Valar morghulis

di Arya Rossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~PROLOGO
Stava correndo, correva a perdifiato all’interno di una foresta in piena notte, circondata solamente da alberi di ogni genere. Non ricordava come si fosse ritrovata li, sapeva solamente che non era da sola. Un intero branco di lupi la inseguiva, ma Arya non si sentiva spaventata, come se quei lupi fossero insieme a lei, il suo branco, e non la stessero inseguendo per farle del male. Correndo arrivarono vicino ad un fiume e lei, insieme al branco, dopo essersi assicurati che non ci fossero pericoli nei dintorni, si avvicinarono per abbeverarsi, ma quando si sporse e guardò il suo riflesso nell’acqua non vide il suo volto. Ma quello di un lupo, un lupo grigio con occhi dorati…
Aprì gli occhi di soprassalto.
Non era la prima volta che le succedeva, anzi, ultimamente ogni volta che Arya si addormentava sognava  quella lupa, no, in realtà sognava di essere quella lupa. Le sembrava che lei fosse reale e non solo un sogno, sentiva quello che sentiva lei, fiutava quello che fiutava lei e vedeva tutto ciò che vedeva lei. Sognava di essere lei.
Dopo una decina di minuti passati a pensare per l’ennesima volta al significato di quel sogno si alzò dal suo scomodo letto nella sua stanza della Casa del Bianco e del Nero. Una stanza piccola, con solamente un letto, una finestra, una sedia ed una sottospecie di tavolo che sarebbe dovuto essere una scrivania o qualcosa del genere, si preparò velocemente prendendo le prime cose che le capitavano tra le mani: una maglia ed un pantalone, entrambi malandati a causa di tutto ciò che combinava durante il giorno e gli stivali luridi.
Poi prese un coltellino di ferro che teneva sotto il cuscino e fissò il suo riflesso, anche se era difficile vederlo era una cosa che doveva fare e che le veniva naturale dopo aver sognato di essere… qualcos’altro, ma alla fine il suo riflesso era sempre lo stesso e lei non sapeva mai se esserne felice o delusa, vedeva una ragazza con gli occhi grigi, senza espressione, ed i capelli marroni corti, tagliati in malo modo stesso da lei, che la facevano sembrare un ragazzo. A dire il vero questo dettaglio non le era mai dispiaciuto, in fondo non era mai stata una ragazza normale. Odiava ricamare, suonare, cantare e cavalcare in quello strano modo, all’amazzone e le piacevano i lividi che si procurava allenandosi con la spada, le corse vere sul cavallo, l’essere ricoperta di fango e la possibilità di indossare pantaloni invece di quelle ridicole e gigantesche gonne che oltre ad essere brutte erano anche scomodissime ed  infinitamente pesanti.
Si riprese dai suoi pensieri, posò il coltello sotto il cuscino ed uscì dalla sua stanza avviandosi verso l’uscita della casa per andare a cercare qualcosa da mangiare, considerando la fame che aveva doveva essere tardi ma ormai aveva molta più libertà da quando era arrivata, i primi giorni erano stati terribili, non solo per gli allenamenti ma anche perché non conosceva quella città o semplicemente quella casa, si perdeva continuamente lì dentro ma adesso conosceva quel posto e l’intera città libera di Braavos come le sue tasche. Cosa normale considerando che ormai aveva diciassette anni ed aveva passato li una buona parte di essi. Il suo primo anno lo aveva dedicato all’addestramento, aveva imparato a mentire, a riconoscere le menzogne altrui, a cambiare volto, ad usare tutti i suoi sensi e, cosa più importante, aveva imparato ad uccidere.
Concluso il suo addestramento era diventata un’assassina senza volto, era definitivamente stata accettata ed aveva deciso di restare in quella città. L’Uomo Gentile le aveva detto che se voleva poteva andarsene e servire il Dio dai mille volti in un altro luogo ma lei aveva deciso di rimanere con lui e continuare a seguire i suoi comandi. Da circa tre anni utilizzava il nome ‘Sansa’. Ad essere sinceri non ricordava più il motivo di quella scelta e, da qualche parte dentro di se, sapeva che quel nome non era adatto a lei ma continuava ad utilizzarlo.
Tornò in quella casa più o meno a mezzogiorno ed appena entrò uno degli uomini senza volto le disse che l’Uomo Gentile la voleva vedere. Lei si avviò nella stanza dove lui passava la metà delle sue giornate e quando entrò, silenziosa come un ombra, lui era girato di spalle, ma come sempre la sentì.
“Oggi il Dio dai Mille Volti è venuto da me ed ha chiesto i nostri servizi, Sansa” da quando era riuscita ad entrare negli assassini senza volto anche lui aveva iniziato a chiamarla così, lei sapeva che non era il suo vero nome ma non aveva importanza ormai. “La vita che lui vuole si trova molto lontano da qui ed io sono convinto che tu sia in grado di esaudire i suoi desideri”
“Farò quello che lui comanda. Qual è la vita che ha richiesto?”
“Lui è un uomo che ha preso il nero, si trova sulla barriera ed è diventato il primo Lord Comandante dei guardiani della notte. Il suo nome è Jon Snow”
Arya rimase in silenzio per qualche secondo, Jon Snow. Lei conosceva quel nome, ma non riusciva a ricordare come... “Partirò con la prima nave che salperà domani, raggiungerò la barriera il prima possibile e lo ucciderò”

 

*Angolo me*
Hei, parlo con te che sei arrivato fino a qui.
Grazie mille solo per aver letto la mia storia, questo era solamente il prologo ed ho voluto un po’ far capire come ha passato Arya gli ultimi anni a Braavos, nel prossimo capitolo mi piacerebbe introdurre Nymeria o Gendry, o anche tutti e due ma non voglio fare tutto quanto troppo velocemente quindi poi vedrò.
Un’altra cosa che mi piacerebbe da impazzire sarebbe ricevere un tuo commento, positivo o negativo è irrilevante. Comunque se ti è piaciuta la storia e continuerai a seguirla, ci vediamo al prossimo capitolo ;)
Bye bye, CasaStark

p.s. il titolo è provvisorio

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Arya era seduta al molo, accanto all’acqua e stava riflettendo. Era tardi ormai ma c’erano ancora moltissime persone intorno a lei, a concludere gli ultimi affari della giornata probabilmente, soprattutto riguardanti il pesce, ma la sua mente non badava a quelle persone, fissava l’acqua agitata che aveva davanti a se ed iniziò a buttarci dei sassi.
Molto tempo prima in quello stesso posto aveva buttato tutte le sue cose: un pugnale, dei guanti senza dita, una forchetta d’argento, un cappello floscio, il suo denaro e perfino i vestiti che stava indossando. Ricordava di averlo dovuto fare per entrare nella Casa del Bianco e del Nero, l’Uomo Gentile le aveva detto che doveva lasciarsi alle spalle tutto il suo passato ed Arya non si rendeva neppure conto di come avesse esaudito bene quella richiesta.
Stava continuando a pensare a Jon Snow, sapeva di conoscere quel nome, ne era certa, ma non riusciva a ricordarne il motivo.
La prima nave sarebbe partita presto, a minuti probabilmente, e l’avrebbe condotta fino a Maidenpool e poi… chi lo sa. Se la sarebbe dovuta cavare da sola. Lei non se ne rendeva conto ma la verità era che c’era sempre stato qualcuno ad aiutarla, e da sola sicuramente ci avrebbe messo una vita ad andare e tornare dalla barriera ma non aveva molta scelta.
Non aveva niente da fare prima della partenza e di sicuro non aveva niente da portare in quel viaggio se non il coltello che aveva sotto il cuscino quindi non doveva neppure fare i bagagli, ma comunque voleva cambiarsi quindi si alzò e si incamminò.
Stava salendo gli scalini per rientrare in quel Tempio ma a metà scala inciampò. Mise prontamente le mani davanti a se per attutire la caduta e così non si fece male, ma comunque c’era qualcosa che non andava, lei non era mai inciampata in quelle scale. Si rialzò in piedi e si girò capendo: il lato destro di una delle pietre era leggermente spostato verso l’esterno, scese e si inginocchiò per sistemarla ma il lato opposto era bloccato. Per risolvere quel problema decise di togliere totalmente quella pietra e risistemarla dopo ma nel momento in cui la sollevò vide qualcosa d’argento che usciva da sottoterra, no, era ferro.
Appoggiò quel coso pesantissimo che aveva in mano accanto a se ed una volta assicuratasi che nessuno la stesse guardando iniziò a scavare. Trovò una spada seppellita li sotto, anzi, non era una spada. Era troppo sottile per essere una spada, ma era anche troppo grande per essere un pugnale, sulla lama c’era un marchio, che lei conosceva bene. Era quello di Mikken.
“Per i sette Dei, questa era mia. Ago”
Posò la pietra al suo posto ed iniziò a correre verso la sua stanza, arrivata li si sedette sul letto ed iniziò a fissare ago. Poi i ricordi cominciarono ad assalirla.
Jon Snow, c’era un motivo se ricordava quel nome, era quello della persona che gli aveva regalato la spada. Il nome di suo fratello.
Il fratello con i suoi stessi occhi grigi ed i capelli neri, quello che le arruffava sempre i capelli e la chiamava sorellina, quello che tanti anni prima tornando a casa le aveva portato un cucciolo di meta-lupo chiamato Nymeria.
Arya cominciò a pensare anche a lei, al suo animale, poi alla septa che le urlava contro perché non sapeva ricamare, a tutte le volte che le guardie l’avevano scambiata per un ragazzo impedendole di entrare a casa sua, a tutti gli amici che aveva a Grande Inverno, alle cavalcate per scappare dai suoi doveri da Lady e, soprattutto, alla sua famiglia.
Aveva visto suo padre morire, era a pochi passi da sua madre e suo fratello Robb quando subirono la stessa sorte, non aveva più incontrato sua sorella Sansa, o i suoi fratelli Brann e Rickon. Era scappata da Approdo del Re sacrificando il suo istruttore di danza, sarebbe dovuta tornare a Grande Inverno ma non c’era riuscita.
Poi si era formata un nuovo branco, con i suoi amici Frittella e Gendry ma il primo l’aveva abbandonata e dopo un po’ anche il secondo aveva fatto lo stesso. Era arrivata a Braavos lasciando il Mastino a morire tempo dopo  e poi… non era più riuscita a tornare a casa.
“Come ho potuto dimenticare tutto questo?” La sua voce era un sussurro in quella stanza. Aveva provato tanto ad andare alla barriera ed ora aveva l’occasione di andarci.
Per uccidere suo fratello.
Arya sentì il rumore di passi vicini la sua porta e gettò velocemente Ago sotto il letto. L’Uomo Gentile entro, come sempre con il volto coperto.
“Sansa, devi andare”
‘Il mio vero nome è Arya’ avrebbe voluto urlare. Ma si limitò ad annuire. “Vado subito”
Lui si girò per uscire ma lei lo bloccò.
“Tempo fa tu mi dicesti che, se volevo, potevo andarmene”
“Si, l’ho detto”
“Voglio accettare adesso. Sono pronta a servire il Dio dai Mille Volti, ma non a Braavos”
Lui si girò. “E perché hai cambiato idea?”
Non rispose.
“Bene, Sansa. Sarai libera di andare, non appena avrai portato il Dono a Jon Snow”
Arya odiava quando lui parlava della morte in quel modo, ma annuì. “Valar morghulis”
“Valar dohaeris”
L’Uomo gentile se ne andò, Arya non si cambiò ma prese un mantello per ripararsi e, naturalmente, Ago. Dopodiché uscì e salì sulla nave che l’avrebbe portata via. Non cambiò volto quella volta, era stanca di nascondersi.
‘Non è troppo tardi, posso ancora vendicare tutti’ pensò.
Quella notte, passò gran parte del suo tempo ad affilare Ago e, prima di dormire fece ciò che non faceva da troppo tempo:
“Ser Gregor, Dunsen, Raff Dolcecuore, ser Ilyn, ser Meryn, regina Cersei. Valar morghulis”
Arya si addormentò con i nomi della lista dell’odio sulle labbra, quelli non li avrebbe mai dimenticati.
In totale passò due giorni su quella nave prima di arrivare a destinazione e passò la maggior parte di quel tempo a pensare alla sua famiglia. Lì sopra i vari viaggiatori le avevano detto tante cose sui luoghi e sulle persone che non vedeva da troppo tempo: i suoi fratelli Brann e Rickon non erano morti per davvero, anche se questo lei già lo sapeva. Si trovavano a Grande Inverno, il più grande la comandava ed il più piccolo aveva imparato ad usare la spada. Invece la sorella si trovava a Nido dell’Aquila e la governava insieme all’uomo che aveva amato sua madre: Ditocorto, mentre quello che doveva essere il vero re continuava a comportarsi da bambino viziato. Arya non capiva perché non era tornata a casa, probabilmente anche lei ci aveva provato.
Ad Approdo del Re il sovrano era ancora Tommen Baratheon ed era ancora sposato con Margaery Tyrell che, di conseguenza, era ancora la regina. Arya sperava che Cersei fosse morta ma invece aveva ancora abbastanza potere grazie al figlio, ormai quindicenne, ma che ancora si faceva comandare. Adesso il primo cavaliere era Raff Dolcecuore. Arya non si spiegava il motivo neppure di questo ma era meglio così.
“Né avrò due al prezzo di uno” si ripeteva sempre.
Ser Ilyn non era più il boia del regno, ma lo avrebbe trovato ed avrebbe ucciso anche lui, ad ogni costo.
Infine, sempre ad Approdo del Re, c’era Jaimie Lannister. Lui affermava di essere lì per il regno ma si mormorava che la verità fosse che era lì per il figlio. Infatti in molti continuavano a pensare che tutti i figli dei Baratheon fossero in realtà frutto di un incesto tra quella che un tempo era la regina e suo fratello gemello. Ma finché la sua famiglia era al sicuro ad Arya non interessava se a sedersi sul Trono di Spade fosse un Lannister o un Baratheon. O almeno, finché quelli che rimanevano della sua famiglia erano al sicuro.
Arya si chiedeva se anche loro fossero cambiati quanto lei, ma poco importava in realtà. Ciò che contava davvero era ritrovarli, per lei era assurdo pensare che, prima di imbarcarsi per Braavos, lei ed il Mastino erano arrivati esattamente dove si trovava la sorella, eppure non era riuscita a vederla.
Ma avrebbe rimediato anche a questo, l’avrebbe trovata ed avrebbe anche ucciso tutti i Frey del Guado che avrebbe trovato, in onore di sua madre, suo fratello ed anche di Vento Grigio.
 
Arrivarono a terra all’alba del secondo giorno di viaggio. Arya aveva deciso di iniziare a viaggiare per arrivare in uno o due giorni a Città del Lord e lì si sarebbe procurata un cavallo per proseguire. Naturalmente non aveva denaro ma finché portava Ago ed arco e frecce, prontamente rubate sulla nave, non avrebbe avuto alcun problema.
Si incamminò attraverso le foreste. Si sentiva più a suo agio lì: avrebbe potuto cacciare e avrebbe avuto meno probabilità di incontrare qualche viaggiatore indesiderato. Ma per sicurezza si mise comunque il mantello che aveva portato con se e che le copriva buona parte del viso.
Il viaggio comunque andò bene, riuscì a catturare un coniglio che le bastò per il pranzo ed anche per la cena considerando che non mangiava molto e trovò anche una fonte d’acqua per abbeverarsi. Non aveva niente per raccoglierla e portarla con se ma, secondo i suoi piani, entro il pomeriggio successivo sarebbe arrivata in una città. Dopo aver mangiato spense il fuoco per nascondersi meglio, si accovacciò accanto un albero e si coprì con il mantello per dormire.
 
Quella notte il lupo che sognò di essere non era con il suo branco. Era da sola, ma questo era l’unico cambiamento, infatti continuava a correre e continuava ad essere in una foresta. Ad un certo punto rallentò ed iniziò ad annusare l’aria intorno a lei, come se stesse seguendo qualcosa.
Continuò a camminare annusando per terra ma ad un certo punto alzò lo sguardo e fissò davanti a se. C’era un albero lì davanti e qualcuno che vi dormiva sotto.
Ma quel qualcuno… era lei stessa.
 
Arya si alzò di scatto. Aveva appena sognato di vedere se stessa.
Voleva prendere il suo coltello per fissare il suo riflesso come sempre ma nel momento in cui si girò incrociò lo sguardo con due occhi gialli come il sole.
“Non è possibile”
La meta-lupa si stese ed appoggiò la sua testa sulle gambe di Arya.
“Nymeria”
Lei cominciò ad accarezzarle la schiene. Il pelo era ispido, non morbido come quando era cucciola, ma a parte quello non era cambiata. Forse era leggermente cresciuta ma era ancora bianca e grigia come si ricordava.
Solo in quel momento Arya capì che il lupo che sognava di essere era il suo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Il giorno seguente Arya si svegliò all’alba, con Nymeria ancora addormentata sulle sue gambe, voleva arrivare a Città del Lord prima del tramonto, o almeno prima della fine della giornata, e questo significava solamente che avrebbe dovuto camminare ininterrottamente.
Si alzò distrattamente dall’albero, prese le varie armi e si risistemò il mantello sulle spalle, senza però coprirsi il viso: non ce n’era bisogno in quel posto, sarebbe stata al sicuro.
Ed invece, naturalmente, si sbagliava: dopo neppure un paio d’ore di viaggio iniziarono i problemi.
Stava camminando diretta a nord con la sua fedele meta-lupa vicina, era già stanca ed anche affamata, ma non aveva la minima intenzione di fermarsi. Nymeria la pensava in modo diverso però. Si era fermata ed aveva rizzato le orecchie, doveva aver sentito qualcosa. Arya smise di camminare e si mise in ascolto, dopodiché dovette dare ragione alla sua compagna di viaggio, qualcuno si stava avvicinando ed anche in fretta.
Silenziosa come un’ombra si nascose dietro un albero, ma non considerò il fatto che la sua meta-lupa non aveva la minima intenzione di seguirla.
“Guarda guarda cos’abbiamo qui. Un lupo ed anche bello grosso” disse una voce, era più vicino di quanto si era immaginata.
“Si, ci faremo una fortuna vendendo la sua pelliccia” seconda voce. Il primo non era solo, sarebbe stato più complicato, ma Arya non aveva intenzione di scappare lasciando Nymeria lì, l’aveva appena ritrovata e, anche se sicuramente sapeva difendersi da sola, nessuno la doveva minacciare. Gettò a terra il mantello per essere più agile, si mise Ago in pugno ed uscì allo scoperto.
“Quello è un meta-lupo e voi lo dovete lasciare stare”. Inutile dire che entrambi scoppiarono a ridere.
“E cosa ci farai altrimenti ragazzino?” disse il primo. Un uomo alto, interamente vestito di nero e con una spada al fianco, probabilmente rubata considerando che era di ottimo acciaio.
“Secondo voi idioti questa è un giocattolo?” scosse un po la sua spada, ma perché la sottovalutavano sempre?
“No, anzi è davvero un bell’aggeggio, ma io preferisco la mia di spada” questo invece era il secondo, più basso rispetto al primo ma anche più muscoloso. Probabilmente era lui il più abile. Arya non aveva tempo di mettersi a discutere. Con Ago in pugno fece qualche passo avanti, sapendo che loro avrebbero attaccato per primi. Ed infatti fu così.
Fu facile prevedere il loro primo attacco, il resto invece era un po’ più difficile ma sapeva che ce l’avrebbe fatta.
Combattere le era mancato, specialmente con quella spada. Era agilissima, nonostante quelli erano in due ed erano senza dubbio più forti lei riusciva a schivare quasi tutti i colpi. Ne mancò solo uno che le ferì la spalla destra, ma non era molto profonda come ferita, inoltre Arya era mancina quindi non ebbe problemi a continuare a combattere ed in poco tempo riuscì anche a disarmarli.
“Bene bene bene. Facciamo un patto. Voi mi darete tutto quello che avete ed io in cambio vi regalo la vostra patetica vita” sorrise.
Naturalmente quei due non ebbero molta scelta ed Arya riuscì a procurarsi moltissimo denaro. Senza alcun dubbio si sarebbe permessa una cena per se e per la sua lupa, questo naturalmente se fossero riuscite ad arrivare presto in città.
Continuarono a camminare fino al tramonto e poi, finalmente, Arya vide una locanda, segno del fatto che entro un’ora sarebbe arrivata a destinazione. Però non ne poteva più di camminare, inoltre era troppo stanca per cacciare, non aveva mangiato niente ed aveva bisogno di mettere a riposo il braccio destro per non far peggiorare quel graffio, così decise di fermarsi lì, anche se solo per cenare.
Aprì la pesante porta di pietra e si guardò intorno. Era una locanda piccola, c’erano solamente dei tavoli di legno ma in lontananza si vedeva anche una scala, probabilmente c’erano anche delle camere.
Andò a sedersi e Nymeria la seguì sotto il tavolo, il mantello le copriva ancora il capo ma riusciva a guardarsi intorno. La maggior parte delle persone erano uomini ubriachi, ma innocui, ce ne era uno seminascosto in uno dei tavoli in lontananza, ma Arya non ci diede peso. Quello che invece notò benissimo era il gruppo di uomini con spade al fianco e troie sedute sulle loro ginocchia, lei ne fissava uno in particolare, uno calvo, particolarmente silenzioso e più grasso di quanto lei ricordasse. “Ser Ilyn”
Non avrebbe lasciato quel posto vivo.
Finì di mangiare in fretta e prese anche un coniglio per Nymeria ma poi vide Ilyn Payne che se ne stava andando e lei non glielo poteva permettere. Non aveva il tempo di osservarlo per ucciderlo senza che nessuno sapesse il colpevole così decise di usare il vecchio metodo.
Si alzò in fretta dal tavolo e cacciò Ago fissandolo, Ilyn subito si girò e tutti i suoi uomini gli si piazzarono davanti per proteggerlo.
“Cosa stai facendo ragazzo?” disse una delle guardie. Arya si rivolse al muto.
“Non ti ricordi di me ser Ilyn? Così mi offendi profondamente”  Nymeria andò vicino la sua padrona ed iniziò a ringhiare. “Anche lei si è offesa, forse perché la regina voleva che tu la uccidessi”
Gli uomini iniziarono ad attaccare ed Arya si levò il mantello per muoversi meglio ed iniziò a rispondere, naturalmente con l’aiuto della sua meta-lupa.
Lei combatteva benissimo anche contro quei cinque o sei uomini più forti, usava la spada ed anche tutto quello che trovava a portata di mano: ruppe una bottiglia vuota in testa ad uno, lanciò un tavolo incontro un altro e poi li infilzava per finirli. Ad un certo punto voleva girarsi per parare una spada che stava per colpirla dall’alto ma nel momento in cui fece quel movimento vide che già qualcun altro lo stava parando: quell’uomo  che se ne stava seduto in disparte.
“E tu chi cazzo sei?”
“Non è il momento per fare conversazione mi pare”.
Arya dovette dargli ragione ed in un paio di minuti furono tutti a terra, morti o svenuti, tranne Ilyn, che anche se era steso a terra e disarmato era ancora cosciente. Arya si avvicinò ed iniziò a sussurrare, in modo che solo lui la potesse sentire.
“Sicuro di non ricordarti di me? Eppure hai ucciso mio padre, con la sua stessa spada anni fa! Di lui ti ricordi? era il primo cavaliere del re. Eddard Stark”  Lui spalancò gli occhi. A quanto pare aveva capito. Arya continuò: “Ti chiederei le tue ultime parole ma… non penso che tu abbia molto da dire” Infilò Ago lentamente nel suo petto, poco sotto il cuore ed anche se non era ancora finito lo lasciò lì, a morire. Poi si avvicinò ad una delle ragazze della locanda che si era nascosta insieme a tutti gli altri innocenti ed ubriachi che erano lì e le mise accanto tutto il denaro che aveva.
“Per il disturbo, ed anche per la bottiglia rotta”
Si girò, prese ed indossò il suo mantello e si rivolse alla persona che l’aveva aiutata, un uomo  alto, con i capelli neri ed un filo di barba sul mento, vestiva di cose semplicissime: pantaloni e stivali pieni di terra ed una maglietta sgualcita. Non era un nobile, ma sapeva usare la spada, probabilmente un ex cavaliere o qualcosa del genere.
“Perché hai tentato di aiutarmi?”
“Tentato? Non mi sembra di essermela cavata male”
“Si, infatti, ma non avevo bisogno del tuo aiuto” Arya si incamminò verso l’uscita.
“Non sei cambiata per niente, sempre la solita testarda, Arry
Arya si fermò di colpo e voltò leggermente lo sguardo. “Come mi hai chiamato?”
“Oh, perdonami, forse preferisci milady?”
A questo punto si girò e lo fissò. “Gendry?”
Lui sorrise. “Sei diventata davvero abile con la spada, ma sai, per me mettersi ad uccidere gente in una locanda non è il modo migliore di dimostrarlo”
Arya fece un paio di passi avanti, come per assicurarsi che fosse davvero lui, poi lui fece lo stesso ma con più decisione, posò la sua spada nel fodero e l’abbracciò. “Mi sei mancata Arya”
Dopo un paio di minuti lei si staccò. “Cosa ci fai in questo posto? Per di più da solo? Dov’è la fratellanza senza vessilli? Ti eri unito a loro no?”
“Lo scopo della fratellanza era proteggere gli innocenti dalla guerra, ma adesso la guerra è finita”
Arya aprì la bocca ma poi la richiuse. “Gendry ci sono troppe orecchie qui, andiamo fuori”
Dopo essere usciti lei decise di andare nel profondo della foresta, solo li si sentiva al sicuro, poi accesero un fuoco, si sedettero e ricominciarono a parlare.
“Come mi hai riconosciuta lì dentro?”
“Beh, senza dubbio sei cambiata, ma la tua spada è sempre la stessa”
“Ti ricordi ancora della mia spada?”
“Certo”
“Era per questo che mi fissavi!”
“Beh, anche il tuo intuito non è cambiato a quanto pare. Ma ricordo anche che la spada l’avevi persa”
“Se per te persa vuol dire che me l’avevano rubata allora la risposta è si, l’avevo persa. Comunque diciamo che me la sono ripresa”
“Come hai fatto?”
“Ho ammazzato quel ladro, ti dico solo questo”
Lui si rabbuiò. “Da quello che ho notato sei parecchio abituata ad uccidere” Lei non rispose. “Arya, cosa ti è successo dopo che sei sparita? Non ti abbiamo più trovata, io… credevo che tu fossi morta”
“Beh, tecnicamente Arya, Arry, Donnola e Nan sono morte”
“Cosa?” lui voleva continuare ma Arya lo fermò.
“Senti, non mi va di parlare di quello che è successo okay? Sono passati sette anni se non di più. Dimmi di te, cos’hai intenzione di fare adesso?”
“Sinceramente? Credo che prenderò il nero, sono diretto alla barriera”
“Perché vuoi unirti ai guardiani della notte?”
Lui iniziò a fissare il fuoco.
“Ho sempre voluto fare qualcosa per proteggere i Sette Regni ma di certo non mi sottometterò ai Lannister e questa è l’unica soluzione che ho trovato, inoltre gli attacchi degli estranei stanno aumentando e voglio fare tutto quello che posso. Tu dove sei diretta?”
“Anche io devo andare alla barriera, ci sono due tappe prima di andare lì ma conto di arrivarci il prima possibile comunque”
“E quali sarebbero queste due tappe?”
“Lascia stare”
“Okay, almeno mi dici cosa hai intenzione di fare alla barriera? Insomma, capisco che riesci facilmente a sembrare un ragazzo ma dubito che prendere il nero sia il tuo futuro” Rise. Ma come diamine faceva ad essere così rilassato? Lei si sentiva talmente tesa.
“Ho bisogno di vedere una persona che non vedo da otto anni”
“Chi?”
“Mio fratello. L’uomo che mi ha regalato questa”
Arya cacciò Ago e dopo averla mostrata a Gendry si mise ad affilarla.
“Tuo fratello è alla barriera?”
“Si, è il primo lord comandante dei guardiani della notte”
“Ma perché uno Stark ha deciso di prendere il nero?”
“Non è uno Stark, è uno Snow”
Gendry notò subito la tristezza di Arya nel parlare di quella persona, si vedeva che le mancava terribilmente e decise di non fare domande, o almeno non sul suo fratellastro.
“Arya, se mi giuri che il tuo lupo non mi sbranerà durante la notte, mi piacerebbe venire con te”
Lei sorrise. “Nymeria mi somiglia, quindi non posso garantire niente”
Gendry ricambiò quel sorriso.
Arya non voleva più parlare, così si alzò, spense il fuoco e si accovacciò accanto un albero per dormire.
“Notte Gendry”
Anche Gendry era stanco, cosi si accovacciò anche lui. Vicino a lei.
“Buonanotte milady”
“Non sono una lady”
Prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi Arya non poté fare a meno di sorridere, Gendry le era mancato ed anche molto.
 
 
*Angolo me*
Sono tornata presto! Contenti? *Fischi di no* okay passiamo oltre.
Allora io non so davvero come ringraziarvi! È la mia prima storia ed ho preso in totale 5 recensioni! *-*
Per me è una cosa fantastica davvero quindi grazie mille a chi ha recensito ma anche a chi a inserito la storia tra le seguite/preferite/da ricordare e per farvi un regalo ho inserito Gendry oggi u.u.
Beh, questo è tutto. Al prossimo capitolo
CasaStark

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


“Arya mi spieghi che cazzo ti è preso?” Gendry era incazzato nero, invece Arya era serissima.
“Come sei esagerato. Tu non ti volevi svegliare ed io ti ho dato una mano, non ci vedo niente di strano”
Lui alzò lo sguardo ed iniziò a fissarla. “Svuotarmi la borraccia d’acqua addosso non vuol dire aiutarmi!”
“Questo secondo la tua opinione. L’alba è passata da tempo ormai e non siamo neppure arrivati in città, dobbiamo muoverci”
Lui sbuffò e lei trattenne una risata, vederlo completamente fradicio rendeva difficile non ridere, i vestiti gli si erano completamente appiccicati addosso, aveva terra su tutta la schiena visto che prima era steso e teneva la braccia distanti dal corpo.
“E dimmi milady, dov’è che siamo diretti?” lui si divertiva particolarmente a chiamarla in quel modo, solo perché la faceva arrabbiare, ovviamente.
“Arrivati a Città del Lord prenderemo un passo per arrivare entro sera alla Porta Insanguinata. A dire il vero speravo di arrivarci nel pomeriggio, così di sera sarei arrivata alla vera destinazione ma è praticamente impossibile visto che ieri dopo aver mangiato non ho continuato” Arya prese la borraccia d’acqua e finì di svuotarla addosso a Gendry. “Questo è per il ‘milady’” dopodiché si incamminò e Gendry prima di iniziare a seguirla scoppiò a ridere.
“Guarda che se mi ammalerò me la prenderò con te e ti impedirò di continuare”
“Ma per favore. Non riesci a stendermi mentre sei sano e vorresti farcela da malato? Inoltre l’inverno è finito da tre anni, ti asciugherai in fretta”
“Una mia curiosità, perché ti da così fastidio essere chiamata lady quando lo sei a tutti gli effetti?”
“Non è vero che lo sono, neppure un po’. Le lady passano le giornate a sognare il principe azzurro, acconciarsi i capelli, farsi fare vestiti per le feste e stare ore intere in scomode carrozze a mangiare torte al limone insieme ai reali” Arya si interruppe ricordando il giorno in cui la sorella era andata a dirle di prepararsi per incontrare la regina Cersei, ma lei si era rifiutata per andare ad allenarsi con la spada, avrebbe voluto aver passato più tempo con Sansa. Scosse la testa per riprendersi da quei pensieri e continuò. “Io il giorno in cui mio padre mi disse che avrei dovuto sposare un Lord rimasi disgustata e gli dissi apertamente che non faceva per me, io mi taglio i capelli con il primo coltello che mi passa tra le mani pur di non averli lunghi visto che mi danno fastidio, indosso da tre giorni gli stessi vestiti luridi e non mi interessa niente, odio le carrozze e preferisco i cavalli, se ci sono delle guerre le vorrei combattere senza rintanarmi in un castello a pregare chissà quale Dio come un idiota ed in totale sto andando in giro con un pugnale, arco e frecce ed Ago. Questa non mi sembra la descrizione di una lady, mia sorella Sansa e mia madre lo erano. Io no, a dire il vero non lo sono mai stata”
Gendry non sapeva che Arya avesse una sorella, non era mai stato a Grande Inverno ed Arya non parlava mai della sua famiglia, e non sapeva neppure che si comportava da maschiaccio persino quando era a palazzo, anche se probabilmente era facile da capire. Comunque nonostante quello che diceva lei il suo pensiero non cambiava neppure di una virgola.
“Beh, mi dispiace che ti senti così a disagio in quel mondo, ma i tuoi genitori erano uno Stark ed una Tully e questo fa di te una ragazza di sangue reale, quindi una lady. Io sono un bastardo, è da quando ero piccolo che mi insegnano che quelli come voi sono ‘superiori’ e che io sono il genere ‘inferiore’”
Arya si accovacciò e poi si girò improvvisamente lanciando un sasso sulla gamba del suo amico, lui si mise ad urlarle contro per il male che gli faceva la gamba ma lei sembrava non sentirlo.
“Questa è la più grande puttanata che io abbia mai sentito Gendry!” fino ad ora Arya non gli aveva mai urlato contro.
“Ti vorrei ricordare che la regina Cersei Lannister è una nobile e questo per te vuol dire che LEI è superiore a TE?” gli stava ancora tirano dei sassi addosso, anche se più piccoli. “Mio fratello, Jon Snow, è un bastardo ed è il primo lord comandante dei guardiani della notte! Ci sono persone che vogliono che io lo uccida anche se è un bastardo! Per te lui è inferiore a quell’idiota di Joffrey?”
Lui naturalmente non rispose ed Arya si girò ed andò avanti. “Sei davvero un’idiota Gendry”
“Chi vuole tuo fratello morto?”
“Alcune persone che una volta servivo”
Arya, come sempre, non voleva parlare della sua famiglia ne degli ultimi otto anni, così continuarono a camminare in silenzio per un’ora e mezzo, nel frattempo aveva anche iniziato a piovere ma poi Arya capì che qualcosa non andava.
“Stiamo camminando da troppo, dovremo essere già arrivati in città”
“Già, cosa facciamo allora?”
Arya si mise a girare attorno un albero molto alto: “La vecchia Nan una volta mi raccontò che una volta un bambino si era perso ma riuscì a ritornare a casa salendo su un albero e capendo così dov’era finito e dove doveva andare” più che altro stava parlando con se stessa ma Gendry la sentì.
“La vecchia Nan?”
“Lascia stare. Il punto è che, se quello che diceva lei è vero, mi basterà arrampicarmi su quest’albero per ritrovare l’orientamento ed avremo risolto tutto quanto”
Non aspettò nemmeno la risposta di Gendry, si levò mantello ed armi e fece un salto per raggiungere uno dei rami. Arrivò in cima facilmente anche se ci mise un bel po’ di tempo e capì che stavano semplicemente camminando troppo ad est. Andando avanti avrebbero comunque raggiunto il passo e la Porta Insanguinata in poco tempo, senza però passare per la città.
Scendere fu più difficile del previsto. La ferita che aveva alla spalla iniziò a farle male per lo sforzo e la pioggia non aiutava molto.
Continuò a scendere finché, a parecchi metri da terra, non scivolò su uno dei rami bagnati, per ritrovare l’equilibrio spostò un po’ il piede ma il ramo si ruppe, lei si stava reggendo con entrambe le mani ma la caduta le tirò parecchio la ferita, così perse la presa ed iniziò a cadere.
Non urlò neppure per un secondo. Tentava di aggrapparsi man mano che ‘scendeva’ ma si fece solamente più male. Continuò a cadere ma poi atterrò su qualcosa, non era il terreno, ne i rami, ne niente del genere.
“Stai bene?”
“No” Arya si spostò subito dalla pancia e dalle braccia di Gendry che avevano attutito la caduta e poi si mise la mano sinistra sul taglio, in quel punto la maglia era anche rotta quindi cadendo tutto era peggiorato, ma lei non parlava, non faceva niente, come se non si fosse effettivamente fatta niente. Semplicemente stringeva i denti. “Tu stai bene? Come diamine hai capito che stavo cadendo? Insomma con questa pioggia non si sentono i rami che si spezzano e quando stavo salendo ho visto che ti sedevi a terra”
“Sto bene, pesi davvero pochissimo anche da quell’altezza. La tua meta-lupa aveva iniziato ad agitarsi ed ho capito che qualcosa non andava. Fammi vedere” Gendry tolse la mano di Arya dalla spalla e spostò un po’ i brandelli della maglia. “Questo non te lo sei fatto adesso, quando allora?”
“Ieri. Non importa è solo un graffio, andiamo avanti”
“Arya, sta piovendo ed anche se è solo un graffio si sta infettando. Dobbiamo pulirlo e devi stare al coperto”
“Non c’è un luogo coperto qui. Prenderò il mantello, è più che sufficiente, siamo quasi arrivati, se andiamo avanti tagliamo e raggiungiamo il passo”
“Non ci pensare nemmeno. Raggiungiamo la città e fermiamoci lì”
“Peccato che solo io so dove si trova e a meno che a te non vada di salire sopra questo dannatissimo albero rischiando di cadere come me decido io. È un graffio, andiamo avanti”
“Mi spieghi cosa devi raggiungere di così importante?”
“Lo scoprirai quando ci arriveremo!” Arya si alzò ed iniziò a camminare ma Gendry le si piazzò davanti.
“Sei davvero testarda, va bene, andiamo avanti ma almeno puliamola”
“Ti ho gettato l’acqua addosso stamattina, come vorresti fare a pulirla?”
“Prima, mentre tu eri sull’albero Nymeria si è allontanata, solo per un secondo naturalmente, ma quando è tornata aveva il muso bagnato, probabilmente è andata a bere da qualche parte nei paraggi”
“Sta piovendo genio, è ovvio che è bagnata”
“Per favore, per una volta ascoltami”
Arya alla fine accettò e riuscirono a raggiungere un piccolo lago, lì Gendry strappò un pezzo del mantello di lei ed iniziò a bagnarlo.
“Guarda che adoravo quel coso”
“La prossima volta prometto che strappo i miei vestiti”
Lui iniziò a pulirle la ferita, sicuramente le faceva male ma Arya non muoveva un muscolo, ogni tanto chiudeva gli occhi ma niente di più.
“Ho quasi fatto, sei fortunata comunque. Ancora non si è infettata”
“Te lo avevo detto che non era niente”
“Non cambia niente il fatto che è un graffio. Avresti dovuto tenerla pulita ed invece hai dormito per terra e ti sei arrampicata su un albero con una pioggia tremenda, non sei diventata molto responsabile in questi anni”
“Beh, in questi anni ho fatto moltissime cose. Non ho avuto anche il tempo di diventare responsabile”
“Pensi che prima o poi mi dirai cosa ti è successo?”
“Forse”
“Guarda che ci conto. Ho finito, mettiti il tuo adorato mantello addosso ora, dovrebbe aiutare anche se pochissimo”
“Va bene, allora andiamo”
“Ma certo, sta solo diluviando perché mai dovremmo fermarci?”
Dire che Gendry era sarcastico era davvero un eufemismo ma Arya finse di non farci caso e si alzò per continuare a camminare con lui che la seguiva, dopo poco tempo smise anche di piovere così riuscirono ad aumentare il passo.
“Arya, ti dispiacerebbe rallentare?”
“Sei tu che devi andare più veloce”
“Andrò più veloce quando mi spiegherai perché è così importante arrivare presto”
Arya sbuffò. “Tu sai vero che non sono costretta a viaggiare con te?”
“Si, ma a te fa piacere, non negarlo, altrimenti mi avresti già abbandonato”
“E tu avresti potuto decidere di non venire insieme a me ed andare direttamente alla Barriera”
“Già, sto cercando di ricordare perché non lo ho fatto”
“Non te la caveresti senza di me e lo sappiamo entrambi”
“Se non fosse per me le guardie di Ilyn Paine ti avrebbero uccisa”
“Si, certo. Si vede che non ti rendi conto di quanto sono brava a combattere”
“Sei davvero modesta lo sai?”
“Si, lo so”
“Un giorno ti giuro che ti sfiderò a duello, sempre se non hai paura”
La stava provocando naturalmente. Gendry sapeva benissimo quanto Arya fosse brava con le armi.
“Come ti sentirai quando verrai battuto da una ragazza?”
Lui rise, ma non le rispose e poi finalmente si decise ad aumentare il passo.
Riuscirono ad arrivare a destinazione qualche ora dopo il tramonto, la Porta insanguinata era una fortificazione che permetteva l’accesso alla Valle di Arryn proteggendo la strada alta, Arya non ci credeva di essere arrivata, naturalmente lei era nella foresta ma le bastava superare un paio di alberi per vederla, il giorno dopo sarebbe riuscita finalmente a raggiungerla.
Arya e Gendry si divisero i compiti: lei avendo arco e frecce andò a caccia nonostante la spalla e le lamentele di lui che alla fine dovette arrendersi ed accettare di occuparsi del fuoco. Poi, come la sera prima, ci si sedettero intorno per mangiare e, sempre come la sera prima, si addormentarono vicino un albero. Sicuri che se fosse successo qualcosa Nymeria avrebbe svegliato la sua padrona.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Stranamente la mattina dopo il primo a svegliarsi fu Gendry e non Arya. Aprendo gli occhi vide che il sole era sorto da parecchio tempo, davanti a lui c’erano i resti del fuoco del giorno prima  e Nymeria, anche lei già sveglia ma ancora stesa a terra e lo fissava.
Arya invece aveva ancora gli occhi chiusi, doveva aver avuto un incubo perché durante la notte si era rigirata varie volte finché non si era ritrovata con la testa appoggiata sulla spalla di Gendry che, di conseguenza, non poteva muoversi per lasciarla dormire.
Arya sembrava una persona totalmente diversa. Forse perché non aveva il suo solito sguardo concentrato ed era rilassata, forse perché non era ricoperta di armi o forse semplicemente perché non gli stava urlando contro, ma comunque aveva un’aria molto diversa, calma.
“Gendry, la smetti di fissarmi?” aveva ancora gli occhi chiusi ma a quanto pareva non era vero che dormiva.
“Non ti stavo fissando”
Lei sorrise e aprì gli occhi. “E allora che facevi?”
“Beh, visto che stanotte non sei riuscita a starmi lontana ed io non volevo darti fastidio mi stavo guardando intorno, come te ne sei accorta se avevi gli occhi chiusi?”
Arya non rispose, sarebbe stato difficile spiegargli che lo poteva vedere tramite Nymeria e lui dopo un minuto di silenzio si arrese.
“Sono quasi le nove, più o meno, hai dormito più del solito”
Arya spalancò gli occhi e guardò il cielo. “Oh diamine. È tardissimo, dobbiamo andare” si alzò improvvisamente schiacciando la spalla di Gendry.
“Ahi, ti preferivo mentre dormivi. Come va la ferita?”
Arya si scoprì la spalla per un secondo e la fissò “Bene come al solito, si è cicatrizzata quindi non hai scuse per fermarci. Ti alzi o dobbiamo fare come ieri?” si accovacciò ed iniziò ad accarezzare la sua meta-lupa.
“Mi spieghi perché tratti meglio Nymeria di me?”
“Perché lei è Nymeria e tu sei Gendry”
Lui alla fine si decise ad alzarsi e si avvicinò a lei, facendo ciò che non avrebbe mai dovuto fare: “Arya, comunque questo è per ieri”
Arya aveva le braccia incrociate ed alzò un sopracciglio, non capendo. O almeno non capì finché lui non fece esattamente quello che aveva fatto lei il giorno prima: le svuotò la borraccia d’acqua in testa. Arya spalancò la bocca sotto quella sottospecie di cascata e quando Gendry finì e si girò per andare chissà dove Arya gli saltò sulla schiena atterrandolo. “Io ti ammazzo adesso!”
Gendry, anche a faccia a terra, scoppiò a ridere con la borraccia che era volata chissà dove. “Okay, mi sbagliavo. Non sei poi così leggera”
Anche Arya iniziò a ridere e poi gli mise un braccio attorno la gola, come per strangolarlo, ma lui per risponderle spostò il braccio destro dietro la schiena e sulla sua pancia per farle il solletico. Ricordava benissimo che lei lo soffriva da quella volta che glielo aveva fatto quando si erano fermati in una specie di locanda e lei era vestita come un albero pieno di pigne.
Subito lei allentò la presa per spostare la mano di Gendry dalla sua pancia e lui ne approfittò per buttarla a terra, tentò di bloccarle le mani ma, anche se lui era forte, lei era sempre stata molto veloce e riuscì a scivolare via in un secondo ed alzarsi.
“Sei troppo lento, lo sei sempre stato ed io ti avevo avvisato che non saresti riuscito ad atterrarmi”
Lui si alzò e si avvicinò per tentare di acciuffarla e dimostrarle il contrario ma non ci riuscì e lei scoppiò a ridergli in faccia.
“Stai ridendo di me milady?”
“Cosa? Assolutamente no” tecnicamente Arya non era nella posizione di ridere considerando com’era conciata.
Era ricoperta di terra dalla testa ai piedi, era bagnata fradicia ed indossava gli stessi vestiti da vari giorni ma era meglio non farlo notare.
“Gendry, la mia destinazione è a neppure tre ore di cammino e vorrei muovermi. Tregua?”
“Tregua. Allora andiamo? Sono curioso di sapere qual è questa famosa destinazione”
“Muoviamoci allora”
Arya sembrava contenta, ma non solo questo. Sembrava anche ansiosa e… terrorizzata, ma nella sua situazione era una cosa abbastanza normale, anche se lui non se ne rendeva conto
“Gendry, dobbiamo superare La porta insanguinata, ma come puoi vedere è controllata da due guardie e non le possiamo uccidere. Hai qualche idea?”
“Perché non vuoi ucciderli?”
Ho ucciso troppe persone senza pensare e non voglio che succeda di nuovo. Potrebbero avere una famiglia, dei genitori o dei fratelli. “Non voglio”
“Okay, qualcosa mi dice che non hai intenzione di chiedergli gentilmente di farci passare vero?”
“Non ce lo permetterebbero, se ci sono delle guardie vuol dire che proteggono qualcosa e non faranno passare i primi che passano, specialmente considerando come siamo conciati e considerando che siamo armati e con una meta-lupa. Ci serve un diversivo”
“Ma tu non sei una persona qualunque”
“Non è il momento per questi discorsi”
“Va bene, se non li possiamo uccidere possiamo sempre stordirli, no?”
“Si, ma come?”
“Non ne ho idea, con tutto quello che hai fatto in questi anni non hai imparato un metodo?”
“Non senza osservarli per qualche giorno ed io non ho qualche giorno” Arya iniziò a riflettere ad alta voce incurante di Gendry. “Vediamo, per stordire una persona serve un colpo forte alla testa, visto che hanno gli elmi potrebbe essere più facile colpendoli lì ma farebbero troppo rumore quindi rischieremmo di attirare l’attenzione di qualcuno ed allora bisogna levarglieli. Non possiamo avvicinarci a loro senza destare sospetti quindi dobbiamo attirarli qui e per farli venire qui devono decidere loro per una buona ragione…”
“Appicchiamo un piccolo fuoco, con del fumo penseranno che sia scoppiato un incendio, verranno qui a controllare, poi noi li attacchiamo e li stendiamo”
Arya fissò Gendry “Si, è una buona idea”
“Dovevo pur zittirti in qualche modo milady”
Lei gli diede una gomitata e poi si misero all’opera. Lui accese un fioco ma usò solo un pezzo di legno e molte foglie in modo che ci fosse molto fumo e, per fortuna, così fu. Le due guardie si avvicinarono alla foresta e quando furono abbastanza vicini Arya ne attaccò uno e Gendry attaccò l’altro. In un battibaleno li disarmarono e gli levarono le armature, poi con l’elsa delle loro stesse spade li colpirono forte sulla testa e loro svennero.
“Bene Gendry, andiamo avanti”
Ripresero a camminare verso nord-est ed in tre ore circa arrivarono.
Arya ricordava bene l’ultima volta che c’era stata circa sette anni prima e non era cambiato niente. Neppure le guardia, che erano ancora lì fuori a controllare l’ingresso del castello.
“Arya, hai intenzione di stordire anche loro?”
“Sono almeno dieci, non ci riusciremo mai ma non ce n’è bisogno. Loro parlano in modo diretto a tutte le persone del castello quindi stavolta basterà dire chi sono e loro porteranno un messaggio a chi voglio”
Arya non aspettò un altro secondo, tirò Gendry per un braccio ed uscì allo scoperto. Le guardie subito li notarono e cacciarono le spade. “Gettate le armi ed avvicinatevi. Fatevi vedere”
Lei ruotò gli occhi. “Siamo già in bella vista idiota. Voglio vedere la lady che comanda questo posto”
“Sua maestà non può vedere tutti quelli che vorrebbero incontrarla, deve governare nido dell’Aquila”
“Me ne frego degli impegni di ‘sua maestà’ voglio che mi portiate immediatamente dentro il palazzo e riferite a lady Sansa Stark che sua sorella minore Arya Stark non è morta e la vuole vedere e se non credesse che sono io chiedetele se ricorda di quella volta in cui le ho rovesciato la torta sul suo vestito preferito e lei per punizione mi ha nascosto il bastone che usavo sempre per allenarmi ad usare la spada, lo so solamente io” il soldato non reagì. “MUOVITI!”
Lui si allontanò e riferì qualcosa ad un’altra guardia, poi tornò e si rivolse ad Arya. “Bene, seguimi”
“Siamo in tre, si dice seguitemi”
Lui non rispose e si incamminò seguito da Arya, Gendry e Nymeria.
“Cavolo milady, non ti avevo mai sentito parlare in modo così… autoritario. Al massimo urli”
“Basta parlare in modo autoritario e correggere le più piccole cose per sembrare una lady e convincere chiunque. Mia madre lo faceva sempre e le obbedivano tutti, anche chi non sapeva chi fosse”
“Alla fine avevo ragione, sei una lady. La tua destinazione quindi era nido Dell’aquila”
“No, la mia destinazione era mia sorella”
Arya continuava ad essere spaventata ansiosa e felice allo stesso tempo, i soldati li portarono nella sala del trono, dov’era la porta della luna e dov’era morta sua zia. Lei continuava nervosamente a mordersi le unghie e a stringere, anche se poco, il pelo di Nymeria.
Dopo qualche minuto si sentirono dei passi provenire dalle scale ed in poco tempo la bellissima Sansa Stark apparve sulla cima. Aveva i capelli rossi più lunghi di quanto Arya ricordasse e non aveva più una di quelle strane acconciature, li aveva semplicemente lasciati sciolti ad inquadrare il suo viso ed i suoi bellissimi occhi azzurri. Aveva un vestito lungo dello stesso colore e continuava a fissare Arya.
Iniziò lentamente a scendere le scale. Per arrivare fino a lei Arya pensò che ci mise un’eternità, da vicino era ancora più bella di quanto ricordasse e di sicuro era cresciuta.
Sansa non riusciva a capire se quella che aveva avanti fosse o no sua sorella. Arya era morta molti anni prima, nessuno l’aveva più vista dal giorno in cui lei venne catturata ad Approdo del Re. Incrociò i suoi occhi azzurri in quelli grigi della ragazza che aveva di fronte e capì chi era quella che aveva davanti.
“Arya” Sansa iniziò a piangere e si mise una mano davanti la bocca, poi afferrò le spalle della sorella e l’abbracciò. La strinse come non aveva mai fatto e continuò a piangere sulla sua spalla, lei subito ricambiò la stretta e rimasero così per almeno un secolo. “Arya io credevo che tu fossi morta! Non posso credere che tu sia qui”
Arya si stacco dalla sorella. “Sansa, ti spiegherò tutto quello che è successo, ti prometto che ti dirò tutto quanto…”
Non aveva finito di parlare ma vide Ditocorto scendere le scale e si fermò.
“Arya Stark? Non ci ho creduto quando le guardie me lo hanno detto”
Quando si trovo abbastanza vicino Arya fece un segnale a Gendry, lui all’iniziò non capì ma poi si mise a girare intorno a Ditocorto, che subito si sentì allarmato ed iniziò a seguirlo con lo sguardo e quando lui fu completamente di spalle ad Arya lei cacciò Ago e glielo mise alla gola.
“Arya, cosa diamine stai facendo?” Sansa era fuori di se.
“Come ci si sente ad essere dall’altra parte della lama Baelish? Come credi che si sia sentito mio padre quando per colpa tua si è trovato in questa stessa posizione? Sei solamente un traditore e fidati quando ti dico che ti ucciderò”
“Arya di cosa diamine stai parlando?” continuò la sorella.
Arya fece un taglio superficiale alla gola di Ditocorto e poi lo lasciò andare. “Così però puoi scappare, Nymeria azzannagli una gamba” lei subito eseguì il comando e dopo un minuto lo lasciò andare. Baelish era per terra e si tratteneva la gamba urlando ma Arya era impassibile. “Brava piccola. Sansa cosa diamine ci fa lui qui?”
“Di cosa stai parlando? Devo chiamare un medico”
“Lui è l’uomo che ha tradito nostro padre! È colpa sua se è stato catturato ed è colpa sua se è morto! Io credevo che a lui fosse toccata la stessa sorte ma a quanto pare mi sbagliavo”
“Arya, ti prego ascoltami. Io non so di cosa tu stia parlando ma so che pensavo di non vederti mai più, mi sei mancata moltissimo, sono passati ben otto anni. Sei cambiata tantissimo ed io ho bisogno di sapere cosa ti è successo ed ho anche bisogno di mangiare qualcosa, quindi per favore vieni di sopra con me. Devo stare un po’ con mia sorella”
Arya fece un respiro profondo ed annuì. “Anche tu mi sei mancata”
 
