Ovunque sei

di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 . Novità ***
Capitolo 2: *** 2 . Proposta ***
Capitolo 3: *** 3 . Sorpresa! ***
Capitolo 4: *** 4 . Al bar ***
Capitolo 5: *** 5 . Chiacchierata con l'amica del cuore ***
Capitolo 6: *** 6 . Pulizie ***
Capitolo 7: *** 7 . Operazione valigia ***
Capitolo 8: *** 8 . A casa ***
Capitolo 9: *** 9 . Il sogno inizia davvero ***
Capitolo 10: *** 10 . Festa di benvenuto ***
Capitolo 11: *** 11 . L'incontro ***
Capitolo 12: *** 12 . Nuova casa, nuovo mondo, nuova vita ***
Capitolo 13: *** 13 . Tutto inizia ***
Capitolo 14: *** 14 . Primo giorno ***
Capitolo 15: *** 15 . Figuracce ***
Capitolo 16: *** 16 . Ricordi ***
Capitolo 17: *** 17 . Inutile ***
Capitolo 18: *** 18 . Segreto svelato ***
Capitolo 19: *** 19 . Perché per me lei è troppo importante ***
Capitolo 20: *** 20 . Visita inaspettata ***
Capitolo 21: *** 21 . Nuovo arrivo ***
Capitolo 22: *** 22 . Parole e note ***
Capitolo 23: *** 23 . Dalla realtà alla poesia ***
Capitolo 24: *** 24 . Brutte sorprese ***
Capitolo 25: *** 25 . Rabbia e paura ***
Capitolo 26: *** 26 . Tutta la verità ***
Capitolo 27: *** 27 . Spiazzato ***
Capitolo 28: *** 28 . Tu ed io ***
Capitolo 29: *** 29 . Finalmente viva ***
Capitolo 30: *** 30 . Sogno o realtà? ***
Capitolo 31: *** 31 . Fine dei discorsi in sospeso ***
Capitolo 32: *** 32 . Preoccupato ***
Capitolo 33: *** 33 . Life without you ***
Capitolo 34: *** 34 . Infinito ***
Capitolo 35: *** 35 . Ultime ore ***
Capitolo 36: *** 36 . Ovunque sei ***



Capitolo 1
*** 1 . Novità ***


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1 . Novità



Letizia

L’aria frizzante di questa mattina è un toccasana. Le gambe corrono per la città ancora addormentata ed io mi godo la pace di questi pochi minuti che mi rimangono prima di iniziare a sentire il tram tram quotidiano di New York.
Non che a me dispiaccia il rumore delle macchine, dei taxi, delle persone sempre attive. Sono la vita di questa città così magnifica. Però certe volte, specialmente di mattina, ho bisogno di staccare per almeno un’oretta dalla confusione per riordinare le idee e rilassarmi.
Adoro correre, fin da piccola è sempre stata la mia passione. Non come quella passione che fa parte ormai al 99,9% della mia vita, però la corsa è la mia seconda valvola di sfogo.
Svolto l’angolo e mi ritrovo davanti al ponte di Brooklyn. Ne ho fatti parecchi di kilometri oggi, sarà bene che inizi a tornare indietro, altrimenti arrivo a casa alle due!
Rientro nelle vie della città che inizia a svegliarsi e il rumore delle sveglie pian piano comincia a farsi sentire da tutte le abitazioni. Sorrido e continuo a correre. Il tram tram è iniziato!
Le canzoni sul mio MP3 intanto continuano a girare, fino a che non arrivano tutte quelle dei miei idoli. Adesso sì che inizio a correre davvero, con le loro note nelle orecchie! Menomale che li ho scoperti, altrimenti credo che la mia vita non sarebbe quella di adesso, perché le mancherebbe qualcosa: la musica di quei fantastici ragazzi!
Svolto l’angolo e mi fermo davanti al portone di casa mia, sulla quinta strada, davanti ad una delle tante entrate a Central Park. Ho avuto una fortuna enorme a trovare questo piccolo appartamento proprio vicino al posto che amo di più al mondo. Non riuscirei mai a stare senza questo parco, il luogo della mia infanzia, degli incontri con le amiche, del primo appuntamento… 
Sorrido e salgo le scale, fino all’ultimo piano e ed entro. Poso le chiavi e lascio cadere tutto quello che ho addosso al centro di camera mia per poi andare in bagno e farmi una bellissima doccia rilassante, con lo stereo che pompa a tutto volume musica da discoteca.
Esco e mi asciugo velocemente, ma i capelli li lascio bagnati. Adoro come diventano lasciandoli asciugare all’aria. Ora che siamo a maggio, il tempo è ottimo per fare in questo modo.
Torno in camera e inizio a sistemare casa, prendendo prima di tutto una maglietta bianca con la bandiera australiana ed un paio di jeans grigi per vestirmi. Le mie adorate Converse alte e nere le cercherò dopo.

Dopo la bellezza di tre ore, posso dire che la mia casina adorata è come nuova, finalmente!
Poso tutto l’occorrenze per le pulizie nello sgabuzzino ed entro in camera, sedendomi poi sul letto. Prendo il cellulare e noto una ventina di chiamate da parte di Carlos.
Cazzo, possibile che quando si tratti di lavoro, ho sempre il telefono in silenzioso?
Faccio per chiamarlo, ma mi arriva in quel preciso istante una sua nuova chiamata. Questa volta rispondo subito, preparandomi mentalmente a tutte quelle parole che Carlos mi urlerà nelle orecchie tra tre, due, uno…
«Dove cazzo sei? È da tutta la mattina che ti chiamo, si può sapere cosa diavolo stavi facendo? Anzi no, non dirmelo nemmeno, non mi interessa. Muovi il culo piuttosto, e vieni immediatamente qui. Ci sono novità.»
Detto questo, riattacca, senza darmi neppure il tempo di salutarlo. Se però dice che ci sono novità a lavoro, sarà meglio che mi sbrighi. Corro a prendere le Converse e le indosso, per poi prendere borsa, occhiali da sole e felpa senza maniche con il cappuccio. Mi chiudo la porta alle spalle e scendo le scale come se stessi facendo la maratona. Inforco gli occhiali e tiro su il cappuccio.
Arrivo senza fiato alla fermata del bus e salgo a pelo, diretta in centro.
La musica come sempre mi fa compagnia e, mentre le note di Have a nice day dei Bon Jovi mi augurano una buona giornata (oggi in particolar modo mi augurano buona fortuna col malumore di Carlos), osservo tutta quella miriade di persone che sale e scende, chi a corsa, chi con calma, chi con troppi pensieri, chi già ubriaco di mattinata.
Sorrido, pensando che la vita è bellissima e sorprende sempre, proprio grazie a tutti i tipi di persone che si incontrano sulla propria strada.
Gli occhi mi cadono sul nome della prossima fermata. La mia. Così mi alzo e mi avvicino alla porta e, appena si apre, inizio a correre a perdifiato fino a lavoro.
Entrando saluto Mary al bancone. La adoro, specialmente quando mi porta la pizza all’ora di cena se sono ancora qui a lavorare. Quella fantastica e santa donna mi risaluta con un mega sorriso. 
«Sono già tutti in sala.» mi informa prima di tornare alle sue scartoffie.
«Grazie!» urlo correndo fino all’ultimo piano perché, come sempre, l’ascensore è strapieno.
Dai, puoi farcela, mi incito, incurante del dolore alle mie povere gambe, stremate dall’allenamento di stamattina. Arrivo finalmente davanti la porta della sala ed entro, senza più neppure una molecola di ossigeno nei polmoni.
«Dieci minuti. Hai battuto il tuo record.» dice Carlos a mo’ di saluto porgendomi una bottiglietta d’acqua che finisco in uno secondo.
«Grazie.» rispondo, buttando poi l’oggetto nel cestino e rivolgendomi ai presenti. «Buongiorno a tutti, chiedo scusa per il ritardo. Che novità ci sono?» 
Doug, il capo, mi guarda e sorride. «Abbiamo una sorpresa per te. Abbiamo pensato, che come lancio per il nuovo progetto, lavorerai con…»



Letizia
Buona sera a tutti! Beh, spero che come primo capitolo vi sia piaciuto. E' la prima volta che pubblico una Fan Fiction sui 5 Seconds of Summer, quindi, vi prego, abbiate pietà di una mortale come me.
Spero davvero con tutto il cuore che la storia possa piacervi, entusiasmarvi e prendervi.
Aspetto di sapere cosa pensate, quindi recensite, anche se volete scrivere qualche critica, ma recensite. Ci terrei davvero tanto a sapere cosa pensate e cosa potrei fare per migliorare.
Beh, non ho altro da dirvi, quindi vi saluto con un enorme abbraccio,
Letizia <3
P.s.: Cercherò di postare un nuovo capitolo ogni lunedì. Ci vediamo la settimana prossima!
Questa è Letizia (immaginatela con i capelli un po' più scuri e con gli occhi color Nutella):
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Capitolo 2
*** 2 . Proposta ***


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2 . Proposta

 
 
Luke
 
I ragazzi mi aspettano all’entrata della casa discografica tra cinque minuti, ma non ho tanta voglia di arrivare in orario, benché ci siano delle novità a lavoro.
I miei piedi vagano lenti per le vie di Sydney, piena di persone che vanno e vengono sempre in fretta, anche a quest’ora di sera. Mi piace osservarle, immaginarmi le loro storie, quello che hanno in testa, come hanno passato la giornata, dove stanno andando…
Svolto l’angolo e vedo i miei amici spazientiti davanti l’entrata, accerchiati da un sostanzioso gruppo di fan. Sorrido e mi avvicino, sicuro di essere un aiuto in questo momento.
Appena le ragazze mi vedono, corrono verso di me, ed inizio a sorridere e ringraziarle una ad una, perché senza di loro noi non saremo quello che siamo adesso.
Dopo una ventina di minuti buoni, riusciamo finalmente ad entrare e ci dirigiamo nell’ufficio di Matt, il nostro agente.
«Ce ne hai messo di tempo per arrivare.» osserva Calum, ridendo.
«Me la sono presa con calma» rispondo a tono facendogli una linguaccia.
Iniziamo a darci fastidio, mentre Ashton e Michael cercano di darci un contegno, anche se in situazioni come questa, certe volte sono peggio loro due.
Quando però vedo che Calum sta per mettermi a terra con uno dei suoi calci, inizio a correre e Cal mi viene dietro, ma non ha speranza di prendermi.
Facciamo slalom tra le persone che incontriamo nel corridoio e non ci accorgiamo che Matt è fuori dal suo ufficio, fino a che gli andiamo a dosso, facendo cadere tutti e tre. Al mucchio si aggiungono anche Ash e Mikey, facendo incazzare Matt.
«Ragazzi, adesso non è il momento di giocare.» ci ammonisce serio, facendoci mettere tutti in piedi.
«Per lui non lo è mai.» commenta divertito Ash, con il suo sorriso sempre presente sulle labbra.
Entriamo nell’ufficio ed ognuno di noi prende posto sulla sua personale poltrona - divano: Mikey su quella rossa in angolo, Cal su quella verde petrolio davanti la scrivania, Ash su quella blu accanto a quella rossa ed io su quella grigia e nera sotto la finestra.
Dopo che anche Matt si è seduto dietro alla scrivania, accende il PC e gira lo schermo verso di noi.
«Ragazzi, questa è una mail che Doug Morris, presidente della Sony Music, mi ha inviato stamattina. Leggetela con attenzione e ditemi cosa ne pensate.»
Tutti noi ci guardiamo negli occhi. Il presidente della Sony Music? Ma scherziamo?
Ci mettiamo davanti lo schermo ed Ash legge a voce alta per tutti.
 
18 maggio 2014 domenica, 10:30
Egr. Sig. Matt Emsell,
avrei una proposta da farle. La mia cantante Letizia Hyle ha un nuovo CD da iniziare e pensavo che una collaborazione tra i 5 Seconds of Summer e Letizia non sarebbe male per nessuna delle due parti. Mi faccia sapere il prima possibile cosa ne pensano i suoi ragazzi. Farebbero davvero contenta quella ragazza se accettassero. Con i migliori saluti,
Doug Morris

Rimango a bocca aperta. Noi e Letizia Hyle a fare un duetto? Cazzo, non sarebbe davvero niente male. È una cantante commerciale, niente di particolare. Ma lavorando con la Sony Music, la casa discografica più importante del mondo, verrebbe fuori un ottimo risultato se mai dovessimo collaborare ad una canzone.
«Lavorare con quel pezzo di ragazza? Io ci sto!» esclama Ash. Avrei dovuto immaginarlo, ogni volta che si parla di lei, a lui succede qualcosina nelle mutande.
«Anche io ci sto!» conferma Cal, contento come sempre di fare qualcosa di nuovo.
«Io pure. Prima o poi riuscirò a convincere quella ragazza di farsi fare una tinta.» dice Michael, ormai fissato con l’argomento “tinta e capelli da fare a tutti”.
Gli occhi di tutti i presenti nella stanza si voltano verso di me, dato che sono l’unico che non ha ancora espresso un parere.
«L’importante è che ne venga fuori un buon lavoro. Ci sto anche io.»




Letizia
Eccovi il secondo capitolo e la storia inizia ad essere vista dal punto di vista del nostro bel Luke ^_^. Che ve ne pare?
Spero che la storia vi prenda parecchio e spero di riuscire a farvi apprezzare entrambi i punti di vista dei nostri due protagonisti ;).
Vi avverto solo che i capitolo scritti dal punto di vista di Luke sono quelli più difficili da scrivere, quindi vi chiedo scusa già da ora se alcuni capitoli non soddisferanno le vostre aspettative. Sappiate però che ce la metto tutta per scrivere dei buoni capitoli e spero che alla fine esca fuori un capitolo carino ;) (scusate l'infinita ripetizione di "capitolo" e "capitoli").
Vi ringrazio tantissimo per la visite e recensioni, vi adoro! Alla settimana prossima, Letizia <3
P.s.: Eccovi il nostro Luke:

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Capitolo 3
*** 3 . Sorpresa! ***


 
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3 . Sorpresa!
 
 
 
Letizia
 
«Abbiamo una sorpresa per te. Abbiamo pensato, che come lancio per il nuovo progetto, lavorerai con…» Doug non finisce la frase, lasciandomi con un pugno di mosche in mano.
«Con?» chiedo, per incitarlo a continuare la farse. Ma lui niente, non risponde ed inizia a ridere come un matto.
«Mi spiegate cosa sta succedendo?» domando scocciata dal comportamento che tutti i miei collaboratori hanno questa mattina.
«Ragazzi, diteglielo voi. Io non ci riesco, se penso alla faccia che farà appena lo saprà.» continua Doug, sedendosi su una poltrona dell’ufficio e continuando a ridere come un matto.
Anche gli altri non riesco a rimanere seri ed iniziano a ridere. L’unico che rimane impassibile a tutto questo putiferio è Carlos o, come lo chiamo io, Faccia incazzata.
Proprio lui pone fine alla confusione tirando fuori questa famosa rivelazione.
«Come nuova canzone del prossimo CD, farai un duetto con i 5 Seconds of Summer.»
Gli altri si ammutoliscono all’istante e mi guardano con occhi spalancati.
Io, invece, non capisco più niente da quando ho sentito il nome di quella band.
Io. Farò. Un. Duetto. Con. I. 5. Seconds. Of. Summer.
Io. Farò. Un. Duetto. Con. I. Miei. Idoli.
«Mi state prendendo per il culo, vero?» chiedo, sperando che non sia una specie di candid camera.
«No, tranquilla. È tutto vero.» risponde Doug, tornato serio. Se lo dice con quello sguardo, la notizia non è per niente uno scherzo. Ma io non ci credo ancora. È impossibile!
«Guarda che se non ci credi, vieni a leggerlo sulla mail che il loro agente mi ha inviato come conferma. L’ha mandata ieri sera.» continua girando verso di me lo schermo del suo PC, su cui noto aperta la finestra della sua posta elettronica. Mi avvicino titubante, come se quello che è scritto su quella dannatissima mail fosse la chiave per una bomba ad orologeria che esploderà tra pochi secondi. Leggo tutta la lettura, con un bel nodo in gola.
 
18 maggio 2014 domenica, 21:30
Egr. Sig. Doug Morris,
la informo che i miei ragazzi, i 5 Seconds of Summer, hanno accettato con vivissimo piacere di duettare con la sua cantante Letizia Hyle. Spero ci sentiremo il prima possibile per accordare i prossimi sviluppi. Con i migliori saluti,
Matt Emsell
 
Guardo allibita Doug e la mia faccia è tipo così:

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Sono senza parole. Posso dirlo? Sono davvero senza parole.
Guardo Doug, che ride divertito dalla mia faccia ed annuisce, intuendo la mia domanda. Guardo poi Carlos e fa così anche lui. Guardo i miei altri collaboratori e anche loro fanno allo stesso modo.
«Farò un duetto con i 5 Seconds of Summer.» mormoro e finalmente capisco che è la semplice e pura realtà.
E allora urlo, urlo con tutto il fiato che ho in corpo, perché il mio sogno più grande si sta appena realizzando, anche se è solo agli inizi, ma si sta realizzando.
Corro immediatamente al piano terra e vado da Mary.               
«Cosa c’è?» chiede notando la mia espressione. Io sorrido e la abbraccio forte, iniziando a saltellare.
«Farò un duetto con i 5 Seconds of Summer!»
La donna mi guarda per alcuni istanti, incredula, prima di recepire per bene il messaggio.
«Non ti chiedo come tu ti stia sentendo in questo preciso momento.» dice squadrandomi con lo sguardo da capo a piedi. «Si nota dai tuoi occhi che sei più che felice.»
Le sorrido, con il cuore strapieno di felicità e la abbraccio di nuovo. Lei risponde all’abbraccio cingendomi le spalle con le braccia e tenendomi stretta.
Quanto sono grata a questa donna. È come una zia, che mi consce come le sue tasche.  Le voglio un bene infinito. È la sorellastra di mio papà, ma siamo sempre andati tutti d’accordo, per fortuna.
Dopo qualche istante ci dividiamo e lei mi accarezza la testa per un po’.
«Sarà meglio che torni su, altrimenti chi lo sente Carlos!» esclama divertita, tornando alle sue carte.
Io giro i tacchi e torno al piano di sopra, trovando i miei collaboratori a decidere sulle ultime cose del progetto. Mi siedo sulla poltrona in angolo a destra, praticamente davanti la porta, aspettando che mi dicano qualcosa di preciso.
Intanto i minuti passano, lenti, ed io con le mani in mano non so stare. Perciò mi alzo e mi avvicino alla scrivania, stando attenta alle decisioni che gli altri stanno prendendo.
«Tu non sai che regalo enorme mi hai fatto. Ho letto anche la mail che hai mandato tu. Sei pazzo, ma ti voglio un mondo di bene lo stesso.» sussurro nell’orecchio a Doug, che sorride. Tipico di lui, fare cose così inaspettate. Ecco perché è il direttore.




Letizia
Bella gente, buon dì!!!! Che dire, finalmente vacanza a tutti gli effetti!!! Sono passata senza debiti, evviva!!!
Comunque, passiamo alla storia...
Di nuovo si torna a parlare di Letizia e finalmente scopriamo con chi lavorerà a questo "progetto" ;). Che ve ne pare? Spero siate/i rimaste/i soprese/i ^_^.
Io devo ringraziarvi dal più profondo del cuore, davvero, non avete idea di quanto mi abbiate resa felice con tutte le recensioni e le visite, davvero, siete fantastici, vi adoro!!
No, non vi adoro, VI AMO!!!!!!! <3 <3 <3
Ringrazio infinitamente chi ha solo letto, chi ha anche recensito e chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite!!!
A lunedì prossimo!! Vi aspetto numerosi/e!!!!!!
Bacioni infiniti ed abbraccio smisurati, Letizia <3
P.s.: Doug Morris e Matt Emsell sono reali ;).
Eccovi Doug: 

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Ed anche Carlos, perché no?
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Capitolo 4
*** 4 . Al bar ***


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4 . Al bar
 
 
 
Luke
 
Ash, da quando ha saputo che duetteremo con la Hyle, non fa altro che parlare di lei con Matt, che pazientemente risponde a tutte le sue domande o, almeno, a quelle serie e lecite.
Non so come quell’uomo faccia a sopportare un gruppo di adolescenti scapestrati come noi.
A starci dietro, o si diventa matti, o lo si è già e ci si aggrega alla nostra banda di sbandati.
A parte gli scherzi, nonostante tutto siamo rimasti noi, quei quattro ragazzi con mille sogni che, pian piano, si stanno realizzando e ci stanno cambiando la vita in modo quasi radicale, anche se poi di diverso non c’è quasi niente, perché la musica è la nostra vita da sempre, e per sempre lo sarà. Su questo, nessuno di noi ha dubbi.
Andiamo in sala bar e ci sediamo al solito posto, il tavolino accanto la vetrata che dà sulla strada.
È proprio a questo tavolino che Matt ci ha proposto di incidere il nostro primo CD per questa casa discografica, e da lì è iniziato tutto. Dio, è già passato un sacco di tempo. D’altra parte, quando fai una cosa che ti piace, il tempo vola come un battito di ciglia.
Le cose sono andate di bene in meglio, su questo non possiamo lamentarci.
Le aperture dei concerti degli One Direction sono stati la bomba che ha fatto esplodere tutto, poi l’EP di She looks so perfect,e siamo decollati. Il tour in tutto il mondo, le fan che man mano aumentano e ci danno la carica per continuare la nostra passione, il nostro sogno. Sembra incredibile che in poco tempo abbiamo fatto simili passi da gigante.
Ci mettiamo comodi e Cahty, la barmaid, ci porta un vassoio senza neanche chiederci più che cosa vogliamo, tanto prendiamo sempre il solito.
Cal inizia a mettere una quantità industriale di zucchero nel suo caffè lungo, mentre Ash non la smette di fare domande.
«Chissà se è vergine.» si chiede ad un certo punto.
«Ashton Fletcher Irwin!» lo ammoniamo in coro. Certo che a volte esagera con questi discorsi da “sono figo e me le prendo tutte, tanto posso permettermelo”.
«La farai scappare se continui su questa strada.» commento, facendo ridere il resto del gruppo, mentre Ash mi guarda male.
«Non credo, sai. Al mio fascino non resiste nessuno.»
Alzo le spalle e gli faccio il verso. Cal, che mi stava guardando, inizia a ridere come un matto e si brucia la lingua con il caffè.
«Prendi la mia granita.» gli dice Mikey porgendogliela. L’altro la beve tutta di un sorso e Michael lo guarda contrariato.
«Sei in debito di una granita.» lo minaccia con un’occhiata divertita.
Cal annuisce e si intromette nella conversazione.
«Ma voi almeno sapete se è simpatica o no?» chiede, rivolgendosi principalmente a Matt.
«Cosa vuoi che ne sappia? Leggete alcune delle sue interviste e fatevi un’idea.» risponde lui sorseggiando la sua aranciata.
Io intanto continuo a girare il cucchiaio nel cappuccino, anche se credo che lo zucchero si sia sciolto da un bel po’. Me lo bevo con calma, specialmente se c’è il cacao dentro, è troppo buono!
Michael intanto ha acceso il suo I-Phone 5 ed inizia a leggere qualche informazioni sulla Hyle.
«Ragazzi, qui dice che è del ’97 e che vive a New York.»
«Dall’altra parte del mondo.» commento ripensando al nostro concerto fatto proprio nella Grande Mela. Che serata fantastica, la rifarei non so quante volte, come ogni altro concerto che abbiamo organizzato in altre parti del globo.
«Cazzo, è troppo piccola.» si lamenta Ash, incrociando le braccia al petto come un bambino.
«Solo tre anni, non sono tanti, dai.» gli dice Cal, prendendolo amorevolmente per il culo.
«Almeno è americana! Così posso chiederle qualcosa sulle nuove mode per i capelli.» commenta entusiasta Mikey, intento a cercare qualche altra notizia.
Io sorrido e, guardando Matt, ci capiamo al volo. «Non cambieranno mai.»


 
 
Letizia  
Eccovi il quarto capitolo. Spero vi piaccia ^_^. Scusate se per adesso i capitoli di Luke sono un po' corti, ma andando avanti con la storia prometto che diventeranno più lunghi ;). Ed ora passiamo a voi.
MA LO SAPETE CHE VI AMO DAL PIU' PROFONDO DEL CUORE? 22 recensioni totali e siamo solo a 3 capitoli. 12 recensioni solo al terzo!
Ma io non vi posso solo amare, io devo farvi una statua, una per ognuna delle persone che ha recensito, messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite!!!
Ringrazio per le recensioni: Yukiko Chan, Jade_Horan, stoneheart23, LisiDiamond, OneSun_, Savedme, Fraye95,  LittleEkidrauhla, xKikka, DarkAngel1, loooooooooool, ehjpeeta.
Ringrazio per aver messo la storia tra le:
- preferite: LittleEkidrauhla, FutureMrsHemmings, Fraye95, loooooooooool.
- ricordate: ehjpeeta.
- seguite: Yukiko Chan, maristella_armstrong, Jade_Horan, FutureMrsHemmings, Savedme, xKikka, DarkAngel1, LisiDiamond.
Ringrazio di tutto cuore anche i lettori silenziosi, siete molto importanti anche voi!
Sono anche riuscita a fare il banner ^_^. Mi sento potente, ahahah!! :D
A parte gli scherzi, adesso sono a corto di parole, ahahah :D. Probabilmente posterò giovedì o venerdì sera, perchè dal 29 giugno al 12 agosto sono in Germania, e mi dispiaceva lasciarvi senza due capitoli per ben due settimane consecutive :P ;) (si vede che siete il mio primo pensiero <3 <3 <3)
A presto e grazie di tutto, davvero!!! Bacio, Letizia <3

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Capitolo 5
*** 5 . Chiacchierata con l'amica del cuore ***


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5 . Chiacchierata con l’amica del cuore
 
 
 
Letizia
 
Appena esco dalla casa discografica, corro a casa di Keli, la mia migliore amica da una vita.
Ci conosciamo da ben 16 anni, da quando siamo nate. Le nostre mamme avevano i letti accanto e anche loro sono diventate amiche inseparabili.
Il caso vuole, però, che Keli abiti dalla parte opposta a dove abito io. Menomale che esistono gli autobus. Ringrazierò sempre quel santo uomo che li ha inventati!
Salgo di nuovo, e stavolta il tragitto è molto più lungo ma a me non interessa granché. L’importante è che abbia sempre dietro il mio MP3, con più di 800 canzoni.
Mi ricordo che, quando dissi a Keli la quantità di canzoni che avevo nell’MP3, lei si mise le mani tra i capelli, perché sapeva (e sa tutt’ora) che le sapevo (e tutt’ora le so) a memoria.
La musica è parte della mia vita, non potrei proprio farne a meno e chi lo sa meglio di me? Keli.
Lei sa davvero tutto di me, conosce parti di me che io neppure noto o che mi sembrano insignificanti. Lei invece riesce sempre a tirare fuori il meglio di me, ed io non posso fare altro che ringraziarla.
L’autobus arriva alla fermata e scendo, avviandomi verso il palazzone moderno che è davanti a me.
Suono ad uno dei cinquanta campanelli e la voce di Rose, mamma di Keli, mi risponde.
«Chi è?»
«Rose, sono Letizia.» le rispondo.
«Tesoro, ciao! Entra pure!» esclama lei con voce entusiasta, aprendomi il portone. Me lo chiudo alle spalle e chiamo l’ascensore. Almeno qui non c’è la calca che vedo quasi tutte le mattine in casa discografica. Però devo tranquillizzarmi, altrimenti mi viene un attacco di claustrofobia. Accidenti a questa mia paura degli spazi chiusi!
Poco dopo arrivo al sesto piano e busso alla porta nera in legno che mi si para davanti. Pochi secondi dopo si apre ed una donna bionda in carne, con i capelli biondi, gli occhi castani e con un dolcissimo viso, mi fa cenno di entrare.
«Ciao Rose!» esclamo saltandole al collo e stringendola forte.
«Da quanto tempo non ti vedo! Come stai?» si informa, rispondendo calorosamente all’abbraccio.
«Benissimo, grazie. Anche tu non stai male a quanto vedo.»
Lei ride di gusto e mi accompagna in soggiorno, la stanza più grande e più illuminata di tutto quel fantastico e ultralussuoso appartamento.
«Beh, sono sana come un pesce e non posso mica lamentarmi.»
Le sorrido e spoglio con gli occhi ogni angolo della casa che posso vedere dal punto in cui mi trovo.
«Se cerchi Keli, è in camera sua a riposare un po’.» mi informa Rose, capendo subito cosa, o meglio, chi sto cercando. Le sorrido per ringraziarla e corro al piano di sopra, entrando come un uragano nella camera della mia migliore amica, che è la copia esatta della madre, solo più magra e con i capelli dannatamente lunghi!
«Keli!» urlo andandole incontro e abbracciandola fortissimo.
«Leti! Quanto mi sei mancata!»
«Anche tu mi sei mancata, tantissimo!» ammetto sorridendole e facendole cenno di sedersi sul letto.
«Qui sento aria di novità.» commenta lei con un’aria falsamente pensierosa, stile investigatore.
«Una novità, ed anche bella, c’è…» confermo, sentendo che il cuore inizia a battere più del normale.
Lei sbuffa ed inizia a farmi il solletico.
«Cos’hai? Di solito le novità me le dici urlando, oggi invece devo tirartele fuori con le tenaglie!»
Io sto ridendo senza controllo dimenandomi. Odio il solletico!
«Keli, basta! Abbi pietà di una mortale come me!»
«Mai!» esclama seria, senza smettere di torturarmi. «Continuerò finchè la verità non verrà fuori.»
Io sbuffo e continuo a dimenarmi cercando di scrollarmela di dosso, ma niente da fare. Non ci riesco, lei è sempre stata più brava di me a questo gioco, o meglio, tortura.
«Va bene, va bene. Ho capito.» mi arrendo infine.
Lei smette immediatamente di farmi il solletico e si siede, con le orecchie aperte peggio di Dumbo.
Prendo un mega respiro e cerco di calmare i battiti del mio cuore, ormai in fibrillazione perenne da quando ho ricevuto la notizia.
«Che c’è? La mia cantante preferita ha perso la lingua?» chiede lei guardandomi con un bel sorriso stampato in volto ed abbracciandomi. Eh sì, io sono una cantante, questo ormai è chiaro, credo, e Keli è seriamente la mia fan numero uno.
Le sorrido anche io e le bacio la guancia, felice come non mai.
«Scriverò una canzone con i 5 Seconds of Summer.» dico, cercando di rimanere lucida ed evitando di urlare ancora una volta come una pazza sclerata.
Lei mi guarda ad occhi sbarrati con la bocca aperta, senza emettere alcun suono. I secondi intanto passano, ed io inizio seriamente a preoccuparmi per la salute mentale di questa ragazza pazza.
«Keli, ci sei?»
Lei annuisce e punta decisa il suo sguardo su di me. Questo significa solo una cosa.
«Preparati ad un interrogatorio non di terzo, ma di quindicesimo grado!» esclama prima di iniziare a fare la sua solita raffica di domande.
«Aspetta un attimo.» le dico fermando il flusso delle sue parole. Lei mi osserva pensierosa ed annuisce, dandomi quindi il consenso per continuare.
«E se ti raccontassi io tutta la storia, senza che tu mi sommerga di domande?» le propongo, aspettando una risposta affermativa, che non si fa attendere.
Allora le parlo di tutto quello che è successo poche ore prima e non posso fare a meno di sorridere come un’ebete durante il racconto. Riesco a malapena a crederci io stessa, figuriamoci lei.
Non che Keli sia una fan dei 5 Seconds of Summer, anzi li detesta, ma sa che li adoro ed appoggia ogni cosa io faccia pur di vederli.
«E quando partiresti?» mi chiede una volta finito il racconto.
«La settimana prossima prenderò un aereo per Sydney.»
«Brutta stronza!» esclama Keli divertita. «E quanto mi lascerai da sola?»
«Non so. Fino a che la canzone ed il video non saranno pronti.»
Sarà un sacco di tempo. E non credo di poter resistere abbastanza senza la mia migliore amica.
«Mi mancherai.» mi sussurra nell’orecchio, ed io sento gli occhi diventare lucidi.
«Anche tu!» le dico, abbracciandola forte.
Keli non è solo la mia migliore amica, è come una sorella, o forse di più. È la prima persona a cui penso quando ci sono delle novità a lavoro o nella mia vita privata. È con lei che ho condiviso tanti miei desideri, sogni, speranze. È lei che mi ha supportato fino alla fine del provino che ho sostenuto prima di entrare nel mondo della musica. È lei quella persona che mai cambierò e che terrò sempre come un tesoro.




Letizia
Buona sera a tutti! Come promesso, eccomi a postare in anticipo il nuovo capitolo ^_^.
Qui facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio, Keli, la migliore amica (o amica del cuore, è lo stesso :)) della nostra protagonista.
Vi dico solo che questa Keli avrà una parte mooolto importante nella storia, quindi tenetela d'occhio ;).
Intanto i capitoli che ci separano alla partenza di Letizia sono sempre meno! Spero solo che quest'attesa soddisfi voi lettori con il capitolo ^_^.
Detta tutta questa roba, passo finalmente a voi!
Perchè voi vi meritate ogni ringraziamento possibile ed inimmaginabile di questa terra!!!! Voi mi volete morta!! 12 recensioni anche al capitolo precedente, IO VI ADORO, VI AMO, VI VOGLIO BENE DAL PIU' PROFONDO DEL CUORE!
Ma passiamo ai ringraziamenti :).
Ringrazio per le recensioni: LisiDiamond, LittleEkidrauhla, xKikka, Ally Vampette, DarkAngel1, Jade_Horan, Savedme, AriCullen, Yukiko Chan, inlovewithdearjack, OneSun_, Elisa_CrazyMofo.
Ringrazio per aver messo la storia tra le:
- preferite: Ally Vampette, JesyNelsonIsPerfect.
- ricordate: ehjpeeta.
- seguite: Elisabetta Sechi, sary_love_1D_e_5sos, Hi Hood, Loud, AriCullen.
Questi sono i nuovi contatti/lettori (o lettrici). Chi avevo già menzinato nel capitolo precedente lo ringrazio adesso ancora una volta, mi state facendo felicissima!!!
Un'altra cosa. Ho cancellato alcune mie storie (Il mio primo appuntamento, Con te non ho più paura, TNZ - Come tutto è iniziato, TNZ - Rosso relativo) perchè non mi avevano soddisfatto granchè. Però, se qualcuno di voi le volesse leggere, me lo faccia sapere in un messaggio privato e gliele farò avere.
Detto questo, vi saluto con un abbraccio immenso perchè il 28 giugno parto e torno il 12 luglio (destinazione Germania, sì!!!). Ecco perchè ho postato prima!
Che altri dirvi gente? A presto! Vi voglio un bene infinito e grazie mille ancora una volta per tutto!
Con affetto, Letizia <3
P.s: Quella nella foto è Keli. Bacio di nuovo <3 <3 <3

 
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Capitolo 6
*** 6 . Pulizie ***


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6 . Pulizie
 
 
 
Luke
 
«Quando dovrebbe arrivare la Hyle?» chiede Calum, spaparanzato sul divano con la tv accesa.
«Dopo domani.» dico prendendo la granata per pulire. «E casa nostra è ancora un porcile.»
«E allora?» chiede Michael entrando in cucina con indosso solo i boxer.
«Me lo chiedi pure? Dato che dovremo stare praticamente tutto il tempo insieme, non sarebbe male iniziare facendole vedere almeno la casa in ordine.» gli spiego, abbastanza spazientito.
«Ma non dorme in albergo?» chiede Ash, degnandoci finalmente della sua presenza.
«Ancora non hanno deciso questo particolare.» rispondo.
Lui annuisce, ancora in preda al sonno, e si siede come un bradipo a tavola per poi iniziare a fare colazione. Michael e Calum lo seguono, riempiendosi i piatti con tutto il possibile ed immaginabile.
Sospiro. Sarà sempre una battaglia persa con loro tre, anche perché sono il più piccolo del gruppo, insieme a Cal, mentre Ash è il più grande e Mikey sta nel mezzo.
Sconfitto, mi lascio cadere sul divano, pronto a dargliele appena sono pronti. Non devo aspettare molto, per fortuna, dato che tutti e tre mangiano alla velocità della luce. Appena sento che anche l’ultimo piatto è stato messo nel lavandino, mi alzo e vado verso Calum, con la granata ben ritta in mano. Lui, che mi capisce subito con un’occhiata, sbianca ed indietreggia.
«Oh no… Non mi costringerai a pulire!» esclama prima di iniziare a correre per tutta la casa, con io che lo seguo a ruota, mentre gli altri due incitano Cal ad andare più veloce. Ma tutti e quattro sappiamo che quando si tratta di correre, nessuno riesce a battermi.
Ciò lo dimostra il fatto che proprio in questo momento sto raggiungendo Calum e lui invece non le fa già più. Appena arriviamo davanti la porta della sua stanza, faccio un ultimo sforzo e gli vado addosso, facendo cadere entrambi sul suo letto.
«Cazzo però, con te non c’è verso di poter sgamarla nemmeno una volta.» dice sbuffando e iniziando a mettere in ordine camera sua. Sorrido soddisfatto. Ed uno su tre è andato. Non mi resta che convincere gli altri due. Torno così in salotto, ma resto sorpreso. Sia Ash che Mikey si sono già messi a lavoro.
Sospiro di sollievo ed inizio a darci dentro anche io con le pulizie. Spazzo il pavimento di cucina per togliere tutta la sporcizia annidiata in ogni dove. Cazzo, da quanto non facevamo le pulizie in questa casa?
Una volta fatto, butto via uno dopo l’altro sacchi pieni di qualsiasi cosa, facendo avanti e indietro dal cassonetto fuori casa, con la pioggia che viene giù da stamattina. Non vedo l’ora che torni il sole, detesto il brutto tempo!
 Gli altri intanto hanno messo il bucato in lavanderia, o almeno, parte della miriade di indumenti sparsi in ogni stanza, appesi alle porte o alle sedie, per terra, sui letti o sui divani.
«Come si usa una lavatrice?» chiede allibito Mikey, con il sapone liquido per i panni in mano.
«Ah, non chiederlo a me. Non è mai stato il mio forte nemmeno quando ero a casa con i miei.» ammetto continuando a lavare la quantità industriale di stoviglie ammucchiate nel lavandino da chissà quanto tempo.
«Ash? Cal?» domanda allora l’altro chitarrista agli altri due con voce supplicante. Ma anche loro sono nella mia stessa situazione. È già tanto se sanno usare un panno ed uno spruzzino per i vetri.
Michael rinuncia, sconfitto, e posa il sapone nello sgabuzzino. Prende scopa e cassetta per la sporcizia ed inizia a spazzare il terrazzo fuori, dove ancora io non avevo fatto nulla.
 
Oramai è ora di cena, ma la casa è ancora un disastro. Non so come faremo domani a farla vedere alla Hyle. Speriamo bene!
Metto a posto le ultime cose, con la poca forza che mi resta, per poi buttarmi sfinito sul letto.
«Ma chi ce l’ha fatto fare?» mi chiedo prendendo il mio I-Phone e scorrendo i messaggi su WhatsApp, arrivando a quelli di Matt.
 
Dovete avere la casa in ordine entro domani mattina. Non che sia come una camera d’hotel, ma almeno presentabile.
 
Questo è quello che il nostro caro manager ci ha mandato come incoraggiamento per pulire.
Ma non siamo neppure riusciti a rendere casa nostra per lo meno presentabile! Come faremo ad ospitare quella ragazza? La casa rimarrà in queste condizioni, perché domani saremo tutti il giorno in studio per decidere le ultime cose. Speriamo bene…




Letizia
Ragazzi, sorpresa!!!! Riesco a postare anche dalla Germania, ahahah, mi sento un supereroe :).
Anyway, questo capitolo, anche se corto, mi piace da impazzire!!! I ragazzi nei panni di bravi ometti di casa non ce le vedo, ecco perché morireri seriamente se li vedessi fare le pulizie :P.
Cooomunque, torniamo a noi ;). IO VI SPOSO TUTTI, UNO (O UNA) AD UNO (O UNA). VI ADORO!!!!! MA SCHERZIAMO? 10 recensioni al capitolo precedente? Voi mi volete morta, altro che!!!! No, seriamente, vi ringrazio dal piú profondo del cuore, mi fate felicissima!!!!!! <3 <3 <3 <3 <3
Ringrazio quei:
9 lettori / lettrici che hanno messo la storia tra le preferite,
1 lettrice che ha messo la storia tra le ricordate,
15 lettori / lettrici che hanno messo la storia tra le seguite.
Mi dispiace non poter mettere per bene i vostri nomi :(, ma é un lavoro troppo lungo da fare ed é giá tanto se la famiglia che mi ospita mi dá il permesso di usare Internet. Comunque sappiate che se potessi, vi bacerei i piedi ad una (o uno) ad una (o uno)! Vi adoro tantissimo!!! <3 <3 <3
Aggiorno oggi perché lunedí non posso :P. Ma dite la veritá, vi ho fatto una bella sorpresa, eh???? Ahahah, spero proprio di sí!!!! Adesso mi cheto, perché come al solito parlo troppo :P. Grazie di cuore a tutti, vi voglio un bene infinito!!! <3 <3 <3
Bacio, Letizia <3

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Capitolo 7
*** 7 . Operazione valigia ***


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7 . Operazione valigia
 
 
 
Letizia
 
Sono davanti un monte di vestiti da più di un’ora e non ho ancora preparato la valigia. Ma si può? Domani parto e non ho ancora preparato niente!
Sento il cellulare che squilla e corro a rispondere, lasciando la valigia preparata a metà, tanto in queste condizioni di stress totale non sarei in grado di fare niente.
«Amore!» rispondo al telefono, notando il numero di Keli sul display.
«Sono sotto casa tua, mi apri?»
Chiudo la chiamata e corro subito ad aprire la porta sia del palazzo che di casa mia. Appena sento i passi della mia amica sulle scale, sospiro di sollievo in modo abbastanza rumoroso.
«Che sono questi sospiri il giorno prima della partenza?» chiede lei entrando e dandomi un bacio sulla guancia per salutarmi.
«Sono nel panico più totale.» le rispondo salutandola allo stesso modo.
«Fammi indovinare, valigia?»
Io annuisco con aria sconsolata e lei inizia a ridere di gusto.
«Ed ora sentiamo, cosa c’è di così divertente?» chiedo stizzita. Una delle poche cose che sopporto di rado è quando le persone ridono di me senza motivo.
Keli intanto scuote la testa e va in camera mia. «Sei sempre la solita, non ci si sbaglia con te.» commenta osservando tutti i vestiti che ho tirato fuori dall’armadio. «Ci penso io a te. Per prima cosa, fammi vedere i tuoi vestiti preferiti»
Annuisco e faccio come dice. Non sono mai riuscita a preparare una valigia da sola, ho sempre avuto bisogno di qualcuno che mi desse una mano. Prendo quindi alcune felpe con il cappuccio e gliele mostro. Lei annuisce, soddisfatta della scelta.
«Mettile da parte.» mi spiega poi, indicandomi di poggiarle sopra il cuscino. «Adesso, magliette a maniche corte a volontà!» mi incita iniziando a prenderne il più possibile. Io faccio altrettanto e le posiamo sul letto vicino le felpe.
«Pantaloni: sia jeans,» mi spiega prendendone prima qualche paio. «che tute.» aggiunge, prendendo la tuta più comoda e carina che ho. Posa il tutto da una parte.
«Ora la parte che preferisco di più!» esclama aprendo l’anta riservata ai vestiti, lunghi o corti.
«Mi porteresti un bicchier d’acqua, per favore?» chiede, con gli occhi da cucciolo.
Io sbuffo e rido. «Se non mi vuoi in questa stanza per decidere cosa mettere in valigia frugando nelle cose della lista nera, fai prima a dirmi direttamente di uscire!» le dico andando in cucina per prendere quello che mi ha chiesto.
«Tanto so che un giorno mi ringrazierai!» urla lei per farsi sentire.
«Vedremo! Però voglio vedere la valigia chiusa quando torno, così non mi arrabbio!» le urlo in risposta, riferendomi al fatto che ci sono vestiti nel mio guardaroba che lei mi ha comprato ma che io non ho mai messo, rilegandoli nella “lista nera”, perché sono troppo per una come me.
Torno in camera con una bottiglia d’acqua e due bicchieri. Ne do uno pieno a Keli che sorride soddisfatta, seduta sopra la valigia chiusa.
«Per scarpe, trucco ed intimo ho già pensato io.» dice, aspettandosi una mia reazione che non tarda ad arrivare, ma che lei blocca subito.
«Tranquilla, ho messo sia intimo che scarpe comodi, ma anche alcuni attizzanti!» mi spiega, non riuscendo a smettere di ridere.
«Keli.» dico, cercando di rimanere calma. «La prossima volta che lo fai, giuro che ti uccido!»
La calma è andata a farsi fottere, pazienza. Keli inizia a correre per tutta la casa ed io le vado dietro.
«Tanto sai che non hai speranza di vincere con me, vero?» le dico raggiungendola dopo poco.
Lei ride di gusto e mi guarda, senza smettere di correre. «Lo so, ma adoro farti i dispetti!»
Allora corro un po’ più veloce e le vado addosso, facendo cadere entrambe sul divano. Inizio così a farle il solletico, vendicandomi dell’episodio della settimana scorsa.
«No, Leti. No, ti prego, no!» esclama lei, cercando di allontanarsi dalla tortura, senza successo, perchè l’ho bloccata con le gambe.
«Te lo scordi! Adesso assaggerai la mia vendetta, così la prossima volta impari a farmi il solletico!»
Continuiamo a giocare come bambine per un bel po’, fino a che non smettiamo, sfinite.
«Grazie di tutto.» le dico ansimando, seduta a gambe incrociate.
«Figurati. Per te questo ed altro, lo sai.» continua lei sorridendomi.
Ci abbracciamo forte per un tempo che sembra interminabile. Ma chi mi darà la forza di allontanarmi da lei per tutto quel tempo? Senza lei sono persa…
Keli si alza e mi fa segno di seguirla in camera, dove mi siedo sul letto e la guardo cercare qualcosa nascosto nell’armadio. Quando vedo che tira fuori una vecchia foto incorniciata, mi sento venir meno e mi irrigidisco.
«Mettila via.» le dico a bassa voce spostando lo sguardo al paesaggio che vedo dall’enorme finestra.
«Leti, devi smetterla di restare nel dolore.» ribatte Keli sedendosi accanto a me, sempre con la foto in mano. La prendo e sospiro, prima di sentire gli scossoni che i singhiozzi provocano.
«Dimmi, come devo fare, eh? Spiegamelo. Dimmi perché dopo che gli ho dato tutto, ma proprio ogni cosa di me, il cuore, l’anima, lui è andato via. Perché?» le domando urlando tra le lacrime ed il dolore che torna, tenuto nascosto per troppo tempo.
Keli mi stringe forte e mi culla, mentre io continuo a piangere, senza riuscire a smettere. Perché? Perché piango ancora, dopo ben due anni vissuti cercando di sopravvivere, cercando di superare tutto? Il mio corpo è un susseguirsi di singhiozzi e lacrime che cadono e non vogliono fermarsi. Non ce la faccio, è più forte di me.
«Leti, adesso basta, basta.» mi consola Keli con voce ferma, ma dolce.
Allora prendo un respiro, due respiri, tre e finalmente riesco a rimettermi un po’ in sesto e a guardare la mia migliore amica negli occhi, anche se il dolore non è andato via del tutto.
«Speravo con tutto il cuore che l’avessi superata, ma purtroppo non è così.»
«Ci combatto ogni giorno e non riesco a rimanere in piedi. Quasi sempre il dolore prende il sopravvento e mi lascia senza respiro, letteralmente.»
Sospiro e mi alzo, per riordinare un po’ le idee e mi avvicino alla finestra, fissando il mio sguardo sulle persone che entrano ed escono da Central Park.
«Perché hai tirato fuori quella foto proprio ora?» le chiedo, anche se non sono sicura di voler sapere davvero la risposta.
«Non era per farti del male. Era solo un test.»
Mi volto a guardarla. «Test?»
Lei annuisce e mi spiega. «Dato che per un periodo molto lungo dovrai lavorare a stretto contatto con un gruppo di ben quattro ragazzi, volevo vedere che reazione ti faceva ricordarti di lui, perché potrebbe esserci l’eventualità che possa succedere qualcosa mentre sarai là. Volevo vedere la tua reazione verso l’altro sesso.»
«Che stupida sei.» dico sorridendole debolmente ed accarezzandole la testa. «Però grazie lo stesso.»
Lei non dice niente e mi abbraccia. «Spero che uno di quei quattro possa farti bene, ma tanto bene.»
Sospiro. «Uno: non succederà mai. Due: se anche succedesse, non credo di essere in grado di mantenere un rapporto a distanza, lo sai.»
«Mai dire mai! Questo è il mio motto.» ribatte Keli con aria gioiosa e speranzosa. Buon per lei che è così di buon umore.
«Resti a dormire, così domani mi accompagni all’aeroporto?» le chiedo, cambiando totalmente argomento. Ci terrei parecchio che mi accompagnasse, almeno avremo ancora del tempo per stare insieme.
«Certo che resto! Tanto la scuola è finita, che fortuna!» accetta lei, rendendomi felicissima.
Ordiniamo due pizze, rigorosamente margherite, e ci spaparanziamo sul divano a vedere per la centesima volta One Day, il mio film preferito in cui recita, senza farlo di proposito, la mia attrice preferita: Anne Hathaway.
Anche se è un film strappalacrime e d’amore, lo guardo lo stesso anche nelle mie condizioni perché comunque mi insegna tutte le volte che l’amore è presente nella vita delle persone nonostante tutto, è l’amore l’unica forza che ci fa rimanere in piedi.




Letizia
Buon dì cari lettori e care lettrici! Come stanno andando le vostre vacanze? Spero benone ^_^. Io sono tornata sabato a mezzanotte e mezzo dalla Germania, è stata un'esperienza semplicemente fantastica! Ma torniamo a noi e alla storia ;). 
* sorriso malefico modalità on * Ahi ahi ahi, qui entra in scena un LUI. Secondo voi chi sarà? Beh, fatemelo sapere ;).
Letizia è un'imbranata con la valigia, ahahah. Vi giuro, mi sono divertita tantissimo a scrivere sia il capitolo precedente che questo ^_^.
Spero che la storia vi stia continuando a piacere. Lo so, vorreste ammazzarmi, perchè ancora l'incontro non è avvenuto, ma giuro che mi farò perdonare, promesso!!!
Infatti ho una piccola sorpresina per voi, ma ne parleremo dopo i ringraziamenti.
Ragazzi miei, io non ho abbastanza parole per dirvi quanto vi sia grata, per tutto! Visite, recensioni, e chi ne ha più ne metta! Seriamente, vi ringrazio tantissimo!! <3 <3 <3
Ringrazio quelle:
13 persone meravigliose che hanno recensito il capitolo precedente,
11 persone meravigliose che hanno messo la storia tra le preferite,
2 persone meravigliose che hanno messo la storia tra le ricordate,
19 persone meravigliose che hanno messo la storia tra le seguite!
Ripeterò all'infinito "meraviglioso" perchè è quello che siete, davvero!!! Grazie infinite per tutto!!!! <3 <3 <3
Ed ora la sorpresina ^_^. Dato che sono stata via due settimane, anche se ho sono riuscita a postare, ho deciso che questa settimana e la prossima pubblicherò tre capitoli a settimana (scusate la ripetizione di "settimana" :P). Beh, spero sia un bel regalo ^_^ <3.
Ragazzi, ho parlato anche troppo, come sempre :P. Quindi vi saluto e al prossimo aggiornamento! Vi voglio un bene immenso!!! <3 <3 <3
Bacio, Letizia <3

 

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Capitolo 8
*** 8 . A casa ***


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8 . A casa
 
 
 
Luke
 
Suono al campanello ed aspetto che qualcuno venga a d aprirmi. Pochi istanti dopo la porta si apre e mamma mi sorride contenta.
«Entra, biondino.» dice sorridendomi. Le bacio la guancia e vado in salotto, dove ci sono Ben e Jack che stanno guardando una partita di football alla TV.
«’Sera, bradipi.» li saluto sedendomi al solito posto sul divano.
«Ecco il fratellino che si fa vivo ogni tanto.» commenta Jack, dandomi una pacca sulla spalla, il suo classico saluto. Ben, invece, mi fa semplicemente un cenno con la mano, troppo concentrato a vedere la partita.
«Che ha?» chiedo curioso. Non l’ho mai visto in queste condizioni.
«Ha scommesso contro di me su chi vincerà questa partita.» risponde divertito mio fratello.
«Ah, ora mi torna.» commento sorridendo. Ben è matto! Jack non ha mai perso una scommessa in vita sua, chissà che hanno messo in palio.
Lascio stare e guardo anch’io la partita, fin quando mamma non entra in salotto.
«Luke, potresti darmi una mano di là. Tuo padre è ancora in garage e cerca di far funzionare quel ferro vecchio.»
Papà è fissato con una moto d’epoca e cerca di farla funzionare fin da quando io possa ricordare. Mamma ha perso le speranze con lui, ma le fa piacere vederlo contento a lavorare su quel veicolo.
Annuisco e la seguo in cucina. So già che mi farà il terzo grado. È da parecchio tempo che non passo a trovarli. Apparecchio ed inizio a cuocere un po’ di carne in padella, quando mamma inizia con le domande.
«Come stanno i ragazzi?»
«Bene, per fortuna.»
Lei sorride e continua a tagliare la verdura. «Matt mi ha chiamato e mi ha detto che ieri dovevate pulire casa perché domani arriverà una ragazza con cui farete una canzone. Com’è andata?»
È già arrivata dritta al punto. Rido e maledico Matt. Accidenti alla sua lingua lunga!
«Domanda di riserva?» chiedo, controllando che la carne non si bruci.
Lei ride di gusto, intuendo che non abbiamo reso la casa neppure un briciolo decente. «Sai qualcosa di questa ragazza?»
«Qualcosa, almeno le cose che sanno un po’ tutti. Dove vive, di che anno è. Poi stop.»
«E non hai mai pensato di sapere qualcosa in più su di lei, magari così riesci a farla sentire a suo agio per tutto il tempo che resterà qui.»
Rifletto sulle parole di mia mamma. In effetti non ha tutti i torti. Chissà come si sentirà qui in Australia. Sia Sydney che New York sono grandi città, spero non si senta spaesata. Sono curioso di sapere che tipo di ragazza sia…
Una volta pronta la carne, la metto in tavola e vado a chiamare sia mio padre che i miei fratelli.
Finalmente una cena decente in famiglia!



 
Letizia
Bella gente, buon dì :). Come promesso, eccovi il secondo aggiornamento di questa settimana ^_^. Vi prego, non odiatemi se questo capitolo è così corto e se l'incontro ancora non è avvenuto, ma saprò farmi perdonare, è una promessa (ed io le promesse le mantengo, sempre! <3). Però questo capitolo è importantissimo per la storia, per capire una parte veramente essenziale, ve lo posso assicurare ;).
Detto questo, passo a voi, miei cari lettori / lettrici, e ringrazio infinitamente dal più profondo del cuore:
- Savedme, LisiDiamond, DarkAngel1, xKikka, alexaval34 (a cui do il benvenuto come nuova lettrice :)), Ally Vampette, Jade_Horan, LittleEkidrauhla, Loud, OneSun_ e fakeasmileandcarryon per le recensioni,
1Dmyreasontobealexaval34Ally VampetteFraye95FutureMrsHemmingsHaroldo_69Hemmingsinfinity and beyondJesyNelsonIsPerfectLittleEkidrauhlaLoggie Bearlooooooooooolsary_love_1D_e_5sosstoneheart23xpizzaa per aver messo la storia tra le preferite,
- ehjpeeta e justafangirl per aver messo la storia tra le ricordate,
-1Dforeverlovealexaval34AliceLoveOneDirectionAllysole17DarkAngel1Elisabetta SechiElo_3fakeasmileandcarryonFraye95FutureMrsHemmingsHi HoodJade_Horankikketta4everLisiDiamondLoudmaristella_armstrongsary_love_1D_e_5sosSavedmesolisoli_17xKikkaYukiko chan____aurora____ per aver messo la storia tra le seguite.
Seriamente, VI AMO TUTTI/E, DAL PRIMO/A ALL'ULTIMO/A. Mi state regalando veramente tanto, ed io non posso fare altro che ringraziarvi uno ad uno ^_^.
Un bacione ed al prossimo aggiornamento! Grazie ancora per tutto! <3 <3 <3
Letizia <3
P.s.: TANTI AUGURI AL NOSTRO BELLISSIMO LUKE CHE OGGI COMPIE FINALMENTE 18 ANNI ^_^ <3 <3 <3

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Capitolo 9
*** 9 . Il sogno inizia davvero ***


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9 . Il sogno inizia davvero
 
 
 
Letizia
 
Il gran giorno, il “momento X” è arrivato. Non posso ancora crederci! A breve partirò per l’Australia ed incontrerò i miei idoli, ma stiamo scherzando? Sto vivendo un sogno, un bellissimo sogno… Ma sarà bene che mi dia una svegliata, perché dovrò convivere con quei quattro fantastici ragazzi per un bel po’.
Sono all’aeroporto e Doug è venuto a salutarci di persona, per poi portare Keli a casa. Lei lo guarda come se fosse un alieno. Certo, avere il presidente della Sony Music ad un palmo dal naso non è cosa da tutti i giorni per le persone che non sono del settore, ma non credevo che quell’uomo facesse un simile effetto alla mia amica!
La guardo e sorrido. Mi fa piacere che ci sia, non credo di sentirmi pronta fino in fondo, ma so che lei saprà darmi quella spinta che mi serve per partire.
«Leti, non è da te essere così agitata, calmati! Altrimenti non arrivi viva nemmeno a metà volo!»
«Grazie, eh! Come sempre, sei molto rassicurante!»
Lei ride di gusto e mi abbraccia forte. «Scema, guarda che mi mancherai davvero tantissimo!»
Sorrido e sento gli occhi farsi lucidi. Ma chi me lo fa fare di lasciarla qui a New York?
«Vuoi farmi piangere?» le chiedo ridendo, cercando di mascherare il rossore dei miei occhi.
Lei mi allontana, giusto il tempo per vederci entrambe con gli occhi lucidi, quando all’altoparlante annunciano il mio volo.
«Mi raccomando, Leti, fai vedere chi sei, fai vedere quello che vali. Voglio di nuovo quella Letizia combattiva che ho sempre conosciuto! Quello stupido è solo una parentesi, non pensare più a lui! Ti voglio bene, scema! Chiamami appena arrivi, e divertiti!» mi saluta Keli.
«Grazie infinite amica mia. Anch’io ti voglio bene, tantissimo!»
Ci sorridiamo e ci abbracciamo per l’ultima volta.
Poi seguo Carlos fin dentro l’aereo che mi porterà dall’altra parte del mondo.
 
Siamo in viaggio ormai da dieci lunghissime ore ed io non ne posso già più! Ho letto per un bel po’ un libro, ho usato un po’ il computer, ho ascoltato un po’ di musica, ed ora sono qui che non so più cosa fare perché non riesco a darmi una calmata, sono troppo in ansia!
Sbuffo e guardo fuori dal finestrino, sperando di trovare qualche consolazione nel panorama ma niente, tutto nero. D’altra parte è notte, ma speravo di vedere almeno le luci di qualche nave che solca l’oceano. Sarebbe stato davvero molto suggestivo!
«Dormi. Ti farà bene. Ti sveglierò prima di volare sopra Sidney, così la vedrai di prima mattina.» mi consiglia Carlos, intento a leggere carte su carte.
«Sei il manager migliore del mondo, lo dico e lo ripeterò fino allo sfinimento. Menomale mi hanno affidata alle tue cure!» gli rispondo per ringraziarlo e prenderlo un po’ in giro. Poi chiudo gli occhi, almeno riposo un po’, dato che siamo solo a metà del viaggio.
 
Sento un tocco leggero che mi picchietta sulla spalla e mi sveglio, pregustando il pensiero di essere svegliata da uno dei miei idoli. Invece vedo Carlos, con il viso perfettamente integro dopo ben venti ore di volo totali, che mi indica di guardare fuori dal finestrino che, per fortuna, è accanto a me.
Appena vedo i tetti bianchi della Sydney Opera House, mi si mozza il fiato.
Ok Leti, sei arrivata a Sydney, tra poco vedrai i 5 Seconds of Summer ed inizierai a lavorare con loro, quindi cerca di comportarti il più professionalmente possibile. Tieni a freno gli ormoni, che ti girano a palla in corpo e respira. Infondo sono solo ragazzi come te, suppergiù.
Ma che cazzo sparo? Appunto che sono ragazzi come me, sclero ancora di più! Uffa!
Sento Carlos ridere alle mie spalle.
«Trovi così divertente che io venga divorata dall’agitazione?» chiedo, incenerendolo con gli occhi.
Lui cerca di fare il serio, ma mi ride di nuovo in faccia.
«Dovresti vedere in che condizioni sei!» esclama divertito.
Mi allarmo e cerco subito lo specchietto nella borsa. Appena vedo che sono presentabile (tanto non mi trucco mai, non mi interessa), mi sistemo meglio gli occhiali da vista sul naso e guardo Carlos di nuovo, con sguardo omicida.
«Tieniti all’erta, mi vendicherò presto.» lo avverto iniziando a prepararmi per l’atterraggio annunciato degli altoparlanti.
Quando l’aereo tocca terra, sento morirmi il respiro in gola. Ma siamo sicuri che sta succedendo davvero, o è solo un bel sogno, da cui non mi risveglierò mai?
Usciamo e mi sento rabbrividire. Eh già, qui le stagioni sono invertite, menomale me ne sono ricordata! Entriamo all’aeroporto e già il caldo che c’è mi fa stare un po’ meglio.
Cerco immediatamente una sedia libera e mi siedo, ancora scombussolata dal viaggio in aereo. Non pensavo fosse così stancante viaggiare da una parte all’altra del mondo. Probabilmente la prossima volta ci penserò due volte, a parte per venire in Australia. Qui ci verrò sempre, indipendentemente dalla durata del viaggio!
Chiudo un attimo gli occhi, ma Carlos, seduto accanto a me, mi da uno scossone.
«Che c’è?» chiedo, con voce stanca.
Mi indica con il pollice un gruppetto di ragazze non lontane da noi. «Stanno parlando di te fin da quando sei arrivata.»
«Forse sono fan.» dico alzandomi per sgranchirmi le gambe e noto una delle quattro ragazze venirmi incontro. Forse la mia deduzione non era sbagliata.
«Letizia?» chiede, con voce tremante.
«Dimmi tutto.» le rispondo, curiosa di vedere la sua reazione.
Lei si tortura un po’ le dita e poi mi guarda negli occhi. «Le mie amiche ed io siamo tue grandissime fan e ci chiedevamo se potessimo fare una foto con te…»
«Certo, con molto piacere!» accetto e noto che gli occhi della ragazza brillano per la felicità. Mi fa segno di aspettare un attimo e va a chiamare le ragazze, forse della mia stessa età o più piccole e le vedo esultare.
Mi fa sempre tantissimo piacere poter rendere contenti i miei fan anche con un semplicissimo gesto come fare una foto insieme. Dato che è grazie a loro che realizzo giorno dopo giorno il mio sogno, quello di poter fare la cantante, il minimo per ringraziarli è fare una foto con loro.
Vedo le ragazze avvicinarsi e faccio un cenno a Carlos per farci una foto. Lui non se lo fa ripetere due volte e ne scatta un po’, così almeno una dovrebbe venir bene.
Fatte le foto, inizio a chiacchierare un po’ con loro, aspettando che Matt Emsell venga a prenderci.
«Come mai sei in Australia?» chiede una bella ragazza mora, con le punte dei capelli rosse.
«Segreto. Fino a che non sarà finito tutto, ma proprio tutto, nessuno saprà niente.»
Le ragazze mi fanno gli occhi dolci e rido.
«Dispiace anche a me non poter tenervi informati, ma è una condizione di questo progetto.»
Una delle due bionde sospira. «Speriamo di incontrarci per le strade di Sydney.» dice.
«Non mi dispiacerebbe!» confermo sincera. Sono molto simpatiche queste australiane, non me lo sarei mai aspettato!
Carlos mi fa segno di andare ed io saluto le ragazze che, per risposta, iniziano ad intonare il mio primo singolo, Bleeding love (per cortesia, ascoltate qui => 
http://youtu.be/reKm0p4X0F8 ). Mi viene da piangere sentendole lì a ricordarmi quanti pezzi di me ho messo nel cantare quella canzone, quanti ricordi ho tirato fuori dal loro nascondiglio per dar loro sfogo. Le guardo con gli occhi lucidi e le saluto con la mano bene in vista, facendole ridere, spero dalla felicità.
Sento il mio manager sbuffare, segno che siamo un pochino in ritardo. Così mi rimetto in sesto ed usciamo dall’aeroporto, per andare nel parcheggio, dove ci aspetta una familiare color sabbia.
Un uomo abbastanza giovane scende e ci apre le porte.
«Carlos!» dice salutando il mio manager con una pacca sulla spalla.
«Matt, era da un po’ che non ci vedevamo!» commenta divertito l’altro.
«Saranno anni!» risponde Matt ridendo.
«Ti presento la mia pupilla.» continua Carlos, indicandomi.
Mi avvicino e porgo la mano a Matt, ancora scossa dall’aver saputo che i due sono amici da una vita. «Letizia Hyle, tanto piacere!»
«Matt Emsell. Già mi piaci. Speriamo sia lo stesso con i ragazzi.»
Eh sì, lo spero davvero tanto! Mi dispiacerebbe trovarmi male con loro, anche se non credo, da come si descrivono tra loro. Mah, mi affido al cielo!
«Già. Ma dove sono?» chiede Carlos guardando a destra e a manca.
Matt ride e prende le valigie per metterle in macchina. «Sono a lavoro, non so cosa stiano facendo.»
«Certo che potevano anche venire a conoscerla.» Carlos dà il via libera ai suoi pensieri, buon per lui che lo fa senza curarsi degli altri anche se a volte sembra maleducato, come in questo caso…
«Lo so anch’io, ma mi hanno detto che avevano una cosa importante da fare. Andremo prima alla casa discografica poi Carlos starà da me, mentre tu, Letizia, andrai a casa loro.»
«Casa loro?» domando incredula, salendo in macchina ed allacciandomi la cintura mentre Matt mette in moto e parte.
«Non lo sapevi? I ragazzi hanno accettato di ospitarti per tutto il tempo che rimarrai qui.» risponde Carlos con nonchalance, ridendo sotto i baffi.
«E me lo dici adesso?!» esclamo io allibita. No, è impossibile! Vivrò con loro. Ma scherziamo? Cioè, un conto è lavorarci insieme e vedersi solo in casa discografica, magari con qualche uscita. Ma un altro paio di maniche è vivere sotto lo stesso tetto, tutto il giorno, per tutti i giorni! Che il cielo me la mandi buona, perché rischio seriamente di impazzire!
Mi metto le mani tra i capelli e sospiro.
«Tranquilla. Ti abituerai presto a loro.» cerca di confortarmi Matt, notando in che condizioni sono.
«Matt, forse non hai capito bene la situazione.» commenta Carlos. «Lei è una fan dei 5 Seconds of Summer.»
Matt guarda l’amico allibito. «Ah. Questo cambia un bel po’ di cose, forse. O forse no.»
Io, rossa come un peperone per la vergogna, guardo fuori dal finestrino, maledicendo Carlos e la sua linguaccia lunga. E adesso che faccio se Matt dice qualcosa ai ragazzi?
«Sta’ tranquilla Letizia, non dirò niente. Probabilmente lo scopriranno da soli.»
«Forse non sarebbe una cattiva idea.» gli rispondo, prima di incollare del tutto lo sguardo a questa città magica.



