Il marchio

di Deuterio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovi orizzonti ***
Capitolo 3: *** Dolci notti, amari risvegli ***
Capitolo 4: *** Lezioni di storia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Carl Lukyfoot, questo era il nome che gli venne dato: un giovane Halfling, o mezzuomo, dagli occhi scuri, pelle chiara e e capelli di un rosso amaranto che usava suddividere in finissime treccine, le quali venivano raggruppate in un una coda di cavallo.
Carl era nato da genitori ignoti e cresciuto per le strade di grandi metropoli, dove l'unica legge ad essere osservata era “la legge della strada” (per l'appunto); era un ragazzo furbo e brillante fin da piccolo, dotato di una personalità unica e anche di una certa fortuna; a questo era dovuto il suo nome.
Le bande di ragazzini orfani come lui furono la sua famiglia: vivevano di espedienti come piccoli furti fatti ai ricchi troppo incauti ad avventurarsi in certe zone delle città.
Ma gli anni passano in fretta anche per la strada, e il giovane mezzuomo incominciò ad affinare le sue tecniche ed a nutrire nuove ambizioni, adorava questa vita: ogni nuovo colpo era una nuova sfida per lui, una sfida alla quale non potevo rinunciare; l'idea di farla franca ancora una volta, in barba a tutti, e soprattutto con le tasche ben piene, era elettrizzante. Aveva un unico scopo: superare sempre se stesso.
Ben presto cominciarono a girare voci sulle sue audaci imprese: cosa che fece aumentare smisuratamente il suo ego. Ma nessuno era in grado di attribuire questi malfatti a qualcuno in particolare e ciò non andava giù al giovane Carl. A questo punto della sua carriera così ben avviata, voleva ottenere un riconoscimento per le sue gesta; quindi doveva trovare un qualcosa, per firmare le sue imprese compiute.
Una sera Carl ebbe un particolare colpo di fortuna: durante una delle sue solite serate passate ai tavoli da gioco del primo casinò che gli capitasse a tiro, stava stranamente perdendo tutto il suo bottino guadagnato onestamente contro un signorotto di chissà dove, il quale mosso da pena o forse per infierire ulteriormente, decise di dare al suo piccolo avversario un'ultima possibilità per far sì che potesse riscattarsi, mettendo come posta in gioco l'unica cosa in suo possesso che il giovane mezzuomo potesse eguagliare con le sue, ormai modeste, tasche: la sua bombetta nera. Contro ogni aspettativa del signorotto, il giovane Carl riuscì a vincere quella bombetta e da li, a riconquistare parte del suo bottino; ma solo in parte poiché le guardie del corpo del signorotto, cioè due mezzorchi dallo sguardo feroce, stavano insospettendosi.
La serata fu comunque un successo, e da allora quella bombetta fortunata fu il simbolo del giovane ladruncolo. Da quel momento in poi infatti Carl prese l'abitudine di lasciare nei luoghi dove aveva colpito un simbolo, un qualcosa che potesse in qualche modo rappresentarlo come una firma o un marchio su un'opera d'arte conclusa; ideò così un semplice schizzo: un semplice volto sorridente con una bombetta in testa; semplice ma unico. Ben presto la gente cominciò a parlare e a discutere di questo nuovo criminale che nessuno era in grado di acciuffare, e che continuava a mettere a segno i suoi furti.
Ma le voci corsero in fretta e molta gente si mise sulle tracce di Carl: da cacciatori di taglie a membri delle vari forze di polizia delle varie città già visitate dal mezzuomo, oltre ad una schiera di rivali che si erano visti portar via tutto il lavoro.
Onde evitare di attirare troppo l'attenzione su di se, il giovane Halfling decise di partire e di restare sempre in movimento alla ricerca di nuove avventure stimolanti in giro per il mondo.

 

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Capitolo 2
*** Nuovi orizzonti ***


Erano passate quasi due settimane ormai da quando Carl aveva lasciato il porto di Stor mole, una cittadina portuale dei mari del nord, a bordo di un vascello mercantile, dal nome irripetibile. Non vi erano molti passeggeri a bordo, non era un'imbarcazione che dei passeggeri comuni avrebbero scelto per un viaggio e questo lo si capiva anche dall'equipaggio: la peggiore feccia che un porto potesse ospitare tra cui ladri, taglia gole, fuggitivi e simili. L'equipaggio contava circa un trentina di individui, ed era costituito prevalentemente da umani ed elfi e in minor misura da orchi e qualche goblin, forse a causa delle difficoltà nel gestire quest'ultimi.
Per quanto riguarda gli altri passeggeri invece il giovane mezzuomo non riuscì a notare nulla di particolare, ma per dover scegliere un tale mezzo di trasporto non dovevano avere un bel passato.
-Niente male come compagni di viaggio!- pensò Carl. Vero, non era il miglior luogo in cui trovarsi, ma almeno nessuno faceva domande e sicuramente le autorità non osavano ficcanasare più di tanto.
Una cosa piuttosto insolita fu il fatto che il comandante non si fece vedere per tutta la navigazione.
All'alba del quindicesimo giorno di viaggio finalmente il vascello approdò ad un piccolo porto: il cielo era sereno con qualche nuvola solitaria qua e la; l'aria era frizzante ma non fredda. Una leggera brezza proveniente dal mare portava con se un leggero aroma marino. Oltre il molo ed una caserma che doveva essere la dogana, si vedeva una piccola cittadina costituito per lo più da case di legno, almeno per quanto riguarda gli edifici più prossimi alla spiaggia, e oltre alla cittadina cominciava una fitta ed estesa foresta. Il litorale si estendeva da Nord a Sud-Ovest, per quanto poteva vedere il mezzuomo. Il giovane Halfling scese dal vascello insieme agli altri passeggeri, percorse il molo e passò davanti alla caserma della dogana: non poté fare a meno di notare che la porta era chiusa e che non vi fosse traccia di guardie; -Perfetto!- pensò -Qua sembra che le autorità abbiano meno voglia di lavorare che dalle altre parti.-. Riuscì ad entrare nel villaggio senza troppi problemi, dove poté notare che effettivamente gli edifici più prossimi alla foresta possedevano una struttura assai diversa da quelle sulla spiaggia: infatti ora le case erano costituite da legno e roccia, e avevano decisamente una struttura più massiccia e più curata; probabilmente si trattava di abitazioni di alto livello. In tutto la cittadina non doveva contare più di trecento anime, contando anche la guardia... ammesso che vi fosse.
Come ogni buon avventuriero errante sa, la cosa migliore da fare appena si raggiunge un nuovo luogo è raccogliere informazioni e soprattutto trovare un luogo dove poter passare almeno la prima notte.
Camminando per le vie della cittadina il giovane Halfling incontrò una vecchietta dallo sguardo benevolo: Carl rivolse un saluto all'anziana, per attirare la sua attenzione << Buon giorno cara signora! >> le disse sollevando leggermente la bombetta. La donna rivolse la propria attenzione verso colui o colei che le aveva appena rivolto un saluto così gentile << Oh, buon giorno a te giovanotto! >> rispose con un sorriso sdentato.
