Freedom: unknown term

di One_Love_One_Passion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia nuova casa ***
Capitolo 2: *** Sfogo ***



Capitolo 1
*** La mia nuova casa ***


FIORE 888

La terra non è riuscita a reggere la velocità dello sviluppo, e ciò ha portato caos, disagio e tante, tante morti, la mente è diventata fragile, dove basta poco per far scoppiare una guerra, dove ognuno pensa a se stesso e a nessuno importa del prossimo, le persone con il passare del tempo si sono fatte più meschine e per raggiungere il loro obbiettivo schiacciano chiunque.

Sono società corrotte.

Corrotte nell'animo.

Ormai dove viviamo il concetto di fiducia e onestà è andato perso, dove la bellezza sta nel ridere con soddisfazione dopo aver ucciso a sangue freddo chi ti ha aiutato, dove se muori, sei soltanto una vita in meno.

Il mondo l'ha fatto per proteggersi: l'esistenza stessa si era trasformata in una menzogna, bugie lì bugie là, non si capiva più nulla, arrivati al culmine è scoppiata la prima rivoluzione mondiale.

Una guerra che conta più di 2 miliardi di vittime.
Da allora tutto è cambiato.
La vita è stata catalogata in base a ciò che sei o a ciò che diventerai:

- Innocente: occupano maggiormente la densità democratica sul pianeta, sono delle persone a cui sono state asportate via le loro capacità intellettive per colpa di chi sta a capo di tutto, sono irrecuperabili, marionette viventi.

- Infetti: di solito sono catalogate insieme agli innocenti, perché sostanzialmente anche loro hanno perso se stessi e la ragione, ma c'è una piccola enorme differenza, queste persone vengono usate perennemente come cavie finche non raggiungono la cosiddetta ''perfezione'', hanno abilità fisiche incredibili e sono stati addestrati per uccidere i sopravvissuti, (o ad eseguire gli ordini con più fiducia, sono il gioiellino dei piani alti).

Soulles : un tempo erano esseri umani normalissimi, e forse anche gente di animo gentile, purtroppo con il deteriorare della società si sono trasformati in manipolatori senza scrupoli, perché?
Non si sa ancora il motivo, si dice che sia per colpa del potere o per pura sopravvivenza, ma una cosa è sicura: sono umani privi di sentimenti.

Il loro corpo è una meta ancora inesplorata, c'è chi dice che sono deformi e pieni di aggeggi robotici sugli arti, e chi invece che si sono trasformati nel demonio in persona attraverso sedute spiritiche, ma una spiegazione certa ancora non esiste.

Speciali : sono persone nate con strani simboli sul corpo, sono considerati minacce per i Soulles, che ordinano agli infetti di cercarli ovunque,  vengono catturati perché in loro si nasconde un'abilità appunto ''Speciale''.

Guardiani: sono sopravvissuti sfuggiti agli esperimenti dei Soulles, sono abili a combattere con le armi e a mani nude, hanno il compito di addestrare gli Speciali per avere il loro aiuto a sconfiggere i Soulles, ogni guardiano ha un solo Speciale, in modo che l'addestramento sia intensivo.

E… Beh lo scoprirete. 

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Qui comincia la mia storia.

Velocizziamo un po'.

Sono nata a Fiore circa diciotto anni fa, la mia infanzia è stata breve, purtroppo la guerra si è dilungata fino alla mia città uccidendo chi mi era più caro, spari, urla, sangue… tanto sangue.

La mia sopravvivenza è stata pura fortuna.

Ero al piano di sopra intenta alla ricerca di un nascondiglio, sentivo la paura trapassarmi il cuore, l'ansia farmi tremare le gambe e la tristezza uccidermi dentro.

La mamma era stata rapita e papà… papà era morto, un colpo diretto, neanche il tempo di realizzare, di pregare, di dire le ultime parole, di assaporare la vita e i ricordi che già un proiettile gli aveva forato la testa con un suono metallico improvviso.

<< Non preoccuparti, tu scappa. >> sussurrò con voce strozzata la mamma prima che la porta si spalancasse, le sue grida furono un misto di disperazione e dolore.

<< Aiuto! Aiuto! Lasciatemi stare! Aiuto! QUALCUNO MI AIUTI! >> urlò tra i singhiozzi, quello fu l'ultimo sguardo che mi rivolse prima che uno sparo la avvisò.

<< Devi stare ZITTA! >> ordinò con rabbia dandogli un calcio allo stomaco.

<< Sto calma, si sto calma, ti prego, o mio Dio, aiutami tu… ti prego, ti prego. >> rispose tra i singhiozzi cercando di fare il più silenzio possibile.

Dopo aver implorato le ultime frasi mi ero rifugiata su uno sportello vicino alle scale dove la mamma fu portava via, da piccola era il mio nascondiglio segreto, andavo solo lì, e venivo sempre scoperta.

Purtroppo la situazione lo trasformò in un inferno.

<< È rimasto qualcuno? >> chiese un soldato all'altro.

<< Ora controllo, tu vai. >> rispose con un accento timido.

Sentii un cigolio, mi aveva scoperta.

Un pò me l'aspettavo.

<< Non voglio morire, non voglio morire. >> avevo ripetuto tremante, mi aveva puntato il fucile contro, aveva caricato ed era pronto a farla finita.

Qualcosa lo bloccò.

Si era accasciato a terra in preda a spasmi e convulsione, teneva una mano al petto e si lamentava di continuo, poi tutto cessò, era morto.

Un attacco di cuore.

'Rammentare un passato sfortunato non sempre porta tristezza, a volte causa un senso di desiderio' diceva spesso la madre di Erza.

La ragazza era pressoché alta, fisico snello e una quarta di seno, viso pallido di natura incorniciava perfettamente i suoi lineamenti ovali, i capelli erano lisci di un blu oltre mare, gli occhi erano color miele, sembravano tremendamente dannati.

Lei era diversa.

Sul viso uno strano segno si estende da nord a sud sull'occhio sinistro, sopra i sopraccigli, assomigliavano a degli aghi e avevano un colorito rosso fuoco.

Degli spari interruppero i pensieri, doveva concentrarsi o avrebbe rischiato la vita, accidenti, se fosse stata più attenta l'infetto non l'avrebbe notata e ora non starebbe a farsi tanti problemi sul da farsi.

<< Prima o poi ti prenderò! >> urlò con rabbia, in mano teneva una mitragliatrice a cui non dava tregua, i proiettili sembravano non finire mai.

''Sarà meglio correre'' pensò la ragazza.

<< NON SCAPPARE! >> strillò con furia mentre premeva con decisione il grilletto nella speranza di ucciderla o almeno di rallentarla, ne schivò la maggior parte ma uno la colpì sul braccio sinistro creando un taglio abbastanza profondo, dovette fermarsi.

<< Maledizione, ho finito le fasce. >> constatò scocciata mentre cercava di fermare l'emorragia causata dal colpo di proiettile, osservò per una manciata di secondi la ferita e decise di strappare un pezzo della sua giacca per coprirla nel modo più decente che poteva.

Alzandosi con fatica una smorfia di dolore le dipinse il volto, decise di correre, restare ferma l'avrebbe portata a morte certa.

Di colpo si scontrò con qualcuno, precisando due uomini alti, molto più di lei che riconoscendola la avvolsero in una stretta soffocante, con delle manette le bloccarono le mani e immediatamente la vista fu coperta da un sacco nero.

<< Cosa volete da me? Lasciatemi! >> si lamentò dimenandosi nella speranza che quelle manette fossero di zucchero ma niente, si dovette accontentare nello scalciare con i piedi.

I due si lanciarono delle occhiate e dopo sguardi e cenni vari decisero di togliersi quella seccatura, qualcosa colpì violentemente la nuca della povera ragazza lasciandola stordita per un po' prima di sprofondare nel sonno.

