Vita da Dalton

di Niky_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In ritardo - 1 ***
Capitolo 2: *** In ritardo - 2 ***
Capitolo 3: *** Povero naso! ***
Capitolo 4: *** Penso io a te... ***
Capitolo 5: *** Gelosie ***
Capitolo 6: *** Una passeggiata nel deserto ***
Capitolo 7: *** Il colloquio ***
Capitolo 8: *** Un'avventura selvaggia ***
Capitolo 9: *** Incubi ***



Capitolo 1
*** In ritardo - 1 ***


Nicoletta stava correndo verso casa più veloce che poteva. Era uscita con i suoi amici, ma non si era resa conto dell'ora; era molto in ritardo, e sapeva che i suoi fratelli si erano di certo arrabbiati.
Vide che le luci della casa erano ancora accese, e sobbalzò, realizzando che i suoi fratelli erano ancora alzati ad aspettarla. Le cose si stavano mettendo male.
Turò fuori la chiave dalla tasca, aprì la porta ed entrò in casa. Non appena ebbe richiuso la porta, iniziò a cercare i suoi fratelli. Entrò nel soggiorno camminando all'indietro e, quando si voltò, sobbalzò per la sorpresa.
<< J-Joe! >> esclamò, vedendo il fratello maggiore in piedi di fronte a lei, con le braccia incrociate sul petto.
Lanciò un'occhiata alle spalle di Joe e vide William, Jack e Averell, in piedi nella stessa posizione.
Sapeva di essere nei guai. L'espressione sui loro volti non prometteva nulla di buono.
Fece un passo indietro, deglutendo a fatica. << Ehm... ciao, ragazzi... >> mormorò, cercando di sorridere; le sue ginocchia, però, tremavano.
<< Ciao, Niky... >> disse Joe, facendo un passo verso di lei << Sono felice che ti sia finalmente ricordata di avere una casa... >>
La ragazza deglutì di nuovo, e fece un altro passo indietro. << Mi... mi dispiace ragazzi... >> balbettò << So che sono in ritardo... >>
<< In ritardo? >> ripeté suo fratello << Non sei in ritardo, Niky. Sei terribilmente in ritardo! >> ringhiò.
La ragazza fece ancora qualche passo indietro, ma inciampò nel tappeto e cadde, colpendo il pavimento con il sedere.
<< Ahio! >> esclamò.
Jack e William corsero da lei e le si inginocchiarono accanto.
<< Stai bene, Nico? >> le domandò William, preoccupato.
<< Niente di rotto? >> aggiunse Jack.
Nicoletta scosse la testa. << Sto bene >> disse << Ho solo picchiato il sedere >>
<< Visto, Joe? >> disse Averell << Volevi darle una sculacciata, ma il pavimento l'ha fatto per te! >>
Nicoletta spalancò gli occhi ed indietreggiò << C-cosa?>>
Joe lanciò un'occhiataccia al fratello. <>
Nicoletta guardò i suoi fratelli con gli occhi sgranati. << V-volevi davvero...? >> chiese, con voce tremante.
Jack le posò una mano sulla spalla. << Bé, sei molto in ritardo, Niky... Eravamo molto preoccupati per te, e abbiamo pensato che una punizione fosse necessaria... >>
<< Oh, no, per favore! >> supplicò lei << Non farò più tardi... Mi dispiace, prometto che non succederà più, davvero! >>
Si voltò verso Joe << Dammi un'altra possibilità, per favore... >> pregò.
Joe restò in silenzio per un momento, poi annuì. << E va bene >> disse << Per questa volta puoi andare. Ma disubbidisci di nuovo e farai un giro sulle mie ginocchia, è chiaro, piccola? >>
Nicoletta annuì con aria sera. <> disse. Sorrise, grata. << Grazie, fratellone... >>
Joe scosse la testa. << Si, si, va bene... Ora fila a dormire, piccola >>
Nicoletta sorrise e si alzò in piedi. Diede un bacio a William, Jack ed Averell, dicendo: << Buonanotte William... Buonanotte, Jack... Buonanotte, Averell... >>
Poi si abbassò per dare anche a Joe un bacio sulla guancia. < disse, sorridendo.
<< Bene. Va' a dormire, ora... >>
La ragazza annuì e uscì dalla stanza, lasciandoli soli.
Una volta nella sua stanza, si tolse i vestiti, indossò il pigiama ed andò a letto.
Chiuse gli occhi, e sorrise, pensando a quanto fosse meraviglioso avere qualcuno che si prendeva cura di lei.

Si era appena addormentata, quando la porta della sua camera si aprì un poco. Joe fece capolino nella stanza. Rimase un poco a guardare la sorellina, e sussurrò: << Buonanotte, Niky... Ti voglio bene... >>
Sorrise ed andò a dormire, chiudendo la porta dietro di sé.

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Capitolo 2
*** In ritardo - 2 ***


Niky scavalcò il cancello della casa e si nascose nella siepe. Fece capolino dal groviglio di rami , per sbirciare la casa: tutte le luci erano spente, e c’era un gran silenzio. Corse verso l’albero che cresceva sotto la finestra della sua camera e vi si arrampicò. Quando raggiunse la finestra si allungò, la aprì, e si arrampicò sul davanzale. Infilò la gamba ed il braccio sinistro all’interno, e poi il resto del corpo. Era appena entrata nella stanza, quando la luce si accese. Si voltò, abbagliata dalla luce improvvisa, e vide suo fratello William, seduto sul letto.
Fece un passo indietro << W-William, io… >> disse, con voce strozzata.
<< Sei in ritardo, sorellina… >> disse lui, guardandola severamente.
Lei sussultò << M-mi dispiace, William, io… non mi ero accorta di che ora fosse… M-mi dispiace… >> balbettò.
<< Hai idea di quando fossimo preoccupati per te? >> domandò William in tono di rimprovero.
La ragazza abbassò il capo << S-scusa, William… >>
<< Sai di averci disobbedito di nuovo, vero? >> domandò lui, alzandosi in piedi.
<< Lo so, William… mi dispiace… >> disse lei con voce tremante.
<< E sai che ora dovrò punirti, non è vero? >> domandò ancora William, muovendo qualche passo verso di lei.
Niky lo guardò con gli occhi sgranati ed indietreggiò, tremando. << M-ma… >>
Suo fratello alzò una mano, facendole cenno di tacere. << Niente “ma”, signorina >> la interruppe << Ti avevamo avvisata >>
<< Lo so, ma… >>
<< Niente “ma”! >> ripeté William, arrabbiato. Si avvicinò alla sorellina << Ti avevamo detto che se avessi fatto di nuovo così tardi saresti stata punita, assumiti la responsabilità del tuo comportamento! >>
<< Per favore, non… non puoi… lasciarmi andare? Per favore… >>lo pregò lei.
Ma il fratello scosse la testa << Temo di no, Niky… >> Andò verso di lei e vi si sedette sopra. Poi, si batté entrambe le mani sulle ginocchia. << Forza, vieni qui >>
La ragazza strabuzzò gli occhi. Le iniziarono a tremare le ginocchia. Fece un altro passo indietro e sobbalzò, sentendo il muro contro la schiena.
<< Andiamo, >> disse William << Cerchiamo di non metterci tutta la notte… >>
Lei deglutì e mosse qualche passo tremante fino a lui.
William le prese delicatamente la mano e la fece edere accanto a lui. Poi la guardò << Piegati >>
Niky arrossì, e tremor visibilmente.
Lui se ne accorse, e la prese per un braccio. Poi, con delicatezza, la tirò fino a farla sdraiare sulle sue ginocchia. Si schiarì la voce << Ascolta, devo farlo, ma vorrei poterlo evitare, davvero… >> disse piano << Inoltre, dal momento che è la prima volta che ricevi una punizione, cercherò di non essere troppo duro con te… >>
Così dicendo, mise la mano sinistra sulla schiena di lei, per tenerla ferma. Poi alzò la mano destra, e la abbassò di colpo, colpendola.
<< AHI! >> esclamò Niky. Chiuse gli occhi, troppo imbarazzata per guardare il fratello.
William la colpì ancora e ancora, con più forza.
Lei emetteva dei gemiti di dolore ad ogni sculacciata. Si morse il labbro inferiore, cercando di non fare caso al dolore.
“Ahi… ahi…AHIA!” pensò “Perché cavolo ho deciso di mettere la gonna, stasera?”
Dopo averle dato qualche altra sculacciata, William si fermò, ed iniziò a massaggiarle la schiena con delicatezza.
<< Niky, tesoro… >> disse dolcemente << Puoi alzarti, adesso… >>
Lei tirò su con il naso e si rialzò, senza guardarlo.
William la guardò per un momento. << Bene. Ora ascolta: che questa esperienza ti serva da lezione >> disse << Non voglio doverlo fare di nuovo, ma se disobbedirai ancora, avrai un’altra sculacciata, capito? >>
Niky annuì, rossa in viso. Era stato terribilmente imbarazzante.
<< Bene >> ripeté lui, e si alzò << Mettiti il pigiama, e scendi di sotto. Voglio che anche Joe e gli altri vedano che stai bene… >>
Lei annuì, e William lasciò la camera.
Non appena se ne fu andato, Niky si alzò e si tolse i vestiti. Si cambiò, indossò il pigiama e scese al piano inferiore, dove i suoi fratelli la stavano aspettando.
Non appena la videro, Joe le si avvicinò.
<< Allora? >> doamandò in tono severo.
Niky abbassò lo sguardo << Io… Mi dispiace… >> mormorò.
<< William ci ha detto che ti ha punita >> disse Joe << Spero che ricorderai questa lezione, signorina, perché se disobbedirai ancora, la tua punizione sarà ancora più severa… >>
La ragazza rabbrividì, ma annuì.
Poi William prese la parola << Va’ a dormire, adesso. Verrò su tra cinque minuti, e sarà meglio che tu sia già a letto… >> le lanciò un’occhiataccia, e lei sobbalzò.
<< S-si, William >> rispose. Guardò i suoi fratelli << B-buonanotte… >> disse, e corse di sopra.
 
