Fragments: Miego

di JuliaSnape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stalker ***
Capitolo 2: *** Pic-nic ***
Capitolo 3: *** Coma & Memories ***
Capitolo 4: *** Within you, without you ***
Capitolo 5: *** Never say Never ***
Capitolo 6: *** Con te ***



Capitolo 1
*** Stalker ***


-Autore: JuliaSnape
-Pacchetto-testimone scelto: Jake Marshall
-Pairing: Diego ArmandoMia Fey
-Prompt scelto: Stella
-Note dell'autore (facoltative): La storia si suddivide in diversi momenti, quasi tutti  avvenuti cronologicamente (tranne i ricordi, essendo tali).
A ogni inizio capitolo ho dato un titolo che però non c’entra nulla con la canzone (in seguito riporterò bene gli autori della musica).

 


   Fragments: Miego  


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http://www.youtube.com/watch?v=DtrB_NwgNqk
 

 

 
 Stalker 

A Selene,
grazie per avermi consigliato di prendere Jake...
oltre tutto il resto, ovviamente


I will be your everything, If you make me feel like a woman should I will.
(SheDaisy "I will")


 
Dopo essere passata a salutare il suo capo, che aveva colto l’occasione per lodarla per la vittoria del caso di quella mattina, Mia si chiuse alle spalle le porte dello Studio legale Grossberg con la testa già altrove, intenta a ripassare il programma per il pomeriggio.

Certo, il caso si era concluso, ma la giornata era ancora lungi dall’essere terminata: aveva ancora molte cose da fare prima di potersi concedere del meritato riposo.
Tanto per cominciare aveva una casa in cui sembrava essere scoppiata una bomba, c’erano fogli e appunti dappertutto, con tazze di caffè e involucri di cibi precotti come contorno, per non parlare dei vestiti ammassati sulle sedie che andavano portati in lavanderia per essere stirati e dell’altro bucato invece, che andava ancora fatto.

C’era poco da fare, quando aveva un caso tra le mani ci si dedicava anima e corpo, non importava se arrivasse a mangiare e dormire in modo esiguo, doveva venire a capo della situazione dando il
massimo per aiutare il suo cliente e far trionfare la verità.
Verità, che trai vari sacrifici per essere raggiunta, aveva anche quello di essere anteposta alla cura della casa che in quei giorni diventava peggio di un pollaio.

Sebbene Mia non fosse un’amante delle pulizie si provò a motivare con il pensiero che almeno sarebbe tornata ad avere una casa ordinata e precisa (anche se sarebbe durata solo qualche giorno al massimo) degna di un avvocato come lei; la consolazione però terminò non appena ricordò che Grossberg voleva già i primi resoconti del il caso il giorno dopo.
Il suo capo era un uomo alquanto paziente, ma sulle scartoffie (maledette) era alquanto intransigente, voleva che fossero redatte il prima possibile per non farle accumulare.

La faceva facile lui, aveva una moglie in casa che pensava a tutto il resto! Constatò con uno sbuffo, che tuttavia divenne subito un sorriso divertito: l’uomo le aveva spesso accennato della moglie, ma nonostante la stima che potesse avere per il suo superiore, si domandò che tipo di donna potesse aver scelto di passare la vita con uno come lui.

Non seppe se per una malsana associazione di idee o per altro, ma le venne in mente Diego. Gli aveva promesso un’uscita e già da un paio di settimane continuava a rimandare.
Sospirò aumentando il passo, Diego era un brav’uomo e aveva avuto modo di vedere più volte che sotto quella maschera di superbia e ironia si nascondeva un cuore d’oro, senza contare che teneva e prendeva seriamente il suo lavoro almeno quanto lei e dava anche lui il tutto per tutto.

Inoltre doveva ammettere che oltre a una bella persona (seppur nascosta)dentro, lo era anche fuori. Diego era cosciente della propria bellezza e dell’effetto che aveva su di lei, però non si atteggiava per questo (per altre cose, seppur scherzosamente, sì). Del resto anche Mia aveva uno charme davvero notevole e lui non perdeva occasione per farle notare, con battutine spinte magari, che neanche lui le era indifferente.

Lui le piaceva… e anche tanto, il problema non era la paura di essere respinta, ormai era chiara a entrambi l’attrazione reciproca che li univa (la prova più recente era che lui l’aveva iniziata a chiamare ‘Gattina’, Mia non l’avrebbe mai ammesso –non ancora almeno- ma adorava quel soprannome), no, il problema era un altro…lei aveva paura.

