Love,Money and Lies

di BlueDy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La multinazionale ***
Capitolo 2: *** Sfuriata in ufficio ***
Capitolo 3: *** Conversazioni,ricordi e... contratti? ***
Capitolo 4: *** "Ti amerò per sempre" ***



Capitolo 1
*** La multinazionale ***


                                                                                  Nina

"Svegliati Nina,fatti forza,oggi è un altro lunedì in quell'azienda" pensai rannicchiandomi sotto le coperte. Ogni mattina era la solita storia,non che il mio lavoro non mi piacesse,anzi però diciamo che non avevo proprio il miglior capo del mondo. 
Scesi giù dal letto e mi trascinai sotto il getto d'acqua caldo della doccia. Quello era forse il momento migliore di tutta la giornata che stavo per affrontare. Assaporai ogni minuscola goccia che mi scivolava addosso e mi feci cullare da tutto il vapore che si era creato. 
"Nina,Nina. Esci dalla doccia,ora tocca a me". Quella voce mi riportò alla realtà. Una voce così acuta non poteva essere confusa; Caroline.
"Ok,Caro,sto uscendo. Ma non potevi alzarti un po' prima? Sappi che non ti aspetterò per andare al lavoro"dissi prendendo al volo un asciugamano.
"Sai benissimo che non lo faresti mai,mia dolce Nina" rispose a tono Caroline.
Sgattaiolai in camera ed indossai la gonna nera e un camicetta bianca; avevo solo 22 anni e non volevo sembrare una delle tante donne vissute che vedevo arrivare, rassegnate, in ufficio. Cercai di sistemare i riccioli rossi che ondeggiavano sul mio viso,misi un leggero rossetto,un filo di mascara e via. 

"Grazie per averci portate in ufficio,Joe", disse Caroline rivolgendo un sorriso all'autista.
"Dovere,signorine" ricambiò.
Trascinai giù dall'auto Caro per non arrivare in ritardo al lavoro,anche oggi. 
"La smetti di flirtare con chiunque?" le domandai divertita e continuai "Lascia stare il povero Joe,ha una fidanzata".
"Uffa,lo so..ma andiamo,mi hai vista?" rispose girando su se stessa entrando in ascensore. In effetti non aveva tutti i torti; tutti gli uomini erano affascinati dalla sua bellezza. Era alta un metro e settantasette centimetri,portava con eleganza una chioma bionda che le ondeggiava sulla schiena e due occhioni verdi che facevano invidia a chiunque. Amava farsi notare e non lo nascondeva affatto. 
"Sì,se fossi un uomo ti avrei già fatta mia" scherzai divertita mentre le porte dell'ascensore si aprivano. 
"Dove pensate di stare,signore?" ci riprese una voce piuttosto rauca.
"Signorine,James,signorine" replicò Caroline infastidita.
"Qui dentro comando io,non dimenticartelo biondina" rispose il ragazzo.
"James,non sognare! Ti ricordo che fino a due anni fa uscivi con noi,abitavi con noi,eri un nostro amico. Poi però il papi ti ha affidato l'azienda e sei diventato lo stronzo ..che sei"
"Andiamo Caroline,stiamo rubando tempo prezioso al nostro capo" feci per andarmene quando James mi afferrò il braccio.
"Attenta rossa,attenta a come parli" disse con tono minaccioso.
"Altrimenti cosa? Mi licenzi? Ti ricordo che tuo padre mi ha implorato per venire qui e darti una mano. Toccami un'altra volta e ti rompo quel nasino che ti ritrovi" 
"Uh-uh,attento James,la gattina graffia" si intromise Alex. 
"Andate a lavorare,signorine" ci liquidò James.
"Bravo,vedo che hai capito. E pensare che..." 
"Caroline,andiamo." la trascinai via. Ogni mattina la stessa storia con James e Alex
"Io non lo so proprio. Ma come si permette? Se non era per te,lui non avrebbe mai avuto quel posto.. Cavolo,eravamo tutti migliori amici."
Caroline aveva ragione,se non fosse stato per me James non sarebbe mai diventato il capo di una multinazionale. Suo padre si fidava più di me che di lui. Io,James e Caroline eravamo cresciuti insieme: stesse scuole,stesse amicizie,stessi college e stesso appartamento. Alex si aggiunse al gruppo una volta finito il liceo. I nostri genitori erano amici di una vita così,un bel giorno,il padre di James decise di abbandonare il lavoro e passare i suoi giorni insieme ai nostri genitori tra vacanze ai Caraibi e nuovi hobby,lasciando l'azienda nelle nostre mani. Tutto ciò è successo solo a causa di una condizione: James avrebbe assunto il controllo di gran parte della multinazionale solo se io e gli altri avessimo accettato di lavorare con lui. A differenza di Caroline e Alex,io e James avevamo le quote più grandi,quindi i capi eravamo noi,in teoria..ma in pratica James rendeva la vita difficile a me e Caro ogni singolo giorno. 
Non era sempre stato così,anzi,noi 4 eravamo i migliori amici di sempre proprio come i nostri genitori,ma qualcosa andò storto. Non sapevo esattamente ne quando ne perché ma James era cambiato e Alex lo aveva seguito. 