Un'ora dopo...

Aprii gli occhi con lentezza sbattendoli più volte prima di mettere a fuoco la vista, cosa era successo? Ah si, stava scappando da quel maledetto bastardo, che poi senza motivo si era messo a sparargli contro attentando alla sua vita.

La ragazza si toccò il viso e constatò che era libero, nessun sacco le ostruiva la respirazione.

Si voltò di scatto e alla sua vista c'era un grande spazio al centro che separava dei fornelli seguiti da tavoli da lavoro, lavastoviglie e cose del genere, era seduta su un morbido divano bianco con dei cuscini color cioccolato decorati con varie fantasie, davanti alle sue gambe c'era un tavolino anch'esso bianco con dei libri posti uno sopra l'altro, una bottiglia di vino e qualche bicchiere di vetro, muovendo leggermente le gambe poté notare il morbido tappeto marrone spostato lievemente verso destra, la cucina era semplice, tavolo da lavoro in legno con sotto una lavastoviglie color panna, e a debita distanza dei fornelli, sul muro di fronte c'erano alcuni sportelli e vicino a uno di essi sovrastava un frigorifero rosso.

Apparentemente le era sembrata un'appartamento accogliente.

Si alzò in piedi e dopo un leggero barcollo acquistò stabilità, spostando lo sguardo dappertutto notò uno spigolo in fondo, segno che la casa era ancora da esplorare, e lei era particolarmente curiosa.

Stava camminando tranquillamente quando una presa le fece gelare il sangue, le bloccò con le braccia il busto e con una mano teneva dietro la schiena quella della ragazza, sentiva le nocche pelose tenergli saldamente il corpo, era un uomo.

<< Chi sei? Come sei entrata qui dentro? >> chiese una voce ferma, nonostante cercasse di nasconderlo aveva una punta di agitazione.

Lei serrò le labbra e non dava segno di voler parlare.

<< Ripeto, chi sei? >> riformulò.

<< RISPONDI! >> urlò smuovendola con il braccio, quest'ultima impaurita decise di parlare, non le ispirava tranquillità quell'uomo.

<< E-Erza, mi chiamo Erza. >> balbettò per poi prendere coraggio.

<< Cosa ci fai qui? >> domandò avvicinandosi, il suo respiro la fece sussultare in un piccolo spavento.

<< Non lo so, mi… mi ci hanno portata. >> rivelò tremante, si sentiva a disagio, il ragazzo lasciò la presa, come conseguenza barcollò in avanti per poi cadere atterrando in ginocchio.

<< Capisco. >> sospirò.

<< Alzati. >> aggiunse.

''Meglio obbedire'' si disse tra se e se.

Senza esitazioni si mise in piedi, d'istinto si coprì l'occhio fingendo un fastidio in quel punto, il ragazzo era alto, diciamo che in confronto era abbastanza bassetta, indosso aveva un gilet nero con sotto una maglietta dello stesso colore, vicino al collo c'erano due bottoni, segno che aveva tolto una sottospecie di copertura, scarponi scuri e un coltellino nella cinta.

Il viso era dai tratti precisi e solidi incorniciati perfettamente dai capelli rossi scarlatti che con il vento si erano scompigliati, gli occhi nocciola la fissavano in ogni dove alla ricerca di qualcosa.

<< Dov'è? >> si chiese abbassandosi e scrutando le gambe perfette della fanciulla.

<< C-Cosa cerchi? >> domandò incuriosita, l'ansia le faceva tremare le ginocchia rendendole instabili, ma lui non gli diede peso.

<< Il marchio. >> rispose secco mentre fissava le braccia.

<< Dov'è? >> richiese guardando in volto la ragazza, stavolta notò delle linee sbucare dal ciuffo di capelli che copriva quasi perfettamente il ''marchio'', con un gesto deciso e delicato lo spostò constatandone la morbidezza del capello e un po' basito squadrò per intero il viso.

Dalla tasca prese una piccola torcia e sbattendo dolcemente Erza al muro cominciò a tracciare con il pollice le linee perfette del segno sul suo volto.

''Che situazione.'' pensò, era incredibile come venisse trattata, prima rischiava di morire poi viene rapita da due tizi che sembravano agenti segreti e adesso strattonata al muro e costretta a restare immobile da uno che neanche conosce! Ma cosa è un burattino?.

Infastidita dalla situazione cominciò a cercare la frase perfetta.

''Cosa faccio? Non posso mica dire la prima cosa che mi passa per la mente, poi hai visto che scorbutico? Se gli sbotto una singola sillaba minimo mi uccide.'' riflettè perplessa.

Le labbra si separarono e, prendendo un gran respiro si decise.

<< I-Io… >> sussurrò prima che le parole gli morissero in bocca, sentiva le dita di lui premere accidentalmente sulla ferita, sentiva che la pelle non si era ancora riformata e che di conseguenza non era pronta a quel contatto, con una smorfia di dolore separò lui dal suo corpo assaporandone il sollievo.

<< Ti hanno colpita. >> affermò, senza cambiare espressione.

Era serio.

Sembrava poco interessato.

<< Vieni. >> aggiunse prendendola per il braccio buono, guardava dritto e non degnava di uno sguardo Erza che era leggermente sbigottita, quel ragazzo la attirava, aveva un non so che di particolarmente misterioso.

Le fece attraversare un breve tratto di corridoio, svoltò a destra e si ritrovò in bagno, era seduta a terra sul tappetino, guardava il posto che le circondava, un comunissimo bagno.

Dopo aver preso il necessario cominciò a medicare con cura il taglio.

<< Brucia. >> disse buttando fuori ossigeno per sopportare quel fastidioso pizzico che sembrava perenne.

<< Sopporta. >> sbuffò.

''Antipatico'' pensò all'istante voltandosi dall'altra parte.

<< Vorrai delle spiegazioni suppongo. >> sospirò.

<< Ovvio. >> rispose quasi stufa.

<< Ascolta, perché non ripeterò due volte. >> avvertì.

<< Si,si >>.

<< Ti sei mai chiesta di quel simbolo sul viso? >> domandò.

<< Beh, in verità si, però non gli ho dato molto peso >> disse.

Ci era nata con quel 'coso', ormai ci aveva fatto l'abitudine, per lei erano come le lentiggini cioè un normalissimo segno di uno scambio di DNA tra i genitori.

<< Quel segno che hai sulla fronte e sullo zigomo sinistro viene chiamato 'il marchio speciale'. >> spiegò mentre fasciava gli ultimi tratti del braccio.

<< Il marchio speciale? >> chiese incuriosita.

<< È un simbolo che caratterizza ogni speciale, lo possono avere in qualunque parte del corpo, di qualunque dimensioni e forma. >> gesticolò.

<< S-Speciale? >> richiese confusa.

<< Esistono gli innocenti e infetti, esseri manipolati dagli Soulles, queste persone sono corpi privi di emozioni, letteralmente. >> disse con una smorfia di disgusto.

<< Poi ci siete voi, gli Speciali, umani in possesso di un'abilità segreta da svelare, è per questo che sei qui per svelare il tuo potere, e renderlo più forte grazie all'aiuto dei Guardiani come me, che addestrano voi ragazzi per avere il vostro contributo quando servirà. >> concluse rimettendo a posto la piccola scatolina bianca con le medicine dentro il cassetto.

<< Ma… non esiste qualcun altro? >> chiese curiosa, aveva anche ragione, la terra non poteva essere popolata solo da infetti, Soulles, Speciali e Guardiani.

<< Considerando che tutte le persone tranne Speciali e Guardiani sono sotto il controllo dei Soulles… direi di no. >> sospirò anche lui perplesso, accidenti ora che glielo aveva fatto notare si sentiva… perso.

Come se di persone normali non esistessero.

