L'ambizione del Re Oscuro

di marcomoratto98
(/viewuser.php?uid=465787)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Aggiornamenti ***
Capitolo 4: *** Trappola ***
Capitolo 5: *** Questa è una giornata no......... ***
Capitolo 6: *** Soggetto 20 ***
Capitolo 7: *** Dubbi ***
Capitolo 8: *** Il proseguimento della mia prigionia ***
Capitolo 9: *** La fuga, o ciò che doveva essere ***
Capitolo 10: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 11: *** Il Dottore Cyborg della Morte ***
Capitolo 12: *** Portale ***
Capitolo 13: *** Risveglio ***
Capitolo 14: *** Conoscenze ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Capitolo 1: Prologo


Sono le 18:35 di lunedì 27 Gennaio 2020, per le strade non c’è nessuno, solitamente è un cattivo presagio, ma io la vedo come una possibilità in più di portare a termine la mia missione.
Mi muovo veloce e furtivo fra i tetti di New York mentre ripenso allo scopo della missione: infiltrarmi nell’edificio principale delle Abstergo Industries ed ucciderne il capo.

Ora la maggior parte di voi penserà: a che cosa serve uccidere il capo della casa farmaceutica più importante del mondo? Beh… ve lo dico subito: a terminare una guerra, ma non una guerra qualsiasi, quest’unico gesto servirà a far terminare la Guerra ( con la G maiuscola! ).
Una guerra incominciata addirittura da quando i primi uomini hanno messo piede su questo mondo, una guerra tra le fazioni chiamate tutt’oggi Templari e Assassini.
I Templari cercano la pace nell’ordine di ogni cosa, e quindi di conseguenza pensano sia giusto sopprimere la libertà altrui affidando le decisioni nelle mani di pochi. Mentre gli Assassini sono un ordine nato per contrastare i Templari, e quindi i suoi membri combattono per la libertà degli uomini.

Il mio nome è Nicola Larese e sono un assassino.
 
Autore:
Buongiorno a tutti!
Questo è il prologo di una storia che avevo in mente da un po'.
Voglio sapere cosa ne pensate, quindi, andateci pesante con le recensioni, così da migliorare sempre di più
!  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ricordi ***


Capitolo 2: Ricordi

Ho percorso ormai 1 chilometro e mezzo in scalate e corse sui tetti, e adesso, sono sul bordo dell’ultimo palazzo utile all’avvicinamento, a guardare il panorama che comprende il grattacielo, in cui il mio obiettivo sta “lavorando” ignaro di tutto, ed il grande parco tutto attorno al grattacielo, ovviamente è pieno di templari a fare da guardia.

Mentre osservo il panorama non posso fare a meno di tornare con la mente a qualche giorno prima:

Erano le quattro di pomeriggio ed io ero nel bel mezzo dei miei allenamenti giornalieri, quando mia madre mi chiama.
Mamma di Nicola:- Nicola! Vieni presto, il Mentore vuole vederti –
Scesi dall’impalcatura su cui mi trovavo in procinto a ripassare la tecnica di assassinio in volo su un manichino. Mi rimisi la maglietta e mi avviai verso l’ufficio del Mentore.
Nicola:” E adesso che diavolo vuole, quel vecchio “
Appena aperta la porta ho dovuto evitare per un soffio un vaso di ceramica, che, invece della mia testa, prese il muro del corridoio, dietro di me.
Vecchio:- Porta rispetto per tuo nonno!!!!! –
Già, si da il caso che il vecchio in questione è mio nonno Giuseppe, nonché Mentore dell’ordine degli Assassini.
Nicola:- Ma come fai a sapere sempre quello che penso?!? –
Rispondo al nonno, mentre mia madre ,esasperata per il solito siparietto tra me e il Mentore, raccoglie i cocci del vaso rotto e aggiunge alla lista della spesa un in ceramica da ricomprare.
Mamma di Nicola:- Papà finiscila di lanciare vasi in testa a Nicola, e spiegagli la missione!!......... Uffa è già il quinto questo mese –
Giuseppe:- Sofia prenditela con quel degenere di tuo figlio, e non da… -
Nicola:- Si, si, passiamo oltre, dimmi cosa devo fare stavolta, e che non sia ripetere le basi del credo dell’ordine ai bambini, non lo sopporto –
Sofia sconsolata dal carattere del figlio esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Giuseppe:- No, non dovrai fare questo, ma dovrai dirigerti a New York, in America….. –
Nicola:- So dove si trova New York –
Giuseppe:- Fammi finire di parlare!!! Comunque, le nostre squadre sul campo hanno scoperto dove si trova il Grande Capo dei Templari, e io, a dispetto dei tuoi fin troppo pochi 14 anni d’età, ti sto mandando a ucciderlo. Ovviamente ti verrà affiancata una squadra di assassini del posto per il supporto, quindi non ti lamentare, nonostante tu sia il miglior assassino della confraternita e ti piaccia lavorare da solo –
Nicola:- Finalmente qualcosa di serio! –
Giuseppe:- Nicola, partirai domani pomeriggio, questo è il biglietto per il volo. Fai i bagagli –
Detto questo, prendo il biglietto ed esco dalla stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Aggiornamenti ***


Capitolo 3: Aggiornamenti

Voce 1:- Nicola! Nicola! Ci sei? -

Una voce amica quanto inaspettata mi sveglia dalla trance mentale in cui sono caduto.

Nicola:- Si Sheila, ci sono….. Piuttosto dimmi, la situazione? -
Sheila:- Allora, telecamere in tutta l’area del parco, ma quelle non sono un problema, sto già trasmettendo delle vecchie registrazioni alle postazioni di guardia, e poi servono a me per sapere dove ti trovi. Ah si, confermo anche la presenza di cani, quindi…… -
Voce 2:- Visto! Visto! Io l’avevo detto! -
Sheila:- Zitto John e pensa ai cecchini sui vari tetti confinanti con il parco, quelli sono il vero problema, non i cani -
John:- Mai nessuno che mi consideri….. -
Nicola:- John smettila di lamentarti e muovi il culo, Sheila finisci il rapporto, che non abbiamo tutta la notte -
Sheila:- Si……. Rilevo anche alcuni sensori a laser per il rilevamento, ho inviato le loro coordinate al tuo Eyepad -


( Ok, piccola parentesi per chi si chiede cos’è un Eyepad: dal giorno d’oggi ( il buon 2014 ) al 2020 (D.C.) le tecnologie usate da Templari e Assassini hanno subito un grande aumento tecnologico, e uno dei prodotti di questo aumento tecnologico è, per l’appunto, l’Eyepad.
L’Eyepad si indossa come lente a contatto ed è un mini-computer ad alta tecnologia che funziona ad impulso nervoso. Lui comanda tutto l’equipaggiamento da assassino: a partire dalle Lame Celate, fino ad arrivare alle pistole e ai fucili.
Inoltre l’Eyepad funziona anche da “occhio dell’aquila artificiale”. Sapete tutti cosa è l’occhio dell’aquila no?
Vabbè per i nuovi arrivati lo spiegherò: l’occhio dell’aquila è quell’abilità che nel videogioco possiedono prima Altair, poi Ezio, Connor, Edward e infine Desmond.
Essa può localizzare con un solo sguardo nemici, alleati, obiettivi e nascondigli, oltre a strutture e passaggi segreti.
“L’occhio dell’aquila artificiale” dell’Eyepad può localizzare nemici, alleati ed eventuali obiettivi usando i satelliti, in orbita sopra la propria testa, ed un tecnologicamente avanzato sistema di identificazione che usa i tratti facciali e corporali della persona in questione.
Bene con questo ho finito di spiegare, torniamo alla trama….. )


Nicola:- Finito? Basta? Solo queste due cose ( cani e sensori ) a cui fare particolare attenzione? -
Sheila:- Si, basta così –
Nicola:- Onestamente pensavo fossero più organizzati –
John:- Allora pensavi male –

Ho odiato il modo di parlare strafottente di John fin dal primo momento in cui l’ho visto aprire bocca.

Sheila:- John, muovi quelle fottute chiappe da lì e vai a fere il compito che ti è stato assegnato!!! -

Per mia ( o sua ) fortuna, Sheila lo ha sempre zitto a parole prima che potessi zittirlo io, con un pugno sui denti.

Nicola:- Se avete finito con queste battute di coppia……. -

Entrambi ammutoliscono sul colpo per la mia affermazione e, prima che uno di loro potesse replicare, io riprendo a parlare.