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Capitolo 2
*** Sfuriata in ufficio ***


“Come potete vedere dalla mia presentazione le percentuali del settore editoriale è cresciuto notevolmente” mi apprestai a sorreggere lo sguardo di tutti gli imprenditori che fissavano il mio decolté. Era questo quello che succedeva in ogni riunione: James mi lanciava come un’esca per poter attirare tutti gli investitori. Odiavo quell’idiota,anche se non è sempre stato così.
Io e James siamo stati migliori amici per anni; andavamo a scuola insieme,uscivamo insieme,passavamo ogni vacanza insieme. All’improvviso qualcosa cambiò. Inizialmente diventarono molto rare le nostre uscite,poi abbozzava qualche scusa qua e la per non venire in vacanza con me e gli altri,poi sparì quasi del tutto. Io e Caroline lo vedevamo solo a Natale e Pasqua; i nostri genitori erano l’unico aggancio per poter stare insieme.

“Bene,abbiamo finito” mi liquidò James. Si alzò in piedi e mi indicò la porta.
“Mi scusi,signor McCawell,ma vorrei che la signorina Abigail rimanesse con noi.” Si intromise uno dei più potenti uomini di New York.
“Non si preoccupi,Alfred,il mio socio qui presente ancora non ha imparato le buone maniere nei confronti di una donna,nonché sua pari negli affari” Sorrisi dando il ben servito a James.
“Nina,carissima,non avevi un’altra riunione?” chiese James infastidito dalla mia reazione.
“Posso restare,non lascerei mai il signor Alfred nelle tue mani,McCawell”
“Ecco cosa mi piace di questa compagnia: è sorretta da due delle più intelligenti e furbe teste di New York! I vostri padre hanno fatto un’ottima scelta,anche se rischiosa. Siete giovani e avete molto da imparare uno dall’altro,ma non dimenticatevi che qui dentro siete soci e combattete per un’unica causa,la vostra multinazionale. Chissà cosa vi ha fatto diventare così scontrosi nei vostri confronti.. Ricordo ancora quando eravate adolescenti,i vostri genitori già progettavano la vostra vita insieme,ma a quanto pare anche i più grandi imprenditori della grande Mela sbagliano.”

