Potresti amarmi? Forse

di Gio_Snower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelato x Appuntamento ***
Capitolo 2: *** Attento al Freddo! ***
Capitolo 3: *** E' dolce sognar, e lasciarsi cullar dall'incanto dell'amore... ***
Capitolo 4: *** L'Incanto della Notte ***
Capitolo 5: *** Cenere sul bianco ***
Capitolo 6: *** Mi ami. Ma io ti amo? ***



Capitolo 1
*** Gelato x Appuntamento ***


Gelato x Appuntamento 

Una ragazza dai capelli blu, un blu torbido e ammaliatore, sedeva su una panchina in un parco canticchiando fra sé mentre sferruzzava qualcosa di simile ad un maglione su cui spiccava, in un color nero sul tessuto azzurro chiaro, una grossa G. Le lettere a seguire erano nascoste dalle sue braccia magre e dalle sue mani dalle dita affusolate. Il suo volto, dai lineamenti affilati e dolci allo stesso tempo, assomigliava a quello di un quadro. Sembrava estremamente tranquilla e felice e tutti i passanti di sesso maschile la guardavano con un lieve sorriso pensando a quanto fosse bella una ragazza simile ed a quanto poco dovesse essere rumorosa e capricciosa.
Dei passi risuonarono ed una figura si stagliò davanti a quella ragazza. Un ragazzo, quasi uomo, a petto nudo e dai gelidi occhi blu scuro la guardava con espressione infastidita. 
- Eccomi - disse con quel suo solito tono gelido.
- Gray-sama! - urlò la ragazza alzandosi per assaltarlo. Gray si spostò e la ragazza finì di faccia sulla dura pietra della strada. Il ragazzo sembrò indeciso, domandandosi probabilmente se doveva aiutarla o meno. 
- Gray-sama sei bellissimo oggi! - esclamò lei rimettendosi in piedi con facilità e con espressione sognante.
Gray sospirò. Non importava cosa facesse, quanto male la trattasse, Lluvia non si scollava. 
- Andiamo - ordinò seccato. I capelli neri smossi leggermente dal vento. Ovviamente era a petto nudo, incapace di star completamente vestito per un considerevole lasso di tempo. Questo era uno dei suoi difetti, un difetto che derivava dal suo addestramento per diventare un mago del ghiaccio.
Lluvia lo seguì e lo prese a braccetto nonostante la espressione insofferente di Gray, che ormai aveva quasi rinunciato a farla staccare da lui.
- Staccati! - gridò, infatti, ma Lluvia era come colla attaccata al suo corpo e, per quanto la spingesse, non si staccava.
Per strada tutti li guardavano incuriositi o spazientiti. Riconoscevano il marchio della loro Gilda, Fairy Tail, come un portatore di eventi. Non importava quali, spiacevoli, belli, maestosi, disastrosi. 
Una cosa solo si sapeva per certo: qualcosa sarebbe successo, prima o poi, con i membri di quella sgangherata e selvaggia Gilda di Maghi in giro. 
- Andiamo, compriamo le cose che servono, ed andiamo. Va bene? - disse Gray, ma quando vide un venditore di gelati si illuminò e trascinò Lluvia a comprarne uno.
Dopo aver comprato due gelati, uno azzurro ed uno giallo, continuarono a camminare, diretti nel negozio di liquori per comprare alcuni alcolici che servivano a Mirajane per la locanda dentro la Gilda.
