Un'altra sfida

di Fairy_E
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Visita alla Instute High School Japan ***
Capitolo 3: *** Inglesi in visita ***
Capitolo 4: *** Luna Park! ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



PROLOGO

-Hikari, è l’ora del tè!-. Akira la stava chiamando. Lasciò i libri sotto l’albero e corse verso il tavolo imbandito da pasticcini e tè.
-Questa volta ho deciso di servire un pancake al cioccolato ripieno di nocciole con del tè Earl Grey-. Di scatto arrivò Tadashi.
-Buon appetito!-. Akira gli tirò il vassoio in testa.
-Quante volte devo dirti di essere educato,Tadashi! Su prego Hikari, serviti pure!-. Tadashi intanto si massaggiò la testa mentre Hikari prese un pezzetto del pancake.
-E’ buonissimo!-
-Grazie Hikari-
-Akira, ma dove sono gli altri?-
-Ecco arrivano giusto adesso-. Nell’edificio a serra entrarono Ryu, Jun e Megumi che si sedettero.
-Ciao ragazzi, passato bene il tempo?-chiese Hikari. Megumi iniziò a scrivere nel block notes.
“Bene, siamo andati a fare un po’ di compere in mercato”.
-Avete visto Takischima?-. Hikari si era accorta che non c’era Kei.
-Non l’ho abbiamo visto. Forse è in biblioteca- rispose Jun.
-Ti manco, numero due?- Kei era dietro a Hikari.
-NON CHIAMARMI NUMERO DUE! E non mi manchi affatto- sbuffò Hikari. Kei diede un’occhiata ai libri sotto l’albero.
-Ancora studi? Tanto sarai sempre eternamente la numero due-
-Vedremo Takishima! La prossima sfida è l’esame di questa settimana. Vedrai che ti sconfiggerò!-
-Va bene Hikari ma tanto perderai, numero due-. Hikari perse la pazienza.
-Te lo dico di nuovo, NON CHIAMARMI NUMERO DUE!-.  Qualcosa dietro la ragazza si era aggrappato alla sua spalla. Si guardò alla sua sinistra e vide un pappagallo colorato.
-Questa volta Ryu hai portato un pappagallo- disse mentre l’uccello volò verso Ryu.
-Proprio bello eh?- e gli accarezzò il becco. Megumi e Jun intorno a loro c’era un’aura malefica.
-Voglio anch’io essere coccolato!- gridò Jun abbracciando Ryu.
“Anch’io!” scrisse Megumi.
-Sempre i soliti- disse Akira.
-Anche tu Akira, sei sempre la stessa strega- disse Tadashi che gli faceva ancora male la testa. Akira lo guardò con aria infuriata.
-Che cosa hai detto, Tadashi?!- urlò Akira tirandogli di nuovo il vassoio di ferro.
-Niente!- rispose malridotto il ragazzo. Hikari guardava compiaciuta. Era ritornato tutto normalmente dopo che avevano portato Kei da Londra. Lo guardò. Stava scrivendo con il computer. Si ricordò a Londra. Lei e Kei quando si erano bac… Hikari arrossì violentemente. Kei si accorse di Hikari che era agitata.
-Va tutto bene, Hikari?-
-Sì tutto bene! Tutto bene!- disse Hikari ancora rossa in viso.
-Ragazzi, ho saputo che incontreremo un’altra scuola domani- annunciò Akira.
-Quale scuola?- domandò curiosa Hikari.
-La Instute High School Japan. E’ una scuola formato per lo più da stranieri inglesi- rispose Akira.
-Oh davvero? E’ fantastico!- esultò Hikari.
-Ma meglio che ti fai una ripassata di etichetta. La scuola ha un’educazione rigida- disse Akira.
-Oh… allora ripassiamo l’etichetta-
-Tanto non c’è la farai Hikari- disse Kei.
-Vedrai che ce la farò, vedrai Takishima!-