 
Letizia
Bellissimi, buon giorno!!!!!!!! Allora, le vostre vacanze come stanno andando? Spero benone ^_^. 
Passiamo alla storia ;). Finalmente Letizia è partita!!!!!! Ahahah, questo, fino ad ora, è stato il capitolo più lungo che abbia mai scritto :). Ve l'ho detto, all'incontro ormai manca seriamente pochissimo!!!!!!!!!!!
Ed anche questa volta passo a voi, stelline mie <3 <3 <3 <3 !!!!!! Ringrazio:
- LittleEkidrauhla, xKikka, DarkAngel1, alexaval34, LisiDiamond, Savedme, OneSun_, stoneheart23 e Jade_Horan per aver recensito,
- mikeligna per aver messo la storia tra le preferite,
alexaval34, Allysole_17345 per aver messo la storia tra le seguite.
Siete tutti meravigliosi vi adoro!
Ah, una cosa. Io ed una mia amica abbiamo fatto una cosina *^* Vi andrebbe di dare un'occhiata anche qui => (https://www.youtube.com/watch?v=MUFZoDCshB0)? Ci terrei tantissimo!!!! <3 <3 <3 (Io sono quella con gli occhiali :P)
Bene, il terzo aggiornamento di questa settimana è andato. Per la prossima settimana pronti altri tre capitoli, poi tornerò a postarne uno a settimana. ogniu lunedì come sempre :). A presto bellissimi/e, vi voglio tantissimo bene!
Letizia <3
P.s.: Il link di YouTube che ho messo nel capitolo è una mia cover a cappella. Avevo pensato di poter essere io la prestavoce per Letizia, la protagonista. Ci tenevo a farvela ascoltare! Fatemi sapere che ne pensate. Bacio di nuovo <3

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Capitolo 10
*** 10 . Festa di benvenuto ***


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10 . Festa di benvenuto
 
 
 
Luke
 
È da stamattina che i ragazzi ed io stiamo cercando di rendere la casa discografica più colorata possibile, per fare una festa di benvenuto per Letizia.
Abbiamo pulito anche qui, ma stavolta gli altri non hanno fatto storie.
«Che dite, le piacerà?» chiede curioso Cal, sistemando degli addobbi verdi vicino le finestre.
«Per me scapperà via.» risponde Mikey ridendo, mentre cerca di fissare la scritta “Welcome” in rosso al muro, senza gran successo.
«Dai Michael, non essere così pessimista!» lo rimprovera Ash, che tenta in tutti i modi di gonfiare palloncini blu a forma di cuore, di mano, piccoli e grandi.
«Dai Luke, il grigio ed il nero non si vedono alle feste, sono tristi!» esclama Cal, molto sinceramente, vedendo le poche cose che ho in mano e che sembrano più che altro addobbi natalizi.
«Peccato, non mi dispiacevano.» ammetto lasciandoli su un tavolo nell’angolo della stanza.
Noto Ash che si avvicina allo stereo e, dopo aver collegato il suo MP3, una musica metal molto aggressiva parte dalle casse e rimbomba per tutto il salone.
«Spengi quella roba!» urla Mikey per farsi sentire, mentre Cal ed io annuiamo, assordati. Nessuno dei tre sopporta i gusti musicali di Ash.
«Sono un genio incompreso!» esclama facendo una faccia tristissima e togliendo la musica.
 Rido e vado a controllare se ci sono bevande e cose da mangiare. Ma quando vedo che il frigo è vuoto, come anche la maggior parte degli sportelli, mi metto le mai tra i capelli e mi sento sbiancare.
Cazzo, possibile che manchi sempre qualcosa quando vogliamo impegnarci per cose che non riguardino la musica?
Mikey mi viene vicino, preoccupato. Quando capisce perché sono in queste condizioni, sbianca a sua volta e si rivolge agli altri due.
«Ragazzi, dobbiamo fare la spesa.» dice, ed il silenzio cala nella stanza.
«Scherzi, vero?» chiede Ash titubante.
«Magari lo facesse! Ora ci tocca anche andare al supermercato, che palle!» risponde Cal al posto di Mikey, prendendo un giacchetto ed uscendo.
Gli altri due fissano i loro sguardi su di me.
«Sai che Cal, anche se ce la mette tutta, è un disastro nelle faccende domestiche, come anche nel fare la spesa…» inizia Mikey.
«…E tu sei l’unico che sa fare qualcosa, tra noi quattro.» finisce Ash.
Ho già capito dove vogliono arrivare, quindi prendo un giacchetto a mia volta ed esco, rincorrendo Cal ed avviandoci al supermercato.
 
Torniamo dopo quasi un’ora, stracarichi di sacchi pieni di Coca Cola, Fanta, birre, champagne, acqua e mille stuzzichini. Le posiamo sul bancone centrale della sala ed iniziamo a metterli in tavola.
«Avete preso da bere e da mangiare per un reggimento intero!» esclama Mikey aiutandoci a metterli nei piattini di plastica.
Intanto sentiamo Ash dall’altra parte della stanza parlare al cellulare.
«Con chi è a telefono?» domanda Cal che per poco non fa cadere una ciotola piena di patatine.
«Matt.» risponde Mikey, tornando a mettere gli affettati sui piatti da pizza.
A sentire quel nome, drizzo le orecchie. «Ci sono novità?» chiedo, facendomi prendere, stranamente, dall’ansia.
Sono ansioso, sì, perchè spero che a Letizia piaccia questa festa, anche se un po’ improvvisata. Mi farebbe davvero tanto piacere che si sentisse subito a suo agio.
Ash chiude intanto la chiamata e si avvicina a noi. «Matt ha detto che stanno…»
Ma non riesce a finire la frase che sentiamo delle voci provenire dalle scale, una delle quali è del nostro manager.
«Merda!» esclamiamo, prima di mettere in ordine le ultime cose.
Ash attacca di nuovo il suo MP3 e si inizia a sentire nella stanza una musica soft, tranquilla.
Sospiro. Almeno stavolta il sottofondo non spacca i timpani.
Aiuto Cal e Mikey a spostare degli scatoloni nello sgabuzzino e, appena un istante dopo averne chiuso la porta, sentiamo quella del salone aprirsi.




Letizia
Buon giorno a tutti! Come state? Le vacanze stanno andando bene? Da me piove, che barba! Ok, a parte questo, passiamo al capitolo :).
Bene, qui i nostri quattro organizzano una festa a sorpresa e vanno addirittura a fare la spesa! E poi, chi sarà alla porta? Beh, credo che ormai abbiate capito ;).
Lo so che per l'incontro vi faccio aspettare così tanto, però più in là spiegherò perchè m ci è voluto tutto questo tempo! Voi, in compenso, siete anche troppo buone e gentili con me, siete molto pazienti ed io non credo di meritarmi tutti i complimenti che mi state facendo! Che poi, 12 recensioni allo scorso capitolo, ma scherzate? Io vi adoro, vi amo! Mi state rendendo la ragazza più felice della terra, non avete idea di quanto mi faccia piacere!
Ma ringraziamo con ordine, che è meglio ;). Allora, ringrazio:
- DarkAngel1, alexaval34, LisiDiamond, Loud, Ally Vampette, Savedme, OneSun_, xKikka, Yukiko Chan, LittleEkidrauhla, Aredhel Afterlife e Jade_Horan per aver recensito,
- Luciss_b, voglioluke e Marianne_13 per aver messo la storia tra le preferite,
- OneSun_, gerilovescalumhood e Marianne_13 per aver messo la storia tra le seguite.
Io vi adoro e voglio bene ad ogna di voi, ad ogni nome utente che menziono nel mio angolo autrice. Seriamente, voglio tantissimo bene a tutti voi! Ringrazio di tutto cuore anche i lettori silenziosi, siete importantissimi anche voi!
Beh, spero che il capitolo, nonostante sia corto, vi abbia fatto divertire o, almeno, sorridere. Insomma, spero che vi sia piaciuto :). 
Vi avverto solo che dal prossimo capitolo in poi, dovete aspettarvi delle bellissime sorprese ;). Ok, adesso ho seriamente finito, quindi vi do appuntamento a mercoledì con il nuovo capitolo ;). Grazie di tutto ancora una volta!
Letizia <3

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Capitolo 11
*** 11 . L'incontro ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
11 . L’incontro
 
 
 
Letizia
 
La città sta sfrecciando accanto a me, sorprendendomi ad ogni angolo e ad ogni persona che vedo. È un posto magico, non riesco a descriverlo con parole migliori. Certo, non è come la mia amatissima New York, ma va benissimo così.
Il cielo è un po’ grigio, forse a causa del mal tempo di questi giorni, e questo mi fa sentire un po’ a casa. A New York, infatti, anche se non sempre è brutto tempo, spesso il cielo a volte è grigio a causa dello smog e dell’inquinamento.
Questa è sicuramente una delle cose che non mi mancherà qui a Sydney!
Ad un tratto svoltiamo l’angolo e ci ritroviamo davanti ad un enorme grattacielo, la HI OR HEY RECORDS, casa discografica dove lavorano i miei idoli.
Oddio, ancora non riesco a credere di essere qui! Tra poco li vedrò e dire che sono emozionatissima è dire poco. Sento il cuore che batte fortissimo ed inizia a mancarmi l’ossigeno nei polmoni. Uffa, ma perché devo essere così in ansia?
«Bene, siamo arrivati.» ci comunica Matt, spegnendo l’auto ed uscendo. Carlos ed io lo imitiamo e ci avviamo verso l’edificio. Una volta entrati, noto sulla sinistra un ampio salone adibito a sala bar e ci entro incuriosita dal bellissimo arredamento.
Mi avvicino ad un tavolino vicino la finestra e, posando il mio sguardo sulla strada, stringo forte i lati di una sedia, quella accanto alla vetrata, per evitare di cadere sulle mie stesse gambe. Quest’ultime, infatti, hanno appena deciso di non collaborare e hanno iniziato a tremare. Mi sembra logica come cosa, no?!
«Questo è il tavolo dove si siedono abitualmente i ragazzi e la sedia che stai stringendo è di Luke.» dice Matt avvicinandosi e sistemando il portatovaglioli.
Inizio a ridere, imbarazzata, e stacco lentamente le mani dall’oggetto in questione, per poi metterle nelle tasche della felpa.
«È di sua unica proprietà?» chiedo divertita, mentre giro per il salone.
«Diciamo di sì.» ammette l’uomo. «Andiamo su, così vi faccio vedere il resto dell’edificio.»
Ci porta negli altri piani del grattacielo, facendoci vedere alcuni dei miei futuri collaboratori, le sale di registrazione e gli uffici (compreso quello di Matt). Tutte stanze molto grandi devo dire, specie le sale di registrazione sono le più belle di tutto il grattacielo!
«Da ultima, ma non meno importante, la sala delle feste.» dice Matt aprendo una porta bianca, all’ultimo piano del palazzo. Entriamo e veniamo sommersi da una pioggia di coriandoli colorati, mentre delle voci maschili si fanno sentire, sopra il volume un po’ troppo alto della musica.
«Benvenuta!»
Appena riesco a togliermi tutti i coriandoli dagli occhi, vedo le facce dei 5 Seconds of Summer davanti a me e mi sento sbiancare. Ok Letizia, adesso ti calmi, perché stai esagerando. Non sono dei, sono solo quattro fantastici ragazzi che lavoreranno con te per un bel po’ di tempo e con cui tu dovrai andare a convivere. Ce la puoi fare. Deglutisco e prendo un respiro per calmarmi.
«Ciao. Sono Letizia Hyle, piacere di conoscervi!» li saluto porgendo ad ognuno di loro la mano.
So già i loro nomi, ma faccio volentieri finta di non conoscerli minimamente perché voglio vedere se si presentano loro. Detesto le persone che diano per scontato che tutti gli altri sappiano chi siano.
«Calum.» dice il moro, stringendomi la mano.
«Michael.» si presenta Mr. Colour, come lo chiamiamo Keli ed io. «Io e te parleremo spesso di moda, ti ho avvertita.»
Arrossisco un po’, mentre noto che Calum sta sbuffando.
«Lasciala un po’ in pace. È appena arrivata!» esclama ammonendo l’amico. «Letizia, un consiglio: o ti abitui subito a lui, come anche agli altri due e me, oppure è bene che tu giri i tacchi e te ne vada! Sei ancora in tempo prima di diventare pazza come noi!»
Vedo gli altri tre che lo fulminano con lo sguardo ed inizio a ridere.
«Certo che sei proprio buffo, mi stai già simpatico!»
Lui ride e mi batte un colpo sulla spalla. Gli sorrido e proseguo con le presentazioni.
«Io sono Ashton.» si presenta il batterista e mi tira a sé. «Prima o poi parleremo presto, da soli.» mi dice nell’orecchio. A parte che ha una voce molto sexy, ma questo lo sanno tutte le fan. Però, quel «da soli» mi fa salire milioni di brividi sulla schiena in modo particolare, non tanto per le parole, quanto per il tono che ha usato per dirle.
Mi allontano lentamente da lui e deglutisco. Devo calmarmi, altrimenti se sclero sul serio vedranno chi è la vera pazza e mi manderanno in manicomio!
Quindi l’ultimo che resta è…
«Lucas, ma tutti mi chiamano Luke.» si presenta il biondo.
Dire che rimango letteralmente incantata dai suoi occhi color del mare è dire poco. Vederli dalle foto è un conto, ma averli davanti a solo qualche centimetro di distanza è tutta un’altra cosa!
Il cuore mi è andato in iperventilazione. Sarà meglio che i miei pensieri tornino sulla terra.
Gli sorrido e torno a guardare tutti i componenti della band, cercando di dire qualcosa, ma non riesco neppure a mettere due parole in croce con questi quattro davanti!
Noto Ashton che va a scollegare un MP3 dallo stereo e la sala diventa ad un tratto molto silenziosa.
Passano alcuni istanti di assoluto ed imbarazzante silenzio. Si sentono solo le voci di Carlos e Matt che parlano nell’angolo opposto alla sala.
I ragazzi mi osservano, forse curiosi, chi lo sa. Respiro profondamente e mi calmo ancora un altro po’. Devo ammettere che per ora non è andata tanto male, credevo invece di fare brutte figure…
Faccio per dire qualcosa, per spezzare questo silenzio imbarazzante, ma il mio cellulare inizia a squillare e si sentono distintamente le note di The only reason.
Ho parlato troppo presto: figura di merda n° 1 fatta!
Rossa come un peperone, mi scuso con i ragazzi e vado a rispondere.
«Keli, proprio ora devi chiamare?» chiedo alla mia amica, leggermente arrabbiata per la bellissima figuraccia che ho appena fatto con i ragazzi.
«Avevi promesso che mi avresti chiamata appena arrivavi. Non sentendoti mi sono preoccupata!» si difende lei.
Sorrido. In fondo avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere da lei, ansiosa com’è.
«Grazie a te, adesso i ragazzi sanno che sono una loro fan! Comunque ti chiamo stasera e ti racconto meglio tutto.»
Ci salutiamo e torno nel salone, con il cuore che batte forte per la vergogna. Che figura, farsi scoprire in questo modo! Ed io che volevo tenerlo il più segreto possibile! Uffa…
Noto che i ragazzi mi stanno guardando divertiti e sento le mie guance andare ancora più in fiamme.
Mi avvicino al bancone e prendo un bicchier d’acqua. Mi volto di nuovo e li trovo ancora a fissarmi.
«Che c’è?» chiedo, cercando di sembrare il più naturale possibile.
Michael si fa avanti, ridendo sotto i baffi. «E com’è che hai una nostra canzone come suoneria?»
Con la mia reazione a questa domanda, so di aver raggiunto il livello massimo di imbarazzo e di rossore sulle guance. Ma perché mi succede sempre così?!
«Beh, fai due calcoli, non è tanto difficile…»
Ashton, Michael e Luke ridono sotto i baffi, mentre Calum fissa concentrato un punto indefinito.
«Adesso ho capito! Sei una nostra fan!» esclama lui, dopo qualche istante di assoluto silenzio.
«E ci arrivi ora?» domanda Ashton, con il sorriso sulle labbra.
Calum lo guarda in cagnesco per un secondo, prima di iniziare a rincorrerlo per tutta la stanza.
Mi faccio da parte e mi metto in un angolo per lasciarli passare e per non essere travolta.
Sono dei bambini, ma in fin dei conti, molto simpatici.
«E questo non è niente, vedrai a casa come si comporteranno.» mi sussurra Luke nell’orecchio, facendomi sussultare e rabbrividire.
Cavolo, non l’avevo visto avvicinarsi e la sua voce… Fanculo!
«Ci vuole parecchio per spaventarmi.» gli rispondo, sempre a bassa voce ed osservando divertita gli altri due che si stanno facendo il solletico per terra.
«Buona a sapersi.» commenta lui.
Prendo un gran respiro e cerco di rilassarmi. Non posso credere di essere nella stessa stanza con la mia band preferita e di parlare con loro! Sono in un sogno, vi prego, svegliatemi! Almeno non mi illuderò…
Ashton e Calum si avvicinano sorridenti.
«Ti prego, non dirci che ti abbiamo spaventata?» chiede Calum con voce implorante e con una faccia buffissima a cui non so resistere ed inizio a ridere.
Michael, che si era avvicinato pochi istanti prima, mi guarda come se fossi un’extraterrestre.
«No, ragazzi, tranquilli. Ci vuole ben altro per farmi pensare “Questi sono pazzi”.»
Calum ed Ashton sospirano, mentre Luke e Michael si uniscono alla mia risata.
È molto piacevole stare con loro in questo modo. Non me lo sarei mai aspettata. È una bellissima prova della realtà che sto vivendo.
«Ragazzi, forse sarebbe ora che tornaste a casa. Probabilmente Letizia è stanca.» dice Matt ai ragazzi, che annuiscono ed iniziano a rimettere a posto la stanza.
«Davvero Matt, non ce n’è bisogno. Non sono stanca.» replico, ma sbadiglio, provando quello che l’uomo pensa attualmente sulla mia situazione fisica.
«Vedi che ho ragione? Forza ragazzi, qui finiamo Carlos ed io. Voi andate a casa.» continua Matt dando le chiavi della sua macchina a Ashton, che fa segno a noi altri di seguirlo.
Percorriamo la strada che ho fatto prima salendo e scendiamo sotto terra, nel parcheggio.
«Certo che sei una di poche parole.» mi dice Michael ridendo.
«All’inizio non parlo molto, ma quando mi sblocco non mi ferma più nessuno.» rispondo con il sorriso sulle labbra.
Il ragazzo annuisce sorridendo. «Speriamo di sbloccarti il prima possibile allora.» commenta prima di andare ad aiutare gli altri con la mia valigia.
Li guardo divertita, mentre cercano in ogni modo possibile ed immaginabile di tirate fuori il bagaglio, ma riescono solo ad incastrarlo. Provano allora a smuoverlo, ma niente.
Non posso fare a meno di divertirmi osservandoli. Qualsiasi cosa facciano, hanno sempre il sorriso sulle labbra e la gioia non abbandona mai i loro occhi. Invece io…
Non riesco a capire come facciano. Li stimo perché sono sempre allegri e giocherelloni. Evidentemente la vita ha concesso loro davvero tanto, e menomale.
Vorrei che la signora vita avesse concesso qualcosa in più anche a me…
Luke sbuffa e mi fa tornare con i pensieri a terra.
«Letizia…» mi dice Calum indicando la valigia incastrata. «C’è un problema…»
Sorrido e mi avvicino per vedere se riesco a salvare le mie cose. Prendo la valigia da entrambe le maniglie e riesco a tirarla fuori senza troppo sforzo.
Gli altri mi guardano allibiti con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
«Che c’è adesso?» chiedo. Non capisco perché mi stiano fissando in questo modo.
Ashton è il primo che si rimette in sesto e si avvicina.
«Almeno lascia portare a noi il resto dei bagagli.» chiede implorante.
Altri bagagli? Non ho mica portato tutte le cose che ho nel guardaroba e che, a conti fatti, sono davvero pochissime. Mah, sarà forse quel famoso stereotipo su noi ragazze che in viaggio portiamo di tutto e di più.
«Ashton, ho solo questa valigia e la borsa con me, nient’altro.» gli rispondo, evitando accuratamente di mettermi a ridere vedendo la sua faccia arrossire.
«Lascia almeno che ti portiamo la valigia.» domanda Luke prendendo l’oggetto in questione, senza aspettare la mia risposta.
I ragazzi si avviano ed io mi affretto a seguirli, per evitare di perdermi in questo enorme grattacielo.
Osservo i quattro davanti a me. Ridono, scherzano, si danno fastidio, giocano. Sono dei bambini, ma dei bambini fantastici. Mi hanno conquistata subito, e non è cosa da poco, perché generalmente mi ci vuole tempo perché possa dire che mi piace una persona, non solo sentimentalmente. Loro invece con la loro semplicità mi hanno catturata, specialmente grazie alla loro musica, che mi ha salvato la vita, sul serio, quando credevo che non ci fosse più niente per cui lottare.
Usciamo dall’edificio e ci avviamo ad un furgoncino da otto posti. Calum apre la bauliera e Luke ci mette la valigia. Michael invece apre la portiera e mi fa segno di entrare nel veicolo.
«In fin dei conti siamo pur sempre gentiluomini.» mi dice col sorriso sulle labbra prima di salire sui sedili davanti ai miei, con accanto Calum. Ashton e Luke, invece, salgono sui posti davanti e partiamo con la radio accesa che trasmette dell’ottima musica.
Sto andando a casa loro, che emozione!!! Non vedo l’ora di vedere com’è fatta!
 
 
 
Luke
 
Il primo ad entrare è Matt, seguito da un uomo e da una ragazza.
«Benvenuta!» gridiamo appena la vediamo ed apriamo i coriandoli, la cui maggior parte cade su di lei che inizia a toglierli dai capelli color marrone ebano legati in una coda, dai vestiti e dagli occhi.
Una volta pulita, ci guarda e la vedo un po’ a disagio. Speriamo di non averla spaventata!
Fortunatamente si riprende e porge la mano ad ognuno di noi salutandoci.
«Ciao. Sono Letizia Hyle, piacere di conoscervi!»
Il primo che si fa avanti è il moro, sprizzante di curiosità, ne sono più che sicuro.
«Calum.» dice stringendole la mano.
Poi è il turno di Mikey. «Michael. Io e te parleremo spesso di moda, ti ho avvertita.»
Ecco che comincia con la sua tiritera. Se si azzarda a romperle le scatole con i suoi discorsi, giuro che lo meno. Noto che lei arrossisce ed osserva Calum che sta sbuffando.
«Lasciala un po’ in pace. È appena arrivata!» esclama lui ammonendo Mikey. «Letizia, un consiglio: o ti abitui subito a lui, come anche agli altri due e me, oppure è bene che tu giri i tacchi e te ne vada! Sei ancora in tempo prima di diventare pazza come noi!»
Ash, Mikey ed io lo fulminiamo con lo sguardo. Proprio ora deve mettersi a dire queste cavolate, anche se sono vere? Che diavolo di figura ci facciamo?
Letizia invece inizia a ridere. «Certo che sei proprio buffo, mi stai già simpatico!»
Meglio così. Almeno l’ha presa sulla scherzo e non con serietà.
Cal ride e le batte un colpo sulla spalla. Lei gli sorride e si avvicina ad Ash.
«Io sono Ashton.» si presenta il batterista e la tira a sé, sussurrandole qualcosa nell’orecchio e facendola forse rabbrividire. Posso immaginare cosa le abbia detto, ma faccio finta di non pensarci.
Lei si allontana lentamente da lui e deglutisce. Certo che è proprio buffa! Chissà cosa starà pensando, sono davvero curioso!
Quindi l’ultimo che resta sono io. Mi avvicino e mi presento. «Lucas, ma tutti mi chiamano Luke.»
Lei mi guarda, ed  io rimango letteralmente di sasso, per più motivi.
Uno: porta gli occhiali, e solo ora me ne accorgo.
Due: non ha nemmeno un filo di trucco. Ma scherziamo? Credo che lei sia la prima ragazza che vedo da vicino senza trucco e mi fa uno strano effetto.
Tre: i suoi occhi color Nutella mi hanno sorpreso. Sono così profondi e caldi, benché abbiano un’ombra che li rende un po’ tristi. Chissà cos’ha…
Mi sorride e sento un bel po’ di brividi sulla schiena. Che ho adesso? Per una ragazza generalmente non mi tremano le gambe. Perché con lei sì?
Evito di pensare a cosa sta facendo il mio corpo e vedo che  Ashton va a scollegare un MP3 dallo stereo, facendo cadere un silenzio imbarazzante nella sala.
Passano alcuni istanti di assoluto ed imbarazzante silenzio. Si sentono solo le voci di Carlos e Matt che parlano nell’angolo opposto a noi.
I ragazzi ed io la osserviamo curiosi. È poco più bassa di me, e questo mi rassicura parecchio. Le alte ragazze che conosco sono davvero molto più basse di lei. Sarà forse che io invece sono un po’ più alto della media. Mah…
Sono attratto dal suo comportamento. È l’ennesimo respiro profondo che fa da quando è entrata! Ho la netta sensazione che lei sia in preda all’agitazione.
Vedo però che si riprende e tenta di dire qualcosa, ma le note di una canzone che conosco molto bene rompono il silenzio prima di lei, che arrossisce violentemente e, dopo essersi scusata, va a rispondere uscendo dal salone.
Ash, appena vede che è fuori portata di udito, ci guarda con la faccia stralunata.
«È una nostra fan?» chiede, con occhi increduli.
Tutti e quattro ci voltiamo verso Matt e l’altro uomo, che ci stanno guardando con aria divertita.
«Voi ne sapete qualcosa?» chiede Mikey.
«Dai ragazzi, non è difficile da capire.» dice l’amico di Matt sorridendo.
Ash, Mikey ed io ci guardiamo ed annuiamo. È una nostra fan. Benissimo. Ora sì che siamo nella merda. Come cazzo faremo a lavorare con lei?
«Scusate ragazzi, non mi sono ancora presentato: Carlos Diaz, manager di Letizia. Non preoccupatevi se è una fan o meno. Quando si tratta di lavoro, è molto più seria e responsabile di un adulto.» ci dice l’uomo, rispondendo a gran parte delle nostre domande.
«Wow, lavorare con una fan mi piace ancora di più!» esclama Ash, contento come sempre.
Tiro un sospiro di sollievo e guardo divertito Cal, che ancora non ha capito niente.
«Speriamo ne esca un bel lavoro.» commento, prima di sentire dei passi provenienti dal corridoio.
Poco dopo Letizia appare. I ragazzi ed io la guardiamo divertiti e lei arrossisce di nuovo.
È davvero timida!
Si avvicina al bancone e beve un bicchier d’acqua, come se niente fosse. Poi si volta e ci guarda con aria interrogativa.
«Che c’è?» chiede, sempre facendo finta di niente.
Michael si fa avanti, ridendo sotto i baffi. «E com’è che hai una nostra canzone come suoneria?»
Ucciderei Mikey in questo preciso istante. Accidenti a lui e alla sua lingua lunga!
Letizia arrossisce ancora di più ed abbassa lievemente la testa.
«Beh, fai due calcoli, non è tanto difficile…»
Ash, Mikey ed io ridiamo sotto i baffi, mentre Calum fissa concentrato un punto indefinito.
«Adesso ho capito! Sei una nostra fan!» esclama lui, dopo qualche istante di assoluto silenzio.
«E ci arrivi ora?» domanda Ash, con il sorriso sulle labbra.
Calum lo guarda in cagnesco per un secondo, prima di iniziare a rincorrerlo per tutta la stanza.
Letizia si fa da parte e si mette in un angolo per lasciarli passare e per non essere travolta. Saggia decisione.
Mi avvicino a lei piano. Non voglio che mi senta arrivare. Sono curioso di vedere la sua reazione. Quando sono a pochi millimetri dal suo orecchio, inizio a parlare sussurrando.
«E questo non è niente, vedrai a casa come si comporteranno.»
Lei si irrigidisce un attimo e vedo che sul collo ha la pelle d’oca. Sorrido, tanto non può vedermi.
«Ci vuole parecchio per spaventarmi.» mi risponde, sempre a bassa voce ed osservando, forse con aria divertita, gli altri due che si stanno facendo il solletico per terra.
«Buona a sapersi.» commento, senza smettere di sorridere. Certo che è ricca di sorprese!
La vedo prendere un altro respiro profondo. Vorrei tanto sapere cosa la stia mettendo a disagio…
Ash e Cal si avvicinano sorridenti.
«Ti prego, non dirci che ti abbiamo spaventata?» chiede Cal con voce implorante e con una delle sue solite facce buffe. Letizia, appena lo vede, inizia a ridere ed è come se molti campanellini stessero suonando. Ha davvero una bellissima risata.
Mikey, che si era avvicinato pochi istanti prima, la guarda come se venisse da Marte.
«No, ragazzi, tranquilli. Ci vuole ben altro per farmi pensare “Questi sono pazzi”.»
Cal ed Ash sospirano, mentre Mikey ed io ci uniamo alla sua risata.
Non pensavo fosse così spontanea. Molte ragazze che si avvicinano a noi fanno in modo e maniera di sembrare qualcuno che non sono, mentre lei no. È diversa, si capisce dal modo bellissimo ed unico in cui ride.
«Ragazzi, forse sarebbe ora che tornaste a casa. Probabilmente Letizia è stanca.» ci dice Matt. Noi quattro annuiamo ed iniziamo a rimettere a posto la stanza.
«Davvero Matt, non ce n’è bisogno. Non sono stanca.» replica la ragazza, ma sbadiglia, provando a tutti noi la sua enorme stanchezza. Posso capirla. Il primo volo transoceanico è stato un’impresa per tutti quanti noi.
«Vedi che ho ragione? Forza ragazzi, qui finiamo Carlos ed io. Voi andate a casa.» continua Matt dando le chiavi della sua macchina a Ash, che fa segno a noi altri di seguirlo.
Scendiamo le scale e passiamo davanti alla sala bar, per poi arrivare nel parcheggio sotterraneo.
«Certo che sei una di poche parole.» sento dire da Mikey alla ragazza.
«All’inizio non parlo molto, ma quando mi sblocco non mi ferma più nessuno.» risponde.
Mikey annuisce sorridendo. «Speriamo di sbloccarti il prima possibile allora.» commenta prima di andare ad aiutare noi altri con la valigia della nostra ospite.
Cerchiamo di tirarla fuori dal portabagagli, ma niente da fare. Si è appena incastrata.
Che palle! Proprio ora che volevamo, o meglio, volevo fare bella figura con lei, questa cavolo di valigia ha deciso di non collaborare. Perché?! Non voglio sapere cosa sta pensando Letizia su di noi, sarebbe davvero troppo imbarazzante, probabilmente.
Sbuffo, pieno di vergogna.
«Letizia…» dice Calum indicando la valigia incastrata. «C’è un problema…»
Lei si avvicina, prende la valigia da entrambe le maniglie e riesce a tirarla fuori senza troppo sforzo.
Tutti noi la guardiamo con gli occhi sgranati. Lei ci è riuscita, noi no. Vergogna ai massimi livelli…
«Che c’è adesso?» chiede con aria interrogativa.
Ash è il primo che torna lucido e le si avvicina, facendomi nascere qualcosa di strano nello stomaco.
«Almeno lascia portare a noi il resto dei bagagli.» chiede implorante.
Sorrido, perché il nostro caro batterista ha appena fatto una bella figura. Non ha notato che Letizia ha con sé solo una borsa e la valigia.
Strano. Di solito le ragazze hanno milioni di borse, borsoni e corsettine con loro quando si tratta di viaggiare. Lei invece no. È davvero fuori dalla norma e piena di sorprese.
«Ashton, ho solo questa valigia e la borsa con me, nient’altro.» risponde lei. Noto che si sta trattenendo dal non ridere in faccia al povero Ash, che sta arrossendo come un peperone.
«Lascia almeno che ti portiamo la valigia.» dico prendendo l’oggetto in questione, senza aspettare la sua risposta.
Ci avviamo così alla macchina e sento che Letizia affretta il passo per raggiungerci, facendomi sorride per la millesima volta oggi. Che cavolo, con lei non faccio altro che avere facce ebeti. Ma che mi prende?
Gli altri iniziano a darsi fastidio e coinvolgono anche me a giocare. Cal spara le sue solite battute stupide, mentre Ash e Mikey non fanno altro che farsi il solletico a vicenda. A conti fatti, siamo rimasti dei bambini ed il mondo della musica su scala mondiale ancora non ci ha cambiati, per fortuna. Siamo rimasti noi, quei quattro ragazzi che amano la musica da sempre.
Usciamo dall’edificio e ci avviamo verso il nostro furgoncino da otto posti.
Cal apre la bauliera e ci metto la valigia, mentre Mikey apre la portiera e fa segno a Letizia di entrare nel veicolo.
«In fin dei conti siamo pur sempre gentiluomini.» dice Michael col sorriso sulle labbra prima di salire sui sedili dietro ai quelli di Ash e miei, con accanto Calum. Letizia invece si è seduta sui sedili in fondo, lontana da tutti noi. Speriamo di non averla spaventata con questa nostra festa…
Partiamo ed accendo la radio. Un viaggio senza dell’ottima musica non è un viaggio decente!
Sto seriamente pensando alla reazione che avrà Letizia quando vedrà la confusione che regna a casa nostra. Preghiamo il cielo affinché non la faccia scappare subito!
Mi volto indietro e noto che la nostra ospite sta osservando il paesaggio dal finestrino. Sembra rapita da tutto quello che vede attorno a sé.
Mi ritrovo a sorridere come uno scemo e torno a guardare la strada davanti a noi, ritrovandomi a pensare al poco tempo trascorso insieme a Letizia.
Sinceramente, non credevo potesse essere così timida, ma anche così semplice e solare, nonostante quei suoi bellissimi occhi un po’ tristi. Pensavo fosse una di quelle ragazze che si montano la testa appena diventano famose ed iniziano a snobbare tutto e tutti.
Lei invece è davvero fuori dall’ordinario e non vedo l’ora di conoscerla meglio.
Nessuna ragazza mi avevo incuriosito così tanto. Vedremo dove questa mia curiosità mi porterà.




Letizia
Buon dì a tutti, cari lettori! Passiamo immediatamente alla storia, perchè ho da dirvi parecchie cosine :).
1 . FINALMENTE E' AVVENUTO L'INCONTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ve lo avevo detto che in queste due settimane di aggiornamenti extra vi avrei fatto una sorpresa ;). Beh, spero vi sia piaciuto :). Fatemi sapere che ne pensate, ci terrei moltissimo.
2 . Adesso vi spiego come mai l'incontro è avventuo così tardi. Avevo bisogno di qualche capitolo scritto dal p.o.v di Letizia per indrodurre i personaggi principali, e mi sono serviti 5 capitoli per farlo. I corrispettivi 5 capitoli di Luke erano per introdurre principalmente i ragazzi ed erano anche capitoli di passaggio.
3 . I punti di vista. Come avete notato nel capitolo, entrmbi i punti di vista sono quasi uguali, a parte qualche piccola scena. Questo è dato da due motivi: il primo è perchè mi faceva piacere farvi sapere cosa pensa Luke proprio su tutto, quindi anche su tutte le cose (o quasi tutte) che vengono dette dai personaggi; il secondo miotivo è dato dal fatto che non mi riesce particolarmente bene alternare i punti di vista proprio a metà capitolo. Cerco di spiegarmi meglio: non sarebbe uscito il capitolo che volevo se avessi scritto la prima parte (dall'inizio fino a poco prima dell'incontro) vista solo dal p.o.v di Letizia  e la seconda parte (cioè dall'incontro alla fine) vista solo dal p.o.v di Luke. Quindi ho fatto una ripetizione di alcune scene. Spero abbiate capito, altrimenti fatemi sapere se non vi torna e cercherò di spiegarvelo meglio.
4 . Dato che la trama ha delle parti che hanno maggiore importanza di altre (vedi l'incontro in questo capitolo), queste parti importanti saranno viste da entrambi i protagonisti in un solo capitolo, come questo qui. Gli altri capitoli invece li lascerò singoli benchè narrino generalmente le stesse cose.
5 . Vi chiedo già da adesso scusa, perchè da ora in poi i capitoli tra Letizia e Luke saranno speculari, per gli stessi motivi del punto 3. Quindi i capitoli di Luke saranno un po' una ripetizione e mi scuso appunto per questo e spero vivamente di non annoiarvi in questa maniera. Però questo è dato dal fatto che ho bisgno di mettere insieme nello stesso capitolo solo le scene veramente più importanti e più significative. Poi c'è anche la lunghezza di mezzo, perchè se mettessi insieme i capitoli, alcuni verrebeo veramente troppo lughi e vi stancherebbero.
6 . Gli aggiornamenti. Sempre per lo stessi motivo del fatto che i capitoli tra Letizia e Luke saranno uguali, ne posterò due a settimana, così leggere entrambi i punti di vista in minor tempo e con meno attesa (salvo imprevisti :)).
7 . Dopo tutte queste informazioni, passo finalmente a voi lettori. Io non so più cosa fare, mi farete impazzire perchè vi adoro troppo!!! 107 recensioni totali fino ad ora, mi fate piangere dalla felicità :'). 11 recesnioni al capitolo precedente, 20 persone che hannno messo la storia tra le preferite e 30 persone che hanno messo la storia tra le seguite! Ma scherzate? IO VI AMO TUTTI, sappiatelo, anche i lettori silenziosi :). Ma facciamo per bene i ringraziamenti adesso :). Ringrazio:
- DarkAngel1, Ally Vampette, ashton_wife, alexaval34, LisiDiamond, Savedme, Jade_Horan, Marianne_13 (in modo particolare <3 :)), xKikka, LittleEkidrauhla e fakeasmileandcarryon per aver recensito lo scorso capitolo, 
sof
iiita00mayapple per aver messo la storia tra le preferite,
ilricordodinoi, ashton_wife, Neifelexonedomez per aver messo la storia tra le seguite.
Grazie ancora ai lettori sileziosi. Gente, io vi voglio davvero troppo bene, sappiatelo!!!!! <3 <3 <3 Grazie di tutto dal più profondo del cuore!
Al prossimo aggiornamento, che a questo punto va alla settimana prossima (il terzo aggiornamento della settimana sarebbe stato l'incontro dal punto di vista di Luke. Fate conto che ho deciso stamattima di metterli insieme in questo capitolo :)).
Vi voglio davvero tanto bene! Un grandissimo bacio e alla settimana prossima, Letizia <3

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Capitolo 12
*** 12 . Nuova casa, nuovo mondo, nuova vita ***


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12 . Nuova casa, nuovo mondo, nuova vita
 
 
 
Letizia
 
Oramai siamo in viaggio da una mezz’ora buona e non siamo ancora arrivati. Ma dove diamine vivono?! Fossimo stati a New York, a quest’ora saremmo già arrivati da un pezzo con la metro.
Però una delle cose che mi ha colpito di più di Sydney è il fatto che non c’è mai traffico, neppure alle ore di punta come questa, e non ci sono tutte quelle persone che affollano i marciapiedi, come invece succede a New York.
Qui è tutto molto più tranquillo, rilassante. Magari potessi vivere qui per sempre. Starei da favola!
Ashton mi riporta sulla terra suonando forte il clacson e ridendo.
«Siamo arrivati!» esclama spegnendo la macchina e scendendo.
Lo imito e mi ritrovo davanti ad una villa a due piani. Spalanco la bocca per la sorpresa e la osservo come se fosse una visione. Un’abitazione così a New York, in centro, me la sogno davvero!
Avanzo di qualche passo, ma mi fermo ancora, imbambolata davanti a questa casa fantastica.
Le voci dei ragazzi mi giungono ovattate.
Sarà bene che torni coi piedi per terra, altrimenti potrei seriamente rischiare di fare la seconda figuraccia oggi. E siamo solo al primo giorno. Spero solo che non ne ricapitino altre o, almeno, non così di frequente.
Mi volto e vedo i ragazzi avvicinarsi. Luke sta di nuovo portando la mia valigia ed è tutto un sorriso. Buon per lui che è sempre così di buon umore. Si vede che, per fortuna, la vita gli ha concesso tanto.
«Tutto bene?» chiede Calum, con sguardo preoccupato.
Scuto la testa sorridendogli, riconoscente, e rispondo.
«No, è tutto ok, tranquillo. Sono solo rimasta ipnotizzata da casa vostra. Solo da fuori è bellissima e non oso immaginarmi com’è dentro!»
Il ragazzo mi sorride e, dopo avermi messo un braccio sulla spalla, mi “trascina” verso l’abitazione mentre gli altri rimangono un po’ indietro.
«Cal, mi stai spaventando oggi!» esclama Michael che si avvicina a noi correndo.
«Come mai?» chiedo curiosa, ma mi mordo subito la lingua. Perché devo sempre ficcare il naso in cose che non mi riguardano? Che vizio schifoso, uffa…
I ragazzi, al contrario di quel che mi aspettavo, mi sorridono e Mr. Colour mi spiega.
«Cal, anche se è un tipo simpatico e tutto, è rarissimo che prenda qualcuno nello stesso modo in cui ha preso te dopo aver conosciuto da pochissimo una persona.»
Il moro sbuffa e si difende. «Mikey, volevo farla sentire più a casa. Che altro dovevo fare, scusa?»
L’altro ride e mi si avvicina per poi farmi girare girare su me stessa e facendomi ritrovare davanti ad Ashton, che mi sorride.
«Abbiamo una sorpresa per te. Però prima dobbiamo bendarti.» mi dice il batterista, tirando fuori una delle sue mille bandane dalla tasca dei jeans.
Annuisco e me la faccio mettere. Dire che sono super elettrizzata è dire poco! Chissà cosa sarà… Non sto più nella pelle!
Sento che una mano grande prende la mia ed inizia a tirare. Mi lascio guidare con il cuore in gola.
Facciamo qualche passo, lentamente, mentre la presa sulla mia mano pian piano si sta facendo più salda. Questa mano è così calda da farmi venire i brividi… Vorrei tanto sapere di chi sia…
Sento un leggero spostamento d’aria e il respiro di qualcuno vicino il mio orecchio.
«Attenta al gradino.»
Oddio. Questa è la voce di Luke. Bene Letizia, respira profondamente. Rilassati. Non c’è bisogno che il tuo cuoricino impazzito inizi a battere peggio di un martello pneumatico!
Inspiro profondamente e mi tranquillizzo, anche se non del tutto.
Faccio un passo ed i miei piedi incontrano il famoso gradino. Saliamo e sento la porta di ingresso che cigola, per poi chiudersi alle nostre spalle.
Quindi, se la porta è chiusa, vuol dire che sono dentro. Questo vuol dire che sono realmente dentro la casa dei 5 Seconds of Summer. Ma scherziamo?!
Vorrei urlare per la felicità, ma è bene che rimanga al mio posto, per evitare altre brutte figure.
Il cuore batte fortissimo! Se continua così, molto presto mi verrà un infarto! Ok, però adesso mi calmo sul serio.
Continuiamo ad avanzare, passo dopo passo e di volta in volta Luke mi dice a cosa devo fare attenzione e dove devo andare,
La sua voce così vicina al mio orecchio è qualcosa di indescrivibile. Un conto è sentirla nelle interviste, nei video e nei videoclip; ma è tutt’altra cosa averla a due millimetri da te!
Ad un tratto ci fermiamo. Credo che siamo arrivati a destinazione…
«Allora Letizia, adesso hai due scelte per arrivare alla sorpresa.» mi dice Luke. «Prendere l’ascensore o le scale.»
Per quanto mi è possibile, strabuzzo gli occhi per la sorpresa. Un ascensore in casa? In una villa? A New York ci sono milioni e milioni di ascensori nelle abitazioni, ma non nelle ville singole, o almeno credo…
«Scale.» rispondo senza esitare. «Non posso usare gli ascensori, soffro un po’ di claustrofobia.»
Sento Luke stringermi un po’ di più la mano, facendomi andare in tilt il sistema nervoso. Uffa, mi devo rilassare!
Iniziamo a salire passo dopo passo, con gli altri tre alle calcagna che cercano in ogni modo possibile di farmi andare più veloce.
«Dai Letizia!» mi incita Ashton ad un certo punto. «Muovi quei piedini!»
Sbuffo ridendo e continuo a salire con il mio passo rispondendogli. «Uno: i miei piedi non sono per niente piccoli! Due: mettiti nella mia situazione, in una casa che non conosci, sulle scale, dove potresti cadere da un momento all’altro perché non vedi!»
«Non ti fidi di me?» chiede Luke con voce sorpresa.
Sorrido e mi rivolgo a lui. «Tranquillo, mi fido. Non ho paura.»
Sento la presa sulla mia mano aumentare un pochino e non riesco a smettere di sorridere.
«Ma quanto ci vuole ancora?» chiedo, pur di evitare alla mia mente di pensare.
«Siamo arrivati.» mi risponde Calum e sento che una porta si apre davanti a me.
Uno dei quattro ragazzi mi spinge piano dentro la stanza.
«Noi adesso ti togliamo la benda, però apri gli occhi solo quando telo diciamo noi.» mi informa Michael e sento che qualcuno mi sta sciogliendo la bandana. Cerco intanto di tenere gli occhi chiusi, ma la curiosità è davvero troppo forte! Allora li stringo fin quasi a sentire male, ma è l’unico modo per non sbirciare.
«Adesso puoi aprire gli occhi.» mi dice Ashton ed io non me lo faccio ripetere due volte.
Davanti a me si presenta una stanza meravigliosa. Il parquet marrone chiarissimo, le pareti color crema chiaro, l’enorme vetrata che dà sulla piscina a sul giardino e le tende beige chiaro danno alla camera luminosità ed io mi ritrovo a sorridere come una scema, già solo per questi piccoli dettagli.
Entro del tutto nella stanza ed esamino attentamente ogni millimetro. Sulla destra c’è un letto, ad occhio, da una piazza e mezzo con sopra un bel piumone azzurro chiaro e due cuscini dalle federe dello stesso colore. Ai lati due comodini beige chiaro con sopra una lampada ciascuno per leggere la sera.
Sempre sulla destra c’è una cabina armadio, dalla ante bianche, che fa angolo.
Sposto lo sguardo dalla parte opposta e noto una porta bianca aperta, in corrispondenza del letto, che lascia intravedere il bagno che c’è dall’altra parte.
Mi avvicino lentamente alla vetrata, appoggiandomi alla sedia della scrivania in angolo a sinistra.
Il mio sguardo è catturato dal retro della casa, dove ci sono una piscina a forma di vela triangolare ed un immenso giardino ben tenuto con tanti alberi alti e molti ombreggiati. Qua e là noto delle amache legate ed una specie di focolare stile campeggio.
Apro la vetrata e mi ritrovo su un ampio terrazzo, con due sdraio vicino al parapetto ed altre sotto un piccolo gazebo dalle tende bianche.
Rimango letteralmente a bocca aperta. Sembra di essere in un sogno. Questa casa è fantastica, ed ho visto solo una stanza. Chissà come saranno le altre?
Torno dentro e sorrido ai ragazzi.
«È davvero una bellissima sorpresa. Grazie di cuore.»
Non riesco a dire di meglio perché non mi aspettavo una cosa simile, specialmente da persone che nemmeno conosco. È stata davvero un meraviglioso regalo.
I miei occhi si posano su Luke, intento a sistemare la valigia in un angolo della stanza.
Mi avvicino e prendo questo famoso oggetto per poi posarlo a bordi del letto.
«Non ti preoccupare. Lo metto qui così poi mi ricordo di sistemarla.»
Lui allora mi sorride e fa un cenno agli altri.
«Allora ti lasciamo fare con calma. Tra un po’ prepariamo la cena e ti veniamo a chiamare, così non ti perdi.» mi dice il biondo, sempre con quel suo bellissimo sorriso sulle labbra.
«Va bene, grazie. A dopo allora.»
I ragazzi mi sorridono ed escono chiudendosi la porta alle spalle.
Faccio un gran respiro e mi butto a peso morto sul letto soffice e comodo come una nuvola. Sto quasi per chiudere gli occhi dalla stanchezza ma mi ricordo di chiamare Keli e corro a prendere il cellulare. Dopo nemmeno due squilli, la mia migliore amica risponde.
«Finalmente! Sono ore che aspetto davanti a questo maledetto telefono. Quindi, per penitenza, mi racconti tutto, ma proprio tutto, nei minimi particolari!»
Sorrido e le narro tutto quello che è successo da quando ci siamo salutate all’aeroporto. È passato solo un giorno, eppure sembra così tanto!
Dopo tutto il racconto, non sento niente provenire dall’altra parte.
«Keli, ci sei?»
«Sì, ci sono. Sto solo cercando di immagazzinare tutto! È pazzesco!»
«Ed ancora non conosci i ragazzi! Sono davvero fantastici. Mi hanno fatta sentire subito a casa, e questo sincerante non me lo sarei mai aspettato. Mi ha fatto davvero tantissimo piacere.»
«Bene bene!» esclama lei.
Sorrido e mi siedo sul letto, prendendo un cuscino tra le gambe. «Dovresti conoscere Ashton.»
«Non mi convincerai mai ad ascoltarli! Non posso tradire i miei amati ACDC!»
Rido alla sua affermazione, ma un mega sbadiglio esce fuori, ed anche Keli lo sente.
«Amore, sei sfinita, ci sentiamo più tardi. Bacio.»
«Bacio anche a te. A dopo.» dico prima di salutarla e crollare definitivamente dal sonno.




Letizia
Ciao a tutti!!! Oggi è lunedì e, come promesso, eccovi questo nuovo capitolo :).
Beh, la convivenza tra Letizia ed i ragazzi è appena iniziata, e da qui in poi ne vedrete seriamente delle belle, ve lo posso assicurare ;).
E la sorpresa che i ragazzi hanno fatto? Ve la sareste mai aspettata una cosa del genere, oltre che la festa di benvenuto? Ahahah, io no di certo :P. E cosa ne pensa Luke? Lo scoprirete giovedì con il prossimo capitolo :). Cooomunque, passiamo ad altre cosine :D.
Voi siete matti!!!!! 14 recensioni all scorso capitolo o.O!!! Io muoio qui, seduta stante!! No ragazzi, sul serio, vi adoro tutti, dal primo all'ultimo, ormai lo sapete :D. Mi state facendo veramente troppo felice!!
Però adesso faccio i ringraziamenti come si deve :D. Ringrazio per prima cosa Schmidt_ per aver recensito dal capitolo 1 al capitolo 4 e ashton_irwin94 per aver recensito dal capitolo 1 fino al 10 :D <3. Poi, ringrazio tantissimo:
- Ally Vampette, LittleEkidrauhla, alexaval34, DarkAngel1, Savedme, Acaciaa__, Marianne_13, OneSun_, Loud, LisiDiamond, S_V_A_G, Memy_Topolina, Yukiko Chan e xashtoneyes per aver recensito lo scorso capitolo,
Acaciaa__, vlover, Cenerentolaaa, S_V_A_G, buffymalikseiunbonazzo, ashton_irwin94Schmidt_ per aver messo la storia tra le preferite,
- vlover e luckyhoran per aver messo la storia tra le ricordate,
ILOVE2BAND, addicted to Malik, ventifebbraio, vlover, 5SOS_Familyashton_irwin94 per aver messo la storia tra le seguite.
Ringrazio anche i lettori silenziosi e do il benvenuto ai nuovi lettori ^_^ <3
VOGLIO VERAMENTE TROPPO BENE A TUTTI VOI <3 <3 <3
Per oggi ho finito, ahahah :D. Ci vediamo giovedì con il prossimo capitolo :D. Un bacione grande, Letizia <3
P.s.: Per la descrizione della casa, mi sono rifatta a quella che i nostri quattro bellissimi hanno a Los Angels. Bacio di nuovo <3


 
 

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Capitolo 13
*** 13 . Tutto inizia ***


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13 . Tutto inizia
 
 
 
Luke
 
Peccato che casa nostra disti parecchio dalla casa discografica. L’unica cosa buona di questa distanza è il fatto che, sia all’andata che al ritorno, possiamo vedere ogni angolo di Sydney. Non credo esista città più bella e fantastica di questa! Non c’è mai tanto traffico e le persone vivono tranquille. Non credo di poter reggere il ritmo frenetico di New York, benché sia una delle città che adoro di più al mondo. Il caos lì è indescrivibile e non so come faccia la miriade di persone che ci vive a sopportare tutta quella confusione!
Qui è tutto molto più tranquillo, non ci si può lamentare.
Svoltiamo l’angolo ed Ashton suona forte il clacson e ride.
«Siamo arrivati!» esclama spegnendo la macchina e scendendo.
Tutti noi facciamo lo stesso e vado a prendere la valigia. Gli altri tre intanto si avviano e discutono su chi dovrà preparare la cena stasera.
Li raggiungo poco dopo e li vedo fermi dietro di qualche passo alla nostra ospite. Sposto il mio sguardo su di lei e noto la faccia sorpresa che ha. Non posso fare altro che sorridere. Gli occhi di quella ragazza sono un libro aperto e non è difficile capire cosa stia provando in questo momento.
Si volta e noi ci avviciniamo.
«Tutto bene?» chiede Cal. Perché è sempre così preoccupato? Non vede che è contenta?
Lei scuote la testa sorridendo e gli risponde.
«No, è tutto ok, tranquillo. Sono solo rimasta ipnotizzata da casa vostra. Solo da fuori è bellissima e non oso immaginarmi com’è dentro!»
Wow, quanti complimenti! Mi fa piacere che la casa le piaccia. Speriamo che non si spaventi vedendo il caos all’interno!
Cal sorride a sua volta e dopo averle messo un braccio sulla spalla, la “trascina” verso l’abitazione mentre noi altri rimaniamo un po’ indietro.
«Cal, mi stai spaventando oggi!» esclama Mikey che si avvicina a loro correndo.
«Come mai?»
I ragazzi le sorridono e Mikey le spiega.
«Cal, anche se è un tipo simpatico e tutto, è rarissimo che prenda qualcuno nello stesso modo in cui ha preso te dopo aver conosciuto da pochissimo una persona.»
Il moro sbuffa e si difende. «Mikey, volevo farla sentire più a casa. Che altro dovevo fare, scusa?»
L’altro ride e si avvicina a Letizia per poi farla girare girare su se stessa e facendola finire davanti ad Ash, che le sorride.
«Abbiamo una sorpresa per te. Però prima dobbiamo bendarti.» dice il batterista, tirando fuori una delle sue mille bandane dalla tasca dei jeans.
Annuisce e se la fa mettere. Che idea Ash, grande! Almeno lei non vedrà il disordine!
Tiro un sospiro di sollievo e la prendo per mano, iniziando a “tirarla” verso casa.
Facciamo qualche passo, lentamente, mentre pian piano la mia presa sulla sua mano diventa sempre più salda. La sua pelle è così morbida e fresca da farmi venire i brividi…
Mi avvicino piano al suo orecchio per farle sentire meglio. «Attenta al gradino.»
Lei fa il centesimo respiro profondo e riesce a salire il gradino senza problemi.
Salgo anche io e ed i ragazzi chiudono la porta di ingresso. Continuiamo ad avanzare, passo dopo passo e di volta in volta le dico a cosa deve fare attenzione e dove deve andare.
Non voglio che si faccia male a causa del nostro disordine!
Avanziamo ancora per un po’, per poi fermarci.
«Allora Letizia, adesso hai due scelte per arrivare alla sorpresa. Prendere l’ascensore o le scale.»
Spero vivamente scelga la seconda opzione. Non mi importa se ho anche la sua valigia da tenere sotto controllo. Voglio solo stringere ancora un po’ la sua mano…
«Scale. Non posso usare gli ascensori, soffro un po’ di claustrofobia.»
A questa rivelazione, le stringo un po’ di più la mano ed iniziamo a salire passo dopo passo, con gli altri tre dietro che cercano in ogni modo possibile di farla andare più veloce.
«Dai Letizia!» la incita Ash ad un certo punto. «Muovi quei piedini!»
Lei sbuffa ridendo e continua a salire non cambiando la sua velocità e gli risponde.
«Uno: i miei piedi non sono per niente piccoli! Due: mettiti nella mia situazione, in una casa che non conosci, sulle scale, dove potresti cadere da un momento all’altro perché non vedi!»
«Non ti fidi di me?» chiedo un po’ sorpreso ed amareggiato. Per carità, non ho tutte queste pretese, ma le sue parole mi hanno fatto uno strano effetto.
Lei invece sorride di nuovo. «Tranquillo, mi fido. Non ho paura.»
Bene, l’amarezza che ho provato prima è già sparita, lasciando posto ad un calore a livello dello stomaco, che d’un tratto è diventato davvero molto leggero. Aumento un altro pochino la mia stretta sulla sua mano e la vedo sorridere.
Però, è davvero molto bello il suo sorriso. Me ne accorgo solo ora, ma che posso farci?
«Ma quanto ci vuole ancora?» chiede ad un tratto.
«Siamo arrivati.» risponde Cal ed apre la porta bianca davanti a noi, quella della camera degli ospiti.
Ash la spinge piano dentro e noi altri li seguiamo a ruota.
«Noi adesso ti togliamo la benda, però apri gli occhi solo quando telo diciamo noi.» la informa Mikey ed Ash le scioglie la bandana.  La vedo stringere forte gli occhi. Chissà a cosa starà pensando…
«Adesso puoi aprire gli occhi.» le dice Ash.
Lei lo fa ed il suo viso diventa un misto di sorpresa, stupore e felicità. Ed i suoi occhi, in questo momento sono davvero la cosa più bella di questo mondo. Sembrano due stelle. Splendono davvero, e non lo dico solo per dire!
Si aggira per la stanza e guarda tutto con uno stupore enorme. E quegli occhi, quegli occhi sono davvero mozzafiato. Potessi vederli sempre così…
Esce sul terrazzo e si guarda attorno con aria spaesata.
Mi ritrovo a sorridere come uno scemo per la miliardesima volta oggi, ma non me ne frega nulla. Mi fa davvero tanto piacere vederla così felice. Questo vuol dire che il nostro benvenuto è andato più che bene! Sono soddisfatto di tutti noi, abbiamo lavorato bene ed il risultato è più che ottimo.
Torna dentro e ci sorride. A vedere il suo viso così felice, il mio cuore perde un battito…
Bene Luke, che ne dici di tornare del tutto sulla terra, eh? Non è mica una brutta idea, sai?
«È davvero una bellissima sorpresa. Grazie di cuore.» ci dice, senza smettere di sorridere.
Mi sento contento, ma voglio fare un’ultima cosa prima di lasciarla da sola per un po’. Così prendo la sua valigia e cerco di spostarla in un angolo della stanza.
Intento a fare questa operazione, non mi accorgo che qualcuno mi arriva alle spalle e mi prende la valigia dalle mani.
«Non ti preoccupare. Lo metto qui così poi mi ricordo di sistemarla.» mi dice Letizia, ed io le sorrido e faccio cenno agli altri di uscire, per lasciarla risposare.
«Allora ti lasciamo fare con calma. Tra un po’ prepariamo la cena e ti veniamo a chiamare, così non ti perdi.» le dico, con il sorriso sulle labbra.
«Va bene, grazie. A dopo allora.»
Tutti noi le sorridiamo ed usciamo chiudendoci la porta alle spalle.
«Dai, alla fine è andata benone.» commenta Mikey scendendo le scale.
«Credevo seriamente di averla spaventata.» commenta Cal, con voce dispiaciuta.
«E smettila. Lo sanno tutti che quando ci impegniamo in una cosa, ci riusciamo.» ecco una delle poche volte che Ash tira fuori il suo lato serio, per fortuna.
«Menomale.» mi unisco alla conversazione ed entro in cucina. «Allora, chi prepara la cena?»
Gli altri tre si guardano ed alla fine Ash abbassa la testa sconfitto.
«Oggi sta a me.» ammette avvicinandosi ai fornelli ed iniziando a cucinare.
«Mi raccomando, c’è anche Letizia e non sappiamo che gusti abbia, quindi prepara qualcosa di normale.» lo ammonisce Mikey, pensieroso sulle fantasie culinarie del batterista.
«Tranquillo, tranquillo. Preparerò una cenetta coi fiocchi.»
Noi altri allora lo lasciamo in cucina, con i Green Day nello stereo al massimo volume, ed andiamo nelle nostre stanze. La mia è quella accanto a quella della nostra ospite, quindi mi tocca rifare per la terza volta le sca… No, ora prendo l’ascensore, ho le gambe a pezzi.
Premo il tasto 1 ed aspetto di salire. Una volta arrivato, scendo e mi avvio verso la porta di camera mia, ma la curiosità di sentire quello che sta facendo Letizia è troppo forte. Allora mi avvicino lentamente alla porta della sua stanza e ci poso sopra l’orecchio. Da dietro non sento assolutamente niente. Le sarà successo qualcosa? Si sarà sentita male?
Senza pensarci due volte entro e mi prende un colpo a vederla distesa sul letto, con il cellulare tra le mani. Mi avvicino, con la preoccupazione alle stelle.
Quando però noto che sta beatamente dormendo, tiro un gran sospiro di sollievo. Che fortuna!
Però non le prenderà freddo a stare così scoperta?
Vado in camera e cerco nell’armadio la coperta di pile con il logo di Batman.
 Ma quanta cazzo di roba ho qui dentro? Dovrei seriamente finire le pulizie, come gli altri tre del resto. La casa è rimasta impresentabile. Almeno abbiamo avuto la fortuna di essere riusciti a mettere in ordine la camera per Letizia.
Torno da lei e la copro. Poi, cercando di non svegliarla, le tolgo le scarpe (belle, devo ammettere, adoro le scarpe nere!) e le poso vicino al comodino.
Alzo gli occhi ed il viso sereno di Letizia mi cattura come una calamita.
È così tranquillo e dolce che sono sicuro di poter stare a guardarlo per ore ed ore. Piano paino, evitando di far rumore, le scosto una ciocca di capelli dagli occhi e gliela metto dietro l’orecchio. La mia mano, come se fosse autonoma, non torna indietro, ma rimane sulla guancia della ragazza e la accarezza, lentamente.
La sua pelle è liscia, morbida, fresca. Mi incanta…
Quando però lei si muove, anche se di poco, scosto subito la mano e mi alzo in piedi. Faccio dietrofront chiudendomi la porta di quella stanza alle spalle ed entrando nella mia.
Si può sapere che cazzo mi succede?



Letizia
Amori miei bellissimi, buon giorno a tutti voi! Eccovi il capitolo da p.o.v di Luke. Ma non è dolcissimo il nostro bel biondino??????
Un'altra cosa: stasera alle 22:00 esce il video di AMNESIA, posso morire????
Meglio ringraziarvi adesso, che frasi i film mentali :P. Quindi, ringrazio:
- ashton_irwin94 per aver recensito il capitolo 11,
- Ally Hemmings 1D, Hazel_, alexaval34, LisiDiamond, ashton_wife, xKikka, Cassidyxx, OneSun_, Marianne_13, Silversa, Jade_Horan, DarkAngel1, Yukiko Chan, LittleEkidrauhla, Savedme, chocolateeyes e painless per aver recensito il capitolo precedente,
Felpato_394, Lukelove, emblemthree, Causeimlikeahurricane e chocolateeyes per aver messo la storia tra le preferite, 
- chocolateeyes per aver messo la storia tra le ricordate,
hopeindestiny, Silversa, dianarusso98 e chocolateeyes per aver messo la storie tra le seguite.
Ci sentiamo lunedì con il prossimo capitolo! Un bacione immenso a tutti, anche ai lettori silenziosi. VOGLIO TANTO BENE A TUTTI VOI!! <3 <3 <3
Letizia <3

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Capitolo 14
*** 14 . Primo giorno ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
14 . Primo giorno
 
 
 
Letizia
 
Le note di Heartbreak girl mi fanno svegliare di scatto. Eh sì, questa è la mia sveglia, altra prova che sono fan di quei quattro ragazzi megasuperiperfantastici!
Un momento… La sveglia? Questo vuol dire che…
Mi guardo e vedo che una coperta di pile con il logo di Batman mi copre. La scosto e noto che sono vestita come ieri.
Bene Letizia, ti sei addormentata ed uno dei ragazzi ti ha coperta. Ottimo, seconda figura di merda fatta. Possibile che succeda sempre così? Uffa…
Mi alzo e vado in bagno. La mia faccia allo specchio non è certo la bellezza assoluta, specialmente a quest’ora della mattina. Mi lavo bene il viso con l’acqua fredda per svegliarmi a modo e torno in camera.
Dalla finestra entrano i primi raggi di sole ed illuminano tutto.
Mi è sempre piaciuto vedere l’alba, tutte le mattine, ecco perchè metto sempre la sveglia presto.
Sorrido alla nuova giornata che inizia e mi cambio: maglietta a maniche corte, short di tuta, scarpe da ginnastica, MP3, occhiali da sole e sono pronta.
Faccio per uscire dalla stanza, ma una busta sul comodino attira la mia attenzione. Incuriosita la prendo e me la rigiro tra le mani varie volte, prima di decidermi ad aprirla. Vi trovo un mazzo di chiavi ed un biglietto.
 
Nel caso dovessi tornare a casa da sola o uscire senza di noi.
Cal, Ash, Luke, Mikey

 
Giusto, le chiavi di casa! Molto gentile da parte loro avermene fatto una copia. Mi ritrovo a sorridere di nuovo e mi decido una volta per tutte ad uscire dalla stanza.
Scendo le scale e mi ritrovo in un ampio soggiorno, dove sulla destra ci sono tre divani neri messi a ferro di cavallo davanti ad un’enorme TV a parete a schermo piatto. Nello spazio compreso tra i divani c’è un bel tavolino in legno di pino.
Cioè… Mi immagino tutte queste belle cose, perché non riesco a distinguerle bene sotto tutto quel disordine. Mi volto verso la parte sinistra del soggiorno e vedo che anche la cucina è nelle stesse condizioni. Supero la cucina  e la sala da pranzo ed apro una porta sulla sinistra (simile alla porta della stanzetta di Harry Potter quando viveva dai sui zii prima di andare ad Hogwarts, una specie di sottoscala) sperando sia quella della lavanderia. Devo scendere qualche gradino prima di trovarmi in una piccola stanzetta dalle pareti bianche.
Piccola stanzetta?! Ok, Letizia, puoi farcela, non ti succederà niente. Accidenti a questa claustrofobia di merda!
Vedo che la lavatrice è piena, ma non l’hanno messa in funzione. Controllo se i panni sono stati divisi per evitare che i colori si mischino, ma sono tutti di colori diversi. Allora prendo i tutti i capi bianchi, compresi quelli del mucchio che c’è nella cesta della roba sporca e li metto dentro. Controllo poi se c’è il detersivo per i panni e noto che neppure quello è stato messo nell’elettrodomestico. Allora lo prendo e lo metto, per poi dare il via. Mi volto poi dalla parte opposta e noto, con mio grande sollievo che c’è pure l’asse da stiro.
Ho la netta sensazione che, quando torno, dovrò rimboccarmi le maniche.
Torno su e cerco un blocchetto di post-it. Ne trovo uno sul mobiletto del piccolo corridoio davanti la porta di ingresso e scrivo.
 
Ciao ragazzi, non allarmatevi se non mi vedrete stamattina. Vado a correre.
Tranquilli, torno molto prima di andare a lavoro. Baci, Letizia
 
Lo metto in bella mostra sul frigorifero e finalmente di casa.
Metto le cuffie ed inizio a correre. Percorro una dopo l’altra le vie principali di questa fantastica città che, con i suoi colori, le persone, la tranquillità, mi fa sentire un po’ fuori posto, ma allo stesso tempo ben accetta. L’aria è fresca e fa venire un po’ di brividi sulla pelle, è una sensazione davvero piacevole. I miei piedi vanno da soli, come se conoscessero queste strade da sempre.
È questo che amo più della corsa: il fidarsi del posto in cui ti trovi, fidarsi dei propri piedi (perché no?), il senso immenso di libertà che nessuno potrà mai portarmi via.
Dopo non molto tempo arrivo davanti la HI OR HEY RECORDS e mi fermo, giusto per riprendere un po’ di fiato. Mi siedo sul marciapiede ed il colore del cielo cattura i miei occhi.
Oggi sarà una bellissima giornata, me lo sento.
Mi alzo e faccio per tornare indietro, ma una voce che mi chiama mi fa fermare.
«Letizia!» urla Carlos dalla parte opposta della strada. Mi saluta con la mano e si avvicina.
«Ehilà!» lo saluto battendogli il cinque.
«Credevo che venendo qui avresti perso il vizio della corsa, ma vedo che non è così.»
Sorrido e muovo un po’ le gambe indolenzite. «E come potrei perderlo?»
Lui ride e mi batte un colpo sulla spalla. «Ci vediamo qui alle dieci.»
Annuisco e lo saluto. Poi mi volto e torno a casa, aumentando un po’ il passo per arrivare prima.
 
