Il mantello verde smeraldo

di Ron_Man94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno dei M.A.G.O. ***
Capitolo 2: *** Conversazioni importanti ***
Capitolo 3: *** home sweet home ***
Capitolo 4: *** Il momento di crescere ***



Capitolo 1
*** Il giorno dei M.A.G.O. ***


Questo è il primo capitolo di una fic dedicata a Minerva McGranitt, uno dei miei personaggi preferiti, ed al suo amore per Albus Silente.

I due formano una coppia che mi piace moltissimo.

Commentate e fatemi sapere che ve ne pare!!

 

 

Giugno 1943

 

La ragazza si guardò intorno, sollevata.

 

Era andato bene, lo sapeva.

Il suo M.A.G.O. di trasfigurazione era appena finito, e lei era sicura che avesse avuto un buon esito.

 

Era la materia in cui eccelleva di più, ma era sempre stata tanto dubbiosa, sempre insicura . . .

 

D`altronde come poteva non essere brava, con un professore della portata di Albus Silente?

Il mago più grande del secolo, non aveva nessun dubbio al riguardo.

 

Eppure era così affabile e dolce . . .

 

La ragazza si riscosse da quel sogno ovattato nel quale era caduta.

Si stava innamorando di un suo professore?

 

 Nella mente le balenò il pensiero che dopotutto si trattava di un suo ex professore.

 

Si pentì di quel pensiero: Silente era più grande di lei di oltre quarant`anni!

 

Proprio in quel momento il professore  uscì dall`aula d`esame.

 

Lei lo guardò, intontita dai suoi pensieri, nemmeno si accorse che le stava venendo in contro.

 

“Signorina McGranitt” esordì Silente “Ho corretto il suo esame di Trasfigurazione proprio ora, se permette vorrei parlare con lei degli ottimi risultati che ha ottenuto, le andrebbe di vederci nel mio ufficio fra un`ora?”.

 

“S . . .Sì, certamente. Grazie, professore”.

 

“Non c`è di che” sorrise lui, e se ne andò, sparendo nella moltitudine di studenti”.

 

Minerva era confusa, cosa provava per quell`uomo?

 

Affetto? Dedizione? Ammirazione? O forse . . . forse era amore?

 

Sta di fatto che andò nella sala comune di Grifondoro per prepararsi all`incontro.

 

Quando entrò nella sala tappezzata di rosso ebbe una fitta al cuore.

Quella era la sua casa, non avrebbe mai voluto lasciarla, mai.

Eppure quello era l`ultimo giorno del settimo anno a Hogwarts.

 

Si ripromise che ci sarebbe tornata, un giorno.

Il suo cuore e la sua anima erano indissolubilmente legati alla scuola ed alla casa di Grifondoro.

 

Capì che il mestiere che più voleva fare era insegnare. Insegnare Trasfigurazione, la sua materia preferita. Adorava quella materia a tal punto che stava anche seriamente riflettendo sull`idea di diventare un animagus.

 

Andò nel dormitorio, si posizionò davanti allo specchio e si guardò a fondo.

Come poteva un viso pallido e scarno come il suo piacere ad un uomo come Silente?

 

Raccolse i suoi capelli neri nella solita crocchia.

 

Augusta le passò accanto e la guardò, chiaramente divertita

“Ti prepari per uscire?”chiese, ridacchiando.

 

“No” rispose Minerva, stizzita “Ma ti pare?”.

 

“Sì che mi pare” ribatté “Con chi esci, eh?”.

 

“Insomma BASTA!” la ragazza aveva perso la pazienza “Sono una persona rispettabile, io!”

 

“Come vuoi, come vuoi, tranquilla” disse Augusta, in un sussurro, prima di volatilizzarsi fuori dalla stanza”.

 

Dopo essersi accuratamente preparata, e dopo essersi anche accorta di essere esattamente come al solito, Minerva scese le scale, passò come un razzo per la sala comune ed uscì attraverso il ritratto della signora grassa.

 

Mentre scendeva per le scale, fu assalita di nuovo da un dubbio: come poteva provare un simile amore, per un uomo talmente più maturo di lei? Proprio lei, Minerva McGranitt, la ragazza che tutti deridevano per la sua esagerata serietà e castità.

 

Con il tormento di questi pensieri che le assillava il corpo e l`anima, scese fino ad entrare nel corridoio, e a bussare alla porta del professore di Trasfigurazione.

 

“Avanti Minerva” disse la voce dall`interno.

