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di HarryMacy2020
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ti amo ma non posso stare con te.

Questo era in sintesi quello che Oliver le aveva detto quella sera.

Sapeva quello che provava, la paura che doveva averlo attanagliato dopo l'esplosione e che era divenuta ancora più palpabile dopo Sara.

Cielo, non riusciva ancora a realizzare ciò che le era successo, era così assurdo.

Vederla su quel tavolo le aveva fatto comprendere che la vita è breve e che ogni momento deve essere vissuto appieno, per non doversi guardare un giorno indietro e pentirsi di non aver colto ogni opportunità. E, in cuor suo, aveva sperato che anche Oliver avesse la sua stessa idea. Ci aveva davvero sperato, senza riflettere a fondo sul suo carattere, sul suo modo di pensare e agire, su tutto quello che aveva dovuto passare e che lo avevano reso l'uomo che era ora: forte e coraggioso, disposto a tutto per aiutare gli altri...eppure così fragile e spezzato, così incapace di fidarsi, come lui stesso le aveva rivelato, di credere di meritare di essere amato, di avere una vita.

Si era arrabbiata con lui per non aver voluto dare una chance alla loro storia, per non averle permesso di stargli accanto quando ne aveva avuto davvero bisogno ma ora la rabbia era un po' svanita.

Aveva preso una decisione...non sarebbe rimasta a guardarlo morire giorno dopo giorno, chiuso nel suo guscio, non poteva farlo. Non più.

Così aveva accettato la proposta di Ray Palmer di lavorare per lui, di andare avanti...o almeno di provarci, perché, con la consapevolezza dei loro sentimenti, sarebbe stato difficile fingere.

Con questi pensieri, si ritrovò davanti al suo ufficio nel reparto informatico della QC, stesso reparto ma mansioni più delicate e, sicuramente, un ufficio che meritasse questo nome.

-Buongiorno.

Ray la stava aspettando appoggiato allo stipite della porta, a braccia conserte, con quel suo stupido sorriso stampato in faccia.

-Buongiorno.

-Sono davvero contento che tu abbia accettato di lavorare con me...

-Per te. Io lavoro per te...lei, signor Palmer.

-Ray, ti prego. E no, ne abbiamo già discusso, tu lavori con me. Voglio che tu ti consideri più una mia pari...-non gli sfuggì lo sguardo incredulo della donna-...ok, diciamo la mia partner, non una mia dipendente.

Il cuore di Felicity perse un battito. Non sarebbe stata la partner di nessun altro, nessuno tranne Arrow.

-Vorrei chiarire, per l'ennesima volta, visto che evidentemente, nonostante il tuo elevato quoziente intellettivo non hai compreso, che il nostro rapporto lavorativo sarà strettamente legato...al lavoro. Io lavoro per te, Ray.-quasi urlò, sottolineando il suo nome.-E questo è quanto.

-Ok, ok, non arrabbiarti. Sei molto più carina quando sorridi.

Ancora una volta non gli sfuggì il suo sguardo assassino.

-Ora ho del lavoro da fare, se non le...ti dispiace.-detto ciò, gli diede le spalle e chiuse la porta dietro di se.


La giornata era trascorsa velocemente, come sempre, ma mentre la sera si avvicinava, Felicity sentì crescere dentro quella ormai famigliare sensazione di disagio, al pensiero di tornare al covo. Qualcosa che non la faceva stare bene, perché quel luogo era il suo posto sicuro, la sua casa, e già una volta Slade Wilson era riuscito a rovinarlo, non voleva accadesse di nuovo.

Scese le scale e trovò il team intento ad allenarsi. Tutti le sorrisero ma quando il suo sguardo incontrò quello di Oliver seppe con certezza che qualcosa era cambiato. Avrebbero lavorato ancora insieme, sarebbero stati partner ma qualcosa si era rotto, sperava soltanto non fosse irreversibile.

Ormai le giornate si susseguivano così: lavoro stressante con Ray alla QC di mattina, lavoro stressante con Oliver al covo di notte.

-Serata fiacca per il crimine, eh?

Roy cercava sempre di farla sorridere, nonostante anche lui fosse a pezzi per la storia con Thea, e spesso ci riusciva. Si capivamo, condividevano qualcosa.

-Così sembra.-gli sorrise.