<< Cara signora sarebbe così gentile da dirmi come si chiama questo paese? Sa sono appena giunto per mare...>>
<< Che bambino coraggioso.. >> fece la donna al sentire le parole di Carl; effettivamente agli occhi di un uomo un Halfling relativamente giovane come Carl, non appariva molto diverso da un bambino. << Sei appena sbarcato a Flesjar. Da qui potresti trovare altri mezzi di trasporto per le città più a nord, o che ti conducano per vie sicure oltre la foresta. >>
<< Ho capito, vi ringrazio gentile signora. >> concluse Carl porgendo un reverenziale inchino alla donna, e si congedò: non era il caso di raggirare una povera vecchietta. La donna salutò di rimando e continuò per la sua strada. Anche Carl continuò per la sua strada e mentre rifletteva sulla sua prossima eventuale meta, si ritrovò davanti a quella che doveva essere, molto probabilmente, l'unico locale e quindi anche l'unica taverna della cittadina; sull'insegna vi era scritto: Il Balcone della Chierica.
-Interessante...- pensò il giovane Carl, che non poté fare a meno di chiedersi se il nome della taverna volesse essere in qualche modo osceno. Dopo le prime considerazioni del caso Carl decise di entrare, dopotutto non era la prima volta che gli capitava di dover passare la notte in qualche bettola ambigua: nonostante il giovane Halfling non fosse uno stinco di Celestiale, e questo lo sapeva benissimo, aveva una alta considerazione di se stesso e preferiva sicuramente luoghi tranquilli piuttosto che a locali frequentati da criminali: in ogni momento poteva scoppiare la rissa, la quale poteva richiamare forze dell'ordine, le quali comportavano un sacco di domande e di noie. Insomma se si poteva trovare di meglio... Appena il giovane mezzuomo varcò la soglia dell'ingresso del locale, due cose catturarono immediatamente la sua attenzione: primo, il locale era più pulito di quel che si aspettasse; secondo, oltre alla pulizia impeccabile vi era una strana atmosfera tranquilla.... troppo tranquilla. Niente confusione ne risate da ubriachi, una atmosfera alquanto serena, accompagnata da una leggera musica di sconosciuta provenienza. Come il giovane Halfling fece il primo passo nella sala principale, una voce soave gli disse << Ben venuto Ser. Il mio nome è Alatariel, posso fare qualcosa per voi? >>. Carl si voltò immediatamente verso la fonte di quella voce angelica, così si ritrovò davanti ad una splendida elfa dai lineamenti fini e delicati con un fisico molto slanciato e un viso così perfetto da essere quasi ipnotizzante: l' elfa portava capelli rossi e lunghi raccolti in trecce, occhi verdi smeraldo. Naturalmente era impossibile darle un'età, tuttavia si sarebbe potuto affermare che doveva essere piuttosto giovane. La giovane elfa si trovava dietro ad un bancone, che per un elfo o comunque un essere umano aveva un'altezza ragionevole; purtroppo non si poteva dire lo stesso per Carl e per tutta la sua gente. Il giovane Carl, davanti ad una visione simile, rimase sbalordito per qualche secondo; poi tentò di rispondere in maniera consona, sfoggiando tutto il suo charme da gentiluomo quale era << Buon giorno a voi mia cara. Stavo giusto cercando un posto tranquillo dove passare la mia prima notte in questa... città, dopo un lungo viaggio per mare, quando mi sono trovato davanti al vostro locale. Spero di essere nel posto giusto... >>.
<< Naturalmente mio Signore, possiamo offrirvi diversi alloggi, a seconda delle vostre esigenze, e anche altri servizi... >> Rispose la ragazza, mostrando un sorriso smagliante.
Mentre Carl si concentrò per mantenere un aspetto elegante e di classe, da una porta dietro al bancone uscì una seconda ragazza: non si trattava di un' elfa questa volta, era umana. Questa ragazza era alquanto giovane per la sua gente, inoltre anche lei era dotata di una rara bellezza. Non era eccessivamente alta per la sua gente, ed era meno snella della sua collega elfa, tuttavia molto aggraziata. Aveva capelli castani scuri e riccioli legati in una coda quasi laterale che le pendeva sulla spalla sinistra, occhi marroni. Come questa nuova figura richiuse la porta dalla quale era uscita, si voltò e accennò un cenno alla giovane elfa dietro al bancone, poi spostò la sua attenzione verso il giovane Carl << Buon giorno a voi! >> disse in fine, accennando una leggera riverenza e un sorriso.
A questo punto il giovane si ritrovò nuovamente sbalordito per alcuni secondi: in tutta la sua vita ne aveva conosciuta di gente, ma non gli era mai capitato di incontrare due figure così leggiadre nel giro di così poco tempo, soprattutto nello stesso luogo.
Impiego un po' più do tempo per riprendersi questa volta, inoltre le due giovani si accorsero dello stato in cui si trovava Carl, e non poterono fare a meno di lasciarsi scappare una delicata risata innocente; il tutto senza scomporsi un minimo, forse a causa dell'effetto che scaturiva un personaggio come Carl in quelle circostanze.
<< Hem... Buon giorno anche a lei mia cara... hm... come dicevo... ah, si... Mi servirebbe una camera dove passare almeno questa notte. >>
<< Certamente mio Signore. Da popolano, da mercante, di lusso... o preferite il dormitorio in comune? >> Chiese gentilmente la giovane elfa.
<< Oh per carità! Vorrei riposare tranquillo! >> rispose lui, pur sapendo che forse il dormitorio in comune era l'unica cosa che potessero permettersi le sue modeste tasche.
<< Mah... si, mi sento in vena di voler spendere, dopo tutto mi sembra davvero un bel posto qui! Sceglierò la camera di lusso. >> Rispose Carl e aggiunse << Mettetela pure a mio nome: Signor Tumblestone. >> - Tanto chi ha intenzione di pagare ?! - Pensò ridacchiando tra se il giovane Halfling, compiaciuto di aver pensato anche ad un nome fasullo così velocemente.
<< Perfetto Signor Tumblestone. Potete seguire Mirna che vi accompagnerà alla vostra stanza. Per qualsiasi necessità non esitate a chiamare me, o qualunque delle mie college. >> L' elfa lo congedò con un' altro sorriso e suonò un campanello... che doveva trovarsi li da qualche parte sul bancone.
<< Vi ringrazio madame. >> Così Carl si congedò dalla giovane elfa e segui l'altra ragazza, la stessa che era uscita dalla porta poco prima, che gli fece strada fino alla sua camera. Nel mentre pensò – Che diavolo mi è preso? Tutti questi anni di pratica e di colpi andati a segno, e ora ci si lascia disarmare da qualche elfa dagli occhi di gemme preziose? Non sia mai! D'ora in poi devo rimanere più concentrato possibile-.
