Solo la mente dimentica

di Bad Bionda Bana
(/viewuser.php?uid=206031)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodicesimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedicesimo ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciottesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo Finale ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Era una dolce giornata d'autunno, il sole era alto nel cielo, coperto solo che da poche nuvole che ci regalavano una dolce e rinfrescante ombra. Più precisamente era il giorno del mio diciannovesimo compleanno. La sera avrei festeggiato insieme a tutti i miei amici, il pomeriggio invece avevo promesso a Song Soonja, una ragazzina di quattordici anni che conoscevo da tempo e che aveva una dolcissima cotta per me, che avremmo passato del tempo insieme, e poi era l'occasione giusta per darle la buona notizia.
-Waaaa! Quindi oppa debutterà e diventerà un idol famosissimo!- disse lei con gli occhi illuminati -Fantastico! Il mio oppa diventerà il cantante e il ballerino più bravo del mondo!- cominciò a saltellare felice tenendomi la mano, a quella scena non potei che sorridere, quella ragazza era sempre stata la mia fonte di gioia, qualsiasi fosse il mio umore lei riusciva a farmi tornare il sorriso. Spesso mia sorella Dara mi rimproverava perché passavo troppo tempo insieme a lei, che vista la sua cotta la stavo illudendo, ma secondo me esagerava.
-Ok ok, basta saltare, mi farai venire il mal di mare con tutto questo su e giù!- dissi ridendo e prendendola per le spalle fermandola -Sei l'unica a saperlo, perciò devi mantenere il segreto.- continuai portandomi un dito sulle labbra.
-Oh, ma certo, non lo dirò ad anima viva.- rispose imitando il mio stesso gesto -Sarò la tua primissima e più grande fan oppa.-
-Non diventerai gelosa delle altre fan, vero Soonja?- dissi guardandola sorridendo -Sai già che avrò occhi solo che per la mia piccola Soonja.- le scompigliai i capelli teneramente.
-Yah!- si rimise a posto i capelli -E tu dovrai ricordarti la promessa che mi hai fatto.- mi guardò a braccia conserte fingendo di essere seria.
-Uhm? Quale promessa? Io non ricordo di averti promesso nulla.- feci finta di non saperlo solo per prenderla un po' in giro, a fatica mi trattenni dal ridere.
-Mi hai promesso che una volta che sarò diventata grande ci saremmo sposati oppa!- rispose dandomi dei pugni leggeri sul braccio.
-Aigoo, come posso dimenticarmene.- le pizzicai il fianco ridendo, lei soffriva molto il solletico -Io manterrò la mia promessa se tu mi prometti che non ti dimenticherai di me.- mi fermai e la guardai sorridendo ma con un po' di malinconia negli occhi. Dopo aver ripreso fiato lei mi guarò e cambiò del tutto espressione.
-C...cosa intendi oppa?- era visibilmente spaventata, come se le avessi appena detto che mi rimanevano solo pochi mesi di vita, anche se quello che stavo per dirle sarebbe stato anche peggio per lei.
-Purtroppo dopo il debutto sarò molto impegnato, quindi non riusciremo a vederci come facevamo prima.- abbassai il viso aspettandomi qualsiasi reazione da parte sua, che mi abbracciasse, mi urlasse contro. Silenzio, nessun rumore a parte il fruscio delle foglie cadute dagli alberi accompagnato dal vento. Alzai lo sguardo vedendo l'unica reazione che speravo non avesse. Mi guardava fissa, gli occhi sgranati e pieni di lacrime -Hey, non ti devi preoccupare, non sparirò nel nulla, ci terremo comunque in contatto, e poi spero di vederti alle mie esibizioni.- mi stavo agitando, non sapevo come comportarmi, era la prima volta che la vedevo piangere, quando era con me mostrava sempre il suo lato più gioioso. Tutto d'un tratto mi abbracciò fortissimo.
-Stupido oppa.- rimasi sorpreso a quelle parole, la strinsi forte -Come puoi solo pensare che possa dimenticarti, anche se dovessi andare sulla luna per anni non ti dimenticherei!- la sentivo singhiozzare, ma sentendola dire quelle cose sorrisi inconsciamente.
-La mia dolcissima Soonja che pensa solo alla felicità del suo oppa.- sciolsi l'abbraccio asciugandole le guance -Però ora basta piangere, o così mi renderai triste.- lei annuì tirando su con il naso come una bimba di dieci anni.
Passammo il resto del pomeriggio a passeggiare in un parco che si trovava vicino a casa sua, ridemmo, scherzammo, sembrava un giorno come tutti gli altri. Per l'occasione mi aveva preparato una torta al cioccolato e delle fragole con la panna, non era stagione di fragole ma sapeva quanto mi piacessero. Il tempo scorreva veloce, fin troppo secondo il mio punto di vista, le giornate iniziavano ad accorciarsi, il sole tramontava ogni giorno qualche millisecondo prima. Senza che ce ne accorgessimo si stava già facendo scuro, così accompagnai Soonja a casa. Prima che potesse entrare in casa si girò verso di me.
-E tu oppa?- mi chiese seria inclinando la testa come un cucciolo.
-Io cosa?- non riuscivo a capire cosa volesse sapere.
-Non ti dimenticherai di me, vero oppa?- mi guardò con quei suoi occhi scuri. Sorrisi allungando una mano per scompigliarle di nuovo i capelli.
-Certo che non ti dimenticherò. Ora vai dentro che sta iniziando a fare freddo.-
-Stavo per dimenticare!- si diede un colpetto sulla fronte e corse in casa veloce come un fulmine, quando uscì aveva in mano una piccola scatolina nera con un fiocchetto azzurro -Buon compleanno oppa!- sorrise porgendomi il regalino.
-Ma Soonja, non dovevi.- ridacchiai.
-È una cavolata, ma mi sembrava una cosa carina, e poi è il pensiero che conta, giusto?- iniziai a disfare il fiocchetto, ma lei mi bloccò -No no! Non aprirlo ora, aprilo a casa.- mi disse un po' rossa.
-Va bene, però tu ora entra o rischierai di prenderti un malanno. Ciao Soonja.-
-Ne, ciao oppa!- mi salutò per poi entrare in casa tutta sorridente.
Non appena arrivai a casa andai subito in camera per aprire il regalo curioso di cosa fosse. Slegai il nastrino e aprii la scatolina, non appena vidi il contenuto sorrisi, era un portachiavi con un pendaglietto di Hello Kitty e uno a forma di fulmine.
"Buon compleanno oppa! Quando ho visto questo portachiavi ho pensato subito a te, so che ti piacciono molto i gatti, ed Hello Kitty è un gattino tanto tenero, il fulmine invece è perchè il mio oppa è forte e potente! Spero ti sia piaciuto, ancora tanti auguri! Soonja."
Attaccai subito il regalino alle mie chiavi di casa e poi le misi in tasca.
-Gaeddongie! Sono arrivati i tuoi amici!- mi urlò Dara dall'entrata. La raggiunsi per poi uscire insieme ai miei amici per festeggiare anche con loro.
Il giorno del debutto si avvicinò, ero agitatissimo, continuavo a provare insieme ai compagni del mio gruppo, avevo paura di sbagliare, di non piacere al pubblico. Presi il mio zaino per prendere la mia bottiglietta d'acqua e in quel momento caddero le chiavi, mi chinai a prenderle e vidi il portachiavi che mi aveva regalato Soonja, ricordai il giorno del mio compleanno e le promesse che ci eravamo fatti.
-Darò il meglio per la mia prima fan.- dissi tra me e me sorridendo.
-Forza Cheondung.- era il nome d'arte che avevo per il gruppo -Dobbiamo andare.- mi disse il leader. Mi agitai più di prima e in fretta lo seguii, mi accorsi di avere ancora le chiavi in mano così le lanciai sul mio zaino per poi correre sul palco. In quel momento non mi accorsi che il portachiavi si era rotto finendo sotto il tavolo. La mia nuova avventura era iniziata, e improvvisamente la mia nuova vita mi allontanò dalla mia vecchia vita.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


-Yah Cheondungah! Tra un po' sarà il tuo compleanno. Hai già pensato a cosa vorrai fare?- quando si trattava di festeggiare G.O era sempre il primo ad arrivare.
-Mancano ancora più di due settimane al mio compleanno, ho ancora tempo per inventarmi qualcosa.- risposi ridendo. Il mio compleanno, il giorno del mio ventiquattresimo compleanno, il tempo passava senza che me ne accorgessi. Mi persi qualche secondo a pensare a tutto quello che avevo vissuto in quegli ultimi anni. Erano passati cinque anni dal mio debutto come Cheondung degli MBLAQ. In quei cinque anni ero cresciuto come persona e come artista, avevo anche composto alcune canzoni e pubblicato ben due singoli digitali, avevo conosciuto molte persone, mi ero fatto nuovi amici e rivisto quelli vecchi. Ora avevo anche una nuova famiglia, i miei compagni, e una nuova casa, la casa discografica. Avevo vissuto esperienze uniche e indimenticabili, come il programma di Hello Baby, nessuno avrebbe potuto cancellare quei ricordi indelebili e meravigliosi che avevamo creato insieme a quei tre bambini, di tanto in tanto mi capitava di rivedere il piccolo Leo. Ricordai la mia prima esperienza da attore in "Nail Shop Paris", avevo dato tutto me stesso per il personaggio di Jin, e anche il mio primo musical insieme al leader.
-Hey, terra chiama Cheondung, pronto?- mi scosse dalla spalla facendomi tornare alla realtà -In ogni caso è il 17 settembre, hai ancora tempo, ma non ritrovarti all'ultimo secondo come sempre.- disse poco prima di uscire dalla mia camera. Il 17 settembre. Come mai quella data mi suonava familiare? Controllai in velocità la mia agenda per vedere se era il compleanno di qualcuno o se avessi qualche impegno, ma nulla. Senza darci molto bado misi via l'agenda e tornai al mio lavoro. In meno di un secondo ricordai che giorno fosse, corsi a cambiarmi e salutando tutti di fretta me ne andai in garage a prendere la macchina. Dopo pochi minuti miritrovai davanti al dormitorio della YG.
-Buongiorno!- feci uno dei miei sorrisini innocenti -Stai aspettando da molto noona?- chiesi abbassando il finestrino e notando lo sguardo tagliente di Dara.
-Ammettilo Gaeddongie, ti eri dimenticato!- mi urlò contro salendo in macchina.
-Scusa! Mi ero dimenticato di scrivermelo. Dai noona, sono solo un po' in ritardo, saranno massimo dieci minuti che aspetti.- misi in moto la macchina.
-È mezz'ora che ti aspetto!- mi diede un pugno sul braccio.
-Yah! Vuoi che facciamo un incidente?- dissi massaggiandomi il braccio, lei in risposta mi fulminò con lo sguardo.
Dara ed io ci eravamo messi d'accordo per andare a trovare nostra madre e aiutarla ad inscatolare le nostre vecchie cose. Non appena arrivammo lei ci accolse con un grandissimo abbraccio, non avevamo moltissime occasioni per vederla, ogni tanto la sentivamo al telefono, e quando finalmente potevamo andare a trovarla era una gioia immensa per tutti. Come una madre che si rispetti si lamentò per quanto eravamo magri e ci preparò un pranzo degno di un re, riso, carne, contorni e addirittura il dolce. Sia mia sorella che io ci sentivamo scoppiare per quanto avevamo mangiato. Dopo avere aiutato nostra madre a sistemare piatti e posate, andammo in camera nostra con un paio di scatoloni ognuno, non volevamo mettere via tutto, d'altronde quelle camere erano ciò di più vicino a lei che nostra mamma avesse di noi, volevamo solo dare una ripulita. I miei vecchi videogiochi, i miei quaderni di scuola, misi tutto negli scatoloni. Spolverai gli scaffali, e mentre stavo pulendo il pavimento trovai una scatola a terra sotto la scrivania, al tempo ero non poco disordinato. Probabimente era la scatolina di qualche regalo, così senza farmi molti pensieri la misi nella tasca della felpa con l'intenzione di buttarla via una volta finito il lavoro. Proprio nel momento in cui stavo sistemando il letto dopo aver cambiato le lenzuola, ci si buttò felicemente il piccolo Dadoong.
-Ma ciao anche a te.- dissi sorridendo e prendendolo in braccio -Ti sono mancato?- il micio miagolò come se avesse voluto rispondermi e cominciò a fare le fusa -Anche tu mi sei mancato tantissimo. Mi piacerebbe molto portarti al dormitorio, ma sai che G.O hyung è allergico al pelo degli animali.- mi si strusciò contro il petto miagolando triste. Nonostante la scusa di G.O fosse vera, preferivo comunque lasciarlo a casa in modo che tenesse compagnia a mia madre. A casa con lei c'era anche nostra sorella Durami, ma avere attorno Dadoong era come avere con sè una piccola parte di me.
-Sanghyun!- sentii urlare dietro di me e subito due braccia aggrapparsi a me -Perchè non mi hai detto che venivi fino a casa?- mi girai e sorrisi vedendola.
-Scusami, la prossima volta ti avviserò prima.- le scompigliai i capelli e ricambiai l'abbraccio -Come sta la mia piccola Durami?-
-Piccola, guarda che ho un anno in più di te. Comunque tutto bene! Sono felicissima di rivederti! Aspetta, ma c'è anche unnie?- come se non fossi mai stato li corse subito ad abbracciare Dara, le si buttò al collo facendola quasi cadere. Queste piccole riusnioni di famiglia erano sempre state il momento che più preferivo, mi facevano tornare come indietro nel tempo, prima che mia sorella Dara ed io diventassimo cantanti. Le mattine in cui nostra madre ci accompagnava a scuola, Durami che faceva i capricci perchè non voleva andarci, le litigate tra me e Dara per i giocattoli, le serate passate a giocare tutti insieme, le favole della buonanotte prima di andare a dormire. Mi sentivo nostalgico a ripensare a quel periodo della mia vita, sospirai con sguardo assente.
-Sanghyun, tutto bene?- nostra madre stava assistendo al momento d'affetto tra le mie sorelle -C'è qualcosa che non va?- il suo sguardo mostrava una leggera preoccupazione.
-No no tranquilla, è solo che stavo ripensando a quando eravamo piccoli e ho sentito la mancanza di certi momenti.- sorrisi rassicurandola.
-Sanghyunah, per quanto anche a me manchino gli anni passati, ora hai una vita spettacolare, te la sei guadagnata con il duro lavoro, non lasciartela rovinare dai ricordi, pensa invece a crearne di nuovi.- mi accarezzò la schiena come faceva quando da piccolo ero triste -Ora aiutami a staccare Durami da Dara, o rimarrai senza una sorella.- disse ridendo.
-Beh, una sorella rompi scatole in meno.- risposi sussurrando.
-Yah! Guarda che ti ho sentito!- urlò Dara dimendandosi cercando di liberarsi dalla stretta della sorellina. Scoppiammo tutti a ridere, nemmeno in famiglia riuscivamo ad essere delle persone normali.
Per quel giorno non avevamo alcun impegno, così decidemmo di trattenerci anche per cena, per poter passare più tempo possibile tutti insieme. Ovviamente nemmeno durante la cena ci fu un momento di serietà, soprattutto quando Dadoong attaccò Durami per avere un po' di pesce, lei urlò per lo spavento terrorizzando il povero micio tanto da farlo scappare sotto la mia sedia, non avevo mai visto Dadoong così impaurito. Una volta finito di mangiare ci sedemmo tutti in salotto a guardare vecchi filmini di quando eravamo più piccoli, i primi passi, le prime parole.
-Bene.- dissi sospirando -Ora noi dobbiamo andare, o ci daranno per dispersi.- diedi un ultimo bacio a nostra madre e a Durami, nonostante sorridessero sapevo bene che dentro non volevano che ce ne andassimo.
-Tornate presto.- disse Durami con voce spezzata.
-Aigoo, questa piccola impertinente.- Dara le scompigliò i capelli ridendo -Certo che torneremo presto, ti sei forse dimenticata che tra un po' è il compleanno di tuo fratello?- lei scosse la testa senza dire nulla per poi sparire in camera, era sempre stata una ragazza molto emotiva. Salutammo un'ultima volta e salimmo in macchina, nessuno disse nulla durante il tragitto per il ritorno. Riportai Dara al dormitorio della YG e tornai al mio di dormitorio, i ragazzi stavano facendo ognuno gli affari propri, così mi limitai a salutare e andare in camera mia. Sapevano benissimo come stavo dopo essere stato dalla mia famiglia, quanto mi mancassero, d'altronde la stessa cosa valeva anche per loro. Forse quello era l'unico punto a sfavore di quella vita così ricca di esperienze, il doversi allontanare dai propri cari e dalla propria vita di un tempo. Mi buttai a letto di peso, presi il mio iPod e le cuffie e con la musica al massimo chiusi gli occhi, avevo bisogno di totalmente da solo, e senza accorgermene mi addormentai vestito. Come mi girai su un fianco mi caddero le cuffie rimanendo attorno al collo, e dalla tasca della felpa cadde la scatolina che mi ero dimenticato di buttare via.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


Il giorno dopo mi alzai presto per andare a correre in riva al fiume Han, non si poteva mai sapere quando l'agenzia ci avrebbe fatto fare un comeback, perciò mi tenevo sempre pronto e ben allenato. Presi le cuffie e uscii senza svegliare nessuno, l'ultima volta che per sbaglio avevo svegliato Joon chiudendo troppo forte la porta mi aspettò a casa con uno sguardo da killer pronto ad uccidermi. Nonostante fosse metà settembre, il sole era ancora capace di scaldare l'aria illuminando il cielo con la sua potente luce, mi misi il cappello, gli occhiali da sole e tirai su il cappuccio, non che non volessi incontrare fan o altro, ma preferivo non fare foto mentre correvo sudato. La musica mi aiutava a darmi il ritmo, corsi per un paio d'ore per poi fare una pausa, ogni volta mi dimenticavo di portarmi via una bottiglietta d'acqua, ma non sapevo mai dove metterla poi, mica potevo tenermela in mano mentre correvo. Mi sdraiai su una panchina fissando il cielo, avrei pagato oro per una piccola nuvola che mi donasse la sua ombra, invece il sole risplendeva su tutta Seoul, ogni strada, ogni parco, gli unici posti all'ombra erano sotto gli alberi o ai lati dei tantissimi palazzi. Ancora una volta mi persi nei miei pensieri cullato dalla musica del mio iPod, ricordi di quegli anni che erano la mia infanzia e la mia adolcescenza. Non capivo il perchè, ma quando si avvicinava la data del mio compleanno mi ritrovavo sempre il questi pensieri così nostalgici, e più ci pensavo, più sentivo che qualcosa mancava, un tassello del puzzle era sparito da sotto il mio naso, una volta arrivai addirittura a pensare che gli alieni mi avessero rapito e cancellato quel dettaglio dalla mia memoria. Succedeva ogni anno da quando avevo debuttato, ogni anno sentivo questo vuoto, era anche per questo che in questo periodo di solito andavo a fare visita a casa, speravo che tornando mi tornasse alla memoria ciò che mi sfuggiva, ma nulla, il vuoto assoluto.
Dopo una mezz'oretta ripresi la mia corsa, tornaia casa poco prima dell'ora di pranzo. Quando arrivai andai subito in bagno per farmi una doccia rinfrescante. Quando uscii mi ritrovai il leader sulla porta con uno sguardo da rimprovero.
-Cheondungah, devi stare più attento ai regali delle tue fan.- mi porse la scatolina nera che avevo trovato a casa mia -Questa mattina volevo chiederti in prestito le cuffie visto che le mie si sono rotte, sono entrato in camera tua e ho trovato questa praticamente sotto il letto.- guardai la scatola interrogativo. Come poteva essere di una mia fan? Se era a casa mia vuol dire che mi era stata data prima del debutto. Credevo di averla anche buttata, forse me ne ero dimenticato -Questo ragazzino, solo perchè stai diventando più grande ti senti più figo?- mi diede un colpetto in testa facendomi notare che indossavo ancora solo l'asciugamano attorno alla vita e ridendo raggiunse gli altri in cucina. Andai in camera per vestirmi, ma prima volevo sapere cosa c'era in quella scatola, anche se dal peso sembrava essere vuota. La aprii e lessi il biglietto che c'era dentro, ancora non riuscivo a capire, era firmato "Soonja" ma allora come era finito a casa di mia madre? Mi vestii e ancora pensieroso raggiunsi gli altri per pranzare.
-Hoy hyung, che succede?- chiese Mir iniziando a mangiare.
-Stavo pensando alla scatolina che mi ha appena dato Seungho hyung.-
-Perché? C'è scritto sul biglietto che è di una tua fan.-
-Si si, ma quello che non capisco è che quella scatolina l'ho trovata ieri nella mia camera a casa mia. Non è possibile che sia di una mia fan, al tempo dovevo ancora debuttare.-
-Non è che hai portato i vari regali che ti hanno fatto in questi anni a casa tua?- chiese G.O. Certo anche la sua ipotesi era possibile, forse mi ero dimenticato di averli portati la, ma a dirsi dalla polvere sulla scatolina doveva essere sotto la scrivania da parecchio tempo. Scossi la testa, non mi sembrava ancora una spiegazione logica abbastanza valida. Joon la prese per leggere il contenuto del bigliettino.
-Qui parla di un portachiavi con un ciondolo di Hello Kitty e uno a forma di fulmine, ma non ti ho mai visto con quel portachiavi.- disse curioso. Nemmeno io ne avevo ricordo, poteva essere che lo avessi regalato a Durami, ma non era da me dare via uno dei regali delle mie fan -Forse non c'entrerà nulla, ma mi puoi spiegare da dove è venuto fuori il nome Soonja?- era così che si chiamavano le mie fan, tutto da quando nel programma Sesame Palyer scherzando mi ero seduto in una di quelle macchinine a gettoni per bambini con a fianco Hello Kitty, in quel momento feci finta che fosse la mia ragazza e la chiamai inconsciamente Soonja.
-Come le ultime mille volte che me lo hai chiesto, non lo so hyung, ho detto un nome a caso, il primo che mi era passato per la tes- improvvisamente sentii qualcosa contro la mia caviglia, stava strisciando, abbassai la testa e vidi il serpente di Mir -Yah!- feci un salto dalla sedia finendo dall'altra parte della stanza -Diamine Mir, non la puoi chiudere la tua camera?- dissi ancora con il fiatone per lo spavento.
-Hey birbantello, quante volte ti ho detto di rimanere in camera perché lo hyung ha paura di te? Dai, ti riporto indietro.- disse Mir al suo animaletto che se parlasse ad un bambino. Nemmeno mi ascoltava, prima o poi lo avrei ucciso per tutti gli infarti che mi faceva venire a causa di quel suo dannato serpente. Ripresi biglietto e scatolina e me ne tornai in camera mia, mi era passata la fame, per fortuna c'era sempre qualcuno disposto a finire quello che gli altri lasciavano. Mi buttai sul letto profondando con la testa sul cuscino. E se quel regalo avesse a che fare con quel buco nei miei ricordi? Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare quella possibilità che G.O entrò in camera per buttarmi giù dal letto. Tempo prima gli avevo promesso che avremmo provato a scrivere e registrare qualche canzone, non c'ero proprio con la testa, qualsiasi cosa sembrava entrarmi da un orecchio e uscirmi dall'altro.
Le settimane dopo riuscii a liberare un po' la mente grazie ai vari impegni del gruppo, era pur sempre una valvola di sfogo. Arrivò il giorno del mio compleanno, e per non dover organizzare cose troppo in grande, decisi di andare al bowling con i ragazzi. Il locale era veramente bello, all'entrata c'era il bar e un piccolo ristorante, poi c'erano tutte le piste per giocare. Le luci era al neon e creavano un bellissimo effetto con i vestiti dei giocatori, proprio per quello io avevo indossato una maglia bianca, dei jeans strappati e le scarpe più fluo che avessi nell'armadio, sembravo un lightstick vivente. Prima di prendere posto in una delle tante piste, ci prendemmo qualcosa da bere per non morire di sete mentre giocavamo.
-Bene, direi che al vincitore di questa sera Cheondung pagherà la cena.- disse Joon tirando e facendo subito uno split.
-Già da come sei partito abbiamo capito che tu dovrai pagartela la cena.- dissi ridendo -Ma mettendo il caso che vinca io?-
-In quel caso saremo noi a pagarla per te, qualsiasi cosa tu voglia.- rispose Seungho pronto al lancio -Però sappiamo benissimo che sarò io a vincere.- ridacchiò facendo uno strike. Io ero l'ultimo nella successione. Ormai la sfida era aperta, e ognuno aveva il desiderio di vincere, vedere gli MBLAQ in competizione era come vedere una guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud, non rimaneva prigionieri ma solo vittime. La parita iniziò come al solito, Seungho in vantaggio e Joon in svantaggio, ma piano piano anche G.O, Mir ed io cominciammo la risalita. Verso metà partita la sfida sembrava essere tra Seungho e G.O, poi arrivai io pronto a spodestare io due pretendenti alla corona, mi serviva solamente uno spare e infine uno strike per vincere. Mi preparai al tiro, mi concentrai dosando la forza nelle braccia, intanto gli altri cercavano di distrarmi urlandomi dietro qualsiasi cavolata gli veniva in mente, ma io riuscivo solamente a sentire la musica che davano nel locale e il battito del mio cuore. Era una questione di orgoglio personale, non potevo permettermi di perdere il giorno del mio compleanno. Presi un bel respiro e tirai colpendo sei birilli tutti su un lato, l'occasione adatta per lo spare che stavo aspettando. Mi preparai per il secondo e speravo penultimo tiro, sentivo già la vittoria in tasca e i portafogli dei miei compagni piangere. Poco prima che tirassi sentii un rumore dietro di me e girandomi fulminai Joon, il quale voleva spaventarmi nel momento in cui avrei tirato per farmi sbagliare, così torno al suo posto zitto zitto. Tornai a fissare quei quattro birilli che dovevo assolutamente colpire, presi di nuovo un respiro profondo e lanciai, la palla stava per uscire, ma senza sapere come, riuscii a darle un effetto facendola curvare e buttare giù i birilli rimasti.
-Evvai!- esultai felice sentendomi già vincitore.
-Hey hey hey, guarda che se vuoi vincere ed evitare così di pagare la cena sia a me che a G.O dovrai fare uno strike ora.- disse Seungho sorridendo soddisfatto, lui e lo hyung erano primi a parimerito per il momento. Presi la palla, mi concentrai. Davanti a me c'erano solo quei dieci birilli pronti a cadere e a rendermi vincitore, dovevo solo lanciare loro la palla. Presi la rincorsa e tirai come un vero professionista americano. Anche questa volta la mia abilità nascosta nel dare l'effetto alla palla mi aveva salvato donandomi un meraviglioso strike.
-Strike!- stavo per urlare ma la voce di un'altra persona mi aveva piacevolmente sorpreso, la voce di una ragazza, così mi girai in cerca di colei che aveva urlato e la vidi. In un primo momento non la riconobbi, ma poi capii perfettamente chi fosse e un sorriso incredulo si venne a creare sul mio viso.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Mi girai in cerca di quella ragazza che aveva fatto strike nello stesso medesimo istante del mio, e quando la vidi rimasi stupito nel vederla.
-IU!- urlai facendomi sentire da lei, a causa delle luci non ero riuscito subito a riconoscerla -Come stai?- andai ad abbracciarla.
-Sanghyun! Tutto bene, e tu? Che ci fai qua?- ricambiò l'abbraccio.
-Sono qui con i miei compagni. Non dirmi che non ti ricordi che giorno è oggi.- dissi fingendo di fare l'offeso. Lei ci pensò per qualche minuto -Yah! Sul serio te lo sei dimenticata? E tu
dovresti essere la mia migliore amica?- lei fece spallucce per poi iniziare a ridere.

