Alien Love ~Do you really exist?

di _ThisIsOverdose_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo

 

Tre mesi. Erano passati esattamente tre mesi da quando era piombato in quello strano posto popolato da esseri altrettanto strani. La cosa più frustrante era non sapere il motivo di tale e improvvisa irruzione in un luogo completamente diverso da quello in cui era abituato a vivere.
Si trovava lì, in balia di se stesso, confuso, trascorrendo intere giornate a cercare una qualsiasi traccia, anche solo un misero collegamento capace di fargli sperare in un possibile -e gradito- ritorno a casa. Ma in quei circa novanta giorni costretto a camminare sul suolo di un altro pianeta l'unica cosa che aveva potuto fare era provvedere a mantenersi in vita: mangiare, dormire, curare il proprio corpo... insomma, fin qui nulla di diverso dalle sue solite abitudini.
Lui viveva in un posto molto diverso, popolato da esseri molto intelligenti e con grandi capacità.
L'aria che respirava sul suo pianeta era molto più leggera, per questo a volte si sentiva soffocare, sopraffatto da quei gas che ogni istante gli permettevano parzialmente di stare in vita, nonostante lo rendessero più debole.
In quel pianeta non avrebbero mai goduto della luce del sole, il blu notte inghiottiva perennemente le figure di quegli esseri, dalla pelle chiara, forse si potrebbe osare definirla nivea, che creava un netto contrasto con l'oscurità che li circondava, facendoli apparire ancora più candidi e luminosi, come se di un cielo loro fossero stati le stelle. Per questo quando era arrivato in quella grande città, devastata dai rumori e colpita dalla luce abbagliante del sole, che rischiarava le giornate e le rendeva più piacevoli ai numerosi umani che ci vivevano in essa, stabilì fin da principio che le giornate nuvolose o di pioggia sarebbero state quelle più gradevoli per lui.
La pioggia non era qualcosa di nuovo in quella piccola sfera situata così lontana dalla Terra, come non lo era né il vento, né i lampi e i tuoni o qualsiasi altro fenomeno atmosferico anzi, per saperne di più... erano gli stessi abitanti a tenere tutto sotto controllo, in quanto dotati di poteri abbastanza particolari.
Lui sapeva bene in cosa consisteva il suo potere, il problema era che la debolezza del suo corpo lo riduceva a poco o niente, aumentava ancora di più la stanchezza; ricordò che una volta avendone abusato, svenne, per questo impose a se stesso di limitarne l'uso.
Ma a volte era più forte di lui, il suo potere era l'unica cosa che gli ricordava la sua provenienza da un altro pianeta, era ciò che lo faceva sentire diverso, speciale, era ciò che gli imponeva di guardare in faccia la realtà: lui non era un abitante della Terra, lui non avrebbe mai potuto fare parte di un mondo così caotico e complicato come quello, si sentiva un estraneo, una persona di troppo, arrivata nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Non che ricordasse molto di ciò che era accaduto gli istanti prima di ritrovarsi steso a terra in uno dei tanti vicoli ciechi di quella città, privo di forze, con la testa che non voleva smettere di girare e qualche graffio sul viso; aveva provato a rialzarsi, ma continuando a barcollare, tanto da doversi appoggiare faticosamente al muro per azzardare qualche passo. Tutto attorno a lui gli aveva provocato una tremenda sensazione di disagio, i suoni arrivavano ovattati alle sue orecchie, respirava a fatica, non abituato a quell'aria, che di pulito non aveva poi molto.
Con non poca difficoltà era riuscito a raggiungere lo sbocco di quel viale, desideroso soltanto di capire dove fosse e perché fosse lì. Non si era curato minimamente degli sguardi sorpresi, curiosi o diffidenti dei passanti, la sua vista era stata completamente accecata da quell'enorme sfera che dal cielo inviava numerosi raggi luminosi, uno dei quali lo aveva colpito in pieno, costringendolo a coprirsi subito gli occhi, che già lacrimavano copiosamente. Si chiedeva se sarebbe sopravvissuto a quella strana situazione, mentre ritornava in quel vicolo, a nascondersi, quasi in segno di autodifesa. Era stata una vera tortura per lui rimanere lì e uscire sempre di più da quello stato di confusione e incoscienza che l'avevano affaticato tanto. Era riuscito così a sentire chiaramente tutti quei suoni diversi che infastidivano terribilmente il suo udito: il rombo dei motori delle macchine, il vociare delle persone, gli schiamazzi dei bambini, e molto altro ancora. Una valanga di odori diversi aveva trafitto senza pietà il suo olfatto, molto più sensibile rispetto a quello di un normale terrestre.
Aveva iniziato a focalizzare quelle figure, non poi tanto diverse da lui nell'aspetto e, senza accorgersene, un leggero tremolio si era impossessato del suo corpo, che lo destabilizzava sempre di più, insieme a quella strana sensazione che andava crescendo nel suo cuore. Per la prima volta, ricordò, aveva provato paura.

Nel suo pianeta i sentimenti venivano considerati una parte assopita, rinchiusa nel proprio essere, che portava alla vulnerabilità e all'eccessiva sensibilità. Per questa ragione erano stati stabiliti dei confini, dei limiti all'interno dei quali essi regnavano dormienti e venivano risvegliati solo in caso di necessità, a causa di un bisogno o come supporto, per qualcosa di straordinario o nel pericolo, in quanto avrebbero condizionato in modo davvero spaventoso il principio di ogni problema. La parte razionale, l'intelligenza, la forza data dal proprio potere, queste erano le cose che invece primeggiavano su tutto. Ogni azione, ogni reazione, ogni evento, tutto aveva una finalità precisa.
Ma stare a contatto con gli umani era ben diverso: aveva conosciuto l'amore, l'odio, la rabbia, la felicità, la tristezza e tanti altri stati d'animo già da quando aveva iniziato a posare lo sguardo su quella folla, animata da una strana vivacità che lui non aveva mai avuto, che nessuno dei suoi simili aveva mai posseduto. Benché tutte quelle emozioni non fossero mai state parte del suo essere, e non ne conosceva affatto la consistenza, capì fin da subito che quell'esperienza avrebbe influito, forse positivamente, o forse negativamente su di lui. Aveva già iniziato a mettere in dubbio la sua stessa persona, chiedendosi se davvero lui, la sua specie, era la specie perfetta, poiché possedeva l'intelligenza e la forza.
Ma la tremenda confusione che aleggiava senza tregua nella sua testa non gli diede tempo di rispondere ai suoi quesiti, in quanto in un secondo rivide tutto girare vorticosamente intorno a sé, e si ritrovò di nuovo svenuto in quel vicolo, che sembrava essere l'unica cosa con cui avesse familiarizzato.

Al suo risveglio giaceva su un morbido letto, e accanto a lui un anziano signore gli rivolgeva un sorriso di comprensione e di sollievo.
Fu da quel momento che iniziò la sua vita come terrestre, nonostante quella fu una vita forzata, ma ripensandoci non era poi tanto male mescolarsi tra quegli esseri così diversi ma allo stesso tempo così simili a lui. Certo, non era stato affatto facile abituarsi alla vita umana, ma quell'uomo l'aveva aiutato molto, e solo un po' di tempo dopo riuscì a capire che ciò che provava nei suoi confronti era un grande senso di gratitudine ed affetto. Per un terrestre sarebbe suonato strano sentirlo dire, ma la verità era che tutto quello che aveva sempre trascurato, quella sfera sconosciuta dentro di sé oltre la quale facciata non aveva mai progredito, era come se si fosse risvegliata, travolgendolo e causandogli un trambusto che non sarebbe mai riuscito a spiegarsi.
Liberare quei sentimenti, si chiedeva spesso, andava bene? Era giusto trasgredire il proprio stile di vita per abbandonarsi a quella valanga di sensazioni? Chi gli assicurava che un giorno non gli si sarebbe rivoltato tutto contro?

 

Sospirò pesantemente, lasciandosi torturare ancora un po' da quegli interrogativi a cui non avrebbe potuto dare la benché minima risposta. Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe dovuto atterrare su un altro pianeta per lasciarsi travolgere da tutte quelle emozioni che fino a quel momento non gli erano mai realmente appartenute! Dire che era spaventato e aveva un grande timore riguardo il futuro era dire poco, ma aveva imparato tante cose, tra cui vivere giorno per giorno senza alcuna aspettativa verso il domani. Aveva ancora molto da sperimentare e da capire, ma in quel momento sembrava essere felice.

La felicità è quella sensazione che si prova quando stai bene, quando un gradevole calore ti pervade il petto, quando riesci a curvare le tue labbra in quello che gli umani chiamano sorriso. Io... sono felice in questo momento, esatto?”
Doveva essere per forza così, perché tralasciando l'inquietudine e i dubbi, e l'incertezza su quello che sarebbe avvenuto nei giorni a seguire, lui in quel preciso momento stava bene, si sentiva fortunato perché nonostante tutto era salvo. E la vita conta più di ogni altra cosa.
Ok, forse si trattava di una felicità un po' apparente, ma non per questo era falsa.

 

-Luhan- lo chiamò quell'uomo che lo aveva salvato, e che lo aveva accolto a casa sua come un figlio. Il ragazzo aveva pensato che la definizione di felicità risiedesse nel suo sorriso, così sincero e pulito, dolce e anche un tantino misterioso. Ricordò che quel sorriso aveva vegliato fin da subito su di lui, e non era crollato neanche davanti alla sua realtà.

 

-I-io... ecco... io... questo non è il mio pianeta, io provengo da un altra stella... non so perché sono qui, non ricordo nulla...- disse stringendo le lenzuola bianche smarrito, guardandosi intorno con la speranza di trovare in quella stanza d'ospedale qualcosa che gli sembrasse familiare, ma purtroppo non gli apparteneva proprio nulla. Alzò il busto, rimanendo seduto sul lettino,e rivolse la sua attenzione a quell'uomo e ai dottori.
-C-come posso tornare sul mio pianeta? Aiutatemi!- esclamò con sguardo abbattuto, profondamente turbato.
I dottori lo guardarono strabuzzando gli occhi, e pensarono subito di dover ricontrollare accuratamente le sue condizioni mentali.
-Deve aver preso una botta molto forte, dice cose davvero strane. Dobbiamo preparare un altro esame. Lei che ne pensa?- si rivolse uno dei due al proprio collega, che cercò invece un approccio differente.
-Ragazzino, non ricordi nemmeno come ti chiami? Sai dirci qualcosa sulla tua famiglia? Siamo qui per aiutarti, tranquillo- parlò gentile e paziente.
-Luhan- rispose il diretto interessato, confuso, non riuscendo a capire quello stravolgimento che sentiva dentro di sé, e che lo metteva profondamente a disagio. Solo in quegli attimi si accorse del fatto di saper parlare quella lingua e di intenderla molto bene, cosa che aumentò ancora di più quel disagio, e che solo in seguito capì fosse ansia.
-Io non sono un terrestre, dovete credermi!- affermò di nuovo, il che convinse definitivamente i dottori ad agire in qualche modo per scovare la causa di quelle che secondo loro erano parole senza senso, infondate, pronunciate da qualcuno che evidentemente non stava bene. Dopo diversi tentativi di ricavare informazioni, i due uomini col camice bianco uscirono dalla stanza. Rimase solo quell'uomo, dalla capigliatura grigiastra e dal sorriso rugoso.
Luhan si mise in piedi, avvicinandosi a lui e bloccandogli le spalle.
-Perché non mi credono? Sto dicendo la verità!!- disse agitando le braccia, e sentì qualcosa di strano bagnargli il viso, dai lineamenti delicati, dolci, che gli conferivano un'aria infantile.
Cos'erano quelle gocce che cadevano dai suoi occhi? Perché si sentiva così? Cosa gli stava succedendo?
Indietreggiò ricadendo di nuovo seduto sul letto. Tutto ciò aveva senso?!
Chiese questo a se stesso, affondando le mani ai lati della sua folta capigliatura scura, con gli occhi spalancati.

-Io ti credo- disse ad un tratto quel signore, sorridendo pacatamente e senza aggiungere niente altro, in quanto ogni parola detta davanti a quel ragazzo poteva apparire superflua o incomprensibile. A Luhan sembrò un illuminazione, tanto che si aggrappò al suo braccio con forza.
-Davvero mi crede?! Mi aiuterà?- domandò guardandolo dritto negli occhi.
L'altro annuì. Sembrava che qualcuno fosse arrivato a fargli compagnia in quella vita solitaria.
E da qui è facile intuire il seguito. Luhan rimase con lui, e apprese tantissime cose, cose che non avrebbe mai immaginato nella sua vita. Quell'uomo gli fu accanto sempre, lo istruì con grande piacere e gli diede un luogo in cui vivere. Gestiva un piccolo negozio, e lo impiegò come collaboratore. Quel ragazzo si trasformò in un umano, per quanto potesse, e mentre cercava il suo posto in quel mondo, mentre si domandava il senso del suo arrivo, viveva come un normale giovane nella sua ventina, anche se un giorno rivelò di avere 124 anni, cosa che colse di stupore il suo “amico”. Era la prima volta che aveva potuto parlare di amicizia, anche se ancora conosceva solo una piccolissima parte del suo enorme e importante significato, ma a quanto pare, sarebbe toccato a lui definire del tutto quella parola, costruirla attraverso le sue esperienze e farne tesoro.
-Ricorda solo una cosa-, gli aveva spiegato quell'uomo -un amico è sempre pronto ad aiutarti, e lì per te e ci rimane sempre sia nella felicità che nel dolore. Potrà sembrarti difficile da capire adesso, ma un giorno sono sicuro che capirai...-

 

 

-Signor Kim- rispose Luhan finendo di pulire il bancone con uno straccio umido, rivolgendogli un sorriso. I clienti erano andati via da un bel pezzo, e regnava un silenzio quasi surreale in quel locale, dall'aspetto accogliente e raffinato. Era da poco scoccata la mezzanotte, e le uniche persone rimaste erano lui e il proprietario. Si asciugò la fronte leggermente sudata con il braccio, continuando nel suo compito. Lavorare lì era un modo per sdebitarsi con il suo salvatore, ma era anche un piacere.
-Stavo giusto finendo di pulire, vada avanti, appena finisco la raggiungo-.
L'uomo scosse la testa.
-Sembra che gli ordini non siano finiti, mio caro Luhan- parlò divertito nell'osservare la faccia sorpresa del suo impiegato.
In fondo, anche se le cose strane facevano parte della sua routine ormai, questa gli era nuova. Chi quasi all'una di notte aveva il così grande desiderio di bere Bubble Tea? E lui che pensava di aver finito per quella giornata.
Ebbene si, in quel negozio si vendeva, si serviva, si consegnava quando richiesto quella -a parere di Luhan- meravigliosa bevanda, che aveva reso quel piccolo negozio così famoso. Così tante varietà di gusti, colori e scelta, una specialità che rendeva quel posto uno dei più frequentati.
Non si lamentò, anche se era abbastanza stanco. Quindi abbandonò il panno sul tavolo e prese l'ordine.
-L'ordine è stato fatto da un cliente abituale, non potevo rifiutare, inoltre quando ha chiamato aveva una voce davvero stressata e stanca. Spero di poterlo aiutare a tirarsi su. Puoi occupartene tu Luhan?-
Il ragazzo annuì, passando poi a preparare quanto richiesto.
Il signor Kim poggiò una mano sulla sua spalla, guardandolo con orgoglio, felice di avere finalmente qualcuno al suo fianco. Era un ragazzo semplice, a volte ingenuo, e non dubitava neanche del fatto che avesse un grande cuore. In più possedeva una bellezza incredibile, e sicuramente era anche questo uno dei motivi per cui ogni sera il suo locale registrava il pienone.
Lo osservò soddisfatto mentre attentamente misurava gli ingredienti, serio e concentrato, mettendo in pratica tutti i suoi insegnamenti. Aveva appreso tutto molto velocemente e diligentemente, dotato com'era di una grande intelligenza. Ma era anche la sua volontà, il voler essere utile, il volersi sdebitare che lo aveva animato a imparare tutto ciò.
-Sei sicuro che per te vada bene? Se ti senti stanco lascia fare a me- chiese premuroso. Luhan scosse la testa.
-Non si preoccupi, piuttosto vada a riposare- rispose regalandogli un altro dolcissimo sorriso.

Fu così che Luhan, rimasto solo, si ritrovò a pensare a quanto buffa fosse in fondo quella situazione. Era da tre mesi che conduceva quella vita, e i quell'arco di tempo non aveva avuto alcuna notizia riguardante il suo amato pianeta. Era determinato a continuare le ricerche, anche se la sua parte più arrendevole gli suggeriva di accontentarsi di quella vita.
Ma si chiedeva se quella vita lo avrebbe portato a qualcosa di buono, oramai riusciva a percepire sensazioni incredibili nel suo cuore: felicità, paura, gratitudine, dolore... man mano che il tempo passava familiarizzava sempre di più con questa dimensione del tutto strana. Lui, abituato a vivere di sola ragione e forza, quasi una macchina, un qualcosa di meccanico che aveva sempre agito per determinati scopi, un essere razionale, dedito a mantenere sotto controllo l'equilibrio del suo pianeta e delle persone che in esso vi abitavano. Era davvero possibile subire una radicale trasformazione sotto quell'aspetto?
In fondo ancora era presto per stabilirlo, ancora Luhan di un libro ne aveva visto si e no solo le pagine di introduzione...











 

Ciao a tutti! ^^
Questa è la prima volta che scrivo su questo bellissimo fandom.
Da HunHan convinta e devota, ho voluto cimentarmi anch'io per una volta in quest'impresa e scrivere qualcosa che mi frullava da un po' per la testa.
Spero vi fermiate a leggere, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Questo è un capitolo perlopiù introduttivo, dal prossimo si comincia in modo vero e proprio.
Purtroppo non sono brava in cose come la grafica, quindi il massimo che posso fare è inserire due immagini e una scritta sopra ehehe ^^''
Naturalmente ciò che scrivo riguarda pura e sola fantasia.
Fonte di ispirazione è stato un drama, precisamente “You who came from the stars”, ma la storia è completamente diversa, non si tratta ne di una copia, ne di un'imitazione.
Bene, credo di aver scritto abbastanza! XD
Spero di ricevere qualche parere, e mi scuso se ci saranno errori nel caso vi soffermerete a leggerla.
Saluti! ^^
Ele

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1

 

Sehun si abbandonò in un angolo di quella grande stanza, cercando di riprendere fiato. Spense la musica con il telecomando, ancora ansimante, mentre veniva affiancato da Jongin.
Era molto tardi, e loro erano gli unici che avevano deciso di fermarsi un po' di più nella sala prove, premendo continuamente il tasto 'replay' sulla stessa base musicale. Infatti, fra una settimana esatta sarebbero ritornati sulle scene con una nuova canzone, e questo implicava il dover regalare ai propri fans un'esibizione impeccabile.
Già, loro erano uno tra i più grandi e promettenti gruppi di idols, e si erano guadagnati la fama non dal giorno in cui avevano debuttato, ma anche prima. Le loro voci, il loro modo di ballare, il loro carisma, uniti all'immancabile bellezza dei loro volti e dei loro corpi, avevano conquistato tutto il mondo. Richiesti ovunque, lavorando sodo ogni giorno si erano fatti un nome, e adesso dovevano mantenerlo, dovevano continuare a lasciar scivolare ogni minima goccia di sudore risiedente nel loro corpo per tenersi ben salda quella notorietà e quel mondo a cui avevano tanto agognato, dopo anni di impegno e grande volontà.
Non c'era dunque da sorprendersi se, in quel momento, i due ragazzi e anche tutti i loro compagni, che erano andati via poco prima, erano sottoposti ad uno stress molto forte.
Allenarsi molto, mangiare sano, dormire poco, nonostante fossero ormai abituati a quella vita, dovevano continuamente essere forti e pronti a tutto, migliorandosi di giorno in giorno. Dalla facciata poteva apparire un mondo fantastico, in cui puoi avere tutto ed essere felice, ma la verità era ben diversa e solo pochi riuscivano a comprenderla; è vero, quando alla fine rilasciavi la tua canzone, partecipavi alle interviste o ai programmi televisivi, segnavi autografi ai tuoi fans, giravi il mondo per portare la tua musica in altri luoghi, non appariva poi così amaro pensare a tutta la fatica e a tutte le lacrime versate, in quanto sentire le acclamazioni, gli incoraggiamenti, gli apprezzamenti e le voci di così tante persone che ti amavano era davvero appagante, e ricambiava tutti i tuoi sforzi. Però, allo stesso tempo, passare così tanto tempo lontano da casa, dalla propria famiglia, non avere un attimo di riposo o una breve pausa, essere costretti ad attenersi ad un'agenda e seguirla quasi meccanicamente mutava completamente lo stato d'animo, gravando sulle spalle come un macigno.
Insomma, si trattava di dover convivere con due facce della stessa medaglia: quella felice, appagante, sotto i riflettori, e quella malinconica, faticosa e nostalgica. Tuttavia era questo il prezzo da pagare, e tutti lo sapevano bene.

 

-Qualcosa non va?- fu Jongin a parlare, quel ragazzo moro dalle grandi labbra carnose. Sehun girò la testa verso di lui, mostrandosi molto stanco e provato.
-E' solo che ho bisogno di riposare, non so più da quanto tempo stiamo provando questa coreografia...- disse sospirando, inclinando poi la testa fino ad appoggiarla al muro dietro di lui.
-Già, credo che per oggi possa bastare, andiamo al dormitorio, domani ci aspetta un altra dura giornata- parlò di nuovo Jongin, abbandonandosi anche lui contro la parete. Per quella sera poteva bastare, il problema era che dovevano recuperare un minimo di forza per alzarsi da terra, rimettere le loro cose a posto e andare via, anche se probabilmente stavano sfiorando l'idea di dormire direttamente lì dentro.
Seguirono alcuni minuti di silenzio, interrotti poi dal più giovane.
-Jongin, scendo a vedere se sono arrivati i Bubble Tea-
L'altro lo guardò sorpreso.
-A quest'ora? Quando li hai ordinati?- chiese, accennando poi un sorriso. Non aveva proprio nulla di cui sorprendersi, infondo stava parlando con lo spirito vivente di quelle bevande.
-Prima, quando sono uscito dal bagno, avevo proprio bisogno di qualcosa di rinfrescante... come al solito il Signor Kim non si risparmia mai- sorrise, confortato dall'idea di avere in questione di minuti il suo tanto amato Bubble Tea tra le mani. Lui era un cliente abituale di quel negozio, ci andava solitamente di prima mattina o tarda sera, per non essere assalito dalle fans, e quell'uomo, gentilissimo e comprensivo, apriva apposta un po' prima per lui, o chiudeva più tardi rispetto all'orario esatto di chiusura ogni qualvolta riceveva un suo messaggio, per consentirgli di andarci in tutta tranquillità. Quella sera a quanto pare la consegna sarebbe stata effettuata a domicilio, quindi il ragazzo lasciò la sala prove per raggiungere l'ingresso.

 

 

 

 

 

Luhan inserì la chiave all'interno della serratura, chiudendo velocemente la porta del locale, dopo essersi assicurato di aver lasciato tutto in ordine e di aver spento le luci. Poi, con le mani nelle tasche del suo giubbotto e una busta penzolante intorno al polso si avviò verso il luogo in cui avrebbe dovuto effettuare quell'ultima e improvvisa consegna. Non aveva bisogno di indirizzi, si trattava della struttura in cui ogni giorno entravano e uscivano un mucchio di persone famose, il posto in cui venivano formati giovani idol, e di quante volte al giorno ci passava davanti per via delle consegne oramai lo conosceva a memoria. Non era molto esperto in cose come la musica, gli capitava a volte di sentire qualche canzone, ma per quanto fosse bella la melodia non sarebbe mai riuscito a comprendere le parole del testo, a dargli un significato logico, o forse, col tempo, ci sarebbe riuscito...
Si strinse di più nel suo giubbotto, era allucinante il modo in cui percepiva il freddo in quel pianeta, solitamente da lui le temperature non erano neanche così basse. Odiava quella sensazione, che lo faceva tremare tutto, preferiva le giornate miti, né troppo calde né troppo fredde.
Finalmente raggiunse la sua meta, peccato che là fuori non c'era nessuno, tranne lui, a congelare. Stava per avvicinarsi alla porta di ingresso quando i suoi occhi furono catturati da qualcosa che brillava più del solito nel cielo, e sembrava si muovesse!
Dimenticò per un attimo la ragione per cui si trovava lì, regredendo qualche metro per osservare meglio quella luce in movimento.

E se si trattava di qualche abitante del suo pianeta, che lo stava cercando? Forse si sarebbe dovuto fare notare, magari quella era la sua possibilità per tornare indietro, per tornare a casa. Ma come? E chi gli assicurava che non si trattasse di qualcos'altro? E se invece era giunto il momento per lui di tornare dal luogo di sua provenienza, era giusto lasciare tutto così, senza neanche dire addio all'uomo che lo aveva salvato?
Luhan si lasciava torturare da quegli interrogativi, mentre i suoi occhi continuavano a seguire quella luce. Era la sua opportunità, si sarebbe pentito in seguito, doveva chiamarli, doveva sapere se erano loro, se erano venuti a riportarlo a casa. Ci avrebbe pensato dopo a come salutare il suo amico terrestre.

Iniziò ad alzare le mani e a farle ondeggiare, come per richiamare l'attenzione di quella luce vagante. Saltellò più volte, accompagnando quei gesti con la voce.
-EHI!! SONO QUI!! YA!!- esclamò alzando il tono.
Ma quella luce continuava ad allontanarsi sempre di più. Tuttavia non si arrese. Continuò ad agitarsi e a gridare per qualche minuto ancora, rendendosi conto infine che poteva bastare, quella misera speranza di poter tornare a casa era stata vana. I suoi occhi si velarono di tristezza, e soltanto mentre teneva le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato, si ricordò della busta. Purtroppo per lui -per non parlare del ragazzo a cui era destinato quell'ordine- quella shakerata alquanto violenta aveva trasformato il Bubble Tea in... poltiglia forse?

Il panico si impossessò di lui. Cosa fare adesso? Come avrebbe spiegato quel piccolo 'incidente'? Gli venne in mente una brillante idea, ovvero andare via, dal momento che colui che aveva ordinato ancora non si era presentato, e la mattina successiva il signor Kim avrebbe potuto aiutarlo a rifilargli qualche scusa. Quindi, come se niente fosse, cercò di allontanarsi e andare via, quando sentì il rumore di passi e un ombra affiancò la sua sul terreno. Si irrigidì di colpo. A quanto pare il suo piano era fallito.

 

 

 

 

 

Sehun non poteva crederci. Più guardava e più strabuzzava gli occhi di fronte a quello spettacolo ridicolo. Era appena uscito all'ingresso per ricevere la sua bevanda e pagare, ma si arrestò quando vide quel ragazzo davanti a sé, che gli dava le spalle, intento ad avere una strana conversazione con il... cielo. Rimase a bocca aperta, interdetto, chiedendosi da quale manicomio fosse uscito. Andiamo, chi si metterebbe a parlare con le stelle all'una di notte? Solo un folle.
Cercò di ignorarlo e di aspettare con noncuranza l'arrivo del signor Kim. Incrociò le braccia, pretendendo di non vedere, facendo qualche passetto avanti e indietro. Certo che quella sera faceva davvero freddo.
Si accorse che finalmente quel ragazzo aveva finito di sbracciarsi e di urlare come un pazzo -anche se lo doveva realmente essere-. Ma si accorse anche di una busta, una familiare busta, con disegni stampati sopra altrettanto familiari. L'avrebbe riconosciuta fra mille, in quanto ne aveva tantissime uguali. Erano le buste che contenevano i suoi preziosi Bubble Tea!
“Non ditemi che li ha portati lui” pensò corrugando un sopracciglio e avvicinandosi a lui. Da quando il signor Kim aveva assunto gente del genere? Dove aveva trovato quello svitato?
Lo raggiunse in pochissimi secondi e lo affiancò.
-E-ehm...- schiarì la voce -questi sono i Bubble Tea che ho ordinato?- chiese calmo, facendo finta di non aver visto nulla.
Il ragazzo si voltò abbastanza pallido verso di lui -o forse quello era proprio il suo colore di carnagione-. Ma tutto passò in secondo piano quando incontrò due grandi occhi da cerbiatto che si puntarono su di lui.
Quanti anni poteva avere quel ragazzino? Aveva un viso angelico, bellissimo, perfetto. Non aveva altri modi per definirlo, davvero.
Scosse la testa, cosa diamine gli passava in quel cervello?
-S-si- rispose incerto il ragazzo.
Sehun, che già lo guardava stralunato, assottigliò ancora di più la sua espressione. Notò però che aveva una voce davvero melodiosa.
Il suo viso era un punto interrogativo, e Luhan se ne accorse.
-E-ecco... sono un po'... un po'...- farfugliò indicando la busta.
L'altro sembrò afferrare vagamente il concetto e di scatto la prese velocemente dalle sue mani, mutando lo sguardo da stralunato a preoccupato e guardandovi dentro. Estrasse il contenuto, lo aprì e...

-YA!! QUESTO ME LO CHIAMI BUBBLE TEA? IO LO CHIAMEREI DISASTRO!!- urlò arrabbiato contro di lui, guardandolo truce. La sua fonte di felicità, il suo unico amore... quello stupido aveva rovinato tutto.
Luhan abbassò lo sguardo, mormorando un -mi dispiace...-.

Quando fai una cosa che dovrebbe dare felicità alle persone e che invece le rende arrabbiate o tristi... è questo il senso di colpa?
Lui lo stava provando in quel momento.
Sehun sospirò, cercando di calmarsi. Si ricordò dove si trovava, non poteva comportarsi così, se qualche fotografo l'avesse immortalato in quel momento, cosa ne sarebbe rimasto della sua immagine? Non poteva permettersi di sbagliare, ci volevano anni interi per diventare qualcuno e soltanto pochi minuti per distruggere tutto. L'avrebbero guardato sotto una luce diversa, credendolo un mostro.
Gli diede i soldi, portando la busta,e quello che rimaneva del suo Bubble Tea, con sé, senza neanche degnarsi di guardalo di nuovo in faccia.

-Aspetta!!- questa volta lo affiancò Luhan, tirandolo per una manica della maglia. L'altro sembrò infastidito, e si ritrasse subito.
-Che vuoi?- domandò rude, fissandolo.

Il moro si sentì in soggezione di fronte a quello sguardo arrabbiato.
-D-di solito io non faccio questo generi di errori... se vuoi posso preparare di nuovo tutto- sentì che era il modo più giusto per alleviare quella sensazione di colpevolezza che lo aveva assalito.
Seguì qualche secondo di silenzio, poi Sehun si voltò, riprendendo la sua direzione.
-Lascia stare, ragazzino- dovette ammettere che sapeva mettere su una faccia da cane bastonato davvero convincente.

Ragazzino? Lui era stato definito... ragazzino?
-Ya!! Io ho 124 anni, non sono un ragazzino!!- disse rivolgendosi a quella figura che stava per scomparire dietro la porta.

Forse non aveva sentito, e forse andava bene così, pensò, in fondo non sapeva proprio come gli era venuto in mente di dire quella frase.
Nessuno l'aveva mai creduto, tutti si prendevano gioco di lui o gli stavano alla larga quando diceva loro la verità. Gli umani erano proprio irrispettosi, e quel ragazzo non era da meno. Ma aveva provato un senso di fastidio quando si era sentito chiamare 'ragazzino'.
Decise di riprendere la sua strada, e tornare a casa, non riuscendo a reggere più la stanchezza accumulata in tutta quella giornata.

 

 

 

 

Sehun chiuse la porta dietro di lui, passandosi una mano sul volto stanco.
Doveva aver capito male. Impossibile che avesse sentito pronunciare il numero 124! Già, doveva essere così, si convinse mentalmente incamminandosi su per le scale. La stanchezza giocava brutti scherzi.
Non salì neanche due gradini che Jongin comparì nella sua visuale, raggiungendolo, e portando con sé anche le sue cose.
-Credevo fossi andato a fabbricarli!- esclamò mettendo in evidenza con quell'esclamazione ironica il ritardo dell'amico.
-Lascia perdere...- rispose Sehun, porgendogli la busta e invitandolo a guardare dentro.
Jongin eseguì i suoi taciti comandi e dopo una manciata di secondi fece una faccia alquanto stranita.

-Questo... non è Bubble Tea- esordì infine, guardandolo, cercando in quello sguardo implicitamente qualche spiegazione.
Sehun mimò un applauso, e con un'espressione atona si rivolse a lui sarcasticamente.
-Un'osservazione davvero acuta, complimenti-.

Si incamminarono insieme verso il dormitorio, e durante il tragitto Sehun raccontò all'amico ciò che era precedentemente accaduto con quello strano tipo. Il racconto suscitò la risata di Jongin.
-Non ci trovo nulla di divertente, era inquietante, credimi...- affermò il più piccolo rievocando alla mente quell'assurda scenetta.

-Ahahah magari è un alieno, ci pensi? Stava solo chiamando la sua navicella spaziale ahahahah- scherzò Jongin.
-Ma per favore- Sehun alzò gli occhi al cielo, le stupidate dell'altro non erano affatto divertenti. Non aveva mai creduto a cose simili, e avrebbe continuato a non farlo.
Quello era semplicemente uno svitato, ma la cosa più importante era che gli aveva rovinato il suo Bubble Tea.

















 

Ciao! ^^
Eccomi qui con il primo capitolo! XD
Mi dispiace non aver ricevuto qualche parere in quello precedente, ma ho notato che alcune persone -che ringrazio- hanno inserito la storia nelle seguite, quindi ho deciso di continuare sperando di non deludere le loro aspettative con questo capitolo.
Quindi... ecco fatto! :)
Ringrazio ancora chi ha letto e spero vi piaccia! XD
Mi scuso per eventuali errori, e... alla prossima! ^^

Ele

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2

 

-Oggi le ho preparato qualcosa di caldo- Luhan uscì dalla cucina con una pentolina fumante in mano, mettendola davanti al suo interlocutore.
Prese posto davanti a lui, iniziando a servirlo.
-Dall'odore sembra buono- affermò il signor Kim osservandolo con il suo immancabile sorriso, mentre prendeva il suo piatto e versava un'abbondante quantità del contenuto di quella pentola.
Luhan annuì.
-Può fidarsi di me-
-Lo so-

Iniziarono a magiare silenziosamente, poi ad un tratto Luhan si bloccò, fissandolo, e prese la parola.
-Signor Kim...- chiamò per attirare la sua attenzione.
-Mh? Cosa c'è?- chiese l'altro guardando il viso malinconico del ragazzo.
Sembrava che qualcosa lo preoccupasse.
-Per caso... è arrabbiato con me per quello che ho combinato ieri notte?- domandò con voce bassa. Quella stessa mattina gli aveva raccontato della consegna, del fatto che avesse rovinato l'ordine del suo cliente, facendolo arrabbiare. Gli aveva raccontato il perché, sapendo che lui l'avrebbe creduto, e gli aveva detto di essersi sentito in colpa.
L'anziano signore aveva posato una mano sulla sua testa, comprensivo, accarezzandogli i capelli scuri, e gli aveva sorriso dicendogli semplicemente che andava tutto bene, di non preoccuparsi, che sbagliare era una cosa normale, tornando poi a occuparsi del negozio.
Però... lui ancora non era sicuro che fosse tutto apposto, non voleva che la persona che lo aveva accolto e lo aveva aiutato pensasse di lui come a un incapace.

L'altro si abbandonò ad una risatina.
-Arrabbiato con te? Perché pensi questo Luhan? Te l'ho detto prima, può succedere a tutti di sbagliare, l'importante è avere l'umiltà di accettarlo, e tu sembra che l'abbia fatto abbastanza. Non rimproverarti nulla, quando Sehun tornerà, gli offriremo noi un Bubble Tea, va bene?-
Il ragazzo sorrise felice, annuendo subito.

-Sehun... è il nome di quel ragazzo?- chiese poi curioso.
-Si, è un ragazzo molto impegnato, fa parte di uno di questi gruppi per cui i giovani al giorno d'oggi vanno pazzi, ma è davvero una brava persona- rispose l'uomo, soddisfando la sua curiosità.
Che strano, pensò Luhan, a lui non aveva dato proprio l'impressione di essere una persona gentile.
-E' da molto tempo che viene qui- continuò poi - sembra che adori questo negozio. Solitamente viene molto presto o molto tardi, quindi non credo sia probabile che vi siate mai incontrati-.
Effettivamente Luhan iniziava a lavorare verso le otto la mattina e di solito la sera non finiva così tardi, solo il sabato e la domenica capitava che il locale fosse più pieno del solito e le persone non andavano via prima delle undici o mezzanotte.
L'uomo sospirò sovrappensiero.
-Deve essere difficile essere una star- affermò ripensando a quante volte aveva visto il volto di quel giovane ragazzo affaticato e stanco.
-Perché?- chiese ingenuamente Luhan.
-Non so bene come funzionano queste cose, ma dal momento che è una persona famosa, ha tantissimi fans che lo seguono ovunque-
Luhan lo guardò con espressione interrogativa.
-Tante persone lo considerano come un modello, vogliono la sua attenzione. Ad esempio, se lui venisse qui durante il normale orario di apertura e chiusura, molti si accerchierebbero attorno a lui per vedere cosa fa o cosa ordina, invaderebbero cioè la sua vita privata. Non avrebbe un attimo di pace, perché non tutti sono sempre rispettosi- concluse il signor Kim, cercando di spiegargli tutto nel modo più semplice possibile.
-E allora, se è così difficile, perché non finisce di essere una star? Potrebbe fare tante altre cose- questa fu la riflessione del moro, che suscitò la risata dell'altro.
-Perché è questo ciò che gli piace fare...quando ha scelto di essere famoso, probabilmente ha accettato tutto le conseguenze, ne era consapevole-.
Luhan strinse le spalle, evidentemente era lui che non riusciva a comprendere le cose. Continuò a mangiare, sotto lo sguardo divertito del vecchio, che si addolciva davanti alla sua ingenuità. Non aveva ancora ben chiaro il concetto di sogno, della volontà e della determinazione per raggiungerlo, ma prima o poi l'avrebbe imparato.

 

 

 

 

Sehun si massaggiò la fronte, ed emise un leggero sospiro mentre riponeva il cellulare sul tavolo. Aveva un mal di testa spaventoso, ma purtroppo per lui avrebbe dovuto pensarci dopo, dal momento che fra qualche minuto sarebbero stati chiamati per girare una trasmissione.
Probabilmente quel mal di testa era dovuto alle poche ore di sonno, ma era certo che fosse aumentato non appena il loro manager entrò in quella stanza per comunicare loro che dopo aver terminato le riprese si sarebbero dovuti recare in un altra sede televisiva per rilasciare un'intervista riguardante il loro imminente comeback.
Quella, pensò il ragazzo, era una di quelle giornate che sperava passassero in fretta, in quanto non ne poteva più di andare avanti e indietro, sballottato da una parte all'altra, come del resto anche tutti i suoi compagni.
Si alzò dalla sedia, pronto per uscire e raggiungere il luogo in cui avrebbero dovuto registrare, era il momento di essere professionali, quindi niente cattivo umore, lo doveva fare per i suoi fans.

 

 

 

 

 

 

 

Luhan si gettò malamente sul divano, aprendo la televisione. Era sempre rimasto affascinato da quella scatola, che nel suo pianeta non esisteva. Era qualcosa di davvero, davvero incredibile. Iniziò a fare zapping con il telecomando, non trovando un modo per impiegare il tempo. Mancava un bel po' perché il locale aprisse, erano ancora le due e mezzo del pomeriggio. Il tempo sulla terra scorreva lento, inesorabilmente lento, tanto che non poche volte si trovava in uno stato in cui sentiva il bisogno di fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche se non sapeva bene cosa fare, in quanto non riusciva ad aspettare fermo il trascorre dei minuti e delle ore. Era quello che gli umani definivano noia per l'esattezza, proprio così, era annoiato. Ma nel mentre continuava a cambiare canale dopo canale, qualcosa, o meglio qualcuno, catturò la sua attenzione.
“Questo è il ragazzo di ieri” osservò attento lo schermo. In quel momento stavano trasmettendo l'esibizione musicale di un famoso gruppo maschile.
Luhan aveva riconosciuto il viso di Sehun, e si era perso a guardare il modo in cui cantava e ballava. La sera precedente aveva il cappello in testa, ma in quel momento poteva vedere i suoi capelli, tendenti al castano chiaro, ondeggiare insieme a lui durante il corso dell'esibizione. L'espressione del volto era completamente diversa da quella che aveva assunto davanti a lui, tanto che si chiese se non avesse scambiato quel ragazzo per un altra persona. Ma non c'erano dubbi, quello era proprio lui, e Luhan sembrava essere rimasto incantato dal modo in cui si muoveva, dal modo in cui il suo sguardo si posava fiero sulla telecamera, da quelle espressioni, indefinibili per lui, che però attiravano in quel momento tutta la sua attenzione. Era la prima volta che si soffermava così tanto su una persona, oltre che il signor Kim, ma lo trovava davvero... bello.

Puoi definire qualcosa o qualcuno 'bello' quando ti provoca una piacevole sensazione guardarlo, quando in qualche modo la tua attenzione si posa, anche se a volte pur involontariamente, su di esso e senti i tuoi sensi inebriati, ammaliati, o attratti da esso”

-Sehun è... bello- sussurrò il ragazzo, ridestandosi poi da quei pensieri quando l'esibizione terminò. Era capitato che avesse visto quel volto in televisione qualche altra volta, ma solo in quel momento lo aveva analizzato attentamente, solo dopo aver conosciuto il diretto interessato, anche se in quella scatola appariva tutta un'altra persona.
“Quante facce hanno gli umani?” si chiese.

-Si chiama professionalità- fu il signor Kim a rispondere al suo muto interrogativo.
Luhan si voltò verso di lui. Quell'uomo riusciva a capirlo così bene, che non c'era neanche il bisogno di parole tra di loro.
-Cosa intende?- chiese ancora sorpreso.
-Quando lavori devi essere professionale, devi saper padroneggiare le tue emozioni, comportarti a seconda di come lo richiede la situazione-
Il moro sembrò rifletterci su.
-Credo di aver capito, devi mettere un limite a quello che senti-
-Diciamo di si...- rispose l'uomo sorridendo mestamente -Ascolta, ti andrebbe di aiutarmi a fare una lista degli ingredienti che mancano?- domandò poi cambiando argomento.
Luhan annuì e lo affiancò subito. Tralasciò così quello strano interessamento verso qualcuno che non fosse il signor Kim.

Verso il tardo pomeriggio, si offrì di andare a comprare tutto ciò che mancava al locale, portando con sé la lista fatta precedentemente.
Quando ritornò, iniziò a dare una mano a lavoro, e senza accorgersene si erano fatte già le nove e mezzo quando finì con l'ultima consegna.


Era sulla strada di ritorno, quando iniziò a vedere tutto girare intorno a sé, con la gola che bruciava fastidiosamente e tutti i suoni e i rumori che continuavano a disperdersi intorno a lui. Si rese conto di avere il fiato corto, e sentì una fitta coglierlo all'altezza del petto. Iniziò a barcollare pericolosamente, indebolito, cercando qualcosa a cui aggrapparsi.
Era consapevole di cosa si trattava, non era la prima volta che accadeva, anche se le volte precedenti l'impatto era stato minore.
Iniziava a risentire di quel posto, che in fondo non era il suo. Per quanto si fosse adattato, rimaneva comunque un alieno, così come i terrestri chiamavano le persone di un altro mondo. La sua consistenza, benché fosse simile, era comunque diversa, per questo a volte il suo corpo si ribellava, e lui non poteva fare nulla se non sottomettersi a quella ribellione.

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente per quella giornata gli impegni erano finiti. Sehun si stiracchiò, ancora dentro il furgoncino con cui tutti erano tornati, dopo essere stato svegliato in modo scherzoso -e anche un tantino rompi scatole- dai suoi due amici Chanyeol e Baekhyun. Appena sceso, aveva una vaga idea di dove dirigersi. Compose un breve messaggio, che inviò, aspettando poi la risposta. Nel frattempo si guardò intorno, notando che alcune fans erano accostate a pochi metri da lui e richiamavano la sua attenzione. Sorrise loro, divertito quando le vide agitarsi a causa di quel silenzioso saluto. Aspettare il loro arrivo lì con quel freddo e di sera... erano davvero pazze, ma rimaneva sempre toccato dal modo in cui si prodigavano a fare così tanto per loro, anche se a volte quel 'tanto' era sinonimo di eccesso.
Il cellulare vibrò, e lo aprì subito leggendo il nuovo messaggio arrivato. Lo rimise in tasca avvicinandosi al suo manager. Gli chiese se sulla strada del ritorno a casa lo poteva accompagnare fino a un certo punto, ricevendo un'affermazione positiva come risposta. Cercò alcuni suoi compagni, entrando nel grande edificio che li aveva accolti sempre per così tanto tempo, e domandò loro se volevano andare con lui. Ma ognuno aveva qualcosa di diverso da fare, per cui si ritrovò in macchina da solo.
Venne accompagnato, come stabilito, per un paio di chilometri, poi continuò a piedi, non prima di aver ringraziato il suo manager, che gli ricordò gli impegni per il giorno successivo. Al ritorno avrebbe preso un autobus, pensò, stringendosi nell'elegante cappotto nero, che fasciava alla perfezione il suo magnifico corpo, snello e slanciato.
Camminò lentamente beandosi di quel silenzio che lo accompagnava ad ogni passo, perdendosi tra i suoi pensieri.
La sua meta era il negozio del signor Kim quella fredda serata d'inverno, lo stesso che lo aveva chiamato poco prima, dicendogli di passare quando avesse trovato un po' di tempo per una chiacchierata e per ripagarlo di quel Bubble Tea andato a male. Nonostante fosse stanco, non voleva rifiutare quell'offerta, in quanto i giorni a seguire sarebbero stati ancora più pesanti e avrebbe avuto difficoltà nell'andarci. Gli aveva mandato un messaggio chiedendogli se il locale era vuoto, ricevendo una risposta affermativa. Non per apparire sgorbutico, ma non avrebbe retto un'altra intensa sessione di autografi e foto, oltretutto il quel momento non era al massimo del suo splendore esteticamente parlando.
Velocizzò il passo, iniziando a sentire gli effetti di quel freddo pungente, che si era insinuato anche fin dentro le mutande, ma si bloccò non appena vide una figura conosciuta barcollare a pochi metri davanti a sé.
Non era lo svitato della sera prima?
Gli riservò un sguardo sorpreso, notando che sembrava in difficoltà.
Si avvicinò a lui, giusto in tempo per evitargli una dolorosa caduta, afferandolo per una spalla e passando l'altra mano sulla sua schiena, sollevandolo di poco. Guardò il suo viso, contratto in un'espressione sofferente, gli occhi serrati e il respiro accellerato. Lo scosse leggermente per cercare di capire se era cosciente.
-Ya!!- esclamò preoccupato.

Luhan si sentì all'improvviso avvolto da un inaspettato ma piacevole calore, sentì degli arti forti sorreggerlo e una voce chiamarlo.
Cercò di aprire gli occhi per vedere chi fosse, anche se la fitta al petto non si era ancora allentata. Ci riuscì, anche se con grande difficoltà, focalizzando appena il viso di Sehun non molto distante dal suo.
Si sforzò di rimettersi almeno sui suoi piedi, sempre sorretto dall'altro, e strinse un pezzo di stoffa del cappotto del ragazzo nella sua mano. Il dolore non accennava a diminuire.
Alzò lo sguardo verso di lui: i suoi occhi scuri erano velati da evidente preoccupazione.

-Ehi!! Cosa ti succede?!- chiese alzando di poco il tono di voce.
Non sapeva cosa fare, quella situazione era a dir poco assurda!
Si passò agitato una mano tra i capelli, guardandosi intorno. La cosa migliore era chiedere aiuto a qualcuno, peccato che in quel momento non ci fosse anima viva. Afferrò il cellulare dalla tasca, cercando di comporre un numero, ma venne subito fermato da una mano che fredda, ma delicata, bloccò la sua.
-N- non... f-farlo...- disse debolmente, guardandolo negli occhi.
L'altro ricambiò lo sguardo sorpreso.
-Allora dimmi tu cosa dovrei fare!- esclamò innervosito. Stava così male e non voleva neanche essere portato in ospedale!
Luhan strinse la sua mano, quella che ancora teneva il cellulare a mezz'aria, sentendo finalmente diminuire l'intensità di quella fitta.
-S-solo … aspetta qui... f-finché non finisce... puoi farlo?-
Sehun credette di non aver afferrato bene tutto il concetto della frase. “Finire cosa?”. Tuttavia annuì, stralunato.
-Grazie- farfugliò infine il moro, rivolgendogli un piccolo sorriso.

Tum Tum


...

Cosa … era appena... successo?

 

 

 

 

 

 

 





Ciao a tutti! ^^

Dopo un po' sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo! XD

Ringrazio Eeveeus per aver letto e recensito questa storia, e ringrazio tutti coloro che la seguono! :)

A presto!

Ele

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3

 

 

Tum Tum

 

Sehun sembrò cadere dalla nuvole.
Rimase fermo, irrigidito, sostenendo ancora quel ragazzo, che finalmente sembrava sentirsi un po' meglio e gli... sorrideva.
Un cerbiatto, un cerbiatto in tutto per tutto. Questo era l'unico modo per definirlo. Ma diamine, il modo in cui curvava le labbra era troppo...... NO NO E ANCORA NO!! Scosse la testa, cercando di eliminare quei pensieri alquanto inusuali per qualcuno come lui. Avrebbe sbattuto volentieri la testa contro un palo in quel momento. Tanto già faceva male per conto suo, qualche botta in più sarebbe risultata superflua.
Il punto è che quello svitato, si, proprio la persona che adesso lo stava guardando come si guarda un pazzo, era davvero un caso fuori dal comune.

E ,sia chiaro, se c'era un pazzo lì, era proprio la persona che stava ancora sorreggendo! Avrebbe voluto dirlo, ma evitò, perché davvero, si sentiva già abbastanza scombussolato.

 

Luhan finalmente riuscì di nuovo a stare in equilibrio, nonostante si sentisse ancora debole.
-Mi dispiace averti dato fastidio- inclinò leggermente il capo in segno di scusa, mostrando un espressione stanca.
L'altro si allontanò di qualche passo, schiarendosi la voce e inserendo le mani in tasca.
-Ti sei ripreso adesso?- chiese atono, guardandosi intorno con noncuranza. Quel modo di comportarsi non era da lui, pensò meravigliandosi di se stesso, ma probabilmente stare troppo vicino a qualcuno che all'una di notte si sbracciava e parlava col cielo aveva avuto il suo effetto. Si stava rimbecillendo anche lui.
-Si, grazie per avermi aiutato- disse innocentemente, e stavolta il suo sorriso fu più largo e luminoso del precedente. Era la gratitudine ad alimentare quel sorriso, Luhan credette di non aver provato sensazione più bella nel vedere che qualcuno si era preoccupato per lui, si sentiva felice.

Angelico. Sehun non trovò altro modo per definire il suo viso e quella candida espressione stampata sopra. Per la seconda volta, sentì qualcosa di diverso farsi strada dentro di lui, più precisamente all'altezza del petto.
Lo stupore che si leggeva nei suoi occhi e in quelle piccole labbra curvate in una perfetta 'o' tuttavia -e per sua fortuna-, venne colto in parte dal moro, che lo guardò stranito.
-Tu stai bene?- chiese non sapendo cos'altro dire. Lo vedeva così silenzioso e perso nei suoi pensieri che pensò avesse fatto qualcosa di sbagliato anche in quel momento.
-Si- fu la risposta secca che arrivò alle sue orecchie, mentre lo superò, proseguendo dritto davanti a sé, mettendo le mani dentro le tasche dell'elegante cappotto nero.
Luhan venne investito da una scia di profumo, la prima cosa che aveva percepito quando lui si era avvicinato per aiutarlo, circondandogli le spalle e la schiena, e non sapeva bene perché, ma era certo che quell'essenza, così delicata e allo stesso tempo pungente, il suo naso non l'avrebbe dimenticata facilmente.
Per il momento si limitò a starnutire, maledicendosi per avere un naso così sensibile. Poi affrettò il passo, raggiungendolo.
-Sehun, aspetta!- lo affiancò, guadagnandosi un'occhiata piuttosto irritata dall'altro. L'aveva chiamato per nome, dunque sapeva chi era. Che fosse uno di quei fan ossessionati? Nah, improbabile, ma meglio stare attenti.
-Cosa vuoi adesso? Sei mio fan? Vuoi un autografo? Dammi una penna e qualcosa su cui possa scrivere- disse con fare sbrigativo rallentando il passo. Forse così avrebbe finito di avere altre implicazioni con quel ragazzo per quella sera.
Ma davanti alla sua faccia, che aveva chiaramente l'espressione di chi non sapeva in che lingua si stesse parlando, capì che probabilmente si era sbagliato.
-Veramente... - azzardò Luhan, puntando il dito davanti a sé -... mi chiedevo se per caso anche tu stessi andando al locale del signor Kim, così possiamo offrirti un Bubble Tea, credo lui te l'abbia già detto- concluse aspettando la risposta.

Che figura. Questo pensò Sehun sospirando.
-Si, stavo giusto andando lì- rispose riprendendo quell'espressione atona che lo caratterizzava tanto, ma che allo stesso tempo, a detta dei suoi fans, lo faceva apparire terribilmente affascinante.
-Anche io-

-...-

-...-

-...-

-Proseguiamo insieme?- domandò il moro, interrompendo così quel pesante e imbarazzante silenzio.
-Ok- si limitò a dire l'altro, riprendendo a camminare.
Luhan sorrise, pensando forse di aver trovato una nuova potenziale persona da poter chiamare 'amico'.

 

Arrivarono davanti alla porta del locale in religioso silenzio, fra le occhiate noncuranti di Sehun e gli sguardi contenti di Luhan.
Prima di entrare, quest'ultimo si bloccò sulla soglia, ricordandosi di qualcosa di importante e prese la parola.
-Sehun, potresti non dire al signor Kim che mi sono sentito male? Te lo chiedo per favore- chiese serio, guardandolo supplichevole negli occhi.
Il ragazzo alzò un sopracciglio davanti a quella richiesta.
-Per quale motivo?- non sapeva neanche lui perché glielo stava chiedendo, infondo non erano affari suoi.
-Ecco... lui si è preso sempre grande cura di me, mi ha aiutato molto e mi vuole bene, ma non voglio farlo preoccupare ulteriormente, non è stato nulla di grave, lui già ha da pensare ai suoi problemi di salute- spiegò mischiando alla sua voce tutta la riconoscenza che aveva verso quell'uomo.
Sehun lo guardò per qualche secondo, poi alzò le spalle.
-Come vuoi, ma se posso darti un consiglio non dovresti sottovalutare neanche la tua di salute, potrebbe succedere di nuovo-.
Anche a lui capitava di stare poco bene qualche volta, a causa della stanchezza, o del troppo allenamento, però serrava i denti e continuava a fare il suo dovere. Capiva bene il fatto di non voler essere un fastidio o una preoccupazione per gli altri, ma col tempo aveva imparato che fidarsi degli amici aiutava a superare meglio le difficoltà.
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.

Vennero accolti dal signor Kim, che stava finendo di rimettere apposto alcuni oggetti. Li guardò sorpreso quando li vide entrare uno a fianco dell'altro. E sorrise quando gli raccontarono che si erano incontrati lungo il tragitto, facendo un pezzo di strada insieme. Fece accomodare Sehun su uno sgabello, mentre Luhan si fiondò dall'altra parte del bancone per iniziare a preparare il Bubble Tea.
-Allora ragazzo, come vanno le cose?- chiese l'uomo a quello che era uno dei suoi clienti più affezionati.
Sehun si passò una mano fra i capelli sospirando.
-Diciamo che è un periodo abbastanza impegnativo, tra pochi giorni c'è il comeback ed io e i miei compagni stiamo lavorando duramente-
L'uomo annuì comprensivo.
-Cercate di non affaticarvi troppo- disse poggiando paternamente una mano sulla sua guancia – ti vedo più dimagrito e guarda... hai delle occhiaie tremende- continuò passando un dito sotto il suo occhio.
Il ragazzo accennò un sorriso.
-Quelle saranno niente con un po' di trucco, ma ormai sono abituato a questi ritmi. Mi dispiace solo di non poter venire più spesso in questo paradiso-.
Si abbandonarono ad una piccola risata, poi l'anziano signore si allontanò per qualche minuto per via di una telefonata.
Sehun poggiò una mano sulla superficie del tavolo, e fissò l'altro braccio sul gomito, sostenendo la testa. Si sporse leggermente per guardare cosa stava facendo Luhan -come prima lo aveva chiamato il signor Kim-; neanche a farlo apposta, quel ragazzo era un cerbiatto di nome e di fatto.
Era serio e concentrato sugli ingredienti davanti a sé, e Sehun si perse a fissarlo intensamente per qualche minuto.
Aveva un viso davvero perfetto. Due bellissimi occhi scuri, contrastati da un intenso luccichio e circondati da lunghe ciglia, capelli neri che ricadevano dolcemente sulla fronte, un naso dai lineamenti perfetti, e quelle labbra piene... una forma incredibilmente attraente. E a fare da sfondo a tutto era quel colorito chiaro, latteo. Doveva ammetterlo, era un concentrato di bellezza spaventoso, avrebbe tranquillamente potuto fare l'idol con quel visino che si ritrovava.

-Ehi- esclamò attirando la sua attenzione -posso davvero fidarmi di quello che stai combinando?- domandò lanciando un occhiata al bicchiere che teneva davanti.
Luhan annuì e sorrise.
-Puoi fidarti di me- inserì la cannuccia dentro il bicchiere e glielo porse.
-Spero possa aiutarti a superare la stanchezza e a darti energia!- sorrise ancora una volta, felice, in quanto stava facendo un'azione che sarebbe in qualche modo stata utile per lui.
Sehun portò la cannuccia alla bocca, mentre dentro di sé riprovò quella sensazione di scombussolamento che lo agitava parecchio. Sentiva caldo, tanto che decise di togliersi il cappotto.
In quel momento il proprietario del locale riapparì da una porta secondaria, e si avvicinò a Luhan, che intanto guardava trepidante il ragazzo davanti a lui.
-Allora? Ti piace?- chiese con gli occhi che gli brillavano per la curiosità.
-Non è male- rispose l'altro continuando a gustarsi la sua tanto amata bevanda. La verità è che era una vera bomba, non aveva assaggiato niente di più buono in vita sua, ma non avrebbe mai reagito così spudoratamente davanti a loro.
Il cerbiatto esultò sorridente, e l'uomo che gli era accanto non poté fare altro che sorridere di fronte a quella spensieratezza.
-Se ti comporti così ti scambieranno per una persona ancora più piccola di quello che già sembri, non è vero Sehun?-
Il ragazzo guardò il vecchio con un'espressione interrogativa. Cosa voleva dire? Possibile che quel ragazzo dall'aria infantile avesse più di sedici -massimo diciotto- anni?
Il signor Kim davanti alla sua insicurezza capì. Afferrò per le spalle il ragazzo accanto a lui con un braccio, portandolo alla sua altezza e provocandogli un'esclamazione di sorpresa.
-Ti sembrerà strano, ma questo moccioso qui ha 24 anni- esclamò stritolandolo in quel semi-abbraccio.
A Sehun per poco non andò di traverso tutto il Bubble Tea. Tossicchiò, sputando qualche goccia, e si coprì la bocca con la mano afferrando velocemente un tovagliolo sul bancone.
Non poteva essere vero! Quello lì aveva 24 anni!! Era anche più grande di lui! Non ci credeva, che razza di scherzo era mai quello!!
Il vecchio scoppiò in una fragorosa risata davanti alla reazione dell'altro, e la sua risata fu seguita da quella di Luhan, che era riuscito a liberarsi dalla sua presa.
-Seriamente- disse inespressivo una volta ripresosi dalla strozzatura -mi sento preso in giro- guardò ancora una volta il moro, squadrandolo dalla testa ai piedi -mi sta dicendo che lui è anche più grande di me?!- esclamò al massimo della sorpresa.
-Lo so, sembra difficile crederci, ma è così-.
Sehun si arrese di fronte all'evidenza, riportando la cannuccia alla bocca.
Luhan non smetteva di ridere di fronte all'espressione che aveva fatto l'altro, ma ad un tratto sentì girare di nuovo tutto intorno a lui. Il suo sorriso si mutò in una smorfia. Questa volta la fitta era lieve, ma comunque avvertibile.
-Luhan!- il signor Kim lo afferrò per la maglia, preoccupato di fronte a quel cambiamento improvviso.
Anche Sehun si era alzato di scatto, ma non intervenne in quanto il moro si riprese quasi subito.
-T-tranquilli, non è nulla- disse con tono debole. Questa volta la fitta si era manifestata con minore intensità, ed era stato solo un attimo per fortuna.
L'uomo gli accarezzò il viso apprensivo.
-Vai a riposare adesso, qui chiudo io, d'accordo?- disse gentile.
Luhan annuì.
Salutò i due rimasti al locale, augurando loro la buonanotte e poi scomparve dietro la porta, sotto gli occhi attenti di Sehun, che non si erano staccati un attimo da lui.
Una volta che andò via, il ragazzo decise di saperne di più.
-Mi tolga una curiosità- chiese sporgendosi sul bancone -Luhan ha qualche malattia?-
L'altro scosse energicamente il capo.
-No, no, nulla del genere. Cosa te lo ha fatto pensare?- sospettò che gli avessero tenuto nascosto qualcosa.
Sehun si ricordò delle parole che il ragazzo gli aveva detto un attimo prima di entrare nel locale, e decise di non tradire la sua fiducia.
-No chiedevo solo, nulla di che- cercò di apparire credibile, e ci riuscì.
Il vecchio sospirò.
-In tutta onestà sono preoccupato per lui, ma quando è con me mostra un'aria sempre felice e sollevata, perciò se noti qualcosa di strano ti prego di dirmelo. Ormai per me è come un figlio, e se gli accadesse qualcosa io non me lo perdonerei mai. Luhan è un bravo ragazzo, generoso e con un grande cuore, vederlo soffrire è l'ultima cosa che voglio-.
Sehun ascoltò in silenzio, anche se si sentì un po' a disagio di fronte alle confidenze dell'uomo. Ma avvertì un grande affetto provenire da lui, tanto che per un attimo dubitò se dirgli che il cerbiatto prima era stato male e lui aveva dovuto soccorrerlo.
Ancora una volta l'espressione malinconica del ragazzo balenò nella sua testa, convincendolo definitivamente a lasciar perdere.

Continuarono a parlare amichevolmente per un'altra manciata di minuti, poi Sehun si alzò, rimettendosi il cappotto, pronto per andare via.
-Mi ci voleva un po' di tranquillità, la ringrazio, ma adesso è meglio che vada- disse inchinandosi educatamente di fronte all'anziano signore.
-Fai attenzione, e torna presto a trovarci, ti aspettiamo!- salutò di rimando quest'ultimo, sorridendo amorevolmente.
-Lo farò, si riguardi anche lei, e non dimentichi di guardare il nostro comeback!-
-Fate del vostro meglio, sono sicuro che sarà un successo-.
Con questo incoraggiamento, Sehun venne accompagnato alla porta.
Strinse un pugno sussurrando un -Fighting-, e si inchinò di nuovo per salutare. In seguito uscì, allontanandosi sempre di più dalla vista del signor Kim, che invece tornò dentro.
Spense tutte le luci del locale, e raggiunse la porta che portava alle stanze della sua casa.
Aprì delicatamente la porta della camera di Luhan, e si rilassò notando che si era tranquillamente addormentato. Lasciò che la preoccupazione gli scivolasse di dosso, e si preparò per andare a dormire.

 

 

Sehun tornò al dormitorio, dove i suoi compagni erano ancora svegli.
Decise di fare una doccia per distendere i muscoli, mentre la stanchezza iniziava a ricadere pesantemente su di lui. Tuttavia quella notte non riuscì a dormire bene, avendo la mente disturbata da due occhi da cerbiatto che gli sorridevano felici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!! ^^
Questa volta sono stata veloce, e sono di nuovo qui con il terzo capitolo di questa storia! :)
Qualcosa dentro Sehun sta cambiando, anche se sono solo gli inizi, mentre Luhan sembra rassegnato al fatto di dover soffrire ogni giorno di più a causa della sua non-appartenenza a quel posto. Ma il futuro è imprevedibile, quindi ancora non possiamo sapere cosa succederà!
Dopo questo breve resoconto, passo a ringraziare le persone che hanno letto e recensito questa storia, dunque grazie mille a Eeveeus, sehunandluhan, yesiam e KpopBias! :) E grazie anche a tutti coloro che la seguono!
Spero che questo capitolo vi piaccia e... alla prossima!!
Ele

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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Capitolo 4

 

-Questo è il famoso progetto “0120A”, comunemente chiamato “Connection”, iniziato circa 100 anni fa e abbandonato dalla stessa persona che l'aveva creato-
Luhan guardò i numerosi fogli sparsi su quella superficie fredda e metallica, analizzando attentamente i vari disegni e le varie formule riportate accuratamente su quei pezzi di carta giallastra, mentre le parole dell'uomo davanti a lui continuavano a vagare nelle sua testa.
-Non sappiamo nulla riguardo il motivo per cui questo progetto è stato interrotto, non sappiamo neanche che fine abbia fatto il suo creatore, ma si tratta di uno dei progetti più incredibili mai sperimentati nel corso dell'esistenza. Voglio dire, non parliamo di poco, quella struttura alle tue spalle potrebbe creare un collegamento con altri mondi! Potremmo allargare le nostre conoscenze ed estendere i nostri poteri in altre parti dell'universo, non possiamo lasciarlo da parte, capisci cosa intendo?-
Luhan scosse la testa poco convinto.
-Ammetto che è qualcosa di davvero interessante, ma è pericoloso. Ci deve essere stato per forza una ragione di non poco conto se è stato abbandonato, per di più l'uomo che l'ha inventato è scomparso. Nessuno ha mai avvertito alcun potere provenire da lui da quando si è disperso, e sai benissimo che noi tutti possiamo avvertire i poteri dei nostri simili. Qualcosa deve essere andato storto, quindi perché rischiare di sfaldare l'equilibrio del nostro pianeta?- la risposta del ragazzo sembrò non soddisfare l'altro.
-Per questo dobbiamo riprenderlo a mio parere, bisogna solo individuare e correggere il difetto, e poi fare un giro di prova. Inoltre, non possiamo non tenere in considerazione la possibilità che quell'uomo si sia teletrasportato-
Luhan guardò il suo interlocutore, sentendo qualcosa di fastidioso insediarsi dentro di lui.
-Il teletrasporto è una delle abilità più difficili da gestire, pochissime persone ci riescono al momento, e pur ammettendo questa cosa, è impossibile che quell'uomo si sia trasportato così lontano, in un altro pianeta per l'esattezza-
Non riusciva a capire il perché di così tanta insistenza verso quel progetto, ce n'erano a decine da sviluppare e valutare, non poteva dunque essere messo da parte, considerando il pericolo a cui si andava incontro?
E' vero, era allettante la prospettiva di poter entrare in contatto con altri mondi, ma di sicuro c'era ben poco. L'uomo che aveva creato quel progetto era scomparso. Non era rimasta una singola traccia di lui.
Inoltre durante il periodo di creazione di quel progetto, l'equilibrio del loro pianeta non era stato stabile. Questo implicava un qualche legame tra le due cose. A lungo ci avevano riflettuto sul da farsi, decidendo per il bene del loro mondo di metterlo da parte.

Il ragazzo mantenne fisso lo sguardo sulla persona davanti a sé. Doveva convincerlo a lasciar perdere. Ma prima di tutto doveva convincere se stesso a non accettare questa collaborazione, il che non era facile. Aveva lavorato tantissime volte con lui, quell'uomo era una delle persone più affidabili e importanti per quanto riguardava l'evoluzione e lo sviluppo del loro pianeta. Possedeva una grande capacità, poteva infatti levitare in aria, spostarsi, volare, e aveva grandi esperienze lavorative, più successi che fallimenti.
Luhan stava pensando di lasciar perdere quel lavoro, e per la prima volta stava rifiutando di affiancare quell'uomo geniale, in fondo si trattava solo di una piccola percentuale di riuscita. Ma se quella piccola percentuale si sarebbe rivelata esatta, allora Luhan avrebbe escluso se stesso da un importante passo verso il progresso. E sapeva bene quanto fosse importante la sua parte in quel progetto.
Luhan possedeva il dono della telecinesi, aveva cioè la capacità di far muovere qualsiasi cosa o persona senza alzare un dito, solo attraverso la forza del pensiero. Era un'abilità che pochi possedevano, ma si trattava di una forza fondamentale per mantenere le cose al loro posto.
Per questa sua capacità egli era sempre messo al centro di importanti questioni, e in quel grande processo meccanico che regolava la sua terra, lui poteva considerarsi uno degli ingranaggi principali.

-Luhan- lo chiamò l'altro. Teneva le braccia incrociate al petto, sostenendo il busto contro la parete dietro di lui. Indossava sopra gli abiti scuri un camice bianco, che slanciava ancora di più la sua figura, nonostante fosse molto alto. Di tanto in tanto passava una mano sulla folta chioma scura. Gli occhi erano fissi sul ragazzo, e non trasmettevano alcuna emozione -Niente è impossibile, ricordalo. Sembra che questa volta dovrò fare a meno del tuo appoggio, ma ti suggerisco di ripensarci e cambiare decisione. Conosci ormai il modo in cui lavoro, e sai perfettamente che è mia intenzione prendermi la responsabilità di tutto, che abbia buon fine o non, perciò riflettici, il tuo potere è vitale per la riuscita di questo progetto-.
Luhan sospirò.
-D'accordo, prenderò una decisione Kris-
Fece per andare via, ma la voce dell'altro arrestò i suoi passi.
-Indipendentemente dalla tua scelta, io inizierò comunque a lavorarci, ti informo del fatto che Tao, Chen, Lay e Xiumin mi hanno dato il loro appoggio-.

 

 

Luhan si alzò di scatto, ansimante e con un espressione stralunata sul volto.
Aveva ricordato!!
Era solo qualche frammento, ma aveva appena ricordato alla perfezione ciò che era successo quel giorno, quando ancora era sul suo pianeta! Per la prima volta in tre mesi era riuscito a ricordare qualcosa che collegasse la sua situazione attuale agli accadimenti precedenti!
E poi? Cos'era successo poi? Perché i suoi ricordi si erano interrotti?
Mise una mano sul cuore, cercando di calmarsi, e solo in quel momento si accorse di avere la fronte grondante di sudore. Quelle minuscole goccioline scendevano lentamente, percorrendo il viso e insinuandosi sotto il leggero tessuto della sua maglietta, appiccicandosi alla sua pelle. Odiava quella sensazione, tuttavia questo fastidio passò in secondo piano, in quanto tutti i suoi pensieri erano rivolti verso quel giorno, il giorno in cui Kris gli aveva comunicato di voler portare avanti quel fantomatico progetto, e il giorno in cui, probabilmente, erano iniziati i suoi guai, in quanto quella storia centrava sicuramente qualcosa.
Chiuse gli occhi cercando di focalizzare la sua attenzione nuovamente su quelle scene, con la speranza di ottenere più informazioni e magari di ricordare altre cose, ma dopo alcuni minuti passati ad analizzarle e a tornarci su più e più volte, ottenne come risultato solo un mal di testa incredibile.
Arreso, si gettò un'altra volta sul letto, trovando interessante guardare per un po' di tempo il soffitto. Era come se stesse risolvendo un enorme rompicapo, e chissà quanto sarebbe servito per trovarne la soluzione.
Ma il fatto di aver rivisto quei momenti gli aveva donato speranza, e forse, anzi no, ne era sicuro, col trascorrere dei giorni i suoi ricordi sarebbero tornati tutti.
Si stiracchiò accennando un sorriso, e guardò il display della sua sveglia: segnava le 5.40. Conscio del fatto che non avrebbe più preso sonno, si diresse verso il bagno con l'intento di farsi una bella doccia.
Più tardi avrebbe raccontato tutto al signor Kim.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sehun si sentì scuotere più volte, ma non ne voleva proprio sapere di alzarsi dal letto quella mattina. Mugugnò qualcosa di incomprensibile quando si sentì chiamare da qualcuno.
-Forza Sehun, devi svegliarti!- un ragazzo dalla bionda capigliatura e dalla statura non molto alta iniziò a tirare le coperte dal suo letto, ingaggiando una lotta con il bello addormentato, che continuava a fare resistenza.
-Andiamo Sehun, è ora di alzarsi!- esclamò quasi con tono disperato, voltando poi lo sguardo verso l'altro letto, a un paio di metri di distanza.
Sbatté una mano sulla faccia, emettendo un enorme sospiro, quando constatò che anche Jongin stava ancora dormendo.
-Sto impazzendo. Kyungsoo, per favore vieni a darmi una mano, questi due non vogliono sapere di alzarsi dal letto!!- urlò per farsi sentire dal compagno, che stava sistemando le sue cose nella stanza accanto.
Entrambi dovettero lottare altri buoni dieci minuti per svegliarli, ma alla fine riuscirono nell'impresa.

Sehun imprecò a bassa voce mentre si dirigeva verso il bagno ancora mezzo addormentato. Era riuscito a prendere sonno neanche tre ore fa, e già era in piedi. Già, facendo un breve resoconto, quella notte aveva chiuso occhio si e no per tre fottutissime ore. Si guardò alla specchio mentre apriva il rubinetto per far scorrere l'acqua: uno zombie, era questo ciò che vedeva riflesso. Venne affiancato da un Jongin ancora nel mondo dei sogni, intento a spazzolarsi i denti.
-Si può sapere che avevi stanotte? Diamine, per colpa tua non riuscivo a prendere sonno- chiese irritato, dopo aver finito di risciacquare la bocca.
Aveva passato gran parte del tempo a sentirlo sbuffare e rigirarsi nel letto, per poi mettersi le cuffie nelle orecchie ed ascoltare musica ad alto volume.
-Taci- fu l'unica risposta che ricevette da Sehun, intento a fissare l'acqua che continuava a scorrere, perso in una specie di trance.
Jongin gli riservò uno sguardo sarcastico, mentre si infilava dei jeans chiari poco dietro di lui.
-A quanto pare questa mattina il nostro maknae sembra essere di cattivo umore, insomma, se il buongiorno si vede dal mattino...- il moro fece un sorrisetto divertito, per il solo gusto di vederlo irritarsi ancora di più.
-Perché non provi anche tu a dormire per meno di tre ore? Poi vediamo se riesci a fare il simpatico- era incredibile come Sehun riuscisse a trasmettere acidità e irritazione puntandogli addosso sempre quello stesso sguardo atono e disinteressato, ma Jongin lo conosceva abbastanza bene da sapere che il suo carattere era tutt'altro che distaccato, si comportava in quel modo solo perché in quel momento aveva la luna storta.
Incrociò le braccia, appoggiandosi alla parete, e lo fissò nel riflesso dello specchio davanti a lui.
-E sentiamo, per quale motivo hai dormito così poco?- fece una nuova domanda, realmente interessato a sapere perché quella notte scalciava nel suo letto peggio di un puledro. Non aveva provato neanche a chiedergli cosa avesse, quando si comportava in quel modo era meglio lasciarlo un po' per conto suo, inoltre era davvero stanco anche lui per intraprendere una discussione.
Sehun finì di lavarsi la faccia, e alzando la testa incontrò lo sguardo del suo amico fermo su di lui, in attesa di una risposta.
-Insonnia- fu l'unica parola pronunciata, mentre afferrava un panno per asciugarsi il viso.
Non poteva mica dirgli la vera causa per cui non era riuscito a dormire. Avrebbe iniziato a rompere e a sparare cavolate.
Perché si, il vero motivo era stato quella specie di cerbiatto, che senza permesso si era intrufolato nei suoi pensieri. Neanche il tempo di appoggiare la testa sul cuscino che aveva iniziato a pensare al suo viso perfetto, a quel sorriso dolce e ingenuo, a quegli occhioni scuri ma vivaci, a quei miseri minuti di contatto che aveva avuto con lui, ma che lo avevano lasciato abbastanza esterrefatto. Aveva aperto quella carrellata di immagini e attimi senza volerlo. Era stata la sua mente a fare tutto. E più imponeva alla stessa di non pensarci e dormire, più tutto questo lo tormentava. Era arrivato a chiedersi se lui in quel momento stesse bene e si fosse ripreso. Poi senza volerlo una voce dentro di lui ripeteva quel nome. Luhan. Gli stava addosso perfettamente, doveva ammetterlo.
Poteva capire benissimo il punto di vista di Jongin, doveva apparire un pazzo ai suoi occhi mentre sbatteva la testa contro il cuscino, o mentre si rigirava da un lato all'altro sbuffando. In fondo quei pensieri erano del tutto inusuali per uno come lui, era davvero scocciato da quella situazione, irritato fino alla punta dei capelli. Perché la sua mente si ostinava a vagare su quel ragazzo che non conosceva per niente, e che oltretutto era... strano?
E nel mentre ingaggiava questa lotta interiore, gli era venuta la brillante idea di mettersi le cuffie alle orecchie e ascoltare musica. In questo modo avrebbe fatto il vuoto e avrebbe rilassato i suoi muscoli da quello stress che gli aveva consumato ogni briciola di vitalità.
Invece era tornato punto e a capo. Vedeva ora quegli occhi diventare malinconici, la sua candida espressione lasciare il posto ad una sofferente.

Chi diamine era quell'individuo? Perché cavolo lo stava pensando? Come diavolo aveva fatto ad attirare la sua attenzione?

Si era chiesto questo, era un fascio di nervi mentre buttava noncurante l'mp3 sul comodino. Sentiva che stava per impazzire, anche perché fra poche ore avrebbe dovuto alzarsi per via degli impegni, ed era ancora in piedi.
Solo verso la mattinata, scarico come una vecchia batteria, era finalmente riuscito a chiudere occhio. Ma il leader, Suho, puntuale alle sei era piombato in quella stanza, pronto per buttarlo giù dal letto. Senza contare che quel giorno l'agenda era strapiena, tanto che si chiedeva se sarebbe riuscito anche solo ad andare in bagno tra un impegno e l'altro.
Tutto questo era si o no un motivo valido per essere incazzato con il mondo intero? A quanto pare per Sehun si.
Sentì un sospiro dietro di lui, e la mano di Jongin posarsi sulla sua spalla.
-Ehi, sei sicuro sia per questo?- chiese con sguardo interrogatorio.
All'altro dispiaceva mentire, però su quale base poteva dirgli “No, stavo pensando al cerbiatto”?. In fondo credeva anche lui che ci fosse un principio di insonnia.
-Si, quante volte te lo devo ripetere?- mostrò un'aria scocciata, ma comunque il ragazzo dalle labbra carnose sembrò crederlo.
-Mi dispiace Sehun, è un periodo difficile per tutti noi, ma tra poco i nostri sforzi saranno ricambiati, devi resistere fino a quel momento, d'accordo?- Jongin fece un sorriso sincero, e Sehun lo ricambiò. Cosa avrebbe fatto senza i suoi amici? Annuì.
-Adesso sbrighiamoci o saremo rimproverati- aggiunse, riprendendo a sistemarsi.
Che questa lunga giornata abbia inizio”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luhan aveva appena finito di raccontare quei frammenti di ricordi al suo mentore.
Il signor Kim aveva ascoltato, rivolgendogli di tanto in tanto degli strani sorrisi, che tuttavia non riusciva a comprendere. Sapevano di mistero, e la cosa lo incuriosiva sempre di più, tuttavia rinunciò a chiedergli il perché, avrebbe ottenuto solo risposte vaghe, lo conosceva bene e sapeva che quando utilizzava quell'atteggiamento sornione non avrebbe ricavato nulla.
Però era rincuorato dal fatto che quell'uomo lo credesse.
-Sono sicuro che col tempo riuscirai a ricordare altre cose, non devi arrenderti!- gli aveva detto accarezzandogli dolcemente la testa, ma con espressione seria e decisa, partecipe alle sue emozioni.
Già, era incredibile come quella parte, relegata sul suo pianeta, qui invece avesse preso il sopravvento; ogni giorno avvertiva sempre di più quei sentimenti, di cui una volta avrebbe conosciuto solo la definizione, condizionare se non completamente, quasi, la sua libertà d'azione e di pensiero. Sulla sua terra natale i rapporti e le interazioni tra persone era solo fonte di necessità e interesse, nessun sorriso, nessuna smorfia, una faccia costantemente impenetrabile e atona. Un po' come quella di Sehun, si ritrovò a pensare. E sorrise, perché infondo non era vero, anche lui cambiava espressione, qualche volta, ma lo faceva. Inoltre le sue espressioni non erano vuote, raccontavano sempre qualcosa.
Ad esempio, quando si erano incontrati per la prima volta, la sua espressione trasmetteva stanchezza, poi irritazione e rabbia. Invece il giorno prima, la stessa espressione trasmetteva preoccupazione, poi ancora irritazione, poi era riuscito a leggervi anche un velo di divertimento.
Ma un attimo... perché si era ritrovato a pensare a lui? Forse in qualche modo quegli atteggiamenti gli facevano ricordare casa sua, altrimenti non c'era altra spiegazione, ma era turbato dal fatto di aver concentrato la sua attenzione su qualcun altro. “Interessarsi a qualcuno che non sia io”. Suonava strano, abbastanza insolito per lui.
Però ricordava di essersi sentito così felice, così grato nel vedere che quel ragazzo l'aveva aiutato quando stava male. Si era preoccupato per lui, non l'aveva ignorato. Sarebbe stata la stessa cosa se avesse saputo che lui era un alieno? Oppure avrebbe avuto paura, o invece l'avrebbe deriso? Quella diversità sarebbe stata un ostacolo?

Luhan non aveva mai provato a farsi amici al di fuori del signor Kim, un po' perché non sapeva a pieno cosa significasse il concetto di amicizia -anche se lo stava imparando-, un po' perché era incerto sul suo futuro, non voleva soffrire e far soffrire. La tristezza, il dolore erano sentimenti che aveva capito di voler tenere lontani il più possibile. Eppure come stava imparando ad essere felice, allo stesso tempo stava imparando ad essere triste. Non che lo volesse, ma ogni giorno se da una parte si riteneva fortunato, gli andava bene condurre quella vita e stare al fianco di quel vecchio signore, dall'altra sentiva sempre di più la mancanza del suo pianeta, si sentiva solo in un mondo che non era per lui; non riusciva a spiegarlo bene ma quelle gocce salate, si, proprio quelle che aveva visto scendere dai suoi occhi, rappresentavano una liberazione. Piangeva senza accorgersene, eppure quando chiedeva di poter piangere non succedeva nulla. A lui il dolore non piaceva. Si chiedeva come gli umani facessero a sopportare il dolore, e non quello fisico, ma quello dell'anima. Una volta l'aveva chiesto al signor Kim.

-Come fate voi umani a sopportare la sofferenza, e a passarci anche oltre?- gli aveva domandato una sera, seduto accanto a lui, guardando il cielo stellato fuori dalla finestra.
-Vedi Luhan, la sofferenza è uno stato d'animo, proprio come la felicità. Semplicemente siamo esseri che possiamo ridere un giorno, e il giorno dopo essere tristi. Possiamo fare i salti di gioia se succede qualcosa che ci fa stare bene, come possiamo piangere se arrivano brutte notizie o se le cose non vanno come noi vorremmo che andassero. Sai però perché poi torniamo ad essere felici?- chiese l'uomo a sua volta sorridendogli dolcemente. Luhan scosse la testa in segno di diniego.
-Perché troviamo la forza di guardare al futuro e di andare avanti. Questa forza possiamo trarla da noi stessi, o anche da chi ci sta intorno. Nella vita non va sempre tutto come tu lo desideri, purtroppo gli ostacoli sono all'ordine del giorno, ma noi umani abbiamo la forza necessaria per superarli, dobbiamo solo volerlo, crederci-.
Il ragazzo sospirò deluso.
-Come faccio io a trarre la forza se guardando al futuro non vedo nulla? Non so perché sono qui, non appartengo a questo posto, sono un estraneo, e se non trovo una soluzione probabilmente scomparirò, è solo questione di tempo- sentì quelle gocce salate fare capolinea dai suoi occhi. Ci passò sopra il palmo della mano per asciugarle.
-Oh accidenti, perché mi sento così scombussolato adesso?! Perché il mio cuore deve fare così male?!- imprecò innervosito, mentre le lacrime continuavano a scorrere contro il suo volere.
Il signor Kim lo abbracciò comprensivo.
-Comprendo le tue paure e le tue incertezze, ma tu inizia a guardare. E' facile dire di non vedere nulla. Perché non provi a vedere cosa vuoi tu? Qual è la cosa che desideri di più?-
Luhan lo guardò sorpreso, non aspettandosi quell'abbraccio, poi parve rifletterci.
-Io non voglio scomparire, io voglio tornare sul mio pianeta, ma non voglio neanche abbandonare lei-
L'uomo sorrise.
-Vedi? Questo deve essere il tuo futuro. Pensi che stare qui a piangere risolva qualcosa?-
Luhan scosse nuovamente la testa per dire 'no'.
-Allora non arrenderti e continua a cercare una soluzione. E ricordati che hai qualcuno al tuo fianco che ti aiuterà-
-Lei... mi aiuterà?- chiese perplesso.
-Esatto, non devi fare tutto da solo, io sarò al tuo fianco, fidati di me-
Guardò la sua faccia ancora più perplessa e sorrise ancora. Aveva tanto da insegnargli.
-Vuol dire che puoi raccontarmi tutto, puoi venire da me che tu sia felice o triste o arrabbiato, puoi sfogarti e dare voce ai tuoi pensieri. Io ascolterò senza giudicare-
Il ragazzo finalmente sorrise, e in un gesto quasi meccanico avvolse le sue braccia intorno alla schiena dell'uomo. Non sapeva perché, ma quel gesto lo faceva sentire bene, al sicuro, compreso.
-In questo momento sono felice. Stare in questo modo mi fa sentire bene-
-Si chiama abbraccio, è un modo per dimostrare l'affetto che provi verso una persona, un modo per consolarla, per farla sentire protetta , per fargli capire che non è sola- spiegò l'altro diligentemente.
-Mi piacciono gli abbracci-

 

 

Luhan trascorse fra questi pensieri una lunga e ordinaria giornata.
Aveva appena salutato l'ultimo cliente del locale, quando il signor Kim l'affiancò. Gli sorrise, finendo di rimettere alcuni ingredienti nei loro rispettivi scaffali.
-Luhan- l'anziano signore richiamò la sua attenzione. Il moro girò il capo, pronto ad ascoltare cosa aveva da dire.
-Si?-
-Ti piacerebbe andare al parco?- chiese l'altro sorridendogli.
-Al parco... si! Certo che mi piacerebbe!!- esclamò Luhan, mentre i suoi occhi gradualmente si illuminavano sempre di più.
-Bene, allora questo sabato ci andremo- affermò l'uomo aiutandolo a rimettere le ultime cose al loro posto.
-Ma... il locale?- chiese Luhan dubbioso. Se andavano al parco chi si occupava del locale?
-Questo sabato rimarrà chiuso, ci concediamo un giorno di ferie- il signor Kim fece l'occhiolino abbandonandosi ad una risatina, poi scomparve dietro la porta che immetteva alle stanze della casa.
Un giorno di vacanza. Luhan non vedeva l'ora.


















 













Ciao a tutti! ^^
Dopo un bel po' riesco a pubblicare un nuovo capitolo!
Come potete notare gli EXO-M appartengono allo stesso mondo di Luhan, ci ho riflettuto abbastanza prima di decidere questo, e anche se al momento non appariranno molto, in seguito si! XD
Luhan ha iniziato a ricordare qualche frammento, ma non basta per ricostruire ciò che è successo.
E Sehun... beh, i primi sintomi iniziano a farsi sentire ehehe ^^
Comunque, passo a ringraziare BAMBI_EEVEEUS e KpopBias per aver letto e recensito la storia, e sono felice che vi piaccia!! :) E ringrazio anche tutti quelli che la seguono!!
Alla prossima!!
Saluti! ^^
Ele

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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Capitolo 5

 

Finalmente era arrivato il tanto atteso sabato.
Luhan fece vagare i suoi vispi occhietti sul paesaggio intorno a sé, gustandosi quella meravigliosa distesa verde, così splendida e accogliente, rilassante e tranquilla. Si trattava di un parco poco distante dal caos e dalla frenesia della città cui ormai era abituato a vivere, e al ragazzo quella visione aveva suscitato subito un senso di meraviglia e pace. L'aria era più pulita, sentiva che in quel posto sarebbe stato bene, e scalpitava come un bambino all'idea di passare una giornata in un luogo così bello.
Dal canto suo, il signor Kim, accanto a lui, più lo guardava, più sorrideva divertito notando il suo entusiasmo, e non aveva alcuna intenzione di frenarlo, sembrava davvero di ottimo umore.
Nei giorni precedenti aveva notato che il suo stato di salute non era del tutto stabile; ricordava quando qualche sera prima cercava di nascondere il dolore dietro a un sorriso forzato, mentre le sue mani tremanti si aggrappavano con forza ai lati della sua maglia, come per scaricare tutto su quel povero tessuto. O ricordava quando era entrato nel negozio ansimando leggermente, nonostante non avesse fatto nessuna corsa. Era ormai evidente che cercava di nascondere ciò che provava, quel posto lo opprimeva a volte, per questo aveva deciso di fare quella specie di “scampagnata”, in modo da allontanarlo per un po' da qualcosa che in qualche modo nuoceva alla sua salute, ma anche per regalargli una giornata diversa, che fosse per lui motivo di felicità e spensieratezza.
E sembrava esserci riuscito a quanto vedeva dalla sua espressione.

