Craved [Italian Translation]

di DestroyedGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Questa storia non è mia, è solo una traduzione. La storia originale è stata scritta da @capricorndirectioner (su wattpad). Per qualsiasi informazione, inerente alla traduzione chiedete pure a me. Lei è molto felice che questa storia venga tradotta,quindi non deludiamola :) spero la storia vi piaccia, fatemi sapere, baci xx

“Ma Oscar questo è impossibile!” le mie mani sbatterono il file sul tavolo , la frustrazione si impossessò di me tutto in una volta.
 

“Mi dispiace Emily. Gli ordini sono ordini. Abbiamo bisogno di questo articolo in un giorno, e tu sei l’unica di cui mi posso fidare per questo. Ho bisogno di averlo sulla mia scrivania domani, altrimenti sarà necessario che ti trovi un altro lavoro.” Egli intrecciò le dita e si appoggiò allo schienale della sedia, osservandomi in attesa.
 

Gemendo, strappai i documenti dal tavolo e girai i tacchi, stringendo i denti per calmarmi.
 

“Buona fortuna” furono le sue ultime parole prima che mi precipitassi fuori dall’ufficio, feci un respiro profondo, e una volta fuori “Stupido capo” mormorai sospirando, stringendo il file tra le mie mani il file che tenevo contro il petto.
 

“Rallenta Angry Bird (sarebbe uccello arrabbiato, ma suona male, quindi lo lascio alla forma naturale, il senso si capisce)” la gutturale, profonda risata di Augustus Blues riempì le mie orecchie facendo salire ancora di più il mio temperamento. Chi chiesi sorpresa, come riuscissi a a mantenere la calma nonostante tutta la pressione che avevo in corpo.
 

“Non adesso Augustus,” il mio tono era minaccioso mentre parlavo, spinsi la porta a vetri del mio ufficio aprendola e gettando il file sulla catasta di documenti che si trovavano sulla mia scrivania. Si appoggiò al distributore dell’acqua e mi esaminò in silenzio.
 

Mescolando alcune carte feci del mio meglio per ignorare i suoi occhi su di me. Ma era troppo difficile per me. “Cosa!?” scattai, guardandolo e trovandolo a sorridere.
 

“C’è un pacco per te, Lockwood. Puoi prenderlo da Sarah” a quelle parole i miei occhi si accesero subito e mi sembrava di aver dimenticato tutto il lavoro del quale ero a carico. Alzai gli occhi alle sue risatine beffarde, mi imbattei fuori dalla stanza lasciandolo nel mio ufficio. Non che fosse la decsione più saggia, ma in quel momento non importava.
 

“Sarah, dov’è il mio pacco?” ormai ero senza fiato, appoggiata alla scrivania della mia migliore amica e appoggiando i miei occhi sui suoi con uno sguardo assassino. Si mosse all’indietro al mio gesto e fece un cenno con la testa, confusa. Tirò fuori un pacchetto confezionato con della carta marrone, lo consegnò a me e lo presi con cura nelle mie mani, sorridendo ad esso.
 

“Lui ti ama molto Em” la sua voce fragile mi tirò fuori dai miei pensieri e guardai di nuovo verso di lei annuendo leggermente con la testa.
 

“Si… lo so” con queste parole uscii dall’ufficio e ritornai al mio, i miei occhi si continuarono a fissare il pacchetto per tutto il tempo. Avevo atteso,  atteso che arrivasse. Significava più di ogni altra cosa al mondo per me.
 

Una volta dentro chiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti sulla sedia, appoggiando il pacchetto in grembo e fissandolo. I miei occhi iniziarono a bagnarsi solo a pensarci, era da tanto che non lo vedevo. La distanza ci aveva lasciati entrambi indifesi.
 

Tirai fuori la nota sulla superficie, e aprii con entusiasmo e contemporaneamente dolore dentro di me. I miei occhi sorvolavano sopra le parole, le mai tremavano, e afferrai la fragile carta fra le mani tanto che li nocche cominciarono a impallidire.
 

