Dovunque io sia

di redeagle86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dubbi ***
Capitolo 2: *** Chi è mio padre? ***
Capitolo 3: *** Voglio la verità! ***
Capitolo 4: *** Un cuore sincero ***



Capitolo 1
*** Dubbi ***


Đơνциφцє ιο ςια

 

Tutto sembra andare per il meglio su Extramondo, ma un terribile dubbio colpisce Chocola:

e se lei e Pierre fossero…fratellastri?

 

 

 

 

Un'altra ff su "Sugar Sugar Rune".

Alcune precisazioni prima di iniziare…la ff riprende i personaggi del manga e non quelli dell'anime, quindi qualcosa va specificato.

Piovre, lo zio di Chocola e fratello di Cinnamon, è Duke, ritrasformato in mago dal cristallo bianco di Vanilla.

Di mia invenzione, invece, il fatto che Ice sia il padre di Pierre.

E ora, buona lettura.

 

 

 

1. Dubbi

 

 

-Chocola! Ehi, Chocola!

La streghetta sbatté le palpebre, tirandosi a sedere sul letto: dalla faccia di Vanilla, doveva essere un po' che la stava chiamando.

-Va tutto bene, Chocola?- le chiese con un velo di preoccupazione. –Hai litigato con Pierre?

-No…no, è tutto a posto, Vanilla.

-Stai pensando all'incoronazione?

-In parte. Mi chiedevo se…

-Se?

-Se la guerra con i Malefici sia davvero finita o se gli abitanti di Extramondo continuino a nutrire ostilità nei loro confronti.

-Non dire sciocchezze, Chocola. I Malefici non esistono più: tra qualche anno saremo di nuovo un unico popolo.

-Davvero? E allora perché guardano Pierre come se volessero vederlo penzolare da una forca?!- esclamò, stringendo il lenzuolo tra le dita. –Li sento, Vanilla. Il loro desiderio è che Pierre venga esiliato.

La bionda la fissò: aveva udito anche lei quelle voci e non le aveva riferito nulla per non darle un dispiacere. Si erano fatti la guerra per anni e pochi non covavano rancore verso coloro che fino a ieri erano nemici.

-Ascolta: Pierre non è Ice e questo il tuo cuore lo sa perfettamente. Tu non devi avere dubbi: il tempo sistemerà tutto, vedrai.

-Io non ho la tua stessa sicurezza: ci sono ferite che il tempo non può accomodare.

Vanilla la prese per le spalle, seria: qualcosa le suggeriva che quella confessione era solo una parte di ciò che la rendeva così depressa. E quello che serbava in sé era forse la metà peggiore.

-Non hai mai dato importanza alle opinioni della gente.

-Adesso sono i miei sudditi e ciò che pensano mi deve importare.

-Non quando sono sciocchezze. Voi due vi amate: è solo questo ciò che conta- continuò l'amica. –A meno che non sia qualcosa d'altro a turbarti.

Chocola sussultò leggermente: non era mai riuscita ad ingannare Vanilla. Lei capiva sempre quando qualcosa non andava.

-Chocola…

-Solo…solo una chiacchiera…

-Se è bastata a farti perdere il sorriso, non è solo una chiacchiera.

-Stavo andando dal nonno, stamattina, e mi sono fermata alla fiera. C'erano tre streghe che parlavano di noi…

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Capitolo 2
*** Chi è mio padre? ***


2. Chi è mio padre?

 

 

 

-È Ice mio padre?

Poivre per poco non si strozzò con la colazione: Chocola era capitata lì all'improvviso, seguendo il suggerimento di Vanilla, e gli aveva posto quella domanda.

-Ma che diavolo…

-Rispondimi.

-Chocola, come hai…

-Non importa. Tu cosa sai di mio padre?

Il giovane sospirò, guardando la nipote: qualcuno voleva allontanare Pierre da lei, ne era quasi sicuro, e per questo aveva messo in giro quella voce assurda che anni prima era giunta anche alle sue orecchie.