Poi si sentirono dei passi, leggeri e ordinati, e un knoc knoc rieccheggiò nel silenzio prima che realizzassimo che avevano bussato.

<< Chi è? >> chiese lo scarlatto.

<< Sono io, su apri. >> disse educatamente.

Lo scarlatto si avvicinò alla porta e con uno giramento di maniglia sbloccò la porta, una chioma azzurra sbarazzina entrò.

Un ragazzo dalla pelle chiara ma non pallida si avvicinò al tavolino del salotto, era abbastanza alto e magro con quella capigliatura riccia trasmetteva una sensazione di simpatia, occhi color nocciola e sorriso vistoso sulle labbra, indossava dei jeans grigi e un maglione marroncino, le scarpe erano in pelle di color marrone scuro, portava con un laccio un paio di occhiali bianchi al collo in modo da poter essere maneggevoli, in mano teneva con cura dei documenti raccolti in una cartella nera, poi li poggiò delicatamente e con velocità sul tavolo sotto lo sguardo interessato dello scarlatto.

<< Cosa porti Levy? >> chiese abbassando lo sguardo verso la cartellina scura.

<< Devi firmare alcune cose riguardo alla tua allieva, a proposito me la presenti? >> domandò raggiante.

La ragazza stava osservando il tutto dietro ad un angolo e, prendendo coraggio si fece avanti.

<< Eccola! Ma che carina! >> disse prima di stritolarla in una delle sue solite morse.

<< Così la soffochi. >> sospirò apparentemente divertito.

''Mi sento un po' bassa'' pensò deprimendosi al confronto dell'altezza tra lei e il turchese.

<< Ma Gajeel? >> fece notare a Levy che in effetti non c'era.

<< Ah quella teppista? L'ho lasciata ai suoi esercizi. >> sbuffò quasi infastidito.

<< Non fate altro che litigare. >> puntualizzò concentrandosi sui fogli mentre ogni tanto firmava su spazi vuoti.

<< Fatti gli affari tuoi. >> sbottò infastidito.

<< Comunque, lei sà tutto? >> aggiunse indicando Erza che guardava meravigliata le mani pulite e curate del turchese, abbassò lo sguardò e rimase ad osservare le sue che al contrario erano rovinate da graffi e polvere.

<< Sà quello che deve sapere. >> rispose stranamente a disagio sotto lo sguardo pensieroso dell'amico, della serie ''Come immaginavo.''

<< Che devo sapere? >> chiese confusa la ragazza lasciando la bocca socchiusa.

<< Beh… >> sospirò Levy spingendo delicatamente Erza fuori dalla porta, l'espressione dei lui era alquanto dispiaciuta.

''Che diamine sta succedendo?!'' si chiese la blu aggrottando le sopracciglia.

<< Uno… Due… Tre… >> contò lentamente lo scarlatto.

<< COOOOOSA?!?! >> urlò disperata la diciottenne portando le mani al viso, il muro tremò quasi sorpreso anche lui dalla reazione della ragazza, lo scarlatto invece sorseggiava tranquillamente il caffè preparato all'istante mentre in volto aveva un'espressione più che rilassata, al contrario di Levy che era piuttosto preoccupato.

''Povera ragazza'' pensò.

<< Io… DOVREI CONVIVERE CON QUELL'ANTIPATICO?! >> strillò alzando le mani al soffitto, quasi per cercare una via di fuga, si mise in ginocchio e abbassò lo sguardo, poi all'improvviso un'aura demoralizzata le girò intorno come a perseguitarla.

<< Eh… già. >> affermò grattandosi la nuca. 

<< Ma sai il suo nome? >> chiese poi all'istante, in effetti lei si era 'presentata' se così si può dire ma di lui neanche l'età.

<< Il solito. >> sospirò. << Gerard, si chiama Gerard. E tranquilla, non ti torcerà nemmeno uno dei tuoi bellissimi capelli, VERO?! >> urlò per poi inarcare le labbra in un sorriso.

<< Si,si. >> sbuffò l'altro.

<< Io sono Erza. >> disse porgendo la mano.

<< Levy piacere di conoscerti! >> sorrise tenendola per i fianchi e girando allegramente tra le risate di lei, poi gradualmente rallentò fino a fermarsi poggiando a terra la ragazza.

<< Accidenti è tardi! >> esclamò saltellando mentre indicava con ansia l'orologio.

<< Se non ci sono più di venti minuti quella distrugge tutto! >> aggiunse disperato, senza neanche lasciare il tempo ad Erza di realizzare il tutto fuggì a una velocità incredibile lasciando alle spalle una scia di fumo.

Passarono alcuni minuti e la situazione si fece pesante, senza Levy tutto si era afflosciato come un palloncino bucato.

<< Quindi in me scorre… del potere? >> disse abbassando lo sguardo verso le mani, le girò e come per cercare qualcosa nelle vene cominciò a tracciarle con il pollice mentre le dita accarezzavano delicatamente l'avambraccio.

<< Mh,mh. >> annui Gerard.

<< E che abilità possiedo?? >> chiese con le stelle agli occhi.

<< Calma, lo scopriremo, intanto dobbiamo migliorare le tue capacità fisiche e ti avverto, non mi risparmierò nemmeno con te. >> sorrise con sguardo malefico.

<< E…EH?! >> urlò con le mani al viso.

<< Cominciamo domani, oggi non ho voglia di starti appresso. >> borbottò stanco.

<< Fiù. >> sospirò.

<< Provati questa intanto, domani andrai alla gilda. >> aggiunse lanciandogli una specie di uniforme.

La ragazza cadde a terra (atterrando di fondoschiena) e prendendo i vestiti notò che era semplici ed apparentemente comodi:

Una camicetta nera, dei pantaloni elastici marroni, un giacchetto color corvino, scarponi sempre neri da legare con i lacci e una cinta con vari agganci per molti tipi di armi (pistole, pugnali, una tasca aggiunta per le necessità...).

''Carina'' pensò.

Provandosela constatò che gli stava proprio bene, era leggera e non infastidiva il movimento anzi, li agevolava.

<< Aspetta… GILDA? >>.

 

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SPAZIO AUTRICE

Ok, solo io mi sono immaginata nello spazio leggendo 'spazio autrice' ? No, va beh.

Allora, spero vivamente che vi sia piaciuta e che aspetterete il prossimo capitolo perché ci saranno parecchi colpi di scena :3

Erza ''man'' : Oltre che idiota sei anche bastarda, non spoilerare. *perchè il correttore mi scrive spolverare T.T, NO FALLE TU LE PULIZIE!*

Me: Grazie, davvero. *quando c'era 'man' ammettetelo anche voi l'avete letto con enfasi e vi sono comparse in mente cose come ''parfum'' eheheheh*

Ritornando al nostro discorso, non vi posso assicurare che tutti cambieranno il proprio sesso, perché avevo in mente di far rimanere alcuni come erano, perché sennò sarebbe: (1) Il delirio, dovrei descrivere tutti e di fantasia ne ho poca :D (2) Anche per quanto riguarda il carattere dei personaggi sarebbe un disastro, dovrei scambiarli o cose strane *gesticolamento inusuale, danza africana*, però vi assicurò che non vi annoierà, vi basta solo aspettare che il mio cervello si connetta e cercherò di pubblicare il più presto possibile.

Ringrazio chiunque apprezzi ciò che ho scritto, con o senza recensione un sentito grazie anticipato, (anche per chi non è piaciuto ma recensirà per educazione, grazie, grazie, grazie e se non ho già detto grazie, beh grazie, *si inginocchia violentemente sbattendo il viso sul pavimento*, ok non così, perdo di dignità :D) *Come se me ne restasse molta*. 

Per chi volesse saperlo il titolo 'Freedom: unknown term' significa 'Libertà: termine sconosciuto'.
Per ogni capitolo metterò una piccola citazione, a me sinceramente sollevano il morale a voi no?