-Yah Sanghyunah, secondo te mi dimentico del compleanno del mio migliore amico? Tanti auguri vecchio mio!- mi diede un bacio sulla guancia. IU era la mia migliore amica da moltissimo tempo, insieme ad un altro nostro amico eravamo un trio perfetto. Vista la nostra passione per la musica, noi due avevamo messo alcune nostre cover cantate su YouTube quando eravamo più giovani. Non per nulla anche lei era diventata una cantante, aveva debuttato un anno prima di me.
-Allora, che mi racconti? Come va la vita da idol?- chiese lei ridacchiando.
-Solo perché hai debuttato un anno prima di me non crederti più esperta di me.- risposi dandole un colpetto in testa -Comunque tutto bene. Hai sentito Sunggu di recente? Anche lui è riuscito a debuttare alla fine.-
-Già, beh, ormai potremmo fare un gruppo a parte noi tre insieme!- entrambi scoppiammo a ridere -Come passa il tempo, fino a sei anni fa aveva tutti lo stesso sogno, e ora finalmente lo abbiamo realizzato. Oh, e complimenti per il tuo nuovo singolo digitale.- mi fece l'occhiolino.
-L'hai sentito? Mi fa piacere che sia piaciuto anche a te, anche Sunggu mi ha fatto i complimenti.- sorrisi felice, sapere che anche secondo i miei due migliori amici avevo fatto un buon lavoro con "Monster" mi rendeva fiero del mio lavoro.
-Direi che sei pronto per un tuo album da solista.- disse lei annuendo.
-Per quello dovrò aspettare ancora un po'.- ridacchiai -Non è facile convincere i piani alti nonstante abbia già alcune canzoni pronte.-
-Se mai ti dovesse servire una mano per convincerli- fece il pugno con una mano.
-Non chiamerei di sicuro te!- la interruppi piegandomi in due dal ridere e ricevendo un pugno sulla spalla.
Visto che lei si trovava li con dei suoi amici non si aggiunse a noi per la cena, così ci salutammo praticamente subito. Anche se, grazie alla mia vittoria a bowling, i ragazzi mi avrebbero pagato la cena, decisi di andare in uno di quei chioschetti che si trovano per le strade poco trafficate, la probabilità di trovare fan in un posto del genere era estremamente bassa. La signora proprietaria del chioschetto ci portò il pollo in un lampo, insieme alle bottiglie di Soju che si erano ordinati gli altri, io preferii della Coca Cola. Spesso mi chiedevano perchè non bevessi alcool, anche quando parteciapai alla festa per il music video di "Do You Love Me" delle 2NE1, mentre mia sorella Dara bevve un bicchiero bello grande di birra io rifiutai. Non che fossi astemio, ma preferivo non bere, e poi serviva qualcuno di sobrio alla guida per il ritorno al dormitorio. Ci divertimmo veramente tanto, Mir aveva addirittura alzato un po' troppo il gomito e Joon hyung lo prendeva in giro imitandolo, sembrava di rivederlo nel suo film quando si dichiarava al manichino, io e gli hyung non riuscivamo a smettere di ridere.
-Yah, io non sono ubriaco.- disse Mir con una faccia poco convincente.
-Certo Mir, certo.- gli diedi una pacca sulla spalla facendogli per sbaglio sbattere la testa sul tavolo -Oddio, questo appena si alzerà dalla sedia cadrà come un sacco di patate.- dissi controllando che non avesse perso i sensi per la botta.
-Non si reggerà in piedi da tanto che ha bevuto.- disse Seungho a braccia conserte -Dovremmo portarlo fino alla macchina e in camera di peso.-
-Certo che se beve così tanto ai compleanni degli altri non oso immaginare quanto berrà al suo.- ci fu un momento di silenzio e uno scambio di sguardi quasi inquietante, nel frattempo Mir stava ondeggiando come mezzo addormentato. Di sicuro quello sarebbe stato un metodo perfetto per rimettere qualsiasi cosa avesse mangiato o bevuto, perciò tenendolo per la spalla lo fermai appena in tempo, il suo colorito stava già cambiando colore.
Quella sera tornammo a casa molto tardi, ma solo perché sapevamo di non avere impegni il giorno dopo, l'agenzia aveva fatto debuttare un nuovo gruppo maschile il giorno prima del mio compleanno, perciò sarebbe stata occupata per qualche giorno per le promozioni e i programmi televisivi. Al contrario dei miei compagni, i quali rimasero a letto a dormire tutto il giorno, solo Seungho si alzavò occasionalmente per andare a spulciare nel frigo, io mi svegliai verso l'ora di pranzo per prepararmi, dovevo pur festeggiare anche con la mia famiglia. Passai a prendere Dara e arrivammo a casa, questa volta avevo prontamente avvisato Durami, mancava solo che stendesse il tappeto rosso per il nostro arrivo. Non ci fece nemmeno mettere piede in casa che si lanciò ad abbracciarci entrambi. A nostra madre avevamo detto che saremmo arrivati per l'ora di cena, ma visto il largo anticipo impiegammo il pomeriggio per preparare il dolce per il dopo cena, una semplice ma buonissima torta al cioccolato con panna e, ovviamente, fragole, il frigo ne era sempre provvisto per il mio compleanno, che fosse o meno stagione. Non avevo mai visto tanta farina volare per la cucina come quando se la lanciavano Durami e Dara, ovviamente fecero in modo che io fossi in mezzo riempiendomi così di farina, in risposta iniziai a sporcarle di panna, nostra madre rideva felice osservandoci, non volevamo che si stancasse cos' lei ci diceva solo cosa dovevamo fare senza fare nulla. Per sua sventura, Dadoong aveva deciso di avventurarsi in cucina per cabire cosa fosse tutto quel trambusto, così venne colpito sia dalla farina che dalla panna. In un nanosecondo scappò subito via impaurito e per lavarsi via il tutto, ma per quanto avesse leccato non sarebbe bastato, avremmo dovuto portarlo alla toelettatura per fargli riavere il suo bel pelo folto e pulito.
Diedi un'occhiata fuori dalla finestra -Le giornate cominciano ad essere sempre più corte.- dissi guardando il cielo che sfumava dal rosso del tramonto al blu della notte. Le nuvole sembravano piccoli batuffoli impregnati del colore dei raggi del sole, alcune stelle cominciavano a mostrarsi riscattando il loro posto nel cielo notturno. Improvvisamente qualcosa, o meglio, qualcuno catturò il mio sguardo, una ragazza giovane, più giovane di me, stava passando davanti a casa nostra, i capelli lunghi raccolti in una coda alta, indossava dei jeans e una felpa forse un po' troppo grande per lei, alle orecchie gli auricolari che finivano nella tasca posteriore dei pantaloni, andava a passo spedito, sul viso un sorriso in grado di far dimenticare qualsiasi pensiero negativo, occhi vispi e attenti a qualsiasi dettaglio di ciò che la circondava. Era una ragazza veramente molto carina, ma ciò che mi lasciava perplesso era un altro suo aspetto. Perché sentivo come la sensazione di conoscerla? Non aveva un viso comune, ma mi sembrava estremamente familiare -Chi è quella ragazza?- chiesi quasi senza nemmeno pensarci. Venni totalmente ignorato dalle mie sorelle, le quali preferivano continuare a tirarsi la farina. Nostra madre invece si affacciò alla finestra curiosa. Dopo aver visto quella ragazza scgranò gli occhi.
-Aigoo.- esclamò andando in salotto e tirando fuori cinque buste -Mi dispiace tantissimo, mi sono sempre dimenticata di dartele. Meglio tardi che mai.- me le porse sorridendo. Subito non capii cosa quelle lettere potessero c'entrare con quella ragazza, le buste riportavano tutte la data dei miei ultimi cinque compleanni. Ne aprii una, era scritta a mano, sembrava essere stata scritta da una bimba, o almeno così era la prima, quelle dopo riportavano tutte una scrittura un po' più matura rispetto alla precedente. La sorpresa arrivò alla fine, erano firmate tutte "Soonja", solo in quel momento notai che era la stessa scrittura del biglietto nella scatolina, solo in quel momento capii, solo in quel momento capii chi fosse quella ragazza.
-Soonja!- urlai spaventando Durami e Dara.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


In quel momento ricordai chi fosse quella ragazza.
-Soonja?- chiese stupita Dara -Aspetta. Soonja non era quella ragazzina che ti stava sempre attaccata?-
-Si.- sorrise Durami -Ogni anno ti ha lasciato una lettera per il compleanno.- concluse mettendo in frigo il risultato di quella guerra di farina. Sfogliai quelle cinque lettere, lessi in velocità tutto ciò che mi aveva scritto in quegli anni, di punto in bianco ricordai quel compleanno di cinque anni fa, il pomeriggio passato con Soonja, ma soprattutto le promesse che ci eravamo fatti. In un secondo mi sentii il mondo crollare addosso, Seungho aveva ragione, come avevo potuto trattare in questo modo la mia prima e più importante fan? Avevo addirittura perso il suo regalo pochi giorni dopo senza essermene accorto, mi sentivo un mostro, mi sentivo malissimo. Mi buttai di peso sul divano, il mio sguardo era perso nel vuoto, spento. Nostra madre corse subito da me preoccupata, e con lei anche Durami, probabilmente non mi aveva mai visto così sconvolto. Mia sorella Dara invece sembrava persa nel suo mondo tanto quanto me. Una sensazione orribile si stava impossessando del mio stomaco, lo stava logorando, e piano saliva verso il cuore. Ancora non potevo crederci, era proprio lei quel ricordo che avevo erroneamente cancellato dalla mia mente, quella ragazza alla quale avevo voluto bene come fosse la mia terza sorellina. Non capivo come era potuto accadere, certo, molte cose erano cambiate dopo il mio debutto, ma dimenticarsi di una persona così, da un giorno all'altro non era umanamente possibile. Scossi la testa, che diavolo stavo facendo? Non tutto era perduto, mi era stata concessa un'altra possibilità, un'altra opportunità, non dovevo assolutamente sprecarla rimanendo seduto ad autocommiserarmi, ad infliggermi pene che di sicuro non mi avrebbero aiutato a sistemare la situazione. Mi alzai dal divano e con un sorriso stampato sul viso, capace di rassicurare e tranquillizzare nostra madre, corsi fuori di casa in cerca di Soonja. Dovevo trovarla e rimediare al mio errore. Correvo come un disperato urlando il suo nome, probabilmente molte persone mi presero per uno squilibrato, ma non mi importava, l'unica cosa alla quale stavo pensando era lei, quella dolce ragazzina che un tempo mi seguiva ovunque andassi pronta a sostenermi in tutto quello che facevo. Già fisicamente mi era sembrata un'altra ragazza, non l'avevo nemmeno riconosciuta, ero curioso di scoprire se anche il suo modo di essere, se il suo carattere fosse cambiato, ma di una cosa ero sicuro, quel sorriso solare e sereno, quel sorriso poteva essere solo che il suo e non sarebbe mai cambiato.
Non riuscivo a pensare ad altro, cosa mi avrebbe detto una volta rivisto? Mi avrebbe riconosciuto? Era sul serio diventata una nostra fan? Una mia fan? Una miriade di domande stava occupando la mia mente turbinando senza un senso logico, finché non la sentii.
-Oppa!- mi girai di scatto e il mio sorriso si allargò, l'avevo trovata, mi aveva trovato, si trovava davanti a me, anche se ancora per poco. Due secondi dopo mi ritrovai già con le sue braccia attorno al mio collo, la strinsi forte ai fianchi alzandola appena, era esattamente come me la ricordavo, una ragazza vivace e gioiosa, differiva solo per qualche dettaglio dovuto naturalmente alla crescita.
-Oddio Soonja, non sai quanto sia bello rivederti dopo così tanto tempo!- dissi rimettendola a terra -Voglio subito scusarmi per essermi fatto vivo solo ora, ma in mia difesa dico che mia madre non mi ha dato le tue lettere, e poi il portachiavi si era rotto e non l'ho più trovato e poi- la sua risata bloccò quel mio flusso di coscienza, era meravigliosa, spontanea.
-Oppa, stai tranquillo, non sono più quella bimba di quattordici anni che conoscevi, sono cresciuta, e posso capire la tua situazione.- sorrise dolce -Non ti devi preoccupare.-
Sorrisi felice sollevato dalle sue parole -Ma togliomi una curiosità.- mi avvicinai scrutando il suo viso con un'espressione quasi seria -Sei veramente diventata una nostra fan?-
-Ehm...- abbassò lo sguardo torturandosi le mani -Se ti dicessi di si mi faresti la manicure gratis?-mi guardò con un faccino da cucciolo che mi riportò ai vecchi tempi, ma poi non riuscì più a trattenenersi ed iniziò a ridere, a quanto pare aveva anche visto il mio drama -Aspetta, te lo hanno regalato il costume da orsacchiotto gigante pervertito? O hai preferito tenerti gli slip rosa? Erano in tinta con i tuoi capelli,- non solo aveva seguito praticamente qualsiasi programma avessi fatto, mi prendeva anche in giro -Sai, ti donava il completo da ballerino classico, anche se come stava a Lee Joon ispirava molto di più.- concluse con un sorrisino compiaciuto che non avevo mai visto sul suo viso.
-Wowowo, un secondo. Per prima cosa, da quando prendi in giro il tuo oppa?- dissi dandole un colpetto sulla fronte -Secondo, cosa ispirerebbe Joon hyung vestito da ballerino?- chiesi come se la stessi rimproverando.
-Ispira tutto ciò che ha fatto nel suo film.- rispose sempre con quel sorrisino. Senza rendermene conto avvampai all'improvviso, non ero abituato a sentirla parlare di certi argomenti, o a collegare certi pensieri a lei. Per me era ancora quella dolce bambina che conoscevo, ma forse era giunto il momento di cancellare quell'immagine pura che avevo di lei, era cresciuta, e guardandola bene, non solo anagraficamente e mentalmente. Dovevo ametterlo, in quei cinque anni Soonja sembrava aver capito a pieno il significato della parola "Pubertà", il suo corpo si era sviluppato, i fianchi stretti e il seno più abbondante le donavano delle curve molto sinuose, anche se il sorriso era sempre lo stesso, le labbra erano più carnose, davano la sensazione di essere molto morbide.
-Tu mi stai dicendo che hai visto il suo film?- chiesi tornando alla realtà stupito -Sei piccola per certi film!-
-Oppa, ho diciannove anni, non sono più piccola. Non dirmi che pensi che non abbia ancora dato il mio primo bacio.- cominciò a ridere, io rimasi a guardarla senza dire nulla -Lo pensi sul serio?- sospirò sorridendo.
-Sei veramente cambiata, dove è finita quella dolce ragazza che aveva occhi solo che per il suo oppa?- ridacchiai ricevendo un pugno sul braccio.
Saremmo potuti rimanere li a parlare tutta la notte, ma dovevamo assolutamente tornare a casa per non rischiare l'ira delle nostre rispettive famiglie, così ci demmo appuntamento per colazione la mattina dopo. Tornai a casa, e dopo aver cenato e mangiato la torta, tornai a casa insieme a Dara. Sul mio volto avevo stampato un sorriso che difficilmente se ne sarebbe andato via, sentivo di aver aggiustato ciò che era stato rotto. Il giorno dopo mi svegliai presto per potermi fare una doccia veloce, e naturalmente la mia euforia incuriosì i miei hyung.
-Non fai colazione con noi?- chiese G.O sedendosi al tavolo.
-No, ho un appuntamento per colazione.- risposi tutto sorridente.
-Con chi?- la curiosità di Joon hyung era palesemente visibile.
-Presto ve la presenterò. Ora scappo, ciao!- e uscii non vedendo l'ora di rivederla. Arrivai al bar in leggero anticipo, così ordinai già qualcosa da mangiare che le sarebbe di sicuro piaciuto.
-Eccomi!- entrò dentro al bar con un po' di fiatone -Spero di non averti fatto aspettare troppo.-
-Figurati.- dissi sorridendo -Sono appena arrivato anche io.Ti ho preso una brioches con la crema alla nocciola.- indicai il piattino sul tavolo.
-Vedo che i miei gusti non li hai dimenticati.- ridacchiò sedendosi. Ci raccontammo tutto ciò che avevamo fatto durante quel periodo. Io non avevo poi molto da raccontare che non sapesse già, gran parte della mia vita era pubblica e ciò che facevo in privato era dormire e mangiare, mentre lei non la smetteva di parlare, mi domandavo come fosse possibile che tutto ciò le fosse accaduto in soli cinque anni. Aveva viaggiato molto, Egitto, America, Europa, un po' la invidiavo, aveva visitato moltissimi posti nuovi, fatto esperienze memorabili. Più mostrava il suo entusiasmo nel narrarmi le sue avventure, più mi incantavo a guardarla. Riuscivo finalmente a guardarla con occhi diversi, la vedevo più matura, più donna, da carina e tenera ed una bella ragazza. Essere li con lei dopo tutti quegli anni mi riempiva il cuore di gioia, per quanto li avessi dimenticati per tutto quel tempo, i ricordi che avevo creato con lei erano i più belli, i più nostalgici. Però anche in me qualcosa era cambiato, ogni volta che mi sorrideva sentivo come un colpo allo stomaco, le mani mi sudavano e tremavano un poco. Ero consapevole che di ciò che mi stava succedendo, d'altronde le volevo si bene come fosse mia sorella, ma non lo era.
-Quindi ora studi all'università di Seoul? Allora sarà ancora più semplice vedersi ora.- tutto d'un tratto i ruoli sembravano essersi invertiti, io il ragazzo tutto preso e lei la ragazza intenerita dalle mie attenzioni -Vivi in un appartamento?- chiesi curioso e felice, non l'avrei più lasciata scappare, le sarei rimasto a fianco e chissà, forse sarebbe nato qualcosa.
-Si, vivo in un appartamento doppio, proprio vicino all'università.- rispose lei finendo la sua brioches. Un po' di crema le era rimasta all'angolo della bocca, così la leccò via inumidendo leggermente le labbra, non riuscivo a distogliere lo sguardo, sembrava mi stessero chiamando.
-Quindi avrai una coinquilina, è anche lei una nostra fan?- dissi tornando in me e sorridendo.
-Non esattamente.- in quel momento entrò nel bar un ragazzo, si stava dirigendo verso il nostro tavolo -Lui è il mio coinquilino.- la guardai sorpreso. Un ragazzo?
-Suvvia, non chiamarmi coinquilino.- disse lui sorridendo -Sono il suo ragazzo.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


