Amore proibito

di La_Birba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova scuola, nuova vita ***
Capitolo 2: *** Blue eyes ***
Capitolo 3: *** La ciliegina sulla torta ***
Capitolo 4: *** odio le gite! ***
Capitolo 5: *** Complicated ***
Capitolo 6: *** Give me a kiss ***
Capitolo 7: *** chiodo scaccia chiodo? ***
Capitolo 8: *** Storia di una giornata piovosa ***
Capitolo 9: *** Che cosa siamo noi due? ***
Capitolo 10: *** Grazie per essermi vicina ***
Capitolo 11: *** Mio amato ed odiato Vegeta ***
Capitolo 12: *** Io ti amo ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Nuova scuola, nuova vita ***


 

Nuova scuola, nuova vita.

 

Nuova scuola, nuova vita, o così avevo sentito dire. Mi ero appena trasferita con i miei genitori nella Città dell'Ovest. Un cambiamenti radicale! Prima abitavamo in un piccolo appartamento in periferia, ed ora eravamo al centro di un enorme città. Mio padre era solo un piccolo contabile e questo trasferimento era dovuto al suo lavoro. L'avevano assunto alle Capsule Corporation. Era la ditta più ricca e grande del pianeta. Che nervoso! Per delle stupide capsule, mi ero dovuta trasferire. Non ero esattamente una tipa che ama socializzare, sapevo farlo, solo che non mi andava. Io, Bulma Brief, ero la ragazza che amava leggere e tuffarsi in ogni libro che leggeva. Io vivevo quelle avventure, insieme all'eroe di turno. Quindi in breve, nella mia testa avevo così tanti amici che non riuscivo manco a contarli tutti, mentre nella realtà ero io e basta. Odiavo il genere umano!

 

La scuola non mi era mai dispiaciuta, odiavo solo le persone che c'erano all'interno, tranne i professori, senza di essi non avrei mai potuto accrescere la mia conoscenza.

Il primo giorno di scuola stava iniziando ed io ero sotto le coperte, nulla mi avrebbe fatto alzare!

 

  • tesoro, sono le sette. Dai vieni a far colazione, nuova scuola, nuovi amici, nuovo tutto!

 

Mia mamma era un caso patologico! Ogni cosa, per lei, aveva qualcosa di positivo. Non sto scherzando! Quando avevo tredici anni mi ruppi una gamba inciampando su un gradino, quando lei arrivò all'ospedale, mi guardò sorridendo e mi disse “ Dai Bulma, sul gesso i tuoi amici potranno scriverti tante belle cose!” ecco questa è mia madre. Non so per quale strano motivo pensava che io potessi avere degli amici.

 

  • Bulma! Dai retta a tua mamma, non vorrai mica arrivare in ritardo il tuo primo giorno. Dai quando poi ti vengo a prendere passiamo in libreria.

 

Mio padre era molto diplomatico, sapeva come conquistarmi. Mi arresi e scesi. Una volta arrivata a scuola, trovai subito la mia aula, presi posto vicino la finestra in prima fila. Nell'ultima era risaputo che si sedevano i casinisti. In prima, invece, i secchioni, ed io ero tra questa categoria. Non ero mai andata sotto la A nei voti. Suonò la campanella, mi ritrovai come vicina una ragazza dai capelli neri come la pece. Non sembrava antipatica e neppure chiacchierona. Almeno una botta di fortuna.

 

Dopo poco entrò il professore di italiano e storia. Era solo un ragazzo, era giovane avrà avuto si e no 26 o 27 anni. Sembrava severo, aveva uno sguardo duro e agghiacciante. Ci fissò tutti, quando i suoi occhi incontrarono i miei abbassai lo sguardo.

 

  • Buongiorno! Io sono Vegeta Sayan. Sono il vostro nuovo professore di letteratura e storia. Non mi interessano i vostri nomi, se qualcuno non vuole seguire le mie lezioni è pregato di uscire. Non ho intenzione di essere disturbato da un qualche idiota. Bene ed ora prendete i libri che si inizia.

 

Ok, non era esattamente il professore modello. Ma non mi interessava, aprii il libro e fui catapultata nella sua lezione.

Il tempo volò tra una lezione e l'altra. Scoprii inoltre che la mia vicina si chiamava Chichi. Fece più e più volte commenti sul prof. Sayan, diceva che era proprio un bel ragazzo e cose simili. Non ci facevo molto caso. Anche se avevo 18 anni i miei ormoni dovevano ancora attivarsi. Mi sbagliavo comunque su Chichi, non ho mai sentito nessuna persona parlare così tanto. Ma capii una cosa, lei non sapeva socializzare. Credo che io almeno ero messa meglio, avevo tutti i miei amici dei libri, lei non aveva neppure quelli.

 

Prima ho detto una mezza bugia, non odiavo TUTTO il genere umano, ma solo una parte. Chichi faceva parte della minoranza che apprezzavo. In poco tempo legammo abbastanza. Facevamo i compiti insieme e lei era quasi sempre da me. In genere lei parlava sempre io non aprivo bocca quasi mai. Scoprii ogni suo minuscolo segreto. Alcuni li diceva proprio in mezzo alle frasi scomposte che diceva, altri li riuscivo a leggere tra le righe. Non sono mai stata una persona loquace e lei mi completava, probabilmente fu per quello che stringemmo un'amicizia eterna. Eravamo due pezzi di puzzle, ci incastravamo perfettamente insieme.

 

Un'altra cosa che odiavo era il “dolce far nulla”, volevo sempre tenermi occupata in qualche modo e siccome ho una di quelle memorie che ricordano ogni singola parola sentita, non studiavo mai. Prendevo appunti e stavo a sentire la lezione ed ero già pronta per l'interrogazione. Mi cercai un lavoretto serale, sfortuna vuole che l'unico che trovai fu in un pub. Dovevo servire cocktail dalle 20 e mezza fino all'una o anche le due. Accettai poiché era anche vicino casa, ci mettevo dieci minuti a raggiungere quel buco.

 

Non era esattamente il miglior posto di lavoro, soprattutto per una persona come me. Una sera di dicembre, mi ritrovai al balcone il professore Sayan! Ero imbarazzata, cos'avrebbe pensato di me? Una studente modello che lavora in un posto simile, inconcepibile! Sembrò non vedermi neppure, mi ordinò una vodka liscia e poi non parlò più. Stava lì a sorseggiare e basta. Alle due se ne andò, dopo avermi lasciato la mancia. Quella stessa scena si ripeté per svariati giorni.

 

La sera del 23 dicembre, arrivò come al suo solito il professore Sayan, dopo aver ordinato si rinchiuse nel suo silenzio. Tutto procedeva come sempre, erano ormai le due di notte, quindi era scoccata la vigilia di Natale da po'. Si alzò e se ne andò. Era l'ultimo cliente, quindi appena fu uscito mi andai a preparare per chiudere tutto. Appena misi il piede fuori dal locale, il gelo mi entrò dentro. Non nevicava ma si gelava. Mi accorsi che c'era una persona poco distante dal pub, fermo, appoggiato al muro. Era il prof. Andai verso di lui, in quanto casa mia era nella stessa direzione.

 

  • una studentessa modello come te Brief, non dovrebbe lavorare in un simile postaccio.

 

Rimasi per un attimo perplessa, non mi aspettavo che mi parlasse. Non sapevo cosa dire. Ero imbarazzata e congelata. Volevo solo andare a casa. Quando tirai dritto senza rispondergli, lui si mosse. Mi afferrò un braccio, mi strattonò per farmi girare e mi mise l'altro braccio dietro la schiena. Fu un attimo che parve durare almeno un secolo, la mano era salita dal mio polso fino alla mia guancia. Esitò un momento, ci fissammo negli occhi per istanti interminabili e poi mi baciò.

 

Era un bacio passionale, durante il quale mi strinse a sé. Tutto il freddo e il gelo che c'era in me, si sciolse. Ero impreparata, non partecipai infatti. Quando si staccò da me, provai un senso di vuoto nel non essere più stretta da lui. Non disse nulla e se ne andò. Ero immobilizzata, eppure avevo due pensieri che mi ronzavano in testa:

  1. la studentessa migliore dell'intera scuola aveva appena fatto una cosa proibita, avere atteggiamenti amorosi con un insegnante era vietato! O almeno credevo..

  2. AVEVO DATO, o meglio ricevuto, IL MIO PRIMO BACIO! Ok magari non sembra così importante, ma cavolo per me era fondamentale. La cosa più bella è che era stato esattamente come l'avevo immaginato.

Sia chiaro, non ero una tipa romantica o cose così. Però siamo oneste, tutte le ragazze hanno fantasie sulle loro prime volte. Ed io non ero da meno.

 

Dopo poco, il mio primo istinto fu di chiamare Chichi, avevo perso la cognizione del tempo, mi ero del tutto scordata che era notte fonda.

  • Bulma sei matta a chiamarmi! Hai visto l'ora?! Sono le due di notte!!

  • ILPROFESSORESAYANMIHABACIATO!!!

lo dissi tutto d'un fiato e sentii Chichi gridare al cellulare

  • COSA!?! puoi ripetere per favore?!

  • ok scusa. Ma sono troppo imbarazzata ed entusiasta allo stesso tempo! Il professore Sayan mi ha baciato! È accaduto tutto in un attimo. Dovevo raccontartelo. Scusa per l'ora!

L'euforia stava passando, per lasciare spazio alla reale e razionale Bulma.

  • Cavolo!! mi devi raccontare dove? Quando? Perchè? Voglio i minimi dettagli!! eh va già bene che non ti piaceva eh furbetta!!

Raccontai ogni cosa nei minimi dettagli ed una volta arrivata a casa misi giù. Erano le tre e mezza. Siccome ero tornata me stessa, ovvero quella razionale, mi domandai cosa avrei dovuto fare una volta tornata a scuola. Grazie al cielo, c'erano le vacanza di Natale, però prima o poi avrei dovuto affrontarlo, forse. La testa si riempiva di domande: perchè mi aveva baciato? Gli avevo forse fatto intendere qualcosa a scuola? Sarei stata espulsa?

Mi addormentai piena di dubbi e paure, ma sognando quel bacio dannato.

 

 

***tadan :) spero vi sia piaciuto :) non sarà un racconto molto lungo :) i consigli sono sempre ben accetti :) grazie a tutti :)

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Capitolo 2
*** Blue eyes ***


Blue eyes

 

 

 

Chiedo venia, pensavo di scriverlo prima questo capitolo, ma siccome non ero mai ispirata..bhe eccovelo oggi :) per tutte le persone che si sono chieste perchè un professore dovrebbe baciare una studentessa così alla babbo, bhe eccovi la risposta :) spero con tutto il cuore che vi piaccia questo capitolo :) come sempre i consigli o critiche costruttive sono ben accetti :) grazie mille a tutti :D e Buona lettura :)

 

Ero nato e cresciuto nella città dell'ovest, ed ora ci lavoravo pure! Ero diventato il professore di letteratura e storia. Dio come avevo sudato per aver quel posto! Non sono il classico tipo che lecca il culo del capo o del professore universitario per fare carriera. Sono sempre stato il ragazzo problematico che si rinchiudeva in camera a studiare, o meglio a far finta di studiare, piuttosto di parlare con qualcuno. Non che amassi la scuola o lo studio in generale, anzi! Ogni volta che poteva la saltavo.

 

All'epoca avevo solo 13 anni, gli amici dei miei genitori pensavano che prima o poi sarei finito in carcere. Pensare che oggi insegno ai loro figli! Ah i casi della vita! Comunque non è che ero un delinquente o simili, saltavo solo la scuola, mandavo al diavolo ogni professore e vedevo più il preside di mia madre. Se avessi un alunno com'ero io a quei tempi credo che lo avrei già ucciso!

 

Il giorno del mio tredicesimo compleanno i miei genitori, invece di farmi uno dei soliti regali che si fanno in genere, mi regalarono un fratellino. Non me lo aspettavo, mia mamma non aveva il pancione. Appena lo vidi capii di amarlo. Era perfetto. Mi assomigliava tantissimo, se non fosse stato per gli occhi, io ce li avevo neri e lui azzurri. Aveva preso dalla mamma. Gli diedero il nome di Table. I nostri genitori non ci hanno mai capito molto di nomi belli, però quello scricciolo non poteva di certo contraddirli.

 

Smisi di fare il cattivo ragazzo, iniziai anche a studiare seriamente, volevo dare il buon esempio. Più lui cresceva e più diventavamo amici. Adoravo giocare con lui, ogni giorno era una scoperta. Sia per lui che per me. Con lui riuscivo a capire il mondo da un'altra prospettiva. Il mondo dei bambini è qualcosa di meraviglioso. Quando iniziò le elementari, si scoprì che era un vero piccolo genio. In qualunque materia, riusciva ad andare bene. Ma le sue predilette erano storia e italiano. Scriveva dei testi fantastici, sapeva usare bene le parole che conosceva e invece storia la amava perchè voleva sapere tutto del passato. Gli avevo regalato qualche libro con le figure sulle popolazioni antiche e se li era sfogliati più e più volte.

 

Aveva il mondo nelle sue mani. Il 22 dicembre di quello stesso anno, dopo che si fu svegliato per andare a scuola, iniziò a respirare affannosamente. Non si riusciva a capire il motivo. Così mamma preoccupata lo portò all'ospedale. Mentre guidava, ricorderò sempre, respirava sempre con più affanno, e mi prese la mano con la sua. Mi guardò e mi sorrise. Stava malissimo ma non perdeva mai la sua felicità e allegria. In ospedale ci dissero solo che dovevano fare degli esami e degli accertamenti. Ci vollero mandare a casa, ma io mi rifiutai. Non volevo lasciarlo solo.

Quella notte, io ero al suo fianco. Ero seduto vicino al suo letto. Lo monitoravano, gli avevano messo l'ossigeno. Dormiva serenamente, ma ad un certo punto si svegliò e si guardò intorno. Quando mi vide gli si illuminarono gli occhi.

  • sapevo che non mi avresti abbandonato. Grazie Vegeta. Ti voglio bene, lo sai fratellone? Sei il miglior fratello che si possa avere.

  • anch'io te ne voglio scimmietta.

E poi non so più cosa accadde. Ho un vuoto, ho ricordi frammentati. Mi ricordo che il monitor che segnalava il battito cardiaco si azzerò. I suoi spasmi. L'arrivo degli infermieri. L'arrivo dei miei genitori. Ma soprattutto il dottore che diceva che non ce l'aveva fatta, e che non c'era stato nulla da fare. A quanto pare, non si sa come aveva una malattia rara infantile, che portava alla morte nel giro di poco tempo. Dissero che era stato fortunato ad arrivare a sei anni, wow sai che grande fortuna!

 

Lui diceva sempre che voleva viaggiare il mondo e che sarebbe voluto diventare un professore di italiano e storia. Così lo feci io per lui. Feci tutto ciò che lui non poté fare. Andai nella migliore università, girai mezzo mondo dal nord a sud e divenni un bravo professore. Divenni i suoi occhi.

 

Quegli occhi azzurri, poi, li rividi in un certo senso. Era il primo vero giorno di insegnamento, in una quinta del liceo della Città dell'Ovest. Nel primo banco alla mia sinistra c'era una ragazza che aveva lo sguardo di Table! Non la fissai molto, un paio di secondi al massimo. Poi passai in rassegna tutti gli altri studenti. Quando inizia la lezione, i miei occhi non si posarono più sui suoi.
 

Ogni singola volta che incrociavo quella ragazza, mi si muoveva qualcosa dentro. La cosa peggiore è che spesso mi riempiva di domande. Era curiosa come il mio fratellino, mi ricordava sempre di più lui. Però c'era qualcosa di più. Quella ragazza in un qualche strano modo mi attraeva. Non ero così tanto più grande di lei. Spesso mi capitava di sognarla. All'inizio pensavo fosse solo perchè, a tratti, mi ricordava mio fratello. Poi capii che non ero quello, il mio subconscio sognava di possederla sulla cattedra, nel bagno dei professori e in ogni singolo luogo esistente sulla terra.

 

Questi sogni erano iniziati quando la incontrai in un pub. Portava la divisa da cameriera, era aderente. Metteva in risalto le forme che nascondeva a scuola sotto quegli immensi maglioni che aveva sempre. Mi ritrovai a vederla con occhi diversi. Non da insegnante, ma da uomo. Non ero più il razionale Vegeta, erano i miei ormoni che facevano funzionare il mio cervello. Era da quella semplice uniforme da cameriera che era partito tutto il mio strano subconscio. Non la vedevo più come la ragazza che somigliava vagamente a mio fratello, la vedevo come la meravigliosa donna che era, o meglio, che sarebbe diventata.