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Angolo dell'autrice:
Bene, i nostri protagonisti sono gli stessi e sappiamo che incontreranno un'altra scuola. Vediamo chi sono? Non posso dirvi niente quindi seguite la storia. Scriverò un po' di più.
Ciao,
Fairy E

P.s. recensite plis, vorrei un vostro parere 

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Capitolo 2
*** Visita alla Instute High School Japan ***


Capitolo 1


Ecco la scuola. La Special A al completo era davanti al cancello di una gigantesca scuola quanto la loro ma un po’ più vittoriana.
-Wow! E’ gigantesca!-. Hikari era emozionatissima.
-Prevedibile da dei ricchi inglesi- disse Tadashi.
Megumi scrive:“Adesso?”
-Credo che dovremo suonare un campanello- disse Jun. Hikari si guardò attorno. -Io non ne vedo-
Il cancello si aprì improvvisamente. Tutti si spaventarono eccetto Kei.
-State tranquilli, arriva qualcuno- disse Ryu. E infatti arrivò un uomo in smoking. Un maggiordomo, pensò Hikari.
-Buongiorno, sono desolato avervi fatto aspettare. Dovete essere gli studenti della Hakusenkan Private Academy. Prego entrate-. All’istante un tappeto rosso si distese davanti a loro fino all’entrata della scuola, sia alla loro sinistra e la loro destra una fila di cameriere con il capo chino che dicevano in coro ‘buongiorno’. Hikari non capii dove veniva tanto scintillio nell’atmosfera. Lei fu l’unica a disagio visto che era la sola che non viveva in quel modo.
-Prego venite, comunicherò al signorino Vicent che siete arrivati- disse guidandoli la strada.
-E’ il presidente del consiglio studentesco, giusto?- chiese Akira.
-Sì, signorina- Entrarono dall’ampia entrata, camminando nel lussuoso corridoio pavimentato da piastrelle bianche con le pareti beige ottocentesche. Gli studenti passavano silenziosi con delle divise eleganti che guardavano i ragazzi con occhi curiosi.
-Che posto meraviglioso!- disse Hikari.
-Questo posto è stato costruito dieci anni ed è una tra le più prestigiose scuole del Giappone. Seconda in classifica dopo la nostra scuola- spiegò Ryu.
Continuarono così per un tempo infinito con gli occhi di tutti addosso.
-Questo posto è così silenzioso- sussurrò Hikari per non rompere quella tranquillità.
-Di certo più silenzioso di te che sei un uragano- disse Kei sorridendo con aria divertita. Hikari si innervosì un poco.
-Stai zitto!- aveva alzato un po’ la voce.
-Signorina Hanazono, la prego di abbassare la voce- la rimproverò il maggiordomo.
-Mi scusi- disse Hikari dispiaciuta. Doveva stare tranquilla. Si guardò attorno e vide che Megumi stava fissando in una direzione. Seguì il suo sguardo e scoprì che stava fissando uno studente che parlava con altri. Aveva qualcosa di familiare… capelli chiari, quel sorriso furbo… sì, lo aveva già visto. Megumi si avvicinò al ragazzo con il respiro trattenuto. Scrisse velocemente sul block notes.
“Yahiro?”.
Yahiro si girò e vedendo Megumi arrossì leggermente.
-Oh ciao Megumi. Non mi aspettavo di vederti qui…- disse lui.
La Special A andò a salutare Yahiro.
-Non sapevamo che studiassi qui- disse Tadashi.
-Be’ visto che sono stato cacciato dalla vostra scuola* ( guardò Tadashi male) sono dovuto andare qui-.
-Scusate ma dovremmo andare. Non vorrei far aspettare il signorino Vincent- intervenne il maggiordomo.
-Oh va bene. Allora ci rivedremo- disse Yahiro allontanandosi. I ragazzi lo salutarono. Yahiro fissò soprattutto Megumi un po’ rosso in faccia e Megumi lo salutò con la mano timidamente anche lei rossa. Ryu e Jun non erano molto felici, lo si vedeva che non avevano ancora accettato del tutto Yahiro.
-Che carini- disse Akira sottovoce a Hikari.
-Vero- rispose lei.