In fondo erano colleghi, cosa sarebbe successo se si fossero spinti più in là del dovuto?
Se, come sperava e temeva insieme, fosse diventata una cosa seria? E se poi si fossero lasciati?
Uno dei due se ne sarebbe dovuto andare dallo studio, quello era più che logico.
E poi, lei era pronta? Aveva ancora così tanti problemi da risolvere nella sua famiglia, una sorella con la quale si doleva di stare troppo poco e che aveva comunque bisogno di lei, il mistero sulla sparizione dei suoi genitori da fronteggiare e sempre tempo insufficiente a disposizione per fare tutto quello che aveva in mente.

Mentre camminava assorta in tutta questa moltitudine di pensieri, le cedette il tacco della scarpa e sarebbe caduta fragorosamente sul marciapiede, se non fosse stato per la prontezza di due forti braccia che la tennero stretta mentre l’aria si riempiva di un forte odore di caffè.

Alzando gli occhi verso il suo salvatore per poco non sobbalzò, l’uomo che le aveva occupato la mente fino a un secondo prima si era materializzato davanti a lei e la stava fissando divertito con quel suo sguardo penetrante che sembrava capace di leggerle l’anima.

“Ti eserciti nei tuffi, Gattina?”

Ricomposta, seppur traballante, Mia lo fissò guardinga sistemandosi la frangia.
“Spiritoso…piuttosto che ci fai qui, signor Armando? Mi stavi seguendo forse?”

“Non sono così stupido da rischiare una denuncia di stalking da parte di avvocato, grazie! Ero solo venuto a cercarti visto che mi sembra che tu mi debba un’uscita.”

“Sì, ma non avevo specificato quando e comunque non oggi…sono impegnata.”

“Che cosa? Hai finito e vinto un caso stamattina, che altro devi fare?”

“Devo fare la relazione e ho altri lavori da compiere, non sto con le mani in mano a bere litri di caffè perché non so come passare il tempo, io!”

Quello alzò le spalle guardandola malizioso.
“Altri lavori…mi ero dimenticato della tua carriera notturna da strip-teaser e cubista, perdonami.”

“Certe cose puoi andarle a vedere giusto tu.”

Diego rise avvicinandosi maggiormente a lei, parlando in un sussurro nel suo orecchio.
“Non è colpa mia se per certe cose saresti portata.”

Lei lo allontano con una spinta decisa.
“Lo prendo come un complimento per uno che è un misantropo caffeinomane!”

“Non sono cattivo, è che mi disegnano così, Gattina.”

“Certo…”

“Se non ti va di uscire con me puoi dirlo semplicemente.”

Il sorriso beffardo che lo caratterizzava si era ora spento lasciando posto a uno sguardo completamente serio, così poco da lui che Mia si sentì subito in colpa.

“Io…non ho detto questo, solo…non oggi.”

Lui alzò le mani come in segnò di resa per poi darle le spalle con finta noncuranza.
“Come vuoi…signorina Fey. Allora ci vediamo a lavoro.”

Fece per incamminarsi, ma Mia gli poggiò la mano sulla spalla facendolo arrestare al suo tocco.

“Non fare così…”

“Così come? Ogni volta che provo ad avvicinarmi mi eviti e inventi scuse…se ti do così fastidio, lasciamo perdere.”

“Diego, non sei tu il problema, vedi, i-io…mi dispiace.”

Si reputava una donna forte per molti versi e faceva sempre il possibile per perseguire e raggiungere i suoi obbiettivi, ma quando era con lui era come se fosse sempre sul punto di rompersi e cedere perdendo quanto aveva guadagnato con tanta fatica. Fece per togliere la mano incapace com’era di andare avanti nel discorso, ma con sua somma sorpresa la destra di lui la trattenne per poi attrarre anche il resto del suo corpo a sé, in un caldo abbraccio. Mia fece per parlare, ma non le uscivano le parole.

“Shh, non dire niente Gattina, ti chiedo solo di rimanere qui con me, solo questo.”

La donna acconsentì abbandonandosi completamente a quella stretta, respirando a pieno il forte odore di caffeina che caratterizzava l’uomo, sentendosi pervadere da una sicurezza e stabilità d’animo che le era ormai rara provare.

Dopo quella che parve un’eternità o pochi secondi si trovarono a fissarsi sorridendo.
“Allora, hai ancora tanti impegni o mi puoi dedicare un po’ del tuo prezioso tempo?”