La voce della giovane umana lo distolse dai suoi pensieri annunciando di essere arrivati alla stanza in questione. << Eccoci arrivati Signor Tumblestone. Questa è la sua stanza. Le auguro una buona permanenza. >> Concluse la ragazza, sempre con un sorriso, mentre apriva la porta in questione.
<< Vi ringrazio di cuore madame. >> Rispose elegantemente Carl, accennando un breve inchino del capo, ed entrò nella stanza.
All'ingresso della stanza, Carl venne accolto nuovamente da diverse voci decisamente gradevoli all'udito << Buon giorno nostro Signore. Possiamo fare qualcosa per voi? >>. Ad attenderlo nella stanza Carl vi trovò una decina di ragazze di varia natura e foggia, ma tutte maledettamente incantevoli.
-...........- Pensò Carl... forse a bocca aperta.

 

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Capitolo 3
*** Dolci notti, amari risvegli ***


Il canto di un gallo annunciò l'alba, non fu una notte facile per Carl: la compagnia femminile che gli si propose davanti agli occhi la sera prima non era il genere di compagnia in cui sperava purtroppo; difatti le fanciulle si limitarono ad intrattenere il giovane mezzuomo mediante poesie e storie cantate accompagnate da coreografie danzate e musica, il tutto con contorno di cibi e bevande sublimi gentilmente servite dalle medesime fanciulle.
Nonostante Carl tentò in tutti i modi di persuadere le ragazze con altri tipi di intrattenimento, queste sembrava fossero totalmente immuni al suo fascino e anzi, raggirarono più e più volte il giovane Halfling. Fu una brutta ferita nell'orgoglio di Carl e poiché non capì come riuscissero vanificare tutti i suoi tentativi, decise in fine di arrendersi e la notte trascorse comunque piacevolmente.
Al secondo richiamo del gallo, Carl aprì pigramente gli occhi: si sentiva sconsolato, tuttavia riposato e fresco come una rosa in primavera.
Diede una rapida occhiata alla stanza e notò che le ragazze si furono addormentate ovunque vi avessero trovato posto: poltrone e divani, alcune anche per terra adagiate sugli immensi tappeti colorati e di ammirevole fattura che ricoprivano il pavimento, dopotutto la temperatura della stanza era piacevole e non vi era necessità di coperte, benché il letto ne era fornito. Con immensa gioia e soddisfazione, comunque ingiustificata, il giovane Carl poté osservare un paio di ragazze che a quanto pare scelsero come giaciglio il letto su cui dormiva il loro ospite piuttosto che il pavimento: probabilmente al solo scopo di essere a disposizione del loro ospite in qualunque momento e non per altro.
Carl decise di alzarsi dal letto per iniziare la sua seconda giornata a Flesjar, magari con una buona colazione. Cercò di muoversi più silenziosamente possibile, in questo era un maestro e lo sapeva, inoltre l'immenso letto sui cui aveva passato la notte e i tappeti lo aiutarono parecchio.
In breve raggiunse i suoi abiti ordinatamente ripiegati su una sedia ai piedi del letto e iniziò ad indossare i suoi pantaloni di stoffa marrone, la camicetta di cotone bianca e il suo corpetto di cuoio che nonostante si trattasse di un'armatura, con tutte le caratteristiche e i dettagli del caso, risultava comunque un capo di abbigliamento ordinario più per un semplice viaggiatore che per un individuo pronto a difendersi, mantello verde e naturalmente l'inseparabile bombetta nera. Prima di uscire dalla stanza Carl si guardò bene di non dimenticare il borsello con il denaro, ma neanche il suo elegante stocco e i suoi due pugnali, ma lasciò in stanza l'equipaggiamento pesante.
Una rapida occhiata verso una delle tre finestre, le quali dava verso la foresta e lasciavano intravedere il tetto di altre abitazioni, per vedere come era il tempo: tempo sereno e cielo pulito, una luce stupenda e le cime degli alberi non sembravano scosse dal vento; una splendida giornata primaverile quindi.
Entusiasta Carl si girò verso la porta di ingresso, evitò abilmente due fanciulle addormentate una sull'altra e raggiunse la porta, appoggiò la piccola mano sulla maniglia e la girò. Come mise un piede fuori dalla porta sentì un coro di voci angeliche alle sue spalle << Buona giornata nostro Signore e tornate presto! >>.
Il giovane Carl atterrito si girò verso la stanza: le fanciulle erano sveglie, nelle esatte posizioni in cui lui le aveva appena lasciate ma sveglie e lo stavano guardano rivolgendo dei sorrisi cordiali.
<< …Grazie e buona giornata a voi signorine! >> Il giovane Halfling ricambiò il saluto e i sorrisi e si affrettò a chiudersi la porta alle spalle: praticamente lo avevano colto di sorpresa.
<< Fuuuuu.... >> sospirò il giovane mezzuomo, il cuore gli batteva all'impazzata, e si diresse per il corridoio, il quale sembrò non avere altre stanze e terminava in una rampa di scala discendente. Scese un piano e si ritrovò nell'ingresso: osservandolo meglio Carl notò che l'atrio del locale era ampio e tenuto in ordine; le pareti erano adornate con dipinti raffinati, raffiguranti vari soggetti. Al banco dove il giorno prima vi incontrò la giovane elfa, questa voltò vi trovò un'altra fanciulla molto graziosa ma non straordinariamente bella per i suoi gusti: aveva dei capelli lunghi e lisci di un colore viola cangiante simile a quello dei fiori di Lilla, li portava sciolti benché sembrassero come accarezzati da una brezza leggera perpetua, occhi grandi e azzurri come il mare e pelle ambrata. Probabilmente si trattava di una fanciulla gnomica, difficile da attribuirle un'età; sembrava concentrata su qualcosa e probabilmente era alle prese con della burocrazia. Il giovane mezzuomo si dispiacque all'idea di doverla disturbare, ma doveva chiedere dove poteva consumare una adeguata colazione. Decise quindi di dirigersi verso il banco della fanciulla in modo disinvolto.
<< Buon giorno Signor Tumblestone. Un secondo e sono subito da voi.... >> disse la ragazza con un sorriso, ma senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
<< … eccomi, come posso aiutarvi? >> chiese in fine la ragazza.
<< Buon giorno mia cara. >> rispose cordialmente Carl << Sarebbe così gentile da dirmi dove potrei... come dire... asciolvere ? >>.
A quelle parole la gnoma rimase interdetta << … Prego? >>.
Le abilità colloquiali del giovane Carl sembravano aver fatto un buco nell'acqua quella volta, quindi corse subito ai ripari << Oh cielo perdonatemi.... ma come mi esprimo oggi.... vorrei semplicemente fare colazione signorina. >> concluse Carl con un sorriso.
