Seven days for fall in love!

di Siraka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 GIORNO ***
Capitolo 2: *** 2 giorno ***
Capitolo 3: *** 3 giorno ***
Capitolo 4: *** 4 giorno ***
Capitolo 5: *** 5 giorno ***
Capitolo 6: *** 6 giorno ***
Capitolo 7: *** 7 giorno ***



Capitolo 1
*** 1 GIORNO ***


<< No, Jong Up, per l’ennesima volta non si fa così>>
Era la sedicesima volta che quel cretino si faceva rimproverare. Ma era mai possibile che non riusciva a fare una stramaledettissima capovolta?! 
Cercai di mantenere la calma mentre guardavo il mio compagno di scuola, Jong Up, tentare invano di eseguire l’esercizio datogli dall’insegnante.
Dopo la ventesima volta lo mandò a sedersi e si asciugò il sudore con la maglia della felpa.
<< E bravo il nostro Up, che è riuscito a far sclerare di nuovo la professoressa>>
I miei compagni cominciarono a sghignazzare e a prenderlo a gomitate, lui sorrideva e abbassava lo sguardo con fare timido. Io al suo posto li avrei ammazzati tutti e soprattutto avrei strappato loro quel maledettissimo sorrisino da persone superficiali che avevano stampato sulla faccia ma per fortuna non toccava a me subire quell’umiliazione.
 
Driiiiiiiiiiiiiiiiiin…..
 
<< Ragazzi, siete liberi>>
Finalmente le lezioni erano finite  ed ero libero!!
Bè, libero per modo di dire: quel pomeriggio sarei dovuto andare al corso di karate e infine ad aiutare il fidanzato di mio fratello a trovare un regalo per quest’ultimo.  Già, mio fratello compiva gli anni questa settimana e io, come a mio solito, me ne ero completamente dimenticato!
Tornai a casa per prendere la borsa di karate, preparata in precedenza, e in quel mentre:
<< Hey Dae!>>
La sua voce mi fece sobbalzare, come al solito.
<< Quando la smetterai di apparire dal nulla e di farmi prendere un infarto? Ti detesto Jae>>
 << Non si può detestare il proprio fratello maggiore. E poi sto cercando di capire cosa state organizzando per me tu e Junhong!>>
<< E chi ti dice che stiamo organizzando qualcosa per te?>>
<< La mia teoria per ora è questa: Jun ti ha chiesto cosa poteva regalarmi, tu gli hai chiesto “perché” con la tua solita aria da imbranato, lui ti ha ricordato il mio compleanno, a quel punto ti sei dato un facepalm, sei entrato nel panico e gli hai chiesto cosa potevi fare, infine lui ha organizzato tutto e tu gli farai solo da spalla>>
 
Lo detesto. Io detesto mio fratello.
Ma come diavolo faceva a capire tutto così su due piedi? E poi si chiedeva perché non si sorprendeva mai: era impossibile fargli una sorpresa.
<< Tu hai letto troppi libri gialli. Te ne devo bruciare qualcuno>>
<< Lo so che non lo faresti mai…..>>
Si avvicinò e mi abbracciò.
<<….. Tu sei il mio dolce Dae, il mio fratellino che anche quest’anno si è scordato il mio compleanno!>>
<< Farai di tutto per farmelo pesare, eh?>>
<< Esatto!>>
Riuscii a liberarmi dal suo abbraccio, presi il borsone e m’incamminai verso la porta:
<< Ora devo andare. Ci vediamo stasera>>
<< Si, si, tanto lo so che farai tardi per vederti con Jun!>>
<< Ti detesto Jae>> alla fine dissi prima di uscire dalla porta.
<< Anch’io ti voglio bene>> sentii prima di uscire.
 
Il tragitto era abbastanza corto e feci in fretta ad arrivare. Con la scusa di essere vicino alla palestra arrivavo sempre quando tutti si erano già cambiati e anche oggi non avevo fatto eccezione. Come al solito i miei compagni non si erano limitati con le battute e le prese in giro.
<< Hey il ritardatario è arrivato!>> uno degli esempi più classici.
Mentre mi cambiavo sentii la porta aprirsi. Mi girai per vedere chi era e….. oh no, anche qui no!
<< Jong Up! Che diavolo ci fai qui?>> sentii dire dal mio compagno Himchan.
<< Non lo sai? Si è iscritto questo pomeriggio>> gli rispose un altro mio compagno.
 
Il diretto interessato abbassò lo sguardo e, senza dire un parola, si mise in un angolo e si cambiò. Uscimmo dallo spogliatoio e ci dirigemmo in palestra dove ci stava aspettando il maestro. Appena vide il nuovo arrivato spalancò gli occhi e si sentì un “Oh no” echeggiare nella palestra. A quando pare Jong Up era famoso per essere un buono a nulla in ogni sport. La lezione iniziò e il maestro mi chiese di mostrare a tutti il calcio rotante. A differenza dei miei compagni io non avevo buoni riflessi o calci potenti ma avevo una buona tecnica. Per questo molto spesso mi usava da manichino e a me non dispiaceva.
<< Allora…. Chi vuole provare?>> chiese subito dopo.
Una timida mano si alzò e un boato di sconforto rimbombò: Jong Up aveva alzato la mano. Tutti si misero le mani tra i capelli o si fecero dei facepalm mentre io e il maestro, cercando di rimanere indifferenti, guardammo il suo calcio. Con sorpresa di tutti fece uno scatto magnifico e allungò la gamba con una facilità inumana. Rimanemmo tutti a bocca aperta fino a quando non incrociò male il piede portante e cadde: questo dimostrava ancora una volta che Jong Up era un incapace buono a nulla. La palestra si riempì di risate canzonatorie che subito tacquero allo sguardo serio e severo del maestro. Mi avvicinai a lui e gli tesi la mano per aiutarlo a rialzarsi ma, con lo sguardo basso e l’aria malinconica, si rialzò da solo e si andò a sedere sulla panchina. Non so perché ma mi faceva male vederlo così.
La lezione continuò senza problemi, a parte qualche intoppo di percorso che ci stava sempre, e alla fine, mentre mi dirigevo verso lo spogliatoio, venni chiamato dal maestro.
<< Ho fatto qualcosa di sbagliato?>> chiesi.
<< No è che ho un favore da chiederti>> mi rispose.
<< Sono a sua disposizione>>
<< Dovresti dare delle lezioni in più a Jong Up>>
<< Io che cosa?!>> il mio tono di voce si alzò di colpo.
<< Non dirmi che non l’hai notato: la sua prestazione è stata magnifica e sarebbe stata perfetta se non fosse per la sua sbadataggine. Andiamo Daehuyn, te lo chiedo come amico>>
<< Ma non puoi aiutarlo tu?>>
<< Lo sai che sono già impegnato con Himchan.>>
Non sapevo cosa rispondere: da un lato era vero che poteva rivelarsi una buona cosa ma dall’altro….. andiamo, era Jong Up!  Ah, al diavolo me e i miei pregiudizi.
<>
<< Grazie. Adesso va a cambiarti altrimenti farai tardi a casa>>
<< Stasera non vado a casa quindi posso cambiarmi con calma.>>
<< Va bene. Ti lascio le chiavi della palestra così non avrai problemi>>
Mi diede le chiavi poi andai a cambiarmi. Mentre stavo per uscire incontrai Jong Up e, anche se a malavoglia, lo informai della decisione presa dal maestro.
<< Ti va bene se cominciamo domani?>> chiesi.
La risposta non arrivò subito e pensai che non era sicuro.
<< Non c’è bisogno di farlo per forza se n…..>>
<< Va bene>>
<< Co-cosa?>>
 Per un attimo rimasi perplesso. Non ci avevo ma fatto caso ma non avevo mai sentito la sua voce.
<< Ho detto che per me va bene se a te non dispiace.>>
<< No, per me va benissimo. Allora a domani>>
Uscii di corsa dalla palestra. Non riuscivo a capire cosa fosse successo: la sua voce mi aveva lasciato senza parole. Era veramente bella!
Ok Daehyun, è ora di tornare a ragionare, pensai.
Corsi fino al centro commerciale dove avrei dovuto incontrare Junhong. Infatti lo trovai seduto al tavolo di un bar mentre si gustava un frappè al biscotto. Lo raggiunsi.
<< Ma non ti vergogni a fare merenda a quest’ora?>> scherzai mentre mi sedevo davanti a lui.
<< Lo sai che  io oggi non ceno per andare a ballare>> fu la sua risposta.
Era più piccolo di me di due anni eppure lui già andava a ballare. Al diavolo Jae e la sua solita ramanzina sul “sei troppo piccolo per fare queste cose”.
<< Ma adesso non è tempo per le chiacchiere: dobbiamo organizzare la festa a sorpresa per Jae.>> disse subito dopo lui.
<< Temo che non ci riusciremo a fargli una festa a sorpresa. Ha già intuito tutto, è impossibile nascondergli qualcosa>>
<< Invece ti dico che ci riusciremo perché ho già in mente un piano. Ascolta……>>
Mi disse la sua idea e rimasi stupefatto dalla complicatezza del suo piano.
<< Capito tutto?>>
<< Si>>
<< L’unica cosa è che per sviare tuo fratello dovrai uscire molte volte di casa, è un fastidio per te?>>
<< No perché tanto dovrei uscire di casa comunque per aiutare un mio compagno con karate e, dato che Jae non lo sa, questo torna a nostro vantaggio.>>
<< Perfetto, allora è deciso!>>
Rimanemmo ancora un po’ a parlare finché non mi chiese chi dovevo aiutare con karate. Non volevo rispondergli: se avesse saputo chi era di sicuro mi avrebbe detto che non c’erano speranze.
<< Avanti, lo voglio sapere>>
<< E va bene, si tratta di Jong Up>>
<< Jong Up? Quel Jong Up?>>
Mi coprii la faccia con le mani dalla vergogna per poi annuire con la testa.
<< Finalmente si è deciso ad iscriversi, era da una vita che cercavo di convincerlo.>>
Ero completamente sconvolto dalla sua ultima affermazione.
<< Tu….. conosci….. hai convinto…... che coooosa?>>
<< Ti devo delle spiegazioni, eh?>>
<< Altroché se me le devi>>
<< Lui balla nel mio stesso locale e siamo diventati amici. Mi ha raccontato che c’era una persona che gli piaceva nel corso di karate così gli ho detto d’iscriversi dato che è agile e ha un buon equilibrio e…..>>
Non potevo credere a ciò che sentivo: ma stavamo veramente parlando della stessa persona? No, perché avevo dei seri dubbi in proposito.
Ma soprattutto chi è che gli piaceva nel gruppo di karate?
Ma Daehyun a te che t’importa?, pensai infine.
<< Hey tutto bene Dae?>> la voce di Jun mi riportò alla realtà.
<< Si, sono solo stanco>> risposi.
<< Caspita quanto è tardi. Devo proprio andare>>
Guardai l’ora: aveva proprio ragione. Erano le 8.15 e se Jae non mi vedeva tornare come minimo avvertiva i servizi segreti, la CIA e magari anche la NASA.
Ci salutammo e corsi a casa come un lampo. Jae era già sulla porta pronto a venirmi a cercare.
<< Hai visto che ore sono?>>
<< Si lo so e mi dispiace ma….>>
Non feci in tempo a finire la frase che subito mi abbracciò e lo sentii tremare.
<< Ti prego non mi fare preoccupare>>
Lo abbracciai anch’io. 
Povero Jae, dalla volta dell’incidente non si era più ripreso. Sapevo quanto si preoccupasse per me e mi dispiaceva vederlo così.
<< Dai Youngjae, non fare così. Lo vedi? Sto bene perciò adesso calmati e rientriamo n casa. Ti prometto che non ritarderò più>>
Riuscii in qualche modo a calmarlo e a riportarlo in casa. Cenammo e tutto tornò normale, lui che intuiva sempre tutto e io che gli dicevo “ti detesto” ogni volta che ne avevo l’occasione. Mi piaceva vederlo sorridere ed ero felice di sapere che aveva trovato la persona giusta. Speravo anch’io, in fondo, di trovare qualcuno con cui avrei condiviso il mio tempo volentieri. Per adesso gli unici con cui condividevo il mio tempo erano mio fratello e, da domani, Jong Up.
Chissà come sarà la nostra prima lezione insieme, pensai.
 


ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! questa è la mia prima fan fiction a capitoli! 
ok..... non è un granchè, però cercherò di migliorare, lo prometto. Mi scuso in partenza per eventuali errori di ortografia ma la mia tastiera odia la lettera i.
Ora vi saluto. 

