Her heart belonged to someone who couldn't stay.

di sbriashi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Wedding day ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


La mia vita non era mai stata entusiasmante sotto nessun punto di vista. Non ero una di quelle persone che si vantava di aver studiato in una prestigiosa università o di avere il lavoro che avevano sempre sognato. In realtà sull'ultima cosa ci stavo ancora lavorando. Avevo sempre sognato di fare l'attrice e, grazie ad alcune conoscenze speciali, stavo riuscendo ad ottenere qualche ruolo in alcune opere teatrali di tanto in tanto. Non erano niente di speciale ma speravo che un giorno mi avrebbero condotto più in alto.
Non potevo lamentarmi dei soldi, la mia famiglia non aveva mai avuto grossi problemi di reddito. Ah, la mia famiglia... un altro caso perso. I miei genitori divorziarono quando avevo circa sei anni, mio padre ci abbandonò e se ne andò chissà dove lasciandoci sole al nostro destino. Potevo capire se non amava più mia madre, l'amore non dura mai per sempre, ma perché fuggire anche da me? Perché fuggire dalla sua stessa figlia? Questa è la cosa che non gli avrei mai perdonato. Fortunatamente non lo vedevo dal giorno prima in cui se ne andò o gli avrei sputato in faccia da tempo.
Non ho molti ricordi di quel periodo, non ricordo cosa provai o come riuscii a superare tutto, so solo che convivevo tranquillamente con la mia situazione ed era un vero bene.
Ad aiutare mia madre nella sua vita ci pensarono i suoi migliori amici, ovvero i nostri vicini di casa. Vivevamo nella zona di Hammersmith a Londra, un quartiere molto costoso e rinomato della città. I nostri amici di famiglia erano i genitori di quello che in futuro sarebbe diventato il mio compagno di avventure più caro: Benedict Cumberbatch. Tra noi c'erano ben otto anni di differenza ma andavano veramente d'accordo, lo consideravo il mio fratello maggiore e gli volevo un bene di vita. Crescendo il nostro rapporto non si trasformò, anzi, si solidificò. Passavo ogni pomeriggio insieme a lui, mi bastava uscire di casa, fare quattro passi e suonare al suo campanello.
Dopo ben ventiquattro anni le cose forse erano un po' cambiate, Ben aveva intrapreso la carriera di attore ed aveva ottenuto molto successo. Viaggiava per il mondo e non era più a casa, ma le poche volte in cui tornava a Londra riusciva sempre a passare da me.
Sì, era ancora il mio migliore amico.
 
 
Sorseggiavo il mio tè pomeridiano leggendo il giornale, una pratica ormai diventata quotidiana. L'autunno era alle porte e fuori dalla mia finestra vedevo gli alberi del giardino che di giorno in giorno si tingevano di giallo, rosso ed arancione. In quel periodo dell'anno sembrava tutto magico, ogni cosa aveva un'atmosfera particolare e mi piaceva da morire.
Controllai l'ora nel grande orologio attaccato alla parete sopra il caminetto e sorrisi pensando che fra non molto avrei ricevuto una piacevole visita. Ne era passato tanto di tempo, quattro mesi a dir la verità, ma anche un mese lontano da lui mi pareva un'eternità. Già immaginavo la faccia di Benedict quando sarebbe arrivato, avrebbe notato la mia tazza ancora calda ma senza tè e si sarebbe lamentato perché non lo avevo aspettato per berlo insieme. Diceva sempre che il tè in compagnia è migliore, è più buono.
 
Finalmente il campanello suonò ed io mi precipitai ad aprire. Il mio amico mi accolse con un sorriso enorme sulla faccia e mi abbracciò ridacchiando, ripetendomi quanto gli fossi mancata.
«Sei già passato dai tuoi? Sai che devi sempre salutare prima loro di me, sennò poi mi sento in colpa» dal modo in cui gli parlavo sembravo esser io sua madre. Lui era più grande di me ma sicuramente era sempre stato meno responsabile quindi mi sentivo in dovere di preoccuparmi per lui.
«Aspetta, credevo di essere venuto da Meredith Shelley, non da Wanda Ventham1» scherzò lui.
Io per tutta risposta gli tirai un piccolo schiaffetto sulla nuca e per farlo mi dovetti pure alzare in punta di piedi in quanto c'erano quasi venti centimetri di differenza fra noi due.
«Ehi! Perché l'hai fatto?» esclamò massaggiandosi nel punto in cui l'avevo colpito.
«Perché sei un idiota, semplice!» risposi io con un sorriso soddisfatto sul viso. Ben si limitò a ridacchiare e poi si sedette sul mio divano in salotto, io invece mi misi a sedere sulla poltrona di fianco a lui.
«Ho visto che tutti i giornali parlano già di te e Sophie» gli dissi io. Lui sorrise un po' e poi si passò una mano sul viso con fare un po' nervoso.
«Sì, l'ho saputo. È strano che tutti adesso sanno chi sia, insomma... è la mia fidanzata. Ho sempre cercato di tenere tutto segreto ma adesso sono pronto per il grande passo» mi guardò con uno sguardo contento, finalmente soddisfatto.
Ero davvero felice per Ben, per il fatto che avesse trovato la persona giusta.
 
