Somebody Out There

di ChelseaH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Disclaimer: Con questa fan fiction non intendo dare rappresentazione reale dei caratteri e/o delle azioni dei Panik. Non li conosco e non mi appartengono e non ho scritto questo con alcuno scopo di lucro.

Notina iniziale: come praticamente i 3/4 delle mie rpf, anche questa è AU solo nel fatto che i Panik qua non sono ancora famosi.
I Tokio Hotel sono accreditati fra i personaggi ma ci tengo a sottolineare fin dall'inizio [prima che qualcuno pensi di trovarsi di fronte a qualcols'altro xD] che questa è fondamentalmente una PANIK-fic e i TH [nemmeno tutti] entrano in scena solo dal capitolo 12^^

Somebody Out There

1.

Melina entrò di gran carriera da Starbucks, era in ritardassimo ma negarsi il piacere quotidiano di Un cappuccino strabucksiano era impensabile. Mentre faceva la coda guardò nervosamente l'orologio, Katie l'avrebbe uccisa, soprattutto se avesse scoperto che, oltre ad essere uscita di casa in ritardo, si era concessa pure la tappa Starbucks. Ma in fondo che poteva farci? Era una sua addiction e alle addiction raramente si comanda. Ordinò e mentre si dirigeva verso il tavolino con zucchero, cacao e varie per dare il tocco finale al suo cappuccino, il cellulare le vibrò prepotentemente in tasca e non ebbe nemmeno bisogno di guardare il display per sapere chi fosse. Infatti non appena rispose una voce inviperita la assalì dall'altra parte della cornetta.

“Meli si può sapere dove sei finita?!” le chiese l'amica in inglese. Katie era una londinese doc, si era trasferita ad Amburgo tre anni prima per fare l'erasmus e alla fine ci si era sistemata in pianta stabile. Ma l'Inghilterra le mancava tantissimo, così, almeno con Meli, si concedeva il vizio di parlare la sua adorata lingua madre.

“Da St-“

“Non dirmi da Starbucks!”

“Plausibile...”

“Sei davvero irrecuperabile, io sono qua ad aspettarti!”

“Arrivo Katie, un po' di pazienza, devo solo zuccherare il cappucc-“ si interrupe di colpo quando qualcosa la urtò facendo finire il suo agognato cappuccino per terra. Si voltò per cercare il colpevole e si ritrovò di fronte ad un ragazzo con un'espressione mortificata in volto.

“Scusami, non avevo intenzione, aspetta ti aiuto!” si offrì in un inglese talmente perfetto da poter fare concorrenza a Katie che era nata e cresciuta nel pieno centro di Londra.

“Sono tedesca, stolto!” lo rimbeccò Meli, chinandosi a raccogliere il bicchiere ormai vuoto e girandosi verso una delle bariste in cerca di aiuto.

“Oh, scusa... ti ho sentito parlare inglese al telefono e pensavo-“

“La mia amica è inglese per cui parliamo inglese.” lo liquidò in maniera piuttosto brusca, troppo presa dal suo cappuccino-dramma.

Quando una ragazza arrivò a pulire il lago che ormai si era formato ai loro piedi, Meli si avviò sospirando verso l'uscita, se si fosse fermata a prenderne un altro Katie l'avrebbe ammazzata sul serio.

Scese nella metropolitana e nell'attesa si sedette infilandosi nelle orecchie le cuffie dell'ipod, che accese al massimo per non dover sentire i borbottii della gente intorno a lei, quella non era decisamente giornata. Quando la metro si fermò di fronte a lei, salì e venne praticamente travolta da un ragazzo che si era infilato dentro al vagone mentre le porte si stavano richiudendo.

“Ancora tu?” disse in tono irritato togliendosi una delle due cuffie.

“Per un pelo! Tieni! - le disse porgendole un bicchiere strabordante di cappuccino fumante – per farmi perdonare.” le sorrise e lei notò per la prima volta che aveva gli occhi di un azzurro limpidissimo.

“Grazie.” suo malgrado ricambiò il sorriso, in fondo perché farla pagare ad un perfetto sconosciuto solo perché lei si era alzata tardi, la sua migliore amica la aspettava in centro già sul piede di guerra e per giunta doveva finire una tesina di cinema entro il giorno seguente?

“Dove vai di bello?”

“In centro, devo vedermi con una mia amica.”

“Giusto, quella inglese!”

“Esatto!”

“Come ti chiami?”

“Melina, tu?”

“Linke.”

“Che razza di nome sarebbe?” gli chiese senza riuscire a trattenere una risata.

“In realtà è il cognome, mi chiamo Christian ma tutti mi hanno sempre chiamato Linke per cui...” ridacchiò a sua volta.

Chiacchierarono un po' del più e del meno fino a che Meli non si alzò.

“Alla prossima scendo.” gli rese noto.

“Si anch'io, devo tornare indietro.” rise lui.

“Indietro?!”

“Si, non era esattamente nei piani salire su questa metropolitana.”

“L'hai fatto solo per portarmi il cappuccino?”

“Dovevo farmi perdonare, no?” le disse aprendosi in un enorme sorriso.

“Grazie. - gli rispose Meli rigirandosi fra le mani il bicchiere ancora bollente mentre la metro si fermava e i due scendevano – beh, ci si vede in giro!” lo salutò senza pensare che le probabilità di incontrarlo di nuovo in una città grande quanto Amburgo fossero alquanto scarse.

“Perché stasera tu e la tua amica non vi unite a me e i miei amici? Niente di impegnativo, giusto un po' di sano alcol,”

“Io bevo solo birra e vodka.” lo avvertì.

“Vada per la vodka! Ci vediamo fuori dal Golden Puden Club, sai dov'è?”

“Ma... non è a St.Pauli?” chiese la ragazza scettica,

“Si, ma niente di spinto o gay o strani mix delle due cose. - rise lui – devi scendere a Reeperbahn.”

“Mmm... ok dai!” acconsentì lei.

“Facciamo che ci troviamo fuori dalla stazione della metro, almeno evitate di perdervi per St.Pauli di notte.” continuò a ridere di gusto lui.

“Guarda che noi e St.Pauli siamo una cosa sola.” Meli decise di stare al gioco.

“Ah si? E che posti frequentate?”

“Beh, siamo affezionate clienti della condomerie ovviamente, presente? Sta vicino al Docks.”

“Ooooh, vedo che sei un'esperta!”

“Di sicuro mai quanto te e i tuoi amici scommetto.”

“Vedremo!” ridacchiò lui e poi i due si salutarono.

******

“Chi è?” chiese Neely guardando con fare interrogativo il cellulare dell'amico che aveva appena suonato.

“Sarà David, magari ha cambiato idea riguardo a stasera.” le rispose.

“E' Linke. – gli disse la ragazza aprendo lo sportellino del cellulare e leggendo il messaggio – dice che ha invitato una ragazza conosciuta sulla metro e la sua amica ad uscire con noi stasera.”

“Da quando Linke rimorchia sconosciute sulla metropolitana?” chiese scettico il ragazzo.

“Da oggi evidentemente. - sghignazzò lei stravaccandosi ancora di più sul letto mentre osservava l'amico accordare la chitarra – ma quindi chi c'è stasera?”

“Che io sappia noi due, Linke, Juri, forse Jan e poi le nuove conquiste di Linke.”

“Franky?” gli chiese speranzosa.

“No, Franky no. - le lanciò un'occhiata divertita e lei sbuffò – magari verrebbe se ti premurassi di fargli sapere in che maniera gli vuoi bene.”

“Figurati... credo che pensi che io e te stiamo insieme in gran segreto.” osservò indignata.

“Se ogni volta che lui è nei paraggi tu evitassi di appiccicarti a ventosa a me solo per non sbavargli in faccia magari non lo penserebbe.” le fece notare, sempre più divertito.

“Ma per cortesia! Solo la sua mente bacata potrebbe fare associazioni di quel tipo fra noi due. Dai è evidente che gli muoio dietro!”

“In effetti ogni volta che siete nella stessa stanza bisogna andare in giro con il canotto per non rischiare di affogare nella tua bava.” rise.

“Timooooo!” Neely era saltata su lanciandogli addosso la prima cosa che si era trovata a portata di mano, ovvero il suo stesso cellulare e lui abbandonò seduta stante la chitarra per saltarle addosso iniziando una delle loro solite lotte.

Timo e Neely si erano conosciuti all'inizio delle superiori, quando ancora lui manteneva un'apparenza di decenza degnandosi quantomeno di fare presenza in classe, ed erano diventati nel giro di breve amici inseparabili. Inizialmente lei credeva di essersi presa una cotta per lui, non aveva mai ponderato l'idea di diventare seriamente amica di un ragazzo, ma poi aveva capito che l'attrazione che la portava verso Timo era puro e semplice affetto fraterno scaturito da quella che sarebbe negli anni diventata un'amicizia di prima classe.

Prendere Timo Sonnenschein significava però accollarsi anche David Bonk.

David era il migliore amico di Timo praticamente da quando erano nati e inizialmente Neely si era ritrovata ad essere parecchio gelosa del rapporto fra loro due, ma ben presto se ne era fatta una ragione scoprendo anzi che David era per lei un'amico prezioso tanto quasi quanto Timo.

“Ma David cos'ha da fare di così importante stasera?” chiese in una tregua dalla loro lotta a suon di solletico e cuscinate.

“Gli hanno offerto cento euro per suonare per dieci minuti il pianoforte alla noiosissima festa di compleanno di non so chi e lui ci si è fiondato.”

“Ma è così al verde?”

“Mi ci sarei fiondato anch'io se mi avessero offerto cento euro per cantare dieci minuti.” le fece notare con aria offesa.

“Siete proprio due morti di fame.”

“Scusa se abbiamo una strumentazione da mantenere.” le rispose dandole una sberla amichevole e tempo due secondi avevano ripreso la lotta giocosa.

******

“Solo tu potevi accettare l'invito di uno sconosciuto, fra l'altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.” Katie pareva seriamente divertita.

“Ma tu dovevi vederlo, se escludiamo l'attentato alla mia colazione è stato un amore...” le rispose Meli con aria sognante.

“Si immagino, se ti ha colpito così tanto sarà stato senz'altro donna inside o con pesanti tendenze allo slash.” rise l'altra di gusto.

“Non capisci proprio niente!” la rimbeccò.

“E' la pura verità, ogni volta che definisci un ragazzo un amore, o è uomo solo per gli attributi oppure ha pesantissime tendenze allo slash.”

“Bill non è uomo solo per gli attributi .” sbuffò Meli, ben sapendo che il riferimento alla donna inside era tutto per il frontman di uno dei suoi gruppi preferiti, i Tokio Hotel.

“Bill è entrambe le cose perché ha anche tendenze potenti allo slash.” osservò serissima Katie.

“Sarà stato uomo quella sottospecie di coso di cui ti eri invaghita l'estate scorsa in Italia.” borbottò Meli ricordando la loro disastrosa vacanza in Italia, nella quale la cosa più carina che era loro capitata era stato un concerto di un gruppetto di indigeni locali piuttosto bravi, del cui bassista Katie si era abbondantemente invaghita.

“Non cambiare discorso! Quindi stasera ci dobbiamo affidare a degli sconosciuti capeggiati da questa tua nuova fiamma potenzialmente donna inside e potenzialmente slash?”

“Non è nessuna delle due cose, e soprattutto non è una mia nuova fiamma! Ho solo detto che è stato un tesoro.”

“Bah, vedremo stasera. Non vedo l'ora, poi altro che locale, questi come minimo ci portano al gay kino!” ridacchiò.

Meli rinunciò a controbattere, tanto sapeva benissimo che con Katie era un'impresa persa tentare di averla vinta a parole.

******

“Fortuna che non è la tua nuova fiamma! - esclamò Katie mentre salivano le scale della stazione della metro di Reeperbahn – guarda che trucco perfetto che hai addosso! Per non parlare della gonna!”

“E' una serata come tante altre, non è che devo uscire di casa sbattuta solo per dimostrarti che non è come credi!”

“La gonna!” ribadì Katie che ben sapeva che Melina e le gonne erano due realtà incompatibili.

“E allora? Tu invece, guardati! Ti sembra il caso?” chiese indicando la felpa della tuta e i jeans che la ragazza indossava.

“Mi sarei dovuta mettere in tiro per andare al gay kino?” le chiese con aria di sufficienza e Meli non ebbe il tempo di replicare perché sbucarono in superficie trovandosi Linke di fronte.

“Che bello, siete venute davvero!” le accolse nel suo inglese impeccabile.

“Perfetto, ci mancava giusto che si mettesse a fare il saccente.” bofonchiò Katie sopprimendo a stento una risata.

Note: Premetto che è la prima Panik fic che scrivo, e che è qualcosa come un anno che vorrei scriverne una ma non ci riesco. Solo che ora che la Panik addiction ha preso pure la cicci e il porro mi sono ritrovata praticamente costretta ç_ç

Ringrazio la cicci per avermi aiutato a mettere insieme una trama (o quantomeno un inizio di trama e la minaccia di non parlarmi a vita se il personaggio a lei ispirato finiva con T:mo xD), e ringrazio il porro per la solita betatura e per il titolo (e io povera stolta che pensavo stesse componendo poesie per la sua stupida nazionale, invece no, mi stava procacciando titoli xD).

Ora qualche nota alla comprensione di questo capitolo per chi non è mai stato ad Amburgo: St.Pauli è il quartiere a luci rosse, e c'è tutta una strada principale che va dalla fermata della metro di St.Pauli a quella di Reeperbahn in cui ci sono praticamente solo ed esclusivamente sexy shop, videonoleggi porno, negozi molto bondage, cinema porno e cinema gay (i gay kino per l'appunto) e roba simile. Nel mezzo c'è anche il citato Docks che è un locale in cui fanno spesso concerti di un certo rilievo (ad aprile ci hanno suonato anche i Simple Plan) e pub e locali normalissimi (il problema è che devi scavare tanto per scovarli xD). Il Golden Puden Club esiste veramente ed è per l'appunto uno di questi ^^ La condomerie esiste veramente pure quella, ed è veramente vicino al Docks, se sia veramente ciò che dice il nome non l'ho appurato con mano ma, vedendo il posto dove è messa non lo escluderei per niente xD

Passiamo a Melina. Lei è davvero tanto Starbucks addicted esattamente come me [con la differenza che lei abita ad Amburgo e c'è uno Starbucks ogni due incroci in centro, mentre io abito qua e mi attacco al tram ù_ù]. The Starbucks way is the waaaay!

La disquisizione su Bill e sui ragazzi che piacciono tendenzialmente a Meli credo non sia altro che la trasposizione dei discorsi quotidiani fra me e la cicci ahah xD

Bene… credo di aver detto tutto il necessario!

Spero gradiate questo primo capitolo e ovviamente i commenti non possono farmi che piacere ^_^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Somebody Out There

2.

“Dov'è finito Linke?” stava chiedendo Neely mentre osservava con aria critica la lista dei cocktail.

“E' andato a prendere le sue nuove conquiste alla fermata della metro.” le ricordò Timo.

“Giusto... e Jan?“

“In ritardo e Franky non c'è perché aveva una sottospecie di cena di famiglia.” Timo prevenne la terza domanda lasciandola indispettita.

“Ma Linke si è fatto risucchiare da qualche buco nero nella metro?” chiese un ragazzo con dei capelli piuttosto lunghi e biondi, seduto di fianco a loro.

“Ovunque sia farebbe meglio a tornare in fretta, io voglio ordinare e iniziare ad affogare i miei dispiaceri nell'alcol.” fece Neely.

“Quali dispiaceri?” le chiese Timo.

“Franky.” mugugnò lei.

“Se volevi a tutti i costi che Franky ci fosse mi spieghi perché non gliel'hai detto?” osservò molto praticamente il ragazzo biondo.

“Saggio Juri! – esclamò Timo – non gliel'ha detto perché sia mai che lei prenda l'iniziativa in qualcosa che riguarda Franky, deve lasciar scorrere passivamente gli eventi per poi passare le serate ad assillarci con le sue lamentele.” sospirò.

“Sonnenschein cuciti la bocca!” lo ammonì lei con uno sguardo killer mentre Juri scoppiava a ridere.

“In ogni caso gradirei che Linke e le sue amiche arrivassero in fretta, ho una certa sete anch'io.” sentenziò il biondino.

******

“Guarda che puoi parlarmi in tedesco, non è che vivo ad Amburgo da tre anni e non l'ho ancora imparato.”

Melina diede uno strattone all'amica a quella sua uscita, lanciandole un'occhiata carica di minacce inespresse mentre Linke se ne usciva con una risatina nervosa e biascicava un “ok” poco convinto.

“Sta solo cercando si essere carino!” la sgridò Meli quando lui fu un paio di passi di fronte a loro.

“Ok, non c'è bisogno di scaldarsi tanto! Comunque che strano, non sembra particolarmente slash e non ha alcuna tendenza femminile intrinseca al suo essere.” borbotto Katie ridacchiando.

“Vuoi smetterla con quella storia?”

“Non è colpa mia se hai il lanternino per certe cose... stavolta ha fatto cilecca!” persistette lei divertita.

“Ecco, quello è il Golden! – le interruppe Linke voltandosi verso di loro e indicando un pub dall'altra parte della strada – Juri,Timo e Neely ci aspettano dentro.” aggiunse.

“Timo? Che razza di nome è Timo?!” non riuscì a trattenersi Katie.

“Che razza di nome sarebbe Katie?!” la rimbeccò Meli.

“Ha parlato Melina .”

“Stasera sei proprio irritante!”

“Macché, mi sto divertendo! Pensa, dopo l'essere saccente faremo anche la conoscenza di Timo .”

“E' troppo chiedere di darti un contegno? Guarda quanto è carino Linke, vedi di non imbarazzarlo di fronte ai suoi amici poverino.”

“Solo tu puoi trovarlo carino” le rispose Katie facendo intendere che non aveva alcuna intenzione di smettere di palesare al mondo i suoi pensieri.

Melina sospirò mentre Linke faceva il gran signore ignorando le frecciatine di Katie e le introduceva dentro al locale.

“Ecco quello è il nostro tavolo. - disse loro indicando un tavolo piuttosto piccolo vicino a una parete, al quale erano seduti due ragazzi e una ragazza – mi sa che staremo un po' stretti.”

“Meliiii, guarda Timo!!!” Katie ignorò completamente l'osservazione di Linke circa la capienza del tavolo, mettendosi a strattonare il braccio di Meli e indicandole un ragazzo con addosso un cappellino.

“Come fai a dire che quello è Timo? Magari è il biondo!”

“No no, il biondo sembra una persona per bene, Timo è per forza il tizio col cappellino!” pareva seriamente divertita mentre Meli le faceva notare che aveva deciso lei a tavolino che il ragazzo di nome Timo non fosse una persona per bene.

“Si, quello è Timo, il biondo è Juri.” spiegò Linke mentre si dirigevano al tavolo.

“Te l'avevo dettooooo!” gioì Katie e Meli sospirò.

“Ringrazia che Linke sia così dabbene, una qualunque altra persona di avrebbe già mandata a quel paese diretta.” le fece notare.

“Ok Meli... tenterò di darmi un contegno ma non puoi pretendere che non rida in faccia a Timo, almeno questo concedimelo.” Katie si stava soffocando nelle sue stesse risate e Meli alzò gli occhi al cielo incredula di come l'amica avesse eletto questo Timo a suo nuovo gioppino personale così, sulla fiducia.

******

Erano seduti da circa un'ora e mezza, avevano fatto le presentazioni di rito e ordinato da bere e ora stavano socializzando fra loro che era un piacere.

Katie aveva scoperto in Juri un ragazzo decisamente interessante e, tempo cinque minuti da quando si erano sedute, aveva lasciato perdere il povero Timo, con sommo sollievo di Meli.

Quest'ultima dal canto suo aveva una stima di Linke in crescita costante e trovava Timo veramente simpatico, così come Neely, e stava legando alla grandissima con loro. Al momento Neely si stava lamentando con lei perché un certo Franky aveva deciso di bidonarli per una cena di famiglia.

“Insomma – stava dicendo – i suoi parenti li vede quanto e quando vuole, non può perdersi le esperienze mistiche che solo St.Pauli sa offrire!”

“Altro che esperienze mistiche!” commentò Meli quasi strozzandosi con la sua vodka.

“Oh ma tu probabilmente non lo sai!!! Hai presente il Docks?” Neely si era improvvisamente illuminata.

“Si.”

“Ecco la vicino c'è un posto chiamato “condomerie” chissà cosa vendono.”

Meli scoppiò a ridere mentre Linke scrollava la testa incredulo.

“Una volta ho cercato di convincere David ad entrarci per tastare con mano se le nostre ipotesi fossero fondate ma sto cretino si è rifiutato borbottando strane cose sulla sua dignità virile.” proseguì Neely incurante delle facce di Linke.

“Chi è David?” chiese Meli.

“Il migliore amico di questo tizio qua.” biascicò Neely indicando Timo, mentre l'alcol stava decisamente prendendo il sopravvento su di lei.

“Ora ce l'hai anche con David?” sogghignò Timo.

“Se fosse venuto anche Franky sarebbe venuto.” decretò lei.

“Non penso proprio...”

“Ti dico di siiiiiii! Sarebbe stato l'unico a mancare e si sarebbe sentito escluso, così sarebbe venuto!” mentre esponeva questa sua teoria Neely si lasciò completamente andare addosso a Timo, che la sorresse passandole un braccio intorno al collo e abbracciandola.

“Manca anche Jan.” fece notare Linke.

“A proposito di Jan! Lui si che doveva venire, che fine ha fatto?” chiese Timo, tutto a un tratto preoccupato.

“Timooooo! Fai venire il Bonk e digli di portarsi anche Franky!!!” piagnucolò Neely.

Il Bonk è David. - Linke pensò subito a ragguagliare Melina – Meli andiamocene a un altro tavolo, qua sta degenerando.” ridacchiò alzandosi e invitando la ragazza a sedersi con lui due tavoli più in la.

“Ma siamo gli unici due ancora pseudo sobri?” chiese lei ridendo mentre si sedeva.

“No, credo che anche la tua amica e Juri lo siano. - rispose indicando i due che si erano appartati in un altro tavolino e stavano piacevolmente chiacchierando su un argomento non meglio precisato. – ma dimmi un po', come vi siete conosciute?” chiese poi.

“Io e Katie? E' stato circa tre anni fa... io ero in piena crisi per l'esame di inglese e lei era appena arrivata qua in erasmus e non capiva mezza parola di tedesco. Avevamo dato entrambe la disponibilità ad uno scambio e ci hanno accoppiate.”

“Uno scambio?” chiese lui scettico.

“Si, in facoltà c'è questo servizio che è molto utile sia per gli studenti stranieri che per noi! Praticamente tu dici qual è la tua lingua madre e in quale lingua hai bisogno di aiuto e dai la tua disponibilità per passare qualche ora a settimana ad aiutare qualcuno che ha bisogno di imparare meglio la tua lingua ed in cambio ti aiuta con la sua... non so se hai capito...” assunse a sua volta un'espressione scettica.

“Si, si ho capito – le sorrise lui – vi hanno messe insieme e poi avete legato suppongo.”

“Si tantissimo! Alla fine lei si è anche affezionata tanto a questa città e ha deciso di rimanerci in pianta stabile.”

Dei rumori strani distolsero la loro attenzione dalla conversazione e si voltarono giusto in tempo per vedere Timo che si alzava e accompagnava di corsa Neely in bagno.

“Troppo alcol.” sospirò Linke e Meli rivolse un sorriso supportivo verso i due che si allontanavano.

“E tu che fai tanto il ragazzo per bene invece?” lo stuzzicò poi.

“Io sono un ragazzo per bene!” puntualizzò lui facendola ridere per il tono con il quale l'aveva detto.

“Forse è il caso che vada a vedere come sta Neely.” disse poi vedendo che Timo e la ragazza non rispuntavano.

“Ha solo bevuto troppo, tranquilla!” la rassicurò Linke e due minuti dopo i ragazzi sbucarono dal bagno e Timo andò prima da Juri e Katie e poi da loro.

“Ragazzi scusate, Neely si sente poco bene, la accompagno a casa.”

“Ok.” Linke fece un cenno di saluto imitato da Meli e ricambiato flebilmente da Neely che aveva raggiunto Timo.

“Non va sempre così... di solito le sbornie tristi non esistono se c'è Franky.” spiegò a Meli non appena gli altri due uscirono dal locale.

“Questo Franky deve proprio essere un rubacuori!” commentò lei.

“No, ma di sicuro è l'unico oggetto del desiderio di Neely.” ridacchiò.

Andarono avanti un altro po' a chiacchierare del più e del meno, scoprendo di provare parecchio piacere dalla reciproca compagnia.

******

“Hai accettato di uscire di nuovo anche domani?” Katie pareva allibita alla notizia.

“Si, Linke è stato così carino. a propormelo! Credo ci sia ancora Juri per cui sarai felice anche tu.” le rispose Melina mentre camminavano per una Amburgo deserta data l'ora tarda.

“Perché tiri in ballo Juri?”

“Dai, te lo sei monopolizzato per tutta la serata!”

“Per forza, era l'unico a modo!”

“Erano tutti a modo...” le fece notare Meli.

“Si certo, soprattutto Timo.” disse scoppiando a ridere.

“Ma poverino! Guarda che è simpaticissimo!!!”

“Scusa ma io uno che si chiama Timo non riesco proprio a prenderlo sul serio.”

“Sei senza speranza... comunque non gli ho proprio detto di si per domani, ho detto che ne parlavo anche con te e poi gli facevamo sapere.”

“Ma si dai, se poi c'è anche Timo almeno ridiamo un po'.”

“Smettila, povero Timo!!!”

“Dove ci troviamo? - A quella domanda Meli si fermò di scatto – non dirmi che non vi siete messi d'accordo?”

“No... ma tanto dobbiamo sentirci anche per la conferma per cui...” le disse mentre riprendevano a camminare.

“Ok allora mandagli un messaggio, almeno so cosa mi aspetta!”

“Ehm... – Meli si blocco di nuovo – temo di non avere il suo numero.”

“Oh perfetto! L'essere saccente non è nemmeno in grado di abbordare la gente come si deve!” fu la risposta laconica di Katie.

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NOTE: Un ringraziamento speciale alla mia porrina e la mia cicci che mi stanno sostenendo [pure con troppa foga xD] nella scrittura di questa fic. Tuttosommato mi sto divertendo a scriverla, forse perchè dentro ci sono così tanti riferimenti reali che mi fa ridere solo rileggerla per correggere eventuali errori, non so xD

Ringrazio anche tutti quelli che hanno letto il primo capitolo e l'hanno apprezzato ^_^ Spero possa piacervi anche il secondo, e i commenti sono sempre graditi ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Somebody Out There

3.

La mattina seguente Meli si svegliò con addosso una sensazione orribile, come se si fosse scordata di fare qualcosa di vitale importanza ma non le era ben chiaro cosa. Si alzò e andò a fare colazione e, proprio mentre si versava il latte nella tazza, ebbe la rivelazione.

“La tesina!!!”

Guardò in preda al panico l'orologio, le otto e mezza... non ce l'avrebbe mai fatta a mettere insieme una quindicina di pagine di sproloqui su Buz Lurhman entro le dieci, non le rimaneva che sperare che il professore fosse magnanimo e le concedesse qualche altro giorno per la consegna. Oppure poteva darsi malata e semplicemente andare a dargliela a ricevimento il lunedì seguente.

Si, avrebbe fatto così, era la soluzione più indolore.

Tornò a concentrare la sua attenzione sulla tazza di fronte a lei quando le suonò il telefono.

“Meli credo di amare Chri.” fu ciò che si sentì dire da Katie non appena rispose.

“Chi sarebbe Chri?” le chiese di rimando, molto scettica.

“LINKEEEEE!” urlò l'altra e alla mente di Meli si riaffaccio vagamente il ricordo del fatto che il nome di Linke fosse Christian.

“Ma se fino a stanotte non facevi che insultarlo!”

“Si ma prima stavo cercando una maniera per dire ai ragazzi che stasera ci siamo e poi mi è venuto in mente che conoscendo il nome intero di Chri magari lo trovavo su myspace, così mi so-“

“Ti sei connessa alle otto di mattina solo per cercare il myspace di Linke?!”

“Non mi interrompere! Dicevo... ho cercato Christian Linke su myspace e indovina? Ha uno space music! Incuriosita al massimo l'ho aperto e ho scoperto che canta!!! Ha fatto un po' di cover, quella di Wake me up when september ends è stupenda! Ha una voce... cucciolo mio. Hey ci sei ancora?”

“Si...” ripose Meli, incredula.

“Meli, devi assolutamente trovare un modo per rintracciarlo!!! Stasera lo voglio vedere per fargli i complimenti!!!”

“Ok...” sospirò lei chiedendosi come poteva rintracciare un ragazzo nell'immensità di Amburgo, sempre ammesso che lui abitasse in città.

“Applicati! Ci sentiamo più tardi e in bocca al lupo per la tesina!”

Non ebbe modo di dirle che la tesina in questione era inesistente perché Katie riappese il telefono senza aspettare risposta, probabilmente pensando che lei fosse già uscita di casa a cercare il suo amato Chri .

******

Vagava per le strade del centro senza una metà ben precisa, era stata costretta ad uscire di casa piuttosto presto per far credere ai suoi genitori che stava andando a lezione ma il mal di testa post sbornia era troppo forte per poter anche solo pensare di andarci veramente ad appesantirsi ulteriormente la testa con le chiacchiere senza fine dei professori.

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovò di fronte al negozio della Ecko e le venne un magone assurdo all'idea che sia il suo chitarrista preferito che Franky, facevano abitualmente shopping la dentro. Le coincidenze della vita...

“Neely?” la voce che la chiamava la risvegliò dai suoi pensieri e si voltò per vedere chi fosse.

“Melina? Sei Melina vero?! La ragazza di Linke...” buttò lì sperando di non aver sbagliato il nome.

“Si, cioè... non sono la ragazza di Linke!” obiettò Meli e Neely scoppiò a ridere.

“Cosa fai di bello da queste parti?”

“Avevo bisogno di una dose potente di caffeina – le rispose mostrandole il bicchiere targato Starbucks che aveva in mano – risveglio infelice, tu?”

“Io sto bigiando lezione, non sono proprio in vena stamattina.”

“Beh siamo in due allora.”

Le due ragazze si sorrisero e presero a camminare lungo la via chiacchierando del più e del meno. Neely era felice di aver trovato un po' di compagnia per passare la mattinata e Meli dal canto suo non riusciva a credere alla propria fortuna: non aveva trovato Linke ma sicuramente Neely avrebbe potuto darle tutte le coordinate per quella sera.

“Cosa ci facevi impalata fuori dal negozio della Ecko?” le chiese, più per fare conversazione che per reale interesse.

“A Franky piace. – le spiegò – e non solo a lui...” aggiunse guardandosi in giro come se da un momento all'altro uno degli oggetti del suo desiderio potesse materializzarsi dal nulla di fronte a lei.

“Uh.” commentò Meli scettica, non molto sicura di avere il diritto di farle il terzo grado a riguardo.

“Tom... Tom Kaulitz, e ora mi prenderai per scema.” sospirò Neely rispondendo spontaneamente alla domanda inespressa.

“Ti piacciono i Tokio Hotel?” le chiese sgranando gli occhi.

“Già, per favore evita commentini, ci pensano già a sufficienza Timo e il Bonk.” le disse rassegnata.

“Io adoro i Tokio.” le sorrise Meli.

“Sul serio?!” ora fu il turno di Neely di sgranare gli occhi.

“Si, e ho Katie che mi carica pesantemente dalla mattina alla sera.”

Le due si lanciarono uno sguardo d'intesa prima di scoppiare entrambe a ridere, felici di aver già trovato un punto in comune.

Vagarono un altro po' parlando di tutto e niente, quando il cellulare di Meli squillò e lei rispose.

“Allora hai trovato Chri?” le chiese Katie.

“Hai una vaga idea di quanto sia grande Amburgo?!” le chiese la ragazza.

“Si ma ho anche un'idea tutt'altro che vaga di quanto canta bene! Mi sono scaricata le canzoni dal myspace e le ho messe sul lettore mp3, pensa ho dovuto cancellare qualche canzone dei McFly per le sue.”

Meli alzò gli occhi al cielo incredula, le addiction fulminanti di Katie erano per l'appunto... fulminanti... per lei e chiunque avesse la sfiga di trovarsi nei paraggi.

“Cercatelo da sola il tuo Chri .” le disse, omettendo il dettaglio che in compenso aveva trovato Neely.

“Sei proprio stronza! Vedi di trovarmelo entro stasera, sono in crisi di astinenza potentissima!”

“Ma se ieri sera ce l'hai avuto a due passi per ore e non hai fatto che ignorarlo o trattarlo male?! Poverino, chissà come ci è rimasto male!”

“Sono stata stoltissima, come potevo immaginare che avesse dei talenti nascosti? L'ho proprio rivalutato, è dolcissimo.”

“Ci sentiamo dopo Kat...” tagliò corto Meli alla quale non sembrava carino stare al telefono mentre era in giro con Neely.

“Scusa” le disse non appena riappese.

“Figurati, era la tua amica di ieri sera?”

“Si, e no, non sta con Juri.” disse prevenendola.

“Oh peccato! Credo che abbiano seriamente bisogno di una ragazza tutti quanti quegli scemi.”

“Soprattutto il famoso Franky immagino.” ridacchiò.

“Oh lui più di tutti! E' davvero sprecato da single!” rispose Neely con aria convinta.

“Tu dovresti stare con Timo.” disse invece Meli tutta seria.

“Come?! Tu sei fuori!!! Io e Timo?! Non esiste proprio!!!” pareva sconvolta.

“State bene insieme.” rise Meli.

“Starei molto meglio con Franky, fidati! – si mise a scavare nella borsa finché non trovò il portafoglio, dal quale estrasse una foto – ecco, guardalo. Non è un amore?”

“Questo sarebbe Franky?” le chiese prendendo in mano la foto.

“Proprio lui!”

“E'...”

“Stupendo.”

“Come dici tu...” le concesse Meli che si era fermata in tempo dal dire bruttino .

“Spero che torni presto in città, non capisco quali affari di famiglia lo trattengano a fare l'eremita!”

“Non abita ad Amburgo?”

“No, cioè... si, ha un appartamento con gli altri ragazzi qui, ma la sua famiglia non vive qui.”

“E tu abiti con loro?”

“No, io abito con i miei. Se abitassi con loro farei la sguattera, non l'amica.” borbottò.

“Non so perché ma ero convinta abitassi con Timo.” disse pensosamente Meli.

“Non c'è niente fra me e Timo. - sottolineò Neely – tu invece? Abiti qui in città?”

“Si, ad Altona.”

“Con Katie?”

“No, lei ha una stanza all'interno del campus, le conviene visto che lavora solo part-time ed è ancora studentessa. Io abito con i miei, sulla carta almeno...”

“Cioè?”

“Mio papà ha avuto una proposta di lavoro interessante a Berlino qualche mese fa e l'azienda gli ha anche trovato un appartamentino molto carino in centro. Mia mamma passa più tempo li con lui che non qua.”

“Beata te! Praticamente vivi da sola!”

“Più o meno. Ma di un po', che fai di bello stasera?” le chiese d'un tratto, ricordandosi di Katie e del suo bisogno vitale di vedere Linke. Senza contare che anche a lei avrebbe fatto davvero piacere rivederlo...

“Non ne ho idea, credo di aver voglia di cinema. Magari chiedo a Timo e al Bonk se hanno voglia di venire. – rifletté – vuoi unirti a noi?”

“No grazie, ho già un impegno...” le rispose mentre si rendeva conto che qualcosa non quadrava. Lei aveva dato per scontato che l'invito di Linke fosse esattamente come quello della sera prima, con tutti i suoi amici presenti, ma ora Neely si era appena autoesclusa escludendo anche Timo e il ragazzo che anche la sera prima era assente.

Che quello di Linke non fosse propriamente un invito ad una serata fra amici?

E se non fosse stata inclusa nemmeno Katie nel pacchetto?

******

Meli non se l'era sentita di chiedere a Neely il numero di Linke: dopo aver passato tutta la mattina con lei e aver anche pranzato insieme, le si era affezionata quanto bastava da non voler assolutamente che lei potesse pensare che l'unica ragione per la quale si era prestata a farle compagnia, fosse per l'appunto Linke. In compenso loro si erano scambiate i numeri e alla fine Meli aveva accettato di andare al cinema con lei, Timo e il tipo che Neely chiamava il Bonk , tanto se non reperiva Linke la sua serata era assolutamente libera.

Nel pomeriggio tentò di mettere insieme qualcosa per la tesina, ma aveva troppi pensieri che le affollavano la mente. Pensava a Linke, pensava che anche lei avrebbe voluto tanto rivederlo, pensava che nonostante la scarsa conoscenza le mancava e che le dava fastidio l'improvviso interessamento di Katie. Probabilmente si sarebbe potuto rivelare un buon amico, magari qualcosa di più, chissà. Si ritrovò ad accendere il computer e andare a cercare su myspace ciò che Katie le aveva detto di aver trovato e dopo aver sentito un paio delle canzoni che aveva caricate, si buttò sul letto.

