Warriors

di giulietta smiley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Sono sempre solita stare sola, non ho molti amici e quei pochi che ho non li vedo da molto tempo. La vita qui, per la gente come me è difficile. Sono costretta a vendermi per avere abbastanza soldi per dare da mangiare a me e mio fratello e darci un tetto dove vivere. Certe volte vorrei veramente smettere di vivere, se questa può sempre chiamarsi vita. Passo spesso sopra il Pont Notre Dame e penso sempre a come sarebbe bello lasciarsi cadere tra le acque del Senna . Nel momento in cui mi butto non penserei più a niente se non al fatto che finalmente lascio questa misera città e andrei in un posto sicuramente migliore...

Ma poi penso a Gravoche, non posso lasciarlo solo. Eʼ mio fratello e ho promesso a mia madre che mi sarei presa cura di lui. Quindi mi ritrovo qui in questo vicolo, aspettando che qualcuno mi paghi per “divertirsi” un pò con me... chi per qualche ora, chi per una notte intera. Lʼimportante è che mi paghino.

Proprio mentre pensavo che questa notte sarebbe andata a vuoto, vedo avvicinarsi un signore alto e molto robusto.

“ Ciao piccola, quanti anni hai ? ”

“ Cosa importa di quanti anni ho ? Non mi pare che di solito si fanno molti problemi per questo ...”

“ In effetti hai ragione, lʼimportante è che fai bene il tuo lavoro” mi dice con un ghigno.

“ Ce li hai i soldi ? ”

“ Prima vediamo come ti comporti, se fai la brava ti pagherò...”

“Mi dispiace ma io prima voglio i soldi ...”

“E io ti dico che li avrai dopo se farai come ti dico ! ” dice e subito dopo mi prende i polsi e mi spinge contro il muro.

“ No ! Lasciami subito ! ” Cerco di scappare ma lui è molto più forte di me e inizia a strapparmi i vestiti.

Io inizio ad urlare ma a quellʼora e in un posto simile sapevo che non sarebbe venuto nessuno a salvarmi.

“FERMO !”

Eʼ lʼunica cosa che riesco a sentire perchè dalla paura svengo e cado a terra.

Ricordo solo lʼasfalto freddo e ruvido sul viso, ma subito dopo una morbida e calda mano che mi accarezza il volto con molta delicatezza.

Quando mi risvegliai, non capii subito dove mi trovavo ma poi riconobbi i tavoli e lʼarredamento: mi trovavo nellʼ ABC Cafè. Dalla finestra vidi la luce del sole quindi suppongo di aver dormito li per delle ore. Ma come ero finita al Cafè ?

Mi alzo e mi siedo sulla panca che probabilmente era stata usata come “letto” dato che eralʼunica cosa che poteva essere usata come tale in un luogo come quello e noto una figura dallʼaltra parte del bancone. Non ero sola ...

“Chi sei ?” chiedo con la voce tremante per la paura e perchè mi faceva male la gola dopo aver urlato prima.

“Tranquilla, non voglio farti del male.Ti ho portata qui perchè era il posto più vicino checonoscevo e avevo le chiavi .”dice

“Aspetta...Io ti ho già visto da qualche parte...”

“Eʼ possibile, mi avrai sentito protestare da qualche parte in giro per la città” dice sorridendomi.

“Ma certo tu sei quel ragazzo di cui tutti parlano! Il giovane rivoluzionario”

“Non pensavo di essere così popolare, ma è un bene. Vuol dire che la protesta si sta diffondendo. Comunque il mio nome è Enjolras.”

“Il mio nome è Eponine. Oh scusami ! Non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita...” rispondo molto imbarazzata.

“Non ti devi preoccupare. Mi sembra naturale salvare una ragazza in pericolo”

“Non tutti la pensano come te in questi ultimi tempi ...”

E in effetti è così: In questi ultimi anni di miseria la gente non si aiuta più a vicenda e ognuno pensa a se stesso. Ma questo ragazzo no ...

“Eʼ anche per questo che protesto. Voglio una Francia di nuovo unita” mi rivela col tono convinto.

“ Senti, non so se te ne sei accorta ma in questo momento indossi soltanto una coperta che ho trovato qui perchè il vestito che indossavi prima era tutto rotto e ...”

Mi guardo e mi rendo conto solo adesso che sono completamente nuda e che ho solamente questa coperta di lana che mi prude dappertutto.

“Oddio !” grido e mentre mi alzo dalla panca, scivolo per terra. Dovevo aspettarmelo da impacciata come sono.

“Va bene, adesso calmati.Vieni da me e ti do dei vestiti nuovi da metterti, ok ?” mi dice mentre mi porge la sua mano per rialzarmi.

Mi tolgo i capelli arruffati dal volto e mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio.
I suoi occhi di un marrone talmente profondo che danno i brividi. I suoi capelli color dellʼoro e i riccioli che viene voglia di accarezzarli.
Ha una guancia gonfia e arrossata e un polso fasciato. Deve aver fatto a pugni per causa mia. Perchè lo ha fatto ? Io non sono nessuno per lui ...
Finalmente riesco a tornare con i piedi per terra: 

“Perchè lo fai ? Perchè mi aiuti ? Sai che sono ...”

“Una ragazza che ha bisogno di aiuto ?”

“Stavo per dire prostituta. Perchè vuoi aiutarmi ? Dopo tutto sono io che ho scelto di fare questo “lavoro” e questa vita...” dico mentendo anche a me stessa.