-Lui è Lee Sunggi, il mio ragazzo.- disse lei sorridendo e tenendolo stretto per mano.
-Piacere, io sono-
-So benissimo chi sei, sei uno dei cantanti del suo gruppo preferito. Park... Cheondung?-
-Cheondung è il mio nome d'arte, mi chiamo Park Sanghyun.- dissi accennando un sorriso. La prima impressione che ebbi di Sunggi non fu delle migliori, sembrava tanto uno sbruffone, però mi fidavo del giudizio di Soonja, magari dovevo solo conoscerlo un po' meglio. In ogni caso, dal momento che lei pronunciò quella semplice parola, tutta la mia felicità sembrò volare come piume al vento. Me lo sarei dovuto aspettare, era inevitabile che una ragazza bella come lei avesse i suoi corteggiatori, di sicuro non mi aveva aspettato con le mani in mano e si stava costruendo una vita tutta sua.
-Visto? Non ci ero andato poi così lontano.- disse ridendo e dandomi una pacca sulla spalla -Posso aggiungermi a voi? Giusto il tempo di un caffè e poi vi lascio di nuovo ai vostri racconti da vecchi amici.- senza aspettare una risposta se ne andò ad ordinare al bancone.
-Scusami, non pensavo sarebbe venuto sul serio a controllare. Sai, è un ragazzo molto geloso.- ridacchiò dolcemente abbassando la voce.
-Anche io avrei paura di qualsiasi ragazzo se avessi una ragazza bella come te.- solo dopo mi accorsi di averlo detto a voce alta, arrossii distogliendo lo sguardo.
-Cosa?- per fortuna non aveva sentito ciò che avevo appena detto.
-Eccomi qua.- disse Sunggi tornando al tavolo con due bicchieri di caffè -Ne ho preso uno anche per te, tesoro.- disse lasciandole un bacino sulla guancia.
-Oh, ehm... grazie, ma per il momento sono a posto, lo berrò dopo.- rispose lei un po' imbarazzata. Rimase li con noi per una mezz'oretta, lo conobbi un po' meglio, ma ciò che pensavo di lui non era affatto cambiato. Aveva la stessa età di Soonja, ma non andava all'università, aveva terminato i suoi studi al liceo e al momento lavorava come fattorino per alcuni ristoranti. Più ci parlavo e più non capivo cosa ci trovasse lei in lui, erano completamente l'uno l'opposto dell'altra, e di certo non gli opposti che si attraggono. Come potevano convivere sotto lo stesso tetto due persone del genere? Come potevano essersi innamorati?
-Bene ragazzi, il lavoro mi chiama.- si alzò prendendo la sua giacca -Oh, prima che mi dimentichi, ho prenotato al ristorante messicano per questa sera. Tutte specialità piccanti per la mia piccante ragazza.- le fece l'occhiolino, lei sospirò annuendo -Ciao Sanghyun, ciao tesoro.- e le lasciò un veloce bacio a stampo per poi andarsene. Nel momento in cui uscì, guardai serio Soonja dritta negli occhi.
-Ora spiegami come fa quel Lee Sunggi ad essere il tuo ragazzo. Insomma, non sa nemmeno le cose basilari su di te, che non ti piace il caffè, oppure che non riesci a mangiare il cibo piccante.-
-Queste non sono cose che ti devono ineteressare.- mi rispose visibilmente seccata guardando il bicchiere di caffè ormai freddo.
-Ma per favore, quel ragazzo non è assolutamente il tipo giusto per te, finirà solamente con il farti soffrire.-
-Intendi dire come hai fatto tu?- a quelle parole mi sentii il cuore trafitto da una lama -Chi sei tu per giudicarlo quando proprio tu sei stato il primo a ferirmi?- i suoi occhi avrebbero potuto lanciare raggi laser da quanto era furiosa, ma si limitarono a far cadere qualche lacrima -Ti è bastato niente per dimenticarti di me, ora finalmente capisco quanto tenevi a me, e io illusa che pensavo sempre a te e a come farti stare bene, a come renderti felice. Probabilmente mi vedevi semplicemente come una bimba appiccicosa, sempre attaccata a te!-
-Questo non è assolutamente vero! Per me eri come una sorella minore.-
-Allora spero per Dara, ma soprattutto per Durami, che questo non succeda anche a loro. E si, su questo hai ragione, ero.- e se ne andò lasciando sul tavolo i soldi per la brioches.
Mi ci volle un secondo, dopo che Soonja uscì dal bar, per impazzire, la vista mi si annebbiò, la mente si affollò di pensieri, per di più critiche nei confronti suoi ma anche miei. Per quanto rimanessi del mio parere che Sunggi non era il ragazzo adatto a lei, riconoscevo che anche lei aveva ragione, non avevo alcun diritto di giudicarlo dopo quello che io stesso le avevo fatto. Per quante scuse potessi trovare, il fatto che mia madre non mi aveva dato le sue lettere in quegli anni, il portachiavi, i vari impegni da idol, qualsiasi pretesa inventassi, ciò che le avevo fatto era inumano. Stavo per dare un pugno sul tavolino quando mi accorsi che alcune ragazze mi avevano riconosciuto, così indossai gli occhiali da sole e tornai in fretta al dormitorio. Una volta arrivato non guardai in faccia nessuno, mi limitai a salutare con un cenno della testa per poi andarmene dritto in camera mia. Anche se quel momento di solitudine sarebbe durato gran poco, visto che ognuno capiva benissimo quando qualcuno di noi cinque stava male, mi sfogai il prima possibile, diedi calci all'armadio, pugni sul materasso, finchè non urlai come liberazione. I ragazzi arrivarono in fretta in camera per chiedermi che cosa mi aveva preso, cosa mi avessero fatto quei mobili per averli picchiati. Per quanto stessero cercando di calmarmi con qualche battuta, non ero per niente dell'umore giusto, in più dovevo stare attento a quello che dicevo, in quelle condizioni avrei potuto dire cose spiacevoli e ferire qualcuno. Ripresi un po' di calma per poter spiegare quale era la situazione, in che guaio mi ero cacciato.
-Tutto qua? Era questo ciò che ti stava affliggendo il cuore in codella maniera?- disse Seungho prendendomi in giro, lo guardai con uno sguardo più accigliato che mai -Guarda che la soluzione è più semplice di quello che pensi.- concluse scambiandosi uno sguardo d'intesa con G.O, il quale la mia borsa in cerca del telefono e me lo porse.
-Chiamala e chiedigli scusa.- disse G.O sorridendo -Alle ragazze fa piacere quando ammetti i tuoi errori. Secondo noi, se la chiami e iniziando con le scuse ne parlate, sistemerete tutto, come se nulla fosse accaduto.- la sua mano era davanti a me, mi porgeva il mio telefono. Presi un respiro profondo e una volta composto il numero sentii l'ansia salire ad ogni squillo. I ragazzi mi lasciarono solo uscendo e chiudendo la porta. Aspettavo una semplice risposta, e intanto passeggiavo per la stanza nervoso, speravo vivamente che il consiglio dei miei hyung fosse quello giusto. Ancora uno squillo, l'agitazione saliva. Un'altro, stavo impazzendo, stavo per riattaccare quando rispose.
-Pronto?- la sua voce stava tremando appena, una persona qualunque non se ne sarebbe accorta, ma io si, e questo mi mandò ancora più nel panico.
-S.. Soonja, sono Sanghyun. Ti prego di non riattaccare e di lasciarmi spiegare. Anzi, prima lascia che mi scusi, sono stato un vero cafone, ho parlato di sproposito non pensando alle mie parole e a come avrebbero potuto ferirti. La vita è la tua, quindi anche le scelte devono essere tue, e io ti sosterrò qualsiasi scelta tu faccia. Perdonami, ti imploro.- ci fu un piccolo momento di silenzio, nessuno dei due disse nulla, potevamo solo sentire l'uno il respiro dell'altro. Mi sedetti sul mio letto aspettando che dicesse qualsiasi cosa.
-Sanghyun, io- stava per parlare quando una seconda voce, probabilmente quella di Sunggi, la interruppe.
-È quel Sanghyun?- il suo tono di voce era talmente alto che potevo sentirlo parlare chiaramente -Che diamine vuole ora quel tipo? Non ha già rotto abbastanza?- non capivo cosa stesse succedendo. Stavano litigando, ma per quale motivo? Sentii Soonja posare il telefono da qualche parte e le loro voci meno distinte di prima discutere vivacemente, iniziai a preoccuparmi. Mentre la voce di Sunggi era più ifuriata che altro, quella di Soonja era un misto di emozioni, rabbia, tristezza, delusione, tutte mischiate in un'unica voce tremante ma con forza. Ancora una volta qualcosa mi trattenne dal riattaccare la chiamata, ma questa volta fu qualcosa di più agghiacciante. Era sempre la voce di Sunggi, ma più che parole, furono un urlo accompagnato da un rumore come di un vetro in frantumi.
-Soonja? Soonja!- urlai al telefono alzandomi di scatto dal letto. La chiamata era stata interrotta. Con forza buttai il telefono sul letto con il rischio di romperlo, presi la prima giacca che trovai, le chiavi della macchina.
-Dove stai andando?- mi chiese G.O sorpreso e un po' spaventato per la mia rabbia.
-Vado sa Soonja.- aprii la porta -Stavano litigando, qualcosa si è rotto e la telefonata è stata interrotta.- stavo per uscire quando Seungho mi prese per un braccio.
-Non puoi andare la così dal nulla. Se stavano litigando, anche se non ho la minima idea di chi siano le persone in questione, devi lasciarle sole. Tu saresti solo in più.-
-Stava litigando con il suo ragazzo, e probabilmente per colpa mia. Potrebbe averle fatto del male, come posso starmene qua sapendo in parte quello che sta succedendo? Riesco solo che a pensare agli scenari peggiori, e di certo non mi farà stare meglio.- dissi strattonando il braccio. Seungho mi spinse e chiuse la porta.
-Tu non te ne vai da nessuna parte.- disse con un'espressione seria che solitamente mi avrebbe intimorito. Rimanemmo a discutere per diversi minuti, anche G.O la pensava come Seungho, ma io non li capivo. Come potevo rimanerme tranquillo a casa dopo aver sentito Soonja urlare? A quest'ora poteva essere accaduto il peggio. La discussione tra me e lo hyung si accese ulteriormente, non si erano mai visti litigi del genere tra di noi nel dormitorio, arrivarono a placarci anche Joon e Mir, ma inutilmente, nessuno dei due voleva smuoversi dalla sua posizione. Presi dalla situazione non sentimmo il campanello suonare.
-Ragazzi, voi sapete chi è?- disse Mir indicando lo schermo del citofono.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


Sgranai gli occhi incredulo. Cosa ci faceva da noi, al nostro dormitorio? In fretta premetti il pulsante in modo da aprire la porta dell'entrata. I ragazzi si scambiarono un susseguirsi di sguardi capendo chi fosse quella persona. Giusto il tempo di percorrere le rampe di scale che Soonja si presentò davanti alla nostra porta. Aveva lo sguardo basso, il viso rigato dalle lacrime, in una mano una borsa che sembrava più una valigia, nell'altra il suo telefono, lo schermo era completamente crepato. Guardai Seungho, lui capì subito il mio sguardo e andò a preparare qualcosa di caldo per la nostra ospite improvvisa, intanto io presi la sua borsa e, tenendola per le spalle, la accompagnai a sedersi sul divano, avevo paura che potesse svenire da un momento all'altro. I suoi occhi continuavano a lacrimare, ma il suo viso era inespressivo, come se si fosse arresa al dolore, e la cosa mi stava ulteriormente preoccupando. Quando Seungho tornò con la tazza di camomilla, lei si limitò a fare un cenno di ringraziamento con la testa senza guardarlo neglli occhi, l'unica cosa che riusivano a fissare era il nulla. Lei la prese con entrambe le mani e bevve un po' di camomilla.
-Soonja, ti prego, dimmi qualcosa.- le dissi portando una mano sulla sua spalla -Spiegami cosa è successo.- nulla. I suoi occhi erano vitrei, senza profondità. Mi alzai di scatto stringendo i pugni -Quel Lee Sunggi, gliela faccio vedere io.- lei prese la mia mano sciogliendo il pugno, intrecciò le dita con le mie. Mi sedetti di nuovo accanto a lei.
-Avevi ragione Sanghyun,- abbassò il viso iniziando a singhiozzare -avevi ragione.- le lacrime iniziarono a scendere colde sulle sue guance. Gliele asciugai accarezzandole dolcemente il viso con i pollici, non mi sembrava affatto il momento giusto per dirle "te lo avevo detto".
-Spiegami cosa è successo.- alzò gli occhi verso di me. Sembrava un cucciolo bastonato, come se ciò che stava per dire fosse talmente doloroso tanto da implorarmi di non costringerla a parlarne.
-Mi stava tradendo.- disse lei più con un filo di voce. Sgranai gli occhi sorpresa mentre lei li chiuse di nuovo preda delle lacrime. Non riuscivo a credere alle sue parole, lui, quel ragazzo che sembrava tanto geloso di Soonja, l'aveva tradita con un'altra. Non riuscii a dire nulla -Ma la cosa che mi sta uccidendo, è che dentro di me sapevo che avevi ragione, sapevo che lui non era il ragazzo giusto per me, ma lo negavo a me stessa, come una piccola stupida bambina.- le lacrime non la finivano di cadere sulla sua candida pelle. Mi raccontò nei minimi dettagli tutto ciò che era successo, ciò che avevo sentito era Sunggi che le prese il telefono e lo lanciò frantumando un vaso, lei urlò per lo spavento. Questo mi rassicurò in minima parte, almeno non le aveva fatto del male.
Vista la situazione, era praticamente scappata di casa prendendo in fretta tutte le sue cose, la invitai a rimanere per un periodo indeterminato al nostro dormitorio, almeno questo glielo dovevo. Pur di liberare la mente e di non pensare alla bruttissima esperienza che aveva appena passato, si propose di preparare la cena. Ovviamente tutti noi eravamo contrari, era una nostra ospite, ma lei era famosa fin da piccola per la sua insistenza, un'altra cosa che non era cambiata in lei. Vederla cucinare era una gioia per gli occhi e per il cuore, finalmente sembrava sè stessa, quella ragazza della quale mi stavo innamorando quella stessa mattina. Ormai non potevo più negarlo, da quando la rividi la sera prima, il mio cuore batteva più del solito, i miei occhi cercavano solo i suoi, nella mia testa c'era solo lei. Questo non era il momento adatto, ma prima o poi mi sarei dichiarato a lei, le avrei dichiarato il mio amore.
-È tutto veramente delizioso, brava Soonja.- disse Seungho gustando la sua cena.
-Quindi...- Joon la stava scrutando senza pudore, facendola così arrossire -sei tu la famosa Soonja.- un sorriso venne a crearsi sul suo viso, spostò il suo sguardò su di me -Ora capisco tutto.- gli feci cenno con la mano di stare zitto ma ciò sembrò divertirlo ulteriormente.
-Perchè Cheondung hyung ha chiamato le sue fan con il tuo nome?- chiese Mir a bocca piena.
-Questo non è vero!- dissi con un colorito più acceso di prima, simile a quello di Soonja -Io ho dato il suo nome ad una statua di Hello Kitty!- per l'imbarazzo e il nervosismo stavo urlando assordando così il povero G.O, che era seduto tra me e il maknae.
-Che stavi trattando come fosse la tua ragazza.- aggiunse Joon sghignazzando. Quel suo intervento bastò per zittirmi di colpo, perchè le avevo chiesto di rimanere? Mi ero firmato la mia condanna a morte -Ma cambiando discorso, dove la facciamo dormire questa dolce fanciulla?- Joon si stava beffando di me, e io non avevo niente per difendermi dal suo scherno.
-Beh, io direi che dovremmo farla dormire nel letto di Cheondung.- disse G.O senza pensare alle parole che aveva appena pronunciato e a come sarebbero potute essere fraintese. Joon scoppiò a ridere, mentre Soonja e io eravamo imbarazzatissimi -Yah... cioè, io intendevvo... ehm... che dovrebbe dormire in camera tua.- qualsiasi cosa dicesse, avrebbe solo peggiorato la situazione, volevo morire.
-Quello che G.O intende dire è che Cheondung sarà più che disposto ad offrirti il suo letto.- Joon rise appena, il leader lo fulminò con lo sguardo -Lui dormirà in salotto sul divano.-
-Ma posso benissimo dormire io sul divano.- disse lei ancora rossa in viso.
-No no, G.O e Seungho hanno ragione.- dissi alzandomi da tavola -Vado a prepararti il letto.- e andai di corsa in camera, almeno mi sarei allontanato da quall'atmosfera così imbarazzante. Cambiai le lenzuola prendendo quelle più morbide e che profumavano ancora di ammorbidente. Guardai il mio capolavoro soddisfatto, quando entrò lei in camera, era rossissima in viso.
-Ho bisogno di un po' di aria. I tuoi amici mi stanno tempestando di domande, peggio di un'interrogazione.- disse lei facendo un respiro profondo.
-Pensa come sto io che ci vivo insieme da cinque anni.- scoppiammo entrambi ridere, senza tutto quell'imbarazzo ci sentivamo più a nostro agio. Lei si sedette sul letto, saltellò piano come per sentire quanto fosse comodo e poi ci si stese sopra. La guardai, e in un secondo venni sopraffatto da pensieri poco opportuni, cercai di allontanarli scuotendo la testa, ma non volevano andarsene. Era li, davanti a me, distesa sul mio letto. Qualcosa di primitivo si risvegliò in me, ma si spense subito quando in camera entrò Seungho, il suo sguardo passò prima su di lei e poi su di me.
-A meno che non vogliate aumentare l'imbarazzo della situazione, vi do un consiglio.- ridacchio dando uno sguardo alla porta -Prima che Joon si metta a fantasticare più del dovuto, meglio se almeno uno di voi torna di la.- il colorito rosso ritornò sulle guance di entrambi.
-Devo trovare il modo per farlo stare tranquillo, si sta prendendo gioco di me.- dissi pensando a qualcosa che potesse zittirlo, anche se i miei pensieri in minima parte erano ancora rivolti a ciò che avevo provato qualche secondo fa.
-Forse ho io un modo.- disse Soonja alzandosi dal letto e tornando in sala da pranzo, Seungho ed io la seguimmo incuriositi -Allora, Joon oppa, raccontami della tua esperienza come attore principale del tuo recente film.- un sorrisino si venne a formare sul suo volto, la guardammo tutti a bocca aperta, tutti tranne Joon. Con mia grande sorpresa era sul serio riuscita a rigirare la frittata, mi sentivo così fiero di lei. La discussione non andò avanti per molto, e cambiando vari argomenti, passammo tutta la sera a parlare, i ragazzi volevano conoscerla meglio, erano incuriositi sulla sua storia e su come mi aveva conosciuto, erano anche curiosi di conoscere come ero prima del debutto da un punto di vista che non fosse il mio o quello di mia sorella Dara. Si stava facendo tardi, così ci salutammo tutti per andare a dormire, naturalmente lasciammo il primo turno del bagno a Soonja.
Il divano non mi era mai sembrato così comodo per dormirci come quella notte, forse era il pensiero che nel mio letto c'era un'altra persona, che sotto le mie coperte a dormire c'era Soonja a renderlo così confortevole. Mi girai di lato e aprii paino gli occhi, dalle finestre entravano i primi e leggeri raggi di sole dell'alba, poco luminosi ma abbastanza da darmi la possibilità di vedere proprio Soonja in ginocchio davanti al divano, la testa appoggiata sulle mani davanti al mio viso.
-Hey, che ci fai sveglia?- chiesi stiracchiandomi un po'.
-Non riuscivo a dormire.- le sue labbra morbide si piegarono in un sorriso tutt'altro che casto -Per quanto dormire nel tuo letto sia un sogno, avevo troppa voglia di vederti.- portò piano una mano sulla mia gamba, e accarezzandola salì piano sfiorandomi l'inguine, a stento mi trattenni -Sai, avrei preferito ci fossi anche tu insieme a me.- mi accarezzò la pancia e il petto per poi spostarsi sulla spalla opposta.
-Lo avrei preferito anche io, ma puoi sempre farmi compagnia qui sul divano.- dissi dandole corda nel suo giochetto. Il suo sorriso si allargò.
-Finalmente non mi vedi più come la ragazzina che ero, caro Sanghyun.- disse lei quasi sussurrando, intanto la sua mano passava leggera sul mio collo arrivando ai miei capelli.
-Penso che sia da quando ti ho vista sdraiata sul mio letto che l'immagine che avevo di te è cambiata, ora siamo adulti entrambi.- accennai un sorriso simile al suo -Consapevoli delle nostre azioni.-
-Park Sanghyun, mi stai forse tentando?-il suo viso si avvicinò a me, ma si fermò a pochi centimetri di distanza.
-Non più di quanto non lo stia già facendo tu, Song Soonja.- e chiudendo gli occhi mi sporsi verso di lei.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