“Grazie Chri per avermi fatto deprimere.” borbottò mentre tastava con mano, o per meglio dire orecchio, quanto bravo fosse il ragazzo. Alla luce di questo iniziava a capire anche il cambio completo di opinione che aveva avuto Katie e fortuna che aveva accettato l'invito di Neely o quella a venire sarebbe stata la serata amburghese della depressione, quantomeno in camera sua.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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4.

Neely sbuffò per la centesima volta guardando l'orologio.

“Dai, vedrai che arrivano a momenti!” le disse incoraggiante Meli.

“Mancano si e no dieci minuti all'inizio del film, film che hanno scelto loro, così come il cinema. E si da il caso che questo cinema in rovina non abbia i posti numerati, sai che significa? Che sarà un miracolo se non ci ritroviamo seduti ai quattro capi opposti della sala!” ribatté Neely, sul piede di guerra più che mai.

Meli diede un'occhiata alla costruzione semifatiscente che avevano alle spalle e si chiese dove fossero riusciti a scovare quel cinema Timo e quell'altro. Stava per fare un commento in proposito quando vide per l'appunto Timo sbucare in fondo alla strada, accompagnato da un ragazzo che sembrava più uno sfollato che non il presunto migliore amico di Timo.

“Eccoli.” fece notare a Neely che subito si girò e iniziò a inveire sui due.

“Ma sapete che ore sono?! E fortuna che dovevamo trovarci tre quarti d'ora fa!”

“Dai Nee non essere pignola! – la apostrofò Timo – Davii non riusciva a scegliere l'outfit.” aggiunse mentre Meli si chiedeva come potesse stare in piedi una scusante del genere, dato che era ovvio che il ragazzo si era messo addosso le prime tre cose che aveva trovato, che ovviamente fra di loro c'entravano gran poco... Per non parlare dei capelli, completamente spettinati e anche quel tantino mancanti di shampoo da tempo indefinito.

“Uh ciao Melina! Ti chiami così vero?” Timo si era rivolto a lei distogliendola dall'esame ai raggi x che stava facendo su David.

“Ovvio che si chiama Melina, quante volte si deve presentare prima che ti entri in testa?” si intromise Neely, più arrabbiata che mai.

“Hey sta calma!”

“Calma un corno! Entriamo o il film inizia e finisce senza di noi...”

“Almeno falli presentare!” le disse Timo indicando David e Meli.

“Meli, lui è il Bonk. Bonk lei è Meli.” fece sbrigativamente Neely mentre prendeva a braccetto Timo e lo trascinava dentro al cinema.

“Piacere.” disse Meli rivolta al Bonk e lui le rispose con un cenno della testa, senza nemmeno accennare a levarsi le mani dalle tasche. Infine si decisero anche loro due ad entrare, con Meli che si domandava come le fosse venuto in mente di barattare una potenziale serata potenzialmente sola con Linke con... il Bonk .

“Oh eccovi! - esclamò Neely andando loro incontro con in mano dei biglietti. – eccovi i vostri biglietti, ci arrangiamo dopo coi soldi.” disse porgendo il suo a Meli.

“Grazie.”

“Anzi... Bonkino, forse tu è meglio se me li ridai subito o so come va a finire.” lo fulminò con lo sguardo mentre lui sbuffava tirando fuori un portafoglio messo peggio dei suoi capelli da una delle tasche dei jeans.

Non appena terminarono la formalità economica, entrarono in sala, solo per realizzare che le previsioni di Neely erano quanto mai veritiere, non c'erano quattro posti vicini nemmeno a pagarli oro.

“Li ci sono due posti!” esclamò Timo indicando due poltroncine attigue in una delle file più in alto. Senza pensarci due volte Neely ci si fiondò sopra, sempre tirandosi dietro Timo. Una volta accomodata si rese però conto che non poteva lasciare Meli a sedersi da sola dopo che era stata lei ad invitarla e stava per rimediare quando vide David indicare qualcosa alla ragazza e poi i due avviarsi insieme verso le file più basse.

“Wow, ci verrà il torcicollo.” bofonchiò David non appena si furono seduti in due posti nella fila più bassa e vicina al maxischermo, aprendo bocca per la prima volta da quando aveva fatto la sua comparsa.

“Se vuoi ci sono dei posti più su...” gli fece notare Meli indicando dietro di loro e lui si voltò per prendere visione della situazione.

“Ma sono tutti singoli! Mica ti posso lasciare a vedere il film da sola! Se non altro saremo compagni di torcicollo alla fine.” le sorrise e quel sorriso spazzò via dal suo viso il broncio che c'era dipinto fino a due secondi prima, illuminandolo tutto. Probabilmente non era poi tanto male questo Bonk...

La sala si oscurò e poco dopo iniziò il film – Jumper – senza nessuna irritante promozione pubblicitaria ad introdurlo, forse l'unico pro di un cinema cadente come quello.

Dopo circa venti minuti di film avvertì David muoversi vicino a lei e due secondi dopo sentì il suo fiato sulla guancia.

“Mi spieghi che cos'ha di tanto bello quel Chriscoso? - le chiese all'orecchio – ci sbavano tutte dietro!”

“Christensen, Hayden Christensen...” lo corresse lei ridendo.

“Si va beh... cos'ha di bello? Ti giuro che non capisco.” le disse avvicinandosi ancora di più e Meli ebbe modo di accorgersi che profumava di buono in una maniera assurda. Non era nemmeno odore di un profumo particolare, era proprio il suo profumo.

“Ha tutto di bello.” gli rispose mentre inconsapevolmente gli si avvicinava a sua volta, cercando di autoconvincersi che lo faceva solo per non disturbare gli altri con le loro chiacchiere, ma in realtà attirata da quel profumo. Le loro guance si sfiorarono ma lui non parve farci troppo caso e si lanciò in tutta una serie di commenti irriverenti su Christensen ai quali lei rispondeva per le rime con sempre meno convinzione.

******

“Ma quanto è figooooo!”

“Neely contieniti.” le disse Timo, incapace di stare serio.

“Non è colpa mia se Hayden è così figo.” osservò lei appoggiando la testa sulla spalla dell'amico nella ricerca di una migliore prospettiva per osservare lo schermo.

“E' un cesso, io sono mille volte meglio.”

“Se, ti piacerebbe Sonnenschein!” replicò dandogli una sberla amichevole sulla guancia.

“In ogni caso smettila di sbavare su di me per quel coso!” le disse allontanandole il viso dalla spalla ma allo stesso tempo prendendola sottobraccio.

“Sbavo quanto mi pare! - disse lei rialzandosi un poco – ma! Quei due che stanno combinando?” chiese notando Meli e David un bel po' di file sotto di loro.

“Hai capito il Bonk! - esclamò Timo sporgendosi al di sopra della testa di chi gli stava davanti. – guardaliiii! Ancora un po' e si baciano!” disse con un tono alto quanto bastava per valergli le lamentele di chi gli stava intorno.

“Ma si conoscono si e no da un'ora!” se ne uscì Neely con un tono ancora più alto.

“Ah no, non si stanno baciando, sono solo vicinissimi... credo stiano parlando.”

“Di cosa?”

“Ti pare che io abbia l'udito alla Clark Kent?”

“Sviluppalo! Voglio sapere che si stanno dicendo!”

“Staranno commentando il film.”

“Ma guardali, sono appiccicati!”

“E fortuna che David non voleva nemmeno venire!”

“Davvero?”

“Certo, perché credi che siamo arrivati così tardi? L'ho dovuto letteralmente trascinare fuori casa.”

I mormorii di disapprovazione per le loro chiacchiere si stavano intensificando ma loro non parvero farci caso.

“Voglio proprio vedere la faccia di Linke quando scoprirà che il Bonk gli sta soffiando la ragazza.”

“Non credo che Linke sia interessato in quel senso...”

“Ma non l'hai visto ieri sera?”

“Si l'ho visto, fatto sta che stasera è uscito con l'inglesina.”

“COME?!”

Non ebbero modo di proseguire il giro di pettegolezzi perché un addetto del cinema li prese quasi di peso sbattendoli fuori dalla sala.

******

Katie sedeva allo stesso identico tavolino della sera prima, con Linke, Juri e una new entry – Jan – il ragazzo che il giorno precedente aveva dato buca e che si stava rivelando uno dei più simpatici del gruppo. Le venne da sorridere a pensare a come si era ritrovata li... quel pomeriggio si era decisa ad aggiungere Linke fra i friends su myspace e il caso aveva voluto che lui si connettesse poco dopo, addandola e contattandola al volo. Era parso leggermente deluso quando lei gli aveva detto di essere sola perché Melina aveva trovato altro da fare e lei si era anche offerta di chiamarla dato che comunque doveva uscire con degli amici di Linke e si sarebbe potuta organizzare una mega uscita comunitaria, ma lui le aveva detto che andava bene anche così e che non voleva rovinare i programmi della serata ne a Meli ne tantomeno a Neely, Timo e David.

E ora tutti insieme si stavano divertendo tantissimo. Linke aveva ripreso a fare il saccente parlandole in inglese ma, a differenza della sera prima, la cosa invece di infastidirla le procurava un certo piacere dato che era indice di quanto premuroso fosse il ragazzo.

“Ho ascoltato le tue canzoni sul tuo space, sei davvero bravo!” gli disse ad un certo punto, omettendo il fatto che non aveva fatto altro per tutto il giorno.

“Grazie!” esclamò lui sinceramente grato.

“E' sprecato come bassista.” ridacchiò Jan scatenando la curiosità di Katie.

“Suoni il basso?!” chiese rivolta a Linke.

“Si abbiamo un gruppo.” le rispose lui indicando anche gli altri due comprendendoli.

“Davvero?”

“Io suono la batteria.” le disse Juri tutto fiero di se stesso.

“E io sono il dj del gruppo, sto al mixer.” aggiunse Jan.

“E tu canti anche?” chiese lei a Linke.

“No, cantano Timo e Franky e alla chitarra c'è David che suona anche la tastiera.” le spiegò il ragazzo.

“Franky è il tizio che continuava ad invocare Neely ieri sera?”

“Si, se si degna di tornare da noi prima o poi conoscerai anche lui.” rise Juri.

“Da voi?”

“Si, viviamo tutti insieme in un appartamento qua in centro.” le disse Linke.

“Un bilocale in sei, fatti i conti.” sghignazzò Jan e lei tentò di figurarsi le scene di vita quotidiana, tipo le lotte per il bagno, e non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.

“Mi sa che hai colto il punto.” Juri si unì alle risate.

La serata stava procedendo decisamente bene e lei si stava divertendo un sacco, soprattutto perché Linke non faceva che riempirla di attenzioni, tutto intento com'era a non farla sentire a disagio. Verso le undici fecero il loro ingresso nel locale Timo e Neely e le ci volle tutta la propria forza di volontà per non scoppiare di nuovo a ridere in faccia a Timo a priori e già la sua mente rimbombava della voce di Meli che le diceva cose tipo “Ma povero Timo, guarda che è simpaticissimo.”

“Ma voi non dovreste essere al cinema?” chiese Juri vedendoli.

“Ci hanno sbattuti fuori perché facevamo troppo casino.” gli rispose Neely divertita.

“E Meli e David dove sono?” chiese Linke guardando alle loro spalle senza vedere nessuno.

“Loro non sono stati sbattuti fuori, credo che non si siano nemmeno accorti che noi lo siamo stati.” lo informò Neely.

“Non c'erano posti vicini e loro due si sono seduti da un'altra parte, trovando modi molto meno chiassosi dei nostri per parlare per tutto il film.”

“Meno chiassosi e intimi.” aggiunse Neely con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

“Come come come?” l'interesse di Katie si era improvvisamente risvegliato, cosa stava combinando Meli?

“Quando ce ne siamo andati erano praticamente appiccicati, sembravano parecchio a loro agio insieme.”

“Non ci posso credere!” esclamò Katie, che già aveva messo in conto di sentirle su dall'amica per tutto il giorno seguente a causa della sua uscita con Linke.

“Almeno gli avete detto di raggiungervi qua dopo?” chiese Jan molto pragmaticamente.

“No... ma Davii capirà di sicuro dove siamo finiti.” decretò Timo.

“E avete lasciato sola Meli con David?” Linke pareva molto scettico.

“Si, perché?”

“Nemmeno si conoscono!”

“Fidati che si sono trovati alla grandissima fra di loro.” ridacchiò Neely.

“Altroché! E dire che appena si sono presentati sembrava dovessero saltarsi addosso e scannarsi, non avrei mai detto che avrebbero socializzato!” disse loro Timo.

“Io pensavo si fossero stati antipatici a pelle...” aggiunse Neely pensierosa.

E Katie si ritrovò a sorridere compiaciuta del fatto che Meli pareva avesse trovato qualcuno che la ispirasse più di Linke.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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5.

Melina si risvegliò sul divano, con una copertina avvolta intorno a se. Cercò di mettere a fuoco ciò che le stava attorno mentre faceva mente locale per capire come mai si fosse addormentata lì, quando la sua attenzione cadde su un post-it attaccato sul suo cellulare che stava appoggiato sul basso tavolino di vetro di fronte a lei.

“Scusa se me ne vado così ma ho degli impegni stamattina. Ti ho memorizzato nel cell il mio numero, chiamami quando ti svegli. David.”

Improvvisamente ricordò tutto e venne investita da un insolito calore: quando il film era finito non erano più riusciti a trovare Neely e Timo e, siccome avevano entrambi il cellulare spento e quindi non riuscivano a reperirli, avevano optato per farsi un giro in zona porto, giusto per passare il tempo. Alle tre passate erano ancora seduti su una panchina a parlare, del tutto ignari dell'ora oltremodo tarda e anche abbastanza dimentichi degli altri due che avevano iniziato la serata con loro. David aveva passato circa mezz'ora a convincerla di essere un pianista provetto e alla fine le aveva promesso di darle un saggio della propria bravura alla prima occasione. Le aveva raccontato che oltre al piano suonava anche la chitarra e che con gli altri ragazzi avevano messo in piedi una band che però non stava avendo molta fortuna nonostante tutti i loro sforzi. Le aveva anche detto di come fosse nata la sua amicizia con Timo e di come avessero condiviso praticamente ogni cosa fin dalla più tenera età. Poi era arrivato il suo turno: gli aveva detto di come i suoi genitori si fossero trasferiti più o meno in pianta stabile a Berlino, del fatto che continuava a frequentare l'università solo perché loro la ritenevano una questione di vita e di morte, della sua amicizia con Katie e di mille altre cose, si sentiva talmente a suo agio con lui che aveva finito col raccontargli anche tutte le sue disavventure sentimentali. Alla fine lui l'aveva riaccompagnata a casa e lei gli aveva offerto un letto per la notte perché le dispiaceva farlo tornare a casa tutto solo a quell'ora. Erano finiti col ripartire in quarta con le chiacchiere e l'addormentarsi insieme sul divano, dove lei si trovava ancora adesso.

Senza nemmeno pensarci afferrò il cellulare e scorse la rubrica, si era segnato come Davii , e lo chiamò.

“Buongiorno.” borbottò in un mezzo sbadiglio quando lui, al quarto squillo, rispose.

“Meli! Non dirmi che ti sei svegliata adesso.” lo sentì ridacchiare.

“Perché, che ore sono?”

“L'una e un quarto.”

“Scherzi vero?! - saltò su come una molla a controllare di persona – non è possibile!!!” piagnucolò.

“Avevi da fare?”

“Ho una tesina da consegnare... in realtà dovevo averla pronta ieri mattina ma ecco, sorvoliamo.”

“Su cosa?”

“Cinema...”

“Non dirmi che la fai su quel Christensen!” fece lui facendo finta di sentirsi offeso.

“No Buz Lurhman.”

“Ah ok.” le disse con aria scettica.

“Il regista di Moulin Rouge!”

“So chi è!”

“Non lo sapevi invece.”

“Lo sapevo eccome, quello di Moulin Rouge, no?” questa sua uscita fece scoppiare a ridere entrambi e poi proseguirono per qualche minuto a parlare del più e del meno, fino a che lei decretò che doveva assolutamente iniziare il suo compito – e possibilmente finirlo in tempo utile – e si salutarono.

Tempo dieci secondi e il cellulare le squillo, Katie.

“Hey ciao!” rispose.

“Mi manca un sacco.” le disse in tono lamentoso l'amica.

“Cosa?”

Chi casomai! Chri.”

“Eh?” fu il meglio che riuscì a formulare.

“Ieri sera è stato dolcissimo.”

“Ieri sera?” chiese sempre più confusa.

“Siamo usciti.”

“Cosa?!”

“Si, c'erano anche Juri e Jan, il tipo che non si era fatto vedere l'altroieri, e poi più tardi sono arrivati anche Timo e Neely, ma il mio Chri... è un amore!” disse con voce sognante.

“Capisco...” mormorò Meli mentre cercava di rimettere insieme i pezzi del puzzle.

“L'ho addato su myspace e poi abbiamo iniziato a chiacchierare via commenti.” la delucidò l'altra – è proprio un amore.”

“Smettila di tessere le sue lodi! Fino a 24 ore fa non lo sopportavi!” la rimbeccò.

“E' stato un errore di valutazione, a te non capita mai?” chiese l'altra acida.

“No, mai .” rispose con tono convinto mentre ripensava che non avrebbe dato mezzo centesimo di fiducia a David prima di parlargli.

“Si si, vallo a raccontare a qualcuno che non ti conosce! Comunque, tu e quel Bonk? A sentire Timo e Neely vi siete praticamente fatti al cinema!”

“Ma sei tutta scema! Non è successo proprio niente!”

“E dove siete spariti?”

“La domanda che mi pongo io è dove sono spariti quei due, dopo il cinema sono scomparsi!”

“Ah si, sono stati sbattuti fuori da quello che ho capito facevano troppo casino... Che avete fatto poi?”

“Niente, io a casa mia e lui sua.” tagliò corto Meli che non aveva voglia di battutine e insinuazioni, oltre che voleva tenersi quella splendida serata ancora un po' per se.

“Ah ok. Ora ti lascio, sia mai che Chri stia tentando di chiamarmi.” non aspettò nemmeno che Meli la salutasse che già aveva riappeso.

Melina rimase un attimo a fissare il cellulare divertita... Linke – anzi Chri – Juri e Jan, altro che serata da soli! Tutto sommato si ritrovò a sentirsi sollevata dal fatto che fosse stato un semplice fraintendimento anche perché, per quanto si fosse affezionata a Linke, al momento aveva tutt'altra persona per la testa.

******

“Come sarebbe a dire che nessuno vuole uscire stasera?” Franky pareva completamente allibito da quella rivelazione.

“Sono giorni che ci diamo alle uscite, non è colpa mia se tu avevi altro da fare.” lo liquidò Timo che stava armeggiando con la propria videocamera.

“Dai, dopo tre giorni passati coi miei è un dovere morale accompagnarmi fuori.”

“Chiedi al Bonk, ammesso che non voglia passare un'altra nottata a casa della sua nuova conquista.” sogghignò.

“Ti sei fatto una tipa?” Franky si rivolse incredulo a David che stava invece facendo zapping.

“Non mi sono fatta nessuna, ho solo dormito a casa sua perché era tardissimo.” rimase sul vago.

“A casa di una ragazza?!”

“Oh ma cosa volete?” David spense la tv andandosene, da quando era tornato a casa tutti a turno gli avevano fatto il terzo grado sulla serata appena passata ed era stufo di spiegare che non c'era stato nessun incontro ravvicinato del terzo o quarto tipo.

“Cosa mi sono perso?” chiese Franky, tornando a parlare con Timo e il ragazzo in breve lo aggiornò sulle due nuove amicizie che avevano fatto grazie a Linke che aveva fatto qualcosa di non meglio specificato a Meli da Starbucks.

In quel momento suonò il campanello e Jan sbucò da una delle due stanze andando ad aprire e facendo entrare Neely.

“Ciao a tutti, che combinate?” chiese lei entrando.

“Neely! Ti va di uscire stasera?” le chiese di getto Franky andandole incontro e lei rimase pietrificata.

Ovviamente non aveva ponderato l'ipotesi che il ragazzo fosse appena tornato e quindi non aveva fatto il training autogeno che le era necessario per stargli vicina senza iperventilare.

“F...F...Franky!”

“Dai Nee!”

“Ok!” accettò di getto, senza nemmeno lontanamente immaginarsi che gli altri avevano dato tutti buca.

“Grazie, sei un tesoro!!! - la abbracciò riconoscente – queste pappamolle non vogliono saperne di mettere il naso fuori casa.” aggiunse mentre Timo prendeva a ridacchiare.

“Sonnenschein! - scattò lei mentre Timo metteva a fuoco meglio la videocamera - non dirmi che stai riprendendo!!!”

“Dai Neely, fai un sorriso per i posteri, questo è un momento unico!” le disse in tono sfottitorio.

“Timooooo!!!” la ragazza lo raggiunse scaraventando la videocamera sul divano e iniziando a prenderlo a pugni mentre l'altro non riusciva a smettere di ridere e Franky li guardava senza comprendere il motivo di quella sottospecie di litigio.

“La smettete di fare casino, devo fare una telefonata!” si intromise David, rispuntando piuttosto irritato.

“Ciao Bonk.” gli disse Neely senza nemmeno guardarlo, troppo impegnata com'era a picchiare Timo.

“Neely, le tue lotte corpo a corpo con Timo valle a fare da qualche altra parte, se volete vi presto il mio letto purché la smettiate!”

“BONK!” esclamarono all'unisono i due, Timo perché per quanto volesse bene a Neely non riusciva proprio a vederla in chiave sessuale e Neely perché temeva che Franky – già convinto che fra lei e Timo ci fosse qualcosa – non capisse il tono ironico di David.

“Chi devi chiamare?” gli chiese Franky che si sentiva tagliato fuori dopo un paio di giorni appena lontano da quel macello.

“Meli.” gli rispose distrattamente il ragazzo e gli altri due smisero seduta stante di bisticciare rizzando le antenne.

“Esci con Meli?” anche Linke era comparso dal nulla fissandolo in maniera strana.

“Anche se fosse?” gli chiese David in tono brusco, per quel giorno gli avevano già rotto le scatole quanto bastava.

“Anche Linke vuole Meli.” ridacchiò Timo che era tutto felice di avere molteplici telenovele a consumarsi sotto i suoi occhi.

“Sei interessato a lei?!” gli chiese David incredulo.

“No, ma ti pare?” fece Linke sparendo nuovamente.

“Non la vuole sul serio... vero?” David si rivolse a Franky stavolta.

“Io non so nemmeno chi sia questa Melissa.”

“Melina prego.” lo corresse David.

“Ops, Melina. Comunque cosa vuoi che ne sappia, qua sembra essere successo il finimondo da quando me ne sono andato!”

“Timo?” David decise di rivolgersi al suo migliore amico.

“In tutta sincerità non ne ho idea, l'altra sera quando siamo usciti se l'è monopolizzata ma lei mi è parsa gradire molto di più la tua compagnia ieri.”

David sembrò pensarci su per qualche secondo poi si decise a comporre il numero e a chiamarla.

******

Linke scaraventò il povero ed incolpevole Jan fuori dalla stanza perché voleva starsene un po' da solo a riflettere. Inizialmente era rimasto parecchio colpito da Melina ed era abbastanza sicuro che lei ricambiasse quella sensazione ma poi, vedendo quanta confidenza aveva dato a David, si rese conto che in realtà con lui era rimasta parecchio sulle sue. Era inoltre indubbio che l'amico si era preso una bella sbandata, anche se aveva passato la giornata a negare e a portare avanti la causa secondo la quale ci si era trovato benissimo ma non aveva alcuna intenzione di approfondire le cose oltre la semplice amicizia. Era anche innegabile che il livello della sbandata di David fosse mille volte più alto di quello della sua, senza contare che al momento non era nemmeno tanto sicuro che la sua potesse essere chiamata propriamente sbandata . Era stata più che altro simpatia a pelle e probabilmente nulla di più.

Senza contare che la sera prima era entrata in gioco un'altra variabile, bionda, inglese e di nome Katie. Quando le aveva parlato via myspace l'aveva fatto solo perché dava per scontato che l'uscita sarebbe stata con Meli compresa, non aveva idea che la ragazza avesse preso già accordi diversi con Neely e quando lo scoprì era ormai troppo tardi per tirarsi indietro. Katie non lo aveva colpito più di tanto anche perché di primo acchito aveva avuto la netta impressione di starle decisamente antipatico. Ma la sera prima oltre ad aver rivalutato l'opinione che lei aveva di lui, aveva rivalutato anche la propria su di lei e doveva ammettere a se stesso che forse la sbandata non l'aveva presa esattamente per Melina...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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6.

Neely si teneva a debita distanza da Franky, camminando o un paio di passi dietro di lui oppure al suo fianco ma con tutto il marciapiede di mezzo, mentre passeggiavano senza meta in pieno centro, alla ricerca di un locale che li ispirasse.

“Allora che mi racconti?” ruppe il silenzio lui.

“Ma sai, solita vita.”

“Davvero? Sembra che tutto ciò che doveva succedere abbia deciso di accadere proprio in questi giorni.”

“Naaah, non proprio tutto. Io non ho incontrato nessuno di interessante...”

“Tu hai già Timo, a che ti serve qualcun'altro.”

“Già a che mi serve? - sorrise cinicamente lei, guadagnandosi un'occhiata interrogativa – io e Timo non scopiamo.” gli disse terra terra.

“Hey tranquilla!”

“Sono tranquillissima.”

“Si, forse con un paio di dosi di valeriana lo saresti.” ridacchiò.

“Idiota!” borbottò fra se e se.

“Ma si può sapere cosa ti ho fatto esattamente? Ti prego dimmi che mi sono solo ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.” sospirò.

“Io non sto con Timo, basta con questa storia!” sbottò lei fissandolo dritto negli occhi.

“Lo so, ma è divertente scherzarci sopra.”

“Lo sai?!”

“Certo che lo so, è evidente che non stai con lui.” le disse tutto serio.

“E allora perché-“

“Te l'ho già detto, è divertente.” la interruppe lui.

“Idiota al quadrato.”

“Stasera mordi eh?”

“Si e inizierò a farlo anche letteralmente se non la smetti all'istante di nominare Sonnenschein. Quel traditore...”

“Traditore?” Franky sembrava seriamente incapace di seguire il filo di quel discorso.

“Lascia perdere.” sospirò Neely, entrando in un pub senza nemmeno chiedere al ragazzo se gli andasse, ma lui la seguì senza fare commenti.

******

“C'è una ragione razionale per la quale frequentate sempre questo locale?” chiese Meli ridendo mentre lei e David uscivano dalla metro a Reeperbahn.

“Tanti cocktail a basso prezzo, più razionale di così!”

“Una bottiglia di vodka lemon e il salotto di casa sono più economici.” ridacchiò lei ma David si bloccò di colpo fissandola come se avesse avuto la rivelazione divina.

“Hai ragionissima!!! Vieni, ci dovrebbe essere un Penny Market da queste parti.”

“Ma dai!”

“Prendiamo qualcosa da bere e torniamo a casa, mia o tua, come ti pare.”

“Un Penny da queste parti significa per di la?” chiese lei scetticissima indicando verso lo stradone che altro non era che il cuore pulsante di St.Pauli

“Si.”

“Io non mi avventuro la in mezzo a quest'ora di sera.” rise lei, facendo allo stesso tempo capire che non se ne parlava.

“Non essere sciocca!”

“Senti c'è un Lidl nella metro della stazione di Altona.” provò a dirgli speranzosa.

“Io non abito ad Altona.” si limitò a fare spallucce lui.

“Io si però.”

“Smettila di fare storie.” sogghignò prendendola per mano e trascinandola con lui.

“Oddioooo!” esclamò lei passando di fronte ad un sexy shop in cui una coppia piuttosto su con l'età mimava strane cose con uno strano oggetto in mano.

“Come sei perbenista.” la prese in giro David.

“Non lo sono per niente, ma anche per me a volte è troppo. - bofonchiò lei schifata – e non oso pensare cosa combina la gente li dentro!” disse indicando un'insegna in una traversa, sulla quale stava scritto “gay Kino”

“Quello si che fa veramente schifo!” David quasi si soffocava nelle risate.

“Ma dai, pensavo che a voi ragazzi piacessero queste cose.” replicò lei con aria altezzosa.

“Ci sono filmini porno di classe, non lo nego... ma dubito arrivino in questi cosi.” osservò con l'aria del grande intenditore dipinta in volto.

“Sei uno schifoso!”

“Tu pure.”

“Ma per cortesia!”

“Entriamo?” scoppiò di nuovo a ridere trascinandola verso l'entrata di quella sottospecie di cinema.

“Tu sei tutto scemoooo!”

“Dai, magari è divertente!”

“Bonk, portaci Timo, io decisamente passo!” ma non fece a tempo a finire la frase che lui l'aveva già spinta dentro e con nonchalance stava chiedendo due biglietti.

Il signore alla biglietteria era il classico tipo “non vedo, non sento, non so niente” e già li Meli iniziò a farsi un'idea molto più concreta di che razza di gente poteva frequentare quel posto e David parve leggerle nel pensiero visto che scoppiò nell'ennesima risata della serata.

Stavano per entrare in sala quando David le tirò sulla testa il cappuccio della felpa.

“E ora che fai?”

“Credo che tu sia l'unica ragazza la dentro, vuoi proprio dare nell'occhio? Guarda che poi non rispondo delle azioni della gente.” sghignazzò lui, sempre più divertito.

“Mi stai dicendo che devo far finta di essere il tuo ragazzo ?”

“Quanto sei menosa!”

“Non se ne parla proprio!”

“Pensa che io faccio finta di essere gay, fai un po' tu cosa è peggio!”

“Credo che al momento clue andrò in bagno lasciandoti solo con i tuoi compagni di perversione.” gli disse aprendosi in un sorrisino vendicativo.

“Vedremo, caro .” le bisbigliò a mezzo centimetro dal viso ricambiando il sorriso e Meli il cuore saltò in gola senza apparente motivo.

Si decisero infine ad entrare e, come David aveva previsto, la dentro c'erano solo esponenti del sesso maschile, da soli o in coppia.

“Che branco di repressi. – mugugnò Meli – ma dobbiamo proprio-“

“Arrivare fino in fondo? Ormai siamo qui!” le rispose il ragazzo in un nuovo attacco di risa.

“Sei proprio tremendo!”

“Tu non sei certo da meno. - le fece notare mentre la invitava con un gesto a sedersi in una delle file più alte – oggi niente torcicollo.”

Continuarono a bisticciare sull'argomento fino a quando le luci si spensero e quello che ne seguì era davvero troppo per Meli. Orge su orge a uso e consumo della gente repressa che avevano intorno e, quello che era peggio, era che David aveva ragione sulla qualità di quella sottospecie di film, di sicuro in giro c'era di meglio... doveva esserci di meglio. David dal canto suo pareva aver raggiunto un nuovo confine in fatto di divertimento dato che era praticamente piegato in due e respirava a fatica, non seguiva nemmeno ciò che accadeva sullo schermo – come se ci fosse stata chissà che trama – era troppo concentrato sulle facce e sui commenti di Meli.

“OH-MIO-DIO!” esclamò ad un tratto lei a voce leggermente più alta, con lo sguardo fisso su un tizio poche file sotto di loro che si era sbottonato i pantaloni infilandoci la mano dentro senza farsi troppi problemi.

“Non ci credoooo!” le fece eco David, seriamente incapace di trattenere le risate.

Guardandosi intorno si resero conto che la persona incriminata non era l'unica dedita a quel tipo di attività e a quel punto il ragazzo decise che ne avevano avuto abbastanza per quella sera. Prese di nuovo Meli per mano e le concesse la grazie di uscire da quel posto.

“Finalmente un po' di aria non contaminata!” esclamò sollevata lei non appena misero piede per strada e David dovette aggrapparsi al muro per non cadere.

“Meli dovresti vederti, hai una faccia da oscar come direbbe Timo.”

“Smettila di ridere in quella maniera indegna!”

“No sul serio, dovresti vederti!!!”

“Idiota.” borbottò lei prendendo a camminare di gran carriera per uscire al più presto da quella traversa che – gay Kino a parte – pareva non offrire null'altro.

“Eddai, non fare l'offesa!” le disse raggiungendola e prendendole nuovamente la mano, stavolta senza alcuna ragione particolare. Lei fece finta di guardare altrove mentre arrossiva vistosamente e si chiedeva come mai quello scemo le facesse quell'effetto ma guardandosi bene dal ritrarre la mano.

******

“Cosa ci fai già a casa? Sei uscito si e no un'ora fa!” Timo era abbastanza contrariato dal rientro di Franky.

“Neely era sul piede di guerra per non so quale ragione, ha passato i tre quarti del tempo ad inveirmi contro solo perché le ho fatto una battuta su di te e il rimanente quarto l'ha passato ad insultare te. Anche quando ci siamo seduti in un locale non ha smesso di tenere il muso e alla fine ha deciso che ne aveva piene le scatole e se n'è andata.”

“Sei proprio stupido! Mi spieghi per quale ragione mi hai tirato in ballo?”

“Non lo so, non mi ricordo nemmeno com'è venuto fuori il discorso! Fatto sta che scherzavo, non c'è da prendersela così tanto!”

Timo sospirò e si chiese come fosse possibile che Franky non si rendesse conto di quanto Neely gli fosse affezionata, secondo lui sarebbe stato evidente perfino ad un cieco.

“Dove sono tutti?” gli chiese Franky riscuotendolo dai suoi pensieri.

“David è uscito con Meli, gli altri non ne ho idea, probabilmente Linke è uscito con l'inglesina.”

“E fortuna che stasera nessuno doveva uscire!”

“L'hai accompagnata a casa?” gli chiese Timo ignorando l'osservazione dell'amico.

“No, te l'ho detto, ha preso e se n'è andata!”

“Fantastico...” mormorò Timo mentre si infilava addosso la prima felpa che gli era capitata a tiro e usciva di casa sotto lo sguardo sempre più confuso di Franky.

******

Linke e Juri erano seduti sul marciapiede fuori da un locale tutti intenti a osservare Jan poco distante che con una naturalezza fuori dal normale teneva banco in mezzo ad un gruppetto di tre ragazze.

“Secondo me la morettina cede.” stava dicendo Juri.

“No, per me riesce ad avere il numero della bionda.” rilanciò Linke dopo un'attenta analisi.

“Ma lui punta alla mora.” obbiettò Juri.

“Si ma la bionda sembra più interessata.”

“Ma intendi la bionda bionda o quella specie di misto biondo-castano-non-si-sa-cosa?”

“La bionda e basta!”

“Guarda come gli si struscia addosso!” notò Juri.

“Ma lui ha occhi solo per la mora, è proprio stupido!”

“Andrà in bianco.” decretò il biondo.

“Come al solito.” aggiunse il moro.

“Torniamo dentro e aspettiamo che torni col cuoricino affranto o aspettiamo di vedere la scena in diretta?”

“Aspettiamo, questo è meglio di un telefilm.” ridacchiò Linke.

“Mentre aspettiamo che Jan prenda picche dalla mora, dimmi un po' di Katie.” lo incitò Juri.

“Non c'è niente da dire.” rispose evasivo lui.

“Ah no? Pensa che ero convinto sareste usciti insieme stasera.”

“Perché avremmo dovuto?” chiese Linke, con un velo d'imbarazzo nella voce.

“David e Meli l'hanno fatto.” Juri scrollò le spalle.

“E' diverso...”

“In cosa?”

“Non lo so, ma da quello che ho capito David e Meli si sono trovati praticamente su tutto...”

“E tu e Katie?”

Linke non rispose.

Probabilmente la risposta era “si anche noi”, ma per qualche ragione non riuscì ad esprimere quel pensiero a parole.

Forse aveva solo bisogno di tempo per metabolizzare il fatto che, a dispetto di tutto, Katie l'aveva travolto senza nemmeno rendersene conto.

******

“Stupida.” disse Timo sedendosi in terra accanto a Neely, vicino a un cancello oltre il quale spiccava la massa di una Cadillac nera, ben visibile anche nel buio della notte.

“Sonnenschein.” lo salutò lei senza staccare gli occhi dalla macchina.

“Non posso credere che ogni volta che hai bisogno di conforto ti devo venire a cercare qui. - sospirò il ragazzo – lui non uscirà a consolarti.” aggiunse prendendola sottobraccio.

“Amburgo è immensa...”

“E quindi?”

“Se non venissi sempre a cercare conforto dall'essere a due passi da Tom tu come faresti a trovarmi sempre?”

“Scema.” sorrise lui stringendola più forte e lasciando che il suo sguardo si perdesse nuovamente nella massa scura della Cadillac.

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NOTE: Credo che sia dal giorno in cui ho visto il gay Kino di St.Pauli che sognavo di ficcarcelo in una fic e ora eccolo finalmente qui X°D
AH e nel caso non l'abbiate capito, nella scena finale Neely e Timo sono fuori da casa kaulitz, la cadillac è la macchina di Tom per l'appunto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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Somebody Out There

7.

