Sogni

di Fyffolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 4° Capitolo ***
Capitolo 5: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°6° Capitolo ***
Capitolo 7: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°7 ***
Capitolo 8: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 8° Capitolo ***
Capitolo 9: *** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°9° Capitolo ***



Capitolo 1
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Si trovava in un immensa radura.
Il giovane James Potter camminava lungo una strada diritta, tra le mani stringeva una piccola coperta, odorava di confetto, di quell'odore buono e dolce che i bambini si portana sempre addosso. Non sapeva nemmeno da dove provenisse quell pezzo di stoffa celestina, sapeva solo di averla trovata e di aver sentito un fortissimo impulso a prenderla. Ai lati della strada sorgevano, maestose verso il cielo di pece, due alte mura. Sembrava quasi che dovessero perforare l' oscurità, stringendo in sé la poca luce che vi era in quel mondo.
James costretto a camminare in quello spazio ristretto, non poteva fare altro che proseguire.
In fondo cosa c'era dietro di lui? La via alle sue spalle sembrava non avere fine. Ogni tanto volgeva lo sguardo a quella stoffa mormida e calda, ma poi tornava a fissare l'orizzonte. Una sensazione gelida, un'ansia che attanagliava lo stomaco lo costringeva a guardare altrove.
All'improvviso una luce verde, accecante, fece risplendere ogni cosa. James d'istinto, si coprì il viso con le mani e la coperta cadde a terra.
Una sagoma scura in un universo di tenebra non è facilmente distinguibile, ma James la vide chiaramente, come illuminata da un potente riflettore, e non comprese chi potesse essere, non era ancora il tempo, non ancora...
Si svegliò di soprassalto, ma senza emettere alcun suono, persino la sua voce sembrava sparita insieme all'illusione del sogno. Respirava affannosamente, con il cuore impazzito, che gli faceva tremare il petto,in modo quasi doloroso.Tastò con la mano il cuscino, era zuppo di sudore. Gli occhi del ragazzo seguirono tutto il perimetro del dormitorio, spalancati e guardinghi, mentre le immagini del sogno tornavano piano e in modo confuso alla sua mente. Un sogno, o meglio un incubo, un incubo incomprensibile. Girò il cuscino e si ridistese, continuando però a tenere gli occhi aperti fissi, nell'oscurità in cui era immerso, dove l'unico rumore insieme ai respiri dei suoi compagni di stanza era quello del proprio cuore.
-Prongie...- La voce, calda e rassicurante di Sirius Black, lo destò per qualche istante dall'angoscia. Sentì curvarsi il materasso sulla destra.
- Prongie, è tutto ok?-
Avrebbe voluto dire, di si.
Invece rimase in silenzio, non aveva molta voglia di parlare.
- James? - Chiese - Stai ancora male?-
Male? Ah, già, è vero, lui aveva la febbre, se lo era dimenticato. Tastò la propria fronte con le mani gelide e sentì le tempie pulsare, ma non se ne preoccupò più di tanto.
- Sto bene. Va a dormire...-
Sirius rise, sommessamente, per non farsi udire dagli altri compagni di stanza.
- Non cercare di fare il duro con me...- Lo riprese con affetto, posando la mano sulla sua fronte. A quel tocco James rabbrividì appena. - Sei bollente.-
- E' colpa tua mi stai facendo innervosire... - Poi si fermò un istante, non era sicuro che "innervosire" fosse la parola giusta, in realtà era felice che Sirius si preoccupasse per lui, ma non voleva essere di peso per nessuno.
- Non parlare per dire sciocchezze o ti si alzerà la febbre... e poi scusa, lascia che ci rida sopra, il più grande cercatore del Grifondoro, che si ammala a causa di una semplice pioggerella primaverile... per le linguaccie dei Serpeverde oggi è stata una grande occasione, ne hanno dette di tutti i colori, ed è una fortuna che tu non li abbia potuti sentire, perché, sono certo, che ne sarebbe uscita di mezzo un rissa. -
- Sicuramente, e avrei vinto io. - Affermò con decisione James e Sirius non riuscì a trattenere un sorriso.
- Non lo metto in dubbio - Disse - Ma è meglio se resti a letto anche domani.-
- E perdermi i loro adorabili commenti? Non credo proprio, io domani mi alzo e...-
- E cosa?- Mormorò piano, avvicinando il viso a quello di James. - Cosa farai? Sei troppo debole...-
- Non è vero che sono debole!- James sentiva il respiro del compagno, e pronunciò quelle parole in un soffio di voce. Non era la prima volta che Sirius si comportava da stupido, ma perché doveva farsi così maledettamente vicino?
- Scusami...- Disse Sirius - Ora non è proprio leale da parte mia...-
- Che cosa?-
- Tentare di sedurti...-
- Non dire cazzate, i tuoi scherzi non sono per niente divertenti...- Ma sapeva bene che non era uno scherzo. Sirius era serio.
Con lentezza sollevò la coperta, intrufolandosi dentro a letto, al caldo. James lo vide avvicinarsi con una calma inverosimile, come faceva a restare così tranquillo? Lui era preso dalla voglia di scappare il più lontano possibile, ma sentiva che le gambe non avrebbero retto ad uno sforzo improvviso.
- Cosa credi di fare?- Mormorò nervosamente. - Non farti venire strane idee!-
Sirius non ascoltava una parola o almeno ignorava con grande maestria tutte le proteste del compagno.
- Posso toccarti?-
- Che?- Non era certo di aver capito. Il suo miglior amico era lì accanto a lui e gli stava chiedendo cose strane...
La mano di Sirius sfiorò i suoi capelli, era un contatto dolce e innocente ma James si sentì agitare da un qualcosa di strano e profondo. Raccogliendo molta della propria forza di volontà, allontanò da dosso quel lieve calore. Sirius lo guardava nell'oscurità della stanza con una vaga rassegnazione, ma James non poteva saperlo. Aveva chiuso gli occhi, per degli istanti lunghi come ore, aveva sentito unicamente il battito del proprio cuore, crescere costantemente. Ora aveva paura che potesse essere udito in tutto quel silenzio.
- Credo di aver esagerato...- Disse ad un tratto. James riaprì gli occhi e restò a fissare Sirius che ora sorrideva. - Hai ragione, i miei scherzi non sono per niente divertenti... dormi che sennò domani, non avrai la forza di mandare a tappeto nessuno.
James lo vide tornare al proprio letto e nella stanza ritornò la quiete, solo il suo cuore ancora non si decideva a calmarsi, anche se, nessuno ci avrebbe fatto più caso.

 

 

---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°---°

 

Le acque del lago scintillavano nel sole tiepido di Aprile, come non avevano fatto da molti giorni. James sprofondato com'era nel letto e con le spesse tende davanti alla finestra di pietra, non poteva vedere nulla, sentì però i caldi raggi sfiorargli le guance, filtrando attraverso la stoffa rossa, e in quello stesso istante si svegliò.
Gli occhi gli bruciavano a causa della luce, ma si sentiva meglio rispetto alla sera precedente. Cercò con lo sguardo i propri compagni di stanza, ma il dormitorio era deserto e silenzioso e comprese che doveva essere molto tardi.
"Sirius deve aver avvertito i professori che stavo ancora male..." pensò, e per un qualche strano motivo che neanche lui, riusciva a spiegarsi, avvertì un piacevole calore in fondo al cuore. Tastò il punto dove la sera prima si era sdraiato Sirius, il materasso era freddo, eppure per un pò era stato scaldato dal corpo dell'amico e, ad un simile pensiero James si sentì infuocare le guance.
- Che schifo...- Mormorò scacciando dalla mente quel pensiero - Io non sono così...-
E invece, lo sapeva bene com'era e cosa pensava, ma non voleva ammetterlo. Essere diversi, gli faceva davvero così paura? Forse non meritava di appartenere al Grifondoro, non poteva essere legato ad una casa nota per il coraggio dimostrato dai suoi membri, se adesso il coraggio di cui aveva davvero bisogno si rifiutava di comparire.
Era concentrato su questo pensiero quando, la pesante porta di legno del dormitorio si mosse cigolando. Un ragazzo dai bei capelli ramati e dagli occhi dello stesso colore, apparve sulla soglia. Tutto preso dalla pila che teneva pericolosamente in bilico, appoggiata all'esile petto, si accorse della presenza di James sveglio, solo dopo averla appoggiata sul letto più vicino.
- Scusa- mormorò Remus Lupin - ti ho svegliato io? Come ti senti?
- Sto bene, ero sveglio già da un pò...-
James vide il proprio compagno rovistare nella tasca della divisa scolastica ed estrarne un involucro marroncino.
- Tieni - Disse porgendolo a James con un sorriso gentile - E' la medicina, la professoressa si è raccomandata che te la facessi prendere.-
James fece una smorfia, perché l'odore che giungeva dal pacchettino faceva davvero accapponare la pelle. - Devo proprio?-
- Hai già saltato due giorni di lezioni...- Lo rimproverò (ma senza fare una voce dura, così che non sembrava affatto un rimprovero, ma piuttosto un "beato te...").
James sorrise, ma ricacciò subito quel sorriso da dove era venuto perché, si accorse, che la faccia dell'amico aveva qualcosa di strano, era stranamente gonfia e un piccolo livido aveva preso a formarsi vicino all'occhio destro.
- Che hai fatto alla faccia?- Chiese, e Remus si coprì la guancia imbarazzato.
- Niente... io... sono caduto...- Mormorò tornando ad occuparsi dei libri, così che James non poteva fissarlo oltre. - E' stato un bel volo, sai? Davvero... Sirius e Peter non hanno fatto altro che ridere per tutta la mattina... ridi anche tu se vuoi.-
- Sei caduto...- Disse James sogghignando - ...e poi, sei anche atterrato di faccia, non è strano? Di certo un bello spettacolo, molto divertente, è un peccato che non ci fossi anch'io... ehi, - Aggiunse divenendo a un tratto serio - è la verità?-
- Naturale...- Mormorò Lupin, ma la voce si era fatta più sottile e James lo notò.
- Non è che sono stati di nuovo quelle carogne dei Serpeverde, non è vero? - Remus sussultò, ma non per questo James arrestò la sua sfuriata - Perché se è così, spero almeno che tu glieli abbia resi il doppio! - Poi aggiunse parlando a sé stesso - Lo sapevo che dovevo alzarmi questa mattina, visto che non c'ero io, se la sono presa con te! Ma Sirius cosa faceva mentre accadeva!? Lui lo sa?- Lupin scosse la testa, e James era pronto per un'altra serie di rimproveri, ma l'amico non glie ne lasciò il tempo.
- Non sono stati i Serpeverde.- Disse tranquillo voltandosi verso James, con un sorriso.
- Chi allora?-
- Te l'ho detto. Sono caduto.-
James sbuffò appena. Non valeva la pena di scaldarsi tanto, Remus non aveva nessuna intenzione di dirgli la verità e sapeva bene quanto poteva essere testardo. Solo si stupì che Sirius non se ne fosse accorto, in fondo erano stati insieme tutta la mattina.
- A proposito...- Disse - Questo te lo manda Sirius. Non chiedermi cos'è, non lo so. -
Gli porse un biglietto, che era stato piegato con cura e poi si sedette accanto a James. Quest'ultimo aveva assunto un colorito tendente al fucsia, e rigirava quel pezzetto di carta come se fosse ferro bollente. Remus sorrise, forse accorgendosi dell'imbarazzo dell'amico, disse - Vuoi che ti lasci solo?-
- Che?- Disse James riportato alla realtà da quella domanda - Ma che dici? Resta qui... solo mi sembra strano che lui scriva dei bigliettini... ecco, è insolito.-
- E' vero. - Ammise Remus - Deve essere importante.-
- E' da un pò che Paddy si comporta in modo strano... non lo pensi anche tu Remus?-
Remus sbuffò appena - No.-
James si stupì di quella risposta, data così, in modo tanto secco e diretto, ma preferì non indagare oltre.
- Dici? No, perchè... ieri mi ha chiesto una cosa... un pò...- James sapeva perfettamente di stare balebettando come un moccioso ad un interrogazione, e se ne vergognava abbastanza. Deglutì e aprì il biglietto trattenendo il fiato. Prima che potesse leggerne il contenuto però Remus si alzò e si diresse verso la porta.
- Dove vai?-
- Avverto i professori che stai meglio e che scendi per il pranzo. - Rispose tranquillo. - Prima però ricordati di prendere la medicina o sgrideranno me. -
James annuì e Remus uscì dalla stanza, decisamente in fretta.
Lasciato solo, James guardò il foglio di carta e finito di leggere le poche righe che vi erano scritte, sentì il cuore sobbalzargli nel petto.

