I'll carry you home

di PaladinaBianca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awakening ***
Capitolo 2: *** Beginning ***
Capitolo 3: *** Investigating ***
Capitolo 4: *** Meeting ***



Capitolo 1
*** Awakening ***



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A Meras9100 e Ludos98;
senza il vostro appoggio,
questa storia non sarebbe mai nata.
 
 

Prologo

Awakening.




 
Un cupo lamento, ininterrotto, si face strada fra i prati deserti, giungendo fino alle sue orecchie.
Yumi Ishiyama camminava lentamente, sostenuta da un impassibile Ulrich Stern.
Vestita di nero, il volto basso; sembrava decisamente più piccola, rispetto ai suoi diciannove anni.
-Yumi, non credi sia ora di farla finita?!
Odd  Della Robbia si era voltato; rabbia ed esasperazione si mescolavano sul suo volto, mentre fissava, immobile, la ragazza di fronte a lui.
-Odd, si può sapere cosa ti succede?-
Ulrich non sembrava sconvolto, soltanto annoiato; senza speranza.
Quando rispose, Odd apparve più acido di quanto avesse voluto.
-Mezz’ora, amico. Quel tizio con la barba ha finito di blaterare ben mezz’ora fa. E lei non si è ancora calmata!
Yumi si strinse maggiormente alla spalla di Ulrich, ricominciando a singhiozzare.
-Stai solo peggiorando le cose, Odd.- l’amico scosse piano la testa. –Dovresti star male anche tu. Invece sei dannatamente tranquillo. A volte, proprio non ti capisco.
Odd sentì i muscoli delle spalle irrigidirsi, a quelle parole.
Deglutì, e ricominciò a camminare velocemente, voltate le spalle agli amici.
Era vero: non era triste, sconsolato, disperato. Era arrabbiato. Terribilmente arrabbiato.
 
Jeremy, diamine, come hai potuto abbandonarci?
Come hai potuto abbandonare Aelita?
Eravamo una squadra. Eravamo.. i guerrieri di Lyoko.
 
Il ragazzo cadde sulle ginocchia, stringendo i pugni.
Lacrime veloci sfuggirono ai suoi occhi, senza che avesse il tempo di fermarle.
Poi, una mano calda gli strinse la spalla.
-Mi dispiace, amico.
Ulrich.
-No. Dispiace a me. Per tutto- si rialzò in piedi, scacciando con un gesto nervoso quelle lacrime inopportune. –Sarei dovuto correre subito alla fabbrica, quando Jeremy ha chiamato. Senza contattarvi, senza..-
 
Lacrime; altre lacrime.
Odd Della Robbia non aveva mai pianto, se non per il cibo scadente della mensa del Kadic.
 
-Non è colpa tua, Odd. Mi hai capito?
Ulrich stava cercando il suo sguardo; era incredibilmente serio.
-Non ho agito come avrei dovuto, Ulrich. Questa è la verità.
Si voltò nuovamente, di scatto; senza aspettare una risposta.
E iniziò a correre, sempre più veloce, lasciandosi alle spalle i lamenti di Yumi.
Jeremy Belpois era morto.
Si era suicidato, dopo aver appreso che Aelita si era gettata nel Mare Digitale.
 
-Sarai anche morto, Jeremy, ma non pensare di averla vinta.
Con quelle parole, sussurrate nella sera, Odd prese una decisione.
 
Jeremy Belpois era morto.
Per Aelita, invece, non era ancora stata scritta la parole fine.
Non era più rintracciabile, ma non per questo lui non l’avrebbe trovata.
 
-Te lo giuro, Jeremy. La riporterò a casa.
Odd cambiò bruscamente direzione, diretto alla vecchia fabbrica.
 
 
-


Il cimitero era silenzioso; si udiva solamente lo sferzare del vento fra i cipressi.
Poi, d’improvviso, uno scricchiolio sinistro.
Uno, due, tre. Di nuovo, quel rumore.
Poi uno scatto, deciso.
La lapide si trovava al riparo di un cipresso più grande degli altri.
Era piccola e bianca, incisa con meticolosa precisione.
 
Jeremy Belpois,
(1990-2008)
Guerriero e amico.
 
Il rumore di un osso spezzato, forse.
La terra ai piedi del memoriale iniziò a tremare impercettibilmente.
Poi esplose.
Una mano, un braccio; infine, un ragazzo biondo.
Il giovane si incamminò lentamente lungo il sentiero, poi si voltò.
Sorrise, leggendo l’iscrizione.
Allungò una mano; ci fu una scarica elettrica.
La tomba ritornò silenziosa ed immobile.
 