-So solo che faceva parte dei Malefici. Cinnamon non mi ha mai detto di più- rispose. –Ma non era Ice, di questo ne sono certo!

-Come fai ad esserne convinto?

-Mia sorella non si sarebbe mai messa con quel mostro!- esclamò lui, picchiando le mani sul tavolo nell'alzarsi. –Guarda l'evidenza: Pierre è il ritratto di Ice, ma tu non gli somigli affatto, né a lui né a tua madre. Probabilmente hai preso da tuo padre, ma io non l'ho mai conosciuto.

La strega distolse lo sguardo: era la verità?

-E se questo non ti basta…sappi che non vi permetterei mai di farvi del male. Vi avrei già divisi se avessi avuto dei dubbi.

-Grazie, zio…

Aveva avuto le risposte che cercava, eppure non era ancora tranquilla. Sentiva a pelle che c'era di più di quello che Poivre le aveva raccontato. La sola cosa certa erano le sue ultime parole: lui le voleva bene, non l'avrebbe mai fatta soffrire inutilmente.

Si appoggiò alla porta un attimo, alzando gli occhi al soffitto: dov'era sua madre quando aveva bisogno di lei? Aveva riacquistato la sua forma di strega, ma non era più presente di quando la credeva morta.

-Altezza- la chiamò una cameriera. –Vi sentite bene?

-Sì, ero solo soprappensiero- rispose con un sorriso. Dentro però non aveva alcuna voglia di sorridere: avrebbe voluto gridare, andare a cercare Ice e fargli sputare la verità. Ma che verità cercava dal signore dell'oscurità, da colui che conosceva solo la menzogna?

-Pierre…- mormorò nel silenzio della sua stanza. Cosa avrebbe fatto se fosse stata davvero sua sorella? Lei lo amava… aveva nel petto il suo cuore…

E sapeva che non avrebbe mai amato nessun altro.

Si gettò sul letto, pensando a come fosse strana la vita: tutto pareva perfetto fino a quella mattina… Ice, il padre di Pierre, era stato sconfitto, i Malefici erano tranquilli nel loro regno…lei e Pierre si amavano…

Non una nuvola minacciava di oscurare il sole di quel momento unico.

Finché non aveva avuto la malsana idea di fare un giro alla fiera… Finché non aveva udito per caso quella conversazione.

 

"-Ma ci pensi? Un giorno potrebbe essere il figlio di Ice a governare su Extramondo.

-Già. Non capisco perché la regina Candy non l'abbia esiliato.

-E come poteva? È il fidanzato dell'erede al trono.

-Oh, per quanto mi riguarda io preferivo Vanilla a Chocola.

-Anch'io, cara. Quella ragazzina è come sua madre: testarda e assolutamente disinteressata al regno.

-Infatti. E anche lei stava con un Malefico se non ricordo male…

-Hai ragione, lo avevo dimenticato. Non mi stupirei se anche Chocola fosse figlia di Ice.

-Sarebbe da Malefici un rapporto tra fratellastri…"

 

No, non era possibile…

Eppure era un dubbio che non le dava pace: suo padre era un Malefico, questo lo aveva confermato anche Poivre… poteva essere Ice? Nel diario non veniva nominato…Cinnamon pareva introvabile…suo zio ne sapeva quanto lei…

Poteva provare con…

-Dolce, dolce magia… Magia di Chocola! Che si apra il libro delle predizioni. Dimmi come scoprire la verità su mio padre!

Le pagine del volume iniziarono a scorrere ed una carta apparve in cielo.

-La carta dei legami. Chi ha un cuore sincero e pieno d'amore non può mentire- decretò richiudendosi.

-Grazie, mi hai dato davvero un grande aiuto- si lamentò.

Chi restava?

Restava suo nonno… Già, perché non ci aveva pensato subito?! Lui l'aveva cresciuta, era il padre di sua madre… doveva essere a conoscenza di quel nome!

