Il fallimento non è contemplato

di LilacLilium
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il fallimento non è contemplato ***
Capitolo 2: *** Una corsetta leggera ***
Capitolo 3: *** Nuoto e lotta ***
Capitolo 4: *** Ciò che non doveva succedere di nuovo (ma ovviamente è successo) ***
Capitolo 5: *** Paranoie (???) ***
Capitolo 6: *** Il momento sbagliato ***



Capitolo 1
*** Il fallimento non è contemplato ***


Il nano guardò torvo la creatura che aveva davanti. Lo hobbit ricambiava preoccupato lo sguardo.

Thorin Oakenshield aveva deciso che non c'erano scusanti; lo scassinatore doveva imparare a difendersi da solo. Doveva essere addestrato alla nobile arte del combattimento. Il viaggio era rischioso, Thorin ne era consapevole, e non poteva rischiare di arrivare a Erebor con uno scassinatore ridotto a marmellata di hobbit da qualche troll.

Bilbo, dal canto suo, non aveva idea di cosa passasse per la mente del re. Aveva visto Thorin e Dwalin che confabulavano lanciandogli occhiate oblique e poi si era lasciato trascinare dal re in mezzo al bosco, in una radura poco lontana dall'accampamento ma abbastanza isolata. Ora se ne stava là impalato, ad aspettare che il nano smettesse di fissarlo e prendesse la parola per primo.

-Devi imparare a combattere, hobbit.-

Bilbo deglutì. Combattere? Non si era parlato di battaglie... no, doveva aver sentito male.

-C-combat... come?-

-Combattere. Con le armi. Ti allenerò personalmente.-

Thorin Oakenshield lo avrebbe allenato personalmente. Oh valar! Era un onore troppo grande per un umile hobbit della contea. In effetti il nano si era offerto per l'incarico esclusivamente per evitare che Dwalin facesse a tocchetti la creatura: lui invece aveva ben altri programmi.

-Voglio che tu sappia come difenderti in caso di bisogno, ma prima è necessario allenare il tuo corpo... e devi perdere peso. Togliti la camicia.-

Bilbo rimase interdetto. Il suo corpo non aveva nulla di sbagliato e NON era grasso. Beh, forse si era un po' arrotondato negli ultimi anni, ma rimaneva comunque un tipo piuttosto atletico per essere uno hobbit. E poi era estremamente riservato.

Thorin si sfilò la tunica blu e rimase a torso nudo; sfilò un laccio di cuoio dalla cintura e si legò i capelli, poi rimase a osservare lo hobbit che indugiava ancora slacciando i bottoni uno ad uno. Cosa c'era di difficile? “Togliti la camicia”, era un ordine chiaro, semplice. Cos'avevano quelle benedette creature nel cervello? Sbuffando afferrò la camicia a righe di Bilbo e gliela sfilò dall'alto: questi barcollò e gli rivolse un occhiata da cerbiatto ferito. Che modi! Si sentiva violato, offeso, si vergognava...

Thorin lo esaminò girandogli attorno. La pelle era bianca e liscia, le spalle esili punteggiate di pallide lentiggini. Non aveva l'ombra di muscoli, né una sola cicatrice: il petto era piatto e si alzava irregolare, la pancia lievemente tonda, le ossa delle anche appena accennate. Come se non bastasse era arrossito per l'imbarazzo e cercava di coprirsi giocherellando nervoso con i ricci ramati.

Thorin incrociò per un attimo gli occhi scuri e smarriti dello hobbit. Era così adorabile che si chiedeva come mai avrebbe fatto a trasformalo in un guerriero.

Si schiarì la voce: -Mh. Bisogna potenziare il fisico… hobbit, ti metto forse a disagio?-

Bilbo aveva abbassato lo sguardo sconfitto. Non ce l’avrebbe mai fatta e non poteva reggere quello sguardo azzurro di disapprovazione.

-Oh n-no… è che… non so se riuscirò mai-

-Ricorda che sono io che ti allenerò, quindi il fallimento non è contemplato.- Thorin nascose un sorriso con un finto colpo di tosse. Quel piccoletto faceva tenerezza.

-Ma ora cominciamo seriamente. Immagino che tu non sappia maneggiare né spada né ascia-

-In effetti no…-

-Allora prendi questa- Thorin gli lanciò una piccola spada che a Bilbo sembrava enormemente pesante e se la lasciò quasi sfuggire col tentativo di tranciarsi un braccio. Il re sfoderò la sua massiccia spada e si posizionò alle spalle dello hobbit.