Nicola:- Io entro in azione. Silenzio radio finché non sono all’interno dell’edificio. Vi contatterò io -

Chiudo la comunicazione, senza aspettare risposte varie, e mi guardo in torno. Una volta assicuratomi che non ci fosse nessuno mi preparo ad eseguire ciò per cui gli Assassini sono famosi: il salto della fede.
Prendo una piccola rincorsa, salto dall’edificio aprendo le braccia, nello stesso modo in cui un’aquila apre le ali. Quindi, mentre prendo velocità per la caduta, eseguo un mezzo giro mortale e cado di schiena in un mucchio di foglie e ramoscelli che erano stati ammucchiati li sotto.
Dopo essermi ripreso dallo scombussolamento iniziale, esco dal mucchio, strozzando una delle ignare guardie che pattugliano la zona.
Nascosto il cadavere, accendo l’Eyepad e controllo il mio equipaggiamento preferito: le mie due Lame Celate.
Bracciali contenenti un meccanismo che, a un movimento preciso dei polsi fanno uscire due lame create con una lega di metallo inventata da colui che ha fatto rinascere l’ordine: Altair Ibn La-Ahad, purtroppo il procedimento per creare questa lega è andato perduto col tempo. Queste lame sono tanto letali quanto silenziose.
Alle lame è stata affiancata una pistola vecchio stile grande quanto un colibrì ( Citazione: Leonardo da Vinci à Assassin’s Creed 2 ) ed una lama cava capace di iniettare, con una semplice punturina, un veleno letale, a cui non esiste antidoto ( almeno non ancora ). Inoltre, a tutto questo, ho aggiunto qualche sorpresina di mia iniziativa.
Una volta assicuratomi che non ci siano danni alcuni, mi concentro finalmente su quello che devo fare: attraversare l’area del parco ed entrare nell’edificio senza farmi scoprire.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Trappola ***


Capitolo 4: Trappola


Inizio a muovermi evitando di espormi più di tanto e tenendomi alla larga dai cani.
L’area del parco è molto grande e, se non la si conosce bene, si rischia di perdersi.

Nicola:” Cavoli, qui dentro è tutto uguale “

Infatti, il parco, è diviso in deversi settori, ognuno contenente: una fontana più o meno grande, e attorno ad essa sono stati posizionati diversi cespugli, a cui il giardiniere, ha dato la forma o di un animale o di una figura astratta, sovrapponendo varie forme geometriche. Il tutto circondato da siepi per dividere un settore dall’altro.

Nicola: “ Senza una mappa va a finire che girerò in tondo, ma per fortuna ho qualcosa di meglio “

Attivo il mio Eyepad e uso la funzione GPS. Davanti ai miei occhi appare una mappa tridimensionale dell’area, un puntino verde segnala la mia posizione, mentre i puntini rossi son le posizioni in cui si trovano le guardie.
Grazie al GPS dopo poco tempo sono su un lato dell’edificio che cerco di entrare dalla finestra dei bagni del secondo piano.
Una volta assicuratomi che nei bagni non ci fosse nessuno, riaccendo la radio.

Sheila:- No, No, e ancora No! Devo lavorare e sai meglio di me quanto sia importante quello che mi hanno assegnato da fare -
John:- Dai, solo per questa volta -
Sheila:- John , smettila o inizierò a pensare d’aver sbagliato a fermare Nicola dal prenderti a pugni in faccia -
John:- No, la faccia No! -
Nicola:- Se avete finito, io sono dentro -

Sheila e John si zittiscono, forse per l’imbarazzo forse per la sorpresa nel sentirmi, o magari tutte e due.

Nicola:- Ehm….. Sheila, John ci siete? -
John:- Si ci sono, pensavo fossi morto, c’hai messo un’eternità -
Nicola:- Sempre meno di quanto tu c’abbia messo a sistemare quei cecchini -
John:- Colpito e affondato -
Nicola:- Comunque, la situazione? -
John:- Cecchini eliminati, e io sto bene, grazie per l’interessamento -
Sheila:- Anche nel parco è tutto a posto, abbiamo fino all’alba prima che si accorgano che mancano delle guardie -
Nicola:- Per allora noi saremo lontani da qui -

Mi avvicino alla porta, la apro, e guardo nel corridoio, non c’è nessuno.

Nicola:- Sheila, la situazione all’interno dell’edificio? -
Sheila:- Vediamo……. È pieno di telecamere, e c’è qualche porta con un blocco di sicurezza…… Ma niente che non possiamo gestire -
Nicola:- Ottimo, tu continua a fornirmi informazioni sull’edificio e….. -
John:- E io, che  faccio? -
Nicola:- Tu, John, da adesso sei diventato praticamente inutile! Ora scegli: puoi tornare da Sheila, o pattugliare i dintorni -
John:- Torno da Sheila -
Sheila:- Bravo, e vedi di darmi una mano -
Nicola:- Dopo questa piccola parentesi , concentriamoci, da adesso si fa sul serio -

Esco definitivamente dai bagni e mi aggiro per i corridoi.

Nicola:- Sheila, puoi dirmi dove si trovano le scale anti-incendio? -
Sheila:- Sempre dritto, poi a sinistra -

Mi muovo velocemente senza fare caso alle numerose telecamere. Lungo il percorso non mi sono imbattuto in molte guardie, e per quelle poche che ho incrociato, ho fatto in modo di rendermi invisibile.
Dopo essere salito di qualche piano noto una parte ancora in costruzione dell’edificio, per cui decido di uscire e di continuare la mia scalata dalla parte dello stabile in cui si trova il cantiere.
Sono ormai all’ultimo piano e mi sto dirigendo verso l’ufficio del mio obiettivo, usando delle travi sul soffitto del corridoio.
A proteggere l’obiettivo ci sono molte guardie, tutte concentrate all’ingresso. Per cui decido di sul tetto , aprire il lucernario, individuare l’obiettivo e prepararmi ad ucciderlo.
Mentre faccio tutto questo, ripenso al percorso fatto e agli ostacoli trovati.

Nicola: “ Tutto sommato è sospetto, le guardie sono davvero poche in tutto l’edificio, è meglio sbrigarsi “

Quindi decido di chiamare Sheila e John, per rimandarli al nascondiglio.

Nicola:- Sheila, John, tornate al covo, io finisco qui e vi raggiungo -

Chiusa la comunicazione mi faccio coraggio e salto dal lucernario sull’obiettivo. Quando l’obiettivo è praticamente disteso a terra, passo la mia lama nella sua gola.
Mentre il moribondo esala il suo ultimo respiro, io cerco di rimanere indifferente al sangue che sgorga dal collo della mia vittima, e che mi sporca tutto l’avanbraccio sinistro. Tolgo la lama dalla sua gola, e mi accorgo di aver iniziato a tremare. Non mi sono mai abituato e non mi abituerò mai ad uccidere, questi sono i miei pensieri mentre mi rialzo, scosso, dall’ormai cadavere.
Subito mi ritrovo circondato da guardie templari che  puntano i loro fucili su di me. L’unica cosa che mi rimane da fare è arrendermi, quindi, con riluttanza, alzo le mani mettendo bene in mostra anche il braccio sporco di sangue.
Improvvisamente, due guardie, mi assalgono immobilizzandomi, mentre, davanti a me, si avvicina un uomo, non posso vederlo in faccia per la posizione in cui mi tengono, ma so che sorride, soddisfatto di avermi preso.
L’uomo inizia a parlare ma non lo ascolto troppo impegnato a pensare come a come mi sono cacciato in questo guaio, quando, improvvisamente, tutto si fa buio.
 

Autore:
In questo capitolo c’è un po’ di azione, e quello che succederà a Nicola non sarà roba di poco conto.
Ne passerà di cotte e di crude, e la sua avventura non finirà tanto presto.
Con ciò vi saluto, e al prossimo capitolo.
Ciao….

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Questa è una giornata no......... ***


Capitolo 5: Questa è una giornata no…..