<< Oh si naturalmente ser, scusatemi voi. Seguitemi pure. >> La fanciulla scese da uno sgabello e fece strada al giovane Carl: era più alta di lui solo una ventina di centimetri dopo tutto. Li mostrò una tavolino in una sala da pranzo enorme, con diversi tavoli di diverse dimensioni: era un ambiente molto luminoso grazie a delle ampie finestre dalle quali filtrava la luce dall'esterno e grazie anche a due immensi lampadari con candele in ferro battuto tuttavia decisamente decorativi e belli a vedersi, i quali fornivano un'adeguata illuminazione a tutta la sala; guardando meglio le candele dei lampadari Carl non poté fare a meno di notare che nonostante fossero accese, e le fiamme erano leggermente più vive di quanto ci si potrebbe aspettare da delle semplici candele e la cera di queste non dava segni di colatura. - Probabilmente c'è sotto il solito gioco arcano - Pensò Carl. Il resto delle pareti era decorato da dipinti ed arazzi molto belli, e dove questi non riuscivano a coprire adeguatamente le superfici, lasciavano intravedere un muro bianco e liscio. Per la sala si sentiva una leggera musica di sottofondo di provenienza sconosciuta, molto gradevole all'udito, inoltre vi aleggiava un odore delizioso.
Date le dimensioni della sala Carl capì come bastasse salire una sola rampa di scale per trovarsi al piano superiore, che già era possibile intravedere i tetti delle altre abitazioni.
<< Prego, potete sedervi qui ser e potete servirvi di tutto quello che volete dal tavolo la in fondo >> la gnoma indicò in fondo alla salone dalla parte opposta ai finestroni, dove era stato disposto un ungo tavolo su cui vi si trovava ogni genere di cibo che uno stomaco affamato potesse desiderare al mattino.
<< Molto gentile, vi ringrazio Signorina.... >>
<< Perdonatemi avete ragione non mi sono presentata, il mio nome è Nili >> rispose la gnoma imbarazzata.
<< Figuratevi non vi dovete scusare, mi dispiace aver interrotto il vostro lavoro piuttosto. >> continuò lui. << Siete voi e gestire questo magnifico locale? >> Carl pensò che se avesse unto gli ingranaggi giusti si sarebbe risparmiato eventuali attenzioni troppo opprimenti da parte del personale.
<< No, sono solo la capo sala e mi occupo del resto del personale. Sono alle dipendenze della Signora Hirriel, è lei che gestisce il locale e tutte noi. >>
- Perfetto! Tutte donne allora - Pensò Carl.
<< Se desiderate conferire con lei posso fissarvi un appuntamento in giornata, perché al momento non si trova qui >> Concluse Nili.
<< Oh non è il caso vi ringrazio. Prima o poi le farò i complimento per il servizio comunque >> Concluse Carl esibendo un sorriso. Al che la gnoma si congedò con un inchino e Carl poté concentrarsi sul cibo; ma non aveva un grande appetito, ed era molto strano per un Halfling giovane come lui. Consumò comunque una discreta quantità di latte di capra e dolcissimi biscotti al burro. Mentre mangiava, nel silenzio dell'immensa sala, il giovane Carl sentì il rumore di passi provenire dall'atrio, quindi dietro di lui: erano passi diversi da quelli delle ragazze, erano più decisi e decisamente più pesanti. Il giovane Halfling rimase in ascolto senza voltarsi, ma si pentì di essersi seduto in quella posizione. D'un tratto le sue orecchie furono raggiunte da una voce rozza e tonante e... maschile << Buon giorno e buon appetito signore! >>. Carl rimase interdetto nel sentire quella voce, ma prima che potesse voltarsi ad esaminare la sorgente di tale voce, nel suo campo visivo fece ingresso una figura più alta di lui e decisamente più robusta, tuttavia non sapeva dire se si trattasse di un umano di bassa statura o meno. La figura si diresse al tavolo delle cibarie e prese direttamente un tacchino arrosto intero, si voltò e si sedette ad un tavolo di fronte a quello del giovane Halfling. Ora Carl poté vedere bene lo sconosciuto: testa completamente rasata e lucida , coperta da tatuaggi runici; occhi scuri sormontati da folte sopracciglia castano chiaro, naso aquilino al disotto del quale il resto del volto spariva sotto una folta barba bionda scura lunga quasi quanto tutto il torace dell'uomo, tenuta sciolta, pelle chiara. Alle orecchie portava diversi orecchini di metallo, all'apparenza poco pregiato. Sul viso si potevano intravedere alcune cicatrici. Era vestito con semplici abiti da viaggiatore, tuttavia gli stivali sembravano troppo pesanti e rigidi: notò che i bordi della punta e dl tallone erano dentellati.
- Trattasi di un nano in fine. - Pensò Carl - Gente socievole... se di buon more -.
<< Buon giorno anche a voi ser. E buon appetito. >> Ricambiò il giovane Carl. Il nano di risposta lanciò un'occhiata complice al giovane Halfling, probabilmente accompagnata da un sorriso.
<< Saranno anche molto accoglienti qui, ma non vogliono capire che al mattino non c'è niente di meglio che un buon arrosto e un buon boccale di birra fresca e spumeggiante. >> aggiunse il nano.
<< Eh già... >> Concordò Carl cercando di apparire il più concorde possibile, malgrado la nausea che gli si scaturì al solo pensiero.
<< Non sembrate di queste parti giovanotto, cosa vi porta qui ? >> continuò il robusto interlocutore addentando una coscia di tacchino.
<< Bhè... in effetti ser io sono giunto qui via mare ieri, sono originario di Corielth e sono... uno studioso... di storia antica, ecco. E poi per la mia gente è un piacere viaggiare. >> Si inventò in fretta Carl.
<< Capisco >> concluse il nano << Vi interesserebbe la cultura nanica allora: siamo un popolo legato alle tradizioni e ricco di storia antica... ahahahah >> Continuò il nano con una sonora risata.
<< Molto affascinante ser. >> Concluse Carl cercando di non far continuare la discussione.
<< Siete un Halfling mi pare di capire, giusto? E come vi chiamate se posso? >> Incalzò il nano.
<< Esattamente ser, sono un Halfling o mezzuomo come certe genti preferiscono chiamarci. Potete chiamarmi signor Tumblestone comunque, e voi? >>
<< Il mio nome è Oskar mio giovane amico, e sono un esploratore del regno di Rostock, patria delle più belle ed immense città naniche sotto le montagne. >> continuò orgoglioso il nano. << Mi trovo qui in veste di pubblico ufficiale: Ultimamente si sono verificati dei furti presso i templi delle nostre città, e sono state portate via delle reliquie di vitale importanza per i nostri chierici >>.
- Sono mai stato in una città nanica...? - Pensò Carl - No... quindi io non sono stato. Anche se effettivamente potrebbero avere un certo valore certe reliquie – continuò a pensare Carl sogghignando.
<< Quindi sono venuto giù dalla mia terra a Nord per cominciare le indagini. >> Concluse il nano.