-Park Sanghyun, mi stai forse tentando?-il suo viso si avvicinò a me, ma si fermò a pochi centimetri di distanza.
-Non più di quanto non lo stia già facendo tu, Song Soonja.- e chiudendo gli occhi mi sporsi verso di lei. Sporsi piano le labbra, ma non sentendo le sue riaprii gli occhi. La luce del mattino era diventata più intensa, tanto da crearmi un leggero fastidio, così li socchiusi. Davanti a me non c'era più la figura di Soonja, ma sentivo ancora qualcosa accarezzarmi i capelli. Portai la mano alla testa e un urlo agghiacciante uscì dritto dalla mia gola.
-Ahh!- con il mio urlo svegliai tutti quanti, i quali accorsero in soggiorno con espressioni preoccupate e spaventate. Con la velocità di un felino mi tolsi di dosso il serpente domestico di Mir buttandolo a terra, mi raggomitolai su me stesso per il trauma.
-Yah! Stai attento, poverino.- disse Mir raccogliendo il suo amichetto con attenzione, io lo guardo peggio di un cane a cui è stato nascosto l'osso.
-Giuro che non appena avrai posato quella bestia nella tua stanza, ti verrò a cercare per ucciderti Bang Cheolyong!- la mia voce era un crescendo da far paura a Pavarotti in persona. Il mio sguardo era talmente furioso che vidi Mir sbiancare per la paura stringendosi il serpente al petto, con quello non mi sarei avvicinato a lui. Gli altri iniziarono a ridere, e Soonja insieme a loro, il suo viso era riposato e rilassato, era bellissimo vederla ridere, vedere il suo viso illuminato dal suo stesso sorriso.
-Mi chiedo cosa stessi sognando, caro Cheondung.- disse Joon ridacchiando e facendomi segno con gli occhi verso il mio basso ventre, di colpo presi la coperta per nascondere la prova di ciò che stavo sognando.
-Forza allora, tutti a fare colazione visto che siamo svegli.- disse Seungho andando verso la cucina.
-Io prima vorrei fare una doccia.- dissi correndo in bagno come un fulmine. Mi presi tutto il tempo necessario per calmarmi e ragionare con il mio corpo, per fortuna che il primo ad essersene accorto era stato Joon, se se ne fosse accorta Soonja sarei morto sul colpo per l'imbarazzo. Aprii l'acqua della doccia, avevo proprio bisogno di rinfrescarmi un po', entrai e sussultai per il contatto dell'acqua fredda con la mia pelle. Nonostante il risveglio un po' brusco, vedere il sorriso di quella ragazza mi illuminò la giornata. Quando uscii dal bagno con ancora l'asciugamano sui capelli bagnati, la vidi girarsi verso di me e sorridermi indicando la sedia accanto a lei, il fatto che mi avesse tenuto il posto mi imbarazzò un po', per un momento mi sembrò di nuovo quella dolce ragazzina di cinque anni fa.
-Seungho hyung, oggi abbiamo impegni?- chiesi una volta finita la mia colazione.
-Fammi pensare. Non dovremmo aver nessun impegno oggi, il manager non ci aveva dato la settimana libera visto che era il tuo compleanno martedì?-
-Giusto, hai ragione.- sorrisi e mi girai verso Soonja -Ti va di andare fino allo zoo?- sapevo benissimo quanto amasse gli animali, spesso mi chiedeva se poteva venire a casa mia anche solo per giocare un po' con Dadoong. Il suo viso si illuminò improvvisamente, il suo sorriso si allargò.
-Dici sul serio? Oddio ti prego si!- iniziò a saltellare sulla sedia facendo intenerire i ragazzi -Quando vuoi andarci? Adesso? Dopo pranzo? Dopo cena?-
-Se mi prometti che ti calmi ti ci porto adesso e ci passiamo tutta la giornata.- dissi portando le mani in avanti come per calmarla -Vai a cambiarti, prima sarai pronta, più tempo passeremo allo zoo.- sorrisi. Lei corse subito in camera e chiuse la porta per cambiarsi. Quando mi voltai verso gli altri, mi stavano guardando tutti con un sorriso quasi indecifrabile, mi stavano spaventando. Il primo a parlare fu Mir.
-Perché non lo hai chiesto anche a noi di venire allo zoo?- fece un finto brincio incrociando le braccia.
-Perché vorrei passare un po' di tempo con Soonja, visto ciò che è successo ieri.-
-Ti piace?- chiese con un sorrisino, io sgranai gli occhi e deglutii.
-Ma che vai a pensare? È una mia vecchia amica che non vedo da molto tempo.- stavo iniziando ad agitarmi, non me la sentivo ancora di parlare ai ragazzi dei miei sentimenti verso quella dolcissima ragazza, e di sicuro gliene avrei parlato prima con lei, poi con loro.
-Allora possiamo venire anche noi? Per favore!- insistette Mir unendo le mani per pregarmi, ci mancava solo che si inginocchiasse davanti a me. Sbuffai alzando gli occhi al cielo. Che diavolo mi potevo inventare? Se avessi detto che volevo stare da solo con lei, qualsiasi scusa dicessi, loro avrebbero pensato tutt'altro. Mi passai una mano tra i capelli sospirando.
-E va bene, potete venire anche voi se volete, ma se non sarete pronti nell'immediato dovrete vedervela con Soonja.- dissi sorridendo e indicando la porta della camera. Joon e Mir erano gli unici ancora in pigiama, corsero a cambiarsi più veloci della luce. Per loro fortuna erano riusciti a vestirsi giusto qualche secondo prima di Soonja, lei aveva perso un po' di tempo a sistemarsi i capelli e a truccarsi, ne aveva bisogno dopo la giornata ch aveva passato, aveva ancora un po' la carnagione da fantasma.
-Bene, ora che siamo tutti pronti, andiamo!- dissi sorridendo -Ci staremo tutti in una macchina?-
-Si si, tranquillo, a guidare sarò io, se a te non dispiace Soonja.- disse Seungho sorridendole, lei si limitò ad acconsentire con un cenno della testa ricambiando il sorriso.
In macchina si sedettero davanti Seungho e G.O, nella fila centrale Mir e Joon, e dietro Soonja ed io. Ovviamente Soonja fu un fulmine a salire in macchina, lo zoo per lei era come un piccolo paradiso creato solo che per lei. Lasciammo scegliere a lei la musica per il viaggio, con nostra sorpresa scelse il nostro ultimo album "Broken", così ci ritrovammo a cantare le nostre canzoni fino all'arrivo allo zoo. Mir, come suo solito, fece l'idiota alleggerendo l'atmosfera, Soonja si unì a lui, nonostante all'inizio fosse un po' timida, sapevo che ben presto si sarebbe aperta anche con loro. Non appena arrivammo nel parcheggio e Seungho spense la macchina, Soonja scappò fuori peggio di un topo seguito da un gatto affamato. Pur di non perderla tra la gente, mi ritrovai a doverla tenere prima dal cappuccio, poi dalle spalle, cercando nel tutto di ignorare le occhiatine di Joon.
-Entriamo anche li?- chiese Mir indicando il rettilario.
-Si si si!- Soonja iniziò a saltellare, nel momento in cui si diresse verso la porta d'entrata lasciai subito la presa dalle sue spalle, lei si girò verso di me -Sanghyun, non vieni tu?-
-Secondo te dopo l'esperienza di questa mattina io entro in quel posto? No grazie, fatti accompagnare da Mir.- risposi sorridendo.
-Eddai oppa,- a quella parola il mio cuore mancò un battito, lei si avvicinò e mi prese per mano -Ci sono io qui con te.- il suo sorriso era il più dolce e rassicurante che avessi mai visto. Sospirai e la seguii dentro, i miei occhi correvano da una parte all'altra della stanza, non mi sentivo per niente a mio agio, ma quando mi giravo verso di lei mi sentivo più tranquillo, le stringevo piano la mano. Lei guardava ogni singola teca con uno sguardo di un bambino dentro un negozio di caramelle, come poteva sembrare una ragazza matura ed attraente e un secondo dopo una dolcissima bambina?
-Cosa ci sarà qua dentro?- si avvicinò ad una teca che sembrava essere vuota -Ma non c'è nulla?- era a pochi centimetri dal vetro con il viso, quando l'animaletto ospite della teca decise di presentarglisi davanti al vetro. Con un urlo si allontanò subito abbracciandomi e nascondendo il viso al mio petto. Ne rimasi subito sorpreso, poi vidi la tarantola sul vetro. La strinsi forte ridendo piano, mi ero dimenticato della sua fobia degli insetti e della sua paura dei ragni.
-Soonja, tranquilla, mica ti mangia, e poi come farebbe visto che c'è un vetro a dividervi?- le dissi sorridendo -Ora sai più o meno come mi sono sentito io questa mattina.- lei sciolse l'abbraccio e mi sorrise, stava ancora tremando un po' per lo spavento.
-Guarda, una tarantola è scappata!- disse Joon facendo finta di lanciargliela a Soonja, lei lo guardò veramente male, fece scrocchiare le dita per poi iniziare a rincorrerlo fino a fuori dal rettilario, finalmente qualcuno avrebbe dato una lezione allo hyung, tutti noi rimanemmo a ridere per la scena. Per farsi perdonare Joon dovette acconsentire alla passeggiata a cavallo e pagarla, anche se più che una tortura per lui, lo era per tutti noi ragazzi, per fortuna lo zoo stava per chiudere e la passeggiata sarebbe durata veramente poco. Anche se la posizione era scomoda, molto scomoda, vedermi sul cavallo bianco mi fece sentire come un principe, pronto ad accorrere per la mia principessa, la quale aveva anche lei uno stupendo cavallo bianco con una piccola macchia marrone sulla fronte. Mir sembrava quello più a suo agio, forse aveva già cavalcato un cavallo nella sua vita da contadino, cominciai a ridere al pensiero, mentre Seungho e G.O cercavano di trattenersi dal piangere per il dolore. Dopo quel massaggio poco gradito alle nostre natiche, tornammo alla macchina per fare ritorno al dormitorio, la giornata era passata come un soffio di vento, troppo velocemente.
-Ragazzi, potete lasciarmi all'università per favore?- chiese Soonja indicando l'uscita.
-Perché? È tardi, probabilmente è chiusa.- chiesi guardando l'ora, era veramente tardi e non avevamo ancora cenato.
-Non voglio andare a studiare ora.- rispose lei ridendo -Ma ho sentito una mia amica che può ospitarmi a casa sua, abita vicino all'università e mi viene a prendere li.-
-Ma come, non ti fermi da noi? Guarda che non sei di alcun disturbo, e poi hai la borsa con i tuoi vestiti da noi.- perché voleva andarsene? Non volevo che se ne andasse, così avrei potuto vederla ogni giorno.
-Siete stati gentilissimi ad ospitarmi ieri notte, ma ho del lavoro al quale dare priorità, e non vorrei disturbarvi con la mia presenza. Per la borsa passo domani a prenderla.- Seungho accostò la macchina davanti all'entrata dell'università -Grazie ancora di tutto, soprattutto per la giornata stupenda allo zoo.- ci salutò con la mano per poi chiudere la portiera della macchina.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo Nono ***


La mattina dopo mi svegliai, ero nel mio letto, la finestra ancora chiusa, coperta dalle tende, solo un leggero raggio di luce entrava da un angolo scoperto illuminando piacevolmente la stanza. Dopo essermi grattato gli occhi, mi alzai e poggiando i piedi a terra andai addosso a qualcosa, controllai cosa fosse e vidi la borsa di Soonja, la borsa con la quale si era presentata alla porta del nostro dormitorio due giorni prima a causa del litigio con il suo ragazzo, ora ex. Certo, quel Sunggi non era certo il ragazzo adatto a lei, ma non volevo che soffrisse così. Come aveva potuto tradirla così facilmente? Se fossi stato io il suo ragazzo... la suoneria del mio telefono cellulare mi allontanò dai miei pensieri facendomi tornare alla realtà, il numero era sconosciuto.
-Pronto?- risposi andando ad aprire le tende.
-Pronto Sanghyun, sono Soonja.- nel momento in cui sentii quel nome il sole mi colpì il viso quasi accecandomi.
-Buongiorno anche a te Soonja.- dissi ridacchiando -Aspetta che ti metto in vivavoce.- dissi, poi buttai il telefono sul letto e andai verso l'armadio in cerca di vestiti per cambiarmi.
-Perché in vivavoce? No, aspetta, lasciamo stare. Ti ho chiamato per chiederti quando posso venire a prendermi la borsa.-
-Te la porto io, mi sto cambiando in questo momento. Dove abita la tua amica?- chiesi cambiandomi prima i pantaloni e poi la maglia.
-Ma senza che ti disturbi a venire fino qua, possiamo trovarci tra una ventina di minuti all'università.-
-Figurati, non è un disturbo. Dai, mandami l'indirizzo per messaggio. Ma questo è il tuo nuovo numero?-
-No, ti ho chiamato con il telefono di casa. Devo ancora andare a prendere un telefono nuovo, visto che Sunggi ha rotto il mio.- la sentii sospirare.
-E come hai fatto a trovare il mio numero? Lo sai già a memoria?- la stuzzicai ridacchiando.
-No, mentre tu amoreggiavi con l'amichetto squamoso di Mir, io mi ero scritta nell'agenda il tuo numero leggendolo dal telefono di Joon.- al ricordo della scena arrossii in viso. Tutto quello stava accadendo solo per causa sua, ma lei non doveva saperlo.
-Va bene, va bene. Faccio una colazione veloce e poi parto, tu mandami l'indirizzo. A dopo.- dissi chiudendo la chiamata. Andai in bagno per sciacquarmi la faccia, poi presi una mela da mangiare giusto per riempire il buco nello stomaco. Dopo qualche minuto mi arrivò un messaggio da un altro numero, probabilmente dal cellulare della sua amica, con l'indirizzo di casa sua. Presi la borsa e le chiavi e andai in garage a prendere l'auto, ma prima di andare da lei con la borsa, mi sarei fermato per una piccola sorpresa.
Arrivai a casa sua una decina di minuti dopo, un po' agitato suonai il campanello. Ad aprirmi fu lei, in tuta e con un asciugamano sulle spalle per i capelli bagnati.
-Sei stato veloce.- mi sorrise -Posso offrirti qualcosa da bere?- si fece da parte per farmi entrare. La casa era piccola e carina, adatta a due studentesse universitarie.
-Ti sei fatta la doccia mentre aspettavi?- chiesi poggiando la borsa sul divano e seguendola in cucina.
-In realtà l'ho fatta poco prima averti chiamato, quando ho preso il telefono ero ancora in asciugamano.- lo disse con estrema calma prendendo due bicchieri e la bottiglia di Coca Cola, mentre io sentii il cuore perdere un battito -Grazie ancora per avermi ospitato l'altra notte. Siete stati gentilissimi.- mi versò la Coca Cola mentre per lei prese dell'acqua dal rubinetto.
-Era il minimo che potessi fare dopo quello che ti ho fatto passare in questi cinque anni.- dissi sorridendo ma con lo sguardo basso.
-Non ci pensare, lasciamo ciò che è passato nel passato.- alzai il viso e la vidi sorridere dolcemente, i capelli appena umidi le incorniciavano il viso valorizzando il marrone dei suoi occhi, mentre quelli più bagnati erano appiccicati al suo collo bagnandolo con qualche gocciolina. Scossi la testa ritornando alla realtà -Ti ho portato un piccolo regalo.- dissi porgendole un pacchettino rosa con un nastrino nero -Potrai dire quello che vuoi, ma questo te lo dovevo, e non provare a non accettarlo.- il suo viso si incupì appena, la sua espressione era curiosa, proprio come lo era cinque anni fa. Aprì il pacchetto e nel vedere il contenuto rimase a bocca aperta. Poco prima di arrivare da lei, mi ero fermato in un negozio di elettronica per comprarle un nuovo telefono, una cover a forma di Hello Kitty e un accessorio a forma di fulmine. Subito Soonja rimase a fissare il tutto senza dire nulla, poi lasciò il pacchetto sul tavolo della cucina per venire ad abbracciarmi. Quel gesto mi sorprese, ma poi ricambiai stringendola a me, riuscivo a sentire il profumo del suo shampoo, un'altra sua abitudine che non era cambiata, aveva sempre amato il profumo di fragola dopo essersi lavata i capelli. Inspirai quel profumo così buono e delicato, se fosse stato per me non avrei mai sciolto quell'abbraccio.
-Sei troppo gentile Sanghyun.- disse lei sistemando la cover e l'accessorio.
-Certo che è strano sentirti dire Sanghyun.- dissi ridendo.
-Lo so, ma non credi sia più strano chiamarti oppa?- si mise a ridere anche lei. In realtà, per quanto avrei voluto essere il suo oppa, sentirla pronunciare il mio nome mi scioglieva il cuore -Ora scusa, ma ho lezione.-
-Ti accompagno io.- dissi subito in risposta.
-Sanghyun,- il mio cuore perse un altro battito -stai facendo sul serio fin troppo, e poi ci vado con la mia amica, non preoccuparti.- io annuii andando verso la porta e ci salutammo.
In poco tempo fui di nuovo al dormitorio, i ragazzi stavano ancora dormendo. Come entrai, sentii subito il telefono squillare, mi era arrivato un messaggio.
“Vedo che non hai perso tempo a mettere già il tuo numero in memoria hahaha! Grazie ancora per... beh, per tutto! E buona giornata ;) Soonja”
Ovviamente mi ero già salvato il suo numero.
“Non voglio rischiare di perderti di nuovo Soonja, buona giornata!”
Rimasi a fissare il messaggio per qualche minuto, non sicure se inviarlo o meno, ma poi il mio istinto prevalse sulla mia ragione e lo inviai. Non sapevo se aspettarmi o meno una risposta. Magari aveva già capito le mie intenzioni, i miei sentimenti, in quel caso o li avrebbe potuti ricambiare oppure non ne avrebbe più voluto sapere di me. Andai nel panico, perché diavolo lo avevo inviato? Sperai di trovare velocemente un modo per cancellarlo, magari non lo aveva ancora letto perché a lezione, quando sentii lo squillo del messaggio. Con mani tremanti lo aprii.
“Non mi perderai, e io non perderò te <3”
Mi lasciai sfuggire un forte sospiro di sollievo seguito poi da un “Si!” quasi urlato.
-Hai ricevuto anche tu delle buone notizie?- saltai per lo spavento, poi vidi che Joon, anche lui con il telefono in mano, era sulla soglia della cucina.
-Ehm... diciamo di si.- mi portai una mano dietro al collo un po' imbarazzato -Tu hai ricevuto buone notizie?- chiesi indicando il suo telefono con lo sguardo. Un sorriso si allargò sul suo volto.
-Sono stato preso per un drama. Questa volta la trama sembra essere semplice, non sarò uno psicopatico.-
-O un attore maniaco.- lui mi guardò malissimo -Complimenti hyung!- lo abbracciai scherzosamente aspettandomi che mi spingesse via, e infatti fu così.
-Aspetta un secondo.- mi guardò dubbioso -Perché sai di fragola? Tu non hai profumi alla fragola.- i suoi occhi diventarono due fessure sottilissime.
-E tu che ne sai di che profumi ho?- chiesi cercando subito di distrarlo, se avesse saputo di quel semplice abbraccio sarebbe stata la fine per me.
-Perchè quando finisco i miei vado sempre a frugare tra i tuoi.- rispose facendo spallucce.
-Tu usi i miei profumi senza chiedermelo? Yah!-
-Non fare il bambino Cheondung, viviamo sotto lo stesso tetto ormai da cinque anni, è già tanto che non indossi anche le tue mutande.- rispose ridendo.
-Solo perché ti andrebbero larghe sul davanti.- ridacchiai, sperando che questo lo avrebbe zittito.
-Yah! Guarda te questo ragazzino. Ma non era questo quello che avevo chiesto.- sbiancai. Dannazione, e io che credevo di averla fatta franca -Profumo, parla.-
Feci un respiro profondo -È il profumo dello shampoo di Soonja.- come pronunciai quelle parole lui sgranò gli occhi e in meno di due secondi mi afferrò il collo sottobraccio.
-Ma vedi te questo ragazzino,- iniziò a sfregarmi il pugno sulla testa spettinandomi -mentre noi stavamo dormendo, lui se ne è andato a divertirsi da Soonja.- la sua voce svegliò anche gli altri.
-Hyung, non è come credi!- dissi liberandomi da quella stretta soffocante, avevo il viso tutto rosso.
-Certo certo, allora perché hai addosso il suo profumo?- chiese lui ridacchiando.
-Il profumo di chi?- chiese G.O.
-Dello shampoo di Soonja.-
-Sul serio? Fa sentire.- G.O si avvicinò a me.
-Allora! Per prima cosa, tu stai lontano da me.- dissi guardandolo male -Secondo, è solo perché mi ha abbracciato.-
-Certo, prima c'è l'abbraccio, poi il resto.- disse Seungho scherzando, forse tra tutti e quattro lui era l'unico a non aver sul serio pensato che io potessi fare una cosa del genere con una ragazza che non vedevo da cinque anni. Conoscendo Mir, invece, probabilmente credeva a Joon e G.O. Prima che potessero attaccarmi come leoni affamati, sentii lo squillo del mio telefono.
“Comunque buono il tuo profumo ;)”
Anche gli altri riuscirono a leggerlo, la mia fine. Poi un pensiero si materializzò nella mia mente come un lampo. Era sabato.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo Decimo ***