Si sistemarono sotto l'ombra che facevano alcuni alberi -a Luhan dava fastidio restare esposto al sole- e contemplarono per un po' tutto ciò che stava intorno a loro: alberi, fiori, piante, era tutto davvero suggestivo.
Decisero poi di esplorare ciò che c'era nelle vicinanze, concedendosi una lunga e piacevole passeggiata. Non c'era molto gente, giusto un'altra decina di persone che, come loro, avevano avuto l'idea di passare una giornata lontano dai rumori della città.
Luhan non aveva smesso un attimo di parlare.
-Guardi questo!-, per poi saltellare dalla parte opposta -Questo è così strano!- oppure -Quest'albero è così grande!- e altri commenti simili.
Sembrava una trottola, ma vederlo così felice faceva star bene anche lui.
E Luhan in quel momento era davvero felice. Non avrebbe mai dimenticato quel posto. Aveva visto tante cose che sul suo pianeta non esistevano, e altre che invece glielo ricordavano in un modo assurdo.
Respirava aria pulita, e le sue energie erano al massimo. Non avrebbe mai ringraziato abbastanza il signor Kim. Per un semplice umano poteva sembrare una cosa normale, per lui rappresentava tanto.
Dopo quel tour durato parecchio tempo, decisero di riposare le gambe, seduti sull'erbetta soffice che ricopriva interamente quella zona.
Rideva e scherzava, proprio come un umano. Si sentiva umano. Da quando riusciva a sorridere e a fare battute? Da quando le sue labbra si inclinavano all'insù, e da quando si liberava in quelle risate nel sentire o vedere qualcosa di divertente? Tutto questo gli piaceva, gli piaceva da matti. Era come se nel suo mondo in bianco e nero adesso riuscisse a vedere tanti colori, ad assegnare ad ognuno di loro un emozione diversa. In tutto quel tempo passato accanto al signor Kim aveva imparato a farlo, e se un giorno sarebbe riuscito a tornare nel suo pianeta, non aveva intenzione di dimenticare. Ormai era un essere sensibile a tutti gli effetti, aveva capito che il suo cuore non gli consentiva solo di vivere, non era solo un meccanismo o un motore, era un qualcosa capace di pulsare mille sensazioni diverse, di provocargli piacere o dolore, farlo sentire vivo.
Non era più un semplice essere che rispondeva passivamente ai comandi o che agiva per uno scopo determinato, adesso era un essere in grado di mettere in gioco i suoi sentimenti, di reagire in modo spontaneo ed incontrollato alle situazioni che gli si presentavano davanti.
Per questo i suoi simili avevano isolato questa parte che lui era riuscito a sprigionare.

 

I sentimenti e le emozioni influiscono su di noi, ci controllano, ci rendono schiavi del loro volere, scorrono imperturbabili dentro i nostri corpi, niente può fermarli. Per questo noi siamo esseri di sola ragione. Non dobbiamo cadere nei loro tranelli, solo attraverso l'intelligenza possiamo far fronte alla loro portata, utilizzando il cervello possiamo annientarli”.


Niente di più sbagliato. Questo pensò Luhan in quel preciso istante.
Ma forse era ancora un po' troppo presto per parlarne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sehun alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo. Perché, si chiese, perché aveva deciso di uscire con i suoi amici quel pomeriggio?
Il giorno dopo sarebbe stato il fatidico e tanto agognato giorno del loro comeback. Migliaia e migliaia di fans erano lì, impazienti di vederli e ascoltarli. Perché non rimanere al dormitorio e riposare, dal momento che erano liberi? Avrebbero provato solo la sera, in modo da non affaticarsi e accumulare troppo stress per il giorno seguente.
Aveva passato una mattinata tranquilla, si era alzato più tardi, ridendo, scherzando e chiacchierando con gli altri membri. Poi, Jongin gli aveva chiesto di andare da qualche parte a svagarsi. Fin qui nulla di strano, poi senza sapere come, si era ritrovato a passeggiare per le strade di Seoul messo in mezzo tra lui e Kyungsoo. Non che avesse qualcosa contro di lui, assolutamente, ma più che un giro fra amici sembrava più un... appuntamento, e lui era quello che solitamente si definisce “il terzo incomodo”. Sehun era a conoscenza dei sentimenti che il suo compagno di stanza aveva sviluppato verso il più grande, ed era anche sicuro del fatto che l'altro non fosse del tutto indifferente alla questione, tuttavia mettersi a scrutare attentamente i grandi occhioni del maggiore era una cosa che non avrebbe mai fatto, troppo intimidatori, mettevano in soggezione.
Inoltre non si sarebbe mai permesso di ficcare il naso in delle faccende delicate come quelle, la discrezione era una delle parole che li accompagnava continuamente durante il loro lavoro. Insomma, erano famosi, non potevano fare sempre tutto liberamente, la loro fama li vincolava ad una rigida realtà da seguire: creare scandali o intrighi non era consentito. Senza contare che ad ogni due passi avevano un cellulare o un qualunque aggeggio elettronico puntato addosso. Vita privata uguale a zero.
Ma, tornando a quell'uscita, Sehun si stava quasi pentendo di aver accettato la proposta di uscire. Erano andati a vedere un film, ma dei tre lui era l'unico a seguirlo, gli altri due erano persi a contemplarsi a vicenda, lanciandosi sguardi e tocchi fuggenti. Erano passati per i vari negozi, e mentre lui si chiudeva nel camerino per provare qualcosa, gli altri due si sceglievano vestiti e accessori a vicenda. Proprio come una coppia.
Adesso erano seduti ad un tavolino, lui si gustava la sua fetta di torta al cioccolato, Kyungsoo la sua fetta di torta alle fragole, e Jongin si gustava le labbra dell'altro mentre assaggiavano quella torta, completamente perso, completamente cotto.
Sehun aveva alzato gli occhi al cielo, si sentiva davvero di troppo in quel momento. Approfittò del fatto che il maggiore fosse andato a chiedere il bis, per richiamare l'attenzione di Jongin, che lo guardava allontanarsi.
Gli diede una gomitata, facendolo sussultare.
-Invece di fissarlo come un pesce lesso, vai e bacialo, no?- disse con la sua solita espressione atona, mentre lo guardava diventare di tutte le tonalità del rosso. E trovava la cosa davvero divertente.
-Y-Ya!! Cosa diamine ti salta in mente?!- chiese Jongin imbarazzato fino alla punta dei capelli, agitandosi più del dovuto. L'altro fece spallucce.
-Se ne accorgerebbe anche un cieco- rispose tranquillamente, finendo di ingurgitare la sua torta.
-D-dici?- il moro si fece ancora più piccolo, intuendo che forse aveva esagerato.
-Si- fu la risposta secca che arrivò alle sue orecchie. Jongin sospirò.
Sehun riprese la parola, non voleva demoralizzarlo.
-Credo sia meglio che io tolga il disturbo. Vi lascio soli, così avrete modo di parlare-.
L'altro scattò subito in piedi, con l'intento di fermare la sua proposta.
-N-no! Rimani, non saprei cosa dirgli, oltretutto sono stato io a chiederti di uscire...- era dispiaciuto perché in fondo si era comportato male nei confronti del suo migliore amico.
Il più giovane posò una mano sulla sua spalla, voleva farlo ragionare.
-Ascolta, andando avanti così non otterrete nulla, dovete parlare, anche gli altri sanno come stanno le cose tra di voi, ma in questo modo continuerete a crearvi solo condizioni di imbarazzo e disagio. Andiamo, lo sai bene anche tu che lui prova qualcosa per te, è evidente!-
Jongin sembrò rifletterci su per qualche istante, poi sospirò nuovamente.
-Forse hai ragione tu-
-Non forse, ho ragione io e basta- Sehun lo corresse -e non preoccuparti per l'uscita, facciamo per un altra volta, quando riuscirai a posare la tua attenzione anche su di me- precisò con finto tono offeso.
-E tu cosa fai adesso?-
-So dove andare, non preoccuparti, piuttosto ricordate di essere discreti. In tutti i sensi- affermò facendo una risatina maliziosa, che mandò l'altro su tutte le furie.
-Smettila di dire stupidaggini!!-
-Ok, adesso basta, sta ritornando, poi mi racconterai-
-Grazie amico- Jongin gli era sinceramente grato. Avrebbe colto quell'occasione, era la sua possibilità di stare solo con Kyungsoo e parlare.
Così Sehun con una scusa si congedò dagli altri due, facendo un occhiolino all'amico e andando via.
Aveva già una mezza idea di dove andare, sentiva il richiamo dei suoi amati Bubble Tea da quella distanza.

Peccato che arrivato davanti al locale del signor Kim lo trovò chiuso. Mise su una faccia disperata, pensando che infondo fosse strano. Di solito il sabato era sempre aperto, almeno da come ricordava lui.
Che fosse successo qualcosa al cerbiatto?
Questo fu il suo primo pensiero. Ma poi a lui che importava, mica erano affari suoi. Si sarebbe tirato volentieri uno schiaffo, evitò solo perché non era solo, dietro di lui aveva un seguito di fans che lo chiamavano, scattavano foto e a volte urlavano come pazze.
Decise di mandare un messaggio al proprietario del locale, curioso di sapere perché quel pomeriggio era tutto chiuso, poi si dedicò alle sue fans, facendo qualche autografo e lasciandosi scattare qualche foto -e con 'qualche' intendeva una centinaia, da ogni punto e angolazione-.
Dopo circa dieci minuti vagava per delle stradine senza una meta precisa. Non aveva ricevuto alcuna risposta, probabilmente per quel giorno doveva fare a meno dei Bubble Tea. Aveva intenzione di tornare al dormitorio, e magari sdraiarsi sul letto e mandare una valanga di messaggi a Jongin, giusto per divertirsi e magari interrompere qualche momento importante con il suo Kyungsoo. Beh, che c'era di male? In fondo Sehun era sempre Sehun, su questo non c'era dubbio. Già godeva da matti all'idea di infastidirlo, bastava vedere il ghigno che aveva stampato in faccia.
Venne distratto dalla vibrazione del suo cellulare. Un nuovo messaggio.
A quanto pare il signor Kim e Luhan si erano concessi una giornata di relax. Inoltre l'uomo, chiudendo quelle righe l'aveva invitato a raggiungerli nel posto in cui si trovavano, se non aveva impegni o comunque nulla da fare. Forse ci avrebbe fatto giusto un salto.
Non ci era mai stato il quel parco, ma doveva essere davvero un bel posto. Oltretutto sembrava che non ci fossero molte persone, questo significava più pace e tranquillità. Aveva deciso, ci sarebbe andato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano già passate le quattro del pomeriggio.
Il signor Kim era seduto, appoggiato al tronco di un albero, immerso nella lettura di un libro. Luhan invece si aggirava nelle vicinanze.
Prima avevano fatto un bel pic-nic, rilassati da quell'atmosfera calma e pacifica.
A Luhan poi era balenata un'idea in testa. Voleva provare i suoi poteri, vedere se riusciva ad utilizzarli o meno. Solitamente nel posto in cui trascorreva le sue giornate non ci riusciva, nonostante si sforzasse finiva sempre per sentirsi indebolito, quasi vicino allo svenimento.
Ma lì era diverso, la natura padroneggiava, inoltre c'era tranquillità, e avrebbe potuto concentrarsi ancora meglio. Così si allontanò di poco dal loro “accampamento”, nascondendo comunque le sue intenzioni all'altro. Non voleva farlo preoccupare, inoltre si sarebbe sentito un po' a disagio.

Aveva deciso di utilizzare la telecinesi per far muovere una foglia. Era perfetta, leggera e piccola, quindi nulla per cui sforzarsi in modo eccessivo.
Chiuse gli occhi, facendo un grosso respiro per concentrare tutti i suoi pensieri su quella foglia. Passò qualche minuto, in cui sembrò isolarsi da tutto il resto, poi ordinò alla sua mente di farla muovere.

Ci siamo.

Lentamente aprì gli occhi, rimanendo sempre concentrato e... la foglia stava fluttuando!! Ce l'aveva fatta! Sorrise, facendola andare da una parte all'altra ancora per una manciata di secondi, per poi farla ricadere al suolo. Sul suo pianeta quello sarebbe stato uno scherzo per lui.
Come previsto, si sentì indebolito. Aveva da lavorarci su ancora molto. Aspettò di riprendersi un poco prima di ritornare dal signor Kim.
Ma fu sorpreso di non trovarlo solo, bensì in compagnia di Sehun, già alle prese con un Bubble Tea alle fragole.
-Sehun!- esclamò sorridendogli felice di rivederlo -Anche tu sei venuto qui!- continuò avvicinandosi a lui.

Sehun appena lo vide sentì nuovamente il suo cuore comportarsi in modo differente, quasi come se avesse aspettato quel momento da quando era arrivato. Era sempre bellissimo, con quel sorriso angelico. Quella strana sensazione, quello strano calore al petto aumentò ancora di più quando gli si avvicinò.
-Già- rispose lui, fingendosi noncurante, anche se dentro di sé sembrava stesse infuriando una tempesta. Strinse ancora più forte le mani intorno al contenitore della sua bevanda, sentendole improvvisamente diventare molli. Stava diventando pazzo, non era in lui. Cosa diamine gli aveva fatto quell'essere? Nella sua mente volarono maledizioni rivolte a se stesso, già per il solo fatto di aver pensato di volerlo rivedere.
Luhan sorrise ancora, sdraiandosi poi sull'erba.
-Questo posto è magnifico!- esclamò allungando le braccia e sentendosi leggero. I suoi occhi si illuminarono sempre di più, per poi chiudersi in due fessure. Dal basso della sua posizione guardò il viso di Sehun mostrare un espressione sorpresa.
-E' così divertente stare sdraiato in quel modo?- chiese il più piccolo vedendolo quasi sulle nuvole.
-Si! Perché non ci provi anche tu?- rispose invitandolo a sdraiarsi accanto a lui. L'altro in un primo momento sembrò restio, poi accordò.
Effettivamente aveva ragione, avrebbe volentieri schiacciato un pisolino, circondato com'era da quella pace assoluta. Chiuse gli occhi, gustandosi appieno quel momento. Si, quel posto decisamente gli piaceva. E c'era un'altra cosa che gli piaceva ancora di più: il profumo di Luhan, che gli arrivava alle narici a causa della lieve brezza che c'era e gliele solleticava senza sosta. Una dolce tortura.
Senza accorgersene fece una smorfia, pensando che la torta che aveva mangiato prima in compagnia dei suoi amici fosse stata drogata, dal momento che si era messo a pensare quelle stupidaggini.
-Mi servirebbe proprio un po' di relax...- sospirò, rivolgendo quel pensiero più a se stesso che agli altri. Ma si sentì comunque osservato.
Girò la testa giusto per incontrare quegli occhi da cerbiatto puntati su di lui. Che strano effetto gli faceva ricambiare lo sguardo, tanto che senza accorgersene le sue guance presero un lieve colorito rossastro, appena visibile.
-Perché mi stai fissando?- trovò il coraggio di chiedere cercando di apparire calmo e nascondere tutta lo scombussolamento che aveva.
-Perché hai qualche filo d'erba sui capelli- rispose l'altro divertito.
Ancora prima di poter spostare la mano sulla sua chioma castano chiaro, Luhan lo anticipò sporgendosi verso di lui, e sfiorando i suoi capelli con una delicatezza incredibile. In quel momento Sehun sentì chiaramente i suoi battiti accellerare, ritrovandosi il viso dell'altro a pochissimi centimetri di distanza dal suo. Avrebbe detto una bugia nell'affermare che non gli era neanche sfiorata l'idea di baciare quelle labbra, così invitanti e che avevano tutto l'aspetto di essere davvero morbide. Le trovava perfette, nonostante una piccola cicatrice si spaziasse sul labbro inferiore. Le trovava bellissime, era sicuro che non si sarebbe mai stancato di toccarle. E le trovava anche eccitanti.
Intorno a loro c'era aria pulita, eppure lui sentiva di non riuscire a respirare bene in quegli interminabili attimi in cui il moro si era prodigato a togliergli quei fili d'erba dai suoi capelli. Maledetti fili d'erba.
Sentire il suo respiro addosso era una sensazione incredibilmente piacevole, come mai ne ha aveva provate di simili fino ad ora. E avrebbe potuto anche addormentarsi sotto il lieve tocco della sua mano che vagava fra le ciocche dei suoi capelli.
Senza accorgersene le sue gote era diventate ancora più rosse, e questa volta quel colore era abbastanza evidente. Era davvero imbarazzato, ma allo stesso tempo si sentiva in paradiso. Tanto che quando Luhan si allontanò da lui quasi gli dispiacque.
-Ecco fatto!- esclamò risvegliandolo da tutte quelle emozioni appena provate.
-P-potevo fare benissimo da solo...- borbottò, non riuscendo a inserire un briciolo di convinzione in quelle parole.

 

-Credo sia arrivata l'ora di raccogliere le cose e andare via, tra poco tramonterà il sole e inoltre non possiamo perdere la fermata dell'autobus, altrimenti non ci torneremo a casa- intervenne il signor Kim alzandosi e incitando gli altri due a seguirlo.
-Non voglio andarmene da qui!- Luhan incrociò le braccia al petto mettendo su un broncio troppo adorabile, per poco Sehun non si sciolse come neve al sole. Più lo guardava e più gli sembrava un bambino, un bambino dentro il corpo di un uomo.
Cercò di nascondere un sorriso che gli si era involontariamente formato sulle labbra, anche perché era divertito dal comportamento infantile che l'altro stava assumendo. E lui doveva avere 24 anni?
Luhan tuttavia si accorse di come l'altro avesse piegato le labbra alle sue parole, e quasi per un attimo sentendosi fuori da tutto ciò che lo circondava, ammise dentro di sé che Sehun era davvero bello quando sorrideva, e che sicuramente avrebbe cercato di vederlo sorridere più spesso. Ma perché poi?
Tralasciò quell'interrogativo quando si accorse che gli altri due avevano già levato le tende, distanziandolo di qualche metro.
-Oh rimani pure!- esclamò il signor Kim scherzosamente – ma sappi che tra poco chiuderanno i cancelli e ti ritroverai lì dentro solo, per tutta la notte. Senza contare che potresti avere spiacevoli incontri con gli animali selvatici che ci vivono- concluse enfatizzando quelle parole, cercando di metterlo in soggezione.
Luhan non seppe dire se era più riluttante all'idea di ritrovarsi da solo -il buio per lui era una cosa normalissima, visto che il suo pianeta non aveva mai visto la luce del sole- o per il fatto che lì vi abitassero altre creature che neanche conosceva.
Sbuffò, manifestando la sua contrarietà sull'andar via, e a malincuore si allontanò sempre di più, raggiungendo le altre due figure, ormai distanti.

Poco dopo si ritrovarono seduti sull'autobus, pronti per tornare a casa dopo quella piacevole giornata.
Sehun lasciò vagare i suoi occhi fuori dal finestrino, iniziando a sentire l'ansia salire a causa del giorno seguente. Non voleva pensarci, ma nonostante fosse abituato a ciò che faceva, ogni volta che lui e i suoi compagni ritornavano sulle scene era sempre come la prima, come il giorno del loro debutto, indimenticabile.
Sospirò, voltandosi poi per vedere cosa stavano combinando gli altri due. Sembrava ci fosse in atto una discussione sulla cena di quella sera. Sorrise, a vederli parlare e scherzare così sembravano proprio padre e figlio, nonostante non avessero alcun tratto fisico in comune. Ma il legame che avevano doveva essere davvero forte, il signor Kim, che solitamente quando lavorava appariva gentile si, ma preciso e puntuale in tutto, accanto a Luhan era come se sprigionasse un'aura paterna, diversa, che lo rendeva felice.
-Questa sera cucinerò io, ti farò assaggiare qualcosa di nuovo!- diceva allegro al suo giovane ragazzo.
L'altro esultava felicemente, mettendo in evidenza sempre quell'aria infantile che possedeva.
Agli occhi di Sehun appariva così spensierato, così puro, quasi un angelo. E non poteva più nascondere, almeno a se stesso, di provare una certa attrazione nei suoi confronti, non poteva proprio farlo... quando quel piccolo cerbiatto si era avvicinato a lui aveva provato delle sensazioni del tutto estranee al suo essere, non sapeva come né perché, lo conosceva a malapena, ma evidentemente quel poco bastava a mandarlo fuori di testa.
Era inutile arrampicarsi sugli specchi, Luhan, probabilmente insieme al suo sorriso unico e mozza fiato, era riuscito ad arrivare al suo cuore.
Ecco, lo aveva appena ammesso. Gli piaceva. Ma non aveva intenzione di andare oltre quell'invaghimento.

-Sehun, qualcosa non va?- il signor Kim interruppe il flusso dei suoi pensieri. Forse era un bene, perché c'era la possibilità che in nemmeno cinque minuti avrebbe cambiato completamente prospettiva e sarebbe sceso dall'autobus solo per farsi mettere sotto. Era proprio impazzito, il suo carattere era strano.
-No, è tutto ok- rispose sfoderando ancora una volta quell'espressione senza emozioni, ma che invece racchiudeva una valanga di cose da dire.
-Sei agitato per domani?- azzardò l'uomo rivolgendosi a lui con tono comprensivo.
-Mentirei se dicessi che un po' non lo sono, ma allo stesso tempo sono sicuro che il nostro gruppo riceverà molto supporto, quindi ho intenzione di mettere questa agitazione da parte- rispose con aria fiduciosa.
-Capisco. Andrà tutto bene, non preoccuparti, l'importante è che ciò che fai lo fai con passione e mettendoci tutte le tue energie- cercò di rassicurarlo l'altro.
-E ricordati che anche noi ti supportiamo!- aggiunse Luhan, rivolgendogli uno dei sorrisi più calorosi che avesse mai visto in vita sua.

Maledizione. Perché mi fai questo dannato effetto?”

La fermata dell'autobus lo salvò da eventuali frasi sconnesse e imbarazzate. Erano arrivati.

-Vuoi fermarti da noi? Puoi rimanere a cena se ti va- come sempre la disponibilità e la gentilezza del signor Kim erano fuori da ogni schema, tuttavia dovette rifiutare.
-La ringrazio, ma non voglio disturbarla ancora. Inoltre questa sera dobbiamo provare, e sarò in compagnia dei miei amici- rifiutò l'invito educatamente.
-Beh peccato, mi sarebbe piaciuto farti assaggiare la mia cucina, sarà per un altra volta, ci conto eh- l' uomo strizzò un occhio come a sigillare quel patto -e non disturbi assolutamente, anzi per noi è stato un piacere trascorrere del tempo con te, vero Luhan?-
L'altro annuì allegramente.
-D'accordo, allora a presto! Anche per me è stato un piacere- fece un piccolo inchino per salutare, incamminandosi poi per la sua strada.
-In bocca al lupo!- furono le parole dell'altro. Si voltò verso Luhan, ma accanto a lui non lo trovò più.
Che stava facendo?

-Aspetta Sehun!- urlò correndo verso il ragazzo, che lo guardò stranito. Che gli prendeva adesso? Si fermò, lasciando che il moro lo raggiungesse.
-Cosa c'è?- chiese guardando il suo viso... imbarazzato. O si stava sbagliando forse? Si sorprese, ma lo trovava incredibilmente dolce.
-Ecco... non so come funzionano bene queste cose, ma un amico deve sostenerti sempre, quindi... tieni- pronunciò quelle parole timidamente, per poi consegnare nelle sue mani due Bubble Tea.
Sehun non sapeva cosa dire, rimase in silenzio sbalordito, cercando di realizzare al meglio quelle parole.
-So che adori i Bubble Tea, così ho pensato che mentre li bevi puoi pensare a noi e magari essere a conoscenza del fatto che noi ti supportiamo...-.
Il più piccolo continuava a guardarlo, senza parole, ipnotizzato da quell'espressione imbarazzata, da quegli occhi che rimanevano fissi verso il basso, da quelle gote leggermente arrossate, e da quelle labbra che di tanto in tanto si torturavano.
Avete presente quelle serie fantasy che fanno in tv in cui il vampiro vuole avvicinarsi alla ragazza che ama ma non può farlo per paura di perdere il controllo e morderla, succhiando il suo sangue?
Sehun stava vivendo una situazione simile. Dentro di se ardeva dalla voglia di avere un qualunque contatto fisico con lui, però la realtà era che non poteva fare un bel nulla, doveva stare lì a mettere il suo cuore in pace, deliziandosi solamente da lontano di quella bellissima espressione, mentre quel bisogno di toccarlo gridava vendetta.
-...Perché noi siamo amici adesso, vero?- mostrò una faccia da cucciolo indifeso, e seriamente, l'altro credette di potergli saltare addosso da un momento all'altro. Quel ragazzo era una macchina distruttiva, il diavolo travestito da angelo, e giocava a tirare colpi bassi alle sue vittime. Lui era una di quelle, e anche se fuori appariva composto e senza un minimo di espressione facciale, dentro invece il suo cuore stava ballando sulle note di chissà quale canzone. Magari anche su quella del loro imminente comeback.

Del resto per Luhan era piuttosto insolito tutto quello che stava facendo, era la prima volta che cercava di dimostrare in modo diretto il suo sostegno verso qualcuno che non fosse il signor Kim. Era difficile relazionarsi con gli altri, questo l'aveva già capito, ma ci teneva davvero tanto a sentirsi dire dall'altro di essere amici. Non sarebbe mai riuscito a spiegarlo a parole il perché, dal momento che ancora non lo capiva neanche lui stesso, ma sentiva il bisogno di avvicinarsi ancora di più a quel ragazzo. In qualche modo sentiva la necessità di creare una connessione, un legame. Probabilmente si trattava di una tendenza umana, cercare di legarci a chi ci sta attorno, ma aveva poca importanza, l'importante per Luhan era essere accettato, moltiplicare quel calore e quell'affetto che il signor Kim gli aveva sempre trasmesso, e a sua volta trasmetterlo il doppio.
Si sfiorò una guancia con le dita, sentendola accaldata sotto il lieve tocco.
Ancora una volta stava provando qualcosa di nuovo.
Guardò poi gli occhi di Sehun, aspettandosi una risposta.

L'altro deglutì a vuoto, mantenendo immutato quel suo atteggiamento privo di emozioni.
-Hai fatto tutto tu, ma va bene... e grazie- disse girandosi e, a malincuore, allontanandosi. Sarebbe rimasto a godersi ancora e ancora quelle sue stupende espressioni, ma era già in ritardo per le prove. Sapeva solo che se si sarebbe voltato di nuovo nella sua direzione avrebbe mandato anche la sua stessa vita a farsi benedire, fregandosene di tutto e tutti. Ma dal momento che era un essere razionale e dotato di autocontrollo, scelse di tenersi stretto quel poco di dignità e orgoglio che aveva, evitando così eventuali problemi e guai. Tuttavia il sorriso che questa volta più degli altri illuminò il suo bel viso rimase nella storia. Una sfilza di denti bianchissimi illuminavano più delle stelle e della stessa luna le strade in cui metteva piede. E non si spense neanche durante il tempo in cui provò con i suoi amici e per il resto della serata, tanto che gli altri si preoccuparono un po', trovando il tutto inquietante.
-Da quale porta del paradiso sei uscito?- gli aveva chiesto scherzosamente Jongin, anch'egli al settimo cielo, mentre vagava nella sua stanza con solo un asciugamano in vita, fresco di doccia, in cerca di vestiti puliti.
-Potrei farti la stessa domanda- il più piccolo liquidò così la questione, mentre beveva un Bubble Tea.
Era la porta con su scritto Luhan”

 

 

E il cerbiatto non era certo da meno. Aveva un nuovo amico adesso. E' vero, la risposta non era stata proprio 'si', ma quel va bene valeva come affermazione positiva. Era felice, e non vedeva l'ora di rivedere Sehun.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! ^^

E' passato un bel po' da quando ho pubblicato, ma adesso ce l'ho fatta! :)
In verità ci sarei già riuscita un paio di giorni fa, ma come sapete è stato un periodo abbastanza trepidante, si, perché LORO sono tornati! <3 Insomma, ho avuto bisogno di un po' di tempo per riprendermi- e non che ancora ci sia riuscita del tutto xD-. Dico solo che Call Me Baby è diventata la mia nuova fissa, 24 ore su 24, per rendere l'idea, e l'album.... lo sto consumando!! *-* I MV sono... wow!! *-*
Ok, potrei scrivere più del capitolo se mi ci metto xD Quindi, passiamo appunto al capitolo... ci sono passi avanti, adesso iniziamo a entrare di più nella storia, ma non si trasformerà in qualcosa di banale, affatto... >.<
Ah! E si, amo anche la KaiSoo xD E' vero che qui ho solo accennato, ma stavo pensando di dedicare qualcosa di extra a loro, anche per raccontare di questa fatidica “conversazione” dopo che Sehun è uscito di scena (ma probabilmente avrete capito verso la fine che la cosa è andata a buon fine ehehe xD).
Voglio ringraziare tutti quelli che la seguono, e BAMBI_EEVEEUS e KpopBias per i loro pareri, thank you!!! :)
Bene, allora alla prossima! ^^
Ele

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6

 

Il suono di un tappo di sughero che lasciava il vetro della bottiglia, e tante voci si univano esultanti dentro quella piccola stanza, che in quel momento accoglieva i sei ragazzi ritornati trionfanti sulle scene musicali e, almeno per quella sera, usciti vincitori dopo una grandiosa ed eccezionale esibizione.
E anche questa è fatta. Pensò Sehun facendo scontrare il suo bicchiere con gli altri, mentre brindavano
alla loro vittoria. Era in quel momento che sentiva tutti i suoi sforzi annullarsi, per lasciare spazio ad un appagante sensazione di leggerezza e felicità. Guardare le facce soddisfatte dei suoi amici era una delle cose più belle che non avrebbe mai dimenticato.
Il suo pensiero volò ai fans, verso cui provava una gratitudine immensa, e anche verso tutte le persone che lo avevano sempre aiutato e sostenuto, ed era sicuro che anche i pensieri dei suoi compagni erano congruenti ai suoi.
Passarono una serata tra i festeggiamenti, le risate e soprattutto con la consapevolezza di aver fatto un nuovo passo avanti tutti insieme, e nonostante la stanchezza, non sarebbero mai riusciti a contenere la gioia di vedere i loro sforzi mutarsi per diventare successo. Insomma, avevano dovuto misurarsi con gruppi più anziani, con molta più esperienza, e anche con gruppi più recenti, ma benvoluti dal pubblico, eppure alla fine la loro nuova canzone era prevalsa sulle altre, guadagnandosi di già un posto come hit del momento.
Il ragazzo spostò lo sguardo da una parte all'altra della stanza: persone dello staff intente a chiacchierare tra di loro, amici di altri gruppi che facevano chiasso, e poi intravide Jongin e Kyungsoo abbracciarsi teneramente, nonostante il più grande tenesse sempre una certa discrezione... cosa che non si poteva dire per Baekhyun e Chanyeol, che invece saltellavano abbracciati cantando e facendo battute ridicole, ma che comunque provocavano l'ilarità generale. E poi c'era Suho, il loro leader, colui che doveva sopportare e tenere a bada quei cinque ragazzacci,e che in quel momento apriva le braccia in direzione di Sehun con un sorriso splendente in volto. Il messaggio era chiaro: “Fatti abbracciare da mamma, maknae”.
Sehun rabbrividì, mostrando una faccia disgustata, benché non lo fosse realmente. Ma il leader non si fece affatto intimidire, e nonostante l'altezza che creava un divario tra tutti e due – Suho era più basso di un bel po' di centimetri- gli saltò addosso stritolandolo nel suo abbraccio. Al che l'altro non potè fare a meno di abbandonarsi ad una risata, ricambiandolo. Suho –il cui vero nome era Junmyeon-, era una persona davvero paziente, che sapeva ascoltare e consigliare, un ragazzo che metteva i suoi amici al primo posto, e poi pensava a se stesso. Nonostante a volte fosse oggetto di scherzi e prese in giro, sapeva comunque guadagnarsi il rispetto e farsi sentire. Per Sehun, Suho era il leader migliore del mondo, un fratello più grande su cui contare sempre e comunque. E in quel momento vedere com'era felice lo rendeva di buon umore.

Continuarono a fare festa fino a tarda notte, e i pensieri si concentrarono già sulle settimane seguenti, in cui si sarebbero esibiti in diversi programmi, avrebbero rilasciato numerose interviste, insomma, settimane molto impegnate; si può dire che quella era la parte centrale, e solo superata quella fase avrebbero potuto tirare un sospiro, come per dire “sono ancora vivo”.
Sehun si abbandonò in modo scomposto contro un divanetto, stiracchiandosi.
Chissà se lui ci ha visti” pensò.
Si, si riferiva a Luhan. Per tutto il tempo era stato accompagnato da quella sua espressione imbarazzata, estremamente dolce e indifesa. Tutti l'avevano visto sorridere come un idiota mentre ci pensava. Eppure non riusciva a posare la sua attenzione su qualcosa di diverso. Era così carino. E ancora non accettava il fatto che qualcuno dai comportamenti così fanciulleschi potesse essere più grande di lui.
Con dispiacere, i suoi sproloqui mentali furono bruscamente interrotti non appena il suo leader lo afferrò per un orecchio facendolo alzare dal divanetto in modo doloroso.
-Ya!! Non penserai di spassartela mentre io pulisco tutto questo caos!! Vieni subito a dare una mano, tu e anche tutti gli altri!!- esclamò un tantino agitato, mentre ascoltava le imprecazioni del più piccolo.
-Ho capito hyung, ma mollami!!- Sehun cercava di togliere la presa di Suho sul suo orecchio. Faceva davvero male!
Da bravo bambino obbediente, lo aiutò, come anche tutti gli altri. Altrimenti chi lo sentiva il leader se si fosse davvero arrabbiato?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luhan non aveva staccato neanche per un secondo gli occhi dal televisore mentre Sehun insieme al suo gruppo si esibiva in un programma musicale.
Come promesso, lo aveva incoraggiato attraverso quel piccolo schermo, sotto gli sguardi divertiti del signor Kim. E si era messo ad esultare come un matto quando avevano vinto.
Non vedeva l'ora di rivederlo per congratularsi con lui!
Gli piaceva soffermarsi a guardare il modo in cui ballava, in qualche modo non riusciva a smettere di togliergli gli occhi di dosso. E avvertiva uno strano turbinio dentro di lui mentre lo osservava, qualcosa di inspiegabilmente movimentato che si propagava silenziosamente senza il suo consenso.
Scambiò quella sensazione per un qualche cambiamento a livello fisico. Non dimentichiamoci che non apparteneva a quel mondo. Tuttavia si sbagliava, ma era presto per rendersene conto.
Dunque non disse nulla al signor Kim, in fondo non gli aveva provocato alcun dolore, decise di aspettare, e sospirò giù di morale nel constatare che ogni volta che non pensava alla situazione in cui si trovava, che in qualche modo riusciva a distrarsi, puntualmente qualcosa tornava a ricordargli il fatto di trovarsi lì senza sapere il perché, e che i suoi giorni erano contati se non si dava una mossa a trovare una soluzione.

Sembrava quasi un meccanismo che si innestava spontaneo.

Al dolce corrisponde l'amaro.


Intanto passavano i giorni, e Sehun non si era più fatto vivo nel loro locale. Ma Luhan lo capiva, doveva essere molto impegnato in quel periodo, non c'era giorno che non vedesse le sue immagini passare in tv. Era solamente dispiaciuto di non poterlo vedere e passare un po' di tempo in sua compagnia, desiderava davvero tanto la sua amicizia.

E non perché volesse avvicinarsi al mondo del successo o alla sua ricchezza, Luhan era una persona pura di cuore, le sue intenzioni non nascondevano in alcun modo atteggiamenti vili, disonesti o egoisti. Semplicemente era la prima volta che cercava di relazionarsi con qualcuno che non fosse il signor Kim, e voleva provarci, pur non avendo alcuna certezza di riuscirci.
Quel ragazzo aveva incrociato la sua strada già più di una volta, e la sua presenza non rappresentava affatto un fastidio; in qualche modo ormai quella strada, per quanto corta, insidiosa, e piena di ostacoli fosse, era stata segnata anche dai suoi passi.
Non si trattava solo di curiosità verso i rapporti umani, il modo in cui venivano stabiliti e tutti i condizionamenti, Luhan era stato sempre un tipo curioso. C'era qualcos'altro, un vero interesse verso quel ragazzo, il desiderio di conoscerlo meglio, di instaurare un qualche tipo di legame solido, proprio come quando passava per le strade della città e si imbatteva in giovani che ridevano e scherzavano insieme, che passavano una serata in qualche locale a mangiare e divertirsi, che condividevano le loro passioni e non mancavano di prendersi in giro.
Ci sarebbe mai riuscito? Era possibile stabilire una specie di legame simile con una persona come Sehun? E soprattutto, l'altro voleva diventare veramente suo amico? In fondo al più giovane gli amici di certo non mancavano, la sua compagnia sarebbe potuta risultare superflua o del tutto inutile. Eppure il moro sperava che dentro Sehun fosse rimasto uno spazio, anche piccolissimo, da potergli dedicare.
Luhan non negava di provare un pizzico di invidia nei confronti di tutte le persone intorno a lui, così socievoli tra di loro, che discutevano in modo così semplice e facile, erano circondati da questa normalità che per il suo mondo invece rappresentava stranezza.
Tuttavia Luhan era inesperto, era ingenuo, guardava tutto con gli occhi di un bambino, e si sa, gli occhi di un bambino sono puri, innocenti, colgono ogni aspetto della realtà per com'è, rimangono impressionati dalle piccole cose, si allargano per la meraviglia di una scoperta, sono incapaci di guardare con odio e con giudizio.
Scoprire una così vasta e varia rete di relazioni umane avrebbe richiesto molto tempo, perché in fondo il mondo umano non è così “facile” o “normale”, è qualcosa di davvero fitto e complicato; possiamo cercare sempre di guardare il bene che c'è in una persona, ma per quanto bene ci sia, ci sarà sempre quella parte più insidiosa, più profonda, più egoista. Le persone possono apparire davanti a noi con una facciata diversa da quella che hanno realmente, possono costruirsi un carattere che non appartiene loro, possono agire secondo il modo più conveniente, mascherare i loro veri pensieri, rinunciare a dire ciò che pensano realmente, seguire ciò che va di moda, rendere il loro essere del tutto impersonale. Possono ridere, aiutarsi nei momenti difficili, preoccuparsi, amare, e allo stesso tempo possono giudicare, fare del male, odiare.
Dunque, questo mondo, per quanto potesse apparire abbastanza strano e sorprendente agli occhi di Luhan, lo sarebbe apparso ancora di più col passare del tempo, ciò che attualmente avrebbe definito facile, in seguito avrebbe creato più complicazioni e intrighi di quanto invece ci si possa aspettare.


Ignaro di tutto ciò, il ragazzo proseguiva con un bel sorriso stampato in faccia verso il luogo in cui avrebbe dovuto effettuare una nuova consegna. Era una giornata abbastanza fredda, ma questo non impediva ai raggi del sole di risplendere in tutta la loro maestosità sul cielo di Seoul.
Questa volta si trattava di una consegna un po' più diversa, più grande, per cui lui e il signor Kim si erano dovuti spostare col furgoncino di quest'ultimo. Nonostante il loro fosse un umile negozio, che però offriva il migliore dei servizi ai propri clienti, arrivavano sempre più richieste da tutte le parti della città, e non solo. Attualmente si trattava di fare rifornimenti di Bubble Tea ad un locale abbastanza distante, il cui proprietario era amico del signor Kim. Far conoscere il proprio marchio anche in altre parti rimaneva sempre un buon mezzo di propaganda.

Ciò che Luhan non si sarebbe mai aspettato era puntare lo sguardo verso un grande edificio alla sua sinistra, distante un bel po' di metri, e vedere accostarsi alcune macchine, mentre gruppi di persone si riunivano ai lati, impedendo così una chiara visuale al ragazzo.
Si sentivano urli, grida, mormorii fra quella folla, e Luhan notò anche molte videocamere puntate verso un punto preciso.
Si avvicinò incuriosito da tanto trambusto, giusto in tempo per vedere sfilare poco lontano da lui alcuni ragazzi, che non mancavano di girarsi verso quella folla sempre più rumorosa e movimentata e dedicare loro un saluto. Ai lati alcuni uomini cercavano di mantenere ordine, e non permettere a tutte quelle ragazze circostanti di ammassarsi troppo vicino a quei giovani, per garantire la sicurezza di entrambe le parti.
Luhan, per quello che riusciva a vedere, capì subito che si trattava di persone famose, e se fosse pure rimasto ancora qualche dubbio dentro di lui, si sarebbe annullato non appena riconobbe una figura a lui molto familiare camminare lentamente affianco agli altri verso l'entrata dell'edificio. Il fatto che i suoi occhi fossero coperti da un paio di occhiali da sole, o che avesse un'acconciatura un po' più diversa rispetto al solito non impediva al moro di non riconoscerlo. Anche incontrando una persona per la prima volta, la volta successiva l'avrebbe certamente ricordata. I sensi, le percezioni, la memoria sul suo pianeta, tutto era molto più sviluppato rispetto a quello degli umani. Quindi a riconoscere la figura di Sehun ci aveva impiegato neanche un secondo.
L'altro avanzava con passo sicuro e fermo verso la porta in cui sarebbe dovuto entrare insieme ai suoi amici, mentre scambiava qualche parola con un altro ragazzo, alto forse più di lui e nel mentre un lieve sorriso si formava nelle sue labbra.
-Sehun...- quasi inconsapevolmente Luhan pronunciò il suo nome, anche se naturalmente non poteva essere minimamente udito dall'altro, sia per il trambusto in generale, sia perché si allontanava sempre di più, per poi scomparire dietro la porta. Era rimasto solo un suono, che si disperdeva tra gli altri, ma questo non impedì al ragazzo di sorridere, mentre le sue gambe si muovevano già da sole verso l'entrata di quell'edificio, dove ancora poteva intravedere dal vetro della porta il gruppo di Sehun fermo in piedi, probabilmente intento ad aspettare qualcuno o qualcosa.
Non si curò minimamente degli sguardi straniti e sorpresi di tutta la gente intorno a sé, mentre a passi veloci percorreva lo stesso tratto che poco prima avevano percorso quelle persone famose, tra cui anche Sehun. Salì i pochi gradini che portavano all'entrata, felice all'idea di poter andare a salutare l'altro ragazzo, ma la sua felicità iniziò a dissolversi non appena un uomo bloccò il suo percorso, rivolgendosi a lui in tono serio, ma gentile.
-Mi dispiace ragazzo, non puoi entrare qui- e lo invitò a tornare indietro. Luhan si sorprese. Perché quell'uomo non lo lasciava passare? Guardò oltre le sue spalle, indicando poi con un dito la figura del suo interesse.
-Devo andare a salutare il mio amico Sehun, per favore, mi faccia entrare- disse tranquillamente, puntando i suoi grandi occhioni castani verso il volto di quell'uomo. Questo non si stupì molto delle sue parole, gli capitavano spesso episodi simili. Tuttavia non riuscì a non provare un certo disagio nel guardare quegli occhi. Sospirò, cercando di avere con lui un approccio abbastanza calmo e benevolo.
-Ascolta, se anche tutte quelle persone venissero qui a dirmi le tue stesse parole, allora io dovrei credere loro e farle entrare tutte? Non posso farti entrare, i ragazzi sono impegnati con delle riprese adesso, non possono interagire con i fans. Devo chiederti di tornare indietro ed essere paziente- concluse riservandogli uno sguardo mesto, come per dire “Ci siamo intesi?”.

Luhan si imbronciò.
-Ma io sono davvero suo amico!- insisté incrociando le braccia al petto -Ci conosciamo da poco, però Sehun viene al locale dove lavoriamo io e il signor Kim, ha presente il negozio di Bubble Tea? E giusto un paio di giorni fa siamo diventati amici, quindi perché non mi fa entrare?- chiese come se fosse una cosa ovvia.
L'ingenuità e l'innocenza delle sue parole venne travisata nuovamente da quell'uomo, che roteò gli occhi davanti a tutto ciò che l'altro stava farneticando, lasciando andare un nuovo sospirò, cercando di mantenere la pazienza.
-Non so di cosa tu stia parlando, ma come ti ho detto non posso lasciarti entrare. Quindi per favore scendi queste scale e smettila di insistere- questa volta il tono era più serio e distaccato.
Luhan, innervosito, guardò prima il volto dell'uomo, poi oltre il vetro della porta alle sue spalle, dove Sehun era completamente concentrato a fare qualcosa col suo cellulare e quindi non si sarebbe mai potuto accorgere della sua presenza, oltretutto era girato di lato. Ripuntò lo sguardo sull'uomo, che aveva alzato un sopracciglio, e poi di nuovo ancora sull'altro ragazzo. Non gli importò minimamente di aver attirato tutta l'attenzione su di sé mentre si sbracciava, chiamando a gran voce il nome di Sehun, lasciando la persona che lo fronteggiava, oltre che il numeroso gruppetto di fans dietro di lui, a bocca aperta.

-Che sfacciataggine-.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sehun entrò insieme ai suoi inseparabili compagni in quell'edificio, che li avrebbe accolti per qualche ora, poiché erano ospiti di un noto programma televisivo. A quanto pare c'era da attendere un paio di minuti, i preparativi non erano ancora terminati.

Adagiò la schiena contro la parete, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare. Aveva da controllare messaggi vari e altre notizie.
Il leader era intento ad avere una conversazione con il loro manager, mentre gli altri quattro, seguendo il suo esempio, tenevano gli occhi fissi sugli schermi dei propri telefoni, isolandosi per una manciata di minuti da tutto il resto.
Fu Chanyeol, il ragazzo più alto del gruppo, che, nel distogliere per primo l'attenzione dallo schermo del suo cellulare, notò un ragazzino al di là della vetrata della porta d'ingresso, sbracciarsi animatamente e pronunciare un nome che, letto attentamente dalle sue labbra, sembrava essere 'Sehun'. L'uomo della sicurezza sembrava cercare di trattenerlo, abbastanza irritato.

Il ragazzo sorrise, voltandosi poi in direzione del suo compagno.
-Ehi Sehun, sembra che là fuori ci sia un tuo grande fan, e per di più molto carino!- richiamò la sua attenzione, mantenendo poi una faccia pensierosa.
-Mi chiedo come sia possibile che il nostro maknae riesca sempre ad attirare così tanti fans, maschi o femmine che siano... certo, ha un fascino notevole, ma io non sono certo da meno!- concluse scherzosamente, gonfiando il petto pieno di sé, senza nascondere un piccolo ghigno sulle labbra.
-Soprattutto dopo che la gente vede quelle strane orecchie che hai- scherzò la persona vicina a lui, Baekhyun, suscitando le risate degli altri. Si guadagnò però un lieve colpetto sul braccio.
-Ya! Per tua informazione sono proprio le mie 'strane orecchie' che mi rendono così carino e sexy, chiedilo ai fans- Chanyeol rispose incrociando le braccia al petto, mostrando un aria da finto offeso.
-Ok, d'accordo, come vuoi tu, comunque sia... questo non toglie il fatto che tu rimani il mio elfo preferito!- Baekhyun strizzò un occhio, pizzicando con le dita una guancia del più alto, per poi ritornare la sua attenzione sugli altri componenti. Mancò però di notare il leggero rossore che si impossessò delle guance del suo amico.

 

 

 

 

Sehun sembrava avesse perso qualsiasi capacità sensoriale nel momento in cui, seguendo le parole di Chanyeol, aveva sollevato lo sguardo dal suo cellulare per portare la sua attenzione al di là della porta d'ingresso. Si sarebbe aspettato tutto, tranne che vedere il volto di Luhan fare capolinea dietro le spalle dell'uomo della sicurezza, adesso euforico mentre indicava la persona che si era appena accorta di lui.

 

Luhan?


Si domandò, quasi insicuro di ciò che i suoi occhi gli stavano facendo vedere. All'inizio gli sembrava strano, come se la sua testa, troppo affollata da immagini del volto dell'altro, avesse deciso di farne il copia-incolla su ogni altra singola persona. Ma i secondi passavano, e nonostante avesse sbattuto le palpebre qualche volta in più del normale, ciò che vedeva era sempre Luhan.


-L-Luhan...- pronunciò il nome del ragazzo ancora incredulo. Ma forse si pentì, non appena vide cinque paia di occhi fissarlo stupiti, come se avesse appena pronunciato una profanità.
-Conosci quel ragazzo?- chiese Chanyeol cercando di interrompere tutta quell'aria di sorpresa che aleggiava intorno a loro.
-Beh... d-diciamo di si...forse...- la risposta di Sehun fu un misto di imbarazzo e confusione. Non aveva detto nulla ai suoi amici riguardo Luhan, solo a Jongin aveva raccontato della notte in cui gli aveva consegnato i Bubble Tea.
Che poi, pensandoci, cosa avrebbe dovuto dire?
-Si? Forse? Potresti essere più chiaro?- una nuova domanda da parte di Chanyeol, mentre aggrottava leggermente la fronte evidentemente confuso, come gli altri del resto.
-Si... lo conosco... in ogni caso perché è qui?- rivolse quest'ultimo quesito più a se stesso, cercando però allo stesso tempo di destare la curiosa attenzione dei suoi amici da lui.
Decise di avvicinarsi, pur non avendo bene in mente cosa fare. Non poteva andare lì e trattarlo da amico davanti a tutti, no, altrimenti avrebbe reso la sua vita un caos. Ne era sicuro. Di certo non voleva che la sua vita si trasformasse in uno strumento di dominio pubblico, come nel suo caso, solo perché aveva un amicizia con lui.

Sospirò, prima di aprire la porta d'ingresso, ed affrontare nel modo più giusto questo problema.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luhan si esaltò, salterellando felice, nel momento in cui Sehun si accorse della sua presenza. E nonostante l'uomo della sicurezza che bloccava col suo corpo l'accesso all'edificio, e le numerose persone rimaste a bocca aperta e anche infastidite dal suo comportamento, lui continuava a salutare il suo amico con un sorriso, aspettandosi che l'altro lo raggiungesse e potesse testimoniare il loro legame di amicizia davanti a quell'uomo che non lo aveva creduto.
Sentiva dietro di lui commenti del genere: “Ma chi si crede di essere?”, o “E' davvero sfacciato”, oppure “Dovrebbe smetterla, si rende solo ridicolo”, o ancora “Spera davvero di attirare l'attenzione di Sehun a quel modo? E' proprio senza speranze!”.

Ma a Luhan poco importava di cosa dicevano quelle persone di lui, cosa ne sapevano? I loro commenti erano dettati solo dall'esuberanza della sua azione, non dalle sue reali intenzioni, dunque erano privi di importanza. Però l'unica cosa che lo preoccupava era tutta l'attenzione che aveva attirato su di sé, aveva notato che alcuni avevano scattato fotografie di lui. Ma a cosa servivano poi?
Si chiedeva questo, mentre Sehun si avvicinava sempre più ed apriva la porta che segnava il confine della loro distanza. Il suo sorriso si allargò.
-Sehun!- esclamò all'altro, che invece manteneva la sua solita faccia impassibile.
-Sehun, conosci questo ragazzo?- si intromise l'uomo della sicurezza. Gli occhi del maknae passarono da Luhan all'uomo, per poi ritornare nuovamente su Luhan. Tutte le persone intorno a loro avevano iniziato a gridare il nome di Sehun, continuando a fare foto e a urlare per attirare la sua attenzione.
Il ragazzo incatenò gli occhi a quelli del moro, quasi come per trasmettergli le sue intenzioni, e cercare di fargli capire attraverso lo sguardo che non poteva rispondere 'si' a quella domanda.
Ma Luhan sorrideva ingenuamente, ricambiando lo sguardo, anche se doveva ammettere che gli occhi di Sehun, puntati in modo così diretto nei suoi, provocavano una sensazione incredibilmente strana all'interno del suo essere. Si sentiva come intrappolato, vulnerabile e più fragile. E questa volta, ne era sicuro, non dipendeva dalla sua natura, ma dalla persona che aveva di fronte.


Come faccio a rispondere no davanti a quel sorriso speranzoso?
Come se non bastassero già i battiti accelerati del suo cuore a fare un forte rumore dentro di lui, ci si metteva anche il continuo e martellante tumulto nella sua testa, che proprio nel momento più difficile aveva deciso di staccare la spina. E la colpa era tutta di quel bellissimo sorriso.
Allora, con il cuore e il cervello che andavano ognuno per conto proprio, Sehun cercò di trovare una via di mezzo per non ferire del tutto quel cerbiatto.


-Certo- rispose alla domanda originaria accennando un lieve sorriso. Vide le labbra di Luhan piegarsi ancora di più e i suoi occhi brillare quasi come delle stelle. L'uomo rimase sorpreso, come del resto anche tutti gli altri.
Ti prego, rivolse a quegli occhi una muta richiesta, non allargare ancora di più quel sorriso e non fare brillare ancora di più quegli occhi, non sai cosa sto per dire, mantieni basse le tue aspettative.


-Come non conoscere i nostri fans? Loro hanno tutti qualcosa di diverso, di speciale. O mi sbaglio?- i suoi occhi per un breve momento vagarono sui fans, che annuirono a gran voce e divertiti a quella domanda, per poi ritornare su di lui.

Sul volto di Luhan si fece largo un cipiglio confuso, quasi... deluso.
Se da una parte Sehun si sentì sollevato, dall'altra invece era come se gli avessero appena buttato addosso un enorme peso.
Non guardarmi così. E' per il tuo bene. Voleva che i suoi occhi fossero in grado di trasmettergli questo messaggio, ma purtroppo si limitavano a guardare quell'espressione imbronciata. Che tuttavia riusciva a trovare adorabile.


-Grazie mille per il tuo supporto, ne sono davvero felice, e spero continuerai a seguirci e a far parte di questa nostra avventura- riprese a parlare, tenendo in atto quella piccola scena, che però avrebbe sicuramente salvato entrambi da innumerevoli problemi.

Allungò la sua mano, stringendola insieme a quella di Luhan.

Era così liscia, così delicata, più piccola in confronto alla sua, che non avrebbe voluto più lasciarla.

Era un modo per scusarsi, per fargli capire che erano state le circostanze a fargli dire quelle parole.


Gli occhi di Luhan si allargarono leggermente a quel gesto.
Eccola quella sensazione, era ritornata più forte di prima, tanto che sentì un lieve calore confluire sulle sue gote. La mano di Sehun era più grande della sua, era calda, dalle lunghe dita slanciate, e gli dava un senso di... protezione. Non sapeva perché, ma non voleva lasciarla.


Ma dopo una breve manciata di secondi, arrivò il momento di separarsi. Sehun doveva tornare dentro per iniziare il suo lavoro con gli altri. Così, dopo un breve saluto ai fans, divorati dalla gelosia e dall'invidia nei confronti di Luhan, e un'ultima occhiata a quest'ultimo, che teneva ancora lo sguardo puntato su di lui, si voltò per ritornare dentro l'edificio.

Ma non si sentì in pace con se stesso nel lasciare il cerbiatto con un'espressione ferita in volto, mentre lo guardava andare via.

 

Scusami Luhan.






















 









Ciao a tutti! ^^
Era da tanto che non continuavo questa storia, e sono davvero dispiaciuta per coloro che la seguivano, ma purtroppo è stato un periodo abbastanza complicato.
Tuttavia oggi aggiorno con questo nuovo capitolo, che credo sia leggermente più lungo degli altri, ma proprio di poco.
Chi leggerà noterà ad un tratto una breve riflessione sempre inerente alla storia, riguardante il genere umano. Devo dire che nel scrivere quel pezzo ho guardato ad una mia definizione sull' argomento, anche come conseguenza ad alcune esperienze personali, per cui considero in quel determinato modo i rapporti tra le persone. Magari potreste trovarvi in disaccordo, ma naturalmente tutti possiamo avere un punto di vista diverso XD
Tuttavia con quelle parole scritte non voglio assolutamente dire che non credo che ci siano delle persone per cui vale la pena dare il massimo di sé, e Luhan e Sehun ne sono e ne saranno l'esempio.
Bene, detto questo passo a ringraziare BAMBI_EEVEEUS e KpopBias per i loro pareri e tutti coloro che la seguono! Grazie mille! :)
Alla prossima!
Ele

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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Capitolo 7

 

 

-Sehun,conosci questo ragazzo?-


-Certo. Come non conoscere i nostri fans? Loro hanno tutti qualcosa di diverso, di speciale. O mi sbaglio?-
-Grazie mille per il tuo supporto, ne sono davvero felice, e spero continuerai a seguirci e a far parte di questa nostra avventura-

 


Era passato ormai qualche giorno da quando Sehun aveva detto quelle parole, ma Luhan continuava a ripensarci. Durante il tragitto per ritornare a casa aveva mantenuto un'aria davvero malinconica e delusa, cosa che non era di certo sfuggita al signor Kim. Ma quella tristezza non si era arrestata neanche la sera, e neanche il giorno dopo e quello ancora.

Raccontando all'uomo tutta la vicenda, Luhan aveva sentito come un senso di liberazione, e sperava che il
vecchio signore potesse dargli le risposte che cercava.

 

Perché Sehun si era comportato così?

Lo considerava davvero solo un fan?

Non voleva forse la sua amicizia e aveva utilizzato quel modo per farglielo capire?

E allora perché sentiva tuttavia qualcosa di strano, qualcosa che gli diceva di cercare delle spiegazioni?

 

Con la testa abbandonata su un bracciolo del divano, un braccio e una gamba penzolanti al di fuori di esso fino a toccare il pavimento, e la mente occupata da numerosi pensieri, Luhan sospirò per l'ennesima volta, sentendosi davvero di cattivo umore.

 

-...Perché noi siamo amici adesso, vero?-

 

-Hai fatto tutto tu, ma va bene...-


Forse stabilire rapporti con gli umani non faceva per lui. Forse stava prendendo questa storia troppo sul serio, forse lui dava un valore a questa fantomatica parola, “amicizia”, che evidentemente non corrispondeva con la definizione che ne avevano gli altri. Ci hai provato Luhan, disse a se stesso sospirando ancora una volta, evidentemente a Sehun va bene così, quindi accontentati del fatto di avere accanto a te una fantastica persona come il signor Kim e pensa alla svelta a un modo per tornartene nel tuo pianeta.

Già, gli mancava la sua stella, voleva ritornare, voleva poter riutilizzare i suoi poteri e avere a che fare con le solite persone e con la sua solita vita. Gli mancavano le sue abitudini e i suoi compiti. Stare sulla Terra lo rendeva vulnerabile, diverso, tanto che gli mancava il suo concetto di “normalità”, il concetto che aveva la sua specie di tale parola. Avere a che fare con tutte queste emozioni lo aveva scombussolato abbastanza. Voleva poter dire “E' stato bello, ma adesso ritorno alla mia vita e chiudo con gli umani e il loro mondo”. Perché nonostante avesse scoperto così tante cose durante quell'arco di tempo, sentiva che quella vita per lui era quasi... stancante.
Avanti, era da tre giorni che non faceva altro che sentirsi triste per quelle parole che gli aveva rivolto Sehun! Ci era rimasto male, ma pensava che dopo qualche ora sarebbe passato tutto, e invece si trovava sempre al punto di partenza.
Il signor Kim, cercando di sollevargli il morale, gli aveva detto -anche perché ci credeva- che sicuramente Sehun aveva avuto qualche motivo per comportarsi così, per negare di conoscerlo e per negare la loro amicizia, anche se appena nata; ed era altrettanto sicuro che sarebbe tornato per dargli una spiegazione logica. E questo aveva in qualche modo riacceso la speranza in Luhan, non solo la speranza di poter chiarire con Sehun, ma anche di poterlo rivedere.
E a questo punto bisogna aprire un nuovo capitolo. Il titolo dovrebbe essere: “Che mi sta succedendo?”.
Infatti, se da un lato Luhan era deluso e confuso e triste per il comportamento di Sehun, dall'altro lato nei suoi sogni vedeva quegli occhi scuri puntati su di lui, che lo incatenavano e lo incantavano allo stesso tempo, infondendogli un calore assurdo, che non aveva mai provato prima. Quelle due sfere color nocciola disturbavano continuamente il suo sonno, l'intensità di quello sguardo era tale da non farlo dormire la notte in modo appropriato, da farlo girare e rigirare nel letto fino al limite e oltre della stanchezza. Uno sguardo che probabilmente non avrebbe mai dimenticato, perché non ne aveva mai visti di simili in vita sua.
E poi c'era la sua mano... quella grande e calda mano che aveva stretto la sua, facendo propagare miriadi di vibrazioni all'interno del suo corpo, quasi come un terremoto.
Sarà stato forse il suo essere estraneo a quei gesti, ma ciò che aveva avvertito dentro di sé era qualcosa di completamente nuovo e sorprendente. Non si trattava di una normale emozione, no, era impossibile, in quanto l'intensità che aveva provato stavolta era tale da superare buona parte di tutte quelle emozioni che conosceva. Sembrava essere qualcosa che racchiudeva e superava il resto, qualcosa di totalitario e totalizzante. Tuttavia non sapeva come definirla. E se ad un primo momento ne era rimasto solo sorpreso, adesso iniziava anche ad avvertire un senso di paura pervaderlo, paura perché si trattava certamente di qualcosa di più grande, e fra le tante cose che aveva capito bene, c'era anche il fatto che più ampia un'emozione è, più diventa incontrollabile.
Come la sua tristezza ad esempio, che avrebbe voluto bloccare quel giorno stesso, e che invece continuava a manifestarsi senza che lui potesse fare nulla.
Doveva parlarne al signor Kim di questo “nuovo capitolo”? O lo doveva tenere per sé al momento?
In fondo non credeva di essere pronto per altre scoperte e rivelazioni, non ancora almeno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nonostante le sue azioni avessero salvato entrambi da futuri problemi, Sehun sentiva come di poter essere completamente divorato da un momento all'altro da quel senso di colpa che lo attanagliava. Avrebbe voluto quel giorno stesso correre di nuovo indietro e dire che si, loro erano amici, in modo da poter tornare ad ammirare quegli occhi più brillanti di qualsiasi costellazione e quel bellissimo sorriso, quelle labbra invitanti più di qualsiasi altro cibo che potesse esistere al mondo. Quelle labbra rosee e piene, la cui immagine riempiva molte volte la sua mente e lo distraeva da qualsiasi cosa stesse facendo. Giusto il giorno precedente mentre si esibiva con gli altri in uno dei tanti show televisivi aveva persino sbagliato i passi della coreografia nel pensare a quella particolare parte del suo viso!
Poi però ripensò a quell'espressione ferita, e riuscì a distogliere l'attenzione da quella che era diventata la sua nuova ossessione.
Si passò entrambe le mani tra i capelli, per liberare quella frustrazione che sentiva dentro la sua anima, appoggiando poi la fronte sulla superficie del tavolo, respirando profondamente.
Avrebbe voluto correre da lui, scusarsi e spiegargli perché si era comportato in quel modo, se solo la sua agenda non fosse così piena...
-Aish!- esclamò prendendosela di nuovo con la sua capigliatura, scompigliandola tutta, senza essere però mai soddisfatto del risultato.
Probabilmente sarà arrabbiato, si sentirà deluso.
Pensò.
Ma lui non era mai stato una persona falsa o egoista.
Giusto il tempo di finire questi impegni, e poi avrebbe risolto tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era un pomeriggio tranquillo quello di Luhan, intento a sistemare gli ultimi ingredienti comprati nei rispettivi scaffali di appartenenza. Aveva appena aperto il locale insieme al signor Kim, aspettando così l'arrivo di clienti.
Rispetto a molti altri giorni però, oggi la situazione sembrava più calma, i clienti che si erano presentati erano davvero pochi, per cui l'anziano signore decise di occuparsene personalmente e lasciare del tempo libero a Luhan, in fondo al momento non c'era molto da fare. Lo avrebbe chiamato in caso la situazione fosse diventata più pesante.
Il ragazzo tuttavia non sapeva che fare, girovagò per una manciata di minuti fra le varie stanze della casa, in cerca di un'occupazione, ma alla fine si ritrovò comodamente seduto sul divano a guardare un documentario. L'argomento trattato era il mare, quelle enormi distese d'acqua che però erano solo una prerogativa terrestre. Una volta il signor Kim l'aveva portato a vedere il mare, e ne era rimasto terribilmente affascinato, tanto da non volere quasi più tornare a casa. Ci avrebbe passato ore seduto lì sulla spiaggia, ad ammirare quello spettacolo, deliziato dal suono delle onde, che gli infondeva un senso di pace. Per questo, così preso a guardare le immagini che passavano in tv, con quei suoi grandi occhioni curiosi, non si accorse di qualcuno davanti alla porta che lo guardava attentamente, rapito da quel modo di fare, così semplice e spontaneo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sehun aveva trovato finalmente un'occasione per sgattaiolare fuori dal dormitorio e dirigersi verso una meta ben precisa. Nonostante la stanchezza e lo stress, indossò dei jeans e una felpa, mise un cappello in testa e un paio di occhiali scuri, e si avviò verso il negozio del signor Kim.
Anche se erano appena le quattro del pomeriggio, aveva deciso di correre il rischio, in fondo dopo giorni di duro lavoro e impegni vari, quella era l'unica occasione che aveva per andare da Luhan, prima di ricominciare con un'altra stancante seduta di interviste varie e di preparazione per il tour.
Sperava solo di non attirare in alcun modo l'attenzione, per questo decise di prendere una strada alternativa, meno trafficata.
Riuscì a raggiungere il suo obiettivo, non senza lasciare qualche autografo e qualche foto in giro, ma niente di troppo difficile da gestire.
Fortunatamente il locale non era affollato, c'erano solo tre o quattro persone in quel momento. Incontrò lo sguardo sorpreso del signor Kim, ma non vide traccia di Luhan. Si avvicinò al bancone, togliendo gli occhiali dal suo volto in modo da guardare in faccia in modo appropriato l'uomo, e gli rivolse un lieve sorriso, prima di parlare.

-Buon pomeriggio signor Kim- salutò educatamente. L'altro si abbandonò ad una piccola risatina, per poi rivolgersi al ragazzo.
-Fammi indovinare, sei venuto qui perché hai qualcosa da dire a Luhan, vero?- chiese accentuando l'ultima parola.
L'altro arrossì lievemente, spostando lo sguardo sul bancone.
-E' così. L' ultima volta che ci siamo visti ho fatto qualcosa che lo ha ferito, anche se l'ho fatta a fin di bene. Ma vede, non voglio che la sua vita diventi di dominio pubblico, non voglio che sia costretto a causa mia a rinunciare alla sua libertà. Ho bisogno di spiegarglielo- Sehun rispose con tutta la sincerità che aveva in cuore, e questo di certo colpì l'altro, che annuì con convinzione posando una mano sulla sua spalla.
-Sono sicuro che lo capirà, perché lo hai fatto per proteggerlo in fondo, e di questo te ne sono grato, mi rende felice sapere che c'è qualcuno che si preoccupa così per lui-
Sehun in qualche modo sentì di parlare col signor Kim come se stesse parlando con un padre, pronto a difendere il figlio da qualunque cosa.
Ogni volta otteneva una conferma sempre più vera di quanto il legame tra quell'uomo e Luhan fosse forte e speciale, benché tra di loro non ci fosse alcun legame di sangue.
L'uomo gli indicò la porta alla sua sinistra.
-Vai pure da quella parte, dovrebbe essere davanti alla tv in questo momento- disse sorridendo dolcemente al ragazzo, che annuì. Tuttavia, prima di fare un passo verso il luogo indicato, ritornò la sua attenzione verso l'altro.
-Pensa sia arrabbiato con me?- chiese un tantino timido, spostando lo sguardo verso il pavimento, sentendosi ancora colpevole.
-All'inizio se l'è presa un po', ma Luhan non è una persona capace di tenere rancore agli altri, credo sia solo... un po' triste-
Quelle parole mandarono in circolo a Sehun un'improvvisa urgenza di andare da lui. Non voleva vederlo triste, voleva vederlo e voleva che sul suo volto apparisse un bel sorriso.
-Allora io vado- disse scomparendo velocemente oltre la porta.


Seguì un corto corridoio, ai cui lati si trovavano diverse porte. Andò però verso la direzione da cui proveniva un leggero vociare, appartenente probabilmente alla tv, in quello che doveva essere il salotto, e notò che la porta di quella stanza era completamente aperta. Si fermò sull'uscio silenziosamente, incontrando con lo sguardo la figura di profilo di Luhan, con la sua attenzione tutta dedicata verso le immagini che passavano sullo schermo, così preso tanto da non accorgersi della sua presenza.
Si fermò giusto un attimo per ammirare il modo in cui sbatteva lentamente le ciglia mentre seguiva con interesse le descrizioni che un qualche narratore offriva agli spettatori, il modo in cui le sue labbra fossero rimaste leggermente spalancate, ad accentuare ancora di più quell'aria stupita, il modo in cui alcune ciocche di capelli scuri gli ricadevano dolcemente sul viso, coprendogli in gran parte la fronte, il modo in cui le sue mani circondavano le gambe, strette al petto.

 

Perfetto.


Questa era l'unica parola per descriverlo. Era rimasto semplicemente incantato da tanta bellezza e da tanta semplicità insieme. In un mondo in cui lui era abituato ormai a vedere tante cose superficialmente, in cui era costretto ad avere a che fare con persone importanti, in cui spesso doveva agire quasi teatralmente, era finalmente riuscito a trovare qualcosa -no, qualcuno- in grado di fargli apprezzare la realtà per la sua semplicità e per la sua purezza, qualcuno capace di farlo incantare davanti ad una piccola azione, di farlo rimanere col fiato sospeso, di togliergli ogni capacità di parlare. Luhan, semplicemente per essere Luhan, era riuscito a conquistarlo, a conquistare il suo cuore. Poco importava il fatto che conoscesse poco o nulla di lui, o che l'avesse incontrato non da molto tempo, quel ragazzo era speciale, diverso dagli altri, lo sentiva.
Altrimenti il suo cuore non avrebbe potuto pulsare così forte al solo osservarlo da lontano.
Lui non era stato mai un tipo da pensare a cose come l'amore. Era ancora giovane, aveva tutto il tempo per quello, ciò a cui pensava adesso erano i suoi sogni, i suoi amici e a divertirsi. Raramente si era chiesto come potesse essere l'amore, cosa potesse essere. Amore... quella parola suonava così importante, così colma di significato, così solenne, tanto da lasciare dentro di lui un turbamento, un senso di smarrimento. Riuscirò a trovare quella persona in grado di farmi battere forte il cuore? La saprò amare? Come sarà la mia vita con quella persona? Il nostro amore saprà superare tutte le difficoltà che incontreremo?
Questi interrogativi a volte apparivano nella sua mente. Perché in fondo anche lui era un semplice essere umano,
al di là della fama e della ricchezza, e anche lui a volte aveva bisogno di sentirsi amato, era una sua prerogativa. Ma non l'amore di un genitore o di un amico, quei tipi di affetto li conosceva bene. Aveva bisogno di un amore esclusivo, di un amore capace di provocare una tempesta dentro di lui, di farlo sentire fragile e forte allo stesso tempo, vulnerabile e sicuro, protetto e pronto a proteggere. Aveva bisogno di una persona capace di smuovere completamente le sue emozioni, di fargli provare un forte senso di adrenalina, di causargli brividi, non di paura, di piacere.

Ma ancora a vent'anni, aveva tutto il tempo a sua disposizione per scoprire il più vero e profondo significato dell'amore, per andare oltre a quella serie di caratteristiche che lui cercava nella persona da amare.
Tuttavia, sembrava proprio che in quel momento il tempo l'avesse fregato, l'avesse colto impreparato, in quanto aveva appena realizzato di essere innamorato, innamorato della persona a pochi metri da lui.
Questo sentimento esclusivo si era appena insidiato dentro il suo cuore, lentamente, inosservato, e non l'avrebbe mai potuto rimuovere facilmente. Queste però erano solo le basi, erano solo dei semi che ancora dovevano germogliare. Si trattava di un amore inesperto, principiante, tutto da scoprire.

Per cui, se qualcuno avesse mai chiesto a Sehun una definizione di “amore” in quel momento lui, ancora incerto, confuso, non avrebbe saputo bene cosa rispondere.

Aveva giusto bisogno un po' di tempo per rifletterci su.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Questa volta sono stata davvero veloce, mi sorprendo di me stessa xD
Diciamo che si tratta di un capitolo in cui spiccano pensieri e sentimenti, in modo particolare nella parte finale, in quanto da come potete leggere Sehun si rende conto di essere innamorato di Luhan, tuttavia, inesperto, non sa ancora dare una definizione precisa e personale della parola amore. Solo in seguito ci riuscirà...
Passo a ringraziare Hikari_27, KpopBias e Ymawari, e tutti coloro che la seguono! :)
A presto! ^^

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


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Capitolo 8

 

 

Io mi sono innamorato di Luhan.

 


Sehun aveva appena realizzato qualcosa di tremendamente importante, qualcosa che avrebbe sicuramente cambiato tanti aspetti della sua vita.
Tuttavia, ridestandosi da quella specie di trance in cui era caduto osservando il ragazzo davanti a sé, si ricordò del motivo per cui era andato lì, e stare come una statua davanti alla porta non era di certo nei suoi piani.
Simulò due leggeri colpi di tosse, giusto quanto bastava per richiamare l'attenzione del moro, che non si sarebbe mai aspettato Sehun, in carne ed ossa, a quell'ora, lì davanti a lui.
I suoi occhi si allargarono dalla sorpresa, e si alzò velocemente dal divano, sostenendo sempre lo sguardo fiero e serio dell'altro, riuscendovi a scorgere tuttavia una nota di instabilità, che certamente stonava.
-S-Sehun...- pronunciò il suo nome lievemente, sentendosi improvvisamente confuso per quella visita inaspettata.


-Hei- rispose l'altro a mo' di saluto, accennando un piccolo sorriso sulle sue labbra, che di certo non sfuggì a Luhan. Con un cenno della testa indicò il televisore, e quasi meccanicamente anche il viso del più grande si girò verso quella direzione.
-Deve piacerti davvero tanto il mare- affermò continuando a guardarlo.
L'aria che si respirava intorno a loro non era un'aria imbarazzata, ma neanche confortevole. Sehun da parte sua avvertiva un po' di tensione, mentre Luhan probabilmente, non aspettandosi quella visita, era forse rimasto a corto di parole.
-Si!- gli rispose, seguendo la sua esclamazione con un vivace movimento del capo -E' bellissimo, lo adoro!- continuò mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso.
Pur mantenendo sempre la sua solita aria atona, gli occhi di Sehun lo stavano tradendo, addolcendosi davanti a ciò che lui invece considerava adorabile.
-Vorresti andarci adesso?- chiese, sorprendendolo ancora una volta.


Perché, si era detto, non andare lì?
In fondo era inverno, nonostante fosse una giornata soleggiata dubitava ci fossero altre persone. Senza contare che in questo modo avrebbe potuto passare un po' di tempo con lui, lontano dai riflettori e dallo stress, essere semplicemente un ragazzo qualunque e mostrarsi alla persona del suo interesse per com'era realmente.
Gli occhi di Luhan brillarono, mentre annuiva energicamente. E questo bastò all'altro come conferma per mettersi in viaggio, non prima però di passare dal signor Kim e ottenere la sua completa approvazione.

 

 


Fu così che qualche ora dopo, Luhan si ritrovò a correre e saltellare felicemente verso la spiaggia, sotto lo sguardo divertito di Sehun, che invece manteneva un'aria composta, con le mani dentro le tasche dei jeans mentre lo raggiungeva lentamente.
Occorsero più di una buona manciata di minuti per far scaricare al moro tutto l'entusiasmo e la felicità che aveva in quel momento – una cosa che in qualche modo appariva leggermente strana all'altro. Insomma, ai suoi occhi sembrava come se fosse la prima volta che Luhan vedeva il mare, tuttavia decise di sorvolare la questione, aveva altro da fare al momento-.
Non sapeva però quanto ci era andato vicino.
Aspettò pazientemente e abbastanza divertito mentre l'altro saltellava qua e là accompagnando i gesti con diverse esclamazioni di stupore ed euforia, avvicinandosi a quell'enorme distesa di acqua salata, per poi scappare indietro quando piccole onde minacciavano di raggiungerlo e di farlo soccombere sotto il loro gelido tocco. E per tutto quel frangente sorrisi e piccole risate non avevano abbandonato neanche per un momento il suo bel viso.
Sehun non sapeva spiegarlo bene, ma il modo in cui le sue labbra si increspavano nel regalare un sorriso, il modo in cui tirava fuori quella sfilza di denti bianchissimi e perfetti, il modo in cui le sue morbide guance venivano messe ancora di più in risalto, sentiva tutto come qualcosa di cui non poteva farne a meno, qualcosa di indispensabile, una dipendenza che probabilmente avrebbe potuto segnare la sua fine.
E' strano, pensò, come vedi le cose quando sei innamorato. Normalmente certi particolari li avrebbe tralasciati, mentre in questo nuovo “stato” quegli stessi particolari assumevano un grande valore, era come se gli permettessero di identificare perfettamente quella determinata persona, come se gli concedessero un vantaggio sugli altri, come per dire: “io so qualcosa di lui che tu nemmeno conosci”. Vedeva tutto con occhi diversi, sognanti, capaci di tralasciare qualsiasi difetto, ma allo stesso tempo imparare ad apprezzarlo, valorizzarlo, fino a trasformarlo in una caratteristica senza la quale quella persona non sarebbe stata più la stessa.
Ciò che vedeva in quel momento Sehun era un bambino intrappolato nel corpo di un uomo. Una visione che in qualche modo riusciva a scaldare il suo cuore e a farlo battere più volte e più forte del dovuto.
Non si accorse nemmeno del suo stesso sorriso che si era allargato fino a quando non fu proprio l'improvviso cambiamento di Luhan a fargli notare la cosa. Da iperattivo ed energico, in questione di secondi era passato ad una modalità calma e tranquilla, strana avrebbe osato definirla. Ma ciò che lo incuriosiva di più era il fatto che lo stesse guardando dritto negli occhi, in silenzio, quasi perso nei suoi pensieri.
Sehun inclinò leggermente la testa di lato, chiedendosi cosa ne fosse stato del Luhan di pochi minuti fa. Si avvicinò, fino a trovarsi a poca distanza da lui, sventolando poi una mano davanti alla sua faccia, in modo da richiamare la sua attenzione e da svegliarlo da qualunque pensiero stesse facendo.
-Ehi! Qualcosa non va?- chiese avvertendo un lieve senso di preoccupazione farsi largo dentro di lui.


Il moro sembrò ridestarsi improvvisamente da chissà quale profonda riflessione, incontrando per un momento l'intensità dello sguardo, degli occhi che aveva davanti a sé, prima di chinare il capo verso terra, cercando di nascondere il lieve rossore che si era impossessato delle sue guance, ma che riusciva ad avvertire forte e chiaro.

Cosa mi sta succedendo?

Questa era l'unica domanda che riusciva a porsi. Qualcosa non andava, qualcosa decisamente stava cambiando in lui. Da quando si era soffermato a guardare il volto sorridente di Sehun, il suo cuore aveva iniziato a comportarsi in modo strano. All'inizio temette che si fosse trattato di una nuova fitta di dolore, ma si rese conto che non era così. Una fitta non era mai stata in grado di fargli battere il cuore così velocemente, non era mai stata in grado di fargli accaldare così intensamente le guance. Non era mai stata in grado di fargli pensare “voglio continuare a vederlo sorridere”.
La causa questa volta era da addebitare alla persona che gli stava davanti, e che pur se effettivamente non avesse fatto nulla di male, se non piegare semplicemente le labbra in un tenue e caldo sorriso, lo aveva appena mandato in una confusione totale. Era un bene provare quelle cose? O invece era qualcosa di pericoloso, di cattivo? Come doveva comportarsi davanti a quella serie di reazioni che si erano innescate involontariamente dentro di lui? Sentì un'ondata di panico pervaderlo. E come non dargli ragione. Per qualcuno che non aveva mai provato nulla del genere, questa ignota sfera di sensazioni appariva come un nemico, o comunque come una cosa da tenere a debita distanza, dal momento che non se ne conoscevano le origini. Ma se da un lato avvertiva il bisogno di porre resistenza e di stare attento, dall'altro sentiva come un invito provenire dall'interno del suo essere che gli diceva di abbandonarsi a tutto ciò, perché per quanto strano potesse essere, gli provocava comunque una sorta di piacevole sensazione che lo faceva stare bene, che lo rendeva felice.
Luhan scosse lievemente la testa, in segno di diniego.
-No, va tutto bene- rispose accennando un piccolo sorriso alla domanda dell'altro.
Pur non essendone del tutto convinto, Sehun non volle insistere, per cui scrollò le spalle e si sedette sulla sabbia, invitando anche Luhan a fare lo stesso, indicandogli lo spazio vicino a lui con un gesto della mano.
Si ritrovarono così seduti uno accanto all'altro, gli occhi puntati sull'enorme distesa blu di fronte a loro, passando qualche minuto senza proferire parola. Questa volta si trattava di un silenzio confortevole, piacevole, che in qualche modo riusciva a infondere tranquillità a entrambi.
Dopo un po' fu Sehun a decidere di spezzarlo, tirando un lieve sospiro, appena udibile.
-Per le parole che ho detto l'altro giorno... mi dispiace, davvero. L'ho fatto perché non avevo altra scelta, non perché fossero vere-. Girò il viso quanto bastava per incontrare gli occhi attenti e un po' sorpresi dell'altro, che ricambiavano il suo sguardo.
-Non volevo che la gente iniziasse a seguirti e a irrompere nella tua vita. So bene come funzionano queste cose, credimi. Una volta che ti puntano, diventi quasi come una preda. Se avessero scoperto che sei mio amico, non ti avrebbero più lasciato in pace. E se c'è una cosa che odio è quando le persone vengono usate. Perché non tutti sanno rispettare gli spazi altrui. Davanti ad una novità, o anche davanti ai rumors più banali, c'è chi fa il possibile per avere per primo l'esclusiva. Fanno di tutto, e te ne parlo per esperienza diretta. Funziona così, acquisti ancora più popolarità perché fai notizia. E' il tipo di popolarità che io non voglio, voglio essere conosciuto per il modo in cui mi impegno e in cui ce la metto tutta, io così come pure i miei compagni. E una volta che acquisti popolarità non è tutto così semplice, ti viene portata via una grande parte di libertà, alcune volte mi sento frustrato per questo. Devo stare attento ad ogni minima cosa che faccio, perché c'è sempre qualcuno che punta su di me una qualche videocamera o fotocamera. Voglio evitarti proprio questo, voglio evitare che ti venga portata via la tua libertà. Io quando ho scelto questa strada ne ero consapevole, per cui mi sono arreso fin da subito alla realtà delle cose, ma per te è diverso, a meno che tu non voglia davvero acquisire popolarità. Puoi capire adesso le ragioni per cui mi sono comportato in quel determinato modo?-


Si, Luhan riusciva a capire perfettamente ora. Sehun aveva agito a quella maniera con l'obiettivo di proteggere la sua libertà, ed evitare anche gossip di vario genere. E lui era davvero toccato da quelle parole, per tutto il tempo che il più piccolo aveva parlato non era riuscito a distogliere il suo sguardo da quegli occhi così sinceri e dispiaciuti, stanchi, ma sempre fieri, che nascondevano un'umiltà e una purezza d'animo incredibili. Sehun rappresentava per lui una continua scoperta, non era soltanto quella facciata priva di emozioni, era molto, ma molto di più. E per ogni volta che scopriva qualcosa di nuovo, appariva ai suoi occhi sempre più speciale.
Gli rivolse uno dei più grandi sorrisi che possedeva, perché in fondo rappresentava a pieno il suo stato d'animo in quel momento. Era felice, sollevato, e la tristezza sembrava essere completamente sparita.
Annuì vivacemente alla sua domanda.
-Si, lo capisco adesso, e ti ringrazio! Sehun è davvero una brava persona!- esclamò abbandonandosi ad una piccola risata, contagiosa dal momento che anche l'altro non riuscì a non ridere.
-Allora... siamo davvero amici?- chiese poi seppur con un filo di timidezza, avvicinandosi al suo viso, accorciando le già brevi distanze, per guardarlo dritto negli occhi. Nonostante lui lo avesse fatto innocentemente, a Sehun era scattato invece un campanellino d'allarme nella sua testa perché oh cavoli se era vicino!! Poteva tracciare con lo sguardo ogni lineamento del suo viso e soprattutto poteva perdersi dentro quei meravigliosi occhietti scuri, ma illuminati da un intenso luccichio, e contornati da quelle bellissime lunghe ciglia che di tanto in tanto sbattevano su e giù. Per non parlare di quelle deliziose labbra, su cui aveva soffermato la sua attenzione più del dovuto, e se quel poco di buon senso che aveva non lo avesse già preso mentalmente a schiaffi, forse a quest'ora le avrebbe consumate sia con lo sguardo che anche con le sue, fino a togliere anche l'ultima briciola che restava della loro essenza.
Indietreggiò giusto di qualche centimetro, quanto gli bastava per poter tornare a respirare normalmente, non prima di aver liberato tutta l'aria che aveva trattenuto nei polmoni. Accorgendosi di avere le guance in fiamme si girò improvvisamente dall'altra parte, trovando interessante guardare qualcosa di indefinito lì, per ciò che li circondava.
-C'è anche bisogno di chiederlo?- chiese borbottando, cercando di ritornare al suo solito atteggiamento atono, anche se con parecchie difficoltà.
Anche se non credo riuscirò ad accontentarmi solo di questo, cerbiatto. Avrebbe voluto aggiungere, ma al momento era meglio tenerlo per sé.
Luhan sorrise ancora. Era incredibile come delle semplici parole potessero cambiare in meglio la sua giornata.
Sehun era andato da lui con l'intento di scusarsi e per spiegargli cosa lo aveva spinto ad agire in quel modo. Il signor Kim ancora una volta aveva avuto ragione. Era stato proprio lui a insegnargli il significato delle parole “scusarsi” e “perdonare”.
Quando sai di aver sbagliato, devi essere tu a prendere l'iniziativa e chiedere scusa per primo. E' importante avere l'umiltà di accettare e ammettere i propri sbagli, e lasciare da parte l'orgoglio. Potrai apparire debole davanti agli occhi degli altri, ma non c'è niente invece che possa renderti più orgoglioso di te stesso, perché ti senti soddisfatto, fai capire all'altro che ci tieni, che t'importa di lui, che vuoi fare qualcosa per risanare quella piccola incrinatura che si era aperta nel vostro legame.
E allo stesso modo devi essere capace di perdonare qualcuno che ti ha fatto del male. Non posso dire che il perdono può avvenire in tutti i casi, perché sono io il primo a credere che nel mondo ci siano cose imperdonabili, ma se pensi a una discussione, ad una parola di troppo, dettata magari dall'impulso e non dalla ragione, ad un'azione poco rispettosa, queste cose sono niente a confronto, per cui se una persona cerca il tuo perdono, tu perdona se puoi farlo”.

Con queste frasi l'uomo gli aveva spiegato quel complicato meccanismo che implicava il chiedere o ricevere scusa. E benché Sehun in fin dei conti non avesse fatto nulla di così grave per cui doversi scusare, Luhan era comunque felice perché ciò voleva dire che ci teneva, che lo aveva cercato perché gli importava di lui, della sua persona.
Venne distratto ancora una volta dalle sue riflessioni quando sentì delle dita premere leggermente contro la sua fronte, in quello che doveva rappresentare un piccolo colpetto.
-E comunque quale persona normale si metterebbe a urlare e sbraitare dietro una porta davanti ad altre decine e decine di persone? Lo sai che sei diventato un argomento popolare nel web? Ti hanno scambiato per uno di quei fan ossessionati e ho letto anche dei commenti poco carini sul tuo conto!- Sehun interruppe di nuovo il silenzio con queste parole, pronunciate si in modo scherzoso, ma che nascondevano anche un leggero tono di rimprovero. Però poi il suo viso ritornò serio.
-Non farlo mai più, non voglio che gli altri scrivano cattiverie e dicerie su di te. Non mi piace-.
Fu a quel punto che Luhan non riuscì più a sostenere lo sguardo dell'altro, e abbassò il viso, sentendo di nuovo le guance accaldarsi e quei battiti più veloci e più rumorosi ritornare.
-Non lo farò più, puoi credermi. Ma quello che dicono gli altri su di me... a me non importa, davvero- rispose con la voce un po' più bassa rispetto al normale, accennando un sorriso, ma non sentendosi ancora pronto a rialzare il viso e a guardare quegli occhi così... speciali.
Sentì la sua grande mano accarezzargli dolcemente i capelli, scompigliandoli un po'.
-A me importa invece. Nessuno può parlare male del mio cerbiatto preferito-.

E dopo quelle parole accompagnate da quel sorriso, Luhan realizzò che doveva parlare al più presto col signor Kim.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver passato un altro po' di tempo ad ammirare la pace e la tranquillità del mare d'inverno, Sehun propose all'altro di andare a prendere una bella cioccolata calda. In fondo l'aria, già fredda, lo stava diventando ancora di più con il passare del tempo. Quale miglior rimedio se non qualcosa di delizioso e caldo?
Per evitare incontri e problemi, decisero di consumare la loro bevanda seduti uno accanto all'altro su di un muretto che sembrava delimitare i confini di quello che doveva essere un vecchio e abbandonato parco pubblico. Nonostante l'aria fredda e pungente che li circondava, il calore che emanavano i contenitori delle loro bevande e la loro stessa vicinanza riusciva a combattere almeno per metà quella brezza invernale. Entrambi stavano bene, come se non avessero bisogno di altro se non della loro stessa e vicendevole compagnia.
-Sei sicuro che qui non ti troverà nessuno?- chiese Luhan tra un sorso e l'altro.
-Si, non preoccuparti, in questo posto solitamente ci vengono perlopiù persone anziane. Se guardi attentamente alla fine di quel vicolo intravedi una struttura di colore giallo, lì accolgono persone di età ormai avanzata, e da come ricordo dalle poche volte che sono venuto in questo posto, vedevo molti di loro uscire e passeggiare qui intorno- rispose tranquillamente Sehun, indicando con una mano l'edificio che compariva proprio alla fine della lunga via che si apriva di fronte a loro.
Dopo quella breve spiegazione, passarono alcuni minuti in silenzio, godendosi la calma e la tranquillità che aleggiava intorno a loro.
Ad un tratto, qualcosa attirò in modo davvero curioso l'attenzione di Luhan. Vide un uomo e una donna, che si tenevano per mano, camminare e chiacchierare felicemente per la via, e di tanto in tanto fermarsi e avvicinarsi fino a far scontrare le loro labbra, prima leggermente, per poi approfondire quel contatto sempre di più. Lui aveva visto una cosa simile solo in qualche drama che gli capitava di vedere in tv mentre saltellava tra un canale e l'altro, soprattutto quando si sentiva annoiato. Anche se era incuriosito da quella strana azione, non aveva mai chiesto al signor Kim di cosa si trattasse. Ma stava per rimediare. Indicò la coppia con un gesto della mano a Sehun, per poi porre la sua domanda.
-Che cosa stanno facendo quelle persone?- chiese con l'innocenza di un bambino quando vede davanti a sé qualcosa di nuovo, qualcosa che non conosce.
Nel voltare lo sguardo nella direzione indicatagli, Sehun si strozzò quasi con la cioccolata. Perché gli chiedeva qualcosa del genere? Non lo vedeva da sé?
-N-non lo vedi tu stesso? Si stanno b-baciando- rispose un tantino in imbarazzo. In fondo non gli veniva poi molto difficile immaginare lui stesso e la persona che gli sedeva accanto al posto di quella coppia, davvero affiatata, osservò.
-Baciare? Cosa vuoi dire?- Luhan ritornò alla carica, questa volta i suoi grandi occhi curiosi puntati direttamente sul viso del più giovane, che davvero non riusciva a comprendere cosa passasse per la testa a quel cerbiatto. Che lo stesse in qualche modo prendendo in giro? Però in fondo non gli sembrava il tipo da fare queste cose... Decise di accontentarlo e dargli una risposta, per qualunque gioco stesse giocando.
-Quando due persone si amano e si scambiano un bacio come gesto di affetto, come simbolo del loro amore, hai presente?- chiese quasi sarcasticamente -Cosa ci hanno messo dentro quella cioccolata calda per farti fare delle domande così banali?- continuò sporgendosi per controllare l'interno del bicchiere, ormai vuoto.