Afferrò la scopa e saltò dalla finestra, pronta a raggiungere la sua vecchia dimora, quando…

-Una regina non dovrebbe scappare- disse con ironia una voce.

Chocola si voltò e un'ombra si staccò da una nicchia sulla parete esterna del castello.

-Pierre! Che ci fai qui? Perché non sei passato dalla porta?

Il mago volteggiò fino alla strega, prendendole dolcemente il viso in una mano e baciandola lievemente.

-Ottenere un'udienza con te è questione di secoli…e ho l'impressione che a me facciano attendere il doppio- replicò il ragazzo, sedendosi dietro di lei. –Le vecchie abitudini sono dure a morire…

Pierre era fatto così, era la sua vera natura: trovava il modo per ridere anche di quella situazione assurda ed odiosa. D'altra parte era una persona allegra, non era il gelido principe dei Malefici in cui il cristallo nero lo aveva trasformato. Certo, continuava a regnare sull'oscurità, ma sperava un giorno di riunire i due regni… Magari con un matrimonio, dato che loro avevano già in petto il cuore dell'altro.

-Dove stai andando?

-Da mio nonno.

-Come sta quel simpatico vecchietto?

-A parte il fatto che non si rende conto di non avere più vent'anni, sta bene. Vuoi venire con me?

-Ci verrei volentieri, ma ho delle noiose faccende da sbrigare a palazzo. Ero passato solo a farti un saluto- si congedò Pierre, scendendo dalla scopa. Diede un bacio alla rossa, poi si avviò verso il suo regno, salvo fermarsi poco dopo e girarsi. –Ci vediamo stasera!

-Ti aspetto.

Era inutile: amava il principe dei Malefici con tutta sé stessa. Per alcuni istanti aveva perfino dimenticato i suoi dubbi…

-A casa del nonno, presto- ordinò alla scopa.

 

-Ciao, tesoro. Cosa ci fai da queste parti?

-Io devo chiederti una cosa importante.

Il vecchio mago squadrò la nipote: era molto seria e per un attimo fu colto da una grande preoccupazione sul motivo della sua visita.

-Entra e siediti, Chocola- la accolse. –Cosa devi dirmi?

-Nonno…chi è mio padre?

Corn restò perplesso: non era ciò che si aspettava, ma tra le due non era certo che fosse la meno peggio. Sperò di glissare con una battuta delle sue, ma l'espressione di Chocola era talmente grave da far sparire ogni scherzo: per lei era quasi vitale scoprirlo.

-Perché me lo chiedi adesso? Non hai mai avuto interesse a…

-Si dice che potrebbe essere Ice.

A quell'affermazione tutto gli fu chiaro: se Ice fosse stato suo padre, allora Pierre sarebbe stato il suo fratellastro. E la situazione si sarebbe fatta davvero complicata.

-Chocola…io non so chi sia tuo padre.

-Ma mia madre si è sposata! Lo scrive nel diario!

-Sì, certo. So che era un Malefico, ma che tua madre lo amava… Quando la guerra si inasprì, però, abbandonò Cinnamon e si riunì al suo popolo.

-E io?

Chocola non sapeva più cosa pensare: vedeva il mondo che conosceva distruggersi davanti ai suoi occhi come un castello di carte. In quel momento desiderò essere lontana da lì, al palazzo di ghiaccio con Pierre… Non era più certa di poter sopportare le risposte alle sue domande.

-I Malefici rapirono Cinnamon… Fu un periodo terribile, gli scontri si susseguivano, non c'era più un angolo sicuro ad Extramondo- proseguì Corn, cupo. Non gli dava gioia dover rievocare quel passato, dover dar voce ai dubbi che da sempre lo ossessionavano. –Un mese dopo tua madre riuscì a fuggire… Ed era incinta. Di te, Chocola.

 

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Capitolo 3
*** Voglio la verità! ***


3. Voglio la verità!

 

 

 

-Perché non me l'hai detto questa mattina?!