-Queste armi sono leggere e taglienti: sono perfette per la difesa in quanto si prestano bene al combattimento dinamico. Non occorre molta forza per utilizzarle…-

Bilbo non capiva quasi nulla. La vicinanza del nano lo aveva totalmente scombussolato. Una ciocca di capelli corvini era sfuggita alla coda e gli solleticava la schiena nuda, e come se non bastasse avvertiva il lieve respiro di questi sulla nuca.

-Tienila in questo modo- disse Thorin afferrandogli il polso e premendogli una spalla affinché piegasse le ginocchia –è meno faticoso e non rischierai di farti male.-

-Hum, non sono sicuro di…-

-Non avrai tempo per indugiare. Difenditi dal nemico.- Thorin gli lasciò la spalla e gli si posizionò davanti fronteggiandolo. Con uno scatto in avanti fece indietreggiare lo hobbit spaventato.

-Avanti!- lo incitò il re incrociando le lame con aria di sfida e facendole sibilare con l’attrito del ferro su ferro. Chiuse gli occhi. Quel dolce rumore metallico gli ricordava casa.

Gli bastò un leggero colpetto con il piatto della lama per far sfuggire di mano la spada alla creatura completamente sopraffatta.

Non aveva speranze. Thorin spazientito piantò la sua arma nel terreno morbido e si avvicinò pericolosamente a Bilbo.

-Adesso saresti già morto. Che cosa c’è, hai paura di ferirmi? Così non va bene.- lo redargui come un bambino disobbediente. Era la tecnica che aveva sempre usato con i suoi nipoti; la punizione psicologica di solito era un avvertimento prima di prenderli a calci in quel posto. Con Bilbo invece fu più che abbastanza. Corse a riprendere la sua spada e riacquistò la posizione.

Thorin, sorpreso dalla reazione immediata, si scagliò di nuovo contro l’avversario. Era così facile che non c’era neanche gusto: una finta, un affondo feroce fermato appena qualche centimetro prima di trafiggere il petto bianco dello scassinatore. Evidentemente era stato troppo per lui, perché mollò l’arma, rovesciò gli occhi e svenne rovinosamente.

Il re si precipitò preoccupato vicino al corpicino inerte e si chinò su di esso controllandone il respiro. Quando lo hobbit riprese i sensi si trovò un nano possente che lo guardava a pochi centimetri dal naso. Mugugnò qualcosa di confuso e ricadde col capo a terra.

Aveva preso una formidabile botta in testa e non capiva molto di quello che stava accadendo. Sentiva un dolore pulsante e gli dava fastidio la luce.

Thorin pensò in un primo momento di averlo ucciso, poi realizzò che stava tentando di farfugliare qualcosa con un sorriso sciocco stampato in faccia.

-Cosa hai detto, hobbit?-

-Che hai un buon profumo… oh che mal di testa…- lo hobbit era andato. Aveva chiuso gli occhi e aggrappandosi al collo di Thorin era sprofondato con il viso nella sua chioma. Profumava di pioggia, boschi di pini, terre sconosciute…

Il re stava per reagire scrollandosi di dosso quella creatura rintronata, ma quando gli fu vicino non ne ebbe la forza: con delicatezza morse il collo a Bilbo che era più di la che di qua. A quanto pareva tutto quello che gli aveva detto Gandalf sul popolo hobbit era vero; erano letteralmente dolci come il miele. Strinse più forte il corpo tiepido sotto di sé e ricominciò a baciarlo.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Premetto che non so se la storia andrà avanti. Avevo pensato ad un altro capitolo, ma è solo un abbozzo. Per ora sta così, poi vedremo.

Allora, cosa ne dite? Amo follemente Thorin e le Thilbo, spero solo di non averli fatti uscire dal personaggio… aspetto recensioni :)

A presto

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Capitolo 2
*** Una corsetta leggera ***


La compagnia aveva proseguito il viaggio per giorni senza riposo, ma i pony erano stanchi e i nani non si reggevano più in sella.

Bilbo Baggins non aveva mai provato tanto dolore: non era abituato a cavalcare e ora ogni muscolo dalle spalle alle caviglie gli faceva un male tremendo. Thorin aveva deciso di accamparsi in riva a un fiume per un paio di giorni così da far mangiare e riposare animali e compagni. Avevano allestito tende e ripari improvvisati all'ombra di una macchia di olmi, e Bifur aveva pescato qualche pesce per la cena.

I nani si erano raccolti attorno al fuoco e la maggior parte si era appisolata subito dopo cena. Il sole non era ancora calato, la brezza tiepida di metà autunno accarezzava il povero hobbit dolorante. Bilbo si stava godendo gli ultimi raggi di sole dorati quando il capo della compagnia gli si parò davanti con le mani sui fianchi.

Ma perchè deve stare sempre mezzo nudo? Non fa nemmeno così caldo... pensò Bilbo imbarazzato.

