Il Peccato Senza Il Rimorso

di the DUFF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1
 
Seduta al proprio banco, Sam Nicolson, fissava attentamente quello scarabocchio che l'aveva tenuta occupata per tutta la durata della lezione di fisica impedendole di ascoltare una singola parola pronunciata da quella vecchia della professoressa Smith.
Con un dito attorcigliava i lunghi capelli neri e con la mano destra teneva stretta la matita per ritoccare quello specie di ritratto ma fu costretta ad alzare la testa quando sentì chiamare il suo nome.
Impegnata com'era dal suo capolavoro artistico non s'era nemmeno accorta che la bidella fosse entrata in classe dopo aver bussato energicamente alla porta e stava chiamando proprio lei.
Di controvoglia si alzò, sperando che non dovesse andare dal preside, anche perchè dopo aver riflettuto abbastanza era giunta alla conclusione che quel giorno non aveva ancora combinato una delle sue malefatte e quindi non riusciva proprio a immaginare quale fosse il motivo di quella chiamata per uscire dalla classe.
Senza fare domande seguì la bidella lungo il corridoio fino ad arrivare alla segreteria dove la bidella le indicò il telefono.
Sam afferrò la cornetta e venne investita da una raffica di singhiozzi che provenivano dalla voce della madre e il panico ebbe la meglio su di lei e sul suo ottimo auto controllo.
-mamma cosa succede?- andò dritta al sodo.
-tesoro ora ti facciamo uscire da scuola..- la madre venne interrotta da un singhiozzo più forte dei precedenti e dopo aver fatto un respiro profondo riprese -e ci raggiungi subito all'ospedale-.
Sam divenne pallida e perse un paio di battiti.
-cosa succede? come faccio a raggiungervi? chi non sta bene?- non riusciva a smettere di fare domande e con il respiro accellerato aspettava una risposta che dopo qualche esitazione arrivò.
-Arriva a prenderti Dave,lo conosci no?- domandò con un filo di voce la madre.
-si, lo conosco- rispose e detto ciò chiusero la chiamata.
Tornò in classe con le gambe molli e la testa che girava, prese la sua roba e dopo aver salutato la prof e i compagni andò all'uscita per aspettare Dave.
Dave, o meglio David, era il migliore amico di suo fratello Alex, aveva vent'anni e ci aveva parlato assieme massimo massimo un paio di volte.
Non gli stava antipatico, anzi per quel poco che lo aveva conosciuto le era piaciuto, ma suo fratello non lo portava quasi mai a casa e quindi non avevano avuto molto occasioni di parlare e di conoscersi.
Il circolo dei suoi pensieri venne interrotto dall'arrivo di una macchina nera e sportiva che si accostò a fianco a lei e quando il finestrino si abbassò riconobbe i lineamenti di Dave e dovette riconoscere che fosse proprio un bel ragazzo.
Capelli neri e occhi verdi smeraldo, un bel sorriso, e aveva un fisico scolpito con due spalle larghe e due braccia muscolose.
Dopo averlo salutato con un sorriso nervoso salì sulla macchina e dopo essere partiti si decise a chiedere cosa fosse successo per tutto quel trambusto.
-Non lo so Sam- rispose anche lui nervoso quanto lei e poi riprese -i tuoi genitori mi hanno chiamato chiedendomi di raggiungerli in ospedale e di passare a prenderti, ne so quanto te-.
Sam annuì con la testa e poi si perse a osservare il paesaggio che passava veloce fuori dal finestrino non sapendo proprio cosa aspettarsi una volta arrivati.
Dopo un quarto d'ora di macchina il motore si spense e Sam capì che erano arrivati, scese dalla macchina e seguita da Dave corse al pronto soccorso dove i suoi genitori li stavano aspettando.
La scena che trovarono non fu per niente rassicurante, tutt'altro.
La madre, Camil, piangeva disperatamente appoggiata al marito seduti sulle tipiche poltroncine di plastica che si trovavano negli ospedali e quando si accorse della presenza dei due ragazzi pianse anche di più.
Sam non trovava le parole per chiedere che fosse successo e allora Dave l'aiutò domando - cosa succede? chi è stato portato qua?-
Il padre di Sam lo guardò negli occhi mostrando tutta la sua vulnerabilità.
-Alex ha avuto un incidente in macchina, è in sala operatoria e noi possiamo solo sperare e pregare-

