You bleed just to know you are alive

di Rowan936
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ore ***
Capitolo 2: *** Debole ***
Capitolo 3: *** Rabbia ***
Capitolo 4: *** Gravità ***
Capitolo 5: *** Incubo ***
Capitolo 6: *** Sorpresa ***
Capitolo 7: *** Febbre ***
Capitolo 8: *** Emozioni ***
Capitolo 9: *** Lacrime ***
Capitolo 10: *** Fallimento ***
Capitolo 11: *** Compleanno ***
Capitolo 12: *** Vendetta ***
Capitolo 13: *** Cucinare ***
Capitolo 14: *** Ammirazione ***
Capitolo 15: *** Paura ***
Capitolo 16: *** Disciplina ***
Capitolo 17: *** Infermiere ***
Capitolo 18: *** Colpa ***
Capitolo 19: *** Notte ***
Capitolo 20: *** Bagno ***
Capitolo 21: *** Impulso ***
Capitolo 22: *** Pausa ***
Capitolo 23: *** Autostima ***
Capitolo 24: *** Risveglio ***
Capitolo 25: *** Ghiaccio ***
Capitolo 26: *** Brodaglia ***
Capitolo 27: *** Preoccupazione ***
Capitolo 28: *** Uscita ***
Capitolo 29: *** Guerra ***
Capitolo 30: *** Pace ***



Capitolo 1
*** Ore ***


Angolo autrice
Ebbene sì, sono tornata con un’altra raccolta, per vostra sfortuna u.u Mi dispiace, ma non riesco a vivere senza questi due *occhi a cuoricino* Mmh, che dire? Questa raccolta è una what if, ambientata in un universo a metà tra i Mirai e il presente: qui Goku è morto per la malattia cardiaca nonostante l’arrivo di Trunks, che è tornato nella sua dimensione per non-so-quale-motivo *dovevo levarmelo dai piedi*, è già comparso Cell e perciò Vegeta ha deciso di usufruire della Stanza dello Spirito e del Tempo, trascinandosi dietro anche Gohan come “garanzia”. Della serie: io sono il Principe dei Saiyan e posso sconfiggere Cell da solo, ma un compagno di allenamento non può certo farmi male, poi il moccioso è un Saiyan quindi potrà sempre tornarmi utile in futuro. Ecco. Insomma, tutto questo casino per fare in modo che Vegeta e Gohan stessero un anno tutti soli soletti, esatto. Tranquilli: niente pairing vero e proprio fino alla fine, per tutto il periodo in cui Gohan è un bambino solo tenera amicizia u.u Sempre che Vegeta in versione “maestro severo” possa essere definito tenero. Mmh. Il titolo è una citazione (Iris - Goo Goo Dolls). Questa prima flash è ambientata agli inizi dell'allenamento, sono lì da pochi giorni e Gohan non è ancora un Super Saiyan, ovviamente. Niente, spero che non ci siano errori e che i personaggi non siano OOC, in entrambi i casi non esitate a farmelo sapere: le critiche costruttive sono sempre ben accette :) Buona lettura!
 

 
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1. Ore
 
Gohan si ritrovò nuovamente a terra, il naso sanguinante e il fiato mozzo.
Strinse i denti, cercando di far leva sulle braccia doloranti per potersi rialzare, ma ricadde a terra con un tonfo.
Ansimò, serrando gli occhi come se avesse potuto guadagnare qualche minuto in più di riposo con quel gesto, eludere le ore che sembravano non passare mai, mentre sentiva i suoi passi sul terreno e avvertiva il suo odore sempre più vicino.
« Allora? Tutto qui, moccioso? Sai benissimo che non possa perdere tempo con te, vedi d’impegnarti seriamente. » ringhiò Vegeta, squadrandolo dall’alto in basso con espressione dura.
A Gohan ricordava un po’ Piccolo, quando lo aveva portato via da sua madre per allenarlo: il principe e il Namecciano erano molto simili ma, al tempo stesso, molto diversi. Se il secondo ormai si era rabbonito, divenendo comprensibile per il bambino, il primo era ancora un mistero, un enigma che lui, per principio, voleva risolvere.
Si lasciò sfuggire un gemito, mentre tentava nuovamente di alzarsi, senza successo.
« N-non… N-non ce la faccio… » si scusò, con voce flebile.
Le labbra del Saiyan adulto si arricciarono per il disgusto, mentre lo guardava.
« Tsk. Sei patetico. Come speri di diventare Super Saiyan se collassi dopo appena poche ore di allenamento? Come pensi di poter fare qualcosa contro Cell, senza il tuo caro paparino a coprirti le spalle, eh? » inquisì Vegeta, sapendo perfettamente quali tasti toccare per ottenere ciò che voleva.
Il bambino, infatti, digrignò i denti, nel sentirlo parlare di suo padre, e tentò di alzarsi con più convinzione. Lui era morto, andato via per sempre, e non poteva più proteggere la Terra. Era compito suo. Perché, anche se Vegeta non l’aveva ammesso, il bambino era perfettamente consapevole che il principe avesse bisogno del suo aiuto per sconfiggere Cell. Altrimenti perché si sarebbe messo in testa di allenarlo per aiutarlo a trasformarsi in Super Saiyan?
Alla fine, riuscì a mettersi in piedi, le gambe malferme e il volto rigato di sangue, mentre improvvisava un’incerta posa di combattimento. I suoi muscoli, sottoposti a troppi allenamenti, tremavano anche per il solo gesto di mantenerlo in piedi, ma il bambino non si sarebbe lamentato. Aveva un obiettivo da raggiungere, non poteva mollare.
« Possiamo ricominciare? » domandò Vegeta, con ironica gentilezza.
Il bambino incrementò leggermente la propria aura.
« Quando vuoi. » rispose.
 
 

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Capitolo 2
*** Debole ***


Angolo autrice
Eccomi tornata con questa raccolta dopo un lunghissimo pomeriggio di studio ^^ Ultimamente non faccio altro che studiare D: Comunque, questa flash è stata buttata giù un paio di giorni fa e… Boh, Vegeta è un gran bastardo, effettivamente. Beh, non poteva mica usare i metodi soft alla Kakaroth u.u Ma io lo amo anche quando è bastardo *-* Il fascino del cattivo, forse u.u Mi dispiace per il povero Gohan che si prende delle gran mazzate, ma il principino per ora domina u.u *urla di fan che acclamano Vegeta mentre le amanti di Gohan se ne escono con dei sonori “BUUUUU”* Niente, grazie infinite a ka93 e Silver Saiyan che hanno recensito la scorsa flash, mi avete resa molto felice con le vostre parole ** Grazie grazie grazie *-*

 
 
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2. Debole
 
Gohan cadde a terra, la fronte imperlata di sudore.
Fece leva sulle braccia indolenzite, mettendosi a gattoni per recuperare un po’ di fiato. Tuttavia, il successivo colpo di Vegeta non tardò ad arrivare, e il bambino cadde nuovamente a terra, diversi metri più indietro.
Boccheggiò qualche istante, cercando dentro di sé la forza per trasformarsi. Doveva riuscirci. Doveva diventare un Super Saiyan.
« Hai già mollato, moccioso? » ghignò il principe, avvicinandosi.
Nonostante lo scherno sul suo volto, Gohan individuò un altro sentimento nei suoi occhi: delusione. Perché Vegeta credeva in lui, in fondo, era convinto che ce la potesse fare.
« N-no… » mormorò il bambino, tentando di rialzarsi, senza successo.
Il principe lo fissò, senza intervenire, mentre Gohan lottava contro una gamba quasi certamente fratturata, odiandosi per la propria debolezza.
Non appena tentò di portare il peso sulla gamba ferita, cadde faccia a terra.
« M-mi dispiace… » mormorò, con le lacrime agli occhi.
Era stupido e debole. Non sarebbe mai riuscito ad essere all’altezza di suo padre, non l’avrebbe mai reso fiero. Dal Paradiso era possibile osservare ciò che accadeva all’interno Stanza dello Spirito e del Tempo? Sperò vivamente di no.
« Piantala. » asserì Vegeta, riservandogli la più disgustata delle occhiate. « Fai il Saiyan e smettila di frignare. Vedrai che quando avrai fame ti alzerai senza troppi problemi. E, se anche non fosse così, per quanto mi riguarda puoi anche dormire lì. »
Senza aggiungere altro, il principe gli voltò le spalle e si allontanò.



 

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Capitolo 3
*** Rabbia ***


Angolo autrice
Ed eccomi qui! In ritardo. Vi chiedo umilmente scusa *si inginocchia* ma, come ho già scritto nell’altra raccolta sono stata letteralmente sommersa dal latino. In effetti, fino a cinque minuti fa stavo facendo latino. E ho iniziato alle tre. *piange* Va be’, saltiamo gli eventi tristi che costellano la mia misera esistenza (?) e passiamo ai nostro bei piccioncini ** Non ho molto da precisare riguardo questo capitolo, solo che è ambientato dopo circa tre/quattro mesi l’inizio dell’allenamento… Spero non sia una schifezza, se i personaggi fossero OOC o trovaste qualche errore segnalate pure :D Sottolineo che le flash non saranno in ordine cronologico, quindi se qui sono già passati alcuni mesi dall’entrata nella stanza, la prossima volta potrei scrivere del loro primo giorno insieme. Ringrazio infinitamente ka93 per aver recensito lo scorso capitolo! Grazie, mi dai sempre molto sostegno!

 
 
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3. Rabbia
 
« Arrabbiati, moccioso! Non stai dando il meglio di te, ARRABBIATI! » sbottò Vegeta, osservando il bambino che, in piedi a un po’ di distanza da lui, cercava di incanalare la propria energia.
Bassi gemiti uscivano dalle labbra di Gohan mentre cercava di rivivere i momenti peggiori della sua vita, come la morte di Junior, la battaglia contro Freezer… Ma non funzionava. C’era sempre qualcosa che mancava. Era come se ci fosse stata una catena che limitasse i suoi movimenti e lui riuscisse a sfiorare l’obiettivo con la punta delle dita, ma non ad afferrarlo.
« Arrabbiati! » continuava Vegeta « Non puoi essere sempre salvato, moccioso! Devi imparare a camminare da solo, devi superare i tuoi limiti! Altrimenti avrai sempre bisogno che qualcuno si sacrifichi per la tua debolezza! »
Gohan digrignò i denti e serrò gli occhi.
Junior era morto per lui. Suo padre lo aveva protetto più volte.
Nel corso delle battaglie, lui non aveva saputo fare altro che nascondersi dietro a qualcuno, frignando alla ricerca di aiuto. Non sapeva cavarsela da solo e raddoppiava il peso sulle spalle degli altri.
Non puoi essere sempre salvato, moccioso!
Non voleva essere salvato. Non era più tanto piccolo.
Devi imparare a camminare da solo, devi superare i tuoi limiti!
Era un Saiyan.
Altrimenti avrai sempre bisogno che qualcuno si sacrifichi per la tua debolezza!
Non voleva più assistere alla morte di nessuno.
Arrabbiati, moccioso!
 
Le catene si spezzarono.
Gohan, per un istante, si sentì libero. L’energia gli riempì ogni singola cellula del corpo, i suoi capelli divennero biondi e gli occhi iniettati di rabbia si colorarono di acquamarina, mentre attorno a lui comparve una sfavillante aura dorata.
Il bambino intravide il sorriso soddisfatto e quasi orgoglioso di Vegeta, poi tutta quell’energia svanì e lo lasciò senza la forza di reggersi in piedi.
Cadde in avanti, semisvenuto, mentre sentiva il contatto con il pavimento freddo come una sconfitta rovente. Ora Vegeta lo avrebbe rimproverato, lo avrebbe mollato lì dicendo che non fosse degno della razza Saiyan. E, purtroppo, aveva ragione.
Tuttavia, non arrivò nessun rimprovero.
Gohan sentì un paio di braccia sollevarlo e, subito dopo, si ritrovò in braccio al Principe dei Saiyan.
Esausto, si appese al lui, respirando debolmente contro la sua schiena.
« Tsk, vedi che quando ti impegni sei quasi un guerriero decente? » gli disse Vegeta, mentre lo riportava alla loro abitazione.
Gohan sorrise leggermente.

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Capitolo 4
*** Gravità ***


Angolo autrice
Ecco qua la quarta flash! Visto che l’altra volta avevo – appunto – sottolineato che le flash non sarebbero state in ordine cronologico, oggi mi sono sentita autorizzata a scrivere del primo giorno u.u La scena è un po’ una rivisitazione di quella canonica, spero che non faccia schifo ^^” Scusate se sono un po’ di fretta, ma devo andare a iniziare a preparare i bagagli *GITA, GITA, GITA, vado in gitaaa!*, quindi mi limito ad augurarvi buona lettura (sperando che non ci siano errori, altrimenti segnalatemeli)  e a ringraziare infinitamente ka93 e Silver Saiyan che hanno recensito lo scorso capitolo! Grazie :3
 

 
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04. Gravità
 
« Muoviti, moccioso, non siamo qui per una vacanza. » ringhiò Vegeta, avanzando attraverso la stanza per avviarsi verso l’infinito spazio bianco davanti a loro.
Gohan annuì, nonostante il Saiyan gli desse le spalle e non potesse vederlo. Si affrettò quindi a seguire il suo nuovo maestro, che stava già fendendo l’aria con qualche pugno. Non appena il bambino mise piede fuori dalla costruzione, però, si sentì spingere a terra, come se qualcuno fosse appena piombato sulla sua schiena.
Cadde in avanti, sentendosi oppresso.
« Che stai combinando?! » gli domandò Vegeta, a braccia incrociate, fissandolo dall’alto in basso. Lui era abituato ad allenarsi a gravità trecento o più, questo non era nulla.
« L-la gravità… » spiegò Gohan, affannato.
« Tsk. Pensavo che fossi più forte. Muoviti, è solo dieci volte superiore a quella terrestre. Come pensi di diventare Super Saiyan se nemmeno riesci a stare in piedi con una gravità tanto misera? »
Non c’era conforto o incoraggiamento nelle parole del principe, ma il bambino annuì con decisione e, non senza sforzo, si rialzò.
« Finalmente. » commentò Vegeta, mettendosi in posizione di combattimento. « Cominciamo, non  ho nessuna intenzione di perdere tempo. »
 

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Capitolo 5
*** Incubo ***


Angolo autrice
Eccomi, ho aggiornato anche questa u.u Sto facendo una pausa post-pranzo prima di mettermi a studiare latino *come se fosse una novità, non faccio altro nella mia misera esistenza*, ma non voglio pensarci perché altrimenti mi viene male. Meglio che me stia qui con le cuffie a scrivere questo interessantissimo angolo autrice, va. Allora, la flash di oggi è ambientata… Mmh… Boh, non so esattamente quando, anche se Gohan è già un Super Saiyan. Niente, spero non ci siano errori, si parla di un incubo… Io adoro gli incubi. Li metterei ovunque, scriverli mi diverte molto u.u *me sadica* Ringrazio infinitamente ka93 che continua a seguirmi e recensire! Grazie :3:3

 
 
 
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05. Incubo
 
Morte.
Gohan non vedeva altro che morte.
Davanti ai suoi occhi spalancati dal terrore, volti sconosciuti venivano sfigurati, vite innocenti troncate brutalmente. Ai suoi piedi vi erano mucchi di cadaveri insanguinati, mentre un mostro che riconobbe come Cell esibiva un ghigno sadico e, quasi, di sfida.
Sei in grado di salvarli, Gohan? Verrai ad aiutarli?
Il bambino tremò, mentre dal nulla comparivano i suoi amici. Bulma e il piccolo Trunks caddero per primi, trafitti entrambi dal pungiglione del nemico. Crilin, Yamcha e Tenshinhan morirono poco dopo.
E lui rimaneva lì, immobile, le guance rigate di lacrime e il corpo immobilizzato dal terrore.
Non era abbastanza forte. Non ce l’avrebbe mai fatta.
Sua madre comparve a poca distanza da lui, urlando parole che il bambino non comprese e non si sforzò di decifrare, distratto dalla vista di quell’attacco che si stava dirigendo verso di lei e che, pochi istanti dopo, l’aveva resa un cadavere tra i tanti.
E lui, ancora, non riusciva a fare nulla. Nulla.
Cell lo fissò, allargando il proprio ghigno, e lanciò un’onda energetica nella sua direzione.
Piccolo arrivò e morì al posto suo. Di nuovo.
Gohan avrebbe voluto gridare, esternare il proprio dolore sotto forma di rabbia e uccidere Cell con le sue mani, divenire un guerriero in grado di salvare la Terra.
Ma non ne era in grado, lui era solo un bambino.
Combatti, Gohan. Rendimi fiero.
La voce di suo padre era un sussurro all’orecchio, un sussurro gentile che Gohan avrebbe tanto voluto ascoltare. Ma non ci riusciva.
Debole. Non sei altro che un debole.
Davanti a lui era comparso Vegeta, con l’espressione delusa e arrabbiata che sfoggiava quando non combatteva abbastanza bene.
Non sei degno di essere un Saiyan. Per colpa tua, siamo morti tutti.
Dopo che il principe gli ebbe sputato addosso queste parole, venne trafitto come gli altri e cadde a terra in una pozza di sangue.
Gohan rimase ancora immobile, troppo debole per attaccare il nemico, troppo spaventato per cercare di stringere a sé i corpi dei suoi cari.
Ci hai uccisi tutti, Gohan.
 
Il bambino spalancò gli occhi, il respiro affannato e il volto zuppo di lacrime.
Il suo cuore batteva a ritmi frenetici, mentre sudore freddo gli imperlava la fronte.
Aveva paura. Aveva bisogno di conforto.
Se solo fosse stato a casa sua, con sua madre e suo padre, sarebbe corso in camera dei genitori, si sarebbe fatto abbracciare da loro mentre gli sussurravano che fosse solo un incubo, che non si sarebbe dovuto preoccupare perché era al sicuro e nessun mostro lo avrebbe mangiato.
Facile la vita, quando si è casa proprio con mamma e papà al tuo fianco.
Ma lui, ora, si trovava in una stanza speciale, con la sola compagnia del Principe dei Saiyan, uomo cinico e per nulla incline a dimostrazioni d’affetto. Non osava immaginare cosa gli avrebbe fatto se lo avesse svegliato in piena notte perché aveva avuto un incubo.
Tuttavia, aveva bisogno della vicinanza di qualcuno, aveva bisogno di sentirsi protetto, di sapere di non essere l’unico sopravvissuto, di non essere il solo a combattere quella guerra.
Così, scostò la tendina del letto e, in punta di piedi, si diresse verso quello di Vegeta, che dormiva a tendine aperte. Il Saiyan gli dava le spalle, sdraiato su un fianco, e a giudicare dal suo respiro regolare stava dormendo.
Così, si sedette a terra, la schiena appoggiata al letto del principe e il suono rassicurante del suo respiro a riempirgli le orecchie.
Vegeta era vivo.
Vegeta stava bene.
Non era solo.
Ripetendo questi pensieri come un mantra, chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi, sperando di svegliarsi prima che il principe si accorgesse della sua presenza e lo spedisse via a calci.
Con un po’ di fortuna, Vegeta non lo avrebbe mai scoperto.
Non si accorse di un paio di occhi neri che brillavano nel buio.

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Capitolo 6
*** Sorpresa ***


Angolo autrice
Ecco anche l’altro aggiornamento! Scusate se sarò un po’ breve ma devo assolutamente andare a studiare perché la nostra gentilissima prof di italiano e storia domani ha deciso di iniziare il giro sia di letteratura che di storia… E con la mia fortuna mi chiama o di uno o di entrambi. Perciò, il capitolo è ispirato a un avvenimento canon, è ambientato a circa metà “soggiorno” nella stanza, spero che non ci siano errori. Grazie mille a Rohan, ka93, Silver Saiyan e Suiyo per le recensioni! *quattro o.o*

 
 
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06. Sorpresa
 
Vegeta doveva ammettere di essere piuttosto soddisfatto della prestazione del moccioso: si stavano allenando ininterrottamente da circa otto ore, ma Gohan non si era lamentato e continuava a colpirlo a raffica, dimostrando di aver conquistato una padronanza quasi perfetta dello stadio di Super Saiyan.
Il bambino, con un urlo, gli assestò un pugno allo stomaco, centrandolo in pieno. Il colpo subito fece piegare in due il principe che, in risposta, colpì il suo avversario con un potente calcio, spedendolo a diversi metri di distanza.
Affannato, si fermò a osservare il moccioso che ansimava a terra, tentando di far leva sulle braccia per rialzarsi.
« Andiamo, non era un colpo così forte. Vedi di rialzarti, non abbiamo finito. » lo sgridò Vegeta, incrociando le braccia.
Doveva ammettere, però, di essere egli stesso piuttosto stanco, quindi comprendeva che il moccioso non fosse al massimo delle forze al momento. Anzi, forse avrebbe dovuto proporgli una pausa.
Ma non lo avrebbe fatto: in parte per orgoglio – non stava né in cielo né in Terra che lui chiedesse di smettere –, in parte perché doveva insegnare al suo allievo a superare lo scoglio del dolore e della fatica. Contro Cell, non sarebbero state concesse pause.
Notando che Gohan non si alzasse, sbuffò.
« Tsk. Mi hai stufato, me ne vado. » disse, voltandogli le spalle e avviandosi verso la costruzione.
Tuttavia, non ebbe percorso che qualche metro quando avvertì un’aura enorme alle sue spalle e la voce del figlio di Goku lo fermò: « Vai… Vai da qualche parte, Vegeta? »
Il principe, confuso, si voltò, trovandosi davanti Gohan che, in piedi e circondato da un’immensa aura dorata, lo fissava con aria di sfida.
Vegeta inarcò le sopracciglia, stupito.
In quel momento, l’aura del bambino aumentò ancora, i suoi capelli si tinsero di biondo per un attimo, in modo diverso da quando era semplicemente Super Saiyan, poi il mezzosangue cadde a terra con un gemito.
Il principe, ancora incredulo e confuso, rimase per qualche istante immobile a fissare l’undicenne incosciente a terra. Cos’era quell’aura enorme? Sembrava quasi che Gohan avesse raggiunto un nuovo livello… Possibile che fosse più forte addirittura di lui?
Scacciando quei pensieri ma ripromettendosi di scoprirne di più, Vegeta si avvicinò all’altro Saiyan, sollevandolo tra le braccia per portarlo a letto.
Se lo meritava, quel moccioso.
Gohan mugugnò qualcosa nel sonno, stringendosi di più al principe e affondando il volto nel suo petto.
Vegeta sentì una strana sensazione di calore in quel punto in cui i terrestri avevano un cuore, mentre lui, lo sapeva, aveva solo un grande vuoto.
 