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Capitolo 2
*** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 2° Capitolo ***


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---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 2° Capitolo

 

James strinse il biglietto nella propria mano e se la portò al petto. Scese dal letto e prese i vestiti adagiati sulla sedia, si vestìvelocemente, e per poco non inciampò lungo le scale a chiocciola per fare tutto così di fretta. Uscito dal dormitorio si accorsedi essersi dimenticato persino di pettinare quel groviglio infernale, che si ritrovava al posto dei capelli dopo due giorni a letto.

Se ne infischiò alla grande, non aveva assolutamente voglia di perdere tempo. Rilesse mentalmente il biglietto mentre

percorreva il corridoio della scuola, e si avvicinava al portone d'ingresso.

" Devo parlarti. Esci in cortile durante la pausa pranzo."

Era un messaggio breve, insignificante, ma James teneva stretto a sè il foglio, ormai tutto spiegazzato, come se fosse il piùprezioso dei tesori. Sirius voleva parlargli, e questo lo spaventava abbastanza. Forse, pensò, si vorrà semplicemente scusare per il suo dannato scherzo. Ma poi c'era anche la possibiltà che, lo scherzo potesse non essere semplicemente tale. Era quella la sua vera paura.

Il cortile era illuminato dalla luce del mezzogiorno, e poiché tutti gli studenti si trovavano a godersi il pranzo nella sala grande, non c'era nessuno nei dintorni. Nessuno.

James si guardò intorno confuso, di Sirius non c'era traccia da nessuna parte. Sentì la rabbia crescergli dentro, in modo quasi violento, al pensiero, che quella fosse un'altra tattica del compagno per prendersi gioco di lui.

Prese a camminare lungo il lago di Hogwarts, con il biglietto ficcato in tasca e l'aria assente. Poco distante da lì, si trovava l'unico punto d'ombra decente, ovvero un grande albero dalla chioma folta. Lui, Sirius, Remus e Peter si erano seduti tante volte lì sotto, alla fine delle lezioni. Visto che c'era ancora un pò di tempo decise di aspettare al riparo del sole, che finisse la pausa pranzo.

Era piacevole osservare il movimento costante delle acque di fronte a lui, piacevole e rilassante, tanto che ad un certo punto, si sentì invaso da un leggero torpore. Se poi finalmente, non fosse sopraggiunto Sirius Black, James era sicuro che si sarebbe addormentato. Ma Sirius era lì, accanto a lui e gli stava sorridendo. Se ne stava in piedi, con la mano destra poggiata al tronco dell'albero, e gli occhi scuri fissi su James, intensi, com'erano sempre stati.

- Smettila di fare quella faccia da idiota...- Disse Sirius con un ghigno, curvandosi verso l'amico e sedendosi di fianco a lui.

- E quale faccia dovrei fare, dimmelo tu! - Sparita la sorpresa era tornata la rabbia. Se Black voleva divertirsi alle sue spalle, lui non glie l'averbbe permesso ancora.

- Quella di ieri sera non era male. - Mormorò Sirius con aria maliziosa. James gli avrebbe volentieri dato un pugno in faccia, ma si trattenne dal farlo, prima avrebbe dovuto spiegargli un pò di cose. Sirius volse lo sguardo al lago e James si spazientì perché il tempo a disposizione per parlare, ormai non era più molto. - Senti...- Disse, facendo appello alla sua forza di volontà per mantenere un tono di voce calmo - Senti, ti sei divertito? A prendermi in giro, intendo... perchè se è così, io mi sono stancato... cosa volevi dirmi di così importante da saltare il pranzo? -

Sirius non rispose subito. Posò lo sguardo sul compagno, era serio e deciso e James si sentì stranamente a disagio.

- Ora quello che fa la faccia strana sei tu...-

- Io non voglio che tu lo prenda per uno scherzo.- Disse Sirius, avvicinandosi a James che tentò di allontanarsi, ma dietro di lui c'era l'albero e non poteva andare molto lontano. - Credi che io mi stia divertendo, ma non sai quanto ti sbagli.-

I loro visi erano così vicini, che James poteva sentirne il calore e allora rabbrividì. Quando Sirius si allontanò una sensazione di

freddo, come di un vento gelido lo prese di sorpresa. Davvero trovava piacevole quel genere di cose?

- Se, per ipotesi, io avessi... come dire, delle tendenze particolari... tu cosa ne penseresti?-

James lo osservò meravigliato, perché finita la domanda il volto dell'amico si era tinto di un rosso vivo. Sirius non era riuscito ad evitare l'imbarazzo e James ad evitare una piccola risata.

- Cosa ridi cretino...- Mormorò voltandosi di scatto, incrociando le braccia, con la testa poggiata al tronco dell'albero.

- Andiamo Paddy, mi stai dicendo che sei gay!?- Esclamò James incredulo - Con tutte le ragazze che ti corrono dietro!? Dio che spreco! -

- Oh, Senti, non è colpa mia se l'unico che mi interessa sei tu! - Lo disse tutto d'un fiato e talmente di fretta che James non era sicuro nemmeno di averle udite quelle parole.

- Che?-

- Ho detto...- Stavolta Sirius era talmente paonazzo che non ci sarebbe vista la differenza tra la sua faccia e lo stendardo dei Grifondoro, tanto erano in sintonia cromatica. - Che mi interessi, va bene?-

James lo fissò ammutolito per qualche secondo, poi disse: - Ehm... non è un pò contro natura tutto ciò?- e Sirius sorrise, forse perché in fondo c'era ben poco da controbattere. - Credo di si...-


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Sirius fissava le acque tranquille muoversi al soffio del vento, lente e costanti. Solo per un attimo alzò lo sguardo oltre il lago, verso un punto indefinito, aldilà degli alberi di pino che circondavano la muraglia della scuola. A James sembrò cercare qualcosa, ma quel qualcosa non c'era. In effetti, non era neanche sicuro che Sirius vedesse veramente ciò che gli stava di fronte, perso chissà dove, nei suoi pensieri.

-Mi spiace- Mormorò alla fine, volgendosi verso James - Sul serio...-

- E di che?- Rispose. - Non hai fatto niente di male...-

Sirius scosse la testa, con la bocca mossa in un lieve sorriso, gli occhi tradivano il dispiacere.

- Voglio dire, per aver tentato di sedurti a letto...-

James si sentì scaldare le guance, come se gli avessero versato dell'acqua bollente in faccia. Si accorse che Sirius lo fissava,e gli venne spontaneo abbassare lo sguardo sui lacci delle scarpe. - Non hai fatto niente...- Mormorò con una voce quasi inesistente.

- Ma avrei voluto fare molto...- Ammise Sirius, poggiando la testa al tronco dell'albero e guardando i rami del grande albero, confusi con il cielo. - Ma tu non vuoi vero?-

Potter aveva la faccia rossa come d'altronde lo era pure quella di Sirius. Avvicinò la mano al terreno e afferrò un ciuffo d'erba. Rimase così per un pò, con le tempie che pulsavano come se avesse 40 di febbre, e forse, pensò, era proprio così.

- Paddy...- Disse - Io...-

Ma Sirius non gli lasciò il tempo di dire niente. Si avvicinò in fretta e afferrandolo saldamente per le spalle lo accostò al proprio viso. James cercò di liberarsi da quella stretta, ma Sirius lo teneva con forza e non ci riuscì. Dietro di lui, il tronco dell'albero gli impediva qualsiasi tentativo di fuga. Era talmente vicino all'amico da sentire il battito del suo cuore, batteva all'impazzata come il suo, e battè ancora più forte quando iniziò a baciarlo. La lingua di Sirius gli sfiorò le labbra lentamente, e James non comprese più niente. Sentiva solo il corpo caldo del compagno premere contro il suo, e poi una folata gelida... una mano... dei bottoni che si slacciano piano...

- Lasciami...- Lo mormorò a mezza voce, e pareva un rantolo.

Black mollò la presa, come gli era stato detto di fare. James non aveva la forza di muovere un muscolo stordito com'era, Sirius gli aveva lentamente slacciato la camicia e adesso aveva freddo, rabbrividì appena, prima per l'aria gelida e poi per le parole dell'amico.

- Voglio toccarti, posso?-

James ripensò al toccò sulle sue labbra come ad una cosa confusa, e provò una sensazione molto simile alla voluttà, lo sapeva bene.

- No che non puoi...- Sentenziò con una decisione inverosimile - Io stò già con Lili -

- Non lo saprà se non glie lo dici... e sta certo che da me non saprà niente.- Rispose Sirius riaccostandosi a James. La mano che sfiorò lenta i capelli spettinati di James, accarezzandogli le gote, ora gli si posò sul petto.

- Non sono una donna sai? E' inutile che tocc...- Lo derise James, che però non poté continuare perché Sirius nel frattempo, si era avvicinato per baciargli il collo e un brivido dopo l'altro mettevano a tacere le proteste. Neanche la fine della pausa pranzo pose fine a quel dolce scambio di coccole, baci e carezze, ma la paura di essere scoperto in effusioni particolari con il proprio compagno di stanza, riportò James Potter alla lucidità.

- Se ci vedono?-

- Chi vuoi che ci veda? Sono tutti dentro ancora...-

- Appunto! Ancora! Se escono ci vedranno!-

Sirius si allontanò sbuffando appena.

- Hai vinto. Vorrà dire che continueremo stasera...-

James sussultò. Quella sera avrebbero dormito nella stessa stanza, come sempre, ma questa volta era sicuro, sarebbe stato diverso.

- Io però...- Disse voltandosi dalla parte opposta a Sirius, per non doverlo vedere in faccia - Io non posso lasciare, Lili... io le voglio bene e ad essere sincero, non sono neanche sicuro che quello che sento adesso sia amore... o un'altra cosa...-

- Cosa?-

- Non so... un'altra cosa!-

Sirius sorrise. Con le braccia circondò le spalle esili di James.