-Che ne dici di andare a berci qualcosa?-lasciò cadere l'arco con cui poco prima si stava allenando e le si parò davanti.-Io e te, una pizza e un paio di birre, che ne dici?

Sapeva cosa stava facendo e lo adorava per questo.

-Dico che è un'idea fantastica.

Felicity prese le sue cose e seguì l'amico verso le scale.

-Dove andate?

Solo in quel momento John e Oliver si accorsero della loro “fuga”.

-Non sembra ci sia molto da fare stasera così andiamo a mangiare qualcosa. Buona serata.

Roy salutò e, prendendola sotto braccio, la trascinò fuori dal covo.

Una volta all'aria aperta, i due si guardarono.

-Credo ci voglia qualcosa di più forte di una birra..-iniziò Roy, ridendo di gusto, seguito, subito, da Felicity.

Con la chiara intenzione di passare una serata tra amici, si allontanarono tra le vie di SC.



NOTE DELL'AUTRICE: Ciao, è davvero un bel po' che non scrivo, sorry, ma sono stata davvero impegnata.

Cmq, chi di voi si è ripresa dalla 3x01? Io ancora ho serie difficoltà , lo ammetto, e sono certa che le cose non miglioreranno in futuro :(

Cerco di trovare un senso alla mia vita ahahahah e nel frattempo provo a scrivere un po'. Non sono sicura di quello che ne verrà fuori, con tutti questi spoiler succulenti, ma spero vi aiuti a passare un po' il tempo.

Fatemi sapere che ne pensate di questo inizio... ;)


PS. Vorrei ringraziare le mie sis del cuore per il sostegno e...tutto il resto. Vi lovvo :*

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Capitolo 2
*** 2 ***


In qualche modo, il tempo stava scorrendo, i giorni passavano e il dolore...beh, no quello non stava scomparendo. Si stava attenuando, forse. FORSE.
Alla QC procedeva bene, Ray le aveva assegnato compiti di un certo spessore e non mancava mai di congratularsi con lei per l'ottimo lavoro svolto. A questo non era facile abituarsi.
Sorrise tra sé pensando a quella mattina, quando l'aveva fermata davanti all'entrata dell'edificio per esprimerle apertamente tutta la sua stima. Le aveva sorriso, in quel suo modo che all'inizio l'aveva urtata, ma a cui ora iniziava ad affezionarsi, e le aveva sfiorato un braccio gentilmente.
Era davvero un uomo incredibile, si ritrovò a pensare. Intelligente, capace, simpatico, innegabilmente affascinante e così propenso ad esternare i suoi pensieri...i suoi sentimenti. A differenza di qualcuno.
Il sorriso si tramutò in una smorfia di fastidio. Si era ripromessa di non pensare a lui il più possibile, cosa decisamente troppo complicata al momento.
Fece un profondo respiro e s'incamminò verso l'ascensore, diretta all'uscita.
-Buona serata, Felicity. E grazie di tutto.
Si voltò e gli sorrise spontaneamente.-Anche a te, Ray.
I loro sguardi rimasero incollati per qualche istante, creando una sorta di bolla che li divideva dal resto del mondo, poi, in silenzio, entrambi tornarono alla loro vita.
Non era la prima volta che capitava, Felicity ne era consapevole. Stava permettendo a quell'uomo di avvicinarsi giorno dopo giorno, in punta di piedi. Lui era così diverso, così...
Scosse la testa, lasciando quei strani pensieri al luogo oscuro a cui appartenevano, doveva sbrigarsi ad arrivare al covo.
Come sempre, la notte era quella che trascorreva con più velocità. C'era sempre qualcosa d'importante da fare, ultimamente...Malcolm Merlyn da tenere sott'occhio, la Lega degli Assassini da monitorare, i cattivi di turno da catturare...e poi c'era la questione Thea.
Roy fingeva beatamente di non avere problemi a lavorare con lei, di nuovo, al Verdant ma Felicity sapeva come si sentiva dentro. Quando ami qualcuno è difficile fingere, ma anche Thea aveva preso una decisione: non potevano che essere amici e Roy preferiva questo all'idea di non averla più nella sua vita, per quanto potesse far male.
Dal canto suo, doveva ammettere di non aver ancora ben inquadrato tutto l'accaduto. Qualcosa non le tornava della storia raccontata da Thea riguardo la notte della guerriglia e del tempo trascorso a Corto Maltese ma aveva i suoi problemi e finchè il suo amico non avesse voluto parlarne, lei avrebbe lasciato in sospeso il discorso.