MY SPACE
Ciao a tutte ragazze!
Ho deciso di ricominciare a scrivere dopo un lungo periodo in cui non ho pubblicato più niente ma ne sentivo veramente la mancanza e quindi eccomi qua!
Spero solo che vi piaccia e ho intenzione di aggiornare nell'arco di una settimana! :) 
Baci xx

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 1

Dopo 10 estenuanti ore passate sedute su quelle scomode poltroncine di plastica a sperare in un miracolo Sam era esausta.
Non aveva mai avuto così tanta paura in tutta la sua vita come in quel momento.
Aveva costretto i suoi genitori ad andare a casa un paio d'ore per riposare e per cambiarsi promettendo loro di chiamarli appena ci fossero state notizie e con lei era rimasto Dave.
Dave le era rimasto a fianco tutto il tempo accogliendola tra le sue braccia forti e sussurrandole parole di conforto all'orecchio per calmarla.
Cercava di essere ottimista e forte ma i suoi occhi trasmettevano solo malessere e inquietudine. Del resto Alex era il suo migliore amico oltre a essere il fratello di Sam.
Un  uomo vestito da una tuta verde e un camice bianco col viso trafelato uscì dalla porta che separava la sala operatoria da quella d'attesa e passò le sue grandi mano sul viso asciugando il sudore che rendeva lucida la fronte e uno sbuffo lasciò le sue labbra.
Il tempo di accorgersi di quella presenza e Sam scattò in piedi come una molla separandosi da Dave e andò in contro al dottore seguita dal ragazzo.
-dottore mi dica qualcosa, la prego- Sam pregò l'uomo con lo sguardo smarrito e arrossato per via delle lacrime mentre congiungeva le mani di fronte al petto.
L'uomo d'innanzi a lei l'osservò attentamente alla ricerca delle parole più adatte e dopo aver socchiuso le labbra affermò: -signorina abbiamo fatto il possibile ma le condizioni restano critiche e non possiamo fare delle previsioni. La situazioni è molto delicata-
Detto ciò l'uomo si congedò lasciando soli i ragazzi in uno sgomento totale.
Un singhiozzo, due singhiozzi, tre singhiozzi... un fiume infinito di singhiozzi accompagnati da una buona dose di lacrime salate iniziarono a percuotere Sam.
Le tremavano le gambe, aveva la vista annebbiata e l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano i momenti più belli passati con Alex e le venne una nostalgia che le fece stringere il cuore.
Seduta ancora su quella poltroncina sorrideva amaramente tra le lacrime, ricordando quando aveva rubato a cinque anni il gelato di suo fratello, anche se lei lo aveva già mangiato, solo per il gusto di farlo arrabbiare.
E poi si ricordò anche di quella volta che tornò a casa per la prima volta con l'apparecchio e suo fratello non appena la vide scoppiò a ridere facendola piangere.
