Guerre Interstellari & Co

di echelon_killjoy_alien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La piccola principessa Aurora ***
Capitolo 2: *** Quello sconosciuto nella folla ***
Capitolo 3: *** Un urlo ***



Capitolo 1
*** La piccola principessa Aurora ***


Anno 3015. nNell'Universo la guerra è  la cosa principale in tutte le Galassie. Il Re Francesco Solofra, ormai vecchio, annuncia che lascierà la figlia illeggittima come erede al trono regale e darà lei tutte le sue ricchezze. La giovane principessa, Aurora Solofra, avrebbe dovuto combattere contro tutto l'Universo per non sposare l'uomo sbagliato, che avrebbe voluto mettere mano su tutte le richezze del Re dei Sette Regni della Galassia Andromeda.
Durante gli anni Re Francesco, allenò la figlia per tutta la sua infanzia e adolescieza per renderla la guerriera perfetta, come la madre Aurora Viola, morta agli inizi della guerra, doopo aver dato alla luce la piccola Solofra.
A 10 anni sapeva gia usare una spada laser. Ai 13 anni conosceva più modi per uccidere una persona con una sola mossa e ai 15 anni sapeva giudare alla perfezione una navicella spaziale di medie dimensioni. 



La giovane principessa, che tra qualche settimana sarebbe diventata regina, osserva la bara del padre essere calata nella tomba in cui avrebbe giaciuto per il resto del tempo. Aurora si avvicina alla tomba con gli occhi lucidi e legge sulla lapide, ornata di fiori,<27marzo 2987-22 aprile 3054>  con un tono triste e voce spezzata. dice girandosi di spalle e passando attraverso la folla enorme che occupava tutto il cimitero e anche i parcheggi e la strada, essendo tutto il regno ad assistere al funerale.
Aurora, arrivata al castello, butta la spada in acciaio del padre sul letto e preme un pulsante sul muro che apre un passaggio nel muro, il quale porta al tetto del castello, dove ci staano parchegguate tutte le navielle spaziali del castello.
Preme alcuni pulsanti d'accenione e sente una voce robotica darle il benvenuto sulla nave.
"Direzione Sistema Solare. traiettoria 2-0-8" alza appena la voce per farsi sentire dal robot che avrebbe inserito le coordinate di viaggio, per non perdersi nell'infinito di quell'Universo. "velocità a.L." dice infine guardando la foto ologramma con uno sguardo disgustato che rappresentava l'assassino del padre. Sotto all'ologramma ci stavano le informazioni dell'assassino e sono:
NOME: Francesco Meschini
Eta: 18
FEDINA PENALE: sporca
SEGNI PARTICOLARI: una cicatrice che gli attraversa tutta la parte sinistra del viso.

Afferra saldamente il volante della nave tra le mani, guardando il cielo infinito e avvia il viaggio verso l'assassino, scordandosi però di levare il segnale intermittente che avrebbe fatto in modo di mandare all'aria il suo piano.

Sul pianeta Terra, le guardie del principe Francesco ricevono i segnali nemici e si dirigono con le nacielle spaziali verso la principessa per catturarla e arrestarla, pe sbatterla in una cella del castello regale.
 

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Capitolo 2
*** Quello sconosciuto nella folla ***