Gray, che era cresciuto con Mirajane, non si era potuto rifiutare, anche se avrebbe voluto farlo una volta saputo che Lluvia sarebbe venuto con lui. Non odiava Lluvia, anzi, ma i suoi attacchi di isteria non gli piacevano, inoltre non gli piacevano i suoi modi affettati, il suo completo e totale modo di essere felice e la sua incredibile ingenuità. Lluvia era una ragazza ingenua, sul suo volto si vedevano facilmente i suoi sentimenti, che s'alternavano in una velocità sorprendente. E stranamente interessante da osservare. Però, Lluvia alla fine dei conti rimaneva una palla al piede ed a Gray non piaceva essere legato, a lui piaceva la libertà. 
Finì il gelato mentre pensava, non ascoltando minimamente il balbettio continuo ed  indistinto di Lluvia, ancora attaccata a lui. Ormai non si sarebbe più tolta da lì, almeno per tutta la giornata. 
Gli cadde lo sguardo su di lei e notò che ad ogni leccatina di gelato, si leccava anche le labbra e poi ricominciava con il gelato. Era un gesto... carino? 
Si ritrovò ad arrossire e scosse la testa, arrabbiato con sé stesso. 
Stava pensando a Lluvia. Non ad una ragazza, ma a Lluvia. L-l-u-v-i-a.
“Quella maniaca esagitata. Presente?” domandò la sua vocina interna.
Tecnicamente è una ragazza, si rispose da solo, sbalordendosi. 
Ma come poteva ignorare il seno di lei leggermente premuto sul suo braccio? Non che gli importasse poi molto, non era un maniaco sessuale come Makarov, ma era indubbio che Lluvia fosse una ragazza. 
Si stupì di quei pensieri e si diede del rammollito. Prima d'allora non avrebbe mai pensato a Lluvia come una femmina, figurarsi come una ragazza!
- Sono così felice Gray-sama! - mormorò Lluvia in quel momento, attaccata al suo braccio.
- Fare delle commissioni ti rende felice? - domandò, fissandola.
- No. - rispose la ragazza.
- Allora cos'è che ti rende così felice? - continuò Gray, non capendo.
Lluvia gli sorrise ed arrossì un poco, cosa molto evidente vista la sua pelle diafana.
- Stare con te, Gray-sama. - sussurrò - Lluvia è felice se è con Gray-sama. - continuò.
Gray si ritrovò a ridere. Era così scontata come risposta! Gray rideva così raramente che quando lo faceva non si fermava più. Lluvia lo guardava con occhioni spalancati, come se da un momento all'altro potessero trasformarsi in grandi cuori. 
- Ehi, non ti sembra che questo stia andando un po' troppo negli “appuntamenti”? - domandò, quando si fu ripreso. 
Sembrò che una freccia avesse trapassato il cuore di Lluvia, perché lei arrossì di colpo, diventando completamente rossa in volto, e svenne; sarebbe caduta a terra se Gray non l'avesse prontamente presa. Ormai c'era abituato. 
Lluvia riprese i sensi e quando si ritrovò il volto del suo Gray-sama davanti... bé, svenne di nuovo. 
- Sempre così, con lei. - esclamò Gray. - Incredibile! - borbottò, scocciato. Ora sarebbe dovuto andare a prendere le bottiglie di liquore con lei sulla schiena.
Era già calata la sera quando riuscì finalmente a ritornare alla Gilda. Sulle spalle portava Lluvia, appoggiata alla sua schiena, ed i cui capelli blu si erano sparsi sulla spalla, dove aveva la testa appoggiata; con l'altra mano portava un sacchetto marrone, contenente delle bottiglie di liquori. 
- Un appuntamento... - mormorò Lluvia, sulla sua spalla. - Sono felice... - continuò a mormorare nel sonno. - Gray-sama... - finì con un sussurro.
E Gray si ritrovò a sorridere.