Emily
Sembra come se fosse solo ieri quando ti vedevo giocare fuori in giardino, ridendo e sorridendo mentre giravi in cerchio e io e tua madre ti guardavamo dal balcone vicino. Tu eri la creatura più innocente che avessi mai visto in tutta la mia vita, a parte tua madre. Eri una benedizione, un dono di Dio. Ed eri anche il mio secondo vero amore. Tu sei mie figlia Emily, e io ti amo con tutto il cuore. Sei cresciuta e sei diventata una bella donna adesso. Basta guardarti, sei diventata ventenne e la più bella donna che abbia mai visto. Sembri proprio come tua madre Em, proprio come lei. So che questa distanza ci ha lacerati entrambi, ma io ti amo ancora e spero di vederti presto. Auguri bambina mia, sarai sempre la mia bambolina.
Papà x.
 

Lasciai cadere la lettera sul mio tavolo, e mi ruppi in un pianto silenzioso nascondendo il viso tra le mani. Erano passati mesi dall’ultima volta che vidi mio padre, lui era fuori per la guerra e lotte in altri paesi, e mi era sempre mancato. Ho sempre pregato Dio di tenerlo al sicuro, dopo tutto lui era l’unica famiglia che io abbia mai avuto.
 

Quei tempi dolorosi di quando mia madre ci ha lasciati perseguitano la mente tutti i giorni, ma non mi lascio mai credere che lei non sia orgogliosa di dove sono adesso. Sono stata forte per lei. Per mio padre e per me stessa.
 

Dopo qualche momento passai al regalo, aprendolo con mani tremanti. Le lacrime diventarono più frequenti, ma il sorriso non lasciò mai la mia faccia. Il medaglione era bellissimo, con mia madre e mio padre pitturati al suo interno. Era speciale per me e per mio padre, perché apparteneva a mia madre. Ed ora ero io che dovevo tenerlo. E vorrei saperlo tenere al sicuro. Vicino al mio cuore.
 

“Emily c’è a-“ l’interruzione improvvisa mi fermò quando alzai lo sguardo e vidi Augustus in piedi davanti a me, con gli occhi sbarrati e pieni di preoccupazione.



OVVIAMENTE LA STORIA NON è MIA MA COME GIà SAPETE è UNA TRADUZIONE, SPERO CHE VI PIACCIA DI PIù CON LE MODIFICHE APPORTATE DALL'AUTRICE, BACII XX

(continuo a 2 recensioni :3)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


La mia gola trattenne le parole al suo interno, le bloccò e non riuscirono ad uscire. I nostri sguardi si incrociavano, ma sentivo il bisogno di allontanarli, sentivo come se fossi sotto il suo controllo. L ‘aria della stanza diminuì velocemente e mi sentii soffocare, ma poi finalmente distolse lo sguardo dal mio, il ciò mi fece fare un profondo respiro.
 

“Hai bisogno di qualcosa?” chiesi, il mio tono era un sussurro, feci finta di cercare qualcosa per evitare il contatto visivo.
 

“N-no… volevo solo ricordarti della festa. Vieni, giusto?” Chiese esitante. Gettai la testa tra e mani sconfitta, sospirando.
 

“Si, si, va bene. Vengo. Questa sera alle sette va bene?” chiesi strofinando le tempie con le dita.
 

“Già..” sembrava come se volesse dire qualcosa, ma si interruppe prima che ne potesse avere la possibilità.
 

“Okay, fantastico! Ci vediamo lì” dissi il più allegramente possibile, sperando in qualche modo di sembrare convincente. E per mia fortuna, lo soddisfò abbastanza da farlo camminare verso la porta. Le mie mani tremavano per qualche motivo, quando riordinai la scrivania, tremavo dal nervosismo. Augustus non mi aveva mai vista piangere, mai nella mia vita. Anche se lo avessi fatto a quei tempi probabilmente era colpa di uno dei suoi scherzi. Ma non è mai arrivato a un punto grave come questo.
 

“Hey Emily?” guardai verso di lui che era tra lo stipite e la porta che teneva aperta con una mano. La sua espressione era illeggibile, ma se dovessi indovinare direi che era una espressione di comprensione.
 

“Si?”
 

“Solo… rimani forte, va bene?” e con quelle parole scomparve dalla vista, lasciandomi perplessa sulle sue parole. La parte in cui intendeva di rimanere forte per mio padre era chiara, ma il perché lo aveva detto non lo era. Augustus non ha mai detto cose del genere. È sempre probabilmente la persona più imbarazzata nel dire cose di questo tipo. Era più un tipo spensierato, e lo ammiravo per questo come amico.
 