- Capisco... -

- Cos'è che capisci!?- Sbuffò James leggermente irritato.

- Che muori dalla voglia di farlo con me...- Disse sogghignando - Certo, deve essere difficile avermi vicino e non potermi saltare addosso, capisco, capisco, non

preoccuparti... sono bello, affascinante e virile, cosa si può chiedere di più?- poi aggiunse - E invece no, tocca aspettare... a proposito James...sei vergine, nn è vero?-

James arrossì. Prese il biglietto nella tasca dei pantaloni e lo gettò a terra, proprio davanti a Sirius.

- Muoviti che le lezioni sono cominciate!-

Sirius lo vide correre via come un lampo, e sotto sotto sorrideva perché aveva indovinato. Il cielo era nitido, senza una nuvola che potesse attentare a quell'azzurro vivo eppure Sirius Black era preoccupato, quella sera sarebbe stata la luna piena.

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Capitolo 3
*** ---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 3° Capitolo ***




Remus Lupin osservava il soffitto del dormitorio, sdraiato sul letto. Quella sera, come sempre, quando c'era la luna piena, avrebbe assunto le sembianze del lupo, e ora, a mano a mano che la luce nella stanza diminuiva sentiva l'ansia crescergli dentro. Il professor Silente, gli aveva consigliato di non farsi vedere a cena, questo perché il suo aspetto tradiva la propria condizione, e occhi esperti potevano cogliere i sintomi della licantropia.
Così, con la scusa di un leggero malore, Lupin si era rintanato nel dormitorio deserto.
Ma ormai si stava facendo notte.
Qualcuno bussò alla porta e Remus alzò appena lo sguardo, nessuno, tranne i professori era solito usare tanta formalità, quindi non si preoccupò di sembrare meno malaticcio quando il professor Silente apparve sulla soglia
- Madama Chips è di sotto che ti aspetta- Disse richiudendo dietro di sè il portoncino di legno - Raggiungila, non manca molto al sorgere della luna e sarà meglio che essa ti trovi pronto. -
Remus annuì senza dire una parola.
Silente lo fissò da sopra gli occhiali a mezzaluna, con un'aria vagamente rassegnata. Si avvicinò al letto e sfiorò i capelli ramati del ragazzo, che non si mosse di un millimetro.
- E' ora di andare, hai capito Remus?- Lo ripeté lentamente e Lupin sembrò svegliarsi da un sonno pesante. Spalancò gli occhi e il professore vi lesse dentro la paura, una grande paura, ma non per questo si scompose. Semplicemente, continuò ad accarezzare quella piccola testa come avrebbe fatto un padre con il proprio bambino.
La mano del ragazzo strinse nel pugno la veste azzurra del mago, aggrappandosi stretto. Questi lo aiutò ad alzarsi e lo condusse verso la porta. Remus si sentì piegare dal dolore, la pelle pulsava mentre il sudore freddo gli colava lungo la fronte. Silente lo tirò a sé.
- Stà calmo - Mormorò con la bocca vicina all'orecchio. - Non posso trascinarti per la scuola, dovrai sopportare.-
Remus respirò profondamente e si rimise in piedi.
- Dodici ore non sono poi molte...- Mormorò con una certa fatica, poggiato alla pietra del muro - Non è vero professore?-
- No - Ammise Silente con un sorriso - Io ne ho passate tante di ore, e dodici sono davvero poche.-
Lupin annuì, ma lo sapeva bene... quelle dodici ore sembravano mutarsi, ogni volta, in anni interi.
*
Sirius non riusciva a distogliere lo sguardo dal posto vuoto di fronte a lui e anche James sembrava preoccupato.
- Che ore sono?- Chiese Potter a mezzavoce.
- Tardi, è tardi...- Momorò Sirius passandosi la mano sulla fronte, in mezzo ai lunghi capelli corvini. - Non manca molto e non possiamo sgaiattolare via adesso, ci faremmo scoprire... -
Peter stava sorseggiando avidamente dal proprio bicchiere senza curarsi dei suoi compagni, intento a godersi il più possibile la cena. Ma ben presto si sentì addosso gli sguardi di tuti e due e dovette entrare per forza nella conversazione.
- Potremmo andare a controllare, lo stesso.- Propose - Anche se continuo a dire che per me è troppo pericoloso... comunque non vi farei cambiare idea, non mi ascoltate mai, lo so, lo so... - Peter era tanto un bravo ragazzo, ma per James e Sirius a volte sembrava davvero un fifone irrecuperabile, riusciva a trovare sempre il pericolo dietro ogni cosa. Probabilmente avrebbe trovato il rischio anche nela tranquilla arte dello studio "le pergamene sono taglienti" avrebbe detto.
- Se ce ne andiamo via tutti e tre potrebbero insospettirsi, no?- Disse James, distogliendo lo sguardo dall'amico, che annuì freneticamente.
- Credo...- Sirius fece roetare il conteuto della propria coppa - Ma... Peter?-
Minus alzò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi scuri dell'amico. Una situazione normale, perché Peter, i suoi amici li aveva sempre dovuti guardare dall basso in alto, e non solo a causa della sua costituzione, piccola e tozza, già di per sé degradante, ma anche perché la loro superiorità era fin troppo evidente. Quando camminava per i corridoi di Hogwarts con i compagni, finiva sempre per scomparire dietro le loro figure, per essere ignorato, restando alle loro spalle, senza considerazione alcuna.
- Che c'è?- Chiese con angoscia - Che devo fare?-
Sirius sorrise, toccando la spalla poderosa del compagno.
- Mi chiedevo se puoi restare qui a coprirci, è un compito importante.-
- Farò del mio meglio...- Mormorò, poi dando un occhiata furtiva al tavolo in fondo alla stanza - E se i professori mi chiedono dove siete finiti, cosa gli rispondo?-
- Improvvisa, ti verrà in mente qualcosa, no?- Minus non pareva convinto e James tentò di consolarlo un pò, assicurandogli che avrebbero fatto prestissimo.
- Tu tieni buoni i professori - Disse Sirius - Noi andiamo a controllare se Remus stà bene, ormai dovrebbe trovarsi già in quel posto... - Si alzò da tavola cercando di fare meno rumore possibile per non farsi scorgere tanto, poi si voltò verso Minus con un gran sorriso - Grazie Peter, sei un amico.-
*
Mentre percorrevano a grandi passi la distanza che li separava dal portone d'ingresso, Black
- No, dimmi se questa non è sfortuna...- Mormorò con la voce, volutamente singhiozzante - Questa sarebbe stata una notte stupenda, e invece...-
James sbuffò.
- Non capisco a cosa ti riferisci.- Sirius sorrideva con aria maliziosa e James aveva capito perfettamente a cosa alludeva. Guardò dritto di fronte a lui per non far aumentare l'imbarazzo, perché Black continuava a parlare imperterrito.
- Avrei preferito passare una bella notte di passione, piuttosto che impiegarla a fare da balia ad un lupo mannaro.- Ammise e James si sentì scaldare le guance. Lo odiava quando faceva così, perché Sirius si divertiva tanto giocare con lui, in questo modo, cosa si aspettava?
L'aria esterna era gelida e il vento trasportava l'odore della pioggia.
- Là dietro - Sirius indicò il muro che delimitava l'aula di erbologia e il cortile, James lo seguì percorrendo il cortile di corsa, perché dalle finestre qualcuno avrebbe potuto vederli.
- Finalmente al riparo da occhi inidiscreti - Mormorò Black, nonappena ebbero raggiunto il momentaneo nascondiglio. - A chi va l'onore per primo? Fai te?-
- Non è lo stesso?- Chiese James impazziente.
- No.- Mormorò Sirius accomodandosi a terra - Mi piace vederti, mentre ti trasformi.- E nel dire questo gli sfiorò la mano, prendendolo poi per il polso lo spinse di un passo accanto a lui.
James chiuse gli occhi e lasciò che l'antica e potente magia degli animagus facesse effetto. Sentì la pelle mutare, le ossa allungarsi e piegarsi, trasformandolo in qualcosa di diverso, molto diverso da un essere umano. Sirus lo osservava assumere l'aspetto del cervo e quando sentenziò che James era bello come sempre, si sentì arrivare un colpo allo stomaco da uno zoccolo. - Permaloso, dannatamente permaloso...- Mormorò e prese l'aspetto del cane nero, guaendo ancora per la botta violenta. Insieme si lanciarono correndo, nascosti dalle ombre della sera, in direzione del platano picchiatore.

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Capitolo 4
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Il grande albero si ergeva minaccioso, ma sia James che Sirius sapevano bene come renderlo innocuo

Il grande albero si ergeva minaccioso, ma sia James che Sirius sapevano bene come renderlo innocuo. Percorrendo la galleria giunsero sino ad una stanza polverosa e umida, impregnata dallo sgradevole odore di muffa.

Vi trovarono il loro compagno rannicchiato in un angolo della stanza, gemente e legato con pesanti corde al muro.

- Credevo che non sareste venuti stavolta...- Rantolò e tese la mano. Sirius gli si avvicinò e strusciò il muso contro quella pelle pallida e fredda. James si sistemò poco distante da Remus che tentò di sorridere, ma ormai stava troppo male e a malapena riuscì a voltarsi verso il giovane cervo.

La luce della luna penetrò nella stanza e Remus sgranò gli occhi terrorizzato, mentre la mutazione stava avendo inizio.

Ogni parte del suo corpo sembrava scricchiolare preda di violente convulsioni la pelle lasciò posto al manto grigio del lupo, le mani si accorciavano lasciando spuntare fuori pericolosi artigli e il viso assumeva i lineamenti del feroce animale, caratterizzandosi con zanne affilate. Tutto ciò, intervallato dalle grida di dolore Remus che, aveva iniziato a mordere la coperta accanto a lui, nel vano tentativo di soffocare gli strilli. Nessuno doveva udirlo, nessuno doveva sapere cosa fosse il responsabile di tutto quel rumore.

Sirius si era allontanato da Lupin nello stesso istante in cui aveva iniziato a trasformarsi e con un ringhiò aveva trascinato James accanto a sé, al sicuro. In quel momento Remus li avrebbe uccisi se avesse potuto, perché il dolore rende ciechi più di ogni altra cosa.

Ma ora, tutto sembrava essere finito.

Il ragazzo dai capelli ramati non c'era più, al suo posto restava solo un enorme lupo, dalla peluria grigia, avvolto dal riflesso della luna piena... ed era una questione di appena dodici ore.



*



I due restarono con Lupin finché poterono. All'alba i professori sarebbero venuti a riportarlo a scuola e non avrebbero dovuto assolutamente trovarli lì, perciò, non appena il primo chiarore mattutino fu visibile dal cielo, se ne andarono in fretta.

- Mi dispiace per lui...- Mormorò James entrando nella sala comune di Grifondoro. - Davvero, se potessimo...-

- Cosa? - Disse Sirius sedendosi di fronte al fuoco del camino - Nemmeno Silente è riuscito ad aiutarlo.-

La stanza era vuota perché a quell'ora tutti dormivano, ma era comunque meglio non discutere ad alta voce dell'argomento.