Qualche minuto più tardi, la ragazza sentì la porta che si apriva, e vide William entrare nella stanza.
Suo fratello si avvicinò al letto, e si sedette accanto a lei. << Niky, io… Sono passato a vedere come stavi… >> sussurrò, carezzandole la testa dolcemente.
Lei tirò su con il naso e si tirò a sedere. Quando William la guardò, comprese che aveva pianto, e si sentì terribilmente in colpa. Aveva dovuto punire la sorellina, ma non avrebbe davvero voluto…
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Niky gli si gettò tra le braccia. William sobbalzò per la sorpresa, ed abbassò lo sguardo su di lei.
La ragazza lo abbracciò forte, e lo guardò << Mi dispiace tanto, William… >> mormorò << Puoi… perdonarmi? >> domandò timidamente.
Lui la guardò, sorpreso, poi sorrise e la strinse a sé. << Certo, piccola, certo… >> disse << Adesso va’ a dormire, tesoro… >>
Lei sorrise e si infilò di nuovo sotto le coperte.
William le diede un bacio sulla fronte, e si avviò verso la porta. Stava per uscire dalla camera, quando la ragazza lo fermò.
<< William? >>
Lui si voltò << Si, che cosa c’è? >>
Niky arrossì << Ti voglio bene… >>
Wiliam sorrise << Ti voglio bene anche io… >>

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Capitolo 3
*** Povero naso! ***


Era tardo pomeriggio, e William Dalton era seduto sul divano. Non sapeva che cosa fare, e si stava annoiando. Sua madre era andata a fare spese con Joe, Jack ed Averell, lasciandolo solo con la sorella più piccola, Niky.
Decise di fare una doccia; si alzò e si diresse verso il bagno. Si fermò, notando la porta chiusa. Bussò ed aprì, senza aspettare una risposta.
<< CHIUDI SUBITO LA PORTA! >> esclamò Niky dall’interno, coprendosi con un asciugamano. Con uno scatto, si lanciò verso la porta e la richiuse, colpendo William sul naso.
<< AHIO! >> esclamò William, portandosi una mano al naso. Incespicò all’indietro, e finì con la schiena contro il muro. << Che male! >> Si lasciò scivolare a terra e si sedette sul pavimento, con entrambe le mani sul naso.
Niky uscì dal bagno, l’asciugamano arrotolato attorno al copro, e si avvicinò al fratello. << Mi dispiace! >> esclamò, mettendogli una mano sulla spalla e inginocchiandosi accanto a lui. << Scusa, William, non volevo farti male! >>
<< Mi hai chiuso la porta sul naso! >> si lamentò lui.
La ragazza incrociò le braccia << Bé, la colpa è solo tua! Non sarebbe successo nulla se tu avessi bussato! >>
<< Ma io ho bussato! >> borbottò lui, lanciandole un’occhiataccia.
Niky alzò gli occhi al cielo << Non muoverti, ci penso io… >> Si alzò e corse in cucina. Tornò pochi minuti dopo, tenendo in mano un fagotto.
<< Ecco, tieni, ti ho portato del ghiaccio >> gli disse, appoggiando il fagotto sul naso del fratello. << Va un po’ meglio? >> domandò dopo un momento.
<< Andrebbe molto meglio se non mi avessi tirato una porta in faccia! >> si lamentò William. << Senza contare che quando ho aperto la porta avevi in mano il doccino, e mi hai bagnato tutto! Guardami, sono zuppo fradicio! >>
<< Uffa, quanto ti lamenti! >> brontolò lei << E’ soltanto tua la colpa >>
<< Dammi almeno qualcosa con cui asciugarmi, no? >> esclamò William.
Niky sbuffò, ed andò a prendere un altro asciugamano, che mise sulle spalle del fratello. << Sei contento, adesso? >>
Lui la guardò sottecchi << Non credi sia il caso di andare a vestirti? Prenderai un raffreddore… >>
Lei arrossì, imbarazzata, e corse in camera sua.
William si alzò in piedi e, continuando a tamponarsi il naso con in ghiaccio, andò in soggiorno, e si lasciò cadere sul divano.
Niky tornò una decina di minuti più tardi, vestita e pettinata, e si sedette sul divano, a distanza di sicurezza. << Ehm… come va il tuo naso? >>
Lui le lanciò un’occhiataccia << Fa male >>
La ragazzina si avvicinò << Posso dare un’occhiata? >>
<< Solo se prometti di stare attenta a come ti muovi… >> borbottò lui.
Niky alzò gli occhi al cielo, prese delicatamente il fagotto dalle mani del fratello e lo scostò. Nonostante il ghiaccio, il naso di William era molto rosso e gonfio.
<< Oh, povero nasino… >> commentò la ragazza, in tono dispiaciuto.
William emise un brontolio e riprese a tamponarsi il naso con il ghiaccio.
<< Dai, William, non essere arrabbiato, è stato un incidente! >> disse lei, avvicinandosi.
Lui brontolò di nuovo, e scivolò un po’ più lontano.
<< Su, non fare così… >> disse Niky in tono triste, avvicinandosi di nuovo. Prima che il fratello potesse allontanarsi ancora, gli mise le braccia attorno al collo, ed appoggiò la testa alla sua spalla. << Mi dispiace tanto, William… Non volevo farti male… scusami, fratellone…. >>
William la guardò con aria scettica.
Lei prese a strofinargli il naso contro la spalla << Ti prego, ti prego, ti prego, scusami! >>
William scoppiò a ridere; non riusciva davvero ad arrabbiarsi con lei.
<< Ah, stai ridendo! Allora non sei arrabbiato! >> esclamò Niky, felice.
<< Ti perdono solo se mi dai un bacio >> disse William.
La ragazza annuì: si avvicinò, spostò la borsa del ghiaccio e posò un lieve bacio sul naso del fratello. << Ecco qua, nasino >> disse, ridacchiando. Poi si rivolse a William << Ti fa ancora molto male? >> domandò, preoccupata.
Lui scosse la testa. << Il dolore sta passando, non preoccuparti >> rispose sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso, felice che fosse di nuovo tutto a posto.


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Angolo personale:
Questa storia è basata su un Roleplay fatto con William Dalton. su Facebook :P
Io scrivevo le parti della mia OC, Niky, mentre lui scriveva quelle di William. Importante soprattutto il fatto che William abbia aperto la porta del bagno (scritta da William) che ha dato via al Roleplay ;)  
Ho cambiato qualcosina, perché seguisse meglio il filo logico (nel Roleplay a volte c'erano delle contradizioni). 

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Capitolo 4
*** Penso io a te... ***


Erano le tre del mattino, e Niky non era ancora tornata. Joe Dalton e i suoi fratelli erano molto preoccupati.
<< Che succede, Joe? >> domandò William << Avrebbe dovuto tornare a casa due ore fa! >>
<< Già >> aggiunse Jack << Quando tornerà a casa questa volta, sarà in un mare di guai >> disse, tirandosi su le maniche del pigiama.
<< Non lo so >> disse Joe, rispondendo al primo << Ma hai ragione, Jack, sono arcistufo del suo comportamento. Credo che la nostra sorellina abbia bisogno di una bella lezione… >>
<< Spero che stia bene… >> sospirò Averell.
Dopo pochi minuti, sentirono qualcuno bussare alla porta.
<< Eccola! >> esclamò Joe, arrabbiato. Si stava già per precipitare alla porta, ma William lo trattenne.
<< Calmati, Joe >> disse, sapendo com’era il fratello quando era arrabbiato << Lascia che ce ne occupiamo noi, sei troppo arrabbiato! >>
Jack corse alla porta, le maniche ancora sollevate, pronto per il lavoro, e l’aprì. << L’hai fatta grossa stavolta, signorina! >> disse in tono severo << Sei in grossi guai…! >>
Ammutolì, quando si rese conto che la sorella non era in piedi di fronte a lui, come si aspettava. Invece, era addormentata tra le braccia di Cristian, un suo amico.
<< Niky! >> esclamò Jack << Che cosa è successo? >> domandò al ragazzo.
Cristian entrò in casa.
Joe, William e Averell entrarono nell’ingresso. Non appena videro la scena, corsero verso di loro.
<< Averell, porta Niky di sopra e mettila a letto >> ordinò Joe.
Averell prese la ragazza tra le braccia e la portò al piano superiore.
I suoi fratelli lo guardarono, poi si voltarono verso Cristian.
<< Che è successo? >> domandò Joe, agitato.
Il ragazzo si schiarì la voce << Eravamo fuori con i nostri amici quando all’improvviso si è sentita male… >> disse << Ha detto che il collo le faceva molto male… >>
<< Il… collo? >> ripetè Joe.
Il ragazzo annuì << Si… Ha detto che le aveva dato problemi tuta la settimana, e le faceva un male terribile… >>
I tre uomini si guardarono << Come mai non ci ha detto niente? >>
<< La conoscete… >> disse Cristian << Probabilmente aveva paura che l’avreste portata in ospedale… >>
<< E poi, cos’è successo? >>  domandò Jack.
<< L’ho portata in ospedale! >> rispose il ragazzo, nascondendo un sorriso << Il dottore ha detto che aveva le ghiandole del collo infiammate a causa di un’infezione, e le ha dato un antibiotico molto forte… E’ per questo che sta dormendo… >>
Frugò nella tasca della giacca e ne estrasse una confezione di pastiglie. << Deve prendere una di queste pillole dopo colazione, pranzo e cena per due settimane, e poi fare una visita di controllo per assicurarsi che sia tutto a posto… Potrebbe venirle la febbre, ma il dottore ha detto che è una cosa normale, non c’è da preoccuparsi >> spiegò, porgendo loro la scatola.
Joe la prede, ed annuì << Grazie, Cristian. Puoi andare a casa, ora >> disse << Non preoccuparti per Niky, ci prenderemo cura noi di lei.
Il ragazzo annuì, salutò i tre uomini e si diresse verso casa.
Joe e i suoi fratelli salirono al piano superiore e si diressero nella camera di Niky, aspettando impazienti che la loro sorellina si svegliasse.
 
***   ***   ***   ***
 
Il mattino seguente, Niky si svegliò. Fece un respiro profondo e lentamente aprì gli occhi. Si sollevò piano e si guardò intorno: vide William, addormentato su di una sedia, con le braccia incrociate sul letto e la testa che vi riposava sopra.
La ragazza si avvicinò e gli sfiorò la guancia con le dita.
Lui sussultò e si svegliò di soprassalto. Quando vide la sorella, gli occhi gli si illuminarono.
<< Niky! >> esclamò, stringendola forte tra le braccia << Stai bene, tesoro? >>
Lei lo abbracciò, poi si ritrasse piano << Che cos’è successo? >>
<< Ti sei sentita male. Cristian ti ha portata all’ospedale, e poi ti ha riportata a casa… >> le spiegò William << Perché non ci hai detto che non stavi bene? >>
Niky arrossì ed abbassò lo sguardo << Mi dispiace… Io… non credevo fosse qualcosa di serio, e non volevo farvi preoccupare per niente… >>
<< Per niente? >> esclamò lui << Niky, ti hanno dovuta portare in ospedale! >>
<< L-lo so, William… >> disse lei in tono dispiaciuto << Ma pensavo davvero che non fosse nulla di grave… Voglio dire… Credevo di aver preso freddo, o qualcosa del genere… >>
Suo fratello le rivolse un’occhiataccia, poi sospirò << Non importa, piccola… Ora pensiamo solo a farti guarire presto… >> sorrise, e la abbracciò di nuovo.
In quel momento, Jack e Averell entrarono nella stanza. Non appena videro che era sveglia, la ragazza si ritrovò stretta in altri abbracci stritolanti. Raccontò loro la storia, e si scusò. Poi si guardò attorno.
<< Ehi, dov’è Joe? >> domandò.
<< Sta dormendo, Niky >> disse William.
<< Si, Niky >> aggiunse Jack << Ti è rimasto vicino tutta la notte, poi William ha preso il suo posto, così ha potuto riposare un po’… >>
<< Siete… rimasti con me per tutta la notte? >> domandò la ragazza, arrossendo.
I suoi fratelli annuirono. << Non avremmo mai potuto lasciarti sola… >>
Niky li abbracciò, sorridendo << Grazie, ragazzi… >>
<< Joe era molto preoccupato per te, Niky… Perché non vai da lui e gli fai vedere che ti senti meglio? >> propose Averell.
La ragazza annuì e scese dal letto. Entrò nella stanza di Joe, e lo osservò. Si rese conto che stava rabbrividendo per il freddo, e, dopo aver estratto ua coperta dall’armadio, la posò con delicatezza sul corpo del fratello.
Poi si mise al suo fianco, e gli diede un bacino sulla punta del naso.
Lui aprì lentamente gli occhi, spalancandoli poi alla vista della sorella.
<< Niky… >> mormorò, e la strinse forte a sé << Oh Niky… >> disse << Ero così preoccupato… Come stai, piccola? >>
<< Mi sento molto meglio, davvero! >> rispose lei << Mi dispiace tanto di avervi spaventati, pensavo di essermi ammalata per aver preso troppo freddo, mi dispiace, Joe…! >>
Suo fratello sorrise << Non preoccuparti, Niky… E’ tutto a posto >> Si spostò verso sinistra, per farle spazio, e tirò indietro le coperte. << Vieni qui, piccola, facciamoci una bella dormita… >>
Niky non se lo fece ripetere due volte: con un sorriso, scivolò sotto le coperte e si accoccolò vicino al fratello, abbracciandolo, e gli posò la testa sul petto.
Lui risistemò le coperte e le mise le braccia attorno, come per proteggerla.
<< … Joe? >>
<< Si? >>
La ragazza arrossì << Jack, William e Averell mi hanno detto che sei rimasto con me tutta la notte… >> mormorò << Grazie… >>
Joe sorrise << Di niente, piccola >>
<< Ehm… Joe? >>
<< Si? >>
<< Siete... arrabbiati con me? >>
Lui scosse la testa << Niente affatto. Ma la prossima volta devi avvisarci subito, capito? >>
Niky annuì.
<< Bene. Ora dormiamo >>
<< Joe? >>
<< Cosa c’è ancora?! >>
Lei sorrise, e si strinse a lui << Buona notte… >>
<< Buona notte, Niky >> rispose lui, sorridendo << Adesso però dormi >>
<< Joe? >>
<< COSA C’E’?!?! >>
<< … Ti voglio bene, fratellone… >>
Lui sopirò, poi sorrise e la baciò sulla fronte << Ti voglio bene anche io… >>