Sophie Hunter era una mia vecchia amica con cui avevo lavorato un paio di volte e avevamo legato fin da subito. Un giorno poi, per il mio compleanno precisamente, lei e Benedict si conobbero e dopo qualche mese iniziarono ad uscire regolarmente.
 
Un mese prima Ben mi aveva chiamata dandomi la notizia del loro fidanzamento ufficiale ed io non potei far altro che saltare di gioia per loro. C'è da dire che senza di me non si sarebbero mai conosciuti.
«Hai fatto la cosa giusta, Ben. A quando il matrimonio quindi?»
«Woah, calma! Stiamo ancora organizzando tutto, ma speriamo di poterlo fare il prima possibile» mi spiegò. Ridacchiai al pensiero di Benedict che si sposava, ero divertita e felice allo stesso momento.
«E ora che hai da ridere?» mi domandò confuso.
«Scusa ma io non ti ci vedo in chiesa con lo smoking e tutto il resto» e ricominciai a ridere. Lui alzò gli occhi al cielo sbuffando ma un secondo dopo scoppiò a ridere insieme a me. 

1= per chi non lo sapesse, Wanda Ventham è la madre di Benedict Cumberbatch.

ciao a tutti e benvenuti :D
non so come mi sia venuta in mente questa ff ma eccola qua ahah
comunque sì, avete letto bene: la storia è su Tom Hiddleston :D
però non potevo farlo apparire subito, dovreve aspettare il prossimo capitolo
se vi ha incuriosito fatemelo sapere che ho già il primo capitolo pronto e quindi lo posterò prima :)
graaaaaazie mille a chi leggerà! 
un bacio!
-Mary

 

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Capitolo 2
*** Wedding day ***


Wedding day
 


SEI MESI DOPO
 
Il matrimonio di Benedict Cumberbatch e Sophie Hunter fu molto privato e furono invitate persone molto vicine ai due sposi. A parte le famiglie c'erano soltanto gli amici più intimi e niente giornalisti o paparazzi. L'evento fu celebrato in una piccola chiesa molto accogliente a Londra non molto lontano dalla casa di lei.
Ero seduta fra i primi posti e potetti assistere a tutta quanta la cerimonia, che fu bellissima. Subito dopo che si furono scambiati le promesse non resistetti e scoppiai a piangere. Erano lacrime di gioia ma anche malinconiche, pensai che da quel momento in poi il mio rapporto con Benedict sarebbe cambiato. Lui sarebbe andato a vivere con Sophie e non avrebbe più trovato il tempo per venirmi a trovare. E io sarei morta zitella, probabilmente. Una volta che questi pensieri infantili lasciarono la mia mente guardai Ben accanto all'altare e l'espressione sul suo viso era indescrivibile. Sprizzava gioia da tutti i pori, e così Sophie, che faceva fatica a trattenere le lacrime di commozione.
E pensare che Ben mi aveva sempre presa in giro per il non voler mai fidanzarmi. Stavo bene da sola, non avevo bisogno di nessun uomo a rovinarmi la vita. Ma ne ero davvero così sicura?
 
