I wish you were my new direction

di ImUnique
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ugly heart ***
Capitolo 2: *** Heart attack ***
Capitolo 3: *** I really don't care ***
Capitolo 4: *** Mad world ***
Capitolo 5: *** Love runs out ***
Capitolo 6: *** Jar of hearts ***



Capitolo 1
*** Ugly heart ***


Capitolo 1
Ugly heart

-Charlotte-
Socchiudo gli occhi non appena entro nel corridoio principale della scuola. Ormai venire qui non m'importa più. Saranno state le vacanze di primavera o cosa ma sono combinata e non voglio più tornare indietro. Mentre cammino diretta verso l'aula di matematica noto che in molti si girano a fissarmi. Sarà perché ho cambiato tutto. Si okay?
Non ce la facevo più a stare con i vestitini da bambinetta e le cose a fiorellini che prendevo da mia sorella. Non appena erano iniziate la vacanze sono stata dal parrucchiere e ho fatto lo shatush e subito dopo mi sono fatta fare il piercing al naso. Ho buttato in cantina i miei vecchi vestiti e ne ho comprati di nuovi, è tutto nero il mio armadio, si magari qualche abbozzo di rosso qua e la ma non esistono altri colori dentro ad esso. Le mie unghie ormai sono solo colorate di nero e mi piace così. Adesso mi trucco in modo più pesante, rossetto rosso e eye-liner marcato. Per coprire gli occhi giro sempre con gli occhiali da sole dalle lenti rotonde e marroni, e sopra al capo una bombetta nera, per dare un tocco un po' hipster al mio look.

Raggiungo il mio armadietto e una ragazzina mi fissa spaventata; abbasso gli occhiali e le sorrido. Mi guarda con l'aria di una che aspetta di essere attaccata. Faccio uno scatto in avanti a lei e grido, se ne va via correndo e sbraitando qualcosa. Rido sotto ai baffi e scuoto un pochino la tesa mentre apro l'armadietto. Lo fisso per pochi istanti per poi chiuderlo e non prendere niente dal suo interno. Mentre cammino verso l'aula di matematica noto alcune facce che conosco, ma con cui non parlo da un po'. Tamara mi passa di fianco senza dirmi una parola, e mi fissa con un'espressione malinconica sul volto. Si può dire che dopo le provinciali ho allontanato un bel po' di gente e litigato con molte persone. La storia con Harry si è chiusa definitivamente e non potrei stare meglio.  Si perché adesso mi sento libera, libera da tutto e da tutti. Ho avuto una mezza storiella con Ryder ma è durata all'incirca due o tre notti. Chi vuole intendere intenda. Del resto, da gennaio fino a qui, ho frequentato altri ragazzi, tra cui anche un italiano se non mi sbaglio, ma non sono durati più di qualche giorno. I miei amici adesso, conoscenti più che altro, si sono ridotti ad una sola ragazza, e ad un gruppetto di drogati che si ritrova dietro le tribune del campo da football. La ragazza con cui ho stretto più amicizia si chiama Anna-Lou, ma da me si fa solo chiamare Lou, e la cosa mi confonde a volte con l'altro Lou. È una tipo a posto, non è troppo invadente e diciamocelo se non ci fosse lei gli unici a cagarmi sarebbero quelli che mi vogliono portare a letto. Lou, è una ragazza alta più o meno come me, ha il fisico atletico e snello ed è una versione più colorata di me, lei ricorda di più un hippie. Ha i capelli lilla e almeno una decina di buchi all'orecchio destro. È bianca cadaverica ma il che la rende molto bambola di porcellana e un po' mi piace a volte perché mi fa sentire in dovere di proteggerla. Ha gli occhi indefiniti tra il verde e il marroncino e al sopracciglio sinistro ha un piercing, che solo sul suo viso dona veramente. Anche lei gira qui a scuola con il trucco pesante ma non si spinge più in la dell'eye-liner. 
Non so esattamente com'è nata questa 'amicizia' tra me e Anna, ma so che un giorno non sapevo della sua esistenza e il giorno dopo eravamo già grandi conoscenti. 

Dopo varie sfuriate avute con metà dei partecipanti al glee mi ritirai dal corso. Non ne potevo più, non avevo il permesso di fare nulla, veniva tutto dettato dagli altri o dal prof come se fossi stata sotto dittatura. Poi non sopportavo più alcuni comportamenti da bambina di alcune ragazze, come quelli di mia sorella. Ancora adesso a volte non sopporto di sentirla parlare per casa, e quando porta li Liam il suo ragazzo, esco di casa e vado in giro a fumare con Anna e i suoi amici. Adesso, anche se mia madre è stata ritirata dall'ospedale, dopo che aveva avuto un infarto, non è poi così spesso a casa, parte sempre per lavoro e va via per settimane, e quando torna non sta davvero qui, il più delle volte non viene a casa e va a dormire dalla nonna.

Tutto è cambiato, ma a me non ne fotte niente. Sto bene così, la vita va alla grande.

-Harry-
Ho ricominciato la scuola alla grande, ho passato delle belle giornate durante le vacanze di primavera e ho conosciuto e imparato un po' di italiano assieme a Francesco. Siamo diventati buoni amici. Al sabato sera, andiamo spesso a rimorchiare, e a volte riusciamo a palpare qualche tetta alle primo e arrapate di questo semestre. Mi sarò fatto più o meno una dozzina di cheerleeder, e non può andare meglio.

Mentre vado verso il mio armadietto incontro Louis, che felice mi batte il pugno e poi si incammina verso la sua lezione della prima ora. Recupero alcune cose e vado verso la classe di matematica. 
Ma porca puttana. 
L'unico posto a sedere libero nella classe è quello vicino a Charlotte. A passi lenti lo raggiungo, ma prima di sedermi mi avvicino a quello dov'è seduto Francesco e prendendolo per la camicia lo imploro di scambiare posto con me. "Spiacente con lei ho già dato e non voglio riprovarci."
Lo fulmino per un istante con lo sguardo poi lo lascio li dov'è.  
Con molta calma mi siedo. E noto che è sdraiata sulla sedia con i piedi sul banco. Vestita tutta in nero. E quasi non la riconoscevo con il piercing. Ha ancora sopra occhiali e cappello, nonostante non sia permesso indossare nessuno dei due a scuola. Mentre io continuo a fissarla un po' allibito lei si studia le unghie laccate in nero. Quando entra il professore lei non si scompone e rimane nella posizione in cui è. 
"Rose, che bello averla di nuovo qui. ricordo che ad inizio anno era la più brava nella materia. Lo sarà di nuovo?"
"Vedremo." Dice lei facendo comparire un sorriso sarcastico tra le sue labbra rosso fuoco. "Intanto da brava si metta la camicia e si tolga occhiali e cappello."
Poggia di nuovo i piedi per terra, e nel farlo si sfila il cappello e gli occhiali che poggia all'interno di esso. Si slega la camicia legata alla vita un po' più sopra della gonna e se la infila abbottonandola. Il professore fa un cenno con il capo. E quando si gira Charlotte si volta verso di me e io indugio quando incontro di nuovo i suoi occhi color ghiaccio.