<< E di grazia ser Oskar, come può qualcuno aver eluso la severa sorveglianza di un tempio nanico … in una città nanica per giunta? >> incalzò spavaldamente il giovane mezzuomo, cosa che venne notata dal nano il quale lo guardò severamente << ...è probabile che ci sia la mano di qualche... prestigiatore >> rispose con tono severo il nano.
Carl capì di dover cambiare tono per la discussione, onde evitare di indispettirsi un nano... per giunta tutore dell'ordine.
<< Ah capisco... allora potrebbe trattarsi di professionisti e ben organizzati... e ha scelto di iniziare qui le sue indagini perché è il primo porto navale più vicino? >> continuò Carl.
<< Si, ma se sono organizzati come temo e come ha appena notato lei potrebbero aver avuto infiniti modi di sfuggire con la refurtiva. >> concluse il nano pensieroso.
<< Vero... e perdonate la domanda, ma cosa succederebbe se non doveste riuscire nella vostra missione? >> indagò Carl.
<< Bhé... in tal caso suppongo che i mastri artigiani delle nostre città provvederanno a forgiare altre reliquie. Il problema sarà richiamare e infonderei il potere divino in esse... >> concluse il nano.
<< Capisco. Vi auguro di cuore di riuscire nel vostro intento ser Oskar. >> concluse Carl.
<< Vi ringrazio... >> rispose il nano, nel mentre si voltò verso il giovane mezzuomo e incominciò a squadrarlo attentamente. Carl sapeva di non aver mai fatto un torto ad alcun nano: gente da prendere poco alla leggera, caparbia, determinata e talvolta irascibile, tuttavia quello sguardo non lasciava presagire niente di buono.
<< Voi ! >> disse in fine il nano pacatamente.
<< Io ? >> rispose deglutendo a fatica Carl.
<< Si, voi... avete detto di essere uno studioso di storia antica, quindi potreste sapere chi è interessato a certe reliquie naniche e perché. Potrebbe essermi di aiuto, le andrebbe di collaborare mio giovane amico? Naturalmente dietro lauta ricompensa... >>.
- Mmmmmmm, lauta ricompensa solo per darti una mano ???? perché no?! dopo tutto una buona azione fa sempre bene - Pensò Carl assaporando la cosa, tuttavia insicuro di dare una risposta affermativa << Io... bhé... si... forse... >>
<< Ahahahahha..... perfetto allora. Vado a prendere il resto dell'equipaggiamento e partiamo subito !!! >> concluse il nano, senza lasciare spazio ad eventuali risposte.
<< ...Splendido ! >> rispose Carl cercando di sembrare più entusiasta possibile.
Come il nano lasciò la sala, Carl lasciò cadere la fronte sul tavolo più sconsolato di prima e chiuse gli occhi << Comincio ad odiare questo posto ! >>.

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Capitolo 4
*** Lezioni di storia ***


<< Allora... >> Esordì Carl per rompere il ghiaccio << ... da quanto tempo siete nel corpo degli esploratori del vostro regno, mastro nano? >>
<< Oh bè, ho iniziato a servire il mio regno da giovane naturalmente. >> rispose il nano.
<< Ed è sempre stata la vostra ambizione? >> continuò Carl, il quale non era molto entusiasta di dover fare certe domande, ma dopotutto avrebbero aiutato a conoscere meglio il suo compagno di avventure e soprattutto a stringere un certo rapporto confidenziale e quindi fiducia... o semplicemente il giovane Halfling non era un banale criminale senza cuore.
<< Beh ecco... >> rispose il nano << ... come sicuramente saprete già, in quanto studioso di storia, nella cultura nanica è di norma che gli uomini entrino nelle forze armate fin dalla maggiore età, almeno per ricevere un addestramento di base. Poi è una nostra scelta se continuare la carriera oppure tornare alle nostre occupazioni, molti scelgono di portare avanti i mestieri di famiglia. >> spiegò Oskar << La mia famiglia contava alcuni dei più rinomati fabbri tra la mia gente; io ho imparato parecchi segreti del mestiere grazie a mio padre e a mio nonno, ma non mi ha mai soddisfatto come vita. Perciò si... si potrebbe dire che è sempre stata una mia ambizione! >> concluse il nano.
<< Capisco. >> aggiunse Carl pensieroso. I due erano usciti dalla locanda ormai da un paio di ore e stavano percorrendo le vie cittadine di Flesjar, senza un meta precisa. Era una giornata serena dall'aria fresca e frizzante, tuttavia da occidente stavano sopraggiungendo delle nuvole: la primavera non era ancora arrivata del tutto, ma l'inverno sembrava aver allentato ormai la sua morsa da parecchi giorni su quelle terre. Il nano riprese il discorso << E come mai un Halfling sceglie di passare parte della sua vita rinchiuso in biblioteche per giornate intere? >>
<< Diciamo... semplice curiosità: trovo molto affascinante la storia dei popoli passati e dei loro segreti, usanze, culture e di tutte le ricchezze che... >> Carl non seppe come uscire da quella situazione ormai, e il nano sembrò interessato e attento al discorso << … ci hanno lasciato >>.
Il mezzuomo non fu del tutto sicuro di aver utilizzato le parole giuste, quindi studiò le reazioni del suo interlocutore per vedere se riuscì nel suo intento di essere credibile.
Ma il nano sembrò perplesso << Lasciato ? >> chiese infine.
<< In eredità naturalmente. >> aggiunse Carl con disinvoltura.
<< Oh certo... certo, capisco. >> Concluse il nano con un'aria più soddisfatta accennando inoltre un sorriso.
<< Scusate se mi mi pongo la domanda mastro nano, ma potrei sapere almeno dove siamo diretti o cosa stiamo cercando esattamente? >>
<< Vaghiamo... >> rispose il nano rivolgendogli un sorriso ed uno sguardo che lasciava trasparire una certa astuzia << … curiosiamo, cerchiamo... >>.
<< Ma cosa esattamente? >> insistette Carl.
<< In casi come questi, in cui non so che pesci pigliare o non ho il minimo indizio, preferisco vagare e aspettare che qualcosa attiri la mia attenzione... >> spiegò il nano.
<< Ma è una cosa poco leogica... perdonate i miei dubbi, ma vi rendete conto che potremmo anche essere lontani diverse miglia da quello che stiamo cercando? >>.
<< Naturalmente! Ma voi avete un'idea migliore? Questo è lo scalo commerciale più vicino a Rostock; quindi un carico ingente come le reliquie di cui vi ho parlato stamattina, avrebbe comunque più probabilità di viaggiare indisturbato lungo le principali vie commerciali e in fine prendere il largo da un porto attrezzato come questo, piuttosto che viaggiare per strade secondarie e poi imbarcarsi in un semplice porto di pescatori. >> spiegò il nano << Darebbe meno nell'occhio e il movimento di tali merci sarebbe più semplice. >> concluse. Carl non poté che concordare con una spiegazione simile: non conosceva bene la geografia di quelle terre inoltre non aveva ancora avuto modo di consultare una carta geografica, ma conosceva la caparbietà dei nani e il suo compagno sembrava sapere il fatto suo in termini di astuzia e strategia.