*Angolo me*
Hola a tutti sono tornata!!
Passo direttamente al dunque. Ho notato che nessuno a recensito lo scorso capitolo, in tutta franchezza a me non è mai importato del numero delle recensioni però mi farebbe davvero piacere riceverne almeno una, per capire se la mia storia ed il mio modo di scrivere vi soddisfa o se ogni volta che io aggiorno vi sentite come se io fossi, parafrasando Gendry, un bastone nel lato B.
Inoltre volevo ringraziare moltissimo bananacambogianachiquita e non solo per il suo nome davvero strepitoso e… niente, se mi seguirete ancora ci vediamo al prossimo capitolo :)
p.s. ho deciso di “Risaltare” il fatto che Ditocorto era un traditore e di minimizzare il fatto che ha aiutato Sansa, voi che ne pensate?
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


~~“Non ho la minima intenzione di aprire la bocca finché quel traditore di Ditocorto sarà con noi” Arya era molto decisa e… molto arrabbiata, aveva ordinato a Nymeria solo di morderlo e lei lo aveva fatto in modo superficiale, in modo da permettergli ancora di camminare.
Sansa era evidentemente preoccupata, ma anche… spaventata. Aveva appena visto sua sorella rischiare di uccidere il suo più caro amico senza battere ciglio. Tentava comunque di non pensarci, aveva fatto preparare una gigantesca tavola per un pranzo, del genere per i banchetti, Nymeria era a terra a mangiare della carne, lei era seduta accanto ad Arya ed Arya era seduta accanto a Gendry. Ditocorto si era fatto fasciare la gamba ed era di fronte a loro,più precisamente di fronte ad Arya. che era furiosa. “Ha tradito nostro padre e lo ho visto parlare con Tywin Lannister!”
“Arya, sono tua sorella ma dicendo così mi incasini ancora di più. Tu cosa diamine ci facevi insieme a Tywin Lannister?”
Gendry prese con le mani un pezzo di carne e lo addentò. “Era la sua coppiera”
Ditocorto rise. “Sapevo che eri tu, ti avevo riconosciuta”
Anche Arya iniziò a mangiare, con le mani come d’abitudine. “Ti faccio i miei complimenti, lo hai capito e da genio quale sei non lo hai neppure detto. Ora sparisci prima che ti ficchi la mia spada su per il culo”
Sansa continuava a fissarla, sapeva che era lei ma era cambiata radicalmente. Non solo per l’aspetto o per il modo barbarico in cui mangiava, era il modo in cui parlava, l’agilità con cui aveva usato la sua spada per minacciare Ditocorto. Era evidente che aveva vissuto per strada per tutto quel tempo.
“Baelish, per favore lasciaci soli” disse e lui chiamò una guardia e si fece aiutare a raggiungere le sue stanza, obbedendo. “Arya, dove sei stata per tutti questi anni? Come hai fatto a  scappare da Approdo del Re e perché non sei tornata a casa?”
“Ci ho provato, per moltissimo tempo” Arya iniziò a spiegare tutto quello che le era successo ma senza entrare nei dettagli. Evitò di dire come si fosse sentita ferita quando Gendry la aveva abbandonata, oppure cosa aveva provato a lasciare il Mastino da solo a morire, né il modo in cui aveva servito il Dio dai Mille volti uccidendo persone senza neppure chiedersi se avessero delle colpe.
In realtà si limitò a dire dove era stata e come ci era arrivata. Sansa aveva ascoltato tutto senza muovere un muscolo ma sembrava terrorizzata. Non riusciva a credere che avesse passato tutto questo.
“E perché hai deciso di tornare solo dopo tutto questo tempo?”
“Mi ero abituata alla mia vita lì, l’avevo accettata e mi ero lasciata alle spalle il mio passato, poi l’uomo Gentile mi ha chiesto di uccidere una persona in particolare ed io ho visto la mia occasione per tornare”
“L’uomo Gentile?”
“Un uomo di Braavos che mi ha aiutata. A te cos’è successo?”
“Io sono stata prigioniera dei Lannister per molto tempo, durante le nozze tra Joffrey e Margaery sono scappata e Ditocorto mi ha aiutato ad arrivare fin qui. Lui voleva che io mi sposassi ma io dopo un po’ di tempo ho capito che mi ero stufata di prendere ordini da tutti e mi sono rifiutata. Quando la guerra è finita ho dichiarato al popolo chi ero e visto che sono una parente dell’ex regina tutti hanno accettato la mia reclamazione al trono. Da allora varie volte sono andata a Grande Inverno ma ho deciso anche di tornare, ormai il mio posto è questo.
Dimmi un po’, quello lì è stato con te tutto questo tempo? È il tuo ragazzo?”
Arya e Gendry quasi si strozzarono.
“Vedo che sei ancora fissata con le tue stupide ballate sdolcinate è? Comunque lui si chiama Gendry e no, non è il mio ragazzo, ha intenzione di prendere il nero quindi fai pure due più due. Sansa, per ora tu sei l’unica persona a sapere che io sia in vita, a parte Gendry e Ditocorto naturalmente. A proposito mi piacerebbe che tu mandassi una guardia a tenere sotto controllo quel traditore in modo che non vada ad informare di questo qualcun altro. Comunque il punto è che devo raggiungere Grande Inverno ed anche la barriera. Inoltre non ho intenzione di permettere che a comandare i miei fratelli siano i Lannister e i Tyrell quindi voglio uccidere Cersei e trovare qualcuno che davvero debba sedere sul trono”
“COSA? Di che diamine stai parlando? Sei appena arrivata qui e già progetti di ammazzare la regina reggente ed iniziare un’altra guerra? Arya…”
“Chi è che programma di ammazzare la mia dolcissima sorella?” una nuova voce si unì a quella di Sansa. Dopo neppure un minuto entrò qualcun altro nella stanza, qualcuno che si faceva strada sulle sue gambette storte e particolarmente corte rispetto a quelle di un normale adulto.
“Okay, Sansa va bene che Ditocorto ti abbia aiutato a salvarti ma ora spiegami cosa cazzo ci fa Tyrion Lannister qui!”
“Ti da così fastidio la mia presenza chiunque tu sia? Comunque mi ritengo offeso, avete iniziato a mangiare senza di me e tutti sanno quanto io apprezzi il cibo accompagnato dal buon vino” Tyrion si avvicinò alla tavola e si sedette di fronte ad Arya.
“Tyrion, lei è Arya mia sorella” si intromise Sansa.
“Tua sorella? Credevo che fosse morta, in fondo è da tempo che non si fa sentire”
“Sansa, dovevi proprio dirgli chi sono, ad un Lannister? Non mi aveva riconosciuta in fondo”
Tyrion si versò un bicchiere di quel  vino. “Arya, c’è la tua lupa lì, forse non hai l’aspetto di una lady, anzi decisamente non hai l’aspetto di una lady ma prima o poi ti avrei riconosciuta”
“Complimenti, ma ancora non ho capito cosa tu ci faccia qui. Sansa, per caso ti sei schierata contro la nostra famiglia senza accennarmelo?”
“No, Arya. Ma non ti ho accennato che mentre ero ad Approdo del Re mi hanno fatto sposare con lui”
Sia Arya sia Gendry rischiarono di strozzarsi, di nuovo.
“Cosa?”
“Si, sono diventata sua moglie e lui… mi ha sempre trattato con gentilezza, aiutandomi e difendendomi da Joffrey. Dopo aver ucciso suo padre non sapeva dove andare e si è rifugiato qui. Adesso mi fa da consigliere e devo dire che è molto utile”
Lui sorrise. “Grazie lady Sansa”
Gendry sbuffò. “Avete finito con i convenevoli?”
“Scusami, tu sei?” sembrava che Tyrion lo avesse notato solo in quel momento
“Non ti riguarda”
Arya sorrise. “Bene, ora che abbiamo, finalmente, finito le presentazioni c’è qualcosa di più serio di cui parlare. Devo tornare a Grande Inverno ed il prima possibile, voglio rivedere Brann e Rickon, ho sentito che si sta allenando per diventare cavaliere”
“Si è vero, ma Arya non puoi pretendere che ora che ti ho rivista io ti lasci andare”
“Allora vieni con noi”
Sansa era titubante. “Okay, però allora dovremo partire tra un paio di settimane, farò preparare delle guardie e devo trovare qualcuno che mi rimpiazzi come regina per un po’”
“Partiremo nel pomeriggio Sansa, non lascerai al comando Ditocorto perché verrà con noi ed andremo senza guardie e senza carrozze, saremo più veloci passando per le foreste e nessuno ci deve riconoscere”
“Non sono in grado di viaggiare nella foresta e tu lo sai bene”
Gendry si mise immezzo. “Non ha importanza, Arya ha ragione dobbiamo andare il prima possibile”
“Va bene, ma non posso lasciare il mio territorio senza una guida, Tyrion…”
“Declino subito l’offerta, mi piacerebbe unirmi a voi per arrivare a Grande Inverno”
Arya rise. “Neanche per sogno, cos’hai intenzione di fare poi? Impedirmi di uccidere Cersei?”
“Ti aiuterò ad uccidere mia sorella”
Arya lo fissò. “Per tutti i sette dei, stai dicendo la verità” aveva imparato bene a distinguere le bugie. “Perché la vuoi uccidere? Forse per prendere tu il trono ed uccidere noi? Ti giuro che se è così io…”
“Risparmiami le minacce”
Sansa scosse la testa. “L’unica alternativa al comando comunque è Ditocorto”
“No, ti ho già detto che porteremo Ditocorto con noi così lo terrò d’occhio e lo faremo processare una volta arrivati a Grande Inverno, altrimenti lo ucciderò direttamente io, poi vedrò. Dov’è finito il nostro adorabile cugino? Robert Arryn, non è lui il legittimo Lord della valle?”
“Robert? Sai benissimo che ha dei problemi, al momento ha circa dodici anni ma non è in grado di regnare”
“Metteremo Robert al comando per un po’ di tempo in modo che tutti pensino che a regnare sia un erede ma in realtà lo comanderanno cinque delle tue guardie più fidate e nel frattempo noi andremo, quando tornerai saranno ancora fedeli a te” Arya non si rendeva neppure conto del fatto che si comportava come una regina, dettando ordini, ma anche come un soldato, proponendo strategie  per raggiungere la sua casa e progettando di spodestare il re.
“Si, è una buona idea. Allora vado a chiamare le guardie”
“Okay, partiamo fra tre ore, ce la fai in questo tempo?”
“Perfetto”
Sansa si alzò ed andò a fare quello che doveva, intanto gli altri rimasero seduti e Tyrion si mise a spiegare dettagliatamente cos’era successo in quegli anni, Arya ascoltò attentamente per capire chi doveva colpire.
“Questa Margaery sembra una tipa sveglia”
“E lo è, ha già due figli. Il primo lo ha chiamato Joffrey, ha cinque anni, la seconda invece ne ha tre e la ha chiamata Alerie, come sua madre. Sono inoltre convinto che stia ancora cercando un modo di uccidere Cersei e girano voci che sia di nuovo incinta ma non ne sono sicuro”
“Mia sorella sembra fidarsi molto di te”
“Infatti”
Arya voleva fargli più domande possibile ora che sapeva distinguere la verità. “L’hai mai tradita? E non intendo un tradimento… matrimoniale”
“No, tua sorella è una brava persona non ne ho mai avuto il motivo”
“Perché hai ucciso tuo padre?”
“Era uno stronzo, non vedo perché non farlo. Se lo avessi incontrato lo sapresti”
“Lo ho incontrato ed era molto intelligente, anche se non ha capito chi ero”
Gendry anche sembrava curioso. “Perché vuoi tua sorella morta Tyrion?”
“Non credo sia una persona degna di regnare, se iniziò una guerra anni fa fu anche colpa sua, inoltre vuole la mia testa ed io sono convinto che stia molto meglio attacata al mio collo. Se la ucciderete sarò in debito e, come sicuramente saprete, un Lannister paga sempre i suoi debiti” detto questo lui si alzò e si avviò chissà dove.
“Gendry, sei ancora intenzionato ad unirti ai guardiani?”
Lui sospirò. “Non lo so, vorrei combattere per difendere gli innocenti ma se riuscirai a mettere qualcuno di decente sul Trono di Spade potrei tentare di diventare cavaliere, anche se sarebbe difficile considerando che sono un bastardo”
“Non ricominciare, sei abile con la spada e leale, ci riuscirai”
“Sei tornata da così poco tempo e già progetti di ribaltare i Sette Regni?”
“Te lo ho detto, non riesco a sopportare l’idea dei miei fratelli sottomessi ai Lannister. Inoltre ora che sono tornata teoricamente dovrei piegarmi anche io e di sicuro non né ho intenzione. Inoltre per colpa loro ho perso buona parte della mia famiglia e non posso perdonarlo”
“Si, capisco. Ho notato che dici Lannister invece di Baratheon, c’è un motivo?”
“Tommen è nato da un incesto, sono convinta che abbiano ucciso mio padre solo perché lo ha capito” Queste cose Arya non le aveva mai dette ad alta voce, si vedeva lontano un miglio quanto si fidasse di Gendry
“Sai, ti ci vedo sul Trono di Spade, saresti una brava regina. Anche se dovresti indossare abiti e sposare un Lord”
Arya gli diede uno schiaffo e lui scoppiò a ridere. Continuarono a parlare per un paio d’ore poi Sansa tornò. “Arya, ho fatto preparare dei cavalli, Ditocorto afferma di non essere in grado di camminare”
“No, niente cavalli. Sarebbe molto più complicato, ci penso io a quell’idiota va bene? Tra quanto andremo?”
“Quando vuoi tu, siamo pronti”
“Perfetto, vado io a prendere Ditocorto, lo voglio tenere sotto controllo, Sansa, indosso gli stessi vestiti da poco meno di una settimana, mi auguro che tu non abbia deciso di portarti un cambio”
“No”
“Comunque ti consiglio di mettere un pantalone, potrebbe rivelarsi scomodi viaggiare per le foreste con la gonna”
Arya andò nelle stanze di Ditocorto e si deliziò nel vederlo sofferente a causa di quel morso.
“Nel caso non lo sapessi stiamo andando a Grande Inverno e tu verrai con noi. Non ti lascerò qui a governare”
“Come dovrei fare con questa gamba?”
“Nymeria sarebbe in grado di capire i miei ordini anche se io fossi imbavagliata. Non volevo che ti ferisse troppo e lei ti ha morso superficialmente. Inoltre so che non ti fa male, si capisce dall’espressione della tua faccia. Non cercare scuse e muoviti. Oh, non provare a portare armi con te altrimenti ti uccido e ti faccio mangiare dagli animali”
Lui alla fine si decise e raggiunsero gli altri nel cortile davanti l’entrata del palazzo ed Arya subito raggiunse Gendry e sua sorella, non avevano provviste, solo le borracce d’acque e, nel caso di Gendry ed Arya, le armi. “Sansa, ti avevo detto di cambiarti”
“Non indosso pantaloni, sono abiti maschili ed io sono la regina di Nido Dell’Aquila”
“So che non ti convincerò ma a mettere questi per il semplice fatto che tu non convinceresti mai me ad indossare uno di quei cosi quindi non ci provo neppure. Andiamo?”
“Stiamo aspettando Tyrion milady”
Arya lo spinse, come al solito lui scoppiò a ridere ed anche Sansa fece un sorriso.
“Gendry, potresti farmi parlare un secondo con mia sorella per favore?” se l’aspetto non fosse bastato a distinguere Arya da sua sorella anche il modo di parlare avrebbe aiutato. Gendry fece come gli era stato chiesto ed Arya si girò verso Sansa.
“Hai preso qualche arma?”
“Armi? Sai bene che non combatto, direi che invece tu sei migliorata considerando la spada, il pugnale e la sacca con le frecce”
“Si chiama faretra”
“Si, è lo stesso. Arya, ti volevo solamente dire, sei sicura di voler uccidere Cersei? Tommen vorrà vendicarsi lo sai”
“Lo butterò giù dal trono. Sansa, non posso sopportare di vedere tutti quanti sotto il comando di un bambino nato da un incesto tra l’altro”
“Ma, anche se riuscissi a far ribellare tutti i popoli e prendere il trono poi chi ci si siederà sopra?”
“Non lo so, intanto riprendiamolo però, va bene?”
“Arya. non voglio che succeda niente a te o a Brann o…”
“Sansa. Andrà tutto bene”
Lei annuì visibilmente preoccupata. Dopo qualche minuto arrivò anche Tyrion e finalmente riuscirono a partire.

*Angolino me*
Hola, come sempre aggiorno dopo pochi giorni, contenti? *Nessun suono* va bene andiamo avanti.
In questo capitolo ho introdotto anche Tyrion, spero di essermi spiegata abbastanza bene su tutto quello che è successo, comunque nel prossimo penso che non ci sarà nessun nuovo personaggio, vorrei fare un po’ avvicinare Arya e Gendry. Nient’altro, se mi volete lasciare una recensione mi fate salire al settimo cielo quindi… mi piacerebbe un commento, anche piccolino :’)
Alla prossima CasaStark
p.s. in generale revisiono due volte ma stavolta non ci sono riuscita, quindi se trovate qualche errore mi scuso u.u

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


~~“Arya, sono ore che camminiamo, ti prego fermiamoci” Sansa era davvero distrutta e continuava a spostarsi i capelli dietro le orecchie, come se si volesse sistemare. Cosa praticamente impossibile.
“Siamo in viaggio da appena quattro ore, tra poco tramonterà il sole, ci fermeremo allora”
“Che tradotto per te mia signora vuol dire no” Gendry si stava rivolgendo a Sansa, chiamava solo Arya milady quindi per la sorella usava quest’altro nome. “Arya sarebbe in grado di viaggiare anche per tutta la notte, pure a Grande Inverno era così?”
“No, era peggio. Sai, ogni volta che c’era una cena importante mi gettava il cibo addosso e quando poteva si divertiva a sfigurare i fratelli usando l’arco e le frecce meglio di loro. E tutto questo quando aveva nove anni”
Arya si girò all’improvviso. “Sansa, devi proprio metterti a raccontare queste cose? Saranno affari miei no? E comunque, tu mi insultavi sempre insieme alla tua migliore amica ed il budino sulla faccia ti donava”
Sansa e Gendry scoppiarono a ridere ma si fermarono sentendo il rumore di qualcosa dietro di loro che sbatteva a terra. Girandosi capirono che era solo Tyrion che si era gettato a terra trascinando con se Ditocorto. “Arya, capisco che tu voglia camminare tutto il giorno ed a me sta più che bene, ci sono abituato, ma ti vorrei ricordare che sulle mie gambe non posso andare così veloce” lui la chiamava solamente con il suo nome ed a lei andava più che bene.
“Va bene, ho capito, fermiamoci qui per stasera. Io vado a caccia” Gendry si avvicinò come a voler andare con lei ma Arya lo fermò. “Tu controlla certa gente. Tyrion mi sembra degno di fiducia ma non voglio lasciare mia sorella con Baelish” lui annuì ed Arya si incamminò da sola per la foresta.
Appena si fu allontanata Gendry si girò e vide tutti cadere a terra esausti. “Non sembrate abituati a muovervi, non lo avrei mai detto”
“Beh, mia sorella c’è abituata, ma noi tre passiamo le nostre giornate a palazzo. Se dobbiamo muoverci lo facciamo a cavallo e non per molto tempo né così rapidamente. Arya ci tiene ad arrivare presto”
“Direi che è normale, è da anni che non vede la famiglia”
Sansa non capiva perché ma si fidava di lui. “Sai, non riesco più a riconoscerla. Sapevo che era una sottospecie di ragazzo ma non l’avevo mai vista comportarsi in modo così brutale. Inoltre adesso ha anche l’aspetto di un ragazzo”
“Se adesso ti sembra un ragazzo la dovevi vedere quando l’ho conosciuta. Ci ho messo settimane a capire che era una femmina”
Sansa rise. “A Grande Inverno anche se non lo sopportava indossava vestiti e portava capelli lunghi, non credo che tornerà mai come prima, inoltre non eravamo affatto legate ma non vorrei perderla del tutto e non so cosa fare”
Gendry non capiva perché gli stesse parlando di cose così personali e, non conoscendola, non sapeva neppure cosa dirle per farla sentire meglio.
“Arya ti vuole bene, questo è poco ma sicuro. Non immagini neppure il casino che ha fatto per trovarti. Comunque io mi metto a cercare un po’ di legna nei dintorni, tu non perdere quei due di vista”
Sansa si girò ma in realtà si vedeva solo Tyrion che beveva dalla sua borraccia (probabilmente alcolici) e Ditocorto steso a terra che si fissava la gamba dolorante, solo a quel punto si rese conto che anche lei era stanchissima e che avrebbe dovuto ascoltare la sorella avendo la gonna totalmente strappata e sporca.
Dopo una mezz’ora circa il fuoco era acceso ed Arya era tornata trascinando addirittura un cervo. “Allora, io lo ho preso e lo ho portato qui perciò ora qualcuno lo cucini perché non mi va. Baelish, tu vuoi la gamba? Cioè, la coscia?” Arya si sforzava di non ridere alla vista di quell’uomo seduto a terra dolorante.
“Davvero divertente milady”
Arya si avvicinò e gli puntò Ago alla gola. “Non chiamarmi mai più in quel modo”. Non sapeva se era arrabbiata perché ormai non era più una lady o se lo era solo perché era abituata a sentire quel soprannome solo da Gendry, anche lui si era girato sentendo quel nome diretto ad Arya da una bocca che non era la sua.
Lei vide la faccia sconvolta di Sansa e dopo essersi conto che lo aveva minacciato solo per una parola che aveva detto si girò e si mise vicino la sorella.
Dopo aver cenato tutti si misero a dormire ma Arya rimase sveglia e si mise ad affilare Ago, si fidava di Nymeria ma voleva controllare Ditocorto di persona. Tra qualche ora avrebbe voluto svegliare Gendry per cambiare la guardia ma a quanto pare non ce ne fu bisogno perché lo sentì avvicinarsi.
“Hei milady, io non ho sonno, se ti va faccio io il primo turno”
“Non ce n’è bisogno. Hai notato che Tyrion non ha toccato cibo? Scommetto che domani si farà fuori tutto quello che è rimasto”
“Si, credo che si sia ubriacato prima di mangiare”
Arya rise. “Che ne pensi di lui?”
“Beh, se tu ti fidi io mi fido”
“Stavo pensando… mia sorella ha ragione. Anche se per miracolo riuscissi a riprendermi il trono di spade dovrei farci sedere sopra un erede di Robert Baratheon perché sia accettato e sfortunatamente non ne ho uno. Tu gli somigli molto sai? Anche se lui era un ciccione ubriaco”
“Considerando che somiglio ad un re ubriacone non so se era un insulto o un complimento, ai tuoi insulti ci sono abituato ma se era un complimento dimmelo che sarebbe un evento, anche se poi tua sorella penserebbe davvero che mi ami”
Lei rise di nuovo ed anche lui accennò un sorriso. “Tu sai vero che mia sorella è sveglia e ci sta ascoltando?”
“Cosa? Come lo sai”
“Nello stesso modo in cui sapevo che eri tu a fissare me. Gendry, se ti dicessi una cosa, una specie di segreto, tu mi prenderesti per pazza?” Arya iniziò a sussurrare.
“Sai che non lo farei”
“Non l’ho mai detto a nessuno, neppure alla mia famiglia, quindi non devi farlo neppure tu”
“Arya, puoi dirmi quello che vuoi, fidati”
“Io… sono in grado di fare una cosa particolare e… strana” Arya si morse il labbro indecisa se parlare ma poi continuò “Io so entrare nel corpo della mia meta-lupa. Facendo questo riesco a vedere tutto ciò che vede Nymeria”
Gendry cercò di ricordare quello che era successo un paio di giorni prima ed effettivamente si rese conto che Nymeria lo stava fissando quando Arya aveva capito che lui la stava guardando nonostante gli occhi chiusi, si girò per controllare ed anche in quel momento Nymeria stava guardando Sansa.
“Per tutti i Sette Dei, come fai a fare questo?”
“Non ne ho la minima idea. Prima ci riuscivo mentre dormivo invece da quando l’ho rivista ci riesco anche da sveglia”
Gendry era letteralmente scioccato. “È una cosa davvero incredibile”
Lei sorrise. Stettero in silenzio per un po’ e poi Arya decise di parlare. “Senti, mi sa che se non vai a dormire ora anche mia sorella rimarrà sveglia tutta la notte, sai è un’impicciona e non mi interesserebbe ma poi domani non cammineremo neppure un minuto”
“Va bene, ho recepito il messaggio. Mi svegli tra un paio d’ore così dormi anche tu?”
“Va bene”
Arya si rimise ad affilare Ago e lui si andò a stendere accanto Nymeria e Sansa, che, come aveva detto la sorella, era ancora sveglia anche se fingeva di dormire. Lui non disse niente e chiuse gli occhi.
La mattina dopo Arya si alzò prima di tutti, come al solito e per svegliare gli altri decise di usare quella che si scoprì essere la birra di Tyrion. Inutile dire che lui si incazzò solo per la birra ma alla fine dovette stare zitto di fronte la meta-lupa ed Arya, che a quanto pareva era impaziente di partire.
“Allora, considerando il fatto che in totale questo gruppo di viaggio comprende un nano, uno zoppo ed una ragazza che si è rifiutata di mettere un pantalone, andando al vostro passo ci metteremo almeno tre settimane per arrivare ed io non ho intenzione di metterci tutto questo tempo quindi, per favore, muoviamoci”
Iniziarono a viaggiare, Gendry era in testa, seguito da Sansa, Tyron, Ditocorto e Arya che chiudeva il gruppo con Nymeria. Sansa si sentiva evidentemente a disagio ed anche Gendry se ne accorse e quando si fermarono vicino un piccolo lago per rifornirsi d’acqua iniziò a parlarle. Un po’ troppo ad alta voce e di cose senza senso però.
“Sansa, tua sorella a Grande Inverno era sempre noiosa e seria come adesso?”
Arya subito si irritò. “Ma sta zitto”
Sansa si mise a ridere. “Ti sembra così noiosa?”
“Beh, da quando abbiamo iniziato a viaggiare”
“Solo tre giorni fa” sottolineò Arya mentre Ditocorto e Tyrion sbuffavano e riempivano le rispettive borracce.
”Dicevo, da quando abbiamo iniziato a viaggiare si è sempre comportata in modo particolarmente noio…” Gendry si sentì costretto a fermarsi da una palla di fango che lo così dritto in testa. Tutti scoppiarono a ridere e lui, con estrema lentezza alzò lo sguardo ed iniziò a fissare Arya, che se ne stava ferma con uno sguardo fiero e le mani ferme sui fianchi. Non era difficile notare che una delle due era sporca di terra.
“Milady, hai davvero osato fare una cosa del genere?”
“No milord, come vi vengono in mente idee del genere?” Arya si coprì la bocca con la mano, come scioccata di quello che aveva sentito. Imitava perfettamente il comportamento delle lady di 10 anni.
“Bene, perché se milady avesse fatto questo io sarei costretto a ricambiare la gentilezza” detto questo si accovacciò, prese un mucchio di fango e lo tirò addosso ad Arya che, naturalmente si accovacciò schivandolo e, di nascosto, ne prese ancora.
“Te lo ho detto tante volte. Sei lento” lei ritirò il fango ma stavolta non aveva mirato a lui, sapeva che lo avrebbe evitato, ma a sua sorella che appena sentì il contatto del fango sulla guancia si mise ad urlare.
“Arya! ma perché l’hai fatto?”
“Era da tempo che non ti infastidivo. Mi mancava!”
Ovviamente iniziò presto una battaglia all’ultimo colpo che vide come personaggio anche in folletto senza volerlo. Arya si era levata tutte le armi di dosso e riusciva ad evitare tutti i colpi ed alla fine non era sporca neppure un po’ ma Gendry non intendeva fargliela passare liscia. Si avvicinò a lei e da dietro la prese in braccio.
“Che stai facendo?”
“Mi hai macchiato tutto di fango milady, ora mi devo lavare e gradirei la tua compagnia” detto questo la gettò in acqua.
Il lago non era profondo e lei subito si alzò. “Gendry, inizia a dirmi dove vuoi essere sepolto!”
Loro ricominciarono a lottare come due bambini, intanto Sansa li fissava seduta su una roccia mentre tentava di pulirsi e non riusciva a non pensare che sua sorella sembrava felice e… rilassata. Quando si erano viste le prima volta era felicissima ma non nello stesso modo. Aveva un sorriso che le copriva l’intero viso e sembrava non pensare a niente mentre era sulle spalle di Gendry a tentare di strozzarlo
“Stasera non ti procuro niente da mangiare Gendry”
“Questa è una cosa ridicola milady. So cacciare benissimo da solo e tu lo sai”
“Ma come farai quando ti porterò via la spada milord?”
“Molto divertente”
“Lo so, ora che ti ho dimostrato che non sono affatto noiosa possiamo riprendere però?”
“Quando mi lascerai si”
Ci misero una buona decina di minuti a convincere Arya a mollare Gendry anche se non si arrendeva ma alla fine ricominciarono a viaggiare e non si interruppero più  per il resto della giornata.

*Angolo me*
Sono tornata!
allora, vorrei cominciare dicendovi quanto io vi sia grata, ho notato che in totale sono arrivata a nove recensioni e ci sono sette persone che seguono la mia storia, più due che la hanno inserita tra le preferite e due tra le storie da ricordare. per me è un traguardo veramente incredibile quindi ci tengo davvero tantissimo a dirvi grazie, senza di voi dubito che sarei andata avanti.
detto questo, che ne pensate del capitolo? ho voluto avvicinare un poco Arya e Gendry quindi ho parlato solo di parte del loro viaggio ma nel prossimo capitolo ci saranno delle svolte ;)
se vi va di recensire mi fa sempre un piacere immenso quindi... aspetto un vostro commento ;)
byby CasaStark

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Ormai erano passate due settimane da quando il viaggio con Sansa, Tyrion e Baelish era iniziato e… per Arya erano state due settimane davvero infernali. Non aveva fatto altro che sentire lamentele. Sansa si lamentava perché era sempre sporca di fango e le mancava il suo palazzo, in cui avrebbe potuto farsi un bagno caldo pieno di essenze di chissà cosa, Ditocorto si lamentava perché anche se la sua gamba era quasi guarita diceva che gli faceva malissimo e che in realtà Nymeria l’aveva morso molto più in profondità di quanto affermasse Arya e Tyrion si lamentava perché voleva fermarsi ad ogni locanda che vedeva. Arya non lo aveva mai conosciuto bene ma da quello che ricordava non era cambiato per niente e lei aveva accettato di fermarsi solamente una volta: quando aveva visto ser Gregor entrare in quello stesso luogo. Inutile dire che ci era entrato ma non riuscì ad uscirne vivo. Gendry le aveva fatto parecchie domande sul perché avesse attaccato un uomo, che lui non aveva riconosciuto, senza motivo ma lei riuscì ad eludere tutte le domande.
Quella sera riuscì anche a pronunciare un nome in meno.
L’unico compagno di viaggio che Arya riusciva a sopportare, oltre Nymeria, era proprio lui, Gendry. Ogni sera quando lei rimaneva alzata per fare la guardia lui la seguiva e rimaneva sveglio a farle compagnia per un paio d’ore o più, cioè finchè lei non si arrendeva e non accettava di andare a dormire lasciando la guardia ai sensi di Nymerya.
Arya si aspettava di arrivare a Grande Inverno al massimo in una decina di giorni, imprevisti compresi, ma per colpa della lady, dello zoppo e del folletto ci misero circa due settimane nonostante nessuno li attaccò e nonostante andassero sempre velocemente. Tutti trovavano un buon motivo per rallentare o fermarsi a dormire prima del tramonto e per quanto Arya volesse continuare non poteva lasciarli tutti indietro.
Però adesso era arrivata.
Non erano ancora nel castello dove viveva lei anni prima ma erano arrivati nel mezzo della città ed Arya non faceva che guardarsi intorno riconoscendo ogni cosa.
C’era la piazza dove di nascosto si allenava con i suoi fratelli al tiro con l’arco e dove ogni tanto sbagliava di proposito per non fargli fare figuracce davanti i genitori o altre persone in generale, la zona dove le era proibito entrare perché i ragazzi si allenavano con le armi e la stanza da cui scappava sempre perché la septa voleva costringerla a concentrarsi solo sulla tessitura o sulla musica. Ricordava benissimo che ogni volta che scappava dalla lei andava a cercare suo fratello Jon che riusciva sempre a farla sorridere scompigliandole i capelli. Ora era cresciuta ed i capelli li aveva molto corti ed Arya si chiedeva se il fratellastro lo avrebbe fatto ancora o se semplicemente avrebbe continuato a chiamarla “sorellina”
La luce dell’alba illuminava pian piano più cose che le facevano riaffiorare ricordi. Anche dopo l’incendio tutto era stato costruito come prima.
“Arya, andiamo forza” Sansa iniziò a trascinare la sorella fino ad arrivare davanti le cinque guardie all’entrata del castello e scambiandoci poche parole riuscì a far passare tutti quanti. “Te l’ho detto, vengo qui spesso” spiegò “Pensa che ho ancora la mia vecchia stanza, l’ho lasciata com’era quando ero piccola e credo che ci andrò subito. Ho bisogno di farmi un bagno e di mettermi un vestito nuovo, non credo di aver mai avuto i capelli così pieni di fango nonostante tutto quello che mi tiravi addosso”
Arya avrebbe riso ma era davvero troppo ansiosa. Sana stava dicendo qualcos’altro alle guardie ed Arya, che stava davvero per entrare nel panico, si rivolse all’unica persona in grado di calmarla. “Allora? Che ne pensi di Grande Inverno?”
Gendry si guardò un po’ intorno. “Beh, direi che è diversa da Approdo del Re, è soprattutto molto più fredda di quanto io sia abituato”
“Poco ma sicuro” Arya riuscì a sorridere.
Dopo un minuto Sansa si girò verso la sorella. “Arya, una delle guardie sta per andare ad avvisare Brann che siamo qui, noi lo andiamo ad aspettare nella sala del consiglio va bene? Ho anche chiesto un medico per lord Baelish che sta per venire portato da due guardie in una stanza e sta tranquilla, ho detto alle guardie di non perderlo di vista. Ho anche chiesto di far portare Tyrion in un’altra stanza ma poi la guardia tornerà indietro, non c’è bisogno di controllarlo fidati”
Sansa stava per aggiungere qualcosa ma non ce ne fu bisogno perché Arya vide l’ultima guardia avvicinarsi a Gendry come per portarlo via ma lei si avvicinò a lui e lo prese per un braccio ed iniziò a fissare quell’uomo negli occhi, lasciando intendere che Gendry non sarebbe andato da nessuna parte. Anche Sansa per fortuna colse il messaggio e congedò l’uomo.
Arya iniziò a camminare tra le mura del castello che una colta conosceva benissimo. Sansa li condusse fino alla sala del consiglio e mentre aspettavano lei non poteva far altro che chiedersi se, come quella di Sansa, anche la stanza di Arya fosse sempre la stessa nonostante… “la sua morte” oppure se l’avevano ripulita del tutto.
“Arya, ti senti bene?” Gendry si mise di fronte a lei e le mise una mano sulla spalla.
“Si, mi chiedevo solo se i miei fratelli mi riconosceranno”
“Sansa ti ha riconosciuta giusto? Ed era felicissima di vederti”
“Sansa sapeva che ero io anche prima di vedermi, doveva solo confermare quella specie di teoria”
“Arya, sono i tuoi fratelli, ti riconosceranno ed anche se non fosse così cosa cambierebbe? Tu gli diresti chi sei e vi ritroverete di nuovo tutti insieme comunque”
“I miei fratelli sono più piccoli di Sansa. Il più piccolo aveva quattro anni quando me ne sono andata” Arya abbasso lo sguardo titubante e poi si rivolse alla sorella. “Sansa, di preciso cos’hai detto alla guardia fuori dalle mura?”
“Solo che avevo urgenza di vedere Brann, loro mi conoscono abbastanza bene e non ci sono stati problemi”
“Non hai detto che c’ero anch’io?”
Sansa assunse un’espressione mortificata. “No, avrei dovuto?”
“No, va bene”
Passarono altri cinque minuti che lei passò coccolando Nymeria e poi un uomo gigantesco spalancò la porta con un calcio. Portava qualcosa sulla schiena e trasportò quel… “qualcosa” fino alla sedia al centro del tavolo del consiglio, proprio di fronte ad Arya. “Grazie Hodor” disse quella cose che, a quanto pareva, in realtà era una persona”
“Hodor” rispose quel gigante.
Ad Arya bastò uno sguardo per riconoscere quello che ormai non era più un ragazzo seduto di fronte a lei. Aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri tipici dei Tully ed era accompagnato da un meta-lupo molto simile al suo.
“Sansa, è un piacere rivederti”
Quei due erano sempre stati molto distaccati.
“Anche per me Brann”
Stava ignorando completamente gli altri ma per fortuna poi si accorse della loro presenza. “Chi sono le persone che hai porta…” Brann incrociò lo sguardo con gli occhi gialli di Nymerya e poi lo fece scorrere fino agli occhi grigi della padrona. “Arya”
Si comportava in modo strano, come se stesse sognando e fosse consapevole che prima o poi si sarebbe svegliato. Ma ad Arya non importava se per lui era un sogno o la realtà, fece di corsa il giro intorno quel tavolo e lo abbracciò, venendo subito ricambiata. “Sono io Brann”
Dopo qualche secondo si staccarono. “Non sei morta”
Arya sorrise. “Beh, direi di no”
“Hai anche ritrovato Nymeria”
“Beh, è stata lei a ritrovare me”
“Dove diamine sei finita per tutto questo tempo?
“Brann, dov’è Rickon?”
“Credo che si stia allenando con la spada, passa la maggior parte del suo tempo li ma non gli piace essere disturbato, lui è cambiato molto in questi anni”
Arya si girò e si diresse verso la porta. “Credo che farà un eccezione per sua sorella viva creduta morta. Sansa digli quello che ho detto a te, io vado da mio fratello, oh se gli dicessi anche chi è Gendry mi faresti un favore. Torno presto”
Come sempre non aspettò nessuna risposta e si avviò verso l’arena in cui di solito si allenavano Jon e Robb. Lì non c’era nessuno, cosa normale considerando che era passata da poco l’alba ma si sentivano dei rumori. Avvicinandosi Arya vide il fratello senza la maglietta che si scontrava contro un manichino.
Anche lui era cresciuto molto, doveva avere circa dodici anni ma  con i muscoli che si ritrovava ne dimostrava molti di più.
Si avvicinò di soppiatto ma quando era abbastanza vicina lui si girò e l’attaccò. Lei ebbe appena il tempo di cacciare Ago e di parare il colpo ma poi lui continuò ad attaccare. Quando si fu allontanata lui era pronto ad attaccare di nuovo ma lei lo bloccò. “Ma che diamine di problemi hai?”
“Tutti sanno che non voglio essere disturbato quando mi alleno ed io mi sto ancora allenando”
Lui continuò ad attaccare e continuarono a combattere finché Arya non riuscì a disarmarlo, poi alzò la guardia con entrambe le spade. “Si, mi avevano avvisato, anche se speravo che tu potessi fare un’eccezione per la tua sorellina morta, comunque sei bravo con la spada sai anche se ti ho battuto, non me lo aspettavo”
“Fermo un secondo mi sono perso un paio di passaggi”
“Va bene, allora ricominciamo. Prima di tutto, sono una ragazza”
“Okay”
“Bene, secondo, sono tua sorella”
“Cosa? No, non è possibile. La mia unica sorella è Sansa, l’altra è morta” in lontananza Rickon vide cagnaccio. Che giocava con un altro lupo. Arya seguì il suo sguardo e notò la stessa cosa.
Ma perché tutti riconoscevano Nymeria e non lei?
“Rickon, cosa ti è successo in questi anni?”
“Ho imparato a sopravvivere Arya, tu invece ti sei finta morta”
“No, anche io ho imparato a sopravvivere e sono sopravvissuta da sola per tutto questo tempo. Adesso devo parlare con te, Brann, Sansa e Gendry va bene? Puoi fare un’eccezione ed interrompere l’allenamento seguendomi?”
“Chi diamine è Gendry?”
“Un amico. Andiamo per favore? Abbiamo molte cose di cui discutere e la prima è la condanna a morte di un traditore”
“Di cosa stai parlando?”
“Rickon, avevi quattro anni quando siamo stati traditi. Senza offesa ma dubito che tu ti possa ricordare di Ditocorto”
“Arya, ma tu hai la minima idea di quello che noi abbiamo passato? Quando abbiamo saputo che Sansa era viva ci illudevamo che lo fossi anche tu e quando non sei tornata ci siamo disperati! Perché non sei tornata?”
Era un’accusa più che una domanda ed Arya non sapeva cosa dire. “Ci ho provato, davvero Rickon, non immagini neppure quanto ci abbia provato, ma più tentavo di avvicinarmi a casa più in realtà mi allontanavo, non puoi immaginare i luoghi in cui sono finita, ma se vuoi sapere cos’è successo devi venire con me, per favore”
Il  fratello sembrava arrabbiato con lei e come poteva dargli torto? Aveva tentato di tornare a casa ma… solo all’inizio. Tornarono nella sala del consiglio e Brann la dissolse dai suoi pensieri mentre cominciava a sentirsi in colpa assalendola nell’istante in cui entrò. “Arya, hai perso completamente il senno? Vuoi ammazzare Cersei e prendere il trono di spade?”
“Oh, Sansa ti ha aggiornato, comunque la risposta è si. Grande Inverno non può essere di proprietà di un Lannister. Però per il momento non voglio discutere di questo. Non so se nostra sorella te lo ha detto ma ho portato un traditore nel castello e mi piacerebbe condannarlo a morte, così avrei anche il piacere di staccargli personalmente la testa dal collo secondo la nostra tradizione”
Sansa si avvicinò alla sorella. “Arya non puoi ucciderlo. Io non so perché pensi che sia un traditore ma lui mi ha salvato la vita!”
“Ed ha condannato a morte mio padre! No, non è vero. Ha condannato a morte NOSTRO padre Sansa!”
Gendry si avvicinò al tavolo dove era seduto Brann. “Fategli prendere il nero”
“Cosa?” Sansa ed Arya parlarono nello stesso istante. Poi lui continuò a parlare ma si rivolse solamente ad Arya.
“Arya, ci penso da un pò, se andasse alla barriera non potrebbe più fare del male a nessuno e di sicuro non potrebbe neppure allontanarsi da lì”
Lei abbassò lo sguardo per riflettere e rimase così per molto tempo. “Va bene. Brann, è una buona idea. È colpa sua se nostro padre è morto, ma la scelta è solo tua. Preferisci la barriera o la condanna a morte?”
A Sansa mancò un battito mentre aspettava la risposta del fratello. “Mi fido di te Arya. se dici che è un traditore lo è, ma anche se è colpa sua se Eddard è morto io non né ho le prove e non lo posso uccidere. Lo manderemo alla barriera”
“Fantastico. Grazie dell’idea Gendry e comunque voglio essere io a dare la bella notizia a Ditocorto e poi parleremo anche del fatto che prenderemo quel trono di spade. Deve essere davvero scomodo quel coso chissà perché tutti ci si vogliono sedere sopra”
Disse quest’ultima frase camminando verso senza notare che Gendry la stava seguendo e senza accorgersi che, per quanto in quei pochi minuti l’avesse nascosta, lui aveva capito dal viso di lei che era successo qualcosa quando era andata a prendere Rickon.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Arya continuò a camminare per i corridoi del palazzo, non sapeva se stava andando nella direzione giusta me era così sovrappensiero che oltre a non accorgersi della strada che stava percorrendo non si accorse neppure di Gendry che le aveva afferrato un braccio fermandola. “Arya, mi dici che ti è preso?”
“In che senso scusa?”
“Arya, ti ho proposto di far prendere il nero all’uomo che ha tradito la tua intera famiglia e tu hai accettato in pochissimo tempo. Insomma, hai detto a Nymeria di azzannarlo nel momento in cui lo hai visto ed hai deciso di farlo vivere nonostante quello che ha fatto senza nemmeno che Sansa ti implorasse? Mi accorgo se c’è qualcosa che non va e questo è il tuo caso”
Arya abbassò lo sguardo. “No, non è vero, sto bene” lui si limitò a continuare a fissarla ed Arya capì che non aveva scampo. “Gendry, in questi otto anni ho fatto molte cose che non puoi neppure immaginare”
“No, hai ragione non posso, per questo ti chiedo di fidarti di me e parlarmi”
“Va bene. Seguimi” Arya ci mise un secondo a rispondere. Sapeva di potersi fidare di lui. Cambiò strada, non era sicura di ricordare la strada ma in poco tempo riuscì ad arrivare dove voleva.
“Questo che posto sarebbe?”
“Era la mia stanza” Era ancora tutto come quando lo aveva lasciato. Una camera illuminata dalla poca luce della finestra, con un mobile vuoto in cui sarebbero dovuti esserci i vestiti, un paio di sedie ed un letto gigantesco. Arya si avvicinò a quest’ultimo ed iniziò con le mani a sfiorare le pesantissime coperte, ricordando l’ultima volta che era stata lì.  “Non venivo qui da… beh, otto anni”
“È un bel posto”
Arya sorrise. “Grazie. Nymeria, stai di guardia” non aveva visto la meta-lupa seguirla ma sapeva che lo aveva fatto.
“Suppongo che tu non mi abbia portato qui per farmi vedere la tua stanza”
“No, infatti” Arya si sedette sul letto e Gendry si mise accanto a lei, aspettando che iniziasse a raccontarle quello che le era successo. “Dopo che ci siamo separati io sono arrivata a Braavos, lì non avevo niente, né cibo, ne soldi, né un posto dove andare. Trovai un Tempio dove venni accolta, lì mi dissero che dovevo scordarmi chi ero stata in passato, non c’era posto per Arya Stark. Se l’avessi fatto, loro mi avrebbero insegnato a sopravvivere ed a diventare… un’assassina. Ho accettato” Arya si fermò per vedere come avrebbe reagito Gendry al suono di quelle parole ma non vide niente sul suo volto, assolutamente niente. Non la stava giudicando, stava solo aspettando che lei continuasse. “Mi hanno chiesto di uccidere una persona, non lo conoscevo ed iniziai ad osservarlo. Non faceva niente di male, era un uomo totalmente onesto ma io l’ho fatto lo stesso, l’ho ucciso. Andando avanti nel tempo ho continuato, ogni volta che mi chiedevano di uccidere qualcuno nel giro di pochi giorni ci riuscivo e mi sono così abituata a quella vita che quando ho trovato la possibilità di scappare non l’ho colta” Arya non lo guardava negli occhi. Si vergognava di quello che aveva fatto ma solo ora si rendeva conto che non stava a lei prendere la vita di qualcuno senza una degna motivazione.
“Avevi la possibilità di tornare a casa” Gendry disse solo questo ed Arya rise.
“Io ti dico che ho passato otto anni ad uccidere persone che non mi avevano fatto niente e tu mi chiedi questo?”
“Non so cos’altro dire. Hai fatto quello che hai fatto per sopravvivere e lo capisco, ma non capisco perché non sei tornata”
“Te l’ho detto, mi ero abituata. Però, parlando con Rickon mi sono resa conto che, loro erano contentissimi di vedermi perché credevano che fossi morta, anche tu credevi che fossi morta ma io non lo ero. Io non ho pensato a come sono stati loro in questi anni. Ho pensato solo a me stessa. Sarei potuta tornare in ogni momento e stare con la mia famigli ma… non l’ho fatto. Hanno sofferto perché non volevo tornare, per il mio egoismo!” Stava per esplodere.
“Arya, da quando ci siamo rivisti non mi hai dato tregua, hai passato le giornate a camminare ed a sfiancarti per poter ritrovare i tuoi fratelli. Hai intenzione di prendere il trono di spade e non per diventare la regina, ma per impedire a loro di essere sottomessi. Stai vendicando le persone colpevoli della morte dei tuoi genitori. Non credo che tu possa definirti una persona egoista”
Arya sorrise “Ne sei davvero convinto? Aspetta, cosa intendi quando dici che vendico i miei genitori?”
“Certo che lo penso. Comunque Arya, in totale ti ho vista uccidere apparentemente senza motivo due persone. Ogni sera sussurri dei nomi, non li capisco bene ma quando ci siamo fermati a quella locanda ed hai ammazzato uno sconosciuto la sera hai pronunciato un nome in meno. Si vedeva che ti stavi vendicando”
“Non capisco come fai, ti accorgi di cose che non nota nessuno”
Gendry rise. “Io ti conosco, tu tenti di impedirmelo e non ti apri con me ma io ti conosco”
Arya lo fissò. “Ah si? Io non credo”
“Si invece. Ti chiami Arya Stark, lady di Grande Inverno. Il titolo di lady lo odi ed infatti anche se sono passati otto anni continui a fingerti un ragazzo. Hai varie armi ed anche se le sai usare tutte preferisci Ago, che ti è stata regalata dal tuo fratellastro, che però consideri tuo fratello e con cui hai un ottimo rapporto…”
“Va bene, hai reso l’idea” Arya rise. “però io non so queste cose di te. Tu non mi racconti mai di te in effetti”
“Beh, non vedo cosa dovrei dirti”
Arya incrociò le gambe sul letto e si girò per guardarlo in faccia. “Non lo so, mi hai detto tempo fa che tua madre è morta quando eri piccolo, non ricordi niente di lei?”
“Non molto. Solamente che cantava prima di farmi dormire, è morta molto presto”
“Già, mi dispiace. Insomma, io ero a pochi metri da mia madre quando è morta, so cosa si prova. Di tuo padre non sai proprio niente?”
“Il fabbro che si prendeva cura di me mi ha detto che secondo mia madre era sposato ed era una persona importante. Nient’altro”
“Importante?”
“Non so cosa intendesse, non so neppure se dicesse la verità”
“Perché avrebbe dovuto mentire? Magari tuo padre era un lord o un cavaliere”
“Oppure era uno che ha stuprato mia madre e si è fatto uccidere perché troppo ubriaco per difendersi”
“Non so perché dici questo ma, secondo me, l’importante è che tu sia una brava persona. Senti, è meglio se andiamo, devo dire a Baelish che prenderà il nero, poi devo parlare con i miei fratelli e dobbiamo andare alla barriera”
“Si, hai ragione”
Si alzarono ed in poco tempo raggiunsero le stanza di Ditocorto. Quando lui seppe la sorte che gli sarebbe toccata si disperò ma Arya decise di offrirgli una scelta: il nero o la vita e lui capì che in realtà l’alternativa non esisteva. Arya lo lasciò lì poi si diresse nella sala del consiglio. Non sapeva se fermarsi anche da Tyrion ma capì che non riusciva a fidarsi di un Lannister ed andò avanti. Arrivata nella stanza Sansa non c’era, probabilmente era andata a cambiarsi e decisero di aspettarla. Ci mise circa un’ora a sistemarsi e poi torno con un vestito nuovo lilla ed una delle strane acconciature che le piacevano tanto. Tutti tirarono un sospiro di sollievo, poi Arya si sedette accanto i fratelli e si rivolse al maggiore dei due. “Brann, ho bisogno di raggiungere la barriera”
Si levò un coro di voci ma Brann calmò tutti. “Arya, appena sei arrivata mi hai detto che volevi prendere il Trono di Spade ed ora mi dici che vuoi raggiungere la barriera? Perché?”
“Devo andare da nostro fratello”
Sansa sussurrò qualcosa ma Arya la sentì comunque. Aveva detto: “Fratellastro”
Abbasso lo sguardo e lo rialzò fissando la sorella. “Scusa Sansa, hai ragione. Devo raggiungere il tuo fratellastro e mio fratello sulla barriera” Calcò molto la parola ‘fratello’. Arya odiava che qualcuno insultasse Jon. “so che lui ci aiuterà e comunque, devo rivederlo”
“Arya” si intromise Brann. “Tu e Sansa siete ragazze, non potete andare alla barriera”
“Sansa non verrà con me ed io mi fingo un ragazzo con tutta la facilità del mondo. Andremo io, Gendry e Rickon. Se per lui va bene”
Lui si girò fissandola, come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza. “Perché vuoi me? Io ho dodici anni nel caso non te ne fossi accorta, dubito che sarei utile”
“Rickon, in tre saremo molto più forti, tu sei stato in grado di sopravvivere quando avevi quattro anni e sai usare la spada. Non vedo come potresti essere un peso”
“Come vuoi, va bene”
Sansa si intromise. “Arya, non puoi andare alla barriera! Potrebbe succederti qualsiasi cona durante il viaggio!”
“Sansa, il viaggio durerebbe due giorni con dei cavalli”
“Non li volevi usare i cavalli”
“Quando ero in viaggio con te c’era anche Ditocorto, avrebbe potuto usarlo per scappare e non volevo correre rischi. Se partissimo dopo pranzo entro neppure una settimana saremo tornati”
“Arya, mi fa paura l’idea di voi tre che viaggiate da soli”
“So combattere Sansa. Ci andrò e tornerò presto”
“Cosa dovremo fare io e Brann aspettandovi?”
“Tentate di scoprire quali paesi sono disposti ad allearsi con noi”
Brann si intromise. “Dubito che ce ne siamo molti”
“Brann, Theon prese Grande Inverno con soli venti uomini”
“Tu come lo sai?”
“Il punto è che, anche durante la guerra tra i Lannister e Stannis Baratheon anche se i Lannister stavano perdendo riuscirono a vincere con uno stratagemma, per conquistare un luogo non serve un grande esercito, dobbiamo solo riuscire ad attaccarlo dall’interno. Ci serve qualcuno che riesca a farci entrare ad Approdo del R e dall’interno della città io so come accedere al castello”
“Sai come entrare nel castello eludendo tutte le guardie?” Gendry aveva lo sguardo di chi non le credeva.
“Si, da piccola imparai come fare e riuscii a scappare dalle guardie che mi cercavano per portarmi da Cersei. Non so se il passaggio c’è ancora ma se c’è, ci possiamo arrivare e possiamo raggiungere il Trono senza che nessuno se ne accorga”
“Arya, a me non sembra un buon piano. Anche se riuscissi ad uccidere Tommen, un bambino, perché il popolo dovrebbe accettarlo? Non sai neppure a chi vuoi far prendere il suo posto”
“Non ho la minima intenzione di uccidere Tommen, come hai detto tu stesso, è un bambino. Lui fa tutto quello che gli viene ordinato, ucciderò sua madre ed anche la moglie se sarà necessario, poi farò in modo che lui e i suoi figli vadano via dalla città”
“Come potrebbero andarsene? Un ragazzino di dodici anni e due neonati?”
“Prima di tutto il figlio più grande non è suo, ha cinque anni e dubito che Tommen sia diventato padre ad otto anni, inoltre dirò a suo padre Jaime Lannister di portare tutti via da Approdo del Re”
“Cosa? Ti ucciderà alla prima occasione”
“No, non lo farà. Quando Cersei stava per essere uccisa non è andato ad aiutarla ma nonostante questo si trova ad Approdo del Re senza che lei tenti di ucciderlo e senza che lei si sia vendicata. Tommen è figlio di loro due e lui si trova lì solo per lui, non rischierà che lui muoia per mano vostra solo per uccidere me”
Gendry si zittì, non sapeva cosa dire come tutti gli altri presenti in quella stanza, così Rickon prese la parola.
“E tutte le guardie? Cosa intendi fare con loro?”
“Ucciderò tutte quelle presenti sul mio cammino e una volta raggiunto Jaime Lannister lui richiamerà i suoi uomini che poi inizieranno a servire il nuovo re. Non sono leali, fanno quel lavoro solo per il denaro, non obietteranno”
“E se qualcuno lo facesse?”
“Anche noi abbiamo un esercito. Uccideremo i ribelli, tutti quanti”
“Resta il problema del popolo ed anche di tutti gli alleati di Approdo del Re”
“La regina Cersei non manda il suo esercito per aiutare gli alleati, questo vuol dire che in realtà nessuno vuole aiutare lei. Quando Jaime ritirerà l’esercito gli alleati non muoveranno un dito e per quanto riguarda il popolo è lo stesso. Tutti odiano i Lannister”
“E Tyrion?” chiese Sansa con la voce che tremava. Probabilmente non aveva mai sentito parlare guerra, non così tanto almeno.
“Lui non morirà se è quello che stai chiedendo. Ti fidi molto di lui ma io non so se è una brava persona quindi non voglio perderlo di vista. Voglio che anche lui venga alla Barriera così lo capirò, se fosse degno della fiducia che riponi in lui verrà ad Approdo del Re con noi, se così non fosse non lascerà quella barriera”
“Ultima domanda, come pensi di entrare ad Approdo del Re?”
Arya stava per rispondere ma Gendry la precedette. “A questo posso pensarci io. Ho un amico che lavora come cuoco in una delle cucine della città, ci potrebbe dare una mano lui”
Lui era ancora titubante, Arya lo capiva ma gli altri sembrarono non accorgersene
“Quando vuoi partire?” le chiese la sorella
“Il sole è sorto da poco, andremo tra qualche ora” Arya sarebbe voluta partire subito, sapeva che tutti erano stanchi ma lei aveva davvero un bisogno disperato di vedere suo fratello. Però sapeva di non poter andare da sola quindi l’unica alternativa era l’attesa.
 