Amore?
L'attenzione di Luhan si era concentrata su questa parola. Ma non fece in tempo a chiedere altro perché Sehun si alzò, dichiarando che fosse ora di tornare a casa, perché si era fatto tardi.
Pur pensandoci per tutta la via del ritorno, decise di tenere per se gli interrogativi che occupavano la sua mente, senza fare altre domande. Non doveva dimenticare che lui non era un umano, ciò che per lui rappresentava novità, per l'altro rappresentava invece normalità, per cui continuare in quel modo avrebbe sicuramente destato sospetti, se non lo aveva già fatto. E non voleva che Sehun lo considerasse strano o stupido.
Ma pur dicendogli la verità sicuramente non lo avrebbe creduto, quindi meglio lasciare le cose come stavano al momento.

Fra piccole chiacchierate, interrotte talvolta da silenzi abbastanza confortevoli, Luhan si ritrovò davanti alla porta di quella che da un po' di tempo era diventata la sua “casa”. Fermatosi sulla soglia, si girò per incontrare la figura dell'altro, che lo aveva accompagnato fin lì, e lo invitò ad entrare, tuttavia Sehun rifiutò l'invito.
-A quest'ora i miei compagni mi staranno aspettando, devo andare- disse, sentendosi però dispiaciuto del fatto che il tempo per stare insieme con la persona che amava fosse terminato. Il più grande annuì.
-Allora... a presto. E cerca di non affaticarti troppo- rispose timidamente. Anche lui voleva passare ancora del tempo con l'altro ragazzo.
Questa volta fu il turno di Sehun di annuire.
-Non preoccuparti, e riguardati pure tu. Salutami anche il signor Kim- gli rivolse un piccolo sorriso, e con una mano andò a scompigliare lievemente i suoi capelli. Li adorava, così scuri e lisci, impregnati di un dolce profumo.
-E grazie per questo bel pomeriggio, sembra proprio che tutto lo stress che avevo mi sia scivolato via- ed era vero. La sola presenza dell'altro riusciva a rilassarlo, a dargli energie, a farlo stare bene. Era quasi come una medicina. Lo guardò un ultima volta, i suoi occhi incontrarono di nuovo quello sguardo dolce, puro, adorabile. Non sapeva quando sarebbe potuto tornare, e già sapeva quanto gli sarebbe mancato vederlo.
-Allora io vado adesso... a presto- e con un ultimo sorriso, la sua figura iniziò ad allontanarsi. Ma dopo qualche passo sentì una mano afferrare delicatamente la sua. Si girò di nuovo sorpreso, per incontrare il viso arrossato di Luhan.
-Quando ritornerai?- chiese con un filo di voce, gli occhi puntati al suolo.
Non ci riusciva, non riusciva proprio a mantenere un contatto visivo con quegli occhi, che gli provocavano qualcosa di inspiegabilmente forte e carico di calore all'interno del suo cuore. Il modo in cui lo guardava, un'affezione speciale, tutta dedicata a lui... non voleva che andasse via, non voleva rivederlo chissà fra quanto tempo.
Questa volta Sehun non riuscì a trattenersi del tutto davanti a quella faccia da cucciolo bastonato. L'altra mano, quella libera dalla sua presa, andò ad accarezzargli dolcemente un guancia. E lì capì che avrebbe potuto passare la sua intera vita a ripetere e ripetere quel gesto. Era proprio come l'aveva immaginata: morbida, liscia, calda, soffice come una nuvola.
-Ti prometto che appena mi libererò dagli impegni tornerò qui, d'accordo?- gli rispose, sfregando delicatamente il pollice contro quel lembo di pelle perfetta, bianca come il latte.
Invece che ottenere una risposta, gli occhi di Sehun si allargarono dalla sorpresa quando vide il ragazzo avvicinarsi sempre di più, passando le braccia intorno alla sua vita e appoggiando la testa contro la sua spalla.

 

 

Luhan... lo stava... abbracciando.

 

 

 














Ciao a tutti! ^^

Sono ritornata con un nuovo capitolo, e spero che vi piaccia!

Forse sembrerà strano alla fine il fatto che sia Luhan a prendere l'iniziativa e ad abbracciare Sehun, ma nel prossimo capitolo, spiegando meglio il suo stato d'animo forse riuscirete a capire di più questo gesto, anche se non è difficile già da ora... basta cercare di entrare più a fondo nel contesto in cui si trovano.

Allora ringrazio KpopBias e Saseum, e tutti coloro che seguono la storia!

Alla prossima! :)

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


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Capitolo 9


Abbracciare Sehun...


Luhan si chiedeva cosa gli fosse passato per la testa in quel momento. Affondò ancora di più la testa sul cuscino, nascondendo il viso, e in modo particolare le guance, che in quel momento avevano raggiunto una temperatura notevole.
Dopo aver agito d'impulso, avvicinandosi all'altro ragazzo e abbracciandolo, non gli aveva lasciato neanche il tempo di realizzare la situazione che era quasi scappato dentro casa in imbarazzo, capace di sussurrare solamente un lieve “A presto”, prima di chiudere la porta alle sue spalle. Era rimasto parecchio tempo appoggiato contro la superficie ruvida del legno, portando una mano all'altezza del suo cuore, riuscendo a percepire i suoi battiti diventati più veloci, battiti folli, avrebbe osato definirli. Sentiva il viso in fiamme, e forse, in quel momento di vulnerabilità, la consapevolezza che quello non era lui, che in alcun modo poteva essere lui, lo colpì, facendolo crollare per un attimo, mandandolo in uno stato di caos totale, uno stato in cui l'unica cosa che riusciva a fare era piangere. E così fu. Presto calde lacrime si impossessarono del suo viso, e Luhan non poté fare nulla se non assecondare quella volontà, la volontà di sfogare quella serie di emozioni attraverso delle gocce salate. Nel buio e nel silenzio della stanza, l'unica cosa appena udibile e percepibile era il suo respiro, diventato un po' più pesante, a causa del pianto. Ma non voleva presentarsi così davanti al signor Kim, sapeva che avrebbe dovuto parlare al più presto con lui, ma non voleva farlo preoccupare, non voleva essere accolto con gli occhi gonfi e il naso rosso. Per questo aspettò di calmarsi, di riprendere in mano la situazione, prima di recarsi in cucina. Era quasi ora di cena, per cui avrebbe trovato l'uomo sicuramente lì.

Passò la serata cercando di apparire sereno, mentre raccontava all'altro il pomeriggio che aveva passato con Sehun e le cose che gli aveva detto, tralasciando, ancora insicuro, la parte riguardante le nuove emozioni che aveva provato. Per quella sera si sentiva stanco, quindi decise di rimandare la conversazione al giorno dopo.
Dopo aver mangiato andò a fare una doccia, in modo da rilassarsi e lasciare la mente vuota per un po'. Aveva sempre adorato il contatto dell'acqua calda sulla sua pelle, unito al dolce e delicato profumo del suo bagnoschiuma e del suo shampoo preferito. Si godette dunque quella piacevole sensazione di tranquillità, per poi vestirsi e affondare la testa sul cuscino. Sospirò, cercando di addormentarsi, cercando di scappare da tutto quello che aveva provato, cercando di far dissolvere il volto di Sehun dalla sua mente, ma chi voleva prendere in giro? Sia che aprisse, sia che chiudesse gli occhi, l'unica cosa che riusciva a vedere era quel viso che sorrideva, che sorrideva a lui. Quelle due mezze lune perfette, la sua bocca che si allargava fino a rivelare una serie di denti bianchissimi... era davvero bello Sehun quando sorrideva. Non che non lo fosse da serio, ma quando andava a piegare le sue labbra all'insù Luhan sentiva di potersi quasi dimenticare come respirare. Era rimasto incantato, così attratto da quell'essere incredibile, tanto da volerne sempre di più della sua presenza. Voleva parlare ancora con lui, voleva ancora stargli accanto, voleva di nuovo risentire la sua grande e calda mano posarsi sulla sua guancia o sui suoi capelli. Forse era tutto questo insieme di cose che aveva provocato in lui quella forte necessità, quell'impulso irrefrenabile di avvicinarsi sempre di più fino ad essere in gran parte avvolto dal suo calore e da quel profumo virile che lo caratterizzava, anche se per questione di pochi secondi. E la cosa che forse lo spaventava di più era pensare a quanto gli fosse piaciuto quel contatto, seppur breve, a quanta voglia aveva di circondare nuovamente le braccia intorno al suo busto e appoggiare la testa sulla sua spalla, perché in qualche modo avvertiva un forte senso di protezione e di sicurezza, e forse, fragile e vulnerabile come si ritrovava in quel posto poco familiare per lui, quello era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Non che il signor Kim non fosse capace di dargli quelle cose, ma con Sehun era completamente diverso. Il suo modo di interagire con lui, il suo modo di guardarlo, e anche il modo in cui l'aveva abbracciato. Era chiaro che stabilendo un paragone fra le due persone, c'era una netta differenza nel suo modo di fare nei loro confronti; ma lui voleva saperne di più, voleva delle risposte, voleva conoscere quel pezzo mancante, il tassello di quel grande puzzle che era diventata la sua vita. Perché lui sapeva che c'era ancora qualcosa -che probabilmente rappresentava tanto- da imparare. E aspettava l'alba del giorno successivo per essere pronto a nuove eventuali rivelazioni. Nel frattempo invece si accontentava di rivedere nella sua mente i momenti che aveva passato con Sehun, mentre un sorriso si allargava sempre di più sul suo viso, accompagnato da un leggero rossore sulle guance. Tanto quella notte lo sapeva già che difficilmente sarebbe riuscito a prendere sonno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che il cuore di Sehun si fosse trovato quasi sul punto di esplodere dal petto a causa di quell'improvviso e inaspettato gesto da parte di Luhan era sicuramente una reazione da aspettarsi. E' vero, potevano essere stati pochi secondi quelli in cui quell'esile corpo era entrato in contatto con il suo, in cui Sehun aveva potuto respirare in modo chiaro l'essenza dell'altro, in cui aveva potuto realizzare quanto gli piacesse quella piccola differenza di altezza tra di loro, in cui aveva avvertito un bisogno impaziente di stringerlo a sua volta e proteggerlo da tutto e da tutti. Ma quei secondi erano bastati per fargli capire quanto ormai ci fosse dentro, quanto ormai fosse caduto in quella trappola chiamata amore. E la cosa bella era che non aveva la minima intenzione di liberarsi, avrebbe preferito consumare ogni giorno della sua esistenza in quella trappola se essa poteva assicurargli quell'appagante senso di felicità e di calore che aveva provato, piuttosto che vivere senza quelle sensazioni, senza sentire il suo cuore pulsare forte e provare emozioni che solo quel ragazzo era in grado di donargli.
Peccato, però, che come il cerbiatto aveva iniziato quel gesto, facendogli scoppiare mille fuochi d'artificio dentro di sé, dopo pochi secondi era stato lui stesso a interromperlo in modo quasi brusco, percorrendo a passi veloci quei pochissimi metri che lo distanziavano dalla porta di casa sua, e chiudendosi dentro, lasciandolo con un piccolo saluto, appena udibile. Non sapeva dire se l'avesse fatto per imbarazzo, per pentimento, o per qualsiasi altra cosa gli passasse per la testa, ma Sehun era rimasto lì, immobile, per un'altra buona manciata di minuti, a contemplare il vuoto davanti a sé, prima di far allargare gradualmente le labbra in un sorriso, che aveva da far invidia anche alla luna. Nel silenzio che lo circondava, si sentì solamente la sua leggera risata risuonare come una melodia, prima di rigirarsi e riprendere la sua strada. Gli era servito giusto un po' di tempo in più per realizzare che lui era stato davvero abbracciato, che non era stato un sogno o il frutto della sua immaginazione, ma che quel contatto era stato reale, e la prova risiedeva ancora su di lui, sotto forma di una dolce essenza che era rimasta impregnata, anche se appena avvertibile, nei suoi vestiti, insieme a un lieve calore, che era riuscito ad annebbiargli la mente.


Ritornò al dormitorio concedendosi ancora di tanto in tanto sorrisi e risatine. Provava quasi pena per se stesso, sembrava una di quelle ragazzine davanti alla sua prima cotta. Ma la colpa era da addebitare solo a una persona, a quella persona che era riuscita a farlo diventare così molle, debole, perso, tanto da non rendersi neanche conto di aver appena varcato la porta di casa e di avere cinque sguardi puntati addosso, sguardi attenti, sorpresi, occhi così allargati da poter cadere dalla loro postazione da un momento all'altro.
Sehun sembrò ridestarsi dal suo piccolo stato paradisiaco quando percepì davanti a lui quegli sguardi farsi sempre più insistenti, che sembravano voler creare buchi sulla sua persona.
-Oh, sono ritornato- rispose allegramente, ricordandosi di non avere ancora pronunciato parola. E invece di ricevere una risposta coerente, ricevette solo accenni del capo, e agli occhi spalancati si aggiunsero anche le bocche. Sehun iniziava a sentirsi a disagio sotto gli occhi dei suoi amici, e grattandosi leggermente il capo, si chiese perché si stessero comportando in modo così strano.
-Beh? Perché mi guardate così? Sono nudo forse?- chiese nell'atto di guardarsi e confermare invece che i vestiti lo stessero ancora coprendo.
Fu Chanyeol il primo a puntare un dito verso di lui, segnato ancora da un'espressione incredula.
-S-sei proprio sicuro di essere il nostro Sehun?-
Il ragazzo in questione incrociò le braccia, mostrando però un'espressione divertita.
-Ma cosa vi prende? Certo che siete proprio strani questa sera hyung!- rispose mettendo su un finto broncio.


Se fosse stato davvero in lui a quest'ora ci avrebbe rivolto quella solita poker face dicendoci che non è divertente.

Questo fu il pensiero comune dei cinque compagni, in preda ad uno shock.
In fondo come non capirli. Non che Sehun non fosse una persona scherzosa, rompi scatole, pronta ad utilizzare il suo immancabile aegyo per chiedere qualcosa e dolce, quasi come un bambino di cui prendersi cura, ma vederlo entrare a casa sorridendo e sospirando da solo, completamente immerso in un mondo che sembrava essere fatto di arcobaleni e zucchero filato... beh, questo era strano forte. Mai una volta Sehun era entrato con un'espressione del genere sul viso, così sognante e fiabesca. Questi erano chiaramente sintomi che possono appartenere a due tipi di persona: o una persona innamorata, o una persona pazza.
I cinque ragazzi si diedero tra di loro un'occhiata furtiva, a significare che probabilmente erano sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda, e poi annuirono silenziosamente, sotto lo sguardo confuso del maknae, che in questione di secondi si ritrovò quasi “rapito” dai suoi amici e condotto in cucina, dove fu premura di Kai di farlo accomodare su una sedia, e tutto ciò senza proferire una sola parola.

-Potete spiegarmi che diamine state facendo?- chiese con una punta di irritazione nella voce, incrociando ancora una volta le braccia al petto.
-Sei tu a doverci spiegare un bel po' di cose, Sehun!- esclamò il leader, guardandolo dritto negli occhi, perforandolo con uno sguardo inquisitorio, come del resto lo era anche quello degli altri, che annuirono convinti alla sua affermazione.
-Dove sei stato fino ad ora?- questa volta fu Baekhyun a porre la domanda.
-E con chi soprattutto- aggiunse Chanyeol, in piedi accanto all'amico.
Sehun sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Che razza di hyung impiccioni.
-Cos'è questo? Una specie di interrogatorio?- chiese, lasciando trasparire una nota di frustrazione nella sua voce.
-No, vogliamo solo sapere cosa ti passa per la testa in questo periodo Sehun. Spesso durante le prove sei distratto, esci da qui senza dire nemmeno una parola e sparisci per ore, poi ritorni felice e sorridi al nulla, non ti accorgi nemmeno se una persona ti rivolge la parola! Vuoi dirci che succede? Vogliamo saperlo, siamo i tuoi amici, non pensi che sia corretto fornirci una spiegazione?- le parole di Suho, autoritarie, ma che nascondevano affetto e preoccupazione mandarono al più piccolo una scarica di colpevolezza.
Era vero, ultimamente era più distratto, perso nei suoi pensieri, e solo adesso si rendeva conto di questo suo atteggiamento sbagliato. Stava rendendo le cose difficili ai suoi compagni con la sua distrazione e quella sua specie di “isolamento dal mondo”, stava quasi trascurando il fatto di essere parte di un gruppo molto popolare e di avere compiti e doveri precisi da rispettare. Ma cosa poteva farci se l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Luhan? Cosa poteva farci se era così preso da lui da mettere al secondo posto tutto il resto, da non accorgersi neanche di rendersi ridicolo davanti ai suoi amici? Cosa poteva farci se era innamorato?
La sue espressione si intristì.
Questo però non significava che doveva mettere da parte le altre persone importanti per lui.


-Per caso il ragazzo che abbiamo visto l'altra volta, Luhan, c'entra qualcosa?- una nuova domanda partì da Chanyeol, che aveva aggiunto un tantino di malizia nella voce.
Sehun si sorprese. Come diamine era riuscito a centrare il punto anche se aveva visto quel ragazzo una sola volta, e anche da lontano poi?!
A giudicare dalla sua reazione, Chanyeol capì subito che i suoi dubbi erano stati confermati. Si ricordava bene che dal giorno delle riprese per quel programma televisivo l'altro aveva mostrato un'aria più distante, sembrava più stressato che mai, e una sera gli aveva persino chiesto, arrabbiato, di creare per lui sul web, in uno dei tanti social, un account falso, in modo da poter rispondere ad alcuni commenti poco carini che delle ragazze avevano lasciato nei confronti di Luhan dopo quella specie di scenata che aveva fatto davanti alla sede in cui avevano registrato. Naturalmente, essendo una persona matura e capace di ragionare, Chanyeol non glielo aveva consentito, in modo da evitare problemi.

Sehun sospirò.
-C'entra molto più di quanto tu possa credere- rispose onesto evitando di guardare negli occhi i suoi amici per l'imbarazzo. Fargli sapere la verità era la cosa migliore, anche perché a loro non aveva bisogno di nascondere nulla, li considerava dei fratelli. Se non si fidava di loro, allora di chi doveva fidarsi? Sapeva che le battutine e le prese in giro non sarebbero di certo mancate, e a questo proposito...
Un lieve sghignazzare si fece sempre più insistente accanto a lui. Chi altro poteva essere se non Kai? Sospirò nuovamente, ma per fortuna intervenne Kyungsoo in sua difesa, colpendo il ragazzo sul braccio e riservandogli uno sguardo che non ammetteva repliche. Sehun non riuscì a nascondere un sorriso a quella scena, se c'era qualcuno in grado di mettere in riga Jongin, quella persona non era altro che il caro main vocalist. Poteva apparire dolce e carino, ma se si arrabbiava davvero era meglio stargli lontano.
Dal momento che tutta l'attenzione era concentrata su di lui, decise di continuare a parlare e soddisfare i loro quesiti.
-Luhan lavora nel negozio di Bubble Tea in cui vado spesso, qualche volta ci siete venuti anche con me. L'ho conosciuto una sera, quando è venuto a consegnarmi l'ordine che avevo fatto, quando io e Kai stavamo provando la nuova canzone. Voi eravate già andati via-. Non ebbe la possibilità di continuare che venne interrotto dalla persona appena nominata.
-Mi sbaglio o quella sera mi avevi detto che si trattava di un pazzo che si sbracciava verso il cielo? Adesso vuoi dirmi che non solo si tratta della stessa persona, ma che stai anche frequentando un pazzo?- gli occhi di Kai si allargarono a quella rivelazione, ma prima che potesse aggiungere altro, Sehun lo anticipò, sospirando ancora una volta.
-Luhan non è un pazzo, può sembrare una persona un po' strana, ma forse è proprio per questo che... m-mi piace- concluse in imbarazzo, abbassando il viso per nascondere il rossore che si era impossessato delle sue guance, mancando però di notare gli sguardi addolciti delle persone attorno a lui.
-Ho avuto modo di rivederlo ancora, non posso dire di conoscerlo bene o di sapere tante cose su di lui, ma per me il suo sorriso, la sua voce melodiosa, quei suoi grandi occhi scuri sono stati sufficienti per farmene innamorare-. Fece una breve pausa, non aspettandosi di trovare i suoi amici in silenzio, così rapiti dalla sue parole da non battere nemmeno ciglio.
-Giusto oggi sono uscito dal dormitorio per andare da lui, abbiamo passato qualche ora insieme e... sono davvero felice- le sue labbra si allargarono in un ampio sorriso, mentre ripensava ai momenti passati con lui, ritornando ancora una volta in una dimensione diversa, mentre i suoi compagni, che sorridevano insieme a lui dopo quella rivelazione, lo guardavano con affetto e dolcezza, intuendo che si trattava di una cosa seria, e non di poco conto.
Il fatto che Sehun fosse innamorato era qualcosa di nuovo, avevano avuto a che fare con diversi tipi di Sehun, ma mai con la versione innamorata. Però a vederlo così felice e trepidante, non potevano che essere a loro volta felici per lui.

-Certo che è proprio cotto- esclamò Chanyeol ad un certo punto, provocando le risate dei suoi amici. Sehun sembrò ridestarsi dal suo mondo e scosse la testa. Tossì, per richiamare l'attenzione e continuare a parlare.
-Mi dispiace per il modo in cui mi sono comportato, e mi dispiace per la mia distrazione, non succederà più-.
Kai si avvicinò, passandogli un braccio intorno alle spalle, mostrando come sempre il suo solito ghigno.
-Scuse accettate, ma ora dimmi un po'... quando hai intenzione di presentarcelo ufficialmente? Lo sai che hai bisogno della nostra approvazione, vero?- strizzò un occhio, emettendo un sorrisetto che Sehun trovava abbastanza inquietante.
-A questo proposito devo pensarci su... non vorrei che incontrando persone come te potesse rimanere segnato a vita- il maknae rispose, mostrando una faccia disgustata, e suscitando una nuova onda di risate.
Kai lasciò la presa e mise su un broncio offeso, andando dal suo Kyungsoo per farsi abbracciare.

-Aw non posso crederci, il nostro Sehunnie è cresciuto così tanto!- esclamò Baekhyun, avvicinandosi e pizzicandogli una guancia, seguito a ruota da Chanyeol, che invece gli scompigliò i capelli.
Sehun era davvero imbarazzato mentre cercava di evitare tutte quelle dimostrazioni di affetto, ma quando il suo sguardo incontrò quello serio del leader, si bloccò di colpo. Anche tutti gli altri parvero notare questo cambiamento.
-Che succede Suho?- chiese Kyungsoo avvicinandosi -Non sei felice per Sehun?-
Suho scosse la testa.
-No, sono davvero felice che abbia trovato una persona che lo fa sentire così bene- rispose rivolgendogli un caloroso sorriso, ma poi la sua espressione mutò di nuovo in una più seria e matura.
-Ma c'è qualcosa che devo dirti, in quanto fai parte di un gruppo-.
Le sue parole attirarono l'attenzione di tutti, in particolare di Sehun. Sapeva che quando il leader parlava così era estremamente serio.
-Sai bene che se le persone venissero a scoprire una eventuale e futura relazione tra te e quel ragazzo le cose si metterebbero male non solo per entrambi, ma anche per tutti noi. Sarebbe ne più ne meno di uno scandalo, e sinceramente non so come potrebbe reagire la nostra agenzia. Ti prego di stare attento Sehun, non voglio che per colpa del contesto in cui viviamo la vostra relazione possa risentirne, non voglio vederti triste e sofferente, quindi ricorda di fare ogni minima cosa con prudenza e discrezione, e tenere gli occhi bene aperti, o le cose potrebbero mettersi davvero male. Ma non voglio demoralizzarti con questi pensieri, per cui sappi che da noi avrai sempre il massimo sostegno, e sosterremo sempre le tue decisioni-
Con queste frasi Suho concluse il suo discorso, facendo riapparire nuovamente un grande e dolce sorriso sul suo volto.
Sehun annuì con convinzione a quelle parole.
-Stai tranquillo hyung, ti prometto che non farò nulla per mettere in pericolo la nostra carriera, starò sempre attento-.
Non si sarebbe mai perdonato di fare del male ai suoi amici, sapeva che vedere Luhan e -sperava- stare con lui non sarebbe stato facile, condizionato com'era dalla sua fama, dal personaggio pubblico che era diventato. Ma non avrebbe rinunciato al suo nuovo sogno, non avrebbe rinunciato a quel cerbiatto, per nulla al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Finalmente sono riuscita a finire questo nuovo capitolo!

Questa volta ho lasciato più spazio anche agli altri membri (anche se per la presenza degli exo-m bisognerà aspettare ancora un po' >.<).

Spero che il capitolo sia leggibile, perché l'ho finito pomeriggio, l'ho ricontrollato, ma ciò non toglie che ci potrebbe essere qualche errore, e se è così mi scuso!

Ringrazio tanto Hikari_27, Ymawari, KpopBias, fanperfinta e _88Wolf_ e tutti coloro che la seguono! :)

Alla prossima! ^^

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10


Luhan sospirò, mordicchiandosi il labbro inferiore nell'atto di scaricare la tensione che avvertiva in quel momento.

Aveva detto al signor Kim che aveva bisogno di parlargli, e adesso lo stava aspettando con trepidazione, ma anche un tantino nervoso, comodamente seduto sul divano a gambe incrociate e con uno sguardo pensieroso. L'uomo non tardò ad arrivare, dopo aver sbrigato una qualche faccenda importante, pronto a dedicargli l'attenzione di cui aveva bisogno, e pronto ad ascoltare ciò che lo rendeva così preoccupato. Prese posto di fronte a lui, e rivolgendogli un sorriso benevolo, lo incitò ad iniziare.
-Dimmi tutto, sono pronto ad ascoltarti- gli disse appoggiando una mano sul suo ginocchio come segno di incoraggiamento. Doveva trattarsi di qualcosa di importante, lo sapeva bene, lo poteva percepire già dal suo sguardo, preoccupato e smarrito.
Luhan si soffermò qualche secondo in più per poter raccogliere i suoi pensieri ed esporli nel modo più chiaro possibile, voleva essere diretto e sperava di ricevere risposte altrettanto dirette.
-Vede... mi è successo di provare qualcosa di davvero molto strano ultimamente, qualcosa che fino ad ora non avevo mai provato. All'inizio ho pensato che si trattasse di un malore, di una reazione del mio corpo dovuta al fatto che vivo in un ambiente diverso da quello in cui dovrei vivere, ma poi ho capito che mi stavo sbagliando, perché quello che ho provato non era dolore, anche se allo stesso tempo non sapevo dargli una definizione. “E' una cosa positiva o negativa provare tutto ciò?” mi sono chiesto, tuttavia l'unica certezza che avevo era che mi sentivo e mi continuo a sentire spaventato. E poi...- a questo punto Luhan abbassò lo sguardo leggermente in imbarazzo, mentre le sue gote pallide prendevano un lieve sfumatura di colore rosso -... ho provato queste sensazioni solo quando ero insieme a Sehun... per questo mi sento confuso... mi chiedo se sia una cosa normale, o se invece devo stare attento. Lei sa dirmi di cosa si tratta, vero?- chiese con un filo di speranza nella voce, sbattendo ripetutamente le palpebre e puntando quegli occhietti vispi e curiosi nelle iridi dell'altro, che trovava quel gesto davvero adorabile. Un sorriso furbo, allusivo, si fece spazio sulle sue labbra, mentre annuiva debolmente con un cenno del capo.
-Credo di aver capito cosa mi stai dicendo, però prima di arrivare alla mia conclusione vorrei sapere in modo più dettagliato cosa hai provato, devi descrivermi questa sensazione così strana capace di metterti in difficoltà, puoi farlo?-
Luhan sembrò rifletterci su, cercando di ritornare col pensiero al modo in cui si era sentito quando Sehun gli aveva sorriso, quando era stato in sua compagnia, quando lui l'aveva abbracciato...
-Quando Sehun mi ha sorriso il mio cuore improvvisamente ha iniziato a battere più forte del solito, sentivo il viso in fiamme, ho avvertito un senso di scombussolamento dentro di me, come potrei spiegarlo... ha presente quando il mare è agitato e ci sono quelle grandi onde che si scagliano contro la riva? O quando... quando c'è una tempesta, con il vento che infuria contro gli alberi e le case? Una cosa del genere, un senso di agitazione, come se dentro di me tutto si fosse ribaltato sottosopra, come se la terra mi fosse venuta a mancare sotto i piedi, come se le mie certezze in un attimo si fossero sgretolate tutte, come se tutto ciò che riuscivo a percepire fosse la sua presenza, mentre il resto piano piano si fermava, scompariva intorno a me- il ragazzo si grattò la nuca imbarazzato, sentendosi un pazzo ad affermare quelle cose, nonostante fosse tutto vero e ancora vivo dentro di lui.
-Forse sto esagerando... lo so, ma è tutto vero! Ed è frustrante, perché non ho mai provato nulla di simile, perché non so come reagire, e soprattutto perché continuo a pensare a Sehun, anche senza volerlo. Solo lei può aiutarmi, la prego!- visto da quella prospettiva, il signor Kim doveva ammettere che quel ragazzo era davvero in preda alla disperazione, ma non poteva biasimarlo, lui più di chiunque altro. Accettare una realtà completamente diversa da quella in cui era abituato a vivere era stato già un grande passo, ma adesso avere a che fare anche con quel sentimento doveva essere davvero troppo, soprattutto nel momento in cui ancora era inconsapevole di ciò che stava realmente provando.
L'uomo si lasciò scappare una risatina. Luhan in quel momento gli ricordava se stesso un bel po' di tempo fa. Ma tuttavia dietro a quegli occhi pieni di dolcezza e comprensione, si nascondeva anche una nota di amarezza e preoccupazione. Tutto si faceva più difficile a questo punto per il povero ragazzo di fronte a lui, senza contare che tutto sarebbe stato più difficile anche per Sehun. Uscirne senza soffrire era impossibile, e lui lo sapeva bene, lo aveva provato sulla sua stessa pelle. Ma non poteva annientare in modo così crudo e diretto la felicità di Luhan, non ne aveva il diritto. Non poteva fermarlo dal vivere la sua vita e dal fare le sue esperienze. L'unica cosa che poteva fare era stare a guardare lo svolgimento dei fatti, da spettatore esterno, senza interferire nella sua vita se non in caso di necessità estrema. Del resto un semplice essere come lui non poteva fare niente contro un sentimento così importante e così forte come l'amore.
Tirò un sospiro, prima di afferrare la mano di un Luhan in piena crisi e stringerla tra la sua, per dargli forza e sostegno.
In fondo, che diritto aveva lui di ostacolare la felicità di questi ragazzi?

-Ascoltami bene Luhan, ciò che sto per dirti potrebbe cambiare molte cose, potrebbe cambiare la tua intera prospettiva della vita, ma non devi avere paura. Non c'è nulla di cui avere paura. Tu stai semplicemente provando quel sentimento che gli umani chiamano amore- si fermò giusto un attimo per osservare attentamente lo sguardo perplesso ma curioso del ragazzo, che stava guardando i suoi interrogativi ottenere una risposta, ma allo stesso tempo la temeva, essendo in conflitto con la sua stessa persona. Poi decise di continuare, vedendo con quanta attenzione e con quanta anticipazione attendeva le sue parole.
-L'amore non è paragonabile al semplice affetto, al semplice voler bene ad una persona. L'amore è molto di più, Luhan. L'amore è un sentimento totalizzante, unico, il più importante, ed una volta che ci sei dentro, è davvero complicato e difficile uscirne. L'amore è si quell'insieme di sensazioni che prima tu hai descritto e hai detto di aver provato di fronte a Sehun, ma va ancora oltre. Probabilmente, se ami davvero una persona, tutte queste cose le sentirai ogni giorno, sempre, come se fosse la prima volta. Ma amare richiede anche grande responsabilità, perché l'amore non è un gioco, è qualcosa di fragile, che va costruito e fortificato col tempo, e qualcosa che ha bisogno di cure e di una continua e costante attenzione. E' come un fiore, che ha bisogno di essere nutrito, protetto dal clima o dagli insetti, curato, affinché possa crescere e sbocciare, e mostrare a tutti la propria bellezza. Ma nella sua fragilità sa farsi valere, sa tirare fuori gli artigli, combattere e difendere.
Amare è volere la felicità dell'altro prima della tua stessa felicità, è imparare ad apprezzare ogni singola parte di quella persona, dai suoi gesti e dalle sue espressioni più belle fino alle cose più piccole e insignificanti. E' volergli stare accanto indipendentemente dalle controversie che possono presentarsi, volergli dare amore e ancora amore, senza mai stancarsi. E' donare se stessi incondizionatamente, senza alcuna paura o senza alcun dubbio, perché hai fiducia in quella persona, e sai che non ti abbandonerà mai. L'amore è un legame che dura per sempre, eterno, va anche oltre la morte, niente può fermalo-.

A concludere con queste parole dette in un tono lento e calmo, come ad assimilarne il grande contenuto che racchiudevano, colme di significato e piene di emozioni, Luhan aveva le lacrime agli occhi. Sembrava che gli avessero appena raccontato una bellissima favola, tanto le aveva sentite così profonde, da confondere per un attimo tra sogno è realtà. Ma forse, ciò che più di tutto lo aveva toccato, era il fatto che anche gli occhi del signor Kim erano diventati lucidi, e racchiudevano una malinconia ed una nostalgia che mai prima d'ora vi aveva mai letto. Era come se parlando di questo sentimento, stesse mettendo insieme anche una parte della sua vita, pur essendo a lui sconosciuta.
Luhan cercò di scacciare via quelle lacrime che insistenti scendevano dai suoi occhi, strofinando il palmo della mano contro le sue guance. Ma più ci pensava e ci rifletteva su, e più capiva che era appena entrato in qualcosa troppo grande per lui, in un meccanismo che non poteva assolutamente accettare. Pur ammettendo che fosse davvero innamorato di Sehun, questo amore era impossibile, erano troppo diversi, troppo distanti. E lui non era neanche sicuro di poter dare all'altro tutto quello di cui aveva bisogno. Se amare una persona era davvero un insieme approssimato di tutte quelle cose che il signor Kim gli aveva appena detto, allora lui non aveva speranze, lui si sentiva già sconfitto in partenza. Semplicemente non ne era capace. E doveva evitare di cadere sempre più in fondo, forse ancora era in tempo per salvarsi e per non farsi divorare da quel sentimento. Sehun era un umano, lui no. Era questa la verità. Per lui c'erano solo due prospettive: o sarebbe riuscito a ritornare sul suo pianeta, e riprendere la sua vita “normale”, o sarebbe morto lì fra un po' di tempo, consumato da quel posto. Non esisteva una prospettiva che implicava Sehun, quel ragazzo prima o poi probabilmente l'avrebbe dimenticato, la sua mancanza sarebbe stata superflua.
Ma dannazione allora, perché in fondo nel suo cuore risiedeva una nuova speranza adesso? Perché non poteva appoggiare del tutto questi pensieri, e li combatteva invece, aprendo una nuova strada di “e se...”? Perché doveva essere tutto così difficile?
Il signor Kim sembrò intuire tutto ciò che gli stava passando per la testa, e infatti parlò.
-Lo so a cosa stai pensando adesso. Ma non devi farlo. Non devi respingere i tuoi sentimenti. Semplicemente vivili, in questo modo darai sollievo alla tua sofferenza-.
Luhan fece segnò di diniego con la testa, mentre nuove calde lacrime sgorgavano dai suoi occhi.
-Non posso farlo, proprio non posso. E forse adesso sono ancora in tempo per fermare tutto prima che questo tutto mi divori. Sono innamorato di Sehun, l'ho appena realizzato, però c'è ancora la possibilità di fare un passo indietro. Non posso accettare questi sentimenti, cosa succederà quando non sarò più qui, nel momento in cui sarò pienamente consapevole di ciò che provo? E' meglio così, meglio vivere come fino a un po' di tempo fa, senza avere altre preoccupazioni a cui pensare, non crede anche lei?-
Lo sapeva bene, anzi lo sapevano entrambi bene che Luhan stava solo cercando di ingannarsi, stava cercando di trovare una scorciatoia quando l'unica via possibile era lunga e piena di ostacoli, stava cercando di convincersi che ancora era in tempo per evitare dolori e sofferenze, quando il tempo era scaduto. Perché Luhan non avrebbe mai potuto dimenticare Sehun, quel ragazzo era la persona di cui aveva bisogno, era la sua necessità, sentiva una connessione speciale con lui, un qualcosa di diverso, e di tremendamente bello. Gli umani chiamavano amore questa connessione, ma lui non era umano. Eppure era innamorato.
-No, non lo credo Luhan, perché stai solo cercando di scappare dai tuoi sentimenti, e le cose non si risolvono così. Lo so, è tutto strano per te, ma perché non dai una possibilità all'amore? Dovresti farlo-

Di nuovo il ragazzo scosse la testa, incredibilmente sorpreso da come quell'uomo riuscisse a leggerlo così bene.
-E' qualcosa di davvero impossibile, Sehun non sa nemmeno chi sono davvero, e come pensa reagirebbe se glielo dicessi? Senza contare che lui sicuramente non vede le cose allo stesso modo, mi considera un amico, ma niente di più, ma sono felice così, almeno lui non soffrirà- si sforzò di piegare le labbra in un sorriso che però non aveva alcuna traccia di felicità, un sorriso amaro, scosso da labbra tremanti. L'uomo accanto a lui non sopportava più oltre di sentire quelle stupidaggini. A Sehun importava di Luhan, e come se importava. Era stato sempre un osservatore attento, e se c'era una cosa che aveva capito, era che anche quel ragazzo era caduto sotto l'incantesimo vivente che era Luhan. Sospirò nuovamente, appoggiando delicatamente una mano sulla sua spalla e stringendola in modo affettuoso.
-Sono sicuro che a Sehun piaci per quello che sei, indipendentemente se umano o no. Lo so che ci sono dei limiti che vi impedirebbero di stare insieme, ma voi giovani di questi tempi siete davvero ingenui e testardi. L'amore una volta era molto più semplice-. Abbandonandosi ai ricordi, non si accorse neanche dello sguardo indagatore del moro, che lo guardava con un sopracciglio leggermente inclinato all'insù e un'espressione interrogativa. Aveva sentito bene?
-Cosa vuole dire?-
Il signor Kim si schiarì la gola, per poi alzarsi dal divano e scomparire oltre la porta.
-Nulla, proprio nulla-

 

 

 

Intanto passavano i giorni e Sehun non si era fatto più sentire.
Doveva essere davvero impegnato con i preparativi del tour.
Luhan lo aveva sentito dire poco tempo fa da alcune fans che erano andate al loro locale. Mentre chiacchieravano tra di loro, avevano aperto l'argomento riguardante proprio il gruppo di cui Sehun faceva parte, e Luhan non aveva potuto fare a meno di ascoltarle, anche se da lontano, apparentemente impegnato nel pulire alcuni bicchieri. Lo sapeva bene che origliare non era una bella cosa, ma non aveva proprio potuto farne a meno. Parlavano di come in quel periodo quei sei ragazzi dovessero essere davvero stanchi, tra impegni vari alla tv e alla radio e preparazione per i loro nuovi concerti, che si sarebbero aperti proprio a Seoul, ma che poi li avrebbero portati anche in Stati come Cina e Giappone. Parlavano di come molte altre fans li vedevano arrivare presto la mattina davanti all'edificio in cui provavano e li vedevano uscire molto tardi la sera. Parlavano di come chi aveva avuto la fortuna di incontrarli anche per caso, li vedeva notevolmente provati e stanchi, nonostante si sforzavano di sorridere sempre.
E Luhan non aveva potuto fare a meno di mostrare un cipiglio preoccupato di fronte a quelle parole, chiedendosi se il ragazzo del suo interesse stesse bene e non si fosse affaticato troppo. Gli mancava, voleva rivederlo, e mentre veniva divorato da quel desiderio, dentro di lui ingaggiava una lotta continua, ripensando alla conversazione con il signor Kim, alla consapevolezza di provare per lui qualcosa di più che semplice amicizia, e allo stesso tempo il non riuscire ad accettarlo del tutto.


Poi una sera, mentre stava apparecchiando per la cena, il signor Kim era entrato di colpo in cucina con un grande sorriso e gli aveva posto davanti alla faccia una lettera.
-Ho una buona notizia per te!- aveva esclamato felice mentre lo invitava ad aprire quella busta. Assecondando la sua richiesta, ci aveva trovato dentro due lunghi pezzi di carta, allegati ad un bigliettino, che recitava le seguenti parole:

 

Hei! Come vanno le cose al locale? Spero tutto bene.

Questi sono per voi. Spero possiate venire a vederci, mi farebbe molto piacere!

Si tratta del nostro primo concerto qui a Seoul di quest'anno, non potete mancare, non dopo che sono stato così generoso da farveli avere in anteprima!

Allora vi aspetto!

A presto!

Sehun


A quel punto gli occhi di Luhan si erano davvero allargati dalla sorpresa. Non poteva crederci, Sehun aveva mandato loro i biglietti per il concerto! Il suo sorriso si allargò sempre di più, mentre con aria sognante guardava ancora quei pezzi di carta.
Fu la voce dell'uomo di fronte a sé a riportarlo alla realtà.
-Dovremmo andarci?- chiese con una punta di divertimento nella voce.
Luhan era imbarazzato a rispondere di si, anche perché l'altro era una persona anziana e sicuramente non era particolarmente interessato a questo tipo di eventi. Ma lui invece stavo fremendo dalla voglia di andarci.
-S-se per lei va bene, altrimenti non deve preoccuparsi. Forse Sehun si arrabbierà, perché ci ha fatto avere questi biglietti in esclusiva, e sicuramente si starà impegnando tanto, e magari gli farebbe piacere sapere che noi siamo lì a sostenerlo ma-
Una risata interruppe il suo flusso di pensieri.
Era incredibile come Luhan riuscisse a tradirsi con le sue stesse parole.

-Ho afferrato il messaggio. Lo so che stai scalpitando all'idea di andarci. Ammetto di non essere particolarmente amante di questo tipo di musica e spettacoli, ma sfrutterò l'occasione per rivalutare le mie idee a riguardo, d'accordo?- a queste parole Luhan si esaltò ancora di più, non riuscendo a nascondere l'enorme sorriso che aveva stampato sulla bocca. E anche se ci fosse riuscito, c'erano i suoi occhi, luminosi e brillanti come due stelle, a parlare per lui.
Fra una settimana esatta sarebbe andato a vedere Sehun cantare e ballare insieme agli altri membri al loro concerto. Durante quella settimana non fece altro che aspettare impaziente l'arrivo del giorno tanto atteso, e cercò di informarsi di più sulle canzoni varie del gruppo. Doveva ammettere che fino ad ora non ci aveva fatto tanto caso, non gli era importato poi così tanto, ma adesso gli importava e come, non voleva sembrare l'unico in mezzo a tante persone a non sapere nulla a riguardo, e voleva che Sehun sapesse che quando diceva che lo supportava lo diceva sul serio.
Era così emozionato, non ci stava più nella pelle, e questo di certo non era sfuggito al signor Kim.
Se Sehun era motivo di felicità per Luhan, allora lui avrebbe fatto di tutto per vederlo felice. Sapeva bene cosa si provava a voler stare con la persona amata, per questo voleva aiutare Luhan. Voleva che anche lui scoprisse e vivesse a pieno questa vita terrestre, in modo da fargli rimanere ricordi preziosi. Sapeva che sarebbero arrivati anche i tempi difficili prima o poi, ma meglio vivere il presente e preoccuparsene dopo, piuttosto che stare ogni giorno a deprimersi e in preda all'ansia e alle insicurezze, no?
Si sentiva come un testimone, colui che avrebbe attestato la nascita di una storia nuova, che stava pian piano facendo crescere le sue radici, la storia di due giovani ragazzi, un giovane idol e un bellissimo alieno, innamorati l'uno dell'altro, troppo diversi, troppo lontani, ma vicini e comunicanti con i loro cuori. E chissà cosa avrebbe portato tutto questo...

 


Intanto quella settimana era finalmente trascorsa, ed il giorno tanto atteso era arrivato.
Luhan e il signor Kim era arrivati al luogo in cui quei sei ragazzi si sarebbero esibiti con la loro musica.
Le luci erano pronte, i fans erano pronti, mancavano solo le stars adesso...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! ^^
Le cose stanno andando avanti, come potete vedere si entra sempre di più nel vivo! Spero di aver reso bene l'idea di ciò che prova Luhan riguardo questa nuova e importante scoperta. Possiamo dire che non si sente adatto ad affrontare un compito del genere (cioè ad amare, amare nel più vero e profondo senso della parola), ma allo stesso tempo non riesce a rinunciarci. Bisogna vedere cosa deciderà...
E credo che quell'alone di mistero riguardante la figura del signor Kim si stia facendo più evidente, no? Ma andiamo per gradi, bisogna aspettare ancora un po'! ^^
Spero il capitolo vi piaccia, ringrazio KpopBias e fanperfinta e tutti coloro che continuano a seguire la storia!
Alla prossima! :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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Capitolo 11


Ad essere sinceri, trovarsi circondato da tutte quelle luci e da tutte quelle persone che parlavano, urlavano e si muovevano in continuazione metteva Luhan in una condizione poco confortabile, infatti si trovava parecchio a disagio. Ma era la prima volta che assisteva ad un concerto, nel suo pianeta non c'era mai stato niente di simile, e solo per il fatto di sapere che da lì a pochi minuti Sehun sarebbe spuntato su quella grande piattaforma insieme a tutti gli altri membri valeva lo sforzo che stava facendo a cercare di rendersi sempre più partecipe a quella situazione. Perché nonostante non fosse abituato a stare in mezzo a così tanta gente, a sentire così tanto chiasso e voci insieme, era comunque in preda all'entusiasmo, sarebbe stata una nuova esperienza da aggiungere alla sua lista, senza contare che tutto sarebbe rimasto anche un prezioso ricordo.
Girò la testa giusto per incontrare la figura del signor Kim accanto a lui, lanciandogli un occhiata preoccupata. Sperava solo che la sua salute non subisse gravi ripercussioni, in fondo era una persona di una certa età, non proprio così vecchia, ma sicuramente dedita ad una vita più calma e tranquilla. Ma di fronte al sorriso rassicurante dell'altro, Luhan riuscì a tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento. E sperava che per quelle due ore tutto filasse liscio. Strinse di più la mano intorno al lightstick che aveva comprato prima di entrare nel luogo in cui si sarebbe tenuto il concerto, giocandoci poi per un po'. Era davvero affascinato da quegli oggetti, e da come poteva notare intorno a sé con i suoi grandi occhioni curiosi non c'era persona che non ne possedesse uno. Ma oltre a questo avevano altri gadget di tutti i tipi, cartelloni, striscioni, e anche accessori e vestiti. Aveva visto spuntare il nome di Sehun già molte volte. Quel ragazzo era davvero famoso, realizzò Luhan, come anche tutti gli altri del resto.
Tuttavia in quella confusione qualunque altro pensiero volesse o provasse a formulare si disperdeva nello stesso posto da cui proveniva, cioè la mente, lasciando spazio a un vuoto totale, accompagnato da una sempre più crescente impazienza. Erano fortunati a trovarsi seduti, ma sentiva un caldo tremendo e quell'aria sempre più soffocante non aiutava di certo. Ma lo stava facendo perché voleva vedere Sehun, questo si ripeteva, e allora ritrovava la forza di non arrendersi e di sopportare quelle condizioni a lui estranee e certamente scomode.

Ed ecco che all'improvviso tutte le luci si erano finalmente abbassate, mentre un video probabilmente di introduzione veniva proiettato sullo schermo. Per ognuno dei membri che a turno venivano mostrati, si alzava dalla parte dei fans un grido di incoraggiamento e di ammirazione, seguito da applausi e calorosa partecipazione.
Gli occhi di Luhan erano del tutto impegnati a seguire quella sequenza di immagini e suoni, con un enorme sorriso stampato in volto, tanto che anche la voce stridula della ragazza che occupava il posto accanto al suo era passata in secondo piano.
E poi, finiti quei minuti introduttivi, eccoli fare il loro trionfale arrivo sul palco, tutti e sei, con abbigliamenti coordinati, acconciature particolari e un trucco impeccabile.
Il suo cuore perse un battito non appena lo vide entrare, perché Sehun quella sera era bellissimo, così bello da mozzare il fiato. La sua espressione determinata e accattivante rivelava in modo chiaro un'ardente passione e un grande impegno in quello che stava facendo, i passi sicuri e i movimenti precisi e perfetti facevano si che Luhan non riuscisse a staccare neanche per un attimo lo sguardo da quel ragazzo, ed era ancora solo l'inizio... Più lo guardava e più trovava ragioni che gli facevano ammettere quanto gli piacesse, quanto se ne fosse innamorato. Voler reprimere i suoi sentimenti? Era davvero difficile, dal momento che l'unica cosa che riusciva a vedere, l'unica cosa che occupava il suo campo visivo era quella magnifica figura. A guardare le sue spalle, quelle spalle così larghe, Luhan si chiedette come poteva essere trovarsi completamente confinato in un suo abbraccio, stretto, senza alcuna via di fuga. Un'immagine piombò improvvisamente nella sua testa, che riassumeva quel pensiero, e arrossì, perché il suo cuore gli diceva di si, gli diceva che aveva bisogno di un abbraccio del genere, che aveva bisogno di un abbraccio solo se erano quegli arti a stringerlo. Più ci pensava, e più quel desiderio cresceva.
Ma poi scosse la testa, stava superando i limiti con quelle fantasie. E dire che aveva giurato a se stesso che non si sarebbe fatto più influenzare da questo sentimento chiamato amore. La cosa appariva ironica in fondo.
Come poteva pretendere di non volerne avere a che fare quando l'unica persona in grado di fargli battere così forte il cuore si trovava lì, a poca distanza da lui, mostrandosi in pieno per la sua bellezza e le sue qualità? Una bellezza non solo fisica, ma un bellezza interiore, dell'anima. Tutto di lui sembrava surreale, un sogno. E quelle luci puntategli addosso, su quel corpo perfetto, non aiutavano di certo Luhan a ritornare in sé. Perché Luhan si sentiva perso, smarrito, annebbiato da quel bisogno di averlo vicino, di toccarlo, di sapere che non era tutto frutto della sua immaginazione, che Sehun era reale. Quando aveva deciso di provare a diventare suo amico non pensava che questa iniziativa avrebbe condotto a tanto. Non pensava che improvvisamente il suo cuore avrebbe iniziato a scalpitare, non pensava che i suoi occhi avrebbero lasciato spazio solo per vedere lui, e la sua bocca per pronunciare il suo nome. Era avvenuto tutto così, in un attimo, e adesso più il tempo passava, più si rendeva conto che quell'attimo aveva chiaramente condizionato per sempre il suo destino. Un attimo che, nello scorrere impercettibile del tempo, si era fermato, si era congelato, ritagliandosi uno spazio tutto suo, lasciando un segno indelebile dentro la sua persona. Volente o nolente, anche Luhan era stato fregato. E se non era affatto facile gestire quella situazione, era ancora peggio pensare a non poterlo mai più vedere, a sapere che un giorno avrebbe dovuto lasciare quel posto, a sapere che quel viso sarebbe rimasto impresso nella sua mente e nel suo cuore solo come un ricordo. Non voleva, non poteva accettarlo.
Scosse la testa, decidendo di abbandonare quei pensieri. Era venuto a godersi il concerto, non a rovinarsi quell'esperienza. Un grande sorriso prese il posto di quell'espressione malinconica in cui era precipitato, e pian piano iniziò a muoversi a ritmo con la musica e anche a canticchiare, quando sapeva qualche pezzo della canzone. Dedicò per un po' l'attenzione anche agli altri ragazzi, rimanendo davvero impressionato dalle loro doti artistiche. C'era quel ragazzo dalla pelle scura, Kai, che sembrava una cosa sola con la musica mentre ballava, come del resto Sehun. Baekhyun, DO e Suho invece riuscivano a conquistare i cuori di tutte quelle persone con le loro voci, timbri differenti, ma ognuno speciale a modo suo. E poi il ragazzo più alto, Chanyeol, con quella voce profonda, che si occupava delle parti rap delle canzoni, davvero incredibile!
Luhan si chiedette come avrebbero potuto reagire Kris, Tao, Chen, Xiumin e Lay davanti a uno spettacolo del genere, davanti a questi umani. Non gli sarebbe affatto dispiaciuto condividere quest'esperienza con loro, erano le persone con cui aveva lavorato di più insieme in vari progetti. Sembrava strano ammetterlo, ma in fondo gli mancavano; non che potesse dire lo stesso dalla loro parte, lì questa sfera “sentimentale” era ben rinchiusa, ma probabilmente, ne era sicuro, lo stavano cercando. Non ricordava ancora come fosse finito lì, ma aveva almeno la certezza che quel progetto riguardante diversi mondi fosse la causa di questo suo “viaggio” sul pianeta Terra. Un viaggio che gli aveva aperto nuove prospettive e che gli aveva fatto conoscere il signor Kim e Sehun, due persone davvero importanti per lui.
Si girò nuovamente in direzione del signor Kim, trovandolo attento a seguire il gruppo, e sul suo volto si poteva leggere una chiara nota di divertimento.
-Allora come le sembra? Ha cambiato idea almeno un po'?- chiese avvicinandosi e alzando la voce per farsi sentire dall'altro, che parve riuscire ad udire le sue parole, dal momento che annuì sorridendo.
-Sono davvero una forza, devo ammetterlo, sono appena diventato un loro fan!- esclamò l'uomo ridacchiando contento. E quelle parole provocarono una risata anche da parte di Luhan, divertito da quella risposta.
-Sehun sarà davvero felice di sapere di averla come fan-
L'altro annuì, indicando la persona che stava comparendo sulla piattaforma.
-Parlando di Sehun... sembra sia arrivato il momento della sua esibizione solista-
Luhan a quelle parole riportò l'attenzione completamente sul palco, in tempo per vedere il ragazzo appena nominato iniziare a ballare il suo pezzo sotto gli occhi sognanti di migliaia e migliaia di ragazze, che urlavano come matte di fronte a quei suoi movimenti, eleganti ma energetici. E la ragazza che occupava il posto accanto al suo non era di certo un'eccezione. Lei, insieme alla sua amica seduta di lato, emetteva urla e grida, aveva perso il conto di quante volte il nome “Sehun” era uscito dalle loro bocche. Senza contare tutti quei commenti che lo stavano infastidendo terribilmente; spaziavano dal fare apprezzamenti sul fondoschiena di quel ragazzo, per finire alle sue mani, alle sue labbra, ai suoi capelli, insomma... a qualsiasi parte del suo corpo, escluso niente. Apprezzamenti non del tutto casti poi, ma -forse- per sua fortuna Luhan non era riuscito a coglierli del tutto.
Però questo non toglieva quanto fosse irritato e arrabbiato. Se gli sguardi potessero incenerire, a quest'ora di quelle due ragazze non sarebbe rimasto più nulla. Come anche di tutto il resto. Le occhiate che rivolgeva loro erano davvero truci, possedevano un'aurea scura, sembravano volerle perforare.
Per degli umani quella era una chiara manifestazione di gelosia, ma Luhan ne era inconsapevole. Sapeva solo che era terribilmente infastidito dal modo in cui parlavano di Sehun, dal modo in cui urlavano il suo nome, dal modo in cui lo guardavano, come se fosse carne, della più prelibata, che non vedevano l'ora di assaggiare.
Luhan incrociò le braccia al petto, mettendo su un broncio che chiunque altra persona al mondo avrebbe definito adorabile.
Come osate dire queste cose? Come osate guardare in quel modo il mio Sehun? Questo avrebbe voluto dire loro, ma non voleva creare problemi.
Non sapeva bene neanche lui da dove gli fosse venuto in mente di aggiungere quel “mio”, un chiaro marchio di possessione, un diritto che però lui non aveva sull'altro ragazzo, ma a dirlo lo sentiva così... giusto, così esatto, suonava così bene. E più guardava il modo in cui Sehun ballava, più quella parola si faceva strada dentro di lui. Mio, mio, solo mio.
Poi all'improvviso, da un Sehun in piedi, che si muoveva in modo così suave e preciso, Luhan lo aveva trovato a terra, steso su una piattaforma da cui spuntava acqua, bagnandolo tutto.
A quel punto il moro deglutì a vuoto, sentendo la gola divenire sempre più secca. Si trattenne perfino dal respirare, immobilizzato su quella sedia, con gli occhi sbarrati e incatenati solo verso quell'essere divino. Si sentì pervaso da una strana ondata di calore mentre guardava quella camicia bianca ormai tutta bagnata e aderente, che lasciava trasparire fin troppo bene ciò che nascondeva sotto, anche a causa dell'inclinazione e dell'angolazione della luce, e che lasciava intravedere perfettamente la sua pancia piatta, ma velata da un leggero strato di muscolatura, l'ombelico e anche le forme perfette dei suoi fianchi. E ancora, spostando lo sguardo più in alto, poteva avere una chiara visione di quel collo latteo, seguito dalle clavicole sporgenti. La sua pelle nivea aveva tutta l'impressione di essere liscia, morbida e calda. Tracciò più volte le linee di quel corpo con i suoi occhi, quasi come a farne una fotografia, per poi finire su quelle gambe lunghe, fasciate da un tessuto scuro e davvero stretto, che anche in quel caso non si risparmiava di mettere in risalto quanto la natura fosse stata gentile e premurosa nei suoi confronti.
Da fare da cornice a tutto ciò era quello sguardo magnetico e profondo. E quelle piccole labbra rosee, inumidite perché di tanto in tanto Sehun aveva l'abitudine di passarci sopra la lingua.
Luhan aveva caldo, davvero tanto caldo, e le sue guance erano in fiamme. Il suo corpo stava reagendo insieme a lui davanti a quella visione, rendendosi conto di essere pienamente controllato dal desiderio, da una bramosia che lo faceva fremere tutto, da una voglia matta di andare lì e toccare con le sue mani tutto ciò che fino ad ora aveva tracciato con lo sguardo. Se aveva paura di questa reazione? Forse, ma questa volta era l'istinto a imporsi sul resto, per cui lui poteva solo abbandonarsi a quell'istinto, seguirlo, sottomettersi e lasciarsi guidare. Non c'era significato a combattere anche quello. Nella sua mente tornavano più vivide che mai quelle parole che dichiaravano possessione, proprietà.
Mio, mio, ti voglio solo mio. Questo era ciò a cui riusciva a pensare.
Senza accorgersene la sua coscienza veniva sempre di più annebbiata da uno stato di soggiogamento verso quella precisa volontà, la volontà di avere per sé quel ragazzo. E non gli importava di essere egoista. Quando l'amore e l'attrazione fisica entravano in rotta di collisione,il risultato non poteva che essere fatale.


Quei pensieri aleggiarono a lungo nella sua testa, tanto che non si accorse che il tempo era passato, ed era arrivato già il momento di alzarsi, lo spettacolo era concluso. Luhan aveva passato almeno l'ultima ora a cercare di nascondere il più possibile il suo viso in fiamme e a calmare i battiti accelerati del suo cuore, che proprio non voleva saperne di calmarsi. Si chiedeva come fosse riuscito ad uscire vivo da quella situazione.
Avviandosi con il signor Kim verso l'uscita, stava già lamentandosi nella sua mente di quanto il tempo questa volta fosse passato in fretta, e di quanto volesse ritornare a vedere tutto da capo, pur consapevole di quanto le parole “Sehun” e “bagnato” insieme fossero devastanti e pericolose per la sua vita. Sinceramente, non credeva di essere in grado di reggere la stessa cosa un'altra volta, ma dentro di lui non faceva altro che premere 'replay' su quelle stesse immagini, nitide e fresche. Ed ecco che arrossiva di nuovo.
-Ehi Luhan- il signor Kim richiamò la sua attenzione. Il moro incontrò il suo sguardo come per chiedere cosa volesse.
-Sei piuttosto silenzioso, è forse successo qualcosa? Non stai bene?- chiese l'uomo guardandolo preoccupato. Il ragazzo scosse la testa accennando un sorriso. Se solo sapesse cosa aveva per la testa in quel momento.
-No, sto davvero bene, mi sono davvero divertito oggi! Mi sento solo un tantino stanco, tutto qui-
L'altro annuì comprensivo.
-Spero solo ti sia rimasta ancora un po' di energia- disse con un sorriso beffardo, cosa che incuriosì Luhan.
-Eh? Perché?- domandò innocentemente, sbattendo più volte le palpebre, come d'abitudine.
-Perché dobbiamo passare a salutare Sehun, su sua richiesta- rispose tirando fuori dalla tasca dei pezzi di carta.
-Ecco, con questi possiamo andare a visitarlo nel suo camerino. Ti va di andarci?- chiese, pur sapendo già la risposta.
Luhan annuì subito, vivacemente. Pensava che finito il concerto sarebbero ritornati a casa, e nel suo cuore sarebbe rimasta la speranza di poterlo rivedere presto, e invece... fra poco l'avrebbe rivisto. Finalmente sarebbe riuscito a incontrarlo di nuovo. Pur essendo un po' imbarazzato nel ripensare che l'ultima volta l'aveva lasciato andare abbracciandolo, non aspettava altro che la possibilità di vedere ancora quel viso perfetto, che non faceva che tormentare i suoi giorni e le sue notti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Sehun si era abbandonato contro lo schienale della sedia, stiracchiando i muscoli un po' indolenziti e cercando di combattere una stanchezza sempre più crescente. E come dargli torto dopo due ore intere di spettacolo, senza contare tutte le prove dei giorni precedenti. Ma doveva ammettere che il risultato era stato grandioso, lui e i suoi compagni erano davvero soddisfatti di tutto ciò. Quello era stato il primo giorno, ancora ce n'erano altri due che li attendevano nello stesso posto.
Gli altri erano occupati a indossare vestiti più confortevoli e rinfrescarsi, lui invece aveva appena finito, e cercava di arrestare con un piccolo asciugamano bianco le gocce d'acqua che si erano impossessate del suo viso e del suo collo. Per ora si accontentava di quello, ma non vedeva l'ora di poter tornare al dormitorio e farsi una bella doccia.
Ma ancora prima di ciò, non vedeva l'ora che la porta di quella stanza si aprisse e rivelasse la figura che stava aspettando per tutto il tempo, ovvero quel piccolo cerbiatto che gli aveva fatto perdere la testa. Qualche settimana fa aveva fatto recapitare a casa del signor Kim i biglietti per il concerto, insieme a dei pass speciali che permettevano ai proprietari di accedere dietro le quinte. Naturalmente aveva messo i suoi hyung e il suo manager a conoscenza di questa iniziativa prima di spedirli, ma gli altri ragazzi avevano supportato questa idea, anche perché erano impazienti di conoscere la persona che aveva rubato il cuore del loro maknae. Aveva dovuto fare più tentativi con il manager invece, diffidente e non del tutto convinto davanti a questa richiesta, ma non poteva biasimarlo, era il suo lavoro occuparsi del gruppo, e non poteva mettere a rischio la loro immagine -o perlomeno l'immagine che il mondo là fuori si era fatto di loro-. Ma alla fine in qualche modo era riuscito a convincerlo, e questo contava più di ogni altra cosa.
Quella porta si aprì più e più volte, rivelando visi amici, conoscenti che erano andati a congratularsi con i sei ragazzi, anche componenti delle proprie famiglie, ma di Luhan ancora non c'era traccia.

La mano del leader si posò piano sulla sua spalla, ridestandolo dai suoi pensieri.
-Pensi che verrà?- chiese con quel suo tono premuroso e anche un tantino preoccupato. Non voleva che Sehun ricevesse delusioni in caso la persona che aspettava non si sarebbe fatta viva. Ma il più piccolo annuì, sicuro e impaziente. Era passato un bel po' dall'ultima volta che aveva avuto la possibilità di vedere quel visino dolce e perfetto, e gli mancava davvero tanto. Sentiva di poter impazzire da un momento all'altro. Nonostante la sua solita espressione composta, dentro di sé fremeva all'idea di poterlo rivedere, e sperava che il suo tentativo non risultasse vano.
E Suho, conoscendolo bene, sapeva che in fondo il suo amico non era tranquillo come voleva far credere, ma che era nervoso e irrequieto.
Giusto in quel momento la porta si aprì per rivelare un uomo della sicurezza seguito da altre due persone, informando i presenti del loro arrivo.
Gli occhi di Sehun in quel preciso istante si illuminarono, e un caloroso sorriso si spaziò sulle sue labbra. Eccola lì, quella piccola figura dai capelli scuri, che si guardava intorno smarrita, per poi alla fine incrociare lo sguardo con il suo. E il cuore del ragazzo iniziò a cambiare ritmo.

 


Luhan aveva dovuto percorrere numerosi corridoi e vie a lui sconosciute prima di arrivare lì col signor Kim, e una volta dentro quella stanza, appena aveva incrociato gli occhi con la persona del suo interesse, tutto ad un tratto ciò che lo circondava si era annullato, ed era finito in una dimensione in cui c'erano solo lui e Sehun. Non seppe indicare per quanto tempo i loro sguardi rimasero incatenati, fissi l'uno con l'altro. Probabilmente si era trattato di qualche minuto, ma a lui era sembrato molto di più. Era davanti a quella persona, davanti alla persona che aveva scoperto di amare, davanti alla persona che con un solo sguardo riusciva a mandargli miriadi di scariche elettriche lungo la spina dorsale. Uno sguardo carico di calore, addolcito, affezionato, che sembrava essere dedicato solo a lui. O forse non sembrava, lo era realmente.
Realizzare il tutto lo colpì, tanto che le sue gote presero colore e abbassò il viso, interrompendo quel contatto visivo che stava letteralmente prosciugando tutte le sue energie. Trovò interessante guardare per qualche attimo il pavimento, almeno finché non fu proprio Sehun ad approcciarli, salutando e ringraziando educatamente il signor Kim prima di tutto.
Poi spostò la sua attenzione su di lui, ed ecco che Luhan si sentiva sempre più agitato, strano sotto quelle due calde sfere color nocciola che lo fissavano intensamente.
-Hei- salutò il minore, non riuscendo a resistere alla tentazione di scompigliare un po' i suoi capelli scuri. E a quel gesto, il cuore di Luhan aumentò di velocità, ammesso che fosse possibile superare quella attuale.
-Sono felice che siate venuti a vederci. Ti è piaciuto il nostro concerto?- chiese sorridendogli dolcemente. L'altro si fece coraggio, incontrando nuovamente quello sguardo e ricambiando il sorriso.
-Si, mi sono divertito tanto! Il vostro gruppo è incredibile, siete davvero bravi!- rispose annuendo vivacemente con il capo.
Sehun sorrise, orgoglioso di ricevere quel complimento, soprattutto se detto da quel ragazzo.
All'improvviso dietro di lui sentì qualcuno dei suoi compagni tossicchiare, come per richiamare l'attenzione. Lanciò loro un'occhiata che possedeva un chiaro messaggio dietro. Sappiatevi comportare. Ed era riferito in modo particolare a Baekhyun, Chanyeol e Jongin. Sui loro volti comparirono dei sorrisi angelici, che avevano l'obiettivo di rassicurare il ragazzo, ma Sehun in qualche modo non riusciva a stare tranquillo lo stesso. Quando ci si mettevano sapevano essere delle vere iene.
-Loro sono i miei amici, nonché membri del gruppo- si rivolse di nuovo ai due appena arrivati, mettendosi da parte. Gli altri cinque si presentarono educatamente uno ad uno. Il signor Kim già li conosceva, in quanto era capitato che qualche volta Sehun li avesse portati con lui al negozio di Bubble Tea. Invece Luhan li aveva solo visti mentre si esibivano, mai da vicino, per cui anche lui si presentò.
-Il mio nome è Luhan, sono felice di fare la vostra conoscenza!- disse un po' impacciatamente, accennando un inchino. In fondo era la prima volta che gli capitava di presentarsi a così tante persone insieme, e non sapeva come comportarsi. Temeva anche di non piacere agli amici di Sehun, e si sentiva spaventato per questo. Ma non sapeva invece quanto era lontano dalla verità, perché gli altri cinque se ne erano già innamorati, trovandolo adorabile.
-Certo che sei proprio carino! Aveva ragione Sehun quando diceva che sembri un cerbiatto!- esclamò Chanyeol avvicinandosi e scompigliandogli anche lui i capelli con un sorriso gigante in volto.
-Già! E guarda che occhi! Sembra che ci abbiano messo dentro brillantini! Se non lo vedevo io stesso non avrei mai creduto che le sue parole potessero essere così vere! E lasciatelo dire, hai delle ciglia da far invidia! Anche io le vorrei così lunghe! Una striscia di eyeliner e apparirebbero perfette!- fu questa volta la voce di Baekhyun a farsi strada in mezzo a tutti, mentre gli pizzicava teneramente una guancia.
Luhan era semplicemente lì, rosso come un pomodoro, o forse di più, in balia di quei complimenti, senza sapere cosa dire o fare, sperando solo di far passare tutto quell'imbarazzo. Ricevere tutte quelle attenzioni era strano per lui, e sa da una parte voleva che smettessero, dall'altra invece si sentiva felice di riceverle.
Sehun invece non sapeva se prendere a calci quei due stupidi e sbatterli fuori da quella stanza, se farsi risucchiare dal suolo sottostante per l'imbarazzo o se semplicemente sbattere una mano in faccia davanti al loro comportamento infantile. Sapeva solo di dover fare qualcosa, e subito, per evitare altri danni. E meno male che li aveva avvertiti neanche cinque minuti prima.
Ringraziando una qualche divinità, ci pensò Suho a frenare il loro entusiasmo, allontanandoli dal povero ragazzo chiaramente imbarazzato.
-Adesso smettetela, in questo modo lo metterete a disagio!- li sgridò, proprio come fa una mamma con i suoi bambini nel momento in cui quest'ultimi fanno qualcosa di sbagliato. Poi si rivolse di nuovo al moro con un sorriso gentile.
-Ti prego di scusarli, sono sempre così iperattivi e a volte sfacciati, ma sono delle persone amichevoli come puoi vedere, quindi non devi esserne intimorito- il diretto interessato annuì, ricambiando il sorriso.
Sehun ringraziò mentalmente il leader, tirando un sospiro di sollievo. Ma i suoi occhi si allargarono nuovamente quando vide Jongin circondargli le spalle e rivolgergli quel solito ghigno malizioso. Quello stava superando tutto, il maknae stava iniziando ad irritarsi davvero.
-Cosa ne pensi del nostro Sehun? Lo sai, ci ha parlato davvero molto di te in questi giorni- chiese Kai rivolgendogli un'occhiata inquisitoria, mentre lo sguardo di Luhan si incuriosiva, nonostante si trovasse a disagio visto l'inaspettato gesto e la troppa vicinanza del ballerino.
Adesso basta. La sua pazienza aveva un limite. Sehun stava per avvicinarsi ai due e togliere innanzitutto le mani del suo amico da Luhan, e poi prenderlo a schiaffi, ma stavolta venne anticipato da Kyungsoo, che lo colpì così forte alla testa da farlo quasi piangere dal dolore, sotto gli sguardi sorpresi di tutti.
-Si può sapere perché l'hai fatto?! Hai idea di quanto faccia male?- chiese Kai al suo compagno, nonché ragazzo, imbronciandosi.
-Perché te lo meriti- rispose semplicemente l'altro, incrociando le braccia.
-E non ci provare a fare quella faccia da cucciolo bastonato con me, perché non funziona!- aggiunse, vedendo come quello stupido cercava di fare gli occhi dolci e l'aria innocente.
Jongin prontamente circondò la vita del più basso con le sue braccia, trasformando quel broncio in un ghigno malefico.
-Ne sei sicuro? A me non è sembrato così l'altra sera- rispose accanto al suo orecchio facendogli l'occhiolino. DO diventò di tutti i colori, e non si risparmiò di picchiarlo nuovamente.
-Se non la smetti giuro che ti strozzo!- gli urlò contro decisamente arrabbiato.
-Ew non vogliamo sapere queste cose, tenetele per voi- si intromise Chanyeol facendo una faccia disgustata. Baekhyun annuì, non perdendo l'occasione di metterli ancora di più in imbarazzo.
-E Kai, ti conviene comportarti bene, altrimenti credo che il nostro main vocalist qui presente non ti delizierà più con la sua voce la sera. Se capisci che intendo- concluse incrociando le braccia al petto con aria birichina, per poi scoppiare a ridere subito dopo insieme a Chanyeol.


Suho e Sehun erano disperati, e quest'ultimo imbarazzato dal comportamento dei suoi amici. Si stava pentendo di essere rimasto lì ad aspettare Luhan quando c'erano anche loro. Avrebbe dovuto saperlo che ad avere quelle personalità accanto a lui ci sarebbero stati solo guai. Sospirò affranto, non avendo proprio il coraggio di guardare in faccia il signor Kim e Luhan. A quest'ora sicuramente erano offesi e disgustati da quel comportamento.
Come avevano potuto fargli questo?
Cercò con lo sguardo gli occhi del leader, pregandolo di aiutarlo a fare qualcosa.
Ciò che non si sarebbe mai aspettato di certo era sentire partire una risata, ma non una qualunque, bensì la sua risata preferita. Una risata cristallina, chiara, che lasciava trasparire buon umore, che gli ricordava di una bella giornata soleggiata, una risata così limpida e pura, che poteva appartenere solo ad una persona.
Sehun si sorprese mentre lo guardava ridere, pensava di alzare il viso e di trovarlo spazientito e irritato visto la piccola commedia che avevano messo in atto i suoi amici. Non avrebbe mai pensato di vederlo ridere, ma ridere di cuore, e perdersi nel vedergli fare quel gesto, guardarlo e involontariamente iniziare a sorridere anche lui.
Anche gli altri fermarono i loro battibecchi per la sorpresa.
-Sehun, i tuoi amici sono troppo simpatici!- esclamò tra le risate. Anche il signor Kim accanto a lui non riuscì a trattenersi dal mostrare un aria divertita e rilasciare qualche risatina, mentre annuiva alle parole del ragazzo.
E tu sei così bello da essere illegale, soprattutto quando sorridi così. Sehun avrebbe voluto rispondere, ma si trattenne, annuendo semplicemente alle sue parole, felice.
-Più che simpatici direi imbarazzanti- aggiunse, alimentando quella meravigliosa risata.
-Yah! Cosa hai appena detto? Chi sarebbe imbarazzante?- chiese Baekhyun mostrando un'aria offesa e tirandolo per un orecchio, provocando le lamentele del più piccolo.
Ma Suho intervenne, prima che un'altra disputa fosse aperta, richiamando l'attenzione di tutti, mentre allontanava Baekhyun da Sehun.
-Ehi ragazzi che ne dite di fare una foto tutti insieme? Per avere un ricordo con il nostro nuovo amico e con il nostro fidato venditore di Bubble Tea, che ne pensate?- domandò guardando ognuno dei presenti con aria trepidante.
Amico. Luhan sussultò nel sentire Suho dire quella parola, ma non poté negare di aver provato una piacevole sensazione di felicità e di calore pervadergli il cuore. Proprio così, era davvero felice in quel momento. Aveva nuovi amici.
Tutti annuirono, e fu così che si misero velocemente in posa, pronti per essere immortalati in una foto. Chanyeol e Baekhyun non persero l'occasione di avvicinare -anche se il giusto termine da dire era spingere- il povero maknae accanto a Luhan, che nell'averlo così vicino sentì milioni di farfalle danzargli nello stomaco, a cui si aggiunsero anche brividi giù per la schiena quando sentì quella sua grande mano stringerlo per un fianco e avvicinarlo ancora di più a sé. Girò il viso, che non c'era neanche bisogno di dirlo, era rosso, e incontrò quel volto perfetto che gli sorrideva, mentre con l'altra mano faceva il segno di vittoria. Luhan mimò con la sua mano lo stesso gesto, ricambiando il sorriso, e proprio in quell'attimo il manager scattò la foto. Immortalato quel momento, tutti erano pronti ad allontanarsi, se non fosse stato per l'urlo di Baekhyun che li invitava a non farlo, guadagnandosi un'occhiata curiosa.
-Aspettate! Aspettate un attimo e non muovetevi da come siete!-
-Perché?- chiese Suho alzando un sopracciglio evidentemente confuso.
Baekhyun ignorò la domanda, puntando i suoi occhi verso Sehun e Luhan e indicandoli.
-Voi due, smettetela di guardarvi e giratevi a guardare l'obiettivo invece! Avrete tempo per quello!- affermò ritornando a mettersi in posa.
-Ora per favore manager hyung, scatta un altra foto!-
Questa volta la nuova fotografia ritraeva tutti i presenti che non riuscivano a non sorridere dopo le parole di Baekhyun, tranne Luhan e Sehun, imbarazzati fino alla punta dei capelli, ma almeno questa volta avevano guardato l'obiettivo.
E per loro il servizio fotografico non era ancora finito, infatti i loro amici non avevano neanche lasciato loro il tempo di replicare che li avevano costretti a fare una foto insieme, solo loro due. Non che ad entrambi la cosa dispiacesse. Ancora il braccio di Sehun era intorno alla vita di Luhan, ed il calore che emanava il suo corpo lo avvolgeva completamente. Ci sarebbe rimasto per ore in quel modo.
Sehun non sapeva da dove aveva preso tutto quel coraggio nello stringere a sé l'altro, anche se con la scusa della foto, ma sperava che il tempo si fermasse e che non dovesse arrivare il momento di lasciarlo. Purtroppo per lui però il tempo continuava a scorrere, e presto fu ora di separarsi. Gli altri due dovevano tornare a casa.


-Grazie mille per questa bella esperienza Sehun, e naturalmente grazie anche a voi altri ragazzi. Ma sappi che devo sdebitarmi, per cui quando sei libero ritieniti invitato a cena a casa nostra, sono sicuro che anche Luhan ne sarà felice, non è così?- chiese il signor Kim rivolgendosi al moro, che timidamente annuì.
-E porta con te anche i tuoi amici se vogliono venire-
Sehun accennò un si, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che l'uragano di nome Baekhyun intervenne prontamente.
-Sehun finiti questi altri due giorni di concerti sarà libero e più che disponibile, per quanto riguarda noi... non saprei, avremmo già qualche piano in mente. In ogni caso appena finito lo spediremo lì, non è vero ragazzi?- gli altri annuirono subito, intuendo le intenzioni del cantante.
Non potresti essere più ovvio di così. Sehun pensò, alzando gli occhi al cielo. Questa sua nuova versione da cupido lo preoccupava parecchio, ma in fondo senza di lui e degli altri suoi hyung cosa avrebbe fatto? Li adorava, avere degli amici come loro era una vera e propria benedizione.
Poi il ragazzo si rivolse ancora ad un ingenuo Luhan, ignaro e all'oscuro di quelle trame.
-E tu Luhan, qualche giorno devi venire a visitarci nel nostro dormitorio, sono sicuro che ti divertirai parecchio. Ci conto, eh?-
Luhan annuì nuovamente.
-Ti ringrazio Baekhyun, e ringrazio anche voi tutti- rispose, chinando il capo educatamente.
-Oh andiamo, via queste formalità, chiamami hyung!-
-H-hyung?- chiese innocentemente Luhan. Sentiva usare spesso questo termine, ma non sapeva proprio in che contesto era necessario utilizzarlo.
Sehun sospirò.
-Non può chiamarti hyung, è più grande di te- rispose il maknae per lui.
Gli occhi di Baekhyun si spalancarono dalla sorpresa, e per poco la mandibola non toccò il pavimento. Anche gli altri furono sorpresi da questa rivelazione.
-C-cosa? Ho capito bene? P-più grande di me?-
-Si lo so, è difficile da credere, anche io ho avuto una reazione simile, ma è la verità, per cui accettala- rispose Sehun con tono indifferente, incrociando le braccia al petto.
Baekhyun sembrò imbarazzarsi, considerando come prima aveva interagito con quel ragazzo, credendolo più piccolo di lui. Ma capitelo, chi poteva pensare che quell'esserino potesse essere più vecchio di lui?
-T-ti chiedo scusa per come mi sono comportato prima, io non lo sapevo, Sehun ci ha detto molte cose di te, ma non questo particolare- si scusò, evidentemente pentito delle sue azioni.
Luhan si affrettò a scuotere la testa, facendogli capire che per lui non c'era alcun problema. La sua attenzione era tutta concentrata sul fatto di sapere che Sehun aveva parlato di lui ai suoi amici. Era così felice, se ne parlava vuol dire che almeno un po' lo riteneva importante, no?
-Non preoccuparti, non sono arrabbiato, voi ragazzi siete così simpatici e gentili, non potrei mai arrabbiarmi con voi- ribatté con un sincero sorriso.
Tutti pensarono che quel ragazzo fosse un angelo, tanto appariva ai loro occhi così puro e innocente. Si sa che l'apparenza non è tutto, ma i ragazzi erano pronti a scommetterci su.
Dopo quelle parole, rivolse la sua attenzione alla sua persona speciale.
-Credo adesso sia arrivata davvero l'ora di tornare a casa, grazie mille per tutto Sehun, oggi mi sono divertito tanto, e spero ci rivedremo presto- finì il saluto timidamente, guardandolo negli occhi, volendo ricordare ogni minimo particolare del suo sguardo.
-E grazie anche a tutti voi, sono davvero felice di avere nuovi amici!- aggiunse contento.
-Non devi ringraziarli, tra qualche giorno ti pentirai di averli come amici- ci scherzò sopra Sehun, guadagnandosi un'occhiataccia. Luhan non riuscì a non sorridere.
-Allora a presto!- e come aveva fatto all'inizio, anche adesso gli scompigliò i capelli, e non vedeva già l'ora che questi due giorni passassero per correre da lui.


Una volta che le due figure si allontanarono fino a scomparire completamente dalla loro visuale, Sehun sospirò, contento. Questa si che poteva definirsi una giornata.
-Credo abbiamo fatto una bella impressione, non lo pensate anche voi ragazzi?- chiese Chanyeol ai suoi amici, che approvarono le sue parole.
-Decisamente- sostenne Baekhyun con convinzione.
Sehun, ancora girato di spalle, all'udire quelle parole, non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere. Erano davvero unici, ma non poteva proprio fare a meno di loro. Anche gli altri si unirono alla sua risata.
-Complimenti Sehun, hai scelto davvero bene, i tuoi hyung approvano- affermò ad un tratto Jongin con nonchalance.


Ma il ragazzo era già lontano con la mente, perso nel suo mondo fatto di Luhan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Finalmente sono riuscita a ritornare con questo nuovo capitolo, che è venuto un po' più lungo del solito, ma spero non sia un problema! ^^”
Diciamo che ho perso molto tempo già nel prendere in considerazione a quale concerti fare riferimento (LostPlanet o Exo luxion), e alla fine ho optato per gli ultimi, in quanto in questi c'è il solo di Sehun che probabilmente sapete e per cui ho perso non so quanto a scriverlo, non essendone comunque del tutto completamente soddisfatta. Ma almeno con questa scusa mi sono rivista un bel po' di quelle esibizioni e.... lasciamo perdere xD Poi ci mancavano i mv di Luhan come ciliegina sulla torta. *-*
Comunque... si entra sempre di più nel vivo della storia, e mi scuso se ci sono errori, ho ricontrollato tutto, ma essendo così tardi non sono del tutto lucida.
Ringrazio KpopBias, yesiam, fanperfinta e Ymawari, e tutti quelli che continuano a seguire la storia :)
Adesso onestamente non so quando potrò pubblicare di nuovo, è un periodo complicato, non sono sicura di riuscire a mantenere questo ritmo, ma spero possiate essere un po' pazienti e aspettare, perché comunque prima o poi la finirò! XD

Alla prossima! 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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Capitolo 12


In qualche modo, i due giorni di mezzo che impedivano a Sehun di andare da Luhan erano finalmente passati. Era stanchissimo, questo era un dato di fatto, ma non gli importava più di tanto, non quando finalmente aveva la possibilità di prendere una piccola pausa da tutti gli impegni e passare del tempo con la persona che amava. La nuova serie di concerti sarebbe iniziata la prossima settimana, per cui in quei giorni era concesso al gruppo un po' di meritato riposo.

E gli amici del ragazzo erano stati di parola. Infatti, appena finito tutto, avevano quasi cacciato il maknae dal dormitorio per farlo correre dal suo amato, non senza mancare di sghignazzare e di prenderlo in giro. Sehun aveva semplicemente sospirato avvilito. Cosa poteva farci?


Ed ecco che in poco tempo era già arrivato davanti al luogo del suo interesse. Aveva intenzione di passare il pomeriggio con Luhan, e la sera si sarebbe fermato a cena lì, come promesso al signor Kim, più che felice di sapere che il suo invito era stato accettato.
Ciò che non si aspettava di certo di trovare era un piccolo cerbiatto tranquillamente addormentato sul divano. A quella vista il cuore di Sehun si era completamente sciolto. Non aveva mai visto in vita sua niente di più adorabile, tenero e dolce messi insieme. Sembrava un bambino, raccolto com'era su un lato, con le mani chiuse in due pugni all'altezza del viso, i capelli neri che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, e con alcune ciocche in disordine, sparse qua e là. Ma la cosa più bella era quell'espressione angelica, Sehun sapeva solo che non si sarebbe mai stancato di guardarlo mentre dormiva, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, com'era con quelle palpebre chiuse, limitate dalle sue lunghe ciglia nere, con le gote colorate da un lieve spruzzo di rosa, con la bocca leggermente socchiusa, da cui proveniva un calmo e regolare respiro. Tutto di lui era perfetto, non c'era punto di quella pelle e di quel viso che Sehun non avesse tracciato con lo sguardo, più e più volte. Si era imbambolato lì, davanti all'entrata, incapace di dire o fare niente, sentendosi un essere del tutto inutile e inferiore davanti a quella bellezza eterea, innaturale, davanti a quella splendida figura su cui non aveva fatto altro che concentrare i propri pensieri negli ultimi tempi.
Fu la voce del signor Kim a riportarlo alla realtà.
-Credo stia dormendo adesso perché ieri sera non si sentiva molto bene, ha passato una notte un po' difficile, e sicuramente la stanchezza l'ha fatto crollare, altrimenti di solito non è un tipo che dorme di pomeriggio- spiegò a voce bassa l'uomo, non mancando di mostrare un cipiglio preoccupato verso il ragazzo tranquillamente addormentato a pochi passi da lui.
Sehun annuì, senza aggiungere nient'altro. Anche nei suoi occhi era comparso un velo di preoccupazione nell'udire quelle parole. Sperava solo che Luhan stesse bene, non aveva alcuna intenzione di svegliarlo, avrebbe aspettato che fosse lui stesso a ridestarsi dal mondo dei sogni.
-Ehi Sehun, dal momento che sei qui, puoi rimanere con lui per un po'? Ne approfitterei per andare a comprare degli ingredienti che mancano sia al negozio sia per la cena che ho intenzione di prepararti. Ho aspettato il tuo arrivo, non volevo lasciarlo da solo, nel caso avesse bisogno di qualcosa- chiese gentilmente l'anziano, ricevendo subito una cenno affermativo del capo dall'altro.
-Può stare tranquillo, starò qui e mi assicurerò che stia bene, vada pure- rispose togliendosi il cappotto e riponendolo nell'apposito appendiabiti lì vicino.
-Ti ringrazio ragazzo, sono davvero felice che Luhan abbia vicino una persona come te- affermò il signor Kim sorridendo dolcemente, mentre le guance di Sehun si accaldavano leggermente.
-Non deve ringraziarmi, sono io ad essere felice di aver conosciuto Luhan, e naturalmente anche lei- rispose imbarazzato, ma sincero.
L'altro sorrise, uscendo dalla stanza. Ma quel sorriso racchiudeva molto di più di un semplice gesto di cortesia e contentezza.


