Knights 3 - Parte 1: Il mostro demone

di MonaLuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aria di festa ***
Capitolo 2: *** Le eliminatorie ***



Capitolo 1
*** Aria di festa ***


Aria di festa

Note: Questa storia è la prima parte di tre racconti che hanno come filo conduttore il Signore Oscuro, un essere che vuole conquistare il mondo. Ci sarà un cambio alle squadre di Cavalieri, a causa di un tradimento. Inizia tutto da qui. Il primo antagonista è Valtor (Winx Club). Buona lettura.

La notte stellata baciava la città ove risiedevano i Ninja della Luce, alleati dei Cavalieri, che con coraggio avevano sconfitto gli Stregoni del Cerchio Nero e ricomposto il Numero Aureo. I ricordi di quegli stranieri che avevano bloccato il potere della Porta del Kaos erano ancora vivi. Erano passati mesi, e arrivò la splendida mattina del 27 gennaio, giorno in cui si ricorda l'ascesa al cielo della Dea Tartaruga.

La città era decorata con festoni verde smeraldo. I sacerdoti colmavano con i sacrifici i piatti: pane profumato, frutta e fiori. Il profumo delle bacchette d'incenso, insolitamente delicato, volava via col vento. Tutti gli abitanti erano agghindati a festa, le donne portavano sfarzosi kimono Porpora e Oro. Gli uomini affilavano le loro lame, lucidavano i monili e si vestivano con abiti bianchi bordati d'oro. Non era una loro tradizionale festa, ma era anche quella celebrazione di una nuova epoca di pace. Le lanterne erano pronte a splendere di notte. Il paesaggio urbano era bellissimo e a contrasto con la natura selvaggia.

Però un gruppo era impaziente per quella festa: nervosi, le guardie del governatore Evans, la squadra Raimon, si stavano vestendo con abiti oro e verde smeraldo. Sistemavano i loro gioielli (con poteri simili al Taldom Lux, lo scettro di Xorax) e sospiravano. Volevano che i Cavalieri assistessero al loro giuramento alchemico, che si sarebbe tenuto al tempio dedicato alla dea Jolia, ma sapevano che il desiderio non poteva essere esaudito.

Nel mentre, nei cieli di Tokyo, stava sfrecciando una navicella misteriosa. Dentro la nave si trovavano i cinque ragazzi della Giudecca, invitati alla festa: Dodo, con addosso un frac nero con una cravatta rossa come i capelli, Fiore con un tailleur verde smeraldo, Nina con un abitino arancione, Roxy con un abito lungo nero grafite senza spalline che esaltava il suo nuovo fisico perfetto e Cesco con un frac... effetto damerino. "Mi auguro che i Knights arrivino puntuali..." disse Nina, guardando assorta il cielo azzurro come i suoi occhi. "Io co... co... conosco i ragazzi! Fi... fida... ti, Ni... Nina, arr... arr...iveranno!" disse Dodo, che guidava come un esperto la nave. "Avanti, tesoro, guarda avanti" la vocina di Fiore pronunciò questa frase. Sì, Fiore e Dodo erano fidanzati da due anni. "Sembriamo dei babbei, ragazzi. Come posso immaginare, i Bellatores (Cavalieri, ndr) saranno già arrivati come dei fulmini." rispose acida Roxy.

Ma tornando alla roccaforte Ninja, i Cavalieri erano già arrivati al villaggio prima di Nina. Erano atterrati in una zona vicina all'aeroporto. E volevano fare una sorpresa alla squadra Raimon con il loro arrivo. Tutti in borghese, stavano andando al centro città. Finalmente potevano festeggiare dopo dieci mesi di estenuanti battaglie. Mentre la Raimon si vestiva sospirando, qualcuno bussò alla porta... Chi mai poteva essere? "Qualcuno vada ad aprire, ragazzi... Se è il postino, declinate le lettere..." strillò Gabriel sistemandosi i codini rosa. "Ma devo fare sempre io le cose?" il lamento di JP che andò ad aprire. Nel portone c'erano tre ragazzi... La reazione fu di gioia immensa: "Cavalieri, siete voi". "Salve, siete ancora qui a cambiarvi? Come state? Vi vedo cresciuti." rispose Gingka con uno smoking nero e il papillon azzurro come gli occhi. Le lentiggini trasparivano dalla pelle chiara. "Ciao, ragazzi. Come va?" domandò Madoka con un vestito nero e i leggings viola. Nei capelli castani portava una nuova fascia, color prugna. Correndo verso la squadra, il piccolo guerriero calciatore avvisò: "Ecco i Cavalieri". "Ciao, ragazzi, come siete cresciuti!" Il primo a parlare con tono arrogante fu Victor. Gli abiti esaltavano la pelle diafana: "Cresciuti? Gingka, son passati quattro mesi, non due anni... Allora, come va?" e avvicinò la mano per stringerla agli eroi che avevano salvato la città. "Va benissimo..." disse Gingka, che continuò: "Conoscete il mio amico, Kenta?" Entrò così il giovane dai capelli verdi, con uno smoking verde mela. (Scusate per il troppo verde). "Piacere, un vero onore" rispose la squadra.