 

La ragazza si fece coraggio, trasse un gran respiro, ed entrò.

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Capitolo 2
*** Conversazioni importanti ***


La nuova fic continua con il secondo capitolo.

Mi sono accorto che l`anno scolastico in cui è svolto il racconto, il 1942-1943, è quello della prima apertura della camera dei segreti, infatti, ci troviamo cinquant`anni prima della seconda apertura, nell’anno scolastico 1992-1993.

Che fortuna!!

Questo capitolo è quasi tutto dialoghi, purtroppo necessari.

Spero non sia noioso (comunque nei prossimi ci sarà meno chiacchiericcio).

A SakiJune: che bello che ti è piaciuto il primo capitolo! Hai ragione, Minerva sembra proprio Jane Eyre.

Fammi sapere che ne pensi del secondo.

A Lily_Snape: spero che la continuazione ti piaccia, se ti piace Augusta, allora vedrai che sarai accontentata (dulcis in fundo).

A sam carter__: mi fa molto piacere che anche tu ami le ADMM!  Dimmi che ne pensi di questo capitolo, speriamo non sia noioso!

A Potterina1993:I tuoi commenti sono sempre carinissimi!! Grazie mille!

A The Death Poets Society: Non so mai chi è a lasciarmi i commenti. Le pause fanno sempre bene!

 

 

“Buongiorno”disse Minerva, accorgendosi, troppo tardi, della voce roca ed emozionata che le era uscita.

 

“Accomodati pure” rispose Silente, indicandole una comoda sedia di velluto.

 

La studentessa ubbidì.

 

“Minerva” incominciò il professore “Il tuo esame è decisamente il migliore che abbia mai corretto”.

 

Lei arrossì, anche se era abituata a simili complimenti riguardanti la scuola.

 

“Inoltre il tuo comportamento come caposcuola è stato impeccabile” il volto di Silente si rabbuiò “Soprattutto in un anno difficile come questo”.

 

Minerva cadde dalle nuvole.

Quel giorno non aveva ancora pensato alle orribili cose avvenute quell`anno. La Camera Dei Segreti era stata aperta, una ragazza uccisa, e il colpevole apparteneva alla sua stessa casa, lo riteneva anche simpatico, un amico.

 

Un assassino.

 

“Ma io non sono servita a nulla in quella faccenda. Non ho trovato io il colpevole, è stato Riddle a scoprirlo”.

 

“Vedi”rispose, quieto, il professore “È proprio il fatto che tu non abbia considerato Rubeus Hagrid come colpevole, che mi rende fiero di te. E inoltre, credo che io e te siamo gli unici a credere nella sua innocenza”.

 

“Ma le prove contro di lui sono schiaccianti”Minerva era stupita e confusa “Aveva un orribile ragno velenoso come animale da compagnia”.

 

“Non sono state trovate tracce di morsi né di veleno di ragno nel corpo di Mirtilla Malcontenta” ribatté Silente, con tranquillità “Ma al ministero hanno preferito archiviare il caso, per non avere problemi ingenti, e per non perdere credibilità e potere”.

 

“Ma lei non ha fatto niente per evitare che Hagrid venisse incolpato”. La ragazza proprio non capiva, era confusa più che mai.

 

“Al contrario, Minerva, io ho fatto il possibile per lui. Purtroppo non avevo prove a sufficienza, ma ho deciso di tenere Rubeus qui, come valido aiutante per il custode, perché voglio tenerlo accanto a me, in quanto sono sicuro della sua piena estraneità ai fatti”.

 

 “Lei ha idea di chi possa essere il colpevole?” Chiese Minerva, curiosa di sapere cosa pensasse quel genio, quella mente illuminata che vedeva sempre le cose nel modo giusto, e che tanto la incantava.

 

“Ho un`ipotesi, ma non è questo il motivo per cui ti ho fatta venire qua.” La ragazza capì che lui non voleva parlare dell`argomento.

“Dobbiamo parlare della tua carriera. Che strada avresti intenzione di prendere, l`anno venturo?”.

 

“Ecco” rispose la studentessa, leggermente imbarazzata “A me piacerebbe insegnare Trasfigurazione, ma . . .”

 

“Ma per ora il posto è occupato” finì per lei Silente.

 

Minerva divenne più rossa che mai.

 

“Era proprio il mestiere che ritenevo più adatto a te!” Esclamò il professore.“Ti consiglio di andare a frequentare dei corsi al Ministero, ma non per il momento. . .”.

