfettamente cosa stia provando lui in questo momento. Placato lo stupore iniziale, lo sguardo di Jack esprime tutta la sua delusione e amarezza. Il volto accigliato, stringe i pugni, fulmina con gli occhi Elsa e di scatto decide di girare le spalle e andare via.
Un’angoscia irrefrenabile pervade l’animo della Regina. Non può lasciarlo andare così. Elsa corre, corre fuori dalla porta per fermarlo. Si getta con tutto il peso del corpo su di lui, posando il viso sulla sua schiena e cingendogli la vita con le braccia, stringendolo il più forte possibile a sé.
“Ti prego perdonami! Perdonami! Non volevo ferirti, ma proteggerti.” Lo supplica la fanciulla tra le lacrime.
Jack afferra i polsi di Elsa liberandosi dal suo abbraccio, si volta e osserva i suoi occhi spauriti. Lo sguardo del ragazzo si distende e d’impeto la avvolge in un abbraccio. Un bacio appassionato. Jack senza discostare le labbra da quelle di lei, la solleva appena da terra e con Elsa tra le braccia varca la soglia della casa. La stretta si scioglie. La fanciulla prende per mano il ragazzo che la segue docilmente su per delle scale. Quindi porta il dito indice dell’altra mano davanti le labbra, nel segno di far silenzio, fissando il giovane negli occhi con sguardo malizioso.
Entrano in camera da letto.
I due ragazzi si guardano negli occhi, azzurri come laghi cristallini di montagna, per perdersi nel profondo di quella limpidezza in cerca della loro anima. Le dita scivolano sulle linee dei corpi come la neve che delicata si posa sulle colline, per poi affondare tra le morbide chiome come il vento gelido si insinua tra i prati della brughiera. La pelle pallida di entrambi si sveste per la prima volta, per donarsi l’uno all’altra come la natura li guida. Sono come cristalli di ghiaccio che si uniscono in un’unica forma che risplende sotto i raggi della luna, quella luna che nella notte li osserva dalla finestra, nascosta un po’ tra le nuvole come in un gesto di pudore.

* * *

I figli dell’inverno si sono incontrati e amati. Uno spirito immortale e l’altro mortale, uniti dallo stesso destino. Che inganno è mai questo?

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Eccoci arrivati al capitolo che più mi ha fatto penare. Come raccontare di una coppia giovane, del loro primo amore, del loro stare insieme, mantenendo la delicatezza del racconto? Senza rischiare di stonare, senza eccedere, nel rispetto dei giovani che probabilmente leggono questa storia?
Credo di aver fatto uso di tutta la mia sensibilità per non dover rinunciare a questa parte del racconto, per non abandonare l'idea a causa di falsi moralismi, perchè comunque si parla di esperienze di vita di ognuno di noi.
(Qui però mi permetto di fare la mamma bacchettona, anche se mamma ancora non sono... mi rivolgo ai giovanissimi: fate i bravi, eh! Vi ricordo che i protagonisti della mia fanfic sono maggiorenni!)
E visto che siete in tanti a seguirmi, ecco il regalo che vi avevo promesso. Un altro disegno dedicato a tutti voi.
Al prossimo capitolo
Cinzia

DI NUOVO INSIEME
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf5529.jpg 

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Capitolo 9
*** L'incantesimo ***


9 - L’INCANTESIMO

Al Polo Nord, nel quartier generale di Babbo Natale, è stato di massima allerta. La strana macchia sul globo si è ridotta, ora sembra essersi trasformata in una di quelle lucine che stanno ad indicare l’anima dei bambini, ma invece di brillare come una stellina è nera come la pece. Cosa vuol dire?  Cosa succede?


* * *

Manca qualche ora al tramonto e la luna è ancora luminosa nel cielo. Dalla finestra della cascina entra dell’aria fredda che scivolando sulla pelle di Elsa si tramuta in un brivido lungo la schiena destandola dal sonno. La giovane apre gli occhi, si siede sul letto, per poi posare un amorevole sguardo su Jack.
Ma ...
Le sembra che il suo cuore si debba fermare da un momento all’altro. Si china sopra il ragazzo voltato dalla parte opposta, dandole la schiena, e guarda il suo volto mentre dorme. Sì ... è proprio lui ... allora perché i suoi capelli sono completamente castani? Ad Elsa pare che il suo peggior incubo si sia avverato. Chiama ripetutamente Jack, ma lui non si sveglia, così posa l’orecchio sul suo petto per poi rilasciare un sospiro di sollievo, il suo cuore batte ancora.
Aiuto! Deve cercare aiuto. Ma da chi?
Jack Frost le aveva raccontato di Nord, Dentolina, Sandman e Calmoniglio e del loro compito nel proteggere i bambini, di quanto per lui sono la cosa più vicina ad una famiglia e da quei racconti, Elsa aveva capito che Nord era una guida per tutti gli altri.
La ragazza corre giù dalle scale, esce dalla casa d’impeto e si arresta nel prato. I primi bagliori del giorno avanzano e lei, lo sguardo puntato alla luna, chiama a gran voce:
“Nord! Nord! Vieni! Jack ha bisogno di te!” per poi crollare in ginocchio.

* * *

Manny osserva dall’alto. Di rado l’Uomo della Luna è intervenuto in questioni mortali, ma questa volta non può stare in silenzio. Dal lucernario della cupola del quartier generale, il riverbero della luna entra ad illuminare il salone del globo e Manny parla a Nord. Il grande omone non ha dubbi, uno dei Guardiani è in pericolo perciò bisogna intervenire. E così un’aurora boreale sovrasta il cielo: Dentolina, Sandman e Calmoniglio sono chiamati a rapporto.
Pochi minuti e la slitta trainata dalle renne vola, vola più velocemente possibile ...

* * *

Anna e Kristoff si svegliano all’improvviso sorpresi nel sentire delle urla provenire dall’esterno. La principessa si affaccia alla finestra e vedendo la sorella disperata e accasciata al suolo, corre a soccorrerla, ma non fa in tempo a mettere piede fuori di casa, che davanti alle due ragazze atterra la slitta con i suoi insoliti passeggeri.
“Oh, mio Dio! Non ci posso credere!” esclama Anna alla vista di tutto ciò.
“Babbo Natale ... le Leggende ...” l’unica cosa che riesce a pronunciare Elsa.
“Maestà, ci avete chiamato? Che succede?” tuona preoccupato l’uomo a capo della strana combriccola.
“Oh, Nord! Jack è ... ti prego fai qualcosa!” e così dicendo Elsa fa strada all’intero gruppo su per le scale fino ad arrivare alla porta della camera.
Nord non crede ai suoi occhi: sul letto Jack giace privo di sensi con sembianze umane.
“Questo è un sortilegio.” sentenzia, per poi rivolgersi ai presenti:
“Non posso fare nulla. Non è in mio potere ...” .
Dentolina scoppia a piangere, Calmoniglio abbassa sconsolato le orecchie, Sandy non ha il coraggio di guardare, Elsa viene sorretta da Nord, mentre Anna è sconvolta dalla surreale situazione. Qualcuno alle loro spalle propone:
“Dovremmo portarlo da Gran Papà.”
Tra il completo silenzio dei presenti, tutti gli occhi sono puntati su Kristoff.
“Sì! Gran Papà!” esclama entusiasta Olaf sbucando da dietro le gambe del ragazzo.
Scoppia un caotico vociare nel quale ognuno dice la sua, fino a quando Nord zittisce tutti esclamando a gran voce:
“Cosa stiamo aspettando? Andiamo!”