The secret of happiness is freedom.
The secret of freedom is courage.
Il segreto della felicità è la libertà.
Il segreto della libertà è il coraggio.

Un abbraccio a tutti <3.

Cordiali saluti Ami-chan.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Sfogo ***


Qualcosa volle che quel giorno fosse meraviglioso.

Il cielo era dipinto di uno sgargiante celeste che si espandeva in ogni dove creando un'atmosfera fresca ed energica, il sole era raggiante e grazie a quelle poche nuvole che lo accompagnavano l'aria si stabilizzò rendendosi piacevole per tutti i sensi.

All'interno di un appartamento abbastanza spazioso giacevano semplici mobili, che rendevano umile e leggera l'impressione del posto, a sinistra della cucina prevalentemente costruita in legno vi era un divano su cui dormiva spensierata un'esile ragazza da lunghi capelli color notte.

La sua espressione contenta era accompagnata da un leggero sorriso, le labbra erano socchiuse ma nonostante ciò la fanciulla inspirava ed espirava dalle narici, e ciò le fece assaporare il profumo dolce dei cuscini per l'intera notte.

Un ragazzo dalla chioma scarlatta sorseggiava un'abbondante tazza di caffè al bancone della cucina affianco muovendo costantemente la gamba destra su e giù dando un chiaro segno di nervosismo, perso nei suoi pensieri osservava un' Erza addormentata, che ogni tanto si spostava lievemente a causa dei suoi sogni.

Si sentirono dei passi svelti e, senza nemmeno rendersene conto qualcuno entrò, forse era a conoscenza della chiave sotto lo zerbino.

<< Ciao Gerard. >> sussurrò Levy con un gesto di mano, l'altra sembrava occupata a tenere qualcosa dietro la schiena.

<< Mmh. >> rispose quest'ultimo mentre finiva le ultime gocce di quell'amara bevanda.

Qualche ciuffo corvino spuntò alle spalle del turchese, poi uscirono delle mani e infine si mostrò in tutta la sua persona una ragazza dalla lunga chioma scura, occhi color cremisi con qualche sfumatura giallognola che si intravedeva dalle iridi, indosso aveva l'uniforme che, a dirla tutta le stava a pennello facendo risaltare le sue bellissime forme.

<< Non è il caso di svegliarla? >> chiese a voce bassa Levy mentre con espressione preoccupata guardava l'orologio color verde muschio.

<< Allora… >> disse Gerard avvicinandosi cercando di far meno rumore possibile mentre camminava.

<< Sii delicato. >> cercò di avvisare preoccupato Levy mentre guardava l'amico avvicinarsi sospetto.

<< Delicato. >> pronunciò quest'ultimo perplesso per poi fermarsi, ad un tratto gli venne un'idea e schioccando le dita tirò fuori un'aggeggio.

<< SVEGLIAAA!! >> urlò a squarciagola con il megafono in mano.

Erza aprì gli occhi di colpo.

<< SI,COSA,COME, EH?! >> esclamò la ragazza mentre in preda al panico corse per casa, si fermò solo quando inciampò sul tappeto, finendo con la faccia a terra con un 'Kya'.

<< Era proprio necessario? >> chiese Gajeel con espressione tra l'ironico e il confuso.

Intanto Erza non dava segno di vita. << È morta? >> aggiunse mentre con il dito le punzecchiava la schiena.

<< Che stai facendo? >> chiese lo scarlatto quasi preoccupato.

<< Secondo te? Sto testando la morbidezza del tappeto. >> sbottò ironica la speciale mentre accarezzava il tessuto.

Sì, era schifosamente morbido.

Gerard sembrò per un momento accennare un sorriso, tutto scomparì in uno sbuffo scocciato da parte sua, si alzò e mise le braccia conserte, proprio come farebbe un bambino.

<< Comunque… >> sospirò voltandosi. << Ma, dov'è andata?! >> esclamò mentre delle frecce immaginarie lampeggiava proprio sul posto dove era in stato di ''riposo'' la ragazza.

Poi di colpo si sentì un suono che, a primo impatto sembrava assomigliare allo scontro di due oggetti, ovvero: una mazza di legno contro una testa di legno.

<< Così impari a svegliarmi nel cuore della notte. >> borbottò infuriata Erza in uniforme indicando con il dito il ragazzo steso a terra.

<< Ma se sono le sette adesso… >> obiettò la corvina indicando l'orologio nero sul polso.

<< Appunto. >> ribatté sicura quest'ultima.

<< Aspetta… oggi è il tuo primo giorno!! >> esclamò con espressione grintosa Gajeel.

<< Primo… che? >> chiese con sguardo spaesato la blu.

<< Vieni, ti farò da guida. >> disse sicuro Levy mentre con un gesto di mano invitava Erza ad uscire.

<< Le farò io da guida. >> sbottò indispettita Gajeel mettendosi a braccia conserte davanti ai due ragazzi.

<< Tu… ? >> disse con la mano al volto, stava cercando di trattenere con tutte le sue forze quell'impulso di ridere ma non ci riuscì e scoppiò in un sorriso colmo di felicità.

<< Non ridere! >> urlò con i pugni serrati.

<< Ok, ok… Gajeel una guida ahahahah. >> disse con calma prima di cadere a terra con la pancia dolente.

La corvina approfittando della situazione prese all'istante per il polso Erza che, era apparentemente confusa.

Correvano come delle matte per i lunghi corridoi dell'edificio, rischiarono anche di cadere più volte con la possibilità di infilzarsi con uno dei coltelletti di Gajeel, sembrava di essere in ritardo.

<< Allora novellina. >> disse la ragazza dagli occhi cremisi fermandosi all'improvviso, non prese neanche fiato e non aveva segno di stanchezza o fatica, al contrario di Erza che sembrava stesse per morire a causa dell'evidente fiatone.

<< Questa è la tua nuova vita! All'inizio ti sembrerà di stare in un carcere e forse preferiresti vivere come un poraccio morto per terra ma ti ci abituerai, il cibo non è di alta classe, alcuni compagni sono pazzi, altri invadenti o possessivi e spesso si arrivano a litigi di proporzioni stratosferiche, non sarà facile ma l'accetterai, come hanno fatto tutti d'altronde, ma ti posso assicurare che non ti annoierai mai. >> concluse portando la mano al petto.

<< G-Gli altri? >> chiese incuriosita la blu.

<< Benvenuta a Fairy Tail novellina. >> disse aprendo il portone.

Quello che vide non fu una cosa di tutti giorni, soprattutto in un terra popolata da continue guerre.

Un grande spazio si espandeva alla vista meravigliata di Erza che non riusciva a chiudere le labbra per lo stupore, era una sala semplice, senza particolari sgargianti o macchinari moderni, solo una quantità notevole di persone che festeggiavano insieme con canti e urla di incitamento.

E fu quello a colpire Erza, c'era un'atmosfera gioiosa e piacevole, come ad essere a casa.

<< Tu devi essere quella nuova! >> affermò una voce femminile.

Voltando il viso, Erza poté notare la ragazza che, stranamente, era comparsa dal nulla.

Era alta e magra dal fisico asciutto che non influiva sulle sue linee perfette, seno prosperoso anche se l'uniforme lo faceva risaltare poco, viso dai tratti delicati incorniciato dai suoi lunghi capelli color latte che mettevano in mostra gli occhi azzurri, le labbra erano sottili ma allo stesso tempo corpose di un colore lievemente pallido, probabilmente la sua età superava quella della blu di qualche anno, quindi ipotizzando aveva si e no 23-24 anni.

Alla sua sinistra un ragazzo albino guardava con sguardo acceso e gioioso la nuova arrivata squadrandola da capo a piedi, indossava un'abbigliamento diverso da quello della fanciulla alla sua destra, pantaloni marroni come il giacchetto, una maglietta nera e scarponi scuri.