Pensava ai momenti più semplici e più banali e non sapeva spiegarsi come sarebbero state le cose se lui non si fosse più svegliato.
Rivolse un piccolo e fugace sguardo al ragazzo che la teneva stretta e che l'accarezzava e anche lui aveva lo sguardo perso e ferito, proprio come lei.
Anche lui di sicuro pensava ai momenti passati con Alex, o per lo meno a questo si ritrovò a pensare tra se e se Sam.
-non ci posso credere Dave- sussurrò a quel punto Sam guardando il ragazzo negli occhi.
-nemmeno io Sam, non voglio neanche pensarci- ammise lui continuando a stringerla perchè in fondo faceva bene anche a lui non rimanere solo in quel momento.
Aveva bisogno di supporto perchè anche a lui la terra stava crollando sotto piedi, pezzo dopo pezzo, e non sapeva come sarebbero andate avanti le cose.
Dave con la mano libera prese il telefono e dopo aver composto un numero lo porse a Sam dicendole -avevamo detto ai tuoi genitori che li avremmo avvisati non appena avessimo saputo qualcosa,no?-
Lei annuì e dopo averlo afferrato aspettò che qualcuno rispondesse dall'altro capo del telefono.
-Pronto?- fu la voce straziata della madre a rispondere.
-mamma sono Sam, hanno concluso l'operazione, vi aspettiamo qua- e detto ciò chiuse la chiamata.
Porse il telefono a Dave che nel frattempo di era alzato di fronte a lei ma invece di afferrare solo l'apparecchio, Dave le prese la mano tirandola a sè e l'abbracciò.
-andiamo al bar a prendere qualcosa da mangiare, sarai affamata- le propose lui all'orecchio e solo in quel momento si accorse tremendamente affamata.
Lei annuì e lo seguì al bar dove si sedettero uno di fronte a l'altro in un piccolo tavolino e ordinarono un semplice panino per ognuno.
Mangiarono tutti e due velocemente e in silenzio e Dave insistette per pagare per entrambi e corsero un'altra volta alla loro postazione dove trovarono Camille e John parlare col medico.
I due ragazzi rimasero in disparte per permettere ai signori Nicolson di parlare col medico e intrecciarono le loro mani per infondersi forza e tranquillità.
Il dottore andò via dopo pochi minuti e Sam corse verso i genitori.
-cosa dice?- chiese.
-se si sveglia dal coma entro una settimana allora potremo stare tranquilli, altrimenti non ci  sarà più nulla da fare- concluse in un sussurrò John.
-dimmi che è uno scherzo- urlò lei disperata.
A quel punto Dave l'afferrò per le spalle e la scosse piano facendola tornare in se e lei  scoppiò a piangere.
-ragazzi andate a riposarvi un pò e tornate domani mattina, ok?- propose Camille e Dave acconsentì portando con se Sam.
Quando salirono in macchina il silenzio ebbe la meglio e entrambi si persero nei loro pensieri e Sam come al solito non si accorse di essere arrivata a destinazione.
-non mi lasciare sola- disse lei e poi aggiunse un flebile -per favore-

