L'amore in un istante

di DarkFairy12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Chapter 1

 

 

Di solito odio i lunedì mattina. C'è una strana pesantezza nell'aria e l'idea di avere un'intera settimana davanti piena di impegni e doveri mi fa venire sonnolenza.

Questo lunedì, però, è diverso. Sono seduta in macchina, nel parcheggio del palazzo dove vivrò d'ora in poi. Tanto agoniata indipendenza, finalmente sei arrivata. Ho pianificato il mio trasferimento a San Diego dal primo anno di superiori, quando sognavo di scappare dal paese di provincia in cui sono nata e cresciuta. Non so perchè proprio San Diego: forse perchè è stata la prima città che ho visitato, quando ho avuto la possibilità di uscire da quello sputo di paesino, durante una gita scolastica. Sta di fatto che mi è piaciuta subito. E adesso che ho raccimolato i soldi per trasferirmi, posso finalmente godermi la mia libertà.

Esco dall'abitacolo e entro nel palazzo. Non è male, ma nemmeno un edificio superlusso. Non c'è l'ascensore, quindi mi devo fare sette piani di scale. Non voglio immaginare come hanno fatto quelli che hanno portato tutte le mie cose.

Col fiatone arrivo davanti alla porta e quando entro nel loft, rimango piacevolmente sorpresa. Mi ricorda tanto la casa di Zoey Deschanel in New Girl. Amo quella serie e amo questa casa.

“Casa dolce casa!”esclamo.

Il mio telefono inizia a squillare. Mamma.

“Hey ma'.”

“Sei viva? Stai bene?” La sua voce preoccupata mi fa sorridere. Quella donna è incorreggibile, si preoccupa troppo.

“No. Mi hanno derubata, tagliato le gomme dell'auto e convinta a farmi un tatuaggio grande come tutta la schiena.”

“Hayley Campbell! Non prendere in giro tua madre!”

“Sei tu che pensi sempre al peggio! Sto bene. Sono appena entrata in casa ed è semplicemente fantastica e tra l'altro è in un bel quartiere, quindi rilassati. E poi sono a sole due ore da casa, non sono poi così lontana.” la tranquillizzo, ma il suo respiro è un pochino tremolante. “Ma', non starai piangendo?!”

“No. Non sto piangendo.” mi risponde, con la voce rotta, cercando di darsi un tono.

"Mamma, non preoccuparti per me. Sono adulta e vaccinata. Me la caverò. Adesso devo andare. Salutami papà e Will. Ti voglio bene.” Taglio corto, perchè so che mi sarei messa a piangere se avessi continuato a parlare con mia madre e non volevo farla stare peggio. So quando le manco e quanto le sia pesato che io me ne sia andata, ma sapeva dei miei piani e che sarebbe successo, prima o poi.

“Ti voglio bene anche io. Ciao.”

Chiudo la chiamata e metto il telefono in tasca. Mi guardo intorno: pensavo di avere molte più cose e invece sono state tutte in quattro scatoloni grandi, più tre valigie. È Will quello che ha la camera piena di cianfrusaglie. Will è mio fratello minore. È un piccolo genio, bravo negli sport e con l'amore smisurato per i videogiochi. Una sua passione è Star Wars. Gli ho fatto vedere il primo film quando aveva solo 5 anni e ,dopo dieci anni, ne è ancora follemente ossessionato.

Camera sua è piena di action figures e cimeli che scova su internet a pochi soldi e credo che in quattro scatoloni stiano solo quelle.

Il campanello suona e so già chi mi troverò davanti una volta aperta la porta.

“Ciao, Tara.” riesco a salutare la mia migliore amica, prima di ritrovarmi stritolata in un abbraccio.

“Ley! Finalmente sei qui. Finalmente siamo insieme a San Diego.” dice, entusiasta come non l'avevo mai vista.

“Non respiro.” riesco a dire con un filo di voce.

“Ah scusa. Comunque sono venuta a prenderti. Stasera andiamo ad un barbecue e ho bisogno di fare shopping.” Tara mi prende per mano e mi trascina verso la porta. Non mi abituerò mai alla sua smisurata esuberanza e su come mi avverta sempre all'ultimo su qualsiasi cosa dobbiamo fare. Una volta, al secondo anno di superiori, doveva andare ad un appuntamento al buio e dieci minuti prima dell'ora stabilita mi ha detto che dovevo andarci pure io perchè il ragazzo era insieme ad un amico. Sta di fatto che mi sono presentata senza trucco, con i capelli in disordine e l'appuntamento è andato uno schifo, almeno per me.