-Perché…non volevo metterti altri dubbi… Ti ho già spiegato come la penso: Ice non è tuo padre- rispose Poivre, senza guardarla. Il cielo si stava facendo cupo, si approssimava un temporale, certo meno impetuosa della tempesta che agitava la nipote.

Udì sbattere la porta alle sue spalle, ma non si voltò: perché diavolo suo padre aveva raccontato a Chocola quella storia? Non era abbastanza sconvolta?

-Dove sei, Cinnamon?

 

Chocola si gettò in lacrime sul letto, odiando tutto e tutti: perché le avevano nascosto la verità? Perché non le avevano detto fin dall'inizio come stavano le cose?

Era terribile convivere con quel peso sull'animo…

Sussultò nel sentirsi sfiorare la schiena e si sollevò di scatto: c'era Pierre, seduto accanto a lei. Come riuscisse ad eludere sempre le guardie sarebbe rimasto un mistero, ma in quell'istante non le importava: lo abbracciò di scatto, piangendo disperata.

Non voleva rinunciare a lui…

-Chocola…- mormorò, avvolgendola con le sue braccia. L'aveva aspettata, accomodato sul davanzale della finestra, ma quando l'aveva vista entrare, con le guance bagnate, inconsolabile, era corso al suo fianco.

Le accarezzò i capelli, domandandole il motivo di tanto dolore e la streghetta gli raccontò ogni cosa: sul viso del biondo apparve qualcosa di indecifrabile, una sorta di rabbia trattenuta…e di sofferenza. Nemmeno Pierre voleva crederci, voleva separarsi da Chocola.

-Non so cosa ne ricaveremo- pronunciò infine. –Ma possiamo andare a chiedere una risposta direttamente alla causa…

-Tu…tu sai dov'è Ice?

-Nel profondo del regno…a confine con il mondo dei morti…

 

-Che cosa?! Corn le ha detto del rapimento?!

-Sì, Robin. Io non so più come convincerla, per questo ti ho chiamato: tu conoscevi bene Cinnamon. Forse con te si confidava più che con me.

-Non hai niente da rimproverarti, Poivre.

-No?- chiese il giovane, ironico. –Mia sorella aveva bisogno di me, ed io non c'ero. Noi…noi non andavamo molto d'accordo…

-È normale tra fratelli.

-Forse se fossi rimasto al suo fianco, non avrebbe…

-Non si può cambiare il passato, e lei ora è tornata. Non darti colpe che non hai- replicò il mago.

-Chocola è in camera sua. Seguimi.

Ma quando aprì la porta, della futura regina non c'era traccia: c'era solo la finestra aperta e il vento freddo. Troppo freddo.

-È con Pierre- decretò Poivre. –E la cosa non mi rende affatto tranquillo. Chocola era talmente sconvolta che…

-…che potrebbero andare da Ice. Dobbiamo trovarli!

-Glass!

 

-Restami vicino- le raccomandò Pierre, stringendole la mano e addentrandosi nella parte più oscura del regno. –Gli abitanti di Extramondo non sono visti di buon occhio da queste parti. Un po' come me a palazzo.

Chocola annuì, chiedendosi dove trovasse la voglia di scherzare in quella situazione.

Ma era anche vero che quello era il suo mondo: lui si recava da un padre che non lo aveva mai amato, che l'aveva solo sfruttato per i suoi piani. Lei stava ripiombando in un incubo, rivivendo ad ogni passo la terribile angoscia provata durante il loro scontro, quando aveva temuto di aver perso Pierre.

-Siamo arrivati…- la distrasse il ragazzo, aprendo una porta. Sembrava la soglia del buio: attorno a loro non c'era che l'oscurità e oltre la porta un corridoio illuminato con cuori neri, che brillavano di una luce tetra. –Possiamo ancora tornare indetro.

-No, io voglio la verità.

-D'accordo- concluse, incamminandosi con lei. –Sono Pierre, il principe dei Malefici!

-Non sei solo- replicò una voce. –Chi porti con te?

-Chocola Meilleur, l'erede al trono di Extramondo. Vogliamo parlare con Ice.