Era un bel sabato soleggiato e Katie si stava concedendo il piacere di un pomeriggio shopping sull'Alster, insieme a Meli che la stava aggiornando sulla serata al gay Kino e poi si era decisa a dirle anche della nottata precedente.

“Ha dormito a casa tua e hai tralasciato di dirmelo?! - Katie pareva shockata da quella rivelazione, tanto che rimise subito al proprio posto la gonna che stava per andare a provarsi e trascinò l'amica fuori dal negozio. – i dettagli... ORA!” le ingiunse.

“Ma quali dettagli?! Non è successo assolutamente niente!!!”

“Dettagli!”

“Ecco perché non te l'ho detto, lo sapevo che ti saresti fatta un'idea completamente sbagliata!”

“Se è sbagliata perché sei diventata rossa peggio di un peperone?”

“Abbiamo dormito! Sul divano fra l'altro... camera mia non l'ha nemmeno vista!”

“Almeno si è risparmiato l'agonia di dover fare sesso con Bill che lo fissa da ogni parete.” replicò l'altra ironica.

“Ma quale sesso?!”

“Ti piace un sacco, evita di negarlo.” ora Katie era divertita.

“Ha parlato miss Linke! Pensa agli affari tuoi che è meglio!”

“Non penso proprio di interessargli, in nessuna maniera possibile.” sospirò.

“Come mai?”

“Non so... ma guarda David! Chri non si è più fatto vivo dopo l'altra sera, e non eravamo nemmeno soli.”

“Non era un appuntamento il mio con David.” si premurò di farle sapere.

“Ah no? Voi due soli a fare gli scemi per tutta notte, gran parte della quale passata mano nella mano... mi stupisce che non ti abbia baciata prima di lasciarti sulla soglia di casa.” sbuffò.

“Era un'uscita fra amici.” disse Meli evasiva mentre la sua mano pulsava al ricordo di quella di David stretta attorno.

“Era un appuntamento.”

“No.”

“Così per curiosità, come vi siete lasciati?”

“In che senso?”

“Ti ha accompagnata a casa e poi?”

“Niente... mi ha detto qualcosa del tipo “ci sentiamo” e se n'è andato.”

“Voglio proprio conoscerlo questo soggetto che maschera un appuntamento da uscita fra amici, porta la ragazza al gay Kino, le sta oltremodo appiccicato tutta sera e al momento in cui si suppone debba fare un passo in più la liquida con un ci sentiamo .”

“Cosa avrebbe dovuto fare?”

“Sperimentare l'ebbrezza di tanti dirty things sotto gli occhi vigili dei poster di Bill in camera tua.” le rispose oltremodo seria.

“Ma non diciamo scemenze.” le disse Meli mentre il colorito delle sue guance assumeva tonalità molto vicine al bordeaux.

“Vedremo chi avrà ragione.” si limitò a dire l'altra con un tono che era tutto un programma.

******

“Lo sapevo io che dovevo venire da solo a comprargli una batteria nuova.” sospirò David guardando Timo che passava in rassegna da cima a fondo tutto il reparto videocamere del negozio, profondendosi in commenti ed esclamazioni di approvazione per qualunque cosa.

“Lascialo divertire.” gli disse Neely sorridendo alla vista dell'amico che sembrava aver trovato la sua personalissima Arcadia.

“Com'è che sei così bendisposta oggi?” le chiese David scettico.

“Sai che adora tutto ciò che ha a che fare con quegli aggeggi.” fece spallucce lei.

“Si lo so, ma di solito sei la più insofferente di tutti.” osservò il ragazzo.

“Bonk lasciami in pace.” lo ammonì lei lasciandolo solo per raggiungere Timo.

“Avessi i soldi per comprarmi questa!” stava piagnucolando lui di fronte a quella che a giudicare dal cartellino, doveva essere un modello ipertecnologico.

“Chiedi un prestito al Bonk.”

“Ti pare che quello abbia soldi in tasca?” sbuffò Timo girandosi verso l'amico che si era perso a guardare le fotocamere, poco più in la.

“Magari ha un salvadanaio nascosto sotto al letto.”

“Dici che se rivendo una delle sue chitarre se ne accorge?” le chiese con aria pensosa.

“Fallo distrarre da Melina e poi fai ricadere la colpa su Franky.” lo appoggiò lei convinta.

“Geniale!”

“Direi di si!” sorrise lei.

“Nee, cosa farei senza di te?” le disse senza smettere di fissare la videocamera ma, allo stesso tempo, prendendola sottobraccio.

A Neely piaceva tantissimo il contatto fisico con Timo e, in quel momento, avrebbe barattato un'intera notte di passione con Franky per quel semplice abbraccio. Avevano passato gran parte della notte precedente seduti fuori da casa di Tom, in silenzio visto che le parole erano del tutto superflue. Si erano decisi ad andarsene solo quando erano ormai mezzi assiderati e l'unica cosa che le disse Timo prima di lasciarla entrare in casa fu un “Franky è un coglione.” accompagnato da un bacio sulla guancia e tanto era bastato per farle dimenticare la pessima serata e rimetterle il sorriso sulle labbra. Quella mattina poi l'aveva chiamata e avevano passato quasi mezz'ora al telefono a parlare di stupidaggini e infine le aveva chiesto se quel pomeriggio le andava di accompagnarlo a comprare una batteria nuova per la sua videocamera e lei ci era rimasta quasi male quando l'aveva visto comparire con David al seguito. Non che non l'avesse previsto, David era sempre incluso nel pacchetto a meno che non avesse altro da fare, ma per un attimo aveva sperato che fossero loro due soli, probabilmente perché così si sarebbe potuta lanciare in uno sproloquio anti Franky Ziegler oppure semplicemente lasciarsi prendere sottobraccio e camminare in silenzio vicino a lui. Si era sentita tanto sciocca, in fondo David non le impediva ne l'una ne l'altra cosa e sapeva benissimo di potersi fidare ciecamente di lui ma era stato più forte di lei: per qualche ragione evidentemente gran poco razionale, avrebbe voluto passare quel pomeriggio completamente da sola con Timo.

******

“Chiamala.” il tono di Jan era perentorio.

“Non se ne parla!”

“Chiamala.” Juri, altrettanto perentorio.

“No!”

“Linke sul serio, non puoi passare le tue giornate a struggerti così, chiamala e chiedile di uscire.” Jan gli mise il proprio cellulare in mano mentre si sedevano su di una panchina in riva al lago Alster.

“E se rifiuta?”

“Perché dovrebbe?” chiese Jan dubbioso.

“Non lo so, magari le piace Juri.”

“Si proprio.” rise il diretto interessato.

“Di sicuro sappiamo che non le piace Timo.” sghignazzò Jan al quale non era sfuggito l'atteggiamento della ragazza nei confronti dell'amico.

“Chiamala!” ribadì Juri.

“Non posso!”

“Dacci mezza ragione valida!” lo stuzzicò Jan.

“Non lo so nemmeno io, e se non fossimo compatibili? Voglio dire, un giorno ci siamo ignorati, il giorno dopo non ci staccavamo più, non ha molto senso.”

“Si che ne ha, il primo giorno non vi conoscevate, il secondo...” tentò di arrampicarsi sugli specchi Jan, con scarsi risultati.

“Franky dov'è finito?” tentò di sviare la conversazione il povero Linke.

“E' andato a ricaricare il cellulare, lasciagli il tempo necessario e non cambiare discorso.” lo rimbeccò Juri.

“Chiamala.” aggiunse Jan.

“La volete smettere?!”

“Giusto non chiamarla.” Juri scoppiò in una risata indegna guardando alla loro destra.

“Non ci posso credere!” Linke era nel panico più totale, Meli e Katie stavano camminando proprio verso di loro, la prima litigando con i sacchetti che aveva in mano e la seconda tutta intenta a ridere di qualcosa di non meglio precisato, probabilmente la lotta con i sacchetti dell'amica.

“Andiamocene.” decretò Linke notando che nessuna delle due pareva averli visti.

“Non se ne parla, è la tua occasione!” Jan lo tenne fermo sulla panchina mentre Juri si alzava e andava incontro alle due ragazze.

Si salutarono tutti come vecchi amici e Jan e Meli ebbero finalmente modo di conoscersi e presentarsi. Linke parlava a monosillabi fissando un punto imprecisato della panchina mentre Katie si teneva a debita distanza cercando di fare conversazione con Jan che però la interruppe sul nascere.

“Ragazze scusate ma devo raggiungere Franky che è andato a ricaricare il cellulare... ci vediamo presto!” le salutò lanciando un'occhiata significativa a Juri.

“Io vado con lui, ho come l'impressione di essere a secco come Franky. - non riuscì a trattenere una risatina nel vedere lo sguardo allibito di Linke a quella macchinazione – Meli ti unisci a noi vero? Scommetto che non vedi l'ora di ammirare i nuovi ritrovati della tecnologia moderna in fatto di telefonia.” le prese di mano le borse dello shopping e, senza aspettare una risposta, la spinse dolcemente nella direzione già presa da Jan.

******

“Posso sapere che succede?” chiese Katie fissando gli altri che si allontanavano e tentando di reprimere la voglia di iperventilare all'idea di essere rimasta sola con lui.

“Lascia perdere. - sospirò Linke – quelli sono tutti scemi!”

“Capisco...”

“Che facevate di bello?”

“Shopping! In realtà ha fatto tutto Meli, io ero troppo presa dai miei dilemmi per fare serio shopping.”

“Che genere di dilemmi?”

“Lascia stare, sono tutta scema.” sospirò sedendosi di fianco a lui, di certo non poteva dirgli cose tipo il mio dilemma sei tu .

“Come va?” le chiese lui dopo un attimo di silenzio.

“Bene dai, di sicuro mi va meglio che a Meli che lunedì deve presentare una tesina della quale probabilmente non ha ancora scritto niente.” rispose lei cercando di sembrare spigliata.

“Si è consolata con lo shopping.” rise lui e lei non replicò, troppo impegnata com'era a mantenere un minimo di autocontrollo sulle sue emozioni. Erano seduti vicinissimi e nessuno dei due osava guardare l'altro, mantenevano gli sguardi fissi sulle increspature del lago che quel giorno era leggermente mosso. Lei non sapeva se sperare che Meli tornasse al più presto oppure che i ragazzi la trattenessero il più possibile, voleva stare con Linke, voleva parlargli, voleva fare tante cose ma l'imbarazzo in quel momento stava decisamente prendendo il sopravvento.

Lui dal canto suo non se la passava certo meglio. Pieno di dilemmi quanto lei non sapeva se salutarla e raggiungere gli altri – ovunque fossero finiti – o se ricominciare a parlare simulando una nonchalance che decisamente non sentiva. Stando zitto però faceva solo la figura dell'idiota dato che era palese la ragione per la quale Jane Juri l'avevano mollato li solo premurandosi di allontanare anche Melina.

“Cosa fai di bello stasera?” buttò li.

“Non ne ho idea.” rispose lei cercando di capire se quella fosse una semplice domanda giusto per fare conversazione o celasse qualcosa di più.

“Non hai nessun programma con Meli?”

“No, credo che si chiuda in casa a fare quella benedetta tesina.”

“Una studentessa modello!”

“No, una studentessa che doveva consegnare quel compito tre giorni fa e si è spacciata malata.” rise Katie guardandolo per la prima volta in viso.

“Ti va di uscire?” si decise a chiederle voltandosi anche lui verso di lei e facendola arrossire leggermente.

“O...ok.” balbettò lei, dando per scontato che l'avesse invitata a uscire con i suoi amici e forse solo per non lasciarla sola a casa.

******

“L'abbiamo fatto per il tuo bene, dovevi conoscere anche Franky per avere il quadro completo della situazione.” le disse Juri dopo averle presentato l'altro ragazzo come giustificazione al fatto di averla trascinata via.

“Cosa succede con Linke e Katie?” chiese lei molto pragmaticamente facendo scoppiare a ridere Jan.

“Ecco, spiegatelo anche a me che capisco sempre meno in questi giorni.” si aggregò Franky mentre rimescolava lo zucchero nel suo cappuccino.

Erano seduti tutti e quattro da Starbucks, luogo nel quale erano stati trascinati da Meli senza possibilità di replica.

“Credo che a Linke piaccia Katie ma è troppo paranoico per decidersi a chiederle di uscire come dio comanda.” le spiegò Jan facendola scoppiare a ridere dato che Katie aveva passato praticamente tutto il pomeriggio a dirle che Linke non provava alcun interesse verso di lei.

“Non sono mica tutti spigliati come David.” disse Juri con aria fin troppo seria, facendo sgranare gli occhi alla ragazza.

“Cosa c'entra David?” gli chiese.

“Beh lui non si è fatto problemi a chiederti un appuntamento.” le rispose con una semplicità disarmante che la fece quasi affogare nella sua cioccolata.

Appuntamento?

Finche lo sosteneva Katie era un conto, ma qui si stava parlando di uno dei migliori amici di David, che per giunta pareva serissimo. David considerava seriamente l'ultima uscita un appuntamento ? In quel preciso istante il suo cellulare le segnalò un sms e le bastò leggere il nome del mittente per sentirsi le guance avvampare.

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NOTE: Per chi non lo sapesse il lago Alster è posizionato nel cuore del centro di Amburgo e sulla sua riva ci sono un sacco di negozi / centri commerciali, è tipo il paradiso dello shopping quella zona *_*
Credo ormai l'abbiate capito, in ogni caso lo specifico una volta ancora... tutti i luoghi amburghesi citati nella fic esistono veramente, almeno su quello sono stata precisa xD

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Somebody Out There

8.

“Dove la porto?!” Linke stava vagando per tutto l'appartamento ripetendo la stessa identica domanda a tutti quanti.

“Linke fottiti ho problemi più importanti, io .” lo zittì David chiudendosi in camera sua con Timo mentre l'amico riprendeva a porre la domanda a ripetizione a tutti gli altri.

“Sei paranoico peggio di Linke.” lo stava sfottendo Timo.

“No, è sabato sera, per quale ragione lo dovrebbe passare a studiare o fare qualunque altra cosa per l'università?!”

“Perché è in ritardo per una consegna.”

“O perché non vuole più vedermi e aveva bisogno di una scusa.”

“Smettila Bonk, hai sentito Juri no? Era con lei quando le hai mandato il messaggio e ha detto che nel rispondere sembrava dispiaciuta.”

“Appunto, sembrava . E poi l'ha deciso lui a tavolino che quello era il mio sms, per quel che ne sa potrebbe essere stato un messaggio qualunque.”

“Oddio, un altro che sta iperventilando.” li interruppe Franky entrando nella stanza.

“Vattene.” lo minacciò David lanciandogli uno sguardo assassino.

“E' anche camera mia nel caso te lo fossi scordato. - si limitò a dire il ragazzo andando verso l'armadio e mettendosi a cercare qualcosa – cosa fate stasera?” chiese loro.

“David va a trovare Meli.” rispose con semplicità Timo.

“Non ci penso minimamente! Credo che mi odi...”

“Tu sei tutto scemo! Io credo che ti adori invece, è arrossita tutta prima quando parlavamo di te.” gli rese noto Franky.

“Davvero?”

“Bonk vai da lei e chiediglielo!” Timo gli diede una spinta verso la porta.

“Cosa dovrei chiederle?”

“Se ha davvero da studiare o se non ti vuole più vedere.”

“Non posso!”

“Vai!” così dicendo Timo lo sbatté fuori dalla camera richiudendosi la porta alle spalle e sperando che l'amico gli desse ascolto.

“Sono tutti isterici eh?” la buttò li Franky e Timo sapeva benissimo che non si riferiva solo a David e Linke ma anche a Neely.

“Già, gli affari di cuore fanno questo effetto.” gli rispose lui sperando che cogliesse la frecciatina ma Franky parve non capire e anzi, cambiò discorso.

“Tu invece cosa fai?”

“Vado da Neely, è un po' giù di tono in questi giorni.” gli disse bruscamente, sperando che almeno stavolta cogliesse ma lui pareva recidivo.

“Salutamela, io esco con Jan e Juri, andiamo al Golden se volete raggiungerci.”

“Non credo.” lo liquidò Timo uscendo dalla stanza per accertarsi che David non fosse ancora nei dintorni a disperarsi per niente.

******

Melina stava ferma nell'esatto centro della sua stanza e si guardava intorno ripensando alle parole di Katie circa il sesso e Bill che li fissava da ogni parete. Nonostante le parole di Juri, ancora faticava a credere che David potesse realmente essere interessato a lei ma, nel dubbio, forse era meglio evitare di fare figure da ragazzina quindicenne, sesso o non sesso.

“Scusa Billi, è per una buona causa.” sospirò iniziando a staccare i poster che erano alla sua altezza, uno dopo l'altro, e lasciandoli cadere per terra in attesa di essere sistemati per bene. Finito con quelli, recuperò una sedia e procedette con quelli più in alto. Era arrivata a buon punto ormai e il pavimento era completamente ricoperto, quando qualcuno suonò alla porta. Era da poco passata l'ora di cena per cui l'unica persona possibile che le venne in mente era la signora Berger, la vicina di appartamento che da quando i suoi si erano trasferiti, ogni tanto veniva ad assicurarsi che andasse tutto bene.

“Entri pure, la porta è aperta!” le urlò dalla sua stanza e sentì qualcuno che entrava e dei passi incerti lungo il corridoio, preceduti da un vago sentore di... pizza?! Si voltò giusto in tempo per vedere David che entrava nella sua stanza tenendo in mano due cartoni di pizza e un sacchetto con dentro delle bibite.

“Spero che tu non abbia già cenato.” esordì lui mentre osservava confuso il mare di poster stesi sul pavimento e poi lei appollaiata sulla sedia con l'ennesimo poster che le penzolava da una mano.

“David?!” esclamò lei incredula.

“Dimmi che tutti questi poster di... di... di quel... coso , non erano appesi...” la implorò.

“No... certo che no! Ti pare?!” gli rispose saltando giù dalla sedia e iniziando a raccogliere con simulata nonchalance le prove del reato.

“Mi avevi detto che ti piaceva ma non credevo... speravo... cioè...”

“Sono solo dei poster!”

“Fortuna che abbiamo dormito sul divano l'altra notte, avrei fatto gli incubi.” sospirò sedendosi per terra.

“Vado a prendere le posate e... i tovaglioli.” cercò di tirarsi fuori dall'impaccio mollando tutto nuovamente in terra e sparendo alla volta della cucina dove si lasciò cadere su una sedia cercando di razionalizzare. Cosa ci faceva David a casa sua? Con tanto di cena per giunta?

Appuntamento.

La parola usata da Juri le rimbombò nella mente mandandola nel panico.

Quel pomeriggio David le aveva chiesto un'altra volta di uscire ma lei aveva rifiutato per via della tesina da finire assolutamente entro lunedì e ora lui era li, a casa sua.

In camera sua.

Sul pavimento di camera sua.

Ricoperto dai poster di Bill Kaulitz .

Diede una testata al tavolo dalla disperazione poi si decise a rialzarsi, prendere le posate e tornare nella sua stanza.

“Cosa stai facendo?!” urlò isterica vedendo David, esattamente dove l'aveva lasciato, con in mano un pennarello e un poster per metà pasticciato.

“Do sfogo alla mia vena artistica.” le rispose cacciando fuori la lingua e mostrandole il viso del povero ed incolpevole Bill ridotto in uno stato pietoso.

******

Linke tirò un respiro profondo prima di bussare alla porta della camera di Katie.

Aveva passato ore a riflettere su dove poteva portarla e alla fine aveva deciso che la cosa meno impegnativa fosse noleggiare un paio di film e stare a casa a guardarli. Poi si era reso conto che invitarla a casa sua significava avere tra i piedi troppa gente e quindi, quando lei gli aveva detto di avere il lettore dvd in camera, avevano optato per stare da lei.

“Cosa hai noleggiato?” gli chiese lei dopo averlo fatto entrare.

“Notting Hill e Ghost.” gli rispose lui mostrandole i due dvd e lasciandola interdetta. Due dei suoi film preferiti, non c'era dubbio, ma non le parevano esattamente film “da Linke” senza contare la sua completa incapacità a trattenere le lacrime guardandoli e di certo non poteva mettersi a piangere di fronte a lui.

“Uh.” fu l'unica cosa che riuscì a dire.

“Non ti piacciono?” le chiese lui tutto preoccupato. Aveva passato più di mezz'ora in videoteca e alla fine aveva scelto i film che gli sembravano più “da ragazza”.

“No no, anzi... li adoro!” tentò di fingersi entusiasta, se non altro c'era da dargli atto che aveva tentato di andare incontro ai suoi gusti e del resto non poteva certo mettere in conto le lacrime.

“Uh bene. - si rincuorò lui sorridendole allegramente e sedendosi sul letto guardandosi intorno – è tutta tua la camera?” le chiese notando un solo letto e una sola scrivania.

“Si, di chi altri dovrebbe essere?”

“Non lo so, ma credevo che le camere dei campus fossero condivise.”

“Non tutte, io stavo con altre due ragazze fino a un anno e mezzo fa ma dato che praticamente questa è la mia casa alla fine ho chiesto una singola, sai... io non ho un posto dove tornare nei week end.”

“Non torni mai a Londra.”

“Non troppo spesso...”

“Ti manca?”

“Secondo te?” gli chiese ironica.

“Si, decisamente ti manca.”

“Già...” gli si sedette vicino rigirandosi i dvd fra le mani.

“Amburgo però non è tanto male per viverci.” la abbracciò dandole un bacio fra i capelli.

“Lo so, non sarei qui altrimenti.” sorrise lasciandosi andare a quell'abbraccio, era forte ma allo stesso tempo dolcissimo.

“Da quale film vuoi iniziare?” le sussurrò all'orecchio.

“Quello che ti pare, tanto piango con entrambi.” si lasciò sfuggire.

“Daaaai!” ridacchiò lui.

“Non ridere!!!” esclamò lei dandogli un pugno sul petto e lui in tutta risposta le prese il viso tra le mani avvicinando le proprio labbra a quelle di lei, e fu solo quando si sfiorarono che le paranoie e le insicurezze di entrambi svanirono.

******

“Perché hai noleggiato la trilogia del Signore degli Anelli se io ho tutti e tre i cofanetti?” Neely pareva alquanto scettica.

“Ho accompagnato Linke in videoteca e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere rivederli.” le rispose Timo.

“Ma io ho i dvd.” ribadì lei.

“Non vuoi vederli?” obbiettò lui facendo finta di non cogliere.

“Sonnenschein!”

“Eddai, quando li ho presi non ci ho pensato!”

“E perché sei andato in videoteca? Fra me e te abbiamo un sacco di film!”

“Te l'ho detto, ho accompagnato Linke.”

“Motivo?”

“Alla fine lui e l'inglesina hanno optato per la serata da pantofolai, dvd in casa.” le spiegò.

“E il Bonk è uscito con Meli?”

“Non proprio, ma è andato a trovarla. Prega per lui.” le rispose.

“Eh?” chiese lei senza capire.

“Non porti troppe domande, paranoie da David Lauden Bonk.”

“Secondo me stanno bene insieme.” disse Neely accoccolandosi sul suo letto.

“Si, non sono affatto male.” annuì lui mettendo il primo dei tre dvd nel lettore e accendendo la tv.

“Beati loro. - sospirò la ragazza mentre Timo le si sedeva di fianco. – chissà se qualcuno pensa che io e Franky staremmo bene insieme.”

Il ragazzo non disse niente, si limitò a prendere il telecomando e far partire il film. I minuti passarono e Gandalf stava già abbracciando Bilbo quando lei saltò su indispettita.

“Si supponeva che rispondessi io vi trovo perfetti insieme .”

Timo la fissò un attimo interdetto prima di comprendere a cosa si riferisse.

“Vi trovo perfetti.” borbottò riportando l'attenzione al film.

“Bugiardo.”

“Cosa vuoi?!”

“Tu non trovi che io e Franky saremmo una bella coppia!” gli disse in tono accusatorio e lui premette pausa prima di guardarla dritta negli occhi.

“No.”

“Brutto bast-“

“Si può sapere cosa vuoi? Ti ho sempre appoggiato in questa tua Franky follia ma lui nemmeno capisce che gli sbavi dietro e tu... tu... tu...”

“Io?!”

“Tu meriti di meglio.” le disse trincerandosi poi nel silenzio e facendo ripartire il film.

Con sua grande gioia lei evitò di replicare e si sdraiò nuovamente mettendosi a fissare lo schermo della tv. Non si pentiva di averglielo detto chiaro e tondo ma non era molto sicuro che lei avesse compreso il senso... insomma, era chiaro al mondo che Franky non reagiva ai segnali chiarissimi che lei gli lanciava e forse in un futuro prossimo i due avrebbero anche potuto avere una storia ma tale sarebbe rimasta. Per lui non avrebbe significato nulla mentre lei sarebbe stata male per niente. A conti fatti Franky non la meritava, lei aveva bisogno di qualcuno che le volesse bene sul serio e quel qualcuno non era Franky Ziegler, con tutto l'affetto che poteva portarle. In realtà non aveva ancora conosciuto una persona degna di stare con Neely, ai suoi occhi tutti quelli per cui lei si era presa sbandate erano totalmente incapaci di darle le attenzioni che si meritava. E a lui toccava sempre supplire...

Le lanciò un'occhiata sfuggevole ma lei stava ancora fissa sulla tv anche se sapeva bene che non stava seguendo il filo del film. Sospirò e la prese sottobraccio e lei non trovò nulla di meglio da fare che non accoccolarglisi contro e chiudere gli occhi.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Somebody Out There

9.

Melina fu svegliata dal suono del proprio cellulare e aprì stancamente gli occhi giusto per rendersi conto di essere sdraiata sul suo letto fra le braccia di David. Il pavimento era ancora ricoperto dei poster di Bill, alcuni dei quali barbaramente pasticciati dal ragazzo, in un angolo due cartoni di pizza e un paio di bottiglie di coca vuote e sulla scrivania lo schermo del computer acceso che mostrava ancora una pagina word mezza vuota e appunti di cinema tutto intorno.

David aveva giurato che se ne sarebbe andato dopo cena ma,una volta giunti al dunque, era stata incapace di lasciarlo andare via e avevano passato il resto della serata a ridere e scherzare seduti sul suo letto, fino a quando non si erano per l'appunto addormentati.

Il cellulare smise di squillare e subito dopo annunciò un sms.

Era quasi sicura che fosse Katie – chi altri poteva chiamarla a quell'ora di domenica mattina? – ma alzarsi avrebbe significato lasciare la stretta di David e il pensiero non le andava nemmeno un po'. Richiuse gli occhi affondando il viso nella spalla di lui e rimase così fino a che non lo sentì muoversi, a quel punto aprì gli occhi e lo vide sorriderle.

“Buongiorno.” gli disse ricambiando il sorriso.

“Buongiorno a te.” le rispose stiracchiandosi premurandosi allo stesso tempo di non farla spostare.

Nessuno dei due sembrava intenzionato a interrompere quel contatto fra di loro ma ad un certo punto il cellulare di Meli suonò nuovamente e lei sbuffò. David si alzò e andò a recuperarglielo dalla scrivania, glielo porse e mentre lei rispondeva le si riadagiò accanto abbracciandola.

“Katie.” esordì lei senza nemmeno guardare sul display.

“Ti pare il tono per rispondermi?!” l'attaccò subito l'altra.

“Ci hai svegliato!”

“Ci?”

“Mi.” si corresse subito.

“Sei con David?!?!”

“Non urlareeeee!” la rimbeccò Meli rendendosi conto che da quella distanza David sentiva tutto.

“Ha dormito di nuovo da te?”

“Si.”

“Spero che stavolta vi siate dati una svegliata.”

“No.” rispose secca Meli mentre David al suo fianco arrossiva e prendeva a fissare il soffitto.

“Siete proprio stupidi, lo voglio conoscere questo soggetto asessuato.”

“La vuoi smettere?!”

“Senti, uno che dorme con una ragazza per ben due volte e nemmeno la bacia è asessuato per forza!”

“Smettila! - Meli tentò di staccarsi da David per non fargli sentire ma lui tenne salda la presa, pur continuando a guardare per aria – pensa al tuo Chri.” aggiunse con fare bellicoso.

“Mihabaciata.” si sentì dire tutto d'un fiato.

“Come?!”

“Si insomma... un attimo prima disquisivamo su film e lacrime e l'attimo dopo le sue labbra erano sulle mie.”

“Hai capito il signor saccenza.”

“Non chiamarlo così, povero cucciolo!”

“E poi?” le chiese ignorando l'appunto.

“E poi niente.”

“Ti ha baciata e basta?” Meli sentì David mollare un attimo la presa, girarsi e appoggiarsi alla sua spalla.

“Si, cioè... no.”

“Si o no?!” le chiese mentre David prendeva ad accarezzarle dolcemente una guancia.

“Non abbiamo fatto altro tutta la sera.” si decise a dirle con aria sognante.

“Interessante...” il tono sicuro di Meli vacillava secondo dopo secondo man mano che le dita di David si muovevano delicatamente sulla sua pelle. Sentiva di essere più rossa di un peperone ed era fin troppo consapevole di avere addosso il suo sguardo.

“Meli?” chiese l'amica scettica.

“Katie ci sentiamo dopo.” le riappese praticamente in faccia e si voltò, trovandosi a qualcosa come mezzo millimetro dalle labbra di lui. I loro respiri erano fusi e i loro cuori battevano entrambi all'impazzata ma nessuno ebbe il coraggio di fare la mossa decisiva.

“Ho assolutamente bisogno di fare colazione e poi devo fare la tesina o quello mi ammazza.” gli disse nervosamente mentre saltava giù dal letto.

Lui le sorrise e si alzò a sua volta.

“Pensa pure alla tua tesina, io vado a prenderti la colazione da Starbucks.” si offrì.

“Lo faresti davvero?” gli chiese speranzosa.

“Certo!” le diede un bacio sulla guancia e poi sparì.

******

“Dove sei stato tutta notte?” chiese Juri con fare inquisitore.

“E anche tutta mattina.” aggiunse Timo.

“Da Meli. - rispose tranquillamente David sotto lo sguardo allibito dei presenti – che c'è da guardare?!” chiese in tono irritato.

“Te la sei fatta almeno?” se ne uscì Timo scatenando l'ilarità di Juri.

“No.”

“Bonk ma sei impotente o cosa?!”

“Pensa per te Sonnenschein!”

“Io non dormo più e più volte con una ragazza senza combinarci niente.”

“Neely.” si limitò a dire il ragazzo mentre spariva in cucina alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

“Neely non fa testo.” osservò Timo seguendolo.

“Fa testo eccome, è una ragazza e ci hai dormito insieme un sacco di volte.”

“Neely è la mia migliore amica, sarebbe come pretendere che venissi a letto con te!” gli fece notare.

“Ti piacerebbe eh?” lo stuzzicò David con un sorrisino malizioso.

“Si certo, non vedo l'ora guarda!” gli disse mollandogli una sberla amichevole.

“Dove sono gli altri?”

“Linke è tornato a casa ad un'ora improponibile, ha dormito si e no tre ore, si è alzato ed è uscito di nuovo; Franky dorme ancora, Jan pure. Ma non sviare, davvero non ci hai combinato niente?”

“Davvero.”

“Scherzi?”

“Timo levati di torno, non voglio precipitare le cose!” gli disse infastidito mentre metteva nel microonde una pizza surgelata.

“Ma precipitare cosa? E' evidente che le piaci, come è altrettanto evidente che tu sei cotto di lei, non ci vuole chissà che scienza per far evolvere le cose!”

“Neely?” chiese nuovamente il ragazzo.

“La smetti di tirarla in ballo? Non mi sembra esattamente la stessa cosa.”

“Già, questo è ciò che il tuo conscio vuole far credere al tuo subconscio caro mio.”

“Traduzione?” chiese Timo leggermente infastidito dalla piega che stava prendendo la conversazione.

“Lascia stare...” sospirò David tirando fuori un piatto mentre aspettava che la pizza si cuocesse notando come Timo si defilava uscendo dalla cucina senza aggiungere nulla.

******

Erano le quattro passate del pomeriggio quando Neely si degnò di aprire gli occhi e svegliarsi. Dal silenzio che aveva intorno comprese di essere sola in casa, meglio così, si sarebbe risparmiata la solita ramanzina per il fatto che passava le sue domeniche a dormire. Ricordava di aver passato la nottata abbracciata a Timo a far finta di guardare Il Signore degli Anelli e quando lui se n'era andato aveva sentito uno strano senso di abbandono che ancora adesso la soffocava. Timo era sempre così comprensivo con lei e il suo abbraccio talmente forte e caldo da riuscire a farle credere che avvolta da quelle braccia nulla avrebbe potuto toccarla o farle del male. Allungò la mano verso il comodino in cerca del cellulare, lo accese ma nessuno l'aveva cercata. Che cosa si aspettava? D'altronde Timo conosceva fin troppo bene le sue abitudini e si era fatto da tempo una ragione del fatto che lei fosse irraggiungibile fino a sera la domenica, soprattutto se il sabato si era addormentata tardi. Gli fece uno squillo e si mise in attesa di una risposta che però non arrivò e così si decise a chiamarlo e dopo quattro squilli finalmente rispose.

“Neely che vuoi?”

“Bonk! Chi ti ha autorizzato a rispondere al cellulare di Timo?!”

“Quante storie, la prossima volta lo lascio suonare a vuoto.” e riappese lasciandola completamente attonita a fissare il proprio telefonino. Tempo dieci secondi e stava ricomponendo il numero.

“Sei ancora tu?” le chiese David scocciato.

“Bonk, se volessi parlare con te non chiamerei Timo, passamelo!” gli disse con tono imperioso.

“Se ti rispondo io magari è perché lui non è nei paraggi.”

“Bonk!”

“Si sta facendo la doccia!”

“Portagli il cellulare allora!”

“Si può sapere cos'hai di così urgente?”

“Portagli il cellulare!!!” sbottò Neely, il cui bisogno di sentire la voce dell'amico in quel momento era più forte di qualunque pensiero razionale.

“Senti gli dico di richiamarti, credo di averlo già scombussolato abbastanza senza pure dovergli portare te sotto la doccia.” sospirò David riappendendo nuovamente e lasciandola ancora più basita di prima.

******

“Voglio sentirlo cantare!!!” si stava lamentando Katie.

“Vai sul suo myspace e ascoltalo.” le rispose Meli un po' scocciata.

“Voglio sentirlo dal vivo!”

“E allora chiamalo e chiedigli di farti un concerto privato.”

“Magari lo facesse... credo che potrei-“

“Non mi importa cosa potresti fare, mi lasci finire?!” sbottò Meli saltando in piedi e fissando l'amica che era stravaccata sul suo letto mentre lei si dannava di fronte al computer per finire quella stupida tesina.

“Sei veramente odiosa.”

“Ho da fare.” sottolineò Meli rimettendosi seduta.

“Se invece di passare l'ultima settimana a uscire con gente improbabile avessi fatto i tuoi compiti a casa ora-“

“Se io non fossi uscita con gente improbabile tu stanotte non l'avresti passata a sbaciucchiarti il tuo Chri .” le fece notare zittendola per un attimo.

“Resta il fatto che voglio sentirlo cantare!” sottolineò una volta di più.

“Chiediglielo.”

“Tu non vorresti sentir suonare David?”

“Si...” le rispose sospirando e distogliendo l'attenzione dal pc.

“E glielo chiederesti così dal nulla?”

“Si, piuttosto che assillare chi ha da fare!” borbottò.

“Fra l'altro devi ancora presentarmelo questo David.” continuò imperterrita l'altra bypassando la considerazione sull'avere da fare.

“Ma non hai nulla di più proficuo da fare, tipo che so... uscire con Chri ?”

“Oh lo vorrei tanto ma se lo chiamo ho paura di stargli troppo col fiato sul collo.”

“Meglio lui che me...”

“Sei proprio pessima!” la rimbeccò l'amica lanciandole addosso il cuscino.

“Katie sul serio, devo finire... renditi utile e vai a comprare qualcosa da mangiare o cucina.”

“Ma ti pare?”

“E' quasi ora di cenaaaa!” piagnucolò Melina.

“E allora chiama il pony pizza e ordina.”

In quel momento suonò il campanello.

“E ora chi altro rompe!” sbottò Meli dando un calcio alla scrivania.

“Lascia, vado io. - ridacchiò Katie alzandosi e correndo verso la porta – “ma avevi già ordinato la pizza?!” la sentì urlare trenta secondi dopo.

“No...” rispose con fare assente.

“C'è qua un pony pizza...” urlò nuovamente la ragazza.

“Avrà sbagliato!” le rispose Meli senza schiodarsi dalla sedia.

“Sostiene di non essere un pony pizza!”

“Mandalo via chiunque sia!!!” le rispose di rimando scocciata e sentì l'amica chiudere la porta d'ingresso con una certa violenza. Due secondi dopo il campanello suonò nuovamente e Katie comparve sulla soglia della stanza.