Mi sveglio in una stanza spoglia con le pareti tutte bianche. A sinistra del letto a due piazze si trova una scrivania con sopra una lampada da lettura e un libro abbastanza robusto si cui non riesco a leggere il titolo, magari gli avrei dato un occhiata più tardi, davanti al letto c’è un armadio. Mi alzo e provo ad aprirlo con l’intenzione di cambiarmi, è bloccato. Quindi decido di esplorare il resto del mio nuovo “appartamento”. Oltre alla camera da  letto ci sono la porta di ingresso, rigorosamente chiusa a chiave, ed il bagno.
Fallito il mio proposito di distrarmi, cerco di ricordare cos’è successo prima di risvegliarmi in questa stanza:
 
Rinvengo disteso sulla schiena, mi sento tutto intorpidito, cerco di aprire  le mie dannatamente pesanti palpebre. Una volta aperti gli occhi li devo subito richiudere per non finire accecato, cerco di alzare la testa, ma  me la ritrovo bloccata sul lettino da una cinghia che mi stringe il collo.
A questo punto avverto di essere disteso con le braccia aperte sulla linea delle spalle, di conseguenza giro la testa e vedo dei chirurghi che mi stanno operando al braccio, da quello che vedo deduco che dovrebbero star facendo la stessa cosa sia sull’altro braccio sia sulle gambe. Infatti per evitare che potessi fare resistenza, dopo avermi catturato, mi hanno spezzato sia braccia che gambe, tutto questo mentre io svenivo per la quantità di dolore provocatomi. Dopo queste considerazioni ho perso di nuovo conoscenza.
Riprendo conoscenza con uno schermo davanti agli occhi su cui risaltava una barra di caricamento.

Nicola: “ Ma dove mi trovo? “

Appena la barra di caricamento è arrivata al 50% compaiono un forte senso di disorientamento e di vertigine, seguiti subito dopo da una sensazione di bruciore che aumentava costantemente. Dopo qualche minuto mi sembrava di bruciare quindi ho iniziato ad urlare.

Nicola:- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhh…………… -

Nello stesso momento in cui ho iniziato ad urlare, lo schermo davanti a me diventa rosso ed appare la scritta: Errore, mentre delle voci fuori dal mio campo visivo discutono del mio stato.

Voce 1:- La situazione è critica! -

Voce 2:- Dimmi cosa sta succedendo! -

Voce 1:- L’animus rifiuta il soggetto, di questo passo morirà! -

Voce 2:- Cazzo, Cazzo, Cazzo! Mi avevano detto che il soggetto è perfettamente sano! -

Voce 1:- Dottore mi dica cosa devo fare! -

Voce 2:- Veloce, spenga tutto signorina Drake! Poi chiami i due energumeni qui  fuori e si faccia aiutare per portarlo nella sua “stanza” -

Subito dopo la fine di questa conversazione svengo un’altra volta.
 
Autore:

Povero Nicola, vi direte dopo aver letto quello che ha passato,
ma fidatevi, passera di peggio!!!!!!!
Al prossimo capitolo……

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Soggetto 20 ***


Capitolo 6: Soggetto 20

La porta si apre con un sibilo, e vedo fermarsi sull’uscio una ragazza. Ad occhio questa ragazza avrà circa 25 anni. Ha capelli castani che le arrivano poco sotto le scapole, ha i tratti facciali morbidi, e gli occhi verde-acqua. Indossa una maglietta bianca e una corta gonna nera.

Ragazza:- Su, vieni -

Una cosa soprattutto mi colpisce di lei, il modo in cui mi parla, lascia intendere una tale sicurezza, come se sapesse che in un modo o nell’altro io farò ciò che vuole. Non che abbia torto, in questo momento mi servono informazioni, ed il modo più veloce per averle è seguirla.
Così, con questi pensieri in testa, mi incammino dietro di lei.

Sbuchiamo in un’ampia stanza, sempre bianca, la prima cosa che noto è il lettino, chiuso tra quattro colonne, nel centro della stanza, è costruito in metallo e da un lato è collegato ad un terminale.
Grazie alle vetrate sul pavimento posso vedere che è parte di qualcosa di più grande, ma in questo momento non mi interessa, perciò mi guardo intorno. Oltre alla porta dalla quale sono uscito, vedo altre due porte, una di queste porta ad una specie di sala riunioni, lo capisco grazie alla finestra che dà su quella stanza; mentre la destinazione dell’altra porta è ignota, anche se posso sperare si tratti dell’uscita.
Su due lati della stanza posso notare, su dei piani rialzati, alcuni blocchi di memoria, non sono pochi, e da quello che vedo penso siano in funzione 24 ore su 24.
Oltre il lettino è presente una scrivania con sopra molti fogli fittamente scritti, alcuni a mano mentre altri stampati, ed un computer.

Nicola: “ Quello potrebbe essermi molto utile “

Dietro alla scrivania si trova un uomo intento a guardare fuori da quella grande finestra che poi non è altro che uno dei muri della stanza.

Ragazza:- Dottore, gliel’ho portato -

L’uomo si gira e, finalmente posso vederlo in faccia: è un uomo di mezza età, con radi capelli bianchi, e una barbetta incolta. La sua faccia è tirata in un’espressione seria e gli occhi spenti, come se fosse stanco di fare qualcosa che ormai fa da una vita. Il tutto completato dal lungo camice bianco da scienziato che indossa.

Dottore:- E così lei è il soggetto 20, Nicola Larese, giusto? –

Autore:

Chiedo scusa per non aver aggiornato in questa settimana, ma ero in vacanza.
Cercherò di farmi perdonare anche per il capitolo più corto del solito.
Alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dubbi ***


Capitolo 7: Dubbi

 
Sto ancora fissando il “dottore”, assorto nei miei pensieri, quando questi mi fa una proposta, anche se sembra più una minaccia.

Dottore:- Quindi, signor Larese, se vuole restare in vita le consiglio di aiutarci a raggiungere i nostri scopi -

Dopo che il “dottore” ha finito di parlare realizzo che, per fargli abbassare la guardia e per reperire più facilmente informazioni, mi dovrò fingere un po’ stupido.

Nicola:- Va bene, collaborerò, ma penso di dover conoscere almeno i nomi delle persone con cui lavorerò -

A questa mia richiesta, vedendo che il “dottore” mi stava mandando al diavolo, si fa avanti la ragazza.

Ragazza:- Il mio nome è Samantha  Drake, mentre lui è il dottor Warren Vidic -
Vidic:- Ma ora bando ai convenevoli, e dimmi, chi è tuo padre? -

A questa domanda mi faccio improvvisamente mi faccio serio, dato che, non mi va di parlare di una figura che non ho mai conosciuto. Quindi con voce fredda replico.

Nicola:- E perché  vorrebbe sapere chi è mio padre? -
Samantha:- Oh, beh…. Conosciamo tutte le parentele dei nostri “ospiti” quindi……. -
Vidic:- Vorremmo sapere chi è suo padre. -

Conclude Vidic con un tono che non ammette repliche.
Capendo che sarà una conversazione impegnativa mi accomodo sulla sedia al mio fianco.

Nicola:- Mi dispiace ma non ho mai conosciuto mio padre…… -
Vidic:- Ma non è possibile che lei non sappia niente, sua madre le avrà detto almeno il suo nome, insomma……. -
Nicola:- Mi faccia finire! -

Vedendo che Vidic stava per scoppiare, interviene Samantha per cercare di calmarlo.

Samantha:- Dottore, si calmi, lo faccia finire poi gli domanderà ciò che vuole -

Capendo di avere di nuovo l’attenzione dei miei due carcerieri, continuo la mia spiegazione.

Nicola:- Come dicevo, non ho mai conosciuto mio padre, e quando chiedevo una qualsiasi informazione sul suo conto a mia madre, lei mi sorrideva sempre e cercava di cambiare argomento, mentre mio nonno, si poteva capire lontano un chilometro che mio padre non gli è mai andato a genio, perciò non gli ho mai chiesto niente -

Vidic:- Va bene.…….. signorina Drake, accompagni il signor Larese nella sua stanza, è tardi -

Samantha mi riaccompagna nella mia “stanza” ed esce chiudendosi la porta alle spalle.
La prima cosa che faccio è distendermi sul letto e, fuori dalla visuale delle telecamere provo ad accendere l’Eyepad, noto con piacere che non si sono accorti di ciò che porto all’occhio sinistro ed è un bene.

Nicola: “ Grazie a questo posso hackerare le telecamere e la porta, devo solo fare in modo che non mi scoprano “

Dopo aver manomesso le telecamere, in modo che trasmettessero vecchie registrazioni, apro la porta e mi porto velocemente verso il computer sulla scrivania.
Lo accendo e bypasso tutti i controlli di sicurezza su quel computer, vedo che la casella mail è stata usata di recente perciò vedo cosa c’è in memoria.

Ciò che apro è un rapporto di qualche giorno prima:

Rapporto de XX/XX/2020

Abbiamo catturato l’assassino Nicola Larese, denominato soggetto 20.
Dopo avergli curato gli arti danneggiati è rimasto incosciente per due giorni, in quel lasso di tempo l’abbiamo collegato all’animus, qui abbiamo riscontrato un problema: l’animus rifiuta il soggetto, è la prima volta che succede, perciò ho chiesto alla signorina Drake il tasso di compatibilità. Mi ha risposto che il tasso di compatibilità del soggetto è del 50 % circa, e, che per accedere ai ricordi è necessario un tassi pari almeno del 60%.
La cosa che mi ha impensierito, è che ogni essere vivente senziente ha un tasso di compatibilità almeno del 65%, quindi ho chiesto a Samantha di farmi vedere le letture del suo DNA.
Quel che ho visto mi ha sconcertato, è come se il soggetto possedesse solo metà del DNA di una persona normale.
Aspetto suoi ordini.
 