-Volete la sua benedizione per le nozze?!- sghignazzò l'interlocutore. –Prego, accomodatevi.

I due percorsero il corridoio, giungendo in una stanza. Sul trono stava seduto un uomo: pareva la copia di Pierre più adulta e incattivita, con i capelli più lunghi e lo sguardo più gelido. Chocola capì solo in quel momento quanto si somigliassero.

-Pierre…Chocola…a cosa devo una vostra visita? Siete venuti a vedere com'è un mago debole e senza possibilità di nuocere?

-No, veniamo a chiederti cosa successe durante il rapimento di Cinnamon.

-Senza menzogne- aggiunse Chocola.

-Sei come tua madre- disse Ice, con un tono arido come un pomeriggio nel deserto. Buffo per chi dominava il ghiaccio e il gelo. –Se non mettete i puntini sulla i non siete contente.

Il suo sguardo glaciale era come acqua fredda: fissava Chocola con un'espressione indefinibile, in parte di divertimente, in parte di fastidio.

Quello era il padre che picchiava, che usava, che insegnava che l'amore era un veleno che uccide lentamente. Il padre di Pierre.

Ma anche il suo? Una fredda disperazione si stava diffondendo nelle sue vene.

-Chocola…solo Cinnamon poteva scegliere un nome del genere.

-Ti abbiamo fatto una domanda!

Li guardava divertito, quasi avesse compreso di averli inchiodati come farfalle in una bacheca.

-Ed eccoti la risposta: mentre soggiornava nel mio castello, Cinnamon ritrovò suo marito. Me.

-NO! Non è vero! Non avresti mai potuto sposarla ad Extramondo!- gridò la rossa.

-Infatti assunsi un'altra identità e poi tornai al mio regno. In realtà non ci fu alcun rapimento: fu lei a venire da me- raccontò tranquillamente. –Ma non condivideva né i modi con cui crescevo Pierre, il mio primo figlio, avuto da una delle mie mogli precedenti, né i miei piani di conquista.

Chocola si sentiva come sull'orlo di un precipizio, orrido, spaventoso e senza fondo. Le vertigini le stringevano lo stomaco. Avanzava, era così vicina da poter quasi guardare di sotto. E avvertiva la tensione di Pierre, nervoso quanto lei.

-E scappò con Pierre, lasciandolo nella Foresta Zenzero. Io all'epoca non sapevo che fosse incinta. Di te, Chocola.

-No…non è vero…- mormorò Pierre, cadendo in ginocchio. Il suo viso aveva un colorito bianco verdastro.

Ice lo fissò negli occhi.

-Credevo ti avrebbe fatto piacere scoprire che non sei solo- affermò con voce bassa e meditabonda.

-Non è possibile… Chocola non può essere mia sorella… Se lo fosse…

-Cosa succederebbe?

Il giovane non rispose, ma la sua espressione di orrore nauseato fu sufficiente per far uscire Chocola dallo shock: gli si inginocchiò accanto e gli prese una mano.

-Pierre…

Lui si ritrasse di scatto e affondò le dita nella stoffa dei pantaloni.

-No.

L'odio per Ice bruciava nella gola di Chocola come un pianto trattenuto: dopo aver sganciato loro addosso la sua verità, se ne stava seduto a osservare i risultati con gelido interesse.

-Non è vero!- singhiozzò la streghetta. Quello schifoso manipolatore non poteva aver sposato anche sua madre.

Pierre aveva sollevato una mano per coprirsi il volto e parlò attraverso le dita, con una voce soffocata.

-Io…non ci credo…

-Questa è la verità, e il fato ci ha riunito. Ora potremmo stare insieme, come dovrebbe essere. Come avrebbe dovuto essere se Extramondo e tua madre non si fossero messi in mezzo.

-Ma che bella idea! Soltanto tu, tuo figlio in preda ad uno shock post-traumatico e tua figlia che ti odia con tutta sé stessa- ringhiò la ragazza con tutto il veleno che seppe trovare. –Per non parlare del fatto che i tuoi due bambini sono innamorati. Sì, mi sembra proprio la miglior riunione di famiglia che si possa immaginare!