* * *

In una nebbiosa radura oscurata dalle fronde degli alberi, il terreno è pezzato da grossi e tondi massi sui quali, come un manto, cresce rigoglioso del verde brillante muschio. Silenzio tutto attorno, a parte i soliti suoni della foresta, fino a quando la tranquillità non viene interrotta da un concitato tintinnare di campanelli, un tonfo assordante accompagnato da uno scalpiccio di zoccoli e un possente “Ohh!” a dare il comando di arresto. Dalla slitta scende Kristoff seguito da tutti gli altri.
In mezzo alla radura il ragazzo chiama i suoi amici e di risposta i massi circostanti tremano e rotolano fino ad aprirsi come boccioli in fiore, facendo apparire delle simpatiche faccette dai nasi grossi e gli occhi piccoli. Le tozze e piccole creature dei boschi circondano gli ospiti facendo un gran baccano, assalendoli con un chiacchiericcio che sembra non dover raggiungere fine.
“Troll!” esclama Calmoniglio un po’ sorpreso.
“Oh, ma che bei dentoni bianchi!” osserva Dentolina assalita da deformazione professionale.
Al richiamo dell’arrivo di Gran Papà scende il silenzio tutto d’un botto. Kristoff ragguaglia il vecchio troll del perché lui e gli altri si trovino lì, in cerca del suo aiuto, mentre Nord si fa avanti con Jack tra le braccia. Tutti i presenti, con il fiato sospeso, hanno gli occhi puntati su Gran Papà e il ragazzo. Dopo un’attenta analisi il saggio troll sentenzia:
“Posso destarlo dall’oblio in cui si trova ma nulla di più. Purtroppo non sarà più Jack Frost ...”  e così dicendo muove le mani sopra la testa del ragazzo facendo il contro-incantesimo.
“Che cosa vuol dire?” chiede Elsa preoccupata.
“Non può essere! Come faremo il prossimo inverno? Non possiamo perdere un Guardiano o perderemo i sogni dei bambini, adesso loro credono in lui!” commenta Calmoniglio rivolgendosi agli altri Guardiani.
“L’Uomo della Luna ha dato vita a Jack Frost, solo lui può dare una risposta.” afferma Nord, per poi aggiungere:
“Torniamo a casa. Parlerò con Manny.”
“Vengo con voi!” interviene la Regina.
“Ma Elsa ...” obietta Anna, subito interrotta dalla sorella:
“Anna, ti prego, cerca di capire. Devo aiutarli. Solo io posso sostituire Jack, se non torna ad essere se stesso prima dell’inverno. Occupati tu del regno nel frattempo.”
Lo sguardo di Nord e gli altri si illumina. Sì, c’è ancora una speranza. Devono trovare il modo di far tornare Jack Frost quello che era. Ed è vero, solo la Regina di Arrendelle può sostituirlo se dovesse arrivare prima l’inverno.
Uno sguardo d’intesa tra i presenti e tutto è deciso. Si ritorna al Polo Nord.

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Capitolo 10
*** Il piano ***


10 - IL PIANO

Un incubo striscia, fugge via dalla radura senza farsi notare e si insinua nei meandri della terra, giù nel buio più profondo, tornando dal suo padrone:
“Ottimo, mia perfida creatura! Jack Frost è fuori dai giochi ed ora gli altri Guardiani sono più vulnerabili. Allerta gli altri incubi. Presto mi prenderò la mia rivincita!”

* * *

I Guardiani sono ritornati al Polo Nord insieme ad Elsa. Appena la luna fa capolino dal lucernario, Nord pone a Manny le sue domande, mentre in un’altra stanza, la Regina è al capezzale di Jack Frost circondata dagli altri, tutti in attesa che il ragazzo si svegli. Calmoniglio cerca di intavolare un discorso con la giovane, tanto per spezzare l’attesa facendo un po’ di conoscenza. Mentre i due conversano, Elsa osserva Sandy assopito in un angolo della stanza e nota la sabbia d’oro aleggiargli sopra la testa e prendere la forma di ciò che il piccolo uomo sta sognando; poi volge l’attenzione su Dentolina che non distoglie lo sguardo da Jack, se non per lanciare qualche occhiata a lei, la sconosciuta che ha rubato il cuore del suo adorato Jack Frost. Infine la fatina prende coraggio, si avvicina ad Elsa e sfacciatamente le ronza attorno cercando di osservare la sua dentatura, per poi ritirarsi in disparte scusandosi del suo comportamento … quando vede dei denti perfetti non resiste!
Finalmente Nord compare nella stanza e mentre tutti sono in attesa che l’uomo riporti le parole di Manny, Jack si sveglia dal suo involontario riposo. Il ragazzo si siede sul letto e si guarda attorno per poi chiedere ai presenti:
“Chi siete? Dov’è mia sorella?”
Le facce allibite di chi lo osserva si tramutano in espressioni di pura preoccupazione.
“Jack, davvero non ti ricordi chi siamo?” chiede Dentolina.
Il ragazzo fa cenno di “NO” con la testa per poi stare in silenzio in attesa di risposte.
“Sembra essere tornato al periodo precedente … chiede di sua sorella!” fa presente Nord agli altri.
Il giovane, oltre ai suoi poteri, ha perso anche la memoria della sua vita come Guardiano. Strano però, non pare meravigliato delle insolite creature che gli stanno in torno, come se fosse normale veder parlare un coniglio di un metro e ottantacinque di altezza, una fata svolazzare come un colibrì e un piccolo omino che pare fatto di sabbia.
“E’ strano. Non sembra sorpreso nel vederci. Che i ricordi siano solo nascosti nella sua mente?” chiede Elsa a Babbo Natale.
“Manny dice: la chiave sta nel suo centro.” proclama lui a tutti i presenti.
Ma di preciso cosa ciò voglia dire, nessuno lo sa.
All’improvviso irrompe nella stanza il folletto Din Don seguito dallo yeti Phil e con fare concitato  i due reclamano l’attenzione di Nord sul grande globo. Delle luci si stanno spegnendo, è il segno che dei bambini stanno perdendo la speranza. Ma perché?
Calata la notte Sandman e Calmoniglio escono in ricognizione, devono scoprire cosa stia accadendo. I due Guardiani si muovono veloci di città in città, cercando di casa in casa, fino a quando non scorgono le scie nere degli incubi sbucare dal buio, intenti a dirigersi verso le finestre delle camere dei bambini. Prontamente Calmoniglio sfodera il suo boomerang, colpendo e dissolvendo le negative presenze, mentre Sandy diffonde sogni dorati a protezione di ogni bimbo dormiente.
I due Guardiani a rientro dalla missione corrono a fare rapporto a Nord.
“Pitch è tornato! Sta diffondendo i suoi incubi. Sta cercando di nuovo di disilludere i bambini.” annuncia Calmoniglio.
“Non credo sia una coincidenza che si sia fatto avanti ora, che ci manca il supporto di Jack Frost.” è il pensiero espresso di Dentolina, mentre Sandy annuisce d’accordo con la fata.
“Ha tutta l’aria di vendetta su noi, ma soprattutto su Jack.” aggiunge Nord pensieroso.
Elsa, lì presente, si fa avanti e propone un piano:
“Lasciatemi tornare ad Arendelle con Jack. Io cercherò di fargli tornare la memoria, mentre voi proverete tenere a bada Pitch. Dobbiamo risolvere il problema prima che arrivi l’inverno, allora la mancanza di Jack Frost si farebbe sentire tra i bambini e voi con un alleato in meno sareste più deboli.”
Uno sguardo d’intesa tra i presenti e la decisione è presa. Tanto vale provare!

* * *

“Dove stiamo andando? Devo tornare a casa, mia sorella si starà chiedendo che fine ho fatto.”
domanda Jack ad Elsa, quando lei lo avvisa dell’imminente partenza.
La ragazza con aria di sconforto cerca di spiegargli la situazione:
“Oh, Jack! Sono passati 301 anni da allora … . Tu sei Jack Frost, il Guardiano dell’Inverno, la tua vita è dedita a proteggere i bambini insieme alle altre Leggende.”
Dicendogli questo, Elsa si avvicina a lui e, allungando una mano per accarezzargli il viso, non può non notare quanto sia ancora disarmante lo sguardo del ragazzo: anche se i suoi occhi ora sono scuri, il suo volto è sempre luminoso. Ad Elsa pare di vedere nelle iridi del Guardiano ancora delle pagliuzze azzurre brillare come schegge di ghiaccio. Sì, lei ne è convinta, c’è ancora speranza.
La giovane Regina riduce la distanza tra loro e sfiora con le labbra quelle di lui. Il ragazzo arretra leggermente con aria imbarazzata, mentre lei, continuando a guardarlo con sguardo languido, lo rassicura:
“Tempo fa, ho spezzato l’incantesimo che non mi permetteva di vederti e tu mi hai detto: hai creduto alla mia esistenza e mi hai cercato. Ti sto ancora cercando Jack. Devi ritornare ciò che sei, per i bambini, per gli altri Guardiani … per me.”
Il giovane non riesce a capire cosa questa sconosciuta e gli altri vogliano da lui, ma hanno un’aria familiare e sente di doversi fidare. Poi all’improvviso osserva la bella fanciulla guardarlo con un’espressione furbesca e chiedere:
“Questo non lo ricordi?”
Elsa fa apparire sul palmo della sua mano un bellissimo cristallo di neve che prende a salire fino al soffitto per poi esplodere trasformandosi in una lieve nevicata all’interno della stanza.
“Wow, come ci sei riuscita?!” risponde l’altro meravigliato.
“Prima lo potevi fare anche tu … . Dai andiamo! Ad Arrendelle ci aspettano.”
Così dicendo Elsa prende per mano Jack ed escono dalla stanza. La slitta di Babbo Natale li attende.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Ciao miei cari lettori!
Volevo lasciare una nota su questo capitolo. Elsa dice a Jack che sono passati 301 anni... non c'è uno sbaglio. Questo è stato il mio ragionamento: ho letto da qualche parte che Jack ha 317 anni (come ho scritto nel cap 5). Nel film lui afferma di vagare da 300 anni, da quando Manny lo ha trasformato. La mia storia è ambientata un anno dopo, quindi 300 + 1.
Nel capitolo 5 mantengo 317 (somma degli anni come umano e di quelli come "non umano") perchè Jack lo afferma in primavera, mentre è stato trasformato da Manny in inverno, momento in cui lui ha iniziato a contare gli anni come "non umano" (ovvero la sua morte)...
Praticamente dal mio ragionamento mancavano ancora parecchi mesi al suo compleanno.
Visto che tra pochi giorni è Natale, volevo augurarvi delle Magiche Feste....
Un caldo abbraccio a tutti!
Cinzia