 
 

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Capitolo 7
*** Febbre ***


Angolo autrice Vegeta e Gohan
Gohan *riferendosi a Rowan, deceduta a causa della versione di latino*: Non pensi che dovremmo resuscitarla?
Vegeta *con un’occhiata noncurante*: Nah. Si sta tanto bene quando è fuori dai piedi.
Gohan: Ma non possiamo lasciarla lì, dai!
Vegeta: Possiamo far finta di non aver visto nulla u.u
Gohan: -.-
Vegeta: Così almeno nessuno scriverà più tutte quelle scemenze sulla nostra vita privata u.u
Gohan: Ma sono carine! Quella di oggi, per esempio, è dolcissima! *abbraccia il principe*
Vegeta: Staccati subito! Hai ventidue anni, non sei più un moccioso, tsk!
Gohan: Dai, sei tanto dolce! :3
Vegeta *legge velocemente la nuova flash*: NON HO MAI FATTO NIENTE DI SIMILE.
Gohan: Oh sì, invece u.u
Vegeta: NO. E ora sono assolutamente certo che quell’idiota *indica Rowan* rimarrà nell’aldilà per sempre. Tsk.
Gohan *sospira*: Ok, allora vorrà dire che leggerò il foglietto che mi ha lasciato “nel caso le fosse successo qualcosa a causa del latino” u.u
Vegeta: ._.
Gohan *tira fuori un foglietto*: Ehm-ehm… Rowan dice: “Se state ascoltando questo messaggio, amici miei, significa che ho lasciato questo mondo a causa di un evento tragic–”
Vegeta *strappa di mano il foglio a Gohan*: Oh, non farla troppo lunga! *dà un’occhiata veloce al foglio* Bla bla bla, morte, bla bla, latino, bla bla… Va be’, sostanzialmente quell’idiota di un’umana ringrazia Virginbell, Suiyo, Silver Saiyan e ka93 che hanno recensito lo scorso capitolo… … Ma davvero leggete questa roba?! Bah…
Gohan: Vegeta, non essere scortese! *espressione alla Chichi*
Vegeta *ignorandolo spudoratamente*: Ha fatto anche un discorso contorto e che sarebbe voluto essere commovente, ma ve lo risparmio. Quindi, se volete, leggete pure queste scemenze – io non ho mai fatto niente di simile. *se ne va*
Gohan *sospira*: Scusatelo, non ha un carattere troppo simpatico. Buona lettura a tutti! *fa ciao con la mano e raccoglie le sfere per resuscitare Rowan*

 
                
 
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7 » Febbre
 
Gohan si alzò dal letto con un gran mal di testa, quella mattina.
Batté le palpebre un paio di volte, pensando che fosse dovuto al sonno, e prese a incamminarsi verso la tavola, dove era seduto Vegeta. Tuttavia, non appena ebbe mosso un passo, si rese conto che non riuscisse a camminare decentemente a causa di forti capogiri.
Prima che potesse raggiungere il tavolo, perciò, sbatté contro una sedia e cadde a terra.
« Si può sapere che combini, moccioso? » gli domandò Vegeta, bruscamente.
« N-non mi sento bene, Vegeta… » mormorò il bambino, rimettendosi in piedi e raggiungendo per miracolo il tavolo apparecchiato per la colazione.
« Tsk. Non hai voglia di allenarti, per caso? » domandò il principe, pensando che il figlio di Goku fosse semplicemente stufo di combattere ogni giorno.
« No, non è questo… Credo di avere la febbre… » gli rispose Gohan.
« Be’, puoi dire quello che vuoi, ma oggi ti allenerai come al solito, il caso è chiuso. » ringhiò Vegeta, riprendendo tranquillamente a mangiare.
 
* * *
 
Gohan cadde a terra, sbattendo dolorosamente la schiena contro il pavimento.
Ormai era certo di avere la febbre: non riusciva a schivare nessun attacco, tanta era la stanchezza che si sentiva addosso, e continuava a girargli la testa, al punto che ogni volta rialzarsi in piedi era un’impresa.
« Allora, ti vuoi muovere? Pensi che voglia perdere tempo con te? » lo sgridò Vegeta, attendendo che il bambino tornasse a combattere.
Questi emise un gemito di dolore e si rialzò a fatica.
« Trasformati in Super Saiyan e combatti seriamente, moccioso! » ordinò il principe, raggiungendo in un istante lo stadio citato.
Gohan annuì leggermente e si concentrò per obbedire. Non appena i suoi capelli si tinsero di biondo e gli occhi divennero verdi, però, la sua aura aumentò vertiginosamente per un momento, per poi azzerarsi l’attimo successivo.
Il bambino cadde a terra privo di sensi.
Vegeta rimase a fissarlo da lontano, confuso, per poi avvicinarsi una volta resosi conto che il moccioso fosse effettivamente svenuto.
Dopo aver imprecato a mezza voce contro il moccioso e se stesso che si era messo in testa di allenarlo, s’inginocchiò per prenderlo in braccio e portarlo a letto. Si ricordò di quella volta – prima dell’arrivo dei Cyborg – in cui Bulma aveva detto di avere “l’influenza” e gli tornò in mente l’immagine della signora Brief che posava una mano sulla fronte della figlia per “controllare se fosse calda”.
Così, una volta sistemato il marmocchio sul letto, decise di fare lo stesso, scoprendo che la fronte di Gohan fosse effettivamente bollente.
Ok, appurato che il mezzosangue avesse la febbre, lui cosa avrebbe dovuto fare?
Ricordava che Bulma si fosse coperta fino all’inverosimile, così infilò il moccioso sotto il lenzuolo e già che c’era aggiunse il plaid che si trovava ammucchiato in fondo al letto, dopo di che – pensando che, visto che la fronte del marmocchio era calda, magari fosse il caso di raffreddarla – gli posò un sacchettino di ghiaccio sulla testa.
Osservando la propria opera, stabilì di aver fatto tutto quello che doveva e di poter tornare tranquillamente ad allenarsi.
 
* * *
 
Quando Gohan aprì gli occhi, la prima cosa che avvertì fu una sensazione di bagnato sulla faccia. Portatosi automaticamente la mano alla fronte, di rese conto di avere in testa un sacchetto di ghiaccio, ormai parzialmente sciolto.
Confuso, lo posò sul comodino e si mise seduto, rendendosi conto solo allora di essere sotto le coperte, con anche un pesante plaid addosso.
Poi ricordò che Vegeta lo avesse fatto allenare con la febbre e concluse che dovesse essere svenuto durante il combattimento.
Sorrise leggermente nel costatare che il principe lo avesse preso in braccio e non solo lo avesse messo a letto, ma si fosse anche premurato di posargli del ghiaccio sulla fronte e coprirlo bene.
In quel momento, il suddetto principe comparve davanti a lui, sudato e accaldato a causa dell’allenamento.
« Finalmente ti sei svegliato! » sbottò, con poco garbo.
Gohan non ci fece caso.
« Grazie per avermi portato a letto. » gli sorrise.
« Tsk. »
Vegeta gli posò rudemente una mano in fronte – quasi tirandogli uno schiaffo, in effetti – e il bambino sussultò leggermente, colto alla sprovvista da quel contatto improvviso.
« Bene, non scotti più. Adesso alzati e fila a mangiare qualcosa, poi torna a letto, perché domani ti farò allenare il doppio! » esclamò il principe, in tono autoritario.
Gohan mise su un piccolo broncio.
« Ma Vegeta, già normalmente mi ammazzi di allenamenti! »
« Vorrà dire che ti ammazzerai, resusciterai e ti ammazzerai di nuovo. Forza, in piedi! »
Il bambino sbuffò leggermente, ma poi si alzò. Non appena mise piede sul pavimento, fu colto da un capogiro che lo avrebbe fatto cadere per terra, se Vegeta non lo avesse afferrato istintivamente per un braccio.
« Grazie. »
« Ti ho detto di andare a mangiare! »

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Capitolo 8
*** Emozioni ***


Angolo autrice
VACANZE, VACANZE, VACANZE, VACANZE! *un cazzotto di Vegeta la fa gentilmente rinsavire* Ok, scusate. Come, vedete, Gohan mi ha resuscitata *fa una linguaccia a Vegeta* e sono di nuovo qui. E sono iniziate la vacanze. Certo, le passerò a studiare storia, biologia e greco, ma NIENTE SCUOLA. Niente interrogazioni. Niente verifiche. Niente di NIENTE. Solo sano (?) studio nella mia adorata stanza. Che bello. Comunque, lasciamo perdere la mia felicità suprema e passiamo ai nostri amati tesorini belli (?) che oggi avranno qualche problema di coppia u.u Cioè, il problema è sostanzialmente che Vegeta abbia istinti suicidi, ma vabbUò. E Gohan ogni tanto è un po’ tonto. *schiva un Lampo Finale combinato a un’Onda Energetica* Per concludere, ringrazio ka93 e Silver Saiyan che hanno recensito lo scorso capitolo. E anche Gohan e Vegeta vi sono molto grati u.u *Gohan sorride e Vegeta protesta* ANCHE TU, VEGETA, IO LO SO. *”Tsk” ndVegeta*

                
 
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08. Emozioni
 
Gohan non fece in tempo a schivare il pugno scagliato dal suo avversario e venne colpito in faccia. Dopo aver indietreggiato di un metro, ansimante, si ripulì il sangue dalla bocca, sperando che Vegeta gli lasciasse prendere un po’ di fiato. Erano almeno undici ore che combattevano ininterrottamente.
« Allora, moccioso? Hai intenzione di rimanere fermo ancora per molto? I Super Saiyan possono contare su una riserva di energia enorme, non credo che tu sia già arrivato al limite. » disse il principe, in quel momento, rendendo vane le speranze del bambino, ovviamente.
« Scusa… Non mi ero mai allenato così tanto… Papà– »
« Tuo padre era un idiota. » lo interruppe Vegeta, incrociando le braccia. « Non è mai stato in grado di allenare proprio nessuno, ancora mi stupisco di come sia riuscito a uscire vivo da certi scontri. »
Gohan digrignò i denti e la sua aura aumentò lievemente.
« Non parlare così di mio padre. Non ne hai il diritto. »
Il principe incurvò le braccia con un ghigno nel notare quel lieve cambiamento.
« Oh, ne ho eccome il diritto. Era una nullità. » continuò.
« Era un eroe! » sbottò Gohan, prossimo a perdere il controllo.
« L’eroe di questo insulso sasso? Ma quale fortuna! Era semplicemente un idiota, un insulto alla razza Saiyan, tant’è vero che si è fatto uccidere da una stupida malattia. » replicò il principe, in tono calmo.
Il bambino, con le lacrime agli occhi, strinse convulsamente i pugni.
« Lui era una persona migliore di quanto tu potrai mai essere! » urlò.
Vegeta ebbe appena il tempo di compiacersi dell’enorme aura di Gohan e dei suoi capelli sparati in aria – che fosse il nuovo stadio di Super Saiyan che aveva già intravisto una volta? – che una potente onda energetica lo investì in pieno.
Il bambino rimase fermo a osservarlo, ansante, il sangue ancora ribollente di rabbia.
Tuttavia, quando vide che il Saiyan non accennasse ad alzarsi, tornò allo stadio normale.
« Vegeta? » chiamò, incerto.
Nessuna risposta.
Gohan deglutì.
« Vegeta? Tutto bene? » insisté.
Quando ancora una volta non ottenne nemmeno una parola da parte del Saiyan adulto, decise di avvicinarglisi.
La sua natura mezza Saiyan e mezza umana a volte lo rendeva piuttosto instabile: un istante prima scoppiava di rabbia, subito dopo veniva travolto dai sensi di colpa al pensiero di aver fatto del male a un essere vivente.
« Vegeta? » chiamò, accorgendosi poi che il principe fosse privo di sensi.
Tirò un sospiro di sollievo quando si accorse di non averlo ucciso. Non avrebbe dovuto dire quelle cose, però. Non avrebbe dovuto permettersi di infangare la memoria di suo padre.
Con un sospiro, si abbassò, passandogli una mano attorno al busto per sostenerlo e portarlo a letto, ottenendo un gemito di protesta in cambio.
Gli venne quasi da ridere a immaginare la scena vista dall’esterno: il grande Principe dei Saiyan, svenuto, trasportato da un moccioso mezzosangue.
« Devi imparare… A controllare la tua energia… »
La voce di Vegeta lo colse di sorpresa e, un istante dopo, il principe lo aveva bruscamente allontanato, mettendosi in piedi.
« Non puoi sempre aspettare che il nemico ti provochi per tirare fuori la tua potenza. Un guerriero deve sempre dare il 100%, qualunque sia il suo stato d’animo. » continuò il Saiyan, incamminandosi verso la parte abitabile della stanza – zoppicando leggermente – e lasciandosi alle spalle il bambino parecchio basito.
« Tu lo hai fatto apposta?! » gli urlò dietro Gohan.
Vegeta non si fermò nemmeno.
« Tsk. Pensavo che alla tua età fossi in grado di riconoscere una provocazione, moccioso. »
Gohan non disse nulla, offeso, limitandosi a seguire il suo allenatore, mentre questi rifletteva sulla strana trasformazione del bambino.
Se è un nuovo livello di Super Saiyan, devo raggiungerlo anch’io. Ad ogni costo.
 

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Capitolo 9
*** Lacrime ***


Angolo autrice
Scusatemi, scusatemi, sono in ritardo come al solito D: A dire il vero non dovrei nemmeno essere qui, perché domani ho l’interrogazione di storia, quella di inglese e quella di italiano, martedì la verifica di greco e l’interrogazione di scienze, mercoledì interroga di greco… Sono nella merdnei casini. Quindi scusate se arrivo in ritardo e se questa flash è la solita tiritera con Gohan depresso, ma l’ho dovuta ripescare dia meandri del mio pc perché non ho tempo di scrivere nulla D: Ringrazio moltissimo virginbell, ka93 e Silver Saiyan che hanno recensito lo scorso capitolo, cercherò di essere il più puntuale possibile nell’aggiornare D:

                
 
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09. Lacrime
 
 
Si vergognava di se stesso.
Era notte fonda e lui era lì, nascosto sotto il tavolo come il più infantile dei bambini, a piangere lacrime di tristezza e solitudine.
Sentiva la testa scoppiargli e gli occhi bruciare, mentre le lacrime gli rigavano le guance e le sue spalle erano scosse dai singhiozzi.
Quella notte, aveva sognato suo padre.
Non era stato un incubo, anzi, Goku gli sorrideva, lo abbracciava e lo portava in spalla a pescare, rideva con lui e lo guardava, orgoglioso.
Ma, spesso, i sogni felici sono peggio degli incubi, poiché sebbene questi ultimi ti possano spaventare a morte, i primi contengono una felicità che ti verrà brutalmente strappata via al tuo risveglio.
Quando Gohan aveva aperto gli occhi, infatti, suo padre non c’era.
Era stato tutto così reale, che il bambino quasi si era illuso di poterlo avere accanto al suo risveglio, di potersi voltare verso l’altro letto presente in quella stanza e trovarvi il proprio genitore pesantemente addormentato.
Ma non era così, perché suo padre era morto e in quel letto c’era solo Vegeta.
Gohan aveva allora cominciato a piangere, silenziosamente, e si era spostato sotto il tavolo solo quando i singhiozzi si erano fatti talmente rumorosi da poter svegliare il principe addormentato. Anche quando era più piccolo e sua mamma lo sgridava aveva il vizio di andarsi a nascondere sotto il tavolo.
Poi suo padre arrivava, gli sorrideva e diceva che “Chichina fosse solo un po’ arrabbiata, quindi non fosse il caso di piangere”. E allora Gohan sorrideva, usciva e insieme a Goku aspettava che la sua mamma non fosse più tanto arrabbiata.
Era tutto così semplice, quando suo padre era con lui.
 
« Si può sapere cosa fai là sotto? »
Gohan sussultò, dando una poderosa testata contro il tavolo. Massaggiandosi la parte lesa, osservò gli stivali di Vegeta, visibili dal suo nascondiglio.
« Nessuno ti ha insegnato che si dorme nei letti e non sotto i tavoli? » aggiunse il principe, sarcasticamente.
Il bambino tirò piano su col naso, sperando di non farsi sentire, anche se probabilmente il suo interlocutore sapeva perfettamente che stesse piangendo.
« E-ecco… Io… Volevo… Non… Non avevo sonno… » mormorò Gohan, asciugandosi rapidamente le lacrime.
Vegeta continuò a rimanere in piedi di fronte al tavolo.
« Tsk. Un Super Saiyan che va a nascondersi per piagnucolare come un moccioso. Patetico. Esci subito di lì. »
Gohan non si offese per l’insulto – in fondo, aveva ragione – e obbedì.
Quando si ritrovò in piedi, la testa che doleva per il pianto e gli occhi ancora carichi di lacrime, tenne lo sguardo puntato a terra, incapace di fissare il suo allenatore.
Vegeta non disse una parola, si limitò a prenderlo per un braccio e trascinarlo fino ai letti. Lì parve esitare, rimanendo qualche istante immobile tenendo sempre la presa salda sul braccio del bambino. Infine, scrollò la testa come per cacciare via un pensiero molesto e lo trascinò verso il proprio letto.
Quando il principe lo buttò a forza sul materasso e si distese accanto a lui, dandogli la schiena, Gohan spalancò gli occhi, incredulo.
Vegeta… Gli permetteva di dormire con lui. Aveva capito che si sentisse solo. Aveva capito che avesse bisogno di sentire un amico vicino a sé.
« Vegeta… » lo chiamò, con un filo di voce. « Grazie. »
« Non mi fraintendere, lo faccio solo perché i tuoi singhiozzi mi impedirebbero di dormire. E solo per questa volta. » grugnì il principe.
 

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Capitolo 10
*** Fallimento ***


Angolo autrice
Ancora una volta, mi scuso umilmente per il ritardo. Oggi ho studiato tutto il giorno greco e credo di stare per impazzire. Dunque, spero che questa flash (oppure è un’OS?) non sia tanto pessima, visto che il mio cervello è praticamente fuso. L’ho riletta, ma vista la mia attuale condizione mentale – non che di solito io sia un mostro di normalità, eh – è molto, molto, MOLTO, probabile che mi sia sfuggito qualcosa… Non esitate a farmelo notare :) Che cosa devo dire? Be’, visto che ultimamente mi sono divertita (?) a dipingere Gohan come un depresso… Qui il depresso sarà Vegeta. E ho seriamente paura che sia OOC, questa volta. Nel caso, fatemelo sapere e aggiungerò la nota. Niente, ringrazio ka93, Suiyo e virginbell per le magnifiche recensioni :D Buona lettura!