“Senti vai tu a mandarlo via, non solo non vuole sentire ragioni ma è pure bello sfollato, chissà da dov'è uscito.”

All'espressione bello sfollato Meli si ritrovò a collegare subito una sola persona.

“David!” esclamò alzandosi subito e correndo verso la porta.

“Cosa c'entra David?!” chiese Katie senza capire mentre seguiva Meli e la guardava aprire la porta iniziando poi a profondersi in mille scuse verso il pony pizza fake.

“Daviiii, scusa! Scusala è solo una stolta!” esordì facendo entrare il ragazzo intanto che Katie recepiva il fatto di essere stata additata come stolta di fronte ad un perfetto sconosciuto sfollato e che il perfetto sconosciuto sfollato pareva essere il fantomatico David Bonk .

“Tranquilla.” le stava dicendo lo sfollato dandole poi un bacio sulla guancia e appoggiando le pizze sul tavolo del salotto.

“Katie, lui è David.” le disse Meli fulminandola con lo sguardo e il ragazzo le porse la mano.

“Piacere di conoscerti, Meli mi ha parlato tantissimo di te.”

“No.” se ne uscì Katie facendo un passo indietro.

“No cosa ?!” intervenne Meli sul piede di guerra.

“No e basta!”

“Katie!”

“Siamo a posto.” sospirò Katie decidendosi finalmente a dare la mano a David, con lui che guardava entrambe le ragazze con fare interrogativo.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Somebody Out There

10.

Meli uscì dall'ufficio del suo professore sconsolata e con la tesina che pendeva tragicamente dalla sua mano. Lui non si era bevuto mezza parola sul suo malanno e le aveva fatto una ramanzina infinita sul fatto che le scadenze erano scadenze e come tali andavano rispettate, a costo della vita . Un lungo ed interminabile discorso melodrammatico sulle responsabilità, che si era concluso con il rifiuto della tesina che le era costata un'intera domenica di lavoro non stop e la drammatica prospettiva di dover preparare la bellezza di due libri in più per l'esame. Era quasi ora di pranzo e pensò di chiamare Katie per sentire se era nei paraggi - non le andava proprio di pranzare da sola, aveva l'umore sotto i tacchi – ma niente da fare, aveva il cellulare spento. Meditò di andare a stanarla in camera al campus ma poi un'immagine di lei e Linke in strani atteggiamenti le si parò nella mente e optò per altro: David. Il cellulare suonava a vuoto per un po' ma, proprio quando ormai stava per perdere le speranze anche su quel fronte, lui rispose.

“Hey, com'è andata la tesina?”

“Lascia perdere...” sospirò lei sconsolata.

“Immagino male...”

“Peggio!”

“Mi spiace.”

“Non importa... ti va se pranziamo insieme?”

“Adesso?!” le chiese con il tono di qualcuno che aveva già programmi per pranzo, che sciocca a pensare che fosse li ad aspettare lei.

“Non importa se non puoi, ci sentiamo.” stava già per riappendere quando lui la bloccò.

“Hey hey hey, non tirare conclusioni affrettate! E' che qui abbiamo già preparato quasi tutto, ma puoi venire a pranzare da noi.” si offrì con entusiasmo.

“A casa tua?” chiese lei scettica.

“Si! Ti va?” chiese speranzoso.

“Ma si dai!” l'idea in realtà le andava molto più di quanto volesse ammettere a se stessa, era curiosa di vedere il suo appartamento, aveva voglia di rivederlo e in più la compagnia dei suoi amici non le dispiaceva per nulla.

“Ok, con la metro scendi ad Hammerbrook, ti vengo a prendere li.”

Riappesero e Meli cacciò la tesina in malo modo nella borsa e poi corse alla stazione della metropolitana più vicina, con l'umore decisamente risollevato.

******

Katie stava rivoltando la borsa mentre il professore, dall'altra parte dell'aula, non smetteva di parlare col suo tono sonnacchioso incurante del fatto che probabilmente solo le tre persone in prima fila lo stavano ascoltando. Sbuffò sonoramente quando si rese conto di non avere il cellulare con se, ne aveva piene le scatole di quella lezione e sapeva che Meli era in facoltà per consegnare la tesina ma senza cellulare non l'avrebbe mai raggiunta. Guardò l'ora, era quasi mezzogiorno e il suo stomaco brontolava prepotentemente. Rimise tutto nella borsa e, senza curarsi dell'occhiataccia che il professore le riservò, uscì dall'aula e si diresse verso gli uffici, sperando di riuscire a beccare l'amica ma la zona del dipartimento di cinema pareva deserta. Sbirciò dalla porta semisocchiusa di un ufficio e vide il professore di Meli intento a riordinare delle carte ma di lei alcuna traccia. Sospirò e senza pensarci due volte tornò in camera sua, prese il telefono e compose il numero di Linke, pranzare da sola era assolutamente fuori discussione.

“Katie!” esordì lui rispondendo.

“Ciao, ti disturbo?”

“No no, dimmi tutto!”

“Ti va di pranzare insieme?” gli chiese senza perdersi troppo in convenevoli, per quello ci sarebbe stato tempo di fronte a un bel trancio di pizza.

“Certo! Qua a casa stanno dando di matto, non chiedo altro che uscire.”

“Dando di matto?”

“Si, Franky stava cucinando e David e Timo hanno iniziato a bisticciare in cucina creando un po' di scompiglio e ora Franky li sta seguendo per tutta casa agitando loro contro un mestolo.”

“Oh.” fu l'unica cosa che riuscì a dire la ragazza, per nulla stupita degli attori coinvolti nella vicenda.

“Stanno sporcando ovunque. - sospirò Linke e lei si mise a ridere sentendo i rumori di sottofondo. – dove ci vediamo?”

“In centro, ti va?”

“Sull'Alster?”

“Si dai!”

“Ok, la panchina dell'altra volta?” le chiese.

“Spero di ritrovarla.” rise lei.

******

Meli stava osservando divertita Franky che agitava il mestolo contro a Timo e David, spargendo sugo ovunque. Il profumino che veniva dalle pentole era davvero invitante, non avrebbe mai pensato che il ragazzo fosse così in gamba ai fornelli. Jan prese in mano la situazione e andò a mischiare un po' il sugo mentre gli altri ancora si rincorrevano.

“Spero ti piacciano le melanzane.” le disse sorridendole dolcemente.

“Le adoro!” esclamò lei.

“Bene, questo è ragù di melanzane, assaggia!” le porse un cucchiaio pieno di sugo.

“E' buonissimo.” decretò lei con la bocca ancora piena.

“Si, Franky è discretamente bravo.”

“Altro che discretamente...” osservò lei mandando giù.

“Secondo me è pronto.” la guardò con fare interrogativo attendendo una conferma.

“Anche per me.” gli disse e lui spense la fiamma.

“Ragazzi io esco a pranzo.” Linke si era affacciato sulla porta della cucina agitando una mano in cenno di saluto.

“Con l'inglesina?” gli chiese Timo mentre lo oltrepassava correndo, buttandosi a pesce sul divano.

“Katie, si.” annuì l'altro.

“Esci con Katie?!” chiese Melina allibita.

“Si, mi ha chiamato cinque minuti fa.” le rispose Linke.

“Quella stolta!” borbottò la ragazza ripensando al messaggio dell'operatore che le annunciava tutto goduto che il telefono della persona da lei chiamata era spento. Linke la guardò senza capire e rinunciò a chiedere spiegazioni quando vide arrivare David di corsa seguito da Franky col mestolo ancora tutto gocciolante.

“A dopo.” disse e sparì giusto in tempo per evitare di essere macchiato.

David fece irruzione in cucina e andò a nascondersi dietro a Timo, ridendo di gusto e Franky, vedendo che Jan e Meli avevano preso il suo posto ai fornelli, desistette e andò a difendere la sua leadership.

Timo e David si stavano letteralmente contorcendo dalle risate e ben presto anche Meli si ritrovò contagiata, iniziando a ridere senza nemmeno capirne esattamente il motivo. David le fece cenno di andare a sedersi con loro e lei non se lo fece ripetere due volte, accomodandosi di fianco a lui che la prese subito sottobraccio.

“Figo avere un divano in cucina vero?” sghignazzò Timo stravaccandosi sull'amico.

“Fighissimo!” annuì Meli. Quando David era andato a prenderla alla fermata della metro l'aveva avvisata del fatto che casa loro non era esattamente grande , ma appena era entrata si era resa conto che perfino piccola sarebbe stato un eufemismo per definirla. Era un bilocale piuttosto stretto, con una stanza e un salotto che però – essendo loro in sei – sfruttavano come camera da letto. Da una parte dormivano Juri, Linke e Jan, mentre dall'altra David, Timo e Franky. David le aveva spiegato che originariamente c'era Jan in camera con lui e Timo ma poi li aveva ritenuti troppo chiassosi ed incapaci di garantirgli le dieci ore di sonno minime di cui aveva bisogno e così si era scambiato con Franky, essendo Linke e Juri decisamente più tranquilli. Poi avevano adibito la cucina a pseudo salotto, ci avevano messo un divano, la televisione e la playstation così che ora lo spazio vivibile in quella cucina era davvero misero. La cosa bella era che però quella casa aveva un'atmosfera che definire accogliente era a dir poco riduttivo. Forse era per la forte amicizia che legava i sei che la abitavano, fatto sta che ci si stava veramente bene.

“Che buon profumino! - esclamò Juri entrando in cucina con il naso per aria e il classico aspetto di chi si era appena alzato dal letto. – uh ciao Meli!” aggiunse quando vide la ragazza.

“Due minuti e scolo la pasta.” annunciò Franky mentre Juri prendeva posto a sua volta sul divano, vicino a Meli, facendoli stringere ancora di più.

“Stiamo tentando di entrare nel guinness dei primati per quanta gente riusciamo a fare sedere su un divano da due posti?” chiese Jan mentre tirava fuori lo scolapasta per aiutare Franky.

“Io stavo solo cercando un posto morbido per sedermi e continuare il mio pisolino mentre voi finite di preparare.” disse Juri in uno sbadiglio vistoso.

“Qualcuno si degna di apparecchiare?” chiese Franky fulminandoli tutti dal primo all'ultimo, odiava che la gente non fosse pronta a mettersi in tavola quando lui era pronto a servire.

“Ti aiuto io.” si offrì Meli facendo per alzarsi.

“Non ci provare, sei l'ospite! Bonk alza le chiappe e apparecchia per la tua ragazza.” lo minacciò di nuovo col mestolo mentre sia David che Melina arrossivano vistosamente per quella definizione.

“Ma se non si sono nemmeno baciati.” biascicò Juri sbadigliando un'altra volta.

“Che tardoni.” commentò Franky facendoli diventare sempre più rossi.

“Senti chi parla di essere tardo.” borbottò Timo riferito a Franky.

“Come scusa?” gli chiese l'amico senza comprendere.

“Il re dei tardoni proprio.” rincarò Timo che si era fatto d'un tratto serissimo.

“Se lui è il re tu allora sei l'imperatore assoluto dei tardoni.” si intromise David che si era fatto altrettanto serio.

“Cosa vorresti dire?” gli chiese Timo scocciato.

“Quello che ho appena detto.”

“Smettila di fare certe insinuazioni!” sbottò, l'atmosfera si stava facendo decisamente tesa.

“Cos'è, ti danno fastidio perché sai che ho ragione?” lo provocò David.

“No, mi danno fastidio per l'esatta ragione opposta.” si alzò e fece per uscire dalla cucina.

“Hey dove vai?” gli chiese Franky allarmato.

“A pranzare lontano da gente che non ha niente di meglio da fare che sproloquiare.” disse bruscamente mentre si avviava verso la porta d'ingresso.

“Ma che gli è preso?” chiese Jan guardando interrogativo David, la stessa cosa che stavano facendo tutti i presenti.

“E' un'idiota e non lo vuole ammettere.” fece spallucce lui per poi alzarsi e decidersi ad apparecchiare la tavola con tutti gli occhi ancora fissi su di lui.

******

Katie quasi non ci credeva, era seduta in un tavolino appartato in un ristorante italiano con tanto di lume di candela nonostante fosse pieno giorno. Dall'altra parte del tavolo il suo Chri le sorrideva dolcemente mentre la osservava scegliere dal menù.

Erano capitati lì dopo aver girovagato per quasi un'ora e aver realizzato che ogni singolo McDonald, Joey's e derivati erano stati presi d'assalto da studenti appena usciti da scuola, impiegati in pausa pranzo e turisti. Non avevano trovato mezzo tavolino vuoto nemmeno a pagarlo e alla fine lo stomaco di Katie aveva iniziato a ribellarsi sonoramente, il che spinse Linke a trascinarla divertito dentro al primo ristornate che si erano trovati davanti, per scoprire solo una volta seduti che era italiano e anche abbastanza in.

“Credo che prenderò un bicchiere d'acqua.” sentenziò la ragazza dopo aver passato in rassegna tutto il menù.

“Non ci pensare nemmeno, ordina tutto quello che vuoi!”

“L'acqua è l'unica cosa a portata del mio portafoglio.” gli fece notare.

“Offro io.”

“Vivi in un bilocale con altre cinque persone e ti puoi permettere un pranzo in grande stile in questo posto?” gli chiese scettica.

“Offro io, tu non fare storie.” la incoraggiò.

“L'acqua andrà benissimo, è pure dietetica.” persistette lei.

“Ok faccio io.” decretò il ragazzo prendendo in mano il menù e chiamando il cameriere per poi ordinare due primi e due secondi conditi da un quartino di vino.

“Ma sei pazzo?! Hai idea di quanto ti verrà a costare?” lo apostrofò Katie non appena il cameriere si fu allontanato.

“Tranquilla, tanto ho fregato la prepagata al Bonk.” ridacchiò tirando fuori dal portafoglio la Visa prepagata di David sotto lo sguardo allucinato della ragazza.

“E secondo te quello ha abbastanza soldi nella carta da pagarci tutto questo?!”

“Ma si, uno che ha una prepagata ha pure i soldi per riempirla no?”

Katie si preparò a dover lavare i piatti per sdebitarsi del pranzo, chiedendosi come Linke potesse essere così fiducioso nei confronti di quello sfollato.

******

Timo vagava senza meta per le strade di Amburgo cercando di smaltire il nervoso per le insinuazioni dell'amico. Era tutto intento a mandargli addosso tutti gli accidenti di cui era capace quando la sua attenzione venne attirata da un muro tutto tappezzato da delle locandine che pubblicizzavano una festa ultra esclusiva di una radio francese. C'erano tantissimi nomi ma uno in particolare aveva richiamato la sua attenzione: Samy Deluxe.

Non aveva ancora finito di leggere per intero la locandina che già stava chiamando Neely.

“Che c'è?” le rispose lei con la bocca piena, evidentemente tutta Amburgo si stava cibando tranne lui.

“Neely!!! Samy!!!”

“Eh?”

“C'è Samy in concerto ad Amburgo! Suona alla serata di radio NRJ in un locale giù al porto!!!”

“Oh bene. Condoglianze.” gli disse lei deglutendo.

“Dobbiamo assolutamente andarci, è domani sera!”

“Andate andate.”

“Io e te intendevo.” le disse irritato dalla sua mancanza di tatto nei confronti dell'opportunità che aveva di vedere il suo idolo.

“Scordatelo Sonnenschein, io non metto piede ad un concerto di quello li.”

“Daaaaai! - la implorò continuando a guardare la locandina – ma! è domani sera!!!” esclamò dopo aver letto tutto.

“Fammi capire, il tuo caro Samy viene ad Amburgo e tu lo scopri il giorno prima?!” pareva parecchio divertita.

“Neeeeeeeeee, devi assolutamente venire con me!”

“Portaci il Bonk.”

“Quello deve solo starmi lontano al momento.”

“E poi è la serata di una radio, sarà sicuramente ad invito.” aggiunse la ragazza senza indagare sulle motivazioni dell'arrabbiatura di Timo nei confronti dell'amico.

“Beh, ci infiltriamo.” le rispose lui con nonchalance.

“Si, sicuramente. Auguri Sonnenschein, fammi sapere l'esito.” ridacchiò e Timo decise di usare l'arma finale.

“Peccato, party esclusivo... un sacco di ospiti... Samy Deluxe... chissà che anche il suo più grande fan dopo di me decida di presenziare...” buttò lì con aria vaga, facendo poi un count down mentale per il momento in cui lei avrebbe fatto due più due che non tardò ad arrivare.

“Dici che ci sarà Tom?!?!” urlò quasi spaccandogli un timpano.

“Chi lo sa...”

“Bene, ci troviamo fra tre quarti d'ora alla fermata della metro ad Altona, devo assolutamente procacciarmi un outfit degno per l'operazione infiltramento!” decise lei e lui non ebbe nemmeno il tempo di replicare che si ritrovò il telefono sbattuto in faccia. Si preannunciava un pomeriggio moooolto lungo, all'insegna dello shopping isterico per quello stupido chitarrista incapace.

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NOTE: Innazitutto vorrei ringraziere tutte le persone che stanno seguendo questa fic, tutti quelli che l'hanno messa nei preferiti [sinceramente non pensavo che una fic sui Panik si sarebbe comunque guadagnata un suo seguito], e in particolar modo Lidiuz93, Sweet Vampire e billa per sostenermi anche via commento =)
Un grazie immenso anche e soprattutto al porro e alla cicci, questa fic esiste solo grazie a voi e per voi <3

Ecco, terminato il momento ringraziamenti doverosi, un paio di noticine di servizio sul capitolo e la fic in generale^^
Sul capitolo: la serata di radio NRJ ad Amburgo si è svolta veramente, più precisamente il 28 Marzo 2008 e Samy ha veramente performato [e io mai e poi mai avrei pensato di potermi divertire così tanto a vedere Samy in action xD]. Per chi non lo sapesse, Samy Deluxe è un rapper tedesco si, quello preferito di Tom Kaulitz, proprio lui ù_ù E credo che ormai lo sappiano anche i muri visto che mi sto ritrovando a ficcarlo praticamente in tutte le mie fic ahahah xD
Sulla fic in generale: Come avrete potuto notare [o magari non ci avete fatto caso xD], ho agguinto Tokio Hotel nei personaggi e di conseguenza Crossover nelle note. Questo perchè dal capitolo 12 più o meno i Tokio - ok, Bill - entrano in scena e in una maniera un po' più pesante della semplice citazione, quindi entravano a tutti gli effetti nel "cast" della fic. Non era assolutamente previsto nell'idea originale, era previsto solo un semplice e sefuggevole incontro ma poi le cose - come al solito - mi sono un po' sfuggite di mano e la trama ha preso una piega completamente diversa da quella che doveva prendere O_O Ma in un certo senso è stato un bene, nel senso che non sarei mai arrivata al capitolo 23 senza inserire involontariamente certe modifiche alla storia iniziale. Ok, non sono in grado di spiegare senza spoilerare per cui mi fermo qui ù_ù Magari a fine fic faccio bene la spiegazione xD
Ah si, ho per l'appunto finito di scrivere questa fic e sono usciti fuori ben 23 capitoli ^_^ [ok, formalmente è stata scritta fino a metà del 22 ma ecco, sono abbastanza sicura che il 23 sarà l'ultimo =)].

Ok, credo di aver finito di annoiarvi ^^
Buona lettura & see you soon =)

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


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Somebody Out There

11.

Timo aveva fatto di tutto per convincere Neely a non coinvolgere Melina, non aveva assolutamente nulla contro di lei ma era certo che invitare lei e ritrovarsi David in mezzo alle scatole fosse un passaggio automatico. Ma Neely non aveva voluto sentire ragioni, sosteneva che Meli teneva a Bill quanto lei a Tom e che se da Samy presenziava il rasta allora di sicuro ci sarebbe stato anche l'altro gemello ed era un'occasione imperdibile.

Così ora si stavano dirigendo verso il locale in quattro: lui, Neely, Melina e per l'appunto David. Il ragazzo sperava solo che avesse il buon senso di tenersi la bocca cucita per tutta la serata riguardo ad un certo argomento, gli aveva già ficcato in testa troppi dubbi per i suoi gusti.

“Certo che l'hanno presa proprio sul serio questa storia.” osservò David indicando le due ragazze che camminavano qualche passo davanti a loro ed erano vestite di tutto punto.

“Tu invece l'hai presa proprio sottogamba.” sbuffò Timo che era sul piede di guerra a prescindere dall'argomento.

“Ma davvero?” gli chiese ironico David.

“Beh, guardati. Vestito così non ti faranno certo infiltrare.” borbottò l'altro indicando la solita tenuta dell'amico.

“O certo, faranno infiltrare te con tanto di tappeto rosso.” replicò lui guardando storto i pantaloni a tre quarti e la felpona di Timo.

“E' abbigliamento alla Samy.” si difese lui.

“Ingresso garantito!” lo sfotté David schioccando la lingua.

“Dobbiamo puntare su loro due.” si arrese all'evidenza fissando le ragazze e ringraziando il cielo che almeno loro due avessero ben chiaro come ci si comportava in società.

“Oh, lascerai che Neely si faccia qualche energumeno della security mentre noi entriamo indisturbati?” lo stuzzicò.

“Sai benissimo che non intendevo quello.” Timo iniziava a irritarsi.

“Ma dai, del resto che ti importa... mica è la tua ragazza, sarà libera di-“

“David Lauden Bonk! Si può sapere cosa ti sei messo in testa?!” sbottò guardandolo malissimo.

“Niente di che.” rispose evasivo lasciandolo solo per raggiungere Melina poco più avanti.

Timo diede un calcio al vuoto e quando Neely si fermò per aspettarlo qualcosa di indefinito iniziò a contorcerglisi nello stomaco.

******

Timo, Neely e Melina non credevano ai propri occhi. David aveva scavalcato con una nonchalance pazzesca tutta la fila che c'era fuori dal locale – dove erano assiepate tutte le persone che avevano vinto l'ingresso con una specie di concorso indetto dalla radio stessa – e ora stava disquisendo con quelli della sicurezza sul fatto che lui aveva il diritto di entrare, del tutto incurante di tutti quelli a cui era passato avanti che lo stavano infamando per bene.

“Se hai l'invito sei pregato di metterti in coda e aspettare.” gli ripeté per la milionesima volta uno degli energumeni.

“Non ho l'invito, sono David Bonk, musicista... pianista per la precisione, presente?”

“E quindi?”

“E quindi sono una specie di vip, mi faccia entrare e già che c'è chiuda un occhio per quel tipo e le due ragazze.” disse indicando gli altri che lo guardavano allibiti da fuori della fila.

“Fammi capire ragazzino... non solo pretendi di entrare ma vuoi anche scarrozzarti amico e amichette.”

“Esatto, del resto Timo è un quasi vip, suona, nella mia band, i Panik, presente?”

“Timo eh?”

“Sonnenschein, Timo Sonnenschein.” precisò David.

“David Bonk e Timo Sonnenschein. – ripeté l'uomo con aria pensosa e poi si illuminò – Ma certo! Come ho fatto a non riconoscevi?” chiese in tono alquanto ironico.

“Ecco vede? – replicò David ignorando il tono – tutti sbagliano, l'importante poi è ravvedersi. Ora, se non le dispiace...” fece per entrare ma l'uomo lo acchiappò per il cappuccio della felpa e lo risbattè per strada, oltre la fila.

“No, non mi dispiace David Bonk.” gli disse mollando la presa solo quando l'ebbe restituito a Timo e alle ragazze.

“Hey! - tentò di protestare ma l'uomo sicurezza gli aveva già voltato le spalle tornando ad occupare il suo posto – certo certo, scommetto che se le capita a tiro Bill Kaulitz gli stende cinque o sei tappeti rossi eh? Sapessero almeno fare musica quegli incompeten-“ si bloccò di scatto sentendosi preso fra due fuochi. Da una parte c'era l'energumeno di prima che lo fissava molto minacciosamente e dall'altra Neely – ma soprattutto Melina – che lo stavano incenerendo con lo sguardo. Timo era troppo depresso per avere un qualunque tipo di reazione, i suoi piani erano di mettersi in coda e tentare di entrare fra quelli che avevano effettivamente l'invito sperando che non fossero troppo fiscali nei controlli ma ormai – grazie alla genialata di David – a quell'ora tutto lo staff del locale era sicuramente in possesso delle loro foto segnaletiche. Non sapeva se andare a buttarsi direttamente nell'Elba o se prima picchiare a sangue l'amico e farlo poi annegare con lui.

“Su Sonnenschein.” Neely gli diede un pugno amichevole sul braccio e lui la abbracciò affondando la testa nella sua spalla disperato. Si stava perdendo Samy, il suo Samy, e quella era la tragedia più grossa che gli fosse mai capitata. Sentì David fare un commento di sottofondo e si strinse ancora di più a Neely cercando di sopprimere l'istinto di prenderlo a botte una volta per tutte e in quel momento se ne accorse.

Il profumo di lei.

Era dolce, leggero, inebriante.

Si staccò di scatto, i discorsi del Bonk gli avevano decisamente dato alla testa.

Insomma, era Neely.

La sua migliore amica.

Scosse la testa mentre lei lo fissava confusa e David non smetteva di parlottare. Ad un certo punto vide Melina dietro a Neely sgranare gli occhi fissando un punto indefinito e poi partire in quarta verso quel punto. David si decise a tacere e la seguì per cercare di capire cosa le fosse preso e lui colse la palla al balzo per mettersi sulle tracce dell'amico e avere la scusa di allontanarsi da Neely. Si ritrovò a fare il giro di tutto lo stabile fino a quello che sembrava l'ingresso sul retro e che così – a prima vista – pareva essere stato adibito ad ingresso vip, quelli veri. Vide da lontano Melina che si fermava vicino a quello che sembrava un altro uomo sicurezza e iniziò a pregare che non fosse stata contagiata da David e si fosse messa a fargli strani discorsi compromettenti. Si fermò solo quando raggiunse l'amico, che si era fermato qualche metro indietro rispetto alla ragazza, e gli chiese spiegazioni.

“Cosa sta facendo?”

“Non ne ho idea, quando ha visto quel tizio si è messa a seguirlo come se da lui dipendesse tutta la sua esistenza.”

“Ma... quello è Tobi!” Neely li aveva raggiunti e ora stava fissando l'uomo con gli occhi completamente sgranati.

“Chi?!” chiesero all'unisono i due ragazzi ma poi, prima che lei potesse rispondere, Meli tornò indietro quasi con le lacrime agli occhi.

“Sono arrivati un quarto d'ora fa.” disse buttandosi al collo di Neely.

“Quindi ci sono davvero?!” l'altra ragazza pareva incredula di tanta fortuna.

“Ditemi che quel tizio panciuto non era una bodyguard dei vostri stupidi gemelli.” sospirò David ma le due non risposero, si stavano fissando cercando di infondersi a vicenda la forza per non scoppiare a piangere di gioia. Da dentro iniziò a provenire il rumore degli strumenti, segno che uno degli artisti della serata era salito sul palco e Timo tirò un sospiro di sollievo nel constatare che non era il suo Samy, aveva ancora un po' di tempo.

******

Erano entrati, finalmente erano entrati e nessuno di loro riusciva a crederci. Nessuno tranne David che – all'arrivo di qualche personaggio non meglio identificato – si era mischiato con nonchalance al suo seguito trascinando dentro anche gli altri tre direttamente dall'ingresso vip. Timo si era precipitato al banchettino della radio a chiedere la scaletta della serata e – una volta visto che a Samy mancava ancora mezz'ora – tentò un'opera di sfondamento per arrivare sotto al palco ma rinunciò quando vide che nessuno lo seguiva. David si stava già fornendo di alcol e le due ragazze si stavano dirigendo verso l'ingresso dell'area privè così pensò bene che fosse il caso di andare a riprenderle prima che facessero qualche Kaulitz scemenza. Le stava giusto trascinando verso la parte opposta del locale quando andò a sbattere in... Juri.

“Tu che ci fai qui?!” gli chiese completamente basito.

“Timo! Ragazze! Che ci fate qui?!” replicò il biondino evitando la domanda.

“COSA-CI-FAI-QUI?!” insistette Timo, ben sapendo che l'amico non era tipo da infiltrarsi.

“Ecco... sono qua con Linke.” gli disse evasivo.

“Linke?!” Timo era sempre più allibito mentre prendeva coscienza del fatto che probabilmente loro avevano gli inviti.

“E Jan.” aggiunse Juri.

“Come?!”

“Katie anche...”

“L'inglesina?!”

“Linke voleva sentire Maria Mena.” si giustificò lui.

“Voi non siete provvisti di invito, vero ?”

“Invito?” chiese imbarazzato Juri.

“Si, invito .”

“Può essere...” mormorò mentre tentava di allontanarsi in mezzo alla folla.

“Voi avete gli inviti!” lo accusò Timo.

“E allora?”

“C'è Samy!”

“E allora?”

“Io mio Samy!”

“C'è anche Maria Mena e Linke vol-“

“Chissene di Linke! Avevate gli inviti, sapevate di Samy e avete lasciato che io lo scoprissi da una locandina per caso e faticassi all'inverosimile per infiltrarmi?!”
“Non avete gli inviti?” Juri cercò di simulare stupore con scarsi risultati e in quel momento sopraggiunse David con un paio di drink in mano.

“Che succede?” chiese.

“Questi avevano gli inviti!!!” sbottò Timo.

“Ah.” replicò David con fare menefreghista.

“Tu faresti meglio a sparire prima che Linke ti trovi.” gli disse Juri.

“Perché?”

“Non ti sei accorto che ti manca la prepagata?”

“Quale prepagata?” gli chiese il ragazzo cadendo dalle nuvole.

“La tua Visa prepagata...”

“Ah... quella... credo sia quasi un anno che è completamente vuota. - gli rispose grattandosi la testa – non mi ricordavo nemmeno di averla.” aggiunse con fare meditabondo.

“Chi è stato così idiota da credere di poter fare una qualunque cosa a carico del Bonk?” rise di gusto Neely.

“Linke... ha portato Katie al ristorante facendo affidamento su quella prepagata – spiegò Juri – una volta giunto il momento di pagare il conto è stato costretto a chiamare suo padre e supplicarlo di fornire al ristorante i dati della sua carta di credito, credo sia stato piuttosto umiliante .”

“Ben gli sta, impara a tramare le cose alle mie spalle!” esclamò Timo risentito.

“Pensavamo che anche tu avessi gli inviti, avevamo dato per scontato che sapessi di Samy stasera.”

“Non lo sapevo.” borbottò.

“Beh, se me l'avessi detto ti avrei dato il mio di invito.” tentò di arrampicarsi sugli specchi Juri.

“Tienitelo il tuo stupido invito! Non posso credere che si sia portato dietro l'inglesina invece che me!” era su tutte le furie e Juri pensò bene di defilarsi mentre l'amico strappava di mano a David un drink e lo mandava giù in un baleno per calmare il nervosismo.

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NOTE: Un paio di note di servizio sul capitolo, non proprio indispensabili ma che comunque vi fanno capire meglio^^
Maria Mena è una cantante norvegese ed ha performato davvero alla serata di radio NRJ ad Amburgo. Tobi invece è una delle bodyguard dei Tokio Hotel [e concedetemelo, quell'uomo è amore allo stato puro, è di un dolce <3]

@ Freiheit89: si, sono stata davvero ad Amburgo e credo di averla girata così tanto da conoscerne ogni angolo a memoria, quantomeno della zona centro-ovest-sud e giù di li xD E nella fic ho deciso di far muovere i personaggi per i posti di Amburgo che conosco meglio, proprio per dare un pizzico di realità al tutto =)

@ Sweet Vampire: ma ci mancherebbe, è il minimo ringrazire chi mi segue con tanto entusiasmo ^_^

@ Nanuz: ma grazie, una nuova lettrice non può che farmi piacere =)

e ovviamente un abbraccio immenso alla cicci e al porro <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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Somebody Out There

12.

Timo era sparito trascinando con se Neely nel momento esatto in cui il suo caro Samy aveva fatto la sua comparsa sul palco. Juri e gli altri non aveva idea di dove fossero, lui se ne stava seduto in disparte a osservare Meli che non faceva altro che fissare le scale che portavano al piano superiore – al privè – mentre ingurgitava vodka su vodka man mano che il tempo passava e l'oggetto del suo desiderio non compariva di fronte ai suoi occhi. Non riusciva a capire come mai la ragazza avesse le lacrime pronte a rigarle le guance da un momento all'altro, così come non comprendeva tutto quel bisogno di affogare la mancanza di lui nell'alcol. Aveva capito che Bill per lei non era un semplice capriccio da persona stupida che segue le mode, aveva intuito che sotto c'era ben altro ma lei era sempre stata vaga a riguardo per cui a conti fatti, l'unica cosa che sapeva era che per lei i Tokio – ed in particolare Bill – erano veramente importanti. In realtà avevano toccato l'argomento una sola volta, la sera che l'aveva trovata intenta a staccare tutti i poster, le aveva chiesto cosa ci trovasse di interessante e lei gli aveva risposto qualcosa sul fatto che la voce di lui la faceva stare bene.

Il problema era che lo infastidiva stare li ad osservarla mentre si distruggeva per qualcuno che sapeva solo vagamente della sua esistenza, o forse nemmeno quello. Aveva voglia di alzarsi, strapparle il bicchiere di mano e portarla via da li ma era perfettamente cosciente di non averne il diritto. Era tutto un capitolo della vita di lei che lui ignorava, non poteva mettersi in mezzo, non poteva giudicare, non poteva interferire. Non sapeva se sperare che Bill uscisse da quel dannato privè e le sorridesse o se piuttosto gufarle la serata ma, sopra a tutto il resto, non sapeva più cosa fare per attirare la sua attenzione. Dal momento in cui aveva incontrato quel Tobi si era completamente isolata dal resto del mondo e la cosa gli faceva male, era come se ci fosse un pezzo della vita di lei dal quale lui era completamente escluso.

Si chiese se non gli avesse raccontato nulla sull'argomento perché non c'era nulla di rilevante da raccontare o se semplicemente non si fidava abbastanza di lui o non lo riteneva in grado di poter capire.

Si girò verso la folla ammassata sotto al palco domandandosi se Timo fosse stato così stupido da tentare opera di sfondamento con Neely per arrivare davanti ma la sua attenzione venne catturata di nuovo da Melina che aveva appoggiato il suo drink di scatto e si era diretta verso le scale. Vide Tobi scendere precedendo un ragazzo altissimo, magro, capelli lunghi lasciati sciolti lungo le spalle... i due si fermarono a metà mentre Tobi cercava di allontanare un paio di ragazzine isteriche e il ragazzo dietro di lui sbuffava guardandosi intorno con aria annoiata. Melina era quasi arrivata alle scale e in quel momento David finalmente riuscì a connettere il cervello, quello era Bill.

Che idiota, ovvio che fosse lui.

Stessa faccia della tv e delle riviste, era scortato, Meli gli stava correndo incontro, chi altri poteva essere?

A dirla tutta Melina non stava esattamente correndo, stava camminando e pure piuttosto lentamente e la cosa lo stupì ma servì solo a rafforzare in lui il sospetto che quel ragazzo significasse per lei molto più di una semplice voce che la faceva star bene .

Tornò con lo sguardo su Bill e si rese conto di non poter competere.

Insomma, era Bill Kaulitz.

Probabilmente per lei un sogno.

Lui invece era solo David Lauden Bonk, pianista sfigato, chitarrista d'occasione, completamente squattrinato, senso della moda pari a zero...

Scrollò la testa infastidito, se non altro lui non era un sogno , lui era reale .

E non solo si trovava bene con lei ma tutti i segnali facevano presagire che fosse contraccambiato al 100%, davvero voleva permettere a un tizio tutto trucco e vestiti alla moda di mettersi fra lui e Melina? Non aspetto nemmeno che la sua mente rispondesse a quella domanda, balzò in piedi e con passo deciso si diresse verso Melina.

Quando la raggiunse lei era ormai arrivata ai piedi delle scale e Bill le sarebbe passato di fianco nel giro di dieci secondi.

Non pensò, spense il cervello e lasciò che l'istinto lo guidasse.

L'afferrò per un braccio.

La fece girare verso di lui.

La vide sgranare gli occhi sorpresa.

Vide Bill passarle accanto e lanciarle una strana occhiata.

Sentì che lei tentava di voltarsi ma non mollò la presa.

Le prese il viso fra le mani.

La costrinse a guardarlo negli occhi.

Infine si decise ad agire.

******

Katie aveva visto Bill scendere le scale con una bodyguard e si ritrovò a sbuffare indispettita.

Meli l'avrebbe odiata, quello era poco ma sicuro.

Meditò sull'ipotesi di non dirle nulla ma la scartò quasi subito, prima o poi sarebbe venuta a saperlo e l'avrebbe odiata il triplo. Ma come poteva dirle che aveva accettato un invito di Chri e si era ritrovata nello stesso posto in cui c'era anche Bill? Razionalmente parlando però non poteva recriminarsi nulla, in fondo non era una veggente, cosa poteva saperne lei dei luoghi frequentati da quell'idiota?

“Ti stai annoiando?” Linke la fece riavere dai suoi pensieri, la stava fissando con l'aria di uno che si sentiva in colpa.