Una risata si spense nella notte.
Nel cimitero, adesso, era tutto tranquillo.

_________________________________________________________________________


Note dell'autore:

Un saluto e un abbraccio a tutti coloro che sono arrivati fin qui!
Torno su Efp dopo un periodo abbastanza difficile, durante il quale ho dovuto chiudere l'account.
Eccomi qui, quindi, a pubblicare nuovamente una storia alla quale sono ancora molto affezionata.
Per chi non l'avesse mai letta - come ho già segnalato nell'introduzione - ricordo che il pilot di questa long altro non è che un'altra mia fanfiction, anch'essa da poco ripubblicata su questo sito; si tratta della one shot Destiny: numbers, chaos, energy, che potete trovare qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2906210&i=1.
In conclusione, vi comunico che l'aggiornamento della storia avverrà ogni sabato, preseumibilmente verso sera.
Spero davvero di riuscire ad aggiornare con regolarità!
A presto!

Contatti:
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- instagram: paladinabianca_efp
 

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Capitolo 2
*** Beginning ***



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I was just guessing at numbers and figures, 
pulling your puzzles apart. 
Questions of science, science and progress; 
don't speak as loud as my heart. 
 

Capitolo primo
Beginning

 





Imprecando, tentò di rialzarsi da terra.
Una fitta alla schiena, intensa, lo costrinse a stringere i denti.
Evidentemente, qualcosa non andava; qualcuno doveva avercela con lui.
Guardò in alto, verso le quattro corde consunte.
Una di esse, poteva vederlo chiaramente, era spezzata.
Spostò lo sguardo verso il basso; poco distante, l’altra metà della fune giaceva immobile.
Gli occhi di Odd si riempirono di lacrime, involontariamente; di nuovo.
Un velo sottile di disperazione ad offuscargli la vista, accompagnato da un singhiozzo soffocato.
Riacquistò completamente l’equilibrio; scosse la testa, sfregandosi gli occhi con frustrazione crescente.
 
Jeremy, senza di noi, cos’è diventato questo posto?
 
Non era mai successo, mai, che una della funi si spezzasse sotto il peso di qualcuno di loro.
Il fatto che fosse accaduto quella notte, nel giorno del funerale di Jeremy, non poteva essere un caso.
Odd non aveva mai creduto nel destino e, del resto, era sempre riuscito a spiegarsi le coincidenze.
Quella volta, qualcosa era cambiato, dentro di lui.
Stava parlando ai fantasmi.
E piangeva.
 
-Che cosa mi sta succedendo?
 
Un sussurrò spezzato, che in quel vuoto immenso, abbandonato, rimbombò in modo inquietante.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, cercando di scacciare i cattivi presentimenti.
Si diresse verso l’ascensore, lo avviò; e attese.
L’abituale cigolio metallico, che accompagnò l’apertura della saracinesca, ebbe il potere di calmarlo.
 
Odd respirò piano, deglutì; ed entrò nell’ascensore.
Aelita, sto arrivando.
 
-
 

-Sshh, Yumi, non agitarti; siamo a casa.
Ulrich aveva portato la ragazza a casa sua, ed ora la stava aiutando a distendersi nel proprio letto.
-Ulrich..- lei aveva la voce roca, impastata dalle lacrime amare di quella giornata –.. non avresti dovuto lasciarlo andare, sai?
Il ragazzo sospirò, e spostò lo sguardo fuori dalla finestra.
-Odd sa badare a se stesso; lo conosci anche tu.
 
Il senso di colpa è per i deboli.
 
-Nessuno di noi è più lo stesso, da quando..
Le mancò nuovamente il fiato, nel tentativo di trattenere l’ennesimo singhiozzo.
-Sshh..- le sussurrò, di nuovo, Ulrich -è stata una giornata difficile, per tutti. Cerca di riposare.
Con quelle parole, dopo averle donato un sorriso rassicurante, il ragazzo si diresse verso la porta.
Prima di uscire dalla stanza, si voltò nuovamente verso l’amica.
-Se hai bisogno di me, mi troverai in salotto. Buonanotte, Yumi.
 