Che il padre della comprensione vi guidi.
Warren Vidic
 
Ciò che ho letto nel rapporto mi ha lasciato senza parole.
Dopo questo decido di rimanere con loro un altro po’, solo per avere delle risposte ai miei nuovi dubbi.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il proseguimento della mia prigionia ***


Capitolo 8: Il proseguimento della mia prigionia

 
Il rumore della porta che si apre mi sveglia.
Apro gli occhi, e la prima persona che mi trovo davanti è Samantha.

Samantha:- Che c’è? Ti ho spaventato? -
Nicola:- Un po’, ma è sempre meglio vedere la tua faccia, che quella del dottore, appena svegliati -

Infatti i giorni precedenti appena aprivo gli occhi, mi ritrovavo la faccia di Vidic a pochi centimetri dalla mia.

Samantha:- Su muoviti, che c’è l’ultimo test medico -
Nicola:- Era ora -

Nicola: “ Quindi stasera me ne vado. Spero di trovare una risposta alle mie domande in quel referto “

Seguo Samantha lungo i corridoi fino all’ormai abituale stanzino: dove mi preleveranno il sangue e mi faranno per l’ultima estenuante volta dei test per assicurarsi della mia sanità mentale.
L’obbligo delle visite mediche, almeno quelle iniziali, me l’ha spiegato Samantha qualche giorno fa: siccome il restare rinchiusi la maggior parte delle ore del giorno in una camera da letto (per quanto comoda possa essere, il che è tutto dire….), e il resto delle ore attaccati a quel dannato macchinario, che chiamano Animus, ha fatto impazzire la maggior parte dei pazienti (diciamo pure quasi tutti, e che io sono l’ultimo rimasto sano), loro si stanno assicurando che io resista più degli altri, prima di impazzire, per estorcermi informazioni.
Per fortuna, fingendomi rincretinito, sono riuscito a sviare tutte le domandi  importanti sull’ordine dicendo solo mezze verità.

Dopo la “visita” medica mi hanno riportato nella stanza in cui si trova l’Animus. Mentre mi dirigo verso il lettino mi preparo alla mia “dose di dolore giornaliera”, visto che, in quella settimana e mezza in cui sono rimasto in questo posto, non c’è stato giorno in cui non mi facessero distendere su quel lettino, assicurandomi che sarebbe andato tutto bene, quindi puntualmente io subivo la stessa scarica di dolore, anche se sempre più forte, fin dal mio primo giorno di prigionia.
Stranamente appena mi distendo sull’Animus, quello si spegne.

Vidic:- E adesso cosa succede, signorina Drake? -

Domanda Vidic esasperato.
Alla domanda del dottore Samantha risponde incredula.

Samantha:- D-Dottore, non riesco a crederci. I-Il tasso di compatibilità dal 25% che era ieri e sceso drasticamente fino allo 0,82%. C’è né così poco che l’Animus non s’attiva neanche….. -
Vidic:- Al diavolo…… ho capito, signor Larese può andare a riposarsi, abbiamo finito -

 
Autore:
Dopo questo capitolo inizieranno ad esserci dei colpi di scena che (spero) possano incuriosirvi e sorprendervi.
Vi invito a recensire per farmi sapere cosa ne pensate, e vi saluto.
Alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La fuga, o ciò che doveva essere ***


Capitolo 9: La fuga, o ciò che doveva essere
 

Appena la porta della mia stanza si chiude, rimango qualche secondo con l’orecchio su di essa, per sentire cosa succede dall’altra parte.
Sento Samantha e Vidic discutere, ma non riesco a carpire le parole del loro discorso, quindi aspetto che abbiano finito di confabulare e che escano.
Quando, penso che  sia la porta che si chiude,  inizio a preparami per la mia fuga.
Manometto tutte le telecamere e la porta della stanza ed esco. Mi avvicino alla scrivania del mio dottore preferito e accendo il suo pc;  apro la casella mail e cerco l’ultimo referto medico ricevuto:
 
Referto medico del  XX/XX/2020
Soggetto 20: Nicola Larese
Dopo un esame approfondito delle funzioni fisico-mentali del soggetto, la conclusione è che apparentemente sia perfettamente sano. Ciononostante,  la lettura del DNA che, mi ha fatto visionare mi ha lasciato perplesso. Su un primo momento ho pensato ad errore della macchina, quindi ho fatto rifare lo stesso esame su tre macchine diverse e le letture risultanti sono uguali in tutto e per tutto a ciò che mi ha mandato lei.
 
Su questo caso si possono solo fare ipotesi, poiché non abbiamo mai registrato casi simili.
So che avete indagato sulla sua linea genealogica da parte della madre ed è stata registrata una parentela con gli assassini: Altair Ibn-La ’Ahad, Ezio Auditore, Albert L’aquila rossa e Vincent il Fantasma.
Dai documenti lasciatoci dai nostri predecessori, ho scoperto che abbiamo già un campione di sangue dell’assassino Vincent il Fantasma nella cella criogenica. Ho già effettuato la lettura anche sul campione del sangue di Vincent e l’ho confrontata con quella del soggetto.

Il DNA di Vincent possiede un’alterazione simile e meno radicata, confinata in una piccola parte del suo DNA, mentre quella del soggetto si è espansa fino a sostituire circa la metà del DNA.
Controllando negli archivi, i nostri predecessori si erano già accorti di ciò, l’hanno nominato gene dell’assassino, e avevano già iniziato degli esperimenti per impiantare con successo una copia di quel particolare gene su delle cavie durante gli anni 1942-43. Purtroppo tutte le cavie su cui è stato impiantato il gene sono morte.

Quindi la mia ipotesi è che questa alterazione del DNA sia l’inizio di un ulteriore processo evolutivo dell’uomo, e che se lo lasciamo in mano agli Assassini potrebbe diventare una minaccia notevole per il nostro progetto.
Vi invito a prendere provvedimenti.

Che il padre della comprensione vi guidi.

Il Direttore dei laboratori

 
Finito di leggere il referto mi lascio cadere sulla sedia della scrivania, rimango fermo la qualche minuto per assimilare le informazioni ricevute.

Nicola: “Beh….. sono messo meglio di quanto pensassi”

Dopo che mi sono ripreso, accendo l’Eyepad,  e con mio dispiacere noto che non c’è il minimo segnale da parte dei satelliti. Quindi guardo sul computer del dottore, per vedere se c’è almeno una mappa del piano su cui mi trovo, con mia grande sorpresa vedo che su questo piano si trova anche il magazzino delle armi.
Decido che come prima cosa di andare a riprendermi il mio equipaggiamento e poi di andarmene da questo maledetto posto.
Mi avvicino alla porta “principale” della stanza e provo a manomettere anche quella. Per qualche ragione a me oscura, la porta rimane bloccata. Quindi decido di passare alle maniere forti e utilizzo l’Eyepad per rilasciare un campo elettromagnetico  che faccia andare in cortocircuito la porta.
Ha funzionato e la porta si apre, con un rumore secco, verso l’alto. Purtroppo l’uso del campo elettromagnetico ha esaurito la carica dell’Eyepad e non lo potrò usare per una mezz’oretta.

Giro l’angolo e mi ritrovo faccia a faccia con Samantha. La vedo guardarmi e sgranare gli occhi una volta capito ciò che è appena successo. Sta per mettersi a urlare quando io la prendo, le tappo la bocca con la  mano e la trascino nella stanza da cui sono appena uscito.
Avvicino la mia bocca al suo orecchio e le sussurro:

Nicola:- Guarda che non ho bisogno di armi per ucciderti, e  non voglio farti del male dato che non sei una minaccia. Quindi adesso ti calmi e mi porti nella stanza dove avete messo il mio equipaggiamento. Ok? -

Al suo cenno di assenso continuo:

Nicola:- Adesso  ti lascio andare, sappi che se fai qualsiasi cosa di sconsiderato sei morta. -

La lascio andare e lei con voce tremante mi dice di seguirla.
La seguo attraverso i vari corridoi del piano fino a che, alla fine di un lungo corridoio vedo delle guardie, mi avvicino all’orecchio di Samantha e le sussurro:

Nicola:- Non fare cazzate, mi raccomando. -

La sento fare un respiro profondo e accelerare il passo fino a ritrovarsi a pochi metri dalle guardie, che nel frattempo si sono accorte di noi.