Lui era li. La guardava nella folla e non se ne era nemmeno resa conto quando gli andò addosso per raggiungere il castello a quanto stava immersa nei suoi pensieri. Appena la vide, fu subito amore. è un ragazzo piuttosto alto, con i capelli rossi e una miriade di lentiggini sul corpo che si presentava secco però con un filo di muscoli sulle braccia. Non era di famiglia regale. Il padre era morto da un soldato nemico e la madre invece era una strega prima che fosse bruciata al rogo (l'era della caccia alle streghe era tornata. Un motivo in più per uccidere la gente). Però la madre non era una strega ordinaria che faceva tutto per soldi. Era di anima buona e sapeva diventare cattiva quando i suoi alunni non le davano ascolto (lei ebbe una scuola per maghi prima che fosse bruciata insieme a lei) e non era per niente la strega come possiamo vedere tipo in Hansel e Gretel: era una ragazza giovane e innamorata di un falegname, in effetti, il padre del nostro giovane innamorato di nome Ettore Casaretti. Mentre stava osservando la principessa, riuscì ad ascoltare un filo del suo discorso borbottato tra se e se. A sua volta si promise di aiutare la principessa nella vendetta del padre, pronunciando un "Ti aiuterò io, mia futura regina" a bassissima voce da non essere sentito da nessuno. Quando è finito il funerale, tutta la popolazione tornò alle proprie case, chi piangendo e chi con le mani al petto con il cuore pesante e addolorato, disperandosi. Ettore camminava da solo, con le mani in tasca e lo sguardo basso. Non riusciva a non pensare a lei, a quella ragazza bellissima che le aveva conquistato il cuore a prima vista. Arrivò a casa che era sera e accese la tv, appesa al muro ascoltando le notizie serali. "Allerta in tutti l'universo! La principessa Aurora Solofra è stata arrestata dalle guardie del principe del Sistema Solare!" Sentiva il cuore saltargli fuori dal petto, andando in mille pezzi, come se ha appena scoperto che la 17° guerra universale stesse per scoppiare in quel momento e avrebbe fatto la fine del padre. Non sapeva bene cosa fare e dove andare di preciso, dunque decise di chiedere aiuto alla sua migliore amica: Alessia Marinika, 14enne e capace di guidare una navicella spaziale, esperta nella geografia di tutto l'Universo. "Ehi, Ale.. ho bisogno disperatamente del tuo aiuto!" disse lui parlando attraverso la cornetta del telefono non tanto moderno, stringendola saldamente in mano, con i palmi sudati a colpa del cuore che batteva all'impazzata. "oh, che succede?! Cosa è successo?" sgranò lei gli occhi, nel sentire la disperazione nella voce del ragazzo, battendo il piede a terra ansiosamente "Devo aiutare la principessa ad evadere dalla prigione del castello della Terra." il suo tono di voce si fece più calmo e convinto di sé, battendo un pugno sul tavolo in legno che fece fare un balzo agli oggetti che si trovavano sopra. La sua frase fece scoppiare Alessia in una fragorosa risata che riempì le orecchie del ragazzo "QUESTA ERA BELLA, ETTORE. LE TUE FREDDURE SONO LE MIGLIORI!" riprende fiato lentamente per poter parlare mentre ricomincio subito dopo a ridere come una dannata. "Non c'è niente da ridere, idiota. Dico sul serio io. Voglio andare sulla Terra e salvare la principessa" dice il ragazzo ringhiando appena. "si e vuoi anche il cavallo bianco e l'armatura lucente, diventando il principe azzurro in leggins blu?" riprense fiato definitivamente, tornando seria e mettendosi composta in piedi reggendosi il peso del corpo su una gamba. "senti non rompere il beneamato cazzo, okay? Tu sei l'unica ragazza che conosco che può portarmi da lei, sapendo la strada a memoria" "va bene.. ti aiuterò se tanto ci tieni.. però devi promettermi una cosa.."alza un dito al cielo come per indicare quella cosa che doveva promettergli. "qualsiasi cosa Ale.." "che non mi farai fare tutta