Quarta stagione

di HIMsteRoxy
(/viewuser.php?uid=553778)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


1 Capitolo:
 
Seduto comodamente su una poltrona rossa mentre sorseggiava un bicchiere di cognac, Mycroft Holmes ricevette un messaggio. Sbruffò, tirò fuori con malavoglia il cellulare dalla tasca e guardò distrattamente chi fosse il destinatario. Sgranò gli occhi per la sorpresa. Lasciò andare inavvertitamente il bicchiere, che si frantumò in mille pezzi rovinando il costoso parquet del Diogenes Club. Fissò per un attimo il pavimento macchiato e fece una smorfia. Allora lesse di nuovo il messaggio e si adagiò pesantemente sulla poltrona, fissando nervosamente il vuoto.
 
| Lazzaro è resuscitato. JM |
 
Sherlock Holmes si trovava in un aereo, pronto a decollare. Aveva salutato John Watson, il suo migliore amico, e si stava preparando a cominciare una nuova vita in un luogo lontano. Quando ricevette una chiamata da suo fratello.
‘’ Cosa c’è?’’ domandò acido.
‘’ Lui è vivo’’ rispose Mycroft, cercando di mantenere la calma. Sherlock aggrottò la fronte, ma sentì un tonfo al cuore.
‘’ Lui chi?’’ chiese, ma sapeva già la risposta.
‘’ James Moriarty’’ rispose Mycroft, tentennando. Anche solo pronunciare quel nome gli dava i brividi, come se Moriarty potesse apparire da un momento all’altro nella stanza.
Sherlock scese dall’aereo e andò incontro a Mary e a John. Quest’ultimo lo fissò stupefatto.
‘’ Non parti più?’’ chiese John confuso e speranzoso, allo stesso tempo.
‘’ No, John. Dobbiamo ritornare a Baker Street. Lui è ancora vivo’’ rispose Sherlock, un po’ divertito. L’eccitazione di risolvere nuovi casi erano di nuovo tornata, anche se dentro di sé covava una paura tremenda.
‘’ Lui? Di chi stai parlando?’’ domandò John.
‘’ Sherlock?’’ chiese di nuovo, mentre Sherlock si affrettava.
‘’ Di Jim Moriarty! Di chi altri potrei parlare?’’ sbottò Sherlock infastidito.
John rimase a fissare il suo amico, con uno sguardo ebete. Poi ritornato alla realtà, corse raggiungendo Sherlock e Mary.
 
Dall’altra parte di Londra Jim Moriarty ricevette un messaggio.
 
| Sherlock è tornato a Baker Street. Attendo una tua risposta. |
 
Jim sorrise soddisfatto e rispose subito al misterioso mittente.
 
| Domani alle 9.00 a Camden. Non mancare. |
 
Quel pomeriggio stesso Mycroft andò a trovare il fratello a Baker Street. Venne ad aprirli la signora Hudson, che gentilmente lo fece accomodare al piano di sopra.
John era seduto comodamente sulla sua solita poltrona, mentre scriveva al suo blog. Invece Sherlock camminava avanti e indietro per la stanza in modo nervoso.
‘’ Sei arrivato finalmente!’’ disse Sherlock, girandosi verso il fratello.
‘’ Mycroft, mi dica che è uno scherzo’’ aggiunse John.
‘’ Mi dispiace, ma è tutto vero’’ rispose Mycroft. Il suo viso non esprimeva nessuna emozione. Adesso John capiva perché Moriarty l’avesse soprannominato ‘The Iceman’.
‘’ Come l’ha saputo?’’ domandò allora John, dubbioso.
‘’ Ho ricevuto un suo messaggio’’ rispose, facendo spallucce, Mycroft.
‘’ Questa volta si è messo in contatto con te. Perché?’’ rifletté ad alta voce Sherlock.
‘’ Perché sono tuo fratello’’ rispose Mycroft.
‘’ No. Ci deve essere qualcos’altro sotto. Qualcosa di molto grosso’’ disse Sherlock, socchiudendo gli occhi.
‘’ Ma come procediamo ora?’’ domandò John.
‘’ L’unica possibilità è aspettare che si faccia di nuovo vivo’’ rispose Mycroft.
‘’ E intanto lo lasciamo libero di passeggiare per Londra?!’’ sbottò furioso John.
‘’ Mycroft, ha ragione. E’ come cercare un ago in un pagliaio. Dobbiamo aspettare’’ aggiunse Sherlock.
‘’ Ma non possiamo! Quello lì è uno psicopatico! Dobbiamo avvertire la polizia!’’ disse contrariato John.
‘’ E magari tappezzare tutta la città con la sua foto, vero Watson? Così la gente vivrà nel terrore e si chiederà perché ancora la polizia non è riuscita a trovare il criminale più pericoloso di tutta Londra?’’ sbottò Mycroft.
‘’ A proposito…Lestrade ne è al corrente?’’ chiese Sherlock, ammiccando verso Mycroft, il quale fece finta di niente e cercò di contenersi.
‘’ Ancora no’’ rispose impassibile, mentre dentro di sé sentì le farfalle allo stomaco.
‘’ Bè aspettiamo allora qualche altro giorno’’ concluse Sherlock.
 I tre rimasero a discutere ancora un po’ della questione, poi Mycroft andò via. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