Per tutta risposta la mora lo baciò senza riserve, sentendo tutti i dubbi precedentemente espressi dissolversi al sapore delle labbra dell’uomo.







L'angolo di Trucy

Ciao a tutti!
Ed eccoci con questa nuova, entusiasmante, raccolta! *grilli di sottofondo* ...sì.
Il tutto è nato partecipando al contest "La sfilata dei testimoni" indetto da   
~A k i no YUUTSU (qui il link http://writerspalace.forumcommunity.net/?t=51673450), nel quale scegliendo il caro Jake Marshall mi sono capitati i cari Mia e Diego come coppia di cui parlare, ops, scrivere <3
E' stata una bella occasione, come coppia mi hanno sempre ispirato, ma poiché io sono molto monotematica (TRUCYTRUCYTRUCYTRUCYTRUCYPHOENIXPHOENIXPHOENIXMILESMILESMILES) non avevo ancora avuto modo di lavorare 'con' loro :)
Senza togliere che dopo la mia adorata Trucy (sono io versione videogame <3 ), Mia è il mio personaggio femminile preferito :D
Spero che questo inizio vi sia piaciuto e che lascerete una recensione per dirmi cosa ne pensate :) sia nel bene che nel male, ovviamente!
Un grazie quindi a chiunque ha letto fin qui, recensità, ricorderà, preferirà (...?) e magari seguirà visto che sono più capitoli ;D

Alla prossima!

JuliaSnape


 

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Capitolo 2
*** Pic-nic ***


Pic-nic

 Stasera mi sento particolarmente felice e malinconica insieme,
quindi una dedica speciale
al mio primo gruppo roleplay (La vecchia FAMIGGHIA):
Selene, Sara, Grazia, Paolo, Simona, Ilaria e Lorenzo
con cui nel 2011 iniziava tutto :)

 When you wish upon a star
(Pinocchio, Disney)
 

 

Sdraiati in direzioni opposte, con solo le teste vicine l'una accanto all’altra, i due avvocati stavano distesi sull’erba ai piedi di un grande prugno selvatico godendo unicamente della compagnia reciproca e della natura che conferiva a quel luogo una pace e serenità talmente inusuali da farlo sembrare ultraterreno.  
Mia prese un respiro, soddisfatta, guardando le montagne intorno a loro, per poi voltare lo sguardo verso il compagno.

“Allora, Kurain è alla sua altezza signor Armando?”

“Niente male davvero, Gattina, mi hai stupito, ma questa è una cosa che ti riesce particolarmente bene… quasi sempre.”

“Quasi?”

Lui la fissò sorridendo furbo per poi raddrizzarsi e sedersi.
“Qualche volta vorrai permetterlo pure a me o no?”

Tirò fuori dalla tasca un pacchettino di media grandezza e glielo porse, Mia si alzò sedendogli accanto e iniziò subito a scartarlo mentre mille idee sul possibile contenuto le si affollavano in mente, ma rimase a dir poco sorpresa nel vedere che sotto l’involucro giaceva …un gomitolo di lana.

“Ho sempre pensato che ognuno ha i suoi modi di divertirsi, Gattina”

E iniziò a ridacchiare guardando l’espressione basita che era rimasta impressa sul volto della donna, che ripresasi, non esitò a riempirgli il torace di piccoli pugni.

“Sei un bastardo! E io che ti credo pure!!”

“Ehy, ehy piano, Gattina, dai che scherzav---Coff!”

Sebbene non fosse Rocky Balboa, Mia sapeva difendersi e se voleva, sapeva fare veramente male.

“Su, su mi dispiace, davvero!”

La credibilità dell’uomo era messa a dura prova dalle risate incontrollabili che gli uscivano strozzate per via delle percosse, Mia d’altro canto non sembrava intenzionata a smettere, sia perché l’uomo aveva ‘ferito’ il suo orgoglio sia perché si stava divertendo non poco.

Quando Diego si fu ufficialmente stancato di essere malmenato la fermò tenendola per i polsi e avvicinandosi pericolosamente al suo volto.

“Ti fidi di me?”

“Assolutamente no!”

Si dimenò per essere sganciata, ma l’unica cosa che ottenne fu che Diego le lasciò i polsi per stringerle la vita.

“Ho un vero regalo, Gattina, ma prima voglio un bacio.”

“Tu vuoi un po’ troppe cose, mi pare.”

Aveva allentato un po’ la presa, ma Mia non ne approfittò per respingerlo, si limitò a lanciargli un’occhiata bieca.