“Aspetta! Sono appena arrivata.”

Tara sbuffa. “Stasera ci sarà Kyle e te lo voglio far conoscere. E poi voglio essere al meglio, ergo ho bisogno di nuovi vestiti.”

Alzo gli occhi al cielo. Come dimenticarsi di Kyle, il ragazzo con cui si frequenta. Credo di conoscerlo meglio io di sua madre per quanto me ne ha parlato Tara. “Prendo la borsa e andiamo.” E shopping sia.

 

§§§

 

Quattro ore di shopping sfrenato dopo, sono seduta nell'ennesimo negozio, mentre Tara è davanti allo specchio con indosso un vestito nero, con scollo vertiginoso sulla schiena.

“Non sarà un po' succinto per un barbecue?” dico, ormai esausta.

Le si gira verso di me, scrutandomi con i suoi occhi azzurri. “Ma non è per il barbecue, sciocchina. Mi piaceva e volevo provarlo.”

Sbuffo sonoramente, guardando fuori dalla vetrina, distrattamente. Il mio sguardo è subito attirato da un ragazzo. I capelli corvini tenuti corti, sul naso un paio di occhiali da sole scuri, le braccia coperte da tatuaggi dai colori vivaci. Ma non riesco nemmeno a formulare un pensiero su di lui che se n'è già andato. Forse me lo sono solo immaginato.

“Ley, ci sei?”

Mi volto di colpo e Tara è tornata nei suoi vestiti e mi guarda stranita. Annuisco, ancora distratta. “Sì, abbiamo finito?”

Tara annuisce, con un sorriso felice da post-shopping. “Mi sento proprio appagata.”

Scoppio a ridere. “Beh, mi stupirei del contrario. Hai svaligiato come minimo tre negozi!”

Usciamo e dall'altra parte della strada vedo un negozio di cd. “Adesso si va dove voglio io.”

Attraversiamo e non ascolto nemmeno le lamentele di Tara. Entro nel negozio e un sottofondo di Guns 'n' roses mi accoglie, facendomi sorridere.

Vado direttamente verso lo scaffale di musica rock, trovando cd che mi sarei solo sognata di trovare nella mia città natale. Tara è scomparsa, forse persa nella sezione di musica pop.

Mi sento in paradiso: ho almeno quattro cd diversi in mano e ne sto guardando un quinto.

Alzo lo sguardo e, vicino a me, noto qualcuno, e non una persona qualsiasi. È Mister Tatuaggio. Quindi non me l'ero immaginata. Chissà da quanto tempo è lì.

Mi sta guardando di sottecchi e la cosa mi mette un pochino in fibrillazione. Le braccia sono muscolose e i tatuaggi sono ancora più colorati visti da vicino. Di solito non osservo così gli sconosciuti, ma lui è troppo diverso dai soliti ragazzi a cui sono abituata, che è troppo intrigante. Ragazzi del genere li ho visti solo in foto, mentre il tipo di maschio che c'è dalle mie parti è più lo sportivo che ascolta musica country ed esce con le cheerleader, come Tara. Io ero il topo di biblioteca, la tipa strana che ascolta musica alternativa e che adora i ragazzi tatuati e con piercing.

“Ley, siamo in ritardo. Dobbiamo andare.” Tara appare alle mie spalle, spaventandomi a morte e facendo cadere i cd che avevo in mano.

Mi accovaccio e noto che Mister Tatuaggi mi sta aiutando. Mi porge i cd e mi sorride, mostrando una fila di denti bianchissimi e dritti. Ha un sorriso così abbagliante che arrossisco all'istante.

“Buon gusto.” mi dice.

“Grazie.” riesco solamente a rispondere, quando Tara mi trascina via.

Pago i cd ed usciamo dal negozio, io ancora un po' sorpresa da quel breve scambio di battute.

“Carino il ragazzo tatuato.” dice la mia amica, mentre siamo sedute in macchina.