Il sole splendeva alto su Camden, uno dei quartieri più affollati di Londra. Ma in uno dei vicoli bui e pericolosi si erano appartati Jim Moriarty e il misterioso mittente del messaggio.
Jim si guardò attorno diffidente; non c’era anima viva. Quindi si avvicinò alla sagoma e cominciò a parlare.
‘’ Eccoti…pensavo avessi cambiato idea’’ disse Jim sbruffando.
‘’ Ho avuto qualche problema, ma adesso sono qui’’ rispose l’individuo.
‘’ Procede tutto come previsto?’’ chiese Jim. L’altro annuì e tirò fuori una busta bianca molto pesante.
‘’ Oh, vedo che hai portato anche… bene’’ Jim prese la busta e la nascose nella tasca del cappotto. Fece per andarsene, ma poi tornò indietro.
‘’ Un’ultima cosa: spiffera anche un solo dettaglio del nostro patto e io ti ucciderò!’’ sorrise Jim, andando via.
 
Sherlock era immerso nella più totale apatia. Era in attesa di una chiamata o di un messaggio da parte del suo nemico principale.
John invece stava leggendo il giornale ed elencava invano le notizie più strane all’amico. La totale indifferenza di Sherlock fu interrotta dal beep di un messaggio sul suo cellulare. Si alzò dal divano in cui era disteso e si precipitò sul tavolo, afferrando goffamente il cellulare.
 
| Prepara il tè. Dobbiamo festeggiare il mio ritorno. JM |
 
Sherlock esultò istintivamente sotto le occhiate dubbiose di John.
‘’ Buone notizie?’’ domandò John.
‘’ Mmmh… sì! Ho chiesto un favore a Gavin Lestrade…’’
‘’ Greg’’
‘’Come scusa?’’
‘’ Greg Lestrade’’
‘’ Oh, sì. Greg. Comunque, saresti così gentile da andare a prendere un fascicolo…’’.
‘’ Un fascicolo?’’
‘’ Sì, non mi hai sentito? Sei sordo, per caso?’’
‘’ Ma a che ti serve un fascicolo?’’
‘’ E’ per un caso’’
‘’ Quale caso? Non abbiamo casi in corso’’
In quell’istante entrò la signora Hudson con il consueto vassoio del tè. Sherlock guardò l’orologio: mancavano dieci minuti alle cinque. Tolse maldestramente il vassoio dalle mani della signora Hudson e lo posò con forza sul tavolino.
‘’ Le mie tazze di porcellana! Sherlock, cosa le prende?’’ chiese agitata la signora Hudson.
‘’ Nulla’’ sorrise Sherlock.
‘’ Vada a comprare i biscotti’’ aggiunse.
‘’ Ma li ho comprati stamattina’’ disse la signora Hudson.
‘’ Non sono buoni’’
‘’ Ma se non li ha nemmeno assaggiati!’’
‘’ Ho detto: vada a comprare i biscotti! John, accompagnala!’’ sbottò nervosamente Sherlock.
‘’ Cosa? E il mio tè?’’ disse John contrariato.
‘’ Fuori!’’ urlò Sherlock. John lo fissò male e uscì assieme alla signora Hudson.
 