Sirius si accostò a James che intanto aveva trovato posto accanto alla finestra che dava sul cortile. Laggiù, sotto di loro videro Silente, intento a parlare con l'infermiera della scuola. Evidentemente le stava dando le ultime indicazioni e Sirius si lasciò sfuggire un sospiro.

- Comunque, dispiace anche a me.-



*



Le lezioni della mattina si svolsero senza che il giovane trio di maghi avesse avuto modo di parlare con il loro compagno.

La notte precedente doveva essere stata davvero estenuante per Remus, che aveva passato tutta la mattina a riposare nel dormitorio.

- Ma guarda...- Era una voce odiosa e acuta che proveniva dalle loro spalle. Sirius si voltò e vide Lucius Malfoy e un gruppetto di Serpeverde intenti a parlare tra di loro. - Non passa giorno che almeno uno di voi quattro non abbia qualche malattia? Chi è stavolta? Uh...- Le dita del ragazzo biondo si mossero come per contare - Ah, già... il poveraccio.-

- Bada a come parli Malfoy! - Disse Black sprezzante. Se i Serpeverde cercavano guai, avevano scelto davvero un brutto momento.

- Ho detto la pura verità.- Si discolpò il biondino e rivolto a Peter dietro di James aggiunse. - Non è colpa mia se in questa scuola le cose vanno così male, certa gente non dovrebbe neppure avvicinarsi ai veri maghi. Oh, ma ti domando scusa Black, tu naturalmente non conti, sei uno di noi.-

James provò l'orrida sensazione di gelo allo stomaco, Sirius stava tremando di rabbia, e per evitare uno scontro inutile si fece avanti, con Peter ancora attaccato alla maglietta.- Sfortunatamente Lucius, nessuno può scegliersi la famiglia in cui nascere.-

- Non la chiamerei sfortuna, ma giustizia.- Malfoy sorrideva altero e Black non poté fare a meno di pensare quanto sarebbe stato bello trasformare quell'odiosa faccia boriosa in un punchingball.

- Bene - Mormorò a denti stretti - Tieni la tua giustizia unicamente per te, e se non vuoi finire in infermeria ti consiglio di sparire-

Il biondino si fece ad un tratto serio e diede un' occhiata di sbieco ai ragazzi attorno a lui.

- Me ne vado, ma non ho certo paura di te Sirius Black. - Gli occhi di ghiaccio del ragazzo incontrarono quelli scuri di Sirius, senza soggezione alcuna e un ghigno soddisfatto si dipinse sulla faccia del Serpeverde - Battersi è uno spreco di tempo se non si ottiene nulla in cambio. - Poi si volse verso Peter con una smorfia di disgusto - E tu? Cosa fai? Ti nascondi? Devo essere davvero spaventoso...uuuuuh...uuuuh.... - Imitò un fantasma con le mani protese e Minus cercò di sparire ulteriormente ma con scarso successo dietro il corpo magro di James. - Che razza di codardo! - I Serpeverde alle sue spalle sghignazzavano alla grande, e Sirius era pronto. Se lo avessero stuzzicato ancora un pò si sarebbe gettato su Malfoy senza tanti complimenti, e volente o nolente gliel'avrebbe fatta pagare a quell'insopportabile, piccolo idiota una volta per tutte.

Ma James lo trattenne per la maglietta quel tanto che bastò a farlo ragionare. Si voltò e mosse alcuni passi.

- Vogliamo andare?-

Potter lo seguì insieme a Peter, senza ascoltare le risa di Lucius e quelle dei suoi compagni per quanto ciò richiedesse un notevole autocontrollo.

James era convinto che se non se ne fossero andati via di corsa, si sarebbe scatenata una rissa estremamente violenta, glielo dicevano gli occhi di Sirius e anche lui non avrebbe esitato a farsi avanti se la situazione l'avesse richiesto.

- Ehi, va tutto bene?- Peter sudava freddo, non gli erano mai piaciuti gli scontri, specie poi se si partiva con un notevole svantaggio numerico. - James c-cos'ha Paddy?-

- Cosa vuoi che abbia? E' furioso...- spiegò con una calma inverosimile - Stà attento Wormy, potrebbe saltarti addosso e sbranarti...-

Peter impallidì e James non poté fare altro che ridere con un soffio d'amarezza.

- Vedi Peter, è questo il tuo problema.- Disse varcando la soglia della sala comune. - Dovresti cercare di tirare fuori un pò di coraggio, se non altro per non fare la figura del pollo. Senti, credi davvero che io e Sirius non abbiamo mai paura? -

Minus sospirò sedendosi sul divano di pelle rossa.

- Pare di no.- Mormorò e James si sedette accanto a lui. Sirius procedette invece, sino al tavolo dove posò i libri di scuola. Poi si volse a Peter con aria leggermente addolcita.

- Wormy, solo gli scemi non hanno mai paura.-

James sorrise.

- E questo dimostra che sei molto, molto, molto intelligente.- Disse, poi si toccò il mento con aria pensosa - Almeno credo...-

- 'ngiorno ragazzi...- Mormorò Remus in uno sbadiglio entrando nella stanza.

Era pallido, terribilmente pallido ed emaciato, come sempre il giorno dopo la trasformazione. Sorrideva quasi con imbarazzo e quando Sirius gli si precipitò con aria preoccupata, lui lo zittì prima ancora che potesse fargli qualsiasi domanda.

- Sto bene - Lo rassicurò - Ma non è saggio parlarne qui.-

Peter si schiarì la voce e con aria impacciata si fece avanti.

- Scusa se non c'ero anch'io ieri notte.- Disse - Ma la faccenda richiedeva ...un diversivo.-

Remus annuì e gli assestò un colpetto leggero alla spalla.

-Grazie Peter ma, sinceramente, non ti sei perso granché, non sono carino neanche un pò e in quello stato poi...-

- Non è vero.- Disse Sirius con slancio - Io ti trovo carino...-

L'ammutolimento generale lo costrinse a rivalutare le proprie parole.

- Voglio dire che...- Forse era lo sguardo di James che gli pesava tanto, ma le parole non volevano proprio saperne di uscire dalla sua bocca. - Io devo andare. Devo finire la ricerca sui roghi del... del... '500... o erano del '800? Un pò di differenza, eh? Si vede che ho bisogno di fare un bel ripasso...Mi trovate in biblioteca se avete bisogno di me...- E uscì dalla stanza con una fretta incredibile lasciando Remus a dare occhiate storte verso James.

- Che gli è preso?- Domandò e anche Peter osservava la scena perplesso.

James storse la bocca e alzò le spalle e nel mentre risuonò l'inizio della pausa pranzo.

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Capitolo 5
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James Potter aveva appena varcato la soglia del portone d'ingresso quando fu catapultato a terra con un gran tonfo

James Potter aveva appena varcato la soglia del portone d'ingresso quando fu catapultato a terra con un gran tonfo.
Quando alzò la testa per vedere cosa lo avesse colpito, vide solo una ragazzina dai lunghi capelli rossi nella sua stessa condizione, sommersa da una miriade di libri che le erano caduti dalle mani.
- Lili!- Esclamò rizzandosi in piedi - Scusa, ti sei fatta male?-
- N-no... - Mormorò posando per terra un grosso volume di "Storia antica della magia Occidentale" che le era finito addosso.
- Davvero, mi dispiace...- James le offerse un appoggio per aiutarla ad alzarsi e lagiovane Lili Evans gli sorrise grata.
- Quando non fai l'idiota con quei tre, riesci addirittura ad essermi simpatico, sai?- Disse e si scostò una ciocca cremisina dalla faccia - Dove stai andando così di corsa?-
- Potrei chiederlo anche a te... -
- Stavo andando dal mio ragazzo...- Disse iniziando a girare intorno a Potter con aria divertita - Sai, volevo chiedergli se aveva l'intenzione di invitarmi ad uscire domani, visto che c'è la libera gita ad Hogsmeade...-
James le diede un'occhiata furtiva e si toccò il mento, fingendo di pensare intensamente.
- A meno che tu abbia un nuovo ragazzo, quello vecchio dice di si.- Mormorò e subito Lili gli passo le braccia intorno al collo, schioccandogli un grosso bacio sulla guancia.
Una voce conosciuta alle spalle di Potter li fece trasalire.
- Ma che carini..-
- Sirius!- Lili assunse un vivo colorito, quasi quanto i propri capelli rossi e si stacco immediatamente da James.
- Prego, fate come se io non ci fossi, no...è impossibile vero? Non mi si può ignorare.- Mormorò Black passandogli accanto - Non volevo interrompervi, ma mi serve questo qui, - E circondò con il braccio il collo del giovane Potter - Poi te lo rendo subito. Tralaltro ti stavano cercando...- Lili volse gli occhi verdi verso Sirius e James e poi sbuffò rassegnata.
- Ah, va bene. Ma sono quasi gelosa...- Prima di andarsene però, si avvicinò a Potter e gli mormorò qualcosa all'orecchio che rese il volto del ragazzo decisamente felice.
- Che ti ha detto?- Chiese Black appena Evans se ne fu andata.
- E' un segreto...-
- E non vuoi dirlo nemmeno al tuo migliore amico?-
- No, direi di no.-
Sirius stette un attimo in silenzio poi prese parola.
- Magari ti ha promesso delle belle cosine...- Mormorò malizioso - Cose particolari...-
- Sei completamente fuori strada.-
James si passò la mano fra i capelli e cercò (riuscendosi anche magistralmente) di ignorare l'amico che continuava con insistenza a chiedere spiegazioni. Percorsero la strada lungo il lago e senza neanche rendersene conto, arrivarono all'albero. Sirius sfiorò con la mano la corteccia ruvida e scura della pianta e si volse verso James, che invece, aveva tutta l'intenzione di continuare a camminare.
- Ti piace proprio tanto, eh?- Disse - Evans, intendo.-
Potter si fermò, ma non si voltò indietro.
- Mi piace - Ed era vero, ciononostante quando si era visto arrivare Sirius alle spalle aveva provato un profondo senso di disagio, anche se non ne aveva motivo. Sirius guardò il lago, il cielo era velato dalle nuvole e l'acqua non rifletteva molta luce, ma le onde cristalline si muovevano con lo stesso, identico modo, di quando le aveva viste l'ultima volta.
- Tu volevi dirmi qualcosa?- Chiese James - Se non sbaglio, hai detto che avevi bisogno di me.-
Sirius scosse la testa.
- Niente d'importante.- Disse e gli si avvicinò. - I tuoi compagni di Quidditch hanno fissato un altro allenamento per stasera. E gli servi. Volevano che ti avvisassi, tutto qui.- Poi sfiorandogli appena i capelli aggiunse con un ghigno - Sarà meglio che tu ti dia da fare la prossima partita, perché se no rischiamo di arrivare ultimi, sai che bella figura con i Serpeverde...-
James immaginò la faccia di Lucius felice e contenta mentre calpestava lo stendardo dei Grifondoro e sentì salirgli larabbia dentro.
- No,no...- Momorò - Vinceremo noi.-
- Senti adesso me lo dici cosa ti ha detto Evans?-
James sbuffò - Non ricomincerai da capo!?- Ma la faccia supplichevole di Sirius era troppo divertente, lo lasciò sulle spine un altro pò, poi disse con un sorriso
- Niente d'importante...solo ..."ti amo"-
*