 

Ogni sera andavo in quello strano locale, ed ogni sera lei era lì. Il 23 dicembre, non so cosa mi prese, quando me ne andai dal locale, aspettai fuori l'ora di chiusura. Brief uscì poco dopo, tirando giù la saracinesca. Mi venne incontro, le dissi una frase senza senso. Non me la ricordo manco più sinceramente. Ricordo più nitidamente ciò che feci dopo. Quando lei si stava allontanando da me, spinto da qualche forza soprannaturale, la bloccai. La girai verso di me e la baciai. Dio era esattamente come nei miei sogni, la strinsi di più a me. Doveva capire che la volevo, peccato che lei a differenza dalle mie fantasie, non partecipò affatto. Quando mi staccai sembrava letteralmente sconvolta. Mi affrettai ad andarmene. Solo a casa capii l'immensa assurdità del mio gesto. Mi maledii per essere stato così idiota. Dovevo smetterla con quelle stronzate da quattordicenne arrapato,.Quella sera, presi la decisione di togliermi dalla testa quella Brief e ritornai ad essere il razionale Vegeta, almeno per il momento.

 

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Capitolo 3
*** La ciliegina sulla torta ***


La ciliegina sulla torta



 

Mi svegliai la vigilia di soprassalto, quel maledetto bacio me l'ero sognato tutta la notte. Non ne potevo più. Dopo la prima euforia, la vera io, era terrorizzata. Se l'avessero scoperto chissà cosa mi sarebbe successo. Magari con quel assurdo gesto il prof Sayan aveva macchiato la mia fedina penale. Non sarei mai potuta diventare una dottoressa come invece avrei voluto. Ok stavo assolutamente esagerando. Diventavo melodrammatica a volte. Troppi romanzi d'amore finiti in tragedia mi avevano plagiato.

 

Scesi per fare colazione, dopodiché iniziai i compiti. Così potevo finalmente tenere la mia mente un po' occupata. Il natale non era esattamente una festa che amavo. Tutti i familiari che ti chiedevano “allora il fidanzato? Non vorrai rimanere zitella per tutta la vita?”.

Io avrei voluto sempre rispondere “ma sai che chi si fa gli affaracci propri campa cent'anni? Ecco il motivo per cui morirai presto!” sì a volte ero sadica, ma mi facevano diventare così quelle vecchie pettegole delle mie zie. Oltretutto ne facevano una questione di stato, se non avevi ancora avuto un fidanzato a diciott'anni, saresti morta da sola. Ma vaff...

 

Fortunatamente le varie feste passarono velocemente. Anche il natale grazie al cielo. Durante le vacanze mi vidi spesso con Chichi che fantasticava il mio incontro con Sayan. Mio dio diceva cose assurde. Lei era veramente troppo romantica. Vedeva tutto rose e fiori, ma soprattutto con tanti figli. Cavolo, avevo diciott'anni non potevo già pensare certe cose. Voglio dire ero troppo giovane per pensare a certe cose. Oltre a quegli strani discorsi l'aiutavo molto nel compiti, era brava a scuola, ma non esattamente in un tutte le materie. Riuscii a farglieli finire tutti, esattamente la sera dell'epifania.

 

Fatto sta che il 7 gennaio, mi svegliai molto prima della sveglia, ero in ansia. Non sapevo come reagire vedendo Sayan. Avevo il cuore che mi batteva fortissimo, ero agitata. Poi nella mia testa si formò una domanda esistenziale, “come diavolo si chiamava il prof?”. Avevo ricevuto il mio primo bacio, da una persona che non ricordavo manco che nome avesse.

 

Volevo smettere di pensare, così mi misi a leggere uno dei libri che avevo ricevuto a Natale. Un po' mi tranquillizzai. Quando arrivai a scuola e suonò la campanella, il mio cuore credo che scoppiò. Quando arrivò poi il professore tanto atteso, tutto quello che avevo immaginato si sgretolò. Non mi degnò neanche di uno sguardo. Mi trattò come una sua normale studentessa. Non so in effetti cosa mi aspettai, ma un po' ci rimasi male. Lui aveva preso il mio primo bacio ed ora non mi guardava neppure. Iniziai a odiarlo. Il mio orgoglio di donna mi diceva così.

 

Nonostante il mio immenso disprezzo per Sayan, ritornò tutto nella quotidianità. Senza più baci strani o cose simili. Ripresi a lavorare in quel buco di posto che era stato chiuso per tutte le vacanze. Poi il 14 febbraio, San Valentino, trovai una rosa blu sul mio banco. Sia chiaro per me quella “festa” era inutile. Era stata fatta dai commercianti e basta. Ho sempre pensato che se ami una persona glielo dimostri ogni santo non giorno, non solo a San Valentino. Detto ciò, mi emozionai molto nel trovare una rosa sul mio banco. Significava che avevo un ammiratore segreto. Pensai che magari l'aveva messo il mio professore. Ma poi cacciai via quello stupido pensiero. Non sembrava interessato a me. Mi ero detta che il bacio era stato un qualche strano errore da parte sua.

 

Chichi era più emozionata di me. Non la smetteva più di parlare. Credevo che sarebbe andata in giro per la scuola saltellando allegramente. Fortunatamente l'ha evitato. Quello stesso giorno ci dissero della gita scolastica. Saremmo stati 5 giorni a Satan City. Era un città enorme, la capitale. Ma per le galline della mia classe era la Città della moda e per tutti gli altri era la città dell'alcol e del casino. Per me invece era il mio traguardo finale. Non ero mai andata in gita. Non avevo amici con cui parlare ma stavolta era diverso. C'era Chichi, che avrebbe parlato anche per me, e soprattutto c'era il mio sogno, la Satan University, ovvero la miglior università dell'intera terra, con il miglior corso di medicina che si potesse desiderare. Avevo tappezzato tutta camera mia con i poster di quel luogo.

 

Poi arrivò il colpo decisivo, volete sapere qual'è la “ciliegina” sulla torta?

Il professore che ci avrebbe accompagnato sarebbe stato proprio Sayan.

Ovviamente non mi poteva andare tutto liscio. 


Ciao a tutti..volevo scusarmi per l'immenso ritardo ma non ero molto ispirata. spero vi piaccia :) è breve ma ci voleva :) grazie a tutti :) fatemi sapere se vi piace o se ci sono errori o altro :) alla prossima :D

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Capitolo 4
*** odio le gite! ***


 

Odio le gite!

 

 

Mi avevano fottutamente fregato. Maledetto il preside. Quel dannato! Mi aveva assegnato alla gita senza che io ne sapessi nulla. A sue parole, quando ero andato a chiedere spiegazioni, essendo io così giovane sarei stato un perfetto accompagnatore. Lo odiavo! Nessuno voleva andare in gita, con una quinta poi! Tutti quei ragazzini viziati ubriachi e deliranti, avevo la nausea solo al pensiero. Inoltre, c'era un altro pensiero che mi tormentava. Brief! Lei ci sarebbe stata, ed io come mi sarei comportato? Dopo quel bacio, avevo cercato di essere normale, come se non fosse successo nulla. Esattamente come faceva lei. Purtroppo però qualcosa mi attraeva di lei, aveva davvero qualcosa di magnetico per me.

 

Spesso mi ritrovavo a fissarla. Le sue gote rosa da bambina, quegli occhioni azzurri e quelle enormi felpe che lasciavano tutto all'immaginazione. Non capivo perchè mettesse quelle cose così' grandi, aveva un bel fisico. Bha le donne chi le capisce è bravo. Presi una decisione, in quei 5 giorni dovevo evitare Bulma, voglio dire Brief. Da quando avevo tutta questa familiarità?! Volevo rinnegare ad ogni costo quell'istinto primordiale. Ero davvero troppo attratto fisicamente da quella ragazzina. Mi tormentai per giornate intere. Il cervello discuteva in modo molto animato all'amico là sotto. Se una parte mi diceva “ è maggiorenne non c'è niente di male”, l'altro rispondeva “è una tua studentessa, andrebbe contro l'etica morale”.

 

Mi costrinsi a non pensare più, e sinceramente era davvero troppo tempo che non stavo con una donna. Era normale fare certi pensieri suppongo. Dunque decisi di trovare una soluzione alternativa, bastava tenermi impegnato o scaricare l'adrenalina, così iniziai a frequentare una palestra. Avevo sempre fatto sport, infatti il mio fisico era ottimo. Se non fosse stato per la mia statura. Ero davvero troppo basso per essere un uomo, e avevo scoperto, da mio padre, che bastava portare i capelli sparati per far notare meno quel piccolo difetto. Nessuno ci aveva mai badato troppo fortunatamente.

 

Il tempo volò, non me ne resi neppure conto. Il giorno fatidico arrivò. Il 14 marzo alle 4.10 tutti e 17 studenti della mia quinta erano pronti alla partenza dinanzi a me. Più in là c'erano gli altri gruppi delle altre due quinte che c'erano. Se magari fosse arrivato il pullman puntuale, non mi sarebbe di certo dispiaciuto. Si gelava, anche se la primavera era alle porte, la neve non si era ancora sciolta tutta e tirava un'aria glaciale. Venti minuti più tardi arrivò quel disgraziato. Non mancai a dirgli tutto quello che gli veniva! Mezz'ora di ritardo! I soldi se li era già beccati se no vedi dove glieli avrei messi. Presi posto vicino agli altri insegnanti. Era da settembre che lavoravo in quell'istituto e giuro che non avevo mai visto quelle mummie. Erano due vecchietti, uno con degli occhiali da sole (si era accorto che era ancora notte?) e l'altra era una nonnetta che sembrava una strega. Mi chiesi se li avevano appena scongelati dall'età della pietra. Era più che possibile. Ma ora almeno capivo perchè volevano un professore giovane in una gita scolastica. Magari quei bisnonni li avrebbero mandati a dormire come le galline. Mi ritrovai a pensare che ero davvero sadico a volte.

 

Non so se era stato il caso o vai a sapere, ma quando appoggiai la testa al sedile sentii dietro di me una voce molto familiare. Era della moretta vicino alla Brief, mi pare Juromao. Guardai poi il riflesso nel vetro, ed eccola li. Vicino al finestrino c'era proprio Bulma. Il Supremo ce l'aveva con me? Possibile. Partimmo. Il viaggio sarebbe durato varie ore. Dunque provai a dormire. Arrivammo alle 11.35. Giuro non chiusi occhio. Quella maledetta, Chichi, non aveva smesso di parlare neanche per un minuto. Credo di aver sentito da parte di Brief solo qualche sì o no, e magari qualche altra parolina, ma MOLTO di rado. L'avrei strozzata se non fosse stato illegale l'omicidio.

 

L'hotel non era dei migliori ma neppure così terribile. Io e i miei alunni eravamo al terzo piano. Si divisero in 3 camere da quattro, una da tre e una da due. La mia solitaria stanza era in fondo al corridoio. Davanti a me, c'era la stanza della Brief e della Juromao. Ero sempre più convinto che il Supremo mi volesse morto. Logicamente loro due avevano preso la stanza a due. Avevo notato che c'era davvero un bel rapporto tra quelle due. Erano così diverse, magari era proprio quello il segreto di quell'amicizia. Non mi pare avessero socializzato con gli altri allievi. Tutto di guadagnato erano degli idioti, ogni giorno mi domandavo com'era possibile che fossero arrivati in quinta certi soggetti.

 

Quel pomeriggio era libertà per tutti. Ero già stato a Satan City, avevo frequentato quella meravigliosa università. Era la cosa migliore di tutta la città. Avevo avuto un bel rapporto soprattutto con uno dei miei professori. Era il migliore. All'inizio l'avevo preso come esempio, volevo diventare bravo come lui, poi capì che io non ero affatto adatto a essere come lui. Divenni dunque un professore severo, stronzo ma giusto. Almeno non facevo preferenze (neanche a Brief!). Decisi di andarlo a trovare.

 

Feci due passi per quella caotica città, quando arrivai trovai Son Goku mentre stava parlando con Chichi e Bulma. Cosa ci facevano lì? Quando alzò gli occhi e mi vide, sul suo viso si aprì un sorriso enorme e mi venne incontro. Mi abbracciò come due amici che non si vedono da tanto.

 

  • ehilà ragazzo. Da quant'è che non ci vediamo?! Non sei cambiato di una virgola. Sei sempre in ottima forma. Ehi ragazze vi presento il miglior studente che abbia mai avuto.

 

Disse rivolto alle mie allieve che vennero verso di me, mi guardarono in modo un po' stranito.

 

  • loro due le conosco già non preoccuparti sono mie allieve.

     

  • Urca! Ma davvero? Dunque sei davvero diventato un professore. Sono felicissimo per te! Te lo meritavi dopo tutto quello che hai faticato.

     

    Ero veramente contento di rivederlo. Parlammo un po' del più e del meno. Mentre le ragazze non avevano assolutamente intenzione di smuoversi di lì. Erano sguardi d'ammirazione per Goku? Sicuramente. Aveva due lauree diverse. Una in chimica e una in letteratura. Mai viste cose così diverse, ma lui era fatto strano, viveva in mondo tutto suo. Dopo poco me ne andai lasciando il gruppetto, Goku voleva far visitare l'università alle due ragazze e siccome io ci avevo già trascorso diversi anni, non mi unii a loro. Andai piuttosto in giro, entrai in un piccolo negozio di souvenir e comprai una piccola tartaruga di ceramica colorata. Quelle a cui si muovono le zampette e la testa. Era mio solito comprare qualcosa ovunque andassi per portarlo sulla tomba di Table. Avevo fatto così tanti viaggi che era piena di oggetti festosi e colorati. Li prendevo apposta così, in fondo era un bambino, e purtroppo lo sarebbe rimasto per sempre...

 

Alle 19.30 dovevo vedermi con tutta la classe per cenare nell'enorme sala da pranzo dell'hotel. Avevo ancora tempo prima di cena fortunatamente, mi sarei rilassato e messo apposto due cosette in camera. Alle 19.25 mi bussarono alla porta. Chi diavolo era? Mi ritrovai davanti Juromao con gli occhi terrorizzati, non feci in tempo a chiedere nulla che un fiume di parole mi travolse.

 

  • professore! È terribile! Bulma non è ancora arrivata! Doveva già essere in camera da un pezzo ma non c'è ancora!

 

  • dove l'hai vista l'ultima volta?

 

  • all'università dove ci siamo visti oggi. Mi aveva detto che sapeva come ritornare all'hotel.

 

  • stai calma ok? Ora vado a cercarla.

 

Perfetto l'ultima cosa che volevo era andare a cercare una studentessa smarrita, la Brief poi! Volevo evitarla e sembrava impossibile. Prima di uscire chiesi al nonno di badare alla mia classe in mensa, scappai prima di sentire la sua risposta. Perfetto, una studentessa in giro per una città da 2 milioni di abitanti. Sarebbe stato sicuramente veloce trovarla. Odiavo le gite! Andai all'università e Goku mi disse che se n'era andata da un pezzo e mi diede anche una direzione. Come punto di partenza faceva schifo però almeno era un inizio. Alle 21 non avevo ancora trovato niente poi d'un tratto sentii una voce conosciuta. Voltai l'angolo e la vidi visibilmente scossa parlare con un tizio non troppo raccomandabile. La strattonò per un braccio e lei gridò, così andai da loro. Tossii per far notare la mia presenza al bulletto.

 

  • ehi nonnetto, cosa vuoi? Fatti gli affari tuoi e sparisci alla svelta se non vuoi grane!

 

Bulma si voltò di scatto e mi guardò. I suoi occhi erano arrossati, stava piangendo. Qualcosa scattò dentro di me, mi precipitai addosso al teppista e gli tirai un pugno in pieno viso. Cadde a terra svenuto, io feci in tempo a prendere Brief sulle spalle e andarmene. Arrivammo nella piazza centrare della fontana. Si lavò un po' la faccia e si rilassò un poco. Era rossa in viso, ancora sconvolta. Probabilmente dal pensiero di cosa le sarebbe potuto succedere se io non fossi arrivato in tempo. Sentii qualcosa muoversi dentro la pancia, non erano le farfalle anzi! Era fame! Non avevo ancora mangiato e in albergo l'orario della cena era finito da tempo. Dunque senza pensarci tanto le chiesi

 

  • ehi ti va' di andare a mangiare qualcosa?

 

Lei mi guardò, i suoi occhi brillarono. Mi sorrise e annuì. 

 

TADAN :) ECCO IL NUOVO CAPITOLO :) VOLEVEO RINGRAZIARE TUTTE LE PERSONE CHE STANNO LEGGENDO QUESTA PICCOLA STORIELLA :) SPERO VI PIACCIA COMUNQUE QUESTO NUOVO CAPITOLO :) è STATO UN TRAUMA PENSARE A COME POTER FAR RESTARE DA SOLI BULMA E VEGETA MA ALLA FINE CE L'HO FATTA :) UN ALTRO MIO PICCOLO TRAUMA è STATO DOVER METTERE GOKU COME PROFESSORE....NON CE LO VEDO PROPRIO PERò VOLEVO QUALCUNO CON IL QUALE VEGETA AVESSE ANCHE NELL'ANIME ORIGINALE UN BUON RAPPORTO :) OK BASTA GRAZIE ANCORA A TUTTI :) ALLA PROSSIMA ;)

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Capitolo 5
*** Complicated ***


Complicated

 

 

Ero sconvolta. Avevo rischiato lo stupro e poi ero stata salvata da Sayan. Gli ero grata, non mi sarei mai aspettata il suo arrivo. Tutto era accaduto per colpa mia, avevo un pessimo senso dell'orientamento. Chichi mi aveva lasciato all'università siccome voleva andare in giro per la città ed io le avevo detto che ci saremmo viste in hotel più tardi. Sì, peccato che avevo dimenticato un piccolo dettaglio: non sapevo più come ritornare indietro. Così una volta terminato il giro e le varie spiegazioni con il professore Son, che devo dire era l'insegnate perfetto, sono uscita e ho semplicemente vagato cercando un qualche punto di riferimento. Ho trovato, poi, una libreria enorme e quindi una volta lì dentro ho perso il senso del tempo. Quando sono uscita, era già quasi notte, sono stata aggredita da un tizio e trascinata di forza in un vicolo più piccolo. Presa dal panico gridavo e scalpitavo e poi è comparso il mio salvatore. Che imbarazzo mi aveva addirittura presa in presa sulle spalle, mi sono sentita una via di mezzo tra una principessa e un sacco di patate. Non era esattamente romantico. Una volta tranquillizzata, mi era venuta una certa fame, così quando lui mi ha proposto di andare a mangiare ho annuito senza pensarci tanto.