I rintocchi dell’orologio a pendolo suonarono le cinque e la porta di Baker Street si aprì. Jim Moriarty entrò cautamente, si guardò attorno e salì le scale velocemente. Trovò Sherlock seduto sulla poltrona di John, assorto nei suoi pensieri.
‘’ Siamo soli?’’ chiese Jim deluso.
Sherlock aprì gli occhi e rimase per qualche secondo a fissare il suo nemico. Sentì una vampata e cercò di regolare il proprio respiro. Aveva di fronte Jim Moriarty in carne e ossa.
Jim si accomodò di fronte a lui e incrociò le gambe.
‘’ Non mi chiedi come sto?’’ domandò Jim infastidito dal silenzio dell’altro.
‘’ Come stai?’’ chiese allora Sherlock.
‘’ Magnificamente bene. Grazie!’’ rispose pavoneggiandosi, mentre si accingeva a bere il tè e ad assaggiare i biscotti.
‘’ Buoni’’ disse indicandoli.
‘’ Lo riferirò alla signora Hudson’’ rispose Sherlock sorridendo.
‘’ Dov’è John?’’ domandò Jim.
Sherlock rimase spiazzato dalla domanda e aggrottò la fronte.
‘’ Volevo vedere la sua reazione…peccato. Mi sono perso molte cose in questi anni. Mi hanno detto che ha reagito male quando ha scoperto della tua falsa morte. Oh, poverino’’ continuò Jim.
‘’ Chi te lo ha detto?’’ domandò Sherlock.
‘’ Non ha importanza. Hai dimenticato che ho molti informatori?’’.
‘’ Ovvio’’ disse Sherlock. Seguì quindi un lunghissimo silenzio.
‘’ Su, Sherlock! Non startene lì a pensare… come sei noioso! Fammi quella dannata domanda!’’ sbottò Jim perdendo la pazienza.
‘’ Anzi no! Sono curioso di sentire le tue teorie’’ aggiunse.
Sherlock lo fissò e nella mente ritornò la scena sul tetto del Bart’s: rivide il momento in cui Jim si sparò in bocca e il momento dopo in cui lui si buttò dal tetto, sotto lo sguardo incredulo di John.
‘’Avrei dovuto immaginare che non ti saresti mai ucciso… Hai finto anche tu… Ti ho sottovalutato’’ disse Sherlock, mentre Jim annuiva.
‘’ Sono io il genio, non tu. Hai anche rischiato la vita per la seconda volta. Ah, povero John. Prima il finto suicidio del suo migliore amico e poi sposare una donna e scoprire che in realtà ha mentito sulla propria identità. Ed è anche una bugiarda e un’assassina. Stavi per morire, Sherlock. Per colpa sua’’ rispose Jim, scuotendo la testa.
‘’ Mary…E’ stata lei a dirti tutto, non è vero?’’ domandò Sherlock ma Jim non rispose.
‘’ Dimmelo!’’ ribadì Sherlock.
‘’ Mai fidarsi delle persone che ti stanno accanto’’ rispose Jim, sorridendo.
‘’ Perché hai fatto mandato quel messaggio a mio fratello?’’.
‘’ Saresti morto vedendo il mio nome sullo schermo del cellulare. Ed io non voglio che questo accada. Voglio godermi lo spettacolo. Non ho più voglia di scherzare, Sherlock. Stavolta salterai in aria, per davvero. BOOM!’’
‘’ Cosa vuoi ancora? Non ti è bastato farmi saltare nel vuoto?’’.
‘’ No, quella era una sciocchezza. Questa volta punto più in alto. Voglio il potere, Sherlock!’’
‘’ Hai già il potere. Sei il criminale più pericoloso di tutta Londra!’’.
‘’ Ma a me non interessa Londra. Io voglio l’Inghilterra! BOOM, Sherlock!’’ concluse Jim, alzandosi. Fissò Sherlock, ripeté ancora una volta la famosa parola ‘boom’ poi andò via.
 
John arrivò ansimante alla centrale di polizia e si recò subito nell’ufficio di Lestrade.
‘’ Oh, ciao John!’’ lo salutò Greg, mentre beveva un caffè.
‘’ Sherlock mi ha detto di venire a prendere quel fascicolo…’’ disse John.
‘’ Quale fascicolo?’’ domandò Greg, spalancando gli occhi.
‘’Come? Sherlock ha ricevuto un tuo messaggio.’’
‘’ John, mi dispiace. Ma non sento Sherlock da giorni’’
‘’ Oddio, no… non è possibile… Moriarty è da Sherlock, allora.’’
‘’ Moriarty? Ma non era morto?’’
‘’ No, Greg. Lui è ancora vivo. Scusa, ma devo andare’’ esclamò John. Uscì dal palazzo fermò il primo taxi.
‘’ 221B di Baker Street. E’ un’emergenza!’’ gridò al conducente.
 