 
 
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10. Fallimento
 
Sentiva sangue e sudore solcare la pelle, i muscoli dolevano per il troppo sforzo, la gola aveva cominciato a bruciare a forza di gridare.
Vegeta non avrebbe saputo dire da quanto tempo fosse lì, quanto tempo prima Gohan si fosse congedato, chiedendogli se volesse che gli lasciasse la cena pronta. Il principe aveva risposto che si sarebbe allenato ancora un po’, poi sarebbe andato a mangiare.
Di certo, il moccioso stava già dormendo e lui non era ancora andato a consumare il pasto.
Ma non gl’importava: l’unica cosa che voleva era diventare più forte, raggiungere quello stadio che aveva intravisto in Gohan un paio di volte.
Com’era possibile che quel moccioso, che sarebbe dovuto essere inferiore, lo superasse? Era forse destino che fosse sempre secondo a qualcuno che, per ironia della sorte, si sarebbe dovuto inchinare al suo cospetto?
No, non riusciva ad accettarlo.
Lui doveva essere il più forte. Aveva passato i primi anni della sua vita sentendosi ripetere da suo padre come fosse destinato alla leggenda, come un giorno sarebbe divenuto il migliore, come sarebbe stato guardato con timore in tutto lo spazio. Poi era finito a lavorare come mercenario – schiavo – per Freezer. Ma, anche in quella vita di sottomissione, non aveva mai smesso di bramare vendetta, certo che un giorno avrebbe sentito la consistenza del sangue del tiranno tra le dita.
Eppure quel giorno non era mai arrivato.
Era un eterno secondo, Vegeta, destinato ad inseguire qualcuno di irraggiungibile, giungere a un passo dallo scontro finale e vedersi portare via tutto. Maledisse la malattia di Kakaroth, maledisse l’esito dello scontro su Namecc, maledisse se stesso per essere così debole.
Aveva provato di tutto per trasformarsi come aveva fatto Gohan, anche a riportare a galla ricordi di un passato di dolore e umiliazioni che avrebbe voluto solo dimenticare, ma non era bastato. La sua aura era cresciuta sotto la spinta della furia, ma non era esplosa e lui era rimasto esattamente lo stesso.
Ringhiò di frustrazione, battendo un pugno a terra e sentendo la pelle secca per il freddo pungente spaccarsi.
Era un fallito.
 
* * *
 
Gohan aprì gli occhi, infastidito dal freddo della notte.
Si strofinò i palmi aperti contro le braccia nude, alzandosi per andare a recuperare un pigiama più pesante. Automaticamente, lanciò un’occhiata al letto di Vegeta, trovandolo sorprendentemente, vuoto. Confuso, inarcò le sopracciglia, accendendo la luce e lanciando uno sguardo all’orologio appeso alla parete. Segnava l’una e un quarto di notte. Ma cosa ci faceva ancora ad allenarsi?
Si diresse velocemente in cucina, scoprendo che la cena fosse ancora intatta. Come mai Vegeta non era nemmeno venuto a mangiare? Non era la prima volta che si tratteneva più di lui ad allenarsi, ma aveva sempre fatto una piccola pausa per mangiare un boccone. Una sera in cui Gohan non aveva fame e aveva provato a non mangiare, il principe gli aveva fatto la paternale su quanto fosse importante il nutrimento per combattere bene, costringendolo poi a consumare la cena. Dunque, come mai non aveva toccato nulla?
Magari, ipotizzò il bambino, si era fatto male durante un allenamento e non riusciva a tornare indietro.
Preoccupato, Gohan corse ad afferrare un maglione e uscì al freddo della stanza, scrutando il paesaggio bianco alla ricerca del proprio insegnante.
« Vegeta! » chiamò, guardandosi intorno e muovendo qualche passo in avanti. Ma dov’era? « Vegeta, mi senti? Vegeta! »
Gli occorse un po’, nonostante i suoi sensi particolarmente sviluppati, per individuare una macchiolina scura in tutto quel bianco.
« Eccolo. » mormorò, sollevato, cominciando a correre nella sua direzione. « Vegeta! Che cosa fai ancora qu– »
S’interruppe quando giunse abbastanza vicino al principe da accorgersi che fosse seduto a terra, le mani insanguinate e il corpo ricoperto di ferite, i denti digrignati con rabbia e i lineamenti contratti in una smorfia di frustrazione.
Senza parole, Gohan rimase a fissarlo per qualche istante. Cosa gli era successo?
« Che cosa vuoi?! » sbottò Vegeta, fissandolo con astio. Al bambino prese un mezzo infarto quando si accorse che i suoi occhi fosse lucidi di lacrime che stava facendo di tutto per non far scendere.
« Tornatene a dormire. » ringhiò ancora il principe, tirando l’ennesimo pugno per terra nonostante il dolore alle mani.
Gohan impiegò qualche istante per riprendersi, poi domandò, con un filo di voce: « Che è successo? »
« Niente che ti riguardi, stupido moccioso. » replicò seccamente Vegeta, guardandolo dal basso in alto. Il bambino non sapeva come mai il Saiyan si trovasse in quello stato, sapeva solo che i suoi sentimenti dovessero essere simili a quelli che provava lui quando veniva assalito dalla nostalgia di casa. Non credeva che fossero stati motivi come quelli a scatenare dolore e frustrazione in Vegeta, ma immaginava che avesse bisogno di conforto quanto ne aveva bisogno lui.
Così, conoscendo il Saiyan con cui aveva a che fare, Gohan si sedette di fronte a lui, per non dargli l’impressione di trovarsi una posizione di superiorità. Buffo, sembrava che avesse a che fare con un animale feroce. Ma, in fondo, Vegeta non era la belva che poteva sembrare a prima vista. Anche lui aveva dei sentimenti. Ben celati, sepolti sotto mille maschere, ma c’erano.
« Fa freddo qui… » commentò il bambino, in tono casuale, strofinandosi le mani per scaldarle.
Vegeta non rispose.
« Sai… » cominciò Gohan, intimamente timoroso ma cercando di mantenere un tono sicuro. « Mi piacerebbe aiutarti. Quando io avevo bisogno di conforto tu mi hai aiutato, a modo tuo… Perché non… Non mi dici cosa c’è che non va? »
« Mi hai scambiato per uno stupido moccioso piagnone? » ringhiò Vegeta, fissandolo come avrebbe fatto con il suo peggiore nemico. Ma, sotto lo strato di astio, Gohan individuò un’inconscia richiesta di aiuto.
Il bambino scosse lievemente la testa, sospirando, e si avvicinò al principe, frenando la sua mano prima che potesse abbattersi ancora una volta contro il pavimento.
« Ti sei distrutto le mani. » commentò.
« Non sono affari tuoi. »
« Per favore, fatti medicare. »
Gohan sapeva che un ordine non avrebbe certamente sortito l’effetto sperato, dunque preferì optare per una mezza supplica. Ovviamente, però, Vegeta non aveva alcuna intenzione di cedere.
« Non vedo perché dovrebbe importarti delle mie ferite. » sputò il principe, mettendo la propria rabbia e la propria frustrazione in ogni sillaba. Era colpa di quel moccioso se era ridotto così. Sua e della sua forza. Eppure, non riusciva a provare lo stesso odio che lo aveva spinto a vivere con l’obiettivo di uccidere Kakaroth. Non riusciva a desiderare di stringere le mani attorno al suo collo, sepolto in un pesante maglione. Non ci riusciva. E si odiava ancora di più per questo.
Ad interrompere i suoi pensieri, arrivò l’abbraccio inaspettato di Gohan. Il bambino aveva lasciato la sua mano e si era sporto in avanti, circondandogli il collo con le braccia e costringendolo ad appoggiare il mento sulla sua spalla.
Vegeta era immobile, preda di una miriade di sensazioni contrastanti, e le parole dirette e sincere del bambino non fecero che aumentare la confusione che si agitava nel suo animo: « Perché siamo amici, no? »
Era la prima volta che provava qualcosa di simile, che sentiva il calore di un corpo contro il suo non durante il sesso – quando ciò che contava per lui era soddisfare i propri istinti, nient’altro – ma perché quella persona voleva trasmettergli il proprio… Affetto. Sì, era quello il termine adatto.
Non seppe come, ma si ritrovò in piedi, mano nella mano con Gohan, mentre il bambino lo accompagnava gentilmente verso l’abitazione.  
Non credeva che un semplice contatto fisico potesse farlo sentire così… Bene. Non credeva che tutte le sue frustrazioni potessero svanire tra le braccia di un piccolo mezzosangue. Non poteva credere che una parola disgustosa come “amico” potesse essere accostata alla sua persona.
Non poteva credere che il sorriso che Gohan gli stava rivolgendo fosse sincero, ma, soprattutto, che lui lo stesse impercettibilmente ricambiando.

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Capitolo 11
*** Compleanno ***


Angolo autrice
Eccomi, eccomi! Scusate – di nuovo -.- – il ritardo e la brevità di queste note autore, ma sono già le otto e io devo recensire delle storie, sono stanca morta e il mio cervello è troppo pieno di greco per riuscire a macchinare qualcosa di decente. Mi scuso in anticipo per eventuali errori o OOC dei personaggi, chiunque muova critiche costruttive mi fa solo un piacere :) Grazie mille a ka93, kpira, virginbell e Suiyo per le magnifiche recensioni! Buona lettura!

 
 
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11. Compleanno
 
Gohan non era concentrato, quella mattina.
Il loro soggiorno all’interno della Stanza dello Spirito e del Tempo era quasi terminato e quel giorno era il compleanno del bambino. Ovviamente, Vegeta non ne aveva idea e anche se lo avesse saputo non sarebbe cambiato nulla, probabilmente, ma di fatto Gohan si sentiva più solo che mai.
Ogni anno, aveva sempre avuto una festa con almeno i suoi genitori e suo nonno. Non gli importava tanto dei regali o della festa in sé, quanto del fatto che già in quella stanza si sentisse solo, se in più avrebbe passato il compleanno senza che nessuno avesse la possibilità di fargli gli auguri…
In quel momento, ricevette un bel pugno in faccia da parte di Vegeta, che aveva ovviamente notato l’aria assente del bambino, ora intento a pulirsi il sangue che gli colava dal naso.
« Si può sapere perché combatti così male, moccioso?! » sbottò il principe, parecchio contrariato. Ogni minuto passato in quella stanza era prezioso e non poteva permettere a quel marmocchio di fargli perdere tempo!
« Scusa… È solo che… » mormorò il bambino. « Oggi è il mio compleanno… »
Vegeta si prese qualche istante per raccogliere le informazioni legate a quell’ultima parola.
« Intendi quella stupida tradizione terrestre di festeggiare a ogni anno dalla nascita? »
Il bambino annuì brevemente e il principe sbuffò, con disappunto.
« E questa ti pare una buona ragione per sprecare un allenamento? » domandò Vegeta, guardandolo con disappunto evidente.
« Be’, sì! » esclamò il bambino, piccato. « Il compleanno si passa in compagnia della famiglia e degli amici! »
« E quindi? » sbuffò il principe, con aria annoiata. Quel discorso era parecchio idiota, per i suoi gusti. Credeva che quel moccioso fosse abbastanza intelligente da capire che sconfiggere Cell fosse più importante di uno stupido “compleanno”.
« E quindi mi manca la mia famiglia! » sbottò Gohan, con le lacrime agli occhi. « Le persone normali festeggiano con coloro che gli vogliono bene, io invece sono chiuso qua dentro a… A fare a pugni… Con te! »
Vi fu qualche istante di silenzio in cui l’espressione scocciata di Vegeta non mutò di una virgola, ma un lieve momento della sua mascella fu sufficiente perché il bambino fosse travolto dal senso di colpa per quanto detto.
« I-io… Scusa… » disse, mortificato. « Non volevo dire questo… Non mi dispiace la tua compagnia, è solo che… Scusa… »
Il principe gli lanciò un’occhiata gelida, dicendo: « Se non hai voglia di allenarti, levati immediatamente dai piedi. Non ho nessuna intenzione di perdere tempo per star dietro ai tuoi capricci da moccioso. »
Gohan annuì velocemente e gli voltò le spalle, correndo verso l’abitazione.
Gli dispiaceva per quello che aveva detto: a lui piaceva stare con il principe, erano diventati quasi amici passando tutto quel tempo insieme, era semplicemente triste e sottopressione, tutto qui. Aveva davvero paura che Vegeta se la fosse presa – se così fosse stato, non l’avrebbe mai capito, visto che quel Saiyan era un maestro nel mascherare i propri sentimenti –, proprio per questo aveva preferito “levarsi dai piedi”. Oltre che per il fatto che era certo non sarebbe riuscito a concentrarsi a dovere.
Si buttò quindi sul letto, chiudendo gli occhi e sentendo la stanchezza opprimerlo. Aveva bisogno di dormire, di perdersi nell’oblio del sonno.
 
* * *
 
Quando, circa tre ore dopo, Gohan si svegliò, sentì subito un forte odore di mangiare.
Messosi seduto, si chiese come mai Vegeta avesse deciso di cucinare per pranzo, visto che di solito mangiavano un panino per poi tornare ad allenarsi, preferendo abbondare di sera.
Stranito, scostò la tendina e si alzò in piedi, dirigendosi in cucina, dove pensava di trovare il principe seduto a tavola.
Lì, però, trovò l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere: una torta.
Era piccola e semplice, ma gli occhi del bambino s’illuminarono comunque e le sue labbra si distesero in un enorme sorriso.
Afferrata una fetta della torta, si diresse al limitare della casa, alla ricerca del principe. Quello, prevedibilmente, si stava ancora allenando.
Però mi ha fatto una torta. Nonostante quello che gli ho detto, Vegeta mi ha preparato una torta.
Divorato il pezzo di dolce, il bambino si diresse di corsa verso il principe, che interruppe il proprio esercizio per lanciargli un’occhiata neutra.
« Hai cambiato idea? Hai deciso di allenarti come si deve? » gli domandò.
Gohan gli regalò un enorme sorriso.
« Sì. » rispose. Sapeva che, visto che il Saiyan stesso non aveva menzionato nulla, non fosse saggio tirare fuori l’argomento, ma non poteva davvero far finta di nulla. « La torta era buonissima. Grazie. »
« Io non ho fatto nessuna torta! » sbottò Vegeta, arrossendo leggermente. « Mi stavo allenando! »
Gohan, spendo che il principe avrebbe negato fino alla morte, si limitò scuotere la testa con aria rassegnata.
« Va bene, va bene. » disse, poi si trasformò in Super Saiyan. « Combattiamo? »
Vegeta non se lo fece ripetere due volte.
 
* * *
 
Quella sera, Gohan si offrì di cucinare e, a fine pasto, mentre sia lui che il principe stavano mangiando la famosa torta, al bambino venne un dubbio.
« Vegeta? » chiese « Ma quand’è il tuo compleanno? »
Il principe lo fissò per qualche istante, perplesso.
« I Saiyan non festeggiano i compleanni. » disse, con aria di superiorità.
« E allora come stabilite la vostra età? » domandò il bambino, curioso.
« Sul mio pianeta non contava da quanto si fosse in vita, ma solo la potenza. Più il tuo livello combattivo era alto, più venivi considerato adulto. Io ero ancora un bambino quando raggiunsi la potenza di Saiyan medio, e fu allora che venni mandato da Freezer perché considerato già adulto. »
« Interessante. » commentò Gohan, affascinato.
Poi, gli venne un’idea.
« Però ora vivi sulla Terra! » esclamò « Quindi hai bisogno di un compleanno! »
« Io non vivo su questo stupido sasso! » puntualizzò Vegeta « Non ho mai detto che sarei rimast– »
« Facciamo finta che anche il tuo compleanno sia oggi! » lo interruppe il bambino.
« Eh? »
« Ma sì, così la prossima volta lo festeggiamo insieme! Buon compleanno, Vegeta! » esclamò Gohan, porgendogli un’altra fetta di torta mentre continuava a sorridere allegramente.
Il Saiyan lo fissò per qualche istante, con espressione indecifrabile, poi afferrò rudemente il dolce e borbottò, a bassa voce: « Buon compleanno. »
Gohan fece finta di non aver sentito, ma il suo sorriso si allargò ulteriormente.
 
 
 

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Capitolo 12
*** Vendetta ***


Angolo autrice
Ok, questo potrebbe essere uno dei miei peggiori ritardi – se non il peggiore. Mi scuso umilmente, ma mi sto davvero uccidendo. Non ho fatto altro che studiare storia e il tempo per sedermi a scrivere qualcosa mi è davvero mancato. Oggi ho deciso di fare una pausa per poter aggiornare, ma sono talmente stanca che ho paura non sia uscito nulla di decente. Non esitate a segnalarmi eventuali errori, come sempre :) Dopo tutti il fluff recente, questa flash è ambientata nel primo periodo di convivenza, dunque Vegeta è tutt’altro che magnanimo. Sono stata ispirata quando mi sono sentita dire che “Vegeta/Gohan sia solo un’alternativa impopolare alla Vegeta/Goku”. E no, mi dispiace, ma non è così. Perché Gohan e Goku sono due persone assolutamente e irrimediabilmente diverse, per non parlare di quanto Vegeta odi Kakaroth mentre sembri sin da subito abbastanza “ben disposto” nei confronti di Gohan. Non diciamo sciocchezze perché queste due ship non hanno praticamente niente in comune. Ecco. Comunque, ringrazio infinitamente Silver Saiyan, ka93, virginbell, kpira e Rohan per le recensioni. Scusate ancora il ritardo D:

 
 
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12. Vendetta
 
A volte colpirlo, osservarlo strisciare per terra e rialzarsi a fatica, asciugando il sangue che gli colava lungo il mento, gli donava un’immensa soddisfazione.
A volte, quando colpiva Gohan, Vegeta aveva la sensazione di ultimare la propria vendetta contro Kakaroth. A volte, quando sentiva le ossa del bambino scricchiolare contro le sue nocche, quando vedeva il suo volto contrarsi in una smorfia di dolore, incurvava le labbra in un ghigno carico di soddisfazione, perché per un istante gli sembrava di poter saldare il debito con il suo rivale.
Ma Gohan era una persona molto diversa da suo padre e di questo Vegeta era perfettamente consapevole.
Per rendersene conto e scacciare quell’insensata sete di vendetta nei suoi confronti, gli bastava incrociare il suo sguardo.
Gli occhi di Gohan non erano come quelli di Goku, ingenui e sorridenti, puri sempre e comunque, no. Gli occhi di quel bambino erano ingenui, sì, ma non puri. Gli occhi di Gohan erano carichi di determinazione Saiyan mentre si batteva con lui, ma del tutto privi del piacere di combattere che invece era facile individuare in quelli di suo padre. In fondo a quelle iridi scure, inoltre, albergava una profonda e repressa rabbia.
Rabbia, perché sin dalla più tenera età era stato catapultato in un mondo di guerra e sangue, perché suo padre gli era stato portato via per ben due volte, ora senza speranza di ritorno, perché era costretto a vestire i panni dell’eroe, a mettersi in gioco per salvare il pianeta nonostante fosse solo un dannatissimo bambino.
Vegeta vedeva tutto questo, lo leggeva facilmente, perché Gohan non riusciva a nascondere i propri sentimenti. E a Vegeta bastava quella breve lettura per smettere di infierire sul suo avversario.
« Quando avrai finito di strisciare come un verme, torna pure dentro. Per oggi abbiamo finito. » annunciò il principe, freddo, lasciandosi alle spalle l’undicenne sanguinante a terra.
Gohan non era come suo padre e non lo odiava in quel modo viscerale e ossessivo. Ma questo non lo obbligava certo a trattarlo decentemente.

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Capitolo 13
*** Cucinare ***


Angolo autrice
Eccomi qui! Un po’ in ritardo, ma suppongo che ormai ci abbiate fatto l’abitudine ^^” Tranquilli, la scuola è quasi finita e giuro che d’estate mi sforzerò di essere il più puntuale possibile :D Comunque, questa flash viene fuori sulle conversazioni che hanno seguito il capitolo “Compleanno” riguardo Vegeta che cucina. Spero che non lo troviate OOC e che non ci siano errori :) Grazie mille a virginbell e Triz che hanno recensito lo scorso capitolo :3

 
 
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13. Cucinare
 
Vegeta storse il naso con evidente disgusto, osservando la sbobba nel proprio piatto.
« E questa cosa dovrebbe essere? » ringhiò, lanciando un’occhiataccia al bambino in piedi di fronte a lui con le guance imporporate per l’imbarazzo e un grembiule con le pecorelle addosso.
« Ehm… Una minestra? » tentò Gohan, provocando in Vegeta un’espressione ancora più disgustata, se possibile.
Quella cosa aveva l’aspetto di tutto meno che di una minestra. Sembrava più che altro vomito in procinto di strisciare via dal piatto. Il principe si maledisse da solo per la propria trovata di far cucinare il moccioso.
Era la prima sera che si trovavano lì e, all’ora di cena, si erano seduti a tavola per poi rimanere lì a fissarsi per un tempo indefinito.
« Allora? Cosa aspetti? » aveva sbuffato a un certo punto il principe, stufo di quella situazione.
« Eh? » aveva replicato Gohan, perplesso.
« Vai a cucinare, no? » aveva detto Vegeta, in tono svogliato. Di certo lui non si sarebbe messo ai fornelli come una patetica donna terrestre, nonostante fosse certo di esserne capace perché quando si trovava da solo su un pianeta da conquistare in qualche modo doveva pur mangiare. La carne cruda non gli era mai piaciuta granché.
Tuttavia, non esisteva proprio che fosse lui a cucinare. Il moccioso, aveva pensato, era un suo inferiore, in fondo, un suddito.
Gohan aveva provato a protestare, dicendo di non esserne capace, ma, una volta compreso che il principe non avesse alcuna intenzione di starlo a sentire, aveva deciso di provare a combinare qualcosa.
E quello era il risultato.
« D’accordo. » ringhiò Vegeta, allontanando il proprio piatto da sé come per sottolineare di non avere alcuna intenzione di assaggiarlo – e il mezzosangue non  lo biasimava di certo. « Oggi cucino io. Ma non pensare che andremo avanti così per un anno, hai un mese di tempo per imparare, poi io non metto più mano a un fornello, chiaro? »
Gohan annuì mestamente, per poi sorridere con aria divertita non appena Vegeta gli ebbe voltato le spalle per cominciare a preparare una cena degna di questo nome.
Non tutti potevano dire di aver visto il Principe dei Saiyan in versione casalinga.
 