“Peccato che appena abbiamo iniziato a parlare mi hai trascinata via!” rispondo, scocciata, mentre cambio marcia, scaricando tutto il nervosismo sulla leva del cambio.

“Se è destino, l'ho incontrerai di nuovo. Il mondo è piccolo.”

Sono tentata di mandarla a quel paese. Mi liquida con una frase fatta da quattro soldi, quando un figo da paura ha elogiato i miei gusti musicali e per colpa sua me lo sono lasciata scappare. Spero solo di divertirmi stasera, così almeno non ci penserò.

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Chapter 2

 

“Tara, ogni volta che ho bisogno di te, ovviamente, scappi via. Grazie mille.” inveisco contro la segreteria telefonica. Quella pazza degenere della mia migliore amica mi ha lasciata proprio nel momento clou: LA SCELTA DEI VESTITI.

Non sono mai stata tanto attenta alla moda. Di solito metto quello che mi piace, azzeccando sempre abbinamenti carini e, perchè no, diversi dal solito. Tutto ciò fatto senza una intenzione precisa.

Sono davanti alla valigia aperta, metà vestiti ancora piegati e altri sparsi per il letto, i capelli coperti da un antiestetico asciugamano rosso arrotolato in testa, in abbinato con l'accappatoio. Chiudo la chiamata e butto il telefono vicino alla maglietta dei Nirvana sul letto, facendolo ovviamente rimbalzare e cadere per terra.

Impreco a denti stretti, facendo un respiro profondo.

“Ah, ma chi se ne..” dico, prendendo un paio di jeans chiari strappati, una canottiera nera e una camicia a quadri neri e rossi.

Dopo essermi vestita, mi asciugo i capelli. Non li taglio da almeno due anni buoni e mi sono cresciuti fin sotto al seno. Ho sempre voluto i capelli di quel bellissimo color nero corvino che hanno certe ragazze e, perchè no, un bei paio di occhi color ghiaccio. Invece, nel mondo reale, i miei capelli sono biondo scuro mentre gli occhi sono marroni.

Spegno il phon e mi trucco: fondotinta, eyeliner e mascara. Mentre faccio un'altra passata di mascara sorrido involontariamente, ripensando a come Will mi prendeva in giro ogni volta che mi vedeva alle prese col make up.

Sembri un panda..perchè tieni la bocca aperta mentre passi quella roba sulle ciglia? Voi donne proprio non vi capisco..”

Sento qualcuno suonare alla porta. Probabilmente è Tara, anche se mancano ancora quaranta minuti all'ora in cui dovrebbe passare a prendermi, contando anche i dieci minuti canonici di ritardo della mia amica.

Guardo dallo spioncino e vedo uno sconosciuto.

Titubante apro la porta, guardando il ragazzo che ho di fronte a me pronta a sfoderare le tre ore di karate fatte quando avevo sette anni, costretta da mio padre.

“Ciao.” mi dice, sorridendomi.

“Salve.” rispondo, titubante. “Come posso aiutarti?”

Si gratta la nuca, in imbarazzo. “Mi servirebbe il sale..no, lo zucchero..ehm..” balbetta, come se stesse recitando una battuta.

Alzo un sopracciglio. “Hai battuto la testa o parli sempre così?” chiedo, appoggiandomi allo stipite della porta. “Cosa ti serve realmente?”

Sospira, sorridendomi di nuovo. “Non sono un bravo attore, eh?”

Ridacchio, scuotendo la testa. “No. Decisamente no.” Mi fermo a guardarlo e noto che è proprio carino, il viso simpatico incorniciato da dei capelli castani spettinati, due occhi marroni e la mascella coperta da uno strato leggero di barba.

“Sono un amico di quello stupido che abita al piano di sopra e mi ha sfidato a venire a parlarti e vedere se riuscivo ad avere il tuo numero.” confessa, abbassando lo sguardo. In quel momento noto che sulla rampa di scale che va al piano superiore sono nascosti due ragazzi.

Scoppio a ridere, scuotendo la testa. “Voi uomini...non crescete mai. No, il mio numero non te lo lascio. Quindi hai perso la scommessa con quei bambini che tentano di nascondersi sulle scale. Ci vediamo...”

“Zach.” si affetta a dire.

“Ciao, Zach.” lo saluto, lasciandolo di stucco e chiudo la porta.

Iniziamo bene la serata insomma.