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Capitolo 2
*** Heart attack ***


Capitolo 2
Heart attack

-Charlotte-
Lo guardo dall'alto al basso con una faccia più o meno disgustata. Faccio un ghigno con le labbra e mi giro nell'altra direzione. Le parole del prof non le ascolto nemmeno e menefreghista disegno qualcosa su di un foglio. A volte annuisco per far capire al prof che intendo quello che dice mentre in realtà sono occupata a curarmi dei minimi dettagli del disegno che faccio. Appena lo finisco strappo il foglio dal blocco e lo accartoccio mentre lo butto a terra. Ne inizio un altro. Mentre faccio e rifaccio un disegno dopo l'altro noto con la coda dell'occhio che Harry li raccoglie da terra, e sotto il banco li apre per poi studiarli finché non ne ho finito un altro. A fine lezione raccolgo il mio cappello e me ne vado prima di tutti. Sperando di non essere fermata da nessuno. Appena fuori dall'aula incontro lo sguardo stranamente felice di Lou. Mi stupisco ogni volta del colore dei suoi capelli lilla. Mi porge una cosa in mano. Un accendino. "Ci stanno aspettando." Dice lei facendo un cenno con il capo. Annuisco e la seguo a ruota. Arriviamo dietro ai gradoni del campo da sport della scuola e li ad aspettarci ci sono Michael, Cindia e Calum. Non appena ci vedono Michael alza il pollice al cielo e fa un sorriso strano; è un ragazzo simpatico, non troppo alto, dallo stile punk. Questa settimana si è tinto i appelli di rosa, la scorsa erano metà rossi e metà arancio. "A forza di tingerti i capelli diventerai calvo" dice Anna-Lou "anche tu potresti."
Lou si prende una ciocca di capelli in mano e mostrandola a Michael fa "ma io sono femmina." Si fanno la linguaccia e lei si va a sedere. Cindia, è più fumata di quanto si possa essere nella norma. E una ragazza che realemente non sta a posto con la testa e se continua così non penso avrà un futuro. Cammino fin davanti a Calum, che mi sorride malizioso. Gli faccio un sorriso a trentadue denti. Lui è di origini neozelandesi, ha la carnagione olivastra, gli occhi dalla forma un po' a mandorla, e un naso grande. Ma lo trovo estremamente sexy. Si prende una spallina della canottiera e la sposta di lato, scoprendo un nuovo tatuaggio sulla clavicola, una piuma. "E questa adesso che significato avrebbe?" Chiedo io toccandogli la pelle tatuata. "Non lo ha, mi piaceva e basta." Lo fisso senza provare nulla, lui sorride in modo malizioso. In un certo senso mi ricorda Harry, anche lui faceva tatuaggi senza senso, ma i suoi erano carini, e mi sembravano adorabili. Questi mi sembrano solo fatti alla cazzo. Mentre studio le linee della piuma noto che mi fissa squadrandomi dall'alto al basso. Si morde il labbro come divertito. Mi tolgo gli occhiali, e mi guarda stupito quando gli mostro i miei occhi. È diventato come un privilegio vedere i miei occhi senza che io indossi gli occhiali. Certo li tolgo durante lezione perché me lo impongono, ma fuori con la mia compagnia non li tolgo mai. Sorride come soddisfatto della mia mossa. "Che fai dopo? O anche adesso..."
Alzo la testa al cielo e sorrido in modo sensuale:"dopo non lo so, ma adesso lo so per certo."
Ci guardiamo per qualche istante negli occhi per poi avvicinarci sempre di più l'uno all'altra e quasi le nostre labbra si sfiorano e fanno iniziare l'alchimia fra noi. Ma Lou mi blocca mettendo una mano sulla mia bocca e mi porta in dietro, mi fa alzare e mi porta via. Guardo Michael Cindia e Calum diventare sempre più piccoli man mano che mi allontano. "Si può sapere che vuoi?" Chiedo io secca ad Anna. Mi guarda dall'alto al basso battendo il piede a terra. Alza un sopracciglio, quello con il piercing, e sbuffa. "Charlotte smettila." Non mi chiama mai per nome, di solito mi chiama Cha o C, mai per nome, e questo smuove un me come una sorta di allerta. È arrabbiata. 

-AnnaLou- 
Non ci credo che per un'altra volta lo ha dimenticato. Io non mi smuovo finché non vedo che dalla sua borsa non tira fuori un pacchetto di sigarette Malboro alla menta. Quando ne accende una gliela strappo dalle mani e gliela getto a terra. Mi guarda allibita. "Ma che cos'hai oggi?" 
"Non mi ascolti mai!"
"Cosa?" 
"Ecco appunto!"
Sbuffo e mi passo una mano sulle tempie:"oggi, ho il provino, per il glee..." Faccio io con le braccia incrociate al petto. "Ah fanno ancora provini, wow." 
"Si e vieni a vedermi."
"Scordatelo." La scruto con sguardo 'assassino', si perché penso sia terrorizzante ma non ne sono certa. "Comunque perché mi hai trascinata via?" Chiede lei piuttosto irritata. "Devi smetterla di fartela con chiunque."
"Ma non è chiunque, e Paul."
Alzo gli occhi al cielo, si mi piacciono le sue battute ma non quelle che a quando sono seria. "Fai quello che vuoi io i provini li faccio."
"Bene."
"Benissimo."
"Perfetto!"
Conclude lei tornando da Paul e i nostri amici. Io giro i tacchi e mi dirigo verso l'auditorium.