 



Fanfiction dedicata a @crisi_scarlatta su Twitter.
BUON COMPLEANNO, ROB! <3

 

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Capitolo 2
*** Attento al Freddo! ***


Attento al freddo.

A stare sempre nudi, prima o poi ci si ammala!
Gray non aveva mai badato molto a questo proverbio, abituato com'era ad ammalarsi molto raramente, grazie alla sua pellaccia dura ed al suo corpo forte, ed ora era steso a letto con il ghiaccio, creato grazie alla sua magia, sulla fronte. Aveva la febbre. Una febbre piuttosto alta che l'aveva quasi fatto svenire e gli provocava un forte mal di testa. Non era nemmeno sicuro di potersi alzare dal letto.
Qualcuno in un momento sfondò la porta e Gray sentì il suo nome urlato prima di perdere di nuovo conoscenza. Mi ammazzeranno?
Fece un incubo, sognò Ur, la sua Maestra, e Zeref, il demone che gliel'aveva tolta. 
Mi dispiace, Mi dispiace, Mi dispiace, ripeteva, ma Ur non lo sentiva.
Non andartene, ti prego... Ur... diceva, ma Ur non lo guardava, non lo ascoltava. Iniziò a piangere e poi sentì qualcosa di freddo passare sul suo collo e si svegliò. 
La prima cosa che vide furono capelli blu che gli fecero venire in mente il ghiaccio.
Sono bellissimi, pensò, ancora semi-cosciente. 
Poi il volto di una ragazza, la sua espressione attenta e tranquilla, un lieve sorriso sulle labbra e le sue braccia che si muovevano.
- Lluvia! - urlò alzandosi. 
La ragazza gli sorrise ed arrossì imbarazzata. 
- Gray-sama è un onore essere a casa sua... - disse, muovendo il busto in circolo in un fare timido. 
- Cosa ci fai qui? - gli chiese confuso. 
Lluvia sollevò la pezza e gliela mostrò, lo stava asciugando con quella prima, al suo fianco, per terra vicino al letto, ci stava una catinella piena d'acqua fredda dove inzuppava la pezza, la stritolava, e poi la passava sul suo corpo sudato. 
- Ha la febbre, Gray-sama, una febbre molto alta... - mormorò la ragazza - Mirajine mi ha detto che potevo aiutarla e mi ha spiegato come. - 
Gray si stupì, nessuno a parte Ur ed i suoi genitori l'aveva mai accudito e solo una volta si era ammalato così gravemente da quando era entrato nella Gilda di Fairy Tail.
- Posso? - chiese Lluvia.
Gray annuì, intontito dalla febbre.
Lluvia si sporse e lui si alzò per cambiare lato, in quel momento i loro visi si avvicinarono e le loro labbra si toccarono lievemente, fugacemente.
- Scusa, non volevo. - disse Gray, catalogando il fatto come un incidente di poco conto, ma arrossendo un poco. - Hai delle labbra davvero morbide... - sussurrò, intontito dalla febbre. Si stava per addormentare, sfinito.
Lluvia però era già di un colore rosso acceso e si era accasciata sul suolo con un sorriso ebete e gli occhi a cuoricino.  
- Uff, le donne... - mormorò Gray ricadendo nel sonno della febbre.
 - Le sue labbra sono incredibilmente  gelide, Gray-sama... - mormorò Lluvia quando si riprese per poi tornare a rinfrescare il corpo del suo amato Gray-sama. 




Secondo regalo di compleanno di Rob! ~
Spero ti sia piaciuto e scusa il ritardo ~ 
Tanti auguri, Rob <3

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Capitolo 3
*** E' dolce sognar, e lasciarsi cullar dall'incanto dell'amore... ***


E' dolce sognar, e lasciarsi cullar dall'incanto dell'amore...

Presto sarebbe stato San Valentino e Lluvia era decisa a regalare al suo Gray-sama del cioccolato, unica pecca nel suo piano, altrimenti infallibile, teoricamente ed ironicamente parlando, era che non sapeva cucinare. 
Sì, la dolce Lluvia, femminile fanciulla, non sapeva fare cose complicate come dei dolci al cioccolato, sebbene se la cavasse almeno un po' con il cibo quotidiano. Così, vedendo subito naufragare il suo eccellente piano, si depresse enormemente ed andò, con le spalle curve ed il dolce ed affilato volto sconsolato, nella sua Gilda: Fairy Tail.
Ogni maga di Fairy Tail si stava organizzando per fare del cioccolato, bé, tutte tranne Mirajine e Cana, l'una perché ne avrebbe ricevuto a palate dai fan, l'altra perché era più interessata all'alcool che agli uomini. 
- Che c'è che non va, Lluvia? - le domandò Levy, vedendola così depressa. Lluvia iniziò a piangere grosse lacrime che le rigarono il volto bianco. 
- Io bolebo cubinabe il bobbolato ber Gbay-sama... - disse tra i lacrimoni la ragazza.
- Capisci per caso l'antico azteco, Levy? - domandò Cana che stava bevendo una botte di birra lì vicino. 
- E' solo triste, Cana. - ribatté Levy, fiera - Su, Lluvia, non devi per forza fare del cioccolato se non ne sei capace! - la incoraggiò la ragazza.
- Dabbero? - chiese Lluvia, ancora con il naso gocciolante. 
- Sì, - le assicurò l'altra, porgendogli un fazzoletto così che lei si asciugasse il naso - puoi fare una sciarpa o dei guanti, ad esempio! -
Lluvia si illuminò d'immenso a quella proposta. 
- A Gray-sama starebbe bene una sciarpa! - esclamò, immaginandoselo già. 
Una bella sciarpa rossa, lunga, e con un'enorme L da un lato ed un'enorme G dall'altro. Era la sciarpa perfetta.
Così la sera si mise a cucire e continuò per tutte le sere a venire finché non fu il giorno di San Valentino.
Il suo Gray-sama era appoggiato al bancone e parlottava con Mirajane, impegnata a rifiutare od accettare senza far false speranze i suoi fan. 
LLuvia si avvicinò e porse un sacchetto a Gray-sama; le sue dita, notò Gray, erano completamente fasciata. Aveva forse avuto un incidente?
Aprì la busta, non senza preoccupazioni e cautela, e ci trovò dentro una grande sciarpa rossa, non perfetta, ma nemmeno troppo male. Quando vide la L e la G pensò di buttarla, ma le dita di Lluvia gli vennero di nuovo in mente e si arrese.
Così tante ferite per lui... Lluvia era una sciocca, non c'era niente da dire, ma...
- Grazie, Lluvia. - gli disse, con serietà. 
Lluvia si sciolse ai suoi piedi, borbottando frasi incomprensibili, e Gray si ritrovò di nuovo a sospirare per la stranezza di quella ragazza senza speranze. 