Guardia 1:- Signorina Drake, mi può dire cosa state facendo? -
Samantha:- Sto portando il soggetto 20 nella sua nuova stanza. -
Guardia 2:- E perché? -
Samantha:- Perché l’Animus che si trova nella sua vecchia stanza è guasto. -
Guardia 1:- Allora mi può dire perché il soggetto non ha delle manette? -
Samantha:- Perché non ne ha bisogno, è drogato, farebbe tutto quello che gli dico per i prossimi venti minuti, e siccome il tempo passa, potremmo passare prima che l’effetto della droga finisca? -

La guardia si avvicina a me e mi fissa attentamente la faccia che per l’occasione ha assunto un’espressione sognante ( si, lo so, sono bravo a recitare ), mi guarda attentamente per alcuni minuti, in cerca di qualcosa che possa tradire le parole di Samantha, non trovandola si rivolge a lei.

Guardia 1:- Ok, potete andare. -

Seguo Samantha che si allontana a passo svelto dalle guardie, quando non siamo più in vista mi rivolgo a lei:

Nicola:- Sei fortunata che abbia capito in tempo il tuo piano, altrimenti ci sarebbero stati due cadaveri nel corridoio adesso. -

La sento deglutire rumorosamente e continuo:

Nicola:- la prossima volta rendimi partecipe, Ok? -

Lei annuisce e accelera ancora il passo, la seguo per circa altri cinque minuti prima che lei si fermi davanti ad una porta uguale alle altre. Digita il codice ed entra facendomi cenno di seguirla.
Entrando vedo un intero arsenale di armi di ultima generazione, ma non mi interessano, quindi seguo Samantha fino al punto dell’arsenale dove si trova il mio equipaggiamento.

Mi rimetto la mia pratica tuta da assassino e le mie lame celate, in più prendo due fondine con pistole silenziate. Finito questo mi alzo il cappuccio e mi viene l’idea di piazzare dell’esplosivo nella sala, da usare come diversivo nel caso mi scoprano.
Finito il tutto mi rivolgo a Samantha:

Nicola:- Ora, non ti dispiacerebbe portarmi dal capo di questo posto? -

La vedo fissarmi nei miei nuovi abiti e annuire una volta capito ciò che le ho detto.

Samantha:- Seguimi, non siamo molto lontani. -

Usciamo dalla stanza dell’arsenale e ci dirigiamo verso gli ascensori alla fine del corridoio, entriamo nell’ascensore e lei lo fa salire fino all’ultimo piano, dove sarò, finalmente, faccia a faccia, per l’ultima volta, con il responsabile di tutto questo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Faccia a faccia ***


Capitolo 10: Faccia a faccia

 
Mentre l’ascensore sale noto che Samantha mi guarda preoccupata:

Nicola:-Che c’è?-

Samantha:-Spero tu conosca le conseguenze delle tue azioni.-

La guardo e lei sicuramente vede il mio sopracciglio sinistro alzarsi.

Nicola:- Si, so che avrò metà della popolazione mondiale alle calcagna… ma ci sono abituato -

Samantha:-No, non sto parlando di questo, sai che appena le porte dell’ascensore si apriranno ti troverai davanti come minimo dieci guardie?-

Sulla mia faccia si fa vedere un’espressione prima sorpresa e poi divertita:

Nicola:-Solo?-

Adesso tocca a lei fare una faccia sorpresa e ribattere:

Samantha:-Ma non sei minimamente preoccupato?-

Nicola:-Per mettermi anche minimamente in difficoltà dovrebbero esserci almeno una trentina di guardie, ma sai non dico che se anche fossero in trenta riuscirebbero a battermi.-

Mentre noi parliamo, l’ascensore ha fatto il suo lavoro portandoci all’ultimo piano del grattacielo, in cui mi sono ritrovato ormai due settimane prima; poco prima che le porte si aprano mi rivolgo a Samantha:

Nicola:-Adesso guarda com’è difficile anche solo farmi un graffio…-

Le porte dell’ascensore si aprono quel poco che basta a farmi scorgere la bocca di fuoco di un fucile, mezzo secondo più tardi spingo Samantha sulla parete laterale dell’ascensore, mentre io mi appiatto alla parete opposta alla sua, urlandole di stare attaccata alla parete.
Rimaniamo in quella posizione per  un minuto circa, quando sento il suono di più caricatori vuoti che cadono a terra. Sfodero  le mie due G17 silenziate ed entro nella stanza.

Le guardie hanno rovesciato le due scrivanie a terra, in modo da formare una specie di barricata e alcune guardie si trovano davanti la porta a vetri , alla fine della stanza, si affaccia in un corridoio che porta ad una porta che dovrebbe essere quella del capo.
Decido di concentrarmi sulle guardie nella stanza: tre di loro stanno usando le scrivania come riparo mentre le altre sono sparpagliate e, mentre alcune sfoderano le pistole, altre stanno ancora cambiando il caricatore delle armi quando si accorgono che sono all’interno.

Punto le pistole e uccido per prime le guardie che stavano tirando fuori i loro revolver, quattro cadaveri cadono a terra. I più vicini a me lasciano perdere le loro armi da fuoco e mi vengono in contro per cercare un corpo a corpo.
Uno di queste estrae un pugnale e prova a colpirmi con un affondo sul fianco destro. Io, faccio perno sul piede sinistro, giro di circa novanta gradi arretro così di mezzo passo e rendo l’affondo nullo, quindi punto la pistola sinistra al suo volto, e sparo, facendo comparire un buco di diametro 9 mm sulla sua fronte.

I restanti sei compagni della guardia appena morta, vedendo che il “gesto eroico” del loro compagno è servito solo a farsi ammazzare, alcuni decidono di attaccare in gruppo, mentre il resto decide di affrontarmi a distanza.

Nicola: “Poveri stolti…”

Schivo una mazza in corsa verso la mia faccia, poi blocco la mazza del prossimo malcapitato usando l’incavatura tra il grilletto e il corpo della pistola, poi con l’altra pistola sparo al piede del primo attaccante.

Guardia:-aaaaaaaaaaaaaaaaarrrrrrgggggghhhhhhhhhhh….-

Mentre il tipo urla dal dolore, afferro la sua mazza e la uso per folgorare la guardia appena bloccata. Nel mentre i loro compagni si erano riorganizzati e stavano per spararmi, approfitto della guardia a cui ho appena sottratto l’arma e la uso come scudo, trema e cade, punto le pistole, sparo una serie di tre proiettili diretti a tre fronti differenti, nel successivo secondo i proprietari di quelle fronti cadono a terra per poi rimanere immobili.

Con il pericolo passato, rinfodero le mie pistole e mi rivolgo a Samantha:

Nicola:-Il pericolo è passato, puoi uscire da lì-

Lei esce dall’angolino che le avevo ricavato qualche minuto prima, scossa, e mi guarda come se facessi parte della feccia peggiore al mondo.

Nicola: “Se solo conoscesse quello che ha davvero fatto la fazione di cui fa parte, cambierebbe idea”

Nicola:-Riprenditi e dimmi, dove ci troviamo?-

Passa qualche secondo, il tempo che serve a lei per metabolizzare la mia domanda e mi risponde, sempre guardandomi male:

Samantha:-Vicini, molto vicini…-

Nicola:-Quanto vicini di preciso?-

Samantha:-E’ esattamente oltre quella porta-

E mi indica la porte oltre il corridoio con l’entrata protetta da una porta a vetri, presumo anti-proiettile visto che non si è ancora rotta dopo tutti i proiettili volati in quella stanza.

Mi avvicino a Samantha e le dico:

Nicola:-Grazie, adesso il tuo compito è finito, puoi riposare…-

La vedo sgranare gli occhi dalla paura di quello che potrei farle, ma, contro le sue aspettative di morte la colpisco con il taglio della mano alla base del collo facendola svenire.

Con molta poca grazia e rispetto per i defunti, prendo dal cadavere di una guardia la carta d’accesso per entrare nell’ufficio del capo, da lì a poco si sarebbe risolto tutto, quindi mi dirigo dall’artefice di tutto questo per un ultimo faccia a faccia.
 
