Without your Heart

di kilgrave
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lies ***
Capitolo 2: *** Revenge ***
Capitolo 3: *** Together ***
Capitolo 4: *** Freedom ***
Capitolo 5: *** Death ***



Capitolo 1
*** Lies ***


WITHOUT YOUR HEART
Lies



“Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.”

Dante Alighieri
(Inferno – Canto V, versi 100-102)

 

Gli uomini non sapevano più da quanto tempo il loro Capitano non usciva sul ponte a dare ordini, o non si addentrava nella stiva per giocare con i dadi al gioco d'inganno che erano soliti fare su quella nave.

Fuori dalla sua cabina si potevano udire solamente il debole suono di un carillon, accompagnato da quello più potente di un organo.


The king and his men
stole the queen from her bed
and bound her in her bones
The seas be ours
and by the powers
where we will we'll roam


Aveva passato tutto il giorno precedente e tutta quella notte a suonare. I suoi tentacoli vagavano ininterrottamente sui tasti, producendo note gravi e malinconiche.
Lo faceva per dare sfogo alla sua rabbia, e per placare la sua ira e il suo odio. E anche qualcos'altro.


Era passato così tanto tempo da allora. Immemori, i decenni passati a soffrire.

Ma ancora non riusciva ad accettare quello che lei gli aveva fatto.

Lo aveva illuso, e usato a suo piacimento.
Non lo aveva mai amato.

E l'errore più grande di tutti era stato darle il suo amore, darle il suo cuore.
E crederle, credere che quel giorno sarebbe venuta per stare con lui.

L'aveva aspettata sulla spiaggia, impaziente di vederla dopo tanto tempo, per tutto il giorno, fino al tramonto. Proprio come  lei gli aveva ordinato dieci anni prima, visto che era stata  proprio la dea ad affidarle il duro compito.


Trasportare le anime tu dovrai, od altrimenti in mostro con la tua ciurma ti tramuterai.

Dieci anni in mare, e un giorno a terra.

È un caro prezzo da pagare, Davy Jones.


E quando quel giorno, l'unico che avrebbero potuto passare insieme, era arrivato, lei non c'era.


Lei era tutto. Lui l'aveva perduta.

E ora non gli importava più di niente e di nessuno.

Fu così che corruppe la sua anima e il suo compito. E il suo aspetto e quello della sua ciurma ne pagarono presto le conseguenze.

Era diventato un mostro.

Ma la colpa non era sua, e a lui non importava.


Ah, l'amore... un 'orrenda colpa. Eppure così facile da rinnegare.


Il dolore che pativa, era troppo per poter vivere. Ma non abbastanza per poter morire.
Ormai non valeva più la pena di provare le fugaci, piccole gioie della vita.
E così, si era cavato il cuore dal petto, e lo aveva serrato in un forziere che aveva nascosto al resto del mondo.


Senza un cuore, non provava più, o quasi, il terribile dolore causatogli da quella donna.

Una donna, volubile, e crudele, e indomabile come il mare.


Lui non aveva mai smesso di amarla, e per questo la odiava con tutto sé stesso.












Ahoy ciurma! Bentornati ^^ volevo fare giusto un paio di chiarimenti.

Innanzitutto, avrete notato che ho citato la canzone "Hoist the colours", quella del terzo film, davvero bellissima. Beh non è una citazione casuale, perché questa è una canzone dedicata proprio a Calypso e Davy Jones: The king and his men (Davy Jones e gli uomini della fratellanza) stole the queen (Calypso) from her bed and bound her in her bones (la intrappolarono nella sua forma umana)...

In secondo luogo ci tenevo a specificare che le ripetizioni sono volute, per dare l'idea del flusso di pensieri del Capitano dell'Olandese.
Infine volevo ringraziare un po' di persone.

LA MIA SARINA, che è sempre la prima che legge le mie ff prima che vengano pubblicate (e che probabilmente si iscriverà al fandom ^^). Grazie Sara, senza di te dove sarei <3
SOFY, la mia carissima amica che ha letto e apprezzato le mie ff (viva le donnine di Tortuga xD). Ti voglio tanto bene Sofy, grazie ^^
GITANA90, FANNY JUMPING SPARROW e FANTASY HEART, che recensiscono sempre i miei lavori. Grazie del sostegno ragazze :*

Beh, ora la smetto di annoiarvi ^^"... Spero vivamente che abbiate apprezzato questo che è stato un piccolo esperimento (avrei dovuto pubblicarlo ieri, visto che facevo un mese su efp, ma non ho trovato il tempo -.-").
Se vi va, ditemi cosa ne pensate, ma ringrazio anche chi legge soltanto ^^
Al prossimo approdo!