*Angolo me*
Sono tornataaa, ci ho messo un po’ vero? Beh, in effetti solo qualche giorno ma in base ai miei tempi di aggiornamento si può dire che ci ho messo un po’ però non è colpa mia! Ho trovato un dizionario in lingua dotraki che mi ha preso un po’ di tempo u.u
Passando al capitolo… so che non è emozionante ed è solo di passaggio ma volevo spiegare per bene il piano di Arya e sono anche riuscita a farla avvicinare ancora un po’ a Gendry ;)
Se vi va di lasciarmi un commento mi fate sempre felice, inoltre continuo a ringraziare BCC che recensisce ogni cosa e mi fa sorridere come un’ebete e… nada.
Al prossimo capitolo.
Byby CasaStark

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


~~Brann aveva fatto preparare tre cavalli, in totale ad andare alla barriera erano in cinque ma Arya diceva che se Tyrion e Ditocorto fossero rimasti lì lei e gli altri avrebbero avuto difficoltà a tornare con un cavallo in più. Purtroppo però Rickon non era d’accordo e subito lo mise in chiaro. “Io prendo il cavallo marrone e vado da solo” si mise a sistemare la sella di quello e poi andò a parlare con il fratello più grande, incurante dell’opinione degli altri. Brann aveva già dato ad Arya altri vestiti e le aveva offerto varie armi ed ora stava dando al fratellino un mantello con sopra disegnato il simbolo degli Stark. Probabilmente erano auguri di buona fortuna, per Arya quei due non si erano mai separati da… beh, da quando si erano rivisti anni prima.
“Milady? Stai bene?” Gendry, come sempre aveva notato lo strano atteggiamento di Arya.
“Si. L’ultima volta che ho cavalcato con qualcuno quel qualcuno era il mastino e di sicuro non ne ero contenta. Comunque non importa, andiamo” Arya fece un respiro profondo. “Sappi che mi metto io davanti a governare il cavallo, a meno che tu non voglia stare insieme al folletto naturalmente“
Gendry si affrettò a scuotere la testa. “Senti, credo che tua sorella ti voglia parlare, ti sta fissando da un po’ ormai. Vado a far sbrigare Tyrion e Baelish”
Arya voleva andare a chiamare Nymeria ma la vide che ‘lottava’ insieme a Cagnaccio quindi si girò ed andò da Sansa. “Stai bene?”
“Ho paura Arya, l’ultima volta che ci siamo separate pensavamo che andasse tutto bene, tu eri semplicemente andata dal tuo insegnante di danza e poi non ci siamo viste per ben otto anni”
“Devi stare tranquilla, troverò Jon e tornerò in un attimo, intanto fai con Brann quello che ti avevo chiesto va bene?” Arya non credeva che Sansa fosse così affezionata a lei, ma in effetti quando si erano separate aveva provato la stessa cosa.
Sua sorella annuì e la abbracciò. “Ci tenevo a dirti che, mi dispiace di averti presa in giro per il fatto che volevi usare la spada, mentre ero prigioniera avrei fatto qualsiasi cosa per averne una con cui fuggire”
Arya sapeva che le stava dicendo quelle cose per paura di non vederla più. “Non importa, ormai è passato molto tempo, ci vediamo tra una settimana okay?”
“Va bene”
Arya vide che erano arrivati tutti quanti e salì sul cavallo aiutata da Gendry che già era in groppa. Partirono dopo pochi minuti, Rickon era in testa al gruppo, seguito da loro due ed infine il folletto e Ditocorto, controllati dai meta-lupi. Viaggiarono tutto il giorno ma Arya sulla sella continuava a girarsi ed agitarsi e di sicuro non era perché dietro di lui c’era Gendry. Si misero a chiacchierare un po’ e lui le racconto del perché avesse deciso di diventare fabbro: voleva avere una spada per combattere ma nessuna si adattava a lui, il suo maestro lo aveva notato e gli aveva detto che invece di lamentarsi del lavoro degli altri avrebbe dovuto farselo da solo, non intendeva letteralmente ma Gendry accettò ed iniziò a lavorare.
Dopo un’intera giornata a cavallo si accamparono nella foresta. Arya accese il fuoco e suo fratello andò a caccia.
“Sai piccola Arya” iniziò a parlare Tyrion “L’ultima volta che andai alla barriera feci questo stesso percorso, ma insieme a Jon Snow, diventammo amici grazie a quel viaggio insieme, lui si fidava di me. Anzi per quanto mi ricordi era stato lui a dirmi che ero suo amico”
“Si, otto anni fa. Non so cosa gli avevi detto per trarlo in inganno”
“Arya, mia sorella ha tentato di uccidermi e lo stesso vale per mio padre. Odio quasi tutta la mia famiglia, non ho intenzione di tradirti. Inoltre non otterrei niente lasciando Cersei viva, invece una volta che la mia dolce sorella sarà morta io portò tornare a vivere ad Approdo del Re, con cibo, vino ed adorabili puttane”
“Te lo hanno mai detto che sei romanticissimo? Perché non ti ubriachi un po’ come fai sempre mentre io tento di accendere il fuo…” Arya alzò lo sguardo, aveva sentito qualcosa ma lui non ci fece caso.
“Si, sarebbe un’ottima idea se non fosse che non ho vino. Credo che piuttosto mi metterò un po’ a leggere”
Lei accese il fuoco e ci si sedette vicino ignorandolo ed in pochissimo tempo suo fratello tornò con un paio di conigli in mano. Si mise di fronte ad Arya a cucinarli e Gendry si allontanò andando verso i cavalli per lasciargli un po’ di privacy.
“Ci hai messo poco a cacciare”
“Ci sono abituato”
“A che età hai imparato?”
Rickon non alzava mai lo sguardo, sembrava molto interessato al fuoco in quel momento. “Sei, avevi la stessa età quando hai imparato ad usare l’arco e le frecce se non sbaglio”
Arya annuì, ricordava che aveva rubato le cose del fratello ed aveva capito come fare d usarli di nascosto e da sola. “Anche tu volevi imparare”
“Adesso preferisco la spada”
Lei non sapeva più cosa dire. “Rickon, per quanto ancora sarai arrabbiato con me?”
“Non credo sia possibile saperlo” alzò finalmente lo sguardo incrociando gli occhi grigi della sorella e lei, nonostante volesse urlare tentò di rispondere con calma.
“Ascoltami, tu pensi che io non volessi tornare ma io volevo! Non immagini neppure quanto io desiderassi tornare a casa. Ma ero a neppure cento passi da nostra madre quando è morta e sono arrivata a Nido dell’Aquila quando nostra zia aveva fatto la stessa fine e non potevo tornare da sola a Grande Inverno a soli nove anni solo perché lo volevo!”
“Però in quei posti sei riuscita ad arrivarci”
“Si, prigioniera di qualcuno, quando invece non c’era nessuno a tentare di barattarmi per soldi ero con Gendry e un altro nostro amico e loro… hanno deciso di prendere una strada diversa dalla mia”
“Vogliamo parlare di questo? Io avevo compiuto appena cinque anni quando mi sono dovuto separare da mio fratello ed ho dovuto viaggiare solo con una donna del popolo libero. Abbiamo ricevuto ospitalità ma un giorno lei si ammalò e tutti iniziarono a pensare che se ci avessero offerto anche solo un letto per una notte si sarebbero ammalati anche loro. Così abbiamo dovuto iniziare a vivere da soli ed io ho dovuto imparare a cacciare. Nonostante questo sono riuscito a tornare a casa e pensa che Osha, quella donna, è guarita ed ora lavora al castello”
“Va bene, ho capito. Non mi sono comportata come te ma appena ho avuto una nuova occasione per tornare l’ho presa. Adesso sono qui e mi piacerebbe che mio fratello fosse contento di questo” Arya non aspettò una risposta ed andò a sedersi lontano da lui,anzi lontano da tutti. Ora si trovava in mezzo ai vari alberi ed in lontananza riusciva a vedere il fuoco ma non sentiva più il rumore dei meta-lupi, c’era solo silenzio.
Lei decise di sfruttare quel momento per allenarsi un po’ con Ago ma purtroppo ci riuscì solo per poco tempo. quando udì il rumore di un ramo che si spezzava si allarmò ma subito capì chi era. “Non dovresti controllare quei due?”
Lui si avvicinò. “Come se i meta-lui e tuo fratello non bastassero, che stavi facendo milady?”
“Devi smetterla con quel soprannome idiota”
“No, non credo”
“Comunque mi stavo allenando milord ed ora, grazie a te, mi sono fermata” Arya si sedette a terra ed iniziò a… tirarsi i capelli.
“Arya, che stai facendo?”
“Sono cresciuti” Prese Ago e se lo portò all’altezza del viso, usandolo per tagliarsi le ciocche dei capelli troppo lunghi. “mi impediranno di arrivare alla barriera se vedranno che sono una ragazza e per quanto non lo sembri neppure con i capelli lunghi è meglio tagliarli”
“Ti sei accorta che critichi sempre il tuo aspetto fisico?”
Arya alzò le spalle, come se effettivamente non se ne rendesse conto. “Beh, è Sansa quella bella, io sono quella agile”
“Non sei affatto brutta”
Arya sorrise, ma continuò ad usare Ago come strumento per parrucchieri. “Gendry, credo che qualcuno ci stia seguendo”
“Cosa?” Gendry stava per urlare.
“Stai zitto!”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Sento che qualcuno ci osserva da quando siamo partiti”
“Torniamo dagli altri”
“No. Non è qualcuno che ci vuole fare del male, lo avrebbe già fatto altrimenti”
“E allora cosa credi che voglia?”
“Non lo so, ma credo di sapere chi è”
“Scherzi? Chi?”
“Non ha importanza, ciò che importa davvero è che non siamo in pericolo, comunque credo che stasera non chiuderò occhio”
“Sei sicura? Forse è meglio ripartire”
“Sono tutti troppo stanchi, compresi i cavalli. Anche volendo, e credimi, mi piacerebbe partire subito, non credo che ce la faremmo”
“Ti piacerebbe partire subito? Ci tieni molto a rivedere il tuo fratellastro”
“Mio fratello” lo corresse automaticamente Arya “Sai, lui mi chiamava sorellina, nessuno dei miei fratelli mi chiamava anche solo sorella. Solo lui” Arya si tocco i capelli appena tagliati, chiedendosi se Jon glieli avrebbe ancora arruffati.
“Sembra davvero fantastico da come ne parli. Non vedo l’ora di conoscerlo”
“Lo è. Torniamo dagli altri comunque, è meglio”
Ditocorto stava già dormendo a differenza di Rickon e Tyrion, che stavano parlando come fossero amici.
“Siete tornati presto” affermò quest’ultimo.
“Non sono affari tuoi”
“Come sei noiosa. Ti nei mai divertita in vita tua? A parte quando hai lanciato il fango in testa a quello li?”
“Tu invece riesci a divertirti senza una ragazza che deve essere pagata per stare con te?”
Lui stava per rispondere ma Arya gli lanciò un’occhiataccia e recepì il messaggio. Lei si sedette accanto al fuoco ed iniziò a mangiare con gli altri, restando in silenzio malgrado loro chiacchierassero. Dopo aver cenato si misero tutti a dormire tranne lei, che si addormentò solo verso le due di notte quando Gendry le diede il cambio della guardia.
La mattina dopo fu lui a svegliarla, poco dopo l’alba, lei si alzò ed iniziò a guardarsi intorno. “Non ci segue più”
“Che?”
“La persona che ci seguiva non è più qui”
“Forse si è solo allontanato”
“Dov’è Nymeria?”
“Si sarà allontanata anche lei”
Arya sorrise e gli diede uno schiaffetto sulla guancia. “Sai una cosa, sei proprio bello quando non capisci niente. Hai dimenticato che posso entrare nel corpo di Nymeria? Anche lei non ha visto nessuno”
Lui fece una faccia seria ed allontanò la mano di Arya, ancora sospesa a mezz’aria con un altro schiaffo, facendola scoppiare a ridere. “Beh, direi che è meglio così”
Lei annuì calmandosi e si mise a svegliare tutti gli altri. Finirono di mangiare gli avanzi del giorno prima e si rimisero in viaggio. Andarono più velocemente rispetto il giorno prima ed Arya riuscì nel suo intento: quella sera riuscirono ad arrivare alla barriera.
Era uno spettacolo meraviglioso, senza dubbio molto più alta di quanto lei si aspettasse, nonché più fredda, stavano gelando tutti. “Sarà meglio sbrigarci, almeno dentro lo dovrebbero avere un fuoco no?” disse lei.
Trascinarono i cavalli verso l’unica entrata e lì c’era qualcuno, li aspettava. Probabilmente avevano capito che arrivavano osservandoli dalla cima.
“Chi siete voi?”
Rickon superò tutti gli altri e fissò quell’uomo alzando lo sguardo. Era incredibile che risultasse grande nonostante i suoi dodici anni. “Io sono Lord Rickon Stark, di Grande Inverno e loro sono miei compagni di viaggio. Siamo qui per vedere Jon Snow, il Lord comandante dei guardiani della notte”
L’uomo sembrò credergli, probabilmente lo aveva riconosciuto dalla spada o dal mantello col vessillo. “Seguitemi”
Un gigantesco sorriso si aprì sul viso di Arya, per quanto amasse i suoi fratelli non vedeva l’ora di rivedere Jon, e di fargli vedere che aveva ancora Ago e la manteneva alla perfezione.
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


~~L’uomo che li aveva fatti entrare aveva detto di chiamarsi Luke, aveva portato tutti quanti in una stanza con un camino, piena di tavoli enormi, probabilmente era il luogo in cui si mangiava. Camminando per arrivarci Arya aveva notato che molti uomini si stavano allenando all’esterno.
Non erano molto bravi.
Luke aveva chiesto i nomi di tutti e lei aveva detto di chiamarsi Arry, era affezionata a quel nome ormai e comunque, non aveva avuto tempo di pensare a qualcosa di meglio. Mentre aspettavano l’uomo aveva mandato un altro guardiano, particolarmente ciccione, a chiamare Jon e intanto lui era andato ad addestrare le reclute. Arya si sentiva male, aveva uno strano nodo allo stomaco e, come sempre quando era nervosa, iniziò a torturare il pelo di Nymeria, si era anche levata Ago dal fianco, per evitare di ferirsi considerando quanto era agitata.
Era ancora seduta per terra quando sentì dei passi che si avvicinavano. “Cosa c’è di così importante da farmi chiamare? Ho molti impegni nel caso tu non te ne fossi accorto Luke”
Jon stava entrando nella stanza ed Arya si alzò improvvisamente fissandolo. Era sempre lo stesso, solo più alto e muscoloso, aveva gli stessi capelli castani e gli stessi occhi grigi e, come sempre, c’era Spettro vicino a lui, anch’egli cresciuto parecchio. Jon fece correre lo sguardo addosso a tutti e rapidamente finchè non incrociò quelli del suo stesso colore appartenenti ad Arya. rimasero così per quella che a lei sembrò un’eternità mentre tutti li guardavano ma poi lui ruppe quel silenzio.
“Sorellina”
Ad Arya si inumidirono gli occhi ed iniziò a correre verso di lui, nonostante la breve distanza e quando lo raggiunse anche se era più bassa Del fratello solo di pochi centimetri gli saltò letteralmente addosso ed una o due lacrime le percorsero le guance, ma nessuno le notò. Jon la teneva stratta e si rifiutava di lasciarla andare.
“Sapevo che mi avresti riconosciuta. Lo sapevo” Disse lei ancora con la testa incastrata nella sua spalla ma poi lui la lasciò e la fissò negli occhi reggendole ancora le braccia. “Io invece sapevo che non eri morta, non tu” Arya sorrise di nuovo ma prima che ebbe la possibilità di rispondere il sussurro di Tyrion la interruppe. “Ma perché con lui si comporta così e a me mi vuole solo uccidere?” aveva detto.
Arya sbuffò e si girò ma si rivolse ancora al fratello, continuando a tenergli il braccio e continuando a sorridere, così tanto che nonostante il poco tempo in cui aveva avuto quell’espressione già le faceva male il viso. “Jon, ma lui davvero era amico tuo?”
Lui rise. “Direi di si. Ma cosa ci fa qui? Lui e questi altri? Sei cresciuto ancora Rickon”
“Si infatti. Comunque io sono venuta perché Arya mi voleva” fece un sorriso idiota ed Arya ricambiò. “Grazie Rickon, lui è Ditocorto, sono sicura che già lo conosci e gli piacerebbe tanto entrare nei guardiani della notte”
“Cosa?” Jon fece una faccia strana.
“Si, la scelta era tra quello e l’omicidio. Invece lui è Gendry, un mio amico”
Probabilmente Jon avrebbe voluto riempire di domande tutti quanti ma Arya in quel momento era la persona più importante. “Come hai fatto a sopravvivere tutti questi anni?”
“In tanti modi, ma soprattutto grazie a lei” Arya prese Ago dalla tavola su cui l’aveva appoggiata e gliela mostrò.
Lui sorrise. “Non ci credo”
“E fai bene a non crederci, pensa che me l’avevano rubata ma chissà come mi ha praticamente ritrovata. Però parleremo di questo più tardi, per quanto io sia felice di vederti e credimi, non mi sono mai sentita così felice ma ho bisogno di farti una domanda importante. Sono arrivate delle perone nuove qui nelle ultime 24 ore?”
Jon la guardò in modo strano. “Si, è arrivato un uomo dicendo di volersi unire ai guardiani ma non sappiamo cosa gli è successo. Lo abbiamo perso di vista un secondo ed ora nessuno lo trova”
Gendry fece un passo avanti. “Arya, pensi che sia la stessa persona che ci seguiva?”
“Puoi scommetterci e considerando che lo conosco so anche che non sarebbe arrivato fin qui senza una ragione” Arya iniziò a camminare verso la porta da cui era entrato Jon.
Tyrion si mise a ridere. “Non dirmi che stai andando a cercarlo, non ci sono riusciti i guardiani della notte e credi di riuscirci tu da sola?”
Arya si girò. “No,non lo troverò, ma se lo conosco davvero so che sarà lui a cercare me” detto questo uscì dalla stanza.
Gendry si voltò verso Jon. “La odio quando fa così, cosa le costava darci un nome?”
“Beh, mi sa che ci dovrai fare l’abitudine”
Anche loro stavano per uscire da quella stanza ma dopo pochi minuti iniziarono ad arrivare tutti gli altri guardiani della notte, probabilmente era ora di mangiare, così tutti si sedettero e il lord comandante si mise a raccontare a Baelish che meravigliosi giorni lo attendevano come guardiano.
Arya continuò a camminare per qualche minuto poi vide una stanza al… ‘piano terra’ con la porta aperta ed entrò. Era una banale camera, con una scrivania, una sedia, una finestra ed un letto ma qualcosa le diceva che era la stanza giusta, si avvicinò al letto e la porta dietro di lei si chiuse, l’uomo era dietro la porta. “Sapevo che eri tu. E sapevo che eri qui, ciò che non capisco è perché seguirci nell’ombra, insomma, potevi mostrarti” si girò e lo guardò in faccia.
“E quest’uomo sapeva che tu sapevi. La ragazza è diventata molto sveglia, anche se in realtà lo è sempre stata”
“Perché non hai cambiato viso?” Effettivamente Jaqen aveva lo stesso aspetto di quando si erano incontrati.
“Volevo che la ragazza fosse in grado di riconoscermi, però la ragazza non fa le domande giuste”
Arya rimase in silenzio per un minuto. “Non mi importa delle domande giuste, voglio solo risposte. Da quanto tempo ci seguivi?”
“Suppongo che per avere l’aiuto della ragazza dovrò risponderle. Circa da quando avete lasciato Grande Inverno”
“Hai intenzione di fare del male ai miei amici?”
“Sarebbero già dal Dio rosso se così fosse e la ragazza lo sa”
“ Perché sei qui?”
“Questa è una domanda giusta. Quest’uomo ha bisogno che un legittimo erede salga sul trono di spade”
“Cosa? Perché?”
“Quest’uomo ha un debito da pagare e la persona con cui sono in debito mi ha chiesto di trovare il vero erede. Io l’ho trovato ma suppongo che lui non intendesse questo. Io pago sempre i miei debiti ed ho pensato che, visto che la ragazza vuole prendere il trono di spade quest’uomo avrebbe potuto dirle chi farci sedere dopo”
“Come sapevi quali sono i miei piani?”
“Quest’uomo sa molte cose, ma la ragazza ha di nuovo fatto una domanda sbagliata”
Arya incrociò le braccia al petto. “E dimmi, quale sarebbe la domanda giusta Jaqen?”
“Qual è il legittimo erede di Roberth Baratheon?”
“Cosa? Sono tutti morti i suoi eredi, Joffrey ha fatto uccidere i bastardi”
“Tutti quanti?”
“Adesso basta, dimmi di cosa stai parlando”
“Il tuo amico Gendry sta crescendo davvero bene” Arya piegò la testa di lato, non capendo. “Quest’uomo ha notato che somiglia molto al re, inoltre quando ero prigioniero di Yoren otto anni fa arrivarono delle cappe dorate che lo cercavano. Proprio quando tutti stavano cercando i bastardi del sovrano”
Arya alzò la mano per indicargli di smettere di parlare e si portò le dita sulle tempie. Iniziò a pensare a quando Gendry gli aveva detto che il padre era importante e sposato, che i primi cavalieri del re avevano parlato con lui chiedendogli della madre, inoltre il suo cognome era Waters, quindi era nativo di Approdo del Re. “Tu mi stai dicendo che… Gendry in realtà è Gendry Baratheon?”
“Direi che la ragazza ha capito. E direi anche che quest’uomo ha saldato il suo debito” fece per andarsene ma Arya lo fermò.
“Tu mi staresti dicendo che si arrivato fin qui solo per saldare un debito? Potevi fermarmi per il bosco e dirmi queste cose senza problemi”
“Io pago i miei debiti, un uomo mi ha salvato la vita e gli dovevo un favore personale e lui mi ha chiesto questo, ma dovevo assicurarmi che tu mi avresti aiutato e che fossi all’altezza della situazione. E come sempre non mi sbagliavo. Ma del resto ti ho vista varie volte a Braavos, già lo sapevo”
“Mi hai vista a Braavos? No aspetta, non mi importa. Devo vedere Gendry adesso.” Arya corse via, non sapeva bene cosa avrebbe detto una volta raggiunto l’amico ma ciò che sapeva era che Jaqen non mentiva.

Jon stava fissando l’amico di Arya con curiosità dal momento in cui la sorella li aveva presentati, avrebbe voluto parlare con lei o con Tyrion ma non ne aveva la possibilità considerando che si stava ingozzando e l’unico con cui poteva parlare era lui. “Da quanto tempo conosci Arya?”
“In pratica da quando lei ha lasciato Approdo del Re, parla di te in continuazione sai?”
“In che senso?”
“Beh, ti ammira moltissimo, direi che solo dai suoi racconti so tutto di te”
“Si, ma io invece di te non so niente, a parte il fatto che ti piace mia sorella”
Gendry in quel momento stava bevendo un boccale di birra, che gli andò di traverso. Abbassò il bicchiere sul tavolo ed iniziò a tossire. “Cosa?”
Jon iniziò a ridere ma stava per rispondere seriamente, finchè la sorella non entrò sconvolta nella stanza, tutti i presenti iniziarono a fissarla. Lei si spaventò ma poi ricordò di avere un aspetto maschile e quindi non aveva bisogno di agitarsi. Camminò fino a raggiungere il fratello e fece uno strana faccia vedendo lui ridere e l’amico che si strozzava ma non se ne preoccupò. “Gendry, ho bisogno di parlarti, subito”
“Adesso milady? Non ho mangiato praticamente niente per tutto il giorno fammi riposare un minuto”
Jon fisso il ragazzo che aveva chiamato la sorella in quel modo. “Arya, da quando in qua ti fai chiamare così?”
Arya si sarebbe sentita in imbarazzo a dire che in realtà solamente  Gendry poteva quindi lo ignorò e si rivolse all’amico. “Si milord, adesso” e si sentiva ancora più strana a chiamarlo milord considerando quello che aveva appena scoperto ma tentò di non farci caso. “Per favore”
Gendry si alzò dal tavolo e seguì Arya verso l’uscita ma prima sentì il fratello di quest’ultima che gli urlava qualcosa del tipo ‘dopo ne riparliamo’ ma a quel punto lui era già fuori. “Di cosa parlavi con mio fratello?”
“In che senso?”
“Non importa, ho bisogno di dirti una cosa molto, molto importante”
“Okay, mi sembri agitata però. Cos’è successo?”
Lei sospirò. “Va bene, da dove cominciare? Ricordi Jaqen H’ghar?”
“Beh, a dire il vero no”
“L’uomo che aiutò me, te e Frittella a scappare quando eravamo prigionieri dei Lannister” Arya si aspettava che lui non ricordasse ma aveva anche pensato a come fargli tornare la memoria.
“Oh, quello tutto strano coi capelli rossi e bianchi? Si, e allora?”
“Era lui che ci seguiva, prima l’ho incontrato e mi ha detto una cosa alquanto… strana”
Gendry non capiva perché Arya si fidasse di quell’uomo, ma sembrava voler dire qualcosa di molto importante quindi invece di tempestarla di domande su quello strano essere umano si limitò a chiederle: “Cioè?”
Arya pensò che se lei ci era arrivata tramite Jaqen avrebbe potuto usare lo stesso metodo con il suo amico. “Tu sei nato ad Approdo de Re giusto?”
“Si, ma qual è il punto?”
“Quindi tuo padre era di Approdo del Re”
“Che c’entra mio padre?”
Arya gli diede a malapena il tempo di finire la frase “I capelli di tua madre di che colore erano?”
Gendry incrociò le braccia ed iniziò ad assecondarla. “Biondi”
“Ma tu li hai neri il che vuol dire che tuo padre li aveva dello stesso colore, pensa un secondo ad una persona con i capelli neri, sposato, importante ed unisci questo al fatto che le cappe dorate ti cercavano mentre uccidevano i bastardi del re”
Lui aggrottò le sopracciglia. “Arya, tu mi stai dicendo che Jaqen ti ha detto…”
Arya fece un passo in aventi, avvicinandosi all’amico e fissandolo negli occhi. “Io credo che tu sia il figlio, nonché unico erede diretto, di Robert Baratheon. L’unica persona con il diritto di sedere sul trono di spade, governando così tutti i sette regni”
Gendry fissò Arya negli occhi, incapace di dire qualsiasi cosa. Per il semplice motivo che, per quanto quell’idea fosse ridicola, assurda e totalmente impossibile, lui le credeva.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Gendry rimase per un po’ in stato di trance ma Arya riuscì comunque a trascinarlo dal fratello ed in seguito gli spiegò cos’era successo. Lui ascoltò tutto senza dire una parola, solo a discorso finito si decise ad aprire la bocca “Aspetta un secondo Arya…”
“JON!” lui quasi urlò ma poi abbassò lo sguardo per non farsi notare dagli altri guardiani. “Qui il mio nome è Arry!”
Erano tornati dove tutti stavano mangiando ma Arya aveva fatto andare via Tyrion e Ditocorto.
“Scusa… Arry. Tu comunque staresti insinuando che il tuo amico qui presente in realtà è l’erede al trono?”
“Si, esatto” Arya lanciò un po’ di cibo alla sua meta-lupa e Jon fece lo stesso con Spettro mentre ascoltava la sorella che gli spiegava cosa progettava di fare. “Dopo aver ripreso il trono di Spade Gendry potrà diventare re”
A questo punto anche lui si intromise. “Arry, cosa diamine stai dicendo? Io non voglio diventare re!”
“Si ed io non voglio essere una lady. Ma, come a te piace tanto sottolineare, hai sangue reale nelle vene e questo non si può cambiare. Milord”
“Mi spieghi perché ci dobbiamo fidare di questo Jaqen? Che è di nuovo sparito vorrei sottolineare”
“Non ha bisogno di mentire, so come si comporta”
“Solo perché una volta ha ucciso per te, molto tempo fa, non vuol dire che sia disposto ad aiutarti di nuovo”
“Okay, smettetela” Jon si alzò dal tavolo. “Arya, se come dici tu anche i tuoi fratelli sono d’accordo ne parleremo a Grande Inverno”
Rickon sputò tutto quello che aveva in bocca. “Jon, ti abbiamo pregato di tornare indietro in passato e tu solamente ora ti decidi? Mi spieghi perché?”
“Ci sono pericoli anche oltre la barriera Rickon, nel caso voi non lo sapeste gli estranei stanno tornando. Sono dieci anni che ogni settimana ne arrivano alcuni ma noi crediamo che prima o poi arriveranno tutti insieme. Se mi allontanerò dalla Barriera lo farò solamente per prendere il Trono, e non perché voi volevate tutto quello che era rimasto della famiglia unito. Ary… Arry, mi fido di te, se dici che il tuo piano funzionerà ti aiuterò, ma lo faremo a Grande Inverno, dove c’è un esercito ed il suo Lord che ci darà una mano, per quanto piccolo”
Arya si fece scappare una risata. “Va bene, quando possiamo tornare li?”
“Il sole è tramontato da molto ed i cavalli sono stanchi. Andrò a parlare con gli altri lord comandanti e partiremo domattina. Le reclute tra poco andranno a finire l’allenamento prima di dormire ma posso far preparare delle stanze per voi anche adesso, se volete riposare”
Rickon annuì all’istante, ma Arya e Gendry scossero la testa. “Voglio allenarmi anch’io Jon, è da un po’ che non uso Ago”
Gendry rise. “Arry, è da circa un paio di giorni che non usi Ago per uccidere ma sono più che sicuro che durante la notte ti svegliavi per allenarti”
Lei alzò una mano per zittirlo. “No, no, no. Ero già sveglia quando decidevo di allenarmi. Comunque questo non cambia i fatti, mi divertirà schiacciare qualche recluta” Arya si alzò pronta a seguire Jon fuori e solo allora si rese conto che molti dei guardiani non erano più seduti a cenare, però prima di uscire si girò. “Anzi no. Voglio combattere con te Gendry, vediamo se sei migliorato come affermi”
Lui alzò lo sguardo per fissarla. “Scherzi?” lei sorrise e Gendry capì di non avere scelta e la raggiunse, mentre Jon andava a parlare con gli altri.
Arya iniziò a seguire i guardiani fuori dalla stanza ed in mezzo alla piazza si fermò, iniziando a camminare intorno a Gendry sorridendo. “Avanti milord, fammi vedere che sai fare” cacciò Ago e lui per risposta prese la sua spada.
“Andiamo milady, vuoi davvero combattere con me?” anche lui non poté fare a meno di sorridere, come se stessero solo giocando. Ed effettivamente era così.
“Certo che voglio, cos’hai? Paura?” Detto questo Arya partì all’attacco pronta a colpirlo ma Gendry all’ultimo secondo riuscì a pararlo, anche se difficilmente considerando che la sua avversaria era mancina. “Ma che bravo” lei continuava a sorridere.
“Grazie milady” stavolta lui partì all’attacco ma lei riuscì a schivare il colpo. “Altrettanto”
Continuarono in questo modo fino allo sfinimento, ma anche a quel punto non si fermarono, nessuno dei due riusciva a battere l’altro ma avevano entrambi intenzione di vincere.
 
Nel frattempo Jon non poteva parlare con gli altri comandanti siccome quello che cercava stava addestrando le reclute e così aveva deciso di cercarlo, ma ciò che si ritrovò davanti fu la sorellina che combatteva meglio della metà delle sue guardie e da almeno dieci minuti considerando che ci aveva messo molto a cercare l’uomo con cui necessitava di parlare. Arya stava ridendo mentre attaccava l’amico e Jon continuava a pensare a quando aveva quella stessa espressione a sette anni ma combatteva contro di lui, con un bastone in mano che faceva continuamente cadere ma che continuava anche a raccogliere pronta a ricominciare.
Era cresciuta moltissimo e il fratellastro si stava divertendo a guardarla mentre usava quella spada, regalatale proprio da lui, chiedendosi in tutti quegli anni come l’avesse usata. Gendry aveva detto che era da un paio di giorni che non uccideva qualcuno.
La sua sorellina aveva ucciso, ed anche molto sembrava.
Tentò di scacciare quei pensieri e concentrarsi su di lei mentre si divertiva. Ad un certo punto Gendry le fece lo sgambetto, Jon pensava che avesse perso ma invece lei cadendo lo trascinò ed in un secondo riuscì a rialzarsi puntandogli la lama alla gola. “Ti arrendi?” le sentì dire, ma lui scosse la testa e continuò a difendersi da terra fino a rialzarsi a sua volta.
Arya rimase sorpresa dall’ultimo movimento dell’avversario ma fece ruotare la spada nella mano e si preparò ad attaccare di nuovo e continuarono così finchè la voce del fratello maggiore non li interruppe. “Direi che si può considerare un pari merito”
Gendry abbassò la spada. “Direi di si, Arry è un guerriero molto più abile di quanto ricordassi”
Lei rise. “E pensa che ci sono andata piano”
Jon si unì a quella risata. “Sei anche parecchio modesto. È meglio se andate nelle vostre stanze adesso, Sam vi accompagnerà, io intanto devo trovare una persona”
Arya fissò l’uomo enorme che aveva davanti, era sicura di averlo già visto e lui parve avere la stessa impressione ma decise di non farci caso. Era stanca ed aveva freddo così lo seguì senza fare domande. Anche se lui parve non farci caso considerando che continuava a blaterale di qualcosa che lei non ascoltava. Ad un certo punto si fermò davanti una porta. “Ecco qua, il comandante si è arrabbiato molto ma non avevamo scelta”
Arya inarcò le sopracciglia. “Cosa?”
“Beh, a Jon dava fastidio darvi una sola stanza ma non potevamo usarne due, agli altri da fastidio”
“Non so di quali altri tu stia parlando ma guarda che non ci sono problemi. Grazie” Gendry fece una faccia strana ma Arya lo trascinò dentro e chiuse la porta, quando si girò a fissarlo lui aveva un’espressione strana. “Qualche problema?”
Lui non rispose ed Arya scoppiò a ridere. “Ti da fastidio condividere la stanza con me?”
“Tu sei una ragazza, non è a te che dovrebbe dare fastidio?”
“Ehm… credo che mi darebbe fastidio solo se avessi intenzione di spogliarmi ma non è così. Oppure ti senti in imbarazzo perché sei tu che vuoi cambiarti milord?”
“Stai zitta Arya”
Lui si girò e lei si mise a ridere ancora più forte evitando di dirgli che lo aveva già visto nudo e che non c’era bisogno di imbarazzarsi. Anzi quando lei gli aveva dato dell’eunuco lui stesso gli aveva risposto qualcosa tipo ‘sai benissimo che non lo sono’. Ma non disse neppure questo e si limitò a levare mantello e stivali mettendosi a dormire e tentando di non scoppiare a ridere per l’ennesima volta.
Arya non fece incubi ne sogni e si svegliò un paio d’ore dopo l’alba, però mentre si guardava intorno si rese conto che Gendry non era presente, si alzò in fretta ed uscì per andare a cercarlo. Raggiunse subito l’esterno, dove tutte le reclute si allenavano ininterrottamente, non trovò l’amico ma vide in lontananza il fratello che parlava con Tyrion e gli corse incontro. “Jon, allora, possiamo partire?”
“Si, quando vuoi, dobbiamo trovare Gendry”
Tyrion fissò Arya. “Chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzino voleva sedere nella sala del trono”
Arya spalancò gli occhi e si rivolse a Jon. “Tu gliel’hai detto?!”
“Si, Arya mi fido di lui, inoltre ieri mentre tu parlavi col tuo amico io parlavo con lui e mi ha riferito molte cose che ci potranno aiutare”
“Credi che m’importi?”
“Arya” le disse il folletto “Tu non ti fidi ancora di me, ma lo fanno il tuo fratellastro, al quale vuoi un bene dell’anima direi, e tua sorella. Secondo me hanno vinto loro”
“Non è il momento di parlare di maggioranza. Io vado a cercare Gendry così possiamo andarcene da qui. Un giorno mi dovrai dire come hai fatto per tutto questo tempo, io sto morendo di freddo su questa stupida barriera”
Arya fece per andarsene e camminando sentì quei due che si avviavano verso le scuderie per prendere i cavalli. Lei continuò ad andare avanti finchè non vide l’amico che si allenava con gli altri, lo raggiunse in un secondo. “Gendry, stiamo per andare vieni?”
“Certo”
Camminarono in silenzio per un po’ ma ad Arya sorse una domanda. “Gendry, davvero non vuoi diventare re?”
“Perché dovrei volerlo?”
“Perché non dovresti? Insomma potresti governare tutti i sette regni portando la pace”
“I regni sono già in pace, sei tu che vuoi riportare la guerra”
“Cosa?! Preferisci essere sotto il governo dei Lannister?”
“Tu non vuoi essere una lady e continui a dire di non esserlo perché se io dico che non voglio essere un re tu dici che lo devo essere comunque? Siediti tu sul trono di spade”
“Intanto prendiamo il trono, poi riprenderemo questa conversazione e fidati, riprenderemo questa conversazione”
“Come milady comanda” Gendry superò Arya e raggiunse in fretta gli altri due nelle scuderie.
Arya sospirò e lo seguì.
Passarono i successivi tre giorni a cavallo. Arya riuscì a recuperare un ottimo rapporto con il fratello, che continuava a scompigliarle i capelli nonostante fossero già rovinati di loro. Lei gli raccontò per filo e per segno tutto quello che le era successo una volta separati e lui fece lo stesso dicendole tutto quello che riguardava gli estranei, ma anche che grazie all’amico Sam erano riusciti a trovare delle armi per sconfiggerli, per quanto difficilmente.
La ragazza passò anche parecchio tempo con Gendry, come se in realtà non avessero mai discusso, ma evitò totalmente il folletto. Si fidava di lui, più o meno, ma preferiva osservarlo a distanza.
 
Arrivarono a Grande Inverno durante la sera, quando c’era solo poca luce.
Passarono il resto di quella serata a sopportare i vari abbracci dei fratelli e raccontarsi com’era andato il viaggio. Gendry continuava ad ignorare Jon, Arya non ne capiva il motivo e lo trovava anche fastidioso considerando che avrebbe voluto passare il suo tempo con entrambi. Invece si ritrovò con Sansa, che non faceva che tentare di sistemarle quei capelli tagliati da poco e totalmente sporchi, specialmente se messi in confronto ai suoi che probabilmente aveva spazzolato per tutta la sera. Non era cambiata per niente.
La mattina dopo Arya finalmente si cambiò i vestiti luridi che aveva addosso, anche se in realtà li sostituì con un altro pantalone, un'altra maglietta ed un altro paio di stivali quasi identici a quelli che già aveva, semplicemente più puliti. Successivamente corse da Brann, il quale già si era alzato e stava discutendo con alcuni uomini importanti di Grande Inverno. Solo allora Arya si ricordò che per tutto il popolo lei era ancora morta, ma era meglio così secondo lei.
Dovette aspettare un paio d’ore ma poi riuscì a vedere il fratellino senza nessuno intorno e colse l’occasione: lo raggiunse nella stanza del consiglio e si avvicinò al tavolo appoggiandoci le mani sopra. “Brann, ancora non mi hai detto niente. Ci sono dei popoli disposti ad allearsi con noi?”
Lui assunse un’espressione abbattuta. “Sono pochi Arya, molti sono fedeli ai Lannister, alcuni sostengono che Daenerys Targaryen stia tornando e solo pochi ci aiuteranno. In totale abbiamo un esercito di circa diecimila uomini”
Arya abbassò lo sguardo ma poi fissò il fratello. “Quello dei nostri nemici ci supera di almeno cinquemila soldati, ma va bene. Non ci serve un esercito, dobbiamo convincere Approdo del Re a ribellarsi ed allora, una volta mandato via il re, tutte le guardie saranno disorientate”
“Si, ma il tuo piano ha un problema. Il popolo non si opporrà al re. Se lo facessero resterebbero senza una guida”
“Anche senza il popolo i soldati non si muoveranno senza l’ordine del re, però so come risolvere questo problema: devo convincere Gendry a salire sul trono, tutti sanno che Tommen è un Lannister ma nessuno vuole un ragazzino nato da un incesto a governare, accetteranno sicuramente un Baratheon al posto suo. Gli Dei solo sanno quanto sarà difficile convincerlo ma ci proverò” Arya alzò gli occhi al cielo spaventata ma anche fiduciosa. Avrebbe finalmente fato ciò che sperava di fare da anni ormai: vendicare ed aiutare la sua famiglia.