-Louis-
Mentre esco dallo sgabuzzino mi metto a posto la maglietta e in qualche modo, passandomi la mano tra i capelli, cerco di rimettermi in ordine il ciuffo. Mentre sono occupato a sistemarmi vado addosso ad una ragazza. Sto quasi per prenderla a parole quando incontro i suoi occhi. Non sono di un colore particolare, ma sono stupendi, tra il verde e il marroncino, poi noto i suoi capelli lilla e i vari buchi che ha sull'orecchio. Poi rabbrividisco non appena vedo il piercing al sopracciglio. Sorrido ebete, e lei fa lo stesso. Ci fissiamo per qualche istante. Non mi accorgo nemmeno che Robin e uscita dallo sgabuzzino dove eravamo prima, finché questa non mi dice che mi aspetta al glee. La ragazza dopo aver visto Robin inizia ad allontanarsi, ma io riesco ad afferrarla per il braccio e le chiedo il suo nome. "AnnaLou." Dice lei diventando rossa. Sorrido:"ciao." le dico fissandola. "Il tuo?" fa con voce calma e melodiosa. 
"Louis." 
Riesco a strapparle un sorriso e io rimango incantato dai suoi zigomi perfetti, delle sue fossette sulle guance e dal colorito delle sue labbra. "Lou!" 
Ci giriamo tutti e due e rispondiamo insieme, ci riguardiamo in volto e ridacchiamo insieme. Dopo pochi istanti mi accorgo che Charlotte ci fissa. "Risorta dalla tomba." 
Dico io sorridendole. Fa una smorfia di disgusto, afferra per il braccio Anna e la porta via dalla mia vista.

-Cause you hit me like 
an heart attack.-

-angolo autrice-
Ye che bello un altro capitolo,
pubblicato il giorno dopo. 
No okay basta.
Allora beh che devo dire, spero
vi sia piaciuto e recensite per favore 
vi prego voglio sapere che ne 
pensate.

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Capitolo 3
*** I really don't care ***


Capitolo 3
-I really don't care-

-Diana- 
"Non pensi mai al tuo ritorno in Italia?" 
Mi chiede Niall a fior di labbra. Le mie braccia sono allacciate al suo collo e vedo il suo volto serio e preoccupato. 
"Per ora non mi importa. Tanto so che ci sposeremo e avremo un sacco di bambini." "Aspetta cosa?" "Cosa?" Faccio io scuotendo la testa. Sorrido in modo ebete, mentre lui mi guarda ancora un po' preoccupato. Lo abbraccio e accarezzandogli i capelli gli sussurro in un orecchio:"Hai sognato tutto." 
"No, e tu sei una cretina comunque." Sorrido, chissà perché i suoi 'insulti', se si possono chiamare così, non mi fanno tanto effetto. Forse perché è troppo tenero e non ci si può arrabbiare con lui. Lo bacio, ma qualcuno mi picchietta su una spalla. Mi giro e trovo il sorriso sghembo di Francesco. 
"Cosa cazzo vuoi?" inizio io in italiano. "Molla sto qui." Continua lui. Niall ci fissa con la faccia di uno che non sta capendo nulla. Francesco lo saluta con un sorrisetto da imbecille e poi mi afferra per un braccio e finisco contro il suo petto. Il mio corpo aderisce al suo e non posso fare a meno che fissarlo negli occhi. Mi sento completamente a disagio, ma allo stesso tempo bene e protetta. 
"Lascialo." Ripete lui sotto voce. Esito ancora un po' tenendo gli occhi fissi nei suoi poi io mi stacco dalla sua presa e senza voltarmi afferro il polso di Niall e lo trascino via con me. 

-Zayn-
Da qualche tempo io e Tamara abbiamo deciso di prendere una sottospecie di pausa l'uno dall'altra. Nonostante tutto giro sempre e solo con lei. Anche perché siamo migliori amici e abbiamo un rapporto buono. Già da dopo le provinciali era tornata a casa sua con sua madre. E per un po' ho sentito la sua mancanza, ma non poi così tanto. "Zayn!" Grida una vocina che conosco fin troppo bene. Mi giro da un lato e con un sorriso in volto dico:"principessa!" Ma non appena lo faccio una granita mi viene in faccia, e io non posso fare altro se non rimanere dove sono fermo immobile ad escogitare un piano per uccidere chiunque mi abbia lanciato la granita. Poi vengo preso per il colletto della felpa da football e mi scaraventano contro degli armadietti. "Fai la checca eh Malik?" Dice il quaterbak della squadra.
"All'inizio pensavamo almeno fosse per rimorchiare la rossa. Ma poi ci sei rimasto per troppo tempo." Mi lascia, ma prima mi scaraventa un'ultima volta contro gli armadietti. "Fai la tua decisione." Fa una breve pausa per permettermi di alzare lo sguardo e capire che succede e poi continua:"o squadra, o froci del glee. Ti aspettiamo mercoledì alle 4. Fatti vivo e saranno cazzi tuoi." 

"Allora?"
"Cosa?"
"Cosa farai?" 
Mi chiede Tamara sistemandomi i capelli mentre il prof spiega la lezione di filosofia. "Non lo so." Sbuffo e allontano la mano dei peli di carota dalla testa. Non so proprio che fare. Cioè mi piace stare al glee e poi ho molto amici li. Ma se scelgo di andarci mi tormenteranno per sempre. Se invece decido la squadra e il football perderò la maggior parte degli amici che ho, e dovrò pure tormentarli. Beh sa solo da chiedersi se sono disposto a sopportare per il resto del liceo delle granitate inaspettate o essere odiato da tutti quelli a cui vuoi bene.