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Capitolo 5
*** Gelosie ***


Era una calda e soleggiata giornata di primavera. La brezza giocherellava con i capelli di una bambina di quattro anni.
Si trattava di Niky, che stava cogliendo dei fiori, canticchiando felice. Voleva regalarli a sua madre; sapeva quanto amasse i fiori, e voleva portarglieli sperando di farle piacere. Era una bambina molto premurosa.
Qualche minuto più tardi, si guardò attorno e si rese conto che era quasi mezzogiorno; era ora di tornare a casa. Raccolse ancora qualche fiore, prima di correre verso casa. Una volta arrivata, spalancò la porta con entrambe le manine.
<< Ma’, sono a casa! >> esclamò, felice.
Ma’ Dalton le si avvicinò. << Quante volte ti ho detto di pulire i piedi nello zerbino, prima di entrare in casa? >> le domandò, guardandola severa.
Niky la guardò, imbarazzata, e corse all’ingresso. Si pulì accuratamente le scarpe nello zerbino e tornò saltellando dalla madre.
<< Brava bambina >> commentò Ma’ con un sorriso.
La piccola la abbracciò << Guarda, Ma’, ti ho portato dei fiori! >> le disse felice, porgendole il mazzolino.
<< Che pensiero carino, ti ringrazio >> disse la donna con un sorriso, carezzandole la testa.
Averell, nascosto nell’altra stanza, spiava la scena. Era arrabbiato. Era geloso della sorellina; era sempre stato il preferito della madre, ma da quando era nata Niky, era qualcun altro a ricevere le sue attenzioni.
<< Devo fare qualcosa… >> mormorò << Devo fare qualcosa per riavere la mia mamma! Sono io il suo preferito, io! >>
 
***   ***   ***   ***
 
Dopo pranzo, Niky uscì in giardino per cercare Averell. Lui le piaceva molto, e le sarebbe piaciuto giocare con lui tutto il tempo, dal momento che era così gentile e divertente. Ma non con lei. Nonostante la bambina facesse del suo meglio per renderlo felice, lui continuava a respingerla. Questo le spiaceva molto, ma non si sarebbe arresa fin quando non fosse riuscita a far capire al fratello quanto gli voleva bene.
Iniziò a cercarlo, e lo trovò che riposava all’ombra di un albero. Si avvicinò e gli si sedette in grembo.
<< Ciao, Averell! >> disse in tono allegro << Vuoi giocare con me? >>
Lui sobbalzò per la sorpresa. << Perché mi sei saltata addosso in quel modo? >> domandò, irritato.
La bambina si alzò e fece un passo indietro << I-io volevo solo sapere se volevi giocare con me… >> balbettò.
<< Così che tutti possano vedere quanto sei carina mentre stai giochi? >> strillò lui << Sei patetica. Continui a fare la sciocca in giro per piacere a tutti… >>
Si alzò in piedi, arrabbiato, e lei indietreggiò ancora << Bé, ho una notizia per te: TU NON MI PIACI! Era molto meglio prima che arrivassi tu, perciò fammi un favore, vattene via! >>
Niky non riusciva a credere alle proprie orecchie: suo fratello la odiava! Abbassò lo sguardo, tremando << S-scusa… >> mormorò. Poi corse verso il bosco, in lacrime.
Averell la guardò correre i direzione degli alberi. “E se si perdesse?” si domandò. Poi scosse la testa “Nah, tornerà…”
 
***   ***   ***   ***
 
<< Niky? Niky? >> Ma’ Dalton stava cercando la figlia dappertutto. L’aveva chiamata a lungo, ma non era riuscita a trovarla da nessuna parte. Dispetata, corse nella camera dei figli.
<< Che succede, mamma? >> domandò Joe, vedendola senza fiato.
<< E’ Niky! >> esclamò lei << Non riesco a trovarla da nessuna parte! >>
<< Che cosa? >> esclamarono Jack e William, alzandosi di scatto.
Ma’ entrò nella stanza << L’ho cercata in tutta la casa e nel giardino, ma non sono riuscita a trovarla da nessuna parte! >> Si lasciò cadere sul letto di Joe e scoppiò in lacrime << La mia bambina… >>
Joe si sedette accanto a lei e le mise un braccio attorno alle spalle << Non piangere, mamma, vedrai che la troveremo! >>
Jack e William la abbracciarono a loro volta.
Averell entrò nella stanza in quel momento << Ehi, che succede? >> domandò, vedendo tutta quella confusione.
<< Niky è sparita, Averell! >> rispose Joe.
<< Che cosa? >>
<< Già >> disse William << La mamma l’ha cercata dappertutto a non è riuscita a trovarla! >>
<< Ma… >> balbettò lui.
<< “Ma” cosa? >> ringhiò Joe << Non startene lì impalato, imbecille, aiutaci a cercarla! >>
Joe andò in soggiorno e tornò con un paio di mappe, che stese sul pavimento. Poi si inginocchiò a terra a fianco dei suoi fratelli, per studiarle.
<< Jack, tu e William la cercherete in città. Ma’, tu rimani qui con me… >> disse Joe.
<< Joe, non c’è bisogno di… >> si intromise Averell, con voce tremante.
<< Cosa? >> esclamò Joe << Sei impazzito? >>
Averell scosse la testa << Voglio dire… non c’è bisogno di dividerci per andare a cercarla, perché… so già dov’è… >> Dopo un attimo di esitazione, disse: << E’ nel bosco… >>
<< Aspetta un momento, e tu come fai a saperlo? >> domandò Joe, alzando un sopracciglio.
Averell abbassò lo sguardo, imbarazzato << Perché… è corsa là dopo che le avevo detto di sparire… >>
<< CHE COS’HAI FATTO?! >> esclamò Joe, sconvolto. Gli sasarebbe saltato addosso per picchiarlo se Jack e William non l’avessero fermato.
<< Calmati, Joe >> disse William.
<< Si, calmati >> fu d’accordo Jack << Sentiamo che cos’ha da dire questo imbecille, prima di picchiarlo! >>
Ma’ si alzò in piedi << Nessuno picchierà nessuno, ora fatela finita! >> disse in tono stanco. Poi, si voltò verso il figlio più giovane << Averell, dicci che cos’è successo >>
Il ragazzo annuì << I-io… ho detto a Niky di sparire perché non riuscivo a sopportare che mi stesse sempre tra i piedi… >> confessò.
<< Sempre tra i piedi? >> ripeté Joe << Razza di idiota, l’unica ragione per cui “ti stava sempre tra i piedi” è perché ti vuole bene e vuole stare insieme a te! >>
<< C-cosa? >> Questa volta fu Averell a rimanere a bocca aperta.
<< Ma certo, piccolo mio >> disse Ma’ << Voi quattro siete i suoi fratelli, e lei vi ama come ogni sorella ama i propri fratelli… Capisco che tu possa essere stato arrabbiato con lei, ma perché ti sei comportato in questo modo? Sei stato molto cattivo con lei… >>
Averell abbassò il capo << Perché… Perché lei ha sempre tutte le attenzioni… Prima che nascesse Niky, ero io il tuo preferito, ed ora tu la preferisci a me! >>
Joe, Jack e William spalancarono la bocca, esterrefatti.
<< La mia sorellina è da qualche parte nel bosco, sola, al buio, senza nulla da mangiare e alla mercé degli animali solo perché non riuscivi a sopportare di non essere più il preferito di mamma? >> gridò Joe. Preoccupato com’era per Niky, aveva completamente perso il controllo.
Averell scoppiò a piangere << Mi dispiace! >> singhiozzò << So che ho fatto una cosa terribile, ma non volevo metterla in pericolo! >>
Ma’ gli si avvicinò e prese il figlio tra le braccia. Aspettò finché non si fu calmato un po’, prima di parlare: << Averell, bambino mio, credimi, amo te e i tuoi fratelli allo stesso modo: con tutto il mio cuore. Il fatto che ci sia un figlio in più, non significa che io debba dimenticarmi il bene che voglio agli atri… Ora asciugati gli occhi e aiuta i tuoi fratelli a trovarla… >>
Averell annuì << Non preoccuparti, mamma. La riporteremo a casa sana e salva, lo prometto >>
Joe si precipitò alla porta, seguito dai suoi fratelli << Andiamo, forza! >> disse << Abbiamo già perso fin troppo tempo… >>
 
***   ***   ***   ***
 
Niky camminava nel bosco, spaventata. Erano ore, ormai, che cercava di tornare a casa, ma si era completamente persa. Il bosco non era molto grande, ma lei non ci era mai stata prima di allora, e non sapeva da che parte andare. Era scesa la notte, e la bambina era ancora più intimorita. Non le piacevano le ombre degli alberi e delle rocce. Al buio, ogni cosa le sembrava una strega o un mostro pronti a divorarla.
Improvvisamente, vide qualcosa. Osservando con maggiore attenzione, si rese conto che si trattava di una sorta di caverna.
<< Forse posso riposarmi in quella caverna, per un pochino… >> mormorò.
Si diresse verso la caverna, si arrampicò sulla bassa parete rocciosa fino a raggiungerla e vi entrò. Era molto buio, all’interno, e la bambina esitò un poco, prima di entrare, ma se non altro era meglio che rimanere fuori al freddo. Trovò un’apertura tra due rocce e vi si sedette dentro.
“Non devo avere paura” si disse “Averell verrà a cercarmi e mi porterà a casa…” Scoppiò a piangere << No, lui non verrà a cercarmi, lui mi odia! >> Si abbracciò le ginocchia ed iniziò a singhiozzare più forte. << Voglio la mia mamma… Voglio andare a casa! >>
 