Si diresse fuori dalla stanza, a passo svelto, prima di avere l’impulso di dire qualcosa che non doveva.
-Ulrich..
La voce di lei, bassa, lo incatenò a metà del corridoio.
Ulrich deglutì, prima di rispondere.
-Sì?
-Non lasciarmi sola, ti prego..
Il cuore del ragazzo saltò un battito; lui si sentì arrossire.
-Io.. sì, va.. va bene, arrivo.
Tornò lentamente nella stanza, e si avvicinò al letto, con passo incerto.
Lei si spostò un poco, per fargli spazio; e lui non poté più ignorare il muto invito della ragazza.
Scostò la coperta, sperando che Yumi non cogliesse il tremore delle sue dita.
La abbraccio, forte. Più forte di quanto avrebbe voluto.
-Mi manca Jeremy, Ulrich. Anche Aelita.. mi mancano così tanto..
Lei appoggiò la testa sul suo petto, ricominciando a piangere, sommessamente.
-Anche a me, Yumi. Anche a me.
 
Ulrich chiuse gli occhi.
Ed un’unica lacrima, temeraria, solcò il suo volto.
 
-
 

La sala di controllo era buia, ma Odd non ci fece troppo caso.
Non era quella, la sua destinazione.
Doveva scendere più in basso, lungo la scala arrugginita.
E raggiungere l’ultimo livello della fabbrica.
Doveva accendere, di nuovo, il supercomputer.
Il suo respiro era pesante, nell’oscurità; il ragazzo era concentrato.
Un cigolio lo distrasse; addirittura, lo spaventò.
Così mise un piede in fallo, e cadde.
 
Diamine, Jeremy, spiegami perché continuo a perdere l’equilibrio!
 
Ignorando il nuovo dolore, gli parve quasi di udire la risatina saccente dell’amico.
-Einstein?
Scosse velocemente il capo. Per un attimo, per un solo attimo, ci aveva creduto davvero.
Lacrime calde presero a scorrergli lungo le guance; lui le ignorò.
 
Jeremy, non è divertente, sappilo.
 
Arrancò nel buio, immerso nel gelo.
Perché fa così freddo?!
 
Evidentemente, il calore aveva qualcosa a che fare con il supercomputer.
-Ecco, un motivo in più per trovare la leva.. non voglio diventare un ghiacciolo.
Ridacchiò; e il suo vecchio sarcasmo gli causò una nuova fitta di dolore.
Si passò nuovamente la manica della felpa sul viso, senza pensarci.
Alla fine, la trovò.
Strinse la mano destra sull’impugnatura, si concentrò.
Sapeva che XANA era tornato, in qualche modo, anche se nemmeno Jeremy aveva capito come.
 
O, forse, l’avevi capito. Ma non ti sei certo preoccupato di farcelo sapere!
 
-Jeremy, diamine.. – quella volta, parlò ad alta voce – l’avremmo combattuto. Ce l’avremmo fatta, insieme.
Scacciò la rabbia, la frustrazione; e la tristezza.
Percepì la propria mano sudata, sulla leva; ignorò la paura intensa che provava.
-Lo sto facendo per te, Jeremy.. perdonami.
 
E lo sto facendo anche per te, Aelita.
 
Il viso della ragazza, sorridente, gli comparve davanti agli occhi.
I capelli lunghi, sempre rosa. Il suo corpo minuto, leggero.
Odd percepì le ginocchia tremare; stava perdendo il controllo.
E, finalmente, diede corrente.
 
-



William Dunbar era solo, in casa.
Guardava fuori dalla finestra della sua stanza, come sempre, pensando a lei.
 
Dove sei, Yumi?
 
Aveva appreso, soltanto poche ore prima, la notizia della morte di Jeremy.
Erano anni che non frequentava i suoi vecchi compagni del Kadic, ripensare a quei tempi faceva ancora male.
 
Lyoko.
I guerrieri di Lyoko.
 
Scosse la testa; c’erano giorni in cui si era chiesto, confuso, se non si fosse immaginato tutto.
Quella notte, però, i dubbi sembravano essersi finalmente dissipati.
 
Jeremy.
 
L’immagine del ragazzino biondo e dei suoi occhiali tondi ricominciò a perseguitare i suoi pensieri.
Li aveva abbandonati?
Avrebbe potuto fare qualcosa, per impedire il peggio, se fosse rimasto?
No, non l’avrebbe mai saputo.
D’un tratto, il rumore della maniglia che si abbassava lo distrasse.
-Mamma? Sei già tornata?
 
Nessuna risposta.
 
Qualcosa si accese, nel cervello di William.
Continuò a guardare fuori, tra le automobili parcheggiate nel vialetto.
 
Non l’ho sentito entrare.
Non ho sentito il campanello.
Non ho sentito nemmeno il rumore delle chiavi nella serratura.
Eppure, c’è un tale silenzio.
 