Dovettero proseguire per altri corridoi e finalmente raggiunsero la porta del consiglio studentesco. Il maggiordomo fece alcuni colpetti alla porta di legno ed entrò al consenso di un ‘avanti’.
-Buongiorno signorino Vincent, sono arrivati gli studenti ospiti nella scuola-
-Grazie, falli entrare- disse una voce di un ragazzo. I sette studenti entrarono. Davanti a loro c’era un grande tavolo con a fianco delle sedie, e in fondo c’era un ragazzo con il fisico slanciato e i capelli biondi e un po’ mossi. Ma la cosa sorprendente per Hikari furono gli occhi neri e profondi con quello sguardo così sicuro e deciso.
-Salve a tutti e benvenuti nella nostra scuola. Spero che vi piaccia il nostro istituto- disse con voce benevole.
-Siamo molto lieti di averci invitato a visitare la vostra scuola- rispose Akira con grande grazia e eleganza.
-Possiamo sorpassarle le formalità, tranquilli- rispose sorridendo.
-Come vedo ci rivediamo, Vicent- disse Kei guardandolo.
-Oh da quanto tempo Kei- disse il presidente.
-Vi conoscete?- chiese Hikari.
-Dalle elementari. Le nostre famiglie facevano alcune volte affari insieme ma dopo che abbiamo iniziato le medie non ci vedemmo più- spiegò Kei.
-Non sembri cambiato Kei, sempre con il tuo solito fare freddo- lo canzonò Vincent. Poi distolse la sua attenzione da Kei a Hikari. La fissò con un certo interesse.
Vincent si inchinò in ginocchio davanti a lei e con fare elegante le prese la mano e la baciò.
-Piacere di conoscerti, Hikari-
Tutti rimasero senza parole ma soprattutto Hikari che era confusa e al panico. Kei non era di certo nelle condizioni migliori. Intorno a lui c’era qualcosa di inquietante e per nulla di piacevole. Come un’aura assassina.
Vicent si alzò e fece un radiante sorriso.
-Scusate faccio sempre così. La mia educazione da gentiluomo è stata un po’ eccessiva- confidò lui.
-Tranquillo, tutto bene- rispose Hikari con quel suo modo semplice. Kei cercò di farla stare un po’ più lontano da Vicent. Hikari, anche se un po’ perplessa, lo lasciò fare.
-Quindi che ne dite di fare una visita intera della scuola?- propose Vincent.
-Dai andiamo! Va bene se cominciamo dalla mensa?- rispose entusiasta Tadashi. Akira lo guardò storto che voleva dire che era morto di certo.
Vincent rise e acconsentì. Cominciarono ad andare in una vasta sala dove erano posizionati numerosi tavoli puliti e un balcone dove si prendeva il pranzo. C’era vicino un cartello sul quale c’era scritto il menù da scegliere. Si deviarono nei campi sportivi, fuori con i campi da tennis e di calcio. Scoprirono una gigantesca piscina e una palestra enorme. Si spostarono nelle aule dei club: il club si scienze, il club di musica, il club di arte e altri. Mentre visitavano quel posto, Vicent spiegò che questa scuola aveva un’istruzione rigida e severa, e che non si ammettevano sbagli. Spiegò le origini dell’istituto, dieci anni fa, quando un suo antenato inglese venne qui e fondò questa scuola.
 Trascorsero tutto il pomeriggio a guardare quell’immenso posto finché arrivarono alla fine della visita.
-Grazie mille per la cordialità che ci avete dimostrate- disse Akira.
-Niente di che. Ciao ragazzi- rispose lui e guardò Hikari sorridendo -Ciao Hikari-.
Hikari rimase ancora confusa ma Kei la fece allontanare. Aveva un brutto presentimento. Salirono in macchina e la SA se ne tornò a casa.
Vicent li osservò andare via sorridendo in quel modo sospetto.
 
* vi ricordate nell’episodio 9 quando Kei e Tadashi andarono da Yahiro a soccorrere Hikari? Ecco, quando Tadashi e Kei arrivano a casa di Yahiro, questi dice che era stato cacciato dalla scuola dalla preside (la madre di Tadashi).