MY SPACE
Buongiorno a tutti!! <3 Spero tanto che questo capitolo vi piaccia e spero di trovare qualche recensione :)
Baci xx

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

-non mi lasciare per favore- gli disse Sam una volta arrivata a casa sua.
Sapeva perfettamente che il silenzio e la tranquillità che l'avrebbe investita una volta messo piede in quella casa vuota le avrebbe fatto male.
-non ti lascio sola- la tranquillizzò Dave e entrò assieme a lei in casa.
Entrambi si bloccarono nell'ingresso dove il loro sguardo venne catturato dalle scarpe da calcio preferite di Alex e si dovettero far forza per cercare di non pensarci.
-Andiamo- la mano di Dave accarezzò la schiena di Sam provocandole un brivido che però la fece riprendere e andarono in cucina.
-hai fame?- chiese a Dave.
-un pò- ammise lui grattandosi la testa imbarazzato.
Mentre osservava i suoi occhi verdi Sam immaginava che al posto del ragazzo ci fosse Alex che le chiedeva di prepararle i suoi pancakes che tanto amava e come ipnotizzata da quel ricordo si mise a cucinarli senza porsi nemmeno la domanda se a Dave effettivamente piacevano.
Dopo averli preparati li mise sul piatto decorandoli con un smile di sciroppo d'acero come d'abitudine al ragazzo, ma al posto del fratello c'era Dave e Sam si risvegliò da quello strano stato di trans.
-buoni- si complimentò Dave e lei rispose con un timido sorriso.
-grazie- sussurrò lei e si sedette a fianco a lui che si affogava di quei buonissimi dolci.
Quando Dave finì di mangiare pulirono la cucina e decisero di andare a letto a dormire.
-se vuoi puoi dormire in camera di Alex- Sam pronunciò quelle parole col groppo in gola e notò che anche Dave sentendole deglutì e allora continuò -ma se preferisci puoi andare nella camera dei miei genitori, sai qual'è-
-credo che starò nella stanza dei tuoi- e detto ciò si salutarono.
Dave strinse forte Sam in un abbraccio caldo e accogliente.
Anche per lui era difficile stare in quella casa che aveva ospitato feste e momenti speciali col suo migliore amico e ora sapere le sue condizioni lo  distruggevano.
Si staccarono da quella stretta che in qualche modo assurdo li consolava e si divisero per andare nelle rispettive stanze.
Sam si buttò a letto ancora vestita e col cuore che batteva forte.
Dalla porta aperta della sua stanza poteva scorgere la porta di fronte della camera di Alex e sentiva la sua mancanza.
Lo voleva con lei, anche solo per urlargli di abbassare quell'orribile musica degli anni 70 e 80 che tanto amava ascoltare, anche la mattina presto, infastidendo la sorella.
Avrebbe avuto ancora l'occasione di mandarlo anche solo a quel paese? 
Si chiedeva tante cose, pensava a come lo avrebbe insultato ma sapeva che nel momento che aspettava pazientemente, cioè il momento in cui si sarebbe svegliato, gli sarebbe saltata al collo stringendolo forte e confessandogli quanto lui fosse importante per lei.
Con quei pensieri a tormentarla cadde in un sonno tormentato, fatto di incubi e paure.
Si svegliò nel pieno della notte con la tachicardia e con una paura incontrollata mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi.
Mentre cercava di regolarizzare il respiro e il battito del suo cuore decise di chiedere a Dave di farle compagnia e lo raggiunse nella camera dei genitori.
Lo trovò sveglio, steso a pancia in su e con le braccia incrociate sotto la testa, perso nei suoi pensieri a fissare il soffitto.
-Dave?- lo chiamò piano.
-Sam cosa succede?- chiese lui alzandosi di scatto aspettandosi il peggio.
La vide con le guance rigate dalle lacrime e gli occhi gonfi.
-non riesco a dormire, ho paura di quello che possa succedere!- gli confessò Sam sedendosi ai piedi del letto.
Lui la prese per le spalle e la tirò vicino a lui facendola sdraiare colla testa sul suo petto e tenendola tra le braccia.
-Alex un giorno mi disse che cantavate assieme con un piccolo gruppo- disse lei cercando di distrarsi fissandolo attraverso le ciglia.
I suoi occhi verdi erano magnetici e Sam non poteva fare a meno di guardarli.
-vuoi che ti canti qualcosa?- le chiese Dave e lei annuì soddisfatta dalla proposta.
Dave iniziò a intonare You found me dei The Fray, una delle sue canzoni preferite e Sam si perse tra quelle parole che le erano sempre piaciute tanto.
 
where were you?
dov'eri?
 
Sam si chiese dove fosse stato Dave in quegli anni ringraziando mentalmente Dio per averglielo mandato in quel momento così difficile.
Aveva sempre sentito parlare bene di lui, sia da Alex che dai genitori, ma pensava che quello che aveva sentito da loro era offensivo e ridicolo in quando Dave era molto meglio di come veniva descritto.
Era un angelo a cui non avevano dato un paio di splendide e luccicanti ali per permettergli di restare a vegliare le persone sulla terra.
-sei bravissimo- si complimentò Sam quando Dave finì di cantare e lui le sorrise in risposta.
-va un pò meglio?- chiese lui sfregandole una mano sulla guancia e lei annuì.
-grazie mille, per tutto- concluse lei e dopo avergli baciato una guancia si accoccolò al petto di lui per cadere finalmente nel mondo dei sogni, questa volta un pò più dolci.