Il suo aspetto ricordava quello della donna affianco solo che i suoi tratti del volto erano più decisi e lineari in confronto, gli occhi erano di una bellezza sconcertante, un celeste chiaro d mozzare il fiato, l'altezza era sulla media e sfiorava di poco quella della ragazza dai capelli boccolati vicino.

<< Credo di si… >> disse poco convinta la blu mentre cercava di confondere il suo imbarazzo.

<< È sempre bello avere nuove reclute fra noi, soprattutto perché negli ultimi anni sono cominciate a diminuire, soprattutto le ragazze! Ma non mancano ti assicuro! Oh che scortese, mi sono dimenticata di presentarmi! Mi chiamo Mirajane, ma tutti qui accorciano con Mira. >> concluse dopo aver parlato in modo molto sbrigativo di cose che in fondo non interessavano alla povera Speciale, per non parlare poi della stretta micidiale che ricevette la povera ragazza.

<< Mi chiamo Erza. >> si presentò trattenendo il respiro dal dolore mentre cercava di trattenere le lacrime e fingere un sorriso spastico.

<< Io sono Lisanna, piacere di conoscerti Erza. >> disse accogliendo calorosamente quella stretta.

<< Tutte queste persone, sono a capo della gilda o fanno parte di membri importanti, se andiamo nella sala allenamenti ti presento i tuoi compagni. >> sussurrò con un sorriso Mira indicando la folla circostante.

<< Voi andate io… devo fare una cosa. >> avvisò Lisanna.

Mira senza farsi troppi problemi prese per il polso la fanciulla dagli occhi color miele e la trascinò dall'altra parte della sala e dopo aver aperto la porta di media grandezza, attraversarono un breve corridoio, svoltarono a destra e si trovarono difronte ai loro esili corpi un'entrata di ferro, di fianco un aggeggio cubico emanava una luce flebile e poco fastidiosa.

Mira si avvicinò e posò lo sguardo sul macchinario.

<< Scansione retina in corso, attendere prego. >> disse una voce meccanica. << Scansione completata, buongiorno signorina Mirajane. >> concluse.

Le porte si aprirono.

Le due ragazze camminarono per un paio di minuti e aprendo un'altra porta, la loro vista si scontrò con l'enorme spazio che le circondavano.

Stavolta però le persone erano in coppia o almeno la maggior parte.

<< Dov'è Gajeel? >> chiese la blu inconsciamente.

<< Dietro di te. >> affermò la corvina mentre spuntava da dietro.

<< Cos'è … questo? >> domandò Erza a corto di parole.

<< Questo è il posto dove soffrirai le pene dell'inferno, dove verrai sfruttato, pestato, scoraggiato. >> disse facendo esempi contandoli con le dita.

Intanto la blu era sbiancata.

<< Non preoccuparti, ti troverai bene. >> incoraggiò Mira.

<< Speriamo. >> sospirò Erza.

<< Discriminato, testato, odiato, calciato, bruciato, sparato, emarginato… >> continuava la corvina ignorando completamente le ragazze.

<< Ma tu e Lisanna siete imparentati? >> chiese curiosa Erza.

<< Si, in tutto siamo tre. >> confermò.

<< Tre? >> domandò.

L'albina annuì.

<< Laggiù, quella ragazza che sta sollevando i pesi, beh è la mia sorellina Elfman. >> concluse indicandola.

Una ragazza dai lunghi capelli bianchi stava sollevando come se fosse nulla dei pesi da 100 kg.

<< Lei ha l'abilità della forza, ciò le permette di opporsi e distruggere oggetti con un peso oltre la norma. >> spiegò Mira.

<< Elfman altri 50 kg. >> affermò un ragazzo dalla chioma castana tenuta in un'ordinata coda bassa mentre si rivolgeva all'albina.

<< Uffa! >> sbottò quest'ultima.

<< Quello è Evergreen, il suo tutore. >> bisbigliò Mira.

<< Juvia si è incastrata! >> urlò esasperata una fanciulla dai capelli blu chiaro mentre in tutti i modi cercava di disincastrarsi da… un muro.

<< Elfman c'è bisogno di te! >> lo chiamò Gajeel.

<< Oggi sei distratta fantasmina, è la sesta volta. >> sbuffò.

<< Juvia è distratta. >> sospirò amareggiata.

<< Juvia ha l'abilità di passare attraverso agli oggetti. >> spiegò l'albina.

La ragazza arrivò dalla ''fantasmina'' e con un abile gesto di mano spaccò il muro in due liberando la prigioniera.

<< Grazie Elfam-san. >> ringraziò Juvia.

<< Stai attenta. >> le consigliò Elfman con sguardo compassionevole mentre le accarezzava la cute.

<< Elfman! >> urlò Mira salutando con la mano.

<< Mm…? One-chan!! >> strillò entusiasta mentre si catapultava sulla sorella.

<< Elfman, ti presento Erza. Una nuova allieva. >> spiegò indicandola con l'intero palmo della mano.

<< Piacere. >> disse la blu mentre porgeva la mano in segno di saluto.

<< Piacere tutto mio! >> rispose stritolando la povera Erza in un stretta micidiale.

''Ma allora è proprio di famiglia'' pensò la blu mentre guardava la mano diventare rossa e tremante.

<< Io devo andare ci vediamo dopo One-chan! >> sorrise per poi andarsene.

<< Su ricomponiti Erza! Non abbiamo finito qui. >> borbottò sarcastica.

<< La mia povera mano… dovrò amputarla. >> piagnucolò la blu.

L'albina sbuffò spazientita e prendendo la mano che non le doleva trascinò Erza come se fosse un carrello della spesa, la portò in un punto della sala dove non c'erano ne attrezzi ne persone che girovagavano in quello spazio, anzi lo evitavano.

Poi all'improvviso cadde una tazza di ceramica frantumandosi in mille pezzi.

<< Kagura stai attenta accidenti! >> si lamentò una voce.

<< Ma… chi parla? >> chiese la blu.

<< Guarda sopra. >> sorrise Mira.

Alzando il mento Erza notò che due ragazze erano a testa in giù, ancorate al soffitto.

<< La ragazza mora è Kagura, quella castana è Libra , loro due possiedono l'abilità della forza gravitazionale. >> disse indicandole. * Libra è lo spirito stellare della bilancia*

<< Sei tu che hai mosso il tavolo! >> si lamentò la mora.

<< Ma se bevi senza poggiare la tazza! >> replicò stufa l'altra.

<< Meglio ignorarle, quando litigano nulla le può fermare. >> rise con rassegnazione l'albina.

Senza preavviso, un suono di uno sparo invase le orecchie delle ragazze costringendole a coprirle.

<< Mi ero quasi dimenticata di loro! >> si ricordò Mira portando la nuova arrivata all'angolo opposto della sala.

Una ragazza dai capelli verdi, raccolti in una lunga treccia laterale, era legata a testa in giù per i piedi con una corda fissata al soffitto, era girata di schiena e con le braccia ad X reggeva due pistole, senza perdere tempo sparò una ventina di colpi ed andarono tutti a segno nei punti indicati in rosso.

Alla sua destra un ragazzo dalla chioma corvina aveva una benda agli occhi ed in mano un arco, come bersaglio un ragazzo aveva in testa una mela, scoccò un a freccia e fece centro.

<< Loro sono Bisca ed Alzack, possiedono l'abilità della mira perfetta. >> disse la fanciulla dai capelli color latte portando le mani dietro la schiena intrecciando le dita delicate.

<< Oi Bisca, Alzack! >> li salutò allegramente, essi in segno di cortesia e anche di affetto ricambiarono con un cenno di mano e uno splendido sorriso.

La blu abbassò lo sguardo evidentemente a disagio, dunque era questa la vita per lei riservata?