“Io non credo che tu volevi fare questo nella vita. Non è colpa tua se il Re non si rende conto di quanto stiamo soffrendo. Quindi perchè non accetti il mio aiuto ?”

“Non potrei comunque accettare. Mio fratello Gavroche mi starà aspettando a casa e si starà chiedendo perchè non torno.”

“Gavroche hai detto ? è un bambino piccolo di su per giù 10 anni biondo con gli occhi azzurri ?” mi chiede allʼimprovviso.

“Si ... ma come fai a saperlo ? Lo conosci ?” chiedo sorpresa.

“Certo che lo conosco! Lui sgattaiola di qua e di la insieme ad altri bambini del posto e mi da molte informazioni utili per la mia protesta ! Ovviamente lo pago per ogni informazione che mi da ”

“Ecco da dove provengono tutti quei soldi ! E io che credevo li rubasse ! Ma perchè non me ne ha mai parlato ?”

“Perchè sono io che gli ho detto che deve essere il mio informatore segreto, deve avermi preso alla lettera...”

“Comunque stanno le cose io devo tornare a casa adesso” mi impunto e mi avvio verso la porta.

“Aspetta non puoi uscire con solo questo addosso! Farai la stessa fine di prima conciata in questo modo !”

Mi arrendo. Aveva ragione, come potevo andare dallʼaltra parte della città con solo una coperta addosso senza che nessuno lo notasse ? Ma che mi era preso ? In questo modo non faccio altro che sembrare una stupida . Mi da la sua giacca in modo tale che possa coprirmi un pò di più e ci incamminiamo verso casa sua.

 






Angolo autrice :
Per favore continuate a seguirla e se volete recensite ! =) Fa sempre piacere ricevere critiche ( sia positive che negative ) ;-)  

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Casa sua non era molto lontana dal Cafè. Appena girammo l’angolo vidi il paradiso: la casa non aveva il giardino come mi aspettavo da un aristocratico, ma era abbastanza grande, 3 piani per la precisione.

Vi era una piccola scalinata all’entrata, difronte al portone. Entrammo e ci siamo ritrovati all’ingresso dove Enjolras appoggiò alcune cose su un tavolino e mi fece accomodare nella sala degli ospiti.

A quel punto delle cameriere mi aiutarono a lavarmi e a rivestirmi. Mi sentivo un pò in imbarazzo perchè non avevo mai lasciato che qualcun’ altro  facesse certe cose per me, d’altro canto io non avevo idea di come mettermi quel vestito, troppo complesso perfino per descriverlo. 

Quando le cameriere ebbero finito mi dissero di aspettare il Signorino Enjolras nella sala grande e così feci. 

 

Mentre attendevo vidi un pianoforte al lato della stanza. Doveva essere una sala da ballo.

Mi avvicinai allo strumento molto titubante, sperando di non farmi vedere da nessuno. Quanto avrei voluto saper suonare uno strumento.

Aprii la tastiera e la voglia di sentire quel dolce suono fu talmente tanta che dovetti premere un tasto. Lo lasciai premuto per un pò in modo tale che fece un lungo eco per tutta la sala.

“ Sei rimasta incantata anche tu da questo angelico suono ? ”

Appena mi girai vidi Enjolras davanti alla porta della stanza che mi guardava con aria incuriosita. Per l’agitazione pigiai dei tasti a caso, sentendo così dei suoni non più tanto armonici.

“ Oh... scusami tanto! N-non volevo, i-io...” iniziai a balbettare.

“ Tranquilla ! Non hai rotto mica il pianoforte” dice lui sorridendomi.

“ Dovresti smetterla di comparire dal nulla! ” 

“ Io non sono entrato dal nulla, bensì dalla porta. Ma tu non te ne sei accorta perchè eri assorta nei tuoi pensieri” spiega lui.

 

“ E’ veramente un bellissimo strumento, vorrei tanto saperlo suonare...” dico tornando a guardare il pianoforte.

“ Se vuoi posso insegnarti a suonarlo ”

“ Lo faresti davvero ? Io non ho niente da darti in cambio però ...” dico io dispiaciuta.

“ Non voglio niente in cambio, sarò felicissimo di darti delle lezioni di musica” dice fiero.

“ Sei veramente un ragazzo gentile Enjolras. Vorrei che fossero tutti come te. Almeno tu sai che esisto, per altre persone io sono solo un ombra...” mentre parlavo i miei pensieri andarono subito verso Marius: 

Ci conosciamo fin da piccoli, eppure lui non mi ha mai degnata di uno sguardo. Forse per la differenza di rango... Quanto poco di me sa, e quanto poco riesce a vedere di me ...

“ Cosa succede ? Ti vedo triste ...” Enjolras mi riporta alla realtà.

“ Perdonami, stavo solo pensando...” dico senza finire la frase.

“ Sai, questo vestito ti dona molto. Risalta molto il colore dei tuoi occhi.” dice cambiando discorso.

“ Lo hanno scelto le signorine, io ho solo obbedito agli ordini” dico io sorridendo.

“ Lo so, infatti l’ho scelto io. Era di mia madre... ormai è morta da anni e quel vestito non veniva indossato da molto tempo. Sono contento che ora lo abbia tu.” 

“ Mi dispiace tanto per lei ... Appena torno a casa lo pulisco e te lo riporto, promesso! ” 

“ No no, non cè problema puoi tenerlo. Voglio che lo custodisca tu.”