Arrivo alla porta bagnata peggio di una spugna ed entro.
Un profumo di caffè appena fatto, di bacon e uova strapazzate, latte, pancake e biscotti mi invade appena entro in cucina, dove trovo Michael addetto ai fornelli, Cal che cerca dei biscotti nell’armadietto ed Ash che beve pigramente il suo latte. A vederlo in queste condizioni sembra un bradipo.
Appena i ragazzi mi vedono mi sorrido e mi salutano in coro con un «Buongiorno Letizia.», poi tornano alle loro cose.
«Buongiorno.» rispondo, rimanendo dove mi trovo perché, come al solito, le mie cavolo di gambe non vogliono collaborare…
«Cosa preferisci per colazione?» chiede Calum, con fare davvero molto gentile.
Prima di rispondere osservo un po’ quel che c’è sulla penisola della cucina e sorrido.
«Caffè, bacon ed uova strapazzate vanno benissimo.» gli dico prima di mimargli che vado su a farmi una doccia. Lui annuisce, ma prima che salga le scale, mi ferma.
«Sveglia Luke. È quello che impiega più tempo a prepararsi e si alza sempre da ultimo!»
Gli sorrido ed annuisco, per poi iniziare a salire le scale, ma mi fermo.
«Calum?» lo chiamo e lui mi guarda. «La sua stanza?» continuo, un po’ in imbarazzo.
Lui sorride e risponde. «La porta a destra della tua.»
Lo ringrazio e finalmente corro in camera e faccio una doccia veloce, senza lavarmi i capelli.
Torno nella stanza ed apro la valigia, mettendo tutto quello che c’è dentro l’armadio e lasciando fuori solo quello che mi metterò oggi: jeans chiari, maglietta nera con il muso di un lupo ed il logo dei Goo Goo Dolls, camicia di jeans e le mie adorate Converse. Capelli in una coda alta.
Evito di prestare attenzione ai vestiti perché se dovessi vedere cosa ha messo Keli  sclererei!
Mi vesto e ed esco, per poi bussare alla camera di Luke, con il cuore che batte all’impazzata. Però non sento niente provenire dall’altra parte. Busso una seconda volta, iniziando a preoccuparmi, ma niente di nuovo.
Allora prendo il coraggio a due mani ed apro la porta. Non vedo un fico secco, buoi totale, se non un piccolo fascio di luce che proviene dalle tende mal chiuse. Vado ad aprirle e la luce di questa bella giornata invade la stanza.
Mi volto verso il letto, sulla sinistra della stanza, e vedo qualcosa che si muove sotto le coperte.
Lentamente, mi avvicino ed inizio a scuotere piano il corpo del ragazzo.
«Luke… Luke? Svegliati, è tardi.» gli dico con voce non bassissima, di più, ma lui niente.
Riprovo per una, due, tre volte, ma ricevo solo versi strani e mugugni.
Allora perdo la pazienza e tolgo tutte le coperte che coprono Luke, che si copre velocemente gli occhi con un braccio.
«Chi diavolo ha aperto le tende? Chiudete, ho sonno!» si lamenta tornando a dormire.
Conto fino a tre, poi mi sente. Uno, due, tre…
«Lucas Robert Hemmings, in piedi, adesso!» dico con la voce un po’ più alta e decisa. Finalmente sono riuscita nel mio intento, perché lo faccio sobbalzare e sedere sul letto.
«Ciao.» mi dice con voce impastata, mentre le sue guance si colorano di rosso ed i suoi occhi mi guardano allarmati. Ma sì può essere più teneri di così? No, non credo proprio…
«Finalmente ti sei svegliato, ghiro!» lo saluto ridendo della sua faccia mezza addormentata. «Io vado a fare colazione, ci vediamo giù.» gli dico avviandomi a corsa giù per le scale, sentendo il suo «Ok, a tra poco.» per miracolo.
Arrivata in cucina, mi avvicino ai ragazzi, insicura su quale sedia sedermi.
«La tua sedia è questa qui.» mi dice Ashton indicando quella accanto alla sua.
Mormoro un «Grazie.» imbarazzato e mi siedo.
Michael mi passa una tazzina con un po’ di caffè e la zuccheriera. Prendo gli oggetti e, dopo aver messo ben due, tre cucchiai di zucchero, porgo la zuccheriera a Calum che mette lo zucchero nel the, mentre io giro il cucchiaino nella tazza, incantata dalla stanza.
È ampia, come del resto tutta la casa. Le pareti bianche sono tappezzate di fotografie ed i mobili sono modernissimi, mentre il tavolo della sala da pranzo, che è unita alla cucina, sembra vecchio. Però questo insieme di “antico” e moderno mi piace veramente tanto!
I miei pensieri vengono interrotti da un rumore proveniente dalle scale, da cui fa capolino Luke, pronto da capo a piedi.
Gli altri tre mi guardano strabiliati, con le bocche aperte.
«Sei riuscita a svegliarlo e a farlo preparare in così poco tempo?» chiede Calum a bocca piena, facendoci ridere tutti.
«Ragazzi, dovete sapere tre cose su di me. Uno: se mi impegno, ottengo sempre, o quasi, quello che voglio. Due: sono piena di sorprese, a detta delle persone che conosco. Tre: detesto quando le persone mi chiamano col mio nome intero, quindi d’ora in poi chiamatemi Leti, per favore.»
Beh, alla fine ho fatto un riassunto abbastanza stringato di quello che sono. Ma non sono solo questo, c’è tanto altro dietro, nascosto nei meandri del mio cuore…
I ragazzi ridono per quello che ho appena detto e tornano a mangiare di tutto e di più con foga.
«Anche noi preferiamo essere chiamati con i nostri diminutivi.» esclama il batterista.
«Ok, Ash.» rispondo marcando il suo nomignolo e facendolo sorridere.
«Impara in fretta la ragazza, bene bene. Sono un bravo insegnate.» commenta Ash ridendo sotto i baffi, facendo ridere anche me e Michael, che però si butta tutto il latte sulla camicia smanicata.
«Porca miseria, l’unica camicia pulita!» esclama correndo su per cambiarsi, credo.
Gli altri tre ridono di gusto, mentre Cal inizia a sparecchiare e mette tutto nel lavandino, senza però pulire nulla di quello che c’è già.
Luke ed Ash fanno lo stesso e si avviano verso il piano superiore. Guardo velocemente l’orologio: le otto spaccate. Perfetto, abbiamo tempo a sufficienza. Mi alzo e li chiamo con un forte «Ragazzi!»
Loro vengono giù, compreso Mikey, che si è messo una maglietta bianca a maniche corte.
«Dato che ho notato che qui c’è un bel po’ di confusione, avrei una proposta da farvi.» dico, mentre vedo i loro volti sbiancare. Chissà cosa stanno pensado…
«Siamo in cinque e per mettere a posto il salotto, la cucina e la lavanderia ci vorrà massimo mezz’ora. Non voglio fare da padrona in casa vostra, solo aiutarvi a tenerla un po’ in ordine.» spiego ai ragazzi. Non voglio che pensino subito che sia la perfettina della situazione, anche se devo ammettere che l’ordine in una casa non mi dispiace. Voglio solo dare una mano.
I ragazzi si guardano per un tempo che mi sembra infinito, poi alla fine annuiscono. Batto le mani felice ed iniziamo a lavorare.
Mikey viene con me in lavanderia, Ash sistema in salotto, mentre Cal e Luke sono in cucina.
Mr. Colour ed io scendiamo e appena Mikey vede l’enorme quantità di panni da lavare, sbianca.
«Ehi, non fare così.» lo ammonisco col sorriso sulle labbra. «Non è difficile, ti insegno.»
Così gli faccio vedere i passaggi, varie volte, piano, senza fretta. Poi, quando sono sicura che il ragazzo abbia capito, lo lascio provare. Vediamo se gli ho insegnato bene.
Lui ripete tutti i miei gesti, passo dopo passo, in modo un po’ lento ed insicuro, ma ci riesce al primo colpo e dà il via alla seconda lavatrice, mentre io inizio a mettere i panni bagnati della prima lavatrice in un secchio per poi metterli ad asciugare fuori in giardino.
Mikey mi segue e stendiamo velocemente i panni, poi torniamo dentro e diamo una mano ad Ash.
«Ragazzi, ho un annuncio da fare.» dice Mr. Colour, mentre il batterista ed io siamo impegnati a togliere varie ciabatte incastrate sotto i divani.
«Sentiamo, sentiamo.» commenta il bassista, con lo sguardo divertito. Mikey ride.
Io, intanto, non riesco a vedere bene la scena perché sono di schiena. Mentre cerco di prendere l’ultima ciabatta, mi sento afferrare per i fianchi e tirare su di peso, per poi trovare due braccia forti a stringermi delicatamente la vita.
«Grazie a questa tappetta, ho imparato a fare una lavatrice!» esclama baciandomi la guancia.
Io arrossisco violentemente e lo guardo in viso, notando solo il suo sorriso raggiante, che alla fine contagia anche me.
«Testimonio.» affermo ridendo. «Però Mikey, io non sono una tappetta. Quelle basse davvero forse non le hai mai viste!»
Lui ride di gusto e mi lascia andare. «Lo so, ma mi è venuto spontaneo. Volevo darti un sopranome. Però, forse, quello meglio indicato è…» si ferma un attimo, poi mi squadra da capo a piedi fino a che i suoi occhi non si illuminano vedendo la mia maglia nera. «Ho trovato! Da oggi in poi sarai la mia lupacchiotta!»
Sorrido e lo abbraccio di slancio, come se lo avessi sempre conosciuto e questa è una cosa piacevole… Se lo sapesse Keli, mi farebbe una ramanzina di quelle colossali!
«Mi sta bene.» gli dico scompigliandogli i capelli. Gli altri ridono e si mettono le scarpe.
Controllo l’ora: le nove e mezzo. Mi metto le mani tra i capelli.
«Ragazzi, tra mezz’ora esatta dobbiamo essere in studio. Ce la facciamo?»
Cal mi sorride ed annuisce con la sua faccia da scimmietta dolcissima. Intanto Mikey ed Ash corrono a prendere la macchina. In salotto siamo rimasti solo Cal, Luke ed io, voltata verso la parete a vetri che dà sulla piscina. Con la coda dell’occhio vedo che il biondo mi si avvicina pian piano, fermandosi poi a pochissimi millimetri dalla mia schiena.
«Ancora non ci siamo salutati per bene.» mi sussurra all’orecchio, facendomi rabbrividire.
«Come no? E stamattina?» gli rispondo per cercare di alleggerire la mia tensione. Possibile che quando c’è lui nelle vicinanze, io mi senta così? Eppure lo “conosco” soltanto da un giorno… Che cazzo mi sta prendendo?
«Dai, non puoi considerare quella cosa di stamattina un buongiorno degno di essere considerato tale! Ero in condizioni pessime!» esclama, facendomi ridere di gusto. Un ragazzo che si preoccupa della prima impressione mattutina? Questa è davvero bella!
«E allora cosa vorresti fare?» gli chiedo, girandomi finalmente verso di lui, pronta ad osservare i suoi occhi mozzafiato. Non ho mai visto occhi come i suoi, così vivi, così luminosi, solari, in una parola? Meravigliosi!
«Questo.» risponde lui, prima di baciarmi lievemente la guancia poi guardarmi di nuovo negli occhi. «Buongiorno.»
«Buongiorno anche a te.» gli rispondo, sentendo che un lieve sorriso si impossessa delle mie labbra.
Oh, questo sì che è un buongiorno cazzo, questo sì che è…
Simile a quello che faceva LUI, tutte le mattine… Una miriade di ricordi mi invade la testa. Mi tornano in mente i suoi occhi, i suoi abbracci la mattina a scuola, a mensa, nel cortile, i suoi sorrisi…
Sento il cuore in una morsa e mi allontano un poco da Luke, non voglio che mi veda così.
Mi avvicino a Cal e gli accarezzo un po’ la testa, per poi uscire di casa e salire sul furgoncino, sul mio posto in fondo. Salgono anche Cal e Luke, che punta un attimo i suoi occhi su di me, facendo andare il mio cuore in frantumi. I suoi occhi sono così tristi, così dispiaciuti da quando mi sono allontanata da lui. Mi sento una merda, una merda colossale.
Non perdo tempo e, prima che si sieda, riesco ad intercettare il suo sguardo con un gesto della mano facendolo voltare verso di me. Gli mimo uno «Scusa per prima. Non è affatto colpa tua. Ne riparleremo poi.» con le labbra e lui annuisce.
Dio, quanto mi dispiace…
 
Arriviamo allo studio in tempo record e saliamo fino allo studio di Matt, mentre i ragazzi salutano i loro collaboratori Quanto sono fortunate le persone che lavorano con loro… Adesso ci sono anche io, quindi, che problemi mi faccio? Potrò finalmente lavorare con i miei idoli e non vedo l’ora!
Entriamo nell’ufficio ed i ragazzi prendono posto, ognuno su una sedia, poltrona o divano diversa. Io, come al solito, mi ritrovo ad essere l’unica pera ancora in piedi. Cerco con gli occhi un posto a sedere e Luke mi fa segno di sedermi accanto a lui, su un bel divano nero. Allora gli sorrido e mi accomodo, pronta ad ascoltare quello che i nostri manager ci diranno di qui a breve.
Pochi minuti dopo Matt e Carlos fanno il loro ingresso ed i loro visi sono lo specchio dello stupore. «Vederci tutti in perfetto orario e che non facciamo confusione è una sorpresa per Matt.» mi sussurra Luke nell’orecchio, facendomi sorridere. «Forse era l’ora che arrivasse una ragazza in casa.»
Sorrido di nuovo e presto attenzione ai due adulti.
«Bene ragazzi, da oggi inizia ufficialmente la vostra collaborazione. Vedete di tirare fuori il meglio di voi. Sono sicuro che verrà fuori un ottimo lavoro.» dice Matt, facendoci annuire.




Letizia
Sorpresa! Ho aggiornato oggi :), per il semplice motivo che giovedì parto, e mi scocciava lasciarvi senza un capitolo. Quindi ho anticipato le pubblicazioni della settimana che comincia domani. Questo è il capitolo che avrei dovuto postare domani, mentre mercoledì posterò quello che avrei dovuto postare giovedì :).
Beh, che ve ne pare di questo "primo giorno" tra Letizia e quei quattro? C'è di nuovo questo LUI che rompe le scatole, ma chi cavolo eh? Boh :P.
Però ci sono Letizia e Luke che dai, ammettiamolo, sono tropppo coccolosi :3. Ho notato che molti recensori stanno già tifando per questa coppia, ed ho pensato ad un nome per loro due: LUZIA. Se poi non vi piace, ditemi quello che preferite e quello che "avrà maggior voti" sarà quello che caratterizzerà questa coppietta :3.
Altra cosa importante: per chi volesse pubblicizzare la sua storia, sia FF che ORIGINALE che TRADUZIONE, me lo faccia sapere in una recensione, così nel prossimo aggiornamento faccio un pochino di pubblicità per farmi perdonare :P, perchè non credo che all'Elba (cioè dove andrò giovedì per ben due lunghe settimane) riuscirò a pubblicare :/. Però ci proverò ;). E adesso passiamo finalmente a voi lettori!!!
175 RECENSIONI TOTALI e siamo solo a 13 capitoli pubblicati?! MA IO VI AMO, TUTTI QUANTI!!!!!!!!!!! Siete meravigliosi, sul serio! <3 <3 <3
Scusate se oggi non ringrazio tutti, ma sono di fretta. Sappiate solo che avete tutto il mio affetto!!!
Un bacione e a mercoledì, Letizia <3


 

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Capitolo 15
*** 15 . Figuracce ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
15 . Figuracce
 
 
 
Luke
 
È mattina presto quando sento le note di una nostra canzone provenire dalla stanza accanto alla mia. Non ci credo. Letizia ha come sveglia Heartbreak girl? Questo prova ancora di più che è nostra fan, non c’è alcun dubbio.
Osservo distrattamente la sveglia sul comodino e, quando vedo che sono le sei spaccate, sgrano gli occhi. Quale persona sana di mente si alzerebbe così presto? Specialmente persone che come me e lei possono permettersi di alzarsi a che ora vogliono, in certi casi…
Mah, va beh. Questo mi dimostra ancora una volta che quella ragazza è ricca di sorprese. Mi rigiro nel letto, trovando una posizione un po’ più comoda e cerco di riaddormentarmi, ma dei passi sulle scale mi fanno risvegliare. Dove diamine starà andando quella benedetta ragazza? Ora sono curioso!
Mi metto le ciabatte e scendo piano, cercando accuratamente di non essere scoperto. Scendo le scale e mi fermo ad un certo punto, evitando di essere beccato.
La vedo cercare qualcosa nel mobiletto del corridoio davanti la porta di ingresso. Tira fuori un blocchetto di post-it azzurri e scrive qualcosa. Poi mette il biglietto sul frigorifero ed esce, chiudendo pianissimo la porta.
Vado a vedere cosa ha scritto, sono davvero troppo curioso!
 
Ciao ragazzi, non allarmatevi se non mi vedrete stamattina. Vado a correre.
Tranquilli, torno molto prima di andare a lavoro. Baci, Letizia
 
Mi viene automatico sorridere. Molto carino da parte sua averci informati, almeno non ci preoccupiamo inutilmente, perché non abbiamo il suo numero di telefono, quindi non vedo come potremo rintracciarla, eventualmente.
Torno su ed entro in camera. La luce del sole che proviene dalle finestre mi acceca, così chiudo le tende alla meno peggio e, ancora preda del sonno torno a letto, riuscendo finalmente a dormire ancora un po’.
 
Non so quanto tempo dopo, sento dei suoni ovattati provenienti dalla porta. Chi rompe adesso?
Non ce la faccio ad alzarmi, se mi vogliono torneranno tra un po’.
I suoni smettono di far rumore e torno a dormi… Ho pensato troppo presto. I suoni sono appena ricominciati. Ma scherziamo? Non ho proprio voglia di alzarmi…
Sento la porta che si apre e dei passi di cui non riesco a capire la cadenza. Ormai so riconoscere i passi dei ragazzi, ma questo proprio no. Probabilmente sarà Letizia… Letizia?! Qui? Adesso? In camera mia? No, no, e no, assolutamente no!
Faccio per muovermi, ma questo sconosciuto apre le tende e la luce del sole entra nella stanza, così torno sotto le coperte e mi giro dall’altra parte come se fosse un riflesso automatico.
I passi sconosciuti vengono verso il mio letto e questo qualcuno inizia a scuotermi piano, con tocchi lievi. No, questo non è uno dei ragazzi. Loro mi avrebbero già tirato giù le coperte. Bene, è Letizia, fantastico…
«Luke… Luke? Svegliati, è tardi.» mi dice lei a bassa voce, una voce che sembra un flauto da quanto è dolce e lieve e vellutata. Ma, nonostante tutta la mia buona volontà, non riesco ad aprire decentemente gli occhi. Dopo tutto, sono ancora preda del sonno. Lei riprova varie volte, ottenendo da parte mia solo dei versi molto strani.
Ad un tratto sento che tutte le coperte vengono tolte via e la luce mi ferisce gli occhi.
«Chi diavolo ha aperto le tende? Chiudete, ho sonno!» mi lamento, cercando di tornare a dormire. È più forte di me, non riesco mai a svegliarmi…
Per alcuni istanti non sento niente, poi però una voce squillante mi fa sobbalzare e drizzare seduto.
«Lucas Robert Hemmings, in piedi, adesso!»
«Ciao.» le dico con la bocca impastata a mille dal sonno, sentendo le guance colorarsi di rosso e guardandola con occhi spalancati per la figuraccia che ho appena fatto. È raro vedermi in queste condizioni pessime. E poi, perché proprio lei doveva svegliarmi stamattina? Che palle…
«Finalmente ti sei svegliato, ghiro!» mi dice ridendo. «Io vado a fare colazione, ci vediamo giù.» continua avviandosi fuori dalla porta, mentre io le rispondo con un «Ok, a tra poco.» che spero abbia sentito.
Mi stropiccio gli occhi e vado in bagno, per farmi una bella doccia.
Cazzo, proprio lei doveva vedermi in queste condizioni penose? Che figura ho fatto! Chissà cosa penserà adesso… Però, non era messa niente male stamattina. È davvero molto carina…
Lascio che l’acqua calda mi svegli del tutto e poi esco, evitando di pensare alle cose che mi sono venute in mente sotto la doccia. Mi asciugo velocemente per poi vestirmi con una maglia nera a maniche lunghe, jeans blu notte strappati e Vans nere. Bene, sono pronto. Scendo le scale ed i ragazzi guardano Letizia con gli occhi sbarrati e le bocce spalancate. Ed ora che ha fatto?
«Sei riuscita a svegliarlo e a farlo preparare in così poco tempo?» chiede Calum a bocca piena, facendoci ridere tutti. Eh sì, è un’impresa riuscire a farmi alzare dal letto e prepararmi in fretta.
«Ragazzi, dovete sapere tre cose su di me. Uno: se mi impegno, ottengo sempre, o quasi, quello che voglio. Due: sono piena di sorprese, a detta delle persone che conosco. Tre: detesto quando le persone mi chiamano col mio nome intero, quindi d’ora in poi chiamatemi Leti, per favore.»
Oh, finalmente inizio a capire un po’ meglio com’è fatta!
Gli altri tre ridono per quello che lei ha appena detto e tornano a mangiare di tutto e di più con foga.
Prendo posto, col sorriso sulle labbra ed inizio finalmente la mia colazione.
«Anche noi preferiamo essere chiamati con i nostri diminutivi.» esclama il batterista.
«Ok, Ash.» risponde lei, facendolo sorridere.
«Impara in fretta la ragazza, bene bene. Sono un bravo insegnate.» commenta Ash ridendo sotto i baffi, facendo ridere anche lei e Michael, che però si butta tutto il latte sulla camicia smanicata.
«Porca miseria, l’unica camicia pulita!» esclama con la sua solita finezza e corre su, ovviamente per cambiarsi. Ash ed io ridiamo di gusto, mentre Cal inizia a sparecchiare e mette tutto nel lavandino, senza però pulire nulla di quello che c’è già. Il batterista ed io facciamo lo stesso e ci avviamo per le scale, ma Letizia richiama la nostra attenzione con un forte «Ragazzi!»
Allora torniamo giù compreso Mikey, che si è messo una maglietta bianca a maniche corte.
«Dato che ho notato che qui c’è un bel po’ di confusione, avrei una proposta da farvi.» dice, facendoci sbiancare. Seconda figura di merda fatta. Si è accorta del nostro disordine…
«Siamo in cinque e per mettere a posto il salotto, la cucina e la lavanderia ci vorrà massimo mezz’ora. Non voglio fare da padrona in casa vostra, solo aiutarvi a tenerla un po’ in ordine.» continua. Noi quattro ci guardiamo per un po’, incerti, poi alla fine annuiamo.
Letizia batte le mani, sembra felice. Meglio così, mi fa molto piacere.
Iniziamo a darci da fare. Cal ed io siamo in cucina, il povero Ash tutto da solo in salotto, mentre Mikey e Letizia vanno in lavanderia. Quanto vorrei essere al posto di Michael adesso, solo per sentire ancora la voce di quella ragazza che ci sta scombussolando la vita…
Sospiro ed asciugo l’ennesimo piatto che Cal  mi porge.
«Quella ragazza è forte.» commenta il bassista, facendomi voltare gli occhi su di lui, che mi sorride. «Ma sì, dai. È carina, simpaticissima e molto gentile. Sicuramente sarà una bomba anche a lavoro, quindi non vedo di cosa dovremo lamentarci.»
Sorrido. Cal è sempre stato quello che, tra noi quattro, riesce a dire quello che pensa, senza troppi problemi. È il più semplice di tutti noi.
Torno ad asciugare i piatti e noto Mikey e la nostra ospite andare in giardino con un secchio di panni lavati. Potessi darle una mano io…
Ma poi, perché voglio così tanto essere sempre, o quasi, con lei? Perché i suoi occhi mi attirano come calamite? Perché mi sento così bene ogni volta che la vedo?
Lascio perdere questi pensieri. Di prima mattina è meglio non pensare troppo…
I due tornano poco dopo ed iniziano ad aiutare Ash a pulire il salotto.
«Ragazzi, ho un annuncio da fare.» esclama Mikey ad un tratto, mentre Ash e Letizia cercano di togliere della roba da sotto i divani.
«Sentiamo, sentiamo.» commenta Cal, con lo sguardo divertito.
L’altro ride e fa una cosa che, momentaneamente, segna la sua condanna a morte.
Mikey prende Letizia per i fianchi e la fa alzare da terra, mentre lei cerca qualcosa sotto il divano. Poi la stringe per la vita in un abbraccio e continua a parlare.
Strano che Mikey abbia tutto questa confidenza con una ragazza. Evidentemente l’ha subito trovata simpatica, altrimenti non c’è altra spiegazione…
«Grazie a questa tappetta, ho imparato a fare una lavatrice!» esclama baciandole la guancia e facendomi salire a mille l’istinto omicida. Lei arrossisce e neanche poco e lo guarda sorridendogli.
«Testimonio.» afferma ridendo. «Però Mikey, io non sono una tappetta. Quelle basse davvero forse non le hai mai viste!»
Lui ride di gusto e la lascia andare. «Lo so, ma mi è venuto spontaneo. Volevo darti un sopranome. Però, forse, quello meglio indicato è…» si ferma un attimo, poi la squadra da capo a piedi fino a che i suoi occhi non si illuminano vedendo la sua maglia nera, a mio parere davvero fantastica. «Ho trovato! Da oggi in poi sarai la mia lupacchiotta!»
Lupacchiotta? Mikey, ma scherzi o sei serio? Perché se sei serio, inizio davvero a preoccuparmi! Da quando in qua inizia a dare soprannomi alle persone, proprio lui! Mah, lasciamo perdere…
Letizia sorride e lo abbraccia di slancio, come se si conoscessero da una vita. Però… Non mi dispiacerebbe mica essere al posto di Michael…
«Mi sta bene.» gli dice lei scompigliandogli i capelli. Noi altri ridiamo, perché nessuno si è mai permesso di toccare i capelli a Michael e men che mai è ami successo che lui se li lasciasse toccare! Mi ha sorpreso Letizia, credevo odiasse soprannomi del genere. Devo ammetterlo, è davvero unica, e ce lo sta dimostrando con i suoi piccoli gesti…
I due si dividono e la vedo mettersi le mani tra i capelli. Adesso che succede? Non starà mica male?
«Ragazzi, tra mezz’ora esatta dobbiamo essere in studio. Ce la facciamo?» chiede allarmata.
Cal le sorride ed annuisce. Intanto Mikey ed Ash vanno a prendere la macchina. Questo vuol dire che, a parte Cal che è seduto su un divano, nel salotto io e Letizia siamo soli…
Ho in mente una cosa da quando sono sveglio e ho una voglia matta di metterla in atto. Speriamo che il cielo me la mandi buona!
Mi avvicino lentamente, facendo sì che tra la sua schiena ed il suo petto ci sia pochissimo spazio
«Ancora non ci siamo salutati per bene.» le sussurro, notando con piacere i brividi sul suo collo.
«Come no? E stamattina?» risponde lei.
«Dai, non puoi considerare quella cosa di stamattina un buongiorno degno di essere considerato tale! Ero in condizioni pessime!» esclamo, riuscendo a farla ridere.
«E allora cosa vorresti fare?» mi chiede voltandosi e facendomi mancare il fiato. I suoi occhi e le sue labbra sono a pochissimi millimetri da me. Mi sento in trappola e le parole mi muoiono in gola, perché davanti ai suoi occhi così profondi non riesco ad essere padrone di me stesso.
Cazzo! Si può sapere cos’ho da ieri? Eh? Qualcuno avrebbe la decenza di spiegarmelo? Perché reagisco così, quando ho lei davanti a me, eh? Credo che neppure il miglior psicologo sarebbe in grado di rispondermi…
Sbatto le palpebre, cercando di ignorare tutte le emozioni che i suoi occhi mi fanno provare, e torni nel mondo reale.
«Questo.» le dico, prima di baciarla lievemente sulla guancia per poi guardarla di nuovo negli occhi e dirle finalmente «Buongiorno.»
Sento il mio cuore, è peggio di un tamburo! Sarà meglio che mi calmi… Cazzo, quanto è perfetta la sua pelle?
«Buongiorno anche a te.» mi risponde mentre le sue labbra si curvano in un sorriso.
Sto per fare dei salti di gioia, ma vedo che gli occhi della ragazza vengono attraversati da un’ombra e lei mi allontana, delicatamente, mentre il suo sguardo diventa più cupo.
E ora cosa ho fatto di sbagliato? Cazzo, possibile che non riesca a farne una buona con lei? Diamine, cerco di farla sentire a casa ed invece riesco solo a peggiorare la situazione….
Sento i passi della ragazza andare fuori e superare la porta. Cal mi viene vicino ed usciamo di casa per entrare nel furgoncino. Entro e faccio per sedermi, ma una mano che si muove sullo sfondo cattura la mia attenzione. Mio volto e vedo Letizia mimarmi con le labbra «Scusa per prima. Non è affatto colpa tua. Ne riparleremo poi.»
Annuisco e mi siedo. Ash accende la radio e parte. I miei occhi sono incollati al cielo, pur di non pensare a niente, pur di tenere la mente libera….
 
Arriviamo in perfetto orario e ci dirigiamo allo studio di Matt, salutando i nostri collaboratori. Fortuna che esistono, perché altrimenti senza di loro non saremo dove siamo ora.
Entriamo in ufficio e, come al solito, ognuno di noi prende posto sulla sua poltrona personale.
Noto che, alla fine, solo Letizia è rimasta l’unica in piedi e sta cercando un posto.
Senza perdere tempo, le faccio di sedersi accanto a me e lei non se lo fa ripetere due volte. Fortuna che ho il divano!
Pochi minuti dopo Matt e Carlos fanno il loro ingresso ed i loro visi sono lo specchio dello stupore. «Vederci tutti in perfetto orario e che non facciamo confusione è una sorpresa per Matt.» le sussurro divertito facendola sorridere. «Forse era l’ora che arrivasse una ragazza in casa.» ammetto, perché alla fine è così… La vedo sorridere di nuovo ed entrambi  prestiamo attenzione ai due adulti.
«Bene ragazzi, da oggi inizia ufficialmente la vostra collaborazione. Vedete di tirare fuori il meglio di voi. Sono sicuro che verrà fuori un ottimo lavoro.» dice Matt, facendoci annuire.




Letizia
Ciao a tutti! Eccoci al primo giorno visto dal nostro bel Luke :3. Ma non è un amore? Credo che se fosse così nella realtà cercherei in ogni modo possibile ed immaginabile di portamelo a casa :D. Ahahah, ok, a parte questo, spero vivamente che vi piaccia :). Ve l'avevo detto che poi anche i capitoli di Luke si sarebbero allungati, e questa ne è la prova ;).
Per quanto riguarda la trama, è bene che vi teniate pronti fin da ora, perchè ne vedrete delle belle ;). Wow, sono felicissima che la coppia Luzia vi piaccia così tanto :3!!
Detto questo, passo finalmente a voi lettori :D. Premetto: VI AMO TUTTI, sia chiara la cosa :3 <3. Bene, adesso ringrazio con tutto il cuore:
- Jade_Horan, DarkAngel1, Hazel_, Loud, Themusicismyboyfriend, sofiiita00, Savedme, ashton_irwin94, Silversa, alexaval34, Marianne_13, S_V_A_G, Gajaa e LittleEkidrauhla per aver recensito lo scorso capitolo,
Cassidyxx, Themusicismyboyfriend, Lullina34, You are My Imagine e Valeriaefp per aver messo la storia tra le preferite, 
- harryhugmeIlove per aver messo la storia tra le ricordate, 
Marty_Directioner91, gaiettadirectioner, Gadi24, camij27 e Beautifulday per aver messo la storia tra le preferite!
Grazie anche ai lettori silenziosi e a tutte le visite, sul serio, adoro ognuno di voi!
Beh, non credo che all'Elba portò postare, ma ci proverò ;). Altrimenti farò come ho fatto quando sono tornata dalla Germania, pubblicherò 3 capitoli a settimana per due settimane ;), così mi rimetto in pari :D.
Ah, un'altra cosa: ecco lo spazio pubblicità ;). Sul serio, queste storie leggetele se non le conoscete, perchè sono scritte veramente molto bene e sono bellissime :D!
Jade_Horan - Credi nell'amore a prima vista 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2632399&i=1
Mi prendo la libertà di pubblicizzare anche queste quattro storie, che sono veramente meravigliose e che meritano veramente tanto una recensione :) (con questo non voglio dire che le altre storie che leggo mi fanno schifo, anzi, sono molto belle anche quelle, solo che... non lo so, probabilmemte con queste quattro storie ho un rapporto più speciale :3). Vi prego non ve la prendete a male, perchè non è mia intenzione offendere nessuno di voi. Se volete che continui a fare pubblicità, basta che me lo scriviate in una recensione, così posso farlo nei capitoli che verranno :). Comunque, eccovi le storie che dicevo:
Marianne_13 - Time will heal 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2514845&i=1
Marianne_13 - Indaco http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2746316&i=1
kwriters - Silence http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2729209
ashton_irwin94 - Mine for a night http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2669540
Grazie ancora per tutto, vi voglio bene! A presto, un bacio! Letizia <3

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Capitolo 16
*** 16 . Ricordi ***


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16 . Ricordi
 
 
 
Letizia
 
Dal primo giorno, che è andato molto meglio di come me l’ero immaginato, sono passate in un battito di ciglia ben due settimane. Ma scherziamo? È pochissimo tempo, eppure mi sembra di vivere con loro da sempre. Facendo le cose insieme, andando insieme a lavoro, mangiando insieme ai pasti, uscendo insieme ed incontrando fan, a volte comuni, è come se fossi parte della loro famiglia. Ed è fantastico come mi sento.
Sorrido, vedendo la foto che ci siamo scattati oggi a pranzo. L’ho messa come schermata di blocco, almeno posso vederli ogni volta, anche solo per controllare che ore sono.
Sospiro e mi lascio cadere sul letto, pensando a cosa ci hanno detto i nostri manager il primo giorno.
Dobbiamo, in parole povere, iniziare seriamente a scrivere la canzone. Di conseguenza, dobbiamo trovare il tema di questa canzone! E questa è sempre la parte più difficile per un cantautore, perché è difficilissimo trovare qualcosa di non banale di cui cantare. Tanto il problema, alla fine, è che il tema della canzone arriva quando meno te lo aspetti. Più ci ragioni su e meno idee ti vengono.
Quindi mi alzo dal letto ed evito di pensare alla canzone, tanto non mi viene in mente niente per il momento, e scendo dagli altri in salotto.
«Oh bene, eccoti! Abbiamo bisogno anche del tuo parere stasera.» esclama Ash vedendomi e prendendomi per il polso per trascinarmi in mezzo agli altri.
«Che succede?» chiedo, curiosa di sapere cosa devo fare.
«Allora, ognuno di noi ha proposto quattro film diversi tra quelli che abbiamo. Te quale preferiresti vedere?» dice Cal mostrandomi i DVD di Alla ricerca della felicitàCamp RockBlade Runner e Batman begins, quello con Christian Bale.
Scelgo immediatamente il mio preferito, senza pensarci più di tanto perché mi viene automatico. «Batman begins a vita ragazzi. L’ho visto non so quante volte, e di certo stasera non mi faccio scappare l’occasione per rivedere di nuovo il mio film preferito!» esclamo eccitata. Adoro quel supereroe ed adoro quell’attore più che bravo e più che figo.
Ash, Cal e Mikey sospirano. Luke, invece, è l’unico che sorride. Chissà come mai…
Mi perdo, forse più di un secondo, ad osservare le fossette che il biondo ha. Sono adorabili, non ho altro da dire. Le parole non bastano a descrivere lui, come non bastano neppure a descrivere gli altri tre. Questi quattro scapestrati sono davvero fantastici, non smetterò mai di ripeterlo!
Anche oggi questi ragazzi mi hanno confermato per l’ennesima volta che sono unici! Ed ecco perché mi sento fiera di essere una loro fan!
Cal mette il DVD e noi altri ci sediamo. Vedo un posto libero vicino ad Ash e mi avvicino, ma sento delle mani che si posano delicatamente sui miei fianchi e mi ritrovo seduta accanto a Luke. A sentire la sua mano che preme lievemente sulla pelle del mio braccio, il mio povero cuore batte come un tamburo, ma forse questa descrizione non è quella giusta.
Avete presente quando c’è una tempesta in mare aperto? E le barche sono in balia delle onde? Ecco, il mio cuore una volta è al posto della barca, un’altra volta al posto delle onde. Gioca a tirarmi brutti, bruttissimi scherzi, che non fanno altro che farmi star male…
Il film inizia e le battute di tutti i personaggi mi vengono ormai automatiche sulle labbra. Le so a memoria, cosa posso farci? È più forte di me, adoro la storia di Batman!
 
Verso metà del film inizio ad accusare della mancanza di sonno, causata da tre sere consecutive in discoteca, dove i ragazzi mi hanno trascinata a forza. Accidenti a me e quando accetto di uscire la sera. Tanto poi so che non dormo. Uffa!
Mi accoccolo un po’ meglio sul divano, evitando accuratamente di dar fastidio a Luke. La sua mano non si è mai mossa dal mio braccio ed io non ci tengo ad allontanarla.
Benché abbia nella mente molti ricordi legati a LUI, stare vicina a Luke mi fa stare meno male rispetto a quel disastroso buongiorno che, adesso, è diventato un’abitudine tutta, e solo, nostra…
Non so, con questo biondino mi sento serena e se è vicino a me mi sento più tranquilla. Se invece non lo vedo, inizio a preoccuparmi e uno strano peso, quasi simile all’ansia, mi invade il petto e non va via fin quando non lo rivedo. Ma la parte più strana di tutte, quella che mi sorprende ogni volta, è che quando ci sfioriamo, senza farlo di proposito, io mi sento protetta. Oserei dire di sentirmi davvero a casa.
Tutte queste cose invece con LUI non sono mai successe. Ecco un’altra cosa del perché sto male pensando sia a LUIche a Luke…
Le palpebre si stanno facendo pesanti ed io non riesco a resistere. Mi lascio preda del sonno e chiudo finalmente gli occhi, dando fine a tutti i miei pensieri.
 
Un piccolo prurito al naso mi fa svegliare. Apro gli occhi piano, evitando di ricevere uno shock dalla luce che proviene dalla finestra. Appena riesco a mettere bene a fuoco la vista, mi trovo davanti agli occhi una camicia a quadri grandi bianchi e blu. Alzo un pochino lo sguardo e noto due occhi azzurri come l’oceano intenti a fissarmi, divertiti.
Sposto lo sguardo sul mio corpo e noto, con molta sorpresa, di essere totalmente rannicchiata contro Luke, che mi sta abbracciando I miei occhi tornano nuovamente su di lui e deglutisco lentamente, sentendo le mie guance arrossire violentemente, attimo dopo attimo.
Lui ride ed è come milioni di piccole campanelle stessero suonando proprio in questo preciso istante. Devo ammettere che vederlo ridere, ti apre il cuore. La sua risata è così genuina, così vera, che ti conquista subito, senza troppi complimenti.
«Buongiorno.» mi sussurra baciandomi la… Sbaglio, o mi sta baciando l’angolo delle labbra?
Spero sia solo perché non c’è molto spazio in cui muoversi. Faccio in modo che il mio cuore torni ad avere un battito decente. Probabilmente anche Luke sta sentendo quanto stia battendo in questo preciso istante, anche con la stoffa di mezzo…
«Buongiorno a te.» gli dico sorridente e baciandogli la guancia. Beh, tutto sommato questi risvegli non sono male, a parte le figure di merda…
Rimaniamo così, i nostri occhi incatenati tra loro e le nostre labbra curvate in sorrisi. Dio, mi sembra di essere su una nuvola, sono così feli…
«Piccioncini, era l’ora che vi svegliaste!» esclama Ash entrando nella stanza, seguito da Cal, e spezzando quella piccola magia che si stava creando a fatica.
Un momento… Com’è che ci ha chiamati? Piccioncini?
Sento il fiato corto ed un ricordo fin troppo vivido fa capolino, rovinandomi il risveglio…
 
Il sole ci sta baciando la pelle, ed è una sensazione meravigliosa. Oggi Central Park è più bello del solito, forse perché siamo in primavera e tutto torna alla vita. Sento che delle dita giocano con le mie e sorrido, voltandomi verso il loto possessore e sorridendo a due occhi neri, più neri ed oscuri della notte. Occhi che mi hanno incatenata subito.
Le sue labbra si posano sulle mie, quasi in modo famelico. Lo lascio fare, oramai ci sono abituata. Intanto il cuore fa tante di quelle giravolte nel mio petto, da lasciarmi quasi senza respiro.
I minuti intanto passano senza che noi ce ne accorgiamo, fino a che la voce della mia migliore amica non si fa sentire. «Piccioncini, avete finito?»
 
Il ricordo torna nel suo fottutissimo angolo, ed io cerco di far tornare il respiro regolare. Perché deve succedere sempre così? Ogni dannatissima volta c’è lui che mi rovina la vita, che sciupa ogni attimo fantastico…
Noto Luke che mi guarda preoccupatissimo e gli sorrido, sfiorandogli la guancia con la punta delle dita per tranquillizzarlo. Povero il mio biondino preferito, tutte le volte lo faccio morire di preoccupazione. Ma sono grata che si sia lui e non qualcun altro. Non è che con gli altri ragazzi mi trovi male, tutt’altro. Solo che con Luke sento di avere un rapporto speciale, diverso. Ed è un rapporto che adoro con tutta me stessa e che so di non voler perdere!
«È tutto ok, tranquillo.» gli dico, facendolo annuire e rilassare i muscoli del viso, che torna ad essere sereno, mentre i suoi occhi rimangono comunque all’erta.
Con lui, ma neppure con nessun’altro dei ragazzi ho parlato di LUI. Ho accennato qualcosa solo a Mikey, il primo ragazzo che posso considerare senza troppi problemi il mio vero e primo migliore amico maschio. Ma gli ho solo accennato la storia, non gli ho detto tutto. Ancora non sono pronta a raccontare, a mettermi completamente a nudo…
Mi alzo e mi stiro un po’ la schiena, cercando di massaggiarmi il collo dolorante, ma due mani che oramai conosco bene fanno il lavoro al posto delle mie.
«La prossima volta ti porto a letto, almeno non avrai tutti questi dolori quando ti sveglierai.» mi sussurra Luke, massaggiandomi il collo e facendomi rabbrividire come non mai.
E certo! Se te mi porti a letto, mi dici come faccio a vedere i tuoi occhi appena apro i miei? Eh, me lo spieghi come farei senza il nostro buongiorno? Ma cosa cazzo… Oddio, no, Leti no, torna in te, ti prego… Non pensare così, non farlo un’altra volta…
Sospiro e poso lo sguardo sul giardino che si vede dalla finestra. È così rigoglioso, al contrario del terreno del mio cuore, distrutto, peggio di un terreno arido. Avete presente la terra che si spacca perché non c’è più acqua o a causa del troppo caldo? Ecco, questo è il mio cuore, da ben due anni…
Sento le dita di Luke che mi accarezzano leggere il collo, poi lui sospira e va dagli altri.
E no, quel sospiro proprio no, non adesso. Sento un magone familiare, troppo conosciuto e troppe volte sperimentato.
«Torno subito.» dico ai ragazzi velocemente.
Senza pensarci due volte, corro in camera. Mi chiudo la porta alle spalle e cerco il cellulare con le mani che ormai tremano senza controllo e le lacrime che scendono senza sosta, rigandomi completamente le guance. Trovo l’oggetto e corro in bagno, chiudendo anche quella porta e poggiandoci la mia schiena. A fatica compongo il numero che ormai so a memoria ed aspetto che dall’altra parte arrivi una risposta. Per fortuna solo dopo due squilli, qualcuno inizia a parlare.
«Tesoro, di nuovo?» chiede Keli, capendo subito il perché della mia chiamata.
«Sì…» rispondo con voce flebile ed irrimediabilmente rotta dai singhiozzi.
«Com’è successo stavolta?»
Cerco di riordinare le idee, ma il cuore che si sgretola su se stesso e va in frantumi, tappa tutto e non riesco a pensare. Faccio un respiro, poi un altro, ed un altro ancora, fino a che non riesco a tornare un minimo lucida.
«Ieri sera abbiamo visto un film e Luke mi ha fatto sedere accanto a sé.» mi fermo per prendere fiato. «Poi mi ha toccata piano, sul braccio e da lì non ho fatto altro che paragonare lui a quello stronzo. La mattina, poi, mi sono svegliata e mi sono ritrovata tra le sue braccia, rannicchiata contro di lui e ci siamo dati il nostro buongiorno. C’era qualcosa nell’aria, ma non riesco a spiegarmi cosa…» mi fermo di nuovo. Non sono sicura di voler continuare…
«Leti, continua. Lo sai che se non parli alla fine hai i tuoi attacchi improvvisi di claustrofobia. E siccome ho la netta sensazione che tu sia in un bagno, ti prego, continua.» mi incita dolcemente Keli, dimostrandomi ancora una volta che mi conosce in tutto e per tutto.
Sospiro e proseguo, cercando di tenere a freno, di nascondere quell’ondata di angoscia che mi sta assalendo pian piano.
«Dopo il buongiorno ci siamo guardati a lungo negli occhi. Dio Keli, non hai idea di quanto mi sentivo bene in quel momento! Dopo tanto tempo, finalmente avevo iniziato a vedere un piccolo cambiamento. Però Ashton ha rotto l’incanto e ci ha chiamato piccioncini…»
«Oh cazzo…» mormora lei.
«Te la ricordi, vero, quella volta a Central Park? Quando anche te ci hai chiamati in quel modo?»
Dall’altra parte arriva solo un flebile «Sì.»
«Bene, quel cazzo di ricordo è saltato fuori ed io sono tornata nel mio stato di una che lotta sempre per evitare di affogare. Luke si è accorto che qualcosa non andava e, come tutte le altre volte, ho letto nei suoi occhi la sua paura di essere stato lui a ferirmi… Io non voglio fargli questo, porca puttana! Non voglio farlo star male per una causa persa in partenza come me. Non me lo perdonerei…»
Appena finisco di parlare, sento la porta della camera che si spalanca e dei passi che si dirigono verso quella del bagno.
«Keli, adesso devo andare. Ti richiamo presto.» la saluto.
«Va bene tesoro. Però, ti prego, non fare sciocchezze. Luke si merita le tue attenzioni, al contrario di quell’altro stronzo. A presto.»
Chiudo la chiamata e sento che qualcuno sta cercando di aprire la porta, bloccata dal mio corpo. Mi scosto velocemente e mi alzo, asciugandomi gli occhi ancora umidi e cercando di avere una faccia almeno presentabile.
Mi volto e vedo gli occhi chiari di Mikey osservarmi preoccupati. Mi avvicino e lui mi fa spazio per uscire dal bagno e mi siedo sul letto, con la schiena poggiata alla testata, cercando di sembrare il più naturale possibile.
«Ti serve qualcosa?» chiedo mettendo in ordine il comodino.
«No… E tu non sviare il discorso.» risponde con voce dolce e decisa allo stesso tempo.
Mi volto verso di lui, presa letteralmente alla sprovvista. Come ha fatto? Certo, a parte gli occhi gonfi, rossi ed umidi, poi non ci sono altre prove di quello che è successo…
Dato che non riesco ad emettere alcun suono, lui si siede vicino a me.
«È da più di mezz’ora che sei qui. Eravamo tutti in pensiero, Luke in primis, e sono venuto a controllare.»
Sentendo il nome del biondo, altre ondate di angoscia mi invadono di nuovo ed inizio a piangere ancora una volta.
«Oh Luke, non sai quanto mi dispiace…» mormoro, ma Michael mi sente lo stesso e mi guarda con aria interrogativa, non intuendo il perché della mia frase. Ed allora capisco che è arrivato il momento, che almeno lui, oltre Keli, sappia la storia, tutta la storia. Poi vedrò se raccontarla anche agli altri, ma per adesso facciamo un passo alla volta.
«Beh, Mikey, ho qualcosa di molto lungo da raccontarti…»



Letizia
*fa ciao con la manina dall'Elba* Ma ciao bella gente! Sorpresa, sono riuscita a postare anche questo capitolo, grazie al prezioso consiglio di una mia cara amica :3. Ma passiamo alla storia ;). Finalmente si inizia a capire qualcosina, però cosa dovrà raccontare Letizia a Miichael?
Scusate se non mi dilungo più di tanto, ma devo scappare! Spero di poter pubblicare presto! Bacio, Letizia <3

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Capitolo 17
*** 17 . Inutile ***


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17 . Inutile
 
 
 
Luke
 
Sono già passate due settimane magnifiche, ed io ancora non ci credo. Non riesco a credere di vivere quest’esperienza a stretto, anzi, strettissimo contatto con una persona fantastica come Letizia.
Lei, che con la sua allegria, la sua semplicità, è riuscita a conquistarci tutti, me sicuramente in modo particolare. Non ho mai incontrato nessuno come lei, è veramente unica. Anche se ha qualche curva in più e non ha il peso perfetto, è carina ugualmente, anzi, la ammiro ancora di più. Che poi, quanto pesi non mi interessa in nessun caso. L’importante è sentire il più possibile il suono della sua voce e poter osservare i suoi occhi, che a volte mi spaventano da quanto sono profondi e pieni di un qualcosa che non riesco a spiegare… Ma è proprio quel qualcosa che mi attira come una calamita. È proprio il voler capire quel qualcosa cosa sia che mi porta a volerla sempre vicina a me, in qualsiasi cosa faccia…
Non so come definire il nostro rapporto. Sicuramente siamo amici in un modo tutto nostro, su questo non ho niente in contrario da dire. Ma c’è dell’altro tra noi due, qualcosa di più profondo dell’amicizia…
Certo, una persona normale potrebbe dire che un rapporto così bello e così unico non nasce in due settimane, ci vuole del tempo. Invece io posso affermare con certezza che, se vivi con una persona 24 ore su 24, tutti i giorni, per due settimane, si crea un bellissimo rapporto, migliore a volte di quello che c’è in una famiglia.
Ma la mia, anzi, la nostra famiglia è speciale. A noi quattro, una famiglia di ragazzi molto disordinati e pazzi da far paura, si è aggiunta ed inserita in pieno Letizia, portandoci novità, ordine e miglioramenti di ogni tipo.
Michael, solo perché a Letizia dà molto fastidio il fumo passivo, è riuscito a smettere di fumare!
Persino Ash e Cal, che spesso discutevano per qualsiasi cosa, ma poi tornavano comunque più amici di prima, hanno smesso di battibeccare.
Per quanto mi riguarda, sto iniziando a vedere il mondo con occhi diversi, occhi nuovi. Cerco di vedere la bellezza della vita anche nelle cose più semplici, imitando il modo di fare di Letizia, e la cosa si è dimostrata molto più semplice di quanto pensassi.
Lei è riuscita in cose dove noi combattevamo da tempo e lei, con tutta quella pazienza che dimostra in ogni situazione, è riuscita a stravolgerci! Adesso anche la casa è sempre in ordine, i panni ben lavati e stirati il cibo più sano.
Sorrido, rivolgendo lo sguardo sullo schermo del telefono. Il viso radioso di Letizia fa da padrone sullo sfondo. Oggi a pranzo ci siamo scattati una foto e mi sono preso la libertà di tagliare il suo volto dalla foto per isolarlo, così da poterlo sempre vedere.
Alzo gli occhi e noto i ragazzi intenti a cercare qualcosa nella libreria. Allora mi alzo dal divano e mi avvicino, incuriosito dalle loro facce indecise.
«Che fate?» chiedo, notando un monte di DVD in disordine.
«Non sappiamo che film guardare!» esclama Cal, con aria afflitta, tenendo tra le mani Blade Runner.
«Ognuno di noi ha proposto un film diverso.» mi spiega Mikey, indicando il DVD di Camp Rock che lui tiene in mano e quello di Alla ricerca della felicità nelle mani di Ash. «Te che vuoi vedere?»
A sentire la domanda, le mie dita corrono a prendere il DVD di Batman begins, il mio film preferito.
I ragazzi, appena vedono che film ho scelto, sbuffano.
Da qui, iniziano a discutere su quale dei quattro vedere, senza però arrivare ad una soluzione.
Ad un tratto si sento dei passi provenire dalle scale e Letizia fa capolino nel salotto.
«Oh bene, eccoti! Abbiamo bisogno anche del tuo parere stasera.» esclama Ash vedendola e prendendola per il polso per portarla vicino a noi.
«Che succede?» chiede, ed il tono della sua voce non nasconde la sua curiosità.
« Allora, ognuno di noi ha proposto quattro film diversi tra quelli che abbiamo. Te quale preferiresti vedere?» dice Cal mostrando i DVD che abbiamo scelto.
«Batman begins a vita ragazzi. L’ho visto non so quante volte, e di certo stasera non mi faccio scappare l’occasione per rivedere di nuovo il mio film preferito!»
Bene, con questa risposta si è appena conquistata tutto il mio rispetto.
Sento un sorriso spuntarmi sulle labbra, mentre gli altri tre sospirano, sconfitti dalla scelta di Letizia. Oramai sarà la ventesima volta che guardano quel film a causa mia, ma che posso farci se lo adoro?
Cal mette il DVD e noi altri ci sediamo.
Letizia sta cercando un posto dove sedersi e vedo che nota lo spazio vuoto accanto ad Ash e si avvicina. E no, cara, dato che hai scelto il mio stesso film e dato che io ti voglio accanto a me, mi dispiace, ma da Ash non ci vai.
Così, senza neanche pensarci due volte, la prendo delicatamente per i fianchi e la faccio sedere sul divano accanto a me, posando la mia mano sul suo braccio per mettermi più comodo e per toccare quella pelle che tanto adoro.
Il film inizia, ma io non riesco a staccare gli occhi dal suo viso, così dolce, così bello, così sereno. Noto che le sue labbra si muovono e ripetono parola dopo parole le battute del film. Altro punto a suo favore. Non le so nemmeno io le battute a memoria, benché l’abbia visto moltissime volte.
Torno a concentrarmi su di lei. Averla così vicina è qualcosa di indescrivibile. Non riesco a descrivere bene, con parole di questo mondo, umane, quel qualcosa che sto provando in questo preciso istante. È un calore piacevole, che parte dal petto ed invade tutto, in profondità. Il cuore intanto sta facendo acrobazie che potrebbero competere con gli acrobati del circo.
Perché lei mi fa quest’effetto? Ok, ci sono state altre ragazze nella mia vita e con Aleisha è durata poco più di anno, è stata una storia importante, poi è finita lì ed è passata ad entrambi. E da quella volta non mi sono mai preoccupato di avere una relazione seria, magari qualche uscita ogni tanto, ma nessuna ragazza mi ha mai fatto provare quello che sento quando sono con Letizia. Sembra quasi una magia, una bellissima magia…
 
Poco dopo la metà del film, noto che Letizia fatica a tenere gli occhi aperti. Eppure sono solo le dieci e mezzo. Probabilmente abbiamo esagerato questa settimana con la discoteca. Però cazzo, le rifarei tutte, dalla prima all’ultima. Ci siamo divertiti come non mai ed ho scoperto che la nostra ospite è una bomba anche a ballare. È dannatamente sexy e non so come ho fatto a non saltarle addosso. È così… Ehi Luke, tieni a freno i pensieri. In fondo siete amici, no? E allora perché rovinare questo rapporto?
Cerco di non pensare più e sposto il mio sguardo sulla ragazza, che si è beatamente addormentata sul mio petto. Alla vista del suo viso mentre dorme, sento qualcosa nello stomaco, che tutt’ad un tratto diventa leggero, più leggero di una nuvola.
Le accarezzo la testa, le guance, evitando di svegliarla. Sembra una bambina.
Sorrido ed alzo lo sguardo, incontrando quello indagatore di Cal, il mio migliore amico da una vita.
Ingoio la saliva e sento le guance avvampare. Così evito di guardarlo e torno al film, anche se non riesco a seguirlo più di tanto.
Guardo di nuovo Letizia e sorrido ancora una volta, abbracciandola. Voglio tenerla stretta il più a lungo possibile.
Torno a guardare il film ma cercando di non pensare ma, preso dalla stanchezza, mi addormento con la mia testa poggiata sulla sua…
 
Mi sono svegliato da una mezz’ora buona, ma non ci penso nemmeno ad allontanarmi da Letizia. Perché poi, alla fine, io sono appiattito contro il divano, mentre lei è rannicchiata verso di me e se non ci fosse il mio braccio a reggerla, cadrebbe sicuramente a terra.
È così tenera, con quel suo sorriso stampato sul volto anche quando dorme, peggio dei bambini. Ma, alla fine, è proprio la sua indole di bambina un po’ timida, ma allo stesso tempo allegra e divertente, che ha conquistato il mio affetto e la mia fiducia.
La vedo aprire gli occhi piano, forse a causa della luce accecante di questa mattina. Appena li apre del tutto, guarda sorpresa la mia camicia, cioè la prima cosa che le è capitata davanti al viso.
Alza un pochino la testa ed i nostri occhi finalmente si incontrano. Oramai ne sono più che sicuro: non so se riuscirei a staccarmi da quel marrone intenso, da quella strana ombra e da quella scintilla che si alternano in quegli specchi di un’anima bellissima, fantastica.
La guardo divertito. La sua faccia sorpresa è troppo buffa!
Lei osserva il suo corpo per un attimo, prima di tornare a fissarmi deglutendo ed iniziando ad arrossire parecchio. Rido per la sua espressione imbarazzata. Non cambierà mai, lei e quelle sue guance, quando arrossisce diventa ancora più buffa e più carina…
«Buongiorno.» le sussurro per poi baciarle l’angolo delle labbra, quelle labbra dannatamente attraenti per la loro forma, perfetta oserei dire.
«Buongiorno a te.» risponde lei sorridente e baciandomi la guancia.
Bene, il cielo in questo preciso momento mi ha fatto un regalo non enorme, di più. Ricevere in una volta sola sia un suo sorriso che un suo bacio è il risveglio migliore che mai mi sarei immaginato.
Rimaniamo così, i nostri occhi incatenati tra loro e le nostre labbra curvate in sorrisi. Non penso ci sia bisogno di dire niente per descrivere quello che sto provando. È un qualcosa che non so capire, ma mi piace lo stesso, anzi, ne vorrei di più.
Sto quasi per accarezzarle i capelli, quei capelli color dell’ebano e mossi naturali che tanto adoro, perché sembrano così soffici, simili a cuscini o piume.
Solo che Ash, seguito da Cal, rompe tutto questo incantesimo entrando in salotto e parlando a voce alta. «Piccioncini, era l’ora che vi svegliaste!»
Come cazzo ci ha chiamati? Piccioncini? Ma è scemo o cosa? Vuole che lo picchi o che gli faccia qualcosa di sicuramente molto più brutto e doloroso.
Faccio per alzarmi e raggiungerlo, ma vedo che Letizia non riesce a respirare bene. Cazzo, che devo fare? Come si procede in questi casi? Ha forse un attacco improvviso di claustrofobia?
Dopo poco il suo respiro torna normale, ma gli occhi, quelli no. Sembra che abbia appena visto un fantasma o qualcosa di molto peggio.
Non riesco ad essere tranquillo, cosa le sarà preso? Spero stia bene. Non è la prima volta che succede una cosa simile, ma stavolta mi è sembrata peggiore delle altre. Nelle precedenti cambiava solo l’ombra nei suoi occhi, prima spariva e poi tornava più grande e peggiore di prima. Adesso ci si mette anche il respiro. Se continua, probabilmente dovremmo portarla da un dottore.
Lei mi sfiora la guancia con la punta delle dita.
«È tutto ok, tranquillo.» mi dice. A queste parole annuisco e riesco a calmarmi un po’, anche se sono comunque ancora molto, ma molto preoccupato.
Letizia si alza e si stira un po’, massaggiandosi il collo.
Sorrido e mi alzo a mia volta. Ho imparato una cosa su di lei quando si sveglia: se fa così, vuol dire che le fa male. Allora, inizio delicatamente a massaggiarle sia il collo che le spalle. È una sensazione veramente molto piacevole, dovrei farlo più spesso.
«La prossima volta ti porto a letto, almeno non avrai tutti questi dolori quando ti sveglierai.» le sussurro e lei sospira. Un sospiro pieno di tristezza, di angoscia.
Benissimo, come al solito ho fatto qualcosa che l’ha infastidita o fatta star male. Ma che cazzo! Riuscirò a fare una cosa giusta con lei, almeno una? No, non credo avverrà mai…
Le accarezzo leggermente il collo, poi vado dagli altri per evitare di fare ulteriori danni.
Mi siedo ed inizio a mangiare un biscotto, quando ad un tratto la sento dire velocemente «Torno subito.», prima di correre su per le scale.
Quel tono di voce, quegli occhi lucidi. Ecco cosa ho combinato. Sono riuscito a renderla triste, ma poi, cosa ho fatto? Cazzo, mi sento inutile, tremendamente inutile perché non sono in grado o non riesco ad aiutarla, anzi, ogni volta che è con me, ha delle reazioni simili a quella di poco fa mentre le massaggiavo il collo.
Mi prendo la testa tra le mani e sospiro.
«Sono inutile.» dico a voce bassissima per evitare che gli altri mi sentano, ma Mikey, che è seduto accanto a me, alza il viso e mi guarda. Anche se non lo vedo, lo noto dal movimento d’aria e da come si è girato sullo sgabello.
 
È passata mezz’ora buona da quando Letizia è salita su e non è ancora scesa. Tutti noi ci guardiamo preoccupati, in ansia.
«Non è da lei saltare la colazione.» commenta Ash, osservando la sedia vuota accanto a lui e che è davanti a me. Alle sue parole, tutti noi annuiamo e Mikey sospira.
«Non si sarà mica sentita male?» chiede Cal, sperando in una risposta negativa da parte nostra, una risposta che però non arriva.
Non ce la faccio più a stare fermo, devo vedere se sta bene. Mi sento inutile, devo fare qualcosa…
Mi alzo e mi avvio su per le scale, ma Michael mi ferma e mi fa girare verso di lui.
«Nelle tue condizioni, forse è meglio che tu non vada da lei. Probabilmente stareste peggio entrambi.» mi dice serio.
Lo guardo, cercando di capire perché abbia detto una cosa simile, ma lascio perdere. Non ho la forza di pensare a più cose insieme. Il mio chiudo fisso, adesso, è sapere se lei sta bene.
«Ehi Luke, tranquillo. Vado io a vedere come sta.» continua il mio amico e gli lascio spazio per andare in camera della ragazza.
Io invece torno giù dagli altri due, che stanno fissando i loro piatti con sguardi preoccupati.
«Speriamo non sia successo niente di grave.» dico a bassa voce, facendoli annuire.




Letizia
Ciao tesori miei bellissimi!!! Eccomi al secondo aggiornamento di questa settimana! Ma povero Luke, non è dolcissimo così preoccupato?
Scusatemi se non ringrazio come dovrei, ma è già tanto se riesco a postare :P. Comuqnue grazie di tutti, siete meravigliosi! A presto! Letizia <3

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Capitolo 18
*** 18 . Segreto svelato ***


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18 . Segreto svelato
 
 
 
Letizia
 
Prendo un respiro ed inizio a raccontare quella parte della mia vita che ho cercato in ogni modo di dimenticare, invano, perché tutte le volte che ci provo, questa si ribella e prende pezzi di me, del mio cuore, facendomi soffrire, soffrire come non mai.
«Tutto iniziò il 4 di novembre di tre anni fa. Ero carica di libri da portare ai prof e al mio armadietto e facevo una fatica enorme per evitare di colpire le altre persone. Ad un certo punto, ero a pochi passi dal mio armadietto quando qualcuno mi venne addosso, facendo cadere tutti i libri a terra, me compresa. Quella persona era un ragazzo, lo intuii quando si scusò e mi aiutò ad alzarmi. Non avessi mai visto il suo viso! Indovina chi era… Nicholas Taylor, classico cattivo ragazzo, a cui andavo dietro da mesi ormai, da maggio dell’anno prima addirittura, era davanti a me ed io non riuscivo a capire un fico secco. Ci guardavamo senza dire nulla.» mi fermo un attimo e mi alzo in piedi, avvicinandomi alla parete a vetri. Non voglio che Mikey veda in che condizioni sono.
Fa davvero troppo male ricordare. È come se qualcuno si divertisse ad infliggere colpi su colpi, che vanno sempre più in profondità, colpi che squarciano dal dolore, colpi che fanno rimanere senza fiato, con il corpo e l’anima agonizzanti. Ma continuo a tirare fuori quei ricordi, affilati come lame.
«“Finalmente ho trovato il tuo nascondiglio. Volevo mettere questo nel tuo armadietto, ma adesso posso anche dartelo di persona.” mi disse lui dandomi un biglietto ed andandosene senza salutare. Lo aprii e ci lessi il suo numero di telefono e la domanda Ti va di uscire oggi dopo scuola? Andiamo a prendere una cioccolata insieme. Accettai senza esitare. Dopo quella volta uscimmo sempre più spesso e alla fine ci mettemmo insieme il primo giorno dal rientro delle vacanze invernali. Da quel giorno passarono dei bellissimi mesi, durante i quali io credevo di sognare, non mi sembrava vero. Tutto era così perfetto. Il primo vero appuntamento, il primo bacio, la prima volta…»
Inizio a tremare, ricordandomi di tutti i bei momenti passati insieme e di tutte quelle promesse, belle promesse, i nostri buffi progetti su un eventuale futuro insieme, le nostre risate, le chiacchierate, le serate in giro per New York… Devo continuare, però, a tirare fuori. Non importa quanto male faccia. Almeno lui, per adesso, ha diritto di saperlo.
«I veri problemi cominciarono ad agosto, quando lui iniziò a farmi le corna. Lo sapevo che era uno a cui le ragazze piacciono da matti, ma non avevo voluto ascoltare le dicerie su di lui. Lo idealizzavo troppo, ero così accecata dall’amore che provavo per lui che non riuscivo, o non volevo, vedere la lampante evidenza. Solo che però le scappatelle divennero sempre più fitte ed esattamente il giorno dopo il nostro “anniversario” lui mi inflisse il colpo di grazia.»
Mi fermo, di nuovo, stavolta a causa di un singhiozzo che mi spezza la voce e altre lacrime cadono. Perché? Perché ricordarlo è sempre così doloroso? Perché ha voluto farmi così male?
Sento delle mani che mi accarezzano piano le spalle ed una voce cerca di tranquillizzarmi. Povero Mikey, non si merita di vedermi in queste condizioni.
Mi volto e lo abbraccio forte, per ringraziarlo, di tutto. Lui all’inizio rimane spiazzato. Da quando sono qui, è la prima volta in assoluto che faccio un gesto simile di mia iniziativa. Fino ad ora mi sono concessa di donare ai ragazzi solo brevi carezze o di battere il cinque con loro, ma mai un abbraccio. Poi però sento le sue braccia avvolgermi piano, dolcemente, e finalmente riesco a calmarmi un po’, giusto quel che basta per finire di raccontare.
«Il giorno prima lo avevamo fatto per la prima volta e il giorno dopo avevamo deciso di incontrarci a casa sua e passare la serata insieme. Così mi sono preparata come se fosse la sera più importante della mia vita e sono andata da lui. Come sempre ho aperto la porta con la copia delle sue chiavi e sono entrata. Però lui non era in salotto ad aspettarmi, e nemmeno in cucina. Allora sono andata al piano di sopra, alla sua stanza, da cui provenivano rumori strani, ma che non riuscivo bene a capire. Ho aperto la porta e…»
Mi fermo, per l’ultima volta. Ora che sono alla fine, non posso smettere, anche se fa male, davvero tanto, troppo male.
«L’ho trovato a letto con Hilary, quella ragazza che mi diceva di essere la mia migliore amica dalla prima media… L’ho lasciato quello stesso giorno. Non riuscivo ad avercela con lui, lo amavo con tutta me stessa. Lui però, per ripicca, iniziò a dire a tutti che ero una sciacquetta, una puttana brava solo a piangere. Da quel giorno in casa sua non gli ho più rivolto la parola e non lo considero neppure più come persona, stessa cosa per Hilary. Non mi ricordo nemmeno più le loro facce, forse gli occhi di lui…»
Sciolgo l’abbraccio e torno a sedermi sul letto, stremata a causa di tutti quei ricordi fatti riemergere e riaprendo quella ferita che si stava rimarginando a fatica.
«Molti si posso chiedere perchè io ci stia ancora male. Nessuno può capire tutto l’amore che io ho messo in quella relazione, nessuno lo sa…» mormoro, prima di iniziare a piangere di nuovo.
Mikey si siede vicino a me e lentamente mi prende per i polsi e scosta le mie mani dal mio viso.
«Quindi, ogni volta che Luke fa qualcosa, a te viene sempre in mente quello che hai vissuto con questo stronzo?» chiede lui, ricordandomi la reazione di Keli quando le raccontai tutto quello che era successo con Nicholas.
Riesco solo ad annuire e mi alzo per andare in bagno a lavarmi il viso. L’acqua fredda mi dà un po’ di lucidità e comincio anche a ragionare un po’ meglio. Torno in camera e mi metto le scarpe.
«E adesso dove vai?» chiede il mio migliore amico con aria preoccupata.
Prendo un pacchetto di fazzoletti per metterlo in borsa e gli sorrido, infinitamente riconoscente.
«Esco. Grazie Mikey, per tutto. Per esserti preoccupato anche se non dovevi, per avermi ascoltata ed aiutata. Grazie per essere il mio migliore amico.» gli dico prima di abbracciarlo forte, fortissimo.
Lui mi stringe e mi bacia sulla forte. «Tutto per la mia migliore amica, la mia lupacchiotta.»
Ci dividiamo e faccio per dirgli una cosa, ma lui mi precede, leggendomi nel pensiero.
«Con i ragazzi ci parlo io appena esci, tranquilla.»
Gli sorrido ancora e gli un bacio sulla guancia per salutarlo, poi esco da camera mia e scendo le scale. Spero solo che i ragazzi non vengano a chiedermi come sto, perché ora come ora non sarei in grado di rispondere…
Poso lo sguardo sui divani in salotto e noto Ash, Cal e Luke intenti a fissarmi, preoccupatissimi. Sorrido a tutti loro cercando di darmi un contegno.
«Ragazzi, è tutto ok. Adesso esco un po’, ma torno intera tranquilli.» dico prima di aprire la porta ed uscire, incamminandomi senza una meta precisa.
Neppure questa bella giornata riesce a togliermi dalla testa tutto quello che ho ricordato, perché io ricordo tutto, non dimentico, MAI. Per me i ricordi sono una cosa preziosissima, anche quelli più brutti. Ho imparato sulla pelle quanto siano importanti, sia nel bene che nel male…
Non capisco più niente adesso. Il rumore del dolore nel cuore è troppo assordante.
Come fanno le persone a procurarsi così tanto male le une con le altre? Non viene neppure per un istante il senso di colpa?
Ma che me lo chiedo a fare. Avrei dovuto saperlo che non dovevo fidarmi di un ragazzo come Nicholas, ma cosa ci potevo fare? Ero innamorata persa, non vedevo niente di sbagliato in lui.
Ecco com’è nato il testo della mia prima canzone, Bleeding love, l’ho scritta pensando a lui, a me, a noi, a tutte quelle persone che volevano dividerci, persone che odiavo, ma che dopo ho ringraziato in mille e più modi perché, alla fine, avevano ragione…
Svolto l’angolo e mi ritrovo davanti il mare, quell’immensa distesa di blu che ho sempre amato fin da quando possa ricordare. Il mare è forse l’unico posto dove riesco a trovare un po’ di pace. Anche a New York, benché non ci sia la spiaggia, cerco sempre di fare una passeggiata vicino al mare.
L’aria fresca mi fa rabbrividire e mi stringo addosso il cappotto.
È incredibile, a quest’ora a New York sarei stata a Central Park a prendere il sole, qui invece si inizia a sentire il fresco dell’autunno, la mia stagione preferita.
Cammino piano sulla sabbia cercando di non storgermi una caviglia e mi siedo su un gruppo di scogli vicino all’acqua. Prendo il telefono e guardo un’ultima volta la foto che ho con i ragazzi, prima di metterlo in silenzioso, senza neppure la vibrazione.
Chiudo la mente, niente più ricordi. Almeno per questi pochi minuti, devo cercare di non pensare a niente.
 