-Togliti giacca e panciotto, mastro scassinatore. Non crederai certo che abbia dimenticato il tuo programma di allenamento!- disse Thorin guardandolo dall'alto.

Bilbo non provò nemmeno a opporre resistenza. In fondo era un privilegio essere allenato dal re in persona... solo faceva fatica a fare un qualsiasi movimento e sperava che la lezione non finisse come l'ultima volta: cioè con una botta in testa, un vuoto di memoria e un livido sul collo che non ricordava come si era procurato.

Thorin sapeva che il piccoletto aveva perso coscienza e non si era spinto oltre il bacio. Era pur sempre un gentiluomo! In più quell'attrazione era tremendamente sbagliata, ed era stato un vero sollievo che lo hobbit non ricordasse nulla. Non doveva accadere di nuovo.

-Hem-hem.- Thorin si riscosse dai suoi pensieri e vide che il piccolo hobbit aveva tossicchiato per attirare la sua attenzione. Con gli ultimi residui di forza si era spogliato e attendeva compostamente con le mani dietro la schiena che il nano ordinasse cosa fare.

Ma che bravo piccoletto!

-Molto bene, mastro Baggins. Dopo la nostra... ultima lezione, ecco, come ti sei sentito?-

Bilbo si era sentito malissimo. Aveva avuto mal di testa e capogiri, un bernoccolo che somigliava alla Montagna Solitaria e in più era stato sballottato per giorni e giorni su quel pony procurandosi un fastidioso indolenzimento al fondoschiena.

-Bene. Anzi benissimo! Sono solo un po' indolenzito, sai, per la cavalcata...- disse questi. Non voleva in nessun modo infastidire o deludere il re. Anche se lo trattava spesso male, Bilbo capiva che aveva tutte le sue ragioni. Non era facile far muovere uno hobbit.

-Perfetto. Allora sarà maglio che iniziamo: faremo un tratto di corsa lungo il fiume. Oggi niente armi, è più opportuno che prima ti irrobustisca.- disse il nano soddisfatto -Andiamo!-

Partirono lentamente per acquistare il giusto ritmo: Thorin aveva una falcata potente e lo hobbit faceva fatica a stare al passo, ma si sforzava di alzare bene le ginocchia e di darsi il giusto slancio.

Questi nani! Chi l'avrebbe mai detto che correvano così? Beh, in effetti Thorin era sempre il più veloce e faceva di tutto per incalzare anche gli altri. Ed era forte! Correva su e giù sulle rocce dei pendii con la grazia di uno stambecco.

Gli hobbit invece erano creature da passeggio, non da corsa. Bilbo era leggero e silenzioso, e ce la metteva tutta, ma a un certo punto dovette fermarsi.

-Non così, hobbit! Non fermarti di colpo, continua a camminare.-

Ma certo, mica facile! Al poverino tremavano le ginocchia e aveva i polpacci in fiamme. Respirava a fatica, fradicio di sudore, sentiva i battiti frenetici del suo piccolo cuoricino pulsargli sulle tempie e nella gola. Oh no, non di nuovo!

Thorin era tornato indietro appena in tempo. Lo hobbit si era afflosciato tra le sue braccia.

Ma non è possibile! Pensò il re. Queste creature svengono come fanciulle spaventate!

L'aveva fatto sforzare troppo. Il poverino aveva i ricci appiccicati sulla fronte e le guanciotte scarlatte per l'affanno. Anche così era semplicemente adorabile. Thorin scacciò ogni pensiero inopportuno e scese in riva al fiume per bagnare un lembo di tessuto strappato dall'orlo dei propri pantaloni. Lo depose delicatamente sulla fronte della creatura finché aprì gli occhi confusi.

-Ohi... oh Thorin, mi dispiace...-

Povero piccoletto. Thorin lo fece sedere e aspettò paziente che il suo respiro tornasse regolare; non che fosse facile respirare in modo normale con quei due occhi azzurri preoccupati puntati addosso...

Bilbo poteva osservare Thorin da vicinissimo: era maestoso, muscoloso, e oh, dannatamente attraente... il corpo scolpito e bronzeo, il profilo affilato e la pelle lucida... anche lui aveva sudato parecchio.

-Mastro Baggins, vedi di avvertirmi prima di accasciarti a terra la prossima volta!- lo rimproverò lui. Bilbo arrossì a disagio. Non ci riusciva nemmeno ad arrabbiarsi sul serio, quegli hobbit si stavano rivelando una vera e propria debolezza…

-Coraggio adesso, poi dovremo tornare indietro. Prima però è meglio che ci diamo una rinfrescata.-

Sollevò di peso la creatura, che in un primo momento cercò di protestare, ma poi si limitò ad aggrapparsi saldamente. Thorin lo depositò sulla riva del fiume, si spogliò completamente rischiando di far venire un colpo allo hobbit ed entrò in acqua.

