sulle ali del cuore

di hiyoki_chan
(/viewuser.php?uid=704789)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** perchè non scappi? ***



Capitolo 1
*** come tutto ebbe inizio ***


Hikaru è sempre stata una ragazza molto riservata, ma da quel giorno di 12 anni fa si chiuse ulteriormente in se stessa.
Era una giornata soleggiata e l’aria fresca trasportava un dolcissimo odore di lavanda nel parco dell’asilo Yuma.
Allora Hikaru aveva quattro anni e non sapeva ancora di cos’era realmente capace, tutti gli altri non sapevano quanto si sbagliassero a trattarla come una ritardata.
Come spesso capitava,  quella stana bambina con gli occhi viola e i capelli corvini se ne stava all’ombra a leggere un libro di fiabe che le era stato regalato da poco; quando leggeva era l’unico momento in cui si sentiva bene, in cui non si sentiva inferiore a nessuno nonostante la salute cagionevole e la sua pelle che la faceva quasi sembrare un vampiro per quanto fosse chiara.
I bambini la ignoravano e i pochi che la consideravano la prendevano in giro non riuscendo a comunicare in altro modo con lei, come se insultarla fosse l’unico modo per farsi sentire.
Solo una bambina faceva di tutto per entrare nel suo mondo.
Quel 20 maggio era come un qualsiasi altro giorno, o almeno così sembrava.
 
-maestra Mayu! Maestra Mayu!-
La giovane insegnante dai capelli d’oro vide correrle incontro una bambina sorridente con tra le braccia 4 scatole di pastelli e due album da disegno
 
-ciao Makita! Hai bisogno di una mano?-
-non trovo Hi-chan! Oggi voglio provare a disegnare con lei! Ieri sono riuscita a parlarci di nuovo!-
-sei veramente una brava bambina, ti do una mano a portare le cose e ti accompagno da Hi-chan?-
-sì, grazie-
 
La maestra Mayu si preoccupava molto per quella bambina così piccola e minuta come se fosse una sorellina minore; il fatto che molti bambini la evitassero la preoccupava molto, quindi sapere che Makita facesse di tutto per comunicare con Hikaru la sollevava molto.
Raggiunto l’angolo dove la bambina era solita leggere, entrambe rimasero molto sorprese;
infatti, per la prima volta, fu proprio Hikaru a correre felice verso Makita
 
-Makita! Makita! devo farti vedere una cosa!-
 
Non appena le due bambine scomparvero dalla vista delle maestre  Hikaru posò i colori e gli album e
Fece segno a Makita di prestare attenzione.
-guarda, guarda! È da ieri che sono come la principessa del libro!-
Era al settimo cielo
-Hi-chan, cosa intendi? La principessa fata è bionda e con gli occhi verdi, tu hai gli occhi viola!-
-no,no, non è per quello, guarda!- indicando delle foglie cadute.
 
La  bambina non stava più nella pelle, allungò la mano a palmo aperto e un attimo dopo quelle stesse foglie cadute iniziarono a svolazzare per aria formando farfalle, fiori e tutto quello che passava per la mente di Hi-chan.
 
La reazione dell’amica non fù però quella sperata; infatti, invece che gioire, corse in lacrime dalla maestra urlando talmente forte da farsi sentire da tutti i bambini.
Non appena fu raggiunta da Hikaru le urlò a gran voce:
-non avvicinarti mostro! Stammi lontana!-
 
Hi-chan non sapeva cosa fare, quel potere che le sembrava così bello le aveva fatto perdere la sua unica amica, aveva mille pensieri per la testa e senza che se ne rendesse conto intorno a lei avevano iniziato a levitare pietre e fiammelle.
Non appena provò a scappare da quel cerchio spuntoni di roccia le si prarono dinanzi e scese un gelo glaciale che ricoprì l’intera scuola.
 Scoppiò il caos generale, e più lei era spaventata meno riusciva a controllare quello che aveva intorno (che ormai aveva capito essere opera sua);  quel caos degenerò al punto che una minuscola scheggia di roccia colpì Makita ferendola ad un braccio.
 
In quel momento arrivò una bellissima quanto misteriosa donna.
Tutto tacque e si fermò non appena Hi-chan incontrò lo sguardo di Marion.
 -mamma-
-stai tranquilla, va tutto bene, andiamo a casa- dicendo queste parole prese quella minuscola creatura tra le braccia e si incamminò tra gli sguardi di tutti fino alla macchina.

Quella donna aggraziata continuava a ripetere a quell’ esserino piangente che andava tutto bene, che non era colpa sua, che tutto si sarebbe risolto per il meglio…  quanto si sbagliava.

 






Nota dell’autore: Marion è arrivata in quel momento in quanto era il secondo intervallo, quello dopo la nanna prima che arrivino i genitori.