Un'altra giornata d'ufficio stava finendo. Era distrutta, ma il pensiero di essere riuscita a sbrigare i suoi compiti in tempo record poteva essere di buon auspicio. Si sarebbe potuta trascinare a casa prima del solito, avrebbe fatto un bagno caldo e forse...forse un po' della stanchezza che sentiva addosso sarebbe scivolata via, lasciandola pronta e scattante per una nuova nottata al covo.
-Dovresti riposare di più, sembri stanca.
Si voltò seguendo la direzione della voce e lo vide poggiato alla porta, come al su solito.
Felicity non potè dargli torto, ad ogni modo, le sue giornate erano piene dall'alba al tramonto, e spesso anche oltre. Ma sapeva di non poter rinunciare a nessuna delle sue attività: il lavoro alla QC le serviva per vivere e quello con Arrow a sentirsi viva.
-Forza, andiamo, ti porto a cena fuori.
Le si avvicinò oltrepassando la scrivania e, prendendole il gomito, la fece alzare.
Non oppose resistenza, aveva bisogno di aria, di respirare, di...andare avanti.
Accettare la sua proposta non avrebbe cambiano niente, lo faceva soltanto per dimostrare a se stessa che poteva esserci altro nella vita, che lei poteva essere altro...oltre alla sua partner.
Era soltanto una cena, questo si era ripetuta per tutto il viaggio in auto con Ray fino al Belly Burger. Solo una cena.
Quando si era fermato, gli aveva scoccato uno sguardo perplesso ma lui aveva sorriso e l'aveva aiutata a scendere.
Era stato gentile e dannatamente divertente per tutta la serata e il tempo era trascorso veloce.
Aveva scoperto che Ray era a conoscenza del suo lavoro “notturno” ed era rimasta sorpresa dalla sua perspicacia. Non le aveva spiegato come lo avesse capito e lei aveva preferito non approfondire, non ora. Si era aspettata, però, da lui una serie di domande imbarazzanti alle quali sviare goffamente, invece era stato schietto ammettendo di preoccuparsi per lei e di capire quanto fosse importante la segretezza. Un altro punto per lui...nonostante la cosa fosse decisamente strana.
Prese nota di fare più attenzione negli spostamenti e, magari, di fare qualche altro controllo sul suo passato.
Un bip proveniente dalla sua borsa interruppe il loro accorato dibattito sulla fisica quantistica.
Era un messaggio. Di Oliver...Oddio...
-Dove sei?
Breve, sintetico, come sempre, il minimo indispensabile.
Guardando l'ora sul display del cellulare scattò in piedi, rischiando di rovesciare il tavolo.
-Sono le 23 passate?-chiese sconvolta.
-Hai il coprifuoco?-domandò lui divertito.
Felicity lo fulminò con lo sguardo e raccolse le sue cose alla svelta.-Grazie...davvero, Ray. Era tanto che...grazie.-gli sorrise nuovamente e fece per andarsene ma lui la bloccò con un lieve tocco della mano sul braccio.
-Anche per me è stato...piacevole. Spero di poter ripetere l'esperienza.
Poteva leggere speranza e qualcos'altro nei suoi occhi, qualcosa a cui non voleva dare un significato. Qualcosa che la fece fremere.
-Devo andare, mi spiace. Buonanotte, Ray. A domani.
Si precipitò fuori dal locale senza attende oltre. Doveva sbrigarsi.