Anche se non ho mai pensato a lui in quel modo, nonostante il suo bell’aspetto, Sarah  ha sempre avuto un debole per lui. Abbiamo lavorato insieme, ci vedevamo quasi tutti i giorni, quindi credo che per lei fosse più probabile sviluppare certi tipi di sentimenti per qualcuno. Quanto a me, non ero mai stata quel tipo di persona. Per me era… imbarazzante forse. Non ho il significato esatto del termine, ma Sarah disse che ero ‘innocente’, e non ho mai capito il perché.
 

Si, ero un po’ timida con i ragazzi. Non ho mai avuto un debole per loro. Le persone al lavoro mi conoscevano come ‘forte e indipendente’ donna. Eppure, non sanno il vero dolore che c’è dentro di me. I miei veri sentimenti sono stati sepolti in profondità dentro di me, e non pensavo di ripescarli e aprirmi a chiunque presto.
 

E per quanto riguarda la pressione su di me,  era fuori discussione uscirne in questo momento, ma ormai avevo accettato di andare alla festa con Sarah e Augustus sta sera. Non sapevo dello stupido articolo ieri, se lo avessi saputo, non avrei accettato. E su questa affermazione, c’era qualcosa in me dentro, che mi diceva che sbagliavo.
 

Mi sentivo come se anche Augustus me lo avesse chiesto oggi, in questo momento…avrei accettato.  Viene naturalmente da me, non ho il coraggio di dire no a nessuno.  Non ho un cuore a cui piace vedere le persone ferite, perché so come ci si sente. Come si sente il dolore, e l’unica cosa che voglio è impedire che accada agli altri.
 

Soprattutto i miei amici, migliori amici. Non ho il potere o il coraggio di dire loro no, per vedere le loro raggianti facce spegnersi così. Quindi rispondo di si per tutto, proprio come ho detto di si ad Oscar per il suo stupido articolo per Vogue.  Pensai che anche se non ero d’accordo ero costretta a farlo, sennò sarei stata buttata fuori. Questo lavoro è la mia passione, la scrittura lo è sempre stato e sempre lo sarà.
 

Ero un po’ orgogliosa di me stessa per il fatto che Oscar mi aveva considerata uno dei suoi lavoratori “degna di fiducia” qui, ma era troppo. E io non so nemmeno perché lo voleva completato in un giorno solo. Tutto quello che sapevo era che il cado della Vogue era una persona ben organizzata e molto rigorosa. Ma non mi era mai accaduto che lui volesse un articolo in un giorno solo.
 

Oscar ha detto che questa era una grande opportunità per lui, di dimostrare la capacità della sua azienda alla Vogue, una delle più grandi riviste. E che cosa avrei potuto fare, se non annuire e sorridere a tutte le parole che mi passavano per la testa.
 

Ed ora eccomi qui, seduta nel mio ufficio, pensando a come completare questo lavoro e andare alla dannata festa. Dio benedica l’anima mia sta sera.



Scusate il ritardo ma non ho avuto proprio tempo, continuo a 2 recensioni, baci xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Emily’s P.O.V.
 

La musica assordante mi trafisse le orecchie, facendomi indietreggiare un po’ quando Augustus mi fece entrare in un posto sconosciuto.  Stringevo il braccio di Sarah per qualche ragione, ma lei non era una buona protettrice con i suoi fianchi che già ondeggiavano a ritmo di musica.
 

Feci un piccolo sorriso e subito mi sedetti su uno degli sgabelli di fronte al bra con il resto di loro. C’erano molti volti noti che avevo già visto a lavoro, ma quasi la maggior parte sembravano adolescenti ubriachi che ballavano con noncuranza. Non mi erano mai piaciute le feste, anche se bere non mi dava fastidio. Eppure, l’alcol era raro per me.
 

“Qui” Augustus gridò sopra la musica ad alto volume porgendomi un bicchiere di vodka. Lo presi e ricambiai con un sorriso riconoscente, e lo tenni in mano, osservando la folla. Nemmeno un secondo dopo Sarah e Augustus scomparvero dalla mia vista e il mio battito cardiaco aumentò. I miei occhi analizzarono la folla disperatamente, ed esalai un lungo sospiro di sollievo quando vidi Sarah che rideva, trascinare Augustus verso la pista da ballo. Ero felice però, per Sarah. Augustus era un bel ragazzo e starebbero bene insieme.