Dopo avermi torturato per bene, nessuno di loro mi aveva risparmiato e, nonostante quel messaggio mi avesse fatto veramente piacere, volevo uccidere Soonja, i riflettori si spostarono su Joon e sul suo nuovo drama. Ancora non ne sapeva molto, gli erano stati dati pochi dettagli, il più importante dei quali fu il fatto che lui faceva parte del cast. Sapeva che sarebbe stata una commedia romantica, anche se non sarebbe stato uno dei protagonisti ma un attore secondario, forse era la volta buona per le sue fan per vederlo romantico ed innamorato. Noi eravamo felici per lui, sapevamo quanto lui amasse recitare, ogni volta che glielo chiedevano lui diceva che il gruppo sarebbe sempre stato al primo posto, ma lui desiderava da sempre una carriera come attore. Per festeggiare andammo a mangiare furoi a pranzo tutti insieme. Ridemmo e scherzammo per tutto il tempo.
-Al nostro caro amico e compagno Joon.- Seungho alzò il suo bicchiere, aveva ordinato dello spumante per un brindisi -Che la tua carriera da attore fiorisca ad ogni tuo passo, questo era il tuo sogno, e con calma lo stai realizzando. Siamo contenti e fieri di te, ma non dimenticarti di noi.- rise seguito anche da noi -Cin.-
-Cin!- urlò Mir entusiasta, e facemmo tintinnare i bicchieri tutti insieme.
-Il tuo discorso mi ha toccato hyung, stavo per mettermi a piangere.- disse Joon scherzando, ma noi tutti sapevamo che le parole di Seungho gli avevano fatto sul serio piacere.
-Guarda che l'ho fatto solo in cambio del dolce. Allora, dov'è il dolce?- chiese lui sfregandosi le mani.
-Dovremmo offrirglielo noi a Joon il dolce vista l'occasione?- disse G.O, in fondo non aveva tutti i torti -Secondo te che dolce potremmo ordinargli Cheondung?- in un primo momento non risposi -Cheondung?-
-Cosa?- chiesi scuotendo la testa e guardandoli.
-Eri caduto in trance?- G.O rise dando una pacca sul braccio a Mir facendo ridere anche lui.
-C'è qualcosa che non va? Sembri pensieroso.- disse Seungho guardandomi interrogativo.
-Mi stavo solo chiedendo... Ma all'università si tengono lezioni anche di sabato?-
-Non che io sappia. Perché ti chiedi una cosa del genere? Hai intenzione di andare all'università?-
-Dopo la figura che abbiamo fatto a “MBLAQ goes to school”?- Joon fece scoppiare tutti a ridere. In quel programma saremmo dovuti andare a studiare all'università, ma non riuscimmo nemmeno a passare l'esame per entrare, così cancellarono il programma, a pensarci, fu una piccola umiliazione per noi.
-Ma figurati! Mica sono impazzito, ho fin troppo lavoro insieme a voi.- dissi ridendo -Allora, si parlava di torta.- e così riuscii a distrarre Seungho da qualsiasi altro argomento. Non me la sentivo di dirgli che avevo paura che Soonja mi avesse mentito perché arrabbiata con me, o forse perché non voleva sul serio più saperne di me. Ma allora perché mandarmi quel messaggio? Perché mentirmi? Non potevo fare a meno di pensarci, tutte quelle domande, tutti quei dubbi mi stavano uccidendo. Ma in quel momento non dovevo pensarci, quel momento era dedicato allo hyung.
In quei giorni non avevamo molti impegni, quelli che avevamo erano per lo più impegni personali. Mancavano pochi giorni al nostro quinto anniversario, alla fine del nostro contratto di cinque anni, e i giornalisti ci stavano più addosso dei vestiti bagnati, volevano sapere cosa avremmo fatto, volevano lo scoop. Sapevano già quanto Joon tenesse a percorrere la carriera da attore, quindi volevano assolutamente sapere se avesse lasciato il gruppo e la carriera da cantante. In più c'era anche il discorso del periodo al militare per Seungho e G.O. Insomma, ne avrebbero avuto parecchio di materiale sul quale parlare, rischiando così di mandare nel panico le nostre fan.
Parlando per me, visti i miei singoli, probabilmente avrebbero pensato ad una carriera da solista, e anche io ci avevo pensato, ma adoravo troppo gli MBLAQ per mollarli. Grazie a loro in questi cinque anni sono riuscito a migliorare le mie abilità nel canto e nella composizione di canzoni, ero cresciuto come artista, ma anche se avessi voluto intraprendere una carriera da solista, prima ne avrei parlato con loro.
Tornati al dormitorio andai in camera mia e mi buttai sul letto rumorosamente e pesantemente. Guardai i messaggi sul cellulare e rilessi quelli che ci eravamo scambiati quella mattina Soonja ed io, quel pensiero che ero riuscito ad allontanare insieme ai ragazzi tornò a disturbarmi. Che mi avesse mentito? Ma perché? Se avesse voluto che me ne andassi bastava dirlo, o forse sul serio provava ancora del rancore nei miei confronti, ma anche questa sembrava un'opzione improbabile. Che stessi correndo un po' troppo? In effetti, erano passati cinque anni dall'ultima volta che l'avevo vista, nemmeno io sapevo spiegarmi come mai tutto d'un tratto la vedevo in modo così diverso. Prima è come una sorellina per me, dopo un istante la dimentico come nulla fosse e dopo cinque anni provo dei sentimenti nuovi per lei. Sarà anche vero che le ragazze sono difficili da capire, ma a quanto pare anche io davo del filo da torcere addirittura a me stesso. Mi sentivo come un estraneo in quel momento, non riuscivo nemmeno a capirmi.
Se fossi stato un fumetto, a quel punto ci sarebbe stato disegnato del fumo uscire dalle mie orecchie per quanto stessi ragionando, ma nulla. L'unico modo per sapere se mi aveva mentito e il perchè era chiedere a lei.
Guardai fuori dalla finestra, era ormai sera, presi il telefono e selezionai il suo numero inoltrando la chiamata. Rispose al terzo squillo.
-Pronto?-
-Pronto, sono Sanghyun.- risposi, nella mia voce poteva sentire un leggero velo di agitazione.
-Lo so,- la sentii ridere -ti sei già dimenticato di aver salvato il tuo numero nel mio cellulare?- sorrisi appena, in fondo aveva ragione -Allora, perché hai chiamato? Senti già la mia mancanza? Passiamo cinque anni senza vederci e ora non riesci più a starmi lontano?-
-No. Cioè, no non sento la tua mancanza, ma non è per questo che ti ho chiamato.-
-Quindi la senti la mia mancanza.- riuscivo a percepire il suo sorriso, mentre quelle domande mi stavano mandando in crisi.
-Volevo chiederti che lezione avevi oggi, visto che al sabato all'università non ci sono lezioni.-
Lei fece una piccola pausa, come se non sapesse cosa rispondere -Una lezione di recupero.- sentii dal suo tono che non era sicura della risposta. Forse era passato un po' di tempo dall'ultima volta che mi aveva mentito, ma riuscivo ancora a riconoscere il suo tono da bugie.
-Soonja, dimmi la verità.- la mia voce era ferma, quasi di ghiaccio. Lei sospirò.
-Prima che tu arrivassi questa mattina, aveva chiamato Sunggi.- sentii il sangue raggelare nelle vene -Voleva che parlassimo di ciò che era successo.-
-E tu sei andata da sola da quel pazzo?- il mio tono di voce si era alzato.
-Uno, non è un pazzo, è un ragazzo che fino a qualche giorno fa era il mio ragazzo. Due, si, ci sono andata da sola perché la questione riguardava solo noi due. Non ho bisogno della guardia del corpo Sanghyun.-
-E perché non me lo hai detto?-
-Perchè sapevo come ti saresti comportato, come avresti reagito. Ti conosco fin troppo bene, non volevo che ti preoccupassi per niente. Ci siamo trovati in un bar e abbiamo parlato, abbiamo sistemato tutto.-
-E..?- per quanto sapessi già come era andata a finire il loro incontro, volevo sentirglielo dire.
-E quel pezzo di idiota non mi vedrà mai più.- a quelle parole sorrisi come un bimbo con un nuovo giocattolo.
Le due settimane seguenti si rivelarono l'inferno. La Jtune annunciò un nostro concerto per fine novembre, un concerto intitolato “Curtain Call”, dove si sarebbe chiuso il primo capitolo degli MBLAQ lasciando il posto al secondo. Già questa notizia iniziò a far agitare il fandom mandandolo in crisi a causa della “chiusura” del primo capitolo. Ma tutti i timori delle nostre fan vennero pubblicati pochi giorni prima del nostro anniversario sotto forma di notizia dai vari siti di kpop, prima su Joon che voleva dedicarsi solo che alla carriera da solista, poi scrissero anche che io non volevo rinnovare il contratto. L'agenzia aveva scritto in risposta che se ne stava ancora parlando, ma che nulla era ancora sicuro, solo di dover aspettare notizie ufficiali. Poi ci fu l'annuncio del fanmeeting lo stesso giorno del concerto, fanmeeting chiamato “Last Memories”, la mazzata finale. Noi vedevamo tutta la confusione che si stava creando, ma non sapevamo come sistemare questa situazione, come tranquillizzare le nostre amate fan, non potevamo dire nulla, questo compito spettava all'agenzia. L'unica cosa che potemmo fare era fargli capire che non era tutto finito scrivendo ognuno qualche riga su Twitter per il nostro anniversario, poco dopo le notizie mie e di Joon, Mir scrisse alle fan di non preoccuparsi e di non ascoltare nulla, di chiudere occhi e orecchie e aspettare nostre notizie. Notizie che arrivarono ricolmando i loro cuori di felicità. Un nuovo album, per dimostrare che nessuno se ne sarebbe andato e che gli MBLAQ sarebbero rimasti in ciqnue come doveva essere.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo Undicesimo ***


I giorni passarono, la situazione si calmò, quel brutto periodo che stavano passando le nostre fan era finito, tutto tornò alla normalità. Anche l'album era stato un successo, avevamo fatto proprio un buon lavoro. Con Soonja era come se avessimo iniziato tutto da capo, nei momenti di noia ci scambiavamo qualche messaggio, alcune sere la invitammo fuori per svagarci anche con i ragazzi, dopo quel primo momento di imbarazzo riuscirono a diventare tutti amici.
Ero sdraiato sul divano a pancia in giù, avevo la reattività di un bradipo, i ragazzi avevano i loro impegni individuali, Soonja aveva lezione, quindi io mi ritrovai da solo a non sapere cosa fare. L'unico ancora a casa era Joon, si aggirava per la cucina con il copione del drama in mano, stava ripetendo le battute per le riprese di quel giorno come un mantra per ricordarsele. Sembrava un povero pazzo, di sicuro era più divertente di qualsiasi cosa stessero dando in televisione in quel momento. Lui si accorse delle mie attenzioni e mi lanciò un'occhiataccia capace di sciogliere qualsiasi cosa.
-Cosa ridi tu, ragazzino?- mi lanciò un tovagliolo rimasto sulla tavola, io non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere -Ridi pure della mia recitazione, solo perché l'unico personaggio che hai dovuto interpretare era un idiota, la tua è invidia.-
-Jin non era un idiota. È riuscito anche a trovarsi la ragazza.- dissi fiero di quel mio unico ruolo in un drama -E poi era sempre circondato da ragazze.-
-Grazie tante, faceva le manicure.- rispose lui guardando l'orologio -Devo andare ora.- prese il giubbotto.
-Posso venire insieme a te?- mi alzai dal divano con uno scatto felino.
-Ma nemmeno se mi paghi!-
-Eddai hyung, mi sto annoiando a morte.- continuai come un bambino capriccioso.
-Vai a rompere le scatole a qualcun altro allora.- disse con aria da superiore.
-Ma io voglio rompere le scatole al mio hyung preferito.- un po' di lusinghe forse avrebbero funzionato -Poi così potrò imparare qualche trucco sulla recitazione, visto quanto sei bravo.- lui mi scrutò penso per capire se stessi dicendo la verità o se lo stessi solo prendendo in giro.
-Va bene, ma prova a dire o fare qualcosa che non devi e vedrai che fine ti faccio fare.- in risposta alzai le braccia con espressione innocente, poi mi alzai e infilandomi il giubbotto lo seguii fuori dalla porta.
Il luogo dove avrebbero girato non era tanto distante dal nostro dormitorio, perciò non ci mettemmo molto tempo per arrivarci. Il set era enorme, con un piccolo locale per trucco e parrucco. Mentre il mio sguardo si perdeva ad osservare quel mondo a parte, Joon era andato a cambiarsi e a farsi truccare, una volta finito sembrava sul serio un insopportabile figlio di papà. Avrei voluto prenderlo in giro di gusto, ma dovetti trattenermi per non essere sbattuto fuori a calci nel sedere.
-Scusami.- sentii qualcuno battermi sulla spalla, una voce femminile. Mi girai -Tu sei Cheondung? Compagno di Joon negli MBLAQ?- mi chiese. Era una ragazza davvero bella, anche se il suo viso mi sembrava molto familiare.
-Si, sono Cheondung.- feci un piccolo inchino -Tu... chi sei?- chiesi ricevendo subito dopo una sberla in testa dal simpaticissimo Joon -Vedo che ti sei già immedesimato nel tuo personaggio, hyung.- lui mi fulminò con lo sguardo, lei sorrise imbarazzata coprendosi la bocca con la mano.
-Lei è Park Soojin, un'attrice abbastanza famosa.- disse Joon trattenendosi dall'uccidermi.
-Aspetta, allora ti avrò vista in qualche drama.- sorrisi grattandomi la testa -Scusa, ma non sono molto esperto di attori.-
-Non ti preoccupare, nemmeno io sono brava con i cantanti, ma dovendo lavorare con Joon mi sono voluta informare un po'.- sorrise dolcemente -Ora dobbiamo andare, dobbiamo girare la nostra scena.- fece un piccolo inchino -È stato un piacere Cheondung.-
-Anche per me Soojin.-
Rimasi in disparte osservandoli al lavoro, lo hyung era davvero bravo, si vedeva quanto gli piacesse recitare. Anche Soojin era molto brava, ma lei era una professionista, era su un altro livello rispetto allo hyung.
Vedendoli entrambi molto impegnati, decisi di farmi un giretto per conto mio. Facevo un piccolo inchino a qualsiasi persona incontrassi, mi sentivo un intruso, fuori posto, e cominciai a pentirmi di aver chiesto a Joon di portarmi con sé. Il mio sguardo correva da una parte all'altra, da un oggetto all'altro perso nello studio di quell'ambiente così unico. Quando girammo “Nail Shop Paris” non ebbi il tempo per ammirare tutto ciò. Le luci, le telecamere, sembrava di trovarsi in un mondo a parte, in un universo parallelo creato dall'uomo. Girovagando senza meta, mi scontrai contro una persona facendo cadere entrambi più i vari copioni che stava portando.
-Scusi, mi dispiace, sono infinitamente spiacente.- in velocità mi alzai per darle una mano ad alzarsi, dai capelli lunghi capii che si trattava di una ragazza, ma il cappello davanti al viso mi impediva di vederla. Dopo essersi alzata si sistemò il cappello, io sgranai gli occhi incredulo -Soonja?- lei alzò lo sguardo, altrettanto sorpreso.
-Sanghyun, che ci fai tu qui?- mi chiese, la aiutai a raccogliere tutti i copioni sparsi sul pavimento.
-Sono venuto insieme a Joon, a casa da solo mi annoiavo a morte. Tu invece che ci fai qua?- stavo per tornare a crearmi mille pensieri quando mi mostrò il cartellino con la scritta “Song Soonja, studentessa SNU”.
-Sto facendo uno stage, io studio cinema.- rispose sorridendo -Essendo al primo anno non mi fanno fare cose così complicate, portò il caffè, distribuisco i copioni.- alzò ridendo tutti i fogli con le battute stampate nero su bianco -Però anche così posso stare a contatto con questo ambiente.- si fermò con un'espressione pensierosa in volto -Allora era Joon, mi sembrava di aver letto “Changsun” mentre fotocopiavo i copioni.-
-Non me lo avevi detto che studiavi cinema.- dissi sorridendo sorpreso, non immaginavo avesse questa passione.
-Beh, non mi hai mai chiesto cosa studiassi all'università.- rispose ridendo, io alzai le braccia in segno di resa -Ma se sei venuto qui con Joon, perché non sei con lui?-
-Al momento sta girando una scena, non volevo disturbarlo così ho fatto un giro. Sai, questo set è molto diverso rispetto a quelli ai quali sono abituato, per i music video.- riportai gli occhi sul plico di fogli -Vuoi una mano? Tanto non ho nulla da fare.- dissi sorridendo disponibile.
-No no, figurati, e poi tra un po' devo staccare, il mio turno sta per finire. Giusto il tempo di distribuire questi ragazzuoli ai vari attori. Ma grazie per il pensiero.- prima che potessi aggiungere qualsiasi cosa, Soojin ci raggiunse.
-Soonja, sono i copioni per le prossime riprese?- chiese non accorgendosi della mia presenza, anche Joon arrivò e Soonja diede ad entrambi il la propria copia -Grazie mille. Aspetta, voi vi conoscete?- chiese dopo avermi visto.
-Sono amici d'infanzia.- disse Joon rubandomi le parole di bocca -Ciao Soonja, quindi sei tu la magnifica stagista che tutti amano.- lei arrossì -Dicono tutti che fai un lavoro impeccabile.-
-La piccola Soonja è molto appassionata di cinema, secondo me diventerà un'ottima regista.- disse Soojin.
-Posso essere il protagonista del tuo primo film? Sarebbe un onore per me.- ridacchiò lo hyung.
-Vi prego, non fatemi sognare ad occhi aperti più di quanto non faccia già.- si coprì il viso con il resto dei copioni. Io mi limitai a sorridere vedendola imbarazzata, e non a causa mia.
Dopo un po' di chiacchiere, un suo superiore la chiamò, e ci salutammo. Anche Joon venne chiamato dal regista per parlare di una delle scene da girare la volta successiva.
-Allora Cheondung, ti va qualcosa da bere?- mi chiese Soojin sorridendo, a quell'invito mi sentii leggermente in imbarazzo -Qui a fianco c'è un bar dove fanno una cioccolata calda veramente incredibile.-
-Mi hai convinto.- dissi quasi interrompendola, con “cioccolata calda” aveva rapito la mia attenzione, e ci avviammo verso il bar di cui parlava.
Era molto piccolino, l'atmosfera era intima e confortevole, anche se mi metteva un po' a disagio. Dopo aver ordinato due tazze di cioccolata calda con la panna, le chiesi di parlarmi un po' di lei, visto che sapeva già qualcosa su di me. Mi parlò della sua carriera, dei vari lavori ai quali partecipò, e iniziammo a parlare di quei pochi punti che avevano in comune “Nail Shop Paris” e “My Girlfriend is a Gumiho”. Per quanto facessimo parte di due mondi diversi, sembravamo così simili. Rimanemmo a parlare nel bar finchè non ricevetti una telefonata da Joon per tornare a casa, ritornammo al set e ci salutammo. Subito Joon fu sorpreso nel vedermi tornare indietro insieme a lei, ma lasciò correre senza darci troppo peso.
La mattina dopo mi svegliai come al solito, andai a farmi una doccia veloce e poi andai in cucina per unirmi agli altri per la colazione, ma ciò che vidi non erano di certo dei visi da gente che si era appena svegliata. Seungho mi passò un giornale. Nel vedere la copertina sbiancai in viso.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo Dodicesimo ***


Eravamo entrambi li, schiaffati sulla copertina di quel giornale, seduti a uno dei tavoli di quel bar per i miei gusti fin troppo intimo per due persone che si erano appena conosciute, o almeno così mi sembrava una volta vista la nostra foto in copertina. Per quanto non volessi crederci, in quella foto sembravamo sul serio una coppia uscita per un appuntamento, perché non ero stato più attento, ma chi lo avrebbe mai detto che dei giornalisti sarebbero venuti a cercarci proprio in quel bar così piccolo e sconosciuto. Iniziai a girare per la cucina arrovellandomi sul da fare, dovevo assolutamente smentire la situazione. Cercai un minimo di aiuto negli sguardi dei ragazzi, ma loro avevano la minima idea di cosa stesse succedendo, così prima gli spiegai la verità che si celava dietro a quella foto.
-Dov'è Joon?- chiesi accorgendomi solo in un secondo momento della sua mancanza.
-Sono qua.- rispose tornando in cucina con il telefono in mano e porgendomelo, io gli lanciai un'occhiata interrogativa -Soojin.- rispose freddo. In fretta presi il telefono e andai in soggiorno per allontanarmi anche se di poco dagli altri.
-Pronto Soojin.-
-Cheondung.- il suo tono era troppo calmo vista la situazione -Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, mi dispiace per l'accaduto, non pensavo ci fossero dei paparazzi, di solito è un bar così tranquillo.- io sospirai trattenendo il nervosismo.
-Non è colpa tua, eravamo solo nel posto sbagliato nel momento sbagliato.-
-Senti, questo pomeriggio, sul tardi, mi incontrerò con il mio manager per discutere sul da farsi. Se vuoi concordiamo per vederci anche con il tuo e ne parliamo tutti insieme.- mi passai una mano tra i capelli.
-Non penso che incontrarci tutti insieme distolga l'attenzione dei giornalisti. Tu parla pure con il tuo manager e poi riferisci a che conclusione siete arrivati, poi ne parlerò col mio.- in quel momento non me ne accorsi, ma il mio tono di voce era più freddo, più tagliente. Raramente mi si sentiva usare quel tono di voce.
-Va bene. Allora richiamerò una volta discusso.- rispose per poi chiudere la chiamata. Restituii il telefono a Joon, mi stavano fissando tutti.
-Parlerà con il suo manager e poi mi dirà.- dissi rispondendo a tutte le loro domande inespresse.
-E pensare che le acque si stavano calmando.- disse Mir un po' amareggiato.
-E rimarranno calme, perché Cheondung saprà sistemare tutto.- disse Seungho offrendomi uno dei suoi sorrisi che mostrano quanto sia fiero dei suoi compagni. Ricambia il sorriso sentendomi più calmo, se il leader si fidava di me, allora sarei riuscito a sistemare tutto quanto. Finalmente riuscii a sedermi e a fare colazione, la mattina era partita bruscamente a causa di quella notizia, speravo potesse migliorare. Per distrarmi da tutti i pensieri che mi si erano creati in testa, mi chiusi in camera cercando di cancellare tutti quei sentimenti negativi e sfruttandoli per scrivere qualche riga o per comporre qualche melodia, dedicarmi alla musica era sempre stato il rimedio per qualsiasi mio problema. In fondo erano cose che succedevano spesso tra cantanti o attori, bastava anche solo farsi vedere fuori da soli con qualcuno che i paparazzi ne approfittavano per qualche loro notizia, solo non immaginavo succedesse anche a me. Gli unici con cui uscivo erano i ragazzi, vedermi con Soojin sarà stata una gioia per gli occhi del fotografo, il quale probabilmente già pregustava la notizia in prima pagina.
La giornata sembrava passare a rallentatore, non avevo nessun impegno particolare a differenza degli altri, rimasi in camera a comporre per delle ore, e prendendomi una pausa andai in salotto e accesi il televisore.
-E ora la notizia che ha fatto più scalpore. Ieri sono stati trovati insieme l'attrice Park Soojin e il cantante membro degli MBLAQ Cheondung. I due giovani si trovavano in un piccolo bar non molto distante dal set cinematografico dove l'attrice e Lee Joon, idol compagno di gruppo di Cheondung, stavano girando alcune scene del loro nuovo drama. Che sia scattata la scintilla tra i due ragazzi dopo essersi conosciuti sul set? Che sia scattato il colpo di fulmine tra Soojin e Thunder?- disse la voce alla televisione, sullo schermo altre nostre foto di quel pomeriggio, mentre ci gustavamo la nostra cioccolata calda. Per quanto fosse un buon gioco di parole, non risi e spensi subito la televisione. Ero stato veramente uno stupido, era ovvio che i paparazzi fossero vicino al set del drama, e vedendoci uscire noi due da soli hanno colto l'occasione. Spesso mi stupivo da solo di quanto fossi un idiota. Presi un profondo respiro, non c'era motivo di preoccuparsi, bastava spiegare la verità che tutto sarebbe tornato alla realtà, ma prima dovevo aspettare di sapere cosa avevano concordato Soojin e il suo manager. Sapevo cosa ne pensava la tv, tanto valeva leggere cosa ne pensavano le nostre fan, in qualsiasi caso tutto ciò sarebbe finito nel giro di poco tempo. Presi il computer ed entrai nel nostro fan caffè curioso dei commenti, aspettandomi le più svariate reazioni. Subito certi commenti mi lasciarono un po' l'amaro in bocca, per quanto ami le nostre fan con tutto il cuore, non mi piace che inizino ad infangare il nome di una ragazza solo perché in giro c'è il pettegolezzo che esca con uno di noi cinque, non è una cosa matura. Molte altre invece si complimentavano dicendo che volevano solo il meglio per me e che volevano che fossi felice. In un certo senso ho sempre desiderato trovare la persona giusta con la quale passare momenti belli e romantici, e di ricevere questo supporto dalle fan, ma mi immaginavo di innamorarmi piano, non di ritrovarmi così su una rivista con una ragazza per la quale non provavo nulla se non amicizia. Sospirai e mi portai una mano tra i capelli, continuai a leggere molti altri commenti lasciati, poi spensi il computer. Quella giornata stava diventando parecchio pesante, mi buttai sul divano, dovevo rilassarmi un po', solo così sarei riuscito a trovare la soluzione migliore, ma prima mi sarei dovuto liberare di tutti quei pensieri. Presi le cuffie, quando ero in casa cercavo sempre di averle a portata di mano, e feci partire una playlist tranquilla, poi chiusi gli occhi.
Quando mi svegliai i ragazzi erano tornati, i loro visi erano stanchi, ma non per questo i loro sorrisi erano meno radiosi del solito. Mi alzai, spensi la musica e iniziai ad aiutarli con la cena, non sapevo il perché, ma quella sera decisero che avrebbero cucinato Seungho e G.O invece di ordinare qualcosa a domicilio come spesso facevamo. Riavere i ragazzi in casa mi fece dimenticare tutti i problemi del momento, inconsciamente gliene ero veramente grato.
-Cheondung, per quella questione sei riuscito a trovare una soluzione adatta?- mi chiese Seungho una volta finito di mangiare, io sospirai.
-Non ancora. Come ho acceso la televisione per distrarmi la notizia mi ha mandato nel pallone. Poi ho letto sul nostro fan caffè i commenti delle A+ e in un certo senso mi sono tranquillizzato, ma avevo bisogno di non pensarci, così ho dormito un po'.-
-E la ragazza, Soojin giusto? Non ti ha ancora chiamato?- mi chiese G.O, in effetti non mi aveva ancora chiamato. Scossi la testa.
-Tu hai provato a chiamarla?- l'espressione del leader era tra il serio e il preoccupato, forse non tanto per la situazione ma per come la stavo vivendo io.
-Non ho il suo numero. Questa mattina quando ha chiamato, lo ha fatto sul telefono dello hyung.- dissi indicando Joon con lo sguardo.
-Se vuoi posso farle io uno squillo.- lui prese il telefono e inoltrò la chiamata. Dopo poco mise giù -Risponde la segreteria telefonica, forse è impegnata. Senti, ma sei sicuro che con Soojin non ci sia nulla?- mi chiese con aria dubbiosa.
-Hyung, ci siamo conosciuti quello stesso giorno, e ti posso assicurare che non c'è stato alcun colpo di fulmine, al contrario di quello che sostengono i giornalisti e la televisione.- dissi quasi maleducatamente. Tutta quella storia mi stava rendendo insopportabile. Perché non aveva ancora chiamato? Ormai era sera, e lei doveva trovarsi con il suo manager nel tardo pomeriggio. La possibilità che stessero ancora parlando della situazione mi rendeva nervoso.
-Cheondung, stai tranquillo, vedrai che tutto si sistemerà.- mi disse G.O portando una mano sulla mia spalla. Mi voltai a guardarlo e il suo sorriso riuscì a calmarmi, sapere che i miei compagni si fidavano di me mi aiutava a vedere i problemi in modo diverso.
-Joon, non è che potrei provare a chiamarla io?- lui annuì e dopo avermi dato il numero di Soojin andai in camera. Il telefono squillava ma nessuno rispondeva, iniziai a camminare attorno al letto nervoso, ansioso. Provai a richiamarla e dopo alcuni secondi rispose.
-Pronto chi parla?-
-Soojin, sono Cheondung. Ti ho chiamato per sapere se hai parlato con il tuo manager.-
-Si, abbiamo appena finito.- ci fu una pausa interminabile prima che finalmente mi dicesse cosa avevano stabilito dalla loro parte.
-Cosa?- urlai al telefono spaventando Soojin.
-Capisco che sia una richiesta assurda e poco opportuna.- disse lei cercando di giustificarsi.
-Poco opportuna? Secondo te chiedere di fingere una relazione solo per avere più attenzioni da parte dei giornalisti sarebbe una richiesta poco opportuna?- dissi accentuando la parola “poco”. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo Tredicesimo ***