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Capitolo 2
*** 2 giorno ***


Mi ripetevo in testa mentre correvo alla palestra cercando di non inciampare sui lacci delle scarpe slacciati. Mi ero addormentato sul divano e quello scemo di mio fratello non mi Oh cavolo sono in ritardo.
aveva svegliato dopo che mi ero raccomandato tanto. La sua giustificazione era stata “Ma dormivi così bene!”
Finalmente arrivai alla palestra dove però non c’era ancora nessuno. Mi cambiai e aspettai l’arrivo di Jong Up facendo un po’ di riscaldamento. Passarono 15 minuti e ancora non arrivava, ne passarono 20 e poi 30 ma niente. Cominciai a pensare che mi avesse dato buca o che se ne fosse dimenticato. Stavo per andarmene quando lo vidi arrivare già preparato e con il volto rivolto verso il basso.
Non ero arrabbiato… ero furioso!
Volevo dirgliene di tutti i colori ma poi pensai di fargliela pagare durante gli allenamenti.
Si avvicinò a me e, con lo sguardo sempre rivolto verso il basso, mi disse:
<< Mi dispiace, me ne ero totalmente dimenticato. Giuro che mi farò perdonare e capirò se non vorrai più aiutarmi.>>
Nonostante fossi furioso e volessi mollare tutto, la sua voce così triste e dolce mi calmò e mi fece sentire in colpa per i miei pensieri di vendetta.
Gli misi una mano sulla spalla, lui alzò la testa sorpreso e mi guardò negli occhi. Era agitato perciò pensai di rassicurarlo.
<< Dai, non fa niente. Per oggi ti perdono però riprovaci a farmi aspettare così tanto e ti distruggo di addominali, ok?>>
Il mio tono scherzoso doveva averlo calmato perché subito dopo sorrise. Il suo sorriso era innocente come quello di un bambino e ne rimasi incantato.
Distolsi lo sguardo e cercai di riaccendere il cervello che nel frattempo si era spento.
<< Bene e adesso cominciamo. Mi fai rivedere il calcio di ieri?>>
Annuì con la testa e si preparò per poi slanciare la gamba verso l’alto. Uno slancio magnifico, peccato però che subito dopo prese una storta e cadde a terra.
Ma era mai possibile che fosse così imbranato?
Mi avvicinai per aiutarlo a rialzarsi ma lui sedette a terra e, guardandomi con occhi da cucciolo, mi disse:
<< Sono una frana, non credo che ce la farò>>
Cosa potevo dirgli in circostanze come queste?
<< Si è vero, sei un grandissimo imbranato…..>>
Abbassò lo sguardo.
<< …. Un imbranato con grandi capacità che aiuterò a migliorare. Non fare quella faccia, capita a tutti di non riuscire in qualcosa….. bè, a te più degli altri però si può sempre migliorare, no? Quindi adesso alzati e riproviamo.>>
Da dove mi erano uscite quelle parole?
Lui sorrise e riprovò ma anche stavolta cadde. Capii dove sbagliava e gli spiegai cosa doveva fare per correggersi.
<< Tu non ruoti il piede e questo ti porta a cadere. Cerca di ruotarlo>>
Ci provò ma, nonostante non fosse caduto, perse l’equilibrio. Andammo avanti per più di un’ora ma continuò a sbagliare. Allora gli feci fare altri esercizi e mi resi conto di quanto fosse bravo. Certo, in alcuni non riusciva molto bene ma in tutti gli altri era magnifico. Passammo due ore insieme finché non arrivò l’ora di andare via. Ci andammo a cambiare e, mentre si levava la maglia, notai che aveva degli addominali super sviluppati. Mi sentii un pervertito a fissarlo così ma non riuscii a distogliere lo sguardo. Quando si accorse che lo stavo fissando diventò tutto rosso.
<< Q-Qualcosa n-non va?>>
Stava balbettando? Era così dolc…… Ma a cosa stavo pensando?  Daehyun, la scuola ti fa malissimo, ti sta danneggiando le cellule celebrali!
<< No, assolutamente. Guardavo che ti tieni in forma, hai un bel corpo>>
Cos’avevo appena detto? Mi tirai uno schiaffo.
Nascose il viso dietro l’asciugamano.
<< Grazie>>
Finimmo di cambiarci e ci salutammo davanti alla palestra.
<< Allora a domani>> disse.
<< Si, a domani>> risposi.
Lo vidi andare via e poi mi avviai verso casa.
Arrivai prima del solito e cominciai a gonfiare palloncini gialli e arancioni per poi nasconderli dentro il mio armadio. Subito dopo arrivò Jae col fiatone e si lasciò cadere sul divano.
<< Ciao Dae. Scusa il ritardo, ora preparo la cena>>
<< Si ma prima riprendi fiato sennò mi muori sui fornelli!>>
Rise e poi si avviò verso la cucina dove preparò uno dei suoi soliti piatti buonissimi.
Mentre cenavamo mi disse che più tardi sarebbe venuto Jun a vedere un film.
Direi che il suo piano stava andando alla perfezione.
<< Ha detto che voleva passare una serata con me a guardare un film di guerra>>
<< Si si, tanto so come andrà a finire>>
Mi guardò perplesso.
<< In che senso?>>
<< Sarete tu e lui, da soli, a guardarvi un film, abbracciati…… come vuoi che vada a finire?>>
Mi tirò una pacca sulla testa con aria disdegnata.
<< Ma che pervertito che sei! Non succederà perché…….>> si bloccò.
<< Perché?>> gli feci eco.
<< Perché no>>
<< Ok>>
Mi alzai e uscii dalla cucina per poi riaffacciarmi e dire in tono malizioso:
<< Per favore, non fate troppo rumore che io domani ho scuola!>>
Poi scappai in camera inseguito da Jae che, appena mi raggiunse, mi buttò sul letto e mi cominciò a fare il solletico.
<< Prova a ripetere ora, mio caro Dae>>
In realtà se avessi voluto l’avrei buttato giù in un secondo ma in fondo io ero più forte in tutto, almeno qui lo volevo lasciar vincere.
Suonarono alla porta e fui salvo. Jae andò ad aprire e non risalì più.
Mi sdraiai sul letto pensando che in realtà ero solo geloso perché almeno lui qualcuno con cui stare ce l’aveva. In quel momento mi venne in mente Jong Up e mi tornò il dubbio di chi fosse la persona che gli piaceva all’interno del club di karate.
Ma perché mi veniva in mente adesso?
Mi rigirai nel letto cercando di addormentarmi ma invano. Alle quattro di mattina scesi in soggiorno, tanto di dormire non ne avevo alcuna intenzione. Vidi mio fratello e Jun abbracciati che dormivano. Anche stavolta non era successo niente.
Ma perché Jae non faceva il primo passo?
Me lo domandavo spesso, in fondo stavano insieme da quasi 3 anni. È anche vero che Jun aveva compiuto 17 anni solo il mese scorso e Jae si era sempre sentito un pedofilo perché ha tre anni in più. Insomma è un vecchiaccio!
Andai in cucina,  presi un bicchiere e l’acqua dal frigo. Andai a sedermi e, voltato lo sguardo, vidi Jun in piedi sulla porta. Mi prese un infarto.
<< Ommioddio Jun!>>
<< Ahahahahahaha ti sei spaventato!>>
<< E che cavolo, almeno fai un segno prima di far prendere un infarto alla gente.>>
<< Scusa ma ho visto la luce accesa e….>>
<< Ok lasciamo stare. Vuoi un bicchiere d’acqua?>>
<< Ok>>
Lo feci sedere e presi un altro bicchiere che riempii d’acqua e glielo porsi.
<< Grazie. Hai gonfiato i palloncini?>>
<< Si, tranquillo. Senti ma stasera chi ti ha sostituito al night?>>
Mi guardò stranito poi rispose:
<< Jong Up, perché?>>
<< Era per curiosità. E, che tu sappia, come torna a casa?>>
Mi guardò ancora più perplesso di prima.
<< Ma sei preoccupato per lui?>> mi chiese.
<< Eh…. No, no…. Ma cosa ti fumi? Io che mi preoccupo per lui? Ma và, era solo per sapere se andava a dormire presto perché oggi, a lezione, mi sembrava stanco>>
Mi guardò  malizioso poi mi rispose:
<< Di solito finiamo alle 2.30 del mattino e lui non abita molto vicino, credo ci impieghi mezz’oretta a tornare a casa. E dai, ammettilo che ti stai preoccupando per lui.>>
Il suo tono malizioso mi mise in soggezione.
<< Ti ho detto di no. Ora scusa ma vado a dormire>>
<< Ok, io invece vado da Jae.>>
<< Allora buona notte!>>
Ritornai di sopra cercando di riprendere sonno e dopo quasi un quarto d’ora riuscii finalmente ad  addormentarmi.
 
 
 salve a tutti. questo è il 2 capitolo. spero vi piaccia.
 
 
 

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Capitolo 3
*** 3 giorno ***


Oggi non ho voglia di andare a scuola, pensai quella mattina mentre mi vestivo.
<< Dae sbrigati o farai tardi>>
<< Lo so>>
Perché mio fratello doveva sempre trattarmi come un bambino?
Corsi di sotto e uscii di casa alla velocità della luce. Mi avviai verso scuola anche se avrei voluto saltarla quel giorno. Per strada incontrai Himchan e mi aggregai a lui per chiacchierare un po’.
<< Come vanno gli allenamenti?>>
<< Yongguk ha intenzione di uccidermi. Tu?>>
<< Bene. Devo dire che Jong Up è molto bravo, non me l’aspettavo>>
Si fermò di colpo e mi guardò malissimo.
<< Che ti sei fumato sta mattina?>>
<< Dai scemo, sto dicendo sul serio. Dovresti vederlo: è agile, ha un buon equilibrio, è bellissimo…..>>
Mi tappai la bocca dopo essermi reso conto di quello che avevo appena detto. Himchan invece sembrava divertito.
<< Bene, bene, bene….. come dovrò interpretare la tua frase?>> disse in tono malizioso.
Cercai di rimanere disinvolto anche se avrei voluto prederlo a calci.
<< Come ti pare e piace. A proposito, la tua relazione con Guk come sta andando?>>
<< Mah, a volte è serio e pensa solo alle lezioni però altre volte è dolce, sensibile e mi piace stare con lui>>
<< Sono contento e geloso di te.>>
Arrivammo a scuola e, mentre lui entrava, io tentai invano di filarmela.
In classe notai che mancava Jong Up. In effetti era la prima volta che mi accorgevo della sua assenza. Arrivò dieci minuti dopo, col fiatone e questo mi fece intuire che aveva corso. La lezione fu noiosissima ma mi consolai al fatto che 5 minuti dopo sarebbe suonata la campana e ci sarebbe stato l’intervallo. Quando finalmente la lezione finì mi avvicinai a lui per chiedergli se si ricordava della lezione di oggi o se l’aveva già dimenticata ma, con mia gran sorpresa, appena mi avvicinai, scappò via  guardandomi quasi rattristato. Non capivo il suo gesto, cos’avevo fatto?
Notai che guardava Himchan. Che sia lui il ragazzo che gli piace? Sentii un leggero fastidio e provai gelosia nei suoi confronti.
Tornai in classe e presi lo zaino di ginnastica. Finalmente avremmo giocato a basket e mi sarei divertito un po’. La partita fu fantastica: la mia squadra contro quella di Him. Solo che a fine primo tempo un avversario e Jong Up si misero a discutere, o meglio, lui stava zitto mentre l’altro lo strattonava. Finché non lo buttò a terra facendogli battere la schiena e in quel momento, non so come né il perché, corsi con una tale rabbia verso quel ragazzo che lo spinsi contro il muro poi mi girai e tesi il braccio a Jong. Lo aiutai a rialzarsi e lo accompagnai in infermeria.
<< Non c’è bisogno di andare in infermeria. Non è niente.>>
<< Non si sa mai, meglio non rischiare>>
In effetti l’infermiera disse che non era niente. Gli diede un antinfiammatorio e ci lasciò soli.
<< In effetti forse ho esagerato un po’. >>
Sorrise ma non sembrava felice.
<< Daehyung…. Posso farti una domanda?>> disse timidamente.
Rimasi un po’ perplesso.
<< E me lo chiedi?>>
<>
E con questa domanda mi spiazzò. In effetti non lo sapevo neanche io.
<< Perché mi sembri sempre così indifeso.>>
Ma che razza di spiegazione era? Jong abbassò la testa quasi rattristato.
<< Quindi mi stai vicino solo perché mi credi debole?>>
<< No… non intendevo questo. Nel senso che sei molto dolce ed è difficile trovare persone come te, per questo ti devo proteggere>>
Sorrise di nuovo ma stavolta era un sorriso sereno.
<< Ora posso fartela io una domanda?>>
<< Si>>
<< Perché sei scappato via quando mi sono avvicinato a te?>>
<< Perché….. ecco….. non voglio metterti in imbarazzo. So come mi chiamano a scuola e so che ti darebbero dello stupido se stessi con me>>
Era questa la motivazione? Si era preoccupato della mia reputazione? Quindi non era per Him.
Appoggiai la mia mano sulla sua, lui arrossì.
<< Non m’importa di quello che dice la gente. Se voglio stare vicino ad una persona gli sto vicino quindi non temere per la mia reputazione>>
Mi guardava con occhi sorpresi ma allo stesso tempo felici. Mi accorsi che era ora di tornare in classe così ci avviammo.
Ero stranamente felice, la compagnia di Jong Up era piacevole.
<< Ci vediamo oggi agli allenamenti.>>
<< Ok. A dopo>>
 