Strinse i pugni, inconsciamente.
Sapeva benissimo, chi era entrato in quella stanza.
Soltanto una persona, una cosa, era capace di una tale discrezione.
 
Per questa ragione, quando si voltò, non rimase troppo sorpreso di chi si trovava davanti.
-Cosa vuoi, questa volta, XANA?
 


____________________________________________________

Note dell'autore:

Ehilà, lettori! Come state?
Oggi aggiorno presto, sì... meglio approfittare del tempo che si ha quando si ha, giusto?!
In ogni caso, eccovi un primo capitolo - che EFP indica con un bel "2", visto che a quanto pare non conosce il significato di "prologo" .___. - ricco di vecchie conoscenze!
Cosa potrei dirvi, senza rischiare di spoilerarvi il resto della storia? Uhm...
Sicuramente stiamo iniziando a conoscere meglio Odd, il personaggio principale di questa long. La sua psicologia - vagamente OOC? Difficile dirlo, visto che nella serie tutti l'hanno trattato come una pezza da piedi e nessuno si è mai veramente preoccupato dei suoi sentimenti! Povero cucciolo del mio cuore! - verrà ulteriormente approfondita nel corso dei capitoli, ovviamente... e ci riserverà non poche sorprese! **
Per quanto riguarda la scena Ulumi... posso solo dirvi che sì, sono taaaaaanto teneri...! (E ora bocca cucita riguardo al futuro... U.U)
E poi, beh, che dirvi del finale? Ecco che anche il nostro William è ritornato... e sì, anche il suo ruolo sarà... particolare, diciamo.
Non ho altro da dirvi, dunque... vi saluto!
Buon weekend a tutti, e attenti a X.a.n.a.!
Vi voglio bene! <3
PaladinaBianca


PS: quasi dimenticavo! La citazione lassù, subito sotto il banner, è tratta da una famosissima canzone dei Coldplay: "The Scientist"!



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Ringraziamenti:
- grazie a  BrokenSmileSmoke per aver recensito il prologo di questa storia;
- grazie a  Destyno per averla inserita tra le seguite!
Un ulteriore abbraccio a voi!

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Capitolo 3
*** Investigating ***



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Capitolo secondo
Investigating






Il momento in cui tutto era possibile,
l'istante in cui è stata fatta una scelta o compiuta un'azione.
L'ultimo respiro prima di muovere un passo.
 Le reazioni a catena più durature sono innescate in quei momenti.
Da quelle azioni, da quelle scelte.
 E sempre dalle decisioni ispirate dall'amore.
 
(Touch)


 






Una ventata d’aria calda lo travolse in pieno viso.
Odd si piegò sulle ginocchia, cercando di mantenere l’equilibrio.
Poi, sorrise; il supercomputer era tornato in funzione.
Gettandosi un’ultima occhiata alle spalle, verificando che fosse davvero tutto a posto, si precipitò nell’ascensore.
Giunto alla sala di controllo, iniziò a chiedersi dove, e soprattutto cosa, avrebbe dovuto cercare.
 
Jeremy, certo che avresti potuto lasciarmi almeno un indizio, eh?!
 
Scosse la testa, triste.
Era giunto il momento di andare avanti; doveva concentrarsi.
Raggiunse la vecchia sedia consunta; deglutì, per ricacciare indietro le lacrime.
 
Sto diventando un bamboccio sensibile, spero che tu sia contento, Einstein!
 
Si sedette e si guardò intorno.
Cercò di fare mente locale, ricordando le vecchie lezioni di Jeremy.
Si maledì per non aver prestato più attenzione all’amico.
 
Non so nemmeno come si accende, questo affare!
 
Sospirò, sconfitto; e pigiò un tasto a caso, sulla tastiera, sperando che accadesse almeno qualcosa.
Click.
Odd si accorse di aver aperto lo scompartimento riservato ai dischetti.
Riuscì a scorgere un piccolo CD-ROM, ancora inserito.
Sorrise, per quell’inaspettato colpo di fortuna.
Poi, ricordando la fune spezzatasi sotto il suo peso, non riuscì ad arrestare un brivido, lungo la spina dorsale.
 
Coincidenze.
Odd Della Robbia, stai seriamente impazzendo.
 
Si riscosse, ed allungò una mano verso lo scomparto.
Qualcosa era stato scritto sul disco; inciso, forse.
 
Nulla si crea, nulla si distrugge; tutto si trasforma.
 
Questa calligrafia..
 
Sgranò gli occhi, intuendo l’importanza di quella scoperta.
Soffocò un gemito, la testa iniziò a girargli.
Si massaggiò le tempie, cercando di arrestare il flusso di dolore che aveva iniziato a travolgerlo.
-Aelita..
 