Fu così che Sehun si ritrovò solo con Luhan, incapace di spostare l'attenzione su qualunque altra cosa che non fosse quella figura attualmente sdraiata sul divano. Più lo guardava, più pensava a quanto gli sarebbe piaciuta l'idea di svegliarsi ogni mattina, aprire gli occhi, ed essere accolto dalla visuale di quel visino angelico e ancora dormiente, dolcemente appollaiato sul suo petto, in un letto che probabilmente nei suoi sogni doveva essere il loro. Avvolto da quei pensieri, inconsapevolmente sorrise, non nascondendo affatto la speranza di volere che un giorno quel sogno diventasse realtà.
Guarda come ti sei ridotto.
Suonava tutto così smielato, soprattutto se pensato da qualcuno come lui che in vita sua non aveva mai fatto simili pensieri, ma non poteva negare che in quel momento l'immaginazione gli stava regalando attimi di vera e pura felicità, un calore al petto in grado di farlo rifugiare da qualsiasi forma di preoccupazione e ansia. L'immaginazione era sempre stata un'arma potente, in grado di far volare in alto con la fantasia, di far accadere l'impossibile o l'irrealizzabile, era stata sempre fonte di piacere e felicità per chi la utilizzava, quindi perché non usufruirne? Perché non lasciarsi un po' trasportare da queste dolci illusioni e da questi tanto forti desideri? L'importante in fondo era solo saper individuare il limite tra realtà e sogno, in modo da poter toccare nuovamente terra una volta usciti da questo involucro di paradiso, di cose belle e appaganti, l'importante era essere consapevoli che questo mondo era qualcosa di inventato, di non esistente, in modo da non rimanere troppo delusi una volta ritornati alla vita reale.
Per Sehun, sognare e immaginare erano diventati termini frequenti da quando aveva conosciuto Luhan. Gli veniva spontaneo soffermarsi su ipotetici scenari che si facevano largo nella sua mente, spaziare al limite della fantasia, rinchiudersi in quel suo mondo isolato da tutto il resto, creando un posto in cui c'erano solo loro due, un posto in cui la mente proiettava ciò che il cuore desiderava, in cui il il sentimento andava secondo ragione e la ragione andava secondo sentimento. Ecco perché gli piaceva questo mondo immaginario, perché tutto era facile, tutto lo rendeva felice e lo riempiva di speranza. Tuttavia Sehun non si faceva divorare da quel mondo che lui stesso aveva costruito, sapeva quando tornare alla realtà delle cose, sapeva conciliare le due parti, e non cadere schiavo dei suoi continui desideri. Per questo ridestandosi da quello stato di trance, decise di avvicinarsi cautamente, senza fare rumore, per non svegliare quel piccolo angelo addormentato, ma allo stesso tempo essergli accanto e non perdersi l'occasione di osservarlo più da vicino, di cogliere nuovi particolari del suo essere ad una distanza ravvicinata, cosa che non gli era possibile se si fosse svegliato.
Si chinò accanto a lui, lentamente e silenziosamente, all'inizio accontentandosi solamente di guardalo da vicino, di avere ancora una volta la conferma di quanto fosse perfetto, e di quanto voleva sua tutta quella perfezione. Ma poi le sue dita iniziarono a prudere dalla voglia di toccarlo, di accarezzarlo, di posarsi su quei lembi di pelle nivea e morbida, e non seppe reprimere quell'istinto. Ed ecco le le sue lunghe dita si ritrovarono a percorrere delicatamente i lineamenti di quel viso, passando sulla fronte, spostando le ciocche dei capelli dagli occhi, scendendo lungo la forma del suo nasino, spostandosi lungo una guancia e accarezzandola dolcemente, e poi finire il loro percorso tracciando i confini che racchiudevano quelle bellissime labbra. Era solo un leggero movimento quello che stava facendo, eppure gli sembrava di stare toccando un'opera d'arte, una di quelle di inestimabile valore, una di quelle che devi stare attento al modo in cui la tocchi per evitare di romperla o scalfirla o sporcarla. Con la sola differenza che per lui Luhan rappresentava molto di più, Luhan era un'opera d'arte vivente, non un oggetto, bensì una creatura in carne ed ossa, vera, e il suo valore nessuna cifra avrebbe potuto comprarlo.
Si, gli era sfiorata molte volte in questione di pochi minuti l'idea di colmare quella piccola distanza che c'era tra i loro visi e baciare quelle labbra, che stavano inebriando i suoi sensi di desiderio e lo stavano facendo fremere da una voglia pazzesca, in grado di farlo impazzire. Ma lui non voleva baciarlo così, voleva baciarlo solamente nel momento in cui Luhan avrebbe potuto vederlo ed essere completamente consapevole del suo gesto verso di lui. Certo, in questo modo fare quell'azione avrebbe richiesto molto più coraggio di quello che aveva attualmente, ma non importava, avrebbe aspettato il momento giusto. Per adesso si limitò a reprimere con tutte le forze quel desiderio. E continuò a scrutarlo attentamente, notando come a volte tendeva a strusciare lentamente la testa contro il tessuto del cuscino, come per cercare di affondarci di più, in un gesto che gli ricordava vagamente quello di un cucciolo, bisognoso di calore e di coccole, o come altre volte rilasciava invece qualche sospiro più pesante dei precedenti, mentre il suo viso rilassato tendeva a contrarsi in una smorfia agitata.
Mi piacerebbe sapere se c'è qualcosa che ti preoccupa. Farei l'impossibile per eliminare quel cipiglio preoccupato dal tuo viso.
Si chiese tra sé, guardandolo affezionatamente, e tornando ad accarezzare la sua guancia, notando come quel tocco lo portava nuovamente a rilassarsi.
Sehun sorrise. Era la cosa più tenera e innocente che avesse mai visto. Solo quel cerbiatto lo portava a scatenare dentro di sé un senso di protezione e di responsabilità mai avuto prima, come se lo sentisse come un dovere, oltre che un piacere, prendersi cura di lui, come se quello fosse diventato il suo compito.
A ben pensarci non so molto di te, ma guarda come sei riuscito a ridurmi in così poco tempo. E' tua la colpa, ma averti conosciuto è stata la mia benedizione, e vorrei davvero tanto che tu provassi ciò che io provo per te. Perché mi dispiace, ma ormai non sono più in grado di immaginarti con nessun altro se non con me.
Questi pensieri riempivano la sua mente in profondità, erano delle parole che voleva dire, ma non poteva farlo.
Lo sai, se continui così sarai davvero la mia fine.
Dopo aver formulato quest'ultima frase nella sua testa, Sehun sentì dei leggeri movimenti provenire dall'altro, segno che si stava svegliando.


La prima cosa che Luhan vide appena aprì gli occhi furono due calde iridi color nocciola guardarlo attentamente, e due bellissime labbra che si allargavano lievemente all'insù, senza contare la loro vicinanza. Sapeva bene a chi apparteneva quel viso, ma essendo ancora in fase di risveglio pensava si trattasse solo della sua immaginazione. Ci volle giusto qualche secondo in più per aggiustare per bene la vista e focalizzare ciò che c'era davanti a lui. E fu in quel momento che si rese conto che avrebbe pure continuato ad aprire e chiudere gli occhi, per poi aprirli nuovamente se la prima cosa che avrebbe visto appena sveglio era il viso perfetto della persona che amava.
Un sorriso si allargò sulle sue labbra, mentre lentamente cercava di mettersi in piedi, strofinandosi gli occhi con le mani.
-Buongiorno cerbiatto- scherzò Sehun sorridendogli dolcemente, e accarezzandogli i capelli, un'azione che era quasi diventata un abitudine per lui.
-Sehun... è da molto che sei qui?- chiese con la voce ancora un po' impastata dal sonno, ma decisamente contenta. L'altro scosse la testa.
-Non da molto, giusto il tempo necessario per vedere come dormi beatamente- scherzò ancora, vedendo come Luhan sorrideva alle sue parole. Ed era felice, perché la causa di quel sorriso era lui.
-Avresti potuto svegliarmi, non dovevi aspettare- disse timidamente, distogliendo lo sguardo da lui. L'aveva visto dormire, non voleva avesse fatto qualche verso stupido o qualche faccia strana nel sonno.
Sehun scosse nuovamente la testa, stavolta andandogli ad accarezzare un guancia.
-Non preoccuparti, il signor Kim mi ha detto che non sei stato bene ieri sera, adesso va meglio?- domandò guardandolo serio.
Luhan annuì, con i battiti a mille dopo quel tocco. Adorava quelle mani, così calde e grandi, adorava la sensazione di quel palmo contro la sua guancia, adorava quando era lui a toccarlo, e ne voleva ancora.
Ma ritornando alla domanda che gli aveva posto, a quanto pare le sue forze erano tornate stabili. La sera precedente aveva avuto una di quelle solite fitte, e per molto tempo si era sentito debole, senza energie, non era riuscito neanche ad alzarsi dal letto. Il signor Kim non l'aveva lasciato un attimo, prendendosi cura di lui e rimanendo sveglio fino all'alba, solo per assicurarsi che le sue condizioni non peggiorassero.
Gli si formò un nodo in gola, e venne assalito da un'ondata di tristezza e dal senso di colpa. Questo cambiamento non passò di certo inosservato a Sehun, che si alzò dalla precedente postazione e prese posto accanto a lui sul divano, guardandolo preoccupato.
-Ehi, qualcosa non va?- chiese apprensivo, stringendogli una mano con la propria, per ridestarlo da qualunque pensiero triste stesse facendo.
Luhan cercò di non incontrare il suo sguardo, in quanto due grandi lacrimoni minacciavano di tradirlo e scendere lungo le sue guance, e non voleva piangere davanti a Sehun. Ma era davvero dispiaciuto, aveva dato un sacco di problemi al signor Kim da quando era arrivato lì, ma quell'uomo l'aveva sempre trattato come la sua famiglia, l'aveva aiutato e si era preso cura di lui come nessun altro, senza mancare mai di dedicargli attenzioni e numerosi sorrisi. Aveva messo anche la sua salute di parte, tutto per renderlo felice e farlo sentire in qualche modo “a casa”. Il peso di tutte queste azioni iniziava a farsi sentire sulle sue spalle, Luhan iniziava a realizzare che aveva sempre ricevuto senza mai dare, e la cosa lo faceva sentire davvero colpevole. Senza rendersene conto le lacrime erano iniziate a scendere da sole, non potendo più essere trattenute, ed ecco che quello che aveva voluto evitare lo stava invece facendo: piangere davanti a Sehun.
-S-scusami... n-non volevo p-piangere...- cercò di nascondere il viso con le mani, in preda ai singhiozzi, ma ad un tratto si sentì avvolto soltanto da un grande e familiare calore, da un profumo che ormai riconosceva come il suo preferito, e sentì le braccia di Sehun stringerlo saldamente e portarlo dritto contro il suo petto.
Questo era il tipo di abbraccio che Luhan aveva agognato così tanto, che aveva immaginato e cercato già molte volte, e che adesso si stava realizzando. Ma la realtà era molto meglio di qualsiasi aspettativa avesse mai avuto. Finalmente si sentiva davvero protetto, si sentiva al sicuro, si sentiva nascosto da qualsiasi forma di male, dal mondo esterno, sentiva tutto ciò che lo tormentava annullarsi, sentiva solo il bisogno che aveva di lui, e basta. E le dolci parole che Sehun gli sussurrava valevano più di milioni di tranquillanti o calmanti messi insieme.
-Shh non preoccuparti, tutto andrà bene. Ci sono io qui con te. Non devi tenerti tutto dentro, va bene sfogarsi. Ma lo sai, un bel sorriso si addice di più al tuo volto- le labbra del più alto accennarono un lieve sorriso, ma i suoi occhi mostravano chiaramente quanto era triste e preoccupato nel vedere piangere il suo piccolo angelo. Sentì le mani di quell'esile figura stringere di più il tessuto della sua maglia, ormai bagnata da numerose lacrime, ma questo non gli importava. Lo strinse ancora di più a sua volta, facendogli sentire che lui c'era, che lui era lì, che gli era accanto, che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Non sapeva cosa si celava dietro tale e improvviso sfogo, ma avrebbe aspettato per saperlo, ora la cosa importante era farlo calmare, e sembrava che forse ci stesse riuscendo. Finalmente, pensò Sehun, finalmente aveva quel piccolo corpicino tra le sue braccia, e non avrebbe mai permesso a nessuno di allontanarlo da lui. L'unica cosa che voleva adesso era vederlo sorridere, far smettere quelle lacrime di scorrere, far andare via la sua tristezza.
Passarono alcuni minuti abbracciati l'uno all'altro, Sehun aveva appoggiato il mento sulla sua testa, chiudendo gli occhi e cullandolo dolcemente, e Luhan continuava a bearsi di quel calore e di quelle attenzioni, premendo ancora di più il viso contro il petto tonico e forte dell'altro, non avendo alcuna intenzione di abbandonare quel piccolo angolo di conforto e di felicità. Anche i battiti di Sehun erano veloci, ma erano rassicuranti, era sicuro che si sarebbe addormentato lì fra un po'.
Ma finalmente Luhan aveva capito. Finalmente era riuscito a trovare il suo posto in quel mondo. Quel posto erano le braccia di Sehun.


Dopo un'altra manciata di minuti, Sehun si allontanò lievemente, per guardarlo negli occhi. Quando le sue braccia si allentarono intorno a lui, Luhan sentì il bisogno di chiedergli di rimetterle dov'erano, perché aveva appena perso un po' del suo calore, e non voleva perderlo, anzi, non voleva più lasciarlo. Ma poi incontrò i suoi occhi preoccupati, e le parole gli morirono in gola. Aveva la chiara prova che lui si stava preoccupando, quindi che lui ci teneva, che gli voleva almeno un po' bene. E questo gli bastava.
-Va un po' meglio adesso?- chiese piano, mentre con le sue mani andava ad asciugare le ultime lacrime che gli bagnavano il viso. Luhan non riusciva a rispondere, riusciva solo a fissarlo, ad ammirarlo, ad amarlo sempre di più.
-Guarda qui che pasticcio hai combinato, dobbiamo andare a dare una ripulita al tuo faccino, d'accordo?- chiese in tono scherzoso, cercando di risistemare per bene alcune ciocche dei suoi capelli. Ma il moro non sembrò dello stesso parere, visto che timidamente allacciò le sue braccia intorno al collo dell'altro, racchiudendo entrambi nuovamente in un abbraccio.
-Sehun...- disse il suo nome con la voce un po' spezzata, a causa del precedente pianto. Il ragazzo in questione, pur sorpreso, non ci pensò due volte a stringerlo di nuovo a sé e a inebriarsi del suo dolce profumo.
-Cosa c'è?- chiese quasi in un sussurro, sentendo miriadi di brividi giù per la spina dorsale.
Resta qui con me.
Non lasciarmi.
Ho bisogno di te.
Ti amo.
Luhan questo voleva dirgli. Ma dicendolo avrebbe complicato ancora di più le cose, anche se ormai aveva capito che il limite era superato, e non poteva tornare più indietro.
-Grazie- questa parola uscì invece dalla sua bocca, e sorrise, perché in fondo questa parola racchiudeva se non tutto, la maggior parte di quelle cose.
Anche Sehun sorrise. Ma non aggiunse nient'altro. Semplicemente accarezzò i suoi capelli, godendosi la sensazione di averlo così vicino a sé, di avere quel calore tutto per lui.
Passò ancora qualche attimo di silenzio fra i due. Poi Luhan parlò di nuovo.
-Sehun... t-ti andrebbe di andare a prendere un g-gelato?- domandò timidamente, con il viso ancora nascosto nell'incavo del suo collo.
L'altro ragazzo, in uno stato di estasi nel sentire il respiro del più grande in quella zona così sensibile, che lo stava facendo impazzire, cercò di rispondere senza far morire le parole in gola, schiarendosi prima la voce.
-P-per me va bene, ma sei sicuro di voler mangiare gelato visto che è inverno e fa freddo?-
Luhan annuì.
-D'accordo, allora andiamo- affermò.
Tuttavia nessuno dei due sembrava intenzionato a distaccarsi dall'altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Onestamente pensavo di non farcela per questa settimana, e invece... i miracoli esistono! XD No vabbè, scherzi a parte, avevo intenzione di fare un unico capitolo che raccontava dall'arrivo di Sehun a casa di Luhan fino alla cena, ma mi sono resa conto che sarebbe venuto troppo lungo, per cui ecco l'inizio, e poi ci sarà la continuazione.

Luhan ha una specie di crollo emotivo, ma questa volta è Sehun a confortarlo, spero di aver reso bene il tutto, e spero anche che non ci siano errori gravi.

Ringrazio Saseum, Ymawari, KpopBias e tutte le persone che seguono, preferiscono e ricordano la storia! ^^

Spero di riuscire a continuare presto!

Alla prossima! :)

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


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Capitolo 13


Sehun avrebbe sicuramente preferito prendere qualcosa di caldo, e non un gelato, visto che già la giornata era abbastanza fredda di suo, ma non sarebbe mai riuscito a dire di no davanti alla richiesta del suo piccolo cerbiatto, che sembrava sentirsi meglio. E lui per vederlo felice e sorridente avrebbe esaudito ogni suo desiderio, anche quello più stupido o quello più strano. Questo pensava mentre lo guardava affondare trepidante il cucchiaio dentro quella sostanza congelata, per poi portarlo alla bocca, deliziato da tanta bontà. E perso a guardarlo, Sehun non si accorse neanche della sua stessa ordinazione che si stava sciogliendo, non che gliene importasse poi così tanto. Ma quella voce morbida e vellutata invece glielo fece notare subito.
-Sehun, non lo mangi tu? Si sta sciogliendo!- esclamò preoccupato, indicando il bicchiere posto davanti all'altro, intatto. Sehun annuì, afferrando il suo cucchiaio e affondandolo per la prima volta nel suo gelato.
-Non preoccuparti, adesso lo mangio- rispose, assaggiandone un po'. Luhan gli sorrise contento, prima di ritornare alla sua di ordinazione.
Per qualche minuto continuarono così, seduti uno di fronte all'altro, gustandosi ognuno la propria porzione, ma ad un tratto Sehun decise di interrompere il silenzio. Adesso che lo vedeva più rilassato, voleva chiedergli qualcosa. Rivolse a lui tutta la sua attenzione, chiamandolo affettuosamente e porgendogli la domanda.
-Ti andrebbe di dirmi perché prima eri così triste?-
Lo vide puntare gli occhi nei suoi, per poi rattristarsi un po' ed abbassarli, e credette che forse avrebbe dovuto aspettare ancora, ma invece dopo qualche secondo di impaziente attesa, Luhan parlò.
-P-perché sono preoccupato per il signor Kim- iniziò timidamente, essendo la prima volta che si confidava con qualcuno che non fosse la persona appena citata. Vedendo che Sehun lo guardava attento e serio, come per incitarlo ad andare avanti, continuò.
-Lui si prende sempre così tanta cura di me, mi ha insegnato tanto, mi vuole bene, ma io credo di non meritare tutto questo, perché io in fondo... io non ho mai fatto nulla per ricambiare tutta la sua gentilezza, e mi sento in colpa, ma davvero, non so proprio cosa fare- disse tristemente, mentre una piccola lacrima scendeva silenziosa lungo la sua guancia.
-Non voglio essere un peso per lui, so che anche lui ha i suoi problemi di salute, ma non mi dice mai nulla, e io non so come aiutarlo... ma quando sono io a stare male non lascia il mio fianco neanche per un attimo, e ho paura che a causa mia possa ammalarsi ancora di più. A volte mi sento così inutile...- sospirò, incontrando gli occhi preoccupati e malinconici dell'altro ragazzo. Era bello potersi sfogare, poter dare voce ai propri pensieri e dubbi, e con Sehun era sicuro che non si sarebbe mai pentito di queste confidenze, perché si era dimostrata una persona in grado di ascoltare, non interrompendolo un attimo, e non abbandonandolo con lo sguardo, cercando sempre i suoi occhi. Certo, aveva dovuto omettere tantissime cose nelle sue parole, aveva dovuto nascondere le sue numerose e grandi preoccupazioni, le sue incertezze, i suoi sentimenti, la stessa verità, ma doveva accontentarsi, aveva imparato che nella vita era impossibile avere tutto gratuitamente, senza soffrirne almeno un po'. E lui soffriva tanto, sempre di più, perché più tempo passava lì, più si affezionava a quel luogo, più si affezionava al signor Kim e alla persona attualmente davanti a lui, più aveva paura, più non riusciva ad accettare che prima o poi avrebbe dovuto lasciarli, che prima o poi avrebbe dovuto abbandonare questa vita. Che strano però, ciò che lo faceva star male, che aumentava la sua sofferenza, allo stesso tempo era la sua consolazione, la sua forza, il suo bisogno, ciò che gli permetteva di continuare ad andare avanti, a non arrendersi. Adesso si alzava la mattina non pensando più di essere solo in un mondo che non era suo, non pensando più “devo tornare al più presto nel mio pianeta” o “devo trovare un modo per andare via da qui”. No, adesso quei pensieri erano così lontani... Adesso quando si svegliava pensava che accanto a lui c'erano delle persone che gli volevano bene, pensava che avrebbe trascorso un'altra giornata in compagnia del signor Kim e che avrebbe sicuramente imparato nuove cose, e pensava che forse quel giorno Sehun sarebbe andato a trovarli, e che di conseguenza avrebbe potuto rivedere il volto della persona che gli faceva battere il cuore così forte, che gli aveva aperto le porte verso quel mondo sconosciuto e tutto da esplorare che era l'amore.
In quei mesi le cose erano davvero cambiate, erano diventate così. E a Luhan piacevano così com'erano, a lui piaceva quella vita riempita di colori e di emozioni, a lui piaceva il poter interagire con gli altri, ridere, scherzare, arrabbiarsi, anche rattristarsi, comunicare, sentire il suo cuore battere non soltanto come prova del fatto che era vivo, ma come prova del fatto che stava vivendo, che stava assaggiando a pieno cos'era davvero la vita. Pian piano stava diventando un umano. E, a dirla tutta, la cosa non gli dispiaceva.
Se solo non avesse dovuto nascondere dentro di lui così tante cose, se solo non avesse dovuto nascondere alla persona che amava chi era davvero, allora tutto sarebbe stato perfetto. Ma su questo aspetto prima o poi avrebbe rimediato, nonostante la grande paura che Sehun, sapendo la verità, gli avrebbe voltato le spalle, o lo avrebbe trattato per sempre come un mostro.
Ma no, non doveva pensarci. Sehun non era così.


Venne distratto da quel flusso intenso di pensieri quando la mano del ragazzo davanti a lui si posò sulla sua.
-Non dovresti pensarla così. Lo sai, io credo invece che sia tutto il contrario. Se il signor Kim si prende cura di te non lo fa per compassione o per pietà, lo fa perché ti vuole bene, perché ti considera una persona importante per lui. Penso che quando una persona ci tiene davvero, mette completamente l'altro al primo posto invece di se stesso. E il signor Kim è così. Lui è semplicemente un uomo come tanti, ma è speciale nella sua semplicità perché usa il cuore in quello che fa, ti aiuta perché lo vuole fare, ti sta sempre accanto quando stai male perché ci tiene così tanto a te da non riuscire a perdonarsi se ti ammali, ti insegna tante cose perché vuole condividere le sue esperienze e le sue conoscenze con te, insomma tutte le sue azioni sono per volere, non per costrizione- il giovane idol concluse sorridendogli dolcemente.
E Luhan era semplicemente incantato. Si sentiva sollevato, sentiva quella pietra che aveva sul cuore spostarsi sempre di più, sentiva di non essere inutile o un peso, sentiva di essere fortunato invece, perché era amato. Aveva capito di aver perso l'obiettivo, di aver sbagliato a pensare tutte quelle cose, di farsi oscurare la mente da pensieri negativi.
-E credo che anche tu sia speciale sotto questo punto di vista- continuò Sehun dopo una breve pausa.
-Sei speciale perché senza accorgertene stai mettendo al primo posto la preoccupazione che hai per il signor Kim, e perché ti senti inutile quando sei la persona più altruista di questo mondo. E piangi credendoti un peso quando invece non sai quanto la tua presenza può rendere felice una persona, quanto può rallegrare la sua giornata. Non pensare mai più così basso di te, perché tu sei speciale Luhan-
Sei speciale per me, e il tuo essere così speciale mi ha fatto innamorare di te.
Dicendo queste parole, Sehun si sentiva più leggero perché aveva svuotato anche una piccola parte del suo cuore, piccola si, ma importante. Non voleva che quel piccolo concentrato di innocenza non avesse un briciolo di autostima in sé, non quando era la persona più dolce e gentile di questo mondo. Ed era sicuro di non essere l'unico a pensarlo.
E a quanto pare le sue parole, unite a tutta la sua sincerità, avevano raggiunto il loro scopo, in quanto Luhan stava piangendo, ma di gioia, e aveva un sorriso che valeva più di un milione di “grazie” messi insieme.
Poi si alzò, prendendo un fazzoletto e avvicinandolo al suo volto.
-E adesso togliamo tutta questa cioccolata dalla tua faccia- disse non riuscendo a nascondere una risatina davanti all'espressione sorpresa dell'altro. Ma il suo viso era troppo buffo il quel momento, così com'era bagnato da alcune lacrime, e allo stesso tempo con le labbra, le guance, e persino il naso imbrattati di cioccolato. Sembrava proprio un bambino. Ripulì delicatamente tutto, deglutendo a vuoto quando passò quel fazzoletto sulle sue morbide labbra, che erano una tentazione costante.
Quanto avrebbe voluto togliere quel cioccolato con la sua lingua...
Redendosi conto di essersi soffermato qualche secondo in più in balia di quelle fantasie, passò un'ultima volta il fazzoletto sul labbro inferiore, per poi allontanarsi e risedersi al suo posto velocemente, imbarazzato a causa di quei pensieri. E troppo occupato a darsi una calmata, non si rese conto che Luhan era rimasto fermo per tutto il tempo, immobile come una statua, perché per la prima volta anche lui aveva avvertito in modo chiaro e forte la tentazione di fare ciò che fin'ora aveva visto fare solo in qualche drama alla tv, ovvero baciare Sehun. Le sue guance si colorarono di rosso, mentre con la coda dell'occhio continuava a fissare le labbra dell'altro, che inconsciamente inumidiva con la sua lingua. E Luhan sentiva davvero caldo in quel momento, era più agitato del solito, senza capire bene il perché.
Cercò di distrarsi, prendendo il cucchiaio e miscelando insieme le ultime gocce del gelato che si era ormai sciolto, senza alzare una sola volta lo sguardo. L'aria che si respirava era un po' imbarazzata, ma poi per fortuna Luhan si ricordò di qualcosa. Frugò nella tasca del suo giubbotto, estraendone un cellulare.
-Sehun, posso usare questo per scriverti?- chiese timidamente, speranzoso di ricevere un si come risposta. Quegli apparecchi erano incredibili, quando il signor Kim gli aveva spiegato cos'erano in grado di fare Luhan ne era rimasto davvero affascinato, e dal momento che gli avrebbero permesso di mandare messaggi a Sehun, allora tanto valeva utilizzarli. Solitamente utilizzava il cellulare solo per giocare, e lo portava con sé solo nel caso il signor Kim lo avesse chiamato per qualche motivo. Ma adesso aveva un nuovo obiettivo in mente, voleva utilizzarlo per chiamare o per scrivere a Sehun, così quando non era con lui, avrebbe potuto sentirlo lo stesso.
-Oh certo- acconsentì l'altro, prendendo un attimo l'oggetto fra le sue mani per scrivere e salvare il suo numero, sotto gli occhi felici e trepidanti di Luhan. Ma prima di riconsegnarlo al legittimo proprietario, notò che non era affatto personalizzato, non c'era alcuna foto sua come sfondo, era tutto con le impostazioni predefinite.
-Dovresti mettere una tua foto qui- affermò Sehun guardando l'espressione interrogativa e confusa di Luhan.
-Io non ho foto- rispose tranquillamente, ma la sua risposta non piacque molto all'altro, che invece provò verso quelle parole un strano senso infelicità. E' possibile che Luhan non avesse racchiuso nemmeno una volta un momento importante, un ricordo, in uno scatto? Forse non era molto amante della tecnologia. In ogni caso decise che avrebbe creato lui un primo ricordo, almeno in quel cellulare.
-In questo caso bisogna rimediare- disse, alzandosi per andare a prendere posto accanto a lui, mentre Luhan lo guardava curioso. Quando lo vide sedersi vicino il suo cuore iniziò a prendere un ritmo diverso, più vivace, e la cosa peggiorò quando senti il suo braccio andarsi a stringere saldamente intorno alla sua vita, avvicinandolo ancora di più. Sehun azionò la fotocamera, sostenendo il telefono con una mano, e nella visuale di entrambi comparvero i loro stessi volti.
Luhan era confuso, sorpreso e stupito allo stesso tempo. Guardare il telefono e vedersi proiettato all'interno era davvero strano per lui. Ma decise di non aprire bocca, probabilmente quelle cose erano normali nel mondo umano, mentre per lui era la prima volta che faceva una cosa del genere.
Sehun stava cercando di scattare una foto, ma non sembrava soddisfatto. Il cerbiatto aveva un'espressione smarrita, persa, come se non sapesse cosa fare. Il ragazzo pensò si trattasse di timidezza, per cui lo incitò con le parole.
-Avanti, devi sorridere! Voglio che venga fuori una bellissima foto!- esclamò incoraggiandolo a piegare le labbra in un sorriso.
Luhan ubbidì, rilassandosi e sorridendo, e a quel punto Sehun scattò la foto.
La guardarono, e il moro rimase affascinato nel vedere quello scatto, che li ritraeva perfettamente e insieme. Insieme. Questo termine portò Luhan a chiederne un'altra e un'altra ancora, finché si ritrovò nel suo telefono decine e decine di scatti di lui e Sehun che sorridevano, che facevano facce strane o facce buffe, ci aveva preso così gusto che alla fine avevano girato anche un piccolo video in cui entrambi ridevano e salutavano con la mano. E tutto mentre erano vicini, mentre godevano uno della compagnia dell'altro, mentre scherzavano, dimenticandosi del mondo intorno a loro, dimenticandosi di tutto e tutti, perché avevano ciò che per loro era più importante: la presenza della persona amata.


Durante il ritorno a casa, continuarono a chiacchierare allegramente.
Sehun si perse a guardare l'altro più volte, e intensamente.
-Posso chiederti qualcosa?- ad un tratto gli porse una domanda in tono più serio. Luhan annuì.
-I tuoi genitori... dove vivono?- chiese, prestando attenzione a qualsiasi reazione che avrebbe potuto avere a quelle parole. Non si aspettava di certo una sguardo normale, tranquillo, mentre diceva:
-Io non ho i genitori-.
Il sangue di Sehun si congelò nelle vene. Perché suonava tutto così strano? Perché sentiva come se ci fosse qualcosa che non tornava, come se qualcosa non fosse al posto giusto?
Forse era tutta facciata e cercava di nascondere la sofferenza, doveva essere così, per forza. Magari era meglio non insistere su quelle cose, se un giorno avesse avuto qualcosa da dirgli, gliela avrebbe detta di sua spontanea volontà.
-Posso farti anch'io una domanda adesso?- questa volta fu Luhan a chiedere. E fu il turno di Sehun di annuire.
Luhan sospirò prima di parlare. Si sentiva davvero nervoso, tanto che strinse le mani tremanti in due pugni per sfogare l'ansia che aveva addosso.
-C-come reagiresti se qualcuno ti dicesse che non è un abitante di questo mondo? Che viene da un altro pianeta?- chiese in tono serio, con la voce che quasi sembrava volerlo abbandonare da un momento all'altro, senza avere il coraggio di guardarlo dritto negli occhi. Il suo cuore batteva forte, impaziente di sapere cosa avrebbe risposto, ma allo stesso tempo non voleva sentire la risposta, in caso si fosse rivelata come quella dei suoi peggiori scenari. Anzi, a dirla tutta, si stava già pentendo di averglielo chiesto.
Sehun si bloccò sui suoi passi, guardandolo stranito, per poi abbandonarsi ad una risatina.
-Andiamo, non dirmi che credi a tutte quelle storie sugli alieni! Mi dispiace ma io non credo a queste cose, almeno finché non avrò una prova certa e sicura davanti ai miei occhi!- rispose, mostrando una nota di divertimento.
Ma Luhan era tutto tranne che divertito. Sentì come se nel suo cuore si fosse conficcata una lama, e sentiva il bisogno di andare a piangere. Ma non poteva farlo. Non doveva farlo.


La prova è proprio qui davanti a te.


Sehun notò questo repentino cambio d'umore, ma pur rivisitando le sue stesse parole, pensò di non aver detto nulla di male.
-Ehi, non ti giudicherò se tu ci credi, in fondo ognuno è libero di pensarla come vuole, quindi non prendertela- cercò di fargli capire che non lo considerava stupido se credeva a quelle cose, infondo non avrebbe mai potuto considerarlo tale.
Luhan provò a mettere da parte la sua tristezza, rivolgendogli un mesto sorriso.
-Ma non hai risposto alla mia domanda Sehun. Io ti ho chiesto come reagiresti. Quindi ammetti per questa volta che gli alieni esistono, come ti comporteresti se... se ad esempio una persona che conosci, un amico verrebbe a dirti che fa parte di un altro mondo?-
Stava insistendo, voleva aggrapparsi ad un filo di speranza, qualunque esso fosse. Voleva sentire qualcosa di diverso uscire dalla sua bocca.
Sehun sembrò rifletterci su, mostrando un'aria pensierosa.
-Mmm... onestamente non saprei, mi viene già difficile solo a pensarci- rispose, senza soddisfare le aspettative di Luhan, che continuò ad insistere imperterrito.
-Lo accetteresti? O invece ne avresti paura? O lo considereresti un mostro?- il tono incalzante delle sue domande suscitò dubbi e curiosità nel più piccolo dei due.
-Mi spieghi perché ti interessa tanto questo argomento?-
L'altro cercò di accennare una risata poco convincente.
-Beh, che c'è di male a chiedere?- disse mascherando tutta la sua tristezza in un finto tono divertito.
E nel frattempo arrivarono a destinazione.
Sehun, poco più avanti di lui, non notò la lacrima che solcò il viso del piccolo alieno.


Sehun cenò a casa del signor Kim quella sera, e nonostante quelle parole che continuavano ad occupare la sua mente, come per dirgli che non c'era speranza, che non doveva illudersi, che doveva smetterla di credere al lieto fine, Luhan cercò di godersi quei momenti insieme a lui, dopo ci sarebbe stato spazio sufficiente per pensarci e sprofondare nell'amara verità, che non faceva altro che coincidere con la realtà: quell'amore era impossibile. Anzi, non sarebbe mai dovuto esistere.
Dopo cena, decisero di guardare un film. Il signor Kim però, stanco, si era ritirato in camera sua, per cui i due ragazzi erano rimasti soli in salotto.
C'era un silenzio confortevole, entrambi tranquillamente guardavano lo schermo del televisore, commentando di tanto in tanto qualche scena. Poi, dopo qualche oretta, Luhan avvertì un peso far carico sulla sua spalla. Quel peso non era altro che la testa di Sehun, che a quanto pare si era addormentato. Il moro lo guardò intensamente, spostando qualche ciocca dei suoi capelli dal viso, per osservarlo meglio. Era così bello che gli veniva difficile spostare lo sguardo. Era così bello che non riusciva a frenare le sue dita dal toccarlo. Era così bello che sentiva il bisogno di stringerlo e nascondere così tanta bellezza dal resto del mondo, perché la voleva solo sua quella bellezza, voleva solo suo quell'incredibile essere umano, voleva sua ogni parte di lui.
Piano, senza disturbare il suo sonno, spostò delicatamente la testa del ragazzo dalla sua spalla al suo petto, in modo da farlo stare più comodo e dargli un sonno più confortevole. E anche perché voleva tenerlo fra le sue braccia, voleva accarezzarlo, annusare il profumo dei suoi capelli e del suo corpo, voleva sentire il suo calore, essere completamente ricoperto dalla temperatura di quella pelle perfetta, voleva sentirlo vicino, in modo da avere impresso ogni singolo centimetro della sua persona. Semplicemente, lo voleva, lui voleva Sehun. Il suo cuore ardeva dalla voglia di averlo, di sentirlo suo e solamente suo, un desiderio di cui avrebbe dovuto aver paura, ma che invece era l'unica cosa in grado di farlo sentire vivo, l'unica cosa in grado di renderlo così forte, così sicuro e così coraggioso delle sue azioni.
Per questo quella notte si addormentò tenendolo stretto fra le sue braccia, proprio come un bambino stringe il suo peluche preferito, quello di cui non si scorderà neanche quando crescerà, e diventerà un uomo adulto. Si addormentò sperando che il tempo potesse fermarsi, e consentirgli di rimanere per sempre il quel modo. Si addormentò mentre calde lacrime cadevano dai suoi occhi, chiedendosi solo una cosa.


Perché deve essere tutto così difficile?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti! ^^

A dirla tutta credevo di non farcela per questa settimana, e invece alla fine questo pomeriggio mi sono messa... e ce l'ho fatta! :) Credo sia il fatto che ci tengo davvero a completare tutto il lavoro e non lasciarlo a metà, perché se inizio a perdere il ritmo ci vorranno anni per finire... xD e credo naturalmente sia anche il fatto che molte persone la seguono, cosa che mi rende davvero felice, per cui non voglio lasciarle a lungo ad aspettare!

E a questo proposito ringrazio Ymawari, KpopBias e _JiYong_ , insieme a tutto il resto! :)

Grazie mille, alla prossima!

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14


I caldi raggi del sole che penetravano dalla finestra del salotto disturbarono il sonno di Luhan, che quella mattina fu il primo a svegliarsi. Era ancora molto presto, e c'era un silenzio quasi surreale, intralciato solamente dal lieve russare che proveniva di tanto in tanto dalla persona che si trovava addormentata sul suo petto, così com'era stata posizionata la sera precedente, ancora più stretta e accoccolata a quella fonte di calore se possibile. 
Luhan sorrise, sentendo il suo cuore venire pervaso da un'intensa ondata di felicità. Era così bello svegliarsi con Sehun tra le sue braccia, che non gli importava neanche di avere il corpo un tantino dolorante a causa del suo peso e del modo in cui era sistemato. Gli sembrava di vivere in un sogno. Mai si era sentito così al settimo cielo, mai si era sentito così pieno di energie, così forte e potente, e tutto perché lui era lì, perché sentiva i loro corpi premere l'uno contro l'altro, perché sentiva i loro cuori più vicini che mai. Non voleva che quel momento finisse, quanto sperava che le lancette dell'orologio ritornassero indietro, e gli consentissero di ripetere ancora e ancora quegli attimi, quanto sperava di rimanere intrappolato nel tempo per una volta, in modo da non dover essere privato della persona che ormai stava diventando il suo tutto, che era la sua parte mancante, la sua metà.
Dolcemente prese ad accarezzare la sua folta chioma di capelli, beandosi dei suoi respiri, di tutto quel calore che sarebbe riuscito a tenerlo al caldo anche durante il più rigido degli inverni, del suo profumo. Gli piaceva tanto il modo in cui profumava Sehun, qualcosa di delicato, ma forte allo stesso tempo, un'essenza virile, capace di inebriare e offuscare i sensi, di sottometterli e farli dipendere al proprio volere. E Luhan era più che felice di assecondarlo, qualunque esso fosse.
Lo sentì mormorare qualche parola sconnessa nel sonno, e non riuscì a non sorridere quando le sue labbra e le sue sopracciglia si piegarono in quello che sembrava essere una specie di broncio. Sembrava proprio un bambino, e questo non fece che aumentare la sua voglia di stringerlo e cullarlo ancora di più, ma si fermò solamente perché era consapevole del fatto che lo avrebbe soffocato, era già tanto stretto a lui.
Doveva essere davvero stanco, pensò. Eppure per lui trovava sempre tempo. Avrebbe potuto decidere di starsene a riposare nel suo dormitorio il giorno precedente, e invece era andato lì, lo aveva consolato, aveva esaudito le sue richieste, aveva passato un giornata in sua compagnia, e mai una volta l'aveva sentito dire “sono stanco” o “non voglio fare questo”. Almeno sperava che quella dormita sarebbe riuscita a fargli recuperare un po' di energia. E sperava che nelle sue braccia avrebbe potuto trovare un po' di conforto, come era stato per lui quando l'aveva abbracciato il giorno prima.

 


Sehun si svegliò qualche ora dopo, e la prima cosa che notò fu di non trovarsi nella sua camera, bensì stretto fra delle esili braccia e con metà busto poggiato su un altrettanto esile corpo, che non poteva che appartenere a Luhan. Gli tornò in mente la giornata precedente, e si rese conto di essersi probabilmente addormentato mentre stavano guardando il film. Imprecò mentalmente, sentendosi un idiota, ma purtroppo la stanchezza c'era, soprattutto in quel periodo in cui avevano prove e concerti, e lui l'aveva combattuta e respinta già parecchie volte.
Ma un momento.
Facendo un breve riepilogo dei suoi pensieri, si rese conto solo in un secondo momento di essere tra le braccia di Luhan.
Tra le braccia di Luhan.
Quelle parole continuavano a ripetersi nella sua mente senza dargli un attimo di tregua. Questo voleva dire che si era addormentato su di lui, che loro erano vicini, che i loro corpi erano vicini, che poteva chiaramente sentire il suo profumo, il suo calore, il suo respiro, che poteva avvertire i battiti del suo cuore...
E allo stesso tempo poteva sentire come i suoi in quel momento erano diventanti più forti e violenti. Non poteva crederci. Sicuro che ancora non stesse sognando? Sicuro che tutto ciò fosse reale?
-Sehun?... Sei sveglio?- la sua dolcissima voce e il suo tocco delicato furono la conferma che si, tutto era davvero reale.
Alzò la testa, incontrando subito quegli occhioni da cerbiatto che lo guardavano felici, senza nascondere una nota di divertimento.
-Buongiorno Sehun!- esclamò rivolgendogli un caldo sorriso.
-Buongior.. ma aspetta un momento! Non dirmi che ho dormito tutta la notte sopra di te!?!- il giovane idol entrò nel panico. Se le cose stavano così, le sue povere ossa dovevano essere distrutte a causa del suo peso!
Luhan annuì timidamente, mentre una tinta di rosso si distribuiva sulle sue gote, ma non ebbe modo di proferire parola, e spiegargli che era stato lui a spostarlo sul suo petto, in quanto si sentì afferrare il viso ai lati con entrambe quelle grandi mani che adorava tanto.
-Ti ho fatto male? Perdonami, sono stato uno sconsiderato, ma perché non mi hai svegliato? Potevi dirmelo, chissà come sarai indolenzito adesso!- Luhan non ebbe scampo, i suoi occhi incontrarono quelli preoccupati e affezionati dell'altro, che sembrava sul punto di scoppiare in una crisi d'ira contro se stesso, e si sentì cadere sempre di più dentro quelle fiamme ardenti, quelle fiamme che solo quel sentimento unico che provava verso di lui era in grado di accendere e alimentare, quelle fiamme che lo avvolgevano completamente, ma stranamente non gli facevano alcun male, anzi lo facevano sentire protetto. Non seppe neanche lui dove trovò la forza per poggiare le sue mani sopra quelle più grandi di lui, molli com'erano in quel momento, come il resto del suo corpo. Solo il suo sguardo, quello sguardo così sincero, era capace di ridurlo in uno stato così pietoso, di fargli dimenticare tutto, tranne che loro.
-Tu non mi hai fatto male, no, non potresti mai farlo, non ho nulla da perdonarti, invece ti ringrazio, perché è stata la prima volta che ho dormito così bene, e non mi importa se mi fa male da qualche parte, ritornerei a tenerti in quel modo altre dieci, cento, mille volte- era felice di aver detto quelle parole, nonostante adesso fosse rosso come un peperone. Non fece caso neanche all'espressione sorpresa di Sehun, sgattaiolò subito verso di lui, per nascondere il viso contro il suo petto, il luogo che era diventato il suo rifugio. E non gli importava se l'altro avrebbe potuto sentire i battiti del suo cuore in quel momento, accelerati ed erranti, la cosa di cui aveva bisogno era calmarsi.


Sehun invece non sapeva cosa dire, sapeva solo che muovendo anche un muscolo, non avrebbe risposto più delle sue azioni.
Ma al diavolo tutto, l'unica cosa che voleva fare era baciarlo, non poteva più aspettare. E lo stava per fare, davvero, aveva già ripreso quel volto tra le sue mani, avvicinandosi sempre più, lentamente, sentendo il sangue pulsare in modo burrascoso dentro di lui, sentendosi agitato, impaziente, pieno di emozioni che con quel gesto voleva condividere con l'altro, mentre guardava le sue labbra con voracità, pensando che finalmente stavano per diventare sue, solo sue. E Luhan aveva capito la sua intenzione, subito, e aspettava tremante, incapace di contenere la portata dei suoi sentimenti, aspettava che Sehun gli insegnasse cosa significava essere baciati, essere amati. Osservava quel viso che si continuava a sporgere verso di lui, e poi i loro occhi che si incontravano, incatenandosi per interminabili attimi, prima che Luhan chiudesse le sue palpebre, anticipando quel momento che voleva, voleva con tutto se stesso, senza badare alle conseguenze. Per una volta non gli importava, per una volta la ragione poteva mettersi da parte. I loro respiri si mischiavano sempre più a causa della vicinanza, respiri corti, ritmati dai loro cuori, respiri che nascondevano quanta voglia entrambi avessero di assaggiarsi, di avere, possedere qualcosa dell'altro che nessun altra persona al mondo poteva conquistare.
Ma quel contatto tanto agognato da entrambi non arrivò, pur essendo così vicino, a pochissimi millimetri di distanza. Non arrivò perché l'entrata improvvisa del signor Kim fece prendere loro un colpo, e si distaccarono subito, imbarazzati più che mai, senza sapere cosa dire o fare, ancora immersi in quell'atmosfera intima e strettamente personale che si erano creati, ancora annebbiati dai loro desideri, sentendosi sconfitti perché quest'ultimi non avevano trovato forma concreta, per questione di pochissimi secondi. Adesso non avevano neanche il coraggio di alzare lo sguardo e incontrarsi, non sapendo proprio come comportarsi.
Il signor Kim capì di aver disturbato qualcosa di davvero, ma davvero importante, e probabilmente entrambi i giovani lo stavano maledicendo in tutte le lingue del mondo. Si sentì in colpa, in fondo si stavano per baciare!
-Ops, scusatemi tanto, tolgo subito il disturbo- disse scomparendo di nuovo dalla porta da cui era entrato, senza riuscire trattenere una risatina maliziosa.
Se Luhan aveva sperato nell'aiuto dell'uomo per uscire da quell'imbarazzante situazione, si sbagliava di grosso.
Seguirono nuovi minuti di silenzio.
Poi lo sguardo di Sehun cadde sul display del suo cellulare, scarico, e notò di avere una valanga di messaggi e chiamate perse. Non ci voleva un genio a capire che erano stati probabilmente i suoi hyung a cercare di rintracciarlo e sapere che fine avesse fatto.
Oh no, era davvero nei guai adesso.
Guardò l'ora, schiarendosi poi la voce, e grattandosi la nuca imbarazzato.
-C-credo d-di dover tornare al dormitorio adesso... s-sai... i miei hyung...saranno preoccupati...- gli veniva difficile mettere su una frase concreta, ma come biasimarlo, era quasi sul punto di dare un bacio al suo cerbiatto!
L'altro annuì, ancora rosso in viso, ma sentendosi già triste. Non voleva che andasse via. Aveva bisogno della sua presenza, aveva bisogno di lui. Ma come dirglielo?
-D- d'accordo, a-allora a-a presto!- rispose, osando alzare il viso e guardarlo.
-A presto!- Sehun stava per andare via, ma non ci riusciva. Sentiva di dover fare qualcosa, sentiva che non poteva varcare la soglia della porta senza prima avvicinarsi all'altro, non poteva lasciarlo così, non dopo quello che era successo, anzi, che stava per succedere. Sentiva il bisogno di avere un qualunque contatto fisico. Per cui, dotandosi di un coraggio che a volte non sapeva neanche lui da dove proveniva, ritornò indietro e lo abbracciò, lasciandogli un piccolo bacio sulla fronte.
-Grazie per la bella bella giornata che abbiamo trascorso ieri e grazie... beh... grazie anche per stanotte- gli sorrise e gli scompigliò i capelli, poi andò davvero via.
Luhan rimase pietrificato sul posto. Il punto della sua fronte in cui le labbra di Sehun si erano posate lo sentiva caldissimo. Si abbandonò sul divano, nascondendo il viso tra le mani, solo un pensiero aleggiava nella sua mente: si chiedeva che sapore avessero quelle labbra...

 


Passò la giornata con la testa fra le nuvole.
Quanto gli mancava, quanto voleva rivederlo...
Era questa la cosa che lo irritava ogni volta che andava via, ovvero il non sapere quando sarebbe ritornato. E impegnato com'era, dubitava che l'avrebbe rivisto così presto.


Quando arrivò sera, dopo aver cenato, Luhan si sdraiò nel suo letto, con il cellulare fra le mani. Voleva mandargli un messaggio, ma era nervoso.
E se in quel momento era impegnato? O magari era con i suoi amici? Forse l'avrebbe disturbato, ma sentiva solo il bisogno di scrivergli, anche solo una sciocchezza, l'importante era mandare quel messaggio, e sperare di ricevere una risposta, anche piccola.
Scrisse e cancellò più volte le parole scritte, non essendo mai del tutto convinto di quello che voleva dirgli. Ci mise più di mezz'ora solo per comporre una frase.
E quando si sentì soddisfatto, indugiò sul premere il tasto “invio” o meno. Ma ad un tratto il suo schermo fu occupato dall'avviso di una chiamata.
Non ci credeva. Era Sehun che lo stava chiamando.
Il suo cuore prese a battere più forte. Non se lo aspettava, tanto che per la sorpresa il telefono gli scivolò dalle mani, atterrando per fortuna sul ripiano morbido del letto. Scosse la testa, per uscire da quello stato imbambolato, in fretta lo riprese per accettare la chiamata.
-S-Sehun?- rispose con voce non del tutto stabile.
-Ehi, spero di non averti disturbato. Stavi forse dormendo?- il solo sentire la sua voce tramite quell'apparecchio lo fece sorridere, era felice.
-No, non mi hai disturbato, non stavo dormendo. Tu?- rispose timidamente. Una risata partì dall'altro lato, la sua risata.
-Direi di no, visto che sono qui a parlare con te- e a quel punto Luhan si rese conto di avergli appena chiesto una stupidaggine.
-Io e i miei amici abbiamo finito poco fa con le prove. Sai... questa mattina quando sono tornato mi sono preso una bella sgridata, Suho si era messo addirittura a piangere per lo spavento, pensava mi fosse successo qualcosa!- continuò Sehun ridendo, e questa volta anche Luhan non poté fare a meno dal mettersi a ridere. Pur non conoscendolo bene, Suho sicuramente doveva essere una persona molto sensibile e altruista, che si occupava degli altri con affetto e gentilezza, un po' come il signor Kim. O almeno questa era l'impressione che gli aveva dato quando si erano incontrati.
-Hai degli amici che ti vogliono davvero bene- rispose sinceramente felice per lui.
-Già, ma anche impiccioni e rompiscatole. Ma va bene così, ognuno ha i suoi difetti- e a quel punto partirono nuove risate, mentre Luhan sentì di sottofondo una voce, probabilmente appartenente a Kai, che diceva “guarda che ti ho sentito”.
-Comunque... hai cenato?- chiese Sehun.
-Si, e tu? Hai mangiato abbondantemente? E' importante recuperare le energie, stai attento a non perdere peso!- Luhan rispose senza nascondere la sua preoccupazione.
-Non preoccuparti, io sono in forma. Qualche volta Kyungsoo hyung cucina per noi... la sua cucina è davvero deliziosa, qualche volta te la farò assaggiare!-
Luhan annuì.
-D'accordo-.
-Adesso chiudo, a domani Luhan, dormi bene- Sehun lo salutò addolcendo il tono di voce, e il cuore dell'altro era sul punto di esplodere.
-Dormi bene anche tu, e non affaticarti troppo, buonanotte Sehunnie- il moro arrossì. Da dove gli fosse venuto in mente di chiamarlo in quel modo lo sapeva solo la sua mente, sperava solo non si fosse arrabbiato.
Ma Sehun non era affatto arrabbiato, era felice. Anche i suoi hyung lo chiamavano Sehunnie ogni tanto, e la cosa gli dava fastidio. Ma il suo nome, pronunciato così da Luhan, suonava come la cosa più dolce del mondo.
Avrebbe potuto pure farci l'abitudine...

-Buonanotte cerbiatto- a questo punto la loro chiamata si concluse.
Luhan sospirò contento e ancora rosso in viso, a causa di quel soprannome, mettendosi sotto le coperte. E prima che potesse riporre il cellulare sul comodino accanto al suo letto, quest'ultimo vibrò, e apparì la notifica di un messaggio, che era di Sehun.
Diceva semplicemente quelle stesse parole che aveva pronunciato pochi secondi prima:
Buonanotte cerbiatto.
Ma questa volta ci aveva aggiunto anche l' adesivo di un piccolo cervo addormentato, e anche un cuore.
Luhan accantonò definitivamente l'idea di riporre il cellulare sul mobile, preferendo invece stringerlo all'altezza del cuore, addormentandosi con un bellissimo sorriso dipinto in volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla fine Luhan aveva deciso di collaborare a quel fatidico progetto. Era ormai da un bel po' di tempo che lui, insieme ad altre cinque persone, aveva messo a disposizione il suo potere per garantire il successo di quel collegamento tra mondi differenti. Non era affatto facile mettere in moto e far lavorare quella struttura, che a quanto pare permetteva di viaggiare in luoghi differenti e completamente diversi dal loro pianeta, era un compito complicato, avevano dovuto perdere davvero molto tempo, tuttavia avevano comunque ottenuto risultati discreti.
Quella macchina consentiva si il suo utilizzo, ma era possibile utilizzarla soltanto una volta dopo il diverso accumulo di poteri. Per poterla riutilizzare bisognava aspettare una nuova ricarica di energia. E i poteri di sei persone non bastavano di certo, avevano avuto bisogno di un numero contingente di gente per riuscire a riempirla. E lo stesso che occorreva ancora di più.
Un giorno Kris era entrato nel laboratorio dichiarando che il loro pianeta stava subendo un graduale indebolimento, che i poteri delle persone erano notevolmente diminuiti, e che probabilmente la causa risiedeva in quella struttura. Era un fenomeno davvero insolito, ma comprensibile tenendo presente che qualche giorno dopo era stata scoperta la causa di tale indebolimento: quella macchina non chiedeva solo l'unione dei poteri individuali, ma necessitava anche di una dose maggiore di energia, che accumulava dal pianeta stesso, portandolo così ad attraversare una fase di instabilità, in cui bisognava stare sicuramente molto attenti: c'era la possibilità che l'energia venisse completamente risucchiata, e a quel punto sarebbero stati guai per tutti.
Kris decise quindi di fermare il progetto, per far ritornare il pianeta al suo equilibrio originario. Tuttavia era ormai tardi. La macchina continuava ad assorbire energia. Ad un certo punto ne accumulò così tanta, anche più del dovuto, da iniziare a comportarsi in modo davvero strano.
Luhan non poteva stare a guardare.
Decisero una tattica veloce, studiata sul momento, in modo da evitare disastri. Era una di quelle rarissime occasioni in cui poteva vedere qualcosa di diverso spaziarsi sui volti delle persone, pur non sapendo bene di cosa si trattasse.
Era panico, era paura.
Sfruttando il potere della telecinesi, per quanto fosse indebolito, Luhan aveva l'importante compito di sollevare quella macchina e, aiutato da qualche persona dotata del potere del teletrasporto, portarla il più lontano possibile, in qualche zona desolata.
Ma neanche unendo questi due poteri potevano farcela. Neanche col supporto di Lay, che era in grado di curare e ristabilire le energie.
Le loro abilità erano state ridotte ai minimi termini, era qualcosa di davvero impossibile spostare un concentrato puro di energia lontano, quando non c'era abbastanza forza per farlo.
Che fosse arrivata la fine per il loro pianeta?
Questo iniziarono a chiedersi tutti, soprattutto quando quella struttura iniziò a lanciare strani lampi di luce verso parti differenti. Un grande buco nero si era creato al centro, e da qui fuoriuscivano quelle saette luminose.
Gli abitanti vennero avvertiti di stare attenti, di stare lontani, in quanto il raggio d'azione di quelle luci era comunque limitato. Erano veloci, ma dopo una determinata distanza si fermavano.
Però Luhan non poteva lasciare le cose così come stavano, qualcosa dentro di lui lo spingeva ad agire, a trovare una soluzione. Fu così che andò contro gli avvertimenti, sotto lo sguardo duro di Kris che gli diceva di tornare indietro, e con Lay che era invece al suo fianco, e che come lui voleva invece trovare un modo per mettere fine al funzionamento di quell'apparecchio infernale.
Fu così che venne colpito da una di quelle saette.
Fu così che provò un dolore immenso, prima di perdere i sensi. Era una scarica pura di energia in fondo.
Fu così che quando riaprì gli occhi si ritrovò in un altro posto, anzi, in un altro mondo.
Fu così che iniziò la sua vita da essere umano.
Ricordò che le ultime parole che sentì pronunciare prima di tutto ciò furono le parole di Lay.
-Questa volta abbiamo davvero fallito-.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ciao a tutti! ^^
Sono felice di riuscire a pubblicare un nuovo aggiornamento, e come vedete è anche abbastanza consistente. Si va dal mancato bacio, alla telefonata tra i due innamorati per concludere con l'ultima parte, e credo abbiate capito che si tratta di un flashback, cioè... sarebbe la continuazione di quello del quarto capitolo mi pare... e avviene proprio nella stessa notte, dopo che Luhan si addormenta felice... vediamo nei prossimi capitoli cosa accadrà...
Bene, detto questo passo a ringraziare KpopBias, Ymawari e fanperfinta e tutti coloro che seguono la storia. Grazie mille! :)
Alla prossima! ^^

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


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Capitolo 15


Luhan aveva ricordato.
Finalmente i pezzi si erano ricongiunti tutti insieme, adesso gli era chiaro il motivo per cui si trovava lì. Tutto era successo perché era stato colpito da una di quelle saette luminose emesse dalla struttura che avrebbe dovuto consentire alla sua specie il contatto con altri mondi. Ed effettivamente c'era stato, ma non si aspettava di certo qualcosa del genere. Non si aspettava di finire in un altro mondo perché colpito in pieno da una scarica di energia pura, nonostante avrebbe potuto evitarlo, ma non l'aveva fatto. Diamine, non credeva ancora di poter essere davvero sopravvissuto dopo quell'incidente, ma era davvero lì, sul pianeta Terra, a vivere una vita da terrestre, e quella era la prova tangibile che no, non era morto, era vivo e vegeto.
Nel suo sogno -o forse poteva definirsi anche incubo da un lato, dipende dal punto di vista con cui si vuole vedere la cosa- aveva rivisto e rivissuto chiaramente ogni attimo, ogni istante di quei giorni sul suo pianeta. Era addirittura riuscito ad avvertire in pieno lo stato di scombussolamento, tensione, pericolo e paura a cui la sua specie era stata sottoposta, per non parlare del colpo che quella luce gli aveva inflitto: il dolore che aveva provato era stato immenso, qualcosa di forte e spietato, una scarica innestatasi nel più cruento dei modi, tanto da fargli riuscire a sentire ancora sulla sua pelle quella sgradevole sensazione che si era portato dietro, e che sperava di non dover rivivere mai più. Ritornare con la mente a quel preciso momento non era stato affatto piacevole, come biasimarlo se appena si era ridestato da quel sogno si era ritrovato in preda ad uno shock, panico scritto a lettere cubitali sul suo viso dai tratti delicati, insieme alla paura e alla confusione più totale, con i battiti impazziti e grondante di sudore, gli occhi lucidi.
Questa volta per calmarsi non gli erano bastati solo pochi minuti, c'era voluto molto più. Non era stato facile recuperare il controllo che aveva perso, tutto tremante com'era, accovacciato su se stesso, con la testa che gli faceva male da morire, sembrava avessero messo un martello al suo interno. Ma non aveva intenzione di crollare proprio adesso, non poteva permetterselo. Che fosse arrivato ad una svolta decisiva forse?
Luhan non lo sapeva, aveva una tale confusione in testa... e non credeva neanche di essere completamente sicuro di ciò che voleva realmente.
Perché non aveva di certo dimenticato quello che stava vivendo, Sehun non era uscito un attimo dalla sua mente, dai suoi pensieri. Ogni cosa veniva correlata a lui, dalla più banale alla più importante. Che fosse giorno o notte la sua testa era piena di Sehun, piena della sua figura, del suo viso, dei suoi occhi, delle sue labbra, della sua voce, dei suoi gesti, del suo corpo. Stava impazzendo.
Si odiava e odiava quella situazione. Perché se il suo cuore non avesse deciso all'improvviso di tradirlo e battere forte per quella persona, adesso lui non si sarebbe sentito così da schifo, tutto sarebbe stato più semplice, avrebbe potuto solo ripensare al suo sogno, concentrarsi su di esso e cercare un modo per risolvere tutta questa situazione e tornare nel suo mondo -ammesso che ancora esistesse, ma voleva proprio accantonare la possibilità che forse il suo pianeta poteva essere stato distrutto-.
Si sentiva come una barca sperduta e senza meta, lasciata in balia delle pericolose e turbinose acque marine. Qualcosa di piccolo e fragile, in confronto alle onde che la sballottavano da una parte all'altra, e in confronto alla profondità delle acque su cui era costretta a galleggiare.
Luhan era esattamente così, circondato da insicurezze e preoccupazioni, confuso, privato di un terreno solido su cui poter costruire delle certezze e farle crescere, costantemente esposto a dei rischi che lo rendevano vulnerabile. Aveva giusto bisogno di un appiglio, chiedeva solamente qualcosa di stabile e forte che potesse donargli un piccolo aiuto, che potesse svuotare la sua testa da tutta quella confusione e dirgli cosa fare, guidarlo nelle scelte da compiere. Doveva essere per forza così maledettamente difficile voler fare un po' di chiarezza e ordine?
Passò i giorni seguenti deprimendosi sempre più, decidendo giusto per un po' di tempo di sprofondare nella sua tristezza, di rimanere seduto a guardare un punto indefinito e contemplarlo, senza fare nulla, mentre il tempo scorreva. Voleva semplicemente guardare in faccia i suoi problemi, con la consapevolezza però che non era in grado di fronteggiarli, di risolverli, e quindi cadere sempre più nell'oblio della disperazione. Era uno di quei momenti in cui il pessimismo riusciva imporsi sulle sue speranze e illusioni, e lo contagiava con il suo cattivo e oscuro modo di pensare. Voleva abbassare per un attimo le sue difese, prendersi una pausa da quello che era diventato e guardare invece alla realtà per com'era e non per come cercava in continuazione di cambiarla. E il fatto che fuori piovesse lo faceva sentire meno solo.
Questo cambiamento non passò di certo inosservato al signor Kim, che inizialmente decise di aspettare, credendo che Luhan prima o poi sarebbe andato volontariamente a parlargliene. Ma ciò non avvenne, per cui fu l'uomo questa volta ad andare ad approcciare il ragazzo malinconico.
-Sputa il rospo Luhan- gli disse, prendendo posto accanto a lui. L'altro gli rivolse uno sguardo interrogativo.
-Dimmi cos'hai. Perché sei così triste in questi giorni? E' forse successo qualcosa con Sehun? Avete litigato?- a queste domande Luhan scosse la testa, nonostante il solo sentire nominare quel nome riportò subito un po' di vitalità in quegli occhi spenti.
-E' solo che sto pensando a tutto ciò che è successo, che sta succedendo, e insomma... sono confuso, mi trovo ad affrontare un momento di tristezza, ma prima o poi passerà...- il moro rispose sospirando, non essendo per nulla convinto anche lui delle sue parole.
Il signor Kim gli accarezzò la testa affettuosamente.
-Dovresti pensare di meno Luhan, e fare qualcos'altro invece- il suo tono impregnato di una leggera nota di malizia incuriosì il ragazzo.
-Che cosa?- chiese cercando di capire cosa passasse per la mente di quell'uomo.
-Non saprei... tipo chiamare Sehun e fargli sapere che sei ancora vivo? Stamattina ha chiamato in preda al panico pensando che ti fosse successo qualcosa perché non gli hai risposto nemmeno una volta al cellulare, voleva venire fin qui a vedere di persona e assicurarsi che non ti fosse accaduto nulla-.
A quelle parole gli occhi di Luhan si sbarrarono, e corse subito in camera a prendere il suo telefono. Come aveva potuto dimenticare di rispondere a Sehun?
Vide una valanga di messaggi e un bel po' di chiamate perse. In fondo era da due o tre giorni che non lo apriva. Dopo che i suoi ricordi erano ritornati era come se si fosse rinchiuso in una sfera, allontanandosi dal mondo esterno. E nonostante Sehun fosse rimasto costantemente nei suoi pensieri, la confusione e le sue incertezze lo avevano in qualche modo distanziato dall'avere contatti con lui.
Ma appena i suoi occhi lessero tutti quei messaggi, che andavano gradualmente dai saluti, a raccontare la propria giornata e fare domande sulla sua di giornata, fino a cadere nella preoccupazione totale, Luhan non aspettò un attimo in più e chiamò Sehun.
Solo adesso si rendeva conto di quanto gli fosse mancata la sua voce, di quanto gli fosse mancato parlare con lui e averlo vicino.
Tuttavia, non fu la voce di Sehun quella che arrivò alle sue orecchie quando la chiamata venne accettata dall'altra parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quel giorno Baekhyun era davvero annoiato.
Fuori pioveva, e lui non sapeva proprio cosa fare. Il fatto che il suo inseparabile amico Chanyeol non fosse a casa non aiutava di certo. Erano sempre soliti fare qualcosa insieme, per cui quando non c'era, la sua assenza pesava sulle spalle del cantante come un macigno.
Anche la Kaisoo - così adorava chiamare la coppia Jongin e Kyungsoo- era completamente sparita, come pure il leader.
Era rimasto solo con Sehun, ma quest'ultimo non era proprio al massimo delle sue forze in quel momento, aveva la febbre e si era chiuso in camera, sotto le coperte. Inoltre sembrava stesse attraversando un momento di crisi perché a quanto pare da qualche giorno Luhan non aveva risposto a nessuna delle sue chiamate e dei suoi messaggi. Dal suo punto di vista appariva quasi una scena patetica vederlo lì, febbricitante e col telefono in mano ventiquattro ore su ventiquattro, tanto da dimenticarsi di prendere le medicine ed essere restio anche ad andare in bagno.
Sospirò. Cosa poteva fare lui? Il piccolo Sehun era innamorato, e questa era la realtà con cui tutto il gruppo doveva convivere.
Decise di andare a controllare che non avesse bisogno di qualcosa, in fondo era un suo dovere come hyung prendersi cura di lui.
Entrò silenziosamente nella stanza, con l'intento di non disturbarlo nel caso si fosse addormentato, ma rimase un tantino sorpreso quando trovò il letto vuoto.
-Sehun? Dove sei?- domandò alzando la voce, guardandosi intorno.
-In bagno- rispose la voce roca e raffreddata del ragazzo.
Stava giusto per chiedergli se era tutto apposto, quando vide il suo cellulare sul comodino mostrare l'avviso di una chiamata. Si avvicinò e lesse il nome della persona che lo stava chiamando: Luhan.
Sorrise, sapendo già che non avrebbe resistito alla tentazione di rispondere e divertirsi un po'. Si allontanò quanto bastava per non essere sentito dal più piccolo, ancora in bagno, e poi accettò la chiamata.
-Pronto?- disse, e sentì qualche secondo di silenzio passare, prima che Luhan rispondesse poco convinto e confuso.
-S-Sehun? Questo non è il suo numero?- chiese più a se stesso che alla persona con cui stava parlando. E Baekhyun non riuscì a non sorridere.
-Si è il suo numero, ma qui è Baekhyun a risponderti, ti ricordi di me, vero Luhan?- finalmente l'altro poté tirare un sospiro di sollievo dall'altro capo del telefono.
-Si, certo che mi ricordo di te! Sono felice di risentirti, come stai?- domandò il moro con gentilezza.
-Tutto bene, purtroppo non posso dire lo stesso per Sehun...- il tono di voce di Baekhyun si fece più vago, e ci aggiunse anche un pizzico di tristezza. Sentì l'altro ragazzo trattenere il respiro nel sentire quelle parole per poi rispondere subito e con una certa impazienza.
-Perché?! Cos'è successo a Sehun?!- l'agitazione e la preoccupazione trasparivano da tutte le parti del suo essere.
-Sta male, molto male, ha l'influenza, non riesce neanche a reggersi in piedi, dovresti vedere in che stato pietoso si trova in questo momento...- affermò il main vocalist, nonostante avesse appena raccontato una piccola bugia. Era vero che Sehun non stava bene e aveva la febbre, ma le sue condizioni non erano così critiche e disperate come invece lui voleva far credere. Ma questi erano dettagli, dentro di sé stava già ghignando a causa della sua idea.
Sentì di nuovo trascorrere una buona manciata di secondi di silenzio, tanto che ad un tratto credette che Luhan avesse chiuso la chiamata.
-Luhan? Sei ancora in linea?- chiese confuso.
-Si...- rispose debolmente il piccolo alieno. Era così preoccupato per il suo Sehun, si sentiva in colpa, in quei giorni quel ragazzo gli aveva scritto sempre, dedicandogli sempre un pensiero. E lui invece che aveva fatto? Troppo occupato a spendere il suo tempo in balia della tristezza non era neanche riuscito a mettersi al corrente sul fatto che la salute di Sehun non fosse buona.
-Baekhyun?- chiamò con voce spezzata.
-Si?-
-Posso venire da Sehun? Voglio vederlo- fece quella richiesta, sperando nella sua approvazione.
Baekhyun pensò che forse aveva esagerato nell'udire il tono triste e sconsolato dell'altro, ma questo non toglieva il fatto che stava per fare una bellissima sorpresa al maknae, quindi valeva continuare...
-D'accordo, aspetta lì dove sei, manderò qualcuno a prenderti-
Purtroppo per lui, Baekhyun si perse il meraviglioso sorriso che contornò le labbra di Luhan.
Perché era felice, e non poteva negarlo.


Dopo aver concluso la chiamata, il ragazzo ritornò nella camera di Sehun, sperando di non farsi beccare col suo cellulare in mano.
Ma ciò che trovò fu la persona in questione che stava mettendo a soqquadro la stanza, e lui aveva una vaga idea del perché.
-Stai cercando qualcosa?- chiese, facendo finta di non sapere nulla.
Neanche il tempo di finire la frase che Sehun era già davanti a lui e lo scuoteva come un pazzo.
-Hyung ti prego dimmi che sai dov'è il mio cellulare! Sono andato solo un momento in bagno e adesso non lo trovo più da nessuna parte, sto per impazzire!- esclamò scompigliandosi i capelli, perché nervoso.
Baekhyun posò le mani sulle sue spalle.
-Per favore calmati solo un secondo! Deve essere per forza qui, perché non vai a controllare in bagno? Magari l'hai dimenticato lì- Sehun non sembrava del tutto convinto, tuttavia decise di seguire il consiglio del suo amico. E in quel frangente di tempo, Baekhyun ne approfittò per riporre l'oggetto tanto desiderato sotto il groviglio che erano diventate le lenzuola del letto dell'altro, per poi urlare di averlo trovato.
-Strano, ero sicuro di aver controllato bene lì- disse il giovane idol con aria pensierosa, mentre stringeva saldamente il cellulare nelle sue mani, non prima però di aver controllato se ci fossero chiamate perse. Ma per sua sfortuna – o fortuna- non c'era nulla.
-E' colpa dell'influenza, ti ha stordito- rispose l'altro incrociando le braccia al petto, per poi sorridergli in modo misterioso.
-Perché stai ridendo?- Sehun sentiva che c'era qualcosa di strano, molto strano nel modo in cui Baekhyun lo guardava. In qualche modo riusciva a mettergli i brividi.
-No, niente... vado a prepararmi per uscire, a più tardi!- e con quella esclamazione lasciò il ragazzo di nuovo solo nella sua stanza, a interrogarsi su cosa l'altro avesse potuto combinare stavolta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Non servì molto tempo a Luhan prima di ritrovarsi di fronte alla porta che dava accesso al dormitorio del gruppo di Sehun. Era nervoso, poiché era la prima volta che visitava quel luogo, ed era nervoso soprattutto perché stava andando a incontrare la persona che amava, e con cui qualche giorno prima si stava per baciare. Ma era così preoccupato per lui in quel momento che tutto il resto passava in secondo piano.


Fu Baekhyun ad accoglierlo, e farlo entrare dentro la loro abitazione.
Ma poi si congedò subito, dicendogli di avere un impegno molto importante e di essere già in ritardo, per cui gli indicò la camera di Sehun, lanciò un urlo a quest'ultimo dicendogli di avere visite e sparì in un attimo, sotto gli occhi sorpresi del cerbiatto. L'ultima cosa che lo sentì dire fu:
-Questa sera rimarrai a cena da noi, è già deciso!-
Ma Baekhyun aveva le sue ragioni per andare via. Innanzitutto, quando Sehun avrebbe scoperto che aveva preso il suo cellulare e aveva risposto alla chiamata di Luhan, l'avrebbe ucciso, per non parlare del sapere che era stato lui a raccontare quella bugia della febbre alta, e ancora fare andare lì Luhan senza dargli alcun preavviso, senza consentirgli di prepararsi e rendersi presentabile. Era davvero nei guai, su questo non c'era dubbio, ma avrebbe fatto passare a Sehun un po' di tempo con la persona che amava. Lo sapeva bene quanto doveva essere difficile per lui andare da Luhan, dal momento che faceva parte dello stesso gruppo e quindi conosceva la miriade di impegni che riempivano la loro agenda ogni giorno, e sapeva altrettanto bene quanto Sehun voleva vederlo, gli si leggeva praticamente in faccia. Non si lamentava mai, ma bastava guardare un po' più attentamente i suoi occhi per capire quanta tristezza ci fosse dentro.
Baekhyun si allontanò sempre di più dal dormitorio, e mentre lo faceva, sapeva dentro di lui di aver fatto la cosa giusta.


Luhan invece era ancora lì come era stato lasciato, in piedi, stralunato.
Non era una cosa molto bella andare a casa di qualcun altro ed entrare nelle camere come se niente fosse. Ma dal momento che Baekhyun gli aveva detto che poteva andarci, e tenendo conto di tutta la voglia che aveva di rivedere Sehun, trovò il coraggio di incamminarsi verso il piccolo corridoio che gli era stato indicato poco prima. Si fermò davanti alla porta di quella che doveva essere la sua camera, con il cuore che non voleva proprio smetterla di agitarsi e battere forte. Tirò un profondo sospiro. Non sapeva perché le immagini di qualche giorno fa avevano iniziato a impossessarsi della sua mente, erano spuntate così, dal nulla. Ricordava chiaramente quelle labbra così vicine alle sue, il suo caldo respiro, i suoi occhi che lo guardavano intensamente...
Scosse la testa. No, non poteva pensare a quelle cose in quel momento. Era andato lì con l'intenzione di prendersi cura di Sehun, di stare al suo fianco. Si aspettava già di trovarlo sotto strati e strati di coperte, debole, con le guance un po' arrossate e gli occhi lucidi. E il suo cuore si stringeva in una fitta dolorosa al solo pensarlo così, ma lui avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per farlo sentire meglio. Annuì energicamente, convinto, al suo stesso pensiero prima di portare il pugno davanti alla superficie della porta, pronto a bussare. Ma non ebbe neanche il tempo di dare un colpo, che essa si aprì rivelando la figura del ragazzo che aveva rubato tutta la sua attenzione.
-Hyung mi avevi chiamat- oh!- gli occhi di Sehun stavano per cadere a terra, tanto si erano allargati per la sorpresa!
Si era affacciato credendo di aver sentito la voce di Baekhyun urlare qualcosa, prima non era riuscito a capire tutto perché era sotto la doccia. Quindi appena uscito, aveva fatto in tempo ad infilare solo un paio di boxer e pantaloni da tuta, per poi andare ad aprire la porta. Si sarebbe aspettato di tutto, tranne che essere accolto dall'esile figura di Luhan, con i suoi grandi occhioni spalancati e il pugno tenuto ancora a mezz'aria.
Sembrava si fosse pietrificato. E come dargli torto! Aveva Sehun proprio lì davanti a lui, e senza maglia.
Senza maglia, a petto nudo. I capelli gli ricadevano ancora bagnati sulla fronte e alcune goccioline dispettose scendevano lungo il collo, attraversavano i pettorali, poi continuavano il loro cammino lungo le linee definite del torso, per poi scomparire dentro il tessuto dei pantaloni, lì dove Luhan non osava scendere con lo sguardo. Viste così da vicino, le sue spalle erano davvero larghe, ben impostate, e anche dalle sue braccia si sporgeva un evidente strato di muscolatura.
Se Sehun vestito era già perfetto, senza indumenti era seriamente in grado di uccidere. Luhan era appena diventata una sua vittima. Non avrebbe mai creduto di poter provare così tanta attrazione fisica verso una persona. Sentiva le guance in fiamme, e sapeva benissimo che a quest'ora anche tutto il viso era rosso come un peperone. Ma più ci provava, più i suoi occhi non riuscivano a scollarsi da quella visione incantevole. Perché adesso guardare iniziava a non bastargli più. Lui voleva toccare, voleva che tutto ciò fosse solo ed esclusivamente suo.
Al solo pensiero diventò di una tonalità ancora più scura di rosso. Maledetto lui e l'influenza che aveva del modo di pensare dei terrestri.
Non seppe definire quanto tempo passò senza che nessuno dei due dicesse una parola, Luhan troppo impegnato com'era a sbavare su quella figura divina, e Sehun impegnato invece a capire se stesse sognando o se davvero Luhan era davanti ai suoi occhi, imbarazzato, ma adorabile come sempre.
Ma fu comunque il primo che sembrò ritornare alla realtà, e notando quanto l'altro fosse rosso in viso, cercò di rimediare. Anche se la verità era che voleva godersi ancora un po' quell'espressione, perché la amava così tanto da non riuscire a farne a meno, sapendo poi che la causa di quelle guance rosse era lui era tutto ancora più appagante.
-E-entra pure- disse dopo essersi schiarito la voce, mettendosi di lato per farlo passare.
-Scusami, ma ero davvero sorpreso di vederti qui, come ci sei arrivato?- chiese curioso, incrociando le braccia al petto. Che lui ricordasse, non gli aveva mai detto esattamente dove abitava.
Luhan entrò a passi meccanici dentro la stanza, avvertendo i suoi battiti diventare quasi impossibili quando gli passò accanto. Riusciva a sentire distintamente il suo profumo, il profumo di quella pelle chiara, che aveva tutta l'impressione di essere davvero calda e morbida.
Prima di rigirarsi verso di lui, cercò di ricomporsi un attimo, di uscire da quello stato di adorazione in cui era caduto. Se continuava così non avrebbe visto sorgere una nuova alba.
-B-Baekhyun... il tuo telefono... m-mi ha risposto lui...- cercò di spiegare e mettere un filo logico nella sua spiegazione, ma ancora gli veniva difficile anche solo respirare, come gli veniva difficile guardarlo negli occhi.
Sehun sembrò comprendere il suo disagio, per cui andò verso l'armadio e prese la prima maglia che trovò, infilandola subito, con grande gioia - dispiacere- da parte di Luhan, che finalmente sembrò riuscire a calmarsi un po', emettendo profondi respiri uno dietro l'altro.
-Il mio telefono?- domandò Sehun inarcando un sopracciglio, non riuscendo a capire di cosa stesse parlando l'altro.
Il moro annuì.
-P-prima ti avevo chiamato, e mi ha risposto lui. Mi ha detto che stavi molto male, che non riuscivi a reggerti in piedi a causa dell'influenza. C-così gli ho chiesto se potevo venire a trovarti, e ha mandato qualcuno a prendermi-.
Dopo quelle parole Sehun riuscì a comprendere un bel po' di cose. Prima non aveva perso il cellulare, ma era stato Baekhyun a prenderlo mentre lui era in bagno. E quei sorrisetti maliziosi... ecco perché si era comportato in quel modo. Ora era tutto chiaro.
Sospirò, doveva immaginarselo che stava farneticando qualcosa.
-C-come stai adesso?- Luhan osò chiedergli, incontrando per un attimo i suoi occhi, mentre le gote erano ancora arrossate.
Sehun sorrise. Quel ragazzo era la tenerezza in persona. Le sue mani, ogni singola fibra del suo essere fremeva dalla voglia di stringerlo a sé.
-Sto bene, adesso che ci sei tu qui sto ancora meglio- rispose onestamente guardandolo dritto in viso, e vedendo come le sue labbra andavano a formare un bellissimo sorriso.
Perché quando Sehun gli diceva quelle cose Luhan si sentiva importante, sentiva di poter toccare il cielo con un dito. Si avvicinò timidamente, poggiando una mano sulla fronte dell'altro.
-Hai ancora la febbre, dovresti asciugarti i capelli, sono umidi- affermò guardandolo dolcemente, e preoccupato. 
Sehun non riuscì a resistere all'impulso di circondare quell'esile figura con le sue braccia, e così fece. Presto Luhan si ritrovò ricoperto dal suo calore, dal calore del suo corpo, e ogni cosa intorno a loro si annullò. Ogni singolo pensiero che nei giorni precedenti aveva tormentato la sua mente finì per essere dimenticato, abbandonato in un angolo. E a quel punto il ragazzo capì qualcosa di importante: Sehun era quell'appiglio che stava tanto cercando, era l'unico capace di schiarire la sua nube di incertezze e dubbi, e indicargli la strada da seguire. E la strada era quella che lo conduceva dritto fra le sue braccia, nel suo rifugio segreto.
Luhan adesso era sicuro di quello che voleva realmente. Sehun era tutto ciò che voleva. Non gli importava più di aver ricordato chi era, o cosa aveva fatto, o come era finito lì, non quando gli bastava avere quell'essere umano vicino per essere felice.
-Sei adorabile- gli sussurrò il più alto accanto al suo orecchio, facendolo rabbrividire nel sentire il suo dolce e caldo respiro solleticargli quella parte sensibile.
Luhan non rispose, ma allacciò le braccia intorno al collo dell'altro, consentendo ai loro corpi di sostare più vicini, stretti, liberando completamente quel bisogno che aveva di avvertire la sua presenza, di saziarsene, quel bisogno che aveva di sentirsi protetto, amato. E solo da lui.
-Ho bisogno di te- sussurrò, premuto com'era contro il suo petto. Un sussurro che forse era rimasto tale, ma per Luhan andava bene così, non gli importava se non fosse arrivato alle orecchie dell'altro.
Ma non sapeva che Sehun aveva udito in modo chiaro quelle parole, e che il suo cuore stava per esplodere, non riuscendo a contenere più così tante emozioni. Luhan lo scoprì solo quando lo sentì parlare di nuovo.
-Sono qui, e non ti lascio-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao! ^^

Eccomi qui con un nuovo aggiornamento! Non so, forse alla fine è troppo smielato... boh... ma io adoro scrivere queste cose xD E davvero, mi ci è voluta una vita per finirlo! Spero solo che a livello di errori non ce ne siano di gravi >.< comunque poi lo rileggerò di nuovo per sicurezza.

Si lo so, sto rendendo Baekhyun una specie di cupido, ma mi diverte scrivere di lui in questo modo, oltretutto stavo pensando di dedicare a lui e Chanyeol un piccolo spazietto... se avrò tempo scriverò qualche cosa extra! ^^

Ringrazio Saseum, KpopBias, _JiYong_, fanperfinta, sehunsolos, e tutti coloro che continuano a seguirla! :)

A presto! ^^

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


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Capitolo 16


Prendersi cura di qualcuno.
Luhan adorava quelle parole, le adorava semplicemente perché quel qualcuno di cui prendersi cura era Sehun, e dentro di lui sapeva bene che avrebbe passato la sua intera vita a dedicargli attenzioni. Forse iniziava a capire che amare non era poi un compito così difficile, anzi... non era proprio un compito. Un compito è qualcosa che esegui perché ti viene assegnato, ma l'amore non funziona così. All'inizio, quando gli era stato svelato il significato di quella parola, ne era rimasto così spaventato da non voler neanche solamente pensare di inserirla nel suo vocabolario. No, troppe cose da fare, troppe responsabilità, era qualcosa di impossibile per qualcuno come lui.
Ma adesso iniziava a rendersi conto che forse l'amore partiva anche dai piccoli gesti e dalle più banali azioni. L'amore non aveva bisogno di manifestarsi o essere dimostrato attraverso grandi parole, promesse o imprese. Certo, a volte servivano anche loro, ma in misura minore, perché amare qualcuno implicava farlo nella quotidianità, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, sempre. Per questo motivo adesso Luhan sentiva quella parola più leggera sulle sue spalle, perché si trattava di una crescita, lenta e fragile, ma forte allo stesso tempo, in quanto alla base ci stava un legame vero, puro, genuino. Bisognava andare per gradi, camminare insieme, fianco a fianco, era un cammino da intraprendere con convinzione e consapevolezza, tenendo conto di rischi e pericoli.
Questi erano i pensieri che aleggiavano nella sua mente, mentre era impegnato ad asciugare i capelli dell'altro ragazzo, seduto sul suo letto, di fronte a lui. C'era voluto un po' per convincerlo, in quanto Sehun riteneva che i suoi capelli umidi non avrebbero influito sul suo raffreddore, ma Luhan non la pensava allo stesso modo, non voleva vederlo stare più male. Aveva preferito abbandonarsi a queste riflessioni anche per fermare il rossore che si espandeva sempre più nelle sue guance mentre compiva quell'azione. Gli occhi di Sehun non si era scollati un attimo da lui, lo guardavano così intensamente che temeva avrebbero potuto scavargli dentro, sorpassare qualsiasi barriera avesse costruito e leggere ogni suo singolo pensiero, scoprire ogni singola verità che non era stata ancora rivelata. Quegli occhi erano così belli, così pieni di cose da comunicare, così caldi, che nonostante tutto Luhan non riusciva a non guardarli a sua volta, e a perdersi, a sprofondare sempre di più dentro di loro, a rivolgergli un muto interrogativo.
Riesci a capire cosa si nasconde dentro di me, cosa sto passando in questo momento?
E sperava davvero che Sehun riuscisse a capirlo, pregava in silenzio che questa connessione potesse avvenire in modo totale. Perché aveva sentito dire qualche volta che gli occhi sono lo specchio dell'anima. Sono dunque infallibili.
E poi non poteva non chiedersi se anche Sehun stesse provando le sue stesse emozioni, con la stessa intensità. Voleva sapere se anche lui sentiva il suo cuore voler quasi uscire dalla gabbia toracica quando lo guardava, se sentiva uno strano brulichio nello stomaco, come se ci avessero liberato milioni di farfalle, e se miriadi di brividi salissero lungo la sua spina dorsale, che lo facevano fremere in continuazione. In altre parole, voleva sapere se anche Sehun lo amava. Ma allo stesso tempo si ripeteva che era meglio non sentire la risposta. Non sapeva bene perché, se aveva più paura di udire un 'no' uscire dalla sua bocca, oppure udire un 'si', ma con la consapevolezza che lo stava ferendo, ingannandolo. Lui non ci sarebbe stato per sempre, non avrebbe potuto prendersi cura di lui, stare al suo fianco, stringerlo a sé, farlo sorridere e sostenerlo. Al solo pensiero i suoi occhi diventarono lucidi, e abbassò subito lo sguardo, mentre le sue dita abbandonavano la morbida e ora asciutta chioma dell'altro, e con l'altra mano spegneva invece il phon. Cercò di comporre subito il miglior sorriso che possedeva, lasciando da parte tutta quella tristezza.
-Ecco fatto, adesso sono asciutti!- esclamò, riponendo l'oggetto appena usato dentro una scatola.
Ma se pensava di essere sfuggito in quel modo allo sguardo attento di Sehun si sbagliava di grosso. Perché quest'ultimo lo aveva osservato così tanto da capire che c'era qualcosa che non andava in lui, e odiava dover sempre vedere quei due bellissimi occhioni da cerbiatto rattristarsi. Lo odiava davvero, sentiva di non poter stare in pace con se stesso senza cancellare quella tristezza dal suo viso, ma soprattutto dal suo cuore.
Quando Luhan tornò a sedersi di fronte a lui, Sehun afferrò con fermezza il suo mento, sollevandolo e portando i loro sguardi allo stesso livello.
-Perché sei triste?- chiese deciso, osservando quegli occhi riempirsi di sorpresa.
Luhan non sapeva come reagire, cosa dire. Non riusciva a credere che l'altro potesse capirlo così bene.
-C-cosa ti fa pensare che io sia triste?- domandò timidamente, cercando allo stesso tempo di deviare la domanda che gli aveva fatto prima. Perché non aveva ancora il coraggio di dirgli così, di punto in bianco, ciò che era realmente.
-Tante cose, ma soprattutto i tuoi occhi e il modo in cui mi sorridi. Quello non è il sorriso che rivolgi solo a me. Quello non è il tuo vero sorriso- Sehun rispose serio, con la voce più bassa di prima, quasi a voler racchiudere completamente quel momento che si erano creati.
Le guance di Luhan avevano ricominciato ad accaldarsi, e per nascondere questo loro cambiamento si abbandonò ad una risatina.
-Qual è il mio vero sorriso? Qual è il sorriso che rivolgo solo a te?-
L'altro ragazzo spostò le sue dita dal mento fino alla guancia, che iniziò ad accarezzare dolcemente. Adorava quando il suo Luhan gli rivolgeva queste domande, da cui traspariva solo tanta innocenza e purezza. Gli appariva così fragile e indifeso da scatenare dentro di lui un forte senso di protezione, una voglia matta di nasconderlo dentro le sue braccia e usare il suo corpo come scudo, per allontanarlo da qualsiasi forma di male.
-E' il sorriso più bello che abbia mai visto. Assomiglia a quello di un angelo, ed è così luminoso che se lo guardo troppo rischio di abbagliarmi. Ma non mi importerebbe di diventare cieco, l'importante è che tu non smetta mai di fare quel sorriso. E solo a me- concluse Sehun, esternando la semplice e pura verità.
Ed ecco che Luhan lo esibì nuovamente quel sorriso, buttandosi fra le braccia dell'altro, felice.
No, felice non era abbastanza per esprimere come si sentiva in quel momento. Era molto di più. Era la prima volta che si sentiva dire parole così belle e così sincere. Rise, ma di cuore. Se Sehun continuava a trattarlo così, presto avrebbe dovuto avere a che fare con un piccolo cerbiatto viziato.
Era incredibile come quel ragazzo riuscisse sempre a farlo sorridere, a togliere qualsiasi traccia di tristezza e malinconia dal suo volto. Senza rendersene conto, entrambi continuavano a rafforzare quel legame speciale che stavano condividendo. Luhan iniziava a non accontentarsi più di vederlo così poche volte, Sehun stava diventando la sua dipendenza, qualcosa di cui non poteva più fare a meno. E allo stesso modo, anche il moro stava diventando la dipendenza del giovane idol.
Luhan sospirò contento contro il petto dell'altro, godendosi a pieno la sensazione di averlo così vicino, rilassandosi, sentendosi a casa.
-Tuttavia c'è qualcosa per cui sono davvero arrabbiato con te- affermò Sehun ad un tratto, con finto tono irritato, ma che riuscì comunque a ingannare Luhan, dal momento che alzò la testa, guardandolo con occhi preoccupati.