Bilbo, ancora boccheggiante per la fatica e per la visione del fondoschiena reale, tremava allarmato sulla riva. Agli hobbit non piace l'acqua... ma doveva comunque lavarsi. Iniziò a svestirsi.

 

 

Ecco il nuovo inaspettato capitolo!

Mhuhahaha! Posso quasi avvertire il disappunto dei miei pochi cari lettori. Mi sono diabolicamente fermata sul più bello. Ma cosa succederà dopo? Boh.

In realtà ho già scritto il prossimo capitolo e… vedrete!

Vi tengo sulle spine, ciao ciao!

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Capitolo 3
*** Nuoto e lotta ***


Il re aspettò con calma con le braccia incrociate sul petto e gli occhi chiusi dando le spalle alla riva, un po' per rispettare la naturale riservatezza degli hobbit, un po' per cercare di autocontrollarsi. Non doveva succedere di nuovo.

La corrente non era forte e lo hobbit riusciva agevolmente a toccare per terra con i piedi. Nonostante tutto era tremendamente a disagio, e l'acqua era fredda. Si guardò in giro in cerca di Thorin e lo vide poco lontano che emergeva dall'acqua spingendosi indietro i capelli. Oh valar. L'acqua bassa e pulità lasciava intravedere il solco delle natiche e i muscoli contratti della schiena.

Il re si avvicinò a nuoto. Nell'acqua i suoi occhi erano ancora più azzurri. Bilbo tremava e sguazzava cercando di non guardarlo.

-Credo proprio che dovrò darti qualche lezione di nuoto!- scherzò il re schizzando leggermente la creatura.

-Nnh... è c-che è fr-frrredda!- rispose lo hobbit arrossendo furiosamente.

-Vieni, se ti immergi di più non sentirai il vento!- Thorin gli afferrò le mani trascinandolo verso il centro del fiume. Le sue mani prendevano completamente quelle piccole e sottili dello hobbit che lo seguiva docilmente.

-Th-thorin, io non so nuotare... noi hobbit non abbiamo un buon rapporto con l'acqua. He-he, a dire il vero ne siamo terrorizzati...-

Thorin rise. -Muovi le braccia così, bravo. Intanto spingi con le gambe, sì, gambe tese! Niente male.- lo attirò verso di sé fino a posizionarglisi accanto. Per aiutarlo a galleggiare gli mise una mano sotto la pancia; Bilbo si agitò non poco, ma riuscì a mantenere il controllo.

Per tutti gli spiriti della terra e del cielo! Aveva accanto la creatura più maestosa della terra di mezzo, nuda, che gli insegnava a nuotare e lo sorreggeva per la pancia!

In preda a questi pensieri il piccoletto perse il lume. A un tratto si irrigidì e affondò sott'acqua come una barchetta silurata.

Thorin lo riacchiappò e lo tirò a galla tossicchiante e tremante. Lo hobbit impaurito non era abbastanza lucido da poter pensare e in preda al panico si avvinghiò al nano rischiando di trascinare sotto anche lui. Thorin rise e si strinse addosso lo hobbit paonazzo che sputacchiava. Era irresistibilmente morbido... lo scassinatore gli aveva allacciato le braccia intorno al collo e le gambe intorno alla vita.

-Dovresti tenere la bocca chiusa, quando nuoti. Hai ancora freddo?-

Annuì. Sì, aveva freddo, ma la vicinanza pericolosa dei due iniziava ad agire. Potevano negarlo o fare finta di nulla ma entrambi gradivano la presenza dell'altro e la cosa era ormai piuttosto evidente. Il re lo avvertiva contro il proprio ventre e lo hobbit a sua volta sotto di sé. La situazione iniziava a diventare imbarazzante: non potevano stare lì avvinghiati in quelle condizioni per sempre.

Bilbo stava morendo di vergogna. Nascose il viso tra i capelli del re e rimase travolto dal suo profumo... quel profumo! Oh.

D'un tratto ricordò ciò che aveva dimenticato dell'ultima lezione. Il re lo aveva… baciato? Già, e a lui era tremendamente piaciuto…

Sospirò e facendo appello a tutto il suo coraggio baciò delicatamente il collo di colui che lo sorreggeva. Per Thorin fu un gran colpo. Si vergognò per la sua debolezza, e soprattutto perché aveva capito che il suo scassinatore era a conoscenza di tutto.

