Portieri

di Ai_1978
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** TAICHI ***
Capitolo 2: *** YUZO ***
Capitolo 3: *** KEN ***
Capitolo 4: *** GENZO ***



Capitolo 1
*** TAICHI ***


1. TAICHI
 
Essere il quarto non è poi così male.
Anche se avrei preferito essere, se non proprio il primo, almeno il secondo.
Ma quando sei una montagna umana, non è tutto così semplice. Anche perché, nel mio caso, non parliamo di muscoli.
Forse non sapete quante volte ho invidiato i fisici atletici e scolpiti nel marmo di Wakabayashi  e Wakashimazu. I loro addominali tonici e i culi sodi che vedo sotto la doccia.
Sono arrivato al punto di provare gelosia anche per Morisaki che, per quanto timido e sfigato, è decisamente più figo di me.
Quando vedo le ragazze urlare i nomi dei miei colleghi portieri dagli spalti e a bordo campo percepisco una morsa allo stomaco … sensazione che dura pochissimo, perché subito dopo si trasforma in una voragine che devo riempire ingozzandomi di cibo.
Fanculo la dieta equilibrata: in qualche modo devo pur sfogarmi.
Visto che sono la riserva della riserva della riserva, di giocare in Nazionale non se ne parla… Il sesso lo vedo col binocolo.
Lasciatemi almeno accumulare le calorie.
Per i primi dodici anni della mia vita ho creduto di essere imbattibile. Con Wakabayashi fuori dai coglioni dall’altra parte del mondo, ero io il portiere "saracinesca" del torneo delle elementari.
Poi è arrivato un piccoletto che aveva come miglior amico un pallone ed in un’unica partita mi ha rifilato ben cinque bordate.
La mia autostima è precipitata.
Va bene tutto, ma poteva farmene un po’ di meno di goal!
Tanto avrebbe vinto lo stesso: dopotutto è lui il protagonista.
Io sono soltanto Taichi Nakanishi, il quarto portiere della Nazionale.
Però, stranamente, di me si ricordano tutti.
E almeno questa è una soddisfazione.

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Capitolo 2
*** YUZO ***


2. YUZO
 
Fermo in porta con le gambe divaricate guardo l’avversario corrermi incontro: non ho più paura.
Sono un portiere e il pallone non deve spaventarmi.
Parerò quel tiro ad ogni costo: o per lo meno ci proverò. Una cosa è certa: non rimarrò immobile ed imbambolato come un fesso.
Sono soddisfatto: ne ho fatta un bel po’ di strada dalle elementari.
Ricordo ancora il puro terrore che ho provato quando Wakabayashi, il portiere titolare, si infortunò e a me toccò sostituirlo per quasi tutto il torneo.
Credevo di morire.
Non ero pronto.
Sudavo freddo e mi veniva la nausea ogni volta che mi ritrovavo tra i pali durante un incontro ufficiale.
Colpa di Hyuga e quelle sue maledette pallonate che ti colpiscono in faccia o nello stomaco togliendoti il fiato.
Non capirò mai perché quello lì debba tirare tanto forte: la palla entra lo stesso, non vedo alcun bisogno di far finire in rete anche l'estremo difensore.
Per fortuna c’erano i miei amici.
Tsubasa mi ha allenato fino allo sfinimento, ma alla fine ce l’ho fatta.
Ho fermato il pallone.
Senza più spaventarmi e sentendomi finalmente, a pieno diritto, un portiere.

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Capitolo 3
*** KEN ***


3. KEN
 
Secondo, eterno secondo.
Nessuno può capire cosa si provi.
Rabbia, principalmente.
Perché io sono anni che mi alleno per essere il migliore. Non conto nemmeno più le ore passate a perfezionare la tecnica calcistica fondendola con quella dell’altra mia grande passione: il karate.
Eppure niente: rimango sempre la riserva di Wakabayashi.
Poi mi chiedono perché non sorrido mai: vorrei vedere loro!
Ho passato tutta la mia carriera all’ombra di uno che non gioca nemmeno in Giappone! A sostituirlo perché era infortunato e a servigli la finale, bella che guadagnata, su un piatto d’argento.
Ho pochi amici, è vero. Ma unicamente perché quando la vita ti sputa in faccia fai un po’ fatica a dar fiducia alla gente.
Un’unica persona mi porto nel cuore: Kojiro Hyuga, colui che per me sarà per sempre il mio Capitano.
C’è stato un periodo della mia adolescenza in cui credevo che la mia amicizia nei suoi confronti fosse qualcosa di più.
Amore probabilmente.
Non ho mai chiarito pienamente la questione, né con me stesso né con lui.
Semplicemente lo stimo e lo seguirò ovunque.
Anche adesso che Mister Kira ha deciso di schierarmi in attacco: è con Hyuga che voglio giocare. Con lui che voglio eseguire dei potentissimi twin shot.
Saremo la nuova Golden Combi.
Se quello che provo è amore o amicizia sinceramente mi importa poco.
Starò col Capitano in attacco o tra i pali della porta e insieme raggiungeremo la vetta del mondo.

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Capitolo 4
*** GENZO ***


4. GENZO
 
Alcuni dicono che sono antipatico.
Parzialmente è vero.
Altri sostengono che io sia borioso.
Opinabile.
Infine c’è chi mi definisce uno stronzo.
Punti di vista.
Ma su una cosa tutti concordano: io sono il migliore.
E me lo merito: lotto per esserlo da quando ho sette anni.
Ho mollato tutto, affetti e amicizie, per inseguire il mio sogno.
Pensate sia facile per un ragazzino di dodici anni trovarsi da solo in Germania, assimilare una nuova lingua e delle nuove usanze?
Imparare ad essere nessuno quando, invece, nel tuo Paese eri il grande Wakabayashi?
Credete che rendermi improvvisamente conto dei miei limiti per me sia stato piacevole? Per me, che ero convinto di essere infallibile?
Ritrovarsi ad essere l’ultimo degli stronzi quando ero abituato ad essere considerato il primo dei fenomeni, non è mai bello.
Ma ho tenuto duro.
Ho lottato.
Il mio spirito si è temprato e anche il mio fisico. Ho collezionato talmente tanti infortuni e acciacchi in questi anni che mi sento un novantenne.
Ma ce l’ho fatta.
Ora sono definitivamente ciò che ho sempre voluto essere.
Genzo Wakabayashi: il Super Great Goal Keeper.

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