Black aveva preso posto al tavolo alle prese con i libri di scuola, ed erano già due ore che non si era mosso da lì. poi tutto ad un tratto, si alzò tuffandosi nel letto senza dare ulteriore segno di vita. Remus era poco distante, intento a sistemare delle pergamene e dei libri su di uno scaffale, guardò verso l'amico che, nel frattempo si era messo a borbottare roba indefinibile.
- E' successo qualcosa? -Chiese - Che c'è, hai litigato con James di nuovo?-
Il ragazzo dai capelli neri scosse la testa e si lasciò cadere sul cuscino.
- Remus? - Gli occhi di Sirius erano persi oltre la finestra, dietro le nuvole bianche - Posso chiederti una cosa?-
- Bè, dipende...- Mormorò Lupin, continuando a sistemare lo scaffale polveroso - ...cosa vuoi chiedermi?-
- Se si ama una persona...- Iniziò Black, ma Lupin lo zittì prima che potesse continuare.
- Ahi, centra qualche ragazza? Sono la persona meno indicata per darti un consiglio, lo sai Paddy? James di sicuro potrebbe aiutarti meglio di me.-
Certo, forse aveva ragione... se solo James non fosse stato, il "ragazza" del problema. Immerse quindi, la faccia nel cuscino, chissà? Magari Dio l'avrebbe aiutato a morire soffocato e si sarebbe tolto un casino di problemi. Remus posò lo straccio umido sul tavolo e si avvicinò all'amico con aria preoccupata, - Scusa Paddy, se vuoi parlare io sono qui.-
Remus era fatto così. Sempre schivo, all'apparenza freddo e distante, ma in realtà nascondeva un animo estremamente buono e gentile.
- Te... sei mai stato... innamorato, Moony?- Lo chiese, con una voce bassissima e tremula, decisamente buffa, ma Remus non rise, semplicemente rispose con calma.
- Forse.- Le gote solitamente pallide del ragazzo si tinsero di rosso e Sirius capì, che non era il solo a provare imbarazzo. La cosa lo rassicurò abbastanza. Era già strano che lui parlasse d'amore con i suoi amici, ma almeno Lupin non lo aveva deriso, lo stava ascoltando con attenzione e allora, gli venne di sorridere.
- Di chi?- Chiese con un ghigno e Remus scosse la testa con severità.
- Ma non eri tu ad avere dei problemi? Guarda che me ne vado, sai?- Sirius rise e si accorse che l'imbarazzo se ne era completamente andato.
- Hai ragione sono io quello malato d'amore, chiedo scusa.- Stette un attimo zitto, poi aggiunse - Ma la conosco?- Ricevendo per tutta risposta una cuscinata in pieno viso.
Era bello parlare con Remus perché sapeva ascoltare, il che è una cosa rara, eccentuata dal fatto che in fondo era solo un ragazzino.James una volta lo prese in giro dicendo che, probabilmente in Moony, la parte migliore dell'animo femminile aveva preso il sopravvento sull'idiozia maschile... quel giorno James se ne andò per la scuola con un ceffone stampato sulla faccia, ma Sirius credeva che in parte avesse avuto ragione.
- E te, chi è la ragazza di qui ti sei innamorato?- La domanda di Remus lo colse impreparato. Cosa doveva rispondere? " Bè, ecco, in realtà mi sono preso una cotta per James Potter. Eh? Si, lo so che è un ragazzo." Insomma, Remus era sensibile e comprensivo, ma c'è un limite a tutto. - Quando te lo chiesto io, tu mi hai tirato un cuscino...- Mormorò, non trovando una risposta migliore.
Remus sorrise e annuì.
- Giusto, ma se vuoi che ti aiuti, qualcosa mi dovrai pur dire, no?-
Sirius sforzò notevolmente quel coso gelatinoso dentro la testa, che comunemente viene chiamato cervello, per trovare le parole adatte.
- Bè, è un tipo...- Si compiaccque abbastanza di aver impostato il discorso in questo modo, e continuò con decisione - Scorbutico, permaloso, irascibile, insopportabile quanto basta per desiderare di andarci a letto.- Poi aggiunse con voce addolcita - Però... in realtà non è così forte come vuole dimostrare.-
Remus chinò il capo.
- Ti somiglia.- Il volto di Remus aveva un qualcosa di indefinitamente triste, ma Sirius non riusciva a capire quale fosse il motivo.
- Ma, ama un altra persona - Disse Black in un sospiro. - Qualcuno che, gli stà sempre orribilmente appiccicato...- Ripensò alla scena del giorno prima e che non gli sarebbe dispiaciuto affatto prendere il posti di Lili, incontrare James e ogni volta, mollargli un grosso, enorme, bacio gigante... senza che qualche malelingua avesse iniziato a mormorare cose del tipo: "Guarda quei due gay laggiù, che schifo".
Dal cortile si udivano le voci degli studenti rimasti a scuola. La stanza era illuminata dal sole del tramonto che tingeva di rosso le pietre del muro, e pareva quasi che prendessero fuoco.
Remus scosse la testa.
- Non ti rendi conto...- Disse - ...di quanto sei fortunato.-
La fortuna? No, quella se ne stava davvero lontano da lui ed era da un bel pezzo che non si faceva vedere, ma Remus non poteva saperlo. Quando James tornò da Hogsmeade aveva un umore insolitamente allegro e Sirius dovette sorbirsi il suo sorriso beato per tutta la cena, uno di quei momenti che ti fanno rigirare lo stomaco dalla rabbia. Ogni tanto Potter volgeva lo sguardo verso di lui e in quel momento cambiava espressione, Sirius era contento che almeno ci fosse una traccia di senso di colpa dietro quella faccia schifosamente felice. La cosa peggiore è che non aveva nessun diritto di essere arrabiato, non erano fidanzati, e James poteva fare quello che voleva con chi desiderava lui, senza renderne conto a Sirius... un particolare che rendeva il tutto decisamente complicato.
- Come è andato l'appuntamento?- Chiese Remus verso la fine della cena. Sirius alzò lo sguardo con espressione maledettamente curiosa e indagatrice.
- E' filato tutto liscio...- Rispose soddisfatto - Cosa vi aspettavate? Io ci so fare con le donne...- E lanciò uno sguardo di traverso a Sirius.
Se avesse potuto, lo avrebbe strozzato lì e subito, invece, cercò di abbozzare un sorriso di circostanza, e tornò ad occuparsi delle patate nel piatto.
Quella notte Sirius fece un sogno strano.
Lui in attesa di fronte all'altare, con il cuore in gola e in lontanzanza, lei... vestita di bianco con un bellissimo boquet di fiori d'arancio tra le mani, si avvicina con grazia e una volta accanto, si toglie il velo lasciando comparire....l'enorme faccia di James Potter con la sua solita espressione arrabbiata che dice "Smetti di sognare imbecille!".

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Capitolo 6
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Era il giorno della partita GrifondoroVsSerpeverde, uno di quegli scontri storici che creano un caos assurdo in tutta la scuola. Come ad una normalissima partita di calcio babbano si erano già formati i due schieramenti di super tifosi, gruppi di studenti che non facevano altro che lanciarsi insulti a ripetizione. I professori di tutte le case avevano saggiamente ordinato, che le dimostrazioni d'affetto verso la propria casa rimanessero in ambito verbale, e non si spingessero eccessivamente fuori dalla legalità. Una cosa inutile visto che nessuno gli avrebbe dato retta.
Verso mezzogiorno, già tre alunni dei Grifondoro erano finiti in infermeria, uno dei quali in condizioni pietose da anatema, mentre un altro dei Serpeverde, esibiva un occhio nero davvero spettacolare. Per non arrivare ad ulteriori spargimenti di sangue, vennero requisite le bacchette delle due fazioni, con la promessa che sarebbero state restituite ai legittimi proprietari solo alla fine della partita.
- Che casino...- Mormorò Remus entrando nello stadio - Perché si deve fare tutto questo rumore?-
Dietro di lui Peter e Sirius lo seguivano euforici - Ma se è bellissimo!- Esclamò il ragazzo dai capelli neri, afferrando al volo la sciarpa dei Grifondoro che uno dei loro compagni gli aveva offerto, mettendosela al collo. - Sento che stavolta li stracceremo!-
- Non sei un bravo indovino Black...- Malfoy era arrivato nello stesso momento seguito dal solito gruppetto di serpeverde. - Non devi sperare in cose impossibili, sai? Potresti restare deluso...-
Sirius strinse il pugno, in tutta quella confusione, se anche gli avesse assestato due o tre colpi, nessuno se ne sarebbe accorto, avanzò minaccioso verso il biondino dall'aria beffarda ma, una presenza improvvisa lo fermò appena in tempo.
- Ci sono problemi?- Era Silente, accompagnato dalla professoressa Mc Granitt, chissà perché, ma quei due saltavano fuori sempre quando meno se lo aspettava... in genere per punirlo. L'uomo dalla barba bianca teneva in mano un vistosa bandierina dei Grifondoro, mostrando un sorriso smagliante - Che bella giornata!- Esclamò - Se non vi sbrigate perderete l'inizio della partita...- E detto questo, si diresse verso la tribuna dei professori.
- Ti è andata bene...- Mormorò sprezzante verso Lucius - Ti è andata proprio bene...- E se ne andò a sedersi senza ascoltare la replica dei Serpeverde alle sue spalle.
Remus gli si accomodò accanto.
- Stavi per picchiarlo davanti a tutta la scuola...- Disse laconico - Una sicura sospensione, bravo... mi hai stupito.-
- Se la cerca da una vita, prima o poi lo ridurrò in poltiglia...- Ribatté secco, Peter dietro di lui si divertiva soffiando su una girandola rossa e gialla e Sirius sospirò. - non parlare come se fossi l'unico immaturo qui, se lo incontro da solo lo sistemo.-
- Hai mai pensato all'ipotesi, anche lontana...- E nel dirlo sorrideva con leggera malignità -Che lui sia più forte di te?-
- No, assolutamente no.- Ma come poteva anche solo ipotizzare di essere più debole di Malfoy? Quello lo poteva sistemare anche con una mano sola...utilizzando entrambe le gambe come punti strategici, ovviamente. Ma Remus pareva convinto del contrario.
- Lo immaginavo. Sarebbe una cosa simpatica se un giorno, trovandolo da solo, ti conciasse per le feste.-
Una cosa da escludere. Ma in vero, doveva starci attento perché Malfoy era fin troppo abietto per attenersi alle pure regole del duello, di certo avrebbe tirato fuori qualche cosa di illegale e si, forse avrebbe anche vinto. Lucius Malfoy era straordinariamente ricco e siccome la sua famiglia era potente oltre ogni dire, nessuno gli andava mai contro. Persino i professori stavano attenti quando si rivolgevano a lui, temendo forse di essere presi di mira... tutti in effetti, tranne Silente.
- Uno l'ho già sistemato...- Disse Sirius con orgoglio - Quando ho finito aveva un occhio nero da paura e...-
- Sirius!-
- Stava facendo a pezzi la nostra bandiera! Ora sono sicuro che non ci riproverà più.-
- Eh, no...- Sorrise Remus - Certamente no...- Poi aggiunse curioso - Di che anno era?-
- Del sesto - E Sirius si gonfiò il petto, altero - Tanto deboluccio non sono, eh?-
L'entrata in campo dei giocatori levò un urlo da entrambe le parti che fu presto zittito dai professori, che borbottarono soddisfatti "Il Quietus, è un incantesimo eccezionale".
James volava in alto sopra le tribune, a bordo della propria scopa. Il cielo era limpido, perfetto per il gioco, ma credeva che se ci fosse stata qualche nuvola sarebbe stato anche meglio perché, la luce, avrebbe dato meno fastidio ai giocatori e il boccino sarebbe stato più visibile. Il fischio di inizio diede il via ad una vera e propria carneficina. I Serpeverde dal primo minuto in poi, avevano dato prova di un enorme scorrettezza, ma come dovettero ammettere,anche i Grifondoro non ci andavano affatto leggero. James volava come un missile e per due volte rischiò di essere catapultato a terra dai bolidi , quando poi fu lì, per afferrare il boccino d'oro ricevette una dolorosa pedata che lo costrinse a rallentare. Per fortuna l'albitro non era cieco del tutto, giustizia fu fatta e nel momento, ritotornò anche un pò di tranquillità. Il boccino era nuovamente scomparso.
Accanto a lui, i compagni di squadra si davano da fare come mai nelle loro giovani vite, le riserve stavano esaurendosi perché, più che una partita, quella sembrava una battaglia mortale.
Sirius osservava il tutto in un composto e dignitoso silenzio.
- FATELI A PEZZI!!!!!!!!!- Con Remus che ne frattempo zitto ci stava per davvero - FORZA JAMES! FORZA GRIFONDORO!!!!!!!!!!!-
Poi Potter lo vide, il boccino stava davanti a lui e avrebbe potuto afferrarlo solo allungando il braccio. Subito si fece avanti e quella piccola sfera dorata partì a razzo, in alto, perdendosi sopra le nuvole. Dietro lo seguiva il cercatore avversario, ormai erano affiancati, sparati entrambi ad una velocità folle.
Quando furono di nuovo accessibili alla vista delle tribune James teneva in mano il boccino, mostrandolo con soddisfazione... anche se la gioia durò poco. Vinsero i Serpeverde 250 a 240, i centocinquanta punti in più non erano riusciti a fare la differenza.
Sirius dovette ammirare il gaudio della curva verde che gli rodeva il fegato in modo atroce. Malfoy gli passò accanto con un sorriso largo come tutta la faccia, ma non gli rivolse la parola, e per questo gliene fu estremamente grato.
Remus alzò le spalle rassegnato - Andiamo negli spoiatoi a vedere come sta il nostro cercatore?-
E come doveva stare? James era arrabbiato e si sentiva da fuori la porta, visto che tutta la squadra strillava e si lamentava, anche lui non era da meno. Vicino all'entrata Sirius vide Lili Evans che ostentava un'espressione preoccupata. Lei era già lì da molto più tempo di lui, e qualcosa gli si strinse nel petto, una sensazione fastidiosa.
- Io non vengo - Momorò a Remus fermandosi - Mi sono ricordato una cosa, scusa.- E corse via, lasciando solo i due compagni.
Doveva farsene una ragione, e lo sapeva. Nessuno può costringere gli altri a provare sentimenti, lui non ci era riuscito eppure amava James Potter in modo quasi anormale. Perché? Perché lui e non qualcun altro? Se lo chiese nel mentre in cui varcava il dormitorio, prima di prendere calci la gamba dl letto.