Poi la vergogna lasciò il posto al sollievo e a un sentimento decisamente più forte. Prese con due dita il mento dello hobbit e lo baciò sulle labbra. Un bacio casto, non poteva permettersi altro per il momento. Riportò Bilbo a riva in braccio e lo appoggiò sull'erba. Ormai era difficile nascondere qualunque cosa. Entrambi rossi in volto e infreddoliti evitavano di guardarsi, Thorin in piedi e Bilbo seduto.

-Hem-hem...- tossì quest'ultimo guardando per terra nel tentativo di rompere il ghiaccio.

-Mh. Fa... fresco.-

-Eh, già- rispose lo hobbit cercando di ignorare la voce stranamente spezzata del re -Fa proprio freddino, spero di... non prendermi un raffreddore.-

-Sì, anche io.-

Silenzio. Nessuno dei due avrebbe mai fatto allusioni e sarebbero rimasti lì per sempre senza il coraggio di fare nulla.

-Beh- riprese Thorin sedendosi dopo l'esitazione -prima di proseguire e vestirci dovremo asciugarci per bene.-

-Già. Intanto magari... potremmo fare qualcosa... parlare o...-

-Sì, magari... qualcosa di utile per l'allenamento... non saprei- Thorin cercava di parlare il più chiaramente possibile anche se continuamente scosso dai brividi e indeciso sulle parole da usare. Un re non poteva continuare così, non è per niente dignitoso!

Bilbo deglutì. Non ce la poteva fare -Magari posso proporre?-

-Ma certo- rispose Thorin sorpreso fissando caparbiamente la riva opposta del fiume.

-Lotta?- lo hobbit non poteva credere alla sua bocca. Davvero, aveva appena proposto a Thorin di fare la lotta nudi, bagnati ed eccitati? Lo aveva fatto.

-Uh. Sì, si può fare... hai già avuto... esperienze? Di lotta, intendo.-

-Mh. No. Non di lotta. Hem... cominciamo?-

Piccolo dolce impaziente! Ma chi l'avrebbe detto? Thorin non se lo fece ripetere e senza dare istruzioni balzò addosso al soffice corpo accanto a lui.

Non fu una vera e propria lezione, d'altra parte la miglior insegnante è la pratica...

 

 

 

Salve.

Ecco il terzo esasperato capitolo. Le cose iniziano decisamente a riscaldarsi, nonostante l’acqua fredda… he he. Purtroppo sono ritornata un po’ OOC, ma vorrei ben vedere. Se Thorin si fosse comportato come al solito il nostro hobbit sarebbe sicuramente annegato e buonanotte al secchio.

Se vi ho lasciati un po’ troppo in sospeso con il finale aperto non mandatemi virtualmente in quel posto; per il prossimo capitolo (ormai ho preso il via, e chi mi ferma) ho in mente un flashback…

Au revoir!

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Capitolo 4
*** Ciò che non doveva succedere di nuovo (ma ovviamente è successo) ***


Bilbo si avvicinò un poco alle braci ardenti e tiepide del fuoco. La foresta era buia e sopra il loro accampamento si udivano i soffici fruscii delle ali piumate delle civette e i loro cupi richiami. Il piccolo hobbit si strinse nella sua coperta e lanciò uno sguardo al re addormentato. Era bello anche così, raggomitolato per terra con i capelli sparsi al suolo e le ombre rosse del fuoco che gli danzavano sul volto.

Bilbo tirò su col naso. Alla fine l'aveva preso lo stesso il raffreddore...

 

Qualche ora prima...

Bilbo non avrebbe mai pensato che in un solo pomeriggio avrebbe cavalcato, corso, nuotato e lottato con un re. Era decisamente sorprendente, sopratutto per il fatto che Bilbo non era un tipo molto atletico né molto sfacciato... però quando si era presentata l'occasione giustamente l'aveva colta.

In questo modo ora era disteso su un prato in riva a un fiume, nudo, sovrastato dal principe dei nani di Erebor altrettanto nudo e bagnato e si sentiva stranamente bene. Thorin aveva fatto pochi complimenti e, per dirlo con una metafora, si era gettato sul dessert: senza esitazioni lo aveva stretto in un abbraccio da togliere l'aria dai polmoni e aveva iniziato a baciarlo come se non aspettasse altro. Non era stato violento, anzi c'era una sicurezza e un'eleganza in ogni suo gesto... sapeva esattamente quello che stava facendo. O almeno così sembrava.

Thorin infatti si stava maledicendo, lui stesso e tutti i suoi antenati fino a Durin, per essere un tale idiota e cedere così a un invito indecente e sbagliato. Se l'era ripetuto un milione di volte: Non. Doveva. Mai. Più. Succedere.

E invece eccoli lì come due ragazzini, a rotolarsi in un prato felici e tremendamente colpevoli.