“Ma no che dici?”

“Hai l'aria di una che vorrebbe essere da tutt'altra parte.” le fece notare.

“Dannato Bill!” imprecò, quella sottospecie di essere dal sesso indefinito le stava rovinando la serata con il suo Chri.

“Bill?!” chiese lui dubbioso.

“Lascia stare. – sospirò lei notando con sollievo che l'essere indegno era scomparso dalla sua visuale – piuttosto, dove sono gli altri?” chiese guardandosi intorno.

“Jan credo si sia buttato nella mischia – ridacchiò indicando il pogo sotto al palco – Juri sta tornando con la roba da bere!” batté le mani in cenno di approvazione verso l'amico che giusto in quel momento era ricomparso munito di birra per tutti.

“Indovinate chi c'è?” chiese mentre si sedeva.

“Quell'infame.” borbottò Katie ripensando a Bill e guadagnandosi le occhiate interrogative degli altri due.

“Chi?!” chiese Juri.

“Nessuno, lascia perdere... chi hai visto tu?”

“Timo!” annunciò il biondo lanciando un'occhiata significativa a Linke.

“Oh cazzo .” se ne uscì quest'ultimo.

“Che succede?” fu il turno di Katie.

“Il cantante preferito di Timo è Samy Deluxe.” le spiegò Juri.

“Quello che sta cantando adesso.” la delucidò Linke in risposta al suo sguardo scettico.

“E quindi?”

“Si poteva entrare solo con l'invito.” proseguì Juri.

“Continuo a non capire...” disse lei.

“Non gli ho detto che avevo gli inviti...” buttò fuori Linke.

“Oh... ma non ne avevi per tutti, no?”

“Per quello non gliel'ha detto.” annuì Juri.

“Ma se non li avevi per tutti non può prendersela...” osservò Katie ma d'un tratto capì. Linke aveva dato a lei l'invito che sarebbe spettato a Timo.

Perché questo Samy Deluxe era il cantante preferito di Timo, non certo il suo.

In poche parole aveva soffiato il posto a uno dei migliori amici di Linke, che probabilmente ci teneva un sacco a presenziare.

Però Juri aveva detto di averlo incontrato per cui...

“Ma se è qua ha trovato l'invito!” esclamò speranzosa.

“Si è infiltrato. – ridacchiò Juri – insieme a Neely, Meli e David.” aggiunse.

“DAVID?!” Katie e Linke erano saltati in piedi contemporaneamente, la disavventura con la carta di credito del giorno prima aveva segnato molto entrambi a livello di dignità.

“Si, in carne e ossa.” Juri scoppiò a ridere, probabilmente pregustandosi già la scena dei due che partivano in quarta per pestarlo ma Katie ebbe una rivelazione improvvisa che la distolse dal pensiero del Bonk.

“Hai detto Melina ?!” gli chiese in ansia.

“Si, era con David presumo.”

“Meno male!” sospirò di sollievo. Se lei aveva registrato la presenza di Bill, a maggior ragione l'aveva fatto sicuramente anche Meli che pareva aver installato addosso un Bill radar, per quanto la irritasse l'idea dell'amica vagante per il locale alla disperata ricerca del suo stupido “amore”.

“Si può sapere che hai?” le chiese Linke sempre più preoccupato.

“Niente, tranquillo. – gli sorrise – allora questa Maria Mena quando canta?” gli chiese poi per cambiare argomento, non avrebbe permesso a Bill di rovinarle la serata.

“Non ne ho idea, non ho guardato la scaletta.” le rispose attirandola a se e dandole un bacio pericolosamente vicino alle labbra mentre lanciava un'occhiataccia a Juri che li fissava senza mostrare alcuna intenzione di andarsene e lasciarli soli.

“Magari dopo Samy...” azzardò lei cercandogli le labbra e trovandole senza troppo sforzo.

“Magari...” sussurrò lui senza interrompere il contatto fra le loro labbra e attirandola sempre di più a lui fino a che lei gli fu praticamente in braccio.

“Vado a cercare Jan.” sbuffò Juri che iniziò a sentirsi un po' fuori posto ma gli altri due nemmeno lo sentirono.

******

Neely si sentiva soffocare in mezzo a tutta quella gente che spingeva e, come se questo non bastasse, aveva perso Timo. Lui l'aveva trascinata in mezzo alla folla in uno stupido ed inutile tentativo di raggiungere un posto vicino al palco ma in breve le loro mani si erano staccate grazie ai ripetuti spintoni e si erano persi.

La testa iniziava a girarle e decise di uscire da quel macello, riportandosi in una zona tranquilla anche se lontana kilometri dal palco. Sperava che almeno Timo ce l'avesse fatta, in fondo a lei di Samy non importava nulla. Si alzò sulle punte per tentare di vedere davanti a lei ma niente, era una massa informe di teste e, con i capogiri ancora forti, non riuscì ad individuare l'amico.

Si sedette in terra vicino ad una colonna per riprendere fiato e fu in quel momento che lo vide.

Bill.

Stava scendendo le scale insieme a Tobi, sembrava parecchio annoiato e insofferente ma la cosa non la toccava più di tanto. Il punto era che, seppur Tobi fosse una prova più che concreta, Bill era la certezza matematica che Tom si trovasse nei paraggi.

Se lui stava uscendo forse lo stava per fare anche Tom.

Il cuore prese a batterle all'impazzata ma poi si ricordò che sul palco c'era Samy, Tom non se lo sarebbe mai perso per seguire il fratello chissà dove.

“Il palco è dall'altra parte.” Timo le sbucò alle spalle facendola girare verso il palco e qualcosa le diceva che aveva visto Bill ancora prima di lei, quell'apparizione dal nulla era troppo poco casuale .

“Sai benissimo che non sono qua per Samy.” gli rispose scocciata voltandosi nuovamente verso le scale ma Bill era sparito e non si intravedevano altri movimenti sospetti.

“E tu sai benissimo che non ti lascerò deprimerti per quello. - le sorrise e la caricò sulle spalle – ci vedi?”

“Dovresti essere tu quello a vedere, io non voglio saperne di Samy!” gli rispose mantenendo il tono scocciato anche se in realtà iniziava a divertirsi.

“Tu non mi reggi sulle spalle, almeno così puoi raccontarmi cosa succede.” le urlò al di sopra del frastuono del concerto e lei, suo malgrado, si ritrovò a stringersi forte a lui e puntare la sua attenzione verso il palco.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


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Somebody Out There

 

13.

L'aveva baciata.

Anzi, la stava baciando.

Aveva delle labbra morbidissime che si schiusero subito non appena lui vi posò sopra le proprie.

Lei gli si avvicinò passandogli le braccia intorno al collo stringendolo e lui la cinse per i fianchi attirandola a se. Era stato semplicissimo, perché aveva aspettato così tanto? Erano in perfetta sintonia, le loro labbra umide parevano non aver aspettato altro da tutta la vita e i loro respiri caldi erano mischiati in una maniera che lo stava inebriando, era una sensazione fantastica.

Ma poi qualcosa si ruppe in quell'atmosfera e lei si staccò bruscamente.

“David scusa.” mormorò a voce talmente bassa che dovette leggerle il labiale per capirla.

La vide voltarsi e correre verso l'uscita mentre tentava di nascondere le lacrime che avevano preso a rigarle le guance.

“Sei solo uno stupido.” si disse mentre mollava un calcio all'aria di fronte a lui ma tutto sommato si trovò a seguirla.

 

******

 

C'era tanta gente, troppa , assiepata la fuori, tutti che speravano ancora di riuscire ad entrare pur senza invito anche se la serata era iniziata da tempo. Il mondo intorno a lei girava vorticosamente, sentiva le lacrime scorrerle sul viso e cercò di asciugarsele con il palmo della mano solo per ritrovarselo tutto sporco di ombretto e eye-liner. Si fermò un istante a tentare di recuperare il controllo delle proprie emozioni ma tutto quel chiasso non la aiutava così fece il giro dello stabile fino a ritrovarsi nel punto dal quale erano entrati, l'ingresso vip.

Tutt'intorno era deserto e c'era una strana quiete che la aiutò a calmarsi quel tanto che bastava per tirare fuori dalla borsa una salviettina struccante e lo specchietto. Si allontanò di un poco dall'ingresso e si sedette sulla riva dell'Elba – le gambe a penzoloni dal muretto - perdendosi a guardare l'altra sponda del fiume già dimentica del suo viso dal trucco devastato.

Non era sua intenzione ferire David, era proprio l'ultima cosa al mondo che avrebbe voluto fare.

Lui le piaceva tantissimo, gli voleva un bene dell'anima e si trovava davvero bene con lui ma la presenza di Bill l'aveva completamente destabilizzata.

Qualcuno si sedette accanto a lei facendola sobbalzare, un acre odore di sigaretta la pervase mentre osservava le lunghe gambe che prendevano a penzolare sul fiume insieme alle sue.

Non le serviva certo posare lo sguardo sul nuovo arrivato per capire chi fosse e si sforzò di mantenere un contegno ricacciando indietro le lacrime che avevano ripreso a premerle per uscire.

“Ciao Meli.”

“Bill.” sospirò lei tenendo lo sguardo fisso sulle luci della riva opposta.

“Come mai qua fuori?” le chiese facendo un tiro dalla sigaretta che aveva in mano.

“Prendo una boccata d'aria, tu?” replicò facendo sforzi sovraumani per non scoppiare a piangere.

“Fumo.” le rispose in un'alzata di spalle.

“Cos'è, ai vip non è permesso fumare nel privè?” chiese ironicamente, girandosi per la prima volta verso di lui e accorgendosi che la stava fissando sorridendo dolcemente.

“Sai che odio l'hip hop.” le rispose prendendole di mano la salviettina struccante e passandogliela delicatamente sugli occhi senza fare domande o commenti.

Alle loro spalle qualcuno fece un rumore improvviso e lei sobbalzò nuovamente.

“E' Tobi.” la rassicurò Bill e lei provò l'impulso incontrollabile di buttarsi fra le sue braccia e farsi stringere forte. Non sapeva esattamente quando fosse successo - o come - ma lui costituiva una parte importantissima della sua esistenza e quella sera si era resa conto di non potersi buttare nella storia con David senza metterlo al corrente di tutto ciò che riguardava Bill.

Quasi dando ascolto ai suoi pensieri inespressi, Bill la prese sottobraccio lasciando cadere la sigaretta nel fiume.

“Vandalo.” bisbigliò lei ricambiando la stretta e appoggiandoglisi contro.

“Chiama i media.” ridacchiò lui scompigliandole i capelli.

“Dici che mi pagano?”

“Se riesci a ricamarci una bella storia sopra...” la stuzzicò lui.

“Farò del mio meglio.”

“Guarda che voglio un signor articolo sui miei atti vandalici sul prossimo Popcorn.” ridacchiò scostandosi da lei per accendersi un'altra sigaretta.

“E io vorrei che tu la smettessi di fumare così tanto.”

“Capita. - fece spallucce guardandola innocentemente e nonostante tutto lei si ritrovò a sorridere – devo rientrare o Tom mi ammazza... gli avevo promesso che mi sarei sorbito il suo inutile Samy senza fare storie.” le disse alzandosi e lanciando uno sguardo disperato al cielo.

“Condoglianze alle tue orecchie.” gli rispose lei senza muoversi da dov'era.

“Tu perché sei qua?” le chiese a bruciapelo.

“Per... Samy!” tentò lei.

“E' bello sentirtelo dire. – le sussurrò all'orecchio inginocchiandosi dietro di lei – dimmelo...” pareva quasi una supplica.

“Per... te?” mormorò.

“Grazie.” si sporse per darle un bacio sulla guancia e poi si rialzò e sparì verso l'ingresso vip insieme a Tobi, lasciandola sola.

 

******

 

“Dobbiamo riuscire ad entrare nel privè!” stava dicendo Timo con aria risoluta mentre Samy Deluxe salutava il pubblico e lasciava il palco.

“Concordo.” replicò Neely altrettanto risoluta.

“Per Samy.” specificò Timo.

“Tomi.” ribatté Neely e lui alzò gli occhi al soffitto facendo una smorfia.

“Dov'è Davii?”

“Cosa ti importa del Bonk?” chiese lei senza capire dove volesse andare a parare l'amico.

“Ci ha fatti entrare qui, potrebbe essere il nostro pass per il privè!” le disse con tono ovvio.

“Ma ti pare?”

“Hai idee migliori?!” le chiese scocciato.

“Tanto per incominciare saliamo.” propose lei prendendolo per mano.

Erano giunti a metà della rampa di scale quando Timo venne urtato da qualcuno che stava salendo le sale di corsa.

“Scusa.” borbottò girandosi e Neely rimase pietrificata.

Bill.

Bill aveva appena travolto Timo e ci era mancato poco che Tobi facesse lo stesso, intento com'era a correre dietro al suo protetto.

“Idiota!” gli urlò dietro Timo sotto lo sguardo sgomento di Neely.

“Poverino, si è scusato!”

“Rimane un'idiota.”

“Mai quanto te.”

“Cos'è vuoi la mia felpa toccata dal gemello del tuo Tom come souvenir? - le chiese sarcasticamente e lei gli lasciò la mano e si voltò, riprendendo a salire le scale – dai Nee scherzavo!” tentò lui riafferrandole la mano ma la ragazza lo respinse aumentando il passo.

Timo sentiva di odiare Tom con tutto se stesso in quel momento.

Insomma, aveva il potere di inibire ogni sprazzo di razionalità in Neely e la faceva pure diventare intrattabile e antipatica. E pensare che era stato proprio lui a far leva su Tom per convincerla ad accompagnarlo da Samy, inutile dire che ora se ne stava ampiamente pentendo. Sarebbe stato molto meglio perdersi il concerto piuttosto che doverla vedere in quello stato, senza contare che era geloso.

Si, era geloso e pure tanto, geloso di Tom Kaulitz.

Perfino lui, il suo migliore amico, diventava una nullità in presenza di quella sottospecie di chitarrista indegno e la cosa al momento lo riempiva di rabbia al punto che gli stava passando anche la voglia di incontrare Samy. Lanciò un'ultima occhiata a Neely che spariva oltre le scale con passo deciso e poi fece dietro front, si fottesse lei insieme al suo stupido Tom.

Giunto in fondo però cambiò idea: perché lui doveva rinunciare a Samy solo perché la sua migliore amica era fondamentalmente scema? Tornò sui suoi passi per la seconda volta cercando di scacciare la vocina nella sua testa che gli diceva che stava seguendo Neely solo perché era preoccupato per lei e non spinto dalla voglia di vedere Samy.

Samy.

Samy.

Samy.

Continuava a ripeterselo mentalmente per autoconvincersi che fosse l'unica ragione che lo stava portando a ripercorrere quelle scale verso l'alto.

Samy.

Ovvio che fosse l'unica ragione, Samy era il suo cantante preferito!

O no? Certo che lo era.

Samy.

Arrivò in cima giusto in tempo per vederla fare la gatta morta con uno della security e qualcosa gli scoppiò in testa, una vena o dio solo sa cosa, e la rabbia riprese a scorrergli intensa nelle vene.

Samy Deluxe un corno.

Corse verso di lei, la afferrò per un braccio e la trascinò di sotto e poi fuori all'aria aperta.

Lei cercava di divincolarsi ma lui non voleva sentire ragioni, continuò a trascinarla con la forza fino a che non furono dentro a un vagone della metropolitana in viaggio.

“Si può sapere chi ti credi di essere?!” sbottò lei mollandogli uno spintone.

“Uno che ti vuole più del bene che-“ si bloccò di scatto.

Uno che ti vuole più del bene che credeva di volerti.

Ecco cosa stava per dire.

Lei lo fissava con i lacrimoni agli occhi, lacrime di rabbia.

Perché l'aveva trascinata via in quella maniera?

Perché si stava strusciando un po' troppo addosso a un tizio della security.

No, non era quella la ragione.

Neely non si stava strusciando contro nessuno.

Era un po' oltre la distanza di sicurezza ma non si stava strusciando.

Probabilmente non stava nemmeno facendo la gatta morta.

Forse stava solo cercando di capire se c'era qualche speranza di imbucarsi nel privè o di avere un tavolino pagando normalmente.

Ma il sangue gli era andato alla testa prima che questo ragionamento gli si parasse in tutta la sua semplicità di fronte agli occhi.

La verità era che non voleva assolutamente che Neely si ritrovasse in uno spazio ristretto con Tom.

Avrebbero potuto interagire e l'ipotesi lo mandava in bestia.

Perché?

Avrebbe dovuto esserne felice, in fondo era il sogno dell'amica.

Invece era solo tremendamente infastidito e rabbioso all'idea.

Era geloso.

Non geloso e basta, proprio geloso .

E d'un tratto – mentre lei continuava a urlargli contro di tutto e la metropolitana sfrecciava veloce nel sottosuolo amburghese – tutti i discorsi di David assunsero un senso.

 

******

“Lo conosci.” non era una semplice affermazione ne una domanda.

Era un' accusa .

David si era seduto vicino a lei, esattamente dove fino a una mezz'ora buona prima c'era Bill.

Nonostante il tempo trascorso era evidente che aveva assistito alla scena, doveva essersi preso un po' di tempo per riordinare le idee prima di salire sul ring.

Non gli rispose, continuò a fissare la superficie del fiume, resa nera dall'oscurità che li circondava.

“Neely lo sa?” le chiese ma lei continuò a stare zitta.

Era ovvio che Neely non lo sapesse, nessuno lo sapeva.

“Sai – proseguì lui imperterrito, il tono di voce neutro – ti ha invitato stasera per darti una chance di vederlo. Lei credeva che per te fosse come per lei. Era euforica all'idea di dividere la serata con te.” suonava nuovamente come un'accusa.

C'era troppo da raccontare ed erano cose personali, troppo. Come poteva David pretendere che si aprisse con l'ultima arrivata nel campo delle sue amicizie quando nemmeno Katie ne era al corrente?

“Com'è successo? A furia di andargli dietro ti ha trascinata in camera sua oppure hai usato qualche trucchetto strano per infilatici?”

Melina tirò su la testa e lo fissò sconvolta.

Il viso di lui era duro, impassibile, non c'era traccia della sua tipica dolcezza.

“Tu... tu... stai scherzando... vero?” si azzardò a chiedere.

“No, voglio sapere fino a che punto sei arrivata per ottenere ciò che volevi.” la fissò gelidamente.

Non aveva capito niente.

Pensava che fosse una storia di sesso e rock'n roll.

Pensava che con qualche strano stratagemma lei fosse riuscita a infilarsi nel letto di Bill.

Lo stomaco le si strinse in una morsa ferrea, non sapeva se le facesse più male l'idea che David pensasse che Bill fosse quel tipo di ragazzo o quella che pensasse che lei fosse quel tipo di ragazza. O forse la cosa che la feriva di più era che di essersi illusa che fra loro due fosse nato dell'affiatamento vero ma, se lui pensava certe cose, era ovvio che non era così.

“Scusa devo andare.” si limitò a dire alzandosi, mentre lasciava che le lacrime le scendessero liberamente lungo le guance.

“No aspetta!” lui si alzò di scatto e tentò di fermarla ma lei si scostò bruscamente.

“Non abbiamo più niente da dirci.” mormorò senza guardarlo per poi correre via.

Si erano baciati, finalmente si erano baciati e tutto era finito.

Aveva deciso di raccontargli tutto, per la prima volta da quando i Tokio Hotel erano famosi aveva deciso di aprirsi con qualcuno ma non ne aveva avuto il tempo.

Soffocando fra i singhiozzi fermò il primo taxi e ci si infilò dentro, lasciandosi sprofondare nel sedile mentre la macchina sfrecciava silenziosa verso casa sua.

L'ironia della sorte volle che, quando il taxista accese la radio, dalle casse dell'auto si sprigionasse calda e avvolgente la voce di Bill.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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Somebody Out There

 

14.

Stava seduta sul divano al buio, abbracciando un cuscino e dando libero sfogo alle lacrime.

Si sentiva triste, sola, svuotata.

Il cellulare continuava a vibrare nella borsa abbandonata in terra all'ingresso ma non aveva voglia di alzarsi per recuperarlo nonostante si chiedesse chi poteva essere tanto insistente a quell'ora di notte.

David? Sarebbe stato sperare troppo e in ogni caso il ragazzo non era il tipo da prendere la gente per esasperazione.

Katie? Anche se avesse avuto qualcosa di importante da dirle non sarebbe mai stata così insistente a quell'ora di notte.

Neely e Timo? In fondo se n'era andata senza salutare nessuno, magari la cercavano ma potevano anche chiamare David.

Rimaneva solo un'ipotesi ed era anche la più probabile; nonostante fossero passate settimane dall'ultima volta che l'aveva chiamata al cellulare di gente così cocciuta e insistente - capace di sbattersene di orari e buon costume - ne conosceva veramente poca.

All'ennesima chiamata, esasperata, si alzò.

Quando, a conferma dei suoi sospetti, vide la scritta “Billi” lampeggiare sul display respinse la chiamata e spense il cellulare, non era esattamente nello stato ideale per affrontare una conversazione con lui.

Tornò ad accoccolarsi sul divano e in breve si addormentò.

Venne svegliata dal suono del campanello, non sapeva quanto avesse dormito ma fuori era ancora buio Senza stare troppo a razionalizzare si alzò e aprì trovandosi di fronte David.

“Non dovresti aprire senza chiedere chi è a quest'ora di notte.” la rimproverò lui entrando e accendendo la luce.

Lei si stropicciò gli occhi confusa, cosa ci faceva lui lì? Era convinta che quello di poche ore prima fosse stato un addio, eppure lui non pareva essere li per litigare o lanciare altre accuse anzi, era dispiaciuto.

“Che... che succede?” si azzardò a chiedergli.

“Mi dispiace. - le rispose accarezzandole gentilmente i capelli – Meli io... non volevo dire ciò che ho detto. Non lo pensavo... ero solo... frustrato credo. Non me l'aspettavo, ecco.” le stava rivolgendo uno sguardo supplichevole.

“Non... non... non importa...” biascicò lei trascinandosi verso il divano e sedendosi.

“Posso? - le chiese David indicando il posto di fianco al suo e lei gli fece cenno di si – ho esagerato... credo di essere stato veramente meschino... però... ti voglio bene.” Meli si sentì stringere forte la mano e un senso di calore la pervase.

Forse non era tutto perduto e del resto non poteva aspettarsi che lui comprendesse certe cose senza un minimo di spiegazione, in genere non ci si aspetta che una persona che parla di loro da fan e ha la camera tappezzata di loro poster come una fan qualsiasi in realtà li conosca benissimo.

“I miei nonni abitavano a Loitsche. - gli disse ricambiando la stretta – Da quando avevo quattro anni ho passato tutte le mie estati la fino a tre anni fa.”

“Loitsche?” le chiese senza capire.

“E' un piccolo paesino vicino a Magdeburgo, sai di quelli dispersi nei campi e senza nulla intorno. Era terribilmente noioso, odiavo passare tre mesi della mia vita dispersa nella campagna e con solo i nonni come compagnia. Mi volevano un gran bene e mi viziavano dalla mattina alla sera ma erano pur sempre dei nonni e io invece una ragazzina. Quell'anno avevo fatto di tutto per evitare la tragedia ma mamma era convinta che fosse un bene per i nonni avermi li con loro, li tirava fuori dalla monotonia, così – esattamente come gli anni precedenti – mi ci spedì senza possibilità di replica. Quando però mi scaricò a casa dei nonni trovai due bambini che scorazzavano per il loro giardino giocando con le pistole ad acqua. Erano i figli dei nuovi vicini e abitavano lì da circa quattro mesi, erano gemelli.” sospirò.

“Bill e Tom.” osservò David.

“Già...”

“Quindi li conosci da una vita...” disse sentendosi ancora più in colpa per le cattiverie che gli erano uscite dalla bocca fuori dal locale.

“Da quando avevano sei anni. – annuì lei – sulle prime fui scettica, erano più piccoli di me e a quell'età una differenza di pochi anni ti sembra un'enormità ma ebbi modo di ravvedermi presto. Simone li lasciava spesso venire a giocare dai miei nonni e in breve finimmo per legare. In realtà all'inizio legai solo con Tom, a Bill non piacevano molto le persone nuove che entravano nella sua vita ma alla fine dell'estate io e lui eravamo diventati praticamente inseparabili. E' difficile conquistarsi la sua fiducia e il suo bene ma una volta che ci riesci lui farebbe qualunque cosa per te, è sempre stato così fin da piccolo.” fece una pausa per lasciare il tempo a David di assimilare ciò che gli stava raccontando.

“E hai passato tutte le tue estati con loro...” la spronò a continuare.

“Esatto... Loitsche smise di essere un incubo per me, anzi! Riuscii perfino a convincere i miei a sovvertire le abitudini natalizie secondo le quali i nonni dovevano venire qua da noi e cominciammo ad andare noi da loro. Trovavo praticamente ogni scusa possibile per andarli a trovare perché questo significava rivedere Bill e Tom. Ovviamente i miei non impiegarono tanto a capire qual'era la ragione del mio improvviso interesse per Loitsche e i nonni e così, quando compresero quanto fossimo diventati amici io e i gemelli, li invitarono a stare da noi per le vacanze di Pasqua. Bill quando vide Amburgo decretò che da grande sarebbe vissuto qui e non smetteva di ripetermi quanto fossi fortunata ad essere nata e a stare in una città così bella e immensa. Già a quei tempi fantasticava sul successo, sull'essere un cantante famoso, avere una band, vivere dove voleva lui... - una lacrima prese a scenderle silenziosa lungo una guancia e David gliela asciugò – Poi sei anni fa mia nonna morì. Il nonno vendette la casa e si trasferì a Berlino in un piccolo appartamento molto più semplice da mantenere e con tutti i comfort della vita cittadina intorno. Oltre al dolore per la perdita della nonna io fui lacerata anche dalla consapevolezza che le mie estati a Loitsche erano terminate, e con loro anche i miei tempi felici con i gemelli. Ma loro erano in due – per giunta inscindibili - e, con tutta la buona volontà di questo mondo, noi non potevamo permetterci di ospitarli per tre mesi filati qua in appartamento. Quando ormai stavo quasi per farmene una ragione e metterci una pietra sopra, Simone si offrì di ospitarmi al posto dei nonni. Loro avevano una casa grande e a se stante, non avrei dato alcun fastidio e così che passai le seguenti tre estati a casa Kaulitz. Il piano originale di Simone prevedeva che i gemelli tornassero a dividere la stanza e io avrei preso quella lasciata vuota ma poi, non so bene come, finii per piantare le tende in camera di Bill... insieme a lui. Durante l'anno loro venivano a trovarmi spessissimo qua, per il week end o Natale... La nostra amicizia crebbe esponenzialmente, soprattutto fra me e Bill.” si fermò nuovamente reprimendo un singhiozzo.

Aveva detto tutto, o quantomeno gli aveva raccontato tutti i fatti.

Ora arrivava la parte difficile e non era affatto sicura di essere pronta a raccontarla a qualcuno.

David parve capire perché la abbracciò forte.

“Il resto puoi raccontarmelo un'altra volta.” le sussurrò all'orecchio e lei tentò di rilassarsi fra le sue braccia ma non ci riuscì. Il pensiero continuava ad andarle a Bill, a Tom, a ciò che erano, a ciò che non erano più, a ciò che non sarebbero mai potuti essere.

 

******

 

Sentiva le sue labbra accarezzarle e baciarle ogni centimetro di pelle, le sue mani vagare lungo il suo corpo facendola rabbrividire di piacere. Era completamente irrazionale, senza senso, fuori da ogni controllo logico ma allo stesso tempo era così dannatamente giusto e perfetto. Neely non riusciva a fare altro che abbandonarsi completamente a lui, a Timo, mentre dentro di lei realizzava che quello che stava accadendo era anche ciò che aveva sempre voluto.

Avevano passato tutto il tempo del tragitto di ritorno a litigare sonoramente, fino a che non si erano ritrovati sotto l'appartamento dei ragazzi. Lei gli aveva chiesto di essere accompagnata a casa dato che era tardissimo e lui le aveva riposto di andare a chiedere un passaggio al suo adorato Tom.

Lei aveva pestato un piede in terra irritata e poi l'aveva seguito in casa decisa ad appropriarsi del suo letto per quella notte. Ne era seguito un litigio ancora peggiore di quello precedente, con nessuno a dividerli o fare da paciere visto che gli altri erano ancora tutti fuori. All'ennesima sparata del ragazzo su Tom lei si era veramente inviperita e si era diretta verso la porta d'ingresso intenzionata a tornarsene a casa sua, con o senza la protezione di Timo.

“Se vengo aggredita almeno mi avrai sulla coscienza.” gli aveva urlato afferrando la maniglia della porta, che però non arrivò mai ad abbassare.

Lui l'aveva fermata e l'aveva baciata.

Così, all'improvviso, di getto.

Da li in poi non erano più riusciti a staccarsi.

Sembrava che anche il semplice allontanarsi lievemente l'uno dall'altra per respirare fosse una tortura troppo grande, avevano bisogno entrambi di quel contatto e, paradossalmente, prima di quel momento nessuno dei due ne era mai stato cosciente.

Timo non aveva mai visto Neely sotto una luce diversa da quella di amica, non prima che David iniziasse con le sue insinuazioni. Ma se il suo migliore amico era giunto a pensare certe cose, forse lui era semplicemente troppo scemo da non riuscire a catalogare i suoi stessi sentimenti. Neely invece era troppo presa dai suoi vaneggiamenti e sbavamenti su Franky per rendersi conto del fatto che ciò di cui aveva realmente bisogno era più vicino a lei di quanto potesse immaginare e che per giunta lo era sempre stato.

“Cosa devo fare con te?” le sussurrò Timo baciandole il collo spingendola contro la porta. Lei non rispose, si limitò a stringerlo a sè cercando nuovamente le labbra di lui e baciandole intensamente. I loro respiri erano ormai completamente fusi e i loro corpi reagivano l'uno all'altro come se fossero stati creati per stare così vicini.

Senza staccarsi un attimo si ritrovarono in camera di Timo, dove si lasciarono completamente andare, togliendosi in fretta i vestiti, inutili pezzi di stoffa che separavano i loro corpi. Avevano fame l'uno dell'altra, le loro mani non stavano ferme un istante e le loro labbra si staccavano fra di loro solo per posarsi sulla loro pelle ed esplorarne ogni più piccola porzione.

Alla fine rimasero abbracciati per un tempo interminabile, senza parlare. Timo giocherellava con i capelli di Neely e lei rimase appoggiata alla spalla di lui, con gli occhi chiusi, a pensare che Timo Sonnenschein era veramente il raggio di sole che illuminava sempre e comunque la sua vita.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


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Somebody Out There

 

15.

Katie era preoccupata per Melina, non la sentiva dal pomeriggio precedente ed era abbastanza sicura che la sera prima avesse visto Bill esattamente come lei dato che pareva aver installato addosso un Bill radar pressoché infallibile. Aveva anche un'idea ben precisa di come potesse essere conciata al momento, quel ragazzo era in grado di devastarla con la sua sola esistenza e lei non era mai riuscita a capirne il motivo, del resto era solo uno stupido cantante come tanti altri, no? Alla fine si decise a prendere in mano il telefono e chiamarla ma niente, cellulare spento. Non dandosi per vinta la chiamò a casa - doveva sapere – e dopo quattro squilli finalmente rispose.

“Disgraziata che non sei altro, dove sei finita?! Ero preoccupatissima!!!” esordì senza nemmeno darle il tempo di dire “pronto”.

“Ehm…” fu la risposta ma decisamente non pareva Meli, a meno che nella notte non avesse cambiato sesso dato che era una voce maschile. Cosa aveva combinato? Non è che avesse avuto la splendida idea di ubriacarsi per dimenticare le sue Bill-disgrazie e si era fatta il primo che passava portandoselo pure a casa?!

“Tu chi saresti?!” chiese inviperita e già pronta a uscire dall'altro capo della cornetta per prenderlo a calci e cacciarlo per poi passare alle sberle con l'amica.

“David...” disse lui incerto e lei tirò un sospiro di sollievo.

“Ah, sei solo tu. Passami Meli.”

“Scusa, chi sei?”

“Come sarebbe a dire chi sono ?! Katie!” sbottò lei, oltre che sfollato era pure stupido… chi altri poteva essere se non lei ?

“Ah, ciao! Meli sta dormendo.” le disse.

“Ancora?” lanciò uno sguardo all'orologio, era l'una e mezza passata.

“Si, è stata una notte un po' movimentata, si è addormentata praticamente stamattina.”

“Cosa intendi con movimentata? Non dirmi che c'entra quell'essere ignobile di Bill!”

“No…” azzardò lui, Meli gli aveva detto che nessuno sapeva di Bill e quindi presumeva che nemmeno Katie ne fosse al corrente. Si ritrovò a pensare che la ragazza dovesse aver sofferto davvero tanto per decidere di non raccontare nulla nemmeno alla sua migliore amica, passando anni a far finta di niente.

“Sicuro? Ieri sera l'ho visto al locale e so che c'eravate anche voi…”

“No, non l'abbiamo visto.” tagliò corto il ragazzo sperando che la chiamata terminasse al più presto.

“Meglio così – sospirò Katie – quell'essere ha il potere di farle dare i numeri!” proseguì scocciata.

“Magari ci tiene…” replicò David che iniziava ad irritarsi. Ok, lei non sapeva ma tentare di comprendere? In fondo erano amiche da anni…

“Vedi di non darle corda sull'argomento. – le disse bruscamente – In ogni caso, dille che ho chiamato, magari più tardi passo a trovarla.”

“Ok.”

Si salutarono sbrigativamente e Katie tornò alle sue faccende, decisamente rincuorata dal fatto che Bill per una volta nella sua vita si fosse degnato di non fare danni.

 

******

 

Franky varcò l'uscio di casa convinto di trovare i ragazzi intenti a combinare un casino allucinante nel tentativo di prepararsi il pranzo senza il suo aiuto. La sera prima era uscito con un paio di amici di Heidelberg – la sua città natale – che erano capitati ad Amburgo per vedersi una partita di calcio e fra una birra e l'altra avevano in breve perso la cognizione del tempo e dello spazio che li circondava, finendo per ritrovarsi alle quattro di mattina completamente ubriachi e incapaci di reggersi in piedi. Dato che l'hotel dove stavano gli amici era molto più vicino rispetto a casa sua, si era infiltrato in camera degli amici e aveva dormito beatamente fino a tre quarti d'ora prima, quando l'avevano svegliato dicendo che dovevano fare check out e lasciare libera la stanza. Si era vestito in fretta, li aveva accompagnati in stazione visto che era di strada, e poi se ne era tornato a casa: qui tutto taceva, sembrava quasi che fosse deserta. Si rese conto che non era esattamente così solo passando di fronte alla camera di Linke, Juri e Jan, dalla quale provenivano strani mugolii. Si affacciò e vide Jan abbracciato al proprio cuscino mormorare cose strane mentre dormiva della grossa, imitato dagli altri due che erano stravaccati sui propri letti, uno più addormentato dell'altro. Chissà che avevano combinato la sera prima, sapeva che erano andati alla festa di una radio, alla quale lui aveva rinunciato cedendo il proprio biglietto a Katie per trovarsi con i suoi vecchi amici. Dal silenzio che proveniva anche dall'altra stanza, suppose che David e Timo non fossero in uno stato migliore degli altri tre e così aprì la porta tentando di fare meno rumore possibile per non svegliarli. Quando però entrò, non si trovò di fronte a ciò che immaginava… David non c'era, in compenso nel suo letto erano sdraiati Timo e Neely, avvinghiati l'uno all'altra e nudi .

Dormivano.

Nudi.

Il suo cervello, ancora parzialmente annebbiato dai fumi dell'alcol, impiegò qualche secondo di troppo a comprendere e, quando lo fece, dalla bocca gli uscì un urlo prima di riuscire a reprimerlo.

Neely a quel suono si svegliò e si stiracchiò pigramente gli occhi guardandosi intorno intontita. Quando lo vide si tirò al volo le coperte addosso mentre anche dalla sua bocca usciva un urlo inconsulto. Tempo due secondi e – mentre anche Timo si degnava di aprire gli occhi – Linke, Juri e Jan fecero il loro ingresso nella stanza. Prima sgranarono gli occhi a turno e poi Jan scoppiò a ridere incredulo e Linke e Juri erano combattuti fra l'incredulità e l'ilarità.

“Ve ne volete andare?!” scoppiò Timo quando anche il suo cervello finalmente prese a funzionare.

“Non ci posso credere…” piagnucolò Neely mentre i quattro uscivano dalla stanza fra lo sconvolto e il divertito e Timo urlava tutti gli improperi possibili e immaginabili.