 

La guardò intensamente da sopra gli occhiali a mezzaluna “Per il momento, le vorrei chiedere di svolgere una missione alquanto ardua”.

 

“Mi dica”chiese lei, preoccupatissima ma eccitata e lusingata.

 

“Tu sei una strega dalle grandi capacità, e in un momento di guerra come questo avremmo bisogno di una persona come te”.

 

La ragazza capì al volo “Vuole che combatta nella guerra contro Grindelwald?”.

 

 “Sarebbe di grande aiuto” rispose il professor Silente.

 

“Accidenti . . . è, è rischioso, ma . . . sì, accetto” Minerva capì che quello era ciò che voleva fare, combattere per salvare il mondo da un mostro come Gellert Grindelwald.

 

“Bene” il professore sorrise “Chiaramente, ti daremo un periodo di vacanza, prima di chiamarti. Mi farò vivo io”.

 

“Va bene” rispose la studentessa, leggermente spaventata.

 

“Ora ti puoi godere il tuo ultimo giorno di scuola” la congedò Silente.

 

Quella conversazione l`aveva scossa.

 

In appena dieci minuti il professore le aveva svelato cose importanti sulla Camera dei Segreti, e le aveva chiesto di rischiare la propria vita.

 

Rimase con questi pensieri fino al giorno successivo, quando salì sul vagone dei prefetti dell`Espresso per Hogwarts.

 

Quando salì, la prima persona che vide fu un Serpeverde del quinto anno, che la guardò con odio.

 

“Salve, Riddle” gli disse, senza ricevere risposta.

 

“Riddle, io sono caposcuola, ma anche se non lo fossi, mi devi salutare quando ti saluto io, va bene?”.

 

“Io non prendo ordini da te” sibilò lui in risposta.

 

“Qui subentra il fatto che sono caposcuola” Minerva non abusava mai del suo potere, ma quel ragazzo ne aveva bisogno “Tu sei un prefetto, ed io sono i tuo capo, quindi evi obbedirmi, capito?”.

 

 

 “Sì, come no” biascicò quel mezzo serpente.

La rabbia nei confronti di Tom Riddle la distrasse dall`inquietudine per il discorso con Silente, e riuscì a restare tranquilla fino a quando non arrivarono a King`s Cross.

 

Quando ebbe ritirato il suo bagaglio, andò a salutare Augusta.

 

“A presto” le disse, commossa per aver chiuso un capitolo così lungo e bello della sua vita.

 

“A prestissimo” le rispose l`amica, anche lei con i lacrimoni agli occhi “E scusami per essere stata sempre così fastidiosa!”.

 

Minerva sorrise e guardò la sua unica amica sparire oltre la parete.

 

Come ebbe trovato un po`di forza, tirò su la valigia, fece un giro su se stessa e si smaterializzò, diretta a casa. 

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Capitolo 3
*** home sweet home ***


Dopo parecchio tempo posto il terzo capitolo!

Se vi piace la bellezza del ritornare a casa, godersi la propria famiglia e il panorama in cui si è nati, allora siete i lettori ideali!

Vi dico già che per i nomi della famiglia di Minerva ho scelto quelli degli dei Latini, secondo l`albero genealogico.

Chiedo scusa per lo stupido errore su Mirtilla Malcontenta, il fatto è che mi ero talmente abituato a chiamarla così, che mi sono scordato che la povera ragazza avesse un altro cognome.

 Mi raccomando, fatemi sapere le vostre opinioni.

A Lily_Snape: Grazie per la tua bellissima recensione delirante. Se ho capito qual` è la tua richiesta, forse la metterò, si vedrà quando sarò a quel punto.

A SakiJune: Tom non solo è invidioso, ma è anche la persona che tutti conosciamo così bene! Sono contento che tu pensi che Silente sia verosimile a quello dei libri!! Scusa per l`errore di Myrtle.

A Potterina1993: Riddle è arrabbiato con Minerva perché sa che lei lo sospetta di essere l`erede di Serpeverde.

Minerva se la caverà, ma di sicuro avrà molte peripezie . . .   

 

Si ritrovò avvolta in un mare di nebbia.

 

Era normale, dalle sue parti. Seppure fosse terribilmente fastidioso.

 

Estrasse la bacchetta e, con un brillante incantesimo non verbale, la densa foschia si dissolse.

 

Il panorama si mostrò davanti ai suoi occhi:

La città di Inverness, arroccata su una montagna in lontananza, segnava il termine del lago di Loch Ness, Che si estendeva come un`enorme presenza sotto un burrone a pochi metri da lì.