“Alfred,ci perdoni” Chiese freddamente scusa James. Aveva un grandissimo rancore nei suoi occhi.
“Non vi preoccupate,giovanotti! Ora devo andare,vi farò richiamare dalla mia segretaria per le ultime pratiche. State attenti a non confondere gli affari con la vita privata,e cosa più importante: trattate bene i miei soldi” disse scoppiando in una risata.
“Cosa?” non riuscivo a credere alle mie orecchie. Nonostante tutto Alfred aveva deciso di fidarsi di noi e investire nei nostri progetti a lungo termine.
“Ti ringrazio,davvero”
“Ahhhh James,hai una gran bella testa,ma il rancore e la delusione che hai nei confronti di Nina ti distruggeranno”
“Con tutto il rispetto,signore,ma non sono cose che vanno trattate in ufficio” lo liquidò James sorridendo nella maniera più falsa possibile.
“Chissà che gli avrai mai fatto Nina! Non riesco a credere che tu gli possa aver fatto qualcosa di male,sei così carina e così indipendente
“Non ci crederà,ma questa volta sono d’accordo con James,signor Alfred. Il passato è passato e vogliamo che rimanga tale. Col dovuto rispetto,ovviamente”
“Capisco,non insisterò ragazzi. Alla prossima”

Il signor Alfred uscì dalla sala riunioni insieme agli altri imprenditori. Io e James cercammo di mantenere una facciata serena abbozzando ad ognuno un sorriso di ringraziamento per il loro tempo. Alfred aveva aperto il vaso di Pandora; troppe situazioni a galla,troppi errori,troppo male.
“Dovevi andartene” esordì  James arrabbiato.
“Che diavolo stai dicendo? Se non era per me l’affare non l’avresti mai concluso”
“Ah sì? Pensi di aver concluso l’affare per le tue doti da grande imprenditrice?”
chiese ridendo. Uscì dalla sala.
“Angelina, chiama Alex nel mio ufficio”
“JAMES! Sei uno stronzo! Abbi il coraggio di ridire ciò che hai appena detto!”
gli urlai dietro,nel corridoio,davanti agli impiegati.
“Nina,non mi pare il caso e nemmeno il luogo” rispose composto.
“Ripetilo James,ripetilo!” mi avvicinai al suo viso. Era da tempo che io e James non eravamo così vicini..eppure così lontani.
“Hanno concluso l’affare solo per poterti guardare un’altra volta le tette,ecco perché” mi sputò addosso con tutta la cattiveria possibile quella frase. Mi arrivò dritta nel petto. James.
Senza pensarci gli tirai uno schiaffo così forte che lo sentirono anche Alex e Caroline dal loro ufficio.

“Nina..” esclamò Caro avanzando verso di me.
“No Caroline,questa volta ci penso io.” La fermai.
“Sai James,averti conosciuto è stata la cosa più bella della mia vita.. ma c’è un’altra cosa che mi ha resa altrettanto felice. Sai qual è? Lo sai? Averti lasciato. Sì,proprio così. Averti lasciato ed essermi liberata di te. Fino ad oggi pensavo di aver fatto l’errore più grosso della mia vita,ma mi sbagliavo di grosso. Ho fatto benissimo”

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Capitolo 3
*** Conversazioni,ricordi e... contratti? ***


“Oddio James,ho paura dell’altezza e odio le ruote panoramiche”
“Nina..”
“Oh cazzo! Si è fermata proprio in cima”
“Ho corrotto quell’uomo laggiù per bloccarci qui. Nina,devo dirti una cosa”
“Davanti ad un caffè? Su un prato? A cena? No eh,a te le cose semplici non piacciono James”
“Tu non meriti cose semplici e banali; tu meriti tutto ciò che di più bello c’è al mondo. Anche il mondo stesso”
“James,non ti pare troppo per la tua migliore amica?”
“Infatti.. E’ di questo che volevo parlarti! Non voglio più che tu sia la mia migliore amica”
“Ah sì? Allora sei proprio un idiota. Non sai che ti perdi”
“Perché non stai un attimo zitta e ascolti invece di rispondere sempre e solo a tono?”
“James,potrei spingerti giù. Sai benissimo che ho un’ottima resistenza fisica e…”
“Ti amo”
“….E non farei minimam- CHE COSA?”
“Non era proprio la risposta che mi aspettavo ma mi accontento”
“Sei un idiota,James. Ma comunque ti amo anche io”
“Sei dolce quasi come il sale”
“E’ per questo che sei innamorato di me McCawell”