Quando il matrimonio finì ci recammo tutti in una villa in campagna, proprietà dei signori Cumberbatch, per il rinfresco. Anche se ero una semplice invitata mi fu riservato il posto al tavolo dei testimoni e delle damigelle. L'atmosfera che regnava era veramente affascinante, tutto era così elegante e sfarzoso, mi sembrava di essere in una favola. I tavoli erano ornati con fiori diversi e altre decorazioni proprio come tutta la stanza. Finalmente trovai il mio posto e mi sedetti salutando le altre persone che erano lì. Un uomo sulla trentina con un viso molto familiare che avevo intuito essere il testimone di Ben mi rivolse lo sguardo e mi sorrise raggiante. Io non potei far altro che ricambiare quel sorriso per poi però abbassare lo sguardo un po' imbarazzata.
Durante la prima portata non aprii bocca, il mangiare era veramente squisito e ancora nessuno mi aveva rivolto la parola. Mi pulii delicatamente la bocca con il tovagliolo ma nel posarlo sul tavolo feci saltare la forchetta con il gomito e finì a terra.
Cercai di non imprecare e rimasi composta, mi abbassai per riprendere la posata che mi era caduta ma l'uomo alla mia sinistra fu più veloce di me.
«Lasci pure, ci penso io» mi rassicurò con tono gentile. Io sorrisi indecisa su cosa dire. Lui alzò la mano chiamando il cameriere e gli chiese se poteva portarne un'altra pulita.
«Grazie mille, non doveva scomodarsi» risposi infine.
«Si figuri, non deve ringraziarmi per così poco»
Prima che potessi aggiungere qualcosa fece ritorno il cameriere con la forchetta, lo ringraziai e poi la posai garbatamente sul tavolo.
«Comunque io sono Tom, Tom Hiddleston» mi prese la mano e ci poggiò sopra le labbra lasciandomi un piccolo punto caldo dove mi aveva baciata.
Aspettate. Fermi tutti. Tom Hiddleston?! Quel Tom Hiddleston?! Come diavolo avevo fatto a non accorgermene?!
«Meredith Shelley, è un piacere conoscerla» dissi con voce tremante dal momento in cui avevo realizzato a chi ero seduta accanto.
«Puoi darmi del tu, non preoccuparti» mi rassicurò con fare gentile.
Io sorrisi ed annuii dato che non sapevo proprio cosa dire.
«Sei un'amica della sposa?» mi chiese Tom un attimo prima che sorseggiasse il vino che si era appena versato nel bicchiere.
«Beh, sì, ma sono anche un'amica d'infanzia di Benedict» risposi. Lui fece uno sguardo meravigliato e dalla sua bocca uscì un "wow".
«So che anche tu sei stato invitato dallo sposo» affermai.
«E come lo sai?»
«A volte Ben mi ha parlato di te, so che siete molto amici»
Sorrise raggiante ed io non potei far altro che perdermi in quel sorriso così bello.
«Beh, come negarlo?» risi al suo tentativo di fare il simpatico. «poi è un uomo straordinario, sono davvero felice per lui»
Si vedeva chiaramente quanto Tom fosse legato a Ben, però mi sorgeva spontaneo chiedermi perché mai il mio amico non mi avesse mai presentato Mr. Tom "Ho Un Sorriso Da Paura" Hiddleston. Io a volte avevo cercato di presentargli qualche mia amica ma lui non aveva mai ricambiato il favore... me l'avrebbe pagata. Soprattutto sapendo che aveva amici del genere.
«Anche io sono felice» ammisi sincera.
Mi voltai in direzione del tavolo degli sposi e notai il mio migliore amico che brindava con un sorriso enorme sulla bocca. Improvvisamente mi sentii così serena e fiera di lui, come se il cuore mi stesse per scoppiare da un momento all'altro. Con lo sguardo perso nel vuoto mi catapultai nel passato, dove una bambina dai capelli color miele vestita come una principessa veniva spinta e fatta cadere per terra da un ragazzino più grande e dove un altro bambino dagli occhi color cielo la aiutava a rialzarsi urlando "ma quello è tutto scemo!" e lei non poté far altro che sorprenderlo con un abbraccio.
Inutile aggiungere che quei due bambini eravamo io e Benedict in uno dei nostri primi giorni di amicizia.
«Sei di Londra?» la voce di Tom mi fece tornare al presente.
«Uhm, sì, sì. Pure tu?»
«Certo, un londinese doc direi»
Risi di nuovo, era troppo divertente. Non faceva battute particolari ma era proprio il modo in cui si esprimeva, il modo in cui parlava... aveva qualcosa di particolare.
«Io lo sono fin troppo. Avrei quasi voglia di cambiare, non so... New York mi ispira. Se avessi abbastanza soldi per comprare una casa là credo proprio che lo farei» in realtà questa mia idea non l'avevo ancora confessata a nessuno e non so perché ma in quel momento mi sentii di rivelarla a Tom. Forse perché è vero che è più facile raccontare le cose a degli sconosciuti.
«Mi spezzi il cuore così! Per quanto sia bella New York, non può competere con Londra»
Sbuffai e poggiai i gomiti sul tavolo in modo da sorreggermi il viso con le mani.
«Questo lo dici tu, mio caro!» ribattei.
«In realtà lo dice anche Samuel Johnson: "quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita; a Londra c'è tutto ciò che questa vita può offrire"»
Lo guardai sbalordita per aver recitato quella frase in un modo così elegante e raffinato, per un attimo mi fece sentire di essere dentro ad uno di quei film romantici. Sorrisi e portai lo sguardo verso il basso forse un po' imbarazzata.
«Forse hai ragione ma io non ne sono del tutto convinta» gli dissi facendo una smorfia con la bocca.
«Okay, faccio finta di non aver sentito» si finse offeso ma si fece sfuggire una risatina che io non potetti non notare.
«È anche passato tanto tempo dall'ultima volta che l'ho visitata da turista. Ultimamente sono sempre uscita per fare la spesa o altre commissioni che dovevo fare, non credo di vivere la vita londinese a pieno»
Posai lo sguardo su di lui e vidi che mi guardava storto, con un sopracciglio alzato.
«Che c'è?» gli chiesi confusa e divertita allo stesso tempo.
«Io non ho molto tempo per stare a casa con il lavoro che faccio, ma ogni volta che torno a Londra la vivo come se fosse il primo giorno. Dovresti farlo anche tu»
Vivevo in questa città da quando ero nata e adesso Tom mi stava dicendo di fare la turista? Ma che stava dicendo?
«Ma proprio perché non ti è permesso vederla ogni giorno per te è sempre una cosa nuova. Io ci ho passato tutta la mia vita, non ci vedo niente di male nel cambiare» mi giustificai.
 