 

Me ne pentii subito, ci incamminammo verso una meta sconosciuta, mi guidava lui. Calò su di noi un silenzio imbarazzante, o meglio forse ero l'unica a reputarlo tale, lui sembrava piuttosto tranquillo. Camminammo per circa dieci minuti, che a me parvero un'eternità. Le gambe erano a pezzi, quel giorno avevo camminato non so quanto. Magari avevo più e più volte girato intorno, chissà. Quando mi trasferii nella Città dell'Ovest, mi riuscii a perdere in casa, so che può sembrare assurdo ma è così! Dovevo andare in bagno e non lo trovavo più. Credo che il Supremo quando mi ha creato ha voluto fare un mega scherzo all'umanità. Fatto sta che finalmente arrivammo. Era un locale carino e tranquillo. Entrammo e ci misero in un tavolino appartato. Che disagio, sembravamo una coppietta romantica.

 

L'unica che sembrava in imbarazzo ero io, ero seduta faccia a faccia in un mini tavolino per coppiette con un mio professore che mi aveva pure baciato. Sono certa che qualcuno lassù mi odiava davvero tanto. Ordinammo, io mi tenni leggera, ero ancora un po' scossa, lui invece prese qualsiasi cosa! Poteva permetterselo con lo stipendio da prof?

 

  • Hai il cellulare? Ti conviene scrivere a Juromao, era piuttosto preoccupata quando è venuta a dirmi che non eri ancora arrivata.

 

Il cellulare! Merda! L'avevo spento quando ero entrata all'università e poi me n'ero completamente scordata! Ero proprio un'idiota! Quando lo accesi per scriverle mi arrivarono letteralmente 37 messaggi e 23 avvisi che Chichi mi aveva chiamato. Le scrissi un veloce “sto bene. Scusami. Sono con Sayan. Ti racconto dopo!”. Poverina si era davvero preoccupata tanto.

 

  • La ringrazio comunque, per avermi salvata intendo.

 

Mi guardò con uno sguardo che mi entrò dentro. Era davvero penetrante. Non riuscii a reggere il suo sguardo e lo abbassai, arrossendo.

 

  • è stato un dovere, non devi ringraziarmi. Puoi darmi del tu, non siamo in ambito scolastico in questo momento.

 

Se fosse stato possibile credo che sarei arrossita ancor di più. Mi sentivo le guance in fiamme. Mi sembrava quasi dolce. Gli sorrisi. Non sapevo cosa rispondere e poi non ero brava con le parole. Solo in quel momento lo vidi con una luce diversa. Come diceva lui non eravamo in ambito scolastico, eravamo due persone affamate e basta. Notai solo allora che era davvero carino, direi affascinante. Aveva una polo blu e anche se era la cosa più banale del mondo, lui la sapeva portare con eleganza. Era tutto strano. Quella frase “ Puoi darmi del tu, non siamo in ambito scolastico” mi aveva aperto gli occhi. Era un ragazzo e ora la guardavo come tale. Il professor Sayan era andato a farsi benedire in quel momento per lasciare spazio a...come diavolo si chiamava!?

 

Non parlammo quasi niente durante la cena. Notai che però non era un silenzio di imbarazzo era perchè semplicemente non c'era nulla da dire. Mi offrii la cena, era proprio un galantuomo. La piccola Bulma romantica dentro di me stava facendo i salti di gioia. Sembrava un vero e proprio appuntamento. Quando feci quel minuscolo pensiero notai che ero vestita terribilmente male. Ci poteva mai essere qualcosa nella mia vita che andasse come doveva?

 

  • magari potremmo fare ancora un giro nelle vie principali, ho letto che questa città è meravigliosa di notte.

 

Non ho la più pallida idea di dove trovai il coraggio per dire una cosa simile, lui mi guardò per un momento che parve lunghissimo e poi disse semplicemente

 

  • non è poi così tanto diversa che di giorno. Se vuoi vedere qualcosa che è veramente bello di notte seguimi che ti ci porto.

 

Si incamminò. Mi pentii moltissimo della mia proposta. Credo che girammo mezza città. Notai però che mi stava effettivamente facendo passare in tutte le vie principali, forse stava allungando la strada però ne valeva la pena. Le avevo viste solo in alcune foto ed ora poterle vedere dal vivo era tutta un'altra storia. Mi portò da una piramide completamente di vetro che dal nucleo centrare fuoriuscivano dei raggi di luce che illuminavano tutta la piazza. Era uno spettacolo mozza fiato! Era davvero meraviglioso, ero entusiasta. Non potevo chiedere di meglio!

 

  • cavolo che spettacolo! Grazie mille per avermici portato!

 

Mi sentivo come una bambina al luna park. Lui mi guardò e credo che mi sorrise non ne sono sicura. Non mi pareva di averlo mai visto sorridere. Dopo un poco ce ne andammo. Non eravamo più lui davanti ed io dietro, ma eravamo vicino. Quasi da poterci sfiorare. A rovinare l'atmosfera quasi romantica fui io che scivolai. Avevo preso una storta. Non so come o con quali riflessi lui mi non mi fece cadere, mettendomi una mano dietro la schiena. Eravamo naso a naso. Potevo sentire il suo respiro sul mio viso.

  • tutto bene?

La sua voce era roca. Ebbi un fremito a sentirla. Mi sorrise. Questa volta ero certa. Mi sciolsi in quel sorriso. Credo che in quel momento il mondo si fermò. Ci ricomponemmo. Credo di non essere mai stata così rossa in vita mia. Mi sentii come un pomodoro. Dopo quel piccolo incidente tornammo all'hotel. Inutile dire che non notai neppure un possibile punto di riferimento per raggiungerlo nuovamente. Ero troppo impegnata a guardare Sayan di nascosto. Da ogni punto di vista era davvero carino! Arrivati al nostro piano, le nostre camere erano l'una davanti all'altra. Ci voltammo senza guardarci per aprire le nostre rispettive camere.

Dentro di me però qualcosa scattò. Mi girai gli afferrai un braccio. Lui si voltò per guardarmi. Gli presi il volto tra le mani e lo baciai. Era un bacio casto, a fior di labbra. Quando mi staccai però lui mi mise una mano alla nuca per approfondirlo. La sua lingua iniziò a cercare la mia e insieme presero a danzare. Fu qualcosa di profondamente intimo e passionale. Quando ci staccammo mi dispiacque un poco. Mi resi poi conto di cos'avevo appena fatto e mi catapultai in camera mia.

C'era qualcosa di drasticamente sbagliato in me!



ecco il quinto capitolo :) dai stavolta non vi ho fatto aspettare molto :) comunque volevo ringraziare di tutto cuore tutti coloro che stanno leggendo questa mia piccola pazzia :) spero di non deludere le aspettative :) ho messo finalmente un altro capitolo dove succede qualcosa tra loro due :) mi piace abbastanza sono piuttosto soddisfatta :) vabbè ci sentiamo alla prossima ;) ;)

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Capitolo 6
*** Give me a kiss ***


Give me a kiss.

 

 

Merda! Ero fregato! Quella ragazza mi aveva letteralmente conquistato. Con un solo bacio mi aveva fatto perdere la testa. Se non ci fossimo staccati sarei andato fino in fondo. Ne ero certo. Brief aveva un qualche potere speciale su di me, mi aveva scosso con un semplice bacetto dato a fior di labbra. Sembravo un poppante alla prima cotta. Mi ero eccitato solo a sfiorarla. Non potei che continuare a pensare che era davvero una ragazza bellissima. Il suo fascino era particolare. Amavo quando arrossiva e quando era impacciata. Quella sera ero stato quasi romantico. Non so cosa diavolo mi stava succedendo. Bulma era solo una cosa passeggera, volevo solo vederla tremare sotto di me. Nulla più di quello! Appena l'avrei fatta mia non mi sarebbe più importato nulla. Purtroppo però ero impossibilitato a fare ciò siccome era una mia studentessa. Quindi mi sarei dovuto tenere le mie voglie primordiali.

 

Quel bacio, però, stava a significare che anche lei provava qualcosa per me? Dovevo smetterla di pensare a certe cose! Era scappata via, magari era stato solo un momento di defaiance. Entrai in camera mia, mi feci una doccia fredda. Ci voleva proprio. I miei ormoni si placarono un pochino. Quando andai nel letto pensai che avrei dovuto solo fare finta di niente. Comportarmi come se non fosse successo alcunché. Devo dire che i miei propositi non si erano esattamente mantenuti. Ero partito con il pensiero che avrei dovuto evitare la Brief e invece ci avevo passato tutta la mia prima serata. Avrei fatto in modo di mantenere almeno questo.

 

Quella mattina provai appunto nel mio intento di far finta di niente. A colazione mi sentii osservato perennemente. Juromao mi fissava continuamente, invece Brief stava o con gli occhi bassi oppure guardava altrove. Visitammo la città accompagnati da una guida. Ovunque andassi mi sentivo osservato. Lo sguardo della morettina non mi abbandonava mai. Mi sentivo fissato anche in bagno. Era terribile! Non capivo cosa diavolo volesse da me. Era la sua amica ad avermi baciato, io ero solo una vittima. Ok poi ne avevo leggermente approfittato, ma gli ordini erano venuti diciamo dal “basso”. Fatto stà che mi volevo liberare di Brief e invece lei e la sua amica erano sempre fra i piedi. Finalmente verso sera potei liberarmi delle tue pettegole. Avevano un paio di ore di libertà per girare e fare i loro stupidi acquisti. Ritornai poi all'università. Parlai un po' con Goku finalmente senza seccature in giro. Era bello ripensare ai vecchi tempi. Ero uno studente modello, ero esattamente quello che sarebbe dovuto diventato Table. Mi impegnavo a fondo in ogni cosa e mi ero iscritto a moltissimi corsi dopo scuola per poter espandere le mie conoscenze sempre di più. Scoprii proprio all'università che il secchione andava molto di moda. Non so quante ragazze mi si erano avvicinato solo perchè ero uno dei migliori studenti. Lo facevano solo per farsi aiutare durante un esame. Non che io mi facessi dei problemi, mi andava più che bene così. Non ricordo neppure quante ragazze passarono nel mio letto. Quasi ogni sera ne avevo una diversa. Il cuore però non l'avevo mai dato a nessuna. Era morto con Table. Non ero mai più riuscito a volere bene a nulla. Credo che nel mio inconscio avessi paura, una terribile paura di perdere tutte le persone che amavo. I miei genitori non li avevo ancora persi ma erano tutt'altra cosa rispetto a Table.

 

Alla sera ero in hotel. Mentre mi facevo una doccia sentii dei rumori provenire dalla mia camera. Andai dunque a vedere. Qualcuno lassù mi odiava proprio! Cosa cavolo ci faceva Brief nella mia stanza? Appena me la vidi davanti lei arrossì vistosamente. Sembrava si sentisse male. Iniziò a balbettare pezzi di frasi senza senso, senza alcun senso logico. Solo allora mi resi conto che ero uscito dal bagno con solo i boxer. Merda! Se mi fossi eccitato avrebbe sicuramente notato qualcosa.

 

  • scusami credo sia meglio che io mi vada a mettere qualcosa di più adatto.

 

Lei annuì soltanto. Andai in bagno per vestirmi. Dovevo mantenere il controllo sulla situazione. Pensai che sarei andato da lei e mi sarei fatto dire il motivo della sua visita. Quando ritornai da lei era sempre imbarazzata e rossa in viso. Era proprio quello che la rendeva dannatamente irresistibile. Amavo il fatto che fosse così imbranata con me e che non si sapesse come comportare. Avevo ormai capito che con i ragazzi non ci sapeva proprio fare. In effetti l'avevo vista sempre con Juromao. Mai un ragazzo in sua compagnia, neppure durante l'intervallo. Sono certo che era proprio una frana con i maschi.

 

  • ecco..io volevo...volevo che lei sapesse...che quello che....ecco, che è successo ieri è stato tutto un errore. Mi scusi. Non so cosa mi sia saltato in mente.

 

Fece una sottospecie di inchino, credo per nascondere tra i capelli il viso imbarazzato. Forse non si ricordava che ero stato io baciarla per primo. Mi venne quasi da ridere. Nel suo essere così imbranata era davvero carina.

 

  • ecco però oltre alle scuse, vorrei sapere anche il nome del ragazzo a cui ho donato il mio primo bacio.

 

Mi stupii, ma non riuscii a trattenere una fragorosa risata. C'eravamo baciati e non sapeva il mio nome. Bhe in effetti i professori si indicano sempre con il cognome. Era fantastica quella ragazza! Era entrata nella mia stanza solo per sapere il mio nome e per farmi delle scuse che non avevano alcun senso. Era veramente la persona più assurda che avessi mai conosciuto. Non so cosa accadde in quel momento nella mia testa ma iniziai a voler giocare con lei. Volevo assolutamente istigarla. Eravamo in camera mia, non sarebbe potuto entrare nessuno, era tutto lecito.

 

  • credo proprio che per sapere il mio nome dovrai tirarmelo fuori, magari dandomi un altro bacio. Che ne dici?

 

Lei alzò la testa di scatto siccome era stata per tutta la seconda frase inchinata. Strabuzzò gli occhi.

 

  • c..cosa?!

 

Mi avvicinai un poco a lei, gli accostai una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi avvicinai al suo orecchio.

 

  • hai capito benissimo, Brief!

 

Sussultò. Si portò le mani alla bocca e si voltò. Chissà cosa stava rimuginando quella testolina azzurra. Mi stavo divertendo un sacco. Ero forse un po' sadico ma non importava. Anche se non la volevo tra i piedi e stavo cercando di evitarla ( cosa poco riuscita) la bramavo. Desideravo ogni cosa di lei. Le sue labbra, le sue mani, desideravo spogliarla di tutti quei dannati maglioni che lasciavano vagare la mia immaginazione. Dopo averla fatta pensare per un po', mi venne istintivo sfiorarle i capelli.

 

  • Allora? Hai deciso?

 

La sentii di nuovo sussultare. Bastava un tocco tanto flebile per farle quell'effetto? Mi immaginai la sua reazione se l'avessi toccata in modo più piccante. Mi eccitò e non poco quell'immagine. Grazie al cielo mi ero rivestito. Così si sarebbe notato di meno, avrebbe pensato che facevano difetto i pantaloni, una tipa ingenua come lei. Si girò improvvisamente e ci ritrovammo faccia a faccia.

 

  • non credo che sia corretto! Lei è un mio professore. Non si possono avere certi rapporti con un insegnante.

  • Dunque non vedo il motivo per cui tu dovresti sapere il mio nome. Essendo io il tuo professore ti basta sapere la mia materia e il mio cognome.

 

Lei strabuzzò gli occhi. L'avevo forse sorpresa? Non so, ma sicuramente l'avevo fregata. Stava spremendo le meningi con tutta se stessa, non la vedevo così impegnata neppure in un'interrogazione.

 

  • solo un bacio giusto? E mi dirà il suo nome?

 

Annuii. Chissà perchè sapere il mio nome era così di vitale importanza per lei. Sospirò.

 

  • d'accordo allora.

 

Vegeta 1, Brief 0, avevo vinto! Mi abbassai un poco, giusto per arrivare alla sua altezza. Lei deglutì, era imbarazzatissima. Era diventata un tutt'uno con la sua maglia viola.

 

  • ecco...potrebbe chiudere gli occhi?

 

Feci come mi era stato detto. Aspettai. Avrei pagato oro per vedere il viso di Bulma in quel momento. Sentii il suo fiato vicinissimo a me, mi prese il viso tra le sue mani. Ero in attesa, non me lo sarei mai aspettato, ma quell'interminabile momento mi stava uccidendo. Non vedevo l'ora di baciarla. Lei però mi sorprese. Il bacio non lo ricevetti sulle labbra, ma sulla fronte. Aprii gli occhi. Lei si era allontana. Mi stava sorridendo anche se era ancora rossa in viso.

 

  • ecco il bacio! Ora mi dovete dire il vostro nome.

Feci per ribadire ma mi fermò.

  • non mi aveva detto dove lo voleva , dunque l'ho accontentato. Ora rispetti il patto.