                                        

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** perchè non scappi? ***


Sembrava un altro normale giorno autunnale di scuola al liceo Ayame, dalle finestre si percepiva quel vento leggero che trasportava le foglie ingiallite nel loro viaggio, le divise autunnali lilla coloravano i grigi corridoi della scuola, e Hiakaru era nel suo posto nell’angolo in fondo a sinistra accanto a una sedia vuota, con la testa  fra le nuvole.
Si era fermata spesso a osservare quelle foglie librarsi in aria chiedendosi se sarebbe mai riuscita a scappare verso luoghi inesplorati come loro.
Ma quel giorno era diverso.
 
-ragazzi, da oggi avremo una nuova compagna.
Si è trasferita da poco, quindi siate gentili e disponibili.
Per qualsiasi cosa avrai bisogno puoi rivolgerti anche a me, mi chiamo Misaka e insegno lingue in questa classe-
-molto piacere-disse la sagazza in tono decisamente euforico- mi chiamo Ritsuka Sayaka, piacere di conoscervi!
È la prima volta che devo presentarmi a una classe….. vediamo…. Cosa dovrei dire?!
Ah sì- battendosi un pugno sulla mano-  mi piacciono i dilci, i videogiochi, lo sport e poi…. Vediamo….-
 
-tranquilla Ritsuka-san, penso che basti! Ora siediti pure dove vuoi, come puoi notare ci sono molti posti liberi-
 
La nuova ragazza dai capelli rosso fuoco e gli occhi verdi, si diresse senza pensarci  nel banco vuoto vicino alla solitaria ragazza color latte.
Questo gesto che pensava fosse normale fece scoppiare il caos nella sua nuova classe:
 
-non devi andare lì, quella è una strega! È meglio che non ti avvicini a quel mostro! Vieni qua che c’è un altro posto vuoto…-
 
-Ragazzi! Silenzio! Può sedersi dove vuole!-disse sbattendo ripetutamente il registro sulla cattedra
 
Appena le fu abbastanza vicina da sentire la sua flebile voce, Hi-chan disse:
-stai tranquilla, siediti pure da un'altra parte o inizieranno a parlare male anche di te, intanto ormai ci ho fatto l’abitudine-
 
Hi-chan pensò quasi di aver capito male quando udì la risposta della ragazza:
-chi se ne frega di cosa dicono gli altri, io voglio sedermi qua, se non gli va bene il problema è loro, non mio-
Dopo di che, posando la cartella sul banco, le regalò uno dei sorrisi più grandi e sinceri che aveva.
 
 Era la prima volta da quando aveva conosciuto Makita che qualcuno si interessava a lei in modo gentile.
Il resto della mattinata passò in fretta e arrivò la pausa pranzo.
-ti chiami Shiroshi Hikaru, vero?-
-sì-
-potresti farmi vedere un po’ la scuola? Conosco solo la posizione della segreteria-
-ok-
 
Hikaru si sentiva per qualche strana ragione molto imbarazzata, inoltre Sayaka era molto più estroversa di lei e anche più alta e più… spontanea.
-Grazie mille!-
Nemmeno il tempo di rispondere che le aveva già afferrato un polso per portarla in corridoio.
-dov’è la mensa? E il campo da atletica? E la palestra? E la mensa? Ah no, l’ho già detta… scusa ho ma ho fame… anzi, come si va in cortile? Visto che saremo compagne di banco dovremo conoscerci un po’, vero?-
 
Arrivate in cortile si sentì il forte odore delle foglie bagnate, e la leggera brezza autunnale creava in aria dei turbinii di foglie.
-ok, ti va bene se ci sediamo lì?- disse Sayaka indicando una piccola zona ombrosa e riparata sotto il tronco di un albero.
Hikaru annui, leggermente arrossata dal freddo.
 
-allora… so come ti chiami… ma non cosa ti piace-
-i libri- rispose quasi sussurrando
-non devi vergognarti, ci vedremo tutti  giorni d’ora in poi- disse Sayaka tirandole una pacca sulla spalla
-a proposito… ma hai preparato tu quel bento? Sembra delizioso…-
-ne vuoi un po’?-
-Grazie!
Comunque, mi stavi dicendo che ti piacciono i libri… quindi leggi tanto? E che genere?-
-sì, leggo molto, infatti ho scelto questa scuola per la biblioteca, è molto fornita e-
-allora devo ringraziare la biblioteca!-disse improvvisamente Sayaka sorridendo
-comunque, dicevi-
-e mi piacciono molto i fantasy e i gialli-
-leggi solo libri o anche manga?-
-anche manga…-
-che bello! Un’altra otaku oltre a me, dovremmo-
Ma venne interrotta dalla campanella che spezzo quella conversazione così  strana.
La giornata finì abbastanza in fretta e tra inglese e matematica terminò anche l’ultima ora.
-a domani!-
-a domani Ritsuka-
-Ritsuka? Che è tutta questa formalità?-disse tirandole un’altra pacca sulla spalla- chiamami Sayaka… o Saya-chan… basta che non mi chiami Saya-rin o per cognome-
-va bene… allora a domani Saya-chan-
-a domani… comunque avevo ragione, detto da te sembra un nome tenerissimo-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2843957