“Non mi credi? Girati e chiudi gli occhi.”

“Ti avverto che se è un altro scherzo ti do un calcio dove non batte il sole e ti lascio sotto le cascate a morire, il rumore coprirà le tue grida.”

Però nonostante la minaccia si girò facendo quanto le era stato chiesto, Diego tirò fuori dall’altra tasca un piccolo sacchettino ed estratta la ‘sorpresa’ la legò delicatamente al collo della donna che riaprì gli occhi guardando subito cosa fosse.

“Oh, Diego…è bellissima! Grazie!”

Si avvicinò agli occhi il piccolo ciondolo dorato a forma di stella guardandolo attentamente, sopra, appena visibile, c’era scritto il suo soprannome.

Lui sorrise.

“Ne sono contento, non è stato facile trovare qualcosa che ti rappresentasse a pieno.”

“Ah no?”

“No, il negoziante non aveva nulla che avesse a che fare con i gatti e  quando gli ho chiesto qualcosa a forma di pesce o gomitolo ne è rimasto traumatizzato.”

Mia sorrise pensando alla scena.

“Poi mi ha detto che se era per una persona speciale dovevo lavorare con le immagini che ti associo. Certo, non poteva sapere come sei…”

“E quindi dei tuoi pensieri da pervertito.”

Però il suo ragionamento mi ha fatto riflettere e ho capito che tu sei come una stella…la mia stella. Brilli luminosa e con la tua luce rischiari la mia vita, il sole sarebbe troppo accecante e la luna mutevole, ma tu no, sei un punto fisso e duraturo.  Ti amo, Mia.”

Mentre diceva questo le si era avvicinato e ora la stava baciando con ardore spingendola lievemente contro la corteccia del prugno.
 
Solo dopo pochi minuti Mia si sganciò dalla dolce morsa delle sue labbra, guardandolo intensamente.
“Quanti cioccolatini hai comprato per mettere insieme quella frase?”

“Mmm, diciamo che ho fatto un mix trai miei pensieri e dei libri di poesia, però i sentimenti sono i miei.”

“Allora va bene.”

Rise lievemente prima di ricominciarlo a baciare, finché, saziati entrambi da quel contatto, si sedettero con le spalle poggiate all’albero, tenendosi per mano.

“E’ bellissimo qui.”

“Sì, c’è una pace unica…verrebbe voglia di rimanere qui per sempre.”

“Rinunciando alla vita e allo stress della città? Beh, hai casa qui no? Che aspettiamo?”

“Diego Armando contadino, suona bene”

Risero entrambi mentre le loro voci riecheggiavano nel vento.

“Magari vivere qui stabilmente no, però potremmo passarci le vacanze.”

“Perché no? Abbiamo tutto il tempo che vogliamo davanti.”

“Per stare insieme.” Poggiò la testa sulla sua spalla.

“Sì, Gattina, insieme per sempre.” La strinse maggiormente a se’ dandole un piccolo bacio sulla testa.







L'angolo di Trucy

Salve! Sto riaggiornando la mia famosa (...) "Somebody who need your love", in cui i protagonisti sono Trucy e Nick, tanto per cambiare, quindi ho colto l'occasione per pubblicare anche questo secondo attesissimo capitolo (l'ora mi fa essere più 'simpatica', perdonatemi <.<" ).
Detto questo...rileggendolo mi chiedo se avessi bevuto latte e miele, però dettagli. Una cosa finita si può ultimare, modificare e migliorare lievemente, però credo che vada anche lasciata così...perché se in quel momento è stata creata così avrà avuto un suo 'perché'...o forse no, chi può dirlo :3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (personalmente preferisco i prossimi che verranno XD) e voglio ringraziare _Fia per aver recensito quello scorso :)
Nel bene e nel male fa sempre piacere avere un'opinione in più...quindi non esitate a commentare e, se vi sentite particolarmente magnanimi, a fare una donazione al 8 x 100 (per cento, sì) all'associazione DON TRUCY  che si occupa di mantenere a galla la famiglia di avvocati-barboni-polli Wright e di disintossicare Nick dal succo d'uva...sì, è uscito il nuovo gioco. Ma lo avrò a Natale e.e quindi intanto...
Buon proseguimento!!!
A presto,

JuliaSnape

aka

Trucy Wright ;)

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Capitolo 3
*** Coma & Memories ***


Coma  & Memories                     




Ai miei professori che hanno contribuito per rendermi matura per la vita, oltre che l'esame,
grazie a tutti i compagni di viaggio di questa avventura e in special modo
a chi c'è stato in questo periodo così importante,
Filippo tra tutti, grazie per l'aiuto in matematica e la tua sincera amicizia



Stay strong, I’m next to you
 

Il rumore sommesso degli apparecchi elettronici riempiva la piccola stanza bianca, facendo da sottofondo al capezzale dell’uomo che giaceva immobile come se stesse dormendo profondamente.