"Oggi ci sarà il Giuramento... Sono così emozionato..." fu l'esclamazione comune a tutti. "Cos'è il Giuramento?" chiese perplesso l'Air Knight. "Sarebbe quello che voi chiamate rito di passaggio. In quel giorno i ragazzi come noi bevono l'Essenza Lucente e diventano alchimisti a tutti gli effetti" fu la pronta risposta di JP. "Quando inizia? Serve qualcos'altro?" chiese il gruppo. "Fra... mezz'ora! Dobbiamo subito andare!"

Tutti si radunarono nel tempio della Dea Jolia, pronti a combinare il Giuramento fra loro e Xorax. La loro vita era stata preparata a questo giorno così speciale. I volti della Raimon erano radiosi, ma composti. I gioielli e gli abiti splendevano come cristalli. Questo giorno segnava l'inizio di una vita consacrata alla ricerca di quello che i loro avi non erano riusciti a trovare. "Caspita, che eleganza... Non sembrano neanche loro... Sono bellissimi..." esclamò stupito Gingka.

Tutti entrarono basiti nel tempio. Era enorme, con muri rosso cremisi e pavimenti decorati ad arabeschi. Nell'altare c'era una fonte di cristallo con dentro una sostanza che sembrava acqua. Era l'Essenza Lucente. Permetteva di trasformare il corpo in energia. Dietro, la statua della Dea Jolia. "Fra poco inizierà la cerimonia... Diventeremo grandi... Già, già..." i sospiri dei neofiti.

Arrivò poi un vecchio: aveva una tunica oro e scarlatto, portava una corona di alloro, aveva una lunga barba bianca e due piccoli occhi a mandorla color mare. I Knights rimasero stupiti. "Salve, figlioli" iniziò il vecchio "Se volete tutti accomodarvi alle panche, aspetterete l'arrivo degli anelli mancanti" "Sì, maestro Feng." risposero i neofiti. "Anche voi, Cavaliere. Non ho tutto il dì a disposizione." ordinò a Gingka. Una risatina nervosa precedette la risposta: "Sì, ma dove?" "C'è un posto libero fra il signorino Sherwind e il giovane Lapin. Provi lì."
"Mi scusi" domandò il Cavaliere dell'Aria "ma arriveranno anche i Capi Sharp ed Evans?" Il vecchio lo fissò accigliato (di sicuro non gli stava simpatico il poveraccio: pensava che fosse un povero scemo senza alcuna cultura) e rispose piccato, con gli occhi divenuti spilli e la voce rauca: "Ma certo, babbeo. Ora va' a sederti, e non mi seccare!"
"Mi scusi non si arrabbi" replicò innocente il Cavaliere, andandosi a sedere.

Alle dieci esatte, arrivarono tutti i capi e anche Nina e i suoi amici, assieme ai parenti dei neofiti. Feng salì nell'altare e si pose davanti alla statua d'oro, e si chinò in silenzio. Lo stucco degli stranieri era grande: di fatto le divinità non erano per loro così, e sentivano disagio. Feng andò al centro, e con a fianco Evans e Sharp, iniziò il discorso: "Carissimi, oggi siamo qui riuniti, davanti alla Dea Tartaruga, per celebrare il Rito dell'Iniziazione..." e iniziò a tossire. "Si sente bene?" chiese preoccupato Mark. "Le chiamiamo i soccorsi" aggiunse Sharp. "Sto benissimo, figlioli. Fatemi proseguire. Il Rito dell'Iniziazione richiede anche il Solenne Giuramento e la bevuta dell'Essenza Lucente, per unirci ai nostri gemelli di luce, lontani da noi ma vicini." e Nina singhiozzò ricordandosi del nonno. "Ora diamo inizio alla cerimonia" incitò il vecchio.