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Capitolo 11
*** Un nuovo Guardiano ***


11 - UN NUOVO GUARDIANO

Era l’inizio della primavera quando Elsa e Jack si sono conosciuti, ora l’estate è passata e l’autunno è in corso … presto sarà inverno. In questo lasso di tempo, Nord e gli altri Guardiani non solo hanno dovuto occuparsi delle loro solite mansioni, ma sono stati anche costretti a contrastare gli incubi di Pitch, che di notte in notte si fanno più numerosi e aggressivi.
Dal loro ritorno ad Arrendelle, Elsa ha cercato in tutti i modi di far tornare la memoria a Jack Frost, ma senza alcun risultato. Un giorno la Regina era intenta ad osservare da lontano il ragazzo in compagnia di Olaf e Kristoff, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Anna era accanto a lei e cercava di consolarla:
“Fatti forza sorella, troveremo un modo … non ti arrendere.”
Ma da allora tanti altri giorni sono passati.

* * *

La chiave sta nel suo centro.
Elsa pensa e ripensa, deve trovare il modo di dare una svolta alla situazione.
Ormai l’inverno è alle porte …
Lo sa bene Nord, la fabbrica dei giocattoli è in piena attività e purtroppo quest’anno ha anche altro a cui pensare. Ormai il tempo è scaduto e i Guardiani sono alle strette, devono prendere una decisione riguardo la mancanza di Jack Frost.
L’uomo della Luna ha dato l’ordine, deve essere nominato un nuovo guardiano.
“Manny, sei sicuro? In fondo lei è una mortale.” chiede dubbioso Nord.
Ma ormai questa è la scelta …l’unica scelta.

* * *

Arriva il giorno in cui ad Arrendelle si ripresenta un ospite speciale. Babbo Natale entra nel salone principale del palazzo con tutto il suo seguito. Elsa lo attende davanti al trono. Presenti, lì accanto Anna, Kristoff, Olaf e ovviamente Jack.
“E’ inverno ormai. Manny ha deciso. Elsa, Regina di Arrendelle diventerai un Guardiano e prenderai il posto di Jack Frost, fino a quando non avremo trovato altra soluzione.” questo ciò che tuona con voce solenne Nord.
La ragazza annuisce con il capo e l’uomo prosegue:
“Giuri tu Elsa, Regina delle Nevi, di proteggere i bambini di tutto il mondo, di difendere a costo della tua vita loro, loro speranze, desideri e sogni, perché sono tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che siamo e tutto ciò che saremo per sempre.”
“Lo giuro.” è la risposta della fanciulla con un’espressione seria e tesa.
L’emozione è intensa per lei come il giorno della sua incoronazione, ma in realtà tutto è diverso. Allora aveva paura che il suo potere avesse il sopravvento sulle emozioni, adesso invece è consapevole delle sue capacità e sa che farà solo del bene … ecco, un pensiero entra nella sua mente … certo la chiave!
“Ho trovato la risposta!” urla all’improvviso Elsa spezzando l’atmosfera solenne del momento, per poi correre incontro a Nord.
“Io e Jack ci sentiamo liberi quando usiamo i nostri poteri! Siamo felici e ci dà uno scopo nella vita rendere felici gli altri. Jack deve rivedere lo sguardo dei bambini quando possono giocare con la neve e pattinare sul ghiaccio. Per questo ogni altro mio sforzo a fargli ricordare è stato invano. Portare gioia è il suo centro!”
E poi rivolgendosi al ragazzo:
“Jack, ti ho trovato! Devi venire con me. Devi vedere cosa facevi prima di dimenticare.”

* * *

E’ l’alba di un nuovo mattino e l’aria è fredda da giorni. Elsa sta camminando con Jack tra le strade ancora deserte di una tranquilla cittadina.
“Facciamo venire giù la prima nevicata! Niente scuola oggi! E vediamo cosa succede …” esclama la ragazza, che batte con forza un tacco sul terreno, facendo apparire della brina che pervade il suolo ed ogni cosa lì attorno, e poi alza le braccia al cielo come per richiamare a sé le nubi.
E la neve inizia a scendere via via sempre più copiosa.
I due ragazzi si nascondono al riparo da occhi indiscreti ed osservano.
Non devono aspettare molto per vedere i primi bambini uscire di casa gioiosi ed affondare le loro manine nella soffice neve per dare inizio a tanti giochi divertenti.
Mentre le risate echeggiano nell’aria, Elsa osserva lo sguardo di Jack: ha gli occhi che brillano, incantato e divertito per ciò che sta guardando. La ragazza gli sistema amorevolmente la sciarpa attorno al collo e poi spingendolo in avanti, lo incita:
“Dai, vai da loro…”
Jack la fissa sorpreso e incerto sul da farsi.
“Sei un mortale, non c’è bisogno che rimani qui nascosto.” precisa lei facendogli cenno di muoversi.
Così il giovane si lascia andare alla spensieratezza mentre la Regina lo osserva, fino a quando, all’improvviso, una palla di neve la colpisce. Jack davanti a lei ride divertito:
“Vieni anche tu!”
“No, Jack, mi vedranno, e non perché credono in me, ma perché sono una mortale.”
“Cosa ti importa? Sei comunque un Guardiano adesso. Credono che sia stato io a portare la neve. Nord mi ha raccontato che per lungo tempo il mio desiderio più grande è stato quello di poter essere visto dai bambini. Incontrarli, sapere che credono in te, è la cosa più bella. Non puoi rinunciare a questo per me.”
“Sì che posso. Sono qui per aiutarti …” così dicendo, Elsa guarda negli occhi il ragazzo. Un sussulto la pervade all’incontro dello sguardo di lui. Quindi prosegue:
“… e a quanto pare ci sto riuscendo …”
La giovane Regina vede nelle iridi di Jack alcune pagliuzze azzurre in più brillare tra il caldo color nocciola e nella folta chioma castana è apparso qualche capello argentato.
Che Jack Frost stia tornando?