“ Ne sei proprio convinto ?” dico titubante.

“ Assolutamente. Sai in un certo senso me la ricordi molto ...” inizia lui.

“ In che senso ?” chiedo

“ Non solo fisicamente, ma anche caratterialmente ...” dice.

Inizio ad intravedere un pò di rossore sul suo viso ma non riesco a comprendere il perchè.

“ Ma noi non ci siamo mai conosciuti prima, come puoi dire che le somiglio ?” chiedo incuriosita.

“ Emh.. ecco...Ti ho vista. Sei, come ti chiamano tutti : “l’ombra di Marius”. Si vede che sei molto innamorata di lui...” dice con un aria un pò infelice.

“ Lui però in questo momento ha in testa solamente Cosette...” dico io senza neanche rendermi conto di ciò che ho detto. 

“ Magari vedendoti vestita così cambierà idea...” dice con un sorriso sulle labbra.

“ Dubito che il mio aspetto possa cambiare i sentimenti che prova verso l’altra ragazza” dico con un sorriso un pò forzato.

“ Allora non sa cosa si perde ...” dice a bassa voce, sperando che io non potessi sentirlo.

 

Rimaniamo un pò in silenzio per l’imbarazzo che è sceso tra noi fino a quando io non rompo il ghiaccio dicendo:

 

“ Io ora dovrei tornare a casa, Gavroche si starà chiedendo che fine ho fatto ...”

Mi avvio verso la porta ma lui mi prende un braccio e mi attira verso di se.

“ Aspetta! Senti io sto andando di nuovo all’ ABC a fare una riunione e sicuramente ci sarà anche il piccolo Gavroche. Vuoi venire ?"  chiede speranzoso.

Siamo vicini...forse troppo vicini. I suoi occhi però non mentono. Vuole veramente che io vada con lui. Perchè ?

Non so per quale motivo ma non ho saputo resistere ai suoi occhi.

“ Volentieri”.

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


La prima persona che vedo davanti all’ ABC Cafè è Marius ...

Mi viene un tuffo al cuore, non so cosa fare .

Cosa penserà vedendomi entrare insieme a Enjolras ? Rimango dietro le spalle di quest’ultimo in modo tale da non farmi vedere, ma ora che ci penso io sono un’ombra per lui quindi è inutile nascondersi...

Marius sorride appena vede Enjolras, entra e chiede agli altri di fare silenzio così che il suo amico può iniziare la riunione. Come supponevo non ha fatto caso che ci sono anche io.

Preparano i tavoli. Io mi metto in disparte su una sedia aspettando che Enjolras inizia la riunione. Si mettono tutti seduti intorno mentre lui sale sopra un tavolo per attirare l’attenzione di tutti i presenti.

 

Mentre Enjolars continua a parlare della rivoluzione che sta mettendo in atto, io cerco costantemente il mio fratellino ma non riesco a trovarlo. Volgo lo sguardo verso il bancone e mi accorgo che Marius non sta affatto ascoltando le parole di Enjolras.

 

Lo sento parlare di Cosette insieme a dei suoi amici: Ogni parola che dice è una ferita al cuore per me ... Tutte queste dolci parole per Cosette non saranno mai riferite a me. Eppure se lui me lo chiedesse, sarei subito sua.  Il suo cuore è pieno d’amore, ma non per me. Non potrà mai sentire quello che io provo per lui. 

 

Enjolras, un pò arrabbiato, interrompe Marius:

“E’ giunto il momento di capire chi vogliamo essere, se vogliamo batterci per i nostri diritti o semplicemente arrenderci. E’ solo un gioco per te Marius ? Il mondo sta cambiando giorno dopo giorno e sembra che a te importi solamente di Cosette !”

“Se magari l’avessi vista anche tu come l’ho vista io quella volta, avresti capito ! Ma cosa ne puoi sapere tu dell’amore... Non sei mai stato innamorato. Sei talmente preso da questa rivoluzione che non hai un attimo per te stesso.” dice Marius.

 

Il viso di Enjolras si incupisce un pò ... Che cosa è successo ? Marius deve aver toccato un punto dolente nella vita dell’amico o non si spiega la sua reazione...Come può un uomo coraggioso e saggio come Enjolras prendersela per ciò che ha appena detto Marius ?

 

“Marius non sei più un bambino, perciò non comportarti come tale! So che i tuoi sentimenti per Cosette sono profondi, ma adesso ci sono cose più importanti a cui pensare!” 

 

Enjolras vorrebbe continuare la conversazione ma Marius sentendosi incompreso da tutti esce senza dire una parola. 

Subito dopo entra Gavroche tutto impaurito, come se avesse visto un fantasma:

“Ascoltate tutti ! Il generale Lamarque è morto.” 

 

Un momento di silenzio invade l’ ABC. Il generale Lamarque è morto. L’uomo del nostro popolo, l’unico che ancora credeva in noi ...

 

“ Lamarque è morto. Questo è il segno che stavamo aspettando da tempo ! Durante il suo funerale noi onoreremo il suo nome. Costruiremo delle barricate e daremo inizio alla rivoluzione. Vedo già la luce della ribellione nei vostri occhi! Il popolo deve farsi sentire e sono sicuro verranno tutti ad aiutarci, per il bene della patria ! ” 

 

Così finisce Enjolras il suo discorso, alzando un bicchiere di vino per brindare ad un nuovo inizio. Intanto io corro subito da Gavroche per spiegargli cosa è successo :

 

“Gavroche ! Dove sei stato tutto questo tempo, ero preoccupata per te! ”

“ Io ero nella piazza a giocare con gli altri bambini come al solito. Tu piuttosto dov’eri. Quando sono tornato a casa non c’eri ! ” dice mettendomi il broncio.