Bip…… bip……
<< Pronto?>>
<< Ciao Jae. Scusa ma oggi non torno a casa presto.>>
<< Ah Dae, sei tu! Come mai?>>
<< Ehm…. Perché…..>>
<< C’entra la mia sorpresa?>>
<< Ti detesto Jae>>
<>
Click.
Bene, il piano di Jun funzionava alla grande e avevo tutta la serata libera da passare con Jong Up. Oddio, non è che dovevo passare tutta la serata con lui, solo per le due ore di lezione. Ma se l’avessi invitato a prendere qualcosa? E perché mai avrei dovuto invitarlo? Però sarebbe simpatico passare una serata insieme per conoscerci meglio. Ma perché volevo conoscerlo meglio?
Adesso basta con tutte queste domande.
Mi cambiai velocemente ed entrai in palestra dove c’era già Jong Up che mi aspettava facendo riscaldamento.
<< Vedo che ti sei già riscaldato. Allora vogliamo riprovare l’esercizio dell’altra volta?>>
<< Va bene>>
Riprovò ma fece lo stesso errore dell’altra volta.
<< Aspetta, proviamo così.>>
Gli presi la mano e gli dissi di provare a farlo lentamente. Quando stette per perdere l’equilibrio fui pronto a prenderlo e l’esercizio gli riuscì.
<< Visto? Non è difficile. Ora prova da solo.>>
Mi accorsi solo un attimo dopo che era completamente rosso in viso.
<< O-ok però mi potresti lasciare la mano?>>
Non mi ero minimamente  accorto che gliela stavo ancora tenendo. Ero imbarazzatissimo e la lasciai di corsa.
Riprovò e finalmente ci riuscì. Fece una rotazione stupenda, la gamba era stesa e il piede era messo nel modo giusto.
Quando si girò e mi guardò il suo sguardo era sorpreso e felice.
<< C-ci sono…. Riuscito>>
<< Si e sei stato bravissimo>> risposi sorridendo.
<< Ce l’ho davvero fatta>> il suo tono era più entusiasta.
<< Perché, avevi dubbi?>>
Si lasciò cadere a terra sulle ginocchia, mi avvicinai e mi chinai davanti a lui.
<< Ehi, che succede?>> chiesi un po’ preoccupato.
<< Niente è che sono felice. Finalmente sono riuscito a fare qualcosa, non sono più  Jong Up lo stupido o l’imbranato.>>
Non aveva alcuna fiducia in sé stesso e solo ora capivo che i soprannomi che gli avevano dato avevano solo peggiorato la situazione. Però ora la stava riacquistando e mi sentivo in dovere di aiutarlo.
<< Però…..>>
<< Però cosa?>>
<< Se non fosse stato per te non ci sarei mai riuscito quindi in realtà rimango sempre lo sfigato che non riesce a fare niente, quindi…….>>
Non gli lasciai finire la frase poiché lo abbracciai. Non riuscivo a capire il mio gesto neanche io però mi sembrò la cosa migliore.
<< Non devi fidarti di quello che ti dicono gli altri, tu sei bravissimo altrimenti perché sarei qui ad aiutarti se tu fossi un caso perso?>>
Appoggiò la testa sulla mia spalla e sentii il suo respiro, così ansimante, calmarsi e diventare sempre più profondo.
Sentii dei brividi percorrermi la schiena e sperai non se ne fosse accorto.
Lo lasciai lentamente.
<< Davvero pensi che ce la possa fare?>>
<< Si.>>
Ci guardammo negli occhi e mi sentii talmente rapito che mi avvicinai, mi avvicinai e mi avvicinai ancora finché la distanza si fece strettissima. Quando me ne resi conto mi voltai di scatto e mi alzai.
<< Quindi adesso diamoci da fare>> cercai di dire nel tono più naturale che potessi fare.
Dopo questo avvenimento, la lezione continuò normalmente o almeno così volevo credere.
Alla fine andammo insieme nello spogliatoio e, dopo vari pensamenti e ripensamenti, riuscii a fargli quella stramaledettissima domanda:
<< Vorresti andare a prendere un caffè?>>
Subito dopo il cuore cominciò a palpitare alla velocità della luce. Perché mi succedeva questo? In fondo non facevo una cosa così strana, stavo solo invitando un amico a prendere qualcosa eppure mi sentivo imbarazzato.
<< Ok, dove vuoi andare?>>
Aveva accettato? Aveva davvero accettato?
<< P-pensavo di andare nel bar qui vicino>>
<< Ok andiamo>>
Il suo tono era estremamente tranquillo e felice mentre io mi ero pure messo a balbettare.
Stupido Daehyun!                                               
Ci incamminammo verso il bar e, una volta arrivati, io presi un caffè amaro mentre lui prese un cappuccino.
<< Allora Jong Up….>>
Alzò la testa dal suo cappuccino e mi guardò in modo strano.
<< Che c’è?>> chiesi.
<< Niente…. È che è la prima volta che mi chiami per nome.>> arrossì leggermente.
<< Davvero? Non ci avevo fatto caso……… comunque, Jun mi ha detto che anche tu balli nel suo stesso locale>>
<< Si…… ma tu conosci Junhong?>>
<< Già….. è il fidanzato di mio fratello maggiore>>
<< Ah, non me l’aveva mai detto di essersi fidanzato>>
<< Bè, anche se mio fratello è di 4 anni più grande, sono una coppia.>>
<< Wow, che differenza d’età!>>
<< E’ vero>>
Rimanemmo qualche minuto in silenzio finché Jong Up mi domandò:
<< Ti andrebbe di venire nel locale in cui lavoro domani?>>
Esitai per un istante.
<< Ok. Dopo gli allenamenti?>>
<< Va bene>>
Guardai l’ora e mi venne un colpo.
<< Oh no, no, no! E’ tardi! Scusa ma devo scappare anzi devo volare.>> dissi agitato.
<< Che succede?>> chiese lui preoccupato.
<< Sono 20 minuti in ritardo, mio fratello mi ammazza stavolta!>>
<< Allora corri!>>
<< Ci vediamo domani>> dissi mentre correvo via.
Presi il telefono e telefonai a Jae.
Bip…… bip……
<< Daehyun dove sei?>>
<< Jae sto arrivando>>
<< Stai correndo. Sei inseguito? Che succede?>>
<< No niente tranquillo. Sto arrivando quindi ti prego non chiamare la polizia o i servizi segreti, ok?>>
<< Si ok>>
Click.
In 10 minuti fui a casa e Jae mi rimproverò a dovere.
<< Hai ragione e mi dispiace ma….>>
<< Ma cosa?>>
<< Ero al bar con una persona e ho perso la condizione del tempo>>
Vidi nei suoi occhi che si stava calmando ma aveva ancora una cosa da dirmi.
<< Non lo fare ma più.>>
<< Va bene>>
<< Dai ora vieni a tavola>>
Dopo cena, mentre aiutavo Jae a sparecchiare, ripensavo a quello che era successo oggi in palestra.
<< Sei pensieroso. Qualcosa non va?>>
Ritornai alla realtà.
<< No è che c’è un ragazzo a scuola e quando sto vicino a lui o gli parlo, bè….. ecco io mi sento strano. Mi vengono i brividi e mi sento bene.>>
<< Oh, oh, oh…… qualcuno qui è innamorato!>> cantilenò Jae.
<< Ma sei scemo? Non sono innamorato.>>
<< Ma so che questa persona ti piace. E dai, ammettilo, i sintomi ci sono tutti.>>
E se avesse ragione? Insomma se non mi fossi voltato oggi in palestra avrei anche potuto…… ommioddio non posso credere di averlo pensato.
<< Dae torna tra noi e ammetti di esserti preso una cotta. >>
<< Forse hai ragione però…… so che lui si è iscritto al club di karate perché gli piace qualcuno e non credo si tratti di me.>>
<< Però puoi far in modo che il suo interesse ricada su di te, quindi datti da fare se vuoi conquistarlo.>>
<< Ma ti senti parlare? Non potrei mai farlo e poi non sono nemmeno sicuro che mi piaccia.>>
<< Allora schiarisciti le idee perché al cuor non si comanda. Ora fila a letto.>>
<< Ok. Buonanotte.>>
<< Notte piccolo innamorato>>
<< Ti detesto Jae>>
Andai in camera mia e ripensai alle sue parole. E se avesse ragione lui? Se mi fossi davvero preso una cotta per Jong Up? Ma a lui non piaccio io e allora cosa dovrei fare? Se gli dicessi quello che provo mi allontanerebbe? O mi darebbe una possibilità?
Ma perché mi facevo tutte queste domande se ero ancora confuso su miei sentimenti? Forse perché cercavo di negare l’evidenza? Ommiodio, l’avevo pensato veramente?
Basta pensarci, ora vado a dormire.
In realtà ero talmente ansioso di cosa avremmo fatto domani insieme al pub che ci vollero 2 ore prima di riuscire a prendere sonno.
Salve a tutti, ebbene si questo è il terzo capitolo. mi scuso in partenza se mancheranno delle "i" ma la mia tastiera ha deciso così.
Spero vi piaccia anche se non sono bravissima a scrivere.
accetto volentieri critiche e consigli.
grazie a tutti
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** 4 giorno ***