-P-perché sei arrabbiato con me?- chiese quasi come un piccolo agnellino indifeso.
-Perché in questi giorni ti ho chiamato tante volte, ti ho mandato molti messaggi, ma tu non mi hai mai risposto. Sai quanto mi hai fatto preoccupare? Temevo ti fosse accaduto qualcosa!- Sehun rispose con tono di rimprovero, perché in fondo era vero che durante quell'arco di tempo si era sentito perso e preoccupato per lui.
-O forse sono stato troppo invadente... se è così ti prego di dirmelo, non lo farò più. E' solo che... parlare con te... mi rende felice, mi aiuta a superare la stanchezza... mi fa stare bene- continuò grattandosi la testa imbarazzato, mentre anche le sue guance prendevano colore.
Luhan aveva abbassato il capo, sentendosi dispiaciuto per quello che aveva fatto, ma a quelle ultime parole alzò la testa di scatto, allarmato, scuotendo più volte la testa.
-No, non pensarlo neanche, sono io ad aver sbagliato, mi dispiace, puoi perdonarmi?- chiese con occhi speranzosi.
Sehun finse di mettere su una faccia pensierosa, incrociando le braccia al petto. Certo che lo perdonava, come non poteva farlo davanti a quegli occhi? Ma voleva prolungare un po' di più l'attesa.
-Mmh... fammi pensare...- rispose, tradendosi però, in quanto sorrise davanti all'espressione ammutolita dell'altro, come se la sua vita dipendesse dalle parole che stava per dire.
Luhan capì il tono scherzoso sotto quelle parole, e a sua volta sorrise. Ma sostenne quella specie di gioco che avevano creato, sporgendo il labbro inferiore, gonfiando di poco le guance e guardandolo con i suoi grandi occhi scuri, avvicinandosi ancora di più a lui.
-Ti prego...- piagnucolò, portando le mani a stringere il tessuto della sua maglia.
Ma la mente di Sehun si era già disconnessa. Davanti a quell'espressione capì di aver perso. L'unica cosa che voleva fare era soltanto divorare quell'esserino che aveva di fronte. Dio, questa volta non era sicuro di poter riuscire a trattenersi, era stato messo davvero a dura prova.
Capì di aver superato il limite di resistenza quando le mani dell'altro si chiusero in due piccoli pugni e le avvicinò alle guance, mimando quello che doveva essere un gattino. E diamine se ci era riuscito. Era adorabile, dolce, tenero e tremendamente provocante allo stesso tempo. Con quel viso così vicino, con quell'innocenza stampata in volto, con quelle gote arrossate, con quegli occhi luminosi, con quel nasino così carino e con quelle labbra piene e invitanti, come biasimare Sehun quando il suo cuore iniziò a martellare così forte da voler quasi uscire dal petto, quando tremante e col respiro corto si lanciò su di lui come un avvoltoio, stringendo quel viso tra le sue grandi mani e portando le loro labbra a scontrarsi in modo così deciso, come se non ci fosse un domani.
Finalmente, pensò. Finalmente quelle dolci labbra erano sue, finalmente poteva assaggiarle, gustare il loro sapore, rubare la loro essenza.


Luhan non si aspettava in questione di secondi di ritrovarsi le labbra di Sehun sulle sue. Si sorprese da quel gesto inizialmente, sentendosi disorientato, con i battiti a mille, gli occhi lucidi e le guance in fiamme. Ma dopo si rilassò, chiudendo gli occhi e premendosi ancora di più contro di lui, poggiando le mani sul suo petto. Non riusciva ancora a crederci, gli sembrava tutto così surreale, stava vivendo un sogno, un bellissimo sogno.
Le labbra di Sehun erano davvero calde e morbide, non voleva più allontanarsene.
Era il suo primo bacio, e non lo avrebbe mai dimenticato. Un bacio dolce, gentile ma determinato, un semplice scontro di labbra, nulla di più, ma che racchiudeva tante cose, racchiudeva i loro cuori e tutte le loro emozioni. Lo voleva, non gli importava di nulla. Forse più tardi si sarebbe dato dell'incosciente, dello stupido, ma adesso l'unica cosa che voleva era solo continuare a baciare quel ragazzo.
Si dovettero separare solo per riprendere fiato, creando un intreccio di respiri, di sguardi innamorati, famelici, per nulla sazi l'uno dell'altro. Luhan gli sorrise, e lo stesso fece Sehun, mentre faceva scontrare le loro fronti.
Tutte le paure scomparirono dentro di lui. Tutte le sue insicurezze si annullarono, ogni dubbio si dissolse, rimase soltanto il suo cuore a pulsare una miriade di emozioni in una volta sola.

-Ti perdono- sussurrò, accarezzando dolcemente le morbide guance di Luhan, e spostando qualche ciocca di capelli dal suo viso.
Quest'ultimo si avvicinò di nuovo, riunendo insieme le loro labbra, mentre le mani salivano fino a legarsi dietro al collo dell'altro.
Sehun lo avvolse in un abbraccio, stringendolo possessivamente a sé, con tutta l'intenzione di approfondire quel semplice bacio. Perché ne voleva ancora di più, ed era sicuro che anche Luhan iniziava a non accontentarsi di soli scontri di labbra. L'aria era diventata più accesa, più calda, entrambi erano caduti schiavi dei loro desideri, avevano messo da parte qualsiasi pensiero, nella loro testa c'era spazio solo per quel loro momento speciale, magico, il resto veniva dopo.
Almeno fin quando questo “resto” non si personificò sotto forma di cinque ragazzi che annunciavano il loro ritorno a casa dalla porta d'ingresso.
Sehun intese tutto ciò come un chiaro segno che annunciava la fine della loro pace e tranquillità, e sospirò avvilito, allontanandosi a malincuore da Luhan. Anche quest'ultimo, con la mente ancora appannata dal loro dolce momento e dal contatto di quelle bellissime labbra sulle sue, sembrò insoddisfatto, desiderando poter prolungare quegli attimi in cui Sehun l'aveva fatto sentire così bene, come se fosse la sola ed unica cosa presente in quel mondo, come se esistesse soltanto lui, e nessun altro.
Nonostante tutto, entrambi non potevano nascondere di essere felici. I loro volti parlavano per loro, i loro occhi, che non smettevano un attimo di scrutarsi, mostravano un'intensa scintilla di felicità, difficilmente possibile da cancellare.
Sehun strinse la mano di Luhan nella sua, alzandosi dal proprio letto, seguito a ruota dall'altro.
-Andiamo dagli altri?- chiese dolcemente, senza nascondere quel velo di rossore che ancora si impossessava del suo viso. Luhan annuì con un timido sorriso, seguendolo. Durante il breve tragitto dedicò la sua attenzione alle loro mani intrecciate. Mai Luhan si era sentito così completo, era come se le loro dita e gli spazi tra ognuno di essi fossero stati creati apposta per combaciare, per incastrarsi perfettamente come i pezzi di un puzzle. Amava quella sensazione, voleva renderla una parte costante della sua vita.
Arrivarono mano nella mano sotto gli occhi stupefatti di tutti gli altri, che non riuscirono a trattenersi dal sorridere ed esclamare parole di sorpresa.
-Vi ho lasciati solo per un'ora da soli e siete in questo stato, immaginiamoci se vi avessi lasciato ancora più tempo...- borbottò Baekhyun divertito, incrociando le braccia al petto. Sehun arrossì, Luhan invece non riuscì a cogliere del tutto il vero significato di quelle parole, pur sapendo che possedeva una nota allusiva. Guardò il ragazzo accanto a lui, come per chiedergli: “Che cosa vuole dire?”, ma Sehun cambiò subito discorso, preferendo evitare eventuali situazioni di imbarazzo.
-Questa sera rimarrai a mangiare insieme a noi, vero?- chiese, portandolo in cucina, seguito a ruota da tutti gli altri. Luhan non ebbe tempo per ribattere, che già tutto il gruppo era impegnato a stabilire cosa avrebbero mangiato quella sera, affidandosi soprattutto alle mani esperte di Kyungsoo per cucinare.
Luhan passò un serata davvero piacevole in compagnia di Sehun e dei suoi amici. Conobbe meglio ognuno di loro, considerandoli tutte persone fantastiche e simpatiche. Rise da matti alle loro battute, o davanti agli sguardi afflitti del povero leader, che a volte si lamentava di quanto fossero infantili, ma senza mancare mai di nascondere un sorriso. Tra discorsi e risate non mancarono mai gli sguardi che di tanto in tanto si lanciavano lui e Sehun, i sorrisi che si rivolgevano, i piccoli tocchi delle loro mani che pensavano passassero inosservati, persi com'erano nel loro mondo.


E poi arrivò il momento di tornare a casa. Era già molto tardi, e nonostante le numerose offerte da parte di tutti di rimanere lì per quella notte, Luhan decise di rifiutare con gentilezza, non volendo lasciare da solo il signor Kim. Sehun lo accompagnò.
Si ritrovarono a camminare uno accanto all'altro silenziosamente lungo il tragitto. Non perché fossero imbarazzati o si vergognassero, niente di tutto ciò. Semplicemente, entrambi, senza saperlo, stavano meditando su delle scelte importanti.
C'era Sehun da un lato, e la sua intenzione di dichiararsi, di confessargli i suoi sentimenti quella stessa sera. La trovava una buona occasione, essendo soli, senza nessuno intorno. Aveva paura di un rifiuto, certo, ma dopo quel bacio... qualcosa gli diceva che lui e Luhan erano sulla stessa lunghezza d'onda. Forse era troppo presto... ma da quando amare una persona aveva una data di inizio e una di scadenza? Il giovane idol la pensava così. Quello che contava era la purezza e la sincerità dei suoi sentimenti. Era sicuro di ciò che voleva, era Luhan ciò che voleva. Lo sapeva bene che la vita non sarebbe potuta sempre essere tutta rose e fiori, le difficoltà erano dietro l'angolo, calcolando oltretutto il fatto che lui era anche un personaggio pubblico, la sua stessa vita era di dominio pubblico. Ma mettendola su questo piano, allora non avrebbe dovuto incominciare ad amare in primo luogo. Se aveva paura, se si lasciava sopraffare da tutto il resto, allora doveva arrendersi, doveva buttare via la sua vita, ciò che realmente era soltanto per apparire qualcosa che tutti gli altri volevano. E questo lui non poteva proprio permettersi di farlo. Non era mai stato una persona arrendevole, aveva sempre lottato per raggiungere un obiettivo, e per questo si era sempre sentito vivo, soddisfatto. Mettere da parte i suoi sentimenti per quel ragazzo era qualcosa di impensabile. Aveva trovato una persona in grado di farlo stare bene, di farlo sorridere, ma soprattutto una persona che con la sua semplicità e la sua purezza d'animo era riuscita a fare breccia nel suo cuore, a farlo uscire dagli schemi per una volta, a fargli immaginare prospettive diverse, a fargli capire che forse avere un cuore non era poi così male, no, nel momento in cui era in grado di battere così forte e fargli provare mille cose in una volta sola. Aveva trovato una persona che lo stava conoscendo per com'era davvero, come altri pochi avevano fatto, una persona che poco tempo prima gli aveva sussurrato: “Ho bisogno di te”.
E allora capiva che si, ne valeva la pena, avrebbe lottato, perché ci credeva, perché per una volta voleva essere egoista e pensare solo alla sua felicità. Per questo dentro di lui si riempì di determinazione, i suoi occhi ardevano di coraggio, perché nonostante tutto, nonostante non sapeva ancora come sarebbe andata, era comunque sicuro che non si sarebbe mai pentito di quello che stava per fare.


Luhan, dall'altro lato, credeva invece di avere davanti l'occasione di rivelare la sua vera identità, di farsi accettare, prima ancora che amare. Ma al solo pensiero tremava tutto, perché aveva così tanta paura dentro di lui da sentirsi quasi svenire. Non si trattava di dire semplicemente: “Sono un alieno”. Si trattava di sapere cosa avrebbe fatto Sehun. L'avrebbe accettato, o invece quel piccolo sogno che si era costruito si sarebbe frantumato in mille pezzi? Si sentiva così triste al solo pensiero, al solo pensare di essere privato per sempre del suo calore, del suo sorriso, della sua vicinanza. No, non poteva farcela, non avrebbe retto a tutto ciò.
Ma aspettando ancora... non sarebbe stato peggio? Avrebbe continuato a restare in bilico, sospeso nel vuoto, con quella paura rinchiusa nel suo cuore.
Racchiuse più volte tra i denti il labbro inferiore, martoriandolo, facendolo quasi sfogo di tutti quei suoi pensieri frustranti, poi si sentì afferrare delicatamente per un polso. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi decisi e determinati di Sehun.
-Vieni con me, ho bisogno di dirti qualcosa- queste parole gli disse, prima di trascinarlo da qualche parte.
Luhan non ci fece neanche caso di ritrovarsi con lui in quello che dava tutta l'impressione di essere un vecchio cortile abbandonato, circondato da alberi e oscurità, vista l'ora tarda. Luhan era troppo impegnato a reggere il suo cuore, portando una mano sul petto, mentre sentiva la paura salire, accompagnata però da un imponente senso di speranza e anticipazione verso le parole che Sehun di lì a poco gli avrebbe detto.
C'era solo un misero lampione a fare luce su di loro. Intorno, il silenzio che c'era rendeva tutto più difficile per Luhan, teso come una corda di violino, con i battiti all'impazzata, lacerato da uno struggente senso di impotenza, e diviso in due a causa di quella scelta. Rivelargli la verità, o non farlo?
Perché se Sehun stava per dirgli ciò lui che pensava, allora le cose si stavano mettendo davvero male. Lo aveva capito subito dai suoi occhi. O forse lo aveva già capito da un po' di tempo, ma aveva fatto finta di nulla, credendo fosse meglio credere tutto il contrario, crearsi illusioni su illusioni, per poi distruggersele da solo.
Nessuno poteva sapere quanto voleva sentirsi dire quelle parole, ma non poteva accettarle, almeno non prima di quella stupida verità, che stava intralciando tutto. Non poteva semplicemente fare finta che fosse tutto apposto, perché non lo era, non lo sarebbe mai stato.
Prima che Sehun potesse aprir bocca, Luhan allungò una mano davanti a sé per fermarlo, sperando che le ciocche dei suoi capelli potessero coprire appieno non solo la fronte, ma soprattutto gli occhi, per nascondere lo stato in cui si trovava in quel momento, per farlo apparire forte nonostante in realtà l'unica cosa che voleva fare era fuggire a gambe levate, nascondersi e piangere tutte la sua disperazione e la sua debolezza.
Tremava, ma a questo punto non gli importava più. Era arrivato fino a quel punto, non avrebbe lasciato le cose a metà.
Sehun, nonostante la sua agitazione, alzò un sopracciglio confuso, percependo che c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò. Lo percepì solamente guardando il volto serio e cupo dell'altro, rivoltò verso il basso; lo percepì dal modo in cui lo vedeva tremare.
-L-Luhan? C-che ti succede?- chiese, facendo un passo avanti verso di lui, ma il moro arretrò.
-Ti prego, lascia parlare prima me- chiese, in tono quasi disperato, la voce che sembrava non voler uscire più, che sembrava essersi congelata come il resto del suo corpo.
Stava per dire quelle parole, stava per dire delle cose che avrebbero potuto cambiare tutto. Era arrivato a un punto decisivo, non poteva più fermarsi.
Sospirò profondamente, prima di incontrare quegli occhi che tanto amava e che lo guardavano preoccupati e interrogativi.
-Prima di tutto voglio ringraziarti Sehun, perché averti conosciuto ha portato nella mia vita un grande cambiamento. Hai riempito i miei giorni di tanto colore, hai riempito il mio cuore di tanta felicità, il solo pensare a te mi rende più forte, più determinato, mi fa affrontare la vita con un sorriso, mi fa dimenticare tutti i miei problemi. Non puoi immaginare quanto tu sia speciale per me, quanto sia felice quando mi sei vicino e quando odi non poterti vedere, essere lontano da te. Mi hai fatto scoprire cosa significhi sentirsi vivo, cosa significhi amare ed essere amati- piccole lacrime si impossessarono del suo viso, perché sentiva il suo cuore svuotarsi poco a poco di tutte quelle cose non dette, accumulate, impazienti di uscire dalla sua bocca. E finalmente l'aveva fatto. Le stava dicendo.
-Perché io ti amo Sehun, mi sono perdutamente innamorato di te e lo sarò per sempre- un singhiozzo interruppe le sue parole, mentre con una mano andava ad asciugare il viso, per quanto possibile. Ormai si era messo a piangere, ma adesso veniva la parte più difficile, quella più insidiosa.
-So che non riuscirai a credere a quello che sto per dirti, ma ti prego, fai uno sforzo e aspetta fino alla fine, ascoltami, perché non immagini che sforzo stia facendo io in questo momento, mettendo da parte tutta la paura che ho-
Lo guardò dritto negli occhi, notando come anche quelle bellissime iridi fossero state segnate dal passaggio di alcune lacrime. Ma nonostante questo continuò ad ascoltarlo attentamente, non dicendo una sola parola.
-Sehun, io non sono come te, io non sono umano- affermò, e lo vide sussultare, ma sapeva che ancora non gli avrebbe creduto.
E il ragazzo infatti intervenne subito.
-C-che diamine stai dicendo adesso Luhan? Perché ti metti a scherzare, non puoi farlo, non dopo avermi detto tutte queste cose!- esclamò Sehun, confuso, ancora profondamente toccato da quella dichiarazione così bella da farlo arrivare alle lacrime. Non si sarebbe mai aspettato di ricevere delle parole così, pensava fosse suo il compito di dirle, e lo stava per fare, prima che lo sguardo serio dell'altro e la sua voce lo fermassero. Tuttavia c'era qualcosa nel modo in cui gli parlava che stava riuscendo a convincerlo davvero di quell'ultima frase. Ma andiamo, doveva essere pazzo a credere a quelle cose. Però non aveva senso, cosa significavano quelle parole in un contesto del genere? Sehun non sapeva perché, ma anche lui aveva sentito qualcosa di diverso farsi strada nel suo cuore: paura, apprensione.
Luhan scosse il capo.
-Non sto scherzando, non lo farei mai, non dopo averti parlato con il mio cuore in mano. Sehun, questo non è il posto da cui provengo, sono qui solo per... sbaglio, per un errore dovuto ad un nostro progetto che intendeva mettere in comunicazione mondi diversi-
L'altro incrociò le braccia, irritato.
-Smettila Luhan, non è divertente. Come pensi possa credere ad una cosa del genere? Dimmelo tu!- anche il suo tono dimostrava chiaramente il fatto che iniziava ad arrabbiarsi. Tutto ciò non aveva senso. Non poteva assolutamente avere senso. Nella sua vita non aveva mai creduto a queste cose, e adesso arrivava lui, proprio la persona che amava, a raccontargli di mondi diversi, progetti e alieni. Ma la cosa che lo esasperava di più era che nel suo volto non ci fosse una traccia di divertimento, che stesse piangendo invece, mentre i suoi occhi comunicavano una tristezza immensa, incupendosi ancora di più.
-Non ti sto chiedendo di credere alle mie parole, anche se lo vorrei tanto. Ma voglio che tu sappia chi sono realmente, perché ti amo e non riesco a mentirti, non sopportavo più di tenermi dentro tutto questo. Ti prego Sehun, lo so quanto è difficile crederci, ma pensaci bene. Non potrei mai prendermi gioco di te- Luhan incerto si avvicinò, posando piano una mano sulla guancia dell'altro, bagnata dalle lacrime.
-Sehun, ti prego, credimi, questa è la verità- supplicò disperatamente tra le lacrime, volendo a tutti i costi comunicargli la sua sincerità. Ma nell'esatto momento in cui Sehun si allontanò dal suo tocco, arretrando di qualche passo, Luhan sentì tutte le sue speranze frantumarsi in un milione di pezzi. Il suo cuore fece davvero male, così male da fargli mancare il respiro per qualche secondo. Non gli credeva. Si era allontanato. Lo stava perdendo. Sehun non lo voleva. La sua mente venne offuscata da questi pensieri, che giravano intorno, perseguitandolo e schiacciandolo. Aveva tanta, troppa paura.
-Ti rendi conto a cosa mi stai chiedendo di credere?! Dimmi come posso farlo, dannazione!! Arrivi qui, mi rubi il cuore, mi dici che mi ami e poi cosa fai? Poi mi dici che vieni da un altro mondo! Tutto questo è... è ridicolo Luhan, dimmelo tu, dimmi come posso crederti!!- Sehun sbottò, pronunciando quelle parole in un tono più alto, innervosito, arrabbiato, frustrato, confuso. Più ci pensava, più le lacrime cadevano imperterrite dai suoi occhi, più si sentiva perso, non sapeva cosa fare, come comportarsi. Aveva la persona che più amava al mondo davanti a lui, ma la stava allontanando, era così vicina ma in quel momento irraggiungibile ai suoi occhi. Forse aveva solo bisogno di un po' di tempo per rifletterci, per calmarsi e ragionare sulla questione. Si, aveva solo bisogno di tempo.
Questo pensò, prima di ritrovarsi a fluttuare in aria, sotto shock, mentre i suoi occhi ritornarono su Luhan, le cui lacrime ancora continuavano a contornare il suo viso, mentre lo seguiva con lo sguardo, senza fare nulla.
Sehun entrò nel panico, il cuore sembrava un martello, sentiva che sarebbe svenuto in questione di minuti.
-Sono arrivato qui per sbaglio, per un errore- iniziò a parlare il moro, avvicinando con il suo potere Sehun a sé.
-Ma sai, mi farei colpire da quella scarica di energia altri milioni di volte se ritornando qui incontrerei di nuovo e ancora te, Sehun, non mi importerebbe di soffrire, non avrei paura di morire- continuò sorridendogli dolcemente. Adesso erano uno di fronte all'altro, e Luhan riportò ostinatamente la mano sulla guancia morbida dell'altro, che sembrava non capire più nulla, e lo guardava solo con spavento, tremante, con gli occhi spalancati.
-Ti amo così tanto, nonostante so che un giorno dovrò ritornare lì, che un giorno non potrò mai più rivederti, toccarti, starti vicino, guardare mentre mi sorridi, sapendo che un giorno tu rimarrai solo un ricordo per me- disse tristemente abbracciandolo, cercando egoisticamente di trovare conforto nel suo petto, anche se sapeva che in quel momento Sehun non avrebbe mai potuto ricambiare il suo abbraccio, scosso com'era. Poi sentì la testa iniziare a girare. Iniziò a vedere solo il buio, e nient'altro.
Sorrise ancora una volta, avvicinando le sue labbra a quelle tremanti dell'altro e baciandolo dolcemente.
-Adesso puoi credermi?- gli chiese in un sussurro, prima di svenire tra le sue braccia, tra le braccia dell'uomo che tanto amava.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Beh... che ne pensate? xD

E' un capitolo un po' consistente, ma è giusto mandare avanti lo svolgimento dei fatti. In ogni caso, spero vi piaccia! :)

Cosa pensate potrà succedere adesso? Spero di aver reso bene lo stato di shock in cui si trova Sehun, perché comunque credo nessuno potrebbe mettersi a credere a qualcosa del genere!

Comunque, passo a ringraziare _JiYong_, KpopBias, Saseum, sehunsolos, fanperfinta, Ymawari e come sempre tutti coloro che continuano a seguire, grazie mille! ^^

Alla prossima allora! :)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17

 

Erano passati quattro giorni, e Luhan ancora non si era svegliato.
Sehun si sentiva distrutto, sia fisicamente che psicologicamente.
Era stanco, non essendo riuscito a chiudere occhio durante tutto quell'arco di tempo, era confuso, inquieto, ancora sotto shock a causa degli avvenimenti precedenti, ma in quel momento l'unica cosa che desiderava era soltanto rivedere quei due grandi occhioni castani che gli avevano rubato il cuore riaprirsi e guardarlo come avevano sempre fatto fin'ora.
Perché in quel momento la paura di perdere Luhan lo tormentava milioni di volte in più rispetto a tutto il resto. In quel momento, il bisogno di riaverlo davanti a lui, sorridente e felice, superava qualsiasi altra cosa. Non gli importava di quelle rivelazioni, non gli importava dello stato pietoso in cui si trovava in quel momento. Solo una cosa voleva: che Luhan riaprisse gli occhi. Perché sentiva che non avrebbe potuto reggere ancora per molto quella situazione, gli mancava così tanto sentire la sua voce, vedere quello sguardo così puro e limpido, tutto ciò per lui era diventato indispensabile, come l'aria.
Questo i suoi occhi lasciavano trasparire mentre continuava ad osservarlo, steso com'era in quel letto d'ospedale. La sua mano sempre stretta intorno a quella più esile dell'altro, lo sguardo preoccupato e colmo di paura che non lasciava mai il profilo di quella figura addormentata. Luhan rimaneva sempre così bello davanti ai suoi occhi, così bello da mozzare il fiato. Non aveva mai visto tanta bellezza, tanta perfezione concentrata tutta in una persona. E forse quel particolare a cui ancora faceva fatica a credere era immischiato in questa faccenda.
La sua mente non faceva che ripercorrere ogni minuto di quella sera. Non pensava che le cose sarebbero finite così. Era completamente contro ogni sua previsione. Luhan gli aveva rivelato di non appartenere a questo mondo, lo aveva implorato tra le lacrime di credere alle sue parole, lo aveva sollevato in aria, lo aveva avvicinato a lui, lo aveva abbracciato e baciato prima di svenire tra le sue braccia. Sehun in quel momento non era riuscito a ragionare con chiarezza e razionalità, ma come biasimarlo. Era stato divorato dalla paura, dallo spavento, dal panico, gli era apparso tutto così surreale da confondere tra sogno e realtà. E infatti, inizialmente aveva scambiato tutto ciò per un sogno, un sogno stranissimo, di come non ne aveva mai fatti prima. Ma poi, la prova palpabile che non si trattava di finzione l'aveva ritrovata fra le sue braccia, svenuta, e nonostante avesse scosso la testa parecchie volte, tra le lacrime, per togliere tutta quella nebbia che appannava la sua mente, Luhan era rimasto ancora lì, ed uscendo sempre più da quello stato di incoscienza aveva cominciato ad avvertirne il peso sotto le sue mani, i suoi sensi avevano ricominciato a percepire ciò che lo circondava, e mai si era sentito così perso e confuso in vita sua. Ma rendendosi conto che Luhan non stava più reagendo, un allarme era scattato improvvisamente dentro di lui, ridestandolo da quell'abisso di pensieri che offuscavano la sua testa. La consapevolezza che Luhan era in pericolo lo aveva colpito in faccia, aveva capito che non era il momento di stare fermo lì a non far nulla, perché la vita della persona che amava dipendeva da lui, e lui doveva fare subito qualcosa.


Sehun passò una mano tra i capelli, già abbastanza arruffati, sospirando profondamente. Guardare quel volto davanti a lui e collegare allo stesso tempo la parola “alieno” suonava così... impossibile.
Andiamo, non aveva mai creduto a niente di simile in vita sua, come poteva passare da un giorno all'altro ad accettare la cosa? E poi ancora aveva poca convinzione dentro di sé, gli appariva tutto così ingannevole, così strano, così ridicolo. Ma forse questa verità spiegava tante cose. Spiegava i malori di Luhan, spiegava il fatto che non avesse genitori, e che lo avesse affermato in quel modo tanto tranquillo, spiegava quella domanda che gli aveva rivolto poco tempo fa, ovvero cosa significasse il termine “baciare”, spiegava un insieme di situazioni che aveva trovato fin troppo strane, spiegava quello sguardo sempre curioso e puro, quell'innocenza che nascondevano le sue azioni, quella limpidezza negli occhi che neanche una persona umana riusciva a possedere.
Ma per quante spiegazioni riuscisse a correlare, ancora non poteva credere a tutto, anche se forse col tempo sarebbe riuscito ad assimilare meglio la cosa e magari farla diventare parte della sua normalità.
In questo senso le parole che aveva scambiato qualche giorno prima col signor Kim, quando entrambi erano seduti lì, fuori dalla stanza del ragazzo, in attesa che finissero i controlli, si erano rivelate terapeutiche. Sehun lo aveva capito subito, appena l'uomo si era precipitato come una furia in ospedale, che lui sapeva tutto di Luhan. Avevano avuto l'occasione di parlare con calma, e probabilmente era in parte merito di quel signore se Sehun non era impazzito del tutto, se aveva avuto modo di rifletterci e di ragionare senza andare fuori di testa, senza consentire alle sue paure e insicurezze di prendere il sopravvento, e magari fargli compiere qualche azione di cui in seguito si sarebbe potuto pentire amaramente.


-Cosa farai? Tutto questo ti fermerà?- gli aveva chiesto serio, perforandolo con quello sguardo stanco ma sempre addolcito e pronto a dare conforto.
Sehun non aveva neanche ricambiato quello sguardo, perso com'era a contemplare il nulla, sommerso dai suoi stessi pensieri e dalla ferocia di un mal di testa incredibilmente forte.
-Non lo so, non so nulla- rispose cercando disperatamente una via d'uscita in quell'assurda situazione. Si sentiva a pezzi, ma questo non gli impediva di essere là, preoccupato come non mai. Perché lui aveva comunque sviluppato dei sentimenti verso quella persona, perché provava delle emozioni che non erano affatto facili da cancellare o dimenticare. Perché nonostante tutto, appariva ostinatamente nella sua testa l'immagine di quel bellissimo volto e di quel dolcissimo sorriso e non poteva fare a meno di perdere battiti, di continuare a sentire il suo cuore martellare velocemente nel petto. Ma aveva paura in quel momento, paura di tante cose.
-Capisco quanto puoi essere sconvolto Sehun, chiunque lo sarebbe, ma voglio farti ragionare, quindi per un attimo metti da parte tutti i tuoi pensieri e ascoltami attentamente-
Il ragazzo cercò di esaudire quella richiesta, e questa volta gli prestò attenzione, senza dire nulla gli fece capire con un cenno del capo di continuare.
-Sehun, Luhan ti ama, te lo ha detto, e io sono qui a confermare ciò. Metti pure in dubbio le sue parole dal momento che non è umano e tutto il resto, ma se lui non ti amasse davvero, non avrebbe mai rischiato la sua vita per dimostrartelo, non si sarebbe messo a utilizzare i suoi poteri per darti quella prova concreta che cercavi, pur sapendo che su questo pianeta abusare di questa sua abilità “speciale” gli avrebbe provocato gravi danni, così com'è stato. E' vero, il suo amore sarà privo di esperienza, manca ancora di tante cose, è fragile, ma questo non lo rende meno importante. Posso assicurarti invece che questo è l'amore più puro e più sincero che una persona possa mai sperimentare e aggiungerei anche desiderare. E' un amore che non conosce secondi fini, che non è egoista o usurpatore- dopo aver fatto fuoriuscire queste parole dalla sua bocca, il signor Kim afferrò saldamente le mani dell'altro.
-Sehun, è merito tuo se oggi Luhan sorride ed è felice, è perché ci sei tu che lui ha imparato ad accettare la difficile situazione in cui si trova, a sopportare di vivere una vita precaria, senza alcuna sicurezza verso cosa il futuro gli possa riservare. Tu sei diventato la sua ragione di vita, quindi per favore, ti prego, anzi no, ti supplico, se ci tieni davvero a lui dagli una possibilità, accettalo, fallo entrare nel tuo mondo, non chiudere le porte del tuo cuore solo per una stupida differenza- continuò a dire, incalzando il tono ad ogni parola, stringendo sempre di più le sue mani, tanto da lasciare sorpreso il giovane ragazzo, i cui occhi erano ritornati lucidi.
-Ma se pensi invece di non poter continuare a stargli accanto, allora non dargli false speranze, non riempire il suo cuore di dolore e tristezza, allontanati per sempre da lui e dimenticalo. Luhan per me è prezioso, è un figlio, e non posso permettere a nessuno di ferirlo o di trattarlo male- concluse poi incupendosi un po'.
Sehun sembrò riflettere attentamente su quelle parole, che sembravano intimargli quasi un chiaro avvertimento, tuttavia non riuscì ad aprire bocca, le parole gli morirono in gola, forse perché troppo insicure. Lasciò soltanto che qualche silenziosa lacrima si esprimesse al posto suo, rispecchiando completamente lo stato di confusione in cui si trovava.
Il signor Kim sospirò, rilasciando la presa sulle sue mani ed alzandosi. E prima di scomparire dietro la porta che conduceva dentro la stanza di Luhan, disse un ultima frase.
-Spero che una misera differenza riguardante la composizione chimica del nostro corpo o qualche diversa abitudine non facciano scomparire dentro di te la genuinità dei tuoi sentimenti-

 

 


Dire che Sehun aveva riflettuto per molto tempo su quelle parole era poco. Ci aveva passato ore e ore intere,ci aveva rimuginato sopra giorno e notte. Anche durante i momenti in cui doveva lasciare l'ospedale per rispettare l'agenda del gruppo. Momenti che i suoi compagni avevano cercato di diminuire, pregando il loro manager di cancellarli o perlomeno spostarli, non riuscendo a sopportare di vedere lo stato pietoso in cui si trovava il povero ragazzo. Naturalmente non erano a conoscenza delle vere motivazioni, ma sapevano che Luhan era stato male e che si trovava in ospedale, e infatti erano andati subito a trovarlo.
Quella camera dalle pareti bianche, dai vari macchinari che odiava solo guardare, e dall'insopportabile odore di medicinali, era diventata per Sehun uno stabilimento costante ormai, nonostante sperava di poter andare via presto da quel luogo, e soprattutto insieme a Luhan. Ma almeno rimanere lì, guadare continuamente il viso di quel ragazzo e stargli vicino aveva iniziato a schiarirgli le idee, a fargli capire in quale terribile errore stava per incappare, a fargli provare disgusto verso se stesso solo per aver minimamente pensato di volerlo abbandonare, allontanarsi da lui. Iniziava a realizzare che in fondo lui si era innamorato di Luhan non per chi era, ma per com'era. Per il modo in cui la sua voce chiamava il suo nome, per il modo in cui le sue palpebre sbattevano più del dovuto davanti a qualcosa di diverso, di nuovo, per il modo in cui le sue labbra si piegavano all'insù e si allargavano gradualmente quando lo vedeva, per il modo in cui arrossiva e abbassava lo sguardo quando si sentiva dire qualcosa di bello, un complimento, per il modo in cui i suoi occhi si intristivano quando credeva di non essere abbastanza per gli altri, per il modo in cui si abbandonava a piccole risatine quando si trovava stretto contro il suo petto, per il semplice modo in cui gli stava vicino e lo guardava con dolcezza e premura, senza mai abbandonarlo con lo sguardo. Erano questi e altri mille i motivi per cui lui si era innamorato di Luhan. In questi motivi non era mai rientrata la dicitura “perché è umano”. Dunque, Sehun capì che doveva smetterla di lasciarsi sopraffare da incertezze e insicurezze. Non gli importava più nulla, no, una semplice differenza non poteva far scomparire il fatto che il suo cuore batteva solo ed esclusivamente per lui, che ciò di cui aveva bisogno era il suo calore, la sua vicinanza, il suo meraviglioso sorriso, che tutto il resto, per quanto gli riguardava, poteva anche fermarsi. L'importante era averlo accanto.
-Ti prego, svegliati amore mio- sussurrò, stringendo quella piccola mano fra le sue, baciandola più volte, lasciando che ancora una volta le lacrime si impossessassero del suo viso.
-Adesso sono io ad avere bisogno di te- si avvicinò di più, scostando qualche ciocca di capelli da quel viso angelico, e perdendosi ancora una volta ad osservarlo, ad ammirarlo. Non seppe bene neanche lui quanto tempo passo, forse minuti, forse ore, ma poi iniziò a sentire le sue palpebre farsi più pesanti, chiudersi lentamente, incapaci di reggere un attimo in più tutta la stanchezza e lo stress accumulati in quei giorni. Fu così che si addormentò al suo capezzale, ancora tremendamente preoccupato e in preda all'ansia e all'agitazione, ma perlomeno uscito vittorioso dalla battaglia intrapresa con se stesso, e forse un po' più forte di prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era tardo pomeriggio quando Luhan iniziò a dare i primi segni di rinvenimento. Pian piano uscì dal torpore di quel lungo sonno durato quattro giorni per ritornare nel mondo reale. Durante il processo di risveglio i suoi occhi rimasero chiusi, mentre la sua mente cominciava a porsi varie domande quali dov'era, perché si trovava lì, cos'era successo, e così via. Nonostante la confusione, l'intorpidimento e il lieve mal di testa che aleggiava dentro di lui, a poco a poco, con i tempi dovuti, riuscì a ricostruire gli ultimi fatti, mancando tuttavia ancora di qualche particolare. Ma il linea generale ricordava bene la sua confessione a Sehun, seguita poi dalla sua “rivelazione”, lo sguardo incredulo e sconvolto di Sehun, il suo allontanamento, la paura nei suoi occhi, e poi quel gesto estremo che aveva fatto, ovvero sforzarsi a utilizzare i suoi poteri per riavvicinarlo, per dimostragli che era tutto vero, per non arrendersi, abbracciarlo e baciarlo ancora una volta, per fargli capire quanto è grande il suo amore per lui. Poi il buio totale, ma accompagnato da un lieve spiraglio di calore perché confinato ancora nelle sue braccia.
A ricordare tutto, ecco che il cuore di Luhan si riempì di una paura immensa, la tranquillità e la calma in cui si trovava poco fa erano del tutto svanite per lasciare spazio soltanto a tanta agitazione, alla voglia di aprire gli occhi e affrontare la realtà, ma allo stesso tempo non avere abbastanza coraggio e serrarli ancora di più. Cosa avrebbe fatto se Sehun avesse deciso di andare via, di allontanarsi e abbandonarlo, se aprendo gli occhi avesse appreso che lui non lo voleva più vedere, che aveva paura di lui, che lo considerava solo un mostro? Non credeva il suo cuore sarebbe stato in grado di reggere tanto dolore.
Venne scosso da leggeri tremolii, mentre sentiva le lacrime minacciare di tradirlo. Strinse le mani in due pugni, o almeno cercò di farlo, in quanto sentì nella mano destra qualcosa opporre resistenza alla contrazione dei suoi muscoli. Questo qualcosa era caldo, forte e a quanto pare resistente. Ed intrecciato con le sue dita.
Voleva aprire gli occhi, davvero, ma aveva paura. Però in lui risiedeva ancora una piccola speranza. Deglutì a vuoto, incontrando anche una certa difficoltà nel farlo dal momento che la sua gola era secca.
Consapevole del fatto che non poteva rimanere per sempre inchiodato lì a non far nulla, decise di farsi coraggio un'ultima volta ed affrontare ciò che lo avrebbe aspettato. Non importava, si ripeté, non importava qual era la realtà, lui l'avrebbe accettata e avrebbe continuato ad andare avanti.
Fece un lieve sospiro che racchiudeva la sua amarezza e una leggera punta di sarcasmo.
Chi voleva prendere in giro.
Nel momento in cui avrebbe aperto gli occhi niente sarebbe stato più come prima, sia in bene che in male.
Quindi ora o mai più.
Si ripeté, mentre lasciava che le sue iridi venissero lentamente esposte all'ambiente esterno, mentre lasciava che la luce prendesse posto dell'oscurità in cui aveva navigato fin'ora. Aspettò qualche minuto prima di muoversi, giusto il tempo per focalizzare bene le cose ed aggiustare la vista a tutto il resto, poi lentamente e un tantino dolorante per aver mantenuto a lungo la stessa posizione cercò di sollevarsi, e per fortuna il suo tentativo non risultò vano.
I suoi occhi caddero subito su una folta chioma castana lì accanto a lui, e si spalancarono subito dopo. Il suo cuore iniziò a battere forte. Perché no, sperava vivamente che tutto ciò non fosse solo un sogno, non fosse frutto della sua immaginazione. Quei capelli nascondevano il volto addormentato e l'espressione accigliata di quella che era ormai diventata la sua ragione di vita. E ciò che impediva alla sua mano di muoversi era quella più grande di Sehun, stretta e ben salda intorno alla sua.
Le lacrime iniziarono a scendere da sole, e quello che inizialmente era un pianto silenzioso, presto si trasformò in una serie di singhiozzi accompagnati solo da quel nome, Sehun.
Perché lui era lì, e Luhan era troppo felice. Perché se era lì e gli stringeva la mano significava che non lo aveva abbandonato, che era rimasto.
Quelle gocce salate stavano inondando il suo viso, e non riusciva proprio a smettere di piangere. Portò la mano libera davanti alla bocca, cercando di soffocare qualche singhiozzo, ma era ormai tardi, perché Sehun si stava svegliando.
Lo vide strofinarsi gli occhi ancora stanchi, lo vide fissarlo, vide quegli stessi occhi sorprendersi e poi l'unica cosa che sentì fu il calore del suo corpo stretto al suo, rinchiuso, nascosto, confinato in un abbraccio così forte da stritolargli anche le ossa. Ma poco gli importava in quel momento.
Luhan si aggrappò con tutte le sue forze a lui, piangendo, avendo paura che tutto ciò potesse svanire da un momento all'altro. Com'era rassicurante ritrovarsi di nuovo lì, nel suo rifugio, com'era rassicurante sentire quell'odore per cui impazziva, com'era rassicurante sentirsi circondato da quegli arti forti, trovarsi premuto contro il suo petto. Il suo cuore si svuotò di tutto, e Luhan sentì di poter toccare il paradiso. Anzi no, ci era già. Sehun era il suo paradiso.
-Finalmente sei ritornato da me- gli sussurrò quest'ultimo con voce roca e spezzata, segno che anche lui aveva lasciato andare le sue emozioni sotto forma di un pianto liberatorio, e lo strinse ancora di più.
-T-ti a-amo... h-ho avuto tanta p-paura di perderti...- Luhan cercò di calmarsi, anche se ancora gli risultava difficile.
Sehun in un attimo gli prese il viso tra le mani e lo baciò, ma questa volta non fu solo un semplice scontro di labbra. Questa volta le labbra di Sehun si modellarono su quelle di Luhan, continuarono a muoversi, senza mai fermarsi, guidate da un'ardente passione e da una voglia matta di comunicare tutto quello che non era stato capace di dirgli. Questa volta quel bacio fu più approfondito, fece sobbalzare il povero cuore di Luhan, ma non per questo non ricambiò con lo stesso ardore. Se c'era una cosa che voleva in quel momento era solo sentirlo, sentire che Sehun era lì con lui, fargli capire che non poteva più fare a meno della sua presenza. Nonostante fosse inesperto, lasciò che le sue labbra si muovessero in modo naturale contro quelle dell'altro, si fece guidare da lui in quella specie di gioco, lasciò che il suo sapore rimanesse impresso su di lui, lasciò che l'altro mordicchiasse poi il labbro inferiore, in modo da fargli socchiudere leggermente la bocca, quel tanto che bastava per intrufolarci la lingua.
Era tutto così strano ma allo stesso tempo così tremendamente bello, l'intensità di quel momento stava mandando entrambi in estasi. Luhan impacciatamente cercava di seguire e mantenere lo stesso ritmo, mentre Sehun, accecato solamente dal desiderio di fargli capire quanto lo amava e quanto lo voleva, di fargli capire che senza di lui non poteva vivere, che gli era mancato da morire, continuava impetuosamente, ma senza mancare comunque di un pizzico di dolcezza, di impossessarsi della droga che erano le labbra di Luhan. Si separò giusto un attimo per recuperare il respiro e per consentire anche all'altro di fare lo stesso. Il punto era che più lo guardava, più il suo desiderio aumentava. Era una meraviglia con quelle gote tutte arrossate, gli occhi che brillavano intensamente e adesso a tutto ciò si aggiungevano le sue labbra, che avevano cambiato lievemente tonalità, avvicinandosi un po' di più al rosso piuttosto che al solito rosa. Lo avrebbe divorato ancora e ancora, aveva già aspettato troppo tempo per farlo. Sentire il suo respiro sulla sua pelle era qualcosa di afrodisiaco.
-Ascoltami- gli disse ancora col fiato corto e guardandolo dritto negli occhi, senza mai lasciare la presa ai lati del suo volto.
-Non mi importa chi sei, da dove vieni, cosa hai fatto o perché l'hai fatto. Mi importa che tu continui ad essere così come sei adesso, il cerbiatto per cui ho completamente perso la testa. Ti amo Luhan, sei l'unica cosa che voglio. Se ho te, io mi sento completo. Affronteremo insieme le difficoltà, non sarai più solo, io sarò sempre al tuo fianco, e non ti lascerò mai- questa fu la dichiarazione di Sehun, il modo in cui espresse sinceramente tutto quello che aveva tenuto per sé fino ad ora. Luhan semplicemente continuò a piangere, rise fra le lacrime, e finalmente, in modo decisivo, capì di essere diventato umano a tutti gli effetti, e di volerlo rimanere per sempre. Si perse ancora una volta nella dolcezza di quello sguardo, che lo ammirava come se fosse la cosa più preziosa esistente al mondo.
-Q-quindi mi accetti?- chiese accarezzandogli delicatamente una guancia.
Sehun non rispose subito, concedendosi tempo a baciare prima la sua fronte, poi la punta del naso, poi le guance, e infine ritornare sulle labbra, a cui regalò un nuovo intenso bacio.
-Credo di averlo fatto già la prima volta che ti ho incontrato, quando stavi chiamando qualcuno guardando le stelle. Quella volta ti scambiai per un pazzo, e guarda qui dove sono finito... dritto tra le braccia di questo pazzo- Sehun sorrise, e lo stesso fece Luhan.
-Avevo solo un po' di paura, ma sai una cosa? Mi sono detto ad un certo punto: “Non posso rinunciare a ciò che mi fa stare bene solo perché ho paura”. Quindi ho deciso di affrontare questa paura e di essere felice. Non so in tutta onestà cosa ci riserva il futuro Luhan, ma io sono pronto, sono pronto a combattere per noi, per il nostro amore. Ma devi promettermi che farai lo stesso anche tu-
Luhan annuì, abbracciandolo ancora una volta.
-Te lo prometto Sehun-


Rimasero un po' di tempo così, abbracciati, godendosi quel momento. Si dimenticarono anche di avvertire i dottori e i loro amici del risveglio di Luhan.
Quest'ultimo sapeva bene che quella promessa era qualcosa di fragile, ma per il momento ignorava stupidamente le conseguenze di aver promesso qualcosa senza esserne sicuro di poterla mantenere. Era felice, e se c'era una cosa che aveva capito, è che quando si è felici le cose si vedono troppo positivamente, ci si dimentica momentaneamente di tutto il resto. Si è così appannati dalla felicità da non pensare a nient'altro. E forse Luhan stava proprio sottovalutando questo nient'altro. Ma usava la frase “Io sono felice” come giustificazione. E per il momento voleva che fosse così.

Un lieve tossicchiare di fronte alla porta della sua camera disturbò il suo flusso di pensieri e la tranquillità in cui era ritornato, com'era lì fra le braccia di Sehun.
Ma quando incontrò il volto di una figura a lui conosciuta davanti a sé, i suoi occhi si spalancarono nuovamente dalla sorpresa.
No, non si trattava del signor Kim.

 

 

-Lay?!?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^
Sono un po' un ritardo, ma ho appena finito con questo nuovo capitolo!
Se pensavate che Sehun si sarebbe allontanato da Luhan... ta-dan! :) Non lo fa! XD
Tuttavia non pensate sia finita qui. Ho ancora qualche altra cosa in serbo...
Come vedete è arrivato anche Lay adesso in scena! Yup! XD
Come sempre, ringrazio sehunsolos, baekky, KpopBias, agne_nae_babo e Ymawari, e tutti coloro che seguono questa storia, grazie davvero! ^^
Allora alla prossima! :)
Saluti! 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


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Capitolo 18
 
 
-L-Lay?!-
 
Luhan pensava che la mente gli stesse giocando qualche scherzo. Ma non era così, in quanto davanti alla porta di quella camera continuava a vedere quel ragazzo alto, dai capelli neri, e con un tenue sorriso in volto, un sorriso che non si risparmiava comunque di mettere in evidenza le profonde fossette che possedeva ai lati delle labbra.
Era davvero lui? Era davvero la persona che aveva visto e udito per ultima prima di ritrovarsi in un altro mondo?
Lasciò sbattere le palpebre più volte e più del dovuto, sorpreso, sbalordito, a bocca aperta. Non ricambiò neanche lo sguardo stranito che gli rivolgeva Sehun accanto a lui, uno sguardo confuso, che stava cercando di capirci qualcosa, di capire chi era questa persona che aveva portato su di sé tutta l'attenzione di Luhan.
 
-Vedo che ti sei ambientato bene in questo mondo, Luhan- il ragazzo parlò, non muovendosi dalla sua postazione, ma rivolgendo prima un'occhiata a Sehun e poi sempre quel piccolo sorriso, qualcosa che Luhan poteva definire -o comunque avvicinare alla definizione di- “amichevole”.
Quest'ultimo annuì incerto, insicuro su cosa dire. Non mancava però la curiosità dentro di lui di sapere cosa ci facesse Lay su quel pianeta, e per di più dentro la camera di un ospedale.
Solo in un secondo momento, guardando di nuovo e più attentamente la sua figura, si rese conto che indossava un camice bianco, un indumento con cui comunque era sempre stato abituato a vederlo durante lo svolgimento dei loro progetti, ma in quel caso sembrava avesse un significato un po' più... diverso, ecco.
-Lo so, probabilmente ti starai chiedendo cosa ci faccio qui- riprese a parlare, avvicinandosi di qualche passo ai due.
-Attualmente lavoro in questo posto, sono stata io la persona a occuparmi delle tue condizioni una volta arrivato in ospedale. Ti ho riconosciuto subito, e ammetto di essere rimasto sorpreso quando ti ho visto. Non credevo quel progetto ci avrebbe portato a tanto, a questo-
Seguì qualche minuto di silenzio, giusto il tempo necessario a Luhan per accumulare quelle informazioni. Era strano, caspita se era strano. Ritrovare qualcuno che già conosci in un contesto e in una situazione completamente diversi può rendere un poco nervosi, a corto di parole.
Sehun d'altro canto si sentiva un tantino tagliato fuori dalla questione, ma ascoltava comunque attentamente, prestando grande attenzione alle reazioni di Luhan. Quest'ultimo sembrò riuscire a sbloccarsi dalla morsa che la sorpresa gli aveva provocato, e parlò.
-D-da quanto tempo ti trovi qui?- chiese diretto, cercando un punto su cui cominciare.
-Quattro mesi circa- la risposta non tardò ad arrivare, e fece spalancare di nuovo gli occhi dell'altro.
-Vuoi dire che...- cercò di concludere la frase, ma venne prontamente continuata da Lay, che fece un cenno affermativo col capo.
-Esattamente. Sono stato colpito anche io da quella luce, giusto qualche momento dopo di te. Sono arrivato qui da solo, e credimi quando ti dico che ho avuto non poche difficoltà- Lay abbassò leggermente la testa, ripensando ai momenti in cui si era ritrovato in un pianeta sconosciuto, diverso, in balìa di se stesso, completamente smarrito, e mischiò nella sua voce una leggera nota di tristezza.
-Credevo che non ce l'avrei mai fatta, e invece sono arrivato fin qui. In tutta onestà mi piace questo posto, Luhan. Tutte queste emozioni e tutti questi sentimenti, cose che non pensavo avrei mai potuto provare in vita mia, invece le sto vivendo. Certo, ammetto che non è stata una passeggiata apprendere e imparare tutto da solo, probabilmente è stato in gran parte merito della mia curiosità se sono riuscito ad arrivare a questo punto. Ma una volta che ci ho fatto l'abitudine, è diventato tutto più semplice, nonostante ancora abbia tante cose da capire. Questo pianeta è un mondo davvero misterioso, sorprendente, complicato, non posso ancora credere di essere qui a testimoniarlo. E'... è qualcosa che va oltre ogni mia aspettativa!- l'entusiasmo e l'eccitazione che trasparivano dalla sua voce non mancarono di coinvolgere anche Luhan, che sorrise, spostando lo sguardo verso Sehun, ammirandolo.
-Sono pienamente d'accordo con te, è un luogo meraviglioso-
E' meraviglioso perché c'è lui a farne parte. Pensò, continuando ad osservarlo con dolcezza, notando la sua espressione confusa che lo portava ad inclinare leggermente il capo, un'espressione forse anche un po' spazientita.
-Lay, voglio farti conoscere Sehun, lui è una persona davvero speciale per me, lui è...insomma... non so se puoi capire cosa intendo...- si sentì lievemente imbarazzato, e iniziò a giocare involontariamente con le sue dita. Non sapeva proprio riassumere in semplici parole il modo in cui Sehun gli aveva cambiato la vita, il modo in cui l'aveva resa piena di colori, splendente, il modo in cui l'aveva stravolta e riempita di meravigliose sensazioni.
Prima ancora che Lay potesse avere modo di rispondere, Sehun si intromise nella discussione, guardando con diffidenza il ragazzo in piedi davanti a loro, alzando un sopracciglio e dicendo qualcosa che fece arrossire Luhan.
-Io sono la persona che ama, ed entrambi stiamo felicemente insieme- affermò, senza mancare di marcare il termine felicemente, il tutto mentre circondava e stringeva possessivamente la vita dell'altro, avvicinandolo di più a lui. Non aveva proprio idea di chi fosse questo Lay, aveva capito che si trattava di un altro simile di Luhan, ma non sapeva in che rapporti erano e cosa lui volesse dal suo piccolo cerbiatto. Ma ritenne importante mettere in chiaro che Luhan apparteneva a lui, che era suo, e che quindi poteva fin da subito mettersi l'anima in pace. Non voleva che proprio adesso che le cose sembravano iniziare ad andare per il verso giusto qualcuno si mettesse in mezzo e rovinasse tutto. Non poteva permetterlo. Questo fu il senso di quello sguardo intimidatorio che rivolse all'altro, uno sguardo che nascondeva un chiaro avvertimento.
Si, Sehun era un tipo geloso. Ciò che era suo non sarebbe mai potuto appartenere a nessun altro.
Lay non si scompose davanti a quello sguardo, anzi sorrise dolcemente davanti alla scena dei due teneramente stretti uno all'altro. In fondo, anche lui sperava di vivere qualcosa di simile.
-E' un piacere fare la tua conoscenza- rispose gentile, e la cosa lasciò perplesso Sehun, che dopo aver ricevuto tanta gentilezza in cambio, si sentì attraversare dai sensi di colpa per essersi comportato in modo così rude nei suoi confronti. Anche se non riusciva comunque a fidarsi completamente...
-E non preoccuparti Luhan, capisco pienamente cosa intendi, non posso negare che anche a me piacerebbe trovare una persona “speciale”...- i suoi occhi presero una sfumatura sognante, nonostante anche Lay fosse pienamente a conoscenza di cosa avrebbe comportato innamorarsi di un terrestre. E forse doveva ritenersi fortunato per il fatto di non aver ancora trovato una persona in grado di fargli battere il cuore più del normale. Ma guardando i due ragazzi davanti a lui, non riusciva a non pensare che forse in fondo valeva davvero la pena scoprire cosa significasse quel termine, “amore”.
Luhan gli rivolse un sorriso.
-Chi lo sa, magari riuscirai a trovarla pure tu prima o poi- disse abbandonando la testa contro la spalla di Sehun, che lo accolse completamente fra le sue braccia.
-In che modo sei arrivato a lavorare qui?- chiese poi, curioso.
-Non è da molto che lavoro qui, in questo ospedale. E' successo solo perché ho avuto la fortuna di incontrare un uomo, un dottore, che si è preso cura delle mie ferite, ferite che mi trascinavo da quando sono arrivato qui, e che si sono moltiplicate in quanto ho commesso parecchi errori. All'inizio non conoscevo molto di questo mondo, e la mia curiosità mi spingeva sempre a sperimentare, a toccare ciò che non conoscevo, proprio come fa un bambino. Per cui io e il pericolo eravamo diventati compagni.
Inizialmente vivevo dentro una casa abbandonata, semidistrutta, ed ero rimasto senza cibo né acqua per diversi giorni. Ma non mi sono arreso. Ho continuato a lottare e sopravvivere. Pian piano ho imparato, ho iniziato a capire, non potevo permettere di far finire in quel misero modo la mia vita, ho viaggiato in bilico tra vita e morte, ma sono orgoglioso di me stesso per essere sfuggito alle tenebre. Ho fatto tutto da solo i primi tempi. Poi ho incontrato questa persona, che guardando le mie condizioni e il modo in cui vivevo, anzi il modo in cui “sopravvivevo”, mi ha aiutato, mi ha offerto un luogo sicuro in cui stare e si è preso cura del mio corpo ricoperto di lividi, graffi, e sangue. Ho imparato tanto riguardo la medicina e le cure accanto a lui. Ha detto di aver riconosciuto in me delle abilità da non sottovalutare, mi ha messo alla prova. Credo queste abilità abbiano a che fare col mio stesso potere, sai bene che sul nostro pianeta sono la persona incaricata di guarire e ricaricare energie. Credo che in qualche modo tutto ciò sia collegato. In ogni caso mi trovo qui come apprendista, ma questo non toglie che abbia allo stesso tempo realizzato tantissime cose dentro di me. A me piace aiutare gli altri, a me piace prendermi cura degli altri, a me piace lavorare in questo posto. Qui ho trovato in qualche modo ciò che è capace di dare un senso alla mia vita, di dare uno scopo. Mi sono così abituato a questa realtà, e ammetto che a volte prendere in considerazione l'idea di ritornare sul nostro pianeta mi sembra... riluttante-
Lay concluse la sua breve storia mentre gli si formava un nodo alla gola, essendo consapevole che anche la sua vita come terrestre era una vita precaria, come se ci avessero impostato un timer all'interno, qualcosa capace di innestare un conto alla rovescia.
Gli occhi di Luhan erano diventati lucidi nell'ascoltare le sue parole. Si riteneva davvero fortunato. Lui aveva avuto accanto a sé il signor Kim sin dal primo giorno in cui era arrivato su questo pianeta.
E allo stesso tempo ammirava l'altro ragazzo per la sua grande forza di volontà e la sua testardaggine. Sapeva bene che lui al posto suo non sarebbe riuscito a sopravvivere, lui non aveva tutta quella forza dentro di sé. E il modo in cui parlava comunque di quel luogo, della Terra, per quanto male aveva potuto provocargli all'inizio, era incredibile. Era come se si fosse davvero affezionato a quel posto, e poteva capirlo benissimo, nonostante la grande differenza nelle loro storie, entrambi erano comunque due estranei in quel mondo, ma la loro vita era radicalmente cambiata da quando ci avevano messo piede.
Anche Sehun era rimasto impressionato da quelle parole. Già ai suoi occhi appariva tutto così strano. Essere in una stanza insieme a due alieni, parlare e ascoltarli normalmente, non sapeva più che pensare. Ma in qualche modo dopo aver ascoltato la storia che Lay aveva appena condiviso con loro, qualcosa dentro di lui era cambiato. Realizzava che niente doveva essere stato facile per quegli esseri. Realizzava che in fondo lui non conosceva nulla, che non era nessuno per giudicare qualcuno, che fosse umano oppure no. Realizzava che nonostante tutte le differenze, le stranezze, c'erano comunque esseri che come lui avevano una storia e un mondo al loro interno da scoprire. Realizzava che l'apparenza non era mai abbastanza.
Sospirò, stringendo la mano di Luhan con la sua.
Nonostante tutto, non sentiva alcuna barriera in mezzo a loro, alcun impedimento, alcun confine. Il fiume immenso delle sue emozioni e dei suoi sentimenti aveva già distrutto tutto, gli aveva permesso di arrivare alla felicità.
-Lay, sono sincero quando dico che ti ammiro molto, e ti capisco in pieno. Neanche io voglio allontanarmi da questo posto, qui ho tutto ciò di cui ho bisogno- Luhan rivolse la sua attenzione di nuovo verso Sehun.
-Qui ho tutto ciò che amo- sorrise, accarezzando la guancia dell'altro.
Lay si era sempre chiesto che tipo di sentimento fosse l'amore. Stava ricevendo la dimostrazione davanti ai suoi occhi. Capì che si trattava di qualcosa verso cui poteva solo inchinarsi, nel caso un giorno si fosse davvero innamorato di qualcuno.
Ma è meglio così, si ripeteva. Innamorarsi gli avrebbe portato solo altri problemi.
Si abbandonò ad una risatina, non volendo però interrompere gli sguardi sognanti e persi dei due innamorati. Poi controllò l'ora, e capì di dover andare.
-E' stato bello rincontrarti Luhan, rincontrarti da umano- e quella frase fece sorridere anche gli altri due.
-Tra poco ritornerò, adesso devo andare, in ogni caso spero che questo sia il primo di tanti incontri, perché mi piacerebbe davvero rimanere in contatto con te, è confortante sapere di avere nei dintorni qualcuno della propria specie. Senza contare che c'è ancora tanto su cui discutere-
Luhan gli rivolse un altro grande sorriso.
-Certamente! Ne sarei più che felice!- esclamò, senza badare all'espressione un po' infastidita di Sehun. Certo, non gli avrebbe negato sicuramente di incontrare il suo amico, ma sicuramente si sarebbe assicurato di essere presente ad ogni incontro. Non poteva farci nulla, era più forte di lui. Non che non avesse fiducia in Luhan, piuttosto non si fidava dell'altro.
-D'accordo. Allora io vado- Lay iniziò ad incamminarsi verso la porta.
-E' stato davvero un piacere fare anche la tua conoscenza Sehun- aggiunse nel mentre, prima di voltarsi definitivamente verso l'uscita.
Ma andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
 
La persona con cui aveva causato l'urto perse l'equilibrio e finì a terra, concedendosi una piccola esclamazione più per la sorpresa che per il dolore dovuto all'impatto col pavimento.
Lay gli fu subito accanto per aiutarlo, sporgendo una mano in avanti, con il chiaro invito ad afferrarla, tutto sotto gli sguardi stupiti di altri quattro ragazzi e di Luhan e Sehun, che avevano assistito anche loro alla scena.
-Perdonami, non era mia intenzione farti male- si rivolse con tono preoccupato verso il ragazzo, incontrando per la prima volta i suoi occhi scuri, e fu in quel momento che qualcosa di strano accadde dentro di lui. Gli occhi dell'altro sostennero il suo sguardo, sorpresi, stupiti, ma velati da una scia di gentilezza e comprensione. Non si distaccarono neanche quando pose la sua mano sopra quella di Lay, stringendola e accettando l'aiuto ad alzarsi da terra.
-Non preoccuparti, avrei dovuto prestare più attenzione anche io- affermò scuotendo lievemente il capo e rivolgendogli un caloroso sorriso. E di nuovo Lay sentì qualcosa di diverso farsi largo all'altezza del petto.
Il giovane alieno si perse qualche minuto nell'apparenza della persona che ora gli era davanti, iniziando dai suoi capelli biondi, probabilmente tinti, passando poi verso gli occhi scuri, ma che in qualche modo riuscivano a trasmettergli un senso di serenità, di calore, scendendo verso due piccole labbra rosee, ancora piegate in un sorriso sincero. Notò che era più basso rispetto a lui, ma non per questo la sua postura non gridava eleganza e compostezza. Inoltre credeva di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava dove. Ma quel viso gli era in qualche modo familiare.
Una leggera sfumatura di rosso ricoprì le guance del biondo quando vide che l'altro non dava cenno a voler separare le loro mani, ancora strette.
-Ehm... posso fare qualcosa per te?- chiese un tantino timido, non mancando di sentire in sottofondo lo sghignazzare dei suoi amici poco distanti da lui.
Lay sembrò ridestarsi improvvisamente da quello stato di trance in cui era caduto, lasciando la presa sulla sua mano e scuotendo la testa più volte.
-No, no, ti ringrazio. Devo andare adesso, scusami ancora- e così dicendo, sparì lungo il corridoio che gli si apriva davanti.
Non poteva fare a meno di domandarsi che tipo di reazione si fosse innescata dentro di lui. Sapevo solo che era qualcosa di completamente nuovo, diverso.
Che forse anche il suo cuore fosse appena stato irrimediabilmente  compromesso?
 
 
-Avete visto anche voi, vero?!- esclamò allegramente Baekhyun, entrando nella camera in cui si trovavano Luhan e Sehun, seguito a ruota dagli altri membri del gruppo.
-Per Suho hyung è appena scoccata la scintilla dell'amore!- continuò, alzando il tono di voce, e facendo sprofondare il leader nell'imbarazzo.
-N-non dire stupidaggini! E' stato solo un incidente!- cercò di difendersi Suho, entrato per ultimo, ancora un tantino sulle nuvole dopo quell'incontro.
-Solo un incidente?? Avete perso solo un'ora a guardarvi negli occhi! Chanyeol diglielo anche tu!- ribatté il main vocalist, cercando appoggio nel suo fidato amico, che incrociò le braccia al petto, annuendo.
-Baek ha ragione, e poi guarda come sei rosso in viso! Ammettilo che ti sei appena innamorato!- Chanyeol gli rivolse un'occhiata maliziosa, mettendosi poi a ridere insieme a Baekhyun.
-Adesso basta, sono stanco di sentire le vostre stupidaggini! Mi sbaglio o siamo venuti qui per trovare Luhan?- a quest'ultima uscita, tutti gli altri annuirono convinti, portando l'attenzione sulla persona appena citata, il cui volto era coronato da un sorriso divertito.
Kyungsoo si avvicinò, porgendogli un piccolo mazzo di fiori, che il moro accolse sul suo grembo.
-Sehun ci ha mandato un messaggio poco fa per dirci che ti sei svegliato. Ne siamo davvero felici e sollevati. Eravamo in zona, quindi abbiamo deciso di passare subito a trovarti- dopo queste sue parole tutti fecero un cenno affermativo col capo.
-Cerca di fare attenzione e non permettere che accada di nuovo. Non hai idea in che stato pietoso era ridotto nei giorni scorsi il nostro maknae. Sembrava un fantasma. Mi vengono i brividi al solo ripensare a quella brutta faccia!- aggiunse Jongin, affiancando Kyungsoo, e facendo partire una risata generale nella stanza.
Sehun incrociò le braccia al petto, rivolgendogli una finta occhiata di ghiaccio.
-Tu pagheresti milioni per avere un viso così bello e affascinante come il mio, quindi taci- esclamò, atteggiandosi come una diva.
-Nei tuoi sogni- gli rispose prontamente Kai, facendogli la linguaccia.
Luhan si divertiva da morire a sentire i loro battibecchi, erano quasi diventati un must: ogni volta che si trovava in compagnia del gruppo di Sehun dovevano per forza partire delle discussioni, anche le più banali, ma non potevano mai mancare.
-Vi ringrazio per essere venuti qui a trovarmi e per esservi disturbati così tanto per me, sono davvero felice di avere il vostro appoggio- le timide parole del piccolo alieno si fecero strada lungo quell'infinita via di chiacchiere e parole. Era davvero felice, e non poteva negarlo. Al suo risveglio aveva trovato Sehun al suo fianco, aveva incontrato Lay, gli altri membri del gruppo erano andati a fargli visita. Il suo cuore era riempito di calore, di commozione, gli piaceva sapere che c'era qualcuno a cui importava di lui, gli piaceva sapere di avere persone su cui contare.
E proprio in quel momento, per completare quella bella giornata, arrivò il signor Kim, andando dritto da lui ad abbracciarlo con gli occhi lucidi. E lo diventarono anche quelli di Luhan. Quell'uomo era stata la prima persona a dargli affetto e motivi per non arrendersi, la sua figura era diventata indispensabile.
Lo strinse dolcemente, arruffandogli i capelli, e per un attimo lasciando crollare quella facciata sempre dolce e comprensiva, lasciando trapelare dai suoi occhi tutta la preoccupazione e l'angoscia da cui era stato divorato nei giorni precedenti, liberando tutta la paura che aveva avuto di perdere colui che ormai considerava un figlio.
Gli altri si misero da parte, senza proferire parola davanti ad una scena così carica di importanza, così personale e piena di significato per entrambi.
-Non farmi mai più una cosa simile, d'accordo?- il signor Kim gli chiese questo favore in modo scherzoso, e Luhan gli sorrise, annuendo con il capo, non riuscendo a contenere qualche lacrima.
Voleva che le cose rimanessero per sempre in quel modo. Si sentiva amato, voluto bene, e non c'era sensazione più bella di sentire di appartenere a qualcuno, di non essere solo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


-Hyung, mi stai dicendo che sono stato seguito fino all'ospedale?!- esclamò Sehun, portando una mano a coprire il viso stressato e stanco, tirando un pesante sospiro.
Il leader lo aveva chiamato da parte con una scusa, in modo da potergli parlare seriamente di qualcosa, così il più giovane si era allontanato per qualche minuto da Luhan, lasciandolo in compagnia degli altri.
-Sehun, te lo avevo già detto, devi prestare molta attenzione. Ricordati che sei una figura pubblica. E la conseguenza irrimediabile è che anche la tua vita lo è-.
L'altro aprì bocca, cercando di ribattere qualcosa, ma venne prontamente fermato da Suho.
-Lo so, non è colpa tua, ti conosco bene e so che sei una persona discreta e matura. Ma ti prego, sii più vigile. Pensa alle conseguenze, pensa se le persone scoprissero che sei in una relazione con una persona, un ragazzo oltretutto. Là fuori c'è chi vuole solo questo, chi vuole soltanto costruirsi notorietà sulla miseria degli altri, calpestando anche il rispetto. Per questa volta ci è andata bene, abbiamo coperto dicendo di essere andati a trovare un amico in ospedale, ma dobbiamo cercare di non attirare sempre l'attenzione su di noi- il biondo addolcì lo sguardo, posando una mano sulla spalla del maknae.
-Noi tutti siamo davvero felici per te. E' bello vederti sorridere, vederti allegro e vivace. Questo nuovo Sehun ci piace davvero tanto. Sembra che abbia sempre una carica in più, pronto a fare di tutto e instancabile. Sappiamo quanto quel ragazzo sia diventato importante per te, e sappiamo anche quanti sacrifici e quanta fatica tu stia facendo per stargli accanto e allo stesso tempo non trascurare le attività del gruppo. Siamo davvero orgogliosi di avere una persona come te. Per questo voglio sempre darti avvertimenti, voglio sempre farti rimanere coi piedi per terra e con gli occhi bene aperti. Perché non riuscirei mai a sopportare di vedere soffrire il mio piccolo fratellino, perché se crolli tu, crolliamo anche noi. Capisci?-
Sehun non disse nulla, semplicemente annuì. Non riuscì però a fermare le lacrime, che ostinate scendevano dai suoi occhi. Si sentiva esausto, era passato attraverso tante cose in quel periodo, aveva dovuto accettare delle realtà che non aveva mai creduto possibili in vita sua, aveva  dovuto superare le sue incertezze e le sue paure, aveva dovuto trattenere tante cose solo per sé, e per questo si sentiva un po' in colpa nei confronti dei suoi amici. Ma sapeva comunque che nonostante tutto loro sarebbero stati in grado di capirlo, e anche sostenerlo. Sentì in quel momento il bisogno di lasciar andare via tutto ciò che aveva accumulato fin'ora, di lasciar scivolare dal suo corpo quella morsa di emozioni e sensazioni contrastanti di cui era stato vittima in quei giorni. Non voleva farlo davanti a Luhan, sapeva quanto Luhan aveva bisogno di lui in quel momento, e doveva essere forte, doveva essere quel terreno solido capace di consentire una camminata sicura, stabile.
Per questo si lasciò andare davanti al suo fidato amico.
-Hyung... potresti prestarmi la tua spalla per qualche minuto?- chiese con la voce bassa e un po' spezzata.
E Suho non se lo fece ripetere due volte. Avvolse quella figura distrutta nelle sue braccia, volendo a tutti i costi rappresentare una consolazione per l'altro.
-Per te questo ed altro- gli sussurrò, racchiudendolo completamente in un abbraccio fraterno, sincero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quella sera Sehun decise ostinatamente di voler rimanere accanto a Luhan, nonostante quest'ultimo e tutti i suoi amici gli avessero consigliato invece di andare a riposare, e di ritornare il giorno seguente.
Luhan sarebbe dovuto rimanere lì ancora per un giorno, in modo da avere la garanzia che le sue condizioni fossero ritornate stabili, e intervenire in caso contrario.
 
Si ritrovarono abbracciati, stretti uno accanto all'altro su quel letto d'ospedale. Luhan appoggiò la testa contro il petto di Sehun, godendosi il suo calore e la sua vicinanza. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza di sentirlo così vicino, non ne avrebbe mai avuto abbastanza di lui.
-Che tipo di posto è il posto da cui provieni?- chiese ad un tratto Sehun, sorprendendo l'altro. Voleva saperne di più, ora che la verità era stata rivelata voleva conoscere di più la persona che aveva tra le braccia.
Luhan sembrò intuire che il suo interesse era genuino, e iniziò a parlare.
-Lì non c'è il sole, è sempre buio. Non ci sono queste enormi distese di acqua che invece voi avete. Non ci sono tanti tipi di vegetazione o di animali. Ma in compenso abbiamo dei poteri. C'è chi può utilizzare l'acqua, o il fuoco, c'è chi può curare come Lay o può sollevare oggetti e persone come me. Il nostro pianeta è guidato da azioni meccaniche, noi tutti rappresentiamo degli ingranaggi che permettono il funzionamento del nostro mondo. Ci occupiamo di sviluppare progetti, di creare macchine e metterle in funzione. In quel posto i sentimenti e le emozioni non sono liberi. Sono una parte di noi che si assopisce, si addormenta, e si risveglia solo in caso di un vero pericolo o una vera necessità. Ci sono tante differenze fra il tuo pianeta e il mio- il moro gli parlò di tutte queste cose, e nel mentre afferrò le mani di Sehun tra le sue, giocando con le sue dita, intrecciandole alle sue, stringendole.
Sehun lo ascoltava attentamente, e sentiva che tutto ciò non era ancora abbastanza per saziare la sua immensa curiosità.
-Voglio saperle, voglio sapere tutto- gli chiese, appoggiando il mento sulla sua testa, stringendolo ancora di più e lasciando che le sue braccia lo cullassero.
Luhan esaudì il suo desiderio. Gli raccontò tutto. Gli spiegò tante cose che costituivano differenza tra la Terra e il suo mondo, gli parlò di come era arrivato sul suolo terrestre, di cosa era successo, del tempo passato insieme al signor Kim. Passò un'ora, poi un'altra e un'altra ancora, e Sehun si perse in quei racconti, adorava ascoltare la sua voce, adorava il fatto che Luhan stesse condividendo così tante cose con lui. Si erano creati il loro mondo, e ciò che li circondava era solo silenzio.
 
-Quindi un giorno... dovrai andare via?- azzardò a chiedere alla fine il più giovane, deglutendo a fatica, lasciando che il suo cuore venisse improvvisamente schiacciato in una presa ferrea, costituita dal gelo più totale.
Faceva male. Il suo cuore faceva male in quel momento. Non voleva neanche pensare a quell'eventualità. Ma non poteva ignorare, non poteva fingere di non aver sentito quelle parole quella sera.
 
 
“Ti amo così tanto, nonostante so che un giorno dovrò ritornare lì, che un giorno non potrò mai più rivederti, toccarti, starti vicino, guardare mentre mi sorridi, sapendo che un giorno tu rimarrai solo un ricordo per me”
 
 
Venne scosso da brividi. Aveva paura. Temeva che chiudendo gli occhi e riaprendoli quello spiraglio di felicità sarebbe finito, si sarebbe consumato.
Aveva una tremenda voglia di urlare, di sfogare la sua frustrazione. Ma non fece nulla, attese solo una risposta.
Luhan si voltò verso di lui, in modo da poterlo guardare dritto negli occhi. E quello sguardo non prometteva nulla di buono. C'era tristezza, ma anche un bagliore che doveva stare a rappresentare la speranza.
-Non lo so Sehun, non so cosa mi riserva il futuro. So solo che qualunque cosa sia io non voglio nulla. Io voglio solo rimanere con te. Io... io non riesco neanche più a immaginarla... la mia vita senza averti accanto. Non voglio neanche pensare all'idea di dovermi separare da te. Non credo riuscirei a sopravvivere. Dentro di me c'è solo tanta confusione, tu sei la mia unica certezza Sehun. Io ho solo bisogno di te- Luhan lo abbracciò, lo strinse forte a sé, nascose il suo viso nell'incavo del suo collo per nascondere le lacrime. Non voleva più piangere. Voleva sorridere, in modo da essere capace di far sorridere anche lui. Era stanco di quelle gocce salate, di quel destino instabile e di quelle mere speranze.
-Ehi, basta lacrime, sono sicuro che esista un modo, bisogna essere positivi e non arrendersi, d'accordo? Affronteremo tutto questo insieme, te l'ho detto, non sarai più da solo. Sei il mio tutto Luhan. Cosa sono io senza il mio tutto? Cosa sono io senza di te? Te lo prometto, farò l'impossibile per tenerti qui accanto a me. Per sempre- Sehun sorrise e parlò dolcemente, decidendo di mettere da parte questo nuovo carico di paure che spiazzava dentro di lui, e mostrandosi forte, cercando di rassicurare il suo povero cerbiatto in piena lotta con sé stesso. Ne aveva passate già tante, l'unica cosa che voleva era solo fargli dimenticare tutti i momenti difficili e tutto il dolore che aveva dovuto provare. E se la speranza era l'ultima a morire, allora lui avrebbe sperato fino all'ultimo.
Questo si prometteva, e se Oh Sehun dava la sua parola, quella parola non sarebbe mai più tornata indietro.
Ad un tratto sentì quelle morbide labbra premere contro le sue, e quelle piccole mani aggrapparsi delicatamente ai lati del suo viso. Luhan lo stava baciando. Si lasciò semplicemente trasportare da quel contatto, si perse, affondò per poi riemergere e vedersi riflesso in quegli occhi così puri.
-Ti amo- gli sussurrò il moro, prima di sistemarsi di nuovo comodamente contro il suo petto e, cullato dai suoi respiri e dai battiti del suo cuore, addormentarsi dolcemente con un candido sorriso sulle labbra.
Perché non aveva nessuna certezza, ma finché aveva Sehun, aveva una valanga di ragioni per andare avanti.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti! ^^
Se pensavate che avrei fatto diventare Lay un ipotetico “cattivo”... beh, sono felice di rassicurarvi che non è così. (Non riesco proprio a immaginare quell'unicorno capace di fare del male >.<). Quindi eliminate qualsiasi pensiero negativo riguardo Lay. Spero di aver fornito bene una descrizione riguardo tutta la sua vicenda.
E... voleva la persona speciale, quindi perché non accontentarlo? XD State assistendo alla nascita di un nuovo amore! ^^
Per quanto riguarda Sehun e Luhan... beh, non accenno nulla, continuo solo a dire che ancora non è finita!
Ringrazio KpopBias, baekky, Ymawari, sehunsolos e _Beautiful_Nightmare_ per aver letto e recensito, e ringrazio tutti coloro che seguono! :)
Mi scuso per eventuali errori!
Alla prossima!

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


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Capitolo 19
 
A distanza di qualche giorno, le cose erano ritornate alla normalità per tutti quanti. Si trattava di una nuova normalità, ora che Sehun e Luhan erano pienamente consapevoli dei loro sentimenti, ora che il loro modo di vedere le cose aveva assunto una sfumatura diversa, più sognante, ora che finalmente l'altra metà del loro cuore era stata riempita, portando via quel vuoto e quel senso di incompletezza che la caratterizzava. Il loro amore era riuscito a fare un passo avanti, aveva saputo guardare oltre le avversità, per poi ritornarci e affrontarle nel modo più giusto. E come la portata delle loro emozioni stava continuando a crescere, così entrambi i ragazzi crescevano. Non una crescita in senso fisico, ma una crescita che implicava il loro stesso modo di pensare e agire.

Sehun era riuscito ad andare oltre le differenze, ad accettarle, a comprenderle, a capire che in questo lungo percorso che è la vita a volte accadono cose imprevedibili, e che è compito nostro occuparcene, non semplicemente fuggire, ma rimanere, guardare la realtà, valutarla, eliminare tutti i dubbi e le incertezze e fare la scelta giusta. E se lui non si fosse comportato in questo modo, forse avrebbe perso la persona che era diventata il centro del suo mondo, la persona che occupava sempre i suoi pensieri, che la mattina lo faceva svegliare con un sorriso e che la sera lo faceva addormentare con uno ancora più grande. Avrebbe perso la sua persona speciale, la sua stella, la sua parte mancante. In questo senso era cresciuto, era maturato, perché insieme al suo amore cresceva con lui anche la consapevolezza di dover proteggere quell'amore, di doverlo trattare con cura e donargli tante attenzioni. Era cresciuto perché sapeva che sarebbe arrivato il tempo in cui avrebbe dovuto lottare per difenderlo e non farlo sfuggire dalla sua presa, il tempo in cui avrebbe dovuto rischiare tutto per non farlo allontanare da lui.
 
Luhan invece aveva realizzato che combattere i suoi sentimenti era una battaglia persa già in partenza. Perché più avrebbe cercato di respingerli, più il suo cuore avrebbe fatto male, più si sarebbe sentito debole e perso. Aveva scoperto un'importante verità: quando incontri qualcuno e te ne innamori è finita. Quella persona ti condiziona, diventa parte di te, e se non riesci a vederla, ad averla vicina, a sentire la sua presenza, ti senti morire, impazzisci, perché semplicemente non puoi più farne a meno.
Lui era cresciuto in questo senso, perché aveva realizzato l'importanza di arrendersi qualche volta, di mettere da parte le paure e le insicurezze mascherate da testardaggine, e accettare quell'impellente bisogno di avere vicino chi era capace di farlo sentire così vivo, quell'unica persona in grado di riservargli un'attenzione esclusiva, un affetto capace di ricoprirlo come un manto e di proteggerlo calorosamente da ogni cosa.
 