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Capitolo 12
*** Richieste di aiuto ***


12 - RICHIESTE DI AIUTO

Di città in città l’inverno avanza, camminando sotto braccio al tempo che passa, come due vecchi amici intenti a passare un po’ di tempo assieme.
In una notte buia, senza stelle nel cielo, coperta da nubi bigie cariche di maltempo, i fiocchi di neve cominciano a scendere. Jack ed Elsa sono seduti sul tetto di una casa a guardare le scie dorate dei sogni avanzare sinuose, aleggiando nell’aria.
“Sandy è nei paraggi.” osserva lei.
“Puntuale come sempre.” fa notare lui.
Per poi scambiarsi uno sguardo di complice intesa.
All’improvviso sbuca davanti a loro Calmoniglio:
“Ragazzi datevi una mossa! Non state ad amoreggiare come due colombelle. Ho avvistato degli incubi qui in città. Da quando Pitch è tornato alla carica, mi tocca fare gli straordinari. E pensare che sarei distante dal periodo di Pasqua!”
Ed ecco, infatti, i due giovani vedono un incubo strisciare dentro una casa, per poi sentire il pianto di qualcuno. Elsa e Jack si affacciano alla finestra e vedono un neonato piangere disperato nella sua culla.
“Povero bambino, ha avuto un incubo!” osserva lei preoccupata.
Trovato il modo di intrufolarsi nella stanza, Jack fa ondeggiare la culla, mentre la bella Guardiana fa apparire animaletti di neve per rallegrare il bimbo e farlo smettere di piangere.
Dopo pochi minuti, nel silenzio si sente un lieve cigolio e la porta della stanza si apre appena. A far capolino con gli occhioni sgranati è una bambina dall’età di circa otto anni.
Elsa e Jack si guardano di sfuggita, per poi farle cenno di entrare in silenzio.
"Come ti chiami?” chiede la Regina alla padroncina di casa.
“Io sono Gerda e lui è il mio fratellino Kay … Sei una fata?” domanda la piccolina alla sconosciuta, mentre osserva i suoi prodigi.
“Sono Elsa, la Regina delle Nevi.”
“Ma non è Jack Frost a portare la neve?”
“E’ lui Jack Frost.” risponde Elsa indicando il ragazzo moro accanto a lei, ma allo sguardo incerto della bambina, precisa:
“Purtroppo ha perso i suoi poteri. Cosa ne dici Gerda se gli diamo una mano a ritrovarli?”
Così mentre i due guardiani fanno amicizia con nuovi piccoli amici, qualcuno sgattaiola via di tutta fretta tra le ombre ed il buio della notte.

* * *

Echeggiano e rimbombano le urla di Pitch tra le pareti di roccia, facendo sembrare il buio ancora più spaventoso. L’Uomo Nero cammina avanti ed indietro nell’anfratto, con gli occhi infuocati e sbracciandosi senza ritegno.
“Non è possibile! Quella donna è diventata il sesto guardiano! Ed è ad un passo da far riacquisire i poteri a Jack Frost! Questa volta farò di tutto, non rovineranno i miei piani! … Incubi venite, il vostro padrone vi ordina: attaccate!!!”
Un turbinio di sagome spaventose si muovono attorno all’Uomo Nero, per poi salire dal dirupo e sparpagliarsi in ogni direzione.

* * *

“Oh, guarda! Un occhio, è per un quarto azzurro!” esclama con soddisfazione Dentolina.
“A quanto pare la tua idea sta funzionando.” si congratula Calmoniglio con Elsa, mentre Sandman annuisce gioioso.
Yeti e folletti sono insieme ai Guardiani attorno a Jack, tutti osservano il suo volto, ammirando il nuovo risultato.
“Ricordi qualcosa?” chiede Nord al ragazzo, il quale però deve deludere ancora una volta i suoi amici:
“No, ho come l’impressione che certe cose siano familiari, ma non riesco a ricordare nulla di concreto.”
“Non ti rammaricare, è solo questione di tempo e vedrai che ritornerà tutto come prima.” questa è speranza che fiduciosa Elsa cerca di infondere nel ragazzo.
Sì, sarà pure una questione di tempo, ma manca poco alle festività e Nord fa un accorato appello agli altri Guardiani:
“Tra poco è Natale e gli attacchi degli incubi di Pitch, si stanno facendo sempre più aggressivi e frequenti. Quest’anno amici, avrò bisogno di aiuto, di tutti voi! Ho come l’impressione che nostro nemico stia tramando qualcosa … qualcosa di ben peggiore … lo sento, in mia pancia!”

* * *

Il destino apre le porte ad una notte diversa dalle altre. Anche la luna brilla piena in cielo, come se Manny stesse cercando di osservare prepotentemente in ogni dove, dando come può il suo contributo per aiutare i Guardiani.
Una sagoma nasconde dalla luce lunare una culla, mentre due occhi malvagi osservano il piccolo che ne giace dentro e lunghe, fredde mani lo afferrano portandolo via con sé.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

In questo capitolo appaiono Gerda e Kay. Anche questi due personaggi non mi appartengono, ma fanno parte della storia originale de "La Regina delle Nevi". Li ho rivisitati in chiave tutta mia per inserirli nella trama, per questo vogliono essere solo un cameo, un omaggio alla vera storia. Per chi non li conoscesse allego l'immagine della locandina del lungometraggio russo del 1957.
Una curiosità: il nome Gerda si legge "Gherda", lo so perchè è il nome di mia cognata. (La famiglia di mio marito è italo-tedesca). Kay si legge come è scritto.
Un saluto, al prossimo capitolo.
Cinzia

 

 

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Capitolo 13
*** La decisione ***


13 - LA DECISIONE

E’ stato di crisi al quartier generale, diverse lucine del grande globo si sono spente. E’ la prima volta che Nord si trova così in difficoltà. A pochi giorni dal Natale, periodo gioioso per eccellenza, si ritrova con i bambini distolti dal lieto evento e soggiogati dalle loro paure.
“Basta! Adesso è troppo! Dobbiamo stanare Pitch, affrontarlo e chiudere questa faccenda!” esclama arrabbiato Calmoniglio.
“Non possiamo più permettergli che ci condizioni in questo modo.” aggiunge Dentolina rivolta a Sandman, in cerca della sua approvazione.
“Dobbiamo cambiare strategia. Fino ad oggi abbiamo attaccato direttamente gli incubi, ma dobbiamo arrivare alla fonte. Per stanare Pitch dobbiamo seguire una delle sue creature.” questa è l’idea che pone Elsa al resto del gruppo, per poi proseguire:
“Non possiamo distogliere Nord dalle sue mansioni, lui deve andare avanti con i preparativi per il Natale. Al resto dobbiamo pensarci noi. Questo è il piano: voi proseguirete nel difendere i sogni dei bambini, mentre io cercherò di seguire un incubo nella speranza di trovare Pitch. … Jack, questa volta è meglio che tu resti qui, potrebbe essere pericoloso.”
“Non ci penso nemmeno!” ribatte il ragazzo deciso.
“Elsa è troppo pericoloso anche per te cercare da sola Pitch!” obietta Calmoniglio seguito dagli altri.
“Non c’è altra soluzione. Se tutti noi ci dedicassimo a seguire gli incubi, essi si accorgerebbero che c’è qualcosa sotto.” ribadisce la ragazza, trovando in questa argomentazione, le parole adatte per convincere gli altri.

* * *

Nella stanza che lo accoglie, ospite di Nord, da quando il suo corpo è tornato mortale, Jack è rannicchiato sul largo davanzale della finestra. Tra le sue mani stringe il bastone, scettro e tramite dei poteri di Jack Frost Guardiano dell’Inverno. Osserva l’oggetto come per cercare in ogni venatura del legno una traccia di quello che era, ma nessuna briciola di magia si trova in esso, perché era in lui la fonte di quella magia. Mentre è assorto nei pensieri, all’improvviso qualcuno bussa alla porta.
“Posso entrare?” chiede Elsa, varcando la soglia della camera, più per annunciarsi che per chiedere il permesso, e chiudendosi la porta alle spalle, si fa avanti nella stanza.
Jack distoglie lo sguardo dal bastone e posa gli occhi sulla ragazza che avanza nella penombra. E’ bella come un angelo nella sua lucente veste azzurra, e si domanda come faccia a non ricordare nulla di lei. In compenso sa che Elsa non l’ha mai lasciato solo un momento, dal giorno in cui lui ha aperto gli occhi in quella stanza e i suoi amici hanno scoperto che non rammentava assolutamente nulla della sua vita da Guardiano. Di certo c’era qualcosa di più di una semplice amicizia con la Regina. Peccato solo non ricordarselo!
“Mi sento inutile.” dice Jack spezzando il silenzio.
“Non dire così … hai già fatto qualche passo avanti. Secondo me manca poco e presto ricorderai … tutto.”
Il ragazzo non ha dubbi, nello sguardo della splendida fanciulla traspare tutto il sentimento che lei prova per lui.
“Elsa …” fa per dirle qualcosa, ma lei gli getta le braccia al collo in cerca di un suo abbraccio.
Jack contraccambia il suo gesto stringendola ai fianchi, per poi sussurrarle:
“Non ti lascio affrontare Pitch da sola. Vengo con te.”