questa strada e poi scopri che la principessa è gia innamorata e ti vedrà come un amico" [HAMBURG, GERMANIA, TERRA, SISTEMA SOLARE, VIA LATTEA] La principessa si trovò a terra, con le mani incatenate al muro che l'obbligava a stare in piedi. Era stanchissima e stava in piedi da più di 7 ore, ormai stava dormendo in piedi, anche se ogni volta che provava ad addormentarsi, una delle guardie le lanciava una secchiata d'acqua gelata per tenerla sveglia. Ogni volta che si trovava quell'acqua gelida addosso, si sentiva mancare il fiato e ci voleva più di 5 secondi buoni per riprendere a respirare normalmente. Il piccolo assassino Meschini stava oziando, sul trono fatto di spade in ferro, tutte unite tra di loro, leggendo alcune lettere in pergamena gialla, che gli veniva consegnato da una delle schiave che stavano intorno a lui. Il maggiordomo d'onore irruppe nella sala dove si trovava il principe, camminando a passo svelto e con lo sguardo basso per non mancargli di rispetto. "mio signore, la principessa dei 7 regni è prigioniera nella nostra prigione sotterranea e ha chiesto di lei" si mise in ginocchio di fronte al principe porgendogli una lettere di richiesta della principessa, scritta con caratteri cubitale a colpa del fatto che aveva le mani dolenti. Il principe diede una veloce letta alla lettere e sgrano gli occhi avendoli quasi di fuoco per la rabbia. "COSA?!" ringhiò contro il maggiordomo che sembrava essere abbastanza impaurito dal ragazzo 18enne. "NON CI POSSO CREDERE! HO UCCISO SUO PADRE.. E SI PRESENTA NEL MIO CASTELLO PER PARLARMI??" la sua voce fece eco in tutto il castello che aveva alcune (tante) stanze vuote e desolate. il maggiordomo impaurito decise di alzare lo sguardo su di lui, osservandolo per qualche secondo, tenendo gli occhi fissi su di lui. "Come osi mancarmi di rispetto e alzare lo sguardo su di me?" la sua voce si fece roca e dispregiativa da farlo sembrare Satana incarnato. "TAGLIATEGLI LA SUA FOTTUTA TESTA!!" lo indica guardando le guardie che si trovavano ai lati del trono di spade, diventando ancora più furibondo e paonazzo. Si diresse verso le scale del castello che portavano ai sotterranei, alla prigione. Il suo mantello quasi non toccava pavimento a colpa della velocità con cui camminava e raggiunse la cella della principessa che stava appiccata tra la vita e la morte. "Tu.. brutta puttana, schiava di tuo padre. Che cosa vuoi da me?" La principessa a malapena riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui e ad aprire gli occhi. Si alzo bene in piedi reggendosi su entrambe le gambe e lo guarda con gli occhi spalancati. "Voglio la tua dannata vita, tra le mie mani. Voglio da te che ti suicidassi, dando un sollievo a tutti quanti dell'Universo. Voglio che tu non esistessi più." scandisce ogni parola lentamente, guardandolo negli occhi facendo un ghigno quasi impercettibile. "mi dispiace per te.. ma non avrai questa soddisfazione. Pero dato che sei qui.. posso organizzare un bellissimo matrimonio e io che ottengo tutte le tue ricchezze e il tuo regno. ti ucciderò, facendolo sembrare un incidente e io diventerò Re del sistema solare e dei 7 regni d'Andromeda." cammina per la cella di fronte a lei tenendo le mani unite dietro alla schiena, guardandola di tanto in tanto. "ti piacerebbe.. ma per me è un NO.." inclinò il capo osservando i suoi movimenti cercando un punto debole, ma senza successo. era indistruttibile e raramente riuscivi a sfilargli un pugno o un calcio. "beh.. o la tua vita.. o quella di Andromeda." scoppiò lui in una risata maligna e piane di cattiveria che fece scoppiare Aurora in lacrime, e facendole tremare le gambe quasi per farla cascare in ginocchio. I polsi continuavano a dolerle a colpa delle catene strettissime e del fatto che più voleva avvicinarsi a lui per ammazzarlo, più sentiva che le si sarebbero staccare le mani.

