Welcome To The Life

di annapii01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al cuore non si comanda ***
Capitolo 2: *** Maledetta Distanza ***
Capitolo 3: *** La Vittima Del Bullismo ***



Capitolo 1
*** Al cuore non si comanda ***


Al Cuore Non Si Comanda


 
Iniziò la scuola, tutti erano in ansia.
Tutti i ragazzi erano entusiasti dell’inizio della scuola superiore:  nuovi amici, nuovi professori, nuove esperienze e soprattutto nuovi esami da superare.
Lei invece no, lei non era come tutti gli altri, la definivano la strana dell’istituto, la più strana di tutte le ragazze.
Lei si chiamava Sabrina, era bassa, grassa con capelli e occhi scuri.
Lei sta sempre sola, raramente parlava, stava sempre in un angolo della classe, sola, oppure sul suo banco completanto pagina per pagina il suo diario segreto, avvolte alzava lo sguardo facendo scorrere una lacrima sul suo viso.
Ma, cosa che nessuno sapeva, lei faceva tutto ciò per amore, era innamorata di un ragazzo con cui frequentava la scuola media. Questo ragazzo si chiamava Gianluigi, aveva 13 anni d'altronde erano coetani.
Avevano scelto la stessa facoltà ovvero Scienze Umane, per puro caso.
Lei continuava ad amarlo, ma soffriva, lei non voleva mai parlare di ciò che sentiva o pensava, capitò solo una volta quando in palestra lei corse nello spogliatoio e io, la sua migliore amica, corsi da lei.
La raggiunsi, lei piangeva e singhiozzava, io l’abbracciai chiedendole cosa le succedeva o l’avesse turbata in questo periodo. Mi disse semplicemente che era una questione d’amore, e io gli chiesi chi era il fortunato ma lei zittiva, io la guardai negli occhi, e solo dopo lei mi disse che era Gianluigi, il ragazzo più vanitoso della scuola. Mi disse anche che questa cotta sbocciò verso la seconda settimana dell’inizio della scuola in prima media, io intristita da quello che mi aveva detto la strinsi a me promettendogli che questa storia finiva subito dopo avergli parlato, lei singhiozzando e asciugandosi le lacrime mi vietò di confessargli tutto ciò che lei provava.
Aveva paura di un “no” oppure di un “è troppo grassa” o meglio di un “è troppo brutta” insomma di una delusione.
Mi disse anche che non era pronta per far cicatrizzare un’altra ferita che magari poteva sanguinare a vita, mi disse anche che tutto era stano in quel momento, in questo caso diceva che vedeva tutto da un altro punto di vista ovvero dal basso. Si credeva inferiore a tutti o come dicevano tutti gli alunni di quella scuola un “mostro”. Per ultimo mi disse che in quel periodo ebbe molti problemi e uno di essi era l’anoressia non era molto grave, frequentava molto spesso un psicologo e predeva farmaci perché soffriva anche di crisi epilettiche ma in classe non si erano mai verificate scene di questo tipo.
  Dopo averla consolata la calmai e tornammo in palestra, da quel giorno non parlammo fin l’altro ieri.
Ora frequentiamo il terzo superiore e da allora sono più di venti volte che per la sua malattia va i hospedale. Quello che mi stupii maggiormente fu che in sei anni non ha mai dimeticato questo ragazzo.
Stanca di tutto ciò, io, andai a parlare a Gianluigi , gli raccontai tutto, lui dimostro un certo menefrechismo. mi guardò, si alzò dalla panchina e se ne andò via per il corridoio che portava alla nostra classe. Dopo quello che avevo visto corsi al mio armadietto presi il telefono e chiamai Sabrina ma rispose sua madre, Veronica e mi disse che era stata ricoverata urgentemente.
 Io andai a trovarla all’ospedale di roma, un ospedale specializzato per appunto queste malattie adolescenziali.
Entrai nella sua stanza, lei mi guardo e cercò di alzarsi dal letto, su cui giaceva da molti giorni, per venirmi ad abbracciare, ma appena appoggiò i piedi per correre da me crollo sul pavimento. Lei resto li a terra, piangeva mentre le sue lacrime lo bagnavano.
Io corsi da lei chiedendole perché si era ridotta così: non era cresciuta molto di altezza ma dimagrì moltissimo, si vedevano, alzando la maglia, le costole che prima erano ricoperte da vari strati di grasso. Era diversa, sorrideva, ma dietro quel “finto sorriso” c’era una montagna di tristezza e solitudine che le stava cadendo addosso. Non era più lei. L’abbracciai tenendola stretta a me.
Mentre la presi dal pavimento per posarla sul suo letto si sentii bussare alla porta voltammo la testa ed era Gianluigi con un mazzo di rose rosse, il fiore preferito di Sabrina, e mi chiese di lasciarli da soli.
Da quel che so dopo avergli lasciati da soli lui si dichiarò dicendole che l’ha sempre amata, dalla prima media,
dai primi sguardi, dai primi sorrisi.
Lei, sdraiata sul suo letto, sorrise. Lui posò i fiori e si baciarono.
Lei chiuse gli occhi facedo far bagnare il suo viso da una lacrima.
Gianluigi incominciò a temere di ciò che le poteva succedere.
Ma alla fine fu la sua ultima lascrima.