-Charlotte-
"Adesso mi dici perché mi hai trascinata via." Fa Lou staccandosi dalla mia presa. 
"Sai com'è, se io non posso baciare nessuno tu non conquisterai chi ti pare e piace per i corridoi della scuola." 
Anna si sposta dei capelli dietro all'orecchio e evitando il mio sguardo gira la testa di lato e incrocia le braccia al petto. "Allora?" Le faccio io in attesa di una risposta. "Beh..." inizia lei:"mi può, ma proprio può, piacere quel ragazzo che ho incontrato prima." 
La fulmino con lo sguardo, lei evita il contatto con i miei occhi e guarda altrove. "Lo sai di chi è il migliore amico quello li?" Le chiedo io. "Ehm..." Inizia lei facendo finta di pensare a qualcuno che non ricorda. Fa una faccia strana e fa:"pff, e io, pff che no ma io...si lo so di chi è." Alzo gli occhi al cielo, e mi metto una mano sulla fronte. Lou si guarda l'orologio che ha sul polso, e dice:"vieni dai, e ora."
"Ora di che?" Chiedo io stranita. Mi afferra per un polso e mi trascina per una strada di corridoi che conosco fin troppo bene. Arriviamo davanti all'entrata dell'auditorium e tenta di portarmi dentro. "Oh no." Dico io ritirandomi all'indietro:"no no. Io non ci voglio venire li!" Indico le quinte prima del palco. Sento già delle voci di alcune persone che non vorrei più vedere. Anna mi mette le mani dietro alla schiena e mi spinge dentro. Cerco di fare pressione sul pavimento con i piedi e bloccarmi prima di varcare la porta. Mi slancio in avanti e cado a terra. Con la faccia spiaccicata sul pavimento cerco di alzare lo sguardo. Noto delle scarpe nere davanti ai miei occhi. Mi alzo in fretta barcollando un po' su mestessa, e quando quasi riprecipito in avanti qualcuno mi afferra e mi impedisce di toccare di nuovo il pavimento. Esito prima di alzare lo sguardo. Quando incontro i suoi occhi il mio cuore si blocca per un'istante. Mi tiene stretta a se cercando di non farmi cadere, come se fossi la cosa più fragile del mondo. 
Ci fissiamo per un po, finché non mi stacco da lui e mi sposto una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Senza dire nulla prendo Anna e la porto via con me. Sento lo sguardo di H addosso, ma io non mi giro, o almeno ci provo. "Cosa succede C?" "Harry..." Faccio un respiro profondo:"e così che l'ho conosciuto." Dico malinconia ricordando ancora il giorno della mia audizione. "Stando muta?" Chiede Lou stranita. Le do una sberla sul gomito e incrocio le braccia al petto e la faccio andare fino al centro del palco dove tutti si fanno zitti non appena entra. 

-AnnaLou-
Sento gli occhi di tutti addosso. "Sei Anna Lou vero?" Accenna un uomo sulla trentina d'anni, probabilmente il prof Shue. Faccio si con il capo. Non ci credo non riesco a parlare. "Lo sai vero che sei qui per cantare e non per fare il gioco dei mimi?" Fa una ragazza dai capelli  scuri e con la divisa da cheerleeder addosso. "Sta zitta Robin." Dice una persona accanto a lei. Un ragazzo. Che ho già visto. Ma certo, Lou! Adesso mi seno sempre più in imbarazzo. Sento della musica partire. Ma io faccio un gesto con la mano e dico, finalmente:"ehm lo canto a cappella." "Okay." 
Fa il prof guardandosi le mani e annuendo con la testa. Guardo dietro una quinta C che mi scruta e mi fa segno di iniziare. Risposto lo sguardo sulla platea e noto Harry che si siede vicino a Lou. Chiudo gli occhi e mettendo una mano sullo stomaco inizio a cantare 'Shadowland'. Adoro questa canzone già dalla prima volta in cui ho visto il musical del re leone. Avevo dodici anni quando i miei mi portarono a Broadway a teatro. Mi ero così tanto appassionata a questo musical che non appena avevo sentito che ad una scuola di danza lo facevano al saggio di fine anno mi ero iscritta solo per far parte di esso. Poi l'anno dopo continuai, perché scoprii di essere incline alla danza e al canto. E da li non riuscì più a smettere. Ancora oggi continuo a fare lezioni, ovviamente Charlotte non sa nulla, ho il costante terrore che mi giudichi. 
Non mi accorgo nemmeno di star facendo la parte africana finché non sento qualcuno iniziare a ridere. Subito qualcuno la ferma. E io sento 
Charlotte iniziare a gridare:"Brutta stronza, non provare a ridere di questa canzone tu che sei una troia del cazzo." 
"Parla la puttana delle puttane." Fa Harry in difesa di quella che rideva. "Smettila! Non provare a trattare Char così!" Attacca una bionda dietro di lui che gli da un colpo alla nuca. Vedo C sorridere alla ragazza. Prima volta che la vedo sorridere per davvero, nel senso ho sempre visto dei sorrisetti provocatori o compassionevoli fatti da lei. Non questo sorriso sincero. 

-Charlotte-
Guardo Diana con ammirazione per ciò che ha detto. Nonostante tutto lei e l'unica con cui io non abbia litigato. Le volevo davvero bene, anzi le voglio bene tutt'ora. "Ragazzi adesso basta davvero." Dice il prof Shue battendo una mano sulla scrivania. "Charlotte scusa puoi toglierti dai piedi..." Inizia Harry:"vorrei concentrarmi sulla tua amica e non su un cesso come te." 
"Strano, non mi sembrava di essere un cesso quando mi scopavi." 
Dico io infastidendolo più di quanto abbia fatto a me. "Già forse non avrei dovuto concedermi ad una come te." 
Continua lui. Tutti in sala spostano lo sguardo da me a lui interessati a come possa andare a finire. "Ma si tanto adesso sto con altre migliori di te." 
"Si beh non me ne frega un cazzo." Rispondo io. Da dietro sento Calum che grida un via a Michael e iniziano a suonare. Penso che nessuno li abbia visti arrivare da dietro tanto che erano occupati a guardare me e H. 'You wanna play you wanna stay you wanna have it all you.' Inizio a cantare io. Non me ne frega un emerito cazzo di quello che dice lui di me. Non me ne frega più un cazzo ormai di nessuno in realtà. Alla parte un po' reppata inizia a cantare Calum. Anche se sarebbe una parte femminile. Quando finiamo nessuno fiata e Harry sposta lo sguardo verso al cielo e non accenna a fiatare. 


-even if the stars and moon collide I never want you back in to my life.-

-angolo autrice-
Beh, i commenti lo lascio a voi. Vi volevo solo dire che Paul ha cambiato nome ed è magicamente diventato Calum. Surprise! 
E poi boh. Basta. Sciao bele.