 
 

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Capitolo 14
*** Ammirazione ***


Angolo autrice
Ehi! Dende, che caldo. No, ok, a me l’estate non piace. Non si va a scuola e questo è un punto a suo favore, ok, ma questo caldo è INSOPPORTABILE. Sono sul punto di sciogliermi, accidenti. Ho provato a leggere un libro, ma le pagine rischiavano di sciogliersi al contatto con le mie mani bollenti ._. Meno male che ci sono Vegeta e Gohan a consolarmi u.u Amori miei! *abbraccio di gruppo, con proteste di Vegeta in sottofondo* Va bene, va bene, la smetto. Che dire… La flash di oggi è probabilmente quella che mi piace meno di tutte, ma non avevo altre idee, perdonatemi D: Possibile che quando ho tempo non abbia ispirazione? DDD: Mondo crudele ç____ç Ok, basta depressione che la scuola è finita u.u Ringrazio infinitamente, enormemente, sentitamente e tanti altri –mente Rohan, ka93, kpira e virginbell che hanno recensito lo scorso capitolo :D:D Buona lettura!

 
 
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14. Ammirazione
 
Era stato un allenamento sfiancante, avevano a malapena fatto una pausa di dieci minuti all’ora di pranzo, e verso sera Gohan non riusciva praticamente più a reggersi in piedi. Anche il principe era ridotto uno straccio, ma si sforzava in tutti i modi di non darlo a vedere.
Erano ormai le nove e mezza di sera, quando Gohan annunciò di non farcela più e, alzando le mani in segno di resa, si lasciò cadere all’indietro, poggiandosi sui gomiti ed emettendo un sospiro stanco.
Vegeta gli lanciò un’occhiataccia, ma anche i suoi muscoli imploravano pietà e a testimoniarlo era il lieve tremolio delle sue gambe.
Il bambino lo osservò barcollare qualche istante, pensando che si sarebbe seduto a terra a riprendere fiato come lui, ma dopo quegli attimi di cedimento vide una nuova luce accedersi negli occhi del principe e, prima che potesse realizzare cosa stesse succedendo, Vegeta aveva raddrizzato la postura, urlando tutta propria potenza.
L’aura del Saiyan si era espansa talmente tanto che Gohan era stato spazzato diversi metri più indietro.
Quando l’aura dorata che lo aveva avvolto si era ridotta e il bambino aveva posato nuovamente lo sguardo su di lui, i muscoli di Vegeta si erano ingrossati e un’enorme potenza proveniva dal suo corpo.
Gohan batté le palpebre un paio di volte, per poi aprirsi in un sorriso spontaneo e avvicinarsi al proprio maestro.
« Ce l’hai fatta, Vegeta! » esclamò, allegro. « Hai superato il limite del Super Saiyan! »
« Tsk. Ne dubitavi? » rispose il principe, aprendosi in un piccolo ghigno orgoglioso.
Gohan continuò a osservarlo per qualche istante, trovando impossibile ricollegare quell’icona di forza al Saiyan stanco e barcollante di poco prima.
Un moto di ammirazione lo investì e, per un istante, desiderò assomigliargli almeno un po’. 

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Capitolo 15
*** Paura ***


Angolo autrice
Eccomi di ritorno! Oggi sono partita con la ferma intenzione di cominciare già a fare qualche compito, ma effettivamente è passato TROPPO POCO dalla fine della scuola, quindi… Naaaah. E questo per farvi capire quanto io sia irrimediabilmente scansafatiche. Se mi pesasse scrivere, certamente gli aggiornamenti arriverebbero ogni due anni. Anche se sono sempre in ritardo comunque D: In ogni caso *alternativa a comunque*, il capitolo di oggi è… Boh, non so xD Giudicate voi xD Non fatevi problemi a segnalarmi eventuali errori e/o l’OOC dei personaggi, sono sempre aperta a critiche costruttive :) Grazie mille a virginbell e ka93 che hanno recensito la scorsa flash :D Buona lettura!

 
 
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15. Paura
 
Aprì gli occhi, infastidito da una presenza accanto a sé.
Stringendo tra le mani il bordo del lenzuolo che durante il suo sonno agitato aveva avvolto attorno al corpo, si voltò con occhi assonnati, tentando di mettere a fuoco la figura scura che troneggiava su di lui.
Vegeta…? Fu il primo, razionale, pensiero che gli attraversò la mente, nonostante quell’individuo non avesse nulla della sagoma che ormai aveva imparato a conoscere.
Si stropicciò gli occhi, sentendosi in corpo un’ansia ingiustificata, mettendo poi a fuoco l’individuo che lo fissava ghignando.
“F-Freezer?” avrebbe voluto balbettare, ma dalle sue labbra tremanti non fuggì che un mormorio indistinto.
Quando il mostro caricò un pugno, Gohan fu lesto a scansarlo, rotolando sul letto mentre incessanti brividi gli attraversavano il corpo.
La risata di Freezer gli riempì le orecchie, mentre il volto del mostro lentamente cambiava, fino a trasformarsi in quello di Cell.
Perderai. Non sei in grado di battermi. Disse una voce nella sua testa e anche se quel timbro gli era sconosciuto Gohan la associò immediatamente a Cell.
Il mostro fece saltare in aria il letto in cui Vegeta, ignaro di tutto, dormiva, sotto lo sguardo orripilato del bambino, che provò a urlare senza trovare la voce per farlo.
Sei solo, ora. Sei in mio potere.
Cell sollevò un braccio e Gohan venne accecato da una luce abbagliante.
 
Si svegliò ansimando, le coperte strette attorno al corpo e il pigiama bagnato di sudore. Si mise automaticamente seduto, cercando di regolarizzare il respiro.
Era solo un incubo. Pensò. Solo un incubo.
Ma, poiché quella frase ripetuta come un mantra non riusciva a calmarlo, decise di alzarsi per andare a bere un bicchiere d’acqua. Non seppe cosa lo spinse a guardare il letto di Vegeta, forse fu solo un caso o forse fu il ricordo di come nel sogno fosse stato brutalmente incenerito, ma sta di fatto che, anche al buio, si accorse che fosse vuoto. La cosa non lo avrebbe preoccupato più di tanto, se non avesse acceso la luce e notato le macchie scure sul pavimento e sulle lenzuola.
« Ma cosa…? » mormorò, spalancando gli occhi.
C’era sangue ovunque. Le lenzuola dove dormiva il principe erano zuppe, così come il pavimento davanti ad esse. Il lenzuolo era strappato a metà e vi erano rimaste le impronte di dita insanguinate.
Sentì il silenzio della stanza premergli contro le orecchie, che cominciarono a fischiare mentre il corpo veniva attraversato da brividi di terrore.
« Vegeta…? » chiamò, con un filo di voce. Sentiva ancora addosso l’inquietudine derivante dall’incubo e davanti ai suoi occhi quel letto continuava a saltare in aria, mentre lui rimaneva solo alla mercé di Cell.
« Vegeta! » ripeté, questa volta più forte, correndo verso la cucina per controllare se fosse lì. Non c’era. Non poteva essere sparito, doveva essere da qualche parte. C’erano solo loro due là dentro, Cell era stato frutto della sua mente, non poteva essere successo niente di grave, doveva trovarlo… « Vegeta! Vegeta, dove sei? Veg– »
S’interruppe quando, giunto davanti alla porta del bagno e prossimo ad aprirla, essa si spalancò da sola, rivelando la figura del principe, con un’espressione contrariata.
« Si può sapere che cos’hai da url– » cominciò a rimproverarlo, ma le parole gli morirono in gola quando il bambino gli si gettò addosso, strofinando la testa contro il suo petto mentre batteva i pugni contro di esso.
« Non farlo più, non farlo mai più! » diceva, gli occhi lucidi di lacrime di paura e sollievo che non voleva lasciare scendere. « Non mi lasciare solo! »
Vegeta lo lasciò fare per qualche istante, a bocca aperta, poi, cercando di non farla sembrare una giustificazione, spiegò: « Tsk, mi si è solo riaperta una ferita da allenamento. Non sono nemmeno più libero di andarmi a medicare senza che ti venga una crisi isterica? »
Gohan lo strinse di più, incredibilmente sollevato, accorgendosi solo allora che il suo petto fosse ricoperto da bende pulite.
« Mi sono spaventato! Mi sono svegliato e tu non c’eri, poi ho visto il letto sporco di sangue… Non farlo più! »
Vegeta sbuffò teatralmente.
« Tu hai un po’ troppi problemi di abbandono, per i miei gusti. » commentò, allontanandolo bruscamente con un braccio.
Gohan fissò la sua schiena allontanarsi di qualche passo, poi il principe si fermò.
« Sono le cinque e mezza, io faccio colazione. » annunciò, e il bambino capì che gli stesse implicitamente chiedendo – mai che facesse una domanda diretta – se volesse mangiare anche lui.
« Anche io. » sorrise Gohan, seguendo Vegeta verso la cucina.

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Capitolo 16
*** Disciplina ***


Angolo autrice
Eccomi qui! Ah, che bella l’estate. Anche se si muore di caldo e dal punto di vista climatico preferisco l’inverno… Quindi diciamo che belle le vacanze, che è più corretto u.u In questi giorni mi sono guardata Thor, The Avengers e Thor 2, il che mi ha fatto sviluppare un bel po’ di amore per la Thor/Loki. SONO COSÍ CARINI. Ma nessuno supera i miei amati Vegeta e Gohan ovviamente u.u Solo che, a forza di vedere Thor e Loki che litigano, ho scritto di Vegeta in versione bastardaggine all’inizio del loro soggiorno ^^” Va be’, lo scorso capitolo era piuttosto fluffoso, quindi bisogna compensare… Ringrazio immensamente ka93, Silver Saiyan e virginbell per le recensioni, siete sempre così gentili :3 Buona lettura, non esitate a segnalarmi eventuali errori od OOC dei personaggi :)

 
 
 
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16. Disciplina
 
Vegeta fissava con aria annoiata l’onda energetica prodotta da Gohan.
Lenta. Diagnosticò mentalmente, senza muovere un muscolo per fermarla. E pure debole.
Solo quando l’attacco lo ebbe quasi raggiunto, il principe compì un veloce movimento con il braccio per deviarlo.
« E quello doveva essere un attacco? » gridò in direzione di Gohan che, a diversi metri di distanza da lui, ansimava. « Sicuramente anche un terrestre l’avrebbe bloccata. »
Era il secondo giorno di allenamento e il bambino non si era ancora abituato ai ritmi estenuanti che Vegeta lo obbligava a seguire. Combatteva talmente tanto che, a momenti, quando la sera si lasciava cadere sul letto si addormentava a mezz’aria. E qualcosa gli diceva che il principe non fosse per nulla intenzionato a rallentare il ritmo. Sarebbe stato un anno d’Inferno.
« Devi mettere molta più potenza in un attacco energetico, con un colpo del genere a Cell non faresti nemmeno il solletico. » continuò a sgridarlo Vegeta, avvicinandosi, per poi notare che lo sguardo del bambino fosse fisso a terra. « Ma mi stai ascoltando, moccioso?! »
« S-sì… » ansimò Gohan. « Possiamo fare… Una… Pausa? »
Per tutta risposta, il principe gli assestò un pugno in faccia.
Mentre il bambino si metteva seduto, pulendosi il sangue che gli colava dal labbro inferiore spaccato, il suo maestro lo guardava severamente, e qualcosa nel suo sguardo gli suggerì che non fosse troppo intenzionato a concedergli quella benedetta pausa.
Quasi mi mancano gli allenamenti con Junior.
« Vegeta… Per favore… Sono stanc– »
Un altro pugno lo zittì.
« Ti conviene reagire. » gli consigliò il principe, con un ghigno storto sul volto. « Ne avremo ancora per un bel po’. »
Quando il Saiyan caricò un altro pugno, Gohan tentò di mettersi in piedi e al tempo stesso schivarlo, ma tutto ciò che riuscì a fare fu alzarsi sulle gambe malferme e finire nuovamente a terra subito dopo a causa dell’ennesimo colpo.
« Non… C-ce la facc– » tentò nuovamente di protestare, e questa volta Vegeta lo interruppe sovrastando la sua voce con la propria.
« Forse » disse, con aria fintamente pensierosa e uno sguardo talmente freddo da essere agghiacciante. « non sei abbastanza forte e disciplinato perché tuo padre non ha mai tirato un pugno abbastanza forte sulla tua stupida faccia da moccioso viziato. Vediamo di rimediare. »
 

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Capitolo 17
*** Infermiere ***


Angolo autrice della vergogna
Gohan: Salve a tutti! *fa ciao con la mano* Vegeta, saluta!
Vegeta: Mpf.
Gohan: Mi accontento. Oggi presentiamo noi perché Rowan si vergogna da morire del ritardo…
Vegeta: E non ha nemmeno il coraggio si farsi vedere U.U
Rowan *dalle retrovie*: Vorrei vedere te al mio posto!
Vegeta: Io affronterei il problema di petto, perché ho del fegato, IO.
Rowan: *gli fa una linguaccia*
Gohan *si schiarisce la voce* Comunque… *tira fuori un foglietto* Rowan si scusa immensamente per non aver aggiornato prima, dice di essere stata senza ispirazione… Inoltre tutto quello che scriveva le sembrava da buttare.
Vegeta: Forse perché è così.
Gohan: Vegeta! *occhiata Chichi-style* In ogni caso, ringrazia infinitamente tutti coloro che seguono questa raccolta nonostante la sua vergognosa incostanza e in particolare virginbell e ka93 che hanno recensito lo scorso capitolo.
Vegeta: *tamburella con le dita su un braccio per testimoniare quanto sia annoiato*
Gohan: Spera inoltre che questa flash non faccia così schifo come sembra a lei e vi informa che è ambientata quando io sono già un Super Saiyan. Poi vi augura buona lettura.
Vegeta: Sarà difficile viste le schifezze che scrive. Abbiamo finito?
Gohan: Sìsì, abbiamo finito, tranquillo.
Vegeta: Finalmente! *afferra Gohan e se lo mette in spalla nonostante sia più alto di lui, poi vola via senza salutare*
Gohan *mentre viene portato via*: Ciao a tutti! ^-^

 
 
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17. Infermiere
 
« Solo un moccioso idiota come te poteva ridursi in questo stato con un semplice allenamento. » borbottò Vegeta, camminando attraverso i ghiacci che avevano infestato la stanza, mentre Gohan si trovava appeso alla sua schiena come un koala, i denti stretti per impedirsi di lamentare il dolore che sentiva.
Durante l’allenamento, era praticamente rotolato giù da una montagna e visto che i colpi di Vegeta non lo avevano lasciato in ottimo stato, aveva finito per rompersi una gamba e fratturarsi un braccio, senza contare che sentisse dolore dappertutto. Fortuna che il principe non aveva avuto la pretesa che tornasse indietro da solo.
Il bambino seppellì la faccia nel collo di Vegeta, come nella speranza di poter soffocare ogni gemito di dolore.
Alla fine, ci teneva a non deludere il suo maestro.
Gli sembrò passare un’eternità prima che si allontanassero dal gelo pungente per essere accolti dal confortevole tepore del bagno, dove si trovava anche un lettino tipo infermeria.
Fu lì che Gohan venne poco delicatamente fatto sedere, mentre sentiva gli occhi pungere e il dolore farsi sempre più acuto.
Quanto avrebbe voluto avere un Senzu a portata di mano…
« Sdraiati. » ordinò Vegeta, interrompendo il filo dei suoi pensieri e Gohan, con difficoltà, obbedì, senza però riuscire a soffocare un gemito di dolore.
Il principe fortunatamente lo ignorò, limitandosi a medicare velocemente le ferite del bambino per poi affermare: « In una notte dovresti essere a posto. »
Il corpo di un Saiyan, anche se meticcio, impiegava infatti molto meno tempo rispetto a quello di un terrestre per tornare a posto, quindi le ossa fratturate sarebbero dovute guarire semplicemente con un po’ di ore di immobilità.
Vegeta sollevò il mezzosangue dal lettino e Gohan si stupì di percepire quel gesto come qualcosa di familiare, ormai, un’abitudine subentrata grazie a tutte le volte in cui si era fatto male durante i pesanti allenamenti.
All’inizio della loro convivenza la presa del principe era rude, gli faceva male mentre lo trasportava, ora era diventata un po’ più delicata, anche se certamente lui non ne era consapevole.
Gohan venne posato sul letto e osservò Vegeta voltargli le spalle per preparare la cena che gli avrebbe portato a letto, aggiungendo qualche frase del tipo: “Ma la prossima volta non mangi”, come ogni volta.
Ricordò le proteste di Junior quando il principe aveva annunciato che sarebbero entrati insieme in quella stanza, le occhiate d’astio dei suoi amici al Saiyan, fino alla resa del Namecciano, che però aveva ringhiato: « Fagli del male e ti uccido con le mie mani. »
Si ritrovò a chiedersi come mai Vegeta si ostinasse a nascondere quel suo lato così umano e si sentì orgoglioso di poterlo vedere.

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Capitolo 18
*** Colpa ***


Angolo autrice
Eccomi di ritorno! Ieri ho passato il pomeriggio con dei miei amici e ho camminato talmente tanto da avere ancora i piedi doloranti. Tra l’altro pioveva, ma noi avevamo caldo e non abbiamo aperto gli ombrelli. Perché siamo geniali, sì. Comunque, tralasciando la mia movimentata e interessantissima vita, la flash di oggi è ambientata quando Gohan è già un Super Saiyan e… Non mi convince molto xD *”Che novità” ndVegeta, sarcastico* No, davvero, sono stata ispirata dalla saga di Freezer, quindi ho voluto mettere in mostra i sensi di colpa di Gohan per non avere aiutato Vegeta quando Freezer lo stava facendo nero, ecco. Perché secondo me si sente MOLTO in colpa u.u E secondo me è proprio per questo che durante il Cell Game lo salva, vista la somiglianza della scena. Ma va be’, lasciamo perdere le mie teorie, piuttosto, non fatevi problemi a segnalarmi eventuali probabili errori, OOC dei personaggi o quant’altro, sono molto aperta alle critiche costruttive :) Grazie a ka93, Silver Saiyan, MONDO_MANGA, virginbell, kpira e Rohan per le recensioni. GRAZIEGRAZIEGRAZIE :3

 
 
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18. Colpa
 
« Potete venire in suo aiuto se lo desiderate. »
Quella frase rimbombò nella testa di Gohan, che però rimase immobile, a fissare il ghigno vittorioso Freezer, il ghigno maledetto di un mostro che ha la vittoria in pugno. Fissava il volto del loro nemico, Gohan, e mai prima di allora si era sentito così piccolo e insignificante, mai qualcuno lo aveva paralizzato a quella maniera, tra tutti i mostri che aveva affrontato.
C’era qualcosa nello sguardo di Freezer, nella sua crudeltà, che lo gelava dentro.
Tuttavia lo fissava, per non guardare la sua vittima, per non guardare Vegeta che veniva torturato davanti a loro.
« Andrà tutto bene. »
Era la voce calda di suo padre, ma la stretta che sentiva attorno alle spalle era quella di Junior.
Sebbene loro fossero le sue figure paterne di riferimento, non gli riuscì di credere né alle parole di uno né ai gesti rassicuranti dell’altro, perché come poteva andare tutto bene se lui rimaneva lì, immobile, a fissare la tortura di un loro alleato?
« Vegeta è un essere spregevole. » disse Crilin, stringendo i pugni con rabbia e facendo sentire un immotivato vuoto allo stomaco al bambino.
« Scemo, schivalo! » urlò la voce del principe, nella sua testa, e Gohan si sentì sbattere a terra, mentre l’attacco di Freezer sibilava sopra di lui.
« Non mi fraintendere… Non intendevo salvarti. »
Era tutto confuso: un attimo prima Vegeta era davanti a lui, in piedi, con quell’aria di superiorità che ostentava continuamente, un attimo dopo urlava di nuovo sotto i colpi di Freezer.
« Perché non lo vieni ad aiutare, Gohan? » disse il mostro, voltandosi verso di lui e continuando a ghignare. « Non è uno di voi? »
Il bambino tacque, tremando, mentre sentiva lacrime che non aveva alcun diritto di versare, perché era solo uno stupido codardo, rigargli le guance.
Freezer si avvicinò piazzandogli davanti agli occhi il corpo martoriato di Vegeta.
« O forse, vuoi darmi una mano? » gli propose il mostro e Gohan indietreggiò di un paio di passi, cerando Junior e Crilin con lo sguardo, ma scoprendo di essere rimasto solo.
« No? » continuò Freezer. « Peccato. »
E gettò Vegeta a terra, a poca distanza dal bambino che si ritrovò a fissare con orrore le sue ferite e i suoi occhi colmi di dolore.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, un raggio viola trapassò da parte a parte il petto del principe. Scioccato, lo vide cadere a terra come a rallentatore e si ritrovò a fissare i suoi occhi vuoti, che fissavano il nulla e parevano accusarlo.
È tutta colpa tua, tua, tua, tua.
Indietreggiò, cadendo a terra e sentendo una sensazione di bagnato tra le dita. Sangue. E non era suo, ovviamente.
« Assassino. » disse la voce di Vegeta. « Sei uno sporco assassino. »
 