-i miei ossequi, Alexia Sparrow-

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Capitolo 2
*** Revenge ***


WITHOUT YOUR HEART
Revenge



“Amor ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.”

- Dante Alighieri
(Inferno – Canto V, versi 103-105)



Quella sera soffiava una piacevole brezza. Il vento le solleticava dolcemente la pelle procurandole brividi lungo la schiena, e i suoi capelli disordinati producevano un leggero fruscio.
La donna era uscita fuori dalla sua dimora, a guardare il sole sparire dietro la linea azzurra e infinita dell'orizzonte.

Il carillon, che stringeva tra le dita, la cullava con le sue dolci, malinconiche note, suonando la canzone che ogni giorno si fermava ad ascoltare per ore ed ore. Tanti lontani e bei ricordi riaffioravano alla sua mente.


Some men have died
and some are alive
and other sail on the sea
With the keys to the cage
and the Devil to pay
We lay to Flidder's Green


Erano passati così tanti anni. Decenni ormai. E chissà quanti ne sarebbero dovuti passare ancora, prima che loro due si sarebbero potuti rivedere.


E lei provava come un forte senso di rimorso crescente. Perché quel giorno, lei non c'era.

Lui aveva aspettato tutto il giorno la sua donna, che non era arrivata mai. Lo sapeva benissimo.


Ma dopo tutto, non era colpa sua. Era la sua natura.
La avrebbe mai perdonata?


Ricordava ancora perfettamente il giorno in cui aveva affidato all'amato il suo arduo compito. Così facendo, lo aveva reso immortale, proprio come lei, Calypso. Calypso, la dea amata e venerata da tutti i marinai, che aveva scelto di legarsi per sempre ad un uomo, innamorandosi di lui. Anche se tutto ciò aveva un prezzo.


Per ciò a cui più tieni al mondo, c'è un caro prezzo che prima o poi va pagato.


Ma cosa importava se si sarebbero potuti rivedere solamente un giorno ogni dieci anni?
La lontananza li avrebbe distrutti, certamente.


Ma l'eternità era più lunga di tutto.


E lei lo stava aspettando, aspettava ancora che il suo marinaio la venisse a prendere.

Se solo non fosse stata intrappolata in quella singola, monotona forma umana.

Se mai sarebbe stata liberata, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato cercare i suoi rapitori, quelli che la avevano imprigionata in quel corpo, privandola dei suoi poteri e allontanandola da tutto ciò che amava. Dal mare. Da lui.

Li avrebbe puniti amaramente, come meritavano, e gli avrebbe fatto vedere quanto potesse essere crudele.

Vendetta, ecco cosa voleva. Vendetta per il suo amore punito e castigato.


L'unico pensiero che la consolava in quei momenti era che il suo amore, seppur fosse sempre stato ostacolato e quasi impossibile, era rimasto ancora un amore vero, e corrisposto.


E questo non sarebbe cambiato mai, perché lui le aveva donato il suo cuore, e lei gli avrebbe donato il suo, non appena lo avrebbe rivisto.
















Ahoy amici pirati! Ecco il secondo capitolo di questa long, i tempi di aggiornamento sono stati molto più brevi di quanto pensassi, eh... l'amore ispira... ^^... ma... come ehm... stavo dicendo... Volevo giusto chiarire qualcosina.

Ho citato un'altra strofa di “Hoist the colours”, che come ho già detto è dedicata a questa meravigliosa coppia: Some men have died and some are alive, and other sail on the sea, with the keys to the cage, and the Devil to pay, we lay to Flidder's green (Davy Jones che traghetta le anime)
Poi ci tenevo a ribadire che le ripetizioni sono volute per dare l'idea del susseguirsi di pensieri nella mente di Tia Dalma/Calypso.

Volevo fare i ringraziamenti a
LA MIA SARINA, che continua a leggere paziente le mie ff (E si è iscritta). Grazie dell'aiuto amica mia <3
GITANA90, FUNNY JUMPING SPARROW e FANTASY HEART, che hanno commentato le mie ff. Grazie ragazze ^^
QUEEN ELIZABETH, che ha inserito la storia tra le 'seguite'. Grazie mille ^^

Ma ringrazio anche soltanto chi legge!
Al prossimo approdo (vi rivelo che nel prossimo capitolo vedremo Calypso e Davy Jones finalmente di nuovo insieme ;D)!