 

E a pochi passi dall`orrido c`era la sua casetta in stile vittoriano.

 

La porta si aprì e ne uscì, raggiante, sua madre, Iuno McGranitt.

 

Le somigliava molto, era magra e leggermente scarna, con i capelli ormai grigiastri racchiusi in una retina.

 

“Minerva!” urlò, andando di corsa ad abbracciare la figlia.

 

“Mamma!”le sussurrò lei all`orecchio.

 

“Oh amore, quanto mi sei mancata. Iuppiter!!” La signora stava chiamando il padre, che come al solito arrivava tardi ai momenti importanti come questo.

 

Finalmente si fece vedere. Era un uomo non molto alto e piuttosto tarchiato, ma dal viso buono, messo in risalto dagli occhi verde intenso.

 

Dopo gli abbracci consoni a chi non si vede da mesi, i tre entrarono nella casa.

 

Aveva un ambiente particolarmente familiare, il mobilio molto antico, e la finestra del salotto dava sul lago.

 

“Non sapete quanto avessi voglia di tornare qui!”Disse Minerva, commossa.

 

Si rese conto che il suo fratellino mancava all`appello “Dov`è Mercurius?”chiese.

 

“È andato con il nonno giù al lago, a trovare Oceania” rispose Iuno.

 

Il signor McGranitt assunse un`aria imbronciata “Dovrebbero fare più attenzione con quell`animale. Alcuni babbani l`hanno vista”.

 

 “E le hanno anche dato un nome, Nessie” aggiunse la signora, basita.

 

“O che nome orribile” commentò Minerva “Povera Oceania”.

 

Oceania era l`animale domestico di suo nonno da più di sessant`anni.

 

Infatti, quando l`ormai vecchio Saturnus McGranitt era ragazzo, passava le sue vacanze in Irlanda, la nazione in cui era nato.

 

Una volta aveva deciso di fare un`escursione al largo della costa occidentale, per provare il suo nuovo manico di scopa.

 

Si era spinto molto lontano dalla terra, e , noncurante del fatto che le nuvole stessero diventando sempre più scure, non rientrò.

 

Quando si accorse della gravità della situazione era troppo tardi, il vento lo disarcionò e la bacchetta gli cadde dal taschino mentre lui stesso precipitava verso l`oceano.

 

   

Sarebbe morto nello schianto, se un giovane esemplare femmina di drago marino non l`avesse afferrato con la coda.

 

L`animale lo condusse alla costa, e rimase a vegliarlo.

 

Nei giorni che seguirono, Saturnus e il drago instaurarono un ottimo rapporto, e lui le diede il nome Oceania.

Quando giunse il momento di tornare a casa sua,in Scozia, il futuro nonno McGranitt non voleva lasciare la sua nuova amica, così la portò con sé e le diede come residenza il lago di Loch Ness.

 

 Da Sessant`anni e passa  l`andava a trovare ogni giorno.

 

Verso il tramonto, quando ormai Iuppiter e Iuno stavano morendo dall`ansia, il vecchio ed il bambino rientrarono a casa.

 

Mercurius era la copia magra e decenne del padre, e Saturnus era la versione anziana.

 

Furono tutti entusiasti di rivedere Minerva e fecero una cena allegra e festante.

 

Quando fu il momento di andare a dormire, Minerva si congedò da tutti con un bacio, e, andando a chiudere le tende di camera sua si fermò a contemplare il lago coperto di nebbia, le montagne verdi che vi degradavano e il castello diroccato sull`altra sponda, e disse a sé stessa che apparteneva anche a quel luogo, la sua terra, la sua casa.

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Capitolo 4
*** Il momento di crescere ***


Scusate se ci ho messo moltissimo tempo, ma finalmente arriva il quarto capitolo di questa ADMM.

È piuttosto denso, spero che vi piaccia.

A HarryEly: Grazie mille! Spero davvero che questa ff ti soddisfi. Cercherò di prestare ascolto ai tuoi consigli, anche se questo capitolo incorpora più di un avvenimento. Comunque il prossimo sarà diverso . . .

A SakiJune: Che lusinghe! Grazie! Effettivamente Iuppiter è un personaggio interessante. Vediamo che mi dici di lui dopo aver letto questo!

A Lily_Snape: Lasciamo perdere la faccenda dei nomi, dato che ne abbiamo già discusso in privato tempo fa. Se attendevi il ritorno di Albus, eccoti servita!

A Potterina1993: Sì, la nebbia non è proprio la componente migliore di un luogo dove abitare! Grazie, goditi il capitolo.