Accanto a lui era seduta Mia che gli teneva la mano e parlava lentamente, trattenendosi dallo scoppiare in singhiozzi proprio davanti.
Era esausta, due grandi occhiaie le solcavano il viso, i capelli erano pettinati malamente e gli occhi sembravano incapaci di non inumidirsi.

Gli strinse con maggiore forza la mano per poi baciargliela ripetutamente, mentre le lacrime seguivano il percorso delle labbra.

“Non mollare.”

Poco dopo si addormentò sfinita, poggiando la testa accanto alla sua sul lettino, non lasciando però la presa; in seguito avrebbe passato molte notti in quella stessa condizione.



**
 
 
I remember it well, there was wet in your hair, I was stood in the stairs
and time stopped moving…

(I remeber, Damien Rice)
 

Stavano stretti l’uno all’altra, aspettando l’arrivo della loro ordinazione in una rinomata caffetteria nel centro della città.
“Quando andrò in pensione” cominciò solenne l’uomo “rileverò questo posto e servirò a tutti il mio famoso caffè amaro.”

Lei lo guardava divertita, felice di poterlo finalmente rivedere ristabilito. “Di cui per ora sei l’unico estimatore.”
Lui fece una piccola risata in risposta per poi baciarla con ardore.

Arrivati i due caffè neri, Mia si fece portare un po’ di gelato alla vaniglia che unì alla propria bevanda rifinendola con un po’ di zucchero di canna per poi berla soddisfatta.
“Vuoi assaggiare?”
L'uomo cosse la testa sorridendo. “Troppo dolce.”

Allora ella prese un bicchiere pulito, da lì vicino, e vi ci versò dentro un po’ dell'una e dell'altra bevanda.
“Ecco... così si completano, come noi.”
Lui le sorrise dolcemente assaggiandone un po’ per poi annuire con convinzione.
“Sarà la specialità della casa.”
“Il Miego!”
“Perfetto –sorrise compiaciuto stringendola a sé- potrebbe anche essere il nome del locale.”
“Soci allora?”
“Soci, Amore.”
Sugellarono con un bacio alla francese il loro dolce accordo.




 

L'angolo di Trucy


Uh... che bello ritrovarsi qui. Soprattutto adesso, a maturità appena (il 27) conclusa. Sono soddisfazioni. Desidero ringraziare di cuore Empoleonalfa, senza la quale non sarei qui ad aggiornare. Grazie davvero!!! Volevo inizialmente pubblicare solo la prima mini parte... ma oltre ad essere minuscola, era troppo deprimente. Almeno così spero sia risultato un capitolo, sì di passaggio, ma almeno agrodolce... in ogni caso, spero che vi (chi??) sia piaciuto e che commentiate per farmi sapere cosa ne pensate. Buon inizio vacanze a tutti, per ora e a molto presto! (si spera... )

Julia aka Trucy *

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Capitolo 4
*** Within you, without you ***


Within You Without You


Alle fumettiste di ieri e di oggi


Many times I’ve been alone and many times I’ve cried, anyway you’ve always known the many ways I’ve tried.
( The long and winding road- The Beatles )




Erano sdraiati sul letto coccolandosi, parlando del più e del meno alternando parole a dolci baci, carezze e lievi solletichi.
Solo quando si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altra, completamente svestiti e con l’odore reciproco a circondarli, Diego ebbe il coraggio di parlare.

“Mia… mi manchi tanto.”

Ecco liberate le parole che da tempo conservava dentro di sé, parole sincere che gli riempievano e attanagliavano il  cuore… parole che non potevano essere espresse, normalmente, alla diretta interessata.

Era questa l’amara consapevolezza che lo logorava, devastandolo dentro,  arrivando a fargli avere la gola perennemente secca e il fiato corto, come se stesse affogando: lei era morta.
Non c’era più.

“Anche tu mi manchi amore mio, ma devi essere forte, io ti verrò a trovare di tanto in tanto, non ti lascerò solo.”

Lui scosse la testa, senza più provare a contenere le lacrime che ormai cadevano copiose.