 
Autore:

Buongiorno, sono l’autore (come se potessi essere qualcun altro)
Sono qui per chiarire l’uscita dei capitoli, se tutto va bene dovrebbe uscire 1 capitolo a settimana (ripeto: se tutto va bene), principalmente il sabato o la domenica.
Con questo passiamo al capitolo:
è un capitolo “di passaggio” che serve a far avanzare la trama, ma è un po’ noiosetto (c’è ne saranno abbastanza di questo tipo anche se conto di farli il meno noioso possibile. C’è una piccola scena di combattimento, ma preannuncio che questo è niente (si spera) rispetto a ciò che avverrà nel prossimo capitolo. Poi per il fatto che non ho ancora descritto Nicola, ho i miei motivi per non averlo ancora fatto, ma lo farò più avanti.
Vi saluto, e alla prossima!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il Dottore Cyborg della Morte ***


Capitolo 11: Il dottore cyborg della morte

 
Mi trovo davanti alla porta del capo, l’ora della verità si avvicina, apro la porta ed entro nella stanza, lasciandomi una scia di cadaveri alle spalle (quelle del capitolo prima). “L’ufficio” del capo è un’ampia stanza arredata all’antica; di fianco all’entrata trovo due armature da cavalieri medievali con tanto di cinturoni e spade nelle fodere, sulle pareti laterali sono presenti delle librerie, la luce del sole entra dalle vetrate poste in fondo alla stanza. Davanti alle vetrate si trova una scrivania, sempre vecchio stile per gli standard dei templari, e sulla poltrona vicino alla scrivania trovo Vidic, con addosso  il suo (inseparabile) camice bianco  che, al mio ingresso alza gli occhi dal computer, mi guarda per qualche secondo e poi li riabbassa per continuare quello che stava facendo.

Nicola: “Ma, io sono qua, dopo aver fatto fuori praticamente tutte le persone sul piano, giungo qua ad uccidere anche lui, e non mi caga manco di striscio!”

Rimaniamo fermi in quella posizione, cioè io che lo guardo e lui che mi ignora, per qualche minuto finché non mi stufo di aspettare e spengo il suo portatile (per sempre) con l’Eyepad. Lui tira un sospiro, lascia perdere il portatile e mi guarda, in attesa, come se sapesse ciò che stavo per domandargli.

Nicola:-Perché mi avete catturato? Perché non mi avete ucciso e basta, quella notte m’avevate in pugno!!-

Lo fisso stranito e un po’ arrabbiato ripensando alla vergogna di quella notte nell’essere stato catturato così facilmente, finché non decide che mi vuole far partecipe dei suoi pensieri:

Vidic:-Non sono autorizzato a divulgare questa informazione-

Nicola:-Importerà poco quando morirai!!-

Nello stesso momento estraggo la pistola e pianto un proiettile nel petto di Vidic all’altezza del cuore.
Lui barcolla, si appoggia alla scrivania per qualche secondo e poi si rialza come se non fosse successo niente, solo con un buco di 9mm sul petto.

Nicola:-Allora, le possibilità sono due: o tu sei uno zombie immortale affamato di cervelli, oppure sto diventando pazzo…..-

Dico sperando di prendere tempo e pensare a qualcosa che possa togliermi da questa situazione.

Vidic:-Errato! Lei non è pazzo, e la sua prima affermazione è molto vicina alla verità, io dovrei essere morto da tempo, questo è vero, tuttavia i piani alti dei templari, non volevano perdere una mente geniale come la mia, quindi mi hanno rianimato in questo corpo, che di umano ha solo il mio cervello-

Nicola:-Ti rendi conto che mi hai appena detto il tuo punto debole?-

Vidic:-Non l’avrei fatto se avessi pensato anche per un solo attimo che lei mi potesse battere.-

Detto questo, realizzo solo di essermelo trovato davanti, con il pugno caricato, non faccio in tempo a muovere un muscolo che sento un dolore lancinante alla pancia, e il secondo dopo mi ritrovo scaraventato contro il muro, rimango a malapena cosciente, mentre Vidic riprende a parlare:

Vidic:-Sei il primo a rimanere cosciente dopo uno dei miei colpi, ma stai tranquillo sarai anche l’ultimo.-

Vidic inizia ad avvicinarsi lentamente e, assieme a lui, vedo avvicinarsi piano piano la mia fine.

In situazioni come queste viene spontaneo cercare una scappatoia per fregare la morte sul più bello, e si da il caso che la mia sia: prendere la mia seconda pistola e sparare alle giunture degli arti del suo corpo: ginocchia e gomiti. Decido di prendere di mira il suo ginocchio destro e sparo, centro il bersaglio e Vidic cade in ginocchio. Approfitto del suo momentaneo handicap per rialzarmi e spostarmi, pur tenendomi la pancia, ancora dolorante con il braccio.

Passa giusto il tempo di riprendermi, almeno in parte, che il dottore cyborg della morte si rialza, e mi guarda dall’alto in basso, convinto della sua invincibilità nei miei confronti, mentre io ancora dolorante cerco un modo sicuro per privarlo della sua possibilità di muoversi, cioè la mia unica speranza di vittoria.

Nicola: “Ok, è il momento di tirare fuori uno degli assi”

Abbandono la pistola, che cade sul pavimento, attirando la curiosità del dottore, manipolo le lame celate in modo che scoprano una delle modifiche personali fatte loro, e due spade retraibili fanno la loro comparsa sulle mie mani, prendendo il posto del mio ormai consueto equipaggiamento.

Vidic:-Vogliamo passare alle maniere forti? Ma non mi trovi impreparato, nella mia immensa genialità so anche duellare con la spada-

Detto questo prende una delle spade nei foderi delle armature sui lati dell’entrata, preparandosi a combattere.

Nicola:-Nessuno a parte il mentore, mio nonno, conosce le modifiche fatte alle mie lame celate, e tu morirai per loro mezzo.-

Mi lancio all’assalto contro Vidic, chiunque mi conosca direbbe che sono corso fra le braccia della morte, bene, vuol dire non mi conosce affatto. La mia velocità è penalizzata dall’ammaccatura subita prima, ma è comunque abbastanza per mettere Vidic sulla difensiva e subire senza poter reagire.

Dopo qualche minuto, lo vedo reagire rispondendo al mio fendente laterale con un altro fendente, che mi avrebbe tagliato a metà se non avessi avuto la prontezza di riflessi per pararlo con la seconda spada per poi allontanarmi.

Vidic:-Finalmente- sembra dire più a se stesso che a me –Adesso che ho calibrato i sensori non hai più segreti per me, posso prevedere tutte le tue mosse!! Ahahahahahahahahahahahah…….-

Nicola:-Ok…….Forse è ammattito di botto, ma non ne sono sicuro, potrebbe essere sempre stato così-

Vidic:-Adesso ti farò a pezzettini, e poi studierò i tuoi resti, chissà a che risultati potranno portare…….che ne so…….magari potrò trovare il modo di innestare l’occhio dell’aquila nei geni dei nostri agenti, così da poter annientare voi Assassini una volta per tutte!!!!!-

Schivo per un pelo tre dei suoi assalti ritrovandomi con le spalle al muro, più precisamente contro la vetrata.
La stanza è diventata un macello: una delle armature è caduta sul pavimento sparpagliandosi sul pavimento; una delle mie due spade ha preso il posto dell’elmo della seconda armatura, mentre gli assalti del dottore hanno distrutto la scrivania e varie sezioni delle librerie. E in mezzo a tutto questo c’è lui con la spada in mano e un sorrisino pazzoide sul volto.

Vidic:-Uhuhuhuhuhu……..finalmente sei in trappola, piccolo topolino, sei pronto a morire?!?!?!!!-

La situazione mi porta a usare un altro degli assi della manica degli assassini (quello più noto), lancio la mia spada rimasta in direzione della testa del dottore, questo, come previsto la evita, andando a conficcarsi contro il muro. Il dottore si prende un attimo per guardare la spada e inizia a girarsi lentamente cominciando a parlare:

Vidic:- Allora, piccolo topolino, hai finito di fa….-

Nicola:-Hai già detto addio alla vita una volta, è il momento di farlo di nuovo-

Mentre parlava ho avuto tutto il tempo di armare e puntare la mia pistola celata (il secondo asso) alla sua testa, e, appena finito di parlare, si sente echeggiare lo sparo che ha messo fine alla seconda vita del dottore cyborg della morte Vidic.

Nicola:-Requiescat in pace-

Dopo aver ripreso tutto l’armamento perso, sento i passi di più persone che si avvicinano, mettendomi in allerta. Inizio a correre verso le vetrate, nello stesso momento le guardie a cui appartenevano i passi fanno irruzione nella stanza, sparando a volontà, correndo cerco di evitare i proiettili che mi vengono sparati addosso, anche se qualche proiettile mi sfiora procurandomi vari graffi sanguinanti poco gravi.