Il tempo è volato ed io non me ne sono accorta. È così tremendamente rilassante questo posto.
Prendo il telefono in mano, giusto per controllare che ore siano e sbianco. Sono le due di pomeriggio ed ho ben venti chiamate perse, molte delle quali da parte di Michael e Luke. Allarmata, mi alzo e cerco di tornare a casa il più velocemente possibile, con un unico pensiero in testa: Luke.
Luke è il primo a notare se c’è qualcosa che non va, è il primo che si preoccupa, è il primo che mi aiuta, è il primo che cerca di farmi ridere.
Ed io, per essere stupida, l’ho trattato di merda e lui non se lo merita.
Non capisco perché perda così tanto tempo con me. Ok, siamo amici e la nostra amicizia è strana, profonda, ma pur sempre fuori dall’ordinario (anche se sono fermamente convinta che la normalità non esista). Posso capire che, considerandomi un’amica, si preoccupi, ma non così tanto!
Non dico che non mi piacciono le sue attenzioni, anzi, ad essere sincera le adoro, però non capisco perché sono così importante per lui… Probabilmente lui lo fa con tutti ed io mi sto dando solo troppa importanza…
È bene che mi scusi con lui, appena torno. Non si meritava davvero tutte quelle volte in cui non ho fatto altro che allontanarlo quando stavo male.
Lui per me è davvero troppo importante, anche se ci conosciamo da due settimane e so davvero poco su di lui. È dannatamente importante, ma non riesco a spiegare il perché.
Non posso permettermi di trattarlo male. Lui non l’ha mai fatto con me. Devo scusarmi a tutti i costi.
Arrivo davanti la porta di casa ed entro, con il cuore che batte peggio di un tamburo. Lo ammetto sono nervosa, perché non credo di essere pronta a vedere la reazione di Luke alle mie scuse…
I ragazzi sono tutti in salotto e, appena mi vedono, si alzano in piedi e mi vengono vicino, tutti meno che il biondo.
«Io se lo becco quello, non hai idea di come torna a casa!» esclama Ash, con sguardo duro.
«Se ci torna a casa vivo…» continua Cal, sempre con la stessa espressione.
Mikey non dice niente, ma ho la netta sensazione che il suo istinto omicida sia aumentato parecchio. Basta vedere quella strana luce nei suoi occhi.
Sorrido e abbraccio sia il batterista che il bassista, che rimangono sorpresi dal mio gesto, proprio come Michael, poi mi abbracciano forte anche loro.
Bene, posso dire per l’ennesima volta che questi ragazzi sono i migliori del mondo? Tanto lo ripeterò ugualmente all’infinito, perché è la verità. Chi se l’aspettava che avrebbero reagito così, reagito come reagirebbe un amico che tiene parecchio a te? Io no di certo.
Sorrido a tutti loro, che poi mi lasciano un po’ di spazio per andare da Luke.
«Tiralo su di morale. È a pezzi.» mi sussurra Cal nell’orecchio. Annuisco e vado, sentendo in sottofondo i passi degli altri tre che si dirigono in cucina.
Mi fermo davanti a lui, che è seduto sul divano, e prendo il coraggio a due mani.
«Luke.» lo chiamo piano, con la voce strozzata. Strano che il mio corpo abbia deciso di non collaborare, porca misera voce, vorresti darmi una mano? Ho urgente bisogno di te!
Lui alza la testa e sia alza immediatamente in piedi, sovrastandomi con la sua altezza.
I suoi occhi blu mi incatenano come ogni volta, lasciandomi senza respiro, non solo per la bellezza, ma soprattutto perché hanno una strana ombra che li rende tristi. Un’ombra creata dalla mia paura.
Prendo un respiro e, senza dire niente, lo abbraccio.
Rispetto agli altri tre, lui non si stupisce e mi abbraccia forte, come se non volesse lasciarmi andare.
È la prima volta che succede una cosa del genere tra noi due e devo dire che è molto meglio di quanto immaginassi. Morbido, caldo, bellissimo. Perché sì, questo credo sia l’abbraccio più bello che abbia mai provato in tutta la vita! Non ci sono abbastanza parole per descriverlo appieno, è un qualcosa che non ha limiti e qualità trovabili sulla terra.
«Scusa.» riesco finalmente a dire dopo qualche istante di assoluto silenzio tra di noi.
Lui per tutta risposta mi stringe più forte, facendomi andare il cuore in iperventilazione, da quanto batte veloce. «Non importa, tranquilla.» dice, facendomi andare in bestia.
Faccio per allontanarmi da lui e dirgli tutto, dandogli le scuse che si merita, ma lui non mi lascia andare. Allora batto un pugno sulla sua spalla e continuo a parlare.
«Non importa? Non importa, dici? Cazzo, ti ho fatto stare di merda con quello che ho fatto, a causa dei miei ricordi che venivano a galla. L’ho notato tutte le volte, cosa credi? I tuoi occhi non mentono, mai! Vedevo tutte le volte quell’ombra che affievoliva la luce del tuo sguardo. E credimi se ti dico che ogni volta mi sentivo morire. Stamattina è stato il colpo di grazia, sia per te che per me. Quindi non dirmi che non importa, perché a me di te importa, e tanto! Anche se ci conosciamo da poco, sei diventato una delle persone più importanti della mia vita, come gli altri. E l’ultima cosa che mi sogno è di farti star male! Non me lo perdonerei mai!»
Ecco, ora gli ho detto tutto, ma proprio tutto quello che pensavo. Lo so, le parole non sono abbastanza, perché alla fine sono i gesti che contano davvero.
Sento il cuore che batte velocissimo, come se volesse uscire dal petto da un momento all’altro.
Lentamente Luke mi allontana da sé e mi sorride, un sorriso dolce, sincero, luminoso ma, soprattutto, felice!
Probabilmente il mio cuore scoppierà da un momento all’altro da quanta gioia prova, ma è uguale. L’importante è che Luke sia di nuovo di buon umore.
Gli sorrido e gli scompiglio i capelli, una cosa che ho sempre voluto fare fin da quando ho iniziato a seguirli.
Lui sorride e mi da un bacio leggero sulla fronte per poi abbracciarmi di nuovo.
E di nuovo quelle fantastiche e bellissime sensazioni mi invadono di nuovo, bloccandomi il respiro per un istante.
Ed ora capisco.
Luke non è Nicholas.
E questo mi basta per mettere a tacere i miei ricordi, spero per sempre.




Letizia
Amori, eccomi qui, sorpresa!!! Mi sento un supereroe per essere riuscita a postare tutti questi capitoli!
E finalmente si sa la storia di Letizia e di Nicholas (il prestavolto di Nicholas ve lo posto in un altro capitolo, scusate, ma sono in difficoltà momentaneamente).
Come sempre grazie a tutti voi dal più profondo del cuore! Bacio e a presto, Letizia <3

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Capitolo 19
*** 19 . Perché per me lei è troppo importante ***


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19 . Perché per me lei è troppo importante
 
 
 
Luke
 
È passata un’altra mezz’ora e ancora Michael e Letizia non sono scesi.
Sono in preda all’ansia. Perché lei aveva gli occhi lucidi? Cosa ho fatto di sbagliato? Cazzo, se lo sapessi… Ok, ho deciso, appena scende mi scuso. Non devo aspettare altro tempo.
Sento dei passi che provengono dalle scale e dopo poco Letizia si fa vedere. Ha ancora un po’ gli occhi rossi e gonfi. Ci guarda e sorride, con il volto stanco e triste.
Faccio per alzarmi e chiederle scusa, ma lei inizia a parlare, fermando i miei propositi.
«Ragazzi, è tutto ok. Adesso esco un po’, ma torno intera tranquilli.» dice prima di uscire di casa.
Rimango senza parole. Cazzo, non sono riuscito neppure questa volta a parlarle. Perché?
Sbuffo e mi prendo la testa tra le mani, senza più sapere cosa fare di preciso.
Ash mi scompiglia un po’ i capelli. «Tranquillo, lei non ce l’ha con te.»
Come fa ad esserne così sicuro? Avessi io la metà delle certezze che ha lui….
Poco dopo si sentono anche i passi di Mikey che si siede davanti a tutti noi e ci racconta tutto.
 
Quando il nostro amico finisce di raccontare, un silenzio di tomba cala su tutta la sala.
«Che bastardo.» commenta Cal spezzando quel silenzio.
«Non fatemelo trovare per le mani, perché forse a casa non ci torna.» si esprime Ash serio.
Io non riesco a dire niente, bloccato da tutta quella quantità di informazioni che mi ha sommerso in così poco tempo.
Ora tutto mi torna di più e riesco a non avercela con me stesso.
Però se incontro quel Nicholas, non so come lo riduco. Io non sono come Ash. Lui, alla fine, anche se picchia qualcuno, non lo riduce così male. Cioè, il malcapitato non finisce all’ospedale. Con me invece l’ospedale è assicurato, perché non ho pietà per nessuno. Non sono uno a cui piace picchiare la gente, ma quando una persona mi fa veramente, ma veramente incazzare, beh, può star certa di svegliarsi con delle flebo al braccio come minimo.
E questo Nicholas, beh, lui ha appena superato tutti i limiti.
Come si è permesso di far soffrire Letizia in quel modo? Che cazzo aveva nel cervello? Sicuramente la materia grigia nel suo cranio non esiste.
Mi alzo per sbollire la rabbia ed esco, sedendomi al bordo piscina, con i piedi a mollo.
No, sono convito che Nicholas non sia una persona, ma un’animale. Chi potrebbe anche solo pensare di ferire Letizia? Chi, sentiamo? Ok, forse sono un po’ di parte, perché le voglio un bene infinito ma, andiamo, lei non ha mai fatto del male a nessuno e si è ritrovata quel coglione che l’ha trattata peggio di uno straccio!
Sbuffo rumorosamente e mi alzo, avvicinandomi al balcone. Casa nostra è su una collinetta ed il balcone evita di farci andare di sotto.
Respiro profondamente per darmi una calmata, ma niente da fare. La rabbia che provo è quasi impossibile da gestire, ora come ora…
Sento dei passi avvicinarsi, ed una mano battermi amichevolmente un colpo sulla spalla. Calum.
«Vedi di stare calmo, altrimenti la spaventi sul serio.» dice lui, il mio migliore amico da una vita, che mi capisce subito, anche se non parlo, che sa come prendermi in qualsiasi situazione.
«Perché doveva capitarle una cosa del genere?» chiedo, anche se non credo di poter ricevere una risposta, specialmente da Cal, che è a fianco a me e che di queste cose ci capisce davvero poco.
«Il punto, Hemmo, non è tanto il perché delle corna che lui le ha fatto nel modo peggiore, quanto perché tu te la stia prendendo così tanto per una ragazza che, in fin dei conti, conosci da pochissimo.» commenta con un sorriso sulle labbra.
Non rispondo subito. Le sue parole mi hanno sorpreso. Mi stiro un po’ la schiena ed interrompo questo imbarazzante silenzio, tirando fuori quello che penso, perché con Cal riesco a parlare di tutto senza vergognarmi
«Perché per me lei è importante. Lo vedi anche te, il nostro rapporto è strano, non può essere considerato solo come una semplice amicizia. È qualcosa di più profondo. Io… Non riesco a stare senza di lei. Mi piace averla sempre vicino a me. Non sopporto che stia male. Non voglio vederla piangere, non sopporto quando i suoi occhi diventano più tristi e cupi. So che voglio proteggerla. So che adoro il suo sorriso luminoso, i suoi occhi caldi e profondi, il suo carattere. So che non voglio ferirla. So che non voglio perderla per nessuna ragione al mondo. Lei è dannatamente importante.»
Ho davvero detto tutto questo?
Sorrido e nella mia mente appare l’immagine di lei che ride, libera.
L’ho detto fin da subito: questa ragazza mi sta facendo uno strano effetto…
«Tempo addietro, hai detto che anche Aleisha era importante.» commenta Cal divertito, mandandomi letteralmente in bestia.
«Ma lei era importante perché mi piaceva. Letizia invece… È importante e basta…» dico, non riuscendo a capire dove il mio amico voglia andare a parare.
Cal sorride sotto i baffi e torna dentro. Io invece rimango ancora un po’ qui fuori. Quest’aria fresca di inizio autunno è così piacevole…
 
Sono le due di pomeriggio e Letizia non è ancora tornata.
Dove cazzo è finita? Vuole farci preoccupare a morte?
L’abbiamo bombardata di chiamate, principalmente da parte di Mikey e mia. Ma niente, non ha risposto. Spero che torni presto e che non le sia successo niente di grave.
Faccio per alzarmi ed andare a cercarla, ma in questo preciso istante la porta di casa si apre e lei entra, facendoci tutti sospirare di sollievo.
Mikey, Ash e Cal le vanno vicino. Io invece mi tengo a distanza di sicurezza.
Alla fine, benché sappia la storia, ho ancora timore di ferirla…
«Io se lo becco quello, non hai idea di come torna a casa!» esclama Ash, con sguardo duro.
«Se ci torna a casa vivo…» continua Cal, sempre con la stessa espressione.
Mikey non dice niente. Bene, se sta zitto è brutto segno. Se si ritrova quel Nicholas davanti, potrebbe seriamente fare peggio di me.
Vedo Letizia sorridere ed abbracciare sia Cal che Ash. Un momento, lei li sta abbracciando?
È la prima volta, da quando è qui, che si spinge così in là con le sue dolcissime dimostrazioni di affetto. È così tenera!
Sorrido. Era l’ora che si aprisse un pochino di più con noi.
Lei sorride ancora una volta e poi i ragazzi le lasciano spazio. Io, invece, abbasso la testa.
Sembrerà stupido, ma dopo quello che ho ammesso davanti Calum, mi sento un po’ in imbarazzo con lei adesso.
Sento i suoi passi avvicinarsi, per poi fermarsi davanti a me.
«Luke.» mi chiama lei, con voce un po’ strozzata.
Prendo tutto il coraggio che ho a disposizione, attingendo anche da tutte le riserve che ho.
Alzo la testa e mi alzo subito in piedi, ritrovandomi più alto di lei, con i miei occhi incatenati ai suoi, come se quel marrone così caldo e luminoso fosse una calamita.
Lei prende un respiro e mi abbraccia forte.
Non aspetto neppure un secondo e la stringo forte a me. Non voglio lasciarla andare per nessun motivo, è davvero troppo importante!
Certo che questo primo abbraccio è dannatamente migliore di come l’avevo immaginato.
Emana un calore particolare, quel calore che fa sentire a casa. Poi subentrano altre sensazioni, impossibili da descrivere. Posso solo dire che vorrei rimanere in questo abbraccio per sempre, solo con lei, perché se al posto suo ci fosse qualcun altro, non sarebbe la stessa cosa.
«Scusa.» dice lei con un filo di voce rompendo il silenzio che si era creato.
A sentire le sue scuse, la stringo più forte, perché lei non ha alcun bisogno di chiedermi scusa.
«Non importa, tranquilla.» le rispondo.
Lei prova ad allontanarsi anche solo un attimo, ma non la lascio andare. Adesso che l’ho qui tra le mie braccia, non voglio sperarmene più.
Lei, per tutta risposta, batte un pugno sulla mia spalle e continua a parlare.
«Non importa? Non importa, dici? Cazzo, ti ho fatto stare di merda con quello che ho fatto, a causa dei miei ricordi che venivano a galla. L’ho notato tutte le volte, cosa credi? I tuoi occhi non mentono, mai! Vedevo tutte le volte quell’ombra che affievoliva la luce del tuo sguardo. E credimi se ti dico che ogni volta mi sentivo morire. Stamattina è stato il colpo di grazia, sia per te che per me. Quindi non dirmi che non importa, perché a me di te importa, e tanto! Anche se ci conosciamo da poco, sei diventato una delle persone più importanti della mia vita, come gli altri. E l’ultima cosa che mi sogno è di farti star male! Non me lo perdonerei mai!»
Tutte queste parole, dalla prima all’ultima, si sono tatuate nella mia mente.
Possibile che per lei sia così importante? Ok, me l’ha appena detto, però… Wow… Non ci avrei creduto se me lo avesse detto qualcun altro. Probabilmente avevo bisogno di sentirlo da lei, per appurare quello che Ashton mi ha detto stamattina.
Lentamente la allontano da me e le sorrido, infinitamente riconoscente per tutte queste cose che mi ha appena detto. Sono felice, felice come non ero mai stato prima.
Anche lei mi sorride e mi scompiglia i capelli. Io me lo lascio fare, perché la sensazione delle sue dita tra i miei capelli è pazzesca!
Le sorrido di nuovo e le do un bacio leggero sulla fronte, per poi abbracciarla di nuovo e sentire di nuovo tutte quelle meravigliose sensazioni che ho provato prima.
Io adoro questa ragazza. Il caso è chiuso.
Perché per me lei è troppo importante, dannatamente importante.




Letizia
Bellissimi ciau! Allora, ma come sono questi Luzia? Io li trovo troppo dolci e teneri :3. E vogliamo parlare di Luke? Awww, patato!
Scusate se in questi aggiornamenti non mi dilungo più di tanto nel mio spazio autrice, sappiate che mi rifarò nel prossimo capitolo!
Grazie di tutto, sul serio, vi adoro! Bacio e a presto, Letizia <3

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Capitolo 20
*** 20 . Visita inaspettata ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
20 . Visita inaspettata
 
 
 
Letizia
 
Il giorno dopo si rivela una giornata davvero pesante. Un tour de force alla casa discografica dalle otto di mattina fino alle quattro e più di pomeriggio.
Siamo andati lì per provare a buttar giù le prime righe della canzone e la melodia, ma non è venuto fuori niente di buono. Uffa!
Non ce la faccio più, sono sfinita! La testa mi fa un male cane e non ho la forza di scendere al piano di sotto anche solo per magiare un boccone. Sono distrutta.
Sospiro e mi metto a pancia in su sul letto, con gli occhi rivolti al soffitto. Non riesco a smettere di pensare al buco nell’acqua che abbiamo fatto oggi.
Il testo non aveva un tema preciso, e la melodia sembrava troppo smielata. Insomma, a conti fatti, non è saltato fuori proprio niente.
Sbuffo e mi alzo per prendere una medicina che mi calmi questo dannato mal di testa.
Mi massaggio poi un po’ il collo ed esco dalla camera, tanto so che non riesco a dormire il pomeriggio. Così scendo le scale e trovo i ragazzi sdraiati sui divani. Non so come descrivere le loro facce, stravolte non rende abbastanza bene l’idea.
Sorrido e vado in cucina a preparare un bel caffè e qualcosa da mettere sotto i denti per tutti, quando ad un tratto il suono del campanello spaventa tutti noi.
Chi diamine vuole romperci le scatole adesso?
Sbuffo infastidita e vado ad aprire la porta, sorprendendomi di chi mi trovo davanti.
«Ehi!» mi saluta Carlos con un sorriso raggiante, mentre io riesco a malapena a fargli un cenno come risposta.
«Serve qualcosa?» chiedo, facendo appello a tutte le mie forze per non cadere a terra a causa delle mie gambe che, ora come ora, non riescono a sorreggermi.
Lui mi sorride e mi fa un gesto per entrare, così lo lascio passare e lui si avvicina ai ragazzi.
«Ah, ho una cosa per te. Vai a vedere in macchina.» mi dice Carlos andando in cucina, attirato dall’odore del caffè.
Sospiro e mi avvio con passo molto, ma molto lento. A quest’ora, se un bradipo ed io facessimo una gara, sicuramente vincerebbe lui.
Noto che la bauliera della macchina è aperta e due game nude che si muovono. Mi avvicino ancora di più e vedo una ragazza bionda intenta a prendere il suo bagaglio dalla macchina.
Che mi venga un colpo, quei capelli li riconoscerei tra mille! Ma dico, è uno scherzo, vero? Lei è…
«Keli…» riesco a dire con un filo di voce, rotta per l’emozione e per la sorpresa di avere la mia migliore amica esattamente davanti a me. Lei si volta e mi sorride per poi corrermi incontro ed abbracciarmi forte.
«Leti! Dio, quanto mi sei mancata!» esclama lei, strozzandomi con il suo abbraccio.
Io, invece, non riesco a dire niente, ma la abbraccio e la stringo fortissimo a me, perché non mi sembra vero che lei sia qui, in Australia, a Sydney, lontanissima da casa, davanti a me.
Ci dividiamo e ci sorridiamo. Poi però lei mi guarda preoccupata e mi sfiora una guancia con la mano, asciugandomi una lacrima.
«Che sentimentale sei!» commenta lei ridendo e contagiandomi con la sua risata.
Poi mi prende a braccetto per tornare alla macchina ed afferrare la sua valigia.
«Solo una domanda Perché sei qui?» le chiedo, ancora sotto shock.
«Ne parliamo dopo. Adesso voglio conoscere questi famosi 5 Seconds of Summer! Me li presenti?» domanda facendo gli occhi da cucciolo, a cui non so mai dire di no.
Così la porto con me in casa e trovo i ragazzi seduti, con il viso totalmente diverso rispetto a qualche minuto fa. Per curiosità mi affaccio in cucina e noto che hanno spazzolato tutto quello che avevo preparato. Diamine, ecco perché sono così in forma!
«Ragazzi, lei è Keli.» dico presentandogliela. «Keli, loro sono Michael, Calum, Luca ed Ashton.»
Lei fa un mega sorriso e li saluta con la mano.
«È un piacere!» dice prima di sedersi sul bracciolo di uno dei divani e guardando quei poveri sciagurati negli occhi. Dico sciagurati perché lei partirà con il suo interrogatorio tra tre, due, uno…
«Sentite, ma com’è vivere con questa rompipalle qui?» chiede lei sfacciatamente, indicandomi con il pollice e facendomi fare una bellissima figura di merda.
«Keli!» esclamo io, per tapparle la bocca e facendo ridere i ragazzi.
Tuttavia, non riesco a raggiungere il mio obbiettivo perché la signorina, quando parte, non la ferma nessuno fino a che lei non ha finito.
Sconfitta dagli eventi, mi siedo sul divano accanto a lei, sorridendo ad ognuna delle sue domande sfacciate. Cavolo, quanto mi era mancata la sua parlantina, le sue domande, i suoi commenti buffi su qualsiasi cosa, il suo modo di fare così sincero e così stravagante…
Noto che i ragazzi, al contrario di come immaginavo, si stanno divertendo parecchio e rispondono a qualsiasi domanda che la mia amica pone loro.
Carlos intanto si avvicina e si siede accanto a me.
«Come cazzo fai a sopportare una del genere? Dopo soli cinque minuti che eravamo in macchina, mi è venuto il mal di testa a forza di sentirla parlare.» mi bisbiglia all’orecchio ed io rido di gusto.
«È il mio esatto contrario, ecco perché ci siamo trovate subito.» rispondo sempre in un bisbiglio e torno a godermi la scena.
 Dopo pochi minuti Carlos si alza e mi fa segno che deve andare via, così mi alzo a mia volta e lo accompagno alla porta.
«Immagino che anche lei starà qui.» dico facendolo annuire. Gli sorrido per salutarlo e lui si avvia alla macchina rispondendomi con un semplice gesto della mano.
Torno dentro e non mi sorprendo nel vedere Keli intenta ad osservare la piscina ed il giardino dalla parete a vetri come se non avesse mai visto niente di simile.
«È un posto bellissimo.» commento facendola sussultare e sorridere.
«Altro che bellissimo. È stratosferico! Non mi avevi mai descritto la casa. Questa me la lego!» esclama con gli occhi lucidi, come se fosse una bambina piccola al parco giochi più bello del mondo.
Rido di gusto e la agguanto insieme alla sua valigia e, dopo essermi scusata con i ragazzi che mi osservano divertiti, salgo le scale ed entro in camera mia.
«Ehi, ma non ho ancora visto il resto della casa!» si lamenta la mia amica, prima di stendersi sul letto, che da oggi in poi condivideremo.
«Sì, sì, poi la vedrai.» le dico accondiscendente. «Adesso, però, rispondi. Perché sei qui?»
Lei si siede e mi sorride, dolcissima, per poi iniziare la sua spiegazione.
«Subito dopo che ieri mattina mi hai chiamata per la storia di Nicholas e Luke, ho telefonato a Carlos e gli ho spiegato la situazione. Allora lui mi ha subito prenotato un volo per Sydney ed eccomi qua.»
Rimango attonita. Ma sta scherzando?
«Cioè, tu ti saresti sorbita un volo di ben venti ore e avresti lasciato New York, l’estate che ti eri programmata per prepararti al college e tutto il resto, solo per venire qui da me?»
Lei annuisce e mi abbraccia fortissimo. «E secondo te, ti avrei lasciata da sola nelle condizioni in cui eri? Fino a che il “problema Nicholas” non sarà risolto del tutto, ricordati che io ti starò attaccata peggio di una cozza, è chiaro?»
Sorrido ed anche io la stringo forte.
Ma si può avere un’amica così? Non credo proprio. Lei non è umana, lei è un angelo, il mio angelo custode, che qualcuno mi ha mandato perché mi aiutasse. Ed io ringrazierò sempre quel qualcuno per avermi fatto un dono così immenso.
Non ci posso credere, ha rinunciato a tutto pur di aiutarmi. È pazza, ma la adoro ugualmente.
Lo so che è un po’ da egoisti, ma sono felicissima che l’abbia fatto. Questo mi dimostra per la miliardesima volta che lei è unica, fantastica, imparagonabile e che io sono più che fortunata ad averla come amica.
«Grazie.» riesco a dire, nonostante la voce rotta per l’emozione e le lacrime che hanno iniziato a scendere come fiumi.
Lei si scosta un po’ da me e ride notando in che condizioni sono.
«Non cambierai mai, ti emozioni con pochissimo!»
Rido  a crepapelle e mi asciugo le guance, anche se non ottengo l’effetto desiderato.
«Dai scema! È che… non me lo sarei mai aspettato.» ammetto abbassando lievemente la testa. Perché d’altra parte è vero. È stato un bel colpo trovarmela davanti così all’improvviso, devo ancora digerire bene la cosa.
Lei sorride soddisfatta ed apre la sua valigia, per poi iniziare ad osservare attentamente la cabina armadio e sorridendo, notando l’enorme spazio a disposizione che c’è per la sua infinità di vestiti.
Pochi minuti dopo ha già sistemato tutte le sue cose ed Ash si è offerto più che volentieri di farle fare il giro della casa. Benissimo, non vedo l’ora di sapere cosa mi dirà Keli sul batterista.
 
Quei due sono spariti da un po’, ma non me ne preoccupo. Sono più simili di quanto immaginano, entrambi sempre a pensare al sesso opposto. Ho la netta sensazione che ci saranno delle novità.
È da una mezz’oretta che mi ritrovo  da sola, in giardino, sdraiata su una delle amache, ad ammirare il paesaggio mozzafiato. Certo che, per quanto riguarda il panorama, New York ha molto da invidiare a Sydney. Non c’è paragone. Al pensiero di casa mia, sorrido e chiudo gli occhi, immaginandomi nelle strade affollate con il suono dei clacson che un po’ mi manca. Eh sì, ammetto che un po’ di nostalgia della Grande Mela c’è, ma sono felicissima ora come ora di essere a Sydney.
Sento il rumore delle foglie secche calpestate ed apro gli occhi, trovandomi di fronte il blu intenso di quelli di Luke.
Gli sorrido e mi metto seduta, per poi fargli cenno di mettersi accanto a me. Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte e, quando si butta a peso morto, l’amaca dondola paurosamente.
«Sempre con la grazia di un elefante, eh, Hemmings?»
Lo vedo sorridere ed i miei occhi si concentrano automaticamente sulle sue splendide ed adorabili fossette. Il mio cuore perde un battito, giusto uno solo, per poi iniziare a pompare più veloce.
Ok Leti, Luke ha solo sorriso, cerca di calmarti per l’amor del cielo!
«Hyle, non sei da meno, in quanto a grazia.» risponde il biondo divertito, facendomi ridere di gusto.
«Sei scemo.»
«E tu sei…» ma non finisce la frase, facendomi morire dalla curiosità.
«Io sono? Sentiamo dai!»
Lui arrossisce un po’ e poi fa cenno di no con la testa, come i bambini testardi. Però lui non sa di aver a che fare con la ragazza che ottiene sempre (o quasi) quello che vuole sapere.
Così mi avvicino a lui ed inizio a fargli il solletico. Lui all’inizio cerca di resistere, ma invano. Dopo neanche mezzo minuto inizia a dimenarsi sotto le mie mani mentre io mi diverto un mondo e continuo con questa buffissima tortura.
«Leti, basta, ti imploro!» esclama lui in preda alle risate.
«No, fino a che non finirai la frase!» gli dico seria, tornando a divertirmi come non mai.
Lui allora riesce a voltarsi e a fermarmi le mani. Si mette seduto e fissa i suoi occhi nei miei, mentre entrambi siamo preda del fiatone. Io sorrido e faccio per tornare all’attacco, ma lui mi blocca ed io inizio a divincolarmi, fino a che, non ci ritroviamo tutti e due a terra.
Inizio a ridere come una matta e lui, prima mi guarda sorto, poi si unisce a me.
Certo che la sua risata è cristallina ed è la più pura che abbia mai sentito. Mi fa sentire meglio…
Lo osservo e lui smette di ridere, incatenando i miei occhi a suoi.
Mi sorride e mi accarezza la guancia con la mano destra, dolcemente, con tocco lieve, come se avesse paura di farmi del male. Ed il mio cuore inizia ad essere una batteria.
Poi le dita della sua mano sinistra percorrono il perimetro delle mie labbra, facendomi finire il cuore in gola per la sorpresa.
Infine, con la mano destra mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi sorride.
Ed è come se mi sentissi in paradiso. Il cuore oramai non lo sento più. Dopo che ho sentito un tonfo nel petto, credo che riprenderà le sue attività tra un bel po’ di tempo. E lo stomaco, ne vogliamo parlare? Sembra pieno di un esercito di queste famose “farfalle nello stomaco”.
Ma perché quando c’è lui vicino, io devo sempre sentirmi così, eh? Qualcuno, gentilmente, avrebbe una spiegazione da darmi?
Non riesco a staccare i miei occhi da suoi. Quel blu intenso, un blu che mi ricorda tanto il mare limpido di ieri mattina, è peggio di una calamita per me. Mi manda in confusione!
Ad un tratto, sento le sue labbra a contatto con la mia fronte. È un bacio dolce, che forse dura un po’ di più di un bacio normale, ma non mi importa.
La cosa che ha appena catturato la mia attenzione è il fatto che il punto dove prima poggiavano le labbra del ragazzo, sdraiato comodamente sopra di me, sta andando letteralmente a fuoco. Brucia! Eppure è solo un innocuo bacio sulla fronte. E allora perché mi agito così?
Abbasso un po’ la testa, preda dell’imbarazzo, ma le dita di Luke mi alzano il viso piano, facendomi tornare a contatto con i suoi occhi.
«Sei perfetta.» dice in un sussurro, prima di sorridermi felice e baciarmi la guancia, anzi, l’angolo delle labbra, mandandomi completamente in tilt.
Poi lui fa leva sulle braccia e si alza, porgendomi la mano per aiutarmi a tornare in piedi.
Io, per tutta risposta, osservo quella mano, che poco prima era sulla mia guancia, come se fosse un tizzone ardente. Ma andiamo Leti, è solo una mano!
Mi rimetto in senso e la afferro, sentendo che la presa del ragazzo si fa forte sulla mia mano, ma allo stesso tempo delicata, come se volesse evitare di romperla.
Una volta in piedi ci sorridiamo e, mentre ci avviamo in casa, il suo braccio si posa sulle mie spalle. Non mi scosto, anzi, vorrei rimanere così per sempre. È una sensazione fantastica!




Letizia
Ma ciao a tutti! Sono finalmente tornata dall'Elba! E' stata una vacanza meravigliosa :D.
Pero... Vogliamo parlare dei 5sos ai VMA'S di stanotte?! No, meglio di no (sappiate solo che ho pianto come una fontana durante l'esibizione. Lo sapevo che avrebbero cantato "Amnesia" u.u)
Ed ora passiamo alla storia :3. E' arrivata Keli!!!!!! Eh eh eh, adesso sì che ne vedremo delle belle u.u. Ma i Luzia? Vogliamo parlare di loro? Sempre più dolci e teneri, awww. Beh, e questa è solo la parte di Letizia. Aspettate di leggere la parte di Luke ;).
Anyway, adesso ringrazio per benino tutti voi, perchè ve lo meritate :D, poi ho da dirvi una cosina ;). 
Allora, ringrazio prima di tutto tutte quelle persone che hanno recensito i capitoli che sonoo riuscita a postare in vacanza. Siete stati dolcissimi!
Poi ringrazio di cuore:
LavocediHemmo, littlemix1D, kocchi94, Alex_Horan, ameezy96, Dyx, hey_malik, Katycat98, Leaaa per aver messo la storia tra le preferite,
basichole, malec fire, xflowercrwons per aver messo la storia tra le ricordate,
Alohomora, I_am_Scricciolo, asia_2000, Aspasia Glaika, B98, Dramione_Lover265, frenckly, onedirectionismydream, Ridichetifabene, steffy27, thenefia, ZioVoldySuperstar, _letsitshine, _nonsocosascrivere_, _sonotrasgre, malec fire, _KyokoEliseHiyori_39 per aver messo la storia tra le seguite.
E adesso la cosa che dovevo dirvi. Siccome queste sono le ultime due settimane che posso sfruttare per bene per la storia prima che inizi la scuola (io la settiama dall'8 al 14 di settembre è bene che studi filosofia u.u), in queste due settimane posterò tre capitoli a settimana. Poi tornerò a postare due capitoli a settimana. Quindi ci vediamo mercoledì con il prossimo aggiornamento ;).
Bacioni e grazie di tutto dal più profondo del cuore, Letizia <3

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Capitolo 21
*** 21 . Nuovo arrivo ***


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21 . Nuovo arrivo
 
 
 
Luke
 
Che giornata! Non posso credere che, dopo tutto questo lavoro allo studio oggi per provare a buttare giù qualcosa per la canzone, alla fine non sia uscito niente di buono. Che palle!
Il testo faceva veramente pena, per non parlare poi della melodia! In parole povere? Un completo disastro! E tutti e cinque, cosa ci abbiamo rimediato? Un enorme mal di testa.
Sospiro e mi giro dall’altro lato. Questi divani sono i più scomodi del mondo per dormire, ma erano la prima cosa che si era presentata davanti a noi per riposare un po’. Letizia, invece, ha saggiamente deciso di andare in camera sua.
Sorrido, ripensando a stamattina, a come abbiamo lavorato bene insieme, tutti e cinque, come se lo facessimo da sempre. E sì, Carlos aveva proprio ragione su Letizia. Cavolo, sembrava un’altra persona: decisa, spigliata, energica, non perdeva tempo, cercava sempre di sostenere il morale a tutti.
Wow, mi ha veramente colpito, in positivo certo, ma sono rimasto ugualmente sorpreso.
Ad un tratto, il rumore di passi che oramai conosco a memoria si fa sentire sulle scale, riportandomi sulla terra, e Letizia fa il suo ingresso.
Ci sorride per salutarci, come suo solito e va in cucina, da cui dopo qualche minuto inizia a provenire un buonissimo aroma di caffè.
In effetti, un po’ di caffeina, non farebbe mica male, viste le condizioni in cui siamo.
Faccio per alzarmi in piedi, ma il suono assordante del campanello mi fa rimettere subito seduto. È un colpo troppo pesate per il mio mal di testa.
Letizia sbuffa e va ad aprire e noto che è abbastanza incavolata. Ok, forse quando ha il mal di testa diventa un pochino intrattabile? Speriamo allora che non ricapiti più una giornata come questa!
«Ehi!» sento dire da una voce maschile, che poi identifico come quella di Carlos.
«Serve qualcosa?» chiede invece Letizia, con voce stanca senza salutare. Ok, seriamente, la prossima volta lavoreremo nella sala prove qui a casa. Almeno non ci stancheremo così tanto!
Carlos non le risponde ma entra in casa e ci saluta con un cenno della mano, poi per rivolgersi di nuovo alla ragazza.
«Ah, ho una cosa per te. Vai a vedere in macchina.» dice andando in cucina, probabilmente attirato dall’odore del caffè.
Sento Letizia che sospira ed esce, lasciando aperta la porta. Carlos, invece, torna in salotto con un vassoio in mano, su cui vediamo quattro tazzine piene di caffè e qualche panino. Senza troppi complimenti Ash e Cal si fiondano sul mangiare, mentre Mikey ed io ci beviamo con calma la bevanda.
«Questo caffè l’ha fatto Letizia.» commenta poco dopo Mikey con un sorriso sulle labbra.
In effetti è vero, non ci avevo fatto caso. Lei è l’unica che, tra noi cinque, riesca ad usare decentemente la caffettiera e fare un buon caffè.  Sorrido anche io e finisco di bere, poi inizio a mangiare, mentre Carlos si siede davanti a noi, con un bel sorriso stampato sul volto.
«Beh, tra qualche minuto avrete una nuova ospite.» dice, facendoci ammutolire.
«E chi sarebbe?» chiede Ash che, sentendo che verrà una nuova ragazza in casa, si è subito messo sull’attenti.
Carlos ride di gusto e poi risponde. «Si tratta di Keli.»
E allora capiamo. La famosa Keli, la migliore amica di Letizia è venuta qui?
«Come mai è venuta?» domanda Cal, incuriosito.
«Basta che pensiate a quello che è successo ieri.» dice l’uomo. Ed ora tutto quadra.
Guardo Michael, e lui sembra aver capito cosa intendo.
Tutti noi ci voltiamo verso l’uomo e diamo una risposta unanime, «Nicholas.» e lui annuisce.
Non facciamo in tempo ad approfondire l’argomento, perché delle voci femminili si fanno sentire da fuori e poco dopo Letizia entra in salotto, seguita da una ragazza bionda ed un pochino più bassa di lei. Quest’ultima ci osserva con fare curioso e la mora fa le presentazioni.
«Ragazzi, lei è Keli. Keli, loro sono Michael, Calum, Luca ed Ashton.»
Lei fa un mega sorriso e ci saluta con la mano.
«È un piacere!» dice prima di sedersi sul bracciolo di uno dei divani e guardandoci dritti negli occhi.
«Sentite, ma com’è vivere con questa rompipalle qui?» chiede lei divertita, indicando l’amica con il pollice e facendola arrossire un po’.
«Keli!» esclamo Letizia, per tapparle la bocca e facendo ridere noi altri. Ma è come se la bionda non avesse sentito ed inizia a farci una sfilza di domande, a cui noi rispondiamo divertiti.
Ash è il primo a rispondere e noto con piacere che sta osservando questa Keli con occhio molto languido. Beh, è la prima volta che lo vedo in queste condizioni appena vede una ragazza per la prima volta. Chissà come andrà a finire questa storia.
Con la coda dell’occhio noto Carlos e Letizia bisbigliare accanto a Keli e, ad un tratto, la mora ride divertita, facendo perdere svariati battiti al mio cuore. Cazzo, possibile che con ogni suo piccolo gesto, io vada in tilt?
Sospiro e continuo a seguire la scena, divertendomi come un matto.
Certo che questa Keli è simpatica. Molto chiacchierona, ma simpatica. È l’esatto opposto di Letizia, questa è la prima cosa che salta subito all’occhio, e forse è per questo che loro due si trovano così bene insieme.
Dopo qualche minuto Carlos si alza e ci saluta con un cenno della mano, per poi essere accompagnato da Letizia alla porta. Intanto Keli, che ha appena finito il suo interrogatorio, si alza e va alla vetrata, probabilmente attirata dalla piscina, la prima cosa del giardino che salta agli occhi.
«Wow…» le sento dire, e sorrido notando come Ash la sta squadrando da capo a piedi.
Letizia intanto torna in casa e si avvicina all’amica.
«È un posto bellissimo.» le dice facendola sussultare e sorridere.
«Altro che bellissimo. È stratosferico! Non mi avevi mai descritto la casa. Questa me la lego!» esclama la bionda, facendo sorridere Ashton come un ebete.
Sento Letizia ridere di gusto e, dopo essersi scusata con noi, sale in camera sua, seguita dalla bionda e dall’enorme valigia di quest’ultima.
Finalmente mi alzo in piedi e mi stiro un po’. Cavolo, devo proprio fare una dormita come si deve.
Vado in cucina a mettere a posto la roba e sento Ash sospirare.
«Ed ora che hai fatto, sentiamo?» domanda divertito Michael, mentre io torno in salotto e vedo il batterista alzarsi in piedi e mettersi le mani tra i capelli.
«Ma l’avete vista?» chiede, ovviamente riferendosi alla nuova ospite.
«Certo che l’abbiamo vista, non siamo mica cechi!» esclama divertito Calum, facendo ridere a crepapelle Mikey e me, mentre Ash sbianca.
«Allora non avete capito niente.» continua il riccio iniziando a percorrere il perimetro della stanza a grandi falcate.
«Sei già cotto a puntino?» chiedo, scatenando le risate sguaiate degli altri due, mentre lui mi guarda per un attimo prima di diventare rosso pomodoro e distogliere lo sguardo.
Rido di gusto e mi avvicino a lui.
«Ah, l’amore…» dico sospirando per prenderlo un po’ per il culo.
Lui, per tutta risposta, mi batte un pugno sulla spalla e mi dice qualcosa che mi lascia spiazzato. «Te non puoi dire assolutamente niente. Che mi dici delle attenzioni che dai a Letizia? Sono diverse da quelle che davi ad Aleisha. Ce ne siamo accorti tutti qui, meno che te.»
Sto zitto un attimo, per riordinare un po’ le idee e per tornare in sesto, prima di rispondergli.
«Ok, è vero, le dedico parecchie attenzioni. Ma è una cosa diversa da quella che provavo per Aleisha. Lei mi piaceva, Letizia invece è semplicemente un’amica, molto importante, ma è un’amica.»
Lui annuisce, imitato dagli altri.
«Certo, certo, dite tutti così.» commenta il batterista e cambia argomento. «E se chiedessi a Keli di farle fare un giro per la casa? Non sarebbe una cattiva idea!»
Così corre su, lasciando noi altri con un punto interrogativo immaginario sulla fronte.
 
È da un bel po’ che Keli ed Ash sono spariti. Non voglio sapere nessun particolare se per caso è successo qualcosa tra quei due, anche se credo che non starebbero male insieme. Poi vedremo…
Però ho notato che anche Letizia è sparita. Dove diamine sarà finita?
Poso il libro che stavo leggendo sulla poltrona della libreria e passo dal salotto per uscire in giardino. L’aria fresca di questa sera mi fa rabbrividire leggermente e mi stingo un po’ nella felpa. Vago con lo sguardo alla ricerca della mora e, appena la vedo sdraiata su un’amaca, mi avvio verso di lei.
I miei passi tradiscono la mia presenza, a causa delle foglie secche che rompo passandoci sopra.
Letizia apre gli occhi e mi sorride, mettendosi poi seduta e facendomi segno di mettermi accanto a lei. Non me lo faccio ripetere due volte e mi lascio andare a peso morto sull’amaca, facendola muovere pericolosamente. Ops, forse ho esagerato…
«Sempre con la grazia di un elefante, eh, Hemmings?» commenta lei divertita.
Sorrido e mi sistemo un po’ meglio a sedere.
«Hyle, non sei da meno, in quanto a grazia.» rispondo facendola ridere di gusto.
Cavolo, possibile che tutta la bellezza di questa mondo sia contenuta in una semplice risata? Nella sua? È possibile una cosa del genere?
«Sei scemo.» mi dice lei, facendomi tornare con i piedi per terra.
«E tu sei…» ma non finisco la frase. Vorrei dire una cosa, ma non so se faccio bene. È quello che penso, ok, ma non vorrei ferirla…
«Io sono? Sentiamo dai!» mi incita lei, e dal tono della sua voce capisco che è curiosa.
Sento le guance iniziare ad andare a fuoco  e nego visibilmente con la testa, quasi fossi un bambino capriccioso. Ma non importa, lei non mi tirerà fuori assolutamente niente!
Lei, per tutta risposta, si avvicina a me ed inizia a farmi il solletico. Cerco in tutti i modi di non crollare, ma non ci riesco, è più forte di me! Inizio a dimenarmi come uno scemo e cerco di togliermi di dosso questa tortura.
«Leti, basta, ti imploro!» esclamo in preda alle risate, sperando che lei smetta il prima possibile.
«No, fino a che non finirai la frase!» risponde lei seria, tornando a torturarmi.
Ala fine, però, riesco a voltarmi e le fermo le mani. Mi metto seduto e la guardo dritto negli occhi, sentendomi in trappola. I suoi occhi sono qualcosa di unico, spesso mi fanno sentire piccolo da quanto sono intensi.
Lei sorride e fa per continuare con il solletico, ma la blocco di nuovo e lei inizia a divincolarsi, facendoci trovare entrambi a terra.
Lei inizia a ridere di gusto ed io la sguardo, inizialmente non capendo, poi però mi unisco a lei.
Che sensazione fantastica! È qualcosa di indescrivibile. Sembra di stare in paradiso…
I suoi occhi mi osservano profondamente ed io smetto di ridere, perdendomi in quel marrone caldo e dolce. È come una calamita, da cui non riesco mai a stare lontano.
Le sorrido e le accarezzo piano la guancia con la mano destra, non vorrei farle male. Non l’avessi mai fatto! Dio, la sua pelle sembra seta, è così fresca…
Ok Luke, adesso ti calmi, è una ragazza come le altre, e a tante ragazze hai accarezzato il viso. Allora perché reagisco così con lei, sentiamo?
Con le dita della mano sinistra, invece, passo sulle sue labbra, tracciandone il contorno. Come sono morbide e calde…
Il cuore batte fortissimo, quasi volesse superare un record di velocità. Ma non mi importa.
Mi sento ipnotizzato. È come se lei avesse un qualcosa che mi attira a lei e non mi lascia andare…
Lascio la sua guancia e con le dita le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sorrido.
È una ragazza fantastica, su questo non si discute…
I nostri occhi sono incatenati tra loro, come se ci fosse una specie di magia che li lega.
Il cuore sta facendo di tutto pur di uscire dal petto. Credo che da un momento all’altro potrei seriamente impazzire…
Chiudo gli occhi e mi lascio guidare dall’istinto e dal cuore.
Poso le mie labbra sulla sua fronte e la bacio, a lungo, riuscendo finalmente a sentire il profumo della sua pelle. Un profumo buono, non di quelli che vendono nei negozi. Questo è il suo profumo, che sa di lei…
È una sensazione bellissima. Mi sento il cuore in gola ed un vuoto nello stomaco.
Mi stacco da lei e sento le labbra bruciare. E che cavolo! È un semplice bacio, e allora perché reagisco così? Uffa, ci rinuncio, spero solo che qualcuno sappia capirmi meglio di me stesso.
Lei abbassa la testa e noto le sue guance colorarsi un po’ di rosso. Questa cosa mi fa letteralmente andare fuori di testa e continuo a farmi guidare dal cuore.
Alzo il suo viso con le dita, facendo tornare i nostri occhi a contatto.
E trovo finalmente il coraggio di finire quella frase. Ora come ora, non importa delle conseguenze, voglio solo lei lo sappia.
«Sei perfetta.» le dico sorridendole, perché mi sento felicissimo di averglielo detto. Come ciliegina sulla torta, le bacio l’angolo delle labbra e per un istante, riesco a sentire quelle labbra calde e morbide sulle mie. Vengo invaso da milioni di brividi e mi allontano. Che cazzo mi sta prendendo?
Sarà meglio che mi tolga da sopra di lei, la sto schiacciando con tutto il corpo.
Faccio leva sulle braccia ed in un attimo sono in piedi. Le porgo una mano per aiutarla ad alzarsi e lei la guarda stranita per un tempo che mi sembra senza fine. Poi però la afferra e la tiro su, tenendola stretta, ma evitando di farle male.
Una volta che lei è in piedi ci sorridiamo e, mentre ci avviamo in casa, poso il braccio sulle sue spalle, facendo entrare a contatto i nostri corpi.
Wow, mi sembra di essere a casa in questo preciso momento! Quanto vorrei non dovermi allontanare da lei… Mi sembra di poter toccare il cielo con la punta delle dita da quanto sono felice!




Letizia
Bella gente, buon dì! Come promesso, ecco il secondo aggiornamento di questa settimana :).
E qui abbiamo qualche "rivelazione", eh eh eh. Ashton e Keli, che ne pensate? Personalmente li adoro *^*. Ma i Luzia, anche in questo capitolo, ne vogliamo parlare? Fate conto, sono morta e resuscitata quattro o cinque volte mentre scrivevo questo capitolo *^*.
Anyway, ringrazio di tutto cuore tutte quelle persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite. Siete tantissimi, e non sapete quanto mi staite facendo felice! Poi ringrazio in modo particolare: Ally Hemmings 1D, onedirectionaremydream, xKikka, Hazel_, alexaval34, ashton_irwin94, S_V_A_G, Brooklyn_Baby per aver recensito lo scorso capitolo :).
Grazie di tutto, sul serio! Ci sentiamo venerdì, con il terzo aggiornamento della settimana ;). A presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3>
P.s.: So che non c'entra niente, ma questo è Nicholas (ve lo avevo promesso che vi avrei messo il presta volto ;))
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Capitolo 22
*** 22 . Parole e note ***


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22 . Parole e note
 
 
 
Letizia

L’aria fresca che c’è qui in spiaggia questo pomeriggio mi fa venire la pelle d’oca. Mi stringo un po’ di più il cappotto addosso, ma è inutile, la brezzolina entra anche attraverso i vestiti.
Mi volto verso gli altri, tranquillamente sdraiati sugli scogli, quegli scogli su cui mi ero seduta due giorni fa per pensare un po’.
«Che fai lì imbambolata?» mi chiede Keli seduta accanto ad Ash.
«Nulla di che.» le rispondo avvicinandomi. Lei mi fa segno di sedermi accanto a lei e, per farmi un po’ di spazio, in poche parole si attacca ad Ash, a cui non dispiace per niente la sua presenza.
Le sorrido e mi siedo, osservandoli curiosa. È arrivata ieri, eppure sembra che conosca questi quattro scemi da sempre. Keli è così, se una persona la colpisce dal primo giorno in cui le parla, lei si affeziona e nessuno se la toglie più di torno!
Non è una tipa appiccicosa o possessiva, anzi, è una ragazza che dà molta libertà agli altri. Solo che se una persona la colpisce fin da subito, beh, si può star sicuri che questa persona è quella giusta, qualunque cosa diventerà per Keli (amico, fidanzato, confidente ecc.).
E, come avevo previsto, Ash l’ha colpita, e in che modo poi! Nel migliore, a mio avviso. Non fanno che stare sempre insieme, chiacchierare fitto fitto e sorridersi dolcemente
Li osservo e sorrido, felice di notare come si completano, mentre loro si guardano negli occhi e ridono complici. Certo che come coppia non sarebbero mica male, anzi! Sarei la loro prima supporter se dovesse accadere!
Però non riesco a prestare bene l’attenzione su Keli ed Ash, perché ormai da qualche minuto sento lo sguardo di qualcuno addosso. Così mi volto lentamente vero sinistra e davanti a me noto gli occhi blu di Luke intenti a fissarmi.
Appena i nostri sguardi si incontrano, ci sorridiamo timidamente e sento qualcosa nella pancia, come se d’un tratto avessi un buco, ma un buco che non da fastidio, tutt’altro…
Il biondo mi fa cenno di sedermi accanto a lui facendomi tornare con i piedi per terra, e non ci penso due volte ad andarci.
«Vi lascio soli, coppietta bella.» sussurro a Keli nell’orecchio facendola arrossire fino alla punta delle orecchie. Rido piano, ricevendo un’occhiata stranita da parte di Ash. Gli faccio segno che non è niente e vado dal biondo.
Luke sposta la sua giacca nera ed io finalmente mi siedo. Neanche il tempo di fare uno sbadiglio, che sento delle dita che si divertono a farmi il solletico sul collo e sulla schiena. Bene, il signor Hemmings ha appena scoperto i miei punti deboli, ora si che sono fottuta!
Inizio a dimenarmi come una pazza, mentre il biondo aumenta la tortura.
Gli altri non si curano di noi due e parlano del più e del meno. Solo Keli, ogni tanto, mi lancia delle occhiatine maliziose, facendomi montare l’irritazione. Irritazione data dal fatto che lei è stramegaultraconvinta che tra Luke e me ci sia del tenero, ma che nessuno dei due riesce a capirlo.
Ed io le ripeterò fino alla morte che tra lui e me non c’è assolutamente niente. Lui è una delle persone più importanti della mia vita, ma la cosa finisce qui.
L’ennesimo passaggio delle dita del biondo sul mio collo, mi fa sobbalzare e torno con i pensieri sulla terra.
Cerco di togliermelo di dosso, ma niente da fare, è troppo pesante ed io non sono abbastanza forte per spingerlo di lato
«Dai Luke, smettila!» gli dico in preda alle risate. Ma lui niente e, con uno dei suoi migliori sorrisi sulle labbra, continua a farmi il solletico, individuando ogni mio punto debole di volta in volta che sposta la mano.
«No. Mi sto vendicando di ieri pomeriggio, cosa credi?» chiede lui continuando a divertirsi con me.
Dopotutto, però, non è male che siano queste mani, le sue, a farmi il solletico. È una sensazione molto gradevole… Letizia, basta pensare in questo modo, alla fine rovinerai tutto.
Ed è grazie a questo pensiero che riesco a sottrarmi finalmente da quella tortura. Mi rimetto in sesto, composta, come se non fosse successo niente. Però ho una brutta sensazione. Così mi volto verso il biondo e mi sento morire, intuendo che la brutta sensazione riguardava quel benedetto ragazzo.
Fino ad un istante prima i suoi occhi sprizzavano luce, adesso sono solo opachi, senza quella loro vitalità che adoro. E di chi sarà mai la colpa? Della sottoscritta, come sempre, perché io alla fine sono brava solo a rovinare i rapporti con gli altri. L’ho ferito, ancora una volta, e lui, nonostante tutto, rimane con me. Perché?
E allora, in preda a quello che mi dice il cuore, mettendo a tacere tutti i miei pensieri, lo abbraccio forte, per fargli capire che non voglio ferirlo, in nessun modo. Anche se gliel’ho detto, le parole non bastano, devo riuscire a dimostrarglielo con i miei gesti e le mie azioni.
«Scusami.» gli sussurro, e sento le sue braccia stringermi forte a lui.
«Se mi abbracci, passa tutto subito, tranquilla.» risponde Luke, facendomi sorridere.
«Allora vuol dire che ti abbraccerò più spesso!»
Lui, per tutta risposta, ride di gusto e mi abbraccia ancora più forte di prima, con quel suo fare timoroso e dolce, come se non volesse mai farmi male. Gli bacio la fronte e vedo comparire le sue adorabili fossette. Sorrido anche io, rincuorata dal fatto che ho “sistemato” il mio errore.
Però resta il fatto che, nonostante tutta la mia buona volontà, riesco solo a ferirlo e a fare pasticci.
Sento qualcosa scattarmi dentro e sciolgo subito l’abbraccio, lasciando Luke con un punto interrogativo immaginario sulla fronte.
Gli sorrido e cerco affannosamente una penna e la mia inseparabile Moleskine nera.
Stappo la penna e le mani scrivono da sole le frasi che mi sono nate nel cuore.
Le rileggo ancora una volta, soddisfatta in pieno, e mi alzo in piedi con il braccio steso verso il cielo e la mano che regge la Moleskine aperta, attirando l’attenzione di tutti.
«Che è successo?» chiede Cal, guardandomi con aria preoccupata.
Sorrido a tutti, abbasso la mano, e leggo quei pochi versi nati dal cuore.
Gli altri, però, mi guardano come se fossi un alieno. Solo Luke sembra aver capito.
«Gente, è una strofa per la canzone.» spiego.
E finalmente Cal, Mikey ed Ash si svegliano dal loro letargo e vengono ad abbracciarmi.
«E brava la mia lupacchiotta!» esclama il mio migliore amico, facendo impensierire Keli.
Rido osservando l’espressione buffissima della ragazza e le faccio cenno di avvicinarsi all’abbraccio di gruppo, a cui poco dopo si unisce anche Luke.
«Non male piccoletta! Mi piace!» commenta Ash, con uno dei suoi sorrisi stampati in faccia. Per ripicca, perché odio essere chiamata piccoletta, gli tolgo la bandana e gli scompiglio i capelli.
Lui si ritrae subito e va a rifugiarsi da Keli, che mi guarda, scherzando, come se avessi fatto il torto più grande del mondo al suo bambino.
Rido di gusto e mi siedo di nuovo, imitata presto dagli altri.
«Prova un po’ a cantarle.» mi dice Cal, con aria interessata.
Lo faccio e sia lui che Luke si guardano complici, prima che il biondo prenda la chitarra che si era portato dietro ed un quaderno, su cui riscrive la strofa ed inizia a provarci sopra qualche accordo.
Dire che sono ipnotizzata dalle dita di Luke che corrono sulle corde dello strumento, beh, è molto riduttivo. Con quelle mani, lui riesce a creare melodie pazzesche, di quelle che tolgono il fiato ogni volta che le ascolti. È semplicemente fantastico…
Sono ancora nel mio stato di trance e non mi accorgo che hanno finito fino a quando gli occhi meravigliosi di Luke mi si parano davanti, facendomi sobbalzare.
«Ci sei?» chiede con fare divertito.
Annuisco. «Fallo un’altra volta e sei morto. Mi hai fatto prendere un bello spavento!»
«Scusa.» dice a voce bassa, in un sussurro che riesco a sentire solo io, prima di scompigliarmi i capelli. «Adesso che sei tornata nel mondo dei vivi, ascolta.» continua, iniziando a suonare lo strumento e cantando quelle poche righe che ho scritto, riuscendo ad incantarmi subito.
Che dire? Mi dimostra ancora una volta il perché io li adori. La sua voce, quella melodia, il modo in cui ha cantato quelle parole, è perfetto.
Sento gli occhi che iniziano a farsi lucidi e a pungere un po’. Non riesco a trattenermi e sento che non una, ma molte lacrime mi stanno rigando e guance in questo preciso istante.
Noto con la coda dell’occhio che Keli corre da me e mi abbraccia forte. Ma so che non è preoccupata. Ormai è abituata a vedermi piangere quando li ascolto cantare.
Invece i quattro ragazzi mi guardano sbigottiti e si avvicinano piano.
Luke è quello più terrorizzato di tutti e mi guarda preoccupatissimo.
«Ragazzi, state tranquilli. È una cosa normale che pianga sentendovi cantare. Dopotutto, sono o non sono una vostra fan?»
A queste parole, i ragazzi tirano un gran sospiro di sollievo e mi abbracciano di nuovo, primo tra tutti il biondo, che mi bacia la fronte, facendomi sentire la ragazza più felice di questo mondo.
Poi arrivano gli altri e li lascio fare con piacere. Come ogni fan che si rispetti, un abbraccio con i miei idoli non me lo perdo per niente al mondo!




Letizia
Ciao bellissimi! Come state? Spero bene :D.
Ma passiamo alla storia, che qui ci soo delle novità ;). Allora, FINALMENTE HANNO INIZIATO A SCRIVERE LA CANZONE!!!!!!!!!! Era anche l'ora, voi che dite?
Poi ci sono Keli ed Ashton :3, che per me sono l'amore, awww, troppo patati!!! Molte di voi nelle recensioni hanno optato per Kashton come nome della coppia. e allora Kashton sia ;).
Ed i Luzia, invece? Che ne pensate di loro? Aspettate di leggere il POV di Luke lunedì sulla faccenda ;).
Io ringrazio sul serio con tutto il cuore tutte quelle persone che mettono la storia tra le preferite, ricordate, seguite. Non avete idea di quanto mi facciate felici :D!!!
E poi ringrazio di tutto cuore xKikka, DarkAnegl1, ehjpeeta, Ally Hemmings 1D, Hazel_, S_V_A_G, cliffordsjuliet, ashton_irwin94, Jade_Horan, Themusicismyboyfriend, onedirectionaremydream, Live_for_read_write per aver recensito lo scorso capitolo.
Un'ultima cosa, poi mi dileguo. 
Spazio pubblicità: mi permetto di fare la pubblicità queste storie, dovreste seriamente darci un'occhiata ;).
cliffordsjuliet - Hold my hand http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2784377
Loud - Miss Nobody http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2540022
fakeasmileandcarryon - I woke up with amnesia http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2709186
FreeSpirit_ - The Liar Friend http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2678257
DarkAngel1 - Mask http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2781991
DarkAngel1 - Who was wrong? http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2545662
Silversa - This is our reality http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2716053
Bene, adesso ho seriamente finito, ahahah :D. Ci sentiamo lunedì con il prossimo aggiornamento! A presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3
P.s: Per chi mi volesse contattare per qualsiasi cosa, sono su Facebook (https://www.facebook.com/profile.php?id=100005096297521) e su Twitter (@Letizia2597). Bacio di nuovo <3

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Capitolo 23
*** 23 . Dalla realtà alla poesia ***


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23 . Dalla realtà alla poesia
 
 
 
Luke
 
Certo che Mikey ha avuto proprio una buona idea: venire al mare tutti insieme. È da parecchio tempo che non lo facevamo e, forse, ne abbiamo bisogno per staccare un po’ la spina.
L’unico problema è che, a stare seduti sopra uno scoglio, dopo un po’ iniziano a far male sia il fondoschiena che le gambe. Altra cosa? Sono troppo stanco (e pigro) per alzarmi e sgranchirle un po’.
L’unica ad essere in piedi è Letizia, con gli occhi rivolti verso il mare limpido, come il cielo di questo pomeriggio. Sembra così assorta nei suoi pensieri, quasi si stesse rifugiando nel suo mondo in cui, probabilmente, non penserebbe più a quello stronzo di Nicholas.
Sospiro pesantemente, per allentare i brutti pensieri su di lui e torno a prestare attenzione alla mora.
Non so perché, ma da ieri pomeriggio non riesco a staccarle gli occhi di dosso…
Sarà per i suoi occhi, sarà per il suo sorriso, sarà per il suo essere così semplice e così vera, chi può saperlo. Ho solo la certezza di non voler perdere neanche il minimo gesto di questa fantastica ragazza. Perché sì, lei è fantastica, qualsiasi cosa faccia e con qualunque modo usi per farla.
Lei si volta verso di noi e Keli si allontana un pochino da Ash, lasciandolo con un pugno di mosche in mano. Poverino, un po’ lo capisco. È seriamente cotto a puntino, il classico colpo di fulmine. Però sembra che anche la bionda sia parecchio interessata… Mah, vedremo come si evolverà tutta questa storia.
«Che fai lì impalata?» chiede Keli alla mora.
«Nulla di che.» risponde lei avvicinandosi. La bionda le fa segno di sedersi accanto a lei e, per farle un po’ di spazio, torna molto vicino ad Ash, facendogli nascere sul viso uno dei suoi migliori sorrisi.
Sorrido anch’io nel vedere la faccia del batterista, per poi tornare ad osservare Letizia, voltata verso Ash e Keli. Anche sul suo viso riesco a notare un sorriso dolce. Probabilmente è contenta per l’amica, chi lo sa…
Ad un tratto la mora si volta lentamente ed i nostri sguardi si incontrano. Ci sorridiamo timidamente e sento qualcosa muoversi velocemente nel petto.
Cavolo, eppure mi ha solo sorriso… Sarò anche egoista, ma vorrei tanto che si sieda accanto a me, giusto per un po’.
Così, senza neanche pensarci due volte, le faccio cenno di venire da me. Lei sussurra qualcosa a Keli e poi mi vieni vicino. Sposto quindi la giacca e lei finalmente si siede. Bene, adesso posso anche attuare la mia piccola vendetta personale… Sembrerò un bambino, ma adoro divertirmi con Letizia, per poter sentire la sua risata anche solo una volta.
Così inizio a farle il solletico sul collo e sulla schiena. Lei inizia subito a muoversi e a ridere, mentre io continuo con la tortura. Non mi interessa se gli altri ci stanno guardando. Tutta la mia attenzione è concentrata sulla ragazza davanti a me e sul suono della sua risata, cristallina e viva, che riesce sempre a darmi i brividi.
Intanto Letizia cerca di spostarmi, ma invano. Sono troppo pesante per lei.
«Dai Luke, smettila!» esclama ridendo.
«No. Mi sto vendicando di ieri pomeriggio, cosa credi?» le chiedo, con il sorriso sulle labbra, continuandole a farle il solletico. Ma alla fine riesce a spostarmi e si mette seduta, composta, come se non fosse successo niente, come se l’avessi infastidita.
E che cazzo però, io non so più cosa fare con lei. O la faccio piangere o la infastidisco. Mi manda così in confusione… Però, a parte questo, adoro stare in sua compagnia. Lei è fantastica anche per questo, perché non fa mai sentire nessuno di troppo.
Sono ancora immerso nei miei pensieri e non mi accorgo che Letizia si è mossa, fino a che non sento due braccia stringermi forte.
«Scusami.» mi dice lei, facendomi tranquillizzare subito.
La abbraccio forte anche io e le rispondo. «Se mi abbracci, passa tutto subito, tranquilla.»
Sembro un bambino, ma non mi importa. Con lei riesco a vedere tutto attraverso gli occhi di quel bambino che è in me. Letizia sostiene che ogni persona non abbandona mai del tutto la sua parte infantile, e sto iniziando a darle ragione, perché alla fine è vero. È grazie alla nostra parte bambina che riusciamo a stupirci ancora del mondo e delle persone intorno a noi.
«Allora vuol dire che ti abbraccerò più spesso!» esclama, facendomi ridere di gusto. I suoi abbracci saranno sempre ben accetti, si questo non c’è alcun dubbio.
La stringo ancora più forte a me, piano, per evitare di farle male. Sento le sue labbra posarsi sulla mia fronte e sorrido, mentre il cuore smette di battere per qualche istante per poi ripartire più veloce.
Ad un tratto Letizia scioglie l’abbraccio, riportandomi a contatto con la realtà. La guardo storto e lei mi sorride, per poi tirare fuori dalla borsa una penna ed una Moleskine nera.
Scrive concentratissima, come se non volesse dimenticarsi quello che ha in testa. Poi si alza in piedi, con il braccio steso verso il cielo e la mano che tiene la Moleskine aperta, attirando l’attenzione generale.
«Che è successo?» chiede Cal preoccupato, togliendomi le parole di bocca.
Lei, per tutta risposta, sorride e legge quello che ha appena scritto.
E allora capisco perché Letizia sia così contenta. Però, mentre gli altri cercano di capire, i miei pensieri vanno a finire sul significato di quella frase.           
Sento un colpo al cuore. Non so, forse sarò anche abbastanza egocentrico a pensarla in questa maniera, ma ho la netta sensazione che quelle poche frasi parlino di lei e di me.
La guardo di sottecchi e scuoto vivamente la testa.
No, è assolutamente impossibile una cosa del genere. Assolutamente. Impossibile.
Torno ad osservare gli altri, evitando accuratamente di pensare.
Sembra che gli altri componenti della band non abbiano capito, allora lei si spiega.
«Ragazzi, è una strofa per la canzone.»
Sorrido, nel vedere il cambiamento di espressione sulle facce dei ragazzi che vanno ad abbracciare immediatamente la mora.
«E brava la mia lupacchiotta!» esclama Mikey, chiamandola con quel soprannome che ancora non sopporto, ma che Letizia adora.
Keli li guarda preoccupata e la mora ride vedendo la sua espressione e le fa cenno di avvicinarsi all’abbraccio di gruppo, a cui mi aggiungo anche io.
«Non male piccoletta! Mi piace!» dice Ash sorridente. Il batterista ha appena fatto un passo falso.
Letizia odia essere chiamata piccoletta, così senza tanti complimenti, gli toglie la bandana e gli scompiglia i capelli. Lui si ritrae subito e, come scusa, va da Keli, che osserva la sua amica divertita.
La mora ride di gusto e si siede di nuovo, imitata presto da tutti noi.
«Prova un po’ a cantarle.» le dice Cal, con aria interessata.
Ha avuto la mia stessa idea. Non vedo l’ora di sentirla cantare dal vivo.
Ammetto che non ho mai ascoltato nessuna delle sue canzoni, ma posso affermare che, da quando l’ho sentita cantare in studio per la prima volta, mi sono innamorato della sua voce.
Lei inizia, ed è come se il mondo si fermasse per un attimo. La sua voce è strabiliante, dai toni alti e con una delicatezza disarmante.
Quando finisce, Cal ed io ci guardiamo subito, capendoci al volo. Così prendo la chitarra che mi ero portato dietro (fortuna che l’ho fatto) ed un quaderno, su cui riscrivo la strofa ed inizio a provare qualche accordo che possa funzionare bene.
Mi immergo nel mio mondo, lontano da tutto e da tutti. Le note mi prendono completamente, facendomi provare quei brividi che tanto adoro. Le punta delle dita, che corrono sulle corde dello strumento, nonostante siano incallite, riescono a farmi sentire libero, come una nuvola.
Quando finisco, Cal mi batte il cinque. Mi volto verso Letizia per sapere che cosa ne pensa. Lei, per tutta risposta, sobbalza.
«Ci sei?» chiedo, divertito dalla sua reazione.
Lei annuisce. «Fallo un’altra volta e sei morto. Mi hai fatto prendere un bello spavento!»
«Scusa.» dico a voce bassa, in un sussurro, prima di scompigliarle i capelli. «Adesso che sei tornata nel mondo dei vivi, ascolta.» continuo, iniziando a suonare lo strumento e cantando quelle poche parole che ha scritto. Non è male. Abbiamo ancora tanto da fare, ma almeno abbiamo un buon punto di inizio.
Quando finisco di suonare, noto che Keli sta abbracciando forte Letizia che ha gli occhi rossi e lucidi e sta piangendo. Oddio. E adesso che diavolo le è successo?
«Ragazzi, state tranquilli. È una cosa normale che pianga sentendovi cantare. Dopotutto, sono o non sono una vostra fan?»
A sentire queste parole, tiro un gran sospiro di sollievo e la abbraccio forte, baciandole la fronte.
È così tenera e così emotiva, che prima o poi mi farà impazzire.