Basta, Odd.
Riprendi il controllo.
 
Doveva scoprire, in qualche modo, il contenuto di quel dischetto.
Chiuse la mano destra a pugno, e colpì violentemente il piano di lavoro.
Non aveva la minima idea di come fare.
Poi, l’illuminazione.
Tutti quei vecchi manuali, che Jeremy aveva scritto a mano, contenenti tutte le istruzioni necessarie a far funzionare il supercomputer; in caso lui, per via di XANA, non fosse riuscito ad intervenire materialmente.
Odd si alzò di scatto, pronto a lasciare la fabbrica.
Sapeva benissimo dove ritrovare quei vecchi fogli.
 
Per fortuna, Yumi non butta via mai niente!
 
Nell’euforia e nella fretta, Odd non si guardò indietro.
Il tempo di infilarsi in tasca il dischetto e, sorridendo, sparì nella notte.
 
Uscendo dalla fabbrica, non si accorse dell’ombra; in agguato.
 
-
 
 
Ingranaggi. Codici. O,1,0,1,0,1.
Milioni di file, di processi; mille differenti chiavi virtuali.
E numeri, tanti numeri.
 
Aelita era sola.
Dopo quello che le era parso un tempo infinito, aveva ripreso il controllo di se stessa.
Intorno a lei, il bianco.
 
Energia.
 
E, attorno a quello spazio vuoto, vorticavano cifre; unite in innumerevoli combinazioni.
Provò a gridare, ma nessun suono uscì dalla sua bocca.
Aveva ancora una bocca, almeno?
Il panico la travolse; poi ricordò.
Il salto, quella voce; il suo compito.
 
Papà.
Sto venendo a prenderti.
 
D’un tratto, mentre ancora galleggiava nel nulla, comparve un minuscolo punto.
Era nero, e si allargava sempre più.
Il buio iniziò ad avvolgerla, mentre lei veniva risucchiata sempre più in basso; sempre più velocemente.
Dapprima percepì soltanto un calore intenso, proveniente da quello che credeva essere il centro del proprio corpo.
 
Papà! Sei tu?
 
Ma, in pochi istanti, l’abbraccio si trasformò in una risata gelida, silenziosa in maniera inquietante.
Aelita provò di nuovo ad urlare, invano.
Ed iniziò a sentirsi sempre più debole, mentre XANA si fondeva con lei.
 
Sarà tutto come un tempo.
Non tornerò mai più a casa.
 
Eppure, avevano un accordo; lei e il nemico.
Fu quel pensiero, fisso, a darle la forza di non cedere.
 
­­­-


-Odd, hai intenzione di rimanere lì impalato ancora per molto?
Si era presentato da Ulrich, con l’intenzione di comunicargli le proprie scoperte; e di trascinarlo da Yumi.
Ma ad aprirgli la porta, non era stato il suo migliore amico.
 
Si schiarì la voce, sorridendo.
-Ehm, no.
Entrò in casa, mentre la ragazza chiudeva la porta alle sue spalle, sistemandosi la vestaglia.
Si guardò intorno, come per accertarsi di essere nel posto giusto.
-Yumi, tu.. che cosa ci faresti qui?
La ragazza non rispose, abbassando lo sguardo.
 
-Odd?
Ulrich era comparso alle sue spalle, evidentemente sorpreso.
 
Sono più sorpreso io di te, amico.
 
Odd non riuscì a nascondere un sorrisetto sarcastico.
-Beh, che c’è di divertente?
Ulrich era nervoso; imbarazzato.
 
Si passò una mano tra i capelli biondi, prima di rispondere.
-Carini i tuoi boxer.
 
-


Virtualizzazione.
 
William si svegliò di soprassalto; si guardò intorno, tra i ghiacci.
E strinse i pugni, preparandosi a combattere.
 
A noi due, XANA.
 
Anche su Lyoko, riusciva ancora percepire il dolore alla testa.
Jeremy, o quello che era diventato, doveva averlo colpito violentemente.
 
Ci è riuscito.
Mi ha ingannato, di nuovo.
 
-XANA, avanti; non avrai paura..
La voce rispose, in un modo che William percepì come un’eco leggero, tutt’attorno a lui.
-Non voglio combattere, guerriero. Voglio soltanto riprendermi dei dati che mi appartengono.
William continuò a guardarsi intorno, cercando di concentrarsi.
Stava per replicare, ma d’un tratto si sentì sollevare da una forza invisibile.
 