“Hai ragione è tutta colpa mia” dice una voce dietro di me che io conosco fin troppo bene ormai.

Appena mi giro lo vedo sorridere e le mie ginocchia iniziano a tremare. Ma che mi sta succedendo ? Non mi ero mai sentita così prima ...

 

“Scusami Gavroche, sono io che ho ospitato tua sorella a casa mia per la notte. Anche tu sei il ben venuto quando vuoi. ” 

 “Dici sul serio ? Possiamo ‘Ponine ? Io non ne posso più di dormire in quella casa vecchia e puzzolente. Fa anche freddo ! ” mi chiede Gavroche.

“Ecco ... io veramente non saprei. Non vorrei crearti altro disturbo ...” dico impacciata.

“ A me farebbe molto piacere. Come hai visto abito da solo e un pò di compagnia non può fare che bene. Così poi posso anche darti qualche lezione di pianoforte come ti avevo promesso ...” mi guarda speranzoso.

 

Che strana questa sensazione. Come se la mia vita fosse iniziata solo dopo questo cambiamento.

Può una persona innamorarsi così facilmente ? Che cosa mi è preso ? Forse sono stata troppo tempo da sola ... troppo tempo passato a rincorrere un amore che sapevo già di non poter mai avere.

Così tante cose poco chiare, così tante cose sconosciute.

Ma poi lo guardo negli occhi e i miei dubbi spariscono.






Angolo autrice :
spero che questa storia vi stia piacendo. Per favore continuate a seguirla e se volete recensite ! =) Fa sempre piacere ricevere critiche ( sia positive che negative ) ;-)  

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Siamo a casa di Enjolras e Gavroche è subito andato a giocare in giardino, dopo tutto è un bambino e come tale è sempre curioso e vuole sempre scoprire nuove cose. 

Enjolras ha detto che non aveva niente di importante da fare e che sarebbe stato felicissimo di suonare un pò con me. Sapevo che stava mentendo perchè era impossibile che con una rivoluzione alle porte non avesse niente di importante da fare, ma accettai lo stesso l’invito. 

 

Mi posiziona la mano sul pianoforte:

“Puoi vedere che i tasti neri si trovano a gruppi di 2 e a gruppi di 3, alternati.
Il tasto bianco che si trova prima di ogni gruppo di 2 si chiama Do; il tasto bianco che si trova prima del gruppo di 3, si chiama FA. Per prima cosa devi imparare a rilassare il polso e il braccio poi appoggi le dita sulle note. Iniziando dal pollice e dalla scala più semplice questo è il DO. Poi ci sono il RE, MI, FA, SOL, LA, SI e poi si torna al DO però come puoi notare il suono è più acuto.”

“E invece i tasti neri ? ” chiedo incuriosita.

“Quelli sono un pò più complicati da spiegare e non fanno parte della scala che sto per insegnarti quindi magari te li spiegherò meglio la prossima volta. Vuoi provare a suonare ?” dice con un sorriso.

“Si !” rispondo con entusiasmo.

“Ok allora metti il pollice sul DO e poi l’indice sul RE il medio sul MI. Suonali uno alla volta.”

Con un pò di tremore e battendo un pò forte i tasti riesco a suonare le prime tre note.

“Brava ! Ora devi passare il pollice sotto le de dita e metterlo sul FA.”

Qui la cosa già si complica e mi impiccio con le dita non riuscendo a suonare niente.

Allora lui mi prende la mano e la mette sotto la sua in modo tale da seguire i suoi stessi gesti. Sentendo il suo tocco sulla mia mano un brivido mi percuote tutto il corpo e ovviamente stando a stretto contatto con me lui se ne rende conto e io divento tutta rossa per l’imbarazzo:

“Ho fatto qualcosa di sbagliato ?” chiede preoccupato.

“No scusa, sono io ... è che sono un pò agitata e ho un pò la testa fra le nuvole ...”

“Perchè cosa ti tormenta ?”

“Non mi va di parlarne...” e abbasso lo sguardo per non far vedere le lacrime che piano piano iniziano a scendere.

“Si tratta forse di Marius ? Perchè se è così non ti permetto di stare male per colpa sua.” Con il pollice mi asciuga le lacrime dal viso.

“Non ti meriti tanto dolore.Se solo sapessi ...” continua ma poi si blocca.

“Se solo sapessi ... cosa ?” chiedo.

In quel momento mi prende le mani e le pone sul suo petto. Subito riesco a percepire il suo cuore, il suo battito accelerato:

“Dal primo giorno che ti ho visto sei subito entrata a far parte della mia vita, tu sei il mio angelo. Fino a qualche giorno fa mi sentivo perduto ma poi ti ho incontrata e la mia vita è come se fosse appena cominciata. Non faccio che pensare a te e...credevo di vivere un sogno...”