Letizia
Buon giorno a tutti cartissimi! Allora, questi ultimi giorni di vacanza come vanno? Cioè gente, siamo già al 1° di settembre o.O !!!! Non ci credo ahahah, quest'estate è volata in un soffio! Beh, do l'in bocca al lupo a tutti quelli che in questa settimana avranno gli esami di recupero o di riparazione :). Buona fortuna ragazzi!
Poi, passiamo alla storia ;). Che dire? Luke è sempre più dolce, e sono contentissima che I Kashton vi piacciano così tanto perchè io, personalmente, li adoro *^*. Sono così patati, teneri e coccolosi!!! :3 Va beh, i Luzia non sono da commentare, sono un'esplosione di dolcezza (come mi piace definirli :3).
Ah, un'altra cosa...
281 RECENSIONI???????????????????????????? Oddio, non sapete quanto mi stiate facendo contenta! Sono felicissima che la storia vi piaccia così tanto! Sinceramente non me lo sarei mai aspettato, giuro! :3
Quindi non posso fare altro che ringraziare: Hazel_, cliffordsjuliet, Silversa, Ally Hemings, xKikka, Live_for_read_write, Jade_Horan, onedirectionaremydream, ashton_irwin94, Brooklyn_Baby, Marianne_13, CanYouFixTheBroken per aver recensito lo scorso capitolo. <3 <3 <3
Poi ringrazio dal più profondo del cuore ogni singola persona che ha messo la storia tra le preferite, le ricordate, le seguite. Grazie <3 <3 <3
E da ultimo, ma sempre con tantissimo affetto, ringrazio anche i lettori silenziosi. 
Sul serio, voglio un bene infinito a tutti voi anche se non vi conosco :3. Grazie ancora di tutto! A mercoledì con il prossimo capitolo!
Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 24
*** 24 . Brutte sorprese ***


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24 . Brutte sorprese
 
 
 
Letizia
 
Per festeggiare l’accaduto di questo pomeriggio, Keli ha pensato bene di andare in discoteca.
Siamo in camera mia e stiamo decidendo che cosa indossare.
Lei ha optato per un paio di calze color carne leggere, un paio di shorts bianchi ed una camicetta coloratissima, che le mette in risalto i grandi occhi castani. Un bel paio di tacchi bianchi ai piedi, trucco leggero, ed è pronta.
«Leti, te scherzi vero?» esclama osservandomi da capo a piedi con uno sguardo che non promette per niente bene. «Tra un quarto d’ora dobbiamo andare e tu non sei ancora pronta!»
Sbuffo e mi siedo sul letto, iniziando a giocare con l’angolo di un cuscino.
«Non so che mettermi.» ammetto a bassa voce, facendo sospira la mia amica. Alzo lo sguardo e noto che i suoi occhi hanno una strana luce che ho già visto tempo fa. Spero vivamente di sbagliarmi.
«Bene. Dato che siamo in ritardo e tu non sei ancora pronta, il vestito lo decido io e tu lo metti senza fare storie!» esclama Keli, prendendo dall’armadio un vestito nero che fa parte della “lista nera”.
«Non se ne parla nemmeno!» appena vedo l’indumento.
«Amore mio, non mi interessa. La prossima volta vedi di fare presto, così ti vestirai come vuoi.» mi dice la bionda, con un sorriso strafottente stampato sulle labbra. «Tranquilla, mi ringrazierai a fine serata!» prosegue, porgendomi l’oggetto.
Io, per tutta risposta, sbuffo sonoramente e le lancio un’occhiataccia.
Mi vesto e Keli, per infiggermi il colpo di grazia, mi mette ai piedi un paio di decolté nere con il plateau e tacco 15. La mia cara amica ha appena firmato la sua condanna a morte!
«Non sono in grado di camminare su questi cazzo di trampoli!» esclamo prendendo la borsa e avviandomi, molto lentamente, verso l’ascensore.
«Ecco perché Luke ti terrà per mano stasera!» commenta Keli divertita premendo il tasto per andare al piano terra. A sentire quelle parole, la guardo dura, cercando di incenerirla con una sola occhiata.
«Questa me la paghi!» esclamo tirandole una borsata.
Appena le porte dell’ascensore si aprono, usciamo, ed i ragazzi, due in particolare, ci osservano con gli occhi fuori dalle orbite.
«Possiamo andare?» chiedo, cercando di non pensare troppo agli occhi blu di Luke posati su di me. Ho la netta sensazione che le mie guance stiano diventando sempre più rosse. Bene, la serata è iniziata nel migliore dei modi. E siamo solo all’inizio! Non credo di voler sapere come continuerà…
Sono quasi tentata di restare a casa, ma Keli, che ha intuito a cosa sto pensando, mi sorride e mi dà una spinta. Dato che non riesco a stare in piedi, vado completamente addosso a Luke, facendo barcollare entrambi.
«Scusa.» gli dico, rossa peggio di un pomodoro maturo. Pensavo che si sarebbe messo a ridere come una scimmia vedendo la mia figura di merda, come hanno fatto Cal e Mikey (che ammazzerò di botte quando torniamo). Invece lui mi sorride e mi porge il braccio.
«Ho la netta sensazione che dovrò starti parecchio dietro stasera, per evitare di farti cadere.» mi sussurra all’orecchio, facendomi rabbrividire parecchio. E che cavolo adesso, perché mi innervosisco così tanto quando sono vicino a lui?
Saliamo nel furgoncino e Ashton mette in moto.
Sono seduta nella fila dietro a quella del posto di guida e da qui riesco tranquillamente a controllare la situazione tra il batterista e la mia migliore amica.
Il ragazzo, infatti, ha preso la mano di Keli ed ha intrecciato le loro dita sul cambio. Ottima mossa, caro il mio batterista, davvero un’ottima mossa.
Keli non è facile da conquistare, però, se si riesce a capirla, diventa un po’ più semplice. Perché lei, come me, è più attratta dalle piccole cose e non dalle grandi manifestazioni d’amore, come mazzi enormi e costosi di rose rosse o gioielli preziosi. No, questo non fa per lei.
Noi due siamo quelle ragazze che vanno matte quando il ragazzo che amano regala loro un piccolo peluche, che impazziscono quando il ragazzo che amano intreccia le loro dita quando guidano, che sentono eserciti di farfalle nello stomaco quando il ragazzo che amano prende loro le mani, che riescono a toccare il cielo quando il ragazzo che amano le abbraccia, che sentono di vivere un sogno quando il ragazzo che amano le bacia.
Ed Ash sta toccando pian piano tutti i tasti giusti, senza nemmeno rendersene conto.
Sospiro contenta, beandomi di questa dolcissima scenetta che ho davanti agli occhi e poso involontariamente la testa sulla spalla di Luke. Lui, per tutta risposta, intreccia la sua mano con la mia.
E a me sembra di provare di tutto. Vado in confusione e non riesco più a capire se è giorno o sera, che giorno è, dove sono. Tutta la mia attenzione è concentrata solo su un’unica cosa: il dolce calore della mano di Luke a contatto con la mia. Un calore che non avevo mai provato prima. Un calore che mi sta facendo sentire dannatamente bene. Un calore che non vorrei mai lasciare…
 
Arriviamo alla discoteca dopo poco, ma mi sembra di essere ancora in paradiso. Luke non ha mai lasciato la mia mano durante il viaggio e, anche adesso che siamo dentro la discoteca, me la sta tenendo con quella sua stretta dolce e premurosa.
Non riesco a descrivere di preciso la miriade di sensazioni che sto provando. So solo che non vorrei mai lasciare la sua mano.
La discoteca è piena di persone e non è semplice muoversi con queste cazzo di scarpe che mi ritrovo ai piedi. Inciampo per la seconda volta in mezzo minuto ed impreco. Sento Luke ridere divertito e lo guardo male.
«Ti rendi conto in che situazione mi trovo? Stavo quasi per rimetterci la caviglia e tu te ne stai qui a ridere. Che galantuomo…» dico a voce alta, cercando di farmi sentire oltre il volume assordante della musica. Lui mi sorride dolcemente e, circondandomi il fianco con un braccio, mi avvicina a sé, facendo aderire piano i nostri corpi.
«Scusa. È che sei troppo buffa quando imprechi.» risponde il biondo, sempre a voce alta.
Ma io non riesco a prestare molta attenzione alla sua voce. Il fatto di essere così attaccati, come due fogli messi insieme con la colla, mi manda letteralmente in confusione.
Il suo respiro caldo sul collo causa milioni e milioni di brividi che percorrono tutto il mio corpo. La sua mano sul mio fianco è come un tizzone ardente e dove la sua pelle sfiora la mia sento bruciare.
Il mio cuore potrebbe seriamente fare a gara con un martello pneumatico, da quanto batte veloce.
Però, attraverso il tessuto della sua maglietta nera, con la mano, riesco a sentire che anche il cuore di Luke non sta scherzando in fatto di battiti.
Sorrido e continuo a ballare, concedendomi solo occasionalmente di alzare gli occhi per incontrare quelli blu del ragazzo biondo.
 
La serata sta passando nel migliore dei modi. Mi sto divertendo un mondo e con Luke c’è qualcosa stasera, ma di preciso non saprei come descriverlo.
Mi sono presa un attimo di pausa e sono andata in bagno per rinfrescarmi un po’ il viso. Mi asciugo con un pezzo di carta e prendo un respiro, giusto per rimettermi in senso. Sorrido alla mia immagine riflessa nello specchio ed esco dalla toilet, cercando di non pensare al dolore che ho ai piedi a causa di questi maledettissimi tacchi. Faccio per tornare in pista, ma una voce troppo familiare mi fa pietrificare.
«Letizia, quanto tempo.» dice il mio ex avvicinandosi e facendomi rimanere senza difesa.
Mi volto lentamente verso di lui, solo per vedere se non è stata un’allucinazione. Però vedo nitidamente davanti a me un ragazzo con i capelli e gli occhi neri che mi sta osservando con un sorriso sornione sulle labbra.
Quei fottutissimi occhi, quelle fottutissime labbra, quei fottutissimi capelli, sarei in grado di riconoscerli dovunque, anche non volendo.
Sentire la sua voce dopo così tanto tempo è come ricevere un’enorme pugnalata al cuore.
I nostri occhi si incontrano ed io riesco a capire più niente. È come se ad un tratto una coltre di nebbia si fosse addensata nella mia testa, impedendomi di fare qualsiasi cosa. Le mie gambe non riescono a sorreggermi e per stare in piedi devo appoggiarmi al muro del corridoio poco illuminato.
Lui si avvicina ancora a me, fino a lasciare tra di noi meno di mezzo metro.
«Che ci fai qui?» chiedo con la voce più fioca di un soffio di vento, tentando di rimanere lucida.
«Ho trovato lavoro qui dopo la scuola.» risponde avvicinandosi ancora di più. «So invece che tu stai facendo la bella vita. Wow, sono l’ex di una cantante famosa adesso.»
Mi sfiora la guancia e mi sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Scosto subito la sua mano, inorridita. Come si permette, dopo tutto quello che mi ha fatto, anche solo di pensare a sfiorarmi? Ma non riesco a dargli contro. È come se, in un istante, tutte le mie forze se ne siano andate, lasciandomi solo il minimo necessario per cercare di respirare, a fatica.
«Solo una domanda. Perché?» chiedo, cercando di mettere in sesto la ferita che si sta riaprendo nel mio cuore.
Lui capisce dove voglio andare a parere e sorride, con quel suo solito sorriso ambiguo, e risponde. «Perché eri troppo impegnativa.»
«Impegnativa?» domando, non riuscendo a capire dove voglia arrivare.
«Cosa credi, che io quelle promesse te le avessi fatte sul serio? Certo che sei proprio ingenua.» dice lui, sorridendo ancora con quel suo fare strafottente, lacerandomi il cuore in un colpo solo.
Allora era per quello che si era scopato Hilary? Solo perché ero “impegnativa”? Ma se non gli ho mai chiesto niente…
Sospiro affranta e lo osservo mentre si incammina verso il salone. Fa per entrarvi, ma poi si ferma e si volta verso di me.
«Una cosa: se hai altre amiche che scopano sicuramente meglio di te, presentamele pure. Mi trovi sempre qui.» dice prima di sparire definitivamente da quel corridoio, facendomi finire in pezzi…
 
Non so da quanto lui se ne sia andato, non so da quanto sono seduta qui, senza forze neppure per rimettermi in piedi. A mala pena riesco a respirare ed il cuore non batte come dovrebbe.
Perché? Perché dopo tutto questo tempo passato a tentare di dimenticarlo lui si ripresenta così? E poi, perché proprio qui? Perché qui a Sydney? Cazzo, il mondo è enorme, perché proprio qui è dovuto venire? Lui e quel suo cazzo di lavoro… Perché ha dovuto riaprire l’enorme ferita che pian piano stavo cercando di curare?
Ad un tratto sento dei passi rimbombare per tutto il corridoio e delle voci.
Ma tutto mi giunge ovattato alle orecchie, come se ad un tratto fossi diventata sorda.
Volto lo sguardo verso i rumori e vedo Keli fermarsi un attimo per voltarsi indietro.
«È qui!» grida ai ragazzi che si affrettano a raggiungerci.
La mia amica si avvicina piano e si siede vicino a me, prendendomi la mano.
«Leti, ci siamo preoccupati parecchio. Che è successo?» mi chiede con voce dolce e preoccupata allo stesso tempo. Cerco di sistemarmi meglio a sedere, ma con scarsi risultati.
Dopo il secondo tentativo ci rinuncio, sono troppo spossata per fare anche solo un passo. E la tasta sta iniziando anche a girarmi parecchio.
«Nicholas… È qui…» riesco a dire con un fil di voce. Keli sgrana gli occhi e mi abbraccia forte. Io invece non sono neppure in grado di risponderle. Mi sento completamente svuotata.
La mia amica inizia a parlarmi nell’orecchio, ma non riesco né a sentire né a risponderle.
Poi la vedo alzarsi e, con l’aiuto di Ash, mi aiuta a rimettermi in piedi. Lei allora inizia a camminare e, di conseguenza, mi muovo anche io, solo perché Keli mi sta saldamente tenendo per la vita.
Vedo tutto sfocato, non riesco a distinguere neppure i colori degli oggetti. È come se fossi in trance, come se tutto quello che c’è intorno a me non esistesse più, come se non avesse più alcuna importanza.
Facciamo solo qualche passo, fino a che Luke non si para davanti a noi e pianta i suoi occhi blu preoccupati e tristi nei miei.
Mi stacco lentamente da Keli, per tentare di rimanere ancora in piedi e muovo la mano verso di lui, per sentirlo vicino a me, per sentire quella sicurezza che solo lui riesce a darmi. Ma non ci riesco.
La vista inizia ad un tratto ad appannarsi e riesco solo a sussurrare un «Luke, ti prego, aiutami.» prima di piombare nel buio…
 
Mi risveglio nel mio letto, a causa del freddo e del sollievo che mi da una pezza bagnata sulla fronte.
Metto meglio a fuoco e, quando vedo che Keli mi sta osservando preoccupata, le sorrido e le accarezzo una guancia.
«Prima o poi mi farai prendere un infarto.»
«Che è successo?» chiedo mettendomi piano a sedere e notando Luke seduto alla scrivania che mi sta osservando in piena apprensione.
Lui e Keli si guardano preoccupati, poi la bionda si rivolge di nuovo a me. «Non ricordi niente?»
Faccio per risponderle negativamente, ma una sequenza velocissima di immagini, di ricordi, mi fa tornare in mente tutto. E tutto il dolore si fa sentire di nuovo.
«Lui… lui…» cerco di dire qualcosa, ma non ci riesco. È come se tutta l’angoscia e la tristezza che sto provando in questo momento non vogliano farmi ragionare.
Sento ad un tratto che qualcosa nel petto ha fatto un rumore sordo, e sento male, tanto male.
La testa comincia a pompare, come se volesse esplodermi da un momento all’altro. Ci metto le mani sopra ed inizio a stringere convulsamente i capelli, mentre il cuore batte troppo veloce e mi fa mancare l’aria.
«Keli, ma cosa…» dice Luke, ma non riesce a finire la frase a causa mia.
Il ricordo degli occhi degli occhi neri di Nicholas davanti piomba improvviso nei miei pensieri e mi fa mozzare il fiato. Il ricordo di tutto quello che è successo in quei pochi minuti inizia a farmi paura e continuo a stringere sempre più convulsamente, sempre più velocemente, i capelli.
Quando poi le sue parole iniziano ad essere come un ritornello nella mia testa, è il colpo di grazia.
E allora inizio ad gridare, a gridare forte. Non riesco più a ragionare lucidamente, non sono più padrona di me stessa.
Urlo, grido ancora, e forte, quasi volessi rompermi le corde vocali, quasi volessi bruciare ogni molecola di ossigeno che ho nei polmoni, perché devo dimenticare, dimenticare cosa ho vissuto questa sera quando ho incontrato Nicholas e dimenticare tutte le parole che lui mi ha detto, parole che feriscono peggio di una spada.
Continuo ad urlare, ma la paura, l’angoscia, il dolore, non vanno via, anzi, aumentano la loro intensità, come se si divertissero a farmi stare così male.
Improvvisamente però, sento una voce da lontano che mi chiama, prima sempre più lontana, poi man mano sempre più vicina, sempre più forte, fino a che non riesce a superare il volume delle mie grida e a farmi calmare almeno un po’.
«Letizia, ti prego, torna da me!» era questa frase che Luke stava ripetendo mentre io urlavo ed è sempre questa frase che mi ha fatta tornare, tornare da lui.
Finiscono le grida, finisce il dolore, finisce la paura, finiscono l’angoscia e la tristezza. O almeno, lo spero, perché adesso non le sento più.
Lentamente, apro le mani e lascio andare i miei capelli. Cerco di tornare a respirare normalmente e intanto il cuore sembra essere tornato ad avere un battito più regolare. Non mi resta che aprire gli occhi. Ci provo, una volta, due volte, tre, quattro, ma è come se qualcosa stesse cercando di portarmi di nuovo giù, in quell’abisso buio in cui ero sprofondata.
Ad un tratto sento che due mani grandi e calde prendono le mie, delicatamente, e le stringono con una tenerezza tale da farmi rabbrividire ed irrigidire. Questo calore, anche se l’ho provato una volta sola, non lo confonderei mai con nessun’altro, è quel calore che fin dalla prima volta mi ha fatta sentire veramente a casa.
«Letizia, sono io, sono Luke. Apri gli occhi, ci sono io qui con te.» mi dice il ragazzo con voce piena di dolcezza, convincendomi. Devo tornare e provare a combattere, di nuovo.
Provo di nuovo, e finalmente la quinta volta è quella giusta. Apro gli occhi e la prima cosa che vedono sono quelli blu di Luke, pieni di preoccupazione e di ansia.
Lui mi guarda lungo, con attenzione, prima di fare un lungo sospiro e sorridermi. Lascia una mia mano e con il pollice mi asciuga le lacrime che non sapevo di aver versato.
«Sei tornata.» dice con la voce che sembra un sussurro mentre i suoi occhi stanno diventando lucidi.
Senza pensarci due volte lo abbraccio, forte, fortissimo e lui risponde subito stringendomi a sua volta a sé, sempre con quel suo tocco delicato e dolce che ormai ho imparato a conoscere.
«Sì, sono tornata. Scusami se ti ho fatto preoccupare.»
Lui scuote la testa e punta i suoi occhi nei miei. «L’importante è che tu adesso stia meglio.»
Ma io sto meglio sul serio adesso?
Evito di pensarci e sposto la mia attenzione sul resto della stanza, completamente vuota.
«Keli e i ragazzi?»
Lui sospira e fa in modo di farci sedere entrambi sul letto. «Appena hai iniziato ad urlare, Keli si è impaurita parecchio ed ho chiamato i ragazzi. Ash l’ha portata subito via, mentre gli altri hanno provato ad aiutarmi a farti calmare, ma poi ci hanno rinunciato e sono andati da Keli.»
Annuisco, sentendomi in colpa per tutta quella preoccupazione che sto dando a tutti loro.
«Adesso però hai bisogno di dormire.» mi dice Luke, facendomi distendere sul letto e coprendomi.
Fa per andarsene, ma riesco a farlo fermare con un «Luke?» sussurrato.
Lui si volta e mi sorride ed io gli sorrido a mia volta. Poi lui apre la porta ed esce, mentre io chiudo gli occhi e sprofondo in un sonno senza sogni.




Letizia
Ma cosa è successo qui? o.O Ok, Nicholas è tornato a rompere le scatole e... Povera Letizia, che attacco di panico orribile :(.
E le "sorprese" non sono finite qui :/. Lo so, avrei dovuto mettere anche la parte di Luke in questo capitolo, dato che è un capitolo bomba, ma non potevo, sarebbe venuto fuori un capitolo infinito! E poi, diviso in due parti, voi lettori riuscite meglio a digerire il tutto ;).
Ok, passo a ringraziare tutti voi, sul serio, non so più in che modo dirvi che vi adoro e che vi sono totalmente grata per tutto!
Ringrazio tutte quelle persone che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate, le seguite! Grazie di cuore!
Ed un grazie di cuore va anche a cliffordsjuliet, Hazel_, Live_for_read_write, njaller, itstimetolisa, Jade_Horan, Marianne_13, ashton_irwin94, CanYouFixTheBroken, onedirectionaremydream, alexaval34, Savedme per aver recensito lo scorso capitolo.
A venerdì e ancora grazie di tutto! Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 25
*** 25 . Rabbia e paura ***


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25 . Rabbia e paura
 
 
 
Luke
 
Fin dalla priva volta che ho visto Keli, ho subito pensato che fosse una ragazza che adora divertirsi, e me ne ha dato una prova oggi quando, per “festeggiare” l’inizio della canzone, ha proposto una serata in discoteca. Ash ha accettato subito, con gli occhi luccicanti e con un sorriso ebete sul viso. Eh sì, è totalmente partito per quella ragazza.
Oramai è quasi ora di andare e noi quattro siamo in salotto ad aspettare che le ragazze scendano.
«Non vedo l’ora di vedere come si sia messa!» esclama Ash con aria sognante.
«Amico, riprenditi. Stai esagerando.» lo riprende Mikey, seriamente preoccupato per il batterista.
Cal invece ride di brutto, divertito dalla situazione. «Mikey, non pensare ad Ash, pensa invece alla reazione che avrà Luke vedendo Letizia.» dice il moro guardandomi.
Sento le guance arrossire e lo guardo male.
Mikey mi guarda sbigottito, mentre Ash non fa altro che sorridermi strafottente.
Faccio per dire qualcosa a mia “discolpa”, quando sentiamo il suono dell’ascensore
«Sono in orario! Che sorpresa!» mormora Cal prima che le ragazze facciano il loro ingresso nella stanza, facendo rimanere di sasso sia Ash che me.
Appena vedo Letizia, rimango letteralmente a bocca aperta. Il vestito nero che indossa le sta a pennello, e le mette in risalto il fisico perfetto, fisico che ha perso un po’ di peso da quando è venuta ad abitare da noi. Abbasso leggermente lo sguardo e mi sento avvampare appena vedo le sue gambe lunghe e magre coperte solo fino a metà coscia.
Bene, se andiamo avanti di questo passo, mi si prospetta davanti una bella serata.
Torno a portare la mia attenzione al viso di Letizia e noto che ha preso un po’ di colorito.
«Possiamo andare?» chiede lei, mentre le sue guance diventano ancora più rosse.
Keli, che è dietro l’amica, le dà una piccola spinta e Letizia cerca in ogni modo di rimanere in piedi su quei trampoli che si ritrova, ma finisce addosso a me facendoci barcollare entrambi.
Guardo la bionda velocemente e ci sorridiamo, poi torno a prestare attenzione alla mora.
Cavolo, il cuore sta facendo proprio un bel lavoro nel petto. Sembra un’orchestra di tamburi da quanto batte forte.
«Scusa.» mi dice e vedo che il suo viso ha raggiunto il massimo livello di rossore. Certo che però quegli idioti di Michael e Calum potrebbero anche evitare di ridere come galline per la figuraccia. Poverina, chissà che imbarazzo starà provando.
Le sorrido per rassicurarla e le porgo il braccio.
«Ho la netta sensazione che dovrò starti parecchio dietro stasera, per evitare di farti cadere.» le dico.
Finalmente saliamo nel furgoncino e partiamo.
Fin dall’inizio del viaggio noto che Letizia sta concentrando tutta la sua attenzione sulla coppietta seduta nei posti davanti. Curioso, lo faccio anche io e sorrido, vedendo quanto Ash stia cambiando per conquistare Keli. Non avrebbe mai preso la mano di una ragazza in quel modo se non le interessasse. Spero solo che Keli sia quella giusta per lui.
Un sospiro (forse sognante?) di Letizia mi fa portare lo sguardo su di lei, che ha appena posato la sua testa sulla mia spalla, tramutando il mio cuore in un martello pneumatico che non si riesce a spengere.
Automaticamente, intreccio la sua mano con la mia. Non l’avessi mai fatto…
Appena la sua pelle entra a contatto con la mia, sento un qualcosa mai provato prima, un qualcosa che mi fa andare nelle profondità più remote della terra per poi mandarmi dritto dritto in paradiso. Una sensazione unica, un qualcosa che mi fa sentire maledettamente bene. È la prima volta che le prendo la mano e, se avessi saputo che avrei provato tutto questo, l’avrei fatto sicuramente molto prima…
 
Dopo poco arriviamo alla discoteca ed io non mi sogno nemmeno di lasciare la mano della mora. Ancora non riesco a capacitarmi di tutte quelle emozioni che sto provando in questo preciso istante. Mi sembra di essere su un altro pianeta, perché tutto quello che mi circonda è un qualcosa di sfumato, quasi incomprensibile, dato che tutta la mia attenzione è puntata sulla mano di Letizia nella mia.
Entriamo e cerchiamo di farci spazio tra tutte le persone che ci sono.
Quando la mora inciampa per la terza volta ed impreca, non resisto ed inizio a ridere come un matto.
Lei, per tutta risposta, mi guarda non male, di più.
«Ti rendi conto in che situazione mi trovo? Stavo quasi per rimetterci la caviglia e tu te ne stai qui a ridere. Che galantuomo…» dice a voce alta a causa della musica troppo alta.
Io le sorrido, felice di poter vedere ogni tanto la sua espressione un po’ imbronciata.
Decido che, almeno per questa sera, seguirò il mio istinto. Così, senza pensarci troppo, le circondo il fianco con un braccio e la attiro a me, facendo aderire perfettamente il suo corpo al mio. Ed è come se toccassi il cielo con un dito.
«Scusa. È che sei troppo buffa quando imprechi.» rispondo a mia volta a voce più alta.
Il fatto di averla qui, con il suo corpo che aderisce al mio, mi fa impazzire. Lo dimostra che il mio cuore sta allegramente esplodendo nel petto, anche a causa del fatto che la mano della mora è proprio lì sopra. Poi la sua pelle, a contatto con la mia, quasi brucia. Non so, probabilmente non arriverò vivo a fine serata.
Continuo a ballare, con la mia mente ed il cuore concentrati solo su di lei…
 
Da qualche minuto Letizia è andata al bagno, lasciando noi cinque seduti al tavolo a sorseggiare i nostri drink per riprenderci un attimo.
«Certo che hai avuto una gran bella idea. Almeno ci distraiamo un po’.» dice Michael rivolgendosi a Keli che, per tutta risposta sorride, sistemandosi meglio tra le braccia di Ash. Lo vedo sorridere, felice come non mai, e sorrido a mia volta, contento per lui.
«Dov’è finita Letizia?» chiede invece Calum preoccupato.
«È andata in bagno, perchè?» risponde Keli, corrugando le sopracciglia.
«Sono preoccupato. È da troppo tempo che è andata via.» spiega il moro, controllando l’ora sul telefono. Lo imito e noto che effettivamente è via da una mezz’oretta buona.
«Magari ci sta mettendo un po’ di più perché c’è fila oppure perché ci sono troppo persone.» ipotizza Ash, tuttavia con aria poco convinta.
Michael sospira e si gratta la testa pensieroso. «Aspettiamo un po’, poi la chiamiamo.»
A queste parole, Keli si allarma e cerca qualcosa nella borsa, tirandone fuori il telefono di Letizia.
«Allora andiamo a cercarla. Subito.» dico, senza ammettere repliche. C’è qualcosa che mi sta attagliando lo stomaco, non sono tranquillo.
Ci alziamo e ci dividiamo, sperando di trovarla il prima possibile. Spintonando la folla, cerco di arrivare il prima possibile al bagno più vicino. Ma quando vedo che lei non è lì, torno nella calca e passo al bagno successivo, non trovandola neppure lì.
Giro in questo modo tutta la discoteca per minuti che sembrano ore senza fine all’ansia che mi sta nascendo dentro. Però niente, non riesco a trovarla.
Letizia, dove cazzo sei finita?
Mi passo una mano tra i capelli e mi fermo un istante, giusto per riprendere fiato, mentre dalla parte opposta del corridoio sento dei passi veloce farsi sempre più vicini, fino a che i miei amici non mi si presentano davanti agli occhi.
Ci capiamo con una sola occhiata. Nessuno di noi l’ha trovata.
«Dove diavolo può essere finita?»  si chiede Ash, sempre più pensieroso, leggendomi nel pensiero.
Sospiro, non sapendo proprio cosa fare. Sono in preda all’ansia da quando mi sono alzato dal tavolo, e quel brutto presentimento non solo non è sparito, anzi, è aumentato a dismisura.
«Ragazzi, siete andati nel bagno sul retro?» chiede ad un tratto Michael, riferendosi al bagno vicino gli uffici della direzione del locale. Tutti noi neghiamo.
«Però Keli è già lì, nelle vicinanze.» dice Ash e corriamo subito là.
Se non ci fosse così tanta gente sarebbe tutto molto più semplice e più veloce. Invece sono qui, a spintonare un’altra volta, pur di arrivare il prima possibile.
Nella mia testa stanno prendendo forma tutti i pensieri più brutti che possano esistere sula faccia della terra. Scuoto la testa per mandarli via e, dopo aver dato un’ultima gomitata, mi trovo davanti Keli, tremante con gli occhi lucidi.
Le vado vicino e la abbraccio forte. Poverina, chissà che cosa starà passando in questo momento. Arrivano anche gli altri e lascio che sia Ash a consolare la bionda per un po’, per poi incamminarci nel corridoio camminando sempre più veloci. Keli è in testa, con il volto contratto per la preoccupazione. Svoltiamo a sinistra e la bionda aumenta il passo, distanziandoci un po’. Poi si ferma un istante e si volta verso di noi.
«È qui!» grida. Allora aumento il passo, imitato presto dagli altri, per arrivare il prima possibile.
Keli si siede accanto all’amica e, una volta presa la sua mano, parla per tutti noi.
«Leti, ci siamo preoccupati parecchio. Che è successo?»
Letizia cerca di mettersi meglio a sedere, ma ci rinuncia. Sembra priva di ogni energia…
Dice qualcosa, che solo Keli riesce a capire e, allarmata, abbraccia l’amica ed inizia a dirle qualcosa nell’orecchio, mentre Letizia non parla, sta ferma, immobile, come se neppure respirasse. Poi si alza ed Ash la aiuta a rimettere in piedi la mora, che viene presa saldamente per la vita dalla bionda. Iniziano a camminare, ma Letizia si muove a fatica.
Cazzo, devo fare qualcosa!
Così mi metto davanti a loro, pronto per dare una mano, e punto i miei occhi in quelli della mora, rimanendo basito. Sono opachi, spenti, non hanno quella luce che tanto amo. Sono completamente invasi da quell’ombra che mi fa gelare il sangue nelle vene.
 Letizia si stacca lentamente da Keli, tentando di rimanere in piedi, e muove una mano verso di me.
«Luke, ti prego, aiutami.» sussurra, prima di chiudere gli occhi ed impallidire.
La afferro saldamente prima che cada per terra e la stringo forte.
«Che succede?» chiede Calum preoccupato come mai prima d’ora.
«È svenuta.» risponde Michael al posto mio.
Non riesco a ragionare, non riesco a reagire. I suoi occhi mi hanno annientato. Che cosa è successo per ridurla in questo stato? Ha incontrato qualcuno? Cazzo, fa che non le abbiamo fatto del male, in nessun modo!
«Dobbiamo portarla a casa. Subito.» dice Ashton, riportandomi alla realtà.
E le sue parole sono anche come la chiave mancante per tornare a farmi funzionare il cervello.
Così mi alzo e la prendo in braccio, sorprendendomi di quanto sia stranamente leggera. Mi incammino verso la porta dell’uscita di servizio e Keli l’apre, correndo subito al furgoncino.
Saliamo ed i ragazzi mi aiutano a stenderla sul sedile, posando la sua testa sulle mie gambe.
Ashton parte e va veramente veloce, non rispettando quasi nessuna regola del codice stradale, eccetto quegli stupidi autovelox.
Ma non ho tempo per pensarci. Tutta la mia attenzione è rivolta a Letizia.
Gli occhi chiusi stanno iniziando a circondarsi di occhiaie, la pelle pian piano sta diventando sempre più pallida, anche se al tatto brucia da far paura.
«Ash, vai più veloce!» dico, cercando di mantenere la calma.
«Sto già andando a 150, non posso aumentare ancora. Rischiamo troppo.» risponde lui, concentrato a guardare la strada davanti a sé.
«Cazzo, Letizia scotta! Dobbiamo arrivare a casa il prima possibile!» esplodo, non riuscendo a trattenere nessuna di tutte quelle emozioni che mi stanno invadendo. Ansia, angoscia, paura, rabbia, preoccupazione…
Qualcuno mi posa una mano sulla spalla e, dal tocco, capisco che è Cal. Allora faccio un respiro profondo e tento nuovamente di tenere a bada le mie emozioni…
 
Arrivati a casa, andiamo dritti in camera sua e la facciamo sdraiare sul suo letto. Keli le toglie le scarpe e va in bagno per bagnare un asciugamano e metterlo sulla fronte della mora.
Mentre aspettiamo che si svegli, Keli si accomoda meglio accanto a lei, mentre io mi siedo alla scrivania, cercando di digerire l’accaduto. Riordino un po’ le idee, tentando di tornare lucido e spezzo quel silenzio opprimente che si è creato nella stanza.
«Ti ha detto che cosa è successo?»
Keli mi guarda ed i suoi occhi si fanno lucidi. «Ha visto Nicholas.»
E a sentire queste parole, non ci vedo più. Tre parole. Tre semplici parole sono bastate per farmi montare immediatamente la rabbia, una rabbia cieca, disumana, incontrollabile nei confronti di quello stronzo.
Faccio per dire delle cose a sproposito, ma quando vedo che Letizia si è appena svegliata, mi calmo seduta stante, osservando più tranquillo le due amiche.
«Prima o poi mi farai prendere un infarto.» dice Keli, mentre l’altra le sta accarezzando la guancia
«Che è successo?» chiede quest’ultima mettendosi piano a sedere e voltando il volto verso di me.
E adesso che le diciamo? Guardo Keli, e Keli guarda me. Nessuno dei due sa come comportarsi.
«Non ricordi niente?» chiede la bionda con voce tremante.
Letizia sta zitta per alcuni secondi, secondi che a me sembrano millenni. Poi però, quando vedo che la sua espressione sta cambiando, sento qualcosa nel petto che va in pezzi, probabilmente il mio cuore, perché non ce la faccio a vederla in queste condizioni.
«Lui… lui…» sussurra a mala pena ed inizia a stringere in modo strano i capelli e a respirare male.
«Keli, ma cosa…» dice Luke, ma non riesce a finire la frase perché Letizia ha appena iniziato a gridare, a gridare veramente forte.
Succede tutto troppo in fretta per farmi pensare che stia accadendo realmente.
I ragazzi entrano subito dalla porta ed Ashton porta via Keli, pietrificata dalla reazione dell’amica. Michael e Calum, invece, cercano di darmi una mano a far smettere Letizia, ma niente.
Ci proviamo più di una volta, ma senza successo. Lei continua ad urlare, ed è come se non ci sentisse, come se fosse sorda.
Sospiro e faccio cenno ai ragazzi di andare da Keli.
Voglio risparmiargli questa visione della nostra amica perché so quanto lei sia importante per loro.
Così, quando mi ritrovo del tutto solo con lei, che non ha mai smesso un attimo di urlare, con gli occhi sbarrati e traboccanti di lacrime che le rigano il viso, cerco in ogni modo di farla tornare, di farla tornare da me.
La scuoto piano, la chiamo più volte, ma lei niente, continua a gridare, lacerandomi il cuore dal dolore, perché non ce la faccio a vederla in queste condizioni.
Cosa cazzo le ha fatto quello stronzo, per farla stare così male? Se lo vedo, giuro, non torna a casa, no, non ci torna.
Guardo Letizia ancora una volta e faccio ancora un tentativo, sperando con tutto il cuore che sia la volta buona.
«Letizia, ti prego, torna da me!»
Una frase che non so quante volte ripeto, pur di farla tornare. Perché sì, lei se n’è andata, risucchiata dal suo stesso dolore. Ma deve tornare per dimenticare quello stronzo, per dimenticare tutto quello che lui le ha fatto subire, deve tornare e tornare a sorridere…
«Letizia, ti prego, torna da me!» lo ripeto ancora una volta, con tutta la voce che ho, riuscendo finalmente a far placare le sue grida. Tiro un sospiro di sollievo ed aspetto.
Lei intanto apre lentamente le sue mani, lasciando andare i capelli, mentre il suo respiro torna abbastanza regolare. Però gli occhi ancora non si aprono.
Però non demordo, non la lascio da sola. Lei deve tornare del tutto, tutta intera.
Così le prendo le mani tra le mie e le stringo, sperando con tutto il cuore di poterla aiutare.
«Letizia, sono io, sono Luke. Apri gli occhi, ci sono io qui con te.»
Finalmente lei apre gli occhi ed io mi sento riavere. È tornata, finalmente è tornata da me. Punto immediatamente i miei occhi nei suoi, per vedere se quell’ombra che tanto mi spaventa c’è ancora. Per adesso sembra che se ne sia andata. Speriamo solo che non si ripresenti.
Sospiro e le sorrido, felice di averla di nuovo sveglia davanti a me e le lascio una mano per asciugarle la guancia bagnata dalle lacrime
«Sei tornata.» sussurro, sentendo che gli occhi stanno iniziando a pungermi e a farsi lucidi.
Letizia abbraccia di scatto, forte, ed io rispondo subito, sentendomi più tranquillo ad averla tra le mie braccia.
«Sì, sono tornata. Scusami se ti ho fatto preoccupare.»
Scuoto la testa divertito e punto i miei occhi nei suoi. «L’importante è che tu adesso stia meglio.»
Lei inizia a vagare con lo sguardo per tutta la stanza. «Keli e i ragazzi?»
Cazzo, avrei voluto evitare di sentire questa domanda. Però non ce la faccio a mentirle…
Così sospiro per farmi coraggio e faccio in modo di farci ritrovare seduti sul letto per poi raccontarle tutto, sperando con tutto il cuore che non si senta di nuovo male.
«Appena hai iniziato ad urlare, Keli si è impaurita parecchio ed ho chiamato i ragazzi. Ash l’ha portata subito via, mentre gli altri hanno provato ad aiutarmi a farti calmare, ma poi ci hanno rinunciato e sono andati da Keli.»
Lei annuisce ed i suoi occhi tornano ad essere leggermente opachi. Mi maledico non so quante volte.
Avrei dovuto tenere la bocca chiusa, questo è poco ma sicuro. Accidenti a me…
«Adesso però hai bisogno di dormire.» le dico, notando le pesanti occhiaie che circondano i suoi occhi grandi. Così la faccio distendere e la copro per bene. Poi mi avvio verso la porta e faccio per uscire, ma Letizia mi ferma.
«Luke?» domanda in un sussurro. Io mi volto e sorrido alla sua figura esile, al suo viso sfinito, ai suoi occhi che stanno purtroppo tornando preda di quell’ombra che tanto odio. Mi sorride anche lei.
Mi volto ed esco da questa stanza, perché non ce la faccio più a vederla in quelle condizioni.
Appena mi chiudo la porta alle spalle, la voce di Keli mi fa sobbalzare.
«Come sta?» chiede con la voce tremante e gli occhi ancora rossi e lucidi.
«Ha smesso di gridare, per non sono del tutto sicuro che stia totalmente bene.» rispondo, ricordandomi dei suoi occhi catturati da quell’ombra odiosa.
Lei annuisce e torna nella camera di Ash, quella a destra della camera di Letizia. Io invece vado a sinistra, in camera mia, e mi butto sul letto, distrutto dagli avvenimenti delle ultime ore, ripensando a tutto quello che è successo.
Gli occhi di Letizia pieni di lacrime sono l’unico pensiero che ho in testa. Non riesco a togliermi dalla mente perche, alle lacrime di questa sera, si aggiungono le altre che ho visto. Tutte quelle lacrime che lei mi ha fatto vedere, anche non volendo, tutte quelle lacrime che lei ha condiviso, mi uccidono, ogni volta che ci ripenso, ogni volta che le vedo.
Mi passo una mano tra i capelli e sospiro affranto.
Poi però sento un qualcosa nel petto e cerco immediatamente il quaderno su cui avevo scritto sia la strofa di Letizia che gli accordi. Prendo una penna e mi metto a scrivere quelle poche parole che mi sono nate nel cuore pensando a quella benedetta ragazza, senza la quale la mia vita sarebbe sicuramente diversa.




Letizia
Io, ehm, non so come presentarmi dopo questo capitolo così lungo e così denso di cose :(. Neppure io avrei voluto che Nicholas tornasse, ma non avrei voluto neppure che succedesse una cosa nel prossimo capitolo. Però tutto servirà ad arrivare ad una svolta nella storia, ad un punto importantissimo!
Questo è il pov di Luke più lungo di tutta la storia (6 pagine Wlord). Spero che vi sia paiciuto :3.
Adesso passo a ringraziare di tutto cuore tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite, le ricordate e le seguite! Vi ringrazio tantissimo!
E poi ringrazio cliffordsjuliet, Ally Hemmings 1D, Jade_Horan, Hazel_, Live_for_read_write, Marianne_13, ashton_irwin94 per aver recensito lo scorso capitolo.
Allora, oggi è venerdì, quindi questo capitolo è l'ultimo dei tre che avrei dovuto postare quetsa settimana :). Dalla prossima settimana, tornerò a postare due volte a settimana (come sempre il lunedì ed il giovedì). Grazie ancora di tutto e a presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 26
*** 26 . Tutta la verità ***


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26 . Tutta la verità
 
 
 
Letizia
 
Non so quanto tempo sia passato da quel brutto attacco di panico. So solo che da quel’accaduto non esco più da camera mia, sempre rintanata sotto le coperte a cercare di dormire per allontanare tutto quello che avevo cercato di dimenticare. Ma ogni ogni giorno è una battaglia persa e mio alzo sempre urlando nel cuore della notte.
Ho detto a Keli di dormire con Ash, perché non voglio che lei si preoccupi più del dovuto. Già è ansiosa di suo a causa di tutta questa storia, figuriamoci se rimane a dormire con me come diventa, e quanto male sta.
Ash – che sia fatto santo subito quel ragazzo! – ha accettato di buon grado.
Vorrei poter dire con esattezza da quanto tempo va avanti questa storia, ma non lo so. Non tengo più il conto dei giorni che passano, non scendo nemmeno più a mangiare, non vado neppure con i ragazzi in studio di registrazione per finire la canzone, non parlo più. Con nessuno.
È come se da quella sera il rubinetto che sgorgava il mio carattere e la mia voglia di vivere, si fosse rotto, non momentaneamente, ma definitivamente.
Quando troncai la relazione con Nicholas stetti male per parecchi mesi, non uscivo ed ero peggiorata a scuola. Ma almeno mangiavo e parlavo con le persone.
Adesso non sono più neppure padrona di me stessa.
Se mi alzo dal letto è solo per il bagno e per farmi la doccia ogni tanto. Poi stop.
Sospiro e mi giro un’altra volta nel letto, con gli occhi rivolti al tramonto che vedo dalla finestra.
Ad un tratto sento le palpebre farsi pesanti e sto per tornare in quel limbo che adesso i miei sogni sono diventati, pieni di nero anche se qualche volta, ma molto raramente, noto un pochino di luce, quando qualcuno bussa forte alla porta facendomi svegliare del tutto.
Non rispondo. Ora come ora non mi interessa sapere chi sia. Non voglio parlare. Non voglio ascoltare. Voglio solo stare sola.
La porta si apre e si richiude poco dopo e sento il letto abbassarsi sotto il peso di qualcuno che si è appena disteso accanto a me.
«Per fortuna sei sveglia.» dice una voce sollevata, una voce che riconoscerei sempre e dovunque.
Mi volto e mi ritrovo davanti gli occhi blu di Luke intenti a fissarmi preoccupati. Lui mi sorride e mi scompiglia un po’ i capelli, prima di alzarsi velocemente ed aprire il mio armadio, tirandone fuori un paio di jeans neri, la mia felpa preferita (quella grigia della New York University) e le mie Converse alte nere invernali.
«Ma cosa stai facendo?» gli chiedo con voce roca, dopo non so quante ore passate a non usarla.
Lui mi sorride di nuovo con fare divertito e mi porge tutta la roba che ha in mano. Il suo sguardo non mi convince, ha qualcosa in mente, ne sono più che sicura.
«Fatti una doccia e vestiti senza fare tante storie. Gli altri ci aspettano giù tra un quarto d’ora.»
«Ma…»
Lui mi zittisce posando l’indice sulle mie labbra e guardandomi intensamente.
«Andiamo a cena dai miei e sarà meglio che tu ti prepari in fretta.»
Lo osservo per qualche secondo, prima di abbassare lo sguardo e rendergli tutti gli oggetti, per poi tornare sotto le coperte.
«Scusa Luke, ma non me la sento di uscire.» gli dico con voce flebile, non riuscendo a reggere i suoi occhi blu che, da quando ho avuto l’attacco di panico, mi guardano sempre tristi, spaventati e preoccupati a morte.
Sapere che la causa della sua tristezza sono io, mi riempie di angoscia e di sensi di colpa, facendomi stare peggio. Perché lui non deve stare male per colpa mia.
Mi raggomitolo su me stessa come un riccio, nascondendomi completamente sotto le coperte e per l’ennesima volta divento preda di tutto quello che non riesco più a dimenticare.
Sento Luke sospirare prima che la coperta mi venga strappata via di dosso.
«Leti, devi uscire. Devi prendere una boccata d’aria. Non puoi restare così per sempre. E poi si tratta semplicemente di una sera, poi basta. Ma esci almeno per oggi da questa stanza che, detto tra noi, puzza di chiuso.» dice lui con voce dolce e con un sorriso timido sulle labbra.
Ma ancora non riesce a convincermi.
«Non ce la faccio…» ripeto, ammettendo la verità e sentendomi ancora più in colpa verso il ragazzo biondo che si siede davanti a me, puntando i suoi occhi nei miei, facendomi sprofondare.
«Solo per stasera.» dice lui di nuovo, accarezzandomi dolcemente una guancia, riuscendo alla fine a strapparmi un piccolo sorriso di consenso.
Forse posso riuscire a dimenticare tutto, almeno per qualche ora non sarebbe male evitare di pensare.
Così Luke, sorridente come non mai, esce dalla stanza, dandomi il tempo di sistemarmi.
Mi alzo a fatica dal letto e per non poco cado a terra. Accidenti a me e a quando non mangio!
Raggiungo il bagno con la testa preda di forti giramenti e mi spoglio piano, scrutando attentamente allo specchio il fantasma che sono diventata. Sospiro e volto lo sguardo, non avendo abbastanza coraggio e abbastanza forza di reagire.
Mi infilo sotto la doccia e mi sento un po’ meglio. È come se l’acqua volesse momentaneamente togliermi quel peso che sento nel cuore e sulle spalle. E ci riesce, anche se per poco, ma ci riesce…
 
Una decina di minuti dopo sono pronta e, facendo attenzione a non cadere a causa dei giramenti di testa che ancora ho, scendo le scale molto lentamente, cercando di tenermi il più saldamente possibile al corrimano. Potrei usare l’ascensore, ma nelle condizioni in cui sono attualmente vorrei evitare di avere anche un attacco improvviso di claustrofobia.
Arrivo alla fine delle scale a corto di fiato e con la testa che sembra una giostra. Alzo gli occhi e subito vedo gli sguardi sorpresi degli altri posati su di me. Muovo qualche passo verso di loro e mi appoggio ad un divano per aiutarmi a stare in piedi.
«Ciao.» li saluto, con voce flebile ed un po’ tremante.
Keli si alza e corre subito ad abbracciarmi forte, facendomi barcollare. La stringo anche io, per quanto possano permettermelo le poche forze che ho.
«Tesoro, hai seriamente bisogno di mangiare.» mi dice con voce divertita puntando i suoi grandi occhi castani nei miei e facendomi sorridere.
«Vogliamo andare?» chiede Cal impaziente, ricevendo una manata sul braccio da parte di Mikey.
Luke lancia un’occhiataccia al moro ed Ash si mette a ridere vedendo l’espressione contrariata che ha il bassista in questo preciso istante, espressione che sta facendo ridere anche me.
I ragazzi poi si alzano e, dopo avermi salutata con un bacio in fronte ciascuno, si avviano al furgoncino. Quando anche la mia migliore amica li raggiunge, abbasso lo sguardo, incuriosita da un particolare: Keli ed Ashton si stanno tenendo per mano!
Però non voglio pensarci più di tanto, ora come ora. Preferisco che sia lei a raccontarmelo quando si sentirà meglio e quando si sentirà pronta.
Faccio per avviarmi anche io, ma una mano che afferra la mia e la stringe mi fanno fermare.
Mi volto e mi ritrovo il viso di Luke a pochi centimetri dal mio.
Abbasso immediatamente lo sguardo, primo perché sono stata presa alla sprovvista, secondo perché non riesco ancora a reggere il suo sguardo.
Però prendo la sua mano nella mia e la stringo forte, non per fargli male, ma per ringraziarlo almeno in parte, anche se molto minuscola, per tutte le attenzioni che mi dà ogni giorno.
«Andiamo.» dico sorridendogli. Lui annuisce e partiamo, direzione casa Hemmings.
 
Pochi minuti dopo ci ritroviamo davanti una porta bianca di una villetta a schiera a due piani e Luke suona il campanello. La porta si apre quasi subito e ci ritroviamo davanti un uomo alto e un po’ robusto dalla chioma castana e dagli occhi scuri.
«Oh bene, siete arrivati. Prego, entrate!» esclama sorridente facendosi da parte.
Una volta dentro, rimango letteralmente spiazzata, senza parole.
La casa è accogliente e trasmette un senso di benvenuto non indifferente. Non so, ma è come se qualcosa mi invitasse a lasciare i miei problemi fuori dalla porta, per non rovinare questo clima di calma e gioia.
«Che bella casa Hemmo!» esclama Keli riportandomi sulla terra.
«E pensa che questo è solo il soggiorno.» le risponde Ash abbracciandola da dietro e facendola arrossire peggio di un peperone.
Sorrido, contenta per quei due, perché sono forse la coppia più bella che abbia mai visto.
Ad un tratto sentiamo dei passi provenienti dal salotto e due ragazzi si fanno avanti, due ragazzi che sono pressappoco la copia esatta di Luke.
«Finalmente ci presenti Letizia!» dice uno dei due, probabilmente, probabilmente il maggiore, rivolgendosi al più piccolo.
«Letizia è qui? Posso conoscerla?» chiede una voce femminile proveniente dalla cucina, da cui esce una donna che è letteralmente la versione femminile di Luke.
Luke sospira e mi prende la mano per trascinarmi letteralmente davanti a tutta la sua famiglia.
«Famiglia, lei è Letizia. Letizia, questa è la mia famiglia.»
Sorrido, estremamente imbarazzata, e sento le mie guance colorirsi un po’.
«È un piacere conoscervi.» dico, ricevendo subito un bellissimo sorriso da parte della donna che mi porge la mano e che io stringo con piacere.
«Io sono Liz, e loro sono Andrew, mio marito, Ben e Jack.»
Gli uomini mi fanno un cenno con il capo, poi Jack prende una chitarra in mano e mi guarda curioso.
«Ti prego, dimmi che conosci Iris dei Goo Goo Dolls.»
«Come non potrei non conoscerla? È la mia canzone preferita!»
Lui sorride e si siede, iniziando a suonare una melodia che riconosco subito. Così, all’attacco della prima strofa, chiudo gli occhi ed inizio a cantare. (per favore, ascoltate qui:
 https://www.youtube.com/watch?v=OQb4RKTzvCk&feature=youtu.be )

E mi sento un po’ più libera, soprattutto grazie a questa canzone, che mi ha aiutato a superare tutto quello che ho passato. La melodia mi trasporta in un mondo a parte e sento che il peso che mi opprime il petto pian piano se ne va, non del tutto, ma se ne va per un po’.
Quando la melodia finisce, apro gli occhi e sorrido al ragazzo che, messa la chitarra a posto, mi porge la mano ed io la stringo, mentre tutti gli altri partono con un piccolo applauso. Allora Jack ed io ci inchiniamo e sorridiamo ai presenti.
 
La cena è stata veramente fantastica. Liz è una cuoca eccezionale e tutta la famiglia Hemmings, beh… Diciamo che è lo stereotipo di famiglia che ho in mente. Il modo in cui interagiscono tra di loro, come scherzano, quelle che dicono, l’enorme affetto che si dimostrano l’un l’altro. È qualcosa di meraviglioso da vedere e da provare.
Prendo il telefono e guardo a lungo una foto, mentre un nuovo peso nel petto mi fa mancare l’aria.
Quando sento che anche gli occhi iniziano a pungermi, mi volto e mi appoggio al parapetto della grande terrazza al secondo piano dove abbiamo cenato tutti insieme.
Ma stavolta neppure il paesaggio riesce a darmi un po’ di sollievo, a distrarmi da quella mancanza che non riuscirò mai a curare…
Due braccia che mi stringono forte da dietro mi fanno tornare un po’ con la testa sulla terra.
«Cos’hai?» chiede Luke. Ed io mi maledico per l’ennesima volta, perché lui è preoccupato per me.
Cazzo, possibile che io sappia soltanto far star male gli altri quando sto male anche io?
Sospiro, ma non rispondo. Non voglio angosciarlo ulteriormente.
Lui però non demorde e mi fa girare in modo che i nostri occhi si incontrino.
«Lo sai che con me puoi parlare di tutto.» dice serio, facendomi aumentare ancora di più la voglia di piangere, perché mi sta dimostrando ancora una volta che mi vuole bene e che si preoccupa troppo.
E proprio per questo alla fine decido che forse è meglio che lui sappia, tutto.
Sospiro e poggio le mie mani sul suo petto, per sentire il suo cuore che batte, e decido, ora o mai più.
«Quando avevo quattro anni, ho perso i miei genitori… Erano andati a in Italia per far visita a mia nonna materna… Non mi avevano portata con loro perché mi ritenevano troppo piccola per affrontare un viaggio lungo come quello… Solo che durante il volo di ritorno, l’aereo ha avuto un cortocircuito ed è affondato nell’oceano…»
Mi fermo un momento. Era da troppo tempo che non raccontavo questa storia a qualcuno, e ricordare anche questo fa sempre male. È così strano parlarne dopo tutti questi anni di silenzio, anni in cui non mi ero mai sfogata del tutto con nessuno, a parte Keli.
Luke sta per dire qualcosa, ma lo zittisco posandogli un dito sulle labbra.
«Per favore, aspetta, non è tutto…» dico, prima di prendere un respiro e continuare. «Da quel giorno la sorellastra di mio papà si è presa cura di me, solo che avendo anche ben quattro bambini a cui badare, a quattordici anni ho deciso di andare a vivere da sola nella mia vecchia casa per non darle ulteriori problemi a cui pensare. Rose, la mamma di Keli, spesso mi invitava a dormire da loro per lungo tempo, ed in un certo senso è stata lei la mia seconda mamma in quel periodo…»
Mi fermo di nuovo, perché il peggio sta per venire a galla. Ma non posso smettere, sono arrivata a questo punto reprimendo tutte le lacrime che vogliono uscire e cercando di controllare il mio corpo che trema da quando ho iniziato a raccontare. Ora che manca poco, non posso fermarmi.
Prendo un nuovo respiro, decisa più che mai a finire la mia storia, nonostante tutto.
«Proprio in quello stesso periodo è iniziata la mia storia con Nicholas… Lui sapeva che ero orfana, sapeva come mi sentivo sempre un passo indietro rispetto agli altri che, bene o male, i genitori ce li hanno sempre avuti…»
Una lacrima scappa al mio controllo, seguita presto dalle altre che non riesco più a trattenere.
Perché ricordare tutto questo mi fa sempre male…
«Sai, vedendo te e la tua famiglia, mi è venuta nostalgia… Non hai idea di quanto mi manchino i miei genitori… Non poter condividere con loro la mia vita… È tremendamente ingiusto…»
Abbasso la testa e cerco di asciugarmi le guance, ma niente da fare. Sembra che queste lacrime non vogliano avere fine.
Luke non dice niente, ma mi abbraccia forte e mi culla tra le sue braccia, cercando di calmarmi.




Letizia
Io... Ehm... E' meglio che forse non mi esprima su quello che è venuto fuori in questo capitolo... Solo, mi sento in colpa ed anche tanto :'(.
Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto e spero che anche giovedì, quando pubblicherò il pov di Luke su questa scoperta enorme, il capitolo possa piacervi.
Ringrazio con tutto il cuore tutte quelle 52 persone che hanno messo la storia tra le preferite, 10 persone che hanno messo la storia tra le ricordate e 68 persone che hanno messo la storia tra seguite! <3 <3 <3 
Poi, ringrazio tantissimo thenefia, Hazel_, cliffordsjuliet, Live_for_read_write, Brooklyn_Baby, Marianne_13, Jade_Horan, onedirectionaremydream per aver recensito lo scorso capitolo.
Ma lo sapete che nella sezione delle storie popolari con più recensioni positive siamo al 9° posto???? E tutto questo grazie a voi!
Quindi ringrazio ognuno di voi ancora una volta! Siete fantastici!
Ringrazio anche i lettori silenziosi, anche se ogni tanto mi piacerebbe sentire quel che pensate della storia ;). Giuro, non mordo. E' solo per farmi un'idea se la storia vi piace o meno :3. Grazie ancora di tutto, a giovedì!
Un bacione grande grande, Letizia <3
P.s.: Ho cambiato carattere di scrittura, il Georgia mi piace molto di più :3. Grazie ancora di tutto e a presto! <3

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Capitolo 27
*** 27 . Spiazzato ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
27 . Spiazzato
 
 
 
Luke
 
Due settimane. Sono passate due settimane da quando Letizia ha avuto quell’attacco di panico. Speravo con tutto il cuore che l’ombra nei suoi occhi se ne fosse andata per sempre, invece è tornata, molto più prepotente di prima. Lei rimane sempre chiusa in camera e dorme quasi tutto il giorno, non mangia, non parla. Sembra essere diventata un fantasma. Ed io sono preoccupato da morire, perché non so come aiutarla.
Ho chiesto qualche consiglio a Keli, ma non è riuscita ad aiutarmi.
«Non è mai stata così male. Non so come poterla aiutare…» questa è la risposta che mi ha dato, guardandomi con quei suoi occhi preoccupati, che mi hanno fatto capire ancora di più la gravità della situazione.
Mi sento così piccolo, così inutile. Voglio che Letizia stia bene, ma non so cosa fare…
Spero solo che l’invito dei miei per cenare insieme stasera possa farla smuovere un po’…
Se potessi, prenderei il suo posto se questo potesse aiutarla a stare bene. Ma so che è impossibile una cosa del genere…
«Luke, ti prego, parla con lei, sei l’unico a cui dà ascolto.» mi chiede Keli riportandomi sulla terra.
«Ti sbagli. Ora come ora non vuole ascoltare nessuno.»
La bionda sospira e si alza avvicinandosi alla parete vetrata del salotto.
«Lei non si è mai fidata così tanto di una persona come si fida di te.» dice, facendomi battere forte il cuore. Letizia si fida così tanto di me?
«Luke, lei per me è come una sorella. Ogni volta che mi parla di te, le brillano gli occhi. Luke, tu sei la prima persona di cui lei si sta fidando veramente.»
Queste poche parole, tatuate una dopo l’altra nei miei pensieri, riescono a farmi prendere una decisione. Così mi alzo e vado al piano di sopra. Busso alla porta di camera sua, ma lei non risponde.
So che è sbagliato entrare in una stanza quando nessuno dice «Avanti.», ma ho bisogno di vederla, a tutti i costi, devo sapere come sta. Così entro piano e, dopo essermi chiuso la porta alle spalle, mi stendo sul letto accanto a lei.
«Per fortuna sei sveglia.» le dico, realmente sollevato di vedere i suoi occhi aperti oggi, occhi che però non sono quelli che sono abituato a vedere ogni giorno. Sono opachi, privi di quella vitalità che mi ha conquistato fin dalla prima volta che l’ho conosciuta.
Letizia si volta verso di me e, a vedere il suo viso ridotto in queste condizioni, sento una morsa al cuore che mi fa stare maledettamente male. Le sorrido e le scompiglio i capelli per allontanare questi brutti pensieri, poi mi alzo e prendo dall’armadio i primi vestiti che mi capitano a tiro.
«Ma cosa stai facendo?» chiede lei, con la voce forse un po’ impastata dal sonno.
Io le sorrido ancora una volta e le do i vestiti che ho preso.
«Fatti una doccia e vestiti senza fare tante storie. Gli altri ci aspettano giù tra un quarto d’ora.»
«Ma…»
La zittisco posando l’indice sulle sue labbra e guardandola a lungo.
«Andiamo a cena dai miei e sarà meglio che tu ti prepari in fretta.»
Spero solo che venga, ha seriamente bisogno di svagarsi.
Lei, per tutta risposta, mi guarda senza spiccicare parola, poi abbassa lo sguardo e mi rende tutto, per poi rintanarsi sotto le coperte.
«Scusa Luke, ma non me la sento di uscire.» dice piano.
Eh no, Letizia, non puoi non combattere così. Non è da te essere così priva di forze, priva di coraggio. Non sei tu in questi giorni ed io voglio che tu torni quella di prima.
Quella Letizia che adoro ogni giorno di più, quella Letizia che mi fa tenere spesso sveglio la notte sapendo che c’è solo una stupida parete a dividerci, quella Letizia che mi fa arrossire con un solo sguardo, quella Letizia che praticamente tutte le notti si presenta nei miei sogni, quella Letizia che mi fa battere il cuore a mille.
Sospiro, tornando con i pensieri sulla terra e le tolgo le coperte di dosso.
«Leti, devi uscire. Devi prendere una boccata d’aria. Non puoi restare così per sempre. E poi si tratta semplicemente di una sera, poi basta, Ma esci almeno per oggi da questa camera che, detto tra noi, puzza di chiuso.» le dico, cercando di sdrammatizzare un po’ la cosa.
«Non ce la faccio…» ripete.
Io però non ho intenzione di demordere. Così mi siedo davanti a lei e punto i miei occhi nei suoi.
«Solo per stasera.» dico di nuovo, accarezzandole la guancia e riuscendo finalmente a strapparle un sorriso di consenso. Così esco dalla stanza e scendo dagli altri con un sorriso enorme sulle labbra.
«Quel sorrisetto da ebete che ti ritrovi, caro Hemmo, ha appena confermato tutte le mie teorie, specie quella cosa che ti ho detto prima.» mi dice Keli sorridente. Le sorrido a mia volta e mi siedo, aspettando che Letizia scenda…
 
Qualche minuto dopo scende ed è come se fosse una visione. Era da troppo tempo che non stava con noi, e sentirla di nuovo nella nostra piccola famiglia mi fa une effetto strano, piacevole certo, ma strano.
«Ciao.» dice la mora, e Keli corre subito ad abbracciarla forte, bisbigliandole qualcosa e faccendona finalmente sorridere. Dio, quanto mi era mancato quel sorriso che, anche se ancora frenato un po’ dal dolore. Però sono contento di vedere che sta un pochino meglio.
«Vogliamo andare?» chiede Cal, impaziente ed irritato. Quando si tratta di mangiare, meglio evitare di farlo aspettare troppo. Però Mikey frena la sua impazienza tirandogli una manata sul braccio e provocando il divertimento generale.
Poi gli altri tre salutano Letizia uno ad uno e Keli li raggiunge. Anche Letizia si avvia, ma riesco a fermarla prendendole la mano e facendola voltare verso di me. Lei però abbassa immediatamente lo sguardo. Forse sono stato troppo impulsivo?
Però tutti i miei dubbi vengono chiariti quando sento che la mora mi stringe forte la mano.
«Andiamo.» mi dice con quel suo magnifico sorriso di nuovo sulle labbra. Annuisco, felice. Sono sicuro, sta migliorando. Deve tornare a stare bene ed io la aiuterò in ogni modo possibile.
 
Poco dopo ci ritroviamo davanti casa mia e suono il campanello. Ad aprirci è papà, che mi sorride.
«Oh bene, siete arrivati. Prego, entrate!» esclama facendoci entrare.
Appena sento l’odore di casa entrarmi nelle narici, mi rilasso. Tornare a casa è sempre un toccasana con il tipo di lavoro che facciamo. Che poi, casa dolce casa, è sempre vera come cosa.
«Che bella casa Hemmo!» esclama la bionda.
«E pensa che questo è solo il soggiorno.» le risponde il batterista, ormai completamente andato per quella ragazza.
Ad un tratto si sentono dei passi, e Ben e Jack, miei fratelli, fanno il loro ingresso.
«Finalmente ci presenti Letizia!» esclama Ben, ed io lo ucciderei con lo sguardo perché ho paura che attiri l’attenzione di…
«Letizia è qui? Posso conoscerla?» chiede mia mamma facendo il suo ingresso. Ecco, volevo che evitasse di conoscerla così si botto. Mi aspetto lunghi interrogatori da parte di quella donna.
Sospiro e, dopo aver preso Letizia per il polso, faccio le presentazioni, cosa che ho sempre odiato.
«Famiglia, lei è Letizia. Letizia, questa è la mia famiglia.»
E la mora fa una cosa che mai mi sarei aspettato. Arrossisce e sorride, quasi fosse imbarazzata. Ma che cappero, i miei mica mordono!
«È un piacere conoscervi.» dice, conquistandosi subito un sorriso da parte di mia mamma. Bene, le piace già da adesso. Posso stare tranquillo, forse…
«Io sono Liz, e loro sono Andrew, mio marito, Ben e Jack.» mamma finisce le presentazioni e, per fortuna, gli altri tre non fanno qualcosa di strano come loro solito.
Jack prende una chitarra e si rivolge alla ragazza. Oddio, quel suo sguardo lo conosco già. La domanda di routine partirà tra tre, due, uno…
«Ti prego, dimmi che conosci Iris dei Goo Goo Dolls.»
Lei che ha una maglietta di quel gruppo ultramegagalattico come potrebbe non conoscere quella canzone, che è pura poesia?
«Come non potrei non conoscerla? È la mia canzone preferita!»
Sorrido. Letizia non mi delude mai.
Però Jack fa una cosa che non ha mai fatto con nessun’altro, se non con la sua ragazza. Inizia a suonare quella canzone e, come se per lei fosse automatico, Letizia inizia a cantare, incantandomi con la sua voce ancora una volta.
Da come la canta però, sembra che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che quella canzone sta facendo tornare a galla. Lo sento dalla voce, triste, incrinata, a volte un po’ insicura, però decisa anche a continuare ad andare avanti. Proprio come la ragazza che sta cantando, mettendoci tutto il cuore…
Quando la canzone finisce, Jack mi sorprende ancora una volta: stringe la mano a Letizia.
Ok, questa ragazza ha conquistato tutti in casa. E addio privacy.
Intanto gli altri presenti hanno iniziato ad applaudire, ed io mi unisco a loro, perché Letizia questi applausi se li merita tutti.
 