MY SPACE
Ciao a tutti!! Spero tantissimo e con tutto il mio cuore che la storia vi stia appassionando al meno un pochino.
Mi sto impegnando molto e  sarei felicissima di conoscere le vostre opinioni e di poterle leggere qualche vostra recensione.
Alla prossima, 
baci xx.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

Sam stava seduta a gambe incrociate sul suo letto fissando il nulla di fronte a lei.
Sapeva perfettamente che quella notte non avrebbe chiuso occhio e quindi aveva rinunciato anche solo all'idea di provare per lo meno a dormire qualche ora.
Dave aveva detto che sarebbe andato al compleanno di Jake lasciandola sola, e  Sam non riusciva neanche a chiudere gli occhi per cinque secondi senza di lui, figuriamoci una notte intera!
Mentre si attorcigliava una ciocca dei suoi lunghi capelli al dito, Sam viaggiava trai pensieri.
Pensava a come la sua vita fosse cambiata in maniera così drastica nel giro di pochi mesi e ancora non riusciva a farsene una ragione.
Pensava a come fosse stata strappata via ingiustamente la vita a suo fratello e pensava a quel legame che si era instaurato tra lei e Dave da quel momento orribile.
Passavano intere giornate assieme, lui la portava a scuola e andava anche a riprenderla alla fine delle lezioni,poi lei lo osservava interi pomeriggi mentre preparava gli esami dell'università.
Mangiavano assieme e dopo aver guardato un film si addormentavano uno sulla spalla dell'altra  per poi svegliarsi il giorno dopo e ricominciare la giornata da capo e assieme.
Da quando avevano legato, era successo solo una volta che i due non potessero dormire assieme e ovviamente era stato un incubo per entrambi.
Entrambi non potevano più fare a meno dell'altro.
Sam non riusciva a passare una giornata senza Dave e Dave non riusciva a stare lontano da Sam.
Avvolta nel suo mondo parallelo, Sam non si accorse del tempo che passava veloce.
Solo un rumore simile a quello di un vetro rotto la fece tornare coi piedi per terra.
Terrorizzata guardò l'orologio del telefono che segnava le quattro della mattina e con la luce di esso si recò dove proveniva il rumore, ma prima afferrò il suo amatissimo ombrello.
Il rumore conduceva alla cucina, e attraverso alla porta semichiusa Sam intravide una figura di spalle.
Invasa dall'adrenalina, Sam prese un respiro profondo e con forza colpì la figura con l'ombrello.
L'uomo si girò di colpo mostrandosi in volto e Sam portò una mano al petto riprendendo a respirare normalmente.
-ma sei idiota?- Sam domandò ironica.
-se vuoi me ne vado!- Dave scherzò massaggiandosi la parte colpita e dolente.
-NO!!!-a quel punto Sam non riuscì più a trattenersi e si gettò tra le braccia del ragazzo che l'accolse prontamente avvolgendole la schiena.
Mentre si dirigevano in camera da letto Sam gli chiese come mai non fosse rimasto alla festa.
-non potevo lasciare che rimanessi sveglia tutta la notte.-le rispose Dave come se fosse la cosa più naturale al mondo.
-grazie- Sam gli baciò una guancia veramente grata e felice e colle luci spente si buttò a letto lasciandogli un pò di spazio.
-non avevo in programma di fermarmi quindi non ho portato nulla, ti da fastidio se dormo coi boxer?- chiese Dave prima di sdraiarsi a fianco a lei.
-nessun problema Dave- 
Dave iniziò a svestirsi e Sam si voltò dall'altra parte imbarazzata facendolo ridacchiare.
Sam chiuse forte gli occhi cercando di non pensarci e li riaprì solo quando sentì la coperta alzarsi e il letto piegarsi sotto il peso di Dave.
Le fece il solletico sul braccio quando l'avvolse tra le sue braccia ma non le importò, Sam finalmente si sentiva bene, viva e parte del mondo!
Sam si girò sul fianco per poter vedere Dave in faccia e anche immersi nel buio della notte riusciva a scorgere i suoi occhi azzurri come il ghiaccio e ciò la rassicurava profondamente.
Sentiva il cuore di lui pulsarle addosso e piano piano, concentrandosi su quel dolce ritmo, i suoi occhi divennero pesanti, il respiro più regolare e come ogni notte si addormentò abbracciato a lui.

MY SPACE
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi chiedo scusa per il ritardo, ma l'ispirazione mi aveva abbandonato!  
Ma ora sono qua ;)
Baci  xx

 

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