 

Merda! Mi aveva letteralmente fregato. Ero rimasto a bocca asciutta. Vegeta 0 e Brief 1! era questo il vero conteggio! Le andai vicino, mi abbassai nuovamente. Lei provò a fare un passo indietro, ma non poteva, c'era la porta. Era in trappola. Misi una mano ad un lato della sua testa e lei, che a quanto pare non riusciva più a guardarmi negli occhi, abbassò lo sguardo. Sembrava che ai nostri piedi ci fosse la cosa più interessante del mondo. La presi dolcemente per il mento e la obbligai a guardarmi negli occhi. Lei era sempre più imbarazzata, si vedeva da come mi guardava. Socchiuse le labbra per dire qualcosa ma non le diedi il tempo di parlare. La baciai. Si ritrovò nuovamente la mia lingua nella sua bocca. L'avevo desiderato così tanto quel bacio. Lei all'inizio era intimidita e non partecipava, ma poi si fece prendere anche lei dalla passione. Ci staccammo per riprendere fiato. Sembrava quasi rattristata? Chissà forse voleva continuare quel meraviglioso bacio. Mi avvicinai nuovamente al suo orecchio, e dissi con voce sensuale

 

  • Vegeta. Vedi di ricordartelo.

 

Dopo di che le diedi la schiena. Lei all'inizio un po' perplessa poi si riprese e uscì di tutta fretta dalla mia camera. Mi distesi sul letto. Avevo avuto il batticuore quando stavo aspettando il bacio. Possibile che mi piacesse così tanto? Non rimasi troppo su tale pensiero. Ero davvero contento, avevo ottenuto un altro bacio. Vegeta 1, Brief 1, questo era davvero un ottimo pareggio! 




tadannnn :) nuovo capitolo :) sono molto fiera di me stessa (viva la modestia) xD devo dire che questo capitolo mi piace particolarmente, spero che piacerà anche a voi :) giuro che non userò un capitolo per ogni giorno della gita xD non volevo parlare solo del secondo giorno ma è venuto così :) vabbè ringrazio tutti e devo ammettere che non ho la più pallida idea di come si scrive defaiance quindi se è sbagliato è proprio una mia ignoranza xD :) vabbè alla prossima ;) ciao ciao

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Capitolo 7
*** chiodo scaccia chiodo? ***


Chiodo scaccia chiodo?

 

 

Promemoria per me stessa: mai più seguire i consigli di Chichi! Grazie a lei avevo ricevuto un altro bacio. Ero proprio imbranata! Era così facile baciarmi? Avevo ancora il batticuore, ero davvero attratta da quell'uomo. Chichi quel pomeriggio mi aveva fatto il lavaggio del cervello. Non faceva che ripetere che dovevo chiarire la situazione, perchè magari lui aveva frainteso il mio gesto, “magari pensa che c'è una relazione tra voi due!”. Mi aveva detto che dovevo dirgli che era stato un errore e soprattutto scusarmi. Anche se, era lui che aveva iniziato con i baci, e non mi pare che si fosse mai scusato. Fatto sta che solo dopo aver fatto le mie scuse nel mio cervello c'era sempre la solita domanda: come diavolo si chiama la persona a cui ho dato il mio primo bacio? Così l'ho chiesto,che imbarazzo! Chissà quanto gli sarò sembrata sciocca. Quando poi lui mi ha chiesto il bacio sono rimasta basita. Poi ho usato l'ingegno però non è servito a niente, si è preso da solo ciò che voleva. Ora ero fuori dalla sua porta con ancora il batticuore. Avevo corrisposto quel bacio, ma la cosa più grave e che non mi sarei mai voluta separare da lui. C'era davvero qualcosa di sbagliato in me! Perchè l'avevo baciato? Non mi capivo più, la mia testa diceva una cosa e il corpo un'altra. Non dovevo più avere a che fare con Sayan! Sarei diventata una grande dottoressa e non potevo giocarmi tutto il mio futuro per una stupida cotta! Sì ero decisa! O meglio la testa era decisa, ma il corpo lo sarebbe stato anche?

 

Vegeta..Vegeta..Vegeta..finalmente sapevo il suo nome. Magari in un universo parallelo Bulma e Vegeta sarebbero potuti essere felici insieme. O magari non si sarebbero mai conosciuti. Basta pensare, come prima cosa me lo sarei levata dalla testa. Come seconda mi diedi una calmata e ritornai da Chichi. Mi aspettava davanti la porta, appena mi vide mi riempì di domande. Le raccontai semplicemente tutto. Era facile parlare con lei, non ero mai stata brava a parlare di me, ma con lei era tutto più facile. Non mi sentivo giudicata, ma solo compresa. Si fece altri mille castelli in aria dopo che le dissi del bacio. Vedeva le cose tutte a modo suo. Io che lo baciavo ero destinata all'inferno nel girone dei lussuriosi (per non so quale motivo, era solo un bacio!), mentre se era lui a baciarmi era tutto “oh mio dio, vi sposerete e avrete tanti figli”. Tra tutte e due eravamo una più strana dell'altra, ma a parer mio, eravamo perfette insieme.

 

Il giorno dopo andammo al museo delle cere. Era una meraviglia. Gli attori famosi, i grandi personaggi dell'epoca, c'era chiunque. Erano fatti perfettamente bene! Mentre ero lì ad ammirare una poetessa vissuta circa 500 anni prima, si avvicinò un ragazzo che disse qualcosa ad alta voce del tipo “oh è veramente magnifica”. Ero perfettamente d'accordo con lui! Già era bella nei quadri e nelle statue che la rappresentavano, ma così l'avevano resa ancora meglio! Sembrava viva! Mi sentii toccare una spalla e mi girai, era sempre quello stesso ragazzo che aveva parlato prima.

 

  • Bulma giusto?

 

Annuii. Come faceva a conoscere il mio nome? Chi cavolo era? L'avevo conosciuto da qualche parte e mi ero scordata il nome? Se fosse stato così ero nei casini. Mi agitai un poco, ma la sua faccia non mi diceva niente di particolare.

 

  • io sono Yamco! Piacere!

 

Mi tese la mano, gliela fissai stordita. Se si stava presentando significava che non ci eravamo mai visti prima. Eppure sapeva il mio nome. Ero così immersa nei miei pensieri che mi dimenticai di stringergli la mano, così vidi che facendo finta di niente si era messo apposto i capelli.

 

  • forse non mi hai mai visto ma andiamo a scuola insieme. Sono nella classe davanti alla tua.

 

Annuì. Cosa diavolo voleva da me? Che fine aveva fatto Chichi? Doveva andare a comprarsi l'acqua non a fare il giro del mondo. Non avevo voglia di essere infastidita da questo ragazzo. Non avevo voglia di socializzare, soprattutto con persone di sesso opposto al mio!

 

  • ecco mi stavo chiedendo se ti andava di uscire con me. Sai è da un po' che ti ho notato e mi piacerebbe conoscerti. A San Valentino ti avevo lasciato la rosa blu sul banco. L'hai ricevuta?

 

Annuii la terza volta. Quindi era lui il mio misterioso ammiratore. Me n'ero completamente scordata. Devo dire che non era male, sembrava anche dolce. Era stato un gesto carino in effetti quella rosa. Peccato che non avevo interesse nel fidanzarmi o cose simili. Non mi ero mai interessata a i ragazzi. Non che non mi piacessero, semplicemente non avevo voglia di impegnarmi con qualcuno. Volevo essere libera e non cadere nella monotonia di uno stupido amore adolescenziale. Mettevo prima lo studio e poi l'amore. Come ho già detto non ero esattamente un tipo romantico, forse a volte sì. In quel preciso momento arrivò finalmente Chichi. Yamco magicamente sparì all'istante. Senza neppure salutare.

 

  • chi era quello?

 

  • ricordi San Valentino? È il ragazzo della rosa blu.

 

In quel preciso istante a Chichi vennero gli occhi a cuoricino. Gli raccontai quello che mi aveva detto.

 

  • ma come? Ti ha chiesto un appuntamento e tu non hai risposto?! Lui è stato così dolce!

 

Oh cavolo! È vero non avevo risposto se volevo o no uscire con lui. Mi sentii tremendamente in colpa. Almeno un “no” decente doveva averlo. Vidi poi Vegeta in lontananza, stava ammirando un grande combattente di una qualche guerra. Quale miglior modo c'era di dimenticarlo se non uscendo con qualcun altro, almeno della mia stessa età. Rimediai al pomeriggio, quando mentre eravamo in giro per la città senza insegnanti incontrai Yamco da solo su una panchina. Andai da lui insieme a Chichi. Lui mi salutò imbarazzato.

 

  • sì mi piacerebbe uscire con te. Scusa se stamattina non ti ho risposto.

 

Lui fece un salto dalla gioia. Arrossii un poco, non mi aspettavo tale reazione. Non ero in imbarazzo a parlare con lui. Neanche accettare l'appuntamento mi aveva imbarazzata. Non c'era nulla di male nel uscire con un ragazzo. Mica me lo dovevo sposare quindi anche se fino a quel momento non avevo avuto interesse nell'altro sesso ora non ci trovavo niente di così strano. Questo e altro per lasciare alle spalle Vegeta. Come si dice, chiodo scaccia chiodo!

 

Avevamo appuntamento alle 19 nella hall dell'hotel. Voleva portarmi a mangiare fuori. C'era qualcosa in me che non andava, ne ero certa. Non ero entusiasta anzi, ero quasi indifferente. Chichi saltellava per la camera canticchiando qualche canzone sull'amore. Perchè non capiva che un appuntamento non significava nulla? Ci saremmo conosciuti un po' poi ci saremmo divertiti da qualche parte e poi fine. Non avevo dunque alcuna intenzione di farmi bella. Era solo una stupida uscita ed ora ero anche pentita di aver accettato! Mi infilai il mio maglione color crema e sotto dei jeans normalissimi. Mi misi un bel cappello con un bel pompon.

 

  • vuoi davvero andare al tuo primo appuntamento in quel modo? La coppia “Bulma e Yamco” nascerà stasera e tu vuoi andare come una stracciona!?

 

“Bulma e Yamco” ...non mi piaceva per niente, in quel momento pensai “Bulma e Vegeta” ..saremmo stati davvero perfetti in un universo parallelo, ne ero certa! I nostri nomi pensati vicini mi fece sorridere e sospirare. Dovevo davvero smetterla! Perchè Vegeta non volevi abbandonare la mia mente?! Perchè?!

Non mi cambiai e scesi esattamente così come mi ero vestita. Lui mi stava aspettando, quando mi vide mi sorrise e fece una specie di inchino come si faceva nel medioevo credo. Era davvero galante, eppure non mi entusiasmava molto. Gli feci un sorriso forzato cercando di essere convincente. Notai solo allora che si era vestito con la camicia e la cravatta, spuntavano da sotto la giacca aperta. Camminammo per un po' poi arrivammo in un ristorante piccolo ma accogliente. Aveva addirittura prenotato quello stesso pomeriggio. Durante tutto il tragitto e mentre aspettavamo i menu e dopo ancora mentre mangiavamo aveva parlato sempre lui. Non che mi desse fastidio, non ero una persona loquace e poi ero abituata a Chichi. Il fatto è che parlava solo di se stesso! Su quanto fosse bravo a baseball, a scuola, su tutti i suoi hobby, il suo cane eccetera eccetera! Niente che fosse veramente interessante. Mi guardai un po' intorno. Non ne potevo più di ascoltare quelle stupide regole di baseball! Notai poi spuntare da un menù dei capelli a fiamma che conoscevo davvero troppo bene! Mi stava perseguitando! Era insieme al professore Son, possibile che avesse scelto il nostro stesso posto per fare una cena con il suo vecchio prof?! Appena lui abbassò la lista i nostri sguardi si incrociarono. Imbarazzata mi voltai. I suoi occhi sapevano accendermi qualcosa dentro, ero arrossita all'istante. Mi aveva stregato, non c'era altra via! Me ne dovevo fare una ragione, non riuscivo più a guardarlo come professore, lo vedevo come l'uomo affascinante e stronzo che in effetti era!

 

Dopo un pensiero si introdusse nella mia mente, ieri avevo corrisposto il suo bacio ed ora ero seduta al tavolo di un ristorante con un altro! Mi avrebbe sicuramente giudicato come una sgualdrina! Perfetto mi ero appena resa conto di aver una cotta per lui, mentre invece lui non mi avrebbe mai più voluto vedere. Questo era il Karma! Mi stava punendo ecco! Grazie al cielo la cena finì in fretta. Mi inventai poi una balla per tornare in hotel, non volevo stare con Yamco 5 minuti di più! Non parlò per tutto il viaggio di ritorno, finalmente! Arrivati all'hotel decise di accompagnarmi davanti alla porta della mia camera. Quando ci fummo gli dissi un distratto ciao per poi afferrare la maniglia, peccato che prima di ciò qualcosa afferrò la mia mano. Mi attirò a sé.

 

  • non sei stata molto loquace stasera. Non credo che tu stia male davvero, mi pare che almeno un bacio me lo devi. Dopo tutta la fatica per preparare la serata mi sembra un ottimo pagamento.

 

Avevano tutti la fissa di baciarmi!? Mi voltai dall'altra parte, però lui mi strinse il polso tanto da farmi male, mi tappò la bocca quando provai a gridare. Si era trasformato completamente, prima era dolce ed ora era una specie di maniaco!

 

  • perchè fai così la preziosa? Voglio solo un bacio. Sono mesi che ti osservo. Sembri una interessante, sai nessuna ragazza mi hai mai dato un due di picche. Sono popolare nella scuola, le ho avute tutte quelle che volevo. Ed ora ho scelto te.

 

L'ultima frase me la soffiò contro. Non sapevo come comportarmi, non ero abbastanza forte da difendermi. Non potevo gridare. Non potevo fare niente, ero inerme. Non so bene cosa accadde dopo. Io caddi, avevo le gambe molli, mentre qualcuno afferrò Yamco per una spalla e lo scaraventò a terra.

 

  • mi pare abbastanza evidente che non ha alcune intenzione di starci con te, quindi vedi di lasciare stare la mia alunna!

 

Era Vegeta! Non ci posso credere. Yamco si rialzò.

 

  • lei non può comportarsi così con me! Posso denunciarla per aggressioni!

  • Certo che puoi farlo ma essendo te maggiorenne, io posso fare lo stesso! Con la sola differenza che te sarebbe per tentato stupro.

  • Sarebbe la mia parola contro la sua! I miei genitori sono ricchi e ci possiamo permettere un avvocato migliore!

  • Ti sei scordata della testimone? A chi pensi che darà ragione la ragazza qui dietro eh?!

 

Yamco era stato fregato al suo stesso gioco. Ben gli stava! Se ne andò velocemente. Ero salva, tirai un sospiro di sollievo. Mi porse una mano per tirarmi su, che accettai. Strattonò così mi sbilanciai in avanti verso di lui. Ci unimmo in un abbraccio. Ero imbarazzata! Perchè si comportava in modo così stronzo!

 

  • Brief non pensavo che volessi un abbraccio! Ma mi pare una degna ricompensa per il tuo eroe, d'altronde ti ho salvato da quell'idiota. Però credo che mi servirà qualche motivazione in più per farlo anche la prossima volta!

 

Non capivo cosa stava dicendo. Ero così beata tra le sue braccia. Si staccò un poco, io tirai su il viso per guardarlo e mi baciò. Lo odiavo ogni momento di più! Eppure più approfondiva il bacio e più quell'odio scivolava via da me. Si staccò troppo in fretta per i miei gusti. Mi diede buffetto sulla testa e mi sorrise.

 

  • questa è una valida motivazione Brief! Buonanotte!

 

Mi lasciò imbambolata come un ebete in corridoio mentre lui era rientrato nella sua stanza. Sì era davvero odioso! 




tadannn :D ecco il nuovo capitolo spero di non avervi fatto attendere troppo :) come sempre ringrazio tutti i malati di mente che leggono la mia storia :) grazie mille davvero a tutti :D devo dire che mi sto innamorando sempre di più del Vegeta che sto scrivendo ma sono piccoli dettagli ^.^ devo smetterla di raccontare giorno per giorno sta benedetta gita mannaggia xD comunque alla prossima gente :D sarò ripetitiva ma grazie ancora :D

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Capitolo 8
*** Storia di una giornata piovosa ***


Storia di una giornata piovosa

 

 

Mi ritrovavo quella ragazza ovunque ormai! Io e Goku avevamo deciso di fare una cena insieme per passare un po' di tempo insieme. Era sempre stato più che un professore per me, era un amico! Al ristorante avevo intravisto di sfuggita degli strani capelli azzurri, dopo poco avevo constato che era proprio Brief. Era insieme a un tipo, era nella classe del nonnetto mi pare. Non so perchè ma mi diede davvero fastidio vederla con lui. Non potevo assolutamente sopportarlo. Ripensai alla prima sera, quando lei era con me a mangiare e non con un altro. Non sembrava a suo agio. Non sembrava il ragazzo adatto a lei. Era troppo anonimo, lei era...era speciale! Con un tipo come lui sarebbe stata sprecata, ne ero certo. Quando si alzarono e se ne andarono, mangiai in fretta e furia il mio dolce. Goku insistette per pagare così io uscii con una scusante. Si stavano dirigendo all'hotel. Li avevo seguiti e poi avevo visto la scena in cui lui cercava di avere un bacio. Era scattato qualcosa in me, rabbia! Avrei voluto prenderlo a botte ma purtroppo non potevo. Dopo avevo rubato di nuovo un bacio alla Brief. Adoravo le sue labbra, le bramavo ogni giorno. Era così divertente prenderla in giro, ma soprattutto era facile rubarle i baci. Ormai avevo rinunciato ad essere un normale insegnante, con lei c'era qualcosa di più. Me ne stavo lentamente rendendo conto.