***   ***   ***   ***
 
<< Niky? Niky? >>
I Quattro fratelli la stavano cercando per tutto il bosco. Erano preoccupati da morire.
<< Averell, va’ a vedere se Niky è là dentro >> ordinò Joe, inidicando una caverna << Ti aspetteremo qui, e se non la troverai, riprenderemo le ricerche insieme >>
Averell annuì e si affrettò a raggiungere la caverna. Una volta arrivato, iniziò a chiamare la sorellina.
Niky, che si era addormentata piangendo, si svegliò. Riconobbe la voce del fratello, ma rimase nascosta; non voleva farsi vedere. Temeva che l’avrebbe rimproverata per essere scappata.
<< Niky, sei qui? >> chiamò Averell in tono incerto << Per favour, rispondimi, sono venuto per portarti a casa! >>
<< Per… portarmi a casa? >> domandò la bambina, uscendo dal suo nascondiglio.
Averell si voltò, sentendo la sua voce, e quando la vide, le regalò un grande sorriso. Le corse incontro e la prese tra le braccia. << Niky, eccoti qui! Stai bene? >>
Niky era senza parole. << Si, >> rispose alla fine << Si, sto bene >>
Suo fratello sorrise ancora e la strinse forte a sé. << Sono così felice di averti trovata! >>
<< Felice? >> domandò lei, allontanandosi << Ma… avevi detto… che io non ti piacevo… >>
Averell scosse la testa << Non era vero >> disse << Mi sono comportato male, Niky. La verità è… che solo ora ho capito quanto ti voglio bene… Se solo sapessi quanto ero preoccupato per te… >> La guardò tristemente << Mi dispiace tanto… Puoi perdonarmi? >>
Niky non riusciva a crederci: non solo il suo fratellone era venuto a cercarla, ma le aveva detto di volerle bene!
Gli regalò un grande sorriso, e si gettò tra le sue braccia << Certo che ti perdono, Averell! >> ridacchiò << Ti voglio bene, fratellone! >>
 
***   ***   ***   ***
 
<< Chissà perché Averell ci mette tanto… >> borbottò William, dando un calcio ad una zolla d’erba << Non abbiamo tempo da perdere, Niky potrebbe essere ovunque, e avere bisogno del nostro aiuto… >>
<< Lo so… >> disse Joe << Ma dobbiamo cercare dappertutto, visto che non sappiamo dove sia… >>
Jack annuì, poi indicò la caverna. << Ehi, guardate, Averell sta tornando! >>
I tre fratelli gli corsero incontro.
<< Allora, com’è andata? >> domandò Joe, preoccupato.
Averell gli sorrise << Giudicate con i vostri occhi >> Si voltò, e tutti videro Niky, aggrappata alle sue spalle.
Joe sorrise e la prese tra le braccia << Niky, piccola mia, stai bene? >> domandò, e lei annuì.
<< Siamo così felici di vederti! >> esclamò Jack, abbracciandola.
<< Già >> disse William, stringendola forte << Eravamo così preoccupati per te! >>
Niky abbassò lo sguardo << Mi dispiace, non volevo spaventarvi, ho cercato di tornare a casa, ma mi sono persa! >> disse lei, singhiozzando lievemente << Ho avuto tanta paura… >>
Joe la prese di nuovo tra le braccia, e le accarezzò I capelli << Shhh, shhh >> sussurrò << E’ tutto a posto ora. Sei al sicuro, e nessuno è arrabbiato con te >> le assicurò.
Niky si asciugò gli occhietti con una manica del vestito e  si voltò verso I suoi fratelli, che stavano sorridendo, e sorrise a sua volta.
Jack prese la parola << Torniamo a casa,ora, la mamma sarà preoccupata da morire. Facciamole vedere che stai bene… >> Stava per prendere in braccio la bambina, quando Averell lo fermò.
<> domandò timidamente.
Joe scosse la testa << Dopo tutto quello che hai combinato oggi, il Massimo che prenderai sarà un pugno sul naso! >> ringhiò.
Averell abbassò lo sguardo, in imbarazzo, ma Niky scosse la testa. Gli salì in braccio e lo abbracciò stretto. Poi si voltò verso Joe.
<< Non sgridarlo >> disse << Mi ha chiesto scusa e abbiamo fatto pace, è tutto a posto, adesso… >>
Joe sospirò << Come vuoi >> Detto questo si avviò verso casa, seguito dai fratelli.
 
***   ***   ***   ***
 
Ma’ stava guardando fuori dalla finestra della camera da letto. Erano passate due ore da quando i suoi figli erano andati nel bosco a cercare Niky, e non erano ancora tornati.
Improvvisamente, vide quattro figure uscire dalla vegetazione. Fu presa dal panico, non vedendo la bambina. Ma poi, quando le figure si avvicinarono alla casa illuminata, scorse la figlia, accoccolata tra le braccia di Averell, e corse fuori. Prese Niky tra le braccia e coprì di baci il suo visino.
<< Oh, tesoro, sono così felice che tu stia bene >> disse << Non spaventarci mai più così, capito? >>
Niky annuì << Lo prometto >>
<< Brava bambina >> sorrise Ma’ << Ora ceniamo, starete morendo di fame! >>
 
***   ***   ***   ***
 
Quella notte, Averell non riusciva a dormire. Continuava a pensare alla sorellina, a quanto meschino fosse stato nei suoi confronti e quanto fosse stato vicino a perderla. Si sentiva malissimo.
Ad un tratto, sent’ la porta della camera venire aperta. Si tirò a sedere e vide che si trattava di Niky. La bambina si avvicinò al suo letto e guardò in su, verso di lui.
<< Ehi, che ci fai qui, non dovresti essere a dormire? >> le domandò con un sorriso.
<< Non ci riesco >> bisbigliò lei << Continuo a sognare il bosco, ho paura… >> Gli rivolse una timida occhiata << Posso… posso dormire con te, Averell? >>
Il ragazzo sorrise e le fece un po’ di posto.
Niky si sdraiò al suo fianco, e si accoccolò contro il suo petto. Si addormentò subito, stremata da quell’avventura.
Averell la guardò per qualche momento, carezzandole i capelli mentre dormiva. Aveva capito quanto voleva bene alla sorellina solo quando era stato sul punto di perderla. Promise a sé stesso di proteggerla sempre, da quel momento in poi.
<< Sarò il miglior fratello del mondo >> sussurrò << Ti prometto che non permetterò a niente e nessuno di portarti ancora via da me… >>
Le diede un bacio sulla fronte, posò la testa sul cuscino e si addormentò profondamente.

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Capitolo 6
*** Una passeggiata nel deserto ***


Una pioggia di frecce colpì il terreno. Un’imboscata.

I quattro uomini si nascosero dietro le grandi rocce del canyon.

<< Al riparo! >> esclamò il più basso, estraendo le pistole. I suoi fratelli obbedirono ed estrassero a loro volta le armi. Improvvisamente, l’attacco indiano si interruppe.

I quattro uomini si sporsero un poco da dietro le rocce e alzarono lo sguardo.

Il Capo indiano camminò fino al bordo del canyon e guardò in basso. Poi parlò: << I visi pallidi devono lasciare immediatamente le terre dei nostri antenati! >>

Il più basso dei fratelli, in fondo al canyon, si sporse un altro po’ dal suo nascondiglio. << Io e i miei fratelli vogliamo solo passare, ecco tutto! >>

L’indiano scosse la testa << A Grande Capo Orso-Tonante non importano gli affari dei visi pallidi, ma ha qualcosa che i visi pallidi vorranno riavere indietro… >>

Fece un gesto ai suoi guerrieri, e due di loro si avvicinarono al bordo del canyon, mostrando ai quattro uomini che tenevano una ragazza in ostaggio. I fratelli sussultarono.

La ragazza abbassò lo sguardo su di loro. << Joe! >> gridò.

<< Niky! >> esclamò il più basso dei quattro. Con un ringhio, sollevò entrambe le pistole e le puntò contro gli indiani. << Se vi azzarderete a toccarla, vi beccherete un proiettile dritto in mezzo alla fronte, mi avete sentito?! >> gridò al Capo.

L’indiano prese una lancia dalle mani di uno dei guerrieri e la puntò contro il collo della ragazza << Se i visi pallidi non lasceranno immediatamente il nostro territorio, il Grande Capo orso-Tonante spedirà la piccola squaw dal Grande Spirito! >>

I quattro uomini digrignarono i denti. Si scambiarono un’occhiata, gettarono le armi ed uscirono allo scoperto.

<< va bene, Capo, >> disse Joe, alzando le mani << ci arrendiamo. Lasciatela andare >>

L’indiano annuì ed i suoi soldati portarono la ragazza sul fondo del canyon. Quando furono a pochi metri di distanza dai quattro uomini, la liberarono.

Niky corse più veloce che poté per raggiungere i fratelli. Il più alto dei quattro la prese tra le braccia e la strinse forte.

<< Oh, Niky, >> disse, la voce ancora piena di preoccupazione << ho creduto che ti avrebbero uccisa! >>

La ragazza si strinse forte a lui << Non preoccuparti, Averell, sto bene… >> rispose << Grazie a voi… >> Si voltò timidamente verso i fratelli, ancora al sicuro tra le braccia di Averell << R-ragazzi, i-io… >> balbettò.

<< SILENZIO! >> esclamarono i tre, all’unisono.

La ragazza si nascose dietro il fratello.

William incrociò le braccia al petto << Che ci fai qui, Niky? >> le domandò in tono severo.

<< Già, >> aggiunse Jack << Ti avevamo detto di aspettarci in città, e ci hai seguiti lo stesso! >>

<< M-ma… >> balbettò lei.

<< taci! >> esclamò Joe, rosso in viso per la rabbia << Andiamocene di qui, e poi ci occuperemo di te, piccola peste! >>

I suoi fratelli annuirono e si avviarono, seguiti da Niky, che, piena di paura, stringeva forte la mano di Averell.

 

*** *** *** ***

 

<< Riposiamoci un po’… >> disse Joe, quando furono arrivati in una radura. Smise di camminare e si voltò verso Niky << Siediti lì e non ti muovere >> le ordinò, indicando un tronco caduto alla sua sinistra. Poi si rivolse ai fratelli << Jack, William, Averell, cercate della legna e qualcosa da mangiare >> disse.

<< Ma, Joe, >> disse Averell << voi due non venite? >>

Jack scosse la testa << Vuole restare da solo con lei, babbeo! >> sussurrò.

La ragazza arrossì ed abbassò lo sguardo.

I suoi fratelli annuirono, e si diressero verso il bosco.

 

*** *** *** ***

 

<< Credete che Joe le darà una punizione? >> chiese Averell, preoccupato, appena furono abbastanza lontani per non essere sentiti.