Angolo dell'autrice: quindi abbiamo fatto conoscenza della Instute High School Academy.
Il nostro Vincent è un po' sospetto... vediamo come si sviluppa la storia!
Recensite perfavore e grazie!
Fairy E

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Capitolo 3
*** Inglesi in visita ***




Capitolo 3: inglesi in visita
I risultanti. Erano stati pubblicati i risultati dell'esame. Hikari fissò subito la parte in alto a sinistra dove c'erano scritti i primi sette della scuola. Questa volta avrebbe superato Takishima? Doveva, aveva studiato interi pomeriggi.
Ecco il momento cruciale. Nei suoi occhi perdevano speranza.
-Oh complimenti Hikari- disse Kei accanto a lei.
-Di nuovo numero due-
-NON CHIAMARMI NUMERO DUE e questo sarà l'ultima volta vedrai- rispose decisa Hikari.
-Beh visto che ci tieni tanto che ne dici di andare al luna park come l'altra volta?-. Nel cervello di Hikari ripescò il vecchio ricordo dell'appuntamento.
'Forse mi sta sfidando come l'altra volta. Bene, allora non perderò' pensò lei.
-Ok accetto-
-Vengo anch'io!- gridò Akira abbracciando Hikari protettiva.
-Non te la lascerò mai, Kei-
-Allora Akira vengo anch'io, così facciamo un doppio appuntamento- disse Tadashi. Akira diventò leggermente rossa.
-Se vuoi...-
-Akira, sei strana quando ti comporti da ragazza- disse Tadashi vedendola rossa. Akira si infuriò all'istante.
-CHE VUOI INSINUARE?! CHE NON SONO UNA RAGAZZA?!- urlò Akira arrabbiata nera tirandogli un bel pugno ben assestato. Intanto da lontano arrivarono Megumi e Jun con il suo violino.
-Ah ciao ragazzi, dov'è Ryu?- chiese Hikari mentre Kei non era molto felice del autoinvito di Akira e Tadashi.
-È dovuto andare per alcune faccende di famiglia purtroppo- rispose Jun.
Megumi scrisse in fretta.
"Oggi non vengono quelli dell'altra scuola?"
-Adesso che mi ci fai pensare è vero- disse Akira smettendo per un attimo di picchiare Tadashi.
-Davvero? Così presto?- chiese eccitata Hikari.
-Infatti, così presto?- disse Kei un po' infastidito.
-Ma perché ti dà tanto fastidio?-
-Stagli lontano da Vincent e basta- Hikari lo guardò un po' di sottecchi.
-Adesso ho capito perché non ti piace Vincent- esultò lei come se avesse fatto una scoperta incredibile. Kei sbatté un paio di volte le palpebre.
-Allora hai capito che io...-
-Tu e Vincent avete litigato!- disse Hikari lasciando Kei di stucco.
-Tranquillo! Ci penserò io a sistemare la vostra amicizia, conta su di me!- e detto questo Hikari corse via per cercare un'idea.
-Quella ragazza non finirà mai di stupirmi- disse tra sé sorridendo rassegnato.
Improvvisamente arrivarono delle limousine. Dalla prima macchina scesero due ragazzi. Uno era Vincent e l'altro un ragazzo alto e con i capelli neri che indossava degli occhiali. Gli studenti parlottarono tra di loro uscendo un coro di 'Che figo' e 'Quanto sono belli'.
Hikari e gli altri della SA si raggrupparono per accogliere sorridenti (va be' a parte Kei) gli studenti ospiti nella loro scuola.
Dalle altre macchine scesero due altri ragazzi. Megumi cercò di nascondersi dietro il bloke notes. Davanti a lei c'era Yahiro con accanto un ragazzo alquanto vivace e simpatico con dei capelli castani.
Invece nella terza limousine scesero due ragazze. Questa volta era Jun a irrigidirsi. Con i suoi capelli rosa, ecco Sakura con accanto una ragazza dai capelli lunghi. Appena Sakura vide Jun, gli saltò addosso gridando di gioia.