 

Grazie al cielo gli altri due giorni di gita passarono piuttosto nella norma. Non avevo più avuto modo di stare insieme a Bulma e la cosa mi era dispiaciuta più del previsto. Almeno però notai che anche quell'altro ragazzo non aveva più provato ad avvicinarsi a lei. Ero molto sollevato. Possibile che ero geloso? No, era impossibile!

Al ritorno ritornò tutto nella normalità. Vedevo Brief solo a scuola, ogni tanto quando incrociavamo lo sguardo lei arrossiva. Ero compiaciuto nel provarle tale reazione. Nelle mie giornate c'era sempre lei nei miei pensieri, ormai mi riempiva le giornate. Era terribile però non poterla avere. La mia casa era troppo vuota, mi mancava la gita, uscire dalla porta al mattino e incontrarla insieme a Juromao per andare a fare colazione. Quei cinque giorni avrei voluto fossero diventanti la mia quotidianità.

Un mercoledì pomeriggio come tanti pioveva a dirotto ero andato comprare due cose che mi mancavano e mentre stavo ritornando a casa mia, indovinate chi incontrai? La Brief logicamente. Era accucciata a terra intenta a raccogliere qualcosa bagnata fradicia. Mi accostai a lei riparandola con il mio ombrello. Lei tirò su i suoi grandi occhi azzurri che incontrarono i miei. Si vedeva che era stupita, glielo si leggeva in faccia.

 

  • serve una mano Brief?

 

Arrossì. Divenne tutta impacciata. Raccolse le sue cose e si alzò.

  • la ringrazio ma non mi serve niente grazie.

 

Finita la frase però stava lì ferma vicino a me. Era fradicia e non mi pareva avesse un ombrello

  • hai qualcosa con cui ripararti Brief?

Era muta. Sembrava non saper che fare.

  • se vuoi puoi venire da me e fare asciugare i tuoi vestiti. Potresti ammalarti se vai in giro così bagnata. Casa mia è laggiù, dai vieni.

 

Così dicendo le presi il polso e la avvicinai a me trascinandola. Non disse nulla e non oppose alcuna resistenza. Arrivammo da me, lei esitò sulla porta d'ingresso.

 

  • Brief tranquilla non troverai cadaveri sparsi in giro.

Adoravo prenderla in giro. Entrò, le feci mettere la giacca sul termosifone in soggiorno. Andai in camera e quando tornai era ancora in piedi vicino alla sua giacca. Non si era mossa di un centimetro.

 

  • tieni, mettiti questi, non puoi stare con i vestiti bagnati.

Le porsi una mia felpa e una tuta. Lei arrossì e strabuzzò gli occhi.

 

  • c...cosa?!

  • Vai in camera e cambiati così metto quella roba ad asciugare!

Così dicendo la strattonai e la feci andare in camera mia con in mano la roba.

 

Andai in cucina e mi misi a preparare una cioccolata calda. Dovevo essere ospitale. Il mio cuore era stranamente felice. Avevo la ragazza tanto sognata in casa. Mi sentivo come uno stupido adolescente alla prima cotta. Quella ragazza mi era davvero entrata dentro. Mentre ero immerso nei miei pensieri arrivò in cucina proprio lei. Era buffa, se di solito portava roba enorme per il suo corpo, le mie cose erano davvero esagerate per lei. Era imbarazzata e si sedette davanti a me. Le misi davanti una tazza fumante, sembrava una bambina. I suoi occhi brillavano di felicità.

 

  • grazie!

    Mi fece un sorriso che mi fece esplodere il cuore.

    Eravamo uno davanti all'altra intenti a sorseggiare la cioccolata. Era la cosa più semplice del mondo ma mi rendeva l'uomo più felice del mondo.

 

  • ha davvero una gran bella libreria. Posso vedere che li libri ha?

  • Certo. Vai pure a dare un'occhiata. Puoi darmi del tu Brief, non siamo in ambito scolastico.

 

Lei arrossì. Si alzò e andò in soggiorno nella quale avevo la mia meravigliosa libreria. Avevo veramente di tutto. Lei si illuminò prendendo vari libri. Mi sembrava sempre più una bambina nel mondo dei balocchi.

Mi avvicinai a lei.

 

  • se vuoi puoi prenderli. Così avrai una scusa per tornare qui.

Glielo sussurrai a un orecchio. La sentii sussultare. Si voltò e mi guardò imbarazzata. Eravamo davvero vicinissimi. Le presi i libri che aveva tra le mani e li posai sul divano. Presi dolcemente il suo mento con due dita e la baciai. Lei non si mosse. Il bacio da prima era dolce e casto ma poi divenne più passionale. La strinsi a me. La volevo. Lei mi mise le braccia intorno al collo. La presi in braccio continuando il bacio e la portai in camera. La posai sul letto. Non ci eravamo separati neppure un istante, le nostre labbra sembravano incollate. Le mie mani si intrufolarono sotto la maglia. Non riuscivo a staccarmi da lei non mi serviva neppure più l'ossigeno. Anche le sue dolci e piccole mani iniziarono a vagare per la mia schiena. Il suo tocco delicato mi metteva i brividi. Ci staccammo un attimo. Ci guardammo. Eravamo naso a naso. Lei era rossa in viso, io ero terribilmente agitato ed eccitato. Non avevo mai provato tutti quei sentimenti con un solo bacio. Ero sopra di lei, mi spostai vicino a lei. Era la cosa più bella del mondo averla lì con me. Vidi poi qualcosa nei suoi occhi, credo che si fosse ricordata solo ora che ero il suo professore e si alzò di scatto. Si ricompose, sfrecciò in soggiorno lasciandomi lì da solo stordito. Poi sentii la porta che si chiudeva. Mi alzai e andai nell'altra stanza. Se n'era andata. Nella fretta si era scordata la sua roba stesa, inclusa la giacca, però aveva preso i libri e anche il mio ombrello. Che ragazza assurda. Mi scappò una risata. Sarebbe sicuramente ritornata con i libri e i vestiti e quel pensiero mi rese l'uomo più felice della terra. Ero davvero fregato ormai.  



tadan :) ecco il nuovo capitolo sto cercando di aggiornare più o meno costantemente :) comunque io e i titoli non andiamo d'accordo -.- non ho mai fantasia per quei maledetti titoli :) comunque so che in questo capitolo non succede nulla di eccezionale, credo, però voglio sviluppare bene questa storia d'amore e quindi...ecco questo capitolo :D vabbè come sempre ringrazio tutti voi :) grazie grazie grazie :D vorrei soprattutto sottolineare che ho aggiornato di lunedì mattina :) mi faccio io complimenti da sola per questo XD basta la smetto con le cagate xD alla prossima ;)

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Capitolo 9
*** Che cosa siamo noi due? ***


Che cosa siamo noi due?

 

 

Non ci potevo credere! Fino a pochi minuti fa ero nel letto del mio prof! Ero fuggita non appena ero ritornata lucida. Peccato che nella fretta mi sono scordata di essere vestita con la sua roba, avevo preso solo i libri e nient'altro. Casa mia era poco distante e fortunatamente non incontrai nessuno di mia conoscenza. Come avrei potuto spiegare il fatto di essere vestita come un uomo? Arrivata a casa non salutai neppure i miei e mi rifugiai in camera mia.

 

  • Bulma cara hai preso quello che ti avevo detto? Sai volevo fare la torta preferita da tuo padre. Oggi è il nostro anniversario!

 

Merda avevo lasciato anche la spesa a casa di Sayan.

  • no mamma mi spiace il negozio era chiuso.

Gridai. Mi andai poi a lavare. Mi sentivo sporca e sbagliata. Tra tutti gli uomini di questa terra perchè dovevo infatuarmi proprio del mio professore?! Non riuscivo a resistergli. Eppure sembrava che neppure lui riuscisse a staccarsi da me. Quante volte mi aveva baciato a tradimento? Mi vennero ancora i brividi solo al pensiero. Oggi era stato diverso. Sembrava volesse qualcosa di più di un semplice bacio. Che stupida che ero! Non era un ragazzino, era ovvio che volesse andare oltre.

 

Il giorno dopo a scuola passò tutto nella norma. Era l'unico giorno della settimana in cui Sayan non era in ruolo. Era il suo giorno libero. Nello zaino avevo messo la sua roba dopo le lezioni sarei passata a portargli tutto e magari a riprendermi anche le mie cose. Casa sua era sul tragitto. Suonai. Non chiese neppure “chi è?” che mi aprì subito. Mi aspettava?! Salii ed e attesi sull'entrata.
 

  • entra Brief. Che aspetti?

Mi aspettava davvero dunque! Arrossii. Entrai un po' titubante. Trovai sul divano tutta la mia roba piegata in una borsa e anche la busta della spesa. Spuntò dalla cucina e mi guardò. Mi sorrise. Credo che sapesse benissimo che effetto mi faceva. Era proprio un bastardo! Un bastardo maledettamente affascinante! Ero imbambolata. Si avvicinò e mi diede un buffetto sulla testa.

 

  • sei arrivata prima del previsto. Ti aspettavo tra un paio di giorni. Come sempre mi sorprendi Brief!

 

Mi sentivo una bambina indifesa. Ero del tutto inerme con lui. Avevo distolto lo sguardo, guardando da un'altra parte. Lui mi mise due dita sotto il mento e mi fece voltare. Eravamo naso a naso. Possibile che ogni volta che eravamo da soli ci baciavamo sempre?! Non ci volevo più stare! Mi irritai un poco. Non volevo essere un suo giocattolo da prendere e baciare quando più gli andava. Volevo essere qualcosa di più, qualcosa di speciale!

 

  • che cosa siamo noi due? Non credo che lei abbia un rapporto così...così intimo con tutte le sue alunne! Perchè si comporta sempre così con me?!

 

Strabuzzò gli occhi. Si raddrizzò e corrucciò la fronte. Stava pensando. Era davvero bellissimo. Ormai ero su una strada senza uscita ma non mi importava più. Ritornò a guardarmi.

 

  • perchè Brief? Che cosa vorresti che fossimo noi due?

    Sorrise beffardo. Possibile che volesse sempre fregarmi?!

  • Non si risponde a una domanda con un'altra domanda! Lei dovrebbe saperlo!

Continuava a sorridere.

  • non mi interessa. Fuori da scuola non sono un professore. E poi cosa potremmo mai essere noi due eh?!

  • Perchè ogni singola volta che ci incontriamo finiamo per baciarci? Mi sono stufata! Non voglio essere un suo giocattolo!

 

Credo si stupì di quest'ultima osservazione. Si girò e si andò ad accomodarsi sul divano accendendo la televisione. Mi ignorò completamente. Mi irritai. Volevo una risposta! Mi misi davanti la televisione.

  • pretendo una risposta!

 

  • Brief mi pare ovvio che tra noi due non ci possa essere il normale rapporto tra allieva e professore. Siamo come due calamite. Se no non si spiegherebbe il fatto che tu oggi sia qui. Non si spiegherebbe perchè in gita mi hai baciato e neppure perchè ieri non mi sembrava ti dispiacesse tanto essere sotto di me, nel mio letto.

Arrossii. Mi sentivo un fuoco al posto delle mie guance. Mi andai a sedere vicino a lui. Presi tutto il coraggio che avevo in me e dissi piano, come un sospiro:

  • posso dunque pensare di avere una relazione con te?

Mi guardò. Mi parve di averlo visto arrossire ma non ne ero sicura. Sembrava quasi in imbarazzo. Rimanemmo così in silenzio per un po'. Quel silenzio mi mangiò dentro. Gli stavo aprendo il mio cuore e non avevo ancora ricevuto neppure un commento. Non sembrava volermi rispondere. Mi alzai sconsolata, presi la mia roba e mi diressi verso la porta. Quando la aprii una forza la fece subito richiudere. Sayan si era alzato ed ora aveva una mano appoggiata alla porta. Lo guardai confusa.

 

  • non sono il tipo giusto per te. Non sono sicuramente il ragazzo che vorresti al tuo fianco.

  • Magari non sarai quello giusto ma sei l'unico che voglio.

     

Arrossii nel dire quella frase. Non ero davvero io a parlare! Lui mi mise una mano alla nuca e mi baciò. Credo fosse esattamente la risposta che cercavo. Mi prese in braccio come aveva fatto il giorno prima. Continuammo a baciarci e mi posò sul suo letto. Lui era di nuovo sopra di me. Non mi interessava niente ero troppo presa da lui. Quando si staccò mi mancò l'aria. Si mise al mio fianco e mi girai a guardarlo. Non scappai questa volta. Ero la fidanzata del mio professore di letteratura e storia, ed ero la persona più felice di questa terra. Mi ero ormai addentrata in quello strano tunnel chiamato amore. Le farfalle nello stomaco e gli occhi a forma di cuoricino non erano esattamente per me. Preferivo di gran lunga delle meravigliose lasagne magari da dividere con Vegeta. Sì era questa la mia visione dell'amore! 



******
tadannnnnnn :) ecco il nuovo capitolo si ok è un  po' breve e vi chiedo scusa per questo, però serviva :) mi sta piacendo davvero tanto sviluppare questa storia d'amore :) però non voglio una di quelle storie zuccherose che ti fanno venire il diabete solo leggendole, o nella quale l'amore risolve tutto o cose strane varie :) spero di riuscire nel mio intento :) comunque volevo, come sempre ringraziarvi tutti per continuare a leggere la mia pazzia :) grazie di cuore davvero :) <3 come sempre i consigli sono sempre ben accetti :) ci sentiamo alla prossima baby :D ;)

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Capitolo 10
*** Grazie per essermi vicina ***


Grazie per essermi vicina

 

Non mi ero mai fidanzato, non avevo mai incontrato una ragazza abbastanza interessante da prendermi. Ora invece, per qualche assurdo scherzo del destino, la ragazza in questione era proprio una mia studentessa. Non si finisce mai di imparare! Non ero esattamente il genere di ragazzo che i genitori mandano insieme alle proprie figlie. Eppure avevo sempre avuto successo con le donne. Bulma però era diversa. Credo che avrei continuato a prenderla in giro. Era la cosa che mi divertiva di più. Da professore poi non avrei mai potuto fare preferenze. Avevo sempre disprezzato chi lo faceva. Dunque anche se fuori eravamo qualcosa di più, nell'istituto saremmo stati normalissimi prof e allieva. Glielo feci notare. Mi guardò quasi stizzita.

 

  • mi pare ovvio! E poi io vado benissimo a scuola non servirebbe neppure un trattamento di favore! Ho tutte A!

 

Era vero era la migliore alunna dell'intera scuola! Anch'io ero bravo però passavo giornate intere a studiare! Lei invece era li con me. Pensare che tra tre giorni avrebbe avuto il mio compito in classe di storia. Se lo ricordava? Non ci avrei pensato di certo io a farglielo presente. Se era brava come diceva se lo sarebbe ricordato da sola. Sorrisi immaginando la sua faccia nel caso avesse preso un brutto voto.

 

  • come mai sorridi? Pensato qualcosa di bello?

Mi guardò curiosa. Eravamo seduti a bordo del letto. Mi sdraiai e lei fece lo stesso vicino a me.

  • può darsi di sì, Brief!

Dissi prendendo un cuscino e tirandoglielo in faccia. Ero tornato un adolescente. Ma cavolo com'ero felice! Iniziai a ridere senza riuscire a fermarmi. Stavo ridendo di gusto senza un motivo logico. Mi sentivo uno stupido ragazzino. Grazie al cielo il periodo della pubertà e dei brufoli non potevo più riviverlo.

 

Lei si tolse il cuscino dalla faccia, si alzò e me lo tirò contro. Assunse la posa più arrabbiata che sapeva fare mettendosi le mani sui fianchi e mi guardò di sbieco.

 

  • sei impazzito? Perchè ridi? E poi la smetti di chiamarmi Brief! Ho anche un nome!

 

Riuscii a smettere di ridere e mi ricomposi un attimo. Era pazzesco come riuscissi ad essere me stesso con lei. La presi per un braccio e la tirai sul letto. Mi posizionai sopra di lei bloccandole i polsi. Lei arrossì. Era così facile intrappolarla.

  • mi devo abituare, da quanto sei la mia ragazza? 5 minuti? Per adesso accontentati di Brief, magari tra un po' di tempo riuscirò a chiamarti Bulma. Io non mi dimentico i nomi!

 

Le avevo appena tirato una frecciatina. Lei mi guardò stupita, aprì la bocca per replicare ma la mia lingua fu più veloce e andò a incontrarsi con la sua. Sembrava troppo tempo che non si incontravano. Mi staccai dopo aver assaporato abbastanza le sue dolcissime labbra. Ero eccitato dunque mi alzai. Dovevo un attimo far di nuovo fluire il sangue in tutto il resto del corpo. Andai in soggiorno e mi misi a guardare la televisione, dovevo momentaneamente distrarmi. È vero aveva diciott'anni e quindi immagino sapesse benissimo cosa fosse il sesso e tutto il resto, però non volevo correre. Fosse stato per me e i miei istinti primordiali l'avrei già posseduta da tempo. Però lei non sembrava neppure pensarci. Comunque avrei dovuto aspettare, ero entrato seriamente nella sua vita solo 10 minuti fa?! Diciamo che non ci volevo entrare anche in altri modi, per ora. Il tempo avrebbe reso il tutto più speciale, ne ero certo.

