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di Taine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Non Adatto ***
Capitolo 2: *** Target 1: Haru Miura ***



Capitolo 1
*** Prologo: Non Adatto ***


NON ADATTO


“Non possono! Non possono averlo fatto davvero!”
Sawada Tsunayoshi era accasciato su una sedia, con le mani che gli coprivano la faccia che nascondeva le lacrime che scorrevano senza ritegno sul viso. Sulla sua spalla, Reborn osservava il suo allievo disperato, e, per una volta tanto, non provò neppure a parlargli, a prenderlo a calci o a fare qualunque cosa che potesse avere l’effetto contrario alla consolazione.
Accanto a Tsuna, Gokudera Hayato, la Tempesta furiosa, un Italiano dai capelli argentati, osservava il suo Decimo in quello stato terribilmente fragile, e la sua geniale mente cercava un qualsiasi modo per poterlo tirare su il morale. Neanche lui, si azzardò a dire una parola.
Dal lato opposto, Yamamoto Takeshi, la Pioggia che calmava gli animi, aveva perso il suo solito sorriso allegro e spensierato, sostituito da un’espressione più triste e degli occhi terribilmente seri e privi del calore che normalmente calmava i suoi compagni. Anche lui, non aveva la minima idea di come aiutare il suo migliore amico.
Davanti a loro, camminava avanti e indietro Sasagawa Ryohei, capitano del Club di Box delle medie Nanimori, il Sole della Famiglia. Al contrario del solito, anche lui aveva un’espressione seria e triste, e, nonostante il suo continuo movimento che lasciava traspirare la sua preoccupazione e la sua energia, non riusciva a urlare come il solito.
Dai poli opposti della sala, Mukuro Rokudo e Hibari Kyoya, osservavano apparentemente indifferenti i loro compagni.  Il primo, mostrava un’espressione leggermente incrinata, che lasciava trasparire la sua attenzione agli avvenimenti in corso e il suo disappunto su ciò che accadeva. La Nebbia, lasciò stare le sue solite risate di scherno e le sue battute, ma osservava attentamente il Cielo, attendendo una sua reazione.
Al contrario, Hibari Kyoya, non mostrava apertamente le sue emozioni. Con il suo solito sguardo neutro e indifferente, si limitava a osservare anche lui il Neo-Vongola Primo, attendendo anche lui, una sua qualsiasi reazione. La solitaria Nuvola non minacciava a morte nessuno e non mostrava alcun segno di nervosismo a tutto quell’affollamento.
Lambo, seduto sulle gambe di Yamamoto, osservava triste il suo fratellone disperato, senza urlare la sua fame o qualsiasi altro capriccio. Non aveva pianto, e tuttora non stava frignando, si limitava a parlottare con I-Pin e Fuuta, cercando in loro qualche appiglio. Anche il Fulmine aveva perso le sue energie.
Poco distante da Tsuna e i suoi guardiani, Kyoko Sasagawa, Haru Miura e Chrome Dokuro, osservavano a intermittenza il candidato Boss e il pavimento ai loro piedi, incapaci di aiutare la persona a loro più cara.
Il silenzio fu rotto dal rumore della porta che fu aperta violentemente e dalla quale entrò un uomo, sudato, in giacca e cravatta.