*Angolo me*
non mi piace per niente com'è venuto questo capitolo, non so perchè ma mi aspettavo di poter fare di meglio considerando che ci lavoro da un pò...
comunque spero che invece a voi possa piacere. ci tengo a ringraziare per l'ennesima volta BCC e anche Robyn98 che hanno recensito lo scorso capitolo, davvero comincio ad adorarvi :3
vabbe, direi che ho finito, se volete recensire come sempre mi fa piacere.
byby CasaStark
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


~~Era passata una settimana da quando Arya aveva avuto quella microscopica conversazione con il fratello più piccolo. Lei era completamente in crisi: voleva agire il più in fretta possibile, passava le giornate ad allenarsi con Ago per sfogare la frustrazione, ma nonostante il suo atteggiamento i fratelli credevano che la cosa migliore fosse aspettare ancora un po’, almeno un altro paio di settimane, al fine di assicurarsi che i vari eserciti fossero pronti, ma anche senza destare sospetti, attaccando, per quanto possibile, a sorpresa.
In quello stesso momento si trovava fuori ad allenarsi al tiro con l’arco, invece che con la spada, ad una distanza di almeno 100 metri dal bersaglio, se non di più. Fece come le era stato insegnato tempo prima: prese la freccia, le tese al massimo e senza neppure prendere la mira la scoccò, quella subito colpì il centro perfetto del bersaglio.
“Di sicuro non sei peggiorata” Jon sperava di spaventare la sorellina ma lei per tutta risposta scoccò un’altra freccia che si piazzò a pochi millimetri da quella precedente senza neppure girarsi a guardarlo. “E cosa ti aspettavi?” a quel punto si girò verso di lui. “Dove sono tutti gli altri?”
“Non lo so, ma considerando che è pieno pomeriggio sono pronto a scommettere che Sansa si starà facendo i capelli o qualcosa che riguarda il suo aspetto, Rickon si starà ancora allenando oppure starà giocando con Cagnaccio e Brann starà a discutere con i cittadini di qualcosa di inutile”
Arya sorrise. “E Gendry? Dov’è finito? Tu e lui non mi sembrate andare molto d’accordo”
Jon trattenne un sorriso. “Non è colpa mia, lui mi evita anche se io vorrei avere un buon rapporto con lui. Comunque non l’ho visto in giro per il castello quindi suppongo che sia nella città”
“Sarà all’armeria probabilmente” Arya si avvicinò al bersaglio per posare la faretra e l’arco ed il fratello la seguì. “Sei molto affezionata a quel ragazzo vero?“
“Si, direi di si, si nota molto?” lei rise e posò quelle cose, per poi girarsi e guardare il fratello in viso, di nuovo.
“State sempre incollati, inoltre tu lo stai andando a cercare”
Arya piegò la testa. “E tu come lo sai? Sto solo posando l’arco, forse sto andando a mangiare qualcosa”
Stavolta fu Jon a sorridere. “Non interromperesti il tuo allenamento solo per uno spuntino” ricevette un affettuoso schiaffo, anche se forte, dalla sorella. “Vado a cercarlo, magari riesco a batterlo con la spada stavolta” si girò per andarsene.
“Io continuo a dire che stavi vincendo tu” Arya lo ignorò ed andò avanti, con un sorriso incollato sul viso.
La città era piena di gente, i bambini stavano giocando tra di loro, vari cani stavano cercando qualcosa da mangiare, gli adolescenti, soprattutto di sesso opposto, erano vicini, ma la maggior parte della gente era in giro per il mercato. Naturalmente nessuno la riconobbe. Arya andò all’armeria, sorprendentemente ancora in possesso del fabbro Mikken, passando dalla porta sul retro costantemente aperta ed all’interno ci trovò il fabbro, in compagnia del suo amico. “Lo sapevo che ti avrei trovato qui”
Gendry stava fissando delle spade ma sentendo lei alzò lo sguardo, però Arya non sentì la sua di voce ma quella del fabbro e non era molto amichevole. “Tu chi sei ragazzo?”
Gendry si rivolse a Mikken. “Va tutto bene è con me”
Il fabbro stava per dire qualcosa ma qualcuno lo chiamò e lui andò verso l’ingresso. Probabilmente era un cliente e così Arya poté rivolgersi all’amico. “Hai ancora una fissa per le spade a quanto pare”
“Suppongo che sarà sempre così milady, che ci fai qui?”
“Niente, ero con Jon e ci siamo ritrovati a parlare di te e visto che nessuno dei due sapeva dov’eri sono venuta a cercarti e, come ho già detto, sapevo che ti avrei trovato qui. Forse non ti conosco così poco come credo” Gendry si lasciò scappare una risata e la sua amica continuò. “Perché continui ad evitare mio fratello?”
“In che senso scusa?”
“Non credo che ci possano essere vari sensi nella frase. Perché eviti mio fratello Jon?”
“Non lo evito affatto” Gendry andò a posare la spada che aveva in mano.
“Certo, come no. Senti, non so cosa tu stessi facendo nell’armeria ma io volevo andare a fare un giro per la città, è da una settimana che sono qui ed ancora non l’ho fatto, ti va di accompagnarmi?”
“Mhm… va bene. Tanto il tuo caro Mikken non mi stava facendo fare niente”
Iniziarono a camminare senza una meta precisa e fecero questo fino a sera: camminarono, parlarono, risero e si lanciarono cose in testa, anche se più che altro era Arya che lanciava quello che aveva a portata di mano sull’amico quando la chiamava milady.
Lei fece vedere a Gendry tutti i posti che da piccola adorava, come i negozi dietro cui si poteva nascondere dalla septa, il posto in cui con Jon guardava gli allenamenti degli altri e luoghi del genere…
Dopo il tramonto le strade divennero deserte e loro ritornarono da tutti gli altri e nel frattempo lei gli spiegò che non aveva più visto Jaquen dalla barriera ma che secondo lei lui era proprio a Grande Inverno, ma troppo abile a nascondersi per farsi trovare.
Come sempre  la famiglia di Arya era seduta attorno ad una tavola pronta per mangiare, ma non lo facevano, probabilmente li stavano aspettando. Lei si scusò per il ritardo e si sedette accanto la sorella e Rickon, sporcando la prima con la mano ancora un po’ macchiata di terra e facendola impazzire, invece Gendry si ritrovò seduto accanto Brann e Jon.
Il suo imbarazzo cominciò a farsi sentire prima ancora che Jon iniziasse a parlare e quando lo fece, esso non fece che aumentare.
“Gendry, io e te non stavamo parlando di qualcosa alla Barriera?” Jon era serissimo.
Lui cercò lo sguardo complice di Arya per farsi aiutare ma lei stava litigando con la sorella di qualcosa che senza dubbio non le interessava e lui fu costretto a cavarsela da solo “Non che io mi ricordi” gli rispose con calma.
Il caos che c’era a quella tavola nonostante fossero solo quelli della famiglia ed alcuni amici di Brann, come una ragazza di nome Meera (che a detta di Arya era più che un’amica) e i meta-lupi permise a Jon di parlare con lui senza che nessuno lo sentisse. “Si, io ricordo di si invece, dovevi rispondermi ad una precisa domanda, che era: da quanto tempo ti piace mia sorella?”
Se Gendry avesse iniziato a mangiare avrebbe eseguito un perfetto replay dell’ultimo pasto con Jon sputando tutto ma per fortuna non fu così. “Non so di cosa tu stia parlando Jon” si sentiva a disagio a chiamarlo per nome, ma chiamarlo per cognome avrebbe evidenziato il fatto che lui era un bastardo e non voleva questo.
“Io credo di si invece, è la mia sorellina, vedo che passi molto tempo con lei e capisco ogni cosa che la riguardi”
“Si vede che siete molto legati”
“Si infatti, grazie a lei ed al fatto che rubava sempre la mia spada per giocare ma poi tentava di nasconderlo conosco ogni metodo al mondo per cambiare argomento” Jon lo fissò.
“Io ci ho provato”
“Prima di arrivare ad Approdo del Re ti caverò quelle parole dalla bocca fidati” Jon diceva quelle cose mentre mangiava, con tutta la tranquillità dell’universo.
“A proposito di Approdo del Re” Gendry girò lo sguardo. “Arya” anche lei si girò. “Ricordi che ti avevo detto che conoscevo qualcuno che ci avrebbe fatti entrare di nascosto ad Approdo del Re?”
“Si, non mi hai neppure detto chi era a bravo amico quale sei”
“Beh, mi sono messo in contato con lui, ci siamo scambiati delle lettere e ci aiuterà”
“Vi siete scambiati delle lettere? E tu mo me lo dici? No, aspetta, vorrei prima di tutto sapere chi è quella persona”
Gendry sorrise. “Ricordi Frittella?”
Arya si stava per strozzare. “Frittella?”
Sansa fece una faccia strana. “Di che diamine state parlando? Anzi, di chi diamine state parlando?”
“Lascia stare, come può aiutarci?”
“Fa il cuoco in una locanda di Approdo del Re, non so di preciso quando si è trasferito li ma tutte le guardie lo conoscono e si fidano di lui, lo considerano… innocuo”
“E lo è infatti. Meglio per noi”
La ragazza di nome Meera si rivolse a Brann. “Tua sorella mi sembra sempre più strana”
“Perché lo è”
Arya prese il purè di patate che era nel suo piatto con la mano e lo lanciò in testa al fratello. Quando lo colpì in pieno viso un silenzio di tomba calò sulla tavola, che si interruppe quando Meera scoppiò a ridere, seguita da tutti gli altri, tranne Sansa che si copriva con un tovagliolo come una brava lady per nascondere le risate.
“Arya, vuoi morire oggi?” Brann fece lo tesso tiro rivolto a lei, ma venne facilmente schivato e, nonostante questo, Arya si ritrovò presto coperta di poltiglia di patate, si girò verso il suo ‘amico’ Gendry che se la rideva. “Scusa milady, ma era da una vita che desideravo farlo” Arya spalancò la bocca, scioccata ed arrabbiata allo stesso tempo, ma anche divertita.
“Possibile che dobbiamo sempre finire a lanciarci le cose addosso?”
Ci vollero circa 5 secondi prima che tutti, esclusa Sansa, iniziassero a lanciarsi il cibo, Brann era quello più svantaggiato considerando che non riusciva a muovere le gambe e quindi a schivare le palle di torte che gli finivano addosso, ma anche lui se la cavava.
La guerra finì con i meta-lupi che andavano in giro a mangiare e leccare ogni cosa che trovavano in giro mentre Sansa si lamentava. Alla fine Arya la colpì per farla stare zitta e poi decise di scappare via per evitare altre lamentele seguita da Nymeria.
Mentre tentava con le mani di ripulirsi i capelli pieni di torta al limone qualcuno le toccò le spalle. “Jon, lo sapevo che eri tu”
“Cosa?” Probabilmente voleva di nuovo spaventarla, come un bravo fratello maggiore, ma fallì di nuovo.
“Strusci i piedi quando cammini, quindi riconosco che sei tu” Arya lo guardò e sorrise.
“Te lo concedo, sei brava, però potevi evitare di iniziare quella guerra, persino Spettro è ricoperto di roba da mangiare”
“Si, come se lui ne fosse dispiaciuto”
“Mi puoi dire chi è questo Frittella? Ci si può fidare?”
“Si, è un amico, strano considerando che quando ci siamo conosciuti mi ha minacciato di morte e a tentato di prendersi Ago ma, si, credo di poterlo definire un amico”
“A tentato di fare che?”
“Mi ha minacciato di uccidermi a calci, Gendry mi ha difeso sai?” un sorriso apparve sul viso di Arya. “A quel tempo lo chiamavamo solo Toro, per il suo elmo, comunque non so perché sto dicendo queste cose quando, per la prima volta nella mia vita, posso ammettere che mi serve lavarmi”
“Si, vai. Io torno dentro, devo dire delle cose a Brann e poi casomai lo aiuto a sistemarsi un po’”
“Oh, visto che ci sei gli chiedi anche quando si vuole decidere ad attaccare” Arya si sentì un po’ in colpa, doveva interrompere uno dei pochi momenti di allegria che si era creato ma non aveva molta scelta.
Tornata nella sua stanza riuscì a pulirsi, poi naturalmente mise i suoi soliti vestiti ed andò nella camera della sorella. Lei era ancora a sistemarsi i capelli ed ancora non si era vestita, aveva solo il corpetto e la sottoveste addosso. Come vide la sorella entrare si girò minacciosa ed Arya alzò le mani. “Sansa, pensi di uccidermi con una spazzola?”
“Sei davvero divertente, ci ho messo un’ora per levarmi tutta quella roba dai capelli e conta che io ero la più pulita”
“Ovvio che eri la più pulita, alzavi in continuazione il ventaglio per evitare il cibo”
“Già, mi devi un ventaglio comunque, il mio si è distrutto”
Arya scoppiò a ridere. “Dov’è il tuo amico Tyrion?”
“Credo che stia già dormendo, la sera legge molto quindi spesso si fa portare qualcosa da mangiare direttamente in camera” Sansa si rivolse allo specchio e ricominciò a pettinarsi. “Cosa pensi di fare con lui?”
“Credo che lo porterò ad Approdo del Re, sto iniziando a fidarmi”
“Fai bene, non è affatto come gli altri Lannister”
“Non riesco ancora a credere che tu lo abbia sposato”
“Ed io non riesco a credere che tu sia diventata così brava con la spada, quando ti vedevo giocare da piccola credevo che non ce l’avresti mai fatta e che eri ridicola”
“Già, ma non stavamo parlando di questo, com’era essere sposati col folletto?”
“Beh, non era così male, te l’ho detto mi trattava bene, e di sicuro era meglio dell’essere sposati col nipote”
“Sansa” Arya fece un respiro ma poi parlò velocemente. “Sei andata a letto con Tyrion Lannister?”
Lei fece cadere la spazzola per terra e si girò di scatto. “Cosa?”
“Se vuoi che io mi fidi devo sapere perché tu ti fidi”
“Arya, non abbiamo consumato il matrimonio. Io ero piccola, non ero pronta e lui non ha fatto niente, mi ha capita, non immagini quanto io gli sia grata per questo”
Arya sorrise. “Va bene, se ti ha davvero trattata così bene mi fido anche io, ti lascio a pettinarti. Torno in camera e magari dormo un po’”
“Va bene, buonanotte”
Arya uscì dalla stanza della sorella e si diresse verso la propria, Jon era lì ad aspettarla. “Ancora non ti sei pulito?” Arya scoppiò a ridere.
“No, ma in compenso ho aiutato Brann ed ora lui è a letto con Estate. Ti volevo dare una notizia, il fratellino mi ha detto che attaccheremo tra due settimane”
“Nessuna novità insomma”
“No infatti, perché non ci divertiamo un po’ in questo tempo, pensi solamente alla guerra ultimamente, mi manca la ragazzina che non faceva che prendere in giro Sansa”
Arya sorrise “Sei un’idiota. Comunque va bene, non penserò più alla guerra, però ad una condizione, ti sfido ad un duello con la spada domani”
“Cosa?” Jon spalancò gli occhi.
“Gendry ha reagito come te”
“Hai notato che pensi sempre a Gendry?” sorrise, ma Arya gli diede uno schiaffo sul braccio.
“Ma sta zitto, allora domani combatti con me?”
“Come vuoi, ma se ti batto non dire che mi hai fatto vincere”
“Lo stesso vele per te”
Jon lasciò la stanza della sorella, poi Arya si mise nel suo letto, ma nonostante la promessa fatta al fratello, sul non pensare più alla guerra, non ci riuscì. Non poteva addormentarsi senza pensare a quei nomi.
“Dunsen, Raff Dolcecuore, ser Meryn, regina Cersei. Valar Morghulis”
Solo dopo aver detto quelle parole riuscì a chiudere gli occhi ed a prendere sonno.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


~~Le due settimane erano ormai passate, Arya le aveva trascorse quasi totalmente ad allenarsi con il fratello, che a volte riusciva a battere e a volte no, ma nonostante fosse totalmente ansiosa di vendicare la sua famiglia ora che il giorno era arrivata era spaventatissima. Entro un’ora sarebbero arrivati ad Approdo del Re.
Brann aveva richiamato l’esercito ormai, i soldati avevano iniziato a marciare da un po’ e sarebbero arrivati lì entro il tramonto comandati da Rickon, mentre Arya, Jon, Tyrion e Gendry erano partiti di nascosto dopo di loro, m a sarebbero comunque arrivati prima. Il piano della ragazza era quello di raggiungere la madre del re: Cersei appena arrivate lì, in modo da ucciderla e disorientare il re.
Erano all’interno di una grotta al momento, aspettando che finisse la pioggia, in un punto di passaggio tra Grande Inverno e la città dove dovevano arrivare, Arya aveva l’arco e la faretra con almeno cinquanta frecci+e sulle spalle, un pugnale su un fianco ed infine Ago dall’altra parte. Era seduta per terra a gambe incrociate, Nymeria stava dormendo con la testa appoggiata addosso a lei, intanto Jon e Tyrion facevano lo stesso e Gendry stava affilando la sua spada, anche con lo sguardo diretto altrove però sembrava continuare a fissarla e lo dimostrò poco dopo.
“Arya, cos’hai? Sembri molto agitata”
“Forse lo sono” sospirò.
Gendry per rispondere sbuffò, appoggiò la spada a terra ed andò a sedersi accanto a lei. “Dai, dimmi cos’è successo”
Arya non aspettò neppure un secondo, si fidava troppo. “Guarda mio fratello”
Gendry fece come gli era stato detto. “Sta dormendo, qual è il punto?”
“Ho paura che per colpa mia… non si svegli più, diciamo così”
Gendry la fissò. “E se invece tu non facessi niente tutti i sette regni si ritroverebbero ancora per chissà quanto tempo sotto il governo dei Lannister”
“Hai visto mia sorella quando siamo partiti? Piangeva come una fontana, come farebbe se per colpa mia Rickon morisse? Come mi guarderebbe?”
“Arya, quella famiglia ha fatto morire tuo padre, per colpa loro è iniziata una guerra che vi ha portato via anche Robb e vostra madre, come pensi si senta ogni giorno con la consapevolezza che è sottomessa a loro?”
Lei rimase in silenzio per un po’ ma poi sorrise. “Come farei senza di te non lo so, saresti un ottimo re Gendry. Meglio di loro di sicuro. Non ti piace l’idea di avere mille servi pronti a fare ogni cosa per te, cavalieri a difendere ad ogni costo la tua vita e lady pronte a tutto pur di compiacerti e sposarti?”
“Detta così sembra una vita meravigliosa, ma l’idea di sposarmi con una principessa come tua sorella, senza offesa, mi fa ribrezzo”
“Ribrezzo? E che genere di donna vorresti sposare scusa?”
“Milday, il discorso si fa strano, mettiti a dormire che è meglio”
“Non avrebbe senso riposare solo per un pò, vado fuori a vedere se trovo qualcosa da mangiare o una fonte d’acqua”
“Milady sta piovendo”
“Fa niente, non morirò”
Arya uscì fuori in un baleno seguita dalla meta-lupa e Jon si alzò, probabilmente già sveglio, avvicinandosi al fabbro, che roteò gli occhi. “Credevo dormissi”
“Non so se ricordi ma ti avevo detto che ti avrei cavato le parole di bocca. Non hai risposto alla domanda della mia sorellina, che tipo di lady vorresti sposare?”
“Lo sai che non si spia?”
“Quando è mia sorella non è spiare, è interessarsi a lei” Gendry rise ma non rispose e Jon continuò. “Quando le dirai che non vuoi sposare una lady perché ti piace lei?”
“Jon, stiamo per rischiare la nostra vita, davvero vuoi parlare di ragazze prima di morire?”
“Non vedo perché no. Guarda che tu mi piaci, non mi darebbe fastidio vederti con mia sorella. Entro certi limiti ovviamente. Me lo dici allora?”
Gendry sospirò, poi si decise. “Stiamo per morire no?”
“Giusto” Jon sorrise nuovamente, facendolo nuovamente sentire a disagio.
“Tua sorella è stata la prima persona che non mi ha preso in giro per il fatto che sono un bastardo. Mi ha quasi picchiato per il fatto che le dissi che ‘sono inferiore’”
Jon sorrise. “Si, è sempre stata così, alle feste spesso sedeva vicino a me visto che io, essendo un bastardo, non potevo stare accanto il resto della famiglia. Vedessi come si incazzava nostra madre”
Gendry lo guardò esasperato. “Jon, stava per battermi con la spada” il guardiano scoppiò a ridere. “Non ci volevo credere che era così brava, insomma, sapevo che lo era ma non così tanto”
“Questo è positivo, almeno lei non morirà ad Approdo del Re”
Arya tornò dentro. “Ha quasi smesso di piovere, di che state parlando?”
“Del fatto che moriremo tutti” disse Gendry.
“Valar morghulis Gendry”
“Cosa?”
“Tutti gli uomini devono morire” Arya andò a svegliare il Folletto.
“Un po’ inquietante come cosa da dire”
“Siete voi che state parlando di morti. Tyrion, svegliati”
“Sono sveglio”
“Bene, allora alzati o ti getto di nuovo addosso la birra”
Tyrion si alzò. “Tanto non ho portato la birra”
“Stai zitto. Ascoltatemi. Io, te e Gendry andremo all’interno del castello, mi indicherai la strada per la stanza di Cersei, sono pronta a scommettere che non l’ha mai cambiata, nel frattempo Jon devi uccidere le sentinelle, magari l’esercito guadagnerà qualche minuto se loro non avviseranno il re”
“Le sentinelle sicuramente già sanno che l’esercito è in arrivo, ma se vuoi fare così va bene” Arya sapeva che il fratello aveva ragione ma doveva tentare.
“Dobbiamo andare, è più tardi di quanto credessi”
Uscirono tutti quanti dalla caverna e si avviarono verso nord, arrivando come previsto in poco tempo. Si coprirono con un mantello che arrivava poco sotto la fronte, Gendry aveva assicurato tutti che Frittella sarebbe stato fuori di li, pronti a farli entrare in chissà quale modo ma loro non videro nessuno. “Se non arriva entro un minuto dovremmo uccidere le guardie” Dire che Arya era impaziente era davvero un eufemismo.
“Aspetta, guarda” Gendry indicava entrambe le sentinelle. “Si stanno addormentando”
“Cosa?” Arya alzò leggermente il mantello e vide che, effettivamente, le guardie si stavano accasciando lentamente al suolo, mentre una figura all’interno delle mura stava facendo loro cenno di entrare. Loro non se o fecero ripetere due volte e corsero dentro. Gendry vide subito l’amico e gli diede una pacca sulla spalla. “Ma come diamine hai fatto?”
“Adorano il mio pane, se ci metto un po di sonnifero non se ne accorgono mica”
Arya fissò quel ragazzo, molto più alto di quanto ricordasse. “Frittella?” lui sorrise. “Sei dimagrito”
Il ragazzo rise, apertamente stavolta. “Beh, è bello rivederti. Volete entrare nella mia locanda? Sono diventato il proprietario, da poco l’abbiamo ristrutturata…”
“Frittella, non è il momento, per favore assicurati che queste guardie continuino a dormire, noi dobbiamo andare adesso”
Come al solito non aspettò risposte da nessuno, iniziò a camminare con il folletto e Gendry al suo fianco tentando di ricordare dove andare, correva un po’ ovunque intorno al castello, evitando guardie e cittadini e, dopo una vita, trovando quello che cercava. “Eccolo, è un passaggio che porta direttamente dentro, ci sporcheremo quasi sicuramente, spero non vi dia fastidio” Non era il momento di parlare in quel modo ma Arya doveva calmarsi.
All’interno dei sotterranei dovettero prendere delle torce per andare avanti, Arya ricordava la strada benissimo nonostante l’avesse percorsa solo due volte, ma ci volle comunque almeno mezz’ora prima di raggiungere l’entrata di quel posto, ritrovandosi così all’interno del castello, come lei aveva previsto, totalmente sporchi di fango. “Toglietevi i mantelli, lascerebbero delle traccie e comunque saremo troppo visibili”
Fecero tutti come gli era stato detto, poi Arya appoggiò la torcia a terra e si rivolse solamente al folletto.
“Dove dobbiamo andare adesso Tyrion?” Cacciò Ago, pronta ad ogni evenienza.
“Cersei possiede la stanza accanto quella del figlio Tommen, di qua” fece strada attraverso i corridoi, Arya e Gendry lo seguivano con le spade sguainate ed uccidendo ogni singola guardia che si poneva sul loro cammino, colpendoli esattamente al centro del petto nonostante la maglia di ferro e facendoli cadere a terra senza che emettessero alcun suono.
Dopo poco tempo ed una decina di guardie morte si ritrovarono accanto la curva che li avrebbe portati alla porta di Cersei. “Ci sono quattro guardie li fuori, non avremo problemi ad ucciderle”
Tyrion rise, senza farsi sentire fortunatamente. “Mia sorella sa pensare solamente a se stessa, sono sicuramente le guardie più forti del castello, se una sola scappasse avvertirebbe tutte le altre e comunque sono sicuro che non sprehereste le vostre vite per proteggere me, ma visto che io voglio vivere faremo a modo mio”
“Cosa proponi di fare allora?”
“Gendry, prendi l’arco ed una freccia”
“Cosa? Io non lo so usare” Gendry non capiva e neppure Arya a dire il vero.
Tyrion si limitò a sbuffare. “Se fingerai di colpire una guardia, o anche se ne colpirai davvero una inizieranno a seguirti ed a quel punto noi entreremo”
Arya lo fulminò con lo sguardo. “Questa è un’idiozia”
“Le guardie sono idiote. Funzionerà”
Gendry tese la mano ad Arya senza fiatare per farsi passare l’arco ed una freccia. Lei, molto titubante, glieli diede. “Gendry, ti prego stai attento”
“Come sempre milady” si lasciò sfuggire un sorriso per rassicurarla e lei ricambiò, poi tese l’arco e appena si fece vedere dalle guardie scoccò una freccia nella loro direzione. Le mancò per un soffio e poi iniziò a correre, lanciando prima l’arco ad Arya. Lei era abbastanza nascosta con il folletto dietro una colonna, le mancò un battito per la paura che potesse succedere qualcosa a Gendry ma lui sembrava cavarsela nonostante non conoscesse affatto il castello. Poi, insieme a Tyrion, percorse quel corridoio raggiungendo la porta. Era bloccata ma usò la spada per aprirla: infilandola tra la porta ed il muro riuscì a far scattare il blocco ed entrare.
Con l’arco ed una freccia pronta al suo uso Arya attraversò quel passaggio, Tyrion la seguì chiudendo la porta dietro di se.
Subito videro una figura avvicinarsi, intimorita ma decisa. Invecchiata, ma ancora bellissima. I capelli biondi ancora più lunghi di quanto Arya ricordasse adesso erano lisci, gli occhi si erano spenti ma il viso conservava quella ferocia con cui aveva permesso che la sorella venisse torturata, che il padre morisse e che la guerra andasse avanti per il capriccio del figlio suo e di suo fratello gemello.
“Sorellina cara, mi sei mancata molto”
Lei non capì subito, ma prima che potesse ribattere Arya tese ancora di più la freccia pronta a colpire. “Sai Cersei, non potrai mai capire quale gioia io provi sapendo che l’ultimo viso che vedrai prima di morire sarà il mio”
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


~~La faccia che aveva Cersei in quel momento era una cosa incredibile: era spaventata, spaventata a morte, ma nonostante questo sullo sguardo c’era ancora un’incredibile senso di superiorità e… prepotenza. Come se si aspettasse che presto o tardi qualcuno sarebbe arrivato a salvarla e l’avrebbe avuta di nuovo vinta.
“Tu, piccolo mostro. Credevo che fossi morto” sputò quelle parole provando solo odio verso il fratello.
Tyrion sorrise. “Vedo che ti sono mancato molto sorella cara”
“Ho messo una taglia sulla tua testa. Sulla tua piccola, orribile e deturpata testa” continuava a trasudare odio ed arroganza. Solo quando il folletto rise senza rispondere la regina si accorse di Arya. “Tu invece chi sei? Un altro barbaro amico del mio fratellino? Quanto ti ha pagato per uccidermi? Ti darò il doppio se mi darai la sua di testa”
Arya abbassò di poco l’arco, ma mantenne abbastanza distanza da permetterle di tenderlo di nuovo in un secondo. “Non mi riconosci? Allora l’aspetto è la tua unica caratteristica positiva, o almeno il cervello non è l’altra”
“Una ragazza?” doveva averlo capito dalla voce. “Come sei entrata nel castello? Anzi, come siete entrati nel castello e nella mia stanza?”
“Mia signora stai per morire, vuoi davvero che queste siano le tue ultime parole?”
“Guardie!” Cersei urlò quella parola ma quando Arya tese nuovamente l’arco si zittì ed alzò leggermente le mani, tenendo però lo sguardo fermo su di lei. “A dire il vero mi piacerebbe sapere chi è la persona che con l’aiuto di mio fratello mi vuole uccidere”
Tyrion ricominciò a ridere. “Adesso sono tuo fratello? Credevo di essere il nano, il folletto o il mostro per te. Comunque permettimi di presentarti la mia dolcissima cognata Arya Stark”
Arya fece un leggero inchino per prendere in giro la regina e tese nuovamente l’arco, mentre lei spalancava la bocca. “Arya Stark?”
“Si… Cersei, di sicuro non posso chiamarti regina Cersei considerando che una ragazza più giovane ha rubato quel posto. Ti ricordi di me? No, non credo, non abbiamo avuto molto tempo per conoscerci, ma di sicuro ti ricordi mia sorella Sansa. Se sono qui è anche per vendicarmi di lei”
“Vendicarti? Io stavo per renderla regina, era un suo desiderio sposare mio figlio”
“Era un suo desiderio essere picchiata ogni giorno e sposare il tuo fratellino Tyrion? Senza offesa”
“Ma figurati” disse lui.
Cersei rise e mantenne quell’aria di superiorità che stava davvero facendo infuriare Arya “No, tu non mi ucciderai. Non ne sei capace, gli Stark non fanno del male a persone indifese” Arya non la sopportava più, inoltre le guardie sarebbero arrivate a momenti. Senza pensarci due volte scoccò la freccia colpendo la regina in piano petto. Lei urlò e si accasciò al suolo, mentre una chiazza di sangue iniziava ad espandersi sulla sua veste. Arya si avvicinò a lei e prese Ago. Cersei udì il fratello che le diceva addio, con dispiacere nella voce, ma anche con disprezzo. Dopodiché quella spada le attraverso il cuore. “Gli Stark non uccidono persone disarmate, ma uccidono le persone che sanno solo fare del male come te. Valar morghulis regina Cersei” la donna continuò a fissare gli occhi grigi della ragazza finche nei suoi non ci fu più vita.
Arya stava fissando la chiazza di sangue che diventava sempre più larga finchè Tyrion non le afferrò il braccio riscuotendola dai suoi pensieri. “Arya, dobbiamo andare”
Lei scosse la testa per riprendersi ed uscì dalla stanza. “Dovè Gendry?”
“Non lo so ma i cavalieri devono aver sentito le urla. Il primo cavaliere sarà qui a momenti”
“Lo ucciderò, non m’importa. Non mi muoverò senza Gendry, chi è il primo cavaliere?”
“Rafford, uno al servizio della Montagna, pare che abbia salvato la vita a Tommen, non so quando”
“Aspetta, Rafford? Intendi Raff Dolcecuore?” Tyrion annuì ed Arya pulì Ago con una manica. “Oggi ne avrò due al prezzo di uno”
“Non m’importa del tuo senso di giustizia o di vendetta Arya. Insieme al primo cavaliere arriverà un esercito e se vuoi che il tuo amico salga sul trono prima devi riuscire a prenderlo il trono e per farlo devi vivere!” Tyrion la fissava dal basso con aria… calma, diceva quelle cose solo per farla ragionare, senza rabbia.
Arya chiuse gli occhi. “Sei molto più intelligente di quanto si pensi. Ma Gendry non conosce il castello, se…”
Si zittì nel momento in cui vide l’amico spuntare da dietro un angolo. Gli corse incontro e si abbracciarono per almeno mezz’ora, o almeno a lei sembrò così considerando che si rifiutava di lasciarlo. “Credevo ti avessero preso”
“Non ce la farebbero mai milady, sei tu quella destinata ad uccidermi. Il tuo esercito sarà qui a momenti. Se vuoi che muoiano meno persone possibile dobbiamo muoverci a seguire il tuo piano”
“Si, va bene” Arya iniziò ad urlare a squarciagola e poi iniziò a correre seguita dai due. Tyrion tentava di reggersi sulle sue gambette storte ma era quasi impossibile. “Mi spieghi che cazzo ti è saltato in mente? Perché hai urlato?”
“Le guardie arriveranno, vedranno che Cersei è morta, lo diranno al re èd inizierà la vera guerra, ma all’interno del palazzo, mentre tenteranno di capire chi è stato le guardie proteggeranno la regina ed i suoi figli e noi ci muoveremo indisturbati per tutto il palazzo”
“E noi dove siamo diretti adesso?”
“Dal fratello della morta. Jaime. Gendry, quando il popolo vedrà che il re non ci sarà avrà bisogno di qualcuno che li guidi. Ho bisogno che tu sia la loro guida”
Gendry si fermò. “Tyrion, c’è un posto sicuro dove posso parlare con Arya per qualche minuto?”
“Stai scherzando?”
“Neanche un po’”
Tyrion guardò Arya, lei annuì. “Va bene, seguitemi”
Camminarono per poco più di tre minuti ed arrivarono in una piccola stanza. Tyrion disse che non passava mai nessuno di lì e che anche se fosse successo c’era un passaggio che conduceva direttamente alle stanze di Tywin Lannister. Quello era il suo studio ed usava il passaggio come… porta d’emergenza, diciamo.
“Arya, mi sembrava di essere stato chiaro”
“Lo so, ma se mi ascolterai e per una volta farai quello che ti dico potrai portare giustizia. Qualcosa che manca in questi regni da troppo tempo”
“Arya, non voglio avere la responsabilità di tutti questi regni da comandare”
“Cosa dovremmo fare allora? Nessuno mi seguirà se non ci sarà un re!”
“Te l’ho già detto, siediti tu sul trono”
“Io non ho diritti al trono”
“Io sono un bastardo! Perché mi dovrebbero volere come re?”
“Perché sei vissuto tra quella gente, sai cosa vogliono, sai di cosa hanno bisogno e non genererai un erede con tua sorella”
“Non la ho una sorella”
“GENDRY! Non è questo il punto!” 
“Per te sarei un buon re Arya?” Gendry si fece serissimo ed Arya lo guardò dritto negli occhi.
“Si, migliore di molti altri prima di te e migliore di molti altri che ti seguiranno”
Gendry chiuse gli occhi, rimase fermo in quel modo per un eternità e poi parlò mantenendoli chiusi, per pronunciare quelle parole con più calma possibile. “Va bene allora, se hai fiducia in me io mi fido di te” Arya rise. “Ma, voglio qualcosa in cambio”
“Cosa? Non è il momento di negoziare!”
“Come vuoi” Gendry rimase fermo ed incrociò le braccia, Arya si sentiva come se un bambino le avesse appena fatto uno stupido dispetto.
“Sarai il re, avrai quello che vorrai, da me che vuoi?”
“Non è il momento, il punto è: ci stai?”
“Mi fai paura e tu sai quanto sia difficile spaventarmi, però va bene, ci sto”
Gendry fece un sorriso da perfetto idiota “Adesso andiamo. Qual è la prossima tappa?”
“Te l’ho detto, Jaime Lannister”
“Dove credi che sia? Nelle sue stanze?”
“Ho urlato prima ricordi? Quando Jaime sarà informato della morte della sorella andrà dal figlio, non ci sono dubbi. È la stanza di Tommen quella che dobbiamo raggiungere”
Gendry annuì ed uscirono da li incontrando subito il folletto.
“Tyrion, dov’è la stanza di Tommen?”
“La stanza del re? È abbastanza vicina, ma non stavi cercando quella di mio fratello?”
“No, portaci a quella di Tommen”
“Forse ci sarà anche la regina”
“No, non credo, probabilmente lei sarà dai suoi figli”
“Va bene, la scelta è tua. Arya, però non voglio che tu uccida mio fratello o i miei nipoti”
“Dipenderà da loro, per quanto non possa sembrare Tyrion non mi piace versare sangue”
Lui annuì anche se preoccupato e li condusse per altri corridoi che ad Arya sembravano tutti uguali ed arrivarono davanti una porta perfettamente identica alle altre, ma con più guardie. Arya stavolta non voleva separarsi da Gendry e, per quanto fosse strano, neppure dal nano, così uscirono allo scoperto di sorpresa, lei scoccò varie frecce molto velocemente che ne uccisero quattro, più uno che venne perforato da Ago, mentre Gendry con la spada trafisse i restanti tre. Arya fissò Tyrion. “Ma le guardie qui sono tutte così idiote?”
“Si stanno tutte quante preparando ad una lotta, che a giudicare dai suoni credo sia già iniziata, nel castello ne sono rimaste pochissime. Credi davvero che se ci fossero tutte sarebbe stato così facile?”
Arya in un istante di silenzio sentì vari rumori provenire dall’esterno del castello e capì che la lotta in effetti era già iniziata. Doveva far presto. Si avvicinò a Gendry e vide che sanguinava ad un braccio. “Facile eh? Stai bene?”
“Una meraviglia milady. Andiamo?”
“Certo, Tyrion, resta qui”
“Cosa?”
“Come ti comporteresti se non avessi scelta e dovessi uccidere Jaime?”
“Acconsentirei, se tu non avessi scelta. Non immagini cosa mi ha fatto”
“Spiegati meglio”
“Qui? Arya, non ti credevo così stupida da voler perdere tempo nelle storielle di famiglia” Tyrion abbassò lo sguardo. “Stai sanguinando”
Arya non aveva bisogno di abbassare la testa. Sapeva che la guardia che aveva attaccato con la spada la aveva tagliata profondamente sul fianco destro, quello non protetto da Ago, ma lei fece finta di non sentire niente e piegando la maglietta aveva fatto in modo da nascondere che era tagliata.
Gendry si avvicinò. “Ti avevo detto che era meglio mettere la maglia di ferro”
“Quella che usano i cavalieri? Sono scomode e ti fanno muovere lentamente, inoltre non ne ho bisogno. Il sangue non è mio, ma di quello che ho ucciso, sto bene”
Arya aprì la porta della stanza del re, entrando vide il piccolo Tommen Lannister/Baratheon, un dodicenne con lo sguardo basso, che tentava probabilmente di non piangere per la morte della madre, seduto sul letto, era vestito da re, per la battaglia, ma non aveva la corona.
Accanto a lui c’era il padre, la mano della spada fatta di oro puro, non ci aveva creduto quando lo aveva saputo. Lui indossava l’armatura invece, pronto ad andare a combattere con il suo esercito. Quando aveva sentito la porta aprirsi si era alzato di scatto ed aveva afferrato la spada.
Arya rise. “Andiamo, sai bene che non puoi battermi Jaime”
“Non so chi tu sia ma so che nei sette regni ci sono solo tre, o forse quattro, persone in grado di battermi con la spada e tu non sei una di esse”
“Tre o forse quattro persone in grado di batterti se combatti con la mano destra, con la sinistra è tutto diverso”
“Sono passati dieci anni da che me l’hanno tagliata, sono in grado di battermi con la sinistra”
“Otto anni, e comunque non combatti così bene, non bene quanto me almeno”
“Mettete via la spada, non siamo qui per ucciderti idiota” Tyrion si piazzò davanti la ragazza e tutti, Gendry compreso, abbassarono le armi.
“Tyrion? Dopo tutto questo tempo? credevo fossi morto” Jaime rimise la spada nel fodero, mentre Tommen, spaventato, si avvicinò al padre.
“Sei tu che mi hai fatto scappare, lo hai fatto pensando che morissi?”
“No, certo che no”
Gendry toccò la spalla di Arya facendola girare. “Scusa il disturbo, ma degli eserciti si stanno scontrando e direi che non è il momento di una rimpatriata tra fratelli”
Arya ebbe un giramento di testa per il sangue perso, ma era molto forte e finse di non farci caso, spostò il peso da un piede all’altro, fece un respiro profondo per calmare il dolore e guardò Jaime.
“Sono qui per proporti qualcosa che salverà la tua vita e la vita della tua… progenie”

*Angolo me*
BUON NATALE! Quale modo migliore di dirvi queste parole se non con la morte di quella *inserire insulto a piacere* di Cersei?
Jaqen sembra ancora sparito nel nulla, chissà se tornerà ed a Jon e Rickon chissà cos’è successo…
Per chi lo volesse sapere l ferita di Arya è molto più brutta di quanto sembri e questo la porterà a seri problemi, ma solo nel prossimo capitolo… quindi, ci vediamo quando lo metterò e se vi andrà di leggerlo :)
Byby CasaStark

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


“Salvarmi la vita? Io sono perfettamente al sicuro ed in grado di difendermi, inoltre ti vorrei far notare che Grande Inverno non può vincere questa guerra, il nostro esercito è molto più forte” Jaime trasudava arroganza, Arya pensò che era davvero uguale a Cersei.
“Ho ucciso tua sorella senza alcuna difficoltà, tu hai una spada e la usi uno schifo, noi siamo in due e siamo abili”
Tyrion si offese ma non disse niente, o almeno non si rivolse ad Arya. “Jaime, tu non l’hai vista combattere, e se ti ucciderà poi chi penserà a Tommen? Starà anche imparando ad usare a spada ma non può battere loro due”
“Non mi sottometterò, gli Stark mi hanno rapito in passato”
“E i Lannister hanno ammazzato gran parte della loro famiglia. Siamo pari!” Tyrion sapeva essere convincente, ma non abbastanza, Jaime cacciò la spada ed attaccò, intenzionato ad uccidere, ma Arya ripose, anche se con difficoltà a causa della ferita ed infatti schivò la maggior parte dei colpi per un soffio e perché lui tentava di attaccare anche Gendry ed in poco tempo venne disarmato da quest’ultimo. Il ragazzo prese in mano la spada di Jaime e sorrise. “Acciaio di Valyria, meraviglioso, ho sempre voluto un’arma come questa”
“Direi che non si offenderà se la prenderai” Arya fissava quell’uomo puntandogli ago al centro del petto e pensando a tutto quello che la sua famiglia le aveva causato. “Gendry, cosa gli dovrei fare? Dammi un consiglio”
“Beh, io gli ricorderei che la vita del figlio è nelle tue mani”
“Giusto, Tommen avvicinati” Il re era stato in disparte e continuò a non muoversi. “Cavolo, Cersei e Margaery ti hanno davvero rovinato, povero ragazzino. Vieni qui, non ti farò del male” Arya gli tese la mano, quelle donne lo avevano davvero fatto diventare un bambinetto impaurito. Il piccolo si avvicinò. “Jaime, perché ora che non hai la spada non ti siedi e non parliamo da persone civili? Credo che le guardie siano impegnate nella guerra e non ci disturberanno”
Gendry gli tese la mano sinistra e lui si alzò, andando a sedersi vicino a Tommen e mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo. “Se non mi hai ucciso suppongo ci sia un motivo”
“Infatti. Permettimi di spiegarmi, se vuoi saperlo la guerra è iniziata perché l’ho deciso io, voglio prendermi il bellissimo trono su cui siede il tuo… ragazzo ma il popolo si fida dell’esercito, l’esercito difende il popolo ed entrambi prendono ordini e confidano nel re. Per far diventare qualcun altro re mi basterebbe uccidere il ragazzo, ma non mi piace l’idea di uccidere un ragazzino dell’età di mio fratello, un fratello che sta rischiando la morte. Inoltre anche se lui morisse poi i suoi figli sarebbero gli eredi e non mi andrebbe di spargere anche il loro sangue”
“Considerando che stai minacciando la vita del re e dei suoi figli cosa ti fa pensare che io non chiamerò le guardie per farvi uccidere in questo momento?”
Arya si mise una mano sulla ferita e strinse i denti, ma tutti pensarono che fosse per la rabbia verso Jaime e Gendry prese la parola per farla calmare. “Le guardie sono a lottare. In queste stanze e per molti corridoi non ci sarà nessuno disposto ad aiutarti, ascolta la proposta”
“Non vedo perché”
Tyrion lo zittì con sole quattro parole: “Vuoi chiudere quella fogna?” Jaime lo fissò e il folletto continuò “Sei arrogante e presuntuoso come tua sorella e questo la ha portata alla morte. Per una volta ascolta quello che gli altri hanno da dire idiota!”
Arya lo fissò, abbastanza stupita. “Grazie, davvero. Jaime, voglio che tu vada via da Approdo del Re, ho un accordo con mia sorella, potrai andare a Nido dell’Aquila con Tommen, con la regina e con i tuoi nipoti, vivere come persona normale e non più come nobile ma… beh, vivrai, inoltre considerando che odio la tua famiglia dal profondo del mio cuore e che se non fosse per Tyrion ti ucciderei mi sembra un accordo equo”
“Tyrion?”
Il folletto lo guardò. “Non mi ringraziare, ti dovevo un favore ed ora siamo pari”
“Non mi perdonerai mai vero?”
“No, mai” Tyrion pensò a sua moglie, alla sua prima moglie, e distolse lo sguardo dal fratello.
Jaime si rivolse ad Arya. “Hai detto che era un accordo, ma che io sappia un accordo porterebbe benefici anche a te ed io questi benefici non li vedo affatto”
“Beh, non ci ero ancora arrivata. Mentre io andrò a parlare con la regina tu, scortato da Gendry, cioè il ragazzo che ha preso possesso della tua spada, e tuo fratello, farai in modo che tuo figlio ordini all’esercito di arrendersi. Ho già una persona che in mezzo al popolo sta riferendo che il vero re sta per prendere il suo posto ma nessuno lo ascolterà finchè Tommen avrà quel titolo. Arrendendosi ed andandosene il popolo sarà disorientato ed il nuovo re porterà la pace, anche se la guerra è iniziata da pochissimo tempo ed il popolo si arrenderà a lui. Tuo figlio dovrà anche dichiarare questo, che passa il titolo a Gendry”
“Gendry? Cosa? Un tizio qualunque?”
“Lui è figlio di Roberth Baratheon, molto più di Tommen almeno”
Jaime capì subito cosa stesse dicendo. “Ricapitolando, tu vuoi che Tommen rinunci alla corona cedendola a quel tizio ed andandocene a vivere in un posto sperduto?”
“In cambio vi lascerò anche vivere, ricorda che potrei trafiggerti seduta stante”
“Si, ma dopo avermi ucciso non avresti niente”
“Potrei comunque uccidere Tommen e prendermi il trono con la forza. Non hai capito una cosa, se ti propongo questo accordo è solo perché mi piacerebbe non uccidere un ragazzino” Arya passò lo sguardo sul piccolo re spaventato e Jaime fece lo stesso “Lui è tuo figlio” sussurrò. “Vuoi davvero farlo morire per orgoglio?”
“Dovrai passare sul mio cadavere prima di potergli fare del male!”
“E lo farò, ti ucciderò senza problemi, se non l’ho fatto è solo per Tyrion te l’ho già detto. Comunque non ho tempo per discutere, è una tua scelta accettare oppure no, ma decidi in fretta”
“Zio Jaime” Tommen fece sentire la sua voce. “So che sono un ragazzino ma, non voglio che succeda qualcosa a me o a te o a Joffrey e Alerie” Arya intuì che dovessero essere i suoi figli, quasi sicuramente nati da Margaery ma non da Tommen. “Ascoltami, sono re da anni e a dire il vero non mi piace, sono sempre in pericolo, ci sono sempre guerre e devo sempre fare cose che odio. Ogni giorno mamma e Margaery mi dicevano cosa fare e io ascoltavo obbediente. Non ce la faccio più. Ti prego, andiamocene” parlava proprio come un bambino nel corpo di un ragazzo un po’ più grande, ma ad Arya piaceva. Jaime la guardò ed abbracciò Tommen. “Tu mi giuri che ne lui, né i miei nipoti verranno feriti?”
“Non uccido i ragazzini”
“Va bene, Tommen cederà il trono”
Arya si alzò, ebbe un giramento di testa ma lo nascose. “Gendry, portalo a ritirare l’esercito, io vado a trovare la regina”
“Cosa? Vuoi andare da sola?”
“Di sicuro non lascerò lui nelle mani di qualcuno che non sa usare la spada. A proposito, Jaime, dove sono le stanze dei tuoi nipoti?”
Era titubante ma rispose. “Devi arrivare percorrere i corridoi fino alle scale, le stanza dei figli di Margaery sono sotto questa e sono vicine. Hai detto che non li ucciderai”
“Infatti, Gendry raggiungimi appena puoi tu invece Tyrion resta sempre vicino a tuo fratello, non perderlo di vista. Jaime, se tu ci tradissi fidati di me, ti ucciderei. Te, tuo figlio e i tuoi nipoti, senza alcuna pietà. Ti troverò anche oltre i sette regni, anche se il Dio dai Mille volti ti nascondesse ed anche se morissi, troverei il modo di tornare per ucciderti” Arya aveva una voce ferma e molto decisa.
Stava per uscire ma Gendry la bloccò. “Arya, sei sicura che ce la farai da sola?”
Con quella ferita Arya non era per niente sicura. “Ce la farò, fate in fretta, più tempo passa più possibilità ci saranno che Rickon o Jon muoiano”
Lui annuì e lei uscì dalla stanza. Quando arrivò alle scale si sedette su uno dei gradini emettendo un sospiro di dolore e si alzò la maglia per vedere quel taglio. Sapeva sopportare molto ma riconosceva una brutta ferita e quella lo era. Sul fianco destro c’era una striscia di sangue che andava fino alla parte del fianco sulla schiena ed era parecchio profonda. Arya si levò la cintura, che in realtà usava solo per reggere Ago, e la alzò fino a portarla sulla ferita, poi strinse i denti e ce la appoggiò sopra stringendola, per evitare che il sangue scorresse. Il dolore era qualcosa di insopportabile ma lei senza emettere un fiato sigillò gli occhi e sopportò, poi si alzò, coprì quella… ‘fasciatura’ con la maglia e riprese a camminare anche se faticosamente.
Arrivata al piano inferiore vide le due porte di cui parlava Jaime Lannister e, naturalmente, tre guardie erano li fuori. Decise di usare arco e frecce per attaccarli, non avrebbe resistito molto con la spada e, per fortuna, riuscì a tirare abbastanza forte da perforare le maglie di ferro ed ucciderli tutti. Rimase ferma a respirare profondamente per un paio di minuti e poi raggiunse la porta. Entrata dentro vide ciò che si aspettava: una madre, Margaery, vestita impeccabilmente da regina, stesa nel letto anche se non addormentata con due bambini, uno maschio di circa quattro anni, Joffrey, ed una più piccola, di almeno due, Alerie. Entrambi con i capelli neri. Arya pensò che sicuramente non erano figli di Tommen, anche perché era davvero troppo piccolo per diventare padre.
“Regina Tyrell” Arya cacciò Ago. “Mi dispiace dirle che sta per perdere il suo titolo, e molto probabilmente anche la vita” le sorrise.
La donna si alzò e si avvicinò, a differenza di Cersei non dimostrava superiorità o arroganza. Solamente coraggio, sprizzava quello ed eleganza da tutti i pori. “E perché di grazia dovrei perdere la mia vita?”
“Vi avvicinate ad una persona armata, coraggiosa”
“Noto che siete un donna, ma ancora non avete risposto alla mia domanda, perché mi volete morta?”
“Io non vi voglio morta, ciò che voglio è quello che spetta a me ed alla mia famiglia: giustizia. Non credo di chiedere molto”
La regina smise di camminare, era a circa due metri da Arya “Da quando sono salita al trono c’è pace in tutti i regni”
“Quando siete salita al trono vostro marito è morto e mia sorella ed un mio alleato sono stati dichiarati degli assassini anche se non avevano ucciso il re, questa non mi sembra giustizia. Forse per voi sarà pace ma io non sono soddisfatta”
“Sono stati dichiarati assassini Tyrion Lannister e Sansa…” abbassò lo sguardo e sorrise, capendo “tu devi essere Arya Stark, giusto?”
“In persona, siete intelligente”
“Dimmi, Arya, per te cosa vuol dire giustizia allora?”
“Vuol dire un legittimo erede seduto sul trono” Arya abbassò leggermente Ago.
“Mio marito Tommen Baratheon è seduto sul trono, l’erede di Robert Baratheon”
“Voi sapete benissimo che lui è nato da un incesto tra i gemelli Lannister”
“Si, in effetti lo sapevo, ma questo non cambia molto, non ci sono altri eredi in vita, Joffrey li ha fatti morire tutti”
“Tranne uno. Quella persona sta per prendere il suo posto come re. Non cambierà niente la tua parola, se sono qui è perché anche se il mio amico salirà sul trono tu rimarresti la regina reggente ed a me non sta bene. Tuo marito Tommen sta per andarsene da Approdo del Re, entro pochi giorni sarà a Nido dell’Aquila e sono qui per proporti la stessa cosa che ho proposto a lui, vattene e vivi, o resta qui ed osservami mentre ti uccido”
“Avresti il coraggio di far del male ad una donna indifesa? Una donna con due figli piccoli?”
“I tuoi figli non verranno toccati, stai certa di questo. Ma se per portare giustizia e vendicare la mia famiglia dovrò uccidere te, si, lo farò”
Margaery sorrise. “Mio marito avrebbe accettato la tua offerta?”
“Si, lui e Jaime. Cersei invece ha fatto del male alla mia famiglia e non ho esitato nel piantarle la spada nel cuore”
“Hai ucciso tu Cersei? Suppongo di doverti ringraziare, l’ho sempre odiata”
“Si, ma non hai mai amato ne Tommen ne il fratello, suppongo che tu insegua il potere” Arya capì che, se aveva ragione, la regina non avrebbe mai accettato la sua offerta.
“Si, ho fatto molto per diventare regina quindi capiscimi quando ti dico che non ho intenzione di andarmene, mi spieghi cos’ha portato quell’idiota di un Lannister a declinare il suo titolo?”
Arya non capiva di quale dei due Lannister parlasse ma poco importava. Fece un passo avanti. “Forse non hai capito bene la situazione, regina” si avvicinò ancora e con tutta la facilità del mondo fece cadere la donna per terra e le puntò la spada alla gola. “la mia non è un’offerta che puoi declinare, perché se lo fai, muori”
“Mi stai forse dicendo che non ho scelta?” Arya le fece cenno di alzarsi allontanandosi un po’ e lei continuò. “Dovrei permettere che i miei bambini non crescano come principe e principessa?” si avvicinò ai figli e si inginocchiò nel letto vicino a loro. Arya notò che aveva spostato la mano sul cuscino ed anche se aveva ancora la spada in mano istintivamente la sollevò. “Io sono del tutto convinta che ci sia sempre, una scelta” la donna tirò il braccio fuori con una balestra, ma colpì troppo alla destra di Arya, mancandola.
Lei iniziò a ridere e si avvicinò alla regina. “Mi hanno insegnato che non è necessario mirare, ma forse vale solo per chi almeno sa tenerla in mano, un arma. Comunque sai, le odio quelle cose, le balestre intendo, ci vuole un eternità a ricaricarle” si rese conto dopo un po’ di aver ripetuto le stesse parole di Yoren, ma non si soffermò a pensarci e fissò la regina, lei era spaventata, cercava di raggiungere un’altra freccia ma era troppo lontana da lei ed Arya le puntò Ago alla gola “Mi dispiace, mi dispiace davvero” La spada perforò la pelle della regina in un secondo. Lei si accasciò a suolo, accanto i figli ancora profondamente addormentati.
Arya si girò per raggiungere gli altri , ma nel momento in cui raggiunse la porta sentì un’altra terribile fitta alla ferita, si inginocchiò a terra per guardare nuovamente la striscia di sangue che ormai si era espansa per buona parte del fianco ed ebbe appena il tempo di stringere la cintura, prima di accasciarsi al suolo anche lei.
Chiuse gli occhi, improvvisamente tenerli aperti le sembrava una cosa che richiedeva troppa forza, ma prima di svenire riuscì a sentire il suono della porta che si apriva e di qualcuno che, entrando, cacciava una spada.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Arya tentò di aprire gli occhi ma quel movimento continuava a sembrarle troppo faticoso, ci provo un paio di volte prima di riuscirci. Anche con quelli aperti però aveva la vista appannata, vedeva interamente nero ma dopo un paio di secondi iniziò a mettere a fuoco ciò che la circondava. Il suo ultimo ricordo era di aver ucciso la regina, era nella sua stanza, ma poi… il buio. In quel momento invece si trovava in un’altra stanza che capì subito essere di Approdo del Re, era su un letto ed aveva le coperte addosso. Capì che doveva essere stata li per un po’. Si mise lentamente a sedere e sentì un’altra fitta al fianco destro, anche se più debole rispetto al solito. Si guardò un po’ intorno e subito la sua attenzione venne attirata all’istante da due persone, una addormentata sul letto vicino a lei ed uno, sempre addormentato, su una sedia ed appoggiato sul letto solo con la testa. Scosse quest’ultimo e lui subito si sveglio. “Gendry, mi spieghi perché mi sento come se avessi esagerato con il vino ieri sera?” si mise una mano sulla fronte e lui continuò a fissarla senza parlare. “Gendry? Stai bene? Non è che hai esagerato tu con il vino?”
All’improvviso Gendry si scosse e la strinse, lei sentì una fitta al fianco, di nuovo, ma non ci fece caso. Poi Gendry si staccò e scosse l’uomo addormentato. “Jon, si è svegliata, alzati cazzo!” detto questo uscì un secondo e parlò con qualcuno fuori dalla porta, ma Arya si ritrovò stritolata in un altro abbraccio da parte del fratello e non capì chi era. “Va bene, mi spiegate che succede?”
Gendry ritornò dentro ed all’improvviso divenne una furia. “Che succede?! Il sangue che avevi sul fianco era della guardia vero? Stavi bene vero? Mi spieghi cosa diamine ti è passato per la testa?!”
“Cosa?” Arya era agitata e tentò di alzarsi dal letto ma Jon la bloccò. “Gendry, non credo che Arya si renda conto di cos’è successo”
“Magari se mi spiegaste!”
Gendry fece un respiro e si calmò e Jon si rivolse ancora alla sorella. “Qual è l’ultima cosa che ricordi?”
“Beh, mi ero separata da Gendry e Tyrion e… ho ucciso Margaery, poi niente”
Gendry prese la parola. “Mentre seguivo il tuo piano e trasportavo Jaime e Tommen, Tyrion si è fermato all’improvviso, si è accigliato e parlando con se stesso ha detto una cosa tipo ‘le guardie sono troppo facili da uccidere, le migliori sono con il re e questo vuol dire che Margaery ne avrà di meno e ne avrà meno forti’ poi mi ha fissato e mi ha detto ‘La regina non si affiderà mai alle guardie’ a quel punto ho capito che intendeva che era armata, non potevo lasciare Jaime così lui ha preso la mia spada ed è corso da te, trovandoti a terra, svenuta e ferita per terra per colpa di quello stupido taglio di cui non ti sei degnata di parlare!” si avvicinò e mise le mani sul letto, accanto ad Arya con rabbia per guardarla negli occhi minaccioso, ma lei abbassò lo sguardo. “Non potevo, sapevo che ti saresti preoccupato e non c’era tempo, Rickon e Jon stavano rischiando…” all’improvviso sgarrò gli occhi ed il cuore iniziò a batterle troppo forte, Jon se ne accorse e l’afferrò per le spalle. “Arya! Rickon sta bene, sta benissimo”
Lei emise un sospiro. “Tyrion quindi mi avrebbe salvato la vita? Cos’è successo dopo che mi ha trovata?”
“Ha detto che ha strappato le lenzuola del letto per fasciarti in modo decente. Io ho incontrato Jon e gli ho detto di badare a Jaime mentre ti cercavo visto che lui non è mai stato nel castello e non poteva raggiungere la stanza della regina. Sono riuscito a trovarti e Tyrion è andato a cercare un medico ancora chiuso nelle sue stanze. Quell’uomo, per miracolo, è riuscito a curarti. Quando il peggio è passato sei rimasta incosciente. Dormi da quattro giorni”
Arya spalancò gli occhi. “Quattro giorni?”
“Come dicevo, è un miracolo che ti sia salvata. E, se la cosa ti interessa, stai parlando con il nuovo sovrano dei sette Regni” Ad Arya spuntò un enorme sorriso sulla faccia e si alzò saltando in braccio all’amico. “Per il Dio dai Mille Volti! Io lo sapevo che ce l’avresti fatta! Lo sapevo!”
Quando si staccò Gendry lui la guardò in modo strano. “Primo, la tua ferita ancora non si è rimarginata, non dovresti alzarti, secondo, stai parlando con il nuovo re, mostra rispetto milady”
Lei inarcò le sopracciglia. “Si e manderò con rispetto il tuo regale sedere a terra quando ti batterò con la spada milord”
“Assolutamente, ma questo solo quando sarai guarita”
Jon scoppiò a ridere. “Non ci provare Gendry, non riuscirai mai a far fare qualcosa alla mia sorellina che lei non voglia”
Lui stava per ribattere ma la porta venne spalancata e Rickon, Sansa e Brann (sempre in braccio ad Hodor) entrarono. Sansa stava per mettersi a piangere. “Cavolo Arya, siamo arrivati ieri ed ancora non ti eri svegliata, eravamo così preoccupati! Tutti quanti!” fece un cenno a Rickon che se ne stava sulla porta. Arya roteò gli occhi e si avvicinò al fratello sorridendo, mentre lui aveva ancora l’espressione seria in faccia. “Andiamo, tanto lo so che mi vuoi bene”
“Volerti bene? Non ti vedo per otto anni e nel momento in cui ci rincontriamo tu mi mandi a morte” sbuffò “come potrei non voler bene ad una persona del genere?” il sorriso che fece prima che Arya gli saltasse addosso fu una cosa indescrivibile, certo, si sentì a disagio quando lei rischiò di soffocarlo con il suo abbraccio, ma stranamente non smise di sorridere e la sorella se ne accorse. “Rickon Stark, stai sorridendo per caso?”
“No, non è vero” tornò serio in un secondo e lei dopo essere scoppiata a ridere andò a stritolare Brann e Sansa e quest’ultima riuscì a trattenersi da un pianto di gioia. “È davvero finita? In una sola notte? Siamo liberi?”
Arya aprì la bocca per rispondere ma non riuscì ad emettere un fiato, così semplicemente annuì “Anche se siamo sotto il dominio di questo qui” Jon fece un cenno a Gendry che gli puntò un dito contro. “Posso farti mettere a morte se non stai zitto”. Arya scoppiò di nuovo a ridere con gli altri ma… aveva un brutto presentimento, qualcosa le faceva pensare che non era affatto finita. Prendere il trono, a parte per la sua, di Jon e di Rickon quasi morte, le era sembrato troppo facile. “Sansa, cos’è successo a Jaime, Tommen e i piccoli?”
“Sono a Nido dell’Aquila, hanno convinto il piccolo lord a rimanere a palazzo, ma quando domani ritornerò vedremo cosa succederà”
“Domani cosa? Te ne vai?”
“Si, devo tornare a regnare, manco da un mese ormai, ma stasera festeggeremo in grande l’ascesa al trono del re” Sansa fece un enorme sorriso. “ci sarà un banchetto in onore del re e del fatto che i soldati caduti prima che arrivasse Tommen sono stati pochi”
Arya tirò un sorriso. “Magari troverai il tuo principe stavolta”
“Magari” si mise a ridere.
Arya si rivolse a Brann. “La tua amica Meera dov’è?”
“Lei è rimasta a Grande Inverno, so già cosa stai pensando, ma prima che tu possa aprire la bocca è meglio se ti lasciamo riposare, Hodor, andiamo”
“Hodor” fu la risposta del gigante. Poi lo prese in braccio ed uscirono tutti, tranne Gendry.
“Ho fatto chiamare un medico, dovrebbe esser qui a momenti ma non ho intenzione di lasciarti un attimo da sola, ho la convinzione che te ne andresti in giro”
Arya si sforzò di non ridere, invano. “È inquietante che tu mi conosca così bene”
“Che hai?” Gendry si fece serio all’improvviso.
“Cosa?”
“Arya” la fissò e lei abbassò gli occhi.
“Ripeto, è inquietante che tu mi conosca così bene, come fai ad accorgerti quando sono preoccupata me lo dovrai spiegare prima o poi”
“Dai, dimmi che è successo”
Arya sorrise. “Mia sorella sta per andarsene a Nido dell’Aquila, Jon presto tornerà alla Barriera, i miei fratellini torneranno a Grande Inverno e tu resterai a governare ad Approdo del Re. A meno che non trovi un modo di spezzettarmi non posso stare con tutte le persone a cui voglio bene. Inoltre non voglio andare a Nido dell’Aquila perché ci stanno i Lannister e non posso seguire mio fratello perché non sono un maschio e visto che mi considerano inferiore nonostante possa fare il culo a tutti alla Barriera non mi accetterebbero”
“Potrai sempre andare a Grande Inverno ed ogni tanto far tornare il resto della tua famiglia”
“Non voglio lasciare nemmeno te” Lui sorrise senza rispondere ed Arya continuò “Gendry, quante guardie sono… cadute?”
“Circa cinquecento di Approdo del re, un po’ di più di Grande Inverno”
“Credevo di averci messo meno tempo, le guardie vive che fine hanno fatto?”
“Adesso sono fedeli a me, quelli seguono solo i soldi”
“E… il primo cavaliere?” tentò di sembrare impassibile, ci riuscì probabilmente ma non fregò l’amico.
“Arya, prima che tu vada avanti sappi che ho parlato con Tyrion, cosa vuoi fare a quell’uomo?”
“Rafford merita di morire ed io lo ucciderò!”
“Si è arreso a me! Non posso ucciderlo!”
“Ma almeno ti ricordi chi è? È la persona che ha ucciso Lommy Maniverdi senza nessun motivo”
“Facciamogli prendere il nero come hai fatto con Ditocorto”
Arya si alzò e si avvicinò. “Ilyn non era sulla mia lista, Raff lo è. Lo ucciderò, se la cosa ti fa piacere gli proporrò un duello all’ultimo sangue e rischierò la vita ma non lo lascerò al tuo servizio!”
Qualcuno, di nuovo, bussò alla porta interrompendoli, Arya tentò di scacciare via il medico ma lui entrò e Gendry sorrise. “Sai, avevi ragione, non è così male essere re, mi obbediscono tutti”
“Gendry, sta zitto o ti pianto Ago su per il culo” Arya lo guardò in un modo particolarmente amorevole.
Lui si mise la mano davanti la bocca, finse di tossire per nascondere le risate ed uscì, lasciando Arya in due ore di terribili ‘come stai?’; ‘ti fa male qui?’; ‘sei sicura di stare bene?’ e quando finì uscì dalla stanza prima che quell’idiota del medico la obbligasse a riposare.
Una volta fuori iniziò a gironzolare un po’ ovunque, raggiunse le cucine e prese una mela che iniziò a mangiare a morsi prima di uscire in città, mentre tutti i servi si lamentavano di lei. Le ricordò molto quando era piccola e faceva urlare la septa per i suoi modi.
In città vedeva che praticamente tutti i cittadini erano entusiasti all’idea della festa, Arya non credeva che Gendry avesse invitato tutto il popolo ma… il castello era grande, quindi... Quando raggiunse l’arena dove si allenavano i cavalieri vide subito l’ex primo cavaliere del re che combatteva.
Aveva chiesto a qualche altro soldato e tutti avevano detto che si allenava per un’ora tutti i giorni. Quando quell’ora finì lei continuò a seguirlo ma tutto quello che notò era che era andato a comprare qualcosa in una locanda e poi si era rintanato in qualche posto pieno di puttane. Doveva studiarlo prima di poterlo uccidere ma non voleva aspettare che uscisse di lì, il giorno dopo lo avrebbe seguito dalla mattina.
Fece comunque un altro giro, come quand’era piccola preferiva passare il tempo con la gente… comune invece che con i nobili.
Appena tornata nel palazzo venne assalita dalla sorella che la afferrò e la trascinò nella sua stanza. “Arya, non so cosa mettere, dammi un consiglio tra questi”
“Cosa? Sansa lo sai che non ci capisco niente”
Arya sapeva anche che la sorella voleva solo passare più tempo possibile con lei prima di andarsene così invece di correre via si sedette sul letto e fissò i vestiti, praticamente identici tranne che per il colore, che Sansa le stava mostrando. “Sai che ho visto Nymeria? si aggira insieme tutti gli altri meta-lupi nelle cucine, sono convinta però che se la chiamassi sarebbe qui in neppure due secondi. Come sono strani quegli animali, stava sempre con te quando stavi male, sai? Il giorno in cui ti sei svegliata si era allontanata un attimo ed pochi minuti dopo un tizio è venuto a dirmi che stavi meglio, credo che lo avesse capito prima di noi che stavi guarendo. Allora, quale metto?”
Arya iniziò a pensare a Nymeria ed al fatto che in effetti le mancava e dopo neppure un minuto lei apparve dalla porta saltando sul letto dov’era seduta. Mentre l’accarezzava fissò i vestiti e notò che Sansa ne teneva uno più in alto, inarcò le sopracciglia a disagio. “Ehm… quello viola?”
“Questo è lilla, ma va bene, tu che metterai?”
“Sansa, se ti manca la tua amica non ci posso fare niente ma non puoi pretendere che io parli con te di vestiti. Indosso questi da quattro giorni e non me ne importa! Probabilmente stasera mi limito a mettere un nuovo pantalone e una nuova maglia” Dicendo questo notò che era oltre un mese che non tagliava i capelli ed ora le arrivavano poco sopra le spalle, ma non le andava al momento di accorciarli quindi poco importava.
“Arya, sei cresciuta ormai, anche se tutti ti credono morta prima o poi dovrai tornare Arya Stark, lady di Grande Inverno” Sansa sorrise ma abbassò lo sguardo.
Arya la fissò e si alzò avvicinandosi. “Stai mentendo”
“Cosa? Non è vero”
“Menti anche ora! Dimmi la verità, non sai mantenere i segreti”
“Beh, Brann ha dichiarato che sei viva”
“Cosa? Non gli ho mai detto di farlo”
“Parlane con lui, io non c’entro. Come hai capito che mentivo?”
“Anni di pratica” si limitò a dire.
Sansa le prese le mani e vide che erano piene di terra. “Guardati, il banchetto è tra un’ora e tu sei un disastro, dovresti pulirti e sistemarti le unghie ed anche i capelli”
“Certo, io vado in camera”
“Lavati e mettiti un vestito, voglio vederti con abiti da vera donna”
“Intendevo che vado in camera di Jon, o di Gendry. Non lo so, devo decidere chi infastidire. Ma se vuoi il bagno me lo faccio da loro”
Sansa arrossì e le tirò la spazzola, sbagliando mira naturalmente, Arya scoppiò a ridere ed uscì, ma si diresse nella sua di stanza, per una volta la poteva accontentare e sistemarsi un po’.
“Al massimo mi lavo, non metterò mai un vestito. Nymeria, andiamo” la meta-lupa la raggiunse in neppure due secondi.
 