Dannazione.
Sentì una risatina, mentre tentava, invano, di divincolarsi.
-E questi dati, servono soprattutto ad Aelita.
 
Aelita?
Ancora viva?
 
William tentò di parlare, di porre ancora molte domande.
Ma quando la forza lo lasciò andare, fu subito buio.
 
Il ragazzo si risvegliò nello scanner, nei sotterranei della vecchia fabbrica.
Si tastò la testa, ritraendo le dita sporche di rosso.
 
Ci penserò dopo.
 
Corse alla sala di controllo, pronto a prendersi delle risposte, anche con la forza.
Purtroppo, di Jeremy non vi era più traccia.
 
-
 
 
Ulrich e Yumi lo guardavano con sospetto, ma anche con crescente preoccupazione.
Si erano rivestiti, e l’imbarazzante incontro di mezz’ora prima sembrava ormai dimenticato.
Odd aveva cercato di spiegare tutto coerentemente, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni.
 
Dopo qualche secondo di silenzio, Ulrich esplose.
-Non saresti dovuto tornare alla fabbrica, Odd. Stai inseguendo fantasmi. Smettila di cercare risposte che non troverai.
Il ragazzo scosse la testa, cercando, con uno sguardo, l’appoggio di Yumi.
Lei ricambiò l’occhiata, poggiando una mano sulla spalla del giovane accanto a lei.
-Ulrich, dovresti starlo a sentire. Ha detto di aver trovato qualcosa, magari può esserci utile per..
Ma il ragazzo non la lasciò nemmeno finire di parlare, ed iniziò a camminare per la stanza.
-Anche tu, Yumi? Davvero?! Perché volete infliggervi altro dolore inutile? Non riesco proprio a capirvi.
-Non è questo, Ulrich.. – Yumi tentò di avvicinarlo nuovamente, ma lui si ritrasse.
-No, non voglio più sentirvi. Proprio tu, Odd. Ti presenti a casa mia con quest’aria da eroe. Tu, che ieri, durante il funerale di Jeremy, sembravi così.. annoiato. Volevi tanto che andassimo avanti? Volevi che dimenticassimo? Non so tu, Yumi, ma io lo farò; davvero. Sono stufo di giocare al piccolo guerriero, sempre pronto a salvare il mondo. La verità è che dovresti crescere, Odd. Sono passati sei anni.
 
Con quelle parole, cariche di rabbia e risentimento, uscì dalla sua stessa stanza, sbattendo la porta.
 
Odd abbassò il capo, colpevole.
-Mi dispiace, Yumi.. io..
Lei sorrise, inaspettatamente.
-Io mi fido di quello che hai detto, Odd. Ulrich è soltanto..
Yumi si fermò; sembrava cercare le parole adatte. Non le trovò.
-Lascia perdere. Vieni, a casa mia ho conservato tutto ciò che ci serve.
 
Il ragazzo ricambiò, allora, il sorriso rivoltogli dall’amica.  
E cercò di lasciarsi alle spalle le parole di Ulrich, che ancora gli perforavano l’anima, come coltelli.
 
Ci penserò più tardi, a lui.
Ora, è tempo di scoprire la verità.
 
 
_______________________________________________

Note dell'autore:

Buongiornoa sera a tutti!
Okay, lo so, è vero, lo ammetto...... ho saltato la pubblicazione della scorsa settimana.
Mi dispiace davvero... ma in mia difesa vi giuro che ho avuto un sacco di problemi con il pc!
In ogni caso, torniamo a noi.
Cosa ne pensate di questo capitolo? ... diciamo che le cose iniziano a farsi sempre più intricate ed intriganti...(?)...
... sapete una cosa? Non saprei proprio commentarlo.
Perchè non mi lasciate voi qualche parere? ;)

Un abbraccio,
PaladinaBianca.

PS. cambio di rating, sì. ... arancione in previsione del futuro...

PS(1). non escludo di aggiornare una volta in più... magari a metà settimana... così per recuperare, ecco...


 
 
 
 

 

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Capitolo 4
*** Meeting ***


Capitolo terzo


Meeting



Noi confidiamo che il tempo sia lineare,
che proceda eternamente,
uniformemente, verso l’infinito.
Ma la distinzione tra passato, presente e futuro è un’illusione.
Ieri, oggi, domani sono conservativi.
Sono collegati in un cerchio infinito.
Tutto è collegato.