<< Ecco! Questo è un ottimo punto di partenza. >> esclamò ad un certo punto il nano, aggiungendo un cenno del capo verso la vetrina di un negozio.
I due fermarono davanti ad una vetrina piuttosto curiosa: all'interno vi erano disposte cianfrusaglie, oggetti dalle forme più svariate e di dubbia utilità e statuette di diversa foggia. La vetrina sembrava dare luce ad una bottega non molto grande contrariamente a quanto faceva pensare l'insegna: grossa e in legno, sulla quale vi era scritto in bassorilievo e con caratteri molto particolari “Galleria di Aelith”; ogni lettera sembrava composta da rami, steli di fiori intrecciati e altre forme e colori appartenenti al regno arboreo. Le lettere non erano immobili ma sembrava che percepissero la leggera brezza di quel giorno. Sullo sfondo dell'insegna si intravedeva come uno scorcio di bosco molto profondo, ancora addormentato dall'inverno, anch'esso non del tutto immoto: ogni tanto sembrava di vedere qualche foglia cadere da chissà dove o i rami muoversi anch'essi accarezzati dalla brezza reale. Il realismo di quell'insegna era eccezionale.
- Ennesimo gioco arcano! - pensò Carl, il quale ne apprezzò comunque la qualità artistica – Ma soprattutto chissà chi sarà mai questo Aelith per avere una bottega simile e potersi permettere certi lussi.-
<< Vediamo se questo Aelith sa dirci qualcosa eh collega? >> disse il nano strizzando l'occhiolino a Carl, il quale notò che per la prima volta e in modo del tutto inaspettato il nano usò un tono del tutto informale. Il giovane Halfling decise di stare al gioco e rispose con un ghigno malizioso << Dopo di voi! >> e poi sarebbe stato molto interessante vedere che genere di chincaglierie potevano trovarsi in quella piccola galleria.
Così i due entrarono nella porta subito a fianco alla vetrina. Una volta all'interno la galleria si apriva in tutta la sua reale grandezza: tutto il locale era una sorta di labirinto di statue, urne, sculture e altri artefatti di ogni sorta e dimensione; mentre alle pareti vi erano appesi innumerevoli arazzi e dipinti, ciascuno rappresentante un soggetto diverso. Per tutto il locale aleggiava un'essenza profumata, molo gradevole.
Carl rimase abbagliato da una simile visione: neanche nelle sale della più alta nobiltà che visitò gli capitò di vedere oggetti di tale foggia.
<< è permesso? >> annunciò il nano, ma non ottennero risposta; così cominciarono a passeggiare per i vari corridoi.
<< Ciarpame ! >> esordì il nano ad un certo punto << Tutte roba troppo fragile e... troppo piccola. >> aggiunse aggirandosi tra le opere e squadrandole con occhiate di sufficienza.
<< Troppo... “piccola” ? >> chiese incerto il giovane Halfling, poiché quasi tutto ciò che si trovava in quel locale poteva tranquillamente doppiarlo in termini di dimensioni.
<< Esatto, piccola! >> ribadì seriamente il nano continuando a guardarsi in torno << Come ci si può ricordare di qualcuno grazie ad una statua così minuscola ed esile ad esempio? >> il nano indicò una splendida statua di marmo bianco, raffigurante un uomo barbuto dall'aspetto fiero e possente: probabilmente un campione, data l'armatura finemente scolpita e decorata di pietre preziose incastonate. La statua superava il nano di quasi un piede e mezzo, quindi Carl di almeno un altro se stesso.
<< Anche se devo ammettere che la pietra è stata lavorata decentemente... si... >> aggiunse in fine il nano con tono di critica, avvicinando lentamente la mano per accarezzare la statua e saggiarne meglio l'opera eseguita dallo scultore.
<< Re Sitras Layor III, del glorioso regno di Arboras. >> disse improvvisamente una calma ed elegante voce maschile << Ma ahimè, purtroppo caduto in rovina parecchi secoli or sono e infine dimenticato. Quale tristo destino per un così nobile regno. >>
Il nano e il mezzuomo si voltarono subito in direzione della voce e un personaggio dall'aspetto raffinato e molto curato gli si presentò agli occhi: pelle chiara, lunghi capelli dorati lasciati liberi, occhi e sopracciglia scuri, viso pulito e liscio, probabilmente un elfo a giudicare dai lineamenti; vestiva una tunica di seta colore argento, legata in vita con una striscia di stoffa di color verde finemente ricamata con decorazioni e finiture molto elaborate. Impossibile definirne un'età, superava il nano di quasi due piedi. 
<< Beh signore abbiamo qualcuno qui che sicuramente non avrà dimenticato un così nobile individuo. >> disse il nano voltandosi verso il suo piccolo compare che però parve distratto: lo sconosciuto pareva dotato di un certo magnetismo. Passarono alcuni secondi di silenzio imbarazzante, Carl si accorse di essere il centro dell'attenzione e cercò di rispondere nel modo più naturale possibile, ma purtroppo in quel momento si ritrovò a corto di idee << Si... assolutamente... hem... Re Sitras Layor III, morto avvelenato. >> 
Il presunto elfo posò la sua attenzione sul mezzuomo e quindi lo guardò con la stessa espressione di chi aspetta ansioso che la narrazione continui. Non sapendo cosa aggiungere, Carl si limitò a sostenere lo sguardo dello sconosciuto mostrando un sincero sorriso.
<< Bhè... se considerate il tradimento come un veleno, allora si! Si può dire che sia morto avvelenato. >> Esordì ad un certo punto l'estraneo, con una certa insoddisfazione nella voce
<< una visione molto poetica la Vostra ser. >> concluse mostrando un leggero sorriso compiaciuto.
<< Ma bando alle lezioni di storia, in che modo posso esservi utile? >> chiese in fine, ai due avventori.
<< Siete voi Aelith ? >> domandò il nano.
<< Per servirvi. >> rispose il presunto elfo con un leggero inchino del capo e un gesto di riverenza.
<< E siete un elfo mi pare di capire >> continuò il nano senza tergiversare.
<< Vorrei poter essere lieto di questa vostra deduzione, ma purtroppo devo correggervi... in realtà sono solo un mezzo-elfo... >> rispose con una punta di amarezza nella voce Aelith << nato dall'unione di un umano, cioè mio padre, e di un' elfa ossia mia madre. >> spiegò il mezzelfo.
<< Già... >> esordì il nano, come non interessato alla spiegazione aggiuntiva. Carl, invece, non poté fare a meno di notare una nota malinconica nel tono di voce del mezzelfo, inoltre aveva sentito parlare di una certa diffidenza tra nani ed elfi, quindi intervenne << Le faccio i complimenti per la vostra Galleria ser Aelith: è davvero ben fornita di opere di straordinaria fattura. >> disse rivolto al mezzelfo, il quale ringraziò con un sorriso ed un cenno del capo.