“N-non è…non è la stessa cosa. E lo sai. Voglio venire con te.”

“Diego…” lo strinse maggiormente a sé, accarezzandogli dolcemente il viso e provando ad asciugargli le lacrime. “Non è ancora il tuo momento, quindi fallo per me, vivi al massimo e dai un senso alla mia morte. Non ho smesso di camminare con te, quindi non fermarti. Io ti sono sempre accanto, proprio qui –gli indicò dolcemente il cuore- non sei solo. E poi oltre a vederci ancora, ci incontreremo davvero presto, senza che tu prenda l’ascensore.”
Sorrise bonaria mentre lui pendeva dalle sue labbra.

“Fidati di me, ti amo e ogni promessa è un debito.” Gli mostrò il ciondolo a forma di stella che gli pendeva dal collo come prova di quanto appena detto.

“Ti amo anch’io, Gattina.”

La strinse deciso a sé, baciandola con passione.

Ebbe pochi minuti per godere di quel contatto e vederla sorridere un’ultima volta, tra le lacrime, prima di sentire il suo corpo diventare gradualmente sempre più fine (in particolare il seno, che le si rimpiccioliva tra le sue braccia) fino a quando si svegliò abbracciato al proprio cuscino quasi completamente bagnato.







Trucy's magic panties space:

Ciao a tutti! E' sempre un piacere essere qui! Soprattutto ora che sono ormai matura (scolasticamente parlando) e all'inizio di un qualcosa che neanch'io so cosa sarà. Il futuro prossimo si avvicina, mentre i sogni e i lavori proseguono al ritmo di un'estate ormai quasi finita. Sono contenta e spero che anche voi possiate godere di questa fine stagione, con tutto il raccolto che porterà :)
Un ringraziamento speciale a Empoleonalfa e _Fia , spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :) è uno dei miei preferiti... e dei più tristi XD un abbraccio!


JuliaSnape

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Capitolo 5
*** Never say Never ***


Never say Never
 
Ai clienti del Wonder Bar...
anche se non leggeranno mai (chissà) questa dedica <3



Is this the real life? Is this just fantasy?
(Bohemian Rhapsody- Queen)
 

Lentamente si fece forza e si alzò dal divano dove stava studiando un caso con poco interesse, per dirigersi verso la cucina e mettere su il caffè.
Mentre aspettava che fosse pronto, un rumore alla porta catturò la sua attenzione, avvicinandosi trovò un’epistola sul pavimento, appena caduta dalla fessura per le lettere.
Si chinò a raccoglierla e, non appena visto il luogo di provenienza, si accinse a leggerla velocemente per poi tornare in cucina a bersi il suo caffè, mentre un grande sorriso gli attraversava tutto il volto.

 

*

 
Have faith in your dreams and someday
Your rainbow will come smiling true
( A dream is a wish your heart makes - Cenerentola)


 
Il locale era stato restaurato da poco, divani bianchi e neri insieme a luci soffuse avevano contribuito a dare un’aria molto più intima e raffinata alla caffetteria, ma l’ormai procuratore non si soffermò a guardare quei dettagli, i suoi occhi erano tutti per la figura della giovane donna che gli dava le spalle stando seduta al bancone.
Come se avesse percepito il suo arrivo, proprio ella si voltò verso di lui facendogli un sorriso luminoso.

I lunghi capelli neri e quel seno così poco prorompente (rispetto a quello ‘originale’) non erano i suoi, ma era comunque lei, era comunque la sua Mia.

“Sempre in ritardo, vedo.”
Disse sempre sorridendo, porgendogli una tazza di caffè nero che aveva appena ordinato.

“Non è importante quanto, ma chi si aspetta.”
Rispose beandosi ancora un attimo della sua vista prima di darle un bacio sulla guancia, sfiorandole le labbra.

Seduto accanto a lei ordinò della vaniglia e zucchero di canna che unì al caffè sotto gli occhi meravigliati della donna.
“Ti sei convertito?”

"No, mai. Ma già la vita è tanto amara, almeno quando sono con te voglio tutta la dolcezza di questo mondo.”
Bevve una sorsata sporcandosi volontariamente le labbra che furono presto pulite dal tovagliolo della donna che, con delicatezza, gli accarezzò anche il volto.

Non smettevano di fissarsi, gli occhi che brillavano dall’emozione.

“E poi, stiamo parlando del Miego, Gattina.”

Sorrisero entrambi per poi abbracciarsi stretti e brindare con le tazzine.