Tutti i neofiti si alzarono eretti, con una grazia mai vista. Pronti. Iniziò un lungo canto a cappella sparso per il salone, che ritmava i passi dei giovani. Feng prese dalla fonte l'Essenza Lucente con un calice fatto d'oro e decorato con i rubini. Il primo era Gabriel. Pronunciò il Giuramento, bevve dal calice e sentì l'inviolabile Frase Finale, tornando a posto. Dopo due ore avevano finito tutti.

Alle tredici e trenta, Feng disse il discorso di congedo: "Cari neofiti, ricordatevi che siete gli unici a garantire la pace nel nostro mondo, ormai in declino, per colpa dei vizi che hanno attanagliato la Fantasia e la Libertà. Dovete costruire voi un futuro migliore, in modo che chi verrà dopo, non vivrà nella Sofferenza e nel Dolore. Vi rendiamo grazie, per aver abbracciato la causa del nostro mondo. Ora voi potete andare, e ricordate questo giorno sacro per voi e per le vostre famiglie. Arrivederci." e scese dall'altare. I Cavalieri iniziarono ad incamminarsi fuori dal santuario: "Almeno nel vostro villaggio pieno di catapecchie, si trova quel locale che noi chiamiamo Discoteca?" chiese Kenta, pronto a sciogliersi i muscoli.

"Sì, potete venire da Buffy's, un locale in fondo alla strada, offro io da bere." disse Samguk. "Perchè? Non capisco..." rispose Riccardo, diffidente. "Faccio il barista lì da un mese... Mi occupo di rinfresco." rispose il portiere.

Il locale era uno spettacolo: simile ad un bar statunitense, aveva due colori predominanti: il bianco e l'oro. "Adesso, stranieri, rimangiatevi quello che avete detto" disse la Raimon all'unisono, con le occhiatacce di Mark. "OK, me la sono cercata. Che fico questo posto! Complimenti per l'organizzazione!" disse il proprietario di Sagittarius. "Allora, ancora qui? Te lo scordi il giorno libero per oggi!" urlò un ometto vagamente somigliante a un pizzaiolo napoletano. Il tipo aveva un accento misto fra tedesco e spagnolo. "Avanti, Skull, non puoi farmi questo! Sono un neofita" si lamentò il portiere. "Chissenefrega! Tu sei un cameriere." rispose alterato Skull. "Chi si crede di essere? Trattenemi dal dargli un pugno!" provocò Victor. "Quello è il mio capo, Skull. Il suo vero nome è Shigeru Yuchika. Lo chiamiamo Skull perchè ha affrontato dieci morti viventi." sussurrò Samguk ai confusissimi Cavalieri.

Iniziò così la festa dell'intero gruppo, a cui parteciparono estasiati i Cavalieri. Gli unici in disparte dai bagordi erano Victor e Arion. "Dai ragazzi, unitevi a noi" invitò Gingka. "Gentilissimo, ma no, grazie. Ho problemi con la ferita al ginocchio che mi hai fatto. Ricordi Ogrom & Co?" disse il giovane ragazzo diafano (ricordandosi di essere stato prigioniero di Ogrom e che stava per finire nella Khaos Door croccante e pappato nella lava del Nulla), terminando il suo ginger con Miele Mentis, che spazza via la malinconia. "Io non so ballare. Vi sembro completamente bravo? NO!" aggiunse il castano, fissando con gli occhietti blu metallici il Cavaliere e finendo il suo bicchiere d'acqua con un pizzico di zenzero e cascata di scorze d'arancia.
"Avanti, ragazzi. Non fate così. E' il vostro giorno" intervenne Mark. "A proposito, v'iscriverete al Torneo dei Guerrieri? Siete molto forti e avreste più possibilità di vittoria!" chiese poi.
"Mah, io sì... " disse Arion. "Anch'io!" confermò Victor. "Ti prego, amico mio, fammi iscrivere..." chiese in modo patetico Gingka, con due occhi azzurri da cucciolo abbandonato. "E tu pretendi di vincere con quella faccia?!" canzonarono i tre patiti del calcio. "OK. Fatti vedere domattina... Ci sarò anch'io lì" aggiunse Mark. "Non te ne pentirai" replicò l'Air Knight.