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Capitolo 4
*** L'Incanto della Notte ***


L'Incanto della Notte


Una notte Lluvia era particolarmente spaventata. Odiava star sola in casa quando fuori tuonava, quei forti rumori le facevano tornare in mente ricordi spiacevoli; Lluvia amava la pioggia – grazie a Gray-sama – ed il sole, le nuvole, la neve, ma odiava i tuoni dei temporali. 
Qualcuno bussò alla porta di casa sua e Lluvia sobbalzò, spaventata.
Chi poteva essere? Preparò la magia, pronta ad aggredire il fantomatico ladro od assassino o mago oscuro che si fosse presentato alla porta.
L'aprì e davanti a lei comparve lui: Gray.
A petto nudo, fradicio di pioggia e con un'espressione seccata in volto mentre guardava con scetticismo la ragazza davanti a lui, lei. 
Lluvia sentì il cuore batterle senza sosta nel petto, troppo agitata nel vedere anche solo il suo volto, quel suo viso dai lineamenti affilati, quegli occhi gelidi di un blu scuro, profondi. 
«Posso entrare?», chiese. 
Lei annuì, incapace di proferire alcuna parola. 
Amava così tanto Gray-sama, un amore ossessivo e completo che, però, non l'aveva mai spaventata. Lui era il suo principe e lei si fidava di lui.
Era sicura di poter riporre il suo amore in lui. Non avrebbe ottenuto niente in cambio,   lui glielo aveva detto, ma andava bene così.
Il suo amore era sincero. 
«Erza si è arrabbiata con me ed il finto drago, e per evitare la sua ira sono scappato», spiegò Gray, ma lei non aveva chiesto nulla. 
Prese un asciugamano e con fare timido, adocchiando il petto nudo di Gray, gocciolante per lo più, glielo porse, arrossendo completamente in volto. Lui era così bello e luccicante per lei, era semplicemente perfetto ai suoi occhi. 
Gray lo prese ed iniziò ad asciugarli, poco dopo fu completamente asciutto. 
«Posso dormire qui?», domandò, sembrava leggermente a disagio.
Lluvia annuì. 
«C'è solo un letto però», rispose, timidamente. 
«Dormiamo insieme, se per te va bene, non mi va di stare sul divano», disse Gray, con una smorfia.
Lluvia esplose e svenne. L'ultima cosa che sentì furono gli improperi di Gray e due braccia forti che la presero in braccio, ed una volte che esclamò la sua sorpresa nel scoprire quanto fosse leggera. 
Si risvegliò la mattina dopo, sola nel letto, ma sull'unico cuscino a sua disposizione c'era l'impronta di un'altra testa, quella del suo Gray-sama.
Si ributtò a letto, completamente rossa in volto ed al massimo della felicità, e abbracciò il cuscino mentre scalciando gridava la sua gioia sotto-forma di parole sconnesse. 