-Jun! Sono felicissima!-
-Smettila Sakura, ti prego- supplicò Jun dalla disperazione.
-Vedo che alcuni dei nostri componenti li conoscete- disse Vincent.
-Sì li conosciamo- rispose Akira. Vincent guardò Hikari e Akira sorridendole e inginocchiandosi prese di le loro mani baciandole. Tutti gli studenti intorno si sorpresero. Tadashi non piacque la scena.
-Buongiorno, my ladys- disse Vincent. Kei si mise davanti a Hikari guardando Vincent con aria tutt'altro che amichevole. Hikari rimase piuttosto confusa (è un caso disperato, lo so) ma ignorò la cosa.
-Vi presento Xavier, è francese- indicando il ragazzo serio coi capelli neri.
-Lui è Johnny, è americano- disse Vincent indicando il ragazzo castano.
-E la ragazza è Maria, è italiana- rivolgendosi alla ragazza dai capelli castani scuri.
-E già li conoscete Yahiro e Sakura. Noi formiamo il Consiglio Studesco Inglese ovvero la C.S.I* perché tutti sono metà inglesi o di origini inglesi- spiegò Vincent. Guardò la SA.
-Manca un componente vedo- disse il presidente.
-Sì manca Ryu- disse Hikari.
-Lo sai che hai dei capelli deliziosi- disse con voccd suadente Vincent.
-Sei restato il solito donnaiolo, Vincent- disse Kei separandoli per l'ennesima volta.
-Come vedo ci tieni a questa ragazza- disse Vincent lrovocante. Kei sussultò in pochino.
-Sono affari miei- rispose Kei freddo. L'atmosfera era diventata pesante quindi Hikari provò a intervenire.
-Dai dai non facciamo così. Invece di restare qui, andiamo in giro nella scuola- disse lei cercando di rompere quella indifferenza. I due ragazzi messi di spalle annuirono e finalmente fecero il giro della scuola. Andarono dalle classi alle palestre, dai parchi al Paradiso della scuola per la Special A. Intanto Akira e Maria parlarono insieme di tè e trova del genere, Megumi e Yahiro dicevano (o scrivevano) qualcosa un po' imbarazzanti, Jun cercava di stare lontano dagli abbracci di Sakura e Vincent faceva il farfallone con Hikari che ovviamente ignorava e Kei sempre con sguardi assassini.
Giunti alla fine della visita i ragazzi inglesi salirono in macchina.
- È stata una visita piacevole- disse Vincent.
- Siamo contenti. Ehi, va bene se venite domenica al luna park? Ci andiamo tutti insieme! Che ne dici Takishima?- esultò Hikari sorridendo felicemente. Kei stava per negare ma si trattenne.
-Sono libero. Vengo- disse lui. Hikari guardò Vincent.
-Certo che veniamo- disse Vincent e si salutarono ponendo fine alla giornata.
-Takishima, non sei contento che andiamo tutti insieme?- disse Hikari. Kei la guardò storta. Fece un sospiro.
Dal cielo si sentì un forte rumore. Un elicottero arrivò con un uomo giovane con il megafono.
- KEI HO BISOGNO DEL TUO AIUTO!- gridò il padre di Kei.
Scese dall'elicottero e pregò con le mani unite Kei.
-Ti prego Kei, ho un importante affare a Tokio e vogliono te!-
-Mi rifiuto- rispose Kei.
-Quindi non ho altra scelta, guardie!- e delle guardie del corpo legarono Kei e lo portarono sull'elicottero.
- Ve lo riporteremo domenica, state tranquilli- disse il padre di Kei ai ragazzi.
E detto questo l'elicottero sparì volando via lontano.


*non mi riferisco al telefilm giallo di CSI, è un caso

Angolo dell'autrice: non ho molto da dire, spero vi piaccia e lo ricensite, grazie. Al luna park allora, bye! Fairy E P.s. Scusate se è corta

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Capitolo 4
*** Luna Park! ***


 
 

Luna park!