Mi buttai sul divano, nonostante fossi ancora in linea con Soojin non dissi nulla, gli altri mi stavano fissando quasi impauriti, raramente urlavo o rispondevo con tono così maleducato.
-Ehm... Cheondung? Sei ancora in linea?- chiese Soojin, la sua voce sembrava un sospiro.
-Si.-
-Forse è meglio se ne parli con il tuo manager, così decideremo cosa fare una volta per tutte.- si sentiva il timore nella sua voce -Non... non darci troppo peso alla nostra proposta, ma pensaci.- concluse chiudendo la chiamata.
-Quindi?- chiese Mir sprizzando curiosità da tutti i pori.
-Chiamate il manager.- dissi freddo. A chiamarlo fu Seungho, e mi passò il telefono, purtroppo non riusciva a fare un salto fino al dormitorio.
-L'ho chiamata... Si, me lo ha chiesto.- sospirai -Che sia la cosa giusta da fare?... Capisco.- chiusi la chiamata e mi girai verso gli altri -Ragazzi, sono fidanzato.- dissi mostrando un sorriso amareggiato e ironico.
Eravamo seduti a tavola, io con una tazza di latte e miele davanti a me, avevo appena finito di parlare con Soojin per accordarci, lei mi ringraziò, ma io non ero convinto ancora di tutta quella situazione. Parlandone con il manager, lui mi disse che quello avrebbe aiutato a distogliere i giornalisti dalla questione dei contratti, e che mi sarei dovuto comportare semplicemente come nel programma “Scandal”, nulla di più. In quel programma ero diventato il ragazzo per una settimana di una ragazza scelta casualmente, avevamo passato dei momenti molto belli, come al parco a tema, ancora mi ricordavo la foto nella quale mi aveva dato un bacio sulla guancia. Ma quello era pur sempre un programma televisivo, questo sarebbe dovuto sembrare più vero, più sincero, e io non mi sentivo all'altezza. Non era certo per Soojin, lei era molto carina e simpatica, ma l'avevo appena conosciuta, non sapevo quasi nulla di lei, e per quel poco che sapevo non sembrava il mio tipo, al contrario di Soonja. Oddio, e Soonja? Cosa avrebbe pensato lei di tutta quella storia? Che l'avesse letta la rivista? Non ci eravamo sentiti per tutto il giorno, e forse era un buon segno. In ogni caso sarebbe venuta a saperlo presto, visto che sarei dovuto andare con la mia “ragazza” sul set del suo drama, incontrando inevitabilmente Soonja. In un secondo mi cadde il mondo addosso, peggio di quando lei mi presentò Sunggi al bar. Presi la tazza di latte con entrambe le mani lasciandola però sulla tavola e poggiai anche la fronte su di essa. Sentii la mano di uno dei ragazzi sulla mia spalla.
-Immagino a chi tu stia pensando Cheondung.- disse Seungho, alzai il viso per guardarlo -Ma vedrai che tutta questa messa in scena finirà senza che tu te ne accorga, forse anche prima che se ne accorga Soonja.-
-Ne dubito visto che sta facendo un periodo di stage proprio dove lavorano Joon e Soojin.- dissi con un sorrisetto amaro.
-Cheondung, se siamo riusciti noi a capire i tuoi sentimenti verso di lei, perché è più che chiaro cosa provi per lei, li capirà anche lei.-
-Concordo.- sorrise G.O -Con lei si che hai avuto un vero colpo di fulmine.- io sorrisi e scossi la testa.
-Come no, hyung? Basta vedere come la guardi, hai sempre le pupille dilatate.- disse Mir mostrando quel suo sorriso da ragazzo spensierato -Anche io vorrei trovare una persona speciale per me.-
-Non è stato un colpo di fulmine il mio.- dissi osservando la tazza, in un secondo sentii tutti gli sguardi su di me -Soonja la conoscevo da tantissimo tempo prima di debuttare, era come una piccola sorella per me, la sorellina minore che non ho mai avuto, o almeno così credevo.- sospirai e sorrisi a quei bei ricordi -Lei aveva sempre avuto una cotta per me, per questo spesso mia sorella Dara mi diceva che la stavo solo illudendo standole accanto. Al tempo pensavo fosse solo una sciocchezza, ma ora forse ho capito. Una volta la differenza di età tra di noi sembrava molto più grande, quindi non mi ero mai permesso di pensare a lei in quel modo, era ancora una bambina, eppure con lei stavo bene. Ora quella distanza sembra essersi attenuata lasciando che i miei sentimenti venissero liberati.-
-Insomma, cinque anni fa ti eri già innamorato di lei ma non te ne eri reso conto.- disse G.O.
-Più che altro non voleva rendersene conto.- concluse Seungho.
-Immagino che lei non abbai la minima idea di tutto questo.- disse Joon con un sorriso sul viso -Dovresti dirglielo, ne sarebbe estasiata di sentirselo dire, poi il resto passerebbe solo che in secondo piano.-
-Oh giusto, domani vado da lei e le dico “Ciao Soonja, volevo dirti che sono ormai più di cinque anni che sono inconsciamente innamorato di te, ma ora sono il ragazzo di Soojin”.-
-Guarda che Joon ha ragione.- disse Seungho serio -Se le spiegassi la situazione, i tuoi sentimenti celati per anni e risorti dopo averla vista sotto un'altra luce, lo scandalo con Soojin e l'accordo stretto temporaneamente per aiutare anche i vari problemi con la casa discografica, secondo me potrebbe capire benissimo.-
-Non ne sono convinto, a me la situazione sembra più complicata.-
-Ma pensaci hyung! Se già da giovane aveva un debole per te, non penso che questo sia cambiato. Insomma, se la tua cotta di quando eri giovane si confessasse a te dopo anni, non saresti comunque felice?- stranamente, il punto di vista di Mir non faceva una piega. Purtroppo a fermarmi era il timore di fare di nuovo un passo falso nei confronti di Soonja, non volevo farla soffrire di nuovo.
-Ci penserò, prima voglio valutare per bene il problema principale, ovvero la mia nuova relazione con Soojin.- e in un sorso bevvi tutto il latte ormai raffreddato.
Per tutta la notte non feci altro che rigirarmi nel letto pensando a come mi sarei dovuto comportare in pubblico, era una sfida molto ardua per il piccolo attore che ero io, cosa che mi fece pensare al fatto che per Soojin probabilmente sarebbe stato più semplice, essendo un'attrice professionista e decisamente più capace di me. Mio malgrado mi sarei dovuto impegnare parecchio per non destare sospetti con i giornalisti, perché una volta ufficializzata la notizia ci avrebbero seguiti in branchi pur di sapere tutto sulla nostra relazione. Il mattino dopo mi preparai per seguire ancora una volta Joon sul set, anche se sarebbe stato più carino e più da fidanzati se fossi andato a prendere Soojin, ma in fondo ci eravamo conosciuti il giorno prima, sarebbe stato irreale da parte mia sapere già dove abitasse.
-Sei pronto Cheondung?- mi chiese Joon prendendo il proprio giubbotto.
-Hyung, secondo te dovrei portare un mazzo di fiori con me?- se bisognava farlo, almeno volevo farlo bene. Lui mi guardò e poi si mise a ridere.
-Cheondung, mi sembra che tu stia correndo un po' troppo. Limitati a starle vicino, a tenerle la mano. I fiori arriveranno in un secondo momento.- il suo sorriso mi contagiò subito, in effetti aveva ragione, stavo correndo un po' troppo. Presi la mia giacca e uscimmo. Più ci avvicinavamo al set più sentivo l'agitazione impadronirsi di me. Una volta arrivati io aspettai fuori, visto che lei non era ancora arrivata. Tenevo le mani in tasca e lo sguardo basso non tanto per l'ansia o l'agitazione, ma più per tenere parte del viso al caldo nel colletto della giacca, l'autunno era arrivato insieme al fresco. Alzai lo sguardo nel momento in cui sentii una macchina fermarsi davanti a me, i finestrini erano oscurati così in un primo momento non capii chi ci fosse dentro, ma poi la portiera si aprì e due braccia si lanciarono attorno al mio collo.
-Cheondung. Cosa ci fai qui fuori? Ti prenderai un malanno.- disse Soojin abbassando poi la voce -Ancora grazie per quello che stai facendo, ti devo molto.- mi sussurrò.
-Ti stavo aspettando.- dissi sorridendo e ricambiando l'abbraccio -Forza entriamo, ti stanno aspettando per girare le nuove scene.- e prendendola per mano entrammo dentro dove c'era più caldo. Come entrammo tutti si girarono a guardarci, ero imbarazzatissimo, ma mai come Soojin, era addirittura diventata rossa in viso, era veramente carina.
-Vai a truccarti e a vestirti, e mi raccomando, fai del tuo meglio.- le sorrisi dolcemente, lei mi guardò e i suoi occhi si illuminarono.
-Ok.- rispose con un filo di voce per la timidezza per poi andare nel suo camerino. Sinceramente non riuscivo a capire se stesse semplicemente recitando, o se certe reazioni era naturali, in fondo, mica si può fingere di arrossire. A quel pensiero il sorriso si allargò sul mio viso.
-Allora, come sta la nostra coppietta? Visto, non era poi così difficile, il problema era solo la partenza.- disse Joon facendomi l'occhiolino -Prendila come una piccola lezione sulla recitazione.- e se ne andò a girare le sue scene. Aveva ragione, una volta partiti sarebbe stato più semplice e spontaneo, anche se non dovevo dimenticare che era solo una finzione, ma d'altronde avevo il mio promemoria personale.
-Sanghyun.- mi sentii chiamare.
-Oh, ciao Soonja. Come va lo stage?- chiesi mostrando un sorriso più radioso che mai.
-Tutto bene, visto il mio impegno mi stanno dando compiti più complicati anche, finalmente direi.- rise -Ho sentito di te e Soojin. Sono felice per voi due.- il suo sorriso sembrò come spegnersi delicatamente, come se dire quelle parole fosse stato per lei difficile.
-Ehm, grazie.- mi grattai la testa nel panico, non pensavo di arrivare a quella questione così velocemente con lei -Diciamo che è stata una cosa improvvisa per tutti quanti, Soojin e me compresi.-
-Spero il meglio per voi.- la conoscevo troppo bene, c'era qualcosa che non andava nella sua voce. Stavo per abbracciarla quando improvvisamente Soojin mi si aggrappò al braccio impedendomelo.
-Siamo carini insieme, vero Soonja?- disse lei strattonandomi un po'.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo Quattordicesimo ***


Sentii il suo braccio stringersi sempre di più al mio, lo sguardo fisso su Soonja la guardai non capendo le sue intenzioni.
-Si, formate veramente una bella coppia.- rispose Soonja abbassando lo sguardo -Scusatemi, ma ora devo tornare al lavoro.- e con un inchino si congedò.
-Che cosa ti è preso prima?- chiesi a Soojin liberandomi da quella sua stretta.
-Lascia che ti spieghi la faccenda, tesoro.- disse portando la mani sui miei fianchi tenendomi stretto -Non penso che flirtare con un'altra sul set dove lavora la tua ragazza possa aiutare la tua immagine.- il suo tono freddo e serio era in contrasto con la sua espressione serena e felice.
-Tu lascia che ti spieghi la situazione.- le presi le mani così da toglierle dai miei fianchi -Tu non sei veramente la mia ragazza.- feci il suo stesso gioco, sorridevo ma il mio tono di voce era serio, quasi arrabbiato.
-Beh, che lo sia sul serio o che sia tutta una finzione, la Corea del Sud crede che noi due stiamo insieme, e così sarà.- mi accarezzò il viso -Non ti conviene farmi arrabbiare o metterti contro di me.- rimasi a fissarla sconcertato, forse non avevo la minima idea di con chi avessi a che fare -Ora devo tornare al lavoro.- mi diede un bacio sulla guancia -Ho già prenotato un tavolo in un ristorante meraviglioso per questa sera, saremo soli soletti.- e dopo avermi fatto l'occhiolino tornò al suo lavoro. Che fosse tutta un'illusione? Fino a due giorni fa sembrava una ragazza così dolce, indifesa, era tutto solo una finzione? Forse gli hyung avevano ragione, avrei dovuto spiegare tutta la situazione a Soonja, prima che fosse troppo tardi, prima che potesse complicarsi ulteriormente, ma dovevo farlo senza che Soojin se ne accorgesse. Se avessi chiesto a Soonja di parlare un attimo in privato di sicuro i giornalisti si sarebbero incuriositi e chissà quali casini sarebbero nati, quindi era meglio evitare. L'unico modo che mi venne in mente era di dirglielo non di persona, ma scrivendoglielo. Le avrei spiegato tutto nei minimi dettagli per messaggio, doveva capire cosa stava accadendo, e io avrei dovuto affrontare i miei sentimenti, ma per fare ciò avevo bisogno di stare un momento da solo con me stesso. Visto che tutti erano immersi nei propri impegni, io uscii sulle scale antincendio, controllai che non ci fosse nessuno e dopo essermi seduto su uno scalino tirai fuori il telefono. Per quanto fossi intenzionato a scriverle il messaggio, in quell'istante il buio totale si impadronì della mia mente, un blocco improvviso, non avevo idea di come cominciare il discorso.
-Si si, lo so che non dovrei chiamarti mentre stai lavorando.- sentii una voce non molto distante, un uomo stava parlando al telefono. Per fortuna da dove si trovava non poteva vedermi -Volevo solamente ringraziarti per la soffiata, in ufficio mi hanno dato un aumento, e tutto grazie alla storiella di Cheondung e tua.- che cosa? -Hai già qualcosa in mente per la vostra relazione? Devo fotografarvi da qualche altra parte?- un fotografo, ha chiesto lei di farci fotografare in quel bar? Quindi era tutto un suo piano? -Capisco, ci sarò.- e chiuse la chiamata. Se questa era la verità dovevo sbrigarmi a fare la mia mossa, prima dovevo avvisare Soonja, e poi mi sarei occupato di Soojin e del suo tranello. Quando rientrai Joon mi stava cercando.
-Cheondung, dove eri finito?-
-Sono uscito a prendere una boccata d'aria. Perchè mi stavi cercando?-
-Ha chiamato il manager, abbiamo le prove con gli altri. Quindi muovi il culo che siamo in ritardo.- diedi un'occhiata in giro e non vedendo né Soonja né Soojin seguii lo hyung fino alla nostra macchina.
Passare del tempo in sala prove con i ragazzi mi aiutò per distrarre la mente da tutti quei problemi che mi stavano assillando in quei giorni, i miei sentimenti per Soonja, lo scandalo con Soojin, tutto sembrò sparire per un attimo. Per pranzo ci portarono la pizza, Seungho non fu mai più felice che in quel momento. Io presi la mia e mi sedetti da una parte, dovevo scrivere quel messaggio, ogni secondo era prezioso, non potevo permettermi di perdere tempo.
“Ciao Soonja, come stai? Spero tutto bene. Io non molto, ma di questo ne parlerò dopo, ora voglio parlare di una questione importante, o meglio, voglio correggere ciò che ti avevo detto quel giorno al bar. Ripensandoci, quello che provavo per te cinque anni fa non era un affetto paragonabile a quello che provo per Dara e Durami, credevo fosse così, ma ora capisco che era tutta un'altra cosa. Al tempo non me ne volevo rendere conto, eravamo giovani, ti vedevo così piccola e ingenua, pensare a te in quel modo mi sembrava una cosa sbagliata, eppure già allora eri riuscita a rubarmi il cuore, mi ero già innamorato di te, ma solo ora me ne rendo conto. È per questo anche dopo cinque anni senza vederti mi sento così attaccato a te. Capisco benissimo quanto sia una stupidaggine, ma è così e spero che anche i tuoi sentimenti di cinque anni fa non siano scomparsi. Ora sorge il problema. Voglio dirti che la mia relazione con Soojin è tutta solo che una messa in scena, una menzogna, nulla è vero, soprattutto i miei sentimenti verso di lei. Siamo stati fotografati insieme e ora ci tocca fingere di stare insieme, ma finirà tutto presto. Quindi ti chiedo per favore di aspettarmi.
Tuo oppa.”
Premetti invia e mi sentii più leggero, mi ero tolto un fardello enorme dalle spalle. Ora dovevo solo aspettare che lo ricevesse e sperare che capisse la situazione accettando i miei sentimenti. Mi accasciai per terra con un sorriso da un orecchio all'altro.
-Sembri felice hyung!- disse Mir avvicinandosi -Per caso è successo qualcosa di bello?-
-Non ancora Mir, ma spero che presto succeda.- mi alzai -Quando tutto sarà finito ricordami di organizzarti un appuntamento al buio.- dissi mettendogli un braccio attorno alle spalle -Quando sono andato a portare la borsa con i vestiti a Soonja mi sembra di aver intravisto una libreria di manga nella camera della sua amica.- gli feci l'occhiolino.
-Sul serio? Per caso sai che manga c'erano?- l'eccitazione di Mir era palpabile nell'aria.
-Glielo chiederai tu di persona. Ora torniamo alle nostre prove maknae.- conclusi ridendo e raggiungendo il resto dei ragazzi. Nonostante i vari problemi in quel momento mi sentivo sinceramente meglio, avevo il presentimento che tutto si sarebbe sistemato.
Finite le prove tornammo al dormitorio, e visto il mio finto appuntamento, mi lasciarono fare la doccia per primo. Aprii l'acqua calda e dopo essermi svestito mi lasciai colpire da quel flusso così rilassante, presi un po' di shampoo e iniziai a lavarmi i capelli massaggiandomi piano la cute, se non fossi stato in piedi probabilmente mi sarei addormentato. Dopo essermi sciacquato i capelli prima dallo shampoo e poi dal balsamo mi lavai con il bagnoschiuma per poi chiudere l'acqua e asciugarmi in fretta. Per quanto sotto la doccia si stesse bene, fuori faceva non poco freddo. Mi asciugai i capelli e me ne andai in camera per cambiarmi. Per l'occasione optai un completo elegante ma non troppo, una camicia nera e un paio di jeans scuri. Mi misi il profumo e subito dopo sentii il telefono squillare, mi era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto con il nome e l'indirizzo di un ristorante, probabilmente era Soojin. Presi la giacca e le chiavi della macchina e, dopo aver salutato tutti, uscii. Non mi ci volle molto per trovare il ristorante, accostai davanti all'entrata e lasciai le chiavi della macchina all'addetto per portarla nel parcheggio. Quando entrai non dovetti nemmeno dire il mio nome o quello di Soojin che un cameriere mi portò in una delle sale private, lei era già seduta al tavolo con un bicchiere di vino rosso in mano.
-Buonasera tesoro.- disse alzando il bicchiere e invitandomi a sedermi -Spero tu abbia passato una bella giornata.- mi sorrise e con un gesto congedò il cameriere. Aspettai che uscisse prima di sfoderare la mia carte.
-So tutto, ho sentito il giornalista parlare con te al telefono. Hai tramato tutto te fin dall'inizio.- lei sospirò e posò il bicchiere sul tavolo.
-E dire che speravo di passare una bella serata in tua compagnia, ma a quanto pare eri impaziente di tirare fuori questa discussione.- d'un tratto si fece più seria -Mi sembra di avertelo già detto, non ti conviene metterti contro di me. Ti basterà fare ciò che ti dico e tutti ne usciranno indenni.- a quelle parole sentii il sangue raggelarmi nelle vene.
-Non oserai fare del male ai miei amici.- sbattei il pugno sul tavolo facendo quasi rovesciare il bicchiere di vino.
-Vedo che siamo agitati questa sera.- disse lei prendendo il bicchiere e bevendo un sorso di vino -Non hai la minima idea di quello che oserei fare.- il suo sguardo era tagliente, ed era posato su di me, mi intimoriva ma cercavo di non darlo a vedere, non dovevo mostrare la mia paura.
-Sai, pensi tanto di avere la situazione sotto il tuo controllo sentendoti una regina con tutto il potere, ma in questo caso il potere ce lo abbiamo entrambi.- un sorrisino si fece largo sul mio viso -Mi basterà semplicemente raccontare ai giornalisti che la storia tra noi due non ha funzionato e tutto finirà in un istante. Per di più so che il tuo compagno di tranelli starà aspettando fuori dal ristorante con una macchina fotografica in mano pronto ad immortalarci così da aiutarti a tessere la tua tela di menzogne.- lei ridacchiò.
-Hai ragione, ti basterebbe poco per mandare tutto a monte, ma sei sicuro di volerne pagare le conseguenze?- si alzò e si infilo la giacca -Riferisci alla stampa quello che vuoi, ma poi non venire a piangere da me e a supplicarmi.- e lanciandomi un sorrisino peggiore di quello di un serial killer se ne andò.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo Quindicesimo ***