Sawada Iemitsu guardò prima suo figlio in lacrime, poi tutti i presenti, prima di chiedere: -Come sta?-.
La domanda risuonò per tutta la stanza, ma nessuno si apprestò a dargli una risposta.
Reborn si girò verso di lui e scosse il capo. Nessuna notizia.
Vedendo il gesto, Sawada Iemitsu si accasciò su un'altra sedia, con una mano sugli occhi, mentre parlottava fra se e se, sperando di tirarsi su di morale.
Nessuno ruppe il silenzio che si era creato, e tutti rimasero in silenzio, in quella piccola sala d’aspetto dell’ospedale dei Vongola.
Solo quando, dopo un’ora di attesa, la porta della sala operatoria si aprì, tutti quanti scattarono in piedi e si diressero a grandi passi verso l’infermiere che usciva dalla sala, evidentemente provato da quell’ultima operazione. 
-Allora?- chiese impaziente Reborn, anche lui nervoso e in attesa dell’esito dell’operazione.
Il medico li guardò uno, a uno e osservò i loro volti preoccupati. Non era la prima volta che li vedeva, gliene erano capitati tanti davanti, ma non se la sentiva di comunicare una notizia del genere, non a delle persone così importanti.
Deglutì dicendo –Il paziente è salvo e fuori pericolo. Ha appena ripreso conoscenza, ma…- non finì la frase, osservando le varie reazioni dei presenti. Molti tirarono un respiro di sollievo, tutti, chi più chi meno, erano sollevati della notizia, ma si bloccarono subito.
-Ma…?- incalzò Iemitsu, spazientito.
Il dottore sospirò e invitò padre e figlio a entrare nella sala.
Entrarono in una sala completamente bianca, senza un accenno di colore che possa migliorare l’umore di un paziente o di un visitatore o senza un mobile a ornare quel cubo. L’aria era pesante, e puzzava di medicinali, e di morte.
Tsuna si ritrovò a chiedersi quante persone erano morte in quella stanza, dove ora giaceva una delle sue persone più care.
E sul letto, anch’esso completamente bianco e spoglio sedeva una donna, che dimostrava non più di trentacinque anni, castana, dai capelli a caschetto e dei grandi occhi nocciola, che con un suolo sguardo, poteva sciogliere anche il più duro dei cuori, tanta la sua ingenuità e dolcezza che comunicavano.
Girandosi verso i visitatori, la donna squadrò i due uomini e mostro un’espressione leggermente confusa soffermandosi sul ragazzo.
Tsuna fu il primo a rompere il silenzio:
-Mamma!!- gridò con le lacrime agli occhi, correndo ad abbracciarla.
Iemitsu osservava il figlio stringere con forza la sua adorata moglie, Nana, e sorrise intenerito a quella vista.
Tsuna pero, toccando la donna, s’irrigidì subito vedendo che non ricambiava. Il suo sesto senso iniziò subito a punzecchiarli la testa, avvertendolo che c’era qualcosa che non andava.
E, infatti, come a confermare i suoi sospetti, Nana Sawada rispose, esitante: -Mamma?-.
Nana guardò suo marito, Iemitsu, il Consigliere Esterno dei Vongola e chiesa confusa: –Iemitsu, tesoro, chi è lui?-.
Tsuna si staccò subito dalla donna e, con gli occhi spalancati e inondati dalle lacrime, si girò e corse via.
Sicuramente, essere un Boss Mafioso, non faceva per lui.