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Capitolo 2
*** Le eliminatorie ***


Le eliminatorie

Note: Incompleta.

Arrivò il giorno dopo. Gingka si presentò allo stadio per l'iscrizione al torneo, dopo aver scommesso la sera prima con Mark che avrebbe vinto. Camminò tranquillamente con la sua ragazza, Madoka, che continuava ad incitarlo: "Ce la puoi fare, G! Sei un Cavaliere, ricordatelo..."
Invece, per la Raimon, si erano iscritti: Victor, Arion, Riccardo, Gabriel e Mark. Gli altri erano divertiti all'idea di assistere alla incompleta abilità nelle spade e nelle arti marziali dei compagni. "Ahahahah! Sarà uno spasso!" disse fra le risate Aitor, che si teneva la testa con la mano. Gli faceva eco Lucian, Eugène e Wanli con le risate. Samguk e Micheal avevano addirittura le lacrime agli occhi. "Vi giuro che me la pagherete!" urlò isterico il capitano. "Ma ti lamenti sempre?" provocò Ryoma. Subaru continuò: "Devi essere felice. Una competizione... Rilassante ... Come la preferisci tu!"
"Chiudi il becco, non mi sei d'aiuto" rispose accigliato Riccardo. "Hai paura, vero?" disse ironicamente Adè. Riccardo divenne rosso dalla vergogna. Non per ammettere di avere fifa, ma per l'umiliazione che avrebbe acquisito dopo il torneo. "Ahahahah!" risero in coro gli altri partecipanti. I loro amici li batterono nel volume: ridevano a squarciagola e Subaru, Wanli e Ryoma erano a singhiozzi. "Ehi, guardate chi arriva!" disse JP. E infatti era Gingka, assieme a Madoka. "Allora ce l'hai fatta" commentò Victor. "Ti garantisco che finirai di sogghignare... Io sono il Cavaliere dell'Aria... Il più forte qui..." provocò il Blader. "Quando iniziano le selezioni, allenatore Evans?" chiese allegro Arion, pronto ad una pulita competizione sportiva. "Te lo dirò io..." ed entrò così Jude con una tuta da arti marziali. "Ehilà, Sharp" salutò il Cavaliere. "Un po' di ritardo, come le star" aggiunse Alex, venuto con lui. "Ciao, ragazzi" salutò Mark. "Evviva!" esultò Arion "Allora competeremo tutti insieme!"
Il povero Riccardo sospirò, rassegnato, capendo di essere nei guai per l'arrivo dei nuovi avversari. "Avanti, non prendertela" lo consolò Gabriel, il suo migliore amico: "Ce la puoi fare, ne sono certo."
-Spero sia come dica- pensò Riccardo. "Ma perchè sei qui, Riccardo?" chiese stupito Jude, rivolgendosi al poveraccio. "Chiedilo a quei due babbei di fronte: il draculotto e l'invasato!" brontolò il Capitano della Raimon, rosso dalla rabbia. "Dobbiamo vincere contro il povero G!" rispose Victor, sicuro di vincere. "Ma le condizioni non prevedevano..." protestò Gingka, poi interrotto da Mark, che spiegò: "Non hai specificato quali." Tutti i combattenti si diressero negli spogliatoi, mettendosi la propria tuta. "Fra cinque minuti avranno inizio le eliminatorie. I partecipanti sono pregati di andare nell'arena esterna." disse una voce femminile. "Bene, s'incomincia..." sussurrò Mark, con un kimono bianco da karate. "Come ho fatto a farmi ingannare in quel modo da due ragazzini... " mormorò il Blader, sconsolato. "Scusami, Gin..." sussurrò Alex. "Che c'è?" domandò Gingka sorpreso. "Devo ringraziarti per avermi salvato la vita quando mi ha colpito Duman... Hai liberato e protetto mia sorella da Ogrom... Te ne sarò grato..." disse l'uomo. "Niente di speciale, Alex. Eri amico di Mark, e io ho fatto il possibile per aiutarti e aiutarlo..." sminuì Gingka, ricordandosi del suo primo incontro con la Raimon. "Anch'io ti devo ringraziare per avermi salvato dalla furia di Ogrom, Cavaliere" disse Arion, ricordandosi del suo atto eroico e anche quello di JP, Riccardo, Victor e Skie che avevano impedito, insieme, il furto della Gemma Aurea della Sapienza, che serviva a rianimare Nina, all'epoca in coma.