Era pur sempre una di loro ora, eppure qualcosa la faceva sentire inadeguata.

<< Andiamo alla piscina. >> disse Mira spingendo dolcemente la ragazza dalla chioma color cielo stellato.

Dopo essere uscite da quell'abnorme sala, si addentrarono in un'altra più piccola ma anch'essa spaziosa, all'interno la prima cosa che Erza notò fu la lunga e profonda piscina dal fondo turchese chiaro, un colore più limpido rispetto a quello dei capelli di Levy.

La blu si avvicinò al bordo mantenendo una certa distanza visto le sue capacità ridotte nel nuotare, con sguardo curioso Erza cercava di mettere a fuoco la figura sul fondale, poi essa cominciò ad avvicinarsi finchè una ragazza dalla chioma azzurra fuoriuscì per riprendere aria.

<< Lei ha l'abilità dell'acqua. >> disse Mira, prese il cronometro e con delusione lesse il tempo. << Solo quattro ore Acquarius? >> aggiunse l'albina.

<< Sta zitta, oggi sono sotto stress. >> sbottò stufa, la ragazza poi scrutò con sguardo freddo la blu. << Sei nuova? >> aggiunse con un'occhiata agghiacciante.

<< S-Si. >> balbettò intimorita.

I suoi occhi caddero su un segno posto sul braccio destro di Acquarius, aveva linee perfette senza sbavature e raffigurava un simbolo alquanto particolare, al centro una goccia faceva da divisione da degli schizzi d'acqua, il suo colore era un acquamarina brillante, rendendosi conto di star fissando la ragazza da più di un minuto la blu scosse la testa e distolse lo sguardo.

<< Acquarius hai una bottiglia di sakè? >> chiese speranzosa l'albina.

<< Laggiù ce ne una. >> disse indicandola per poi immergersi di nuovo.

<< Hai sete Mira-chan? >> chiese gentilmente la blu.

<< Non è per me. >> rispose mentre lo raccoglieva.

<< E per chi? >> domandò tremendamente incuriosita.

<< Lo scoprirai dopo. >> disse secca.

Un suono di campanella si espanse per tutto l'edificio avvisando chissà cosa.

<< È ora. >> affermò sorridente.

Erza fu presa all'istante da Mirajane che non aveva intenzione di fermarsi e dare spiegazioni.

Arrivate davanti ad una porta l'albina lasciò prendere conoscenza alla blu che era alquanto stordita dalla corsa, aprendo l'entrata Erza notò come era semplice e frugale quella stanza, solo dei tavoli e molti, molti posti per sedersi.

Un suono fece nascere nella blu un senso di stupore e spavento, un secondo suono annunciò l'inizio di qualcosa, all'improvviso molte persone (la maggior parte giovane) si diramò occupando tutta la stanza, circa una decina rimase in piedi mentre il resto si sedette.

Al centro della stanza una figura bassa si fece avanti, era un anziano dai capelli bianchi, non come quelli di Mira che sembravano quasi finti e surreali dato la loro lucentezza e dolcezza nell'arricciarsi sulle punte, anche se erano pochi e disordinati davano un senso misto a pazzia ed allegria, indosso aveva dei pantaloni neri come la maglietta e le scarpe, la parte dell'abbigliamento che spiccava di più era il mantello rosso che portava con disinvoltura e serietà.

Il continuo chiacchiericcio che riempiva la stanza solo di pettegolezzi e sciocchezze però non cessò.

<< Oggi… >> disse l'anziano prima di essere interrotto.

<< Non ci credo! >> esclamò incredula una voce femminile con tono di stupore.

<< Oggi… >> riprovò il vecchio ma le parole gli morirono di nuovo in bocca, in volto gli si dipinse un'espressione stufa e scocciata.

<< E invece si! Non sai cosa ti sei persa, era adorabile! >> affermò un'altra ragazza, soddisfatta.

<< STATE ZITTI RAZZA DI IDIOTI, SAPETE SOLO FAR CHIASSO. >> urlò un ragazzo biondo tenendo le braccia conserte e in volto un'aria dura e impassibile.

All'inizio solo una parte si zittì mentre il resto abbassò soltanto la voce lamentandosi dei continui strilli, pian piano tutti smisero di parlare e per un minuto ci fu un silenzio angosciante.

<< Stavo dicendo… >> sbuffò l'uomo dall'età avanzata, come per dire ''finalmente''.

<< Il Comitato degli Speciali ha riflettuto a lungo sugli ultimi fatti accaduti, sulle perdite e soprattutto sugli sprechi che ci sono stati in questo periodo, dopo circa tre riunioni… è stato deciso che da oggi in poi non ci saranno più ricerche di altri Speciali. >> concluse tenendo gli occhi chiusi.

L'ansia era palpabile e le voci ricominciarono.

<< E questo cosa significa? >> chiese una fanciulla dai capelli lilla alzando con timidezza la mano, visto che ognuno di loro era incuriosito e allo stesso tempo spaventato da quel discorso tutti smisero di parlare e il silenzio diede più vigore alle emozioni dei ragazzi.

<< C'è qualche nuova recluta? >> chiese l'anziano aprendo di scatto gli occhi, nella folla cercò e scrutò ognuno di loro.

<< Tu. >> aggiunse poi indicando la ragazza dai capelli cielo stellato.

Essa fu presa dall'ansia… si sentiva fuori posto, ecco cosa descriveva quell'imbarazzo misto alla paura.

Doveva andare lì, davanti a tutti.

E da sola.

Odiava stare sola.

<< E tu. >> aggiunse ancora indicando un'altra persona tra la folla.

Erza fu felice di non essere l'unica a sentirsi fuori posto, era sollevata.

Prendendo forza e coraggio fece i primi passi spingendosi tra la folla, arrivata all'inizio di essa fece le scale e si mise alla destra del vecchio, però dell'altra nuova allieva nessuna traccia.

Dopo un minuto una figura femminile si avvicinò, aveva i capelli rosa che si arricciavano sulle punte verso l'interno, gli occhi erano di un marrone scuro simile a quello della castagna ma meno profondo e più deciso, lo sguardo era posto verso il basso come volesse dare attenzione ad ogni suo passo per non cadere creando una situazione a dir poco imbarazzante, che avrebbe suscitato in tutti una grande risata, il suo corpo aveva proporzioni abbondanti sul petto e sui fianchi mentre le gambe, braccia e addome erano di linea perfetta.

<< Loro sono le ultime reclute raccolte. >> specificò portando le braccia al petto, incrociandole.

I ragazzi rimasero sconcertati non appena ebbero realizzato la situazione.

E degli altri cosa ne sarebbe stato? pensò la blu rabbrividendo al pensiero di provare quell'orribile sensazione… l'abbandono a se stessi.

<< Con ciò ho finito. >> si congedò l'anziano.

Per un po' tutti rimasero in silenzio ma poco a poco ritornò il disordine generale.

<< Io sono Erza. >> si presentò porgendo la mano.

<< I-Io mi chiamo Aries. >> balbettò incerta.

Di colpo un portone si spalancò urtando violentemente contro il muro.

Una fanciulla entrò con passo delicato anche se la forza esercitata da prima diceva tutto il contrario, i capelli castani erano sciolti e ricadevano con disordine sulle spalle dando chiarezza sul fatto che fossero mossi sulle punte e lisci sul capo, la donna era irritata e stava cercando di evitare gli occhi fissi che la scrutavano in ogni dove, anche se i suoi erano chiusi sentiva lo sguardo lurido di qualcuno addosso.

<< È arrivata Cana! >> urlò un ragazzo entusiasto.

<< Sei bellissima oggi Cana-sama! >> strillò con lo sguardo sognante un'altro mentre gli occhi si curvarono in due grandi e rosei cuori.