-Chocola, i Malefici non possono amare. Non ne sono capaci.

-Tu non ne sei in grado!

-Tu sei sangue del mio sangue, Chocola, che ti piaccia o no.

-E tu sei il solito bugiardo!

Chocola e Pierre si voltarono.

-Robin! Zio Poivre! E…mamma…

-Sempre testarda, Chocola- la rimproverò Poivre. –Mai una volta che tu mi dia retta.

-Cinnamon, è un piacere rivederti- disse Ice.

-Per me non è lo stesso. Così vai in giro dicendo d'essere il padre di Chocola…

-Prego, sentiamo la tua versione.

Chocola sentì il fresco della mano di Pierre sulla propria e la strinse: qualsiasi cosa fosse successa, niente li avrebbe divisi.

-I Malefici mi rapirono mentre tornavo da una visita a mio padre. Nel palazzo di Ice ritrovai mio marito, Daimond, e scoprii che tornare dalla parte del buio non fu una scelta: tu mi avresti uccisa se lui si fosse rifiutato. Per me fu una gioia poterlo riabbracciare e sapere che mi amava ancora- rievocò Cinnamon. –Ma il regno mi attendeva…dovevo fuggire. E dovevo portare via Pierre: quel povero bambino maltrattato da un padre mostruoso.

-Oh, mi offendi, cara. Liquidi così il nostro idillio?

-Tra noi non c'è stato che disprezzo, Ice. Per tenermi legata ai Malefici mi hai trasformata in un gatto, ma io non sono rimasta al tuo fianco.

-Tu menti, Cinnamon. E, in fondo, va a tuo vantaggio.

-Cosa?

Gli occhi di tutti si spostarono sul signore dell'oscurità.

 

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Capitolo 4
*** Un cuore sincero ***


4. Un cuore sincero

 

 

 

-Tu menti e hai un motivo per farlo: se Pierre e Chocola si sposassero i regni si unirebbero. Hai tutto da guadagnare affermando che non sono fratellastri.

-E pensi che userei mia figlia… Io non sono come te, Ice! Tu vuoi dividerli perché la guerra continui!

-Lascialo decidere a lei, allora. Hai due versioni, Chocola: qual è la verità?

La streghetta spostò gli occhioni verdi dall'uno all'altra: chi mentiva? La stretta salda di Pierre era la sola certezza. La sua stretta, il suo cuore, il suo amore.

 

"Chi ha un cuore sincero e pieno d'amore non può mentire".

 

Il libro delle predizioni…

Un cuore sincero e pieno d'amore… Non era certo quello di Ice. Era quello di chi le voleva bene, di chi non li avrebbe lasciati farsi del male…

-Mia madre ha ragione- decretò, alzandosi. –Tu sei un bugiardo.

Anche Pierre si alzò, forte delle sue parole.

-Hai la facoltà di scegliere. Sicura che poi i dubbi non ti consumeranno?

-Non ho dubbi su chi mi vuole bene. Tu avresti permesso ai tuoi figli di darti nipoti a due teste o cose del genere- continuò Chocola. –Ma mia madre, mio zio, Robin…loro no. Ci avrebbero separati…e se non l'hanno fatto, vuol dire che non siamo fratelli. Sono stata una sciocca a credere che tu potessi raccontare la verità. Addio.

-Non te ne andrai così facilmente. Malefici!

-Stella Nera!

-Pierre!

Il giovane aveva alzato uno scudo con la magia, fermando l'attacco dei seguaci di Ice.

-Andate…non posso resistere a lungo!

-Ti aiuto…

-No, Chocola. Solo la magia del buio può bloccarli. Vai!

-Ma tu…

-Una via per tornare da te la troverò sempre- le assicurò. –Sempre. Dovunque io sia.

-Andiamo, Chocola!- la prese Poivre, portandola via.