Entrò a casa, la signora Hudson non era ancora rientrata e salì di corsa le scale.
‘’ Sherlock!’’ gridò, ma si fermò appena vide l’amico disteso sul divano.
‘’ Che hai John?’’ chiese Sherlock.
‘’ Che cosa ho?! Dov’è?’’ sbottò John, impazzito.
‘’ Chi?’’
‘’ Jim Moriarty!’’
‘’ Chi, scusa? John, sei sicuro di stare bene?’’
‘’ Va bene… Greg non sapeva nulla di un certo fascicolo…’’.
‘’ Mi sarò sbagliato, allora’’
‘’ Sherlock, ti sei precipitato per rispondere a quel messaggio’’.
‘’ Non ho risposto a nessun messaggio’’
‘’ Okay, ma lo hai ricevuto. Chi era?’’
‘’ Nessuno’’
‘’ Sherlock, dammi quel cellulare’’
‘’ Okay, era Jim Moriarty’’
‘’ E’ stato qui, quindi?’’
‘’ No’’ rise Sherlock.
‘’ Sherlock, non puoi competere da solo contro di lui! Non un’altra volta… finirà male questa volta ed io… io non voglio che…’’.
‘’ Sono stato tutto il tempo da solo. Dovevo pensare. Sai com’è, il mio palazzo mentale…’’
‘’ Giuralo!’’
‘’ Dai John…non mi credi?’’
‘’ Giuralo su Redbeard!’’
‘’…lo giuro. Non ho visto Jim Moriarty’’
‘’ Mi prometti che non farai di testa tua, questa volta?’’.
‘’ Sì, John’’
 
Il Big Ben suonò le sette di sera. Mycroft prese il cappotto e l’ombrello e si accinse ad uscire dal Diogenes Club, quando entrò Sherlock senza bussare.
‘’ Ciao, fratellone’’ lo salutò Sherlock.
‘’ Cosa ci fai qua? Questo non è un luogo che ti si addice’’ disse Mycroft.
‘’ E’ un’emergenza’’
‘’ Si è fatto vivo?’’ domandò Mycroft. Sherlock annuì.
‘’ Ha saputo tutto quello che è successo in questi anni. Ogni minimo particolare’’
‘’ C’era da aspettarselo’’
‘’ Non vuoi sapere chi è la sua fonte?’’
‘’ Chi?’’
‘’ Mary’’
‘’ Mary… Watson?’’
‘’ Sì, proprio lei’’
‘’ John, sa…’’
‘’ No. Non voglio coinvolgerlo. Ha già sofferto per quella volta. Si sono riconciliati da poco.’’
‘’ Ti ha detto altro Moriarty?’’
‘’ E’ interessato all’intera nazione e al potere. Stavolta farà saltare tutto in aria’’
‘’ L’intera nazione? Il potere dell’Inghilterra risiede nelle mani della…’’.
‘’ Regina. E qual è l’edificio dove risiede?’’
‘’ Buckingham Palace’’ rispose Mycroft impallidendo. Si versò un pò di whiskey e lo mandò giù tutto d’un fiato.
‘’ Farà saltare Buckingham Palace, allora. Ma quando?’’ aggiunse.
‘’ Sai benissimo che non perde mai la voglia di giocare’’.
‘’ Cosa facciamo? John è al corrente di tutta questa faccenda?’’.
‘’ Sa solo che Jim Moriarty si è messo in contatto con me’’.
‘’ Ma perché far saltare in aria un palazzo? Non sarebbe più sensato tenere in ostaggio qualcuno della famiglia reale?’’.
‘’ No, lui è più astuto. Quel luogo è sorvegliato tutto il tempo, ci sono guardie dappertutto e nessuno può sfuggire ai controlli. Forse è riuscito a far infiltrare delle spie, magari tra la servitù o tra il corpo di guardia. La faccenda è molto complicata. C’è di mezzo la sicurezza della famiglia reale, di Londra, di tutta la popolazione.’’
‘’ Pensi sia meglio avvertire la polizia?’’.
‘’ E’ una questione tra me e lui, ancora una volta. Ma adesso usa la famiglia reale come scusa. Se la voce arrivasse a Buckingham Palace, nulla sarà più al sicuro’’.
‘’ Sherlock, non tirare troppo la corda. Stiamo parlando della famiglia più influente d’Inghilterra’’.
‘’ Appena avremo qualche dettaglio in più, metteremo al corrente anche Lestrade’’ concluse Sherlock, andando via.
Uscì dal Diogenes Club e si accinse a tornare a casa, ma ricevette un messaggio.
 
| Verresti a cenare da me e Mary? Sono più tranquillo se accetti il mio invito. JW|
 