*Angolo me*
Altro capitolo di passaggio. Ve lo aspettavate che sarebbe stato il folletto a salvare Arya? Io credo di no, ma volevo fare in modo che lei si fidasse di lui quindi mi è sembrata una buona idea. In questi quattro giorni sembra che non sia successo niente (apparte che Gendry è diventato re) ma sappiate che non è così, nel prossimo capitolo succederà qualcosa di… mooolto particolare.
Nel capitolo vediamo poi Sansa che non è cambiata per niente, Arya che la vorrebbe ancora uccidere e sempre lei che non è riuscita ad uccidere Raff Dolcecuore ma sappiate che la sua vendetta non tarderà ad arrivare.
Beh, vi lascio chiedendovi una cosa: riuscite ad immaginare cosa succederà nel prossimo capitolo? Chi lo sa…
Comunque, buon anno a tutti quanti, ci vediamo al prossimo aggiornamento ;)
Byby CasaStark

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Alla fine Arya mantenne quella specie di promessa e si lavò, per quanto possa sembrare assurdo era una cosa strana sentirsi così… pulita per lei. Insomma, passava settimane intere nella foresta, a cacciare ed a combattere, di certo non si era mai preoccupata del suo aspetto.
In quanto all’abbigliamento… beh, c’è da dire che mise la maglia, i pantaloni e gli stivali più puliti che aveva, anche se ad Approdo del Re non è che avesse molti cambi.
Entrò davvero in crisi quando si trovò davanti ad Ago. Sapeva che non poteva portare la spada ad un banchetto, ma comunque ci mise più di mezz’ora a decidersi a lasciarla in camera e comunque la nascose bene sotto il materasso. Non sapeva perché era così paranoica, insomma, nessuno l’avrebbe rubata, ma ci era troppo affezionata.
La sorella andò a bussare alla sua stanza prima di avviarsi, inutile descrivere la sua reazione quando la vide: scioccata, lei aveva messo quel vestito lunghissimo e si era alzata i capelli in una strana pettinatura che non aveva neppure un nome secondo Arya, ma che la faceva apparire bellissima, in quanto a lei… “Arya, questa è la tua idea di vestirti da lady?”
“Io non sono una lady, lo sai. Comunque è tardi per cambiarsi e di sicuro non ho alcun vestito nell’armadio. Andiamo?” non le andava per niente di partecipare a quella festa, ma se Rickon, Brann, Sansa e Jon fossero partiti presto ci teneva a passare del tempo con loro.
Arrivata nel salone principale del castello dovette reprimere un conato di vomito. Era tutto pieno di persone che parlavano, ballavano e facevano gli idioti. Arya vedeva tutte le donne che si comportavano da troie, che avevano messo i loro vestiti migliori nella speranza di finire nel letto di qualcuno o trovare il ‘principe azzurro’ come la sorella, provò quasi disgusto per il comportamento delle persone del suo stesso sesso e si sentì anche a disagio per il fatto che non si era tagliata i capelli. Preferiva avere un aspetto maschile piuttosto che essere paragonata a… quelle.
Un uomo in neppure un secondo si avvicinò a Sansa ed iniziò a farle mille complimenti affermando di essere un cavaliere mentre Sansa sorrideva, quel tipo di sorriso che faceva impazzire tutti. Arya alzò gli occhi al cielo sapendo che quello non era un cavaliere ed andò a prendersi una coppa di vino, magari si sarebbe ubriacata ed avrebbe dimenticato la visione della sorella che si comportava in quel modo. Presto in lontananza vide Jon che parlava con Gendry e si avvicinò. Una volta raggiunti si rivolse al nuovo re. “Ricordami perché sono venuta qui, ti prego”
“Perché sono il tuo re e mi devi obbedire” sorrise.
“Dio mio se non la pianti con questa storia ti ficcherò veramente Ago su per il culo” si girò verso Jon e prese un altro sorso di quella bevanda. Era più dolce di quanto ricordasse.
“Un giorno mi dovrai dimostrare di esserne capace”
“Quando vuoi milord”
Jon le mise una mano sulla testa scuotendole i capelli, era diventata più alta e decisamente più grande ma le piaceva ancora che il fratello facesse quello e non riuscì a non sorridere. “Dai sorellina, tanto lo sappiamo tutti che gli vuoi troppo bene per fargli una cosa del genere”
“In questo momento lo odio. Lui e Sansa, pensa che voleva che mi comportassi da lady, spera ancora che io diventi una piccola e perfetta nobile come lei” bevve un altro sorso di vino sorridendo al fratello per evidenziare quanto fosse vana quella speranza.
“Le hai detto di non illudersi?”
“Mh… le ho detto che se ci teneva avrei fatto il bagno in una delle vostre stanza e lei per tutta risposta si è lamentata che non avevo messo un vestito”
Loro la guardarono accigliata e lei alzò di nuovo gli occhi al cielo, forse quel coso era troppo alcolico per una che non ne beveva mai un goccio. “Gendry, Rafford non è qui vero?”
“No, rilassati non l’ho fatto venire, nessun cavaliere è qui a dire il vero”
“Bene. Aspetta un secondo. Se lui non è più primo cavaliere chi hai nominato?”
Jon gli diede una pacca sulla spalla. “Da qui te la devi cavare da solo, non voglio subirmi una delle sue sfuriate” si allontanò in fretta nonostante Gendry lo implorasse di restare con lo sguardo.
Arya lo fissò con gli occhi spalancati. “Cosa hai fatto? Non dirmi che hai lasciato quell’idiota al servizio trono, perché se è così io ti ammazzo. Ti seppellisco così in fondo nella terra che anche i vermi faranno fatica a trovarti, poi chiamo quell’idiota della fratellanza senza vessilli gli dico di resuscitarti e ti ammazzo di nuovo!” stava per continuare, probabilmente non si sarebbe mai fermata ma Gendry le mise una mano sulla bocca, fermandola. “No, ho nominato un’altra persona mentre tu… dormivi, diciamo così”
“Chi?”ora sembrava quasi scocciata.
“Beh… Tyrion Lannister” lei spalancò gli occhi ma non parlò e lui continuò con calma. “Sai, in passato è stato primo cavaliere. È intelligente, conosce tutti noi, ci ha aiutato a prendere il trono e ti ha salvato la vita. Credo che meritasse qualcosa in cambio”
“Gendry… va bene” stavolta fu lui a spalancare gli occhi. “Anche io mi fido di lui, davvero. Mi dici dov’è per favore? Prima che tu possa dire qualcosa rilassati, non voglio ucciderlo, voglio solo parlargli”
“Si, è seduto li” Gendry indicò uno dei tavoli del banchetto dietro cui era seduto il folletto che parlava col fratello più piccolo di Arya.
“Aspettami un secondo” Lei iniziò a camminare verso di lui, facendosi spazio tra tutte le persone che si trovavano in mezzo a quella stanza, una volta raggiunto però decise prima di scambiare una parola con Brann. Si avvicinò, schiaffò le mani sul tavolo vicino a lui, sporcandosi un po’ con il cibo che era caduto, poi lo fissò. “Hai dichiarato che sono viva” non era una domanda.
“Si, l’ho fatto, appena ho saputo come si era conclusa la battaglia” anche lui iniziò a fissarla, non si pentiva affatto di quello che aveva fatto.
“E dimmi, chi ti ha dato il permesso?” Tyrion aprì la bocca per intromettersi ma capì che non era saggio e fece un passo indietro chiudendola, ma comunque rimase abbastanza vicino da ascoltarli.
“Io sono il lord di Grande Inverno Arya. Non devo chiedere a te cosa dire ai miei sudditi e non mi scuserò per aver detto la verità”
“Si, se ciò che vuoi dire mi riguarda. Devi promettermi che non lo farai più”
Brann abbassò lo sguardo e poi la fissò. “Va bene, come vuoi, te lo prometto”
“Brann, a parte il fatto che ti sei guardato i piedi come quando eri piccolo, so che stai mentendo. Voglio che tu me lo prometta, sinceramente”
“Va bene, scusami. Non lo farò più se ci tieni così tanto, o almeno prima chiederò a te”
“Grazie. Tyrion, posso scambiare due parole anche con te?”
“Certo” sembrava un po’ intimidito. Perché tutti erano convinti che Arya fosse un mostro? Era passato molto tempo da che era il fantasma di Harrenal, ora voleva solo parlare.
Si allontanò un po’ dal fratello. “Ho saputo che sei diventato primo cavaliere”
“Si, infatti, Rafford è un po’ incazzato, ma gli passerà. Hai intenzione di uccidermi per questo? Puoi farlo dopo che mi sono ubriacato per favore? Prima di morire voglio fare scorta di vino”
“Tyrion, volevo solo ringraziarti. Mi hanno detto che mi hai salvato la vita”
Lui sorrise. “Si, infatti. Quindi mi perdoni per il fatto che sono un Lannister?”
Arya sorrise e gli tese la mano, lui la strinse mantenendo quel sorriso. “Non sei come la tua famiglia. Sarai un ottimo primo cavaliere”
Detto questo si divisero. Arya si rimise a camminare in mezzo alla stanza per raggiungere l’amico che la aspettava. “Hai fatto una buona scelta milord”
“Grazie milady. Tua sorella dov’è finita?”
“Guarda li” indicò in lontananza. “È quella scema con il vestito lilla, ricorda bene lilla non viola, che parla con quell’altro idiota. Considerando la sua prima cotta è strano che sia così facile per lei avvicinarsi ad un uomo”
“Beh, fino a prova contraria lei è quella tutta sdolcinata e tu sei quella che uccide tutti con lo sguardo”
“Si, per una volta hai ragione. Comunque ti devo parlare di una cosa”
“Dici” Arya lo guardò distogliendo lo sguardo dalla sorella.
“Mi hai detto che volevi qualcosa in cambio alla tua ascesa al trono, ti decidi a dirmi cosa vuoi? Non sono molto paziente e sono passati quattro giorni quindi…”
“Oh, si infatti” Arya vide l’altro fratello che si avvicinava ma lo ignorò, Gendry rimase zitto per qualche secondo ma quando finalmente si decise ad aprire la bocca per parlare essa venne bloccata da quella di Rickon. “Gendry. Arya. è successa una cosa, dovete venire con me subito”
I due si fissarono vedendo Rickon così preoccupato ed anche se Arya rimase delusa, insomma poteva venire un secondo più tardi, lo seguì con Gendry. Arrivarono su una delle varie zone all’esterno del castello, erano vicini ad una delle torri quindi erano in alto. Arya spalancò gli occhi guardando gli alberi in lontananza. “Per i sette Dei. È un incendio. Dobbiamo chiamare le guardie” stava per correre ma Rickon la bloccò prendendola per un braccio. “Non sono andato alla festa quindi ho subito visto il fuoco ed ho già avvisato alcuni cavalieri, stanno andando a spegnerlo, inoltre è vicino un lago quindi sarà facile”
“Ma allora perché ci hai chiamato?”
“I cavalieri che facevano da sentinelle. Ci hanno detto una cosa”
“Cioè?” chiese Gendry impazientemente.
“Hanno detto che un mostro nero che volava ha sputato fuoco incendiando la foresta”
“Scherzi?”
Arya abbassò lo sguardo. “Un drago?”
“No, non è possibile. Non si trovano nelle terre d’occidente” sembrava che Gendry stesse tentando di convincere se stesso più che altri.
“Rickon, credi sia opera di Daenerys Targaryen?”
“Forse ha deciso che le città schiaviste non le bastano più”
“Anche se fosse così perché mandare un drago a fare fuoco? Si è resa visibile, possiamo prepararci adesso” esclamò Gendry.
“No, non è vero” Arya parlava in modo che si poteva definire… rassegnato. “mentre ero a Braavos ho sentito delle voci su di lei. Ha un esercito di ottomila immacolati, i soldati più spietati di quelle terre, più almeno altri duemila soldati normali. Ha mandato il drago ad incendiare un luogo vicino all’acqua, voleva che sapessimo che sta per arrivare. E voleva che sapessimo che non ha paura di noi, del resto perché dovrebbe?”
“Noi abbiamo più soldati, almeno quindicimila”
“Si, ma noi non abbiamo gli immacolati, se fossero solo loro sarebbero molto difficili da sconfiggere ma… lei ha tre draghi. Voleva che sapessimo che sta tornando perché non abbiamo possibilità”
“Cosa proponi di fare Arya?”
Lei abbassò lo sguardo “Non possiamo batterli. È impossibile uccidere dei draghi”
“Difficile al massimo”
“Quella donna è un genio, ha aspettato per tutti questi anni che il trono fosse debole, adesso non solo è così ma i draghi sono cresciuti, li può cavalcare quasi sicuramente” fissò Gendry “Non possiamo batterla. Se vuole il trono userà il fuoco per ucciderci tutti e ce la farà senza difficoltà”
Rickon continuò a fissare il fuoco che però stava diminuendo. “Ha ragione Gendry. Non sappiamo se è lei ma, se è così, non abbiamo alcuna possibilità, iniziate a pregare i vostri Dei, ne avremo bisogno”
 
*Angolo me*
Lo so, sto facendo succedere troppe cose troppo in fretta… non lapidatemi per favore ma non voglio che vivano tutti felici e contenti così facilmente…
Duuunque, come promesso è successo qualcosa di importante stavolta, credevate che fosse tutto finito o sono stata prevedibile? Spero di no, anche perché succederanno altre cose in futuro mooolto gravi. Niente spoiler.
Volevo ringraziare davvero tanto le persone che seguono la storia e naturalmente anche quelle che la hanno tra le preferite e da ricordare. Ma in particolar modo le persone che recensiscono, senza di voi credo che avrei mollato tempo fa, quindi davvero vi sto amando…
Okay, sto iniziando a diventare sdolcinata quindi chiudo qui, va bene?
Byby CasaStark

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Arya, Gendry e Rickon avevano chiamato il resto della famiglia, compreso Tyrion, per decidere cosa fare. Mentre la festa si stava svolgendo loro erano andati nella sala del trono, appena si allontanarono dalla festa tutti i meta-lupi li avevano seguiti ed in quel momento si trovavano vicino al trono. Rickon spiegò a tutti cos’avevano visto, ma subito il primo cavaliere lo interruppe. “Non abbiamo prove che sia lei!”
“Non abbiamo neppure le prove che non lo sia, ma sappiamo che lei è viva e vuole il trono, ed anche che qualcosa di alato ha appiccato un fuoco” Arya abbassò lo sguardo.
“Cosa avete intenzione di fare?” chiese Sansa
“Non lo sappiamo ancora”
“Arya, puoi dirci di preciso cos’hai sentito su di lei?”
Lai alzò lo sguardo fissando Gendry, che le aveva fatto quella domanda. Non avrebbe dovuto, non le andava di parlare di Braavos, ma l’avevano incastrata. Si avvicinò alle scale che portavano al trono e si sedette sul primo scalino, poi abbassò lo sguardo e sospirò. “Mi avevano dato un incarico nella città libera, dovevo… sorvegliare un uomo, erano un paio di giorni che lo seguivo ed una notte lo vidi su un peschereccio. Lui non mi aveva notata e stava parlando con un marinaio che veniva dalle terre di quella donna così mi avvicinai. Stava raccontando ciò che aveva visto, diceva che era solo una ragazzina, di circa sedici anni o poco più, ma nonostante l’età era andata in una città schiavista ed aveva comandato ad un drago di uccidere il padrone e così aveva preso tutti gli immacolati liberando i cittadini. In seguito ha preso le altre città, aumentando il suo esercito e poi anche un’altra. Solo un anno, mentre avevo un altro incarico, ho sentito dire che i draghi si erano ribellati, ma che era riuscita a riportarli sotto il suo dominio, li controlla alla perfezione e li usa per proteggere le città, di cui ora è regina, adesso”
“Non sembra affatto una donna crudele” sussurrò Brann, Hodor lo aveva fatto sedere sulle scale accanto ad Arya e lei lo guardò sospirando “No, infatti, ma come reagirà quando si troverà davanti il figlio dell’usurpatore? O il fratello dell’uomo che ha ucciso il padre?”
Tyrion spalancò gli occhi e passò lo sguardo da Arya a Gendry a tutti quanti. “Hei, non mettete me in mezzo”
“Ci sei dentro fino al collo ormai” Gendry iniziò a massaggiarsi le tempie ed abbasso lo sguardo. Quando lo rialzò sembrava calmo, ma non lo era per niente. “Io direi intanto di mandare messaggi a tutti i porti, potrà anche cavalcare i draghi ma senza navi non può far arrivare in queste terre l’esercito”
“Si, è una buona idea” disse Rickon
Sansa fece per uscire dalla stanza. “Vado ad inviare dei messaggi a tutti i marinai dei nostri porti allora”
Jon le fece un sorriso annuendo e si rivolse a… nessuno in particolare. “Devo tornare alla Barriere. Sono stato via troppo tempo e gli attacchi degli estranei si fanno sempre più frequenti, quando torneranno tutti devo esserci” Sansa si fermò e lo fissò, come tutti.
Arya alzò un braccio per fermarlo “Aspetta, mi stai dicendo che la guerra potrebbe esserci sia per il trono sia fuori dai sette regni?”
“Si, esatto”
“Non puoi andartene adesso Jon” disse Gendry. “Ci servi”
“Servo anche li, sono il primo lord comandante dei guardiani”
“Senti, aspettiamo notizie per sapere se è Daenerys Targaryen, se è lei vediamo quanto ci metterà più o meno ad arrivare e allora decideremo cosa fare, puoi rimanere un altro paio di giorni? Potete rimanere tutti un altro paio di giorni?” chiese Arya passando lo sguardo sugli altri fratelli.
Jon annuì, solo Arya sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, la odiava per quello. “Si, va bene, io vado ad inviare un messaggio alla barriera”
Rickon lo seguì fuori. “Io invio un messaggio alla tua amica Meera, okay Brann?”
“Si, va bene”
Uscirono entrambi, seguiti da Sansa e dai meta- lupi, Arya sbuffò. “Prima o poi dovrò chiede a Rickon perché lo ha chiamato Cagnaccio”
“Era piccolo, aveva quattro anni, ricordi?” Brann sorrise “senti, se fosse la Targaryen, cosa pensi che farete?”
Lei non rispose e Tyrion prese la parola. “E se provassimo a discutere con lei?”
“Cosa?” dissero quasi tutti simultaneamente.
“Non prendetemi per pazzo. A quanto ho capito non è una persona crudele. Anche io ho sentito delle cose su di lei, ha liberato tutti gli schiavi ed è… buona, con i suoi sudditi, saggia oserei dire, perché non tentare di trovare un accordo?”
Gendry si avvicinò a Tyrion. “Se verrà qui lo farà per il trono, non vorrà altro”
Arya sorrise come un’idiota ed alzò gli occhi al cielo “Io lo sapevo che era stato troppo facile prendere quello stupido coso di ferro, dovevo dar retta al mio istinto. Gendry, non voglio metter nessuno in pericolo. Se fosse lei voglio che sia Jon, sia gli altri, tornino a casa, direi lo stesso per te…”
“Ma ormai la mia casa è questa e sai bene che non ti lascerei” lei annuì “Anche tu mi conosci milady”
Arya sorrise di nuovo e lui fece lo stesso, poi Brann le mise una mano sulla spalla. “Cosa ti fa pensare che noi ti lasceremo invece?”
“Vi obbligherò. Se necessario legherò i vostri culi ai cavali, ma non rischierò le vostre vite”
Lui fece peso sulle mani per avvicinarsi, finchè le loro gambe non si toccarono. “Siamo una famiglia, un po’ disastrata, ma una famiglia. Abbiamo superato i Lannister, supereremo anche i Targaryen”
“Certo” sorrise per convincere lui, ma non convinse affatto se stessa.
 
Passarono un paio di giorni prima di ricevere delle notizie. Tyrion e Sansa non facevano praticamente nulla, Jon e Rickon si allenavano, Brann andava molto a cavallo, con una sella nuova migliorata da Tyrion, Gendry faceva il re e passava anche molto tempo con Frittella, nominandolo un cuoco delle cucine, e Arya seguiva Rafford.
Aveva notato che in quei due giorni aveva fatto sempre le stesse cose: si allenava nel pomeriggio e poi andava nelle locande. Come aveva fatto a diventare primo cavaliere e restarci per lei rimaneva un mistero.
Però il giorno prima un altro cavaliere aveva iniziato a provocarlo ed avevano deciso di sfidarsi il giorno dopo. Cioè in quello stesso giorno. Naturalmente non era all’ultimo sangue ma potevano ferirsi, così Arya aveva deciso di avvelenare la spada dell’avversario. Una sola ferita sarebbe così stata fatale, anchre considerando che il veleno ci avrebbe messo meno di un’ora ad agire.
Quel giorno invece di seguire Raff seguì l’avversario, scoprendo quali erano le sue stanze, a quel punto andò dall’alchimista e si fece dare un veleno che entrasse nel sangue e senza antidoti.
Poi era andata nelle stanze del cavaliere mentre non c’era e a quel punto aveva versato il contenuto della boccetta su tutta la spada, era sera ed avrebbe sicuramente resistito a lungo, ma per sicurezza Arya rubò il fodero, sarebbe stato più facile se la lama non avesse toccato nulla.
In quello stesso momento si stavano sfidando. Lei continuava a fissarli di nascosto sperando di vedere anche un minimo e superficiale taglietto, ma invano. Quel bastardo era davvero forte.
Decise di provvedere, prese il pugnale che portava alla cintura, dal lato opposto di Ago, e prese un sasso da terra. Non sarebbe stato facile quello che voleva fare ma… ricordando Lommy si impegnò.
Mise quel sasso sull’impugnatura e, facendo leva sulla punta con l’altra mano, tirò, mancando miseramente il suo bersaglio. Ci riprovò un paio di volte, avvicinandosi al campo ma non facendosi vedere, e alla fine colpì il piede di Raff. Sperava di colpirlo in testa ma non importò molto, perché si distrasse abbastanza da permettere all’avversario di ferirlo sul braccio, privo d’armatura.
Iniziarono a litigare, ma Arya non ci fece più caso, rimise il pugnale nella cintura e si allontanò, diretta verso il castello con un enorme sorriso sul viso.
Arrivata lì passo per le cucine rubando un panino fatto da Frittella e sorridendogli furba quando l’aveva beccata e poi era andata da Gendry, che probabilmente aveva finito la riunione del concilio ristretto a cui era stato costretto ad andare.
Quando raggiunse quella stanza però non era solo, c’erano Jon, Rickon, Brann e Tyrion con lui. “Manca qualcuno o sbaglio?”
“Se parli di nostra sorella direi che non è stata invitata” affermò subito Brann.
“Perché?”
“Non ne capisce molto di guerra”
“Cosa?” non ci volle molto perché arrivasse alla soluzione “Daenerys?”
“Oggi abbia mo saputo che è lei, dobbiamo trovare una soluzione per batterla” Arya si avvicinò a loro e vide che erano tutti di fronte una cartina che mostrava tutti i regni. Ritornarono a discutere, come quando non c’era lei, possibili piani di battaglia e dopo mezz’ora Rickon giunse ad un’idea. Iniziò a mostrare un percorso che andava da un porto ad Approdo del Re. “Ascoltatemi, se è arrivata da qui ha una sola possibilità, cioè percorrere questa strada” indicò una boscaglia accanto la città. “Ma se noi la scontrassimo qui, avremmo il vantaggio di conoscere il territorio e la coglieremo di sorpresa”
“Rimane il problema dei draghi” affermò Jon sbuffando ma Arya sorrise.
“Ma se noi invece  facessimo andare una parte in questa boscaglia e un’altra in questa” indicò il lato opposto della strada, letteralmente circondata da alberi. “Ed aspettassimo prima di attaccare l’esercito nemico continuerebbe ad avvicinarsi alla città, abbastanza da fare in modo di attaccarlo su tre fronti, lateralmente e alle spalle. Così facendo se i draghi attaccassero la Targaryen ucciderebbe i suoi stessi soldati”
Gendry fece un sorriso a trentadue denti. “Saremmo anche abbastanza vicini alla città da far arrivare il resto dell’esercito per attaccarli sull’ultimo fronte”
Rimasero ancora li a discutere del piano ma poi conclusero tutti che era l’idea migliore e pian piano tutti uscirono, tranne Gendry che invece si accasciò su una delle sedie ed Arya, che voleva capire che diamine avesse.
“Tra quanto arriverà con l’esercito?”
“Il viaggio dovrebbe durare circa tre giorni, ma ha un esercito immenso e tre draghi, quindi credo almeno il doppio”
“Che hai?” andò dritta al sodo avvicinandosi.
“Beh milady, sono appena diventato re e già sto iniziando una guerra”
“Il piano funzionerà” sorrise, ma lui non ricambiò.
“E quante persone manderò a morte?”
Arya sospirò. “Che ne pensi di fare un… colloquio con lei?”
“Cosa? Vuoi parlarle? Vuole il trono, non ci serve sapere altro”
“Tentare non nuoce, inoltre Tyrion un paio di giorni fa ha detto che non è crudele ed aveva proposto lui stesso questo, magari riusciremo a farle capire che sei tu il re”
Rimase in silenzio per un minuto. “Tanto vale provare. Vado ad inviare un messaggio” finalmente sorrise e lei fece lo stesso. Quando uscirono presero due direzioni diverse e Arya andò verso la casa di Rafford.
È impossibile descrivere il sorriso che fece  nel momento in cui, entrando di soppiatto, lo vide accasciato al suolo,con  il taglio sul braccio arrossato e circondato da pus, come se si fosse semplicemente infettato.
“Valar morghulis Rafford”

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Daenerys Targaryen aveva risposto praticamente subito al messaggio, dalla lettera di risposta sembrava incuriosita di sapere cosa le volevamo proporre. Avrebbero dovuto incontrare la donna in un punto del bosco deciso da lei, probabilmente non voleva rivelare la sua posizione, cosa difficile quando hai un esercito, oppure era il luogo in cui si erano accampati, ma Arya non aveva chiesto niente ne discusso: se volevano scendere a compromessi sarebbe stato meglio iniziare con il piede giusto.
Dopo aver preso Ago, il pugnale ed arco e frecce, Arya andò da Gendry e presero dei cavalli. Decisero di non portare nessun cavaliere ne di dire a nessuno dove dovevano andare, sarebbe stato più veloce ed inoltre Daenerys aveva detto che sarebbero stati al sicuro. Volevano fidarsi.
Anche se Arya aveva detto a Sansa la verità, altrimenti si sarebbe preoccupata davvero troppo.
Arrivati dove dovevano c’erano moltissimi immacolati, Arya e Gendry erano impressionati, non muovevano un muscolo, anche al loro passaggio i guerrieri rimanevano fermissimi. Solamente uno di loro si avvicino. “Voi siete qui in nome dell’attuale sovrano di Approdo del Re?”
“Si” disse semplicemente Arya, non volevano rivelare a nessuno, tranne che alla Targaryen chi era Gendry.
“Io sono Verme Grigio, la khaleesi vi sta aspettando”
Arya finse di non capire ma la verità era che aveva imparato benissimo il Dotraki a Braavos, uno degli assassini glielo aveva insegnato, non credeva che l’avrebbe trovato utile ma così aveva capito che intendeva ‘la regina’. L’immacolato si incamminò e loro lo seguirono, arrivarono ad una tenda ed una volta entrati videro che in fondo c’era quella donna. Doveva avere come minimo vent’anni, forse di più, i capelli d’argento le arrivavano fino al fondoschiena, o almeno così sembrava considerando che era su una specie di trono, ed aveva gli occhi di un colore particolare, viola, uguali al vestito che indossava. Era seduta dritta, con le mani appoggiate sulle gambe ed aveva uno sguardo rilassato, era circondata da tre draghi giganteschi, questo spiegava perché la tenda era così enorme, Arya e Gendry erano terrorizzati, ma si mostrarono coraggiosi. Accanto alla regina, in piedi e con le mani unite davanti, c’era una ragazzina. Li stavano aspettando.
“Siete al cospetto di Daenerys Targaryen, nata dalla tempesta, prima del suo nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, khaleesi del Grande Mare d'Erba, la Non-bruciata, Madre dei Draghi, regina di Meereen, Distruttrice di catene e signora dei Sette Regni”
Arya avrebbe voluto urlare alla ‘regina’ che non serviva una schiava per presentarsi, poteva farlo da sola, ma si trattenne.
“Io mi chiamo Arry, lui invece è Gendry Baratheon, signore dei sette regni” ci tenne a calcare quella parola, la khaleesi sorrise. “Tu intendevi Gendry Waters giusto? Ho fatto le mie ricerche Arya Stark di Grande Inverno”
Anche Arya fece uno smagliante sorriso “Si, hai ragione Daenerys Targaryen, ma questo non cambia che lui sia l’erede dei sette regni”
“Solamente perché suo padre ha usurpato il mio trono?”
Gendry voleva scoppiare a ridere ma si fermò prima. “Mio padre ha conquistato il trono portando la pace, saprai mia regina che, senza offesa, il re precedente, tuo padre, era definito il re folle”
“Ed io non ho intenzione di comandare come lui” la regina prese un pezzo di carne e lo fece abbrustolire ai draghi, il fuoco le colpiva anche la mano ma lei non bruciava ne sembrava sentire dolore. Arya alzò gli occhi al cielo. “Impressionante, fai questo spettacolo per ogni ospite? Comunque vorrei anche farti notare che se porterai ad una guerra per prenderti il trono sarai tu l’usurpatrice”
Lei aprì la bocca evidentemente infuriata ma un uomo entrò nella tenda trattenendola, quel tizio era strano, ma Daenerys lo riconobbe. “Daario, ei davra?” ‘tutto bene?’ Ad Arya piaceva capire quando loro non se ne rendevano conto, finse uno sguardo confuso e rimase ferma.
“Vos Khaleesi, assokh ha seris vaes, mori frakholat lei oma yer”  ‘un messaggio dalle città libere, si sentono persi senza di te’ si avvicinò e si mise alla sua sinistra, dal lato opposto della ragazzina.
Daenerys distolse solo in quel momento lo sguardo dai due per poterlo fissare. “Ray sindarine loy mahrazh ase!” ‘Ho lasciato degli uomini per comandare!’ sembrava… sconvolta. Arya sorrise, sapendo che c’erano dei problemi nelle sue terre, sarebbe stato un pretesto per farla sparire.
“Mori zigerelat khaleesi” ‘Hanno bisogno della regina’ disse l’uomo con calma, poi passò lo sguardo su Arya e Gendry. “Mori?” ‘Loro?’
“Me? vosi. Rakh Khal ki fekhrhaesh” ‘Lei? nulla. Il ragazzo è il re dei sette Regni’ . Aveva uno sguardo di superiorità, un po’ troppo presuntuosa, Arya non sapeva se essere più offesa per la prima o per la seconda frase, ma continuò a mantenere i nervi saldi, nonostante avrebbe potuto farle il culo a strisce se non fosse costantemente difesa dai draghi. Con un esercito era facile definirsi forti, ma da sola cos’avrebbe potuto fare?
L’uomo rise. “Ha ajjin” ‘per adesso’. Anche la regina si mise a ridere e si rivolse di nuovo a loro. “Permettetemi di presentarvi il mio più fidato consigliere, lui è Daario Naharis” Arya forzo un sorriso e Gendry fece lo stesso. “Allora, voi siete venuti qui per propormi un accordo, giusto?”
“Si, infatti. Vogliamo sapere cosa vuoi per impedire la guerra” rispose Gendry prontamente.
La regina sorrise di nuovo. “Datemi i sette Regni senza che io usi la forza”
“Non sei tu la regina. Ormai sei stata dimenticata e neppure te ne rendi conto!” Arya parlò un po’ troppo forte e così facendo Daenerys si tese ed i draghi si agitarono. Però le bastò uno sguardo per farli calmare. “Tu credi che il popolo non mi accetterà? Ti ricordo che ho un esercito di diecimila guerrieri, più tre draghi”
“Ti accetterebbero per paura e non per rispetto. Adesso sono tutti felici ed in pace avendo un re giusto, perché vuoi cambiare le cose?”
Si alzò con rabbia. “Io sono Daenerys nata dalla tempesta della casa Targaryen! L’unica vera erede, non puoi parlare di pace nei regni, non ci sarà finchè non avrò preso il posto che mi spetta sul Trono di Spade!” i draghi si agitarono con lei ed Arya sospirò. “Puoi dire alle tue bestioline di calmarsi? Inoltre si, io posso parlare di pace quando il re è giusto ed imparziale. Tu vuoi cambiare questo per egoismo, vuoi…”
Gendry le mise una mano sul braccio, intimandole di stare zitta, si stava agitando troppo. “Daenerys, sei la regina di tre città che hanno bisogno di te, perché non torni dai popoli che ti vogliono e non lasci ai Baratheon il comando dei Sette Regni?”
“Non lascerò il figlio dell’usurpatore sul MIO trono. Se siete venuti per propormi cose che contengono la mia cacciata dai regni potete andarvene subito”
“Cosa pretendevi? Che venissimo qui a consegnarti il trono?”
“Beh, magari avevate riacquistato il senno, sapete che non potete vincere la guerra”
“Non vuol dire che non ci proveremo”
Arya si intromise facendo un passo avanti. “Daenerys, la decisione è tua, ma noi ci difenderemo e tu porterai al massacro di oltre quindicimila uomini, spero ti renda almeno conto di questo. Andiamo Gendry” si girò non lasciandole il tempo di ribattere ed uscì portandosi dietro l’amico.
Iniziarono di nuovo a camminare per tornare in città. “Arya, cosa stavano dicendo secondo te in… quella lingua?”
“Era Dotraki, parlavano del fatto che nelle città di quella ci sono dei problemi senza lei a comandare”
Gendry la fissò. “Come fai a saperlo? No, aspetta, non dirmelo. È una delle cose che hai imparato in quegli otto anni vero?”
“Si, ci ho messo circa un anno per impararlo, ma un po’ di più per parlarlo fluentemente”
“Ci sono altre cose che sai fare e che non mi hai detto?”
Lei semplicemente gli sorrise “Forse si, forse no”
Tornarono in città in molto tempo, arrivarono al tramonto più o meno e trovarono Jon e Tyrion che parlavano ad accoglierli, il primo corse ad abbracciare la sorella. “Che diamine ti è saltato in testa? Andartene senza dire niente a nessuno?”
“L’ho detto a Sansa sapendo che avrebbe presto spifferato tutto, inoltre ero con Gendry”
“Mi sono preoccupato sorellina” Arya gli prese le mani e non riuscì a fare a meno di sorridere. Tyrion però rovinò quel momento fraterno. “Almeno avete risolto qualcosa?”
Gendry sbuffò. “No, vuole il trono, ci sarà una guerra senza alcun dubbio”
Seguì un silenzio particolarmente lungo, poi Arya sospirò. “Vado ad avvisare gli altri, comunque abbiamo un piano, potrebbe funzionare”
“Funzionerà, tra quanto saranno qui?”
“Entro domani”
Tyrion abbassò lo sguardo rassegnato. “Dobbiamo far preparare l’esercito, devono andare dove abbiamo programmato, manderò diecimila uomini, gli altri li manderemo per attaccarli da davanti quando inizierà la battaglia”
Gendry annuì. “Va bene, Arya, vai ad avvisare tua sorella? Io penso a Rickon e Brann”
Arya tirò un sorriso e si incamminò verso la stanza della sorella. Arrivata da lei vide che era seduta sul letto con Nymeria accanto a spazzolarla. “Sansa, che stai facendo?”
“Hei, sei tornata presto, com’è andata?” alzò lo sguardo e le sorrise mentre Nymeria alzò la testa guardandola.
“Beh, non molto bene, credo che dovresti tornare a Nido dell’Aquila comunque” Arya si avvicinò e si sedette accarezzando la meta-lupa.
“Cosa? Scherzi?”
“Devi tornare a comandare, inoltre li ci sono Jaime e i figli, devi assolutamente vedere che stanno combinando!”
“Ho lasciato quattro uomini di cui mi fido molto, non gli permetteranno di fare nulla, dobbiamo rimanere insieme. Non hai intenzione di combattere con gli uomini vero?”
“Sansa, non posso mandare un esercito a combattere e rimanere qui a mangiarmi le unghie. Io e Gendry seguiremo gli uomini, quando il secondo gruppo di soldati andrà a combattere andremo con loro”
Sansa mise una mano sulla bocca. “No, non puoi chiedermi di vederti mentre vai a morire, sai benissimo che morirai se ci andrai”
Arya sorrise. “Si, lo so”
“Puoi benissimo usare arco e frecce per aiutare! Con quelli sei bravissima!” Sansa alzò il tono della voce.
“Di arcieri ce ne sono in abbondanza, gli immacolati sanno difendersi dalle frecce, servono spadaccini”
Sansa iniziò a scuotere violentemente la testa “No Arya, non puoi chiedermi di mandarti a morire”
“Lo farai invece e non lo dirai a Jon ne a Rickon”
“Cosa, perché?”
“Voglio il tuo aiuto, devo dargli qualcosa per farli dormire abbastanza da evitare la battaglia. Quando sarà finita che abbiamo perso o vinto non cambierà, Daenerys non ucciderà a sangue freddo, ne sono sicura, ma non devono combattere”
“No, non posso”
“Si che puoi e lo farai. Sansa, o muoio io , o muoio io con Jon e Rickon, cosa preferisci?”
Lei aprì la bocca ma senza parlare, l’aveva convinta.
 