« AH! » spalancò gli occhi, il petto che si alzava e abbassava a tutta velocità, ritrovandosi davanti al volto scocciato di Vegeta.
Il solito volto scocciato. I soliti occhi scuri, profondi e non vuoti come quelli del suo sogno.
È stato solo un incubo, solo un altro stupido incubo. Pensò, ma subito si accorse di raccontarsi una bugia: quello non era un incubo, bensì un ricordo un po’ modificato, qualcosa che era accaduto davvero e che lo faceva annegare nei sensi di colpa al solo pensiero.
Lui era davvero rimasto a guardare la tortura di Vegeta, davvero non aveva fatto nulla per aiutarlo, davvero aveva ignorato il fatto che fossero alleati e che lui lo avesse salvato prima, poco importava quali fossero le sue intenzioni. Lui era davvero un codardo.
« Scusami. » disse Gohan, all’improvviso, interrompendo il monologo che Vegeta stava recitando per sgridarlo e del quale non aveva ascoltato una sola parola.
Il principe si bloccò qualche istante, poi disse, impassibile: « Invece che scusarti, alzati e vai a fare colazione, così possiamo cominciare questo benedetto allenamento. Le tue scuse non fanno recuperare il tempo perso. »
« No, non intendevo quello… » mise in chiaro il bambino, tenendo lo sguardo fisso a terra, vergognandosi per le sue azioni passate. « Io… Volevo scusarmi per… Per quella volta contro Freezer… Quando lui ti stava… Torturando… E io non ho fatto niente per aiutarti… Scusami. Mi dispiace. »
Passarono alcuni istanti prima che Gohan si decidesse ad alzare lo sguardo sul principe, che lo stava fissando con palese confusione. In effetti, doveva parergli strano e inutile che se ne uscisse con quel discorso a distanza di anni, ma aveva bisogno di dirglielo, di ammettere per la prima volta la sua colpa e dare voce a quelle parole che aveva pensato più volte, dopo lo scontro su Namecc.
« Tsk. » disse infine Vegeta. « Io avrei fatto lo stesso. »
Gohan impiegò qualche istante per registrare quelle parole, poi si sentì montare dentro un’insensata rabbia, indirizzata più a se stesso che al suo interlocutore.
« Non è vero! » sbottò « Tu non hai fatto lo stesso! Mi hai salvato più di una volta! »
« Solo perché– »
« Non importa perché. » lo interruppe il bambino, mentre lacrime di colpa e rabbia cominciavano a pizzicargli gli occhi. « Tu lo hai fatto, io no. Sono un codardo che non aiuta gli alleati. Che lascia morire gli altri al posto suo, sempre. »
Nella sua mente era ancora vivida l’immagine del corpo di Junior davanti al suo, per proteggerlo, di tutte le volte in cui suo padre era intervenuto per salvarlo, infine di Vegeta, che forse non sarebbe morto se lui fosse intervenuto quando Freezer li aveva sfidati a farlo.
Senza accorgersene, era scoppiato a piangere spudoratamente, la testa bassa e il corpo tremante.
« E piantala. » sbuffò Vegeta, dopo un po’. « Non potevi aiutarmi. »
« I-invece– »
« No che non potevi, idiota! » sbottò il principe, esasperato. « Saresti stato ammazzato in meno di un secondo e poi Freezer avrebbe continuato con me. Non sarebbe servito a niente. »
« Ma non… Non ci ho… Nemmeno provato… »
« Vorrà dire che per saldare il tuo debito con me adesso ti alzerai da quel letto, andrai a fare colazione e ti allenerai senza piagnucolare come una donnetta. » sentenziò Vegeta, incrociando le braccia e lasciandogli intendere quanto fosse stufo di quel discorso.
Gohan tirò su col naso, annuendo.
I sensi di colpa non si erano placati del tutto, ma sfogarsi gli aveva fatto bene, e poi il principe non sembrava avercela con lui… Forse era davvero così che doveva andare, forse se lui fosse intervenuto Vegeta sarebbe morto comunque…
« Allora, ti alzi o no? » insistette il principe.
Gohan si riscosse e annuì di nuovo, alzandosi in piedi.
« Asciugati la faccia. » ordinò Vegeta, con una smorfia di superiorità. « E piantala di arrovellarti il cervello attorno a sciocchezze del genere. »
 
 

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Capitolo 19
*** Notte ***


Angolo autrice
E sono finalmente riuscita ad aggiornare! È incredibile quanto poco tempo rimanga per scrivere durante le vacanze, quasi risulta più semplice durante la scuola o.o Comunque, la flash (non ho nemmeno controllato di non aver sconfinato nell’OS, ma vabbé U.U) di oggi fa un salto temporale non indifferente: è infatti ambientata nell’ultima notte nella stanza. Che vi devo dire, quando l’ispirazione fa quello che vuole io non posso protestare. Non esitate a segnalarmi eventuali probabili errori o a farmi notare l’OOC dei personaggi (io ogni volta mi mangio le unghie per Vegeta DDD:). Grazie mille a ka93, virginbell e MONDO_MANGA per le recensioni :D:D

 

 
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19. Notte
 
« Vegeta… »
Gohan era seduto a terra, la schiena contro il letto del principe.
Gli aveva parlato direttamente perché, ormai, aveva capito che avesse sempre saputo delle sue visite notturne e, comunque, aveva davvero bisogno di scambiare due parole con qualcuno.
Ci fu qualche mugugno indistinto, poi, con voce impastata, Vegeta rispose: « Di notte le persone normali dormono. »
« Noi non siamo normali… » replicò il bambino « E questa non è una notte qualunque. »
Era la loro ultima notte là dentro.
Il giorno seguente avrebbero affrontato l’ultimo allenamento in quella stanza, poi sarebbe toccato a Cell. Era l’ultima notte che passavano lì, da soli. L’ultima durante la quale Gohan potesse chiedere la sua compagnia, perché sapeva che il principe non gli avrebbe più concesso così tanta confidenza, una volta fuori. Perché avrebbe dovuto? Probabilmente, come già in passato aveva sottolineato, sarebbe addirittura partito per lo spazio…
Vegeta smise di dargli le spalle, sdraiandosi sul fianco opposto rispetto a prima mantenendo le braccia incrociate, e rimase a fissarlo, senza dire nulla.
« Tu non sei preoccupato nemmeno un po’? » domandò infine Gohan, giusto per fare conversazione.
« Tsk. Perché dovrei? » fu la sprezzante replica.
« Affronteremo Cell… »
« Uccideremo Cell, semmai. » lo corresse il principe « Un guerriero Saiyan non deve mai dubitare delle proprie capacità. » Specialmente con una forza come la tua.
« Non riesco a essere troppo fiducioso… » mormorò il bambino.
Vegeta non si degnò di rispondergli, allora Gohan chiese: « Dopo… Quando sarà tutto finito… Te ne andrai? »
Aveva esitato prima di porre quella domanda, poiché temeva la risposta, e anche il principe non replicò immediatamente, spiazzato.
Già, cosa avrebbe fatto?
Tante volte si era ripetuto che sarebbe finalmente andato via, una volta dimostrato di essere il più forte di tutti, anche di quel Cell, ma allora perché il solo pensiero gli suonava sbagliato? Perché aveva come la sensazione che non fosse quella la cosa giusta da fare?
Incontrò gli occhi di Gohan, illuminati da una flebile speranza, e si riscosse.
Che mi prende?
« Ma che domande fai?! » sbottò, acido. « Certo che me ne andrò. Non ho intenzione di marcire su questo stupido pianeta per sempre. »
Il bambino parve rimanerci male, ma annuì.
« Sì, certo… Capisco. » rispose e un pesante silenzio calò tra i due, abbastanza a lungo perché Vegeta avesse la netta sensazione di essersi pentito di quanto detto. Ma non si sarebbe umiliato ritirandolo e scusandosi. Mai.
Aveva solo detto la verità, d’altronde: lui era il Principe dei Saiyan, quel misero sasso non aveva nulla da offrirgli.
Tranne una famiglia e questo moccioso che ti è tanto affezionato. Fu il pensiero che troncò subito, catalogandolo come pura follia.
Non aveva bisogno di nessuno.
« Mi mancherai. »
Impiegò qualche istante prima di rendersi conto di cosa Gohan avesse detto, tanto era immerso nei suoi pensieri, e assunse automaticamente un’espressione interrogativa.
« Quando te ne andrai. » spiegò il bambino, lo sguardo basso. « Mi mancherai. »
Vegeta avrebbe voluto replicare in modo tagliente, dirgli che lui invece non avrebbe mai sentito la mancanza di uno stupido moccioso e che sentimenti come quello erano da idioti, ma qualcosa dentro di lui gli impose di tacere.
« Posso… Stare con te… Per un po’? » domandò Gohan, esitante, alzando lo sguardo su di lui. « Per favore. »
Il principe borbottò qualcosa, voltandogli le spalle, ma facendogli comunque un po’ di spazio.
Gohan sorrise leggermente, del sorriso amaro che caratterizza gli ultimi abbracci prima di un addio, e gli si sdraiò accanto, lo sguardo fisso sulla sua schiena mentre si sforzava di non immaginare come si sarebbe sentito quando lo avrebbe visto andare via per sempre.
Aveva sempre avuto questa caratteristica, Gohan: oltre a essere in grado di farsi amare da chiunque, sciogliendo anche il più gelido dei cuori, si affezionava facilmente e profondamente. E, quando si prova un forte affetto per qualcuno, è difficile lasciarlo andare.
« Tornerò per sfidarti. » mormorò a un certo punto Vegeta, distogliendolo dai suoi pensieri. La voce era talmente bassa che per un istante Gohan credette di essersela immaginata. « Quindi vedi di farti trovare migliorato, o mi arrabbierò molto. »
« C-certo… » mormorò il bambino.                                     
Tornerò. Quella parola, quella promessa, risuonava nella sua testa con un’eco amaro, ma portando speranza. Tornerò.
Si addormentò con il sorriso sulle labbra, mentre il principe non chiuse occhio tutta la notte. 
 

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Capitolo 20
*** Bagno ***


Angolo autrice
Allora, eccomi di ritorno dopo la solita eternità! Ma ormai ci siete abituati, suppongo ^^” Comunque, non ho molto da dire sul capitolo di oggi, sappiate che è frutto di un delirio notturno, perché ’sta notte non sono riuscita a chiudere occhio (sarà il caldo, boh) e la mia testolina ha elaborato questa scemenza, a base di Vegeta che si fa seghe mentali, Gohan che ha i suoi soliti istinti suicidi e una vasca da bagno. Spero che non sia nulla di troppo tremendo xD Grazie mille a Silver Saiyan, ka93 e virginbell per le recensioni :D:D
 
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20. Bagno
 
Piegò la testa indietro, chiudendo gli occhi mentre cercava di svuotare la mente per qualche istante dopo la lunga giornata di allenamento.
Solitamente, Vegeta preferiva farsi la doccia: il getto che batteva sulla testa e lo inzuppava lo aiutava a pensare, gli schiariva le idee. Quel giorno, però, aveva bisogno di rilassarsi un po’, non di rimuginare sul perché diavolo non fosse in grado di raggiungere il livello di potenza di Gohan.
Era solo un moccioso, porca miseria, possibile che lo superasse così come suo padre aveva fatto?
Eppure, per quanto volesse essere migliore di lui, non riusciva a provare quell’odio viscerale, quell’ossessione distruttiva, che lo aveva spinto a desiderare di uccidere Kakaroth. Forse era per la mancanza di voglia di combattere e di potenza, visto che Gohan pareva incurante della sua forza, gli bastava poter proteggere il suo pianeta e i suoi cari.
Nessuna eccitazione da battaglia, nessuna voglia di superare i suoi limiti, quel bambino combatteva per dovere, non per piacere.
Ma era dannatamente più forte di lui.        
Ringhiò di frustrazione, cercando nuovamente di rilassare i muscoli contratti e svuotare la mente da quei pensieri.
Tanto, prima o poi, sarebbe diventato il più forte. Era solo questione di tempo.
 
In quel momento, la porta del bagno si spalancò senza tanti complimenti e Gohan, già mezzo svestito, fece la sua comparsa nella stanza.
Durante l’allenamento Vegeta lo aveva colpito un po’ troppo forte, facendogli perdere i sensi, e quando si era svegliato aveva trovato la cena pronta, anche se da scaldare ormai, e nessuna traccia del principe. Così, pensando che il suo maestro si stesse ancora allenando, aveva mangiato qualcosa per poi decidere di farsi un bagno.
« Ops, scusa, credevo ti stessi allenando. » disse il bambino, sorridendogli con un filo d’imbarazzo. « Volevo farmi un bagno anch’io… Posso? Tanto la vasca è grande. »
Vegeta rimase talmente di sasso a quella richiesta che non riuscì a fare altro che fissarlo ad occhi spalancati mentre si spogliava e s’infilava nella vasca con lui, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Riuscì a recuperare l’uso della parola solo quando Gohan era ormai di fronte a lui.
« Ma… Che storia è questa?! » sbottò, arrossendo di rabbia e imbarazzo.
Il bambino lo guardò, confuso.
« Che c’è di male? Ho sempre fatto il bagno con papà e qui c’è tanto spazio… »
Vegeta avrebbe avuto un’infinità di cose da ribattere, come per esempio “Non paragonarmi a quella terza classe” o “Come osi oltraggiare il Principe dei Saiyan a questa maniera”, ma non fece in tempo perché Gohan, dopo averlo guardato assorto per qualche istante, si esibì in un sorrisetto ambiguo e gli schizzò dell’acqua in faccia.
« Ma sei impazzito, moccioso?! » sbottò Vegeta, oltraggiato.
« Dai, è un gioco! » gli spiegò Gohan, schizzandolo di nuovo. « È divertente! »
Il principe lo fissò male per qualche istante, poi, con molta nonchalance, decise di vendicarsi dell’affronto subito scagliando contro il suo avversario un vero e proprio tsunami.
Gohan, zuppo e con residui di sapone tra i capelli, scoppiò a ridere sonoramente, afferrando un inutile oggetto giallo terrestre – meglio conosciuto come “paperella di gomma” – e scagliandoglielo contro. Il principe venne colpito in fronte e, dopo aver gettato via l’arma del delitto, si sporse in avanti per afferrare i capelli del bambino e buttargli a forza la testa sottacqua.
Lo tenne sotto pochi secondi prima di lasciarlo risalire e il Son, dopo aver sputacchiato acqua e sapone con aria offesa, creò un mini tsunami come fatto prima dal Saiyan e tornando a ridere rumorosamente di fronte a Vegeta con i capelli appiattiti sulla faccia.
« Stai proprio – Ahahah – bene – Ahahahah – lo sai? » lo prese in giro, senza fiato per le risa.
Il principe si spostò i capelli dal viso, fissandolo male ma non riuscendo a impedirsi di sorridere leggermente qualche istante dopo.
Lanciò un’occhiata a terra e il sorriso sincero comparso per qualche attimo sul suo volto venne rapidamente sostituito da un più familiare ghigno.
« Bene, Gohan, » disse « visto che ti diverti tanto, sarai tu a pulire questo disastro. »
Il bambino, ancora con il sorriso sulle labbra, guardò dove indicato dal Saiyan, e la gioia sul suo viso svanì a favore di un’espressione capricciosa.
« No, dai, Vegeta, sono stanco… » si lamentò.
« Eppure mi sembravi molto energico fino a poco fa. » ghignò il principe, incrociando le braccia con aria soddisfatta. « Sono sicuro che non avrai problemi a pulire. »
Gohan sbuffò. 

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Capitolo 21
*** Impulso ***


Angolo autrice
Ok, eccomi qui, ce l’ho fatta alla fine. Questa flash è una schifezzuola che non mi piace neanche un po’, ma visto che per quanto riguarda questa raccolta questo sarà l’ultimo aggiornamento prima di settembre (passerò il resto di agosto in vacanza senza computer), mi dispiaceva svanire senza nulla di pubblicato. Quindi ecco a voi una piccola flash fic introspettiva su Vegeta. Spero che non sia troppo OOC o comunque deludente ^^” Grazie mille a ka93, Silver Saiyan, virginbell e Rohan (neo sorella <3) per le recensioni :)
 

 
 
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21. Notte
 
Vegeta aprì gli occhi senza un motivo preciso, interrompendo il sonno senza sogni in cui era caduto.
Rimase immobile qualche istante, fissando il soffitto, poi captò il suono del regolare respiro di Gohan, troppo vicino per provenire dall’altro letto in quella stanza.
Infatti, non appena si mise seduto e guardò a terra, trovò il bambino sdraiato accanto al suo letto, la bocca semiaperta e le braccia sotto la testa a sostituire un cuscino.
Si lasciò sfuggire uno sbuffo, ricordandosi dei singhiozzi a stento trattenuti del suo allievo e dei suoi passi leggeri uditi poche ore prima.
Capitava sempre più spesso che quel moccioso di svegliasse di notte a causa di un incubo e si accucciasse accanto al letto del principe, pensando che egli non lo sentisse, quando in realtà si limitava a far finta di nulla.
In fondo, non gliene fregava niente che il moccioso dormisse per terra o in un letto.
Posò i piedi a terra, riuscendo a distinguere l’orologio nonostante il buio e scoprendo che fossero passati pochi minuti dalle quattro del mattino.
Per un istante pensò di svegliare il bambino con un calcio, ma, dicendosi che non valesse la pena perdere tempo con lui, si limitò a dirigersi verso la cucina.
A metà strada, però, si fermò.
Fissando il volto rilassato di Gohan, sentì l’inspiegabile impulso di tornare indietro e sollevarlo per adagiarlo sul proprio letto.
Rinsavì subito, scuotendo la testa con aria arrabbiata e andando a preparare la colazione a passo spedito, quasi avesse paura di poter cambiare idea e cedere a quell’attimo di debolezza.
 
 

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Capitolo 22
*** Pausa ***


Angolo autrice
Eccomi qui! Tornata dalle vacanze e con tanto amore per la Vegeta/Gohan, come al solito lalala. *MAQUANTOSONOBELLIQUESTIDUE?* Comunque, in questa piccola flash senza troppe pretese… Sostanzialmente Vegeta fa la testa di cazzo carota come al suo solito e a Gohan tocca assisterlo. È ambientata piuttosto avanti nella loro convivenza, quindi il caro principino non è più in modalità “non-osare-guardarmi-non-sei-degno-stupidissimo-moccioso”, sono già piuttosto amici u.u Grazie mille a virginbell per la sua recensione :D:D
 
 
 
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22. Pausa
 
« Vegeta, quella ferita è piuttosto grave, non dovresti allenarti. » ripeté per la millesima volta Gohan, lanciando un’occhiata esasperata al principe che, senza nessuna intenzione di dargli retta, si stava già alzando dal letto.
Era capitato molte volte che Vegeta esagerasse durante un allenamento, procurandosi qualche ferita più o meno grave, ma aveva sempre insistito per tornare subito a combattere – o meglio, lo aveva sempre fatto e basta, senza curarsi per nulla delle proteste del suo allievo –, ma quella volta aveva rischiato di rimanerci secco per davvero, tanto che era rimasto incosciente per diverse ore, facendo quasi prendere un infarto a Gohan, poiché all’inizio sembrava che non respirasse nemmeno.
Tuttavia, a malapena mezz’ora dal suo risveglio, stava già scalpitando per tornare al suo allenamento.
« Dammi retta, non sei nelle condizioni di– » tentò nuovamente il bambino, ma venne interrotto.
« Non ho nessuna intenzione di prendere ordini da un moccioso come te. » lo rimbeccò infatti Vegeta. « E non ho voglia di perdere tempo. Allenamento, ora. »
Gohan alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo esasperato, seguendo il principe leggermente barcollante che si stava avviando fuori dall’abitazione.
 
Un paio d’ore dopo, il bambino si ritrovò a trascinare quasi di peso il Saiyan, che, semicosciente, si trovava accasciato sulla sua schiena.
« Allora, avevo ragione? » domandò il Son, una punta di esasperazione e divertimento nella voce.
« Taci, Gohan. » borbottò Vegeta.
 

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Capitolo 23
*** Autostima ***


Angolo autrice
La scuola è sempre più vicina… La scuola è sempre più vicina… La scuola è– *Vegeta le tira un cazzotto* *Rowan si riprende* Ehilà! Scusate, ma sto impazzendo anticipatamente. Comunque, vi presento la flash fic di oggi *fuochi d’artificio* Ho tentennato un bel po’ prima di pubblicarla perché non mi convinceva – e continua a non convincermi –, ma alla fine ho pensato che se ricevessi delle critiche almeno capirei che cosa diavolo non vada con questo capitolo, quindi… Ben vengano i vostri i consigli, come sempre! Niente, non penso serva molta contestualizzazione, semplicemente Gohan qui non è ancora Super Saiyan, mi limito a dire grazie mille a virginbell per la recensione :D Buona lettura!
 