“Nina.” Una voce mi riportò alla realtà.
“Caroline,dimmi”
“ Va tutto bene tesoro? Sai,dopo l’ultima,esagerata, litigata  con James nessuno osa più guardarvi in faccia”
“Caro,ha oltrepassato il limite. Non ne posso più! Ora scusami ma vorrei andare a casa a riposarmi un po’,non mi sento bene”

Lasciai Caroline lì in piedi sulla porta mentre uscivo dal mio ufficio. Dall’ultima discussione l’indifferenza regnava sovrana in tutta l’azienda. Nessuno aveva più il coraggio di parlare o addirittura chiedere qualcosa a me e James.  Ad un tratto sentii parlare Alex e James dietro una porta.
“James,dovete smetterla! Il futuro di quest’azienda dipende da voi due” esordì Alex infastidito.
“Alex,no. Sai bene cosa comporterebbe se io la smettessi. Non posso,sarebbe troppo difficile per me. “
“Oh McCawell! Almeno prova a dirle la verità,forse capirà e magari le cose potranno sistemarsi”

Ma di che diavolo stavano parlando?
“Ma cosa le dovrei dire secondo te? Ciao Nina,se smetto di darti contro rischio di rovinarti la vita e farti scoprire che….?”
“Va bene James,ho capito. Ma devi fare qualcosa al più presto. Questa storia deve finire”

Alex sembrava quasi rassegnato. Ma cosa stava nascondendo James di così importante? E perché riguardava me? Cercai di scacciare via quei pensieri che non smettevano di girovagare nella mia testa. Non avevo tempo di pensare alle bravate di McCawell ne tantomeno potevo permettermi di entrare in quel tunnel di domande senza risposte e sopratt… Niente,troppo tardi. L’avevo già fatto. Cercai di calmarmi mentre chiamavo Joe per la macchina.
Un quarto d’ora dopo ero già a casa; mi cambiai,levai le fastidiosissime lenti e mi rannicchiai sul divano intenta a leggere qualcosa. L’ultimo acquisto era stato ‘Cinquanta sfumature’. Era l’ideale per fantasticare su quello che non avresti mai avuto il coraggio di fare nella vita ma,almeno, le tue fantasie potevano essere soddisfatte. Scorrevo le pagine senza capire il senso delle parole,posai il libro e chiamai Caroline. Le dissi di raggiungermi subito e di inventarsi una scusa con James.
“Nina!” aprì la porta affannata.
“Caro,ma sei stata un fulmine” le dissi sorridendo.
“Mi  hai detto di venire al più presto da te,mi sono preoccupata”
“Devo dirti una cosa”
facevo avanti e indietro per il soggiorno.
“Avanti,spara”
“Si tratta di James”
“ E ci risiamo..”
sbuffò accendendosi una sigaretta.
“Caroline,ho sentito una conversazione mentre andavo via dall’ufficio. Stava parlando di me con Alex. Sembrava che avesse paura o che fosse costretto a litigare con me ogni giorno”
“Sì,e magari il prossimo passo è farti firmare un contratto sessuale,Miss Steele? “

“Dai Caro! Sto parlando sul serio. Se così fosse,si spiegherebbe tutto quanto. I litigi,le discussioni..tutto”
“Nina,no. Ti prego. James è stronzo di suo,non ha bisogno di giustificazioni. Non aggrapparti a una conversazione sentita per puro caso per dare una spiegazione a tutto questo tempo passato ad odiarvi”


 

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Capitolo 4
*** "Ti amerò per sempre" ***