<< Ci puoi scommettere! >> rispose William << Questa volta ha davvero esagerato! >>

<< Già, >> aggiunse Jack << si è quasi fatta uccidere! Stavolta Joe le darà una bella lezione! >>

<< Non le farà troppo male, vero? >> domandò Averell in tono apprensivo.

William scosse la testa << Certo che no >> Poi, però, si voltò verso il gemello << Secondo te abbiamo fatto bene a lasciarla sola con Joe? >> gli chiese << Sai com’è quando si arrabbia! >>

<< Non preoccuparti >> rispose Jack << Sono certo che non sarà troppo duro con lei… Le vuole molto bene, non dimenticarlo… >>

William sorrise << Si, hai ragione >> disse, rassicurato << Le vuole molto bene… come tutti noi >>

 

*** *** *** ***

 

Niky sedeva sul tronco caduto, in silenzio. Temeva che il fratello l'avrebbe punita.

Lui si voltò verso di lei, e le si avvicinò. << Girati >>

La ragazza spalancò gli occhi << C-che cosa? >>

Ma, prima che potesse muoversi, lui la prese per un braccio e la fece piegare sopra l'albero caduto.

<< Joe! >> si lamentò Niky, dimenandosi per cercare di liberarsi << Joe, lasciami andare! >>

<< Neanche per sogno! >> rispose il fratello, arrabbiato. La spinse nuovamente sul tronco e usò la mano sinistra per tenerla ferma.

<< Per favore, lasciami andare! >> lo implorò ancora la ragazza << Mi dispiace tanto di avervi disobbedito, volevo solo aiutarvi, dico davvero! >>

<< Aiutarci?! >> ripeté Joe, severo << Facendoti catturare da quegli indiani? >> Sollevò la mano destra e poi l'abbassò di colpo, colpendo la ragazza sul sedere.

<< Ahia! >> esclamò lei. Si dimenò di nuovo, ma il fratello continuò a sculacciarla.

<< Mi dispiace, Joe! >> disse la ragazza, per il dolore << Mi dispiace tanto, ti prego, basta! >>

<< Mi fermerò solo quando sarò sicuro che tu abbia imparato la lezione >> rispose lui, colpendola più forte.

La ragazza scoppiò a piangere << l'ho imparata, Joe, l'ho imparata! >>

<< Ma davvero? >> domandò lui, tra un colpo e l'altro << E qual'è? >>

Niky deglutì << D-devo obbedirvi perché conoscete i pericoli del deserto meglio di me, e... >> si bloccò e chiuse gli occhi per il dolore.

<< … E...? >> ripeté Joe.

<< … e non avrei dovuto seguirvi perché mi sono messa in pericolo... >> strinse i denti, mentre lui le dava un'altra sculacciata << Mi dispiace, ti prego, perdonami, mi dispiace! >>

Lui si fermò, la man ancora alzata, e guardò la sorellina: stava piangendo forte, nascondendo il viso contro le braccia, incrociate sopra il tronco.

Joe trasse un profondo sospiro e la lasciò andare. Poi, vedendo che i fratelli stavano tornando, fece qualche passo indietro e si sedette a terra.

Averell notò che Niky stava piangendo, e e si avvicinò << Ehm, sorellina? Stai bene? >> le domandò, inginocchiandosi accanto a lei.

La ragazza si voltò verso di lui e lo abbracciò forte, nascondendo il viso contro il suo petto.

William, Jack e Averell si voltarono verso il fratello maggiore, ma Joe distolse lo sguardo.

<< Joe, cosa...? >> iniziò Jack, ma Joe lo interruppe.

<< E' una cosa tra me e Niky, ragazzi >> disse. Poi si voltò verso di lei e aggiunse, in tono dolce: << E poi... abbiamo già fatto pace >>

Niky spalancò gli occhi. Si voltò verso il fratello e vide che le stava sorridendo. Si precipitò da lui e lo abbracciò forte, con un sorriso. Lui la strinse a sé, e le carezzò i capelli.

<< A-allora non sei più arrabbiato con me, Joe? >> domandò lei timidamente, sciogliendosi dall'abbraccio.

Joe sorrise e scosse la testa << No, piccola, non lo sono >> disse << Ma non farlo più, è chiaro? >>

Lei annuì, e sorrise. Poi si voltò verso Jack, William e Averell. << Mi dispiace, ragazzi... Prometto che vi ascolterò, la prossima volta... >> disse << Potete perdonarmi? >>

I suoi fratelli la guardarono, e sorrisero. << Certo, Niky! >> Si inginocchiarono accanto a lei e l'abbracciarono.

Niky era felicissima: aveva il sole, l'aria fresca, e quattro fratelli che le volevano bene... Che cos'altro avrebbe potuto desiderare?  

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Capitolo 7
*** Il colloquio ***


<< Un’altra insufficienza! >> disse la signorina Betty, scuotendo la testa << Così non va affatto bene, Niky… >>

La ragazza alzò le spalle << Non ci posso fare niente, signorina… La chimica ed io non andiamo d’accordo >>

La signorina Betty scosse nuovamente la testa << Sembra che tu non vada d’accordo nemmeno con la matematica e la fisica… >>

Niky incrociò le braccia sul petto, imbronciata << Non è colpa mia, ce l’hanno con me, per qualche ragione… >>

L’insegnante riordinò i fogli e li batté sulla scrivania, per ordinarli in una fila compatta << Ad ogni modo, ho bisogno di chiedere un colloquio con tua madre, per discutere con lei del tuo rendimento scolastico… >>

La ragazza fece un passo indietro, inorridita << Un… colloquio? C-con mia madre? >> ripeté, impallidendo << Ma… non potrebbe parlare con uno dei miei fratelli? Con Averell, magari… >> suggerì, speranzosa.

La signorina Betty, però, scosse ancora il capo << Nonostante sappia che sei affidata alla custodia dei tuoi fratelli, ritengo che tua madre debba essere messa al corrente della tua situazione. Le ho scritto una lettera, il postino partirà domani all’alba >>

<< D-d’accordo, signorina Betty… >> mormorò Niky, rassegnata, ed uscì dall’aula. La consapevolezza di essere nei guai la agitava, e decise di fare una passeggiata nel cortile.

“Sono spacciata!” pensò. “Domattina il carro postale partirà e porterà la lettera della signorina Betty alla mamma… e allora si che saranno dolori!”

Si bloccò di colpo, in mezzo al cortile. “Un momento… domani mattina! Ma certo! Tutto quello che devo fare è rubare la lettera prima che parta il carro postale, e sarò salva!”

 

*** *** *** ***

 

Quella sera, si introdusse di nascosto nel capanno dove veniva accumulata la posta e, dopo aver frugato a lungo, ne estrasse una busta bianca.

<< Eccola! >> esclamò in un sussurro, sollevandola in alto in segno di vittoria << Sono salva! >>

La piegò, la nascose in tasca e si affrettò a tornare in cella, badando attentamente di non essere vista da nessuno.

 

*** *** *** ***

 

Non appena ebbe aperto la porta della cella, Niky si trovò di fronte Joe, che l’aspettava in piedi di fronte alla porta, con le braccia conserte.

<< Dove sei stata? >> l’apostrofò.

<< In bagno >> rispose lei, semplicemente, e si arrampicò sulla sua branda.

<< Sai che non devi uscire da sola, quando fa buio >> la rimproverò il fratello << Siamo pur sempre in un penitenziario, non te lo scordare! >>

<< Accidenti, Joe, ho diritto ad un po’ di privacy! >> sbottò lei, incrociando le braccia con aria offesa.

<< Ha ragione lei, Joe, >> si intromise Averell << una ragazza ha bisogno dei suoi momenti privati, per rifarsi il trucco, pettinarsi, scrivere nel diario segreto… >>

<< Diario segreto? >> domandò Joe, guardando la sorellina socchiudendo gli occhi, con aria sospettosa << Quale diario segreto? >>

Niky sbuffò << Sai, Averell, lo scopo di tenere un diario segreto… è che deve essere un segreto! >>

<< Vuoi dire che voi ragazze scrivete in un diario tutti i vostri segreti? >> chiese Joe in tono stupito.

<< Bhe, in teoria sarebbe così, >> spiegò lei << ma io scrivo solamente quelle cose delle quali due fratelli impiccioni non si stupirebbero troppo… >> aggiunse, lanciando un’occhiataccia a Jack e William. I due impallidirono.

<< Tu… lo sapevi? >> domandò William con voce strozzata.

<< Certo che si >> rispose la ragazza in tono calmo.

<< E… non sei arrabbiata? >> chiese Jack cautamente.

<< Uhm, no >> disse Niky << Bhe, lo ero, all’inizio, ma… poi ho trovato il modo di volgere la cosa a mio vantaggio… >>

I gemelli si guardarono, perplessi.

<< Ma… cosa…? >> domandò William. Poi, la sua espressione si illuminò << Quando hai scritto di volere dei pastelli nuovi per il tuo compleanno… O quella volta in cui hai scritto di essere depressa e che l’unica cosa che avrebbe potuto farti sentire meglio era il gelato al cioccolato… Stavi bluffando, non è vero? >>

<< Già, era un bluff >> confermò la ragazza con aria solenne << E voi ci siete cascati come due pere cotte! >>

Jack e William la fissarono, a bocca aperta.

<< piccola imbrogliona… >> disse Jack, indignato.

<< Prendere in giro così i tuoi fratelli maggiori… >> continuò William, guardandola torvo.

Lei si strinse nelle spalle << Che vi serva di lezione per aver ficcato il naso nella privacy della vostra sorellina… >> disse soavemente.

Joe sogghignò << Questa volta vi ha fregati >>

I gemelli si sedettero sulle loro brande, borbottando. Solitamente erano loro a rimproverare Niky, ed il fatto che la loro sorellina fosse riuscita a metterli nel sacco era difficile da accettare.

<< oh, andiamo, >> disse Niky con un ghigno << non siete affatto sportivi! >>

<< Scendi da li, e ti faremo vedere noi quanto sappiamo essere sportivi… >> disse Jack in tono minaccioso.

La ragazza scosse la testa << Non ci penso neanche! >> dichiarò << Perché credete che abbia scelto il letto in alto? Non certo per il panorama… >>

William scosse la testa << Stavolta ci è andata male >> ammise, rassegnato.

Joe, che aveva osservato la scena restando in piedi di fronte alla porta, si strinse nelle spalle << Bene, se non c’è altro, possiamo andare a dormire >>

Niky, Joe, Jack e William si coricarono, e Averell spense la lanterna vicino alla porta. Quando tentò di tornare verso il proprio letto, al buio, inciampò nelle scarpe di Joe abbandonate sul pavimento e finì lungo e disteso a terra, con un tonfo.

<< Oh, no, di nuovo… >> borbottò Joe << Qualcuno aiuti l’imbecille a rialzarsi… >>

Niky saltò giù dal letto e aiutò Averell a rimettersi in piedi << Ti sei fatto male? >> gli domandò dolcemente mentre lo riaccompagnava verso il letto.

<< No, non preoccuparti >> rispose lui, e si infilò sotto le coperte.

La ragazza gli diede un bacio sulla punta del naso << Buona notte, fratellone… >> sussurrò. Stava per tornare a letto anche lei, quando tornò sui suoi passi e diede un bacio anche a Joe. Poi, con cautela, si avvicinò a Jack e William.