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Capitolo 3
*** Un urlo ***


Un urlo. Un altro urlo. E un altro. E un altro ancora. Era Aurora. Ogni urlo diventava sempre più roco. La sua voce man mano si sprecava sempre di piu. Più gli urli aumentavano, più la sua voce diventava più grave e meno potente. Francesco non la stava picchiando, non la stava torturando fisicamente, non del tutto, ma verbalmente. Le stava raccontato tutto ciò che avrebbe fatto al suo Regno se il matrimonio non avesse avuto luogo. "sofferenza, agonia, sangue, urla, morte, esplosione.. circonderanno il tuo Regno.. non vedranno più la luce del giorno. Nessuno ne uscirà vivo. Moriranno bruciati, appiccati, decapitati, seppelliti vivi, affogati nell'acqua. Ogni loro incubo prenderà vita. Il TUO incubo prenderà vita. La paura di non essere degna del trono di tuo padre, questa è la tua paura.. e io farò in modo da non farti sembrare tale. Ti farò odiare da tutti.." le sue parole le rimbombavano in testa come un eco. Lui continuava a girarle intorno osservandola da capo a piedi. Ogni tanto stringeva la cinghia che le afferrava i polsi facendoglieli tenere verso l'alto e allo stesso tempo stringeva la catena che le circondava la vita, facendole sfreggiare la pelle. Dalla pelle candida e e soffice che aveva poco meno di 3 giorni fa, diventò nera per colpa dei lividi, il sangue continuava a colare dalle ferite profonde che si creavano man mano che la cateva veniva stretta intorno alla vita. Gli abiti erano diventati stracci a colpa delle sfrustate che le guardie del principe le avevano dato sulla schiena. I pantaloni erano pieni di fango che le arrivava fino sopra le ginocchia. I capelli erano tutti scompigliati e anch'essi sporchi in piccola parte di fango che le copriva il colore viola naturale e vivace. "N-non osare m-mettere in g-gioco i-il m-m-mio Regno.. non hanno f-f-atto n-niente di.. di m-" un'altra frustata da parte del principe le fece pedere il fiato. La vista le diventò offuscata dal dolore e se le fosse arrivata un'altra sfrustata avrebbe perso il sistema nervoso della schiena. Se lo sentiva. Non riusciva più a sentire la propria voce che diventava sempre più ovattata. 'Questa è la mia fine.. qui.. con lui.. legata..' questo pensiero continuava a tormentarle la mente. Non riusciva a levarselo da dosso. "tu mi sposerai, darai a me il tuo regno e potrai continuare la tua vita da ragazza povera, senza nessuno al tuo fianco" avvicinò le labbra al suo orecchio, con una voce che aveva un tono perverso e maligno. "Accetto.. basta che lasci in pace il mio Regno.. prova a toccare il mio Regno e ti farò tagliare la tua misera testa.." Aurora riuscì in un qualche modo a parlare, anche se con voce grave, piena di sofferenza e malinconia. "va bene.." buttò la frusta di cuoio a terra e la liberò dalla cinghia e dalle catene, sbattendola per terra in ginocchio appena ritirò indietro la leva di esse. Trattenne un urlo. Non ce la faceva più dal dolore e in quel momento, le ginocchia le sentiva far esplodere tutto il sistema nervoso. In quel momento entrarono due guardie che assomigliavano più a dei scimmioni che a essere umani e la presero in braccio sotto comando del principe per portarla in una stanza del castello, da delle schiave che l'avrebbero curata dalle ferite e lavata. Vicino al castello si trovava un bosco fitto che sarebbe stato perfetto per parcheggiare l'astronave di Ettore, che era arrivato insieme ad Alessia, con successo. Erano riuusciti a non dare nell'occhio e si erano travestiti da mercanti per far sembrare che sono venuti in quella città per guadagnare un pò di denare. Dalla navicella presero insieme un carrello da mercante che conteneva diversi vestiti pregiati e sotto ad essi si trovavano le armi. "Dobbiamo fare in modo che nessuno