 

 

“MERCURIUS BASTA!!!”.

 

Il bambino chiuse immediatamente la bocca, e guardò la sorella con gli occhi pieni di lacrime.

 

“Non avrei dovuto urlarti così, mi dispiace” disse Minerva “Ma proprio non ce la faccio più, sto cercando di studiare”.

Si rimise china sui libri, e non si accorse nemmeno del fratello che se ne andava silenzioso in camera sua.

 

Il libro di trasfigurazione era aperto alla pagina “Animagus”.

 

La porta del verone si aprì, e ne uscì il nonno, con la solita aria beata.

 

“Minerva” disse “Perché non ti prendi una pausa e non vieni con me da Oceania, è dalla settimana scorsa che non le fai visita”.

 

La ragazza sorrise divertita. In un mese che era lì, quella era sì e no la seconda volta che riusciva a mettersi a studiare, e ogni membro della sua chiassosa ma dolce famiglia cercava di distrarla.

 

Saturnus aveva colto nel segno.

La sua nipotina aveva una gran voglia di andare da Oceania.

Lo studio l`avrebbe rimandato a quando sarebbe stata lontana dai suoi cari.

 

Appena usciti dalla casa, i due si presero per mano, e in un secondo si ritrovarono nel buio della smaterializzazione, legati l`uno all`altra da quell’indissolubile stretta.

 

Si ritrovarono in riva al lago, come sempre nascosto da un velo di nebbia.

 

 

Saturnus estrasse la bacchetta, e pronunciò gli incantesimi di protezione.

Poi emise un lungo fischio prolungato, al quale seguì immediatamente un brusco movimento dell`acqua.

 

Con uno schizzo di diversi metri, una testa scura emerse dalle onde.

Il corpo di Oceania sembrava quello di un gigantesco serpente marino.

Protese la testa, incredibilmente munita di dolcissimi occhi azzurri, verso Saturnus, che la accarezzò con affetto.

 

Minerva fece lo stesso, adorava quella dragonessa, come tutti nella famiglia.

 

Sopra di loro volava, insieme ad uno dei cosiddetti “aerei”, che i Babbani utilizzavano in quegli ultimi anni per combattere la loro guerra, un gufo.

La ragazza si accorse che era uno della scuola.

Fu assalita da una fitta allo stomaco.

Era forse arrivato il momento di lasciare la sua famiglia?

 

Il volatile le consegnò una lettera che recava il timbro di Hogwarts.

 

L`aprì. La scrittura era quella sottile e sghemba che già conosceva.

Trasse un respiro profondo e lesse.

 

Minerva,

Credo che, purtroppo, sia arrivato il momento di interrompere le tue vacanze estive.

Ieri l`esercito di Gellert Grindelwald ha sbaragliato le nostre forze, uccidendo una decina di noi e catturandone altrettanti.

Mi duole chiederti di recarti entro stasera all`Ufficio Misteri, dove il Wizengamot terrà insieme alla resistenza una riunione sul da farsi.

Porta i bagagli.

Mi auguro che tu stia bene e che continui a esserlo, dopo questa triste guerra.

Con affetto,

Albus Silente.

 

“Devo andare” disse, la voce gelida e apatica dall`ansia.

 

Oceania la guardò con una comprensione più che umana.

 

Il nonno invece era piuttosto curioso “Stai male?” le chiese.

 

“No, devo partire. Gli uomini di Grindelwald hanno fatto strage dei nostri, e servono rinforzi”.

 

Minerva era terrorizzata. Come aveva potuto accettare di andare a combattere? Sentiva lo stomaco contrarsi in nodi dolorosissimi.

 

Di certo non si sarebbe tirata indietro. La scelta di andare a combattere era giusta, ed era quello che lei desiderava. Ma non avrebbe mai immaginato che le sarebbe venuta un`angoscia così terrificante.

 

Tornata a casa, le bastò dire “Bagalius”, e la sua valigia fu subito pronta.

 

Scese le scale, e stava quasi per andarsene, quando si accorse che non sarebbe riuscita a fare un altro passo senza salutare ed abbracciare la madre, il padre e Mercurius, i quali erano tutti e tre fuori.

 

Non le restò che sedersi sul divano, abbracciata al nonno, cercando di trovare un po` di conforto.

 

Dopo venti minuti che parvero interminabili, la porta di legno massiccio si aprì ed entrò il resto della famiglia McGranitt.

 

Minerva li abbracciò con tanta foga, che Iuno chiese “Ma che diamine succede?”.