 
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ANGOLO AUTORE
Salve Salvino!
Qui Taine con una nuova storia. Stavolta niente Crossover assurdi. Qui abbiamo uno Tsuna che, al contrario di quel si pensa, ha rinunciato a diventare Boss, a causa di un attacco mafioso alla sua amata mamma. Nel prossimo capitolo, seguirà un Timeskip di Dieci anni in cui vedremo uno Tsuna che NON è Boss. Sono accetti consigli su come migliorare il mio stile di scrittura, ancora poco sviluppato.

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Capitolo 2
*** Target 1: Haru Miura ***


Disclaimer: *Entra Tsuna con in mano un foglietto*
Ed ora partiamo con il Disclaimer! Tsuna, prego!

Posso dire qualcosa autore?>
Certo Boss.

Scherzi? Hai la minima idea di quanto sarei fiero di me, di aver scritto un tale manga?

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Target 1: Haru Miura
 
Una ragazza, ormai donna, sui venticinque anni,  si muoveva agitata per le strade buie e tempestose di Nanimori. Correva. Correva a perdifiato, correva come se stesse scappando da qualcuno… o qualcosa.
Quando, finalmente, si concesse un istante di riposo, sentì il rumore metallico.
Si girò di scatto, vedendo per terra un bidone della spazzatura che rotolava rumorosamente per il terreno.
Spaventata, fece qualche passo indietro, mentre continuava incessantemente a guardarsi intorno,terrorizzata.
Un ombra la ricoprì dall’alto.
E quando se ne accorse, era ormai troppo tardi.
Un uomo dai lunghi capelli argentati che risplendevano alla luce della luna si abbatté sulla ragazza, trapassandola da parte a parte.
La donna non riuscì ad emettere un gemito, un urlo, che cadde a terra, senza vita.
L’uomo, seminascosto dall’oscurità, guardò con un ghigno soddisfatto il suo operato, mentre il silenzio era calato nei dintorni.
“Eee… STOP! Ottima scena signori!” si sentì dire da una voce amplificata.
Varie luci si accesero e la ragazza appena trafitta sia alzò come se niente fosse, mentre l’uomo argentato sospirò togliendosi la parrucca e rivelando dei corti capelli corvini.
“Ottimo lavoro ad entrambi! Avete recitato perfettamente la scena.”
La ragazza trasse un profondo respiro, mentre l’uomo le si avvicinò con un sorriso: “Davvero brava Haru-chan! Hai interpretato magistralmente la tua parte!”
La ragazza, dai lunghi capelli castani, ora raccolti in una lunga coda di cavallo, sorrise e si complimentò a sua volta: “Anche tu Yosuke-san! Sembravi davvero un assassino spietato! E’ un onore lavorare con te-desu!”
Haru Miura venne squadrata dall’uomo. Una bella ragazza, con forme non troppo pronunciate, ma nemmeno insignificanti, snella e allegra. Le rivolgeva un sorriso splendido e gioioso, lo stesso che aveva fatto girare la testa a tutti gli uomini del cast.
“Io sono nel settore da più tempo, mentre questo è il tuo primo film, e sei anche l’eroina. Sicura che sia la tua prima volta?” scherzò allegro, mentre le sorrideva incoraggiante.
Nel mentre. Un uomo sui quarantacinque e una donna sui trenta l’uno basso e robusto, l’altra snella e rigida, si avvicinarono al duo con un espressione soddisfatta in volto il primo e calma e composta la seconda.
“Ottimo lavoro Haru-chan, Yosuke-san!” iniziò a complimentarsi quello che era il regista, mentre agitava le braccia in degno di saluto e, nel mentre, alzò il pollice approvando quanto aveva visto.
Haru ancora una volta, dovette sorridere e schermirsi da quella serie di complimenti, mentre la segretaria che era al fianco del Regista le rivolse quello che parve essere un sorriso soddisfatto.
“Visto! Anche Yui-chan è soddisfatta, il che è tutto dire! Siete stati fantastici!” continuò a complimentarsi, con gli occhi che gli brillavano.
Haru aveva dovuto constatare che il regista Ryonosuke Aisaka, nonostante l’età, era decisamente un bambino, quando si trattava del suo lavoro, mentre la sua fidata segretaria Yuiko Yuuki, era sempre seria e composta, molto esigente. Si diceva in giro che in realtà fosse merito suo se l’Aisaka producesse solo film di grande successo.
Yosuke Mashima intervenne ancora una volta: “Concordo. Davvero brava. Oltre ad essere una grande reporter e presentatrice, sono sicuro che diventerai anche un ottima attrice!”