4 giorno
<< Daehyun? Daehyun svegliati!>>
Mi ridestai dal sonno in cui ero caduto. Mi sa che avevo fatto un po’ troppo tardi ieri sera.
<< Tutto bene?>> mi chiese Jongguk.
<< Si, ho fatto un po’ tardi ieri sera.>>
<< Ah, meno male, ero solo venuto a dirti che questo pomeriggio ci sono gli allenamenti.>>
<< Cavolo, me l’ero scordato!>>
Si passò una mano tra i capelli per poi farla scorrere giù per il collo, lo faceva sempre quando era sicuro di qualcosa e ne aveva poi la conferma.
<< Lo sapevo! Cerca di non far tardi, ok? >>
<< Ok >>
<<  A proposito, è migliorato Jong Up? >>
<<  Si, moltissimo >>
Alla mia affermazione, il suo sguardo quasi sempre severo accennò una smorfia di sorpresa ma che subito nascose dietro la sua voce bassa.
<< Bene >>
<<  Come va con Himchan? >>
<< Bene. Anche lui è migliorato molto e…… >>
<< Lo sai che non intendevo questo >> dissi maliziosamente.
Mi guardò con un sorrisino furbo.
<< Che posso dire? Lui è mio e non lo cederei a nessun altro >>
<< Oh, oh, oh, amore possessivo! >> scherzai.
<< Qualcosa del genere >> rise.
<< Allora ci vediamo in palestra >>
<< Ok, a dopo prof >>
Jongguk corse via mentre io mi rimisi a dormire come se nulla fosse.
Passate le ore scolastiche, corsi a casa a prendere la borsa e, ritornando verso la palestra, il telefono squillò.
<< Pronto? >>
<< Ciao Dae, sono Jun >>
<< A ciao >>
<< Allora come vanno i preparativi? Jae ha già trovato i palloncini? >>
<< Si. Come avevi previsto >>
<< Magnifico. Mancano solo 3 giorni al suo compleanno e tutto sta andando alla grande >>
<< Il tuo tono è allegro! Devo presupporre che ha già pensato al resto. >>
<< Esatto >>
<< Grande Jun. Ora scusami, devo lasciarti >>
<< Ciao >>
Riattaccai. Ancora non mi spiegavo la sua astuzia, a vederlo non sembra così furbo. Si vede che stare con mio fratello gli aveva fatto male.
Arrivai in palestra e mi cambiai. Per una volta ero in anticipo e lo spogliatoio era completamente vuoto, finché non arrivò lui.
<<  Jong Up! Come va? >>
Mi diede le spalle.
<< Ciao Daehyun. >>
Continuava a darmi le spalle.
<< Guarda che se vuoi puoi chiamarmi Dae >>
Non accennava nemmeno a girarsi.
<< Mi piace chiamarti Daehyun >>
<< Ma perché non ti giri? Non mi dire che faccio così schifo! >>
Fece un leggero scatto con la testa.
<< N-no, non sei tu. E’ solo che….ho un brufolo >>
<< Se pensi di voltare la faccia a tutti in palestra, pensi male. Fa vedere, dai >>
<< No, non ce n’è…… >>
Lo presi per un braccio e lo obbligai a voltarsi ma tenne la testa bassa. Gliela alzai e scoprii che non si trattava di problemi di acne.
<<  Chi è stato? >> chiesi serio.
Non mi rispose.
 << Chi è stato? >> alzai la voce.
Con gli occhi spaventati mi disse:
<< Non è niente >>
<< Come fai a dire che un occhio nero non è niente? >>
Il mio tono era alquanto adirato, senza volerlo gli strinsi il braccio e si spaventò. Capii che dovevo darmi una calmata.
<< Ti fa male? >> chiesi più tranquillamente..
<< N-no, tr-tranquillo >>
Abbassò di nuovo lo sguardo. Lo lasciai e finì di cambiarsi.
Maledizione, se avessi preso chi gliel’aveva fatto non credo che avrei avuto pietà. Ma come mai ero così arrabbiato?
A lezione riuscii a calmarmi un po’, era anche vero che avevo ammazzato di botte chi mi capitava a tiro però alla fine mi ero calmato.
Usciti dalla palestra vidi Jongguk e Himchan allontanarsi insieme. Mi girai verso Jong Up sorridendo e ci avviammo nel locale dove lui ballava.
Nel viaggio parlammo un po’. Scoprii da dove arrivavano i suoi molteplici soprannomi e chi glieli aveva dati, scoprii perché in classe faceva così schifo mentre ballare gli riusciva, a detta sua, ma in realtà io volevo sapere solo una cosa.
<< Posso farti ancora una domanda? >>
<< Ok >> arrossì leggermente. Non gli davo torto: lo avevo praticamente sottoposto ad un interrogatorio.
<< Perché ti sei iscritto al club di karate così all’improvviso? >>
Il  suo sguardo si lasciò sfuggire un attimo di terrore che subito nascose abbassando la testa.
<< Ti do fastidio? >> mi chiese.
Oh no, aveva capito tutt’altra cosa.
<<  No, no, no ma che scherzi? Non mi dai fastidio, e-era solo una curiosità >>
Mi stavo impappinando nelle parole, ma che cavolo mi succedeva?
<< Ah, meno male >>  gli scappò una leggera risatina. Era carina.
<< E dai, non ridere! Allora, mi rispondi? >>
<<  Be….. c’è una persona che…….. mi piace…….. e…….. e siamo arrivati! >>
In effetti eravamo appena arrivati e lui ne aveva approfittato per cambiare discorso.
Entrammo e un ragazzo corse incontro a Jong Up per salutarlo.
<< Ciao Jong, come…….Oh mamma, che hai fatto all’occhio? >>
Si mise una mano davanti per coprirlo poi si girò verso di me.
<< Si vede così tanto? >>  mi chiese con una voce dolcissima che mi impedì di essere diretto.
<< Ma no, figurati. Con un po’ di fondotinta non si noterà assolutamente niente >>
Mi sorrise, forse per il mio scarso tentativo di nascondere l’evidenza o forse perché mi aveva creduto, fatto sta che riuscì a farlo sorridere. Mi sentii quasi fiero. Forse Jae aveva ragione.
Jong Up andò a cambiarsi mentre io ordinai qualcosa. Dopo quasi 10 minuti il locale fu pieno e a quel punto uscirono i ballerini, Jong Up compreso, e si misero a ballare.
Non avrei mai pensato di dirlo ma era bravissimo: ogni suo movimento era fluido, il suo corpo era in perfetta armonia con la musica e il suo sorriso soddisfatto e felice era bellissimo. Finita la performance corse da me cercando, con la sua timidezza, di farsi spazio tra la gente. Notai il suo viso preoccupato alla vista di un uomo così lo portai via io tirandolo per un braccio fino al bancone.
<< Jong Up sei stato bravissimo, dico davvero! Sei sensazionale >> ero entusiasta.
Fece un sorriso bellissimo, aperto ma sempre timido.
<< Dici davvero? Ti sono piaciuto? >>
<< Altroché. Tieni, ti ho preso un’aranciata. >> gli porsi un bicchiere.
<< Grazie >>
Bevemmo insieme e dopo due o tre canzoni lui corse via dicendomi che voleva ballare la prossima canzone e dedicarla a me. Mi sentivo così in imbarazzo che credevo di essere anche arrossito un po’. Corse sul palco e cominciò a danzare e questa volta fu ancora più bravo di prima. Ero così felice che si stesse impegnando per me. Appena ebbe finito scese dal palco e venne verso di me ma ad un certo punto lo vidi sparire dalla folla. Mi preoccupai: c’entrava forse il tizio di prima?
Cominciai a cercarlo, a chiamarlo ma niente. Era sparito. Cominciai a preoccuparmi seriamente così uscii dal locale e andai nel retro. Sentii delle voci e appena udii la voce di Jong Up, mi nascosi dietro l’angolo ad ascoltare. Mi affacciai poco e vidi 2 uomini che lo tenevano per le braccia e uno davanti che gli parlava, o meglio, lo minacciava.
<< Ti ho già detto che se non vieni a lavorare per me, farò in modo che tu non possa ballare da nessun’altra parte.>>
<<  Ma… non posso…. Io non voglio lavorare privatamente…. N-non voglio lavorare p-per lei… >>
<< Vedo che l’avvertimento di ieri non ti è bastato. >>
In quel momento capii chi lo aveva conciato così e mi salì un tale nervoso che la mia voglia di uccidere quell’essere divenne irrefrenabile.
<< Forse non sono stato abbastanza chiaro. >>
Appena alzò una mano mi catapultai davanti a lui, gli presi il braccio e glielo girai al contrario. Jong Up, già pronto ad incassare il colpo, si stupii di vedermi lì ma vidi una scintilla di speranza nei suoi occhi.
<< Come diavolo ti permetti di toccarlo? Ha detto che non vuole e tu non puoi costringerlo. Provaci ancora una volta ad alzargli le mani e puoi stare certo che le perderai >>
Sembrava spaventato da me così, per fargli capire che non stavo scherzando, lo buttai a terra con una mossa. Poi mi girai verso Jong Up, che sembrava ancora spaventato, e gli dissi:
<< Come si chiama questa mossa? >>
Mi guardò stupito.
<< M-mossa dell’e-elefante >>
<< Bravissimo e come ci si libera da una presa? >>
<< C-con un movimento del polso >>
Una volta capito si liberò dalle prese di quei due e corse vicino a me.
<< Andiamo via >>
Lui annuì e, presi i suoi vestiti, ce ne andammo da quel locale.
Camminammo per un po’ fino ad arrivare in un parco dove ci sedemmo su una panchina.
Ci guardammo e…….. ridemmo!
Si, ridemmo perché, è vero che ce l’eravamo vista brutta, però ne eravamo usciti illesi.
<< Sei un pazzo Daehyun >> mi disse.
<>
Rise e ci guardammo negli occhi. Aveva proprio degli occhi bellissimi.
<<  Hai visto che le lezioni di karate sono servite? >>
 << Si, anche se il vero motivo per cui mi sono iscritto a karate e……. >>
Stava per dirmi ciò che ero ansioso di sapere.
<< E…. .>> feci eco.
<< Eri tu  >>
Rimasi bloccato per un attimo. Si era iscritto….. per me? Quindi il ragazzo che gli piaceva ero io? Perché mi sentivo al settimo cielo e volevo urlare?
<<  So che forse tu non provi gli stessi sentimenti e ti capirò se n….. >>
Gli misi un dito davanti alla bocca, non volevo che finisse la frase. Mi avvicinai a lui fino a quando la distanza tra noi divenne nulla, a quel punto appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue, quasi si potessero rompere. Il nostro bacio, inizialmente dolce, diventò pian piano più passionale, più vero,le nostre labbra si intrecciavano perfettamente. Gli presi il viso fra le mani e lui appoggiò le sue sui miei polsi. Non volevo staccarmi da lui ma alla fine allontanai le mie labbra dalle sue e lo guardai. Le nostre mani erano intrecciate e in quel momento capii che mio fratello aveva ragione.
<< Jong Up? >>
<<  Si? >>
<<  Scusami ma…….. Mi sa che mi sono innamorato di te! >>  

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Capitolo 5
*** 5 giorno ***


<< Scusami ma………. mi sa che mi sono innamorato di te! >>
E dopo questa mia penosa dichiarazione nascosi il viso nella felpa, dato che ero più rosso di uno con la febbre.
Jong Up aveva l’aria sconvolta ma dopo pochi secondi sul suo volto comparve un sorriso splendido che non aveva mai fatto. Trovai il coraggio di guardarlo in faccia, ansioso di una parola o un gesto da parte sua che non si fece attendere: con una velocità straordinaria mi saltò addosso e mi abbracciò. Il suo respiro era veloce, il suo calore era avvolgente, il suo profumo mi inebriava. Lo tenni stretto a me per un tempo che sembrava infinito.
Quando mi lasciò cercò di parlarmi ma era talmente felice che non trovava le parole.
<< Daehyun….. io…… io……. >>
Lo sentivo tremare: era imbarazzato. Era dolcissimo, non riuscivo a smettere di guardarlo.
Dato che era quasi da mezz’ora che cercava di formulare una frase a senso compiuto decisi che dovevo aiutarlo.
<<  Jong Up? >>
Mi guardò con quel viso tutto rosso che mi fece quasi ridere.
<<  Sei dolcissimo! >>
Credo che non sarei mai riuscito a dire una cosa del genere in circostanze normali ma qui, davanti a lui, avrei potuto dire qualsiasi cosa.
Strinse i pugni e abbassò il viso. Ormai avevo capito che era il suo sistema di “autodifesa”.
Gli presi il mento tra l’indice e il pollice e lo avvicinai a me per dargli un leggerissimo  bacio sulle labbra. Lui mi guardò e sorrise; era ritornato il timido Jong Up di sempre.
Era troppo bello stare qui con lui, in questo parco, a notte fond………. Oh diavoli dell’inferno! Era tremendamente tardi.
<<  Jong Up, dobbiamo rientrare o domani mi sa che non ce la facciamo a svegliarci >>
<<  S-si, hai r-ragione! >>
Stava balbettando, che tenero!
Daehyun è ora che ti riprendi sennò perdi anche quel poco di cervello che ti è rimasto.
<<  Ti accompagno a casa >>
Ci avviammo e scoprii che abitava piuttosto lontano. Sotto casa lo salutai e corsi via.
In quasi mezz’ora arrivai a casa. Cercai di non fare troppo rumore per non svegliare Jae anche se, quasi appena entrato, me lo ritrovai sulle scale mezzo assonnato e ancora vestito.
<<  Ciao Dae. Com’è andata la serata? >> mi chiese con mia gran sorpresa.
<<  Bene. Non sei arrabbiato? >>
<<  Perché mai dovrei? Avevi detto che avresti fatto molto tardi e ora sei qui, come avevi detto >>
Povero fratello mio, è talmente assonnato che non sa nemmeno quello che dice.
<<  Ah, ok allora io andrei a dormire >>
<<  Ma come? Tutto quello che hai da dirmi è “bene”?  Io voglio i dettagli tra te e quel tuo compagno >>
Scattai come un ghepardo.
<<  Come fai a sapere che ero con lui? >> era più che evidente che ero nel panico.
<<  Non lo sapevo. Me lo hai appena detto tu >> si mise a ridere quel dannato di mio fratello.
<<  Ti detesto Jae >> e corsi in camera mia.
Era stata la serata più bella della mia vita e non vedevo l’ora di rivederlo.
 