* * *

L’intero mondo è lo scenario quotidiano dei Guardiani e pertanto un posto vale l’altro per iniziare a dare la caccia a Pitch. Comunque stando alle informazioni raccolte dalle Fatine di Dentolina, pare che una particolare concentrazione di incubi, sia presente nei pressi di una metropoli.
Elsa e Jack si ritrovano a girare per un grande parco cittadino, all’inseguimento di un nero rapace dagli occhi rossi, manifestazione corporea di un brutto sogno. Il giardino a quell’ora tarda è deserto e silenzioso, solo in lontananza si sente il rumore del traffico ancora presente sulle strade. La luna è momentaneamente coperta da una nuvola e il freddo pungente della notte invernale si fa sentire. Una leggera nebbiolina offusca i contorni appena illuminati dai pochi lampioni presenti, seppure la neve che ricopre ogni cosa li lumeggi con il riverbero della luce.
I due ragazzi si ritrovano da soli, nemmeno gli altri Guardiani sono nei paraggi, poiché sono intenti a difendere il sonno dei bambini nella grande parte dell’emisfero coperta dalla notte.
Il nero rapace plana e si posa sul ramo di un albero dalle fronde protese verso un laghetto. Jack ed Elsa l’hanno seguito di soppiatto e nascosti dietro dei cespugli osservano e valutano il da farsi. All'improvviso odono un lieve gemito di neonato provenire dall’altra sponda del laghetto, dove vedono apparire la longilinea sagoma grigia di Pitch.
“No! Jack guarda! Ha rapito il piccolo Kay!”
Elsa è sconvolta.
L’Uomo Nero ha violato una delle leggi universali: nella lotta eterna tra sogni e incubi, i pretendenti possono contendersi i bambini portando l’ago della bilancia a loro favore, dall’una o dall’altra parte, avendo così il potere sul mondo. Ma a nessun bambino deve essere in alcun modo fatto del male o prelevato a forza dalla sua abitazione.
E Pitch ha infranto questo punto fondamentale.

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Capitolo 14
*** L'attacco ***


14 - L’ATTACCO

In questa notte gli incubi non danno tregua. Calmoniglio, Dentolina e Sandman fanno davvero i salti mortali per contrastare i nemici e proteggere i bambini.
Sandy con una frusta di sabbia dorata fende l’aria colpendo gli incubi che si dissolvono come bolle di sapone. L’Uomo dei Sogni è preoccupato, ha come una brutta sensazione che lo attanaglia, non riesce a non pensare che qualcosa gli stia sfuggendo di mano.
In un altro luogo, Dentolina è spalleggiata dalle sue Fatine e per quanto tutte loro si battano bene, i brutti sogni sbucano fuori da ogni angolo. La nottata non promette nulla di buono e un presentimento negativo incalza nella mente della Fata dei Denti.
In un’altra cittadina il boomerang di Calmoniglio falcia le oscure presenze roteando a destra e a manca. 
“E’ una serataccia!” pensa tra sé e sé il coniglio, senza demordere dalla sua missione. Fino a quando ode un pianto. …
Gerda rannicchiata sul suo lettino piange disperata, poi all’improvviso il rumore di qualcosa che rotola sul pavimento attira la sua attenzione.
“Un uovo? … Un uovo di Pasqua? … Il Coniglietto Pasquale!” e la bimba non fa in tempo a finire la frase che davanti a lei appare un coniglietto … un coniglio … un coniglio gigante!
“Ciao Gerda, dai, non piangere. Hai fatto un incubo?” chiede Calmoniglio.
“Come fai a sapere come mi chiamo?” chiede la piccola smettendo di piangere e sgranando gli occhi dalla sorpresa.
“I Guardiani sanno i nomi di tutti i bambini. E poi mi ha parlato di te Elsa, la Regina delle Nevi.”
“Sì, Elsa, l’ho conosciuta, era con Jack Frost. Poi lui ha ritrovato i sui poteri?”
“No, non ancora, ma gli manca tanto così!” e facendo un gesto che sta ad indicare qualcosa di piccolo, il coniglio strizza un occhio alla bambina.
“Comunque non stavo piangendo a causa di un incubo. Sono triste perché l’Uomo Nero ha portato via il mio fratellino!”
Con le zampe a penzoloni e la bocca aperta, Calmoniglio si sente raggelare.
“Che cosa hai detto?” chiede di nuovo il Guardiano non convinto di aver sentito bene, o almeno questo è quello che lui spererebbe. Pitch stavolta ha proprio superato il limite, ha infranto la regola universale.
Calmoniglio si sofferma a pensare. Con una zampa si strofina il mento, lo sguardo accigliato fisso nel vuoto e borbotta a voce alta mentre Gerda attende silenziosa.
“Per tutte le uova da colorare! E’ una trappola! L’assalto massiccio degli incubi è uno stratagemma per separare noi Guardiani, e con Jack fuori uso, Elsa è da sola ad affrontare l’Uomo Nero. Pitch deve avere architettato qualcosa, i miei amici sono in pericolo!” 
Così dicendo Calmoniglio batte una zampa a terra e sul pavimento appare un buco, un portale che gli permette di raggiungere ogni posto nel mondo in un battibaleno. Il coniglio salta nella voragine mentre Gerda afferrando di fretta il cappotto gli urla:
“Hey, aspetta! Vengo con te!” 
Ed anche lei viene inghiottita dal tunnel.

*    *    *

Elsa, uscita allo scoperto, si ritrova faccia a faccia con Pitch. Tra di loro solo il laghetto dal perimetro modesto ma dalle acque profonde, tanto da sembrare un abisso nel parco cittadino. La sua superficie piatta riflette il buio della notte, fino all’incedere della Regina sulla riva. Allora la superficie scura si trasforma in un manto argenteo e la spessa lastra di ghiaccio diventa un ponte ad unire le sponde opposte. Elsa avanza decisa e minacciosa verso Pitch, ed alzando un braccio teso in avanti, ordina all’Uomo Nero:
“Dammi il bambino!”
Intanto Jack, al riparo dietro la siepe, osserva la scena, stringendo forte tra le mani il bastone, un tempo simbolo del suo potere. Non sa per quale motivo l’ha comunque portato con sé, in questa avventura, ma sentiva di doverlo fare. Il ragazzo ha lo sguardo puntato su Elsa e Pitch, il cuore gli batte forte e l’animo è assalito dalla frustrazione di non poter essere di aiuto. Cosa può fare lui, un comune mortale?
“Questa volta i Guardiani non riusciranno a fermarmi! E tu cosa credi di fare, di potermi battere? Uomo della Luna, chi hai mandato per contrastarmi?” domanda Pitch alzando lo sguardo verso la bianca sfera ancora velata dalle nubi, per poi fissare di nuovo Elsa con sguardo maligno e proseguire:
“La Regina delle Nevi … sì, una regina mortale!”
All’improvviso da ogni scura ombra della notte, una decina di incubi appaiono dal nulla avventandosi su Elsa. Il ghiaccio sotto i piedi della ragazza si spezza e lei all’improvviso scompare nelle fredde acque, trascinata sul fondo dai neri sicari. Pitch osserva soddisfatto, mentre Jack urlando un “NO” disperato esce dal suo nascondiglio. I ricordi riaffiorano. Il ragazzo strige con la mano talmente forte il bastone che il ruvido legno scalfisce la sua pelle, permettendo ad un sottile filo di sangue di scivolare tra le venature. Corre il giovane verso la riva, mente il vento si alza violentemente a scoprire dalle nubi la luna, che posando la sua morbida luce negli occhi del ragazzo, fa brillare le iridi come una pioggia di stelle cadenti riscoprendo l’azzurro che era andato perso. Il vento corre ancora e accarezzando le ciocche dei capelli di Jack, posa un candido colore bianco sulla sua folta capigliatura. Il cuore per un secondo si arresta permettendo alla pelle di riappropriarsi del suo precedente delicato pallore. La luce della luna avvolge il ragazzo e mentre il cuore riprende a battere, il bastone tra le sue mani emana riverberi azzurrini.
Jack Frost è tornato!