“Uhm, strano…” pensò, osservandoli al pallido chiarore della luna “Sembra che si siano già addormentati…”

Stava per dare un bacio a William, quando all’improvviso lui balzò su a sedere, e la prese tra le braccia.

<< Ma… cosa - ? >> esclamò la ragazza, colta di sorpresa, e cercò di liberarsi.

Jack saltò giù dalla branda e, approfittando del fatto che il gemello la immobilizzava, iniziò a fare il solletico alla sorellina.

<< E’ il tuo turno di essere sportiva, piccola… >> sogghignò.

La ragazza cercava in ogni modo di liberarsi, ridendo a crepapelle << No, vi prego! Il solletico no! Non vale! >>

I due scoppiarono a ridere, e la lasciarono andare.

Jack si sedette sulla panca, lasciando un posto vuoto tra lui e William, dove si sedette Niky, una volta che ebbe ripreso fiato.

<< Voi due non sapete proprio perdere… >> brontolò, con le braccia conserte.

<< No >> le diede ragione Jack.

<< Assolutamente no >> fu d’accordo William.

Tre scoppiarono a ridere e si abbracciarono. Niky diede loro il bacio della buonanotte e si arrampicò di nuovo sulla sua brandina.

Poco dopo, la cella era avvolta nel silenzio, e i cinque si erano addormentati profondamente.

 

*** *** *** ***

 

La mattina seguente, Niky guardò il carro postale allontanarsi con un sorriso stampato in volto. Sogghignando, si batté la mano sulla tasca dei pantaloni, dove custodiva ancora la lettera destinata alla madre.

“Problema risolto “ si disse, soddisfatta. Stava per recarsi alla mensa quando, all’improvviso, si bloccò. Un pensiero terribile le aveva attraversato la mente: “Se mamma non riceverà la lettera, non si presenterà al colloquio, e la signorina Betty potrebbe decidere di mandarle un telegramma… Come farò, allora?”

Ci pensò su un momento, poi strinse i pugni, con aria decisa. “Se la signorina Betty è così ansiosa di parlare con la mamma, l’accontenterò: la mamma si presenterà al colloquio!”

Senza farsi vedere, sin infilò di soppiatto nella lavanderia e rubò un lungo vestito verde, un grembiule ed una cuffietta. Si cambiò d’abito, legò i capelli in uno chignon e li ricoprì di borotalco per renderli bianchi. Come tocco finale, legò la cuffia candita sotto il mento. Infine, si guardò allo specchio.

<< Oh, accidenti… >> mormorò << Sembro proprio la mamma… >>

In effetti, la somiglianza era impressionante.

“Tranne che per il mento…” osservò la ragazza. Il mento della madre, infatti, aveva una forma squadrata, come quello dei suoi fratelli; Niky aveva invece dei lineamenti più delicati. Si risolse di coprirsi il volto con una sciarpa, improvvisando un mal di gola, e si preparò ad incontrare la signorina Betty.

“Ci siamo!” si disse, una volta raggiunta la porta del suo appartamento. “Ci siamo!”

*** *** *** ***

 

Joe, Jack, William e Averell erano nella loro cella. Jack e William erano sdraiati sulle loro brande, intenti al leggere il giornale. Averell dipingeva in un angolo della stanza e Joe camminava nervosamente avanti e indietro, cercando di farsi venire in mente un piano per evadere.

Averell guardò fuori dalla finestra, in cerca di ispirazione, e spalancò gli occhi, sorpreso.

<< Mammina! >> esclamò, al settimo cielo, facendo sobbalzare i fratelli.

<< Cosa? Mamma qui? >> domandò Joe, salendo su uno sgabello e affacciandosi alla finestra.

>> Impossibile! >> disse Jack, posando il giornale.

<< Ci avrebbe avvisati… >> aggiunse William, avvicinandosi.

<< No, è proprio mamma, venite a vedere! >> esclamò Joe, indicando un punto nel cortile. I gemelli si avvicinarono, e guardarono fuori.

<< E’ vero, è proprio lei… >> disse Jack, grattandosi la testa << Che ci fa mamma davanti all’appartamento della signorina Betty? >>

<< la faccenda è sospetta… >> borbottò William, assumendo un’aria pensierosa.

<< Forse ha un piano per aiutarci a evadere! >> suggerì Joe in tono speranzoso.

<< Che cosa stiamo aspettando, andiamo a salutarla! >> esclamò Averell, saltellando per l’impazienza.

Proprio in quel momento, la porta della cella si aprì. Pete ed Emmett erano venuti a prenderli per scortarli in cortile.

<< Forza, Dalton, passeggiata! >> disse Emmett in tono annoiato.

I quattro fratelli si precipitarono fuori, ansiosi di salutare la madre e di domandarle il motivo di quella visita inaspettata.

 

*** *** *** ***

 

Niky spostava nervosamente il proprio peso da un piede all’altro, mentre aspettava che la signorina Betty venisse ad aprire.

Ad un tratto la porta si aprì e la giovane donna apparve sull’uscio.

<< Buon giorno, signora… >> disse la signorina Betty, guardando l’ospite con un’espressione sorpresa << Che cosa la porta qui? >>

<< Buon giorno, mia cara >> rispose Niky, sforzandosi di imitare la voce della madre << Ho ricevuto la sua lettera >>

La signorina Betty sbatté le palpebre << La mia lettera? Ma l’ho spedita soltanto questa mattina… Non credevo sarebbe arrivata tanto presto… >>

<< Bhe, sa, >> improvvisò la ragazza << I postini sono veloci, ormai, e io mi sono messa in viaggio appena ho ricevuto la sua lettera >>

La giovane donna la guardò, spalancando gli occhi << Ah, davvero? >>

Niky annuì << Ma certo! Quando si tratta dei miei figlioli, questo ed altro! >> disse, con un risolino nervoso.

La signorina Betty si fece da parte e la invitò ad entrare. << La sua voce mi sembra… un po’ strana… >> disse poi, mentre si accomodavano.

La ragazza sobbalzò << Ecco, vede, è solo… un po’ di mal di gola… >> si affrettò a rispondere.

<< E… mi sembra anche un po’ più alta del solito… >>

<< Bhe, ehm… è merito dello stretching! >> farfugliò Niky << Sa, a forza di allungare i muscoli… >>

<< Capisco… >> rispose l’altra con un sorriso, e versò il tè. << Le ho chiesto di venire perché ci terrei a discutere con lei della situazione scolastica di Niky, signora Dalton… >> la informò.

La ragazza annuì << Ne sono consapevole >> rispose, fingendosi arrabbiata << Dirò due paroline a mia figlia, non si preoccupi >>

La signorina Betty posò la tazza di tè e fissò l’interlocutrice << penso sarebbe meglio se anche Niky fosse presente al colloquio, signora >> disse << Dopotutto, è la diretta interessata… >>

“Oh, accidenti, e adesso?!” pensò la ragazza, allarmata. Rivolse un sorriso nervoso alla signorina Betty e disse: << Ecco, mia figlia sta… dando una mano ai suoi fratelli e temo proprio che non possa unirsi a noi… >>

L’insegnante scosse la testa << In questo momento tutti i detenuti si trovano nel cortile per l’ora d’aria, sono certa che Niky potrà trovare del tempo da dedicarci. In fondo, si tratta del suo futuro… >>

Niky si sforzò di sorridere << Ehm, ma certo… v-vado subito a chiamarla… >>

<< oh, non si preoccupi, chiederò a Pete ed Emmett di accompagnarla qui… >> disse la signorina Betty. Stava per alzarsi in piedi, quando l’altra, con uno scatto, raggiunse la porta.

<< Oh, non occorre disturbare quei bravi giovanotti per così poco >> disse << Andrò io a cercarla… >> E si precipitò fuori.

La signorina Betty rimase sulla soglia, e la osservò mentre si allontanava con una furia. <>

 

*** *** *** ***

 

“Che cosa faccio, adesso?!” si domandò la ragazza, agitatissima. Dopo essersi accertata che nessuno la stesse osservando, si nascose dietro la lavanderia. Appoggiò la schiena contro il muro e calciò via un sasso. << Sono spacciata… >> borbottò.

<< Mammina! >> gridò ad un tratto una voce, facendola sobbalzare.

Niky si voltò appena in tempo per vedere Averell che le correva incontro e in un attimo il fratello la sollevò da terra e l’abbracciò forte.

<< Ehm… Tesorino adorato, che piacere vederti! >> disse, cercando di imitare la voce della madre. Non fu un impresa facile, dato che Averell la stava praticamente stritolando.

<< Che cosa ci fai qui, mamma? >> le domandò Joe allegramente, avvicinandosi.

<< Non avevamo idea che saresti venuta a trovarci >> aggiunse Jack, infilandosi le mani nelle tasche.

<< Non è il giorno delle visite… >>disse William, incrociando le braccia sul petto.

La ragazza cercò di pensare ad una scusa << Bhe, vedete, il fatto è che… Sono andata a trovare una vecchia amica ad Hole Gulch e visto che non è lontano, ho pensato di venire a farvi un saluto… >>

<< Siiii! >> esclamò Averell, ed iniziò a girare su sé stesso, stringendo Niky tra le braccia.

<< No, aspetta! >> bofonchiò lei << Così finirai per spettinarmi! >>

Averell non la sentì neppure. Continuò a girare e girare e, alla fine, la cuffia candida e la sciarpa caddero a terra, ai suoi piedi.

<< Ma… Cosa…? >> borbottò Averell, stupito, e si fermò di colpo.

<< Niky! >> esclamarono Joe, Jack e William in coro.

Averell la fissò sbattendo le palpebre, e la allontanò per guardarla meglio.

La ragazza rivolse ai suoi fratelli un sorriso nervoso, e li salutò timidamente con la mano << Ehm… Ciao, fratelloni… >>

Averell la lasciò andare, e Niky cadde per terra, atterrando sul sedere. << Ahio! >>

<< Tu… tu… tu… >> balbettò Joe, incredulo.

William scosse la testa << Lo avevo detto, io, che era sospetto… >>

Joe la prese per un orecchio. << Che significa tutto questo? >>

<< Ahi, Joe, mi fai male! >> si lamentò lei << Adesso vi spiegherò tutto, lasciami! >>

Joe mollò la presa. Stava per dire qualcosa, ma fu interrotto dalla voce della signorina Betty che, in piedi al centro del cortile, cercava Niky e sua madre.

La ragazza si portò le mani al viso, tremando.

Jack incrociò le braccia sul petto << Aventi, parla. Che sta succedendo? >>

<< S-sono… Sono in un mare di guai! >> piagnucolò lei.

Joe scosse la testa << Sai che novità… >>

<< Che hai combinato, stavolta? >> domandò Averell, avvicinandosi.

Niky fece un respiro profondo, e vuotò il sacco: << La signorina Betty voleva chiedere un colloquio alla mamma per via dei miei voti a scuola, e così le ha mandato una lettera… non potevo lasciare che mamma lo scoprisse, così ieri sera ho rubato la lettera… >> disse, e sfilò la busta incriminata dalla tasca, mostrandola ai fratelli. << Sapevo che se mamma non si fosse fatta vedere la signorina Betty avrebbe avuto dei sospetti, così mi sono travestita da mamma sperando di poter andare io al colloquio al posto suo… >> aggiunse, arrossendo per l’imbarazzo << Stava andando tutto bene, ma poi la signorina Betty ha insistito perché voleva che anche io assistessi al colloquio, così le ho detto che sarei venuta a chiamarmi, ma non posso essere due persone contemporaneamente, e non so che cosa fare! >> E scoppiò a piangere.