L’aria fresca riempiva i suoi polmoni. Hikari si stiracchiò i muscoli mentre aspettava gli altri. Era una bella giornata di domenica e il sole batteva forte. Hikari era arrivata in anticipo e stava guardando l’orologio. Mancavano solo dieci minuti all’orario prestabilito. In quell’istante però il suo cellulare squillò. Lei lo prese e vide chi la stava chiamando. Era Ì.
-Ciao Akira-
-Ciao Hikari. Scusa ma volevo solo dirti che oggi io e Tadashi non possiamo proprio venire al luna park! Mi dispiace!-
-Peccato. Pazienza, sarà la prossima volta. Aspetta, ma perché sei con Tadashi?-
-Ehm… be’… perché… volevamo diciamo passare del tempo insieme…e …- la voce di Akira era un po’ soffocata.
-Ah, va bene. Se è per questo va bene. Allora ciao Akira-
-Ciao Hikari! Scusami!- e spense. Hikari mise via il cellulare e massaggiò l’orecchio. Quanto gridava Akira. Il suo cellulare squillò ancora.
-Pronto?- alla chiamata non rispose nessuno. Sentì solo un rumore di qualcosa che si girava e una matita che scriveva.
-C’è qualcuno?- il rumore non cessò. Poi Hikari le venne in mente le precedenti chiamate che aveva fatto tempo fa.
-Ah sei tu Megumi?-
-“Esatto”-
-Scusa ma va bene se mi passi Jun? E’ che con lui mi capisco meglio-
-“Va bene, nessun problema” … Ciao Hikari! Voleva dirti che io e Megumi non possiamo venire. Purtroppo Ryu deve aiutare il padre con certi affari quindi vogliamo fare un piccolo show con la voce di Megumi  e la musica del mio violino. Non è fantastico?- Hikari ripensò ai vecchi spettacoli che avevano fatto. Uno era stato al compleanno di Takishima… non era finito bene.
-Sì… un’idea carina…-
-Sai vogliamo alzargli il morale. Secondo te funzionerà?-
-Sicuramente- sicuramente no.
-Adesso però io e Megumi dobbiamo salutarti, dobbiamo raggiungere Ryu. Ciao Hikari, ci vediamo… “Ciao Hikari”-
-Ciao- e Jun attaccò. Rimise via il cellulare. Sembrava che tutti fossero occupati in quel giorno. Non le piaceva passare la giornata al luna park da sola. Guardò l’orologio e vide che era l’ora. Si esaminò attorno per vedere se c’era una faccia familiare e scorse qualcuno. Aveva i capelli biondi e gli occhi neri. Vicent, di certo. Non c’era nessuno che lo accompagnava. Era vestito in uno stile casual che Hikari non sapeva cosa volesse dire perché a lei una maglietta alla moda e una semplice maglietta senza stampe era lo stesso. Lui le venne incontro sorridente.
-Ciao Hikari. Visto? Sono venuto- lui però cercò di guardare dietro di lei.
-Non è ancora arrivato nessuno?-
-Ancora no. In verità tutti i miei amici non vengono perché sono occupati. Takishima, non saprei. E tu?-
-Casualità, anche i miei compagni erano occupati. Proprio strano- poi si guardarono – anzi lui guardò lei mentre lei guardava le giostre – e ci fu un strano silenzio tra i due – anzi lui stava zitto mentre lei sussurrava qualche stupore vedendo le montagne russe - anche se c’era molta gente che passava rumorosamente.
-Ehi visto che ci siamo, andiamo a divertirci, no? Dai andiamo alle montagne russe!- era eccitatissima, voleva qualcosa di estremo. Vincent non fu molto convinto ma ci andarono lo stesso  anche se lui gridava dalla paura e ovviamente Hikari gridava per il divertimento – per questo non aveva capito che Vincent aveva paura, pensava al contrario-.