Dopo un po' arriva Tara e non l'ho mai vista così nervosa in dieci anni che la conosco.

“Sei un po' pallida. Stai bene?” le chiedo, mentre entriamo in macchina.

Annuisce, ma appena vede il mio sguardo scettico sputa il rospo. “Ho paura di cosa mi dirai a proposito di Kyle.”

Sgrano gli occhi. “Non ho mai mangiato nessuno.”

“Sì, ma lo sai che tu ci azzecchi sempre su come andranno le mie storie d'amore. Ho paura di sentirmi dire che non è per me.” sento della sincera preoccupazione nella sua voce. Tara è sempre stata molto popolare a scuola e ha sempre avuto file di ragazzi pronti anche a lustrarle le scarpe, se solo lei l'avesse chiesto. Ha avuto parecchi ragazzi, ma io riuscivo sempre ad inquadrarli subito e cercavo di metterla in guardia. Le prime volte non mi ha presa sul serio, ma quando notava di come ci azzeccassi, ha iniziato a darmi retta.

Non volevo che, però, avesse paura di presentarmi i suoi morosi.

“Tesoro, se tu stai bene con lui, io non sono nessuno per dirti che cosa fare. Pensa a goderti la serata.” le appoggio una mano sul braccio e lei mi sorride, meno tesa di prima.

Dieci minuti di macchina e siamo arrivati. È una piccola villetta nella zona residenziale e si sente provenire la musica dal giardino sul retro.

Scendiamo dalla macchina e sento un po' di ansia: non conosco nessuno a parte Tara, che starà tutta la sera insieme al famoso Kyle. Probabilmente mi piazzerò vicino agli alcolici.

Seguo la chioma bionda della mia amica, che suona alla porta.

Mi mangiucchio l'unghia del mignolo, ormai martoriata, quando la porta viene aperta da un ragazzo, che deduco sia Kyle, non appena Tara lo bacia. Spalle larghe, capelli corti e faccia da bravo ragazzo. Proprio il tipo di Tara.

“Tu sei la famosa Hayley. Piacere di conoscerti, io sono Kyle.” mi stringe la mano, abbagliandomi con un sorriso genuino e sincero.

Gli sorrido. “Piacere mio.”

“Forza, entrate. Fate come se foste a casa vostra.” ci invita in casa e noto del movimento in giardino, dove una decina di persone ridono e chiacchierano.

Tara e Kyle mi precedono e appena arrivo all'aperto, sento tutti gli occhi su di me. Ovviamente arrossisco, imbarazzata da tutta quell'attenzione.

“Ragazzi, questa è Hayley, l' amica di Tara.” urla Kyle, per farsi sentire da tutti, cosa che mi fa venire voglia di sotterrarmi ancora di più.

Il gruppetto mi saluta e seduto vicino alla piscina, con una Corona in mano c'è la persona che meno mi sarei aspettata di trovare: Mr Tatuaggio. Il suo sguardo è puntato su di me e mi sorride, salutandomi con la manina.

“Kyle, chi è quel ragazzo?” chiede Tara, mentre io ho solamente abbozzato un sorriso imbarazzato.

“Venite che ve lo presento.” dice Kyle, guardandomi come se già avesse capito il mio interesse.

Ci avviciniamo a lui, che si alza in piedi. “Ragazze, lui è mio cugino Logan. È tornato oggi dall'Australia.”

Logan mi stringe la mano. “Piacere di conoscerti Hayley, che ascolta buona musica.” sorrido, sicura di aver raggiunto una tonalità di rosso acceso, tendente al fucsia.

“Tara, vieni a darmi una mano con la griglia.” dice Kyle, scambiandosi uno sguardo di intesa con la sua ragazza.

“C-cosa? Dove state andando?” chiedo terrorizzata, ma ormai sono spariti.

“Vuoi una?” Logan mi passa una birra e annuisco, sedendomi sulla sedia vicino a lui. “Non ero sicuro se ti avrei più rivista. Oggi la tua amica ti ha praticamente trascinata via.”

“Evidentemente era destino che ci incontrassimo di nuovo. Anche se Tara non avrebbe dovuto portarmi via così. A volte è un po' irruenta.” dico, per poi bere un sorso di birra fresca.

