El sueño de la razón produce monstruos

di KatWhite
(/viewuser.php?uid=232272)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verano ***
Capitolo 2: *** Otoño ***
Capitolo 3: *** Invierno ***



Capitolo 1
*** Verano ***


Sono sdraiata in uno spiazzo erboso nel bel mezzo dell'anonimo nulla, qualche cinguettio e ronzio delle api mi tiene compagnia.
Mi godo il tepore della calura estiva e i timidi raggi di sole che mi accarezzano la pelle, e sorrido.
Guardo il cielo: è terso, azzurro e pieno di nuvole. Apparentemente non sembra esserci vento, ma sento delle piante stormire e vedo con la coda dell'occhio dei rami muoversi.
Ma il mio sguardo rimane fisso sul cielo, ed un particolare attira la mia attenzione: rimango incantata da quell'ammasso informe che sembra panna montata che si sposta senza nessuna logica, che è libera di andare dove più le aggrada. Non avevo mai pensato di potermi rispecchiare così tanto nelle nuvole, e continuo ad ammirarle, osservarle per analizzarle, a seguire il loro pigro movimento verso mete sconosciute ed infinite, lasciando trascorrere secondi, minuti. Rimango lì, bocca spalancata, occhiali scuri che nascondono le mie iridi castane sotto i raggi estivi e le nuvole che fuggono verso orizzonti inesplorati.
Forse sogno ad occhi aperti per scappare dai mostri del passato, forse mi piace vedere le nuvole passeggiare.

E parole lontane risuonano per la mia mente: "Non può piovere sopra le nuvole".



Note dell'autrice
Riporto qui un momento particolare che mi ha colpito veramente tanto durante questa estate.
E' breve, brevissima lo so, ma ha un quel non so che di mistico che spero di essere riuscita a rendere perchè è stato proprio questo a colpirmi. E poi c'è anche quel velo di tristezza che mi accompagna sempre, quella maledetta paura dei mostri che so che mi attanagliano sempre l'animo, anche se io non li vedo, e da cui mi piacerebbe scappare. Ma non siamo qui per parlare della mia vita e dei miei problemi da ragazza cupa e torbida. Perché è bello essere cupa e torbida.
Per ora la storia è conclusa, ma ponderavo nell'aggiungere anche una riflessione autunnale. Si vedrà prossimamente.

Ora scappo che vado a studiare matematica *si dispera*
Kiss, 
Emily.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Otoño ***


Una grigia giornata di metà novembre, gli occhi languidi che scrutano le gocce di pioggia cadere velocemente sul marciapiede e scivolare pigramente sulla mia pelle.
Sono senza ombrello, perché mi piace la pioggia, mi è sempre piaciuta.
Sin da piccola, ogni volta che pioveva, amavo segretamente stare innanzi alla finestra a guardare scendere la pioggia e bagnare il vetro.
Un lampo squarcia il cielo, ma non mi spavento e rimango immobile nella mia posizione.
Paradossalmente, sorrido mentre sento il freddo gelarmi le ossa e trapassare la pelle, e non faccio nulla per riscaldarmi. Ascolto il ticchettio delle gocce che si infrangono sul terreno e sulla mia pelle, e porto una mano a spostarmi i capelli madidi. Ne porto una ciocca alla narice e sbuffo: puzzano di umidità e probabilmente anche la mia pelle non odora più di quel buon bagnoschiuma muschio e camomilla. Ma il sorriso si allarga a causa di un brivido, provocato dallo scorrere di una goccia lungo il braccio, caldo.
Ma non c'è nessuno che mi prende e mi bacia sotto la pioggia.
Abbasso lo sguardo e mi osservo le punte delle scarpe; starnutisco improvvisamente, ma lotto e non mi muovo perché ne vale la pena: vale la pena rimanere fuori e lottare per non rimanere soli.
Perchè so che arriverà il giorno in cui qualcuno mi prenderà e mi bacerà sotto la pioggia.

E non sarò più sola.


Note dell'autrice
Ero troppo tentata di aggiungere anche la parte autunnalle... *w*
Nonostante odi la pioggia perchè praticamente vivo in mezzo a un tornado e ho sempre dei capelli orrendi, mi piace e mi è sempre piaciuta osservarla cadere. E sognavo sempre di rimanere inerme in mezzo ad essa per sentirmela addosso, cosa che purtroppo non ho mai avuto il coraggio di fare proprio per amore dei miei capelli xD
Ora fuggo sperando che questo capitolo possa essere piaciuto e giurando e spergiurando che pubblicherò la prossima ShikaIno poffarbacco.
Adieu,
Emily.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Invierno ***


I candidi fiocchi di neve danzano leggiadramente per il cielo sino a toccare il terreno.
Sembra una magia, un'armonia di atmosfera e di colori che ammiro estasiata dalla finestra della mia camera, in un letto altrettanto freddo nel quale il mio corpo è immerso.
Mi piacerebbe correre ed uscire fuori a giocare con la neve, per creare buffi e stupidi pupazzi candidi con la carota al posto del naso, sentirne la consistenza gelida e malleabile tra le dita, rubare ammassi di bianco dai vetri delle macchine per appallottolarli e lanciarli contro dei poveri malcapitati, ridendo fino a star male.
Ma solo ora realizzo che la neve soffre; soffre, perché io sono calda, bollente, rovente, e finisco per scioglierla tutte le volte che la tocco, quando vorrebbe, e meriterebbe, di vivere in eterno.
Ma il mio fiato, il calore delle mie mani, la uccide.
Me ne sto così quindi: un letto freddo e un corpo caldo che lottano tra di loro per la propria supremazia, e la neve che imperterrita continua a fioccare, che ingenua non sa che potrebbe morire.


Note dell'autrice
Massi, facciamo le quattro stagioni. 
E... tipo, non so cosa dire, se non che ci aggiorniamo alla prossima!
Kiss,
Emily.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2905438