-Sehun...-
Il ragazzo sospirò, puntellando i gomiti sul bancone e lasciando che le sue mani sostenessero la testa. La sua mente sembrava essere completamente altrove, nonostante in quel momento ciò di cui doveva occuparsi era il locale e le ordinazioni dei clienti. Ma non riusciva proprio a rimanere concentrato, non dopo tutti gli avvenimenti dei giorni precedenti, non con il suo continuo pensare a lui, ad ogni suo minimo particolare, non con il suo ritornare ai loro baci, soprattutto quello ricevuto dopo il suo risveglio, che gli aveva tolto ogni capacità di intendere e di volere.
E sorrideva, arrossiva e sorrideva. Non gli importava se gli altri lo guardavano e gli riservavano occhiate stranite o stupite, Luhan era perso nel suo mondo, era distratto, e l'unica cosa che voleva era solo che Sehun entrasse da quella stupida porta, nonostante sapesse che era quasi certamente impossibile  vista l'ora e visti gli impegni del ragazzo.
Sospirò ancora una volta, un po' abbattuto. Era dalla sua dimissione dall'ospedale che non lo vedeva, e il suo cuore lo stava divorando con quel senso di mancanza che continuava a pulsare, non lasciandolo un attimo in pace. Gli mancava da morire, e più lo pensava, più intensamente quel desiderio di averlo accanto cresceva, ardeva dentro di lui. 
Sehun, Sehun, Sehun.
Questa era l'unica cosa che riusciva a ripetersi, senza un momento di tregua.
Non fece neanche caso all'arrivo improvviso di Lay, che lo guardava divertito, e che sventolò una mano davanti a lui per richiamare l'attenzione, che apparentemente sembrava essersi fatta un lungo viaggio.
-Luhan? Ci sei?- chiese non mancando ancora di sorridere davanti all'espressione intontita dell'altro, che scattò subito, scuotendo leggermente il capo, come se fosse appena caduto dalle nuvole per ritornare nel mondo reale.
-O-oh Lay!- esclamò il moro per la sorpresa, un tantino annoiato dal fatto di essere stato interrotto in quel suo sogno ad occhi aperti.
-Aish... non pensavo che qui il servizio fosse così pessimo- scherzò ancora Lay, e quelle parole ricoprirono di vergogna Luhan, le cui guance si colorarono di una leggera tonalità di rosso per l'imbarazzo. Era stato così assorto nei suoi pensieri da mancare di notare che molti clienti erano andati via, lasciando le ormai vuote ordinazioni sui tavoli, che aspettavano solo di essere gettate via in modo da garantire una bella ripulita al posto.
-M-mi dispiace... ero un tantino distratto. Cosa posso prepararti?- chiese rimboccandosi le maniche, pronto per mettersi al lavoro.
-Lascio a te la scelta, mi va bene qualsiasi cosa- l'altro ragazzo prese posto nello sgabello davanti a Luhan, che annuì iniziando a preparare qualche intruglio sconosciuto ai suoi occhi.
Passò qualche minuto di silenzio fra i due, poi Lay riprese parola.
-Stai meglio adesso? Le tue energie sono tornate completamente?- domandò gentilmente, rivolgendogli un tenue sorriso.
-Si, tuttavia a volte mi capita di sentirmi più debole, sento la testa girare e le forze abbandonarmi. Lo so che probabilmente è una cosa normale, ma è così fastidioso ogni volta...- Luhan sospirò, avvilito a causa di quello stato instabile di salute.
-Succede anche a me, non sei l'unico. Ma il fatto che tu abbia abusato troppo del tuo potere non ha di certo aiutato a migliorare le tue condizioni. Devi fare più attenzione, hai rischiato la vita, in tutta onestà devi ritenerti fortunato ad essere ancora vivo. Se prosciughi ancora una volta tutte le tue energie... lo sai benissimo cosa succederà- Lay cercò di dargli amichevolmente quell'avvertimento, senza mettergli pressione. Ma purtroppo si trattava della verità, pura e semplice verità. E questo anche Luhan lo sapeva bene.
-Lo so, ma quella sera... l'ho fatto per qualcosa di molto importante Lay, qualcosa per cui non avrei potuto fare altrimenti. Ho rischiato la vita, ma in fin dei conti compiere questa azione mi ha portato tanta felicità, perché lui... lui... non mi ha abbandonato, lui è rimasto al mio fianco, e mi ha accettato- il ragazzo concluse con un lieve sorriso sulle labbra, ripensando a quei momenti, parlando quasi come se si trovasse ancora intrappolato al loro interno, impregnato di tutte quelle emozioni che aveva provato sulla sua pelle.
-Quel ragazzo, Sehun, devi amarlo così tanto da fare un'azione così pericolosa e nociva per te stesso. Hai proprio perso la testa per lui- affermò Lay poggiando un gomito sul tavolo, sostenendo la sua testa con un braccio. Era davvero colpito dal modo in cui l'altro gli parlava, con uno sguardo così sincero, profondamente innamorato e perso nei propri sentimenti.
Luhan annuì con la testa.
-Aver conosciuto Sehun è stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi. Ti auguro davvero di poter trovare un giorno una persona che possa regalarti tutto ciò che Sehun sta regalando a me. Così potrai capire appieno ciò che voglio dire. Pensavo che amare una persona fosse qualcosa di impossibile per qualcuno come me, e invece è la cosa più semplice e più incredibile che io possa fare. Avevo paura all'inizio, ma adesso tutto ciò che voglio è solo donargli tutto l'amore che ho. Quando lui è stretto a me, quando i nostri occhi si incontrano o quando le nostre mani si sfiorano... tutto mi fa provare sensazioni meravigliose. Sento di non averne mai abbastanza di lui, è una dipendenza da cui non riesco a uscire, anzi da cui non uscirò mai-
Luhan parlò con il suo cuore in mano, cercando di far capire alla persona di fronte a sé quanto ormai fosse sprofondato dentro quell'immenso e profondo oceano che era l'amore. Cercando di fargli capire quanto si fosse “umanizzato”, cercando di trasmettergli quella magia della quale era caduto vittima, quella magia che solo il suo Sehun gli aveva permesso di creare, e da cui voleva per sempre essere avvolto.
Lay prestò molta attenzione alle sue parole, e per un attimo l'immagine di quel ragazzo con cui si era scontrato qualche giorno prima balenò nella sua mente, ma scosse subito la testa, chiedendosi a cosa stesse stupidamente pensando.
-Non voglio assolutamente intralciare la tua felicità Luhan, vedo quanto questo ti fa stare bene, ma hai mai pensato all'eventualità di dover tornare nel nostro pianeta? Cosa farai se per qualche ragione in futuro dovrai allontanarti da lui? Come farai a sopportarlo? Come la prenderà Sehun? Non dovresti per nulla sottovalutare questa possibilità, a volte il destino sa essere crudele, può darti tutta la felicità di questo mondo, e poi in un attimo, con un semplice schiocco di dita, può toglierti tutto- non era assolutamente intenzione del ragazzo distruggere la felicità che l'altro era riuscito a costruirsi, ma temeva che tutti quei sentimenti avessero appannato così tanto la sua visione da togliergli a poco a poco ogni briciola di razionalità rimasta in lui. Lay non era una persona cattiva, la sua natura era inclinata a fare sempre del bene e ad aiutare gli altri, questo lo aveva capito durante il suo percorso su quel pianeta, per questo motivo cercava di indirizzare Luhan verso quei pensieri, per quanto crudeli potessero essere. In fondo entrambi lo sapevano perfettamente che non c'era nulla di scontato o di certo nelle loro vite, per cui affezionarsi così tanto a qualcuno o a qualcosa non era un'azione saggia, anche se lui non gli dava assolutamente colpe, poiché comprendeva che una volta che i sentimenti si mettono in mezzo, l'unica cosa da fare è smettere di porre resistenza e abbandonarsi alla loro presa.
Lay si sentì un po' in colpa ad aprire quell'argomento quando vide il volto dell'altro incupirsi e la sua espressione farsi più dura, celata da un ampio velo di malinconia e tristezza. I suoi occhi avevano perso quella luminosità che li caratterizzava, e i suoi arti si erano fermati dal continuare quello che stavano facendo.
-Non lo so Lay, io davvero non lo so- disse il moro non riuscendo a nascondere quel nodo che gli si era formato in gola, e che faceva trasparire tutta la fragilità e la debolezza nella sua voce.
-Io... ci penso sempre, continuamente, a volte ho così tanta paura anche solo a chiudere gli occhi. “E se quando li riapro non sarò più qui, se non potrò mai più vederlo?”, questo mi chiedo, e non hai idea di quanto faccia male anche solo immaginare tutto ciò. Vorrei poter trovare una soluzione, in modo da essere preparato e pronto a tutto, in modo da avere ogni cosa sotto controllo. Ma quale soluzione? E' questo che mi fa rabbia, non riuscire a fare nulla. Sento come se stessi sprecando tempo prezioso, e rimprovero sempre me stesso per essere così debole, per rimanere fermo quando tutto intorno a me continua a scorrere- la tristezza, l'angoscia, la paura, l'ansia che trasmettevano quelle parole erano percepibili anche nell'aria circostante a loro. Ognuna di esse, ogni frase, sembrava una lama tagliente indirizzata contro il suo cuore, sul punto di attaccarlo.
Luhan si era chiesto più volte se andava bene lasciare le cose così, ma bastava soltanto incontrare quegli occhi scuri e caldi, che lo guardavano con ammirazione e tanto affetto, ed ecco che si sentiva di nuovo sicuro.
A volte pensava che forse avrebbe dovuto allontanarsi da Sehun, consentirgli di vivere normalmente la sua vita, senza intralciarla. Sehun avrebbe potuto trovare un'altra persona, in fondo ce n'erano così tante che lo amavano, avrebbe potuto innamorarsi di qualcun altro, essere felice, senza dover sopportare anche per lui quell'alone di mistero che nascondeva il suo futuro, quel punto interrogativo stazionato là di fronte, pieno di sorprese, belle o brutte che fossero. Lui poteva dargli amore, ma non certezze, anche se avrebbe tanto voluto.
Però poi i suoi pensieri diventavano egoistici, perché non avrebbe mai sopportato l'idea di quel ragazzo accanto a qualcuno che non fosse lui. Voleva Sehun tutto per sé. Voleva essere lui a farlo ridere, a sorprenderlo, a stargli accanto, a toccarlo, a baciarlo e a dargli qualsiasi cosa di cui avesse mai avuto bisogno. Voleva essere lui a sapere ogni cosa su di lui, dalla più grande e importante alla più piccola e banale, a conoscere i suoi gusti, i suoi difetti, le sue abitudini e i suoi gesti, a scoprire ogni parte della sua persona.
Nonostante tutto, se necessario, si sarebbe messo da parte, avrebbe trattenuto la rabbia, il dolore e la gelosia per sé, avrebbe deciso di spegnersi lentamente e in silenzio. La cosa che gli interessava era che Sehun fosse felice.
-Ciò che importa a me è che lui sia felice, il resto non conta. Io voglio soltanto che non smetta mai di sorridere, perché il suo sorriso è... bellissimo. La prima volta che mi ha sorriso il mio cuore ha perso un battito, la seconda volta... ero già perdutamente innamorato di lui- Luhan sorrise dolcemente, richiamando alla mente i momenti in cui aveva visto quelle piccole e rosee labbra allargarsi gradualmente per consentire ad una sfilza di denti bianchissimi di fare la loro comparsa. Il sorriso di Sehun era troppo prezioso, e avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerlo.
-E pensi che lui possa essere felice nel non vederti mai più, quando la sua fonte di felicità sei tu, quando sei tu la causa per cui lui sorride?- Lay era curioso di sapere fino a che punto si sarebbe spinto l'amore di Luhan nei confronti di quel ragazzo. Lo vide mordersi il labbro inferiore con una tale forza da farlo quasi sanguinare, segno che stava ingaggiando una lotta con sé stesso, con i suoi pensieri, mentre la mani stringevano fortemente i bordi della superficie di quel bancone.
-Lui può farcela, anzi, ne sono sicuro, ce la farà, sopravviverà. Ha tanti amici che gli vogliono bene e che si prendono cura di lui. Loro riusciranno a riempire la falla che io lascerò dietro, riusciranno a succedere dove io fallirò. Lui sorriderà ancora con il loro aiuto- dire queste parole gli costò un'enorme fatica, e la frustrazione che lo investì fu devastante.
Perché dentro di lui sapeva perfettamente di voler essere l'unica ragione di quel meraviglioso sorriso.
Non tenne neanche il conto di quante volte nell'arco di pochi minuti deglutì a vuoto, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Ma almeno era sincero nell'ammettere che si fidava di quei cinque ragazzi, così simpatici e pieni di vitalità. Era una consolazione per lui in un certo senso.
Lay semplicemente decise di non aggiungere più nulla, sperò soltanto che le cose per Luhan e per Sehun potessero andare per il verso giusto.
Il loro discorso venne interrotto nel momento in cui il signor Kim fece la sua comparsa, e fu così che ci fu un cambio completo di argomento, che cercò in qualche modo di stabilizzare gli umori di entrambi, e far dimenticare loro tutte le difficoltà in corso. 
Luhan aveva presentato Lay al signor Kim quando erano ancora in ospedale, e aveva spiegato a quest'ultimo chi era realmente, per cui l'uomo era attualmente a conoscenza di tutto.
Fu così che trascorsero un bel po' di tempo a chiacchierare, lasciando scivolare via preoccupazioni e dubbi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Intanto i giorni passavano, e Luhan era sempre più triste.
Gli mancava Sehun. Gli mancava da morire.
A causa dei suoi impegni con il gruppo non era più potuto andare a trovarlo. Gli aveva detto una sera, durante una loro abituale chiamata, che si stavano per recare in Giappone, e avrebbero dovuto trascorrere lì qualche settimana. Dire che Luhan era affogato nella tristezza era dire poco, ma aveva cercato di tenere tutto per sé, sapeva bene e sentiva bene dal tono di voce dell'altro quanto fosse stressato e stanco in quel periodo, e non voleva rappresentare un peso in più con i suoi capricci. Per cui trattenne tutto ciò che voleva dirgli, parole come: voglio vederti, vorrei essere lì accanto a te, voglio abbracciarti, voglio baciarti, e cercò invece di sostenerlo, di dargli attraverso parole di conforto e sostegno la forza necessaria per affrontare quei nuovi impegni. Voleva supportarlo, voleva essere la spalla su cui Sehun avrebbe potuto appoggiarsi, voleva rappresentare la fonte da cui trarre energia. Voleva incoraggiarlo e dirgli quanto sicuramente avrebbe fatto bene, e che avrebbe aspettato, che sarebbe sempre stato lì ad aspettare il suo ritorno, senza muoversi di un solo passo.
Per cui, animato da questi pensieri positivi, mise da parte quella tristezza e sorrise per lui, per fargli capire che nonostante fossero lontani, Luhan gli era sempre e comunque accanto. Non aiutava Sehun quando gli diceva “Mi manchi” o “Mi sento così frustrato per non essere potuto passare a salutarti prima di partire” o ancora “Non vedo l'ora di poter tornare da te”, ma Luhan, nonostante ogni volta quella voce profonda e roca gli provocasse un tumulto al cuore nel dirgli tutte quelle cose, continuava a resistere e incoraggiarlo. Perché per ogni giorno che passava, si avvicinava sempre di più il momento in cui avrebbe potuto riabbracciarlo. Al momento si accontentava di inviargli messaggi e di sentirlo tramite il telefono. Ogni sera Sehun lo chiamava, quando più prima, quando più tardi, e gli raccontava la sua giornata, per poi ascoltare quello che aveva fatto l'altro. Ogni chiamata finiva con due semplici parole, “Ti amo”, e Luhan ci aveva fatto così tanto l'abitudine a sentirsele dire che pensava di non poterne più fare a meno.
Tuttavia, la sera prima del ritorno di Sehun, il telefono di Luhan non squillò.
Forse ancora non avrà finito con gli impegni.
Forse era così stanco che non ha retto la stanchezza e si è addormentato.
O forse è uscito con i suoi amici per svagarsi un po'. E se incontra qualcuno che gli piace? E se si innamora di quella persona?
No, no Luhan, Sehun non farebbe mai una cosa così.
Perché non chiama? Forse dovrei provare io? E se lo disturbo?
Aish... sto impazzendo!
Luhan sembrava un pazzo, mentre faceva avanti e indietro nella sua camera col telefono in mano. Era così preoccupato e ansioso da non riuscire a stare fermo. Quella sera faceva davvero freddo e fuori nevicava. Di solito si sarebbe messo sotto le coperte, aspettando la sua chiamata al calduccio, ma questa volta non riusciva proprio a starsene tranquillo. Era già passata la mezzanotte, e Sehun non si era fatto sentire.
Nonostante tutti quei pensieri che stava facendo, uno risaltava più di tutti: aveva paura che gli fosse successo qualcosa.
Alla fine aveva chiamato, non riuscendo più ad aspettare, ma il telefono risultava spento. Non aveva neanche i numeri dei suoi amici, per contattare uno di loro.
Non sapeva cosa fare, era davvero agitato, ma sospirò profondamente, cercando di calmarsi e ragionare.
Poi ad un tratto lo schermo del suo telefono si illuminò, mostrando l'avviso di una chiamata. Era Sehun!
Finalmente, pensò Luhan, accettandola velocemente.
-Sehun? Stai bene? Ero così preoccupato! Ho aspettato ma ho visto che non chiamavi, così ho provato a chiamare io ma non rispondevi, e allora ho pensato ti fosse successo qualcosa e non sapevo cosa fare e- questo  fiume di parole venne interrotto dalla lieve risata dell'altro.
-Apri la porta del retro, c'è qualcuno che ti aspetta- disse con tono di voce sornione, divertito, e a Luhan bastarono queste parole per precipitarsi fuori dalla sua camera con il cuore in gola. Non sapeva che aspettarsi, da un lato sperava fosse lui, ma dal momento che gli aveva detto che la data prevista per il suo ritorno sarebbe stata il giorno seguente, teneva le aspettative basse.
Cercò di fare meno rumore possibile, visto che a quell'ora il signor Kim stava sicuramente dormendo nella sua camera. Ma si sentiva impaziente, curioso, con i battiti a mille.
Aprì velocemente la porta del retro, e fu investito da quell'aria pungente e ghiacciata in grado di congelargli anche le ossa. Guardò davanti a sé, poi a destra e poi a sinistra, ma la sua visuale fu occupata soltanto dai numerosi fiocchi di neve che continuavano a cadere imperterriti dal cielo. Mise su uno sguardo stranito, pensieroso.
Perché Sehun gli aveva detto di andare ad aprire la porta se non c'era nessuno ad aspettarlo, se non c'era lui ad aspettarlo?
Si sentì un po' deluso, per un attimo ci aveva sperato davvero. Aveva sperato di poter rivedere il suo volto, di poterlo riabbracciare. Non avrebbe dovuto fargli uno scherzo del genere.
Non gli importò neanche più del freddo, mise su un piccolo broncio indispettito. I suoi occhi si intristirono,e abbassò lo sguardo, lasciandosi scappare un sospiro, che si materializzò sotto forma di una nuvoletta d'aria.
E fu in quel momento che i suoi occhi incontrarono qualcosa a terra.
Un peluche.
Un bellissimo peluche con le sembianze di un cerbiatto.
Luhan si sorprese, raccogliendo l'oggetto dal suolo ammantato di bianco, e lo strinse fra le sue braccia. Era così morbido e bello che i suoi occhi ritornarono a luccicare. Lo guardò incuriosito, sfregando una guancia contro il tessuto soffice e traendone calore.
Possibile... che fosse questo piccolo cerbiatto ad aspettarlo? E come era arrivato lì a quell'ora se non c'era nessuno?
Questo si chiese, sollevando un sopracciglio e assottigliando lo sguardo in un'espressione pensierosa, ignaro tuttavia del fatto che qualcuno lo stesse osservando nascosto a pochi metri da lui.
E questo qualcuno si stava trattenendo a stento dal ridere. Iniziò ad avvicinarsi cautamente e silenziosamente, non staccando per un attimo gli occhi da quella figura incantevole, con il viso adornato da un'espressione dolcissima.
 
Luhan notò un'ombra avvicinarsi sempre più a lui, e strinse il peluche al suo petto, un po' impaurito.
Ma appena realizzò chi era la persona davanti a lui, scattò dalla porta, correndogli incontro con un luminoso sorriso stampato in faccia e buttandosi fra le le sue braccia felice.
-Sehun!- esclamò, con gli occhi lucidi.
Quest'ultimo perse l'equilibrio a causa dell'impatto, e finì sulla distesa innevata trascinando con sé anche Luhan.
-Ehi, mi sei mancato così tanto piccolo cerbiatto mio- gli disse sorridendo dolcemente, abbracciandolo a sua volta, stringendolo al suo petto e beandosi di quel delicato profumo che adorava tanto.
Il sorriso di Luhan si allargò, e nascose il suo viso nel petto tonico e forte dell'altro, sospirando felice.
-Anche tu mi sei mancato tanto...-
Sehun prese ad accarezzargli delicatamente la folta chioma scura, senza rispondere più nulla. Ma poi si ricordò che Luhan era uscito senza indossare un giubbotto, e infatti vide come piccoli tremolii avevano iniziato a impossessarsi del suo corpo. Lo avvolse completamente con le sue braccia, cercando di condividere con lui tutto il calore del suo corpo, ma non era sufficiente in quell'aria gelida, per cui delicatamente iniziò a sollevarsi prima lui da terra, e poi sollevò anche l'altro, facendo scivolare una mano sulla parte posteriore delle ginocchia, e raccogliendolo così fra le sue braccia.
-Adesso ti porto dentro, non voglio che ti ammali- gli disse serio, guardando quegli occhi sorpresi e un po' imbarazzati.
Luhan infatti era arrossito a quel gesto, aggiungendo ancora più colore alle sue gote, già rosse per il freddo.
-N-non c'è bisogno che mi tieni in braccio, posso camminare da solo- propose gentilmente e timidamente, non volendo che Sehun si affaticasse ancora, più di quanto già lo era. Ma in verità il suo cuore stava esplodendo dalla gioia. Si sentiva così al sicuro tra quelle braccia forti, era una sensazione bellissima essere così vicino a lui, alzare lo sguardo e poter chiaramente ammirare ogni dettaglio del suo viso perfetto, guardare il modo in cui quei dispettosi fiocchi di neve andavano a depositarsi sui suoi capelli, sulle palpebre, sul naso, sulle guance e sulle labbra. Ma Sehun rimaneva un incanto.
-No, voglio tenerti qui, perché questo è il posto in cui appartieni- a quelle parole, dette con così tanta convinzione e sincerità, gli occhi di Luhan si spalancarono, brillando come delle stelle. Il suo cuore non era pronto a sentire qualcosa di così dolce, romantico, e anche se lo fosse stato, nulla avrebbe potuto togliere quei sobbalzi che continuava a fare.
Sorrise di nuovo, poggiando la testa contro la sua spalla, tenendo ancora fra le mani quel piccolo peluche. Quegli occhi gli facevano un effetto così strano che a volte non riusciva neanche a reggere il suo sguardo, così intenso e affezionato.
Sehun si incamminò verso la casa, cercando di chiudere al meglio delle sue possibilità la porta alle sue spalle, e dirigendosi silenziosamente verso la camera del ragazzo.
Luhan ritrovò il coraggio di rialzare il viso e perdersi ancora una volta nei lineamenti perfetti di quello di Sehun. Allungò quasi rapito una mano verso la sua calda guancia, accarezzandola delicatamente, chiedendosi se la persona che lo stava stringendo fosse davvero reale, se davvero potesse esistere una persona così perfetta, così meravigliosa. E la risposta per sua fortuna era si, Sehun esisteva.
Quest'ultimo si immobilizzò davanti a quel tocco gelido, per poi sorridere e rivolgersi scherzosamente a lui.
-Lu, hai le mani congelate- e lo vide subito ritirare la mano e scusarsi impacciatamente, rosso in viso. Quanto poteva essere adorabile? Questo si chiese Sehun, adagiandolo delicatamente sul letto, e inginocchiandosi di fronte a lui. Prese quelle piccole mani fra le sue, racchiudendole nella sua stretta, cercando di riscaldarle, tutto sotto lo sguardo attento dell'altro.
-Per fortuna abbiamo finito un giorno prima con i nostri impegni in Giappone, per cui ho deciso di farti una sorpresa e venire a trovarti subito- parlò continuando a dare calore alle mani di Luhan.
-Mi dispiace che sia così tardi, ma c'è stato un po' di ritardo, non ho potuto fare altrimenti- poi indicò il peluche adagiato anch'esso sul letto.
-Ho comprato questo peluche lì, appena l'ho visto ho pensato subito a te. Vi assomigliate così tanto. Entrambi siete così adorabili, così dolci, e con due grandi occhioni luminosi. Questo è il mio regalo per te- concluse sorridendo divertito, liberando le sue mani, e prendendo posto accanto a lui. Un cipiglio gli si formò in viso quando vide che Luhan non mostrava alcuna reazione, sembrava si fosse immobilizzato.
-Ehi, qualcosa non va? Forse non ti piace?- chiese preoccupato avvicinandosi e scuotendolo lievemente per una spalla.
Luhan si ridestò improvvisamente, scuotendo energicamente la testa.
-No, no, mi piace, tu mi piaci!- esclamò abbracciandolo con forza.
-Mi stavo solo chiedendo se merito davvero qualcuno come te, a volte ho paura che tu sia solo un sogno...- confessò a bassa voce contro la sua spalla. Sehun tirò un sospiro di sollievo, lasciando che le sue mani vagassero su e giù per la sua schiena.
-Non dire sciocchezze Luhan, non pensarle neanche. Tutto questo è vero, è reale, io sono qui, e ti amo- gli rispose, allontanandosi di poco, giusto per andare a cercare e reclamare le sue labbra in un dolce e tenero bacio.
Luhan fece ancora più pressione su quelle morbide labbra, cercando di imprimere dentro di lui la loro essenza, il loro sapore e la loro delicatezza.
Chiuse i suoi occhi, in modo da godersi ancora di più quella meravigliosa sensazione, e lo stesso fece Sehun. Quando si distaccarono dopo qualche minuto, il moro riaprì gli occhi, cercando lo sguardo dell'altro, che non mancò di presentarsi a quel muto appello.
-Rimani con me questa notte- gli chiese supplichevole, sperando che la sua richiesta venisse accettata. Questa volta fu il turno di Sehun di arrossire leggermente. Sapeva che quelle parole non avevano alcuna implicazione allusiva a cose più... intime. Ma lo stesso la sua mente vagava selvaggia, forse più del dovuto. In fondo era attratto da Luhan, dal suo corpo, tutto di lui lo faceva impazzire. E la sua parte più buia, più cattiva, lo sapeva bene, tanto da corromperlo a volte con pensieri impuri. Ma non avrebbe mai osato fare del male alla persona che amava, non avrebbe mai fatto nulla contro la sua volontà. Solo era un ragazzo come tanti, e anche lui aveva i suoi bisogni.
Sentì il cerbiatto stringere il tessuto della sua maglia all'altezza del petto, impaziente di sapere la risposta.
-Ti prego- miagolò quasi contro le sue labbra, e la cosa non aiutò di certo l'altro a venire fuori da quel turbinio di pensieri poco casti.
Ancora doveva capire dove aveva imparato ad agire in modo così provocativo e sensuale.
Perché era scontato che non avrebbe resistito a quello sguardo.
 
Tanto che poco dopo si ritrovò con lui sotto le coperte.
Luhan gli sorrideva felice, continuando ad accarezzare il suo viso, stretto vicino a lui. Sehun provava diverse sensazioni contrastanti.
Da una parte lo trovava così dolce, così indifeso e così fragile da volerlo confinare nel suo petto e nasconderlo per sempre dal mondo. Voleva proteggerlo, difenderlo, esaudire ogni sua richiesta e assicurarsi che tutta quella purezza non venisse mai corrotta.
Ma dall'altra parte i suoi occhi non riuscivano a stare fermi, notavano quanto fosse perfetto quel collo latteo, fatto apposta per lasciarci sopra dei segni, notavano come il tessuto della sua maglietta avesse lasciato scoperto qualche lembo di pelle, notavano il rosso ciliegia di quelle bellissime labbra carnose. E non riuscivano a nascondere quella scintilla di desiderio che si era impossessata di lui. E come da un lato voleva preservare tutta quella purezza, quell'innocenza, dall'altro voleva essere lui con la sua bramosia a togliergliela, voleva essere il primo e l'unico a vedere un lato di Luhan che nessun altro avrebbe mai visto.
Il suo corpo improvvisamente venne investito da una strana ondata di calore, e Sehun capì che doveva calmarsi, che doveva distrarsi e liberarsi da quei pensieri che lo stavano opprimendo. Però più ci provava, più la sua vicinanza, più il suo profumo, più tutto di lui continuava a farlo impazzire.
Luhan, completamente ignaro di quei pensieri, si avvicinò un po' di più, notando come Sehun fosse diventato più serio e silenzioso.
-Qualcosa non va?- chiese preoccupato.
-Lay!- esclamò improvvisamente l'altro, felice di aver trovato un argomento in grado di irritarlo e distrarlo in parte. Quando incontrò lo sguardo stranito di Luhan, cercò di ricomporsi e spiegarsi meglio.
-Mi hai detto che Lay in questi giorni è venuto al locale. Cosa voleva? Di cosa avete parlato? Si è forse avvicinato a te più del dovuto? Sappi che non mi fido di quel ragazzo, quindi fai attenzione- a queste parole Luhan si abbandonò ad una piccola risata.
-E' possibili che tu... forse... provi un po' di gelosia nei miei confronti?- chiese timidamente e azzardatamente, non volendo sembrare affatto presuntuoso o pieno di sé.
Sehun lo fissò intensamente per un paio di secondi in silenzio, prima di rispondere.
-Se ti dicessi di si, che sono estremamente geloso e che mi dà enorme fastidio vedere qualcuno che si avvicina a te, tu ti arrabbieresti?- rispose Sehun a voce bassa, avvinando il suo volto a quello di Luhan, lasciando solo qualche centimetro di distanza fra le loro labbra.
Il modo in cui parlò, con quel tono roco e calmo, diede i brividi all'altro, che sentì le guance accaldarsi in modo spaventoso. Sehun in quel momento era... diverso dal solito.
-N-no...ma non dovresti essere geloso di Lay, lo sai che l'unica persona che amo sei tu...- affermò timido, cercando di sfuggire a quello sguardo incandescente, caldo e provocante. Ma ogni suo tentativo fu vano, in quanto Sehun afferrò il suo mento, costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
-Io non sono geloso solo di Lay, sono geloso di tutti. Sono tremendamente geloso, perché nessuno può permettersi di guardare o toccare ciò che è mio. Odio chiunque si avvicini a te, chiunque ti sorrida o ti parli. Perché si Luhan, tu sei mio, solo mio, e questo non cambierà mai- gli sussurrò sulle labbra prima di sigillare quelle parole con un bacio più aggressivo, impregnato di desiderio e possessione.
Luhan non capì cosa fosse preso a Sehun in quel momento, ma semplicemente si abbandonò con tutto se stesso a quel bacio carico di passione, ammettendo che questa nuova versione di Sehun gli piaceva, gli piaceva da morire. Adorava sentirsi suo, sapere di essere solo suo.
Le labbra di Sehun continuavano a scontrarsi con le sue in preda alla voracità, al trasporto di quel momento, e ad un tratto sentì la sua lingua chiedere accesso dentro la sua bocca. Luhan consentì questo accesso, respirando affannosamente per mancanza d'aria. Il suo viso era rosso, in fiamme, sentiva la testa leggera, svuotata di qualsiasi pensiero. C'era soltanto la sensazione del sapore di Sehun su di lui, sulle sue labbra, e che si espandeva dentro la sua bocca. Le sue mani vagarono lungo le ciocche dei suoi morbidi capelli, per poi scendere fino al collo e allacciarsi dietro di esso. Quello scontro di lingue, denti e labbra si faceva sempre più forte, e Luhan sentì un desiderio nuovo espandersi dentro di lui, una reazione che in qualche modo era collegata anche al suo corpo, la cui temperatura era notevolmente salita. Era tutto così strano, ma tremendamente bello, così bello da farlo tremare.
Ad un tratto le labbra di Sehun abbandonarono le sue per scendere lungo il mento, lasciando una piccola scia di baci, e poi andare ancora più in basso,  sul collo, depositandone di nuovi e più roventi. Era tutto così piacevole, così incredibile, che Luhan chiuse gli occhi godendosi appieno quella sensazione bellissima. Non sapeva cosa fare, come comportarsi, semplicemente sentire il profumo, il calore e il respiro di Sehun sulla sua pelle lo stava mandando in estasi. A questo si aggiunsero le sue grandi mani,che si intrufolarono sotto la maglietta, accarezzandogli i fianchi, il ventre, e muovendosi in modo lento e snervante. In ogni punto che toccavano, la sua pelle restava bollente. E ad ogni tocco, sentiva una miriade di brividi espandersi dentro di lui, come delle piccole scariche elettriche che venivano rilasciate in continuo.
Luhan non aveva idea di cosa stesse succedendo dentro di lui, del perché il suo corpo reagisse così, perché sentisse qualcosa di strano farsi largo nella parte inferiore del suo corpo, più precisamente tra le sue gambe. Ma gli piaceva. Era piacere puro quello che stava provando, e che aumentò quando sentì la lingua di Sehun leccare un lembo di pelle scoperta tra la spalla e il collo, un punto che scoprì essere davvero sensibile, dal momento che si ritrovò ad emettere un piccolo gemito, che di certo non sfuggì a Sehun.
E forse quello fu una specie di campanellino di allarme, che fece sì che quest'ultimo prendesse coscienza di ciò che stava facendo, e che gli fece ritornare un po' di lucidità, dal momento che quest'ultima era scomparsa da quando le sue labbra erano entrate in contatto con la pelle di Luhan.
Si distaccò ansimante, guardando sotto di lui lo scompiglio che aveva causato. Non si era neanche reso conto, troppo preso dalla foga del momento, di essere finito sopra del moro, intrappolandolo con il suo corpo.
Aveva le guance tutte arrossate, i capelli arruffati, era a corto di fiato e lo guardava innocentemente con quei grandi occhioni spalancati.
Sehun si rese conto che aveva ceduto ai suoi istinti, e venne investito dal senso di colpa per essersi comportato in modo così irresponsabile. Non poteva farci niente se amava il suo sapore, il sapore dolce della sua pelle, capace di annebbiargli la mente e, come una droga, trascinarlo nell'oblio del piacere. Impazziva per quel corpo, e quella perdita di controllo ne era la conferma. Ma per fortuna era riuscito a fermarsi, a ritornare in sé prima di continuare e fare altro. Nonostante il suo corpo non si sentisse affatto appagato, il suo cuore lo era, e si ripeteva che doveva accontentarsi e non forzare le cose. Non sapeva se Luhan era pronto per qualcosa del genere o no, e non voleva costringerlo a fare azioni di cui avrebbe potuto pentirsi.
-Scusami Luhan, non volevo esagerare, perdonami- gli disse, ritornando accanto a lui e abbracciandolo preoccupato, accarezzando i suoi capelli, cercando di capire se con i suoi gesti lo avesse impaurito.
Luhan era ancora un po' stordito, confuso e sorpreso per via di tutte quelle nuove sensazioni provate. Ma da una parte ringraziava il fatto che Sehun si fosse fermato, perché tutto ciò era qualcosa di completamente sconosciuto a lui e un po' ne aveva paura. Nonostante gli fosse piaciuto essere in un contatto più profondo con l'altro, sentiva di non essere ancora pronto per lasciarsi invadere completamente i suoi spazi personali. In fondo in vita sua non aveva mai visto né provato niente di simile prima d'ora.
-Non preoccuparti Sehun, va tutto bene, puoi stare tranquillo- rispose in  modo calmo, accennando un sorriso e abbandonandosi al suo abbraccio.
-Andiamo a dormire adesso, d'accordo?- chiese l'altro, stanco e leggermente irato contro se stesso, risistemando le coperte sui loro corpi. Luhan annuì.
Ma prima di dormire, gli diede un piccolo bacio sulle labbra, sussurrandogli delle parole.
-Anche tu sei solo mio-

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!! ^^
Finalmente sono riuscita a finire questo nuovo capitolo, un capitolo un po' dolce, un po' amaro. Forse più dolce però...
Pensavate che sarebbero andati più in fondo i due innamorati, eh? XD No, per questa volta no, mi dispiace!
Diciamo che ho voluto dedicare una parte così a loro perché essendo in questo periodo, natalizio, non me la sentivo di scrivere cose drammatiche, non lo so perché XD
Ringrazio KpopBias, sehunsolos, baekky, _Beautiful_Nighmare_ , Anto_Lu e martinachanvernon e tutti coloro che continuano a seguire la storia! ^^ Inoltre vi faccio tanti auguri di Buon Natale, e Buone Feste in generale! :)
Non so se riuscirò ad aggiornare prima del nuovo anno, in ogni caso... a presto!! ^^
Saluti!

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


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Capitolo 20


Quando gli occhi di Sehun lentamente si aprirono, la prima cosa che incontrarono fu una soffice e morbida chioma di capelli neri adagiata contro di lui, contro il suo petto. Le sue labbra gradualmente si allargarono in un dolce sorriso, e non poté negare a se stesso un sospiro di contentezza e felicità.
Era tutto come l'aveva immaginato, era come un sogno che si realizzava. Risvegliarsi con la persona che amava tra le sue braccia, risvegliarsi con un angelo stretto a lui, risvegliarsi allietato dai suoi respiri tranquilli e regolari era una delle cose più belle che avesse mai potuto sperimentare in vita sua. Non voleva che quel momento finisse, voleva perdersi in quella serenità che sembrava avere un qualcosa di surreale, di magico.
Sarebbe stato magnifico se ogni giorno il suo risveglio implicava una scena del genere. Solamente bearsi del calore di quel corpicino stretto a lui, di quel viso marcato da una candida e serena espressione e di quei respiri lenti, appena udibili, sarebbe stato più che sufficiente a dargli la giusta carica per far iniziare una nuova giornata.
Sehun ancora non riusciva a crederci, non riusciva a credere che quel piccolo cerbiatto alieno fosse reale, che esistesse veramente e che fra milioni e milioni di persone fosse stato lui ad avere l'inestimabile fortuna di incontrarlo e di innamorarsene. Forse era stato il destino a voler fare incrociare le loro strade, forse pura casualità, ma per qualunque cosa fosse stata, Sehun ve ne era profondamente grato. Aveva scoperto quanto era prezioso quel grande sentimento chiamato amore, aveva capito che viverlo era tutt'altra cosa che sognarlo ad occhi aperti. Luhan gli aveva riempito il cuore come nessun altro aveva mai saputo fare prima, lo sentiva parte di lui, lo sentiva parte di quel mondo il cui accesso era proibito a tutto il resto, parte di quel mondo pieno di cose da dire, da condividere e da vivere, e riservato soltanto a quell'unica persona speciale, quell'unica persona in grado di stabilire un vero e proprio collegamento.
E come era felice da una parte, dall'altra non mancavano mai quel turbamento e quella paura fermi sulla linea d'attacco, pronti a divorarlo in qualsiasi momento. Perché temeva che un giorno qualcosa o qualcuno gli avrebbe potuto portare via quanto di più caro e più prezioso aveva, che avrebbe allontanato da lui la sua fonte di felicità, la ragione per cui aveva imparato a sorridere e a superare i suoi limiti.
Odiava quei pensieri, li odiava profondamente. E probabilmente, a causa di quelle paure, Sehun, quasi senza rendersene conto, strinse ancora di più il ragazzo dormiente a sé, poggiando delicatamente le labbra sulla sua fronte, regalandogli piccoli baci, baci che non furono in grado di svegliarlo, ma che comunque fecero sì che si muovesse lentamente nel sonno e che andasse ad accettare tutto quel calore, sfregando come un piccolo gattino una guancia lievemente tinta di rosa contro il suo petto, e abbandonandosi ad un sospiro un po' più pesante. L'altro non riuscì a trattenere un sorriso di fronte a tanta dolcezza e purezza, e gli sussurrò un piccolo ti amo prima di voltarsi piano dall'altra parte, cercando di non svegliarlo o di fare rumore, e di controllare nel suo cellulare che ora fosse. Doveva ritornare presto quella mattina dai suoi compagni, in quanto li aspettava una giornata abbastanza impegnativa.
Quando constatò che ancora non erano neanche le sei, decise di chiudere ancora una volta gli occhi, e di godersi ancora un po' il tempo che poteva passare con lui prima di dover andare via.
Ma qualcosa di strano, un sogno davvero strano, turbò la sua mente e i suoi pensieri.

 

 

Vedeva Luhan sorridergli dolcemente, uno di quei suoi sorrisi bellissimi, capaci di farlo sciogliere come neve al sole. Vedeva quei suoi due grandi occhioni scuri puntati verso di lui, colmi di cose da dire, colmi di emozioni, luminosi. Poteva rispecchiarsi in quelle iridi, immergersi al loro interno fino a perdersi.
Era semplicemente un angelo.
Ma poi improvvisamente il suo sguardo iniziava a rabbuiarsi. Quelle meravigliose labbra si stringevano in una linea serrata, quella luminosità era sparita. Prima una lacrima, poi un'altra e poi un'altra ancora. E i suoi occhi non trasmettevano più la felicità di poco prima, era come se avessero perso ad un tratto tutta la loro vitalità. Le lacrime si facevano più copiose, cadevano velocemente lungo i tratti delicati del suo viso.
Luhan lo guardava, il suo sguardo era carico di tristezza, di angoscia e confusione. Era come se gli stesse chiedendo qualcosa. Un aiuto forse, non riusciva a capire bene.
Sapeva solo che si sentiva soffocare nel vederlo così, sentiva il suo cuore spezzarsi, frantumarsi, e soffrire a causa di quella visione.
Sehun cercava di avvicinarsi, aveva allungato una mano verso Luhan, aveva chiamato il suo nome, e gradualmente quelle parole diventavano grida quando vedeva che quest'ultimo restava inerme di fronte a quei gesti, e continuava a guardarlo piangendo. E poi la sua immagine iniziava ad allontanarsi sempre di più, dissolvendosi pian piano, proprio quando Luhan sembrava averlo sentito, allungando a sua volta la sua mano, cercando ostinatamente di raggiungere la sua e stringerla.
Lacrime avevano iniziato a solcare anche il volto di Sehun a quel punto, mentre urlava disperatamente il suo nome e lo pregava di tornare indietro, di non lasciarlo.
Perché aveva l'impressione che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto.
Aveva questa sensazione dentro di lui, sentiva una pesantezza incredibile occupare il suo cuore che pulsava dolore e solo dolore. Un cuore distrutto, ridotto a migliaia di frammenti, sanguinante.
Correva, voleva fermarlo, avvicinarsi a lui, riportarlo da lui, ma tutto sembrava impossibile. Nonostante lui si muovesse, non riusciva mai a raggiungerlo, restava fermo in un punto, mentre la figura del ragazzo che amava si dissolveva completamente davanti ai suoi occhi.

 


Fu a quel punto che Sehun si alzò di scatto gridando il suo nome, respirando affannosamente, con la fronte imperlata di sudore e i battiti a mille. Si rese conto solo in un secondo momento di avere le lacrime agli occhi.
La sua mente era ancora annebbiata da quelle immagini, nel suo sguardo vi si poteva chiaramente leggere il terrore, la tristezza, la sofferenza che aveva provato. Vi si poteva chiaramente scorgere lo scombussolamento e la confusione, la paura che risiedeva nel suo corpo tremante, la paura di voltarsi e constatare che ciò che aveva visto era tutto vero, e non uno stupido incubo.
Ma quando sentì delle dita affusolate posarsi delicatamente ai lati del suo viso, racchiudendolo, tenendolo fermo, cercando di scacciare via quelle lacrime che gli offuscavano la vista, il suo cuore riuscì ad alleggerirsi. Quando voltandosi lentamente incontrò quegli occhioni tremendamente preoccupati, ma carichi di calore, il suo cuore riuscì finalmente a rallentare i battiti, a calmarsi, perché capì che fortunatamente si era trattato soltanto di un brutto sogno.
-Sehun! Cosa c'è? Perché stai piangendo?- gli chiese Luhan allarmato, ma senza mancare di lasciar trasparire una leggera nota di dolcezza. Vedere il suo Sehun in quelle condizioni era lacerante, sentiva la sua anima spegnersi.
Quest'ultimo lo avvolse impulsivamente nel suo abbraccio, un'urgenza di sentirlo lì vicino, di sentire la sua presenza, di sapere che era vero, reale.
Le lacrime continuavano a scorrere, anche se in minoranza rispetto ai minuti precedenti.
-N-non lasciarmi- gli sussurrò con voce roca e spezzata.
Luhan sentì formarsi un nodo alla gola, mentre cingeva le mani intorno alle sue spalle. Sehun sembrava un cucciolo impaurito in quel momento, bisognoso di rassicurazioni e calore. Voleva chiedergli cosa avesse sognato, ma prima di tutto voleva dargli ciò di cui aveva bisogno.
-Sono qui Sehun, non preoccuparti, io sono qui- gli disse dolcemente mentre lasciava scivolare le sue mani su e giù lungo la schiena dell'altro, cercando di dargli conforto, di consolarlo, di calmarlo. Lasciò lunghe scie di piccoli baci sulla sua fronte, nei suoi capelli, sulle sue guance, accompagnati ancora da gentili carezze e da piccoli sussurri.
Ma i suoi occhi trasmettevano tanta malinconia.
Perché la risposta che voleva dargli non era io sono qui.
Voleva rispondere invece “io ci sarò per sempre, io non ti lascerò mai”.

 

 

 

 


I giorni che seguirono per Luhan non furono affatto piacevoli.
Era diventato più debole, e purtroppo non poteva più negarlo, non poteva più nascondere la verità. Le sue energie non si ricaricavano più come prima.
Ora a momenti di tranquillità e normalità iniziavano ad alternarsi momenti in cui sentiva la testa girare, le forze venire meno, momenti in cui barcollava, e se non trovava subito qualcosa su cui sostenere il suo peso, probabilmente sarebbe potuto finire anche per terra.
Il signor Kim se ne era accorto, e i suoi occhi trasmettevano solo immensa preoccupazione. Era già passato molto tempo da quando Luhan era arrivato su quel pianeta, e aveva sempre temuto quel giorno in cui le cose avrebbero iniziato a subire un degrado.
Adesso quel fatidico giorno era arrivato, il giorno in cui le forze del ragazzo iniziavano a spegnersi, in cui non riusciva più ad accumulare abbastanza energia per ricaricarsi e riprendersi. Non serviva a nulla che lo avesse portato più volte in ambienti più puliti, fuori città. Il suo corpo ormai iniziava a risentirne profondamente di quel posto.
Una situazione analoga era quella di Lay, che aveva continuato le sue visite a Luhan, aprendosi di più anche col signor Kim, nonostante lo guardasse sempre con un certo cipiglio indagatore, tuttavia senza soffermarsi mai su quell'aspetto e sorvolando qualsiasi questione avrebbe voluto aprire.
Lay, come Luhan, risentiva sulla sua pelle di quell'ambiente che per quanto simile al suo pianeta natale, rimaneva comunque diverso. Ma forse lui rispetto all'altro ragazzo possedeva un po' di vantaggio in più, perché a differenza di Luhan, non aveva fatto un uso eccessivo dei suoi poteri in quel posto, ci aveva provato forse due, forse tre volte, mettendoci comunque un limite.
Non si poteva dire lo stesso per Luhan, che invece, nel momento in cui si era messo a sollevare e spostare una persona da terra, per quanto importante la questione potesse essere stata in quel determinato frangente, era andato oltre quel limite, infrangendolo, facendo suonare quel campanellino d'allarme che stava a significare “pericolo”.
Tutto questo non toglieva comunque il fatto che rimanere lì per entrambi significava solo una cosa: fare ogni giorno un nuovo passo avanti verso una morte lenta e inesorabile. Erano come due fiamme destinate a spegnersi. Questa era la cruda e triste verità.
Dunque a quali tipi di speranze potevano aggrapparsi? Considerando la situazione, non esistevano affatto spiragli di luce su cui concentrare l'attenzione.
Se avevano qualcosa da perdere? Si, avevano un bel po' di cose da perdere.
Per Luhan e per Lay quell'esperienza sulla Terra rimaneva comunque qualcosa di indimenticabile, qualcosa di meravigliosamente indimenticabile. Nessuno dei due ragazzi sarebbe più ritornato la persona che era prima. E adesso che il loro tempo stava per scadere non potevano non iniziare a provare già una grande nostalgia verso ciò che avevano vissuto, verso quel pezzo di vita che era stata quasi come un sogno, che quando erano ancora sul loro pianeta consideravano solo come una prospettiva capace di allargare ed estendere i loro confini.
Confidavano in un possibile aiuto dai loro simili? Forse, questa possibilità non era certamente da escludere. Tenendo conto però che questo aiuto non arrivasse troppo tardi...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luhan sospirò, stringendo fra le braccia quel piccolo peluche che Sehun gli aveva regalato poco tempo fa. Nel silenzio della sua stanza, l'unica cosa che continuava a fare rumore erano i suoi incessanti pensieri. Si sentiva così... vuoto. Sentiva i secondi, i minuti, le ore scorrere continuamente e l'unica cosa che poteva fare era rimanere lì, fermo, aspettando il suo destino, sperando da una parte che arrivasse in fretta perché non ce la faceva più a sostenere quella situazione, era qualcosa che andava oltre le sue possibilità e i suoi limiti di sopportazione. Dall'altra parte voleva che il tempo rallentasse ancora di più, anzi, che si fermasse, se possibile. Mettersi a piangere non serviva a nulla, lo aveva saputo fin dall'inizio qual era il punto d'arrivo della sua vita, quindi perché rimuginarci sopra e magari dire “forse se avessi agito diversamente, le cose adesso non sarebbero così”? No, qualsiasi azione sarebbe stata inutile o superflua.
Ma ciò che lo preoccupava maggiormente era dover lasciare due persone preziose per lui: Sehun e il signor Kim. Questo era il suo unico rimpianto.
Non aveva detto nulla a Sehun delle sue condizioni, non gli aveva detto che si erano aggravate in quei giorni. Che senso c'era? Che senso aveva dirglielo quando non si poteva fare nulla? Che senso aveva causargli ancora più problemi e preoccupazioni? Che senso aveva farlo soffrire più di quanto già lo aveva fatto soffrire fino ad ora?
In quel momento sentì il suo cellulare vibrare. Era un messaggio di Sehun.

 

Abbiamo appena finito con le prove, questa sera ci esibiremo qui!
Di sotto aveva allegato un suo selfie, catturando anche una piccola parte del posto in cui il suo gruppo si sarebbe esibito fra poche ore. Luhan riuscì anche a scorgere la faccia di Baekhyun dietro di lui che faceva una strana smorfia divertente. Sorrise, ritrovando un po' di buon umore.

Verrà trasmesso in televisione, quindi non dimenticare di guardarmi! :)
Mi manchi davvero tanto, non vedo l'ora di poterti rivedere cerbiatto!
Quelle parole erano accompagnate da alcuni adesivi a forma di cuore.


Luhan gli rispose subito. Anche lui gli mancava, da morire. Ma non voleva e non poteva mettersi di ostacolare i suoi impegni, sapendo oltretutto quanto fosse amato là fuori.
Sai Sehun, vorrei solo passare tutto il tempo che mi rimane a disposizione con te, perché non so ancora per quanto potrò vederti...
Emise un sospiro profondo, in modo da trattenere tutte le lacrime che minacciavano di tradirlo da un momento all'altro. Sii forte Luhan.
Decise di andare in bagno e dare una rinfrescata al viso. Aveva bisogno di rimanere lucido, di uscire da quel vortice di pensieri ed essere razionale, di non lasciarsi sopraffare così tanto dai suoi sentimenti.
Lasciò che l'acqua fredda colpisse il suo volto stanco e malinconico. Guardò lo specchio davanti a lui, incontrando una persona diversa, nuova, viva grazie a tutte quelle emozioni che aveva imparato a conoscere. Ma allo stesso tempo la persona che il vetro rifletteva appariva spenta, provata in quel momento, una persona che cercava solo risposte, speranze e certezze, che costruiva illusioni, non avendo però poi il coraggio di spezzarle.
Luhan rimase qualche minuto con gli occhi fissi sul suo riflesso, ma quando con lo sguardo vagò distrattamente sui suoi capelli, i suoi occhi si spalancarono sorpresi. C'era qualcosa di diverso. Le punte erano diventate più chiare, non erano più di quel solito nero pece di prima. Perfino qualche ciocca si era schiarita.
Strinse le mani in due pugni, nervoso. Tutto questo dimostrava chiaramente che le cose stavano cambiando, che niente poteva più tornare come prima. Morse con forza il labbro inferiore, un'abitudine che si faceva avanti nel momento in cui aveva bisogno di scaricare tutta la tensione, l'ansia e l'insicurezza che possedeva. Riuscì a farlo sanguinare, tale era la forza impressa.
In preda alla rabbia un suo pugno finì per colpire più volte la superficie in marmo su cui era poggiato, per poi mirare dritto contro il vetro dello specchio, frantumandone una parte. Non gli importava che alcuni pezzi si fossero conficcati nella sua pelle, non gli importava che la sua mano stesse sanguinando, non gli importava del dolore fisico che stava provando.
Stava subendo un crollo emotivo, aveva cercato di nascondere anche a se stesso ciò che provava, quando tutto quello che voleva fare era gridare con tutto il fiato che aveva in gola quanto la vita fosse ingiusta.
Le lacrime ostinate che uscivano dai suoi occhi gli offuscarono la vista, ma non gli importò neanche di quello. Stava per colpire ancora una volta qualsiasi cosa gli fosse capitato davanti se il signor Kim non fosse entrato allarmato da quei rumori e avesse bloccato le sue braccia, cercando di farlo calmare. Il ragazzo digrignò i denti, si dimenò più volte, cercando di sfuggire alla presa, cercando di lasciar andare via tutta la frustrazione repressa.
Quella fu la prima volta che il signor Kim alzò la voce con lui.
-Adesso basta Luhan!!- gli urlò contro, scuotendolo in modo piuttosto energico.
-Cosa credi di ottenere comportandoti così? Cosa pensi che cambi se fai del male a te stesso? Eh?- continuò l'uomo arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo.
-Smettila Luhan, per favore calmati, ti prego!- il signor Kim si rivolse ora con tono supplichevole, più calmo, paziente e comprensivo.
Il piccolo alieno sembrò riuscire a calmarsi un po', nonostante continuasse ancora a singhiozzare in preda alla rabbia. I suoi occhi bagnati e tristi guardarono quelli del signor Kim.
-P-perché...?- chiese con voce spezzata. L'altro lo guardò dispiaciuto, completamente partecipe alle sue emozioni. Gli riportava così tanti ricordi in mente che non riuscì a negare a se stesso lo scorrere di una piccola lacrima sul suo viso ormai segnato dagli anni e dai tanti accadimenti nel corso della sua vita.
-P-perché deve fare così male?- Luhan portò una mano sul cuore, stringendo poi il tessuto della maglia all'altezza del petto. Le sue gambe cedettero e finì per ritrovarsi a terra, in preda a un pianto che aveva intenzione di rilasciare tutta la sua disperazione.
Davanti a quell'espressione così affranta e vulnerabile il signor Kim non trovò modo migliore per rispondere se non abbracciandolo forte e sperando di riuscire a dargli un po' di conforto. Non aveva risposte.
Tempo fa gli aveva spiegato come la tristezza, il dolore, la sofferenza fossero tutti uno stato d'animo. Poteva solo sperare che questo stato d'animo passasse in fretta.
Sperava che dopo questo temporale arrivasse una bella giornata di sole.

 

 

 

 

 

 

 

Quel giorno le sorprese per Luhan sembravano non essere proprio finite.
Era ormai sera ed ora di chiudere il locale.
Lay era in una delle sue ormai abituali visite, ma stava per andare via anche lui, parlando di come il giorno dopo sarebbe dovuto andare presto a lavorare in ospedale.
Luhan stava finendo di ripulire il bancone, la mano ferita era stata fasciata dal signor Kim, che si era preso anche cura di tutti i piccoli taglietti inflitti sulle dita.
E quest'ultimo stava tranquillamente facendo un resoconto degli affari della giornata appena conclusasi.


Improvvisamente quattro persone entrarono nel locale. Il rumore dei loro passi si faceva sempre più vicino.
-Mi dispiace, stiamo per c- Luhan stava per avvertire i nuovi clienti che l'orario di apertura del locale era appena terminato, ma le parole gli morirono in gola non appena alzò lo sguardo verso di loro. Il sorriso gentile che stava per rivolgere loro scomparve, o forse non comparve mai sulle sue labbra. Lasciò la presa sul panno per pulire che teneva in mano, facendolo cadere a terra. I suoi occhi si allargarono increduli, la bocca era spalancata e fece un passo indietro, non potendo credere che aveva davanti proprio loro.
Alla sua reazione seguì quella di Lay, già in piedi e pronto per andare via. Fu molto simile a quella di Luhan. Incredulità mista a confusione, ansia e inquietudine si fece strada nei loro corpi. Questo era davvero inaspettato.
Questo non era stato previsto.


Non avevano ancora previsto l'arrivo improvviso davanti a loro di Kris, Chen, Tao e Xiumin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Finalmente ho trovato un po' di tempo per aggiungere questo nuovo capitolo. Credo di poter affermare che siamo già arrivati a buona parte della storia così! Certo, ancora ci saranno un paio di capitoli, ma diciamo che da qui parte... un momento critico, ecco! XD

Qui troviamo intanto Sehun e il suo incubo, Luhan e la sua crisi nervosa, e per finire l'inaspettato arrivo degli altri “alieni” xD ahaha fa uno strano effetto chiamarli così.

Come si metteranno le cose adesso? Cosa succederà a Luhan e a Lay adesso? Lo scopriremo nelle prossime puntate! XD

Ringrazio martinachanvernon, baekky, KpopBias, Anto_Lu, _Beautiful_ Nightmare_ e tutti coloro che continuano a seguire la storia! Come sempre, grazie mille! ^^

Buon inizio di nuovo anno e a presto! :)

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


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Capitolo 21


Uno spesso strato di tensione riempiva quella stanza. Incredulità mista a dubbi, interrogativi e ansietà dominava su tutto, non lasciando spazio ad altro se non ad un preoccupante silenzio che non dava certo l'idea di essere confortabile.
Luhan aveva quasi dimenticato come respirare. Stava succedendo tutto così inaspettatamente, tutto così in fretta che non riusciva più a ragionare in modo razionale, ormai la sua mente era appannata da preoccupazioni e insicurezze. Una parte di lui aveva sempre fatto affidamento sulla questione che la sua specie sarebbe stata in grado di trovare un modo per mettere piede sul quel pianeta prima o poi, solo non si aspettava a questa velocità, non si aspettava una svolta simile. Ma quando i suoi occhi scuri e tremanti si puntarono sull'imponente figura di Kris, seguita dalle altre tre che appartenevano a Chen, Tao e Xiumin, capì che forse aveva sottovalutato un bel po' la cosa. Si trattava di menti incredibili in fondo, dotate di abilità altrettanto incredibili, si trattava di esseri come lui, esseri con cui aveva avuto a che fare per molto tempo in passato, e che adesso erano di nuovo davanti a lui, con la sola ma importante differenza che stavolta si trovavano tutti sul pianeta Terra.
Deglutì a vuoto. Non sapeva proprio cosa dire, la sua voce si rifiutava di correre in suo aiuto. Rimase lì, immobile, fermo, mentre la paura si faceva strada dentro di lui. Si, la paura di essere riportato sul suo pianeta senza avere il tempo di parlare ancora una volta col signor Kim, senza avere il tempo di rivedere il suo Sehun.
Sentiva le lacrime pizzicare i suoi occhi, ma si rifiutò di liberarle. Aspettava impazientemente che quel silenzio venisse interrotto, che la staticità di quell'assurda situazione si trasformasse in mobilità, mentre il suo cuore si rinchiudeva in una morsa di apprensione e timore. C'era un'alta probabilità che le parole che sarebbero uscite di lì a poco dalle labbra degli altri quattro avrebbero potuto distruggerlo, ridurlo in pezzi, calpestare quelle misere speranze che si era costruito, quei castelli in aria a cui si era aggrappato con tutte le forze che aveva. Aspettava, aspettava che il suo destino venisse decretato.
E Lay, poco più avanti rispetto a lui, non era certo da meno. Se da un lato rivedere le persone con cui aveva condiviso per molto tempo la sua normalità lo rendeva in qualche modo felice, dall'altro lato anche sul suo cuore sentiva un peso, un peso consistente, non di poco conto.

Gli occhi scuri e attenti di Kris scrutarono vigorosamente l'ambiente circostante, per poi soffermarsi in modo particolare sulle due figure che in quel momento catturavano tutta la sua attenzione e il suo interesse.
-Luhan, Lay, finalmente vi abbiamo trovato- affermò diretto, con un'espressione ferma, in cui poteva essere perfettamente rintracciata una nota di autorità.
Luhan, dopo aver sentito pronunciare quella frase, decise di lasciar vagare il suo sguardo verso il pavimento. La verità era che avrebbe preferito non essere trovato. Dentro di sé sapeva bene quanto era importante ritornare sul suo pianeta natale, ma semplicemente non voleva, non voleva ritornare ad essere un meccanismo, un ingranaggio, gli importava di quel luogo certo, ma aveva trovato qualcosa che gli importava di più adesso, e che valeva più della sua intera vita. Aveva paura che incontrando gli occhi degli altri quattro si sarebbe lasciato sfuggire quei pensieri, che avrebbe fatto conoscere ciò che provava realmente in quel momento: irritazione, un senso di allerta nei loro confronti, il fatto di non gradire completamente il loro arrivo e forse, anche una punta di disprezzo. Aveva paura, paura che gli portassero via la felicità, tutto quell'involucro di belle emozioni che aveva provato fin'ora. Forse per questo non riusciva a guardarli positivamente, come degli aiutanti, ma quasi come degli estranei, dei nemici. Era vero che loro non avevano nessuna colpa, loro semplicemente era riusciti a trovarli e probabilmente volevano riportarli al loro posto di appartenenza, senza alcuna intenzione cattiva, senza alcun doppio fine. Ma non potevano capire dalla sua prospettiva, dal suo modo di vedere le cose. Non potevano capire tutto ciò che lui aveva capito in quei mesi, non potevano neanche immaginare il modo in cui il suo mondo si era ribaltato completamente, il modo in cui aveva subito una rotazione a 360 gradi.
Decise di continuare a starsene in silenzio. Non voleva causare danni, almeno per ora. Strinse l'orlo delle maniche della sua maglia tra le sue mani, cercando di sfogare su quel tessuto un minimo delle sue frustrazioni.
-C-come siete riusciti ad arrivare fin qui?- chiese Lay debolmente, ancora visibilmente scosso dalla loro presenza.
Kris incrociò le braccia al petto.
-Per spiegarlo brevemente, siamo riusciti a capire il problema di quella struttura. Accumulando troppa energia aveva iniziato a comportarsi in quel modo strano. Quelle saette rappresentavano il “rilascio” dell'energia, per così dire. Ci è voluto un po' di tempo prima che smettessero di liberarsi e colpire ciecamente ciò che capitava loro davanti. Come ben sapete il loro raggio d'azione era limitato. Voi siete stati colpiti perché vi siete avvicinati, e in quanto contenitori viventi di energia, siete stati bersagli facili. Non possiamo negare che i danni derivati da questo meccanismo siano stati rilevanti, sia per il pianeta, sia per gli abitanti. Tuttavia, una volta che l'energia di troppo è stata liberata, la macchina si è rivelata da sola essere pronta per l'uso. Si è trattato giusto di fare un paio di controlli a livello di equilibrio di poteri, ma era perfettamente funzionante, tanto è vero che oggi noi siamo qui, sul pianeta Terra, e possiamo dire di aver raggiunto notevoli progressi e parziali risultati per quanto riguarda questo progetto- la spiegazione di Kris lasciò gli altri due abbastanza perplessi e sorpresi.
-Non riesco a capire qualcosa- la voce e l'espressione pensierosa di Lay interruppero quei pochi minuti di silenzio che aleggiavano dopo la spiegazione.
-Hai detto che si trattava di energia in eccesso, accumulata e liberata. Per quale motivo dopo che questa energia è stata liberata la macchina non ha ricominciato ad attirare a sé ancora energia?- domandò curioso, non potendo negare il suo interesse verso quel progetto. Da come ricordava, non c'era stato modo di fermare quella struttura dall'attrarre qualunque fonte di energia e prosciugare allo stesso tempo il suo “contenitore” da tale potere. Dopo essersi soffermato su questo ragionamento, in lui scattò qualcosa, come un senso di consapevolezza. Stava per continuare con la sua ipotesi ma Kris era già in procinto di dargli una risposta.
-Semplicemente non c'era più nulla da prendere. Siamo stati privati dei nostri stessi poteri. Eravamo indeboliti, ridotti ai minimi termini. Ma durante quel lasso di tempo, ne abbiamo approfittato per usufruire della struttura. Una volta che viene usata, l'energia viene consumata e la macchina smette automaticamente di funzionare. Si tratta di utilizzare il 50 percento di energia nel viaggio di andata e il 50 per il viaggio di ritorno. Una volta ritornati sul pianeta, la macchina è ferma e ha completato il suo incarico. Siamo arrivati tramite un apertura spazio- temporale, sicuramente in un modo più facile e meno doloroso rispetto al modo in cui siete arrivati voi-.
Lay elaborò tutta quella nuova spiegazione, annuendo. Ma ancora c'erano altre cose da sapere, e non si risparmiò dal chiederle.
-Quindi voi... al momento siete anche a corto di poteri? E come siete riusciti a trovarci?- chiese portandosi poi le mani alle tempie e massaggiandole lentamente. Stava iniziando ad avere mal di testa.
-Non proprio a corto, ma sicuramente il livello è davvero basso- questa volta fu Chen a rispondere.
-Pensavamo che arrivando sulla Terra le nostre energie sarebbero state completamente prosciugate, è stato un campanellino d'allarme per noi, ma alla fine abbiamo scoperto che non succedeva nulla, il livello restava quel che era, non diminuiva né cresceva. Ciò vuol dire che se usiamo questa piccola parte rimanente in noi, dal momento che non ci siamo completamente ricaricati, moriremo- continuò il ragazzo, senza scomporsi neanche di fronte alle ultime parole.
-E a questo proposito...- non ebbe la possibilità di continuare poiché interrotto da Kris, che spostò lo sguardo verso la persona attualmente dietro il bancone, con lo sguardo rivolto verso il basso.
-Luhan- pronunciò il suo nome, come a richiedere la sua attenzione.
La persona in questione sobbalzò a sentir dire il suo nome con così tanta freddezza e atonia, abituato ormai a sentirsi chiamare con affetto e dolcezza. Alzò cautamente lo sguardo, confuso e malinconico, privo di vitalità, incontrando gli occhi perforanti dell'altro.
-Ne sei consapevole vero? Lo sai che sei attualmente in pericolo di vita, e che morirai se rimani ancora qui?- gli occhi del moro, di Lay e del signor Kim, fino ad ora spettatore silenzioso e in disparte di quella scena, si allargarono per la sorpresa di questa cruda realtà.
Onestamente neanche Luhan credeva di trovarsi in condizioni tanto gravi. Sapeva di essersi indebolito, ma non pensava di essere già a livelli così pericolosi. Questo causò il lui una maggiore agonia, una morsa al cuore così forte da essere in grado di strapparglielo. Non era pronto a nulla di tutto questo. I suoi occhi stanchi e tristi guardarono distrattamente un punto indefinito oltre la figura di Kris, che riprese la parola.
-Quando siamo arrivati, siamo riusciti ad avvertire subito la vostra presenza, anche se non nel modo in cui la avvertiamo solitamente nel nostro pianeta, ma quella debole scia ci ha condotto qui. Il punto è... mentre la presenza di Lay è stata fin da subito più viva, la tua no Luhan. In poche parole, di te siamo riusciti solo ad avvertire il debole segnale di come ti stai spegnendo, di come la tua vita è sul punto di giungere al termine- un pesante silenzio crollò dopo quelle parole. Piccoli tremolii si era impossessati del corpo di Luhan, e i suoi occhi, di nuovo rivolti verso il basso, riuscivano a malapena a trattenere le lacrime. Vedeva in modo appannato a causa di questa resistenza che aveva imposto a non voler crollare completamente di fronte a loro. Sentiva un nodo alla gola.
No, no, no. Era tutto sbagliato. Non poteva andare così, non poteva essere vero.
Questo si ripeteva, mentre i pugni si stringevano ancora di più, facendo diventare le nocche bianche e mentre il labbro inferiore veniva continuamente martoriato dai denti.
Il signor Kim era terribilmente preoccupato. Questa volta nulla poteva nascondere la sua espressione sofferente. Aveva una paura orrenda di perdere Luhan.
Lay gli rivolse anche un'occhiata preoccupata, vedendolo così vulnerabile e così fragile. Sospirò pesantemente. Aveva l'impressione che la cosa non sarebbe andata a finire bene.
-Come siete riusciti a percepire la nostra presenza? Noi non siamo riusciti a percepire nulla- chiese schiarendosi la voce.
-Probabilmente perché è da molto tempo che siete qui. La vostra persona si è adattata e abituata al mondo dei terrestri, per cui vi viene molto difficile se non impossibile percepire cose esterne alla realtà che vivete-.
Alle parole di Kris, l'altro annuì. Ma gli venne spontaneo chiedere un'altra cosa.
-Siete riusciti ad avvertire solo la nostra presenza?-
-Si- anticipò Tao la risposta -gli unici ad essere qui siete voi-
Lay riprese di nuovo un'aria pensierosa, passandosi una mano tra i capelli.
-Questo vuol dire che...- iniziò, ma Kris sembrò centrare subito il nocciolo della domanda.
-Si, l'iniziatore di questo progetto è morto, qui sulla Terra- di nuovo il silenziò dominò sovrano tra tutti.
Nessuno si accorse di come il signor Kim sospirò, chiudendo gli occhi e abbassando la testa in un espressione afflitta, dolorosa.
-Ma adesso passiamo al resto- riprese Kris, attirando nuovamente l'attenzione di tutti i presenti.
-Luhan, Lay, se siamo venuti qui è stato sia per portare avanti questo importante progetto e sia per riportarvi nel vostro luogo d'origine. Possiamo fare ben poco adesso qui, dal momento che abbiamo un limite di tempo prima che l'apertura spazio-temporale si chiuda. Restano circa 48 ore di tempo, che se non erro, su questo pianeta sono quantificabili in due giorni. Fra due giorni ritorneremo qui, e proseguiremo insieme verso il punto stabilito per tornare sul nostro pianeta. In questi due giorni noi quattro saremo in giro per fare quanti più studi e ricerche possibili. Le vostre testimonianze saranno fondamentali, dunque richiedo la vostra massima collaborazione- e così dicendo lui, seguito dagli altri tre ragazzi, si incamminò verso l'uscita, non mancando di rivolgere nel processo un'occhiata all'unico umano presente in quella stanza, che aveva sentito tutti i loro discorsi standosene sempre da parte. Ma Kris non ci fece caso più di tanto, per cui nuovamente dicendo “Ci rivedremo fra due giorni”, scomparve con gli altri dalla loro visuale.
Fu a quel punto che Luhan non riuscì più a controllare le sue emozioni, e le sue gambe crollarono prima che lui potesse anche solo cercare di fermarle. Subito gli altri due gli furono vicini, preoccupati, nonostante Lay condividesse il suo shock vista la situazione. Solo due miseri giorni. Ma Luhan era come diventato sordo ai richiami degli altri due, non gli importava delle loro mani che cercavano di sostenerlo e di fermarlo dal cadere incurantemente al suolo.
Non gli importava nulla in quel momento. Si lasciò andare ad un pesante pianto, a incessanti singhiozzi, a una tristezza immensa e insopportabile.
No, non voleva lasciare quel posto, non voleva morire. Voleva continuare a vivere, voleva avere Sehun accanto. Solo immaginare di andare via e lasciarlo era qualcosa di tremendamente doloroso.
Si rinchiuse in se stesso, portando le ginocchia al petto e abbandonando la testa contro di loro, circondando le braccia intorno alle gambe. In quel momento aveva bisogno di restare da solo. Aveva bisogno di gridare, di sfogare quel misto di rabbia, frustrazione e impotenza che aveva addosso. Aveva ancora bisogno di correre dietro le sue speranze e le sue illusioni, di trattenerle nelle sue mani, di stringerle disperatamente. Ma purtroppo erano come dei granelli di sabbia, che trovavano il modo di fuggire dalla sua presa e cadere, sparire. Non restava altro che il vuoto. Un vuoto immenso e incolmabile. E lui lo stava già saggiando. Stava già avendo un pizzico di quella che sarebbe stata la sua vita in futuro. E gli sarebbe andato pure bene, se non fosse per quel cuore, per quell'unico organo in grado di farlo soccombere e di pulsare solo tanto dolore.
Gli altri due capirono che non dovevano insistere, perché in quel momento Luhan era l'essere più vulnerabile del mondo, e aveva bisogno di tempo. Tuttavia gli restarono accanto, sopportando le sue urla, i suoi pesanti sospiri e le sue lacrime incessanti.
“Io non voglio andare via”, ripeteva in continuazione.
“Io non voglio morire”, diceva subito dopo.
“Sehun” era il nome che usciva dalle sue labbra come una supplica, una preghiera. Quel nome lo faceva piangere ancora più forte, consumandogli anche l'anima.
Anche gli occhi di Lay e del signor Kim si riempirono di lacrime. Era una scena troppo dolorosa, troppo difficile da sopportare.


Passò più di un'ora prima che il pianto disperato di Luhan diventasse più debole, esausto com'era. Alzò la testa solo quando sentì la mano del signor Kim accarezzargli dolcemente i capelli, prima di prendere posto lì a terra, accanto a lui. Gli occhi di Luhan erano rossi, spenti, le ciglia e le guance tutte bagnate, i capelli scomposti e con tutte le ciocche fuori posto. Era un pasticcio in quel momento, ma l'aspetto rappresentava solo una parte del suo stato d'animo.
-Luhan voglio farti una domanda- iniziò l'uomo, afferrandogli la mano e stringendola. Lay, seduto su uno sgabello davanti al bancone, lo ascoltava lo attentamente. Era ormai passata da molto tempo la mezzanotte, ma aveva deciso di rimanere lì. Sapeva che nessuno di loro avrebbe dormito quella notte.
Luhan lo guardò tristemente, non avendo neanche la forza di fare un accenno affermativo col capo.
-Ti sei mai chiesto chi sono io, e perché quel giorno ti abbia aiutato e ti abbia portato con me? Avrei potuto mettermi a ridere quando mi hai detto che venivi da un altro mondo, eppure non l'ho fatto. Ti sei mai domandato il perché delle mie azioni?- chiese gentilmente, aspettando pazientemente che rispondesse.
Luhan lo guardò confuso e stranito. Perché all'improvviso il signor Kim gli faceva queste domande. Già stava male, cos'altro ancora doveva affrontare?
-S-si...- rispose quasi in un sussurro, la voce ancora spezzata dal pianto.
-Suppongo tu non abbia mai trovato risposta, e pur curioso, non mi hai mai chiesto nulla per paura di sembrare invadente o di approfittare della mia gentilezza, o mi sbaglio?- chiese nuovamente l'uomo accennando un lieve sorriso. Conosceva Luhan, era un ragazzo davvero rispettoso ed educato.
Il moro scosse piano la testa, cercando di capire dove l'altro volesse arrivare con tutto ciò.
-Bene, lascia che ti racconti una storia adesso. Ho intenzione di farti capire ciò che è meglio per te, ma per capirlo ho bisogno di condividere con te la mia storia. Naturalmente anche tu, Lay, puoi ascoltarla- quest'ultimo fece cenno di si col capo, e aspettò silenziosamente che l'altro iniziasse a parlare.
-Non sono sempre stato qui a mandare avanti questo piccolo negozio di Bubble Tea. Quando ero giovane, i miei sogni erano altri. Credo mi sia stato tramandato da mio padre il sogno più importante: andare oltre i confini di questo mondo. Era una persona incredibile lui, una mentalità brillante e riconosciuta da molte persone, adorava la scienza, adorava le scoperte su qualsiasi cosa che concerneva lo spazio, la galassia, e nuovi e diversi mondi. Mi diceva puntando gli occhi verso l'alto: “Oltre questo cielo si nascondono un sacco di cose sorprendenti, ne sono sicuro, e ho intenzione di scoprirle e dimostrarle davanti a chi non ci crede. Le persone sono così noiose e superficiali, si accontentano di quello che hanno e non vanno mai oltre” e sperava che un giorno io diventassi come lui, una persona che molti consideravano pazza, altri un mito, ma soprattutto una persona capace di ragionare con la propria testa e non credere mai alla parola “impossibile”. Essendo molto giovane la trovavo anche io una pazzia credere a queste cose, ma ad un tratto quello che era il sogno di mio padre diventò il mio. Perché? Perché lui non ebbe mai modo di realizzarlo, in quanto morì a causa di una malattia. Allora a quel punto decisi di voler portare avanti la sua volontà, di scoprire per lui queste cose “sorprendenti” che si nascondevano oltre il cielo. Passai molti anni tra i libri, tra studi continui e tanti esperimenti. Ebbi l'opportunità di lavorare con altri scienziati e divenni conosciuto anche io con il tempo. Poi arrivò ciò che cambiò tutto il corso della mia vita. Si, era proprio la persona che sul vostro mondo aveva progettato quella macchina in grado di condurre in altri mondi- Luhan e Lay spalancarono gli occhi dalla sorpresa. Questo significava che il signor Kim aveva conosciuto l'ideatore del progetto che aveva portato a tutto questo!
-Inizialmente non riuscivo a credere che provenisse da un altro pianeta, pur continuando a spendere la mia vita proprio su quelle cose. Ma poi mi rivelò il suo potere, insieme a tutte le preoccupazioni verso il suo pianeta e la sua stessa vita. Fui così talmente interessato da decidere di continuare ad aiutarlo, avendo così la possibilità di scoprire tante cose. In un certo senso realizzai il sogno di mio padre a quel punto, ma nel momento in cui decisi di portare quell'essere ingenuo, che aveva completamente fiducia in me, in un laboratorio, tradii la sua fiducia. Solo dopo mi resi conto di aver superato il limite con le mie azioni. Ricordo che non gli feci passare un bel periodo, lasciandolo sempre sotto osservazione e iniettando sostanze con aghi di siringhe sulla sua pelle, rendendo la sua vita un inferno. Ero così talmente concentrato sui miei studi, su quel colpo di fortuna che avevo avuto, da aver perso tutta la mia umanità. Stavo realizzando l'impossibile, stavo in qualche mondo rendendo mio padre orgoglioso di me, quindi perché fermarmi? Questo pensavo, mentre i giorni passavano.
Un giorno qualcosa cambiò. Il laboratorio in cui ero solito lavorare andò in fiamme, e io pensai seriamente di morire là dentro. Ma quella persona mi salvò. Usò i suoi poteri per salvarmi. Nonostante il male che gli avevo provocato fino a quel momento, al male non rispose col male. Quando gli chiesi perché l'avesse fatto, mi rispose innocentemente “Tu sei il mio unico ricordo su questo pianeta, e io non voglio perdere il mio unico ricordo. Mi hai fatto male tante volte, ma non conosco l'odio, quindi non posso odiarti”. Mi sentii un verme in quel momento. Un lurido verme. Non solo gli avevo causato dolore, ma mi resi conto che a quelle parole dette con così tanta innocenza il mio cuore aveva avuto il coraggio di perdere un battito. Ero arrabbiato con me stesso. Da quando ero diventato un mostro? Questo mi chiedevo continuamente. Ma non mi arresi, decisi che volevo rimediare. E lo feci. Dopo tanto tempo lo trattai come una persona, non come un esperimento. E iniziai ad affezionarmi, tanto, troppo. Dal suo sorriso al suo modo di parlare, di descrivere le cose, al suo modo di guardare il mondo. Capì che me ne ero innamorato, e avevo paura. La nostra appartenenza a mondi diversi era la cosa che temevo di più. Per cui decisi di allontanarmi, non potevo accettare quello che provavo. Vedevo che anche lui si trovava in conflitto con se stesso. Eravamo due stupidi, ma bastò la stessa paura che condividevamo entrambi di perdere l'altro che ci portò a confessare i nostri sentimenti, a stare insieme.
E poi arrivò la parte peggiore...- a questo punto il signor Kim sospirò, gli occhi si bagnavano di lacrime. Era la parte più difficile da raccontare, perché ancora in parte si sentiva colpevole. Passò qualche minuto, in cui cercò di calmarsi, mentre gli occhi attenti dei due ragazzi non lo lasciavano un attimo, col fiato sospeso.
-Iniziò a indebolirsi, e mi ripeteva sempre di aiutarlo a trovare una soluzione. Sapevo che l'unico modo che aveva di riprendersi era ritornare sul suo pianeta, altrimenti sarebbe morto. E lo sapeva anche lui. Avrei dovuto aiutarlo, sostenerlo, cercare tramite le mie conoscenze ogni modo possibile per consentirgli di tornare nel suo luogo di appartenenza. Ma da egoista qual ero, divorato dalle mie paure e dalle mie insicurezze, con quell'incessante paura di perderlo, feci tutto il contrario. Gli dissi che avrei trovato un'altra soluzione, perché volevo avere ancora la speranza di poter rimanere insieme a lui. Ma lui sapeva meglio di chiunque altro che le mie parole non avevano terreno solido per essere coltivate e cresciute. Per questo motivo affrontammo una discussione, una di quelle discussioni davvero pesanti, in cui gli dissi che ne avevo abbastanza, che se mi amava davvero avrebbe creduto in me, che lo lasciavo andare, che non mi importava più nulla di lui. Ma non era vero nulla di tutto ciò. Oramai lui era diventato il mio tutto. Ricordo ancora chiaramente il modo in cui tornò da me con le lacrime agli occhi, dicendomi che non sopportava l'idea di non vedermi, di non essermi accanto. Mi disse che non sarebbe andato mai via, che credeva in me. Per la mia felicità soffrì, sopportando tutto perché mi amava. E io? Io cosa gli stavo dando in cambio? Nulla. Ero solo uno stupido egoista che credeva di avere il mondo intero per lui, arrogante, capriccioso e senza un minimo di maturità. Mi resi conto di quanti sbagli avevo commesso quando, qualche settimana dopo... morì tra le mie braccia. I sensi di colpa, la consapevolezza di aver perso tutto ciò a cui tenevo mi colpirono tutti ad un tratto, come una pioggia improvvisa. Non avevo saputo proteggere quello che amavo, avevo pensato alla mia felicità e non alla sua. Avevo amato nel modo sbagliato. E me ne resi conto quando avevo perso tutto, quando ormai era troppo tardi.
Mi ritirai dalla mia carriera come scienziato, feci perdere le mie tracce e decisi di vivere nella colpevolezza. Mi sentivo quasi un assassino. Passai la mia vita nella depressione totale, tante volte mi passò in mente l'idea di togliermi la vita, ma non lo feci mai per due motivi: primo, perché quando tentavo, mi compariva sempre davanti il suo sorriso, e secondo, uccidermi significava solo scappare dai miei errori. Per cui decisi che era la cosa più giusta vivere e soffrire ogni giorno ricordandomi di ciò che avevo fatto- abbandonarsi ancora a tutto ciò faceva male, ma ormai il dolore era una cosa normale, familiare a lui, era uno stato d'animo.
Luhan e Lay non potevano crederci. Non potevano credere che una persona così gentile nascondesse un simile passato. Per Luhan, in particolar modo, era una rivelazione incredibile. Con lui era stato sempre dolce, paziente, gentile, gli aveva insegnato un sacco di cose. E allora gli sorgeva spontaneo un dubbio. Perché ora tutto questo? Perché ora con lui si era comportato così?
L'uomo sembrò intuire i suoi interrogativi e parlò subito.
-Tu Luhan sei stato in parte un modo per espiare le mie colpe. Grazie a te mi sento un po' più leggero. Questo non toglie il fatto che ancora mi senta colpevole. E non toglie neanche il fatto che mi sia affezionato a te e che ti voglia bene veramente. Ho fatto del bene, ti ho aiutato, e adesso è arrivato il momento che ti aiuti a scegliere- rispose afferrando delicatamente le sue spalle, e guardandolo dritto negli occhi.
-Luhan, tu devi ritornare sul suo pianeta- affermò, mentre il ragazzo a quelle parole ritornava a tremare e si rifiutava di sostenere lo sguardo, scuotendo più volte la testa.
-N-no... non voglio, non lo rivedrò mai più, non rivedrò lei mai più!- esclamò sull'orlo di una nuova crisi. Il signor Kim aumentò la presa sulle sue spalle.
-Non essere sciocco e ragiona. Pensi che io sia felice a dirti questo? Lo dovresti aver capito da quello che ti ho appena raccontato. Pensaci bene un attimo. Se tu rimani qui, morirai. Se tu ritorni sul tuo pianeta, avrai ancora qualche possibilità di rivederlo! Nulla è impossibile ricordalo. La tua specie è davvero intelligente, quindi per favore rifletti! Sehun soffrirà ugualmente, ma sapendoti ancora vivo da qualche parte sarà meno doloroso che saperti morto, lo capisci? Quindi ritorna lì, diventa più forte, e poi provaci con tutte le tue forze, d'accordo Luhan? Fallo per me, per Sehun, resisti, e ce la farai!- il suo tono mano mano che diceva quelle cose incalzò, aumentando di volume. Perché il signor Kim ci credeva fermamente, perché non voleva assistere due volte allo stesso scenario, perché voleva rimediare al suo egoismo e alla sua cattiveria, perché soprattutto voleva che quei due ragazzi fossero felici più di ogni altra cosa.
Non avere più accanto a lui Luhan sarebbe stata dura, così com'era ormai abituato alla sua presenza, alla sua vitalità, ai suoi modi di fare e di essere.
Ma questa era la scelta giusta. E voleva che anche il ragazzo di fronte a lui lo capisse.
-Il signor Kim ha ragione Luhan- intervenne Lay, alzandosi e avvicinandosi ai due.
-Luhan, anche io voglio rimanere qui, anche io ho delle cose da perdere e altre che ancora non sono riuscito neanche a scoprire. Ma lo so che non ci sarà un per sempre se continuo a insistere e andare oltre i miei limiti. Quindi alzati da terra, mettiti sulle tue gambe e affrontiamo insieme questa situazione. Possiamo farcela, non posso dirti quanto tempo ci vorrà, ma noi possiamo farcela se uniamo le forze. Che ne dici?- accennò un sorriso carico di positività, sporgendo la sua mano verso la direzione dell'altro, sperando che il moro accettasse questo aiuto e questa nuova speranza.
Luhan rimase parecchio tempo a fissare intensamente quella mano, le lacrime facevano ancora capolinea dai suoi occhi, ma stava pensando. Quella nuova piccola speranza era davvero allettante. Ma come avrebbe fatto a sopportare l'assenza di Sehun e del signor Kim nella sua vita?
Sospirò, chiudendo gli occhi per un momento e riaprendoli successivamente, decidendo di afferrare quella mano, il che riempì gli altri due di felicità. Ci avrebbe provato, era meglio che morire e smettere per sempre. Avrebbe sofferto, ma almeno nella sua sofferenza c'erano i segni di lotta, di resistenza, del non arrendersi.
Sehun era la sua luce, la sua stella. Non averlo accanto, non avere le loro dita intrecciate, non sentire il suo profumo e il suo respiro, non poter toccare il suo corpo, baciare le sue labbra, vedere il suo bellissimo sorriso, tutto sarebbe stato difficile e lo avrebbe fatto vacillare. Ma aveva deciso di andare avanti con la consapevolezza che quel bellissimo sogno che aveva vissuto fin'ora sarebbe ritornato prima o poi, più vivo e forte di prima, e che sarebbe diventato la sua realtà.
Si alzò da terra, cercando di asciugare le lacrime con le maniche della maglia. Aveva una nuova speranza adesso. Forse non era tutto perduto.
-D'accordo, voglio crederci, voglio provarci, ma prima di andarmene ho bisogno di rivederlo un ultima volta-.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^ Come va?
Era da un bel po' che non aggiornavo, ma purtroppo era e continua ad essere un periodo complicato ^^” Tuttavia non potevo rinunciare a continuare la storia e riprenderla chissà quando, per cui in questo spazietto di tempo libero mi sono messa d'impegno e ho ripreso tutto.
Credo che sia un capitolo consistente e importante questo. Pensavate che il misterioso signor Kim potesse nascondere un passato del genere?
E Luhan avrà scelto bene? Ma soprattutto.. ce la farà?
Spero la spiegazione riguardo l'arrivo degli altri alieni sulla Terra sia comprensibile, se avete dubbi, chiedete pure.
Mi scuso se ci sarà qualche errore, appena posso ricontrollo per bene.
Ringrazio KpopBias, _Beautiful_Nightmare_, martinachanvernon, TokyoGhovl e Zine93 per aver letto e recensito lo scorso capitolo, e ringrazio anche tutti coloro che seguono, preferiscono e ricordano! XD grazie mille! :)
Alla prossima!

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


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Capitolo 22


Il tempo scorreva inesorabilmente lento, ma a Luhan sembrava stesse facendo tutto il contrario. Non era mai abbastanza lento il modo in cui le lancette dell'orologio si muovevano, anzi era troppo, ma troppo veloce per i suoi gusti. Stava vivendo in un conto alla rovescia, e quelle misere ore che gli rimanevano non bastavano affatto per tutte le cose che avrebbe voluto ancora fare. Se una volta si sarebbe lamentato in preda alla noia nel trascorrere quelle lunghe giornate nel mondo dei terrestri, adesso sperava che ogni secondo si bloccasse, congelandosi, fermandosi, aiutandolo ad uscire da quella tortura, da quella persecuzione che stava vivendo.
Non era riuscito a chiudere occhio, come poteva quando si trovava in una situazione così disperata e senza via d'uscita? Ma aveva deciso di lottare, di non arrendersi. Aveva Lay dalla sua parte, quel ragazzo poteva capirlo bene, ed era sicuro che entrambi avrebbero trovato un modo per ritornare in quel posto.
Nonostante ancora si trovasse lì, sentiva già la mancanza di quel pianeta, e soprattutto la mancanza delle due persone a lui più care: il signor Kim e Sehun. Al solo pensiero di non poterli vedere per chissà quanto tempo -o forse mai più, ma questa possibilità preferiva lasciarla in un angolo remoto e isolato della sua mente-, si sentiva soffocare, avvertiva un orrido senso di rabbia e odio, e non sapeva neanche lui verso chi di preciso era indirizzato. Probabilmente verso quell'intera e assurda situazione, che non avrebbe mai creduto di poter vivere. Fino ad ora aveva vissuto solo la parte “bella” del riuscire a provare emozioni, la parte fatta di dolci sorrisi, di sguardi luminosi, di sorprese, di scoperte, una parte riempita di innocenza, di gioiose e allettanti promesse, insomma... tutta quella parte rose e fiori. Mai avrebbe immaginato che a tanta felicità potesse corrispondere così tanto dolore, così tante sensazioni negative. Sarebbe stato troppo facile poter vivere secondo le proprie aspettative, secondo i propri desideri e i propri scopi, c'era per forza qualcosa pronto dietro l'angolo a rovinare tutto.
Certo, Luhan fino ad ora di ostacoli ne aveva incontrati, e anche tanti e rilevanti, ma mai qualcosa in grado di farlo soffrire così tanto, di lacerargli il cuore e l'anima tutti in una volta. Ma questa era la realtà, e volente o nolente doveva per forza affrontarla.
Solo si chiedeva come avrebbe fatto a guardare per un'ultima volta Sehun negli occhi senza far sfuggire tutta la sua sofferenza e tutte le cose che la accompagnavano. Perché aveva deciso di non dirgli che stava per andare via, avrebbe reso tutto più difficile, e sarebbe bastata soltanto un'espressione triste, spenta, su quel bellissimo volto per fargli cambiare idea, per fargli incollare i piedi su quel pavimento e farlo pentire anche solo di aver pensato di lasciarlo. Tanto era fragile e vulnerabile Luhan in quel momento, tuttavia quella speranza che aveva di poter tornare un giorno da lui e riabbracciarlo rappresentava tutta la sua forza, la sua volontà ad inghiottire quella serie di nodi alla gola e mostrare un sorriso sul suo volto, che di felice non aveva proprio nulla, ma se era per lui, per la persona che gli aveva cambiato la vita rendendola più bella e colorata, che l'aveva riempita di emozioni e sensazioni bellissime, di cose impossibili da descrivere a parole, allora valeva davvero la pena mettere su quel falso sorriso e resistere, provare e cercare di non crollare, di lasciarlo mostrandogli tutta la gratitudine, l'affetto e l'amore che aveva per lui nel suo cuore. Questa era la sua intenzione, che forse da una prospettiva diversa poteva sembrare forse un po' egoista, ma Luhan aveva ormai deciso, e nonostante tutte le sue paure, le sue inquietudini e i suoi dubbi, doveva andare avanti, essere forte. Non era solo, aveva persone che credevano in lui, e questo lo aiutava.


Non una lacrima.


Questo si ripeteva, avvicinandosi sempre di più al luogo in cui avrebbe dovuto incontrarsi con Sehun.
Purtroppo un giorno era già passato senza che lui potesse fare nulla. Sehun aveva avuto impegni con il suo gruppo, e non aveva potuto proprio liberarsi e andare da lui.
Ciò significava che questo era il suo ultimo giorno sulla Terra, che queste erano le ultime ore passate su quel pianeta, in quanto la notte non avrebbe tardato di certo a giungere.
Si sentiva spento, debole, aveva paura di tante cose, ma questo non fermava il suo cuore dal battere più forte nel momento in cui il suo sguardo aveva incontrato la figura del suo interesse, che gli sorrideva e lo aspettava trepidante. Più si avvicinava, più sentiva quei muri che aveva costruito così forzatamente e amaramente intorno a lui scuotersi, vibrare, cercare di rompersi e cadere. Erano troppo fragili, e lui lo sapeva bene, ma doveva resistere, voleva passare quelle poche ore con Sehun, immergersi nel loro piccolo mondo e non pensarci. Voleva soltanto sentire ancora una volta la sua presenza, così forte e rassicurante, voleva perdersi nei suoi occhi scuri fino ad annegarci dentro, in profondità, voleva stringerlo, toccarlo e abbandonarsi fra le sue braccia, respirare a pieni polmoni il suo profumo e imprimerlo dentro di lui, in modo da non scordarlo mai più.
Ed ecco che già le lacrime minacciavano di tradirlo, ma no, questa volta niente si sarebbe messo in mezzo tra lui e la sua fonte di felicità. Per un'ultima volta voleva avere un bel ricordo, voleva sentirsi dentro un sogno, superare il limite della realtà e raggiungere il suo piccolo paradiso.
Pur essendo consapevole di cosa lo aspettava dopo, voleva lasciarsi andare, concentrare tutta la sua attenzione sull'altra sua metà e non perdersi neanche un momento di lui, di loro. Questa era la sua occasione per trarre ancora più forza e lottare con più vigore contro quelle montagne che sembravano invalicabili, ma che doveva, voleva, a tutti i costi superare.
I suoi passi si fecero più veloci, sentiva che non doveva sprecare neanche un secondo di quel tempo prezioso che aveva a disposizione. Lo raggiunse gettandosi subito fra le sue braccia, non lasciandogli neanche il tempo di dire una parola. Il sorriso di Sehun si allargò, e non perse tempo a stringerlo nel suo abbraccio, ad avvolgerlo nel suo calore con nessuna intenzione di lasciarlo andare. Il ragazzo non poteva di certo sapere che non avrebbe avuto più tempo in futuro per farlo, era ignaro di tutto, e se Luhan da una parte si sentiva colpevole, dall'altra si ripeteva che le cose in questo modo sarebbero state meno difficili.
-Ehi- salutò il più alto lasciandosi solleticare il mento dalla morbidezza di quella chioma nera e profumata. Luhan si strinse ancora di più in quella presa, che rappresentava la sua salvezza, il suo rifugio, il luogo da poter chiamare “casa”. Con il viso ben nascosto nel petto dell'altro, cercava di imprimere dentro di sé ogni singola sensazione, dai battiti veloci del cuore a quell'immenso calore, dalle forti braccia che lo circondavano al senso di protezione che avvertiva, stava registrando tutto nella sua mente, e allo stesso tempo combatteva la voglia che aveva di piangere.
-Mi sei mancato tanto- affermò Sehun dolcemente, andando a cercare la sua mano per poter stringere le loro dita insieme.
Luhan alzò lentamente lo sguardo verso di lui, incontrando quegli occhi che amava tanto. Sforzò quel sorriso che aveva tanto preparato in precedenza, sussurrandogli un appena audibile “anche tu”. Doveva cercare di controllare anche la sua voce, instabile, quasi forzata ad uscire. Perché sentiva come la sua gola bloccata, si sentiva incapace di emettere suoni, quel nodo glielo impediva.