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Capitolo 7
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Lei era accanto ad una delle finestre del corridoio, Sirius le passò accanto e avrebbe potuto continuare a camminare senza problemi, invece si fermò e si voltò, anche se solo per un attimo. Lili era davvero una ragazza carina, anche se lui era l'ultimo a poter emettere giudizi in merito alle donne. I capelli rossi le cadevano sull'uniforme scolastica in ciocche scomposte, dondolando ad ogni movimento del capo, sembravano davvero soffici... gli venne da immaginare le mani di James mentre li toccavano piano, ma dovette annullare del tutto quel pensiero per non arrabbiarsi ulteriormente, non sarebbe servito a nulla con l'unico risultato di peggiorare ulteriormente il proprio umore. Quello che lo colse di sorpresa fu il saluto della ragazza che nel frattempo si era accorta della sua presenza.
- Sei solo? E' strano...-
Sirius rispose con calma, lei non aveva colpa di nulla. I suoi problemi erano soltanto i suoi.
- Si, incredibile vero? - Poi domandò vedendola estremamente pallida in volto - Ma stai bene?-
Lili annuì.
- Sono solo preoccupata - La ragazza lanciò un'occhiata al cortile di sotto poi continuò - James si comporta in modo strano in questi giorni...- Poi posò lo sguardò su Sirius come colta da un'ispirazione improvvisa - Forse tu sai perchè...è successo qualcosa? -
- In effetti, si, ma...- Era difficile parlare con la ragazza del suo migliore amico, sorridergli quando una parte di lui, lo sapeva bene, desiderava semplicemente toglierla di mezzo. - Niente di cui preoccuparsi Lili, tranquilla.-
Sirius se ne andò sentendosi un verme patetico, e allo stesso tempo uno sfigato colossale.
*

Remus Lupin stava sfogliando un volume piuttosto pesante di Aritmanzia quando Sirius entrò nella stanza di corsa, gettò la borsa per terra con un gran tonfo.
- Una brutta giornata?- Chiese distrattamente Remus continuando a fissare le pagine.
- Orrida...- Rispose Sirius e si sedette di fronte a lui. - Ma come fai?- Chiese e Lupin alzò lo sguardo, perplesso.
- A fare cosa?-
- Sei sempre così tranquillo!-
- Trovi?-
Sirius si passò le mani fra i capelli - Io non ci riesco...- Sapeva di non riuscire a parlare bene, in quel momento qualcosa lo stringeva all'altezza della gola - Non ci riesco, eppure mi sto sforzando...-
Remus si alzò, le sedia strusciò sul pavimento con un leggero stridio e si avvicinò all'amico. Era una situazione strana, persino l'aria si era fatta più densa e anche il semplice atto della respirazione era diventato difficile. Le mani bianche di Lupin si posarono quelle di Sirius, erano piccole e delicate in confronto alle sue, proprio come quelle di una ragazza.
- Io me ne ero accorto, sai?-
- Di che cosa?-
- Del modo in cui lo guardavi...-
Nemmeno una scarica elettrica gli avrebbe fatto lo stesso effetto. Si alzò di scatto e la sedia cadde all'indietro con un gran botto. Sentiva lo sguardo di Remus su di sé, non era un viso che esprimeva disgusto, né delusione. Erano gli stessi occhi gentili di sempre, non erano cambiati...
- Come?-
Lupin sorrise e tornò verso il libro che aveva lasciato aperto, lo chiuse e lo ripose nello zaino. Sirius lo seguiva senza capire, insomma, era così palese quello che provava, da poter essere compreso da tutti? Allora era nei guai....
- Mi ci è voluto un pò...- Disse Remus - Ma non mi si può nascondere niente, io ho mille occhi e orecchie e per caso...dico per caso, ho ascoltato un'interessante discussione notturna, qualche giorno fa...-
Ora era tutto chiaro, e la sorpresa lasciò il posto all'imbarazzo... un forte imbarazzo.
- Hai sentito...- Chiese Sirius divenendo dello stesso colore delle tende del dormitorio, rosso fuoco - ... tutto?-
- Dovresti parlare a bassa voce quando fai certe proposte...- Ghignò, ma fu una risatina breve e dal sapore amaro. - Ebbene, si...oh, ma non l'ho detto a nessuno, sia chiaro, adesso lo sappiamo solo io, te e James.-
Sirius sospirò, ora che Moony sapeva tutto, tanto valeva che mettesse a nudo la coscienza.
- Ti farò schifo...- Mormorò - ...sono leggermente anormale, eh?-
Lupin gli lanciò un occhiataccia.
- Stai parlando con un lupo mannaro, lo sai?- E dovette abbassare la voce, perché preso dalla conversazione si era lasciato sfuggire qualcosa di troppo. - Comunque, per me dovresti cercare di pensare al punto di vista di James. E' fidanzato e anche da un bel pò... e poi, non credo che sia... ecco, che abbia...-
Sirius scosse la testa.
- No, chiaramente no...- Sentenziò - Anche se non gli sono dispiaciuti i miei baci, anzi sembrava gradirli abbastanza...-
Remus si morse il labbro nervosamente.
- E lui cosa ti ha detto?- Domandò e nel chiederlo raccolse la sedia che era caduta.
- Che ama Lili Evans, che lei ama lui...- Era la classica favoletta da "E vissero per sempre felici e contenti" era tutto troppo perfetto per poter essere sconvolto dall'entrata in scena del mago cattivo, Sirius Black.
Remus gli posò la mano sulla spalla e diede un colpetto leggero.
- Sai, secondo me dovresti cercare di capire cosa ci trova in Lili...- Disse - Io non so cosa potresti fare, perché in fondo deve essere Paddy a decidere, però credo di capire cosa provi. Se James vuole bene a quella ragazza ci deve essere un motivo, allora forse te ne farai una ragione. Invece di tormentarti, rifletti...-
La faceva semplice Remus Lupin, ma come sempre aveva ragione lui.
*