Il volto della castana sembrò infastidita dal suo comportamento e per non creare ulteriore disordine lo ignorò completamente lasciando il povero ragazzo con un'espressione abbandonata e depressa.

<< Sottoponiamo le nuove arrivate al suo giudizio! >> incitò un'altro.

L'idea sembrò convincere la maggior parte.

<< CANA! CANA! CANA! CANA! >> incitarono alzando i pugni, non avendo risposta dalla ragazza urlarono più forte costringendo molti a pararsi le orecchie.

Cana, ormai arresa alzò la mano e con il palmo chiese indirettamente che smettessero e che questa volta avrebbe accettato, tuttavia le urla non cessarono.

<< ZITTI MASSA DI CRETINI! >> strillò spazientita aprendo all'improvviso le palpebre, impauriti e tremanti smisero di far disordine.

Erza ed Aries erano incerte sull'avvicinarsi.

<< Non temete. >> sorrise Cana mettendosi a gambe incrociate per terra.

<< Prima te confettino. >> ridacchiò la castana avvicinando a se la ragazza dai capelli rosa chiaro.

<< M-Mmh. >> mugugnò imbarazzata.

<< Mi presento, sono Cana. Sono in grado di poter dare un'approssimazione più che sufficiente su una persona e il suo potere speciale, io possiedo l'abilità della chiaroveggenza del passato. Durante la seduta voi dovrete seguire i miei ordini senza preteste o domande chiaro? >> spiegò senza battere ciglio.

Le reclute annuirono.

<< Dopo aver fatto uso della mia abilità vi darò due cose: una parola e una carta, ciò vi aiuterà nella ricerca di voi stessi e il vostro potenziale. Cominciamo. >> concluse sorridente.

<< Dammi la mano. >> ordinò dolcemente Cana offrendo prima la sua.

Appena i due palmi si toccarono delle carte uscirono da sole dal taschino della castana avvolte in una luce chiara e leggera, quando toccarono terra essa rimase tale senza sbiadirsi o disperdersi.

<< La tua aura è così… piacevole. >> aggiunse Cana inarcando le labbra in un sorriso compiaciuto, la luce delle carte cambiò colore in un rosa pastello, essa era timida visto che sembrava opaca ma con il passare dei minuti la luce sembrò rilassarsi ed Aries con essa.

<< È come se un confortevole tepore strisciasse dentro di me. >> sospirò quest'ultima.

<< La tua parola è: origine. >> concluse la castana staccandosi da quel contatto, una carta si girò.

<< Puoi prenderla. >> aggiunse.

Aries la raccolse, la guardò e sorrise contenta.

<< G-Guarda Erza-san che bella. >> balbettò come suo solito.

La carta raffigurava una mano con lineamenti piuttosto astratti e particolari sulle dita, sul palmo al centro vi era un occhio che guardava dritto con sguardo pieno di passione e premura.

Quell'immagine trasmettè ad Erza un senso di amore e cura.

''Mamma'' pensò inconsciamente la blu.

<< S-Si bellissima. >> rispose imbarazzata per essersi distratta.

<< Tocca a te. >> disse Cana sorridendo.

Senza che glielo ordinasse le porse la mano e quest'ultima la accolse subito.

Le carte si sollevarono e si misero a destra, come prima.

Erza sentì qualcosa profanare il suo corpo, lo sentì prima nello stomaco, poi salì sempre più su finche non raggiunse il cuore.

Le carte cambiarono colore in un blu scuro ma stranamente si spostarono verso sinistra.

La sensazione non si fermò al torace ma proseguì e non si stoppò finche non toccò il cranio, all'inizio ne stimolò un parte poi lo inglobò tutto in una sgradevole sensazione, la testa iniziò a pulsare e sembrava quasi che si ingrandisse per poi scoppiare, una parte di lei si sentì come nuda, non fisicamente ma mentalmente, come se tutti i suoi segreti fossero accessibili ad ogni essere.

L'espressione di Cana aveva le sopracciglia incurvate verso il basso, stava sopportando del dolore.

Dolore vero.

Anche Erza in un certo senso stava provando sofferenza, non fisico perché troppo generico, questo dolore colpiva uno dei punti più debole dell'essere umano: i sentimenti.

Si sentiva scoperta e senza via di fuga.

Una carta tremò, si spostava su e giù, a destra e manca, poi di colpo si fermò e divenne scura avvolta la ombre che le giravano attorno, cominciò a perdere il controllo e si fiondò sul muro vicino alla testa di Aries, precisamente alla sua sinistra, di colpo si 'spense' e perse il suo potere, non si poté afferrarla che si dissolse nell'aria.

La testa rallentò le pulsazioni fino a smettere, la ragazza sentì che qualcosa lentamente stava uscendo da lei, lasciandola libera.

Il contatto cessò in un secondo.

Cana appariva sconvolta, si stava tenendo la fronte con il polso e non la smetteva di ansimare.

Sembrava sul punto di piangere.

<< Stai bene Cana-san? >> chiese preoccupata Mirajane mentre posava con dolcezza la mano sulla spalla dell'amica.

<< Si… >> sospirò con aria distrutta. << Mi gira la testa. >> aggiunse mentre si alzava, prese a correre e scomparì nell'angolo.

<< Ho paura di aver fatto qualcosa di male. Di averla spaventata. >> disse la blu in preda al panico.

<< Nhaa! Ma non ti preoccupare, l'ha detto lei stessa di star bene! >> la consolò con tono allegro Mira poggiando la mano sulla spalla di Erza.

<< Non credo… >> sussurrò preoccupata la blu.

<< Hai detto qualcosa? >> chiese l'albina confusa.

L'allieva scosse la testa.

<< Uffa, mi sto annoiando. >> sbuffò spazientita una ragazza, era abbastanza alta però il suo fisico era più in carne rispetto alle linee magre della maggior parte delle ragazze nella gilda, i capelli erano neri raccolti in una coda alta.

<< E ho anche fame. >> aggiunse stufa poggiando il peso del volto su una mano.

<< Tu hai sempre fame. >> disse ironico un ragazzo seduto davanti, aveva i capelli arancioni anch'essi tenuti in una coda alta.

<< Ma questo non c'entra nulla. >> ribattè la ragazza.

<< In verità s… >> cercò di dire l'altro ma fu interrotto da un suono di campanella.

<< SI MANGIAA! >> urlò entusiasta la corvina mentre negli occhi si formarono delle stelle rotanti.

<< Vieni è ora di pranzo. >> la chiamò Mira.

<< Si. >> rispose secca la blu.

''Cana'' pensò demoralizzata.

Quell'accaduto le aveva lasciato l'amaro in bocca, cosa aveva creato tanto timore da far scappare Cana? Una ragazza più grande di lei oltretutto.

Era sconvolta anche Erza, sentiva ancora quel formicolio strisciarle nel corpo.

Ognuno prese un posto e si sedette a tavola.

<< C-Ciao. >> balbettò Aries. << È o-occupato questo posto? >> farfugliò indicandolo.

<< No siediti. >> le ordinò la blu ed essa lo fece.

La ragazza dalla pelle pallida sembrò voler dire qualcosa ma le parole le morirono in bocca vedendo l'espressione distrutta della blu.

<< È successo qualcosa? >> chiese di botto spaventando la blu, anche Aries si sorprese di se stessa, era la prima volta che diceva qualcosa balbettando o senza pensarci sopra.

<< Te lo dirò dopo. >> sospirò la blu.

Però si sentiva… felice?

No.

Si sentiva come se qualcuno le avesse preso la mano e tolto quasi tutta la tristezza di dosso.

Per un attimo si era sentita amata.

<< V-Va bene. >> ritornò a balbettare.

Dopo il pranzo, che a dirla tutta era oltre modo disgustoso e lasciava un retro gusto strano e insipido, le ragazze che intanto avevano rafforzato il loro rapporto si erano dirette in un angolo, lontano da quei casinisti.