 
<<  Daehyun svegliati!  >>
La voce di mio fratello mi ridestò dal sonno.
<<  Forza alzati, non vorrai arrivare tardi? >>
<<  No >> risposi.
In un attimo mi vestii e corsi di sotto per catapultarmi fuori dalla porta. Stavo per aprire il cancello quando mio fratello si affacciò fuori.
<<  Aspetta, non fai colazione? >>
<<  No corro a scuola! >> gridai in tono allegro.
Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere tranquillo. Era da un po’ che non lo vedevo sereno.
Arrivai a scuola prima del solito (e con solito intendo non in ritardo) e presi posto vicino a Jong Up che invece arrivava sempre in orario.
Quando mi vide, sorrise diventando anche un po’ rosso. Lo salutai chiedendogli sfacciatamente se gli ero mancato. Mi rispose timidamente “si”. Mi sentii in imbarazzo, dato che in verità non mi aspettavo una risposta. La lezione fu tranquilla fino a quando un mio compagno non cominciò a lanciare palline di carta. A quel punto mi misi a dormire, il che può sembrare strano ma fu così. Mi svegliai al suono della campanella ma non alzai la testa, tantomeno aprii gli occhi. Jong Up si avvicinò a me:
<<  D-Daehyun sveglia, non c’è più nessuno in classe >>
Ah si? Perfetto!
Gli presi la testa con la mano e lo baciai. Fu sorpreso dal mio gesto, glielo leggevo negli occhi, ma si lasciò andare a quel bacio stringendomi la maglia.
Dopo qualche secondo lo lasciai e ci guardammo.
<<  N-Non me l’aspettavo >> mi disse.
<<  E dove stava il bello se te lo fossi aspettato? >> risi.
Rise anche lui dicendomi che ero un pazzo. Gli passai una mano tra i capelli:
<<  Questo pomeriggio sei libero? >>
<<  Si >>
<< Bene, in questo caso ti invito a prendere un caffè appena usciti da scuola >>
<<  Accetto volentieri >>
 
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinn……
Anche le ultime lezioni erano finite.
Appena usciti, Jong Up e io ci dirigemmo verso il parco dato che lì vicino c’era un bar che faceva caffè fantastici. Io come al solito ordinai un caffè macchiato, lui un cappuccino.
Ci mettemmo a passeggiare e parlammo. Parlammo delle prime cose che ci passavano per la testa, parlammo di cose importanti, cose inutili, cose tristi, cose divertenti ma fu sempre bellissimo perché parlavo con lui.
Già, con lui parlavo tranquillamente, amavo la sua presenza, la sua risata, il suo sorriso.
Amavo lui.
Trovammo una panchina un po’ isolata e ci sedemmo.
Per un momento ammirammo il paesaggio, grigiastro e rossastro allo stesso tempo. Il tramonto più bello di sempre.
<<  E’ bellissimo >> mi disse.
<<  Mai quanto te >>
E questa da dove mi era uscita?
Mi guardò sorridendo, un po’ rossastro. Si avvicinò a me e, prendendomi il viso, appoggiò le sue labbra sulle mie molto leggermente. Fui io a intensificare la nostra unione, premendo sulle sue labbra e circondandogli i fianchi con le mie braccia, lui mi strinse la maglia. Sentivo il suo profumo, il suo battito, le sue labbra e tutto di lui mi faceva star bene. Quando ci separammo, rimanemmo abbracciati. Niente avrebbe potuto rovinare quel momento.
<<  Daehyun…. >>
<< Mmmh? >>
<<  Ti amo! >>
Sorrisi.
<<  Anch’io >>
Ormai avevo capito che non potevo più vivere senza di lui e lo strinsi ancora di più a me.
Sarei potuto rimanere così per sempre, in quell’attimo perfetto e surreale. Ma ormai si era fatto tardi e dovevamo tornare a casa. Il solo pensiero di dovermi staccare da lui mi uccideva. Ci alzammo e ci salutammo.
<<  Allora a domani >>
<<  Si a domani. Ah, Jong Up? >>
Si girò.
<<  Sei ufficialmente invitato al compleanno di mio fratello >>
<<  Grazie, ciao! >>
Corsi a casa e, stranamente, le luci erano spente. Aprii la porta: buio totale.
<<  Jae? Sono a casa >>
Silenzio.
<<  Jae? Dove sei? >>
Silenzio.
<<  Se è uno scherzo non è divertente! >>
Ancora silenzio. Cominciai ad avere paura:mio fratello non arrivava mai in ritardo, mai. Una strana sensazione mi sentii nel petto. Era come se avessi già vissuto quella scena ma non ricordavo quando, sapevo solo che avevo paura di quel silenzio e che non volevo stare da solo in quella casa.
Ad un tratto ricordai tutto: era successo anche 4 anni fa.
Corsi fuori da quella casa e presi il cellulare, la mano tremava e sentivo la voglia di piangere salirmi.
Il telefono squillava, era un buon segno.
Avanti Jae, rispondi…….
<< Dae, sei tu? >>La sua voce era tremolante, come se stesse piangendo ma non volesse farmelo capire.
<<  Jae dove diavolo sei? >> dissi cercando di non piangere.
<<  Sono…… sono in……. In ospedale! >> scoppiò in lacrime.
<<  Ti raggiungo >>
Riattaccai. Corsi in ospedale più veloce del vento, spaventato come non mai. Appena arrivato vidi Youngjae in piedi davanti a una stanza con le mani davanti alla bocca, segno che non stava bene. Mi avvicinai a lui e aprii le braccia: subito si lasciò andare in un pianto da troppo tempo trattenuto. Lo abbracciai forte, accarezzandogli la testa.
<<  E’ stata tutta colpa mia. Se fossi arrivato in tempo Jun non sarebbe caduto dalle scale >>
Quindi era Jun che stava guardando: era in quella stanza.
<<  Non è stata colpa tua. Lo sappiamo tutti e due che ha la stramaledettissima abitudine di saltare per le scale, tu non c’entri >>
<<  Ma se fossi arrivato in tempo l’avrei potuto fermare invece è successa la stessa cosa come ai nostri genitori. Tutti quelli che mi stanno attorno si fanno del male, non merito di vivere >>
Sentirgli dire quelle cose mi fece stare male: ha sempre creduto che l’incidente fosse successo per colpa sua. Si era tenuto dentro per tutto questo tempo il suo problema e ora la cosa era troppo grande perfino per lui. Stavo per piangere ma dovevo fargli forza.
<<  Jae, niente di questo è colpa tua: anche dopo quella storia sei sempre rimasto uno studente modello, hai lavorato sodo, hai trovato un buon lavoro, ti sei laureato a pieni voti e mi hai cresciuto perfettamente. Non per vantarmi, ma sono il migliore >>
Si mise a ridere mentre piangeva, ero riuscito a tirarlo su.
<<  Tutto quello che sono è solo grazie a te quindi ora smettila di tormentarti >>
Annuì con la testa. Mi guardò e gli asciugai le lacrime.
<<  Adesso vai dentro e lo saluti, ok? >>
<<  Forse non mi riconoscerà: il dottore da detto che potrebbe avere dei momenti di amnesia. Cosa faccio se non mi riconosce? >>
Mio fratello stava andando nel panico.
<<  Ho paura: Junnie è la persona a cui tengo di più, l’unica che mi abbia aiutato quando ero in difficoltà con te o con gli altri. Se non ho più lui, che faccio? >>
Mi strinse forte la felpa, scaricando la sua tristezza. Dovevo aiutarlo.
<<  Si ricorderà di te, ne sono sicuro. Anzi, sai che c’è? Entro prima io così ti asciughi le lacrime e ti tranquillizzi. Fammi fare solo una telefonata >>
M staccai da lui e presi il telefono: c’era un’altra persona a cui interessava la salute di Jun.
Bip….. bip……
<<  Pronto? >>
<<  Jong Up? Sono Daehyun >>
<<  Daehyun! Tutto bene? >>
<<  Io si. E’ Jun che per i prossimi giorni non potrà lavorare. Ti ho chiamato per dirti questo >>
<<  Che è successo? Cos’ha Jun? >>
<<  Non ti agitare, sta bene è solo caduto dalle scale e ha battuto la testa. Ora siamo in ospedale, sto per entrare nella sua stanza >>
<<  Ti raggiungo >>
Riattaccò.
Entrai in quella stanza e lo vidi mentre guardava fuori dalla finestra. Si girò quando sentì la porta chiudersi e mi sorrise.
<<  Dae! Come va? >>
<<  Tu chiedi a me come va? Ma sei scemo? Quello su un letto di ospedale sei tu >>
<<  Ahahahahahahahahahah hai ragione! >>
Mi sedetti di fianco a lui.
<<  Hai male da qualche parte? >>
<<  Solo qualche dolorino alla testa. Sarebbe stato meglio se non avessi cercato di saltare una rampa di scale intera >>
<<  Allora avevo ragione io >>
<<  Su che cosa? >>
<<  Sul fatto che sei un cretino e che mio fratello è ancora più scemo perché sta con te >>
I suoi occhi si illuminarono.
<<  Jae, come sta? Dov’è? >> il suo tono non era più scherzoso ma preoccupato.
<<  Rilassati. E’ di là, in sala d’aspetto. Dato che il dottore ha detto che potresti avere delle amnesie momentanee, ha paura che ti sia scordato di lui. Ma a quanto pare non è così quindi te lo vado a chiamare >>
Mi alzai e mi rivolsi verso la porta quando mi chiamò:
<<  Daehyun? >>
<<  Si? >>
<<  Ecco…. Digli che mi dispiace di averlo fatto preoccupare >>
<<  ………….. Nah, diglielo tu. Credo che sarebbe più felice se lo sentisse da te >> sorrisi.
<<  Allora gli farò uno scherzo >> rise lui.
Era tornato il solito, “vecchio”, Jun. Uscii dalla stanza e chiamai Jae dicendogli che poteva entrare. Li guardai dalla finestra che dava sul corridoio, ero troppo curioso.
Appena Jae entrò, salutò Jun che rimase serio. Si avvicinò e gli chiese come stava mentre l’altro gli chiese chi era.
Dannato, faceva finta di avere un’amnesia.
Al che mio fratello si rimise a fare la fontana mentre l’altro rideva a crepapelle. La cosa più divertente fu che per calmarlo si mise a implorarlo di smettere di piangere, lo abbracciò e gli soffiò il naso. Io intanto stavo morendo dalle risate.
<<  Gli ospedali di solito mettono tristezza >> una voce rimbombò nel corridoio: Jong Up.
Cercai di riprendere fiato.
<<  E’ vero ma se hai uno spettacolo comico davanti agli occhi è difficile non ridere! >>
Rise e si sedette vicino a me.
<<  Come  sta? >> chiese.
<<  E’ la solita testa dura! >> risposi.
Rimanemmo in silenzio a guardarli, dal vetro della finestra: erano proprio carini insieme. Si sostenevano a vicenda, si tenevano abbracciati e qualche volta si baciavano innocentemente e sorridevano subito dopo. Ero commosso.
<<  Lui è tuo fratello? >>
Annuii.
<<  Sono bellissimi insieme. Da quanto sono fidanzati? >>
<<  3 anni, circa >>
Sentii la sua mano sulla mia.
<<  Spero che anche io e te saremo così tra 3 anni >>
Non mi aspettavo questa frase così dolce e mi sentii in imbarazzo.
<<  Io credo proprio di si >> e detto questo gli misi il braccio intorno alle spalle e lo avvicinai a me.
Si era fatto tardi e Jae mi venne a dire che sarebbe rimasto in ospedale. Mi disse di andare a casa. Fece anche la conoscenza di Jong Up.
<<  Abiti lontano? >> chiese.
<<  Ehm…. Non è lontanissimo però….. >> Jong Up non riusciva a parlare.
<<  Allora perché non fai compagnia al mio povero fratellino? >>
Mi girai verso di lui completamente nel panico: cosa gli aveva appena chiesto? Ma era impazzito? Così lo metteva in imbarazzo!
Jong Up si girò verso di me in cerca di un qualche aiuto.
Cosa faccio? Cosa faccio? Cosa faccio?
<<  Be, in effetti non mi dispiacerebbe se tu venissi ma solo se ti fa piacere >>
Si rivoltò verso Jae e accennò un “si” con la testa.
Ci avviammo verso l’uscita, salutai quel dannato di mio fratello mandandogli maledizioni di ogni tipo e ci avviammo verso casa.
Arrivammo davanti al cancello e vidi Jong Up preoccupato. Entrammo e lo feci accomodare sul divano offrendogli un the.
<<  Vado a prepararti il letto. Ti va bene se dormi in camera mia? >>
Lo vidi un po’ titubante, le mani gli tremavano.
<<  S-si >>
Andai di sopra e tirai fuori il secondo letto dall’armadio, lo preparai e andai a chiamare Jong Up il quale, inciampando due o tre volte sulle scale, arrivò senza fiato.
<<  Ti ho preparato il letto. Se vuoi cambiarti, di là c’è il bagno >>
Andò a cambiarsi mentre io mi cambiai in camera. Tornò dopo qualche minuto e ci mettemmo a letto. Eravamo imbarazzatissimi; cercavamo di dormire ma sembrava impossibile in quell’atmosfera. Mi girai a guardarlo e notai che aveva una mano vicino al mio letto. Gliela presi.
 Si girò a guardarmi e lo sentii tremare.
<< Scusa non volevo spaventarti >>
<< N-no, non è colpa tua. Sono io che sono un po’ nervoso >>
<<  Perché sei così nervoso? >> ma che domande facevo? Come se io non lo fossi.
Si alzò sul gomito per guardarmi negli occhi.
<<  In realtà non lo so. Quando sono con te mi sento sempre un po’ imbarazzato, ma ora siamo da soli….. nella tua stanza…… mi sento molto in imbarazzo >>
Lo guardai senza dire niente poi mi alzai e mi distesi vicino a lui. Indietreggiò di colpo.
<<  C-cosa fai? >> arrossì.
<<  Niente, voglio solo starti vicino >> e lo riportai vicino a me.
Ma , in effetti, cosa diavolo stavo facendo?
Lo abbracciai dolcemente e, dopo qualche titubanza, si lasciò andare tra le mie braccia.
Mi guardò sorridente.
<<  Qui con te sto bene…. >> mi cinse la vita con le braccia <<  …… mi sento protetto >>
Lo strinsi ancora d più e gli baciai la fronte.
<<  Ti prometto che sarà sempre così >>
Sentire il suo respiro lento sul mio petto, il suo calore avvolgente e  il suo profumo inebriante mi fece diventare bollente.
Cosa mi stava succedendo?
Jong Up mi strinse la vita e appoggiò la sua testa contro il mio petto. Mi sentii andare a fuoco. Mi sussurrò una frase talmente dolce che mi venne quasi da piangere. Ci addormentammo qualche minuto dopo l’uno nelle braccia dell’altro.
Cosa potevo chiedere di più?