Sherlock rimase a riflettere, poi decise di accettare l’invito di John.
‘’Ciao, Sherlock!’’ lo salutò sorridente Mary, facendolo entrare in casa.
‘’ Mary, tutto apposto?’’
‘’ Oh, sì, grazie. Come te la passi?’’
‘’ Sai, solita vita.’’
‘’ E le indagini?’’
‘’ Quali indagini?’’ domandò cauto Sherlock.
‘’ Moriarty è tornato in città’’ rispose Mary, facendo spallucce.
‘’ Come fai a saperlo?’’
‘’ Gliel’ho detto io, Sherlock. Noi due siamo preoccupati per te. Ah, ho anche avvertito Greg’’ disse John, entrando nella stanza.
‘’ Non ho bisogno del vostro aiuto. E chi ti ha detto di avvertire la polizia?’’ rispose scontroso Sherlock.
‘’ Sherlock, ne avevamo parlato… vuoi di nuovo… vuoi finire su un tetto e…’’ balbettò John.
‘’ John, hai superato il limite! Adesso scusate, ma tolgo il disturbo’’ concluse Sherlock, uscendo fuori.
John rimase a fissarlo preoccupato.
‘’ Ci penso io, John. Cercherò di convincerlo a rimanere’’ disse Mary, uscendo.
‘’ Grazie Mary’’ rispose John.
‘’ John è molto preoccupato per te. Da quando ha saputo di Moriarty non dorme più…Sherlock, vieni dentro. Così ne parliamo con calma’’
‘’ Parlare di cosa? Non parlerò certo con te di Moriarty! Ammettilo! Non è stato John a dirti del ritorno di Moriarty’’.
‘’ Cosa stai dicendo? Certo che è stato lui!’’
‘’ Non è stata un’idea di John invitarmi a cena, ma tua. Hai appena detto che la notte non dorme, vuol dire quindi che è sconvolto, preoccupato e non molto lucido per prendere tale decisione. Balbetta al solo pensiero di Moriarty e del mio finto suicidio. E continua a fare incubi sulla guerra. Sei stata tu a mandare il messaggio dal cellulare di John e solo dopo l’hai avvertito. Ecco perché non è venuto ad aprirmi. Mary, ormai ti conosco. Ma questa volta non ingannerai né me e nemmeno John. Adesso è meglio che vada’’ concluse Sherlock, tornando a Baker Street.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terzo Capitolo ***


Jim Moriarty se ne stava seduto al tavolo mentre studiava attentamente alcune mappe riguardanti Buckingham Palace, la sua struttura, le sue vie di accesso e gli orari riguardanti il cambio della guardia o la sicurezza quando il suo cellulare vibrò: era arrivato un messaggio.
 
| La polizia sa tutto. Dobbiamo anticipare il colpo. |
 
Jim batté un pugno sul tavolo e chiamò il misterioso numero.
‘’ Cosa vuol dire che sa tutto?’’ urlò Jim.
‘’ Sanno che sei in città e che hai in mente qualcosa’’.
‘’ E i nostri piani? Hai spifferato qualcosa?’’
‘’ No, certo che no’’
‘’ Se stai mentendo, ti ucciderò. Mi farò vivo io, allora’’ concluse Jim, scaravento il cellulare più lontano possibile.
 
A Baker Street, dopo la telefonata di John a Lestrade, ci fu un’incursione della polizia. Greg Lestrade accompagnato da Sally Donovan entrò nell’appartamento di Sherlock.
‘’ Oh mio Dio, Sherlock. C’è qua l’ispettore…’’ esclamò la signora Hudson preoccupata.
‘’ Perché non mi hai detto che Moriarty era tornato?’’ urlò Greg.
‘’ Signora Hudson, ci lasci soli per favore… Anche tu, Donovan’’ rispose Sherlock.
‘’ Ma io... ’ ribadì contrariata Sally.
‘’ Vai via, Sally’’ disse Greg.
‘’ Allora?’ aggiunse, aspettando una risposta da Sherlock.
‘’ Non pensavo fosse importante’’ rispose Sherlock impassibile.
‘’ Cosa?! Per te non è importante? Stiamo parlando di James Moriarty, per l’amor del cielo! E’ stato qui, Sherlock?’’
‘’ No, ha solo mandato un messaggio’’
‘’ Sherlock, è la verità? Cosa vuole ancora da te?’’
‘’ Sai come è fatto. Ama sfidarmi’’
‘’ D’ora in poi voglio essere al corrente di ogni minimo dettaglio. Hai capito? E metterò anche il tuo telefono sotto controllo’’ concluse Greg, andando via.
Per tutta la giornata il telefono continuò a squillare, ma Sherlock non rispose. Lestrade e John avevano rovinato tutti i suoi piani. Non aveva senso ormai rispondere al telefono.
 