 

“Devo partire, mamma. Vado a combattere Grindelwald”.

 

Gli occhi di Iuppiter si infiammarono “Vai DOVE? Non credo proprio, signorina”.

 

La ragazza sbuffò, aveva già tanti dubbi di suo, ci mancava anche il padre apprensivo “Devo andare, papà. Serve il mio aiuto”.

 

“È quello che davvero vuoi?” chiese lui, con una voce divenuta improvvisamente morbida e dolce, e che fu come una lama nel cuore gonfio di Minerva.

 

“Sì”.

 

“Allora vengo anche io”.

 

“COSA?” urlò Iuno “Tu non vai da nessuna parte!”.

 

“Non posso mica lasciarla da sola!” ribatté Iuppiter.

 

Minerva si intromise “Sono maggiorenne, papà, me la caverò”.

 

“Pensi che a Grindelwald gliene importi una cornamusa bucata del fatto che tu sia maggiorenne?” Esclamò il padre, che stava assumendo un colore più rosso dei calzettoni scozzesi che indossava.

 

“Per favore, fidati di me, solo una volta”.

 

Iuppiter emise un respiro profondo e affannato dal dolore “Va bene”, disse “Ma scrivici, chiaro?”.

 

“Senz`altro”, rispose la figlia, con gli occhi carichi di lacrime.

 

Diede dei baci umidi ad ognuno di loro, poi entrò nel camino, prese una manciata di metropolvere e, gettandola, scandì “Ministero della magia”.

 

Venne circondata da un`accesa fiamma verde, e subito si ritrovò nel camino di un corridoio, nel quale affluiva un sacco di gente.

 

Per la prima volta nella sua vita entrava nel ministero.

 

Prese l`ascensore e, quando arrivò nel cupo corridoio dell`Ufficio Misteri, si trovò di fronte ad una gran ressa.

 

Il professor Silente le venne subito incontro “Minerva” disse, con una voce insolitamente preoccupata “Stavo per venire a prenderti a casa”.

 

“Ma che cosa è successo?” chiese lei, terrorizzata”.

 

“Gellert sta attaccando il nostro quartier generale in Germania” rispose, angosciato, il professore.

 

“E dov`è, precisamente?”.

 

“A Colonia. Ci sono solamente venti dei nostri contro duecento dei loro. Con quelli presenti in questa stanza, arriveremo a malapena a cento. Ti senti pronta?”

 

Minerva annuì, poco convinta.

 

“Bene” disse Silente “Allora lascia pure qui la valigia, torneremo dopo, e seguimi”.

 

La condusse a una grande tavola, sulla quale erano appoggiate dieci pentole di rame.

 

Un viso familiare le corse incontro, abbracciandola gridando“MINERVA!!!”.

 

“Augusta!” rispose lei, abbracciandola con la poca forza che aveva.

 

“Minerva non posso credere che ci sia anche tu. Morivo dalla paura, ma se sei con me allora sto tranquilla!”.

 

“Chi ti ha informata dell`appuntamento” chiese la ragazza.

 

“Silente. Sa che amo duellare e che studierò per diventare Auror, così mi ha mandato un gufo questa mattina”, rispose Augusta, contenta di trovare la sua migliore amica in un momento così duro.

 

A interrompere la gioia delle due adolescenti fu proprio il professore di trasfigurazione.

“Signori” disse, facendo calare il silenzio “Al mio tre, afferrate le passaporte. Uno, due, tre”.

 

Minerva, Silente, Augusta e altri due uomini condivisero la stessa pentola, si sentirono sballottati ai quattro venti per una manciata di secondi, poi si ritrovarono in un vasto prato, coperto di uomini, la maggior parte dei quali avevano la casacca nera e lanciavano maledizioni.

 

Minerva si sentì ancora più terrorizzata di prima.

 

“Non ti preoccupare” disse Silente, comprensivo come al solito “Ti sorveglio io”. Detto questo si lanciò nella mischia.

 

La ragazza rimase impietrita per qualche istante, poi si accorse che uno dei loro era stato disarmato da un nemico, che si apprestava ad ucciderlo.

 

Minerva sollevò la bacchetta e gridò “STUPEFICIUM!”.

Un lampo rosso scaturì dalla bacchetta e colpì in pieno il seguace di Grindelwald.

 

Incredibile, aveva salvato una vita umana!

 

Questo le dava un gran coraggio.

 

Trasse un respiro profondo. Ora cominciava la battaglia.

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