Quelle parole mi lasciano molto sorpresa, ma mai tanto quanto quelle che dico io poi:

“Adesso basta e lascia parlare me: Questo non è un sogno. Fino a poco tempo fa io vivevo per i sogni perchè detestavo la realtà in cui vivevo. Ma poi ho incontrato te ... e la persona di cui pensavo fossi innamorata è svanita per sempre. Nella mia vita ora non sono più sola, perchè l’amore della mia vita è così vicino a me ...” dico tutto d’un fiato.

“E adesso io ti ho trovata” dice infine lui.

Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.La sua mano si avvicina al mio viso mentre l’altra mi accarezza i capelli. Automaticamente chiudo gli occhi e subito dopo sento le sue labbra morbide sulle mie. Un bacio casto ma che racchiude una passione infinita.

Le sue dita che mi accarezzano il viso pieno di lacrime, ma lacrime di felicità perchè finalmente non mi sento più sola e mi sento amata.  

 

 

Angolo autrice:

Spero che questa storia vi piaccia ! Continuate a seguire e a recensire , grazie ! =)

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Domani è il grande giorno.

Enjolras è ansioso per domani, io invece sono preoccupata, per lui e per quello che potrebbe succedere. Non sono molto convinta che l’idea della rivoluzione funzionerà...

Marius non è venuto all’ultima riunione quindi non penso verrà a sostenerci ... e tutto per colpa di Cosette. Ma posso capirlo, le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate.

Non riesco a stare in casa mi sento in gabbia, quindi decido di fare una passeggiata in giardino.

Proprio li vicino alla fontana, sulla panchina vedo Enjolras:

 

“Enjolras che ci fai qui a quest’ora ? E’ notte fonda dovresti riposare...” 

“Tranquilla ‘Ponine sto bene, sono solo preoccupato per domani...” risponde.

“Tu preoccupato? E perchè mai?”

“‘Ponine, mi devi promettere una cosa: Tu e Gavroche domani resterete a casa”

“Cosa? Ma stai scherzando? Insomma per Gavroche è diverso, lui è un bambino mi sembra ovvio che debba restare qui a casa. Ma io non ti lascio combattere questa battaglia da solo, io vengo con te!” Dico con gli occhi pieni di rabbia e tristezza.

“Amore mio ma non capisci? Se tu venissi con me io non sarei al cento per cento concentrato perchè sarei preoccupato per te! Se ti succedesse qualcosa per colpa mia io non me lo perdonerei mai... Quindi ti prego, rimani a casa con Gavroche. In questo modo sò che tu sarai al sicuro ”

 

E adesso cosa faccio? Tutto quello che vorrei è renderlo felice, aiutarlo a realizzare i suoi sogni. Non cè niente che non farei per lui. Andrei fino in capo al mondo per lui solo se me lo chiedesse...Perchè io sono innamorata di lui. Infondo sò che quello che mi ha appena chiesto è la cosa giusta da fare. Non vorrei che per colpa mia lui si cacciasse in qualche guaio.

Aspetta un attimo... Mi ha chiamata “Amore mio” ?!

“Amore mio?” Ripeto a voce alta senza accorgermene.

“Si, dimmi” risponde Enjolras pensando che mi riferisco a lui

“Oh no scusa... E’ che nessuno mi aveva chiamata così prima d’ora e tu mi hai colta un pò alla sprovvista” 

“Ti ha dato fastidio?” dice preoccupato.

“No, al contrario mi ha fatto molto piacere... Comunque tornando al discorso di prima, hai ragione. Non voglio essere una distrazione per te, non vorrei ti succedesse qualcosa di brutto quindi farò come hai detto tu. Ma solo perchè sei stato tu a dirmelo!” dico in tono un pò rassegnato.

“Stai tranquilla non mi succederà niente, verrà molta gente a sostenerci me lo sento! Adesso però è meglio che torniamo in casa si è fatto tardi e domani sarà una giornata importante”

“Va bene...” dico in tono malinconico.

 

Mi lascia davanti la porta di camera mia e aspetto che entri pure lui, ma tutto quello che fa è darmi un bacio sulla fronte per poi andare in camera sua a dormire.

Appena mi infilo sotto le coperte, dalla finestra vedo comparire un fulmine talmente grande che illumina tutta la stanza. Subito metto la testa sotto al cuscino per non sentire il rumore del tuono, ma è più forte del previsto e per lo spavento mi metto ad urlare.

Subito dopo sento la porta spalancarsi, apro gli occhi e vedo Enjolras che corre verso di me e che mi abbraccia:

“Tranquilla, ci sono io accanto a te. Presto sarà tutto finito” mi rassicura.

“M-ma come ...?” cerco di parlare ma per la paura non riesco a dire neanche una parola.

“Il tuo fratellino mi aveva avvertito della tua fobia per il temporale, quindi appena ho visto il fulmine sono corso da te. E poi ti ho sentita urlare.”

Restiamo abbracciati per un bel pò ma il temporale non ne vuole sapere di smettere, quindi Enjolras mi prende in braccio e mi porta in camera sua, poichè il letto era più grande e saremo stati più comodi.

“Veramente non ti dispiace se rimango qui finché non finisce il temporale?” chiedo.

“In verità io speravo rimanessi tutta la notte...Ma se la cosa non ti sembra appropriata allora non fa niente ...insomma, se ti da fastidio, ecco...” dice con un tono molto impacciato.

Io sorrido e lo abbraccio ancora di più, sono talmente contenta di stare tra le sue braccia che quasi non sento più il temporale. 

Lui mi abbraccia a sua volta. Mi guarda negli occhi, mi attira verso di se e poi mi bacia.