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Capitolo 4
*** Mad world ***


Capitolo 4
Mad world

-Charlotte-
Esco dall'aula di scienze e studio le pareti rosse e bianche della scuola. Il suono che i miei stivali producono quando entrano in contatto con il pavimento appena incerato del liceo rimbomba per tutti i corridoi. Studenti di tutte le età corrono verso la mensa. C'è chi vicino al suo armadietto parla con l'amica e accenna ad una risata. Chi punta il dito contro la persona al lato opposto di cui si trova. Chi è intento invece a pomiciare vicino alla porta dei bagni. A scuola si vedono tutti gli scenari più strani e disgustosi. Come gli scambi d'affetto tra un ragazzotto paffutello infestato dall'acne e la sua compagna altrettanto infestata con l'apparecchio e molte delle più orribili schifezze attaccate per le stelline di esso. Rabbrividisco al solo pensiero di trovarmi al posto di uno dei due. Quando raggiungo la mensa un odore di gatto morto infesta le mie narici. Guardo da sotto gli occhiali cosa ha da offrire la mia visuale. Noto un sacco di persone che mi indica e che parla di me, altri ridacchiano, e alcuni rimangono con delle facce inebetite per alcune storie che gli hanno raccontato i loro amici. Un ragazzo biondo e alto si avvicina a me e mi lancia un'occhiata complice. Indossa una maglietta bianca dalle maniche nere lunghe fino a tre quarti del braccio. Ha al labbro inferiore un piercing ad anello, e i capelli sono arruffati dopo che si è passato una mano tra essi. "Ciao." 
Fa lui passandomi accanto. Non ho tempo di ribattere che si allontana a posare un vassoio sopra ad un bancone. Mi giro per studiarlo un'ultima volta, finché menefreghista non mi volto e ancheggio fino ad un tavolo libero. Delle ragazzine tentano di occuparlo prima di me ma non appena mi ci piazzo davanti se ne vanno alla ricerca di un altro. Appena mi siedo lancio i miei occhiali sulla superficie rossa di ferro e accavallo le gambe. Mi tolgo la bombetta e mi sistemo i capelli appiattiti. Gioco con i bottoni della mia camicia finché alzando la testa non trovo il ragazzo biondo di prima. Gli sorrido maliziosa e con un gesto della mano mi porto in dietro un ciuffo di capelli bruni. 
"Non ti sei più fatta sentire."
Dice giocando al mio stesso gioco. Lo fisso e sorrido, non accenno a parlare. "Non mangi bellezza." Alzo e abbasso lo sguardo e scuoto la testa. "Non ho fame della roba che servono qui." 
Si alza dal suo posto e camminando lentamente viene di fianco a me. Si siede rivolto dal lato opposto al mio, e avvicinando il corpo al mio sussurra:"andiamocene."
Chiudo gli occhi per un istante e cerco di inalare il suo profumo in modo da sentirlo sempre di più. E quando apro gli occhi e mi giro vedo Harry che mi guarda da lontano. Rimango per un attimo immobile finché non sento lo sguardo di Francesco su di me, risposto gli occhi su di lui e accennando un sorriso dico:"con piacere." 

-Tamara-
Sento la campanella suonare, il che mi informa che è ora di andare in mensa a mangiare. Mentre rimetto i libri nello zaino mi cade l'astuccio. Un rumore assordante di legnetti si sente non appena le matite cadono a terra. Mi chino a raccoglierle e subito qualcuno mi viene ad aiutare. Intenta a prendere in mano tutto ciò che è sgusciato fuori dal mio contenitore blu non noto chi mi sta dando una mano.  
"Grazie Ash."
Dico prendendo in mano le biro miste alle matite che mi porge il mio compagno di classe. Sorride in modo ebete e ridacchia un pochino. Ashton lo conosco da quando sono piccola. Abita nel mio quartiere e non è mai stato uno di quei ragazzi molto popolari da nessuna parte. Sta in pratica sempre in casa a studiare o a leggere. Non esce quasi mai, se non per fare delle commissioni con i suoi genitori. Indossa vestiti che io assocerei più a mio nonno che ad un a ragazzo della sua età. Non ha la pelle rovinata e ha anche un bell'aspetto, se non fosse che indossa un paio di occhiali con delle lenti più grandi di lui. Anche se non ci ho mai parlato più di tanto è un ragazzo simpatico ed educato. Uno di quelli che vorrebbero tutte se si mettesse un po' apposto e si vestisse un po' meglio. "Di di niente Tamara." Dice con una voce un po' tremolante. Gli sorrido. Chiudo l'astuccio e lo rinfilo nello zaino. Quando me ne sto per andare via mi blocco notando che Ashton non si muove di un millimetro dalla posizione in cui è. Aggrotto la fronte e lo guardo:"vuoi venire con me in mensa?" 
Il ragazzo si gira e rigira per la classe e poi con l'indice si indica il petto. Annuisco:"si tu ash lo sto chiedendo a te." 
"Ehm si certo vengo, vengo subito." Dice mentre prendendo la borsa inciampa su se stesso. Mi precipito su di lui e lo aiuto a rialzarsi. "Ti sei fatto male?" Chiedo preoccupata. Lui ridacchia in un modo strano e poi dice:"no no tutto apposto."

-Harry-
Vedo Francesco avanzare verso di me con Charlotte. I due si scambiano occhiatine complici e sorrisetti maliziosi. Un nodo mi stinge lo stomaco. Nella mia testa sento solo un gran chiasso e non capisco cosa Louis mi stia dicendo nonostante sia seduto accanto a me.  Sento le mie guance avvampare e diventare rosse per il caldo che si abbatte sul mio corpo. Continuo a fissare la scena del mio amico e della mia ex che si scambiano 'affetto'. Per così dire. Se si può definire affetto lo strusciarsi mentre si va fuori da una mensa. Tiro un pugno sopra al tavolo e quando sono quasi andati via mi giro verso l'uscita della mensa. E sento il mio cuore mancare dei battiti. Finché non mi accorgo che i due si sono fermati. Charlotte batte un piede a terra e agita le mani come se stesse discutendo con qualcuno davanti a lei, Francesco rimane immobile senza dire nulla; guarda avanti a se come se ci fosse una persona. All'inizio non capisco il perché, e cerco di veder oltre le loro figure. Ad un tratto Charlotte sguscia fuori dalla presa di Francesco e viene come trascinata via da lui. Lui la fissa andare via e dopo qualche istante la segue. La vedo tornate verso questa direzione e noto che davanti a lei c'è una ragazza dai capelli color lavanda, che le tiene salda la mano attorno al suo polso. La trascina fino a questo tavolo e quando le due si fermano davanti a noi Charlotte sbuffa e dice seccata qualcosa all'orecchio della sua amica. La ragazza dai capelli lilla alza gli occhi al cielo e sbuffa, schiude le labbra per dire qualcosa ma viene interrotta dal passo pesante di Francesco che arriva al tavolo e si siede vicino a me. Lo fulmino con lo sguardo ma lui non lo nota. 