Travolta da tutti quegli (secondo lei) immeritati complimenti, la novella attrice si ritrovò ad arrossire, mentre rispondeva, grattandosi la testa imbarazzata: “G-grazie-desu.“
Il regista sorrise, mentre diceva alla sua segretaria “Che ti avevo detto! Me lo sentivo che era la persona giusta per il ruolo!”
Per una volta, la segretaria annuì, dandogli ragione mentre parlava: “In effetti, sono piuttosto sorpresa. Ti muovevi davvero come se fossi stata in balia della morte. Cos’è, hai mai avuto un assassino alle calcagna? Magari ti faceva la corte!” scherzò, con un sorriso divertito, scatenando le potenti risate del suo socio e un ghigno divertito dell’attore.
Haru, abbozzò un sorriso, ma non disse niente, mentre con la mente, ritornò indietro di dieci, anni, quando era ancora una studentessa delle medie e si era ritrovata in un mondo pieno di combattimenti e pericoli.
Il suo sguardo divenne nostalgico. Chissà come se la passava Kyoko. E chissà come stava Tsuna…
Scuotendo la testa, scacciò dalla mente il pensiero del suo primo ed unico amore,  per tornare al presente.
Gli altri non si erano accorti della sua momentanea “assenza” e infatti continuavano a parlare allegramente.
Una figura però interruppe i loro discorsi. Un ragazzo della sua età, castano, capelli corti e lasciati spettinati affiancò la segretaria, con un vassoio in mano.
Lo vide abbozzare un sorriso e chiese, con un giapponese un po’ scarso ed  un forte accento europeo: “Signori, volete favorire un dolcetto?”
L’uomo ne approfittò subito, prendendone uno mentre Yui rifiutò con un cenno di testa: “Preferirei degli stuzzichini grazie.”
Haru ne prese uno, mentre Ryonosuke ringraziò: “Grazie Daniele-san. Vedo che migliori nella lingua!”
Il ragazzo, Daniele, annuì con la testa, ma dopo qualche secondo fece cenno di attendere qualche secondo: “Vado a prendere il mio collega con gli stuzzichini.”
Diede una veloce occhiata ad Haru, per poi far dipingere un ghigno divertito sul volto, per poi voltarsi e andare a chiamare il collega. Cosa che inquietò non poco Haru.
Il regista riprese a parlare: “Daniele-san è davvero un bravo ragazzo. Dice che ha seguito il suo migliore amico nel suo lavoro per saldare un debito ed aiutarlo. A volte può sembrare inquietante, ma non è cattivo.” Spiegò alla reporter, notando il suo atteggiamento spaventato.
Haru annuì. Si fidava del Regista. Si erano conosciuti da qualche mese, ma solitamente, lui non sbagliava mai a giudicare le persone.
A quel puntò, notò che il cameriere di prima stava tornando indietro, affiancato dal suo compagno.
Haru sbarrò gli occhi, spaventata e sorpresa. L’altro uomo era alto, snello ma allenato, con i capelli castani che sfidavano Newton con annesse leggi gravitazionali e due grandi occhi da cerbiatto color nocciola. Non poteva essere. Non poteva essere proprio lui no…
“Oh, Sawada con gli stuzzichini, ottimo!” disse l’Aisaka che già pregustava i manicaretti del loro chef, facendo sussultare per lo spavento la povera reporter e confermando i suoi sospetti.
Sperò che fosse un caso di omonimia. Ma ancora una volta venne smentita dai fatti. Vide l’uomo sussultare a vederla, e lo vide parlare a bassa voce con Daniele, in quello che probabilmente era Italiano. Notò anche il ghigno sadico e divertito dell’ Europeo, mentre faceva saettare lo sguardo da lei al suo amico.
No, non era pronta. Non dopo dieci anni di assenza!
Tsunayoshi Sawada sospirò seccato, e, aiutato da un calcio ai glutei del suo migliore amico(?) si avvicinò al gruppo: “Gradite?” chiese con un sorriso, che lei trovò forzato.
Tutti quanti, osservando la scena, guardarono perplessi prima Tsuna, poi Daniele, che, ignorando bellamente gli sguardi che gli lanciavano, girò i tacchi, si chiesero il perché di quell’incoraggiamento estremo, per poi notare gli sguardi nervosi che l’assistente lanciava alla Miura, pensarono ad una probabile cotta.
Archiviando l’accaduto, accettarono di buon grado gli stuzzichini offerti, tranne la giornalista, che guardava imbarazzata uno Tsuna color pomodoro per la vergogna.
Tsuna fu il primo a rompere l’imbarazzo creatosi fra i due: “Ehm… Har… Miura-san, vuole qualcosa?” chiese timidamente, mentre il regista, la segretaria e l’attore osservavano ghignando divertiti la situazione. Era sempre uno spasso vedere un fan innamorato davanti ad una star.