Dopo poco raggiungo le vetrate buttandomi per spaccare il vetro e per iniziare la mia discesa nel vuoto, lasciando come unico segno del mio passaggio il corpo di Vidic disteso nel suo ufficio.
 


Autore:

Bene con questo finisce la prima parte della storia,
per domande o chiarimenti contattatemi pure tramite recensione o per messaggio personale.

Ringrazio:

-fool99

-KiVAlix_Explosion

Per aver messo la storia nelle preferite,
e ringrazio:

-Gaia_Bluworld_

-Iulia Nightshade

-Valar_Morghulis

Per averla messa fra le seguite.

Vi saluto e alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Portale ***


Capitolo 12: Portale

 
Cadendo trattengo una risata al pensare alle facce sbigottite delle guardie nel vedermi cadere nel vuoto.

Dopo un minuto buono decido che è ora di terminare il mio volo, quindi uso un’altra modifica delle mie lame, mirando verso il tetto dell’edificio da cui mi sono buttato, sparo un rampino dal bracciale sinistro che si aggrappa al bordo del tetto e, la corda, facendo tensione, mi proietta verso il secondo piano dell’edificio, più precisamente nella sezione laboratori dell’Abstergo.

Irrompo in un’ampia stanza del laboratorio, costituita in gran parte da un dedalo di tavoli, scrivanie e piccoli macchinari più una grande costruzione alla fine della stanza.

Per mia sfortuna, irrompendo, faccio scattare gli allarmi anti-incendio quindi, oltre ad essere fradicio, ho addosso le guardie di tutto l’edificio, che adesso sanno dove sono ( e non mi faranno sentire solo!!! ).
Mi accovaccio dietro una scrivania e aspetto, nascosto, che le guardie si mettano a cercarmi , per poter sgattaiolare via sotto i loro nasi.

Dopo cinque minuti sono nei corridoi, in marcia per il primo piano, quando sento:

Guardia:-E’ laggiù! Muoviamoci!!-

Questo grido è accompagnato da una selva di proiettili, che si abbattono sul muro di fianco a me (NdNicola: Ma povero muro! Non ha fatto niente di male per meritarsi una tale fine!) (NdAutore: Pensa al lato positivo, se i proiettili non avessero colpito il muro, adesso avresti qualche buco in più) (NdNicola: ……….).
Dopo questo capisco solo che devo correre.
Mi fiondo giù dalle scale arrivando al primo piano, mi ritrovo in un corridoio poco illuminato con molte porte anonime.

Guardia 1:-E’ sceso al primo piano!!!-

Guardia 2:-Non facciamolo scappare!!!-

Ho poco tempo quindi entro in una delle stanze, chiudendo velocemente la porta alle mie spalle, appena in tempo, per sentire le ignare guardie correre, superare la porta dietro la quale sono nascosto.

Una volta che il pericolo è passato, mi guardo intorno: sono in una grande e ampia stanza, che più di una stanza sembra una gigantesca galleria, con ai lati delle rientranze, delimitate da delle sobrie colonne ( senza particolari incisioni ) che ne sorreggono il soffitto; all’interno sono presenti dei piedistalli con intorno dei tavoli, su cui sono poggiati vari libri, documenti e fogli scritti a mano.
Sui piedistalli, quasi non ci credo, si trovano i Frutti dell’Eden: conosciuti tramite antiche incisioni e si pensava, fossero perduti per sempre.
Resistendo alla tentazione di usarli, mi dirigo verso la fine della galleria, lì c’è l’unico oggetto in questa stanza, capace di incuriosirmi per davvero: a ridosso del muro si trova un grosso anello, sorretto da delle colonne che, a differenza delle altre nella stanza, sono finemente lavorate. L’anello e le colonne sono fatte  di un materiale che non dovrebbe neanche esistere. Questo mi fa capire che si tratta di un Frutto dell’Eden anch’esso, e ciò acuisce la curiosità che mi porta cercare informazioni fra gli appunti sui tavoli:

Appunti del capo ricercatore Edward J. Collin sul Portale dell’Eden:

Subito dopo il ritrovamento del Frutto abbiamo iniziato  gli studi su di esso, con risultati negativi. Come per gli altri Frutti recuperati, nessuno di questi ha più avuto altre reazioni, oltre a quelle dell’epoca in cui sono stati scoperti.
Di conseguenza hanno fermato le ricerche e ci hanno spostato in altri settori, in attesa di novità.
 
Nicola: “E per fortuna che non sono riusciti a farli funzionare”

Lascio perdere gli appunto dei ricercatori e mi avvicino al Portale, passo dopo passo, finché non tocco con mano il suo freddo metallo.
Dopo qualche secondo di assoluto silenzio sento un rumore, e l’energia inizia a scorrere. Vedo il Portale attivarsi, e dopo, il buio.
 

Autore:

Mi scuso per il lieve ritardo ma spero che comunque il capitolo sia piaciuto.
Ringrazio tutti voi che leggete e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Risveglio ***


Capitolo 13: Risveglio

 
Pov: Nicola

Non so per quanto rimarrò nel buio, ma una cosa che so per certo è che ne ho passate di tutti i colori perfino per qualcuno con una vita come la mia.
Non so quanto tempo ho impiegato a formulare questi pensieri, ma so che quando finirò, finalmente riaprirò gli occhi, riprendendo conoscenza.
 
Dopo un tempo che sembrava infinito, finalmente riapro gli occhi. La prima cosa, anzi, il primo colore che vedo è verde, un soffitto verde.
Passo qualche secondo apatico a fissare il vuoto, quando, alla fine, mi ricordo cosa stava accadendo prima che perdessi i sensi, cerco di alzarmi ma, un’improvvisa fitta di dolore al torace mi costringe a letto. Una volta calmatomi mi accorgo di non aver più addosso il mio equipaggiamento e inizio a tastare i punti, della mia tunica bianca da assassino, nella speranza di sfatare ciò che ho sentito come realtà fin da subito. Quindi con gli occhi inizio a sondare ripetutamente ogni angolo della stanza, finché nella mia agitazione, non vedo l’imbracatura e le mie lame celate su un mobile dall’altra parte della stanza.

Cerco di alzarmi, facendo attenzione alle ferite che mi sono dolorosamente ricordato di avere, per raggiungere il mio arsenale ma, appena inizio a reggermi sulle mie gambe, scopro che non riesco a reggermi in piedi e, come conseguenza di tutto, cado malamente a terra con un tonfo.

 
Pov: Elly

E’ passato un giorno da quando ho trovato quello strano ragazzo vestito di banco, svenuto e pieno di ferite, coperto di sangue sulla strada mentre tornavo a casa. L’ho preso e, in un modo o nell’altro, l’ho portato a casa con me. Quando siamo arrivati l’ho medicato e l’ho lasciato riposare sul letto.

Inizialmente ho avuto paura pensando che fosse morto, quando l’ho visto disteso a terra grondante di sangue.
Questo pensavo mentre preparavo da mangiare, e dico pensavo perché un forte rumore di caduta ha interrotto i miei pensieri e mi ha fatto capire che si è svegliato.
Lascio stare la cucina e mi dirigo nella stanza al piano di sopra dove l’ho lasciato. Apro la porta della mia camera dove trovo una figura in bianco distesa, in modo vagamente doloroso, sul pavimento. Da quando l’ho visto per la prima volta sull’autostrada della morte avrei voluto fargli una marea di domande, invece dalla mia bocca esce solo:

Elly:-Ciao…….-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Conoscenze ***


Capitolo 14: Conoscenze
 
Pov: Nicola

Voce:-Ciao….-

La voce che sento interrompe improvvisamente il turbinio di maledizioni e imprecazioni contro le mie gambe, e mi fa posare lo sguardo sulla figura da cui è uscita quell’unica parola pronunciata con timore.
Sull’uscio sosta una ragazza all’incirca della mia età, con i capelli mossi di un rosso acceso, lunghi all’incirca fino alle spalle e gli occhi verdi incredibilmente magnetici. Da sotto il cappuccio vedo anche che indossa un paio di jeans blu e una camicia bianca a quadri rosa da cui si nota uscire il maglioncino azzurro, che la tiene al caldo durante i mesi invernali e dalla scollatura della camicia fa capolino uno strano ciondolo.

Rimango fermo a fissare la mia presunta salvatrice, che mi fissa , per qualche minuto, finché non mi torna in mente in che situazione mi trovo. Cerco di alzarmi una seconda volta, inutilmente e provocandomi delle atroci fitte di dolore in ogni parte lesa del mio corpo.