Logan sorride. “Vedo bene insieme lei e Kyle. Lui ha bisogno di essere felice. Ha sofferto troppo per amore.” Mi soffermo ad osservare la coppietta e sono intenti a ridere davanti al barbecue: la loro felicità si nota all'istante.

Sono contenta per lei, ma allo stesso tempo provo un pochino di invidia. Non ho mai trovato il vero amore, ferita troppe volte dai ragazzi sbagliati, che giocavano col mio cuore. Almeno Tara ha trovato Kyle, se lo merita.

“A che pensi?” mi chiede Logan, ridestandomi dalle mie riflessioni.

“Lo voglio anche io un amore così.” dico,senza distogliere lo sguardo da Tara e Kyle.

“L'amore vero arriva per tutti prima o poi. Devi solo aspettare ed essere paziente. Busserà alla tua porta quando meno te lo aspetti.” mi giro a guardarlo e me lo ritrovo troppo vicino. Subito indietreggio, ricomponendomi. Voleva baciarmi?

Il silenzio imbarazzante che è sceso viene interrotto dallo squillare del suo telefono. Logan si alza e mi sorride, come per scusarsi e si allontana per rispondere.

Sbuffo e mi alzo dalla sedia, andando verso Kyle, che sta tirando dell'acqua a Tara.

“Scusa Kyle, mi sapresti dire dov'è il bagno?” chiedo, ricevendo un po' d'acqua addosso. Mi trattengo dal mandarlo a quel paese.

“Al piano di sopra. Seconda porta a destra.”

Entro in casa e lo trovo subito. Mi ci chiudo dentro. In realtà non ho bisogno del bagno, ma necessitavo di un attimo da sola. Incontro un ragazzo carino e subito rovino tutto mostrandomi come una stupida ragazzina alla ricerca dell'amore a tutti i costi.

Tolgo una sbavatura del mascara sotto l'occhio e faccio un respiro profondo.

Sobbalzo quando sento qualcuno bussare insistentemente.

Apro la porta. “Chi ti ha insegnato l'educazione?!” dico, bloccandomi quando vedo chi mi sta davanti. “Ancora tu!”

Davanti a me vedo Zach, che mi sorride divertito. “Forse è destino che tu mi dia il tuo numero.”

Sbuffo, esasperata, lasciando il ragazzo senza una risposta e scendo al piano di sotto. In giardino di Logan non c'è l'ombra, ma noto che si sono aggiunte alcune persone, tra cui quelli della scommessa. Mi siedo di nuovo vicino alla piscina: mi sto già annoiando. Mi incanto a fissare l'acqua, tanto che non noto qualcuno si è seduto accanto a me.

“Terra chiama..non so come ti chiami.” Zach mi fa tornare in me.

“Hayley. Mi chiamo Hayley.” lo correggo.

“Hayley..mi piace. Ti chiami come la cantante dei Paramore.” dice, sorprendendomi.

“Ascolti i Paramore?” gli chiedo, sorridendo divertita.

Lui annuisce. “Grande band e gran bel pezzo di cantante.” il suo commento mi fa scoppiare a ridere.

“Concordo pienamente su entrambe le cose. Mi piacerebbe essere come lei.” ammetto.

“Beh, tu sei molto meglio secondo me.” dice, facendomi l'occhiolino.

Lo guardo scettica e lui scoppia a ridere. “Che cosa ridi?!”

“Hai un'espressione buffa quando cerchi di guardarmi male.” dice, lasciandomi a bocca aperta.

“Mi stai prendendo in giro? Di questo passo, ti ritroverai in piscina nel giro di poco.” lo minaccio, ma poi vengo contagiata dalla sua risata.

Forse questa serata non è poi così male.

 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Chapter 3

 

“Non puoi dirmi che i My Chemical Romance sono una band superata. Vuoi veramente finire in piscina!” esclamo, guardando esterrefatta Zach, che intanto sorseggia la sua birra, annuendo.

“E invece sì. Io ho smesso di ascoltarli parecchi anni fa, quando ho accantonato il mio periodo emo. Non dirmi che sei una di quelle che ancora mette Welcome to the black parade a palla in macchina.” mi fissa, e, notato il mio silenzio, mentre arrossisco imbarazzata, scoppia a ridere.