Bilbo, avendo uno slancio di coraggio, volle rendersi più attivo e scese lungo il corpo scolpito del re accarezzandolo fino a giungere al punto centrale. Lo afferrò senza esitazioni e con una tale determinazione da far emettere al suo re un singhiozzo soffocato di sorpresa. Bilbo sostenne il suo sguardo e alzando le spalle sorrise iniziando ad accarezzarlo lentamente.

Thorin stava perdendo la testa. Quell'hobbit era una delizia: ora sfacciato ora innocente! E quel sorrisino spontaneo che gli aveva fatto... Thorin lo strinse più forte affondandogli le dita nelle natiche. Continuarono ad accarezzarsi e a stringersi per un bel pezzo, con ritmi languidi o decisi, sussurrando ombre di parole e sospirando richieste.

Nessuno dei due era mai stato con un uomo prima. Fu una sensazione inaspettata e nuova quando Thorin, riluttante per paura di ferire, era entrato lentamente nel corpo caldo di Bilbo. Lo hobbit era rimasto senza fiato e aveva guardato negli occhi Thorin, fermo e in ascolto come un predatore con lo sguardo preoccupato. Erano come due ragazzetti alle prime armi, in più, come se non bastasse l'imbarazzo e tutto il resto, i loro corpi erano diversi. Thorin si era sorpreso a vagare con i palmi ruvidi sul corpo liscio e punteggiato di lentiggini dell'altro, constatando come fosse più minuto, rotondo e piccolo del suo... e stretto... aveva temuto seriamente di fargli male. A Bilbo d'altra parte non era sfuggito un solo centimetro del corpo muscoloso e abbronzato del nano, e allo stesso modo ne aveva colto l'esitazione. Nell'atto si era sentito stranamente pieno e allo stesso tempo appagato dalla presenza virile e dominante del nano.

Thorin aveva gradito. Non è che fosse un dominatore, certo che no, ma la naturale sottomissione di un partner... beh, lo faceva sentire potente, un vero re. E Bilbo era dolcissimo, si scioglieva al suo tocco e quei gemiti lascivi erano un canto alle orecchie del re. Thorin era felice; lo hobbit era suo, lo possedeva, lo amava.

Si staccarono con un ultimo bacio appagato, lenti e insonnoliti. Entrambi erano sporchi e di nuovo sudati. Bilbo si sentiva addosso l'odore di Thorin. Si avvinghiarono nudi sull'erba e travolti dal torpore dell'orgasmo, si addormentarono assaporando l'uno il fiato caldo dell'altro.

 

Bilbo si riscosse bruscamente dai suoi pensieri finendo per sbattere la fronte sulle ginocchia. Qualcuno gli aveva dato una poderosa pacca sulle spalle.

Balin lo guardava sorridente e soddisfatto. Era incredibile come anche il più anziano della compagnia fosse tanto forte...

-Ah. Mastro Balin...- sussurrò piano lo hobbit massaggiandosi la testa.

-Ancora sveglio, signor Baggins? Allora l'addestramento non è stato così duro...- sogghignò l'altro con fare misterioso.

Bilbo deglutì. Perché calava così tanto la mano sull'ultima parola?

-Hum, no. Voglio dire... sto facendo progressi.-

-Ahh, sì, Thorin me lo ha detto.- annuì il nano -Mi ha detto che sei robusto come un puledro e insospettabilmente disinvolto...-

Bilbo si voltò sconcertato giusto in tempo per vedere Thorin aprire un occhio divertito e lanciargli un mezzo sorriso malizioso.

 

 

Scusate per i secoli che sono passati dall'ultima pubblicazione, ma vedete, sono stata in vacanza. Che ne dite del capitolo? È un po' più descrittivo e meno introspettivo degli altri, anche se non mi sono soffermata troppo per non cadere nei soliti cliché.

Beh, fatemi sapere, perché ora non so se andare avanti (e come andare avanti) o concluderla qui e dedicarmi a una nuova storia (rigorosamente Bagginshield)...

In ogni caso, grazie a tutti!

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Capitolo 5
*** Paranoie (???) ***


Bilbo era rimasto incredibilmente turbato: stava diventando a dir poco paranoico. Tutti quanti sembravano sapere più del dovuto, ogni loro gesto e sguardo si trasformava in un'allusione maliziosa... Thorin non aiutava affatto avvicinandosi allo hobbit in silenzio e sussurrandogli sul collo le peggiori indecenze in kuzdul. Bilbo sobbalzava ogni volta che lo sfiorava e cercava di mantenersi lucido.

Dall'ultima lezione di Thorin erano passati due giorni e il nano sembrava decisamente di buon umore e più rilassato. Ovviamente anche questo fatto non era passato inosservato nella compagnia. In particolare i due marmocchi reali, i giovani nipoti del principe, si erano congratulati con lo scassinatore per la buona influenza sullo zio tenebroso. Continuavano a chiedergli che cosa che cosa facesse per tenerlo così di buon umore...