Camminarono per vedere altre giostre anche se Vincent non era messo bene dopo il giro sulle montagne russe ma si riprese velocemente. Andarono nella casa degli orrori e nessuno dei due si spaventò e si divertirono, soprattutto Hikari –  prevedibile -.
Poi andarono al tiro a segno e tutti e due dimostrarono capacità sbalorditive attirando l’attenzione di molti. E così vinsero un premio ciascuno, cioè un peluche per ognuno. Dopo ancora molte altre giostre – chissà quante – si presero il gelato. Si sedettero su una panchina e si guastarono il loro gelato. Hikari aveva preso il cioccolato e Vincent aveva preso la vaniglia. Hikari si ricordò che a Takishima  piaceva la vaniglia. Si domandò cosa facesse in quel momento.
-Ti stai domandando cosa sta facendo Kei?- Hikari rimase un po’ sorpresa.
-Sì certo. Chissà cosa starà facendo adesso Takishima-
-Ma perché lo chiami Takishima?-
-Non lo so. Forse perché l’ho chiamato così dalle’elementari-
-Vi conoscete dalle elementari?-
-Sì certo. L’ho seguito per tutto il tempo per sconfiggerlo. Ma purtroppo lui è sempre il primo, io la seconda- il viso di Hikari si fece più cupo.
-Che situazione bizzarra…- commentò lui non facendosi sentire visto che Hikari era occupă con la sua disperazione.
-E tu da quando conosci Takishima?-
-Io conosco Kei da quando avevo sei anni. Era già un persona molto dotata al quel tempo e io l’ammiravo. Ammetto che ero invidioso di lui e non so come anche se frequentavamo scuole diverse la mia invidia cresceva. Non mi piaceva essere inferiore a lui quindi so come ti senti in tutti questi anni. Siamo simili-
-Abbiamo qualcosa in comune allora! Ecco perché avete un atteggiamento così ostile. E adesso non cerchi di sconfiggerlo come me?- chiese Hikari mentre finiva il suo gelato.
-No, è inutile-
-Ma perché?-
-E’ ovvio il perché. Kei primeggia in tutto, nessuno lo può battere. Sarebbe un spreco-
-Scusa ma come puoi dirlo se non ci provi- Hikari lo guardò dritto negli occhi fiera –se non continui a provare, non andrai mai da nessuna parte. Non si deve mai arrendersi ed è quello che farò-
Vincent rimase sorpreso da quelle parole pensoso. Decise di alzarsi e si chinò prendendola di nuovo la mano baciandola.
-Thank you, my lady-
Tutte le persone si girarono per guardarli pensando a quanto sia romantica quella scena. Ma l’attenzione fu spostata sull’elicottero che stava atterrando in quel esatto punto dove c’era Hikari e Vincent. Dentro si intravide una figuara di un ragazzo. Fece un salto alto cinque metri da terra scioccando tutti i presenti -eccetto Vincet e Hikari- e atterrò senza farsi male. Alla fine Kei era venuto.
Kei subito le prese in braccio –avete presente quando il principe prende la sua principessa? Ecco quello- e guardò con aria di sfida Vincent.
-Scusa ma te la porta via- disse solo lui mentre Hikari protestava energicamente dimenandosi.
-LASCIAMI GIU’, TAKISHIMA! LASCIAMI GIU’!- gridava lei.
Ma l’elicottero stava atterrando e all’istante Kei saltò portando via con sé Hikari irritata e fece volare via l’elicottero nel cielo. Le eliche dell’elicottero tagliavano l’aria producendo rumore e pian piano quel rumore si affievolì lontano. Il pubblico che aveva visto tutto la scena rimasero con la bocca spalancata. Invece stranamente Vincent sorrideva ancora.