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Capitolo 6
*** 6 giorno ***


La mattina dopo mi svegliai senza l’aiuto della sveglia. Wow, nuovo record!
Mio fratello non era ancora tornato.
Appena aprii gli occhi vidi Jong Up che dormiva ancora abbracciato a me.
Ma quanto era bello quando dormiva?
Gli passai una mano tra i capelli nel tentativo di svegliarlo.
<< Jong Up? Ehi, sveglia>>
Aprì gli occhi e mi guardò.
<< E’ già mattina? >>  si stropicciò gli occhi.
<< Si e dobbiamo andare a scuola perciò alzati >>  mi scansai da lui e mi alzai.
Si alzò dopo di me e, dopo esserci preparati, uscimmo di casa.
Per strada parlammo tutto il tempo.
<< E’ stato bello dormire con te >>
<< Anche per me è stato bello >>
Ma mentre parlavamo davanti a noi comparirono Himchan e Yongguk: stavano litigando.
Io e Jong Up ci nascondemmo dietro l’angolo lì vicino e sentimmo tutto. Mi affacciai per guardare e vidi Him contro il muro mentre Guk gli stringeva il polso facendogli male.
<< Non mentirmi >>
<< Non lo sto facendo…… ahi! Yongguk lasciami, mi fai male >>
Lo lasciò lentamente e, dopo un ultimo sguardo, se ne andò arrabbiato. Him si lasciò andare sedendosi per terra, appoggiò la testa al muro e sospirò.
Ci avvicinammo e gli chiesi se andava tutto bene. Si stupì di vedermi dato che erano rare le volte in cui ci incontravamo per strada. Mi salutò e mi rispose di si ma capiva che stava mentendo dal suo tono. Jong Up lo aiutò ad alzarsi e andammo a scuola insieme.
<< Allora adesso state insieme? >> cercò di sorridere cambiando argomento.
Arrossimmo e ci guardammo. Sorrisi e, prendendolo per mano, risposi si.
<< E Youngjae come sta? E’ da un po’ che non lo vedo. Sta ancora con quel ragazzo? >>
<<  Si, sta ancora con Jun. Come mai questo interesse? >> chiesi incuriosito.
<< Era per sapere >> il suo sguardo era nostalgico.
Arrivammo a scuola. Le ore passarono veloci soprattutto perché ridevo con Jong  Up.
Suonò la campanella dell’intervallo e lui andò fuori a parlare con Him mentre io rimasi in classe per copiare i compiti da un mio compagno. Ad un tratto vidi arrivare Yongguk; lo salutai.
<< Sai dov’è Himchan? >> mi chiese con voce seria. Lo guardai storto.
<< Perché ti interessa? >>
<< Devo parlargli >> mi rispose quasi seccato.
<< Cos’è successo stamattina? E non provare a rispondermi “niente” perché il livido che gli hai lasciato sul polso è più che evidente >> gli dissi quasi arrabbiato.
Mi guardò confuso ma alla fine si sedette vicino a me e mi raccontò ciò che stava succedendo.
<< Credo che mi tradisca >> confessò.
Rimasi allibito. Non avrei mai creduto a quell’affermazione neanche se l’avessi visto di persona.
<< Ma sei sicuro? >>
<< Si. E’ da due giorni che mi evita e ieri sera non era a casa. Forse so anche con chi era>>
<< Ah si? E con chi? >> chiesi curioso.
<< Sono sicuro che era con tuo fratello, infondo sapevo che aveva una cotta per lui ma credevo gli fosse passata >> a quest’affermazione strinse i pugni.
Io mi misi a ridere e mi guardò con quel suo sguardo assassino che solo lui sa fare.
<< Con Jae? Ma se era all’ospedale con Jun! >>
<< C-cosa? >> si stupì.
<< Certo che ti fai dei filmini mentali troppo forti >> risi ancora più forte << eppure dovresti sapere che Jae non tradirebbe mai un vecchio amico >>
Abbassò la testa e, preso da un impeto di rabbia, sbatté un pugno sul banco.
<< Sono uno stupido>> ammise. Mi avvicinai e gli dissi:
<< Senti oggi abbiamo il corso di karate, perché non gli chiedi scusa dopo la lezione? >>
<< Credi che mi starebbe a sentire? >>
<< Ne sono sicuro, fidati >> gli sorrisi. Sorrise anche lui poi si alzò e si diresse verso la porta.
<< Allora ci vediamo al corso >>
<< Ok prof! >>
L’intervallo finì e ritornammo a fare lezione.
 
<< Ci vediamo al corso di karate >>
Salutai i miei compagni e mi diressi verso casa per prendere la borsa.
Feci in fretta e vidi mio fratello che mi salutava dal balcone.
<< Hey Jae >>
<< Com’è andata a scuola? >>
<< Tutto bene. Come sta Jun? >>
<< L’hanno dimesso venti minuti fa. L’ho accompagnato a casa e sono venuto a prepararti la borsa >>
<< Grazie. Allora io vado >>
<< Ok a stasera! >>
Uscii di corsa e arrivai puntuale nello spogliatoio dove c’erano già Him e Jong Up.
<< Dae che ti è successo? In questi giorni arrivi sempre puntuale! C’entri tu Jong? >> chiese malizioso.
Abbassò lo sguardo.
<< Non credo >>
<< Io vado a riscaldarmi, voi fate con calma! >> e uscì dallo spogliatoio.
Rimanemmo solo io e lui.
<< Ehm….. tu e Yongguk avete parlato? >>
<< Si >> mi avvicinai a lui che intanto si stava levando la maglia.
Si girò per chiedermi qualcosa ma quando mi vide davanti a lui si ammutolì e diventò completamente rosso.
<< Hey, cos’è questo arrossamento? >> chiesi divertito.
<< No è che…… sei molto vicino e io sono senza maglia >>
Per provocazione mi avvicinai ancora di più.
<< E allora? >>
Si allontanò fino a mettersi con le spalle contro il muro.
<< Mi vergogno >> girò lo sguardo.
Mi avvicinai di nuovo e feci in modo che mi guardasse.
<< Non ti devi vergognare di me >>
Mi avvicinai ancora e lo baciai. Non era uno dei nostri soliti baci, era più passionale più desiderato, più intenso. Le nostre labbra si cercavano e mi sentivo bollente ogni volta che sentivo il suo respiro. Quando ci staccammo, lui mi accarezzò il viso e un brivido mi percosse la schiera. Gli delineai i contorni col dito del viso per poi abbassarmi sul collo e infine sui suoi addominali scolpiti. Sospirò, poi mi prese la mano e la strinse.
 Sentii dei passi e mi allontanai da lui. Arrivarono gli altri e ci salutarono.
<< Jong Up, sei rosso. Hai caldo? >> gli chiesero.
<< No >> rispose lui timidamente.
Mi finii di vestire e mi toccai la guancia che mi aveva sfiorato: era ancora bollente.
Perché mi sentivo così?
Entrammo in palestra e notai che Him evitava in tutti i modi Guk.
<< Va bene, mettetevi a coppie e allenate i riflessi >> ci disse.
<< Him vuoi fare coppia con me? >>
Annuì e ci allenammo insieme. Intanto cercai di persuaderlo.
<< Perché gli tieni il broncio? >>
Schivai un pugno.
<< Non si fida di me >>
Fermai un calcio.
<< Non è che non si fida, lui si preoccupa per te. Dai prova a parlarci>>
Mi parai la faccia.
<< No> >
Mi beccai un pugno.
<< E se lui ti volesse chiedere scusa? >>
Riuscii a respingerlo.
<< Non vuole chiedermi scusa, lo conosco troppo bene >>
Lo feci cadere.
<< Fidati di me, è pentito >>
Lo aiutai ad alzarsi.
<< Crede che lo tradisca, ma come gli è venuta un’idea simile? >>
<< Forse perché è da un po’ che si sente trascurato. Ammettilo, sei appiccicoso di solito invece adesso non lo guardi neanche >>
<< Bè……. Ora che me lo fai notare, hai ragione. Ok dopo provo a parlarci >>
<< Bravo >>
Continuammo ad allenarci per quasi un’ora.
Sentii gli altri fare dei complimenti a Jong Up. Gli dissero che era bravo, che in fondo non era poi così imbranato. Vidi un’espressione di soddisfazione sul suo volto e quando si girò verso si me e mi sorrise capii che finalmente si sentiva bravo e soddisfatto di sé stesso. Gli feci un “ok” con la mano.
A fine lezione vidi Yongguk avvicinarsi a Himchan.
<< Posso parlarti dopo? >> gli chiese con aria quasi dispiaciuta.
<< Uhm……. Va bene >> rispose l’altro un po’ scocciato.
Andai a cambiarmi quando mi accorsi di aver dimenticato la felpa in palestra. Rientrai e mi accorsi che quei due erano lì, così mi nascosi dietro al cesto dei palloni e, involontariamente, ascoltai tutto.
<< Cosa vuoi? >>
<< Senti, lo so di essermi comportato in modo molto stupido ma ero geloso e ti chiedo scusa >>
<< Bè……. In effetti è vero che mi sono comportato in modo diverso dal solito quindi è anche naturale che tu sia diventato geloso >>
<< Allora mi perdoni? >>
Dopo averci pensato rispose:
<< Come farei senza di te e il tuo fare possessivo? >>
Si abbracciarono. Era bello vedere che avevano chiarito.
Yongguk prese il viso dell’altro fra le sue mani e lo baciò. Him gli mise le mani sotto la maglia e in quel momento capii che le cose per me si mettevano assai male.
Quando vidi che gli stava levando la maglia, mi sentii di troppo e decisi che me ne dovevo andare. Ma come facevo se ero lontano dalla porta? Ebbi un lampo di genio, se così si può dire.
Mi alzai, tirai su le mani e gridai:
<< Aspettate un momento…….. >>
Mi diressi verso l’uscita con i loro sguardi confusi puntati addosso. Arrivato davanti alla porta gridai:
<< ……….. ok, continuate pure >>
Mi guardarono malissimo!
Uscii di lì e vidi Jong Up che mi aspettava.
<< Come mai ci hai messo tanto? >>
<< Non lo vuoi sapere  >> mi veniva da ridere.
<< Certo che lo voglio sapere >> sbuffò lui.
<< Ok, ma prima dovrai prendermi >> e corsi via. Mi corse dietro.
Arrivammo fino al parco e, stanco di correre, mi buttai sull’erba. Jong Up mi raggiunse e si sedette vicino a me.
<< Ti ho preso, ora me lo dici? >>
<< Hanno fatto pace e sono rimasto bloccato >>
<< Ah, capito >>
Rimanemmo un po’ in silenzio, poi Jong Up mi prese la mano.
<< Diventerai mai così geloso? >>
Gli afferrai il braccio e lo tirai verso di me, facendolo cadere sul mio petto.
<< Non credo così tanto ma un po’ si. In fondo tu non saresti geloso di me? >>
Appoggiò la testa sulla mia spalla.
<< Si, sarei super geloso! >> rise.
<< Oh, oh, oh Jong Up, non sapevo di questo tuo lato possessivo  >>
Ribaltai la situazione e si ritrovò sotto di me.
<< E così saresti super geloso? >>
<< Si >> rispose senza alcuna esitazione. Mi sentii quasi in imbarazzo ma non volevo se ne accorgesse. Mi avvicinai a lui e gli baciai la fronte.
<< Non ne avresti motivo >>
Arrossì.  Mi avvicinai al suo collo e gli feci un leggero succhiotto.
<< Ora sei ufficialmente mio! >> scherzai.
Mi prese il viso fra le mani e mi sentii andare a fuoco. Mi sorrise e mi  disse:
<< Allora tu sei mio! >>
Le sue mani su di me…….. che sensazione magnifica! Ogni volta che mi toccava mi sentivo bene. Ma come mai mi dava queste sensazioni?
Mi alzai e mi sdraiai di fianco a lui e in quel momento il mio cellulare squillò.
<< Pronto? >>
<< Ciao Dae >>
<< Ciao Jun, come stai? >>
<< Bene, ascolta ho un favore da chiederti riguardo alla festa di tuo fratello >>
<< Chiedi pure >>
<< Ascolta tu dovresti………. >> e mi spiegò ciò che dovevo fare.
<< Ok conta su di me >>
<< Allora ti richiamo dopo >>
<< Va bene >>
Riattaccai. Jong Up si girò a guardarmi.
<< Domani è il compleanno di tuo fratello, Giusto? >>
<< Già >>
Dopo qualche minuto di silenzio mi disse:
<< Credo che mi licenzierò! >>
Lo guardai stupito.
<< Perché? >>
<< Perché in realtà io ballavo solo per sentirmi qualcuno, per sentirmi importante ma grazie a te ora non ne ho più bisogno. Mi basta essere importante per te, il resto non conta >>
Le sue parole mi lasciarono ammutolito: mi amava fino a questo punto?
Stetti a guardarlo per un tempo che mi sembrò eterno. Alla fine sorrisi e mi alzai.
<>
<< Penso di si >>
Si alzò anche lui e dopo un breve tratto di strada ci salutammo.
Tornai a casa e telefonai a Jun.
<< Pronto Jun…….. si sono a casa…… Jae? No tranquillo, sta dormendo……. Si, preparerò i festoni e li nasconderò nell’armadio……… si certo, qui a casa……. >>
In quel momento arrivò mio fratello.
<< Alla fine ci sono riuscito a scoprire dove farete la mia festa >> mi voltai con aria sorpresa.
<< Jae…… io pensavo che tu stessi dormendo >>
<< Ti sei dimenticato che ti aspetto sempre prima di addormentarmi? Comunque continuate pure, farò finta di essere sorpreso domani >> mi prese in giro.
<< Ti detesto Jae >>
<< Buonanotte Dae >>  se ne andò.
<<………………… Dae? >>
<< Si Jun? >>
<< E’ fatta? >>
<< E’ fatta >>
Riattaccai e, sorridendo, andai a dormire.