La cena è stata molto più bella e piacevole di quanto mi aspettassi. I ragazzi si sono divertiti parecchio, mentre io sono riuscito a passare un po’ di tempo con la mia famiglia. Ripenso ad un mese fa, quando sono venuto qui a cena prima che Letizia arrivasse. Era stata una serata come questa, che tra risate, battute e qualche rimprovero mi ha fatto dimenticare un po’ lo stress del lavoro.
Guardando mia mamma e Letizia sedute vicine a chiacchierare un po’, sorrido. Mi fa piacere che si siano trovate subito e che Letizia sia piaciuta ai miei. Ci speravo tanto ad essere sincero, anche se il motivo preciso ancora non lo so.
Ad un tratto Letizia si alza e con la coda dell’occhio noto la sua espressione, triste e pensierosa.
«È da tutta la sera che ha quell’aspetto. Va’ a parlarle.» dice Cal a bassa voce, attirando la mia attenzione.
«Perché io?»
Lui mi sorride e mi dà una pacca sulla spalla. «Perché tu sei l’unico che riesce a farla stare meglio.»
Ed è il secondo oggi a dirmi che per lei sono questo. Non li capisco, però sono preoccupato per lei. Automaticamente, mi alzo e le vado vicino per poi abbracciarla da dietro. Quando la sua schiena entra a contatto con il mio petto, mi sento mozzare il fiato ed il cuore inizia a battere veloce, molto più veloce. Però adesso non è il momento di pensare a queste cose.
Spero solo che parlando con me, possa stare meglio…
«Cos’hai?» le chiedo. Lei per tutta risposta sospira, ma non parla.
Ci riprovo. Lo so che sono insistente quando mi ci metto, ma sono troppo preoccupato. Spero solo che non c’entri ancora Nicholas, altrimenti non so che cosa potrei seriamente fargli.
La faccio girare verso di me e quando i suoi occhi incontrano i miei, mi sento morire. Sembrano neri da quanto sono opachi, spenti, tristi… Letizia, che cosa ti è successo?
«Lo sai che con me puoi parlare di tutto.» le dico. Perché vorrei tanto che si sfogasse con me, che si aprisse, perché tenersi tutto dentro fa sempre male, a lungo andare.
Lei sospira e poggia le sue mani sul mio petto, facendomi letteralmente esplodere il cuore.
«Quando avevo quattro anni, ho perso i miei genitori… Erano andati a in Italia per far visita a mia nonna materna… Non mi avevano portata con loro perché mi ritenevano troppo piccola per affrontare un viaggio lungo come quello… Solo che durante il volo di ritorno, l’aereo ha avuto un cortocircuito ed è affondato nell’oceano…»
Si ferma, ed io rimango spiazzato.
Non riesco a credere a quello che ha appena detto. Non è vero. Cazzo, non è possibile che la vita sia stata così ingiusta con lei. Questo, Nicholas. Ma andiamo! Non ci credo, non è possibile… Dio, mi dispiace così tanto!
Faccio per dirglielo, ma lei mi zittisce posandomi sul dito sulle labbra.
«Per favore, aspetta, non è tutto…» dice, poi prosegue a raccontare. «Da quel giorno la sorellastra di mio papà si è presa cura di me, solo che avendo anche ben quattro bambini a cui badare, a quattordici anni sono andata a vivere da sola nella mia vecchia casa per non darle ulteriori problemi a cui pensare. Rose, la mamma di Keli, spesso mi invitava a dormire da loro per lungo tempo, ed in un certo senso è stata lei la mia seconda mamma in quel periodo…»
Si ferma ancora una volta e riesco a notare che i suoi occhi man mano stanno diventando sempre più lucidi. Vorrei tanto dirle che non importa che continui, non voglio che stia male di nuovo. Un enorme senso di colpa si sta facendo strada dentro di me. Cazzo, l’avessi saputo, non le avrei assolutamente chiesto niente. Leti, non è obbligo che tu finisca il racconto. Non fa niente.
Faccio per dirglielo, ma lei torna a raccontare.
«Proprio in quello stesso periodo è iniziata la mia storia con Nicholas… Lui sapeva che ero orfana, sapeva come mi sentivo sempre un passo indietro rispetto agli altri che, bene o male, i genitori ce li hanno sempre avuti…»
Una lacrima le riga il viso e lei inizia a piangere, tanto, spezzandomi il cuore. No, Leti basta, non continuare più, non importa, non fa niente.
Però sono codardo, non riesco a trovare la forza di dirle di smettere. Anche se mi fa male vederla in queste condizioni, non riesco a trovare un modo per farla stare meglio. Ed il senso di colpa per averla fatta piangere con la mia insistenza si fa sempre più grande, fino a farmi mancare il fiato.
«Sai, vedendo te e la tua famiglia, mi è venuta nostalgia… Non hai idea di quanto mi manchino i miei genitori… Non poter condividere con loro la mia vita… È tremendamente ingiusto…»
Lei abbassa la testa e cerca di asciugarsi le lacrime, senza successo. Io non riesco a parlare, non riesco a dirle quanto mi dispiaccia, non riesco a buttar fuori tutta quella rabbia che provo nei confronti della vita che è così ingiusta, non riesco a dire niente per confortarla.
La abbraccio e la cullo un po’, l’unica cosa che possa fare adesso per aiutarla.




Letizia
Buon dì a tutti voi! Avete già iniziato la scuola? Io la comincio lunedì, ma mi credete che non ho per niente voglia? Uffa :'(.
Anyway gente, eccovi anche il capitolo con il POV di Luke sulla storia di Letizia. Spero sul serio che vi sia piaciuto :D.
Ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate, le seguite! Grazie di tutto!
E ringrazio anche Jade_Horan, cliffordsjuliet, Hazel_, alexaval34, onedirectionaremydream, Live_for_read_write, Brooklyn_Baby, Marianne_13, ashton_irwin94, S_V_A_G per aver recensito lo scorso capitolo!
Grazie a tutti voi dal più profondo del cuore!
E adesso due AVVISI, mooolto importanti ;).
1 . Posterò il prossimo capitolo DOMENICA, perchè da lunedì a sabato ospiterò una ragazza austriaca, quindi mi sarebbe impossibile postare lunedì :P. Quindi, ripeto, posto DOMENICA ;).
2 . Nonostante l'inizio della scuola, continuerò a postare DUE CAPITOLI A SETTIMANA, come ho fatto fino ad ora ;), quindi non preoccupatevi per gli aggiornamenti. Che poi, se una promessa la faccio, la mantengo sempre, quindi potete stare tranquilli ;).
Detto questo, grazie ancora di tutto, siete MERAVIGLIOSI!!! Vi voglio veramente troppo bene! <3 <3 <3 A presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 28
*** 28 . Tu ed io ***


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Soundtrack per il capitolo (ascoltate in questo ordine, fa più effetto ;)):
One Direction - You and I
5 Seconds of Summer - The only reason
5 Seconds of Summer - If you don't know
5 Seconds fo Summer - Wrapped around your finger
5 Seconds of Summer - Everything I didn't say
5 Seconds of Summer - Amnesia
5 Seconds of Summer - Lost boy
5 Seconds of Summer - Never be
5 Seconds of Summer - Close as strangers



28 . Tu ed io
 
 
 
Letizia
 
Durante il viaggio da casa Hemmings non ho fatto altro che pensare a quello che ho raccontato, a quella parte di me che ho tentato in ogni modo di tenere nascosta, perché non volevo che la gente mi guardasse con pena o compassione. La mia storia… Non credevo possibile poterla raccontare ancora, anche se in modo molto confuso. Specialmente, non pensavo di riuscire a raccontarla proprio a Luke. Non credevo di potermi fidare così tanto di lui da mettermi completamente a nudo.
Guardo ancora una volta quella foto, la stessa che mi ha fatto tornare questa nostalgia che ancora non se ne è andata. L’ultima foto che ho con i miei genitori.
Era il compleanno della mamma e lei mi aveva presa in braccio perché ero caduta e mi ero fatta male ed avevo cominciato a piangere. Papà si era unito all’abbraccio ed aveva fatto una faccia buffissima per farmi tornare a ridere, cosa che aveva funzionato in pieno.
Sospiro, ed accarezzo sullo schermo quei due visi, come se potessero sentirmi dal posto in cui si trovano adesso. E la nostalgia e la tristezza si fanno sentire, ancora, molto più forti di prima.
Al tutto si aggiunge il ricordo di Nicholas, ed il mio cuore esplode, in un istante. Si frantuma.
Sento di essere sull’orlo del pianto per l’ennesima volta. Però devo trattenermi, non posso far preoccupare i miei amici tutte le volte. Specialmente, non voglio far star male Luke.
Devo prendere una boccata d’aria e preferisco che non mi vedano in queste condizioni.
Così, appena arriviamo a casa, sono la prima a scendere dal nostro furgoncino e saluto gli altri con un gesto della mano. «Ragazzi, ho bisogno di fare quattro passi, ci vediamo più tardi.»
Loro mi salutano a gran voce, primo fra tutti il biondo che mi guarda intensamente. Scosto subito lo sguardo e mi incammino, cercando di trattenere il più possibile le lacrime… Lacrime che però, a quanto pare, sembrano non voler avere fine oggi…
Svolto l’angolo e mi ritrovo in una zona di Sydney che non avevo mai percorso. Continuo a camminare, incurante del dolore nel petto che lentamente mi sta lacerando il cuore. Non devo permettere che i ricordi mi abbattano ancora una volta. Devo provare a combatterli.
Intanto i miei piedi vagano da soli per la città, portandomi in un piccolo parco, pieno di persone.
Cerco di non pensare e per pretesto, per allontanare i ricordi, punto gli occhi sui bambini che giocano. Buon per loro. A quell’età è tutto maledettamente più semplice e non hai nessun problema.
Sospiro e faccio per incamminarmi nuovamente, quando però la mia attenzione viene attirata da una coppia. Lei ha in braccio un neonato e lui sta cercando di farlo smettere di piangere facendo tantissime boccacce.
Proprio come mamma e papà alla festa di lei.
Sento che il mio cuore non ne può più. È come se ad un tratto fosse diventato polvere.
Non posso più restare qui, devo andare via. Devo dimenticare.
Inizio a correre, senza una meta precisa, l’importante è allontanarmi il prima possibile, per evitare che altri ricordi, quei pochi che ho, tornino alla luce.
Intanto il vento si alza e noto dei grossi nuvoloni scuri avvicinarsi. Corro e l’aria fredda inizia ad entrare sotto il cappotto, che mi stringo addosso per evitare di rabbrividire. Poco dopo la pioggia comincia a cadere, fine, centrando in pieno i miei occhi. Ci mancava solo questa adesso.
Aumento il passo e cerco un posto per ripararmi. Ma niente da fare.
Non riesco a trovare neppure una stupida tenda dei negozi aperta. Inizio ad avere il fiato corto e l’agitazione comincia a salire, perché so di essermi persa, nonostante il buon senso dell’orientamento che mi ritrovo. Non riesco più a tornare indietro.
Alla fine trovo un vicolo un po’ più riparato dagli altri e mi siedo per terra, stremata per la corsa.
Respiro affannosamente e, quando accendo il cellulare per vedere che ore sono, non resisto più. Accidenti a me, perché cazzo ho dovuto fare un collage tra la foto dei miei e quella dei ragazzi?
Sono masochista, ma ormai credo di averlo capito chiaramente…
Noto che sono le unici e mezza di notte e mi viene male. Poi spunta la lista delle chiamate perse. 50, tutte da parte dei ragazzi. Faccio per chiamarli e dirgli che mi sono persa, ma lo schermo del telefono diventa nero, su cui riesco a leggere distintamente Batteria scarica. Cazzo, perché tutte adesso?
Metto il cellulare in tasca e mi prendo la testa tra le mani.
Perché ho messo quelle due foto insieme? Per farmi del male, questo è poco ma sicuro…
Perché non riesco a smettere di pensare a miei da quando ne ho parlato con Luke?
Perché questa stupida nostalgia e questa fottutissima tristezza non se ne vanno?
Perché non ho avuto più tempo da passare con i miei genitori?
Perché non ho potuto raccontare loro le mie giornate, i miei sogni, i miei problemi?
Perché non ho potuto renderli partecipi del mio sogno più grande?
Perché quando le persone se ne vanno, lasciano un fottutissimo ed incolmabile vuoto?
Perché Nicholas ha fatto quel che ha fatto?
Perché si è preso gioco così spudoratamente di me?
Perché, nonostante tutto, io ancora non riesco a togliermelo dalla testa?
Troppe domande ed un cuore stremato. Ecco quel che sono adesso. Non ho niente in mano.
La sola cosa buona che la vita mi ha donato sono stati Keli ed i ragazzi. Senza di loro non sarei mai riuscita ad essere quel che sono adesso, nonostante tutto. Sono i migliori amici che si possano avere, ed io mi sento una merda perché la sola cosa che riesco a fare è farli preoccupare, non riesco mai a dimostrare quanto sia loro grata per tutto quello che fanno per me, ogni giorno.
Alzo la testa verso il cielo e lascio che le lacrime facciano il loro corso, mischiandosi con la pioggia che ha scovato anche questo piccolo vicolo e che mi sta bagnando.
Senza accorgermene inizio a piangere forte, a singhiozzare, fino a che gli occhi non fanno male, fino a che la gola non brucia, fino a che il petto fa così male da farmi mancare il respiro.
Eccomi, la ragazza che riesce solo a piangersi addosso, la ragazza che non ha la forza sufficiente di affrontare i suoi problemi, la ragazza che si lascia sopraffare dai suoi stessi ricordi, la ragazza che ha troppi sogni, la ragazza che ha tantissime domande, la ragazza che ha tantissime incertezze, la ragazza che ha pochissime certezze, la ragazza che si affeziona subito alle persone anche se non  lo dimostra apertamente e spesso…
Ad un tratto sento dei passi che si avvicinano, per poi fermarsi di botto esattamente davanti a me.
Alzo la testa, ma non riesco a capire chi sia, a causa degli occhi appannati dalle lacrime.
«Finalmente ti ho trovata.» dice una voce, una voce che ormai riconoscerei anche tra la folla, una voce che mi ha aiutata ogni volta che stavo male, ogni volta che avevo bisogno di conforto.
Mi passo una mano sul viso per asciugarlo un po’, ma invano, perché la pioggia continua a cadere.
Però inizio a distinguere meglio le cose davanti a me e, quando vedo dei capelli biondi, un piercing al labbro inferiore e due grandi occhi blu come il mare puntati su di me, mi sento ancora più male.
Senza dire una parola, mi alzo in piedi e mi allontano da lui, perchè non voglio che veda ancora come sto. Perché sono anche la ragazza che fugge…
«E adesso perché scappi?» chiede Luke, facendomi fermare nel bel mezzo della strada.
«Perché non combatti?» continua, facendomi sentire peggio, facendomi sentire più merda di quanto non lo sia già. «Perché continui a farti mangiare dal dolore? Perché non reagisci e non mostri a te stessa quella Letizia che mi ha colpito a lavoro, con la sua determinazione? Perché non combatti contro quei ricordi che tanto ti fanno male?»
No, Luke, non dovevi dire tutto questo, non dovevi entrare così tanto nella mia vita, non dovevi essere capace di leggermi come nessuna persona sa fare…
Mi volto verso di lui, puntando i miei occhi nei suoi.
Non dovevi diventare così dannatamente importante…
«Credi che sia tutto così semplice? Credi che sia così facile poter andare avanti senza i genitori, senza poter contare su di loro, parlare con loro, scherzare con loro, giocare con loro, persino arrabbiarsi con loro? Credi che sia semplice vivere sentendosi soli, nonostante ci siano delle persone al nostro fianco che ci vogliono un bene infinito? Credi che facile dimenticare quella persona che, tra le macerie di una vita, rappresentava la luce, rappresentava l’unica cosa a cui aggrapparsi per non rimanere schiacciato dal dolore? Sai perché sto così male per Nicholas? Perché lui mi aveva promesso che sarebbe stato il padre che non ho mai avuto… E invece mi ha lasciata da sola! Mi ha lasciata annegare nelle lacrime, nella solitudine e nella tristezza! Quindi non venire a dire che non combatto, perché io ci ho provato a reagire, con tutte le mie forze, ma il peso dei miei ricordi mi ha schiacciata, ed è riuscito a vincere…»
Ho gridato tutto questo a gran voce. Ho gridato queste parole mai dette a nessuno, mai ammesse neppure a me stessa. Ho gridato per liberare il cuore. Ho gridato per dire alla vita che nonostante tutto, la partita con me non è ancora finita.
Però il dolore c’è ancora, annidato qui, dentro al cuore.
Luke corre verso di me e mi guarda, i suoi occhi blu sono così seri da farmi quasi paura.
«E la sai tu una cosa? Sai quanto Keli, Ashton, Michael, Calum ed io speriamo che tu stia meglio? Sai quante volte siamo stati tristi con te, quante volte abbiamo pianto per te, perché ci sentiamo impotenti di fronte a tutto quello che hai vissuto? Sai che io non sopporto vederti stare di merda per una persona che non si meritava niente, per dei ricordi a cui ti aggrappi perché sono le uniche certezze che hai?»
No, Luke, ti prego, basta, non continuare a leggermi così in profondità, non scavare oltre…
«Cos’altro dovrei fare? Spiegamelo! Perché io non so niente… Sono persa nel mio stesso dolore…»
Lui si avvicina a me, facendo aderire la sua fronte con la mia.
«Devi fidarti di me. Non posso prometterti niente, questo lo sai. Ma sai anche che troverei sempre il modo di darti quello che ti manca. Farei qualsiasi cosa pur di vederti felice. Non posso essere tuo padre. Lui ha un ruolo importante nella tua vita, anche se non c’è più. Ed io non posso permettermi di prendere quel posto che di diritto spetta solo a lui. Sappi solo questo: combatterò con te i ricordi che ti fanno stare così male, ti aiuterò a portare quel peso che ti affatica tanto da farti cadere a pezzi, farò in modo che quell’ombra che hai negli occhi e nel cuore sparisca per sempre, sarò quel posto dove potrai sempre trovare rifugio, dove potrai sfogarti, dove potrai sentirti a casa.»
Lo guardo e le lacrime aumentano a scendere sulle guance, lacrime che continuano a mischiarsi alla pioggia che ormai ha bagnato entrambi fin dentro le ossa.
«Luke, basta, non andare oltre. Non prenderti responsabilità più grandi di te. Non capisco perché tu perda tanto tempo con me, perché tu voglia a tutti i costi che io stia meglio, che sia felice…»
Lui sospira, prima di scostarsi un attimo da me. Mi guarda intensamente, così intensamente da farmi sentire nuda sotto i suoi occhi, spogliata di tutto.
«Perché ti amo. Ti amo, più di qualsiasi altra persona che abbia mai conosciuto. Ti amo, perché sei buffissima quando sei nervosa. Ti amo, perché i tuoi occhi mi fanno vedere cose che non mi hai visto nel mondo reale. Ti amo, perché anche solo sfiorandoti, riesco a toccare il cielo con un dito. Ti amo, perché sei determinata in tutto quello che fai. Ti amo, perché mi fai vedere le cose in maniera diversa. Ti amo, perché hai reso la mia vita migliore. Ti amo, perché sei un’esplosione di vita continua. Ti amo, perché ogni giorno mi mostri sempre qualcosa di te che non conosco. Ti amo, perchè sei semplicemente te stessa.»
Porto le mani alla bocca per la sorpresa. Non è vero. Luke, non puoi aver detto tutto questo a me. Non posso contare così tanto per te. Non è possibile…
Non capisco più niente. La testa mi martella così forte da non riuscire a farmi ragionare. E ci si mette anche il cuore, quel cuore ferito, quell’organo che non fa altro che battere veloce, troppo veloce, come se volesse scoppiare da un momento all’altro…
Non rispondo, ma mi volto e corro via.
Lontana da lui, lontana dall’unica persona che potrebbe salvarmi davvero, lontana dall’unica persona che voglio proteggere da me stessa e dal mio dolore, lontana dall’unica persona che mi è sempre rimasta vicino nonostante tutto, lontana da quella persona che si è sempre fatta in quattro per me, lontana da quella persona che ha sempre popolato i miei sogni da quando l’ho conosciuta, lontana da quella persona a cui penso appena mi sveglio, lontana da quella persona che mi fa sempre stare bene qualsiasi cosa faccia, lontana da quella persona che ho capito di amare, amare come non ho mai amato nessuno, amare con tutta me stessa.
Corro via perchè ho paura. Di cosa, non lo so neppure io. Però ho paura.
Ad un tratto, sento che una mano afferra la mia e mi fa voltare, facendo incontrare solo per un secondo i miei occhi con quelli di Luke.
«Ti prego, dimmi che per te è lo stesso.» mi dice.
«E tu dimmi che non è uno scherzo.» rispondo.
E allora lui sorride, facendomi finalmente vedere un po’ di luce in quel tunnel dove mi ero persa.
Poi accade qualcosa che non riuscirò mai a spiegarmi con esattezza.
Luke chiude gli occhi e poggia delicatamente le sue labbra sulle mie. Ed io non capisco seriamente più niente. Però rispondo al bacio, riuscendo finalmente a sentire del tutto le sue labbra. Calde, morbide, soffici, tenere, timide.
Mi sento a casa, mi sento stramaledettamente bene. È questo il potere di un bacio? Farti sentire al settimo cielo, con brividi infiniti che ti attraversano tutto il corpo? È un sogno? Una magia?
Continuo a baciarlo e lui risponde con una tenerezza disarmante, da riuscire ad abbattere ogni mio muro, ogni mia difesa, prendendo il mio cuore e portandolo di nuovo alla luce.
Le mie mani, senza che io lo voglia, vanno a cingergli il collo, tirando di più il ragazzo verso di me.
Luke, per tutta risposta, mi abbraccia forte, come se non volesse mai lasciarmi andare, come se volesse difendermi da tutto e da tutti. Mi abbraccia forte e mi mozza il fiato, perché nessuno è mai riuscito a trasmettermi così tanto amore in un bacio.
Poi, come se lo facessimo da sempre, iniziamo a mordicchiarci dolcemente le labbra. Ed io qui perso nettamente la cognizione di qualsiasi cosa sia su questo pianeta. Dove sono, che ore sono, che giorno è. Poco mi importa di tutto questo.
Ma  il culmine arriva quando lui socchiude le labbra ed io lo seguo a mia volta, facendo incontrare le nostre lingue e creando una danza tutta nostra, una danza che riporta indietro dalle tenebre ogni singola parte di me, una danza che rimette in sesto il mio cuore distrutto, una danza che mi fa sentire viva, viva come non lo ero mai stata fino ad ora.
Poi ci dividiamo, lentamente, ritrovandoci senza fiato e zuppi da capo a piedi.
«Da adesso siamo tu ed io.» mi sussurra Luke facendomi sorridere, piena di felicità fino a scoppiare.
«È una promessa?» chiedo, anche se credo di sapere già la risposta.
Lui sorride e mi bacia di nuovo, a stampo, con quella sua tenerezza che mi fa toccare le stelle.
«È una promessa.»
 
 
 
Luke
 
È da quando siamo partiti che Letizia non fa altro che fissare una foto che rappresenta i suoi genitori. Me l’ha fatta vedere dopo avermi raccontato la sua storia.
Non avrei mai creduto che si sarebbe aperta così tanto con me. Certo, la cosa non può farmi che piacere, tanto piacere. Però da quando mi ha raccontato tutto, ha smesso di parlare. Non ha più detto niente. Ed io ho la netta sensazione che non stia per niente bene.
Guardo fuori dal finestrino.
Possibile che io riesca solo a farle tornare alla mente ricordi così dolorosi? Possibile che tocchi sempre il tasto sbagliato al momento sbagliato? Possibile che non sappia mai fare la cosa giusta con lei? Possibile che riesca solo a farla piangere e a farla stare male?
Certo che però non mi sarei mai aspettato una rivelazione simile. Non avrei mai creduto che la sua vita fosse stata così difficile e così complicata. I suoi genitori, Nicholas… Dio, quante ne ha già passate. Ed è pure più piccola di me, anche se di un anno soltanto…
Se solo lo avessi saputo, avrei evitato in ogni modo possibile di farla sentire sola, avrei cercato di alleviare la sua solitudine, anche se di poco, ma ci avrei provato con tutto me stesso. Questo non toglie, comunque, che possa partire da adesso a farla sentire meno sola, per provare a renderla felice.
Quando arriviamo a casa, è la prima a scendere dal furgoncino e ci saluta con la mano.
«Ragazzi, ho bisogno di fare quattro passi, ci vediamo più tardi.»
Noi la salutiamo a gran voce. Io in primis, per far sì che la mia voce arrivi dritta al suo cuore distrutto, per farle capire che a casa ci saremo tutti noi ad aspettarla, io per primo a braccia completamente aperte, per stringerla forte.
I nostri sguardi si incontrano ed io mi concedo di guardarla un po’ più a lungo. Ma lei sposta lo sguardo e si incammina nella direzione opposta da cui siamo venuti.
Scendo anche io ed entriamo in casa, sfiniti da questa lunga giornata.
Mi tolgo le scarpe e mi butto a peso morto sul divano, seriamente distrutto. Gli altri mi seguono a ruota e Keli si siede accanto a me.
Non so se è bene che glielo dica, però ho bisogno di sentire il suo parere su tutta questa faccenda.
«Lei mi ha raccontato, tutto.»
A queste parole, la bionda mi guarda prima con gli occhi sbarrati, poi mi sorride.
«Altra cosa che conferma le mie teorie. Lei si sta fidando completamente di te, altrimenti non ti avrebbe mai detto niente anche se ti avesse voluto un bene immenso.»
«Già.» rispondo sospirando e prendendomi la testa tra le mani. «Solo che mi ha letteralmente spiazzato. Non credevo che ne avesse passate così tante…»
«Cosa succede?» chiede Cal, guardandoci pensieroso ed esprimendo la stessa domanda che è passata nei pensieri di Mikey ed Ash.
Keli ed io ci guardiamo. «Sarebbe meglio che lo raccontassi tu.» le dico per incoraggiarla e perché non ho il diritto di far parola di questo, perché Keli c’è inevitabilmente più dentro di me.
Lei sospira e guarda gli altri, ma non parla.
«Guarda che sanno tutto anche di Nicholas.» continuo, sperando che parli.
Allora lei sorride ed alza lo sguardo. «Sapevo che voi quattro le avreste fatto bene.» dice prima di iniziare a raccontare.
 
A storia finita, nessuno sarebbe in grado di descrivere le espressioni dei ragazzi. Vanno dal sorpreso, all’arrabbiato, al triste, passando per il dubbio e per l’incredulità.
«Quella ragazza è forte. Non so come abbia potuto affrontare tutto questo da sola.» commenta Calum alzandosi e avvicinandosi alla vetrata, perdendo lo sguardo chissà dove.
«Hai detto bene. Da sola…» commenta Keli con voce carica di tristezza.
Michael la guarda storto. «Perché? Non c’eri tu? Non c’erano gli altri suoi parenti?» chiede con gli occhi lucidi, sorprendendomi. Michael, il ragazzo misterioso, quello che mostra raramente le sue emozioni, sta piangendo per Letizia. Deve stargli parecchio a cuore per avere una reazione simile, una reazione che non è da lui.
Keli abbassa lo sguardo. «Non ha mai fatto pesare niente a nessuno. Non si è mai aperta, neppure con me. Non si è mai sfogata…»
Anche Ashton entra nella conversazione. «Scherzi vero? Nessuno potrebbe resistere senza parlarne con qualcuno, anche solo per cinque miseri minuti!»
Keli si alza in piedi, con gli occhi rossi, con le lacrime che le rigano le guance e con il corpo che trema. «Ecco perché sono così preoccupata. Ho paura che lei crolli in un solo istante, schiacciata dai ricordi e dal dolore, oppure che sia già a pezzi ed io non me ne sono minimamente accorta. Ho paura che stia male, ma non quel male che abbiamo visto in questi giorni. Ho paura che possa impazzire dal dolore e fare qualcosa che potrebbe portare a non vederla più…»
«Non starai mica pensando…» esclamo, impaurito da quello che ha appena detto, ma lei mi blocca.
«No, non intendevo che voglia suicidarsi. Ma credo che se sta provando quel dolore di cui ho parlato, non rivedremo mai più la Letizia di un tempo, quella che anche voi avete imparato a conoscere.»
A queste parole sospiro e mi alzo, preso dall’agitazione. Questa cosa non dovrà mai accadere, non lo permetterò…
 
Sono le dieci e mezzo di notte e Letizia ancora non è tornata. Tutti noi l’abbiamo tempestata di chiamate, ma non risponde.
Percorro a grandi falcate il salotto, con il cuore che batte troppo veloce perché ho troppa paura che le sia successo qualcosa di brutto.
«Cazzo! Ancora non risponde.» esclama Michael chiudendo la ventesima chiamata che ha fatto.
«Dove può essere finita?» chiede Keli con le lacrime agli occhi, ricevendo subito un abbraccio da Ashton, che cerca di tranquillizzarla come meglio può.
«Tranquilla, non le sarà successo niente.»
Lei non dice nulla, ma stringe forte il ragazzo e comincia a singhiozzare piano, facendomi sentire ancora più male.
Quando ad un tratto la luce di un lampo illumina la stanza ed il boato del tuono che segue ci fa sobbalzare, prendo una decisione.  Mi metto velocemente le scarpe. Indosso poi il cappotto e faccio per aprire la porta, ma la voce di Cal mi ferma. «Non vorrai mica uscire con questo tempo?»
Non rispondo, perché non so cosa dire. Intanto Keli mi si avvicina e mi posa una mano sul braccio.
«Vai a cercarla. Lei ha bisogno di te più di quanto lei stessa e tu stesso possiate immaginare. Corri, vai a prendertela.»
Le sorrido e corro fuori, con il vento che sposta qualsiasi cosa da quanto è forte. E allora capisco.
Capisco che Keli è un’attenta osservatrice.
Capisco che lei ha intuito prima di me quali fossero i miei reali sentimenti per Letizia
Capisco che farei di tutto pur di avere Letizia al mio fianco.
Capisco che voglio essere la causa del suo sorriso.
Capisco che voglio renderla felice, ogni giorno.
Capisco che non potrei mai stare senza di lei.
Capisco che quella ragazza mi ha stravolta la vita, senza che né io né lei ce ne rendessimo conto.
Capisco che non rinuncerò mai a lei, è troppo importante per me.
Capisco che voglio portarla via dal suo dolore senza fine.
Capisco che la amo, la amo da impazzire, la amo come non ho mai amato nessuno prima d’ora.
Inizia a piovere, ma non mi interessa. Corro per le vie di Sydney, incurante delle gocce che mi stanno entrando dentro i vestiti, facendomi rabbrividire, incurante del male che mi stanno facendo le gambe non abituate a correre, incurante dei brutti pensieri che mi stanno attraversando la mente. L’unico mio pensiero è lei. Devo trovarla ad ogni costo.
Passo dal parco, ma è deserto. Allora corro nella via dei  negozi e delle boutique, ma anche qui niente. Però non mi do per vinto e continuo a correre, svoltando tanti angoli, percorrendo sempre più chilometri. È come la sera in discoteca, quando ho dovuto fare a gomitate pur di trovarla. Solo che adesso l’ostacolo non sono le persone. Adesso l’ostacolo sono queste troppe vie deserte, vie tutte uguali, che mi confondono e mi fanno salire di più l’ansia.
Svolto l’ennesimo angolo e non vedendo nessuno vagare per la via. Faccio per svoltare dalla parte opposta, quando una figura seduta per terra all’inizio di un vicolo dalla parte opposta della strada cattura la mia attenzione.
E allora corro più veloce, bruciando le poche energie che mi restano per arrivare il prima possibile.
Mi fermo esattamente davanti a quella figura che, appena arrivo, alza la testa, facendomi scoppiare di felicità.
«Finalmente ti ho trovata.» dico, sollevato, perché ho Letizia davanti ai miei occhi e non mi sembra vero. È come se fossi in un sogno, ed ho paura che però lei sia solo un’illusione.
La ragazza si passa una mano sul viso, e solo in questo momento noto i suoi occhi rossi e gonfi, nonostante la pioggia che sta cadendo non mi faccia vedere molto bene.
Però Letizia non dice niente. Si alza ed io spero con tutto il cuore che mi abbracci e si sfoghi. Ma lei non mi degna neppure di uno sguardo e si allontana, sorprendendomi e facendomi montare una strana rabbia dentro.
«E adesso perché scappi?» le chiedo, facendola fermare in mezzo alla strada. «Perché non combatti? Perché continui a farti mangiare dal dolore? Perché non reagisci e non mostri a te stessa quella Letizia che mi ha colpito a lavoro, con la sua determinazione? Perché non combatti contro quei ricordi che tanto ti fanno male?»
Cazzo Letizia, reagisci! Non scappare, non voltare le spalle al dolore, non annegare nei ricordi, perché staresti più male di quanto tu stia adesso.
Lei si volta ed i nostri occhi entrano in collisione, facendomi rabbrividire. Il suo sguardo distrutto è la prima cosa che noto  e che mi provoca un dolore peggiore di una pugnalata al cuore.
«Credi che sia tutto così semplice? Credi che sia così facile poter andare avanti senza i genitori, senza poter contare su di loro, parlare con loro, scherzare con loro, giocare con loro, persino arrabbiarsi con loro? Credi che sia semplice vivere sentendosi soli, nonostante ci siano delle persone al nostro fianco che ci vogliono un bene infinito? Credi che facile dimenticare quella persona che, tra le macerie di una vita, rappresentava la luce, rappresentava l’unica cosa a cui aggrapparsi per non rimanere schiacciato dal dolore? Sai perché sto così male per Nicholas? Perché lui mi aveva promesso che sarebbe stato il padre che non ho mai avuto… E invece mi ha lasciata da sola! Mi ha lasciata annegare nelle lacrime, nella solitudine e nella tristezza! Quindi non venire a dire che non combatto, perché io ci ho provato a reagire, con tutte le mie forze, ma il peso dei miei ricordi mi ha schiacciata, ed è riuscito a vincere…» urla, facendo finalmente sentire la sua voce, tirando finalmente fuori quello che pensa, le sue paure, quello che la tormenta.
Le corro incontro e punto i miei occhi dritti nei suoi, perché nonostante tutto sono arrabbiato. Sono arrabbiato perché non l’ho vista combattere. L’ho vista solo cadere, pezzo dopo pezzo.
«E la sai tu una cosa? Sai quanto Keli, Ashton, Michael, Calum ed io speriamo che tu stia meglio? Sai quante volte siamo stati tristi con te, quante volte abbiamo pianto per te, perché ci sentiamo impotenti di fronte a tutto quello che hai vissuto? Sai che io non sopporto vederti stare di merda per una persona che non si meritava niente, per dei ricordi a cui ti aggrappi perché sono le uniche certezze che hai?»
Non mi interessa se sono troppo duro. Devo aiutarla a capire, devo aiutarla a superare tutto.
«Cos’altro dovrei fare? Spiegamelo! Perché io non so niente… Sono persa nel mio stesso dolore…»
Letizia, ti prego, non dire più una cosa simile. Io so che puoi vincere, ne sono sicuro.
Mi avvicino a lei e faccio in modo che le nostre fronti aderiscano l’una con l’altra.
E lascio che sia il cuore a dire questo, perché alla fine è quello che cercherò di fare, nonostante tutti i problemi che si presenteranno strada facendo.
«Devi fidarti di me. Non posso prometterti niente, questo lo sai. Ma sai anche che troverei sempre il modo di darti quello che ti manca. Farei qualsiasi cosa pur di vederti felice. Non posso essere tuo padre. Lui ha un ruolo importante nella tua vita, anche se non c’è più. Ed io non posso permettermi di prendere quel posto che di diritto spetta solo a lui. Sappi solo questo: combatterò con te i ricordi che ti fanno stare così male, ti aiuterò a portare quel peso che ti affatica tanto da farti cadere a pezzi, farò in modo che quell’ombra che hai negli occhi e nel cuore sparisca per sempre, sarò quel posto dove potrai sempre trovare rifugio, dove potrai sfogarti, dove potrai sentirti a casa.»
Lei mi guarda e riesco a notare le sue lacrime nonostante la pioggia. Queste dovranno essere le ultime lacrime che verserà, è una promessa!
Intanto la pioggia continua a scendere, ma non me ne preoccupo. L’unica cosa che ha tutta la mia attenzione adesso è lei, soltanto lei.
«Luke, basta, non andare oltre. Non prenderti responsabilità più grandi di te. Non capisco perché tu perda tanto tempo con me, perché tu voglia a tutti i costi che io stia meglio, che sia felice…»
A queste parole, sospiro e mi allontano un attimo da lei, per guardarla dritta negli occhi, per capire cos’abbia di preciso, per capire come debba rispondere alla sua domanda.
E poi le parole vengono fuori da sole. Vengono fuori da sole quelle parole che ho sempre saputo, parole che ho sempre avuto nel cuore ma che non riuscivo a mettere in ordine, parole che esprimono solo una piccolissima parte dell’enorme risposta che potrei darle se avessi tutto il tempo del mondo.
«Perché ti amo. Ti amo, più di qualsiasi altra persona che abbia mai conosciuto. Ti amo, perché sei buffissima quando sei nervosa. Ti amo, perché i tuoi occhi mi fanno vedere cose che non mi hai visto nel mondo reale. Ti amo, perché anche solo sfiorandoti, riesco a toccare il cielo con un dito. Ti amo, perché sei determinata in tutto quello che fai. Ti amo, perché mi fai vedere le cose in maniera diversa. Ti amo, perché hai reso la mia vita migliore. Ti amo, perché sei un’esplosione di vita continua. Ti amo, perché ogni giorno, mostrandomi sempre qualcosa di te che non conosco. Ti amo, perchè sei semplicemente te stessa.»
Sono più che sicuro di quello che ho appena detto, non ho più paura di niente adesso.
Letizia si copre la bocca con le mani e mi guarda con gli occhi sbarrati.
Ora però, sono a corto di parole, non so più che cosa dirle, pur di farla tornare da me.
Lei però non risponde. Si volta ed inizia a correr lontano, mandando il mio cuore in frantumi.
E no. Non ci credo che per lei non sia la stessa cosa. Non è possibile che tutto quello che provo io non lo provi anche lei.
Senza pensarci troppo, corro anche io, riuscendo a prenderle la mano e a farla voltare verso di me.
«Ti prego, dimmi che per te è lo stesso.» dico, sperando con tutto il cuore di non sbagliarmi.
«E tu dimmi che non è uno scherzo.» risponde lei, facendomi sorridere e liberandomi da un peso enorme, che non credevo di poter portare. E lascio che il mio cuore sia a fare il resto.
Chiudo gli occhi e poso le mie labbra sulle sue, riuscendo finalmente ad assaporarle, a sentirle mie, perché Letizia sta rispondendo al bacio! Riesco finalmente a sentire quelle labbra, quelle labbra che non pensavo potessero essere cosi dolci, così delicate, così fragili.
Non so se si possa dare una definizione esatta a quello che sto provando in questo preciso momento.
Confusione. Felicità. Sollievo. Amore. E questo non è che l’inizio.
Poi Letizia fa una cosa che non mi sarei mai aspettato. Porta le sue mani sul mio collo e mi tira a sé.
E, come se le mie braccia avessero un’autonomia propria, vanno a abbracciarla, a stringerla forte, per portarla in salvo da quel buio che l’aveva intrappolata.
Riesco a sentirla, riesco a percepire ogni parte di lei che torna al suo giusto posto.
Iniziamo a mordicchiarci le labbra, ed  io mi sento sempre meglio. Mi sembra di essere rinato con questo bacio, che ha portato un nuovo me. Un me pronto ad affrontare qualsiasi cosa solo per lei.
Ma la parte migliore arriva solo quando schiudo leggermente le labbra e Letizia fa lo stesso, per poi far incontrare le nostre lingue. Ed è come se muovendosi, creassero la melodia più bella del mondo. Una melodia che mi fa capire che Letizia per me è l’unica. Una melodia che sarà da sottofondo al nostro amore, un amore senza confini.
Poi ci dividiamo, lentamente, ritrovandoci senza fiato e zuppi da capo a piedi.
«Da adesso siamo tu ed io.» le sussurro facendola sorridere e sentendomi il ragazzo più fortunato della terra.
«È una promessa?» chiede.
Sorrido e la bacio ancora una volta, per confermare sia a lei che a me stesso che tutto quello che stiamo vivendo è vero.
«È una promessa.»




Letizia
Io... Meglio che dopo un capitolo di questa portata non mi esprima...
Sappiate solo che sono rimasta in piedi fino alle quattro di mattina per scriverlo. E spero sul serio che vi sia piaciuto. E' un capitolo a cui tengo moltissimo e non solo perchè è lunghissimo. Sul serio, spero che vi abbia fatto emozionare, come ha fatto emozionare me mentre lo scrivevo :'3.
Ed ora sarà meglio passare a voi, per ringraziare chiunque abbia messo la storia tra preferite, ricordate e seguite <3
E poi ringrazio tantissimo alexaval34, Hazel_, Jade_Horan, cliffordsjuliet, S_V_A_G, Ally Hemmings 1D, Brooklyn_Baby, Live_for_read_write, Marianne_13 per aver recensito lo scorso capitolo.
Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto <3.
Ci sentiamo lunedì 22 con il prossimo capitolo ;). A presto e grazie infinite per tutto!
Una cosa: voi, lettori silenziosi, fatevi sentire ogni tanto! Mi farebbe tantissio piacere sapere cosa ne pensate, se avete consigli per migliorare la storia, se avete delle critiche (costruttive) da fare. Giuro, non mordo nessuno, anzi, sono un koala a cui piace tantissimo fare le coccole! Quindi, a parte gli scherzi, fatevi sentire ogni tanto ;).
Grazie acora una volta e a presto! Un bacione grande grande, Letizia <3
P.s.: Eh sì, strano ma vero, anche se non sono fan degli One Direction, sono stati loro ad ispirarmi il titolo del capitolo ;). Bacione di nuovo! <3

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Capitolo 29
*** 29 . Finalmente viva ***


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29 . Finalmente viva
 
 
 
Letizia
 
Appena mettiamo piede in casa, non faccio nemmeno in tempo a togliermi il cappotto zuppo, che Keli mi corre incontro e mi abbraccia così forte da strozzarmi.
«Amore mio bellissimo, sono viva, non preoccuparti!» esclamo stringendola a mia volta.
«Scusa, chi hai chiamato amore?» chiede Luke, spiazzandomi.
In effetti, non è che abbiamo capito molto del nostro rapporto, ma generalmente due persone, dopo un bacio, non diventano automaticamente una coppia?
«La sua migliore amica!» esclama Keli, rispondendo al mio posto e lasciandomi andare. «Geloso per caso?»
Lui le sorride, poi mi prende per mano e senza che io me ne accorga, ritrovo le sue labbra a contatto con le mie, per un semplice bacio a stampo, che mi lascia letteralmente senza parole, come le altre persone nella stanza.
Mi volto verso Keli, preparandomi a vedere la sua espressione attonita, ma sono io quella a rimanere sorpresa, perché la mia amica sta sorridendo.
«Tanto io lo sapevo.» mi mima con le labbra indicando me e Luke a turno. Ed io mi sento avvampare tremendamente dalla vergogna.
«Scusa Luke, se la metti su questo piano, allora possiamo fare meglio noi!» esclama Ash e fa una cosa che prima o poi mi sarei aspettata da lui. Prende Keli per i fianchi e la bacia. E la cosa più bella è che la bionda risponde al bacio, e in che modo poi!
Quando si scostano, la mia amica è rossa più di me, ma sorride. Bene, è arrivato il momento dell’interrogatorio per entrambe. Così la afferro per la mano e la trascino in camera. Solo che a metà scalinata la voce di Luke mi fa bloccare.
«E adesso dove andate?» chiede, con un sorriso meraviglioso stampato sulle labbra. Un sorriso che mi riempie il cuore di gioia in una maniera mostruosa. Un sorriso che mi aiuta a tirarmi ancora più su, riuscendo a togliermi di dosso le poche macerie che restano della vecchia me.
«Andiamo a parlare delle nostre cose, amore!» gli rispondo, marcando l’ultima parola per farlo contento. Perché alla fine è così, lui è il mio amore adesso, e non potrei che esserne più felice.
Lui sorride e finalmente Keli ed io corriamo in camera nostra per poi sederci sul letto.
Ci guardiamo un istante negli occhi, prima di iniziare a gridare come matte. Ci abbracciamo strette e saltiamo sul letto tante, ma tante di quelle volte, che alla fine cadiamo sul pavimento ridendo talmente tanto da farci venire le lacrime agli occhi.
Riusciamo a metterci in sesto solo qualche minuto dopo e, dopo esserci messe comode sul letto per la seconda volta, iniziamo a chiacchierare.
«Chi parte?» chiede lei, arrossendo un po’ ed abbassando la testa.
«Mah, io sarei parecchio curiosa di sapere di una certa Keli Wilson che è stata appena baciata da un certo Ashton Irwin. Tu per caso li conosci?» chiedo divertita e sentendomi finalmente libera da quel peso che avevo sulle spalle e nel cuore.
La mia amica sorride ancora una volta e diventar più rossa di un peperone. Che tenera che è!
Le stringo una mano per tranquillizzarla un momento e lei finalmente si rilassa.
Mi guarda a lungo negli occhi ed io spero vivamente che parli, perché sto morendo dalla curiosità!
«Ti ricordi quando hai avuto l’attacco di panico?»
Io annuisco velocemente e la incito ad andare avanti, per togliermi quel ricordo momentaneamente dalla testa. Non voglio più pensarci.
«Beh… Quella sera non riuscivo a smettere di piangere. Dopo che ti sei addormentata, Cal, Mikey ed Ash hanno cercato di consolarmi ma non c’è stato verso. Alla fine, Mikey e Cal se ne sono andati a dormire. Ash mi ha cullata tutta la notte, mi ha abbracciata forte per non so quanto tempo e alla fine…» si ferma, proprio sul più bello.
«Alla fine?» chiedo per farle finire il racconto.
Lei non dice niente, ma sorride felicissima ed arrossisce.
E allora capisco. E mi sento troppo felice per lei e per Ashton. Quei due sono perfetti insieme! Non potrei mai vederli divisi, non riuscirei neanche lontanamente a pensarci.
Ash, da quel “amante delle donne” che era, a detta degli altri tre, si è trasformato nel ragazzo più dolce del mondo. E Keli? Lei, che ha sempre trovato ragazzi che cercavano solo quella cosa e dopo la lasciavo con scuse parecchio idiote e scadenti, adesso a trovato un ragazzo che..
«Un momento… Mica l’avete già fatto!?» chiedo, pentendomi subito dopo di voler sapere sempre questi dettagli molto personali. Io e la mia dannata curiosità!
Però Keli ride divertita e nega con la testa, togliendomi un enorme dubbio.
«Ci eravamo vicini sabato. Ma alla fine è stato lui il primo a fermarsi… Io, se potessi, gli salterei addosso ogni volta!»
E a queste parole, non posso non sorridere. Farei seduta stante una statua a quel ragazzo se potessi.
Eh sì, entrambi ormai sono andati. E adesso chi li riprende più?!
Abbraccio fortissimo Keli. «Sono felicissima per te!»
Lei sorride e poi mi allontana un po’ da sé. «E te con Luke? Sai che voglio tutti i particolari, nei minimi dettagli, no? Quindi spara!»
Rido di gusto per la finta faccia seria che ha appena fatto. Keli rimarrà sempre Keli, quella ragazza curiosa che adoro da sempre.
«Agli ordini capitano!» esclamo divertita e le racconto tutto, per filo e per segno. E lei mi ascolta attenta, non domandando mai niente e sorridendo come un’ebete alla parte del bacio.
«Keli, Luke mi ha salvata…» concludo, e solo adesso riesco a capire tutta la portata di quello che è successo.
La bionda mi si avvicina e mi stringe la mano. «Cosa ti avevo detto prima di partire? Che uno di questi quattro ti avrebbe fatto tanto, ma tanto bene. Vedi che le mie teorie alla fine sono sempre esatte?»
Le sorrido, sentendo che gli occhi stanno diventando lucidi, di nuovo. Prendo allora un respiro per darmi un po’ di contegno e rido di cuore.
«E che mi dici di te? Hai mai pensato che io avessi la stessa idea per te con Ashton?» le confesso.
Ridiamo ancora, ed io mi sento rinata, finalmente riesco a sentirmi viva, senza tutto quel dolore e tutti quei ricordi a tormentarmi.
Luke è la mia salvezza. Non so che cosa avrei fatto senza di lui, lui che, con pazienza, è riuscito a tirarmi fuori da quel buco nero che mi sembrava infinito e che mi spaventava a morte. Luke, grazie di essere con me.




Letizia
Ciao bellissimi! Come promesso, eccomi a postare anche questo nuovo capitolo!
[Piccolo sfogo time, poi torno a parlare della storia ;). MA POSSIBILE CHE ABBIA GIA' QUINTALI DI COMPITI DA FARE o.O????? Non è giusto :(.]
Eccoci finalmente a capire che i LUZIA ADESSO SONO UNA COPPIA A TUTTI GLI EFFETTI! Awww, sono troppo contenta per loro :'3.
Però, poi, chi è che ci fa un'altra bella sorpresa? Ma quei dolcissimi dei KASHTON!!! Awww, stanno insieme anche loro, e non potrei essere più contenta di così!
Che poi, ho tantissimi altri motivi per essere felicissima!
- 350 recensioni totali... MA SCHERZATE?!?!?!Giuro, quando ho iniziato questa storia, non credevo possibile una cosa del genere! E invece, eccomi qui, a rileggermi spessissimo tutte i vostri pareri su questa storia buffa e dolce allo stesso tempo:'3.
- 14 recensioni allo scorso capitolo (per cui ringrazio con tutto il cuore Ally Hemmings, Hazel_, S_V_A_G, onedirectionaremydream, _KyokoEliseHiyori_39, Marianne_13. sofiiita00, alexaval34, cliffordsjuliet, ashton_irwin94, Live_for_read_write, Brooklyn_Baby, FreeSpirit_, Jade_Horan). Giuro, non avete idea della felicità immensa che ho avuto a leggere le vostre recensioni allo scorso capitolo, non pensavo che il capitolo vi fosse piaciuto così tanto! *^*
Ok, cambio argomento, altrimenti mi commuovo (sono dalla lacrima facile :'3).
Allora, altro avviso per gli aggiornamenti: pubblicherò una volta a settimana, così avrete tutti modo di poter leggere i capitoli con calma ;). 
Io non so più come rigraziare tutti voi, chi recensisce, chi legge in silenzio (anche se ogni tanto vorrei sentire il vostro parere ;)), chi ha messo la storia tra preferite / ricordate / seguite. Vi ringrazio dal più profondo del cuore! <3
Ci sentiamo lunedì prossimo, così saprete cosa c'è nella mente dei nostri quattro angeli! Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 30
*** 30 . Sogno o realtà? ***


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30 . Sogno o realtà?
 
 
 
Luke
 
Non facciamo in tempo a mettere piede in casa, che la bionda travolge Letizia con un abbraccio.
«Amore mio bellissimo, sono viva, non preoccuparti.» esclama la mia ragazza stringendo a sua volta l’amica.
«Scusa, chi hai chiamato amore?» chiedo, e solo ora mi accorgo di essere un tantino geloso.
«La sua migliore amica! Geloso per caso?» esclama Keli divertita e forse capendo qualcosa, rispondendo al posto di Letizia e lasciando andare la mora.
Le sorrido e poso lo sguardo su Letizia o, più precisamente, sulle sue labbra, quelle labbra che sono state mie fino a qualche minuto prima, labbra che ho voglio ancora assaporare. Così, senza pensarci troppo, le prendo la mano e la bacio a stampo, giusto per assaporare di nuovo quel gusto dolce che ogni volta mi manda sopra le nuvole.
Lei ha gli occhi sbarrati. Chissà, probabilmente non se lo aspettava…
Poi, rossa come un pomodoro, si volta verso l’amica e la bionda le mima qualcosa con la bocca che non riesco a capire.
«Scusa Luke, se la metti su questo piano, allora possiamo fare meglio noi!» esclama Ash e fa una cosa che lascia noi tre della band leggermente senza parole, mentre Letizia sorride contenta.
Il batterista prende Keli per i fianchi e la bacia. Ma la cosa che più mi sconvolge è il fatto che la ragazza non si è minimamente allontanata, anzi, sta rispondendo con molta convinzione.
Cal, Mikey ed io, gi guardiamo un istante, capendoci al volo. Il nostro caro batterista ci deve delle spiegazioni dopo.
Quando i due si dividono, Keli è seriamente più rossa di un peperone, però sorride.
Letizia si allontana da me senza dire una parola ed io mi sento quasi messo da parte. E che cavolo, non ci siamo detti niente mentre tornavamo a casa. Ci siamo tenuti per mano, ma il silenzio faceva da padrone…
«E adesso dove andate?» chiedo sorridendo alla mora, perché nonostante questi piccolissimi dubbi, sono felicissimo di vederla finalmente sorridere di nuovo, sorridere come quando l’ho conosciuta.
«Andiamo a parlare delle nostre cose, amore!» risponde lei, marcando l’ultima parola e facendomi finalmente sentire noi. Possibile che solo con quella parola, sia riuscita a farmi andare completamente nel pallone? Ma cosa me lo chiedo a fare, tanto ormai lo so qual è il suo effetto su di me…
La guardo andare in camera sua seguita dall’amica e porto la mia attenzione su Ash, oggetto anche degli sguardi di Mikey e di Cal.
«Beh, che avete da guardare?» chiede Ash diventando bordò e facendoci ridere come matti.
«Perché non ci hai detto niente, scusa?» chiede Michael con le lacrime agli occhi.
Lui alza le spalle, abbassa la testa e si avvicina alla parete vetrata. «Volevo essere sicuro sia dei suoi che dei miei sentimenti…» risponde in un sussurro, facendomi ritrovare in lui, in un certo senso.
Gli vado vicino e gli do una pacca sulla spalla. Lui mi guarda e ci capiamo al volo.
«Ma che cazzo! Voi due avete sempre culo con le ragazze. Io e Calum invece siamo sempre soli come cani!» si lamenta Michael buttandosi a peso morto sul divano.
«Parla per te! Almeno io una ogni tanto la trovo!» esclama Calum in sua difesa, facendo ridere a crepapelle Ashton e me.
«E invece tu con Letizia?» chiede Mikey, scrutandomi curioso con lo sguardo.
A questa domanda, mi sento le guance andare letteralmente a fuoco ed abbasso la testa imbarazzato.
«E beh? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» domanda Ash divertito.
Sorrido, sciogliendomi un po’, e racconto ai ragazzi com’è andata la cosa, anche se solo in linea generale. Non mi va di andare nei particolari, quei particolari che hanno reso unico ed irripetibile tutto quello che è successo meno di un’ora fa, quei particolari che voglio tenere solo per me…
 
Vado sotto le coperte distrutto. Oggi è stata la giornata più lunga e piena di sorprese della mia vita.
E tutto quello che è successo riaffiora tra i miei pensieri.
Letizia che stava male. Le sue lacrime… Dio, quanto le odio! Mi mandano letteralmente in ansia, vederla stare male è come ricevere una pugnalata, se non peggio. Non riuscirei a vederla piangere ancora una volta. Fa troppo male anche solo pensarci…
Poi Keli. Santa ragazza, grazie a lei Letizia alla fine non ha mai mollato niente. Ed è sempre grazie a lei se Letizia ed io adesso siamo quello che siamo, perché quella bionda chiacchierona e spesso ficcanaso è diventata una mia carissima amica e mi ha aiutato a capire cosa realmente provo per quella che da oggi è la mia ragazza.
Poi di nuovo Letizia. E la sua storia. Se ci ripenso, sento ancora i brividi che mi percorrono la schiena, perché non riesco a credere che Letizia abbia vissuto così “sola” fino ad ora. Ma adesso ci sono io, e non intendo lasciarla andare, per nessuna ragione al mondo.
Poi Ash e Keli che ci sorprendono in questo modo. Cioè, mi aspettavo che potesse nascere qualcosa tra loro due, ma non così presto! Però se sono felici, non posso che esserlo anche io perché, a conti fatti, sono veramente una bella coppia.
E subito i miei pensieri tornano a quella ragazza mora che mi ha fatto perdere la testa.
Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che lei si sia aperta con me, su tutto, o almeno credo.
E tutto quello che ci siamo detti sotto la pioggia, con ciò che ne è seguito, mi sembra solo un sogno, un bellissimo sogno…
Mi passo una mano sul viso e tra i capelli, mentre un sospiro si fa strada nei miei polmoni fino ad uscire fuori. Dio, non riesco a chiudere occhio e quel che sto pensando non ha capo né coda…
Mi rigiro più volte nel letto, ma non c’è niente da fare. Allora mi alzo e vado un attimo alla finestra, prima di voltarmi di scatto ed uscire dalla stanza.
Passo dopo passo, cercando di non fare rumore, entro nella camera accanto alla mia.
E quando vedo Letizia dormire beata, con Keli che la abbraccia forte, non posso fare a meno di non sorridere. Mi avvicino alla mora piano e le sposto delicatamente una ciocca dal viso, per poi darle un bacio sulla fronte, un bacio un po’ più lungo del dovuto per sentire la sua pelle fresca e morbida.
E finalmente ogni mio dubbio viene completamente spazzato via. Perché Letizia è davanti a me, Letizia è reale. E noi, noi non siamo un sogno.




Letizia 
Ciao a tutti!! Allora, come stanno andando questi primi giorni di scuola? Spero bene :3. Io per adesso sono tranquilla ;).
Ma parliamo del nuovo capitolo, in cui credo che Luke sia veramente la dolcezza fatta persona :3. Awww, ma è un patato lui!! *^*
Però, vogliamo parlare di Ashton, quel batterista che certe volte mi fa prendere dei colpi? Cioè, il 25 era il mio compleanno e lui ha postato un Keek dolcissimo ed io mi sono ritrovata a piangere come un coccodrillo. Giuro, non ho mai sentito niente di più dolce in vita mia!
Anyway, a parte questo piccolo sfogo, passo a voi miei carissimi lettori, e ringrazio tutte quelle persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite; ringrazio tantissimo i lettori silenziosi ed un ringraziamento enorme va anche a cui ha recensito lo scorso capitolo: Jade_Horan, Ally Hemmings 1D, Hazel, cliffordsjuliet, S_V_A_G, _KyokoEliseHiyori_39, FreeSpirit_, _Martina_98, Marianne_13, ashton_irwin94, ele29na, Brooklyn_Baby, Eiriin.
Grazie davvero con tutto il cuore <3 <3 <3
Poi, spazio pubblicità: mi permetto di pubblicizzare queste. Sul serio ragazzi, tutte queste storie meritano tutto il tempo speso a leggerle:
cliffordsjuliet - Remember me (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2832916)
Loud - Miss Nobody (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2540022)
Marianne_13 - Non mi serve un miracolo (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2810949)
Sureness - Heartbreaker (http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2709579)
Grazie infinite per tutto, a presto! Un bacione grande grande, Letizia <3
P.s.: N
ella sezione delle storie popolari con più recensioni positive siamo al 6° posto???? E tutto questo grazie a voi! <3 <3 <3
P.p.s.: Sono anche su Facebook (Letizia Efp), Twitter (@Letizia2597) e Wattpad (Letizia_25) :D <3 (cliccate sui nomi dei contatti ;)). Bacione di nuovo! <3

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Capitolo 31
*** 31 . Fine dei discorsi in sospeso ***


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31 . Fine dei discorsi in sospeso
 
 
 
Letizia
 
E intanto, dopo tutto quello che è successo, è passata un’altra settimana. Ormai è un mese che abito con quei quattro scemi e con Keli qui a Sydney, e le cose non potrebbero andare meglio di così.
Sto facendo la cosa che amo con i miei idoli e con la mia migliore amica in una città meravigliosa ed un fantastico e bellissimo ragazzo biondo si è innamorato di me, come io lo sono follemente di lui. Cosa potrei volere di più? Niente, assolutamente niente.
I problemi con i miei ricordi? Giorno dopo giorno riesco a superarli, con l’aiuto delle persone migliori che potessi incontrare, i miei cinque tesori più grandi. Non è semplice accettare tutto quello che adesso non c’è più, ma non posso vivere solo nel passato. Ci sono un presente meraviglioso ed un futuro che mi incuriosisce parecchio ad attendermi, ed io non ho la minima intenzione di farmeli scappare.
Come? Sicuramente il primo passo è stato rimettere mano alla canzone, a cui adesso manca solo il ritornello, il cuore di tutto il significato del testo. È da giorni che ci stiamo scervellando per trovare le parole giuste, ma niente da fare. Ci avviciniamo sempre a quel cuore, ma non riusciamo mai a toccarlo veramente. È una cosa così frustrante…
Ad un tratto il mio cellulare inizia a squillare, rompendo il silenzio del giardino e facendomi tornare dalle nuvole. Guardo chi è il mittente e rispondo sorpresa.
«Carlos, che succede?» chiedo preoccupata entrando in casa e facendo cadere l’attenzione degli altri su di me. Di solito il mio manager mi avvisa con un messaggio. Se chiama vuol dire che la faccenda è molto importante.
«Si tratta di Doug.»
E a quel nome sento il sangue gelarmi nelle vene. «Gli è successo qualcosa?»
Lo sento ridere dall’altra parte e sospiro sollevata. «No. Solo che mi ha chiamato un’ora fa, dicendomi che dobbiamo, anzi, dovete stringere i tempi per finire la canzone. Il tuo nuovo album è ancora da finire e siamo indietro sulla tabella di marcia per il giorno dell’uscita.»
Rimango attonita.
È vero, l’album… Con tutto quello che è successo me ne ero totalmente dimenticata. Ed ora che Carlos me lo ripresenta così, in questo modo, sento uno strano peso all’altezza del cuore, un peso che purtroppo mi dà la consapevolezza che quello che sto vivendo prima o poi dovrà finire… Keli ed io dovremo tornare a New York, mentre i ragazzi avranno da pensare al loro nuovo album e al tour mondiale…
«Letizia, ci sei?» mi chiede Carlos, facendomi tornare con i pensieri per terra.
«Sì sì, tranquillo. Ok, cercheremo di finire il prima possibile.» rispondo con voce atona, facendo nascere sia sul viso di Keli che sul quello di Luke uno sguardo preoccupato.
«Avete tempo fino a metà mese. Non di più.»
Detto questo, entrambi riattacchiamo ed io automaticamente cerco gli occhi della migliore amica che si alza dal divano e mi prende la mano.
«Questione di tempo.» sussurro al suo orecchio, puntando lo sguardo su Luke, che mi guarda preoccupato da quando sono entrata in casa.
Lei annuisce e mormora. «Lo sapevamo che presto o tardi sarebbe finita.»
Ci guardiamo tristi e ci dividiamo per cercare rifugio tra le braccia forti e gentili dei nostri ragazzi.
Appena sento mani di Luke posarsi sulla mia schiena, lo stringo fortissimo a me.
Quanto vorrei avere più tempo a disposizione per stare con lui, per stare con i ragazzi.
Ripenso automaticamente a tutto quello che abbiamo passato in questo mese e mezzo, pochissimo tempo a conti fatti, ma sufficiente per farmi capire che, quando ci divideremo, la mia vita senza loro, senza Luke, non sarà mai più la stessa…
E come un lampo a ciel sereno, un qualcosa mi nasce dentro al cuore.
Volto il viso verso gli altri, sempre stretta a Luke, e mi rivolgo a Cal e Mikey.
«Ragazzi, non avete mica buttato le vostre vecchie strofe per il ritornello, vero?» chiedo.
Loro annuiscono e sospiro sollevata.
«Tirateli fuori un attimo, per favore.» dico, prendendo per mano Luke e andandomi a sedere sopra le sue gambe sul divano.
«Ma che hai intenzione di fare?» chiede Mikey, guardandomi sospettoso.
«Vuoi fidarti una buona volta o no?» lo riprende serio Cal facendoci ridere tutti e dandomi i fogli.
Leggo con attenzione le frasi che i ragazzi hanno scritto. Poi prendo la mia inseparabile Moleskine nera e cerco di mischiare le frasi, cerco di amalgamarle, ma niente. Cioè, ho le parole nella testa, ma non riesco a metterle su carta…
Sposto lo sguardo su ogni persona presente nella stanza, pensando a tutto quello che mi mancherà di loro quando tornerò a casa…
Michael e la sua fissa per le tinte. Calum e le sue espressioni buffissime. Ashton e la sua risata meravigliosa. Luke e… ogni cosa di lui…
Sento una stretta al cuore non indifferente quando poso i miei occhi sul biondo, che in pochissimo tempo è diventato una parte troppo importante della mia vita.
 Possibile che debba essere tutto così difficile?
Ed in un istante, la frase che cercavo disperatamente, si fa strada tra i miei pensieri. Scrivo le ultime parole e con aria trionfante, di come chi ha appena vinto i mondiali, alzo la Moleskine in aria.
«Ragazzi, adesso abbiamo anche il ritornello. La canzone è finita!» esclamo porgendo il taccuino ai ragazzi. Lascio che anche il biondo vada a dagli altri tre e tutti leggono attenti il testo.
Luke è tutto un sorriso, come anche gli altri che mi scompigliano i capelli.
«Brava tappetta!» esclamano, facendomi sorridere. Alla fine ho imparato ad accettare il fatto che il soprannome che sentirò provenire dalle loro bocche sarà tappetta e non più lupacchiotta
Faccio un piccolo inchino e rido di cuore abbracciando la mia migliore amica.
Bene, ed uno dei tanti discorsi in sospeso è sistemato!
Poi, ad un tratto, sento due mani gentili che mi stringono per i fianchi e mi volto subito, ritrovandomi a due millimetri dal viso felicissimo di Luke.
«L’ho sempre detto che sei fantastica! Ben fatto amore mio!» dice baciandomi dolcemente e facendomi completamente sciogliere con quelle due semplici parole. Amore mio. Anche io lo chiamo così, eppure mi fa un effetto strano, mi fa nascere nelle stomaco  un esercito infinito di farfalle, mi fa sentire tremendamente bene.
Non so come questo ragazzo ci riesca, ma riesce a migliorare ogni mia giornata anche solo con un semplice bacio, o un semplice sorriso, o addirittura un abbraccio. È fantastico, meraviglioso, unico, il modo in cui mi fa sentire, ed io non capisco perché abbia scelto me. Nonostante la sua dichiarazione sotto la pioggia, ancora non riesco a credere che tra tutti, abbia scelto proprio me.
Rispondo al bacio, sentendo che il cuore prima smette di battere per un istante, poi è come se galoppasse, come un cavallo lasciato libero a correre per la prateria. Una sensazione di libertà e di felicità assoluta mi invade, dalla punta dei piedi fino alla punta dei capelli. Una sensazione che sto imparando a conoscere ad ogni nostro bacio.
Quando ci dividiamo, i nostri occhi si incontrano e ci sorridiamo.
«Ragazzi, è sabato sera, ed io propongo di uscire tutti insieme, vi va?» chiede Keli e tutti noi accettiamo di buon grado. Un’uscita non può farci altro che bene!
 
Keli ed io, puntuali come orologi svizzeri, scendiamo al piano di sotto, lasciando tutti e quattro i ragazzi a bocca aperta.
Michael e Calum sorridono divertiti vedendo le facce degli altri due e noi ragazze battiamo loro il cinque, mentre il biondo ed il batterista ci guardano sbalorditi.
Ash si avvicina a Keli e la abbraccia fortissimo, baciandola, beh… In modo molto appassionato…
«Devi smetterla di essere così splendida con ogni cosa che indossi.» mormora Luke vicino al mio orecchio, facendomi accapponare la pelle.
Mi guardo velocemente addosso. Un paio di jeans grigi, le mie Converse nere adorate, una felpa blu senza cappuccio, i miei soliti occhiali da vista neri e la mia immancabile cuffietta grigia di cotone, come quella del biondo. Non sono vestita come una top model, e che cavolo!
Lo guardo e faccio per ribattere, ma lui mi zittisce posandomi un dito sulle labbra e baciandomi ancora una volta, facendomi seriamente sprofondare, con il cuore che azzera i suoi battiti. «Non osare dire il contrario!»
Sorrido, felicissima di poter sentire la sua voce così vicina a me, così vicina al mio cuore e…
«Quattro piccioncini, ci sarebbe una serata che ci aspetta.» commenta Cal, rovinando l’atmosfera.
«E per tubare come si deve, avrete tutto il tempo quando torniamo.» prosegue Mikey, facendo arrossire noi ragazze, mentre Ash e Luke si ritrovano con lo sguardo rivolto al pavimento.
«Allora andiamo.» dico, prendendo Luke per mano e uscendo di casa per salire sul nostro amatissimo furgoncino.
«Certo che quei due sanno sempre come rovinare un momento perfetto.» borbotta Luke accanto a me, facendomi crepare dalle risate.
Gli do un bacio sull’angolo delle labbra e gli sorrido. «Non fa niente, ce ne saranno di migliori!»
Lui annuisce e mi stringe forte la mano, mentre i miei occhi si perdono ad osservare dal finestrino la città che sfreccia veloce sotto il mio sguardo.
 