Pov: Elly

Il ragazzo in bianco mi fissa da sotto il suo cappuccio, come per accertarsi di un’evidente verità, e prova ad alzarsi una seconda volta, a quando pare il dolore che lo ha afflitto la prima volta non gli bastava.
Per evitargli ulteriori fitte lo affianco e, evitando accuratamente le medicazioni, lo riporto a distendersi sul letto.

Una volta calmatosi mi domanda:

Nicola:-Chi sei? E perché mi hai salvato?-

Elly:- “Uhao…… Nemmeno un grazie per averlo salvato e mi aggredisce così!?”

Lo fisso allibita fino a che i nostri sguardi non si incontrano di nuovo, e nei suoi occhi leggo paura ed incertezza, l’incertezza dell’essere finito dalla padella alla brace, e decido di rispondergli, anche se un po’ bruscamente:

Elly:-Io mi chiamo Elizabeth, per gli amici Elly, ma tu mi chiamerai Elizabeth. E poi avrei dovuto lasciarti morire sulla strada solo come un cane!?!-

Mi fermo un attimo per calmarmi e ricomincio a parlare:

Elly:-Comunque adesso è il caso che tu risponda a qualche domanda.-

Pov: Nicola

La guardo esausto. Mi aspettavo dicesse questo, e sono deciso a rispondere per quello che posso:

Nicola:-Cercherò di soddisfare le tue curiosità-

Da quello che posso vedere non si aspettava la mia collaborazione e leggo confusione nei suoi occhi per un attimo, ma si riprende facendo finta di niente e mi domanda:

Elly:-Innanzitutto, coma hai fatto a finire in questo stato?-

Nicola:-E’ una storia lunga, che non avrebbe senso raccontarti, dato che non ci crederesti-

Elly:-Allora da dove vieni, e perché quando ti ho trovato eri armato di tutto punto?-

Nicola:-Mi dispiace ma questo non posso proprio dirlo-

Pov: Elly

Lo guardo incredula e gli chiedo a voce un po’ troppo alta:

Elly:-Almeno il tuo nome me lo dici!? O è un segreto anche quello?-

Il ragazzo sorride e per la prima volta si toglie il cappuccio, scoprendo la faccia divertita di un ragazzo della mia stessa età: capelli castano chiari, lunghi quanto basta a non essere d’intralcio nei movimenti bruschi o che richiedono agilità; occhi azzurro-cielo che sembrano scrutare l’anima e un ghigno divertito che gli increspa le labbra nel notare la mia espressione spaesata, e dice:

Nicola:-Il mio nome è Nicola Larese, e da come puoi capire non sono proprio di qui-

Pov: Nicola

La vedo riprendersi e accennare un sorriso divertito, ma adesso è il mio momento di fare domande:

Nicola:-Ma adesso, potresti dirmi dove ci troviamo e quando?-

Elly:-Ci troviamo a casa mia, a New York…..-

Nicola:-Si ma dove a New York?!-

Mi accorgo che la mia impazienza la sta innervosendo, se solo potesse capire in che situazione mi trovo.

Elly:-A Manhattan……-

Nicola: sussurrato -Grazie al cielo…..-

La vedo guardarmi con espressione interrogativa, ma con un gesto della mano la invito ad andare avanti:

Elly:-E oggi è il 14 Febbraio-

Nicola:-Mi puoi dire l’anno?-

Elly:-2020….-

Nicola: sussurrato -Per fortuna non è passato molto…..-

Adesso la vedo guardarmi anche con sospetto, ma prima che possa domandarmi un qualsiasi cosa cambio discorso:

Nicola:-Piuttosto, i tuoi genitori sono d’accordo sul tenere uno sconosciuto armato, anche se ferito, in casa?-

Il suo sguardo si fa vuoto per una attimo, ma si riprende e, facendo finta di niente dice:

Elly:-I miei genitori sono spesso via per lavoro, quindi si può anche dire che vivo da sola, per ciò non ci sono problemi-

Capendo che per lei non è un discorso piacevole, lasciamo, in un tacito accordo, cadere il discorso spostandoci su un’altra problematica:

Elly:-Piuttosto, penso che tu debba rimanere fermo per almeno una settimana, se vogliamo che le ferite si richiudano completamente-

Nicola:-No, basteranno ancora un giorno o due, poi potrò andarmene, non voglio procurarti più problemi di quanti non ne hai già-

Pov: Elly

Cerco di controbattere alla sua affermazione, ma, vedendo il suo sguardo serio, le parole mi muoiono in bocca.
Faccio per andarmene ma lui mi richiama:

Nicola:-Elizabeth-

E con un sorriso mi ringrazia.

Pov: Nicola

Il mio richiamo la ferma, e capendo do avere la sua attenzione continuo:

Nicola:-Grazie, senza le tue cure sarei morto, per cui: grazie-

La vedo uscire con un sorrisino, del tutto in contrasto con la tristezza velata di pochi istanti fa.
Dopo che lei è uscita dalla stanza, mi rilasso sul letto e, osservando per un attimo le lame celate, compagne di mille avventure, penso:

Nicola: “Spero che vada tutto bene….”

Infine cado in un sonno ristoratore che mi preparerà agli eventi che da qui in futuro accadranno.
 

Autore:

E anche questo capitolo è finito,
che cosa succederà a Nicola?
Io ovviamente lo so, ma voi, cari lettori, no,
per questo vi invito a continuare a leggere e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15:
 
E da quel momento il tempo passò, superando di gran lunga l’ultimatum che Nicola si era auto-stabilito. Elizabeth aveva persino deciso di lasciare momentaneamente la scuola per poter prendersi cura delle ferite di lui, che si erano rivelate più gravi di quanto si pensasse. Nicola avrebbe voluto rimproverarla, in un primo momento, ma poi, notando il suo sguardo quando lo aiutava, lo ha fatto desistere.
Adesso stava in piedi affacciato alla finestra della stanza in cui, qualche giorno prima si era svegliato. Nicola, nonostante volesse conoscere meglio i dintorni, s’era ritrovato chiuso a chiave in quella stanza da una ragazza un po’ troppo apprensiva, la stessa che adesso sta camminando sul vialetto, di ritorno dal supermercato.

Elizabeth apre la porta ed entra in casa, provando un qualcosa di indefinito, che non provava da quando i suoi genitori sono usciti dalla sua vita. Dopo quell’episodio s’è sempre sentita vuota e sola, per carità, non che non abbia amici ma ogni volta che ritorna a casa, quella sensazione di abbandono è sempre sulla soglia di casa ad aspettarla. Ma, da quando quello strano ragazzo è entrato nella sua vita, quelle sensazioni si  sono alleviate talmente tanto da poter dire che siano sparite.

Così mentre Elizabeth prepara da mangiare, Nicola passa il tempo leggendo un libro, trovato su uno scaffale della libreria, intitolato: Storia di un Ninja Coraggioso (riscontri con anime e o manga sono puramente casuali) scritto da un certo Jiraya della Foglia (no, non sono casuali).
Dopo mezz’ora si sente la serratura della porta scattare e, poco dopo, Nicola ed Elizabeth sono a tavola a mangiare, Passate le domande di circostanza sulla salute dell’assassino, cala un silenzio pesante ed a tratti imbarazzante, rotto poi da Nicola:- Elizabeth, mi puoi dire cosa raffigura il ciondolo che porti sempre al collo?-
Prima di rispondere porta il curioso ciondolo alla luce: è un ciondolo di forma circolare, dove su tutta la superficie tranne, la parte centrale, si notano impressi dei motivi labirintici, mentre al centro è rappresentato un sole. E con un sorriso amaro, Elizabeth risponde:- Il ciondolo rappresenta la Ruota di Ecate, me l’ha regalato papà prima di partire per raggiungere la mamma, questo apparteneva a lei….-  e inizia a raccontare, immersa in quei ricordi felici.
Stanno a parlare, o meglio, Elizabeth parla mentre Nicola ascolta, per ore.
È ormai sera inoltrata quando Nicola apre bocca per la prima volta:- Oramai è tardi, e visto che pretendo che tu domani ritorni a scuola, è meglio se adesso vai a riposare-
Ormai stanca morta Elizabeth (che da adesso chiameremo Elly per comodità) si avvia verso la sua camera da letto, intenzionata a mettere in atto il suo consiglio.
Nel frattempo Nicola, rimasto nel salotto dove si sono spostati ormai ore fa, constatando di essere oramai guarito e in forze si appresta a togliere il fardello che rappresenta dalle spalle si Elly. Riposando qualche ora per poi andarsene all’alba, intenzionato a scomparire per sempre, ma purtroppo si sa, il destino è imprevedibile.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2739684