<< E ditemi, come avete fatto ad collezionare una simile quantità di oggetti provenienti da culture tanto diverse? >> continuò il giovane mezzuomo.
<< Vedete  ho sempre avuto passione per la storia e per l'arte, di qualsiasi tipo; inoltre ho avuto modo di viaggiare parecchio nella mia vita, così ho potuto visitare popoli lontani e apprezzarne l'essenza artistica. >> spiegò il mezzelfo << Finché un giorno non decisi di aprire una galleria come questa, dove poter esporre le opere che ho trovato più significative durante i miei viaggi. >>
<< E per quale motivo avete scelto un posto come Flesjar? >> domandò il nano intromettendosi.
<< Non sarebbe stato meglio stabilire una simile attività in una città più grande? Sicuramente avreste trovato più gente interessata a simili oggetti da collezione. >> concluse il nano.
<< Un ragionamento più che giusto il vostro. >> rispose Aelith << Tuttavia trovo che Flesjar sia un ottimo luogo dove iniziare una simile attività. >>.
<< Ma per quale ragione? >> insistete il nano.
<< Spazio e costi tanto per cominciare, e soprattutto concorrenza assente: in una città non avrei trovato uno spazio simile ad un prezzo tanto conveniente. >>
<< Inoltre Flesjar è situato su importanti transiti commerciali, sia per via terra che per via mare. >> aggiunse il nano, con una lieve nota di insinuazione nella sua voce.
<< Precisamente mastro nano, e questo mi garantisce anche costi di trasporto inferiori. >> concluse il mezzelfo, con tono ancor più soddisfatto << Ma non credo che siate entrati nella mia umile galleria, solo per avere informazioni su come e dove sia meglio gestire questo genere di attività, dico bene? >> si interessò Aelith incuriosito dalle domande del nano << Posso sapere cosa posso fare per voi signor...? >>.
<< Il mio nome è Oskar, sono un esploratore del regno di Rostock ma dovete considerarmi un pubblico ufficiale per adesso. >> spiegò il nano.
<< E questi è il mio collega studioso di storia antica, il Signor Tumblestone.>> disse indicando il giovane Carl, quest'ultimo sollevò la bombetta e rispose esibendo un sorriso << Piacere signor Aelith >>.
<< Piacere mio signori >> rispose a sua volta il mezzelfo << Quindi cosa porta qui un pubblico ufficiale del regno di Rostock e uno studioso di Storia antica? >>
<< Cercherò di essere più diretto possibile dunque: negli ultimi mesi sono avvenuti dei furti presso e templi del regno di Rostock. >> spiegò Oskar, lo sguardo serio << furti di reliquie molto antiche. >>
<< E giustamente avete pensato che un mercante d'arte potesse sapere qualcosa di questi furti, giusto? >> concluse il discorso Aelith, gli occhi fissi in quelli del nano << Nessuno è qui per accusarla. Mi chiedevo solo se ha notato qualcosa di insolito ultimamente. >> rispose quest'ultimo sostenendo lo sguardo del mezzelfo.
<< Insolito dite? Mmm... >> Aelith si accarezzò il mento con il pollice e l'indice della mano destra, mentre con la mano sinistra versò una bevanda dal colore viola in un calice << Gradite del succo di mirtillo? >>
<< No grazie >> il nano rifiutò gentilmente facendo un leggero cenno con la mano.
<< Ehm... nemmeno io grazie >> anche Carl rifiutò, distrattamente poiché la sua attenzione era concentrata su altro ormai. Mentre il nano e il mezzelfo erano intenti a discutere, il giovane Carl iniziò a passeggiare per il labirinto di opere d'arte: rimase abbagliato dalla bellezza di alcune sculture, talvolta anche perplesso dal dubbio gusto artistico di alcune di queste. A prima vista non sembrava che le opere fossero disposte secondo un ordine preciso, ma qualcosa accomunava alcuni corridoi; tuttavia Carl non riuscì ad afferrare questi dettagli. Concentrò la sua attenzione su alcuni quadri appesi alla parete: come aveva già avuto modo di notare appena entrato, non vi erano finestre per far filtrare la luce dall'esterno ma l'illuminazione era dovuta a semplici candelabri, forse con lo stesso trucco magico di quelli alla locanda, disposti regolarmente sul soffitto per tutta la grandezza della galleria.
I quadri che attirarono in particolar modo l'attenzione di Carl erano tre e osservò che due di questi rappresentavano un'unica scena, mentre il quadro spaiato raffigurava un altro tipo di soggetto: un veliero in mezzo al mare in tempesta; sullo sfondo nubi scure erano illuminate ad intervalli dai bagliori dei fulmini mentre il veliero, le cui vele erano gonfie dal vento, si trovava in balia dei flutti blu-verdi del mare. Un soggetto comune, ma ciò che richiamò l'attenzione di Carl fu il fatto che l'immagine non era immobile come in un normale quadro, ma in continuo movimento: grazie a qualche incantamento l'artista riuscì ad imprimere alcuni istanti della scena sulla tela.
- Affascinante, probabilmente sfrutta lo stesso principio usato per l'insegna del negozio – pensò Carl.
Il giovane mezzuomo spostò in seguito l'attenzione sugli altri due quadri, i quali erano posti l'uno affianco all'altro alla stessa altezza sulla parete: effettivamente rappresentavano entrambi la stessa scena, di guerra questa volta, ma focalizzata su due situazioni differenti; infatti sul dipinto di sinistra vi era rappresentato un ingente gruppo di soldati in armature lucenti, centinaia probabilmente, che davano battaglia a quelli che sembravano orchi, decisamente più grossi e minacciosi. Nel dipinto a fianco invece, vi erano disegnati gli orchi mentre caricavano all'assalto dei soldati, il tutto osservato come dall'alto di una collina. Era affascinante osservare come i soldati di un dipinto correvano verso l'altro, per poi sparire nel bordo di uno e riapparire da quello dell'altro. Anche questi dipinti erano stati incantati in qualche modo, un'eterna battaglia impressa su tela, destinata a ripetersi infinite volte senza avere mai fine.
Per quanto cercasse di rammentare storie cantate dai bardi o nozioni storiche Carl non riuscì a capire quale battaglia fosse rappresentata. Dopo tutto le battagli tra umani e orchi, o comunque tra orchi e qualsiasi altra gente, erano innumerevoli.
- Magari più tardi provo a chiedere ad Aelith di raccontarmi di questi due dipinti. - pensò Carl, il quale ormai non riusciva neanche più a sentire la discussione tra il mezzelfo e il nano.
Continuando a girovagare per la galleria il giovane mezzuomo notò che i due dipinti appena osservati erano gli unici ad avere certi pregi.
