destini incrociati

di Capocosca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premesse teoriche ***
Capitolo 2: *** Genesi ***
Capitolo 3: *** La prova della libertà. Il paradiso pt.I ***



Capitolo 1
*** Premesse teoriche ***


Nella storia che seguirà, scienza e teatro si uniranno. Razionalità e immaginazione si completano creando così un nuovo modo di concepire la realtà intorno a noi. L'anno in cui iniziò la rivoluzione della mente, 1564.
Prima di iniziare serve mettere al corrente il gentil lettore delle teorie scietifiche e filosofiche di quegli anni. L'argomento è delicato, molto caro alla Chiesa, la centralità della Terra. La prima teoria accettata dalla Chiesa e quindi dal mondo scientifico è quella di Aristotele:

Secondo la teoria della gravità di Aristotele ogni corpo si muove verso il proprio luogo naturale. Per certi oggetti il luogo naturale sarebbe il centro della Terra, per questo essi di muovono in quella direzione. Per altri oggetti, quali i gas, il luogo naturale sarebbero le sfere celesti: il vapore, ad esempio, tende ad allontanarsi dal centro della Terra dirigendosi verso lo Spazio e la Luna.

La Terra è fissa in centro e tutto ruota attorno ad essa.

Ma un'altra teoria, vista come il male, vista con disprezzo e accusata di blasfemia era nell'aria. Sistema Eliocentrico, spiegato nel :"De revolutionibus orbium coelestium" di Copernico, la cui teoria è riassumibile in sette semplici punti:

1-Non vi è un unico punto centro delle orbite celesti e delle sfere celesti;

2-Il centro della Terra non è il centro dell'Universo, ma solo il centro della massa terrestre e della sfera lunare;

3-Tutte le sfere ruotano attorno al Sole, che quindi è in mezzo a tutte, e il centro dell'Universo si trova vicino a esso;

4-Il rapporto della distanza tra il Sole e la Terra con l'altezza del firmamento, è tanto più piccolo di quello tra il raggio della Terra e la distanza di questa dal Sole, che, nei confronti dell'altezza del firmamento, tale distanza è impercettibile. (Non viene quindi percepito alcun movimento apparente nelle stelle fisse);

5-Qualsiasi movimento appaia nel firmamento non appartiene a esso, ma alla Terra. Pertanto la Terra, con gli elementi contigui, compie in un giorno un intero giro attorno ai suoi poli fissi, mentre il firmamento resta immobile, inalterato con l'ultimo cielo.

6-Qualunque movimento ci appaia del Sole, non appartiene a esso, ma dipende dalla Terra e dalla nostra sfera, insieme alla quale noi ruotiamo intorno al Sole come qualsiasi altro pianeta, e così la Terra compie più movimenti.;

7-Per i pianeti appare un moto retrogrado e un moto diretto; ciò in realtà non dipende da loro, ma dalla Terra; pertanto, il moto di questa sola basta a spiegare tante irregolarità celesti.

Copernicani, la piaga intellettuale per la Chiesa.

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Capitolo 2
*** Genesi ***


Pisa, 15 febbraio 1564

Urla di dolore nell'aria, elettricità, Vincenzo Galilei cammina avanti e indietro nervosamente fuori dalla porta della stanza dove sua moglie, Giulia di Cosimo Ammannati, stava per dare alla luce il suo primogenito. Quando la levatrice capitolò fuori dalla stanza, urlò:”maschio!”. Preso dall'euforia Vincenzo spinse via la levatrice, entro nella stanza e raggiunse sua moglie, distrutta dall'enorme sforzo ma con un sorriso che poteva fare invidia alla luna stessa, egli si inginocchiò accanto al letto, le accarezzò la testa e vide la piccola creatura che spuntava dalle sue braccia, avvolta da un panno bianco leggermente macchiato di sangue. Appena vide suo figlio non riuscì a trattenere le lacrime, lo prese in braccio, e preso dall'emozione sussurrò:”Galileo”. Giulia, sebbene stremata, guardò fuori dalla finestra e notò una cometa, mai ne vide una così bella.

 

Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564

Jhon Shakespeare assieme al figlio Joan (6 anni) e la figlia Margaret (2 anni) sono nella camera da letto patronale dove la bella Mary era in preda ai dolori del parto. Sebbene fosse il suo terzo figlio, era sempre un'emozione grandissima, e per lui e per i piccoli Joan e Margaret, avrebbe intrapreso la vita politica garantendo così una vita dignitosa alla sua famiglia.
La vista del sangue e le continue urla della madre fecero effetto sul debole stomaco del piccolo Joan e sull'apparente tranquillità della piccola, così Jhon chiese a una delle due levatrici che assistevano la moglie di portarli fuori, una volta usciti, si fiondò sulla mano sinistra della moglie stringendola forte, incitandola a dare il massimo fino a quando, finalmente, un pianto ruppe le urla:”maschio!”.
I due neo genitori si strinsero e, guardando il piccolo, dissero all'unisono:”William”. Risero. A quel punto fecero rientrare i due bambini, per presentargli il nuovo arrivato. Jhon dopo questa serata si concese una pausa e, osservando il cielo, notò una cometa dai mille colori, mai ne vide una così bella.