Nota dell'autrice: Come al solito non riesco ad essere costante con gli aggiornamenti, chiedo venia :(
Spero cmq vi piaccia anche questo capitolo e ricordate: le recensioni, buone o cattive, sono sempre gradite :)
Buona lettura e alla prossima :*

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Capitolo 3
*** 3 ***


La serata era stata piacevole, come sempre in compagnia di Ray.
Cena e passeggiata nel parco, una tranquilla e divertente alternativa allo stare a casa a rimuginare sul suo complesso e incomprensibile rapporto con Oliver.
Oliver. Perché i suoi pensieri rivolgevano sempre a lui? Avrebbe dovuto pensare all'uomo accanto a lei che riusciva a farla sorridere e con il quale poteva discorrere ore di matematica, fisica e informatica. Quell'uomo era bello, intelligente e decisamente sapeva tenerle testa.
Allora perché non era lui a invadere i suoi pensieri? Perché non poteva andare avanti, come le aveva detto lui quella maledetta sera, e cercare di farsi una vita?
Ma Felicity sapeva la risposta e questa era la cosa che più la terrorizzava. Lei amava ancora Oliver Queen non avrebbe mai smesso di amarlo! Qualsiasi cosa lui le avrebbe detto o fatto per farla allontanare, non sarebbe mai riuscita a smettere di amarlo. Mai.
Ci stava provando però. Stava usando Ray per darsi una possibilità ma, per quanto si sforzasse, non stava funzionando.
In quel momento si accorse che l'uomo le stava parlando e attendeva una sua risposta.
-Scusa, Ray, ero distratta. Cosa dicevi?-cercò di riprendere il controllo dei suoi pensieri.
-Ti ho chiesto se volevi un gelato.-le sorrise in quel modo tutto suo che, era certa, avrebbe fatto breccia nei cuori di qualsiasi donna, ma che su di lei non aveva alcun effetto.
-Si, certo.-rispose al suo sorriso tentando di sembrare convincente.
Un gruppo di giovani scelse quell'istante per uscire dal percorso del parco e piombargli addosso correndo e ridendo. Uno di loro aveva in mano uno dei bicchieri del BellyBurger che, inevitabilmente, finì sul vestito nuovo di Felicity, imbrattandolo di frappè alla fragola insieme ai capelli, che aveva scelto di lasciare sciolti quella sera.
Felicity spalancò gli occhi sorpresa per quel inconveniente mentre Ray le prendeva la mano e la faceva allontanare verso l'uscita del parco.
-Credo sia meglio che mi riporti a casa.-sperava davvero che il suo tono celasse la sua gioia a tale possibilità.
-Il mio appartamento è più vicino. Potrai darti una pulita, poi ti riaccompagnerò personalmente.-Il suo di tono non ammetteva repliche, in questo gli ricordava...basta!
-Non credo sia il caso, Ray.
-Siamo a piedi, ricordi? Non vorrai andartene in giro per SC conciata così?-la canzono' sorridendo.
Evitò ogni protesta e si lasciò trascinare verso il suo appartamento.
Appena saliti all'ultimo piano dell'attico, Ray le indicò il bagno.
-Vado a cercare qualcosa da farti mettere...-la osservò attentamente con sguardo lusinghiero-...magari una delle mie tute ti andrà.-e sparì lasciandola sola nel grande salone.
Felicity allora entrò nel sofisticato e lussuoso bagno, si guardò allo specchio e scoprì che, effettivamente, il suo stato era peggiore di quanto avesse immaginato. La bevanda era colata sull'abito ma le era finita anche sui capelli e sulle spalle. Che disastro.
Chiuse la porta e si spogliò. Trovò delle salviette e tentò di darsi una pulita quando sentì dei rumori oltre la soglia. Infilò un asciugamano per coprirsi e sgattaiolò curiosa verso la fonte di tale frastuono e la scena che le si parò davanti aveva dell'assurdo.
Ray era nel salotto, in posizione di difesa, davanti ad un Arrow pronto a colpire. Che diavolo ci faceva Oliver li'?
Senza esitare, o riflettere, si portò nello spazio tra i due cercando di dividerli.
-Che sta succedendo?-chiese ad entrambi, passando con lo sguardo dall'uno all'altro.
Entrambi la guardarono decisi a parlare ma, quando notarono il suo abbigliamento, ammutolirono.
Felicity si rese conto soltanto in quel momento di essere praticamente mezza nuda e arrossì, fissando Oliver, che sembrava piuttosto arrabbiato.