 
Sospirando, portai il bicchiere alle labbra e ne bevvi un sorso, i miei occhi iniziarono immediatamente a bagnarsi appena sentii una sensazione di bruciore in gola. Camminai, o meglio ballai a modo mio verso Dio sa dove. L’aria era fresca e leggera, facendomi rabbrividire un po’ appena misi un piede sul cemento. Ero sul tetto.

 
Non c’erano molte persone lì, ma alcune coppie che si baciavano e.. preferisco non dirlo. Risi tra me e me, lasciando i capelli coprirmi la faccia come facevo sempre. I miei tacchi mi rendevano difficile rimanere in piedi, ma non mi importava. L’alcol mi dava adrenalina, la musica ad alto volume passava attraverso le mie orecchie e delle risatine uscivano costantemente dalla mia bocca.

 
Il cielo notturno sembrava così bello e quando mi sono avvicinata al bordo la vista diventò bellissima. “I’m sexy and I know it!” gettai i capelli da un lato all’altro, cantando e muovendo i fianchi in ogni direzione che potevo con il mio vestito nero. E in una frazione di secondo un grido squillante sfuggì dalla mia bocca appena il io piede scivolò e io chiusi gli occhi preparandomi a cadere dal bordo.

 
Dire che il mio battito cardiaco salì alle stelle era un eufemismo quando sentii una mano calda sul mio avambraccio, riportandomi al mio posto. Il mio respiro non riusciva a tornare regolare mentre lo sconosciuto mi teneva in bilico sul bordo, la bottiglia di birra che avevo preso da un ragazzo a caso si frantumò dopo essere caduta dal tetto.


“Oh mio Dio,” respirai mentre lentamente venivo tirata indietro, e mi aggrappai subito a lui, nascondendo il viso nel suo petto. Sentivo freddo tutto ad u tratto. Freddo e nausea. Non realizzai che la persona aveva legato le sua braccia intorno a me fino a quando non sentii il suo corpo spostarsi leggermente. Il calore che irradiava il suo copro mi fece sentire comoda nel stare vicino a lui, il che era strano.
 

“Mi dispiace tanto”  sussurrai spostandomi indietro e un bel paio di occhi smeraldi che non avevo mai incontrato in tutta la mia vita si scontrarono con i miei.
 

“Stai attenta” la sua voce era bassa e roca e inaspettatamente… dura quando si chinò afferrando la mia borsa dal pavimento. Rimasi senza parole per l’incidente che si era appena verificato, credo che fossi troppo scossa per credere di essere ancora viva.
 

“S-si, lo farò. Mi-mi dispiace” senza nemmeno pronunciare una parola mi porse la borsa che presi con mano tremante e si voltò, allontanandosi. Lo guardai andarsene, i capelli ricci, cappotto nero e stivali in pelle marrone esposti al chiaro di luna mentre si allontanava.
 

La prossimità dei nostri volti era così vicina quando mi ero stretta a lui, spaventata. Il suo viso era
terribilmente seducente e mi lasciò senza fiato. Anche in senso letterale dato che avevo appena vissuto uno degli eventi più pericolosi della mia vita.
 


C’era una cosa che sapevo per certo però, sta sera sarebbe stata una notte insonne.




Eccoloo, finalmente appare il nostro amato protagonista, chi sarà maai? lol
Continuo a 2 recensioni, baci xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Mi masticai il labbro inferiore, e anche forte devo dire. Niente aveva senso per me ora, tranne … chi era lui? Lo sapevo che non sarei stata capace di dormire stanotte, non parliamo poi di tutto il lavoro che avevo da fare. La curiosità stava prendendo il meglio di me, con il risultato di farmi diventare impaziente, cosa molto rara. Ma quando divento impaziente, divento veramente molto impaziente.
 

Gemendo lasciai cadere la mia penna e presi il pezzo di carta stropicciato pieno di nulla se non di scarabocchi e lo gettai via senza guardare dove lo avessi lanciato. Sospirai e mi appoggiai sulla schiena, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Perché questo era cosi difficile per me? Io sono una Lockwood. E i Lockwood non lasciano mai che qualcosa li indebolisca. Allora perché questo completo estraneo, che salva miracolosamente la mia vita, non esce dalla mia testa?
 