*Angolo me*
Aggiorno molto presto oggi vero? Beh, nel finesettimana non ho avuto da fare quindi… ci tengo a sottolineare che il linguaggio Dotraki non me lo sono inventato, sarebbe bello prendersi il merito, ma l’ho preso dal dizionario dotraki.
Comunque, fatemi sapere cosa pensate del capitolo perché un personaggio come Daenerys mi sembra un po’ complicato…
Vabbè, ho finito di rompere, ringrazio come sempre le persone che leggono e che mi lasciano un commento, senza di voi non sarei arrivata fin qui :3
Byby CasaStark

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Il giorno previsto per la guerra la famiglia Stark era rintanata nella sala del trono. Erano tutti sulle scale accanto al coso di metallo, che Arya ormai odiava, in un profondo silenzio. Brann giocava col pugnale di Rickon con Estate che si agitava, il fratellino e Jon accarezzavano Cagnaccio e Spettro. Sansa stava legando i capelli di Arya in una coda e quest’ultima giocava con Nymeria.
Stavano aspettando che Tyrion e Gendry li avvisassero di andare a combattere con il resto dell’esercito e volevano passare quel tempo insieme. Anche se in quel modo.
Arya con l’aiuto di Sansa era riuscita a mettere un sonnifero nelle borracce di Jon e Rickon che, anche se non se ne accorgevano, stavano iniziando a stancarsi. Era soddisfatta ma di sicuro non era il momento di sorridere.
La sorella al momento era la più agitata di tutte. Arya lo notava considerando quanto le stava tirando i capelli solo per metterli in  una stupida cordicella. “Ragazzi, non c’è davvero nessuna possibilità?” chiese.
Rickon le mise una mano sulla spalla. “Sansa, la guerra è già iniziata, presto dovremo andare”
“Jon, tu non hai altre idee?” lo guardò ma lui aveva gli occhi chiusi. “Arya…”
Lei si girò per fissarlo, voleva imprimere la sua immagine nella testa. “Si, ha funzionato” Rickon si alzò, con difficoltà e la guardò. “Cosa ha funzionato?”
“Rickon, non potevo permettere che vi accadesse qualcosa”
“Cos’hai fatto Arya?” sembrava arrabbiato, ma considerando che anche lui stava iniziando ad addormentarsi non lo dava a vedere molto. Lei tirò un sorriso. “Latte di papavero” lui si sedette di nuovo a terra prima di riuscire ad ucciderla ed in poco tempo sigillò gli occhi.
“Arya, cosa diamine hai fatto?” Anche Brann sembrava abbastanza sconvolto.
Lei stava per scoppiare  a ridere, ma se da una parte voleva fare quello dall’altra voleva solo piangere. “Fratellino, davvero pensavi che li avrei fatti morire? Non mi conosci molto bene”
“Di sicuro non pensavo che gli avresti impedito di combattere”
Lei si rivolse al gigante che girava sempre attorno al lord di Grande Inverno “Hodor, porta mio fratello via da qui”
Anche Brann si rivolse a lui ma senza guardarlo. Aveva gli occhi fissi in quelli grigi di Arya “Non ci pensare nemmeno Hodor. Sorellina. Non ti abbandonerò anche io e di sicuro non mi costringerai”
Sansa andò verso la porta a chiamare delle persone che subito entrarono e portarono via Jon e Rickon, seguiti dai meta-lupi, naturalmente, ma Arya li conosceva e si fidava, quindi non si preoccupò e continuò a rivolgersi al fratello. “Se perdessimo la guerra lo sai cosa succederebbe? Daenerys verrebbe qui, in questa precisa stanza, non puoi rimanere, nessuno deve rimanere”
“Se perdessimo lei mi ucciderebbe. Non cambierà niente la stanza in cui mi trovo”
“Ho spiegato a Sansa il passaggio segreto che ho usato per uscire ed entrare dalla città, andreste via, a casa”
“E perché non puoi venire anche tu?”
“Sansa, ora capisci perché volevo far addormentare anche lui? Comunque io non posso abbandonare Gendry, sono io che l’ho messo in questa situazione, non posso andare via”
“Arya…” non riuscì a dire altro: la porta della sala del trono si aprì e il re corse dentro.
“Che succede?”
Lui si avvicinò, aveva il fiatone, doveva aver corso per raggiungerli “Non c’era traccia della Targaryen con l’esercito”
Arya si alzò di scatto, tra le imprecazioni della sorella che non trovava i capelli legati abbastanza perfettamente. “Cosa? Che vuoi dire?”
“Daenerys, non era nella foresta, i suoi draghi non erano nel cielo. Crediamo che stia venendo qui”
Arya spalancò le palpebre. “Sansa, vattene via. Hodor, porta Brann nella stanza di mia sorella e rimanete li. Adesso! Nymeria, via. Segui Sansa” sembrava rabbiosa, nessuno ebbe il coraggio di contestare ed andarono via, ma prima si girarono, quasi contemporaneamente. “Arya, buona fortuna”
Lei si sforzò di sorridere ed annuì. Come se in quel modo si fossero detti quanto si volevano bene.
Quando furono definitivamente fuori si rivolse all’amico “Gendry, lei non può venire qui, un drago non può entrare in questa maledetta stanza”
“Non lo so, ma l’esercito di quella donna c’era ed erano tutti gli immacolati, quindi prima di venire qui ho mandato il resto dei nostri uomini”
“Cosa? Dobbiamo andare con loro! Senza un re chi seguiranno?”
“Tyrion è con loro, lo proteggeranno e c’è un posto  abbastanza vicino dove andranno i feriti. Inoltre sa combattere”
“Sa combattere? No, non importa dobbiamo comunque… ”Arya si bloccò sentendo uno strano rumore provenire dal’esterno delle finestre dietro il trono, sembrò che anche Gendry se ne accorse. “Cosa diamine è?”
Arya vide qualcosa in lontananza avvicinarsi e sgarrò gli occhi. “Gendry. VIA!” lo afferrò per il braccio e corse verso la porta, ma quando la finestra si schiantò non l’aveva ancora raggiunta, così si gettò a terra senza pensarci due volte trascinando con se l’amico per evitare i draghi che iniziarono a volare per la sala finchè Daenerys non gli ordinò di tornare a terra. Poi la donna scese da quello più grande, seguita dal suo consigliere e dalla sua serva che erano rispettivamente su quello avorio e su quello verde.
Una volta a terra lei si avvicinò al trono e subito i servi, consiglieri o come li chiamava lei la seguirono. Daario si mise alla sua destra. “Qorasolat shiqethi adori khaleesi” ‘hai preso il trono di spade regina’ la donna sorrise continuando a fissare quel coso. “Ajjim jesholat vaes loz jadat jinne” ‘adesso le città libere potranno venire qui’
Mori zin zigerelat yer, mori athoyozar shafka” ‘Hanno ancora bisogno di te, ti stanno aspettando’
Lui sembrava ancora allarmato ma lei sul volto aveva uno strano sorriso, di quelli che hanno i bambini quando vedono un sogno realizzarsi. Qorosolat kelen” ‘ci sarà pace’. A quel punto finalmente si girò verso Gendry ed Arya, ancora a terra che tentavano di riprendersi ed il suo atteggiamento tornò freddo e distaccato. “Credevo che sareste stati con l’esercito, comunque devo dire che mi ha impressionata la vostra strategia di guerra, peccato che non cambi niente”
Arya si alzò e si può affermare che, per una volta nella sua  vita, aveva davvero paura. I draghi erano immensi. Non era la prima volta che li vedeva ma era la prima volta che sarebbe potuta morire per colpa loro.
La sua spalla era incollata a quella di Gendry e lei, istintivamente, gli prese la mano, gliela strinse intrecciando le loro dita e lui fece altrettanto. Poi fece un respiro e ritrovò la calma. “Io credo che cambi, quando avrai conquistato la città non avrai un esercito”
“Io ho dei draghi, vorrei farti notare”
Gendry si mise in mezzo. “Anche i tuoi antenati avevano dei draghi, ma sono stati uccisi, non dovresti fare così tanto affidamento su di loro”
“Parole grosse dette da una ragazzino. Hai intenzione di ucciderli tu?”
Arya fece un paio di passi verso di lei, tentando di mostrarsi rilassata, e lasciando la mano di Gendry “Sappiamo bene che non ci riusciremmo, ma non vuol dire che moriremo senza combattere”
“Morirai comunque se non ti sottometti a me”
Strinse di più la mano di Gendry, si girò verso di lui e riuscì a sorridere solo guardandolo. “Non tradirò mai il mio re. Stai pure tranquillo milord”
Anche lui sorrise. “Ma grazie milady. Comunque… khaleesi, o come ti chiamano loro, ribadisco quello che ha detto la mia alleata. Non ci sottometteremo”
“Allora morirete”
Arya la fissò. “Valar morghulis”
“Io non sono un uomo Arya Stark, ma il tuo amico si. Ed anche se tu non lo sei morirai presto” guardò il drago nero e rosso. “Fenat” ‘attacca’
Arya sentì quel comando e si paralizzò sul colpo. il drago si alzò e sembrò ingigantirsi, il cervello di Arya dava alle gambe il comando di correre ma non obbedivano, sentiva di stare per morire mentre quel coso si avvicinava. Qualcuno le stava gridando contro di andarsene ma… non ci riusciva. Semplicemente non ci riusciva. Credeva che quello sarebbe stato l’ultimo essere che avrebbe mai visto, ma qualcuno la spinse via proprio mentre il drago la stava per colpire.
Si ritrovò per terra in neppure un secondo e quando alzò lo sguardo vide Gendry vicino al muro, steso per terra. Non ci volle molto per capire che il drago lo aveva gettato contro quell’insieme di pietre, ma se aveva colpito la testa sarebbe morto in fretta.
Si mise ad urlare in mezzo alla stanza e corse verso l’amico fregandosene delle tre persone che la fissavano.
Gendry aveva ancora gli occhi aperti e lei gli prese la testa tra le mani. “No, no no no no no. Non pensarci nemmeno milord. Non t’azzardare a lasciarmi”
“Sei diventata sentimentale milady?” disse lui con fatica e tentando di sorridere.
“Sono seria. AIUTATEMI!” urlò, sperando che qualcuno entrasse.
“Arya, guarda che sto bene, ho solo battuto la testa” tentò di muoversi, ma emise un gemito di solore e rimase fermo.
“Stai bene?” lei sarebbe scoppiata a ridere se non fosse stato per la situazione. Lui invece la pensava diversamente e le sorrise. “ma lo sai che io ti amo?” lo disse nello stesso modo in cui la sorella le avrebbe parlato di vestiti: con totale disinvoltura ed anche in modo pericolosamente silenzioso. Arya tentò di sorridere. “E adesso chi è il sentimentalista?”
“Mi aspettavo qualcos’altro milady”
“Ah si? Del tipo? AIUTO!”
“Beh, non lo so, magari…” Arya lo zitti con un bacio a fior di labbra. Durò pochissimo, neppure cinque secondi, ma a lei sembrò un’eternità. Anche quando si staccò mantenne il suo viso vicino quello del ragazzo “La mia non era una domanda seria milord, questa botta ti ha fatto perdere il cervello”
La testa di Gendry iniziò a farsi più pesante: stava per chiudere gli occhi e non aveva neppure la forza di risponderle. Per fortuna però una persona entrò per portarlo via, doveva aver sentito l’urlo di Arya. Appena vide i draghi iniziò ad indietreggiare ma Arya prese un coltello e lo lanciò a neppure mezzo metro da quello. “NON ABBANDONERAI IL TUO RE!” stava per ringhiare, la sua voce, unita al suo sguardo rabbioso convinse l’uomo a prendere Gendry e portarlo via. Arya non sapeva se fidarsi o no, ma non aveva molta scelta, Gendry diventava più debole ogni volta che lo guardava. “Non ti azzardare ad abbandonarmi milord” gli sussurrò prima di permettere a quello di sollevarlo.
“Me eqorasalat?” ‘lo lasci andare?” la voce di Daario la riscosse dai pensieri del ragazzo che stava per morire e che era appena uscito dalla sala.
“Fin esinasolat? Drivolat” Che cambia? Morirà’ affermò la regina
“Nesat kifinosi san haj. Shilat mae?vos” ‘non sai quanto è forte. Lo conosci? No’ mentre diceva questo Arya si alzò in piedi. Stringeva i pugni tentando di controllarsi, quando avrebbe solo voluto saltare addosso a quella per farla morire soffrendo. Almeno quanto stava soffrendo lei in quel momento. Si girò con assoluta calma mentre la donna la fissava e lei ricambiò lo sguardo alzando la testa. “Shafka nesat dothraki” ‘tu conosci il dothraki’
“Thirat sochi anni attiro mra jesholat vaes ki Braavos. Rhaesh ki mahrazh haz nesat son vekhikh. Ebola sekke davra yeri lekh Khaleesi” ‘Io ho vissuto metà della mia vita nella città libera di Braavos, terra di uomini che sanno molte cose. Ho imparato molto bene la tua lingua. Regina’ pronunciò l’ultima parola con disprezzo, come se fosse un termine non usato neppure da persone rozze.
“Sono sorpresa Arya Stark”
“Non sei solo sorpresa Daenerys Targaryen” Arya cacciò ago ”Tu. Sei. Morta!”
 
*angolo me*
Capitolo di merda? Si, probabile. Non sono molto sdolcinata quindi ho trovato molte difficoltà, se volete uccidermi fateli in fretta *prega*
Beh… direi che Arya non è morta, almeno di questo siete contenti? Certo, Gendry sta per farlo ma…
Va bene, uccidetemi in modo doloroso, lo accetto -.-“
Il resto della famiglia però direi che non rischia la morte (oggi sono sadica), loro senza dubbio stanno bene anche se una volta svegli vorranno ammazzare la sorella…
Va bene, ho finito… ho paura di chiedere una recensione per quest’obrobrio ma… se vi va lasciatemela pure.
Byby CasaStark

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


~~“Hai appena osato minacciare la khaleesi?” Daario cacciò la spada, pronto a scontrarsi, Arya sorrise, accecata dalla rabbia e cacciò Ago fissandolo. “Non era una minaccia, le stavo solo riferendo cose la aspetta nell’immediato futuro. Prova ad usare di nuovo quel tono con me e ti infilzo. Questa era una minaccia. Capita la differenza?” spostò lo sguardo da Daario a Daenerys.
Lei la guardò sollevando le sopracciglia, incredula. “Conosci il dothraki e le strategie di guerra, ma non riuscirai a battere il mio consigliere, non sai come combatte”
“Potrei dire altrettanto, inoltre Gendry sta rischiando la vita a causa tua. Se per uccidere te devo uccidere lui lo batterò in un secondo”
“Ne sono sicura. Daario, uccidila”
L’uomo attaccò subito sotto l’ordine della regina, facendo il suo primo errore. Arya sapeva che non bisognava mai essere frettolosi durante una lotta. Iniziò ad osservare i suoi movimenti limitandosi alla difesa e notò subito che attaccava quasi sempre a destra e metteva quel piede avanti per sferrare i colpi. Nonostante fosse molto abile Arya aveva capito come vincerlo. Lo attaccò a sinistra nel momento in cui quel piede si mosse, quindi quando stava per attaccare. Arya schivò il colpo ed Ago ferì il fianco di Daario, lui si distrasse in un secondo ed Arya, avvicinandosi, gli diede una gomitata sul mento facendolo svenire. Lo colpì fu più forte di quanto si aspettasse, ma era invasa dalla rabbia in quel momento.
Poi alzò lo sguardo verso la regina e si trattenne dallo scoppiarle a ridere in faccia. “Daenerys Targaryan, madre di tre draghi, al suo fianco è presente un esercito di diecimila guerrieri. Ma da sola non è neppure in grado di difendersi da una ragazzina. Ha bisogno di uno schiavetto per ucciderla e sembra che lui neppure ci riesca” Arya gli diede un calcio sulla pancia tentando di calmare la sua rabbia, inutilmente. “anzi. Sicuramente non ci riesce. Mi auguro che non sia il migliore dei tuoi guerrieri altrimenti sei davvero fregata” Alzò di nuovo lo sguardo sulla regina, ancora furiosa.
La donna fece un passo verso di lei, ma continuava a mostrare freddezza. “Non lo hai ucciso, perché?”
“Perché avrei dovuto? Per farmi assalire dalle tue bestioline?” Arya fissò i draghi e poi abbassò lo sguardo ed anche il tono della voce. ”Con le quali hai attaccato Gendry, che ora rischia di morire” sentì gli occhi che iniziavano a pizzicarle ma lei alzò gli occhi al cielo cacciando le lacrime.
“Io volevo attaccare te, forse lo hai scordato. Se lui si è messo in mezzo che c’entro io?” Daenerys continuava a fissarla senza pensare alla serva terrorizzata o al consigliere svenuto.
“Ma come fai ad essere così senza cuore? Almeno riesci a capire perché lo ha fatto?” Arya non riusciva a sentir parlare male di Gendry, stava per mettersi a ringhiare. Era piena solo di rabbia e riusciva a percepire solamente quella. Non si era mai sentita così.
“Perché è uno stolto?” affermò lei con noncuranza.
“Uno stolto? Gendry? Per i sette dei quanto sei idiota!” urlò.
I draghi si agitarono e la regina alzò il mento con decisione senza fermarli. “Non osare…”
“Non osare cosa? Insultarti? Cambierà qualcosa darti retta? Tu mi vuoi morta! Quindi ora ascoltami piccola principessina viziata”
Lei spalancò gli occhi parecchio stupita ed alzò una mano verso i draghi. “Affa” ‘calmi´disse rivolgendosi a loro. Sembrava… incuriosita. “Illuminami allora, Arya Stark”
“Se ci tieni lo farò. Gendry mi ama” abbassò lo sguardo, le sembrò stranissimo dire quelle semplicissime tre parole, sorrise istintivamente e rialzò lo sguardo abbassando la voce. “Si, mi ama. Chi lo avrebbe mai detto?” vedendo lo sguardo interrogativo delle regina scosse la testa frettolosamente e tornò a rivolgersi a lei. “Tu hai la benché minima idea di che cosa voglia dire amare?”
“Non parlarmi di questo sentimento come se non lo conoscessi Arya Stark!” affermò con freddezza avvicinandosi ancora di più a lei e ritrovandosi a portata di spada. “io una volta ero sposata. Avevo imparato ad amare mio marito e lo amavo con tutta la mia anima, avrei dato ogni cosa per lui e l’ho fatto. Ho pagato moltissimo per averlo vicino a me. Anche lui mi amava, era il guerriero più forte dell’esercito. Un re. E mi è stato portato via insieme a mio figlio per colpa di una traditrice. Una donna a cui avevo salvato la vita e lei mi ha tradita!” urlò. Ora anche lei sembrava furiosa quanto Arya, ma lei non si fece intimidire e continuò a fissarla con decisione e… quella che sembrava calma.
La quiete prima della tempesta. “E dimmi, cosa hai fatto a quella traditrice?”
“Le ho dato esattamente ciò che meritava. La morte. È stata arsa viva nella pira funebre del mio Drogo. Mio marito”
Arya sorrise amaramente ed abbassò il tono della voce, amareggiata. Come se volesse solo parlarle e farle capire qualcosa. “E perché era giusto uccidere lei ma non è gusto uccidere te? Hai fatto la stessa cosa, mi stai portando via il ragazzo che mi ama” abbassò lo sguardo per un secondo ma poi lo rialzò. “e che amo a mia volta” si avvicinò anche lei abbassando la spada. “Sai che lui non voleva diventare re? Voleva combattere per difendere i più deboli, l’ho convinto io a sedere sul trono, per portare la pace” Sentì di nuovo gli occhi che iniziarono a pizzicare, ma vedendo Daenerys che rimaneva in silenzio continuò. “se avessi saputo che stavi arrivando avrei accettato di buon grado che fossi stata tu a rubare quel coso di spade dai Lannister. Volevo solo che qualcuno che lo meritasse sedesse sul trono” fece una pauda sospirando. “I tuoi immacolati conoscono solo l’esserti devoti, i miei hanno delle famiglie, figli, fratelli… ma per colpa tua moriranno e non li rivedranno più” fece un altro respiro profondo per calmarsi. “Dimmi, perché sei migliore delle persone che dici di odiare?” La donna continuò a stare in silenzio. “RISPONDI!” urlò Arya, ancora più arrabbiata, ma ancora niente. “Non vuoi parlare è? Va bene, scelta tua. Comunque ho finito, volevo dirti solo questo. Ora hai intenzione di uccidermi? Se la risposta è si dimmelo per favore così posso infilzarti prima”
Daario iniziò a muoversi e si alzò da terra. “Khaleesi, stai bene?”
Lei continuò a mantenere lo sguardo fisso negli occhi di Arya. “Si. Andiamocene”
“Cosa? Che diamine stai dicendo?”
“Mi hai sentito benissimo. Torniamo alle città libere, hanno bisogno di me”
“Dopo tutto quello che abbiamo fatto? Siamo nel ben mezzo di una guerra khaleesi!”
“Allora è tempo di fermarla” continuava a rivolgersi a lui con calma.
“Sono quasi dieci anni che ci prepariamo alla conquista del trono e tu adesso decidi di rinunciarvi? Perché?”
“Io sono la tua regina! Non ti devo alcuna spiegazione! Ho deciso che torneremo nelle città libere e così faremo”
Daenerys guardò Arya, poi salì sul drago nero. “Fermerò la guerra Arya Stark, poi tornerò per parlare con il re”
“E poi? Cosa farai poi?”
“Credo che troveremo un punto d’incontro se vale tanto quanto affermi”
“Se sopravvivrà”
“Sopravvivrà. Ho detto al mio drago di attaccare, non di uccidere”
“Questo non cambia che lui sia in pericolo”
“Se è forte vivrà” il dragò spiegò le ali.
“Se non fosse così sappi che ucciderò te, tutti i tuoi immacolati e tutti quelli che sono al tuo servizio. Non mi importa quanto ci vorrà. Ci riuscirò”
“Non ho dubbi Arya Stark di Grande Inverno”
Arya continuò a guardarla finché non divenne un piccolo punto nero in lontananza. Poi prese Ago e la rimise nella cintura. “Anche questa guerra è andata” sussurrò tra se e se. “oh cazzo, Gendry!”
Si ritrovò a correre prima di rendersene conto. Suppose che dovevano averlo portato nelle sue stanze ed andò in quella direzione. Però prima di poterci arrivare venne bloccata dalla sorella. “Per tutti i sette Dei Arya, ho visto Gendry che veniva portato via. Cos’è successo?” Sansa la trascinò nella sua stanza, dove Rickon e Jon stavano ancora dormendo, accanto a Brann che era seduto su una sedia li vicino con tutti i meta-lupi stesi a terra. Tranne Nymeria. “Sansa, dov’è finita la mia…
“Nynmeria, è uscita qualche minuto fa, non sono riuscita a trattenerla”
“Okay, ora però lasciami, devo andare da lui”
Lei in tutta risposta la strinse più forte “Cos’è successo?”
“Non è il tempo di spiegare, comunque il drago nero voleva spingermi contro il muro, Gendry mi ha salvata, ho urlato contro Daenerys, lei è andata a fermare la guerra ed io devo andare dal mio re. Ciao” si girò per andare via ma la sorella la bloccò di nuovo.
“Mio re? Tu al massimo lo chiami milord, che hai? No, aspetta, non voglio saperlo. Mi spieghi che è successo?” sorrise.
“Sansa, ascoltami bene, Gendry è svenuto tra le mie braccia, non so come stia, devo raggiungerlo. Adesso. Quando gli altri due si sveglieranno raggiungeteci, oh, vai anche a scoprire se quella stronza ha davvero terminato la guerra, non so se crederle, ma ora non mi importa”
Brann dalla sua sedia fece leva sui gomiti per alzarsi il più possibile. “Cosa dobbiamo fare se la guerra non è finita?”
“Ehm… chiamatemi semplicemente, sono nella stanza di Gendry”
Strattonò il braccio dalla sorella passando per il pollice e riuscì a liberarsi. Poi ricominciò a correre per raggiungere la stanza di Gendry. Arrivata li vide un medico che si occupava di lui, ma la cosa che la stupì davvero fu di vedere anche  Nymeria li seduta. “Come sta?” chiese al primo continuando a fissare il re sul letto che giaceva immobile.
“È un miracolo, ha una frattura alla spina dorsale causata dalla botta, ma non resterà paralizzato. Comunque sta abbastanza bene, bisogna solo aspettare che si svegli” disse il medico facendo un passo verso la porta, intenzionato ad andare via.
“E questo tra quanto succederà?” il suo tono era abbastanza fermo e deciso anche se in realtà voleva solo urlare.
“Questo non lo so, potrebbe svegliarsi in questo istante come potrebbe farlo domani o tra due giorni”
“Non c’è qualcosa che si può fare per farlo svegliare presto?”
“Puoi solo pregare i sette dei mia signora”
“Certo” sospirò.
“Ti serve altro mia signora?”
“Si, una cosa, non chiamarmi mia signora”
L’uomo sembrava indeciso ma annuì. “Come vuoi…”
“Arya, mi chiamo così, quindi puoi rivolgerti a me così. Vai pure”
Una volta uscito Arya si sedette sul letto accanto a Gendry, incrociò le gambe ed iniziò a fissarlo. “Avanti milord, so che sei abbastanza forte da svegliarti subito, lo sappiamo entrambi” lui naturalmente non si mosse. “non mi metterò a sussurrarti quanto ti amo se è quello che speri Gendry, non ci contare” gli toccò un braccio. “Va bene, la scelta è tua, ma sappi che io non mi muovo da qui” dopo aver detto questo si stese vicino a lui ed appoggiò la testa sulla sua spalla. “Hai sentito che ha detto quello? Dovrei pregare gli dei. Come se mi fossero stati utili fino ad ora. Sai coa mi disse il mio insegnante di danza una volta?” lo fissò come se potesse risponderle. “Mi disse, che l’unico Dio che esiste è la morte e l’unica cosa che si può dire a questo Dio è ‘non oggi’. Vedi di dirgli questo se cerca di prenderti. Devi ritornare da me milord. Ancora non ho sbattuto il tuo regale sedere per terra in fondo”
Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo chiuse gli occhi, addormentandosi accanto a lui.

“Angolo me*
Sono tornata! Contenti? *silenzio tombale*
Va bene. Allora, vorrei ringraziare tantissimo le persone che hanno recensito gli ultimi capitoli.
Forse sto iniziando ad adorarvi troppo, ma è così u.u
Allora, riguardo al capitolo… sembra che tutto inizi a filare liscio. Ma io sono ua str***a
 E stronco questa cosa sul nascere. Ci saranno un casino di problemi prima che questa storia finisca, ma uno o due capitoli di calma ve li lascio. Promesso e.e
Ho finito di rompere. Lo giuro.
Byby CasaStark

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Arya non stava sognando assolutamente nulla. Anzi, probabilmente non si sarebbe neppure accorta di star dormendo se qualcuno non avesse iniziato a scuoterle le spalle per svegliarla.
Aprì con enorme fatica gli occhi e si ritrovò il fratellino davanti. “Brann. Che succede? Da quanto dormo?”
“Qualche ora, più o meno”
“Cosa?” si tirò di scatto a sedere e vide tutto il resto della famiglia radunata intorno a lei. Jon stava trattenendo Rickon per un braccio, che era a metà tra il furioso e il divertito e che, appena la vide sveglia, si calmò ed incrociò le braccia. Perché Arya aveva l’impressione che non si fosse affatto calmato? “La bella addormentata traditrice si è svegliata a quanto pare”
Ecco perché.
“Rickon, non cominciare” roteò gli occhi.
“Ci hai avvelenato!”
Sansa si mise di fronte a lui. “No, vi ha salvato la vita”
“Ci ha impedito di combattere!”
Arya sorrise all’improvviso, se non poteva ancora combattere e non erano morti c’era solo una spiegazione. “Vi ho impedito di lottare? Quindi la guerra è finita?”
“Si” Jon si avvicinò a lei. “ma che ti è saltato in testa sorellina?”
“Non dirmi che tu non avresti voluto fare lo stesso”
“Beh, a dire il vero si, ma non sapevo dove procurarmi il latte di papavero” scoppiarono entrambi a ridere. Ma quella risata finì quando lo sguardo di Arya si posò su Gendry. Sansa le mise una mano sulla spalla. “Come sta?”
“Beh, potrebbe svegliarsi ora come tra un anno”
“Deve tornare da te sorellina, si sveglierà presto” Jon sorrise.
“Già. Com’è finita la guerra? Mi spiegate com’è andata?” tentò inutilmente di sorridere.
Tutti guardarono Brann, tranne Arya che era confusa. “Non guardatemi così. Ora glielo dico. Mentre Sansa era con Jon e Rickon io ho detto ad Hodor di portarmi a controllare se la Targaryen avesse mantenuto la promessa. Comunque è così. Sono sopravvissuti settemila dei guerrieri di Daenerys e novemila dei nostri”
Arya rimase in silenzio per un secolo almeno, continuando a passare lo sguardo su tutti ma evitando accuratamente di osservare Gendry. “Sono morte così tante persone?”
“Beh, la maggior parte è sopravvissuta. Vogliono tutti vedere il re. Compresa... lei”
“Vuoi dirmi che è qui?” La ragazza non sapeva se essere furiosa o felice. “potrò ucciderla con le mie mani. Bene”
“Arya” Rickon si sedette vicino a lei. “prima di tutto chiariamo che sono ancora arrabbiato. Secondo, non credo che sia qui per farsi uccidere”
“Problemi suoi. Continuerò a menarla finchè il milord qui presente non aprirà gli occhi e, quando lo farà… non lo so, penserò a qualcosa, suppongo che dovrò convincerlo a farmi continuare. Sappiamo tutti che è troppo buono” fece per alzarsi, serissima, ma Jon la trattenne, naturalmente. “Arya, hai bisogno di calmarti, per favore”
“Se Gendry è in coma la colpa è sua” ringhiò.
“Ma è vivo. L’importante è questo” Arya rimase in silenzio e Jon capì all’istante che qualcosa non andava. “Ragazzi, potete lasciarmi un po’ da soli con lei? Per favore?” lanciò uno sguardo a Sansa ed anche lei capì. “Ragazzi, andiamo a vedere come sta Tyrion eh? Ha una brutta ferita sul petto” portò via tutti, compreso Brann che veniva come sempre trasportato da Hodor.
“Che hai sorellina?”
Lei sorrise in modo idiota e ricominciò a fissare il re. “Che vuoi dire?”
“Arya”
Sospirò. Prima o poi avrebbe dovuto uccidere sia Jon che Gendry per il modo in cui la capivano. “Jon, dovevo essere io quella stesa qui a rischiare la vita”
Lui sgarrò gli occhi ed iniziò a fissarla. “Cosa vuoi dire?”
“Mi ha salvato la vita” Arya si mise le mani tra i capelli, disperata. “i draghi dovevano attaccare me ma io… non riuscivo a muovermi. Sono rimasta totalmente bloccata e Gendry mi ha spostata, ma non è riuscito a salvare anche se stesso,così quei mostri lo hanno spinto contro il muro. Sotto il controllo di Daenerys Targaryan naturalmente”
“Quindi mi vuoi dire che… ti senti in colpa?”
Lei si alzò di scatto ed iniziò a camminare per la stanza urlando. “Questo è ovvio! Io mi sono paralizzata. Non mi è mai successo. Mai. Ed ora… lui sta così. Se non mi fossi bloccata, se mi fossi spostata da sola…”
Jon si alzò e la fermò mettendole entrambe le mani sulle guance per poter incrociare i suoi occhi. Poi parlò con estrema calma. “Allora Daenerys ti avrebbe attaccata di nuovo, tu forse non saresti stata fortunata come Gendry e saresti morta e la guerra non sarebbe finita. Si sveglierà e la colpa non è tua”
Arya abbassò lo sguardo e mise le sue mani su quelle del fratello. “Se… se lui non…”
“Non dirlo. Si sveglierà. Senti, devi distrarti, perché non raggiungiamo gli altri da Tyrion?”
“Manco morta, tu vai. Io devo aspettare che milord si svegli per urlargli di non salvarmi mai più”
“Va bene” lui sorrise e fece per uscire finchè Arya non si sedette di nuovo accanto a Gendry. Poi lei lo bloccò. “Jon, tra quanto dovrai…”
“Tornare alla barriera? Arya… sono stato lontano da lì per oltre un mese. Sono il primo lord comandante. Per quanto credi che possa stare lontano?”
Lei fissò una porta all’interno della stanza, sbuffò e riportò lo sguardo sul fratello. “Lo prendo come un ‘presto’”
Lui annuì e dopo qualche minuto uscì. Arya riportò lo sguardo sulla porta. “Credevo che fossi morto o tornato chissà dove. Da quanto mi segui?”
La porta si aprì ed Arya ebbe la conferma alle sue supposizioni. “Quest’uomo doveva assicurarsi che la ragazza facesse tutto bene”
Lei sbuffò di nuovo. “Mi fa piacere che ti fidi”
“A quest’uomo non sembra che la ragazza abbia fatto tutto bene” si mosse avvicinandosi a Gendry ma Arya gli si piazzò davanti ed incrociò le braccia. “È diventato re. Ho mantenuto la promessa, il legittimo erede è re”
“Non sembra che quei draghi la pensassero come te quando l’hanno attaccato”
“Loro erano… aspetta” Arya iniziò a ringhiare. “tu eri la. Eri la e non hai fatto niente!” iniziò a prendere ogni cosa che trovava per colpirlo anche se a causa della rabbia non mirava molto bene e lui schivava tutto.
“Cos’avrebbe dovuto fare quest’uomo da solo?”
“Da quanto tempo mi segui?” smise di tentare di colpirlo, ma continuava a ringhiare.
“Da quando la ragazza è andata via dalla barriera”
“Naturalmente, avevo dimenticato che puoi cambiare volto. Ora che sei venuto a fare?”
“Aiutare”
“Jaqen, mi stai mentendo. Perché?”
“Cosa vuole dire la ragazza?”
“Tu non aiuti. Non aiuterai mai Gendry… a meno che naturalmente…” all’improvviso sorrise, capendo. “ti ha salvato la vita” lui non rispose. “dimmelo Jaquen”
“Bene. Quest’uomo incontrò la fratellanza sotto un altro aspetto. Il tuo amico non mi riconobbe e mi salvò la vita. Quando quest’uomo gli disse che gli doveva una vita il ragazzo si rifiutò di fare nomi. Gli dovevo salvare la vita per sdebitarmi”
“Non mi sembra che tu ci sia riuscito. È in coma se non te ne sei accorto”
“Si risveglierà oggi stesso”
“I medici non la pensano così”
“A volte serve un secondo parere. Comunque ora che è re magari avrà deciso qualcuno da uccidere. Sono qui solo per saldare il mio debito”
“Potrai saldarlo più tardi. Lasciami da sola con lui per favore”
“Bene, tornerò presto” uscì senza dire una parola di più ed Arya, finalmente, tornò da Gendry.
Passarono varie ore di totale silenzio. Il sole aveva iniziato a tramontare, varie persone avevano tentato di convincere Arya ad ingoiare qualcosa ma senza successo.
Stava per riaddormentarsi addosso a Gendry quando lui iniziò a muoversi. Arya si alzò di scatto ed iniziò a fissarlo finchè non aprì gli occhi ricambiando lo sguardo. A qual punto gli mise le mani attorno al collo e lo strozzò con un abbraccio. Arrivò subito un dottore per assicurarsi che stesse bene, curandolo mentre Arya gli raccontava ogni cosa successa da dopo… il suo svenimento, e la sua unica raccomandazione fu di non fargli sforzare la schiena finchè non si fosse aggiustata del tutto.
Arya sorrise, poi, nel momento in cui il dottore se ne andò, colpì Gendry tirandogli un cuscino dritto sulla faccia. Lui, naturalmente iniziò a fissarla. “Ma che genere di lady saresti tu?”
Lei prese un altro cuscino laanciandolo, ma stavolta lui lo parò con il braccio. “Di questo genere! Hai la minima idea di quanto cazzo mi sia preoccupata? credevo che saresti morto razza di idiota”
“Beh, non lo sono”
“Rimedio subito!”
Lui per tutta risposta scoppiò a ridere. “Questo è davvero un bel modo di ringraziarmi per averti salvato la vita, lo sai?”
Lei si levò quegli stupidi capelli lunghi dal viso, facendosi un’altra cosa, si avvicinò ed incrociò le braccia, nascondendo un sorriso “Mi ameresti se ti ringraziassi come farebbero le persone normali?”
Lui sembrò rifletterci sopra. “No, ne dubito”
Arya si gettò di nuovo sul letto e lo abbracciò di nuovo. “Mi hai davvero terrorizzata milord” capì di starsi calmando per il semplice fatto che lo chiamò in quel modo.
“Beh, sto bene, inoltre, come mi hai sottolineato tu, devi ancora mandare il mio regale sedere per terra”
La ragazza scoppiò a ridere. “Giusto, e quando lo farò tutti sapranno quanto è incredibile il loro re” gli diede un leggiero schiaffo per dimostrargli che non sarebbe neppure stato in grado di pararlo e lui, per risposta, la baciò di nuovo.
Rimasero in quella stessa posizione per vari secondi e, quando si staccarono, Arya abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo, incontrare gli occhi del re, e sorridere apertamente… come avrebbe fatto sua sorella.
Mi piacerebbe dire che quel momento durò molto, ma, per la felicità di entrambi, qualcuno spalancò la porta all’improvviso. Chi se non un’impicciona con i capelli rossi?
“Arya, devi mangia…” quando si rese conto di com’erano vicini si fece rossissima e sgarrò gli occhi. Iniziò a blaterare cose senza senso finchè Arya non si separò da Gendry ed alzò gli occhi al cielo. “Sansa, vai a dire agli altri che l’idiota qui presente si è svegliato e quindi non torturerò Daenerys come avevo progettato?”
Lei, visibilmente sollevata di avere una scusa per uscire, corse via chiudendosi la porta alle spalle.
Arya e Gendry scoppiarono subito a ridere. “Tua sorella era leggermente sconvolta milady”
“Non parlare milord. Sai per quante ore mi terrà chiusa in camera sua a darle spiegazioni adesso?”

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Sansa aveva fatto arrivare tutti nel giro di una decina di minuti, la sorellina iniziò subito a chiedersi se i ragazzi erano tutti nei dintorni o se lo aveva fatto perché voleva farsi perdonare dalla sorella per la figuraccia di poco prima, ma ignorò quei pensieri.
Brann si sedette subito accanto a lei, ai piedi del letto, ma si rivolse a Gendry. “Credevamo ci avresti messo un bel po’ di più a svegliarti”
Rickon gli diede una pacca sulla spalla. “In fondo è una cosa così brutta che lui sia vivo”
“Non intendevo affatto questo”
Arya sorrise. “Si, lo sappiamo” passò lo sguardo su Sansa, che subito lo riabbassò imbarazzata, Arya sgarrò gli occhi capendo cos’aveva in mente. “Non pensarci nemmeno”
La sorella la fissò arrossendo. “Io non li so mantenere i segreti, lo sai benissimo”
“Cosa ti fa pensare che m’importi?”
Gendry fermò la rossa prima che parlasse. “Qualcuno ha notizie di Daenerys?”
Jon fece un passo avanti. “Beh… è nella sala del trono, con… i draghi, tutti. Non c’è neppure una guardia con loro. Tyrion li ha mandati a riposare dopo la guerra”
“E lui dov’è? Sta bene?”
“Gli ho detto che dovrebbe riposare anche lui, ma non so se mi ha ascoltato, potrebbe benissimo essere con lei adesso”
“COSA?” urlò Arya.
Lui subito tentò di calmarla. “Non preoccuparti, sa come non farsi uccidere”
“Me lo auguro”
Gendry iniziò a muoversi per alzarsi ma la ragazza lo bloccò in un secondo tirandogli un braccio. “Cos’hai intenzione di fare razza di idiota?”
“Incontrare quella”
“Non credo proprio milord. Il medico ha detto che devi rimanere qui e, vorrei ricordarti, la colpa è solo di quella”
“E come pensi di fare con la Targaryen? Le dici di venire nella mia stanza e magari le offri anche qualcosa da mangiare?”
“Avrei da obbiettare sulla seconda parte, ma se ci tieni a vederla prima che io la faccia impiccare si, verrà qui”
Sansa fece per uscire. “Vado a dirle di venire qui allora”
Rickon la bloccò. “Ma sei idiota? Vado io. Almeno ho una spada per difendermi”
Arya si alzò. “Avete paura di una ragazzina? Davvero? Vado io, poteva uccidermi ma non l’ha fatto, inoltre sappiamo che potrei piantarle Ago nel cuore prima di morire. Parlo anche la sua lingua, in tutti i sensi. La porto qui, torno presto”
“Arya…” iniziò Jon, ma lei lo interruppe. “Prometto di non farmi uccidere e di non ucciderla… non subito almeno. Non preoccuparti” uscì subito, evitando di sentire Gendry e gli altri che le urlavano di fermarsi.
Arrivata nella sala del trono vide Daario e Daenerys che parlavano mentre Tyrion tentava di capire cosa diamine stessero dicendo in quella lingua.
“Laz astolat ma yer?” ‘posso parlare con voi?’ chiese con strafottenza incrociando le braccia.
Daenerys si girò per guardarla. “Non era una conversazione a cui conviene partecipare Arya Stark. Come sta il tuo re?”
“Vivo, non per merito tuo, naturalmente”
“Gendry è vivo?” chiese stupito Tyrion.
“Si, sta bene. Mi spieghi che ti è saltato in testa andando a combattere senza di noi?”
“Non credo si questo il momento adatto”
Daenerys alzò la voce ed incrociò le braccia. “Quando potrò vederlo?”
“Perché mi dovrei fidare di te?” chiese Arya.
“Perché ti ho lasciata vivere”
Arya quasi le scoppiò a ridere in faccia, fregandosene totalmente dei draghi. “Quale onore, ma non credo che ti lascerò vedere la mia famiglia, lo sai? Non li metterò in pericolo” guardò Tyrion. “la cosa vale anche per te, allontanati da lei, per favore”
Il folletto si avvicinò. “Non credevo salvassi anche i mostri” lo disse con sarcasmo, naturalmente.
”Sai che sono un’eroina” affermò con lo stesso tono.
Arya sorrise e Daario si rivolse a lei. “Cosa dovremo fare per vedere il re? La khaleesi ci tiene”
“Lascerà qui i draghi” affermò sorridendo con semplicità.
“Cosa?” Daenerys era scioccata.
“Il re è debole a causa tua, non permetterò che tu lo incontri con loro”
“No” Daario rispose subito. Ma la regina sovrastò la sua voce con la propria. “Va bene. Tu resterai qui”
“Cosa? Non ti lascerò da sola khaleesi” si avvicinò a lei, come se questo bastasse a convincerla.
“Rimarrai qui. Non voglio uccidere nessuno, non avrò problemi. Se mi succedesse qualcosa sai cosa devi fare”
Arya fece un passo avanti. “Suonava come una minaccia”
“Forse perché lo era. Ora portami dal re”
Arya scoppiò a ridere. “Io non sono una schiava, qui le cose si chiedono”
La donna chiuse gli occhi, particolarmente scioccata. “Bene. Puoi portarmi dal re?”
La ragazza era ancora titubante ma si scostò per farla passare. Quando uscì dalla porta poi si rivolse al folletto. “Tyrion, smettila di definirti mostro, non so sei affatto. Sei solo un po’ bassino” sorrise e, prima di uscire a sua volta, le sembrò di vedere un sorriso anche sulle labbra del piccolo Lannister.
Condusse la donna fino alle stanza di Gendry, che si era spostato, sedendosi su una delle sedie. Arya tentò di non urlargli contro, ma lo fissò rabbiosa.
Daenerys iniziò a sentirsi a disagio circondata da tutta la famiglia del re in una stanza così piccola, ma tentò di non farlo vedere. Rickon cacciò subito la spada, pronto a farla fuori e Sansa si avvicinò al letto, allontanandosi dalla regina terrorizzata.
Arya si avvicinò al fratello ed abbassò la spada con la mano, procurandosi un leggero taglio sulla mano. “Non fare l’idiota Rickon. Ha detto che non vuole ucciderci ed era la verità, posa questa cosa”
Sansa le sorrise. “Prima o poi dovrai farci capire come diamine riconosci le bugie”
Jon fece lo stesso. “La mia sorellina ha un sacco di doti nascoste” le scompigliò i capelli come se fossero da soli.
Poi Brann fece la domanda che tutti volevano fare alla khaleesi. “Perche volevi vedere il re?”
Daenerys si rivolse direttamente a Gendry. “Volevo assicurarmi che Drogon non ti avesse ucciso”
“Drogon?”
“Il mio drago”
“Beh… direi che sono ancora vivo”
“Non per merito tuo” Arya tossì come per mascherare quell’affermazione.
“Milady” Gendry la fissò.“non mi va di morire oggi, per favore”
“Scusami milord” alzò le braccia in segno di resa.
Daenerys li guardò confusa. “Comunque, ho detto ai miei immacolati di ritirarsi. Tornerò nelle città libere il prima possibile”
Rickon si avvicinò, evidentemente in cerca di morte. “Perdonami se mi permetto, ma come possono delle città essere libere se tu sei una regina?”
“Il mio popolo mi ama, prima quelle erano città schiaviste, io le ho liberate. Sono stati loro a volermi come regina”
Arya si trattenne dall’urlare un ‘poveretti’ solo per merito di Sansa, che si avvicinò e prese la parola. “Daenerys, potrei chiedervi perché avete rinunciato all’idea di diventare la regina dei sette regni?”
Arya le strinse il braccio, specialmente per il rispetto mostrato a quella donna, ma Daenerys non ci fece caso e passò lo sguardo da Sansa a Arya. “Chiedi a lei… da quello che ho capito siete sorelle”
“Ci ho già provato, ha detto un paio di frasi senza senso ed è corsa via”
Daenerys la fissò, ma Arya non si scompose affatto. “Non sei qui per un’amichevole conversazione fino a prova contraria”
“Si, sono qui per parlare con il re, non con tutta la combriccola”
Tyrion sorrise. “Cosa stai chiedendo scusa? Non riesco a capire”
“Voglio parlare da sola con il re”
Rimasero tutti in silenzio, Gendry prese la parola. “Va bene”
“Per i sette dei, milord, hai sbattuto anche la testa per caso? Spiegherebbe perché sei diventato così coglione all’improvviso”
“Arya, sono serio. Non ha armi, come potrebbe uccidermi?”
“Non ne ho idea, ma io resto con te. Se la Targaryen vuole parlarti questa è la condizione”
“Okay, a me sta bene”
“Bene, ragazzi aspettateci fuori, se dovesse uscire solo lei, Rickon, sai cosa fare” sorrise a Daenerys, come se nulla fosse. Quando Arya convinse tutti ad andarsene andò vicino a Gendry, pronta ad estrarre Ago se necessario. “Allora, cosa vuoi?”
“Voglio parlare con il re”
“Dimmi quello che vuoi dire, ma non offendere Arya, è parecchio permalosa” Gendry sorrise.
“Io non sono permalosa. Sono gli altri che dicono spesso cose stupide” Arya incrociò le braccia ed alzò gli occhi al cielo, irritata.
“Bene” Daenerys riprese la parola. “voglio il tuo perdono, per aver tentato di conquistare i… territori che hai preso”
Gendry strinse il braccio di Arya sapendo che stava per urlare di nuovo. “Aver preso? Le persone non ne sembravano disperate”
“Con i Lannister al potere avrebbero accettato anche un contadino”
“Il tuo atteggiamento non è d’aiuto”
“Non chiederò il perdono anche per questo, senti, accetti le mie scuse o no?”
“Io sto bene, dovresti chiedere scusa alle famiglie che hanno perso i mariti”
“Lo farò. Comunque, come ho già detto, tornerò nei miei territori appena i miei guerrieri staranno bene, partirò entro un paio di giorni” si girò ed uscì dalla stanza.
“Credi che ci attaccherà di nuovo?” chiese Arya quando fu fuori dalla camera.
“Non ne ho idea, potremmo proporle un trattato di pace però”
“Con lei? davvero?”
“Meglio averla come amica che come nemica milady”
“Si, anche questo è vero”
Dopo qualche secondo rientrarono tutti quanti. “Che voleva?” chiese Jon.
Sansa si avvicinò ad Arya. “Ti dirà tutto Gendry, io devo fare una chiacchierata con lei, tra sorelle” le prese un braccio per trascinarla via, ma, prima che uscissero dalla porta lei riuscì a guardare il re, per poi mimargli la frase ‘io ti avevo avvisato idiota’.
Lui si limitò a sorridere alzando le braccia, dandole ragione.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Sansa trascinò Arya fino alle sue stanze, mentre la maggiore sembrava… ansiosa, la più piccola era totalmente e semplicemente esasperata.
Una volta li la fece sedere sul letto, mettendosi poi di fronte a lei. “Sei pregata di dirmi ogni cosa, grazie”
“Non c’è bisogno di ringraziarmi, perché non c’è niente da dire” affermò lei sicura.
“Scherzi vero? Arya, vi ho beccat…”
Arya la bloccò prima di permetterle di finire la frase. “Si, lo so, ma di certo non parlerò di Gendry con una ragazza ossessionata da vestiti lunghi, ballate, principi azzurri e matrimoni”
Sansa quasi la fulminò con lo sguardo “Ti prego dimmi che stai scherzando, devi assolutamente dirmi cosa è successo e, soprattutto, quando è iniziata questa storia”
“No, non scherzo affatto, posso andare ora?” sembrava totalmente rilassata. Inutile dire che non lo era affatto.
“No!” urlò subito la maggiore.
“Sai, forse tu dovresti davvero andare a cercarti un ragazzo”
“Tu ne hai già trovato uno, non’è vero?”
Arya si impedì di arrossire e non rispose, dopo qualche minuto si alzò pronta a scappare. “Io credo che andrò dagli altri, devo passare più tempo possibile con Jon, farmi perdonare da Rickon e allontanarmi da te. Specie quest’ultima”
“Io sono serissima Arya”
“Anche io se è per questo” uscì prima di far replicare la sorella.
In realtà però non voleva tornare dagli altri, non le andava di discutere ancora di Daenerys. Così si fece un’altra coda, ripetendosi che doveva ritagliarsi i capelli, e poi uscì da li, andando verso la città, dove si sentiva davvero a suo agio.
Prima dell’arrivo ad Approdo del Re Sansa le aveva raccontato di quando il mastino l’aveva salvata da contadini che volevano… abusare di lei senza alcun motivo, anche se non la conoscevano neppure. La ragazza non aveva affatto esitato a dirle che non avrebbero fatto una cosa del genere con lei e, a detta di Sansa, non lo avrebbero fatto perché lei passava il suo tempo con quelle persone, le aiutava e le capiva.
Arya non voleva perdere il rapporto con loro.
Arrivata li notò subito che le persone erano abbastanza sconfortate, avevano subito i prezzi di due guerre nel giro di quanto? Un mese? Però era anche vero che nessuno di loro era morto, sapendo questo sembrava si fidassero del re, non troppo forse, ma più di quanto di fidassero di un bambino che fa tutto quello che gli dice la madre. Quando poi la madre è Cersei Lannister… diciamo che va bene anche un neonato al suo posto purché non abbia quel cognome.
Arya andò ad allenarsi al tiro con l’arco e più tardi ancora usò Ago contro i nuovi cavalieri, quelli troppo inesperti per andare a combattere. Naturalmente, per quanto fossero bravi, li mise tutti al tappeto.
Al tramonto, in preda alla stanchezza ed alla fame, si decise a tornare nel castello, trovò subito tutti quanti che mangiavano in una delle stanze li dentro, più che gigantesche e silenziosissime a cui non si sarebbe mai abituata, con Spettro, Cagnaccio ed Estate sotto le sedie a fare lo stesso, Nymeria non c’era.
Arya si sedette nell’unico posto vuoto, tra Rickon e Jon, ed iniziò anche lei ad ingozzarsi. “Dov’è Tyrion? Da quando si perde l’occasione di mangiare?”
“Sta dormendo, credo. Dopo la guerra non si era ancora riposato, gli ho praticamente imposto di andarsene nelle sue stanze e si è portato qualcosa da mangiare in camera. Inoltre, dov’eri finita? Sansa aveva detto che stavi per tornare da noi” disse Brann.
“Ho semplicemente cambiato idea, sono andata ad allenarmi” affermò con semplicità.
“E perché per farlo sei uscita da qui? Potevi restare nei giardini della reggia” si intromise Sansa.
“Sai benissimo che mi trovo molto meglio con persone che non mi conoscono ne mi chiamano mia signora o milady. Non sto facendo allusioni a nessuno, sia chiaro” guardò Gendry sorridendo.
“Così ci offendiamo milady” sorrise lui.
“Non mi stavo mica riferendo a voi milord, ho specificato che non alludevo a nessuno” sorrise strafottente in risposta.
Rickon la fissò. “Scusami, sei stata ad allenarti per tutto questo tempo?”
“Si, con Ago e con l’arco”
“Sai, dovresti insegnare anche a Sansa ad usare le armi”
“COSA?!” urlarono le ragazze contemporaneamente, prima di iniziare a dire perché era una pessima idea.
“Stavo solo facendo un’osservazione, calmatevi”
“Jon” continuò Arya “sembri in ansia. Che hai?”
“Niente, sto bene” Le rispose con calma senza neppure incrociare il suo sguardo. Da quando mentiva alla sua sorellina?
Lei però sembrò non accorgersene. “Va bene”. Rimasero in silenzio fino alla fine della cena, quando poi il primo si alzò uscendo con Spettro la ragazza subito fece lo stesso.
“Hei, mi dici che ti succede?” lo afferrò per il braccio facendolo voltare in uno dei mille corridoi.
“Niente, te l’ho detto” affermò con lo stesso identico tono usato poco prima.
Arya si staccò dal braccio di Jon e fece un’enorme sospiro, poi unì la mani di fronte al viso, ma tentare di ritrovare la calma, ma quando il fratello le mentiva sembrava davvero un’impresa impossibile. “Okay, mi spiegate perché ci mettete così tanto a capire il concetto ‘io so quando menti’?”
“Perché sei una ragazzina ed è difficile l’idea che analizzi tutto quello che dico?”
“Non tentare di cambiare il discorso” l’accusò lei.
Lui si limitò a sorriderle. “Altrimenti?”
“Jon!” urlò.
“Va bene, come ti pare. Mi è arrivato un messaggio, dalla Barriera”
“E allora? Sapevamo tutti che saresti dovuto tornare li presto, così come Brann e Rickon torneranno a Grande Inverno e Sansa tornerà a Nido dell’Aquila”
“E tu cos’hai intenzione di fare?”
“Non è questo il punto, cosa diceva il messaggio?”
“Ancora gli estranei, gli attacchi si fanno più frequenti, devo tornare il prima possibile”
“Quanti sono gli estranei?”
“Non ne ho la minima idea. Forse mille, forse diecimila o anche centomila”
Arya abbassò lo sguardo. “E quando arriveranno?”
“Non ne ho la minima idea” sorrise.
Arya sospirò, di nuovo. “Va bene, quando dovremmo partire?”
Noi non partiremo, io invece ancora non lo so, presto però”
“Vado ad avvisare Gendry, io e te partiremo domattina, gli altri non verranno, questo è poco ma sicuro, devo solamente dirglielo. Ci vediamo all’alba di domani e sappi che non era una domanda” Arya si girò per tornare dagli altri e vide subito che anche Brann era andato via. “Gendry, ti devo parlare, è importante, puoi uscire?” non sembrava tanto una domanda ma tutti la presero come tale, il ragazzo la fissò e si alzò, seguendola fuori. “Che è successo?”
“Senti, domani devo andare alla barriera insieme a Jon, ancora il problema degli estranei” sorrise, tentando di fargli credere che in realtà il problema fosse minimo o anche inesistente. “volevo solo dirtelo” fece per andarsene ma lui la bloccò semplicemente incrociando le braccia e parlandole. “Arya, quando sono diventato stupido senza accorgermene?”
“Che vuoi dire?”
“Gli estranei non sono un problema irrilevante, forse ci sarebbe cascata Sansa, non io”
“Mi chiami mia sorella allora?”
“Non fare l’idiota, sai, io sono del tutto convinto che hai chiamato me perché ti piace l’idea che io venga con te. Anche se è davvero triste che da quando ci siamo rivisti mi hai fatto partecipare a quante? Tre guerre?”
“Fino ad ora sono due, ognuna composta da una sola battaglia e, vorrei sottolineare, alla seconda non hai neppure partecipato” si affrettò a rispondere.
“E la colpa è di chi?”
Lei rimase in silenzio, serrando i denti arrabbiata. Comunque se lo aveva fatto sapendo che lui l’avrebbe seguita non se n’era neppure accorta. Fece un sospiro (per la terza volta) e lo fissò. “Senti, io domani devo partire, va bene? Per il resto fa come ti pare” gli sorrise allontanandosi verso la sua stanza. li vide subito Nymeria sul letto ed andò ad accarezzarla. “Ma dov’eri finita? Hai almeno mangiato?” si avvicinò aprendo l’armadio, dentro c’erano pochissimi vestiti ed anche tutte le sue armi, prese la pietra che usava per affilare la spada e si sistemò sul letto a fare qual lavoro finchè non si stancò abbastanza da addormentarsi.
La mattina dopo aprì gli occhi poco prima dell’alba, a causa di Nymeria che sembrava intenzionata a continuare a leccarle la faccia per il resto della sua vita.
Si alzò di scatto notando in che ritardo fosse ed iniziò a cambiarsi, mettendo come al solito dei vecchi pantaloni, stivali da uomo ed una maglietta, il tutto molto pesante considerando il luogo in cui era diretta, anche se in quel momento non stava facendo niente se non morire di caldo.
Legò i capelli con la cordicella grigia ed iniziò a prendere le armi, finchè qualcuno non entrò. “Milady… abbiamo un problema” Arya  si girò per poter guardare Gendry negli occhi. “Che succede? Sansa non vuole che partiamo? Rilassati, si calmerà, mi basterà vederla, salutarla e promettere che tornerò presto”
“No, a dire il vero non è questo”
“Allora cosa c’è?”
“Jon” passo lo sguardo su Nymeria. “e... Spettro, sono spariti”
“COSA? Ti prego dimmi che stai scherzando. Gli è successo qualcosa?” si avvicinò a lui sgranando gli occhi.
“No, non credo almeno, ho mandato un uomo a controllare le scuderie ed è sparito anche un cavallo”
“Aspetta, mi stai dicendo che è andato via senza di noi? Io lo ammazzo, fidati di me che lo ammazzo e spero vivamente che torni come estraneo, almeno così lo posso uccidere di nuovo” urlò, infuriata, ma anche molto sollevata.
“Cosa vuoi fare?”
“Se pensa davvero di fermarmi in questo modo è davvero più idiota di te. Io vado lo stesso, la domanda è: vieni con me?”
Lui sorrise. “Vado a preparare i cavalli”
Appena fu fuori dalla stanza Arya si mise la mani tra i capelli disperata, per poi iniziare a gettare per terra ogni cosa che vedeva spaventando Nymeria. “Che diamine pensava di fare quel coglione? Credeva di fermarmi partendo senza di me? Davvero? Giuro Nymeria che appena lo vedo gli salvo la pelle e poi lo uccido io. Tre o quattro volte” la lupa la fissò con i suoi occhi gialli ed Arya si gettò di schiena sul letto. “Adesso parlo pure con gli animali, grandioso” *Angolo me* okay, lo so che il capitolo fa davvero schifo e che sto mettendo guerre ovunque nel giro di davvero pochissimo tempo, quindi chiedo mille volte scusa. davvero mi dispiace, ma ultimamente trovo difficoltà a scrivere e visto che ci tengo ad aggiornare questo è quello che tiro fuori... mi dispiace davvero *faccina cucciolosa*
byby CasaStark

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Quando Arya e Gendry andarono a prendere i cavalli subito notarono che ne mancavano due e non solo uno, la ragazza sorrise tra se e se e si avvicinò a Gendry, a cui invece sembrava non importare minimamente. “Secondo te perché quell’idiota è andato via?”
“Probabilmente sperava che tu non lo seguissi”
“Non è così imbecille, sapeva che l’avrei seguito” Arya sospirò ed abbassò lo sguardo.
“Nutriva quella piccola speranza mi sa, andiamo?”
“Hai avvisato qualcuno?”
“Solo a Sansa, lo dirà a tutti, ma non prima di qualche ora, abbiamo tutto il tempo di andarcene”
“Proprio a lei lo dovevi dire? Come ha reagito?”
“Come vuoi che abbia reagito? Si è disperata e voleva correre da te, me gliel’ho impedito, ringraziami dopo” sorrise e guardò Arya negli occhi, che in risposta gli diede un leggero schiaffo sul braccio, trattenendo anche lei un sorriso. “Ehm… chi resterà al trono?”
“Tyrion, ho pensato a tutto non preoccuparti”
“Bene. Nymeria, vieni” subito la meta-lupa si avvicinò.
“Ti fidi molto di più di lui vero?”
“Si, mi ha permesso di uccidere la sorella e mi ha anche salvato la vita, se non dovrei fidarmi dopo questo” Arya salì su uno dei cavalli marroni e partì, diretta a nord.
 