Al contrario, Bilbo era teso e nervoso e non sopportava l'idea che il suo...- che cos'era? Un fidanzato, un amico intimo?- avesse spiattellato tutto ai compagni. Non ne avevano più parlato chiaramente, anche perché tutte le volte che si avvicinava a Thorin sembrava che quello volesse mangiarselo, e la conversazione ambigua avuta con Balin era rimasta impressa nella memoria a tormentare Bilbo.

Ne approfittò durante una pausa per far riposare i pony, in cui tutti quanti erano scesi da cavallo per sgranchirsi le gambe. Lo hobbit scivolò giù dalla sella e si avvicinò al capo della spedizione che stava accarezzando il suo destriero.

-Thorin- chiamò con un tono fin troppo casuale -dovrei dirti due parole-

Il re si girò a guardarlo imperioso -Anche io. Siamo molto indietro con il programma del tuo allenamento, hobbit. Il viaggio va avanti e si fa più pericoloso- una scintilla passò nel suoi occhi chiari -bisogna che impari a difenderti sul serio, senza altre distrazioni.-

Detto questo ordinò alla compagnia di rimanere nei paraggi e di riposarsi: lui e lo scassinatore avrebbero perlustrato la zona. Fili e Kili saltellarono verso di loro cercando di prendere parte all'esplorazione e venendo liquidati da un gestaccio infastidito del re.

-Ma dai, zio! Perché sempre voi due e noi no?-

-Perché lo dico io, punto e basta. Sorvegliate i pony.-

-Bravo zio, se non fossi di stirpe reale avresti potuto proprio fare l'oratore...-

Thorin ignorò le smorfie dei nipoti, afferrò Bilbo e lo trascinò lontano dietro un gruppo di rocce come se fosse un sacco.

-Ascoltami bene, hobbit: tu non...-

-No- sbottò Bilbo prendendo coraggio -Tu ascoltami. Che cosa hai raccontato agli altri? Gli hai detto di noi due?-

Thorin sembrò così sbigottito che Bilbo temette di aver esagerato e si preparò a ricevere uno schiaffo in piena faccia. Thorin si era pietrificato...

-Hum... Di noi due, quello che abbiamo fatto...- insistette calando lo sguardo sui propri piedi ricciuti.

-Io... non lo farei mai...- balbettò il nano costernato. Bilbo lo osservò con un certo compiacimento: aveva messo in difficoltà il re! Thorin d'altra parte era sempre molto riservato, e lui avrebbe dovuto capirlo.

Bilbo si sentì allora tremendamente a disagio. Thorin si era di nuovo rabbuiato.

Passò un minuto in cui il tempo sembrava congelato, poi insieme si mossero l'uno verso l'altro e si abbracciarono:

-Scusa, non avrei dovuto dubitare di te- mormorò Bilbo con la faccia premuta contro la sua spalla.

Thorin non disse nulla, ma lo hobbit aveva capito che era sollevato dal fatto di sapere di non essere stato rifiutato. Fagli dire una cosa del genere sarebbe stato veramente eccessivo per lui.

Le braccia di Bilbo scivolarono lungo i suoi fianchi, ma il nano non pareva dare segni di volerlo mollare.

-Thorin, va bene, ok?-

Nessuna reazione.

-Uhh. Sto un po' soffocando nella tua pelliccia...- esclamò con voce attutita.

-Shh.- fu l'unica risposta dell'altro.

Evidentemente Thorin non riceveva spesso abbracci, e ne aveva una pericolosa carenza.

Quando allentò quella presa da morsa idraulica lo hobbit si scostò ridacchiando e lo fece abbassare per stampargli un bacino sul naso.

-Vecchio sciocco d'un nano.-

-Attento, hobbit. Sono pur sempre un re-

-Un re che si lascia baciare sul naso da uno hobbit. A proposito, quand'è che inizierai a chiamarmi col mio nome?-

-Quando lo dirò io, punto e basta.-

Bilbo alzò gli occhi al cielo avviandosi accanto al suo principe.

 

 

Heyyy, sono tornata!!! Questo capitolo fa un po' schifo, ma mi serve per andare avanti (sì, si andrà avanti almeno con un altro capitolo sicuro, poi si vedrà).

I nostri due eroi qui non combinano niente, e le parole di Balin restano in sospeso... ma avrà poi capito qualcosa e era solo un discorso innocente?

Lo scoprirete vivendo, mhuahahha!