BUON GRUVIA DAY A TUTTI <3

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Capitolo 5
*** Cenere sul bianco ***


Cenere sul bianco

Erano appena arrivati. Il paesaggio davanti a loro si presentò subito così solitario da spaventarli. Gli edifici erano tutti accasciatati sul terreno, bruciati dal fuoco e crollati per via degli attacchi magici, molte persone erano riverse sul terreno, la faccia rivolta verso la terra su cui avevano vissuto, i vestiti sporchi, ricoperti di terriccio e cenere.
Lucy emise un verso pieno di tristezza e rabbia mentre guardava la cittadina devastata dal demone. Natsu, vicino a lei, ringhiava, mentre Gray osservava il tutto in un cupo silenzio, forse perso nei pensieri di quella visione che gli ricordava, di certo, il suo passato. 
Lluvia avanzò, staccandosi dal braccio del suo Gray-sama, con un'espressione ferita e triste. Si avvicinò alle macerie della chiesa, davanti a lei, e vide subito un piccolo corpo rivolto verso il basso. La bambina aveva avuto dolci capelli rosa che ora, le incorniciavano il piccolo volto inespressivo, e gli occhi azzurri, spalancati e spenti. 
Il vestitino, rosa anch'esso, era tutto sporco di cenere e fango e, qua e là, era strappato e insanguinato. Voltò la bambina e le chiuse gli occhi. Lucy stava facendo lo stesso e anche Levy, sebbene l'ultima lo facesse con il volto rigato di lacrime. 
Più avanti, quando vide una donna abbracciata ad un uomo, si sentì mancare. Lei aveva un'espressione così dolce e felice, così serena, mentre il suo compagno la stringeva fra le braccia. Era vestita con un abito da sposa, un tempo bianco, ma ora ricoperto di cenere grigia, e sbrindellato qua e là. 
Era morta nel giorno più bello della sua vita.
Lluvia sentì le sue gambe tremare e, stava per crollare a terra, quando Gray l'aiutò, tenendola da dietro. Le posò una mano sulla vita e l'altra sulla schiena e cercò di tenerla su. Lluvia si appoggiò a lui, e lui la lasciò fare. 
«Li vendicheremo», disse Gray.
«Sì», rispose Lluvia, guardando con ammirazione il ragazzo che tanto amava. Sperava che, uccidendo il demone che aveva compiuto tutto questo, le persone morte, le loro anime, potessero trovare la pace. 
Si raddrizzò, per essere degna di stare al fianco del suo compagno, e si decise, pronta a combattere. 


Era passata una settimana da quando avevano sconfitto il demone. Lluvia sentiva ancora le sue urla di notte, ma poi le compariva il viso di Gray, nei suoi sogni, e si rassicurava. Lui la proteggeva. 
E lei proteggeva lui.
Ed era andata così anche nella realtà, poiché non avrebbe mai e poi mai lasciato che lui si ferisse o che venisse ucciso. Se lui fosse morto, sarebbe morta con lui.
Per quanto Gray non capisse, i suoi sentimenti nei confronti di lui erano così forti e belli da renderla felice nonostante i continui muri che lui postava fra loro.
Non voleva che lo abbracciasse, la chiamava asfissiante, si lamentava. E molte altre cose, eppure, nell'ultimo periodo, la toccava spesso. Un gesto che non aveva notato nemmeno lei fino a quando Mirajine non gliel'aveva fatto notare. 
Era rimasta imbarazzata, ma ne era stata così felice da rimanere imbambolata tutto il giorno senza nemmeno vedere il suo Gray-sama. 
Dopo il suo passato così triste e doloroso e arido di felicità, quel presente pieno di emozioni bellissime, di amore e di gioia, di una spensierata gioventù, la faceva sentire quasi completa. Nel progetto che si era fatta, una volta unitasi a Fairy Tail, l'unica cosa che mancava era che il suo amore venisse ricambiato. E non da Leon, bensì dal suo adorato, figo e forte Gray. 
Un giorno sarebbe successo, ne era sicura. 

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Capitolo 6
*** Mi ami. Ma io ti amo? ***


Mi ami, ma io ti amo? 
 