 
 
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23. Autostima
 
Si sentiva un totale incapace.
Aveva aperto gli occhi, ritrovandosi nel proprio letto e ricordando di aver preso un colpo in testa durante l’allenamento, così che Vegeta era stato costretto a portarlo a letto per tornare ad allenarsi.
E ora che si era svegliato, guardando il principe che dava tutto se stesso in mezzo ai ghiacci e al gelo, si stava rendendo conto di essere solo un buono a nulla. Non era nemmeno in grado di reggere gli allenamenti, non riusciva a trasformarsi in Super Saiyan, come poteva pensare di affrontare Cell?
Non era degno di essere figlio di suo padre, non era degno nemmeno del sangue guerriero che gli scorreva tra le vene. Non era degno di niente.
Tanto valeva che Vegeta smettesse di allenarlo. Perché si ostinava, perché perdeva tempo con lui? Meglio che continuasse il suo allenamento da solo. Lui non era in grado di fare nulla.
In quel momento il principe si accorse della sua presenza e, voltandosi verso il bambino, disse: « Be’, cosa fai lì? Ti sei riposato abbastanza, vieni subito ad allenarti! »
Gohan abbassò lo sguardo, senza muovere un passo.
Vegeta, dal canto suo, notato quello strano atteggiamento ma ben poco volenteroso di fare da psicologo al figlio del suo rivale, si avvicinò per afferrarlo malamente per un braccio e trascinarlo fuori dall’abitazione.
« Lasciami… » mormorò il bambino, dimenandosi con poca convinzione. « Non serve che mi alleni, tanto non sono capace di fare niente. »
Vegeta avrebbe volentieri fatto a meno di sentire quell’ultima frase che lo avrebbe costretto a occuparsi delle carenze di autostima del moccioso, ma suo malgrado comprese che se non avesse fatto qualcosa Gohan non si sarebbe allenato, così non poté far finta di niente.
« Non dire scemenze. » sbuffò, in tono annoiato « Sei un Saiyan e ti sto allenando io, quindi qualcosa sarai pur in grado di fare. »
« Ma se sono debolissimo. » replicò Gohan, con rabbia.
Vegeta lo fissò per qualche istante, poi roteò gli occhi e gli diede uno strattone per trascinarlo lontano dalla loro abitazione, fino a gettarlo a terra con prepotenza per poi alzarsi in volo.
« Big bang… » urlò, fissando il bambino con sfida, mentre questi rimaneva imbambolato a guardarlo, confuso. « Attack! »
Mise moltissima potenza in quel colpo, ma era certo che Gohan ce l’avrebbe fatta.
Non si trattava di fiducia nei confronti del marmocchio, beninteso, ma ogni allenatore che si rispetti conosce le potenzialità del proprio allievo e il principe era certo che quel mezzosangue fosse in grado di bloccare un colpo del genere, con un po’ d’impegno.
Gohan, invece, pareva convinto del contrario, infatti rimase immobile a fissare il colpo che si avvicinava, incapace di muovere un muscolo.
Non sono in grado di bloccarlo, è un attacco troppo forte, non ce la farò mai, sono troppo debole…
Quel confuso vociare nella testa del bambino venne interrotto da Vegeta che, dopo aver imprecato sonoramente contro Kakaroth e la sua progenie priva di senno, aveva usato la super velocità per pararsi davanti al mezzo Saiyan e deviare il suo stesso colpo.
« Allora sei veramente idiota! » sbottò, furibondo.
Gohan abbassò lo sguardo.
« Non sarei mai riuscito a– » tentò debolmente di giustificarsi, ma venne interrotto.
« Sciocchezze! » lo fermò infatti il principe « Sei un Saiyan, ce l’avresti fatta eccome! Sarebbe bastato un minimo d’impegno da parte tua per bloccare quel colpo, io lo so, ne sono convinto! »
Gohan lo fissava, in silenzio.
La convinzione negli occhi di Vegeta gli faceva pensare, per quanto fosse assurdo, che credesse in lui e nelle sue capacità. Così come facevano Junior e suo padre.
« Adesso ci riproviamo. » sibilò il principe « E questa volta sappi che non verrò a salvarti la pelle. Puoi farcela benissimo da solo. »
Gohan esitò, ma alla fine annuì.
Se il Principe dei Saiyan credeva in lui un motivo doveva pur esserci, no?
Doveva fare di tutto per non deluderlo, lui, Junior e suo padre.
Vegeta si alzò in volo e quando il colpo venne scagliato, con la stessa decisione e potenza di prima, Gohan si fece trovare pronto, alzando le braccia verso l’alto per bloccarlo e piantando i piedi a terra per non essere spinto via.
Ce la devo fare. Pensava. Ce la devo fare.
E ce la fece: usando tutta la sua energia, mentre i muscoli dolevano e il sudore scivolava lungo la pelle, riuscì a respingere il colpo, prontamente evitato dal principe.
Vegeta aveva un ghigno soddisfatto sulle labbra mentre si avvicinava al bambino che, con il fiatone, ancora stentava a credere di esserci riuscito.
« Allora, avevo ragione o no? » ghignò il Saiyan adulto, avvicinandosi e fissandolo con le sopracciglia alzate.
Gohan annuì lievemente.
« Grazie… » mormorò « Per… Per credere… In me… »
Vegeta s’irrigidì un istante e si esibì in una smorfia disgustata.
« Calma, non mi fraintendere. » disse « È solo che ti sto allenando io, quindi ogni tuo fallimento è anche mio. Non cercare significati nascosti. »

 

 

 

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Capitolo 24
*** Risveglio ***


Angolo autrice
Eccomi di ritorno. Uff, la scuola è ricominciata. Sono già stanca, ma va be’. Visto il mio attuale stato mentale, spero perdonerete questo angolo autrice senza né capo né coda e la flash one shot abbondante che trovate qua sotto. Boh, visto che ho già torturato più volte Gohan con i miei confusionari incubi, questa volta tocca al caro Vegeta. Ecco. Niente, non esitate a segnalarmi errori oppure l’OOC dei personaggi, come sempre :) Grazie mille a virginbell e Silver Saiyan per le bellissime recensioni :D
TATATÀ PUBBLICITÁ: Ho iniziato una nuova raccolta – che dovrei aggiornare domani – su Vegeta e Gohan, anche se non c’è il pairing. Se volete dare un’occhiata, la trovate qua The boy with the broken smile.
 
 
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24. Risveglio
 
È una strana sensazione, annegare quando non ci si trova in acqua.
Lottare per respirare, perché i polmoni bruciano come se non riuscissero più a incamerare ossigeno, mentre le mani salgono automaticamente alla gola, quasi potessero aiutare.
Gli occhi di Vegeta erano spalancati sul vuoto, le orecchie fischiavano e intorno a lui vi era solo nero.
Un colpo alla schiena.
Cadde in avanti, boccheggiando, ma finalmente i polmoni avevano ricominciato a fare il loro dovere, non stava più annegando.
Appoggiò la guancia sinistra contro il pavimento, concentrato sul proprio respiro, ma sotto le dita e il volto avvertì una disgustosa sensazione di bagnato, e le narici incamerarono il familiare odore del sangue.
Si alzò di scatto, allontanandosi dal suolo ricoperto di corpi senza volto, mentre alle sue spalle qualcuno lo osservava, le mani dietro la schiena e un ghigno storto sul volto.
Hai fatto il tuo lavoro, Vegeta?
Sentiva chiedere nella sua testa.
Freezer attendeva una risposta, ma Vegeta non poteva dire nulla, tutto ciò a cui riusciva a pensare era di stare affondando tra i cadaveri delle sue vittime, senza riuscire a fermarsi.
Hai fatto il tuo lavoro, schiavo? Risuonò nella sua testa.
Sentiva delle mani scheletriche avviluppate attorno alle caviglie, unghie che graffiavano le gambe, sangue non suo che lo ricopriva fino a sotto il collo.
Le mani smisero di tirare, lasciandolo fermo lì in quel limbo tra la vita e la morte, perché ancora non era salvo ma non era stato sconfitto.
Freezer mosse qualche passo verso di lui, si sporse in avanti fino a giungere il viso a poca distanza dal suo e Vegeta provò il forte desiderio di sputargli addosso in segno di sfregio.
La tua vita è mia. Gli sussurrò il mostro. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Non puoi fuggire da me né da ciò che ti ho insegnato.
La mano di Freezer lo afferrò per i capelli e lo spinse sotto quello che era diventato un lago denso di corpi senza vita.
Si dimenò, tentando di uscire da quell’Inferno, la bocca che automaticamente si apriva come per urlare, facendogli ingoiare sangue e chissà cos’altro, mentre le mani andavano a cercare di allentare la presa sui suoi capelli.
Sei mio. Era il sussurro che risuonava nella sua testa. Sarai sempre mio.
 
Tirò un pugno al nulla, dimenandosi come liberarsi da quella presa inesistente, ma tutto ciò che ottenne fu di cadere giù dal letto che aveva ospitato il suo sonno tormentato.
Rimase qualche secondo a fissare il soffitto con respiro irregolare e il sapore del sangue ancora in bocca, la gola che bruciava come se davvero ne avesse ingoiato a litri.
Era tutto a posto, Freezer era morto.
Il ragazzo del futuro lo aveva fatto a pezzi, non sarebbe più tornato.
Sei mio. Sarai sempre mio.
Scacciò quel pensiero, accorgendosi solo in quel momento di essere sdraiato su qualcosa che di certo non era il pavimento.
« Vegeta… Mi stai facendo male, potresti alzarti? »
Il principe impiegò qualche istante ancora rendersi effettivamente conto di essere caduto sopra a Gohan, che, come al solito, era andato ad accucciarsi accanto al suo letto.
Arrossendo leggermente per la magra figura fatta, Vegeta si alzò rapidamente in piedi, i polmoni ancora brucianti per la sensazione di soffocamento e le parole di Freezer ancora nella testa.
Quel bastardo non se ne sarebbe andato mai, sarebbe rimasto sempre a tormentarlo, come tutto il suo passato. Era parte di lui, non poteva farci nulla.
« Vegeta, è tutto a posto? »
Gohan, che, dolorante, era ancora seduto sul pavimento, lo stava guardando con un’aria preoccupata che non fece altro che infastidire Vegeta, poiché la scambiò per pietà.
Ringhiò qualcosa d’incomprensibile, per poi voltargli le spalle e dirigersi verso la cucina.
« Dove vai? » domandò Gohan, confuso, seguendolo.
« A fare colazione. » borbottò il principe, dando le spalle al suo interlocutore.
« Ma sono le tre e mezza del mattino! » gli fece notare il bambino.
« Io faccio quello che mi pare, tu torna a dormire. Non ho bisogno di mocciosi mezzi addormentati tra i piedi. »
Gohan gli lanciò un’occhiata preoccupata, non dimentico dello sguardo terrorizzato che gli aveva visto in volto quando si era risvegliato preda a un incubo. Non gli piaceva granché l’idea di lasciarlo solo.
« Allora?! » lo sgridò Vegeta, voltandosi di scatto nella sua direzione. « Hai intenzione di tornartene a letto nell’immediato futuro o devo portartici di peso?! »
Gohan tacque qualche istante, spostando con indecisione il peso da un piede all’altro, poi mentì: « Non ho sonno… »
« Non dire sciocchezze, sembri più morto che vivo. Sparisci. » lo liquidò il principe, in un tono che non ammetteva repliche.
Non lo voleva in mezzo ai piedi, voleva stare in pace, allenarsi fino a cancellare la sensazione orrenda che quell’incubo gli aveva lasciato addosso. Non voleva compagnia, non ne aveva mai avuto bisogno e non avrebbe cominciato certo ora.
Gohan parve capire il suo stato d’animo, perché finalmente si arrese.
« D’accordo. Vado. » disse, muovendo un passo indietro ma senza smettere di guardare il principe, quasi avesse paura che cominciasse improvvisamente a urlare e disperarsi. « Se hai bisogno di qualcosa… »
« Sparisci. » tagliò corto Vegeta, lanciandogli un’occhiata storta.
Gohan annuì, obbedendo con un’ultima occhiata preoccupata che il principe, per la prima volta, riconobbe per quello che era, per poi scrollarsi immediatamente di dosso la sensazione lasciata da quello sguardo.

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** Ghiaccio ***


Angolo autrice
Eccomi qui, con una bella (?) flash. Scusate se non sarà un granché, ma ultimamente sono senza ispirazione. E proprio per questo, temo che la raccolta si chiuderà al trentesimo capitolo, ma ne riparliamo tra un po’ xD Comunque, non esitate come al solito a segnalare l’OOC dei personaggi o eventuali errori e grazie mille a ka93 e virginbell per le recensioni *^* A presto!
 
 
 
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25. Ghiaccio
 
« Ecco, tieni. » borbottò Vegeta, porgendogli un sacchettino col ghiaccio, che Gohan si posò sull’occhio gonfio biascicando un “Grazie”.
« Potevi schivarlo, comunque. » sottolineò il principe, con un tono di rimprovero che nascondeva una punta di senso di colpa.
« Ero impreparato! » protestò Gohan.
Quella notte, il principe aveva avuto un incubo e aveva cominciato ad agitarsi talmente tanto che il bambino, da poco appisolatosi dopo essere sgattaiolato vicino al suo letto, si era svegliato.
Gohan lo aveva osservato qualche istante, poi, vedendo la sua faccia sofferente e sapendo quanto fosse terribile essere intrappolato nei meandri del proprio inconscio, lo aveva scosso per destarlo.
E ciò che aveva ottenuto in cambio era stato un pugno in faccia.
Così, ora si trovava con un occhio gonfio e l’altro lucido per il dolore, seduto sul letto di Vegeta, che lo guardava cercando di nascondere il senso di colpa.
« Non importa, comunque, è stato un incidente. » aggiunse Gohan, notandolo e sorridendo leggermente, mentre il principe gli lanciava un’occhiata storta.
« Come se m’importasse. » mentì, guardando un punto imprecisato alla sinistra del bambino.
I due rimasero in silenzio qualche istante, poi il principe ordinò: « Sdraiati. – esitò un istante – E fatti più in là. »
Gohan, stupito, obbedì, sdraiandosi e rannicchiandosi vicino al muro, mentre Vegeta si accomodava accanto a lui, premurandosi ovviamente di dargli la schiena.
Il bambino attese qualche istante, poi sorrise: « Scuse accettate. »
« Sta zitto e dormi, Gohan. »


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Capitolo 26
*** Brodaglia ***


Angolo autrice
Chiedo umilmente perdono per questo ennesimo ritardo, immagino che sappiate il motivo: la scuola, più comunemente nota come IstitutoProsciugaGiovaniMenti. Ho deciso di fare doppio aggiornamento oggi, così non rischio che passino altri cent’anni prima che riesca a connettermi. Cooomunque, scusate la flash molto poco originale e presentabile, ma non sono riuscita a partorire di meglio ^^” Non esitate come sempre a segnalarmi OOC ed eventuali errori, immagino che ormai sappiate di farmi un favore ^^” Grazie mille a virginbell e ka93 per le recensioni :D:D
 
 
 
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26. Brodaglia
 
Che incredibile scocciatura.
Se avesse saputo che i cambi di temperatura di quella stanza avrebbero fatto ammalare il bambino, con tutta probabilità non avrebbe mai insistito per andare lì dentro con lui e allenarlo personalmente.
Avrebbe potuto lasciare che lo facesse il Namecciano, visto che pareva così entusiasta all’idea di badare alla prole di Kakaroth, invece no, aveva voluto allenarlo personalmente perché riteneva di essere l’unico in grado di tirare fuori il vero potenziale di quel mezzosangue.
Non che non avesse avuto ragione, perché Gohan non solo si era trasformato, ma un paio di volte aveva anche raggiunto uno stadio successivo – prima o poi ce l’avrebbe fatta anche lui, senza alcun dubbio –, però occuparsi di un moccioso febbricitante non era certo la sua massima aspirazione.
« Mangia. » ordinò, con uno sbuffo, piazzandogli sulle gambe un vassoio con una brodaglia che, si ricordava, Napa gli aveva preparato una volta che gli era venuto un febbrone da avvelenamento. Non si era mai fatto dire la ricetta esatta, ma l’aveva ricostruita basandosi sul sapore e sugli ingredienti che gli aveva visto usare.
Faceva piuttosto schifo, pensò con un ghigno, ma era la giusta punizione per tutto il tempo che gli stava facendo perdere.
Gohan, infatti, che lo aveva ringraziato con un lieve sorriso, non appena ebbe messo in bocca la prima cucchiaiata contorse il volto in un’espressione disgustata, provando l’impulso di sputare tutto.
« Non osare. » lo minacciò Vegeta, guardandolo storto. « Con quella, domani potrai tornare ad allenarti – almeno sperava – e io non ho voglia di starti dietro ancora per molto. »
Gohan annuì, riluttante, ma alla fine mangiò quasi tutta la brodaglia dal colore poco rassicurante, che ricordava quasi il vomito.
Vegeta, soddisfatto, afferrò il vassoio, mentre il bambino tornava a coricarsi, la testa pesante e gli occhi lucidi socchiusi.
« Vegeta… » lo chiamò, con un filo di voce. Il principe si voltò, con espressione interrogativa. « Tu mi vuoi almeno un po’ di bene? »
Vegeta rimase immobile a fissarlo qualche istante, poi gli voltò le spalle, con le guance leggermente arrossate. E lui non aveva la scusa della febbre.
« Tsk. » borbottò « Che domanda idiota. »

 

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Capitolo 27
*** Preoccupazione ***


Angolo autrice
Eccomi arrivata, in ritardo, ma ormai penso che le scuse siano sottointese. Stupida scuola. Comunque, ci avviciniamo alla fine DDDD: Infatti questa flash è ambientata nell’ultimo giorno nella stanza, con Gohan che affronta l’ultimo pranzo insieme a Vegeta. Spero di non aver fatto errori o reso i personaggi OOC, sono piuttosto fusa ultimamente xD Grazie mille a Silver Saiyan, ka93 e virginbell per aver recensito la scorsa flash :)
 
 
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  27. Preoccupazione
 
Era arrivato il momento.
Gohan sentiva le gambe molli e uno strano peso allo stomaco, mentre fissava il bianco della Stanza dello Spirito e del Tempo.
Quel senso di oppressione provato la prima volta che vi aveva messo piede era ormai svanito, sostituito da uno strano senso di familiarità.
« Hai intenzione di mangiare qualcosa o vuoi stare a fissare il vuoto ancora per molto? » lo rimproverò Vegeta, che stava sistemando del cibo sulla tavola.
Gohan si voltò verso di lui.
« Arrivo. » biascicò, affrettandosi a raggiungere il principe.
Consumarono il pasto in silenzio, Vegeta con lo sguardo fisso sul piatto, Gohan che guardava di sottecchi il Saiyan, come cercando di imprimersi nella mente ogni dettaglio del suo volto in previsione di quando sarebbe partito per sempre.
No. Si corresse. Non per sempre. Ha detto che tornerà.
Eppure il pensiero non lo consolava più di tanto, e sapere che Vegeta sarebbe stato da solo nello spazio, dove probabilmente vi era qualcuno più forte di lui, qualcuno che avrebbe potuto fargli del male, lo preoccupava.
Magari non sarebbe riuscito a tornare, magari sarebbe morto da solo, senza possibilità di chiedere aiuto a ness–
« Hai finito di fissarmi? » lo rimbeccò il principe, accortosi dei suoi sguardi.
Gohan arrossì leggermente.
« Scusa. Ero sovrappensiero. »
Il grugnito di Vegeta sancì la fine della breve conversazione.
I due mangiarono e sparecchiarono insieme, poi andarono ad affrontare un ultimo, veloce, allenamento.
Gohan tuttavia non era concentrato, continuava a pensare a Cell, alla battaglia che stavano per affrontare, e al fatto che si stesse preoccupando tanto del dopo quando non era assolutamente certo che ne uscissero vivi, che fossero loro a vincere, dunque alla fine Vegeta gli ordinò di levarsi dai piedi.
Il bambino rimase a fissarlo tirare pugni al vuoto, cercando di autoconvincersi che avrebbero vinto, perché Vegeta era diventato fortissimo e non c’era nessuna possibilità che venisse sconfitto da Cell, ma fallì miseramente.