-Pierre!

 

°§°§°§°

 

-Tornerà, non preoccuparti- cercò di rassicurarla Vanilla. Chocola e gli altri erano rientrati a palazzo, spiegando a lei e Candy cos'era accaduto. –Te l'ha promesso.

-Ho già rischiato una volta di perderlo, Vanilla… Perché ho voluto dar retta a delle stupide voci?

-Perché sono le sole cose che non muoiono mai…e a lungo andare ci si convince che siano vere.

-Ho paura…

-È il suo mondo, Chocola. Non può accadergli niente.

-Io devo andare da lui!

-Allora vengo con te. Non ci andrai da sola.

-Sei un'amica.

 

Le scope volavano a tutta velocità verso il castello di ghiaccio: Chocola si fermava a chiedere ad ogni creatura se per caso si fosse imbattuta in Pierre.

-No, Chocola. Ma che è successo?- domandò un drago.

-Stava lottando con i seguaci di Ice…

-Spargerò la voce. Lo troveremo, non preoccuparti.

-Grazie. Continuiamo a cercare, Vanilla.

-Eccomi.

Andarono in lungo e in largo, spingendosi anche in zone a loro ostili, senza risultati: il cuore di Chocola batteva sempre più rapido, la sua ricerca si faceva più febbrile.

"Chocola…"

-Pierre!- esclamò la streghetta. –Ho sentito la sua voce!

-Sei sicura?

-Sì. I nostri animi sono uniti… È qui vicino, ne sono certa. Scendiamo a terra.

Vanilla guardò in basso, riconoscendo la foresta in cui stavano entrando: la Foresta Zenzero, dove albergavano i ricordi d'infanzia della sua amica e di Pierre. Atterrarono sulle sponde di un laghetto ghiacciato: il gelo dei Malefici non si era ancora sciolto e rendeva quel posto misterioso e sinistro. Un fruscio bastò per farle sussultare.

-Pierre…- provò Chocola, vedendo qualcosa.

Una figura solitaria veniva verso di loro, avvolta nel mantello, spettrale sullo sfondo scuro dell'orizzonte. Si avvicinava senza fretta, come se avesse tutto il tempo che voleva. Il suo volto era teso, sembrava esausto.

-È PIERRE!- gridò la rossa, correndo nella sua direzione.

Il ragazzo avanzava, appoggiato alla sua lancia, stringendosi un braccio: lo scontro era stato duro. Quando le braccia di Chocola lo avvolsero, si abbandonò al volentieri al loro rassicurante abbraccio, perdendo i sensi.

 

Un tocco dolce, gentile, gli sfiorava il viso e i capelli. Chissà se sua madre lo aveva mai toccato in quel modo. Era morto e l'aveva raggiunta?

Eppure…eppure l'ultimo ricordo era la sua amata Chocola…

I Malefici di Ice erano stati tenaci e ci era voluta tutta la sua energia per ricacciarli nel loro buio e riuscire ad abbandonare intero, o almeno vivo, il rifugio di suo padre.

Padre…

Come si poteva definire in quel modo una creatura del genere? L'abitudine o una semplice convenzione: per lui era un estraneo. La sua sola famiglia era Chocola.

-Ehi, guarda, Chocola! Si è mosso!- udì esultare Vanilla.

Era come se qualcuno gli avesse cucito le palpebre. A Pierre parve di sentire la pelle che si strappava mentre le apriva lentamente e le sbatteva per la prima volta dopo che era svenuto. Gli faceva male tutto, soprattutto il braccio destro, quello su cui aveva sbattuto quando non aveva avuto più la forza di volare ed era precipitato a terra.

-Pierre…

Spostò la testa, incontrando il volto di Chocola: pallida, con gli occhi gonfi, i capelli arruffati…ma comunque splendida. Le sorrise, asciugandole una lacrima dalla guancia e lei gli prese la mano nelle sue, fissandolo come se fosse il più prezioso dei tesori.

-Vado ad avvertire gli altri- disse Vanilla, uscendo.