Averell si grattò la testa << Io non ho capito… >>

Joe scosse la testa << Saresti dovuta venire subito da noi! >> la rimproverò.

<< Lo so, mi dispiace… >> si scusò lei, alzando lo sguardo sui fratelli << Vi prego, non ditelo alla mamma… >>

<< E’ proprio quello che meriteresti, invece >> rispose Joe, secco << Come ti è saltato in mente di organizzare una cosa del genere? >>

Niky abbassò la testa << I-io… avevo paura… >>

Jack si inginocchiò a terra accanto a lei << Certo che avevi paura, >> disse << ma quello che ti sta succedendo è la conseguenza delle tue azioni! >>

<< Se ti fossi impegnata a scuola, tutto questo non sarebbe successo! >> sottolineò William in tono di rimprovero.

<< L-lo so… >> mormorò la ragazza, con gli occhi bassi << N-non so come uscire da questo guaio… >> aggiunse poi, in un singhiozzo. Era davvero disperata.

Joe scosse ancora il capo << Bhe, potremmo tirartici fuori noi… >> disse << Ma, ovviamente, la cosa ha un prezzo… >>

L’espressione di Niky si illuminò, e la ragazza alzò la testa << Si, tutto quello che volete! >> promise.

<< Qualsiasi cosa? >> domandò Joe, rivolgendole un sorriso scaltro, e lisciandosi la punta di uno dei due baffetti con le dita.

<< Qualsiasi cosa >> assicurò la ragazza, giungendo le mani in preghiera.

<< Farai il nostro turno di corvè in cucina per un mese >> dichiarò Jack << E lo stesso vale per le pulizie >>

<< E inizierai a studiare seriamente… >> aggiunse William, lanciandole un’occhiataccia.

<< Si, si, lo prometto! >> rispose lei in tono concitato. Avrebbe fatto qualunque cosa per uscire da quella brutta situazione.

<< Allora affare fatto >> disse Joe e porse la mano alla sorellina, aiutandola a rialzarsi.

Lei si asciugò gli occhi con la manica del vestito e sorrise << Grazie, ragazzi… Non so davvero come farei, senza di voi… >>

Joe scosse la testa << Forza, diamoci una mossa, la signorina Betty ci sta aspettando! >> E corse in cella, trascinando la ragazza dietro di sé.

Una volta in cella, i due si dettero le spalle. Niky si tolse il vestito, indossò l’uniforme e passò l’abito, la cuffietta ed il grembiule al fratello che, in men che non si dica, si trasformò in una perfetta Mamma Dalton.

<< Non ti sta affatto male, sai? >> scherzò la ragazza, osservando il risultato << Potresti optare per un cambiamento permanente… >>

<< Un'altra battuta del genere e lo faccio alle tue orecchie, un cambiamento permanente… >> borbottò lui, e corsero fuori in cortile.

 

*** *** *** ***

 

La signorina Betty lanciò un’occhiata all’orologio da polso, mentre batteva il piede a terra con impazienza.

“Dove si saranno cacciate?” si domandò.

<< Eccoci qua! >> cinguettò una voce alle sue spalle.

Joe e Niky erano in piedi dietro di lei, con due sorrisi imbarazzati stampati sul volto.

<< Ci scusi se l’abbiamo fatta aspettare, >> si scusò Niky << ma ero davvero molto, molto impegnata… >>

La signorina Betty annuì con aria comprensiva. Stava per invitarli ad tornare in casa, quando si accorse che i capelli di Niky erano coperti di polvere bianca.

<< Ma… che cosa ti è successo? >> le domandò, stupefatta.

<< Un incidente in cucina >> rispose prontamente la ragazza << Mi è caduto addosso il sacco della farina… Ho messo un’uniforme pulita, ma per i capelli non c’è stato nulla da fare >>

Joe lanciò alla sorellina un’occhiata complice: quando voleva, ci sapeva davvero fare.

I tre tornarono a sedersi sul divano, ed il colloquio proseguì veloce. Joe ascoltò tutti i commenti della signorina Betty e, un po’ sul serio e un po’ per finta, fece dei rimproveri alla sorellina, che ascoltava con la testa bassa.

<< Molto bene, credo sia tutto… >> disse ad un tratto la signorina Betty, alzandosi.

Joe e Niky la imitarono, e si alzarono in piedi a loro volta, dirigendosi alla porta.

<< Spero che questa chiacchierata sia stata utile, >> disse la signorina Betty << e che Niky inizi ad impegnarsi sul serio... E' una ragazza molto intelligente e capace, potrebbe essere una dei primi della classe, se si decidesse a sfruttare davvero le sue potenzialità! >>

Niky abbassò il capo << Io... ci proverò, signorina Betty... >>

La giovane donna sorrise << Molto bene, sono certa che i risultati si vedranno immediatamente! >> disse, con un sorriso.

I fratelli si congedarono ed uscirono in cortile. Niky, che aveva trattenuto il fiato per quasi tutta la durata del colloquio, si abbandonò ad un profondo sospiro di sollievo.

<< E' andata... >> disse, sollevata << Grazie, Joe... Non ce l'avrei mai fatta senza di te! >> Si abbassò e lo abbracciò forte, grata. << Sei il migliore! >>

Joe sbuffò << Si, si, ma dacci un taglio >> borbottò << Sono ancora arrabbiato con te... >>

<< Oh, si, certo... >> disse la ragazza. Arrossì e si raddrizzò. << Scusa, Joe... >>

Lui le lanciò un'occhiataccia, poi sospirò: << Forza, andiamo, pulce... >> Mise un braccio attorno alla vita della ragazza e la riaccompagnò in cella.

 

*** *** *** ***

 

Quella sera, Joe, William Jack e Averell, sdraiati a pancia in su nelle loro brande, erano particolarmente di buon umore. Lo stesso non si poteva dire per Niky, che correva avanti e indietro per assecondare i loro capricci.

<< Niky, ho fame, mi porteresti un panino con il salame? >> domandò Averell.

<< Certo, vado subito! >> rispose lei, e corse in cucina. Quando tornò con il panino, Jack sbuffò.

<< E il mio giornale? Non ti sarai dimenticata di portarmi il giornale! >> disse, roteando gli occhi con aria annoiata.

<< No, no, eccolo... >> borbottò la ragazza, sfilandolo da sotto il braccio e porgendolo al fratello.

<< Allora, questo massaggio alla schiena arriva oppure no? >> disse Joe, rivolgendo un ghigno alla sorellina.

Niky si sedette dietro di lui sulla branda, ed iniziò a massaggiargli la schiena con delicatezza. << Così va bene? >>

<< Un po' più a sinistra... >> rispose lui << Un po' più giù... No, un pochino pù a destra... Ora sali un poco... Ah, ecco... >>

<< Niky? >> chiamò a quel punto William << Ho freddo, mi passeresti la coperta? >>

<< Certo... >> disse lei in tono stanco, e si alzò. Rimboccò le coperte al fratello, e stava per tornare da Joe, quando...

<< Sorellina, potresti portarmi anche della senape? >> chiese Averell.

<< Mi gireresti la pagina? >> domandò Jack.

<< M porteresti un altro cuscino? >> aggiunse William.

<< Allora, il mio massaggio? >> domandò Joe in tono seccato.

Niky cadde in ginocchio, e si mise le mani nei capelli << Basta, non ce la faccio più! >>

William sogghigò << Sei già stanca, sorellina? >>

<< Già stanca? >> ripeté la ragazza in tono esasperato << Già stanca?! È tutta la sera che mi fate correre avanti e indietro come una pazza! >>

Joe si sedette diritto e la guardò << Hai imparato la lezione? >>

<< Si... >> rispose lei in un sospiro << Mai cercare di imbrogliare un Dalton... >>

<< Esattamente... >> rispose Joe con un ghigno, lisciandosi i baffi con aria furba.

La ragazza sospirò << Posso andare a dormire, adesso? >>

I suoi fratelli finsero di pensarci.

<< Oh, andiamo! >> esclamò lei in tono esasperato.

I quattro uomini scoppiarono a ridere.

<< Forza, a nanna, pulce... >> sorrise Jack.

Niky sorrise e corse ad infilarsi sotto le coperte. << Buona notte, ragazzi >> disse, felice << Grazie per... avermi tirata fuori dai guai, oggi... >>

William sorrise << Siamo una famiglia, nessuno abbandona mai nessuno! >>

Averell annuì << I Dalton restano sempre uniti! >>

Joe e Jack furono d'accordo.

Poco dopo, nella calla calò il silenzio. Niky si sporse un poco dalla sua branda e guardò i fratelli, addormentati.

<< Buona notte, fratelloni... >> sussurrò dolcemente << Vi voglio tanto bene... >>

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Capitolo 8
*** Un'avventura selvaggia ***


<< Fa' attenzione, piccola >> disse Joe Dalton, rivolgendosi alla sorella minore << Dobbiamo andare in cità per fare delle commissioni, e vogliamo che resti a casa al sicuro, hai capito bene? >>

Niky, seduta a terra di fronte a lui, annuì.

<< E sta' alla larga dal bosco, è chiaro? >> disse.

Lei sorrise << Non preoccuparti, fratellone, >> rispose << farò la brava e starò fuori dai guai >>

Joe la guardò per un momento, chiedendosi se questo fosse realmente possibile; poi chiamò i suoi fratelli, e disse loro di prepararsi.

 

<< Ci vediamo più tardi, sorellina! >> la salutarono Jack, William e Averell prima di andare.

<< E non dimenticare quello che ti ho detto, piccola! >> aggiunse Joe in tono severo.

Lei sorrise <> disse, salutandoli con la mano.

 

*** *** *** ***

 

“Che cosa potrei fare, mentre aspetto che tornino?” si domandò Niky. Girovagò un po' per casa, poi si lasciò cadere sul letto. “Mamma è andata a fare visita ad un'amica e non tornerà prima di domani pomeriggio, e ha portato Sweetie con sé... Joe e i ragazzi sono in città... E qui intorno non ci sono ragazzi della mia età con ci andare in giro!” pensò tristemente. Era così annoiata!

S sedette sul davanzale e guardò fuori dalla finestra. Si mise ad osservare il bosco: il vento giocava tra le fronde, facendole frusciare. Aprì la finestra, ed inspirò profondamente l'odore della resina e dei pini portato dalla brezza. Chiuse gli occhi. Voleva andare.

“Ah, no, non se ne parla!” esclamò “Ho promesso che sarei rimasta qui. Inoltre, sarò nei guai se non sarò a casa quando torneranno i ragazzi...”

Lanciò un'altra occhiata fuori dalla finestra, e scosse la testa << Non se ne parla... >>

Cinque minuti più tardi, Niky si stava addentrando nel bosco. Gli uccelli cinguettavano allegri, e gli scoiattoli si rincorrevano ra i rami.

“Joe si preoccupa sempre troppo” si disse. Sollevò lo sguardo per osservare gli scoiattoli, continuando a camminare.