Ray fu il primo a riprendersi.- Esci da casa mia! Ora!
-Me ne andrò quando sarò sicuro che lei stia bene.
-Credi che quel frappè possa ucciderla? O sono io che potrei farle del male, secondo te?-lo provocò.
Oliver scattò, pronto a colpirlo, ma Felicity gli mise una mano sul petto.
-Va tutto bene...dovresti andare.-la voce come un sussurro.
-Ti riaccompagno a casa.-insistette lui senza toglierle gli occhi di dosso.
-Posso farlo io!
-Smettetela.-urlò esasperata.-Ray, ti prego, dammi un minuto con lui.
-Non capisco cosa voglia  Arrow...
-Siamo amici...a volte può essere un po' troppo protettivo. Sicuramente stava seguendo qualcuno...
Senza dar segno di aver compreso, li lasciò soli.
Felicity allora affrontò l'uomo incrociando le braccia al petto.
Oliver, involontariamente, la squadrò, mettendo entrambi in imbarazzo.
-Smettila! Va via, Oliver. Non sono in pericolo.
-Devi tornare a casa per cambiarti.-era irremovibile.
La donna, sospirò profondamente. Non sarebbe mai riuscita a liberarsi di queste sensazioni, sensazioni che soltanto lui era in grado di farle provare.
Si arrese perchè non voleva che quella situazione divenisse ancora più imbarazzante.
Tornò in bagno dove Ray le aveva lasciato una tuta, forse troppo grande ma decisamente meglio dello  stato attuale, e si cambio'.
Nel salone, l'attendevano i due uomini che si guardavano ancora in cagnesco.
-Arrow mi accompagnerà a casa.
-Dovrei essere io a farlo.
Felicity si avvicinò a lui e lo baciò sulla guancia.-Grazie della serata ma...devo andare ora, sai...l'altro lavoro mi chiama.-gli fece l'occhiolino.
Lui la lasciò andare arrabbiato e confuso ma quello non era ne il luogo neil momento per discutere con l'uomo mascherato. Un giorno, forse.
Felicity seguì Oliver in silenzio fino alla sua moto, parcheggiata poco più in là.
Arrivati, lei salì salutandolo distrattamente. Era troppo arrabbiata in quel momento, avrebbero parlato l'indomani, ma quando entrò nell'appartamento, lui era li ad aspettarla. Braccia conserte, il cappuccio abbassato e lo sguardo serio.
-Togliti immediatamente quei vestiti!
Lei ammutolì e arrossì nuovamente, fissandolo confusa.
Lui prese un respiro e cercò di calmarsi, cosa piuttosto difficile visto come si sentiva ad averla vista prima mezza nuda e ora con indosso gli abiti di un altro. Non poteva ne doveva indossare gli abiti di un altro, maledizione!
Gi era arrivato il sangue alla testa...doveva calmarsi, davvero.
-Intendo dire che dovresti cambiarti e andare a riposare.-Detto questo si voltò per andarsene.
-Tutto qui? Questo è tutto quello che hai da dirmi?-era incredula e davvero arrabbiata.
Sapeva che li aveva seguiti e sapeva il perché e voleva che lui lo ammettesse.
-Cos'altro vuoi che ti dica?
Lei lo fissò per un lungo istante, poi sospirò arrendendosi.-Niente. Come sempre, Oliver, tu non hai niente da dire, tu non ne vuoi parlare ma, ti chiarisco le idee...sei stato tu a decidere di non darci una possibilità, tu! E quindi non hai il diritto di seguirmi o...fare quella faccia...
-Quale faccia?
-Sai cosa?-sbottò lei, ormai furente.-Lascia stare. Grazie del passaggio. Ci vediamo domani.
Gli diede le spalle e si chiuse in bagno lasciandosi cadere contro la porta, pronta a dar libero sfogo alle lacrime non appena se ne fosse andato.
Come sarebbe riuscita ad andare avanti così? Come ci sarebbero riusciti entrambi? Innamorati ma troppo spaventati...
Sperava davvero che un bel bagno e un bel sonno le avrebbero portato consiglio.



Note dell'autrice: eccomi con un nuovo capitolo, sempre più incasinato ahahahahh
Nell'ultimo periodo ho avuto mille idee ma metterle insieme e dar loro un senso è davvero difficile, alla fine ho deciso di scrivere tutto quello che mi veniva in mente e di lasciare che le cose si sistemassero da sole, come tante piccole scene, situazioni, in cui la nostra OTP poteva imbattersi. Spero non risulti solo un guazzabuglio confuso :) e che vi piaccia condividere con me la mia pazzia per questi due che mi stanno letteralmente rovinando la vita.
Buono lettura :*

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