-Charlotte-
"Beh?"
Dice ad un tratto Anna dandomi una leggera spallata incitandomi di parlare. La guardo furiosa e incrocio le braccia al petto. Rimango li ferma senza dire nulla e ad un tratto il pavimento inizia a diventare stranamente interessante e prendo a fissare il riflesso della vernice nera sui miei stivaletti. Sento 'tossire' Anna che cerca di nuovo di farmi parlare ma senza successo. Quando rialzo lo sguardo mi sento fissata da molti occhi. Mi giro verso Anna-Lou e scuotendo la testa alzo le spalle. Sento la mia amica sospirare e mettendo le mai sopra i fianchi dice:"Charlotte vuole tornare ne glee."
"Non è vero."
Dico accennando ad una risata finta. 
"Si e se non entro io voglio che ci sia lei."
"Allora dirò al prof di farti entrare tesoro."
Dice una voce fin troppo famigliare. Tolgo gli occhiali e li poggio sul tavolo. Fisso Harry. Ha un faccia inespressiva. Lo fulmino con gli occhi ma lui non mi guarda. È troppo impegnato a fare delle avance ad Anna per accorgersi del mio sguardo. Ad un certo punto Lou gli mette una mano sulla spalla e dice:"No. Non lei Hazz, lei no."
Rotea gli occhi e poggiando i piedi al tavolo dice:"scusa ma la merce di seconda mano non m'interessa."
Fa voltando lentamente lo sguardo su di me. Noto che nella nostra direzione stanno arrivando Calum e Michael. Faccio un sorrisetto sarcastico e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Faccio un gesto con la mano spingendo Calum a venire subito qui. Quando sono vicino a noi, mi sposto dietro ad Anna, e mettendo le mani tra i capelli di Cal lo avvicino al mio corpo e do inizio ad un bacio passionale. Calum fascia le sue braccia sulla mia vita e dopo aver finito mi giro verso H e dico:"nemmeno io adoro la roba già usata."
Con occhi furiosi si alza dal tavolo e lo vedo andarsene via con passo veloce. 


-it's a funny kind of funny
a funny kind of sad-


-angolo autrice-
E sono tornata ye. Allora boh non so che dire perciò ciao spero vi sia piaciuto.

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Capitolo 5
*** Love runs out ***


Capitolo 5
Love runs out

-AnnaLou-
Noto Harry andarsene via, infuriato, fuori dalla mensa. Sento un rumore cigolante sfregare lento sul pavimento di finto marmo della mensa e vedo Charlotte sedersi sulla sedia davanti a Louis. Lui la guarda con fare esasperato, mentre lei gioca con il cibo che c'era nel piatto di Harry e lo fissa come se fosse uno spettacolo imperdibile. Accanto a me Calum la fissa senza muovere un muscolo ancora sotto shock da quello che è appena successo. Michael vicino a lui lo scuote per una spalla cercando di svegliarlo dal suo stato di trance. Alzo gli occhi al cielo e decido di sedermi accanto alla mia amica. Non appena mi poggio allo schienale noto Louis venire un po' più vicino a me e inalare l'odore che emanano i miei capelli. Mi giro stranita e confusa da questo gesto che mi ha lasciata quasi schifata. 
"Sai" inizia lui spostando lo sguardo dall'alto al basso della mia figura:"sai, ho un letto enorme a casa potremmo provarlo."
Cerco di non dire cose troppo offensive o peggio ma dalla mia bocca esce solo un "che?" sperando che ritiri tutto quello che ha appena detto dicendomi che non era in se in quell'istante. Ma si limita a sorridere e a dire avvicinando la faccia un po' più vicino alla mia;"hai capito bene moncherie." Gli posiziono una mano sul petto e lo lo sposto di qualche centimetro cercando di riconcentrarmi su Charlotte nonostante continui a sentirmi fissata da Lou. Charlotte non ha notato nulla della scena poiché è rimasta a fissare la poltiglia bianca che sta nel piatto di plastica ormai quasi fuso da quella brodaglia appiccicosa che si ritrova sopra. Un silenzio imbarazzante regna per quche minuto sul tavolo finché Michael non informa che porterà Calum fuori da qui per fargli prendere una boccata d'aria. Charlotte non accenna a parlare o a muovere un solo muscolo per salutare i due ragazzi, così sta ricurva sul vassoio davanti a lei, finché non mi accorgo di un fremito nei suoi occhi, e di scatto cambia posizione. Mi volto per guardare dietro di me e noto che all'entrata della mensa, con lo sguardo rivolto in questa direzione, Harry sta in piedi con volto imbronciato, probabilmente in attesa di Lou e Francesco. Noto che la mia amica non accenna a staccare lo sguardo da lui. Lo studia assorta stando tra i suoi pensieri.
"Secondo me ti piace ancora."
Dico ad un tratto interrompendo il silenzio. I due ragazzi che prima erano intenti a chiacchierare sottovoce si girano lentamente verso di me. "Come scusa?" Dice Char sbattendo gli occhi in modo lento, come se non avesse capito cosa le ho appena detto. "Secondo me pensi ancora a lui."
"I-i-io no no di certo."
Risponde insicura. Il ragazzo biondo si gira verso di lei e la fissa per qualche istante, noto il colorito rosso acceso comparirle sulle guance e la sua fronte diventare imperlata di sudore. Mi avvicino sempre di più verso di lei. Ma poi mi ritraggo e mi stravacco ancora una volta sulla mia sedia. "Mi sono sbagliata allora."  
Ancora una volta tutto cade in un imbarazzante silenzio, ma ad un tratto sento provenire dalle cuffie di Louis una canzone che conosco come le mie tasche, e presa dal ritmo inizio a canticchiarla sottovoce. Ad un tratto sento al mio orecchio la canzone forte e chiara, quando riapro gli occhi noto che Lou mi ha infilato uno dei suoi auricolari per permettermi di ascoltarla. Mi volto verso di lui e gli sorrido in segno di ringraziamento. Poi come per magia ci ritroviamo a cantare più forte che mai 'love runs out'. La cantiamo a cappella senza dare troppo conto alle persone che intorno a noi ci incitano a smettere. La canzone a poco a poco diventa sempre più un motivetto per spingere charlotte a dire la verità. Quando finiamo la mia amica mi fulmina con lo sguardo e mentalmente mi manda delle maledizioni senza perdono, me lo sento. "Però" inizia Francesco:"devi ammettere che hanno stile."
A questa frase charlotte si alza dal suo posto e con passo spedito se ne va verso l'uscita.