 

******

 

Katie stava ripensando a tutto ciò che era successo negli ultimi tempi mentre si faceva una doccia preparandosi ad uscire. Linke sembrava racchiudere in se tutte le qualità tipiche del ragazzo per lei perfetto, era dolce, gentile, divertente, sapeva il fatto suo e la stava facendo sentire un po' il centro del suo mondo riempiendola di attenzioni dalla mattina alla sera. Nella fattispecie al momento si era offerto di accompagnarla da Melina dopo che lei gli aveva detto di essere un po' preoccupata perché la Bill instabilità dell'amica di recente era aumentata e non era del tutto sicura che la sera prima non l'avesse visto. Sulle prime aveva creduto sulla fiducia a quel Bonk ma poi, pensandoci, aveva ritenuto impossibile che il Bill radar di Melina avesse fatto cilecca quando l'essere si era aggirato per mezz'ora per il locale come se nulla fosse. Al telefono Linke aveva tentato di rassicurarla pur senza sapere i fatti nel dettaglio e poi si era offerto di darle supporto psicologico. Dove lo poteva trovare un altro così?

Per non parlare di quanto si era divertita la sera prima, lui non l'aveva mollata per mezzo secondo nonostante ci fossero più o meno tutti i suoi migliori amici e quando l'aveva riaccompagnata al campus era rimasto come un bravo ragazzo sulla soglia della sua stanza fino a che lei non si era decisa ad invitarlo dentro. Non era successo niente di che, baci, carezze, chiacchiere… ma era comunque stata una nottata indimenticabile perché era come se fossero completamente in sintonia. Alla fine lui, dal solito bravo ragazzo che era, non si era nemmeno autoinvitato a restare a dormire – altro che Bonk che ormai aveva piantato le tende da Meli – e aveva chiamato un taxi per tornare a casa.

Uscì dalla doccia e cercò nell'armadio un outfit degno di lui, la giornata non si sarebbe certo conclusa con la visita da Melina, poi avrebbero avuto tutta la serata a disposizione e lei sperava con tutta se stessa che lui avesse in mente di passarla insieme a lei.

Si diede una rapida occhiata allo specchio e dopo essersi compiaciuta di se stessa per l'accostamento dei vestiti, si sedette sul letto a fissare l'orologio, come se quel gesto potesse far accelerare il tempo e far arrivare in fretta il momento dell'appuntamento.

 

******

 

Linke non riusciva a smettere di ridere e ringraziava il cielo perché Katie aveva deciso di comunicare a sms invece di chiamarlo dato che era assolutamente incapace di articolare una frase di senso compiuto al momento. Jan aveva decretato che David non poteva non sapere cosa si era consumato fra le sue coperte e così l'aveva chiamato al cellulare, inserendo il vivavoce a beneficio degli altri tre.

“Indovina chi si è scopato chi nel tuo letto?” esordì il ragazzo non appena l'amico rispose.

David, che in quel momento era solo preoccupato del fatto che il suono del cellulare avesse potuto svegliare Melina, impiegò un attimo a connettere il cervello.

“Eh?” chiese scettico.

“Dai Bonk indovina!” lo esortò Jan.

“Che schifo, non ditemi che Frank si è fatto qualcuna in camera nostra!” replicò indignato.

“No, io so cos'è il buon costume.” ridacchiò il diretto interessato.

“Cosa ci fai tu al telefono?” gli chiese confuso David.

“Ho messo il vivavoce.” gli comunicò Jan.

“E figuriamoci! – si lamentò David – chi è stato, Linke?!” chiese, rendendosi conto che era l'ipotesi più plausibile.

“Io sono una persona per bene!” esclamò Linke fra le risate generali.

“Timooooo, falli smettere e dimmelo che non sono dell'umore!” sbottò il ragazzo.

“Timo è l'unico che manca all'appello.” disse Juri che aveva ormai i crampi allo stomaco dal troppo ridere.

“E dove sarebbe?” chiese David che non colse al volo.

“Nel tuo letto.” gli rispose con semplicità Franky.

“Cosa?! - David a momenti rimase soffocato dall'incredulità. Timo?! Nel suo letto?! A fare sesso?! E se… no, non poteva essere, Timo era nettamente recidivo a riguardo. – scherzate vero?” chiese scrollando la testa.

“No.” Jan pareva impossibilitato a smettere di ghignare.

“Con chi?!”

“Dai, ci arrivi se ci pensi.” Linke aveva preso la parola.

In quel momento sentì dei rumori indecifrabili intorno al cellulare e i quattro che soffocavano l'ennesima risata mentre lui continuava a scacciare l'unica possibilità che gli si affacciava alla mente.

“Siete quattro sciagurati!!!” sentì dire da una ragazza e la chiamata si chiuse bruscamente fra le urla isteriche della stessa.

Neely.

Quella era inequivocabilmente la voce di Neely.

Timo era passato dal negare al farsela direttamente.

E Neely c'era pure stata!

Alla faccia delle promesse di amore eterno a Frank…

Insomma, lui sapeva che lei e Timo nel loro subconscio erano attratti l'uno dall'altra ma ecco, prevedeva dei tempi di sviluppo molto più lunghi.

Decisamente più lunghi.

Non riusciva a capire se era il mondo che si era completamente ammattito o se era lui il cretino che in tutto quel tempo non era riuscito a fare niente di meglio che dare a Meli un miserissimo bacio, per giunta nel contesto peggiore che potesse scegliere.

Sospirò e guardò la ragazza dormire beatamente sul divano, sperando che almeno quei due avessero avuto la decenza di non sporcargli le lenzuola e di usare una qualunque forma di precauzione.

L'ultima cosa di cui aveva bisogno era il figlio isterico di Timo e Neely a cui badare.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


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Somebody Out There

 

16.

Neely aveva un assurdo bisogno di sfogarsi e buttare fuori tutto ciò che provava. Era andata a letto con quello che sulla carta era il suo migliore amico e le era sembrata la cosa più giusta sulla faccia della terra. Era confusa, non le aveva fatto il minimo effetto nemmeno vedere Franky, che per giunta era stato colui che li aveva scoperti, provava solo rabbia nei suoi confronti per aver divulgato la notizia praticamente al mondo. Stava seduta sul letto di Timo mentre lui era di la a insultare gli altri e si stava rendendo conto che non sapeva che fare: di solito sarebbe corsa a confidarsi proprio da lui ma, stavolta essendo lui il soggetto, non poteva. Con gli altri quattro men che meno, al momento sarebbero stati capaci solo di riderle in faccia e fare battutine di pessimo gusto. Pensò a David, solo per ricordarsi che era il migliore amico di Timo e quindi non era proprio il caso e poi probabilmente una consulenza femminile avrebbe sortito più effetto. Il problema è che la sua rubrica non abbondava di amiche femmine dato che il suo mondo sostanzialmente ruotava intorno a Timo e compagnia bella e si stava già disperando quando le venne in mente Melina; forse non erano esattamente amiche per la pelle conoscendosi da poco ma si trovava bene con lei ed era abbastanza sicura che tutto ciò che le avrebbe detto non sarebbe uscito dalla loro conversazione. Provò a chiamarla ma la ragazza aveva il cellulare spento così pensò di andare a trovarla, parlare faccia a faccia sarebbe stato più proficuo, senza contare che così avrebbe avuto una buona scusa per allontanarsi qualche ora. Il problema era che non aveva idea di dove la ragazza abitasse, sapeva solo che stava nel quartiere di Altona il che era un po' poco per individuare casa sua. Dopo una piccola incertezza si decise ad alzarsi e raggiungere gli altri di la, per quanto le scocciasse chiederlo proprio a lui, Timo probabilmente lo sapeva essendo il Bonk quasi sempre a casa di Meli.

“Ciao cara!” la accolse Jan che stava ancora ridendo.

“Lasciatela in pace!” si intromise subito Timo andandole incontro e lei decise di venire subito al punto.

“Per caso David ti ha detto dove abita Meli? Voglio passare a farle un saluto, ieri non ci siamo salutate.” tagliò corto.

“Ad Altona.” le rispose il ragazzo.

“Ti pare che Altona sia un'indicazione utile?” sbuffò lei che non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia con tutti i commentini di sottofondo che venivano dagli altri.

“Mi hai chiesto tu dove abita!” si difese lui.

“Si ma senza la via me ne faccio poco!”

“E' un appartamento.” aggiunse lui come se fosse un'indicazione di infinita utilità.

“Grazie eh.” replicò lei ironica e Timo non osò aggiungere altro vedendola sul piede di guerra.

“Ho promesso a Katie che dopo la accompagno, se vuoi puoi venire con noi.” si offrì Linke e lei si maledisse per essere andata da Timo quando Linke stava insieme alla migliore amica di Meli e di conseguenza era una fonte molto più affidabile del ragazzo e del suo stupido ed inutile migliore amico.

“Grazie.” gli disse grata per poi sparire nuovamente nella stanza e chiudercisi dentro sperando che Linke dovesse uscire il più presto possibile.

 

******

 

Non appena Linke e Neely furono usciti, Jan ebbe la splendida idea di andare a cercare prove del reato da sottoporre a David nel caso non avesse creduto fino in fondo alla loro storia. Manco a dirlo Juri e Franky si erano aggregati al volo sotto lo sguardo attonito di Timo.

“Che schifo!” era appena sbottato Franky indicando un punto sul lenzuolo, evidentemente sporco di una sostanza non meglio identificata. Gli altri due gli si erano subito avvicinati e ora fissavano le macchie che fino alla sera prima non c'erano.

“Che schifo.” commentò a sua volta Jan.

“Oh-mio-dio.” Juri pareva il più sconvolto.

“Su Juri, pensa che è solo il letto del Bonk.” Jan gli diede una pacca sulla spalla.

“Pensa se si mettono a provare tutti i letti.” disse Juri sempre più agitato all'idea.

“La volete piantare?!?!” Timo aveva fatto irruzione nella stanza e non appena si accorse di cosa i tre stavano contemplando divenne paonazzo.

“Sei uno schifoso!” esclamò Juri guardandolo schifato.

“Ma cosa vuoi?! Come dire che tu non ti sei mai fatto nessuna!” si difese Timo.

“Mai nel tuo letto.”

“Infatti questo non è tuo Juri. E' del Bonk!”

“Oggi è del Bonk, chissà domani!”

“Juri smettila di iperventilare” intervenne Franky divertito.

“Io me ne vado.” disse il ragazzo.

“Dove?”- chiese Jan – non abbiamo ancora finito l'ispezione!”

“Me ne vado di casa! Non voglio correre il rischio di dormire su… su… su… QUELLO!” disse indicando disgustato il lenzuolo macchiato.

Ci mancò poco che Jan crollasse sul pavimento dalle risate mentre Timo continuava a sproloquiare risentito e Franky diventava stranamente serio. Ma non gli importava, lui non sarebbe rimasto in quella casa di pervertiti per un secondo di più…

“Ma non c'è traccia di preservativo!” esclamò in quel momento Jan che si era pure chinato per spiare sotto al letto.

“Jan fatti i cazzacci tuoi!” stava inveendo Timo, che per la prima volta prendeva consapevolezza del fatto di non aver proprio pensato alle protezioni.

“Pure un mini Timo!” Juri si mise le mani nei capelli sbrigandosi a correre fuori dalla camera prima che lo incastrassero a fare il padrino o qualcosa del genere.

“Dove vai?” gli chiese Franky seguendolo, sembrava quasi che il ragazzo avesse improvvisamente perso ogni interesse per gli ultimi avvenimenti.

“Non lo so… me ne torno dai miei!” disse Juri infilandosi nella propria stanza, afferrando un borsone e iniziando ad infilarci dentro un po' di vestiti.

“Ma fai sul serio?” Franky sorrise di nuovo divertito.

“Certo! Dovresti farlo pure tu!” gli disse seriamente.

“Non puoi tornare dai tuoi…” gli fece notare, Juri aveva infatti litigato parecchio per ottenere la propria indipendenza e ora tornare e dargliela vinta…

“E dove vado? - chiese in preda al panico, poi parve illuminarsi – da Melina!”

“Juri sii serio! Non puoi presentarti sulla sua porta con un borsone.”

“Si che posso, David ci vive da giorni a casa sua!”

“Credo sia un po' diverso, David è-“

“Un cretino che non ci ha ancora combinato niente per cui se si è insediato lui lo posso benissimo fare pure io. - osservò tutto serio – dove abita?”

“Ad Altona.” gli rispose Franky con nonchalance.

“Ziegler!”

“Chiedo a Linke.” sospirò prendendo in mano il cellulare e mettendosi a scrivere un sms.

“Grazie.”

“Ma Juri…” partì ma poi si fermò e Juri gli lanciò un'occhiata interrogativa, Franky era tornato serissimo.

“Che vuoi?” borbottò mettendosi nel borsone gli ultimi vestiti.

“Secondo te Neely…” si bloccò di nuovo guardando l'amico speranzoso che questo comprendesse la domanda senza doverla formulare.

“Si, è incinta.” Mugugnò, ovviamente non aveva capito nulla.

“No… mi stavo chied-“

“Si, lo è, me lo sento!” lo interruppe.

“Juri zitto! Mi chiedevo se per caso Neely… ecco… avesse mai provato qualcosa per me.” si decise a dire.

“Buongiorno Ziegler. Te ne accorgi solo ora che è incinta di un altro?”

“Smettila, non è incinta!”

“Condoglianze per quanto ti chiederanno di fare da testimone.”

“Testimone di cosa?”

“Della nascita.”

“Tu sei tutto scemo!” sospirò Franky. In realtà non è che se ne fosse accorto in quel momento ma prima credeva di aver solo frainteso tutto, in fondo Neely stava sempre appiccicata a Timo… ma la differenza di comportamento che aveva notato in lei poco prima lo aveva fatto riflettere, era come se la sua presenza fosse del tutto irrilevante per la ragazza. Stava per dire qualcosa, cercare un po' di conforto nell'amico quando si accorse di essere in camera da solo. Uscì in corridoio giusto in tempo per vedere Juri che spariva oltre la porta d'ingresso e in quel momento il suo cellulare squillò, gli era arrivata la risposta di Linke con l'indirizzo di Melina.

Poteva inoltrarlo a Juri, oppure lasciare che il ragazzo vagasse fino alla fine dei suoi giorni per Altona.

Alla fine optò per la seconda ipotesi.

 

******

 

Jan trovò Franky seduto sconsolato sul letto di Juri e gli si stravaccò di fianco in preda ad una crisi isterica da troppe risate.

“Dove sei scomparso? - gli chiese – di la è divertentissimo!”

“Non è divertente per niente.” gli rispose Franky indispettito. Jan si tirò su e prese a fissarlo, stupito del repentino cambiamento di umore dell'amico.

“Juri dov'è?” gli chiese riassumendo una sottospecie di contegno.

“Se n'è andato di casa.”

“E dove sarebbe emigrato?” chiese trattenendo a stento una risata.

“Da Melina solo che non sa l'indirizzo quindi credo prenderà alloggio sotto un qualche ponte di Altona.” replicò tutto fiero di se stesso.

“E tu che hai?”

“Neely mi veniva dietro.” gli disse con aria solenne.

“Ma dai?!”

“Cioè, vuoi farmi credere che lo sapevi anche tu?!”

“Franky… lo sa tutta Amburgo.” gli fece notare ridacchiando.

“Dirmelo no eh?” sbottò.

“Cosa cambia?”

“Tutto.”

“Ma dai, se ti interessava Neely ci avresti provato a prescindere.” osservò Jan tornando serio.

“No.” si impuntò Franky.

“Oh sei tipo le quindicenni che quando scoprono che un ragazzo le vuole iniziano a farselo piacere per principio!”

“No, non è così! Però… insomma… lei e Timo…”

“E dunque?”

“Non voleva me?”

“Ti fossi svegliato 24 ore fa…”

“Ma!” si bloccò senza sapere cosa dire.

“Su dai. Magari vuole ancora te… sai… forse era ubriaca e Timo è stato un incidente di percorso.” osservò pensieroso.

“Dici?” gli chiese Franky speranzoso.

“Sei peggio dei bambini, inizi a volere le cose quando non le puoi più avere.” scrollò la testa Jan.

“Devo parlarle.” decise l'amico.

“Parlale.” fece spallucce Jan.

“Bene.”

“Bene.”

“Vado da Melina.” si alzò e uscì senza aspettare risposta.

“Povera Meli, un giorno di questi la faranno santa.” riprese a ridacchiare Jan.

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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Somebody Out There

 

17.

Katie si stava irritando, non solo Linke si era presentato all'appuntamento con un terzo incomodo nella persona di Neely, ma ora se la stava pure coccolando tenendola sottobraccio e sfottendola affettuosamente per qualcosa che solo loro capivano. Sperava che una volta arrivati da Meli le cose cambiassero, ovvero che la scaricassero li e se ne andassero a godersi un po' di intimità. Lanciò un'occhiataccia alla schiena del ragazzo sperando che gli penetrasse nelle ossa e poi si sentì in colpa… insomma, Neely era una sua amica e lo era da chissà quanto tempo, non c'era nulla fra di loro e mai ci sarebbe stato visto che, grazie a dio, la ragazza pareva avere pessimi gusti in fatto di uomini. Non che Franky fosse un brutto partito ma quel Timo dal quale non si staccava mai! Chissà se un giorno o l'altro ci sarebbe finita a letto…

Scrollò la testa inorridendo al solo pensiero, cosa le veniva in mente? Meglio concentrarsi sul suo Chri , che giusto in quel momento si era voltato verso di lei prendendola per mano e sorridendole.

“Scusa – le disse quasi a leggerla nel pensiero – è che ha avuto una nottata… ehm… controversa diciamo.”

“Cos'è, si è fatta Timo?” chiese Katie ironica senza riuscire a mascherare il disappunto.

“Si…” sospirò Linke guardando l'amica che ora camminava poco più avanti rispetto a loro.

“E' uno scherzo vero?” Katie si era bloccata e fissava il ragazzo allibita.

“No…” ridacchiò lui, memore della telefonata con David.

“Oddio… condoglianze!” esclamò lei guardando con compassione Neely e sentendosi nuovamente in colpa per il proprio comportamento; in effetti la sventurata aveva bisogno di un bel po' di conforto!

“No dai, era destino in fondo.” fece spallucce Linke.

“Ma per favore!”

“L'amore è strano.” rifece spallucce pensando che in fondo aveva molto più senso l'accoppiata Neely-Timo piuttosto che Neely-Franky.

Katie non rispose e poco dopo giunsero a destinazione.

 

******

 

Melina si era da poco svegliata e stava sorseggiando una tazza di latte seduta al tavolo della cucina. David stava appoggiato al mobile dei fornelli, osservandola senza la minima idea di cosa dire o fare. Da un lato voleva sapere con esattezza cosa fosse successo fra lei e Bill Kaulitz perché era ormai evidente che quel ragazzo era una parte fondamentale dell'esistenza della ragazza, dall'altra si rendeva conto che era un argomento talmente delicato da non avere alcun diritto di farle domande, avrebbe dovuto aspettare che lei continuasse il suo racconto da sola, sempre che le fosse mai venuta la voglia.

Da un altro lato ancora si sentiva speciale perchè lei gli aveva fatto capire chiaramente di non aver mai ritenuto nessuno prima di lui meritevole di essere a conoscenza della sua amicizia con Bill. Non ne capiva la ragione o per meglio dire, capiva perché non ne avesse parlato a Neely, fan dichiarata dei Tokio Hotel che conosceva da relativamente poco, ma perché tenerne all'oscuro anche Katie? Forse perché faceva troppo male o perché era una cosa troppo intima? Lanciò un'occhiata al soffitto in cerca di un'ispirazione divina che però non arrivò, in compenso però il campanello lo salvò momentaneamente dai suoi dilemmi.

“Dev'essere Katie.” bofonchiò Meli facendo per alzarsi.

“Lascia, vado io.” si offrì lui andando verso la porta e facendo accomodare Katie, Linke e Neely. Non appena vide la ragazza fece per aprire bocca e commentare ciò che si era consumato nel suo povero letto ma lei lo prevenne con fare minaccioso.

“Bonk! NIENTE COMMENTI.”

 

******

 

Juri stava vagando da mezz'ora per le strade tutte uguali di Altona, piene di condomini dai mattoncini rossi uno identico all'altro. Aveva anche tentato di leggere citofono per citofono i nomi ma, dopo mezza via, si era reso conto dell'impossibilità di riuscita di quel suo piano, erano davvero troppi . Alla fine si decise a chiamare Linke, prendendo nota mentalmente del fatto che Franky gliel'avrebbe pagata ancora più di Timo e Neely che l'avevano praticamente sfrattato.

“Juri che vuoi?” gli rispose Linke.

“Mi dici dove abita Melina per favore?”

“Anche tu?! Ma cos'è una moda?!”

“Daaaiiii!” piagnucolò lui.

“A cosa ti serve?” gli chiese Linke con fare sospettoso, iniziava ad avere la netta impressione che i suoi amici tramassero cose losche.

“Volevo passare a farle un saluto.” rispose vagamente, del tutto consapevole che se avesse detto proprio a Linke quali fossero le sue intenzioni, l'amico sarebbe partito con una ramanzina infinita.

“Abita ad Altona.” sospirò Linke dall'altra parte del telefono.

“Ma mi prendete tutti in giro?!” chiese infastidito e Linke ridacchiò per poi dargli l'indirizzo corretto. Juri riappese e con suo sommo stupore si rese conto di essere nella via giusta: il condominio di Meli era esattamente due più in la rispetto a dove si era fermato a leggere i citofoni.

 

******

 

Neely non vedeva l'ora che Linke e Katie se ne andassero per poter parlare in santa pace con Meli dell'accaduto. In realtà sperava che anche David levasse le tende, magari rendendosi conto di avere bisogno di cambiarsi i vestiti ma poi realizzò che era per l'appunto David e pretendere un po' di contegno stilistico da lui era come pretendere la luna su di un piatto d'argento. Certo, poteva sempre chiuderlo a chiave nel bagno oppure inventarsi che Timo era in pericolo di vita per farlo sfollare… Fra l'altro il ragazzo non smetteva di fissarla, evidentemente lui bramava parlarle almeno quanto lei bramava farlo con Melina.

Katie e Meli in quel momento stavano parlando di cose futili, della sera prima e via dicendo e le saltò all'occhio il fatto che Meli stesse negando di aver visto Bill. Ok, non era sicura che l'avesse visto ma insomma… l'aveva individuato al volo lei che era interessata solo al suo gemello, figuriamoci Meli! I suoi pensieri vennero interrotti dal campanello e vide Meli guardare con aria interrogativa la porta.

“Vado io.” si offrì nuovamente David ma la ragazza lo precedette saltellando verso l'ingresso. Quando aprì la porta, sulle prime Neely credette di avere le visioni, in fondo da dove era seduta non aveva una visuale ottimale dell'ingresso. Il fatto però che Meli stesse fissando il nuovo arrivato con un punto interrogativo sulla testa le confermò che non stava esattamente avendo le visioni: Juri era li, sullo zerbino, con un borsone da campeggio strapieno in mano.

Linke – che era appena tornato in salotto dopo essersi appartato in cucina perché gli era suonato il cellulare – lo fissò sconvolto.

“Ma mi hai chiamato due minuti fa!” gli disse lanciando un'occhiata incredula al cellulare che ancora aveva in mano.

“Ero già nei paraggi.” gli disse con semplicità scavalcando Meli ed entrando in casa.

“E… quel borsone?” gli chiese Linke.

“Mi sono appena trasferito qui.” replicò sedendosi sul divano e guardando Meli speranzoso.

“Davvero?” chiese quest'ultima confusa.

“Succedono cose terribili in casa mia!” le disse con aria tragica e David gli mollò una sberla sulla testa.

“Vattene! Insieme al tuo borsone!” gli ingiunse.

“Bonk! Tu più di chiunque altro dovresti capire!” gli afferrò un braccio.

“Capire cosa?”

“L'hanno fatto nel tuo letto!”

“Cambierò le lenzuola.” sospirò David.

“Chi?” chiese Meli sgranando gli occhi.

“Neely e Timo!” le rispose il ragazzo alzandosi e abbracciandola disperato.

“Non è la fine del mondo.” disse David prendendolo e staccandolo mentre Meli fissava Neely senza sapere se aveva voglia di scoppiare a riderle in faccia o se mettersi a piangere. E Franky che fine aveva fatto?!

“Si che lo è!”

“No, Juri vattene!” Linke si unì a David.

“Voi non capite! C'erano delle tracce! Sulle tue lenzuola David!!! E pensa… saranno penetrate nelle profondità del materasso!!!”

David lanciò un'occhiata a Neely iniziando ad andare in iperventilazione.

Tracce.

Tracce.

TRACCE!

Come si potevano lasciare tracce così evidenti con un preservativo?

Ovvio, non si poteva.

Stava tentando di metabolizzare quell'informazione quando Linke scoppiò in un gridolino isterico rivolto a Neely.

“L'avete fatto senza preservativo?! – lei non rispose, irrigidendosi imbarazzata e lui proseguì – come avete potuto essere così stolti?! Insomma, un figlio alla vostra età! Per non parlare delle malattie!”

“Timo è sano.” si intromise David.

“Cosa ne sai?” gli chiese Linke.

“Lo so.”

“Siete slash?!” Katie aveva preso la parola guardandoli tutti quanti sull'orlo del disgusto.

“Io no!” si premunì di specificare subito Linke.

“Cosa vuol dire slash?” chiese David ma furono nuovamente interrotti dal campanello.

“E ora chi è?!” esclamò Meli che capiva ogni secondo di meno.

“Vado io coinquilina cara. - saltò su Juri correndo verso la porta per trovarsi di fronte Franky – TU!” gli disse con tono indignato richiudendogli la porta in faccia.

“Chi era?” chiese Meli affrettandosi a correre verso la porta e riaprendola.

“Franky, ciao!” lo salutò rincuorata, niente borsoni, niente comportamenti sospetti.

“Ciao! Stavo cercando Neely, per caso è qui?” le chiese mentre lo faceva entrare e Neely stessa rispose alla domanda facendogli un cenno di saluto. Ovviamente c'era troppa gente perché il ragazzo potesse parlarle e così fece finta di niente e con nonchalance prese posto su una poltrona.

Meli fissò smarrita la strana combriccola che sedeva nel suo soggiorno, chiedendosi come si fossero ritrovati dall'essere lei e David ad avere tutta la compagna lì radunata.

Mancavano giusto Timo e Jan e poi il quadretto sarebbe stato completo.

“Ragazzi evitiamo… - Linke prese la situazione in mano – non possiamo invaderle casa così.” fece notare lasciando da parte per un attimo la questione mini Timo in arrivo e Franky che solo dio sapeva cosa ci facesse lì.

“No, tranquillo. - intervenne Meli – davvero non c'è problema, vi porto qualcosa da bere?” chiese, in fondo avere così tanta gente intorno le impediva di pensare ai suoi problemi e soprattutto rinviava il momento cruciale del confronto con David.

“A me date fastidio invece.” obiettò Juri guardando in cagnesco Franky e anche Neely.

“Tu non hai facoltà di parola.” gli fece notare Linke.

“Abito qui. - si oppose Juri – anzi, Meli non preoccuparti, ti svuoto io qualche cassetto per far posto alla mia roba.” disse alzandosi e prendendo ad esplorare la casa alla ricerca della camera della ragazza.

“Puoi dormire in camera dei miei.” sospirò lei.

“Non dargli corda!!!” esclamò Linke.

“Ma se non ha un posto in cui vivere…” gli rispose preoccupata.

“Ce l'ha eccome!”

“Bene bene Linke caro. Vedremo quando le macchie arriveranno al tuo letto! Sappi che qua non ci sarà posto per te! - borbottò Juri – fortuna che col Bonk in circolazione non c'è questo pericolo.” aggiunse lanciando un'occhiata piena di gratitudine all'asessualità di David che era diventato paonazzo.

“David non è asessuato.” lo difese Meli e Juri si mise sull'attenti.

“No, no… NO! Non dirmi che l'avete fatto spargendo macchie!”

“Idiotaaaaa.” David gli aveva tirato addosso un fermacarte che aveva trovato sul tavolo.

“Per fortuna! Mi era preso un mezzo infarto all'idea… fortuna che su di te si può sempre contare Bonkino mio.” Juri lo abbracciò grato.

“Meli perdonali.” Linke pareva seriamente dispiaciuto per tutto quel casino ma lei gli sorrise facendogli cenno che era tutto a posto. Tuttosommato si stava divertendo, anche se Neely probabilmente moriva dalla voglia di sbottare e prenderli tutti a sberle e Katie riservava occhiate omicide a tutti i non Linke.

Alla fine si calmarono e il pomeriggio prese una piega piacevole, presero a parlare del più e del meno come una vecchia manica di amici e tutto andava per il meglio quando il telefono di casa suonò.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


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Somebody Out There

18.

“Perché hai riappeso?” Katie la guardava in maniera strana.

“Hanno sbagliato numero.” si affrettò a dire Meli mentre tentava di staccare il telefono senza dare nell'occhio.

“Ma se non hai dato nemmeno il tempo di formulare una frase compiuta a chiunque fosse dall'altra parte! Hai detto “Pront-“, sei sbiancata e hai riappeso.” notò Juri che ormai si atteggiava a coinquilino vissuto.

“Hanno sbagliato.” tagliò corto lei.

Si era dimenticata di tutte le chiamate notturne di quello stupido, così come si era dimenticata di aver spento il cellulare per evitarlo. Ma figuriamoci, lui non si poteva certo dare per vinto così. Si chiese cosa potesse mai volere Bill stavolta, se doveva lamentarsi perché Tom aveva passato tutta la sua notte a fare Yo con Samy ignorandolo o se avesse qualcosa di serio, in ogni caso non poteva certo sentirlo mentre era circondata da tutta quella gente, visto che sapeva bene come si sarebbe ritrovata a fine telefonata. Perché mai quel ragazzo non poteva essere una persona per bene come il suo gemello? Sospirò e con una mossa del piede stacco il filo dalla presa riuscendo a non farsi notare.

Nel frattempo Linke e Juri avevano ripreso a battibeccare sul fatto che il secondo non si poteva autoinvitare a vivere dalla prima persona che gli passava per la testa e l'attenzione fortunatamente era tutta su di loro, tranne quella di Katie, Neely e David. L'ultimo pareva avere un'idea fin troppo chiara di chi ci fosse dall'altra parte del ricevitore, la prima invece aveva la classica espressione di chi non riusciva assolutamente a capire un determinato comportamento e la seconda moriva dalla voglia che tutti se ne andassero, probabilmente era li solo per sfogarsi circa la sua notte di fuoco con Timo. Bofonchiò qualcosa sul fatto che doveva riordinare il bagno e andò a chiudercisi dentro per tentare di riassumere una parvenza di normalità ma era inutile. Forse le conveniva mandare un sms a Bill dicendogli chiaro e tondo di non rompere le scatole ma poi si rese conto che così se lo sarebbe ritrovato a tempo zero sulla soglia di casa indignato e offeso perché nessuno mandava a quel paese il povero piccolo Bill Kaulitz. Quando si decise a tornare di la, si era leggermente calmata e la conversazione di nuovo si era spostata su argomenti più frivoli. Nella fattispecie Franky si stava offrendo di cucinare la cena per tutti, ovviamente nella sua cucina. Era divertente come uno dopo l'altro si fossero autoinvitati, chi a passare il pomeriggio, chi a vedere come stava, chi a cucinare e chi a viverci direttamente, ma erano un gruppo di ragazzi veramente simpatici e quindi lasciò correre tutto. Si sedette vicino a Katie mentre Franky sciorinava tutti i mille piatti che era in grado di preparare in maniera impeccabile e stava quasi iniziando a rilassarsi quando il campanello suonò per l'ennesima volta quel pomeriggio.

“Come minimo questo è Timo.” si lamentò Linke.

“Cacciamolo o ci macchia i divani.” disse Juri a Meli e Neely gli tirò un calcio.

Il campanello suonò una seconda, una terza, una quarta… un'infinita volta, senza lasciare nemmeno il tempo materiale perché qualcuno andasse ad aprire.

“Non è Timo.” Meli si prese la testa fra le mani impedendosi di scoppiare in lacrime di frustrazione.

“E chi è?” le chiese Juri, sempre più interessato a come giravano le cose nella sua nuova dimora.

“Nessuno, un maniaco, non aprite!” gli rispose e tutti la fissarono interrogativi.

“Un maniaco?!” Katie iniziava a essere seriamente preoccupata da quei comportamenti e quelle uscite.

“Si, gironzola sempre qui intorno.”

“Non me ne hai mai parlato.”

“Ti pare?” mormorò Meli mentre il campanello continuava imperterrito.

“Non hai chiuso a chiave.” le fece notare l'amica, quasi a voler asserire che se ci fosse stato davvero un maniaco nei dintorni l'amica sarebbe stata sempre barricata in casa con tutto chiuso.

“Cosa?!” Meli rialzò la testa allarmata ma… troppo tardi. Il fantomatico maniaco si era spazientito e, ben sapendo che lei non aveva l'abitudine di chiudere a chiave, non si era fatto problemi ad entrare e ora la fissava da dietro i suoi occhiali da sole dalla montatura bianca. Era alto, portava un cappellino e i lunghi capelli neri raccolti in una coda e tutti lo guardarono chiedendosi chi fosse, tranne David che aveva la risposta nel cervello dal momento in cui Meli aveva iniziato a disperarsi, Katie che si ritrovava il suo peggiore incubo di fronte in carne ed ossa, e Neely che aveva smesso di respirare riconoscendolo.

“Bill che vuoi?” gli chiese Meli andandogli incontro con l'intento di cacciarlo.

“Sono preoccupato.” gli disse lui togliendosi gli occhiali da sole e puntandole addosso uno sguardo accusatorio, come se lui fosse la povera vittima di chissà quale complotto.

“Perché?”

“Hai spento il cellulare e staccato il telefono.”

“Chiediti perché.”

“No.”

“Bill!”

“Mi preoccupo! Ieri quando sono tornato a casa ho realizzato che stavi davvero male giù al locale.”

“Stupido.” mormorò lei e Bill le accarezzo i capelli lasciando da parte l'espressione indignata.

“Tu lo conosci!” l'accusa stavolta proveniva dalle sue spalle, Katie era saltata in piedi e stava fulminando entrambi con lo sguardo. Tutto quello che non le era mai tornato le tornava ora, il fatto che quei due si conoscessero cambiava tutte le carte in tavola.

“Coinquilina, chi è?” Juri le si era avvicinato e fissava il nuovo arrivato, la sete di sapere che gli si rifletteva negli occhi azzurri.

“Coinquilina?” Bill lo guardò storto alzando un sopracciglio.

“E' una storia lunga.” sospirò Meli.

“Comunque sono Bill Kaulitz, piacere.” gli disse sfoderando uno dei suoi sorrisi da prima pagina e allungandogli la mano. Poi zampettò per il soggiorno facendo lo stesso con tutti gli altri, Neely rigida come un pezzo di ghiaccio mentre stringeva la mano al gemello di Tom e realizzava che se Meli era amica di Bill allora lo era anche di Tom, Katie che si rifiutò di stringergliela e David che si dileguò in cucina per evitare.

Ora che si era presentato e si era tolto gli occhiali da sole e anche il cappellino, tutti lo fissavano più o meno allibiti. Cosa ci faceva Bill Kaulitz nel soggiorno di Meli? E soprattutto come mai sembravano conoscersi molto più che bene?

“Bill per pietà divina… vattene.” Meli era sull'orlo di una crisi.

“No, dobbiamo parlare.”

“Di cosa? Ci siamo già detti tutto fino alla nausea.”

“Io non sono mai stato d'accordo.”

“Tom si.”

“No nemmeno lui ma non è questo il punto.”

“Bill non è il momento!”

“E quando sarebbe il momento? Stavi piangendo ieri sera e io settimana prossima riparto.”

“Bravo, perditi.” bofonchiò lei rendendosi conto di avere gli sguardi di tutti puntati addosso.

“Meliiii.” piagnucolò lui prendendole una mano.

“Mi chiedo perché Tomi non ti abbia fermato.”

“Perché non lo sa. - cacciò fuori la lingua iniziando ad impettirsi tutto e lei gli lanciò un'occhiata scettica. – guarda!” la trascinò alla finestra mostrandole la Cadillac sapientemente parcheggiata in doppia fila di fronte al suo cancello.

“Tu non hai la patente!”

“L'ho rubata a Tom.”

“Se Tom lo scopre ti ammazza.”

“Ho lasciato aperta la finestra della cucina così penserà che è entrato un ladro, ha rubato le chiavi e si è preso la Cadillac.” disse tutto fiero di se stesso.

“Certo, perché un ladro si prende la briga di fare spiderman per salire in una mansarda quando potrebbe solo collegare due stupidi fili per rubare una macchina!”

“Non rovinare il mio piano!” si lamentò.

“Il tuo piano è una pagliacciata.”

“Tomi non lo scoprirà mai.” si impuntò lui.

“Nooo, soprattutto se arriva il carro attrezzi e ti porta via la Cadi parcheggiata in divieto di sosta!”

“Meglio! Così lo chiameranno dicendo che l'hanno trovata abbandonata e l'ipotesi furto prenderebbe ancora più consistenza.”

“Giusto perché Tom non assocerebbe mai l'indirizzo a me e di conseguenza a te.”

Bill la guardò spaesato, non aveva pensato a quel dettaglio.