 

 

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Capitolo 28
*** Uscita ***


Angolo autrice
Eccomi, scusate il ritardo e le note frettolose, ma sto postando in extremis, ho un impegno ^^” Penso che il contesto s’intuisca: Vegeta e Gohan stanno per uscire dalla stanza. Perdonate – e fatemi notare – eventuali sviste, l’ho riletta un paio di giorni fa e piuttosto frettolosamente ^^” Grazie mille a ka93 e virginbell per le recensioni :D PS: Visto che sono una persona disgustosa, ne approfitto per pubblicizzare un'OS Vegeta/Gohan che ho appena pubblicato, se vi va di darci un'occhiata: "It will take a lifetime [before I love again]"
 
 
 
 
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28. Uscita
 
« È ora… » mormorò Gohan, spostando il peso da un piede all’altro e fissando Vegeta, come in attesa di non sapeva cosa.
Il principe annuì leggermente e interruppe il suo allenamento, avvicinandosi il bambino e precedendolo verso la porta.
Gohan, mano a mano che si avvicinava, rallentò inconsciamente l’andatura, sentendosi un codardo ma non volendo comunque affrontare quello scontro.
Una parte di lui, quella egoista, che non voleva né poteva ascoltare, sarebbe semplicemente voluta rimanere là dentro per sempre, con Vegeta a tenergli compagnia, e lasciare che fossero altri a occuparsi di Cell, a salvare il mondo.
Perché lui era solo un bambino, e avrebbe voluto potersi permettere di piangere in un angolo mentre gli eroi combattevano.
« Che combini? » lo richiamò Vegeta, con un sopracciglio alzato. Solo allora Gohan si accorse di essersi fermato, e riprese a camminare, senza rispondere, lo sguardo basso e i piedi pesanti.
Il principe lo osservò, fermò davanti alla porta, per poi voltarsi e posare la mano sulla maniglia.
« Abbiamo la vittoria in pugno. » disse semplicemente, senza alcuna inclinazione particolare nella voce, ma Gohan la percepì come una rassicurazione e annuì leggermente, con un lieve sorriso.
Vegeta lo scorse con la coda dell’occhio e si sforzò di non ricambiare, mentre apriva la porta che li avrebbe condotti fuori di lì.
Gohan lo vide esitare un istante, per poi spostarsi di lato e fargli cenno di andare per primo.
Il bambino allargò il sorriso, precedendolo fuori.

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Capitolo 29
*** Guerra ***


Angolo autrice
Eccomi qui, meglio tardi che mai ^^” A parte la scuola, questa one-shot è molto più lunga rispetto agli standard, quindi scusate se ho impiegato un po’ di più a scriverla ^^ Allora, si tratta di un minestrone dello scontro tra Vegeta e Semi-Perfect-Cell e il Cell Game, all’interno del quale ho saltato delle parti che rimangono uguali all’anime, concentrandomi solo su Vegeta e Gohan (già sono uscite circa tremila parole così, non volevo dilungarmi più del dovuto xD). C’è però qualche intervento di Junior vagante, scusate ma non ho resistito ^^” Niente, scritto più lungo del solito, dunque più alta probabilità di errori, anche perché ultimamente sono fusa, quindi non esitate a farmi notare eventuali strafalcioni o a dirmi se i personaggi vi paressero OOC ^^ Grazie mille a ka93 e virginbell per le recensioni :D Buona lettura ( - 1 capitoli alla fine DDDD: )
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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29. Guerra
 
« Stanno arrivando. » annunciò Junior, uditi i passi dei due Saiyan e, soprattutto, avvertite le loro aure. Erano entrambe aumentate talmente tanto che stentava a riconoscerle; soprattutto quella di Gohan lo lasciava perplesso, tanto era vicina a quella del principe.
Anche nell’aspetto, il figlio di Goku era cambiato molto: i capelli erano stati tagliati, il corpo si era fatto molto più muscoloso e il viso aveva assunto un’aria un po’ più matura, nonostante i tratti fanciulleschi.
Il Namecciano analizzò accuratamente il bambino con lo sguardo, alla ricerca di qualche ferita particolarmente grave o qualche segno che gli facesse capire come Vegeta lo avesse trattato, ma non trovò nulla più che qualche livido e tagli nella tuta.
« Ehi, Junior! Crilin! Yamcha! Thensing! Popo! Come state? » salutò allegramente Gohan, sorridendo.
« Accidenti, quanto sei cresciuto! » borbottò il Namecciano, stupito.
« Gohan! Basta perdere tempo, è il tuo pianeta quello in pericolo, pensavo volessi eliminare Cell al più presto. » intervenne Vegeta, in tono rude, cercando già l’aura del nemico.
« Sì, hai ragione, scusa. » rispose il bambino, senza perdere il sorriso. « Combattiamo insieme? »
Il principe gli lanciò un’occhiata storta.
« Non credo proprio, non ho bisogno del tuo aiuto. Tu starai in disparte insieme a questi altri buoni a nulla. »
Con quelle parole, Vegeta si guadagnò delle occhiate rabbiose alle quali non fece nemmeno caso, mentre Gohan annuì. Non gli dispiaceva non combattere, in fondo se il principe voleva fare da solo evidentemente non aveva bisogno di aiuto. Al limite sarebbe intervenuto a battaglia già iniziata.
« Ma chi si crede di essere? » borbottò Crilin, non appena il principe ebbe spiccato il volo.
Nessuno rispose a quella domanda retorica e tutti si affrettarono a seguirlo.
 
 
* * *
 

Nessuno sapeva cosa aspettarsi, da quello scontro, tantomeno Cell.
Con sicurezza e arroganza, Vegeta si era presentato davanti al suo avversario, annunciando la propria imminente vittoria. C18, nascosta insieme a C16, stupita si chiedeva come quel Saiyan potesse credere di essere in grado di battere Cell quando neppure per lei aveva rappresentato una sfida.
Gli unici a non provare scetticismo nei confronti della forza di Vegeta erano il principe stesso e Gohan, che con aria seria era pronto ad assistere allo scontro.
Chi lo conosceva bene poteva individuare una punta di preoccupazione e paura nel suo sguardo, ma la fiducia era decisamente più abbondante.
Junior arricciò le labbra con scetticismo, per poi rivolgere lo sguardo a Vegeta, in procinto di superare il limite del Super Saiyan.
 
 
* * *
 
 
Non vi era dubbio su chi fosse il più forte tra i due: Vegeta stava evidentemente giocando con il suo avversario, divertendosi a vederlo lottare per cercare una vittoria fuori dalla sua portata.
Gohan sorrideva, la preoccupazione ormai assente nel suo sguardo così come la paura, perché il principe avrebbe salvato tutti quanti senza che lui dovesse vivere ancora una volta il terrore della battaglia.
Quando però Cell lo convinse ad attendere di affrontare l’Essere Perfetto, anziché limitarsi a provare la sua supremazia su quella forma più debole, il bambino sentì un brivido gelido lungo la schiena, mentre i suoi amici imprecavano a mezza voce.
Urlò a Vegeta di non farlo, gli altri guerrieri tentarono di fermarlo venendo però spazzati via senza troppo sforzo, e infine Gohan stesso si ritrovò a confrontarsi con il principe.
« Vegeta, non farlo, cosa succederebbe se poi diventasse più forte di te? » tentò di farlo ragionare, sbarrandogli la via a braccia spalancate.
Il principe ghignò.
« Andiamo, Gohan, il tuo sangue Saiyan non freme dalla curiosità di scoprire di cosa sia capace il nostro avversario? »
« Ci sono milioni di vite in gioco! » sbottò il bambino, con disperazione, pensando a quanto la battaglia, quella maledetta attività intrinseca nel sangue Saiyan, lo allontanasse della persona che aveva imparato a conoscere durante il loro anno di convivenza.
« Non vedo perché dovrebbe importarmi. »
« Vegeta– »
Ma in quel momento vennero tutti accecati dall’attacco di Cell, che riuscì nel proprio scopo.
 

* * *
 

« Levati dai piedi. » lo aveva liquidato Vegeta, un ghigno storto sul volto e la bramosia di battaglia evidente nello sguardo.
Gohan si era dunque trovato nuovamente ad assistere allo scontro, insieme a tutti gli altri.
La sicurezza sul volto di Vegeta era immutata, ma sin dai primi colpi del Saiyan, parati senza alcuna difficoltà, la situazione parve essersi invertita e una nuova inquietudine s’impadronì di Gohan.
Osservò a labbra strette i fallimentari tentativi del principe di scalfire la macchina da guerra contro la quale si stava battendo, sentendo i muscoli irrigidirsi sempre di più a ogni parata di Cell.
Osservò i colpi energetici fallire egualmente, mentre la sicurezza sul volto di Vegeta s’incrinava un poco, sostituita da una forte rabbia.
Gohan mosse un involontario passo avanti, nell’accorgersi che i successivi attacchi fossero guidati dalla furia, che il Principe dei Saiyan non stesse più ragionando prima di colpire.
Come in passato era accaduto durante lo scontro con Freezer, la mano di Junior si serrò attorno alla sua spalla.
« No. Non ti ringrazierebbe per questo. » lo ammonì il Namecciano.
Gohan deglutì, annuendo, sebbene avesse il sospetto che egli volesse solo evitargli di correre rischi. Se la situazione fosse peggiorata sarebbe sempre potuto intervenire, pensò quindi il bambino, mentre le ginocchia tremavano leggermente al pensiero di doversi misurare con quel nemico.
Fu quando vide la rabbia sul volto di Vegeta tramutarsi in orrore nello scoprire che anche mettendo tutta la sua forza in un calcio non fosse in grado di scalfire il suo avversario, che Gohan si trasformò involontariamente in Super Saiyan, il corpo tremante di preoccupazione, per poi essere afferrato più saldamente da Junior per un braccio.
« Lasciami! » si divincolò.
« Sai che non accetterebbe mai di essere salvato da nessuno di noi. » ringhiò il Namecciano.
Vegeta venne colpito da un calcio al petto, il primo attacco dell’Essere Perfetto, venendo spedito a frantumare diverse rocce prima che riuscisse a fermarsi a mezz’aria con una smorfia di dolore.
Gohan sentì la saliva venire meno, la bocca semiaperta e i pugni stretti mentre pregava che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse ribaltare la situazione ancora una volta.
Cell osservò con aria divertita mentre il principe, a seguito di quel semplice calcio, gemendo di dolore tentava di mantenersi sospeso in aria, fallendo e precipitando in acqua.
Gohan ricordava di aver già visto una scena simile, su Namecc, e poiché allora Vegeta era risbucato all’improvviso per sfruttare l’effetto sorpresa contro il suo avversario, il bambino tentò di convincersi che fosse così anche quella volta, e attese. Nonostante l’opera di autoconvincimento, però, trattenne il fiato finché non lo vide riemergere, respirando affannosamente.
Mentre il principe tentava di tornare a respirare normalmente, accasciato al suolo con il volto nascosto, Gohan sentiva gli occhi bruciare e la gola ostruita come se la saliva fosse divenuta solida.
Non aveva orecchie per ascoltare le prese in giro di Cell, così come a quanto pareva Vegeta, a gattoni sulla riva, non aveva la forza necessaria a replicare. Tuttavia, quando si rimise in piedi, le ginocchia malferme e i pugni stretti, l’espressione del principe non era più colma di orrore, bensì nuovamente deformata dalla furia.
Gohan lo vide alzarsi in volo, la bocca aperta per prendere quanto più fiato possibile, e caricare un colpo che gli aveva visto provare solo una volta, quando si era svegliato a notte fonda e lo aveva trovato intento ad allenarsi ancora. Non gli aveva fatto notare la propria presenza, per paura di deconcentrarlo, e lo aveva solo osservato da lontano.
Il bambino sentì Yamcha sbottare: « Ma è impazzito?! Distruggerà tutto il pianeta! »
Gohan però non si preoccupava, fiducioso, limitandosi a sperare che quel colpo fosse decisivo per la battaglia.
Non andò come da lui sperato: dopo la scoperta da parte degli altri guerrieri che Vegeta avesse mirato a una zona ristretta per contenere i danni che il Lampo Finale avrebbe causato, l’illusione che tutto si fosse risolto per il meglio durò il tempo necessario affinché Cell, dolorante e privo di un braccio, si rigenerasse.
L’orrore che si dipinse nuovamente sul volto di Vegeta si riflesse su quello di Gohan, il cui braccio era ancora stretto tra le dita di Junior, che quasi per riflesso incondizionato lo aveva trascinato in aria durante il Lampo Finale.
Il principe tentò qualche attacco energetico, che alzò tanta polvere ma non provocò alcun danno, e Cell lo colpì al volto.
Quando Vegeta urtò il suolo, Gohan sentì gli occhi tornare a bruciare più intensamente di prima.
Il principe si rialzò in piedi, portandosi una mano al volto dolorante, solo per essere colpito con calcio che lo scagliò in cielo – Gohan batté le palpebre e le guance si rigarono di lacrime.
Trascorsero pochi istanti prima che Cell si spostasse alle spalle di Vegeta, colpendolo alla schiena con forza mentre questi emetteva un roco urlo di dolore, schiantandosi al suolo dopo qualche secondo di caduta libera.
Gohan emise un gemito strozzato, tremando di orrore.
Adesso si rialza. Pensava, disperatamente. Adesso si rialza.
Aveva paura, una parte di lui avrebbe voluto dar retta a Junior e rimanere fuori da quella battaglia, ma quando vide i capelli del Saiyan tornare neri e il suo corpo giacere immobile a terra, gli tornò in mente il volto pallido, esangue, di suo padre e l’idea di dover provare nuovamente un dolore simile a quello scacciò ogni titubanza, tramutando in rabbia tutto ciò che si agitava nel suo animo.
Gli occhi smeraldini si spalancarono tra le lacrime, il corpo fu attraversato da una stilettata di adrenalina, mentre per qualche istante perse la concezione di ciò che lo circondava, tanto da non accorgersi di aver allontanato Junior con uno scatto del braccio.
Il nome di Vegeta uscì dalla bocca in un gemito strozzato, mentre Cell tendeva il palmo per dargli il colpo di grazia.
Ma non lo avrebbe mai fatto, perché Gohan risentì la stessa sensazione di libertà e potere provata quando si era trasformato in Super Saiyan per la prima volta.
Urlò, liberando la propria forza mista a rabbia, mentre i suoi amici venivano sbalzati via di qualche metro e il terreno si spaccava sotto i suoi piedi.
Un urlo animalesco uscì dalle sue labbra mentre la sua aura aumentava vertiginosamente, i suoi capelli si alzavano verso l’alto e i suoi occhi emanavano lampi di furia.
« G-Gohan…? » sussurrò Junior, sconvolto a quella vista.
Il bambino non lo ascoltò, andandosi a posizionare a pochi metri di distanza da Cell.
« Adesso farai i conti con me. E ti assicuro che pagherai per tutto il male che hai fatto. » sibilò. Nei suoi occhi vi era una rabbia gelida, testimone della sua natura Saiyan. Era irriconoscibile.
Cell strabuzzò leggermente gli occhi, digrignando i denti con rabbia. Chi si credeva di essere, quel bamboccio? Credeva di avere i mezzi per sconfiggere l’Essere Perfetto?  
Il bambino, circondato da un’enorme aura dorata, mosse i primi passi verso il suo avversario, mettendosi in posizione di combattimento.
« Io sono pronto, Cell. » annunciò.
 
Da lontano, tutti i presenti osservavano i due guerrieri scambiarsi i primi colpi, evitati da ambo le parti. Erano increduli di fronte alla trasformazione di Gohan, che sembrava aver sostituito la propria mite personalità con quella di un guerriero spietato e sicuro di sé.
« W-wow… G-Gohan è… Incredibile… » borbottò Crilin, sconvolto.
Il bambino si alzò in volo e si allontanò di diversi metri dal punto in cui si trovavano prima, invitando implicitamente Cell a seguirlo. Junior, che lo conosceva meglio di chiunque altro, capì subito.
« Vado a recuperare Vegeta. » annunciò.
« Eh? » fece Crilin, confuso.
« Se Vegeta rimane lì, Gohan continuerà in parte a trattenersi. Si vede benissimo che è superiore a Cell, ma se non lo mettiamo in salvo continuerà a preoccuparsi di non danneggiare Vegeta in alcun modo. » spiegò il Namecciano « Abbiamo dei Fagioli di Balzar? »
Crilin controllò e annuì.
« Bene. » disse Junior, per poi spiccare il volo e dirigersi a tutta velocità verso il punto in cui Vegeta giaceva ancora incosciente.
Non appena si ritrovò accanto al Saiyan, alzò lo sguardo al cielo e, notando che Gohan lo avesse visto, gli sorrise leggermente.
Ora fagli vedere chi sei, Gohan. Pensò, sollevando Vegeta e mettendoselo in spalla per poi tornare dagli altri.
Junior adagiò il principe a terra e Crilin gli passò un fagiolo magico, che il Namecciano provvide subito a far mangiare al Saiyan.
Vegeta emise qualche gemito di dolore, poi aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere con aria confusa.
« Stai meglio, Vegeta? » domandò Crilin, ma venne ignorato poiché lo sguardo del principe saettò sul campo di battaglia.
« Gohan…? » mormorò il Saiyan, stupito nonostante fosse a conoscenza dell’immenso potere di quel moccioso. Una stilettata d’invidia lo colpì, ma dopo qualche istante venne sostituita da una sorta di orgoglio e un ghigno si formò sul volto: avevano la vittoria in pugno.
 

* * *

 
Gohan stava avendo decisamente la meglio su Cell, la sua superiorità era evidente, ma Vegeta era irrequieto: nello sguardo del bambino, aveva riconosciuto qualcosa che prima era solo sepolto sul fondo e invece ora lo dominava totalmente, ovvero la furia Saiyan, la sete di sangue nemico. I gesti di Gohan, la brutalità con cui attaccava, non facevano che confermare i suoi sospetti: quella nuova trasformazione aveva risvegliato il suo istinto guerriero a lungo sovrastato dalla sua natura pacifica e lasciato libero solo in alcune occasioni.
Il bambino stava giocando al gatto con il topo, proprio come il principe aveva fatto prima, ed egli riconosceva che non fosse una cosa saggia: nonostante personalmente apprezzasse quel lato del moccioso, commettere lo stesso errore una seconda volta poteva rivelarsi catastrofico.
Gohan voleva far soffrire Cell, prolungare la sua agonia il più a lungo possibile, e ciò significava che gli avrebbe dato il tempo di tirare fuori qualche asso nella manica. Non potevano permetterselo.
Perciò, quando Vegeta vide Cell indebolito e non ancora rigeneratosi dopo l’attacco subito, che lo aveva ridotto a un busto con una testa e un braccio, subito sbottò in direzione del bambino: « Gohan! Eliminalo subito, hai capito? »
Come aveva intuito, però, egli non era intenzionato a farla finita tanto presto.
« E perché mai, Vegeta? » ghignò infatti il Super Saiyan di secondo livello. « Non posso divertirmi ancora un po’? »
Ignorando le esclamazioni di orrore e sorpresa dei guerrieri alle sue spalle, il principe replicò: « No! Kakaroth sarebbe molto deluso da te se mettessi a rischio la sorte di questo stupido sasso per tuo divertimento personale. »
Vegeta lo conosceva bene ormai.
Infatti, bastarono quelle parole perché gli occhi di Gohan si spalancassero, illuminati da un barlume di lucidità mentre la sua mente riproponeva l’immagine del corpo senza vita di Goku e immaginava il suo volto contratto in una smorfia di delusione, bastarono quelle poche parole perché annuisse leggermente e caricasse il colpo più potente che riuscì, disintegrando il mostro e salvando il pianeta.
 

* * *
 

« Sei stato bravissimo, Gohan! »
Al Palazzo del Supremo si respirava aria di festa: tutti – tranne Vegeta, ovviamente, che se ne stava in disparte – si complimentavano con il bambino, che rispondeva con sorrisi imbarazzati e affettuosi al tempo stesso.
Spero di averti reso orgoglioso, papà. Pensò, mentre i suoi amici usavano le Sfere per resuscitare le vittime di Cell e, su richiesta di Crilin, rendere umani C17 e C18.
« Gohan! Moccioso! Vieni qua. »
Gohan si voltò, riconoscendo la voce del principe e individuandolo appoggiato a una colonna, separato dal gruppo come suo solito.
« Sì? » domandò, con un sorriso speranzoso. Sapeva che sperare in qualche complimento plateale fosse troppo, ma almeno un “bel lavoro” avrebbe potuto concederglielo, d’altronde durante il loro allenamento il Saiyan si era fatto sfuggire qualche frase del genere.
« Tu continuerai ad allenarti con me. » ordinò tuttavia Vegeta, spingendo Gohan a inarcare leggermente le sopracciglia.
« Perché? » domandò questi, confuso. « Siamo in pace, non ce n’è bisogno. »
Il principe sbuffò sonoramente.     
« Non hai ancora imparato? » disse « La pace non dura da nessuna parte e questo pianeta sembra particolarmente soggetto ad attacchi, per un motivo o per l’altro. Inoltre, quello che oggi ti ha spinto a voler far soffrire Cell fino a fargli implorare il tuo perdono, si chiama istinto Saiyan, perché, che ti piaccia o no, non sei solo un Terrestre. Se non ti allenassi mai più, prima o poi scoppieresti facendo qualche disastro. Ed io non ho voglia di scontrarmi con te per evitare che tu distrugga questo stupido sasso. »
« Aspetta un momento… » realizzò Gohan, mentre un sorriso sempre più luminoso si allargava sul suo volto. « Questo significa che resti qui? Non te ne vai? »
Vegeta borbottò qualche frase sconnessa, arrossendo impercettibilmente, poi sbottò: « Non fraintendere, odio questo stupido posto, odio i suoi stupidi abitanti e mal sopporto pure te, però sei un Saiyan, un mio suddito, quindi sei sotto la mia responsabilità. »
Gohan alzò gli occhi al cielo, stupendosi ogni giorno di più della grande fantasia del principe quando si trattava di inventare scuse, poi disse: « Per me va bene, però con mamma come si fa? Non penso sarà contenta di sapere che mi alleni con te. »
Un luccichio sinistro illuminò gli occhi del principe.
« Le parlo io. »
Il bambino impallidì, mettendo letteralmente le mani avanti: « Nono, non ti disturbare, le spiego io, tranquillo. »
Vegeta si strinse nelle spalle e quando il mezzosangue, capendo che la conversazione fosse finita gli voltò le spalle con un saluto, il Saiyan lo richiamò: « Gohan! – Il bambino si voltò – Ottimo lavoro. »
Gohan gli sorrise con calore, sentendo l’impulso di abbracciarlo, ma si trattenne, sapendo che il principe non amasse certe dimostrazioni d’affetto, tanto meno in pubblico.
« Ci vediamo, quindi? » chiese.
« Purtroppo. » sbuffò Vegeta, ma nel suo sguardo il bambino poté facilmente individuare quell’affetto che il Saiyan non avrebbe mai dichiarato di provare.
 
