It starts with...

di _Trancy
(/viewuser.php?uid=140938)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One. ***
Capitolo 2: *** Two. ***



Capitolo 1
 *** One. ***


Ho scritto questa piccola raccolta di piccoli racconti su questa coppia che tanto adoro sulle rime di "In the End" dei Linkin Park.
Spero possiate apprezzare tanto quanto me la scelta dei periodi descritti relazionati agli spezzoni del testo. E' una delle prime volte che sperimento questo metodo di scrittura, e scrivere con la musica nelle orecchie... Sento che migliora qualcosa. Non so cosa.
Son stata qua a ciarlare fin troppo, quindi buona lettura. uvu E grazie a chi, man mano, recensirà.







"It starts with one
One thing I don't know why,It doesn’t even matter how hard you try,
Keep that in mind, I designed this rhyme
To explain in due time all I know"

Era iniziato tutto con una semplice, timida, forse un po' forzata amicizia. Lui non era solito fare amicizia con niente e nessuno che non assomigliasse a qualcosa di elettronico. Non sapeva come aveva fatto, quel giorno soleggiato d'estate, a rivolgere quelle due misere -ma significanti- parole a quel ragazzino che, con un sorriso spavaldo e un coraggio non da poco per la sua età, s'arrampicava sugli steccati di casa, che dividevano la casa dalla sua. Quante volte sentiva sua madre urlicchiare qualcosa contro quel modo di fare.
Quante volte l'aveva visto fregarsene.
Era iniziato tutto con le solite domande di circostanza, riguardanti salute, scuola, famiglia, il cielo e infine i videogiochi. Non se ne capiva molto e se n'era accorto nei primi istanti, quando l'aveva sorpreso a rigirarsi fra le mani uno delle sue tante console portatili, in cerca di qualche pulsante che potesse illuminare lo schermo.
Non era mai stato portato per quelle cose, ma per qualche motivo sentiva che non doveva importargli.
Quel ragazzino girava sempre con una palla in mano. Non si divideva mai da quell'oggetto, lo scarrozzava a destra e a manca, finché un giorno non aveva deciso di farglielo provare. Kenma non aveva mai maneggiato nulla che non fosse un quaderno per la scuola o un videogioco, ma, in un modo o nell'altro, ci aveva provato. Quel ragazzino dai capelli neri era riuscito a trascinarlo nel giardino sotto casa, dopo l'ennesimo piombare improvviso in camera sua.
Era stato un disastro. Aveva parlato di qualcosa riguardante la pallavolo, le regole, le linee a terra, la rete. In quel giardino non c'era nulla di tutto quel che aveva elencato, ma ci provava gusto anche solo ad immaginarlo.
Kenma non riusciva a capire tutto quell'entusiasmo: ma ci aveva provato, ad assecondarlo.
Ricevendo in cambio qualche palla sul naso, altre sullo stomaco, altre le aveva scansate.
Non era portato per nessun tipo di sport, e l'avrebbe ripetuto all'infinito a quel ragazzetto che ad ogni palla mancata rideva di gusto.
"Non finchè non ci provi, Kenma!"

Ritorna all'indice

Capitolo 2
 *** Two. ***


"Time is a valuable thing
Watch it fly by as the pendulum swings
Watch it count down to the end of the day
The clock ticks life away
It’s so unreal"



Quando aveva in mano i videogiochi, il tempo volava.
Ma volava molto più velocemente quando c'era lui in casa. A ridere, a scherzare, a guardare la tv, a provare a sfidarlo alla play station. Kenma non aveva mai avuto veri amici, e Kuroo poteva considerarsi il primo e l'unico.
L'unico che poteva stare ad ascoltare i suoi discorsi pieni di parole tecniche, termini sconosciuti e tante altre cose che, con un sorriso, pur non capendole avevano un senso.
Kuroo sorrideva, Kuroo lo ascoltava, e non riusciva mai a stancarlo. Non che realmente ci tenesse, a stancarlo.
Giorno dopo giorno, Kenma avvertiva un senso di mancanza sempre più forte quando, verso le cinque del pomeriggio, fuori iniziava a far buio, e Kuroo doveva tornare in casa. Lo sentiva sempre più forte quel senso d'angoscia e di 'vuoto'.
Aveva deciso di non farci troppo caso, e di lasciar passare velocemente tutte le giornate.
Giornate che pian piano divennero settimane. Mesi, anni. Anni in cui Kenma aveva trovato la propria stabilità e tranquillità. Un amico, aveva deciso che gli bastava e gli avanzava. 



 
Note dell'autrice (?): Dopo quasi due anni di stacco dalla scrittura, ho deciso di 'ritrornare'. Questa raccolta la sto scrivendo quasi giorno a giorno, rompendo ogni mia promessa di 'finire qualcosa prima di postarla'. Seh, certo.
Spero apprezziate. ;; a presto !
 

Ritorna all'indice

Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2901825