Intanto Jim Moriarty sbrigò gli ultimi dettagli del suo piano e mandò un messaggio al misterioso numero.
 
| Stasera, a Buckingham Palace. Comincia il piano A. Fai in modo che ci sia anche John. JM |
 
Quella sera John si recò a Baker Street. Venne ad aprirgli Sherlock.
‘’ Perché non rispondi al telefono?’’ domandò John preoccupato.
‘’ Lestrade l’ha messo sotto controllo’’ rispose Sherlock sbruffando.
‘’ Dov’è la signora Hudson?’’ chiese John, guardandosi attorno.
‘’ E’ uscita’’ disse Sherlock buttandosi sul divano.
‘’ Tu, perché sei qui?’’ aggiunse.
‘’ Mi dispiace per l’altra sera, Sherlock. Scusa per aver avvertito Greg, ma sono molto preoccupato per te. Hai sentito per caso Moriarty?’’
‘’No, dannazione! Non posso più rispondere a quel dannato telefono adesso! Tutto per colpa tua…non dovevi chiamare la polizia!’’.
‘’ Scusami ancora. Senti, Sherlock… fammi avere tue notizie. Adesso devo andare. Mary mi sta aspettando fuori.’’
‘’ Uscite?’’ domandò Sherlock, guardando l’abito elegante dell’amico.
‘’ Sì, Mary vuole andare al ballo delle debuttanti’’.
‘’ Divertitevi allora. Ma, aspetta… i biglietti sono tutti esauriti…’’ osservò Sherlock.
‘’ Oh, Mycroft è stato così gentile da procurarcene due. Mary ha insistito così tanto’’ concluse John, uscendo fuori.
‘’ Il ballo delle debuttanti?’ esclamò ad alta voce Sherlock e si precipitò di sotto.
‘’ John, dove si terrà?’’ urlò.
‘’ Buckingham Palace’’ rispose John, mentre il taxi sfrecciava ad alta velocità.
‘’Dannazione!’’ esclamò Sherlock. Cercò di fermare un taxi ma erano tutti pieni, così rimase a fissare il vuoto quando ricevette un messaggio.
 
| Il principe sta aspettando la sua Cenerentola. Vieni a ballare? JM|
 
Sherlock sgranò gli occhi e riuscì a fermare un taxi.
‘’ Buckingham Palace’’ disse, entrando. Mandò quindi un messaggio a suo fratello Mycroft.
 
| La Regina, Cenerentola e il Re. SH|
 
Rise sotto lo sguardo dubbioso del conducente. Lestrade tra un secondo avrebbe intercettato quel messaggio, ma non sarebbe riuscito a decifrarlo. Per fortuna Mycroft non era come quell’idiota di Anderson. Anche un bambino avrebbe capito che la Regina indicava il luogo, ovvero Buckingham Palace, Cenerentola era il perché e quindi il ballo delle debuttanti e infine il Re stava a indicare Jim Moriarty.
Arrivò in meno di dieci minuti a Buckingham Palace ed entro nei grandi saloni abbelliti per l’evento. C’era una confusione terribile e sarebbe stato difficile trovare John e Mycroft e avvertirli del pericolo.
Cominciò a inoltrarsi tra la folla e a spintonare parecchia gente, quando trovò John.
‘’ Dov’è Mary?’’ gli chiese.
‘’ E’ andata un attimo fuori, sulla terrazza. Ma tu perché sei qua?’’ rispose John confuso.
Sherlock non rispose e si precipitò fuori, ma di Mary non c’era nessuna traccia. Quindi rientrò.
‘’ Sherlock, che sta succedendo?’’
‘’ Moriarty è qui. Vuole far saltare tutto in aria e Mary, lei... è sua…’’.
‘’ Oddio, devo trovarla... ’ esclamò John, mischiandosi tra la folla, mentre avvertiva Greg.
‘’ Greg, sono John. Moriarty si trova a Buckingham Palace. Credo voglia fare una strage. Vieni subito!’’
Greg assieme ai suoi uomini arrivò in meno di cinque minuti e cominciò a far sgomberare tutto il palazzo.
 
Sherlock si avviò tra le stanze e salì al piano di sopra quando vide la sagoma di Mary aggirarsi furtivamente. Quindi, senza farsi vedere, la seguì. Si recarono in una grande sala e all’improvviso la porta si chiuse alle loro spalle.
Mary si girò per lo spavento e vide Sherlock, ma prima che uno dei due potesse parlare entrò in scena Jim Moriarty.
 