(Dark)


 

Finalmente, riuscì a rallentare la propria andatura.
La rabbia stava scemando, lentamente, permettendogli di pensare lucidamente.
Ulrich alzò lo sguardo, e si rese conto di essere su quel ponte, diretto alla vecchia fabbrica.
Nonostante tutto, sorrise.
 
Evidentemente, sono io quello che insegue i fantasmi.
 
Si guardò le spalle, prima di proseguire.
Stava già per varcare la soglia, quando la vide.
Rimase immobile, congelato dalla paura.
Una figura, barcollante, si stava dirigendo verso di lui.
 
Qualcuno è stato alla fabbrica..
 
Avrà avuto più o meno la sua età, pensò Ulrich.
Attese, cercando di valutare i pro e i contro di un possibile avvicinamento.
Quando lui alzò lo sguardo, però, Ulrich non poté fare a meno di trattenere il fiato.
William Dunbar gli stava sorridendo, gli occhi nascosti dai capelli corvini.
Si riscosse dal proprio torpore; sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa.
Ma il ragazzo si era fermato; il sorriso ridotto ad una smorfia di dolore.
Ulrich mosse un passo in avanti, spaventato da quell’improvviso cambiamento; e William cadde a terra.
 
Sotto di lui, una pozza di sangue; sempre più grande.
 
***

 
Finalmente, Odd era riuscito a mettere le mani su quello che stava cercando.
Yumi, continuando a tossire per via della polvere, gli indicò il suo nuovo netbook.
-Dovrei dare una pulita.. – commentò, soprapensiero, mentre Odd si avvicinava alla scrivania.
Lui non la sentì nemmeno, impegnato com’era ad accendere il computer.
-Yumi, questo affare non funziona!
La ragazza sbuffò, avvicinandosi all’amico.
-Oh, accidenti. L’alimentatore dev’essere saltato.. se hai un po’ di pazienza, chiamo mio padre..
Lei si voltò per prendere il telefono; uno spiffero d’aria la fece rabbrividire.
Si voltò di nuovo, per chiedere a Odd di chiudere la porta.
Il ragazzo era scomparso.
 
Perdonami Yumi, ma non ho tempo da perdere.
 
Iniziò a correre, sotto un cielo che prometteva temporali.
Si maledisse per non aver chiuso occhio, quella notte.
 
E ho perfino saltato il pranzo!
 
No, evidentemente qualcosa in lui non andava.
Credeva di aver esaurito le lacrime, invece le sentì salire nuovamente agli occhi.
Evitò di pensare, continuando a correre.
Quando raggiunse la porta di casa, infilò svogliatamente le chiavi nella serratura; ed entrò.
Si diresse in camera sua, accese il computer e diede un’occhiata al letto sfatto.
 
No, Odd.
Dormirai più tardi.
 
***
 
 
Dannazione.
 
-William? Riesci a sentirmi?
Il ragazzo socchiuse gli occhi, tossicchiando.
-Ulrich.. non hai idea di cosa..
-Non muoverti, chiamo un’ambulanza.
Quando si alzò, per recuperare il telefonino dalla tasca, Ulrich si sentì afferrare la giacca.
William stava cercando di richiamare la sua attenzione.
Si chinò nuovamente verso di lui, sfoderando quello che pensava essere un sorriso rassicurante.
-No.. non chiamarli, Ulrich..
-Sei impazzito?!
Il ragazzo si rialzò di scatto, iniziando a comporre il numero di emergenza.
-Aspetta, ascoltami. E’ stato XANA..
 
XANA.
 
Una morsa di ghiaccio scivolò attorno alla gola di Ulrich.
Quel nome aveva il sapore di un passato troppo lontano.
-Non importa, William.. potrebbe essere stata un’allucinazione..
Una specie di risata spezzata sconquassò il petto del ragazzo, ancora a terra.
-Ulrich, lo sai anche tu. Aelita lo ha risvegliato.. altrimenti Jeremy..
-Va bene, d’accordo; va bene. Non serve parlarne ancora, ho capito.
Si strinse nelle spalle, cercando di controllarsi.
Si rese conto, con rabbia, di quanto la ferita fosse ancora aperta.
Del resto, erano passati solo due giorni.
 
Eppure, sembra passato un secolo.
 
-In ogni caso- riprese, secco –stai già rischiando la pelle. Hai perso molto sangue, sappilo.
-Il tatto.. non è.. qualcosa che ti appartiene, vero?
Ulrich fece una smorfia, accogliendo nuovamente tutto l’odio che provava per quel ragazzo.
 
William continuò a parlare, non lasciandogli il tempo di replicare.
-Devi portarmi a Lyoko, se vuoi salvarmi.
 