 

Sotto certi punti di vista sembrava già matura, ma sotto altri era ancora una bambina ingenua. Ero certo che non aveva mai fatto nulla. In gita mi aveva esplicitamente detto che mi aveva donato il suo primo bacio. Sì aveva usato proprio questi termini. Quindi significava che prima del mio arrivo lei non aveva mai avuto nessun altro. Se contiamo che avevo evitato il bacio con quel altro idiota, credo che io fossi la sua unica esperienza in fatto di “amore”. Non so perchè ma questo pensiero mi rese ancora più felice di quanto già non fossi.

Mi raggiunse sul divano. Interrompendo i miei meravigliosi pensieri. Non disse niente si accoccolò semplicemente sulla mia spalla e facendo zapping trovammo un film appena iniziato. Lo guardammo. Era una commedia d'amore smielato. Che culo, non vedevo proprio l'ora. Insieme ne facemmo la parodia. Se qualcuno ci avesse visti ci avrebbe scambiato per due idioti, come dargli torto? Non so chi sparò più cagate tra me e lei. Eravamo sulla stesso livello secondo me. Quell'ora e mezza passò in fretta e Bulma dovette andar via.

 

  • domani dopo scuola, se ti và, possiamo mangiare insieme qui. Io sarò già qui intanto, esco a mezzogiorno.

Lei mi sorrise e annuì. Mi diede un veloce bacio a stampo e scappò giù dalle scale. Credo che non mi sarei mai annoiato con una persona così. Sarebbe potuta essere la mia piccola quotidianità.

 

Dopo cena mi sdraiai sul letto c'era ancora il suo profumo. Guardando il comodino vidi una cosa della quale mi ero scordato. Dal ritorno dalla gita non avevo ancora portato il mio piccolo souvenir a Table. Non so proprio come me n'ero potuto dimenticare. Mi diedi dell'imbecille! Mi ero scordato della persona più importante della mia vita. Stavo cambiando per colpa o grazie a Bulma. Il mio cuore stava rimarginando quella ferita che aveva sanguinato per troppo tempo ormai. La stavo facendo cicatrizzare. Presi una decisione: sarei andato da Table il giorno dopo, magari con Brief. Era la mia ragazza ormai, avrebbe dovuto sapere.

 

Erano le 13.15 quando il campanello suonò. Arrivò Bulma che si mise a raccontarmi tutta la sua mattinata. Fui poi costretto a raccontare la mia. Non che ci fosse nulla di interessante da raccontare però lo feci comunque.

 

  • oggi ti devo portare in un posto. Devi conoscere la persona più importante della mia vita. Dato che ne vuoi far parte anche te mi sembra giusto.

 

Mi guardò perplessa, con la bocca semi aperta e la forchetta che era a mezz'aria. Divenne improvvisamente gelosa, credo. Mi iniziò a fare i musi e a non parlarmi più.

 

  • è mio fratello.

    Aggiunsi, così toglievo ogni dubbio di essere frainteso. La vidi rilassarsi infatti. Mi fece un sorriso.

  • Potevi dirlo subito! Hai un fratello? Quanti anni ha? Come si chiama? Perchè non vivete insieme?

 

Ho sempre pensato che la curiosità è donna. Ma quando mi fece quelle domande una morsa mi strinse il cuore. Non ne avevo mai parlato con nessuno. Un vento freddo, gelido mi entrò dentro. Non avevo più appetito. Quella ferita sanguinava ancora, non credo sarebbero bastati mille anni per cicatrizzarla. Non riuscii proprio a risponderle. Le parole mi morirono in bocca. Non mi ero mai sentito così...fragile. Ero un uomo, non potevo essere così debole. Sparecchiai in silenzio. Anche lei aveva capito che qualcosa non andava. Non parlò più quando mi misi io la giacca, la indossò anche lei. Partimmo. Presi la macchina dal garage condominiale. Era fuori città il cimitero. Nessuna macchina, era vuoto, meglio così. Scesi e lei mi seguì, avevo fatta quella strada così tante volte che l'avrei potuta fare anche a occhi chiusi. Arrivammo. Era una lapide piccola e bianca. Pura, come Table, come ogni bambino è. Al di sotto di essa c'era una vastità di giocatoli messi perfettamente in ordine. Davano colore a tutto il resto. Mi accucciai e appoggiai la piccola pallina con la neve che avevo preso a Satan City.

 

  • è mio fratello Table.

Lo dissi in un sussurro. La voce voleva uscire. Era da troppo tempo che non venivo a trovarlo. Non volevo che pensasse che l'avevo dimenticato. Non avrei mai potuto. Bulma era dietro di me. Non disse nulla. Alla fine dei conti cosa mi avrebbe mai potuto dire?

 

  • so che dovrei dire era..ma è davvero difficile..aveva sei anni...

Dovevo davvero sforzarmi per parlare, anche solo per far uscire una parola. Era una lotta con me stesso. Bulma mi abbracciò da dietro. Mi strinse forte a sé.

  • shh..non c'è bisogno che mi spieghi nulla. Lo farai quando te la sentirai. Stai tranquillo.

 

Fu un sussurro la sua voce, ma lo percepii chiaramente. Il mio cuore si calmò un poco, la morsa allentò la presa e il vento gelido divenne mano a mano più tiepido. Restai ancora un po' lì con Table mentre le braccia della mia ragazza mi stringevano in modo rassicurante. Ogni volta che tornavo da lui, ridiventavo il ragazzino, poco più che bambino che era con lui quel fatale giorno. Agli inizi venivo a trovarlo ogni giorno, mi sedevo davanti alla sua lapide e studiavo. Ripetevo anche la lezione ad alta voce, ero convinto potesse ascoltarla e se la dicevo bene sarebbe stato fiero di me. Sospirai, strinsi la mano di Bulma. In cuor mio la ringraziai per essermi accanto, ma soprattutto perchè non disse quelle stupide cose banali che mi ero sentito dire dagli altri miei parenti.
 

Il viaggio di ritorno fu un silenzio totale. Ritornammo a casa mia. Mi sdraiai sul letto distrutto. Bulma mi raggiunse subito e si coricò accanto a me. Mi abbracciò e iniziò ad accarezzarmi i capelli. Quella era la nostra intimità, altro che porno scopate o altre cagate. Non c'era nulla di più intimo di quell'attimo. Ero stanco e chiusi gli occhi e mi appisolai.

Mi svegliai dopo un paio di ore, di Bulma non c'era più traccia. Notai però vicino a me un bigliettino. Me l'aveva lasciato lei “ devo andare, scusami se non ci sarò al tuo risveglio. Mi hai fatto piacere che hai condiviso con me certe cose. Ci vediamo domani ” c'era una specie di scarabocchio in fondo..era un cuore?! Sembrava una mela. Quel poco riposo mi aveva giovato. Mi ero ripreso finalmente. Non mi ero sbagliato, comunque, in certe cose era davvero una ragazza matura.





tadannnn :) finalmente un nuovo capitolo :) credo seriamente di essere in ritardo anche non ho un giorno in cui aggiorno xD quindi nel dubbio scusate il ritardo :) e spero cche sia valsa la pena attendere :) spero seriamente di aver trasmesso la tristezza di Vegeta, non per cattiveria logicamente :) non capitemi male :) però se fosse così sarei riuscita nel mio intento di farvi entrare nella mia pazza storia :) volevo comunque ringraziare tutttttttiiiiiiiii <3 grazie grazie grazie :) per continuarmi a seguire o per iniziare a seguirmi :) bhe spero che vi piaccia :) e ci sentiamo alla prossima Baby ;) :D

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Capitolo 11
*** Mio amato ed odiato Vegeta ***


Mio amato ed odiato Vegeta

 

 

Ero stata davvero felice quando Vegeta mi aveva detto che mi avrebbe presentato suo fratello. Solo che appena ho notato che siamo andati al cimitero era stata tutt'altra cosa. Arrivata davanti alla sua tomba mi si era gelato il cuore. La foto rappresentava un bambino! Vegeta si era bloccato, non riusciva a parlare, non c'erano parole per certe cose, lo sapevo perfettamente e qualunque frase avessi detto sarebbe stata inadatta. Decisi dunque di abbracciarlo, per fargli capire che io ero lì e che ci sarei stata sempre. L'avevo sentito rilassarsi un poco.

Era davvero distrutto, poverino, gli avevo lasciato un biglietto ed ero scappata a casa. Sì i miei genitori mi davano tutte le libertà del mondo ma non volevo approfittarne. Mi rilassai un po' facendo la doccia e leggendo. Era sicuramente molto legato a suo fratello. Probabilmente non ne aveva mai parlato, ma quando sarebbe stato pronto lo avrei ascoltato. In quel momento i ruoli si erano invertiti lui era il piccolo della situazione ed io l'adulta.

Mi addormentai presto distrutta dalle troppe emozioni della giornata.

 

Il giorno dopo passò tranquillamente. Vegeta, grazie al cielo, era tornato il solito. Passai tutto il pomeriggio da lui. Scherzando e prendendoci in giro. Avevo optato per guardare un film d'azione, così non avrebbe pensato a nulla. Sia mai che la tensione tornasse! Come sempre, finivo in qualche modo nel suo letto a baciarci. Non capivo mai come capitasse.

 

  • non hai nulla da fare oggi Brief?

  • Mmm.. perchè me lo chiedi? Non mi pare.

  • Il fatto che adesso tu sei la mia “fidanzata” non significa che devi passare ogni giorno con me. Non avevi una vita prima? Giuro che non morirò se non ti vedo un giorno.

 

Scoppiò a ridere. Aveva mimato le virgolette alla parola fidanzata. Mi irritai. Ero assolutamente la sua fidanzata! Non tra quelle stupide virgolette!

  • simpatico. Vedremo se non morirai! E vedrai che ti mancherò.

 

Così dicendo gli feci la linguaccia e mi alzai dal letto. Lui mi guardò confuso o stordito non so bene. Presi la giacca e me ne andai senza neppure salutare. Al diavolo lui e chi l'aveva inventato. Me ne andai a casa. Finii tutti i libri che mi aveva prestato. Andai poi a lavorare in quel buco orribile e poi la mia giornata finì. Non mi aveva neppure scritto un messaggio. Poi mi sorse spontanea una domanda..ma glielo avevo dato il mio numero? Guardai tutta la mia rubrica ma di Vegeta Sayan o prof di lettere non c'era l'ombra. Ero proprio scema!

Il giorno dopo alla prima ora avrei avuto proprio il mio “fidanzato” per ben due ore. Ero già seduta quando arrivò Chichi, sembrava in ansia.

 

  • cosa ti succede?

  • Ma come Bulma non sei in ansia? Per la verifica intendo.

  • V..Verifica? Che verifica?

  • Quella su tutto il programma di storia.

 

Merda! Mi ero scordata di studiare! Anzi, erano giorni che non avevo toccato un libro e a scuola ero più disattenta troppo presa da Vegeta. Mi diedi dell'idiota! Ecco cosa intendeva se non avevo niente da fare, non poteva ricordarmelo?! Quando presi il libro per ripassare ecco che era arrivato il tanto temuto prof. Ci fece separare e ci diede la verifica. La mia memoria non mi aveva mai abbandonato, ma nel vedere tutte quelle date e quei nomi il cervello andò in tilt. Non mi sarei fatta abbassare la media. Mi sforzai per tutta l'ora e mezza che ci consentì per la verifica. Feci quello che potevo.

Ci lasciò poi l'ultima mezz'ora pe rilassarci un po' mentre correggeva le verifiche. Arrivò poi un tipo, che non avevo mai visto, dicendoci che le quinte dovevano organizzarsi perchè avremmo dovuto mettere in scena una recita di fine anno. Ci sarebbe stata a metà maggio. Nell'intervallo chi voleva doveva passare nell'aula video per iscriversi a questa “meravigliosa” iniziativa. Era l'ultima cosa che volevo recitare di fronte a vai a sapere quanta gente. Chichi sembrava entusiasta. Mi guardò con aria sognante.

 

  • ti pregoooooo partecipiamo?!

  • Sei impazzita?! Vuoi davvero partecipare?!

  • - dai sarà divertente. E poi sarà qualcosa in più che abbiamo fatto insieme.

 

Mi guardava implorando. Acconsentii. Lei mi abbracciò. Cosa si faceva per far felice un'amica?! Negli ultimi cinque minuti Sayan ci consegnò il compito. Avevo preso C. La mia vita, la mia futura carriera, tutto mi stava crollando sotto i piedi. Io che non avevo mai preso sotto la A, prendere una C era peggio della morte! Mi ero rovinata tutta la mia meravigliosa media! Mi misi in un angolino, a fare cerchi per terra. Il mondo era tutto nero e viola per me ormai. Non volevo più vivere! Ok stavo facendo la melodrammatica. Dovevo smetterla! Vegeta mi guardò con un sorriso. Credo che una morte ci sarebbe stata quel pomeriggio, ma non era la mia.

Mi ripresi il giusto per accompagnare Chichi in quella maledetta aula video. Una volta segnate il nostro nome ci dissero che l'indomani avremmo saputo la recita che avremmo fatto, dovevano vedere quanta gente c'era.

Appena uscita da scuola, mi diressi a casa di Vegeta. L'avrei strangolato. Mi attaccai al citofono. Premendo ininterrottamente. Mi rispose un vecchio bestemmiando. Merda avevo pure sbagliato numero. Ma ne facevo una giusta? Mi aprì comunque. Una volta arrivata davanti alla sua porta, c'era la targhetta con su scritto Sayan, mi attaccai al campanello. Mi venne ad aprire quasi subito.

 

  • che diavolo fai?

  • È la mia vendetta!! Devi pagarla per avermi dato un'insulsa C! Ti odio!

 

Mi prese il braccio per staccarmi dal campanello. Mi portò in casa, chiuse la porta e mi sbatté contro di essa. Mi mise le mani all'altezza del viso da entrambi i lati.

 

  • il fatto che hai preso un brutto voto non andrà ad incidere sulla media finale se è questo che ti turba. Però non darmi la colpa, lo studio sei stata tu a tralasciarlo. Ti meritavi quel voto, anche se stiamo insieme, come ti ho già detto, non avrai preferenze! Se questa relazione intralcia il tuo andamento scolastico, la chiudiamo qui ed ora.

 

Era serio. Le pensava davvero quelle cose?! Non riuscii a reggere lo sguardo e neppure a dire una parola. Ci fu un silenzio di tomba. Dopo poco lui sospirò, alzò il mio viso e mi baciò. In cuor mio desideravo quel contatto, quelle labbra.

 

  • Brief non so cosa mi hai fatto, mi hai stregato, non so se riuscirei mai a staccarmi da te. Il fatto che sia il tuo professore fuori da scuola non conta, devi gestirti le verifiche e simili da sola. Ora vai a casa che magari, se tra un paio di giorni mi chiedi di recuperare accetterò volentieri una tua interrogazione.

 

Così detto mi baciò sulla fronte. Ogni suo gesto dolce mi faceva sciogliere e dimenticare tutto il resto. Sospirai.

 

  • posso stare ancora un po' qui, con te?

Mi sentivo una bambina. Lui annuì e mi sorrise, contraccambiai anch'io. Mi ero del tutto calmata e anche dimenticata del motivo della mia rabbia di prima. Mi accoccolai a lui sul divano.

 

  • sai io e Chichi parteciperemo alla recita. Mi ha convito lei.

  • Mi divertirò a vederti addobbata in modo ridicolo. Sarò in prima fila!

 

Scoppiò a ridere. Ed io gli feci una linguaccia.

  • vedrai sarò la migliore, e sarai fiero di me. Comunque non è che mi daresti il tuo numero di telefono? Così magari possiamo sentirci anche per messaggio.

Lui sorrise. Ci scambiammo i contatti. Dopo un'oretta andai a casa per ripassare. Mi vibrò il cellulare. “ niente messaggi mielosi”. Scoppiai a ridere come una pazza.   