"Però ciò non toglie che la scommessa la vinceremo noi" disse Victor, fissando con gli occhi dorati il Cavaliere. "La finisci con 'sta storia?!" urlò Gingka, fremente di rabbia. "Sei un ragazzo impossibile. Mamma mia, che ambizione..." continuò e tenne le braccia conserte, guardando male il ragazzo, che gli rispose con uno sguardo gelido.
"Basta, ragazzi" intervenne tra i due litiganti Gabriel "è vero che siamo qui per vincere, ma voi vi siete dati alla testa..."
"E' vero" aggiunse Riccardo "E mi avete coinvolto nelle vostre divergenze, geni!" I due sbuffarono e risposero in coro: "Capito!"
"I concorrenti sono pregati di mettersi di fronte a questo dispositivo: colpite il bersaglio e misureremo la vostra forza. Il tetto da superare per essere ammessi è il Livello Chakra Alchemico 120. Buona fortuna!" spiegò un ometto simile a un monaco buddista. "Guarda e impara" disse Victor rivolto al Blader. Le ragazze mormorarono: "L'avete visto?" "Però, è veramente carino..." "Già, che sguardo magnetico..." Il ragazzino si concentrò al massimo e colpì. Tutti rimasero ammutoliti dal risultato: LCA uguale a 360, tre volte il tetto minimo di ammissione! "Prego" disse Victor. "Prego" ripetè Gingka con una vena di sarcasmo. Il secondo era Arion. Il risultato era identico a quello di Victor, 360. Il terzo fu Gabriel, e il suo LCA era 240. Dopo trenta persone, di cui tre furono ammesse, fu il turno di Mark, che colpì con un calcio il misuratore. Il risultato era 300. Dopo estenuanti fatiche, arrivarono alla rosa dei sedici finalisti: Victor, Arion, Mark e Riccardo. Purtroppo, per un guasto alla macchina, Gingka dovette rimanere in fila. I quattro vincitori gli dissero: "Ti aspettiamo alla Sala da Pranzo. In bocca al lupo!"

"Tornerò finalista, potete starne certi!" promise Gingka. I quattro iniziarono a chiaccherare tra loro. Iniziò Riccardo che, dopo aver sistemato i capelli ricci, domandò: "Non vi sembra che ci sia una presenza malvagia nell'aria?"
Victor, ferocemente, rispose: "A quale presenza ti stai riferendo? Ad un Imperiale che tu conosci bene, per caso?" Gli occhi del ragazzino divennero ardenti. Aveva chiesto esplicitamente che nessuno parlasse del suo passato e la domanda lo aveva irritato.
Riccardo, terrorizzato, replicò: "No no no no no, Victor! Tranquillo. Non mi stavo riferendo a te! Insomma, tu sei un grande amico, il migliore..." e iniziò a ridere nervosamente.
"Senti chi parla!" commentò a bassa voce Mark. "Già, non sembra convinto di quello che dice..." confermò Arion. "Poveri Jude e Alex" continuò Mark "Erano così vicini alle finali!"
"Evviva! Siete super, ragazzi!" erano tutti i parenti e gli amici dei ragazzi, entrati con un pass speciale.

Mentre i concorrenti pranzavano, arrivò Gingka, che esclamò soddisfatto: "Ci sono anch'io". Arion, letteralmente a bocca piena di insalata di riso, disse: "Accomodati!"
"Fate senso, ragazzi! Siete pozzi senza fondo!" commentò Victor, stupito dalla voracità del gruppo. "I sedici concorrenti ammessi sono pregati di dirigersi nell'arena." disse la bella voce femminile dall'altoparlante. "Non ho finito il sashimi!" si lamentarono in coro i voraci ragazzini. "In bocca al lupo! Vi sosterremo in tribuna!" dissero gli altri. E i fortunati andarono nell'arena, sicuri di vincere.

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