I giorni di Gray erano un susseguirsi di avventure all'apparenza spensierate, di risate durante la giornata e sentimenti neri racchiusi nel profondo di un cuore ghiacciato. Sì, la vita, davanti ai suoi occhi scuri, era stata un deserto di ghiaccio, dove qualche volta si presentava il calore di Natsu, la risata di Erza, la presenza dei suoi compagni. Eppure, mai prima d'allora, l'odio, il rimorso e la tristezza nel suo cuore  erano spariti. 
Poi era arrivata Lluvia.
Una pazza ragazza, innamorata persa di lui per chissà quale motivo, una colossale e incredibilmente testarda femmina e una guerriera apprezzabile. 
I suoi occhi l'avevano colpito la prima volta. Erano come i suoi; vuoti, pieni d'odio e confusione, pieni di bisogno. 
E senza pensarci su le aveva teso la mano come Ur aveva fatto con lui. E s'era sentito così bene in quel momento, s'era sentito umano e caldo. 
Quindi, il ritrovarsi lei davanti con gli occhi seri, in attesa di una risposta non era così strano. Nemmeno il forte disagio che provava o il battito accelerato del suo cuore sembravano anormali. 
- Io ti amo, Gray-sama – ripeté la ragazza.
Gray arrossì, ma dissimulò il tutto guardando da un'altra parte, nascondendo lo sguardo confuso abbassando un po' la testa. 
Ti amo.
Erano quelle le parole che le erano uscite dalla bocca con una normalità impressionante. Una purezza, una onestà che Gray in un certo senso ammirava; si sentiva attratto da lei, ma allo stesso tempo sapeva d'averne paura. L'amore che lei provava per lui, lo spaventava. 
E ora era lì, insieme a lei, e non aveva la più pallida idea di cosa risponderle. L'amava? Non l'amava? L'odiava? Non lo sapeva. I sentimenti che provava nei confronti di Lluvia erano sempre così disparati e forti da confonderlo. Era così ingarbugliati fra loro che il discernerne  solo uno dagli altri gli sembrava impossibile.
L'amava? 
- Lluvia, non dovresti – fu l'unica cosa che si sentì di dire, pentendosene subito. Lei aveva il diritto di esprimere i suoi sentimenti, di innamorarsi di chi voleva, di dirglielo. - Ma grazie – aggiunse, poi si voltò e si sentì il più grande idiota del mondo.
Lei lo inseguì e con un movimento brusco lo fece girare, avvicinandosi così tanto che Gray poté vedere le guance arrossate e gli occhi lucidi e le labbra mordicchiate per il nervoso. 
- Non rinuncerò – gli disse, come un avviso. E poi lo abbracciò.
Lui sospirò, sentendosi meno in colpa. 
Lei era così insistente, così sorprendente pazza e piena di vita... 
Poi una rivelazione lo colpì come un fulmine a ciel sereno: lui l'amava.
Amava perfino quei lati che lo infastidivano. 
Si rilassò improvvisamente, come se per un attimo tutto si fosse fermato lì, come se la confusione fosse sparita, per poi sentirsi in imbarazzo e strano.
Arrossì violentemente e la staccò con le mani tremanti. 
- L-L-Lluvia! - esclamò balbettando. Il Principe di Ghiaccio sembrava essere andato in frantumi. Sì, davvero poco figo.
Lluvia lo guardò negli occhi e, dopo un verso non ben identificato, si sciolse fra le sue braccia come un gatto in overdose di erba gatta.
Quando si riprese, si staccò da lui e iniziò ad arrossire sempre di più, mentre Gray si sentiva sempre più in imbarazzo e confuso. Questa faccenda, pensò, sta degenerando. 
Con un moto di coraggio la prese la guardò negli occhi, si avvicinò piano piano a lei finché le loro labbra non si toccarono lievemente. E lì, tutto l'imbarazzo provato da loro, la loro confusione, svanì in quel bacio. 
- Ti amo anch'io – mormorò Gray.
E questo, per ora, bastava. Quando si staccarono, la neve aveva iniziato a cadere lentamente, posandosi su di loro come una dolce benedizione. 
Anche se...
Natsu l'avrebbe preso in giro per anni. 
 
Ma poteva sempre rispondere che almeno lui, la ragazza che amava, l'aveva baciata, a differenza di qualcun altro.


 

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