“Meliiiii che possiamo fare?”

“Io di sicuro niente.”

“Chiamo il Pelka.” disse risoluto.

“Lascia stare quel povero martire!”

“Ma Meli! Se lui rubasse la macchina basterebbe che io lo licenziassi e vivremmo tutti felici e contenti.”

“Giusto perché Tom è scemo e non capirebbe mai che ci sei tu dietro.”

“Secondo me dovresti portarla magari a St. Georg, è un posto talmente malfamato che il furto ci può stare.” suggerì Juri intromettendosi in quelli che gli sembravano affari di casa.

“Cioè, dovrei farla rubare ad Hagen invece che al Pelka? - replicò pensandoci sopra – ma lui parla troppo, di sicuro lo spiffererebbe a Tomi!”

Juri lo guardò senza capire e Meli intervenne.

“Billi smettila di fare l'idiota.”

“Farò la persona seria se finalmente ti degnerai di ascoltarmi.” borbottò.

“Ti ho già ascoltato mille volte.”

“No, sono tre anni che non riesco a dirti niente!”

“Ma se sei sempre in mezzo alle scatole!”

“Ma tu non mi lasci mai parlare di cose serie, mi cacci sempre e Tom ti da pure man forte.” sbuffò.

“Tom sa rispettare, tu no.”

“Tom è un'idiota, io no.” puntualizzò lui.

“Non mi sembra il momento più appropriato.” sospirò lei indicandogli con un cenno della testa il salotto strapieno di persone, di cui almeno due completamente senza parole: Katie e Neely.

“Se tu rispondessi al telefono ogni tanto...” ora Bill aveva perso sia la baldanza che il tono offeso, era solo triste e lei sapeva benissimo che il proprio autocontrollo e il proprio orgoglio le avrebbero impedito di scoppiare a piangere e abbracciarlo solo per altri trenta secondi al massimo. Cercò di calmarsi mentre perfino Juri comprendeva che il momento era delicato e privato e si allontanava. David era tornato a sedersi sul divano e fissava insistentemente il pavimento mentre Katie si ripigliava e iniziava a dare sfogo alla rabbia.

“Quando avevi intenzione di dirmelo?!” saltò in piedi e le andò incontro.

“Mai.” rispose Bill al suo posto, con un tono che non ammetteva un seguito allo sclero della ragazza, che però non ci fece caso.

“Da quanto tempo conosci questo individuo?!”

“Da sempre.” mormorò lei.

“In che senso?!”

“Nel senso che avevo sei anni quando ci siamo conosciuti.” intervenne Bill prendendo l'amica sotto braccio e portandola lontana da Katie che aveva sgranato gli occhi incredula a quella rivelazione.

___________________________

NOTE.
Un paio di precisazioni, più che altro per chi magari non conosce bene i Tokio: quando il capitolo è stato scritto Bill - quello vero xD - non aveva ancora la patente e di conseguenza non ce l'ha nemmeno qui. Quando dice "chiamo il Pelka", si riferisce a Saki Pelka, una delle loro ex-bodyguard (anche qui, quando il capitolo è stato scritto Saki faceva ancora parte del loro staff).
St.Georg è un quartiere di Amburgo, zona stazione, ed è a luci rosse esattamente come St.Pauli se non di più con la differenza che è pure bello malfamato (insomma, se non ci girate è meglio xD), e Hagen è il terzo nome di Georg (il bassista dei Tokio).

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


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Somebody Out There

19.

“Vattene.” ribadì per la millesima volta a Bill, senza però fare nulla per staccarsi dall'abbraccio di lui. Erano chiusi in bagno, Bill non aveva trovato un'idea migliore per isolarsi finché Meli non si fosse calmata e gli altri avessero metabolizzato ciò che stava accadendo.

“Non volevo causarti ulteriori problemi, non pensavo avessi la casa piena di gente.” le disse sedendosi sul bordo della vasca da bagno e prendendola in braccio.

“Non importa.” sussurrò lei appoggiandogli la testa sul petto. Sentiva il suo cuore battere e quel suono la rilassava, era una delle cose più familiari che ci fossero al mondo per lei.

Perché lei sapeva decifrare quei battiti come forse solo Tom riusciva a fare.

Sapeva come batteva il cuore di Bill quando era felice.

Sapeva come batteva quando era triste.

Sapeva come batteva quando era indeciso, frustrato, eccitato, agitato, annoiato...

Lei sapeva tutto di Bill, anche se erano passati tre anni e non si erano più quasi parlati.

E paradossalmente Bill sapeva tutto di lei anche se non aveva riviste e tv che lo tenevano informato su ogni sua mossa, probabilmente perché anche se l'aveva scongiurato di lasciarla perdere, lui a differenza di Tom aveva continuato a riempire la sua vita con la propria presenza. E allora perché lei continuava a lottare per tenerlo lontano? E poi, lottava veramente? Perché ogni volta che lui le si avvicinava lei urlava di tutto ma poi l'unica cosa che riusciva a fare era stringerlo più forte che poteva e godersi quel momento.

 

******

“Katie calmati.”

“No che non mi calmo!”

Linke aveva trascinato Katie in cucina quando si era accorto che la ragazza stava per scoppiare e ora tentava di farla ragionare.

“Mi spieghi qual è il problema?”

“Il problema è che è dal giorno in cui l'ho conosciuta che sta male dalla mattina alla sera per quel cretino e io non avevo la più pallida idea che si conoscessero!”

“Avrà avuto le sue ragioni per non-“ non riuscì a proseguire perché la ragazza lo interruppe bruscamente.

“Sono la sua migliore amica, la conosco da tre anni, l'ho vista andare in giro per tutta Europa per lui, spendere ogni centesimo che le entrava in tasca e mandare a quel paese sessioni su sessioni di esami, e ora salta fuori che si conoscono da quando erano piccoli! Trovami un senso...” era sull'orlo delle lacrime dal nervosismo.

“Magari, anzi sicuramente, è successo qualcosa che l'ha portata ad agire così.” osservò razionalmente il ragazzo.

“Ma io sono la sua migliore amica ! E non lo sospettavo nemmeno lontanamente!”

“Dai Katie, calmati... non risolvi niente facendo così.” la abbracciò lasciandola sfogare un altro po', fino a che non entrò David.

“Credo che dovremmo andarcene. - disse loro – in fondo non sono affari nostri.” aveva un'aria malinconica.

“Si che lo sono! – prese a inveirgli contro Katie – ti vuoi lasciar soffiare la ragazza sotto al naso senza fare niente?!” lo provocò sperando che il ragazzo prendesse a facesse irruzione in bagno.

“Non è la mia ragazza.” le fece notare tristemente.

“Potrebbe esserlo.”

“No... o forse si... non lo so, non riesco a capire cosa ci sia fra quei due.” mormorò sommessamente.

“Tu lo sapevi?!” esclamò la ragazza sempre più in preda alla rabbia.

“Mi ha accennato qualcosa stanotte – Katie sgranò gli occhi – ma solo perché ieri sera li ho visti insieme fuori dal locale e non sembravano esattamente star e fan.” si affrettò ad aggiungere prima che lei pensasse di essere l'unica all'oscuro dei fatti.

“E cosa ti avrebbe detto?”

“Che aveva i nonni a Loitsche e così ha conosciuto i gemelli che sono in breve diventati i suoi due migliori amici.” scrollò le spalle, non del tutto sicuro di aver fatto bene a parlare ma ormai il danno era fatto.

“E perché si comporta come se fosse una loro fan?” chiese Katie con veemenza.

“Non lo so, non mi ha detto niente di come si sono evolute le cose dopo che loro sono diventati famosi.”

“Guardala, sembra la loro fan perfetta! Quella che li segue ovunque e che ha miliardi di poster appesi in camera e sproloquia dalla mattina alla sera sul suo gruppo preferito!”

“Magari è solo una facciata...” sospirò David, che a sentire quella descrizione fatta da Katie iniziò a comprendere qualcosa.

“A che scopo?!”

“Essere legittimata a seguirli ovunque e parlare sempre di loro senza dover per forza raccontare ciò che c'era dietro.” rispose Linke leggendo nella mente di David e quest'ultimo annui.

“Ma se sono così amici, perché prendersi il disturbo di fare così tanti sacrifici?! Volete farmi credere che loro non potevano procurarle pass, darle una cuccetta sul tourbus, farla dormire con loro in hotel o che so io?!”

“Non lo so.” dovette ammettere David e Linke non aggiunse nulla avendo ancora meno elementi di lui per poter giudicare.

“Comunque hai ragione, siamo di troppo.” si limitò a dire, sperando che anche Katie comprendesse che quello non era il momento ideale per correre inviperita dall'amica a chiedere spiegazioni. La prese sottobraccio e la invitò a dirigersi verso il salotto e, con suo immenso stupore, lei non fece una piega e si lasciò trascinare.

 

******

 

Timo girovagava per la casa come un'anima in pena, sotto lo sguardo divertito di Jan.

“E se si fosse pentita?” gli stava chiedendo.

“Dovresti chiederlo a lei.” l'amico allargò le braccia nel classico gesto di chi non può farci nulla.

“Grazie per il conforto eh.”

“Dai, è solo andata da Meli non è scappata da te.”

“Perché è andata da lei?!”

“Perché Melina è una ragazza e di certe cose si parla fra ragazze.”

“O fra migliori amici.” osservò Timo scocciato.

“Si ma se il tuo migliore amico e la ragione per la quale ti vuoi sfogare coincidono non è che ti restano molte alternative se non andare a sbattere la testa da qualche altra parte.”

“Sta addirittura sbattendo la testa?” piagnucolò Timo.

“Era una frase fatta.” sghignazzò Jan.

“Smettila di ridere e renditi utile!”

“In che maniera?”

“Non lo so... parlale!”

“Sei tu quello che dovrebbe parlare e se fossi in te lo farei prima che ci pensi Franky.”

“Che c'entra Franky?” chiese l'altro mettendosi subito in allerta.

“Pare che trovarvi a letto insieme gli abbia fatto avere una rivelazione divina sul fatto che Neely abbia passato un tempo infinito a morirgli dietro.”

Timo rimase di sasso.

A quel cretino pareva quello il momento per svegliarsi?

“Dov'è?” chiese già nel panico.

“Neely?”

“Franky!”

“Da Melina.” gli rispose in un'alzata di spalle e Timo rimase sconvolto dalla nonchalance dell'amico, a che gioco stava giocando? – non sto dalla parte di nessuno, fate quello che vi pare basta che non combiniate pasticci.” gli comunicò, del resto Timo non poteva certo credere che lui potesse prendere le parti di uno fra due dei suoi migliori amici.

“Vado da Meli.” decise e prima che Jan potesse fermarlo e impedire che la povera ragazza si ritrovasse l'ennesimo ingombro per casa, Timo era già sparito.

 

******

 

Timo uscì dalla metropolitana ad Altona inviperito, non poteva credere che Franky avesse deciso che il momento di entrare in gioco dovesse essere quello. Insomma, Neely gli era andata dietro per un tempo infinito e lui non aveva mai mostrato alcun cenno di interesse o anche solo di minima comprensione e ora? Trovarli a letto gli aveva aperto gli occhi? O semplicemente prima faceva finta di credere alla teoria che Neely e Timo avessero chissà che storia segreta solo per non ammettere l'evidenza della cotta della ragazza e potersela spassare tenendola come riserva in un angolino? Beh se i suoi piani erano quelli aveva sbagliato tutto.

Trovò con facilità la via nella quale abitava Melina, era proprio nel pieno centro del quartiere, ed individuò subito anche il palazzo giusto. Stava per oltrepassare il cancellino d'ingresso quando un ragazzo gli si affiancò facendo lo stesso: aveva indosso una felpa della Echo di un bel po' di taglie più grande di quanto non gli servisse ma si sentì ugualmente ammirato, se non altro aveva buon gusto. Alzò gli occhi per lanciargli uno sguardo di congratulazioni e rimase freddato.

Non poteva essere.

No.

Sarebbe stato troppo .

Si stropicciò gli occhi mentre lo seguiva all'interno dello stabile, non c'erano dubbi.

Tom Kaulitz.

Che cosa ci facesse lì era un mistero, sta di fatto che era lì e Timo era sicurissimo fosse lui, avrebbe riconosciuto il nemico numero uno in mezzo a una folla.

E poi oggettivamente parlando quanta altra gente sarebbe andata in giro conciata così... fuori taglia?

Si fermò un istante per fare un respiro profondo e si calmò quando lo vide entrare nell'ascensore, ovunque stesse andando fortunatamente era sicuro che le loro destinazioni fossero diverse e così si rilassò dirigendosi verso le scale.

Peccato che non fece tempo a mettere piede sul pianerottolo del secondo piano che Tom uscì deciso dall'ascensore proprio di fronte a lui ed entrò con altrettanta decisione in un appartamento, senza nemmeno prendersi la briga di suonare.

Magari una delle sue tante groupie abitava lì, si disse nel tentativo di autoconvincersi che la porta nella quale si era infilato non fosse assolutamente quella di Melina. Quando lesse i nomi sul campanello gli crollò addosso una montagna, quello era l'appartamento di Meli.

Figuriamoci, non bastava Franky.

Non aveva idea della ragione per la quale Tom Kaulitz fosse entrato così spavaldamente in quella casa, sapeva solo che li dentro c'era anche Neely e nella sua mente comparvero seduta stante immagini del chitarrista che con un gesto molto poco galante la invitava ad appartarsi con lui in una stanza e lei che gli saltava addosso senza nemmeno aspettare che fossero lontani da occhi indiscreti. Scrollò la testa e si diede una sberla, insomma, qualunque cosa ci facesse lì era ovvio che Neely non c'entrava nulla anzi, non avrebbe nemmeno registrato la sua presenza.

Quantomeno lo sperava.

Perché occultare il cadavere di Franky Ziegler era relativamente facile - ora che la notizia della sua scomparsa fosse giunta ad Heidelberg lui aveva tutto il tempo di procurarsi un alibi scagionatore - ma fare lo stesso con un chitarrista famoso in tutto il mondo era nettamente più difficile.

 

 

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NOTE.
@ Lidiuz93: Si purtroppo sono già un paio di mesi che Saki non c'è più =( Sostanzialmente non hanno rinnovato il contratto con la VSD Hamburg in seguito a qualche problema non meglio specificato e quindi ciao ciao Saki e tutti gli altri... E' rimasto Tobi in compenso, che si è licenziato dalla VSD e ora è alle loro dirette dipendeze =)

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


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Somebody Out There

20.

Linke e David stavano cercando di convincere Juri a venir via con loro, Franky e le ragazze ma lui non ne voleva sapere, non faceva altro che ripetere che lui abitava lì, che gli spiaceva se Meli si era dovuta chiudere in bagno per risolvere i suoi problemi ma che lui non c'entrava nulla e la fonte di fastidio veniva tutta dagli altri. David si stava spazientendo potentemente quando la porta d'ingresso si aprì senza alcun preavviso e in casa entrò un ragazzo sul piede di guerra. Tom.

Si bloccò un attimo nel vedere tutta quella gente, evidentemente si aspettava la casa deserta eccezion fatta per Meli e suo fratello.

“Voi sareste...?” chiese indispettito dal fatto che qualcuno si stesse frapponendo fra lui e ciò che voleva raggiungere, ovvero il ladro di Cadillac altrui. Katie parve risvegliarsi dal suo torpore e fece per andargli incontro con l'ascia di guerra ben salda in mano quando Linke la fermò.

“Amici di Meli.” si affrettò a dire tappando la bocca alla sua ragazza.

“E lei è...?” chiese, stavolta con un atteggiamento diverso, come se loro non avessero dovuto vederlo e avere prove tangibili del legame di Melina con i Tokio Hotel.

“In bagno con tuo fratello.” mugugnò David guardando altrove e il rasta partì spedito verso il bagno senza aggiungere altro, dando l'ennesima prova di conoscere fin troppo bene la ragazza e l'ambiente nel quale viveva.

 

******

 

Neely era completamente paralizzata.

Le era appena passato di fronte come una furia Tom, quel Tom.

E le aveva rivolto la parola.

Ok, non a lei in prima persona ma se solo non si fosse completamente bloccata nell'istante in cui il ragazzo era apparso avrebbe benissimo potuto rispondere al posto di Linke e in quel caso lei e Tom avrebbero avuto un'intensa conversazione.

Ok, forse non proprio intensa.

Ma sempre meglio del niente che aveva avuto fin'ora.

Era ancora in contemplazione del vuoto lasciato da Tom sull'ingresso quando dalla porta fece la sua comparsa Timo, risvegliandola bruscamente dal suo idillio senza però che a lui sfuggisse l'espressione sognante che aveva dipinta in volto fino a un secondo prima.

“Ci mancava giusto lui.” Linke si portò una mano alla testa esasperato, più si sforzava di far sfollare l'appartamento e più gente arrivava.

“No! Vattene! - Juri era saltato in piedi gesticolando – non ti permetterò di venire a spargere macchie anche qui.”

“Schewe sta zitto.” gli ingiunse Timo facendogli un gesto infastidito.

“Vattene da casa mia!” si impuntò Juri.

“Smettila, non è casa tua e dovremmo andarcene tutti!” si mise in mezzo Linke.

“Ormai vivo qui.”

“JURI!” lo minacciò col tono di voce ma il ragazzo non parve esserne allertato, tutt'altro.

“Linke, se voi ve ne andaste sarebbe già un passo avanti.”

“Tu vieni con noi.”

“No, è casa mia questa.”

“Non è casa tua!”

“Ma Meli ha detto che posso rest-“

“Volete finirla con questa pagliacciata?! - si intromise Timo arrabbiatissimo e tutti tacquero – Neely dobbiamo parlare.”

“Non ora.” gli rispose lei.

“E devo fare un bel discorsetto anche a te.” proseguì Timo ignorando la risposta della ragazza e rivolgendosi a Franky.

“Ragazzi, non qui!” David si decise a prendere la situazione sotto mano, stava diventando tutto una farsa e loro stavano litigando per i loro futilissimi problemi nel salotto di una persona che ne aveva di ben più seri ed era stata costretta a chiudersi in bagno insieme ai suoi stessi problemi in carne ed ossa. Voleva sapere più di chiunque altro cosa stesse succedendo ma si rendeva conto che quello non era il momento delle spiegazioni e che stavano invadendo prepotentemente la privacy di Melina.

In quel momento dal bagno iniziarono a provenire le urla e tutti quanti si zittirono di colpo.

 

******

 

Bill sobbalzò quando Tom fece irruzione in bagno e per poco non fece cadere Melina che gli stava ancora seduta in braccio.

“Sei un idiota!” lo aggredì subito il gemello.

“Non ho fatto niente.” rispose Bill stringendo a se Melina con tutta la forza di cui era capace e la ragazza non fece una piega anche se respirava appena; in quel momento avrebbe preferito morire piuttosto che allontanarsi dal corpo caldo di Bill che le offriva protezione e conforto nonostante lui fosse la prima e unica causa del suo male.

“Non dovevi venire.” replicò Tom con tono duro.

“La tua macchina è perfettamente in salute, è qua fuori.” gli rispose Bill sistemandosi meglio sul bordo della vasca.

“Sai benissimo che non parlo della Cadillac. – nessuna risposta così decise di proseguire – non puoi continuare ad entrare e uscire dalla sua vita, la stai devastando nel caso non te ne fossi accorto.”

“Non sono mai uscito dalla sua vita, sei tu che l'hai fatto!” ora Bill urlava pieno di rabbia.

“Lei ce l'ha chiesto molto chiaramente, io ho solo rispettato il suo volere sei tu quello che non l'ha fatto! Se le volessi bene non-“

“Lei non ha mai voluto che uscissimo dalla sua vita! – il moro era saltato in piedi scostando Meli da se e ora era ad un passo dal fratello e lo fronteggiava con gli occhi lucidi – Se l'avesse voluto non avrebbe fatto tutto ciò che a fatto, non avrebbe continuato a seguirci, non avrebbe continuato a preoccuparsi per noi! E tu non hai fatto che ignorarla solo perché in un attimo di sconforto di ha detto di andartene e non farti mai più vedere e sentire! Poi sono io quello che la ferisce, vero Tom ?”

“Smettetela!” Meli si era portata di fianco a Bill e, senza guardare nessuno dei due in faccia, era scoppiata a piangere.

Tom aveva ragione ma anche Bill ne aveva.

Lei aveva chiesto loro di sparire dalla sua vita ma non l'aveva mai voluto veramente.

Tom aveva preso atto e non si era più fatto vivo se non in casi come quello.

Bill invece non aveva mollato e l'instabilità del loro rapporto era data dal fatto che lei faceva sempre di tutto per allontanarlo nonostante l'unica cosa che volesse fosse averlo vicino.

Ma lui era famoso e non aveva più tempo per lei.

Che in realtà l'avesse sempre avuto mettendola prima di qualunque altra cosa, era un fatto che aveva preferito ignorare.

E passare le sue giornate con la voce del ragazzo nelle orecchie non aveva fatto altro che peggiore la situazione perché lei era stata una stupida a scappare, Tom uno stupido a lasciarglielo fare e paradossalmente l'unico con un minimo di cervello piantato al posto giusto si era rivelato proprio Bill.

E tutta quella storia, quei tre anni passati a lottare contro i mulini a vento che macinavano i suoi sentimenti, in quel momento le sembravano solo l'apoteosi della stupidità.

 

******

 

Tom uscì dal bagno e percepì solo vagamente il fatto che Bill l'aveva chiusa a chiave dietro di lui, si era perfino dimenticato di tutta la gente che campeggiava in soggiorno e così venne colto completamente alla sprovvista quando Katie quasi lo aggredì.

“Voglio sapere che succede.” gli disse e Linke subito corse a calmarla ma stavolta lei lo respinse.

“Non sono affari tuoi.” tentò di liquidarla il rasta ma lei non desistette.

“Sono la sua migliore amica, capisci ? La sua migliore amica e non avevo idea del fatto che lei vi conoscesse! Pensavo fosse una semplice fan, capisci ? Anni passati a vederla star male e credere che fosse solo una scema, capisci ?”

Si, Tom capiva fin troppo bene. Come capiva che aveva solo voglia di sedersi da qualche parte e riordinare le idee perché, per una volta nella vita, aveva la netta sensazione che l'unico nella ragione fosse Bill. Lanciò un'occhiata distratta alla ragazza che aveva di fronte, doveva essere Katie, Bill gli aveva parlato di lei dicendogli indignato che Meli si era trovata una nuova amica, ma era stato tanto tempo prima.

“Tu non sei la migliore amica di Melina.” le disse stancamente.

“Lo sono eccome.”

“Bill è il suo migliore amico in assoluto e mezzo gradino sotto ci sono io.” le disse con tono burbero, sentendosi tutti gli occhi puntati addosso, alcuni erano increduli, altri irritati, altri ancora quasi delusi e infine c'erano gli indecifrabili.

Katie aprì la bocca per replicare ma poi si rese conto di non avere nessun elemento per farlo, per quel che ne sapeva – o per meglio dire non sapeva – quella avrebbe potuto benissimo essere la verità.

L'atmosfera era carica di tensione, perfino Neely aveva messo da parte il suo lato da fan per assumere un contegno completamente serio e Tom li guardò tutti dal primo all'ultimo chiedendosi chi fossero e che ruolo avessero nella vita di Melina, scoprendo di odiare più del lecito non saperlo e ritrovandosi a dare ragione su tutta la linea a Bill.

“Noi siamo amici da quando eravamo piccoli – disse in un sussurrò ma lo udirono tutti – quando è uscito Durch den Monsun le cose sono precipitate, ci potevamo vedere poco e lei si sentiva lontanissima da noi che ci eravamo ritrovati improvvisamente circondati da un sacco di fan. Bill però riusciva sempre a tenere i contatti in qualche maniera, trovava il modo di sentirla tutti i giorni e in breve trovò anche quello di vederla il più possibile e ovviamente io lo imitai al volo; lei però si mise in testa l'assurda convinzione che per noi il successo fosse più importante di lei, cosa che non è mai stata vera nemmeno per mezzo secondo. Ci ha chiesto in lacrime di lasciarla in pace e sparire dalla sua vita e per un po' è stato così, non l'abbiamo più vista. Bill continuava lo stesso a scriverle ma lei non rispondeva mai e io non me la sentivo di infrangere la promessa che le avevo fatto pensando che avesse le sue ragioni più che valide. Poi un giorno è venuta a un nostro concerto, le mancavamo... Bill quando la individuò ci mancò poco che interrompesse la canzone a metà e saltasse giù dal palco ma lei era sparita nel'esatto istante in cui aveva compreso di essere stata vista e riconosciuta. Ma a Bill bastò e avanzò per sentirsi in diritto di rientrare nella sua vita, anche se lei non faceva altro che scacciarlo. Lui però è ostinato e non ha mai mollato, le ha sempre fatto avere i pass e tutto ma lei – ostinata quanto lui – non li ha mai usati nemmeno quando ci veniva a vedere. Si è costruita addosso la maschera della fan perfetta solo per avere una scusante per seguirci ovunque pur standoci a distanza, in qualche maniera voleva comunque starci vicina perché non puoi cancellare il bene che vuoi a una persona a comando. Io ero capace di ignorarla anche se per caso le passavo letteralmente di fianco, non che la cosa fosse facile ma lei aveva espresso un determinato desiderio e io credevo che rispettandolo avrei fatto la cosa giusta. Come ho sempre creduto che Bill stesse facendo quella sbagliata. In realtà gli scemi siamo solo io e lei. Staremmo tutti e tre meno male se io avessi seguito la condotta di Bill e lei avesse evitato di continuare a perseguire la sua via del statemi lontani pur seguendoci praticamente ovunque. Questo è quanto.” sospirò chiedendosi cosa gli fosse passato per la testa per raccontare tutto a gente che nemmeno conosceva ma poi si disse che era meglio così piuttosto che lasciarli andare dopo averli resi testimoni di una sonora litigata e del fatto che Meli non era propriamente una loro fan.

Tutti si lanciavano occhiate imbarazzate e lui andò a chiudersi in stanza di Meli mentre sentiva gli altri che piano piano se ne andavano.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


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Somebody Out There

21.

Una volta usciti da casa di Meli David si era defilato senza salutare nessuno ed era corso a casa. Aveva trovato Jan intento a rifargli il letto e l'aveva cacciato in malo modo da camera sua lasciandosi cadere a peso morto sul materasso, del tutto dimentico di ciò che vi si era consumato sopra.

Nella testa non facevano che ronzargli a ripetizione le parole di Tom, era tutto così ovvio e banale che ci sarebbe potuto arrivare chiunque, era una spiegazione semplice, razionale, sensata. E fra Bill e Melina non era mai successo niente anche se non poteva esserne del tutto sicuro, in fondo Tom non conoscendoli avrebbe di sicuro omesso certi dettagli.

Cosa doveva fare?

Represse un urlo di frustrazione nel cuscino e tentò di dare un ordine a tutto quel casino: Melina era amica dei gemelli Kaulitz e allora? In fondo si sarebbe ritrovata ad essere amica pure sua se mai lui e gli altri fossero riusciti a sfondare, cosa di cui al momento dubitava alquanto. Non c'era nulla di male ad essere in confidenza con una persona famosa, tantomeno se la persona in questione la si era conosciuta secoli prima della fama.

Si mise seduto reprimendo l'istinto di soffocarsi nel cuscino e osservò distrattamente la stanza intorno a lui: la fama non era affatto il punto. Il punto era che Bill – e potenzialmente anche Tom – aveva un ruolo troppo rilevante nella vita della ragazza e ne aveva avuta la prova definitiva quando lui aveva fatto irruzione in casa di lei e aveva potuto constatare con i suoi occhi quanto i due fossero vicini. Lo si percepiva da come si guardavano, come si parlavano, come si toccavano, da tutto! Ma lui era pur sempre un amico.

A M I C O.

Che poi i vari problemi scaturiti quando i Tokio Hotel erano diventati famosi avessero creato tensioni strane fra di loro, era un problema marginale, rimaneva solo un amico.

Se lo ripeté mentalmente mille e più volte cercando di autoconvincersi ma alla fine si rese conto che, per quel che ne sapeva, lei e Bill potevano essere fidanzati, amanti o qualunque altra cosa da anni ed anni. O forse non lo erano ma lei avrebbe voluto così e in entrambi i casi lui doveva solo prendere atto, farsi da parte e lasciarla in pace.

“Idiota!” esclamò lasciandosi ricadere disteso mentre i flashback di tutti i momenti che avevano passato insieme lui e Melina gli si paravano di fronte agli occhi con una vividezza inquietante. No, non poteva esserci niente fra lei e Bill, non fosse altro che per il fatto che nei suoi occhi aveva sempre letto sincerità quando si mostrava interessata a lui.

Quindi quel casino era saltato fuori solo perché lei aveva fatto uno stupido patto con i gemelli, uno di loro non l'aveva rispettato e l'altro invece l'aveva fatto fin troppo ed erano finiti in un circolo vizioso di tira e molla deleteri per tutti e tre; inoltre lei non poteva parlarne con nessuno perché dover fare nomi e cognomi avrebbe complicato ulteriormente le cose e si era tenuta dentro per tre anni un forte dolore.

Con lui però si era confidata.

E non era vero che l'aveva fatto solo perché lui l'aveva vista insieme a Bill la notte prima perché quando Katie arrabbiatissima continuava a chiedere spiegazioni lei non aveva detto nulla, avevano fatto tutto Bill e Tom. Quindi si era aperta con lui perché si fidava, perché lo credeva giusto e perché non voleva perderlo in nessuna maniera.

Si, era oggettivamente la spiegazione più razionale anche se il fatto che tutto tornasse a suo favore non lo convinceva molto, sembrava troppo semplice.

Si alzò dal letto e fece un respiro profondo: l'unico modo per chiarire definitivamente la situazione era parlare con lei faccia a faccia.

 

******

 

Non appena misero piede all'aria aperta, Linke afferrò la mano di Katie e ancora prima che lei potesse obiettare si ritrovarono chiusi in un vagone della metropolitana.

“Non otterrai nulla a parlarle adesso sfogandole addosso tutta la tua rabbia.” le disse prevenendo l'attacco di lei.

“E sentiamo allora, cosa si suppone che debba fare?” Katie si sentiva tradita e sentire Tom che le diceva freddamente che lei eventualmente veniva solo al terzo posto senza nemmeno sapere chi fosse, l'aveva mandata ancora di più su tutte le furie. Ciò che la irritava ulteriormente era il fatto che Tom paresse sapere chi lei fosse quando lei non aveva mai nemmeno lontanamente sospettato tutto quell'attaccamento reale fra Melina e i gemelli in carne ed ossa.

“Parlarle quando sarai più calma e lucida.” sospirò il ragazzo rispondendole.

“Per risolvere cosa?”

“Tu avresti fatto la stessa identica cosa se fossi stata al suo posto.” le fece notare Linke pur sapendo che era l'annotazione sbagliata in quel momento.

“No!”

“Le avresti detto tutto?” le chiese senza convinzione alcuna.

“Certo!”

“Toglimi una curiosità... quando l'hai conosciuta e hai scoperto questa sua particolare predisposizione a volere un bene che andava oltre a Bill, cos'hai pensato?”

“Che fosse scema.” le uscì prima che si potesse censurare.

“E quando siete entrate abbastanza in confidenza scommetto che ormai eri una anti Bill convinta, non ti sarai mai nemmeno posta la domanda perché si riduce in quello stato.”

Katie non riuscì a replicare, i fatti si erano svolti esattamente in quella maniera e con quelle premesse era ovvio che Meli non avesse mai parlato, lei stessa per prima non l'avrebbe mai fatto. Improvvisamente la rabbia lasciò il posto al senso di colpa, effettivamente parlando non si era mai soffermata a chiedersi il perché del comportamento dell'amica.

Linke la abbracciò dolcemente da dietro.

“Chiunque si sarebbe comportato alla tua maniera – le sussurrò – non rimproverarti.” aggiunse dandole un bacio fra i capelli.

Pian piano si rilassò fra le braccia del ragazzo e prese a razionalizzare: più tardi o il giorno dopo avrebbe chiamato Meli e si sarebbero spiegate facendo tornare tutto a posto. Razionalizzò anche un'altra cosa, ovvero che la presenza di Linke al suo fianco era impagabile e si lasciò completamente andare a quell'abbraccio.

 

******

 

Timo, Franky e Neely si stavano fronteggiando, sul marciapiede fuori da casa Meli.

Timo guardava Franky con aria di sfida, quest'ultimo cercava di mantenere la calma e Neely li osservava a turno chiedendosi cosa dovesse fare.

“Smettila di fissare quella cosa.” le disse Timo nel'esatto istante in cui la becco a guardare la Cadillac per cercare di distrarsi.

“E voi smettetela con questa messa in scena!” replicò lei.

“Ti rendi conto che questo cretino ha deciso di svegliarsi ora ?” inveì Timo.

“E allora?!” Neely non aveva preso esattamente coscienza del fatto che Franky si fosse “svegliato” ma nonostante tutto la cosa la toccava poco. Distolse gli occhi da Timo incapace di comunicargli ciò che avrebbe voluto.

“Sta a lei scegliere.” gli disse Franky con aria tranquilla.

“Ma si può sapere cosa vuoi?! - lo apostrofò l'altro – te ne sei stato nella tua indifferenza fino a dodici ore fa, ora che vuoi?”

Già, che voleva? Franky non era molto sicuro di saperlo solo che aveva provato uno strano senso di perdita quando aveva capito cosa stava succedendo.

“Jan ha detto che in fondo è stato solo un incidente di percorso.” si lasciò sfuggire quasi a volersi giustificare, non trovando nulla di meglio a cui appigliarsi.

“Jan?!” chiese Timo sconvolto. Come si era permesso di dare definizioni a ciò che era successo?! E soprattutto cosa gli era saltato in mente per aizzargli Franky contro?!

“Me ne vado.” disse Neely con tono sommesso mettendosi a correre per la via, in direzione della fermata della metro più vicina.

Incidente di percorso.

No, non era così, non lo era per niente.

Si, forse era stato un gesto irrazionale inizialmente , ma le era bastato un secondo per comprendere quanto fosse in realtà giusto. Aveva capito di volere Timo solo quando le labbra del ragazzo si erano appoggiate sulle sue ma l'aveva capito .

Timo, solo Timo... era l'unica cosa che voleva.

L'unica.

Salì nella metropolitana senza nemmeno badare alla direzione, cercando di asciugarsi le lacrime che avevano preso a scorrerle sulle guance. Scese solo quando si accorse di essere osservata dai tre quarti delle persone presenti sul vagone e prese a vagare senza meta, accorgendosi di dove fosse finita solo quando vide la locandina fin troppo esplicita appesa fuori da un cinema.

St. Georg.

Si stava facendo buio e lei si era avventurata nel quartiere più malfamato di tutta Amburgo, più a luci rosse di St.Pauli e mille volte più pericoloso perché in fondo St.Pauli non lo era affatto. Osservò spaesata tutta la gente che le passava accanto, le facce poco affidabili e i posti squallidi che la circondavano e si bloccò senza sapere cosa fare.

Tornare indietro?

Proseguire?

Chiamare qualcuno e aspettare?

Prese il cellulare decidendo di chiamare David quando qualcuno le spuntò alle spalle afferrandola; non ebbe tempo di dire niente, di capire, nemmeno di avere paura che si ritrovò con le spalle al muro e le labbra di qualcuno premute con forza sulle proprie.

Quelle labbra.

“Timo!” lo spinse via.

“Chi pensavi che fossi?” ridacchiò lui.

“Un... un... maniaco!”

“Ti sarebbe stato bene, impari a vagare per St. Georg.”

“Mi hai seguito!”

“Già.”

“Mi hai seguito!” ripeté incredula.

“Si, non ti posso proprio lasciare sola che ti cacci nei guai.” le sorrise stringendola forte.

“E... Franky?”

“Si fotta, insieme a Jan.” bofonchiò il ragazzo.

“E... noi?” abbassò la testa mentre sussurrava piano quelle due semplici parole.

Noi sta a te.” le rispose accarezzandole i capelli. In tutta risposta lei lo attirò a se facendo riprendere il contatto fra le loro labbra.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


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22.

Era notte fonda ormai, Bill e Tom se n'erano appena andati e tutto era più incasinato di prima dato che anche Tom aveva deciso di piegarsi alla condotta del gemello decidendo sui due piedi che nei tre anni passati era stato soltanto un idiota.

“Tieni. - Juri si sedette sul bordo del suo letto porgendole una tazza di tè bollente che lei osservò con sospetto – non trovavo le bustine della cioccolata.” si giustifico lui per il dono molto poco consolatorio e suo malgrado Meli si ritrovò a sorridergli.

“Grazie.” gli rispose prendendogli la tazza di mano e guardandosi bene dal dirgli che in linea di massima lei odiava il tè.

“Vuoi che me vada?” le chiese scostandole una ciocca di capelli dal viso.

“Resta finche ti pare.” replicò lei portandosi la tazza alla bocca e scoprendo che quel tè era stracolmo di zucchero e miele. Le venne nuovamente da sorridere, come aveva fatto Juri a trovare il modo di farle andare giù il tè?