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Capitolo 6
*** Il momento sbagliato ***


-Thorin, per p-piacere fai piano...- mormorò Bilbo contro l'orecchio del nano, mentre questi gli mordicchiava il collo nudo e bianco. Gli avrebbe sicuramente lasciato dei segni che non sarebbe stato facile spiegare agli altri.

La brezza era gelida e raffreddava velocemente la pelle nuda e esposta delle spalle: un rivolo sottile di saliva sembrava bollente come lava, e subito si congelava in una striscia di ghiaccio. Bilbo rabbrividì e nascose il volto più profondamente nella massa di capelli morbidi dell'altro.

Thorin, dal canto suo, avrebbe volentieri piantato i denti in quella carne dolce e vellutata che il suo amante gli aveva magnanimamente offerto: avevano finalmente trovato una scusa qualunque (e poco verosimile) per rimanere un po' da soli, e lo hobbit aveva freddo. Thorin aveva letteralmente dovuto strappargli la mantella di dosso.

Negli ultimi giorni si erano accordati per essere più discreti: magari avrebbero rivelato tutto più avanti, quando sarebbero stati pronti.

Non era stato facile. Bilbo guardava Thorin come se fosse un dolcetto e Thorin, che come sempre faceva di testa sua, ne approfittava in ogni momento di distrazione della compagnia per infilargli la lingua in bocca. Alla fine a Bilbo non dispiaceva più di tanto, anche se era un po' teso e a volte lo spingeva via in malo modo.

Baciare Thorin era come essere investiti da un unicorno. Nessuno sapeva muoversi come lui, catturare la preda.

Nel bel mezzo di quei pensieri Bilbo sentì la bocca dell'altro allontanarsi da sé con uno schiocco per riposizionarsi con fulminea precisione sulla sua bocca. La barba gli pizzicava le guance e il piccolo hobbit si sciolse alle carezze ruvide della lingua dell'altro.

Le mani grandi del nano avevano trovato il modo di sfilare l'orlo della camicia dai pantaloni dello hobbit, e ora gli sfioravano la schiena. Thorin adorava posarsi sui punti più morbidi del suo amante e assaporarne le curve premendovi i palmi aperti: davvero nessuno poteva resistere alla morbidezza di quelle creaturine.

Il nano, col tempo aveva poi scoperto che, oltre a tutte le qualità supponibili, gli hobbit ne possedevano anche di nascoste e insospettabili. Erano dei piccoli sacchi di sesso con le gambe: dolci, robusti, insaziabili. Bilbo, poi, era particolarmente sensuale anche se non dava indizi di averne alcuna idea. Thorin lo osservava spesso muoversi con grazia e fluidità senza emettere il minimo rumore, assumere pose da bimbo innocente e schiudere quelle labbra in una O di stupore.

In quel momento Bilbo si lasciò sfuggire un piccolo gemito. Le mani di Thorin avevano lasciato la schiena per stringersi appena sotto le fossette di venere, e ora accarezzavano lo hobbit con lentezza lasciva. Thorin aveva il dono di fare tutto con eleganza e fierezza. Anche quando lo spogliava frettolosamente, se lo stringeva addosso perché non prendesse freddo, persino quando si inginocchiava ai suoi piedi per “offrirgli i suoi servigi”... era un re a tutti gli effetti.

Una delle cose che tutti e due amavano era il contatto visivo: Thorin lo manteneva sempre, occhi puntati negli occhi, mentre Bilbo, per stuzzicarlo, glielo negava calando le ciglia dorate e voltando il visino.

-Mastro Baggins- ringhiò Thorin mentre muoveva fluidamente il bacino contraendo gli addominali scolpiti -Non pensare che abbia dimenticato il tuo allenamento-

Bilbo ansimò, gli artiglietti piantati nelle spalle dell'altro -E chi se lo dimentica... non vedo l'ora di ricominciare.- soggiunse leccandosi le labbra con noncuranza. Una cosa che faceva rabbrividire Thorin tutte le volte.

-Dico sul serio- rispose Thorin, con voce incredibilmente ferma vista la situazione -Ho dei brutti presentimenti, e voglio che tu sia pronto-

-Sempre pronto- ribatté Bilbo sotto di lui con un sorriso. Thorin scosse la testa e accelerò il ritmo: era evidente che in quel momento non lo prendeva sul serio. I tessuti dei loro indumenti frusciavano lasciando appena sentire lo schiocco attutito della carne che sbatte contro altra carne.

Thorin avrebbe sicuramente scelto il momento peggiore per i discorsi seri.

Bilbo si protese e arpionò le labbra del nano con le proprie, trascinandolo giù: questo pose fine a quel briciolo di razionalità che albergava ancora nella mente di Thorin.

 

 

Sorpresa! Non sono morta.

Capitolo inutile ai fini della storia, ma ci stava (have fun!)

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