-i miei ossequi, Alexia Sparrow-



P.s. Ah, per chi fosse interessato o volesse dare un'occhiata, oggi ho anche modificato leggermente le mie due ff "My heart is broken" e "Spiaggia, fuoco e rum", ho inserito il codice html per rendere un po più facile la lettura ^^
Ciao!

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Capitolo 3
*** Together ***


WITHOUT YOUR HEART
Together





E così, il momento era arrivato. Dopo tanto tempo, dopo tanti anni di pene e sofferenze, la avrebbero finalmente liberata. Eppure, lei non riusciva ad essere felice.


Era fortemente irata, perché non poteva sopportare di essere più prigioniera di quanto già non fosse intrappolata in una forma che non era la sua, ora, che era stata segregata in quella lurida cella, come una criminale qualunque.

Provava un grande rammarico, perché non sapeva che cosa le avrebbero fatto, ora che i suoi poteri erano così limitati, e dietro di lei lasciava tanti, tantissimi rimpianti.

La sua solitudine era immensa, perché ogni giorno le note del suo carillon le rammentavano i lontani, dolci ricordi del passato, che, in qualche modo, lei avrebbe voluto lasciarsi alle spalle una volta per tutte.


La donna chiuse il carillon che stringeva tra le dita, mettendo fine alla musica malinconica che esso produceva.

Qualche attimo dopo, una melodia gemella invase la stiva e la cella dove era reclusa. Solo una persona poteva essere in possesso del congegno che la originava.


Lui.


La dea si avvicinò alle sbarre della sua prigione. Una sagoma scura, una sagoma che lei conosceva fin troppo bene, venne fuori dall'ombra.

Non poteva essere. Ma quelle forme erano così reali, che non potevano essere solamente il frutto di un'allucinazione.



«Mio amato... sei venuto a prendermi?», chiese la donna.



Quelle timide, e amorevoli parole, non ebbero un suono altrettanto dolce alle orecchie del Capitano dannato. Al contrario, gli sembrarono persino ironiche.



«Dieci anni, ho dedicato al compito da te affidatomi.», le sputò adirato l'uomo, avanzando. «Dieci anni, ho avuto cura di coloro che sono morti in mare. E infine, quando avremmo potuto di nuovo stare insieme... tu non c'eri

Il carillon si richiuse bruscamente tra i suoi tentacoli, e uno sguardo minaccioso e accusatorio deformò l'inespressività del suo viso.

«Perché tu non c'eri?!»



La dea, affranta, sapeva bene che non era colpa sua, infondo. E se davvero lui la amava, la avrebbe dovuta comprendere.



«... E' la mia natura... », gli sorrise mite la donna. «Mi ameresti? Se io non fossi così, mi ameresti ugualmente?»



Amarla? Mai. Non più, almeno. Senza un cuore, il suo petto vuoto non lasciava più spazio per alcun sentimento. E ora, era inutile cercare di tornare indietro, o di cambiare le cose, come se nulla fosse mai accaduto. Lei lo aveva cambiato, e il suo era un cambiamento irreversibile. Non sarebbe mai più tornato l'ingenuo e l'indomito uomo di prima, ma gliela avrebbe fatta pagare per questo.



«IO... NON... TI AMO



All'udire la frase sprezzante rivoltale, la dea si sentì mancare. Il respiro si fece più agitato, e gli occhi serrati cercavano di impedirle di far sgorgare un mare di lacrime amare. No. Lui non poteva aver finto di amarla, lei non lo aveva mai fatto. Quella era solamente una menzogna come tante. Una maschera, per nasconderle quello che lui non le voleva mostrare, ma che di diritto sarebbe dovuto essere suo. Il suo amore.



«Molte cose sei stato, Davy Jones... ma mai crudele.», si ricompose la donna. «Tu hai corrotto il tuo compito, e hai corrotto te stesso. E hai nascosto a me ciò che per sempre doveva essere mio

La donna allungò una mano, attraverso le sbarre, fino a sfiorare il petto del marinaio.



I tentacoli del Capitano, che spuntavano dal mento come mostruose protuberanze, si trasformarono in una lunga barba, incrostata dal sale di mille maree. Il corpo si assottigliò, e il viso riprese forme umane.

Era tornato l'uomo di un tempo. Grazie a lei, alla sua magia.