John salì al piano di sopra e incontrò Mycroft.
‘’ Mycroft, per fortuna l’ho incontrata. Ha visto per caso Mary?’’ gli chiese.
‘’ No, mi dispiace. Ma cosa sta succedendo? Sherlock mi ha detto di venire’’ rispose Mycroft.
‘’ Moriarty è qui da qualche parte. Vuole far saltare tutto in aria’’
‘’Oh mio Dio…e tutta questa gente?’’
‘’ Ho avvertito la polizia. Se ne sta occupando Lestrade. Ma dov’è Sherlock? Sento provenire delle voci da questa stanza, ma è chiusa. Mycroft, mi aiuti ad…’’ disse John, girandosi verso Mycroft ma non fece in tempo a finire la frase, che ricevette un colpo alla testa.
 
Moriarty intanto si avvicinò a Sherlock e Mary.
‘’ Cosa ci fa lei qui?’’ domandò Jim, indicando Mary.
‘’ Ti avevo detto di venire da solo’’ aggiunse fissando Sherlock.
‘’ Come scusa? Non è lei la tua informatrice? Mary, confessalo!’’ rispose Sherlock.
‘’ Confessare? Ma cosa? Non so di cosa tu stia parlando’’ si difese Mary.
‘’ Voi due state complottando contro di me!’’ ribadì Sherlock.
‘’ Sherlock, non ti facevo così stupido’’ disse Jim.
‘’ Mary, per l’ultima volta: adesso puoi anche dirlo’’.
‘’ Ma cosa? Sherlock, io sono venuta qua con John. Sono uscita un attimo fuori e per caso ho visto lui aggirarsi nei dintorni. Così l’ho seguito senza dire nulla a John’’.
Sherlock sgranò gli occhi.
‘’ Stupido, stupido, stupido!’’ pensò ad alta voce.
‘’ Cosa vuoi fare adesso? Farci saltare in aria? Dove hai nascosto quella dannata bomba?’’ urlò guardando Moriarty.
‘’ E’ in giardino, Sherlock. Ma il pulsante per azionarla è qui, proprio accanto a me’’ rispose sorridendo Jim.
‘’ La polizia sa tutto di te… non hai scampo ormai.’’
‘’ Si, la polizia è stata avvertita…John non avrebbe dovuto’’
‘’ Come fai a saperlo? Se non è stata Mary, chi è stato allora?’’.
‘’ Non hai mai sentito parlare di spie?’’
In quell’istante la porta si spalancò ed entrò Mycroft ansimando.
‘’ Sherlock, ti ho trovato finalmente!’’ esclamò.
Sherlock lo fissò e sgranò gli occhi. Ebbe un flash:
 
‘’ Mai fidarsi delle persone che ti stanno accanto’’ aveva detto Moriarty.
 
‘’ Mycroft è stato così gentile da procurarci due biglietti’’ aveva invece detto John.
 
Adesso era tutto chiaro. Era Mycroft la spia di Moriarty. Suo fratello!
‘’Sei stato tu! Tu sapevi tutto su di me, su John, su Mary… tu hai raccontato ogni minimo particolare a Moriarty. Perché? Perché, proprio tu?’’ urlò Sherlock avventandosi contro Mycroft, ma Moriarty estrasse una pistola.
‘’ Adesso basta scherzare. Mycroft, vieni qua. Al mio tre azionerai la bomba’’ disse Jim, mentre Mycroft prendeva il suo posto.
‘’3…’’ cominciò a contare.
 
John si svegliò intorpidito e con un gran mal di testa in un corridoio semibuio. Cercò di alzarsi, ma barcollò più di una volta e cadde a terra. Sentì delle voci provenire da una stanza vicina e si rimise in piedi.
Cominciò quindi a ricordare: aveva ricevuto un colpo da un oggetto appuntito, come un ombrello. Sentì di nuovo quelle voci.
‘’2…’’
Accorse davanti la stanza, la porta era aperta e rimase spiazzato da ciò che vide: Moriarty stava puntando una pistola contro Mary e Sherlock.
‘’1…’’ urlò Jim.
Mycroft pigiò il pulsante, Moriarty si girò verso le finestre che davano sul giardino, Sherlock prese per mano Mary.
 