Sirius Black aveva passato un'indimenticabile notte in bianco, senza che gli avesse portato consiglio. Era inutile, lui non aveva talento per risolvere i problemi... che fosse una questione genetica? Nessuno della sua famiglia era particolarmente sveglio, pensò, che di fronte ad un fatto di dna_mal_riuscito_ , c'era ben poco da fare. Aveva superato il cancello dell'aula di erbologia, quando senti delle voci poco distanti, che riconobbe subito.
Dietro la fila di colonne che delimitava il cortile della scuola, ben nascosti, Lucius Malfoy insieme al solito gruppetto di imbecilli, stavano tormentando uno studente. Senza farsi vedere tentò di avvicinarsi e quando capì chi fosse lo sfortunato preso di mira, gli prese una rabbia folle.
Due serpeverde afferravano saldamente Remus Lupin impedendogli la fuga, il suo volto era insanguinato vicino agli occhi e più di un rigolo rosso colava lungo le guance sporcando la terra, il braccio sinistro era immobile, probabilmente rotto. Accanto a loro Malfoy svuotava il contenuto della borsa di Remus, gettando tutto sul terreno con non curanza. Da uno dei quaderni cadde qualcosa.
- Guardate qua...- Malfoy aveva preso in mano un foglio piegato in quattro - Cos'è? - Iniziò a leggerlo, mentre Remus tentava invano di toglierglielo dalle mani - E' un bigliettino d'amore per la tua ragazza, vero?-
- Ridammelo! - Remus era sul punto di mettersi a piangere, gli occhi erano già pieni di lacrime e solo con un notevole sforzo di volontà e l'orgoglio riuscivano ad evitare di versarne. Sirius che intanto si era avvicinato senza essere visto al gruppo dei Serpeverde, era arrivato fin dietro le loro spalle, e con un calcio ben assestato gettò a terra Lucius.
- Siete caduti davvero in basso - Mormorò sdegnato - ...dovreste farvi schifo da soli.-
Malfoy gemette rialzandosi, con un rigolo rosso che gli colava sul mento perché, cadendo, aveva sbattuto la faccia. Aveva il biglietto stretto nel pugno, e nella rabbia lo gettò a terra, pestandolo con il piede come se fosse un mozzicone di sigaretta.
- Ma chi ti credi di essere, eh?- Chiese sprezzante, passandosi la mano sulla macchia di sangue - Guarda qua, mi hai ferito, lo sai che significa? Sarai espulso, farò in modo che accada...-
Ma a Sirius le parole non arrivavano nemmeno. Non era importante quello che sarebbe accaduto, Malfoy si meritava molto più di quello che aveva ricevuto e non si sentiva minimamente pentito, anzi, se gliene avesse dato l'occasione avrebbe continuato allegramente la sua opera. Malfoy aveva tirato fuori la bacchetta e ora la puntava minacciosa contro Black, Serpeverde intorno a formare un cerchio, particolarmente euforico.
- Smettetela immediatamente, siete completamente impazziti!?- Era la Mc Granitt accompagnata da Peter Minus, evidentemente era andato a cercare aiuto. - Abbassi subito quell'arnese Lucius Malfoy!-
Il biondino guardò la professoressa con aria da sufficenza, non ci voleva molto a capire che non era minimamente spaventato dalla sua comparsa. - Professoressa Mc Granitt, quando saprà cosa è successo...-
Ma la donna, che aveva ancora un gran fiatone a causa della corsa , lo zittì prima che potesse aggiungere qualsiasi altra cosa. - So già perfettamente cosa è successo, grazie a Minus.- Disse con una mano sul cuore e l'altra che puntava verso Peter. - Non è la prima volta che mi giungono queste voci maligne sul suo conto, e gradirei molto che mi seguisse nello studio del preside Dipett per discuterne con calma.-
Per la prima volta negli occhi chiari di Lucius, Sirius poté ammirare un segno di terrore, e ne fu decisamente felice.
- Io non ho fatto niente - Obiettò e alcuni degli studenti nel gruppo di Serpeverde iniziarono ad andarsene, forse percependo che l'aria era cambiata in loro sfavore. - Non ci sono le prove!-
- La testimonianza di una dozzina di ragazzi, non è una prova?- Chiese sarcastica la Mc Granitt - Ma ha ragione, per essere sicura che dicessero il vero ho aspettato di coglierla sul fatto compiuto...- Poi si volse verso Lupin che era ancora seduto a terra e assisteva alla scena - E lei? Non credo che stia prendendo il sole nella polvere, no?-
Lupin scosse la testa.
- Bene...- Mormorò soddisfatta - Avrei piacere di invitare anche lei dal preside, potrebbe spiegare cosa è successo quest'oggi. Potrebbe essere interessante ascoltare anche il suo punto di vista Remus Lupin.-
Malfoy storse la bocca in una smorfia di disappunto piuttosto evidente - Black mi ha colpito alle spalle! - E nel dirlo mostro la macchia di sangue sulla mano - Deve essere punito!-
- E' vero, signor Black?-
Sirius annuì e già poteva vedere il sorriso strafottente di Malfoy prendere forma.
- Non mi lascia altra scelta allora, ebbene... stia certo che terrò conto anche di questo signor Malfoy, ma poiché credo che sia stato un atto di coraggio e per una giusta causa - La Mc Granitt era intenta ad osservare il sangue sul volto di Remus e la condizione pietosa del suo braccio - ...mi limiterò ad offrire al signor Black un periodo di riflessione, spolverando tutte le cianfrusaglie che tengo nelle cantine... forse imparerà che attaccare alle spalle è un comportamento assolutamente poco dignitoso e scorretto...- e aggiunse con un sorriso mal celato - ...e che sarebbe sato più giusto un leale, attacco frontale -
Sirius guardò la Mc Granitt con una sensazione mista tra gioia e stupore. Persino quando afferrò Malfoy trascinandolo via non riuscì a credere ai propri occhi. Prima di andarsene però, la donna si volse verso di lui e gli disse con la solita aria intransigente. - Porti il suo compagno in infermeria, quel braccio deve essere curato.-
Come se fosse passata la tempesta, adesso c'era una calma insolita. Remus si rimise in piedi a fatica e sgrullò gli abiti sporchi di terra. Peter gli si era avvicinato e adesso singhiozzava nervoso.
- Ti fa male Moony?- Chiese con ansia - Sono andato di corsa appena ho visto... io non era in grado di...ecco, non potevo fermarli da solo...-
Lupin gli sorrise incoraggiante.
- Sto bene...- Disse, ma teneva stretto il braccio con la mano ed era una bugia fin troppo palese.
Sirius fece per andargli incontro, ma nel farlo, pestò innavvertitamente il foglietto, che prima Malfoy aveva fatto cadere. Si fermò e lo raccolse.
- Cos'è?- Mormorò, era una pagina di quaderno strappata e scarabbocchiata, ma guardando bene si accorse che c'era scritto qualcosa, ed era la calligrafia di Remus, senza dubbio, sebbene tremolante e disordinata.Sembrava l'inizio di una pagina di diario, ma Remus doveva averla strappata via di fretta perché i lati del foglio non erano pari. - No! - Remus tentò di strapparglielo dalle mani e mosse senza volerlo, anche il braccio che gli faceva male, e non ci riuscì.

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Capitolo 8
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Se potessi dirgli quello che non gli ho detto mai, come se fosse una cosa scontata

Se potessi dirgli quello che non gli ho detto mai, come se fosse una cosa scontata....
Gli sembro tranquillo e non sa... non sa nulla. Lo saprete solo voi, che non potete parlare, che siete solo carta ed inchiostro, che non giudicate con severità... e mi vergogno, perché non ho il diritto di dire o fare niente. Non sono né forte né calmo e se potessi piangerei tutte le volte che cala la sera, ma per l'aiuto che costantemente ricevo, per l'affetto che mi viene donato... a me... che non sono che un mostro....

 



- Remus...- Mormorò Sirius e Lupin strinse le spalle, con lo sguardo volto a terra, ma il biglietto non era ancora finito.



Odio la luce della luna quasi quanto amo lui.

 



- Lui?- Sirius alzò lo sguardo dal foglio, ma Lupin non c'era più. Era corso via e al suo posto era rimasto solo Peter, alzante le spalle e con aria preplessa.

 



Tanto valeva che morissi in quella notte di dieci anni fa, almeno.... non ti avrei mai conosciuto Sirius Black.


 


Sirius Black fissò il foglio e dovette iniziare a correre prima ancora di rendersi pienamente conto di ciò che era accaduto.
- Ma dove vai!?- Gridò Peter non appena gli fu passato vicino. Sirius si allontanò senza neanche voltarsi indietro, borbottando qualcosa di molto simile a "Che idota!".
Riuscì ad acciuffarlo una attimò prima che riuscisse a rinchiudersi nel bagno del dormitorio.
- Remus...-
Il giovane mago si voltò, le lacrime gli bagnavano le guance.
- Cosa vuoi?- Era una domanda che non voleva una risposta, era un "vattene via" bello e buono. Ma Sirius non poteva andarsene via, lui ci doveva parlare, a costo di immobilizzarlo con un incantesimo, Remus doveva ascoltarlo.
- Dovresti dirmelo tu... cosa vuoi da me, Remus J. Lupin?-
Remus abbassò lo sguardo e fece per andarsene via, ma Sirius lo afferrò per la maglietta.
- E non osare ignorarmi, devi guardarmi! - Remus singhiozzò, ma non per questo Black lasciò la presa, anzi, cercò di avvicinarlo, ma si accorse che molti lungo il corridoio si erano fermati a guardare la scena ed era meglio non offrire ulteriore spettacolo.
- Vieni con me...- Ed era un ordine, non avrebbe accettato un rifiuto - Dai, muoviti...- Lo afferrò e lo trascinò via, poi si ricordò che il suo compagno era ancora ferito e che prima di ogni altra, cosa sarebbe stato opportuno farlo medicare. - Come va il braccio? Ti fa molto male, non è vero?-
- No, io sto bene...- Sirius era stanco di sentire la solita cantilena di rassicurazioni, per Remus tutto andava sempre apparentemente, meravigliosamente bene...
- Smettila di di mentire, per una volta...-
Remus sorrise, eppure le lacrime non si erano ancora fermate, e continuavano a scendere copiose.
- E'... un dolore quasi... insopportabile...- poi aggiunse in tono di sfida - Sei soddisfatto?-
Sirius rallentò il passo, e abozzò un sorriso di trionfo - Si, decisamente...-
Madama Chips, come i due entrarono in infermeria, spinse Remus su di una sgabello e cominciò e tastargli il braccio preoccupata - Chi è stato?- Chiese - Sei stato tu, Black?- Sirius lanciò un occhiataccia - Ci mancherebbe altro...- poi aggiunse con fierezza - Se fossi stato io, ora non potrebbe neanche parlare... no, sono stati Lucius Malfoy e tutta la sua banda di piccoli, viscidi bastar...- Lupin tossì appena e Sirius si corresse velocemente.
- ....di. - Mormorò - Insomma, quelli là...-
La donna alzò un sopracciglio, poi mormorò rivolta a Remus - E' incrinato... nulla di così grave da non poter essere curato dalla mia magia. Solo che dovrai aspettare un pò, temo... c'è un caso più urgente del tuo...spero comunque, che il predide sia già stato informato della faccenda.-
Entrambi annuirono e Madama Chips se ne andò, con la promessa di tornare prestissimo, non appena si fosse risolto anche l'altro problema "Non so che cosa passi è per la testa dei nuovi studenti... infilarsi la bacchetta nel naso ad undici anni!" Esclamò scomparendo oltre la porta di legno rossastro, lasciando dietro di sé un silenzio di tomba.
Sirius cercò per un pò di distrarsi guardando le mattonelle del pavimento, ma il diversivo non durò a lungo. Remus ogni tanto alzava lo sguardo verso di lui, dandogli la fastidiosa sensazione, di essere osservato come un animale dello zoo.
- Per fortuna non è niente di grave...- Mormorò alla fine, sedendosi su uno dei lettini lì vicino.
- Già...- Rispose laconico l'amico - ... per fortuna.-
- Senti...- Avevano parlato all'unisono. Remus arrossì appena, - No, di prima tu...- Sirius rovistò nella tasca dell'uniforme e prese il biglietto, quando glielo porse, Lupin si morse il labbro istintivamente con aria nervosa.
- Questo è tuo. - Disse Sirius lasciandolo cadere sul lenzuolo bianco del letto - Non dovevo leggerlo, ti chiedo scusa.-
Il ragazzo fissò con tristezza il pezzo di carta poi si volse dalla parte opposta - Non mi serve più... era solo uno sfogo.- poi aggiunse sorridendo - Puoi buttarlo via, se vuoi.-
- Certo, lo farò... Ma solo perché vi sono scritti particolari che altri non dovrebbero sapere. E mi riferisco solo alla faccenda della licantropia, sia chiaro.-
Remus rise somessamente, una risata fredda, vuota.
- Vuoi dire che il resto non conta?-
Sirius si alzò dal letto e si avvicinò a Remus, le voci della scuola giungevano dalle finestre aperte sul cortile. Era strano pensare, che fuori dalla porta di ciliegio dell'infermeria, le cose stessero trascorrendo normalmente, in modo banale, proprio come ogni giorno. Il mondo intero era fuori da quella porta.
- Mi ami, Remus?- Lo chiese con tranquillità, senza curarsi degli occhi d'ambra che adesso lo stavano fissando sorpresi. Lupin scosse la testa, i capelli ramati gli caddero sul volto quando prese a fissare il pavimento.
- Guardami.- Sirius prese tra le mani le guance rosee di Remus - Perché non vuoi guardarmi? Ogni volta che ti parlo finisce sempre così, ma io voglio ascoltarti guardandoti bene in faccia, chiedo troppo? -
Remus strinse il pugno afferrando la stoffa dell'uniforme - Si...- poi aggiunse mettendosi in piedi, di fronte a Sirius - Perché, io...- ma poi si fermò, lasciando la frase a metà. Afferrò con la mano destra quella di Sirius e se la portò al volto, lui lo lasciava fare, allontanarlo sarebbe stato crudele in quel momento e lui aveva già sofferto abbastanza.
La pelle di Remus era calda e umida a causa delle lacrime, il viso era liscio e delicato come quello di una ragazza, e Sirius provò una strana sensazione sfiorandolo con le dita. Il cuore aveva preso a battere forte e nemmeno lui sapeva esattamente perché, l'unica cosa certa, era quel contatto, fin troppo bello e piacevole...
La porta dell'infermeria si aprì cigolando, Madama Chips comparve con un'espressione insolitamente serena, forse era riuscita a risolvere il problema della "mistica bacchetta nel naso" di cui aveva accennato prima, si avvicinò ai due, che nel frattempo erano ritornati alle loro precedenti postazioni, Sirius sul lettino e Remus sullo sgabello, entrambi con il cuore in gola per il timore di essere scoperti in atteggiamenti particolari.
- Che c'è cari?- Chiese la donna afferrando una bottiglietta trasparente e dal collo allungato - Avete una faccia pallida, vi sentite bene?-