Poteva sentire di nuovo la sua pelle, al posto di quella dura e rigida corazza. La sua barba, anziché i lunghi e viscidi tentacoli. Le mani, al posto dell'enorme chela di granchio che metteva terrore alla sola vista. Era tornato come prima. Poteva sentirlo.



«Calypso...», sussurrò accarezzandole il viso



Quel gesto inaspettato aveva placato la sua furia. Ora, gli veniva persino da piangere, tant'era la gioia provata.

Ma quello che mancava a lui non era il suo corpo umano. Quello che gli mancava non era il suo viso, né la sua pelle, le sue mani, o le rughe marcate dovute a tutte quelle sofferenze, che, nel tempo, lo avevano reso l'uomo che era.

Quello che gli mancava, e che giorno e notte rimpiangeva, erano le sue carezze.

La sensazione delle sue dita che gli sfioravano la pelle.
Il caldo contatto tra le loro labbra assetate di amore e di passione.
Le mani che toccavano la sua pelle liscia e morbida, che la accarezzavano e la facevano fremere di piacere ad ogni contatto, e i suoi abiti che cadevano sul pavimento, ogni sera, ogni notte, ad ogni loro clandestino incontro.



«Io sarò presto libera. E quando lo sarò ti donerò il mio cuore, e staremo insieme per sempre... se solo avrai un cuore da donarmi.», si fece seria la donna.



La sua mano si ritrasse, e il corpo del marinaio riprese le fattezze della creatura metà polpo e metà granchio. Era durato tutto troppo poco.

L'uomo, che ora era tornato ad essere un orribile mostro, allungò la chela, prima un braccio, verso il collo della dea, per stritolarla.



«Perché sei venuto da me?», sibilò la donna, con il fiato che le si spezzava in gola a causa della potente stretta.



L'uomo ritrasse la chela, e scivolò all'interno della piccola cella. Nonostante fosse lei la sua più grande nemica, nonostante fosse lei la causa di tutti i suoi mali, nonostante la odiasse tanto profondamente, non poteva vederla soffrire. Non per mano sua, almeno.



«E... quale fato hai pensato per i tuoi... rapitori?», cambiò discorso lui.



«Il Consiglio della Fratellanza? L'ultima cosa che loro impareranno in questa vita, è quanto io possa essere crudele



La avrebbero pagata, era sicuro. E pensare che loro si illudevano che lei, la grande dea Calypso, dopo essere stata liberata, si sarebbe mostrata caritatevole nei loro confronti, che li avrebbe graziati, e persino aiutati. Poveri sciocchi mortali, quanto si sbagliavano. Si sarebbero pentiti amaramente dei loro errori.

Pregustando l'allettante scena, e immaginando i volti terrificati dei marinai che imploravano pietà davanti alla sua grandezza, le sue carnose labbra si curvarono in un ghigno malvagio. Poi si voltò verso l'amato.



«E qual è il tuo fato, Davy Jones?»



Qual era il destino che aveva in serbo per lui? Avrebbe intrapreso una battaglia contro il Consiglio della Fratellanza? Sarebbe tornato ad essere con lei il padrone indiscusso di tutti i sette mari?

Il Capitano si voltò e la guardò intensamente, interrompendo i suoi pensieri. Non era uno sguardo cattivo, o vendicativo, né uno sguardo affranto. Nei suoi occhi c'era il riflesso di un grande amore, un amore eterno, proprio come loro due.

Non sapeva quando la avrebbe di nuovo rivista, né in quale circostanza, ma era sicuro che ciò sarebbe accaduto, e non necessariamente ad una distanza di dieci anni questa volta.



«Il mio cuore apparterrà per sempre a te.»




























Ahoy, cara ciurma!
Eravate preoccupati eh? Beh, sappiate che in questo periodo ho dovuto affrontare tempeste e maremoti, alternati a bonacce e giorni senza un soffio di vento; sono stata mangiata dal kraken e risputata nello scrigno di Davy Jones, dove il mio amatissimo Capitano mi è venuto a salvare e... *si si, sogna pure...*

Beh che dire... questo aggiornamento è arrivato un po' più in ritardo rispetto al precedente... l'ispirazione per questa raccolta si è fatta desiderare -.-'' ...