“Arya, fermati” la ragazza stava procedendo senza alcun problema da ore ormai, ma sentendo Gendry che la chiamava si voltò. “Che hai?”
“Senti, lo so che vuoi arrivare il prima possibile, ma i cavalli e Nymeria hanno bisogno di riposo ed anche di cibo. Fermati” Arya sospirò e scese da cavallo. “Tra quanto credi che arriveremo?”
“Se non fai riposare il cavallo tra un paio d’anni, se invece rimaniamo fermi per almeno un’ora e mangiamo qualcosa entro domani sera credo”
“Per tutti gli dei, di solito non mi capita di rallentare per guadagnare terreno” Arya sorrise. “vado a cacciare qualcosa, mi sa che è meglio. Mi ripeti perché non hai preso qualcosa dalle cucine?”
“Perché mi hai urlato contro ‘azzardati ad andare in cucina e ti mollo qui’ forse?”
Arya sgranò gli occhi, la stava prendendo in giro? “Gendry, queste frecce sono destinate a qualche coniglio, vuoi che te ne arrivi qualcuna addosso?”
“Perdonami milady, comunque posso andare io a caccia”
“Fai tropo rumore, tu pensa al fuoco e dai qualcosa ai cavalli, improvvisa” sorrise ed entrò nel fitto della boscaglia.
Due frecce ed un coniglio più tardi Arya tornò da Gendry e lo mise sul fuoco. “Tutto bene milady?”
“Preoccupata per quell’idiota di mio fratello, nulla di più”
“Anche lui non sarà ancora arrivato”
“Si, probabile, ma lui comunque sarà li prima di noi”
“Lui arriverà domani nel pomeriggio, poi lo raggiungeremo e tu lo ucciderai” Arya sorrise e lui fece una faccia idiota. “poi naturalmente lo ucciderai di nuovo, lui tornerà come estraneo…”
“Non fare il coglione, ero davvero incazzata quando ho detto quelle cose”
“Lo so, ma sono del tutto convinto che prima o poi troverai davvero il modo di ucciderlo varie volte”
“Troverò anche il modo di fare lo stesso con te milord” affermò riuscendo a sorridere.
Lui fece un respiro profondo e riuscì a farle una domanda. “Arya, cos’hai detto a tua sorella?”
“Cosa vuoi che le abbia detto? Niente, lei si sentiva in imbarazzo ed io sono scappata via, preparati perché probabilmente prenderà da parte anche te”
“Ora ho paura milady”
“Di una come Sansa?”
“Beh, tu sei… tu, lei invece è… lei” aveva una faccia strana, Arya lo imitò considerando che stava dicendo una cosa parecchio… beh, strana. “Puoi spiegarti meglio?”
“Diciamo che tu sei stata la prima lady a cui ho rivolto la parola e tu sei… tu”
“E come sono io?” Arya sorrise all’idea di metterlo a disagio.
“Una ragazza che mi farà impazzire se continua così”
“Quindi ammetti che non sono una lady?”
“No, ammetto che sei una lady strana, non so come mi dovrei comportare con tua sorella, specialmente perche Sansa all’inizio non voleva neppure chiamarmi per nome visto che sono il re, è assurdo per me”
Arya rise. “Si, lei è fatta così. Ripartiamo?” si alzò come al solito senza aspettare una risposta e, dopo aver addentato un altro pezzo di quel coniglio, si alzò rimettendosi a cavallo.
Gendry alzò gli occhi al cielo ma si alzò anche lui, tirò quello che gli rimaneva a Nymeria, poi salì anche lui a cavallo e ripartirono.
Il resto del viaggio passò in modo abbastanza noioso. La sera Arya si mise di nuovo a dormire addosso a Gendry e lui non ne sembrò affatto scontento, anche se il giorno dopo fu costretto a svegliarsi con una borraccia d’acqua che gli veniva svuotata in testa.
Di nuovo.
Sembrava averci fatto l’abitudine però, perché non si lamentò minimamente. Sorrise sottolineando quanto stesse odiando la ragazza in quel momento e risalì a cavallo. “Ancora non capisco milady, tuo fratello sapeva benissimo che saresti andata con lui, figurati se ti perdevi una guerra” raggiunse il cavallo di Arya ed iniziò a muoversi al suo fianco.
“Così mi fai passare per una che ama davvero la guerra”
“Si vede che combattere ti piace”
“Ma non uccidere, Gendry”
“Non intendevo questo, ma lo hai fatto per tutti questi anni”
“Come fai a sapere che non ho fatto altri?”
“Non riesci a parlare del tuo passato e tenti sempre di trovare il modo che tutti vivano, ho solo fatto due più due” sorrise, tentando di far sorridere anche lei, ma Arya abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace davvero”
“Il passato è passato, nessuno della tua famiglia ti giudicherà, ne tantomeno io”
“No Gendry, non è passato. E se ad una persona come me avessero chiesto di ucciderti e lo avesse fatto senza problemi come ho fatto io cosa farei? Se qualcuno avesse senza alcun motivo ucciso Sansa o Brann?”
“Ma non è successo”
“Ma stava per succedere!” fece un respiro profondo ed abbassò lo sguardo. “mi hanno permesso di andare via… a condizione che io uccidessi Jon”
Gendry la fissò. “Tu però non lo hai fatto”
“Per un soffio, non mi va di parlarne comunque, muoviamoci” spronò il cavallo per andare più veloce.
 
Come previsto arrivarono verso sera alla barriera, era molto più alta di quanto Arya ricordasse e, senza alcun dubbio, molto più fredda. Considerando che era estate la ragazza non poté fare a meno di chiedersi come fosse stata durante l’inverno. Il tizio che andò a parlare con loro non era lo stesso dell’ultima volta, ma non importava molto in quel momento. Non si prese neppure l’impegno di mentire, sbuffò ed iniziò a parlare, annoiata. “Sono Arya Stark, di Grande inverno e lui è Gendry Baratheon, il legittimo re dei sette regni. Siamo qui per vedere Jon Snow, il primo Lord Comandante, dov’è?”
Il guardiano, fin troppo fragile per Arya, si agitò subito al suono di quelle parole, ma più che altro l’espressione sul suo viso era… stranita, non stupita. “Jon Snow ancora non è tornato alla barriera, l’ultimo messaggio che abbiamo ricevuto diceva che sarebbe tornato al più presto, ma ancora non è qui” Arya sgranò gli occhi e fissò prima il guardiano, poi Gendry. “comunque suppongo che abbiate freddo e che siate affamati, venite con me”
La ragazza non si mosse di un millimetro, ma Gendry le afferrò un braccio e la trascinò dentro la stanza con il camino, dove tutti si riunivano per mangiare, ma in quel momento non c’era nessuno. Entrambi si mossero verso il fuoco e si sentirono subito meglio.
L’uomo si allontanò e Gendry subito fissò Arya. “Stava mentendo?”
“No” rispose lei, quasi meccanicamente, non stava facendo trasparire dalla voce alcuna emozione, ma era evidente che fosse parecchio sconvolta ed agitata.
“Dove può essere se non qui?”
“Non lo so”
“Forse semplicemente non è ancora arrivato, insomma, hai seminato persino Nymeria” Gendry sembrava tentare aggrapparsi all’impossibile.
“Non l’ho seminata, ha sentito dei rumori e si è allontanata da sola, sarà qui entro domani”
“Probabile”
“Jon doveva essere qui! Non ci sono altri posti in cui potrebbe andare!”
“Forse aveva un’altra destinazione prima di questa e sarà qui tra qualche giorno”
“No, me lo avrebbe detto ieri sera”
“Come lo sai?”
“Mi ha detto che doveva andare alla barriera e non era una bugia Gendry! Doveva essere qui, ero sicura che fosse qui”
“Perché non chiediamo agli altri Lord comandanti? Magari loro hanno altre informazioni, forse hanno ricevuto altri messaggi di cui noi non sappiamo niente”
Arya sospirò e continuò a fissare il fuoco, poi, istintivamente, si portò una mano verso Ago. “Si, hai ragione, forse è una buona idea”
Gendry le prese di nuovo il braccio. “Andiamo milady, sicuramente sarà qui prima ancora che tu te ne accorga” tentò di strapparle un sorriso ma lei invece lo fissò.
Poi, all’improvviso, sorrise, gli afferrò il viso e gli diede un bacio a stampo, staccandosi subito. “Gendry sei un genio!” gli urlò continuando a guardarlo negli occhi.
“Cosa?” sembrava alquanto stordito.
“Ho capito dov’è mio fratello! Sei un genio! Vieni con me” gli afferrò il braccio ed iniziò a trascinarlo fuori.
“Dove dovremmo andare?”
“Da un altro guardiano, Samwell Tarly più precisamente”

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Gendry tentava da dieci minuti di tenere il passo di Arya, ma era particolarmente difficile anche se lei lo trascinava. Sapeva che non era il momento di fare domande ma… era un po’ difficile anche quello. “Arya, fermati un attimo” lei continuò a camminare/correre finche Gendry non strattonò via il braccio. “Cazzo Gendry non è il momento per parlare, devo trovare Sam” si girò infuriata la ragazza.
“Perché?”
“Era il migliore amico di Jon, se lui è passato di qui Sam lo sa”
“Abbiamo già chiarito che non è passato di qui, quello non mentiva, lo hai detto tu stessa”
“No, abbiamo chiesto ad un uomo dov’è il primo lord comandante e lui ha detto che non lo ha visto, non era una bugia, perché Jon non si è fatto vedere da lui, semplicemente dobbiamo trovare qualcuno che sicuramente lo ha visto se è stato qui e quel qualcuno è Sam”
“E tu lo hai capito…”
“Prima mi hai detto ‘sarà qui prima che tu te ne accorga’ così mi sono chiesta: e se in realtà quell’uomo non se ne fosse accorto? Forse Jon è qui, ma sperava…”
“Che sentendo che non c’era saresti tornata indietro. Tuo fratello ti ha davvero sottovalutata” Gendry sorrise ed Arya si ritrovò subito a ricambiare, quasi istintivamente. “Come se tu non lo avessi fatto, ora posso continuare a correre per trovar…” si fermò improvvisamente vedendo qualcuno dietro Gendry. “Samwell!” l’uomo particolarmente in sovrappeso si girò, ma appena vide chi aveva davanti cambiò direzione ed iniziò a ‘correre’ via, per quanto potesse con quella pancia. Arya alzò gli occhi al cielo ed in un paio di secondi lo raggiunse, seguita da Gendry naturalmente, poi si piazzò davanti a lui e sorrise. “Andavi da qualche parte Sam?”
“Beh, devo andare al bagno”
Gendry rimase impassibile e guardò Arya. “Persino io mi sono accorto che sta mentendo”
“Beh, in effetti non devo andare in bagno, ma ad accendere il camino”
Arya all’improvviso si sentì piena di rabbia, lo afferrò per il collo e lo sbattè contro il muro. “Ascoltami bene, non sono affatto in vena di giocare, dimmi immediatamente dov’è mio fratello! Sei il suo attendente, nonché suo amico, non muoverebbe un passo senza dirtelo”
“Parli di Jon Snow? Guarda che non è ancora alla barriera, non è venuto, non c’è”
“Menti davvero uno schifo. Sai una cosa, non do pugni da troppo tempo, credo che se non apri subito la bocca ti rompo la mascella” sembrava stare per ringhiare.
“Non riuscirai a farmi parlare. Jon mi aveva avvisato che saresti arrivata Arya”
Lei si avvicinò a lui con uno sguardo davvero furioso. “Dimmi immediatamente dov’è mio fratello oppure ti giuro che…”
“Arya” Gendry le mise una mano sulla spalla. “per favore calmati, lascia fare a me”
“Devo sapere dov’è, devo saperlo” improvvisamente non sembrò più arrabbiata, più che altro sull’orlo di una crisi di panico.
“Calmati” ripetè lui e poi la fece allontanare, avvicinandosi a Sam. “Ascoltami bene, sappiamo che avete un problema estranei e sappiamo anche che Jon è venuto qui per aiutarvi, ora però lui ha bisogno della sorella, va bene? Arya deve sapere se Jon è qui”
“Non posso dirvi dov’è, io… io gliel’ho promesso”
“Ascoltami brutto…” Arya si avvicinò di nuovo ma Gendry e bloccò la via mettendole un braccio davanti sl viso. “Milady, ho detto che ci penso io, sei troppo agitata. Ascoltami Tarly, lo sai perché la mia.. amica è così agitata? Suo fratello sta per andare incontro alla morte, lei lo deve vedere e deve salvargli la vita. Vuoi essere tu il responsabile della sua morte?”
Lui deglutì, sembrava quasi convinto. “Lui…” si bloccò subito, poi prima abbassando lo sguardo e poi iniziò a guardarsi intorno, sperando che qualcuno ucisse all’improvviso da qualche parte per aiutarlo.
“Continua a parlare, dobbiamo aiutarlo” Gendry era davvero convincente.
“Jon… è partito circa un’ora fa”
“Partito per dove?” urlò Arya, senza riuscire a trattenersi.
“Lui è andato a nord, da poco uno dei lord comandanti ha inviato una decina di uomini verso il popolo libero per chiedere una temporanea pace e un aiuto per sconfiggere gli estranei, Jon in passato ha avuto rapporti con il re oltre la barriera e spera di essere d’aiuto. Lo so solo io, nessuno sa che è tornato”
“Il popolo libero?”
“Sono migliaia di uomini e donne che vivono oltre la barriera, sono diminuiti drasticamente con l’ultimo inverno ma ne saranno sopravvissuti come minimo cinquecento, anche di più. Oltre la barriera si trova anche l’ossidiana che è l’unica arma in grado di uccidere un estraneo a parte il fuoco e noi speriamo che ne abbiamo un po’ per forgiare delle spade, per ora ne abbiamo solo poco più di dieci”
“Perché gli hai permesso di andare?”
“Te l’ho detto, ha già avuto rapporti con quel popolo e non è morto, è il più qualificato per convincerli ad aiutarci e solo i sette dei sanno quanto aiuto ci serve”
“Perché gli estranei stanno tornando adesso?”
“Non lo sappiamo, nessuno lo sa”
“Ho sentito abbastanza, Gendry, dobbiamo prendere i cavalli più veloci che ci sono, possiamo raggiungerlo se è partito così poco tempo fa”
“Venite con me” Sam li portò subito alle scuderie e gli diede due cavalli che sembravano parecchio resistenti. Arya voleva anche una spada in ossidiana, ma si rifiutarono di dargliela e si arrangiò con Ago.

Appena oltre la barriera iniziarono a spronare gli animali per andare più veloci sapendo che, con quel freddo, Jon doveva essersi accampato da qualche parte. Nymeria li avrebbe raggiunti secondo Arya e non si preoccupò.
Sam aveva detto loro dove dirigersi per andare verso il popolo libero, quindi teoricamente dovevano solo continuare verso quella direzione e lo avrebbero raggiunto.
Gendry dopo un paio d’ore iniziò a disperarsi, ma Arya, proprio quando stava per cedere, vide del fumo provenire da dietro alcune rocce, scese dal cavallo sapendo quanto sarebbe stato difficile proseguire con quello ed iniziò a correre verso quella direzione, lasciando indietro Gendry.
Appena fu abbastanza vicina prese arco e frecce pronta ad uccidere chiunque fosse stato li, quindi si può solo immaginare quanto si sentì sollevata, nonché felice, di vedere qualcuno vestito interamente di nero. Gettò le armi a terra e saltò in braccio a suo fratello. Lui sembrava più scosso che felice. “Cosa diamine ci fai oltre la barriera Arya? da sola per lo più!”
“Non sono sola, c’è Gendry, ma non sa tenere il passo”
“Non avete neppure qualcosa per difendervi dagli estranei!”
“Il tuo amico si è rifiutato di darci le lame in ossidiana sperando che ci convincessimo a rimanere li”
“Arya, sono serio. Che cazzo ti è saltato in mente?”
“Che cazzo mi è saltato in mente?” la ragazza si alzò in piedi continuando a fissarlo negli occhi, poi iniziò ad urlare come se fosse la cosa più normale del mondo. “CHE CAZZO È  SALTATO IN MENTE A TE! SEI UN IDIOTA! SIAMO INSIEME IN QUESTA STORIA JON! SIAMO FRATELLI! NON DEVI PENSARE MAI PIÙ IN VITA TUA DI LASCIARMI INDIETRO!” la ragazza prese della neve da terra ed iniziò a colpirlo.
“Arya, smettila di urlare, qualcuno potrebbe sentirti”
“Jon, tu non mi avresti mai abbandonata, come puoi pensare che io abbandonerei te? E poi davvero? Hai rivelato il tuo piano a Sam? Sapevi che non avrebbe retto!” stava per scoppiare in un pianto isterico.
Jon fece un respiro profondo. “Arya, io non ti volevo abbandonare”
“Tutto bene milady?” Gendry fece capitolino da dietro le rocce. “oh, eri tu, Arya pensava fosse un bruto, contento che stai bene Jon” sicuramente li aveva sentiti urlare, ma voleva aiutarli a calmarsi.
“Altrettanto Gendry, chi hai lasciato sul trono?”
“Non è il momento” esplose Arya. “Cosa stavi dicendo? Non mi hai abbandonata? E tu come lo definisci il fingere che vada tutto bene per poi sparire per andare a combattere una guerra senza aspettarmi?”
“Salvarti la vita, lo chiamo salvarti la vita Arya. Non volevo altro”
“Non mi succederà niente, io so difendermi”
Jon fece un lungo sospiro e si avvicinò al fuoco iniziando a fissarlo. “Arya, dopo che sono venuto qui anni fa per entrare nei guardiani sono stato mandato oltre la barriera, li ho incontrato una persona, una ragazza” si fermò qualche istante, come se gli servisse del coraggio per continuare a parlare. “lei era davvero perfetta, una bruta, aveva i denti storti ma bianchi, stranamente la cosa non mi infastidiva ed era baciata dal fuoco, cioè con i capelli rossi, è un simbolo di fortuna” alzò lo sguardo per guardarla. “si chiamava Ygritte e mi sono innamorato di lei. Mi ricordava te, sai? Era una ribelle e si comportava da menefreghista con tutti quanti. Quando me ne andai per tornare dai corvi lei attaccò la barriera con gli altri bruti.
“L’ultima volta che l’ho vista mi stava puntando una freccia contro, non la scoccava però, anche lei mi amava, non riusciva ad uccidermi. Anche lei era in grado di difendersi sorellina, non immagini nemmeno quanto fosse abile, ma un ragazzino di dieci anni l’ha uccisa con una freccia. La donna che amavo è morta tra le mie braccia. Non posso rischiare che succeda la stessa cosa a te. Semplicemente non posso, ho perso troppe persone”
Seguirono vari minuti di silenzio in cui si sentiva solamente lo scoppiettare delle fiamme. Poi Arya si accovacciò, sedendosi accanto al fratello e lo guardò. “Non ho mai sentito questa storia”
“Non ho mai avuto motivo di raccontartela sorellina”
Arya appoggiò la testa sulla spalla del fratello. “Mi dispiace per lei, davvero, però ora ascoltami tu. Ho visto metà della mia famiglia morire Jon, ho creduto che anche Brann e Rickon fossero morti per anni, ogni volta che pensavo a casa pensavo anche che Grande Inverno era bruciata ed a quel punto ero convinta che il solo posto dove potevo andare era la barriera, dov’eri anche tu” si sollevò per guardarlo. “non permetterò che tu muoia e non morirò io. Inoltre c’è il milord qui presente a proteggermi, quindi non ci sono problemi” tirò un sorriso e fece cenno a Gendry di sedersi vicino a loro.
“Arya… se ti succedesse qualcosa?”
“E se succedesse a te?”
Jon sorrise. “Sono un guardiano, sono pronto a morire se necessario”
“Ed io sono una sorella, anch’io sono pronta a morire, quindi dicci, qual è il piano?”

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Jon riferì agli atri due solamente che per il momento progettava di incontrare Mance Rayder, quindi dovevano procedere verso nord ancora per una giornata, poi… boh, non avevano ancora progetti se non quello di convincerli ad aiutarli.
Ad organizzare piani sembrava davvero peggio di Arya e ce ne voleva davvero per superarla.
Il guardiano per fortuna non fece alcuna domanda sullo… ‘strano’ comportamento dei ragazzi e, quando li svegliò la mattina dopo, vedendoli praticamente incollati, fece finta di niente come loro. Non che Arya si vergognasse di Gendry ma… beh, Jon era pur sempre il fratello.
Prima di incamminarsi diretti verso nord Arya andò a cercare i cavalli usati il giorno prima ma non li trovò, così concluse che erano tornati indietro spinti dal freddo, a differenza di Nymeria e Spettro che erano spariti per la notte riapparendo appena aprirono gli occhi quella mattina come se in realtà non si fossero mai allontanati.
Anche se, in effetti, per Arya era così considerando che l’aveva sognata vedendo che era semplicemente andata a caccia con l’altro meta-lupo tutta la notte.
“Jon, sei sicuro che Mance ci aiuterà?” chiese Gendry mentre spegneva il fuoco.
“No, affatto, comunque il popolo libero fa solo ciò che vuole quindi dobbiamo convincerli che gli estranei sono un pericolo anche per loro”
“Ed infatti è così” si intromise la sorella. “giusto?”
“Si, ma in passato, come vi ho già detto, i guardiani ed il popolo libero hanno combattuto, potrebbero decidere di non aiutarci solo per questo”
“L’orgoglio è una brutta bestia” Gendry non sapeva se mettersi a ridere.
“Già, comunque è meglio andare, il popolo si è avvicinato alla barriera per l’inverno quindi credo che li raggiungeremo entro sera”
Arya si girò improvvisamente. “Oppure loro troveranno noi” sussurrò. Si avvicinò a Jon e lo spinse via un secondo prima che una freccia lo colpisse, quella si andò a conficcare nella neve, mentre Jon era a terra e Gendry cercava di capire chi avesse attaccato, la ragazza prese l’arco che era a terra e una freccia dalla sua faretra e si girò scoccando e colpendo qualcuno alla gamba.
Jon e Gendry un secondo dopo cacciarono le spade ma non uscì più nessuno da dietro le rocce.
Arya si avvicinò all’uomo e lo fece cadere a terra. “Jon, è normale che i bruti mandino pattuglie?”
“Non da sole, ce ne devono essere altre nei dintorni” continuò a guardarsi intorno.
Il bruto iniziò a ridere ed Arya gli tolse il cappuccio. Un semplice uomo non esageratamente muscoloso ma con un po’ troppi capelli ed un po’ troppa barba nera. “Forse, o forse sono da solo, chi lo sa”
Arya gli sorrise in risposta. “Gendry, io farei attenzione alle spalle se fossi in te” Il ragazzo si girò bloccando l’attacco di un altro uomo del popolo libero con una spada e disarmandolo in pochi minuti con la sua spada. “non ucciderlo” continuò Arya senza però distogliere lo sguardo dal primo bruto.
“Sai, dovresti dare un occhiata a questa” disse Jon prendendo l’arma dal secondo uomo. Arya levò le frecce e l’arco al primo e si avvicinò al fratello. Poi sgranò gli occhi e prese la spada mentre il primo era ancora sotto minaccia, ma di Jon. “Per il Dio dai Mille volti. Questa è una spada in ossidiana. Quante ne avete?” anche il secondo si mise a ridere.
Arya lo voleva colpire per l’arroganza che stava dimostrando ma Gendry la bloccò. “Più ne uccidiamo meno possibilità abbiamo di farcela. Incontriamo tu sai chi e ce lo faremo dire da lui”
“State cercando Mance?” riprese il primo uomo.
“Mah, forse o forse no. Jon, leghiamoli e andiamocene portandoli con noi, ci uccideranno altrimenti”
“Mance non è verso nord”
“Come?” chiesero questi tutti contemporaneamente.
“Dovete andare verso nord-est o non lo troverete”
Arya si avvicinò con una freccia e gliela puntò alla gola. “E perché ce lo dici?”
“Detesto essere in debito di vita, ora che vi ho aiutato invece mi basterà un’arma e vi…”
“Si si, ci ucciderai, l’ho già sentito. Arya, ha mentito?”
“No, ha detto la verità, andiamo verso nord-est”

Come previsto viaggiarono per tutta la giornata con quei due che non sembravano intenzionati ad opporsi.
“Arya” al tramonto Gendry iniziò a sembrare preoccupato. “perché ho la sensazione che qualcuno ci segua?”
“Forse perché ci segue sempre qualcuno?” rispose sarcastica. “comunque non preoccuparti”
“Sbaglio o non hai risposto alla mia domanda?”
“Sono fatta così, ricordi”
“Eccoci” Jon vide in lontananza un accampamento ed interruppe quella conversazione.
“Quanti credi che siano?” chiese Gendry.
“Per il nostro bene spero molti, comunque dubito che siano tutti nella stessa zona, qui ce ne saranno circa…”
Non ebbe il tempo di finire la frase che il popolo libero li circondò, erano stati velocissimi e fin toppo silenziosi per i gusti di Arya, ma comunque lei sapeva che se c’era Mance non li avrebbero uccisi, non senza un suo ordine, così lasciò le corde di uno dei prigionieri, imitata da Jon che liberò il secondo, permettendogli di allontanarsi.
Un uomo pochi secondi dopo uscì da una delle tende di quell’accampamento e scoppiò a ridere. “Jon Snow? Da quanto tempo non ti vedo?”
“Molti anni Mance, sappi subito che non sono qui per dichiarare guerra, anche perché siamo solo in tre come tu stesso noterai”
“E quali sarebbero le vostre intenzioni?” l’uomo mantenne quel sorriso da idiota che fece venir voglia a Gendry di rompergli i denti con un pugno.
Jon non mosse un muscolo invece, sembrava abbastanza rilassato, Arya capì che conosceva le mosse del re oltre la barriera. “Di solito noi discutevamo davanti un bicchiere di alcool, no?”
Mance scoppiò a ridere di nuovo, Arya e Gendry rimasero immobili. “Quando hai ragione hai ragione, posate le armi e seguitemi”
Jon gettò a terra la spada, Gendry fece lo stesso ed Arya li imitò posando frecce e coltello. “Anche la spada ragazzina”
“Che diamine perché adesso tutti riconoscono che sono una ragazza?” chiese lei rivolta a Gendry, fregandosene degli altri. “Non ti tagli i capelli da mesi milady”
“Giusto, comunque non mi separo da Ago” si rivolse di nuovo a Rayder.
Jon non poté fare a meno di sorridere sentendo quelle parole, ma Mance non la pensava allo stesso modo. “Io invece credo che se non vuoi morire la poserai qui”
“Era una minaccia?”
“Si”
Arya sbuffò. “Perché non l’hai detto subito allora?” mise con delicatezza la spada a terra. “come faccio a sapere che la riavrò?”
“Non non rubiamo, non ne abbiamo bisogno”
Mance entrò nella tenda ed i tre li seguirono. “Un bel tipetto la ragazzina, chi è?”
“Mia sorella” Jon non aveva bisogno di mentire.
“Mi ricorda molto quella tipa, quella di cui ti eri invaghito e che poi è morta, com’era che si chiamava?” un uomo portò dei bicchieri pieni di chissà cosa, ma Jon e Manse lo buttarono giù senza problemi ed Arya e Gendry, anche se titubanti, fecero lo stesso bruciandosi la gola.
“Non sono qui per parlare di Ygritte” continuò Jon.
“Sarebbe la prima volta, l’hai notato? Comunque, quest’altro invece chi è?”
“Si chiama Gendry Waters, non devi sapere altro, dove sono gli altri guardiani?”
“Altri guardiani? Intendi altri guardiani della notte”
“Non sono l’unico ad essere venuto da te”
Lui si mise a ridere, di nuovo. “Beh, direi che hanno sbagliato strada. Perché sei venuto qui Snow?”
“Mi serve il tuo aiuto”
Lui lo fissò. “Questa si che è divertente”
“Strano, perché è la prima volta che non ti metti a ridere” sorrise Arya.
“Calmati milady, non mi va di morire oggi” Gendry le mise una mano sulla spalla.
“Perché ti serve il mio aiuto?” la ignorò Mance.
“Gli estranei, se continuano così sono convinto che prima di un mese attaccheranno tutti insieme la barriera, non sappiamo quanti sono, ma di sicuro molti, non abbiamo lame di ossidiana se non una decina o poco più e ci limitiamo a circa cinquecento uomini, non abbiamo possibilità”
“Mentre noi invece abbiamo circa mille spade in ossidiana e circa dieci volte i vostri soldati, escludendo i giganti, naturalmente” Arya e Gendry sgranarono gli occhi nel sentire quei numeri. “però gli estranei possono essere molti più di seimila”
“Sicuramente sono molti più di seimila”
“Si, ma non sono abili combattenti”
“Perché chiedete il nostro aiuto? Dovete essere disperati”
“Non c’è solo la nostra vita in gioco, uccideranno migliaia di persone se superano la barriera”
“Non tentare di muovermi sulla pietà. Noi che ci guadagniamo?”
“Voi che cosa volete?” chiese Gendry.
Mance sorrise. “Credo che potremmo accettare se ci faceste superare la barriera e vivere nei sette regni”
“Cosa?”
“Il popolo libero è stato per troppo tempo oltre questa barriera solo perché voi l’avete costruita reclamando tutto ciò a sud di essa, se volete il nostro aiuto questo è il prezzo Jon Snow”
Un uomo si avvicinò e sussurrò qualcosa all’orecchio di Mance prima che Jon potesse rispondere. “vi concedo qualche minuto per riflettere, chiama altri cinque uomini e controllali” disse all’uomo.
“Cinque?”
“Se sono tutti come Snow cinque è il minimo” uscì dalla tenda lasciando quei tre da soli, abbastanza lontani da quelle specie di guardie per parlare in privato, ma abbastanza vicini da impedirgli la fuga in caso d’emergenza.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Appena Mance fu fuori dalla sua tenda Arya si girò verso il fratello. “Jon, tu sei l’unico ad aver avuto a che fare con il popolo libero, cosa succederebbe se oltrepassassero la barriera?”
“Beh, diciamo che è il popolo libero, non credo che accetterebbero di rispettare le regole, non se credono siano sbagliate” disse il fratello dopo qualche secondo di meditazione.
“Quindi se qualcuno tentasse di ordinargli qualcosa loro potrebbero fargli del male o anche ucciderlo? Vorrei ricordarti che la persona che da ordini è Gendry e spero vivamente che lui non muoia o ucciderò te”
“Possibile, credo che dovrei parlarne con Mance, ma per ora gli estranei sono il problema maggiore quindi dobbiamo scendere a compromessi, ma non rischieremo la vita del tuo lord, rilassati su questo” tentò di sdrammatizzare, ma era parecchio difficile quando si parlava di morti.
“Non parlate così della mia vita, vi imploro” si intromise Gendry e poi si rivolse a Jon. “Credi che non ci tradirà se accettassimo il suo aiuto?”
“Ad essere sincero mi sembrerebbe strano  se non lo facesse. Credo che serbi rancore verso di me, almeno da quello che ho visto”
“A me sembra che lo nasconda bene però”
“Sentite, non so quali sono i suoi piani, ma con le perdite di questo inverno quando arriverà il prossimo vorrà sicuramente assicurarsi di essere a sud della barriera o morirà anche lui”
“Per i Sette Dei. Non credo sia possibile che da quando sono il re le persone non fanno che morire”
Arya gli diede una gomitata. “Pensa a Joffrey e renditi conto di che re migliore sei rispetto a lui o rispetto a un bambino comandato da Cersei Lannister, comunque non è questo il punto. La decisione spetta a te. Te la senti di avere il popolo libero nei sette regni?”
Gendry abbassò lo sguardo e sospirò. “Voglio parlare con Mance, giusto per… chiarire un paio di cose, credo che sia la cosa migliore”
Arya annuì e rimasero in silenzio finchè Mance non tornò . “Avete deciso?” sembrava più serio rispetto a prima. Gendry lo guardò. “Mance, nel momento in cui supererai la barriera entrerai nei sette regni. Tutti i popoli dei sette regni sono sottomessi al re. A me. Anche tu sei disposto a sottometterti?”
“Tu saresti il re? non me lo aspettavo a dire il vero, credevo fosse Rickon Baratheon a comandare, comunque credo anche che siate voi a dover raggiungere un compromesso, vi serve il nostro aiuto se non sbaglio, da soli non riuscirete a sconfiggere quei mostri”
“Gli estranei sono un problema per il mio popolo tanto quanto per il tuo fino a prova contraria. Prima di arrivare nei sette regni credo che morireste anche voi”
Arya dovette mordersi le labbra per non sorridere vedendo Mance leggermente a disagio dopo quella frase. Doveva ricordarsi di dire a Gendry che era molto più in gamba di quanto credesse.
Il re oltre la barriera poi sogghignò e si fece portare un bicchiere di chissà cosa. “Al popolo libero non piace ricevere ordini”
“Prende ordini da te però”
“Mi conoscono e mi hanno scelto loro come capo, è ben diverso”
“Se volete superare la barriera e collaborare per sconfiggere gli estranei questa è la condizione”
Lui era titubante e dovette stringere i denti. “Bene, ne parlerò con il popolo”
“Ci servono anche le vostre spade di ossidiana e bisogna produrre più frecce che potete”
“Sono io che decido qui. Sono io il re oltre la barriera”
“Oltre la barriera, hai detto bene, quando arriveremo alla barriera al contrario comanderò io, spero che tu sappia adattarti” continuò Jon.
Mance sembrava parecchio irritato, non sapeva cosa rispondere ed uscì. Gendry sembrò rilassarsi ed Arya gli sorrise. “Milord, prova di nuovo a criticare te stesso o il tuo modo di comandare e ti giuro che ti farò del male” lui rispose subito al suo sorriso. “Promesso milady”.
Jon tossì e Arya distolse lo sguardo da Gendry. “Direi che è andata bene, ora dovremmo tornare alla barriera?”
“Si, ma non sono sicuro che andrà tutto come previsto. Credo si sia arreso troppo facilmente per essere uno del popolo libero, c’è qualcosa sotto”
Gendry stava per scoppiare a ridere. “Già, sembra che per noi sia sempre tutto troppo facile”
“Io vado a parlare con Mance, di nuovo, e poi torniamo alla barriera” disse Jon. ”per favore, non fatevi trovare incollati quando tornerò” appena uscì dalla tenda Gendry si fece rosso fino alla punta dei capelli e Arya scoppiò a ridere. “Ti ho mai detto che adoro mio fratello? Cioè, è un idiota, ma lo adoro”
“Ed io ti ho mai detto che lui probabilmente mi odia?”
“Cosa?” la ragazza continuava a ridere.
“Si, fammi pensare, una volta mi accusò di avere una cotta per te ed io rischiai di soffocare con l’acqua, un’altra volta abbiamo combattuto, tu non c’eri, e, anche dopo che avevamo deciso che era patta, mi ha fatto lo sgambetto, poi…”
“Ti accusò di cosa? Scherzi?”
“No, direi di no, non mi sono mai sentito così in imbarazzo come in quel momento, tranne adesso, si intende. Comunque mi odia, fidati”
“Gendry, mio fratello ti adora, fidati. Ti avrebbe ucciso nel momento in cui ci ha visti insieme altrimenti”
“Ci ha visti insieme?”
“No, ma è mio fratello, se non glielo ha spifferato Sansa fidati che lo ha capito da solo”
“Ora ho davvero paura”
“Pensa quando gli dovrai dire che siamo insie…” chiuse la bocca ed abbassò lo sguardo, ma vide subito Gendry che sogghignava. “Quindi stiamo insieme milady?”
Arya gli diede una gomitata e subito dopo Jon tornò. A quel punto fu il turno della ragazza di sogghignare vedendo di nuovo Gendry in imbarazzo. Jon finse di non notate quel dettaglio e si rivolse ad Arya invece che al ragazzo. “Bene, Mance ha detto che dobbiamo andare alla barriera per spiegare che verranno anche loro, così… non li uccideranno a vista, quindi partiamo subito”
“Scherzi? Siamo appena arrivati e non abbiamo neppure mangiato niente per tutto il giorni! Rischiamo di morirci qui e ci vorranno almeno due giorni per tornare alla barriera, dobbiamo assolutamente riposarci un po’”
“Cacceremo qualcosa, voglio rimanere qui il meno possibile, non mi fido del popolo libero, probabilmente ci uccideranno nel sonno se rimaniamo, mi hanno già dato dell’ossidiana però, quella che ancora non è stata usata per le spade, così le fabbricheremo noi appena tornati alla barriera, basta che ci muoviamo”
Arya accennò un sorriso di assenso. “Sei tu l’esperto, mi fido”
Da mangiare trovarono cose davvero misere, ma abbastanza per sopravvivere. Sia Gendry sia Arya avrebbero voluto urlare contro Jon, ma si limitarono ad arrangiarsi finchè non arrivarono alla barriera, dove non fecero altro che ingozzarsi di agnello.
 
Per fortuna qualche ora dopo l’arrivo alla barriera però la giornata migliorò: Arya stava camminando insieme a Gendry accanto la zona dell’allenamento dopo uno dei loro vari scontri (finito in parità, di nuovo) e vide qualcuno cadere con il culo a terra.
La ragazza iniziò a fissarlo e sgranò gli occhi. “Milord. Quello non è Ditocorto vero?”
“Per i Sette Dei. Si, è lui, credevo se la cavasse meglio con la spada” appena lo disse Ditocorto ricadde a terra.
Arya si mise a ridere ma tornò seria dopo pochi minuti. “Lo devo uccidere” fece subito per incamminarsi ma, naturalmente, Gendry la bloccò. “Lo hai costretto ad unirsi ai guardiani, accontentati. Perché non vai ad inviare un messaggio ai tuoi fratelli invece? Non li senti da una settimana, più o meno”
“Stai tentando di manipolarmi Gendry?”
“Non ci riuscirei e lo sappiamo entrambi”
“Non so se anche questa è parte della manipolazione, ma si, hai ragione, comunque non voglio inviare messaggi a Sansa o comincerà a fare domande in un altro messaggio in risposta. Piuttosto, tra quanto credi che arriveranno? Il popolo libero intendo”
“Presto suppo… che diamine succede?” Gendry le prese un braccio ed iniziò a correre verso Jon, che sembrava particolarmente agitato. “Che succede?”
Il corvo diede un ordine a qualcuno e si girò verso di loro. “Non è il momento di parlare, il punto è che ci sono gli estranei e noi siamo pochissimi siccome il popolo libero non è ancora arrivato. Andate a prendere le frecce e trovate un metodo per portare qui tutto il fuoco che potete. Siamo sotto attacco” Jon si girò ed iniziò ad impartire ordini, Gendry ed Arya si fissarono e poi iniziarono a correre verso il deposito, dov’erano tutte le armi.
Gendry prese le spade ed Arya le frecce. “Gendry, io porto le frecce agli arcieri e mi unisco a loro. Tu corri a fabbricare lame d’ossidiana, sei ancora in grado di fare il fabbro vero? O ti sei montato la testa da quando sei re? Quando hai finito raggiungici, non so quanti ne uccideremo con le frecce, che non sono così tante inoltre”
“Va bene. Arya…”
Lei sorrise e lo guardò. “Anch’io” afferrò una lama in grado di uccidere quei demoni e corse dagli arcieri.
Quando li raggiunse riuscì a vedere, oltre la barriera, una distesa di esseri di cui aveva sempre sentito parlare ma che non aveva mai pensato avrebbe visto ctavano camminando verso di loro. Era evidente che fossero morti, ma la cosa che davvero faceva rabbrividire non era quel dettaglio, ma erano gli occhi. Di un azzurro quasi glaciale.
La maggior parte degli estranei erano nascosti nella boscaglia, ma era comunque evidente che fossero migliaia. “Crediamo che siano almeno 50.000” disse uno dei guardiani alla sua destra. Lei gli passò alcune frecce e prese il suo arco.
“Così pochi?” Diede fuoco ad una freccia ed alzò lo sguardo, iniziando a pensare alle parole di Syrio Forel.
‘Che cosa diciamo al Dio della morte?’
Iniziò a pensare a Brann, a Rickon, a Sansa, a Jon ed infine a Gendry.
Stranamente era la prima volta che aveva realmente paura e non sapeva dire se era per il fatto che fossero mostri o per il fatto che era la prima volta che si rendeva conto solo allora di poter perdere quelle persone, ma aveva paura.
Durante la prima guerra per riprendere il trono non aveva combattuto molto, nonostante avessero vinto soprattutto per merito suo e lo stesso valeva per la seconda guerra.
Effettivamente era la prima volta che partecipava attivamente.
“Non oggi” sussurrò tra se e se.
Poi scoccò una freccia colpendo uno degli estranei, pensando che più ne colpiva, meno avevano la possibilità di colpire Jon o Gendry.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Ogni singola freccia che Arya tirava sembrava uccidere uno di quei mostri. La ragazza colpiva esattamente dove, teoricamente, era il cuore, ma non ci volle molto prima che finisse le munizioni, per rendersi poi conto di quanto gli altri arcieri fossero inesperti o, almeno, non bravi quanto lei.
Arya iniziò a disperarsi per poi andarsene dalla postazione per cercare il fratello.
Quando lo trovò si rese conto di non averlo mai visto così serio, presto inoltre gli estranei avrebbero raggiunto la barriera. Allora sarebbero iniziati i veri problemi.
Arya corse verso il lord comandante. “Jon, cosa possiamo fare?”
“Il popolo libero li sta attaccando da dietro, dobbiamo continuare a resistere”
“Come fai a saperlo?”
“Non è importante adesso, abbiamo il loro aiuto”
“Ma anche con loro non sconfiggeremo gli estranei! Sono troppi!”
“Dobbiamo comunque resistere il più a lungo possibile. Procurati una lama in ossidiana per difenderti, questa è la mia priorità adesso”
Arya sorrise sentendolo preoccuparsi. “Già fatto”
Jon non ricambiò quel sorriso. “Trova il fuoco Arya, è la nostra unica possibilità, più ne abbiamo più è possibile vincere. Le lame in ossidiana non sono abbastanza ed anche le frecce sono pochissime ma sei li bruciassimo… avremmo una possibilità”
“Va bene, tu cosa farai?”
“Sto organizzando gli attacchi, quando gli estranei entreranno poi combatterò”
Arya prima ancora di rendersene conto gli saltò al collo come quando era piccola. “Buona fortuna” gli sussurrò all’orecchio, prima di staccarsi per andare a cercare qualsiasi cosa di infiammabile.