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Capitolo 2
*** Maledetta Distanza ***


MALEDETTA DISTANZA



In quella caldissima settimana d'inizio Agosto i genitori di Martina decisero di fare una crociera di durata 15 giorni.
Lei era felicissima di partire ma triste per il fatto di non poter vedere per tutto quel periodo i suoi amici di comitiva, ma la tranquillizzarono dicendo che l'avrebbero chiamata tutte le sere.
S'imbarcò, e lasciò le sue valigie ai suoi genitori per andare a fare un giro per la nave.
Era immensa con tantissime stanze dove ogni famiglia alloggiava, la sua era la numero "299" e si trovava in un corridoio dove alloggiavano lì molte coppie appena sposate ma solo una famiglia di 3 persone. Quest'ultima si trovava accanto a quella di Martina e i suoi genitori.
Dopo aver finito la sua lunga passeggiata tornò nella sua stanza, bussò alla porta  ma dopo ripetute volte che lei insistette a bussare un ragazzo, il suo vicino di stanza, gli disse:"I tuoi sono andati a bere qualcosa con i miei.."-. Lei si volto e gli disse:"Ah, bene! Grazie mille!"-. Lui in seguito le chiese di fare una passeggiata lei accettò.
Passarono un bellissimo pomeriggio insieme, si divertirono molto. Da come mi raccontò Martina al ritorno lei si sentiva strana, una sensazione che aveva già provato molte volte ed è sempre andata a finire male,ovvero che lei soffriva. In pratica di era innamorata di lui e aveva paura di stare male.
Si teneva tutto dentro, si distruggeva. Passò velocemente una settimana e i due passarono ogni giorno insieme, era l'unico a farla sorridere facendola stare bene, ma ogni giorno, come mi diceva nei messaggi, aumentava giorno per giorno quello che lei portava per lui. Ma il secondo  giorno delle seconda settimana di crociera lei entrando nella sua stanza correndo gli scivolò il telefonino dalla tasca e lui vide tutto ciò prese il telefono e curioso lesse tutti i messaggi con me e stupito di quella conversazione corse da lei e gli disse:" Martina... Prima ti è caduto il telefono mentre entrarvi e... Io... Involontariamente ho letto tutti i messaggi con la tua migliore amica, Lucia. Scusa ma non volevo."-. Lei gli scivolò una lacrima e lui gliela asciugò con la manica della sua giacca, la prese per mano prima l'abbracciò e in seguito si baciarono. Si fidanzarono ma purtroppo quella crociera e subito dopo lei è venuta a sapere che lui era della Puglia, una regione del sud Italia, ma lei veniva da tutt'altra  parte ovvero dalla Germania.
Rimasero fidanzati ma a distanza.
I chilometri la distruggevano, ma comunque si sentivano tutto il giorno per telefono.
Passarono parecchi anni e loro erano ancora fidanzati e ogni giorno che passava lei non smetteva di guardare e straguardare quelle foto dove si baciarono e si abbracciavano. Lei conservò anche la sua giacca con il suo profumo.
Ma un maledetto giorno lei venne a sapere dal migliore amico di Michele, il ragazzo di Martina, che lui fece un incidente  per venire da lei per poterla riabbracciare come la prima volta. Lei senza dire niente a nessuno partì per la Puglia e dopo aver visto l'amore della sua vita al cimitero piangendo sulla spalla di Luigi, il migliore amico di Michele. Per lei fu traumatico vedere sulla sua tomba la sua foto e da li si promise di non innamorarsi più.

 

N.A.: ciao ragazzi! Spero che vi sia piaciuta anche questa storia sull'amore adolescenziale. Alla prossima ...

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Capitolo 3
*** La Vittima Del Bullismo ***