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Capitolo 7
*** 7 giorno ***


Finalmente era arrivata la domenica! Rimasi a letto fino alle 10:00; quando mi alzai corsi in camera di mio fratello, che ancora dormiva, saltai sul suo letto e gridai:
<< Jae, svegliati presto! >>
Si svegliò di colpo e, ancora assonnato, mi chiese:
<< Cos….. che succede Dae? Va a fuoco casa? >>
<< No……. TANTI AUGURI! >>
Mi beccai una cuscinata in faccia!
<< Mi vieni a svegliare di domenica mattina, con un salto sullo stomaco e urlandomi “Tanti auguri”……. Non capisco se sia un gesto d’amore o un modo carino per ammazzarmi >> mi disse mentre si stropicciava gli occhi.
Risi divertito.
<< Stamattina preparo io la colazione! >> dissi.
<< Così prende davvero fuoco casa! Non ci pensare nemmeno mio caro Dae >>
<< E’ successo solo una volta! E poi voglio farti riposare almeno oggi dato che fai sempre tutto tu >> dissi con entusiasmo.
<< Per carità, distruggeresti la casa! >> scherzò.
<< E dai, lasciami provare. Ormai ho 19 anni non sono più un bambino >> protestai.
<< Va bene >> accettò lui.
Corsi di sotto a preparargli le frittelle e, dopo essermi ustionato una mano, aver dato fuoco a due stracci, essere scivolato sulle ciabatte e aver rovesciato tre volte il latte, gli portai la colazione a letto.
<< Voilà! >>
Jae mi guardò preoccupato.
<< Non hai distrutto mezza cucina vero? >> mi sfidò con lo sguardo.
<< No, figurati! Adesso finisci la tua colazione-regalo, io mi vado a vestire >> corsi in camera mia a cambiarmi. Mentre mi sfilavo la maglia pensavo a Jong Up…
Se oggi lo spaventassi balzandogli addosso da dietro, riderebbe o mi prenderebbe a pugni?
Se lo baciassi sul collo, arrossirebbe o sorriderebbe?
Se intrecciassi la mia mano con la sua, diventerebbe bollente o no?
Se gli mettessi le mani sotto la maglia………. Ok, stavo veramente degenerando.
Mi tirai uno schiaffo, poi uscii dalla mia stanza e andai a salutare Jae che intanto si era vestito.
<< Vai da Jong Up? >> mi chiese.
<< Si >>
<< Bene. Divertitevi! >> sorrise lui.
Uscii di casa e andai davanti alla palestra dove lo vidi aspettarmi. Mi salutò. Salutai anch’io.
<< Come va? >> mi chiese sorridente.
<< Bene >> ora che sono con te,  pensai. Ok, dovevo riprendermi, non era da me pensare queste cose.
<< Allora andiamo ad aiutare Jun? >> mi chiese.
<< Si! Sai dove dobbiamo andare? >>
<< Non ho ben capito. Tu? >>
<< Tranquillo: ti ci porto io >> gli sorrisi e, presagli la mano, lo portai fino ad un agriturismo molto grande, vicino alla foresta. Erano già iniziati i preparativi per la festa e Jun stava dando direttive.
<< Heyla, Jun! >> salutammo.
<< Ciao ragazzi. Siete venuti a dare una mano? >> ci chiese poco prima di gridare contro un ragazzo che aveva fatto cadere una lanterna.
<< Si>> rispose Jong Up << Cosa possiamo fare? >>
<< Uhm….. potreste portare i piatti sul tavolo >> rispose lui.
<< Ok. Andiamo Daehyun >> mi tirò per un braccio fino all’interno dell’edificio e mi diede una pila di piatti da portare fuori.
<< Come mai mettono le lanterne? >> mi chiese mentre cercavamo di non far cadere niente.
<< La prima volta che si sono incontrati, lui e Jae erano in un posto pieno di lanterne. Vuole ricreare l’atmosfera in questo luogo perché qui ci sono tutti i nostri ricordi più belli…. >> dissi mentre posavo i piatti sul tavolo. Mi passai una mano sulla fronte per levare il sudore: avevo appena scoperto che i piatti pesavano!
Lavorammo fino all’ora di pranzo, aiutando un po’ di qua, un po’ di là, facendo anche qualche pasticcio che subito veniva ripreso da Jun che ci sgridava. Quel piccoletto sapeva davvero il fatto suo!
Finalmente potemmo riposarci un po’, anche se a dirla tutta fu lui a mandarci a passeggiare perché stavamo facendo davvero troppi disastri. Dissi a Jong Up di seguirmi.
Mi guardò confuso ma si fidò di me e mi seguii. Dietro alla foresta c’era un posto bellissimo che conoscevo solo io: c’era un grande lago che sembrava d’argento e un albero isolato dal resto, molto grande.
Jong Up rimase sorpreso e meravigliato da quello spettacolo.
<< Wow, è bellissimo! >> esclamò.
<< Già, andiamo a sederci sotto l’albero! >> e ci dirigemmo presso la sommità della grande quercia. Ci sedemmo e mi tornarono in mente tanti ricordi, alcuni felici alcuni tristi ma sempre bellissimi.
<< Come lo hai scoperto? >> mi riportò alla realtà Jong Up.
<< Quando ero bambino venivo spesso qui a giocare. Un giorno mi perdetti e trovai questo posto meraviglioso: lo chiamavo “il mio angolo di paradiso” perché era il mio posto segreto. Mi divertivo tanto ad arrampicarmi su questo albero o a nuotare nel lago. Mi sentivo libero da ogni preoccupazione, sicuro di potercela fare in ogni occasione. Era come un sogno e, come tale, finiva quando mi chiamavano i miei genitori. Tra i 14 e i 17 anni scappavo spesso di casa per venire qui soprattutto quando………… >> mi fermai di colpo. Era un ricordo troppo doloroso e non credevo di essere ancora pronto.
<< Quando……? >> fece eco Jong Up.
<<……….. quando i miei genitori morirono >> non riuscii a fermare una lacrima ma feci di tutto per nasconderla. Sembrò sconvolto ma alla fine mi chiese:
<< Come è successo? >>
Avevo paura a parlarne, erano passati tanti anni ma nessuno mi aveva mai chiesto come mi ero sentito. Io per primo respingevo questi pensieri…… ma forse era arrivato il momento di guardare in faccia il passato.
<< Avevo 14 anni……… mio fratello era in ritardo di 10 minuti e, dato che lui è sempre stato un maniaco della puntualità, i miei si preoccuparono. Ero seduto sul tappeto a leggere un libro e li vedevo girare per casa, col telefono in mano che cercavano di chiamarlo. Ma tutto era inutile: Jae era irraggiungibile. Subito si misero le giacche e mi dissero di rimanere a casa….. che sarebbero tornati presto…… >>
Non riuscivo ad andare avanti, sentivo la tristezza venirmi addosso e la voglia di piangere farsi sempre più forte ma non potevo fermarmi, non ora.
<< ….. uscirono di corsa, con la pioggia, e presero la macchina. Li salutai dalla finestra e tornai a leggere quando, di colpo, andò via la luce. Avevo una gran paura del buio ma cercai di farmi forza e, alzatomi dal tappeto, andai a prendere una torcia. Ma la mia paura prese il sopravvento: non trovando niente davanti a me ma solo il vuoto cominciai a chiamare mia madre, poi mio padre, infine mio fratello. Cercavo di convincermi che stavano già tornando ma non fu così. Mi rannicchiai per terra sperando di sentire un rumore o un suono familiare, ma niente. Cominciai a piangere: ero solo. Era una sensazione orribile. Dopo quasi mezz’ora sentii le chiavi nella serratura, alzai la testa e vidi sulla porta mio fratello, completamente fradicio, corrermi incontro e abbracciarmi. Lo abbracciai anch’io per la felicità di non essere più solo ma quando domandai dov’erano mamma e papà lui scoppiò in lacrime dicendomi “Tranquillo, sarò io a prendermi cura di te d’ora in poi”. Fu così che scoprii che i miei avevano avuto un incidente con un’altra macchina. Più tardi venni a sapere che Jae aveva assistito alla loro morte e che, dopo l’arrivo della polizia, era corso a casa da me ringraziando l’universo che io non fossi in quella macchina. Il suo cellulare non prendeva bene per questo non aveva risposto. Da allora si è sempre preoccupato per me, non mi ha mai fatto mancare niente e ha sempre sorriso. Sapevo quanto impegno ci mettesse per rendermi felice, tanto che alcune volte mi dimenticavo della perdita, ma spesso avevo bisogno di scappare e quando venivo qui finalmente realizzavo……. Che i miei genitori…….. non sarebbero più tornati >>
E detto questo cominciai a piangere senza più trattenermi. Jong Up mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sé. Appoggiò la sua mano sulla mia testa e la portò sul suo petto.
<< Mi dispiace per quello che ti è successo ma almeno avevi tuo fratello su cui contare >>
<< Hai ragione e gliene sarò sempre grato. E’ solo grazie a lui se sono quello che sono >>
Dissi mentre mi asciugavo le lacrime. Passò qualche minuto poi riuscii a riprendermi del tutto.
<< Come ti senti? >>
<< Non lo so…… forse più libero. Non mi ero mai aperto fino a questo punto. Ma ora dimmi di te >>
<< Di me? E cosa potrei dirti? >>
<< Parlami della tua famiglia >>
<< Mmmmm…….. ok. Sono nato e cresciuto qui e, al primo anno di liceo, i miei decisero di traslocare in un’altra città. Io non volli andare con loro e litigammo così scappai da mia cugina che abitava nel mio attuale appartamento. Inizialmente fu una guerra ma alla fine mi fecero rimanere a patto che, quando mia cugina avrebbe lasciato l’appartamento, io sarei dovuto andare da loro >>
<< Quindi adesso vivi con tua cugina? >>
<< No >>
<< Come no? >>
<< Vedi, lei se n’è andata da due anni ma questo loro non lo sanno e io vivo tranquillo. Lei continua a reggermi il gioco >> sorrise.
Lo guardai negli occhi.
<< Cosa ti ha spinto a rimanere qui? >>
<< Le persone che conosco, i familiari e…….. tu >>
Rimasi stupito per un istante.
<< Io? Ma non ci conoscevamo neanche >>
<< E’ vero però….. tu già mi piacevi. Io sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto ma tu non mi guardavi mai. Avevo paura di dirtelo ma quando quella sera ti sei dichiarato, ero così felice che avrei potuto urlare. E ogni minuto che passo con te mi rendo conto che ho fatto la scelta giusta >>
Il sorriso che feci quando sentii quelle parole fu unico. Lo strinsi forte a me.
<< Ti amo Jong Up >>
Appoggiò la sua testa sulla mia spalla.
<< Anch’io Daehyun >>
Ora che sapevo qualcosa in più di lui lo sentivo più vicino ed ero felice. Avrei voluto vedere tutti i lati del suo carattere, tutte le sue espressioni e sentii un desiderio pervadermi: il desiderio della sua pelle. Non capivo bene il perché ma desideravo il contatto con la sua pelle.