 

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Capitolo 3
*** La prova della libertà. Il paradiso pt.I ***


“Galileo! Galileo vieni presto!” urla il vecchio pisano, eccitato per la nuova scoperta:”Mi dica padre” disse Galileo, un ragazzo attraente di 17 anni, capelli lunghi e castani con una leggera stempiatura, occhi castani e viso squadrato, “vieni qua ragazzo! Finalmente sono riuscito a trovare l'intervallo matematico tra le sette note sul pentagramma! Questa scoperta ci farà diventare ricchi e tu mio caro potrai finalmente andare a Medicina!” l'espressione esausta ma entusiasta del padre contagiò anche Galileo che felicissimo si congratulò.
Purtroppo con il passare del tempo, la scoperta non ebbe il successo sperato...la famiglia se la passava male e dovettero tribolare per iscrivere Galileo a medicina.
Ma Galileo fin dal primo giorno si rese conto che quella strada non era fatta per lui, la toga del barone gli dava la nausea, aveva scritto persino un sonetto contro il portare la toga e ad un certo punto scrive:

 

[...]Secondo me la meglio cosa al mondo

sarebbe che l'omini andasse in giro ignudi,

che quando s'andava in giro ignudi la merce era esposta

e 'un si pigliavan fregature.”

 

La sfrontatezza e la caparbietà del ragazzo convinsero il padre a iscriverlo a matematica. “Matematica divina matematica” dice lui, per Galileo era come una tavolozza di colori, iniziò con il capire come funzionava l'isocronia del pendolo, che fino ad allora era stata affrontata solo da Aristotele, il quale,con la sua teoria de “il moto è dentro alle cose”, riuscì a spiegare perché il pendolo si avvicina a terra, ma non perché continua il moto. Al contrario l'ormai diciannovenne matematico disse che:”Nel caso del pendolo, si osserva che le oscillazioni di piccola ampiezza si svolgono tutte nello stesso tempo, a prescindere dalla loro ampiezza. Il periodo di oscillazione cresce con la radice quadrata della lunghezza del pendolo: dunque, un pendolo lungo oscilla più lentamente di uno corto...”, questa sua capacità di astrazione e ragionamento non sfuggì agli occhi vigili del rettore dell'università di Pisa, che vide sgretolarsi sotto i suoi occhi 400 anni di programma scolastico. Aristotele non poteva essere smentito da un ragazzino qualunque, questo avrebbe voluto dire la fine del pensiero aristotelico. Informò immediatamente il Cardinal Bellarmino il quale gli concesse udienza presso lo stesso ufficio del rettore. Il Cardinale non apparve troppo preoccupato:”Caro rettore, vedete, le teorie sono nate per essere smentite, ora se questo ragazzo è riuscito a comprendere come il pendolo...dondola, non vedo perché lei, persona dalla raffinata mente, abbia pensato di allarmare la chiesa...per cosa poi? Aspetti terreni e nulla di più”
“Avete perfettamente ragione Vostra Grazia, ma vede il fatto è che, alcune voci mi hanno informato che il signor Galilei sia...copernicano” l'attenzione del Cardinale si fece più serrata:“Copernicano dice? E quali attendibili fonti glielo avrebbero comunicato?” il rettore rispose con un po di timore:”Il bibliotecario dell'università, sono settimane che Galilei richiede sempre lo stesso libro...”De revolutionibus orbium coelestium” di Copernico” dopo un paio di secondi il Cardinale esordì con una sonora e grassa risata spiazzando il rettore:”Quel libro è troppo difficile, la tabellina più facile è quella del 163! Come può un ragazzo averlo capito? Mi spiace caro rettore ma vi sbagliate” “e invece no” disse il rettore con una calma allarmante:”lui ha capito il primo capitolo” un brivido freddo percorse la schiena del Cardinale:”....dobbiamo fare qualcosa” “si ma cosa?” ”Dovremmo far intervenire la Santa Inquisizione, ma alla fine è solo un ragazzo che non sa tenere a bada il suo piccolo cervello, lo manderemo al di la della manica, se non altro sappiamo per certo che la di copernicani non ce ne sono”
“E come faremo a convincerlo ad espatriare Vostra Grazia?”
“Quando sei nella luce del Signore non devi convincere, solo ordinare” dicendo questo, uscì dall'ufficio e tornò alla sua carrozza.
Galileo nel frattempo era impegnato con una signorina alla taverna “Il lucernario” famosa per le sue belle cameriere, quando nella sua testa non cerano i numeri tutto il sangue veniva convogliato in un'altra zona del corpo, la cui descrizione poco si confà al nostro racconto. La spensieratezza di Galileo lo portò ad alzare un po il gomito e ad esibire balli confusi e strampalate teorie.
Quando finì di festeggiare, si avviò verso casa barcollante, quando ad un certo punto tutto diventò buio e dal nulla arrivò un forte colpo in testa che lo fece svenire.

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