“Non mi succederà nulla, finché resterò sul - ”

Abbassò lo sguardo e rimase paralizzata dall'orrore, rendendosi conto di aver perso il sentiero.

“Oh, no!” pensò “Ero così impegnata a guardare il cielo e gli scoiattoli che non ho fato attenzione dove stavo andando!”

Si guardò in giro << Ok, Niky, niente panico >> si disse ad alta voce, cercando di calmarsi << Tutto ciò che devi fare è ritrovare il sentiero, seguirlo e sarai a casa sana e salva e, speriamo, prima che i ragazzi si accorgano che hai disobbedito... >> Si guardò nuovamente attorno, con attenzione. << Vediamo... credo di essere arrivata da quella parte... >> Ed iniziò a camminare.

 

*** *** *** ***

 

<< Sorellina, siamo a casa! >> esclamò Averell allegramente, entrando in casa. Si guardò attorno aspettando una risposta, che però non arrivò. << Ehi... sorellina? >> chiamò ancora. Dal momento che non c'era alcun segno della sorella, iniziò a cercarla per tutta la casa. Nono riuscendo a trovarla, venne assalito dal panico.

<< Joe! Joe! Niky è sparita! >> gridò, correndo dai fratelli.

<< Cosa? >> esclamarono Joe, Jack e William, alzandosi di scatto.

<< E' sparita, Joe! >> ripetè Averell, avvicinandosi.

<< Che significa che sparita? >> domandò Joe, che già iniziava a perdere la pazienza.

<< N-non riesco a trovarla da nessuna parte, Joe! L'ho cercata dappertutto! >> ripose Averell in tono concitato << E' sparita! >>

<< E se si fosse addentrata nel bosco e si fosse persa? >> chiese William, spalancando gli occhi.

<< Dobbiamo trovarla! >> esclamò Jack, preoccupato.

Joe annuì << Separiamoci! Averell, tu la cercherai qui; William, tu batterai i campi; Jack, tu la cercherai in città; io mi occuperò del bosco >> ordinò, e i fratelli annuirono. Srinse i denti << Aspettate che l'abbia tra le mani...! >>

<< Sta' calmo, Joe >> disse William, mettendogli le mani sulle spalle << La troveremo >>

Joe annuì, e i quattro iniziarono le ricerche.

 

*** *** *** ***

 

Nel frattempo, Niky si preoccupava ogni secondo di più. Si era completamente persa, ed era molto spaventata.

<< Che cosa faccio, adesso? >> disse, triste.

Si sedette su una roccia e si abbandonò ad un pesante sospiro. Era spacciata. Chiuse gli occhi, reclinò il capo all'indietro e gridò: << Qualcuno mi faccia uscire da qui! >>

 

*** *** *** ***

 

Joe stava cercando la sorella da più di un'ora. << Niky! >> gridava << Niky, dove sei? >> La chiamò ancora, e ancora. Era preoccupato da morire. “Dove sei, piccola mia?” si disse.

Decise di fermarsi un momento per riposare; appoggiò la schiena al tronco di un albero e chiuse gli occhi.

All'improvviso, sentì qualcuno che piangeva. Ascoltò attentamente, e riconobbe la voce: Niky!

<< C'è qualcuno! >> gridava la ragazza << Mi sono persa! >>

Joe cominciò a correre nella direzione dalla quale proveniva la voce. Corse, e corse, e corse.

<< Niky! >> gridò << Resisti, sto arrivando! >>

 

*** *** *** ***

 

Niky piangeva forte. Si era persa, non aveva idea di dove andare e le dispiaceva per i suoi fratelli, che erano certamente preoccupati per lei.

Poi, sentì qualcuno urlare: << Niky! Sto arrivando! >>

La ragazza riconobbe la voce del fratello maggiore e balzò in piedi.

<< Joe! >> gridò, felice, correndo nella sua direzione << Joe, sono qui! >>

Ad un tratto, i due si videro. Si corsero incontro, sempre più veloce, e in un attimo furono uno nelle braccia dell'altra.

<< Niky, piccola mia! >> disse Joe, abbracciandola forte << Basta piangere, tesoro... Sono qui, è tutto a posto, adesso... >> disse dolcemente, asciugandole il viso.

La guardò << Sai bene? >>

Lei annuì e si strinse a lui con più forza << Si, Joe, sto bene >>

Il fratello emise un sospiro di sollievo. Poi la allontanò, tenendole le mani sulle spalle, e la guardò negli occhi << Che ti è saltato in mente, signorina? >> le domandò, in tono duro << Ti abbiamo cercata dappertutto per più di un'ora! Eravamo preoccupati da morire! >>

Niky si morse il labbro inferiore << M-mi dispiace, Joe, davvero, non volevo - >> iniziò, ma lui alzò la mano, facendole cenno di tacere.

<< Mi darai le tue spiegazioni più tardi, ora torniamo a casa e avvisiamo gli altri che ti ho trovata... >>E i due fratelli si avviarono verso casa.

 

*** *** *** ***

 

<< L'avete trovata? >> domandò Jack. William ed Averell scossero la testa.

<< L'ho cercata per tutti i campi >> disse William << ma non c'era! >>

<< Io ho guardato in tutta la casa e nel giardino, ma non era nemmeno qui! >> aggiunse Averell.

<< E io ho setacciato l'intera città, >> concluse Jack << ma nemmeno io sono riuscita a trovarla! Sono così preoccupato, ragazzi... >>

<< Chissà com'è andata a Joe... >> disse Averell.

Si voltarono tutti verso il bosco, appena in tempo per vederne uscire Joe, seguito da...

<< NIKY! >> esclamarono i tre, e corsero loro incontro. Quando furono abbastanza vicini, la abbracciarono tutti insieme.

<< Oh, Niky, per fortuna stai bene! >> disse Jack, tirando un sospiro di sollievo.

<< Già, >> fu d'accordo William << ma dove sei stata? Ti abbiamo cercata dappertutto! >>

<< Eravamo tanto, tanto preoccupati, sorellina! >> disse Averell, con un tremito nella voce.

Niky arrossì << Mi dispiace, ragazzi... >> disse << Mi annoiavo moltissimo e... so che non avrei dovuto, ma sono andata nel bosco per dare un'occhiata in giro... Ma ho perso di vista il sentiero, e non sapevo come tornare indietro! Non volevo spaventarvi, mi dispiace tanto! N-non lo farò mai più! >> disse, tremando. Aveva paura di ricevere una punizione, perché sapeva che i suoi fratelli erano molto arrabbiati con lei.

<< Mi dispiace tanto... >>

<< Ci credo, >> disse Joe << perché non metterai piede fuori dalla tua stanza per i prossimi due giorni! >>

Niky deglutì << Mi sembra giusto... >> sussurrò. Poi guardò il fratello <>

Joe annuì << Bene >> Poi, la sua espressione si addolcì, e le si avvicinò << Sono felice che tu stia bene.. Ti voglio bene, Niky >>

I quattro la abbracciarono, tutti insieme.

<< Ti vogliamo bene >> disse Jack.

<< Si, ti vogliamo tanto bene >> disse William.

<< Ti vogliamo tanto, tanto bene, Niky! >> disse Averell.

Niky li abbracciò forte e sorrise << Vi voglio tanto, tanto bene anche io, fratelloni! >>

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Capitolo 9
*** Incubi ***


<< Joe! Joe! >> Niky si agitava nel sonno, gridando.

<< Niky, svegliati! >> esclamò Joe, mettendole le mani sulle spalle della sorella e scuotendola nel tentativo di svegliarla.

Finalmente, la ragazza aprì gli occhi, e balzò su a sedere. Fece vagare lo sguardo per la stanza, spaventata e disorientata. Quando mise a fuoco il fratello, fu scossa da un brivido. << J-Joe... >>

<< Sono qui, pulce >> rispose lui dolcemente, mettendosi sedendosi accanto a lei e mettendole una mano su una spalla << Che succede, stai bene? >> domandò, preoccupato.

Niky annuì, tremando << C-che cos'è successo? >>

<< Hai avuto un incubo >> spiegò l'uomo.

<< Oh... Si, giusto... >> farfugliò lei.

Vedendo che non riusciva a calmarsi, Joe le mise un braccio attorno alle spalle << Accidenti, che cos'hai sognato, per spaventarti tanto? >>

Niky scosse la testa << Niente, non preoccuparti... >> disse in tono mesto.

Lui sorrise << Andiamo, >> la incoraggiò << raccontami tutto, pulce >>

La ragazza sospirò << Ho... ho sognato te, Joe... >>

Il fratello annuì << Hai detto il mio nome >>

<< Davvero? >>

Joe annuì << Bhe... L'hai gridato, in effetti... >> La ragazza fu scossa da un brivido, e lui la strinse a sé << Coraggio, dimmi che cos'è successo... >>

Lei si strinse nelle spalle << Ho... ho sognato... >> Rabbrividì nuovamente, e chiuse gli occhi << Ho sognato che avevi deciso di assaltare una banca c-con la d-dinamite... >>

L'uomo la guardò << Con la dinamite? >> Non riusciva a capire. Poi comprese, ed emise un verso strozzato << … Come Pa'... >>

Niky annuì << Io cercavo di convincerti a non farlo, ma... Ma tu non volevi ascoltarmi, Joe... E-e poi... >> Si coprì il viso con le mani e scoppiò a piangere << E' saltato tutto in aria, Joe! >>

Joe la abbracciò forte. Non era abituato ad essere così gentile, ma non riusciva a sopportare di vedere la sorellina così spaventata << Oh, Niky... >>

Lei nascose il viso nell'incavo del suo collo << Ti prego, Joe, >> implorò, tra i singhiozzi << ...non... non... >> Non ebbe il coraggio di terminare la frase.

Il fratello la strinse più forte << Non lo farò, >> le assicurò << te lo prometto, Niky... >>

Lei gli appoggiò la testa sul petto, tremando.

<< Va tutto bene, piccola... >> sussurrò Joe, carezzandole i capelli.

Niky singhiozzò << Ho creduto che... sembrava così vero... Scusa, Joe... >>

Il bandito la guardò, confuso << Perché ti stai scusando? >>

La sorella si asciugò gli occhi con la manica del pigiama << Bhe, ti ho svegliato... per colpa di un incubo... E' una cosa stupida >>

<< Niente affatto >> sorrise lui. Prese un fazzoletto dal comodino, e lo porse alla sorella << Ecco, soffia >>

<< Grazie >> borbottò Niky. Prese il fazzoletto, si asciugò il viso e si soffiò il naso.

L'uomo sorrise nuovamente << Va meglio? >>

Lei annuì, e Joe sorrise << Brava. Forza, ora, >> disse, alzandosi in piedi e scostando le coperte << torna a dormire, pulce >>

Niky obbedì, e si infilò sotto le coperte.

Joe la guardò: finalmente, si era calmata. Si avvicinò, e le diede un bacio sulla fronte << Buona notte, piccola >>

La ragazza lo guardò << Ehm... Joe? Avvicinati, devo dirti una cosa... >>

Lui fece come gli era stato detto, e quando meno se lo aspettava, Niky saltò su a sedere e gli gettò le braccia al collo.

<< Grazie, fratellone... >> disse sorridendo.

Joe rise e ricambiò l'abbraccio << Di nulla, piccola mia... Sarò sempre qui, per te...>>

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