Si diresse più in fondo al locale, dal lato opposto a quello di entrata, e si trovò in mezzo ad una vera e propria armeria: armi dalle forme più strane e assurde, mai viste fino a quel momento, appese alle pareti oppure riposte in rastrelliere. Alcune di esse risultarono talmente esotiche che il giovane mezzuomo non riusci a capire come potessero essere utilizzate; rimase a contemplare quelle forme così singolari per parecchi minuti: anche i materiali impiegati per forgiarli sembravano provenire da altri mondi. Improvvisamente si ridestò dai suoi pensieri, e si chiese se non fosse il caso di tornare dal suo collega: si voltò completamente e non riuscì a vedere altro che il labirinto intricato di opere d'arte; provò comunque a dirigersi dalla parte opposta alla sezione “armeria”.
Dopo qualche minuto di passeggio in quella selva, e forse anche qualche giro a vuoto, tornò a risentire voci familiari: << ...Avrei sicuramente notato il passaggio di reliquie naniche, poiché ciò che definite sacro o arte di solito ha dimensioni paragonabili a quelle di un drago. >> rispose il mezzelfo con una nota di sarcasmo nella voce. << Ma purtroppo per voi non ho notato nulla di insolito ultimamente, e posso dirvi che nessuno è venuto a chiedermi notizie o informazioni su simili artefatti... a parte voi naturalmente. >>
<< Già, a parte noi... >> si intromise come se niente fosse Carl, pensando che sicuramente non si fossero accorti della sua assenza << Non ho potuto fare a meno di notare che da quando siamo entrati noi, non è entrato nessun altro. Trovo che sia piuttosto singolare per un posto come questo... >>
<< Signor Tumblestone, siete tornato finalmente >> rispose con assoluta naturalezza il mezzelfo << avete notato bene, infatti non ricevo molte visite. Dopo tutto non sono in molti a permettersi quello che io colleziono qui dentro. Inoltre i miei clienti provengono da città lontane e sanno esattamente quello che vogliono, quindi non devono far altro che chiedere la disponibilità di ciò che è di loro interesse, e io provvedo a spedirlo. >>
<< E come fanno a comunicarvi le loro richieste? E per i pagamenti? >> insistette Carl.
<< Suvvia, non penserete davvero che questi siano problemi per certi affari?! Basta mandare anche un comunissimo piccione con messaggio allegato, e per i pagamenti esistono le banche. >>
<< Mmm... pura curiosità la mia. >> rispose Carl annuendo leggermente con il capo.
<< Sono spiacente di non potervi aiutare... >> disse in fine Aelith << … almeno in questo frangente. >> concluse sospirando languidamente.
<< Cosa intendete dire? >> domandò Carl.
<< Che forse posso esservi utile in altri modi. >>
<< Avanti siamo in ascolto allora! >> lo incalzò il nano.
<< Dunque, da come ho potuto capire dai vostri discorsi, avete iniziato le vostre indagini da me solo per avere uno straccio di pista da cui iniziare... diciamo che vi ho ispirato in qualche modo. Correggetemi pure se sbaglio... >> il mezzelfo fece una breve pausa aspettandosi un intervento da parte dei suoi ospiti, ma non vi fu nessun intervento quindi continuò riprendendo il discorso << … lasciate che vi dica che non biasimo assolutamente la vostra scelta, ma permettetemi di darvi qualche consiglio su cui riflettere... >>
<< Prego... >> rispose Oskar con una punta di amarezza nella voce.
<< Data la vastità del regno da cui provenite, mastro nano, e dalle foreste che lo circondano inizierei con il chiedere informazioni a chi è esperto di tali zone: cacciatori, nomadi, mercanti stessi che attraversano quelle vie. Inoltre se non ricordo male dovrebbe esserci ancora un avamposto elfico a Nord-Est di Rostok. >>
<< Si, effettivamente collaboriamo con quell'avamposto, infatti diamo per scontato che potrebbero avvisarci loro stessi in caso di fatti singolari. Le vostre sono delle ottime idee, ma ormai mi trovo qui e mi conviene raccogliere tutte le informazioni che riesco a trovare in questa zona, piuttosto che ripartire e quindi vanificare un viaggio. >> rispose il nano in tono autoritario.
<< Naturalmente! Ma ricordatevi che il tempo non vi è amico date le circostanze. Voglio darvi un'altra informazione che potrebbe interessarvi: circa un mese fa pare che i taglialegna di qui, abbiano trovato resti di bivacchi recenti presso una strada secondaria a Nord- Ovest di qui, nella foresta; dicono che sia una strada dissestata, una mulattiera, ormai inutilizzata da secoli poiché le nuove vie maestre sono più sicure e più facilmente trafficabili. >> concluse il mezzelfo.
<< Ottima informazione, proprio quello che cercavo... >> rispose il nano con un sorriso << … vi ringrazio, siete stato molto utile Ser. Aelith. Togliamo il disturbo se il mio collega non ha altro da aggiungere... >>
<< Ehm... si onestamente si, ma non inerente a questa faccenda se posso permettermi... >> rispose Carl speranzoso.
<< Prego chiedete pure. >> lo invitò il mezzelfo.
<< Non ho potuto fare a meno di notare quella coppia di dipinti animati sulla parete in fondo... >>
<< La battaglia di Flestar, metà della seconda era, dove poco più di mille soldati umani della città di Cledwyn tennero testa ad un'orda di circa cinquantamila orchi, si... un'opera unica. >>
<< Ecco volevo appunto sapere questo, e chi fu l'autore di una simile opera. >>
<< Questo è tutt'ora un mistero, vedete l'autore si firmava con le lettere BD, ma nessuno sa la sua vera identità: alcuni dicono fosse un mago che perse la ragione altri che non fosse di questo piano... Le sue opere sono comunque pezzi unici e molto rari, l'incontro perfetto tra magia e arte. Nessuno tutt'oggi si può considerare in grado di eguagliarlo. Tant'è vero che il quadro del veliero non è suo ad esempio. >> spiegò solennemente Aelith << Naturalmente non potevo non possedere nulla di suo. >> concluse con un sorriso malizioso.
<< Capisco, bé grazie per la delucidazione. Possiamo andare. Arrivederci Ser. >> Carl si congedò dal mezzelfo sollevando leggermente la bombetta, subito dopo si diresse all'uscita dove Oskar lo attendeva tenendogli la porta aperta e uscì.
<< Arrivederci ancora Ser. >> disse il nano prima di voltarsi e uscire a sua volta. Il mezzelfo ricambiò il saluto.
Una volta fuori dalla galleria il nano proseguì per la strada, Carl lo seguì pensieroso. << Bé, ora abbiamo qualcosa su cui lavorare collega. >> esordì improvvisamente il nano.
<< Già, da dove volete cominciare quindi? >>
<< Direi di pranzare intanto, visto che si è fatta l'ora. Poi potremmo metterci sulle tracce di quei bivacchi abbandonati... >>
<< Concordo appieno. >> rispose Carl, sempre più calato nel ruolo di investigatore.

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