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Capitolo 9
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Il preside e i professori responsabili delle varie case, accompagnati da alcuni dei genitori delle "vittime" di Malfoy, erano entrati nell'infermeria, proprio mentre Madama Chips aveva iniziato ad occuparsi di Lupin

Il preside e i professori responsabili delle varie case, accompagnati da alcuni dei genitori delle "vittime" di Malfoy, erano entrati nell'infermeria, proprio mentre Madama Chips aveva iniziato ad occuparsi di Lupin. Sirius si era visto costretto a lasciare la stanza, su invito dello stesso Dipett. Ci sarebbe stato bisogno di lui, in un secondo momento, non appena il padre di Lucius fosse arrivato, di certo lo avrebbero accusato anch'esso di violenza, aveva picchiato Malfoy, ma lo aveva fatto per salvare un proprio compagno... in qualche modo se la sarebbe cavata.
Moony dovette rispondere a molte domande, e ci vollero due ore buone prima che lo lasciassero andare tranquillo. Sirius era fuori dalla porta, che lo aspettava.
- Che faranno?- Chiese, appoggiato alla parete. - Gli hai spiegato bene quello che è successo?-
- Si, ma senza la presenza dei genitori di Malfoy, non si può fare molto. Dovranno aspettare domattina per emettere il giudizio...- Sospirò, fuori il sole aveva iniziato a tramontare e il corridoio era illuminato da una viva luce cremisina, presto

sarebbe scesa la sera, la luna calante già si intravedeva fuori dalla finestra di pietra. Uno spicchio insignificante e dalla luce spenta.
- Non ho voglia di andare a cena, sai?- Mormorò Sirius salendo le scale a chiocciola del dormitorio, Remus alzò lo sguardo - Io si... - e aggiunse con un sorriso - ... a meno che non trovi qualcosa di più interessante da fare.-
Entrando trovarono James e Peter, entrambi con un' espressione profondamente preoccupata sulla faccia. Gli andarono incontro, sommergendoli letteralmente di domande, di vivi e non molto educati commenti contro i Serpeverde e di quello che avrebbero fatto se, avessero avuto il coraggio o se fosser stati lì presenti.
- Insomma, almeno gliel'hai fatta pagare!- Esclamò James - Se lo meritava, anche se temo che... sapete come fa, no? Non è la prima volta che quello finisce nei guai, si è sempre salvato solo grazie al suo buon nome e ai soldi! Lo sanno tutti che si compra l'appoggio di molti...-
Remus annuì, e strinse il braccio ormai guarito.
- I soldi possono comprare la giustizia, è una cosa disgustosa...- Mormorò e Peter assentì energeticamente dicendo :
- Li ho visti, anche quegli altri... oggi ne stavano parlando, Lucius li aveva ridotti male... non è che i suoi metodi fossero proprio magici, quelli del suo gruppo li piacchiavano a sangue.-
- Ora non ha importanza...- Concluse Sirius - Del resto, ormai non possiamo fare nulla -
Bussarono alla porta e Peter andò ad aprire. Lili Evans entrò sbuffando, i capelli raccolti in una lunga treccia e l'aria arrabbiata. - Ci diamo una mossa?- Domandò rivolta a James - Perché mi fai aspettare?-
Sirius ghignò maligno - La principessa si sente sola?- Lili si girò verso di lui con uno sguardo vagamente omicida per cui,

Black dovette chiudere la bocca per non rischiare la vita.
- Mi avevi detto che avresti passato un pò di tempo con me visto che in questi giorni sei stato impegnato con gli allenamenti... ma come al solito te lo sei già dimenticato, non è vero? Mi hai detto che saresti venuto da me appena finite le lezioni! -
James fu letteralmente trascinato via da Lili, verso il dormitoio femminile senza possibilità di fuga. Poco dopo anche Peter uscì dalla stanza.
- Quella donna è pericolosa...- Disse non appena furono spariti dietro la porta.
Remus sorrise.
- Mi ricorda un pò un piccolo leone...-
- Una leonessa e un cervo? Che razza di coppia...- Remus guardò Sirius per un attimo, e gli occhi d'ambra incontrarono quelli di lui, ma si volsero subito altrove.
- Non è tanto strana... - Mormorò con gli occhi ancora posati sul pavimento.
Black si alzò per avvicinarsi alla finestra, per allontanarsi così anche dal compagno.
- Forse no...non troppo in fondo...c'è di peggio giusto?-
Lupin sorrise con espressione un pò amara.
- Eh, già...-
- E noi, ne sappiamo qualcosa, vero?- Era strabiliante come le parole delle volte potessero avere un effetto così immediato.

C'era in quel "noi" un tono assai diverso dal solito, e Remus lo notò, sebbene con perplessità.
Lupin alzò lo sguardo su Black con curiosità. Lo osservava... la luna era ormai alla sua metà calante, ma sufficiente ad illuminarne i lineamenti. Era lo splendido cane nero che gli faceva compagnia le notti di luna piena, il compagno di mille avventure passate trasgredendo alle rigide regole scolastiche...e sarebbe rimasto incantato a fissarlo in eterno se avesse potuto.
Lo sguardo di Black si posò lontano, fuori dalla finestra...il cortile era deserto, ed il cielo terso, sebbene la luce della luna nascondesse la maggior parte delle stelle, le più luminose facevano capolino sulle torri della scuola. Forse erano quelle che Sirius osservava, ma molto più probabilmente i pensieri lo tenevano talmente assorto, che quel piccolo splendore gli rimaneva ignoto.
-Sirius?- mormorò Remus, perplesso senza staccare gli occhi dal viso del compagno. Black aveva in testa una miriade di pensieri, ma alla fine rispose con l'unico che gli sembrava sufficientemente adatto alla situazione. E per la prima volta sentì di fare qualcosa senza lasciarsi guidare dall'istinto del momento e neanche come faceva Remus usando solo la parte della mente che serviva a tenere l'istinto bloccato a vita......no, ma con un frammento di se stesso, che doveva ancora imparare a conoscere a fondo.
-Moony...senti....-
Remus sussulto impercittibilmente...forse perché anche lui non è che se ne stesse perfettamente buono con i pensieri in quel frangente e sentire la voce del compagno all'improvviso lo aveva come ridestato dai propri. -Cosa c'è?- chiese.
- Riguardo ad oggi....-
-Vorrei che dimenticassi l'accaduto...- rispose Remus anticipandolo. - Come se non fosse successo niente.-
Sirius sorrise. Un ghigno pieno d'amarezza -...ipocrita...-
Remus sembrava punto sul vivo, e stava per ribattere all'apparenza persino irato, quando accadde qualcosa che sul momento lo paralizzò abbastanza. Forse il suo cuore si era fermato, o caso più probabile, andava così veloce da sembrare fermo. Eccole, le sentiva...calde sulla pelle del viso, le labbra di Sirius Black. Un bacio dolce, e innocente che persino un bimbo avrebbe potuto donare. Non si staccò subito da lui, fu un gesto di estrema lentezza, ma quando dovette allontanarsi notò che Sirius aveva uno sguardo serio come non gliene aveva mai visti in faccia.
-E adesso dimmi che vuoi dimenticare...- sibilò il ragazzo moro, accennando un ghigno di pura strafottenza. -...e fare finta che non sia successo nulla...-
Osservava il viso contratto dalla sorpresa e dal palese imbarazzo dell'amico. Ai lati degli occhi gli parve di vedere due lacrime, messe lì come per bellezza che non volevano proprio cadere giù...forse erano i primi sintomi dell'orgoglio di Remus J. Lupin? O semplicemente non erano destinate a scendere sul suo viso...forse, si era pianto abbastanza entrambi in quei giorni da rendere insopportabile il pensiero di altre lacrime. Ed erano occhi belli, occhi di lupo che cercarono il rifugio dell'ombra tornando chini, pieni di vergogna, quelli che gli fuggivano imbarazzati e confusi...
Sirius si sorprese nel desiderio di cercarli ancora...ma non era il tempo. No...lo aveva capito. Alcune cose avrebbero richiesto anni e pretendevano un senso...che solo loro avrebbero potuto trovare. E lui sentiva ancora troppo vivido il ricordo del tormento che aveva passato, di quelle settimane angoscianti, per poter provare a cercarne uno. Era presto per riuscire...ma non di certo, per tentare...
-...domani mi sveglio e non sarà vero niente...- disse Remus con una vocina sottile sottile...
Black ridacchiò appena, ma quando rispose fu serio e solenne -...e perché devi pensarci oggi?-
La luna calante splendeva sopra le loro teste, su un castello che l'ombra inghiottiva silenziosa. Da lontano le voci della sala grande giungevano confuse, come un mormorio indistinto, come una melodia di un vecchio grammofono scricchiolante...sospesi nel tempo. Forse domani non sarebbe arrivato poi così presto…



FINE

 

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