Da lontano, Junior aveva seguito tutta la conversazione e, con gli occhi stretti di sospetto e, forse, un pizzico di gelosia, si domandava che accidenti fosse successo all’interno della Stanza dello Spirito e del Tempo.
 

 

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Capitolo 30
*** Pace ***


Angolo autrice
Ed eccoci alla fine. L’intenzione iniziale era quella di scrivere un bel discorso commovente, ma sono… Mmh… Negata, già. Ogni storia che scrivo per me, chi scrive penso possa capire, ha la sua importanza, perché ogni volta che mi calo nei panni di un personaggio metto un po’ di me nelle sue parole, nei suoi gesti, ed per questo che amo tanto scrivere, perché è come vivere cento vite, è parlare di me senza mai fare il mio nome *e anche perché mi piace avere il pooootere, ma dettagli*. Questa raccolta è stata una storia importante quanto le altre, conclusasi prima del previsto ma nella quale ho messo molto impegno, e sebbene scrivere sia, appunto, un mio piacere personale, sarebbe stupido negare che il supporto dato dai lettori abbia grande importanza. Vorrei quindi ringraziare infinitamente tutti coloro che hanno preferito/ricordato/seguito/recensito/semplicemente letto questa raccolta e in particolare chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero ka93, Silver Saiyan e virginbell. Mi dispiace di essere arrivata alla fine e ho la folle paura di aver scritto una gran scemenza come conclusione, visto che di solito i finali sono il mio tallone d’Achille. L’ho riletto fino alla nausea, ma con tutta probabilità qualcosa mi è comunque sfuggito, dunque non esitate a farmelo notare :) Niente, ringrazio ancora tutti quanti, spero che l’epilogo non deluda nessuno :)
 
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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30. Pace
 
« Allora, tesoro, domani è il tuo compleanno, cosa vuoi fare? » domandò Chichi, sorridendo con affetto al proprio figlio mentre si muoveva con maestria nella cucina.
« Niente di che, vorrei solo far venire qui Junior, Crilin e agli altri… » disse Gohan e a tradire un certo disappunto in sua madre fu solo una veloce smorfia.
Il bambino esitò, sapeva che la sua prossima richiesta, per lui molto importante, non sarebbe stata ben accolta, ma doveva assolutamente tentare: « Mamma… » cominciò, incerto. « Sai, domani è anche il compleanno di… Ehm… Un’altra persona… Potrebbe festeggiare con noi? »
« Dipende da chi è l’altra persona. » replicò Chichi, lungi dal farsi intortare.
« Ehm… Uhm… Vegeta. » sussurrò il bambino, pianissimo.
« Cosa?! » sbottò la donna, con tutt’altro tono di voce.
Quello era il primo compleanno di Gohan dallo scontro con Cell e per tutto quel tempo il principe lo aveva allenato tre ore ogni giorno, nonostante le proteste di sua madre, che alla fine però lo aveva accettato, dopo la promessa del bambino di continuare comunque a impegnarsi nello studio.
Ma chiederle di festeggiare con quell’assassino… Era troppo.
« Non se ne parla nemmeno. » disse, in tono fermo.
« Per favore, mamma! » esclamò il bambino, supplichevole. « Nessuno a parte me lo sa, è una cosa che abbiamo deciso nella Stanza dello Spirito e del Tempo e gli ho detto che avremmo festeggiato insieme! Non è così cattivo come sembra, e poi nemmeno Junior ti piaceva all’inizio! »
Chichi sbuffò.
Con il tempo, soprattutto dopo la morte di Goku, aveva cominciato ad apprezzare il Namecciano, che si comportava come un padre responsabile con il suo bambino e che ogni tanto si presentava davanti alla porta di casa sua con qualche vincita di un torneo in un luogo a caso del mondo, per aiutarla ora che era rimasta sola.
Il fatto che avesse rivalutato quell’alieno, però, non significava che avrebbe fatto lo stesso con l’uomo che aveva ridotto suo figlio e suo marito in fin di vita e che aveva costretto il suo bambino ad affrontare Cell dopo averlo aiutato a raggiungere la sua forma più potente.
« Non se ne parla. » ribadì, severa. « Va bene per Junior e se proprio vuoi anche gli altri teppisti, ma quello non mette piede in casa mia. »
« Per favore, mamma, è davvero importante per me! » la supplicò Gohan, e Chichi, voltandosi verso di lui con l’intenzione di confermare la propria posizione e mandarlo a studiare, rimase colpita dagli occhi lucidi del bambino e in essi lesse una frase sottintesa: Papà non c’è, lascia che ci sia almeno lui, fammi contento, ti prego.
Sospirò, annuendo.
« Va bene. » disse, sconfitta « Può venire. E farò una torta anche per lui. »
« Grazie mille, mamma, sei la migliore! » esclamò Gohan, stampandole un bacio sulla guancia.
 
 
* * *
 
 
Il giorno dopo, Gohan si presentò all’alba davanti alla porta della Capsule Corporation, come al solito, attendendo che Vegeta lo raggiungesse per l’allenamento senza suonare il campanello, così da non svegliare Bulma e il piccolo Trunks.
« Buongiorno. » esclamò allegramente il bambino, non appena gli si parò davanti la figura austera del principe. « Lo sai che giorno è oggi? »
« Dovrei? » sbuffò Vegeta, indifferente, avviandosi verso la Gravity Room per non vedere l’espressione delusa del suo allievo. Sapeva benissimo che giorno fosse, ma sarebbe morto di nuovo piuttosto che ammetterlo.
« Uff, non te lo ricordi? » sbuffò Gohan, deluso, seguendolo.
« No. »
« È il mio compleanno. E anche il tuo. » gli spiegò Gohan, chiudendosi la porta della stanza degli allenamenti alle spalle.
« Ah, quella sciocchezza terrestre. » borbottò il principe, senza dimostrare il minimo interesse.
« Oggi a casa mia c’è la festa. » lo informò il bambino, guardandolo armeggiare con il pannello che regolava la gravità.
« E perché dovrebbe importarmi della tua festa? »
« La nostra festa. » puntualizzò Gohan, sorridendo quando il principe si voltò di scatto.
« E questo cosa vorrebbe dire? »
« Avevo detto che avremmo festeggiato insieme, no? Ci saranno due torte, la mamma mi ha dato il permesso di farti venire e– »
« Non ci penso nemmeno. » lo bloccò subito Vegeta, infastidito. « Io non sono un insulso terrestre, perché mai dovrei ridurmi a tanto? »
Gohan non rispose, abbassando tristemente lo sguardo. Si era aspettato qualche rispostaccia del genere, però in fondo aveva nutrito il barlume di speranza che il principe avrebbe accettato.
Senza più una parola, tranne i consigli e le sgridate di Vegeta quando commetteva qualche errore o imprecisione, si erano allenati per le successive tre ore, finché Gohan non aveva salutato e, con aria abbattuta, aveva lasciato la Gravity Room sotto lo sguardo attento del principe.
 
 
* * *
 
 
« Ho preparato le torte, sono uscite benissimo! » esclamò Chichi, non appena Gohan mise piede in casa.
Il bambino le sorrise. Avrebbe voluto dirle che Vegeta non sarebbe venuto, ma non voleva dare voce a quella verità. A dispetto della propria preparazione mentale agli eventuali insulti, una parte di lui ci aveva sperato davvero, aveva davvero creduto che sarebbe venuto.
Chichi, comunque, lo conosceva troppo bene per farsi ingannare da quel mesto e amaro sorriso, così domandò: « Che è successo, tesoro? »
Mentre sua madre si avvicinava per stringerlo in un abbraccio, Gohan mormorò: « Vegeta non vuole venire… Mi dispiace di averti fatto preparare una torta in più… »
Chichi masticò tra i denti qualche insulto indirizzato a quello stupido scimmione che faceva soffrire il suo bambino, poi disse dolcemente: « Non preoccuparti, la mettiamo in frigo e la mangiamo un po’ per volta, ok? »
Se ci fosse Goku, se la mangerebbe tutta da solo.
Scacciò via quel pensiero, ricomponendosi e mandando Gohan nella sua camera, a fare un paio di compiti prima dell’arrivo degli ospiti nel pomeriggio.
 
 
* * *
 
 
« Maledizione. » borbottò Vegeta, disattivando la gravità con una mano e asciugandosi il sangue che colava dal labbro spaccato con l’altra.
Dopo che Gohan se n’era andato, aveva continuato imperterrito ad allenarsi, ma ben presto si era accorto che la sua concentrazione fosse andata a farsi un giro, tanto che continuava a essere colpito dai robot realizzati dal padre di Bulma.
La mente continuava a riproporgli l’espressione delusa del bambino e le parole che gli aveva rivolto nella Stanza dello Spirito e del Tempo: « Facciamo finta che anche il tuo compleanno sia oggi! Così la prossima volta lo festeggiamo insieme! Buon compleanno, Vegeta! »
Uscì dalla stanza, dirigendosi dritto verso camera sua, ignorando la signora Brief che tentava di rimpinzarlo di pasticcini come al solito. Chiuse la porta a chiave e si buttò sul letto, senza nemmeno medicarsi il labbro o infilarsi dei vestiti puliti.
Perché mai quel moccioso si era aspettato che andasse a festeggiare con lui e, soprattutto, i suoi amici idioti? Non si sarebbe mai messo in ridicolo davanti a quei patetici guerrieri solo per far felice un mezzosangue. Mai.
« Però ora vivi sulla Terra! Quindi hai bisogno di un compleanno! »
Non esisteva che andasse lì e si fingesse amico di tutta quella gente che lo disprezzava – non che lui fosse da meno, ben inteso. Forse l’unico che potesse tollerale era il Namecciano, per la sua tendenza a tenere la bocca chiusa e il fatto che avesse smesso da tempo di fissarlo male per la sua decisione di continuare ad allenare Gohan.
« Facciamo finta che anche il tuo compleanno sia oggi! Così la prossima volta lo festeggiamo insieme! Buon compleanno, Vegeta! »
Con un ringhio si frustrazione, scattò a sedere e lo sguardo cadde su un pacchetto a terra, mezzo infilato sotto il comodino. Lo sollevò, mentre il volto si piegava in una smorfia: il giorno prima, Bulma lo aveva obbligato ad andare a fare spese con lei e Trunks, minacciando di distruggere la Gravity Room pezzo per pezzo e proibire a suo padre di ricostruirla. A un certo punto era sparita in un negozio di vestiti e lo sguardo del principe era caduto su una libreria. Ricordandosi di quello stupido compleanno, era entrato dentro senza quasi pensarci, e aveva finito per comprare un tomo di astronomia, quello di cui Gohan gli aveva parlato e che sua madre non poteva comprargli perché estraneo al suo programma di studi e dunque una spesa in più. Aveva usato una delle carte di credito di Bulma, che lei gli aveva dato in custodia, e la commessa aveva chiesto: “È un regalo?” Lui aveva annuito, ritrovandosi poi con un pacchetto azzurro che aveva fatto abilmente sparire tra gli innumerevoli sacchetti che doveva portare per Bulma.
E ora eccolo lì, a contemplare il risultato di un istante di follia, lo stomaco stretto da quello che si rifiutava categoricamente di riconoscere come senso di colpa.
Non m’interessa nulla di quel marmocchio, non andrò a quella stupida festa. Pensò, gettando il libro a terra.
 
 
* * *
 
 
Gohan sospirò, allontanando leggermente la sedia dalla scrivania e puntando lo sguardo al soffitto, le braccia dietro la testa.
Non aveva voglia di studiare, quel giorno.
Da una parte per l’eccitazione della festa con i suoi amici, dall’altra per la delusione data dall’assenza di Vegeta. Ma davvero, cosa si era aspettato? Che il principe saltellasse di gioia dicendo: “Oh, sì, che bello, non vedevo l’ora!”?
Ma se nemmeno si era ricordato che fosse il suo, il loro, compleanno!
Perché doveva essere sempre così chiuso e scostante? Gli sarebbe piaciuto averlo lì con i suoi amici, magari sarebbe stata l’occasione buona perché gli altri si accorgessero di quanto fosse diverso da come appariva e cominciassero a legare un po’.
Con l’ennesimo sospiro, si avvicinò alla finestra aperta, per controllare se sua madre avesse già cominciato a sistemare i tavoli in giardino, però non appena si fu avvicinato al davanzale si ritrovò davanti al volto corrucciato di Vegeta.
« Ah! » urlò, colto di sorpresa.
« Vegeta… » mormorò dopo qualche istante, ripresosi. « Mi hai fatto prendere un infarto. »
Fece qualche passo indietro, per permettere al principe di entrare in camera attraverso la finestra, poi notò gli abiti da allenamento e il labbro spaccato. Aveva appena finito di allenarsi, probabilmente. Ma che ci faceva lì? Possibile che avesse cambiato idea? Suo malgrado, quella speranza cominciò a farsi strada dentro di lui.
« Come… Come mai sei qui? » domandò, quasi timoroso della risposta.
« Non farti strane idee. » mise subito le mani avanti Vegeta. « Non voglio partecipare a quella stupida festa. Ma non mi piace sprecare il mio tempo. »
Detto questo, gli porse un pacchetto che fino ad allora aveva tenuto nascosto dietro la schiena e che il bambino non aveva notato, troppo concentrato ad autoimporsi di non farsi illusioni su quella visita.
« Per… Per me? » domandò Gohan, incredulo, alzando lo sguardo sul Saiyan, che roteò gli occhi con esasperazione.
« E per chi, scusa? »
Il bambino gli regalò il più luminoso sorriso che gli uscì e cominciò a scartare il pacchetto, lanciando occhiate furtive al principe, che guardava un punto a caso del muro con le gote leggermente imporporate e le braccia rigorosamente incrociate.
Quando trovò il libro di cui una volta gli aveva parlato, si trattenne a stento dalla tentazione di urlare di gioia e saltargli al collo.
« Grazie mille. » gli disse semplicemente, con un enorme sorriso.
Non appena il principe, borbottando qualcosa, fece per andarsene, esclamò: « Aspetta! – Vegeta si fermò, voltandosi verso di lui – Anche io ho qualcosa per te! »
Il principe lo fissò, inespressivo, mentre frugava in un cassetto fino a estrarre un oggetto rettangolare impacchettato con cura e porgerglielo.
« Spero che ti piaccia. »
Vegeta lo afferrò, cominciando a squadrarlo con sospetto, poi, evitando accuratamente di alzare lo sguardo sul bambino e cercando di imporre alle proprie guance di non assumere tonalità sconvenienti, cominciò a scartare il proprio regalo.
Trovò una foto, risalente a qualche settimana dopo lo scontro con Cell, probabilmente, in cui Gohan si trovava sulla sua schiena, le braccia attorno alle sue spalle e le gambe sorrette dalle braccia del principe. Avevano esagerato con un allenamento, a giudicare dalle ferite di entrambi. Se non ricordava male, il moccioso si era slogato una caviglia in quell’occasione e per quello lo stava trasportando. In quello scatto, il bambino rideva dicendo qualcosa e il principe, credendo di non essere visto da nessuno, accennava un mezzo sorriso.
La foto si trovava infilata in una cornice semplice, di legno, e vi era la dedica in pennarello nero: “Al Principe dei Saiyan, buon compleanno, Gohan”.
Vegeta rimase zitto per qualche istante, poi borbottò: « Sentimentale come al solito… » Il bambino lo interpretò come un grazie.
In quel momento, la porta si spalancò e Chichi fece il suo ingresso, assottigliando lo sguardo non appena riconobbe il Saiyan.
« Sei venuto alla fine. » constatò.
Vegeta non rispose e Gohan intervenne: « Stavo pensando che potremmo festeggiare prima con Vegeta e poi con gli altri, che ne dite? – Si volse verso il Saiyan – Così non dovrai partecipare a una vera e propria festa, ma avrai il tuo compleanno. »
Il Saiyan avrebbe voluto rifiutare, per dimostrare al bambino e a se stesso di non essere cambiato, ma si ritrovò a emettere un grugnito vagamente somigliante a un “Come vuoi”.
E, quando vide il sorrisone di Gohan che lo invitava a lasciare il suo regalo sul letto per riprenderlo dopo, non riuscì a pentirsene.
 
 
* * *
 
 
Fu una giornata splendida quanto bizzarra: Chichi si fece aiutare a sistemare i tavoli fuori per quando sarebbero arrivati gli altri, mentre loro tre mangiarono dentro, gustandosi la torta preparata per il principe, con tanto di scritta: “Buon compleanno, Vegeta” sopra.
Ovviamente, con due stomaci Saiyan riuscirono a finirla tutta e dopo decisero di guardare un film, tanto nessuno sarebbe arrivato prima delle quattro.
Accendendo la televisione si trovarono davanti “Titanic”, dunque Chichi, che lo aveva già visto più volte, preparò i fazzoletti. Tuttavia, la cosa si rivelò esilarante: Vegeta riusciva a smontare qualsiasi scena con appena un paio di parole, dunque ben presto Gohan e Chichi si ritrovarono più coinvolti dai suoi commenti che dal film stesso e le lacrime furono causate solo dalle troppe risate.
Verso le tre e mezza, a film ormai concluso, Chichi si alzò per sistemare il cibo sui tavoli fuori e Vegeta e Gohan rimasero da soli sul divano.
« Grazie per essere venuto. » disse a un certo punto il bambino, per rompere il silenzio.
Il principe tacque qualche istante prima di borbottare: « Io non avrei saputo che farmene di quello stupido libro. »
Gohan ridacchiò, ormai avvezzo alle varie scuse del Saiyan, quando questi si alzò.
« Me ne vado. » annunciò.
Il bambino annuì e lo precedette fino alla sua stanza, dove si trovavano i regali.
« Tieni. » disse, porgendogli la foto.
Vegeta la prese in mano e parve esitare qualche istante, indeciso se andarsene senza salutare o fare qualcosa, poi, sotto lo sguardo interrogativo di Gohan, gli posò una mano sulla testa, scompigliandogli goffamente i capelli.
Il bambino rimase senza parole per qualche istante, poi gli disse: « L’anno prossimo lo rifacciamo, vero? »
Vegeta ritrasse di scatto la mano e si precipitò fuori, non prima di aver biascicato un “Vedremo” che mal celava il suo assenso.
 
 
* * *
 
 
[SHONEN-AI WARNING]
[Se non vi piace il genere, potete fermarvi qui e prendere la parte sopra come finale]


 
Sdraiato su un fianco, Gohan fissava l’orologio con sguardo attento, ascoltando il rumore del respiro regolare di Vegeta alle sue spalle.
23.58 diceva la sveglia elettronica, mancavano solo due minuti a mezzanotte.
Attese pazientemente, sorridendo tra sé e sé, e quando scattarono le 00.00 si mise velocemente seduto, saltando addosso al principe addormentato accanto a lui e ignaro di tutto.
« Buon compleanno! » urlò Gohan, dopo avergli depositato un bacio sulle labbra.
Vegeta, automaticamente, rotolò su un fianco ribaltando le posizioni e caricando un attacco energetico con la mano destra, mentre la sinistra stringeva leggermente la gola del suo assalitore.
Assalitore che, per nulla intimorito, scoppiò a ridere.
Intanto, Vegeta aveva messo a fuoco il ragazzo e, dopo aver battuto le palpebre un paio di volte, gli si tolse di dosso, sedendosi nella sua metà di letto e stropicciandosi gli occhi.
« Ma si può sapere che ti salta in quella zucca vuota che ti ritrovi?! » sbottò.
Gohan gli sorrise allegramente.
« Oggi è il nostro compleanno. »
« E c’era bisogno di ricordarmelo a mezzanotte precisa? » borbottò il principe, stendendosi nuovamente e chiudendo gli occhi come per sottolineare quanto fosse intenzionato a dormire. Chiunque altro sarebbe stato polverizzato dopo un gesto del genere. Pensò, seccato. Sto diventando troppo sentimentale.
La causa del suo essere diventato “troppo sentimentale” e della brusca interruzione del suo sonno decise di accoccolarsi contro il suo petto, sollevandogli un braccio e portandoselo attorno alle spalle nella riproduzione di un abbraccio, chiudendo poi gli occhi.
« Buonanotte. » disse Gohan, stringendolo con un sorriso beato sulle labbra.
Vegeta sospirò debolmente, serrando la presa attorno alle sue spalle.
« Buonanotte… » borbottò « E buon compleanno. »
 
 

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