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Capitolo 15
*** Il salvataggio ***


15 - IL SALVATAGGIO

Jack Frost è sulle sponde del laghetto, pronto a gettarsi tra le acque per salvare Elsa, ma Pitch ha l’argomento giusto per fermarlo:
“Salverai lei o il bambino?” minaccia l’Uomo Nero con aria beffarda.
A quelle parole il Guardiano si arresta, sa di essere in trappola. Il suo obbligo primario è quello di proteggere i bambini e Pitch questa volta fa sul serio. Jack non può rischiare che sia fatto del male al piccolo Kay ma Elsa può morire da un momento all’altro, già da più di un minuto la ragazza è sul fondo del laghetto trattenuta dagli incubi. Acquisito un atteggiamento fiero e minaccioso, Jack punta il bastone verso Pitch:
“Dammi il bambino! Hai infranto la regola universale. La pagherai per questo!”
Inaspettatamente, un buco appare nel terreno e ne esce Calmoniglio con Gerda per mano.
“Jack, vai, salva Elsa! Al bambino pensiamo noi!” urla il coniglio all’amico.
E mentre il Guardiano dell’Inverno si tuffa nelle gelide acque, Pitch sorregge il neonato in lacrime davanti a sé con l’intenzione di farsene scudo, senza prevedere che dietro di lui Dentolina è pronta a colpirlo. La fatina lo afferra per i capelli e tira il più forte possibile. L’Uomo Nero preso alla sprovvista, con un gesto involontario lancia in aria il piccolo Kay che viene afferrato prontamente da Sandman, il quale si trova ad aleggiare sopra la testa dell’uomo, sorretto da una nuvoletta di sabbia d’oro. Finalmente Kay sorride tra le braccia amorevoli di Sandy che lo fa addormentare regalandogli un bellissimo sogno.
Calmoniglio esulta soddisfatto per l’avvenuto salvataggio e lanciato il suo boomerang contro il nemico, lo colpisce allo stomaco costringendolo a piegarsi su se stesso per il dolore. Pitch chiama in suo soccorso gli incubi cercando di resistere, convinto che senza l’aiuto di Jack Frost, gli altri Guardiani non potranno comunque sconfiggerlo.

* * *

Mentre la battaglia imperversa, Jack immerso nelle buie acque del laghetto, cerca Elsa. Più il ragazzo scende nelle profondità e più sente i suoni provenienti dalla superficie divenire ovattati, fino a sparire nel silenzio surreale del fondale. Avanza nell’oscurità con l’aiuto del suo bastone che costantemente emana una luce azzurrina. Finalmente davanti a lui appare qualcosa. La Regina delle Nevi, ormai esanime, è intrappolata da spirali nere che si diramano come rovi ancorati nel fondale. Jack ormai teme il peggio, da interminabili minuti Elsa si trova immersa nel laghetto in quello stato. Il Guardiano non riuscendo a liberarla con la forza delle sole mani, usa i suoi poteri e posando il bastone sui neri rami li trasforma in ghiaccio che in seguito si sgretola sotto il suo tocco. Jack abbraccia la ragazza ormai consapevole che lei non è più in vita, mentre sente uscire dai suoi occhi calde e salate lacrime che vanno a dissolversi all’istante nelle fredde acque che lo avvolgono. Il Guardiano non vuole credere che questo sia il triste epilogo della loro storia. Se lui è ritornato ad essere Jack Frost il Guardiano dell’Inverno, è merito di Elsa, è tornato ad essere quello di un tempo solo per lei, perché non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male, ma non è riuscito a salvarla e questa realtà è una sofferenza troppo grande …

* * *

Mentre i Guardiani tengono testa a Pitch, più che mai determinato a non mollare, e nel contempo Jack trova Elsa, ormai priva di vita, la nebbiolina che offuscava ogni cosa all’improvviso scompare e la luna diventa più luminosa, apparendo quasi più grande e vicina. Il ghiaccio con il quale Elsa aveva ricoperto lo scuro specchio d’acqua si ritira, come a voler lasciare il posto alla bianca sfera che dal cielo si riflette maestosa sulla liscia superficie.
I contendenti, nel percepire che qualcosa sta accadendo, fermano le loro gesta e rimanendo in silenzio, osservano il cielo in attesa che un qualche evento si manifesti. I raggi di luce della luna prendono forza e si addentrano nella buia profondità del lago a raggiungere i due figli dell’Inverno avvolgendoli come in un abbraccio. Jack si scosta appena da Elsa e guarda il potere di Manny posarsi su di lei e cambiarla, trasformarla, fino quando gli occhi della ragazza non si aprono incrociando di nuovo quelli del giovane. Un istante che pare fermare il tempo, dove gli sguardi si fondono fino ad incontrare l’anima l’uno dell’altra e sentirsi per un momento al centro dell’universo. Il vincolo terreno che separava i due innamorati non esiste più, ora anche la fanciulla è un’immortale. La magica luce li riporta in superficie. Elsa e Jack affiorano dall’acqua per poi fluttuare mano nella mano, sospesi sopra lo specchio del lago con la luna, ancora sdoppiata dal suo riflesso, che sembra volerli elevare su un piatto d’argento, ad annunciare al mondo il Re e la Regina dell’Inverno.
I Guardiani insieme alla piccola Gerda e anche Pitch Black, osservano impietriti ed a bocca aperta.
Sono sempre loro, Jack ed Elsa, eppure appaiono così diversi, sembrano quasi essere un po’ più adulti. Sguardo fiero, portamento maestoso. Entrambi sfoggiano delle vesti bianche tempestate da cristalli di neve che brillano come diamanti. La Regina delle Nevi è più bella di una dea, con il candido abito che ne avvolge le linee del corpo e i capelli sciolti che cadono sulle spalle con qualche ciocca raccolta da azzurrini fiocchi di neve. Mentre Jack Frost è affascinante come non mai nel vestito che ne risalta il fisico longilineo.
Entrambi i giovani rivolgono uno sguardo minaccioso a Pitch, mentre è Jack a rompere il silenzio:
“E’ giunto per te il momento di pagare per aver violato la legge universale.”

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Tutto è bene quel che finisce bene! Per ora, almeno per la nostra amata coppia. Con questo capitolo troverete qui a seguito l'ultima fanart.
Alla prossima

Cinzia

IL RE E LA REGINA DELL'INVERNO
http://mc2a.altervista.org/alterpages/dscf4726-copia.jpg#gallery

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Capitolo 16
*** Un rientro vittorioso ***


16 - UN RIENTRO VITTORIOSO

Ripresosi dallo stupore nel vedersi di nuovo davanti Jack Frost ed Elsa, Pitch batte in ritirata. E’ ormai chiaro che non può nulla contro i Guardiani dell’Inverno. I due, però, attaccano insieme il nemico scatenando un’energia tale da dissolvere tutti gli incubi e colpire in pieno anche l’Uomo Nero che pare scomparire nel nulla, dopo essere stato travolto da una potente raffica di ghiaccio e neve. Non c’è da illudersi nella convinzione di aver sconfitto definitivamente l’eterno nemico, gli incubi saranno sempre in agguato, com’è vero che ogni notte arrivano i sogni di Sandman. Almeno l’equilibrio è stato ristabilito. Pitch non sarà un problema per un bel po’ e nella squadra dei Guardiani il gruppo è ritornato completo, anzi con un elemento in più.
Esultano Calmoniglio, Dentolina e Sandman mentre vanno in contro ai due ragazzi ed anche la piccola Gerda facendosi avanti esprime la sua gioia:
“Jach Frost sei tornato!” esclama la bambina abbracciandolo, mentre il piccolo Kay dorme ancora beato tra le braccia dell’Uomo dei Sogni.
“E’ molto tardi ormai. E’ ora di tornare a casa, prima che i vostri genitori si accorgano che non ci siete.” le dice il ragazzo con un bonario sorriso.
Il gruppetto si trova al centro del parco, ancora avvolti dal silenzio della notte, senza alcun segno dell’avvenuta battaglia come se mai nulla fosse accaduto. Calmoniglio batte la zampa sul terreno e tutta l’allegra combriccola scompare all’interno di un buco spazio-temporale.
Riportati i due piccoli umani nella loro abitazione, le Leggende tornano al quartier generale.