Sparatemi, fucilatemi e prendetemi a randellate come una foca (cit. Jack XD)
… Dopo che mi avrete perdonato, volevo fare i soliti ringraziamenti a:

GITANA90, FANNY JUMPING SPARROW e FANTASY HEART, che hanno recensito. Ormai è come se facessero saldamente parte dell'equipaggio! Grazie :D
VISA, il mio migliore amico, che, anche se non è iscritto al fandom, ha letto i miei lavori e ha apprezzato (L'unico suo difettuccio è il suo *per me inconcepibile* non apprezzare Jack Sparrow e la saga di POTC... ma vabbeh, è un maschio, gliela faccio passare ^^'')!... Grazieee :*
FANNY JUMPING SPARROW e QUEEN ELIZABETH, che hanno inserito questa “raccolta di schifezzine” tra le seguite, grazie mille del sostegno ^^
AGROUPIEINCOGNITO, che ha inserito la raccolta *udite udite*... tra le preferite o.o !!! ... Wow quanto ti ringrazio per questo!!! Grazie mille, spero di non deluderti! <3

Ringrazio profondamente anche chi si limita soltanto a leggere in silenzio questa raccolta (e sono stata ben felice di vedere che sono davvero tantissime le persone che hanno letto, non me lo aspettavo! Grazie! :D), o chi apre la pagina!

Ora vado a nascondermi in un angolino per evitare di essere trovata e squartata viva da Davy Jones o fulminata da Calypso, dopo questa “schifezza-che-non-riesco-a-definire-capitolo” sarebbe il minimo, ma non ci tengo a morire oggi, dopo tutte le (dis)avventure che ho passato ^^''

A presto! Spero di non tardare troppo con il prossimo capitolo, ma ho paura che ci metterò un po'... devo ancora cominciare a scriverlo, anche se per fortuna l'idea l'ho già (sarebbe il colmo)...
Al prossimo approdo!

-i miei ossequi, Alexia Sparrow-




P.s: Fanny dovrei chiederti un consiglio, se vorrai ascoltarmi ti ringrazierò molto, ne ho davvero bisogno, grazie!

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Capitolo 4
*** Freedom ***


WITHOUT YOUR HEART
Freedom





L'uomo privo di un occhio avanza lentamente, e si avvicina al mio viso.


Fermati. Ti prego.


Scosta con delicatezza i miei capelli, castani e arruffati, che mi ricadono sull'orecchio sinistro. Sta per sussurrarmi qualcosa, con il tono che si usa parlando ad un'amante.

Sento il suo fiato sul collo. Il suo respiro è agitato, è titubante.


No! Non sai cosa potrebbe succedere...



«C-Calypso...»



Non osare farlo, o ne pagheranno tutti le conseguenze, stolto!...



«I-io ti libero...»



Smettila! Basta!



«... Dal tuo legame umano.»



Oh, no. Troppo tardi.

Siete tutti condannati.


La coppa prende fuoco violentemente, e i Pezzi da Otto contenuti al suo interno, si riducono in piccoli mucchi cenere.

Uno strano fumo violaceo, invade le mie narici, e io mi inebrio del suo profumo.


Ho un fremito.

Mi pulsano le vene.

Le mie pupille si dilatano.

La testa mi esplode.

I muscoli sono tesi.

Sento le ossa spezzarsi.

Un dolore lancinante, fa contorcere il mio viso, in una smorfia di agonia.


Poi, la forza.


Nel sangue che circola dentro di me, sento il potere.

Ancora. Ancora di più.

Sono più forte, e più potente di prima. Una nuova energia scorre dentro di me. Sono di nuovo io. E sono di nuovo libera, dalle mie catene umane.



«Tia Dalma!», si rivolge a me un uomo. Non rispondo.



«...Calypso.»



Sì, è questo il mio vero nome. Sono io, la dea. Più forte che mai.

Mi volto, verso gli uomini che mi osservano spaventati, in attesa di una mia reazione, e la coppa cade a terra, rovesciandosi.

Sì, sono di nuovo io. E tutti la pagheranno per quello che mi hanno fatto.



«Quando il Concilio della Fratellanza ti imprigionò, chi fu a dire loro come fare?», prosegue. «Chi commise questo tradimento?»



«DIMMI IL NOME!», sbraito furiosa.



Le corde avvolte attorno al mio corpo, ancora sotto spoglie mortali, premono contro il mio petto, in preda alle convulsioni.

Sono impaziente, e fremo, per l'ansia di sapere il nome di chi è entrato a conoscenza del mio arcano segreto, ed ha avuto l'ardore di rivelarlo.

Il mio respiro è accelerato. Sento il bisogno di liberarmi, e di scatenare la mia furia contro il traditore. Lo punirò, e lo distruggerò. Avrò finalmente la mia vendetta.