venga a darci fastidio o che non vadano a cercare i vestiti troppo a fondo.." gli sussurrò Alessia all'orecchio cercando dei posti vuoti dove posizionarsi nell'immensa piazza. Cercavano un posto un pò più riservato e intorno alla merce che non ispirava tanto. Si posizionarono all'esterno della piazza e cercavano di non attirare la gente, in nessun modo possibile. Aspettarono 4 ore e riuscirono a vendere 4 vestiti da donna, in seta morbida e delle signore alquanto anziane che li pagarono caro. Dopo che le acque si spartirono e rimaneva pochissima gente in oiazza e nessun mercante, decisero di prendere le armi e dirigersi al retro del castello. Alessia camminava avanti per veder dove entrare e veniva seguita da Ettore che non conosceva per niente il posto e si sarebbe perso con facilità se l'avrebbe persa di vista per solo qualche istante. Entrarono nella prigione del castello, grazie a una cella che aveva il muro crollato e la porta era tutta arrugginita e dovettero far attenzione ad aprirla per non farla cigolare. Intorno a loro le altre celle erano vuote e nessun suono si sentiva, eccetto quello dei tacchi delle guardie della prigione che giravano per tutti i corridoi per assicurarsi che nessuno fosse entrato per rubare i beni che si trovavano al piano superiore. "Non dobbiamo attirare loro l'attenzione e riuscire ad andare al piano di sopra.. oppure ucciderli." gli sussurrò lei tenendo saldamente un fucile in mano. Una mano la teneva sotto alle canne mozze del fucile e l'altra teneva al manico di esso, con il dito indice sotto al grilletto, per evitare di sparare. "si.. e come? Saranno 4 guardie. Troveranno i cadaveri e camminano tutti e 4 in direzioni diverse.." scrutò attentamente Ettore i movimenti delle guardie, ogni tanto si fermavano per girare direzione. ttutti allo stesso momento, come se tutti avessero lo stesso cervello e gli stessi comandamenti. "Sono collegati.. stessi movimenti, stessi passi, stessa velocità di camminare.. non sono umani!" esclamò lui infine a voce bassa, riuscendo comunque ad attirare l'attenzione alle guardie che si fiondarono subito al luogo del loro nascodiglio. "Bravo Ettore! Bravo!" gli urlò lei contro e appena si senti i passi di una delle guardie dietro, si girò di scatto e gli sparò contro, facendolo diventare un accumulo di ferri. Il secondo si avvicinò al ragazzo facendolo balzare sul posto e quando premette il grilletto, chiuse gli occhi abbastanza impaurito dalla AK si senti un colpo a vuoto. L'arma di era rotta. Il grilleto non funzionava. "ALESSIA!" strillò disperatamente il suo nome cercando di capire quale fosse il danno, ma senza successo. Girò di scatto lo sguardo verso di lui e vedendo che il fucile suo non funzionava sgranò gli occhi, prese la pistola che teneva nella tasca esterna dei pantaloni che è come una di quelle che si tiene alla zona del polpaccio. Sparò dritto alla tempia della guardia facendole fare la fine della prima guardia. La terza guardia le si avvicinò da dietro e sentendo la sua presenza alle sue spalle gli tirò un calcio sull'addome per farlo cascare contro un tubo di ferro che lo penetrò da dietro alla schiena che gli fuoriuscì dal petto, riempendola di sangue che le schizzò addosso. "Come cazzo hai fatto a inceppare la sicura del fucile?" gli parlò on calma mentre sparava alla quarta guardia, senza nemmeno notare che era una donnae non un uomo. "Non lo so! Sai che io con le armi non ci so fare.." la guarda tornando in piedi e leva la sicura al fuclieper poter sparare e la prova contro al muro, creando un po di polvere. "che sei idiota.." lo guarda scuotendo il capo e di dirige verso le scale che portavano al piano di sopra verso la sala del trono, impugnando saldamente il fucile nella mano destra.

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