Intrecciai la sua mano con la mia ma sentivo che non mi bastava. Avevo paura di queste nuove sensazioni.
<< Si è fatto tardi. Non dobbiamo andare a prendere tuo fratello? >>
<< Si, hai ragione >>
Mi sentivo stranamente in salvo. Ci alzammo e, con il consenso di Jun, andai a prendere Jae. Jong Up rimase lì per aiutare a finire le ultime cose anche se era abbastanza maldestro e non credevo che Jun gli avrebbe fatto toccare qualcosa.
Arrivai a casa molto in fretta e, dopo essere entrato, salii le scale e vidi mio fratello che rimetteva a posto i libri.
Che maniacale: li metteva in ordine per colore, anno di stampa e autore!
<< Ancora con questa smania? >>
Saltò come un felino dopo uno sparo.
<< Jung Daehyun, tu vuoi uccidermi!? >>
Qualcosa mi diceva che non mi aveva sentito rientrare.
<< Ad ogni modo, possiamo fare una passeggiata? Ho bisogno di parlarti >> dissi serio.
<< Va bene….. come mai quella faccia preoccupata? >>
<< Ne parliamo strada facendo >>
Era perfetto: così riuscivo a portarlo alla festa e a parlargli senza problemi.
Uscimmo di casa e, verso metà strada, mi decisi a parlare:
<< Oggi ero vicino a Jong Up e…… sentivo il bisogno di…… >> mi vergognavo come un ladro.
<< Volevi spogliarlo, dico bene? >>
L’inaspettata frase diretta mi fece nascondere la faccia sotto il cappuccio della felpa. Jae mi diede una pacca sulla spalla.
<< Non è una brutta cosa. Cerchi l’intimità con il tuo compagno, è una cosa normale. E’ successo anche a me>>
<< Ma tu Jun non l’hai mai sfiorato >> puntualizzai.
<< E’ vero però la voglia c’era. In realtà ti devo confessare una cosa: quando ci mettemmo insieme, lui era abbastanza piccolo ed eravamo in imbarazzo: io mi sentivo un maniaco mentre lui aveva paura. Decidemmo così che solo quando lui avrebbe avuto la mia stessa età, ossia 17 anni, avrei potuto toccarlo. Quindi, quando lui si sentirà pronto, io mi farò avanti >>
In quel momento un mondo si aprii nella mia testa: ora capivo perché il loro era un amore casto.
<< Quindi, mio caro Dae, non ti devi preoccupare. Se tu ami davvero Jong Up non ci saranno barriere tra voi, è un nuovo passo ed è importante, ma se sarete in sintonia non c’è niente che vi potrà bloccare >>
Mi sorrise e mi tirò una pacca sulla spalla. Jae sapeva sempre come aiutarmi…… anche se le sue frasi dirette mi imbarazzavano parecchio!
<< Dae, il sole sta per tramontare, torniamo a casa >>
Oh no, non potevamo tornare a casa! Che faccio, che faccio, che faccio?
<< Ehm….. no. No, perché non andiamo a quell’agriturismo dove ci portavano mamma e papà? Te lo ricordi, no? >>
La sua faccia si incupì un po’.
<< ……… Dae non credo sia una buona idea. Non….. non mi sento pronto >>
<< Dae, io credo che sia ora di dare un taglio al passato. Hai sofferto anche troppo. Se ti devo dire la verità, molte volte avevo paura che provassi ad ucciderti>> dissi scherzando.
<< A dire la verità ci ho provato tre volte ma poi mi assalivano i sensi di colpa, così…. >>
Non finì la frase che gli tirai un calcio.
<< Sei un deficiente! Al posto di parlare con me dei tuoi problemi, provavi a suicidarti? Deficiente, deficiente, deficiente! >>
Cercavo di essere scherzoso ma la sua affermazione mi aveva sconvolto.
<< Si, hai ragione. Da oggi in poi parlerò con te se avrò qualche problema >>
<< Anche perché se non lo fai ti uccido >>
Rise.
<< Siamo quasi arrivati >>
Eravamo davanti all’entrata.
3…. 2…. 1…..
<< SORPRESAAAAAAAAAA!!! >>
L’urlo felice delle mille persone  che ci attendevano rimbombò e fu la prima volta che vidi Jae con una faccia sorpresa. Mi sembrava impossibile!
Più che una faccia sorpresa rimase incantato dalla bellezza delle lanterne e dal fatto che Jun era riuscito a rintracciare tutti i suoi amici più cari. Non si muoveva più. Cominciai ad avere paura che si fosse pietrificato.
<< Jae? >> gli agitai una mano davanti alla faccia.
<< Io…  >> e si mise a piangere come una fontana.
Arrivò Jun e, vedendolo così, lo abbracciò dolcemente, come fa un genitore con il suo bambino.
Tutti i presenti si commossero lanciando un “AAAAWWWWWWWW” e batterono le mani.
<< Grazie Amore >> disse mio fratello.
<< Per te questo e altro >> rispose Jun.
Finalmente Jae riuscì a chiudere i rubinetti e potemmo festeggiare. Fu una festa grandiosa: musica, ballo, happy hour e drink ( analcolici vorrei sottolineare).
Io però mi ero perso Jong Up. Lo ritrovai dopo un quarto d’ora.
<< Hey, non ti vedevo più >>
<< Dae! Ti stavo cercando! >>
<< Anch’io>>
<< Ehm… volevo… invitarti a….. >>
<>
Sorrise. Ormai lo conoscevo fin troppo bene il mio Jong Up.
Ommioddio, avevo davvero pensato “il mio Jong Up”?
Ballammo tutta la sera e scoprii che non me la cavavo poi tanto male. Mi divertii un sacco.
Incontrammo anche Yongguk e Himchan e parlammo un po’.
<< Voglio proprio vedere come farete ad alzarvi domani mattina >> disse Yongguk.
<< E dai, prof, non ce lo ricordare >> borbottai.
<< E poi ti ricordo che anche tu farai tardi! >> gli disse Him mettendogli le braccia intorno al collo.
<< Va bene: per domani vi giustifico io! >>
<< Sei un grande Bang! >> e si beccò un bacio sulla guancia dal suo ragazzo.
Da lontano vidi mio fratello che, anche se era la sua festa, non osava ballare e Jun che lo tirava per un braccio.  Non capivo cosa si dicessero ma i loro comportamenti parlavano chiaro quasi come se potessi sentirli:
<< E dai, buttati >>
<< Lo sai che non sono bravo >>
<< Amore, ho organizzato questa festa per te e tu non la apprezzi >> Jun incrociò le braccia e gli diede le spalle. Mio fratello si alzò e gli mise le mani intorno alla vita.
<< Ma io apprezzo quello che hai fatto per me…… >> sospirò << …..e va bene, ballerò con te! >> Subito Jun si girò e lo baciò sorridente per poi portarlo in mezzo alla pista.
<< Daehyun? >> Jong Up mi tirò dalla maglia.
<< Si? >>
<< Io sono un po’ stanco >> mi guardò con i suoi occhi da cucciolo.
<< Allora andiamo nel “nostro posto”……. >> sorrisi << …..lì nessuno ci disturberà >>
Sorrise e scappammo via. Quando arrivammo, ammirammo la luna che si rispecchiava sull’acqua cristallina e l’ambiente illuminato grazie al riflesso. Ci sedemmo vicino al lago e cominciai a fare i dispetti a Jong Up schizzandolo.
<< Hey >> e mi schizzò anche lui.
<< Questa è guerra >> dichiarai e cominciammo a inseguirci a vicenda, schizzandoci e ridendo fino a quando Jong Up non inciampò su una pietra e mi cadde addosso.
<< Oh no, scusami >> disse preoccupato.
Scoppiai a ridere. Mi guardò stranito.
<< Era da tanto che non cadevi >> sorrisi.
Provò a rialzarsi ma lo tenetti stretto a me. Mi guardò e notai il suo rossore sotto la luce riflessa della luna.
<< Arrossisci ancora? >>
<< E’ colpa tua >>
Gli lasciai un leggero bacio a stampo sulle labbra.
<< Amo quando fai così >>
I nostri sguardi erano complici, le nostre dita intrecciate e sentivamo il desiderio delle nostre labbra.
Mi avvicinai lentamente alle sue labbra e quando le unii alle mie mi sentii andare a fuoco. Non riuscivo più a staccarmi da lui, al contrario, cercavo il contatto.
Il suo odore mi mandava in estasi e cominciai a baciarlo più intensamente.
Quando sentii le sue mani sotto la mia giacca capii che non era solo un mio desiderio ma aveva paura. Fui io allora il primo a mettere le mani sotto la sua felpa a contatto col suo fisico scolpito. Allontanò qualche instante il suo viso dal mio e mi guardò perso.
<< Cosa c’è? >> lo portai sotto di me.
<< Niente >> e tornammo a baciarci come prima.
Cominciai a levargli la maglia e a baciargli il collo fino a scendere sulla scapola. Il suo respiro si fece più affannoso.
Mi levò la felpa e subito dopo la maglia.
In poco tempo i nostri vestiti erano buttati sull’erba.
Il suo respiro era affannato ma sempre dolce, le sue mani intorno alle mie spalle, così docili ma così forti da stringermi, i suoi addominali perfetti contro i miei e le sue labbra così morbide.
Era la prima volta per tutti e due per questo avevo paura di fargli male, ma ogni volta che mi guardava e sorrideva i miei timori svanivano.
La nostra prima volta fu meravigliosa.
Alla fine ci addormentammo sull’erba, abbracciati e ci svegliammo qualche ora dopo.
Ci guardammo, lui mi sorrise e io contraccambiai.
<< Secondo te domani dobbiamo proprio andare a scuola? >> mi chiese.
Ci pensai un attimo.
<< ….. Nah! >> gli risposi.
Rise per il tono buffo che avevo usato. Propose di tornare dagli altri e io approvai.
Ci rivestimmo e, dopo aver dato un ultimo sguardo al nostro piccolo angolo di paradiso, tornammo alla festa, dove stavano ballando un lento.
Vedendo che sulla pista c’erano anche Bang e Him, mi voltai verso Jong Up, mi inchinai e gli chiesi:
<< Mi concederesti questo ballo? >>
Mi guardò un po’ preoccupato.
<< Ma non sembrerà strano vedere due ragazzi che ballano il lento? >>
<< Perché? Ti sembra che gli altri si stiano facendo problemi? >>
Diede un occhiata alla pista.
<< No, hai ragione. Accetto l’invito >>
Ballammo per non so quanto tempo ma fu talmente bello che credevo fosse un sogno.
C’era voluta una settimana ma alla fine Jong Up era riuscito a rubarmi il cuore e adesso che ne iniziava una nuova sapevo che lui mi aveva donato il suo e che me ne sarei preso cura per sempre.
 
 
 
 
 
 
Ok, questo finale fa schifo ma, francamente, è l’unico decente rispetto a quelli che avevo provato prima. Chiedo a tutti quelli che hanno letto questa storia di perdonarmi per questo. Scusate TT^TT
Comunque, spero vi sia piaciuta (se non vi è piaciuta, fatemi sapere dove posso migliorare)
Questo era l’ultimo capitolo, alla prossima!! 

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