 

C’erano notti in cui il vento era così freddo che il mio corpo gelava nel letto e non facevo altro che piangere. Ma questa notte è diversa. Ho smesso di piangere dal giorno in cui l’ho incontrato.

Il modo in cui mi bacia, mi sfiora e mi tocca ... Tutte le volte che mi sussurra nell’orecchio “ti amo”. Mi sento persa ed inutile senza di lui. Ho capito che non posso vivere senza di lui.

 

 

 

Angolo autrice:

 Scusatemi molto per il ritardo ! Ho avuto problemi a casa ... e ancora persistono in effetti, diciamo che scrivere è la mia valvola di sfogo :P Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :-) Lasciate dei commenti se volete ;-) 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


E’ arrivato il giorno.

 

Siamo al CAFE’ a preparare le scorte di fucili e tutti prepariamo i vari oggetti per formare le barricate.

Enjolras ha detto che posso rimanere qui fino a che non inizia il funerale del Generale Lamarque, dopo di che devo subito tornare a casa e occuparmi di Gavroche.

 

Stavo cucendo la bandiera della Rivoluzione quando ad un tratto per le scale vedo un viso familiare...

E’ Marius! Sapevo che non ci avrebbe abbandonati.

“ Mr. Marius, siete qui! Sapeste quanto sono contenta di vedervi ”.

“ ‘Ponine, puoi farmi un favore? ” dice con affanno.

“ Certo, ditemi ”

“ Ti ricordi la ragazza dai capelli biondi che abbiamo incontrato? ”

“ Quella borghese da quattro soldi...” dico in maniera poco carina.

“ ‘Ponine dalle questa lettera da parte mia ” dice Marius porgendomi la lettera con la scritta  per Cosette.

“ E voi che mi date in cambio? ”

“ Qualunque cosa ” tirando intanto fuori dal taschino un sacchetto pieno di non so quanti soldi.

Sembra così entusiasta, ma solo Dio sa cosa ci trova in quella ragazza. Credevo fosse venuto per aiutare i suoi compagni, invece è qui solo per puri scopi personali.

Delusa da ciò, lo guardo con disprezzo e me ne vado.

“ Eponine, aspetta! ” urla Marius e mi prende per un braccio.

 

Noto con dispiacere che quest’ultima frase ha distratto qualcuno in particolare...

 

Marius mi prende da parte:

“ Eponine fallo per me. Scopri dove vive e dalle questa lettera. Ma attenta a dove vai, ormai non vi sono più luoghi sicuri.”

 

Mi giro e guardo preoccupata Enjolras che guarda Marius con puro odio negli occhi.

 

“ Stai tranquilla. Parlerò io con lui e rimarrò qui fino alla fine ad aiutare gli altri, te lo prometto.”

 

All’inizio sono un pò titubante,ma poi rispondo:

“ Non vi preoccupate Mr. Marius, sò come passare inosservata ” e prendo la lettera.

 

Prima di scendere le scale però qualcuno mi ferma:

“ Dove stai andando? ” chiede Enjolras.

“ Devo consegnare una lettera, poi torno. Prendo Gavroche e andiamo a casa, stai tranquillo.”

“ Le strade adesso sono pericolose, non posso lasciarti andare da sola.”

“ Forse hai dimenticato che è quello il luogo in cui ho vissuto fino a qualche giorno fa. Fidati di me, sò quello che faccio.”

 

Ci guardiamo negli occhi e dopo qualche secondo è come se non ci fosse più nessuno nella stanza, solo noi due. Mi abbraccia con così tanta forza che a stento riesco a respirare. Poi gli scosto una ciocca di capelli dal viso e lo bacio.

 

“ Ora devo andare, e anche tu devi aiutare i tuoi amici.” 

“ Va bene. Ma promettimi di non cacciarti nei guai un’ altra volta.” mi dice, baciandomi le mani che tenevano la lettera.

“ Quando mai mi sono cacciata nei guai !?” dico in maniera scherzosa.

“ Beh... Se non fosse così allora io non ti avrei qui accanto a me in questo momento, perchè non ti avrei salvata...” e mi da un altro bacio.

“ Non temere, tornerò”

 

Mi avvio verso le scale e dò un ultimo sguardo verso di lui.

 

Ovunque lui andrà io lo seguirò. Io sono la sua luce, come lui lo è per me. Non potranno mai separarci, perchè la luce mi guiderà sempre da lui. 




Spazio Autrice:
Scusate se ho pubblicato questo capitolo in ritardo... E' anche un pò corto... però non voglio che la storia finisca subito :P se vi piace continuate a seguire questa storia e a recensire :-D

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Dopo varie ricerche, finalmente trovo la casa dove vive Cosette.

Salgo le scale, arrivo alla porta e busso.

Mi trovo davanti un signore, probabilmente un parente di Cosette o forse proprio il padre, che mi guarda in modo strano. 

Solo ora mi ricordo che per passare inosservata mi sono vestita da uomo e con un cappelletto che mi ha prestato mio fratello per coprire i capelli. 

Quindi per tranquillizzare il presunto padre di Cosette, mi sciolgo i capelli e cerco di fare un sorriso per far capire che sono venuta con buone intenzioni.

 

“ Ho una lettera, M'sieur. E’ indirizzata a sua figlia Cosette, è da parte di un ragazzo alla barricata, signore” dico rigida dalla paura.