<< Ho paura Aries. >> confessò.

<< P-perchè? >> domandò preoccupata quest'ultima.

<< Penso di aver fatto del male a Cana. >> sospirò triste.

<< Lo penso anch'io. >> disse Aries demoralizzata. << I-Io n-non volevo dire c-che… >> fu interrotta dal dito della blu, che si posò delicatamente sulla bocca della fanciulla.

<< Ti prego, dimmi la verità, anche se essa fosse spregevole. >> le implorò con un lieve sorriso. << Sai, qui l'atmosfera è piacevole, ma è fin troppo… finta. >> aggiunse.

Ci fu silenzio.

<< Mi prometti di essere vera con me? >> chiese la blu rivolgendo lo sguardo ad Aries, la guardò un po' sorpresa nel vedere gli occhi quasi umidi, con un gesto deciso tolse quel segno di tristezza da lei.

<< Lo pr-prom… lo prometto. >> rispose sicura.

<< Grazie. >> disse con voce fragile.

Due giorni dopo…

Erza stava correndo come una matta verso la sala da pranzo, era la seconda volta che era in ritardo.

Per colpa di chi? Di quello stupido di Gerard che le aveva fatto iniziare la mattina con cinquanta flessioni, non le dava più tregua.

<< Scusate sono in ritardo. >> disse ansimante la blu entrando nella stanza e sedendosi al suo solito posto.

<< C-Cosa è successo stavolta Erza-san? >> balbettò Aries.

<< Gerard. >> rispose furiosa guardandolo con gli occhi pieni di ira.

Un maglione volò sopra le loro teste.

<< BRUTTA SPECIE DI NUDISTA STAI ATTENTO! >> ringhiò una ragazza dalla chioma rosata, indosso aveva la solita uniforme, però al collo aveva una sciarpa bianca a quadri.

<< STA ZITTA DEFICIENTE! >> urlò l'altro.

<< Chi sono loro? >> chiese la blu all'albina.

<< Natsu e Gray. >> rispose secca affondando la forchetta nel piatto.

<< NON TI PERMETTERE! >> strillò furiosa.

Gray preso dalla rabbia spinse la rosata addosso a Gajeel, essa stava leggendo un libro (il che sembra un miracolo di suo) e grazie alla botta si sporcò di 'cibo'.

<< QUESTO NON LO DOVEVI FARE. >> urlò con sguardo inquietante.

<< Visto che hai fatto stupida! >> commentò Gray a petto nudo.

<< G-Gray-sama. >> sussurrò Juvia prima di svenire.

<< MA SE MI HAI SPINTO TE! >> replicò.

In meno di tre secondi iniziò una rissa.

<< SCEMA. >> strillò la rosata.

<< IDIOTA. >> sbottò la corvina.

<< Siete stupide entrambe basta che non urlate. >> si lamentò Gray.

<< ZITTO IMBECILLE. >> urlarono insieme.

Sulle mani di Natsu avvamparono delle fiamme come un sorrisetto sadico sul suo volto, Gray si mise in difesa mettendo un pugno davanti all'altra mano.

<< Ah già, Natsu possiede l'abilità del fuoco e Gray quella del ghiaccio. >> spiegò Mira.

<< Io neanche ce lo spreco il potere Speciale con questi dementi. >> sbuffò Gajeel andandosene.

Natsu lanciò varie palle infuocate al corvino, che le schivò tutte e per fortuna non colpirono nessuno, eccetto la torta di Gerard che si stava godendo con tanto piacere.

<< TI AMMAZZO. >> urlò stringendo il pugno.

Avendo sistemato di botte la ragazza rosata ricominciò la rissa, visto che lo scarlatto se n'era andato.

Dopo vari colpi schivati e tentati omicidi verso le vittime che stavano sedute in quella stanza il combattimento si fermò, i due ansimavano i stanchezza.

<< Ho sete. >> disse la rosata voltandosi.

Gray la guardò furba.

<< Ice maker: Lance! >>

Scaglie di ghiaccio si abbatterono contro il muro, il pavimento, il soffitto, d'appertutto, per fortuna non colpì nessuno… no qualcuno lo colpì.

La ragazza cadde a terra in preda al dolore e ad attacchi di panico.

La spalla le sanguinava in modo rivoltante, sputava ciottoli di sangue ogni secondo, rischiando di farle perdere litri di liquido rosso.

<< ARIES! >> urlò preoccupata la blu.

<< E-Erza. >> sospirò con tono pieno di sofferenza.

<< Aries stai bene? Resisti ti prego! Aries! Aries! >> strillò disperata vedendo l'amica perdere i sensi.

<< Sto… sto bene. >> sussurrò cercando di alzarsi.

<< Aries ferma! >> disse con voce strozzata mentre le lacrime minacciavano di scendere, e di non fermarsi più.

La rosata cercò di toglierle ma la mano fu bloccata da quella di Erza.

<< Stavolta no. >> disse, il viso era bagnato… bagnato di preoccupazione.

<< Piagnucolona! >> urlò un ragazzo.

Immediatamente la folla rise compiaciuta.

<< ZITTI INSENSIBILI! >> strillò la blu e ritornò il silenzio.

<< NON AVETE EMOZIONI E PENSATE SOLO A VOI STESSI. QUEL SORRISO FINTO CHE VI PORTATE APPRESSO OGNI MATTINA È FALSO E VE LO STRAPPEREI DAL VOLTO ALL'ISTANTE. >> continuò furiosa.

<< E poi arriva il colmo, fermate le ricerche. MA SIETE IMPAZZITI? LÀ FUORI C'È GENTE CHE STA MORENDO PER CAUSA VOSTRA. PERCHÈ AVETE PAURA, CODARDI. >> urlò ansimante.

Molti erano sconcertati dalle parole dette da quella ragazzina.

Li traumatizzava il fatto che fosse vero.

<< STUPIDI, FALSI, INSENSIBILI, STUPIDI,STUPIDI,STUPIDI! >> strillò battendo il pugno sul muro.

<< PER VOI È SEMPRE TUTTO A POSTO, VA SEMPRE TUTTO BENE! >> esclamò cadendo in ginocchio, anche se all'apparenza era stata coraggiosa se si guardava da vicino qualcosa le tremava. Le labbra.

Ecco, l'aveva detto.

Troppa verità aveva detto, troppa crudeltà aveva usato, troppo,troppo,troppo.

<< Cosa faresti al posto nostro? >> chiese seria una voce anziana.

Il Master.

<< Voi non state facendo nulla. Io almeno ci proverei. Io almeno agisco. >> rispose.

Il vecchio si voltò e si incamminò verso l'uscita.

<< Ti avverto. Se qualcuno morirà, non avrò pietà con te. >> aggiunse girando il viso e posando uno sguardo pieno di odio.

Hey,hey,hey! Come va? A noi ci stanno riempiendo di compiti T.T
Comunque, volevo dirvi che per quanto riguarda i nomi solo quelli di Erza e Gerard non mi suonavano bene, il resto è okay.
Spero vivamente che vi sia piaciuta o che abbiate il tempo di scrivere una recensione su cosa o no vi è piaciuto e soprattutto sugli errori.
Ci rivedremo presto ;)
Erza: sembri una maniaca.
Moi (si legge muà): zitta o ti cancello dalla storia.
Erza: Non puoi sono la protagonista. *faccia soddisfatta*
Moi: Ho milioni di personaggi pronti a sostituirti in meno di due secondi.
Erza: Però maniaca lo sembravi lo stesso. *se ne va*

Ecco le citazioni di oggi:

Sorridi anche se il tuo sorriso è triste
perchè più triste di un sorriso triste
è la tristezza di non sapere sorridere.

Un abbraccio Ami-chan

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