Ma non ci fu nessuno scoppio. Moriarty si girò verso Mycroft.
‘’ Che hai combinato?’’ gli urlò contro.
‘’ Ho disinnescato la bomba’’ rispose Mycroft.
Nello stesso momento Mary si lanciò contro Moriarty, ma lui fu più veloce e partì un colpo. Mary ansimò e cadde a terra, in una pozza di sangue.
John urlò e sparò, a sua volta, verso Jim, il quale barcollò prima di cadere.
John accorse verso Mary, ancora cosciente, e l’abbracciò. Cominciò a singhiozzare e le accarezzò il viso.
‘’ Mi dispiace John’’ disse lei.
‘’ Mary, no. Non è colpa tua’’
‘’ Volevo salvare Sherlock…’’
‘’ Mary, non mi lasciare…’’
‘’ Addio John’’ disse Mary, esalando l’ultimo respiro.
Sherlock si avvicinò quindi a Jim.
‘’ Hai vinto ancora tu, Sherlock Holmes’’ disse Jim e morì.
Sherlock allora si girò verso Mycroft.
‘’ Stai bene?’’ gli domandò. Mycroft annuì.
‘’ John mi dispiace per il colpo alla testa…ma avrebbe rovinato tutto…’’ disse Mycroft.
‘’ Lei, Mycroft Holmes, è un idiota!’’ urlò John con le lacrime agli occhi.
‘’ Mi dispiace anche per Mary’’
‘’ Non la nomini…’’
‘’ John, vieni…usciamo di qui’’ disse Sherlock, avvicinandosi a lui.
‘’ No! Non mi toccare! E’ anche colpa tua se lei è morta!’ gli urlò contro.
Sherlock sentì una fitta al cuore e uscì in giardino assieme a Mycroft. John invece rimase a vegliare sul corpo di Mary per l’intera nottata. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


I giorni passarono e nessuno andò più a Baker Street. Sherlock passava le giornate a guardare costantemente l’orologio. Gli unici che andavano a fargli visita erano solo Greg Lestrade e suo fratello Mycroft.
Non c’era nessuna traccia di John. Aveva provato a chiamarlo, ma lui non rispondeva mai. Era anche andato a casa sua, ma non era mai venuto ad aprirgli la porta.
Si sentiva in colpa per la morte di Mary. Aveva sottovalutato ancora una volta Jim Moriarty. La situazione gli era sfuggita di mano e Mary era morta. Ma era anche colpa di suo fratello Mycroft. Lui aveva fatto il doppio gioco con entrambi. Si era finto complice di Moriarty, ma alla fine lo aveva aiutato a sbarazzarsi del criminale più pericoloso di Londra.
Era riuscito, comunque, a perdonarlo. Adesso voleva riallacciare quel rapporto che aveva interrotto con John.
‘’ No! Non mi toccare! E’ anche colpa tua se lei è morta!’’ gli aveva urlato contro John. Queste erano state le sue ultime parole. Parole dal significato forte, che riescono a lacerarti l’anima.
 
La pioggia cadeva imperterrita sulle strade di Londra. John si era rinchiuso ormai da settimane a casa e non rispondeva più né al telefono né al campanello.
Aveva perso la voglia di vivere dopo la morte di Mary. L’aveva amata, nonostante il suo passato misterioso. Non aveva mai voluto sapere quale fosse il suo vero nome. Non aveva importanza. John amava Mary e questo bastava. Ma adesso Mary non c’era più.
Avevano anche progettato di formare una famiglia, di avere dei bambini. Odiava Mycroft e anche Sherlock. Per colpa loro Mary era morta.
Ma nonostante l’avversione nei confronti di Sherlock, provava nostalgia. Sherlock era stato il suo migliore amico e il suo testimone di nozze. Forse sarebbe dovuto tornare a Baker Street. La signora Hudson lo aveva invitato tante volte, ma lui aveva sempre declinato l’invito.
Forse era arrivato il momento per tornare.
 
Il campanello suonò e la signora Hudson andò ad aprire: era John.
‘’ John, caro. Venga… Sherlock, scendi!’’
‘’ No, signora Hudson non c’è bisogno. Posso portare io le valigie di sopra’’
‘’ Vi lascio soli, allora’’
Sherlock sentì il richiamo della signora Hudson e la voce di John. Sentì un tonfo al cuore, ma rimase dov’era. Da un lato voleva rivederlo, ma dall’altro si sentiva ancora in colpa.
John apparve all’entrata. Sherlock cercò di evitare i suoi occhi. Quindi entrò e sorrise imbarazzato.
‘’ Il grande Sherlock Holmes non vuole salutare un vecchio amico?’’ domandò John.
‘’ Dipende dall’amico’’ rispose Sherlock imbronciato.
‘’ Hai portato con te le valigie’’ aggiunse.
‘’ Sì, ho accettato la proposta della signora Hudson’’.
‘’ Bene’’
‘’ Sherlock, sono tornato…’’
‘’ Lo vedo’’
‘’ Sono tornato per te’’ disse John.
Sherlock si girò stupefatto verso di lui e aggrottò la fronte.
‘’ Dici sul serio?’’ domandò.
‘’ Sì, Sherlock’’ rispose John sorridendo.
Sherlock andò ad abbracciare John e i due si scambiarono un appassionato bacio davanti agli occhi felici della signora Hudson. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2890982