La discoteca in cui Calum ha scelto di andare questa sera è molto più bella di quella dell’ultima volta. La musica rimbomba nel locale e le persone non fanno altro che strusciarsi tra di loro, per limonare o comunque per trovare qualcuno da una botta e via. Però di questo mi interessa poco.
Tutta la mia attenzione è catturata dalle mani di Luke che si stanno muovendo su di me, procurandomi milioni di piccoli brividi ogni volta che la sua pelle tocca la mia.
Quando siamo entrati mi sono subito tolta la felpa, rimanendo con una canottiera nera, che ha dietro uno scollo a V molto profondo, consigliata dal mio tesoro di amica ed appartenente alla “lista nera” dei mie vestiti. Appena Luke l’ha vista, ha fatto una faccia strana e poi è arrossito di botto.
E al ricordo, non posso fare a meno di sorridere e di pensare a lui e a me, insieme. A noi.
Non riesco ancora a credere che in così poco tempo, perché una settimana è veramente poco, lui sia riuscito e sta riuscendo tutt’ora a tenermi a galla, aiutandomi giorno dopo giorno a demolire la mia paura verso tutti quei ricordi che fino ad ora mi hanno fatta solo stare male. Lui sta tirando fuori il meglio di me, passo dopo passo, toccando tutti i tasti giusti.
Ed ogni minuto che passa, io mi rendo conto che lui sta diventando sempre più importante, sempre più presente, sta diventando parte di me. Una parte che, nonostante tutto, sarò costretta a lasciare.
Perché ci siamo incontrati solo grazie ai nostri lavori? Sono convinta che, se fossimo state delle persone normali, non sapremmo neppure l’esistenza dell’altro.
Appena questo pensiero mi attraversa la mente, scuoto la testa e Luke mi guarda strano.
«Che succede? È da quando Carlos ti ha chiamata che sei strana.» dice a voce alta vicino al mio orecchio, per sovrastare il rumore della musica.
Non rispondo. Non voglio mettere tristezza e nostalgia nella nostra storia che è appena iniziata.
Poso le mie labbra sulle sue, per non dire niente, per non pensare, per sentirlo più vicino a me.
Lui all’inizio non risponde, sorpreso dal mio gesto, poi però posa una mano sulla mia schiena e per attirarmi di più a sé, facendo combaciare i nostri corpi alla perfezione, mentre l’altra mano mi accarezza delicatamente la guancia, mandandomi letteralmente in tilt e facendo battere il mio cuore all’impazzata…
 
Siamo appena usciti dal locale. Si è fatto parecchio tardi questa sera e sarà meglio tornare a casa, dato che domani dobbiamo andare in studio per provare la canzone!
Ci stiamo avviando al furgoncino e la mano di Luke è ben stretta alla mia, quando ad un tratto una voce fa fermare tutti quanti noi. «Letizia, ma che coincidenza.»
Questa voce, questo tono strafottente. Lo riconoscerei tra mille. Mi volto piano verso quel ragazzo per cui adesso riesco solo a provare tanto di quell’odio da poterlo pure prendere a sassate.
«Nicholas, qual buon vento ti porta a rompere le scatole anche qui?»
Luke mi stringe immediatamente la mano. È teso, riesco a vederlo con la coda dell’occhio.
Però non deve entrare in questa faccenda. È una cosa che devo sistemare da sola e nessuno oltre me e Nicholas deve entrarci in mezzo. Solo io e lui.
Keli mi viene immediatamente vicino e mi posa una mano sulla spalla, per darmi un po’ di aiuto.
Il ragazzo sorride, arrogante, e punta i suoi occhi neri sulla mia amica.
«Oh, hai dato ascolto a quello che ti ho detto l’altra volta. Quella accanto a te deve saperci proprio fare a letto, come quell’altra puttanella della tua amica, non come te.»
Sento la mano di Keli tremare sulla mia spalla, mentre Luke lascia la mia e fa per avvicinarsi al moro, ma lo fermo tirandolo per la manica e gli indico Ash con lo sguardo. Il batterista sta fremendo di rabbia ed è bene che qualcuno lo tranquillizzi prima che possa succedere qualche guaio.
«Hai dato della puttana alla mia amica, brutto stronzo?» chiedo, puntando i miei occhi nei suoi e notando nel mio tono di voce una rabbia mai provata prima. Lui per tutta risposta sorride divertito, con quel suo fare da strafottente e con quella sua aria da “bad boy” che adesso mi fa solo tanta pena. E basta solo quel suo piccolo e stupido sorriso per farmi scattare. Sento il cuore che batte veloce ed uno strano calore, come se stessi bruciando, mi invade tutto il corpo.
Mi avvicino a lui. Keli però tenta di farmi stare al mio posto, senza successo. Le scivolo via dalle dita e arrivo davanti al ragazzo che mi sovra tasta con tutta la sua testa.
«Hai mandato a rotoli la nostra relazione e mi hai fatta stare male per mesi.» dico e gli tiro un ceffone così velocemente e così violentemente che lui non si rende nemmeno conto di essere stato colpito fino a che la guancia non diventa rossa. «E fin qui ci posso anche stare.» proseguo, dandogli velocemente un altro ceffone, sulla guancia opposta. «Ma se c’è una cosa che proprio mi manda in bestia,» un pestone sul piede. «è quando le persone imbecilli come te toccano,» un calcio sulla gamba. «anche solo a parole,» un pugno in pancia. «i miei amici!»
E, da parte mia, arriva finalmente il colpo di grazia. Un calcio forte, ben piazzato in mezzo alle gambe, che lo lascia letteralmente senza fiato, boccheggiante per terra.
Non ho pensato molto mentre gli davo tutte quelle botte. Avevo così tanta rabbia accumulata in corpo ed in qualche modo dovevo sbarazzarmene. Mi sento molto meglio adesso, anche se non sono amante della violenza. Però lui si meritava ogni colpo che gli ho dato con tutta la forza di cui sono stata capace. E che la sofferenza che sta provando, non è neppure lontanamente paragonabile a quella che mi ha fatto provare lui.
Mi volto, senza degnarlo di uno sguardo, e torno dagli altri, che mi guardano come se fossi un’aliena. Tutti, tranne Keli, che mi viene vicino e mi abbraccia forte.
«Avevo paura che lo avresti ridotto come hai fatto con Simon.» mi bisbiglia all’orecchio, facendomi tornare in mente la scena di cui sta parlando. Eravamo piccole e quel Simon era più grande di noi di due anni. Prendeva sempre in giro la bionda ed un giorno, dato che non ce la facevo più a vederla stare male, gli ho dato tanto di quelle botte, riuscendo anche a rompergli il naso, che adesso lui mi guarda con soggezione ogni volta che ci incontriamo.
«Non credevo che fossi una bulla.» mi sussurra Luke all’orecchio, facendomi sorridere.
Mi volto e gli bacio la guancia. «Ci sono tante cose di me che ancora non sai.»
Poi il mio sguardo viene attirato dalla figura di Nicholas che si sta allontanando a passo incerto.
Ed anche il mio “discorso in sospeso” più importante è finalmente chiuso.




Letizia
Hola a tutti! Allora come state? Spero bene! E spero anche che non mi vogliate male dopo aver letto questo capitolo :/. 
Beh, ecco, sinceramente dispiace veramente tanto anche a me che Letizia debba tornare a New York, ma d'altra parte il lavoro la chiama :/.
Però dai, vi sareste mai aspettati Letizia che picchia Nicholas? Ahahah, giuro, mi sono divertita troppo mentre scrivevo questa scena! Fate conto, io sono Letizia in motle cose di quetsa storia, ed una mia caratteristica è il fatto che mi piace (?) fare a botte con i maschi. Non chiedetemi perchè, non lo so neppure io :/ Ahahah <3.
Però, altra cosa importante... HANNO FINITO LA CANZONE! (tranquilli, ci sarà un capitolo dedicato anche a questa cosina, che arriverà a breve :)).
Detto questo, passo a ringraziare dal più profondo del cuore tutte quelle persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite Siete meravigliosi! <3
In più ringrazio anche Ally Hemmings 1D, Hazel_, cliffordsjuliet, alexaval34, Marianne_13, FreeSpirit_, ashton_irwin94, _Martina_98, _KyokoEliseHiyori_39, DarkAngel1, Brooklyn_Baby, daisyssins per aver recensito lo scorso capitolo.
Io non so più in che lingua dirvi che vi sono grata, per tutto! <3 <3 <3 <3 <3
Ci sentiamo lunedì prossimo, a presto! Un bacione grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 32
*** 32 . Preoccupato ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Hazel, una mia amica :). Si chiama See you in my dreams ed abbiamo pubblicato il primo capitolo ieri sul mio profilo. Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio! Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=pclPEe9vuBM) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2866002&i=1). Buona lettura!

32 . Preoccupato
 
 
 
Luke

Una settimana. È passata semplicemente una settimana da quando Letizia ed io ci siamo messi insieme, ed io ancora non riesco seriamente a capacitarmene. Sul serio, mi sembra un sogno la nostra storia, un bellissimo e meraviglioso sogno. Però ogni volta che guardo Letizia, mi convinco sempre di più che è tutto vero, perché lei è qui, davanti a me, tutti i giorni, regalandomi sempre emozioni stupende ed indescrivibili. Da un mese a questa parte mi sta stravolgendo la vita, me la sta rendendo migliore, mi sta cambiando. Ed io cerco di aiutarla in ogni modo possibile per accettare i suoi ricordi ed andare avanti.
Intanto siamo riusciti ad andare avanti con la canzone. La melodia c’è ed il teso uguale, solo che ancora manca il ritornello, la parte più difficile da comporre…
Poso lo sguardo su Letizia, che proprio in questo momento sta rientrando in casa con il cellulare all’orecchio e con l’espressione preoccupata. E adesso cosa non va?
«Carlos, che succede?» chiede lei. Carlos? Strano, è molto raro che chiami. Cosa diavolo succede?
Non si riesce a sentire quel che dice l’uomo, il volume è troppo basso. Capisco solo che non è una bella cosa dall’espressione sconvolta della mora. Ma cosa c’è?
«Gli è successo qualcosa?»
Ok, stanno parlando di una persona. Però che diamine, ce n’è sempre una nuova!
Carlos evidentemente le dà una buona notizia, perché lei rilassa il viso, ma pochi secondi dopo la sua espressione mi fa gelare il sangue nelle vene. Sembra aver visto un fantasma e la cosa è seriamente preoccupante. Non voglio pensare al peggio.
Faccio per alzarmi ed andarle vicino, quando lei si riprende dal suo stato di shock.
«Sì sì, tranquillo. Ok, cercheremo di finire il prima possibile.» risponde con voce atona per poi chiudere la chiamata, facendo salire la mia preoccupazione alle stelle.
Appena Letizia si volta verso Keli, la bionda si alza subito e le va vicino. La mora le bisbiglia qualcosa guardando nella mia direzione con gli occhi tristi, qualcosa che non riesco a capire. Ed io mi sento morire. Ho la netta sensazione di essere io la causa dei suoi occhi lucidi.
Keli annuisce e mormora qualcosa nell’orecchio dell’amica. Poi le ragazze si guardano tristi, ed io sento qualcosa nel mio petto che si incrina. Perché non sopporto vedere Letizia in questo stato.
Poi le ragazze si dividono e la mora viene verso di me, abbracciandomi. Subito le poso le mani sulla schiena, per cercare di rassicurarla, qualunque cosa sia successa, e lei mi stringe più forte a sé.
Amore mio, cosa c’è che non va? Lo sai che non resisto a vederti in questo stato…
Non voglio forzarla ad aprirsi, perché ho imparato che mi parla dei suoi problemi solo quando si sente pronta, solo quando non ce la fa proprio più, solo quando sono problemi enormi. Spero solo che si apra il prima possibile. Ogni volta che la vedo preoccupata, sono io alla fine quello che diventa più ansioso e più preoccupato tra i due.
Lei, ad un tratto, si volta verso gli altri.  «Ragazzi, non avete mica buttato le vostre vecchie strofe per il ritornello, vero?» chiede. E questo cosa c’entra ades… Ah, forse ho capito che cosa le abbia detto Carlos. Probabilmente dobbiamo finire il prima possibile la canzone…
I ragazzi annuiscono e lei sospira. «Tirateli fuori un attimo, per favore.» dice, prendendomi per mano. Mi siedo così sul divano e la faccio sedere sopra le mie gambe. Ormai è un’abitudine.
«Ma che hai intenzione di fare?» chiede Mikey, guardandola sospettoso.
«Vuoi fidarti una buona volta o no?» lo riprende serio Cal facendoci ridere tutti e dandole i fogli.
La osservo leggere attenta i fogli e mi prende un bel batticuore. Possibile che sia meravigliosa e bellissima in ogni cosa che faccia? Ed il bello è che non se ne rende nemmeno conto!
Poi prende la sua Moleskine nera, a cui spesso ho dato un’occhiatina, sorprendendomi di tutte le strofe stupende che compone. E allora capisco che le è venuto in mente qualcosa per il ritornello.
La osservo scrivere concentrata, ma non è molto convinta. Chissà cosa le sta passando per la testa…
Si mette ad osservare con aria assorta ognuno di noi, puntando da ultimo ed un po’ più a lungo i suoi occhi profondi su di me. E poi vedo in quegli occhi una scintilla, una scintilla che mi fa capire che ci è riuscita. Scrive velocemente le ultime parole ed alza la Moleskine in aria.
«Ragazzi, adesso abbiamo anche il ritornello. La canzone è finita!» esclama facendo leggere ai ragazzi il testo. porgendo il taccuino ai ragazzi. Lei invece si alza, permettendomi di avvicinarmi a loro e leggere la nuova strofa, che mi fa sorridere come uno scemo, perché è meravigliosa, nonostante sia molto triste e mi abbia fatto riflettere. Perché alla fine non abbiamo molto tempo da trascorrere insieme…
«Brava tappetta!» esclamano gli altri tre, facendola sorridere. Cosa? Non ci posso credere, alla fine ha iniziato ad apprezzare questo soprannome!
Lei si inchina e ride abbracciando Keli. Ed un sorriso mi nasce sulle labbra. Perché nonostante tutto, lei riesce sempre ad affrontare le cose con un sorriso sulle labbra, un sorriso per cui combatto ogni giorno, per evitare che si spenga come è accaduto qualche settimana fa.
Le vado vicino e la prendo delicatamente per i fianchi. Lei si volta immediatamente e tra i nostri visi restano solo pochissimi millimetri.
«L’ho sempre detto che sei fantastica! Ben fatto amore mio!» dico e la bacio, facendo incontrare perfettamente le nostre labbra ed i nostri corpi. Non so perché, ma da quando l’ho baciata sotto la pioggia quella sera, riesco a chiamarla solo in questo modo. Amore mio. Perché lei è il mio amore ora, senza cui non sarei il ragazzo che sono adesso e la mia vita non sarebbe bella come lo è adesso con lei.
Sento le sue labbra giocare un po’ con le mie, ed il cuore fa una bella capriola nel petto.
Ogni volta che la bacio è sempre la stessa storia. Non riesco più a capire niente, vado completamente nel pallone. Tutta la mia attenzione è catturata dalle sue labbra sulle mie, dalla sensazione fantastica ed indescrivibile che mi invade e mi fa sentire tremendamente bene.
Quando ci dividiamo, i nostri occhi si incontrano e ci sorridiamo. Sono felicissimo!
«Ragazzi, è sabato sera, ed io propongo di uscire tutti insieme, vi va?» chiede Keli e tutti noi accettiamo di buon grado. Speriamo solo che non si trasformi nell’uscita dell’ultima volta.
 
Noi ragazzi siamo già pronti da un po’ e stiamo aspettando le ragazze. Proprio quando Cal sta per lamentarsi, sentiamo dei passi provenienti dalle scale.
Appena mi volto, desidero non averlo mai fatto. Letizia è bellissima stasera. Non indossa niente di particolare o di stravagante, anzi, quelli sono gli abiti che mette di solito. Ed è proprio per questo che è bellissima, perché sta bene con qualsiasi cosa indossi.
Keli si avvicina ad Ash ed i due ci danno dentro. Ma non mi interessa più di tanto, dato che sono letteralmente catturato dalla ragazza mora che è davanti a me.
«Devi smetterla di essere così splendida con ogni cosa che indossi.» le bisbiglio all’orecchio e noto i brividi sul suo collo scoperto.
Lei mi guarda e so che sta per ribattere, quindi la zittisco prima che possa aprire bocca posando un dito sulle sue labbra e baciandola, sentendo quel sapore e quel profumo di cui non so fare a meno.
 «Non osare dire il contrario!»
Letizia sorride ed io mi sento il ragazzo più felice della terra!
«Quattro piccioncini, ci sarebbe una serata che ci aspetta.» commenta Cal, rovinando l’atmosfera.
Possibile che lui sia così bravo in queste cose?
«E per tubare come si deve, avrete tutto il tempo quando torniamo.» prosegue Mikey, facendo arrossire le ragazze, mentre Ash e io ci ritroviamo a guardare il pavimento.
Sinceramente non ci ho mai pensato, anche perché è troppo presto. So che lei non è più vergine, eppure non voglio che avvenga troppo presto. Dobbiamo ancora abituarci a noi come coppia, non mi interessa adesso arrivare a quel passo subito.
«Allora andiamo.» dice Letizia prendendomi per mano e facendomi tornare con i pensieri sulla terra.
Usciamo di casa e montiamo sul furgoncino.
«Certo che quei due sanno sempre come rovinare un momento perfetto.» commento, leggermente irritato, facendola ridere di gusto. Ed io qui potrei seriamente morire, perché non c’è cosa più bella che sentire Letizia ridere così.
Lei mi dà un sull’angolo delle labbra e mi sorride. «Non fa niente, ce ne saranno di migliori!»
Annuisco e le stringo forte la mano, perché so che ogni istante, ogni momento passato con lei sarà sempre migliore del precedente.
 
Avrei dovuto immaginarmelo che Cal avrebbe scelto questo posto. È la sua discoteca preferita, e come contraddirlo? Il locale è molto ampio, la sala bar lavora perfettamente e la musica è buona. Non credo esista posto migliore di questo in tutta Sydney.
Appena arriviamo, troviamo un tavolo, dove Michael prende subito posto ed ordina una birra, mentre noi altri posiamo le nostre giacche sui divanetti. Letizia poi si toglie anche la felpa ed io rimango letteralmente senza fiato. Indossa una canottiera nera molto semplice, che praticamente le lascia scoperta tutta la schiena.
Sento il cuore battere più del dovuto e le guance iniziano a bruciare come due tizzoni ardenti. Ingoio la saliva un paio di volte, prima di riprendermi sentendo una piccola risata di Keli alle mie spalle. Mi volto verso lei, che mi sorride maliziosa.
«Ammettilo, ti ho fatto un bel regalino.» mi sussurra la bionda facendomi arrossire più del dovuto.
Poso nuovamente gli occhi sulla mora, che in questo preciso istante si volta verso di me, facendo aumentare a livelli impensabili il livello di rossore sulle mie guance.
Senza guardarla negli occhi, le prendo la mano e la porto in pista. Iniziamo a ballare e sentire il suo corpo che si muove sotto le mie mani mi fa provare una sensazione nuova, che parte dallo stomaco ed arriva fino in gola, un calore che nasce ogni volta che sfioro la sua pelle con le dita.
Potessi, rimarrei così per sempre, con il suo corpo sul mio, con i nostri cuori che battono insieme e con lei esattamente davanti a me, a guardarmi con quegli occhi che mi hanno fatto preoccupare, mi hanno fatto emozionare, mi hanno fatto innamorare di questa ragazza meravigliosa.
Ragazza che ad un tratto scuote lievemente la testa e a cui lo sguardo diventa triste.
«Che succede? È da quando Carlos ti ha chiamata che sei strana.» le chiedo a voce alta vicino al suo orecchio, per sovrastare il rumore della musica. Lei però non risponde.
Qualcosa non va, ormai è palese. Però perché non me ne parla? Ogni volta che sta male e non si sfoga, divento tremendamente preoccupato e mi sento così inutile, perché non so come poterla consolare o aiutare in qualche modo…
Le sue labbra che si poggiano improvvisamente sulle mie mi fanno tornare con i piedi per terra.
Strano, non ha mai fatto una cosa del genere. Però non ci penso più di tanto e rispondo al bacio, posando una mano sulla sua schiena e sentendo quella pelle che mi fa impazzire, mentre con l’altra mano le accarezzo la guancia ed inspiro il suo profumo. E così perdo la cognizione del tempo, dello spazio, di tutto quello che succede attorno a noi. Riesco solo a sentire le sue labbra sulle mie e non potrei essere più felice di così.
 
Siamo appena usciti dal locale. Abbiamo fatto troppo tardi questa sera e non so in che condizioni affronteremo domani le prime prove della canzone in studio. Ci stiamo dirigendo verso il furgoncino e la mia mano è ben stretta a quella di Letizia, per provare a rassicurarla un po’, quando ad un tratto una voce ci fa fermare. «Letizia, ma che coincidenza.»
Una voce maschile, che mi montare dentro una rabbia enorme, una rabbia che non credevo di poter provare, perché ho la netta sensazione che quel ragazzo dietro di noi sia…
«Nicholas, qual buon vento ti porta a rompere le scatole anche qui?» chiede Letizia, confermando la mia teoria e facendomi andare ancora di più in bestia.
Stringo un po’ di più la mano alla mora. Forse non dovrei intervenire, ma se solo si prova a farle qualcosa, giuro che torna a casa in ambulanza. Però devo cercare di stare calmo.
Anche Keli si avvicina a Letizia ed il ragazzo osserva divertito la bionda.
«Oh, hai dato ascolto a quello che ti ho detto l’altra volta. Quella accanto a te deve saperci proprio fare a letto, come quell’altra puttanella della tua amica. Di certo, non come te.»
Non ci penso due volte a lasciare la mano della mora per andare da lui e spaccargli la faccia, perché non si deve permettere di dire una cosa del genere, né su Keli, né su Letizia. Però la mora mi ferma e mi indica con gli occhi Ashton, furente di rabbia, e allora capisco. È meglio andare da lui e cercare di farlo tranquillizzare, piuttosto che scatenare una rissa. Così mi avvicino al batterista ed insieme a Calum e Michael cerco di calmarlo.
«Hai dato della puttana alla mia amica, brutto stronzo?» chiede Letizia. Ed io mi sento rabbrividire un po’, perché non l’ho mai sentita parlare in questo modo, con così tanta rabbia nella voce.
La vedo avvicinarsi a lui e faccio per seguirla, ma Michael mi trattiene per la manica e scuote la testa, mentre Calum mi si avvicina.
«È una cosa che deve risolvere lei, da sola.» dice il moro, facendomi capire. Annuisco e mi volto verso di lei, preoccupato come non mai.
La sento parlare con quel ragazzo, ma non riesco a capire cosa gli stia dicendo. Poi però, quando vedo che Letizia inizia a picchiarlo, spalanco occhi e bocca, sorpreso, e guardo gli altri che sono esattamente nelle mie stesse condizioni, tutti tranne Keli che mi viene vicino.
«Quando comincia, è bene lasciarla stare. Fa così solo quando non ce la fa proprio più.» dice la bionda e ci racconta di una cosa che era accaduta quando loro erano piccole. Una cosa che mi sorprende parecchio, perché non avrei mai pensato che Letizia potesse essere così.
Sorrido guardandola tornare da noi. Ce lo aveva detto il primo giorno in cui è venuta ad abitare da noi. «Sono piena di sorprese.». Ed è vero. Ogni giorno scopro sempre qualcosa di nuovo su di lei.
Keli la abbraccia forte e le bisbiglia qualcosa nell’orecchio e lei sorride.
Io mi avvicino piano piano e le sussurro nell’orecchio. «Non credevo che fossi una bulla.»
Lei sorride e si volta baciandomi la guancia. «Ci sono tante cose di me che ancora non sai.»
Lo so amore mio, e non vedo l’ora di scoprirle!




Letizia
Ma ciao bellissimi! Allora, come state? Beh, io benissimo... MI E' APPENA ARRIVATO IL CD DEI 5SOS CHE CONTIENE "CLOSE AS STRANGERS" E NON POSSO ESSERE PIU' FELICE DI COSI'! Cioè, capitemi, ho il CD con la mia canzone preferita! *^*
Ok, torno seria u.u. Beh, questo è il punto di vista di Luke sulla rissa (?) tra Leti e Nicholas.
E Luke che si preoccupa perchè vede Letizia triste? Non potrebbe essere più patato e più dolce di così! <3
Non avendo altro da dire, passo subito a ringraziare tutte quelle persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite, vi voglio tantissimo bene!
E ringrazio e e voglio tantissimo bene anche a chi ha recensito lo scorso capitolo: Hazel_, cliffordsjuliet, Marianne_13, Jade_Horan, daisyssins (di cui vi consiglio vivamente la storia Pieces, è bellissima!), DarkAngel1, ele29na, _KyokoElise Hiyori_39, ashton_irwin94.
Grazie veramente per tutto, voglio un bene immenso a tutti voi! A lunedì prossimo!
Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 33
*** 33 . Life without you ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Hazel, una mia amica :). Si chiama See you in my dreams ed abbiamo pubblicato il primo capitolo ieri sul mio profilo. Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio! Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=pclPEe9vuBM) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2866002&i=1). Buona lettura!
 
Soundtrack capitolo --> https://www.youtube.com/watch?v=sgdouNgwUh8 

33 . Life without you
 
 
 
Letizia
 
Da quando abbiamo finito di scrivere la canzone e da quando ho messo la parola Fine su Nicholas, sono passate velocemente altre due settimane. Settimane in cui ogni giorno siamo andati in studio per la canzone, per limarla, migliorarla e renderla perfetta. Oggi è l’ultimo giorno, la registrazione. Dire che sono emozionatissima è dire poco, però c’è anche tanta nostalgia. Perché alla fine è come mettere un punto dopo un percorso. Una canzone fa sempre parte della vita di chi la compone, sia in minima o in gran parte. Finirla vuol dire anche chiudere tutto quello, o quasi tutto, che ha portato alla sua nascita.
E alla fine, oggi rappresenta un po’ la fine di tutto quello che ho vissuto con quei quattro scemi. È stato un sogno meraviglioso a cui, per fortuna, si è aggiunta anche la mia migliore amica, rendendo perfetta ogni cosa.
Sono riuscita a strappare a Doug e a Carlos ancora qualche giorno per rimanere qui. Non ce la faccio a lasciare tutto questo. Non riesco a pensare che tra un po’ dovrò tornare a casa e stare senza i ragazzi che non fanno altro che farci stare bene. Non ce la faccio…
La mano di Luke che stringe la mia mi riporta alla realtà. Il suo calore a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire. Ecco, un’altra delle cose che non credo di riuscire a dimenticare… Lui… Luke…
Punta i suoi occhi nei miei ed io mi sento morire, perché passare anche un solo giorno senza quel mare infinito in cui potermi sentire a casa, mi fa sentire totalmente persa…
Lui mi guarda preoccupato ed io gli sorrido, per rassicurarlo. Si preoccupa troppo, per ogni minima cosa e non deve, altrimenti gli si formano sulla fronte quelle due piccole rughe che tanto adoro e che mi fanno aumentare la nostalgia…
Oh, adesso basta! Non posso stare qui a deprimermi, non adesso, non è proprio il momento. C’è una canzone da finire ed io devo essere concentrata al massimo per poterla cantare al meglio.
Do velocemente un bacio sull’angolo delle labbra a Luke e la sua barba corta mi punge un po’ le labbra, ma non mi dà fastidio, anzi, è una sensazione piacevole e mi fa aumentare la voglia di baciare più e più volte la pelle di Luke. Però non è il momento, e mi concedo semplicemente di baciare quell’angolo delle sue labbra un po’ più a lungo del solito.
Poi mi allontano ed il biondo mi porge le cuffie. Le indosso e sento il cuore battere fortissimo per l’emozione. Matt e Carlos dall’altra parte del vetro, nella stanza per la registrazione e per il controllo del suono, ci chiedono con un segno della mano se va tutto bene e se possiamo partire.
Guardo un attimo Keli, per trovare un po’ di quella calma che solo lei riesce a darmi quando sono preda dell’ansia. Lei mi sorride ed io mi rilasso un po’, giusto quel che basta per voltarmi e perdermi per un istante negli occhi di Luke, lui mi sorride dolcemente e mi prende per mano. Io stringo la sua ed i ragazzi iniziano a suonare.
 
 
 
Luke
 
Dopo che Letizia è riuscita a finire la canzone sono volate due settimane, passate a provare in studio, per rendere perfetta la canzone. Ed oggi finalmente è il giorno della registrazione ed io sono completamente su di giri. Perché dopo tutto quello che è successo, tra noi ragazzi e con la canzone, oggi rappresenta un po’ il culmine di tutto quanto. Un culmine che, tuttavia, mi tiene bene a mente che, una volta finita la canzone, finirà anche tutto questo.
Finirà il fatto di avere Letizia e Keli a giro per casa. Finirà il sentire le loro risate dalla porta della loro camera. Finiranno le notti passata a ridere e scherzare tutti insieme come scemi e a darci fastidio. Finirà poter vedere Letizia tutti i giorni, poterla osservare mentre fa qualsiasi cosa, poterla tenere stretta a me, poterla baciare…
Adesso però non è il momento di lasciarsi prendere dalla nostalgia. C’è ancora tempo. Ora devo essere concentrato per la canzone. Deve venire perfetta.
Osservo Letizia e, a vederla con quello sguardo un po’ perso e triste, le stringo la mano, per farle tornare il sorriso. Cosa che accade quando incontro i suoi occhi caldi e profondi, quegli stessi occhi che mi hanno fatto completamente perdere la testa.
Lei si avvicina e mi bacia l’angolo delle labbra, sorprendendomi perché lo sta facendo durare un po’ più a lungo delle altre volte. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi, solo che mi sento strano, come se al posto dello stomaco e del cuore ci fossero eserciti di milioni e milioni di farfalle. Le sue labbra calde e soffici a contatto con la mia pelle mi fanno rabbrividire, come ogni volta del resto…
Lei si allontana e le do le cuffie, che indossa subito. Poi guardo i nostri manager che ci danno l’ok per partire. Punto di nuovo gli occhi sulla mora che si volta verso di me. Le sorrido e le prendo la mano per tranquillizzarla un po’. Poi faccio cenno ai ragazzi e loro iniziano a suonare.
 
 
 
Luzia
 
Subito la melodia li rapisce e quando Luke comincia a cantare, milioni di brividi invadono Letizia.

Didn't want to say goodbye
Didn't want to see you cry
And look what i've done

 
Poi è il turno della ragazza e la melodia e le parole si accordano perfettamente.

Didn't want to make a mess
Broke your heart and i confess:
I'm the guilty one!

 
La voce di Luke e di Letizia continuano ad alternarsi fino ad arrivare al ritornello, creando un’armonia che mai nessuno dei due aveva sperimentato, che mai aveva provato.
 
How I need to hear you?
Hear you so softly, hear you say anything?

 
Questo è quello che canta Luke, che nel cuore ha soltanto l’immagine di Letizia, mentre lei si sente amata anche solo con quelle semplicissime parole, che le hanno dimostrato ancora una volta quanto quel ragazzo tenga a lei.

Every single tear you shared
well it kills me

 
E queste parole escono dalle labbra di Letizia con una leggera punta di dolore, di tristezza, perché riportano alla luce quella ferita che comunque è stata finalmente curata del tutto, curata dall’amore di Luke, che canta a sua volta.

Oh should you never see!

Ma è il ritornello la parte migliore, la parte in cui le loro voci cantano insieme, esprimendo tutto quello che i ragazzi hanno provato nello scrivere il testo, e non solo. Le loro voci poi continuano ad alternarsi, dando vita a qualcosa di veramente unico.

Oh this is life without you
I'm learning how to miss you
I guess I need to know, how it feels like
This is life without you
I don't know who to turn to
And everything I know, to say this goodbye
so goodbye
This is life without you
This is life without you

E questa volta, dopo il ritornello, è nuovamente la voce di Letizia che torna a farsi sentire.

Didn't want to make a mess 
Didn't want to feel again 
This heart has had enough

È vero, il cuore di Letizia ha sofferto tanto, troppo, per battere da soli 16 anni di vita. Solo che adesso tutta quella sofferenza non c’è più, Luke ne è sicuro, lui sente, sa di essere riuscito a salvarla e non c’è sensazione più bella di questa.

Desperate hurting all alone 
Called the house that isn't home 
You're afraid to pick it up

Queste parole sono cantate dal ragazzo, che pensa a quello che succederà quando Letizia andrà vita, lontano da lui, dalla sua vita. Come potranno vivere separati? Questa è la domanda che entrambi si fanno ascoltando quella strofa.
Da quel punto in poi, le loro voci si uniscono, creando qualcosa di magico ed unico.

All I want is someone to tell me I'm crazy 
It just might save me 
All I need is someone right here beside me 
Now I can see

Nessuno dei due sa se esistano nel vocabolario sufficienti parole per descrivere quello che sta succedendo…
Poi però arriva l’ultimo ritornello e la consapevolezza che tutto questo, non solo la canzone, sta per finire, fa salire a Letizia una gran nostalgia nel cuore, mentre Luke ha paura che tutto quello che lui e la ragazza hanno vissuto insieme diventi un bellissimo ricordo destinato però a venir dimenticato con l’inesorabile scorrere del tempo.
This is life without you. Questa è la vita senza voi. Questa è la vita senza te. È questo ciò che alla fine dice tutta la canzone, perché quando manca qualcuno nella propria vita, qualcuno di estremamente importante, è difficile dimenticare, è difficile andare avanti nonostante tutto…
So goodbye. Sono queste le ultime parole della canzone, ultime parole che tocca a Letizia cantare, ultime parole che le tengono a mente che presto ci sarà un arrivederci, ma non un addio definitivo, ne è più che sicura… Ultime parole che canta proprio lei giusto per spezzare il povero cuore di Luke,  come se non fosse già a pezzi pensando che tra un po’ loro due dovranno salutarsi e tornare a vivere le loro vite…
Life without you. Non poteva esserci titolo più azzeccato di questo. Perché per Luke una vita senza Letizia non sarà mai più la stessa. Lui no sa come lei abbia fatto a diventare così importante, non sa come lei ci sia riuscita in così poco tempo. Lui sa soltanto che lei gli ha stravolto totalmente la vita.
 
 
 
Letizia
 
Anche la melodia finisce e passa qualche istante di assoluto silenzio, prima che gli addetti alla registrazione ci facciano segno che tutto è andato alla perfezione. Carlos e Matt iniziano ad applaudire, mentre Keli, con gli occhi lucidi, corre da noi ed abbraccia prima me per una frazione di secondo, per poi buttarsi subito tra le braccia di Ashton. Eh sì, credo che anche loro avranno qualcosa di molto pesante da digerire.
La presa di Luke sulla mia mano aumenta un po’, facendomi voltare verso di lui, che mi sorride dolcemente e mi bacia la fronte. Ed io mi sento sciogliere, come la neve al tiepido sole di inizio marzo. Con la mano sul suo petto, riesco a sentire il suo cuore battere veloce, e questo mi fa sorridere, perché so qual è la causa di questo cuore che sembra un cavallo al galoppo.
Ad un tratto delle altre braccia si aggiungono all’abbraccio; le braccia di Keli, di Ashton, di Calum e di Michael, di Carlos e di Matt. Un bellissimo abbraccio di gruppo per congratularci tra noi per l’ottimo lavoro che è venuto fuori.
Poi gli altri si staccano ed Ash prende Keli per mano, avvicinandola un po’ a lui e baciandole la testa. Ed io sento il cuore andarmi in frantumi, perché è a causa mia se anche loro due si sono conosciuti, si sono innamorati e presto, molto presto, dovranno salutarsi. Quanto vorrei che ci fossimo conosciuti tutti in circostanze normali, e non eccezionali come la nostra…
Michael mi riporta sulla terra battendo le mani ed aprendo la porta.
«E se festeggiassimo? La canzone è perfetta. La registrazione è perfetta. Noi siamo perfetti. Meglio di così?» dice il ragazzo dai capelli verdi.
«Su di noi c’è da dire anche che siamo molto modesti e che io ho un gran fame!» esclama Calum uscendo dalla stanza e facendoci ridere a crepapelle.
Tutti gli altri lo seguono e faccio per avviarmi anche io, ma Luke mi trattiene per la mano e mi fa segno di restare dove sono. Poi esce un attimo dalla stanza e si rivolge agli altri a voce alta. «Noi arriviamo tra un po’!» dice.
«Lukey, esistono i bagni e gli uffici per queste cose!» esclama Cal.
«E cercate di non fare troppo rumore. Potrebbe essere compromettente.» continua Mikey, facendo partire le risate degli altri ragazzi.
«E vedete di non farmi diventare zio troppo presto!» conclude Ash, facendoci arrossire.
«Fanculo, scemi!» esclama Luke ridendo e chiudendosi piano la porta alle spalle, lasciando che le uniche persone in quella stanza siano lui ed io.
Ho ancora il batticuore ed il respiro lievemente accelerato a causa di tutte quelle cose che i ragazzi hanno detto. Perché mi hanno fatto ripensare al fatto che il rapporto tra me e Luke sta cambiando, giorno dopo giorno.
Ogni carezza che ci lasciamo sulla pelle indugia ogni volta di più rispetto alla precedente; ogni abbraccio che ci diamo diventa sempre più lungo e sempre più pieno di calore; ogni bacio che ci scambiamo diventa sempre più profondo e sempre più pieno d’amore, dimostrando ad entrambi che solo queste cose non ci bastano più…
Punto gli occhi nei suoi color oceano e lui punta i suoi nei miei color Nutella. Ci sorridiamo e poi lui mi viene incontro quasi correndo e mi afferra per i fianchi, alzandomi facilmente da terra. Automaticamente allaccio le gambe alla sua vita, in modo che i nostri corpi siano “completamente” a contatto. Ci guardiamo per secondi che sembrano eterni, ed è come se il tempo si fermasse, permettendoci di rimanere così per sempre…
«È stato fantastico.» sussurra, facendomi accapponare la pelle con la sua voce che ormai è diventata una droga per le mie orecchie e per il mio cuore, che non riesce a fermarsi.
«Stupendo.» rispondo, sempre sottovoce.
Fissiamo i nostri occhi in quelli dell’altro, come se ci fosse un incantesimo a tenerci uniti. Ci sorridiamo giusto per un attimo, prima di iniziare a darci baci veloci a stampo, aumentando sempre più la velocità, per poi fermarci per un istante.
Solo uno sguardo basta per capirci, uno sguardo che mi manda completamente in tilt da quanto è intenso e da quanto amore trasmette. E succede tutto in un istante.
 
Luke posa le sue labbra sulle mie, lentamente e dolcemente. Rimaniamo così per qualche secondo ed io divento pazza sentendo il suo profumo così vicino. Poi iniziamo a mordicchiarci le labbra e sento il suo respiro sul mio viso farsi più pesante ed ansimante. La stessa cosa vale per me, con il mio naso schiacciato sulla sua guancia e stuzzicato dalla sua barbetta. E mentre continuiamo a giocare con le nostre labbra, le sue mani scendono più giù dei fianchi, sfiorandomi le natiche ed accarezzando avanti e indietro i lati delle cosce, mandandomi ancora di più in confusione. Non mi aveva mai toccata in questo modo, non mi aveva mai fatta sentire così prima d’ora. È una sensazione nuova, strabiliante, una sensazione che mi fa letteralmente impazzire.
Poi, come se facesse sempre parte di  questa magia che stiamo creando, Luke si sposta e mi fa sedere sopra qualcosa, in modo che la mia schiena combaci completamente con il muro. Ed intanto il bacio si approfondisce. Le nostre lingue si cercano e continuano quella danza che abbiamo iniziato quella notte sotto la pioggia e che si ripete ogni volta che ci baciamo. Milioni di brividi stanno percorrendo ogni parte del mio corpo, ma non ci penso, presa come sono ad assaporare quelle labbra di cui non sarò mai sazia…
E poi succede qualcosa che non è mai accaduto prima.
Luke si scosta un attimo e, nello stesso istante in cui alzo lievemente la testa per riprendere un attimo fiato, lui posa le sue labbra sul mio collo, impedendomi di respirare per un istante per la sorpresa. Il mio respiro poi si fa più pesante mentre Luke continua a baciare ogni punto della mia pelle, dal collo fino alle spalle scoperte a causa della mia maglia dalla scollatura larga. Ogni traccia umida che si lascia dietro ad ogni bacio, brucia e non mi fa ragionare lucidamente. Però non voglio che si fermi, è così piacevole…
Inizio così a passare la mano tra i suoi capelli e a stringerli tra le dita di tanto in tanto, facendolo sospirare forte e mandando in tilt il mio povero cuore. Intanto lui abbassa la testa e mi bacia il petto, fin dove è possibile a causa della mia maglia che vorrei tanto togliermi di dosso. Però lascio stare e poso le mie labbra su ogni millimetro del suo viso scendendo lentamente verso il collo, dove c’è la sua maglia, che secondo me è di troppo e che vorrei tanto togliergli di dosso. Ma non ci faccio caso più di tanto e continuo ad assaporare la sua pelle e a drogarmi del suo profumo, fino a che non poso la testa sulla sua, sfinita, con un capogiro da urlo ed un batticuore da record.
Anche lui respira a stento e la sua testa abbandonata sul mio petto mi mozza il fiato per un attimo, perché Luke la rialza subito e mi sorride, con le guance rosse come pomodori. Ma anche io non sono da meno, perché sento che le mie stanno letteralmente andando in fiamme.
«È stato meraviglioso.» gli dico a bassa voce con il cuore che han appena deciso di non voler più pompare sangue nelle mie vene.
«E pensa che questo non è niente…» sussurra lui sorridente.
Capisco di cosa parla e sbarro gli occhi. Fino ad ora non avevamo mai toccato l’argomento, ma quello che è appena successo è stato una spiegazione più che esauriente.
Appena incontro gli occhi di Luke, è lui a sbarrarli e ad abbassare la testa.
«Scusa.» mormora con quel tono dispiaciuto che mi fa sempre impazzire perché è troppo tenero. Un po’ lo capisco, chissà come si starà vergognando adesso, il mio amore.
Non dico niente ma lo stringo forte a me e lui fa lo stesso. Perchè adesso le parole non servono.
 
 
 
Luke
 
Finiamo di suonare e nella stanza cala il silenzio, che però dura poco perché viene spezzato da un segno che gli addetti alla registrazione ci fanno per avvisarci che è andato tutto bene.
Ed io mi ritrovo a sorridere come uno scemo, perché è stato bellissimo, perfetto, unico…
I nostri manager iniziano ad applaudire, mentre Keli entra di nella stanza ed abbraccia un attimo Letizia per poi correre tra le braccia di Ashton. A vederli così stretti l’uno all’altra, mi viene un nodo un gola, perché anche loro dovranno salutarsi molto presto…
Poso gli occhi sulla mora e le stringo un po’ di più la mano. Lei si volta verso di me ed io le sorrido, felice di poterla tenere ancora un po’ con me. Le bacio la fronte e lei posa una mano sul mio petto, proprio sopra il cuore. Deglutisco e sento le guance scaldarsi un po’, perché ho paura che senta il mio cuore che batte veramente troppo veloce.
Al nostro abbraccio si aggiungono tutti gli altri, un abbraccio silenzioso ma che dice veramente tante, forse troppe cose… Poi ci dividiamo e Michael batte le mani contento per poi aprire la porta.
«E se festeggiassimo? La canzone è perfetta. La registrazione è perfetta. Noi siamo perfetti. Meglio di così?» dice.
«Su di noi c’è da dire anche che siamo molto modesti e che io ho un gran fame!» esclama Calum uscendo dalla stanza e facendoci ridere a crepapelle.
Tutti gli altri si avviano ed anche Letizia fa per seguirli, ma riesco a fermarla in tempo. Voglio passare qualche minuto da solo con lei, per trascorrere insieme più tempo possibile. Le faccio segno di restare dov’è ed esco dalla stanza.
«Noi arriviamo tra un po’!» dico agli altri facendoli voltare.
«Lukey, esistono i bagni e gli uffici per queste cose!» esclama Cal con un sorriso malizioso sul viso.
«E cercate di non fare troppo rumore. Potrebbe essere compromettente.» continua Mikey, facendo partire le risate degli altri.
«E vedete di non farmi diventare zio troppo presto!» conclude Ash, facendomi arrossire di botto.
«Fanculo, scemi!» esclamo divertito ed imbarazzato allo stesso tempo.
Sinceramente, è da un po’ che penso a queste cose. Però non mi sono ancora azzardato a parlarne con Letizia. Forse perché è presto e forse non arriveremo mai a fare quel passo insieme, ma lo vorrei veramente tanto, perché ogni carezza, ogni abbraccio, ogni bacio che ci diamo, per me non è mai abbastanza e vorrei donarle sempre di più, solo per dimostrarle quanto la ami. Il nostro rapporto si sta facendo più profondo ogni giorno che passa ed io non sono sicuro di riuscire ad affrontare la partenza, perché ormai Letizia è parte della mia vita…
Mi chiudo la porta alle spalle ed i miei occhi incontrano quelli grandi e dal color Nutella di Letizia. Ci sorridiamo e le vado incontro. Ho voglia di lei, di sentirla fin dentro di me, fin dentro le ossa, fin dentro il cuore.
La prendo per i fianchi e la alzo facilmente da terra. È leggera ed è pure dimagrita. Lei poi allaccia le sue gambe attorno alla mia vita e, a ritrovarmi il suo corpo così a contatto col mio, vado in tilt.
Ci guardiamo per secondi che sembrano senza fine, come se il tempo si fermasse e volesse aiutarci a rimanere insieme, per sempre…
«È stato fantastico.» sussurro, riferendomi alla canzone e notando con piacere i brividi sul suo collo. «Stupendo.» risponde lei, sempre sottovoce.
I nostri occhi sembrano incatenati, non riescono a guardare qualcos’altro che non siano quelli dell’altro. Ci sorridiamo velocemente, ancora una volta, ed iniziamo a baciarci a stampo. Baci piccoli, lievi, veloci, che man mano aumentano la velocità, fino a che non ci fermiamo un attimo per riprendere fiato. E solo un’occhiata, un incrocio prima con i suoi occhi e poi velocemente con la pelle del suo collo e delle sue spalle scoperte,  mi basta per lasciare che l’istinto ed il cuore prendano il sopravvento sulla ragione.
 
Poso le mie labbra sulle sue, senza fretta, cercando di metterci tutta la dolcezza che ho. Restiamo così, labbra contro labbra per qualche secondo ed io riesco a sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle che mi fa rabbrividire. Poi iniziamo a mordicchiarci le labbra ed inizio a sentirmi più accaldato, mentre il cuore batte forte e comincio ad ansimare un po’. Ma anche lei non è da meno. Con il suo naso contro la mia guancia ed il suo respiro addosso a me, non riesco a non impazzire. Continuiamo a giocare con le nostre labbra ed intanto lascio che le mani esplorino parti del suo corpo che ancora non mi ero permesso di toccare. Scendo sotto ai suoi fianchi, sfiorando appena le sue natiche e fermandomi ad accarezzare le sue cosce tese. Potessi, le toglierei ogni vestito che indossa solo per poter sentire la sua pelle sotto la mia. Però lascio perdere questo pensiero.
Mi sposto perché sta diventando difficile riuscire a reggerla senza che le mie mani vaghino sul suo corpo. Allora la faccio sedere probabilmente su un vecchio amplificatore in modo tale che il suo copro sia tra me ed il muro. Ed il bacio intanto diventa sempre più profondo. Le nostre lingue si cercano, si studiano e proseguono quella melodia che abbiamo iniziato quasi un mese fa. Non riesco a capire assolutamente niente. È già tanto se riesco a ricordarmi di respirare…
Mi scosto un attimo per riprendere fiato e lei alza lievemente la testa, offrendomi davanti agli occhi il suo collo e le sue spalle scoperte.
E senza pensarci un secondo di più bacio quella pelle che tanto mi fa mandare su di giri. Ne bacio ogni millimetro, ogni singola parte per sentire Letizia più vicina a me, per coccolarla, per dimostrarle che è la persona più importante della mia vita, per dimostrarle che lei è l’unica che mi abbia mai fatto sentire completo, me stesso. Intanto il suo respiro si fa più pesante, ansimante forse, e questa cosa mi eccita parecchio. Però devo contenermi almeno un po’, non posso lasciarmi andare così, in una squallida sala prove. Se mai dovessimo farlo, voglio che sia in un posto bellissimo, almeno per lei, e non in una comune sala prove come questa.
Continuo a baciare ogni millimetro della sua pelle scoperta, il collo, le spalle, lasciando una piccola traccia umida del mio passaggio. Ogni volta che tocco la sua pelle, le labbra quasi bruciano, ma è una sensazione veramente bellissima, che mai avrei pensato di poter provare.
Lei intanto comincia a passare la mano tra i miei capelli, facendomi capitolare. Il cuore va a mille ed io inizio a sospirare forte e le bacio anche la poca pelle scoperta del petto. Seriamente, vorrei toglierle questa stupida maglia di dosso e continuare a baciare ogni parte di lei. Però non è il caso.
E lei ad un tratto fa qualcosa che mai mi sarei aspettato.
Bacia ogni parte del mio viso, accarezzandomi con il suo respiro e facendomi rabbrividire come non mai. Ma non si ferma lì. Scende piano verso il collo, e lascia al suo passaggio piccoli baci sulla mia pelle che mi fanno perdere un po’ di quella poca lucidità che sono riuscito a mantenere fino ad ora.
Continuiamo così per un tempo che mi sembra senza fine, a danzare su noi stessi, ad amarci a ritmo di baci sulla pelle, sulle labbra.
Alla fine poggio la testa sul suo petto, mentre lei usa la mia per cuscino dove poggiare la sua.
Ma non riesco a stare fermo, a stare tranquillo. Ho bisogno di vedere i suoi occhi, dove posso perdermi senza paura.
Appena li osservo, sento le guance riscaldarsi un po’ al vedere che anche le sue sono rossissime.
«È stato meraviglioso.» sussurra, facendomi rabbrividire con quel tono di voce che ha appena usato.
«E pensa che questo non è niente…» rispondo sempre a bassa voce e, senza volerlo, alludo a ciò a cui pensavo prima.
Lei sbarra gli occhi e, appena vedo la sua espressione, abbasso la testa, vergognandomi.
Cazzo, potessi, mi scaverei una fossa qui seduta stante e mi ci sotterrerei vivo. Che figura ho fatto.
Però è anche a causa di quello che è appena successo tra noi che non posso non pensarci… Perché deve essere sempre così complicato?!
 «Scusa.» bisbiglio, sperando che capisca. E lei capisce, perché mi abbraccia forte ed io non perdo un istante e la stringo forte a me. Nessuno dei due apre bocca, ma credo che, per adesso, le parole siano completamente superflue.




Letizia
Buona sera carissimi lettori!
Premetto una cosa: aggiorno a quest'orario indecente perchè domani ho da studiare un botto ed è bene che usi il pomeriggio al meglio!
Alle recensioni risponderò il prima possibile, tranquilli. Ora ringrazio tutti, poi passo a parlare del capitolo, così sclero per benino ;).
Quindi, ringrazio tutte quelle persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate, seguite. Vi amo!
Come amo anche le persone che hanno recensito lo scorso capitolo: FreeSpirit_, Brookly_Baby, daisyssins, Hazel_, _KyokoEliseHiyori_39, Marianne_13, cliffordsjuliet, Ally Hemmings 1D, DarkAngel1, Jade_Horan, ashton_irwin94, alexaval34.
Ed ora passiamo allo sclero, eh eh eh *risata malefica mode on*. Allora...
Visto che alla fine ho messo il testo della canzone? Appena ho sentito quella canzone nell'MP3 quest'esate, ho pensato che dovesse essere questa la canzone che scrivono tutti insieme *^*.
Poi... Lo so che la divisione del capitolo non torna molto, ahahah, ma ho dovuto fare così perchè altrimenti non sarei risucita a mettere il testo della canzone u.u.
Che poi... CHE BACIO I LUZIA!!!!! Ma scherziamo qui o.O?! Sappiate che sono morta e resuscitata mille e mille volte mentre scrivevo quella scena *^*.
Spero tanto che vi piaccia, ci tengo tanto a questo capitolo! :'3 <3
Ci sentiamo lunedì prossimo, a presto bellissimi!
Un bacione grande grande, Letizia <3
P.s.: Che poi, 402 RECENSIONI!!!!! Ma io posso solo amarvi con tutta me stessa! <3 <3 <3 *^* Detto questo, vado sul serio! Bacione di nuovo! <3

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Capitolo 34
*** 34 . Infinito ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Hazel, una mia amica :). Si chiama See you in my dreams e la trovate sul mio profilo. Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio! Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=pclPEe9vuBM) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2866002&i=1). Buona lettura!
 
Soundtrack per il capitolo (ascoltate in questo ordine, fa più effetto ;)):
One Direction - You and I
5 Seconds of Summer - The only reason
5 Seconds of Summer - If you don't know
5 Seconds fo Summer - Wrapped around your finger
5 Seconds of Summer - Everything I didn't say
5 Seconds of Summer - Amnesia
5 Seconds of Summer - Lost boy
5 Seconds of Summer - Never be
5 Seconds of Summer - Close as strangers



34 . Infinito
 
 
 
Letizia
 
E dopo tutto quello che è successo, eccomi ai miei ultimi giorni di permanenza qui a Sydney. Domani farò le valigie perché devo tornare a New York per finire il nuovo album, mentre Keli resterà qui fino alla fine del mese. È giusto che almeno una delle due si goda di più questo posto e stia un po’ di più con il ragazzo che ama…
Sospiro e mi sistemo meglio a sedere sulla sabbia, evitando di pensare. Almeno per una volta voglio avere la testa vuota da tutto e godermi questo attimo di puro silenzio e tranquillità, con sottofondo il suono delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.
Per essere pieno inverno qui in Australia, non si sta per niente male. Non c’è molto freddo, solo che tira sempre una brezzolina leggera, quella brezza che entra dentro i vestiti e che fa rabbrividire sempre un pochino.
Alzo gli occhi al cielo e mi demoralizzo un po’. È grigio, pieno di nuvole cariche di pioggia. Sospiro. Né io né Luke abbiamo l’ombrello dietro. Ci bagneremo, questo è poco ma sicuro…
Le dita del biondo che si intrecciano delicatamente alle mie mi fanno tornare con i piedi per terra e gli sorrido, felicissima di essere con lui.
Mi sorride anche lui, mostrandomi quelle fossette sulle guance che tanto adoro. Ed il cuore inizia a battere un po’ più forte. Non riuscirò mai ad abituarmi del tutto alle reazioni che il mio corpo ha ogni volta che lo vedo, non è possibile che questo ragazzo mi mandi così nel pallone…
Anche lui poi si mette a guardare il cielo, ed io mi perdo ad immaginarmi il colore dei suoi occhi al posto di questo grigio che ci sovrastra…
«Facciamo una passeggiata?» chiede lui ad un tratto, spezzando lo strano silenzio che si era creato tra di noi. Annuisco e ci alziamo. Solo che, mentre cerco di alzarmi in piedi, metto male il piede nella sabbia ed inciampo su me stessa, andando addosso a Luke e facendo cadere entrambi.
«Ma lo fai di proposito o sei così imbranata di tuo?» chiede divertito e, al vedere la sua espressione buffissima, non riesco a non ridere.
«Da una come me aspettati quasi sempre la seconda ipotesi, sono la regina degli imbranati!» rispondo con le lacrime agli occhi e finalmente riesco ad alzarmi. Gli porgo la mano per aiutarlo e lui tira un po’ per darsi la spinta. Il problema è che io non sono abbastanza forte e casco su di lui una seconda volta come un sacco di patate.
«Amore, comincia a correre, perché questa volta non la passi liscia!» esclama Luke.
Divertita dal suo tono di voce, mi alzo velocemente ed inizio a correre, per quanto la sabbia possa permettermelo. È strano, è la prima volta che “giochiamo” eppure sembra che lo facciamo da sempre. Sembra tutto così normale, e non l’eccezione che siamo in realtà…
Continuo a correre e faccio per voltarmi indietro per vedere dove sia il biondo, ma due braccia forti mi sollevano e mi fanno fare un giro tondo in aria. Mi ritrovo a ridere come una scema, solo che poi la bellissima risata di Luke si unisce alla mia ed io mi sento invadere da un fantastico calore, un calore che sa di casa…
Luke mi rimette a terra ed io mi volto, giusto per incontrare per un nanosecondo i suoi occhi grandi e luminosi, perché mi ritrovo subito le sue labbra sulle mie. Ci baciamo dolcemente ed io mi sento tremendamente bene. Quanto vorrei che durasse per sempre…
Gli sorrido e lui fa lo stesso. Ci baciamo ancora una volta, felici di sapere che i nostri cuori battono allo stesso folle ritmo. Ma c’è qualcosa di nascosto in questo bacio. C’è la consapevolezza che tra poco dovremo dirci addio, che tra poco dovremo dividerci, che tra poco non potremo più vivere questo meraviglioso sogno che ha catturato entrambi…
Ad un tratto sento una goccia d’acqua bagnarmi le guance e mi scosto immediatamente dal biondo.
«Sempre la pioggia!» esclama divertito e mi mette un braccio sulle spalle, “costringendomi” a seguirlo sotto l’acqua che sta aumentando a cadere.
«Evidentemente tu sei sempre sporco e la pioggia cadere per pulirti.» dico prendendolo un po’ in giro. Non so cosa ci stia succedendo, ma scherzare con lui in questo modo è una cosa veramente troppo piacevole.
A sentire quello che ho appena detto, lui mi lancia un’occhiataccia ed io non posso fare a meno di ridere a crepapelle per la sua espressione.
«Prova a prendermi se ci riesci.» lo sfido ed inizio a correre tra le strade di una Sydney pressoché deserta in questo sabato pomeriggio piovoso. Non so cosa sto facendo, ma mi sento leggera, spensierata, come se potesse esserci un domani tranquillo e felice per noi… Ma chi voglio prendere in giro? Sto facendo un po’ la scema perché non voglio pensare a quello che mi aspetta domani. Se penso che devo iniziare a preparare le valigie mi sento di merda, perché non ce la faccio a lasciare tutto questo… Non ce la faccio a lasciare lui…
Continuo a correre, mettendo in un angolo remoto angolo della mia mente questi pensieri, incurante della pioggia che mi inzuppa da capo a piedi, e svolto l’angolo. Mi fermo un attimo per riprendere fiato, ma due mani che riconosco subito si appropriano del mio viso e fanno combaciare le mie labbra con le sue, quelle labbra calde e soffici che non mi stancherò mai di baciare, di assaporare…
«Presa.» mormora il biondo, sempre con un sorriso meraviglioso stampato sul viso.
«C’è ancora qualche isolato prima di tornare a casa.» lo sfido ancora  e lui si mette a ridere di gusto. Il viso gli si illumina ed il mio povero cuore perde parecchi battiti.
Il suo sorriso… Ecco una delle cose a cui non riuscirò mai ad abituarmi del tutto…
Gli faccio la linguaccia e torno a correre, stavolta un po’ più veloce per arrivare a casa il prima possibile. Dopo poco giro a sinistra e finalmente metto piede sul vialetto di casa. Mi volto un attimo indietro, curiosa di vedere se Luke è riuscito a stare al mio passo. Però non c’è nessuno. Ed in una frazione di secondo, la paura di averlo “perso” in qualche modo, si fa strada dentro me.
Allarmata, inizio a chiamarlo a gran voce. «Luke? Luke, dove sei?»
Ma nessuno risponde. Comincio seriamente a preoccuparmi adesso. Dove diamine è finito? Appena lo vedo, giuro che gli faccio una ramanzina di quell…
Due mani che mi coprono ad un tratto gli occhi fanno finire il mio monologo interiore e placano quell’agitazione che aveva iniziato ad invadermi.
«Presa, anche questa volta.» sussurra Luke facendomi accapponare letteralmente la pelle.
Odio quando usa questo tono di voce basso e profondo, non riesco mai a ragionare lucidamente!
Mi volto verso di lui e faccio per dirgliene quattro, ma lui mi bacia prima che possa anche solo respirare. Mi bacia come si deve, ma è un bacio diverso dagli altri. È un bacio carico di tante, forse troppe cose ancora non dette…
Ok, oggi non stiamo facendo altro che baciarci, ma proprio non riesco a farne a meno. Anzi, ne vorrei sempre un po’ di più…
Non so come facciamo ma, senza dividerci, riusciamo a raggiungere la porta e ad entrare in casa. E sempre con le nostre labbra unite ci togliamo i cappotti zuppi d’acqua e li lasciamo cadere in mezzo all’ingresso. Come se fosse una cosa normale, abituale, porto immediatamente le mie mani tra i suoi capelli e lui mi prende in braccio. Ed il cuore inizia a fare i salti mortali nel mio petto. Saliamo le scale così, dirigendoci alle camere. E appena passo davanti quella di Ashton, mi viene in mente che lui e Keli sono a cena dalla mamma di lui, mentre Calum e Michael sono andati in studio per parlare con Matt del tour che i ragazzi faranno a breve. Quindi in casa, adesso, ci siamo solo Luke ed io.
Un momento… Questo vuol dire che forse…
Mi stacco immediatamente da lui, che mi guarda confuso.
«Scusa amore, ma ho bisogno di una doccia.»
Non è una scusa, devo farla sul serio. Solo che… Non lo so… Spero di non averlo ferito…
Lui mi mette a terra. «Allora la faccio anche io. Ci vediamo dopo.» dice con un sorriso strano sul viso, un sorriso che mi spezza il cuore. Scusa amore mio, scusami tanto…
Entriamo nelle nostre camere ed io mi tolgo subito tutto quello che ho addosso e corro a lavarmi, sperando di riuscire a darmi una calmata. Ma neppure l’acqua che scorre e che mi massaggia le spalle indolenzite riesce a placare tutte quelle emozioni che sto provando in questo preciso momento. Confusione, tristezza, sono solo una parte di tutto ciò che sto tentando di riordinare nella mia mente persa e nel mio cuore impazzito…
Esco dalla doccia e mi metto il pigiama. Però i miei pensieri corrono subito a Luke e lascio stare i capelli per andare da lui. Non so perché sono così agitata. Forse è a causa di quel bacio in studio? Forse è a causa di non sentirmi all’altezza? O, più probabilmente, forse è a causa del fatto che tengo così tanto a Luke e fare quello che sicuramente avremmo fatto di lì a pochi minuti se non mi fossi fermata mi spaventa da morire? Non lo so, non riesco a capirci più niente…
Apro la porta di camera sua e noto che le luci non sono accese. Non le accendo e vago con lo sguardo per la stanza, fino a che la sua figura davanti alla parete vetrata non attira la mia attenzione.
Allora, evitando di fare rumore, mi avvicino, con il cuore in gola, e lo avvolgo con le braccia da dietro. Lui sussulta un attimo e si volta subito verso di me, incatenando i miei occhi ai suoi. A sua volta porta le sue braccia a cingermi la schiena, mentre io sposto le mani sul suo collo e gli sorrido. Poggiamo la nostra fronte su quella dell’altro e ci sorridiamo ancora una volta.
«Lo sai che prima o poi mi farai impazzire del tutto, vero?» chiede facendomi ridere di gusto.
«E tu sai che mi hai già fatta impazzire e che non mi stai facendo capire più niente?» ammetto, presa dalla felicità che mi ha portato ciò che ha detto.
Lui mi sorride, dolcemente, ed io sento che qualcosa nel mio petto si scioglie.
E poi la magia accade…
 
 
 
Luke
 
Non riesco ancora a credere che Letizia andrà via dopo domani.
Questo è il mio pensiero fisso da quando, tre giorni fa, abbiamo saputo la data della sua partenza. Ed io mi sono sentito sprofondare, mi sono sentito morire. Non voglio che vada via e sparisca dalla mia vita, non riesco a capacitarmi, a convincermi che la nostra storia sia stata passeggera, un’eccezione…
Da quel giorno non ho fatto altro che osservare ogni singolo movimento di Letizia, per imprimerlo a fondo nei miei ricordi; non ho fatto che cercare costantemente le sue labbra perché tutti baci che ci diamo non mi bastano mai per dimostrarle quanto la ami.
Non voglio pensare alla sua partenza, almeno non oggi. Voglio godermi fino in fondo questo giorno con lei, perché domani avrà tantissime cose da fare e non avremo molto tempo per stare insieme.
Con gli occhi rivolti verso il mare, ma la mente ed il cuore concentrati sul Letizia seduta accanto a me, cerco la sua mano ed intreccio lentamente le nostre dita, per sentirla il più vicino possibile a me.
Mi volto verso di lei, che mi sorride e mi riempie di felicità con quel suo sorriso luminoso e bellissimo. Le sorrido anche io e mi metto ad osservare il cielo, che rispecchia quasi completamente il mio umore.
Però non riesco a rimanere fermo, ho bisogno di muovermi e di fare qualcosa, qualsiasi cosa con lei.
«Facciamo una passeggiata?» propongo spezzando questo fastidioso silenzio che avevo iniziato ad odiare e sperando che Letizia accetti. Infatti annuisce e ci alziamo. Ma lei mette male un piede e mi viene addosso, prendendomi alla sprovvista e facendoci cadere.
«Ma lo fai di proposito o sei così imbranata di tuo?» chiedo divertito e lei inizia a ridere, facendomi rabbrividire. Perché la sua risata, cristallina, bellissima, sarà la prima cosa a cui penserò quando lei sarà sull’aereo…
«Da una come me aspettati quasi sempre la seconda ipotesi, sono la regina degli imbranati!» risponde con le lacrime agli occhi e finalmente si alza. Mi dà la mano ed io la tiro un pochino per darmi una spinta. Ma, come avrei dovuto prevedere lei non riesce a stare in piedi e cade sopra di me ancora una volta. Povero me, quanto è imbranata!
«Amore, comincia a correre, perché questa volta non la passi liscia!» esclamo, divertito.
Questa volta riesce ad alzarsi senza problemi e comincia a correre, mettendo subito una distanza notevole tra di noi. Distanza che, tuttavia, riesco ad accorciare in pochissimo tempo, raggiungendo la mora. La prendo per i fianchi e la stringo, facendo combaciare esattamente la sua schiena con il mio petto. Lei inizia a ridere di gusto e presto mi unisco anche io. Wow, ridere così con lei è una sensazione meravigliosa, come una ventata d’aria fresca in un giorno di caldo torrido…
La rimetto giù e lei si volta. Subito mi approprio delle sue labbra, curvate in un sorriso, e le bacio, sentendo quel senso di completezza che riesce a darmi solo lei…
Ci sorridiamo e ci baciamo ancora una volta. Solo che in questo bacio c’è qualcosa di nuovo. Forse un po’ di tristezza, perché a breve ci saluteremo; forse nostalgia, perché ogni ricordo di noi e di tutto quello che abbiamo passato salta fuori e ferisce un po’…
Ad un tratto Letizia si stacca e sento una goccia d’acqua arrivarmi dritta sulla punta del naso.
«Sempre la pioggia!» esclamo divertito e le metto un braccio sulle spalle per portarla con me.
«Evidentemente tu sei sempre sporco e la pioggia cadere per pulirti.» mi prende in giro lei.
E wow, scherzare così con lei è fantastico. Cioè… Non era mai successa una cosa del genere, comportarsi proprio come una coppia che è sicura di poter stare insieme anche il giorno dopo, salvo imprevisti, mentre io sono qui e non so neppure se incontrerò Letizia di nuovo, magari tra qualche anno… Chi può saperlo…
Però ripenso alle parole che lei ha appena detto e mi acciglio. Cavolo, mi ha offeso! La guardo e lei ride di nuovo, facendomi toccare le nuvole con le dita. Possibile che ogni volta che sento la sua risata, mi ritrovo con il cuore che batte peggio di un martello pneumatico?
«Prova a prendermi se ci riesci.» dice prima di iniziare a correre veloce.
Subito le vado dietro e non penso minimamente alla pioggia che mi sta bagnando da capo a piedi. Poco dopo giriamo l’angolo e lei si ferma. Solo che io non sono ancora sazio delle sue labbra. Così le prendo il viso tra le mani e la bacio ancora e ancora e ancora…
«Presa.» mormoro sorridendole e sentendomi un po’ meglio, anche se “meglio” è molto relativo.
«C’è ancora qualche isolato prima di tornare a casa.» ribatte lei facendomi ridere di cuore. Non cambierà mai, questo è poco ma sicuro. Mi fa la linguaccia e corre di nuovo. Allora decido di farle uno scherzo e prendo una strada secondaria ed arrivo dietro la siepe che divide il vialetto di casa nostra da quello dei vicini. Letizia arriva poco dopo. Sbarra gli occhi e si guarda intorno preoccupata ed inizia a chiamarmi a voce alta. «Luke? Luke, dove sei?»
Sorrido, ma non le rispondo. Vederla così preoccupata, per me, è una delle cose più dolci e più belle che abbia mai visto in tutta la mia vita. È un po’ egoista come pensiero, ma mi fa piacere che sia preoccupata per me. Mi avvicino piano, senza far rumore, e le copro gli occhi con le mani.
«Presa, anche questa volta.» le sussurro vicino l’orecchio e noto i brividi sul suo collo scoperto.
Lei si volta ed io mi riapproprio subito delle sue labbra, come se fossero la mia dose di droga preferita ed io non riesco ad esserne in astinenza. Un bacio carico di tante cose…
Senza separare le nostre labbra, entriamo in casa e ci togliamo di dosso i nostri cappotti ormai completamente fradici di pioggia. Lei inizia subito a passarmi una mano tra i capelli, prendendomi alla sprovvista. Possibile che ogni volta che le sue mani mi sfiorano, non so più ragionare lucidamente?
La prendo in braccio e, senza pensare, salgo le scale dirigendomi in camera e continuo a baciarla.
Solo che li ad un tratto si scosta, lasciandomi con un pugno di mosche in mano. La guardo e non capisco. «Scusa amore, ma ho bisogno di una doccia.»
Ed il tono con cui lo dice è sì sincero, però c’è altro sotto. Ed in un attimo capisco cosa stavo per fare se lei non mi avesse fermato. Oddio, non ci posso credere di aver perso il controllo così facilmente. Non ci credo. No, non può essere. Non posso averlo fatto con lei. E menomale che comunque non siamo andati oltre…
La poso a terra e le sorrido per rassicurarla. «Allora la faccio anche io. Ci vediamo dopo.»
Entro in camera ed in un istante sono sotto il getto caldo della doccia. Però non riesco a mandare via questa strana sensazione, di disgusto quasi, verso me stesso. Cazzo, è solo poco più di un mese che stiamo insieme e già penso a quello?! Cioè, sì, vorrei che facessimo insieme questo passo importante, specialmente per il fatto che poi, molto probabilmente, non ci vedremo più e non ci sentiremo più. Però… Non lo so… E se lei non si sentisse ancora pronta, o che magari, a causa di Nicholas, avesse paura di farlo di nuovo? Perché deve essere tutto così complicato? Che poi, in casa siamo solo noi… Cosa cazzo stavo per fare?
Sospiro ed indosso le prime cose che mi capitano a tiro, ma non ho voglia di accendere la luce, quasi quasi si sta molto meglio al buio per evitare di pensare. Mi metto davanti la parete vetrata e lascio che la pioggia che sta cadendo forte fuori prenda tutta la mia attenzione…
Ad un tratto due braccia che mi circondano da dietro mi fanno sussultare. Ma appena capisco a chi appartengono, mi volto immediatamente e gli occhi di Letizia mi incantano. Automaticamente porto le mie braccia a cingerle la schiena e lei sposta le mani fino al mio collo e mi sorride, rendendomi anche solo con questo semplicissimo gesto il ragazzo più felice della terra. Poggiamo la nostra fronte su quella dell’altro e ci sorridiamo ancora una volta.
«Lo sai che prima o poi mi farai impazzire del tutto, vero?» chiedo, mentendo un po’. Perché lei mi ha già fatto completamente impazzire, solo che gli effetti ancora non si vedono per fortuna.
«E tu sai che mi hai già fatta impazzire e che non mi stai facendo capire più niente?» risponde lei, lasciandomi completamente spiazzato, perché mai e poi mai mi sarei aspettato di farle quest’effetto.
Cavolo, lei si immagina come mi fa stare ogni volta che siamo insieme? Si rende conto che per me è diventata essenziale come l’ossigeno? Ogni cosa che fa diventa unica, stupenda. Ed io tutte le volte sorrido come un ebete, ma felicissimo di avere una persona così meravigliosa al mio fianco.
E poi la magia accade…
 