Tadannnnnnn :D eccomi tornata :) speravo di aggiornare un po' prima ed invece mi ero data alla lettura di "il mio cuore cattivo" di wulf dorn :) consigliatissimo se volevte il mio parere :) comunque parlando d'altro è un capitolo un po' inutile credo però diciamo che è un'introduzione alla recita che credo avverrà già nel prossimo capitolo :) non lo so :) comunque questa storia finalmente è agli sgoccioli :) non so quanti capitoli usciranno fuori :) se contate che ero partita con l'idea di fare una storia di 2/3 capitoli xD comunque in teoria non dovrebbero essercene ancora molti :) in pratica si vedrà :) come sempre ringrazio tutttttttiiiii voii che leggete, commentate ecc ecc ecc :) grazie grazie grazie :) spero di non deludere aspettative varie :) ci sentiamo alla prossima :D

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Capitolo 12
*** Io ti amo ***


Io ti amo

 

Quella sera dovetti ripassare diverse materie dato che la mia testa prima era occupata da tutt'altri pensieri. Non ero più la studente modello che ascoltava sempre le lezioni e che prendeva appunti. Ero diventata una sciocca ragazzina innamorata. Troppo presa da quell'amore per vedere altro. Non avevo i classici prosciutti davanti agli occhi, avevo proprio un maiale intero!! Dovevo riprendermi da quell'amore appiccicoso e rivedere le mie priorità. Dovevo andare all'università! La migliore oltretutto! Come aveva detto Vegeta, me la dovevo gestire da sola. Non dovevo vederlo come fidanzato-professore, ma come due persone diverse. Però credo che da fidanzato mi avrebbe sicuramente aiutato se glielo avessi chiesto. Magari una mano per la tesina dell'esame di fine anno me la sarei potuta far dare, dovevo sfruttare le opportunità che avevo dopotutto!

 

Il giorno dopo andai a scuola sentendomi la solita secchiona. Ero preparata per qualsiasi interrogazione o possibile verifica a sorpresa. A fine lezioni, andammo in aula video, dovevano dirci cos'avremmo dovuto recitare. Non so cos'era passato nell'anticamera del cervello di quelli che avevano avuto questa “fantastica” idea, però la recita era ricaduta su una fiaba, più precisamente “Alice nel paese delle meraviglie”. Chi diavolo aveva pensato a quella cagata?! Ok era una cosa che facevamo in più e i professori non ci avrebbero seguito però, cavolo! Fatto stà che io e Chichi eravamo due carte. Più precisamente avremmo dovuto dipingere le rose di rosso. Avevo lo stesso entusiasmo che avrebbe una volpe nel diventare una pelliccia!! Da quello che compresi Alice l'avrebbe fatta una ragazza dell'altra quinta che si chiama C-qualcosa-18..non ricordo bene. Il fante di cuori, per mia grande fortuna lo fecero fare a Yamco. Che bello, partecipava anche lui alla recita! Il mio entusiasmo cresceva ogni momento di più. Credo che pure quella possibile volpe avrebbe avuto compassione di me. Le parti più belle come lo stregatto o il coniglio bisestrale erano state date a due idioti della mia classe.

I due tipi che avevano organizzato tutto erano dell'altra quinta, uno si chiamava C-qualcosa-17 e l'altro Crilin. Ero quasi sicura che avessero qualche legame con 18o come diavolo si chiamava.

In breve ci dissero che i costumi ce li saremmo dovuti far da soli, e con dei turni, decisi poi più tardi, avremmo dovuto costruire gli sfondi e colorarli. Tutti noi, almeno un pomeriggio a settimana. Il mio entusiasmo era al massimo.

Io e Chichi ci misero nel turno insieme (almeno quello!) e con noi c'era anche Yamco e un tipo di nome Rif, che aveva la parte del bianconiglio.

 

  • spero sarai felice di fare una stupida carta.

  • Dai Bulma. Staremo insieme. Ci divertiremo vedrai. Dobbiamo pensare a come farci il costume. Lo facciamo insieme? Magari vieni da me e buttiamo giù due idee.

 

Sbuffai e poi dissi un sì, non senza brontolare però. Scrissi un messaggio a Vegeta, “la recita sarà Alice nel paese delle meraviglie, indovina un po'? Faremo due carte io e Chichi, vado da lei perchè dobbiamo pensare a come fare il costume, ci sentiamo più tardi”. Dopo pochi minuti mi vibrò la tasca, “ mi farò un gran ridere, non le ho mai guardate le recite, ora ho un motivo! Sarò in prima fila per gustarmi bene la scena!” Era odioso! Decisi di non rispondergli più.

Andammo a casa di Chichi e disegnammo uno schizzo di un possibile vestito. Dopodiché facemmo una lista dei materiali da prendere. Rimasi con lei ancora un po', prendendo in giro ognuno dei nostri “compagni di recita”. Alle 17 decisi che era giunto il momento di andare a casa. Passai però prima da Vegeta. Mi accolse senza neppure un saluto ma solo ridendomi in faccia.

 

  • hai mangiato pane e simpatia a pranzo?

 

Glielo dissi con il dente avvelenato. Se avessi morso qualcuno l'avrei ucciso sicuramente. Smise di ridere. Mi abbracciò cullandomi un po'.

 

  • oh suvvia come siamo suscettibili. Sarai sicuramente la carta più carina che ci sia mai stata nella storia di tutti i mazzi.

 

Era odioso, però in un modo amabile. Sarei potuta stare tutta la vita tra le sue braccia così, anche se mi prendeva in giro. Mi diede un bacio sulla testa, così tirai su il viso e mi baciò anche sulle labbra. Mi era mancato. Non rimasi molto con lui. Dovevo ritornare a casa.

Dopo qualche giorno recuperai quella maledetta C con una A. ero tornata la studentessa modello. Passai vari giorni in compagnia di Chichi, però sapevo dosare bene il mio tempo anche per stare un po' con Vegeta, con i miei genitori e poi anche ai libri, soprattutto di scuola.

 

  • Bulma, ma te e il professore Sayan quanto vi siete spinti oltre?

 

Quella domanda mi colse impreparata. Stavo facendo i compiti per la settimana successiva e la matita mi partì facendo una riga enorme sul libro.

 

  • cosa intendi Chichi?

  • Bhe, se oltre ai baci avete mai fatto altro...

 

Arrossimmo entrambe. Era la prima volta che affrontavamo quel tipo di argomento.

  • ecco sinceramente non ci ho mai pensato..e Vegeta non ha mai tirato fuori l'argomento.

  • È strano però non credi? Non ne so molto però gli uomini in genere non hanno spesso quel pensiero in testa? Almeno se vedi i nostri compagni spesso fanno battute con doppio senso.

 

Quello che stava dicendo Chichi non era una cavolata. Spesso ci eravamo ritrovati nel letto, lui mi aveva messo le mani sotto la maglia ma toccandomi solo la schiena. E se non fosse stato attratto da me?! Oppure se mi riteneva troppo piccola per certe cose?! Era tutto possibile. I dubbi si infiltrarono nel mio cuore. Non ricevendo alcuna risposta, Chichi pensò probabilmente che era giusto consolarmi.

 

  • ma tranquilla. Lui è adulto e magari sa resistere a certi impulsi. Se può esistere il sesso senza amore, perchè non può esistere il contrario?!

  • Non saprei.

 

Ero piuttosto sconsolata, però dovevo davvero proporgli questi miei dubbi. Il dialogo è alla base di ogni rapporto infatti. Mi diressi a casa sua. Ero imbarazzata, il mio disagio aumentò drasticamente quando me lo ritrovai davanti.

  • d...devo parlarti.

 

Lui mi guardò confuso. Io mi sedetti sul divano e lui fece lo stesso mettendosi accanto a me. Presi un profondo respiro, lo guardi dritto negli occhi e dissi:

 

  • sei attratto da me?

 

Lui alzò un sopracciglio.

  • cosa significa?

  • Ecco..oggi Chichi mi ha chiesto se noi ci siamo mai spinti oltre al bacio capisci? E allora ho pensato che tu magari non sei attratto da me o mi reputi troppo piccola non so. Dimmelo tu.

 

Non ero più riuscita a guardarlo. Avevo detto tutto fissando le mie mani che si stavano massacrando tra di loro. Lui mi alzò il viso e mi diede un bacio in fronte.

 

  • ora trovami un uomo talmente idiota che si fidanza con una ragazza che non lo attrae! Semplicemente non voglio che ti senti in dovere di fare una cosa che non vuoi fare. Deve essere un momento speciale fatto con una persona che per te è importante.

  • Ma tu per me lo sei.

 

Arrossii dicendo quella frase. Mi stavo sentendo una bambina.

  • lo so ma resta il fatto che non sei ancora pronta e quindi non c'è alcuna fretta.

 

Era davvero maturo. Probabilmente era anche per quello che mi ero innamorata di lui. Ero abbastanza contenta della risposta così mi accoccolai al suo fianco. Mi promisi però che sarei stata pronta. Se volevo fare l'amore con qualcuno, quel qualcuno doveva essere proprio Vegeta.

 

Fui sul punto di appisolarmi da quanto ero beata tra le sue braccia, purtroppo mi chiamò proprio quando stavo per crollare.

 

  • ehi bella addormentata su svegliati. Ah no in effetti tu sei solo una carta..ma devi comunque svegliarti.

  • Lo sai che sei odioso?!

    Avevo la voce impastata dal sonno. Mi diede un buffetto sulla testa poi si alzò facendomi accasciare sul suo divano. Ormai ero sveglia purtroppo. Mi alzai. Lo salutai con un bacio e me ne andai a casa. Avevo un bel po' di cose da fare. Avevo lasciato finalmente il lavoro in quel buco di locale. Era stato mio padre a consigliarmelo, dicevo che era meglio riposarsi un po' di più, perchè poi sarei stata stressata sotto gli esami. Dunque alla sera mi dedicavo principalmente a mettere apposto gli appunti di ogni materia.

 

Aprile ormai era giunto. La mia relazione andava a gonfie vele però mi dispiace il fatto di non aver mai presentato Vegeta ai miei genitori. Il motivo era ovvio, però da un certo punto di vista mi dispiaceva. Voglio dire lui non era mai stato a casa mia mentre io da lui ci andavo non tutti i giorni ma quasi. Più e più volte avevamo messo apposto quella povera casa. Gli avevo regalato diverse cose per decorarla un po'. Un giorno gli avevo proposto di fare una foto insieme e dopo averlo più o meno supplicato, ero riuscita a convincerlo. Quella poi, l'avevo portata a stampare e poi avevo fatto un bellissimo quadretto che avevo appeso all'entrata. Io sorridevo e lui era serio però mi teneva la mano. Ci rispecchiava molto. Anch'io ne avevo una copia infatti. Mi piaceva tantissimo.

 

Un pomeriggio io e Chichi c'eravamo dovute fermare a scuola purtroppo. Dovevamo colorare gli sfondi della nostra “fantastica” recita. Dovevamo finire la casa nella quale Alice diventa enorme e logicamente avevamo finito il rosso per le tegole. Andai allora a prendere la vernice.

 

  • ti serve forse una mano?

 

Merda, Yamco mi aveva seguita, ma cosa cavolo voleva ancora da me?!

 

  • no tranquillo direi che ce la faccio perfettamente da sola grazie lo stesso!

  • Su dai non fare la preziosa.

 

Mi si avvicinò pericolosamente. Gli dissi di lasciarmi stare ma lui di tutta risposta mi diede una spinta e mi fece volare per terra tra i vari cartelloni e colori.

 

  • dai Bulma, perchè mi rifiuti sempre? Mi pare di essere stato dolce in gita con te. Se non fosse arrivato quel nonnetto a interromperci ti saresti divertita anche te. Fidati.

 

Si lecco le labbra e mi fece l'occhiolino. Aveva intenzione di...non ci potevo credere. Stavo per urlare ma mi fu addosso e mi tappò la bocca. Ero disperata. Cos'avrei mai potuto fare. Ero troppo più forte di me per difendermi. Provai a scalciare ma il suo peso me lo impediva. Vegeta stavolta non mi avrebbe salvato, speravo però in Chichi, lei si sarebbe accorta che mancavo da troppo tempo. Pregai che arrivasse in tempo. Yamco mi baciò il collo, odiavo quel contatto. Lo odiavo, non doveva finire così. Volevo piangere, se solo fosse servito a qualcosa però..chiusi gli occhi volevo estraniarmi da tutto quello.

Non so bene cosa accadde. So solo che non sentii più un peso sul mio corpo. Quando riaprii gli occhi c'era qualcuno che lo teneva sollevato per il colletto contro il muro. La mia vista si appannò quando udii la voce di Vegeta.

 

  • non so cosa pensavi di fare o dove credevi di essere, ma posso garantirti che ti spedisco al collegio in men che non si dica se ti becco di nuovo a fare certe cose. Sono stato chiaro

  • lei non si può permett..

  • sono stato chiaro?!

 

Potevo solo immaginarmi lo sguardo truce di Vegeta. Yamco non parlò più. Sentii dei passi andare via. Mi aveva di nuovo salvato. Io piansi. Non riuscivo più a trattenere le lacrime. Vegeta si avvicinò a me, che ero ancora per terra. Mi abbracciò e mi cullò.

 

  • shh..ora va tutto bene. Stai tranquilla. Non è successo niente dai...

 

Mi calmai un poco. Almeno non singhiozzavo più.

 

  • scrivi un messaggio a Juromao. Ti porto a casa.

 

Mi prese in braccio, manco fossi una piuma e mi portò fino dalla macchina e poi andammo a casa sua. Una volta arrivati scrissi a Chichi “domani ti spiego. Vado a casa con Vegeta”. Lui mi fece un tè caldo. Mi calmai completamente. Non avevo più parlato e finalmente la voce mi ritornò.

 

  • grazie per avermi salvato.

  • Non c'è bisogno che mi ringrazi. Quel maledetto se non fosse un lurido figlio di papà vedi come glieli faccio vedere io certi giochetti.

 

Era nervoso. Era romantico a suo modo. Andai da lui e lo baciai. Era un bacio passionale, pieno della voglia che avevo di lui. Ero pronta. Ok avevo appena rischiato uno stupro diciamo ed era proprio per quello che volevo donarmi a lui. Volevo che fosse il primo in assoluto. Se non fosse arrivato in tempo non avrei potuto avere il mio momento speciale con una persona speciale. Gli feci capire i miei pensieri andando ad accarezzargli i muscoli. Lui mi prese la mano fermandomi.

 

  • Bulma ma che fai?

 

Sorrisi. Era la prima volta che mi chiamava per nome.

  • Vegeta..sono pronta..voglio far l'amore con te..non voglio aspettare un momento di più.

Glielo avevo sussurrato. Lui strabuzzò gli occhi.

  • sei sicura? Potresti pentirtene.

Gli misi un dito sulla bocca per zittirlo. Mi avvicinai di nuovo al suo orecchio.

  • Vegeta, non me ne pentirò. Sei l'unico che voglio..perchè..io ti amo.

 

Le ultime tre parole erano state molto meno di un sussurro, eppure lui aveva sentito perfettamente, come se gliel'avessi gridato. Mi baciò di risposta. Mi prese in braccio e mi portò nella sua camera. Io ero impacciata, non sapevo che fare. Mi lasciai guidare da lui che mi spogliò con calma. Soffermandosi a baciare tutto il mio corpo. Io impacciata non riuscii neppure a sbottonare un bottone della camicia. Fece tutto da solo. Rimanemmo per un lasso di tempo lunghissimo a baciarci solo in biancheria. Magari si aspettava che cambiassi idea, ma non era così. Anzi tutto il mio corpo lo desiderava, vibrava ad ogni suo bacio. Mi spogliai anche degli ultimi pezzi che ormai erano inutili. Lui arrossì, era strano eppure sembrava leggermente impacciato anche lui.

 

  • per te non è la prima volta, perchè sei arrossito?

  • Bhe in un certo senso lo è. Perchè è la prima volta che faccio davvero l'amore. Sei sempre sicura?

 

Annuii, si liberò anche lui dell'ultimo indumento e si posizionò sopra di me. Fu delicato, non voleva farmi troppo male. Un dolore lancinante mi travolse nell'immediato, però dopo poco mi abituai e provai piacere. Un piacere immenso soprattutto nell'unirmi alla persona che più amavo




tadannnn :D eccomi con quello che è il penultimo capitolo :) mi dispiace ma il prossimo dovrete salutare tutti :) è un po' più lungo degli altri proprio perchè non volevo fare un capitolo inutile nella quale non succedeva nulla e quindi ci ho messo varie cose diciamo :) dovrei mettere le virgolette xD comunque ok Bulma carta mi ispirava all'inizio ero disperata per questa recita e non sapevo proprio cosa far fare e poi la mia migliore amica mi ha consigliato Alice nel pese delle mervaglie :) vabbè dai XD rif bianconiglio mi sembrava azzeccatissimo comunque  xD spero vi sia piaciuto :) ringrazio tutti voi che leggete, commentate ecc...grazie grazie di cuore :D ci sentiamo appena sarà pronto l'ultimo capitolo :D

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


 

eccovi all'epilogo, spero vi piaccia, vi auguro buona lettura :) dite ciao ciao a questa mia versione di Bulma e Vegeta :)

Epilogo

 

 

Mi svegliai abbracciata a Vegeta. Era stato bellissimo. Mi stiracchiai senza però svegliare anche lui. Mi ero appisolata cullata dalle sue carezze e lui mi aveva seguita nel mondo dei sogni. Guardai la sveglia sul comodino: 20.30, merda! Era tardissimo. Guardai il cellulare, una chiamata senza risposta da mia mamma. Le scrissi subito un messaggio per farle sapere che sarei arrivata a momenti. Cercai i miei vestiti sparsi per casa. Ero alla disperata ricerca delle mie mutande. Non potevo di certo andarmene senza quelle!

 

  • che diavolo fai sei impazzita?