“ Puoi dare a me la lettera, ragazza ” mi dice bruscamente.

“ Ma lui ha detto che devo darla a Cosette ” insisto.

“ Hai la mia parola che mia figlia saprà al più presto il contenuto della lettera. ” 

 

Anche se un pò indecisa, gli do la lettera e lui inizia a leggerla, poi la mette nel taschino e mi da in cambio un pò di soldi. Infine mi guarda preoccupato:

 

“ Adesso vai e fai attenzione, cerca di non dare nell’occhio. C’è pericolo per le strade stasera...” 

 

Non mi saluta, richiude la porta e mi lascia sola davanti al cancello di casa.

Ora devo sbrigarmi a tornare alla barricata prima che sia troppo tardi, devo portare in salvo Gavroche e stare con il mio vero amore fino alla fine.

 

Sò che stare in quel posto è pericoloso per me, sono disarmata e probabilmente sono la più debole e forse sono solo di intralcio... ma io voglio, anzi DEVO stare con lui.

Non posso lasciarlo solo ora che lui ha bisogno di me.

 

 

******************************************************************************************************

 

 

Enjolras POV

 

Le persone che abbiamo suscitato ci hanno abbandonato. Siamo stati abbandonati da coloro che ancora vivono nella paura.

Le persone che non hanno avuto il coraggio di parlare, di farsi sentire insieme a noi...

Forse non vale la pena perdere la vita per tutto ciò.

 

“ Portate al sicuro donne e bambini, per quanto riguarda gli altri... chi vuole è libero di andarsene. Le mie parole a quanto pare non sono servite a molto, eppure potevamo cambiare le cose me lo sentivo...” dico rivolgendomi a tutti.

 

Vedo avvicinarsi verso di me tutti i miei compagni dell’ ABC CAFE’.

Siamo stati già attaccati dagli ufficiali dell’esercito una volta e purtroppo abbiamo subito qualche perdita... eppure Grantaire si mette seduto vicino a me e ridendo mi dice:

 

“ Bevi con me, ai giorni passati. Hai forse paura di morire? Questi giorni rimarranno nella storia ne sono sicuro! Noi faremo la storia! Verremo ricordati come i ragazzi delle barricate che hanno cambiato la storia! Amico mio, io non me ne vado e se proprio devo morire, voglio morire con onore... e voglio morire insieme a te ”.

 

 

Un ufficiale dell’esercito da oltre la barricata interrompe il discorso di Grantaire:

“ Voi alle barricate, ascoltate! Il popolo di Parigi dorme nei loro letti ormai, non verrano. Non avete nessuna possibilità, perchè buttate via le vostre vite? Mettete giù le armi e arrendetevi! ”.

 

“ Preferisco morire davanti ai miei nemici piuttosto che arrendermi! ” grido, e con me anche i miei compagni.

 

Subito dopo sentiamo uno sparo.

Un ufficiale grida: “ Guardate! C’è un ragazzo che cerca di andare dall’altra parte della barricata! Fermatelo! ”.

 

Non riuscivo a capire chi potesse essere il ragazzo che cercava di venire dalla nostra parte, li vedevo tutti attorno a me non mancava nessuno...

Solo dopo aver visto il cappello a terra e i capelli che col vento e la pioggia coprivano il suo viso ... non è possibile. 

Non LEI

 

Angolo Autrice:
FINALMENTE HO AGGIORNATO ! Spero vi piaccia il capitolo ;-) commentate se volete ! 
Baci :-*
Giulietta 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Enjolras P.O.V.
 

Non riesco a credere che sia proprio lei. Le avevo detto di andare a casa insieme a Gavroche … che qui era pericoloso.
Urlo più che posso e poi sparo alla guardia che ha colpito la mia amata … la mia Eponine.

Corro più veloce che mai e appena la raggiungo rimango scioccato:

“ Eponine, perché sei tornata? Ti avevo detto di rimanere a casa … dov’è Gavroche? ”
“ Lui è a casa, ma io non posso stare senza di te, non posso rimanere a casa mentre tu combatti per difendere la nostra Patria. Anche io vorrei combattere per i miei diritti … ma credo che ormai sia troppo tardi, non credo di potercela fare … ” dice gemendo per il dolore.

Solo dopo noto che ha i capelli impregnati di sangue e una ferita grave alla spalla.

“ Eponine sei gravemente ferita, hai urgente bisogno di un medico! Vi prego ragazzi chiamate aiuto! ”

Uno dei ragazzi va subito in cerca di Joly mentre noi altri portiamo Eponine dentro l’ABC CAFE’ che era diventato ormai il rifugio per i feriti subito dopo il primo attacco alle barricate.
La appoggio delicatamente sul tavolo in attesa che Joly arrivi.

Eponine mi prende per mano perché vede il terrore nei miei occhi, credo che sa meglio di me che le sue condizioni sono molto gravi:

“ Non preoccuparti Enjolras, ormai non sento più alcun dolore. Tu sei qui affianco a me ed è tutto ciò di cui ho bisogno. Tu mi terrai stretta e al sicuro fino alla fine …”
Si sta per addormentare, non può altrimenti non ce la farà mai, quindi cerco in tutti modi di tenerla sveglia:
“ Ma tu vivrai ‘Ponine. Potresti vivere per oltre 100 anni, se solo io potessi mostrarti come. Io non ti abbandonerò ora …”

Eponine fa un piccolo cenno di sorriso e poi guarda fuori dalla finestra, il cielo stellato e la pioggia che non smette di cadere.