Sehun lo aveva capito non appena aveva incontrato i suoi occhi che qualcosa non andava. Non c'era quella solita luminosità in essi che li caratterizzava. Sembravano spenti, oscurati da sentimenti che gli risultavano incomprensibili, ed erano anche visibilmente stanchi, provati.
Aveva la fronte corrugata, così come anche le sopracciglia. Quasi come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa...
E poi quel suo sorriso... no, quello non era il sorriso di Luhan. Quella forzatura stava così male sulle sue labbra che ne risultava fuori una smorfia più che un vero sorriso. Luhan non gli era mai sembrato così estraneo come in quel momento.
Non perse tempo ad afferrare quel volto tra le sue mani, cercando comunque di farlo delicatamente, ma in modo fermo e deciso. I suoi pollici iniziarono dolcemente ad accarezzare le guance, mentre Sehun si perse un attimo a ricavare più indizi possibili da quegli occhi che lo avevano fatto tanto innamorare, e che in quel momento continuavano a sfuggire al suo sguardo, cercando tutte le direzioni possibili tranne che la sua. Questo non faceva che innestare in lui una preoccupazione enorme e difficile da mettere da parte.
-Luhan- chiamò serio, facendo giusto un po' più di pressione sul suo viso e avvicinandosi, in modo da impedirgli quella silenziosa fuga. Si accorse di come le sue mani si erano strette in due piccoli pugni intorno al tessuto della sua maglia. Qualcosa decisamente non quadrava.
-Cosa c'è che non va? Dimmelo, ti prego- chiese mostrando quel cipiglio preoccupato che si era impossessato del suo viso. Non riusciva a stare tranquillo, non quando vedeva Luhan in quello stato. Mille domande si fecero strada dentro di lui, e sperava vivamente che non si trattasse davvero di qualcosa di molto grave.
-N-nulla Sehun, davvero... s-sono solo un po' stanco perché è da qualche notte che non dormo bene, ma volevo vederti così tanto...mi sei mancato da morire- Luhan sperò che queste parole fossero in grado di convincerlo, tuttavia non riuscì a impedire ad una lacrima di sfuggirgli e scendere silenziosamente lungo il suo viso.
Sehun lo guardò intensamente e non del tutto convinto, e appena vide scendere quella lacrima il suo cuore fece tanto male. Non sopportava quell'espressione triste sul viso del suo cerbiatto. Odiava vederlo soffrire più di ogni altra cosa al mondo. Asciugò quella goccia delicatamente con le sue dita, e poi andò in cerca delle sue labbra, regalandogli un piccolo e dolce bacio. Fece scontrare le loro fronti, non perdendo un attimo di vista quegli occhi lucidi e tristi.
-Hai fatto un brutto sogno? Me ne vuoi parlare?- chiese gentilmente, stringendolo di nuovo fra le sue braccia.
Luhan scosse la testa, cercando di rilassarsi e calmarsi intorno a quella presa ormai familiare, ma di cui non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
Dove erano finiti i suoi buoni propositi per quella giornata? Ma non poteva farci niente se quello sguardo così caldo e perforante riusciva a farlo sciogliere, ad esporlo, a mettere a nudo anche la sua anima. Sehun riusciva a capirlo, a leggerlo, proprio come se fosse un libro. Ma non poteva abbandonarsi ancora a quello sguardo, aveva qualcosa da portare a termine, aveva bisogno di lui, ma non per essere consolato, bensì per vivere ancora una volta quella bellissima sensazione nel sentirsi amato.
Questa volta ci mise più convinzione nel suo sorriso.
Sorridi per lui, sorridi per tutti i vostri bei momenti insieme, sorridi perché lo ami.
-No, voglio solo passare un po' di tempo con te. Andiamo da qualche parte?- domandò più determinato, questa volta sorridendo davvero, sorridendo per la persona che amava.
Sehun cercò di mettere da parte le sue preoccupazioni, nonostante gli risultasse difficile. Non sapeva perché, ma non riusciva a fidarsi completamente delle parole di Luhan. Ci doveva essere per forza dell'altro dietro quell'espressione...
Tuttavia annuì, ricambiando quel sorriso, che stavolta sembrava più vero.
-Certo, dove vuoi andare?- chiese, tenendolo per mano e avviandosi con lui verso una meta non ancora stabilita. 
Luhan sembrò rifletterci su, poi i suoi occhi caddero su una bancarella lì vicino, e gli venne in mente un'idea.
-Tu aspetta qui, non muoverti, io torno subito- gli disse correndo verso quel punto, lasciando dietro un Sehun abbastanza confuso, che però con obbedienza rispettò la sua volontà.
Il moro ritornò qualche minuto dopo con un bracciale nella sua mano.
-Sehun, guarda!- esclamò con entusiasmo, esponendo l'oggetto davanti a lui. Era un semplice braccialetto creato con tanti fili colorati, ma Luhan aveva fatto inserire le lettere che componevano il nome di Sehun.
-Questo lo terrò per me, e questo...- continuò con un sorriso aprendo l'altra mano, fin'ora chiusa in un pugno. Un braccialetto identico fece la sua comparsa, ma questa volta le lettere componevano il nome di Luhan.
-... questo è per te!- si avvicinò all'altro afferrandogli il polso e legando l'oggetto intorno ad esso. Era come se avesse bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, anche la più stupida e banale, per far sì che una volta andato via Sehun non lo dimenticasse. E se un braccialetto poteva aiutare, allora avrebbe iniziato da quello.
Sehun lo guardava divertito mentre era concentrato a fare un nodo abbastanza resistente intorno al suo polso.
-Non sarà un problema tenerlo? Intendo... hai i tuoi fans, non vorrei causare guai... forse avrei dovuto comprare qualche altra cosa...- mise su una faccia pensierosa, portando una mano sotto il mento. Stava seriamente dubitando dell'azione appena compiuta.
Questo finché due labbra morbide e calde non si posarono di nuovo sulle sue, cogliendolo di sorpresa.
-Sei davvero adorabile- sussurrò Sehun lasciando solo un centimetro di distanza fra le loro bocche, negli occhi un'evidente scintilla di divertimento. E quelle parole fecero arrossire Luhan, che si allontanò di poco per poter ritornare a respirare normalmente. Adorava ricevere quei gesti improvvisi, erano davvero in grado di togliergli il fiato, ma allo stesso tempo non riusciva a smettere di arrossire.
-Non c'è alcun problema Luhan, lo custodirò come un tesoro prezioso- affermò poi sorridendogli. E davanti a quel meraviglioso sorriso, Luhan non poté fare altro che sciogliersi come neve al sole.
Insieme, mano nella mano, passarono una bellissima giornata. Fecero lunghe passeggiate, tante foto, entrarono in diversi negozi, si divertirono da matti. Luhan non abbandonò neanche per un attimo lo sguardo di Sehun, cercando di imprimere nella sua mente quante più espressioni possibili. E nonostante il suo cuore faceva male, si sentiva sempre più motivato a vincere quelle forze che li avrebbero tenuti lontani. Perché voleva credere con tutto se stesso che una volta uscito da questo lungo e scuro tunnel, avrebbe potuto di nuovo ritrovare Sehun alla fine, afferrare la sua mano e percorrere insieme il resto di quel cammino. Desiderava ardentemente che tutte quelle azioni, quei gesti, quegli sguardi diventassero una costante nella sua vita, perché davvero, senza di essi non sapeva proprio come vivere. Quel ragazzo era la sua luce. Poteva esserci distanza, ostacoli, incomprensioni, ma si era promesso da quel giorno di eliminare completamente la parola “impossibile” dal suo vocabolario.

Strinse forte la sua mano mentre varcavano insieme la soglia della porta che immetteva al dormitorio di Sehun e dei suoi amici.
Arrossì, riportando alla mente il fresco ricordo del loro primo bacio nella stanza di Sehun. Ed è proprio lì che arrivarono.
-Al momento credo non ci sia nessuno, sembra siano usciti tutti. Scusa per il disordine in ogni caso, non sono riuscito a rimettere tutto a posto prima di uscire- parlò il ragazzo appoggiando le buste con gli acquisti fatti poco tempo prima sul letto del suo compagno di stanza, e indaffarato poi a raccogliere qualche vestito sparso qua e là e alcuni fogli riguardanti testi delle loro canzoni.
Luhan non sembrava essere affatto infastidito da quel po' di disordine, anzi guardava attentamente e divertito il modo in cui Sehun si dava da fare per togliere il caos che c'era in giro, prima di mettersi ad aiutarlo. Tra borbottii vari del tipo “accidenti a Kai e la sua abitudine di seminare vestiti in giro” o “questi spartiti sono sicuro siano di Chanyeol, ma che ci fanno in camera mia?”, che suscitarono la risata di Luhan, entrambi riuscirono a sistemare un po' le cose, sedendosi poi comodamente sul letto di Sehun.
-A volte vivere con altre cinque persone è davvero stressante- esclamò quest'ultimo abbandonando la testa contro il morbido cuscino.
Luhan lo guardò non riuscendo a trattenere una risatina.
-Però scommetto che è anche divertente- affermò incontrando il suo sguardo sereno.
Come avrebbe voluto continuare a bearsi per sempre di quell'espressione...
Ad un tratto si sentì inaspettatamente afferrare per un braccio e un momento dopo si ritrovò disteso sopra Sehun. Arrossì vistosamente, cercando di alzarsi, ma la presa che l'altro aveva imposto sui suoi fianchi era salda.
-S-Sehun...- sussurrò il suo nome imbarazzato, trovando i loro visi vicinissimi e incontrando i suoi occhi che lo scrutavano intensamente.
Il suo cuore aveva ripreso a battere così velocemente da volergli quasi uscire dal petto. I lineamenti di quel viso perfetto si erano fatti più seri, come per fargli intendere che non stava giocando in quel momento. Ma la cosa che più di tutte lo destabilizzava era la vicinanza dei loro corpi. Non riusciva a spiegare a parole cosa provava nel sentire il corpo di Sehun premere contro il suo, più esile e piccolo rispetto a quello più grande e ben formato di lui. Eppure la sua curiosità era infinita. Più di una volta si era chiesto come sarebbe stato sentire la loro calda e morbida pelle nuda scontrarsi. E questo accendeva dentro di lui un bisogno, diverso, più fisico, di sentirlo, di sentire Sehun in un modo completamente diverso. Il punto è che non sapeva neanche come, in che modo. Solo il fatto di immaginare loro, stretti, nudi in un letto lo faceva arrossire dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi.
Prima ancora di poter morire dall'imbarazzo nell'abbandonarsi a quei pensieri davanti al viso di Sehun, ecco che le labbra di quest'ultimo non persero tempo ad unirsi con le sue, in un dolce e romantico bacio.
Le mani di Luhan andarono a posarsi sul suo petto, stringendosi intorno al tessuto della maglia, mentre una delle grandi mani dell'altro, che lo teneva per un fianco, risalì fino a sprofondare nella morbidezza dei suoi capelli, accarezzandoli dolcemente.
Il moro chiuse gli occhi, completamente perso in quella bellissima sensazione. Voleva avere impresso dentro di sé anche il suo sapore, e motivarsi ancora e ancora di più in modo da poterlo riavere indietro in futuro. Lasciò che il bacio diventasse più accesso, più passionale, permettendo a quella lingua, che gentilmente picchiettava sul labbro inferiore per chiedere accesso, di entrare nella sua bocca, esplorandone ogni parte. Quello scontro durò diversi minuti, uno scontro in cui oltre che mischiare la propria saliva, entrambi mischiarono i loro cuori, la loro voglia di stare con l'altro, di essere insieme. Si separarono perché a corto di fiato, ma senza allontanarsi, più che contenti di condividere la stessa aria, gli stessi respiri. Occhi persi negli occhi, guance arrossate, mani intrecciate.
Come avrebbe fatto Luhan a sopportare di vivere senza tutto ciò?
E Sehun? Lui ce l'avrebbe fatta?
Dopo qualche momento, Sehun invertì le posizioni, ritrovandosi sopra di Luhan, confinandolo fra le sue braccia e contro il morbido materasso, coperto da lenzuola che sapevano di pulito, che sapevano di Sehun, del suo dolce profumo. Non smise per un attimo di guardarlo negli occhi, e riprese a baciarlo con trasporto.
Luhan era sicuro che non avrebbe mai dimenticato questi momenti. Non avrebbe mai dimenticato queste preziose e meravigliose sensazioni che stava provando. Sarebbero rimaste per sempre impresse dentro al suo cuore, come un tatuaggio sulla pelle.
-Dio le cose che ti farei- sussurrò ad un tratto Sehun quelle parole sulle sue labbra, sensualmente, per la seconda volta a corto di fiato, dopo una nuova intensa sessione di baci. I suoi occhi erano appannati da un intenso desiderio, tuttavia aveva imparato a controllarsi e a non lasciarsi sfuggire le cose di mano. Nonostante desiderasse fare suo quel cerbiatto, riusciva a capire da quei suoi grandi occhioni innocenti che lo guardavano curiosi che forse ancora non era pronto, che forse aveva bisogno di tempo, e lui era più che disposto ad aspettarlo. Gli bastava sapere che già gli apparteneva, poteva accontentarsi.
Certo, non si aspettava sicuramente le parole che uscirono subito dopo dalla sua bocca, e che lo fecero sorridere.
-P-puoi farle s-se vuoi...- rispose Luhan timidamente, abbassando lo sguardo, non sapendo cosa aspettarsi. Sehun dovette unire tutte le forze che aveva in corpo per fermarsi e frenarsi dal divorarlo. Era così bello, dolce, tenero, che rappresentava una tentazione costante. Tuttavia sorrise, pizzicandogli affettuosamente una guancia. Se gli aveva risposto in quel modo significava che aveva fiducia in lui, che si fidava ciecamente e sapeva che non gli avrebbe mai fatto del male. E Sehun non voleva tradire quella fiducia, non voleva approfittarne, voleva amarlo avendo però la consapevolezza che anche Luhan sarebbe stato pronto a farlo.
Per cui si limitò a sorridere ancora davanti a quella purezza, chiaramente stampata nei suoi grandi occhi castani.
-P- perché stai sorridendo?- chiese ingenuamente Luhan, confuso e sorpreso da quella reazione, ancora con le gote arrossate.
Sehun si spostò da sopra di lui, attento a non fargli male, sedendosi al suo fianco e abbracciandolo.
-Niente amore mio, stavo solo pensando a quando sia fortunato ad averti- rispose sinceramente, appoggiando il mento sulla sua testa, cullandolo fra le sue braccia.


Sono io ad essere fortunato. Io non merito una persona come te, Sehun.
Tu meriti qualcuno che sappia amarti e che possa rimanere al tuo fianco per sempre, quando stai bene, quando sei felice, e anche quando sei triste, arrabbiato, malato o stanco. Tu meriti qualcuno che possa darti delle certezze, che possa renderti felice, che possa farti sorridere e che possa essere la tua forza quando ti senti debole o incapace di fare qualcosa. Tu meriti il meglio, non meriti questo stupido, che fra un paio d'ore andrà via facendoti soffrire. Tu meriti tutte le cose belle che questa vita è in grado di offrirti, e ti prometto che se un giorno riuscirò a tornare qui, e tu mi avrai dimenticato, e sarai felice e insieme a qualcun altro, io ti lascerò andare, non mi intrometterò nella tua vita, non la rovinerò una seconda volta. Perché ti amo, e ancora prima della mia felicità, voglio la tua.


Fu in preda a questi pensieri che le lacrime di Luhan iniziarono a scorrere una dopo l'altra, senza che lui potesse fare qualcosa per fermarle. Nascosto com'era nel suo angolo preferito, lasciò che la maglia di Sehun si bagnasse di quelle gocce salate, che dietro di loro portavano un carico pesante di cose da dire, ma che invece dovevano per forza confluire tutte nella tristezza più totale. Il suo cuore era devastato davanti a quelle riflessioni. Lui non voleva nel modo più assoluto che Sehun trovasse un'altra persona in grado di amarlo come lo amava lui, in grado di sostituirlo e diventare la fonte della sua felicità. Si stava comportando da egoista, e lo sapeva bene. Ma non poteva accettarlo. Sehun era solo suo, era parte di lui, e nonostante il destino era sul punto di separarli, questo non sarebbe mai cambiato.


-Perché stai piangendo Luhan?!- chiese allarmato Sehun distaccandosi di poco per vedere il suo volto inondato dalle lacrime e da incessanti singhiozzi.
-P-perché t-ti a-amo- rispose con difficoltà Luhan, prendendo il suo volto tra le mani e avvicinandosi per baciarlo.
-T-ti amo così tanto, p-per favore non dimenticarlo mai- lo pregò, stringendo ancora una volta il tessuto della maglietta dell'altro debolmente tra le mani.
Sehun, sorpreso e confuso da quello sfogo improvviso, lo strinse a sé ancora una volta, cercando di farlo calmare.
Perché all'improvviso sentiva qualcosa di strano farsi largo dentro di lui?
Perché avvertiva una strana paura pervaderlo?
Sehun chiuse gli occhi, sospirando, sperando di sbagliarsi.
-Te lo prometto, Lu, non lo dimenticherò mai- rispose debolmente, cercando di combattere quello stupido vuoto che cercava di allargarsi nel suo cuore.


Quella sera Luhan cenò con Sehun. Erano soli nel dormitorio, gli altri avevano vari impegni.
Il tempo iniziava ad accorciarsi. Mancavano pochissime ore. E la morsa nel petto di Luhan si era allargata.
-Vuoi restare a dormire qui?- chiese Sehun avvicinandosi e abbracciandolo da dietro. Il moro era intento a finire di lavare i piatti con cui avevano cenato. Annuì, decidendo di passare quanto più tempo possibile con Sehun. Sarebbe andato via dopo che l'altro si sarebbe addormentato.
-Sei sicuro che i tuoi amici non verranno?- chiese preoccupato. Non voleva andare incontro a situazioni imbarazzanti. Inoltre sarebbe stato più difficile andare via con altre cinque persone in casa.
-Tranquillo, torneranno domani. Vado a trovare qualcosa di comodo da prestarti per dormire- affermò sciogliendo l'abbraccio e dirigendosi verso la sua camera, non prima però di aver baciato la sua guancia.
Appena scomparve dietro la porta, Luhan lasciò andare l'immenso sospiro che stava trattenendo. Finì di asciugare i piatti, per poi dirigersi anche lui nella camera di Sehun.


Dopo che entrambi si cambiarono e si infilarono sotto le coperte, abbracciati stretti uno all'altro, Sehun tirò fuori un pacchetto.
-Questo è per te- disse sotto lo sguardo curioso di Luhan, che lo prese tra le mani, aprendolo. Ci trovò un ciondolo argentato a forma di stella, con una pietra incastonata al suo interno.
Il ragazzo spalancò la bocca, incantato davanti a quel bellissimo ciondolo. E Sehun sorrise soddisfatto.
-Ti piace?- chiese divertito.
L'altro annuì, ammirandolo ancora.
-Questo... quando... è davvero per me?- chiese sbalordito.
-L'ho comprato questo pomeriggio in uno dei negozi in cui siamo stati, mentre tu eri distratto a guardare altre cose- spiegò Sehun portando la sua mano intorno a quella di Luhan che teneva ancora il piccolo oggetto.
-Tu sei la mia stella, la mia bellissima stella. Grazie a te ho scoperto tante cose nuove, ho scoperto cosa significa amare davvero, ho scoperto quanto è bello prendersi cura di una persona e dedicargli tutte le attenzioni di questo mondo, ho scoperto la felicità, la vera felicità. Ho scoperto come andare oltre i miei limiti e i miei confini, come vedere oltre le apparenze e accettare diverse realtà. E' anche merito tuo se sono cresciuto, tu sei per me un punto di riferimento, una stella. La mia preziosa e brillante stella- quelle parole dette con così tanta sincerità e affetto vennero sigillate da un dolce bacio.
-Ti amo Luhan, non smetterò mai di farlo, te lo prometto- concluse, mentre i suoi stessi occhi diventavano lucidi. Era difficile spiegare il modo in cui quel piccolo cerbiatto gli aveva cambiato la vita, rendendola più luminosa e piena di valore. Era stato il suo amore a renderlo così maturo, a non farlo diventare una persona piena di sé e arrogante. Era stato lui col suo sorriso ad addolcirlo e renderlo completamente schiavo di quel sentimento così complicato e bello. Erano stati i suoi occhi a conquistarlo, a rapirlo e a farlo rimanere senza fiato. Qualunque cosa ne sarebbe stata di loro, Sehun non aveva dubbi sul fatto che Luhan sarebbe stato parte incancellabile della sua vita.


Luhan si godette appieno quegli ultimi momenti. Sehun gli aveva fatto una promessa, anzi due: non avrebbe mai smesso di amarlo e non avrebbe mai dimenticato il suo amore. Si crogiolò nel calore del suo corpo e nel calore di queste promesse, cercando di trarne conforto.
Non chiuse occhio neanche per un secondo. Accarezzò continuamente quel volto perfetto, quella morbida chioma. Giocò col le dita delle sue mani, lasciò piccoli baci sulle sue labbra, lo strinse fra le sue esili braccia, coccolandolo come se fosse un gattino. Si beò della sua dolce espressione addormentata, sorridendo di un sorriso rassegnato, ma soddisfatto.
Il tempo continuava a passare, stava per scadere, e il momento di andare via era sempre più vicino.
-Grazie di tutto amore mio, grazie per avermi amato e per avermi permesso di amarti. Non importa dove sarò domani o qualsiasi altro giorno della mia vita, continuerò ad amarti, a pensarti, a trovare un modo per tornare da te, quindi se puoi, se ce la fai, ti prego di aspettarmi. Grazie per tutto ciò che mi hai fatto provare, per i tuoi sorrisi, i tuoi sguardi preoccupati o seri, grazie per quelli sereni e dolci. Sei la persona più speciale di questo mondo, e meriti di essere felice. Quindi per favore, non essere triste quando sarò andato via, ma sorridi, e continua la tua strada. Non hai idea di quanto mi mancherai, di quanto soffrirò quando cercandoti non ti troverò accanto a me. Ma cercherò i nostri ricordi insieme, ogni singolo istante passato con te, e da lì trarrò la forza necessaria per andare avanti e continuare. Tornerò da te, te lo prometto- sussurrò tutte queste parole tra le lacrime, baciandolo un'ultima volta prima di alzarsi cautamente dal letto, senza fare rumore, districandosi dal suo caldo abbraccio e allontanandosi. Lo sentì fare dei movimenti, e per un attimo credette di averlo svegliato. Deglutì a fatica, voltandosi verso si lui, e sospirò quando lo vide invece dolcemente addormentato. Trovò un foglio sulla sua scrivania, e lasciò scritto qualcosa. Poi trovò un altro, lasciandolo invece nella camera di Baekhyun, sul suo comodino. Cambiò i suoi vestiti, riponendo quelli che gli erano stati prestati su una sedia.
Ritornò un'ultima volta da lui, baciandolo di nuovo e sussurrandogli un piccolo “Ti amo”, ammirandolo un'ultima volta prima di uscire da quella casa, mettendosi a correre più veloce del vento, con le lacrime che gli appannavano costantemente la vista, e di cui non riusciva a liberarsi.
Non si voltò neanche una volta indietro, per paura di ritornare sui suoi passi. Voleva, lo voleva fare tremendamente, ma come gli aveva detto il signor Kim, questa era la scelta migliore. Sentiva il suo cuore spezzarsi, i frammenti erano così minuscoli da non poter essere nemmeno contati. Faceva male, davvero tanto male. Non aveva mai provato un dolore del genere.


Un altro colpo gli venne inflitto quando arrivò davanti al piccolo negozio di Bubble Tea, dove ad aspettarlo c'era il signor Kim insieme a Lay e a tutti gli altri. Si buttò subito tra le braccia dell'uomo che lo aveva accolto per così tanto tempo, quasi come se fosse un figlio. Non gli importava se lo aveva fatto per espiare i suoi peccati o per qualsiasi altro motivo. Luhan amava anche quell'uomo, che gli aveva insegnato tanto, che lo aveva creduto, che non lo aveva abbandonato, e aveva condiviso con lui momenti belli e momenti difficili. Gli voleva bene, e non lo avrebbe mai dimenticato. Il signor Kim non riuscì a nascondere le lacrime, non riuscì a trattenersi, e lo strinse forte prima di mandarlo via.
-Ora vai Luhan, e ritorna presto. Io sarò sempre qui ad aspettarti e ad accoglierti a braccia aperte- gli disse, scuotendolo lievemente per le spalle.
Il ragazzo annuì determinato, e lanciò un ultimo sguardo a quella che ormai era diventata la sua casa.
-Ritornerò, glielo prometto. Abbia cura di lei e non dimentichi che le voglio bene. Grazie di tutto signor Kim- le lacrime non accennavano a diminuire, anzi aumentarono nel momento in cui iniziò ad allontanarsi con gli altri. I quattro, che si erano messi da parte fino ad ora, proseguirono davanti a loro, non mancando di scambiarsi occhiate confuse, poiché non riuscivano a capire tutte quelle reazioni. Lay rimase accanto a Luhan, passando amichevolmente un braccio intorno alla sue spalle, cercando di dargli conforto, di sostenerlo, nonostante lui non stesse meglio.
-Ce la faremo Luhan, vedrai- lo incoraggiò, determinato. L'altro annuì debolmente, ma la sua mente era occupata da quelle due figure importanti per lui.
Era troppo difficile lasciare le persone a lui care. Era troppo doloroso.
Non seppe neanche quanto camminò, dove arrivò. La voce imponente di Kris che annunciava il loro arrivo al punto stabilito lo destò improvvisamente dai suoi pensieri.
-Ci siamo- avvertì, disponendo alcuni ordini, di cui in tutta sincerità a Luhan non gliene fregava nulla. Neanche li ascoltò bene. Sembrava un cadavere ambulante, prosciugato di tutte le sue emozioni. C'era solo Lay a sostenerlo dal cadere per terra incurante, spento, stanco.
Non fece neanche caso alla luce che proveniva da quel varco spazio-temporale posto di fronte a lui. Chiuse gli occhi, sperando di riaprirli e ritrovarsi con loro. Lo sapeva che non sarebbe andata così, ma voleva illudersi, fino all'ultimo.


Si voltò indietro prima di essere investito dalla luminosità di quella luce intensa. Fu un attimo, poi di nuovo il buio, quel tipico colore blu scuro nel cielo che caratterizzava il suo pianeta.


Era una notte di fine inverno quella in cui Luhan lasciò il pianeta Terra, quel pianeta che gli aveva dato tanto, troppo.
Era una notte serena, ricoperta da un bellissimo cielo stellato la notte in cui il signor Kim si ritrovò da solo nella sua piccola abitazione, senza quel giovane a fargli compagnia.
Era una notte come tante altre, ma diversa allo stesso tempo, una notte che Sehun non avrebbe mai dimenticato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Finalmente ho finito questo nuovo capitolo (e non vi nego che mi veniva da piangere a scrivere queste cose! T.T niente, non sono portata per il genere drammatico*sigh*)

Spero di aver descritto bene tutto,di essere stata chiara con lo svolgimento delle azioni … e se lo trovate troppo... non so... troppo “qualcosa” , beh, ditemelo pure xD

Vi ricordo che NON è ancora finita, quindi aspettate!

Purtroppo ultimamente non ho molto tempo, ma siamo verso la fine, per cui ce la metterò tutta a finire questa storia, inoltre non so, vorrei iniziare allo stesso tempo qualcosa di nuovo, ma sono solo progetti xD

Ringrazio VLU_7_han, _ Beautiful_ Nightmare_, TokyoGhovl, KpopBias e tutti coloro che seguono la storia!

Mi scuso per eventuali errori.

Alla prossima! ^^

 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


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Capitolo 23


Ogni volta che ti vedo sorridere non riesco più a distinguere tra sogno e realtà. Esisti davvero? Esiste davvero un essere meraviglioso come te? Questo mi chiedo. Poi arrivi con i tuoi tocchi, i tuoi abbracci e i tuoi baci e mi rendo conto di quanto sia fortunato. Ho avuto la fortuna di incontrarti e amarti per davvero, e lo rifarei all'infinito.
Voglio credere che ti incontrerò ancora prima o poi. Voglio credere che potrò di nuovo stringerti tra le mie braccia e non lasciarti più. Voglio credere che avrò la possibilità di rivedere il tuo bellissimo sorriso. Voglio credere tante cose, e voglio invece che tu ne creda soltanto ad una: non smetterò mai di amarti Sehun.
Grazie per tutto quello che mi hai dato, non lo dimenticherò mai, non ti dimenticherò mai. E non smettere mai di sorridere, ti prego.
Ti amo
Luhan”


Sehun rilesse più e più volte le parole scritte su quel misero pezzo di carta, racchiuso tra dita tremanti, che non riuscivano neanche a reggere la presa sul foglio. Il suo corpo era scosso da fremiti, gli occhi erano invasi da numerose e amare lacrime. Amare proprio come la scoperta di risvegliarsi e non trovarlo più al suo fianco, stretto a lui, tra le sue braccia, ma di essere affiancato da quel vuoto, quel maledetto vuoto che rifletteva perfettamente ciò che era rimasto dentro il suo povero e sofferente cuore.
Avrebbe dovuto capirlo prima, avrebbe dovuto intuirlo dal modo in cui Luhan si era comportato il giorno precedente che c'era qualcosa di strano, avrebbe dovuto intuire che l'avrebbe lasciato. Era stato solo uno stupido, un imbecille, e adesso si sentiva impotente, debole. Non riusciva a crederci, non poteva, non voleva. Non voleva credere che il suo Luhan fosse andato via.


Non aveva ancora fatto alba quando si era svegliato di soprassalto, con la fronte imperlata dal sudore e il cuore a mille. Lanciando uno sguardo confuso e ancora addormentato verso la finestra, poteva scorgere un bellissimo cielo notturno, sereno. Ma quel cielo era la completa antitesi di quello che realmente stava provando. Aveva avvertito chiaramente qualcosa di diverso, di sbagliato. Qualcosa mancava, qualcosa non riusciva a dargli pace, a farlo stare tranquillo come invece sarebbe dovuto essere, e qualcosa continuava a farlo agitare, a farlo andare in panico. Era bastato soltanto inclinare la testa leggermente di lato per capire il senso di tutta quell'agitazione e di quella preoccupazione: Luhan non era più al suo fianco, il suo calore non lo ricopriva più, il suo peso era scomparso. Quello fu il campanellino d'allarme che fece emergere in una volta tutte le sue paure, le sue preoccupazioni, i suoi dubbi. Perché, si era chiesto in un primo momento, perché Luhan non c'era? Controllò il bagno, poi la cucina, poi ogni singola stanza di quel posto, ma per ogni passo che faceva, quella paura che era ormai esplosa dentro di lui, impossessandosi del suo corpo, devastandolo come un uragano, continuava a fare sempre più rumore anche intorno a ciò che lo circondava. Si sentiva soffocare, i respiri erano più corti e vibranti, sintomi di un cuore che non riusciva a darsi pace. Girava come un matto, chiamando il suo nome, poi gridandolo, mentre la vista iniziava ad appannarsi.
Perché dentro di lui, nonostante tutto quel turbinio di sensazioni negative, sentiva allo stesso tempo troppo silenzio. E quel silenzio gli portava solo tanto vuoto, il nulla. E se c'era una cosa che temeva più di tutte, era quella sensazione: sentire ora lì, in quello spazio precedentemente ricoperto, riempito in ogni punto di calore, soltanto freddo, mancanza.
Voleva scartare quell'ipotesi che si era fatto, prima così remota nella sua mente, ma adesso in grado di regnare sovrana.
Luhan se ne era andato.
E più lo ripeteva, più scuoteva la testa, non volendo crederci, non volendo pensarci, non riuscendo neanche a immaginare che il peggiore dei suoi incubi fosse appena diventato realtà.
Non gli importò dell'ora, del contesto in cui si trovava o dello stato in cui era in quel momento, troppo fragile, troppo debole. Afferrò le chiavi della macchina e si diresse immediatamente verso l'unico luogo in grado di dargli risposte. Il rombo del motore risuonò lungo le vie silenziose e le strade in cui passava.
Probabilmente quando arriverai lì Luhan ti spiegherà tutto, ti spiegherà perché è ritornato a casa. Di questo continuava a convincersi, impugnando con forza il volante, premendo di più l'acceleratore.
Quando arrivò, scese subito dalla macchina, e andò ad aprire con una certa urgenza e impazienza l'ormai familiare porta del negozio di Bubble Tea. La luce dentro era accesa, e con questo cercava di rassicurarsi. Ma incontrando gli occhi stravolti, spenti, sommersi dalle lacrime del signor Kim, quella misera speranza, quella mera e ostinata speranza che continuava a conservare si spense, proprio come la fiamma di una candela. Voleva gridare, liberare la sua frustrazione, chiedere dov'era Luhan, ma non ci riusciva. Perché in fondo sapeva la risposta. E faceva male, il suo cuore in quel momento era pervaso da un agonizzante dolore, come se ci avessero conficcato non una, bensì milioni di lame, facendolo sanguinare copiosamente. Le lacrime scendevano da sole dagli occhi devastati, confusi, rabbuiati, sempre più copiose, e non c'era modo di porre resistenza e combatterle.
-Si sente già davvero tanto la sua mancanza, eh...- esclamò il signor Kim con un amaro sorriso, sospirando.
E a quelle parole pian piano Sehun divenne sempre più consapevole della realtà, da cui non avrebbe potuto più scappare.
Luhan l'aveva lasciato.
Luhan era andato via.
Luhan non era più lì con lui.
Il suo Luhan...
Per un attimo la rabbia iniziò a prendere il sopravvento su tutto il resto, accecandolo con la sua forza e la sua perfidia.
-Perché non l'ha fermato?! Per quale motivo gli ha permesso di andare via?? Perché non mi ha detto nulla?!- Sehun alzò il tono di voce, ma più che lui, era la sua disperazione a parlare.
Il signor Kim, sorpreso dalla sua reazione, ma comprensivo, cercò di aprir bocca per spiegargli la situazione, il fatto che Luhan stesse per morire rimanendo sul loro pianeta e tutto il resto. Ma non ci riuscì, perché fermato da una nuova ondata di parole dell'altro ragazzo.
-I-io non riesco a capire... per quale motivo l'ha lasciato andare così facilmente?? L-lei ci teneva a L-Luhan, lei gli voleva bene, e allora perché?? Perché maledizione?! Perché non sapevo nulla??- la frustrazione si liberò sotto una nuova ondata di gocce salate, e Sehun portò le mani davanti al volto, poi le passò stancamente tra i capelli, tirandoli forse più del dovuto.
-N-non posso credere a tutto questo, non posso credere che la persona che amo mi abbia fatto questo. M-mi sento così deluso...- questa volta la sua voce tremante si abbassò, quasi sussurrando le ultime parole prima di girarsi verso l'uscita e andare via, sconfitto, irato, sdegnato, senza neanche rivolgere più un'occhiata all'uomo, che lo lasciò andare sospirando pesantemente.
Era un'altra morsa al cuore vedere Sehun in quello stato, e lo capiva, sapeva che le sue parole erano dettate dalla situazione, dal fatto che fosse stato tenuto all'oscuro di tutto, e per questo non gli importava di sentirsi dire qualcosa di troppo. Aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di lasciargli i suoi spazi, poi avrebbe riprovato a parlargli e spiegargli tutto. La persona che amava era scomparsa senza che lui sapesse o potesse fare nulla, immaginava la sua devastazione in quel momento.
Luhan... ti prego... devi ritornare”


Dopo quel piccolo sfogo davanti al signor Kim, ne seguì un altro quando ritornò al dormitorio. Da quando varcò la porta, qualsiasi oggetto gli capitava davanti subiva la stessa fine: distrutto in mille pezzi sul pavimento. Se la prese con qualsiasi cosa gli venisse a tiro, non gli importava neanche di farsi male, perché quel dolore non avrebbe mai potuto compararsi a quello che risiedeva nel suo cuore.
Poi quando arrivò in camera sua i suoi occhi caddero su quel pezzo di carta, con quelle parole. Il suo Luhan era stato a scrivere quelle parole. Il suo piccolo cerbiatto. Le rilesse più volte, sprofondando in una nuova ondata di tristezza, lasciandosi scivolare a terra, piangendo l'anima seduto com'era al lato del letto. Si sentiva un bambino, e avrebbe preferito esserlo davvero in quel momento piuttosto che essere costretto a provare tutto quel dolore. Si sentiva debole, spento, si sentiva tradito in un certo senso.
Luhan gli aveva promesso che avrebbero affrontato tutto insieme, e invece... che ne era stato di quella promessa?
Si sentiva deluso e arrabbiato, sia con se stesso, che con Luhan. Con se stesso perché era stato così stupido da non rendersi conto che il comportamento del moro del giorno prima era stato troppo sospetto, era stato così stupido da credere alla sua bugia e passarci oltre. Era arrabbiato con Luhan perché l'aveva lasciato così, senza dirgli nulla, senza alcun preavviso, semplicemente in balia di un'immensa tristezza e di un dolore insopportabile. E Sehun non era assolutamente pronto ad affrontare tutto ciò. Era arrabbiato con lui perché gli aveva negato la possibilità di dargli conforto, di stringerlo, di fargli capire che era pronto a soffrire insieme a lui. E invece no... aveva sopportato tutta quella sofferenza da solo, sorridendo quando gli era davanti, senza permettergli di entrare in quel tumulto che era il suo cuore. Perché Luhan si era comportato così? Nella sua testa risiedevano mille domande che avevano solo bisogno di una risposta sincera. Ma la persona in grado di dargli quella risposta se ne era andata via, lasciandolo in quelle condizioni.
Si domandava se solo non si fosse addormentato, se solo avesse insistito nel chiedergli cosa avesse, le cose sarebbero potute andare in un altro modo?
Ed ecco che diversi pentimenti e rimorsi si facevano strada in lui. In qualche modo si sentiva colpevole, nonostante avesse tutto il diritto per sentirsi una vittima.
-Mi hai rubato il cuore per poi portartelo via... ti odio Luhan- mormorò tra le lacrime, abbandonando la testa sulle braccia, strette intorno alle ginocchia.
Quell'odio era solo una copertura, un modo per prendersela con Luhan, per scaricare su una persona che ormai era andata via senza dirgli nulla tutta la sua rabbia e la sua frustrazione. Non avrebbe mai potuto odiarlo davvero, neanche dopo questo. Perché nonostante tutto, l'amore era sempre un gradino superiore all'odio. Già gli mancava, gli mancava tremendamente, gli mancava così tanto da voler quasi morire. I suoi grandi occhioni, il suo dolcissimo sorriso, quelle morbide guance fatte apposta per essere accarezzate, i suoi capelli lisci e scuri, il suo corpo, il suo profumo, i suoi abbracci, i suoi baci, le sue carezze, i suoi sguardi, i suoi modi di fare... come avrebbe potuto continuare a vivere senza di lui, senza tutte quelle cose? Era semplicemente una lotta persa in partenza. Sehun non era sicuro di potercela fare, anzi, a dirla tutta, sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo prima di arrivare a consumarsi e spegnersi lentamente.
Luhan era la sua vita, il futuro che aveva iniziato a sognare e il futuro su cui aveva costruito delle basi. Aveva già fatto tanti progetti per loro, ed ecco che erano sfumati tutti nel nulla. La vita gli era stata sottratta così aspramente, così duramente, infliggendogli un colpo da cui era difficile che si sarebbe ripreso.
Ogni minuto, ogni secondo che passava, si sentiva soffocare sempre di più, mentre il vuoto che aveva dentro si era ormai espanso in tutto il suo corpo.
Luhan...
Ripeteva quel nome continuamente. E nella sua mente iniziavano a proiettarsi tutti i momenti che avevano trascorso insieme, a partire dal loro primo incontro, avvenuto in una fredda notte d'inverno.


-Ehm... questi sono i Bubble Tea che ho ordinato?- aveva chiesto, ancora sotto shock dopo averlo visto sbracciarsi verso il cielo e gridare a gran voce. Lo aveva preso per un pazzo. Poi quel ragazzo si era voltato verso di lui, guardandolo preoccupato, colpevole, e allargando quei grandi occhioni castani che fin da subito gli avevano perforato l'anima. Senza saperlo, da quel momento il destino li aveva legati, stringendo alle loro dita quell'invisibile filo rosso, pronto a rafforzare quel legame speciale.


E poi Sehun ricordò la seconda volta che lo vide, quando dovette soccorrerlo. Fu il loro secondo incontro, e il suo cuore era già stato inesorabilmente rubato.


Lo aveva avvolto tra le sue braccia, cercando di sorreggerlo, di aiutarlo, preoccupato da quell'espressione sofferente che aveva in viso. Non sapeva cosa fare. Aveva deciso di chiamare i soccorsi per fargli ricevere un aiuto più esperto. Ma Luhan aveva posato la mano sulla sua, fermandolo.
-N-non... f-farlo...- gli aveva sussurrato debolmente.
-Allora dimmi tu cosa dovrei fare!- gli aveva risposto lui innervosito.
-S-solo... aspetta qui... f-finché non finisce... puoi farlo?- gli aveva chiesto guardandolo con quegli occhioni stupendi. Confuso, aveva annuito, assistendo poi a qualcosa di meraviglioso: il suo sorriso mentre gli diceva “grazie”.


Sehun sorrise debolmente ripensando a quel momento. Ricordava il loro tragitto insieme verso il negozio di Bubble Tea, la sua insistente curiosità verso quel ragazzo e la sua crescente preoccupazione nel vederlo stare male. Non era riuscito a dormire una notte intera a causa sua, a causa di quel bellissimo visino. E non sapeva ancora che quella sarebbe stata una delle tante sue notti insonni, perse in pensieri di lui.
Poi ricordò il loro incontro al parco. Come dimenticare quei momenti sdraiato sull'erba, la sua vicinanza, l'evidente attrazione che aveva provato per lui, i suoi battiti accelerati, le sue gote arrossate?


-Perché mi stai fissando?- gli aveva chiesto, notando il modo in cui i suoi occhi insistevano sul suo viso.
-Perché hai qualche filo d'erba tra i capelli- gli aveva risposto Luhan, avvicinandosi innocentemente a lui e posando delicatamente una mano fra i suoi capelli, cercando di togliere quei piccoli fili d'erba. E lui non si era mai sentito tanto soggiogato come in quel momento, soggiogato dal moro e da quelle labbra così belle da fargli perdere la testa e fargli fare pensieri inusuali per uno come lui, che non si era mai abbandonato a romanticherie o sogni ad occhi aperti prima d'allora.


Sehun sospirò amaramente. Ripensò a quella sera stessa, quando il suo cerbiatto stabilì che erano diventati amici, facendolo tornare a casa con un sorriso più grande e luminoso della luna. Era uno dei ricordi più belli per lui. La timidezza con cui aveva detto quelle parole, la sua insicurezza, e poi la sua felicità nel sentirsi assecondare. Niente di più adorabile.
Poi gli venne in mente il guaio che aveva combinato subito dopo, “negando” la loro amicizia appena nata, anche se in fondo l'aveva fatto per proteggerlo.


Più si avvicinava, più vedeva quel caldo sorriso allargarsi. Pur volendolo, non poteva trattarlo da amico davanti a tutti. Non lo avrebbero più lasciato in pace.
-Sehun!- lo aveva chiamato felice, con aspettative e tanta innocenza.
-Sehun conosci questo ragazzo?- aveva interrotto l'uomo della sicurezza, aspettando impaziente e visibilmente seccato una risposta, mentre i fans continuava a urlare, gridare il suo nome, fargli foto.
Sehun era combattuto, avrebbe tanto voluto dire di si, avrebbe tanto voluto confermare ciò per cui quegli occhi stavano brillando più di due stelle. Ma non poteva, e lo sapeva bene. Doveva cercare le parole adatte, in modo da ferirlo il meno possibile.
-Certo- aveva iniziato deciso, pregando che quegli occhi smettessero di guardarlo con così tanta trepidazione.
-Come non conoscere i nostri fans? Loro hanno tutti qualcosa di diverso, di speciale. O mi sbaglio?- aveva concluso fingendo un sorriso, guardando tutti annuire soddisfatti, ma non quel piccolo cerbiatto, sorpreso per quella risposta, che si rattristava, mostrando un'espressione imbronciata.


Nel vedere il suo viso deluso si era sentito da schifo, ricordò che i giorni seguenti non poté stare in pace con se stesso. Sentì il bisogno di chiarire, di spiegarsi, di recuperare la sua fiducia. Era un bisogno troppo importante per essere trascurato. E fu quando andò a trovarlo che si rese conto di essersi innamorato di lui. Quando lo vide nella sua semplicità, nella sua innocenza e bellezza, quando semplicemente osservandolo da poco lontano, si rese conto che non avrebbe potuto fare più a meno di lui.
Si sentì più leggero quando chiarì la situazione, passando con lui una bella giornata, vedendolo sorridere, confermando la loro amicizia, sapendo che però non avrebbe saputo accontentarsi solo di quella.
E poi... quel momento quando lo riaccompagnò a casa. Luhan lo abbracciò per la prima volta. Non si sarebbe mai aspettato un gesto simile, per cui il suo cuore esplose dalle emozioni.


-Quando ritornerai?- gli aveva chiesto timidamente, abbassando lo sguardo. Sehun non era riuscito a resistere davanti a quella dolce espressione, posando una mano sulla sua guancia, e accarezzandola. Gli veniva naturale, spontaneo fare quei gesti con lui. E gli piaceva.
-Ti prometto che appena mi libererò dagli impegni tornerò qui, d'accordo?- aveva cercato di rassicurarlo, non riuscendo a sopportare neanche lui l'idea di non poterlo vedere e passare più tempo insieme a causa della sua agenda con il gruppo. Si era già affezionato tanto. Troppo.
E poi quello che aveva avvertito era soltanto il calore e il profumo di quel piccolo ed esile corpo stringersi, unirsi col suo. E nel suo cuore erano scoppiati mille fuochi d'artificio.


Il suo sorriso si allargò ancora di più tra le lacrime. Era un ricordo troppo prezioso. Quel piccolo cerbiatto lo aveva già reso schiavo del suo volere.
Si incontrarono di nuovo nel loro primo concerto d'apertura a Seoul, quando lui aveva mandato i biglietti a Luhan e al signor Kim invitandoli a partecipare, e quella volta gli aveva fatto conoscere i suoi pazzi amici.
Sapere di avere quella persona speciale che lo stava guardando lo aveva motivato ancora di più. Voleva essere impeccabile, perfetto, e solo perché c'era lui tra gli spettatori, a tal punto si era ossessionato.
L'incontro che seguì questo fu davvero importante per lui, perché in qualche modo sentì di aver creato un collegamento ancora più profondo con Luhan, un rapporto fondato sulla fiducia e sull'affetto. Ricordò che non era stato bene, per cui gli rimase vicino, osservandolo completamente perso, innamorato, mentre dormiva beatamente. Ma al suo risveglio aveva avuto un piccolo sfogo, era crollato.


Vedeva il suo viso malinconico, vedeva le labbra un po' tremanti, e poi delle piccole lacrime fare capolinea dai suoi occhi, lacrime che aveva cercato di coprire subito nascondendo il volto tra le mani.
-S-scusami... n-non volevo p-piangere...- gli aveva detto fra qualche singhiozzo, ma lui non ci aveva visto più, non sopportava di vedere quell'angelo stare male. Lo strinse subito a sé, permettendogli di nascondersi contro il suo petto. Era una delle più belle sensazioni che avesse mai provato, perché in quel modo gli stava comunicando qualcosa: non preoccuparti, ci sono io qui con te.


Sehun quella volta capì che quel bellissimo sorriso nascondeva delle crepe, e sentì che era suo compito iniziare a trovarle e aggiustarle. Quando lo vide piangere il suo cuore soffrì per lui, e non riuscì a trattenersi dallo stringerlo a sé, nasconderlo nel suo abbraccio e dargli tutto il conforto di cui aveva bisogno. Lo sentiva un suo dovere prendersi cura di quella piccola e fragile creatura, forse perché probabilmente già la considerava sua.
Sehun afferrò il cellulare, abbandonato sul letto. Lì c'erano quelle foto, le prime foto che si erano fatti insieme quello stesso giorno. Non appena i suoi occhi si posarono su di lui, che sorrideva felice e divertito, il suo cuore si spezzò ancora e ancora. Non poteva accettare che quello sarebbe rimasto solo un ricordo.
E mentre gli occhi si riempivano di nuove e fresche lacrime, nella sua mente tornò vivido il ricordo del loro tentato primo bacio. Tentato perché erano ad un passo dal far scontrare le loro labbra, ma il signor Kim li aveva interrotti inconsapevolmente.


Si era appena svegliato, e non ci era voluto molto per rendersi conto di essere completamente sdraiato sopra Luhan. Nonostante la bellissima sensazione provata ad averlo così vicino, subito era entrato nel panico, temendo di avergli fatto male, essendo più grande e pesante di lui. Aveva portato preoccupato le mani ai lati del suo dolce viso.
-Ti ho fatto male? Perdonami, sono stato uno sconsiderato, ma perché non mi hai svegliato? Potevi dirmelo, chissà come sarai indolenzito adesso!- aveva esclamato un po' arrabbiato con se stesso, ispezionando attentamente quegli occhioni che lo guardavano timidamente e sorpresi. Non si aspettava di essere ricambiato con uno sguardo adorabilmente determinato e serio.
-Tu non mi hai fatto male, no, non potresti mai farlo, non ho nulla da perdonarti, invece ti ringrazio, perché è stata la prima volta che ho dormito così bene, e non mi importa se mi fa male da qualche parte, ritornerei a tenerti in quel modo altre dieci, cento, mille volte- gli aveva risposto appoggiando delicatamente le mani sulle sue e guardandolo prima felice, poi un po' imbarazzato, mentre si avvicinava per cercare di nascondere le guance arrossate contro il suo petto.
Ma Sehun dopo quelle parole, così dolci e sincere, non poteva più sopportare di aspettare, tanto che gli aveva ripreso il viso tra le mani, questa volta avvicinandolo lentamente al suo perché voleva, desiderava ardentemente far scontrare le loro labbra, fargli capire quanto ormai fosse perso in lui, quanto fosse innamorato di quell'esserino così speciale. E Luhan non lo stava allontanando affatto, anzi, aspettava con trepidazione quel tocco, chiudendo gli occhi e abbandonandosi, lasciandosi guidare completamente da lui.
Ma l'entrata improvvisa del signor Kim in quella stanza li fece allontanare subito imbarazzati.
Il desiderio di Sehun di baciarlo però non si era affatto arrestato, si era fatto ancora più grande e ardente se possibile.


Sehun non dovette aspettare molto prima di conquistare finalmente quel dolcissimo premio. Fu quando si ritrovò Luhan davanti alla porta di camera sua che le cose iniziarono.
Ricordò la sua timidezza e il suo imbarazzo nel vederlo seminudo, per poi dimostrare tutta la sua preoccupazione verso di lui nel sapere che non stava bene, che aveva la febbre, pur avendo ricevuto informazioni false da quella volpe di Baekhyun.
E poi ricordò la sua espressione pensierosa, un po' triste mentre gli asciugava i capelli, e quel sorriso un po' forzato.
Non poteva ancora minimamente immaginare cosa si nascondeva oltre quegli occhi.
Gli chiese cosa avesse, facendogli presente come quello non fosse il suo vero e bellissimo sorriso, quello che rivolgeva solo a lui, e che finalmente ricomparì dopo pochi minuti grazie a lui. Era stato Sehun a ridargli quel sorriso, e ne era estremamente orgoglioso.
E ciò che seguì fu il momento più dolce e significativo. Quella complicità che si erano creati, scherzando e giocando, lì porto a qualcosa che agognavano entrambi da tanto tempo.


-No, non pensarlo neanche, sono stato io ad aver sbagliato, mi dispiace, puoi perdonarmi?- gli aveva chiesto Luhan, sperando di essere perdonato dopo non aver risposto a nessuna delle chiamate e messaggi di Sehun, cosa che aveva fatto preoccupare da matti quest'ultimo. In verità Sehun lo aveva già perdonato, era bastato guardare quell'espressione da cucciolo bastonato per farlo. Ma voleva un po' tenerlo sulle spine, scherzare.
-Mmh... fammi pensare...- gli aveva risposto mettendo su una finta faccia pensierosa, che non era però durata a lungo. Vedere come l'altro aveva preso tutto così seriamente, com'era in ansia, con occhi trepidanti d'attesa, lo fece sorridere. E questo bastò a Luhan per capire il suo gioco e assecondarlo, mettendo a usare il suo aegyo. Dove aveva imparato a comportarsi così era un mistero per Sehun.
-Ti prego...- continuava a piagnucolare, avvicinandosi sempre di più, stringendo il tessuto della sua maglia, guardandolo dritto negli occhi. E questo lo aveva fatto già vacillare, perché se c'era una cosa a cui non era in grado di resistere, quella cosa erano i suoi grandi occhi castani. Per cui aveva deglutito a fatica, sentendo i battiti aumentare a ogni centimetro che veniva accorciato tra di loro. E poi improvvisamente aveva iniziato a mimare un gattino, lasciando così poco spazio tra i loro corpi e i loro visi che a Sehun fu impossibile resistere. Quello era l'effetto che Luhan aveva su di lui quando gli si avvicinava. Lo faceva fremere, sentiva i brividi salire lungo la schiena e colpirlo come piccole scosse, sentiva il cuore battere così forte da non riuscire a trattenerlo nel petto, sentiva le sue mani muoversi da sole verso di lui, accompagnate da tutto il resto del suo corpo. Lo desiderava. Desiderava averlo per sé, desiderava dimostrargli quanto era impazzito a causa sua, desiderava stringerlo e non lasciarlo più andare via. Fu questo immenso desiderio, questa voglia accesa di fargli capire quanto lo amava che lo spinse a riempirsi di coraggio e determinazione e finalmente baciarlo.
E quando avvertì quel morbido e caldo tocco fra le loro labbra, capì di aver raggiunto il paradiso, il suo paradiso personale.


Il loro primo bacio. Il momento in cui i gesti avevano preso il posto delle parole. Il momento in cui era rimasto senza fiato, non solo per il bacio in sé, ma perché non poteva ancora credere che Luhan avesse accettato ciò che aveva da “dirgli”.
E come Luhan aveva accettato quelle sue silenziose parole, anche a lui era toccato accettare qualcosa di più grande e complesso: il suo mondo, il mondo di una persona non appartenente a quel pianeta, di una persona che i terrestri avrebbero comunemente chiamato “alieno”.
Quella stessa sera Luhan gli aveva rivelato i suoi sentimenti per lui, quelle parole che erano entrate così profondamente dentro il suo cuore, tanto da lasciargli dentro un segno indelebile.


-Prima di tutto voglio ringraziarti Sehun, perché averti conosciuto ha portato nella mia vita un grande cambiamento. Hai riempito i miei giorni di tanto colore, hai riempito il mio cuore di tanta felicità, il solo pensare a te mi rende più forte, più determinato, mi fa affrontare la vita con un sorriso, mi fa dimenticare tutti i miei problemi. Non puoi immaginare quanto tu sia speciale per me, quanto sia felice quando mi sei vicino e quanto odi non poterti vedere, essere lontano da te. Mi hai fatto scoprire cosa significhi sentirsi vivo, cosa significhi amare ed essere amati- gli aveva detto, guardandolo con sincerità, non preoccupandosi di nascondere le lacrime che facevano capolinea dai suoi occhi, in quanto cariche di sentimenti ed emozioni. Proprio come quello che stavano provando in quel momento.
-Perché io ti amo Sehun, mi sono perdutamente innamorato di te e lo sarò per sempre- e qui Sehun sentiva il suo sogno realizzarsi, tutto fermarsi per quegli interminabili attimi, per poi riprendere a scorrere lentamente.


E come realizzò il suo sogno, un attimo dopo quello stesso sogno venne messo a dura prova. Trovò un ostacolo incredibile, una verità incomprensibile, qualcosa a cui non avrebbe mai pensato in vita sua.


-Sehun, io non sono come te, non sono umano-


Quella frase portò tutto su un diverso piano, quella frase portò qualcosa di inaspettato. Sehun ricordava bene lo sguardo attonito davanti a quelle parole, che sembravano uno scherzo per qualcuno come lui. Eppure non credeva possibile uno scherzo in un momento così importante e carico di significato per entrambi. Ma come poteva crederci?
Qualche minuto dopo si ritrovò a fluttuare in aria. Com'era possibile una cosa del genere? Ancora a ripensarci poteva riprovare sulla sua pelle quella serie di incredibili sensazioni che lo avevano attraversato: sorpresa, incredulità, sconvolgimento, turbamento, panico, e tante altre ancora.


-Sono arrivato qui per sbaglio, per un errore. Ma sai, mi farei colpire da quella scarica di energia altri milioni di volte se ritornando qui incontrerei di nuovo e ancora te Sehun, non mi importerebbe di soffrire, non avrei paura di morire- Luhan continuava ad avvicinarlo a sé, guardandolo dolcemente e accarezzando una sua guancia.
-Ti amo così tanto, nonostante so che un giorno dovrò ritornare lì, che un giorno non potrò mai più rivederti, toccarti, starti vicino, guardare mentre mi sorridi, sapendo che un giorno tu rimarrai solo un ricordo per me- gli aveva detto abbracciandolo e baciandolo, ma Sehun non riusciva a reagire, non poteva.
-Adesso puoi credermi?- gli aveva domandato disperatamente prima di svenire tra le sue braccia.


Sehun non poteva crederci ancora in quel momento, gli sembrava qualcosa di surreale, un sogno. Considerò tutto ciò ridicolo, strano.
Come riuscì ad uscire da quel vortice? Probabilmente a causa di quel forte sentimento che provava verso Luhan. Probabilmente perché il suo attaccamento all'altro superava il resto, mettendolo da parte. Probabilmente perché la paura di perderlo quella volta era stata più forte della paura di accettare quella verità. E realizzando tutto questo, Sehun fece un passo avanti, maturò il suo modo di pensare. Capì che quello che contava non era la differenza, bensì la personalità. Accettare una persona significava accettare il modo in cui era, quell'insieme di caratteristiche che la risaltavano e la rendevano tale. Tutto il resto veniva dopo.
Questo realizzò Sehun. E scegliere di comportarsi in questo modo si rivelò la strada corretta: non aveva perso, ma aveva trovato la vera felicità.


-Ascoltami- aveva iniziato a parlare serio, incontrando i suoi occhi stanchi, velati ancora dalle lacrime, ma felici perché lui era lì.
-Non mi importa chi sei, da dove vieni, cosa hai fatto o perché l'hai fatto. Mi importa che tu continui ad essere così come sei adesso, il cerbiatto per cui ho completamente perso la testa. Ti amo Luhan, sei l'unica cosa che voglio. Se ho te, io mi sento completo. Affronteremo insieme le difficoltà, non sarai più solo, io sarò sempre al tuo fianco, e non ti lascerò mai- si era dichiarato, facendo chiarezza una volta per tutte con i suoi sentimenti. Era sicuro di volere questo, di volere Luhan, nonostante tutto. E gli era bastato vederlo sorridere di nuovo per capire che a fare quella scelta ne era valsa la pena.


La sua unica paura era stata quella di doverlo vedere andar via un giorno, proprio la paura che si era appena avverata, nel più crudo dei modi. Senza sapere nulla, senza capire nulla, senza poter dire nulla. Luhan era andato via, Luhan era ritornato nel suo luogo di appartenenza, lasciandogli dietro tanti ricordi e allo stesso tempo un vuoto immenso. Ma nonostante tutto si ostinava a credere a quelle parole, alle sue parole quando si trovavano ancora in ospedale, quella sera. Poteva essere un folle, ma ci credeva, credeva davvero che Luhan voleva restare con lui.


-Quindi un giorno... dovrai andare via?- gli aveva chiesto azzardatamente, non essendo neanche sicuro di voler davvero sapere la risposta. Il solo pensiero di perderlo era qualcosa di davvero riluttante, insopportabile.
-Non lo so Sehun, non so cosa mi riserva il futuro. So solo che qualunque cosa sia io non voglio nulla. Io voglio solo rimanere con te. Io... io non riesco neanche più a immaginarla... la mia vita senza averti accanto. Non voglio neanche pensare all'idea di dovermi separare da te. Non credo riuscirei a sopravvivere. Dentro di me c'è solo tanta confusione, tu sei la mia unica certezza Sehun. Io ho solo bisogno di te- la sincerità traspariva dalla sua voce e soprattutto dai suoi occhi. Luhan si stava aggrappando a lui, riconosceva Sehun come indispensabile punto di riferimento nella sua vita precaria. E chi era lui per negargli questa unica certezza che aveva? Ormai era completamente perso in lui, lo sapeva che doveva tenersi pronto ad affrontare qualsiasi cosa, che doveva essere consapevole che prima o poi avrebbe sofferto, solo che in quel momento si era lasciato prendere un po' la mano, preferendo stare dalla parte della positività, preferendo vivere ciò che la vita gli stava dando, senza pensare al domani.


Quanto aveva dovuto soffrire Luhan?
Quanto dolore si era nascosto dietro la purezza e l'innocenza di quegli occhi?
Quante parole non dette, mascherate da falsi sorrisi, aveva dovuto tenere per sé?
Questo si chiedeva. E la cosa lo faceva arrabbiare. Lo faceva diventare una belva. Sentiva che in tutto questo tempo avrebbe dovuto dargli di più, sarebbe dovuto riuscire ad entrare in quel mondo di sofferenza e tristezza che aveva costruito intorno a lui, in quel mondo coperto da una campana di vetro che aveva tenuto il più lontano possibile da lui.
Sehun sentiva di aver fallito. Quello che aveva visto di Luhan non era sempre qualcosa di vero. A volte era qualcosa di costruito, qualcosa creato per non contaminare la sua felicità, la felicità di Sehun.
Luhan aveva voluto proteggerlo dalla sua instabilità, dalle sue incertezze, ma era stato ingenuo a non capire che tutto ciò non aveva fatto che aumentare la miseria di Sehun. Perché si, adesso si sentiva anche misero, patetico, stupido, e sempre più colpevole.
Per quanto poteva nascondersi dietro a tutti i loro ricordi, i loro momenti insieme, faceva sempre e comunque male.
Non aveva nessun rimpianto riguardo tutti i loro baci, i loro abbracci, i loro sguardi. Tuttavia, rimpiangeva il fatto di non aver guardato bene, fino in fondo, dentro quegli occhi.
Sehun si sentiva triste, perso, vuoto.
Sehun si sentiva anche colpevole, perché non aveva saputo leggere tra le righe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Finalmente l'ho finito, non mi sembra vero! >.<

Come potete vedere, quello preso in esame è tutto il punto di vista di Sehun, la sua reazione alla triste scoperta, e i suoi pensieri seguiti da tutta quella carrellata di ricordi, che spero di aver reso bene (non so perché, ma non mi sento del tutto soddisfatta... spero sia solo la mia impressione ^^”)

Mi scuso se in tutto ciò appariranno errori, quando avrò un po' di tempo ricontrollerò tutto!

E niente... credo restino forse due o tre capitoli... o forse quattro... devo regolarmi. Non molto comunque!

Voglio ringraziare Wonderland___x, XiaoSaseum, _Beautiful_Nightmare_ e chi continua a seguirla! Grazie mille, davvero! ^^

Auguri di Buona Pasqua a tutti e... alla prossima!!

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


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*Nota: le frasi in corsivo sulla destra fanno parte della canzone degli UKISS- Come Back To Me, per chiunque la conoscesse o volesse ascoltarla! ^^

 

Capitolo 24

 

Grazie a te ho imparato cos'è l'amore,

non posso vivere perché il mio cuore sta soffrendo troppo.

Voglio vederti, voglio vederti, voglio vederti,

anche se solo per una volta nei miei sogni, ti prego”

 

 


Era lì.
Dopo tanto tempo era ritornato nel suo luogo di appartenenza, sul suo pianeta d'origine. Sentiva le forze iniziare a ristabilirsi, nonostante il processo di guarigione da quel grande prosciugamento di energie fosse lento e richiedesse tempo. Respirava aria pulita, i suoi occhi non dovevano più essere infastiditi da raggi solari, dalla chiarezza del cielo; non c'erano centinaia di odori pronti a colpire il suo olfatto, o suoni e rumori a perforare il suo udito, non c'era più quella vitalità, quella vivacità nelle persone che animava i posti in cui metteva piede.
Ritornare in quel luogo avrebbe dovuto rappresentare qualcosa di positivo, di “felice” secondo la terminologia umana. Significava riprendersi la propria vita, con i propri ritmi e i propri compiti e doveri. Significava ricaricarsi, non rischiare più la morte. Significava poter usufruire del proprio potere. Significava mandare avanti ciò per cui innanzitutto era stato creato.
C'erano così tanti motivi per avvertire dentro di sé un senso di soddisfazione e di familiarità, eppure sul volto di Luhan non compariva altro che un cipiglio. In fondo, chi voleva prendere in giro?
All'apparenza, di fronte agli altri, poteva sembrare “normale”, ma era tutto tranne che questo. La sua specie non poteva capire di certo tutto ciò che nascondevano i suoi occhi, costantemente inumiditi da piccole gocce d'acqua salata che a volte, ribelli, scendevano senza permesso, come se fossero state loro a prendere il comando e a decidere cosa fare e cosa non fare. Le persone di quel posto non avrebbero mai potuto guardare bene dentro quegli occhi tristi, spenti e sofferenti, non avrebbero mai potuto leggere e capire il suo stato d'animo, sentire ciò che ogni debole e misero battito del suo cuore voleva trasmettere, tutto quel tumulto di pensieri che appannava la sua mente, che lo distraeva continuamente, che lo rendeva in quel posto solo fisicamente, perché con la testa era completamente altrove, in un altro mondo, per essere precisi. Ed era una tortura, un peso insostenibile.
Soltanto Lay, che gli stava accanto, poteva capirlo e condividere le sue emozioni e i suoi sentimenti in quel momento. Adesso si sentivano due estranei nel loro stesso pianeta. Dopo aver liberato quella parte sensibile dentro la propria persona non era possibile ritornare indietro, rinchiuderla nuovamente. E nessuno dei due sarebbe stato accondiscendente a ritornare ciò che era prima, tanto meno ad avanzare la proposta di cancellare quei preziosi ricordi che avevano costruito durante la loro permanenza in un mondo diverso. Era strano, preferire la sofferenza e il dolore, preferire vivere e agire secondo cuore in un posto portato avanti dalla ragione e dalla forza, ma questa era la loro scelta, la loro volontà a voler proseguire un cammino diverso rispetto a quello dei loro simili, a voler essere guidati da entità astratte come la speranza, perché nonostante tutto, questo poneva un senso, uno scopo nelle loro confuse e sconvolte esistenze.
Luhan quasi avvertiva un senso di pietà per tutti quegli esseri incapaci di provare le emozioni nel modo in cui le aveva provate e le continuava a provare lui. Che ne sapevano della felicità, del dolore, dell'odio, dell'amore...
Sentiva come se quella sua realtà fin'ora considerata normale, adesso invece fosse diventata insostenibile, insopportabile. Provare emozioni, vivere per davvero, questo aveva cambiato ogni sua prospettiva. Non riusciva più a identificarsi con quelle persone, anzi le guardava come da spettatore esterno, notando come quei loro movimenti, gli stessi che anche lui in passato aveva fatto, fossero solo qualcosa di meccanico, privo di vita. In quelle persone rivedeva chi era in precedenza, il vecchio Luhan, perché adesso ne era stato creato uno completamente nuovo e diverso, un terrestre.
Avrebbe tanto voluto riuscire a seguire le parole di Kris, capire cosa stesse dicendo in quel momento riguardo la struttura alle sue spalle, riguardo diversi progetti da completare, ma l'unica cosa che i suoi occhi erano in grado di percepire di fronte a lui era un'immagine creata dalla sua mente, l'immagine di due persone per cui il suo cuore pulsava solo un senso di mancanza assurda, una voglia matta di rivederle.
Si chiedeva se il signor Kim si trovasse bene di nuovo da solo, se riuscisse a mandare avanti quel piccolo negozio di Bubble Tea senza il suo aiuto, se ricordasse di prendere le sue medicine prima di andare a dormire, se ancora la sua anima fosse torturata da ricordi di un passato doloroso.
E poi... poi c'era lui... la sua parte mancante, quel pezzo di cuore lasciato indietro, la sua vita.
Hai pianto quando hai scoperto della mia assenza?
Mi stai odiando?
I tuoi amici si stanno prendendo cura di te?
Continuerai a sorridere per me?
Questi e mille altri interrogativi aleggiavano nella sua testa. Voleva rivederlo. Voleva riabbracciarlo. Voleva essergli accanto, prenderlo per mano e incrociare le loro dita insieme, incoraggiarlo, fargli sentire la sua presenza, guardarlo negli occhi e fargli capire che il suo amore per lui non aveva subìto alcun danno, che non si era spento, ma che continuava a crescere, che il suo cuore, il suo corpo, prudevano dalla voglia di tornare da lui e non lasciarlo mai più.
Senza accorgersene una nuova ondata di lacrime lo investì. Era davvero troppo da sopportare, si sentiva così vuoto...
Subito sentì una mano stringere la sua spalla, producendo una lieve pressione, in modo confortante. Voltandosi incontrò gli occhi di Lay, velati da una leggera scia di preoccupazione. Solo in quel momento si accorse che gli altri erano andati via. Sospirò, strofinando lievemente una mano sugli occhi, eliminando qualche lacrima che impertinente gli ostruiva la vista.
-C-ci riusciremo Lay, vero?- chiese debolmente all'altro, che annuì convinto.
-Basta piangere, dobbiamo metterci a lavoro. Ci vorrà del tempo, ma unendo le nostre forze possiamo farcela- la risposta di Lay fu incoraggiante, Luhan aveva proprio bisogno di sentirsi dire delle parole così, aveva bisogno di sostegno. Iniziò ad incamminarsi verso il tavolo posto di fronte a loro, determinato, seguito a ruota dall'altro. I suoi occhi vagarono sui vari fogli sparsi su quella superficie metallica, esaminandoli, cercando di trovare ciò che gli sarebbe stato utile.
-Credi che Kris o gli altri ci fermeranno?- chiese ad un tratto pensieroso, cercando di mettere in ordine alcuni pezzi di carta in cui vi erano appuntate delle note importanti sopra.
L'altro alzò le spalle, finendo di scrivere qualcosa in un'agenda.
-Finché non mettiamo in pericolo l'equilibrio del nostro pianeta, credo non avrà nulla da ridire. In fondo trovare un modo fisso e stabile per essere in comunicazione col pianeta Terra rientrerebbe anche nei suoi interessi, anzi, negli interessi di tutti- affermò Lay con sicurezza, conoscendo bene il modo di lavorare di Kris. E Luhan annuì sollevato a quelle parole.
-Mi mancano così tanto...- sussurrò con occhi nostalgici e malinconici, passando inconsapevolmente una mano sul ciondolo a forma di stella che aveva legato al collo.

Tu sei per me un punto di riferimento, una stella. La mia preziosa e brillante stella”.

Ricordava le parole di Sehun, quelle parole che gli avevano riempito il cuore di felicità. E pregava solamente che Sehun potesse continuare a considerarlo la sua stella.
Ti prego amore mio, aspettami.


-Ti capisco Luhan, credimi...- le parole di Lay lo riportarono alla realtà. Erano parole sincere e partecipi del dolore dell'altro, ma allo stesso tempo marcavano qualcos'altro, un qualcosa di misterioso e nascosto, qualcosa che fino ad ora era sfuggito agli occhi degli altri, ma che dopo il sospiro appena emesso, aveva concentrato su di lui tutta l'attenzione di Luhan, che lo guardava con occhi inquisitori.
-Anche io ho ancora qualcosa da fare lì...- continuò incontrando un po' imbarazzato il viso curioso di Luhan.
-Che intendi?- chiese quest'ultimo inclinando leggermente il capo, aspettandosi risposte. Il comportamento di Lay era un tantino strano in quel momento, si doveva per forza essere perso qualcosa. Colpa dell'altro, che era davvero bravo a nascondere le sue cose. O forse era stato lui a non farci caso, visto tutto quello che aveva dovuto affrontare negli ultimi tempi.
Lo vide mordersi il labbro incerto, gli occhi rivolti verso il basso, poi spostati verso altre direzioni, quasi a meditare attentamente sulle prossime parole che sarebbero uscite di lì a poco dalla sua bocca.
-Q-quel ragazzo con cui mi ero scontrato quel giorno in ospedale... s-si insomma... c-ci siamo rivisti...- confessò Lay timidamente, avendo ancora difficoltà ad aprirsi e raccontare cose del genere ad altre persone, pur sapendo che di Luhan poteva fidarsi.
E il cerbiatto rimase stupefatto a quelle parole. Questa si che era una grande novità.
-Intendi Suho vero? L'amico di Sehun!- esclamò rivolgendogli un sorriso, curioso di saperne di più.
-Il punto è che... c-credo mi piaccia- affermò pacatamente, con un lieve rossore sulle guance, che di certo non sfuggì a Luhan.
-Voglio sapere tutto! Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere?- l'entusiasmo di Luhan era evidente nella sua voce, e il sorriso che gli rivolgeva gentile, mentre lo incitava a raccontargli di quel loro fatidico incontro. E Lay decise di confidare all'altro quel piccolo frammento della sua vita che aveva sicuramente cambiato tante cose.


Erano a corto di un farmaco importante, ma che serviva loro con una certa urgenza, per cui decise di recarsi in una farmacia lì vicina per acquistarlo. I rifornimenti di medicine sarebbero arrivati nel tardo pomeriggio. Aveva ancora con sé il camice bianco, mentre camminava velocemente verso la direzione prestabilita. Varcò la porta, non facendo inizialmente caso al gruppetto di ragazze accostate accanto alla struttura. La signora dietro il bancone lo salutò, accennando un lieve inchino, prontamente ricambiato dal ragazzo, e si rivolse a lui gentilmente, chiedendogli di cosa avesse bisogno. Lay espose subito il nome del farmaco di cui necessitava, rimanendo poi lì ad attendere che la signora andasse a prenderlo.
Fu guardando distrattamente i suoi dintorni che notò una testa bionda fare la sua comparsa vicino ad uno degli scaffali situati a qualche metro di distanza da lui. Considerando la capigliatura e la statura, quella figura gli apparve subito familiare, e se gli fosse rimasto qualche dubbio, esso svanì non appena il ragazzo si voltò dalla sua parte, distratto com'era a leggere l'etichetta di un qualche farmaco. Gli occhi di Lay si allargarono leggermente dalla sorpresa, non pensando proprio di imbattersi di nuovo nel ragazzo con cui si era scontrato poco tempo fa in ospedale.
Il suo nome era Suho. Anzi, per precisare, il suo vero nome era Kim Junmyeon, ma era conosciuto al pubblico come Suho. Lay lo aveva scoperto perché dopo quello scontro si era messo a cercare informazioni su di lui, avendo il presentimento di averlo già visto da qualche parte insieme ai suoi amici. E così ora sapeva che quel ragazzo faceva parte di un noto gruppo di idols, e per il moro possedeva una bellissima voce. Forse usava la sua curiosità per giustificare quello strano interesse, un interesse di come non ne aveva mai provati prima. Sapeva soltanto che da quel fatidico giorno, il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta, l'immagine di quel volto sereno e gentile era rimasta impressa dentro la sua mente, e non lo aveva più abbandonato. C'era qualcosa in quel ragazzo che lo attirava, che spingeva quei limiti dentro il suo cuore e che cercava di innestarne un ritmo completamente diverso. Lay cercava sempre di trovare una qualche giustificazione per ignorare quella sensazione così sconosciuta, ma non sarebbe mai riuscito a farlo pienamente, non quando la sera si addormentava avendo come sottofondo il suono di quella voce così dolce, e non quando sfogliando svogliatamente le pagine di un giornale si soffermava un po' troppo davanti al suo viso quando compariva una sua immagine. Lay non voleva credere che se ne fosse innamorato, ma i segnali che lo indirizzavano verso quell'opzione erano tanti.
Per esempio adesso i suoi piedi si erano mossi da soli verso la sua direzione, facendolo avvicinare a lui. L'altro parve non fare caso alla sua presenza, sempre intento a cercare quasi di decifrare il composto di quella piccola bottiglietta che teneva fra le mani. E lui non riusciva a smettere di guardarlo, di perdersi nei lineamenti gentili di quel volto, su cui vi era dipinta un'espressione confusa. E più si avvicinava, più si perdeva, più tutto ciò intorno a loro era qualcosa da mettere in secondo piano. Il suo cuore sapeva di felicità, di serenità, di qualcosa di nuovo e incomprensibile.
-E' un composto a base di vitamine A, C ed E, indicato in caso di carenza di potassio e magnesio- affermò tranquillo, rispondendo in un attimo a tutti gli interrogativi dell'altro, che alzò subito il viso sorpreso verso la sua direzione. Sembrò ricordare subito del loro precedente incontro-scontro.
-O-oh... grazie mille- rispose rivolgendogli un sorriso gentile per poi ritornare a guardare la bottiglietta che aveva tra le mani.
-Non capisco perché debbano scrivere nomi così difficili nelle etichette quando si tratta di semplici vitamine- disse ancora con un cipiglio in volto, cosa che fece sorridere Lay. Poi Suho si voltò di nuovo verso lo scaffale che conteneva in buona parte integratori e composti vitaminici di vario genere. La sua mano afferrò un'altra scatola colorata.
-E questa? Mi stavo chiedendo cosa fosse questa...- chiese pensieroso, guardando prima la scatola, e poi il moro di fronte a lui.
-Beh... si tratta sempre di vitamine, ma solitamente questo tipo viene consigliato più per bambini che per adulti- rispose Lay puntando un dito verso una scritta in particolare. E questo gesto lo portò a fare un passo in più verso l'altro, le cui guance iniziarono ad accaldarsi.
-Vedi? C'è scritta la parola inglese “kids”- affermò, incontrando nuovamente gli occhi un po' imbarazzati di Suho, sia per la vicinanza che per il fatto di non essersi reso conto prima di quella parola e del piccolo orsetto disegnato nel retro del pacco. Lasciò scappare dalle sue piccole labbra una risatina impacciata, per poi riporre la scatola al suo posto, ma lasciandosi andare ad una riflessione che aveva tutta l'impressione di essere seria.
-Effettivamente non è che loro siano tanto lontani dalla definizione di bambini...- sussurrò posando le dita sotto il mento, pensieroso.
-Cosa?- chiese confuso il moro.
-Oh n-no... nulla. Ero venuto qui per comprare roba vitaminica, dal momento che tra qualche giorno io e i miei amici dovremo affrontare un viaggio e molti impegni, per cui abbiamo bisogno di energie. Adesso che ho trovato ciò che cercavo posso andare a pagare. Grazie mille per l'aiuto- rispose felice, ringraziandolo formalmente, e ricevendo un “di nulla” in cambio, prima di dirigersi verso il bancone, seguito a ruota dall'altro.
Lay non voleva finisse così. Non voleva lasciarlo andare e rimanere con la speranza di rivederlo ancora. In fondo Suho era una persona famosa, una celebrità, dopo due coincidenze non significava necessariamente che ci sarebbe stata la terza. Ma cosa poteva fare? Sarebbe stata un'azione insensata costringerlo a rimanere. Per cui i suoi occhi lo seguirono un'ultima volta mentre pagava i suoi acquisti, per poi voltarsi verso di lui ancora una volta e salutarlo con un “arrivederci” e con un bellissimo e sincero sorriso che certamente Lay non avrebbe mai rimosso dalla sua mente. Lay ricambiò il saluto, finendo di pagare il farmaco che aveva appena comprato, e pensando di vederlo scomparire oltre la porta, ma rimase sorpreso quando lo vide arrestarsi nei suoi passi ed emettere un'esclamazione di sorpresa.
-Cosa succede?- chiese preoccupato avvicinandosi al ragazzo.
-I-il fatto è che devo raggiungere la macchina, che si trova a un isolato da qui... ho detto al mio manager di aspettare lì perché i parcheggi erano tutti occupati, ma adesso ci sono tanti gruppi di fans fuori, mi piacerebbe potermi fermare, ma purtroppo non posso, sono già in ritardo e ho un impegno importante col gruppo... come posso fare?- lo stress e la preoccupazione erano evidenti nella sua voce, e la cosa lasciava dentro Lay dispiacere nel vederlo così. Doveva essere difficile essere seguito dappertutto, non osava immaginare che tipo di vita lui e i suoi amici dovessero condurre.
Prontamente cercò un modo possibile per aiutarlo, e sembrò avere un'idea. Sotto lo sguardo confuso di Suho si tolse il camice bianco, porgendolo all'altro, che lo afferrò cautamente, guardandolo.
-Indossa questo, e vedi che dentro una delle tasche c'è un berretto di lana, così potrai coprire i tuoi capelli- e nonostante l'incertezza, il biondo ubbidì alle sue parole.
-S-sei sicuro che questo funzionerà? E poi... queste cose sono tue... non vorrei privarti di oggetti che potrebbero servirti...- rispose Suho un po' imbarazzato, non sapendo cosa fare, non sapendo se accettare quell'aiuto o no. Questo finché non avvertì la mano dell'altro posarsi leggermente sulla sua spalla, incoraggiandolo e guardandolo serenamente e tranquillamente.
-Adesso credo possano servire di più a te, per cui non preoccuparti e indossali, intanto chiederò alla signora al bancone se c'è un'altra uscita, d'accordo?- il tono rassicurante e gentile con cui affermò quelle parole, insieme alla morbidezza e alla dolcezza di quello sguardo convinsero definitivamente Suho ad eseguire i suoi comandi. E mentre lo vide dargli le spalle per andare a parlare con la donna, Suho provò un forte senso di fiducia nei confronti di quel ragazzo, come se seguendo i suoi consigli e le sue parole tutto sarebbe andato bene e per il meglio.
Lo vide ritornare e indicargli un'uscita secondaria. Annuì assente mentre si dirigeva con lui verso la porta, ancora perso a contemplare tanta gentilezza e bontà.
Prima di andare via, incontrò ancora una volta il suo sguardo.
-Qual è il tuo nome?- chiese, rendendosi conto di non sapere neanche l'informazione più basilare riguardo il suo aiutante.
-Lay, il mio nome è Lay- rispose il moro pacatamente, sentendosi poi afferrare una mano dall'altro, che gli rivolse un nuovo e gentile sorriso.
-Grazie mille Lay, ti prometto che ripagherò la tua gentilezza, e che ti restituirò i vestiti. A presto!- lo salutò prima di andare via, scomparendo sempre di più dalla sua visuale.
Lay guardò a lungo il punto in cui la sua figura si ritrasse, con la mano ancora sospesa a mezz'aria. Poteva chiaramente avvertirlo, poteva chiaramente sentire quella strana sensazione espandersi sempre di più dentro di lui e portare tanto calore al suo cuore. E a questo seguiva la felicità nel sapere che quello non era stato un addio, bensì un arrivederci. Perché in cuor suo era sicuro che prima o poi l'avrebbe rivisto.

 

 

Luhan era rimasto a bocca aperta di seguito a quel racconto. Era stupefatto, ora capiva appieno che Lay, come lui, aveva tanto da perdere. Perché era sicuro che entrambi quei ragazzi fossero destinati a incontrarsi ancora una volta e stare insieme. Ora che ci pensava più a fondo e più attentamente, avrebbero potuto formare proprio una bella coppia. Da come lo aveva conosciuto, Suho era una persona matura e gentile, sempre disponibile e presente per gli altri. A volte forse si metteva in imbarazzo da solo con le sue battute o con un qualche suo strano modo di fare, ma era altamente compatibile con Lay ai suoi occhi. Lay era una persona leale, sincera e tranquilla, ma allo stesso tempo forte, determinata e testarda.
-A quanto pare hai trovato anche tu la tua persona speciale...- affermò Luhan sorridendogli contento, mentre l'altro annuiva convinto.
-Dobbiamo farcela Luhan, dobbiamo metterci tutte le nostre forze e il nostro impegno. Tu devi tornare da Sehun, e io devo rincontrare quel ragazzo, in modo che possa rispettare la sua promessa- esclamò con un sorriso determinato in volto.
-Già, dobbiamo farcela!- ed entrambi si motivarono ancora di più per superare ciò che sembrava impossibile agli occhi di tutti, ma che per due cuori riempiti di speranze e desideri era solo un nuovo ostacolo da superare, insieme, unendo le forze.

Sehun...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando Baekhyun si ritrovò quel pezzo di carta sul comodino, in camera sua, inizialmente non seppe cosa pensare.

Vorrei tanto rimanere con lui, ma non posso.
Gli farò del male, nonostante sia l'ultima cosa che voglio,credetemi. Quindi vi prego, prendetevi cura di lui, stategli accanto e riempite quel vuoto che lascerò. Fatelo sorridere ancora. Perché per me non esiste cosa più preziosa del suo sorriso”

Ma poi una lampadina si accese dentro la sua testa, e il ragazzo lasciò cadere quel foglio dalle mani, correndo preoccupato verso la camera del suo maknae.
E ciò che lo accolse fu la visione più triste e più dolorosa della sua vita. Vedere uno dei suoi più cari amici piangere, singhiozzare e stringersi in se stesso in preda al dolore era qualcosa di insopportabile. Non riusciva a reggere la vista di quel ragazzo con cui aveva passato così tanto tempo insieme rannicchiato lì per terra, con le ginocchia al petto e la testa nascosta dalle braccia. Gli occhi di Baekhyun si intristirono subito, mentre si avvicinava al più piccolo, abbracciandolo, cercando di dargli conforto, di non lasciarlo solo nella sua sofferenza. Non sapeva cosa fosse successo, perché Luhan fosse andato via lasciandolo nella miseria più totale, ma in quel momento non poteva fare altro che odiare la persona che aveva osato ferire il suo amico. Non se lo sarebbe mai aspettato. Non da Luhan.
Fino a poco tempo prima Sehun gli aveva parlato felice del loro appuntamento, di “voler passare una giornata insieme al suo cerbiatto”. Era la felicità fatta persona, sorrideva, scherzava, quello sguardo così innamorato trasmetteva a tutti così tanta serenità e dolcezza. Era sempre carico di energia e non si fermava neanche un attimo. E adesso... che ne era stato di tutto ciò? Perché il suo Sehunnie era spento, debole e così sofferente?
-Ehi... cosa è successo Sehun?- sussurrò al suo orecchio, stringendolo ancora fra le sue braccia. Intravide Kai affacciarsi alla porta con gli occhi spalancati, ma prima che potesse anche solo dire una sola parola, Baekhyun lo zittì immediatamente con lo sguardo, facendogli capire la gravità della situazione, cosa che rattristò anche l'altro ragazzo.
-L-lui m-mi ha l-lasciato...- fu la debole e accennata risposta di Sehun, che deglutì amaramente, non riuscendo a pronunciare tali parole senza tremare ed essere scosso da una nuova ondata di lacrime.
-L-lui è a-andato v-via...m-mi aveva promesso che... che... e-e i-invece senza dirmi n-nulla...- tra quelle frasi sconnesse la rabbia prese ancora una volta il sopravvento, perché dentro di sé sapeva fin troppo bene cosa intendeva. Tirò un pugno contro il mobile di fianco a lui, e poi un altro ancora, e la cosa allarmò Kai, che si precipitò subito al suo fianco per impedirgli di continuare a farsi del male. E bloccando il suo braccio si accorse che il mobile non era l'unica cosa con cui se l'era presa. Ora si spiegava tutti quei frammenti di vetro sparsi nel salotto...
-Sehun smettila, ti prego! Hai bisogno di calmarti! Se ti ha lasciato vuol dire che è soltanto uno stupido! Era interessato solo alla tua fama, è meglio perdere una persona così, non lo pensi anche tu?- esclamò Kai, inconsapevole però di aver detto qualcosa di davvero molto sbagliato, nonostante il suo intento fosse stato solo quello di consolarlo.
Ma lui non sapeva, non poteva sapere.
Per cui quando Sehun si alzò ancora barcollante, gli occhi infiammati dalla rabbia dopo quelle parole, lo spinse, facendolo cadere a terra e tirandogli un pugno in viso, la perplessità nei volti di Kai e Baekhyun raggiunse livelli incredibili. Perché si stava comportando così adesso?
-Non osare dirlo mai più! Non osare mai più dire una cosa simile di lui! Luhan non è questo, lui mi ha amato davvero, lui ha sempre voluto la mia felicità, quindi non osare parlare male di lui!- sbottò inviperito contro il suo amico, gli occhi arrossati e lucidi, ancora coperti dalle lacrime, puntati contro le iridi confuse dell'altro.
Quello non era il loro maknae. Sehun non era in sé.

Ma Kai reagì ancora, spazientito, non riuscendo a credere ai gesti del suo amico.
-Se ti amava così tanto come dici, allora per quale motivo ti ha lasciato?! Per quale motivo è andato via?!- gli chiese a sua volta arrabbiato, dopo essersi alzato da terra.
Sehun stava per attaccarlo di nuovo, ma per fortuna intervenne Chanyeol, che lo bloccò, aiutando Baekhyun che da solo era troppo debole per farlo.
-Adesso basta! Kai, è meglio se esci da questa stanza per adesso, Sehun ha bisogno di calmarsi- affermò, conoscendo il poco temperamento di Kai, e cercando di fermare questo litigio.
Quest'ultimo seguì le parole di Chanyeol, uscendo, non prima di aver rivolto un'ultima occhiata a Sehun, facendo trapelare più che la rabbia, la sua preoccupazione verso l'amico. Era la prima volta che lo vedeva stare così, in questo stato pietoso. Ma non capiva tante cose. Non capiva il perché di quella reazione assurda. Nonostante Luhan lo avesse abbandonato, lui ancora lo difendeva con tutte le sue forze, e si scagliava come una belva contro chi parlava male di lui.
Che diamine stava succedendo?
Venne raggiunto da Kyungsoo e Suho, anche loro preoccupati come non mai.
-Sehun è impazzito- fu la risposta amara che diede ai suoi amici, gettandosi malamente sul divano, facendo una leggera pressione sulle labbra con le sue dita per avvertire un po' di dolore nel punto in cui le nocche dell'altro avevano incontrato la sua pelle. Ma quel dolore non gli importava, non era niente in confronto al dolore che provava nel vedere il suo migliore amico in quello stato.


E più i giorni passavano, più le cose peggioravano.
Sehun si chiudeva sempre di più in se stesso, aveva perso la sua vitalità, la sua felicità. Non voleva mangiare, non voleva uscire dalla sua camera, non voleva rimanere neanche in compagnia dei suoi amici. Voleva rimanere da solo. Sapeva di avere impegni con il gruppo, ma come poteva alzarsi da quel letto, prepararsi di tutto punto e andare di fronte ad una telecamera a cantare, ballare o parlare quando non riusciva neanche a reggersi in piedi da solo, quando si sentiva così debole, distrutto, consumato?
Gli altri avevano dovuto fare a meno della sua presenza più volte, avevano dovuto rifiutare inviti o impegni, ma capivano che Sehun aveva bisogno di tempo in quel momento, aveva bisogno di affrontare la realtà, passarci sopra, e ricominciare a vivere, a sorridere.
Ma era difficile, troppo difficile. Non riusciva a guardare avanti, non quando davanti ai suoi occhi continuava ad apparirgli il suo cerbiatto.
Luhan, Luhan e ancora Luhan. E quando credeva di essere arrivato al limite, di aver pronunciato e pensato a quel nome così tante volte da sentirsi stanco, e provava a rialzarsi, ad andare oltre, ecco che la consapevolezza di uscire e non trovarlo più da nessuna parte crollava completamente su di lui, facendogli avvertire quel senso di mancanza in grado di perforargli l'anima. Perché lui non riusciva più a stare in un mondo in cui non c'era Luhan.
I suoi amici avevano ragione, doveva smetterla di farsi del male, doveva riprendere l'obiettivo che aveva perso, doveva riprendersi la sua vita e focalizzarsi su di essa, doveva smettere di vivere come un cadavere ambulante. Era ancora giovane, era ben voluto da così tante persone. Ma era così difficile da capire che senza quella persona tutto il resto per lui non aveva senso?
Quando Kai aveva detto quella frase, anche se lo aveva fatto in fin di bene, non ci aveva visto più. Non capiva neanche lui cosa doveva provare per Luhan. Lo amava, ma allo stesso tempo lo odiava per avergli fatto così tanto male, lasciandolo senza una parola, non permettendogli di andare oltre quelle barriere. Eppure ancora continuava a sperare, continuava stupidamente a sperare che una notte, per caso, riapparisse davanti a lui sorridendogli e dicendogli “Sono tornato”. Continuava a chiedersi dove fosse, cosa stesse facendo, se riuscisse a sentire quel matto bisogno che il suo cuore aveva di lui. La sua mente era appannata da quei pensieri, e in balia di essi trascorreva giorno dopo giorno.