Il mio lavoro era sempre fatto bene , organizzato e svolto nei tempi. Ma sembrava come se domani sarebbe stato il primo giorno in cui sarei stata rimproverata . Non riuscivo a pensare a niente da scrivere sull’articolo per via dei suoi stupidi occhi verdi stampati nella mia testa. Quanto il suo viso era terribilmente vicino al mio e il suo respiro caldo mi solleticava le labbra …
 

I miei occhi si spalancarono e saltai su a sedere dritta tutto in un colpo. C’era decisamente qualcosa che non andava in me. I miei pensieri erano inappropriati! Il pavimento freddo in marmo entrò in contatto con la mia pelle e mi fece rabbrividire, poi mi infilai le pantofole e entrai in cucina in cerca di qualcosa.
 

I miei occhi si posarono su una bottiglia di vino e sospirai afferrandola e tornando indietro con le spalle cadenti. Sprofondai nel mio letto e inghiottii una grande sorsata, prima di lasciare libera la mia penna e fare uscire tutti i pensieri dalla mia testa.
 

 
*****
 
 

Le porte dell’ascensore si aprirono facendomi alzare lo sguardo. Con un respiro profondo camminai dentro, pronta per un altro giorno di lavoro. Con un piccolo sorriso sulle labbra, camminai elegantemente attraverso il mio ufficio, incontrando persone e facce sorridenti lungo la strada.
 

Quando girai attorno all’ultimo ufficio qualcosa catturò il mio sguardo e mi fece bloccare nel posto in cui mi trovavo. Inclinai la testa e le aggrottai le sopracciglia per la curiosità e vidi alcune donne dell’ufficio segretamente affollate attorno all’ufficio di Oscar. Stavano ridacchiando e bisbigliando, il che era strano.
 

Mentre scuotevo la testa per la loro stupidità, qualcuno aprì la mia porta a vetri facendomi sfuggire un piccolo urlo di stupore.
 

“Vai a quel paese Augustus!” Chiusi gli occhi portandomi una mano al cuore nel tentativo di calmare il mio respiro tremante. Lui sorrise e incrociò le braccia al petto appoggiandosi al divano.
 

“Buongiorno anche a te Emily” Ridacchiò lui, e si diresse verso la mia scrivania appoggiando il mio caffè e la borsa su di esso. Guardandolo con sospetto mi appoggiai contro il tavolo e cominciai a sorseggiare il mio caffè, in attesa di un suo commento assurda.
 

“Allora?” Strinsi le labbra per assaporare il gusto del caffè e poi lo posai. Lui si strinse nelle spalle e camminò verso di me copiando le mie azioni.
 

“Che succede con Oscar oggi? Tutta la popolazione femminile del nostro ufficio sembra trovare un improvviso interesse per il suo ufficio oggi” Dissi molto insicura e lo guardai.
 

“ Oh quello. Il proprietario del giornale Vogue è qui per prendere l’articolo che ti è stato assegnato di scrivere. Secondo le donne è uomo molto bello e affascinante” Risi per come Augustus pronunciò questi due aggettivi con tono femminile.                                                                                                                              

 
“Sta avendo un incontro con Oscar e cosi tutte le ragazze stanno andando pazze per lui, guardandolo da fuori” Cosi dicendo alzò gli occhi e fece una smorfia.
 

“Augustus Blues … tu sei geloso di lui! Tu sei geloso perché Sarah è una di quelle ragazze! Ti piace Sarah non c’è dubbio!” Rimasi a bocca spalancata puntandogli un dito in faccia e ridendo. Lui deglutì, e un piccolo rossore fece capolino sulle sue guance.
 

“ Bene …”Si interruppe.
 

“Oh mio Dio Augustus! Questa è una cosa cosi adorabile! Anche tu piaci a Sarah!” Lo schiacciai con un abbraccio spaccaossa e i suoi occhi subito si illuminarono.
 

“Ma aspetta, cosa è successo tutto ad un tratto?” ho chiesi in modo entusiastico.
 