“Me l'ha detto Bill quando mi ha trovato a trafficare con la bustina qual è l'unico modo per fartelo andare a genio.” le disse prevenendo la domanda.

“Poteva dirti anche dove trovare la cioccolata già che c'era.” borbottò lei.

“Lo sa?” il ragazzo ridacchiò, evidentemente l'idea lo divertiva.

“Quell'essere sa ogni cosa, è la quintessenza dell'invadenza!” sospirò.

“Sei sicura che non ti do fastidio? - le richiese – Linke mi sta bombardando di messaggi minatori.” aggiunse scocciato.

“Non preoccuparti.” le faceva tanto piacere avere accanto qualcuno che non avesse nessuna implicazione affettiva troppo forte con lei.

“Gli vuoi tanto bene vero? - le chiese dopo qualche istante e lei sulle prime non afferrò il soggetto, tanto che lui fu costretto a specificare – Bill intendo.”

“No...” gli rispose a mezza voce e lui le passò dolcemente una mano fra i capelli.

“Si vede lontano mille miglia.” le fece notare.

“Davvero?”

“Si.” si limitò ad annuire lui.

“E'... complicato.”

“Da quel poco che ho capito l'avete reso complicato voi.” le prese dalle mani la tazza semipiena e la appoggio in terra per poi stringerla forte e lei si lasciò andare a quell'abbraccio così caldo e – per una volta – senza alcuna implicazione.

“Non c'è mai stato niente fra me e Bill.” non sapeva esattamente perché lo stava dicendo così, dal nulla e per giunta a Juri.

“Si, avevo capito anche questo quindi immagino che anche David l'abbia capito.” le rispose e lei si staccò istantaneamente per fissarlo dritto negli occhi.

“Cosa c'entra David?!” gli chiese.

“Me l'hai detto sperando arrivi alle orecchie di David.” rispose lui con semplicità.

“Non è vero!” tentò di difendersi ma si rese conto che Juri aveva colpito nel segno, la ragione non poteva essere che quella...

“Non che voglia entrare nel merito delle vostre questioni, ma credo che dovresti parlargli a cuore aperto. Qualunque cosa tu abbia da dirgli capirà, non devi avere paura di quello.” le sorrise incoraggiante e lei lo guardò scettica, da quando Juri era così saggio?

“C'è un sacco di gente con cui dovrei parlare.” mormorò pensando a Katie e anche a Neely.

“Si, credo anch'io... e credo dovresti includere anche quei due gemelli.”

“Ora non ti allargare troppo.” sbuffò lei, ci mancava solo che Juri si mettesse a darle consigli in quella direzione, come se Bill non si fosse già autoeletto a consigliere del mondo con le sue perle in merito.

 

******

 

Era quasi mezzanotte quando senti bussare alla porta della sua stanza, chi la disturbava a quest'ora?

“Sono io.” sentì bisbigliare da fuori e subito si precipitò ad aprire.

“Chri!”gli saltò al collo come se non si vedessero da settimane, nonostante si fossero salutati solo poche ore prima.

“L'hai chiamata?” le chiese il ragazzo entrando.

“No – Katie scrollò la testa – credo che domani saremo tutti più calmi e lucidi.”

“Ottima mossa.” le disse fiero di lei e solo allora la ragazza notò che Linke aveva qualcosa che sembrava molto una custodia di chitarra appesa a tracolla.

“E' una chitarra?” gli chiese scioccamente.

“No, un saxofono.” la prese in giro lui sedendosi sul letto ed estraendo lo strumento dalla custodia imbracciandolo. Quando Katie realizzò che si stava apprestando a cantare per lei sentì istantaneamente gli occhi inumidirsi di commozione, dopo una giornata del genere quello era un regalo dal valore inestimabile per lei e chissà, forse Linke si era presentato sulla soglia della sua stanza con in spalla una chitarra proprio per quel motivo.

“Dimmi il primo gruppo che ti viene in mente.” le disse mentre si accertava che la chitarra fosse ben accordata.

“Backstreet Boys” rispose Katie senza la minima esitazione.

“Che schifo.” gli sfuggì prima che si potesse autocensurare e lei afferrò il cuscino iniziando a picchiarglielo in testa.

“Non osare dire cose simili su Nick!”

“Ma non erano in cinque?” la stuzzicò lui sentendola parlare di un solo membro.

Erano , adesso sono quattro e comunque Nick è l'unico che conta.” gli chiarì lei premurosamente.

“Nick sarebbe il biondino con gli occhi azzurri?” le chiese stringendo una corda.

“Si lui.” replicò lei indicandogli un piccolo poster appeso sul lato della scrivania che Linke non aveva mai notato prima.

“Anch'io ho i capelli biondi sai? - le rese noto con una vaga punta di gelosia – e gli occhi di un azzurro più bello.” aggiunse con aria saputa facendo finta di analizzare minuziosamente il poster.

“A me sembri moro.” gli disse con fare malizioso Katie.

“Al naturale sono biondissimo.” replicò lui piccato annuendo allo stesso tempo soddisfatto di come suonava ogni corda della sua chitarra.

“Ringrazia il cielo che ho detto Backstreet Boys e non Tokio Hotel.” gli disse ironicamente e lui roteo gli occhi a quella prospettiva.

“Zitta e ascolta.” le disse prendendole di mano il cuscino e buttandolo per terra per poi iniziare a produrre i primi accordi con lo strumento che aveva fra le mani.

A Katie bastò il primo per capire al volo di che canzone si trattasse e lui malcelò un sorriso compiaciuto quando la vide rabbrividire dall'emozione.

Allora cominciò a cantare.

Empty spaces fill me up with holes.

La sua voce penetrò a fondo fin nei recessi più profondi dell'anima di Katie.

Distant faces with no place left to go.

Si lasciò andare completamente, sedendosi a gambe incrociate di fianco a lui.

Without you within me I can't find no rest.

Non riusciva a distogliergli gli occhi di dosso, era completamente ipnotizzata dalla voce di lui, dalle sue mani che si muovevano esperte e sicure sulle corde della chitarra.

Where I'm going is anybody's guess.

Si era totalmente persa in lui.

I tried to go on like I never knew you.

Lui smise all'improvviso di suonare.
I'm awake but my world is half asleep.
Si voltò verso di lei senza però smettere di cantare.

I pray for this heart to be unbroken.

Le prese una mano fra le proprie e avvicinò le labbra a quelle di lei.
But without you all I'm going to be is

La sue voce divenne un sussurrò.
Incomplete

Le loro labbra finalmente si toccarono, ponendo fine alla melodia cantata da Linke e facendone iniziare una completamente diversa, fatta solo di mormorii, gemiti e respiri intrecciati.

 

******

 

“Non ci posso credere.” Neely affondò la testa nel cuscino dalla federa color porpora.

“Eddai, non è stato poi sto gran dramma.” osservò Timo abbracciandola mentre copriva entrambi con il lenzuolo, porpora anch'esso.

“Sonnenschein!” lo rimbeccò lei.

“Cosa?!”

“Abbiamo appena fatto sesso in un hotel a ore a St. Georg!” lo guardò dritto negli occhi chiedendosi come mai l'amico – anzi, il suo ragazzo – non cogliesse il dramma in quella situazione.

“E allora?”

“Come sarebbe a dire e allora ?”

“A casa tua ci sono i tuoi, a casa mia il mondo...” gli fece notare lui divertito.

“Queste lenzuola avranno addosso tutti i germi dell'universo, anche quelli di malattie ancora sconosciute alla scienza.” continuò a piagnucolare Neely.

“Sono pulitissime.” ridacchiò Timo.

“Ci siamo rotolati tantissimo, ora li avremo tutti addosso.” continuò lei imperterrita.

“Non dire rotolati , sembriamo due animali detto così.” le disse stringendola e baciandola così forte da toglierle il respiro e la forza di ragionare sui germi.

In fondo cosa importava dov'erano?

Erano insieme .

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovarono di nuovo parte l'uno dell'altra, del tutto dimentichi delle lenzuola color porpora e di essere a St. Georg.

 

******

 

David era ancora sveglio nonostante l'ora tarda e si stava chiedendo se i suoi amici si fossero ammattiti tutti in contemporanea.

Timo non era tornato a casa, presumibilmente era ancora con Neely a fare chissà cosa e in quel momento la cosa lo scocciava parecchio dato che aveva pesantemente bisogno del suo migliore amico col quale sfogarsi, mentre tentava di resistere alla tentazione di chiamare Meli a quell'ora.

Juri aveva seriamente messo in atto il suo piano di trasferirsi, nonostante le minacce di Linke, e ora stava probabilmente dormendo della grossa bello spaparanzato sul letto dei genitori di Melina.

Linke era tornato a casa, aveva preso la chitarra acustica, si era messo ad esercitarsi un poco su una canzone dei Backstreet Boys e poi era sparito nuovamente e le uniche cose che si era degnato di dire erano tutti insulti rivolti a Juri.

Franky era tornato borbottando strane cose e si era chiuso in camera sfrattandolo e dicendogli che doveva riflettere. Infine Jan aveva deciso di lavarsi le mani di tutto e se n'era andato a dormire un'ora prima.

Sbuffò dandosi dello stupido per quello stava per fare ma alla fine la sua pazienza giunse al limite e compose il numero di Meli a memoria, sperando che la ragazza avesse riattaccato il telefono alla presa dopo averlo staccato nel tentativo di evitare Bill.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre.

Al quarto stava per riappendere quando dall'altra parte si udì un cenno di risposta.

Pronto?

Juri.

“Sei già arrivato al punto da ricevere tu le chiamate?” gli chiese David che ormai non sapeva più se ridere o piangere.

“Meli dorme.” gli rispose l'amico.

“Ah...”

“Sta meglio. – gli disse Juri intuendo la preoccupazione dell'altro. – e credo ti voglia un gran bene.” aggiunse sincero.

“Richiamo domani mattina.” sospirò David che non sapeva più che pensare, voleva solo sentire la voce della ragazza.

“Ok, le dico che hai chiamato.”

“Grazie.” gli rispose e chiuse la chiamata sospirando.

Alla fine cedette al sonno e si addormentò sul divano che avevano in cucina sperando che il giorno dopo tutto sarebbe tornato al proprio posto.

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NOTE.
La canzone cantata da Linke è Incomplete dei Backstreet Boys ^_^

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


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Somebody Out There

23.

Katie si risvegliò abbracciata a Linke, il profumo del ragazzo la inebriava ancora e il contatto con la pelle calda di lui le faceva ribollire il sangue nelle vene. Si strinse di più a lui facendo attenzione a non svegliarlo e richiuse gli occhi godendosi la sensazione del respiro di Linke sulla propria pelle. Era stata una notte fantastica, lei e Linke parevano fatti l'uno per l'altra in tutto e per tutto e non avrebbe potuto desiderare di meglio. Stava quasi per riaddormentarsi cullata da quell'abbraccio quando le tornò alla mente come si erano conosciuti: Melina. Era stata lei ad accettare l'invito di Linke trascinandocela, senza l'impulsività dell'amica quello sarebbe stato un risveglio come tanti altri, tutta sola nella sua stanza con la solita noiosa giornata universitaria ad attenderla. Sospirò e, sempre facendo attenzione a non svegliarlo, scivolò via dalle sue braccia, indossò le prime cose che trovò e si chiuse in bagno con il cellulare. Era giunto il momento di parlare a Melina.

******

Meli vagava per la casa come un'anima in pena mentre Juri metteva in mostra le sue capacità culinarie facendo scongelare due pizze surgelate nel microonde. Non più di due ore prima l'aveva chiamata Katie, erano state al telefono per un tempo indefinito e, nonostante la conversazione fosse iniziata in maniera civile, in breve si era ritrovata l'orecchio dolorante dalle urla dell'amica che la accusava di averla presa in giro. Le ci era voluto tutto il suo self control per stare calma, non controbattere e lasciarla sfogare e le era poi servita tutta la capacità persuasiva di cui era capace, per convincerla che non era mai stata sua intenzione prenderla in giro. In effetti Meli non aveva mai ponderato l'idea di dire tutto a Katie, ma solo per il fatto che l'amica era sempre stata troppo prevenuta a priori nei confronti della figura di Bill. Come poteva introdurre l'argomento? Non aveva mai trovato il modo e, come se ciò non bastasse, la sola idea di dover rivangare il momento della separazione fra lei e i gemelli le faceva un male inarrivabile. Così aveva scelto di percorrere la via del silenzio anche con Katie.

Alla fine lei parve capire e la sentì borbottare strane cose sul fatto che Linke aveva come al solito avuto ragione, e qui arrivò la parte più difficile di tutta la telefonata.

“Tom ha avuto il coraggio di sbattermi in faccia il fatto che non sono la tua migliore amica.” le aveva detto con un tono di voce a metà fra la freddezza e la tristezza. Era vero, Bill era il suo miglior amico, Bill era l'unico a cui aveva sempre raccontato tutto, Bill era la persona della quale si fidava di più in tutto l'universo e meno di mezzo gradino sotto di lui stava Tom. Ma aveva avuto come l'impressione che risponderle “Si, Tom ha ragione.”, fosse la mossa più rapida per perderla definitivamente e così si ritrovò ad intraprendere la strada del mutismo e la chiamata si era chiusa con un nulla di fatto.

Perché Katie non poteva capire e soprattutto accettare ciò che Bill e Tom significavano per lei? Era cresciuta insieme a loro, avevano condiviso tante di quelle esperienze che contarle sarebbe stato impossibile ed erano sempre stati al suo fianco, perfino dopo che lei stupidamente li aveva scongiurati di starle lontana. Si, anche Tom aveva continuato a starle vicino in qualche maniera perché in molte delle parole che uscivano dalla bocca di Bill aveva riconosciuto cose che erano state palesemente partorite dalla mente di Tom. Insomma, si era fatto da parte fisicamente ma aveva approfittato alla sua maniera del fatto che Bill avesse voluto fare a modo suo continuando a ronzarle intorno.

Voleva un bene dell'anima a Katie ma nessuno sarebbe mai riuscito ad eguagliare i gemelli e questo non dipendeva certo dall'amica. Era una cosa che semplicemente andava oltre.

“E' pronto in tavola! - urlò Juri dalla cucina e lei sbuffò rassegnata mentre si dirigeva verso il suo pranzo al microonde – dalle tempo, prima o poi capirà.” le disse il ragazzo non appena la vide sbucare dalla porta.

Meli si sedette sospirando, sperava tanto che il ragazzo avesse ragione.

******

“Davii. - Timo scrollò l'amico, pesantemente addormentato sul divano della cucina – Davii, su svegliati!” il suo tono era quasi supplichevole.

“Che vuoi?” biascicò David aprendo gli occhi controvoglia e cercando di mettere a fuoco Timo.

“Credo di aver combinato un pasticcio.” gli disse l'altro sedendosi accanto a lui e guardandolo con un'aria da cagnolino bastonato.

“Non dirmi che siete già riusciti a mollarvi.” piagnucolò David mentre il mondo intorno a lui finalmente iniziava ad assumere una consistenza non onirica.

“No... ci ho pensato solo mentre tornavo a casa dopo aver accompagnato Neely.”

“A cosa?” lo guardò storto mentre la sua mente acquisiva lucidità e il pensiero di Meli tornava a farsi pressante.

“L'abbiamo fatto due volte stanotte.” sospirò Timo.

“Complimenti.” si lasciò andare ad una risatina.

“Bonk cogli il punto!” gli diede una pacca scocciata sulla spalla.

“Quale punto?! A me sembra una cosa positiva...” osservò David.

“L'abbiamo fatto senza preservativo. – si decise a dire – di nuovo .” aggiunse.

“Oh. - mormorò l'amico mettendosi a sedere in maniera composta – merda!” esclamò poi, assimilando del tutto l'informazione.

“Magari non è niente.” cercò di autoconvincersi il ragazzo.

“Si dai... in fondo non si rimane incinta così con niente... certe coppie provano per anni prima di riuscirci...” replicò David in un sorriso nervoso.

“Sono nella merda eh?” chiese Timo sconsolato.

“Abbastanza. - sospirò David chiedendosi come mai quei due fossero passati dal negare ciò che provavano l'uno per l'altro al farlo non stop e per giunta senza protezioni – magari non è niente sul serio.” cercò di consolarlo ben sapendo di non poter fare molto altro.

“Tu che ci fai qui?” Franky era entrato in cucina e si era messo a guardare Timo in cagnesco.

“Ci vivo.” rispose acidamente lui.

“Ragazzi per favore.” si intromise David che non aveva certo bisogno di ulteriori problemi.

“Linke non è ancora tornato a casa. - cambiò discorso Franky – dite che devo cucinare anche per lui?” chiese aprendo il frigorifero mentre pensava a cosa preparare.

“Starà scopando con l'inglesina.” mugugnò Timo.

“Spero almeno usino protezioni.” sbuffò David e Franky li guardò sperando di aver capito male.

“Timo...?” gli chiese con fare indagatore.

“Che c'è?”

“Non l'hai fatto di nuovo senza, vero ?” aveva lo stesso tono supplichevole usato da Timo per svegliare David.

“Fatti gli affari tuoi.” cercò di difendersi il ragazzo mentre David si stropicciava stancamente gli occhi e tanto bastò a Franky per ringraziare il cielo di non aver avuto l'occasione di parlare seriamente a Neely, visto che la propria concezione di parlare era molto simile a quella di una canzone dei Tokio Hotel che aveva sentito una volta di sfuggita. Si figurò per un istante se stesso, Neely e Timo raccolti intorno ad un test di gravidanza positivo e che annunciava un bambino in arrivo dal padre ignoto e scosse la testa per scacciare il pensiero.

“Magari non è niente.” si ritrovò a ripetere Timo, nel sempre più disperato tentativo di autoconvincersi.

“Anche se fosse ci arrangeremo in qualche maniera.” sospirò Franky pensando che in fondo doveva stare vicino all'amico e Timo forzò un mezzo sorriso, il che bastò per appianare le piccole divergenze che avevano avuto di recente.

“Non è niente.” annuì David cercando di sembrare convinto della cosa.

“Pillola del giorno dopo.” Jan era entrato sbadigliando in cucina, mettendo i tre di fronte alla soluzione più ovvia, talmente ovvia che naturalmente nessuno di loro ci aveva pensato.

“Vado da Neely.” annunciò Timo alzandosi di scatto e sparendo oltre la porta della cucina.

“Io da Melina.” David gli si accodò cercando di ricomporsi un minimo visto che aveva addosso ancora i vestiti della sera prima.

“Secondo te Linke torna a casa per pranzo?” Franky rigirò la domanda iniziale a Jan, cercando di non pensare a tutte le cose surreali che erano successe nelle ultime 48 ore.

******

Linke stava parlando al cellulare, incredulo di quello che gli stavano dicendo dall'altro capo. Quando riappese si fiondò ad abbracciare Katie pieno di entusiasmo.

“Che succede?” gli chiese senza riuscire a farsi trasportare, reduce com'era dalla chiamata inconcludente con Melina.

“Ci hanno chiesto di suonare!” le disse stringendola ancora più forte.

“Come?” gli sorrise iniziando a farsi contagiare dall'entusiasmo.

“Ci fanno suonare per mezz'ora, questo sabato! All'interno di una serata crossover al Docks.”

“Ma è fantastico!” esclamò lei, ormai completamente dimentica del resto.

“E' molto più che fantastico! Erano secoli che qualcuno non ci chiamava per lasciarci suonare!”

“Non vedo l'ora di sentirvi!” gli disse ma lui stava già armeggiando di nuovo con il cellulare, probabilmente per avvisare i compagni. Katie sorrise della sua passione genuina per la musica e si rese conto di non avere idea di cosa combinassero quei sei sul palco ed iniziò a farsi prendere da una strana eccitazione all'idea di scoprirlo.

******

“Che palle.” sbuffò Juri con la bocca piena mentre il cellulare suonava sotto i suoi occhi e il display annunciava che la chiamata era da parte di Linke.

“Faccio io.” si offrì Meli prendendogli il telefonino e rispondendo.

Juri le lanciò un'occhiata piena di gratitudine, non aveva la minima voglia di sorbirsi l'ennesima ramanzina dell'amico.

“Ciao Linke.” esordì Meli.

“Passami Juri.” tagliò corto lui.

“Davvero, apprezzo la tua premura ma non mi da alcun fastidio anzi... mi fa compagnia.” cercò di essere persuasiva anche se quel discorso sembrava più adatto ad un animale domestico che non a uno Juri.

“Passamelo!” il suo tono non ammetteva repliche e Meli si affrettò ad allungare il cellulare al suo proprietario prima di doversi sorbire la paternale.

“Linke non-“ Juri si bloccò di scatto ed iniziò ad ascoltare con molta attenzione ciò che l'altro aveva da dirgli e man mano si apriva in un sorriso sempre più grande. Quando riappese camminava tre metri da terra.

“Che succede?” gli chiese Meli ridendo.

“Sabato sera ci concedono il palco per mezz'ora al Docks!” le disse facendo il giro del tavolo e stritolandola in un abbraccio dal quale la lasciò libera solo quando suonò il campanello.

“Daviiiii, sabato sera suoniamo!!!” lo sentì urlare gioiosamente non appena ebbe aperto e subito il sorriso le svanì dalle labbra. Se era andata male con Katie perché avrebbe dovuto andare meglio con David? Non riusciva proprio a spiegarselo per cui fece un respiro profondo e si preparò a perdere la seconda persona della giornata.

 

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NOTE.
E siamo quasi alla fine, il prossimo capitolo sarà l'ultimo ^^

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


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24.

“E'... complicato.” era l'unica cosa con un senso compiuto che era riuscita a dire quando David le aveva chiesto di chiarirgli un po' la situazione.

“Meli io non voglio forzarti a niente, voglio solo capire cosa sta succedendo.” le disse passandosi una mano fra i capelli.

“Non succede niente.” sospirò lei.

“Non stai con Bill?” il tono del ragazzo era neutro.

“No, te l'ho già detto.”

“Ma lui è importante per te.”

“Può essere...” sussurrò lei prendendo a fissare intensamente la linea fra due piastrelle.

“Melina non c'è niente di male e credo sia giunto il momento della sincerità più totale.”

“Sono sempre stata sincera con te.”

“Lo so, ti chiedo di esserlo un ultima volta.” le disse sollevandole il viso e costringendola a fissarlo in volto.

“Bill è la persona più importante della mia vita e credo che nessuno potrà mai superarlo nel mio cuore ma non lo amo, non in quel senso quantomeno.” parlò senza quasi respirare, come se trattenere il respiro potesse rendere l'evidenza dei fatti meno evidente.

“Capisco. - David le sorrise per la prima volta da quando era arrivato – quindi c'è ancora speranza per noi comuni mortali.” tentò di sdrammatizzare visibilmente sollevato.

Meli non sapeva proprio cosa rispondere, l'unica cosa di cui era del tutto sicura era che in quel momento non se la sentiva di intraprendere una relazione con nessuno, a prescindere da chi fosse, era troppo instabile emotivamente.

“David, stasera proviamo.” Juri entrò nella stanza con il cellulare in mano ma Melina comprese che l'aveva fatto più per spezzare la tensione fra loro due e aiutarla che non per passare effettivamente l'informazione all'amico e lei gliene fu grata perché ebbe un attimo di respiro.

“Ma ti pare il momento?!” esclamò David palesemente infastidito dall'interruzione.

“Scusa, pensavo volessi saperlo.” fece spallucce Juri sparendo ma Meli era abbastanza sicura che si fosse rimesso fuori a origliare.

“Quello stupido.” bofonchiò David.

“E' premuroso.” replicò lei prendendo spunto per cambiare discorso.

“Meli...” le disse con un tono di finto rimprovero.

“Cos'altro c'è?” chiese lei ormai esasperata da tutta quella situazione.

“Niente – fece marcia indietro sconsolato – vieni al nostro concerto sabato, così mi senti suonare... se ti va.” le disse lanciandole uno sguardo malinconico.

“Forse non è il caso...” gli rispose leggermente imbarazzata e con i sensi di colpa che le percorrevano la schiena.

“Mi farebbe tanto piacere e scommetto anche a Juri... puoi venire con... con... Bill... e Tom... se ti senti più a tuo agio. – lei non rispose, riprendendo a fissare le sue amate piastrelle – Pensaci.” le diede un bacio sulla guancia e si allontanò.

Meli lo sentì salutare Juri e andarsene e si lasciò andare esausta sul letto.

“Tutto a posto?” le chiese Juri preoccupato andando a sedersi vicino a lei.

“Cosa chiedi a fare se hai sentito tutto?”

“Ci vieni vero?”

“Dove?”

“Al concerto...”

“Non lo so... e poi ci saranno tutti...” rispose Meli pensando a Katie e Neely oltre che a David.

“Quale occasione migliore per chiarire una volta per tutte faccia a faccia?”

“Non mi pare sia servito a molto parlare faccia a faccia con David.” disse lei ironica.

“Digli chiaro e tondo che gli vuoi un bene dell'anima nonostante tutto, sarebbe già un inizio – Juri annuì convinto – portati il tuo caro Bill come supporto morale.” ridacchiò.

“Magari potessi...”

“Basta che lo chiami, no?”

“No, è un po' più complicato. Al momento non è esattamente in grado di mischiarsi con la folla come una persona normale e comunque ha impegni con la band.”

“Vieni, ti prego...”

“No.”

“Secondo me perdi l'unica occasione vera che hai di sistemare tutto con tutti, alla fine sono solo stupide incomprensioni!”

Juri non aveva tutti i torti, sarebbero stati tutti presenti e nel bene o nel male era in dovere di chiarire con tutti, David in primis. E poi, nonostante tutti gli ultimi avvenimenti, moriva dalla voglia di vederli sul palco e di sentire David suonare il pianoforte.

 

******

 

David rincasò leggermente più rincuorato di quando era uscito, qualcosa gli diceva che Meli sarebbe andata a vederli suonare e quella sarebbe stata l'occasione ideale per sistemare tutto anche se aveva finalmente chiaro in mente che l'unico modo per tenerla legata a se era tornare a esserle amico, il che presupponeva cancellare il bacio di qualche sera prima o archiviarlo come incidente di percorso. Ovviamente quello non era esattamente ciò a cui aspirava ma quando aveva messo piede in casa di Meli poco prima, l'aveva fatto quasi convinto del fatto che sarebbe stato un addio e invece le cose erano andate un po' diversamente. Non che avessero risolto ma era chiaro che qualche chance ce l'aveva, quantomeno come amico. Le voleva bene quanto bastava da poterlo essere e, pensandoci attentamente, non avevano alle spalle chissà che cronologia storica da giustificare il fatto che un rifiuto in altri sensi lo potesse distruggere. Insomma, stava riuscendo ad intravedere i lati positivi della faccenda, in fondo il segreto stava nel pensare positivo sempre e comunque no?

“E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta!” Timo gli si parò davanti con aria trionfante.

“A fare cosa?” gli chiese lanciandogli un'occhiata interrogativa.

“In realtà siamo dovuti passare per il consultorio, è stato traumatico. – sospirò – Quella stupida farmacista si rifiutava di darcela senza ricetta.” sbuffò.

“Darvi cosa?”

“La pillola del giorno dopo!” esclamò Timo incredulo del fatto che l'amico avesse problemi più pressanti dei suoi tali da fargli dimenticare il suo dramma personale.

“Ah, bene. - fece spallucce David stravaccandosi sul divano della cucina – stasera si prova.” gli rese noto poi.

“Perché?”

“Sabato suoniamo al Docks.” borbottò David togliendosi le scarpe e lasciandole cadere sul pavimento.

“E me lo dici così?!” Timo era sconvolto.

“Pensavo lo sapessi!”

“Se nessuno me lo dice non posso saperlo!!!”

David fece per replicare ma l'amico era già sparito in preda all'eccitazione, probabilmente aveva già recuperato carta e penna e stava stilando ipotetiche scalette. Sorrise dell'entusiasmo di Timo e poi si decise ad alzarsi per andare a recuperare la chitarra, sabato avrebbe dovuto essere tutto perfetto.

 

******

 

Meli non era più molto sicura che fosse stata una buona idea andare al Docks quella sera e meditava seriamente di fare dietro-front mentre uno dei ragazzi del locale le apponeva il timbrino sulla mano all'ingresso. Era ancora in tempo, nessuno l'aveva vista e nessuno sapeva che aveva deciso di andare tranne Juri e con lui avrebbe benissimo potuto scusarsi più tardi.

“Meli! - proprio in quel momento Juri la prese sottobraccio spingendola di peso dentro – sapevo che avresti tentato la fuga.” aggiunse una volta che furono nel bel mezzo del locale.

Lei sbuffò irritata, come si permetteva Juri di prevedere così bene i meccanismi dei suoi ragionamenti?

“Non dovresti suonare tu?” gli chiese bruscamente.

“Fra mezz'ora e non ho alcuna intenzione di perderti di vista fino a quel momento.” le sorrise compiaciuto di se stesso quando dal nulla comparve Franky.

“Linke sta andando in escandescenza perché sei sparito.” disse rivolto all'amico mentre rivolgeva un cenno di saluto con la mano a Meli.

“Perché?”

“Sai che se non ha tutto a portata di vista prima di un concerto inizia ad iperventilare.” Franky scosse la testa provato, probabilmente Linke stava veramente inscenando un dramma in piena regola.

“Arrivo. – sospirò Juri – tu vedi di non volatilizzarti.” si rivolse a Meli con fare perentorio.

“Perché non vieni dietro anche tu? – le chiese l'altro – ci sono anche Neely e Katie.”

Stavolta fu il turno di Juri di scuotere la testa, Franky era tornato ad essere il solito Franky lento di comprendonio.

“No grazie, magari dopo che avete suonato. – gli rispose lei – Credo che andrò a farmi una birra nell'attesa.” aggiunse.

“Una ragione in più per venire in camerino, ne abbiamo a fiumi di birra.” Franky la afferrò per una mano e la trascinò con se senza nemmeno aspettare una replica o dare il tempo a Juri di intervenire.

Attraversarono tutta la sala e si infilarono in una porta con la scritta “Staff Only” che dava su un corridoio vuoto e lievemente illuminato che portava ai vari camerini del backstage. Prima ancora che potesse capire cosa stava succedendo, Meli si ritrovò catapultata in quello che recava la scritta “Panik” appesa alla porta su un banalissimo foglio di carta mezzo stropicciato.

“Guardate chi vi ho portato!” esclamò esultante Franky prendendola sottobraccio ed esibendola quasi fosse un trofeo.

“Meli, sei venuta!” David si era alzato seduta stante dal divanetto su cui era seduto ed era corso verso di lei con un sorriso immenso stampato in viso.

“Già...” mormorò lei notando che alle sue spalle Katie si era invece irrigidita.

“Ciao Meli!” la salutò con un sorriso Timo, subito seguito a ruota da Jan. Linke stava per fare altrettanto ma poi notò l'espressione di Katie e si limitò a farle un cenno con la mano. Neely invece le andò incontro come David e la abbracciò, lasciandola completamente incredula: era convinta che la ragazza ce l'avesse con lei per via di Tom ed invece si stava comportando come se non ci fosse nulla di irrisolto fra loro. Sospirò di sollievo, forse almeno lei aveva capito.

“Ragazzi iniziamo a portare gli strumenti sul palco. - li interruppe Linke con disappunto di Franky che aveva già preso un paio di birre in mano e le stava spargendo fra gli amici – Franky, ti puoi ubriacare dopo se vuoi.” gli tolse le birre di mano e lo spinse fuori dalla porta mettendogli in mano la scatola che conteneva gli auricolari di tutti e sei.

“Nee mi aiuti?” Timo si rivolse all'amica – ragazza – allungandole un paio di bottigliette d'acqua mentre lui aiutava David con la tastiera. Nel giro di due minuti rimasero soli lei, Katie e Juri che non sapeva più cosa fare per toglierla da quella situazione e non faceva altro che lanciarle sguardi di scusa.

“Torno subito.” le disse dandole una pacca sulla schiena nel disperato tentativo di farle forza e poi la lasciò sola con Katie.

“Smettiamola con questa farsa.” sospirò l'amica rompendo il silenzio.

“Quale farsa?” chiese lei sulla difensiva.

“Ti sei portata anche i tuoi migliori amici?” replicò l'altra ironica.

“Katie io non volevo tenertelo nascosto ma non c'è davvero mai stata l'occasione di entrare in un argomento così... delicato.”

L'altra non replicò e prese a giocherellare con il tappo di una bottiglia e un'espressione meditabonda dipinta in volto.

“Neely sostiene che è ovvio che tu non le abbia detto niente visto che vi conoscete da poco.” ruppe di nuovo il silenzio dopo qualche minuto.

“E' per questo che non è arrabbiata?”

“Già... e probabilmente vale lo stesso discorso anche per me giusto?”

“Non esattamente...”

“Con le dovute modifiche, si... del tipo che se io non avessi infamato Bill dal primo istante in cui ci siamo conosciute tu forse dopo un po' saresti venuta da me e mi avresti detto tutto. Giusto?”

“Credo... credo... credo di si.” rispose Meli nervosamente mentre Katie invece si rilassava di colpo.

“Perché non andiamo in sala a cercarci un posto con una bella visuale?” le propose, improvvisamente sorridente.

“Ok.” rispose Meli sorridendo lievemente. In fondo erano amiche da tanto e Juri aveva ragione, sarebbe bastato un niente per chiarirsi e così era stato.

 

******

 

I ragazzi sul palco erano stati bravissimi, avevano addosso una grinta ed un'energia fuori dal normale, senza contare che erano davvero dotati. Meli si era commossa durante l'assolo al piano di David e lui, che non l'aveva persa di vista mezzo secondo da quando era salito sul palco, aveva malcelato un sorriso compiaciuto guadagnandosi un'occhiata scettica di Franky che, tanto per cambiare, non riusciva a capire cosa stava capitando.

Quando avevano finito di suonare Neely si era catapultata in camerino, seguita a ruota da Katie mentre Meli rimase li dov'era con la scusa di essere incuriosita dal gruppo seguente. Si prese la sua tanto agognata birra e poi si appoggio a una colonna prendendo a scrutare il palco con fare disinteressato in attesa, quando qualcuno si appoggio di fianco a lei.

“Divertita?” le chiese David ancora tutto sorridente.

“Si, complimenti.” gli ritornò il sorriso evitando però di guardarlo direttamente negli occhi.

“Sai cosa pensavo? – lei gli fece cenno di no con la testa – che dovremmo fare un paio di passi indietro, che so... a prima di Samy.”

“Come scusa?” finalmente si decise a fissarlo dritto in faccia. Le stava per caso proponendo di fare come se quel bacio non ci fosse mai stato?

“Non fraintendermi è che... io non voglio perderti e se tu per le tue ragioni non te la senti di imbarcarti in qualcosa di più serio io credo che potremmo comunque essere buonissimi amici.”

“Dici sul serio?” gli chiese confusa, non poteva essere così semplice.

“Si. – la prese sottobraccio – in fondo ci vogliamo bene, no?”

“Tanto...” sussurrò lei, talmente piano che lui dovette leggerle il labiale per capire.

Lui la strinse più forte fino ad abbracciarla completamente e lei ricambiò quella stretta cercando di ricacciare indietro le lacrime. Si, poteva essere così semplice, bastava essere sinceri e loro due fra di loro lo erano sempre stati.

Il gruppo seguente fece il suo ingresso in scena, le luci si abbassarono ed entrambi si voltarono verso il palco senza smettere di tenersi sottobraccio.

Nella penombra videro gli altri raggiungerli, Juri visibilmente sollevato dal vederli così stretti, Franky che finalmente si poteva dare all'alcol e aveva una bottiglietta di birra in ciascuna mano, Jan che applaudiva i ragazzi sul palco, Neely sulle spalle di Timo e Katie mano nella mano con Linke.

 

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NOTE.
Ed eccoci alla fine!
Prima di qualunque altra cosa vorrei rinnovare la dedica iniziale, questa fan fiction è tutta per la mia cicci e la mia porrini che non solo hanno condiviso con me ogni Panik trasferta [ok, la cicci non c'è sempre stata fisicamente ma spiritualmente era sempre accanto a me <3], ma hanno condiviso con me praticamente tutto da quando ci siamo conosciute ad oggi. Nemmeno a farmele su misura sarei mai riuscita a trovare due amiche così preziose <3 Vi voglio un bene dell'anima <3

Vorrei poi ringraziare TUTTE le persone che hanno letto, apprezzato, commentato, messo nei preferiti e quant'altro questa fic. GRAZIE.

Un grazie immenso anche a chi l'ha seguita con pazienza e costanza sul forum dei Panik (dove mi dimenticavo sempre ed inesorabilmente di avvisare che avevo aggiornato ç_ç), GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

Infine una piccola news xD
Somebody Out There avrà un seguito.
Che non volevo scrivere, che non avevo programmato e bla bla bla ma che alla fine per mille e una ragione mi sono trovata ad iniziare. Al momento conta solo un misero capitolo ma ecco, ci sto lavorando quindi stay tuned =D

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