* * *

Per Nord è l’ultima notte disponibile per finire i preparativi. L’indomani sarà la vigilia di Natale. Da quando le altre Leggende sono partite per la missione contro Pitch, l’uomo è rimasto in apprensione, fino al momento in cui non ha visto sul grande globo riaccendersi completamente le bianche lucine. Questo vuol dire che tutto è andato per il meglio e che presto gli altri Guardiani faranno ritorno… Nord alza lo sguardo verso il lucernario dal quale vede la luna fare capolino e con aria sorniona la osserva per poi rivolgere le seguenti parole all’Uomo della Luna:
“Manny, Manny … me li hai tenuti d’occhio i ragazzi, ehh!”
Il tintinnio dei campanelli sui cappelli dei folletti in festa annuncia che i Guardiani sono tornati. Nord con un sorrisone stampato in faccia, abbraccia Calmoniglio, Dentolina e Sandy. In seguito con aria commossa guarda Jack Frost, lo afferra per le spalle, lo fissa per un secondo con sguardo pieno di orgoglio, per poi avvolgerlo nella sua possente stretta. Liberato il ragazzo dall’euforico gesto d’affetto, Nord punta i suoi occhi su Elsa, con delicatezza le fa un baciamano, infine le posa un braccio attorno alle spalle e le fa strada verso il retro bottega annunciando di avere un bella sorpresa per lei.
“Vedrai, vedrai, credo ti piacerà …” afferma l’omone rivolgendosi alla giovane, mente Jack e le altre Leggende fanno seguito dietro di loro.
Usciti all’esterno della casa, i Guardiani si trovano davanti ai loro occhi una slitta di cristallo talmente bella da sembrare un gioiello ed al traino quattro magnifiche renne albine con il manto così bianco da sembrare fatto di neve.
“Davvero è per me?” chiede la Regina meravigliata.
“Sorpresa! E’ un regalo di Natale, un po’ in anticipo ma … penso che dovresti andare a casa a passare le feste …”
Poi Nord si fa serio e guardando fisso Elsa negli occhi aggiunge:
“Manny mi ha detto cosa è successo. Ragazza mia … sai cosa vuol dire vero?”
La fanciulla fa un cenno di capo, ha capito perfettamente cosa Babbo Natale intende dire. Lei ora è un Guardiano a tutti gli effetti, una creatura immortale nata dalla luna. Il rientro ad Arrendelle sarà per dire addio, o quasi …

* * *

“Che avventura!” se ne esce Calmoniglio, pensando a tutto quello che è successo nell’ultimo periodo, per poi aggiungere:
“Menomale che adesso me ne ritorno nella mia tana.”
“Non me lo dire! Spero che a palazzo le mie fatine non siano rimaste in dietro con il lavoro. Avrei proprio bisogno di un po’ di riposo.” commenta Dentolina.
Poi i due salutano tutti e se ne vanno, seguiti da Sandy che dopo un cenno di mano, si lascia sfuggire un evidente sbadiglio e vola via sopra la sua nuvoletta dorata.
“Bene ragazzi, vi lascio anch’io. Vado a riposare un po’. Domani a giornata finita, sarà mia notte!”
E così dicendo Nord s’incammina verso le sue stanze lasciando soli Jack ed Elsa.
La Regina delle Nevi sale sulla slitta, ma il Guardiano dell’Inverno la ferma:
“Tutto bene?”
“Sì” risponde lei con espressione incerta.
“Elsa …” la riprende lui, chiamandola con un tono che sta ad indicare quanto sia stata eloquente la bugia nella sua risposta.
Quando Jack fu trasformato da Manny, non ricordava nulla della sua vita da umano e non ebbe la possibilità di dire addio alla sua famiglia. Per Elsa è diverso, tutto è diverso rispetto alla sua esperienza. Eppure lui si sente così vicino alla ragazza e ben può immaginare quanto possa essere difficile dover tornare ad Arrendelle, dai suoi cari, ed annunciare che lei è cambiata e che non potrà più restare con loro.
Jack reclina la testa a cercare gli occhi della fanciulla, mentre lei fissa il vuoto con il capo basso e  il viso nascosto dalla chioma di capelli che le cade in avanti lungo le spalle.
“Vengo con te.”
Alle parole del giovane Elsa alza il viso. Lui è lì davanti a lei. La guarda con un’espressione serena ma intensa come volerle infondere fiducia. Ecco il suo solito sguardo accattivante, quello che a lei fa battere il cuore tanto da lasciarla ogni volta disarmata, e rendendosene conto, le sue guance si colorano di un lieve rossore. Elsa sperava di sentire quelle parole. Si sposta da un lato della seduta facendo posto accanto a lei. Jack sale e la slitta parte immediatamente sparendo poco dopo in un magico portale. 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Questa volta vi devo fare le mie scuse...due volte! La prima perchè, sono in ritardo di una settimana nel postare e la seconda perchè ho risposto ad un paio di recensioni dicendo che mancano due capitoli, invece ne mancano tre! Ops! Ricordavo male! Bene... alla prossima allora!
Cinzia

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Capitolo 17
*** Il ritorno della Regina ***


17 – IL RITORNO DELLA REGINA

E’ una bella mattina ad Arrendelle. Il cielo è sereno e il debole sole invernale fa brillare la neve che dall’inizio dell’inverno copre ogni cosa, dalle alte montagne circostanti al piccolo regno.
E’ la vigilia di Natale. Tutti sono affaccendati a sistemare gli ultimi addobbi e preparare il cenone.
Anche a palazzo Anna sta dando disposizioni alla servitù con Olaf al suo fianco a darle una mano, mentre Kristoff, a rientro da un giro in paese con Sven, la raggiunge nel salone principale facendosi avanti con gli scarponi ancora coperti di neve.
“Kristoff! Guarda cosa stai facendo! Stai lasciando pozzanghere d’acqua ovunque!” lo ammonisce la Principessa, con aria arrabbiata.
“E allora lui?” risponde il giovane con il dito puntato verso il pupazzo di neve, che si trova troppo vicino al fuoco del camino e sta cominciando a sciogliersi.
“Olaf spostati da lì!” lo sprona Anna preoccupata, e nel contempo sempre più arrabbiata.
“Ma io sono giustificato!” risponde l’omino di neve all’amico mentre si sposta dal focolare.
Anna decide di ignorarli e riprende a impacchettare regali trafficando con carta colorata e facendo volare rimasugli di nastri e fiocchi tutt’intorno.
Kristoff osserva l’amata e sapendo bene il motivo del suo cattivo umore, le si avvicina, per poi posare una mano sulla sua spalla e dirle con tono amorevole:
“Vedrai che si farà viva per Natale ...”
Da quando Elsa se ne è andata via con i Guardiani, ancora in autunno, ad Arrendelle non si sono più avute notizie di loro ed Anna è preoccupata e triste perché la sorella le manca davvero tanto.
“Se Jack Frost si fosse rimesso a quest’ora la Regina sarebbe già tornata. Lo sai che se la neve è arrivata anche questo inverno è merito di Elsa. Speriamo che il ragazzo di tua sorella si rimetta presto.”
“Il cosa!?” risponde Anna indispettita alla provocazione di Kristoff, mentre lui se la ride divertito.

* * *

Il destino vuole che il desiderio della Principessa venga esaudito di lì a breve. Una guardia irrompe nel salone annunciando che la Regina sta rientrando a palazzo.
Elsa, Kristoff ed Olaf si precipitano nel cortile, mentre la slitta varca il portoni delle mura lasciando tutti a bocca aperta. La slitta si ferma. Lo scalpiccio degli zoccoli si arresta. Il suono dei campanelli che decorano le bardature si affievolisce. La Regina delle Nevi scende d’impeto ad abbracciare la sorella.
“Elsa finalmente sei tornata! Fatti vedere … sei bellissima!”
“Oh, Anna! Mi siete mancati!”
Dopo il tanto desiderato abbraccio con la sorella, Anna posa lo sguardo su Jack Frost. Il ragazzo appare diverso da come lei l’aveva visto la prima volta, sembra un’altra persona. Il giovane senza memoria che è stato loro ospite non esiste più ed ora la Principessa si ritrova davanti un ragazzo che trasmette dallo sguardo l’esperienza di una vita centenaria. Come se fosse davanti a lui per la prima volta Anna si sente in imbarazzo. Chi invece è sempre spontaneo e non si fa intimorire da nulla sono Kristoff e Olaf che salutano calorosamente.
“Oh, wow! Ragazzi questa sì è una slitta!” commenta poi Kristoff ammirato dal magnifico mezzo di trasporto, mentre fa il suo ingresso nel cortile anche Sven, che alla vista delle quattro bellissime renne strabuzza gli occhi per poi avvicinarsi a loro con l’aria da adulatore.
“Hey, Sven, comportati bene!” lo rimprovera l’amico di sempre. 
Anna osserva i presenti e sorride … si prospetta un bel Natale.