-Sì, grazie, Vanilla.

-Quanto…?- domandò il giovane.

-Due giorni. Eri allo stremo…abbiamo fatto di tutto per salvarti…

-E poi, mi hai svegliato con un bacio?- scherzò, tentando di tirarsi a sedere.

-Aspetta, ti do una mano.

-Anche due, grazie- replicò, appoggiando la schiena al cuscino. –Non devo essere al meglio di me, o sbaglio?

Chocola scosse la testa, cancellando le ultime lacrime: era vivo…

-Sei bellissimo, come sempre. Mi dispiace…è stata solo colpa mia.

-Hai trovato le risposte che cercavi, non è stato inutile.

-Ma hai rischiato di morire!- ribatté lei, bloccata dal suo dito sulle labbra.

-Cosa ti ho detto, te lo ricordi? Troverò sempre una via per tornare da te, dovunque io sia.

-Che ne è stato di Ice e dei Malefici?

-Sono ancora nella loro oscurità… Non sentiremo parlare di loro per un bel po'- concluse, attirandola a sé con il braccio sano. Chocola cercò di non fargli male, ma Pierre non prestò la stessa attenzione: voleva solo stringerla, avvertire i loro cuori battere allo stesso ritmo. –Ti amo.

-Ti amo anch'io.

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo la loro pace.

-Avanti.

-Figlioli…

-Mamma! Sei ancora a palazzo…

-Strega Cinnamon…

Da quando Pierre aveva scoperto la vera identità del suo gatto, era turbato da quella donna: non sapeva mai cosa dire o fare in sua presenza.

-Immagino di dovervi delle spiegazioni, su quanto avete affrontato con Ice.

-Ci hai già spiegato tutto.

-Per te è sufficiente, Chocola. Ma per Pierre?

Il giovane sussultò leggermente, abbassando gli occhi azzurri. Sì, c'erano domande per cui voleva delle risposte…

-Perché…perché è rimasta con me?

-Perché Chocola aveva mio padre, Vanilla, i suoi amici… Ma tu cosa avevi, oltre al rancore con cui Ice ti ha cresciuto?

-Niente…solo un odio che non capivo, delle idee che non mi appartenevano…

-Avevi tre anni quando ti portai via da tuo padre e ti lasciai alle cure degli elfi della Foresta Zenzero, sicura che ti avrebbero cresciuto come se fossi stato uno di loro. E quando Ice ti ritrovò, io ero già un gatto da diversi anni- raccontò Cinnamon. –Fu un caso che tu, Chocola, trascorressi le vacanze proprio lì.

-Noi lo abbiamo ricordato poco tempo fa: i Malefici avevano congelato la nostra memoria, facendoci dimenticare la nostra amicizia- aggiunse Chocola.

-Tu non eri cattivo, ma sapevo che lui avrebbe fatto di tutto per nutrirti d'odio e di desiderio di vendetta. Per questo ti restai accanto: per evitare che il tuo vero cuore venisse soffocato dal cristallo nero.

Pierre annuì: quel gatto era stato il suo unico conforto quando tutto incombeva su di lui, quando i doveri parevano stritolarlo nella loro morsa.

-Grazie…di tutto.

-Avrei voluto poter fare di più. Ora vi auguro di essere felici insieme…e non posso nascondervi il desiderio di vedere i nostri popoli riuniti in uno solo.

-Noi faremo il possibile per riuscirci- confermarono entrambi, rimanendo nuovamente soli.

-Extramondo e i Malefici…suona strano non credi?

-Suona strano che sarà governato da due che sono legati ai Malefici- ribatté la rossa.

-Forse è il primo passo per raggiungere la pace. Io penso che un giorno ci arriveremo.

-Noi ne siamo la prova- confermò Chocola, intrecciando la mano nella sua. –I nostri popoli possono vivere in pace e armonia.

-Sarai una gran regina…

-Perché avrò accanto un grande re- replicò, baciandolo.

 

FINE

 

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