Angolo dell'autrice: scusate per il ritardo, sono stata occupata. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Recensite, grazie. Alla prossima!
Fairy E

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Oddio, chissà da quanto tempo non uso Efp! Ormai ero quasi appiccicata a Wattpad e mi ero quasi del tutto dimenticata di questa storia! Scriviamo l’epilogo (lo so che questa storia è incompleta ma sono proprio poco ispirata) e finiamo con uno stupendo THE END anche se è più un finale aperto.

-Lasciami giù, Takishima!- gridò impazzita Hikari sbattendo la testa sul vetro. Kei stava seduto accanto lei tranquillo, come se tutto fosse normale.
-Siamo quasi arrivati, signorino Takishima- disse il pilota dell’elicottero.
Hikari lo guardò di sottecchi. Quella situazione le era abbastanza familiare. Durante “l’appuntamento” con Tadashi l’aveva rapita con lo stesso elicottero. E questa la faceva andare fuori di testa. Odiava essere costretta a fare qualcosa contro la sua volontà.
-TAKISHIMA, FAMMI SCENDERE!- urlò cercando di sfondare il vetro anche se stavano per scendere. Appena scese, Hikari cercò di scappare ma delle braccia forti la presero e le misero davanti un fazzoletto con del sonnifero. Sfortunatamente respirò nel sonnifero e gli occhi iniziarono a stancarsi.
-Maledetto Takishima…- sussurrò lei mentre fissava furibonda Kei che dava ordini agli uomini che la tenevano.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovava in una lussuosa stanza. Hikari sentì gli abiti appesantirsi e si accorse di avere addosso un abito da sera. Era azzurro, pieno di pizzi e brillantini. Si guardò attorno e notò una persona fuori dal balcone. Raggiunse con passo veloce Kei che stava guardando tranquillamente il cielo notturno.
-Mi spieghi che cosa sta succedendo?- domandò ancora arrabbiata Hikari.
-Il tuo compleanno-
-Che?-
-Oggi è il tuo compleanno, numero due. E’ il 20 marzo-
Hikari si accorse che Kei aveva ragione. Era il suo compleanno e non se lo era neppure ricordata!
-E’ vero…-
-I tuoi genitori non hanno fatto festa?-
-No, sono andati a fare una commissione con mio fratello a Osaka…- rispose Hikari pensando intanto a Kei che era vestito in giacca e cravatta.
-Hai dormito tanto, stavi per perditi la festa. Oggi tutti si sono impegnati a organizzarla- e Kei indicò le persone in basso che erano a festeggiare in giardino a chiacchierare. Vide tutta l’intera Special A e la CSI con altri compagni che aveva conosciuto nella scuola. Adesso capì perché oggi si erano assentati tutti al Luna Park.
-Stanno per arrivare- l’avvertì Kei.
-Cosa stanno per…-
E qualcosa nel cielo scoppiò. Dei colori sgargianti brillarono nel blu della notte scoppiando uno dopo l’altro.
-I fuochi d’artificio…- mormorò Hikari incantata.
-Già- disse Kei. E i due si guardarono. Per un attimo Kei sorrise e Hikari rimase incatenata ai suoi splendidi occhi scuri. Si avvicinarono e si persero nel momento. Si diedero un dolce e soffice bacio mentre i fuochi d’artificio continuavano a scoppiare. Era tutto… fantastico. Hikari si sentiva… felice. Anzi, euforica.
Quando si staccarono per dieci secondi Hikari cominciò a rendersi conto di che cosa avesse appena fatto. Arrossì violentemente e iniziò a balbettare.
-C-cos-sa…-
-Sbrighiamoci, ci aspettano di sotto- disse Kei cambiando subito argomento. Le prese la mano e la trascinò nel piano terra. Era arrossito leggermente anche lui.
Quella sera era stata per tutti e due il momento più magico e romantico che avessero vissuto nella loro vita.
Vincent fissò ancora il balcone vuoto. Allora quei due erano ben oltre che amici. Be’, lo aveva sospettato da un bel po’. Con il bicchiere in mano, sorrise tra sé con uno dei suoi sorrisi enigmatici.
Preparati Kei. Perché questo è solo l’inizio.

eh eh sarà finita veramente? beh per me sì perché nn so se avrò il tempo per continuarla e poi nn riesco ad ispirarmi (credo che dovrò rividere tt e 24 gli ep). cmq grazie per aver recensito e letto :)

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