Un’ora dopo chissà come erano ancora vivi, ma gli estranei avevano iniziato a penetrare la barriera. Arya si stava preparando a superare i sette regni per la vera battaglia, ma un braccio la afferrò circa dieci secondi prima che lo facesse. Si girò pronta a sferrare un pugno a quel qualcuno finchè non incrociò gli occhi di Gendry. Si lasciò subito sfuggire un sospiro di sollievo. “Che ci fai qui milord? Hai finito l’ossidiana?”
“Arya” la chiamava con il suo nome. Brutto segno. “ho un’idea, non so se funzionerà, ma mi serve il tuo aiuto”
“A meno che il tuo piano non preveda la nostra vittoria dire solo quattro parole: ‘non è il momento’. Devo andare a combattere con gli altri”
“Devo inviare un messaggio e mi serve il corvo più veloce che c’è qui” l’aveva ignorata per caso? Okay, lo doveva uccidere.
“Cosa? Adesso? A chi?”
“Voglio chiedere aiuto a Daenerys Targaryen”
Arya sgranò gli occhi e lo fissò senza dire niente per qualche ora. “Cosa? Che cazzo stai dicendo? Solo perché tuo padre beveva non vuol dire che devi farlo anche tu razza di idiota!” gli diede uno schiaffo sulla fronte.
“Lei ha i draghi! Se non hai un modo migliore per uccidere 50.000 estranei mi sa che questa è l’unica alternativa che abbiamo” le afferrò le spalle. Aveva il tono di voce delle persone che spiegano qualcosa ai bambini.
Arya non ci cascava, mise le sue mani su quelle di Gendry e continuò a sostenere il suo sguardo. “Come fai a sapere che non tenterà di prendere il trono? Potrebbe farlo approfittando del fatto che non ci siamo e lo sai bene, non mi fiderò mai di lei”
“Se morissimo qui preferisco lei sul mio trono consapevole che ucciderà gli estranei piuttosto che sapere che quello che ormai è il mio popolo morirà. Almeno abbiamo una speranza”
“Una su un milione direi”
“Meglio di zero e tu sai benissimo che da soli non possiamo farcela”
“C’è il popolo libero ad aiutarci”
“Non ce la possiamo fare comunque, non sei stupida e lo sai. Moriranno tutti i guardiani, tuo fratello compreso Arya!”
Lei abbassò lo sguardo per un secondo. “Sei sicuro?”
“No, per niente, ma è l’unica alternativa che abbiamo”
“Va bene, vieni” Arya lo condusse in una delle torri del castello nero e Gendry subito si mise a scrivere un messaggio mentre la ragazza lo guardava. “Quando hai imparato a scrivere?”
“Non sono ignorante come credi milady, che re sarei se non lo sapessi fare?”
“Non hai risposto però”
“Ho imparato con la fratellanza, c’erano alcuni che lo sapevano fare e me lo hanno insegnato”
“Se non verrà moriremo qui” Gendry alzò gli occhi e la fissò, Arya però distolse lo sguardo e fissò fuori dalla finestra con le braccia incrociate, guardava gli estranei. “Credo di non aver mai davvero considerato questa ipotesi sai? Ma del resto di solito uccidevo una sola persona alla volta”
“Per favore non dire così, non voglio pensarci”
“Valar morghulis, l’hai dimenticato?”
Gendry si avvicinò a lei. “Non so, voleva dire ‘tutti gli uomini devono morire’, giusto?” Arya annuì. “Beh, tu non sei un uomo fino a prova contraria”
La ragazza riuscì a sorridere. “Non è difficile scambiarmi per un maschio però”
“Beh, forse. Però non sei riuscito ad ingannare me”
Lei sorrise. “Me lo ricordo, se non sbaglio tu dicesti una certa cosa”
Gendry alzò gli occhi al cielo. “No, Arya ti prego”
“Zitto, dicesti una cosa del tipo: ‘se non sei una donna tira fuori l’uccello e fatti una pisciata’, giusto?”
“Non ricordo nulla del genere milady”
“Sicuro? Strano considerando che è da allora che mi chiami milady”
“Non mi sembra che ti dia più così fastidio, mi hai tolto tutto il divertimento, lo sai?”
“Si che lo so, comunque se non mi da più fastidio è solo perché ora non lo dici più in modo… cattivo, prima mi disprezzavi per il fatto che lo ero”
“Non ti disprezzavo Arya, insomma, eri una ragazza che voleva combattere, come avrei potuto disprezzare una persona così? Più che altro mi sentivo… inferiore”
“Fortuna che hai capito che non è così” Arya improvvisamente inarcò le sopracciglia, perprìlessa. “Gendry, ancora non mi hai detto la condizione per diventare re”
Lui tornò a quella specie di banco e legò il messaggio alla zampa di un corvo indicatogli da Arya, per poi farlo volare fuori dalla finestra. “Te lo dirò domani, quindi vedi di sopravvivere se lo vuoi sapere”
La ragazza sorrise di nuovo. “Tra quanto credi che arriverà?”
“SE arriverà, credo ci metterà solo qualche ora, ricorda che ha i draghi”
“Dobbiamo tornare a combattere”
“Cosa? Che vuoi fare?”
“Superare la barriera”
“Cosa? No Arya, non puoi!”
“Si che posso e lo farò”
“No, Arya non puoi, ci sono troppi estranei!”
“Senti, se sono venuta qui era solo per aiutare mio fratello. Sei tu che non ti devi azzardare a venire a combattere”
“Ho capito, muoviamoci e vediamo di non morire” Gendry le afferrò un braccio ed uscì. Arya invece prese la spada in ossidiana. “Rickon vuole diventare cavaliere”
“Cosa?”
“Assicurati che lo diventi” lo colpì alla nuca con l’elsa.
Lo vide cadere a terra e subito lo spostò. Sapeva che sarebbe rinvenuto presto, ma sperava che fosse successo dopo l’arrivo di Danerys, se fosse arrivata naturalmente…
C’erano parecchi forse in quel piano, ma non lo avrebbe portato a morire.
Prima di uscire dalla porta lo guardò un’ultima volta. “Ti amo razza di idiota, spero che te ne ricorderai”

Vide quasi subito Jon una volta fuori, ma sapeva che se avesse atterrato anche lui tutti i soldati sarebbero scappati terrorizzati, quindi dovette resistere.
Iniziò ad uccidere un estraneo dietro l’altro per molto più di un’ora. Non faceva che girarsi per infilzarli. Era sudatissima, ricoperta di neve, infreddolita e si era anche procurata vari graffi e molto probabilmente le sarebbero presto spuntati dei lividi.
Sapeva che non avrebbe resistito a lungo e gli estranei sembravano aumentare invece che diminuire ed ogni singolo movimento della ragazza la portava ad incrociare degli occhi color ghiaccio oppure il popolo libero.
E francamente non sapeva di chi avere più paura.
Dopo un po’ Jon si avvicinò a lei e si mise ad aiutarla. “Arya! torna subito alla barriera, li sarai molto più al sicuro, uccidi quelli che arriveranno li”
“Manco morta razza di idiota, devo aiutarti qui”
“Dov’è finito il tuo ragazzo?”
Arya uccise un altro estraneo. “Sorvolerò sul nome, comunque credo che ci raggiungerà presto, se non è già qui”
“Cosa vuoi dire?”
“L’ho messo al tappeto, verrà ad aiutarmi solo per uccidermi, fidati. Come stiamo andando?”
“Ne abbiamo uccisi almeno un migliaio, ma ne sono morti almeno cento dei nostri, popolo libero compreso”
“Siamo fregati insomma? Dov’è Mance?”
“A combattere, per ora ci sta aiutando”
“Bene” Arya si separò dal fratello per aiutare un altro guardiano con un mostro. Continuò ancora per qualche minuto nonostante fosse stremata e poi vide Gendry mentre combatteva.
Voleva cogliergli incontro ma era un po’ difficile con la guerra, tentò così di urlargli, ma lui non la sentiva neppure.
Il suo mondo le crollò davvero addosso quando vide Mance che gli si avvicinava cacciando la spada.
Non poteva sentire cosa stava dicendo, ma lo vide benissimo abbassare l’arma verso di lui, muovendo le labbra in qualcosa che somigliava molto ad un ‘lunga vita al re’.

*Angolo me*
Tralasciando il fatto che ho copiato pari pari l’ultima frase dal re leone (sono patita dei film disney) posso dire che ho aggiornato presto oggi :)
Manca poco alla fine della storia quindi continuo a ringrazi ere tutti quelli che la seguono e, soprattutto, BCC, francypix e Aliss01 che mi lasciano sempre una recensione *-*-*
Vi adoro, vi vorrei tanto dedicare certi capitoli, ma poi potrebbero farvi schifo quindi mi limito a ringraziarvi così u.u
Byby CasaStark

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Avete tutti quanti presente quando nei film dicono cose come ‘mi è crollato il mondo addosso’ oppure ‘ho visto passare davanti agli occhi tutta la mia vita’? Beh, Arya Stark si sentì così. Sapeva benissimo che non era lei quella che stava per morire, ma lo avrebbe preferito.
Il mondo intorno a lei sembrò rallentare, ma nonostante questo non era in grado di pensare, non sapeva come fare per salvarle Gendry. Non poteva.
Era troppo lontano e nonostante lui se ne fosse accorto anche girandosi in meno di un millisecondo non sarebbe stato in grado di alzare la spada in tempo per difendersi.
Arya vide passare in ancor meno di un millisecondo tutto quello che aveva passato con Gendry. Le guerre, il vestito di pigne, i loro combattimenti per giocare, il loro incontro quando aveva ucciso Ilyn Paine, quando gli aveva rivelato di Nymeria e… quando lo aveva baciato con tre draghi come spettatori.
Iniziò a correre verso di lui nonostante sapesse che non ce l’avrebbe fatta in tempo. la spada di Mance continuava a muoversi verso il basso.
Poi accadde l’impossibile.
Mance lo stava per uccidere, stava per farlo, davvero. Ma allora perché all’improvviso lasciò cadere la spada accasciandosi a terra? Arya continuò a correre e saltò in braccio a Gendry spingendolo via come se rischiasse ancora la vita, sentendo anche gli occhi che le diventavano lucidi. Gendry ci mise un po’ a rendersi conto di quello che stava succedendo, ma non ricambiò l’abbraccio di Arya, anzi la fece staccare. “Milady, qui rischiamo la morte, non è il momento”
Arya uccise un estraneo e poi si avvicinò al corpo di Mance, afferrò poi la spada in ossidiana con entrambe le mani e la fece scendere sul collo di Mance. Con tutta la rabbia che aveva in corpo gli staccò di netto la testa dal collo. “Tu non torni razza di bastardo”
Dopo aver farro quel movimento la testa si spostò e lei notò qualcosa, c’era una piccola freccetta con delle piume rosse sulla nuca. Arya ignorò gli estranei e si accovacciò. Poi la prese riconoscendola e, automaticamente, portò lo sguardo sulla barriera poco distante.
Le ci volle un secondo per notare un uomo che si passava, quasi distrattamente, un dito sulla guancia.
Jaqen H’gar aveva appena pagato il suo debito.
Arya gli fece un cenno con il capo e si girò per infilzare un altro mostro, aiutata da Gendry, poi guardò di nuovo la barriera ma lui era sparito.
Dopo un’altra mezz’ora di combattimenti entrambi erano esausti, ma sembravano del tutto intenzionati a continuare, questo finchè non sentirono dei rumori però, che venivano dal cielo. Arya capì subito. “Gendry, dobbiamo nasconderci”
“Cosa?”
“I draghi, sono arrivati”
“Cosa?” ripetè. Sentirono subito altri guardiani che gridavano di nascondersi ed iniziarono a correre verso la barriera. Gli altri naturalmente conoscevano dei nascondigli anche fuori, ma loro non erano guardiani, quindi…
In pochi minuti arrivarono al cancello e si nascosero nel tunnel. Subito si sedettero sfiniti, ma Arya dopo un attimo si alzò per abbracciare di nuovo il ragazzo. “Credevo che fossi morto” stava per mettersi a singhiozzare, ma riuscì a trattenersi per qualche miracolo.
“Scherzi milady? Non ti avrei mai abbandonata, inoltre dovevo ucciderti per il fatto che mi hai messo al tappeto”
Lei si mise a ridere all’improvviso. “Dovevo farlo”
“Arya, hai fatto svenire sia me sia tuo fratello per impedirci di lottare, non puoi fare così ogni volta che siamo in pericolo di vita, lui è un lord comandante ed io sono il re, rischiare è normale, anche tu hai rischiato la vita”
“Gendry, voi prima di tutto siete parte della mia famiglia, non morirete per me”
“Allora limitiamoci a sperare che sia la nostra ultima guerra perché non ho voglia di litigare”
“Già. Stavo davvero impazzendo quando ho visto Mance che voleva ucciderti. Tu come ti sei sentito?”
“Non so spiegarlo bene, ma mi sono visto passare davanti i momenti migliori della mia vita. Non è stata una vita sprecata posso dire” sorrise.
“Avresti avuto qualche rammarico?”
“Perché fai domande così inquietanti milady?”
“Curiosità”
“Beh, forse qualcosa si”
“Ehm… potresti essere più specifico?”
“Beh, forse avrei dovuto passare più tempo con te. Mi sono perso otto anni quando mi sono unito alla fratellanza”
Arya non sapeva se sorridere o essere triste. “Beh, è anche vero che fui io a scappare via quel giorno, il mastino mi trovò e… non ci rivedemmo più”
“Già, lo ricordo bene. Sai, quando ti ho vita alla locanda, insieme a Nymeria, io non credevo ch fossi tu. Insomma, il viso era sempre lo stesso, ma ero convinto che tu fossi morta, poi però ti sei levata il mantello per combattere ed ho visto ago, non ho più avuto dubbi e ti ho aiutata a combattere”
“Io non ti ho riconosciuto, ti eri fatto crescere la barba, quando mi hai chiamata Arry però ho anche incrociato i tuoi occhi e non ho avuto dubbi”
“Contento di sapere che non mi avevi dimenticato”
Lei prese un sasso e glielo tirò addosso. “Stronzo, come puoi credere una cosa del genere? Dovevo colpirti più forte con questa spada” alzò la lama in ossidiana. “sai che non è niente male? Ben bilanciata e molto leggera, ma preferisco Ago, magari ti infilzerò con questo per ucciderti”
“Come sei esagerata”
Lei si alzò. “Gendry, pensavo a te in continuazione, soprattutto perché volevo ucciderti per avermi lasciata, lo ammetto, ma sta di fatto che ti ho pensato. Andiamo, credo ormai abbiano finito e voglio ritrovare mio fratello” gli tese la mano  e lui si alzò per seguirla.
Appena furono di nuovo fuori si ritrovarono davanti ad una distesa di morti, anche guardiani e bruti che non avevano fatto in tempo a nascondersi. Arya ci mise pochi secondi ad identificare tra quei cadaveri Ditocorto. “Era destino” le disse Gendry.
“Dovevo farlo io però” sussurrò.
“Tua sorella non ti avrebbe perdnata”
“Anche lei ha avuto un ruolo nella mortedi mio padre, non la ho uccisa e dovrebbe farmi una statua solo per questo”
“Cosa vuoi dire?”
“Esattamente quello che ho detto”
“Non glielo hai detto però”
“Ne ho intenzione di farlo. Ne morirebbe, comunque lei si è pentita parecchio, Ditocorto no”
Anche altri guardiani erano li fuori a cercare altri confratelli. Gendry le indicò uno di loro. “Arya, quello è San no? Lui doveva essere insieme a Jon: è il suo attendente”
“Hai ragione” gli corsero incontro. “Tarly, dov’è mio fratello?”
“Sta radunando i guardiani e i bruti” aveva costantemente una voce da ingenuo, però non doveva essere stupido. Grasso, ma non stupido.
Gendry le afferrò un braccio facendola voltare. “Credi che loro fossero d’accordo con Mance sul fatto… di uccidermi?”
“Non credo neppure che lo sapessero”
“Troviamo tuo fratello adesso che è meglio”
“Credo che qualcuno non sia d’accordo” Arya indicò dietro il ragazzo, che si girò vedendo Daenerys mentre scendeva dalla groppa di uno dei draghi. Nessuno dei due sapeva cosa dire vedendo la donna avvicinarsi, quindi lui si limitò a fare un passo in avanti con fare protettivo verso Arya. “Perché sei venuta fin qui ad aiutarci?”
“Se gli estranei avessero superato la barriera prima o poi sarebbero arrivati anche nelle mie terre ed allora sarebbe stato molto più difficile farli fuori”
“Quindi è stato puro egoismo”
“Si”
Arya alzò gli occhi al cielo. “Se ti chiedo il vero motivo ci farai fuori con i draghi?”
Lei non reagì il alcun modo conoscendo la schiettezza della ragazza. “Credi che io stia mentendo?”
“Non lo credo, lo so”
“ARYA!” la ragazza si girò e saltò in braccio al fratello prima ancora di rendersene conto. Sapeva che era vivo, lo sentiva, ma vederselo davanti era tutta un’altra cosa. Daenerys poteva aspettare. “Dove ti eri nascosto?”
“Nei dintorni, ero sicuro di dove saresti andata tu, ma non ti avrei raggiunta in tempo”
“Senti, devi avvisare Approdo del Re e Grande Inverno, subito, noi pensiamo alla Targaryen”
“Non vi succederà niente?”
“Stai tranquillo” se nè andò subito ed Arya si girò verso quella donna, improvvisamente più calma. “Perché non ci mettiamo davanti al fuoco per discutere?”
“No, sono venuta ad aiutare ma tornerò subito nelle mie terre, gli immacolati mi aspettano” si girò incamminandosi verso i draghi, ma Arya fece un paio di passi avanti avvicinandosi. “Potresti spiegarmi per favore perché hai deciso di aiutarci?”
Daenerys si girò e sorrise. “Perché sono del tutto convinta che se le cose fossero andate diversamente Arya Stark, io e te saremmo state ottime amiche”
Arya le fece un cenno con la testa in segno di rispetto, senza rispondere, poi la vide sparire, e si girò di nuovo verso Gendry, sospirando. “Anche questa è andata”
“Credi che le guerre siano finite?”
“Lo spero, non so per quanto durerà la nostra fortuna, prima o poi anche noi moriremo”
“Basta parlare di morti, sei inquietante”
“Preferisci mia sorella che parla di principi per caso?”
“Ci sono parecchi cadaveri qui, raggiungiamo Jon che è meglio”
“Non ci sperare”
“Cosa?”
“Gendry, mezzanotte è passata, è a tutti gli effetti il ‘domani’ in cui mi devi dire cosa vuoi. Sono settimane che rischio di impazzire”
“Dove sarebbe la novità?”
“Ti prego”
“Va bene” Gendry le mise le mani sulle braccia e la guardò negli occhi. “Voglio che tu sia la mia regina Arya”

*Angolo me*
aggiorno presto oggi, avevo finito il capitolo e ho pensato: 'visto che al momento tutti mi odiano perchè ho quasi ammazzato Gendry facciamogli un regalo!' (tutti chi? mitomane...) passiamo oltre va bene?
allora, come avevo già detto era sparito un altro cavallo e Gendry pensava che qualcuno li seguisse, chi? Jaqen ovviamente. doveva ripagare il suo debito.
poooi. si scopre finalmente cosa voleva Gendry! non so se siete delusi visto che era scontato o incazzati perchè vi aspettavate di meglio, ma non importa perchè la storia è mia e scelgo io *risata malvagia*
va bene ho capito me ne vado, ho bevuto troppo. ringrazio come sempre Aliss01, francypix e BCC che hanno recensito lo scorso capitolo e, ho finito, spero di sentirvi ancora :))
byby CasaStark

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Arya rimase paralizzata sul colpo. Aveva sentito male per caso? Gendry aveva davvero pronunciato quelle parole? Il suo cervello andò in tilt e si sentì davvero svenire. Ma lei era Arya Stark e non sveniva quindi si trattenne.
Aveva gli occhi fissi grigi in quelli del ragazzo, sembrava agitato anche se non voleva darlo a vedere. Probabilmente fu quella faccia a farle inarcare le sopracciglia per prenderlo un po’ in giro. Incrociò le braccia al petto e continuò a fissarlo. “Scusa, quando sei diventato re non stavamo insieme, me lo avresti chiesto lo stesso?”
Lui la fissò sgranando gli occhi, abbastanza… o forse parecchio sconcertato dal suono di quelle parole. “Probabile” riuscì comunque a dire.
Lei trattenne un sorriso. “Da quanto lo volevi?”
“Arya, davvero ti stai mettendo a fare queste domande o me lo sto immaginando?”
La ragazza non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere davanti il suo imbarazzo. “Scusa, lo so che non dovevo ma… non ho resistito. Davvero non ce l’ho fatta”
Gendry alzò gli occhi al cielo, ancora evidentemente in imbarazzo ed Arya sospirò, per poi mettergli le mani sulle guancie e avvicinarlo per dargli un bacio. Si staccò solo sentendo il fratello che si schiariva la voce e che si rivolgeva a Gendry. “Lei è ancora la mia sorellina e, se lo volete sapere, siete su una distesa di morti. È un panorama parecchio alla Arya ma non adatto a certe azioni… romantiche” sembrava disgustato dall’idea di mettere Arya in quella frase e… con quella parola.
“Io non sono romantica Jon, mi accontento” si intromise Arya, lui non si mosse ed incrociò le braccia, aspettando che li raggiungessero e la ragazza alzò gli occhi al cielo e capendo che non avrebbero avuto un briciolo di privacy. “Gendry, la risposta è si. Ma chiariamo subito una cosa, io non mi vesto come Sansa a costo di morire”
“Non te lo avrei mai chiesto milady” Gendry non riuscì a trattenere un sorriso, ma poi decisero di non sfidare più Jon e lo raggiunsero.
A dire il vero Arya lo superò sorridendogli dandogli un bacio sulla guancia, mentre Gendry non riuscì a fare lo stesso “superarlo, non baciarlo si intende) siccome lui lo bloccò. “Gendry, io e te dobbiamo parlare”
“Ho affrontato tre guerre ma ho più paura adesso,tu lo sai questo?” rispose tentando di sdrammatizzare, inutilmente. Sembrava inoltre che Arya non fosse intenzionata a tornare per aiutarlo.
“Sono il fratello maggiore, farti paura è il mio compito”
“Sei anche il fratello a cui è più affezionata del resto”
“E questo ci porta a quello che ti devo dire. Falla soffrire e io ti ammazzo, poi faccio in modo di farti tornare come estraneo e ti ammazzo di nuovo”
Gendry sospirò. “Arya mi ha detto cose parecchio peggiori ad essere sincero”
“Si, ma io sono serio quando te lo dico, falla soffrire e ti ammazzo”
Gendry si ritrovò ad annuire pria di rendersene conto ma, appena Jon andò avanti, si ritrovò anche a sorridere e poi iniziò a correre per raggiungerlo. Era contento che tenesse così tanto ad Arya, ma di sicuro lui non l’avrebbe mai fatta soffrire.

Arya  appena tornata alla barriera vide li una buona parte del popolo libero. “Cazzo” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare. Non erano molto propensi a rimanere fermi e bravi, ma la ragazza non aveva la minima idea di cosa fare. Forse si era dimenticata che volevano entrare nei sette regni con loro.
Rimase ferma senza sapere osa fare finchè il fratello non lo raggiunse. Poi si incollò al suo mantello con sguardo implorante. “Jon, aiutami, ti prego”.
“Non preoccuparti. Penso io a loro, tenterò di raggiungere un accordo insieme a Gendry, per favore tu aiuta Sam a controllare tutti… i sopravvissuti. Poi suppongo che servirà bruciare i morti, almeno credo visto che non ci sono più estranei. Meglio prevenire però, non credi? Puoi pensare anche a quello?”
“Si si si, quello che ti pare ma tu pensa a questi, grazie” Arya sorrise al fratello e corse da Sam. Non voleva affatto contare, di nuovo, le vittime di una guerra. Quindi si limitava a fare passivamente quello che le chiedeva l’uomo per tutto il giorno.
La sera la ragazza decise di andare alla torre dei corvi per controllare se Sansa o Tyrion avessero risposto e, fortunatamente, vide che era così.
La sorella aveva scritto che sperava tornassero presto e, naturalmente, erano tutti contenti che non fossero morti. Tyrion invece diceva che ad Approdo del Re andava tutto bene e, fortunatamente, nessuno aveva iniziato altre guerre e non sembravano neppure intenzionati a farlo. “Questa si che è una novità”
“Cosa milady?” Gendry probabilmente sperava di spaventarla. Inutilmente.
Arya si girò per guardarlo, era appoggiato alla porta, più o meno come era lei quando lo aveva colpito poco prima della guerra. “Rimarremo vivi ancora per un po’” sorrise come se quella fosse la cosa più strana del mondo. Cosa effettivamente vera.
“Si, è una novità in effetti”
Arya fece un paio di passi per avvicinarsi. “Sempre che Rickon non scopre che prima di venire qui gli ho rotto la spada e l’ho sostituita con un’altra. In quel caso sono parecchio morta. Avete risolto tu e mio fratello con il popolo libero?”
“Beh, direi di si. Entreranno nei Sette Regni e… tenteremo di andare d’accordo. Hanno detto che proveranno a non uccidere nessuno, ma se succedesse saremmo costretti a mandarli di nuovo via o anche ucciderli. Speriamo di no. Quando pensi di tornare ad Approdo del Re?”
“Oh, beh… potremmo rimanere qui ancora un po’, sai, per aiutare Jon” Arya sorrise tentando di convincerlo. Ma lui invece la guardò in modo abbastanza perplesso “Potresti essere più precisa? Quanto pensi di rimanere qui? In città Tyrion ci aspetta”
“Ancora non ho fatto un programma Gendry, è solo che… non credo di essere ancora pronta a lasciare mio fratello, sappiamo entrambi che non verrà con noi, specialmente perché Sam glielo impedirebbe dicendogli qualcosa tipo ‘sei il primo lord comandante, devi rimanere’ o qualcosa del genere. Inoltre devo convincerlo a non ucciderti per quello che mi hai chiesto prima, quindi ho un paio di cose da fare. E se è possibile voglio evitare Sansa il più possibile, sai quanto urlerà?”
“Sai, considerando che tutto quello che hai detto è una cavolata, ho capito che in realtà non è che non vuoi tornare, semplicemente non vuoi lasciare tuo fratello”
Arya ospitò e cacciò un pugnale, infilandolo nel muro accanto a lui.“Senti, se continui ad analizzarmi così facilmente mi incazzo davvero e il prossimo coltello te lo pianto da qualche altra parte”
Gendry prese il pugnale e lo mise su un tavolo. “Sai, dovresti andare a parlare con tuo fratello. E anche se smettessi di minacciare il tuo re sarebbe fantastico”
“Cosa? No, non ci contare”
“Su cosa? Sul fatto che la smetti di minacciarmi o sul fatto che non vuoi parlare con tuo fratello?”
“Entrambe le cose”
“Beh, come vuoi. Comunque se rimaniamo qui sappi che non vedrai più Sansa, Rickon, Brann e tutti i meta… dov’è finita Nymeria a proposito?”
“Boh, sarà oltre la barriera a caccia, tornerà presto. Comunque sappi che ti odio quando dici cose intelligenti. Odio Sansa Brann e Rickon, ma in effetti mi piacerebbe rivederli”
“Si, lo so. Comunque perché non vai da Jon? Rispondo io alle lettere”
“Come ti pare, dici anche a Sansa quello che mi hai chiesto, altrimenti dovrò farlo io di persona e… non mi va di sopportarmela” sorrise ed uscì.
Camminando iniziò un po’ a riflettere.
Si sentiva strana. Non sapeva perché aveva accettato la proposta di Gendry ad essere sincera. Insomma… niente fraintendimenti, lo amava e l’idea di stare con lui per chissà quanto tempo non era affatto una brutta idea. Ma non voleva rintanarsi ad Approdo del Re a fare la regina.
Doveva concludere la sua lista prima di tutto, poi voleva controllare come andava con Jaime a Nido dell’Aquila, voleva passare del tempo a Grande Inverno, e, inoltre, non le andava di fare la sovrana convenzionale. Andare ai concili, soddisfare le richieste idiote del popolo e essere sempre protetta da delle guardie idiote.
Mentre le frullavano quei pensieri per la testa riuscì a raggiungere la zona dell’allenamento. Non c’era nessuno a combattere, ma il fratello stava parlando con degli attendenti. “Jon?” lo raggiunse.
“Hei sorellina, che succede?” le scompigliò i capelli e lei sorrise.
“Ho un problemino e diciamo che… è tutta colpa tua” sorrise come un’idiota.
Al contrario del fratello che sembrava sentirsi in colpa. “Cosa? Che ti ho fatto scusa?”
“Per fare un riassuntino Gendry vuole che io torni ad Approdo del Re per diventare la sua regina ma io non voglio, cioè voglio diventare la sua regina ma non voglio tornare li, se ci torno ti dovrò lasciare e…”
Jon alzò una mano per bloccarla e la sua espressione passò da ‘mi sento in colpa’ a ‘che diamine sta dicendo questa?’ “Arya, calmati. Cos’è questa storia di te come regina?”
“Che vorresti dire scusa? Ne sarei perfettamente in grado, certo, ammazzerei tante persone e se Sansa diventasse troppo spocchiosa potrei obbligarla ad andare a cavallo con un pantalone cosa che tra l’altro devo assolutamente fare pres…”
“Arya, noto che sei agitata. Andiamo a mangiare qualcosa per favore” le afferrò un braccio trascinandola dentro, dove si serviva, per l’ennesima volta, agnello. “Senti, non intendevo niente di quello che pensi, mi fa piacere anzi, ma al momento non è questo il punto e, sottolineo, al momento, perché ci ritorneremo. Comunque, perché non vuoi tornare ad Approdo del Re? Ci rivedremo, lo sai. Dovrebbero anche essere finite le guerre quindi probabilmente resterò vivo ancora per un po’”
“Beh, non saprei di preciso. Però in pratica ho la sensazione che se me ne andassi non ci vedremmo più. Inoltre poi Sansa tornerà a Nido Dell’aquila, Brann a Grande Inverno con Rickon. Probabilmente torneranno solo per prendermi a calci visto che sono venuta qui e poi andranno via. Non so cosa fare”
Jon annuì capendo il problema. “Arya. non credi che anche io e il resto della famiglia saremmo tristi per questo? Inoltre non perderemmo i contatti tra di noi. Con me no di certo. Inoltre se lo vuoi sapere ho parlato con tutta la famiglia e ho detto a tutti che solamente io posso prenderti a calci”
Arya sorrise. “Anche io devo aver detto qualcosa del genere su di te”
“Gendry che ne pensa?”
“Mi ha spedito da te, mi conosce un po’ troppo. Lo odio”
“Anche io e non solo perché ti ho vista mentre… eravate incollati”
Arya improvvisamente sorrise. “Ma lo sai che sei un fratello fantastico?”
“Torniamo all’argomento regina per favore?”
“No grazie, non credo proprio, ciao ciao” scappò via con tutto il pasto prima di farlo ribattere per andarsene il quella che, teoricamente, sarebbe dovuta essere la sua stanza mentre rimaneva alla barriera. Aveva davvero bisogno di mangiare e dormire per uno o due secoli.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Alla fine decisero di partire per Approdo del Re dopo un paio i giorni. Arya era davvero sul punto di disperarsi, ma si limitò ad abbracciare (tre o quattro volte) il fratello, per poi salire sul cavallo senza voltarsi indietro con Gendry a pochi metri di distanza.
Per chi lo volesse sapere inoltre Nymeria era ricomparsa, la padrona ci aveva messo ore a spazzolarla considerando tutto il fango che aveva addosso. Secondo Arya era anche un po’ ingrassata, ma solo lei lo aveva notato. Inoltre Gendry aveva davvero scritto a Sansa e al resto della famiglia della proposta e loro non avevano neppure risposto! La ragazza avrebbe ricevuto una bella strigliata.
Però sarebbe stato positivo considerando che Arya si sarebbe distratta dal pensiero di Jon che già le mancava.
Infatti nel momento in cui misero piede in città ad accoglierli c’erano, quasi in agguato, Sansa, Tyrion e Rickon. Scesero entrambi dai cavalli cedendoli ad uno scudiere e Tyrion, dopo aver cortesemente salutato la ragazza, si rivolse al re, mentre i restanti due si rivolgevano alla sorella.
Più precisamente Rickon si avvicinò per assalirla. “Alla battaglia contro Daenerys Targaryen mi hai fatto addormentare e di questa non sapevo neppure niente. All’improvviso ti sei messa a fare la sorella maggiore Arya?”
“Puoi scommetterci, comunque, come l’ultima volta che ci siamo divisi, mi sei mancato anche tu”
“Rickon” si intromise Sansa particolarmente alta per colpa della strana acconciatura e con un sorriso un po’ troppo largo, nonché inquietante, sulla faccia. “potrai lottare, discutere o anche uccidere nostra sorella più tardi. Ora le devo parlare”
La ragazza sgranò gli occhi. Non distolse lo sguardo, ma non si rivolse più alla sorella. “Gendry, ti imploro, aiutami. Ti prego”
Lui trattenne un sorriso e guardò Tyrion. “Milady, faccende reali, al momento non posso venire. Mi dispiace”
“Guarda che prima o poi lei prenderà da parte pure te ed io non ci sarò ad aiutarti razza di stronzo!” non riuscì ad insultarlo di più perché la sorella l’aveva già afferrata per un braccio per trascinarla per tutto il castello fino alla sua stanza. Poi aveva cacciato un foglietto di carta su cui, Arya intuì, c’era scritto il messaggio in cui Gendry lo informava della sua proposta.
Sigillò gli occhi maledicendo quel ragazzo mentalmente e pensando a dove avrebbe dovuto infilargli Ago, o una freccia, o comunque qualcosa di doloroso.
“Arya, cosa vuol dire?” la distrasse la sorella.
“Cosa vuol dire? Direi che vuol dire che quei capelli ti stanno una favola” tentò di andarsene, ma Sansa la trattenne, naturalmente.
“Non scherzare”
“Hai capito che mentivo? Sei migliorata, ma comunque era facile da intuire. Andiamo, con quei capelli sei davvero ridicola, ma quanto ci hai messo a conciarteli così?”
“Ha parlato quella che come acconciatura si getta il fango in testa”
“L’ho fatto solo una volta, avevo sette anni e volevo spaventare un moccioso, mi chiamava Arya faccia da cavallo, dopo quello scherzo ha smesso però”
“Anche io lo facevo”
“Devo ricordarti il giochino della pecora?”
“Mi mettevi escrementi di pecora nel letto, me ne ricordo benissimo”
“Sappi che una volta con quella roba ti ho macchiato anche un vestito, hai creduto per anni che fosse stato solo fango”
“Non è questo il punto! Anche se ne riparleremo. Cosa vuol dire che diventerai la regina di Gendry? State insieme da neppure un mese”
“Tu volevi sposare persone che neppure conoscevi!”
“Smettila di parlare di me. Vuoi diventare regina?”
Arya sospirò e poi continuò con estrema calma. “Voglio rimanere insieme a Gendry Sansa. Perché ti da fastidio? È un ragazzo fantastico, forse tropo, insomma riesce a sopportare me” sorrise sdrammatizzando.
“Non mi da fastidio… un ragazzo fantastico? Arya hai fatto un complimento a qualcuno?”
“Era una constatazione. Comunque tu non lo conosci affatto quindi non puoi saperlo”
“Già, tu invece lo conosci perché ti ha aiutata quando un ciccione voleva attaccarti o sbaglio? Così vi siete conosciuti, com’è che lo chiamavi allora?”
“Lo chiamavamo Toro, comunque si, qualcosa del genere, comunque non ho intenzione di parlare…”
“Del tuo ragazzo/promesso sposo?”
“Non chiamarlo così” non si era neppure accorta del secondo nomignolo.
“Preferisci che lo chiami milord?” iniziò a sfottere, ma Arya le si avvicinò con rabbia. “Non chiamarlo mai più così, solo io posso, nessun altro”
Sansa trattenne un sorriso e dopo pochi minuti ritornò serie. “Il punto Arya è che… non capisco perché non me lo hai detto”
“Ehm… volevo evitare questo?”
“Per i Sette Dei. Mia sorella si sposerà prima di me”
Arya all’improvviso la fissò. “Aspetta che?”
“Che hai adesso?”
“Beh, non ho mai considerato l’idea di sposarmi ad essere sincera”
“Cosa pensavi che volesse dire diventare regina? Non puoi senza sposare il re. Oddio non vedo l’ora! Ti porterò io all’altare, sia chiaro e…”
“Sansa, dammi un minuto per concepire l’idea che dovrò sposarmi”
“Dov’è il problema?”
“Non so se sono pronta ad essere sincera” Arya si sedette sgranando gli occhi. “il che è strano considerando che le persone si sposano a quattordici anni al massimo”
Sansa si mise vicino a lei. “Arya, hai detto tu stessa che vuoi rimanere insieme a lui”
“Si, ma non l’ho mai vista in questo modo. Sansa. Non dovrò mettermi un vestito vero?”
“Beh…”
“No ti prego no!”
Si mise a ridere. “Eh già, ti dico anche un’altra cosa. Non potrai portare ago”
“Cazzo. Non c’è mai fine al peggio. Vado da lui, comunque se decidessi di sposarmi e ripeto, se, sarebbe Jon ad accompagnarmi all’al… tu sai dove” corse via per evitare le sfuriate.
Arya Stark sposata nonché regina, avrebbe deluso parecchie persone nei sette regni probabilmente. Troppe cose strane in quel periodo, non andava bene.
Non sapeva dove trovare Gendry, ma, considerando che era il re appena tornato in città, suppose che fosse nella sala del trono e, per fortuna, ce lo trovò, insieme al concilio ristretto.
Iniziarono tutti a fissarla quando spalancò la porta, ma Gendry le fece cenno di avvicinarsi e lei riuscì a sorridere, ma si limitò a fare un passo avanti. Dopo di che Tyrion continuò. “Dicevo, il popolo sembra essersi ripreso dalla guerra, ma è infastidito dl fatto che sei andato alla barriera, quindi dovresti essere più presente, per farli sentire meglio”
“Beh, non credo ci siano altre guerre in programma” continuò un altro del concilio che Arya non conosceva.
“Si, infatti” disse Gendry. “c’è altro?”
“Tutti i popoli che prima erano sottomessi ai Lannister ora si sono sottomessi a noi, eccezion fatta per Nido dell’Aquila e Grande inverno che, a quanto ho capito sono nostri alleati”
“Infatti, se non c’è altro potete andare, Tyrion, occupati di quella cosa, mi fido”
“Non preoccuparti, vi lascio soli” uscirono tutti e Gendry guardò la ragazza, ancora ferma vicino alla porta. “Tutto bene milady?”
“Una meraviglia, che hai chiesto a Tyrion?”
“Gli ho chiesto di aiutare le persone del Fondo delle Pulci, quando ci vivevo io volevo che qualcuno mi aiutasse quindi ho pensato di aiutarli” disse con nonchalance.
“Per i Sette Dei, sembri il ragazzo perfetto, ma non contare troppo che io te lo dica” Lui si mise a ridere e le si avvicinò. “lo hai detto anche a loro milord? Della… proposta?”
“Sembra quasi che te ne vergogni, quando ne parli sembri a disagio”
Arya gli diede uno schiaffo sul braccio. “Non dire mai più una cosa del genere, più che altro dubito che approverebbero, ricorda che sono Arya Stark, mi sono finta morta, ho ammazzato gente, iniziato guerre, ucciso Cersei Lannister, quindi potrei benissimo tradire anche te…”
“Problemi loro direi se la pensano così, non ti conoscono come me”
“Gendry, ti devo chiedere una cosa” okay, stava arrivando l’imbarazzo. “quando… quando mi hai chiesto quella cosa”
“Lo sai, sembra anche che tu non riesca a dirlo”
“Si, non mi ci vedo molto in effetti come… regina, quella è sempre stata Sansa. Il punto è che, quando me lo hai chiesto, in pratica, volevi che io… ti sposassi?”
Gendry rimase in silenzio per qualche secondo. “Ci hai ripensato per caso?”
Lei sgranò gli occhi. “Cosa? No! No, certo che no, come ti saltano in mente queste idee? Il potere ti ha dato alla testa Gendry! Solo non l’avevo capito, tutto qui”
”C’è qualche problema Arya?”
Arya incrociò i suoi occhi azzurri e sorrise. “Uno c’è, io non voglio vestirmi come… vorrebbero tutti” all’improvviso sorrise e si mise ad urlare “Ho un’idea geniale, io mi vesto con pantaloni e spada e tu metti il vestito, è geniale!”
Gendry la fissò. “Arya, non capisco se stai scherzando o no ma mi sto sinceramente preoccupando”
“E fai bene, vado a proporlo a scriverlo a Jon”
“Arya!”
“Va bene, scherzavo, ma eri divertente”
“Stavi per uccidermi”
“Sai che novità”
“Arya,posso dire un ultima cosa prima della mia morte?”
“Se mi farà contenta si, altrimenti riposa in pace e tanto piacere”
“Non so se ti farà piacere ma volevo che tu mi promettessi una cosa”
“Chiedi”
“Devi promettermi che, quando sarai regina, non cambierai solo per far piacere al popolo o a tua sorella. Non devi venire ai concili ristretti, so che li odi, non devi metterti i vestiti alle feste su ordine di Sansa e, soprattutto, se non vuoi staccarti da ago, non devi farlo”
Arya sorrise come non aveva mai fatto e poi gli mise le braccia attorno al collo. “Beh, se è il momento delle promesse sdolcinate o cose del genere ti dico subito che questa milord, è una promessa che posso senza dubbio fare, se tu mi prometti che da regina potrò obbligare mia sorella a mettere il pantalone e andare a cavallo non all’amazzone”
“O mi uccidi tu perché non te lo prometto o mi uccide tua sorella perché la obbligherò a far questo quindi, preferisco essere ucciso da lei”
Arya si mise di nuovo a ridere, per una delle poche volte in vita sua poteva considerarsi felice per davvero. Aveva una sorella impicciona e rompiscatole, un fratellino piccolo in grado di fare il culo a mezzo mondo, uno un po’ più grande storpio ma intelligentissimo, un fratellastro impossibile da descrivere a parole e il ragazzo perfetto. Ma, naturalmente, non avrebbe mai detto a nessuno tutte queste cose, era pur sempre una Stark.

*Angolo autroce*
*le scende una lacrimuccia* Dio, amo questi due (grazie, la storia è mia) , comunque sono contenta di essere riuscita a rendere… molto alla me quelle che dovrebbero essere scene sdolcinate o comunque Arya/Gendry, mi ritengo soddisfatta, yeeee
Comunque, vi dico subito che dopo questo capitolo manca solo l’epilogo e poi metterò ufficialmente la parola fina a questa storia, ma non illudetevi, non vi libererete di me. Credo che ne scriverò un’altra, non so se ambientarla nel modo reale o fare un crossover con un’altra saga (ve la immaginate Arya a Hogwarts che gioca a Quidditch? Io si, ed è una visuale bellissima *__*), che poi se avete dei consigli fatevi avanti e mi sarete d’aiuto più di quanto immaginiate :*
Okay, mi sto dilungando, come al solito vi saluto, vi ringrazio per aver letto e… ci vediamo all’epilogo u.u
Byby CasaStark

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


(10 ANNI DOPO)
Arya era appena tornata ad Approdo del Re dopo l’ennesima visita alla Barriera per vedere il fratello.
Si era fatta ufficialmente crescere i capelli, anche se solo fino al petto, e ora invece che in due li raccoglieva in un’unica treccia. Ma si poteva dire che quello era l’unico cambiamento considerando che continuava ad indossare vestiti da ragazzo nonostante ormai fosse la regina da dieci anni.
Poco importava però, in fondo voleva rispettare la promesa fatta a Gendry (che si rifiutava di definire come suo marito perché faceva strano) nonostante tutto il tempo passato.
Diede il cavallo al solito scudiero, che ormai come tutto il resto del popolo, la conosceva come un’amica. Tutti le davano del tu e i bambini ci giocavano anche.
Andò nella sala del trono dove vide una bimba che giocava con una spada. Arya subito corse da lei iniziò a scuoterle i capelli. Neri come tutta la famiglia Baratheon. “LYANNA! Smettila subito, te l’ho detto mille volte”
La piccola abbassò lo sguardo. Nascondendo i suoi dolcissimi occhi grigi. Almeno quelli li aveva presi da Arya, oltre la caratteristica di indossare costantemente vestiti da uomo. “Lo so mamma”
“Me lo auguro” le tolse la spada dalle mani, per ridargliela qualche secondo dopo. “si tiene solo con una mano, così diventi più forte”
Lei la fece cadere. “Ma è di ferro. Ed io ho solo sette anni”
“Anche tuo fratello ma lui usa una mano sola”
“Mentre non c’eri l’ho battuto al tiro con l’arco! Come facevi tu con zio Brann!”
“Bravissima”
La piccola sorrise di nuovo e le saltò in braccio per stringerla. “Mi sei mancata, anche a papà e a Arry. Credo mi avessero detto di non dirlo però”
“Non preoccuparti sarà il nostro segreto, dove hai preso questa spada? No, aspetta, te l’ha fatta papà?”
Gendry entrò improvvisamente nella stanza. “Non è colpa mia milady, ti ha vista combattere e ha gettato l’arco e le frecce, preferisce la spada”
“Tutta sua madre, che ci vuoi fare. Le hai insegnato tu a usarla?”
“Prima sapeva solo come reggerla, che pretendevi?”
Anche il bambino dietro di lui le corse incontro per abbracciarla. Erano gemelli, quindi era uguale a Lyanna, ma con i capelli più corti e più ricci.
Arya non voleva chiamarlo Arry all’inizio, ma Gendry aveva insistito tanto e alla fine lei si era abituata all’idea. Considerando che lei aveva scelto quello della femmina lui aveva il diritto di scegliere l’altro.
“Lui almeno è tutto suo padre” continuò il re.
“No Gendry, lui un cervello lo ha, tu lo hai perso il giorno in cui mi hai chiesto di diventare regina. Su un ammasso di cadaveri e dopo tre guerre. Ti ho mai detto che è stata la cosa più romantica che potessi fare?”
Lui alzò gli occhi al cielo e si avvicinò. “Com’è andata da tuo fratello?”
“Una meraviglia, ancora niente guerre, ma crede che l’inverno stia arrivando, la temperatura si abbassa”
“Non cominciare, finché dura l’estate godiamocela. Comunque tua sorella ha passato tutta la settimana a tentare di convincere Lyanna a sistemarsi i capelli, se non stai attenta diventerà una lady”
“Questo non lo permetterò mai, Sansa dovrà passare sul mio cadavere. Inoltre se ha tentato vuol dire che non c’è riuscita, no?”
“Mamma” Lyanna iniziò a tirarle il pantalone. “mi insegni ad usare la spada come fai tu?”
“Hei” si offese Gendry. “perché non lo chiedi a me?”
“Perché  mamma ti batte sempre”
Arya scoppiò a ridere. “Scusa, scusa davvero, ma ha ragione”
“Vinci una volta su due”
“E quella volta ti faccio davvero finire con il culo a terra”
“Ah, si? Allora io lo insegnerò a mio figlio e vedremo chi sarà il migliore”
“Ci sto” urlò il piccolo e Gendry gli sorrise.
“Ma prima voglio parlare un secondo con vostra madre, voi andate a giocare con le spade, e intendo con quelle giocattolo Arry”
Arya fissò il marito. Ancora non si era abituata a definirlo così, ed erano passati dieci anni! “Che hanno fatto? Gendry!”
“Non dare la colpa a me milady, io glielo avevo detto che potevano usare le spade vere solo se si allenavano individualmente, prenditela con tuo figlio”
Arya abbassò lo sguardo verso il figlio e lui la fissò con aria innocente. “Guarda che era stata Lyanna a provocarmi, mi ha fatto una cosa… il ‘giochino della pecora’ lo ha chiamato’”
Gendry fissò la piccola che sgranò gli occhi, come se avesse appena rivelato un segreto da portare nella tomba. “Me lo ha insegnato mamma”
“Prima che ti lamenti milord, sappi che credevo che lo volesse fare a Sansa”
“Comunque ora uscite”
I ragazzi si misero a spingersi finché non si ritrovarono fuori dalla porta e a quel punto Arya saltò in braccio a Gendry. “Milady, così mi ammazzi”
“Io sopravvivrò. Cat come sta?”
“Ha tre anni, sta costantemente a dormire e mangiare come vuoi che se la passi?”
“Giusto”
All’improvviso Gendry si fece serio. “Arya, l’hai finita?”
Lei annuì, non potendo fare a meno di sorridere.
Oltre che alla barriera era andata anche in un altro posto, più precisamente Castel Granito dove, secondo alcune voci, c’era l’ultima persona della sua lista.
Gendry aveva accettato l’idea che Arya dovesse vendicarsi e, nonostante ci avesse messo dieci anni a trovare le ultime due persone, alla fine ci era riuscita. “Quindi non dovrai più partire?” continuò lui.
“Beh, andrò ancora alla Barriera, a Grande Inverno e a Nido Dell’’Aquila. Inoltre potrebbe comunque venirmi l’idea di andarmi a fare un giretto fuori dalla città prima o poi”
“Si, ma non per uccidere qualcuno vero?”
“Beh, dipende, per ora non ho progetti di omicidi”
Gendry sorrise. “Questa sarebbe una novità”
Arya, al contrario, rimase seria e lo fissò. “Per i Sette Dei. Spero che Jon non erediti il tuo pessimo senso dell’umorismo milord, sarebbe un peccato ucciderlo”
Lui la fissò senza capire. “Cosa?”
“Hai detto che se avessimo avuto un altro figlio lo avresti chiamato Jon visto che tu adori mio fratello e non hai trovato nomi migliori. Quindi ripeto. Spero che Jon non abbia il tuo senso dell’umorismo, credo sia un maschietto e uccidere mio figlio sarebbe una vera tragedia”
“Sei incinta Arya?”
Lei sgranò gli occhi. “Però che intuito! Sei un genio! Per la terza volta non potrò usare la spada per tre mesi ed è solo colpa tua”
“Arya!” anche Sansa era appena arrivata e corse per abbracciarla, ma poi si trattenne e la più piccola scoppiò a ridere. “Ce l’hai ancora con me sorellona?”
“Guarda che è successo poco prima che partissi e non mi hai neppure chiesto scusa”
“Ti ho fatto mettere un pantalone Sansa, sono la regina, mi devi obbedire, sei tu che hai insistito tanto perché sposassi questo qui, dovevo trarne qualcosa anch’io no? Inoltre ci siamo divertiti un mondo noi”
“Arya mi fai vomitare. Era scomodissimo e… da uomo!”
Arya sospirò. “Non ne esistono da donna”
“Come fai a indossarlo?”
“Provaci tu a combattere con la gonna”
“Tu provaci a stare con tuo marito con un pantalone! Ero ridicola!”
Arya fissò Gendry e poi di nuovo Sansa. “Ti devo ricordare che io sto sempre con il pantalone davanti a Gendry? Credeva fossi un ragazzo quando ci siamo visti, perché secondo te ha chiamato Arry nostro figlio? Comunque anch’io una volta ho dovuto mettere una gonna quindi siamo pari”
“Era il tuo matrimonio!”
“Non vedo il punto. Comunque dove hai lasciato Cat?”
“Con la septa”
“E tuo marito dove lo hai lasciato?”
“Anche noi abbiamo un figlio, Ned, ricordi? È a Nido dell’Aquila con lui”
“Naturalmente”
“Sei passata anche a Grande Inverno?”
“Certo, i nostri fratelli vorrebbero che tu li visitassi presto. Tu invece ti sei arresa all’idea di fare delle mie figlie delle piccola lady?”
“Lyanna mi ha tirato i capelli quando ho provato ad aggiustarle i suoi! Ovvio che mi arrendo, ti somiglia troppo”
Gendry mise un braccio attorno alla spalla della moglie. “Si, questo gliel’ho insegnato io milady”
“Dopo dieci anni di convivenza hai imparato qualcosa da me allora, sono davvero orgogliosa. Sansa, puoi uscire per favore?”
“Cosa perché?” Gendry e Arya la fissarono e lei sgranò gli occhi. “Oh, capisco, non vi vedete da mesi e... si. Arya, dopo parliamo, intanto vado a cercare i tuoi demoni” si girò ed uscì chiedendo alle guardie di chiudere la porta.
“Secondo te perché è così ossessionata dalle nostre piccole milord?”
“Probabilmente sperava di avere una femmina anche lei”
“Si, hai ragione”
“Arya stiamo per avere un quarto figlio davvero? In effetti ti vedevo un po’ ingrassata”
Lei sgranò gli occhi. “Tu cerchi davvero la morte, in tutti questi anni non hai fatto altro vero? Comunque mio figlio tu non lo vedrai se non al tuo funerale”
“Pensavo peggio”
“Davvero lo vuoi chiamare come mio fratello?”
“Tu scegli i nomi delle femmine io quelli dei maschi. Ora andiamo, tu devi usare una spada finché puoi e io devo convincere mia figlia che il re dei Sette Regni, vincitore di guerre, spodestatore dei Lannister, nonché marito di una pazza isterica, è più bravo co la spada di una che sembra un maschio”
“Primo, farai prima a convincerla che è un ragazzo, secondo, tutte queste cose le ho fatte io, tu che c’entri?”
“Arya”
Lei si fece improvvisamente seria. “Si milord?”
“Preparati a morire”
La ragazza si ritrovò vittima del solletico dell’uomo prima ancora di avere la possibilità di scappare.

*Angolo me*
So che non è da me aggiornare dopo… tre giorni, ma ho passato tutto il tempo a scivere questo capitolo e lo dovevo publicare.
Questo è davvero l’ultimo angolo me della storia? Okay, sto per mettermi a piangere, davvero. Mi fa strano se devo dirlo, insomma, devo segnare che la storia è completa ed ho davvero scritto *epilogo!*
Fa strano, davvero.
Allora, inizio col dire che non potevo descrivere il matrimonio, sarebbe stato strano, così ho preferito raccontare cos’è successo dopo 10 anni, mi piaceva l’idea, anche se il capitolo non mi è piaciuto tanto.
Vabbè, passiamo oltre. Vi dico che voglio dedicare tutta la storia a BCC, Alyss01 e francypix. So che le dediche vanno fatte a inizio storia, ma senza di voi non so se sarei arrivata fino a qui, quindi ve la dedico ora, vi adoro u.u
Come già detto non sapevo se iniziare una nuova ff, ma ho deciso che lo farò, scriverò un crossover con Harry Potter perché mi sembra una cosa troppo figa.
Finisco dicendo che, vi adoro e vi ringrazio mille volte per aver seguito la mia storia.

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