-Tamara-
Cammino in modo lento e composto verso un tavolo libero, mentre sorreggo il mio vassoio cercando di non far cadere il cibo che c'è sopra. Cammino a zig zag tra i tavoli presenti in mensa e evito le persone che mi si parano davanti all'improvviso. Non appena adagio il vassoio sulla superficie fredda del tavolo noto Ashton camminare in modo impacciato verso la mia direzione. Per più volte mi viene un tuffo al cuore pensando che possa inciampare tra le sedie che lente si spostano all'indietro dal tavolo e che quasi lo urtano. Goffamente raggiunge il tavolo e appoggia sopra di peso il cibo che ha preso al bancone. Corrugo la fronte e gli faccio un finto sorriso, mentre inizio a mangiare la verdura molliccia e poco invitante della mensa. Non diciamo molto durante il nostro pranzo, e più volte Ashton riesce a rovesciare o a sporcare qualcosa su qualcos'altro. Tento di non guardare troppo nella sua direzione e mi concentro soprattutto sul piatto che sta davanti a me. Mi gratto la fronte e mi sposto i capelli imbarazzata e a disagio per il silenzio creato tra noi. Quando ho finito di mangiare sposto delicatamente il vassoio in avanti e faccio un respiro profondo, perché per fortuna anche questa volta sono riuscita a finire il cibo della mensa senza morire avvelenata. Quando alzo lo sguardo in direzione del mio compagno di pranzo lo trovo a fissarmi. Non in modo strano e impacciato, ma in un modo in cui qualunque ragazza vorrebbe essere guardata da un ragazzo. Mi sposto una cuoca di capelli rossi dal viso e abbozzo un piccolo sorriso imbarazzato. Le mie guance si fanno più calde e cerco più volte di distogliere lo sguardo da Ashton, ma ogni volta che lo faccio non riesco a non puntargli di nuovo gli occhi addosso. 

-Charlotte-
Nevrastenicamente frugo nel mio armadietto facendo finta di cercare qualcosa. Cerco di far passare il tempo fino alla prossima campanella che segna una nuova lezione. Come tutti gli altri studenti potrei già recarmi nell'aula predefinita per la mia lezione, solo mi piace arrivare ultima, mi piace avere il posto in fondo e non essere curata da nessuno. Mi piace avere la quiete degli ultimi banchi, e mi piace stare tra me e me, e passare il tempo a disegnare. So che è una cosa sbagliata e che dovrei concentrarmi sulla lezione, solo che non posso. La mia mente vaga tra l'ignoto e sento il bisogno di colmarlo colorando o passando una matita su della carta per dare vita a cose o persone, che mai avrò o vedrò. Quando il suono cigolante della campanella si fa sentire per i corridoi chiudo rumorosamente lo sportello del mio armadietto. Mi viene un colpo non appena trovo la faccia di Anna-Lou alle mie spalle. 
"Cosa vuoi?"
Dico seccata della sua presenza. "Ritorna al glee." dice in modo cantilenante:"daaai." 
Sbuffando la evito e cammino avanti cercando di seminarla. Ma con passo svelto mi raggiunge senza correre troppo. "Non voglio." Dico io secca. Anna fa un verso strano con la bocca e alzando un sopracciglio dice sottovoce "cogliona" pensando che io non l'abbia sentito. Alzo gli occhi al cielo. Mi giro verso di lei per guardarla negli occhi, corrugo la fronte e scuotendo leggermente la testa dico:"cosa te ne frega se torno o no?" 
"Me ne frega, perché hai un talento e lo butti nel cesso per niente."
Ripreso a camminare in direzione dell'aula che dovrebbe tenere la mia lezione. "Mi odiano tutti li e non ci torno per loro." 
"Non torni per loro, torni per stare con me, e per fare pace."
"E se non volessi? Cioè chi ti dice che sono disposti a lasciarsi tutto alle spalle?" 
"Io." Soffoco una risata. "Cioè penso di...okay non te lo posso garantire che ti perdonino, qualunque cosa tu abbia fatto, però puoi provare a..."
"Okay okay, ci torno va bene, basta che tu la smetta di assillarmi."
Anna si fionda su di me e abbracciandomi riesce a farmi scrocchiate la schiena da tanta forza che ci mette. 

-angolo autrice-
Yeee. Sono riuscita a finirlo. Si lo so e in ritardo e mi scuso profondamente. Solo che sono piena di studio in questi ultimi tempi. Perdonatemi. 
Comunque, spero vi sia piaciuto un bacione. 

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Capitolo 6
*** Jar of hearts ***


Capitolo 6
Jar of hearts

-Charlotte-
Il rumore dei miei stivali rimbomba per i corridoi, mentre riluttante mi incammino verso l'aula canto. I miei occhi si spostano da una parte all'altra studiando gli armadietti arrugginiti della scuola. Non guardo in faccia nessuno, e non appena il mio sguardo incrocia un altro lo distolgo subito e ricomincio a camminare a testa china. Sento le farfalle nello stomaco e a poco a poco non mi arriva più aria nei polmoni. Mi blocco davanti alla porta dell'aula canto e subito mi scosto da un lato cercando di Nascondermi agli occhi critici dei miei vecchi amici. Mi tolgo il cappello e mi metto una mano tra i capelli sentendoli umidi e unti. Chiudo gli occhi portando indietro la testa. Lo rimetto e guardando in alto faccio un respiro profondo. Giro la testa verso la porta e cerco di smuovermi entrando dentro alla stanza. Ma non ci riesco. Striscio a terra e mi rannicchio portandomi le gambe al petto. Nascondo la faccia tra le braccia incrociate e chiudo gli occhi facendo sparire tutto. Una grande confusione mi offusca i pensieri. Sento la porta cigolare, e poi dei passi si avvicinano a me. Una mano calda mi stringe il polso e con forza mi costringe ad alzarmi da terra. Mi appoggio sul pavimento con il braccio libero e miro lo sguardo verso il basso. Ciondolo su una gamba all'altra costringendomi a fissare le scarpe fin troppo famigliari, della persona che sta davanti a me. 
"Non si indossa il cappello a scuola." Dice togliendomelo dalla testa e mettendoselo sui suoi capelli neri. 
"Maleducata." Continua venendomi in contro aprendo le braccia verso di me. Rimango impalata nella mia posizione mentre mi cinge le spalle e il petto. Anche se sono diventata troppo orgogliosa per ammetterlo, Blaine mi è mancato un sacco.