“Insieme”

“…Per sempre”.






L'angolo ... no, lo spazio... o forse l'ettaro... facciamo il sestuplo di Julia

Eeeeh, sono stanca, ma per voi mi sono sacrificata (?!) volentieri a pubblicare <3
Scherzi a parte, ho notato con mia tristezza che questo è il capitolo che precede l'ultimo... sono cose brutte, mi sono affezionata a questa storia e a voi cari seguaci, che con me avete lottato contro le regole di spazio, tempo, schermi del ds e urne sacre distrutte pur di leggere poche righe di amore. Neanche troppo ben scritte... comunque, spero che anche questo anticipo di fine vi sia piaciuto.

A
Empoleonalfa (quando inizierò a ricordarmi come si scrive questo nick -NICK!!!!!!!!!!- senza guardare, sarà sempre troppo tardi e.e)
__Sapphire_  :D
e _Fia :))
grazie, grazie, grazie per avermi fatto sapere cosa ne pensate e della vostra presenza.
Preferisco Trucy (IO sono Trucy e.e), ma sono lieta che questa storia della fantastica Mia <3 e di Diego vi stia piacendo :)
In attesa del vostro parere... in attesa della fine di un nuovo  inizio,
un grande abbraccio

JuliaSnape

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Capitolo 6
*** Con te ***


Con te


A Empoleonalfa, _Fia, __Sapphire_ ,
Ema Skye (troppo bello, da Trucy, scrivere questa dedica),
Green_Fairy, Miriel la guerriera e Sian,
Grazie,
se siamo arrivati (perché sì, siamo arrivati tutti insieme)
è un merito condiviso





You'll be here in my heart, always
(Tarzan, Phil Collins)
 


“Siamo arrivati, papà?”

“No, non ancora tesoro, però manca poco. Ce la fai?”

“Mi fanno male i piedi…”

“Dai, vieni in braccio, però attenta ai fiori.”

Le due figure avanzarono lentamente sulla mezza montagna, fino a quando giunsero davanti a un grande prugno sotto al quale giacevano due lapidi.

L’uomo posò la bimba a terra mentre con una mano si asciugò il sudore, mentre tratteneva lacrime che già erano pronte a scendere.
La bambina si strinse a lui abbracciandolo stretto.

“Chi erano, papà?”

“Zia Mia e Zio Diego” rispose accarezzandole la testa con un sorriso, poi iniziò a sistemare dei fiori di vaniglia nel vaso della sua ex maestra di vita legale quanto spirituale.

“Lei è stata la mia mentore quando sono diventato… avvocato”           
La parola gli si spense in bocca mentre la pronunciava.

Sembrava passato così tanto tempo… quanti casi risolti, persone incontrate, momenti bizzarri vissuti, quanta vita era trascorsa nel frattempo. Tutto passato, tutto finito.
E Mia? Mia da dov’era aveva potuto assistere o anche solo prendere coscienza del suo fallimento?
Si rabbuiò mentre le lacrime iniziavano ad ondeggiargli sulle guance.

“Che vuol dire ‘mentone’, papà?”

Abbassò la testa in direzione della vocina che aveva posto la domanda e non poté trattenere una piccola risata sincera.

Aveva mandato tutto a scatafascio, il lavoro, la sua reputazione, i rapporti interpersonali. Tutto.
Ma non era l’unico che aveva perso ogni cosa.  
Non l’unico a soffrire e ad essere rimasto solo.
C’era lei.
Nonostante i  fantasmi e gli incubi che dovevano affrontare sia di notte che di giorno, avevano trovato un modo di andare avanti.
Si facevano forza a vicenda. Erano diventati una famiglia.
Avrebbero camminato insieme e, in qualche modo, sarebbero andati avanti. Non era finita.

Si asciugò le lacrime per poi  abbracciare da dietro la piccola maga, così che potesse parlarle mentre fissavano entrambi i volti nelle foto.

“MentoRe, Trucy, significa guida, insegnante... qualcuno che ci direziona e ci lascia qualcosa di sé, dentro di noi, che ci aiuti anche una volta che se n’è andato. Per me lei è stata ed è questo. Un’amica speciale, se vogliamo.”

La bambina rimase assorta per un po’, poi indicò l’uomo sepolto accanto a lei.

“Lui invece?”

“Lui - riprese fissando quegli occhi lucenti e tanto dolci che lo incitavano a continuare- era il suo fidanzato, un bravissimo procuratore. Anche se più di una volta l’ho battuto.”

“Però eravate amici?”