Più di due mesi erano trascorsi quando improvvisamente Kai perse la pazienza, dirigendosi determinato verso la stanza in cui si trovava l'altro, seguito a ruota da tutti gli altri, che lo guardavano preoccupati.
Fino ad ora aveva cercato di comportarsi bene, di lasciargli tempo e spazio, ma la situazione iniziava a diventare insostenibile. Doveva dargli una svegliata, doveva fargli capire che il mondo ancora girava, che la vita continuava, che niente si era fermato solo perché Luhan era andato via.
Spalancò la porta senza curarsi minimamente di bussare. Sehun gli lanciò un'occhiata confusa, per poi riportare l'attenzione sulla playlist nel suo cellulare, cercando di scegliere accuratamente una canzone da ascoltare.
La verità era che dopo averlo colpito si sentiva ancora in colpa nei suoi confronti. Non si era scusato, preferendo raffreddare il suo rapporto con lui, quando invece gli mancava tanto. E non sapeva neanche lui il motivo di quel comportamento. Si distaccava perché forse sapeva che i suoi amici non potevano capirlo fino in fondo. Loro sapevano solo una misera parte della verità.
Si sentì afferrare per un braccio e sollevare in modo non del tutto gentile.
-Vieni con me, Chanyeol ha creato una nuova base, e ho bisogno di aiuto per lavorarci sopra con i passi- gli disse serio, cercando si farlo alzare dal letto, ma Sehun fece resistenza. Non voleva ballare, non voleva fare proprio nulla.
-Kai lasciami- disse debolmente, non ricambiando neanche lo sguardo.
Ciò che non si aspettò fu l'arrivo di uno schiaffo così forte da fargli rimanere l'impronta di tutte e cinque le dita sulla guancia.
Sehun rimase sorpreso, gli occhi spalancati lo guardarono senza il coraggio di dire nulla, mentre si portava una mano nella parte ferita.
-Mi stai seriamente deludendo adesso, lo sai?! Ho cercato di aspettare, di capirti, ma adesso stai superando il limite! Luhan qui, Luhan lì... e noi chi siamo?? Siamo estranei, conoscenti? Dimmelo tu, perché fino ad ora ho sempre pensato che fossimo amici!- Kai gli urlò contro, sfogando tutta la sua frustrazione, mentre qualche lacrima iniziava a fare capolinea dai suoi occhi.
-Non vedi quante persone hai intorno che ti vogliono bene e si preoccupano per te? Non vedi come ogni giorno cerchiamo di farti sorridere, di farti star bene? Pensi sia facile? Pensi sia facile vedere come una delle persone più importanti della tua vita si comporti in modo così egoista, sentendosi l'unico ad essere stato ferito? Beh, non sei l'unico credimi!- si scagliò ancora il ragazzo, emettendo un profondo respiro per calmare i suoi nervi.
-Per favore, se ti capita di incontrare il mio migliore amico digli che mi manca, che lo rivoglio indietro, che ho bisogno di lui- disse con tono più calmo queste ultime parole, guardandolo dritto negli occhi, cercando di trasmettergli quanto si sentisse ferito dal suo comportamento, quanto si sentisse solo. Poi gli voltò le spalle, uscendo da quella stanza seguito a ruota da Kyungsoo.
Anche Baekhyun e Chanyeol uscirono dalla camera, dal momento che il leader affermò di voler parlare da solo con Sehun, ancora notevolmente sotto shock dopo quel gesto e quelle parole, che lo colpirono profondamente, mettendolo seriamente in crisi.

-Kai ha fatto bene a dirgli quelle parole, ma forse ha esagerato a tirargli quello schiaffo così forte- commentò tristemente Baekhyun, non per nulla felice dell'atmosfera tesa che si respirava ormai da un po' di tempo a questa parte.
-Secondo me Sehun se lo merita, forse riuscirà a svegliarsi davvero e a capire che deve smetterla di comportarsi così- ribatté invece Chanyeol, più che convinto delle sue parole. Anche lui era stanco di quella situazione.
-Non dire così Chan! Sehun ha sofferto così tanto in questo periodo, io posso capirlo...- intervenne il più basso in difesa del maknae.
-Ma questo non vuol dire che deve segregarsi in quella camera e continuare a passare la sua vita come un cadavere!- rispose nuovamente il più alto alzando leggermente la voce, ma pentendosi subito non appena incontrò gli occhi tristi del suo compagno, che lo guardavano sorpresi.
Baekhyun percorse a passi veloci il breve tratto che li separava, per poi abbracciarlo, nascondendo il volto stressato contro il suo petto.
-Ti prego Channie, non litighiamo anche noi, non voglio litigare con te per questo- sussurrò debolmente il ragazzo, chiudendo gli occhi e rilassandosi nel momento in cui avvertì le braccia di Chanyeol circondargli la vita e stringerlo a sé.
-No Baek, litigare con te è l'ultima cosa che voglio- rispose calmo, sorridendo felice nell'avere quel piccolo essere che tanto adorava tra le sue braccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Sono d'accordo con quello che ha detto Kai, Sehun- iniziò il leader prendendo posto di fronte a lui.
-Lo sappiamo che per te non è facile, che stai soffrendo, che ti manca e che vorresti che le cose fossero in modo diverso, ma purtroppo la vita è così, non possiamo farci nulla- iniziò dolcemente, portando una mano sulla guancia dell'altro, cercando con il pollice di scacciare via quelle lacrime che iniziavano a impossessarsi degli occhi di Sehun.
-Però noi siamo qui per te, siamo qui perché ti vogliamo bene e vogliamo aiutarti. Lo sai quanto ci fa male ogni giorno vederti così? Noi rivogliamo il nostro maknae, quello che sorride, quello che ce la mette tutta, quello che si prende cura di noi ed è sempre pronto a darci una mano, quello che rompe le scatole quando vuole qualcosa, quello che adora la vita e vuole viverla appieno. Piano piano Sehun, puoi iniziare a piccoli passi a ritornare in te? Noi aspetteremo ancora se sarà necessario, ma tu ci proverai? Lo farai per noi? Mh?- Suho gli rivolse quegli interrogativi con tono gentile e paziente, prendendo le mani del più piccolo tra le sue, aspettando con altrettanta pazienza una risposta dall'altro.
Sehun sembrò rifletterci su, ancora scosso dalle parole di Kai, che in fondo lo sapeva bene che rappresentavano la verità.
I suoi amici c'erano sempre stati per lui, e continuavano a esserci, a sostenerlo, ad aiutarlo. Troppo focalizzato su qualcosa, aveva dimenticato cosa significava avere amici, ma adesso erano loro stessi che glielo stavano ricordando, che gli stavano ricordando che non era solo, che forse poteva rialzarsi da quel colpo se aveva il loro aiuto. Lo doveva loro. Doveva rialzarsi per loro, perché avevano bisogno di lui, perché erano una famiglia, ne avevano passate tante insieme, e perdere anche loro significava perdere tutto, ogni speranza e ogni motivo per continuare a vivere. Per cui annuì, e la cosa riempì di gioia Suho.
-C-ci proverò hyung- disse debolmente, ma determinato, per poi essere avvolto completamente nell'abbraccio dell'altro.
A Sehun era mancato quel calore, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva di nuovo vivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kai sentì due leggeri colpi alla porta.
Si alzò svogliatamente dal letto, mettendosi seduto e rispondendo con un “Avanti”.
Rimase sorpreso quando la porta si aprì e si ritrovò davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quel momento. Sehun.
Si guardarono per qualche secondo, prima che il più piccolo interrompesse quella gara di sguardi.
-P-posso entrare?- chiese inciampando un po' imbarazzato sulle sue stesse parole. Ancora si sentiva in colpa a sostenere gli occhi del suo amico.
-Se sei ritornato in te si, puoi entrare- rispose Kai, incrociando le braccia al petto, quasi con fare altezzoso.
Sehun accennò un sorriso. Kai gli era mancato davvero tanto.

Percorse la breve distanza che li separava, sedendosi di fianco a lui.
Seguì qualche minuto di silenzio fra i due, poi Sehun iniziò a parlare.
-Mi dispiace per quella volta che ti ho tirato un pugno, io- le sue parole furono interrotte subito dall'altro.
-Lo so che non volevi farlo, lo so che non eri in te, è acqua passata, non importa davvero. Mi sono comunque rifatto con quello schiaffo- disse scherzosamente, accennando un sorriso, che venne ricambiato.
-Sono qui per dirti che il tuo migliore amico è ritornato, che manchi anche a lui e che ha bisogno di te- continuò Sehun, un po' imbarazzato mentre confessava quelle parole, che però stavano dicendo tutto ciò che aveva tenuto dentro fino ad ora.
-E che è anche uno stupido- aggiunse poi a voce più bassa, cercando di trattenere le emozioni, di smetterla di piangere ed essere di nuovo felice.
Di sorridere.
-Digli che per avere il mio perdono ha tanto da recuperare in quella sala prove. Mentre io sgobbavo lui se ne stava sdraiato in un letto a piangersi addosso, per cui è molto indietro rispetto a me- Kai fece l'occhiolino, e poi entrambi si abbandonarono in una risata.
-Sono felice che tu sia finalmente tornato- questa volta Kai disse quelle parole senza nessuna traccia di scherzo, serio, ma felice di poter riavere indietro il suo migliore amico.
-Grazie- gli occhi di Sehun incontrarono quelli di Kai, e quest'ultimo poté leggere in loro quanto l'altro lo stava ringraziando, si stava scusando e quanto era felice di essere di nuovo accanto a lui. Per cui sorrise, dimostrando attraverso quel piccolo gesto che le incomprensioni, i litigi, le parole di troppo non avrebbero mai potuto mettere a rischio la loro amicizia, anzi, la stavano rafforzando.
Sehun si sentiva più leggero adesso. Sentiva un enorme peso sgretolarsi e abbandonare il suo cuore. Doveva riprendersi in mano la sua vita. Proprio così, doveva continuare, sopportare il dolore, stringere i denti e lottare, abbattere gli ostacoli, superarli, insistere nei momenti più difficili, e uscirne vincitore. Iniziava a vedere le cose in modo più positivo, e non voleva assolutamente perdere quel filo di ottimismo che era riuscito a recuperare.
Tuttavia, rimaneva ancora una cosa da fare.


Il giorno dopo si recò nel familiare negozio di Bubble Tea del signor Kim.
Era da quella indimenticabile mattina, quando aveva urlato contro all'uomo, che non ci era più andato. Adesso era più calmo e più tranquillo, e si sentiva in dovere di scusarsi, di chiedere perdono per essersi comportato in modo così irrispettoso nei confronti di un uomo che probabilmente aveva sofferto e stava soffrendo tanto quanto lui.
Tirò un pesante sospiro. Non poteva comunque ignorare la malinconia che aleggiava dentro di lui nel rivedere quel posto, il posto in cui aprendo la porta avrebbe dovuto ritrovarsi Luhan a sorridere felice e a correre verso di lui nel vederlo arrivare. Faceva male, ancora faceva tanto male. Ma inghiottì quell'ennesimo nodo che aveva in gola, armandosi di tutta la determinazione possibile ed entrando.
L'uomo alzò lo sguardo, e sorrise.
-Lo sapevo che saresti venuto prima o poi- affermò, indicandogli di prendere posto di fronte a lui. Sehun obbedì.
-Mi dispiace per il mio comportamento l'ultima volta che ci siamo visti, la prego di perdonarmi. Ero così perso, così arrabbiato, così sotto shock da non considerare i suoi sentimenti- abbassò la testa, dimostrandogli quanto fosse dispiaciuto e serio riguardo le sue parole. L'altro gli accarezzò dolcemente i capelli, invitandolo ad alzare il capo, e sorrise dolcemente.
-Non preoccuparti ragazzo, non l'ho affatto presa a cuore. Adesso come stai?- il giovane idol sospirò, con uno sguardo instabile.
-Non sto bene, ma sto cercando di accettare che lui non è qui con me, con noi. Però allo stesso tempo la consapevolezza che sia vivo da qualche altra parte dell'universo, per quanto assurda, mi... consola. Però voglio sapere tutto, la prego, mi dica la verità, lei lo sapeva che Luhan stava per andare via, vero? Per quale motivo non mi ha detto nulla? Per quale motivo fino alla fine mi ha sorriso e ha nascosto le lacrime, soffrendo in silenzio?- dai suoi occhi stanchi e spenti traspariva la disperazione di voler sapere qualcosa, qualunque cosa, in grado di dare un senso a quei comportamenti e a tutte le sue domande e congetture, a tutte le notti insonni passate a chiedersi perché.
Il signor Kim non si risparmiò di spiegargli le cose.
-Luhan l'ha saputo fin dall'inizio che la sua vita su questo posto era una vita precaria. Ti ha raccontato del suo potere vero? Lui aveva superato il limite, era come una batteria pronta a scaricarsi. Quando ha usato il suo potere con te, è andato oltre ciò che poteva effettivamente fare. In parole semplici Sehun, stava per morire- gli occhi di Sehun si allargarono. No, non poteva credere che il suo cerbiatto stesse così male.
-Ogni giorno speso in questo posto rappresentava per lui l'accorciarsi della sua vita. Volente o nolente, questo non è il suo pianeta d'appartenenza, e lo sai. Ma nonostante tutto, nonostante la sofferenza, nonostante le incertezze e le preoccupazioni, tu hai rappresentato per lui una fonte di salvezza, la sua speranza, la sua ancora. Ha continuato a sopportare perché aveva te, perché aveva qualcuno in grado di fargli dimenticare tutto, qualcuno in grado di consentirgli di vivere una vita normale, di farlo sentire normale. Si sentiva egoista, credendo sempre di non meritarti, perché sapeva bene che il giorno in cui ti avrebbe lasciato sarebbe arrivato prima o poi, ma non poteva staccarsi da te, perché ormai tu per lui rappresentavi il suo tutto. E l'ultima cosa che voleva era vedere triste l'unica persona in grado di donargli la vera felicità. Per questo ha deciso fino alla fine di tenerti nascoste queste cose. Ha deciso di andare via senza dirti nulla perché dicendotelo non ce l'avrebbe fatta a lasciarti. E forse a quest'ora non ci sarebbe più, se non avesse fatto così a quest'ora sarebbe morto probabilmente- Sehun non riuscì a trattenere le lacrime. Il suo piccolo Luhan aveva dovuto sopportare così tanto da solo, come aveva potuto solamente pensare di odiarlo?
-Mentre si trovava qui, l'unica possibilità di salvarsi era rappresentata dal poter riuscire a tornare sul suo pianeta. E questa possibilità si è avverata- e il signor Kim gli raccontò dell'arrivo di quegli esseri, simili di Luhan e Lay, della loro conversazione, del poco tempo a disposizione e della scelta, tutto sotto lo sguardo sbalordito di Sehun. Sembrava un film di fantascienza.
-Non pensare sia stato facile per lui prendere una decisione. Ha pianto, ha buttato via tutta la sua disperazione, il suo pensiero fisso eri tu, perché se fosse dipeso da lui, Luhan non avrebbe mai voluto lasciarti. Però rifletti... rimanendo qui sarebbe andato incontro a morte sicura, mentre ritornando lì... c'è ancora possibilità Sehun, abbiamo ancora una misera speranza di rivederlo un giorno- a quelle parole Sehun scattò, gli occhi trepidanti, il cuore pronto a battere di nuovo forte dopo tanto tempo. Nei suoi occhi tutto il bisogno di continuare a sentire quelle parole. Rivederlo.
-Intende... che potrebbe t-tornare?- trovò la forza per dare voce a quell'interrogativo, che gli stava dando una nuova ondata di speranza e di forza. Dio se voleva rivederlo, riabbracciarlo, stringerlo e non lasciarlo più andare via.
-Potrebbe, si. Ma attenzione! Questo non significa che devi vivere ogni giorno della tua vita ad aspettare qualcosa che potrebbe accadere come non potrebbe accadere. Non posso assicurarti al cento per cento che succederà, ti sto dicendo solo di riservare una piccola speranza si, ma di vivere la tua vita, di non spendere i tuoi anni più belli in attesa di qualcuno che non sai se ritornerà. Hai i tuoi amici, esci, divertiti, vivi la tua vita al massimo e sorridi, perché lui così ti vuole, è questo il Sehun di cui si è innamorato. Non lasciare che il tempo ti sottragga tutto. Non lasciare che l'attesa ti consumi- Sehun trovò questo avvertimento una cosa davvero ironica, e un'espressione tale non poté che farsi largo nel suo viso.
-E' strano... non può darmi questa speranza e poi dirmi di non aspettare, non crede? Perché pur non volendo, io lo farò lo stesso, io lo aspetterò, lei non lo farà?- chiese all'uomo, puntando uno sguardo serio dritto contro l'altro.
Il signor Kim sospirò sconfitto.
-Io lo sto già facendo. Ma io non ho niente da perdere, Sehun, io ho ormai una certa età. Tu no, tu hai tante cose ancora da perdere, perché sei giovane. Quindi ti prego di accettare i miei consigli- il ragazzo sospirò a sua volta, annuendo.
Quell'uomo in fondo non aveva tutti i torti. Era vero che non poteva passare la sua intera esistenza ad aspettare una persona, ma allo stesso tempo non poteva lasciar scorrere la sua vita senza sperare. Doveva solo imparare a bilanciare le due cose, e nel frattempo vivere.
E sentiva in cuor suo che forse l'avrebbe rivisto prima o poi.
Ti prego ritorna da me, cerbiatto.


Con questa nuova speranza il tempo continuava a scorrere, e già più di un anno era passato.

 

 

Grazie a te ho imparato cos'è l'amore,

non posso vivere perché il mio cuore sta soffrendo troppo,

ti amo, ti amo, ti amo, sto impazzendo,

ritorna da me, ritorna da me”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Sono un po' in ritardo, ma finalmente sono riuscita a completare il capitolo! E' venuto fuori più lungo del previsto, ma spero non sia un problema.

La parte difficile sta passando lentamente, e siamo quasi alla fine :)

Cosa succederà? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! XD

Fin qui spero sia stato tutto chiaro, altrimenti sono pronta a rispondere a qualsiasi domanda!

Mi scuso in anticipo per eventuali errori, l'ho ricontrollato più volte, e ora ho mal di testa, quindi non so cosa ne potrà venire fuori durante la lettura!

Ringrazio _Beautiful_Nightmare_ e Wonderland__x per avermi lasciato i loro pareri, e tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere! :)

Alla prossima!

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


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Capitolo 25


Si dice che con il tempo molte cose cambino, niente rimane come prima. E questo è vero. Andando avanti, ognuno di noi subisce una piccola crescita, dettata da quell'insieme di esperienze e situazioni che definiamo ormai come “passato”, come momento concluso della nostra vita, come capitolo a cui ormai è stato messo un punto. Il tempo è in grado di far guarire le ferite, superficiali o profonde che esse siano, è in grado di protrarci verso nuovi orizzonti e nuove speranze, è in grado anche di farci riflettere, di farci analizzare attentamente la persona che siamo, in modo da decidere cosa cambiare in noi e, soprattutto, se voler cambiare o meno.
E questo Sehun l'aveva fatto. Era andato avanti, pian piano aveva ripreso a sorridere, ad essere felice. Che si trattasse di piccoli cambiamenti a livello fisico o comportamentale, Sehun era comunque ritornato la persona di sempre, l'unica differenza rispetto al passato era la consapevolezza di possedere qualcosa in più, un vissuto in grado di renderlo una persona più matura e allo stesso tempo più forte.
Era ormai passato più di un anno da quel triste giorno, il giorno in cui Luhan era andato via.
Da quando il giovane idol aveva deciso di riprendersi in mano la sua vita, aveva deciso anche di smettere di cadere in quella malinconia che piombava prontamente su di lui ogni qualvolta si soffermasse qualche minuto in più su certi particolari, che fossero un braccialetto, o lo stesso negozio di Bubble Tea, o che fosse un luogo in cui quella persona era stata insieme a lui.
Nonostante i suoi occhi non riuscissero a nascondere quel velo di oscurità che li inghiottiva, schiacciando la luce rimanente nelle sue iridi, Sehun aveva imparato ad accettare la realtà. Nonostante il suo cuore a volte facesse ancora male, pulsando così dolorosamente da dover trattenere le lacrime, Sehun cercava di pensare alle cose belle che aveva nella sua vita, alla sua famiglia, ai suoi amici, a tutti quei fans che lo adoravano quasi fosse una divinità, e sorrideva di nuovo.
Ma questo non significava che avrebbe dimenticato. No, questo mai. Il tempo avrebbe potuto portarsi via qualsiasi cosa, ma mai i suoi preziosi ricordi e il rumore che facevano i battiti del suo cuore nel momento in cui li riportava in vita. Il tempo poteva lenire, archiviare, risanare e confortare, ma mai fargli dimenticare. Non avrebbe mai potuto dimenticare il viso della persona che continuava ostinatamente ad amare con tutto se stesso. Continuava ad amare Luhan silenziosamente, senza far trasparire nulla al di fuori di lui. I suoi amici vedendolo sorridere di nuovo, vedendolo parlare e impegnarsi come prima forse non ci facevano caso più di tanto, ma Sehun qualche volta prendeva il cellulare solo per mandare stupidi messaggi a quel numero che conosceva a memoria, pur sapendo che non avrebbe ricevuto alcuna risposta. Sehun si assicurava di tenere un certo prezioso braccialetto sempre con sé, in un modo o nell'altro. Sehun la sera, anche inconsapevolmente, voltava lo sguardo verso il cielo, restando fisso a contemplarlo per alcuni minuti.
Perché nonostante tutto, nonostante i suoi occhi si fossero abituati a quell'assenza, o il suo cuore a quel dolore, ancora c'era quel briciolo di speranza ad alimentarlo dentro, ad accompagnare ogni sua giornata.
Lo sapeva che era sbagliato aspettare, e ancora aspettare, ma non riusciva a farne a meno. Quella dannata speranza riusciva ancora a condizionarlo, a renderlo schiavo del suo volere, forse perché in fondo rifletteva pienamente il suo desiderio più grande, ciò che agognava più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Per cui Sehun aveva ripreso a vivere, ma senza dirlo a nessuno allo stesso tempo aspettava, sopportava e aspettava. Dove trovava tutta quella forza di aspettare non lo sapeva neanche lui, in fondo era già passato più di un anno, tuttavia ancora non era stanco di quell'attesa, affievolita certo, ma ininterrotta.

 

Stava fissando attentamente la sua immagine davanti allo specchio, mentre riceveva gli ultimi ritocchi dalle truccatrici.
Quella era una serata importante, anzi di più, importantissima. Quella sera tutto il loro duro allenamento, il loro sudore, tutte quelle ore passate in sala prove dovevano essere ripagate. Questo era il loro obiettivo, e i sei ragazzi erano davvero determinati a vincere, oltre che divertirsi.
Si trattava di una delle più grandi competizioni musicali, e solo uno tra i tanti gruppi che vi avrebbero preso parte avrebbe avuto l'onore di essere eletto come migliore artista dell'anno. Fra qualche ora gli occhi di migliaia e migliaia di persone sarebbero stati puntati su di loro, per cui si sentivano in dovere di essere impeccabili e di regalare un'esibizione altrettanto impeccabile, degni di quella fama che avevano toccato con le loro dita e che non potevano permettersi di lasciar scappare via.
Non potevano non ammettere di sentirsi un po' nervosi, ma la fiducia che riponevano in loro e tra di loro superava tutta l'ansia e le paure.
Sehun l'aveva promesso a se stesso quella sera. Niente pensieri. Solo salire su quel palco e dare il suo meglio, come aveva sempre fatto fin'ora. Si erano impegnati così tanto per raggiungere certi risultati, e non si sarebbe mai perdonato un solo errore dovuto a quei piccoli momenti di distrazione che a volte gli facevano perdere di vista l'obiettivo.
Si alzò dalla sedia, gettando un ultimo sguardo alla sua immagine riflessa nello specchio, prima di sospirare e dirigersi con i suoi amici verso la limousine con cui sarebbero dovuti arrivare al luogo prestabilito in circa mezz'ora di viaggio.

Quel piccolo lasso di tempo passò fra chiacchiere e risate, poi arrivò il momento di scendere dalla lussuosa macchina, ed andare incontro a tutte quelle fotocamere e videocamere puntate esclusivamente su di loro.
I ragazzi scesero uno dopo l'altro, guardandosi intorno un po' disorientati, prima di percorrere a passi sicuri e con elegante postura il tappeto rosso posto di fronte a loro, non mancando di accennare sorrisi e saluti verso tutte quelle persone e quei fans che calorosamente li accoglievano già dall'esterno della struttura.
Sehun era rimasto quasi accecato da tutti quei flash, e la confusione che c'era non lo aiutava di certo a rilassarsi. La cosa diventò ancora più pesante quando dovettero fermarsi e posare per tutti quei giornalisti e reporter venuti da ogni parte della nazione per garantirsi l'esclusiva migliore di quella serata. E ancora, la presentatrice si avvicinò subito a loro con un microfono in mano, rivolgendo alcune domande che fortunatamente il loro leader si prese la briga di rispondere.
Intanto gli occhi di Sehun vagavano sorpresi su quell'immensa folla, incredulo davanti alla quantità di persone presenti. Notò un'altra limousine avvicinarsi di più verso l'entrata, mentre quella che li aveva portati si allontanava per garantire accesso all'altra. Si chiese curioso chi sarebbe stato il prossimo gruppo ad arrivare, ma la sua curiosità non venne saziata in quanto finita quella mini-intervista di cui lui comunque ci aveva capito ben poco, tutti furono congedati da quel posto, e invitati a proseguire ed entrare nel luogo in cui avrebbero trascorso il resto della serata.
E fu in quel momento, proprio mentre gettava un'ultima occhiata sulla folla, che il ragazzo si arrestò per un attimo sui suoi passi, bloccandosi quasi. Gli era sembrato di intravedere qualcosa di tremendamente familiare. Due occhioni tremendamente familiari. E il suo cuore, da bravo impostore qual era, aveva perso un battito, togliendogli la capacità di respirare. Ma era bastato sbattere le ciglia, e in questioni di secondi quegli occhi non c'erano più.
Doveva essere stata la sua immaginazione, e anche lui lo sapeva bene, in quanto più volte gli giocava brutti scherzi. O probabilmente era quel bisogno, quel desiderio che non si era mai spento dentro di lui di rivedere Luhan a influenzarlo e a proiettare l'immagine del suo volto su visi di sconosciuti. Ma non poteva permettersi questo, non stasera. Doveva restare lucido, e fare il vuoto nella sua mente e nel suo cuore in modo particolare.
Sentì una mano spingerlo gentilmente, quasi scongelandolo dall'immobilità in cui era caduto.
-Sehun che ti prende? Cammina!- sussurrò Kai al suo orecchio, cercando di non concentrare ulteriore attenzione su di loro e suscitare sguardi straniti.
L'altro sembrò ridestarsi, e scosse lievemente la testa, incamminandosi di nuovo accanto all'amico, lo sguardo confuso e trepidante ancora rivolto verso quella folla, come se ci fosse un magnete ad attrarlo. E dentro di sé si rimproverava.
Devi smetterla Sehun.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli occhi tremanti di Luhan si erano riempiti di calde lacrime non appena l'aveva visto.
Il suo Sehun.
La sua vita.
La persona che non aveva smesso di amare un secondo per tutto quel tempo.
Era lì, su quel tappeto rosso, avvolto da una miriade di luci, perfetto. E Luhan non ricordava più come respirare o muoversi. Era così bello da togliere il fiato. Non poteva credere che a distanza di un anno fosse cambiato così tanto.
I suoi capelli erano diventati neri, e acconciati così bene da renderlo tremendamente affascinante. I suoi occhi, contornati da un lieve strato di trucco, erano ancora più profondi e intensi di come li ricordava. Sembrava ancora più alto, e si notava chiaramente da sotto quell'elegante completo che portava una muscolatura ben sviluppata, merito probabilmente dei continui allenamenti e del ballo.
Riportò la sua attenzione su quel viso bellissimo, su quelle labbra, che in passato aveva avuto la fortuna di assaggiare, e che voleva di nuove sue, solo per lui, per risentire il suo sapore, il suo respiro, il suo tutto.
Strinse i pugni ai lati del suo corpo, tremante, sia per l'emozione di averlo rivisto, sia per la voglia che aveva di farsi vedere, di correre di lui, buttarsi fra le sue braccia e finalmente dirgli che era tornato per rimanere, per stare con lui. Era così intenso quel bisogno, il suo cuore batteva così forte, non riusciva a trattenersi, non quando dopo così tanto tempo i suoi occhi potevano finalmente rivederlo, quando Sehun era lì, reale, e non più il frutto della sua immaginazione, di tutti quei momenti passati sul suo pianeta a tracciare linee immaginarie con le dita, a stringere al petto quel ciondolo per sentirlo vicino, per trarne forza e ripartire nei momenti di difficoltà, a chiudere gli occhi e sognarlo, sognare loro insieme, mano nella mano, felici.
Finalmente ci era riuscito. Finalmente era ritornato. Ce l'aveva fatta.
Appena arrivato con Lay, si era subito precipitato dal signor Kim, che aveva pianto di gioia mentre lo riabbracciava ancora incredulo, ma pieno di felicità. Era stato così bello rivedere quegli occhi lucidi, segnati da occhiaie, emozionarsi così tanto, e quel sorriso rugoso accoglierlo calorosamente. Finalmente si erano riuniti.
Avevano rimandato ogni domanda e discussione a dopo, dal momento che il suo cuore scalpitava dalla voglia di andare da lui. E l'uomo gli aveva spiegato di come questa giornata fosse davvero importante per Sehun e per il suo gruppo, di come fosse stato invitato anche lui, e del fatto che probabilmente avrebbe dovuto aspettare ancora un po' per riabbracciarlo.
Ma questo a Luhan non importava. Nonostante fosse stanco di quell'attesa, durata troppo tempo, pazientare ancora qualche ora sarebbe stato nulla, poteva farcela. O almeno questo si era ripetuto continuamente mentre si dirigeva con gli altri due in quel posto.
Ma ogni buon proposito era crollato non appena lo aveva rivisto. Non riusciva ad aspettare, non poteva proprio farlo. Voleva essere lì con lui, toccarlo, baciarlo, ma allo stesso tempo era consapevole dell'importanza di quella serata per Sehun e i suoi amici, quindi doveva frenarsi, doveva farlo perché non poteva destabilizzarlo con il suo arrivo improvviso e inaspettato, distrarlo e procurargli sicuramente un enorme shock.
Ma non riusciva a nascondere quella voglia immensa che aveva di essergli accanto, in quanto i tremolii che assalivano il suo corpo e i suoi occhi riempiti di copiose lacrime parlavano per lui.
Da una parte aveva anche paura di essere odiato, rifiutato, ma non voleva pensarci, avrebbe affrontato tutto ciò che lo aspettava se necessario. Tutto, pur di riavere il suo Sehun.
Il signor Kim gli circondò le spalle con le sue braccia, cercando di dargli un minimo di conforto, nonostante sapesse quanto fosse importante quella situazione.
-Calmati Luhan, lo so quanto vorresti essere con lui, ma è per il suo bene, e lo so che tu hai sempre voluto il suo bene più di chiunque altro- affermò l'uomo non mancando di lasciar intravedere un cipiglio preoccupato verso il suo giovane ragazzo, in lotta con i suoi stessi sentimenti.
A Luhan era mancato tanto quel calore, quell'affetto in grado di scaldargli il cuore e farlo sentire amato. Per cui si strinse all'uomo, chiedendo implicitamente con i suoi grandi occhi, marcati da così tante emozioni a volte contrastanti, conforto e aiuto.
Poi si voltò verso Lay, osservando quanto fosse fisso e attento a contemplare Suho, che attualmente stava rispondendo a delle domande che la presentatrice continuava a rivolgergli, anche se purtroppo loro non riuscivano a capire nulla per via della confusione e della distanza. Anche Lay sembrava davvero perso nel suo mondo, e probabilmente anche lui avvertiva quella voglia immensa di correre dall'altro.
-Se continua a guardarlo in quel modo lo consumerà con lo sguardo- avvertì scherzosamente il signor Kim, suscitando una piccola risatina da parte di Luhan, che cercava di asciugarsi le lacrime al meglio con la manica della maglia.
Poi quei sei ragazzi iniziarono a lasciare quella specie di mini-palco per dirigersi all'interno della struttura in cui avrebbero dovuto passare tutta la serata, e Luhan sentì subito una morsa al cuore nel vedere l'uomo che tanto amava allontanarsi sempre di più da lui, quando adesso lo sentiva così vicino, così raggiungibile.
Ma poi, improvvisamente, Sehun voltò la testa proprio verso il punto in cui lui si trovava e, quasi inconsapevolmente, i loro occhi si incontrarono, anche se solo per questione di qualche secondo, e quello bastò a Luhan per fargli accaldare ancora di più le guance e renderlo vulnerabile come non mai. Perché ne era sicuro. Sehun aveva guardato nella sua direzione. Non lo aveva immaginato, era successo davvero, aveva subito percepito l'intensità di quello sguardo, l'unico in grado di fargli tremare le gambe e renderle molli come gelatina, l'unico in grado di rapirlo e trasportarlo completamente in un'altra dimensione.
Era stato solo un attimo, perché ritrovatosi poi spintonato qua e là da altre fans che cercavano di addentrarsi anche loro verso l'entrata, e piene com'erano di cartelloni e striscioni di supporto per il gruppo, gli avevano bloccato la visuale.
Luhan strinse una mano al petto, proprio nel punto in cui si trovava il suo cuore, in preda alla voracità di battiti quasi impossibili, causati da quell'immensa emozione che stava provando.
I loro occhi si erano incontrati, e di questo ne era più che sicuro.

 

Nonostante si fosse ripromesso di aspettare, di pazientare ancora un po', alla fine Luhan aveva ceduto alla tentazione, ritrovandosi fra le mani il cellulare del signor Kim, in preda a quell'incontrollabile voglia di cliccare sul simbolo della cornetta verde e chiamarlo, anche con la sola intenzione di risentire per un momento la sua voce.
Gli altri due erano impegnati ad ottenere informazioni sulla scaletta della serata. A quanto pare il gruppo di Sehun era uno degli ultimi ad esibirsi, per cui avevano ancora un bel po' da aspettare.
Il moro sospirò, sapendo che avrebbe dovuto passare momenti difficili in mezzo a tutta quella confusione. Con le mani tremanti guardò ancora una volta lo schermo del telefono, il numero della persona che più aspettava e agognava proiettato davanti a lui. Voleva chiamarlo. Ma allo stesso tempo si tirava indietro. Gli avrebbe risposto? Probabilmente era impegnato a prepararsi per la sua esibizione, forse non avrebbe visto neanche la chiamata.
Luhan aveva il cuore in gola, non si accorse neanche di aver stretto così tanto nella sua presa quel povero cellulare, che di colpe in fondo non ne aveva. Si morse più volte il labbro inferiore, strizzando gli occhi. L'emozione di poter finalmente risentire la sua voce unita alla paura di non ricevere risposta dall'altro lato lo ponevano in una lotta continua. Ma la voglia di provarci era troppa, e alla fine avvicinò lentamente l'indice su quel simbolo, che in quel momento rappresentava tutto per lui.
Era fatta.
Con i battiti a mille avvicinò l'apparecchio elettronico all'orecchio, aspettando impazientemente. Fortunatamente in quel momento c'era meno confusione, in quanto i fans avevano già iniziato ad entrare all'interno della struttura.
Quei fastidiosi squilli gli stavano mettendo un'ansia assurda.
E poi, dopo una buona manciata di secondi, finalmente arrivò la risposta.
-Pronto? Signor Kim?-
Ma no, quella non era la voce di Sehun purtroppo, bensì di Suho. Gli occhi di Luhan si rattristarono, mentre abbassava sconfitto le spalle. Era così difficile riuscire ad avere un misero contatto con lui?
-Signor Kim! Signor Kim mi sente?- esclamò il leader del gruppo dall'altra parte, cercando di ricevere una risposta.
Il moro non sapeva cosa fare. Era meglio chiudere la chiamata o rispondere? In fondo non si trattava di Sehun, quindi forse poteva... rivelarsi, accertare finalmente anche agli altri il suo ritorno.
-S-Suho...- chiamò con voce insicura e incerta, temendo un po' la reazione dell'altro.
-Mh? Con chi sto parlando?- la confusione dell'altro era evidente nel suo tono di voce.
-S-Suho s-sono io... L-Luhan...- il ragazzo rivelò timidamente, non sapendo cosa aspettarsi. Prima seguirono secondi di assoluto silenzio dall'altra parte. Probabilmente Suho stava assimilando la notizia.
Poi l'esplosione.
-C-cosa?!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu così che i ragazzi si incontrarono in un corridoio all'interno dell'edificio, quasi dalla parte opposta del camerino del gruppo.

Luhan scrutò attentamente gli occhi increduli e sorpresi di Suho, che passavano dall'esaminare la sua figura, per poi finire su quella di Lay, e infine dare un'occhiata anche al signor Kim.
Luhan si sentiva imbarazzato e preoccupato, soprattutto nel momento in cui quegli occhi scuri si fermarono in modo particolare su di lui, non riuscendo a nascondere una nota canzonatoria nei suoi confronti. Lo sguardo che aveva conosciuto in precedenza, quello dolce e gentile, era sostituito da un cipiglio e da una malcelata durezza che non lo caratterizzavano affatto, ma Luhan lo sapeva e lo capiva. Suho aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato e diffidente nei suoi confronti. Ma questo non l'avrebbe fermato. Avrebbe fatto di tutto per riavere ciò che considerava ormai suo, ciò che amava e di cui non poteva più fare a meno.
Per questo motivo prese coraggio e iniziò a parlare.
-Prima che tu dica cose che so già, lasciami parlare Suho. Lo so, gli ho fatto tanto male, l'ho lasciato senza dire nulla, sono andato via. L'ho dovuto fare contro il mio volere, ti prego di credermi. Non posso spiegarti le ragioni, ma mentre ti dico queste parole, ti assicuro che non sono mai stato più sincero in vita mia. Non c'è stato un giorno che io abbia smesso di amarlo, di desiderarlo e volerlo accanto. In tutto questo tempo lui è stato la mia forza, la mia speranza, e lo è ancora. Quindi ti prego, ho bisogno anche del tuo aiuto. Ho bisogno di rivederlo, ho bisogno di lui, anche io ho sofferto tanto durante questa separazione... adesso sono ritornato per restare, puoi credermi Suho?- i suoi occhi lucidi e sinceri imploravano la comprensione dell'altro, che lo ascoltava attento, guardandolo intensamente. Poi sospirò lievemente.
-Non è che io non ti creda Luhan, d'accordo, ci saranno stati questi “motivi” a tenervi lontani. Ma guardala un attimo dal mio punto di vista. Sai cosa vuol dire ritornare a casa e vedere una delle persone a cui tieni di più a pezzi, letteralmente, che si rifiuta di ascoltarti, che si isola dal resto del mondo, che non vuole mangiare, non vuole uscire, che ha perso la voglia di vivere?- e a queste parole le lacrime di Luhan avevano iniziato a fare capolinea dai suoi occhi. Si sentiva così colpevole in quel momento, cosa aveva fatto passare al suo Sehun?
-Sai cosa vuol dire dover sopportare tutto questo senza riuscire a fare nulla per cambiare le cose? C'è voluto molto tempo prima di farlo ritornare così com'è ora, e anche se lui ce lo nasconde, lo sappiamo bene che ancora soffre, che nonostante tutto questo tempo non è ancora riuscito a dimenticarti. Come posso fidarmi di te Luhan? Chi mi dà la certezza che non lo distruggerai ancora, che non lo lascerai di nuovo? Non sopporterei una seconda volta di vederlo in quello stato, gli voglio troppo bene per permettere che accada di nuovo una cosa del genere- la serietà nel suo tono di voce era tagliente come una lama, le sue parole facevano male, ma dimostravano quanto Suho ci tenesse a Sehun.
E Luhan non poteva che dargli ragione. Anche lui al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo.
-Suho, io credo che Luhan capisca il tuo punto di vista, ma adesso cerca di capire anche tu il suo. Cosa faresti se un giorno fossi obbligato a lasciare la persona che più ami, senza avere alcuna certezza di rivederla o meno, ma vivere aggrappato solamente ai vostri ricordi e ad una misera speranza di potervi rivedere? E' difficile da comprendere, lo so, è strano, e so anche questo, ma io sono stato per tutto questo tempo accanto a Luhan, e posso dirti che se adesso si trova di nuovo qui, se ha lottato, se non si è arreso nella sua battaglia, è semplicemente perché sapeva di aver lasciato indietro qualcosa di troppo prezioso per lui, se ha fatto tutto questo è stato solo per poter coronare il suo sogno di poter continuare a stare accanto a Sehun. Davvero vuoi impedire questa possibilità che adesso ha di rimediare a tutta la loro sofferenza? Davvero vuoi fermarli? Ti prego di riflettere attentamente sulle mie parole- Lay era intervenuto nella conversazione perché si sentiva in dovere di difendere Luhan, lui più di chiunque altro sapeva cosa aveva dovuto passare il povero ragazzo durante quell'arco di tempo. Lo sguardo determinato e penetrante che rivolse a Suho sembrò avere un qualche effetto sull'altro, che non riuscì più a mantenere il loro contatto visivo e abbassò di poco lo sguardo, meditando su quelle parole appena dette.
-I-io... io non sono nessuno per fermare il corso del destino, non voglio prendere affatto la parte del cattivo, so che probabilmente anche Sehun rivedendoti sarebbe felice. Ho solo paura, paura di rivedere quel fantasma, quel corpo senza vita, non riesco a fidarmi completamente di te Luhan- il modo afflitto ed esausto con cui pronunciò quelle parole provocò una morsa nel cuore di Luhan. Sapeva bene di dover rimediare, sapeva bene che lo aspettava un compito arduo, ma non poteva arrendersi, non poteva rinunciare al suo sogno più importante.
-Lo capisco, e non ti chiederò di farlo, tanto meno ti farò grandi promesse. Solo dammi la possibilità di dimostrarti davvero che sono degno di riavere quella fiducia che ho perso, permettimi di guarire il suo cuore, di ricucire quelle ferite che ho lasciato. Permettimi di amarlo, di riaverlo ancora una volta tra le mie braccia... lui è il mio tutto Suho, lui è la mia casa. Ti prego, aiutami!- il moro ci mise tutto il suo cuore e la sua anima nel pronunciare quelle parole, e sperava vivamente che fossero riuscite a toccare anche il cuore dell'altro. La sua voce implorante, stanca, i suoi occhi consumati dalle troppe lacrime che aveva versato fino ad ora, che trattenevano una miriade di emozioni, le sue labbra tremanti, tutto sperava gli fosse arrivato.
Passò qualche minuto di silenzio, prima di udire un lungo sospiro provenire dall'idol.
Per Luhan la risposta che avrebbe dato rappresentava tante cose in quel momento. Per questo si sentiva teso, e con i suoi grandi occhioni aspettava impazientemente di sentirlo pronunciare le prossime parole, da cui sarebbe dipeso tanto.
-D'accordo, ti aiuterò, noi tutti ti aiuteremo. Per adesso aspetta ancora un po', ci rivedremo dopo. E spero vivamente che questa volta le cose vadano diversamente- disse Suho, marcando soprattutto le ultime parole, non facendo scomparire del tutto dal suo tono di voce una leggera nota di freddezza.
Ma Luhan era felice, sentendosi più sollevato adesso. Gli sorrise, un sorriso colmo di gratitudine.
-Grazie, grazie davvero- esclamò, riconoscente per tutto.
Suho annuì, facendo comparire un lieve sorriso sulle sue labbra.
Mancò di notare lo sguardo di ammirazione che gli rivolse Lay, che lo guardava sorridendo a sua volta. Lay lo aveva capito fin dall'inizio, incontrare una persona come Suho è sinonimo di fortuna. Quel carattere gentile, comprensivo, di chi è capace di ascoltare e allo stesso tempo difendere ciò a cui tiene con tutto se stesso l'aveva conquistato. Ancora una volta i suoi occhi non riuscivano a smettere di fissarlo. E quando l'altro si voltò nella sua direzione, entrambi arrossirono lievemente.
-Ehm a proposito... L-Lay, il tuo camice e il tuo berretto di lana... non so se ricordi, me li avevi prestati un giorno in farmacia...- l'idol iniziò, un tantino in imbarazzo, cercando di non guardarlo dritto negli occhi. Non sapeva perché, ma gli provocavano uno strano effetto. Forse perché era passato tanto tempo dall'ultima volta che si erano visti... già, doveva essere così!
-Oh... si, mi ricordo- l'altro diede una risposta affermativa, annuendo col capo.
-D-devo restituirteli. Dopo quella volta non ho avuto più occasione di vederti e ringraziarti in modo appropriato per avermi aiutato...- affermò Suho, cercando di nascondere quello strano calore che ricopriva lievemente le sue gote.
-Non è stato nulla di che, figurati, comunque sono sicuro che avremo modo di rivederci in questi giorni... p-potresti anche lasciarmi il tuo numero? Ti contatterò io- Lay si sorprese di questa improvvisa ondata di coraggio, ma ci teneva davvero, voleva davvero conoscere questa persona, l'unica verso cui provava un interesse tutto nuovo e particolare.
Quelle parole fecero colorare ancora di più le gote di Suho. Era sicuro che se i suoi amici l'avessero visto in quel momento, l'avrebbero preso in giro a vita.
-O-ok- riuscì solo a rispondere.
E dopo avergli dato il numero di telefono, Suho si congedò, dichiarando di dover andare a prepararsi per l'esibizione.


Il signor Kim e Lay decisero di godersi la serata, mentre Luhan aspettava trepidante il momento in cui avrebbe potuto finalmente rivedere Sehun. La sua mente era occupata solo da quel pensiero fisso, tutto il resto si dissolveva intorno a lui.
Passarono più di due ore prima che arrivasse il momento per quei sei ragazzi di salire sul palco.
E quando arrivò il loro momento, Luhan provò quasi un senso di nostalgia, ricordando quella volta in cui lui e il signor Kim erano stati invitati da Sehun al loro primo concerto di apertura a Seoul. Quella sera Luhan aveva realizzato tante cose, e più ci ripensava, più sorrideva.
Ma questa volta era diverso, questa volta stavano lottando per ottenere un premio, per essere riconosciuti come miglior gruppo, per cui ne andava del loro orgoglio e del loro duro lavoro.
Ma certe cose non sarebbero mai cambiate. Ne era un esempio il modo in cui il suo cuore sobbalzò non appena lo vide fare il suo ingresso sotto i riflettori, splendido, bellissimo, perfetto. I suoi occhi erano riempiti solo e soltanto di lui. I suoi movimenti, i suoi sorrisi, ogni sua singola espressione era ben impressa nel suo cuore, e come quella volta più di un anno fa, sentiva quel bisogno di nasconderlo da tutti quegli occhi, si sentiva egoista e lo voleva solo suo. Solo lui voleva ricevere quei suoi bellissimi sorrisi e quegli sguardi, tutte le attenzioni possibili, Luhan voleva essere il centro del suo mondo, e dentro di sé sperava che Sehun non si fosse davvero dimenticato di lui, che lo pensasse ancora, e soprattutto che lo amasse ancora. Avvolto in queste speranze lo ammirava, con il cuore che minacciava di scoppiargli nel petto.
Da quei movimenti fluidi ed eleganti traspariva una sicurezza incredibile, accentuata da quel modo quasi sfacciato e convinto con cui i suoi occhi incontravano le telecamere, lasciando dietro una serie di sguardi profondi e a volte provocanti, tali da mettere in difficoltà chiunque avesse avuto la fortuna di vederli.
E in quel momento Luhan si sentiva davvero, davvero fortunato.
Tu per me hai già vinto amore mio. Lo hai fatto già molto tempo fa.
Nel mio cuore sarai sempre al primo posto.
Sorrise, la voglia di riaverlo era incontenibile, la voglia di ritornare fra quelle braccia, essere avvolto nel suo profumo, stringerlo così forte da diventare una cosa sola, da non distinguere più la fine di uno dall'inizio dell'altro, risentire il sapore delle sue labbra sulle sue, guardarlo dritto negli occhi e finalmente dargli quella certezza di cui aveva bisogno. Luhan voleva far diventare quel sogno ad occhi aperti la realtà, non riusciva a nascondere quella fretta, quella necessità che aveva. Il suo cuore scalpitava, i suoi occhi avevano riacquistato la loro luminosità, il suo corpo fremeva.
Questa volta era ritornato per restare, era ritornato perché era diventato difficile anche solo respirare senza averlo accanto, era ritornato perché voleva realizzare quel sogno, il sogno di riaverlo di nuovo accanto e passare il resto della sua vita con lui, con il suo Sehun.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
E' passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho aggiornato eh? ^^”
Tra impegni vari, un po' di pigrizia e soprattutto il comeback degli EXO il tempo è volato! XD
Beh, in ogni caso finalmente sono qui a postare questo nuovo capitolo!
E... come avrete visto ci sono buone notizie, Luhan è ritornato! ^^
Forse il prossimo sarà il conclusivo, ma non ne sono sicura ancora, devo vedere...
Ringrazio come sempre tutte le persone che seguono questa storia,e che hanno sopportato questi immensi ritardi xD
Ringrazio in particolare Wonderland__x, TaigaTakasu, KpopBias e _Beautiful_Nightmare_ per avermi lasciato i loro pareri, grazie davvero! :)
Alla prossima!

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


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*Nota: le parti in corsivo rappresentano il punto di vista di Luhan, ho usato il corsivo per separarle dalle parti di Sehun, ma si svolge TUTTO nel presente. In seguito, quando non le troverete più, vuol dire che ho fatto confluire tutto, unendo entrambi i punti di vista.

Capitolo 26


Sehun guardava con orgoglio e soddisfazione il trofeo che lui e i suoi amici avevano vinto qualche ora prima, e che in quel momento si trovava sulla scrivania della sua camera. Presto quel trofeo si sarebbe aggiunto alla collezione di premi che tenevano su uno scaffale in salotto, e che attestavano ognuno il loro passato come artisti, il loro successo come persone e la loro storia come gruppo di idols.
Un sorriso un po' stanco si dipinse sul suo volto, ma sempre felice e soddisfatto. Un sorriso allo stesso tempo colmo di gratitudine ed affetto verso tutte quelle persone che li avevano sempre supportati, che c'erano state per loro, senza mai abbandonarli. Era incredibile quanto fossero riusciti ad arrivare in alto, e nonostante i numerosi sacrifici compiuti, tutto questo ripagava sempre il loro duro lavoro. Ancora più appagante che vincere un premio era vedere il modo in cui riuscivano a coinvolgere la gente, a renderla partecipe di questo loro trionfo.
Era innegabile che Sehun in quel momento fosse davvero felice. Era felice perché a parte la vittoria, era sicuro di essere riuscito a dare il suo meglio su quel palco, lui come anche i suoi amici. Si era dimostrato per quel ragazzo umile e con tanta voglia di fare che era, e probabilmente questo era riuscito a trasmetterlo a tutte quelle persone che lo guardavano quella sera. Non era solo una celebrità, ma era semplicemente una persona come tante altre, con i suoi sogni e le sue ambizioni.
Ed è per questo che forse quella luce che lo circondava mentre si esibiva non proveniva soltanto dai riflettori, ma era lui stesso ad emanarla, brillando quasi come una stella.
E di questo qualcuno se ne era reso conto, già da molto tempo prima, dal momento che quei suoi due grandi occhioni castani non riuscivano a guardare qualcosa che non fosse Sehun.


Il giovane idol sospirò, massaggiandosi una spalla un po' indolenzita. Stava prendendo in considerazione già da un po' di tempo l'idea di mettersi sotto le coperte a schiacciare un più che meritato pisolino, dal momento che era ormai tarda notte, e lo stress e la tensione accumulati in quel periodo non mancavano certo di farsi sentire.
In quel momento era rimasto da solo al dormitorio, tutti gli altri erano fuori. Probabilmente Kyungsoo e Jongin avevano deciso di festeggiare privatamente quel loro nuovo successo, come aveva il sospetto che anche Baekhyun e Chanyeol avessero fatto lo stesso, appartandosi in qualche luogo. Nonostante non l'avessero mai reso pubblico ai loro amici, era ormai evidente a tutti che già da un po' di tempo entrambi avevano superato quella linea che segnava il confine tra amicizia e qualcosa di molto più grande.
Forse vista la tarda ora -erano quasi le due di notte- la probabilità di imbattersi in fans o paparazzi era minore, ma comunque persisteva sempre.
Sehun si chiedeva invece che fine avesse fatto Suho. Era l'unica persona di cui non riusciva a spiegarsi quell'assenza dalla loro casa. Era come scomparso. Ricordava chiaramente che dopo la vittoria e la premiazione avevano fatto tutti insieme un brindisi, decidendo poi di rimandare i festeggiamenti, in quanto da qualche tempo avevano intenzione di chiedere una piccola vacanza prima di ripartire con le loro attività. E il leader era presente in quel momento, così come anche quando erano ritornati al dormitorio, con l'intento di riposarsi e darsi una bella rinfrescata.
Poi di colpo si era come volatilizzato, senza dire nulla. Sehun aveva provato anche a mandargli diversi messaggi, senza mai ottenere risposta.
Era un po' preoccupato, ma conoscendo il livello di maturità dell'altro decise di tranquillizzarsi, cercando di eliminare i brutti pensieri che lo assalivano. Suho era una persona con la testa sulle spalle, per cui anche se era da solo, in qualunque situazione sapeva comunque cavarsela bene.
Sehun riportò l'attenzione su quel premio, e un nuovo sorriso si fece spazio sul suo viso. Nonostante quella sera si sentisse in grado di toccare il cielo con un dito, pensò fosse meglio rimanere con i piedi per terra, e non stare con la testa fra le nuvole. Troppa felicità a volte non portava a nulla di buono, e lui lo sapeva bene.
Prese il cellulare in mano, leggendo i numerosi messaggi congratulatori derivanti dalla sua famiglia e dai suoi amici, rispondendo felice ad ognuno di loro.
E mentre faceva scorrere la lista dei contatti, i suoi occhi caddero inevitabilmente su quel nome, che non aveva mai rimosso né dal suo telefono, né dal suo cuore. Gradualmente il suo sorriso iniziava a dissolversi sulle sue labbra, e quel vuoto che cercava sempre di ignorare, di lasciare da parte, ecco che iniziava a battere più forte contro il suo petto, riaprendo una ferita così dolorosa fa farlo rimanere quasi senza fiato.
Ogni volta non riusciva a fare a meno di aprire le loro conversazioni e rileggerle più e più volte, perché per lui erano sinonimo di preziosi ricordi, ricordi impossibili da rimuovere dal suo cuore, ricordi che in qualche modo riuscivano a mantenerlo in vita, a farlo continuare a vivere di speranza, per quanto misera essa fosse.
A volte, anche inconsapevolmente, le sue dita iniziavano a digitare da sole sulla tastiera, e scrivevano tutto ciò che gli passava per la mente in quel determinato momento, creando messaggi che racchiudevano la sua anima. E nonostante sapesse di non poter ricevere nessuna risposta, lui lo stesso ingoiava quel boccone amaro e aspettava, senza mai arrendersi, sperando, perché anche se farlo lo faceva sembrare pazzo, quello era in fondo l'unico modo per non crollare definitivamente.

Mi manchi da morire. Ti prego, ritorna da me, io sono qui e ti sto aspettando. Ti amo ancora Luhan, questo non cambierà mai”
A volte vorrei odiarti, anche se so che per me è impossibile farlo. Mi fai sentire così in colpa... tutto quello che volevo fare era proteggerti e invece... invece eri tu a proteggere me, dal tuo dolore”
Oggi abbiamo iniziato a provare la coreografia della nuova canzone per il nostro comeback. Sono così stanco, vorrei tu fossi qui, accanto a me, a sorridermi, a rassicurarmi. Ho bisogno di te”
Questa sera il cielo è pieno di stelle. Ma io voglio la mia di stella. Dove sei Luhan? Ti prego, torna da me”


Questi era alcuni dei tanti messaggi che aveva inviato al suo cerbiatto, che dimostravano quanto ancora Luhan occupasse un posto davvero molto importante per lui, quanto ancora ne fosse perdutamente innamorato.
E anche questa volta non aveva esitato a comporre un nuovo messaggio, premendo poi il tasto di invio.


Questa sera abbiamo vinto un premio molto importante. Sono davvero felice, e sono sicuro anche tu lo saresti per me. Sai, ricordo ancora la prima volta che hai sostenuto di volermi dare il tuo supporto, regalandomi quei Bubble Tea... come posso dimenticare quello sguardo così dolce? Come posso dimenticare quegli occhioni così belli e innocenti? Come posso dimenticarti, Luhan?”


Lo rilesse più volte, perdendosi in quelle parole colme di significato e allo stesso tempo così amare. Una lacrima solcò il suo viso.
-Ti prego, dimmelo tu Luhan- sussurrò con voce roca, spezzata, malinconica, facendo venire fuori tutta la frustrazione e la disperazione che teneva dentro di lui. Perché ancora soffriva tanto, anche se non lo dava mai a vedere per non far preoccupare i suoi amici. Ma la verità era soltanto una: Luhan era ancora il centro del suo mondo, e questo non sarebbe mai potuto cambiare.
-Non riesco a vivere in un mondo in cui non ci sei- svelò a parole quella realtà così difficile per lui, che piano piano continuava a soffocarlo senza lasciargli via d'uscita. Gli mancava tutto del suo Luhan. Gli mancavano le sue risate, i suoi sorrisi, la sua voce così dolce e vellutata, i suoi grandi e innocenti occhioni castani, incapaci di fare del male. Gli mancava stringere tra le sue dita quelle ciocche lisce e nere dei suoi capelli, gli mancava il suo calore, il suo profumo, la morbidezza di quelle labbra premute sulle sue. Era incredibile il modo in cui il suo cuore avvertiva quel senso di mancanza, pulsando così forte dalla voglia di riavere indietro tutto ciò, troppo bisognoso e troppo ostinato per poter rinunciare a tale necessità.
A lungo andare aveva capito che il loro legame era troppo profondo e troppo intenso per essere spezzato con gli anni. Nonostante si fosse formato in breve tempo, li aveva prosciugati entrambi delle loro energie. Era qualcosa di troppo illogico e troppo irrazionale per venire facilmente compreso.
Essere costretto a stare lontano dalla persona amata era la cosa più terribile che gli fosse mai capitata. Non avrebbe mai pensato che l'amore potesse portare tanta felicità quanto allo stesso tempo tanta sofferenza.

E mentre si abbandonava a questi pensieri, Sehun era ignaro della presenza di qualcuno che stava al di là della porta della sua camera.
Le mani strette sul petto, in grado di avvertire la velocità dei suoi battiti, battiti impazziti, impossibili, così forti che probabilmente sarebbero stati in grado di propagarsi anche attraverso le mura di quell'abitazione, gli occhi lucidi e trepidanti, le guance arrossate, le labbra tremanti. Luhan in quel momento era scosso da numerosi fremiti, che lo rendevano incapace di stare calmo e fermo. Come poteva quando dietro quel pezzo di legno c'era lui? Il suo unico pensiero fisso, la persona che aveva amato, che ancora amava e anche più intensamente di prima, la persona che aveva fatto soffrire, e di cui non poteva però fare più a meno.
Le sue gambe erano così molli da rischiare di farlo cadere al suolo, e l'idea di lasciarsi andare contro la terra sotto di lui era allettante, aveva giusto bisogno di calmarsi un attimo, e respirare. Ma sapeva di non poterselo permettere, non adesso. Aveva aspettato così tanto, aveva resistito così tanto per poterlo rivedere. Quella voglia matta di riaverlo davanti, e il timore di non essere più voluto. La felicità nel ritrovarlo, la paura di averlo già perso. Il ragazzo in quel momento era una contraddizione vivente. Già ormai da tempo la mente si era staccata, lasciandolo da solo in balia del cuore. E lui si era ripromesso di fare qualsiasi cosa il suo cuore avrebbe desiderato. E in quel momento ciò che voleva di più era rivederlo.


Sehun sentì due leggeri colpi provenire dalla porta, appena udibili, e la cosa lo fece destare da quei pensieri cupi in cui stava precipitando, riemergendo da quel mare di nostalgia, malinconia e tristezza in cui era affogato. Con sguardo interrogativo e stranito guardò la porta, senza muoversi.
Era impossibile che si trattasse dei suoi hyung, quando mai avevano bussato prima di invadere con nonchalance la sua camera?
E la cosa non lo faceva stare tranquillo, anzi gli metteva apprensione e preoccupazione. Chi alle due di notte si sognava di bussare in camera sua?
Ma la vera domanda era un'altra: chiunque questa persona fosse, come aveva fatto innanzitutto ad entrare in casa?
Ancora fermo, seduto, guardando la porta decideva sul da farsi, passando una manciata di minuti a stabilire se aprire o meno...


Luhan non aveva mai provato così tanta ansia in vita sua come in quel momento. Suho gli aveva detto che Sehun era in camera sua, e da come ricordava quella che aveva di fronte era la sua camera. E allora per quale motivo non apriva ancora nessuno? Più i secondi passavano e più la tensione in lui saliva, provocandogli un senso di agitazione che non era più in grado di gestire. Lo scorrere del tempo non gli era mai sembrato così lento e insensato. Stava per essere assalito dal panico, o forse già lo era. Probabilmente si, dal momento che si sentiva sul punto di trovarsi il cuore tra le mani, mani che non riuscivano proprio a stare ferme, che parlavano per lui, che rivelavano la sua impazienza e il suo struggente bisogno di averlo davanti, di rivedere il suo tutto. Come le mani, anche tutto il resto del suo corpo era percorso da brividi, e Luhan credeva davvero di poter morire lì sul posto. Più il tempo scorreva, più i suoi occhi si velavano di tristezza, perché no, non riusciva ad accettare di dover tornarsene indietro a mani vuote, scoraggiato e arrendevole. I suoi occhi ancora brillavano di determinazione, e anche se teoricamente non era una bella cosa invadere gli spazi altrui senza avvisare, questa volta non gli importava, questa volta ci avrebbe pensato lui a causare una leggera forzatura delle cose. Già lo aveva fatto una volta, impegnandosi e cercando un modo per tornare sul pianeta terra, quindi che male c'era a farlo di nuovo?
E con questo pensiero fisso in mente, ecco che avvicinava la mano tremante verso il manico della porta, impugnandolo con tutte le sue forze, per quante ne potesse avere in quel momento, e tirando un sospiro profondo, poi due, prima di farsi coraggio e aprire.
Ma non ci fu bisogno di arrivare a tanto.
Proprio nello stesso istante, la porta iniziò ad aprirsi lentamente, un poco alla volta, e tutto ciò che circondava Luhan sembrò immobilizzarsi subito, solo quel fastidioso cigolio, che poi tanto fastidioso si rivelò non esserlo, a interrompere il silenzio. E intanto i suoi occhi, fino a poco prima smarriti, iniziavano a focalizzare l'obiettivo davanti a sé, e il suo cuore scalpitava come non mai.
Un po' di più, ancora un altro poco...

e Luhan dimenticò come respirare, proprio nel momento in cui i loro occhi finalmente si incontrarono di nuovo dopo così tanto tempo, ma sempre come se fosse stata la prima volta.
Finalmente.
Questa era l'unica parola che riusciva a formulare nella sua mente, mentre un debole e tremante sorriso iniziava a farsi strada sul suo volto nel rivedere il suo Sehun, la sua ragione di vita.


Sehun non sapeva a quale rischio sarebbe andato incontro aprendo quella porta, però lo stesso, la curiosità ebbe la meglio su di lui e decise di andare ad aprire.
Si rese conto solo nel momento in cui si ritrovò davanti quella figura, quel viso, quegli occhi, che attualmente stava correndo un rischio così grave e così grande da compromettere per sempre la sua sanità mentale e non solo, perché credeva di non riuscire a distinguere più tra sogno e realtà.
Com'era possibile che stava vedendo Luhan davanti a lui?
Il suo cuore era così tanto compromesso da quell'enorme desiderio di rivederlo, di riaverlo, da iniziare a creare immagini e visioni per accontentarlo adesso?
Questo si chiedeva, credendo seriamente di essere impazzito. E se questa era la verità, non era affatto divertente. Anche il suo cuore si faceva beffa di lui. Stava diventando patetico.
La bocca dischiusa e tremante, un nodo in gola che gli aveva tolto qualsiasi possibilità di parlare, gli occhi colmi di sorpresa, il cuore che gli scoppiava nel petto. Questo era Sehun in quel momento. E più avvertiva quell'immenso bisogno di avvicinare la mano verso quella figura, di toccarla, di stringerla a sé e assicurarsi che fosse tutto reale, più la paura lo bloccava, la paura che compiendo un'azione del genere, Luhan avrebbe potuto dissolversi e scomparire tra le sue mani, facendogli capire invece che si trattava di un meraviglioso sogno ad occhi aperti.
La confusione che aleggiava nella sua mente, quella lotta tra pensieri contrastanti, opposti tra di loro, lo mandarono in tilt.
Senza rendersene conto, calde lacrime cominciarono a scorrere lungo il suo viso, lacrime che dietro lasciavano un pesante carico di cose da dire al suo posto, che si schieravano con lui in quel fatale incontro, in quell'incontro infondo voluto dal destino.


Luhan si era perso a contemplare l'immagine che più di tutte si faceva sempre largo nella sua testa, e che finalmente adesso poteva riavere davanti a sé. Era così bello il suo Sehun, così bello da lasciarlo senza fiato. Solo un misero passo a separarli, occhi persi negli occhi, e sarebbe potuta andare avanti così all'infinito per Luhan, rivedere quelle meravigliose iridi scure e intense scrutarlo attentamente già lo stava facendo sciogliere come neve al sole.
Avrebbe tanto voluto dire qualcosa, parlare, e diverse volte aveva cercato di aprir bocca, per poi richiuderla nuovamente senza far trapelare alcun risultato soddisfacente. Ma come non comprenderlo... in fondo erano le emozioni e i sentimenti che stava provando a parlare al posto suo in quel momento, e lui non poteva fare altro che assecondarli. Se non fosse stato per questa immobilità, per questa incertezza che riusciva a scorgere in qualche modo negli occhi dell'altro, probabilmente a quest'ora gli si sarebbe già buttato addosso, stritolandolo fra le sue braccia.
Sembrava tutto così statico in quel momento, forse erano i loro sguardi le uniche cose a dare un senso di dinamicità a tutto. Sguardi che dicevano tanto e nulla allo stesso tempo.
Luhan forse avrebbe avuto bisogno di qualche minuto in più per riprendersi e riuscire a spiccicare parola, ma capì che il tempo era ormai scaduto quando vide gli occhi dell'altro colmarsi di fresche lacrime, che silenziose scendevano ai lati del suo volto. E lì non resistette più. Di fronte a quello sguardo così confuso, sorpreso, allibito, fece quel fatidico passo che li separava, portando dolcemente una mano contro la sua guancia bagnata e calda, accarezzandola e perdendosi in quella bellissima sensazione.
-Sehun...- finalmente ci riuscì, finalmente pronunciò il suo nome, lentamente, godendosi appieno la sensazione di poterlo pronunciare ad una distanza ravvicinata. Perché adesso non ci sarebbe stato più nulla in grado di separarli o tenerli lontani. Nessun ostacolo.
La reazione che seguì a quel gesto lo lasciò sorpreso, ma fu meglio di qualsiasi aspettativa o sogno ad occhi aperti che avesse mai fatto.


Sehun sbarrò gli occhi quando sentì quelle dita affusolate entrare in contatto con la sua pelle, sobbalzando. Era come se ad un tratto tutti i sensi di cui era stato precedentemente privato di colpo fossero tornati, facendolo sentire vivo, convincendolo che quella era davvero la realtà, che era vero. Riusciva a vederlo, riusciva ad avvertire quel tocco delicato sulla sua pelle, riusciva a sentire quel dolce profumo e il suo calore nell'averlo così vicino.
-Sehun...- e adesso riusciva anche a sentire la sua voce, dolce come il miele. Piano piano quel torpore che l'aveva tenuto fermo stava scomparendo, restituendogli la capacità di muoversi, di agire. E a quel punto capì che era stanco delle attese. Bastò guardarlo ancora una volta, perdersi un momento in quel sorriso per cui aveva fin da principio perso la testa, e Sehun non ci vide più. In un attimo lo avvicinò a sé, stringendolo quasi aggressivamente fra le sue braccia, e facendo scontrare le loro labbra in modo così deciso e forte da fare quasi male, ma di un dolore piacevole, un dolore che in verità non era altro che bisogno. E finalmente riuscì a tastare quel sapore, quel sapore che non aveva mai dimenticato.
Forse anche per lui ci poteva ancora essere un lieto fine, proprio come quello che si vede nei film o che si legge nei libri.

Luhan non riuscì più a trattenersi, piangendo di gioia nel ritrovare le loro labbra unite in quel bacio, e allacciò subito le mani dietro al suo collo, spingendosi sempre più verso di lui, non volendo perdersi neanche per un attimo il suo calore. Quanto gli erano mancate quelle braccia, quelle forti braccia, le uniche in grado di stringerlo, proteggerlo, dargli conforto e un riparo. Finalmente Luhan si sentiva a casa, finalmente era davvero felice.
Lo sentì staccarsi leggermente, facendo scontrare le loro fronti, mentre entrambi cercavano di riprendere fiato dopo quel lungo bacio. Poi sentì quelle grandi mani che tanto adorava posarsi ai lati del suo viso, sollevandolo, incatenando ancora una volta i loro sguardi.
-Dimmi che sei davvero tu Luhan, dimmi che non è soltanto uno stupido sogno, dimmi che sei reale, che sei davvero qui, che sei tornato, ti prego... dimmelo- gli sussurrò Sehun sulle labbra, ancora in preda alle lacrime, che non volevano proprio saperne di smettere di scendere. La disperazione nel suo tono di voce era evidente, così come il bisogno di avere quella conferma.
Luhan annuì più volte con convinzione, portando a sua volta le sue mani su quelle più grandi di lui, sentendo il suo cuore fare male nel vederlo in quello stato.
Quanto l'aveva fatto soffrire?
-Si Sehun, sono davvero io, sono tornato, sono qui per restare- gli disse sorridendogli dolcemente, sentendo quell'enorme peso che opprimeva il suo cuore scomparire. Finalmente poteva dargli quella certezza, finalmente si sentiva libero. E capì che era valsa la pena di lottare fino a quel momento quando vide l'altro illuminarsi di un radioso sorriso, uno che in tutto quel tempo Sehun non aveva mai fatto, trasformando gli occhi in due bellissime semi lune e vedendo una sfilza di denti bianchissimi fare la loro comparsa.
Si abbracciarono felici, godendosi quell'abbraccio per un bel po', prima che Luhan riprendesse a parlare.
-Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto Sehun, perdonami per essermene andato via senza dirti nulla, perdonami per averti fatto soffrire così tanto, perdonami per- non riuscì a concludere la frase perché zittito da un bacio.
-Non ho nulla da perdonarti, so tutto Luhan, so cosa hai dovuto passare nell'ultimo periodo, sei la persona più forte che conosca- quelle parole non mancarono di arrivare dritte al suo cuore, cosparso ormai solo di tanto calore. Era possibile innamorarsi ancora di più di quanto lo era già? Luhan questo si chiedeva, e a quanto pare la risposta era affermativa. Era come un ciclo infinito, impossibile da fermare. Liberò una nuova ondata di lacrime, stringendosi contro di lui, lasciando andare tutta quella oppressione, tutti quei dubbi, quelle paure che lo avevano tormentato fino ad ora.
-Io... io non ce la facevo più, mi mancavi da morire, volevo vederti. Ma è solo grazie a te se sono riuscito a resistere, a continuare, a trovare la forza per lottare. Avevo paura Sehun, avevo un'enorme paura di averti perso, temevo che tu mi odiassi per averti lasciato, il solo pensiero che fossi riuscito a trovare qualcun altro in grado di renderti felice mi distruggeva. E' stato così difficile...- tenersi tutto dentro, lasciare le debolezze da parte, era stato come vivere in una prigione per il povero ragazzo, che singhiozzava, continuando a scacciare via quel cumulo di pensieri negativi che gli erano stati sempre col fiato sul collo.
Ad un tratto Sehun sollevò il suo viso per guardarlo negli occhi, posando una mano sotto il suo mento. Luhan si sorprese nel trovarsi davanti uno sguardo ora serio, determinato, sincero. E le parole che uscirono dalla sua bocca fecero sobbalzare il suo cuore, ormai alla completa mercé dei suoi sentimenti.
-Ci sei stato sempre e solo tu- gli disse Sehun, stringendo poi la sua mano e portandola proprio nel punto in cui si trovava il suo cuore.
-Qui ci sei stato sempre e solo tu. Da quando sei andato via, ho deciso di aggrapparmi con tutte le mie forze a quella misera speranza che avevo di poterti rivedere un giorno. Ti ho aspettato, forse perché dentro di me lo sapevo che prima o poi saresti tornato, che prima o poi ti avrei riavuto indietro. Ho amato sempre e solo te, stavo impazzendo a causa tua, lo sai?- Sehun attraverso quelle parole espose la sua anima, la sua amara verità, e mai le sue parole furono più sincere. Accarezzò dolcemente qualche ciocca dei suoi capelli neri, sorridendo davanti a quegli occhi grandi che lo guardavano stupiti,e presto non resistette all'impulso di baciarlo, rimpossessandosi di quelle labbra, così morbide e dolci, perdendosi ancora una volta nel loro sapore paradisiaco. Sentì l'altro assecondare subito i suoi movimenti. Presto quel bacio venne approfondito, diventando più passionale, entrambi accesi da quell'intenso bisogno che avevano di viversi, di accertare che finalmente tutto aveva riacquistato un senso. Labbra che si modellavano, lingue che si intrecciavano, respiri nei respiri, adesso i gesti avevano iniziano a dimostrare ciò che le parole non erano più capaci di esprimere. Se Sehun si staccò giusto un attimo prima di baciarlo ancora fu già tanto. Non che a Luhan importasse di morire perché incapace di respirare a causa di quei baci. C'era una certa famelicità nel modo in cui l'altro lo guardava, una scintilla di desiderio che non poteva più nascondere. Quello sguardo ora sensuale, provocativo che gli rivolgeva ne era la prova certa, e mentre si staccava di qualche centimetro dalle sue labbra, col respiro affannato, cercando di riprendere fiato, Luhan sentiva che non era abbastanza, che anche lui ne voleva di più.
Forse fu per questo che in questione di minuti si ritrovò sdraiato sul letto, intrappolato sotto il corpo e il calore di Sehun, che non aveva smesso un attimo di divorare le sue labbra, come se fossero la cosa più deliziosa esistente al mondo. Sentì le sue grandi e calde mani intrufolarsi sotto la sua maglietta, entrando in contatto con la sua pelle liscia e calda, accarezzando i fianchi, la pancia, il petto, la schiena, scoprendo ed esplorando ogni centimetro di pelle, impregnate anche di una certa urgenza, ma senza mai peccare di gentilezza e attenzione.
Luhan si abbandonò con tutto se stesso a quelle attenzioni, un insieme di bellissime sensazioni mai provate prima, un mondo tutto nuovo che stava scoprendo grazie a Sehun. Questa volta si sarebbe lasciato andare, posseduto com'era da quel desiderio di averlo e sentirlo in un modo più profondo ed intimo. Il suo corpo fremeva, impaziente, sentiva soltanto quell'immenso bisogno che aveva di lui e nient'altro. Si era completamente perso in quelle carezze, nel piacere che ne derivava, non avendone mai abbastanza di quelle mani che continuavano a sfiorarlo, a volte premendo contro punti sensibili, che mandavano brividi giù per la sua schiena. Avvertiva la temperatura del suo corpo salire man mano che l'intensità di quel momento aumentava. Per un attimo le labbra di Sehun non premevano più sulle sue, ma insaziabili com'erano scendevano verso il mento, poi lungo il collo, baciandolo, leccandolo, e lasciando probabilmente anche qualche segno mentre stringevano tra i denti un lembo di quella pelle bianca e perfetta. E Luhan non riusciva a fare a meno di rilasciare piccoli gemiti dalle sue labbra, ansimante, cercando di più, volendo di più mentre sentiva il suo caldo respiro solleticarlo.
Sehun iniziava a sentire il tessuto della maglia dell'altro diventare una barriera di troppo, per cui se ne sbarazzò subito, facendo vagare i suoi occhi lungo le linee sinuose e armoniose di quel corpo, sentendosi quasi un predatore mentre lo toccava ancora e ancora, inumidendosi le labbra con la lingua, mentre lo sguardo era ormai appannato dal desiderio e da quell'agonizzante bisogno che aveva di liberare tutta quella passione che aveva trattenuto per fin troppo tempo, quella necessità che aveva di farlo suo, di realizzare quel contatto fisico mai sperimentato prima.
Alla maglia seguirono poi i pantaloni, e presto, senza accorgersene, Luhan si ritrovò completamente nudo sotto Sehun. Le sue guance, ormai in fiamme, attestavano chiaramente il suo imbarazzo nel sentirsi così esposto come mai lo era stato prima. Pur fidandosi ciecamente di Sehun, era normale provare un po' di vergogna. Questo in fondo era solo la dimostrazione di quanto stesse vivendo quel momento. E impegnato com'era a sprofondare nella sua timidezza e nel suo imbarazzo, in un primo momento non si rese conto del modo in cui quegli occhi sopra di lui lo guardavano amorevolmente, inteneriti, come se fosse la cosa più preziosa esistente al mondo. Solo quando si sentì chiamare con dolcezza, quando sentì le mani dell'altro posarsi sulle sue gote arrossate, accarezzandole delicatamente, per poi spostarsi fra le ciocche dei suoi capelli, quando una serie di piccoli baci vennero rilasciati sulle sue labbra, solo allora ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e reggere quello di Sehun, anche se non per molto. Era così profondo, così intenso il modo in cui i suoi occhi lo scrutavano che sentiva le gambe diventare gelatina, e quei fremiti aumentare a dismisura.
-Sei la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Non devi avere vergogna di mostrarti a me, ti amo per quello che sei, e tu per me sei perfetto così, Luhan- il sorriso che si dipinse sulle labbra di Sehun e che accompagnò quelle dolcissime parole fu la rassicurazione che il moro stava cercando. Quest'ultimo sorrise a sua volta, abbracciandolo e nascondendosi nel suo petto, sentendo la sua bianca schiena venire circondata da quelle forti braccia, che lo avvolgevano racchiudendolo nel loro infinito calore. Ebbe così modo di sentire i battiti del cuore di Sehun, in quel momento così forti e selvaggi proprio come i suoi, e la cosa lo rassicurò ancora di più, perché voleva dire che entrambi stavano vivendo intensamente quei bellissimi attimi. Gli venne spontaneo alzare il viso e riallacciare insieme le loro labbra, facendoli rientrare in quell'atmosfera calda e accesa di cui erano caduti ormai vittime.
Sehun non si sarebbe mai stancato di baciare quelle labbra, di questo ne era sicuro. Più le tastava, più si nutriva del loro sapore, più esplorava con la lingua quella bocca, e più sentiva quanto era difficile staccarsi da quella droga che erano. Anche lui iniziò a sentirsi soffocare dentro i suoi vestiti, e per questo decise che era arrivata l'ora di toglierli. E mentre iniziava ad alzare la maglia, non riusciva a fare a meno di osservare lo sguardo curioso che gli rivolgeva il suo piccolo cerbiatto, ancora più rosso di prima, ma che impacciatamente cercava di sporgere le mani verso di lui per aiutarlo. Era troppo dolce, e la cosa lo faceva sorridere.
Dopo essersi spogliato anche lui, sentì quelle dita affusolate posarsi con cautela e curiosità sul suo petto e sul suo ventre scolpiti, gli occhi attenti e persi a tracciare ogni linea e contorno dei suoi muscoli delicatamente, accarezzandolo, cercando di prendere familiarità con quel corpo. E Sehun lo lasciò fare, guardandolo col fiato corto, perché ognuna di quelle carezze gli mandava una scarica di brividi e piacere lungo la spina dorsale.
Era bellissimo il modo in cui quelle esili mani vagavano su di lui, tastando, esplorando, cercando di memorizzare ogni dettaglio del suo corpo. Ed era altrettanto bello il modo in cui quegli occhioni lo guardavano rapiti, affascinati, imbarazzati, senza il coraggio di scendere più giù.
Il ragazzo non era sicuro di poter riuscire a trattenersi ancora a lungo, non quando erano arrivati a questo punto, quando l'unica cosa che voleva era solo farlo suo, quando ogni singola fibra del suo corpo scalpitava dalla voglia di amarlo. Piano piano si stava avvicinando al limite, e già anticipava quel momento.
Con gentilezza lo fece piombare di nuovo con la testa sul cuscino, intrappolandolo sotto di sé, e aprendo una nuova intensa sessione di baci.
La loro eccitazione era evidente, il loro bisogno di amarsi ancora di più.
Luhan definì magico il modo in cui Sehun lo toccava, magico e speciale. Erano tocchi sicuri, ma delicati e attenti. Sentì quelle calde mani massaggiare dolcemente i suoi fianchi, per poi scendere lentamente ed adagiarsi sulle sue cosce, cercando di stringere possessivamente nella sua presa lembi di quella pelle pura e perfetta, mentre le sue labbra si staccavano nuovamente dalle sue per andare a depositare una scia di baci roventi lungo il torso. E l'unico modo che aveva Luhan per esprimere tutto il suo apprezzamento verso quelle attenzioni era emettere gemiti e miagolii, e produrre suoni che mai avrebbe immaginato di poter fare nella sua vita. E il piacere aumentò quando la mano di Sehun finì fra le sue gambe. Quest'ultimo si prese il suo tempo a toccarlo e a guardare il modo in cui sul suo viso comparivano differenti espressioni di piacere, stando attento a non perdersi neanche una di tutte quelle espressioni nuove e diverse tra loro.
Allo stesso modo, si prese il suo tempo a prepararlo con cura e attenzione prima di entrare in lui. Voleva fargli provare meno dolore possibile, e farlo sentire a suo agio. Voleva che questa nuova esperienza fosse per lui qualcosa di indimenticabilmente bello e romantico. Per questi motivi si assicurò che fosse davvero pronto a ricevere tutto il suo amore.
Quegli occhi lucidi colmi di piacere, quelle guance accaldate, e quelle labbra schiuse, rosse, che facevano fuoriuscire ansimi e respiri affannati, e Sehun capì che era arrivato il momento più importante. Ricevette uno sguardo d'intesa da Luhan, prima di stringere insieme le loro mani e posizionarsi tra le sue gambe, e finalmente diventare una cosa sola.
Subito andò a scacciare via con i suoi baci quelle piccole lacrime che facevano capolinea dai suoi occhi, mentre il suo visino era contorto in un'espressione di dolore, che non durò molto.
Gli sussurrò parole di amore e conforto mentre aspettava pazientemente che fosse pronto ad andare avanti, trattandolo con gentilezza e delicatezza, così come meritava di essere trattato.
Luhan strinse fra le sue mani le lenzuola, cercando di respirare profondamente, e facendosi cullare sempre più da quei dolci sussurri pronunciati sulle sue labbra. E quando Sehun iniziò a muoversi dentro di lui, prima lentamente, poi sempre più veloce, il dolore iniziò a scomparire, lasciando il posto solo ad un intenso piacere.
Finalmente Luhan riusciva a capire cosa significasse sentirsi completi, perché lui lo stava imparando in quel momento. Lo stava imparando mentre i loro occhi continuavano a incontrarsi, mentre le sue mani abbandonavano le lenzuola per andare ad adagiarsi sulla sua schiena, lasciandogli anche qualche graffio con le unghie. Lo stava imparando mentre vedeva i loro corpi intrecciarsi, incastrarsi perfettamente come pezzi di un puzzle, mentre sentiva la loro pelle sudata sfiorarsi e il loro calore divenire sempre più forte. Lo stava imparando mentre lo sentiva continuare a sussurrargli quei “ti amo” di cui non ne avrebbe mai avuto abbastanza, mentre i loro gemiti e i loro ansimi si fondevano, creando una melodia bellissima e perfetta.
Luhan era felice, sentiva suo tutto ciò, e lo stava vivendo con tutto se stesso. Non c'era sensazione più bella che far uscire quel nome che tanto amava dalle sue labbra mentre raggiungeva il culmine del piacere, seguito subito dall'altro.


Entrambi si ritrovarono abbracciati sotto le coperte, sui loro visi un meraviglioso sorriso sereno. Avevano appena condiviso un momento intimo ed importante, e quella notte sarebbe rimasta indimenticabile per loro.
-Queste braccia non hanno più intenzione di lasciarti andare- sussurrò Sehun al suo orecchio, il suo respiro caldo a solleticargli la pelle, mentre lo stringeva ancora di più contro il suo petto, e l'altro non poté fare a meno di sorridere felice.
-Sono io a non avere più intenzione di lasciarle- esclamò regalandogli un dolce bacio.
-Ti amo Sehun- confessò sulle sue labbra, facendo sfiorare i loro nasi, non riuscendo a smettere di guardarlo e di tracciare i lineamenti di quel volto perfetto con le sue dita, in silenzio, senza il bisogno di aggiungere altro. Ma man mano che i minuti passavano, i suoi occhi iniziavano a diventare pesanti, e la stanchezza ad avere la meglio su di lui, tanto che dopo un po' si addormentò, sognando ancora di loro, sentendosi finalmente a casa.

Se invece Sehun quella notte riuscì a dormire qualche ora fu tanto, troppo preso com'era a contemplare quella piccola creatura dormiente, stretta fra le sue braccia. In certi momenti ancora non riusciva a crederci. Non riusciva a credere che Luhan fosse davvero lì con lui. Però poi bastava premere i polpastrelli delle sue dita contro la pelle di quel candido viso, o contro quei fili di seta che erano i suoi capelli, e capiva che per fortuna non si trattava solo di un bellissimo sogno, non si trattava di una di quelle notti passate in bianco a immaginare la sua esile figura e a tracciarla con le dita, ma che finalmente Luhan era tornato e che gli era accanto. E il suo cuore scoppiava di felicità, pur avendone paura allo stesso tempo. Questo perché sapeva che ad essere troppo felici poi si rischiava di soffrire ancora di più. Lui lo aveva sperimentato sulla sua stessa pelle.
Forse era perché ormai ci aveva fatto l'abitudine a soffrire che col tempo non riusciva ad accettare più la felicità, inserendo dentro di sé un meccanismo di autodifesa per rifiutarla, con il timore di doverne poi affrontare le conseguenze. Ma era bastato incontrare di nuovo gli occhi del suo angelo e quel meccanismo era ormai andato distrutto. E se era per lui, sarebbe stato disposto a soffrire ancora di più, lo amava fino a questo punto e anche oltre.


Senza rendersene conto, le prime luci dell'alba era piombate nella sua stanza, su di loro. E già entrambi erano svegli, pronti ad iniziare il primo giorno della loro vita insieme.
Luhan era pronto a vivere la sua vita da terrestre accanto a Sehun.
Sehun era pronto a prendersi cura del suo piccolo cerbiatto, a recuperare il tempo che avevano perso e a creare una nuova valanga di ricordi felici. Forse era un po' azzardato dirlo, ma era pronto anche a rivelare al mondo la sua dolce metà se necessario. Era pronto a tutto per loro.
Come ogni storia ha il suo lieto fine, sembrava che anche per Luhan e Sehun esso fosse arrivato. Che poi questo lieto fine non era altro che un nuovo inizio insieme.


L'amore aveva bussato nelle porte dei loro cuori, inaspettato, incredibile. L'amore, quel sentimento così bello e complesso, così irrazionale e speciale. Entrando come un uragano, aveva stravolto le loro vite, cambiandole, rendendole migliori.
Certo, non erano mancati i momenti di sofferenza, dolore, dubbi e incertezze, ma quella base solida che avevano costruito alle radici era stata in grado di spazzare via ogni cosa negativa, facendo trionfare il loro legame, che di giorno in giorno si sarebbe andato solo a solidificare ancora di più.
Il fatto che adesso fossero insieme dimostrava come l'amore, se vero, fosse in grado di vincere ogni ostacolo, ogni differenza e ogni problema.
Finalmente sia Luhan che Sehun avevano capito quale significato enorme racchiudesse quella parola, all'inizio troppo grande per loro, così grande da spaventarli. Ma andando avanti non era poi così spaventosa come avevano pensato.
Se qualcuno avesse chiesto adesso a Sehun cosa fosse l'amore per lui, lui probabilmente avrebbe risposto con “un piccolo dolce alieno con sembianze da cerbiatto di nome Luhan”
Se qualcuno avesse chiesto adesso a Luhan cosa fosse l'amore per lui, lui probabilmente avrebbe risposto con “un bellissimo giovane idol di nome Sehun”.

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ciao a tutti! ^^
Premetto che questo capitolo l'avevo quasi finito un paio di giorni fa, ero giunta alle battute conclusive, ma purtroppo è successo un casino col pc che non sto qui a spiegare e in pratica ho perso tutto e ho dovuto riscriverlo da capo (ancora se ci penso mi viene da piangere, non avete idea che faticaccia TT.TT).
Comunque... passiamo al capitolo.
Ancora mi sento imbarazzata per quello che ho scritto, ma fa niente, passerà xD Spero di non aver deluso le aspettative, ma già dall'inizio avevo messo rating arancione perché lo sapevo che non sarei stata in grado di andare oltre questo (non pensavo fosse così difficile scrivere certe cose, ci ho passato non so quanto tempo su >.<). In ogni caso la scena in sé doveva essere romantica, dolce, e credo usare altri termini o descrizioni sarebbe risultato anche un po' inappropriato. In ogni caso... spero vada bene e vi piaccia.
E niente... ancora devo realizzarlo anche io che dopo così tanto tempo ho finito questa storia,e se da una parte mi sento soddisfatta, dall'altra so che mi mancherà, mi divertivo tanto a scrivere i capitoli... tipo che sentirò un vuoto (più tardi dovrebbe uscire il nuovo mv degli exo, quindi lo inizio a riempire xD)
Inoltre credo che in due anni il mio modo di scrivere abbia subito qualche cambiamento, me ne rendo conto io stessa nel mettere a confronto il primo capitolo di questa storia con l'ultimo.
Ma adesso passo alla parte più importante...
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno seguito e recensito questa storia. Un GRAZIE di vero cuore a chi l'ha messa nelle preferite, nelle seguite o nelle ricordate, un GRAZIE a tutti coloro che hanno sprecato un po' del loro tempo per lasciarmi un parere, grazie a tutti davvero! ^^
Concludo qui, ho già scritto un poema xD Spero più avanti di riuscire a pubblicare qualche altra cosa, e spero che se succederà mi seguirete come avete fatto qui.
Mi scuso inoltre per eventuali errori.
Allora viva la HunHan e... alla prossima! ^^

 

 

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