Da quella conversazione,passarono giorni o forse settimane, non ero più in grado di tenere sotto controllo la mia vita. Purtroppo non facevo altro che pensare e pensare continuamente alle parole di James. Volevo disperatamente trovare una giustificazione al suo comportamento,come aveva alluso Caroline,oppure volevo semplicemente cogliere l’occasione per mettere in difficoltà James,ancora una volta? La mia persona era divisa in due metà: una che era disposta a dichiarare bandiera bianca e finirla,l’altra però non voleva rassegnarsi,era piena d’orgoglio e non avrebbe mai ceduto. Queste due metà erano la testa ed il cuore.
Afferrai il telefono dalla mia tasca e digitai il numero; lo ricordavo ancora.
-Pronto- sorrisi involontariamente sentendo la sua voce.
-Ehi..- avevo la gola secca. A distanza di anni,ancora riusciva a farmi quell’effetto.
-Al momento sono impegnato,cosa vuoi?- chiese freddamente. Avevo forse sbagliato a chiamarlo? Reagire così d’istinto non è stata la migliore delle idee.
-Ti va una birra? Stesso posto,stessa ora.- azzardai tutto d’un fiato. Attaccò la chiamata. James mi aveva ignorata. Ero stata una stupida a credere che potessimo, in qualche modo ,rimettere tutto apposto.
Indossai un paio di jeans ed una felpa e mi avviai,comunque,nel posto. Nostro posto. Non so perché ma decisi di andarci anche da sola. “Il posto” era solo una collinetta appena fuori città,nella periferia. Io e James la trovammo per caso dopo che ci eravamo persi con la macchina. Pioveva a dirotto,ma riuscimmo a goderci il meraviglioso panorama.
Presi la birra e restai lì ferma per almeno due ore,a fissare il vuoto. Troppi pensieri girovagavano per la mia testa. Non riuscivo a smettere,era più forte di me.
-Sapevo di trovarti ancora qui-
-Sei un po’ in ritardo-
continuavo a fissare il vuoto davanti a me.
-Come sempre del resto,no?- abbozzai un leggero sorriso.
-Quando abbiamo cominciato ad odiarci così?- chiese sedendosi accanto a me. Potevo sentire il suo profumo,quello di sempre.
-Lo sai quando. Io ti amavo James,davvero-
-Non sei proprio brava a dimostrare le tue emozioni però..-
-Al tempo,avevi frainteso tutta la situazione e non mi hai mai dato il tempo di spiegarlo-
lo guardai.
-Sei sempre così bella,Nina. In ufficio è veramente dura non poterti toccare o guardarti senza che io ti dica qualcosa di brutto-
-James…-
-No,aspetta. Fammi finire. Io e te ci siamo amati moltissimo,non puoi negarlo. Io ti amerò per sempre Nina,finché vivrò-
-Anche io..-

-Non possiamo stare insieme,lo sai.-disse tutto d’un fiato.
-No,non lo so James. Tutto quello che so è che mi hai abbandonata a me stessa. Un giorno mi sono svegliata con un bigliettino che diceva che era tutto finito. Ne una spiegazione,ne una chiamata,ne un messaggio. Un bel niente. Scusami James,ma non lo so perché siamo finiti così- alzai la voce.
- Tu mi hai tradito-
-Cosa? Ti sei bevuto il cervello? –
non riuscivo a credere alle mie orecchie.
-Me l’hanno detto-
-E quindi hai ben pensato di non chiedere nulla a me,vero? Hai pensato che fosse superfluo tutto questo perché la nostra storia non contava nulla. Vivere insieme per te non era nulla? Pensavo che tu fossi un idiota,ma ora ne ho la piena certezza-
-Devo andare via-
si alzò in piedi,mise in moto la macchina e se ne andò.
 
 
“Alex,sono James. Ho visto Nina. Le ho dovuto mentire dicendole che l’avevo lasciata perché mi aveva tradito. Ovviamente mi ha quasi riso in faccia. Non lo farebbe mai. Alex,ti prego. Richiamami. Ho bisogno di te,amico.”

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