Aspettai qualche minuto prima di andarmene anche io dal ristorante lasciando una piccola mancia per il cameriere. Quando mi riportarono macchina e chiavi tornai al dormitorio con un'espressione furiosa in viso, se Soojin pensava di potermi spaventare con una semplice minaccia si sbagliava. Cosa mai pensava di poter fare per ricattarmi? Non aveva nulla di concreto contro di me. Al momento mi dovevo solo preoccupare di come smontare tutta questa storia, mi immaginavo di trovare tutti i giornalisti fuori dal ristorante, o almeno il suo amichetto fotografo, sarebbe stata l'occasione adatta per spiegare e rivelare la verità, ma non c'era nessuno. Non ci pensai su a lungo, altre occasioni le avrei trovate, e chiamai il manager con il vivavoce della macchina per riferirgli la mia decisione finale.
-Ne sei sicuro? Non voglio costringerti a continuare questa farsa, ma ti ricordo che potrebbe andare a vantaggio di tutti.-
-Ho i miei motivi per voler chiudere con tutta questa storia.- risposi freddo come il ghiaccio, non c'era bisogno di raccontargli tutto ciò che sapevo.
-Va bene. Domani mattina chiederò ad un mio amico giornalista di pubblicare la notizia.-
-Grazie.- e chiusi la chiamata. Un problema era risolto, l'altro era Soonja. Non avevo ancora ricevuto nessuna risposta, né negativa né positiva, al mio messaggio, stavo iniziando a preoccuparmi. Arrivai e lasciai il giubbotto in entrata, andai a cambiarmi con vestiti più comodi e chiamai i ragazzi in soggiorno per spiegargli la situazione. Subito ci rimasero un po' stupiti, poi sembravano esserne quasi sollevati.
-Joon, domani hai ancora da girare il drama?-
-Si.- rispose subito -Ma Soojin non c'è, non ci sono scene con il suo personaggio per domani. O almeno così mi sembra, aspetta che controllo.- disse alzandosi, ma lo fermai.
-Non è con lei che devo parlare, ma con Soonja.- dissi mostrando il primo sorriso della serata.
-Le parlerai di ciò che pensiamo?- chiese Mir con occhi speranzosi -Dei tuoi sentimenti e tutto?-
-In realtà di quello le ho già parlato con il messaggio, anche se non mi ha risposto. Comunque penso che a questo punto debba chiarire tutta la situazione nei minimi dettagli, e sperare che accetti i miei sentimenti.- risposi, quel sorriso si allargò piano piano.
-Lo speriamo anche noi, così potrai essere felice.- disse Seungho, poi andammo tutti a dormire.
Come mi svegliai la mattina dopo, quel sorriso decise di tornare e difficilmente di andarsene, quello sarebbe stato un giorno importante. Mi lavai il viso, mi cambiai e più fresco di una rosa partii insieme allo hyung verso il set, lentamente iniziò a salirmi un po' di ansia, i peggiori pensieri stavano per conquistare la mia mente, ma non glielo permisi, non quel giorno. Una volta arrivati mi fiondai alla ricerca di Soonja, ma con mia amara sorpresa non la trovai, così andai a chiedere a quello che probabilmente era il suo capo.
-Soonja? Mi ha scritto che per cause esterne non potrà continuare lo stage. Non mi ha detto niente altro.- rispose gentilmente.
-Grazie mille.- feci un inchino e lo lasciai tornare al suo lavoro. La situazione sembrava ancora più strana, così provai a chiamarla ma il telefono continuò a squillare finchè non partì la segreteria telefonica, ci riprovai, ma nulla, quella voce registrata tornava sempre a dirmi di lasciare un messaggio dopo il segnale acustico. Che diavolo stava succedendo? Spiegai la situazione a Joon, il quale ci rimase male quanto me, e dopo aver finito le scene tornammo al dormitorio. Scesi dalla macchina, notai un uomo in ombra e capii chi fosse.
-Joon, tu intanto vai, ti raggiungo tra un attimo.- lui annuì e se ne andò -Ha bisogno di qualcosa?- chiesi avvicinandomi a lui. Avevo ragione, era il fotografo che avevo sentito parlare al telefono con Soojin.
-Saltiamo i convenevoli, tu sai chi sono e io ho qualcosa da riferirti.- disse lui diretto e serio -Sai, Soojin ha letto l'articolo questa mattina, e non l'è piaciuto.- continuò.
-Mi dispiace, ma non è proprio il mio tipo ideale.- feci spallucce con un sorrisetto beffardo -Altro?-
-Si.- e mi porse una busta -Scelta sbagliata.- e poi se ne andò.
Aprii la busta e in un momento quella giornata radiosa si trasformò in un oscuro incubo. C'era dentro solo una foto, era Soonja, imbavagliata e legata ad una sedia, gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime, con un'espressione terrorizzata in volto. Alzai subito il viso cercando il fotografo, ma era già sparito. Tornai a guardare la foto e lessi cosa c'era scritto dietro.
“Hai fatto un grosso errore, mi hai istigata e sottovalutata. Però puoi ancora rimediare, e tutto quello che dovrai fare sarà semplicemente quello che ti dirò io. Ci vediamo questa sera sulla riva del fiume Han, mi troverai facilmente.”
Facilmente? Ma aveva idea di quanto lunga fosse la riva del fiume Han? Come diavolo sarei riuscito a trovarla? Stavo impazzendo. Soonja era stata rapita a causa mia, dovevo aiutarla, dovevo sottostarmi al suo volere. Corsi dentro nel panico, al dormitorio c'erano solo Joon e G.O, gli mostrai la foto sperando nel loro aiuto. Come capirono la situazione si spaventarono anche loro.
-Cosa le è saltato in mente? Rapire Soonja solo perché non hai voluto stare al suo gioco? Altro che Ryu Tae Oh, lei è una psicopatica!- disse Joon incredulo di tutto ciò.
-Dicendo queste cose non aiuti né lei né Cheondung.- gli disse G.O rimproverandolo -Cheondung, tu questa sera cerca di parlare con Soojin, magari riesci a farla ragionare. Ora pensa a mangiare qualcosa, se inizi anche a non mangiare la situazione peggiorerebbe e basta.- e se ne andò in cucina per preparare qualcosa per pranzo. Ero mentalmente ed emotivamente distrutto, se Soonja era stata rapita era solo che colpa mia. Mi sentivo svenire, volevo addormentarmi e svegliarmi sapendo che tutto ciò era solo un brutto sogno, che Soonja era al sicuro a casa sua. Lo hyung aveva ragione, dovevo mangiare qualcosa o sarei svenuto del tutto. Dopo pranzo mi chiusi in camera mia, chiusi la finestra così da rimanere al buio, sentivo fuori le voci dei ragazzi che spiegavano l'accaduto a Seungho e Mir una volta tornati.

-Sanghyun.- Soonja mi porse la mano -Ti prego, aiutami.-
-Soonja!- urlai, qualcosa di invisibile mi stava trattenendo, attorno a noi il nulla, l'oblio. Mi sporsi cercando di afferrare la sua mano, potevamo sfiorarci, le dita a pochi millimetri di distanza, potevo sentire il suo calore. Ma in un secondo qualcosa mi prese per le spalle tirandomi così indietro -No!- urlai cercando la forza di prendere Soonja nella mia voce. I suoi piedi iniziarono a sprofondare nel nero denso scomparendo, la stava risucchiando. Misi tutta la mia forza inutilmente, più tentavo di avvicinarmi più ci allontanavamo l'uno dall'altra. Oltre al pianto disperato di lei riuscivo a sentire una risata lontana, la risata di una ragazza.
-S... Sanghyun.- la sua voce era un sussurro mentre l'oscurità la stava rapendo. Le gambe, il busto, la testa, e per ultima quella mano tesa verso di me in cerca di salvezza.

-No!- urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni. Mi ero svegliato di soprassalto, e con quell'urlo avevo allarmato tutti quanti, i quali entrarono in camera mia terrorizzati.
-Che succede Cheondung?- mi chiese G.O. Io mi presi la testa fra le mani, ripensai al sogno e iniziai a scuotere la testa.
-No... no, no no no!- mi alzai dal letto e corsi a prendere il giubbotto.
-Dove stai andando?- questa volta a parlare fu Seungho, il suo tono era più severo di quello di G.O.
-Non posso starmene a letto mentre Soonja è chissà dove impaurita e indifesa.- aprii la porta -Ormai è sera, andrò a parlare con Soojin.- sospirai sconfitto -Farò qualsiasi cosa mi dica di fare pur di aiutare Soonja.-
-Fa attenzione, ti chiediamo solo questo.- ora il suo tono di voce era più preoccupato. Annuii e uscì. Dalla fretta arrivai in poco tempo al fiume Han, ora dovevo solo cercarla, ed ero consapevole che l'impresa sarebbe stata molto ardua. Camminavo nervosamente senza una meta ben precisa, continuando a guardarmi in giro sperando di intravederla, ma tutto quello che vedevo erano poche persone intente a fare una tranquilla passeggiata al chiaro di luna. Il fiume Han sembrava rispecchiare benissimo il mio stato d'animo, anche le sue acque erano leggermente agitate rispetto al solito, deformando così le ombre e le luci dei palazzi della città e la stessa luce della luna. Mi strinsi nel giubbotto cercando di contrastare l'aria fredda dell'autunno. Non demordevo, continuavo a girovagare spinto da quell'immagine orribile di Soonja che si era impressa nella mia mente come una diapositiva, ricordandomi che era tutta colpa mia e che io dovevo aiutarla. Più camminavo più le persone presenti diminuivano, fino a che non ci fu più nessuno oltre a me, e fu in quel momento che la vidi, in piedi rivolta verso il fiume.
-Sei arrivato.- disse Soojin lanciando un sasso nell'acqua e guardandolo affondare piano -Non è stato difficile.- si girò verso di me e mi sorrise quasi per prendermi in giro.
-Cosa vuoi che faccia?- chiesi con un po' di fiatone, dovuto più alla paura che alla camminata.
-Dritto al punto, vedo che hai fretta di aiutare quella piccola ragazzina.- il suo sorriso sparì lasciando posto ad un'espressione fredda e contrariata -Sai, non avresti dovuto coinvolgerla in tutto questo.-
-Di che cosa stai parlando?- lei tirò fuori qualcosa dalla tasca della giacca e me la lanciò. Era il telefono di Soonja.
-Per tua sfortuna, quando ricevette il messaggio, lei era impegnata con varie commissioni e aveva lasciato il telefono vicino alla mia postazione trucco. Probabilmente ti sarai chiesto perché non ti aveva risposto. Semplice, lei non lo ha mai letto.-
-Dimmi semplicemente cosa vuoi che faccia e lasciala andare, non ti ha fatto nulla di male lei.- sentii la rabbia salire piano, come poteva essere così tranquilla sapendo di aver fatto una cosa così orribile?
-Bene.- si avvicinò a me -Ecco la prima cosa che dovrai fare per aiutare quella piccola pulce.- portò una mano tra i miei capelli e spingendomi il viso contro il suo mi bacio. Questa volta dovetti stare al suo gioco, così la presi per i fianchi ricambiando quel bacio indesiderato. Dopo poco un flash ci illuminò.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo Sedicesimo ***


Ormai mi aveva in pugno, non potevo più ribellarmi a lei, o ne avrebbe pagato Soonja le conseguenze. L'aria fredda colpiva fastidiosamente i nostri volti, la luna sembrava volersi nascondere dietro le nuvole sapendo quanto ciò che stavamo facendo fosse sbagliato. Dopo quel flash, Soojin mollò la presa, mi guardò negli occhi sorridendo.
-Bravo bambino.- ridacchiò -Domani quando usciranno le foto, quella piccoletta tornerà libera come l'aria.-
-Hai le foto, liberala subito.- risposi cercando di sopprimere tutta la mia rabbia. Lei mi guardò di nuovo fredda -Te ne prego.- continuai supplicandola.
-D'accordo, prima la libererò e poi pubblicherò le foto, ma tu vedi di non creare altri problemi nel mentre. Da questo punto di vista sarebbe meglio che te ne rimanessi in casa tranquillo finchè non verrà pubblicata la foto.- mi accarezzò il volto -Visto, non sono del tutto un mostro se le cose mi vengono chieste con calma e gentilezza.- e se ne andò via. Io mi buttai in ginocchio a terra. Non solo ero stato sconfitto, ma probabilmente avrei dovuto affrontare l'ira di Soonja e sapevo benissimo che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, sarebbe stata la fine della nostra amicizia, non sarebbe nato nulla tra di noi. Presi un sasso e con violenza lo lanciai in acqua, fece un rumore cupo quando toccò la superficie e poi affondò sul fondo scuro del fiume.
I giorni seguenti sembravo un morto vivente, non uscivo dalla mia camera se non per mangiare e andare in bagno, cercavo meno contatti possibili con altre persone, con i miei compagni. Non riuscivo a dormire, ogni volta che chiudevo gli occhi le ombre di Soojin e Soonja mi tormentavano, ero senza forza. Quando era ora di pranzo o cena, toccavo appena il cibo per poi tornare in camera, gli altri erano visibilmente preoccupati per la mia salute, ma io non me ne rendevo conto, ero come in una bolla, lontano dal mondo esterno, una bolla di tormento, di sgomento. Aspettavo con orrore che uscisse la notizia con le foto scattate in riva al fiume Han solo per assicurarmi che Soonja stesse bene e fosse tornata a casa, ma l'uscita stava ritardando più del previsto. L'unica cosa che mi era rimasta di Soonja era il suo telefono. Rilessi più e più volte il messaggio che io stesso le avevo mandato, la causa per la quale era stata rapita, e più ci pensavo più quella bolla sembrava stringersi con l'intento di soffocarmi nel mio stesso dolore.
Ogni tanto i ragazzi cercavano di tirarmi su il morale, anche solo di un po', di farmi pensare ad altro.
-Hey hyung! Ti va una partita alla Play?- mi chiese Mir sorridendo gentile.
-No Mir, non mi va.- la mia voce era fredda come il vento che soffiava fuori tra le foglie degli alberi -Chiudi la porta.-
-Ma hyung, se rimani in camera ti cresceranno le radici, e poi non fa mai male divertirsi un po'.- rispose lui sorridendo.
-Secondo te posso permettermi di divertirmi? Soonja è spaventata chissà dove per colpa mia, e io invece mi diverto a giocare con te alla Play, ti pare una cosa giusta?- ero più acido del solito -Fammi un piacere, tornatene a leggere i tuoi fumetti e lasciami in pace.-
-Guarda che io volevo solo aiutarti.-
-Aiutarmi? Se vuoi sul serio aiutarmi portami qua Soonja, fammi vedere che sta bene, che non le hanno fatto del male, allora si verrò a giocare con te!- senza che me ne accorgessi stavo urlando.
-Cheondung, calmati, non sono stato mica io a crearti tutti questi problemi. Quando avrai voglia di tornare alla tua vita sociale facci un fischio.- Mir a stento non mi urlò contro, ma solo perché al momento aveva più autocontrollo di quanto non ne avessi io.
-Che sta succedendo qua?- arrivò Joon.
-Chiedilo a lui, io me ne vado in camera mia.- e Mir se ne andò.
-Cheondung, capisco che tu stia male, ma vedi di non farti trascinare troppo dalla situazione.-
-Wow, da quando sei diventato il saggio di turno, Joon? Risparmiami le tue parole, perché nemmeno tu sai quello che sto passando, nessuno di voi lo sa, e mentre voi continuate spensierati le vostre vite io sono qua che mi preoccupo della vita di quella povera ragazza innocente!- per quanto io fossi visibilmente adirato, Joon rimase impassibile, anche lui lottando contro lo stimolo di rispondermi per le rime.
-No, non sappiamo come ti senti, noi non siamo così vicini a Soonja come lo sei tu, ma non è vero che non siamo preoccupati. Il punto che ti sfugge però è che siamo più preoccupati nei tuoi confronti. Questo non sei tu Cheondung, questa tua vita da eremita ti sta cambiando in qualcosa che non vorresti mai essere. Beh, non vorresti se fossi in te.- la sua voce era calma, così calma che rischiava di farmi salire il nervoso ancora di più -Non lasciare che il tuo dolore crei un mostro.- e senza dire altro uscì chiudendo la porta.
L'attesa mi stava facendo impazzire. Perché non era ancora uscita quella dannata foto? Quanto pensava di farmi aspettare Soojin? La tortura stava durando più di quanto non potessi sopportarla, così presi il telefono per chiamarla.
-Pronto?- rispose, la voce le tremava e non ne capivo il motivo, ma di sicuro non mi sarei sprecato a chiederglielo. Era tutt'altro quello che volevo sapere.
-Allora, pensi di metterci ancora molto? Ho fatto quello che volevi, in questi giorni me ne sono rimasto tranquillamente a casa per evitare qualsiasi giornalista o fotografo.- mi stavo adirando, ma una parte di me riuscì a contrastare quella mia furia domandola, ma a fatica.
-Ehm.. Sanghyun.-
-Ehm Sanghyun un corno! Ti ho baciata, ci hanno scattato quella dannatissima foto, tu ora vedi di non rimangiarti la parola e lascia in pace Soonja.- il tono della mia voce si stava alzando, sentivo i ragazzi agitarsi ma non volevano disturbarmi.
-Non è così semplice, o almeno non è come pensavo io.- le deglutì, come se non sapesse che parole usare.
-Non è così semplice? Mi stai prendendo in giro?- una piccola risata isterica uscì dalla mia gola nella maniera più tetra possibile, ero impazzito del tutto. Feci una piccola pausa -Io ancora non capisco perché tu abbia fatto tutto questo. Perché hai messo su tutto questo teatrino? Volevi un appuntamento? Sai come si dice, basta chiedere. Anche se dopo aver capito che razza di persona orribile sei non avrei più voluto niente a che fare in ogni caso con te.- la mia voce tornò dura e cattiva -Quale persona sana di mente farebbe mai tutto quello che hai fatto te? Oltre che ad essere una ragazza con un carattere così orrendo, hai anche qualche problema mentale!- lei iniziò a piangere. In un secondo mi resi conto di come mi stavo comportando, di certo Soojin aveva le sue colpe, ma non meritava di essere trattata in quella maniera così deplorevole e di sentirsi dire certe cose, e lo stesso valeva per i ragazzi che stavano solo cercando di aiutarmi. Mi presi qualche secondo per calmarmi, quello non ero io, quello era il risultato di quei giorni di dolore, era ciò che aveva creato quella bolla una volta soffocato del tutto il vero me -Scusami per come ti ho parlato prima, ero fuori di me.- dissi sperando che questo aiutasse a tranquillizzarla.
-No, avevi ragione, hai fatto bene, sono un mostro. Io volevo solo trovare qualcuno con il quale passare dei veri momenti di coppia. Purtroppo per il mio lavoro, è difficile trovare persone sincere, allora ho pensato che avrei potuto crearmelo per mezzo di un piccolo scandalo. Ma poi te hai scoperto la verità e non volevi più continuare, io mi sono sentita buttata via e volevo fartela pagare.- continuava a piangere e capivo a malapena ciò che diceva -Quando ho letto il messaggio che avevi inviato a Soonja non ci ho più visto, era a causa sua se la volevi finire con me, allora ho pensato che sarebbe stato più semplice se l'avessi tolta di mezzo. Poi il resto della storia la sai.- non sapevo cosa risponderle, mi sentivo disorientato, sembrava di sentire la trama di un film, invece era tutto reale -Mi dispiace tantissimo Sanghyun, non hai idea di quanto mi dispiace, io volevo solo spaventarti, farti tornare da me e fare in modo che tu ti innamorassi di me. E invece ho creato un casino assurdo.-
-Senti Soojin, buttiamoci tutta questa storia alle spalle, va bene?- cercai di usare il tono di voce più amichevole che potei -Non far pubblicare la foto e fa tornare Soonja a casa, con lei ci parlerò io e torneremo tutti amici come quel giorno sul set.-
-Non è possibile. O almeno non tutto.-
-Perchè? Hai già fatto pubblicare la foto? Ma mi avevi detto che lo avresti fatto dopo che Soonja fosse tornata a casa.- una piccola scintilla di rabbia stava già per riaccendersi ma la frenai evitando così di peggiorare la situazione.
-Infatti, quella foto l'ho fatta cancellare, ora non c'è più traccia di quello che è successo quella sera.- per quanto si fosse calmata sentii la sua voce ancora tremante, come se stesse per iniziare di nuovo a piangere. C'era qualcosa che non mi aveva detto, qualcosa di talmente brutto che aveva paura della mia razione una volta saputo.
-Soojin, cos'è che non mi stai dicendo?- quella volta il nervoso si impadronì ancora una volta di me -Dimmelo!- urlai stanco di quella discussione, stanco di tutta quella situazione.
-Non so più dove sia Soonja!- urlò lei in risposta facendomi raggelare il sangue. 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo Diciottesimo ***