Ditemi il suo nome, diamine!



«... Davy Jones.»



Oh... no...


Una morsa mi opprime il petto, e mi attanaglia il cuore.

Ho la nausea.

Il mio ventre si contrae, provocandomi una fitta penetrante. Mi manca il fiato. Sento il mio battito rallentare.


No. Non lui. Lui no. No. Lui. Non può essere... stato... lui. Lui no. No. NO!


Non riesco a credere alle parole che sento. Mai sono stata tanto addolorata.

Il mio cuore si sta spezzando, e, i miei occhi, stretti in sottili fessure, cercano in vano di trattenere le lacrime, che sgorgano amare, come fiumi in piena.

Il mio viso si contorce, in un'espressione spaventosa, e sento la mia schiena spezzarsi dentro di me, ma non posso fare nulla per impedirlo.


Il dolore, e la rabbia che provo, hanno liberato definitivamente i miei poteri, e ora fatico a controllarli.


Il mio corpo cresce, sotto gli sguardi sgomenti della folla, che mi osserva platealmente, mentre la mia grandezza si manifesta.

Cercano di trattenermi, tirando le lunghe funi che mi avvolgono, e urlano spaventati, vedendo che ogni loro tentativo di contenermi, o, di controllarmi, risulta vano.

Le funi si spezzano, una dopo l'altra.

Continuo a crescere. E con me cresce anche il mio dolore.


Tradita così.
In questo modo.
Non posso sopportarlo.

Io lo amavo.
Lui diceva di amarmi.
Ma erano tutte bugie.

Il nostro era un rapporto costruito sull'odio, sulle menzogne, sul desiderio e sull'ambizione.
E io me ne rendo conto solo ora, ingenua, e crudelmente illusa in questo modo. Da lui.


Le travi del ponte della nave dalle vele nere, la stessa che, poco tempo prima, mi teneva prigioniera, si spezzano sotto il mio peso, e, ora, il mio corpo arriva quasi all'altezza dell'albero maestro.

Sento ancora urla di terrore sotto di me, e il rumore sordo delle corde, che si spezzano.


Sono così forte ora. Basterebbe il mio più piccolo movimento per uccidere tutti, e fare affondare la nave.

E allora perché non lo faccio?


Il dolore mi ha consumata.

Non ho più la forza, né la voglia, di andare avanti.


Voglio solamente gridare.

La mia voce ha la potenza di un uragano, e la violenza di un terremoto. Alzo il volto al cielo e urlo, forte, come non ho mai fatto prima. Un urlo di dolore e di agonia, che riesce a penetrare le ossa.


Ho finalmente smesso di crescere.

Mi fermo, ad osservare gli uomini sotto di me, e, ad un tratto, uno di loro ricambia il mio sguardo, distaccandosi dagli altri.

È il loro Capitano, è stato lui ad ordinare la mia liberazione, era lui quello che sapeva.
E sono stata io, a restituirgli il più prezioso dei doni, la vita, che gli era stata tolta, e, ora, mi è debitore.



«Calypso! Io vengo al tuo cospetto come un servo, umile e contrito. Io ho adempiuto al mio voto, e ora chiedo il tuo favore. Risparmia me, la mia nave e la mia ciurma... ma scatena la tua furia su coloro che osano proclamarsi tuoi padroni... o miei.», mi propone.

Alza gli occhi verso di me, in attesa di una risposta forse, o di un segno.



Osservo, con uno sguardo languido, ma allo stesso tempo addolorato, i marinai, che si sono prostrati al mio cospetto.

Nonostante le apparenze, il mio dolore è ancora perforante, e a fatica le mie gambe sostengono in piedi la mia maestosità. Ma, ultimamente, sono diventata molto brava a nascondere le mie emozioni.

Curvo il mio viso in una smorfia, somigliante ad un sorriso. La mia espressione ha l'aria di un segno positivo, e subito tra gli uomini si levano esclamazioni di gioia.

Ma io non potrei mai ascoltare la richiesta fattami. Almeno, non ora, che il mio cuore è infranto, a causa del suo tradimento.


Rifletto ancora, su quale sia la giusta cosa da fare.

Chi aiutare? Chi appoggiare, in questa terribile battaglia?

Ho preso la mia scelta.


Recito un formula, gridandola con tutto il fiato che ho in gola, in una lingua agli uomini incomprensibile.


La mia figura scompare in pochi attimi, dissolvendosi in una cascata di crostacei dalla candida corazza.