Regola n°1: anche se un uomo è bello, affascinante, ricco e bravo non permettergli mai di avere ragione, anche quando effettivamente ce l'ha.
 
«Non capisci la fortuna che hai. Possibile che Ben non ti abbia mai portata a fare un giro come si deve?»
Scossi la testa in segno di negazione.
«La maggior parte delle volte che ci vediamo stiamo o a casa mia o a casa sua, non siamo mai usciti molto»
Tom scattò all'indietro e mi guardò confuso.
«Aspetta, ma... sei sicura che siete stati sempre solo amici? Che dovevate fare in casa?»
Per poco non sputavo l'acqua che stavo sorseggiando dal bicchiere.
Io e Ben più che amici. Seriamente? Ma quando mai? Neanche riuscivo ad immaginarmelo.
«Sono sicura!» esclamai scandendo bene la seconda parola. «è che siamo vicini di casa ed è sempre stato più comodo vederci in questo modo»
«Va bene, va bene... ti credo. Però ci terrei a farti cambiare idea»
«Cioè? Che intendi dire?»
Si bagnò le labbra con la lingua ed in quel momento mi mancò il respiro ma cercai di non farci caso e passai oltre.
«Domani devo andare via, ma il prossimo weekend ti porterò a visitare Londra come si vede. Ci stai?»
Restai a bocca aperta senza riuscire a dire neanche una parola. Pensai che stava scherzando ma ancora non erano spuntate telecamere nascoste e nessuno era venuto ad avvertirmi che era tutta una finzione e che Tom Hiddleston non mi stava veramente chiedendo di uscire insieme a lui.
«Ci sto» fu tutto ciò che alla fine uscì dalla mia bocca. 


ciao gente! sono tornata :) 
scusatemi il ritardo, sono successe troppe cose in questa settimana e non ho avuto tempo per aggiornare :(
non succede ancora niente di che ma capitemi, è solo l'inizio
ho grandi cose in mente per questa storia *-*
comunque grazie di cuore a chi ha recensito e a chi l'ha messa fra le seguite/ricordate/preferite ♥
mi fate tanto felice, sappiatelo :D
ah, purtroppo non conosco molte fan del caro Tom, quindi se volete vi lascio qualche mio contatto:

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se volete scrivermi non esitate! sono gentile e dolce con tutti haha
mi farebbe piacere sclerare su Tom con qualcuno che mi capisce :')
okay vi ho rotto abbastanza lol 
al prossimo capitolo!
un bacio :)
-Mary

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