Lasciai cadere a terra il telefono, il mio volto era inespressivo, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. I ragazzi rimasero a fissarmi non capendo, e sentendo Soojin ancora parlare Joon prese il telefono mettendo il vivavoce.
-Soojin, cosa sta succedendo??- chiese lui, gli altri attorno attenti ad ascoltare.
-Joon.- la sua voce era un pianto -Ho fatto una cosa orribile. Forse Cheondung ve lo ha già detto.-
-Si, ci ha raccontato.- rispose lui freddissimo cercando di trattenersi dal dire qualsiasi cosa gli passasse per la testa a riguardo -Ma cosa è successo adesso? Cosa gli hai detto? È... sconvolto.-
-Non so dove sia Soonja.- e la reazione dei ragazzi fu molto simile alla mia, anche se contenuta.
-Cosa vorresti dire dicendo che non sai dove si trova Soonja?- chiese Seungho calmo ma serio.
-Che è stata rapita... di nuovo.- i singhiozzi le impedivano di parlare chiaramente, rendendo difficile ai ragazzi capire le sue parole.
-Soojin, calmati. Fa un bel respiro, asciugati il viso e poi dicci quello che sai.- lei fece esattamente quello che le venne detto.
-In questi giorni sono andata nella casa abbandonata dove avevo detto di portare Soonja, ma lei non era li. Subito non mi allarmai, anzi, mi stavo arrabbiando perché l'avevano portata via senza che glielo avessi detto io e senza dirmi dove si trovava. Così li chiamai e...- fece una pausa per trattenere di nuovo le lacrime il giusto per finire il discorso -Mi hanno detto che non avrebbero più risposto ai miei comandi da bravi cagnolini, e che se volevamo Soonja avremmo dovuto pagare. Poi non sono più riuscita a contattarli.- e non appena finì di parlare, scoppiò di nuovo a piangere.
-Soojin, non ti preoccupare, ora ci pensiamo noi.- e Joon chiuse la chiamata. Io rimasi tutto il tempo in piedi fermo, lo sguardo rivolto al nulla. Sembravo assente, ma avevo ascoltato con attenzione tutta la discussione, e mi sembrò di tornare in quella bolla malefica che rischiò di rovinarmi. Quella volta non riuscii a frenare i pensieri, iniziai a darmi tutta la colpa di ciò che era successo, sentendomi così ancora peggio. Mi buttai sul letto portandomi le mani alla testa, volevo scoppiare ma non ci riuscivo, qualcosa mi stava frenando, lo shock. Qualsiasi rumore attorno a me mi arrivava come un lontano suono ovattato, non riuscivo nemmeno a distinguere le voci dei miei amici. Sentii le forze abbandonarmi, se fossi stato ancora in piedi le gambe avrebbero ceduto sotto il mio peso facendomi cadere. E pensare che fino ad una settimana fa l'unico problema che mi assillava era il non sapere come comportarmi nei confronti di Soonja, fino al giorno prima del mio compleanno non avevo nemmeno ricordi di quella meravigliosa ragazza con la quale avevo passato praticamente tutta la mia infanzia, ma almeno era al sicuro da tutto, era al sicuro da me e dai miei problemi. Tutto quello stava accadendo solo perché quel giorno non volli starmene a casa e seguii Joon. I ragazzi probabilmente sapevano tutto quello che mi stava passando per la testa, e di sicuro erano contrari, ma quello era l'unico pensiero che riuscivo ad allontanare.
Poi un suono riuscì a strapparmi da tutto ciò. Una suoneria, la suoneria del telefono di Soonja. Lo presi e rimasi ad osservarlo, gli occhi degli altri bloccati su di me chiedendosi perché non rispondevo. La mano mi stava tremando, non tanto perché era il telefono di Soonja, ma perché la suoneria era proprio la mia canzone, “Monster”. Sentire la mia voce uscire dal suo telefono fu il colpo di grazia, gli occhi iniziarono ad inumidirsi. Guidato dalla disperazione risposi.
-Pronto?- cercai di usare un tono di voce normale, non volevo che chiunque avesse chiamato sentisse la mia insicurezza o la mia paura, se fosse stato un parente o un amico di Soonja lo avrei solo che spaventato e avrei peggiorato la situazione coinvolgendo persone che le stavano a cuore.
-Immagino tu sia Sanghyun.- rispose una voce bassa, roca -La conosci la situazione?- io subito annuii sentendomi la voce venire meno, poi mi resi conto che non poteva vedermi.
-So che non rispondi più a Soojin.-
-Abbiamo finito di obbedire senza opporci, ci siamo rotti.- un grido di accordo si sentì in sottofondo, probabilmente erano i suoi compagni -Ora apri bene le orecchie e ascolta con attenzione.- non proferii alcuna parola -Domani sera ci porterai tutti i tuoi soldi e quelli dei tuoi compagni di gruppo, ci incontreremo al molo abbandonato sotto il ponte del fiume Han alle dieci. Non chiamare la polizia e non provare a fare l'eroe presentandoti senza soldi, o prima ti massacreremo di botte, e poi sarà la tua amichetta a soffrirne.- e senza aspettare una mia risposta chiuse la chiamata. I ragazzi attorno a me erano bisognosi di sapere, glielo leggevo nei loro occhi.
-Allora, chi era? Che cosa voleva?- presi un respiro profondo e il coraggio di riferirgli ciò che mi era appena stato detto.
-Erano i rapitori di Soonja. A quanto pare sanno bene chi sono.- sospirai combattuto, potevo sul serio chiedere loro un favore così grande? Non me la sentivo, quello era un problema mio, Soonja era una mia responsabilità, non loro. In ogni caso gli avrei detto la verità -Vogliono incontrarmi al molo sotto il ponte del fiume Han alle dieci di domani sera. Hanno detto che devo portargli tutti i miei soldi,- feci una pausa abbassando lo sguardo -e i vostri.-
-Bene ragazzi, sapete cosa dobbiamo fare.- Seungho prese insieme agli altri sia il telefono che il portafoglio.
-Cosa state facendo?- chiesi un po' sorpreso e confuso.
-Per fare un prelievo sostanzioso bisogna avvisare prima la banca.- disse Mir come se fosse la cosa più normale del mondo, come se mi avesse detto che chiamava sua sorella per salutarla.
-No no no! Non vi lascerò fare una cosa del genere. Questa situazione è nata tutta a causa mia, Soonja è una mia responsabilità.-
-Cheondung, ti sembriamo così egoisti da pensare prima ai nostri soldi e poi alla vita di una persona?- era la prima volta che vedevo Mir così serio e maturo, il più delle volte cercava di prendere il tutto sul ridere per sdrammatizzare, ma quella volta la questione era troppo seria.
-Non intendevo questo, ma non me la sento di chiedervi un favore così grande.-
-Non sei tu a chiedercelo, ma non a volerlo fare.- e quel suo sorriso mi rassicurò un poco.
-No ragazzi, sul serio.-
-E cosa farebbero se ti presentassi solo con i tuoi soldi?- mi chiese Seungho, io rimasi in silenzio perché in quel caso non sarei riuscito a fargli cambiare idea -Cheondung, parla.-
-Farei una brutta fine.- dissi con un filo di voce -Prima io e poi Soonja.-
-Quindi preferiresti mettere in pericolo la tua vita piuttosto che permetterci di aiutarti? Per non parlare del fatto che metteresti in pericolo anche la sua di vita.- il ragionamento di Seungho non faceva una piega, non tanto per me, ma per il fatto che avrebbero fatto del male anche a Soonja. Dovevamo trovare assolutamente un'altra soluzione, non avrei permesso né che prendessero i soldi dei miei amici né che facessero del male a Soonja.
-Aspettate, ce lo avrà ancora il manager il numero di telefono di quell'insegnante di combattimento con il quale avevamo parlato ancora anni fa?-
-Credi di si.- disse Joon disorientato -Vorresti affrontarli faccia a faccia?-
-Se sarà necessario si.- dissi sicuro di me.

-Siete sicuri di volerlo fare anche voi? Insomma, sarà molto pericoloso. Al telefono il capo dei rapitori sembrava abbastanza un brutto soggetto, e probabilmente avrà molti compagni ad aiutarlo.- chiesi preoccupato, non volevo che qualcun altro si facesse male a causa mia.
-Secondo te ti lasceremmo buttare nella mischia da solo?- G.O mi poggiò una mano sulla spalla stringendola come per farmi capire che loro erano li insieme a me per aiutarmi.
-I tuoi compagni di palco sono anche i tuoi compagni di rissa!- disse Joon come se fosse diventato un liceale in cerca di rogne.
Era arrivato il momento, oltre a noi non c'era nessun altro al molo. Il sole era già calato, le nuvole fitte coprivano tutto il cielo, come se volessero impedire alla luna di vedere quello che in poco tempo sarebbe diventato uno spettacolo violento. Avanzai titubante ma consapevole della presenza dei ragazzi, presenza che mi aiutava molto. Controllai l'orologio, mancavano ancora cinque minuti alle dieci, e l'adrenalina iniziò a farsi sentire, non ero mai stato un ragazzo violento, ma in quel frangente avevo proprio bisogno di picchiare qualcuno, e chi meglio dei mostri che avevano avuto il coraggio di rapirla e di spaventarla? Mi sarei fatto onore davanti agli occhi di Soonja, o almeno lo speravo. Per quanto avessimo preso delle veloci lezioni di combattimento quella mattina e il pomeriggio, non eravamo di certo abbastanza pronti o in un numero abbastanza alto da sovrastare gli altri, da quello che sentii al telefono erano in parecchi uomini. Controllai di nuovo l'orologio, erano le dieci.
-Vedo che hai portato compagnia.- disse un uomo avvicinandosi a me -Però non vedo nessuna borsa piena di soldi.-
-Hai detto di non chiamare la polizia o di non fare l'eroe venendo da solo.- dissi trasformando tutta quella adrenalina in coraggio -Non hai detto che non potevo portare con me i miei compagni.- le mani iniziarono a sudarmi, il battito del cuore accelerò.
-Giusta osservazione, quindi non ti ho nemmeno detto che in questo caso avrebbero fatto la tua stessa fine anche i tuoi compagnucci di ballo.- rispose facendo un segno con la testa ad altri uomini che si trovavano dietro di lui. Dal gruppo compatto ne uscì uno, teneva Soonja per le spalle.
-Soonja!- urlai d'istinto.
-Lo scherzo è finito, è stato divertente, ma ora datemi i miei soldi e riavrete la vostra bimbetta.- e si avvicinò a lei per accarezzarle il viso, lei ritrasse la testa con un'espressione schifata -Quasi mi dispiace lasciarla andare, avrei voluto giocare un po' con lei.- quel suo sorrisetto mi accecò, e in un secondo mi buttai su di lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo Finale ***


Attorno a noi tutto era bianco, le pareti, il pavimento, le sedie, il bancone. Le luci accese irradiavano tutto quel bianco rendendolo quasi sgradevole alla vista. Per i corridoi si vedevano solo persone vestite di bianco.

Con più cattiveria possibile lo spinsi via lontano da Soonja.
-Non toccarla.- ringhiai preso da talmente tanta rabbia da spaventarmi da solo.
-Wow, non mi sembravi così impavido al telefono ieri, a malapena spiccicavi parola.- ridacchiò rialzandosi -Sono curioso di sapere quanto durerà tutto questo coraggio.-
-Non avevi detto che prima ti saresti occupato di me? O forse ti vorresti rimangiare la parola data?- le mie labbra sembravano muoversi da sole, non erano più connesse al mio cervello, non riuscivo più a ragionare.
-Ed eccolo che inizia a fare l'eroe pronto a proteggere la sua amata.-si voltò verso gli altri suoi compagni per ridere -In questo caso allora sarai il primo ad essere sistemato.- e dalla tasca tirò fuori un coltello, la cui lama venne subito bagnata da una goccia, aveva iniziato a piovere.

Fuori era buio, era notte fonda. La pioggia picchiava violenta sul vetro delle finestre creando un rumore di sottofondo quasi tetro, interrotto di tanto in tanto dallo scoppio dei tuoni, preceduto dal flash chiaro dei lampi. I tuoni erano talmente forti da far tremare appena i vetri. Ma l'attenzione non era di certo rivolta al tempo atmosferico, ma verso la scritta rossa luminosa “Operazione in Corso”.

Avanzai piano senza staccare gli occhi dal coltello, la pioggia iniziò a bagnarmi i capelli. Percepivo gli sguardi preoccupati e spaventati dei miei amici, avrei voluto che se ne andassero, ma sapevo che non mi avrebbero ascoltato, sapevo che sarebbero rimasti li con me fino alla fine.
-Che succede? Tutto quel coraggio se ne è già andato? L'eroe si è già rintanato nel suo buco per la paura?- continuava a punzecchiarmi, forse il suo scopo era quello di farmi impazzire e agire così da stupido, ma dovevo stare attento a ciò che facevo, a ciò che faceva lui, e soprattutto a quel coltello.
-Pensavo che un vero uomo non usasse certi trucchetti.- lo avrei ripagato con la sua stessa moneta. Ma lui non rispose alla mia provocazione e si lanciò contro di me cercando di colpirmi, grazie ai miei riflessi pronti riuscii a schivarlo. Quello fu l'inizio dell'inferno, i suoi compagni andarono all'attacco per aiutarlo, così i miei amici si aggiunsero per coprirmi le spalle nel migliore dei modi. Si era creato un groviglio di persone, il fango che si stava formando sul terreno rendeva incerta la stabilità, qualcuno iniziò già a scivolare. Più che attaccare, io mi concentravo sullo schivare i colpi di quel bruto, anche se qualche volta buttavo l'occhio su l'unico ragazzo che non si era unito, ovvero quello che doveva occuparsi di Soonja. Con la coda dell'occhio la vedevo, la in piedi, tremante per la paura e anche per il freddo, gli occhi sgranati attenti ad ogni minima mossa, la vedevo fremere quando il capo dei rapitori sferrava un colpo e una piccola nota di sollievo quando lo schivavo.
-Hey voi! Fermi!- un uomo urlò da lontano, in sottofondo delle sirene.
-Piccolo insolente, ti avevo detto di non chiamare la polizia!- e con un attacco troppo veloce per i miei occhi mi colpì tagliandomi il braccio dalla spalla al gomito. Portai la mano al braccio con espressione sofferente in viso, ero vulnerabile, troppo -Questa sarà la tua fine.- alzò il bracciò ma venne bloccato subito da dei poliziotti che riuscirono ad intervenire in tempo. Molti dei suoi uomini erano fuggiti, ma vennero fermati subito dalle macchine e dai poliziotti. Mi girai verso Soonja, e la vidi stesa a terra, attorno alla sua testa una chiazza di sangue.

Le prime luci del mattino iniziarono ad entrare gentili dalle finestre, ormai aveva smesso di piovere, ma i vetri erano ancora bagnati, e i raggi del sole, scontrandosi con le gocce, creavano una dolce ombra nella stanza. La fasciatura mi dava prurito al braccio, ma ero troppo in ansia per darci bado. G.O insisteva che me ne andassi nella mia camera per riposare un po', Seungho era al telefono con i genitori di Soonja.
-Si... Stiamo aspettando notizie. Quando il tipo è scappato l'ha spinta e probabilmente ha colpito la testa contro qualcosa, forse un sasso... Certo, appena sapremo vi richiamerò. A presto.-
Mir e Joon erano andati fino al bar per prendere qualcosa di caldo per tutti, eravamo rimasti tutta la notte svegli, proprio come il segnale che avvisava dell'operazione.
-Cheondung, sul serio, vai a riposarti. Se dovessero dirci qualcosa verremo a svegliarti immediatamente, ma devi dormire un po', anche per il tuo braccio.-
-Hyung, il taglio è solo superficiale, per fortuna mi ha preso di striscio.- il mio tono era freddo, G.O sospirò per poi andare ad aiutare gli altri con le bevande. Io rifiutai, il mio stomaco non avrebbe sopportato nulla, era in subbuglio vista la nottata che avevo passato.
-Ma voi sapete per caso chi ha chiamato la polizia?- chiese G.O curioso.
-Penso sia stata Soojin.- rispose Joon sorridendo -Almeno una cosa buona l'ha fatta. Penso che ci metterà non poco per riprendersi da tutto quello che è successo.- a quelle parole mi scappò un piccolo sorriso, avrei dovuto ringraziare Soojin una volta fuori dall'ospedale.
Qualche minuto dopo la scritta rossa si spense e un dottore uscì dalla sala. Tutti ci girammo verso di lui.
-Siete dei parenti di Song Soonja?- chiese lui togliendosi la mascherina.
-Più o meno.- risposi -Come sta?-
-Sta bene, per fortuna non ha perso troppo sangue, ma essendo un punto delicato del cranio abbiamo dovuto agire con cautela.- mi sorrise e si fece da parte -Sta dormendo ora, ma quando si sveglierà potrà tornare a casa.-
-Può già tornare a casa?- chiese Seungho un po' disorientato, il dottore annuì.
-Certo avrà bisogno di qualcuno che stia attento a lei, ma non ci sono problemi.- concluse per poi andarsene. Guardai gli altri, vidi i loro sorrisi e mi sentii subito più tranquillo, come se avessi avuto bisogno di una conferma del fatto che era tutto finito finalmente. Entrai nella sala dove avevano portato Soonja, aveva ancora gli occhi chiusi, la testa era fasciata. Mi avvicinai piano per sedermi sul lettino a fianco a lei, le presi la mano accarezzandola piano, quando non la sentii stringere la mia.
-Hey.- sussurrai con un sorriso luminoso in viso, lei aprì piano gli occhi.
-Hey.- ricambiò il sorriso, che però si spense appena vedendo il mio braccio -Come va?-
-Tutto a posto, era solo un taglio superficiale, nulla di grave. Tu piuttosto come stai? Il dottore ha detto che puoi benissimo tornare a casa, ma se non te la senti posso chiedergli di farti rimanere qua qualche giorno.- le accarezzai delicatamente la testa.
-Mi sento un po' la testa appesantita ma sto bene.- il suo sorriso ritornò -Preferirei tornare a casa sinceramente.-
-Eh va bene, però prima mangi qualcosa, ok?- e in quel momento entrò la cameriera con un il vassoio della colazione -Sono diventato veggente.- dissi ridendo insieme a lei per poi uscire e lasciarla mangiare in pace.
Finita la colazione e dopo essersi vestita, era arrivato il momento di portarla a casa. Vedendola un po' instabile la presi per mano avvicinandola a me. La guardai e vidi che era arrossita un po', e la cosa mi fece sorridere ancora di più. Quando le porte si aprirono, una massa di giornalisti era appena fuori dal cancello, tutti che aspettavano la nostra uscita. Iniziarono a fare foto, domande, volevano sapere tutto quello che era accaduto quella notte.
-Il nostro caro Cheondung ha salvato la vita di Soonja.- disse Seungho indicandola -E ora la riporterà a casa così che possa guarire.- e ci dirigemmo verso la macchina. Ormai era tutto finito.

Bussai alla porta, il mazzo di fiori dietro alla schiena, sul mio viso un sorriso da un orecchio all'altro. Ad aprirmi fu una signora, come mi vide mi abbracciò e mi lasciò entrare. Senza farmi sentire salii le scale fino in camera di Soonja, la porta era appoggiata, la spinsi facendo il meno rumore possibile, stava studiando. La fascia era stata tolta, ma teneva comunque una fascetta per capelli, diceva che si sentiva più a suo agio. Mi avvicinai piano e portando il mazzo di fiori davanti a lei la abbracciai forte.
-Sanghyun!- disse sorpresa -Che ci fai qui? Ma sono bellissimi.-
-Sono per te.- dissi sorridendo -Oggi è un giorno importante.- non riuscivo a smettere di sorridere, ero troppo felice, finalmente stava accadendo, era arrivato il mio momento.
-Perchè è un giorno importante?- lei inclinò la testa come un cucciolo che non capisce.
-Ti ricordi le promesse che ci eravamo fatti molto tempo fa?-
-Ehm... che non ci saremmo dimenticati l'uno dell'altra?- lei si grattò la testa confusa.
-Si, ma poi ce n'era una seconda.- lei mi guardò sbattendo le ciglia -Ti avevo promesso che una volta cresciuti entrambi ti avrei sposata.- la vidi avvampare in un secondo e sgranare gli occhi quando mi inginocchiai davanti a lei -Non sarà un anello con un diamante, e probabilmente siamo ancora giovani per quel grande passo,- presi dalla tasca quella scatolina nera che lei aveva usato per il mio regalo di compleanno cinque anni fa, dentro c'erano due anelli di coppia, entrambi con una doppia S -ma ho intenzione di mantenere questa promessa.- lei mi porse la mano e le infilai il suo anello -Vuoi mantenere questa promessa con me.- lei annuì infilandomi l'altro anello al dito, i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi quando si lanciò tra le mie braccia. La strinsi forte a me -Cinque anni fa ancora non lo sapevo, ma già ti amavo.- le presi il viso tra le mani asciugandole le lacrime con i pollici -Ti amo Soonja.-
-Ti amo Sanghyun.- e le nostre labbra si incontrarono delicatamente suggellando quella promessa.

E siamo arrivati alla fine anche di questa storia. Mi si spezza quasi il cuore mentre pubblico questo capitolo, gli ultimi sono stati veloci perchè ce li avevo già pronti (lunga storia, la mia organizzazione per certe cose è migliore di quella che uso per la mia stessa vita). Non ho mai lasciato commenti in nessuno dei capitoli, ma per questo dovevo, nonostante non sappia bene cosa scrivere. Ringrazio tutti coloro che hanno seguito e letto questa storia e quelli che forse in un futuro la leggeranno, tutti coloro che hanno lasciato delle recensioni o che le lasceranno, sarei molto felice di leggere i vostri pareri a riguardo. 
Non sapendo che altro dire vi saluto, alla prossima storia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2859158