Le grida, dapprima gioiose, mutano velocemente in urla sgomente, e tutti i marinai sono terrorizzati.


Davvero si aspettavano che sarei stata loro favorevole?

Se solo penso che, se non avessi saputo il nome dell'uomo che ha tradito la mia fiducia, a quest'ora, avrei appoggiato l'Olandese, e il suo Capitano, che, malgrado tutto, ancora non riesco a smettere di amare.

Avrei ucciso tutti quelli che mi si sarebbero parati davanti.
La mia ira e il mio desiderio di vendetta non avrebbero mostrato pietà davanti a nessuno.


Ora, invece, distrutta dal rancore, non concederò a nessuna delle parti il mio prezioso aiuto.


Sarò come un giudice imparziale, davanti ad entrambe le parti, schierate in questa guerra senza tempo, adesso, che sono di nuovo libera, ma, ancora una volta, schiava del mio amore.




















Ahoy a tutti, ciurma!

Finalmente sono riapprodata qui, tempo permettendo!
Scusate la mia assenza, ma proprio non ce la facevo a scrivere questo capitolo. Sarà forse perché non è molto facile interpretare i pensieri della dea Calypso, aye?
Oh, beh, in compenso sto già stendendo l'ultimo capitolo, perché voglio concludere questa raccolta entro il 2015, eh sì :D

Qualche piccolo chiarimento...
Le frasi sono piuttosto brevi, perché volevo dare l'idea delle sensazioni di Calypso, e questa è stata l'idea migliore che mi è venuta in mente, insieme allo scrivere in prima persona; e, inoltre, le frasi in corsivo sono proprio i pensieri della dea in quel momento.
Ho poi usato il tempo presente, e intendo usarlo anche nel prossimo, ultimo capitolo, per dare un po' meglio l'idea del susseguirsi di avvenimenti e della trasformazione di Calypso da umana a dea ^_^...
A proposito, come è venuto? Beh, spero sempre di non avervi deluso troppo ^^''

Un ringraziamento speciale alle carissime GITANA90, FANTASY HEART (che ha inserito la raccolta tra le preferite, grazie carissima <3), FANNY JUMPING SPARROW (che ha inserito la raccolta tra le seguite), e AGROUPIEININCOGNITO, che ha inserito anche lei questa ff tra le preferite e mi ha anche fatto sapere cosa ne pensa. Grazie di cuore a tutti! ^^
Pareri, consigli, critiche costruttive, cannonate, bordate e quant'altro... sempre tutto ben accetto :D

Buona vigilia di Natale a tutti voi, aragoste, donzelle, pirati, corsari, e gran bucanieri (yo ho beviamoci su XD)!
Al prossimo approdo! -i miei ossequi, Alexia Sparrow-

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Capitolo 5
*** Death ***



WITHOUT YOUR HEART
Death




“Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.”

- Dante Alighieri
(Inferno – Canto V, versi 106-107)





Temi tu la morte?



Curioso, ripensare a quante disperate anime ho posto questa terribile e fatidica domanda.

Curioso, ripensare di quanto sangue si è tinta la mia spada, in tutto questo tempo.

Curioso, accorgersi del come proprio io, il terrore di tutti gli oceani; io, il flagello dei sette mari; io, il traghettatore di anime; io, stia morendo.


È arrivato anche per me il momento. Il momento che mai nella mia vita pensavo potesse arrivare.


Alla fine, anche io me ne sto andando.

Anche io lascio questo mondo.



E io? Temo io la morte?



Curioso, ed ironico oltre ogni dire, pensare che mai in tutta la mia vita me lo sia chiesto.



Muoio, per mano dell'uomo sciagurato che, tredici anni or sono, mi ingannò.

L'unico uomo che abbia mai osato prendersi gioco di me, e che riesca persino a farla franca.

L'unico che non pagherà mai le conseguenze delle sue scelleratezze. O non per mano mia, almeno, siccome non potrò mai punirlo ed avere la mia personale vendetta su di lui.



Muoio, e lo faccio anche per il volere della maledetta donna che, immemori anni or sono, mi ingannò anch'ella.

L'unica che si prese gioco di me facendomi innamorare di lei.

L'unica che riuscì a rubarmi il cuore, quando era ancora pulsante dentro me, e che, dopo averlo fatto, mi abbandonò al mio dolore.



Avrei tanto voluto riuscire a riprendere in mano il mio fato, per magari avere qualche attimo in più di vita.