La loro espressione mutò però, con somma soddisfazione di Daniele, che osservava la scena da poco lontano, quando la conduttrice rispose con altrettanto imbarazzo: “Hahi! C-certo! Si Tsuna… Sawada-san-desu!” e mentre parlava, anzi balbettava, prese un rustico.
Calo il silenzio nel gruppo. I tre osservatori, non sapevano che dire, mentre Tsuna alternava occhiate ad Haru, la quale si limitava a tenere lo sguardo basso.
Tsuna prese un gran respiro. Doveva dimostrare alla vecchia amica di non essere più un imbranato totale no? Era cresciuto ormai. Ed anche lei…
Accennò un timido sorriso, mentre diceva “Allora Miura-san… ti piace ancora il cosplay?”
Sorpresa da quella inattesa domanda, la ragazza annuì più volte, seguendo il suo istinto.
Yosuke aggrottò le sopraciglia: cosplay? Non ne sapeva niente, eppure conosceva Haru da un po’.. e infatti, pensò che il poveraccio fosse andato in panico e parlava a sproposito, ma, a sorpresa, vide gli occhi di Haru illuminarsi per un attimo, ed un bel sorriso comparire sul suo volto.
“Certo! A tempo perso, riesco a fare anche costumi su misura per le mie colleghe. Vero Yuiko-chan?” rispose tirando in ballo la segretaria, che  avvampò. -Doveva rimanere un segreto!- pensò disperata, e sospirò.
“Si…” rispose semplicemente e stancamente.
Aisaka scoppiò a ridere, scoprendo quel lato nascosto della sua assistente: “Fantastico Yuiko! Non sapevo che ti piacesse il cosplay! Devi farmi vedere uno di quei costumi uno di questi giorni!”
Haru cominciò a parlare a raffica, riguardo alle sue ultime opere di creazione e a lamentarsi col vecchio compagno di come il suo lavoro gli porti via il tempo da dedicare ad esse, mentre Tsuna ascoltava e talvolta annuiva, contento che l’imbarazzo iniziale fosse sciolto e che la sua amica non si facesse tanti problemi a parlare con lui.
Quando finì di parlare, Tsuna fece un gran sorriso. Un sorriso sollevato, bastardo e traditore, uno di quei sorrisi che sembrano ringraziare la tua felicità.
E, come al solito, Haru sussultò e godette di quel sorriso, prima che esso potesse scomparire.
“Be’ Miura-san…” iniziò Tsuna, ma venne interrotto dalla stessa attrice che lo corresse: “Haru…”
Tsuna annuì con un gran sorriso e riprese: “Be’ Haru, è stato un piacere rivederti e sapere che stai bene. Ci vediamo!”
E così dicendo si girò. “Anche a te… Sawada-san.” Tsuna si bloccò.
Non si girò nemmeno ma la corresse comunque, con un sorriso che non poteva vedere nessuno, se non Daniele, anche se da lontano: “Tsuna.”
Haru annuì, anche se lui non poteva vederlo, e, mentre lui si allontanava, si sentì inspiegabilmente sollevata e felice come una bambina di averci riparlato.
Purtroppo, il momento venne spezzato da una grande esplosione.
E da quel momento, urla, fumo e disperazione.
Haru notò Daniele imprecare ad alta voce in italiano, probabilmente parole poco carine, Tsuna sospirava, esasperato, visto che a quanto pare non era la prima volta che accadeva una cosa del genere.
E mentre la folla la trascinava via e qualche temerario, tra cui il regista stesso, gli disse di scappare via, Haru sorrise, ripensando ai tempi delle medie in cui attacchi del genere erano all’ordine del giorno, soprattutto durante l’avventura nel futuro.
Un urlo interruppe i suoi ragionamenti e riportò la calma nella struttura:
“Voooooooiiiii!!!!!!”
 
 
Angolo Taine:
Ebbene ecco a voi il primo capitolo, spudoratamente HaruXTsuna.

Dimmi Boss…

Vidi Boss, io faccio sempre il tifo per chi è sfavorito. E infatti, ti ho sempre trovato simpatico. E poi, anche a te non dispiace, da coma l’hai guardata.

E’ davvero una bella donna.
Vabbè, passiamo agli annunci. Forza Haru!
*Entra Haru*

Si ringraziano anche i lettori silenziosi.
Si comunica anche che è ancora in corso la ricerca di un Beta Reader.
Taine prega anche affinché lo contattiate anche in privato se avete qualche consiglio da dargli per quel che riguarda la struttura e la grammatica o qualunque altra cosa-desu!>
Be’ indovinate chi entra in scena nel prossimo capitolo?
Alla prossima con  Target 2: Le due facce del Cielo!!!
 

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