 “La scorsa notte … alla festa … noi abbiamo tipo.… potremmo esserci baciati” si strofinò il collo
timidamente e io strillai come una ragazzina in piena fase adolescenziale.
 

“Sono sicura che sia stato molto di più di un solo ‘bacio’”strizzai l’occhio facendolo arrossire ancora di più. Egli roteò gli occhi, incapace di trattenere il sorriso che gli si stava formando sulle labbra. Prima che potessi aggiungere qualcos’altro la porta si spalancò attirando la nostra attenzione.
 

“Emily?” Lily, una delle mie collaboratrici mise dentro la testa con un grande sorriso sulla faccia.
 

“Si?” Mi spostai verso la porta.
 

“Oscar chiede di te” Il mio cuore affondò letteralmente alle sue parole, e le mie braccia caddero lungo i fianchi. Nonostante io avessi scritto l’articolo, e avessi lavorato duramente, avevo paura che non gli sarebbe piaciuto. E con il proprietario stesso qui a prenderlo, il mio nervosismo non fece altro che aumentare.
 

“Umm … okay, sarò lì tra un secondo” ho soffocai letteralmente  le parole non appena lei se ne andò. Una volta che fatto l’articolo, avevo continuato a guardarlo con occhiate nervose. Era un brutto periodo per me. Cosa succederà se lo odia? Cosa devo fare se vengo buttata fuori? Cosa faccio se impazzisco tutto d’un tratto davanti a tutti?  Tutti questi pensieri negativi stavano occupando la mia mente nel momento sbagliato. Non potevo fare questo, dovevo stare calma e sorridere.
 

“Emily! Vai!” Augustus mi spinse fuori dal mio ufficio e si allontanò. Fu così. La mia presa sul file si stringeva man mano che mi avvicinavo. Infine con un profondo respiro, aprii la porta ed entrai per poi ritrovarmi congelata sul mio posto.
 

“Aha Emily!” Oscar mi sorrise ampiamente e si alzò, gesticolando con le sue mani verso di me. Stava ridendo, le sue fossette fecero capolino mentre lo faceva. Ma una volta giratosi, le sue risate si spensero e il suo sguardo si posò sul mio. L’ossigeno diventò scarso nella stanza, facendomi star male in un soffio.
 

“Ciao” dissi  velocemente, stringendo più forte che potevo il file con le mie mani.
 

“Hey”.



Ciao bellee, fatemi sapere che ne pensate mi raccomando, baci xx

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


CAPITOLO 5.
 
Distolse lo sguardo dal mio, e mi fece ritornare alla realtà. Oscar rimase in silenzio e guardò imbarazzato prima me poi lui.

 
“Emily, questo è Mr. Styles” introdusse sorridendo ampiamente una volta che mi sistemai Annuii tenendo gli occhi a terra per tutto il tempo.
 

“Per favore mi chiami Harry” parlò, educatamente ma irritante nel suo tono. Sembrava come se avesse qualcosa contro di me, perché nel momento in cui mi vide la sua faccia si contorse in un’espressione di frustrazione.
 

“Oh o-okay. Sembra che voi due vi siete incontrati prima, vero?” chiese Oscar incuriosito, ancora esitante.  Era comprensibile che oscar fosse nervoso, ma le sue domande sembravano infastidire Harry sempre di più.
 

“S-s”
 

“No, assolutamente no. Non ci siamo mai incontrati prima” Lui mi interruppe, guardando Oscar con un sorriso che mostrava le sue fossette. Una sorta di delusione scorse dentro di me alle sue parole. Perché aveva mentito? Era imbarazzato ad ammettere che mi aveva incontrata prima? Mi ha fatta arrabbiare al punto che quasi persi.

 
“Va bene. Beh, Emily hai portato l’articolo?” Oscar si voltò verso di me e chiese con un sorriso sul volto, anche se il nervosismo continuava ad aumentare nei suoi occhi.
 