* * *

Giusto il tempo di raccontarsi reciprocamente lo svolgersi degli eventi dalla loro separazione, che Elsa annuncia ad Anna di doverle parlare di una questione importante. La Regina ha ommesso il non piccolo dettaglio che lei … beh! Non è più umana!
“Anna, io volevo dirti che …”
“Non è un po’ troppo presto per il matrimonio?” la interrompe la Principessa, proseguendo poi senza lasciare il tempo alla sorella di ribattere:
“Sì insomma, parlo proprio io che appunto l’anno scorso … sì, infatti tu non volevi e adesso invece … oh, beh, considerando che è vero amore …siete fatti l’uno per l’altra … sì ok!”
“Anna! Cosa stai dicendo? Matrimonio io? … No.” ribatte allibita Elsa.
“Ah, … no? … e allora cosa?”
“Non posso più essere la Regina di Arrendelle.”
“Cosa? E perché?”
“Perché sono la Regina delle Nevi.”
“Cosa vuol dire?”
“Che sono un Guardiano dei bambini.”
“Come hai potuto farmi questo!?”
“Perché sono … morta nel laghetto?”
Elsa guarda la sorella con un sorriso ridicolo e forzato, con le mani dietro la schiena e le spalle alzate, neanche fosse una bambina che ha appena ammesso una marachella.
Silenzio.
Anna impietrita, ad occhi sbarrati, si ripete nella mente le parole appena dette dalla sorella, e alla fine cade a terra svenuta.

* * *

Anna ancora priva di sensi è distesa su un divanetto, mentre Kristoff inginocchiato davanti a lei, le tiene una mano. Elsa è seduta su un bracciolo con Jack in piedi al suo fianco ed Olaf, lì vicino, sventola un fazzoletto per fare aria alla ragazza svenuta.
“Certo che potevi dirglielo in maniera più delicata.” dice Kristoff rivolto ad Elsa.
“Una cosa del genere in qualsiasi modo si dica, fa lo stesso effetto.” precisa lei con aria rammaricata.
“Certo, le hai detto che sei morta!” rimarca Jack, divertito dall’insolita situazione.
Anna finalmente si riprende, si mette seduta e facendo mente locale sulle ultime cose apprese dalla sorella, porta le mani a coprirsi le guance esclamando con aria sconvolta:
“Oooh, e adesso cosa facciamo?!”
“Semplice, prendi il mio posto come Regina di Arrendelle.” risponde candidamente la giovane Guardiana.
“No, no, no! E mi lasci da sola a gestire il regno?” reclama la Principessa, per nulla convinta della proposta.
“Non sei da sola, a breve ti sposerai con Kristoff. Ed io potrei venirti a trovare in estate, ed in inverno quando porterò con Jack la neve ad Arrendelle.”
Anna si sofferma a soppesare le parole della Regina, e mentre la guarda accanto al Guardiano dell’Inverno, non può non comprendere: la realtà dei fatti è che Elsa e Jack sembrano essere nati per stare insieme e quella dell’abdicazione di Elsa a suo favore è di certo la soluzione più ovvia. 

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Capitolo 18
*** Legame eterno ***


18 - LEGAME ETERNO

La Sovrana è appena tornata e per il regno di Arrendelle si prospettano altri cambiamenti.
Ormai la decisione è presa: Elsa lascerà il trono ad Anna, la quale convolerà a nozze con Kristoff in primavera, mentre lei si dedicherà alla sua nuova vita da Guardiano. Anche Olaf partirà con la Regina delle Nevi, avendo espresso il desiderio di seguire colei che lo ha creato.
Il momento più magico della vigilia di Natale incalza. La cena è passata da ore, tutti sono andati a dormire e nel cuore della notte, Babbo Natale farà la sua apparizione per consegnare i doni.

* * *

Nella grande sala le candele sono quasi consumate mentre il fuoco si sta spegnendo nel caminetto lasciando il buio e il freddo ad impossessarsi della stanza. Solo poca luce entra dalle finestre anche se i pesanti tendaggi sono ancora aperti. Elsa cammina a passo leggero lungo le pareti, passando di vetrata in vetrata, osservando fuori il cielo stellato e ricordando a voce alta, con aria trasognata, a volte malinconica, quando era bambina. Jack ascolta senza proferire parola, mentre segue la fanciulla stando pochi passi dietro di lei.
“Qualche rimpianto?” chiede il ragazzo dopo la conclusione del racconto.
“No, nessuno.” risponde la fanciulla girandosi di scatto ad osservarlo.
Lui le porge una mano e lei senza indugio vi pone la sua. Un passo, due passi … verso il giovane fino ad esserci un niente tra di loro. Poca la luce che a malapena delinea i corpi dei due ragazzi. Silenzio. Gli occhi si socchiudono, i visi si avvicinano, le labbra si sfiorano …
Un tonfo …
Un tonfo improvviso viene dal caminetto. Jack ed Elsa guardano in quella direzione.
“Buona sera ragazzi! Spero di non aver interrotto nulla.” tuona allegramente un possente omone apparso nella sala.
“Buona sera Nord!” lo salutano i due giovani, avvicinandosi a lui, sorridendo rassegnati per la perdita del romantico momento.
“Come procede la nottata?” chiede Jack incrociando le braccia e osservando l’uomo indaffarato a lasciare doni davanti il grande abete addobbato che adorna la stanza.
“Bene, bene ragazzi! Sono proprio contento! … e tu Elsa? Tutto a posto con i tuoi cari?”
“Si può dire di sì …”
“Allora vi aspetto presto. Alla prossima …”
E così dicendo Babbo Natale si affretta ad andare via per proseguire la consegna dei regali.

* * *

“Vieni con me …” sussurra con voce soave Elsa, facendo strada lungo i corridoi.
“Dove stiamo andando?” le domanda Jack seguendola.
“Saliamo, andiamo sul tetto, voglio vedere il fiordo dall’alto, ma da qui, da palazzo.”
I due ragazzi entrano nella camera della regina, aprono la finestra e salgono sul tetto.
E’ una notte limpida e serena, non c’è neanche un minimo di vento. Il freddo è comunque pungente, ma i figli dell’inverno non lo possono sentire. Seduti uno accanto all’altra, osservano il fiordo innevato avvolto dalla notte e l’orizzonte del mare quasi ghiacciato confondersi nel buio. La luna piena, splendida nel suo candore, brilla in cielo accompagnata dalle stelle.
“Buona sera Manny, Uomo della Luna! A te devo una nuova vita, una vita eterna, a seguire la più nobile delle mansioni: proteggere le anime dei più puri. Hai dato un senso a ciò che sono. Hai dato risposta alla mia domanda di sempre: perché dalle mie mani nascono ghiaccio e neve? Sono Elsa, la Regina delle Nevi e a questo mondo dono la mia vita eterna. ”
La ragazza rivolge tali parole alla bianca sfera. Poi sia lei che Jack distolgono gli occhi da essa per far incontrare i loro sguardi.
Anche Jack Frost sa di dovere molto a Manny: per la sua vita da Guardiano, per il compito che ne compete e per aver salvato la fanciulla che ama. Nel resto dell’eternità che lo aspetta, non sarà più da solo. Ora sa cosa sia l’amore. Lui non è più come “ghiaccio eterno” contrapposto a lei che era come “neve al sole”, adesso possono percorrere la strada insieme, nel modo in cui aveva cercato un tempo di spiegargli Nord.
“Il mio cuore sarà tuo per sempre, com’è vero che i raggi della luna brilleranno su di noi in eterno.” sussurra il ragazzo con le labbra a sfiorare quelle dell’amata.
“Oh, Jack! Una vita eterna non basterà a dirti quanto ti amo.” con flebile voce dichiara Elsa per poi sciogliersi tra le braccia di Jack e lasciarsi andare nel suo caldo bacio.

* * *

Un fiocco di neve scende lieve dal cielo, sospinto da un alito di vento, danza leggero, libero nell’aria.
Un soffio di brezza ancora ed un secondo fiocco di neve scende giù.
I due corpi plasmati dal gelo s’incontrano e danzano insieme: si rincorrono, volteggiano, sfuggono l’un l’altro, per poi riavvicinarsi, sfiorarsi, abbracciarsi, unirsi fino a risplendere in un unico cristallo.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Siamo arrivati alla conclusione della storia. Quando l'ho scritta non avrei mai immaginato che sareste stati così in tanti a leggerla. Quindi, volevo ringraziare tutti voi ed in particolare chi mi ha lasciato recensioni. Un caldo abbraccio a tutti e vi auguro di vivere una vita piena di Vero Amore. Un abbraccio.
Cinzia

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