Lo avrei voluto passare con lei.
L'unica, che mi abbia mai fatto provare le inebrianti e afrodisiache sensazioni del più inevitabile dei sentimenti. Lei. La mia adorata dea.


L'ho amata, fin da sempre.

L'ho desiderata, come nessun altro.

L'ho odiata, con tutte le mie forze. E, sopra ogni altra cosa, ho odiato me stesso. Perché, nonostante tutto, ho sempre continuato ad amarla.


Per lei mi sono cavato il cuore, che ho serrato in uno scrigno.

Il forziere diventato oggetto di miti e leggende, tanto agognato da ogni pirata, marinaio o filibustiere che abbia mai solcato le acque di questo mondo.


In fondo, ella stessa, era il mio cuore.


Questa, la ragione che mi ha spinto a fare l'impensabile, e a diventare l'indicibile.

Allontanarla da me, il mio scopo.

Estirpare, sino all'ultima, ogni benché minima traccia di amore che aveva cominciato a mettere salde radici dentro di me e dentro al mio cuore.


Fu lei a commettere per prima il terribile tradimento nei miei confronti, da capricciosa e volubile creatura qual era e quale sarà sempre, dea immortale.


Se mi sento in colpa, per averla reclusa e per avere rivelato il suo segreto?

Non lo so.


Non c'è più alcuna certezza per me, ormai.


Quindi la colpa di chi è?
Su di chi, grava il peso della mia imminente dipartita?
Sono forse proprio io, il responsabile della mia stessa fine?


Troppo tardi, mi accorgo che padrone del mio fato non sono stato mai.

Solo ora, riesco a rendermi conto che nulla di tutto ciò è mai stato in mio potere decidere.

Erano tutte cose assai ben più grandi di me.

Sciocco sono stato, illudendomi di potere essere io l'artefice del mio destino.


Ed ora che so per certo che lei è di nuovo libera, mi è subito palese che, neanche all'inferno, la mia anima nera, macchiata di tante morti e di tanti crimini potrà mai ritrovare la pace e la libertà, ormai da tempo perdute.



Uno solo, il nome colpevole delle mie sofferenze.

Uno solo, il nome che mi ha portato alla rovina.

Uno solo, il nome che si macchierà della mia morte.

Uno solo, il nome che è sempre valso più della mia vita.

Uno solo, il nome che ho amato e odiato allo stesso tempo.


Con questo nome, un lieve sussurro appena accennato sulle mie labbra, muoio, speranzoso, che, forse, laddove sto andando ora potrò rivedere lei.

Con questo nome sulla bocca si concludenuna volta per tutte la mia esistenza.



«Calypso...»



















Ahoy per l'ultima volta, ciurma! (sigh!)
Volge così al termine la mia raccolta su una delle coppie, se non la coppia, più triste e sfortunata della saga di Pirati dei Caraibi.
Questo voleva essere un piccolo tributo al loro amore martoriato, e spero tanto che, dopo la morte, queste due povere anime si rincontreranno. Io ho sempre sperato così. Poverini che pena mi fanno :'(

Mi mancherà questa raccolta... ma adesso mi dedicherò solo ed esclusivamente (si fa per dire ^^”) alla mia nuova long “Something to Hope”, che mi sta prendendo molto.

Poi, qualche piccolo chiarimento, come al solito ^_^

Quando Jones pensa “Muoio, per mano dell'uomo sciagurato che, tredici anni or sono, mi ingannò. L'unico uomo che abbia mai osato prendersi gioco di me, e che riesca persino a farla franca. L'unico che non pagherà mai le conseguenze delle sue scelleratezze, non per mano mia, almeno siccome non potrò mai punirlo e avere la mia personale vendetta su di lui.”, si sta riferendo a Jack, che lo ha ingannato per farsi restituire la Perla eccetera, questa storia suppongo la conoscerete, no? ^^
Inoltre, ho sempre pensato che, quando Jack gli chiede “e tu? Temi tu la morte?”, Davy Jones si interroghi come sul significato di quelle parole...
E, ancora una volta, volevo specificare che le ripetizioni sono scelte volute :)

Questo capitolo mi è sembrato più poetico rispetto agli altri, boh, non so ^^”
Comunque, per l'ultima volta, ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto e che hanno commentato, o che hanno inserito la raccolta tra le seguite e le preferite :D

Buon 2015 a tutti!
Al prossimo approdo!

-i miei ossequi, Alexia Sparrow-

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