Seduta in disparte guardo i viso che in questo ultimi mesi sono rimasti invariati e fin troppo famigliari per dimenticarmeli. Le mie vecchie amiche a debita distanza mi guardano inorridite sussurrandosi parole a vicenda. Imbarazzata fisso le mie mani bianche finché Anna non si siede vicino a me. Noto che tutti l'accolgono con un applauso non appena entra. Io non faccio nulla, la guardo venire vicino a me e rimango ferma. "Ciao!" 
Dice lei con tono solare e contento. Ha un sorriso a smagliante stampato in faccia. Io la guardo inespressiva mentre sussurro un "Hei". 
Anna rotea gli occhi verso il soffitto decadente, e sbuffa. 
"Non puoi far finta di divertirti?" 
"No." Le rispondo a testa china mentre di sottecchi guardo mia sorella parlarmi alle spalle.

-Harry-
Seduto nell'ultima fila di sedie, in cima alle gradinate bianche della stanza, la fisso da più di dieci minuti. Studio il suoi movimenti di capelli, le sue mani che nervosamente si intrecciano tra loro, guardo il suo tremolio nervoso delle gambe, fisso il suo profilo privo di imperfezioni e il modo in cui si attorciglia la maglia tra le mani. 
Una mano mi si posa sul petto facendomi distrarre dalla ragazza, e girandomi incontro gli occhi di Lou che mi fissano stupiti e annoiati. "Ancora?" 
Dice con un'aria seccata, come se fosse lui il diretto interessato della mia storia con Charlotte. Scosto la mano da dosso cingendo le braccia al petto e poggiando completamente la schiena sullo schienale della sedia. "No." Rispondo in tono duro guardando avanti a me, mentre le lancio delle occhiate veloci. 
"No questo non è amore infatti."
Uno schiaffo mi arriva in pieno viso facendomi voltare. La zona appena colpita inizia a bruciare fastidiosamente, e il mio viso diventa pallido mentre mi giro verso Louis, che fermo sta ancora con la mano a mezz'aria. Corrugo la fronte cercando di trattenere tutte le bestemmie che a frotte arrivano nella mia mente. 
"si può sapere che problema hai?" 
Chiedo spalancando gli occhi mentre Louis tranquillo invia dei saluti effeminati alla nuova arrivata. "Il mio problema è che non sei tu quando sei con lei."

-Charlotte- 
Corro mentre le lacrime mi solcano il viso pallido. I miei capelli ondeggiano spostati dall'aria fresca del pomeriggio. Le mie forze iniziano a dimezzerai dopo ogni passo che compio. La mia testa è ormai diventata come un martello che picchia la mia fronte e non da segno di cessare. Quando arrivo dietro alle gradinate del campo da football inizio a piangere a dirotto e urlo stringendo le mani tra i capelli. 

Il prof Shue appena entrò in aula mi diede il compito di fare un'audizione. Nonostante io fossi già un membro del glee voleva verificare che la mia voce non avesse avuto cambiamenti vocali durante il mio periodo di fermo. Tremante mi misi al centro della stanza, in piedi rivolta verso i miei compagni. Decisi di non cantare una canzone non troppo difficile per il mio timbro vocale, così feci partire il sonoro di jar of hearts. Pensavo filasse tutto liscio, che andasse tutto bene finché non ho sentito dei fischi. Le ragazze davanti a me, quelle che una volta ritenevo mie amiche, avevano iniziato a criticare ogni parola che usciva dalla mia bocca. Dando vita a dei commenti da salotto cattivi e pungenti. Marley, mia sorella mi ferì più di tutti, gridando che facevo pena. L'unica immagine che al momento affiorava nella mia mente era lei che disprezzante mi guardava dall'alto al basso dicendo che facevo schifo, che non ero nulla. In lacrime corsi via lasciando la stanza perdendomi tra i corridoi del liceo.

La fronte imperlata di sudore inizia a farsi sempre più fredda dopo ogni folata di vento. Seduta tengo la schiena appoggiata alla rete di ferro che separa i gradoni dal campo. Guardo il cielo di un azzurro incerto. Guardo le nuvole srotolate su loro stesse mentre intricate danni vita a forme varie. I miei capelli lisciati mi solleticano le spalle provocandomi un brivido lungo la spina dorsale. Con il palmo della mano mi asciugo le guance bagnate dalle lacrime e tiro su con il naso. Mi dondolo su me stessa mentre mi godo degli attimo di tranquilla serenità. "Io voglio sentire la continuazione della canzone." 
Dice qualcuno sedendosi al mio lato. Strofinando la mano sotto al naso alzo la testa cercando gli occhi della persona. Mi viene una fitta al cuore quando vedo che il suo sguardo tranquillo e rilassato. I suoi capelli spettinati ondeggiando con il poco di vento che arriva dal campo da football. Evito di guardarlo concentrandomi sulla sua mano che presenta un nuovo tatuaggio che da poco macchia il suo polso. Con un filo di voce, mentre sto rannicchiata su me stessa, faccio uscire delle melodie strozzate che piano piano danno vita alla fine della canzone. I miei cocchi scivolano a volte nei suoi per poi scappare all'istante quando il loro colore chiaro e puro mi scruta. Poi una lacrima cola giù fino a bagnarmi il collo caldo. La sua mano stringe la mia spalla e delicato Harry poggia la mia testa sul suo petto.

-Marley-
"Sei stata una vera stronza."
Mi giro, sorpresa, da un lato per scrutare dubbiosa Liam. I suoi occhi marroni sembrano spenti e scuri quando i nostri sguardi si intrecciano. Corrugo la fronte mentre seccata incrocio le braccia al petto. Come un pezzo di legno sta fermo in piedi davanti a me aspettando una mia risposta. "Scusa come?" Il mio tono si fa sempre più isterico e spento, e la mia pazienza inizia a perdere il limite. 
"Non ti vergogni di come hai trattato tua sorella?"
Inarco le sopracciglia e lo sguardo stupita. Cerco di trattenere una risata sarcastica. E resisto alla tentazione di urlargli contro, per la diffamazione appena arrecatami. Scuote la testa mentre la alza verso il soffitto. Lento si gira e se ne va via dal mio cospetto. "Se lo meritava!" Grido sperando che abbia sentito le mie parole. 

-you lost the love I loved the most-

Spazio autrice
Elia. Si lo so che sono in pauroso ritardo ma cercherò di recuperare in queste settimane. Mi metto subito a scrivere un nuovo capitolo e scusate per l'imperdonabile ritardo. 

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