“ Sta piovendo, riesco a sentire le gocce sul mio viso. Eppure vedo che il cielo si sta schiarendo …”

Ormai sta delirando, non riesce più a capire cosa è reale e cosa no. Non sono gocce di pioggia quelle che sente sul suo viso, ma le mie lacrime che non smettono di cadere.
Con le lacrime agli occhi vedo Joly sul ciglio della porta che china la testa, Ormai non cè più niente da fare. Con il cuore spezzato rimango fino alla fine vicino a lei non facendole notare la mia disperazione.

“ Shh … Adesso riposati mia dolce ‘Ponine. Tra poco non sentirai più alcun dolore. Io starò qui con te finchè non ti addormenterai”
“ Ti amo Enjolras e ti amerò … per …” emette un ultimo respiro e poi più niente.
“ SEMPRE ” finisco io la frase piangendo come non avevo mai pianto in vita mia.

E’ morta e nessuno può riportarla indietro da me.

Con tutto l’odio e la tristezza che ho nel cuore, prendo il fucile e salgo sulla barricata in direzione dei miei compagni:

“ E’ la prima donna a morire, la prima a morire su questa barricata. Il suo nome era Eponine. Pur avendo avuto una vita difficile e piena di insidie non ha avuto paura. Lotteremo in suo onore. Non sarà morta invano! ”

Punto il fucile in direzione dei soldati.

Ti amerò per sempre mia dolce ‘Ponine. 







Angolo Autrice:
FINALMENTE HO AGGIORNATO!! Sò che siete tutti sorpresi ... non sò per quale motivo pensavate tutti che la ragazza a cui avevano sparato fosse Cosette ... eppure io ero stata chiara nell'introduzione : ho detto che avrei rispettato la fine del libro.
Quindi io credevo che era scontato fosse la povera Eponine ... invece no ! Spero non mi ammazzerete XD Comunque il capitolo è un pò corto lo sò ... ma non è l'ultimo ! mi dispiace ma dovrete soffrire ancora un pò ...
Un bacione !!! :-* 
Giulietta Smiley :D

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


Enjolras P.O.V.
E’ iniziato lo scontro finale. Non riusciamo a fermali, siamo troppo pochi mentre le guardie stanno avanzando oltre la barricata. I ragazzi provano a chiedere rifugio nelle case qui vicino. Ma la gente non vuole intromettersi con il governo, ha troppa paura e quindi non li lascia entrare.
Sento i miei compagni lamentarsi e rimangono a pregare in ginocchio, sperando che quel portone sia la loro ancora di salvezza fino a che non sentono da dietro le spalle il suono del fucile che è puntato contro di loro. Degli spari e poi non sento più i loro lamenti …  
Io e altri ragazzi saliamo su per le scale dell’ABC ma dei soldati ci hanno visto entrare e hanno iniziato  a sparare da sotto di noi. Vedo i proiettili che spuntano da sotto il pavimento di legno. Mi metto accostato vicino al muro per evitarli. Urla, grida e pianti … poi tutto tace.
Mi guardo intorno … sono l’unico rimasto in vita dei miei compagni.
Sono tutti morti. Il mio dolore non si può definire, ormai riesco solo a vedere sedie vuote attorno a tavoli vuoti. I loro visi spenti sul pavimento pieno di sangue.

Qui parlavamo di rivoluzione, parlavamo del domani. Ma il domani non è mai arrivato.
Riesco ancora a sentirli! Ogni singola parola che hanno detto.
Oh amici miei, perdonatemi.
 
Arrivano.
 
Sento dei passi che salgono le scale.
Non posso arrendermi, devo combattere per la mia Patria, i miei compagni … per la mia Eponine.
 
Vengo catturato dalle guardie nazionali, che mi portano nella piazza. Mi fanno mettere con la schiena al muro. Tutti i fucili sono puntati verso di me.
 
“ Fuoco! ” urla il capo delle guardie.
 
Riesco a vedere la potenza dei fucili e i proiettili che si scagliano verso di me. Ma non sento niente.
Di colpo mi sento stanco e mi lascio cadere sul pavimento. Scorgo una luce, un bagliore troppo forte … talmente forte che non riesco a tenere gli occhi aperti. Poi però il bagliore diminuisce. Apro gli occhi e scorgo una figura … Una donna … E’ la mia Eponine:
 
“  Vieni via con me …” mi sussurra prendendomi per mano.
Non posso credere che sia lei.
“ ‘Ponine , sei veramente tu? ”
“ Si Enjolras, sono io. Sono venuta a prenderti e ha portarti nel posto che tu chiami Patria: C'è un mondo che conosco. Un posto dove possiamo andare, dove il dolore andrà via. C'è un mondo dove il sole splende ogni giorno. C'è un mondo là fuori. Ti mostrerò esattamente dove, possiamo essere liberi. Vieni con me.”
 
Cammino insieme a lei verso la luce, lasciandomi il passato alle spalle.
Finalmente riesco a vedere il mondo che ho sempre sognato.
Sono tutti qui, i miei compagni, la mia Eponine.
 
Questo è il posto nel quale io rimarrò per sempre insieme a loro. Insieme alla mia amata Eponine.
 
La mia Patria.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
E anche questa storia finisce qui. Spero vi sia piaciuta :) mi raccomando commentate ! ;)

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