 
 
Letizia
 
Luke posa ancora una volta le labbra sulle mie ed io rispondo prontamente, a questo bacio dolcissimo. Bacio che, tuttavia, non riesce a rimanere casto abbastanza a lungo. Subito schiudiamo le labbra e le nostre lingue si cercano, si inseguono. Lui mi prende di nuovo in braccio e mi mordicchia il labbro inferiore, annebbiando gran parte della poca lucidità che mi era rimasta. Inizio ad accarezzargli lievemente il collo, sentendo distintamente ogni suo brivido. Lui si sposta e fa in modo che la mia schiena poggi completamente al muro, di nuovo.
Lascio che si appropri del mio collo e delle mie spalle, marchiandomi ovunque con la traccia umida delle sue labbra. Io invece mi concedo di baciargli le guance, pungendomi come sempre con la sua barbetta, ed arrivo a sfiorare con le labbra il suo orecchio. Subito lui si irrigidisce e, con le mani ancora sul suo collo, percepisco tutti i brividi che gli stanno attraversando il corpo. Ma questo dura solo un istante, perché lui inizia a leccare lentamente la mia pelle dall’inizio del collo fino alla spalla scoperta della manica tenuta in tensione dalla sua mano. Ed è come se il mio cervello esplodesse. Dio, il modo in cui riesce a farmi sentire questo ragazzo è unico…
Io allora metto totalmente da parte anche l’ultimo grammo di lucidità che mi è rimasto e lascio che siano l’istinto ed il cuore a guidarmi.
Così scosto la maglia dalle sue spalle e ci passo sopra la lingua, lentamente, assaporando il suo profumo, che mi manda del tutto in tilt. Lascio che la mia mano vaghi sulla sua schiena sotto la maglietta, per quanto mi sia possibile. Lui invece inizia ad ansimare e mi mordicchia il lobo dell’orecchio, facendomi sussultare per la sorpresa, con il cuore che batte così forte da far male…
Ci concediamo un attimo di tregua, ed è proprio qui che prendo a due mani tutto il coraggio che ho. Perché non credo di essere in grado di poter ripetere una seconda volta quello che sto per dire.
«Fai l’amore con me.»
Non è una domanda. Sono solo quattro fottutissime parole che dimostrano il semplice fatto che non riesco ad allontanarmi da lui, non prima di avergli dimostrato tutto l’amore che provo per lui in ogni modo possibile. Non ho più paura adesso. Sono sicura di quello che sto per fare, perchè ne ho un tremendo bisogno, un bisogno che mi buca il cuore da quanto è intenso, da quanto fa male. Voglio fare questo passo insieme a lui, perché se partissi senza aver neppure sfiorato quest’idea, probabilmente starei molto peggio di quanto starò tra qualche giorno. Voglio farlo per dimostrargli che per me lui è tutto adesso, è tutto quello di cui ho bisogno…
Luke punta i suoi occhi nei miei ed io mi sento invadere da milioni di brividi, a causa del suo sguardo così intenso, così pieno d’amore.
Ed è sempre con i suoi occhi nei miei che lui si sposta e mi adagia dolcemente sul letto.
Riprendiamo a baciarci. Ma stavolta i baci sono pieni di una dolcezza e di una tenerezza nuove, che mi fanno sentire viva, in modo diverso, in modo migliore…
Senza fretta, cerco la zip dei suoi jeans e, una volta aperta, lui se ne libera velocemente. Sussulto quando sento la sua mano calda sotto la maglia a contatto con la pelle dei miei fianchi. Contatto che però dura poco perché, con un gesto delicato e deciso allo stesso tempo, Luke mi aiuta a liberarmi dei miei pantaloni. La sua mano calda a contatto con le mie cosce mi fa sospirare pesantemente contro la sua guancia, mentre le mie dita cercano il lembo della sua maglia per togliere di mezzo anche quell’indumento. Solo che non ci riesco, perché le mie mani hanno cominciato a tremare. Allora lui allontana le nostre labbra per un istante, ma non interrompe mai il contatto tra i nostri occhi, come se avesse paura che questa magia possa spezzarsi. Si libera della maglia con un unico gesto ed io mi concedo un momento per ammirarlo. È bellissimo… Non riesco a pensare a nient’altro…
Subito lui si impossessa nuovamente delle mie labbra ed io mi sento invadere da un calore che non avevo mai sentito prima. Comincio seriamente a non capire più niente, o quasi, di tutto quello che sta succedendo. So solo che non voglio in alcun modo che finisca.
Sento le sue mani giocare con i bordi della mia maglia e allora mi decido. Lo scosto lievemente, evitando di interrompere la tacita dichiarazione d’amore che i nostri occhi si scambiamo ogni volta che si incontrano. Mi libero della maglia, rimanendo in intimo. E solo adesso inizio a capire quanto sia imbarazzante la cosa. L’unica volta che l’ho fatto è stata parecchio tempo fa e, per fortuna, non mi ricordo niente. Con Luke invece mi sembra tutto nuovo, mi sembra di fare tutto nuovamente per la prima volta. Perché tra lui e me c’è qualcosa di veramente troppo profondo che ci unisce.
Lui deglutisce e le sue guance si colorano di rosso. Dio, ma si può essere più dolci di così? Luke è la dolcezza fatta persona, ed ogni volta che mi sfiora me lo dimostra. Poi sorride e mi bacia in mezzo al petto, mozzandomi il respiro ed il battiti del cuore per la sorpresa. Poi lascia una scia di piccoli baci umidi fino ad arrivare al mio mento. Chiudo gli occhi e mi approprio senza indugio delle sue labbra, mentre lui si libera anche degli slip. Lo imito e, quando sento vagare la sua mano sotto la mia schiena, la inarco e lui con un solo gesto mi toglie anche il reggiseno.
Rimaniamo finalmente pelle contro pelle, cuore contro cuore, respiro contro respiro.
Senza aspettare altro tempo, premo le mie mani sulla sua schiena ampia e forte e lui si avvicina a me, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo e leccandolo piano, mentre io bacio ogni millimetro della sua pelle, sentendo il suo profumo farsi sempre più intenso. Ma lui non si ferma solo lì, e continua a passare le sue labbra su ogni parte di me, facendomi sospirare ogni volta
E, quando punto di nuovo i suoi occhi color dell’oceano nei miei, capisco è arrivato il momento. Annuisco e Luke prende un preservativo dal cassetto del comodino e lo indossa.
Ed io mi ritrovo a sentire le guance che stanno andando a fuoco e le mani che iniziano a tremare. Lui mi sorride, dolcissimo, ed io faccio altrettanto. Perché ogni suo gesto su di me è un’esplosione di tenerezza e di dolcezza pura.
Riavvicina le sue labbra alle mie ed intreccia le nostre mani. E quando entra dentro di me, stringo di più la presa e mi lascio guidare in un mondo che ancora non ero riuscita a conoscere fino in fondo.
 
E la sera passa così, tra le nostre risa, i nostri sospiri, le nostri mani che si cercano e si trovano per poi lasciarsi di nuovo ed accarezzare l’altro. Non mi ero mai sentita così… Non riesco a dargli una definizione. So solo con certezza che questa è in assoluto la dimostrazione d’amore più bella e più profonda e più intensa di tutte. E sono felicissima, anche se come aggettivo è molto riduttivo, perchè non riesce ad esprimere abbastanza bene l’idea.
 
Le braccia di Luke mi avvolgono in un abbraccio meraviglioso ed io mi avvicino a lui, riuscendo a percepire il suo cuore che batte allo stesso ritmo del mio. Ci guardiamo, ci osserviamo per secondi che sembrano interminabili. E alla fine annulliamo quella piccolissima distanza che ci separa unendo semplicemente le nostre labbra, nel bacio più dolce che abbia mai dato e ricevuto.
So che ho ancora del coraggio in riserva. E lo uso tutto, ma proprio tutto, fino all’ultima goccia per dirgli una cosa che non ho mai detto a nessuno, neppure a Nicholas.
«Ti amo.»
Un sussurro, un sussurro che lo fa sorridere e gli fa diventare gli occhi lucidi.
«Anch’io ti amo.»
E sentirselo dire per la seconda volta non ha prezzo. È meraviglioso.
Ed io mi sento finalmente senza limiti, mi sento infinito.
 
 
 
Luke
 
Poso le mie labbra sulle sue, ancora una volta, e Letizia risponde così dolcemente da farmi perdere del tutto le staffe. Perché schiudo le labbra e lei fa lo stesso. Le nostre lingue si cercano subito e si accarezzano, danzano, si rincorrono, facendomi battere il cuore come non mai. La prendo ancora una volta in braccio e le mordicchio il labbro inferiore, assaporando ancora di più quelle labbra, la mia dose preferita di eroina. Lei inizia invece ad accarezzarmi il collo, piano, facendomi accapponare la pelle. Il suo tocco è così delicato che mi manda nel pallone. E senza pensare, faccio in modo che il suo corpo sia nuovamente tra il mio ed il muro. Così posso continuare a baciarla senza stancare più di tanto le braccia.
E senza rendermene conto del tutto, inizio a baciarle il collo e le spalle, riuscendo a sentire quella pelle liscia e morbida e quel profumo che tanto mi fa impazzire. Lei nel mentre mi bacia le guance facendomi andare in iperventilazione. Ma è solo quando le sue labbra sfiorano il mio orecchio che mi irrigidisco del tutto e rabbrividisco. Ci stiamo spingendo troppo oltre, anche questa volta. Ho già perso il controllo prima ed anche adesso faccio fatica a mantenerlo. Solo che il suo cuore che batte veloce mi destabilizza e torno alla sua pelle, leccandola dall’inizio del collo fino alla fine della spalla scoperta. Non sto capendo seriamente più niente. Il cuore batte così forte che riesco a sentirlo pulsare nel collo e nella testa.
Sento che Letizia scosta la mia maglia. E quando inizia a passare la sua lingua sulle mie spalle, mentre le sue mani mi accarezzano la schiena da sotto la maglia, io vado completamente in tilt. Inizio ad ansimare e le mordicchio il lobo dell’orecchio, facendola sussultare. Dalla stoffa della sua maglia riesco a sentire il suo cuore che batte allo stesso ritmo del mio. Ed è proprio questo che mi basta per farmi sentire senza limiti. Io e lei, con i nostri cuori uniti…
Ci diamo un attimo di tregua. Ho ancora la testa che mi gira e sono senza fiato. Tutta colpa di questa ragazza che sto stringendo a me e che non voglio lasciar andare per nessun motivo.
Il silenzio fa da padrone per un po’, fino a che Letizia non apre bocca, spiazzandomi.
«Fai l’amore con me.»
Non è una domanda. È una frase. Una semplice frase che è riuscita a spazzar via l’ultimo grammo di lucidità che avevo e a mandare in frantumi quel poco autocontrollo che ero riuscito a ristabilire.
Punto i miei occhi nei suoi, giusto per essere sicura di non aver capito male. Ma i suoi occhi sono seri, sinceri. E finalmente mi convinco e mi lascio andare completamente, perché voglio amarla in ogni modo possibile, perché voglio dimostrarle quanto lei sia diventata importante per me.
Senza staccare i miei occhi dai suoi, come se fossero delle calamite così potenti da non lasciarmi via di fuga,  la adagio lentamente sul letto.
Riprendiamo a baciarci. E finalmente posso dare libero sfogo a tutto l’amore che provo che lei. Ed in ogni bacio che le do, ci metto tutta la dolcezza di cui posso essere capace e mi sento tremendamente bene, perché dalle sue labbra sulle mie ricevo soltanto tenerezza che mi fotte il cuore…
Con calma, le sue mani aprono la zip dei miei jeans, che mi tolgo di dosso in un attimo. Poi lei sussulta mentre lascio che la mia mano inizi a vagare sotto la sua maglia, andando in contatto con la pelle dei suoi fianchi. Senza aspettare oltre, la aiuto a togliersi i pantaloni e le accarezzo finalmente anche la pelle delle cosce, tiepida rispetto alla mia mano. Lei sospira pesantemente contro la mia guancia, destabilizzandomi ulteriormente con il suo respiro caldo su di me. La sento cercare di togliermi la maglia. Però la precedo. Divido le nostre labbra solo per un istante e mi tolgo anche quel pezzo di stoffa, non riuscendo a staccarmi dai suoi occhi caldi e profondi che non hanno idea di quanto amore mi stanno trasmettendo proprio adesso.
Mi impossesso nuovamente delle sue labbra e mi sento in paradiso. Non so come questa ragazza riesca a farmi stare così maledettamente bene. So solo che voglio godermi ogni singolo attimo di questa notte insieme a lei, perché è la prima, e molto probabilmente sarà anche l’ultima, l’unica…
Inizio a giocare lentamente con i bordi della sua maglia. Adesso che siamo in questa situazione, non ho fretta, voglio assaporare intensamente ogni secondo di tutto quello che ci sta succedendo.
Però lei mi scosta piano, continuando a guardarmi negli occhi, rendendomi ogni istante sempre più felice, e si toglie la maglia, rimanendo in intimo. Ed io mi ritrovo a deglutire e a sentirmi le guance rosse per la sorpresa, perché non avevo idea che sotto quelle felpe larghe e quei jeans si nascondesse un corpo così meraviglioso. Le sorrido, felicissimo di poter avere l’onore di amarla così tanto. La bacio in mezzo al petto e risalgo fino al suo mento lasciandole piccoli baci. Lei chiude gli occhi e si impossessa delle mie labbra, sorprendendomi ancora una volta. Non credevo che questo nostro passo insieme potesse essere così magico, così pieno di emozioni e traboccante di quel sentimento che ci lega in maniera indissolubile. Mi libero anche degli slip ed inizio ad accarezzarle la schiena, liscia, morbida, perfetta. Lei la inarca e senza pensarci due volte, le tolgo il reggiseno.
E finalmente rimaniamo pelle contro pelle, cuore contro cuore, respiro contro respiro.
Lei preme le sue mani sulla mia schiena, ed io mi avvicino senza indugio all’incavo del suo collo. Ci passo lentamente la lingua per poi passare le mie labbra su ogni parte di lei, riuscendo a sentire completamente la sua pelle, il suo profumo, mentre lei mi bacia il collo, le spalle, sospirando ogni volta che la bacio e facendo diventare il mio cuore un cavallo al galoppo che non ha intenzione di fermarsi.
E quando i miei occhi si incatenano nuovamente ai suoi, lei annuisce, come per rispondere a quella tacita domanda che aleggia nell’aria già da un po’. Così prendo il preservativo. E solo adesso mi rendo completamente conto di quello che sto per fare, con lei. Di quel passo che ci unirà ancora più nel profondo, unendoci in maniera completamente diversa, completamente nuova. Non ho paura… È che sono parecchio emozionato perché sto per farlo con la persona che amo più di chiunque altro.
Con le mani tremanti lo metto e le sorrido, felicissimo di essere qui con lei. Riavvicino le nostre labbra ed intreccio le nostre mani, per evitare di continuare a tremare. Con il cuore che batte a velocità preoccupanti, entro dentro di lei, che mi stringe di più le mani e mi fa completamente impazzire, riuscendo a farmi entrare in un mondo meraviglioso che mai smetterò di scoprire.
 
E la sera passa la passiamo così, a ridere insieme, a coccolarci, a sospirare, a giocare, ad amarci.
Giuro, non avevo mai sperimentato qualcosa del genere. So che fisicamente non è stata la prima volta per nessuno dei due, ma è come se lo avessi fatto sul serio per la prima volta, riuscendo a sentire emozioni che mi hanno confermato ancora di più che amo Letizia totalmente ed incondizionatamente. E quello che è successo tra di noi è stata l’occasione migliore per poterglielo dimostrare.
 
La abbraccio e lei si avvicina al mio petto, scaldandomi ancora di più e facendomi sentire il suo cuore che batte come il mio. Ci guardiamo, ci osserviamo per secondi che sembrano interminabili. E alla fine annulliamo quella piccolissima distanza che ci separa unendo semplicemente le nostre labbra, in un bacio che racchiude tutto.
Lei si scosta un attimo e mi osserva, facendomi sentire piccolo da quanto è intenso il suo sguardo.
«Ti amo.»
Un sussurro, un sussurro che mi fa diventare gli occhi lucidi e mi fa sentire senza limiti, infinito.
È la prima volta che me lo dice, ed io adesso non potrei chiedere nient’altro dalla vita. Letizia è veramente tutto per me, è il mio angelo, il mio amore. Non so come abbia fatto a vivere senza di lei, come abbia potuto anche solo pensare cosa fosse l’amore prima di conoscerla. La amo così tanto, così tanto da far male, così tanto da sentirmi veramente vivo, vivo come mai mi ero sentito prima. E tutto questo grazie a lei.
«Anch’io ti amo.» le ripeto, confermandole tutti quei sentimenti che ci uniscono e che ci rendono una cosa sola, unica.




Letizia
Io, ehm, ecco, credo che sia meglio non esprimermi dopo un capitolo del genere.
Sappiate solo che ho messo tutto il cuore nello scrivere questo capitolo, e spero tantissimo che possa piacervi! <3
Quindi passo subito a ringraziare tutti voi che recensite e che mettete la storia tra preferite, ricordate e seguite! Vi amo tantissimo!
Scusate se non mi dilungo più di tanto, ma non voglio togliere importanza al capitolo.
Tornerò a postare regolarmente dal 3 novembre :). Grazie ancora di tutto e a presto, Letizia <3

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Capitolo 35
*** 35 . Ultime ore ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Hazel, una mia amica :). Si chiama See you in my dreams e la trovate sul mio profilo. Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio! Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=pclPEe9vuBM) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2866002&i=1). Buona lettura!

(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
35 . Ultime ore



Letizia

Un raggio di sole che entra dalle tende mal chiuse mi ferisce gli occhi, facendomi uscire da quello stato di dormiveglia in cui mi trovavo da qualche minuto.
Subito poso i miei occhi su Luke, che sta ancora dormendo tenendomi tra le sue braccia.
E sorrido, ricordandomi della notte che è appena trascorsa, perché mai avrei potuto pensare che fare l’amore con lui potesse essere così meraviglioso, facendomi sentire completa e amata come non lo ero mai stata.
Gli accarezzo lentamente la guancia, rabbrividendo mentre la sua barbetta mi punge un po’ le dita.
E subito mi nasce un dolore enorme nel cuore, perché tra poco dovrò iniziare a fare le valigie per domani… Domani… Quanto vorrei che il tempo smettesse di andare avanti e si fermasse, solo per farmi restare per sempre accanto a Luke… Butterei tutto all’aria pur di rimanere qui a Sydney con lui, con Keli e con gli altri. Però non posso… Nonostante tutto la mia vita è a New York, è lì che ho il mio lavoro, quel poco che rimane della mia famiglia, i miei ricordi...
Luke si stropiccia gli occhi riportando i miei pensieri sulla terra. Mi sorride, dolcissimo e felice. Ed io non posso non sentirmi male, perché presto lascerò la persona più importante della mia vita.
Gli occhi si fanno lucidi e ben presto grosse lacrime iniziano a rigarmi le guance. Ed io che non volevo che Luke mi vedesse in questo stato…
Subito il suo sguardo si rattrista e mi stringe forte, trasmettendomi quel calore che mai potrò dimenticare. Ed io inizio a piangere di più, a singhiozzare forte, mentre il mio povero cuore diventa preda del dolore, bruciando e mozzandomi il fiato…
Luke allora inizia a cullarmi e ad accarezzarmi la schiena nuda con tocchi lievi e così dolci che mi fanno stare ancora più male. 
«Amore, smetti di piangere, ti prego. Fallo per me.»
E nel dire queste parole, la sua voce si spezza ed il suo corpo comincia a tremare.
Subito punto i miei occhi nei suoi e mi sento morire. Perché anche i suoi occhi sono lucidi ed arrossati, mentre qualche lacrima gli sta rigando le guance. 
Allora mi asciugo le mie e cerco di sorridere, passando la mia mano sul suo viso per togliere quella tristezza sottoforma di goccia. Lui però porta immediatamente la sua mano sulla mia, bloccandola sulla sua guancia ed iniziando ad accarezzarla piano, con il pollice.
«Resta con me.»
È un sussurro, un semplice sussurro che mi fa tremare il cuore e mi uccide.
«Non posso Luke… Ho la mia vita a New York e non posso mollare tutto così su due piedi, anche se lo vorrei con tutta me stessa per poter stare con te, ma non posso…»
Dicendo queste parole, so di star ferendo a morte sia me che lui, ma non posso lasciare la mia vita, come lui non può lasciare la sua.
«Se lo vuoi, allora perché non lo fai?» chiede lui con la voce rotta e gli occhi ancora più lucidi.
Scuoto la testa ed altre lacrime iniziano a rigarmi nuovamente il viso.
«Non possiamo stare insieme Luke, anche se lo volessimo! Tu hai la tua vita, i ragazzi, la band e a breve comincerete il tour… Io ho la mia vita a New York, devo finire il nuovo album ed anche io avrò un tour mondiale da affrontare… Non potremo mai vederci…»
Lui però scuote la testa piano e mi abbraccia forte, ma così forte da lasciarmi senza respiro a causa di tutto l’amore che mi sta dando adesso. Lo stringo a me con le braccia che tremano, sperando invano che quest’attimo duri per sempre…

È quasi ora di andare a dormire e le mie cose sono già tutte sistemate, grazie anche all’aiuto di Keli, che mi è stata vicina tutto il giorno ad ogni mi attacco di pianto, cercando di confortarmi e di aiutarmi in ogni modo possibile, ma senza successo…
Siamo sedute sul letto da qualche minuto e stiamo dando un’occhiata alle foto che lei ha scattato sul suo cellulare, quando ad un tratto appare un’immagine sullo schermo che mi manda il cuore in frantumi. Una foto che ritrae Luke e me, abbracciati e sorridenti, sotto le coperte.
Le mostro il telefono per aver delle spiegazioni e subito lei arrossisce.
«Cos’è questa?» chiedo, sentendo che la mia voce si è nuovamente spezzata.
Lei subito abbassa la testa e sospira.
«Quando siamo tornati noi quattro, ci siamo subito preoccupati non vedendovi. Sono subito venuta in camera e mi sono tranquillizzata vedendo i tuoi vestiti per terra. Allora sono andata in camera di Luke e, vedendovi in quel modo, ho fatto due più due ed ho deciso che entrambi dovevate avere un ricordo della notte scorsa…»
A sentire queste parole, il cuore mi si riempie di nostalgia e di una felicità senza confino. 
Abbraccio fortissimo Keli e piango, piango ancora, perché non voglio partire e lasciare tutto, non voglio lasciare Luke per nessuna cosa al mondo…
Ad un tratto bussano alla porta e Keli mi scosta piano da sé per andare ad aprire, mentre io cerco di sistemarmi nel miglior modo possibile. Intanto nella stanza fanno capolino Michael, Calum ed Ashton, tutti con espressioni tristi sul viso.
«Ragazzi, che sono queste facce? Non sono ancora partita!» esclamo andando verso di loro.
Calum mi avvolge subito in un abbraccio, lasciandomi senza parole. Lui, che mi ha sempre dimostrato il suo affetto non spingendosi mai oltre un sorriso od una pacca sulla spalla. Questo abbraccio da parte sua è sicuramente il regalo migliore che potessi mai ricevere!
Lo stringo forte anche io sorridendo un po’, mettendo da parte quella nostalgia che pian piano sta già nascendo nel mio cuore. Almeno per adesso voglio farmi vedere di buon umore, non voglio far piangere nessuno di loro.
«Hemmo è a pezzi.» mi sussurra Calum all’orecchio facendomi sprofondare.
«Lo sono anche io.» bisbiglio con voce rotta.
Poi il moro mi lascia andare e subito le braccia di Ashton mi avvolgono in uno dei suoi abbracci più affettuosi. Il mio batterista preferito si è preso un bel posticino nel mio cuore soprattutto per il fatto che sta rendendo Keli la ragazza più felice della terra. Sono sicura che, nonostante tutto, la loro storia non finirà. Troveranno sempre un modo per vedersi e stare insieme.
«Ed io adesso cosa farò senza la mia tappetta preferita?!» esclama alzandomi da terra. Inizia a ridere come solo lui sa fare e subito mi contagia con la sua allegria.
«Non so Ash, probabilmente tornerai ad essere disordinatissimo!» rispondo ridendo e lui, con il sorriso sulle labbra, mi lascia andare.
Ed arriva finalmente il turno del mio migliore amico che, senza troppe cerimonie, spinge gli altri fuori dalla stanza con un fine «Devo parlare a quattro occhi con la mia migliore amica!»
I ragazzi protestano, ma alla fine escono e si chiudono la porta alle spalle.
E subito Michael apre le braccia ed un sorriso bellissimo gli si stampa sul volto. «Vieni qui.»
Senza farmelo ripetere due volte, corro tra le sue braccia e lo stringo fortissimo, iniziando a sentire già da adesso la sua mancanza.
Mi mancheranno i nostri scherzi, le sue battute imbarazzanti, le nostre chiacchierate, il suo continuare a cambiare colore di capelli, la sua buffissima risata, il suo modo di essere a volte un po’ misterioso e altre volte un po’ scemo, il suo capirmi con una semplice occhiata e il suo modo di aiutarmi in qualsiasi situazione.
«La mia lupacchiotta! E adesso chi potrò abbracciare così spesso?» chiede lui con voce così buffa da farmi ridere tantissimo, riuscendo a mandar via un po’ della tristezza che stava tornando nel mio povero cuore.
«Dai che ci sono i ragazzi a farti compagnia!» esclamo sciogliendo l’abbraccio e sorridendogli.
Mi sorride anche lui e si passa una mano tra i capelli. E dalla sua espressione noto che c’è qualcosa che non va. Perché lui non è semplicemente triste perché io domani partirò, c’è dell’altro.
«Se hai qualcosa da dirmi, sediamoci sul letto, inizio ad aver male alle gambe.» gli propongo e lui subito arrossisce e si siede accanto a me.
Non dico niente. So che ha bisogno di un po’ di tempo per aprirsi. Infatti, alcuni minuti dopo, passati a torturarsi le mani per l’agitazione, inizia a parlare.
«Due cose… La prima: sii certa di far sapere a Luke tutto quello che provi, così lui reggerà meglio la tua partenza. L’ho visto prima ed era in condizioni pessime.» dice, spezzandomi il cuore e ricordandomi che Luke ed io non ci siamo mai incontrati durante  la giornata. Annuisco, grata per il consiglio, e lui, dopo aver fatto un respiro molto profondo, prosegue.
«La seconda cosa è che… Mi sono innamorato…» si ferma ed io faccio per dimostrargli tutta la mia felicità per la notizia, ma lui mi blocca con un gesto della mano. 
«Mi sono innamorato… Di un ragazzo… Che tu conosci bene…» continua spiazzandomi e lasciandomi senza parole.
Oddio… Non posso crederci! Cioè, sono felicissima per lui, perché comunque l’amore è una cosa meravigliosa, ma con un ragazzo… Lui che ha sempre passato le serate fuori con una ragazza diversa ogni volta… Non riesco a crederci…
E poi le sue ultime parole mi rimbalzano nella mente. Un ragazzo che conosci bene… Luke non può essere, e neppure Ashton, quindi chi resta è…
«Calum.» dico a voce alta, spezzando quello strano silenzio che era nato tra di noi ed il cuore inizia a battermi fortissimo.
Lui annuisce ed abbassa la testa, mentre le sue guance si colorano di un rosso simile al bordeaux.
«Ma è una cosa bellissima!» esclamo abbracciandolo fortissimo. Sono veramente felice per lui!
Michael innamorato di Calum… Non suona tanto male dai!
«Tu dici?» chiede con voce esitante. Ed io annuisco più che convinta. Allora lui sorride e sospira forte, come se si fosse tolto un enorme peso dal cuore.
«Pensi che lui accetterà la cosa? E gli altri?» chiede dopo un po’, smorzando tutto il mio entusiasmo e facendomi riflettere. Mi alzo un attimo e mi avvicino alla finestra, pensierosa.
«La situazione non è semplice, per niente. Però spero sul serio che Cal accetti i tuoi sentimenti, almeno entrambi vi sistemereste… Ma Ashton e Luke? Conoscendoli, probabilmente rimarranno veramente molto sorpresi e ci vorrà un po’ di tempo, ma sono sicura che accetteranno la cosa.» dico, dando inconsapevolmente voce ai miei pensieri. Mi volto e torno a sedermi accanto a Michael, che mi abbraccia fortissimo per un po’, prima di alzarsi e di avviarsi alla porta.
«Ecco perché sei la mia migliore amica. Grazie di tutto!» dice prima di uscire.
Ed io mi ritrovo a sorridere, perché la vita mi ha confermato ancora una volta che l’amore è imprevedibile e bellissimo, sotto qualsiasi forma si presenti.
Certo che Michael mi ha proprio sorpresa con questa rivelazione. Cioè, non l’avrei mai pensato, se lui non me ne avesse parlato. Buon per lui che è riuscito a mimetizzare i suoi sentimenti così bene. Spero soltanto che vada tutto per il meglio, perché sia Michael che Calum meritano di essere felici!
E subito mi ritornano in mente le parole del mio migliore amico e, senza perdere altro tempo, prendo carta e penna e comincio a scrivere. 
Non ce la farei mai a dire a Luke tutto quello che sento per lui perché probabilmente inizierei a piangere e non riuscirei a continuare. Anche se so che le parole non riescono mai ad esprimere abbastanza, sono l’unico mezzo che ho per fargli sapere tutto quello che sento per lui. E allora scrivo, parole su parole, parole che vengono dal cuore e che mi ricordano tutto quello che è successo in questi due bellissimi mesi, due mesi pieni di emozioni e di sorprese…
Finito, la piego e vado nella sua stanza. Però lui è in bagno a farsi la doccia, riesco a sentire il rumore dell’acqua che scorre. Allora, con il cuore che batte così forte da far male, poso il pezzo di carta sul suo cuscino e torno in camera.
Mi lascio cadere a peso morto sul letto e mi passo una mano sul viso, cercando di non pensare a quel magone che ho nel cuore. Così mi giro sul fianco e prendo il telefono, sorridendo un po’ nel vedere la foto che ci ha scattato Keli. Immediatamente la metto come sfondo e poi lascio cadere il cellulare vicino a me sul materasso.
E le lacrime iniziano a rigarmi nuovamente le guance. Quanto vorrei poter restare…
Il cuore batte a stento, come se fosse chiuso in una morsa che mi mozza il fiato da quanto fa male…
Chiudo gli occhi e, senza rendermene conto, la stanchezza e la tristezza prendono il sopravvento facendomi addormentare.



Luke

Un tocco delicato sulla mia guancia mi sveglia. Allora mi stropiccio gli occhi e appena vedo Letizia davanti a me, il cuore inizia a battermi fortissimo. Questo è sicuramente il risveglio migliore della mia vita, con la ragazza che amo davanti a me. Solo che sarà anche l’ultimo, perché lei domani andrà via. Da questa casa, da Sydney, dalla mia vita…
La mia attenzione viene catturata dai suoi occhi, che si stanno facendo lucidi e poco dopo lei inizia a piangere, facendomi morire… 
Subito la stringo forte a me, per cercare di calmarla un po’, anche se credo che sarà impossibile. Infatti lei comincia a singhiozzare forte, mandandomi il cuore completamente in frantumi. Non voglio che stia in questo stato, non voglio che se ne vada, voglio solo che resti…
La cullo un po’ e le accarezzo la schiena, sentendo ancora una volta la sua pelle liscia come seta.
«Amore, smetti di piangere, ti prego. Fallo per me.» le dico, cercando di tranquillizzarla.
Ma l’unica cosa che ottengo sono la mia voce spezzata ed insicura per la tristezza, gli occhi che stanno diventando lucidi e pungono, ed il corpo che inizia a tremare un po’.
Lei alza gli occhi, facendoli incontrare con i miei e ferendomi ancora di più. Perché non riesco a sopportare che lei sia così triste…
Lei si asciuga un po’ le guance, rigate da quelle lacrime che tanto odio, e posa la sua mano sul mio viso con una tenerezza disarmante, facendomi battere il cuore fortissimo e facendomi render conto che anche io sto piangendo.
Amore mio, cosa mi stai facendo? Io che piango per qualcuno è una cosa più unica che rara… E non avevo proprio tenuto conto il fatto che forse lei avrebbe potuto vedermi in queste condizioni…
Subito porto la mia mano sulla sua, perché non voglio lasciarla andare, ed inizio ad accarezzarla lentamente con il pollice.
«Resta con me.»
Un sussurro, riesco a dire solo questo, sperando egoisticamente che lei decida di non partire…
«Non posso Luke… Ho la mia vita a New York e non posso mollare tutto così su due piedi, anche se lo vorrei con tutta me stessa per poter stare con te, ma non posso…»
È tremendamente giusto quello che è detto. Però non riesco a separarmi da lei…
«Se lo vuoi, allora perché non lo fai?» tento ancora una volta, più egoisticamente di prima, con la voce spezzata e gli occhi nuovamente lucidi. Amore mio, per favore, non lasciarmi…
Lei però scuote la testa ed altre lacrime iniziano a rigarle il viso, mandandomi in bestia.
Perché deve essere tutto così maledettamente difficile? Perché non possiamo vivere come due persone normali? Perché non possiamo stare insieme ed amarci come due ragazzi della nostra età?
«Non possiamo stare insieme Luke, anche se lo volessimo! Tu hai la tua vita, i ragazzi, la band e a breve comincerete il tour… Io ho la mia vita a New York, devo finire il nuovo album ed anche io avrò un tour mondiale da affrontare… Non potremo mai vederci…»
Ma io scuoto la testa, negando questa fottutissima verità, una verità che non voglio accettare perché mi sembra solo un orribile incubo…
E allora la abbraccio di nuovo, perché vorrei davvero con tutto il cuore che restasse. Manderei tutto all’aria pur di stare con lei, ma so che lei non me lo permetterebbe mai. Stringo al cuore la mia piccola, il mio amore grande perché voglio sentirla il più possibile vicino a me, pur di non perdere nessuno degli ultimi momenti che passeremo insieme.
Ed anche lei mi abbraccia e sentire le sue braccia che tremano mi ferisce il cuore, perché entrambi sappiamo che non vorremmo lasciarci per nessun motivo al mondo…

Sono rimasto tutto il giorno in camera. Non ho toccato cibo. E non ho fatto altro che farmi del male ripensando a tutto quello che è successo in questi due mesi…
La proposta di lavoro con Letizia, il suo arrivo e poi quello di Keli, i ricordi della mora che ci hanno fatto preoccupare parecchio, io che mi rendo conto di essermi completamente ed incondizionatamente innamorato di Letizia, il nostro bacio, la felicità che lei è riuscita a raggiungere giorno dopo giorno, la canzone, noi che facciamo l’amore…
Ed è proprio quest’ultimo ricordo che mi ferisce a morte… 
È stata la notte più bella della mia vita e ancora riesco a sentire le sue labbra sulle mie e su di me, le sue mani che mi accarezzano e poi intrecciate alle mie, la felicità pura nei suoi occhi e dentro di me, tutto l’amore che abbiamo ci siamo dati…
Ad infierire ci si è messa anche Keli, senza volerlo, con una foto che mi ha mandato qualche minuto fa. Una foto che lei ci ha scattato di nascosto… Nonostante tutto sono felice che l’abbia fatta, così in futuro potrò ricordarmi della notte magica che ho vissuto insieme a Letizia.
A ripensarci ancora una volta, grosse e calde lacrime cominciano a rigarmi le guance. Mi passo una mano sul viso per cercare di mandarle via, ma invano. Anche il cuore ci mette del suo, battendo così forte da mozzarmi il respiro, da farmi male, tremendamente male…
E non mi accorgo della presenza dei ragazzi in camera mia fino a che la mano di Calum non si posa sulla mia spalla, riportandomi un po’ con i piedi per terra.
«Hey Hemmo.» dice con un sorriso timido sul viso.
«Hey Hood.» rispondo con voce bassa, rotta, triste…
I ragazzi rimangono con me per un po’. Non dicono niente, perché tanto ora come ora le parole non servono proprio a niente… Ed io li ringrazio infinitamente per questo, per il semplice fatto di starmi accanto e di darmi tutto il loro sostegno anche con una semplice stretta di mano. Se non avessi loro, se loro non fossero la mia famiglia, se non avessimo condiviso questo nostro sogno in questi tre lunghissimi anni, la mia vita sarebbe totalmente, o quasi, vuota. Ed è proprio grazie a questo nostro sogno che ho conosciuto Letizia, la persona più importante di tutta la mia vita.
Mi passo una mano sul viso e sorrido ai ragazzi, per tranquillizzarli un po’, e li mando fuori, così possono salutare Letizia con calma.
Appena chiudo la porta alle mie spalle, mi spoglio e mi faccio una doccia, sperando di poter avere la mente libera da tutti i pensieri almeno per un po’. Ma neppure l’acqua che scorre riesce a togliermi dalla testa il viso di Letizia, il suo sorriso, i suoi occhi…
Perché deve essere tutto così maledettamente complicato?
Sospiro, tanto neppure così riesco a calmarmi un po’. Mi sistemo e mi siedo nuovamente sul letto, passando mollemente la mano sul materasso fino a che non incontra un pezzo di carta. Lo prendo e, vedendoci scritto Luke in una calligrafia che riconoscerei tra mille, la sua, apro la lettera ed inizio a leggere, con il cuore in gola e gli occhi che tornano nuovamente lucidi.

Ciao Lucas.
Io… Avrei così tante cose da dirti che non so neppure da dove cominciare…
Provo partendo dall’inizio, forse è la cosa più semplice…
Sai, quando Doug mi ha detto che avrei duettato con voi, i miei idoli, io non riuscivo a crederci. Avrei lavorato con le persone che stimo di più al mondo!
E non hai idea di quanto ero ansiosa prima di incontrarvi! Avevo paura di non piacervi! Ma mi sono ricreduta subito. Non mi aspettavo né la festa di benvenuto, né la camera, quindi, immaginati come mi sia sentita! Abitare e lavorare con i propri cantanti preferiti non è cosa da tutti i giorni.
Poi però sono entrati in mezzo anche i miei ricordi e per fortuna è arrivata Keli. Credo che, senza di lei, tu ed io non saremo diventati ciò che siamo adesso…
Io non so cosa avrei fatto senza di te, Luke. Sei sempre stato così paziente con me, mi hai aiutata a superare tutto, mi hai salvata, ed io non posso fare altro che ringraziarti e ripeterti all’infinito che ti amo.
Sei il primo a cui ho detto una cosa simile e ne sono veramente felice.
Non pensavo che tu saresti entrato così profondamente nella mia vita, diventando parte di me ed amandomi come nessun altro. Però è successo e, nonostante domani debba partire, sappi che farei tutto da capo ancora e ancora e ancora.
Non ho mai amato nessuno quanto amo te e ricordati che questo mai cambierà. Anche se per caso incontrassimo di nuovo tra qualche anno e ci ritrovassimo con persone diverse al nostro fianco, sappi che tu sei e rimarrai sempre la persona più importante della mia vita.
Ti amo Luke, non dimenticarlo mai.
Tua per sempre, Letizia

Senza pensarci due volte, con il cuore che batte fortissimo da farmi quasi mancare il fiato, prendo carta e penna e mi metto a scrivere. Scrivo perché non sono in grado di spiegare a voce a Letizia tutto quello che provo per lei senza sentirmi preda della tristezza e del dolore. Scrivo, buttando giù tutto quello che ho dentro al cuore, senza tralasciare niente e cercando di dire tutto quello che ho dentro, anche se so che le parole non sono mai abbastanza quando si tratta dell’Amore…
Una volta finito, esco e vado nella stanza di Letizia. Apro la porta piano per non svegliarla e sospiro di sollievo notando che c’è solo lei in camera. Probabilmente Keli è da Ashton.
Cerco di non far rumore e metto la lettera nella sua borsa, così potrà leggerla domani. E sempre evitando di rompere questo silenzio, mi stendo accanto a lei, felicissimo di poter vedere che almeno nei suoi sogni oggi sorride.
La avvolgo piano tra le mie braccia e mi addormento accanto a lei, sperando che il tempo possa fermarsi proprio in questo istante.




Letizia
Ciao amori!!!! Ehm, ecco... Questo è il penultimo capitolo, ed io non so davvero come fare.
Cioè, mi sento una merda, non ce la faccio a pensare che lunedì prossimo tutto questo finirà... Oook, meglio cambiare argomento ;).
Che ne pensate del capitolo? Spero sul serio che vi sia piaciuto, anche se è tristissimo!
Io non so con che coraggio ho scritto una cosa del genere, non so come dire che mi dispiace troppo per aver fatto salutare tutti i personaggi, giuro che mi sto sentendo malissimo! E non voglio vedere in che condizioni sarò quando posterò l'ultimo capitolo...
Uffa, perchè mi deprimo già da ora??????? E' meglio che non ci pensi sul serio... :'(
Quindi, ringrazio sul serio tutte quelle persone che hanno messo la storia tra perferite, ricordate, seguite. Siete meravigliosi!!!!!!!!!!!!!!
E poi, ringrazio con tutto il cuore chi ha recensito lo scorso capitolo: Hazel_, FreeSpirit_, Ilovepizzaand5sos, daisyssins, DarkAngel1, _D r e a m e r, ashton_irwin94, Marianne_13. Siete tutti dolcissimi!!!!!!!!!!!!
Bene, detto questo, meglio che vada a rispondere alle vostre recensioni, che ho adorato!!!!!!! Grazie di tutto, sul serio! 
Ci sentiamo presto, un bacione! Letizia <3

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Capitolo 36
*** 36 . Ovunque sei ***


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36 . Ovunque sei
 
 
 
Luke
 
È da quasi un’ora che siamo in aeroporto ad aspettare il volo che porterà Letizia lontana da me.
La guardo ed ancora non mi sembra possibile che in così poco tempo questa ragazza abbia stravolto completamente la mia vita. È entrata come un uragano, senza permesso ed ha reso questi due mesi i migliori di sempre.
Mi ha amato come nessuno ha mai fatto, mi ha fatto conoscere parti di sé così intime e così dolorose da sorprendermi perché mi ha dimostrato tutta la fiducia che ha in me, ha reso ogni giorno fantastico, con il suo modo di essere così semplice e così solare nonostante tutto.
Ed io non posso che sentirmi onorato di poter amare una ragazza meravigliosa come lei. Lei che, nonostante tutto quello che ha passato, sorride sempre e trasmette un’allegria da far invidia. Lei, che dalla vita si merita tutto il meglio possibile.
Le accarezzo piano la spalla, mentre lei si sistema meglio sopra di me, rischiando di rompere la sedia su cui siamo seduti.
Né io né lei siamo riusciti a dire qualcosa.
Ma non credo serva. Ci siamo detti tutto quel che dovevamo, anche se alla fine le parole non basterebbero mai per dirci quanto ci vogliamo, quanto ci amiamo…
Poso per un istante lo sguardo sugli altri e mi si stringe un po’ il cuore.
Ashton e Keli, seduti l’uno accanto all’altra, hanno gli occhi lucidi e le mani intrecciate. Odio vederli così, perché purtroppo anche loro dovranno affrontare la distanza ed il fatto che non potranno vedersi spesso. Ma sono sicuro che riusciranno a mantenere il loro rapporto. Perché, quando Ashton si affeziona sul serio a qualcuno, fa di tutto, letteralmente, pur di vedere quella persona anche solo per cinque minuti.
Neppure Calum e Michael hanno una bella cera. Non avevo mai visto il moro così triste e dispiaciuto. E la cosa mi sorprende parecchio, perché non credevo che lui si fosse affezionato così tanto a Letizia. Però l’avevo detto che lei ci avrebbe stravolto la vita.
Michael ne è la prova vivente. Lui, che non ha mai mostrato apertamente i suoi sentimenti, che ha sempre fatto il gradasso e che non si è mai legato più di tanto a nessuno, è stato subito catturato da Letizia, diventando il migliore amico che lei potesse desiderare. Sono felicissimo che tra loro due sia nato questo rapporto, perché lei aveva bisogno di una spalla in più su cui piangere, mentre lui aveva bisogno di qualcuno che, anche indirettamente, lo addolcisse un po’.
Ad un tratto, una voce femminile all’altoparlante annuncia che il volo di Letizia è arrivato, facendomi sbattere contro la realtà e ricordandomi che tra poco lei non sarà più tra le mie braccia.
Letizia si alza e mi prende per mano. Mi alzo a mia volta e la accompagno dagli  altri che la salutano con un bellissimo abbraccio di gruppo. Poi si dividono e lei torna ad intrecciare la sua mano con la mia e ci avviamo all’imbarco.
Nessuno dei due parla. E questo silenzio mi sta uccidendo, perché non sentire la sua voce allegra mi manda completamente in crisi…
Arriviamo all’imbarco e lei si ferma davanti a me, portando i suoi occhi grandi e caldi nei miei e facendomi rabbrividire.
«Allora ciao Leti. E in bocca al lupo per tutto.» dico smorzando questo silenzio tra noi che non riesco più a sopportare.
Lei mi sorride debolmente, facendo aumentare di poco i battiti del mio cuore stremato.
«Crepi! E grazie di tutto Luke… Ciao.» risponde lasciando la mia mano ed avviandosi con la testa bassa verso l’imbarco. Con lo sguardo seguo ogni suo passo. E solo quando lei sta per voltare l’angolo, mi decido. Inizio a correre verso di lei chiamandola a gran voce.
Perché dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme non possiamo salutarci così, come se non fosse successo assolutamente niente.
Lei si volta appena un istante prima che io posi le mie labbra sulle sue, riuscendo ad assaporarle ancora una volta. Lei lascia cadere le sue borse a terra e mi abbraccia, rispondendo al bacio con tutta quella sua dolcezza che mi fa impazzire. La stringo a me a mia volta e sento il suo cuore battere allo stesso ritmo del mio, ancora una volta.
«Ti amo Letizia.» le dico lasciandola andare.
«Ti amo Luke.» risponde lei in un sussurro, mentre il trucco le sta colando lungo le guance.
Poi si volta e si avvia con passo incerto. E solo quando la vedo svoltare l’angolo, decido di mettere  in atto quell’idea che mi ronza in testa da un po’, una cosa che non mi sarei mai sognato di fare fino ad oggi.
Giro i tacchi e comincio a correre verso l’uscita, con il cuore che pompa a mille. Supero i ragazzi che mi guardano confusi. Faccio lo slalom tra le persone evitando di far male a qualcuno. Esco dall’aeroporto e continuo a correre, con i pensieri fissi su Letizia. E mi fermo solo quando non mi trovo davanti la recinzione che delimita la pista di atterraggio.
Non so di preciso cosa sto facendo. So solo che devo farlo a tutti i costi.
Faccio partire il registratore della voce sul telefono ed inizio a cantare quella canzone che esprime al meglio la nostra situazione adesso, quella canzone che mi fa sempre un certo effetto ogni volta che la intono. Canto e penso a lei, con il cuore pieno dei nostri ricordi e con gli occhi fissi sul suo aereo che sta decollando proprio in questo istante.
Amore mio, canto questa canzone per ricordarti che Ovunque sei, io ti amerò sempre.
Non mi dimenticherò mai e poi mai del tuo arrivo a Sydney, del tuo essere così timida all’inizio, della tua determinazione, della tua forza, della tua testardaggine, della tua allegria e voglia di vivere. Non mi dimenticherò mai e poi mai dei tuoi occhi, così grandi e così profondi che spesso riescono farmi sentire così minuscolo. Non mi dimenticherò mai e poi mai del tuo dolore, e di come sei riuscita a superarlo, di quanto tu abbia faticato per sconfiggerlo, uscendone completamente vincitrice.. Non mi dimenticherò mai e poi mai di noi, di come ci siamo trovati, di come ci siamo amati e di come continueremo ad amarci.
Non dimenticarti che tu per me sei e sarai sempre tutto, che tu sei e sarai sempre il mio primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera, che tu sei e sarai sempre l’unica persona che abbia mai amato e che continuerò ad amare con tutto me stesso finché avrò vita.
Non credo che incontrerò mai qualcun altro che possa anche solo lontanamente assomigliarti, che possa anche solo darmi un millesimo di ciò che tu, e solamente tu, riesci a darmi, a farmi provare, a farmi sentire fin dentro le ossa, nell’anima e nel cuore.
Letizia, ti amo, e questo mai cambierà, puoi starne certa.
Perché nessuno è mai riuscito a farmi sentire così vivo, così vero, così importante e così amato come sei riuscita a farlo tu, con la tua pazienza, la tua sincerità, la tua insicurezza, il tuo affetto e tutto il tuo amore. Sei riuscita a farmi toccare il cielo con un dito. Mi hai reso il ragazzo più felice della terra. Perché con te ho tutto quello di cui ho bisogno, solo e soltanto con te riesco a sentirmi completo, riesco a sentirmi a casa. Ed io non avrei seriamente potuto chiedere niente di meglio, non ne avevo, non ne ho e non ne avrò mai bisogno. Perché mi basti tu, ed io non necessito di altro.
Però una cosa da chiedere ce l’avrei…
Vorrei che tu restassi con me, che scendessi da quell’aereo e tornassi da me e restassi con me, qui a Sydney,  per continuare la nostra canzone, da dove abbiamo interrotto, per non dover porre sul serio la parola FINE  a tutto quello che insieme abbiamo vissuto, a questo capitolo della nostra vita che ci ha totalmente cambiati, stravolti, per poter costruire una vita insieme senza doverci separare mai.
Ma chiederti questo sarebbe da egoisti. Quindi ti lascio andare, con il sorriso sulle labbra. Ti lascio andare con la consapevolezza che la vita mi ha fatto un dono veramente unico, bellissimo, meraviglioso, fantastico, indimenticabile, immenso. Perché la vita mi ha donato te. Mi ha fatto il dono perfetto. Quel regalo che tutti cercano, in cui tutti sperano, ma che in pochi riescono a trovare.
Ti lascio andare perché avrò per sempre il tuo ricordo nel cuore, un ricordo unico, indimenticabile, che so per certo che non sbiadirà mai, neppure quando invecchierò e saranno passati anni.
Ti amo Letizia, non dimenticarlo mai.
 
 
 
 
Letizia
 
Siamo qui all’aeroporto già da un po’ e a breve il mio aereo arriverà per portami lontana da tutto questo. Mi sistemo meglio sulla spalla di Luke mentre lui mi accarezza la mia lentamente, facendo battere un po’ più forte il mio povero cuore.
Non pensavo che questo ragazzo biondo sarebbe diventato così importante nella mia vita, tanto da sconvolgerla completamente. Mi ha salvata, si è preso cura di me, rendendomi possibile amarlo con tutta me stessa.
Nonostante stia maledicendo il lavoro che facciamo da due giorni a questa parte, alla fine è proprio grazie a questo che ci siamo incontrati.
Come sarà la mia vita senza di lui? Non riesco proprio a pensarci. Era diventato così naturale poterlo vedere tutti i giorni tutto il giorno. E pensare che adesso potrò vederlo solo grazie alle interviste e grazie ai video che faranno…
Sento il cuore chiudersi in una morsa di dolore e cerco di scacciare via le lacrime. E nel mentre, i ricordi di questa mattina si fanno più vivi che mai.
Il risveglio con Luke che mi tiene stretta a sé e che mi dà il nostro ultimo bacio del buongiorno appena si sveglia; l’ultima colazione tutti insieme; la camera in cui non dormirò più; la casa che non condividerò più con i ragazzi; Sydney, città magnifica che mi ha fatto vivere emozioni stupende; i ragazzi che lascio a malincuore…
Proprio in questo istante chiamano il mio volo dall’altoparlante.
Mi alzo riluttante dalla sedia e prendo per mano Luke, avvicinandomi agli altri che subito mi stringono nell’abbraccio più bello e dolce che abbia mai ricevuto. Mi mancheranno veramente troppo questi scemi! E spero tanto che Michael possa avere il suo lieto fine.
Poi ci separiamo ed io torno ad intrecciare la mia mano con quella di Luke e ci avviamo all’imbarco.
Rimango in silenzio per tutto il tempo. Non ho la forza di parlargli, non voglio che stia peggio di come sta adesso…
Arriviamo ed io mi fermo davanti a lui, cercando immediatamente i suoi occhi blu come il mare che mi fanno sentire a casa ogni volta che li osservo.
«Allora ciao Leti. E in bocca al lupo per tutto.» dice Luke, spezzando finalmente questo silenzio opprimente tra di noi. Sorrido debolmente, sentendo che il mio cuore ha appena smesso di battere.
«Crepi! E grazie di tutto Luke… Ciao.» rispondo lasciandogli la mano ed avviandomi a testa bassa.
E sto quasi per voltare l’angolo, quando sento Luke urlare il mio nome a gran voce. Mi fermo ed il mio povero cuore stremato si blocca del tutto.
Mi volto appena un istante prima di sentire le sue labbra sulle mie un’ultima volta. E senza pensarci due volte, lascio cadere le valigie e lo abbraccio forte mentre le sue braccia mi circondano la vita e mi donano quel calore che tanto adoro. Quanto vorrei che il tempo si fermasse proprio in questo momento…
«Ti amo Letizia.» dice rendendomi la ragazza più felice della terra.
«Ti amo Luke.» rispondo sussurrando con tutto l’amore di cui sono capace e sentendo colarmi il trucco sulle guance. Gli volto le spalle e mi avvio all’aereo.
Dopo pochi minuti mi siedo accanto a Carlos e subito cerco nella borsa il mio MP3, perché la musica aiuta a farmi staccare la spina da tutto, cosa di cui ho assoluto bisogno in questo preciso momento per non piangere.
Solo che tra le mani mi capitano sia il telefono, sia un foglio di carta piegato in quattro, su cui leggo il mio nome scritto in una calligrafia disordinatissima. Faccio per aprire il foglio, ma un messaggio su WhatsApp mi distoglie dal mio intento.
Appena vedo che è Luke il mittente, il mio cuore inizia subito a fare mille e mille capriole nel petto, mentre gli occhi tornano nuovamente lucidi. Leggo i messaggi un un groppo alla gola immenso.
 
Sono sicuro che tra le mani hai la lettera che ti ho scritto. Mentre la leggi, ascolta l’audio.
 
Il secondo messaggio è infatti una registrazione. La faccio partire e, con il cuore in gola, inizio a leggere quel foglio che a stento riesco a tenere in mano.

(Soundtrack da qui fino alla fine del capitolo --> https://www.youtube.com/watch?v=GQ8M2nJ8Moc)

 
For a while we pretended
That we never had to end it
But we knew we'd have to say goodbye
You were crying at the airport

When they finally closed the plane door
I could barely hold it all inside
 
Torn in two
And I know I shouldn't tell you
But I just can't stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Everynight I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever You are

 
I could fly a thousand oceans
But there's nothing that compares to
What we had and so I walk alone
I wish I didn't have to be gone
Maybe you've already moved on
But the truth is I don't want to know

 
Torn in two
and I know I shouldn't tell you
But I just can't stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Everynight I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever you are

 
You can say we'll be together
Someday
Nothing lasts forever
Nothing stays the same
So why can't I stop feeling this way

 
Torn in two
and I know I shouldn't tell you
But I just can't stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Every night I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever you are.

Amore mio, ricordati attentamente questa canzone, perché sono le uniche che riescono a spiegare tutto quello che sto provando da quando mi hai detto che saresti andata via, lontana da me, lontana da tutto quello che abbiamo vissuto insieme…
Io non so come tu ci sia riuscita, ma hai reso la mia vita bellissima e avrei tanto voluto che i mesi vissuti con te non si fossero fermati a due soltanto. Perché il tempo con te non è mai abbastanza.
Non è mai abbastanza per dimostrarti quanto tenga a te, per dimostrarti quanto ti ami, per dimostrarti quanto e come sei riuscita a stravolgermi la vita.
Avrei bisogno di tutta un’eternità per farlo, ma so anche che neppure quella mi basterebbe.
Tu hai ringraziato me, ma in realtà sono io quello che deve ringraziarti, perché mi hai amato come nessun altro aveva fatto prima di te, mi hai fatto sentire il re del mondo. Mi hai reso forte, migliore. Mi hai reso quella persona che non avrei mai creduto di poter diventare. Eppure eccomi qui, a sperare che tutto quello che abbiamo vissuto, tutto quello che ci siamo donati, rimanga per sempre dentro di noi. Amare te è stato l’onore più grande che abbia mai avuto. Credimi se ti dico che non c’è stato gioia più grande di questa.
Ovunque sei, amore mio, ricordati che io ti penserò sempre.
Ovunque sei, amore mio, non dimenticarti di tutto quello che abbiamo vissuto insieme.
Ovunque sei, amore mio, sappi che non dimenticherò mai niente di noi.
Ovunque sei, amore mio, tieni a mente che io ti amerò per sempre.
Sei la persona più importante della mia vita e questo non cambierà.
Ti amo Letizia, non dimenticarlo mai.
Tuo per sempre, Lucas
 
E mentre leggo, la sua voce che canta quella canzone mi fa piangere. Perché è così dolce e carica di un amore che non credevo potesse esistere sulla faccia di questa terra.
Sì Luke, ovunque saremo, continueremo ad amarci, nonostante tutto. E se le nostre strade dovessero incrociarsi di nuovo, continueremo a considerarci importanti, l’uno per l’altra.
Probabilmente non ci vedremo più. O forse ci incontreremo ancora?
Solo il destino o la vita ci aiuteranno a scoprirlo.
Poso lo sguardo sulla distesa salata che vedo dal finestrino, ed in un istante, tutto quello che ho vissuto qui, in questi ultimi mesi, si impossessa prepotentemente dei miei pensieri, facendo aumentare il flusso silenzioso delle lacrime sul mio viso.
La mail; la partenza; l’ansia di incontrarli; l’inizio della nostra vita insieme; i nostri momenti indimenticabili; il dolore a causa di Nicholas; Keli che sorprende tutti con il suo arrivo; l’inizio della canzone; Nicholas che torna; il ricordo dei miei genitori; quel bacio che ha avuto il potere di salvarmi e di aiutarmi; Keli ed Ashton con la loro storia; io che riesco finalmente a mettere una pietra sopra al passato; la fine definitiva della canzone; quella notte che mi porterò nel cuore finchè avrò vita, finchè continuerò a respirare; le due lettere; Michael ed il suo amore per Calum; Luke ed io…
Non credo di avere la forza sufficiente per poter tornare a vivere senza di loro, senza tutto quello che mi hanno donato, anche inconsapevolmente. È dura dover lasciare delle persone a cui hai dato tutto te stesso e che ti hanno ripagato donandoti il doppio…
Keli, Ashton, Michael, Calum, Luke, so che per certo che, ovunque saremo, rimarremo sempre quella grande e bellissima famiglia che siamo diventati e che, nonostante tutto, non si dividerà mai.
E tu Luke, tu, sappi che io ancora non riesco a credere a tutto quello che ci è successo a tutto quello che abbiamo attraversato, insieme, uniti. Non credevo possibile che l’amore potesse essere così forte, che fosse in grado di abbattere tutto, di cancellare qualsiasi cosa e di ridare nuova vita.
Sei stato tu, Luke, con il tuo amore, con la tua pazienza, con il tuo affetto, ad aiutarmi.
Ed io non so come mai la vita mi abbia fatto un regalo simile. Non lo so, non mi interessa, non voglio saperlo. L’unica cosa che mi basta sapere è che tu ed io ci siamo amati, ci siamo amati sul serio e che, nonostante tutto quello che da adesso in poi succederà, continueremo a provare tutto questo. Non ne avremo mai abbastanza ed i nostri ricordi saranno quello che ci aiuterà durante i momenti bui, nelle difficoltà, nei problemi.
Grazie, grazie di tutto. Ti amo Luke, non dimenticarlo mai.



 
FINE




Letizia
Ehm, ecco, cosa dire? Dopo tutto questo tempo, pensare che questa storia è finita... No, io ancora non ce la faccio a pensarci!
Fate conto, all'inizio era nata solo come un gioco, per divertimento, poi però mi ha presa così tanto, e questo è risultato. Che poi, addirittura non credevo neppure possibile il fatto che avrebbe potuto piacervi così tanto. Giuro, è stata una bellissima sorpresa! 
Perché devo proprio ringraziare questa storia se ho conosciuto delle persone bellissime, uniche, sia qui su EFP, che nella vita reale.
E' stata un'esperienza fantastica, durata la bellezza di 5 lunghissimi mesi (cioè, è passato così tanto tempo da quando ho postato il primo capitolo che proprio non riesco ancora a rendermene conto!).
Un'esperienza in cui i personaggi sono cresciuti, affrontando le loro paure ed i loro piccoli e grandi problemi, ed io sono cresciuta con loro. Mi sento molto diversa rispetto alla Letizia di 5 mesi fa, e questa non può essere che positiva come cosa :).
Questa storia è nata da uno dei miei tantissimi film mentali, in cui i ragazzi sembravano un po' scemi e l'idea mi piaceva, cioè, mi piaceva creare un po' di risate con il loro essere stupidi e molto imbranati, grazie anche a causa di tutti quei Keeks che hanno fatto. Quindi ringrazio con tutto il cuore quei quattro australiani, che in pochissimo tempo mi hanno stravolto la vita, in un modo che neppure io credevo possibile!
Poi, grazie anche a Keli, ad un personaggio che ho amato tantissimo (lo so, sono scema, ma fa lo stesso :)). Keli è un mix tra quello che vorrei essere e quello che sono: attenta ai vestiti ed al trucco (cosa che io MAI faccio), decisa, forte, un po' pazza, affettuosissima (cosa che io sono, dato che il mio secondo nome è KOALA :'3). Quindi, grazie anche a lei.
Poi c'è Letizia, e Letizia sono io, in tantissime cose, se non in tutto. Sono io quella ragazza mora con gli occhiali, quella che si affeziona subito, dopo appena cinque minuti di conversazione. Sono io quella che mette tutta se stessa in qualsiasi cosa, soprattutto nell'amore. Sono io quella ragazza a cui piace cantare e che sogna sul serio di poter duettare un giorno con quei quattro ragazzi meravigliosi. Sono io quella ragazza che sogna di vivere a New York, la città più magica della terra (secondo me ;)). Sono anche quella ragazza che, dalla felicità assoluta (?), passa alla tristezza massima, in un battito di ciglia. Non ho mezze misure in nessuna cosa. O è bianco o è nero, molto raramente è grigio, ahahah :). Quindi, grazie anche alla Letizia di questa storia, perché mi ha aiutato a superare molti miei difetti che proprio necessitavano di un leggero cambiamento.
Per quanto riguarda il tutolo della storia: Wherever you are è la colonna sonora per eccellenza di questa storia, dato che alla fine la trama si basa su quella canzone, specialmente l'ultimo capitolo. Ma Ovunque sei deriva dalla lettera di Luke, e dal fatto che i Luzia, ovunque saranno, si ameranno sempre. Ecco perché si chiama così.
Poi, cos'altro dire?
Ovviamente ringrazio voi lettori, che mi avete sopportata per tutto questo tempo, che mi avete dato la voglia e la forza di continuare questa storia, che indirettamente mi avete dato la conferma che, solo scrivendo, riesco ad essere veramente me stessa.
Quindi, ringrazio di tutto cuore le 61 persone che hanno preferito, le 13 persone che hanno ricordato, le 81 persone che hanno seguito.
Ringrazio poi ogni singola persona che ha recensito, slcerando, facendomi sorridere e piangere veramente molto spesso. Vi ringrazio tantissimo perché non avrei mai pensato di poter ricevere così tante recensioni per una storia. Quindi grazie, grazie di tutto, sul serio! <3 <3 <3
Poi, due avvisi...

UNO - Come alcuni di voi sanno, c'è una piccola sorpresina che vi attende gente! Perché la storia di Letizia e di Luke non è finita qui! Ci sarà... un SEQUEL!
Non so con che coraggio mi sia venuta in mente l'idea, però sono partita, e la cosa la inizio e la finisco per benino.
Si chiamerà The only reason (e poi capirete perché si chiamerà così). Spero che possa piacervi ed entusiasmarvi come la prima storia ;). Vi lascio il bann
er, giusto per non farvi penare troppo durante l'attesa:

 
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DUE - Ho in cantiere tantissime storie!!!!
Quella a 4 mani con Hazel_ che è da finire.
U
n'altra 4 mani con Nanek.
Un'altra ancora a 4 mani con Marianne_13.  
Una mia long su Ashton. 
Una mia long su Calum. 
Una mia long su Michael.
Il problema è che non so quando inizierò a postarle. Cioè, le idee ci sono, tutte dentro la mia testina, però non so quando inizierò a scriverle.

Ok, detto questo, ho seriamente finito. Ovunque sei si chiude qui. Grazie ancora di tutto. <3 <3 <3
Però, prima di chiudere del tutto questo ultimo angolo autrice, voglio darvi un'ultima informazione. Risponderò alle vostre recensioni su questo capitolo quando pubblicherò il primo capitolo del sequel, così vi informo ;). Sappiate che sicuramente il giorno scelto per la pubblicazione e gli aggiornamenti del sequel sarà il SABATO. Più che altro a causa della scuola. Quindi avrete tutto il tempo per recensire.
Mi farebbe tantissimo piacere sapere cosa ne pensano, e cosa ne hanno pensato, anche i lettori silenziosi, giusto per sapere se la storia vi e’ piaciuta, che cosa ne pensate, cosa non vi è piaciuto, se avete delle critiche da fare. Fatemelo sapere, ci conto! <3
Detto questo, ho finito sul serio.
Grazie ancora una volta, non smetterò mai di ripetervelo! <3 <3 <3
Un bacione grande grande ed un lunghissimo abbraccio, con tutto l'affetto che ho nel cuore.
Letizia <3

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