“Sì, una specie.”

Ridacchiò al ricordo delle tazze di caffè ricevute in faccia, mentre la figlia sorrideva furba e gli infilava la mano in tasca prendendone il contenuto.

“Perché ti porti i chicchi di caffè in tasca, papà?”

Egli rise di nuovo, indicandogli il sepolcro dell’uomo e porgendogli il vaso.

“Lui lo amava particolarmente… ho pensato che poteva fargli piacere.”

La bambina annuì convinta sistemando i vari semi nel contenitore per poi guardare il padre.

“Ti mancano tanto, papà?”

“Sì, però almeno ora stanno insieme e nessuno può più dividerli.”

“Come noi?” Gli sorrise ingenuamente aprendogli le braccia per essere presa.

“Sì, come noi, Trucy.” La tirò su stringendola forte a sé e, dopo aver fatto un segno sul cuore unito a un cenno del capo in direzione delle due pietre, riscese il
sentiero fatto in precedenza.

 Il sole iniziava a calare mentre due figure da più in alto, molto più in alto, sorridevano abbracciati guardando padre e figlia allontanarsi.

“Dici che se mi allungo a prendere quei chicchi, apparirei sospetto?”

“Io penso che sarebbe meglio evitare, non si sa mai che ci facciano trasferire.”

“Comunque carini… credo che la paternità lo abbia fatto diventare più attraente. Le donne amano gli uomini con figli, sai?”

“E tu come lo sai? E che c’entra ora??”

“No, sai… magari… Maya…”

Gli diede una piccola spinta, che si tradusse in uno sbuffo di nuvole.
“Penso che sia giusto dare tempo al tempo… se sarà destino, sicuramente troveranno un modo.”

“Come noi.”

“Sì, come noi. E poi intanto loro si sono trovati…”

“E adesso, quella è la cosa fondamentale”

“Già…”

“Comunque finalmente un po’ di ferie, relax, tutto il tempo che vogliamo... da spendere come vogliamo”
Sorrise malizioso baciandole una guancia, mentre la circondava con le braccia. Mia si voltò a fissarlo negli occhi, sorridendo.

“Direi che ormai abbiamo un’eternità per stare insieme.”

“Accanto a te non so ancora se sarà abbastanza, Gattina” Un bacio vero. Il Paradiso pareva esistere alla fine.


 



Fine…
per noi, non per loro





 

Il fondo... pagina di Ju-Tru-li-cy! (... )

Bu uh uh uh *sigh* siamo arrivati alla fine... che poi devo dire, come per tutti i capitoli che la hanno preceduta, prima di essere pubblicata è stata ritoccata. Al meglio <3 insomma... TRUCY E NICK. Fino a mezzora fa, non c'era tutto questo fluff e luccichini vari, che non possono essere omessi, quando IO. Parlo di loro... spero vi siano piaciuti. Mi sono trattenuta dal dirvi che mentre scendevano verso casa, anche Trucy aveva gli occhi lucidi... ah, giusto. Ve l'ho appena detto <3
Scusate, mi dilungo perché non voglio pensare che siamo davvero arrivati fin qui. Quando avevo scritto questa ff ero motivata e contenta, un po' meno vedendo che era arrivata ultima al concorso (truccato no, ma diciamo che la magia la lascerei a Trucy <3 ), quindi sapere che a voi è piaciuta e che grazie a questa storia con alcuni ci siamo riusciti a conoscere (vecchi compagni di mangiate di noodles io ed Empoleon <3 ) mi riempie di giuoia :)
Scriverei ancora di loro solo per continuare a sentirvi ^-^ comunque, se mai vi andasse di dare un'occhiata a qualcosa del tipo (NICK E TRUCY) Ace Attorney, ho scritto anche sulla Wright Family... una oneshot e una due capitoli. Cose brevi ma intense (ZAKKK)... ignorate le parentesi, lotto contro il sonno, lo sclero e il dispiacere che siamo all'ultimo capitolo.

Allora, compagni di ventura, la magica Trucy (che sarei io), nonché JuliaSnape (che sono sempre io) e (basta), sono liete che abbiate viaggiato con noi, recensendo, preferendo, ricordando e seguendo o quant'altro abbiate fatto (leggendo magari in segreto! shhh).
Vi aspetto ancora (soprattutto al Wonder Bar... famiglia da mantenere vi ricordo) e Grazie, grazie, grazie.

Buon proseguimento,
dalla nave Enterprise è tutto.

JuliaSnape

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