“Non c'è niente di male! È una bellissima canzone! E anche se ho superato anche io il mio periodo emo, mi piace riascoltarli.” sbuffo, fulminando Zach che mi sorride, divertito. Mastico l'ultimo morso di hamburger, quando la mia attenzione è attirata dai tatuaggi colorati di Logan, che è tornato in giardino. Non mi aspettavo, però, di trovarlo mano nella mano con una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, anche lei coperta con tatuaggi di colori sgargianti, avvolta in un vestito nero striminzito.

Lei gli scocca una bacio sulle labbra e, sinceramente, la cosa mi infastidisce. Che cazzo era allora quel “pensavo che non ti avrei più rivista”?

“Hey Logan!” sento Zach urlare, alzandosi in piedi.

Signore Iddio! Ce l'hai con me stasera?! Non venire qui! Rimani là!

Quando Logan si avvicina, trascinandosi dietro la ragazza, quasi impreco.

“Hey, amico. Come va?” dico Logan, abbracciando Zach, scambiandosi pacche sulle spalle.

Io distolgo lo sguardo, bevendo l'ennesimo sorso della terza birra della serata. Sento la testa un pochino leggera, ma non sono nemmeno brilla.

“Una di queste sere ci beviamo una cosa insieme, okay? Mi devi raccontare le ultime novità.” dice Logan, per poi andarsene, senza nemmeno salutarmi. La sua ragazza gli si avvinghia di nuovo al braccio e li vedo avviarsi verso il piano di sopra. Rabbrividisco a pensiero di quello che stanno per fare e torno a girarmi verso Zach.

Mi sta fissando, serio.

“Che c'è?” chiedo, sospirando.

Lui scuote le spalle. “Niente. Ti sei incupita. Stavi praticamente accoltellando Ginger con lo sguardo.”

“Chi?!” dico, anche se ho capito di chi sta parlando.

“Niente, niente. Meglio se vado. Ciao Hayley.” Zach si alza e si allontana, lasciandomi da sola, confusa come non mai.

Sbuffo, irritata al massimo, con una voglia di insultare qualcuno e mi alzo.

Mi avvicino a Tara, che sta chiacchierando con alcuni amici di Kyle.

“Ley, ti stai divertendo?” mi chiede, abbagliandomi con un sorriso radioso.

Annuisco, per niente convincente. “Ho un leggero mal di testa, però. È meglio se vado a casa. Tu rimani a dormire qui?” le chiedo, inventandomi una scusa.

“Sì, certo. Sicura di stare bene?” Ma sono veramente così trasparente?

Annuisco, lasciando un bacio sulla guancia della mia migliore amica. “Non ti preoccupare. Sto benissimo. Ci sentiamo domani.” la saluto e me ne vado, prima che possa fare altre domande.

Esco di casa e nel vialetto trovo Logan che sta parlando con quella ragazza di nome Ginger. Tiro diritto, senza nemmeno guardarli, ma sento lo sguardo di qualcuno su di me. Quando entro nell'abitacolo mi concedo di guardare verso di loro e i suoi occhi sono puntati su di me. Non faccio nulla. Ingrano la prima e parto, desiderando solo una bagno caldo e il mio letto.

 

§§§

 

Sono sdraiata a letto, sveglia e vigile, ma senza nemmeno un briciolo di voglia di alzarmi. Sono consapevole di dover uscire da quelle coperte, ma il morale non è dei migliori e mi sono svegliata con un tremendo mal di testa. Non dovevo gufare ieri sera inventandomi quella scusa.

Il telefono vibra per l'ennesima volta, ma non ho proprio intenzione di rispondere. So che è Tara che mi vuole chiedere come sto, ma dare spiegazioni è l'ultima cosa che voglio adesso.

Mi rigiro di nuovo, sotterrando la testa fra i cuscini e il mio stomaco brontola. Sbuffo, ricordandomi che non c'è nulla da mangiare in casa: il mio piano di poltrire a letto tutto il giorno sono saltati.

Mi alzo e raccatto una maglietta bianca e un paio di shorts chiari a vita alta e vado in bagno, rendendomi presentabile: nemmeno con l'umore sotto i piedi sarei uscita fuori di casa impresentabile.

Lego i capelli in una coda alta e mi metto le converse bianche ai piedi, mentre il cellulare vibra per l'ennesima volta, il nome di Tara con la sua faccia sorridente sul mio schermo.