LA VITTIMA DEL BULLISMO
 


Stefania era una ragazzina molto asociale.
Non aveva buoni rapporti con le sue compagne di classe, perché secondo loro era troppo grassa per frequentarla.
Non dava tanto caso a quelle ragazze perché lei era molto ottimista, forte e dolce.
Lei aveva capelli corti e occhi scuri, era alta poco più di un metro e cinquanta centimetri, quindi bassa.
Aveva un carattere stupendo, dolce, sensibile e soprattutto non era maleducata. Avvolte era lunatica, ne pesava una cosa e ne faceva un’altra.
Era la mia migliore amica, lei diceva che ero più carina di lei solo perché ho gli occhi che lei ha sempre desiderato, ovvero marroncino chiaro.
lei diceva che amava anche i miei capelli ricci castano chiaro, gli piaceva soprattutto il mio fisico e la mia altezza. Lei mi diceva sempre:-“Eh.. Come vorrei essere magra e alta come te! Essere grassa è bruttissimo, porta ad avere smaniature, cellulite e tante cose che danneggiano ancora di più il mio corpo!”-.  E avvolte me lo diceva piangedo ed io la stringevo forte a me dicendole:-“Su! Stefania! Tu non sei brutta! Per niente, anzi sei bellissima!”-. Lei mi sorrideva, ma vederla piagere mi spezzava il cuore…
Non volevo che le accadesse niente di spiacevole.
Il 21 Gennaio lei aveva compiuto i suoi 13 anni.
Festeggiò il suo compleanno nel suo garage che era molto spazioso e poteva ospitare molte persone,ma comunque non era servito a niente organizzare la festa in quello spazio così grande dato che nessuno degli invitati si presentò al compleanno.
Una parte degli invitati erano i suoi amici di classe.
Io dopo aver saputo che erano stati invitati al suo compleanno non ci credevo, la presi in disparte
e gli dissi:-“ Stefania! Non me lo aspettavo sai?”-.
Lei mi disse con voce bassa mi disse :-“Non capisco…”-.
Io, innervosita, gli risposi:-“ Ma perchè? Perché le hai invitate al tuo compleanno? Tu sai benissimo che loro ti odiano ed il loro passatempo preferito all’intervallo è criticarti per quello che fai o che dici, per come ti vesti e soprattutto criticano il tuo peso! Anche se non troverei niente da criticare su di te… tu sai che nessuno verrà ora, si? Perché lo hai fatto…”-.
Lei piangendo mi rispose:-“Si, lo so. So che nessuno verrà… Ma io l’ho fatto per rompere quei conflitti che regnano in classe… Per fare amicizia ecco!”-.
Io l’abbracciai, e gli dissi:-“Su non prendertela a male! Hai me al tuo finco e tu sai che io ci sarò per sempre… Non hai bisogno di quelle oche per essere felice! Hai me…”-.
Lei mi strinse forte e mi disse convinta:-“ Che la festa abbia inizio!!”-.
Fu una bellissima serata,alla festa non c’ero solo ma anche i suoi vicini di casa, dei ragazzi simpatici e i loro nomi erano: Marco, Luigi, Sofia, Anna, Paolo e Maria.
Marco e Paolo erano gemelli, erano entrambi biondi con occhi azzurri, abbastanza alti e simpatici.
Sofia e Anna erano coetanee, ovvero avevano entrambe 11 anni, ma erano molto diverse nel carattere e nell’aspetto fisico: Sofia era bionda con gli occhi scuri, più  era una ragazzina molto timida, bassa e il suo carattere è molto lunatico, invece Anna aveva occhi chiari e capelli lisci e biondi, anch’essa era bassa ed il suo carattere era simile a quello di Stefania.
Poi per ultimi abbiamo Luigi e Maria che erano fratelli:Luigi era un ragazzo molto bello di 15 anni, aveva occhi e capelli scuri ed era molto socievole, invece Maria aveva 12 anni, aveva occhi neri ma capelli biondi, lunghi e lisci dove Stefania si divertiva a farle lunghe treccie.
Quella sera tutti si divertirono e il suo compleanno non fu rovinato.
Il giorno dopo, a scuola, raccontammo a tutti cosa avevamo fatto la sera scorsa e tutti erano invidiosi, soprattutto quando le ochette della classe, ovvero le ragazze che frequentano con me il corso 3^C, venero a sapere che al compleanno ci eravamo divertite tanto, la gelosia divorò tutto quello che avevano dentro e picchiarono Stefania, io non c’ero, ma quando la vidi sdraiata sul giardino della scuolale usciva sangue dalla bocca e dalle mani e le giurai che la doevano pagare cara.
Da quel giorno lei non mise più piede a scuola, la madre di Stefania prese provvedimenti e le fece espellere da scuola.
Dal trauma di quel giorno lei oltre ad essere stata vittima di bullismo  era diventata anche un’autolesionista.
Mi confesso anche che dal giorno del suo compleanno ha iniziato a pia
cerle Marco, il suo vicino di casa.
Confessò a Marco di amarlo ma niente… lui non corrispondeva il suo amore ed è così che si ammalò gravemente di anoressia.
Ancora ora so che la mia amica è ancora malata, ma da quel giorno non la vidi più.

 

NA: Ciao ragazzi! Ecco un’altra one shot sulla vita di alcune adolescenti che soffrono d’amore o di bullismo… come al solito spero che vi sia piaciuta e vorrei trovare molte recenzioni positive su questa storia…
A presto! 

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