    Mi voltai verso Vegeta che aveva ancora la voce impastata dal sonno. Mi ero leggermente scordata che ero nuda dinanzi a lui. Appena aprì meglio gli occhi se ne rese conto anche lui, che iniziò a guardarmi maliziosamente. Io arrossii coprendomi con la prima cosa che trovai accanto. La sua camicia.

     

  • Ho capito forse cosa stai cercando. Immagino queste..

    Disse con le mie mutande in una mano.

  • Dai Vegeta, sono in ritardo. Non fare lo scemo.

  • Dovrai essere più convincente. Intanto vieni qui vicino a me, togliti quella camicia dal tuo meraviglioso corpo. Non devi vergognarti, sei davvero bellissima Bulma.

 

Gli andai vicino senza però mollare la sua camicia che copriva le mie nudità. Lui con un rapido gesto mi fece sdraiare strappandomi la camicia dalle mani. Si posizionò sopra di me, baciandomi con foga. Mi stavo di nuovo perdendo in quel vortice di passione. Non dovevo.

 

  • vegeta, devo andare. Per favore è tardi e mia mamma mi aspetta.

 

Lui si staccò dal mio corpo il giusto per vedere l'ora. Decise così di farmi rivestire, continuando a guardarmi. Presi tutte le mie cose e mi diressi dalla porta, ma venni fermata da una mano che mi tratteneva il braccio.

 

  • Brief..o meglio Bulma..credo che...mi mancherai..ci vediamo domani comunque e stai attenta.

 

Gli sorrisi e ci scambiammo un ultimo bacio. Tornai a casa in fretta e furia. Mi accolse mia mamma abbracciandomi. Spuntò poi mio padre da dietro l'angolo.

 

  • tesoro cosa ti è successo stasera?

  • Niente papà, dovete stare tranquilli. Ero da Chichi e non mi sono resa conto del tempo che passava. Mi dispiace.

 

Sì ok avevo detto una piccola bugia però di certo non potevo raccontar loro la verità. Ero davvero dispiaciuta. Non sarei mai arrivata tanto tardi a casa.

Il giorno dopo a scuola procedette tutto normalmente se non che nell'ora di Vegeta, l'ultima precisamente, arrivò un tipo basso e grasso, con degli occhiali da sole nonostante le nuvole temporalesche.

 

  • Salve ragazzi, mi chiamo Kaio Nord e da oggi sarò il vostro professore di letteratura e storia. Il professore Sayan, il vostro vecchio insegnante, ha avuto un incidente. Dunque sarò io a portarvi alla maturità.

 

Scoppiò in una malsana risata. Cosa diavolo aveva da ridere? Ma sopratutto cos'era successo al mio Vegeta?! La sera prima stava benissimo, che incidente? La mia testa si continuava a riempire di domande. Andai nel panico più totale, mi tremavano le mani, non riuscivo neppure a reggere la matita. Quel assurdo nuovo prof non se ne rese neppure conto tanto era impegnato a sparare stronzate durante quella lezione. Chichi però notò tutto. Mi prese la mano e la strinse. Ci guardammo, c'era qualcosa nei suoi occhi che non capivo. Mi scrisse un bigliettino velocemente “ calmati, ti devo raccontare”. Sgranai gli occhi. Cosa sapeva? Sapeva di un qualche incidente a Vegeta? Mi strinse di più la mano. Io sospirai dovevamo aspettare la fine delle lezioni. Il cuore batteva veloce, volevo sapere ogni cosa e subito. Quell'ultima ora passò lentissima. Sembrava fossero passate ere geologiche. I dinosauri era ritornati? Era probabile!! appena la campanella suonò io e Chichi fummo le ultime ad uscire dall'aula. Era pure iniziato il temporale e ci saremmo bagnate tutte. Ci andammo a sedere dietro la scuola dove c'era una tettoia. Mi stavo massacrando le dita. Dovevo e volevo sapere!

 

  • Chichi cosa sai?

  • Bulma calmati. Cercherò di fartela breve. Ieri, quando ho visto che non arrivavi più sono venuta a cercarti. Ho visto Yamco cosa stava cercando di farti quando stavo per intervenire, Vegeta mi ha fermato dicendomi di ritornare dagli altri ragazzi. Volevo sincerarmi che stessi bene così mi sono nascosta dietro un angolo. Ho visto tutta la scena. Quando Yamco vi ha lasciati non se n'è andato..ha preso il cellulare per farvi delle foto. Dalla posizione di com'eravate messi voi due. Vegeta si riconosceva perfettamente, mentre te no. Non si vedevano i tuoi capelli azzurri ma solo le tue braccia che abbracciavano il nostro prof. Se n'è andato via poi. Non so nient'altro. Ho sentito dire da una ragazza di seconda che già alla loro prima ora Vegeta non c'era. Hanno trovato il prof Kaio all'ultimo probabilmente.

 

Terminato il racconto non riuscivo a dire nulla. Ero paralizzata. Yamco avrà fatto avere le foto al preside. Oddio gli avevo rovinato la vita. L'aveva sicuramente licenziato. Piansi prima silenziosamente, poi i singhiozzi disperati arrivarono. Chichi mi abbracciò.

 

  • chichi..ieri ho fatto l'amore con lui..gli ho donato tutta me stessa...

non vidi il suo volto, ma rimase in silenzio per un paio di secondi. Probabilmente meditava le parole migliori da usare.

  • perchè non vai a casa sua? Magari è lì.

 

Avevo la vista e la mente annebbiate. Troppe lacrime. Appena sentite quelle parole mi precipitai verso casa di Vegeta. Corsi come non avevo mai fatto in vita mia. La pioggia cadeva incessante sopra di me. Nulla però mi avrebbe fermato. Sentii Chichi in lontananza che mi aveva gridato qualcosa come “stai attenta” o non so. Le mie gambe andavano da sole. Non erano più controllate dalla testa. Andai a sbattere contro così tante persone che persi il conto. Ero troppo impegnata per fermarmi a chiedere scusa. Speravo di trovarlo. Volevo essere accolta a braccia aperte. Volevo trovarlo davanti alla sua porta di casa sua con il sorriso stampato in faccia. Nulla accadde di tutto ciò. Mi attaccai al citofono. Nessuna risposta. Mi feci aprire dal signore che abitava sopra. Arrivata dinanzi alla porta di Vegeta mi misi a suonare. Nulla, non si sentiva neppure un rumore all'interno. Le gambe mi cedettero, per la corsa e per la disperazione di quel momento. Non c'era, se n'era andato. Piansi, piansi fino a finire le lacrime. Gli occhi mi bruciavano, erano gonfi. Rimasi li, sulla soglia ad aspettarlo. Ero bagnata fradicia ma non mi interessava. Volevo solo lui in quel momento. Presi il cellulare. Gli scrissi. 10, 20 messaggi e più. Provai poi a chiamarlo. La segreteria, merda! Al diavolo tutto.

Arrivò poi il signore del piano di sopra.

 

  • cara è inutile che stai lì ad aspettarlo. Non credo che il ragazzo tornerà. Stamattina l'ho visto andare via con diversi scatoloni. Mi dispiace. Gradisci una tazza di te?

 

Il mio cuore si spezzò completamente. Se n'era proprio andato da quella città. Era tutta colpa sua. Per quell'amore malato, quell'amore proibito. Gli aveva rovinato la carriera e la vita. Si alzò come se fosse un robot. Rifiutò la gentile proposta del signore e si avviò all'uscita del palazzo. Pioveva ancora, l'acqua non portava via il suo dolore. Dov'era il suo Vegeta a ripararla con l'ombrello? Arrivai a casa mia. I miei non c'erano. Mi lasciai cadere sul letto, bagnata fradicia com'ero. Non mi importava più di niente. Scrissi a Chichi un rapido messaggio. Era davvero preoccupata per me. Era una vera amica. Le ero grata per tutto. Mi misi a letto alle tre del pomeriggio. Volevo stare da sola con i miei pensieri e le mie paranoie.

Per una settimana saltai scuola. Avevo detto ai miei genitori che non stavo bene. Mi lasciarono a casa senza troppe domande. Non ero mai stata una persona che non andava a scuola per assenza di voglia. Dunque si fidavano di me. Ero distrutta. Il mio cuore era a pezzi. Dovevo riprendermi. Non potevo buttarmi giù in quel modo. L'amore non era tutto nella vita, dovevo pensare al mio futuro e agli esami imminenti. Il fatto è che era facile pensare certe cose, la cosa difficile era convincersene.

 

Passai il primo mese a distrarmi come meglio potevo. Studiando, leggendo, uscendo con Chichi. Ogni tanto mi capitava di guardare il cellulare sperando in qualcosa ma non succedeva mai niente. Quella stramaledetta recita arrivò. Era l'11 maggio. Il teatrino in cui la facevamo era stra pieno. Non era un posto enorme. credo che ci sarebbero state un centinaio di persone. A tratti guardavo il pubblico, sperando di intravedere una certa chioma a fiamma o un paio di occhi nero pece. Nulla però. Solo genitori o parenti vari. Fu un “successone” io e Chichi dovevamo cantare quella stupida canzoncina sul dipingere le rose di rosso e poi passavamo le mazze da cricket alla regina. In un'oretta e mezza riuscimmo a terminare il tutto. Entrammo poi tutti in scena, per ricevere gli applausi. Mancavano solo un paio di mani che battevano. Le mani dell'uomo che amavo.

 

Ormai eravamo agli sgoccioli, presto ci sarebbero stati gli esami. Il prof Kaio non era esattamente un ottimo professore, anzi! Toccava il ridicolo, durante le lezioni si metteva a fare giri di parole per poi scoppiare a ridere da solo. Era davvero un tipo bizzarro. Io e Chichi cercammo di impegnarci ogni giorno nello studio, mi distraevo, occupavo la mente. Alla sera però, poco prima di andare a dormire, il mio cuore si riempiva di tristezza. Fissavo il cellulare ogni notte prima di dormire. A volte provavo a chiamarlo. Non squillava mai. Sempre la segreteria. Aveva sicuramente cambiato numero. Ma perchè? Perchè se n'era andato da lei? Perchè l'aveva abbandonata senza dire nulla? Spesso mi capitava di addormentarmi piangendo. Non volevo rovinarmi la vita per una cosa simile. Sapevo che prima o poi sarei andata avanti senza più piangere. Come si dice, il tempo guarisce ogni ferita.

 

Era ormai finita la scuola, presto sarebbero iniziati gli esami. Ero davvero preparata. Chichi era insicura ma aveva la mia stessa preparazione. Gli scritti furono abbastanza semplici, riuscii pure a suggerire alla mia amica del cuore un paio di cose. Negli orali cercarono di mettermi in difficoltà, facendomi domande di ogni tipo ma me la cavai egregiamente. D'altronde ero la migliore. Non peccavo di modestia, era davvero così. Uscii con la lode. La mia felicità era la massimo, in quel frangente pensai che avrei voluto condividerla con una persona in particolare. Mi obbligai a non pensarci. Mi iscrissi subito all'università di Satan City. Centinaia provavano ad entrarvi ma solo una cinquantina venivano ammessi. L'esame fu davvero complicato ma riuscì a passarlo.

Ero diventata un'universitaria, una futura dottoressa.

Gli anni di università passarono velocemente, tra esami, cazzate e cotte varie. Ero cresciuta, stavo diventando una donna. Ogni tanto durante il periodo di Natale andavo alla tomba di Table, non so perchè, però gli lasciavo sempre qualcosa.

Riuscii a laurearmi, da lì iniziò la vera faticaccia. Divenni la specializzanda di un importante dottore nell'ospedale di Satan City. All'inizio mi occupavo solo di assistere i malati meno gravi. Tipo togliere o mettere i punti, fasciare e disinfettare eventuali ferite. Con la pratica sarei diventata un ottimo medico.

 

Un giorno, precisamente il 23 di marzo, avevo appena tolto dei punti a un uomo che si era fatto male sul lavoro. Si aprì la porta del mio piccolo “ambulatorio”, mi voltai e lo vidi lì. Non era cambiato, quegli occhi neri sempre severi e profondi. I capelli portati all'insù. Il cuore perse un battito. L'aria nella stanza era diventata viziata, non riuscivo più a respirare. Andai ad aprire la finestra. Lui non si era mosso, aveva solo chiuso la porta. Era lì impassibile. Tossicchiai per farmi tornare la voce, senza però riuscirci. Con la mano tremolante gli indicai dove sedersi. Lui andò dove gli avevo indicato e si sedette. Non parlò neppure per sbaglio. Mi aveva riconosciuta? Oppure ormai mi aveva dimenticata? Il dubbio mi divorò all'interno. Dovevo tirare fuori la voce e fare il mio lavoro.

 

  • ecco mi scusi...cosa posso fare per lei?

    La mia voce fu poco più che un sussurro.

  • Brief, non devi darmi del lei. Dopo tutti questi anni sbagli ancora?

 

Si ricordava di me, mi aveva riconosciuta. Il cuore che nel vederlo aveva perso un battito ora aveva recuperato battendo sempre più forte.

 

  • Goku mi ha detto che eri un'ottima allieva. La migliore. Lo sei sempre stata. Mi ha detto dove ti avevano presa e allora sono venuto qui. Volevo..

 

Non terminò la frase. Era lì per me..quel minuscolo pensiero passò inascoltato. Perchè diavolo si faceva vivo solo ora? Mi irritai. Ero arrabbiata, mi aveva abbandonato ed ora era tornato come se niente fosse. Gli tirai un ceffone dritto nella guancia sinistra.

 

  • come hai potuto abbandonarmi? Non ti sei più fatto sentire? Ti rendi conto di cos'ho passato a causa tua? Perchè cazzo non mi hai mai fatto una stramaledetta chiamata? E poi ti presenti qui come se niente fosse?!

 

Stavo gridando. Gli vomitai addosso tutta la rabbia e la frustrazione. Mi afferrò un braccio e con non so quale movimento mi butto sul lettino, sovrastandomi con il suo peso.

 

  • credi davvero che sia stato facile per me lasciarti in quel modo? Se non l'avessi fatto ci sarebbero state gravi conseguenze sia per te che per me. Ho fatto la scelta migliore ovvero quella di farti fare la tua vita felicemente senza di me. Non ero l'uomo giusto per te, te l'ho sempre detto! Ma rivedendo ieri Goku, mi ha parlato di te. Mi sono reso conto che volevo vederti. Maledizione Brief mi hai stregato.

 

Mi accarezzo, sospirò e poi continuò il suo monologo.

  • Bulma tu mi hai aperto gli occhi e il cuore e...non sarò mai l'uomo per te. Ma se non te lo chiedessi me ne pentirei per tutta la vita, Brief ti chiedo d'esser mia da ora fino alla fine dei nostri giorni.

 

I suoi occhi mi avevano incatenato. Mai nessun uomo fu così dolce. Pensavo che il cuore mi sarebbe esploso ad ogni parola pronunciata da quella bocca che tanto mi era mancata. Gli misi le braccia intorno al collo baciandolo. Quanto mi era mancato quel contatto?! Troppo. Tra le mie braccia c'era il mio futuro.

 

  • non mi è mai importato nulla, sono io che stabilisco se sei o no l'uomo giusto per me. Nulla mi farebbe più felice se non condividere il resto della mia vita con te.

 

Ci baciammo di nuovo e ancora e ancora. I vestiti si fecero stretti e ingombranti. Facemmo l'amore su quel lettino. Una volta rivestiti andammo a casa sua, lì vicino. E ci amammo di nuovo. Non so quante volte lo facemmo. Quel che è certo è che non ci bastava mai.

 

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  • sono tornato.

  • Vegeta sono in camera.

 

Sentendo la mia voce salì, mi trovò nel letto a gambe incrociate.

  • come stai?

    Mi disse mettendomi una mano sulla pancia.

  • Bene tesoro, tranquillo. Vuoi sapere una bella notizia?

    Mi guardò incuriosito.

  • È un maschio.

    Ci scambiammo un sorriso. Mi baciò a fior di labbra.

  • Sai ho deciso, lo chiameremo Table.

    Lui mi guardò sorpreso stavolta. Non sapeva cosa dire, i suoi occhi avevano una felicità immensa. Il suo fratellino sarebbe rinato grazie alla nuova vita che era dentro di me. Mi baciò con una passione travolgente.

    Erano stronzate la storia dell'uomo giusto, non esiste un uomo giusto. Tutti noi siamo sbagliati, il segreto è trovare l'uomo così sbagliato che rende insieme a te tutto il resto giusto. 



    tadannn :) siamo giunti alla conclusione di questo meraviglioso viaggio :) spero che il finale non sia banale, scontato o noioso. spero vi abbia soddisfatto :) e spero anche che il fatto che abbia 13 capitoli non porti sfiga..diciamo che ne ho già troppa XD mi basta quella che ho xD 
    volevo fare un ringraziamento speciale a
    - Francychan94 :)
    -Bulma81 :)
    -The Writer of The Stars :)
    - agothetrain :)

    ma un grazie anche tutti voi che la leggete o che la mettete tra le seguite eccecc :) mi sono divertita a scriverla e spero che per almeno nei 5minuti che questa storia vi ha rubato per essere letta, vi siate divertiti anche voi :) grazie di cuore a tutti :) alla prossima :)
    ps: promemoria per me stessa..basta essere così smielata -.- 

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