Butto il telefono nella borsa ed esco di casa, nascondendo gli occhi stanchi dietro un paio di occhiali scuri. Il mal di testa è ancora lì, che martella le tempie, ma magari riempiendo lo stomaco mi passa.

Non ho voglia di guidare, quindi decido di camminare a caso. Prima o poi troverò un bar o un supermercato.

Il sole è alto e fa caldo e di solito ciò mi mette di buon umore, ma non oggi, non dopo una serata disastrosa come quella di ieri. In lontananza vedo l'insegna di Starbucks: di solito evito posti simili, preferisco i piccoli bar, ma ho troppa fame per fare la schizzinosa.

Entro, togliendo gli occhiali da sole e ordino un caffè nero, come il mio umore, e un muffin.

La mia borsa vibra e la cosa mi fa impazzire, quindi prendo il cellulare e rispondo.

“Tara, se non ti rispondo è perchè non ho voglia di parlare.” dico, scontrosamente, ma rimango sorpresa quando dall'altro capo del telefono sento una voce maschile ridacchiare.

“Sei lì da solo due giorni e già fai casini?” il mio cuore si scalda quando sento quella voce e sorrido automaticamente.

“Non ce la fai a stare senza di me, vero Joe?” dico, mentre porgo i soldi alla cassiera, prendendo la mia ordinazione.

Mi siedo fuori ad uno dei tavolini, mentre sento di nuovo la sua risata contagiosa all'altro capo del telefono. Me lo immaginavo seduto nel suo studio di registrazione, girando sulla sua sedia girevole. Joe... come descrivere Joe. È la mia persona preferita nel mondo, l'unico che non mi credeva strana e che, oltre a Tara, voleva essermi amico. Joe Kim è il mio migliore amico, il mio compagno di avventure. Immaginatevi un ragazzo coreano, alto, aspetto intimidatorio, ma che, in realtà, è la dolcezza fatta a persona. Eravamo inseparabili, un po' una strana coppia: lui, fissato con il suo sogno di diventare un rapper e un produttore di successo, mentre io, una ragazza con la testa fra le nuvole, nelle cuffie sempre qualche gruppo alternativo. Lui il suo sogno l'aveva avverato, mentre io ero ancora alla ricerca del mio.

“Mi hai scoperto, piccola Ley. Com'è San Diego? Meglio di questa bambagia chiamata Los Angeles?” mi chiede.

“Non ho avuto ancora la possibilità di vivere la città, ma ti farò sapere. A proposito, quando hai intenzione di farti vivo? Mi mancano le nostre chiacchierate.” dico, prendendo un sorso di caffè, che forse è troppo forte e amaro: devo smetterla di prendere il cibo in base al mio umore.

“Prima di quanto credi.”

Sento la sua voce raddoppiata, sia al telefono, che dietro di me. Mi volto di scatto, trovando questo ragazzo, vestito alla moda, grandi occhiali scuri a coprirgli il volto, ma il solito sorriso genuino e contagioso che riconoscerei in mezzo ad un milione di persone.

Senza pensarci due volte lo abbraccio, dovendo mettermi sulle punte dei piedi. Le sue braccia mi avvolgono, cullandomi per qualche istante, la sua risata che risuona intorno a noi.

“Hai intenzione di lasciare la presa?” mi chiede, ridendo.

Io scuoto la testa. “Non ti vedo da più di un anno. Devo ancora rendermi conto che sei qui.” rispondo.

Mollo la presa e lo guardo in faccia, togliendogli gli occhiali dalla faccia. I suoi occhi a mandorla sono vispi e luccicanti come me li ricordavo, ma il suo viso è più..maturo in un certo senso. Non è più il ragazzo con cui guardavo il cielo mangiando caramelle gommose sul tetto di casa mia. Davanti a me c'è un giovane uomo di successo.

“Cosa ci fai qui? Pensavo fossi a LA a fare la bella vita.” dico, sedendomi e facendogli cenno di seguirmi.

Si accomoda di fronte a me, prendendo un morso del mio muffin.

“Volevo farti una sorpresa. In verità, volevo venire qui già ieri, ma Tara mi ha detto che voleva averti tutta per sé e sai com'è lei, meglio non contraddirla. Stavo camminando verso il tuo indirizzo quando ti ho vista entrare qui, cosa che mi ha molto sorpreso. Non sei tipo da Starbucks.” mi racconta, mentre io sospiro.