Lyoko.
 
-Assolutamente no, William.. io..
-Ulrich. Puoi scegliere. O mi lasci qui, a morire, oppure trovi il modo di virtualizzarmi.
William chiuse gli occhi, raccogliendo le ultime forze.
-L’ambulanza.. – riprese, poi –non arriverebbe comunque.. in tempo..
Ulrich scosse la testa.
 
Avevamo vinto, accidenti.
Questa storia avrebbe dovuto essere già finita.
Da un pezzo.
 
Un lampo illuminò il cielo temporalesco; pochi secondi, e il tuono rombò, deciso.
 
Elettricità.
 
Prese una decisione, improvvisamente.
Sollevò William, caricandoselo sulla spalla destra.
-Grazie.. Ulrich.. – la voce del ragazzo era sempre più debole –devo riferirti.. anche di Jeremy..
-Sì, sì.. dopo.
Con la mano libera, si aggrappò come poteva alla fune consunta.
Evitò di guardare quella a fianco, spezzata.
Evitò di pensare a Odd, alla lite di poche ore prima.
Evitò anche di pensare a Jeremy, e a cosa potesse c’entrare in tutta quella storia.
E saltò.
 
***
 
 
Il cigolio metallico dell’ascensore lo distrasse da ciò che stava facendo.
Ridacchiò, sistemandosi gli occhiali sul viso.
Fece una smorfia: quel corpo umano non voleva perdere le sue vecchie abitudini.
 
Un vero peccato.
 
Iniziò a digitare più velocemente, non dovevano trovarlo lì.
Si alzò di scatto, dirigendosi alla scala arrugginita; scese fino alla sala degli scanner.
 
Uno, due, tre.
 
Il conto alla rovescia si spense, e sul monitor comparve un segnalatore di posizione.
I due ragazzi entrarono nella sala di controllo; pochi secondi.
Il monitor si spense.
 
***
 
 
Click.
Odd sorrise, nel buio della sua stanza.
Aveva chiuso fuori il mondo, assieme al temporale.
Sfogliò il manuale, inserì il dischetto.
Seguì le istruzioni e riuscì ad accedere ai file, senza lanciare il programma.
 
Bingo.
Sapeva che avrebbe trovato almeno un indizio.
Era un file video.
Improvvisamente si sentì agitato, sull’orlo di una crisi di nervi.
Avrebbe dovuto dormire, si disse.
O, almeno, mangiare qualcosa.
 
Odd Della Robbia, non fare il bambino.
Resisti.
 
In realtà conosceva benissimo, il vero motivo per cui era così nervoso.
 
Aelita.
 
In cuor suo, Odd sperava che lei gli avesse lasciato qualcosa, qualunque cosa, in grado di aiutarlo a ritrovarla.
Si disse che lo stava facendo per Jeremy, perché non si fosse sacrificato per nulla.
In realtà, il motivo era ben altro.. anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Si riscosse dai propri pensieri, e pigiò il tasto play.
Gli occhi di Odd brillarono, nell’oscurità.
Il viso di Aelita, il sorriso a nascondere l’ansia, lo guardava dal monitor.
Era un messaggio.
Ed era un messaggio per lui.
Nuove lacrime gli appannarono la vista; poi un capogiro.
Ed infine, il buio.
 
***
 
 
Yumi era ancora irritata per via del comportamento di Odd.
 
Mi ha tagliata fuori.
Come si è permesso?!
 
Era ora di fare qualcosa di concreto.
Si ritrovò a pensare all’amica dai capelli rosa; sorrise.
 
Aelita, non mi avresti mai abbandonata, vero?
Per questo devo fare qualcosa per ritrovarti.
 
Tin, tin.
Un messaggio in arrivo.
Sospirando, Yumi si avviò verso il telefono.
Sorrise, leggendo il nome del mittente.
Ulrich.
Quando lesse le sue parole, però, il sorriso si spense.
Prese la giacca e si precipitò fuori, nella pioggia.
 
Ho bisogno di aiuto alla fabbrica.
Lui è tornato; ed ha trovato William.

***

Note dell'Autrice


Buongiorno a chiunque sia capitato su questa storia.
Non serve che mi perda in giri di parole inutili, giusto?
In questi anni ho semplicemente appeso la penna al chiodo. Lunga storia.

Ma ora sono tornata.
Sono curiosa di scoprire se qualcuno sia ancora interessato a questa FF.
Tanti capitoli già scritti aspettano solo di essere pubblicati.

Un abbraccio sincero.
Vi voglio bene.

PaladinaBianca
 

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