“S-si, ce l’ho. Qui”  Lo consegnai a lui con un nodo alla gola, deglutendo poi a fatica. Le mie mani cominciarono a tremare, i palmi sudavano e mi costrinsero a distogliere lo sguardo in preda al panico. Devi fottutamente calmarti Emily…
 

Lo prese gentilmente e lo porse a Harry, che per fortuna mi sorrise prima di metterlo sul tavolino da caffè di fronte. “Beh, credo che dovrei andare allora,  grazie per-“
 

“No per favore, non ci lasci ancora. Potremmo andare fuori a cena o qualcosa del genere. È un onore averla qui. E sarebbe un piacere conoscerla meglio, signore” offrì generosamente Oscar. Proprio quando pensavo che non potesse andare peggio.
 

“Umm…beh se insiste allora va bene. Ma possiamo pranzare qui, non c’è bisogno di andare fuori” disse, e sembrava quasi come se stesse supplicando. Oscar annuì in segno di obbedienza e alzò in piedi facendomi spalancare leggermente gli occhi. “Vado ad ordinare qualcosa, mi scusi.” Uscì dalla stanza lasciandoci in un silenzio imbarazzante.
 

“Perché hai mentito?” mi pentii di aver fatto quella domanda non appena rotolò fuori dalla mia bocca, e alla fine mi guardò negli occhi. La sua espressione era vuota, illeggibile. Roteando gli occhi, ignorò la mia domanda e distolse lo sguardo. Perché era così maledettamente maleducato?
 

<> mormorò e mi guardo con un’espressione seria sul suo volto. Risi un po’ al suo patetico tentativo di nascondere il suo imbarazzo nel conoscermi già.
 

“Che scusa patetica”  dissi e scossi la testa incredula. Rimasi in parte scioccata e in parte orgogliosa di me stessa in quel momento. Scioccata perché sembrava maleducato ma era perché mi interessava il significato reale dietro la sua dichiarazione. Non sono una di quelle a cui interessa, vorrei lasciare gli altri con i loro affari senza immischiarmi troppo. I miei amici, solo Sarah conosceva alcuni dei miei punti deboli. Ma ero forte, lo sapevo. Sono sempre stata forte per le persone che volevo rendere orgogliose e non ho mai lasciato che nulla mi fermasse.
 

E io ero orgogliosa di me stessa per il fatto che in realtà stavo in piedi davanti a questo egoista e dalla strana e ristretta mentalità
 

“Mi scusi?” sbottò, guardandomi con le sopracciglia alzate in segno di fastidio e frustrazione.
 

”Oh, mi dispiace, non mi piacciono le persone che pensano che parlare con qualcuno ‘inferiore’ a loro sia imbarazzante.” Parlai con freddezza, ponendo l’accento sulla parola ‘inferiore’. Alle mie parole serrò la mascella,   il che sembrò di rilasciarmi un po’ fiducia.
”Se non ha niente di carino da dire le consiglio di non dire niente” rimase calmo e io lo guardai con gli occhi sottili prima di distogliere lo sguardo e mormorare qualche maleducata bestemmia sottovoce. Aggrottai la fronte dopo le parole che avevo mormorato, ma era colpa sua perché se le meritava, agendo in modo cosi scortese.
 

“Perché mi hai salvata, avrei preferito morire che essere salvata da una persona come te!” aggiunsi più frustrazione al mio tono che sembrò farlo calmare ancora di più ma fece crescere la mia irritazione. Eppure, sapevo che la sua aumentava più di quella che avevo io dentro.
 

“Emily” nel momento in cui il mio nome scappò attraverso i suoi denti stretti distolsi lo sguardo e guardai i miei fogli, sistemandomi poi i vestiti. C’era quella sensazione di inquietudine che cresceva dentro di me mentre continuavo a giocare con il tessuto della mia minigonna e la stringendo la mascella e poi rilassandola. Il sorriso tirato all’angolo delle sue labbra mi fece chiudere gli occhi e fare un respiro profondo.
 

“Va bene Mr Styles. Mi scuso davvero per il mio comportamento scorretto e spero che possa lasciare tutto questo alle spalle. Mi scuso , ancora una volta.” E con quelle poche parole irruppi fuori dalla stanza arrabbiata sotto lo sguardo interrogatorio delle mie colleghe.
 

Quello stupido, acido marmocchio. Odio le persone come questo elemento.  Soprattutto quelli che mentono. E continuerò fin quando non saprò perché ha mentito, e il motivo delle sue azioni maleducate. 



Scuuuusate il ritardoo ma ho avuto problemi con il pc :(
continuo ad almeno una recensione, baciii xx

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