“Se fossi arrivato ieri mi avresti risparmiato una serata disastrosa. Mi avresti salvata.” dico e inizio a spiegare cosa fosse successo al barbecue. Joe mi guarda serio e attento, come fa sempre, assimilando tutto ciò che gli sto dicendo.

“Non mi piace questo Logan...” sentenzia e la cosa mi fa rimanere di sasso: di solito non dava opinioni prima di conoscere la persona interessata. È sempre stato un ragazzo obiettivo e giusto. “Meglio se ha la ragazza. Ti avrebbe fatto soffrire, come tutti i tuoi ex. Puoi avere di meglio, credimi.” continua, abbozzando un sorriso.

Sospiro di nuovo, ma poi sorrido. “Hai ragione. Lo sai, ero triste prima di ricevere la tua chiamata. Grazie di essere apparso.”

Lui ridacchia. “Io mi chiedo come tu abbia fatto a sopravvivere senza di me fino ad ora.”

 

§§§

 

“Sì, scusa se non ti ho risposto. Lo sai che quando ho bisogno di stare sola non ci sono per nessuno.” dico a Tara, che sbuffa dall'altro capo del telefono.

“Sì, lo so. Ero solo preoccupata. Almeno so che sei un buone mani lì. Ci sentiamo domani, okay?” mi risponde.

“Va bene. Salutami Kyle. Ciao.”

Ributto il telefono in borsa e noto che Joe mi stava fissando.

“Ho qualcosa in faccia?” chiedo, toccandomi il viso.

Lui sorride. “No no, niente. Scommetto che non hai fatto la spesa ancora.”

Rido. “Ma come fai a conoscermi così bene, mi chiedo.”

“Andiamo, dai, che se non fosse per me moriresti di fame.” mi prende in giro, scompigliandomi i capelli.

Camminiamo verso il supermercato e prendiamo un carrello.

Inizio a prendere tutto ciò che mi serve, mentre Joe mi racconta della sua vita a Los Angeles, di quanto le sue basi siano richieste e di come fra poco uscirà il suo primo album.

Stiamo spingendo insieme il carrello, spalla contro spalla, e lo vedo appoggiare lo sguardo sulla mia mano.

“Porti ancora l'anello che ti ho regalato.” indica il piccolo anello di metallo attorno all'indice della mano destra.

“Beh sì...” mi blocco quando lui tira fuori da sotto la maglietta la copia esatta del mio anello, agganciata ad una catenina d'argento. “È il simbolo della nostra amicizia.” aggiungo, sentendo il cuore scaldarsi, sapendo che su Joe avrei sempre potuto contare.

Senza accorgerci andiamo a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

“Ma che cazz..” il ragazzo si gira e trattengo il respiro quando lo riconosco. “Ciao Hayley.”

“Ciao...Logan.” saluto e sento Joe irrigidirsi. Lo guardo con la coda dell'occhio e vedo che ha indossato la sua facciata da duro, la sguardo di ghiaccio e la mascella serrata.

“Pensavo non avessi il fidanzato...” dice, lanciando un'occhiataccia a Joe.

“Non deve interessarti.” risponde Joe e lo guardo stranita. Non si era mai comportato così con qualcuno che non conosceva.

“Cosa sei? Il suo portavoce?” dice Logan, un sorrisetto di sfida stampato in volto.

“Joe, andiamo dai.” lo prego, trascinando lui e il carrello via con me, lontano da Logan.

Quando ci allontaniamo abbastanza mi fermo e lo guardo in faccia.

“Cos'era quello?” gli chiedo, confusa.

Lui fa spallucce e poi mi sorride. “È solo che conosco i ragazzi come lui e deve starti lontano.”

“So difendermi da sola. L'ho sempre fatto.” ribatto, pronta ad andarmene senza prendere nulla, irritata da tutta quella situazione.

Lui mi ferma per il braccio e mi tira a se, abbracciandomi da dietro.

“Lo so, dai scusa.” mi dice, facendomi subito accantonare tutto. Lo sa che non resisto ai suoi abbracci.

Sospiro, ridacchiando. “Dai, continuiamo la spesa.”

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